Sc
dunque la
vit
a!
li
eg
Adoratrici del Sangue di Cristo
(Atti AG 2011)
Anno XVII – n. 06, giugno 2015
Il dono della Pentecoste
Editoriale
La Pentecoste è passata, ma il dono divino resta. Voglio
condividere con voi alcuni stralci di un testo che mi incoraggia e riconoscere negli altri la presenza di Dio:
Amico mio, in questo momento siamo entrambi nello Spirito di
Dio… perché non mi guardi?
Sono le parole che il santo monaco russo Serafino di Sarov
rivolge al suo interlocutore, il giovane Molotilov, che gli
chiede come ottenere lo Spirto Santo. Il giovane risponde:Non riesco a guardarvi, Padre , il vostro volto si è fatto più abbagliante del sole.- Non temere – dice Serafino – in questo stesso
momento sei divenuto luminoso come me. Anche tu sei presente
nella pienezza dello Spirito di Dio. Il dialogo continua: - Cosa
provi ora? - Indicibile beatitudine nel cuore.
Padre Serafino riprende: - Quando lo Spirito Santo discende
in una persona e la benedice con la sua venuta, ne colma il cuore di indicibile beatitudine,
perché lo Spirito Santo colma ogni cosa di beatitudine. Questa è la beatitudine preparata per
quelli che Lo amano. E se ora che ne abbiamo solo un assaggio ci dona così tanta dolcezza
e gioia, cosa diremo della gioia preparata per noi nei cieli? Amico mio, tu hai pianto tanto
sulla terra, e guarda con quale gioia il Signore ti consola.
[…] Il Regno di Dio è dentro di te ora, e la Grazia dello Spirito Santo illumina , riscalda dal
di dentro, e colma i nostri cuori di un’ineffabile gioia.
(da SERAFINO DI SAROV, Dialogo con Molotilov)
So m m
a
Editoriale
Il dono della Pentecoste
VIVAT
Dando voce
rio
Dal Mondo ASC
La creatività letteraria
Io sono il Buon Pastore
Vita Religiosa in Liechtenstein
Area Continentale Africa
Esperienza di riconciliazione
Un ricordo e un incoraggiamento
Visita di un uomo
ASC in Nepal
Dall’Amministrazione Generale
Donne riconcilianti
Nella Congregazione
Calendario dell’Amministrazione Generale
Auguri!
Tornate alla casa del Padre
1
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Dal Mondo ASC
Area Continentale: Europa
Regione: Zagabria
La creatività letteraria
delle religiose e dei religiosi croati
Domenica, 8 Marzo 2015,
nella sala del convento delle
Adoratrici del Sangue di
Cristo a Zagabria (Croazia)
si è tenuta una tavola rotonda
dal tema " Creatività letteraria
delle religiose e dei religiosi
Croati".
La conferenza è stata
progettata dalle professoresse
di lingua e letteratura
croata Marina Tomić e Sr.
Tomislava Ćavar, asc. Loro
intento, nell'Anno della Vita
Consacrata, era di attirare
l'attenzione sul contributo
della creatività religiosa alla
lingua e la letteratura croata.
La conferenza è stata guidata
da Sr. Tomislava.
Dopo l'apertura e il discorso
di benvenuto è stata offerta
una breve panoramica della
creatività letteraria religiosa
dall’XI° secolo in poi:
l'attenzione si è concentrata
sui più importanti letterati
gesuiti, paolini e francescani.
Nella seconda parte del
Convegno si è parlato dei
religiosi letterati odierni, e
alcuni di loro erano presenti.
Tra i poeti vi era Ana, sr.
Zorka Kojaković, delle
Suore di Santa Croce, di
cui abbiamo ascoltato una
canzone musicata sulle sue
parole. Inoltre sono state
presentate le opere di un
domenicano, p. Rajmund
Kupareo, di un francescano,
p. Janko Bubalo, e di un
salesiano p. Ivan Marijanović.
Sono state recitate poesie
scritte da religiose: da sr.
Maria del Sacro Cuore,
Clarissa e da sr. Beatis Čajko,
Suore Serve di Gesù Bambino.
Infine, sono presentate le
poetesse ASC. Sr. Augustina
Barišić ha letto un suo poema.
Poi abbiamo ascoltato una
canzone musicata da sr. Vesna
Abramović eseguita dal Coro
ASC „Pelikan“. L'ultima opera
presentata è stata quella di
Sr. Tomislava Ćavar, di cui
Gabrijela Vojvodić ha letto
una poesia.
Il saluto conclusivo è
stato lasciato alla superiora
regionale delle Adoratrici
del Sangue di Cristo, Sr. Ana
Marija Antolović, che ha
espresso la sua gratitudine,
ha ricordato l’importanza
dell'unità tra i religiosi ed
ha espresso il desiderio che
queste tavole rotonde possano
essere organizzate anche da
altre congregazioni.
Questo incontro particolare
ci ha permesso di diventare
consapevoli dell'importanza
della creatività religiosa nella
letteratura, ci ha incoraggiato
a seguire il Signore e stimolato
a riflettere sulla spiritualità
ricevuta per esprimerla nella
comunione.
Gabrijela Vojvodić e Sr.
Tomislava Ćavar, asc
Sr. Tomislava Ćavar, asc, guida il programma
2
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Dal Mondo ASC
Area Continentale: Europa
Regione: Wrocław
“Io sono il Buon Pastore”
In occasione della Domenica del Buon
Pastore e della settimana di preghiera per
le vocazioni, il Seminario Maggiore e le
comunità religiose maschili e femminili
dell’Arcidiocesi di Wrocław hanno dato
avvio all’iniziativa “I giorni aperti”, rivolta ai
giovani interessati alla vita religiosa.
I seminaristi e le suore delle varie
Congregazioni hanno offerto incontri di
catechesi in diverse scuole, mostrando ai
giovani la bellezza della loro vocazione.
Nel liceo dove insegno sono venuti dei
seminaristi, mentre alcuni giovani della
prima classe del nostro liceo si sono recati
nella nostra casa regionale.
Sr Maria Grygiel ha condiviso con loro la
storia della sua vocazione e della sua vita
come ASC. Servendosi di alcune proiezioni,
ha mostrato come si svolge la vita apostolica
nella nostra Congregazione e ha risposto
molte domande fatte dai giovani.
Ci ha fatto piacere notare che molti hanno
mostrato interesse verso la vita consacrata!
Durante la Domenica del Buon Pastore
la nostra comunità di Wrocław ha accolto
i giovani che appartengono al gruppo di
preghiera chiamato Assistenti nel Reparto
Preghiera Intensiva.
Il gruppo si riunisce regolarmente ogni
mese per pregare il rosario al Sangue di
Cristo, ma in quest’occasione ha pregato
per le nuove vocazioni. Al gruppo si sono
uniti i chierichetti della parrocchia e altre
persone che hanno accettato il mio invito.
Sono venute anche le suore di altre nostre
comunità. L’Eucaristia è
stata celebrata da padre
Łukasz Przybyło, missionario
clarettiano.
Durante la Messa abbiamo
ringraziato a Dio coloro che
Egli ha chiamato e che già
hanno risposto positivamente
al suo invito. Oltre a ciò,
abbiamo pregato per nuove
vocazioni sacerdotali, religiose
e missionarie. Abbiamo
ricordato tutti i giovani affinché
sappiano accettare la volontà di
Dio nella loro vita quotidiana.
Dopo l’Eucaristia abbiamo festeggiato la
gioia di stare insieme. Nel nostro giardino
abbiamo preparato cibi alla griglia. Prima
di mangiare, ogni persona si è presentata,
ha detto qualcosa di sé stessa per creare un
clima di maggiore familiarità ed abbiamo
conversato e giocato. La serata si svolta
felicemente. Alla fine di quel giorno abbiamo
cantato il canto alla Madonna di Częstochowa
“L’Appello di Jasna Góra”.
Durante la settimana di preghiera per le
nuove vocazioni c’è stata anche un’altra
iniziativa: noi religiose, religiosi, sacerdoti e
seminaristi abbiamo evangelizzato la gente
lungo le strade della nostra città.
Chi voleva annunciare la Buona Novella
alla gente di Wroclaw si è prima recato al
seminario per la liturgia, al termine della
quale ha ricevuto la benedizione ed è stato
inviato in missione. Della nostra comunità
hanno partecipato Sr Maria Grygiel e Sr
Ewa Pruszczynska. Ricevuto il mandato,
gli evangelizzatori sono partiti in coppia:
una suora e un seminarista. Incontrando le
persone sulle strade, hanno conversato con
loro sulla fede in Dio e sulla vita religiosa e
su altri argomenti relativi alla missione dei
cristiani.
Tali iniziative ci mostrano, e nello stesso
tempo ci insegnano, come riuscire ad andare
oltre se stessi e dedicare il proprio tempo a
tutti quelli che sono stati redenti dal Sangue
di Gesù.
Sr. Marta Majka, asc
Sr.Łucia, P. Łukasz, Sr. Ewa P., Sr. Maria, Sr. Bożena
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Dal Mondo ASC
Area Continentale: Europa
Regione: Schaan
Giornata della Vita Religiosa in Liechtenstein
Per rendere consapevole la
gente in Liechtenstein che
Papa Francesco ha voluto
dedicare l’anno 2015 alla
Vita Religiosa, abbiamo
chiesto all’ ex-Abate di
Einsiedeln, p. Martin
Werlen, OSB, di parlarne
nella nostra casa centrale a
Schaan. P. Werlen è molto
aperto e già nel 2012 ha
scritto un libretto intitolato:
“Scoprire insieme la brace
sotto le ceneri” che ha visto 6
edizioni in due mesi.
Per fortuna ha accettato,
persino “con piacere”, il
nostro invito.
Tramite un giornale
quotidiano abbiamo
informato dell’evento tutti
gli interessati, specificando
che, chi avesse prenotato,
sarebbe stato invitato anche a
pranzo e alla discussione con
p. Werlen. Le prenotazioni
sono state poche, ma quasi
non riuscivamo a credere ai
nostri occhi, quando abbiamo
visto arrivare una folla che
con difficoltà ha trovato
posto nella sala più grande di
casa MDM.
Lo stile di p. Werlen
affascina. La sua prima
parola: “Voglio deludervi
in tutte le vostre illusioni”
ci ha fatto sorridere.
L’intero messaggio è stato
entusiasmante: “Tutti siamo
innamorati delle nostre
illusioni e le delusioni ci
fanno male. Chiaro? Spero
di no. Se tutto è chiaro,
non è più cattolico”. Tali
provocazioni aprono le
orecchie. Poi ha aggiunto:
“Pro-voco con piacere, dato
che la vocazione significa
Vocazione religiosa e pro è
una sfida.”
Un'altra sorpresa è stata la
riflessione sulla “tradizione”
nel senso di Tradizione al
singolare e tradizioni al
plurale. Molte tradizioni
sono legate ad una realtà
locale o storica. Se diventano
abitudine nella fede o
nella liturgia, “offuscano
LA TRADIZIONE,
l’essenziale della fede.
Dobbiamo esaminarle
e sgombrarle”. Questo
intese Giovanni XXIII con
l’invito all’“aggiornamento“.
Questo vale anche per la
vita religiosa. Le tradizioni
dovute al tempo storico ben
presto offuscano il carisma
originale. Questo deve essere
custodito e trasmesso, ma
le forme vissute si devono
continuamente aggiornare.
Tale sfida la osserviamo
quotidianamente anche nei
bambini che aprono tutti i
cassetti per sapere che cosa
c’è DENTRO. Una persona
sana rimane sempre curiosa,
vuole sapere di più…
Al centro del discorso di P.
Werlen, vi è stata la profezia,
compito primario della vita
religiosa. Chi si consacra a
Dio, deve “ascoltare” Dio e la
storia attuale e rispondervi
nel modo autentico che
promuove la vita vera.
“E’ dunque importante
ascoltare anche le opinioni
che ci scomodano: E’ questo
il motivo per cui avete
invitato me?“ ha domandato
scherzando.
L’attenzione dei presenti
era così densa, che avremmo
sentito anche “la tosse di una
mosca”…
Era prevista una
discussione, ma l’orologio
ci ha detto che era giunto
il tempo della celebrazione
eucaristica. Durante la
breve omelia nella chiesa
gremita, p. Werlen ha letto
dall’”Evangelii Gaudium”
che il Buon pastore cammina
in parte davanti al gregge
per indicare la direzione, in
parte in mezzo, per sentire
l’alito delle pecore, talvolta
dietro, affinché nessuna si
perda – e perché si fida che
il gregge “conosca” la strada
giusta verso il pascolo. Era la
domenica del “Buon Pastore”!
Il papa lo dice ai vescovi, ma
ogni battezzato e, ancor più,
le persone consacrate hanno
questo compito.
Durante e dopo pranzo
P. Werlen ha risposto a
parecchie domande, quasi
sempre in modo scherzoso,
ma bruciante.
Sr. Alma Pia Spieler, ASC
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Dal Mondo ASC
Area Continentale: Africa
Regione: Tanzania
Incontro dell’Area Continentale Africa
Ringraziamo
come Dio abbia
Dio che ci
operato in noi
ha permesso
perché i nostri
ci portare a
sogni erano
compimento
gli stessi. Sia
sogno acceso
ringraziato
dagli Atti
e lodato
dell’Assemblea
per questo.
Generale
L’incontro ci
Sr. Euphrasia, Sr Theresia, Sr. Zita,
2011.
ha
permesso
di mettere
Sr Martina, Sr Eulalia, Sr. Scolastica, Sr Elda
insieme alcune idee
L’incontro dell’Area
e di sollevare alcune
Continentale si è
abbiamo dato inizio al nostro
domande. A conclusione
svolto in Tanzania dalla fine lavoro con la visita alle
di Aprile alla prima metà di
comunità e a tutti i ministeri di questi primi scambi
abbiamo scelto poche cose
maggio 2015. Senza dubbio
della Regione Tanzania.
da cui cominciare. Ecco i
è stato un piano di Dio,
E’ stata un’esperienza
nostri sogni comuni circa
perché per anni lo abbiamo
di apprendimento e di
la collaborazione all’interno
desiderato, ma le sfide della
approfondimento tra noi
dell’Area Continentale:
lingua e della distanza lo
dell’Area Continentale.
rendevano difficile. Oggi,
Il 27 aprile, abbiamo iniziato 1. Frequenti comunicazioni
tra noi.
però, posso dire che non
l’incontro vero e proprio,
avverto più come una sfida
guidate da Sr Zita che, con la 2. Scambiarci le visite
l’incontro tra noi: lo stare
preghiera “Luce della Pasqua”, annualmente.
3. Costituire un Fondo
insieme ha prodotto in
ha avviato i lavori. Per due
comune che ci abiliti a fare
noi sentimenti positivi e
giorni abbiamo sognato
la lingua e le distanze non
molto e studiato come poter qualcosa insieme.
sembrano più un ostacolo
sviluppare la collaborazione Preghiamo Dio che ci aiuti
a camminare con onestà nel
insormontabile.
all’interno del continente
perseguimento di quanto ci
Ringraziamo
africano.
siamo proposte.
l’amministrazione
Sono rimasta sorpresa di
Abbiamo vissuto
generale per
un tempo di
l’incoraggiamento
gioia! La visita
e per la presenza
di Sr Zita
ai luoghi della
che ci ha dato
Tanzania è
sostenuto e
stata come un
guidato durante
pellegrinaggio, un
l’incontro.
apprendimento
Poiché era la
e un godere
prima volta che
della creazione
ritrovavamo
dei Dio in ogni
insieme in
luogo visitato. Il
Tanzania,
solo fatto di stare
p. Egidio, cpps, Sr. Eulalia, p. Reginald cpps, Sr Ines, Sr Martina, Sr. Scolastica, Sr Elda, Sr Theresia
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Dal Mondo ASC
insieme ci ha fatto bene anche
a livello spirituale.
Personalmente ho
imparato molto dal gruppo
di leadership della Guinea
Bissau, Sr. Ines, Sr. Elda
e Sr. Eulalia per la loro
testimonianza di vita, per le
attenzioni, per come si sono
sentite a loro agio fra noi.
Hanno partecipato anche ad
una giornata di ritiro con
le comunità della zona di
Dodoma ed abbiamo pregato
insieme per la realizzazione
degli obiettivi che la Regione
Tanzania si è proposta
per questi anni. Mi sento
arricchita dalla presenza di
queste suore, le ringrazio e mi
congratulo con loro di cuore.
Ringrazio anche le Suore
della Regione Tanzania per
aver creato quel bel clima di
accoglienza per le consorelle
dalla Fondazione Guinea
Bissau.
Come immagini del Dio
vivente, vicine
alla nostra gente,
torniamo ora al nostro
ministero inchinandoci con
l’amore di Dio davanti ai
poveri, ai deboli e a coloro
che attendono una parola di
consolazione. Ascoltiamo
Papa Francesco che ci invita a
non privatizzare l’amore, ma
con la frenesia del cercatore,
lavorare senza stancarsi il
bene degli altri, degli amati.
Sr. Euphrasia Julius, asc
Area Continentale: Americhe
Fondazione: Argentina
Esperienza di riconciliazione
Durante l’ultimo fine settimana di aprile
(24-26 aprile) la nostra Fondazione ha vissuto
un “circolo sacro di riconciliazione”; siamo
state accompagnate e guidate da Sr Nadia
Coppa, consigliera generale. Abbiamo
lavorato e partecipato con intensità,
con il desiderio di entrare nel
nostro intimo e fare esperienza
di incontrarci con noi stesse,
con le altre, con la nostra
storia, la nostra vocazione,
il nostro cammino di
Fondazione ASC in
Argentina.
L’essere donne di
riconciliazione non è
soltanto una espressione
che sempre ci accompagna
come ASC; non si tratta di
parole scritte sulla Costituzione
o sui Regolamenti. Si tratta piuttosto di
un indicazione del cammino da percorrere
ogni giorno, di un atteggiamento che ci
contraddistingue dagli altri come sigillo
del nostro amore per Gesù, che ci identifica
con la ricerca consapevole di relazioni
riconciliate, a partire dalle nostre comunità.
La nostra gran certezza ed esperienza
primaria è saperci riconciliate da un amore
incondizionato, in nome del quale il sangue
prezioso di Cristo ha avvolto ogni essere
umano. La riconciliazione è il carisma che
toccò profondamente il cuore di Maria
De Mattias e la spinse a trasformare al
realtà storica e della Chiesa del suo tempo
con coraggio e forza unica. Senza timore,
confidando solo nel Signore, ella ebbe
un desiderio profondo di amore
verso il caro prossimo, in modo
speciale verso le suore della sua
comunità.
Colui che è venuto “a
restaurare il bell’ordine di
cose”, ci segue e ci anima
attraverso i movimenti
del cuore. Questo è
avvenuto al nostro gruppo
di Fondazione, sia a livello
personale che comunitario: il
Seminario sulla riconciliazione
ci ha entusiasmate a compiere
quei piccoli gesti che rendono
testimonianza all’unico che ci spinge: Gesù.
Egli ci invita ad essere sue collaboratrici
instancabili con l’unico interesse di “far
conoscere a tutti l’amore crocifisso”.
Sr Nadia ha fatto visita a tutte le nostre
comunità per condividere la nostra vita
quotidiana, la semplicità dello stare insieme,
di vivere i nostri tempi comunitari. Con lei
abbiamo vissuto anche momenti di preghiera
e di riflessione che ci stanno aiutando a
superare i nostri conflitti e a costruire
relazioni più fraterne.
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Dal Mondo ASC
Esprimo a livello personale e di
Fondazione la nostra gratitudine
verso Sr Nadia per il rispetto con cui è
stata con ciascuna di noi, per la sincerità
e la disponibilità che ci ha mostrato e per
l’accompagnamento che ancora ci offrirà nel
nostro discernimento di Fondazione ASC in
Argentina.
Sr. Marcia Muglia, asc
Sr Cosimina, Sr Ana Maria, Sr Lucia,
Sr Patricia, Sr Maria, Sr Susana, Sr Miriam,
Sr Marcela, Sr Elvira
Sr Sabrina, Sr Helena, Sr Marcia
Area Continentale: Americhe
Regione: Brasile
Un ricordo e un incoraggiamento
É bello raccontare i misteri del nostro caro Dio
(Salmo 118, 17),
e per questo voglio ricordare alcuni momenti della vita della mia sorella Maria de Belem
Menezes, deceduta a 88 anni lo scorso 2 maggio, che mi hanno aiutato nel lavoro che svolgo
come vice postulatrice della nostra cara Venerabile Suor SERAFINA. Infatti, le mie sorelle
Maria Ruth e Maria de Belem, apostole laiche fervorose, hanno conosciuto bene l’Angelo
della Transamazzonica, e ne hanno ammirato il fervore apostolico.
Noemi Cinque, prima ancora di entrare in convento, aveva lavorato nell’evangelizzazione
dei carcerati a Manaus, AM, e in questo servizio ha trovato appoggio morale e materiale in
mia sorella Ruth. In seguito, già ASC, Sr. Serafina ha creato un gruppo di laici e laiche che
contribuivano a trovare aiuti per la Casa della Divina Providencia, in Altamira, e le mie
sorelle, entusiaste, hanno fatto parte di esso.
Gesù preparava però, qualche altra cosa per unire le tre amiche. Le mie sorelle non hanno
mai dimenticato che Suor Serafina mi accompagnò a Belem, per i funerali di mio padre,
morto all’improvviso, il 2 luglio 1963. La testimonianza di serenità e di lavoro che
Sr. Serafina ha dato a casa nostra durante quei tre giorni, le sue parole di pace e di speranza
sono stati un balsamo per la mia famiglia in quei momenti difficili.
Sin dal momento in cui mi fu chiesto di impegnarmi nel lavoro per la Canonizzazione
di Suor Serafina, le mie sorelle hanno accolto con
entusiasmo questa notizia e mi hanno aiutato in diversi
modi, soprattutto contattando i testimoni di Sr. Serafina.
Mia sorella Maria de Belem è stata per me insuperabile
per la preparazione e la vendita dei tre libri che ho scritto
su Suor Serafina: uno con solo testo, un secondo in
versetti e un terzo a fumetti.
Concludo questa testimonianza con un fatto che mi
avvicina di più dal Signore e mi fa dire: “come è buono
Dio!”
Sin dal 2006 sono venuta ad abitare a Belem, per offrire
assistenza ai miei fratelli anziani e malati, soprattutto
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Dal Mondo ASC
al mio fratello sacerdote: Mons. Geraldo
Menezes. Dopo la morte di Maria Ruth,
Maria de Belem, anziana e
quasi cieca, ha continuato ad
aiutarmi nel lavoro della vicepostulazione, e pregava ogni
giorno Sr Serafina. Prima di
morire, mi ha lasciato queste
ultime parole indimenticabili
che condivido con tutte le
mie consorelle nel mondo,
chiedendo al Signore che siano
una verità per tutte noi, ASC :
“
Marilia, dal mio letto, quando
ti vedo camminare nel
corridoio, sento perfettamente
la presenza di Sr. Serafina tra
noi. Questo mi infonde una
grande gioia e speranza nella
sua canonizzazione!”
Sr Marilia Menezes, asc
Area Continentale: Americhe
Regione: USA
Visita di un uomo che ha vissuto con le suore
di Wichita, e tutte
le consorelle sono
state conquistate
dal suo sogno. Nel
corso dei 10 anni del
programma, terminato
il 30 aprile 1982,
abbiamo servito circa
150 bambini all'anno,
per un totale di 1.700
bambini.
Questo servizio, che
veniva svolto al piano
inferiore del convento,
Richard e Sr Irene,asc
è stato concesso dallo Stato
del Kansas, che ci ha dato
Nel mese di aprile, un
occasione di accogliere
giovane uomo, Richard
bambini bisognosi di cure
Nesbitt, è venuto al nostro
di emergenza - dai neonati
Centro di Wichita per
agli adolescenti - vittime
installare un accesso per
di abbandono, rimasti soli,
portatori di handicap.
abusati, o di cui i genitori
Quando ha finito, ha detto
non potevano prendersi
che lui ei suoi fratelli avevano cura.
vissuto per breve tempo con
I bambini, inviatici da
le Suore di Wichita, quando
agenzie di servizi sociali o
la comunità asc svolgeva a
dalla polizia, rimanevano
un programma di assistenza con noi al massimo per una
ai bambini in necessità.
settimana fino a che non
Sr. Terrie Ann Lewis ha
potevano essere collocati in
iniziato il programma nel
case-famiglia o restituiti in
1972, dopo aver conosciuto
modo sicuro ai loro genitori.
le necessità del circondario
Arrivati spesso sporchi,
trascurati, affamati, impauriti
e malconci, venivano aiutati
dalla nostra amorevole cura.
Richard - poi "Richie" - ei
suoi due fratelli minori
vennero a vivere al Centro
di Wichita quando la loro
mamma fu ricoverata in
ospedale a causa di un
incidente d'auto, perché il
padre non era in grado di
prendersi cura dei ragazzi.
Sr Janet Sue Smith,
coordinatrice della nostra
comunità, ha accompagnato
Richard a far visita a Sr. Irene
Schmidt, l'unica asc che
ha svolto quel programma
ancora in vita.
Insieme, hanno
condiviso i ricordi del
dormitorio dove i bambini
riposavano su brande e de
parco giochi recintato dove
giocavano. Sr Irene ricordava
anche il poliziotto che le
portava i bambini.
Questa riunione
inaspettata è stata
incredibilmente gioiosa sia
per Richard sia per Sr. Irene.
Sr. Janet Sue Smith asc
Sr. Rose Therese Bahr, asc
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Dal Mondo ASC
Area Continentale: Asia
Regione: India
ASC in Nepal
In segreteria generale sono giunti nei giorni scorsi due brevi messaggi, uno dall’India e l’altro
dal Nepal. Il loro contenuto ci onora e rende testimonianza dell’attenzione delle Adoratrici del
Sangue di Cristo alle necessità dei più poveri nel mondo:
Cara Sr Patrizia,
Voglio informarti che Sr Mini Vadakumcherry è in Nepal per svolgere un servizio di
sostegno alla popolazione colpita dal
terremoto. Si è recata là con un gruppo di
volontari organizzato dai padri Camilliani.
In questi giorni c’è stato un secondo
terremoto, ma grazie a Dio i nostri
volontari sono tutti salvi. Purtroppo non è
possibile parlare con Sr Mini perché non
ci sono possibilità di usare il cellulare, ma
sono in contatto con un sacerdote che
lavora con il gruppo. Sentiamoci unite nella
preghiera per tutte le persone colpite da
questa catastrofe naturale.
Sr Mini Pallipadan, asc
Cara Sr Mariamma e care Consorelle,
Io sto bene, ma la vita della gente qui in
Nepal è davvero miserabile: non c’è cibo
e le case sono completamente distrutte.
Abbiamo camminato ininterrottamente per
due giorni per raggiungere i villaggi dove
sono morte moltissime persone e che sono
rimasti completamente distrutti. Abbiamo
portato soccorso medico e circa 500 persone
sono sotto cura nei nostri ospedali da campo.
Dopo una prima settimana di lavoro siamo
tornati al distretto di Gorkha, dove vivono le
suore CJ, per un po’ di riposo, per lavarci e
Sr.
Mini, asc
cambiare gli indumenti. Molti di noi hanno
problemi di salute dovuti al freddo e al
continuo muoversi a piedi e tra le montagne dell’Himalaya.
Se trovassimo dei fondi potremmo, tramite le suore CJ, aiutare alcune famiglie a ricostruire
le loro case. Fateci sapere se questo è possibile. La costruzione di una casa costa 3 lakhs
rupees.
Ripeto che sto bene , ma continuate a pregare per me perché i luoghi in cui andiamo sono
pericolosi: mentre stavamo camminando sulle montagne è avvenuto il secondo terremoto…
Solo Dio ha potuto proteggerci e siamo rimasti a lungo impauriti e tremanti. Domani
cominceremo a lavorare in un altro villaggio dove non c’è né acqua e le case sono distrutte.
Con affetto,
Sr. Mini Vadakumcherry,asc
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VIVAT
Dando voce a rifugiati ed immigrati
È stato all’inizio del 2014, lo
ricordo molto bene, era un
martedì. In città è giunto un
bus, si è fermato in centro e
sono scesi tredici stranieri
disorientati con un bagaglio
leggero in buste di plastica.
L’unica persona ad essere
informata era il custode di
una casa che ora diventava
l’abitazione di tredici persone.
Nel gruppo c’erano una
coppia dall’Ajerbaijan con
un bambino di tre anni,
un uomo dalla Nigeria,
uno dalla Palestina e otto
persone dalla Syria.
Il venerdì di quella
stessa settimana non
avevano più denaro per
mangiare. Ne avevano
ricevuto solo per una
settimana e la settimana
successiva avrebbero
dovuto presentarsi al
municipio per ricevere
nuove direttive. Ma
nessuno di loro era
stato informato della
città in cui doveva
andare e, tanto meno,
dove si trovava il
municipio
Il custode, resosi
conto della situazione,
chiamò il numero di
emergenza. Ormai l’ufficio
era chiuso e rispondeva
solo la segreteria telefonica:
“Si prega di lasciare un
messaggio, vi contatteremo
di nuovo alla prossima
apertura”. Non c’era aiuto!
Così il custode venne alla
porta della casa parrocchiale.
Ogni venerdì mattina io
porto la Santa Comunione
agli ammalati della
parrocchia. Era il primo
venerdì del mese. Le persone
erano state generose quel
giorno dandomi molto più
denaro del solito, dicendo:
“Lei, sorella, saprà bene come
usarlo per le varie necessità”.
Presi questo denaro e insieme
al custode andai nella casa
dove si trovavano i rifugiati.
Li salutai dando loro la mano.
abitanti della città. Grazie a
Dio.
Nello stesse mese di gennaio
il sindaco organizzò un
incontro informativo in cui i
rifugiati spiegarono le ragioni
della loro fuga. Tutto gli
ascoltatori rimasero colpiti e
inorriditi per le sofferenze e
per il trattamento inumano
che queste persone avevano
subito. Demmo poi
avvio ad un “Circolo di
assistenza” per offrire aiuto
in vario modo: traduzione
di lettere del municipio,
visite mediche, spesa
ed informazioni varie,
connessione internet,
lezioni di lingua, vestiario,
biciclette. Tramite tutte
queste cose conoscemmo
meglio il passato di questi
nostri nuovi amici, la
loro famiglia, il loro
lavoro. Notammo che
la stufa non funzionava
più e che tra loro
cominciavano ad
esserci tensioni. Uno
si lavava i capelli nel
lavandino della cucina
perché il bagno era
occupato; l’altro voleva
cucinare il proprio cibo
da solo. Persone di
Non potete immaginare i
culture diverse si trovavano
loro volti! Poi, con due di
ora insieme in uno spazio
loro, andai al negozio per
ridotto: uno avrebbe voluto
comprare da mangiare. Uno dormire, gli altri volevano
di loro era un cuoco in Siria, giocare, parlare o guardate
l’uomo della Nigeria parlava la TV. Il rumore infastidiva
un po’ di italiano.
tutti.
Il giorno successivo
Torniamo alla stufa. Parlai
presentai la situazione al
con il padrone della casa,
sindaco che rimase scioccato. ma egli non voleva investire
Il lunedì egli aveva preparato denaro per comprare una
tutto con soddisfazione degli stufa nuova. Da parte
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VIVAT
mia lo minacciai dicendo
che noi suore ci saremmo
incaricare di comprare la
stufa e che avremmo reso
noto il suo rifiuto scrivendo
a tutti i giornali. Sotto
questa pressione il miracolo
avvenne. Due giorni dopo
avevo trovato dei pezzi di
ricambio per la stufa e l’uomo
della Nigeria, un elettricista,
li sostituì a quelle vecchi. La
stufa fu riparata e funzionava!
Detti loro alcune direttive
su come separiamo i rifiuti
in Germania, su come
pratichiamo l’igiene, come ci
prendiamo cura della stufa,
della pulizia del bagno…
Grazie alla collaborazione
di alcuni agricoltori fui
in grado di avere alcune
piantine peri nuovi cittadini.
Avreste dovuto vedere la loro
gioia. Ora avevano un po’ di
lavoro da svolgere e un senso
di proprietà nel far crescere
laloro verdura.
Mentre i volontari
svolgevano i lavori necessari
, io ho avuto modo di parlare
con loro e, semplicemente,
di stare con loro. Li abbiamo
invitati in parrocchia per
giocare e per distrarsi. Non è
facile stare lontano da casa.
Ogni giorno aspettavano
una lettera dal Governo per
vedere confermata la loro
permanenza in Germania.
Se il permesso fosse stato
rifiutato avrebbero dovuto
fare ritorno al lor paese. Ma
la loro esperienza diceva che
ciò non sarebbe
stato bene.
Nonostante il trauma che
avevano subito, cominciarono
a sorridere di nuovo. Per me,
e posso dire per tutta la città,
questo è stato il dono più
grande. Li abbiamo invitati
alle nostre celebrazioni in
parrocchia e sono venuti.
L’ultima volta hanno prearato
una torna e ce l’hanno
portata. Spesso le nostre
conversazioni sono fatte con
mani e piedi, il che è anche
comico. Ho imparato una
parola da loro: SALAM –
PEACE!
Sr. Verena Buerki, asc
(Schaan)
Dall’ Amministrazione Generale
Donne riconcilianti… donne in alleanza!
Se leggiamo attentamente gli Atti
che l’Assemblea Generale
2011 ha consegnato alla
congregazione troviamo
che in diverse punti è
molto forte la chiamata
alla riconciliazione.
In diverse maniere, a
livello generale, siamo
state siamo chiamate
a fare esperienza
di riconciliazione.
Anche l’obiettivo del
CIS “promuovere
una cultura della
riconciliazione” ci ha
spinte in questo anno a
prendere in considerazione
metodi e opportunità che
favoriscano questo processo per noi e per
il mondo.
Ma perché parlare di
riconciliazione, oggi?
Riconciliazione è un
concetto centrale in san
Paolo. Nella Seconda
Lettera ai Corinzi,
leggiamo che Dio «ci
ha riconciliati con sé
mediante Cristo e ha
affidato a noi il ministero
della riconciliazione»
(2Cor 5,18). Nel Codice
di vita noi affermiamo che
“ricordando che Cristo ci ha
riconciliate con il Suo Sangue
daremo un posto prioritario alla
riconciliazione…” (CdV 8).
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Dall’ Amministrazione Generale
La riconciliazione non è soltanto l’agire
di Dio in noi, un suo dono di grazia, ma
è anche una chiamata, un impegno che
scaturisce dalla nostra identità carismatica.
Tocca a noi rispondere a questa azione di
Dio, dicendo: «Vi supplichiamo in nome
di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio»
(2Cor 5,20). È necessario che noi stesse
collaboriamo, affinché possa compiersi la
riconciliazione in noi e intorno a noi. Molte
persone si ammalano perché hanno dentro di
sé qualcosa che si è spaccato. La spaccatura
si ripercuote spesso sul corpo. Solo quando
ci mettiamo di fronte alla nostra realtà, ci
rendiamo conto delle ferite che sono in noi e
le presentiamo coscientemente a Cristo, solo
allora la guarigione è possibile.
La parola riconciliazione significa
originariamente il ristabilimento di
amicizia, una rappacificazione e il verbo
dice il rimettere in ordine, ristabilire,
unire nuovamente, rendere di nuovo sano,
rappacificare. Il Signore Gesù mediante
la sua morte in croce ha ricondotto
l’umanità all’amicizia con Dio, dal quale
si era allontanata ristabilendo un “nuovo
bell’ordine”.
In questo senso allora la riconciliazione è
l’esperienza in cui siamo inviate a trattare
noi stesse in modo amichevole considerando
nostro amico tutto ciò che è in noi; è
finalmente riuscire a prendere contatto con
noi stesse in maniera profonda, nuova e solo
allora è possibile vivere in una vera alleanza
con gli altri e con Dio.
L’esperienza dei Circoli di ascolto è una via di
guarigione, un metodo per mettersi di fronte
alle proprie ferite, ascoltarle, accoglierle…
offrirle. Attraverso questo processo siamo
aiutate a fare pace con noi stesse sentendoci
accolte da Dio incondizionatamente.
L’esperienza che si è tenuta nella Fondazione
Argentina, nel mese di aprile, aveva
proprio l’obiettivo di avviare un processo di
guarigione a livello personale e istituzionale
in coloro che hanno partecipato. E’ stata
un’esperienza molto intensa e significativa
per ciascuna delle partecipanti. Il primo
passo è stato proprio quello di continuare un
processo di riconciliazione con noi stesse per
poi guardare con cuore libero le relazioni con
gli
altri e la storia aprendoci al futuro con
rinnovata speranza.
Durante l’esperienza abbiamo appreso che
la riconciliazione è un processo che dura
tutta la vita e che richiede l’umiltà di creare
le occasioni per ascoltare profondamente e
con verità se stesse e le altre impegnandosi
profondamente per guarire. Questo non
significa che le nostre ferite spariscono, ma
che noi apriamo le nostra piaghe a Dio e in
lui ritroviamo la nostra integrità. Mettere
tutto in relazione con il Sé più intimo, il
Cristo in noi, è spazio per fare esperienza
di salvezza e redenzione. … In Cristo,
diventiamo davvero, creature nuove!
Ringrazio le consorelle della Fondazione
per la ricca e profonda esperienza di fede e
vita condivisa e benedico il Signore perché,
si fida di noi e ci chiama ad essere “segno di
alleanza”… Noi, arcobaleno di Dio… tra noi e
il Cielo!
Sr Nadia Coppa, asc
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Nella Congregazione
Regione Tanzania
3 giugno 2015
Prima professione
Angelina Petro
Emerensiana Adrian
Francisca Thomas
Joyce Simon
!
i
r
A ug u
Regione India
18 maggio 2015
25° di professione
Sr Lalitha Varakukalayil
Sr Beena Toombalan
Sr Celine Tholanickal
Sr Sherly Koorkamattam
Regione USA
6 luglio 2015
e
Sr. Marilyn Janson
Sr. Jane Ratermann
gu
Sr. Isabel Oliveira
Sr. M. Goretti de Aguiar Brito
fession
0° di pro
6
Sr. Alphonsina Alexander
Sr. Eva Tobias,
Sr. Gaudensia Petro,
Sr. Genesia Thomas
Sr. Honorata Vitalis
Sr. Yulita Gabriel
Sr. Veromina Julius
Au
Regione Brasile
1 luglio2015
60° di professione
Professione Perpetua
Sr. M. Evelyn Nagle
Sr. Jacinta Willenborg
ri!
65° di p
Auguri!
rofessio
n
Sr. Anne Irose
Sr. Joan Range
e
Calendario dell’Amministrazione Generale
Seminario per le Formatrici: Nemi (Roma) – 2-13 luglio 2015.
Il seminario è organizzato dalle consigliere generali Sr Sonia Matos e Sr Nadia Coppa.
Tornate alla casa del Padre
Regione Italia
18 maggio 2015
Cosimina Potenza
Regione Italia
30 maggio 2015
Pasqualina Recchia
Desidero che nella scuola si faccia vedere il nostro metodo bene ordinato;
parlare con saviezza, decoro, modestia, raccoglimento, civiltà
e più di tutto far vedere la pazienza, la carità
e la premura per il bene delle fanciulle
con il vero spirito di Dio e coll’intenzione di piacere a Lui.
Mdm 21 marzo 1864
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