le
Notizie
UNITRE Cesano Maderno - periodico a diffusione interna - settembre 2015
Invito all'impegno e al rispetto
S
econda serata di chiusura dell’anno accademico. Nell’intervallo Pietro Nicolaci, vice sindaco nonché
dirigente scolastico dell’Istituto
Comprensivo 1 di Cesano Maderno, si complimenta con l’Unitre: è molto apprezzata a livello
intercomunale, tanta passione,
partecipazione e impegno producono grandi risultati. Nicolaci propone di creare un ponte tra
l’Unitre e il suo istituto, perché
molte delle attività svolte non
sono a conoscenza dei ragazzi.
Si tratta di una proposta politica
di effetto, che dovrà però essere
valutata nelle sedi opportune, per
verificare concretamente in quali
termini possa svilupparsi.
Gli risponde Annibale Sivelli,
presidente onorario dell’Unitre.
Afferma che il dirigente scolastico ha riassunto in poche parole
l’essenza della nostra università
e accoglie con favore la proposta di realizzare l’interscambio
generazionale, che è una caratteristica della nostra Associazione.
L’Unitre è un orgoglio di Cesano Maderno, possiede un corpo
insegnanti formidabile; a loro va
il suo ringraziamento, così come
alla dirigenza, ai collaboratori ed
ai silenziosi segretari.
“Recentemente il consiglio
comunale ha parlato dell’Unitre:
è stato un intervento puramente
tecnico, una interrogazione. Faccio a mia volta una proposta: gradiremmo che i nostri consiglieri
comunali venissero una volta a visitarci. Scoprirebbero che l’Unitre
è fonte di cultura, che è la virtù
essenziale di un popolo. La civiltà
di una nazione è rappresentata
dal grado di cultura che i cittadini
hanno. Il cittadino deve vivere la
vita della città, per potersi sentire
cittadino, ma gli amministratori
devono vivere la realtà della loro
città per capire quali sono i bisogni della politica.”
Il presidente onorario si riallaccia poi alle recenti parole di
papa Francesco, quando ha affermato che “…stiamo diventando
una civiltà delle cattive maniere e
delle cattive parole…”. L’abitudine attuale porta a tollerare anche
la maleducazione, il che non fa
certo onore.
Propone allora di dedicare
il prossimo anno accademico
all’educazione ed al rispetto.
“Dobbiamo impegnarci, perché i
mass media non ci aiutano: se noi
rispettiamo il prossimo, il prossimo rispetterà noi.”
Il presidente Crenna conclude gli interventi con la promessa
di portare avanti le due proposte
suggerite.
g.a.
leNotizie
Sommario
Invito all'impegno e al rispetto
Pro-memoria per il nuovo anno
Serate di chiusura
Open day
A riproposito dei compiti a casa
Short stories and other writings
A proposito del medioevo
di Le Goff
Concorso letterario
I primi fanti il 24 maggio 24 maggio 1915-2015: cento anni
Un ricordo uscito dal cuore
Marzo 1821
Poesie
Il cibo è vita
Uscite culturali
Mostra del maestro Galimberti
A proposito di Expo
Uscite culturali
Il Rotary premia l'Unitre
UNIVERSITÀ DELLE TRE ETÀ
Sede di Cesano Maderno
Via Federico Borromeo, 11
20811 Cesano Maderno
Tel. 0362 540 085
Fax 0362 585010
www.unitrecesano.it
[email protected]
Redazione
Giuseppe Ascari
Ferruccio Crenna
Luciano Nardi
Bruno Proserpio
Anny Rossi
[email protected]
Grafica e impaginazione
Giovanna Cesari
Maria Spotti
2
1
2
3 - 9
10 - 13
14
14
15
16 - 19
20
21
21
22
23
24
25 - 29
30
31
32
32
Pro-memoria per il nuovo anno
All’inizio del nuovo anno accademico riteniamo
opportuno ricordare le date dei nuovi impegni che
ci aspettano.
Nella settimana da lunedì 14 a venerdì 18
settembre 2015 ci sarà la tradizionale presentazione
dei corsi.
Le iscrizioni inizieranno lunedì 21 settembre,
dalle 9.30 alle 11.30.
Le lezioni inizieranno lunedì 12 ottobre .
Le vacanze natalizie saranno da mercoledì 23
dicembre a mercoledì 6 gennaio 2016 compresi.
Le vacanze pasquali saranno da giovedì 24 marzo
a martedì 29 marzo 2016 compresi.
Le lezioni infine termineranno martedì 31 maggio
2016.
Collaboratori di segreteria
Carla Arienti
Emma Ascari
Simona Bergo
Vera Ceoloni
Daniela Donadonibus
Marina Gasparotto
Loredana Orciari
Luciana Ramponi
Luciana Redaelli
Maria Luisa Sambruna
Giulia Spotti
Vincenzo Zucchi
Tecnici
Franco Alberti
Dino Baresi
Valter Canato
Mauro Domizioli
Maria Spotti
Orario di segreteria
Da lunedì a venerdì:
ore 10.00 – 11.30
ore 14.30 – 18.30
Consiglio direttivo
Presidente:
Ferruccio Crenna
Presidente onorario:
Annibale Sivelli
Vice presidenti:
Luca Ricci
Emma Ascari
Tesoriere:
Francesco Disarò
Direttrice dei corsi:
Giuliana Colombo
Consiglieri:
Roberta Sacchetto
Sergio Tognella
Segretaria:
Emma Ascari
Rappresentanti dei docenti:
Tiziano M. Galli
Luciano Nardi
Rappresentanti dei corsisti:
Flavio Basilico
Anny Rossi
1
2
3
4
5
1-2-3-4-5 Il corso di Recitazione in
Che bel gener l'è ul mè gener...
6 Scacchi, premiazione
6
serate di chiusura
Il servizio fotografico delle Serate di chiusura
è di New Photo Volpi - Baruccana di Seveso
1
2
3
4
5
1-2-3-4-5-6- Danza e movimento
6
serate di chiusura
2
1-2 Bridge, premiazione
1
3
4
3-4 Letteratura italiana:
il volto del dolore
5
5-6 Il pubblico delle due serate
6
1 Lingua tedesca: il re degli elfi
2 Gruppo docenti
3 Fondale: IERI E OGGI a cura
dei corsisti di Creatività artistica
4-5 Hata yoga
2
3
4
5
serate di chiusura
1
1
2
3
4
1
2-3
4
5
5
Terapie naturali
Lingua e letteratura francese
Lingua spagnola
Gabriella, la voce guida della serata
1 Giuria del concorso letterario
1
2-3 Concorso letterario: premiazione poesia
2
3
4
5
6
4-5-6-7 Concorso letterario:
premiazione racconto
7
serate di chiusura
1
2
3
4
1
2
3
4
5
6
Training autogeno
Tai chi chuan
Taglio e confezione
Laboratorio di sartoria
Tombolo
Taglio e confezione - Laboratorio di sartoria
Le serate sono state filmate dai corsisti di
Videomontaggio digitale e saranno
raccolte in due DVD
5
6
day
open
1
2
3
4
1-2 Accademia di pittura
3-4 Acquarello
5-6 Creatività artistica
6
5
day
2
1
4
3
1-2 Di-segno
3-4 Fotografia
5-6 Laboratorio di sartoria
pe
n
Il servizio fotografico dell' Open day è di Anny Rossi
5
6
day
open
1
2
3
1-2 Lingua inglese 4 CM
3-4 Pizzo Cantù
5-6 Shiatsu
4
5
6
n
leNotizie
1-2 Taglio e confezione
3-4 Tombolo
1
2
pe
3
4
       
INVITO A COLLABORARE
Invitiamo tutti i partecipanti all'Unitre (docenti, corsisti, ecc.) a collaborare per il
periodico a diffusione interna leNotizie, fornendo articoli di interesse generale,
poesie, racconti, disegni od altro.
In linea di massima i pezzi non dovranno superare le 2.000 battute, spazi inclusi:
(Word 2007: Revisione, Conteggio Parole -Word 2003: Strumenti, Conteggio
Parole).
Il materiale (possibilmente in formato elettronico) dovrà essere consegnato in
segreteria Unitre, oppure inviato per posta elettronica all'indirizzo:
[email protected]
La redazione si riserva la decisione di pubblicare, a suo insindacabile giudizio.
Il materiale, anche se non pubblicato, non verrà restituito.
La Redazione de leNotizie
13
leNotizie
A riproposito dei compiti a casa degli scolari
Nel dicembre 2014 abbiamo pubblicato un articolo di T.M.Galli intitolato I compiti a casa. Nel numero di aprile 2015 abbiamo dato
voce ad alcuni commenti sullo stesso. Ora l’autore intende ribadire
le proprie argomentazioni col pezzo che segue.
H
o avuto numerose testimonianze a favore del mio articolo sui
compiti a casa pubblicato sulla rivista “leNotizie” del dicembre 2014
dell’UNITRE, così come vi sono
stati articoli di critica nel numero
dell’aprile 2015 sempre sulla medesima rivista. Ben venga un costruttivo dibattito sull’argomento da me
proposto, ma prendo atto che il mio
scritto ha colto nel segno e entro nel
dialogo coi miei interlocutori.
Io sono un operatore in attività
dal 1970, con quarantacinque anni di
esperienza professionale alle spalle,
dapprima come maestro-educatore
in istituti di bambini abbandonati e
disabili, poi come psicomotricista e
in seguito alla mia Specializzazione
in Tecniche di Intervento Psicoterapico nel 1977, anche come Docente
di psicomotricità in corsi parauniversitari e universitari per operatori
scolastici e socio-sanitari che continuo a tenere, così come sono sempre
dentro ad un aggiornamento permanente. Credo quindi di avere bene
conosciuto la realtà della scuola in
ogni sua parte sensibile comprese le
difficoltà delle famiglie e non penso
proprio di essere un Solone uscito
dal Mulino Bianco, ma di essere un
operatore che conosce dal di dentro
le difficoltà del lavoro dell’insegnante, così delicato e difficile e male retribuito: Martino Lutero diceva che
gli Stati dovrebbero stanziare meno
denaro per comperare cannoni , ma
più soldi per retribuire meglio gli
insegnanti! Sì, la grande bellezza
creativa dell’educazione si poggia
anche nella grande bellezza educativa della scuola che deve offrire nel
suo contenitore il momento fondamentale per l’apprendimento formale. Normalmente, abbiamo tutti gli
stessi strumenti per apprendere, ma
non tutti abbiamo gli stessi tempi per
rielaborare le cose: è a scuola che lo
scolaro deve risolvere i suoi compiti,
così come il lavoratore deve esaurire
sul posto di lavoro la sua attività.
La vivacità delle risposte avute
mi fanno pensare di avere toccato un
punto sensibile con le mie argomentazioni e sono onorato di essere in
ottima compagnia su questo versante
psicopedagogico e cioè con Maria
Montessori, con don Lorenzo Milani, con Alberto Manzi, con Raffaele
Morelli. Eppure, per esempio, esiste
la Circolare Ministeriale del 14 mag-
gio 1969 n°177 con “Oggetto: riposo
festivo degli alunni e compiti scolastici da svolgere a casa”, che vieta
di assegnare i compiti per il lunedì
e i compiti in classe al lunedì e che
ammonisce come “un sovraccarico
degli impegni di studio o la concentrazione di essi in alcuni giorni
nuocerebbe, infatti, sia alla salute
dei giovani, sia al processo di maturazione culturale che non può essere costretto in schemi innaturali.”
La circolare ribadisce, già da tempo
come si evince dal testo, la necessità
degli alunni di stare insieme ai genitori nel tempo libero e avvalora le
modalità della cultura appresa anche
mediante eventi culturali come spettacoli teatrali e cinematografici!
Prendiamo atto quindi della circolare citata riguardo a questo difficile e problematico argomento che
appassiona da sempre le famiglie e la
scuola con opinioni magari diverse,
ma tutte meritorie di essere prese in
considerazione e discusse. Ringrazio perciò coloro che si sono presi la
briga di intervenire oralmente e con
scritti sui “compiti a casa”, disponibile a riprendere un dialogo interessante e costruttivo.
Tiziano Maria Galli
Short stories and other writings
L
e corsiste di Lingua inglese 4CM, al termine
dell’ultimo anno del loro corso, hanno voluto mettere su carta il frutto della lingua acquisita durante il
quadriennio, pubblicando un libretto col titolo sopra
riportato. Sono ricette, poesie, brevi racconti, tutti rigorosamente in lingua inglese, corredati da disegni o
fotografie. Il volumetto è disponibile in Segreteria per
chi volesse vederlo, ma soprattutto è visionabile sul
sito Unitre www.unitrecesano.it.
14
leNotizie
L’articolo che segue è una “risposta” a quello
analogo pubblicato sul nostro giornale del dicembre
2014. Per ragioni di spazio non aveva trovato posto
nell’ultimo numero del giornale, per cui viene
pubblicato solo ora. Ce ne scusiamo con l’Autore e con
i nostri lettori interessati all’argomento.
I
l significato del sostantivo femminile Storia è “l’insieme degli
eventi umani, o di determinati eventi
umani, considerati nel loro svolgimento”.
Quando si narra la “storia” quindi
si dovrebbero narrare i fatti ma, spesso, non ci si limita alla sola narrazione e ci si cimenta nella loro interpretazione, tralasciando di utilizzare un
metodo scientifico di interpretazione
che renda oggettiva l’interpretazione
stessa.
E’ importante invece che la “storia” sia oggetto di studio e sarebbe
opportuno applicare all’apprendimento, l’intelligenza e un metodo,
e non limitarsi a sorbire un racconto
della storia e a raccontarlo a nostra
volta come ci è stato trasmesso.
Studiare la storia significa farla oggetto di esame, meditazione e
indagine e quando due epoche, una
passata e una più recente, nei loro
eventi politici, economici, sociali,
religiosi eccetera, sono messe a confronto, dovrebbero essere piuttosto
le cause che i fatti ad essere oggetto
di esame.
La storia diventa memoria quando, da questo esame, si ricava che
cause simili possono generare in
epoche diverse fatti simili ma mai
uguali. Intendo dire con questo che
se, ad esempio, nel passato, i soprusi nei confronti di un popolo, hanno
scatenato una protesta violenta e una
rivoluzione armata, difficilmente
oggi, almeno nei paesi occidentali,
scatenerebbero lo stesso evento, ma
in presenza di cause simili potrebbero scatenare una reazione simile ma
non una rivoluzione armata.
La memoria ha quindi la funzione
di preservarci dal commettere, oggi,
ciò che nel passato alla luce della
storia si è verificato un errore. Occorre anche dire che il fare oggetto
di esame, meditazione e indagine,
implica dare un giudizio su ciò che
A proposito del medioevo
di Le Goff
è avvenuto e tale giudizio sarà solo
opinione e non verità, se la nostra
coscienza non avrà interiorizzato e
tradotto in valori morali i princìpi,
riconosciuti come universali, che si
ricavano dalle definizioni di ciò che
è bene/male, giusto/ingiusto, buono/
cattivo, utile/inutile ecc.; definizioni
frutto della lunga indagine e ricerca
effettuata dalla filosofia antica.
Chi ha memoria della storia sa
che ciò che più incise sullo svolgimento dei fatti del passato, furono
l’azione politica e quella religiosa.
L’azione politica e l’azione religiosa, ancora oggi, sono le azioni che
in misura maggiore determinano
il modo di essere di una società in
quanto sono portatrici di princìpi e
valori che influenzano moralmente
ed eticamente; ed è quando le due
azioni procedono in parallelo, quando cioè il sistema temporale non si
distingue da quello spirituale, che si
producono i danni peggiori.
Questo è ciò che è avvenuto nel
Medioevo; i secoli del Medioevo furono veramente secoli bui e non solo
per la fame, la carestia, le malattie,
il dispotismo, le continue guerre, ma
furono secoli bui soprattutto dal punto di vista culturale.
Dalla caduta dell’Impero Romano d’Occidente fino a metà del Trecento, la controriforma del cristianesimo nei confronti del paganesimo,
complice l’azione politica, si caratterizzò per lo sforzo di creare e sviluppare una cultura cristiana che in
parte occultò e in parte limitò la conoscenza e gli sviluppi del precedente pensiero filosofico, in particolare
quello greco.
Nel Medioevo si sviluppò una
cultura pedagogica basata esclusivamente sulla diffusione della conoscenza della Bibbia e degli altri testi
sacri e reinterpretativa della cultura
precedente alla luce della parola del
Dio cristiano.
Una cultura pedagogica, che in
assenza di un sistema scolastico
laico, per secoli ha condizionato la
formazione intellettuale di laici e
cristiani (si veda a questo proposito
il libro “Gli intellettuali nel Medioevo” di Le Goff).
L’uomo ha sempre avuto esigenza
di verità e prova ne è la ricerca continua che ne fa. In quei secoli più che
mai avevamo bisogno di verità e ci
è stato insegnato, invece, che occorreva accettare tutti i mali come segno della Divina Provvidenza. Non
ci è stato insegnato che si può e si
deve arrivare alla verità attraverso la
conoscenza ma ci è stata fornita una
RAPPRESENTAZIONE ASTRATTA DEL VERO considerandola certa, assoluta e inconfutabile.
Gli studi di Le Goff sul Medioevo
hanno dato un grande contributo allo
studio della storia: portare a conoscenza il sistema educativo medioevale ha smascherato quella politica
che, per secoli, ha propagandato il
messaggio che, unico VERO, fosse
il pensiero cristiano e come tale dovesse essere accolto con atto di fede.
Per nostra fortuna a sovvertire questa
mistificazione, a sovvertire questa
NON VERITA’, furono gli stessi intellettuali a partire dall’Umanesimo.
Ho la certezza che oggi il percorso di ricerca della verità si sia interrotto, anche se per colpa di un soggetto diverso, e siamo nuovamente
precipitati in anni bui molto simili
a quelli di allora e, questa certezza,
mi fa dire che nulla abbiamo appreso dalla storia passata e nulla quindi
può essere rimasto nella nostra memoria e ora, come allora, non sarà la
Divina Provvidenza a salvarci.
Nadia Marmonti
15
leNotizie
PRIMO CONCORSO LETTERARIO
S
i è svolto quest’anno la prima edizione del concorso letterario organizzato dall’Università delle Tre Età di Cesano Maderno. Il concorso si è
sviluppato su due piani, la sezione narrativa e la sezione poesia. Il tema da
sviluppare proposto dalla giuria era Guerre, odi ed amori.
La sezione narrativa ha visto come primo classificato Emilio Asnago, col
racconto COME POTETE GIUDICAR, che pubblichiamo di seguito.
Al secondo posto si è piazzata Maria Teresa Borgini, col racconto OLTRE
IL MARE.
Al terzo posto si è classificata Roberta Capizzi, col racconto GUERRE,
ODI ED AMORI.
La sezione poesia ha visto vincitrice Giuseppina Rita Allievi con la poesia
A CLAUDIA, che pubblichiamo di seguito.
Al secondo posto si è piazzato Bruno Proserpio con la sua composizione
UNA GIORNATA IN SPIAGGIA.
Al terzo posto si è classificata Gioconda Borroni con la poesia TI PORTA
LONTANO.
L
a sua guerra l’aveva persa in
un pomeriggio assolato di primavera nell’anno in cui dai jukebox uscivano le note di “Come potete giudicar” dei Nomadi.
Di battaglie ne aveva combattute tante e tante ne aveva perse a
volte anche contro chi aveva di più
caro ma la vita è anche questa. Lui,
primogenito in una famiglia matriarcale, ben presto aveva capito
che sarebbe stato l’ultimo nei confronti di sua madre che avrebbe
scelto di dare maggiore importanza alle sue 2 sorelle indipendentemente dalle capacità. Era nato
l’ultimo giorno dell’anno in cui
nacque il Partito Nazionale Fascista che tanti guai portò agli italiani, in un paese tra Milano e Como,
in una casa affacciata sulla strada
provinciale dove era stata ricavata
un’osteria con camere annesse che
negli anni a venire venne pomposamente chiamata “Albergo”.Nel
16
Come potete giudicar
cortile retrostante c’erano case di
ringhiera e in fondo oltre il portico,
c’era la stalla dove vivevano alcune
mucche e Pino, un mansueto cavallo
da tiro, bianco. Da allora in poi tutti
i cavalli di quella stalla si sarebbero
chiamati Pino e sarebbero stati tutti
bianchi. L’ “Albergo” era di proprietà di sua madre mentre la stalla con
tutti gli animali erano di suo padre
e di suo zio, uno scapolo di poche
parole che gli voleva un gran bene,
che si occupavano di accudire le bestie e della cura di alcuni campi di
proprietà con l’ausilio di un povero
contadino tanto buono quanto il vino
che lo accompagnava nelle solinghe
giornate di riposo. La stalla era il
ritrovo preferito di tutti gli abitanti
della corte nelle serate invernali. Ci
si radunava al caldo “animale” alla
luce delle candele tra effluvi pestiferi, dove ognuno portava con sé una
sedia di paglia e mentre le donne lavoravano la lana si cantava tutti in-
sieme, con i bambini che giocavano nel fieno, che sarebbe diventato
il pasto degli animali, che sarebbero diventati a loro volta il pasto
degli uomini, quegli stessi animali
che ruminando ruminando, espletavano i loro bisogni corporali tra
le risa e i commenti salaci degli
astanti.
Lui aveva frequentato la scuola elementare del paese con scarsi
risultati, aveva una idiosincrasia
verso l’ordine costituito.
Quando a scuola fu costretto
posare per una fotografia che lo
ritraeva vestito con la divisa di Balilla e il braccio alzato per il saluto
romano nei suoi occhi traspariva
uno smarrimento sconosciuto ai
suoi compagni di classe che davanti alla macchina fotografica si
sforzavano di esprimere tutto il
loro ardore e la loro sfrontatezza.
La sua passione erano gli animali e ben diverso era il suo sguar-
leNotizie
do nella fotografia che lo immortalava a cavallo di Pino, uno
sguardo fiero e un sorriso appena
accennato che emanava un senso
di pace e di serenità e mai avrebbe pensato che un giorno per un
crudele scherzo del destino sarebbe diventato il loro carnefice.
Con la maggior età arrivò anche la guerra e con essa anche
la chiamata alle armi, 12° Reggimento Bersaglieri, bersagliere
motorizzato. Fu spedito sul fronte
libico a combattere contro gli inglesi. In Libia contrasse la malaria
e fu rispedito in patria all’Ospedale militare di Scandiano dove
il giorno dell’armistizio festeggiò
cantando in coro con altri commilitoni “Avanti popolo” fu così
che vinse un “viaggio premio”,
tanto di moda in quegli anni, in
un campo di lavoro in Germania
nei pressi di Kustrin.
Questo atto di ribellione fu
sempre smentito da sua madre,
suo figlio non poteva essere un
“comunista”!
Dalla Germania riuscì a tornare nell’autunno del 1945 con due
falangi dell’indice della mano destra in meno ma con tanti terribili
ricordi in più. A fargli ricordare
quei giorni ci avrebbe pensato per
sempre la mano mutilata per fermare una cancrena dovuta a una
ferita mal curata durante il soggiorno premio.
Ora che aveva servito la patria
non gli restava altro che formarsi
una famiglia, il che non gli sarebbe stato difficile in quanto era un
bell’uomo, educato, alto, con i
capelli neri impomatati e un paio
di baffi alla Clark Gable, trovarsi un posto di lavoro e una casa.
Così si diede da fare e nel giro
di quattro anni riuscì a sposarsi e
a diventare padre di un maschio
al quale venne imposto il nome
dell’ultimo re d’Italia.
Sua moglie era una bella ragazza bionda, sua coetanea, di
buona famiglia, famiglia socia-
lista, il padre aveva una bottega di
falegnameria in fondo al paese. Era
una bottega ben avviata che dava
lavoro a alcune persone e dove lei
teneva la contabilità forte della sua
licenza commerciale.
La ragazza era anche coraggiosa e intraprendente come aveva già
avuto modo di dimostrare durante la
guerra quando partì da casa, da sola,
per andare a La Spezia. Con sé aveva
solo una valigia con dei vestiti “borghesi” che sarebbero serviti per organizzare la fuga di suo fratello dalla
struttura paramilitare tedesca della
TODT dove lo stesso prestava servizio e che rischiava di essere deportato in Germania come era capitato al
suo futuro marito.
Con il matrimonio arrivò anche
il lavoro. Sarebbe stato lui con la
moglie, così come promesso da sua
madre, a gestire e servire tutti gli avventori dell’osteria e dell’”Albergo”
anche perché sua sorella era destinata a servire Gesù avendo scelto la
vita monacale sotto l’attenta regia
della madre.
Anche la casa non sarebbe stato
un problema: una delle tre stanze
dell’ “Albergo” fu riservata alla giovane coppia, mentre il resto della
vita veniva trascorso in comunione
con il resto della sua famiglia.
Ma le cose ben presto cambiarono perché arrivò un “principe azzurro” e la futura suora cambiò fidanzato si innamorò di lui a tal punto da
rinunciare ai voti e di rivendicare il
suo diritto alla gestione dell’impresa
famigliare.
Il “principe azzurro” non era tale
nella figura ma era molto stimato in
loco, dove lavorava come factotum
presso il salumificio del paese, era
un cattolico fervente e si interessava
di politica nelle file del partito della
D.C. Il suo carisma era così forte che
riuscì a far cambiare la decisione della futura suocera di affidare la gestione dell’”Albergo” ai novelli sposi e
di affidarla alla mancata suora sotto
la sua supervisione in cambio lui si
impegnava a assumere suo cognato
presso il “suo” salumificio come
macellaio! Lui che amava così
gli animali era costretto a toglierli la vita per vivere. Per mitigare i
sensi di colpa si era inventato un
gioco che avrebbe reso felici tutti i
bambini del cortile: con la vescica
dell’animale macellato lui ricavava un pallone, un pallone rudimentale ma che comunque avrebbe regalato momenti di felicità. Il posto
sicuro, ben retribuito e gli avrebbe permesso di maturare i ”bollini” per la pensione e era a pochi
passi da casa. Oltre alla gestione
dell’”Albergo” fu anche costretto
a lasciare la stanza dell’ “Albergo”
alla sorella, che nel frattempo si
era sposata, e trasferirsi nel granaio adattato alla bisogna ad appartamento dove una tenda fungeva da
divisorio tra la cucina e la camera
da letto. Tutto questo lui lo accettò
come aveva sempre accettato tutto
dalla vita senza mai lamentarsi ma
guardando sempre al domani sperando in un futuro migliore. Non
fu così per sua moglie che da quel
giorno si sostituì a lui nella battaglia per rivendicare i suoi diritti,
una battaglia che lei avrebbe vinto
per lui.
Agli inizi degli anni ‘50 lui perse suo padre e il suo amato zio ma
si ritrovò padre di un altro bambino
che prese il nome del nonno. Oltre
a ritrovarsi padre per la seconda
volta si ritrovò anche proprietario
terriero grazie al lascito dello zio
che lo vincolava, al momento della
costruzione della sospirata abitazione, di riservare 2 stanze per la
madre. La cosa non rese felice sua
madre che tentò in tutti i modi di
cambiare il testamento anche in favore delle figlie, ma solo grazie alla
fermezza di sua moglie questo non
avvenne. Ora bisognava trovare i
soldi per costruire una casa degna
di tale nome e a questo ci pensarono suo suocero, sua moglie e il fratello di lei, quello che salvò dalla
deportazione e che per tutta la vita
ebbe modo di ricompensarla.
17
leNotizie
Con la nuova abitazione arrivarono anche il terzo figlio, battezzato col nome dell’amato zio, e un
nuovo lavoro trovato sempre grazie
all’intervento del cognato che l’aveva già aiutato nella costruzione
della casa, che riuscì a farlo assumere come cuoco presso una grande società chimica sita in un paese
limitrofo. Fu a causa di questo nuovo lavoro che scoprì che i famosi
“bollini” per la pensione non erano
mai stati pagati dal salumificio di
cui era responsabile amministrativo
l’altro cognato, il marito della mancata suora! Ma per lui niente cambiò, continuava la sua vita come
sempre come tutti gli onesti operai
nel periodo del boom economico
consapevoli che dovevano subire
le angherie padronali ancora per
poco. Così ogni mattina prendeva il
suo Motom e si recava al lavoro per
poi tornare a casa alla sera e ricominciare il giorno dopo. I figli crescevano e così una FIAT 600 bianca
usata prese il posto del Motom ma
lui non amava i cavalli motore lui
era ancora affezionato al Pino. Poi
una sera d’inverno mentre la sua famiglia era a vedere la TV all’osteria
si sentì male e quando rientrarono
lo trovarono dolorante in un letto di
sudore. Fu subito trasportato in ospedale dove gli diagnosticarono un peritonite dalla quale si salvò miracolosamente ma da quel giorno in poi
non si riebbe più; c’era qualcos’altro
oltre una “semplice” peritonite. Fu
un lento cammino verso la “fine”,
quella “fine” che lui conosceva bene
avendola vista durante la guerra e
peggio durante la prigionia in Germania, ma anche quella “fine” che
lui inflisse a tanti animali che amava
ma che “doveva” uccidere, per lavoro, per maturare quei “bollini” mai
pagati, o quella “fine” che qualche
anno prima lui procurò a quel malcapitato gallo che si era avventato sul
volto dell’ultimo suo figlio riducendolo a una maschera di sangue. La
malattia a poco a poco lo stava consumando ma lui non se ne curava più
di tanto, gli bastava coricarsi con il
figlio minore accanto per ritrovare
quel poco di serenità che gli serviva
per andare ancora avanti fino a quel
giorno di primavera in cui chiese di
poter visitare la soffitta di casa che
era finalmente raggiungibile non
più con una malferma scala a pioli ma tramite una scala vera e propria in metallo, quello fu l’ultimo
suo desiderio espresso la sua ultima
battaglia ….vinta!
Oggi quella soffitta è diventata
la mia abitazione e per uno scherzo
del destino il suo unico nipote, mio
figlio, è nato, prematuro, nello stesso mese di aprile il giorno successivo a quello della sua scomparsa.
Dimenticavo, dopo una settimana dalla sua “fine” chiesi a mia
madre il permesso per comprare il
45 dei Nomadi “ Come potete giudicar”.
Permesso accordato.
Emilio Asnago
Motivazione della giuria:
Il testo, una storia familiare in filigrana leggera, presenta una struttura coerente e
compatta che sembra snodarsi sulle note del 45 giri dei Nomadi: COME POTETE
GIUDICAR, interrogazione/esclamazione, che apre e chiude la narrazione.
L’intreccio di fatti precisi e concreti di vita privata e di eventi pubblici, tra il primo
e secondo dopoguerra, narrati anche con suggestive e corpose figure metaforiche,
costituiscono la trama e l’ordito della narrazione, capace di evocare nel lettore
emozioni e riflessioni.
C’è un “lui”, la sua nascita, la nascita del Partito Nazionale Fascista ed i molteplici
eventi che ne seguirono: un “viaggio premio”, il ritorno, la ripresa della vita, gli
affetti familiari… e l’arrivo di un primo ed unico nipotino. Si apre così la domanda
iniziale…
18
leNotizie
A Claudia
Vorrei riscaldare il tuo riposo
con un canto
che non geme
seduta con te
là
sulla collina
a raccontare
il tempo
che scorre
sulle nostre mani
e ridere… ridere
dei giorni che restano.
Vorrei riscaldare il tuo riposo
con un passo
a piedi scalzi
e correre… correre
dove le anime
ascoltano
e scrivere… scrivere
con te
sulla terra
la speranza
che non secca.
Vorrei riscaldare il tuo riposo!
Motivazione della giuria:
Sono presenti un susseguirsi
piacevole e appropriato di
dati sensoriali; l’autrice
dimostra di sapere passare
da immagini sonore, a
colorazioni visive, a elementi
tattili.
Il tono complessivo è
racchiuso in quel ripetuto
..vorrei… che legge un
animo sempre pronto ed
attento al nuovo, al reale,
al sentimento; parte dalla
terra ma trova il compimento
nella speranza di colui
che vorrebbe contribuire a
riscaldare il riposo buono
dell’animo umano.
Rita Allievi
2° CONCORSO LETTERARIO DI POESIA E NARRATIVA – A.A. 2015/2016
L’Unitre di Cesano Maderno organizza per l’anno accademico 2015/2016 la seconda edizione
del Concorso letterario di poesia e narrativa. Il tema del concorso è:
Il viaggio arricchisce e cambia:
incontro con persone, paesaggi e storia
Gli elaborati dovranno pervenire in segreteria a partire dal 16 novembre 2015 sino al 15 aprile 2016.
Modalità e regolamento saranno esposti in bacheca e pubblicati sul sito dell'Unitre.
19
leNotizie
…I primi fanti il 24 maggio…
S
erata dedicata alla ricorrenza
del primo centenario dall’inizio della Grande Guerra.
Il professor Buraschi legge
brani di lettere o memoriali, spesso scritti con un italiano sgrammaticato o dialettale, ma molto
efficaci. Da essi risalta la minaccia della morte, sempre presente:
la vita, la sopravvivenza sono affidate al caso.
La religione, semplice ed anche superstiziosa dei semplici, diventa religione della patria: spinge ad invocare Dio perché aiuti a
cacciare il nemico. E questo suscita ilarità in un prigioniero austriaco che conosce l’italiano,
quando sente un cappellano italiano usare in proposito le stesse
argomentazioni del cappellano
austriaco: forse che ci sono due
Padreterni?
Un soldato esorta i famigliari
a coltivare la pace in famiglia,
perché è molto triste constatare a
cosa porta la mancanza di pace.
Le letture sono intervallate dal
20
coro del maestro Smaniotto, che ed austro ungarici: una intera geintona canzoni semplici e tristi, nerazione di giovani mandata ad
rispecchianti vari stati d’animo: un inutile macello.
la partenza per la guerra, Signore
Giuseppe Ascari
delle cime e da ultimo la canzone
del Piave.
Una serata che ha fatto toccare con mano l’orrore della guerra,
che ha accomunato soldati italiani
leNotizie
S
24 Maggio 1915 – 2015: CENTO ANNI
ono trascorsi 100 anni da quel “radioso” 24 maggio
1915, una data che noi italiani non dobbiamo mai dimenticare, perché fu l’inizio dell’ultima guerra risorgimentale che ci portò alla “vera” Unità d’Italia, non quella
propinataci nel 2011 da pseudo storici. I giovani, ai quali
nelle scuole i professori non hanno insegnato, alimentando così la “cultura della dimenticanza”, i valori e gli ideali
per i quali i loro avi hanno combattuto, devono conoscere
la vera storia della loro Patria ed ad essa avvicinarsi.
Noi che siamo cresciuti sentendo raccontare dai nostri
nonni e padri, da “qualche” Professore, e poi leggendo e
studiando la prima guerra mondiale, quella che portò il
Regio Esercito Italiano, guidato dal Re Vittorio Emanuele
III, a Trento e Trieste, sentiamo ancor oggi nel sangue l’orgoglio di essere discendenti dei Cavalieri di Vittorio Veneto che hanno saputo dare all’Italia una grande vittoria, la
più bella che un esercito possa annoverare.
Questa rievocazione, che vuole considerare la nostra entrata nella prima guerra mondiale come il coronamento
unitario del nostro Risorgimento, ci porta a tre osservazioni: il 24 maggio 1915 rappresenta l’unità spirituale di
tutto un popolo, esprime la volontà di essere una Nazione
libera ed indipendente, ci rammenta che quando un esercito è ben guidato e comandato e si batte per la sua Patria ha
sempre a portata di mano la vittoria.
Questi pensieri ci portano a ricordare questa data per dire
alle nuove ed alle future generazioni che, se oggi hanno
24
una Patria unita, lo devono ai sacrifici di coloro che hanno saputo dare tutto, anche la vita, senza nulla chiedere.
Maggio mese delle rose, ma non c’è rosa senza spine,
e di spine ce ne furono moltissime; seicentomila morti,
migliaia di feriti e mutilati che, ormai, dall’alto ci guardano e guidano il nostro cammino verso il progresso civile e lo sviluppo sociale.
A chi sostiene che il nostro amor di Patria ed alla sua
Storia è retorico nazionalismo, noi rispondiamo che è
invece un impegno morale consacrare nel ricordo perenne un retaggio di dolore e di vittoria in una coscienza
popolare di libera e fraterna unità che è alla base del
patrimonio spirituale di una grande Nazione. La ricorrenza di questo 24 maggio sia di sprone a tutti gli italiani
a superare questi momenti di crisi sia economica che
morale.
Quando lungo le strade della nostra splendida terra troviamo una croce, una lapide, un monumento che ricorda
un Caduto, una battaglia od un evento storico, fermiamoci e meditiamo, raccogliamo magari un fiore e con
una preghiera ed in tutta umiltà deponiamolo. Sono questi eroi dimenticati che ci hanno procurato le libertà di
cui oggi godiamo e talvolta abusiamo.
Pensando a loro, forse, diventeremo tutti più buoni, più
onesti, ma soprattutto più ITALIANI.
Emilio Allievi
Un ricordo uscito dal cuore
maggio 1915, giorno speciale, giorno di compleanno, il ventunesimo.
Il giovane correva velocemente cercando un guado sul
Piave, cercando di non intralciare gli altri giovani che
correvano accanto a lui.
“Cori Nane, cori”, gli sembrava di udire le voci di incitamento dei suoi amici e per un momento si dimenticò
di dove si trovava. Certo non era alla gara campestre
del suo paese anche se il sudore era lo stesso, ma l'arsura che sentiva in gola non era soltanto sete, era piuttosto un misto di eccitazione e paura.
La sua casa non era molto lontana da lì, ma questa volta
lui non sapeva perchè correva, certo non per un premio.
Glielo avevano spiegato c'erano confini da stabilire, i
giusti confini della Nazione.
Nane correva e pensava a Rosa, la sua morosa, non l'avrebbe trovata ad aspettarlo di là del fiume. Rosa era a
casa e sicuramente aveva gli occhi rossi di pianto e nessuno, ne era sicuro, poteva consolarla, solo lui poteva.
Ora il respiro si era fatto più corto e la fatica si sentiva
nelle gambe, l'acqua era più alta e il fiume un poco più
impetuoso, la riva sconosciuta si avvicinava, si vedevano
figure in movimento: cavalli.
Urla di incitamento risuonavano un po' ovunque, davanti a
lui il trombettiere cominciò a suonare la carica. Lui pensava a Rosa e al suo bambino che non avrebbe visto nascere.
La piuma dell'elmetto batteva il ritmo della corsa, “cori
Nane che te si el primo”.
“Cori” corri che sei il più bravo del paese e così ti facciamo BERSAGLIERE e avrai l'onore di aprire la Guerra, la
Grande Guerra.
Maria Rosa Bozzato
Lo scorso anno ho assistito alla Messa da Requiem di
G.Verdi, diretta dal maestro Riccardo Muti presso il Sacrario di Redipuglia e di fronte a tutti quei morti mi sono
commossa e la mia mente è andata ai racconti dei miei
nonni e un GRAZIE mi è uscito dal cuore. Grazie a tutti
loro e ai loro sacrifici inumani, grazie a tutti quei giovani
rimasti senza nome, agli “amici” e ai “nemici” che ora
dormono insieme sulla collina. E grazie anche a mio nonno Nane, gran corridore.
21
leNotizie
MARZO 1821 di Alessandro Manzoni
Soffermati sull’arida sponda,
vòlti i guardi al varcato Ticino,
tutti assorti nel novo destino,
certi in cor dell’antica virtù,
han giurato. Non fia che quest’onda
più tra le sue rive straniere;
non fia loco ove sorgan barriere
tra l’Italia e l’Italia, mai più!
L’han giurato: altri forti a quel giuro
rispondean da fraterne contrade,
affilando nell’ombra le spade
che or levate scintillano al sol.
Già le destre hanno strette de destre;
già le sacre parole son porte:
o compagni sul letto di morte,
o fratelli sul libero suol.
Quante volte sull’Alpe spiasti
l’apparir d’un amico stendardo!
Quante volte intendesti lo sguardo
ne’ deserti del duplice mar!
Ecco alfin dal tuo segno sbocciati,
stretti intorno a’ tuoi santi colori,
forti, armati de’ propri dolori,
i tuoi figli son sorti a pugnar:
Oggi, o forti, sui volti baleni
Il furor delle menti segrete;
per l’Italia si pugna vincete!
Il suo fato sui brandi vi sta.
O risorta per voi la vedremo
al convito de’ popoli assisa,
o più serva, più vil, più derisa
sotto l’orrida verga starà.
Oh giornate del nostro riscatto!
Oh dolente per sempre colui
che da lunge, dal labbro d’altrui,
come un uomo straniero, le udrà!
Che a’ suoi figli narrando un giorno,
dovrà dir sospirando: “io non c’era”;
che la santa vittrice bandiera
salutata quel dì non avrà.
L’ode civile e patriottica è composta da tredici strofe di otto decasillabi ciascuna; il quarto e l’ottavo decasillabo sono tronchi e rimano tra loro.
E’ dedicata al tedesco Teodoro Koerner che cadde in battaglia nel 1813 mentre difendeva la sua gente
contro l’invasore Napoleone.
Siamo nel periodo in cui si attuano i primi movimenti più o meno spontanei per scacciare l’invasore.
I Lombardi speravano e credevano imminente il passaggio del Ticino da parte dei Piemontesi che
avevano ottenuto la costituzione dal reggente Carlo Alberto.
L’ode fu pubblicata nel 1848, dopo le Cinque giornate di Milano.
Il Poeta Alessandro Manzoni nasce a Milano il 7 marzo 1785 e ivi muore il 22 maggio 1873.
a cura di Luciano Nardi
22
leNotizie
2015 SHIATSU si perfeziona
Shiatsu si perfeziona
Lo facciamo vabbè
Ma mai come quest’anno
Per capire il perché
Ho fatto pace
Lo facciamo ascoltando
Lo facciamo bendati
Per risvegliare quei sensi
Per cui Dio ci ha creati
È il risveglio dei sensi
Assopiti e inibiti
E ogni volta trattiamo
E restiamo stupiti
Tori sente per uke
Tori avverte il dolore
Tori sente per uke
Tori avverte il piacere
Si prolungan le dita
Che si appoggiano a te
Noi vogliamo cercare
E capire il perchè
È racchiuso in quel tocco
Per lo più verticale
La coscienza che veglia
E ti vuol risanare
Indaghiamo nel gesto
Nel percorso indicato
La reazione nel corpo
Che abbiamo trattato
Shiatsu si perfeziona
Lo facciamo … vabbè
Ma mai come quest’anno
Per capire il perché
Ho fatto pace
con me stesso
ed ho perdonato il mondo
per non sciupare
il tempo che possiedo,
per stare bene dentro di me,
per conservare con l’esempio
la leggenda della gloria,
la leggenda dell’umiltà,
la grandezza dell’attesa,
la verità della preghiera muta
nel silenzio della dignità raccolta
in qualche angolino nascosto
della mia coscienza tranquilla.
Adler
Tiziano Maria Galli
Le uscite teatrali e musicali
Nel corso del passato anno accademico la Segreteria Unitre ha organizzato diverse uscite teatrali e musicali, tutte molto partecipate ed apprezzate dai corsisti. Qui di seguito diamo l’elenco:
26.09.2014
30.11.2014
19.12.2014
09.01.2015
20.04.2015
03.05.2015
Teatro alla Scala
Rai Tre
Teatro alla Scala
Teatro Nuovo
Teatro alla Scala
Rai Tre
Don Chisciotte
Che tempo che fa
Lo schiaccianoci
Cin ci là
Concerto de I percussionisti della Scala
Che tempo che fa
23
leNotizie
Il cibo è vita
La dottoressa Silvia Gusmani, docente in passato presso la nostra
Unitre di "Mangiare bene e vivere
meglio" ed il prossimo anno accademico di "Farmaci e salute a 360
gradi", ha tenuto nel mese di aprile
una conferenza sul tema Il cibo è
vita.
Riteniamo di fare cosa gradita per
molti lettori riportare qui la sintesi della sua conferenza: un valido
contributo per aiutarci a vivere
meglio.
S
ino a fine ottobre a Milano si
potrà visitare EXPO 2015, kermesse mondiale dedicata alla nutrizione e alla sostenibilità.
Siamo tutti invitati a riflettere
sul ruolo dell’alimentazione nel
XXI secolo e sul cibo come diritto umano fondamentale e come
strumento di prevenzione di molte malattie.
Ma non è una novità questo interesse attorno al “cibo”….
1.“Siamo quello che mangiamo”
Ippocrate, il padre della medicina, affermava “che il cibo sia la
tua medicina, che la medicina sia
il tuo cibo”. E nel 1850 il filosofo
Feuerback sosteneva che l’uomo
è ciò che mangia e che “per pensare meglio dobbiamo alimentarci
meglio”.
Mentre in Oriente da millenni le
medicine locali sostengono la correlazione tra cibo e salute, in Occidente questo avvertimento è rimasto per lo più inascoltato.
Intorno al 1950 alcuni ricercatori
statunitensi si chiesero come mai
le persone che abitavano il bacino
del Mediterraneo e si alimentavano
di cibi ricchi di grassi, soffrissero
molto meno dei loro connazionali
di disturbi circolatori, infarti, colesterolo alto, tumori,etc.. e notarono
come la dieta fosse ricca di verdura, frutta e legumi: si scoprì
in questi cibi (olio extra vergine
d’oliva, legumi, carote, pomodoro,
broccoli, arance, barbabietola etc.)
24
potrebbero essere evitati seguendo
abitudini sane come una dieta corretta ed esercizio fisico, seguendo
uno stile di vita sano e buone abitudini alimentari !
Le malattie cardiache
2. La scienza dell’alimentazione
Ad oggi lo studio del cibo è diven- I fattori che aumentano il rischio
tato scienza. Invece di mangiare sono strettamente legati all’alimene curarsi, ecco come curarsi man- tazione e allo stile di vita: ipertensione arteriosa, obesità, alla iperligiando.
Nutraceutica: è la disciplina che in- pidemia (colesterolo alto e triglidaga tutti i componenti o i principi ceridi alti), al fumo, età, diabete e
attivi degli alimenti con effetti po- sedentarietà. Molti di essi possono
sitivi per la salute, la prevenzione e essere eliminati modificando le
il trattamento delle malattie (i “Nu- proprie abitudini.
traceutici”), la maggior parte dei Obesità
quali ha origine vegetale e si trova In Europa, l’obesità è triplicata
nella frutta e nella verdura, fibre, negli ultimi due decenni. L’erroproteine di soia, fitosteroli e poli- re più comune consiste nello squifenoli. Molti nutraceutici possono librio tra assunzione di calorie e
anche trovarsi in farmacia come consumo dell’energia introdotta
nella dieta.
integratori alimentari.
Nutrigenomica: si occupa della Tumori
relazione tra cibo e geni del cor- Si possono abbassare alcuni fattori
po, soprattutto in funzione delle di rischio modificando sia le abitumalattie più conosciute. Nel DNA dini alimentari, limitando il consuesistono circa 35.000 geni, la mag- mo eccessivo di proteine animali
gior parte dei quali sembrerebbe (carne rossa e carni conservate),
funzionare in relazione al cibo in- ponenedo attenzione alla cottura
gerito. Passeremo da un approccio dei cibi (cibi bruciati o carboniz“classico”, dove venivano proibiti zati rilasciano sostanze canceroi cibi che fanno male ad un approc- gene), evitando l’inquinamento
cio “innovativo” dove si consiglie- atmosferico, ormoni e mangimi
ranno i cibi che fanno bene, che ci dati ad animali, allontanandosi da
porterà a prevenire e curare alcu- onde elettromagnetiche, cercando
ne delle malattie più importanti di di mantenersi normopeso ed eviquesto secolo.
tando alimenti ad elevato rapporto
L’alimentazione è uno dei fattori calorico.
che maggiormente incidono sullo
sviluppo, sul rendimento e sulla 4. Linee guida da seguire per un
produttività delle persone, sulla corretto regime alimentare e stile
qualità della vita e sulle condizio- di vita
ni psico-fisiche con cui si affronta • Mantenere un peso corporeo
l’invecchiamento.
normale.
• Assumere una dieta varia,
3. Le malattie strettamente legate
bilanciata e diversificata: nel
al regime alimentare
corso della settimana si doUna dieta corretta è un validissivrebbero mangiare tutti i cibi
mo strumento di prevenzione per
più conosciuti, limitando quelmolte malattie e di trattamento per
li ricchi di grassi saturi (carni
molte altre.
rosse, formaggi etc.), in modo
Il diabete
da avere l’apporto di tutti i
In questi ultimi anni la prevalenza
principi nutritivi. Proteine e
del diabete è in aumento esplosivo.
carboidrati servono entrambi,
Più della metà dei casi di diabete
ma evitate l’eccesso.
la presenza di sostanze, come gli
antiossidanti, in grado di ridurre
notevolmente il rischio di contrarre
tali malattie.
leNotizie
• Consumare frutta e verdura
ogni giorno: porzioni abbondanti (5 al giorno), preferibilmente crude, di stagione, a km
0, sono fondamentali. Alternare 5 colori (rosso, viola-blu,
bianco, arancio, verde).
• Mangiare alimenti ricchi di
fibre: tutti i cereali integrali, le
verdure a gambo, i legumi e la
frutta ne sono ricchi.
• Non mangiare velocemente.
• Ridurre il consumo di grassi
saturi e aumentare consumo
di grassi insaturi (grassi buoni): omega 3
• Ridurre il consumo di sale,
zucchero, alcool ed aumenta-
re il consumo di acqua: almeno 2 – 3 litri al giorno
Ridurre il consumo di cibi lavorati e conservati industrialmente, ricchi di conservanti
pericolosi.
Praticare dell’esercizio fisico:
almeno 30 min al giorno, meglio se aerobico
Non fumare.
Qualità della vita: ansia e
stress sotto controllo, rimanere
al centro della vita sociale.
Prevenire le malattie più comuni con l’utilizzo di nutraceutici: omega 3, polifenoli e
vitamina D
5. Per un futuro sano e per arrivare a 140 anni mantenendo il
fisico di un 40enne
Dobbiamo:
1. Migliorare le caratteristiche nutritive dei prodotti,
la loro conservazione e distribuzione.
2. Utilizzare anche materie
prime non in uso in Italia per ricette innovative
(insetti,alghe,fiori..).
3. Ritrovare il senso del piacere mentre mangiamo,
la salute, perché il piacere
produce endorfine.
lago Superiore da quello di Mezzo.
La vista dal ponte, molto bella e famosa, è proprio sul palazzo Ducale
che visiteremo subito dopo la pausa pranzo.
Questa città deve la sua fortuna
totalmente alla famiglia Gonzaga:
cresce, fiorisce e infine tramonta
quando la dinastia stessa si estingue. Ma nel frattempo almeno tre
secoli sono trascorsi e l’eco ancora
rimane. Le stanze del palazzo Ducale si susseguono e si alternano ai
saloni e ai corridoi. Alcune sono
famose, come la “camera degli
sposi”, dipinta dal Mantegna. Altre
stanze, meno famose, ma belle e
interessanti, hanno affreschi o anche arazzi importanti alle pareti.
Altri soffitti incantano, stupiscono con effetti ottici. Notevole
è la stanza col letto a baldacchino,
dove il soffitto è dipinto come una
volta celeste di un blu intenso, sfumato, con raffigurati segni zodiacali e stelle lucenti.
Il pomeriggio si dipana regolarmente. Ci resta comunque un
ritaglio di tempo per comprare la
“Sbrisolona”, torta locale ricca di
mandorle, raggiungere il pullman
che ci attende lì, lungo il lago, ringraziare la sorte che ci ha riservato un giorno di bel tempo e dire il
nostro arrivederci alla bella città di
Mantova.
•
•
•
•
•
Silvia Gusmani
GITA A MANTOVA
D
omenica 26 aprile 2015 noi
dell’UNITRE ci siamo recati
a Mantova, città che possiede due
gemme: l’una è il palazzo Ducale,
che visiteremo nel primo pomeriggio, l’altra è il palazzo Te. Ed è
proprio da lì che iniziamo.
Palazzo Te è situato a sud di
Mantova e il nome non ha niente
a che fare con la bevanda omonima, ma ha altre origini. Più che un
palazzo è una villa di Delizie, dove
il duca si recava per riposarsi e per
ritemprarsi. E’ un capolavoro di
Giulio Romano, il più grande degli
allievi di Raffaello. Ne è l’ideatore, l’architetto e soprattutto il pittore. Le stanze dipinte a fresco sono
molto ben conservate, in particolare la stanza di Amore e Psiche e
quella della caduta dei Giganti, che
ancora impressiona.
Per raggiungere l’altra meta ripercorriamo al contrario il ponte
del mattino per rientrare in città
più a nord per il ponte che separa il
Fernando Regondi
25
leNotizie
GITA A CHIURO
S
abato 9 maggio alcuni partecipanti al secondo corso di
enologia con famigliari e amici,
accompagnati dal docente Marcello De Murtas, si sono recati
in visita alle storiche e rinomate
cantine Nino Negri a Chiuro in
Valtellina.
Complice la bella e calda giornata e le dotte, interessanti e simpatiche spiegazioni del giovane
enologo della cantina Negri che
ha accompagnato il gruppo passo,
passo dalla visita ai caveau alla
degustazione dei quattro prelibati
vini: Grumello, Inferno, Sassella
e da ultimo ma, lungi dall’essere
ultimo per qualità e nomea in Italia e all’estero, Sfursat 5 stelle, la
mattinata è volata in allegra compagnia.
Anny
GITA IN ALSAZIA
I corsisti Unitre in visita al
parlamento europeo di Strasburgo
26
leNotizie
ESCURSIONE ALLA “CIUDAD CONDAL”
C
ome tutti gli anni, anche in
questo 2015 ho proposto
ai miei allievi una breve gita in
Spagna per “testare sul campo” le
nozioni acquisite durante le lezioni e anche per scoprire le bellezze storiche, e non, della nazione
della quale si studiano la lingua,
la storia e le abitudini.
Neanche dirlo, la meta più gettonata è Barcelona, soprannominata “la ciudad condal”, che è
stata quindi scelta per accoglierci
dal 25 al 30 maggio e svelarci le
sue bellezze.
Sono stati giorni intensi, con un
tempo ed un sole splendidi che ci
hanno permesso di gustare al meglio gli angoli più suggestivi della
città: le Ramblas, frequentate da
visitatori e residenti, sulle quali
si apre il famoso “Mercat de St.
Josep” (meglio conosciuto come
“La Boquería”), La Catedral e
il suo Barrio Gótico, el Barrio
del Born con la famosissima
“Iglesia de la Virgen del Mar”
(la cui costruzione ha del leggendario e che gli abitanti amano più
di ogni altra Chiesa), El Pueblo
Español (città nella città, cinta
da mura e costruita sulla collina del Montjiuch), La Sagrada
Familia, opera significativa del
genio creativo dell’architetto catalano Gaudí, e il Paseo de Gracia, anch’esso con testimonianze
dell’architettura gaudiana... e tante altre cose, e non solo storiche...
Come, ad esempio, non citare le
soste per gustare le tanto celebrate “tapas” (stuzzichini tipici di
tutto il territorio spagnolo, che in
alcune regioni vengono chiamati
anche “montaditos” o “pintxos”)
che su di una fetta di pane offrono
ogni genere di bontà gastronomi-
ca, oppure le soste per gustare la
succulenta frutta offerta dal mercato della Boquería...
Ma non solo Barcelona abbiamo visto! Un giorno l’abbiamo
dedicato a Figueras con lo splendido Museo Dalí e un altro alla
città di Tarragona, la Tarraco
della Spagna Citeriore conquistata e dominata dagli antichi
Romani che in questa città eletta a capitale dell’impero del sud
hanno lasciato un’impronta importante che ancora oggi si può
vedere per mezzo dei monumenti
perfettamente conservati. E qui a
Tarragona vale proprio la pena citare anche la sosta-pranzo, effettuata in un ristorante che offriva
un menù tipicamente catalano che
era in grado di soddisfare i palati
più esigenti.
L’ultimo giorno di permanenza, sabato 30 maggio, è stato
dedicato alle esigenze personali,
quindi ognuno di noi ha potuto
disporre di tempo libero per “gustare” la città secondo il proprio
umore ed il proprio punto di vista. Il “clou” della giornata è stato
lo spettacolo serale di flamenco
presso “El tablao de Carmen”,
all’interno del Pueblo Español,
che ci ha fatto chiudere in bellezza il periodo barcellonese e che ci
ha lasciati con il desiderio di tornare in questa terra che tante cose
ancora ha da svelarci...
Loredana Mazzacurati
27
leNotizie
Cronaca dell’escursione alla testata del ghiacciaio del Morteratsch
F
orse è la prima uscita dell’UNITRE di Cesano
Maderno in montagna.
L’idea è venuta alla serata di Botanica, tenuta
dal docente Carlo Piuri: perché non portiamo in
montagna l’UNITRE? Ne parliamo anche con Angelo Salerno, docente di Fotografia, chi scrive è il
docente di Informatica Antonio Galimberti, molto
appassionato della MONTAGNA.
Docenti d’accordo, propongo alla Segreteria Unitre una escursione facilissima ma molto
interessante, alla testata del ghiacciaio del Morteratsch in Engadina Svizzera: la proposta viene
subito accettata.
Viene proposto il martedì 25 maggio. Una settimana prima io e Carlo teniamo sotto controllo il
meteo che ci segnala che il 25 sarà una giornata
con acqua. Decidiamo di spostare l’uscita a venerdì 29 maggio: una settimana di ansia per la continua instabilità del meteo, che poi ci ha premiato
dando una giornata soleggiata e la vista sulle magnifiche cime che contornano la vallata.
Tutti i 48 partecipanti hanno raggiunto la meta;
il ghiacciaio è in continuo regresso e viene monitorizzato con indicatori stilizzati che indicano il ritiro del ghiaccio secondo certe annate. Io il ghiacciaio l’ho frequentato varie volte e il regresso l’ho
visto personalmente.
Un ringraziamento va alle signore che hanno
portato torte e biscotti, molto apprezzati dai maschi.
Penso che la giornata trascorsa in montagna sia
stata di gradimento a tutti e che la si possa ripetere
nei prossimi anni accademici.
Antonio Galimberti
28
leNotizie
Escursioni sulle Alpi Orientali
C
ome è possibile descrivere in
poche righe il fascino, il pregio e l’unicità della flora che vive
sulla catena alpina? Forse non è
difficile, se quelli che leggono
queste righe sono tra coloro che
d’estate frequentano abitualmente creste e cime e che, se anche
non conoscono tutti i nomi delle
piante che incontrano, non possono davvero ignorare lo scenario
di pendii erbosi, pietraie o pareti
rocciose rivestiti da corolle dai
colori vivaci, che sembrano sfidare con ostinazione il difficile
ambiente dell’alta quota. Per tutti
gli altri ... beh, sarebbe bello poter stimolare la loro curiosità e la
loro voglia di conoscere, ricordando che certi spettacoli e certi
paesaggi naturali valgono bene
un po’ di fatica e di sudore.
E così, esplorando i diversi distretti della catena
alpina, può capitare di
fare incontri speciali e
piacevoli con piante che,
se potessero parlare, racconterebbero senz’altro
vicende quasi da leggenda,
di quelle che si tramandano
di generazione in generazione. Ci si potrebbe imbattere,
ad esempio, nella strana e affascinante berardia (Berardia
subaculis), specie molto rara di
alcune zone delle Alpi piemontesi e francesi e così isolata da avere
oggi i suoi parenti più stretti solo
nei monti del Nord Africa, regione da cui essa stessa verosimilmente proviene. O nell’umile andromeda (Andromeda polifolia),
i cui sparuti individui attualmente
presenti nelle Alpi in pochissime
zone umide sono tutto ciò che
rimane di un’antica migrazione,
avvenuta durante le epoche glaciali dalle fredde regioni del nord,
dove ancora oggi vivono ben più
numerosi e diffusi i loro fratelli.
Oppure nelle diverse e radiose
specie di primule dai fiori gialli
e rossi, i cui bis-bis-bis-bisavoli
qui giunsero dalle lontane regioni montuose dell’Asia CentroOrientale dopo un viaggio lungo
e avventuroso, intrapreso ancora
prima dei “grandi freddi” dell’Era Quatenaria. O viceversa nella
wulfenia (Wulfenia carinthiaca)
che, chissà in seguito a quali misteriosi eventi, vede oggi la sua
presenza nelle Alpi ristretta ad un
fazzoletto di territorio tra Italia e
Austria, ben distante dalle regioni
fra Albania e Montenegro
ma soprattutto
dall’Himalaya dove si trovano
gli altri suoi co-specifici. O ancora nella lussureggiante genziana
maggiore (Gentiana lutea) i cui
progenitori probabilmente abitavano le tranquille e calde pianure
attorno al mare da cui emersero
le Alpi, e che sorpresi da questo
evento, seppero modificarsi ed
adattarsi ai nuovi ambienti d’al-
titudine che via via si rendevano
disponibili.
Quante siano le specie che vivono sulle Alpi è difficile dirlo.
Sicuramente la varietà è notevolissima, grazie anche alla posizione geografica, a metà strada tra
il clima caldo-asciutto del Mediterraneo e il clima temperatoumido dell’Europa Centrale, e la
ricchezza di habitat, di substrati
rocciosi e di microclimi locali interni alla catena montuosa. Tutte
le specie hanno ovviamente un
pregio naturalistico notevole, ma
in particolare quelle endemiche,
cioè quelle distribuite entro territori limitati, talvolta ridotti a poche cime vicine, costituiscono
davvero gioielli di valore incalcolabile. Su tutte le montagne
vivono specie pregevoli, presenti solo in poche località,
che non si rinvengono poi
in nessuna altra parte del
mondo. Gli Austriaci, ad
esempio, non possono esimersi dal conoscere le rarità che condividono con
gl’Italiani e Sloveni: la
Wulfenia carinthiaca ,
il Lilium carniolicum,
la Campanula zoisii,
che crescono soltanto in poche località della
catena Alpina orientale, zone bellissime piene di fascino e ricche
di rarità e endemismi .
Non raccogliere fiori è un
modo di poter godere anche in
futuro delle splendide fioriture
primaverili ed estive tipiche delle
nostre Alpi e costa solo il mancato «bottino» costituito da un effimero mazzolino.
Carlo Piuri
29
leNotizie
Mostra del Maestro
Franco Galimberti
G
rande affluenza di pubblico
per la kermesse intitolata:
”Pianeta uomo. Tecniche del Rinascimento in un’artista contemporaneo” del Maestro sevesino
Franco Galimberti inaugurata l’1
maggio in auditorio Disarò a Cesano Maderno.
In esposizione una cinquantina di
tavole che abbracciano una produzione che va dagli anni 80-90
alle più attuali caratterizza da un
uso cromatico “molto moderno”
con colori brillanti, quasi fluo,
dove è applicata la tecnica di stesura Rinascimentale a colori non
possibili a quei tempi.
Le tematiche trattate sono varie e
spaziano dall’introspettivo autobiografico, all’ecologico, al religioso, al morale con una spiccata
influenza fiamminga, a Lui tanto
cara, sulla caducità e vanità della
vita.
Notevole l’effetto prospettico del
quadro Effetto serra” dove i vari
rotoli di seta e broccato sembrano
seguire l’osservatore a secondo
del lato in cui ci si pone, oppure
“ L’universalità dell’arte” in cui
l’effetto trompe l’oeil (ingannare l’occhio) della tavolozza e del
pennello danno la sensazione tridimensionale del vero da apparire
che escano dal quadro da poterli
toccare.
Nelle Sue opere l’autore, come
spesso afferma, non tradisce mai
la regola del canone classico, per
cui un dipinto deve avere forma e
contenuto e nella forma la massima espressione del contenuto.
Questo caratterizza tutti i quadri e
permette un binomio tra pittura e
profondità di messaggio.
Anny Rossi
30
I
Impressioni di una corsista
l giorno dell’apertura faccio una prima visita veloce e mi rendo conto
che… ho bisogno di guida, Franco è molto impegnato con altre persone.
“Ritorno un’altra volta” gli dico.
La seconda visita è favolosa, lo trovo infatti tutto per me e qui si apre il
suo mondo: tante tele hanno un significato nascosto che, nonostante sottotitoli va spiegato.
Ha pensato di rappresentare la sua vita con una corda cosparsa di nodi più
o meno stretti (fasi, gioie, dolori) che passa dentro ad una cornice semplice,
squadrata, vuota partendo integra dal lato inferiore e salendo fino ad arrivare al lato superiore sfilacciata (la terza età). Il fondo parte azzurro pallido
(infanzia, serenità) e si intensifica salendo. Allegoria che ho trovato molto
azzeccata!
Cosa dire del filo orizzontale appeso e sovrastato da cinque mele delizia
sovrapposte una all’altra in perfetto equilibrio mentre la didascalia le fa tenere in piedi dal peso di un bruco che esce da quella più in alto? Fantastico!!
C’è un Woityla inginocchiato in preghiera di spalle davanti ad un mondo
attraversato da nuvole piuttosto scure; la terra è di color ocra rossiccio poi
passa al giallo, all’incolore per terminare con un azzurro leggermente violetto.
Ha esposto anche soggetti comunissimi come la scatola di fiammiferi quasi vuota dietro a molti già usati e spenti disposti con apparente noncuranza.
Tra gli altri soggetti di questo tipo spicca una piccola bianchissima tela
che, senza sottintesi, raffigura una manciata di ciliegie, nocciole, piccioli
buttati su un piano candido così veri che pare la foto del resto di una scorpacciata nel mese di giugno! E poi tanti, tanti altri molto pensati e profondi
o leggeri e semplici, ma tutti con grande talento.
Grazie Franco per questa esperienza che ci hai fatto vivere!
e.c.s.
leNotizie
A proposito di Expo
A
verne sentito tanto parlare,
più in negativo che in positivo, ha agito da spinta per visitare
questa faraonica esposizione universale dedicata al cibo che come
biglietto da visita ha scelto “Cibus”, una mascotte ispirata dai
quadri dell’Arcimboldi.
L’Unitre ci ha quindi offerto la
possibilità di visitare l’Esposizione dedicata alla natura, al cibo e
allo sfruttamento intelligente del
pianeta per la produzione futura
ed ecosostenibile delle risorse di
sostentamento.
Bisogna dire che, al di là di
ogni discorso o critica, si è dato
vita ad un complesso straordinariamente interessante che in ogni
padiglione mostra, al di là della
varietà di abitudini e di situazioni climatiche differenti e a volte
estreme, quanto sia importante
assicurare al nostro bistrattato
pianeta la cura per la natura e l’ecosistema.
In questo luogo non ci sono
divergenze politiche a separare
le Nazioni, che convivono fianco
a fianco senza problemi, ma è la
terra che “parla” e mostra quanto
può essere generosa se curata e
rigenerata.
Il padiglione d’Israele ci racconta come un paziente lavoro
ha reso fertili pezzi di deserto, e
quello del Kuwait che una pioggia improvvisa può rendere magico e fiorito il deserto. Lo spazio
della Gran Bretagna ci mostra il
paziente lavoro delle api e la vegetazione della brughiera variegata proprio a causa l’impollinazione portata a termine da questi
utili insetti. Gli Stati Uniti fanno
sfoggio di colture a pannelli verticali che girano e si orientano
per cercare il sole che dà vita e
il Messico, tra realtà e magia, ci
mostra metodi di coltivazione e
artigianato che risalgono al passato e si applicano perfettamente
al presente. Il Giappone, psichedelico e teso verso il futuro, serve
da contrasto alla Cina, moderna
ma attenta anche a non scordare
le radici di un tempo che fu...
Il padiglione Italia, sul “Cardo” (che incrocia il grande viale
del Decumano), è bianco e imponente ed è accanto all’Albero
della vita, in cima ad una “strada”
tutta dedicata all’eccellenza italiana.
Ogni padiglione merita una
citazione, ma qui non si può
commentare ognuno di essi. Il
consiglio è di visitare, e più di
una volta, questo complesso che
abbiamo la fortuna di ospitare
sul nostro territorio in modo da
vedere, gustare (sia otticamente
che gastronomicamente parlando), imparare e trarne conclusioni personali che nulla abbiano a che
fare con le opinioni degli altri,
giuste o sbagliate che siano.
Lo.Ma.
31
leNotizie
I
Parco Sigurtà
l corso di Fotografia
Base/Avanzato in
escursione al parco
Sigurtà di Valeggio sul
Mincio.
’Un
mia
l
pre
Il R
ota
ry
ella serata
del 19 maggio scorso, presso il cine-teatro
La campanella di
Bovisio, il Rotary
Club Varedo e del
Seveso ha premiato la nostra
Unitre, nell’ambito del Premio
testimonianze di
vita per l’anno
2015.
itre
N
Scarica

leNotizie settembre 2015