(Allegato 1)
SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN
SERVIZIO CIVILE IN ITALIA
ENTE
1) Ente proponente il progetto:
ASSOCIAZIONE COMUNITÀ PAPA GIOVANNI XXIII
2) Codice di accreditamento:
3) Albo e classe di iscrizione:
NZ 00394
ALBO NAZIONALE
1a
CARATTERISTICHE PROGETTO
4) Titolo del progetto:
“Condividi-Amo”
5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3):
A – 06: Assistenza Disabili
6) Descrizione dell’area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si realizza il progetto
con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili;
identificazione dei destinatari e dei beneficiari del progetto:
Premessa
L’intervento dell’Ass. Comunità Papa Giovanni XXIII in provincia di Genova e Savona si
inserisce nell’area di bisogno generale relativo: disabili con la necessità di interventi di
integrazione dei soggetti disabili e di accoglienza di persone con handicap
fisico e/o psichico
CONTESTO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO
La Liguria (Ligüria in lingua ligure) è una regione italiana di 1.615.441 abitanti[2], situata nel
Nord-Ovest della penisola e avente come capoluogo la città di Genova. Confina a sud con il
Mar Ligure, a ovest con la Francia (regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra), a nord con il
Piemonte e con l'Emilia-Romagna, a est con la Toscana. La regione Liguria fa parte
dell'Euroregione Alpi-Mediterraneo
Con i suoi 5.421 km² la Liguria è una delle regioni più piccole d'Italia, dopo Valle d'Aosta e
Molise, ma è una delle più densamente popolate in quanto ospita oltre 1.600.000 abitanti per
una densità di 297 ab/km², molto al di sopra della media nazionale, collocandosi al quarto
posto, dopo Campania, Lombardia e Lazio, nel rapporto tra numero di abitanti e superficie
territoriale. Considerando l'orografia del territorio e il fatto che le foreste ne ricoprono oltre il
70%, appare tuttavia evidente come vi siano notevoli differenze fra la densità di abitanti
dell'entroterra (in cui peraltro si sono verificati fenomeni di spopolamento e di migrazione verso
le città costiere) e quella del litorale, che sfiora i 1000 ab/km2.La popolazione ligure è
concentrata principalmente nei medi e grandi centri costieri, distribuiti su entrambe le
riviere.Una buona parte della popolazione, però, vive in medi e piccoli comuni dell'entroterra.
Questa regione si caratterizza per la presenza di rilievi e l'assenza di vaste vallate che
favoriscano l'insediamento. I centri si arroccano su colline e montagne e mediamente hanno
poche centinaia di abitanti. Densità maggiori si hanno invece nelle due vallate che dal mare
arrivano rispettivamente a Ronco Scrivia e a Cairo Montenotte (quest'ultimo il centro più
popolato dell'interno). Per quanto riguarda i servizi, i comuni di queste regioni fanno
ovviamente riferimento ai grandi centri costieri, ma talvolta anche alle città piemontesi. Da
diversi anni la Liguria, come noto, ha il primato nazionale dell'indice di invecchiamento. I
decessi superano nettamente le nascite, causando gravi conseguenze sul piano sociale.
Nemmeno il notevole flusso migratorio degli ultimi decenni (comunque più limitato rispetto alle
altre regioni del nord) è riuscito a ribaltare la situazione che comunque è in miglioramento
(seppur minimo) rispetto ad alcuni anni fa.In linea generale l'economia della Liguria è basata su
aspetti particolari dei tre settori produttivi, generalmente correlati tra loro. Il settore primario si
basa sostanzialmente su un'agricoltura di qualità, con la produzione di prodotti specifici e con
garanzie di controllo particolari, ma anche su attività di allevamento (nell'entroterra) e di pesca
lungo le coste.
CONTESTO SETTORIALE DI RIFERIMENTO
a. Territoriale Regionale
I disabili in liguria
L’ISTAT stima che in Italia vi siano circa 2 milioni 824 mila persone disabili, di cui 960 mila
uomini e 1 milione 864 mila donne. La stima si basa su un criterio molto restrittivo di
disabilità, quello secondo cui vengono considerate persone con disabilità unicamente quelle
che nel corso dell'intervista hanno riferito una totale mancanza di autonomia per almeno una
funzione essenziale della vita quotidiana. Se consideriamo in generale le persone che hanno
manifestato una apprezzabile difficoltà nello svolgimento di queste funzioni la stima allora sale
a 6milioni 980mila persone, pari al 13% della popolazione, che vive in famiglia, età superiore
ai 6 anni. Tale dato è in linea con quello rilevato nei principali paesi industrializzati. Sfuggono
tuttavia le persone che, soffrendo di una qualche forma di disabilità non fisica ma mentale,
sono in grado di svolgere tali attività essenziali.
Il numero di persone disabili, di 6 anni o più, che vive in famiglia è di circa 2 milioni 615 mila
unità, pari al 4,85% della popolazione, di cui il 3,4% maschi e il 6,2% femmine. Quelli che
vivono in presidi socio-assistenziali sono 165.500, prevalentemente anziani non autosufficienti.
Considerando sia le persone disabili che vivono in famiglia sia quelle che vivono nei presidi, si
può constatare che 2 milioni 92 mila di persone disabili sono anziani oltre i 64 anni. In
conseguenza della più lunga sopravvivenza delle donne rispetto agli uomini, il 70% degli
anziani disabili è composto da donne (fonte Istat), secondo l'età cambia il tipo di disabilità
rilevata.
In età scolastica si evidenzia un aumento percentuale delle disabilità mentali. Nella fascia
adolescenziale e dell'età adulta aumenta invece il peso delle disabilità fisiche che subiscono
una forte impennata dopo i 15 anni per cause prevalentemente derivanti da incidenti sul lavoro,
sulle strade, nelle pratica sportiva e domestici. Circa 60.000 persone sotto i 65 anni si muovono
su sedia a ruote. Nella terza età assumono invece sempre maggior rilievo gli esiti di malattie
involutive e degenerative che determinano negli anziani alte percentuali di grave non
autosufficienza, che cresce fino al 20 per cento oltre gli 80 anni, e una larga diffusione di forme
di cecità e sordità che supera il 15 per cento.
La tabella mostra il numero di persone disabili di sei anni e più, i tassi grezzi e
standardizzati per mille persone in Liguria, anni 1999-2000
La tabella evidenzia il totale percentuale delle persone disabili, a livello nazionale. Va
tenuto presente che predetto livello non tiene conto di nessun limite minimo; sarebbero,
infatti, più di mezzo milione, solamente in Liguria, le persone con un qualsiasi tipo di
disabilità e, chiaramente, non tutte rientrano nelle problematiche inerenti queste pagine.
Applicando un filtro, seppur molto parziale, calcolando le persone disabili titolari di una
qualche rendita o pensione erogata da Inail e Inps in Liguria, si ottiene un totale di 48.699
persone.
b. Territoriale Genovese(Uscio e Campomorone)
Il dati sulla popolazione disabile sono stime elaborate dall’Istat che si basano su indagini
campionarie. La popolazione portatrice di disabilità medio grave nella provincia di Genova
viene stimata attorno alle 3.000 unità. La tabella sottostante mostra il numero dei disabili
medio gravi rispettivamente in tutto il comune di Genova e nel comune di Uscio, da tale grafico
si evince un aumento significativo delle persone con disabilità mediogravi.
Numero di disabili medio-gravi nei comuni di uscio e campomorone
Tabella (Fonte: PDZ 2007)
Per il distretto di Uscio, gli utenti disabili in carico ai Servizi Sociali sono pari a 32 unità di
queste 11 sono inserite in strutture diurne di altri comuni limitrofi e 5 in una struttura
residenziale (Casa Famiglia Aurelia) mentre per il Comune di Campomorone gli utenti in carico
sono 62.
c. Territoriale Savonese (Finale Ligure)
Partendo dai minori nel comune specifico di Finale Ligure che 1.538 unità suddivisi nello
specifico per genere in 806 maschi e 732 femmine abbiamo ad oggi che gli utenti (target)
minori con disagio familiare e minori con disabilità a carico dei Servizi Sociali nell’anno 2008
erano 20, mentre le famiglie seguite erano pari a 190, in costante aumento.
(Fonte: distretto socio-sanitario 5 finalese).
Dai dati raccolti e dalle analisi effettuate sul campo possiamo dire che i servizi inerenti l’ambito
affido, volto al sostegno dei minori con disagio, e progettato in base alle esigenze del bambino,
alla sua situazione familiare specifica, ai problemi che essa presenta, è ben strutturato e
funzionante sul territorio, attraverso adeguata integrazione tra tutti gli attori.
DESCRIZIONE DEL BISOGNO GENERALE
Maggiori criticità a Savona e Genova:
Mobilità;
Nonostante gli interventi di tutte le amministrazioni comunali sia a Savona che Genova
succedutesi da quando esistono precise norme per la eliminazione delle barriere
architettoniche, molto resta ancora da fare. Gli interventi realizzati non sufficienti . Urge
l'individuazione precisa di tutte le situazioni, nuove e pregresse, di impedimento al transito od
all'accesso dei disabili e verificare l'esistenza di eventuali barriere architettoniche anzitutto negli
edifici di proprietà comunali.I piani di zona evidenziano la necessità di una campagna di
sensibilizzazione di privati ed enti che conduca ad una graduale ma decisa eliminazione delle
barriere ancora esistenti.
Sempre nei piani di zona si rileva che rimuovere le barriere architettoniche ancora presenti
marciapiedi e strade sconnesse possono diventare barriere architettoniche persino per chi non
ha problemi motori, risulta fondamentale per una migliore qualità della vita. Pertanto tar i
compiti primari delle attuali e future amministrazioni c’è quello di pianificare una costante
manutenzione, ordinaria e straordinaria, del patrimonio comunale (strade, marciapiedi, piste
ciclabili, ponti, ringhiere, edifici:
STRADE:i rifacimenti ed i nuovi interventi sui marciapiedi prevedono la realizzazione di scivoli
per l'eliminazione delle barriere architettoniche. negli attraversamenti pedonali in punti specifici
o lungo un percorso preferenziale; ridurre
il dislivello marciapiede/tappeto stradale.
TRASPORTO PUBBLICO: il 60% circa dei mezzi circolanti è dotato di piattaforma mobile e di
spazi adeguati per disabili,e le fermate sono a norma. Il restante 40% no ed è una percentuale
molto
rilevante.
SEMAFORI: realizzazioni di nuovi impianti e opera di dispositivi acustici per non vedenti per
altri
attraversamenti.
SCUOLE: per l'abbattimento delle barriere architettoniche, gli interventi eseguiti riguardano
circa il 90% degli edifici. Si prevede, in ogni caso, di completare gli interventi nel prossimo
biennio ma molti sono indietro, e i tempi rischiano molto probabilmente di dilatarsi
PATRIMONIO STORICO ARTISTICO: nelle ristrutturazioni, anche parziali, viene inserito
l'abbattimento delle barriere architettoniche, come da legislazione vigente.
EDIFICI PUBBLICI: quasi tutti gli edifici pubblici comunali sono stati interessati da interventi
per l'abbattimento delle barriere architettoniche.
Con il termine barriere architettoniche si intendono tutti gli ostacoli che non permettono la
completa mobilità alle persone temporaneamente o permanentemente in condizioni limitate di
movimento. Le barriere architettoniche costituiscono un ostacolo non solo per i disabili, ma per
tutti coloro che per diversi motivi hanno difficoltà di deambulazione ( anziani, gestanti, mamme
con la carrozzina, cardiopatici etc. ).
Integrazione scolastica;
L'integrazione sociale delle persone con disabilità trova un suo passaggio fondamentale
nell'accesso all'istruzione. L'Italia ha pienamente riconosciuto l'integrazione scolastica degli
alunni con disabilità già da molto tempo. Le tabelle mostrano il numero di studenti in
situazione di handicap nelle scuole normali nel nord ovest italiano e il numero di quelli iscritti
all'università statale per ripartizione geografica.
I disabili inseriti nelle scuole in Liguria sono 3498 (2,2%) nelle scuole pubbliche e 3735 (2.0%)
nelle scuole non statali.
La risposta ai bisogni dei disabili nei Comuni nel territorio genovese a progetto è abbastanza
adeguata dalle indagini e dalle ricerche effettuate per quanto concerne i servizi di base anche
perché le uniche strutture residenziali presenti nei 2 Comuni sono quelle dell’ente scrivente,
però l'innalzamento dell'età media della popolazione con disabilità, accompagnato
dall'accrescimento delle possibilità terapeutiche e dei livelli di cura della persona, nonché
dall'ulteriore sviluppo della scolarizzazione e della cultura dell'integrazione delle persone
disabili, richiedono una continua programmazione di attività da parte dei servizi socio-sanitari e
privati e una riposta ancor più mirata verso la tipologia di disabilità e di integrazione.
Mentre il problema principale inerente l’ambito del finalese rimane la carenza di strutture di
accoglienza di minori –disabili come prevede la legge regionale e quindi si richiede una
valorizzazione ed un miglioramento dei servizi esistenti e quelli di sostegno alle
famiglie affidatarie inoltre vi è l’esigenza di sostenere progetti e iniziative promosse da soggetti
pubblici e privati che, potenziando il lavoro di rete, favoriscano la creazione e la diffusione di
luoghi per l’accoglienza per minori disabili
Fonte: Piano Sociale Integrato Regionale 2007/2010.
OFFERTA DELL’ENTE
INTERVENTO SPECIFICO SUL TERRITORIO DI GENOVA
Dalla tabella si evince che l’intervento delle strutture è rivolto a disabili medio-gravi ( 10
psichiatrici e 4 psicofisici) con difficoltà relazionali, di verbalizzazione, e nelle funzioni di base.
Inoltre 5 accolti presentano difficoltà di movimento: per 3 casi si può parlare di “confinamento
individuale”. Le strutture sono collegate con i servizi sociali del territorio e 9 unità su 10
provengono e sono prese in carico dallo stesso. Le permanenze sono illimitate in quanto le
famiglie di origine sono mancanti o anziane. Le azioni rivolte ai disabili che le case famiglia
hanno condotto nell’anno 2008 sono state: attività assistenziali di base, trasporti giornalieri
presso centri specializzati, 2 percorsi di inserimento lavorativo tramite ”Borse lavoro” istituite
dalComune di Genova, 1 uscita mensile nel territorio, 1 volta a settimana attività motorie
condotte da insegnante Isef, 3 momenti di vacanza conviviale in località di mare e/o montagna,
1 volta al mese supporto alle sessioni di acquaticità ove tutti i disabili partecipano, 3 inserimenti
in centri diurni, responsabilizzazione dei disabili tramite progetti di piccola conquista, 1 volta
ogni 2 settimane laboratori di pittura, disegno e fotografia, 3 inserimenti per 3 volte alla
settimana in piccole attività agricole. Tramite indagini sul territorio (interviste ai SS e altre
associazioni, ricerche dati, ecc..) possiamo evidenziare i seguenti bisogni per l’ambito della
disabilità medio-grave ai quali tramite il suo intervento vuol rispondere:
- carenza di un modello di prestazione flessibile, capace di rispondere quanto più possibile alle
singole specificità e con la partecipazione diretta delle persone e delle famiglie alle scelte
inerenti gli interventi assistenziali che li riguardano.
- problematica del “Dopo di noi”
- difficoltà di integrazione e inserimento sociale e lavorativo dei disabili
INTERVENTO SPECIFICO DELL’ENTE SUL TERRITORIO DI SAVONA
L’intervento da parte dell’ente in questa realtà è maggiormente rivolta ai disabiliti minore età ma
si accolgono anche disabili adulti, anche se in questo momento non ce ne sono nella struttura.
Nella provincia di Savona sono presenti 2 Case Famiglia. La struttura coinvolta nel progetto
specifico sarà la
Casa Famiglia San Francesco. Nel dettaglio la casa famiglia accoglie ad oggi per aree di
intervento:
Dalla tabella si evince che l’intervento della struttura è rivolto a minori: 4 affidati tramite percorsi
dei servizi sociali del territorio, 4 con disabilità psichica (2 grave e 2 ritardo mentale) e 1
ragazza con disabilità motoria. Le struttura è situata in zona rurale con diversi ettari di terreno
disponibile. Le permanenze sono illimitate in quanto le famiglie di origine sono mancanti o
hanno perso la patria genitoriale. Le azioni rivolte ai minori che la case famiglia ha condotto
nell’anno 2007 sono state: attività assistenziali di base, trasporti giornalieri, 1 uscita settimanale
nel territorio, 1 volta al mese cena per le famiglie del territorio, 1 volta a
settimana attività ludico sportive, attuazione di 2 percorsi individualizzati, interventi fisioterapici
2 volte al mese, 1 laboratorio di sostegno scolastico alla settimana, 2 momenti di vacanza
conviviale in località di mare e/o montagna, supporto alle terapia riabilitativa, 3 inserimenti in
centri diurni, responsabilizzazione dei disabili, 1 volta alla settimana laboratorio di falegnameria
e attività agricole per i ragazzi più grandi,laboratorio di disegno una volta a settimana.
SERVIZI ANALOGHI
NEL TERRITORIO GENOVESE
I servizi offerti dal Distretto Sanitario, comprendente il Comune di Uscio, sono: trasporti
scolastici e riabilitativi, inserimenti in strutture, assistenza domiciliare e socializzazione (15
interventi), consulenza e supporto psico sociale alle famiglie dei disabili, inoltre è attivo il
progetto “la presa in carico condivisa dei casi in assistenza domiciliare” ove sono coinvolti gli
assistenti domiciliari e sociali per favorire un miglioramento degli interventi. Nel comune
limitrofo di Recco sono ubicate inoltre sedi decentrate del UUOO Assistenza Consultoriale
Disabili, un centro per la salute mentale, una piscina per disabili e un centro fisioterapico.
Nel Comune di Uscio è presente solo la Casa Famiglia Aurelia come struttura alloggio per
disabili mentre nelle zone limitrofe sono presenti i seguenti centri diurni:
Denominazione Tipologia Capacità
• Kinderheim S. Ilario –
• Comunità “Villa Sorriso” a Pieve Ligure 10 POSTI
• Comunità Educativo Assistenziale (TIPOLOGIACentro Diurno) 9 POSTI
Per quanto concerne la situazione in Campomorone la situazione è simile a quella del Comune
di Uscio che offre: trasporti scolastici e riabilitativi, inserimenti in strutture, assistenza
domiciliare e socializzazione (15 interventi), consulenza e supporto psicosociale alle famiglie
dei disabili. Nello specifico degli enti privati si trovano:
• Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici con compiti di Integrazione e
primo Orientamento
•
l’Informalavoro di Campomorone propone uno spazio rivolto a disabili e a persone
svantaggiate per capire percorsi formativi e professionali possibili, comprendere le
proprie competenze ed esplorare i servizi offerti dalla Provincia.
Inoltre in tutta la provincia di Genova è stato avviato il progetto SAVI che prevede l’erogazione
ai disabili di assegni da utilizzare per l’acquisto di servizi presso fornitori indicati dal comune.
NEL TERRITORIO SAVONESE
Servizi esistenti nel Distretto di riferimento:
· Attività di servizio sociale professionale
· Integrazione Sociale
· Interventi e servizi educativo-assistenziasli per l’inserimento lavorativo
· Assistenza domiciliare
· Servizi di supporto
· Trasferimenti di denaro
· Pagamento rette asili nido e servizi integrativi/innovativi
· Pagamento rette strutture semi-residenziali e residenziali
· Pronto intervento sociale (unità di strada, ecc.)
· Segretariato sociale, informazione e consulenza per l'accesso alla rete dei servizi
· Gestione asili nido e servizi integrativi
· Gestione centri diurni e semi-residenziali
· Gestione strutture residenziali
· Prevenzione e sensibilizzazione
Inoltre sono stati avviati i seguenti progetti ed interventi:
PROGETTO LIGURIA FAMIGLIA
Interventi di domiciliarità nei confronti di nuclei familiari monoparentali e/o con vissuto di disagio
sociale .Ogni singolo intervento è stato attuato sulla base di un progetto individualizzato.
INTERVENTI SOCIO -EDUCATIVI
Effettuati nel domicilio del minore sulla base di un progetto individualizzato e/o integrato con il
N.O.C. Quattro nuclei familiari coinvolti
“PICCOLO PRINCIPE”
Il progetto educativo per minori e adolescenti in difficoltà è stato realizzato in rete con la scuola
e l’ASL n. 2 Savonese . Sono stati previsti interventi educativi individuali e di gruppo su progetti
personalizzati condotti i soggetti della rete. Utenti coinvolti sono pari a 35
La difficoltà maggiore dei servizi sociali territoriali risulta essere la creazione di un quadro
generale dei casi a rischio e delle famiglie in stato di bisogno (mappatura e l’indagine dei casi)
quindi la problematicità di non riuscire a dare risposte esaurienti ed efficaci ai bisogni
emergenti.
INDIVIDUAZIONE DEI BISOGNI SPECIFICI
BISOGNI SPECIFICI
A. Difficoltà di integrazione e inserimento sociale e scolastico e post scolastico
dei disabili minori
B. Carenza quantitativa e qualitativa di percorsi educativi in favore del nostro
target
DESTINATARI DEL PROGETTO
•
•
•
I 32 disabili di Uscio
I 62 disabili di Campomorone
Gli 8 disabili della Casa Famiglia N.S. del Rosario
•
•
•
I 6 disabili del Casa famiglia Aurelia
I 20 disabili, di finale
I 5 accolti disabili nella C. famiglia San Francesco
INDIVIDUAZIONE ED IDENTIFICAZIONE DEI BENEFICIARI
• Le famiglie dei disabili accolti
• Gli altri Utenti delle Case Famiglia
• Le 190 famiglie di Finale
INDICATORI UTILIZZATI PER MISURARE IL CONTESTO
•
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Numero disabili in carico
Numero strutture residenziali presenti
Numero di nuove borse lavoro assegnate
Numero attività riabilitative motorie
Numero. azioni quotidiane autonome (es. prendere un bicchiere, aprire una porta, ecc.)
Numero uscite a livello territoriale
Numero di nuove relazioni stabili instaurate dai disabili
Numero attività educative e di laboratorio svolte all’esterno della struttura di
accoglienza
Numero accoglienze
Numero centri di aggregazione
Numero attività scolastiche
Numero laboratori strutturati
Numero uscite sul territorio
Numero trattamenti fisioterapici
Numero attività riabilitative
7) Obiettivi del progetto:
BISOGNO DEL CONTESTO
A. necessità di aumentare il numero di accoglienze nelle pronte accoglienze e
nelle comunità terapeutiche di soggetti con problemi di dipendenza e
provenienti da situazioni di emarginazione
INDICATORI
OBIETTIVO
INDICATORI DI
RISULTATI
SPECIFICO 1A
RISULTATO
Aumentare le
Acquisizione di maggiore
Indicatori:
capacità di
Numero di soggetti accolti;
autonomia dei disabili nella
autonomia
- × Numero di contatti
gestione delle attività
dei disabili
realizzati dal centro di
quotidiane.
ascolto
Aumento degli inserimenti
lavorativi protetti da 2 a 3.
Intensificazione delle attività
motorie da 1 volta a settimana a
2.
OBIETTIVO
INDICATORI DI
RISULTATI
SPECIFICO 2A
RISULTATO
con persone esterne alla
Miglioramento della
n. uscite a livello
struttura.
capacità di
territoriale
Aumento della
espressione verbale n. di nuove relazioni
comunicazione verbale con
e
stabili instaurate dai
interni ed esterni la casa
della capacità di
disabili
famiglia
relazionarsi dei
n. attività educative e di
Nuovi inserimenti presso
disabili
laboratorio svolte
centri diurni esterni alla
all’esterno della struttura di
accoglienza
struttura
Aumento delle uscite (da 1
a 2 mensili) e dei momenti
ludico-ricreativi (1 volta ogni
settimana da 1 ogni 2).
BISOGNO DEL CONTESTO
B. necessità di aumentare il numero di accoglienze nelle pronte accoglienze e
nelle comunità terapeutiche di soggetti con problemi di dipendenza e
provenienti da situazioni di emarginazione
INDICATORI
OBIETTIVO SPECIFICO 1B
INDICATORI DI
RISULTATI
RISULTATO
Incrementare
n. laboratori strutturati
. Aumento delle attività
qualitativamente e
n. uscite sul territorio
laboratoriali del 30%
quantitativamente gli
n. trattamenti fisioterapici
Miglioramento della
interventi educativi
n. attività scolastiche
qualità di vita degli accolti
rivolti ai 5 accolti della Casa
Incremento delle attività di
Famiglia di Finale
sostegno scolastico
OBIETTIVO SPECIFICO 2B
INDICATORI DI
RISULTATI
RISULTATO
Qualificare le attività
n. uscite a livello
Aumento dei percorsi
di assistenza e dei
territoriale
individualizzati da 5 al
percorsi individualizzati
n. di nuove relazioni
totale degli accolti.
relazionarsi dei disabili
stabili instaurate dai
Aumento del 50 % delle
disabili
attività riabilitative e dei
n. attività educative e di
laboratori.
laboratorio svolte
all’esterno della struttura
di accoglienza
8) Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca in modo puntuale le attività
previste dal progetto con particolare riferimento a quelle dei volontari in servizio civile
nazionale, nonché le risorse umane dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo:
8.1 Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi
OBIETTIVO SPECIFICO 1a: Aumentare le capacità di autonomia dei disabili
MESI
AZIONI – AttivitàAzione 1- Analisi e verifica del livello di
autonomia degli accolti disabili e
degli interventi effettuati
1.1 verifica e valutazione nel tempo del livello di
autonomia mostrato nello svolgimento di
determinate
attività
1.2 valutazione delle condizioni psicofisiche e
relazionali dei disabili attraverso test, colloqui,
osservazioni
1.3 incontro d’equipe tra gli operatori per valutare
i bisogni espressi, il grado di autonomia, gli
eventuali
miglioramenti o peggioramenti e pensare insieme
le possibili soluzioni in termini di cambiamenti
nelle
attività e nelle terapie (psicologiche e riabilitative)
1.4 successivo potenziamento o cambiamento di
ogni attività in base alla valutazione della sua
efficienza
Azione 2 - Creazione di laboratori ad hoc per
diversi livelli di autonomia mostrati dai disabili
2.1 creazione di percorsi individualizzati di
riabilitazione sia fisica che cognitiva
2.2 ideazione di laboratori ad hoc per disabili
miranti a valorizzare le abilità, le competenza e
l’autonomia
degli accolti disabili
Azione 3- Attività ricreative e ludiche
3.1 Giochi organizzati o spontanei sia all'interno
che all'esterno della Comunità;
3.2 giochi di società, da tavolo (per la
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
3.3 stimolazione delle abilità cognitive motorie, di
attenzione e di
socializzazione) organizzati sia quotidianamente
all’interno della struttura che nei luoghi di
incontro con
altre realtà, parrocchie, oratorio, centri diurni.
3.4 attività di lettura e lettura animata (racconti,
libri, quotidiani);
- visione di film (assistita e adatta agli accolti);
3.5 Uscite organizzate in luoghi pubblici del
territorio (bar, parchi,gelateria…) per promuovere
la
socializzazione in ambienti esterni alla Comunità
3.6 Nel periodo primaverile ed estivo uscita
settimanale: gite, partecipazione a eventi,
manifestazioni, fiere,
feste ecc.
3.7 Nel mese di luglio settimana di soggiorno
montano ad Alba di Canazei (TN) presso
l’albergo “Madonna delle Vette” della Comunità
3.8 attività musicali (ascolto, canto, attività con
strumenti a percussione)
3.9 attività di manipolazione attraverso l’utilizzo di
diversi materiali (creta, ceramica carta,
cartelloni);
3.10 attività di pittura attraverso l’utilizzo di
diversi tipi di colori ( tempere, acquarelli,a cera, a
matita, a dito)
e l’ utilizzo di tele e fogli particolari (carta
riciclata)
3.11 laboratori di fotografia
3.12 organizzazione di laboratori di decoupage,
patchwork, collage
3.13 attività culinarie (gli accolti vengono invitati
ad aiutare gli operatori nella preparazione del
cibo
quotidiano sia come forma di gioco che di
responsabilizzazione);
3.14 laboratori settimanali di teatro e
drammatizzazione
OBIETTIVO SPECIFICO 2A : Miglioramento della capacità di espressione verbale e della
capacità di relazionarsi dei disabili
MESI
AZIONI – Attività
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
Azione 1 Attività motorie
1.1 Attività motoria: acquaticità presso la piscina
comunale
1.2 Attività sportive di nuoto presso la piscina
comunale e palestra condotte da insegnante
ISEF
1.3 Attività psicomotoria: esplorazione dello
spazio, attivazione delle funzioni sensoriali,
percorsi
psicomotori.
1.4 Fisioterapia, attività riabilitativa strutturata
1.5 Attività di danza: tecnica di base, espressione
libera, organizzazione di danze semplici
1.6 Attività di giardinaggio e agricoltura (per
permettere all’utente di responsabilizzarsi e
acquisire
autonomia nella cura delle piante in quanto deve
essere fatta periodicamente)
Azione 2 Assistenza ed educazione degli
Accolti
2.1 potenziamento dell'autonomia personale
(vestirsi, mangiare, controllo sfinterico, ecc.);
2.2 semplici attività del fare quotidiano (cucina,
riordinare, apparecchiare, ecc.);
2.3 potenziamento per chi le ha già acquisite
delle capacità di lettura, scrittura, logicomatematica, ecc.);
2.4 Cura della propria persona attraverso
l'educazione igienica, sanitaria ed alimentare;
2.5 Accompagnamento quotidiano nel trasporto
dalle residenze degli accolti al Centro o nelle sedi
delle
varie attività esterne alla struttura, essendo
provvisti di un pulmino idoneo
2.6 organizzazione di uscite in musei, centri
d’interesse culturale, parchi naturali, aziende
agricole o
biologiche per visite guidate d’interesse
Azione 3 Individuazione di contesti
lavorativi protetti e di stages
professionali aperti ai disabili ed inserimento
degli accolti
3.1 indagini e verifiche sul territorio delle aziende
che hanno inserito persone disabili nei loro
organici
3.2 contatti con servizi sociali del comune di
Genova per incentivare ed aumentare le “Borse
lavoro” o
corsi specializzazione
3.3 incontri con l’ente che gestisce lo sportello
informativo del Comune di Campomorone
“Integrazione e
primo orientamento” per individuare canali di
collaborazione
Azione 4- Mappatura territoriale dei
servizi e centri di
aggregazione per disabili
4.1 contattare centri di aggregazione per disabili
del territorio e verificare la possibilità di attività e
percorsi
mirati per gli utenti
4.2 stilare l’elenco dei centri di aggregazione per
disabili e comunicare l’eventuale scarsa offerta ai
Servizi
Sociali dei comuni interessati (Compomorone ed
Uscio) e del comune di Genova
OBIETTIVO SPECIFICO 1B: Incrementare qualitativamente e quantitativamente gli
interventi educativi rivolti ai 5 accolti della Casa Famiglia di Finale
MESI
AZIONI – AttivitàAzione 1 - Attività ricreative e ludiche con giochi
organizzati o spontanei sia all'interno che
all'esterno della Comunità;
1.1 giochi di società, da tavolo (per la
stimolazione delle abilità cognitive motorie, di
attenzione e di
socializzazione) organizzati sia quotidianamente
all’interno della struttura che nei luoghi di
incontro con
altre realtà, parrocchie, oratorio, centri diurni.
1.2 attività di lettura e lettura animata (racconti,
libri, quotidiani);
1.3 visione di film (assistita e adatta agli accolti);
1.4 Uscite organizzate in luoghi pubblici del
territorio (bar, parchi,gelateria…) per promuovere
la socializzazione in ambienti esterni alla
Comunità
1.5 Nel periodo primaverile ed estivo uscita
settimanale: gite, partecipazione a eventi,
manifestazioni, fiere, feste ecc.
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
1.6 Nel mese di luglio settimana di soggiorno
montano ad Alba di Canazei (TN) presso
l’albergo “Madonna
delle Vette” della Comunità
1.7 attività musicali (ascolto, canto, attività con
strumenti a percussione)
1.8 attività di manipolazione attraverso l’utilizzo di
diversi materiali (creta, ceramica carta,
cartelloni);
1.9 attività di pittura attraverso l’utilizzo di diversi
tipi di colori ( tempere, acquarelli,a cera, a matita,
a dito)
e l’ utilizzo di tele e fogli particolari (carta
riciclata)
1.10 laboratori di fotografia
1.11 organizzazione di laboratori di decoupage,
patchwork, collage
1.12 attività culinarie (gli accolti vengono invitati
ad aiutare gli operatori nella preparazione del
cibo
quotidiano sia come forma di gioco che di
responsabilizzazione);
1.13 laboratori settimanali di teatro e
drammatizzazione
OBIETTIVO SPECIFICO 2B : Qualificare le attività di assistenza e dei percorsi
individualizzati relazionarsi dei disabili
MESI
AZIONI – Attività
Azione 1 Attività mirate per lo sviluppo
della capacità linguistica
1.1 Valutazione dell’abilità linguistica degli
accolti nella struttura
1.2 Formazione di un percorso riabilitativo
linguistico individuale
1.3 Attività di verifica periodica, sia all’interno
della struttura attraverso l’osservazione degli
operatori che
attraverso l’ausilio di personale specializzato
1.4 favorire la comunicazione sia verbale che
non verbale attraverso il moltiplicarsi di occasioni
di incontro
e di scambio
Azione 2 Attività di sensibilizzazione e
Promozione accolti
2.1 Incontri di sensibilizzazione pubblici sul tema
della disabilità in genere, per eliminare o ridurre
molti dei luoghi comuni che ancora affliggono la
nostra società e soprattutto i piccoli centri.
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
2.2 partecipazione ad eventi territoriali
organizzati da altri enti con utenti e loro famiglie
d’origine.
2.3 partecipazione a banchetti informativi sul
territorio, all’interno di iniziative in essere.
2.4 partecipazione ad incontri con gruppi giovanili
e familiari del territorio per far conoscere la realtà
della struttura e offrire disponibilità a ricevere
visite per momenti di socializzazione comune
2.5 testimonianze dirette in momenti di dibattito
pubblico in scuole, parrocchie, gruppi
2.6 incontri di sensibilizzazione pubblici relativi a
l’accesso nel mondo del lavoro di persone
disabili, delle cooperative e ambienti lavorativi
protetti
Azione 3 Assistenza ed educazione
degli accolti
3.1 potenziamento dell'autonomia personale
(vestirsi, mangiare, controllo sfinterico, ecc.);
3.2 semplici attività del fare quotidiano (cucina,
riordinare, apparecchiare, ecc.);
3.3 potenziamento per chi le ha già acquisite
delle capacità di lettura, scrittura, logicomatematica, ecc.);
3.4 Cura della propria persona attraverso
l'educazione igienica, sanitaria ed alimentare;
3.5 Accompagnamento quotidiano nel trasporto
dalle residenze degli accolti al Centro o nelle sedi
delle
varie attività esterne alla struttura, essendo
provvisti di un pulmino idoneo
3.6 organizzazione di uscite in musei, centri
d’interesse culturale, parchi naturali, aziende
agricole o
biologiche per visite guidate d’interesse
Azione 4 - Attività ricreative e ludiche
4.1 Giochi organizzati o spontanei sia all'interno
che all'esterno della Comunità;
4.2 giochi di società, da tavolo (per la
stimolazione delle abilità cognitive motorie, di
attenzione e di
socializzazione) organizzati sia quotidianamente
all’interno della struttura che nei luoghi di
incontro con altre realtà, parrocchie, oratorio,
centri diurni.
4.3 attività di lettura e lettura animata (racconti,
libri, quotidiani);
4.4 visione di film (assistita e adatta agli accolti);
- Uscite organizzate in luoghi pubblici del
territorio (bar, parchi,gelateria…) per promuovere
la socializzazione in ambienti esterni alla
Comunità
4.5 Nel periodo primaverile ed estivo uscita
settimanale: gite, partecipazione a eventi,
manifestazioni, fiere, feste ecc.
4.6 Nel mese di luglio settimana di soggiorno
montano ad Alba di Canazei (TN) presso
l’albergo “Madonna
delle Vette” della Comunità
4.7 attività musicali (ascolto, canto attività con
strumenti a percussione)
4.8 attività di manipolazione attraverso l’utilizzo di
diversi materiali (creta, ceramica carta,
cartelloni);
4.9 attività di pittura attraverso l’utilizzo di diversi
tipi di colori ( tempere, acquarelli,a cera, a matita,
a dito) e l’ utilizzo di tele e fogli particolari (carta
riciclata)
4.10 laboratori di fotografia
4.11 organizzazione di laboratori di decoupage,
patchwork, collage
4.12 attività culinarie (gli accolti vengono invitati
ad aiutare gli operatori nella preparazione del
cibo
quotidiano sia come forma di gioco che di
responsabilizzazione);
4.13 laboratori settimanali di teatro e
drammatizzazione
Analisi e periodica verifica dei bisogni del minore e degli interventi effettuati
- somministrazione di questionari stilati dai responsabili di struttura
- i volontari assisteranno in un primo periodo agli incontro d’equipe tra gli operatori per
valutare i bisogninespressi ed individuare i margini di miglioramento di attuazione, per poi,
una volta che si sarà inserito anpieno nelle attività della sede, le modalità di intervento, lo
stile comportamentale della Comunità e nella conoscenza degli accolti, partecipare
attivamente.
Attività ricreative e ludiche
Per aumentare le relazioni interpersonali partendo proprio dai momenti di spensieratezza,
sia all’interno della casa famiglia, tra accolti operatori e volontari, sia all’esterno, con il
contesto circostante (coetanei, famiglie, catechisti) per migliorare, anche la qualità della vita
delle famiglie in difficoltà. Per permettere, inoltre, attraverso il momento ludico e ricreativo di
responsabilizzare l’accolto attraverso il rispetto delle regole del gioco, dei materiali, nei
confronti dei compagni, degli avversari. I volontari forniranno accompagnamento,
assistenza e organizzazione delle attività, ma si metteranno in gioco personalmente, per
aumentare la fiducia reciproca.
- momenti di socializzazione e aggregazione con minori esterni alla Casa Famiglia:
partecipazione alle varie iniziative organizzate dalla parrocchia (feste, gite);
- escursioni nel territorio ( periodiche gite che prevedono la possibilità di trascorrere del
tempo libero all’aria aperta, ad esempio con passeggiate sia a piedi che in bicicletta, sia
sfruttando le occasioni ed eventi offerti dal territorio, ad esempio mostre o visite
organizzate);
- organizzazione di soggiorni estivi (due volte l’anno gli operatori organizzano un periodo di
vacanza durante il quale insieme agli utenti e trascorrono del tempo lontano dagli impegni
quotidiani in montagna o al mare).
- giochi di gruppo, di società, da tavolo (per la stimolazione di capacità manuali, attentive e
di socializzazione);
- attività all’aperto (giochi organizzati, parco giochi all’esterno della casa);
- attività di lettura e lettura animata ( racconti, libri, fiabe, quotidiani )
- attività culinarie (gli accolti vengono invitati ad aiutare gli operatori nella preparazione del
cibo quotidiano sia come forma di gioco che di responsabilizzazione);
- visione di film ( assistita e adatta all’età dei singoli accolti) ;
- utilizzo del computer sia a scopo scolastico che durante il tempo libero (esempio giochi
multimediali, per consentire la stimolazione della memoria e per percorsi para scolastici);
- attività musicali (ascolto, apprendimento di uno strumento musicale);
- attività di manipolazione attraverso l’utilizzo di diversi materiali (creta, ceramica, carta,
cartelloni,stoffa);
- attività di pittura attraverso l’utilizzo di diversi tipi di colori ( tempere, acquarelli,a cera, a
matita, a dito)e l’ utilizzo di tele e di fogli particolari (carta riciclata)
- organizzazione di laboratori di decoupage , patchwork, collage
Attività assistenziali ed educative con gli accolti
- parteciperà e stimolerà gli accolti alle attività di riordino e pulizia ( attività quotidiane alle
quali gli accolti sono invitati e aiutati a svolgere per responsabilizzarsi e rendersi conto del
loro grado di autonomia e di crescita personale);
- aiuto quotidiano nello svolgimento dei compiti scolastici;
- accompagnamento ed assistenza nelle attività terapeutiche individuali settimanali ( gli
accolti seguono distinte terapie in base al loro specifico bisogno che accompagnano le
attività quotidiane);
- partecipa ed assiste agli accolti durante la cura del giardino e gestione dell’orto di casa,
attività di responsabilizzazione e socializzazione
- organizza, partecipa ed assiste gli accolti nelle uscite in musei, centri d’interesse culturale,
parchi naturali, aziende agricole o biologiche per visite guidate d’interesse
- organizza e partecipa il laboratorio di falegnameria in cui si realizzano piccoli oggetti di
artigianato
Specifico per minori disabili, ma tutti gli utenti possono partecipare alle attività di:
- accompagnamento al laboratorio teatrale, per sperimentare e scoprire degli aspetti della
propria personalità, offre la possibilità di confronto con gli altri, di divertimento, di superare
la paura del giudizio altrui, far aumentare la fiducia in se stessi
- accompagnamento ai corsi di musicoterapia e danza terapia, attività terapeutiche che
consentono l’esternarsi dell’interiorità dell’accolto, delle sue paure, debolezze e desideri
giocando con le diverse sfaccettature, suoni, materiali della musica e con i movimenti della
danza.
- Accompagnamento alle attività socio – riabilitative in genere (acquaticità, musicoterapia,
laboratorio teatrale, ippoterapia) tutte attività che stimolano l’interiorità della persona
facendole conoscere meglio il proprio corpo, la propria voce, e instaurando un rapporto un
animale e sperimentandosi in ambienti diversi come quello dell’acqua e quello della natura
Attività motorie
- Organizza e partecipa a tutte le attività sportive, (attività che consentono agli accolti di
socializzare e sviluppare le capacità motorie che permettono loro di sperimentarsi in un
ambiente diverso, fare movimento, rilassarsi attraverso determinate tecniche, di divertirsi
insieme e accrescere la fiducia in se stessi e negli altri).
- Accompagnamento ai corsi di nuoto, l’ acqua fornisce la possibilità di sperimentarsi in un
ambiente diverso e dove i movimenti sono facilitati
- Accompagnamento ai corsi di ippoterapia (attività terapeutica basata sull’instaurarsi di un
rapporto di fiducia tra il soggetto e il cavallo e di un conseguente aumento di sicurezza
anche in se stessi)
- Organizza partecipa ed assiste gli accolti nelle attività all’aperto ( passeggiate, sia a piedi
che in bicicletta; attività ludiche organizzate e non).
- Accompagnamento alle sedute di psicomotricità (attività motorie finalizzate al
raggiungimento di un maggior benessere sia psichico che fisico, per migliorare la
conoscenza del proprio corpo)
- Accompagnamento alle attività riabilitative per gli accolti che ne necessitano, fisioterapia
- Organizza assieme ai centri sportivi territoriali ed ai responsabili di struttura ai tornei di
calcetto, pallavolo, bascket
- Accompagnamento ai corsi di danza e ginnastica.
8.2 Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la
specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività
OBIETTIVO SPECIFICO 1a: Aumentare le capacità di autonomia dei disabili
OBIETTIVO SPECIFICO 2A : Miglioramento della capacità di espressione verbale e della
capacità di relazionarsi dei disabili
N° RUOLO
SPECIFICA PROFESSIONALITA’
SEDE DI RIFERIMENTO
Laurea in scienze dell’ educazione
1
Educatore
professionale
Responsabile di
Casa Famiglia
Figura
Genitoriale
paterna
Volontario
1
Educatrice e
Laurea in scienze dell’ educazione
corresponsabile di
Casa
Famiglia
OLP di riferimento
per la sede
Figura
genitoriale
materna
Volontaria
1
Responsabile di
Comunità Educatore
Volontario
E ATTIVITA’
Attività assistenziali
ed
educative
Gestione della casa
soprattutto
nella gestione degli
spazi
esterni
Trasporto accolti
Attività educative e
ludico
ricreative per
disabili
Gestione della casa
Partecipazione ad
incontri
formativi
sulla
disabilità
Esperienza pluriennale nella gestione Coordinamento
della strutture di accoglienza, nel delle attività e
coordinamento dei progetti.
delle risorse umane
della struttura;
accoglienza dei
beneficiari,
1
operatore Volontario
1
Operatore
colloqui con gli
accolti e
monitoraggio del
cammino
terapeutico e del
funzionamento
della struttura come
operatore
esperto; relazione
con le famiglie
di origine e le
istituzioni preposte
Esperienza pluriennale nell’ambito del Accoglienza dei
sociale.
beneficiari,
colloqui con gli
accolti,
monitoraggio
continuo del
cammino
terapeutico,
coordinamento
quotidiano della
attività
socio
–
assistenziale
O.S.S. con esperienza decennale Attività educative e
nell’assistenza
ludico
ricreative per
disabili
Gestione della casa
Partecipazione ad
incontri
formativi
sulla
disabilità
Trasporti
OBIETTIVO SPECIFICO 2B : Qualificare le attività di assistenza e dei percorsi
individualizzati relazionarsi dei disabili
RUOLO
SPECIFICA PROFESSIONALITA’
SEDE DI RIFERIMENTO
Laurea in scienze dell’ educazione
Educatore professionale
Responsabile di Casa
Famiglia
Figura
Genitoriale
paterna
Volontario
Educatrice e
Infermiera professionale
corresponsabile di Casa
Famiglia
OLP di riferimento per la
sede
Figura
genitoriale
materna
Volontaria
E ATTIVITA’
Attività educative
con gli accolti
Gestione della casa
Trasporto accolti
Attività educative
con disabili
Gestione della casa
Animatore servizio
maternità
difficile
OBIETTIVO SPECIFICO 1B: Incrementare qualitativamente e quantitativamente gli
interventi educativi rivolti ai 5 accolti della Casa Famiglia di Finale
RUOLO
SPECIFICA PROFESSIONALITA’ ATTIVITA’
E SEDE DI RIFERIMENTO
Coordinatore della Sede
Laurea in scienze dell’ educazione
Responsabile di Casa Famiglia
Figura genitoriale materna
Volontaria
Coordinatore della Sede
Corresponsabile di Casa
Famiglia
Figura genitoriale paterna
Volontario
Esperienza
nell’assistenza
Educatore
professionale
OLP di riferimento
Attività educative
Gestione della
casa
Trasporto alle
attività esterne
alla sede
pluriennale Attività educative
con disabili
Gestione della
casa
Animatore servizio
maternità
difficile
8.3 Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto
I volontari instaureranno con il tempo, relazioni interpersonali all’interno della casa famiglia,
che permetteranno la conoscenza dei disabili e degli operatori locali di progetto, a tal fine ai
volontari verrà proposto fare un esperienza con vitto e alloggio per avere la possibilità di
entrare a pieno nel clima relazionale della casa ed insature rapporti più significativi con i
ragazzi disabili che per le difficoltà di linguaggio e comprensione richiedono dei tempi più
lunghi.
I volontari instaureranno con il tempo relazioni interpersonali all’interno della casa famiglia,
che permetteranno la conoscenza degli accolti e degli operatori locali di progetto. I volontari
durante la fase iniziale verranno affiancati a lungo dagli operatori per poi assumere nel
tempo competenze e strumenti utili a gestire le attività progettuali e per poter contribuire con
originalità e creatività. Il volontario richiesto sarà inseriti nella struttura a progetto Case
Famiglia San Francesco e svolgerà le seguenti attività:
Attività per Minori
Analisi e periodica verifica dei bisogni del minore e degli interventi effettuati
- somministrazione di questionari stilati dai responsabili di struttura
- i volontari assisteranno in un primo periodo agli incontro d’equipe tra gli operatori per
valutare i bisogninespressi ed individuare i margini di miglioramento di attuazione, per poi,
una volta che si sarà inserito anpieno nelle attività della sede, le modalità di intervento, lo
stile comportamentale della Comunità e nella conoscenza degli accolti, partecipare
attivamente.
Attività ricreative e ludiche
Per aumentare le relazioni interpersonali partendo proprio dai momenti di spensieratezza,
sia all’interno della casa famiglia, tra accolti operatori e volontari, sia all’esterno, con il
contesto circostante (coetanei, famiglie, catechisti) per migliorare, anche la qualità della vita
delle famiglie in difficoltà. Per permettere, inoltre, attraverso il momento ludico e ricreativo di
responsabilizzare l’accolto attraverso il rispetto delle regole del gioco, dei materiali, nei
confronti dei compagni, degli avversari. I volontari forniranno accompagnamento,
assistenza e organizzazione delle attività, ma si metteranno in gioco personalmente, per
aumentare la fiducia reciproca.
- momenti di socializzazione e aggregazione con minori esterni alla Casa Famiglia:
partecipazione alle varie iniziative organizzate dalla parrocchia (feste, gite);
- escursioni nel territorio ( periodiche gite che prevedono la possibilità di trascorrere del
tempo libero all’aria aperta, ad esempio con passeggiate sia a piedi che in bicicletta, sia
sfruttando le occasioni ed eventi offerti dal territorio, ad esempio mostre o visite
organizzate);
- organizzazione di soggiorni estivi (due volte l’anno gli operatori organizzano un periodo di
vacanza durante il quale insieme agli utenti e trascorrono del tempo lontano dagli impegni
quotidiani in montagna o al mare).
- giochi di gruppo, di società, da tavolo (per la stimolazione di capacità manuali, attentive e
di socializzazione);
- attività all’aperto (giochi organizzati, parco giochi all’esterno della casa);
- attività di lettura e lettura animata ( racconti, libri, fiabe, quotidiani )
- attività culinarie (gli accolti vengono invitati ad aiutare gli operatori nella preparazione del
cibo quotidiano sia come forma di gioco che di responsabilizzazione);
- visione di film ( assistita e adatta all’età dei singoli accolti) ;
- utilizzo del computer sia a scopo scolastico che durante il tempo libero (esempio giochi
multimediali, per consentire la stimolazione della memoria e per percorsi para scolastici);
- attività musicali (ascolto, apprendimento di uno strumento musicale);
- attività di manipolazione attraverso l’utilizzo di diversi materiali (creta, ceramica, carta,
cartelloni,stoffa);
- attività di pittura attraverso l’utilizzo di diversi tipi di colori ( tempere, acquarelli,a cera, a
matita, a dito)e l’ utilizzo di tele e di fogli particolari (carta riciclata)
- organizzazione di laboratori di decoupage , patchwork, collage
Attività assistenziali ed educative con gli accolti
- parteciperà e stimolerà gli accolti alle attività di riordino e pulizia ( attività quotidiane alle
quali gli accolti sono invitati e aiutati a svolgere per responsabilizzarsi e rendersi conto del
loro grado di autonomia e di crescita personale);
- aiuto quotidiano nello svolgimento dei compiti scolastici;
- accompagnamento ed assistenza nelle attività terapeutiche individuali settimanali ( gli
accolti seguono distinte terapie in base al loro specifico bisogno che accompagnano le
attività quotidiane);
- partecipa ed assiste agli accolti durante la cura del giardino e gestione dell’orto di casa,
attività di responsabilizzazione e socializzazione
- organizza, partecipa ed assiste gli accolti nelle uscite in musei, centri d’interesse culturale,
parchi naturali, aziende agricole o biologiche per visite guidate d’interesse
- organizza e partecipa il laboratorio di falegnameria in cui si realizzano piccoli oggetti di
artigianato
Specifico per minori disabili, ma tutti gli utenti possono partecipare alle attività di:
- accompagnamento al laboratorio teatrale, per sperimentare e scoprire degli aspetti della
propria personalità, offre la possibilità di confronto con gli altri, di divertimento, di superare
la paura del giudizio altrui, far aumentare la fiducia in se stessi
- accompagnamento ai corsi di musicoterapia e danza terapia, attività terapeutiche che
consentono l’esternarsi dell’interiorità dell’accolto, delle sue paure, debolezze e desideri
giocando con le diverse sfaccettature, suoni, materiali della musica e con i movimenti della
danza.
- Accompagnamento alle attività socio – riabilitative in genere (acquaticità, musicoterapia,
laboratorio teatrale, ippoterapia) tutte attività che stimolano l’interiorità della persona
facendole conoscere meglio il proprio corpo, la propria voce, e instaurando un rapporto un
animale e sperimentandosi in ambienti diversi come quello dell’acqua e quello della natura
Attività motorie
- Organizza e partecipa a tutte le attività sportive, (attività che consentono agli accolti di
socializzare e sviluppare le capacità motorie che permettono loro di sperimentarsi in un
ambiente diverso, fare movimento, rilassarsi attraverso determinate tecniche, di divertirsi
insieme e accrescere la fiducia in se stessi e negli altri).
- Accompagnamento ai corsi di nuoto, l’ acqua fornisce la possibilità di sperimentarsi in un
ambiente diverso e dove i movimenti sono facilitati
- Accompagnamento ai corsi di ippoterapia (attività terapeutica basata sull’instaurarsi di un
rapporto di fiducia tra il soggetto e il cavallo e di un conseguente aumento di sicurezza
anche in se stessi)
- Organizza partecipa ed assiste gli accolti nelle attività all’aperto ( passeggiate, sia a piedi
che in bicicletta; attività ludiche organizzate e non).
- Accompagnamento alle sedute di psicomotricità (attività motorie finalizzate al
raggiungimento di un maggior benessere sia psichico che fisico, per migliorare la
conoscenza del proprio corpo)
- Accompagnamento alle attività riabilitative per gli accolti che ne necessitano, fisioterapia
- Organizza assieme ai centri sportivi territoriali ed ai responsabili di struttura ai tornei di
calcetto, pallavolo, bascket
- Accompagnamento ai corsi di danza e ginnastica.
9)
Numero dei volontari da impiegare nel progetto:
4
10) Numero posti con vitto e alloggio:
3
11) Numero posti senza vitto e alloggio:
0
12) Numero posti con solo vitto:
13) Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo:
14) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6) :
2
30
5
15) Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio:
I volontari durante lo svolgimento del servizio civile sono tenuti a:
1. rispettare le norme in materia di igiene, sicurezza e salute sui luoghi di lavoro
2. rispettare le regole delle strutture: orari, linguaggio e abitudini consolidate
3. mantenere la necessaria riservatezza per quanto attiene a dati, informazioni o
conoscenze acquisite durante lo svolgimento del servizio civile
4. essere disponibili a trasferimenti in Italia per incontri di formazione,
sensibilizzazione e promozione del servizio civile
5. flessibilità oraria dovuta alla particolarità delle persone destinatarie del servizio
6. partecipare ad eventi particolari previsti dal programma delle attività (uscite
domenicali, campi invernali ed estivi)
Saltuariamente potrà essere chiesto di svolgere il proprio servizio anche nel giorno festivo
di Domenica oppure il Sabato, fatto salvo il diritto a recuperare il giorno di riposo di cui non
si è usufruito
Si ricorda, inoltre, che la formazione è obbligatoria e quindi, nelle giornate di formazione
non è possibile prendere giornate di permesso.
16) Sede/i di attuazione del progetto, Operatori Locali di Progetto e Responsabili Locali di Ente Accreditato:
Sede di
attuazione
Comune
del progetto
Indirizzo
Cod. ident.
sede
Nominativi degli Operatori
N. vol. Locali di Progetto
per
sede Cognome Data di C.F.
e nome
nascita
VEDI FILE SEDI PROGETTO
Nominativi dei Responsabili
Locali di Ente Accreditato
Cognome Data di
e nome
nascita
C.F.
17) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale:
L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII da più di 30 anni investe le proprie risorse nella
promozione e gestione di progetti di servizio civile, prima come obiezione di coscienza
sostitutiva al servizio militare, poi come servizio civile nazionale, sia in Italia che all’estero.
Per questa ragione, credendo profondamente nello strumento del Servizio Civile e nei valori
che trasmette a livello sociale, riteniamo che la promozione e la sensibilizzazione non debbano
essere limitate al singolo progetto o strettamente all’arco temporale di emanazione e scadenza
del bando, ma siano permanenti e attraversino trasversalmente le altre attività dell’Ente.
L’Associazione ha implementato da diversi anni un ufficio centrale finalizzato alla gestione dei
progetti di servizio civile, con una sede locale per le varie aree, italiane ed estere, ove opera.
Nel corso di tutto l’anno riceviamo richieste di partecipazione ai progetti da parte dei giovani
grazie anche l’attivazione di un numero verde, cosi come durante tutto l’anno portiamo avanti
azioni di sensibilizzazione, discussione, elaborazione riguardanti i vari aspetti del SCN. Lo
strumento privilegiato per le attività di promozione e sensibilizzazione dell’ente è la
partecipazione diretta dei volontari in servizio civile tramite la loro presenza e la testimonianza
come strumento di apprendimento, scoperta in una prospettiva didattica attiva, operativa ed
immediata.
Totale ore espressamente dedicate alla promozione e sensibilizzazione del
Servizio Civile Nazionale
Totale ore espressamente dedicate alla promozione e sensibilizzazione del
progetto “Condivi-Amo”
TOTALE ORE PROMOZIONE E SENSIBILIZAZZIONE: A+C =
A = 82
C = 26
108
Alle suddette 82 ore bisogna aggiungere una serie di attività difficilmente misurabili e
quantificabili ma che ai fini della promozione e sensibilizzazione rivestono, secondo noi un
elevato grado di rilevanza.
Di seguito si riporta in dettaglio l’elenco delle azioni/attività:
Programma di sensibilizzazione del Servizio Civile Nazionale
EVENTO – AZIONE – ATTIVITA’
Banchetto in occasione della “Tre Giorni Generale” dell’Associazione
Comunità Papa Giovanni XXIII, che si svolge a cadenza annuale (nel
mese di maggio) a Rimini, e a cui partecipano tutte le zone periferiche a
livello nazionale ed internazionale dell’associazione. I volontari in servizio
civile di tutto il territorio si occupano della gestione del banchetto.
A
N° ORE
14
Collaborazione fissa con il mensile “Sempre” attraverso la rubrica
“Frontiere di pace”, redatta a cura del Servizio Obiezione di Coscienza e
pace dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII che presenta
testimonianze (e illustra i relativi contesti e progetti dove operano) di
volontari in servizio civile nazionale sia in Italia che all’estero
32
Banchetto in occasione di “Terra Futura” – Firenze mostra/convegno
sulle buone pratiche di sostenibilità. I volontari di tutto il territorio
nazionale vengono invitati a partecipare nella gestione dell’attività.
16
Interventi in qualità di relatori o testimonianze di volontari ed ex volontari
in incontri pubblici e seminari, banchetti in numerose manifestazioni
nazionali, sportello informativo telefonico, ecc.
20
TOTALE ORE QUANTIFICABILI
82
EVENTI – AZIONI – ATTIVITA’ non quantificabili
Attivazione di un numero verde per far fronte alle richieste telefoniche dei giovani
interessati: 800 913 596
B
Partecipazione ad eventi pubblici e privati di promozione e sensibilizzazione a livello
nazionale.
Invio, tramite posta prioritaria, di materiale promozionale ad indirizzi privati acquistati da
aziende specializzate in riferimento al target giovani del territorio
Realizzazione e diffusione di uno spot televisivo e radiofonico
Programma di promozione del progetto”Condivi- Amo”
C
EVENTO – AZIONE – ATTIVITA’
Incontro pubblico (all’atto dell’eventuale approvazione del progetto a
bando) che illustri e chiarifichi ai giovani interessati a presentare
domanda il percorso progettuale. Ci si avvarrà di testimonianze dei
giovani che hanno concluso il periodo di SCN in progetti analoghi
dell’Ente, con preferenza di quelli attivati nello stesso territorio
Interventi nelle scuole: 5 moduli da 2 ore ciascuno per incontri
formativinelle scuole superiori della/e provincia/e interessata/e al
progetto. Di seguito le scuole superiori contattate:
Ist. Magistrale Pertini
Ist. Alberghiero Polo
Ist. Tecnico Commerciale Rosselli
Ist. Nautico San Giorgio
Ist. Commerciale Vittorio Emanuele II
Interventi in luoghi d’incontro e ritrovo giovanili (cinema, teatri, locali,
centri d’aggregazione, ecc…)
TOTALE ORE QUANTIFICABILI
N° ORE
4 ore
10 ore
12 ore
26
EVENTI – AZIONI – ATTIVITA’ non quantificabili
Pubblicizzazione del progetto:
Promozione su siti web:
1. www.apg23.org
2. www.odcpace.apg23.org
3. www.condividere.eu
Newletters a:
1. gruppi scout a livello nazionale
2. informagiovani del territorio nazionale
3. centri missionari diocesani d’Italia
4. giovani tra i 18 – 28 anni sul territorio provinciale
acquisito da ufficio interno di Fund Raising)
D
(indirizzario
Promozione con inserti su riviste/quotidiani:
1. Mensile “Sempre”
2. Valle Scrivia
Promozione con spot radio / televisivi:
Tele Genova
1. - Entella TV
Incontri/testimonianze con gruppi giovanili parrocchiali, gruppi scout locali
Interventi in luoghi di incontro e ritrovo delle famiglie (parrocchie, fiere, eventi, ecc…)
Volantinaggio attraverso i bollettini diocesani
Stampa e diffusione volantini (n° copie: 1000) e manifesti (n° copie:100) sul servizio
civile nazionale volontario e sul progetto specifico, che viene messo a disposizione
presso tutte le sedi periferiche dell’Ente, e diffuso attraverso gli enti che hanno
sottoscritto partnership inerenti la promozione del servizio civile dell’ente
DURATA TOTALE DELLE ATTIVITA’ DI PROMOZIONE: A+C = 108 ORE
18) Criteri e modalità di selezione dei volontari:
Si rimanda al sistema di selezione accreditato presso l’UNSC
19) Ricorso a sistemi di selezione verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente
di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio):
SI
ASSOCIAZIONE COMUNITA’ PAPA GIOVANNI XXIII
20) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dell’andamento delle attività del progetto:
Si rimanda al sistema di monitoraggio accreditato presso l’UNSC
21) Ricorso a sistemi di monitoraggio verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione
dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio):
SI
ASSOCIAZIONE COMUNITA’ PAPA GIOVANNI XXIII
22) Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli richiesti dalla
legge 6 marzo 2001, n. 64:
NESSUNO
23)
Eventuali risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo specifico alla realizzazione del progetto:
Il progetto prevede l’impiego di risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo particolare
alle attività per il raggiungimento degli obiettivi specifici, alla promozione del progetto qual
ora approvato, alla formazione specifica e alle risorse tecniche previste alla voce 25. Le
risorse sono state suddivise in generali e specifiche. Le prime sono riferite alle azioni di
promozione e l’organizzazione della formazione specifica, alcune di queste sono state
ripartite in base al numero dei progetti presentati in quanto vengono sostenute dalla Sede
Centrale di Gestione del SCN dell’ente. Le risorse specifiche riguardano spese aggiuntive
per il raggiungimento degli obiettivi specifici previsti a progetto.
RISORSE FINANZIARIE GENERALI
A. Formazione specifica di 1° e 2° livello come da box 36 - 42
Sottovoci
Materiale didattico
Organizzazione
logistica
del
Descrizione spesa
Durante il corso vengono somministrati materiali
cartacei didattici e vengono utilizzati materiali di
cancelleria vari
La programmazione e la preparazione del
percorso formativo richiede il tempo di un
Risorse
finanziarie
50 euro
150 euro
coordinatore
coordinatore per contatti telefonici con docenti e
volontari, affitto e predisposizione delle aule
Come previsto nei box della formazione specifica,
l’ente valorizza l’utilizzo di una figura all’interno
dell’aula che faciliti la partecipazione di tutti. Il 40%
dei tutors coinvolti richiedono compenso.
Alcuni formatori effettuano la loro docenza in
forma gratuita altri richiedono un compenso.
Numericamente il 50% dei formatori richiede il
pagamento
Tutor d’aula
Formatori
Totale spesa A:
200 euro
800 euro
1.200 euro
B. Spese di promozione e pubblicizzazione del progetto
Risorse
finanziarie
Sottovoci
Descrizione spesa
Elaborazione grafica
materiale
promozionale
Ogni anno il materiale grafico viene rivisitato e
modificato, attualizzando i contenuti e la
presentazione
Il prodotto grafico viene stampato da una tipografia
in 500 copie di volantini e 100 copie di manifesti
(come da box 18)
Il numero verde è attivo quotidianamente (in orario
di ufficio) per rispondere alle domande dei giovani
interessati (come da box 18)
Vengono acquistati da aziende specializzate
indirizzi privati in riferimento al target giovani del
territorio
L’ente invia ai giovani del territorio materiale
tramite posta prioritaria (mailing list – Promo Posta
– spedizioni varie)
L’ente partecipa come descritto nel box
“sensibilizzazione e promozione” a diversi eventi
con propri operatori su tutto il territorio italiano.
Rimborsa le spese di viaggio ai volontari coinvolti.
Stampa
materiale
promozionale
Spese
Verde
Numero
Acquisto indirizzario
target giovani
Invio
informative
lettere
Partecipazione
eventi
ad
Totale spesa B:
25 euro
75 euro
10 euro
25 euro
75 euro
100 euro
310 euro
RISORSE FINANZIARIE SPECIFICHE
Il progetto prevede l’impiego di risorse finanziarie aggiuntive destinate ad alcune delle
attività del progetto elencate nel punto 8.2 e alle risorse tecniche previste alla voce 26.
Nell’elenco sottostante non saranno riportate tutte le azioni/attività, ma soltanto
quelle per cui è previsto lo stanziamento di risorse finanziarie aggiuntive.
OBIETTIVO SPECIFICO 1a: Aumentare le capacità di autonomia dei disabili
OBIETTIVO SPECIFICO 2A : Miglioramento della capacità di espressione verbale e della
capacità di relazionarsi dei disabili
AZIONI/Attività
Materiale per laboratorio di fotografia
Ammortamento 3 pulmini
Carburante per trasporti, escursioni ed attività ricreative
Alimenti per accolti
sensibilizzazione e promozione
Materiale per laboratori manipolativi
Vestiario a attrezzi ad personam per accolti
Risorse Finanziarie agguntive
2500
3000
1.800
600
200
600
500
Attrezzature per attività sportive condotte
insegnante
Produzione, stampa, distribuzione di materiale di
Totale spesa C
da 300
200
9.700
OBIETTIVO SPECIFICO 1B: Incrementare qualitativamente e quantitativamente gli
interventi educativi rivolti ai 5 accolti della Casa Famiglia di Finale
OBIETTIVO SPECIFICO 2B : Qualificare le attività di assistenza e dei percorsi
individualizzati relazionarsi dei disabili
AZIONI/Attività
Materiale ludico (libri, pennarelli, cartelloni, )
Ammortamento pulmino
Visite alle famiglie
Carburante per trasporti, escursioni, attività ricreative e
Materiale per momenti di convivialità tra famiglie
Materiale per attività agricola
Materiale per laboratorio falegnameria
Vestiario per accolti e famiglie del territorio
Alimenti per accolti e famiglie del territorio
Produzione, stampa, distribuzione di materiale di
sensibilizzazione e promozione
Totale spesa D
Risorse
agguntive
500
1000
100
1.200
500
500
300
400
500
300
Finanziarie
5.800
TOTALE RISORSE FINANZIARIE AGGIUNTIVE: A+B+C+D = 17.010 EURO
24) Eventuali reti a sostegno del progetto (copromotori e/o partners):
25) Risorse tecniche e strumentali necessarie per l’attuazione del progetto:
Si elencano di seguito le risorse tecniche e strumentali necessarie all’attuazione del
progetto in riferimento agli obiettivi prefissati ed alle attività previste nel punto 8.1.
OBIETTIVO SPECIFICO 1a: Aumentare le capacità di autonomia dei disabili
OBIETTIVO SPECIFICO 2A : Miglioramento della capacità di espressione verbale e della
capacità di relazionarsi dei disabili
Quantità
3
Risorse Stumentali
Televisore
4
Pulmini
2
n.q.
Videoregistratore
Accessori e giochi per computer
n.q
Computer
n.q
Attrezzi “ad personam”: sollevatore, tutore,
1
carrozzina, deambulatore
1
Cyclette
Materiale per laboratori di disegno,decoupage, pittura, patchwork,
collage ( pennelli; colla; acquarelli; pennarelli; colori a tempera, a matita, a
dito, a cera;
materiale in
legno; cartone; stoffa; tele; creta)
n.q.
Materiale per attività agricole (attrezzi vari per l’agricoltura)
n.q.
Materiale per laboratorio fotografia
n.q.
Materiale di facile consumo per l’igiene (guanti monouso, spugnette,
n.q.
detergenti per
igiene personale e vestiario
n.q.
Giochi di società e per bambini
n.q
. Libri per minori
n.q.
Materiale di cancelleria
n.q
Alimenti, vestiario e medicinali.
1
Ufficio attrezzato
3
Strutture abitative idonee alla mobilità dei disabili
OBIETTIVO SPECIFICO 1a: Aumentare le capacità di autonomia dei disabili
OBIETTIVO SPECIFICO 2A : Miglioramento della capacità di espressione verbale e della
capacità di relazionarsi dei disabili
AZIONI/Attività
1
1
1
Risorse Finanziarie agguntive
Pulmino
Televisore
Computer
n.q.
Accessori e giochi per computer
n.q.
qAttrezzi “ad personam
n.q.
Materiale per attività agricole (attrezzi vari per l’agricoltura)
n.q.
Materiale di facile consumo per l’igiene (guanti monouso, spugnette,
detergenti per
igiene personale) e vestiario
20 scaotle
Giochi di società e per bambini
n.q.
Materiale di falegnameria (laboratorio attrezzato)
n.q.
n.q
1
Materiale di cancelleria
Alimenti, vestiario e medicinali.
carrozzina
CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI
26) Eventuali crediti formativi riconosciuti:
27) Eventuali tirocini riconosciuti :
28) Competenze e professionalità acquisibili dai volontari durante l’espletamento del servizio, certificabili
e validi ai fini del curriculum vitae:
Il progetto “Condividi-Amo” consente l’acquisizione delle seguenti
competenze rinvenibili nel “PRONTUARIO PROVVISORIO ED IN PROGRESSIONE
DELLE COMPETENZE EVENTUALMENTE ATTRIBUIBILI CON “DICHIARAZIONE”
FORMALE DELLA REGIONE IN CAPO AI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE”,
predisposto dalla Regione Emilia-Romagna, come da allegato numero 5:
1 – COMPETENZE DI BASE
E’ in grado di:
- Riconoscere il ruolo e le funzioni delle Autonomie Locali e dei loro organi di
Governo.
2 – COMPETENZE TECNICO PROFESSIONALI
2c) PERSONE CON HANDICAP ( O DISABILI)
E’ in grado di:
- Assistere la persona handicappata, in condizione di medio o grave
insufficienza mentale e/o alterazioni psichiche / compromessa attività
motoria / incapacità della cura di se stesso.
- Applicare tecniche di animazione, socializzazione (attività di
intrattenimento, occupazionali, culturali, sportive, di gioco ecc...) per
favorire l’integrazione dei singoli e dei gruppi.
- Mantenere condizioni di igiene ambientale, nonché pulizia e cura della
persona.
- Aiutare nell’assunzione dei pasti, nella deambulazione e nell’uso corretto
degli ausili
- Utilizzare gli automezzi per disabili
- Applicare le principali norme igieniche, di sicurezza e di primo soccorso.
- Calibrare la propria relazione d’aiuto in ragione dei bisogni del disabile e
della sua famiglia
- Distinguere le figure professionali operanti nel settore cura/recupero
delle persone disabili, riconoscendone ruoli e competenze specifiche
- Individuare le principali caratteristiche di un servizio residenziale,
semiresidenziale e domiciliare per disabili.
3 – COMPETENZE TRASVERSALI
E’ in grado di:
- Adottare stili di comportamento propositivi, improntati alla cordialità e
alla cortesia
- Collaborare con il personale dell’Ente, con i colleghi e con i
professionisti coinvolti nel progetti, in relazione ai propri compiti e ai
risultati da raggiungere
- Adeguarsi al contesto: linguaggio e atteggiamenti, rispetto delle regole e
orari
- Gestire la propria attività con la dovuta riservatezza ed eticità
- Controllare la propria emotività rispetto alla sofferenza
- Lavorare in team per produrre risultati collettivi
- Trasferire/mediare agli operatori professionali le specifiche richieste degli
utenti
- Fronteggiare situazioni di emergenza/imprevisti, controllando la propria
emotività rispetto a situazioni di difficoltà.
Le suddette competenze verranno certificate mediante il rilascio della
“Dichiarazione delle competenze, a valere come credito formativo”, e
riconosciute dalla Regione Emilia- Romagna in attuazione dell’articolo 10, primo
comma, della L.R. 20 del 2003 1.
Inoltre il progetto “Condividi-Amo” rende possibile l'acquisizione delle
seguenti competenze, rilevabili secondo il sistema di valutazione e monitoraggio
accreditato presso l'Ufficio Nazionale Servizio Civile dall’Associazione Comunità
Papa Giovanni XXIII.
1. Conoscenza ed esperienza pratica rispetto all’applicazione delle principali
strategie di relazione d’aiuto;
2. Capacità di integrarsi con altre figure professionali nella costruzione e
gestione del lavoro di equipe;
3. Conoscenza ed esperienza pratica rispetto alle tecniche fondamentali
dell’assistenza di base a soggetti disabili sia fisici che psichici;
4. Conoscenza delle strategie di reinserimento sociale;
5. Conoscenza ed esperienza pratica in merito alle principali metodologie del
lavoro in rete con le istituzioni;
6. Capacità di mediazione nonviolenta dei conflitti;
7. Conoscenza di base delle strategie di tutela dei diritti umani.
Le suddette competenze verranno certificate e riconosciute dal Consorzio
Condividere Papa Giovanni XXIII quale Ente terzo, secondo il protocollo di intesa
denominato “Protocollo di intesa fra il Consorzio Condividere Papa Giovanni
XXIII e l’associazione Comunità Papa Giovanni XXIII per il riconoscimento delle
competenze acquisibili attraverso la partecipazione a progetti di servizio civile
nazionale ai sensi della legge n 64/2001 e successive circolari e direttive”.
Nota 1:
si richiama il testo dell’articolo 10, comma 1, della L.R. 20 del 2003 («la Regione EmiliaRomagna
stabilisce, a favore dei giovani che abbiano effettuato le prestazioni di servizio civile
volontario di cui
all'articolo 4, comma 1, lettera c) per l'intero periodo individuato nei progetti d'impiego,
un'adeguata
valutazione dei relativi titoli indicati dall'interessato nell'ambito della documentazione
richiesta per le
selezioni pubbliche finalizzate all'assunzione nei ruoli regionali, sia a tempo determinato che
indeterminato.«), che costituisce riconoscimento regionale delle competenze maturate dai
volontari
durante il servizio civile, in coerenza con le figure messe a concorso. In proposito
potrebbero esserci
analoghi riconoscimenti di competenze da parte degli enti locali che hanno attivato la facoltà
prevista
dall’articolo 11, comma 2, della stessa L.R. («Gli Enti locali possono, altresì, nei limiti delle
proprie
competenze, prevedere benefici e riconoscimenti a favore dei volontari in servizio civile per
le stesse
finalità ed entro i limiti previsti dalla presente legge, nonché dal documento di
programmazione
triennale di cui all'articolo 7.») o da parte di altri enti, associazioni, cooperative.
Questo sistema, peraltro, si colloca in coerenza con le previsioni della L.R. 12 del 2003
"NORME PER
L'UGUAGLIANZA DELLE OPPORTUNITA' DI ACCESSO AL SAPERE, PER OGNUNO E
PER TUTTO L'ARCO
DELLA VITA, ATTRAVERSO IL RAFFORZAMENTO DELL'ISTRUZIONE E DELLA
FORMAZIONE
PROFESSIONALE, ANCHE IN INTEGRAZIONE TRA LORO" in particolare con l'art. 5,
primo comma ("Ogni
persona ha diritto ad ottenere il riconoscimento formale e la certificazione delle competenze
acquisite. Il
riconoscimento può essere utilizzato, anche in ottemperanza alle disposizioni comunitarie,
per conseguire un
diploma, una qualifica professionale o altro titolo riconosciuto. A tal fine la Regione
promuove accordi con le
componenti del sistema formativo e con le parti sociali per la definizione di procedure per il
riconoscimento, la
certificazione e l'individuazione degli ambiti di utilizzazione delle diverse competenze,
nonché per il
riconoscimento delle competenze acquisite nel mondo del lavoro, utilizzabili come crediti
per i percorsi
formativi.") e con il successivo art. 6 ("1. Gli studenti, all'atto della prima iscrizione ad attività
di istruzione o di
formazione professionale successiva all'assolvimento dell'obbligo scolastico, possono
richiedere il rilascio del
libretto formativo personale, nel quale sono iscritti i titoli, le qualifiche e le certificazioni
conseguite.
2. La Giunta regionale, sentita la commissione consiliare competente, definisce con proprio
atto le
caratteristiche del libretto formativo, nonché le modalità per il rilascio dello stesso a tutti
coloro che lo
richiedono.
3. Nel libretto possono essere iscritti anche gli attestati di frequenza in esito a percorsi
dell'educazione non
formale, le competenze ed i crediti formativi comunque acquisiti e documentati, nonché
dichiarazioni di
autoformazione.")
Formazione generale dei volontari
29) Sede di realizzazione:
La sede è scelta sulla base del posizionamento geografico delle sedi di attuazione dei
progetti e dalla disponibilità di fruizione della struttura stessa, essendo la formazione di tipo
residenziale.
Pertanto è previsto che i corsi di formazione generale siano tenuti nelle seguenti sedi:
a) Sede di Gestione del Servizio Civile, Via Dante Alighieri, snc – 61013 Mercatino
Conca (PU)
b) Colonia Stella Maris, Viale Regina Margherita 18 – 47900 – Marebello (RN)
c) Casa Parrocchiale – Scout, Via Colombara – 47854 – Monte Colombo (RN)
d) Centro diurno Santa Chiara, via Villafalletto 24 – 12045 – Fossano (CN)
e) Casa Esercizi Spirituali Altavilla, Via Altavilla, 29 12051 Alba (CN)
f)
Casa di Pronta Accoglienza “Villaggio dell'amicizia” Via Fontana Torino 19,
Fr. Ceretto – Costigliole Saluzzo (CN)
30) Modalità di attuazione:
La formazione generale è effettuata in proprio, con formatori dell’ente, in quanto
l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII è ente accreditato di prima classe nell’albo
nazionale.
31) Ricorso a sistemi di formazione verificati in sede di accreditamento ed eventuale indicazione
dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio:
SI
ASSOCIAZIONE COMUNITA PAPA GIOVANNI XXIII
32) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:
Partendo dai contenuti previsti per la formazione generale, nella determina “Linee guida per
la formazione generale dei giovani in servizio civile nazionale” del 4 aprile 2006, la
metodologia di realizzazione prevista per la stessa è la seguente:
Elementi metodologici generali:
Lezioni frontali (almeno per il 50% del monte ore complessivo).
Dinamiche non formali (almeno per il 20% del monte ore complessivo):
- Training
-
Teatro dell’Oppresso (TDO)
Simulazioni
Giochi di ruolo
Materiali video
Dibattiti
Brainstorming
Lavoro di gruppo
Formazione di Gruppo
Tutoring specifico rispetto ai bisogni formativi
Momenti di servizio ed attività comuni al gruppo
Materiali cartacei (dossier etc.)
Libri e testi
Cd-Rom tematici
Testimonianze
Auto-formazione
Verifiche periodiche
Utilizzo di risorse formative ed occasioni formative esterne all’ente,
eventualmente offerte dal territorio
Cineforum
Laboratori tematici
La metodologia attiva, utilizzata nei tempi previsti dalla determina del 4 aprile 2006, è
finalizzata al coinvolgimento dei volontari in: lavori di gruppo, simulazioni, esercitazioni,
testimonianze e momenti di dibattito.
L’elaborazione dei moduli formativi è stata guidata dalla consapevolezza che su alcune
tematiche trattate nelle formazione generale, quali il concetto di gruppo e la sue dinamiche,
il significato di cittadinanza attiva, la gestione dei conflitti, tutti possediamo delle preconoscenze, convincimenti e opinioni. E’ quindi importante che i momenti formativi offrano
innanzitutto un clima favorevole al confronto e allo scambio, al fine di permettere a ciascuno
di esprimere il proprio punto di vista e le proprie opinioni.
La formazione generale si effettua in modo residenziale, cercando ove possibile di unire
volontari di progetti diversi, favorendo la creazione un ambiente plurale, che sia
pedagogicamente adeguato all’apprendimento e alla condivisione di contenuti utili a
comprendere, rielaborare e contestualizzare l’esperienza di Servizio Civile, e funzionale al
confronto e all'arricchimento reciproco.
La modalità residenziale è essa stessa esperienza formativo/educativa, che impegna i
volontari al rispetto, alla collaborazione, alla gestione collettiva di spazi e tempi e favorisce
iniziative complementari quali: incontri con soggetti della comunità locale, giornate
tematiche, serate conviviali con cucina tipica della zona di provenienza dei volontari, visite
ad esperienze sul territorio.
Durante la formazione sarà garantita la presenza di un tutor d’aula con gli specifici compiti
di:
- organizzazione logistica
- creazione gruppo e facilitazione relazioni interpersonali
- valutazione e verifica dell’efficienza e dell’efficacia dei moduli
- mediazione e gestione dei conflitti all’interno del gruppo
La formazione generale è suddivisa in due corsi residenziali che verranno effettuati nel
corso dei primi 5 mesi di servizio civile volontario, come da determina.
33) Contenuti della formazione:
Il percorso formativo proposto si compone di contenuti utili allo sviluppo delle mansioni
richieste ma ancor prima punta ad offrire ai volontari un’occasione di educazione alla
cittadinanza attiva ed alla coscienza di essere attuatori del sacro dovere di difesa della
patria sancito dall’art.52 della Costituzione italiana, con mezzi ed attività non militari e
nonviolenti.
La formazione risulta così utile a collocare l’esperienza dei volontari nei contesti, via via più
ampi, che li coinvolgono: il gruppo formativo, la sede di attuazione di progetto, l’ente ove si
presta servizio, la realtà locale, la società italiana, europea e mondiale.
Primo Corso: formazione generale “Introduzione e strumenti”
Questo evento formativo verrà effettuato nel corso dei primi due mesi di Servizio Civile
volontario
L’identità del gruppo in formazione
1
−
−
−
−
Conoscenza fra i volontari
Costruire un’identità di gruppo
Condivisione di motivazioni e aspettative
Contestualizzazione dell’esperienza di Servizio Civile
Si tratta di un laboratorio nel quale il formatore lavorerà alla definizione di un’identità di
gruppo dei volontari partendo dal background individuale e di gruppo. Il gruppo, nel corso
del modulo, si collocherà rispetto al servizio civile condividendo idee, aspettative,
motivazioni ed obiettivi individuali.
La metodologia utilizzata è quella del lavoro individuale, con l'ausilio di schede o
attraverso modalità creative, e della discussione di gruppo.
Presentazione dell’Ente
2
Approfondimenti
− La storia
− I valori
− La mission dell’ente
− Struttura organizzativa e gestionale dell’ente: zone e servizi
L’intervento sociale dell’ente
− Modus operandi
− Ambiti e tipologie d’intervento
− Beneficiari
− Il progetto di servizio civile
I fondamenti: dalla condivisione diretta alla rimozione delle cause
− Fondamenti teorici della condivisione diretta nell'Associazione Comunità
Papa Giovanni XXIII
− La differenza tra condividere e prestare un servizio
− Il ruolo degli “ultimi“ nella costruzione di una società nuova
− La società del gratuito
Durante la lezione, per fornire ai volontari gli elementi di conoscenza del contesto in cui si
troveranno a svolgere il servizio civile, vengono presentate la storia, le caratteristiche
specifiche e le modalità organizzative ed operative dell’ente.
Saranno esplicitati gli ambiti di intervento dell’Ente Associazione Comunità Papa
Giovanni XXII e i fondamenti teorici da cui muove la propria attività operativa, in quanto
alla base del lavoro quotidiano portato avanti nelle strutture di accoglienza
dell’associazione sta proprio la condivisione diretta con gli “ultimi”, come strumento di
rimozione delle cause che stanno alla radice delle ingiustizie sociali.
La modalità utilizzata è frontale.
Il lavoro per progetti
3
−
−
Metodologia della progettazione: dalla definizione degli obiettivi alla valutazione
dei risultati attesi.
Valutazione di esito, efficacia ed efficienza del progetto.
Si presenterà ai volontari il progetto di servizio civile nel quale sono inseriti illustrandone
la struttura generale con particolare attenzione agli obiettivi, sia generali che specifici.
Verranno introdotti i concetti di monitoraggio e valutazione e si presenteranno gli
strumenti del sistema di monitoraggio che l’ente utilizza per seguire l’andamento dei
progetti e per apportare eventuali migliorie.
Il modulo consiste in una lezione principalmente frontale che sia avvale dell'ausilio di
strumenti multimediali.
Dall’Obiezione di Coscienza al Servizio Civile Nazionale: evoluzione storica,
affinità e differenze tra le due realtà
4
La storia del servizio civile la sua evoluzione:
− La storia dell’Obiezione di Coscienza
− Dalla legge 772/72 alla legge 230/98
− I valori e le finalità della legge 64/2001
− Obiezione di Coscienza e Servizio Civile Volontario: affinità e differenze
Gli attori del servizio civile:
− UNSC
− Enti (figure coinvolte nel servizio civile)
− I Volontari
Il dovere di difesa della patria
5
La Costituzione italiana:
− Vivere il dettato costituzionale nella quotidianità
− Sentenze nn. 164/85, 228/04, 229/04, 431/05
Diritti Umani:
− Dichiarazione dei diritti umani
− Organismi di tutela
− Strumenti di osservazione e monitoraggio dei diritti umani
− Strumenti e tecniche di tutela e difesa dei diritti umani
La difesa civile non armata e nonviolenta
6
−
−
−
−
−
−
Nuovo Modello di Difesa e possibile ruolo dei civili
Le forme attuali di difesa civile non armata e nonviolenta
Elementi fondamentali del conflitto
Dimensioni e livelli del conflitto
Individuazione di strategie di gestione nonviolenta dei conflitti
Gli strumenti della nonviolenza
I moduli 4, 5 e 6, essendo a nostro avviso strettamente collegati, verranno affrontati in
successione.
Partendo dall’origine dell’obiezione di coscienza al servizio militare, e ripercorrendo la
storia che ha portato alla situazione attuale, si approfondiranno il concetto di difesa civile
e difesa popolare nonviolenta, riportando alcuni esempi storici, fino ad arrivare alla legge
64/2001 e al sistema del servizio civile. La costituzione, approfondita nel modulo 5,
servirà da riferimento trasversale all’analisi e approfondimento delle diverse tematiche.
Dedicheremo inoltre alcune ore al tema “Gestione e trasformazione nonviolenta del
conflitto” in quanto riteniamo la dimensione conflittuale di centrale importanza nella
relazione in generale ed in particolare nella relazione d’aiuto che caratterizzerà
l’intervento dei volontari in servizio civile presso l’ente, nonché nella costruzione della
pace.
L’obiettivo principale sarà quello di analizzare il concetto di conflitto, mettendo in luce i
luoghi comuni che ne riguardano il significato e approfondendone le caratteristiche
principali e gli ambiti nei quali esso si può manifestare. Se ne evidenzierà la “dimensione
creativa” mettendo in luce le potenzialità che possono derivare da una sua gestione
positiva all’interno delle relazioni con se stessi e con gli altri.
Si introdurrà infine il tema della gestione nonviolenta dei conflitti come modalità di
prevenzione delle situazioni di guerra e di violenza, attraverso l’analisi di alcuni esempi
storici.
Nell'affrontare il tema, l'utilizzo di una modalità frontale è finalizzato a trasmettere i
fondamenti dei temi in oggetto e sarà accompagnata da inserti multimediali quali video,
letture, canzoni. L'utilizzo di strumenti come il brainstorming, il confronto e i lavori di
gruppo è mirato a favorire l'approfondimento e la rielaborazione dei contenuti proposti.
La normativa vigente e la carta di impegno etico
7
−
−
La carta di impegno etico
Le norme attuali
Diritti e doveri del volontario del servizio civile
8
−
−
Ruolo del volontario
Diritti e doveri del volontario in servizio civile
Nei moduli 7 e 8, partendo dalla “Carta di impegno etico”, si analizzeranno le norme
messe a punto dal legislatore per la gestione del Servizio Civile Nazionale,
approfondendo quelli che sono i diritti e i doveri dell’ente e del volontario, alla luce della
circolare sulla gestione.
La modalità di presentazione sarà quella della lezione frontale, prevedendo spazio
adeguato a disposizione dei volontari per domande e risposte.
Secondo Corso: formazione generale “Approfondimenti e ulteriori strumenti”
Questo evento verrà effettuato nel corso del quarto mese di Servizio Civile volontario
L’identità del gruppo in formazione
1
−
−
Ri-definizione dell’identità di gruppo
Recupero delle motivazioni iniziali
Durante questo laboratorio si recupereranno, tramite attività interattive e dinamiche, gli
aspetti motivazionali, l’identità di gruppo e le aspettative iniziali che hanno portato i
volontari alla scelta del servizio civile.
La difesa civile non armata e nonviolenta
2
−
−
−
Modello M-m e modello E
Pace positiva e pace negativa
Il conflitto interpersonale e l’esperienza di servizio civile
Si approfondirà il tema della nonviolenza, affrontato nel 1° modulo ed in più si
analizzeranno alcune situazioni conflittuali che i volontari hanno vissuto o stanno vivendo
nella loro esperienza di servizio civile, cercando di farne emergere potenzialità ed
elementi positivi, rimanendo nell'ottica di gestire e non di evitare il conflitto.
Si privilegerà una modalità attiva e partecipata con l'utilizzo di simulazioni, brainstorming,
training, giochi-esercizio. Per favorire la rielaborazione e l'approfondimento delle attività
proposte saranno utilizzati lavori di gruppo e dibattiti.
La solidarietà e le forme di cittadinanza
3
4
−
−
−
−
−
Ruolo del volontario in servizio civile nella società
Concetto di cittadinanza attiva
Ruolo delle istituzioni e del Terzo Settore
Dinamiche internazionali legate alla globalizzazione e al sottosviluppo
Il ruolo degli organismi internazionali.
Servizio civile nazionale, associazionismo e volontariato
−
−
−
Le forme di associazionismo sociale
I diversi attori sociali: pubblico e privato
Il volontariato: quali competenze?
La protezione civile
−
−
−
−
5
Difesa della patria e difesa dell’ambiente: la Protezione Civile
Concetto di rischio: P x V x E
Il metodo Augustus
Protezione civile e Servizio civile volontario: finalità comuni
Nei moduli 3, 4 e 5 l’obiettivo è quello di offrire ai volontari una visione ampia della società
e delle possibili risposte di fronte a problematiche quali povertà, esclusione sociale e
sottosviluppo. Si analizzerà il concetto di cittadinanza attiva e solidarietà sociale per poi
estendere l’analisi sulle attività sociali e di volontariato delle istituzioni e del Terzo Settore.
Si cercherà inoltre di allargare la riflessione in maniera più ampia possibile, consapevoli di
vivere in un mondo oramai completamente globalizzato.
Infine si affronterà il tema della Protezione Civile come esempio di cittadinanza attiva,
facendone emergere le affinità con la tematica della difesa della patria, centrale quando si
parla di servizio civile volontario.
Nell'affrontare questo modulo si privilegerà l'utilizzo di una modalità attiva e partecipata
da parte dei volontari, con strumenti quali schede/tracce di riflessione, brainstorming,
strumenti multimediali, simulazioni, tecniche del TDO, discussioni e confronti di gruppo.
Lavoro per progetti
6
−
−
−
Verifica e valutazione della fase di inserimento dei volontari
Analisi dell’andamento del servizio: punti di debolezza e punti di forza
Volontari in servizio civile: quale crescita umana e professionale?
Dopo circa 4 mesi dall’avvio al servizio, il formatore condurrà i volontari ad analizzare e
verificare l’andamento del loro servizio sotto diversi aspetti e cercherà di rispondere ai
quesiti aperti che sono sorti in questa prima fase.
Allo sviluppo di questo modulo saranno utili questionari, schede di approfondimento,
simulazioni.
Alla fine di ognuno dei due eventi formativi si effettuerà una verifica, al fine di fare emergere
criticità e punti di forza, e dove se ne verificasse la necessità apportare i cambiamenti
necessari ad un maggiore efficacia dell’evento.
34) Durata:
Moduli formativi
Ore
lezioni
frontali
3
4
3
L’identità del gruppo in formazione
Presentazione dell’Ente
Il lavoro per progetti
Dall’Obiezione di Coscienza al Servizio Civile Nazionale:
evoluzione storica, affinità e differenze tra le due realtà
2
Il dovere di difesa della patria
La difesa civile non armata e nonviolenta
La normativa vigente e la carta di impegno etico
Diritti e doveri del volontario del servizio civile
1
1
1
2
Ore
dinamiche
non form.
6
0
1
9
4
4
2
4
2
3
1
0
3
4
2
2
Totale
ore
La solidarietà e le forme di cittadinanza
Servizio civile nazionale, associazionismo e volontariato
1
3
4
3
1
4
La protezione civile
3
1
4
TOTALE ORE FORMAZIONE GENERALE
24
20
44
Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei volontari
35) Sede di realizzazione:
La sede è scelta sulla base del posizionamento geografico delle sedi di attuazione dei
progetti e dalla disponibilità di fruizione della struttura stessa, essendo la formazione di tipo
residenziale.
Pertanto è previsto che i corsi di formazione generale siano tenuti nelle seguenti sedi:
a) Sede di Gestione del Servizio Civile, Via Dante Alighieri, snc – 61013 Mercatino
Conca (PU)
b) Colonia Stella Maris, Viale Regina Margherita 18 – 47900 – Marebello (RN)
c) Casa Parrocchiale – Scout, Via Colombara – 47854 – Monte Colombo (RN)
d) Centro diurno Santa Chiara, via Villafalletto 24 – 12045 – Fossano (CN)
e) Casa Esercizi Spirituali Altavilla, Via Altavilla, 29 12051 Alba (CN)
f)
Casa di Pronta Accoglienza “Villaggio dell'amicizia” Via Fontana Torino 19,
Fr. Ceretto – Costigliole Saluzzo (CN)
36) Modalità di attuazione:
In proprio presso l’ente, con formatori dell’ente
37) Nominativo/i e dati anagrafici del/i formatore/i:
PRIMO LIVELLO
Nome cognome
NICOLA LAPENTA
GIOVANNI PAOLO RAMONDA
ANTONIETTA ROMINA RICHARD
SECONDO LIVELLO
Nome cognome
FABIO GALLO
Luogo di nascita
Bra (CN)
Fossano (CN)
Saluzzo (CN)
Luogo di
nascita
Cava dè
Data di nascita
09/04/1974
03/05/1960
03/07/1974
Data di
nascita
22/08/1969
Codice fiscale
LPNNCL74D09B111P
RMNGNN60E03D742J
RCHRNN74L43H727A
Codice fiscale
GLLFBA69M22C361V
GIOVANNI PAOLO
RAMONDA
ANTONIETTA ROMINA
RICHARD
IVANA CONTERNO
BRINA CATERINA
COMINO MARIA PAOLA
Tirreni (SA)
Fossano (CN) 03/05/1960
RMNGNN60E03D742J
Saluzzo (CN)
03/07/1974
RCHRNN74L43H727A
Torino (TO)
10/07/1961
Ferrara (FE)
03/06/1976
Mondovì (CN) 27/08/1962
CNTVNI61L50L219P
BRNCRN76H43D548U
CMNMPL62M67F351L
38) Competenze specifiche del/i formatore/i:
NOME COGNOME
NICOLA LAPENTA
GIOVANNI PAOLO
RAMONDA
ANTONIETTA
ROMINA RICHARD
COMPETENZE SPECIFICHE
Responsabile del servizio civile, con esperienza
pluriennale di intervento in aree e situazioni di conflitto,
formazione al servizio civile di obiettori di coscienza,
volontari ed operatori, educazione alla pace.
Psicopedagogista, sessuologo, giornalista pubblicista, da oltre
venticinque anni è responsabile della Casa Famiglia
“Sant’Albano” in Sant’Albano Stura (CN). È vice presidente
generale della Ass. Comunità Papa Giovanni XXIII
Educatrice Professionale attualmente è responsabile di Casa
Famiglia nonché operatrice part-time di un centro diurno della
cooperativa il Ramo dove conduce diversi laboratori; ha
maturato tre esperienze missionarie in Sud America (Cile,
Bolivia, Venezuela); ha seguito diversi progetti di affidamento
di minori disabili e non.
SECONDO LIVELLO
NOME COGNOME
FABIO GALLO
GIOVANNI PAOLO
RAMONDA
ANTONIETTA
ROMINA RICHARD
IVANA CONTERNO
COMPETENZE SPECIFICHE
Educatore Professionale, O.S.S. (operatore socio-sanitario)
laureando in giurisprudenza, è stato tre anni responsabile di
una Casa di Pronta Accoglienza; è stato tre anni assistente
volontario nei carceri di Fossano e Saluzzo; da cinque anni è
responsabile di Casa-famiglia
Psicopedagogista, sessuologo, giornalista pubblicista, da oltre
venticinque anni è responsabile della Casa Famiglia
“Sant’Albano” in Sant’Albano Stura (CN). È vice presidente
generale della Ass. Comunità Papa Giovanni XXIII
Educatrice Professionale attualmente è responsabile di Casa
Famiglia nonché operatrice part-time di un centro diurno della
cooperativa il Ramo dove conduce diversi laboratori; ha
maturato tre esperienze missionarie in Sud America (Cile,
Bolivia, Venezuela); ha seguito diversi progetti di affidamento
di minori disabili e non.
Medico, è stata responsabile del Servizio Tossicodipendenze
dell’ Asl. 17 di Fossano. Medico presso il SerT di Savigliano
BRINA CATERINA
COMINO MARIA
PAOLA
Infermiere professionale con specializzazione in Assistenza
Curativa, Riabilitativa ed Educativa di Minori e Disabili.
Esperienza pluriennale di lavoro terapeutico/riabilitativo con
cavalli ed animali.
Laurea in scienze dell’educazione. Esperienza pluriennale
come operatore di strutture riabilitative e di accoglienza.
Esperienza nell’ideazione e realizzazione di laboratori
espressivi-corporei-riabilitativi. Esperta di dinamiche di gruppo,
problem solving e creatività.
39) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:
La formazione specifica dei progetti presentati dall'Associazione Comunità Papa Giovanni
XXIII, si struttura su due livelli:
Il primo prevede la partecipazione contemporanea di tutti i volontari in servizio Civile,
(all'occorrenza suddivisi in gruppi di max 25 persone), ha carattere residenziale e si realizza
in concomitanza degli eventi di formazione generale.
Il secondo prevede una serie di incontri periodici, fra i volontari che prestano servizio sul
medesimo territorio.
La metodologia adottata è classificabile come metodologia attiva in quanto favorisce il
coinvolgimento dei volontari, non solo attraverso lezioni frontali, ma anche attraverso lavori
di gruppo, simulazioni, esercitazioni, testimonianze e momenti di dibattito.
Entrambi i livelli hanno come obiettivo la trasmissione dei contenuti specifici necessari ai
volontari per la realizzazione delle azioni previste dal progetto, ma si differenziano per
tempistica e periodicità degli eventi formativi.
Elementi metodologici generali:
-
Lezioni frontali
Training
Teatro dell’Oppresso (TDO)
Simulazioni
Giochi di ruolo
Materiali video
Dibattiti
Brainstorming
Lavoro di gruppo
Materiali cartacei (dossier etc.)
Libri e testi
Cd-Rom tematici
Testimonianze e lezioni di esperti in materia
Verifiche periodiche
Utilizzo di risorse formative ed occasioni formative esterne all’ente, eventualmente
offerte dal territorio
Cineforum
Laboratori tematici
40) Contenuti della formazione:
Come indicato al punto 36 la formazione specifica si realizza su due livelli, entrambi volti a
fornire le competenze utili per concorrere alla realizzazione degli obiettivi generali e
specifici, attraverso le azioni previste dal progetto.
PRIMO LIVELLO
I contenuti caratterizzanti di questo primo livello, che coinvolge simultaneamente tutti i
volontari in servizio civile presso l'ente sono:
1. La relazione d'aiuto (durante il primo corso residenziale)
Elementi generali ed introduttivi
− Il rapporto “aiutante-aiutato”
− Le principali fasi della relazione di aiuto
− La fiducia
− Le difese all’interno della relazione di aiuto
− Presa in carico della persona aiutata
− Comunicazione, ascolto ed empatia
− Gestione della rabbia e dell’aggressività
− Il disagio psicologico dei minori
− L’handicap fisico e psichico
− La devianza
Elementi di approfondimento suddivisi per aree
1.Area Minori
− Il mondo interno del bambino
− Il passaggio dalla dipendenza all’autonomia
− L’attaccamento
− Il vissuto psicologico del bambino in affido
− La gestione dell’aggressività nella relazione con il minore
2.Area
−
−
−
Handicap Fisico e Psichico
Il vissuto psicologico della persona con handicap
Le principali forme di handicap psichico
Il Burn Out come rischio nelle relazioni educative
3.Area
−
−
−
−
Devianza
Le radici della devianza
Principali manifestazioni comportamentali della devianza
Analisi di casi borderline
La conquista della fiducia e la gestione dell’aggressività nella
relazione di aiuto con adolescenti devianti
2. Il lavoro per progetti (nel corso dell’ultimo mese di servizio)
Verifica, valutazione ed analisi di:
− Obiettivi del progetto
− Andamento del servizio
− Competenze acquisite
− Il sistema formativo
L’obiettivo di questo ultimo modulo è quello di avere un quadro complessivo e una
valutazione di esito, di efficacia ed efficienza del progetto. A tal fine il formatore guiderà il
gruppo all’analisi e alla rielaborazione del servizio svolto cercando di cogliere i punti critici e
gli aspetti problematici incontrati. Farà emergere i punti di forza e, sulla base di questi,
stimolerà il gruppo a migliorare e ri-progettare l’esperienza di servizio civile.
Si effettuerà un laboratorio di auto-valutazione delle competenze. In una prima fase di
lavoro individuale, ogni volontario ricostruirà la storia del proprio servizio civile: analizzerà le
azioni svolte e prenderà in esame le conoscenze, le capacità e le caratteristiche personali
necessarie all’espletamento di ognuna di esse. Il formatore, sulla base del lavoro
precedente, inviterà ognuno dei volontari a costruire un proprio profilo dal punto di vista
delle conoscenze e competenze acquisite ed un ipotesi sul proprio percorso formativo e
professionale futuro, che verrà esplicitato in modo assembleare.
SECONDO LIVELLO
•
Viaggio formativo nella realtà territoriale dell’ente:
- la storia dell’Associazione sul territorio
- le strutture presenti sul territorio
- ambiti di intervento e risposte
dell’associazione sul territorio
alle
problematiche
sociali
•
La disabilità e il reinserimento sociale:
- potenzialità e risorse: sviluppo di nuove modalità nel fare e comunicare
- l’accessibilità: superamento e gestione delle barriere architettoniche (e
non solo)
- verso l’autonomia possibile
- reinserimento sociale attraverso il lavoro
- il valore terapeutico degli animali: la Pet-Therapi
- l’ippoterapia come strumento rieducativo e socializzante
•
Analisi, rielaborazione e approfondimento dei contenuti emersi in occasione del
primo e secondo corso di formazione generale:
- la condivisione diretta
- la relazione d’aiuto
- area minori
- area handicap fisico e psichico
- area devianza
•
Modello e ruolo dell’operatore:
- analisi del ruolo dell’operatore
- obiettivi e compiti dell’operatore
- competenze generali e trasversali
- conoscenze tecnico-specialistiche
- operatore / volontario: differenze ed analogie di ruolo
•
Progettazione, organizzazione e realizzazione di laboratori ed attività educative:
- dinamiche di gruppo
- il role playing
- le simulazioni
- il laboratorio protetto
- la manualità e la creatività come strumento educativo
- pensare e realizzare un laboratorio ludico-educativo
•
La relazione educativa con disabili in situazioni di disagio:
- la gestione quotidiana di minori con vissuto di disagio
- la relazione educativa con i minori portatori di handicap fisico e
psichico
- affettività e corporeità nei minori con handicap fisico e psichico
- la realtà degli istituti e le possibili alternative
41) Durata:
PRIMO LIVELLO
Modulo formativo
Quando
Durata
A La relazione di aiuto:
- elementi generali ed introduttivi
Nel corso de primi due mesi
16h
- elementi di approfondimento
di servizio
suddivisi per aree
Nel corso dell’ultimo mese
8h
B Il lavoro per progetti
Durata totale primo livello (A+B)
22 h
SECONDO LIVELLO
Modulo formativo
C Viaggio formativo nella realtà
territoriale dell’ente
Quando
La disabilità e il reinserimento sociale
Analisi, rielaborazione e
approfondimento dei contenuti emersi
in occasione del primo e secondo
corso di formazione generale
Modello e ruolo dell’operatore
Progettazione, organizzazione e
realizzazione di laboratori ed attività
educative
La relazione educativa con disabili
Durata
Nel corso del primo mese
8h
Nel corso del secondo e del
settimo mese
7h
Nel corso del terzo e del
quinto mese
8h
Nel corso del sesto
7h
Nel corso del secondo e
ottavo mese
8h
Nel corso del terzo e nono
mese
Durata totale secondo livello (C)
12 h
50 h
DURATA TOTALE FORMAZIONE SPECIFICA: (A+B+C) = 72 ORE
Altri elementi della formazione
42) Modalità di monitoraggio del piano di formazione (generale e specifica) predisposto:
Si rimanda al sistema di monitoraggio verificato in sede di accreditamento
Data
1 marzo 2010
Il Responsabile del Servizio civile nazionale dell’ente
LAPENTA NICOLA
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