Amadeus
Francesco Zappa
Johann Christian Bach
(Milano, 1717 – L' Aia, 1803)
(Lipsia, 5/9/1735 - Londra, 1/1/1782)
Sinfonia n. 4 in do maggiore (9'35)
1 Allegro4'51
2 Andante2'54
3 Presto1'49
Sinfonia op. 3 n. 4
in si bemolle maggiore (12'04)
bm Allegro con spirito
bn Andantino sempre piano
bo Tempo di minuetto.
Più tosto allegro
Gaetano Pugnani
(Torino, 27/11/1731 - Torino, 15/7/1798)
Sinfonia op. 4 n. 1
in mi bemolle maggiore (15'56)
4 Allegro assai
4'40
5 Andante3'25
6 Minuetto, Trio
4'56
7 Presto2'54
Niccolò Zingarelli
Sinfonia n. 5 in sol minore (11'52)
bp Allegro assai
7'29
bq Larghetto 1'52
br Allegro giusto
2'30
Neuzeit Std = per la diffusione
Fondazione
T. T.: 55'33
Atalanta Fugiens
Vanni Moretto, direttore
non in vendita separatamente da amadeus
(Salisburgo, 27/1/1756 - Vienna, 5/12/1791)
ITC Benguiat = Amadeus
4'23
(Napoli, 4/4/1752 - Torre del Greco, 5/5/1837)
Wolfgang A. Mozart
Sinfonia dall’opera
“Mitridate Re di Ponto” K 87 (6'04)
8 Allegro2'15
9 Andante grazioso
1'58
Viva Std = F
bl Presto1'49
4'40
2'59
Mozart, J.Ch. Bach,
Pugnani, Zingarelli, Zappa
Il Settecento tra Milano e Torino
Atalanta Fugiens
Vanni Moretto, direttore
REGISTRAZIONE inedita
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Amadeus
Amadeus
AM 297-2
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ecniche
zio delle
ediante i
o.
del
lmente
Il Settecento tra Milano e Torino
FRANCESCO ZAPPA
(Milano, 1717 – L' Aia, 1803)
Sinfonia n. 4 in do maggiore
1 Allegro (4'51) • 2 Andante (2'54) • 3 Presto (1'49)
Dedica al conte Francesco Balbi
Prima edizione Louis Balthazard de la Chevardière, Lione, 1765
Edizione moderna in Francesco Zappa: Sinfonie, a cura di Jacopo Franzoni, Ricordi, 2009
Organico 2 oboi, 2 corni, violini, viola e bassi
GAETANO PUGNANI
(Torino, 27/11/1731 - Torino, 15/7/1798)
Sinfonia op. 4 n. 1 in mi bemolle maggiore
4 Allegro assai (4'40) • 5 Andante (3'25) • 6 Minuetto, Trio (4'56) • 7 Presto (2'54)
Composizione intorno al 1780
Prima edizione in una raccolta di sei sinfonie come Op. 4, Welckner, Londra,
primi anni intorno al 1781
Edizione moderna in The Symphony 1720-1840, Garland Publishing, Inc –
New York & London, 1985
Organico 2 oboi, 2 corni, violini, viola e bassi
WOLFGANG AMADEUS MOZART
(Salisburgo, 27/1/1756 - Vienna, 5/12/1791)
Sinfonia dall’opera “Mitridate Re di Ponto” K 87
8 Allegro (2'15) • 9 Andante grazioso (1'58) • bl Presto (1'49)
Composizione 1770
Prima esecuzione Teatro Regio Ducale di Milano, 26 dicembre 1770
Organico 2 flauti, 2 oboi, 2 corni, violini, viola e bassi
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JOHANN CHRISTIAN BACH
(Lipsia, 5/9/1735 - Londra, 1/1/1782)
Sinfonia op. 3 n. 4 in si bemolle maggiore
bm Allegro con spirito (4'40) • bn Andantino sempre piano (2'59)
bo Tempo di minuetto. Più tosto allegro (4'23)
Dedica al Duca di York
Prima edizione in una raccolta di sei sinfonie come Op. 3, Welckner, Londra, 1765
Organico 2 oboi, 2 corni, violini, viola e bassi
NICCOLÒ ZINGARELLI
(Napoli, 4/4/1752 - Torre del Greco, 5/5/1837)
Sinfonia n. 5 in sol minore
bp Allegro assai (7'29) • bq Larghetto (1'52) • br Allegro giusto (2'30)
Composizione intorno al 1784
Fonte Raccolta manoscritta di 12 Sinfonie
Edizione moderna in: Niccolò Zingarelli: Sinfonie milanesi, a cura di Davide Daolmi, Ricordi, 2009
Organico 2 oboi, 2 corni, violini, viola e bassi
Atalanta Fugiens
Elena Telò, Daniela Beltraminelli, Marco Piantoni, violini I
Alberto Stevanin, Elisa Imbalzano, Ulrike Slowik, violini II
Gianni Maraldi, viola
Marco Testori, Giuseppina Runza, violoncelli
Riccardo Coelati, contrabbasso
Aviad Gershoni, Michele Favaro, oboi
Alessandro Denabian, Dimer Maccaferri, corni
Vanni Moretto, direttore
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Guida all’ascolto
Guida all’ascolto
Guida all’ascolto
Mozart, J.Ch. Bach, Pugnani,
Zingarelli, Zappa
Il Settecento tra Milano e Torino
blico; segue un primo tema che sfrutta il
fragore della risonanza nelle corde vuote di
la e di re; il secondo tema diradato, su un
pedale ribattuto delle viole, viene interrotto bruscamente da interventi forte dell’orchestra; si fa spesso un uso percussivo del
forte-piano. Il secondo movimento 9, dal
carattere spensierato e melodico in cui, come d’uso in Italia, i secondi violini intessono una linea di biscrome che fa sia da accompagnamento che da controcanto, viene seguito da un terzo movimento bl in un
incalzante ritmo di tre ottavi, anche questo
tipicamente italiano nello stile.
Sembra che alcuni compositori milanesi
vedessero come un affronto il fatto che
un ragazzino di appena quattordici anni osasse cimentarsi in un libretto, quello del Mitridate, che solo tre anni prima
aveva conosciuto il successo grazie alla
musica di un blasonato compositore cinquantenne molto celebre a Milano e a Torino: Quirino Gasparini. In una lettera a
Padre Martini (maestro di contrappunto
di Mozart), Leopold si esprime così: «La
opera del mio figlio ha avuto un felicissimo
incontro, non ostante la gran contraditione dei nemici e invidiosi, i quali avanti di
di Vanni Moretto
L’
anno da cui prendiamo spunto è il
1770. Al 1770 risale, infatti, l’inizio
degli studi di Wolfgang Amadeus
Mozart con Padre Martini e la rappresentazione al Teatro Ducale di Milano della
sua prima opera seria, il Mitridate Re di
Ponto, su libretto del torinese Cigna-Santi.
Mozart aveva appena concluso un lungo
giro in Italia, nel quale aveva conosciuto gli
operisti italiani “alla moda”. In particolare,
nell’Ouverture del Mitridate, si nota una
decisa influenza del napoletano Jommelli
per il quale il giovane Volfango aveva grande ammirazione. Il brano si apre su un fragoroso unisono di re maggiore ripetuto
due volte 8, inframmezzato da semplici
arpeggi staccati discendenti, quasi a costituire un richiamo per l’attenzione del pub4
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avere veduti una sol nota havevano sparsi
che sia una musica tedesca barbara, senza
ordine e fondo, impossibile à eseguire dal
Orchestra, […] uno ha avuto l’habilità di
portare alla prima Donna tutte le sue Arie,
come ancora il Duetto, tutto della Compositione del Abbate Gasparini di Torino, […]
con persuaderla di mettere queste Arie, e
di non accettare nulla di questo Ragazzo,
che non sarà mai capace di scrivere una
sola buona Aria. Ma la prima Donna si
dichiarò, di voler vedere prima le Arie del
mio figlio: e avendo le vedute si dichiarò
contenta, anzi arcicontenta. Non ostante questo i maldicenti non finivano mai à
spargere una cattivissima presumptione
contra l’opera del mio figlio: ma‘ la prima
prova stromentale serrò à tal segno le bocche di questi crudeli e barbari maldicenti,
che non si sentiva più ne anche una parola». Sarebbe bello scoprire l’identità del
musicista che tentò di persuadere la Prima
Donna (la famosa Antonia Bernasconi,
figlia adottiva del compositore Andrea
Bernasconi) a sostituire le arie mozartiane
con quelle del Gasparini!
Di sera in sera il successo del Mitridate
crebbe, e il giovane Amadeo divenne una
celebrità. In una lettera alla moglie di qualche giorno dopo, Mozart padre racconta:
«L’opera di nostro figlio […], come dicono gli
Italiani, è alle Stelle! Dopo la terza rappresentazione vi assistiamo come ascoltatori
e spettatori, ora in platea, ora nei palchi
[…], dove ognuno è curioso di parlare con il
signor Maestro e di vederlo da vicino. […] Al
2° cembalo stava il Maestro Lampugnani,
che ora, visto che Wolfgang non suona più,
suona il primo cembalo, mentre il Maestro
Melchiorre Chiesa suona il secondo. All’incirca 15 o 18 anni fa, quando Lampugnani
in Inghilterra e Melchiorre Chiesa in Italia
componevano così tanto e io ammiravo le
loro opere, arie e sinfonie, se qualcuno mi
avesse detto che questi signori si sarebbero
messi al servizio della musica di mio figlio
e, quando lui avrebbe lasciato il cembalo,
avrebbero dovuto prendere il suo posto e
accompagnare la sua musica, l’avrei preso
per pazzo e spedito al manicomio».
Dopo i successi del Mitridate i Mozart si
recarono a Torino, preceduti dalla loro
fama, accompagnati da una lettera di raccomandazione del Conte Firmian. Incontrarono i personaggi politicamente e culturalmente più influenti, e tanti compositori,
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Guida all’ascolto
Guida all’ascolto
alcuni dei quali erano vecchie conoscenze.
Volfango poté stringere finalmente la mano a quel Quirino Gasparini il cui Mitridate fu sotterrato dai successi della sua
omonima opera, rivide l’amico Paisiello
(già incontrato a Napoli), che lo introdusse
nei principali salotti della città, ma soprattutto conobbe il più importante e influente
musicista torinese: Gaetano Pugnani.
Pugnani era appena rientrato a Torino
dopo un soggiorno londinese dove aveva lavorato con l’amico comune Johann
Christian Bach. Al rientro ottenne il posto
più prestigioso per un violinista: Maestro
di Concerto della Regia Cappella e del Teatro Regio. La Sinfonia che proponiamo
è stata, molto probabilmente, scritta per
quest’ultima orchestra all’inizio degli anni ’80 del XVIII secolo. È la prima di una
raccolta di sei sinfonie: Six ouvertures in
eight parts, pubblicate da Welcker come
Op. 4 del Sig. Pugnani. Il primo movimento 4 non si avvale di ritornelli, ma può
ricordare da vicino la struttura della forma sonata. A un primo tema dal carattere perentorio e assertivo nella tonalità di
impianto (mi bemolle maggiore), ne segue
uno sinuoso e ammaliante sul quinto gra-
do (si bemolle). Non vi è un vero sviluppo
ma piuttosto una ripresa del primo tema
alla dominante, cui segue il secondo tema
alla tonica, quest’ultimo con carattere di
ripresa. A un secondo movimento nella
classica forma bipartita 5 (pure senza ritornello), segue un maestoso minuetto 6
contrapposto a un trio senza corni dalla
sonorità pastorale.
L’ultimo movimento, Presto 7, ha la tipica
concisione dei movimenti veloci conclusivi delle ouvertures d’opera di quegli anni,
ma si avvale di una struttura bitematica,
con i temi tipicamente disposti su tonica e dominante, in cui compare anche un
piccolo sviluppo modulante in posizione
centrale e una coda finale.
Johann Christian Bach è un personaggio ricorrente nella vita di Mozart. I tratti
comuni tra Wolfgang e Christian erano
molti. Entrambi figli d’arte, frequentarono
le stesse città europee, tra cui Londra, Milano, Bologna e Torino. Studiarono, anche
se in tempi diversi, con lo stesso maestro:
Padre Martini di Bologna. Entrambi ebbero un rapporto importante con la città
di Milano, di cui subirono l’influsso stilistico, ed entrambi visitarono Torino; Jo6
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hann Christian vi debuttò come operista
nel 1761, con la sua prima opera: Artaserse.
Leopold teneva in grande considerazione
Johann Christian e cercava di favorire un
rapporto di stima con suo figlio.
Le Sinfonie dell’Opera 3, di cui proponiamo la n. 4 in si bemolle, risentono in maniera particolare dell’influsso milanese.
Furono sicuramente ascoltate e visionate
durante il soggiorno a Londra dal piccolo
Mozart, che allora aveva 9 anni. L’influenza è evidente nelle sue Sinfonie K. 16 e K.
19. La forma del primo movimento bm è
molto simile a quella appena descritta di
Pugnani: come avviene spesso nelle opere
milanesi di questi anni una sorta di forma
sonata breve con i due temi ben caratterizzati, separati da un ponte modulante,
in cui però lo sviluppo prende spunto dal
primo tema alla dominante e l’effetto di
ripresa è dato dall’enunciazione alla tonica
del secondo tema.
L’Andantino sempre piano bn, ha una meravigliosa cantabilità. I pedali superiori
degli oboi, il tema asciutto ma affettuoso
ai primi violini, il movimento perpetuo di
biscrome ai secondi e i bassi e le viole che
scandiscono metronomicamente l’anda-
mento, quasi a costituire un meccanismo
musicale perfetto, sono tratti che abbiamo già trovato in diverse opere milanesi
di quegli anni, e che troveremo più volte,
in seguito, in altre opere di Mozart. La sinfonia, che conta tre soli movimenti, come
tradizione in Lombardia, si chiude con un
minuetto senza trio bo dal piglio maestoso
e dal caratteristico fraseggio tipico di molte
danze: a gruppi di quattro misure.
Questo genere di sinfonie in tre movimenti, che probabilmente ebbe origine in area
milanese, conobbe un certo successo presso i compositori di tutta Europa. Christian
Bach e i Mozart furono solo alcuni tra i
numerosi musicisti che attraversarono il
continente per soggiornare a Milano e conoscere Lampugnani, Chiesa, Sammartini,
Fioroni. Grande fu anche il flusso di compositori milanesi che, sull’onda del successo fornito dalle pubblicazioni francesi,
olandesi e inglesi, abbandonarono l’Italia e
si stabilirono nel nord-ovest europeo. È il
caso del compositore e virtuoso di violoncello Francesco Zappa, che lasciò Milano
nei primi anni ’60 per stabilirsi in Olanda,
dove visse tra gli onori alla corte di Guglielmo V d’Orange. La dedica a Francesco Bal7
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Guida all’ascolto
Guida all’ascolto
bi, un personaggio che aveva legami sicuri
con Milano, fa pensare che le sue sei sinfonie, pur essendo state pubblicate a Parigi
intorno al 1765, siano state scritte e collezionate negli anni di residenza meneghina.
La sinfonia che apre il disco, la quarta della
raccolta, ci sembra rappresentare bene la
libertà di invenzione che caratterizzava i
compositori milanesi di quegli anni.
Il primo movimento, Allegro 1, si apre
con tre accordi, seguiti da un lungo pedale
sulla tonica (un exordium frequentissimo in molte opere classiche dal secondo
settecento, fino all’Ottocento inoltrato.
L’“Eroica” di Beethoven, per esempio, ha
un exordium simile, anche se con soli due
accordi). Non vi è qui un vero tema, ma
solo un movimento armonico maestoso,
guidato dai corni, che si fa tema per l’occasione. Un breve ponte modulante porta a
un secondo tema insolitamente nervoso e
asimmetrico. A differenza delle Sinfonie di
Bach e di Pugnani, qui abbiamo una chiara forma sonata, con uno sviluppo, ben
distinto dalla ripresa, che prende spunto
dai tre accordi iniziali e dalle irregolarità
tematiche del secondo tema. La ripresa
è chiara così come è chiara la ripetizione
del secondo tema alla tonica. Interessante
la chiusa “travestita” da ulteriore ripresa del primo tema. La scrittura di questa
opera è brillante e stupisce che Leopold
Mozart abbia definito Zappa, in una sua
lettera, compositore di seconda mano.
Forse un’eccessiva libertà di invenzione
poteva apparire a un mitteleuropeo come
disordine o mancanza di struttura (non
dimentichiamo anche che Haydn definì
Sammartini “imbrattacarte”). In fondo il
rapporto tra tedeschi e italiani, nelle arti e
non solo, è sempre stato caratterizzato da
un misto di ammirazione e disprezzo.
Il secondo movimento, Andante 2, senza
corni, è affidato al timbro degli oboi, raddoppiati dai violini. La forma è bipartita
(con piccolo sviluppo nella seconda parte e ripresa del tema iniziale), il fraseggio
molto regolare di quattro misure gioca
sull’alternanza di situazioni molto diverse
e caratterizzate, sottolineata anche dalla
ricchezza di indicazioni di articolazione e
di dinamica. La sinfonia si chiude con un
classico Presto in 3/8 3, molto conciso,
in forma ABA. Va notato che nel tema B
di questo movimento si assapora ancora
una volta (come nel primo tema del primo
8
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movimento) la predilezione di Zappa per
situazioni musicali ben caratterizzate, ma
prive di un vero tema o di una linea melodica; episodi che giocano su una texture
costante, ripetitiva, tutta incentrata sul
percorso armonico.
Abbiamo scelto di chiudere il nostro racconto tra Torino e Milano negli anni ’80,
con una delle prime sinfonie milanesi
scritte in tonalità minore, nello spirito dello Sturm und Drang. Il giovane napoletano
Niccolò Zingarelli scrisse le sue 12 Sinfonie durante il soggiorno nella capitale
asburgica, al probabile scopo di accattivarsi il pubblico milanese. La tonalità della V
Sinfonia, sol minore, è una delle più amate
da Mozart, anche perché, con i temperamenti usati all’epoca (Vallotti, Barca, ecc.),
risultava decisamente eufonica.
Nel primo movimento bp frasi di tre e di
quattro battute si alternano con eleganza, le situazioni emotive e tematiche sono
molteplici; non possiamo escludere un
influsso “di ritorno” di Mozart. Interessan-
te la falsa ripresa, dopo lo sviluppo, nella
tonalità di do minore, che conferisce ancor
più drammaticità alla ripresa vera, che segue di lì a poco nella tonalità di impianto.
Caratteristica propria di Zingarelli sono
primi movimenti di ampio respiro, seguiti
da secondi movimenti straordinariamente
concisi e cantabili. Anche in questa V Sinfonia il secondo movimento bq dura meno di due minuti e ha la forma di un’unica
frase dal carattere sereno, in andamento
ternario. La sinfonia (così come il disco),
si chiude con una vorticosa tarantella br
basata su un tema ossessivo che torna in
diverse tonalità, in diversi contesti dinamici e affettivi; una idée fixe che descrive
una specie di ossessione dionisiaca. Elemento strutturale che definirei geniale, è la
chiusa dell’opera con una corona, seguita
da una citazione del primo movimento;
l’effetto di ineluttabilità che ne deriva, è un
assaggio delle atmosfere romantiche di un
Europa che andava a grandi passi verso la
Rivoluzione.
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Interpreti
Interpreti
Atalanta Fugiens
Nasce dall’incontro di un gruppo di musicisti accomunati dallo stesso entusiasmo per
l’esecuzione su strumenti originali del repertorio, classico e romantico, alla luce dello
studio filologico delle partiture, della trattatistica musicale e della storia dell’epoca.
Già ensemble in residence presso la rassegna “Musica Antica a Villa Reale” di Monza e
membro del Circuito Lombardo di Musica Antica, ha collaborato con Musica e Poesia a
San Maurizio, MiTo, Dias da Musica di Lisbona, Festival di Brema, Festival di Lucerna,
Osterfestival Tirol, Grandezze e Meraviglie di Modena, Festival Esta di Cremona, Muiscantiqua di Martinengo, Musica a Villa Palestro di Milano, Settimane Musicali di Stresa
e I Concerti delle Camelie di Locarno. Ha suonato nella Basilica di San Simpliciano di
Milano, nella Sinagoga degli Argenti di Casale Monferrato, nel Duomo di Alessandria.
Registra per Sony con cui sta realizzando la collana discografica “Archivio della Sinfonia
Milanese”, già arrivata al VII volume. Ha all’attivo tre pubblicazioni discografiche con la
rivista Amadeus.
Vanni Moretto
Direttore Editoriale della collana “Archivio della Sinfonia Milanese”, presso Casa Ricordi,
direttore musicale dell’omonima serie discografica pubblicata da Sony (giunta al VII
volume). Direttore artistico di Atalanta Fugiens, da lui fondata nel 2004.
Ha diretto Pomeriggi Musicali, Musica Rara, Solisti Aquilani, Giardino Armonico, Cappella Teatina, Orchestra Litta, Orchestra Barocca di Siviglia e Milano Classica (con cui
ha realizzato incisioni discografiche per Dynamic, Stradivarius, Le Stelle).
Come violonista si è esibito nelle più importanti sale di tutti i continenti e registrato per
Teldec e Decca.
Le sue composizioni, edite da Ricordi, Sonzogno e Bèrben, si sono qualificate in concorsi
nazionali e internazionali quali V. Bucchi, “Petrassi”, “Rocco Rodio”, “Fiumara d’Arte”.
Sono state eseguite da Orchestra della RAI di Milano, Orchestra della Fenice di Venezia,
Orchestra dell’Accademia Chigiana, Ensemble Sonar Parlante, Musica Rara e Milano
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Classica. Ha vinto per due volte consecutive il 1° premio al Concorso di Composizione “Il bambino e il suo strumento” di Grugliasco (1994 e 1995), il secondo premio al
Concorso di Composizione per l’Infanzia di Sàrmede (1994) e al Concorso “J. Brahms”
(1994).
Amadeus
n. 297 (08/2014)
Periodico registrato al Tribunale di Milano 186/19-03-1990
C e  2014
Direttore responsabile Gaetano Santangelo
Redazione Andrea Milanesi
Grafica Dario Codognato
Impaginazione Riccardo Santangelo
Registrazione dal vivo 9 ottobre 2012, Chiesa di S. Uberto, Reggia di Venaria Reale (TO)
Tecnico del suono Roberto Chinellato
Editing e postproduzione Vanni Moretto
In copertina Vanni Moretto (Foto di Pino Ninfa)
N.B.: È possibile scaricare questo booklet in formato digitale
all'indirizzo www.amadeusonline.net/books/201408.pdf
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