10 Aprile 2010 Periodico della Camera di commercio di Bologna cultura Nelle vene dell’orchestra del Comunale scorrono note e visioni di Wagner e Verdi in due grandi animatori dello spettaUn teatro lirico è una macNella compagine musicale bolognese colo come Carlo Alber to Cappelli e, china molto complessa, dove le procambiano gli uomini e le donne, ma restano e si dopo di lui, Carlo Maria Badini, grande fessionalità più diverse si uniscono e animatore culturale di cui vogliamo si articolano per dare vita a quell’altisrafforzano gli apporti di una tradizione ricordare anche, in quegli anni, l’aver sima fantasia artistica che è la fusione di parole e musica, il melodramma, esecutiva che ha le sue radici nel far musica del 1700 voluto quel Consorzio provinciale della pubblica lettura che ha avuto non poco una creazione tutta e soprattutto italiapeso nella cultura bolognese degli anni na. Ma, una volta pagato il dovuto ricodi Marco Montaguti Settanta e Ottanta. Una carrellata nella noscimento alle professiostoria dell’orchestra del Comunale ci nalità dietro le quinte, va di condurre con precisione complessi Comunale è nata e rinaè offerta da due volumetti: Vita d’oranche detto che il cuore di oltre cento esecutori era ammirata, ta molte volte da quella chestra, quarant’anni dell’orchestra del teatro, dal quale tutto con una punta di invidia, da Alesando sera del 17 maggio del del Comunale, a cura di Roberto Verti, viene e al quale tutto va, Bologna divenne 1763, quando il teatro Scarlatti e da Georg Friedrich 1998 e Cinquant’anni di musica a cura è l’orchestra. L’orchestra Haendel>. L’eccellenza dei complessi si aprì alla città e sicuuna città di Fulvia De Colle e Luigi Girati, 2008. è una str uttura fluida e bolognesi è testimoniata da critici di ramente esisteva già in wagneriana Da questi traiamo alcuni spunti per compatta al tempo stesso. rara competenza: lo storico inglese precedenza <sparsa tra con la prima ripercorrere la nascita e alcune occaE’ fatta di uomini e donne della musica John Hawkins e Leopold i luoghi dello spettacosioni memorabili nella vita dell’orcheche entrano, suonano per e Wolfgang Mozart nel 1770 si inconlo di quella città di teanazionale stra del nostro teatro. mesi od anni ed escono. trarono nella chiesa di San Giovanni in tri che Bologna, ‘gran del Lohengrin Una delle caratteristiche più Altri entrano. Ma l’orcheMonte in occasione della festa solenne seminario della musica impor tanti dell’orchestra bolognese stra mantiene e sviluppa dell’Accademia Filarmonica e rimaitaliana’ narrata dal preè quella di aver saputo, fin dalla metà una sua precisa persosero ammirati dalla qualità esecutiva sidente De Brosses nel dell’800, anni di quasi nalità. Basti pensare, nel del complesso bologne1740. Si può affermare, totale predomino del mare (sempre più piccolo) se>. L’orchestra era già, ricorda Adriano Cavicchi melodramma sulle scene del sinfonismo europeo, ai Wiener e quindi, in embrione, spar<che dagli ultimi decenni del Seicento, nazionali, aprirsi alle solai Berliner, al Konzer tgebouw o alla sa tra accademie corpoproprio a Bologna si formi quella sinlecitazioni che venivano Gewandhaus; o, in tempi pur troppo razioni, cappelle ecclegolare specializzazione d’insieme (proIl disprezzo lontani, alle orchestre di Torino e siastiche e teatri privati piziata anche dagli esercizi settimanali di Celibidache da nord, dalla Germania, soprattutto nel nome di Roma della Rai. Ognuna ha (o aveva) e pubblici e crebbe come del giovedì dei Filarmonici) della cui per la musica Wagner. E Bologna e il una personalità, un ventaglio di suoni, una tradizione tramandaqualità ed eccellenza abbiamo molte registrata e le Comunale, furono i primi tonalità, intensità, colori tali da conta e conservata fino a noi. testimonianze. Non sarà un caso che il avamposti del wagneritraddistinguerle come una personalità Fino a quel 4 febbraio del primo fra i grandi direttori d’orchestra, perplessità e il carattere delle orchestre come 1956 quando si costituì il bolognese di formazione Arcangelo di Michelangeli smo italiano. <Bologna, che ver diana non era degli uomini, hanno bisogno di tempo, l’Associazione Orchestra Corelli, sia stato il più ammirato mai stata e propriamente di esperienze e di guide sicure per Stabile di Bologna che tra i violinisti direttori a cavallo tra non fu mai, come annota formarsi ed emergere. L’orchestra del ebbe i primi motori forti Seicento e Settecento. La sua capacità Periodico della Camera di Commercio di Bologna Aprile 2010 cultura Piero Buscaroli nel suo La stanza della Musica, aveva trovato in Wagner il suo eroe>. La passione per Wagner era molto diffusa tra i bolognesi, a cominciare dallo stesso sindaco, Camillo Casarini, che a quanto pare fu il principale sostenitore dell’esecuzione in prima italiana del Lohengrin. Casarini era sostenuto dalla signora Lucca, editrice delle opere wagneriane in Italia e da gran par te della stampa bolognese dominata da Enrico Panzacchi, anch’egli fer vente wagneriano e sostenitore di un rilancio sulle scene nazionali e inter nazionali. La giunta comunale deliberò di invitare il maestro tedesco alla prima del Comunale, ma Wagner rispose di non poter accettare l’invito. Venne a Bologna solo cinque anni dopo, per la rappresentazione del suo Rienzi. Sul podio, il primo novembre 1871, il maestro Angelo Mariani. Grande successo, recensioni entusiaste e wagnerite galoppante in città: le profumerie offrivano profumi e lozioni all’insegna del cavaliere del cigno. A confermare la caratura innovativa ed europea del Comunale fu la seconda prima italiana di un’opera di Wagner, il Tristano, il 2 giugno del 1888. A promuoverla e a dirigerla fu Giuseppe Mar tucci, valente (e oggi dimenticato) compositore, pianista e direttore napoletano che ebbe straordinaria impor tanza per la dif fusione in Italia dei lavori d Beethoven, Schumann e Brahms. Quest’ultimo fu a Bologna negli stessi giorni del Tristano ed incontrò Martucci. Forse fu quell’incontro che fece maturare al giovane musicista (direttore del liceo Al posto della Domus aurea dei Bentivoglio il teatro pubblico. Grazie al Cardinal Lambertini Fu grazie all’interessamento del cardinale Lambertini che venne realizzato il Teatro Comunale. Nel 1756 il Senato bolognese affidò l’incarico di redigere un nuovo progetto di teatro pubblico al celebre architetto e scenografo Antonio Galli Bibiena. Undici anni prima il teatro privato di Palazzo Malvezzi era stato distrutto da un incendio. Il nuovo edificio sorse nella strada San Donato sull’area occupata dalla ‘domus aurea dei Bentivoglio, distrutto a furor di popolo nel 1507. L’inaugurazione avvenne nel 1763 con l’opera inedita di Gluck ‘Il trionfo di Clelia’ su libretto del Metastasio. L’auditorium, a forma di campana è composto da quattro ordini di palchi con un palco reale e un loggione, fu realizzato prevalentemente in muratura per ridurre il rischio degli incendi. Il teatro rimase a lungo incompleto: le attrezzature, ospitate dietro le quinte furono terminate solo nel 1805 mentre l’attuale facciata fu realizzata da Umberto Rizzi nel 1935 dopo che un incendio, pochi anni prima, aveva distrutto il palcoscenico e il sipario. musicale e primo kappelmeister del teatro bolognese) la decisione di eseguire, qualche anno dopo tutte le quattro sinfonie del maestro amburghese. Richard Wagner Celibidache, Stravinskij e Michelangeli Il ruolo cardinale dell’orchestra emerse con grande chiarezza durante l’epoca della direzione stabile di Sergiu Celibidache, una pagina, come ben sottolinea Roberto Verti <degna ormai di una recherche du temps perdu e af fascinante come sanno esserlo le storie narrate dai vecchi e le leggende>. Nella storia del Comunale, quegli anni, tra il Sessanta e il Settanta, sono gli anni di Celibidache. Il maestro rumeno non amava l’opera e non la dirigeva e la sua fu veramente l’età dell’orchestra, l’epoca della prima e for te coscienza di sé vissuta dall’or- chestra nella sua nuova veste di complesso stabile, capace di confrontarsi con i modelli della grande tradizione sinfonica. Di Celibidache ricordiamo che fu a capo dei Berliner nell’immediato dopoguerra. Con Celibidache si aprì un grande momento per l’orchestra. Ricordiamo la stagione del 1957: viene a Bologna Karl Richter, nume della rinascenza bachiana degli anni Cinquanta e propone una memorabile Passione secondo Matteo. Altra data storica nei ricordi dell’orchestra è il 22 ottobre del 1959. Accompagnato dal fido Rober t Craft ar riva Igor Stravinskij per dirigere il suo Apollon Musagète e Pulcinella. Durante le prove, condotte da Craft, il maestro siede in mezzo all’orchestra. I musicisti ricordano un rapporto calorosissimo di simpatia spontanea. Stravinskij apprezzò l’esecuzione complimentandosi col primo violino Guido Della Costanza. Nel 1966 l’orchestra ricorda i primi dieci anni di stabilità con un concerto del suo padrino Celibidache. La serata di gala vedrà per la prima volta insieme il maestro r umeno e Michelangeli. Il programma dell’acclamatissimo concer to, introdotto da Riccardo Bacchelli, presentava brani di Verdi, Wagner, il concerto k 466 per piano e orchestra di Mozart, Martucci e Ravel. Si ricorda un dialogo tra i due artisti. Celibidache (che odiava le registrazioni discografiche) domanda a Michelangeli delle sue registrazioni e, alla sua risposta <Sto realizzando alcune cose> sbotta con un <Non è possibile! Ascoltare la musica in disco è come fare l’amore con una fotografia di Brigitte Bardot>. • 11