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Carlo Corsetti
Concerto Civile
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(06) 93781065
isbn 978–88–548–8337–6
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I edizione: aprile 2015
A Giuse
ed insieme lavoriamo
perché il mondo sia miglior!
Presentazione
Concerto Civile è una storia d’Italia dal Risorgimento ai nostri
giorni, ricostruita e narrata attraverso otto canti per soli, coro
e pianoforte.
Il concerto è introdotto dai primi versi dell’opera Pagliacci di Ruggero Leoncavallo (1892), che riprende «le vecchie
usanze». Anche noi, infatti, abbiamo scelto di tornare al «vecchio» canto narrativo o epico classico, che rende più facilmente assimilabili sia gli eventi e i fatti storici narrati sia la
loro lezione civile.
Cantato sull’aria Va’, pensiero dell’opera Nabucco di Giuseppe Verdi (1842), il primo canto del concerto, Forza, gente, invita a impegnarsi con e per l’Italia, che, «amata e tradita», non
si arrende, ma torna a lottare «per il pane, la gioia e l’onor»,
cioè per i bisogni e diritti materiali, psicologici e spirituali di
ogni persona.
Il secondo canto, Mameli cantò, presenta, con una disposizione metrica diversa da quella originaria e una melodia
tutta nuova, il testo integrale del Canto degli Italiani, scritto da
Goffredo Mameli, ventenne, nel 1847. Di questo canto, adottato il 12 ottobre 1946 come inno della Repubblica Italiana,
di solito si canta soltanto la prima strofe, che è quella più
retoricamente involuta e meno poeticamente felice di tutte,
sì che il suo messaggio più vero e profondo resta in genere
taciuto e ignorato. Ora, invece, rendendolo cantabile tutto
in soli tre minuti, anziché nei circa quindici necessari per la
nota e bella musica di Michele Novaro, la nostra melodia
permette di far conoscere e recuperare per intero il messaggio di unità, libertà e dignità nazionale del Canto degli Italiani.
Il terzo canto, La fanfara, presenta gli episodi salienti della
storia dell’Italia monarchica, dalla presa di Roma papalina
alla Resistenza partigiana. Il canto evidenzia il tragico contrasto tra la retorica imperialistica e aggressiva dei gover7
nanti e l’esperienza sofferta e umiliante del soldato, che lor
signori spediscono sui campi di battaglia. Finché, capito chi
siano i veri nemici dell’«onore della patria», egli prima sale
sui monti e poi vota la Repubblica «per aver la libertà».
Il quarto canto, Diritti e libertà, presenta in forma integrale,
eccettuati i Considerando dal quarto al settimo, la Dichiarazione
universale dei diritti umani, con cui il 10 dicembre 1948, dopo le
violenze e le barbarie delle leggi discriminatorie razziali e
della seconda guerra mondiale, le Nazioni Unite delineano
un progetto di mondo nuovo, rispettoso della dignità umana
e dei diritti di tutti, uomini e donne, ovunque essi vivano.
Il quinto canto, Costicanto, canto della costituzione, presenta i Principi fondamentali, cioè i primi dodici articoli della
Costituzione italiana, con cui, finita la seconda guerra mondiale, l’Italia repubblicana «riconosce, garantisce e promuove» i
diritti umani inviolabili, che invece il fascismo monarchico
aveva nuovamente ridotto a concessioni arbitrarie del potere politico.
Il sesto canto, La banda, presenta gli episodi salienti della
storia dell’Italia repubblicana, caratterizzata dal contrasto tra
«Stato profondo» e «Italia profonda», cioè tra governanti e
cittadini comuni. Mentre i governanti, infatti, spesso in continuità anche personale con il regime fascista e monarchico,
tradiscono la costituzione, preparano colpi di Stato, compiono stragi, attuano la strategia della tensione, i cittadini
comuni, invece, continuano per lo più a remare e penare
per mandare avanti «la barca d’Italia».
Il settimo canto, Alla gioia, presenta, con la celebre melodia della nona sinfonia di Ludwig van Beethoven (1824), la
prima traduzione ritmica italiana di An die Freude di Friedrich
von Schiller (1785); traduzione mai attuata prima e di cui il
suo autore, cioè l’autore di questo libretto, è culturalmente
fiero. Alle nove strofe originali egli ne ha aggiunta una decima, che riprende e rilancia il messaggio gioioso e fraterno, per cui l’ode è stata scelta come inno sia del Consiglio
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d’Europa sia dell’Unione Europea, che l’Italia ha contribuito
a fondare e promuove in una prospettiva d’integrazione pacifica dei popoli europei.
L’ottavo canto, Sorgi, Italia, esorta tutti a riemergere dal
naufragio morale in atto mediante la ripresa dei nostri valori
culturali, costituzionali e ambientali in una visione umanitaria europea e mondiale.
Memori del consiglio di Orazio, che raccomanda di unire
l’utile e il dilettevole, abbiamo cercato di unire la lezione
storica con l’armonia del verso cantato, per renderne più
facilmente e piacevolmente fruibili, memorizzabili e trasmissibili i valori e gli eventi. Soprattutto quando questi siano
amari e repellenti al palato, giova, infatti, addolcirli con il
miele del canto, come ci hanno insegnato Lucrezio e Torquato Tasso.
Così è nato Concerto Civile, che si muove e avanza fiducioso
nelle sale italiane grazie al pianista Roberto Pivotto, coautore delle musiche, ai cantanti lirici Paola Cacciatori e Allan Rizzetti, e alla tenace dedizione organizzativa di Marina
Esposito, che tra i primi ha sostenuto e promosso il nostro
Concerto Civile.
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