Mukkentreffen 2013 (Alpi occidentali-Gorges de Daluis-Verdon)
Mukkentreffen 2013
Alpi occidentali - Gorges de Daluis e du Verdon
(10-11-12-13 agosto 2013)
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Primo giorno:
è il giro dell’anno, quello più lungo solitamente rispetto agli altri e anche quello più impegnativo.
E’ un evento che si sta consolidando nel tempo e sta divenendo l’occasione per ritagliarsi un
angolo di serenità dal quotidiano (che non è fuga dalla famiglia, anzi, ma dal lavoro, che di
giorno in giorno diventa sempre più complicato –in termini tecnici, si dice “rottura di cog…ni”-).
E’ un giro che è meditato, non improvvisato. E’ studiato nel tracciato e prevede alternative in
caso di meto bizzarro. E’ un giro blindato nel periodo dell’anno: nella settimana centrale di
agosto (periodo di ferie di mio cognato). Ciò comporta che se c’è un qualsiasi contrattempo, il
giro salta.
Per ora, grazie al cielo, siamo sempre riusciti a raccontarlo.
Generalmente, a programmare i viaggi sono io. Grazie ad una fonte inesauribile di idee che
trovo sul forum Quelli dell’Elica (a cui sono iscritto), il lavoro diventa assai semplice.
Quest’anno, dopo i precedenti viaggi in cui abbiamo percorso l’intero arco alpino, abbiamo
deciso di percorrere a ritroso le alpi italo-francesi, aggiungendo le gole di Daluis e quelle del
Verdon e finendo sulla Route Napoleone.
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Quindi, partenza da Costa Volpino, direzione Aosta (Tratto questo in autostrada) per iniziare col
Piccolo San Bernardo e proseguire col l’Iseran, il Moncenisio, il Monginevro, l’Izoard, Vars e
Bonette; proseguire verso le gole, Daluis e Verdon; prendere la Route Napoleon in direzione
Grasse e, infine, entrare in Itala dal Col di Tenda.
Questo il programma.
Al giro di quest’anno si aggiunge un amico: Giampo, con R1100R.
Partenza fissata per il giorno sabato 10 agosto: ore 8:30 già in strada.
I giorno che precedono questa data sono infuocati, per il caldo e gli incombenti sul lavoro che si
verificano ad ogni sospensione di attività.
Sono infuocati anche perché ci sono gli ultimi preparativi del matrimonio mio e di Roberta e ad
una settimana dalla sospensione del lavoronon abbiamo ancora deciso dove andare in viaggio
di nozze. Quindi, ci troviamo a correre fra l’agenzia di viaggio e lo studio, senza dimenticare che
si deve portare a casa al lago sia la macchina che la moto.
Venerdì 9 agosto, alle quattro del pomeriggio arrivo a Costa Volpino in moto madido di sudore,
con la testa ancora a Milano e agli ultimi incombenti, con nessuna decisione presa per il viaggio
di nozze e con la moto ancora da preparare per il viaggio del giorno dopo.
Alle 6:45 del sabato suona la sveglia. E’ vacanza e il cervello si è messo in modalità stand-by:
gira un neurone, lavora per tutti e lo fa pigramente. Sto benissimo.
Carico la moto delle ultime cose, saluto mamma e papà e prima di partire ricevo una telefonata:
“Ciao, sono Giampo. Ho un problema con la valigia, non si chiude. Vado da un amico, la
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sistemo in un attimo. Partite, ci vediamo all’area di sosta di Dalmine”. Azz, iniziamo bene!
Raggiungo Eugenio e Roberta e dico del problema. Commento: azz, iniziamo bene. Risolverem
o di sicuro.
Foto prepartenza e via verso Dalmine.
Puntualissimo, troviamo il Giampo che, rammaricato, ci racconta dell’inconveniente. Una
sciocchezza, che non ha pregiudicato nulla.
Tirata fino a la Tuille dove pranziamo sotto un magnifico sole e, poi, ascesa per il Piccolo San
Bernardo. I primi chilometri, su una strada orrenda, con tratti di asfalto rovinatissimo e
carreggiata invasa da pietrisco.
Arriviamo in cima e facciamo la foto con la sagoma in vetroresina del cagnone (il sanbernardo);
scendiamo verso la Val d’Isere per salire verso il Col de l’Iseran e, a seguire, il Col de Mont
Cenis.
Era tanta la voglia di guidare in montagna e di sgasare un po' che mi sono perso dietro la
sagoma di una moto stradale, saltando il cartello segnaletico del passo del Moncenisio. Dopo
qualche minuti, non vedendo nessuno dei miei nello specchietto retrovisore, mi sono fermato al
lato della strada. Ammirando il lago, ho atteso che qualcuno sopraggiungesse.
Arrivano Eugenio e Roberta, che mi dicono: "Ma non hai visto il cartello? Non ti sei fermato
neppure a fare una foto!".
Ritorniamo sui nostri passi, arriviamo al cartello e immortaliamo il passaggio.
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Discendiamo verso la Val Susa, attraversiamo la cittadina di Susa e ci dirigiamo verso Sauze
d'Oulx.
Qualche giorno prima di partire, avevo prenotato una stanza grande per quattro persone in un
B&B. Le foto promettevano bene, ma la realtà le ha superate. Bello, accogliente e con
personale (madre e figlio) decisamente cordiale: Chalet Chez Nous .
Parcheggiamo le moto nel garage privato del titolare e, purtroppo, la moto di Giampo ha un
problema col freno anteriore: perdita d'olio dalla vaschetta della leva e rischio di rientro forzato
a casa. L'indomani troveremo una soluzione.
Per ora, dopo esserci sistemati, andiamo a cena in un ristorante a dieci metri dal B&B.
Giornata lunga e con qualche intoppo, ma enormemente piacevole.
Secondo giorno:
Dopo una lauta colazione, ci prepariamo per la partenza. Sistemiamo il freno della moto (grazie
agli attrezzi e al liquido dei freni messi a disposizione del titolare del B&B) e imbocchiamo la
strada per il Monginevro.
A Briançon, facciamo benzina e conosciamo una coppia di Lecce. Decidiamo di fare un tratto di
strada insieme e partiamo alla volta del Col d'Izoard. La strada che conduce al colle è una
meraviglia, ben tenuta, larga e veloce: una giostra.
Come sempre, le strade francesi con una pendenza positiva sono cavalcate da ciclisti indomiti.
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Il cielo è sgombero di nubi, la temperatura è gradevole (restiamo sempre in quota) e la strada
che percorriamo tocca passi noti a tutti i motociclisti: Col de Vars e Colle de la Bonette.
I freni di Giampo rispondono bene e, quindi, galoppiamo verso le Gorges de Daluis: non
nascondo alle cronache un tratto di strada fatto dietro un T-Max autoctono a velocità bel lontana
dai minimi consentiti...ma tanto divertente!
Dopo la parentesi clandestina, percorriamo la strada verso le gorges, passando dal Col de la
Couillole.
Le gole sono note per essere di color rosso bruciato e profondissime. In fondo, scorre un
torrente azzurro ghiaccio.
Foto di rito e poi ci portiamo verso Annot alla ricerca di una sistemazione.
Qui, troviamo da dormire all'Hotel Beausejour. Ci adattiamo in quattro in una stanza, non
abbiamo alternative: 1) perché non ci sono altri alberghi disponibili nei paraggi; 2) il cavo della
frizione della moto di Giampo si è tranciato. Siamo a piedi.
Ma la moto di Giampo è una vecchia BMW (R1100R), tutta meccanica e pochissima elettronica.
Il cavo della frizione corre dalla leva sul manubrio all'innesto vicino al pedale del freno
posteriore in una comoda posizione. Basta trovare un cavo d'acciaio con un nottolino iniziale e il
gioco è fatto. Troveremo i pezzi e ripartiremo in mattina con tutta tranquillità.
Illusi.
Ci sistemiamo (accampiamo) nella stanza di fortuna -le foto allegate parlano chiaro-, ci laviamo
e poi andiamo a cena nella pizzeria del paese.
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Bellina, all'aperto, con tante famigliole francesi.
L'importante, è non avere fretta. Le pietanze arrivano, ma non bisogna avere fretta. Per quattro
pizze aspettiamo un'infinità di tempo, al limite della pazienza. Ma l'attesa è ammazzata dalla
piacevole compagnia e così, tra aneddoti e ricordi della giornata appena trascorsa, aspettiamo
che il pizzaiolo macini la farina.
Dopo la cena, facciamo una piccola passeggiata per il paesino e poi andiamo a dormire.
Terzo giorno:
Facciamo colazione nel barettino antistante l'albergo, comprando i croissant freschi freschi dal
bulanger. Pianifichiamo la riparazione della frizione e dopo esserci ben saziati, partiamo alla
volta di un ferramenta e di meccanici visti per la strada.
Ferramenta non ce n'erano. Troviamo un meccanico all'inizio del paese che ci dice: "Pas
possible" bisogna andare alla BMW di Nizza.
Figuriamoci, per un filo di metallo dobbiamo andare fino a Nizza alla BMW-Motorrad!
Andiamo da Antony, giovane meccanico che ha l'officina dalla fine del paese. Spieghiamo la
situazione e ci dice: "Pas possible" bisogna andare alla BMW di Nizza. Aggiunge: "Se volete, lo
ordino e in due/tre giorni arriva".
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La cosa si fa seria e ci preoccupa. Mi sa che a Nizza si deve andare.
Partiamo tutti e quattro alla volta di Nizza, con le istruzioni precise dell'albergatore
(gentilissimo).
Annot-Nizza è, tutto sommato, un bel tratto di strada: noi, in 24h lo faremo ben quattro volte!!!
Arrivati alla BMW, dobbiamo spiegare il guasto meccanico. Roberta è stata bravissima, fra mille
difficoltà, è riuscita a far capire che si trattava della rottura del cavo della frizione: le cablage
d'embrayage, ce lo ricorderemo per sempre questo termine.
Ci chiedono il libretto della moto per recuperare il pezzo; dimenticato nella moto ad Annot.
Facciamo telefonare dall'addetto della BMW all'albergo per recuperare il numero di telaio della
moto, parcheggiata lì di fuori. Non si capiscono, chi deve leggere il numero di telaio non lo trova
e legge cifre che a quello della BMW non dicono nulla.
Sta di fatto che Eugenio e Giampo tornano a Annot per recuperare il numero di telaio.
Roberta ed io, a 35°C, restiamo a Nizza (periferia) in attesa che siano recuperarti i dati
necessari, ottenuti i quali gli addetti della BMW Nizza ci dicono che il pezzo è presente solo alla
BMW Cannes e che arriverà solo il giorno seguente: lo prenotiamo.
Mestamente, torniamo a Annot dove, nel frattempo, Euge e Giampo trovano la nuova
sistemazione per la notte: Le Relais du Bècassier .
Bello, pulito, accogliente. Ceniamo e organizziamo la soluzione per il giorno dopo: Eugenio e
Roberta faranno le gorges du Verdon; io e Giampo, andremo a Nizza.
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Quarto giorno:
Alla fine, dopo l'ennesimo viaggio della speranza, torniamo trionfanti col cavo. Lo montiamo e
per maggior sicurezza lo facciamo verificare da Antony.
Di tutta questa vicenda, ricordiamo con piacere che tutte le persone con le quali ci siamo
interfacciate sono state disponibili e accomodanti, tutte pronte ad aiutare.
Eugenio è stato entusiasta delle gole del Verdon, piaciute anche a Roberta -che già aveva
visitato-, che le ha affrontate in un senso diverso rispetto a quello fatto la prima volta. Giampo
ed io, invece, in attesa di ritirare il cavo della frizione, siamo andati a visitare Nizza: vestiti da
motociclisti, caldo infernale, ma ci è piaciuta.
Sulla strada del ritorno, abbiamo fotografato il paese di Entrevaux.
Ripartiamo nel primo pomeriggio da Annot per Barcelonnette, passando per il Col de Allos:
strada molto bella e divertente. La strada che precede l'ascesa al colle è, però, stretta, tortuosa
e -se la memoria non mi tradisce- dal fondo un po' insidioso.
Siamo discesi verso Barcelonnette e alle porte della città, sulla strada che conduce al Col de
Larche (colle della Maddalena), abbiamo trovato una sistemazione nella gite d'auberge
L'Eterlou
.
La sera abbiamo ripreso le moto per andare a cena a Barcelonnette, che era in gran festa, con
piazza gremita e palco con musica dal vivo.
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Con un po' di nostalgia nel cuore, abbiamo ricordato i quattro giorni appena trascorsi.
Nonostante gli acciacchi meccanici, è stata, per l'ennesima volta, una bella esperienza.
L'aggiunta di Giampo al gruppo ha portato una ventata di simpatia ulteriore. Con la promessa di
rifare qualcosa per l'estate 2014, siamo ritornati alla nostra gite.
Quinto giorno:
è rientro a casa attraverso il valico del colle della Maddalena (col de Larche), Cuneo e tanta
pallostrada.
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