L’ACQUISTO DI UN AUTOMOBILE: OPPORTUNITA’ O PROBLEMA
Avv. Ernesto Caracciolo
Gioia Gastaldi
Che si scelga di venire in Italia per esigenze di lavoro, che lo si faccia per puro piacere, per rilassarsi
durante un periodo festivo, o che si scelga il nostro paese come luogo dove stabilirsi in via definitiva dopo
essere andati in pensione nel proprio paese di origine, è più che probabile che, in ogni caso, ci si debba preoccupare di acquistare un autovettura.
La superficie del nostro paese è più grande di oltre dieci volte quella della Danimarca e, pur esistendo un servizio di trasporto pubblico ormai di livello equivalente al resto d’Europa (non fosse altro perché
in Italia si fabbricano treni destinati ad essere utilizzati dai viaggiatori di moltissimi paesi nel mondo, tra cui
gli Stati Uniti e la stessa Danimarca), evidentemente le distanze qui da noi sono decisamente maggiori e,
complici anche le ampie zone montane o collinari, spesso gli spostamenti risultano un po’ complicati.
Allora va da sé che il manager, o il dipendente, dell’azienda danese istituita in Italia che avrà necessità di spostarsi frequentemente per lavoro, dovrà necessariamente optare per l’indipendenza data dal possesso di un’autovettura; ciò considerando anche che i costi delle macchine in Italia sono decisamente inferiori
rispetto alla Danimarca.
L’IVA applicata, cioè l’Imposta sul Valore Aggiunto (l’equivalente del MOMS danese) è, tranne che
per le auto di lusso (categoria comunque ristretta), generalmente quella del 20%, senza contare che l’Italia è
grande produttore di automobili e di conseguenza ne viene favorita, anche dai governanti, la commercializzazione.
Con buona approssimazione si può dire che il costo medio di un auto in Italia sia inferiore, rispetto
alla Danimarca, di un buon quaranta percento.
Le offerte presentate sui quasi tutti i mezzi di comunicazione fioccano: possibilità di pagamenti
rateali fino a tre anni e senza interessi, accessori come stereo e aria condizionata in regalo e addirittura benefits concernenti coperture assicurative contro furto e incendio pure compresi nel prezzo.
Insomma non c’è che l’imbarazzo della scelta.
Esiste però anche il rovescio della medaglia, che identificherei soprattutto nel mercato dell’usato.
Se per una società è generalmente conveniente acquistare un mezzo nuovo, sia per i motivi sopra
esposti, ma anche per la possibilità di detrarre il costo dalle tasse, per un privato, spesso può ancora essere
preferibile optare per l’acquisto di un buon usato.
Il cittadino danese, ma gli scandinavi in genere, è noto in Italia per la propria “innocenza” (o dabbenaggine, nel senso buono del termine), e quindi, spesso, è il “pollo” da spennare.
In Danimarca non si vive con la costante preoccupazione di poter essere in qualche modo “giocati” a
causa della propria buona fede.
In Italia invece si è sempre, costantemente, tutti all’erta: “Mai fidarti di nessuno!” è la frase che ogni
genitore ripete più spesso ai propri bimbi, dalla culla e fino a quando (piuttosto tardi) lasciano la il tetto
familiare.
Non che ci si trovi in una giungla, anzi; molti degli stereotipi e dei miti circolanti sull’Italia e sui suoi
abitanti ora fanno solo sorridere e pochi (quelli che da noi non ci sono ancora stati) sono quelli che ancora
credono a certe cose.
Nondimeno è vero che, essendo in tanti e non avendo un sistema sociale come quello danese, che garantisce (anche ai pigri) di che vivere, la concorrenza diventa spietata e molti devono arrangiarsi in qualche
modo per tirare la fine del mese.
Così anche nel mercato dell’usato nascono “offertissime” di auto a prezzi stracciati, che in realtà
sono “carrette” senza mercato alcuno.
Ma come fare per aiutare i pronipoti di Odino a districarsi in questo labirinto.
Per questo abbiamo pensato ad un piccolo Vademecum, che aiuti “l’uomo dei ghiacci” a restare a
galla quando si trova ad affrontare i marosi del mercato dell’auto italiano.
Uno strumento semplice per scegliere dove e come comprare e che lo prepari in vista dei tanti documenti che dovrà sottoscrivere al momento dell’acquisto.
Naturalmente, come già evidenziato in altri capitoli di questa pubblicazione, poiché i motori non
rientrano tra le mie specifiche competenze, ho chiesto aiuto a qualcuno specializzato nel settore e così mi
sono rivolto a Gioia Gastaldi, titolare di una Agenzia di Pratiche Auto e Autoscuola con sede in Milano in
Viale Sabotino n.16.
E’ proprio lei la fonte di tutte le indicazioni di carattere strettamente tecnico circa la documentazione
da portare, o da compilare, al momento dell’acquisto, che troverete più avanti in questo capitolo ed è a lei
che sempre affidiamo i nostri clienti d’oltre confine ogni volta che si presenta per loro il problema di comprare un automobile qui da noi.
Moltissime sono le riviste specializzate, sulle quali si trovano inserzioni di privati che vendono la
propria autovettura.
So bene che tale forma di compravendita è molto usata anche in Danimarca, ma da noi, a meno che
non si abbia grande competenza in campo meccanico o motoristico, è una strada che è meglio non percorrere.
Per prima cosa si noti che il privato cittadino, quando vende la propria auto non fornisce alcuna
garanzia sul bene venduto, per cui se si verifica un malfunzionamento del mezzo, anche solo il giorno dopo
l’acquisto, diventa di fatto impossibile ottenere dal venditore il pagamento delle riparazioni o la riduzione
del prezzo di vendita.
Ma vi è di più.
In Danimarca una vettura con ottantamila chilometri è “quasi nuova”, mentre una con centomila ha
ancora un ottimo mercato.
Da noi, percorsi cinquantamila chilometri, un auto ha un mercato molto relativo e a ottantamila quasi
si compra al chilo, come il ferrovecchio, ciò sia per la grande scelta di usato a disposizione dei potenziali
acquirenti, sia per i prezzi e le modalità di pagamento offerti per l’acquisto del nuovo.
La conseguenza è che, nonostante sia inquadrata ormai da tempo come ipotesi di truffa e quindi punita con la carcerazione, molte persone si dilettano ancora ad alterare il contachilometri dell’auto in vendita,
così da “ringiovanirla” quanto basta perché risulti appetibile.
Se questo lo può fare, senza correre particolari rischi, il privato che vende un’auto ogni parecchio,
di solito (visti anche i continui controlli cui sono sottoposti dalle autorità) questo atteggiamento non se lo
permettono le grandi concessionarie delle marche più note, che peraltro utilizzano il mercato dell’usato più
che altro per fidelizzare il cliente, in modo da spingerlo, nel futuro più o meno immediato, all’acquisto di
una vettura nuova ancora una volta presso di loro.
Il primo consiglio è quindi questo: rivolgersi sempre a grandi strutture, possibilmente che abbiano
un centro d’assistenza tecnica interno e che forniscano una garanzia di almeno sei mesi (ma meglio un anno)
sull’auto venduta.
Ma anche i concessionari fanno il loro mestiere e lo fanno con un unico scopo: guadagnare il più
possibile, quindi non è che ci si debba fidare di tutto quello che dicono, né dobbiamo credere che tutto ciò
che viene proposto è oro puro.
Come ho detto più sopra la differenza di prezzo tra la Danimarca e l’Italia è molto rilevante, con la
conseguenza che, per il danese, ogni automobile esposta in vetrina sembrerà più che conveniente, a prescindere dal prezzo indicato.
Non è sempre così e quindi è meglio prepararsi, come fa ogni italiano, prima di fare il grande passo.
Si trovano in ogni edicola del paese due riviste specializzate nel settore che hanno tiratura nazionale
e che sono la Sacra Bibbia del cercatore d’auto; si chiamano: “Quattroruote” e “Gente Motori”.
Entrambe, nella parte finale della pubblicazione, riportano l’elenco completo di tutte le marche e
tipi di auto venduti in Italia, con il loro prezzo a nuovo e con il loro valore medio per l’usato, a seconda
dell’anno di immatricolazione, che va indietro nel tempo fino a sette otto anni.
Il valore espresso è quello di una macchina in buono stato, senza danni alla carrozzeria e che abbia
percorso una media di ventimila o trentamila chilometri all’anno a seconda che si tratti di una vettura a benzina o diesel.
Questo valore deve essere il punto di partenza con il quale lo straniero deve orientarsi; poi naturalmente potranno esserci piccole variazioni verso l’alto se i chilometri percorsi sono molto meno o se ci sono
optional insoliti (tettuccio apribile, sedili in pelle ecc. ecc.) ma si sappia che prezzi troppo distanti da tale
valore non sono giustificati, anche perché al momento di rivenderla, essendo privati, bisogna già tener presente che l’auto verrà pagata molto meno.
Le grandi concessionarie non disdegnano il pagamento rateale, che ritengo sempre conveniente anche in presenza di qualche interesse passivo da corrispondere. Questo rappresenta per il compratore un arma
in più, oltre alla garanzia fornita dal venditore, nel caso l’auto non funzioni a dovere.
Una volta pagato il prezzo, il venditore non avrà particolare fretta di provvedere alle riparazioni
promesse gratuitamente, in caso contrario, dietro la minaccia di sospendere i pagamenti, l’impegno profuso
da quest’ultimo sarà incredibilmente maggiore.
A questo punto, trovata l’auto di proprio gusto, trovato il venditore che la fornisca ad un giusto
prezzo e unitamente ad una lunga garanzia, “l’uomo dei ghiacci” deve mettere qualche firma.
In realtà, nonostante il nostro sia universalmente conosciuto come il paese più burocratizzato
d’Europa, la normativa vigente sul territorio italiano per l’utilizzo, l’acquisto o la vendita di autovetture da
parte di cittadini stranieri comunitari non è particolarmente complicata.
Punto di partenza è però la richiesta, con il successivo ottenimento della residenza nel nostro stato,
la quale a sua volta comporta, entro l’anno successivo, anche la necessità di effettuare la conversione della
patente danese in quella italiana.
Nessuna delle due procedure comporta particolari complessità; è infatti solo prevista la presentazione
alla motorizzazione dei documenti danesi, che vengono poi automaticamente sostituiti da quelli italiani;
L’unico problema potrebbe essere rappresentato dal tempo; non bisogna dimenticare che avremo a
che fare con uffici statali italiani i quali per definizione non sono perfettamente organizzati e, comunque,
sono cronicamente lenti.
Lo stesso discorso vale per le società, le quali dovranno ottenere la qualifica di persone giuridiche
con sede ed operanti sul territorio italiano prima di poter operare compravendite di veicoli.
Quindi una volta ottenuti i requisiti per acquistare o vendere un veicolo basta avere a disposizione,
per poterli depositare con l’atto d’acquisto alla Motorizzazione produrre i seguenti documenti:
a) per il compratore: Documento d’identità personale;
Codice fiscale;
Certificato di residenza, o permesso di soggiorno;
b) per il venditore:
Atto di vendita in duplice copia, autenticato da un Notaio;
Libretto di circolazione del veicolo;
Certificato di proprietà del veicolo;
Documento d’identità personale;
Codice fiscale;
Se si tratta di società, in entrambi i casi, cioè che si venda o che si acquisti, presentare particolare
certificato della Camera del Commercio a cui la società è iscritta, che si chiama Visura ed è appunto detta
Visura Camerale; questa deve essere recente, cioè rilasciata non più di tre mesi prima e va consegnata oltre
alla Partita IVA e ai documenti personali del Legale Rappresentante della società.
Per maggiore chiarezza e perché si capisca di che cosa stiamo parlando abbiamo pensato fosse una
buona idea allegare un Fac-Simile della procedura di stesura dell’atto di vendita (Doc.1), oltre al Fac-Simile
del modello TT2119, che deve sempre essere compilato da parte del compratore (Doc.2) con relativa autocertificazione.
Se invece un cittadino danese volesse portarsi in Italia il suo veicolo la procedura si complicherebbe
un poco, pur essendo la Danimarca paese della Comunità Europea.
La procedura da seguire sono diverse a seconda che i veicoli siano già immatricolati in Danimarca o
siano nuovi e mai immatricolati.
In entrambi i casi occorre, come detto sopra, avere la residenza, per le persone fisiche, o la sede in
Italia, per le persone giuridiche.
Per veicoli nuovi (comprati in Danimarca ma mai immatricolati) occorre:
- C.o.c Certificato d’origine dell’auto
- Scheda tecnica del veicolo in originale ed una sua fotocopia.
- Traduzione giurata del documento sopra richiesto, da parte dell’Ambasciata Italiana (o altra Autorità autorizzata), con il nullaosta del paese d’origine.
- Documenti personali del soggetto a cui verrà intestato il veicolo:
se persona fisica:
- Carta identità;
- Codice fiscale;
- Permesso di soggiorno con richiesta di residenza;
se società:
- Iscrizione camera di commercio;
- Partita IVA;
Per i veicoli già immatricolati in Danimarca occorrono:
- Certificato di immatricolazione originale e sua fotocopia;
- traduzione giurata del documento al punto precedente;
- Eventuale certificato di revisione in originale, autenticato dall’autorità competente danese
(dipartimento dei trasporti);
- Traduzione giurata del certificato di revisione;
- Scheda tecnica autenticata dall’autorità competente (rilasciata per numero di telaio del veicolo, che contenga l’indicazione delle direttive CEE relative alle emissioni gas, frenatura, sterzo, cinture di
sicurezza e luci).
Non esiste obbligo per la riconsegna delle targhe estere in Italia.
Per chi non volesse farsi aiutare da una Agenzia (cosa che sconsiglio vivamente) si sappia che le
varie pratiche vanno presentate presso il Dipartimento dei Trasporti Terrestri del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che a Milano è sito in Via Cilea 119 dove verrà rilasciata la modulistica idonea per
presentare la vostra richiesta, modulistica di cui non siamo in grado di dare un fac-simile perchè è in via di
preparazione quella per il 2005 e perchè è diversa a seconda della da provincia.
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