le Notizie UNITRE Cesano Maderno - periodico a diffusione interna - settembre 2015 Invito all'impegno e al rispetto S econda serata di chiusura dell’anno accademico. Nell’intervallo Pietro Nicolaci, vice sindaco nonché dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo 1 di Cesano Maderno, si complimenta con l’Unitre: è molto apprezzata a livello intercomunale, tanta passione, partecipazione e impegno producono grandi risultati. Nicolaci propone di creare un ponte tra l’Unitre e il suo istituto, perché molte delle attività svolte non sono a conoscenza dei ragazzi. Si tratta di una proposta politica di effetto, che dovrà però essere valutata nelle sedi opportune, per verificare concretamente in quali termini possa svilupparsi. Gli risponde Annibale Sivelli, presidente onorario dell’Unitre. Afferma che il dirigente scolastico ha riassunto in poche parole l’essenza della nostra università e accoglie con favore la proposta di realizzare l’interscambio generazionale, che è una caratteristica della nostra Associazione. L’Unitre è un orgoglio di Cesano Maderno, possiede un corpo insegnanti formidabile; a loro va il suo ringraziamento, così come alla dirigenza, ai collaboratori ed ai silenziosi segretari. “Recentemente il consiglio comunale ha parlato dell’Unitre: è stato un intervento puramente tecnico, una interrogazione. Faccio a mia volta una proposta: gradiremmo che i nostri consiglieri comunali venissero una volta a visitarci. Scoprirebbero che l’Unitre è fonte di cultura, che è la virtù essenziale di un popolo. La civiltà di una nazione è rappresentata dal grado di cultura che i cittadini hanno. Il cittadino deve vivere la vita della città, per potersi sentire cittadino, ma gli amministratori devono vivere la realtà della loro città per capire quali sono i bisogni della politica.” Il presidente onorario si riallaccia poi alle recenti parole di papa Francesco, quando ha affermato che “…stiamo diventando una civiltà delle cattive maniere e delle cattive parole…”. L’abitudine attuale porta a tollerare anche la maleducazione, il che non fa certo onore. Propone allora di dedicare il prossimo anno accademico all’educazione ed al rispetto. “Dobbiamo impegnarci, perché i mass media non ci aiutano: se noi rispettiamo il prossimo, il prossimo rispetterà noi.” Il presidente Crenna conclude gli interventi con la promessa di portare avanti le due proposte suggerite. g.a. leNotizie Sommario Invito all'impegno e al rispetto Pro-memoria per il nuovo anno Serate di chiusura Open day A riproposito dei compiti a casa Short stories and other writings A proposito del medioevo di Le Goff Concorso letterario I primi fanti il 24 maggio 24 maggio 1915-2015: cento anni Un ricordo uscito dal cuore Marzo 1821 Poesie Il cibo è vita Uscite culturali Mostra del maestro Galimberti A proposito di Expo Uscite culturali Il Rotary premia l'Unitre UNIVERSITÀ DELLE TRE ETÀ Sede di Cesano Maderno Via Federico Borromeo, 11 20811 Cesano Maderno Tel. 0362 540 085 Fax 0362 585010 www.unitrecesano.it [email protected] Redazione Giuseppe Ascari Ferruccio Crenna Luciano Nardi Bruno Proserpio Anny Rossi [email protected] Grafica e impaginazione Giovanna Cesari Maria Spotti 2 1 2 3 - 9 10 - 13 14 14 15 16 - 19 20 21 21 22 23 24 25 - 29 30 31 32 32 Pro-memoria per il nuovo anno All’inizio del nuovo anno accademico riteniamo opportuno ricordare le date dei nuovi impegni che ci aspettano. Nella settimana da lunedì 14 a venerdì 18 settembre 2015 ci sarà la tradizionale presentazione dei corsi. Le iscrizioni inizieranno lunedì 21 settembre, dalle 9.30 alle 11.30. Le lezioni inizieranno lunedì 12 ottobre . Le vacanze natalizie saranno da mercoledì 23 dicembre a mercoledì 6 gennaio 2016 compresi. Le vacanze pasquali saranno da giovedì 24 marzo a martedì 29 marzo 2016 compresi. Le lezioni infine termineranno martedì 31 maggio 2016. Collaboratori di segreteria Carla Arienti Emma Ascari Simona Bergo Vera Ceoloni Daniela Donadonibus Marina Gasparotto Loredana Orciari Luciana Ramponi Luciana Redaelli Maria Luisa Sambruna Giulia Spotti Vincenzo Zucchi Tecnici Franco Alberti Dino Baresi Valter Canato Mauro Domizioli Maria Spotti Orario di segreteria Da lunedì a venerdì: ore 10.00 – 11.30 ore 14.30 – 18.30 Consiglio direttivo Presidente: Ferruccio Crenna Presidente onorario: Annibale Sivelli Vice presidenti: Luca Ricci Emma Ascari Tesoriere: Francesco Disarò Direttrice dei corsi: Giuliana Colombo Consiglieri: Roberta Sacchetto Sergio Tognella Segretaria: Emma Ascari Rappresentanti dei docenti: Tiziano M. Galli Luciano Nardi Rappresentanti dei corsisti: Flavio Basilico Anny Rossi 1 2 3 4 5 1-2-3-4-5 Il corso di Recitazione in Che bel gener l'è ul mè gener... 6 Scacchi, premiazione 6 serate di chiusura Il servizio fotografico delle Serate di chiusura è di New Photo Volpi - Baruccana di Seveso 1 2 3 4 5 1-2-3-4-5-6- Danza e movimento 6 serate di chiusura 2 1-2 Bridge, premiazione 1 3 4 3-4 Letteratura italiana: il volto del dolore 5 5-6 Il pubblico delle due serate 6 1 Lingua tedesca: il re degli elfi 2 Gruppo docenti 3 Fondale: IERI E OGGI a cura dei corsisti di Creatività artistica 4-5 Hata yoga 2 3 4 5 serate di chiusura 1 1 2 3 4 1 2-3 4 5 5 Terapie naturali Lingua e letteratura francese Lingua spagnola Gabriella, la voce guida della serata 1 Giuria del concorso letterario 1 2-3 Concorso letterario: premiazione poesia 2 3 4 5 6 4-5-6-7 Concorso letterario: premiazione racconto 7 serate di chiusura 1 2 3 4 1 2 3 4 5 6 Training autogeno Tai chi chuan Taglio e confezione Laboratorio di sartoria Tombolo Taglio e confezione - Laboratorio di sartoria Le serate sono state filmate dai corsisti di Videomontaggio digitale e saranno raccolte in due DVD 5 6 day open 1 2 3 4 1-2 Accademia di pittura 3-4 Acquarello 5-6 Creatività artistica 6 5 day 2 1 4 3 1-2 Di-segno 3-4 Fotografia 5-6 Laboratorio di sartoria pe n Il servizio fotografico dell' Open day è di Anny Rossi 5 6 day open 1 2 3 1-2 Lingua inglese 4 CM 3-4 Pizzo Cantù 5-6 Shiatsu 4 5 6 n leNotizie 1-2 Taglio e confezione 3-4 Tombolo 1 2 pe 3 4 INVITO A COLLABORARE Invitiamo tutti i partecipanti all'Unitre (docenti, corsisti, ecc.) a collaborare per il periodico a diffusione interna leNotizie, fornendo articoli di interesse generale, poesie, racconti, disegni od altro. In linea di massima i pezzi non dovranno superare le 2.000 battute, spazi inclusi: (Word 2007: Revisione, Conteggio Parole -Word 2003: Strumenti, Conteggio Parole). Il materiale (possibilmente in formato elettronico) dovrà essere consegnato in segreteria Unitre, oppure inviato per posta elettronica all'indirizzo: [email protected] La redazione si riserva la decisione di pubblicare, a suo insindacabile giudizio. Il materiale, anche se non pubblicato, non verrà restituito. La Redazione de leNotizie 13 leNotizie A riproposito dei compiti a casa degli scolari Nel dicembre 2014 abbiamo pubblicato un articolo di T.M.Galli intitolato I compiti a casa. Nel numero di aprile 2015 abbiamo dato voce ad alcuni commenti sullo stesso. Ora l’autore intende ribadire le proprie argomentazioni col pezzo che segue. H o avuto numerose testimonianze a favore del mio articolo sui compiti a casa pubblicato sulla rivista “leNotizie” del dicembre 2014 dell’UNITRE, così come vi sono stati articoli di critica nel numero dell’aprile 2015 sempre sulla medesima rivista. Ben venga un costruttivo dibattito sull’argomento da me proposto, ma prendo atto che il mio scritto ha colto nel segno e entro nel dialogo coi miei interlocutori. Io sono un operatore in attività dal 1970, con quarantacinque anni di esperienza professionale alle spalle, dapprima come maestro-educatore in istituti di bambini abbandonati e disabili, poi come psicomotricista e in seguito alla mia Specializzazione in Tecniche di Intervento Psicoterapico nel 1977, anche come Docente di psicomotricità in corsi parauniversitari e universitari per operatori scolastici e socio-sanitari che continuo a tenere, così come sono sempre dentro ad un aggiornamento permanente. Credo quindi di avere bene conosciuto la realtà della scuola in ogni sua parte sensibile comprese le difficoltà delle famiglie e non penso proprio di essere un Solone uscito dal Mulino Bianco, ma di essere un operatore che conosce dal di dentro le difficoltà del lavoro dell’insegnante, così delicato e difficile e male retribuito: Martino Lutero diceva che gli Stati dovrebbero stanziare meno denaro per comperare cannoni , ma più soldi per retribuire meglio gli insegnanti! Sì, la grande bellezza creativa dell’educazione si poggia anche nella grande bellezza educativa della scuola che deve offrire nel suo contenitore il momento fondamentale per l’apprendimento formale. Normalmente, abbiamo tutti gli stessi strumenti per apprendere, ma non tutti abbiamo gli stessi tempi per rielaborare le cose: è a scuola che lo scolaro deve risolvere i suoi compiti, così come il lavoratore deve esaurire sul posto di lavoro la sua attività. La vivacità delle risposte avute mi fanno pensare di avere toccato un punto sensibile con le mie argomentazioni e sono onorato di essere in ottima compagnia su questo versante psicopedagogico e cioè con Maria Montessori, con don Lorenzo Milani, con Alberto Manzi, con Raffaele Morelli. Eppure, per esempio, esiste la Circolare Ministeriale del 14 mag- gio 1969 n°177 con “Oggetto: riposo festivo degli alunni e compiti scolastici da svolgere a casa”, che vieta di assegnare i compiti per il lunedì e i compiti in classe al lunedì e che ammonisce come “un sovraccarico degli impegni di studio o la concentrazione di essi in alcuni giorni nuocerebbe, infatti, sia alla salute dei giovani, sia al processo di maturazione culturale che non può essere costretto in schemi innaturali.” La circolare ribadisce, già da tempo come si evince dal testo, la necessità degli alunni di stare insieme ai genitori nel tempo libero e avvalora le modalità della cultura appresa anche mediante eventi culturali come spettacoli teatrali e cinematografici! Prendiamo atto quindi della circolare citata riguardo a questo difficile e problematico argomento che appassiona da sempre le famiglie e la scuola con opinioni magari diverse, ma tutte meritorie di essere prese in considerazione e discusse. Ringrazio perciò coloro che si sono presi la briga di intervenire oralmente e con scritti sui “compiti a casa”, disponibile a riprendere un dialogo interessante e costruttivo. Tiziano Maria Galli Short stories and other writings L e corsiste di Lingua inglese 4CM, al termine dell’ultimo anno del loro corso, hanno voluto mettere su carta il frutto della lingua acquisita durante il quadriennio, pubblicando un libretto col titolo sopra riportato. Sono ricette, poesie, brevi racconti, tutti rigorosamente in lingua inglese, corredati da disegni o fotografie. Il volumetto è disponibile in Segreteria per chi volesse vederlo, ma soprattutto è visionabile sul sito Unitre www.unitrecesano.it. 14 leNotizie L’articolo che segue è una “risposta” a quello analogo pubblicato sul nostro giornale del dicembre 2014. Per ragioni di spazio non aveva trovato posto nell’ultimo numero del giornale, per cui viene pubblicato solo ora. Ce ne scusiamo con l’Autore e con i nostri lettori interessati all’argomento. I l significato del sostantivo femminile Storia è “l’insieme degli eventi umani, o di determinati eventi umani, considerati nel loro svolgimento”. Quando si narra la “storia” quindi si dovrebbero narrare i fatti ma, spesso, non ci si limita alla sola narrazione e ci si cimenta nella loro interpretazione, tralasciando di utilizzare un metodo scientifico di interpretazione che renda oggettiva l’interpretazione stessa. E’ importante invece che la “storia” sia oggetto di studio e sarebbe opportuno applicare all’apprendimento, l’intelligenza e un metodo, e non limitarsi a sorbire un racconto della storia e a raccontarlo a nostra volta come ci è stato trasmesso. Studiare la storia significa farla oggetto di esame, meditazione e indagine e quando due epoche, una passata e una più recente, nei loro eventi politici, economici, sociali, religiosi eccetera, sono messe a confronto, dovrebbero essere piuttosto le cause che i fatti ad essere oggetto di esame. La storia diventa memoria quando, da questo esame, si ricava che cause simili possono generare in epoche diverse fatti simili ma mai uguali. Intendo dire con questo che se, ad esempio, nel passato, i soprusi nei confronti di un popolo, hanno scatenato una protesta violenta e una rivoluzione armata, difficilmente oggi, almeno nei paesi occidentali, scatenerebbero lo stesso evento, ma in presenza di cause simili potrebbero scatenare una reazione simile ma non una rivoluzione armata. La memoria ha quindi la funzione di preservarci dal commettere, oggi, ciò che nel passato alla luce della storia si è verificato un errore. Occorre anche dire che il fare oggetto di esame, meditazione e indagine, implica dare un giudizio su ciò che A proposito del medioevo di Le Goff è avvenuto e tale giudizio sarà solo opinione e non verità, se la nostra coscienza non avrà interiorizzato e tradotto in valori morali i princìpi, riconosciuti come universali, che si ricavano dalle definizioni di ciò che è bene/male, giusto/ingiusto, buono/ cattivo, utile/inutile ecc.; definizioni frutto della lunga indagine e ricerca effettuata dalla filosofia antica. Chi ha memoria della storia sa che ciò che più incise sullo svolgimento dei fatti del passato, furono l’azione politica e quella religiosa. L’azione politica e l’azione religiosa, ancora oggi, sono le azioni che in misura maggiore determinano il modo di essere di una società in quanto sono portatrici di princìpi e valori che influenzano moralmente ed eticamente; ed è quando le due azioni procedono in parallelo, quando cioè il sistema temporale non si distingue da quello spirituale, che si producono i danni peggiori. Questo è ciò che è avvenuto nel Medioevo; i secoli del Medioevo furono veramente secoli bui e non solo per la fame, la carestia, le malattie, il dispotismo, le continue guerre, ma furono secoli bui soprattutto dal punto di vista culturale. Dalla caduta dell’Impero Romano d’Occidente fino a metà del Trecento, la controriforma del cristianesimo nei confronti del paganesimo, complice l’azione politica, si caratterizzò per lo sforzo di creare e sviluppare una cultura cristiana che in parte occultò e in parte limitò la conoscenza e gli sviluppi del precedente pensiero filosofico, in particolare quello greco. Nel Medioevo si sviluppò una cultura pedagogica basata esclusivamente sulla diffusione della conoscenza della Bibbia e degli altri testi sacri e reinterpretativa della cultura precedente alla luce della parola del Dio cristiano. Una cultura pedagogica, che in assenza di un sistema scolastico laico, per secoli ha condizionato la formazione intellettuale di laici e cristiani (si veda a questo proposito il libro “Gli intellettuali nel Medioevo” di Le Goff). L’uomo ha sempre avuto esigenza di verità e prova ne è la ricerca continua che ne fa. In quei secoli più che mai avevamo bisogno di verità e ci è stato insegnato, invece, che occorreva accettare tutti i mali come segno della Divina Provvidenza. Non ci è stato insegnato che si può e si deve arrivare alla verità attraverso la conoscenza ma ci è stata fornita una RAPPRESENTAZIONE ASTRATTA DEL VERO considerandola certa, assoluta e inconfutabile. Gli studi di Le Goff sul Medioevo hanno dato un grande contributo allo studio della storia: portare a conoscenza il sistema educativo medioevale ha smascherato quella politica che, per secoli, ha propagandato il messaggio che, unico VERO, fosse il pensiero cristiano e come tale dovesse essere accolto con atto di fede. Per nostra fortuna a sovvertire questa mistificazione, a sovvertire questa NON VERITA’, furono gli stessi intellettuali a partire dall’Umanesimo. Ho la certezza che oggi il percorso di ricerca della verità si sia interrotto, anche se per colpa di un soggetto diverso, e siamo nuovamente precipitati in anni bui molto simili a quelli di allora e, questa certezza, mi fa dire che nulla abbiamo appreso dalla storia passata e nulla quindi può essere rimasto nella nostra memoria e ora, come allora, non sarà la Divina Provvidenza a salvarci. Nadia Marmonti 15 leNotizie PRIMO CONCORSO LETTERARIO S i è svolto quest’anno la prima edizione del concorso letterario organizzato dall’Università delle Tre Età di Cesano Maderno. Il concorso si è sviluppato su due piani, la sezione narrativa e la sezione poesia. Il tema da sviluppare proposto dalla giuria era Guerre, odi ed amori. La sezione narrativa ha visto come primo classificato Emilio Asnago, col racconto COME POTETE GIUDICAR, che pubblichiamo di seguito. Al secondo posto si è piazzata Maria Teresa Borgini, col racconto OLTRE IL MARE. Al terzo posto si è classificata Roberta Capizzi, col racconto GUERRE, ODI ED AMORI. La sezione poesia ha visto vincitrice Giuseppina Rita Allievi con la poesia A CLAUDIA, che pubblichiamo di seguito. Al secondo posto si è piazzato Bruno Proserpio con la sua composizione UNA GIORNATA IN SPIAGGIA. Al terzo posto si è classificata Gioconda Borroni con la poesia TI PORTA LONTANO. L a sua guerra l’aveva persa in un pomeriggio assolato di primavera nell’anno in cui dai jukebox uscivano le note di “Come potete giudicar” dei Nomadi. Di battaglie ne aveva combattute tante e tante ne aveva perse a volte anche contro chi aveva di più caro ma la vita è anche questa. Lui, primogenito in una famiglia matriarcale, ben presto aveva capito che sarebbe stato l’ultimo nei confronti di sua madre che avrebbe scelto di dare maggiore importanza alle sue 2 sorelle indipendentemente dalle capacità. Era nato l’ultimo giorno dell’anno in cui nacque il Partito Nazionale Fascista che tanti guai portò agli italiani, in un paese tra Milano e Como, in una casa affacciata sulla strada provinciale dove era stata ricavata un’osteria con camere annesse che negli anni a venire venne pomposamente chiamata “Albergo”.Nel 16 Come potete giudicar cortile retrostante c’erano case di ringhiera e in fondo oltre il portico, c’era la stalla dove vivevano alcune mucche e Pino, un mansueto cavallo da tiro, bianco. Da allora in poi tutti i cavalli di quella stalla si sarebbero chiamati Pino e sarebbero stati tutti bianchi. L’ “Albergo” era di proprietà di sua madre mentre la stalla con tutti gli animali erano di suo padre e di suo zio, uno scapolo di poche parole che gli voleva un gran bene, che si occupavano di accudire le bestie e della cura di alcuni campi di proprietà con l’ausilio di un povero contadino tanto buono quanto il vino che lo accompagnava nelle solinghe giornate di riposo. La stalla era il ritrovo preferito di tutti gli abitanti della corte nelle serate invernali. Ci si radunava al caldo “animale” alla luce delle candele tra effluvi pestiferi, dove ognuno portava con sé una sedia di paglia e mentre le donne lavoravano la lana si cantava tutti in- sieme, con i bambini che giocavano nel fieno, che sarebbe diventato il pasto degli animali, che sarebbero diventati a loro volta il pasto degli uomini, quegli stessi animali che ruminando ruminando, espletavano i loro bisogni corporali tra le risa e i commenti salaci degli astanti. Lui aveva frequentato la scuola elementare del paese con scarsi risultati, aveva una idiosincrasia verso l’ordine costituito. Quando a scuola fu costretto posare per una fotografia che lo ritraeva vestito con la divisa di Balilla e il braccio alzato per il saluto romano nei suoi occhi traspariva uno smarrimento sconosciuto ai suoi compagni di classe che davanti alla macchina fotografica si sforzavano di esprimere tutto il loro ardore e la loro sfrontatezza. La sua passione erano gli animali e ben diverso era il suo sguar- leNotizie do nella fotografia che lo immortalava a cavallo di Pino, uno sguardo fiero e un sorriso appena accennato che emanava un senso di pace e di serenità e mai avrebbe pensato che un giorno per un crudele scherzo del destino sarebbe diventato il loro carnefice. Con la maggior età arrivò anche la guerra e con essa anche la chiamata alle armi, 12° Reggimento Bersaglieri, bersagliere motorizzato. Fu spedito sul fronte libico a combattere contro gli inglesi. In Libia contrasse la malaria e fu rispedito in patria all’Ospedale militare di Scandiano dove il giorno dell’armistizio festeggiò cantando in coro con altri commilitoni “Avanti popolo” fu così che vinse un “viaggio premio”, tanto di moda in quegli anni, in un campo di lavoro in Germania nei pressi di Kustrin. Questo atto di ribellione fu sempre smentito da sua madre, suo figlio non poteva essere un “comunista”! Dalla Germania riuscì a tornare nell’autunno del 1945 con due falangi dell’indice della mano destra in meno ma con tanti terribili ricordi in più. A fargli ricordare quei giorni ci avrebbe pensato per sempre la mano mutilata per fermare una cancrena dovuta a una ferita mal curata durante il soggiorno premio. Ora che aveva servito la patria non gli restava altro che formarsi una famiglia, il che non gli sarebbe stato difficile in quanto era un bell’uomo, educato, alto, con i capelli neri impomatati e un paio di baffi alla Clark Gable, trovarsi un posto di lavoro e una casa. Così si diede da fare e nel giro di quattro anni riuscì a sposarsi e a diventare padre di un maschio al quale venne imposto il nome dell’ultimo re d’Italia. Sua moglie era una bella ragazza bionda, sua coetanea, di buona famiglia, famiglia socia- lista, il padre aveva una bottega di falegnameria in fondo al paese. Era una bottega ben avviata che dava lavoro a alcune persone e dove lei teneva la contabilità forte della sua licenza commerciale. La ragazza era anche coraggiosa e intraprendente come aveva già avuto modo di dimostrare durante la guerra quando partì da casa, da sola, per andare a La Spezia. Con sé aveva solo una valigia con dei vestiti “borghesi” che sarebbero serviti per organizzare la fuga di suo fratello dalla struttura paramilitare tedesca della TODT dove lo stesso prestava servizio e che rischiava di essere deportato in Germania come era capitato al suo futuro marito. Con il matrimonio arrivò anche il lavoro. Sarebbe stato lui con la moglie, così come promesso da sua madre, a gestire e servire tutti gli avventori dell’osteria e dell’”Albergo” anche perché sua sorella era destinata a servire Gesù avendo scelto la vita monacale sotto l’attenta regia della madre. Anche la casa non sarebbe stato un problema: una delle tre stanze dell’ “Albergo” fu riservata alla giovane coppia, mentre il resto della vita veniva trascorso in comunione con il resto della sua famiglia. Ma le cose ben presto cambiarono perché arrivò un “principe azzurro” e la futura suora cambiò fidanzato si innamorò di lui a tal punto da rinunciare ai voti e di rivendicare il suo diritto alla gestione dell’impresa famigliare. Il “principe azzurro” non era tale nella figura ma era molto stimato in loco, dove lavorava come factotum presso il salumificio del paese, era un cattolico fervente e si interessava di politica nelle file del partito della D.C. Il suo carisma era così forte che riuscì a far cambiare la decisione della futura suocera di affidare la gestione dell’”Albergo” ai novelli sposi e di affidarla alla mancata suora sotto la sua supervisione in cambio lui si impegnava a assumere suo cognato presso il “suo” salumificio come macellaio! Lui che amava così gli animali era costretto a toglierli la vita per vivere. Per mitigare i sensi di colpa si era inventato un gioco che avrebbe reso felici tutti i bambini del cortile: con la vescica dell’animale macellato lui ricavava un pallone, un pallone rudimentale ma che comunque avrebbe regalato momenti di felicità. Il posto sicuro, ben retribuito e gli avrebbe permesso di maturare i ”bollini” per la pensione e era a pochi passi da casa. Oltre alla gestione dell’”Albergo” fu anche costretto a lasciare la stanza dell’ “Albergo” alla sorella, che nel frattempo si era sposata, e trasferirsi nel granaio adattato alla bisogna ad appartamento dove una tenda fungeva da divisorio tra la cucina e la camera da letto. Tutto questo lui lo accettò come aveva sempre accettato tutto dalla vita senza mai lamentarsi ma guardando sempre al domani sperando in un futuro migliore. Non fu così per sua moglie che da quel giorno si sostituì a lui nella battaglia per rivendicare i suoi diritti, una battaglia che lei avrebbe vinto per lui. Agli inizi degli anni ‘50 lui perse suo padre e il suo amato zio ma si ritrovò padre di un altro bambino che prese il nome del nonno. Oltre a ritrovarsi padre per la seconda volta si ritrovò anche proprietario terriero grazie al lascito dello zio che lo vincolava, al momento della costruzione della sospirata abitazione, di riservare 2 stanze per la madre. La cosa non rese felice sua madre che tentò in tutti i modi di cambiare il testamento anche in favore delle figlie, ma solo grazie alla fermezza di sua moglie questo non avvenne. Ora bisognava trovare i soldi per costruire una casa degna di tale nome e a questo ci pensarono suo suocero, sua moglie e il fratello di lei, quello che salvò dalla deportazione e che per tutta la vita ebbe modo di ricompensarla. 17 leNotizie Con la nuova abitazione arrivarono anche il terzo figlio, battezzato col nome dell’amato zio, e un nuovo lavoro trovato sempre grazie all’intervento del cognato che l’aveva già aiutato nella costruzione della casa, che riuscì a farlo assumere come cuoco presso una grande società chimica sita in un paese limitrofo. Fu a causa di questo nuovo lavoro che scoprì che i famosi “bollini” per la pensione non erano mai stati pagati dal salumificio di cui era responsabile amministrativo l’altro cognato, il marito della mancata suora! Ma per lui niente cambiò, continuava la sua vita come sempre come tutti gli onesti operai nel periodo del boom economico consapevoli che dovevano subire le angherie padronali ancora per poco. Così ogni mattina prendeva il suo Motom e si recava al lavoro per poi tornare a casa alla sera e ricominciare il giorno dopo. I figli crescevano e così una FIAT 600 bianca usata prese il posto del Motom ma lui non amava i cavalli motore lui era ancora affezionato al Pino. Poi una sera d’inverno mentre la sua famiglia era a vedere la TV all’osteria si sentì male e quando rientrarono lo trovarono dolorante in un letto di sudore. Fu subito trasportato in ospedale dove gli diagnosticarono un peritonite dalla quale si salvò miracolosamente ma da quel giorno in poi non si riebbe più; c’era qualcos’altro oltre una “semplice” peritonite. Fu un lento cammino verso la “fine”, quella “fine” che lui conosceva bene avendola vista durante la guerra e peggio durante la prigionia in Germania, ma anche quella “fine” che lui inflisse a tanti animali che amava ma che “doveva” uccidere, per lavoro, per maturare quei “bollini” mai pagati, o quella “fine” che qualche anno prima lui procurò a quel malcapitato gallo che si era avventato sul volto dell’ultimo suo figlio riducendolo a una maschera di sangue. La malattia a poco a poco lo stava consumando ma lui non se ne curava più di tanto, gli bastava coricarsi con il figlio minore accanto per ritrovare quel poco di serenità che gli serviva per andare ancora avanti fino a quel giorno di primavera in cui chiese di poter visitare la soffitta di casa che era finalmente raggiungibile non più con una malferma scala a pioli ma tramite una scala vera e propria in metallo, quello fu l’ultimo suo desiderio espresso la sua ultima battaglia ….vinta! Oggi quella soffitta è diventata la mia abitazione e per uno scherzo del destino il suo unico nipote, mio figlio, è nato, prematuro, nello stesso mese di aprile il giorno successivo a quello della sua scomparsa. Dimenticavo, dopo una settimana dalla sua “fine” chiesi a mia madre il permesso per comprare il 45 dei Nomadi “ Come potete giudicar”. Permesso accordato. Emilio Asnago Motivazione della giuria: Il testo, una storia familiare in filigrana leggera, presenta una struttura coerente e compatta che sembra snodarsi sulle note del 45 giri dei Nomadi: COME POTETE GIUDICAR, interrogazione/esclamazione, che apre e chiude la narrazione. L’intreccio di fatti precisi e concreti di vita privata e di eventi pubblici, tra il primo e secondo dopoguerra, narrati anche con suggestive e corpose figure metaforiche, costituiscono la trama e l’ordito della narrazione, capace di evocare nel lettore emozioni e riflessioni. C’è un “lui”, la sua nascita, la nascita del Partito Nazionale Fascista ed i molteplici eventi che ne seguirono: un “viaggio premio”, il ritorno, la ripresa della vita, gli affetti familiari… e l’arrivo di un primo ed unico nipotino. Si apre così la domanda iniziale… 18 leNotizie A Claudia Vorrei riscaldare il tuo riposo con un canto che non geme seduta con te là sulla collina a raccontare il tempo che scorre sulle nostre mani e ridere… ridere dei giorni che restano. Vorrei riscaldare il tuo riposo con un passo a piedi scalzi e correre… correre dove le anime ascoltano e scrivere… scrivere con te sulla terra la speranza che non secca. Vorrei riscaldare il tuo riposo! Motivazione della giuria: Sono presenti un susseguirsi piacevole e appropriato di dati sensoriali; l’autrice dimostra di sapere passare da immagini sonore, a colorazioni visive, a elementi tattili. Il tono complessivo è racchiuso in quel ripetuto ..vorrei… che legge un animo sempre pronto ed attento al nuovo, al reale, al sentimento; parte dalla terra ma trova il compimento nella speranza di colui che vorrebbe contribuire a riscaldare il riposo buono dell’animo umano. Rita Allievi 2° CONCORSO LETTERARIO DI POESIA E NARRATIVA – A.A. 2015/2016 L’Unitre di Cesano Maderno organizza per l’anno accademico 2015/2016 la seconda edizione del Concorso letterario di poesia e narrativa. Il tema del concorso è: Il viaggio arricchisce e cambia: incontro con persone, paesaggi e storia Gli elaborati dovranno pervenire in segreteria a partire dal 16 novembre 2015 sino al 15 aprile 2016. Modalità e regolamento saranno esposti in bacheca e pubblicati sul sito dell'Unitre. 19 leNotizie …I primi fanti il 24 maggio… S erata dedicata alla ricorrenza del primo centenario dall’inizio della Grande Guerra. Il professor Buraschi legge brani di lettere o memoriali, spesso scritti con un italiano sgrammaticato o dialettale, ma molto efficaci. Da essi risalta la minaccia della morte, sempre presente: la vita, la sopravvivenza sono affidate al caso. La religione, semplice ed anche superstiziosa dei semplici, diventa religione della patria: spinge ad invocare Dio perché aiuti a cacciare il nemico. E questo suscita ilarità in un prigioniero austriaco che conosce l’italiano, quando sente un cappellano italiano usare in proposito le stesse argomentazioni del cappellano austriaco: forse che ci sono due Padreterni? Un soldato esorta i famigliari a coltivare la pace in famiglia, perché è molto triste constatare a cosa porta la mancanza di pace. Le letture sono intervallate dal 20 coro del maestro Smaniotto, che ed austro ungarici: una intera geintona canzoni semplici e tristi, nerazione di giovani mandata ad rispecchianti vari stati d’animo: un inutile macello. la partenza per la guerra, Signore Giuseppe Ascari delle cime e da ultimo la canzone del Piave. Una serata che ha fatto toccare con mano l’orrore della guerra, che ha accomunato soldati italiani leNotizie S 24 Maggio 1915 – 2015: CENTO ANNI ono trascorsi 100 anni da quel “radioso” 24 maggio 1915, una data che noi italiani non dobbiamo mai dimenticare, perché fu l’inizio dell’ultima guerra risorgimentale che ci portò alla “vera” Unità d’Italia, non quella propinataci nel 2011 da pseudo storici. I giovani, ai quali nelle scuole i professori non hanno insegnato, alimentando così la “cultura della dimenticanza”, i valori e gli ideali per i quali i loro avi hanno combattuto, devono conoscere la vera storia della loro Patria ed ad essa avvicinarsi. Noi che siamo cresciuti sentendo raccontare dai nostri nonni e padri, da “qualche” Professore, e poi leggendo e studiando la prima guerra mondiale, quella che portò il Regio Esercito Italiano, guidato dal Re Vittorio Emanuele III, a Trento e Trieste, sentiamo ancor oggi nel sangue l’orgoglio di essere discendenti dei Cavalieri di Vittorio Veneto che hanno saputo dare all’Italia una grande vittoria, la più bella che un esercito possa annoverare. Questa rievocazione, che vuole considerare la nostra entrata nella prima guerra mondiale come il coronamento unitario del nostro Risorgimento, ci porta a tre osservazioni: il 24 maggio 1915 rappresenta l’unità spirituale di tutto un popolo, esprime la volontà di essere una Nazione libera ed indipendente, ci rammenta che quando un esercito è ben guidato e comandato e si batte per la sua Patria ha sempre a portata di mano la vittoria. Questi pensieri ci portano a ricordare questa data per dire alle nuove ed alle future generazioni che, se oggi hanno 24 una Patria unita, lo devono ai sacrifici di coloro che hanno saputo dare tutto, anche la vita, senza nulla chiedere. Maggio mese delle rose, ma non c’è rosa senza spine, e di spine ce ne furono moltissime; seicentomila morti, migliaia di feriti e mutilati che, ormai, dall’alto ci guardano e guidano il nostro cammino verso il progresso civile e lo sviluppo sociale. A chi sostiene che il nostro amor di Patria ed alla sua Storia è retorico nazionalismo, noi rispondiamo che è invece un impegno morale consacrare nel ricordo perenne un retaggio di dolore e di vittoria in una coscienza popolare di libera e fraterna unità che è alla base del patrimonio spirituale di una grande Nazione. La ricorrenza di questo 24 maggio sia di sprone a tutti gli italiani a superare questi momenti di crisi sia economica che morale. Quando lungo le strade della nostra splendida terra troviamo una croce, una lapide, un monumento che ricorda un Caduto, una battaglia od un evento storico, fermiamoci e meditiamo, raccogliamo magari un fiore e con una preghiera ed in tutta umiltà deponiamolo. Sono questi eroi dimenticati che ci hanno procurato le libertà di cui oggi godiamo e talvolta abusiamo. Pensando a loro, forse, diventeremo tutti più buoni, più onesti, ma soprattutto più ITALIANI. Emilio Allievi Un ricordo uscito dal cuore maggio 1915, giorno speciale, giorno di compleanno, il ventunesimo. Il giovane correva velocemente cercando un guado sul Piave, cercando di non intralciare gli altri giovani che correvano accanto a lui. “Cori Nane, cori”, gli sembrava di udire le voci di incitamento dei suoi amici e per un momento si dimenticò di dove si trovava. Certo non era alla gara campestre del suo paese anche se il sudore era lo stesso, ma l'arsura che sentiva in gola non era soltanto sete, era piuttosto un misto di eccitazione e paura. La sua casa non era molto lontana da lì, ma questa volta lui non sapeva perchè correva, certo non per un premio. Glielo avevano spiegato c'erano confini da stabilire, i giusti confini della Nazione. Nane correva e pensava a Rosa, la sua morosa, non l'avrebbe trovata ad aspettarlo di là del fiume. Rosa era a casa e sicuramente aveva gli occhi rossi di pianto e nessuno, ne era sicuro, poteva consolarla, solo lui poteva. Ora il respiro si era fatto più corto e la fatica si sentiva nelle gambe, l'acqua era più alta e il fiume un poco più impetuoso, la riva sconosciuta si avvicinava, si vedevano figure in movimento: cavalli. Urla di incitamento risuonavano un po' ovunque, davanti a lui il trombettiere cominciò a suonare la carica. Lui pensava a Rosa e al suo bambino che non avrebbe visto nascere. La piuma dell'elmetto batteva il ritmo della corsa, “cori Nane che te si el primo”. “Cori” corri che sei il più bravo del paese e così ti facciamo BERSAGLIERE e avrai l'onore di aprire la Guerra, la Grande Guerra. Maria Rosa Bozzato Lo scorso anno ho assistito alla Messa da Requiem di G.Verdi, diretta dal maestro Riccardo Muti presso il Sacrario di Redipuglia e di fronte a tutti quei morti mi sono commossa e la mia mente è andata ai racconti dei miei nonni e un GRAZIE mi è uscito dal cuore. Grazie a tutti loro e ai loro sacrifici inumani, grazie a tutti quei giovani rimasti senza nome, agli “amici” e ai “nemici” che ora dormono insieme sulla collina. E grazie anche a mio nonno Nane, gran corridore. 21 leNotizie MARZO 1821 di Alessandro Manzoni Soffermati sull’arida sponda, vòlti i guardi al varcato Ticino, tutti assorti nel novo destino, certi in cor dell’antica virtù, han giurato. Non fia che quest’onda più tra le sue rive straniere; non fia loco ove sorgan barriere tra l’Italia e l’Italia, mai più! L’han giurato: altri forti a quel giuro rispondean da fraterne contrade, affilando nell’ombra le spade che or levate scintillano al sol. Già le destre hanno strette de destre; già le sacre parole son porte: o compagni sul letto di morte, o fratelli sul libero suol. Quante volte sull’Alpe spiasti l’apparir d’un amico stendardo! Quante volte intendesti lo sguardo ne’ deserti del duplice mar! Ecco alfin dal tuo segno sbocciati, stretti intorno a’ tuoi santi colori, forti, armati de’ propri dolori, i tuoi figli son sorti a pugnar: Oggi, o forti, sui volti baleni Il furor delle menti segrete; per l’Italia si pugna vincete! Il suo fato sui brandi vi sta. O risorta per voi la vedremo al convito de’ popoli assisa, o più serva, più vil, più derisa sotto l’orrida verga starà. Oh giornate del nostro riscatto! Oh dolente per sempre colui che da lunge, dal labbro d’altrui, come un uomo straniero, le udrà! Che a’ suoi figli narrando un giorno, dovrà dir sospirando: “io non c’era”; che la santa vittrice bandiera salutata quel dì non avrà. L’ode civile e patriottica è composta da tredici strofe di otto decasillabi ciascuna; il quarto e l’ottavo decasillabo sono tronchi e rimano tra loro. E’ dedicata al tedesco Teodoro Koerner che cadde in battaglia nel 1813 mentre difendeva la sua gente contro l’invasore Napoleone. Siamo nel periodo in cui si attuano i primi movimenti più o meno spontanei per scacciare l’invasore. I Lombardi speravano e credevano imminente il passaggio del Ticino da parte dei Piemontesi che avevano ottenuto la costituzione dal reggente Carlo Alberto. L’ode fu pubblicata nel 1848, dopo le Cinque giornate di Milano. Il Poeta Alessandro Manzoni nasce a Milano il 7 marzo 1785 e ivi muore il 22 maggio 1873. a cura di Luciano Nardi 22 leNotizie 2015 SHIATSU si perfeziona Shiatsu si perfeziona Lo facciamo vabbè Ma mai come quest’anno Per capire il perché Ho fatto pace Lo facciamo ascoltando Lo facciamo bendati Per risvegliare quei sensi Per cui Dio ci ha creati È il risveglio dei sensi Assopiti e inibiti E ogni volta trattiamo E restiamo stupiti Tori sente per uke Tori avverte il dolore Tori sente per uke Tori avverte il piacere Si prolungan le dita Che si appoggiano a te Noi vogliamo cercare E capire il perchè È racchiuso in quel tocco Per lo più verticale La coscienza che veglia E ti vuol risanare Indaghiamo nel gesto Nel percorso indicato La reazione nel corpo Che abbiamo trattato Shiatsu si perfeziona Lo facciamo … vabbè Ma mai come quest’anno Per capire il perché Ho fatto pace con me stesso ed ho perdonato il mondo per non sciupare il tempo che possiedo, per stare bene dentro di me, per conservare con l’esempio la leggenda della gloria, la leggenda dell’umiltà, la grandezza dell’attesa, la verità della preghiera muta nel silenzio della dignità raccolta in qualche angolino nascosto della mia coscienza tranquilla. Adler Tiziano Maria Galli Le uscite teatrali e musicali Nel corso del passato anno accademico la Segreteria Unitre ha organizzato diverse uscite teatrali e musicali, tutte molto partecipate ed apprezzate dai corsisti. Qui di seguito diamo l’elenco: 26.09.2014 30.11.2014 19.12.2014 09.01.2015 20.04.2015 03.05.2015 Teatro alla Scala Rai Tre Teatro alla Scala Teatro Nuovo Teatro alla Scala Rai Tre Don Chisciotte Che tempo che fa Lo schiaccianoci Cin ci là Concerto de I percussionisti della Scala Che tempo che fa 23 leNotizie Il cibo è vita La dottoressa Silvia Gusmani, docente in passato presso la nostra Unitre di "Mangiare bene e vivere meglio" ed il prossimo anno accademico di "Farmaci e salute a 360 gradi", ha tenuto nel mese di aprile una conferenza sul tema Il cibo è vita. Riteniamo di fare cosa gradita per molti lettori riportare qui la sintesi della sua conferenza: un valido contributo per aiutarci a vivere meglio. S ino a fine ottobre a Milano si potrà visitare EXPO 2015, kermesse mondiale dedicata alla nutrizione e alla sostenibilità. Siamo tutti invitati a riflettere sul ruolo dell’alimentazione nel XXI secolo e sul cibo come diritto umano fondamentale e come strumento di prevenzione di molte malattie. Ma non è una novità questo interesse attorno al “cibo”…. 1.“Siamo quello che mangiamo” Ippocrate, il padre della medicina, affermava “che il cibo sia la tua medicina, che la medicina sia il tuo cibo”. E nel 1850 il filosofo Feuerback sosteneva che l’uomo è ciò che mangia e che “per pensare meglio dobbiamo alimentarci meglio”. Mentre in Oriente da millenni le medicine locali sostengono la correlazione tra cibo e salute, in Occidente questo avvertimento è rimasto per lo più inascoltato. Intorno al 1950 alcuni ricercatori statunitensi si chiesero come mai le persone che abitavano il bacino del Mediterraneo e si alimentavano di cibi ricchi di grassi, soffrissero molto meno dei loro connazionali di disturbi circolatori, infarti, colesterolo alto, tumori,etc.. e notarono come la dieta fosse ricca di verdura, frutta e legumi: si scoprì in questi cibi (olio extra vergine d’oliva, legumi, carote, pomodoro, broccoli, arance, barbabietola etc.) 24 potrebbero essere evitati seguendo abitudini sane come una dieta corretta ed esercizio fisico, seguendo uno stile di vita sano e buone abitudini alimentari ! Le malattie cardiache 2. La scienza dell’alimentazione Ad oggi lo studio del cibo è diven- I fattori che aumentano il rischio tato scienza. Invece di mangiare sono strettamente legati all’alimene curarsi, ecco come curarsi man- tazione e allo stile di vita: ipertensione arteriosa, obesità, alla iperligiando. Nutraceutica: è la disciplina che in- pidemia (colesterolo alto e triglidaga tutti i componenti o i principi ceridi alti), al fumo, età, diabete e attivi degli alimenti con effetti po- sedentarietà. Molti di essi possono sitivi per la salute, la prevenzione e essere eliminati modificando le il trattamento delle malattie (i “Nu- proprie abitudini. traceutici”), la maggior parte dei Obesità quali ha origine vegetale e si trova In Europa, l’obesità è triplicata nella frutta e nella verdura, fibre, negli ultimi due decenni. L’erroproteine di soia, fitosteroli e poli- re più comune consiste nello squifenoli. Molti nutraceutici possono librio tra assunzione di calorie e anche trovarsi in farmacia come consumo dell’energia introdotta nella dieta. integratori alimentari. Nutrigenomica: si occupa della Tumori relazione tra cibo e geni del cor- Si possono abbassare alcuni fattori po, soprattutto in funzione delle di rischio modificando sia le abitumalattie più conosciute. Nel DNA dini alimentari, limitando il consuesistono circa 35.000 geni, la mag- mo eccessivo di proteine animali gior parte dei quali sembrerebbe (carne rossa e carni conservate), funzionare in relazione al cibo in- ponenedo attenzione alla cottura gerito. Passeremo da un approccio dei cibi (cibi bruciati o carboniz“classico”, dove venivano proibiti zati rilasciano sostanze canceroi cibi che fanno male ad un approc- gene), evitando l’inquinamento cio “innovativo” dove si consiglie- atmosferico, ormoni e mangimi ranno i cibi che fanno bene, che ci dati ad animali, allontanandosi da porterà a prevenire e curare alcu- onde elettromagnetiche, cercando ne delle malattie più importanti di di mantenersi normopeso ed eviquesto secolo. tando alimenti ad elevato rapporto L’alimentazione è uno dei fattori calorico. che maggiormente incidono sullo sviluppo, sul rendimento e sulla 4. Linee guida da seguire per un produttività delle persone, sulla corretto regime alimentare e stile qualità della vita e sulle condizio- di vita ni psico-fisiche con cui si affronta • Mantenere un peso corporeo l’invecchiamento. normale. • Assumere una dieta varia, 3. Le malattie strettamente legate bilanciata e diversificata: nel al regime alimentare corso della settimana si doUna dieta corretta è un validissivrebbero mangiare tutti i cibi mo strumento di prevenzione per più conosciuti, limitando quelmolte malattie e di trattamento per li ricchi di grassi saturi (carni molte altre. rosse, formaggi etc.), in modo Il diabete da avere l’apporto di tutti i In questi ultimi anni la prevalenza principi nutritivi. Proteine e del diabete è in aumento esplosivo. carboidrati servono entrambi, Più della metà dei casi di diabete ma evitate l’eccesso. la presenza di sostanze, come gli antiossidanti, in grado di ridurre notevolmente il rischio di contrarre tali malattie. leNotizie • Consumare frutta e verdura ogni giorno: porzioni abbondanti (5 al giorno), preferibilmente crude, di stagione, a km 0, sono fondamentali. Alternare 5 colori (rosso, viola-blu, bianco, arancio, verde). • Mangiare alimenti ricchi di fibre: tutti i cereali integrali, le verdure a gambo, i legumi e la frutta ne sono ricchi. • Non mangiare velocemente. • Ridurre il consumo di grassi saturi e aumentare consumo di grassi insaturi (grassi buoni): omega 3 • Ridurre il consumo di sale, zucchero, alcool ed aumenta- re il consumo di acqua: almeno 2 – 3 litri al giorno Ridurre il consumo di cibi lavorati e conservati industrialmente, ricchi di conservanti pericolosi. Praticare dell’esercizio fisico: almeno 30 min al giorno, meglio se aerobico Non fumare. Qualità della vita: ansia e stress sotto controllo, rimanere al centro della vita sociale. Prevenire le malattie più comuni con l’utilizzo di nutraceutici: omega 3, polifenoli e vitamina D 5. Per un futuro sano e per arrivare a 140 anni mantenendo il fisico di un 40enne Dobbiamo: 1. Migliorare le caratteristiche nutritive dei prodotti, la loro conservazione e distribuzione. 2. Utilizzare anche materie prime non in uso in Italia per ricette innovative (insetti,alghe,fiori..). 3. Ritrovare il senso del piacere mentre mangiamo, la salute, perché il piacere produce endorfine. lago Superiore da quello di Mezzo. La vista dal ponte, molto bella e famosa, è proprio sul palazzo Ducale che visiteremo subito dopo la pausa pranzo. Questa città deve la sua fortuna totalmente alla famiglia Gonzaga: cresce, fiorisce e infine tramonta quando la dinastia stessa si estingue. Ma nel frattempo almeno tre secoli sono trascorsi e l’eco ancora rimane. Le stanze del palazzo Ducale si susseguono e si alternano ai saloni e ai corridoi. Alcune sono famose, come la “camera degli sposi”, dipinta dal Mantegna. Altre stanze, meno famose, ma belle e interessanti, hanno affreschi o anche arazzi importanti alle pareti. Altri soffitti incantano, stupiscono con effetti ottici. Notevole è la stanza col letto a baldacchino, dove il soffitto è dipinto come una volta celeste di un blu intenso, sfumato, con raffigurati segni zodiacali e stelle lucenti. Il pomeriggio si dipana regolarmente. Ci resta comunque un ritaglio di tempo per comprare la “Sbrisolona”, torta locale ricca di mandorle, raggiungere il pullman che ci attende lì, lungo il lago, ringraziare la sorte che ci ha riservato un giorno di bel tempo e dire il nostro arrivederci alla bella città di Mantova. • • • • • Silvia Gusmani GITA A MANTOVA D omenica 26 aprile 2015 noi dell’UNITRE ci siamo recati a Mantova, città che possiede due gemme: l’una è il palazzo Ducale, che visiteremo nel primo pomeriggio, l’altra è il palazzo Te. Ed è proprio da lì che iniziamo. Palazzo Te è situato a sud di Mantova e il nome non ha niente a che fare con la bevanda omonima, ma ha altre origini. Più che un palazzo è una villa di Delizie, dove il duca si recava per riposarsi e per ritemprarsi. E’ un capolavoro di Giulio Romano, il più grande degli allievi di Raffaello. Ne è l’ideatore, l’architetto e soprattutto il pittore. Le stanze dipinte a fresco sono molto ben conservate, in particolare la stanza di Amore e Psiche e quella della caduta dei Giganti, che ancora impressiona. Per raggiungere l’altra meta ripercorriamo al contrario il ponte del mattino per rientrare in città più a nord per il ponte che separa il Fernando Regondi 25 leNotizie GITA A CHIURO S abato 9 maggio alcuni partecipanti al secondo corso di enologia con famigliari e amici, accompagnati dal docente Marcello De Murtas, si sono recati in visita alle storiche e rinomate cantine Nino Negri a Chiuro in Valtellina. Complice la bella e calda giornata e le dotte, interessanti e simpatiche spiegazioni del giovane enologo della cantina Negri che ha accompagnato il gruppo passo, passo dalla visita ai caveau alla degustazione dei quattro prelibati vini: Grumello, Inferno, Sassella e da ultimo ma, lungi dall’essere ultimo per qualità e nomea in Italia e all’estero, Sfursat 5 stelle, la mattinata è volata in allegra compagnia. Anny GITA IN ALSAZIA I corsisti Unitre in visita al parlamento europeo di Strasburgo 26 leNotizie ESCURSIONE ALLA “CIUDAD CONDAL” C ome tutti gli anni, anche in questo 2015 ho proposto ai miei allievi una breve gita in Spagna per “testare sul campo” le nozioni acquisite durante le lezioni e anche per scoprire le bellezze storiche, e non, della nazione della quale si studiano la lingua, la storia e le abitudini. Neanche dirlo, la meta più gettonata è Barcelona, soprannominata “la ciudad condal”, che è stata quindi scelta per accoglierci dal 25 al 30 maggio e svelarci le sue bellezze. Sono stati giorni intensi, con un tempo ed un sole splendidi che ci hanno permesso di gustare al meglio gli angoli più suggestivi della città: le Ramblas, frequentate da visitatori e residenti, sulle quali si apre il famoso “Mercat de St. Josep” (meglio conosciuto come “La Boquería”), La Catedral e il suo Barrio Gótico, el Barrio del Born con la famosissima “Iglesia de la Virgen del Mar” (la cui costruzione ha del leggendario e che gli abitanti amano più di ogni altra Chiesa), El Pueblo Español (città nella città, cinta da mura e costruita sulla collina del Montjiuch), La Sagrada Familia, opera significativa del genio creativo dell’architetto catalano Gaudí, e il Paseo de Gracia, anch’esso con testimonianze dell’architettura gaudiana... e tante altre cose, e non solo storiche... Come, ad esempio, non citare le soste per gustare le tanto celebrate “tapas” (stuzzichini tipici di tutto il territorio spagnolo, che in alcune regioni vengono chiamati anche “montaditos” o “pintxos”) che su di una fetta di pane offrono ogni genere di bontà gastronomi- ca, oppure le soste per gustare la succulenta frutta offerta dal mercato della Boquería... Ma non solo Barcelona abbiamo visto! Un giorno l’abbiamo dedicato a Figueras con lo splendido Museo Dalí e un altro alla città di Tarragona, la Tarraco della Spagna Citeriore conquistata e dominata dagli antichi Romani che in questa città eletta a capitale dell’impero del sud hanno lasciato un’impronta importante che ancora oggi si può vedere per mezzo dei monumenti perfettamente conservati. E qui a Tarragona vale proprio la pena citare anche la sosta-pranzo, effettuata in un ristorante che offriva un menù tipicamente catalano che era in grado di soddisfare i palati più esigenti. L’ultimo giorno di permanenza, sabato 30 maggio, è stato dedicato alle esigenze personali, quindi ognuno di noi ha potuto disporre di tempo libero per “gustare” la città secondo il proprio umore ed il proprio punto di vista. Il “clou” della giornata è stato lo spettacolo serale di flamenco presso “El tablao de Carmen”, all’interno del Pueblo Español, che ci ha fatto chiudere in bellezza il periodo barcellonese e che ci ha lasciati con il desiderio di tornare in questa terra che tante cose ancora ha da svelarci... Loredana Mazzacurati 27 leNotizie Cronaca dell’escursione alla testata del ghiacciaio del Morteratsch F orse è la prima uscita dell’UNITRE di Cesano Maderno in montagna. L’idea è venuta alla serata di Botanica, tenuta dal docente Carlo Piuri: perché non portiamo in montagna l’UNITRE? Ne parliamo anche con Angelo Salerno, docente di Fotografia, chi scrive è il docente di Informatica Antonio Galimberti, molto appassionato della MONTAGNA. Docenti d’accordo, propongo alla Segreteria Unitre una escursione facilissima ma molto interessante, alla testata del ghiacciaio del Morteratsch in Engadina Svizzera: la proposta viene subito accettata. Viene proposto il martedì 25 maggio. Una settimana prima io e Carlo teniamo sotto controllo il meteo che ci segnala che il 25 sarà una giornata con acqua. Decidiamo di spostare l’uscita a venerdì 29 maggio: una settimana di ansia per la continua instabilità del meteo, che poi ci ha premiato dando una giornata soleggiata e la vista sulle magnifiche cime che contornano la vallata. Tutti i 48 partecipanti hanno raggiunto la meta; il ghiacciaio è in continuo regresso e viene monitorizzato con indicatori stilizzati che indicano il ritiro del ghiaccio secondo certe annate. Io il ghiacciaio l’ho frequentato varie volte e il regresso l’ho visto personalmente. Un ringraziamento va alle signore che hanno portato torte e biscotti, molto apprezzati dai maschi. Penso che la giornata trascorsa in montagna sia stata di gradimento a tutti e che la si possa ripetere nei prossimi anni accademici. Antonio Galimberti 28 leNotizie Escursioni sulle Alpi Orientali C ome è possibile descrivere in poche righe il fascino, il pregio e l’unicità della flora che vive sulla catena alpina? Forse non è difficile, se quelli che leggono queste righe sono tra coloro che d’estate frequentano abitualmente creste e cime e che, se anche non conoscono tutti i nomi delle piante che incontrano, non possono davvero ignorare lo scenario di pendii erbosi, pietraie o pareti rocciose rivestiti da corolle dai colori vivaci, che sembrano sfidare con ostinazione il difficile ambiente dell’alta quota. Per tutti gli altri ... beh, sarebbe bello poter stimolare la loro curiosità e la loro voglia di conoscere, ricordando che certi spettacoli e certi paesaggi naturali valgono bene un po’ di fatica e di sudore. E così, esplorando i diversi distretti della catena alpina, può capitare di fare incontri speciali e piacevoli con piante che, se potessero parlare, racconterebbero senz’altro vicende quasi da leggenda, di quelle che si tramandano di generazione in generazione. Ci si potrebbe imbattere, ad esempio, nella strana e affascinante berardia (Berardia subaculis), specie molto rara di alcune zone delle Alpi piemontesi e francesi e così isolata da avere oggi i suoi parenti più stretti solo nei monti del Nord Africa, regione da cui essa stessa verosimilmente proviene. O nell’umile andromeda (Andromeda polifolia), i cui sparuti individui attualmente presenti nelle Alpi in pochissime zone umide sono tutto ciò che rimane di un’antica migrazione, avvenuta durante le epoche glaciali dalle fredde regioni del nord, dove ancora oggi vivono ben più numerosi e diffusi i loro fratelli. Oppure nelle diverse e radiose specie di primule dai fiori gialli e rossi, i cui bis-bis-bis-bisavoli qui giunsero dalle lontane regioni montuose dell’Asia CentroOrientale dopo un viaggio lungo e avventuroso, intrapreso ancora prima dei “grandi freddi” dell’Era Quatenaria. O viceversa nella wulfenia (Wulfenia carinthiaca) che, chissà in seguito a quali misteriosi eventi, vede oggi la sua presenza nelle Alpi ristretta ad un fazzoletto di territorio tra Italia e Austria, ben distante dalle regioni fra Albania e Montenegro ma soprattutto dall’Himalaya dove si trovano gli altri suoi co-specifici. O ancora nella lussureggiante genziana maggiore (Gentiana lutea) i cui progenitori probabilmente abitavano le tranquille e calde pianure attorno al mare da cui emersero le Alpi, e che sorpresi da questo evento, seppero modificarsi ed adattarsi ai nuovi ambienti d’al- titudine che via via si rendevano disponibili. Quante siano le specie che vivono sulle Alpi è difficile dirlo. Sicuramente la varietà è notevolissima, grazie anche alla posizione geografica, a metà strada tra il clima caldo-asciutto del Mediterraneo e il clima temperatoumido dell’Europa Centrale, e la ricchezza di habitat, di substrati rocciosi e di microclimi locali interni alla catena montuosa. Tutte le specie hanno ovviamente un pregio naturalistico notevole, ma in particolare quelle endemiche, cioè quelle distribuite entro territori limitati, talvolta ridotti a poche cime vicine, costituiscono davvero gioielli di valore incalcolabile. Su tutte le montagne vivono specie pregevoli, presenti solo in poche località, che non si rinvengono poi in nessuna altra parte del mondo. Gli Austriaci, ad esempio, non possono esimersi dal conoscere le rarità che condividono con gl’Italiani e Sloveni: la Wulfenia carinthiaca , il Lilium carniolicum, la Campanula zoisii, che crescono soltanto in poche località della catena Alpina orientale, zone bellissime piene di fascino e ricche di rarità e endemismi . Non raccogliere fiori è un modo di poter godere anche in futuro delle splendide fioriture primaverili ed estive tipiche delle nostre Alpi e costa solo il mancato «bottino» costituito da un effimero mazzolino. Carlo Piuri 29 leNotizie Mostra del Maestro Franco Galimberti G rande affluenza di pubblico per la kermesse intitolata: ”Pianeta uomo. Tecniche del Rinascimento in un’artista contemporaneo” del Maestro sevesino Franco Galimberti inaugurata l’1 maggio in auditorio Disarò a Cesano Maderno. In esposizione una cinquantina di tavole che abbracciano una produzione che va dagli anni 80-90 alle più attuali caratterizza da un uso cromatico “molto moderno” con colori brillanti, quasi fluo, dove è applicata la tecnica di stesura Rinascimentale a colori non possibili a quei tempi. Le tematiche trattate sono varie e spaziano dall’introspettivo autobiografico, all’ecologico, al religioso, al morale con una spiccata influenza fiamminga, a Lui tanto cara, sulla caducità e vanità della vita. Notevole l’effetto prospettico del quadro Effetto serra” dove i vari rotoli di seta e broccato sembrano seguire l’osservatore a secondo del lato in cui ci si pone, oppure “ L’universalità dell’arte” in cui l’effetto trompe l’oeil (ingannare l’occhio) della tavolozza e del pennello danno la sensazione tridimensionale del vero da apparire che escano dal quadro da poterli toccare. Nelle Sue opere l’autore, come spesso afferma, non tradisce mai la regola del canone classico, per cui un dipinto deve avere forma e contenuto e nella forma la massima espressione del contenuto. Questo caratterizza tutti i quadri e permette un binomio tra pittura e profondità di messaggio. Anny Rossi 30 I Impressioni di una corsista l giorno dell’apertura faccio una prima visita veloce e mi rendo conto che… ho bisogno di guida, Franco è molto impegnato con altre persone. “Ritorno un’altra volta” gli dico. La seconda visita è favolosa, lo trovo infatti tutto per me e qui si apre il suo mondo: tante tele hanno un significato nascosto che, nonostante sottotitoli va spiegato. Ha pensato di rappresentare la sua vita con una corda cosparsa di nodi più o meno stretti (fasi, gioie, dolori) che passa dentro ad una cornice semplice, squadrata, vuota partendo integra dal lato inferiore e salendo fino ad arrivare al lato superiore sfilacciata (la terza età). Il fondo parte azzurro pallido (infanzia, serenità) e si intensifica salendo. Allegoria che ho trovato molto azzeccata! Cosa dire del filo orizzontale appeso e sovrastato da cinque mele delizia sovrapposte una all’altra in perfetto equilibrio mentre la didascalia le fa tenere in piedi dal peso di un bruco che esce da quella più in alto? Fantastico!! C’è un Woityla inginocchiato in preghiera di spalle davanti ad un mondo attraversato da nuvole piuttosto scure; la terra è di color ocra rossiccio poi passa al giallo, all’incolore per terminare con un azzurro leggermente violetto. Ha esposto anche soggetti comunissimi come la scatola di fiammiferi quasi vuota dietro a molti già usati e spenti disposti con apparente noncuranza. Tra gli altri soggetti di questo tipo spicca una piccola bianchissima tela che, senza sottintesi, raffigura una manciata di ciliegie, nocciole, piccioli buttati su un piano candido così veri che pare la foto del resto di una scorpacciata nel mese di giugno! E poi tanti, tanti altri molto pensati e profondi o leggeri e semplici, ma tutti con grande talento. Grazie Franco per questa esperienza che ci hai fatto vivere! e.c.s. leNotizie A proposito di Expo A verne sentito tanto parlare, più in negativo che in positivo, ha agito da spinta per visitare questa faraonica esposizione universale dedicata al cibo che come biglietto da visita ha scelto “Cibus”, una mascotte ispirata dai quadri dell’Arcimboldi. L’Unitre ci ha quindi offerto la possibilità di visitare l’Esposizione dedicata alla natura, al cibo e allo sfruttamento intelligente del pianeta per la produzione futura ed ecosostenibile delle risorse di sostentamento. Bisogna dire che, al di là di ogni discorso o critica, si è dato vita ad un complesso straordinariamente interessante che in ogni padiglione mostra, al di là della varietà di abitudini e di situazioni climatiche differenti e a volte estreme, quanto sia importante assicurare al nostro bistrattato pianeta la cura per la natura e l’ecosistema. In questo luogo non ci sono divergenze politiche a separare le Nazioni, che convivono fianco a fianco senza problemi, ma è la terra che “parla” e mostra quanto può essere generosa se curata e rigenerata. Il padiglione d’Israele ci racconta come un paziente lavoro ha reso fertili pezzi di deserto, e quello del Kuwait che una pioggia improvvisa può rendere magico e fiorito il deserto. Lo spazio della Gran Bretagna ci mostra il paziente lavoro delle api e la vegetazione della brughiera variegata proprio a causa l’impollinazione portata a termine da questi utili insetti. Gli Stati Uniti fanno sfoggio di colture a pannelli verticali che girano e si orientano per cercare il sole che dà vita e il Messico, tra realtà e magia, ci mostra metodi di coltivazione e artigianato che risalgono al passato e si applicano perfettamente al presente. Il Giappone, psichedelico e teso verso il futuro, serve da contrasto alla Cina, moderna ma attenta anche a non scordare le radici di un tempo che fu... Il padiglione Italia, sul “Cardo” (che incrocia il grande viale del Decumano), è bianco e imponente ed è accanto all’Albero della vita, in cima ad una “strada” tutta dedicata all’eccellenza italiana. Ogni padiglione merita una citazione, ma qui non si può commentare ognuno di essi. Il consiglio è di visitare, e più di una volta, questo complesso che abbiamo la fortuna di ospitare sul nostro territorio in modo da vedere, gustare (sia otticamente che gastronomicamente parlando), imparare e trarne conclusioni personali che nulla abbiano a che fare con le opinioni degli altri, giuste o sbagliate che siano. Lo.Ma. 31 leNotizie I Parco Sigurtà l corso di Fotografia Base/Avanzato in escursione al parco Sigurtà di Valeggio sul Mincio. ’Un mia l pre Il R ota ry ella serata del 19 maggio scorso, presso il cine-teatro La campanella di Bovisio, il Rotary Club Varedo e del Seveso ha premiato la nostra Unitre, nell’ambito del Premio testimonianze di vita per l’anno 2015. itre N