T utto succede in un’isola, luogo dell’esotico e dello stupefacente come ogni isola: Murano. In un atto del 982 vi si parla di un certo Domenico, “fiolario”, cioè soffiatore di bottiglie e a Murano si trasferiscono le fornaci di Venezia nel 1291, non per paura del fuoco delle fornaci, ragione politica come spesso poco vera, ma per tenere le alchimie e i segreti del vetro lontani da curiosi e concorrenti. Infatti non è da tutti cavar da fuoco e da alcune polveri oggetti che del fuoco e dei minerali non recano più alcuna traccia, anzi, riflettono la luce con la noncuranza delle pietre preziose. Like many other islands, Murano is a place of mystery and wonder. And it is here that our story takes place. According to a contemporary document, one Domenico, a “fiolario”, was making bottles on Murano in 982 AD. In 1291, the glass-makers’ furnaces were moved from Venice to Murano. Officially, this was done to reduce the risk of fire in the city but, in truth, it was to keep trade secrets away from prying eyes. Conjuring from fire and a mix of powdered chemicals a material that shows little trace of its original components and, what’s more, reflects the light with the nonchalance of precious stones, is no mean achievement. L’ albero genealogico dei Barovier è già allora ben sviluppato. Il grande Angelo, che lascierà indimenticabili segni di vetro nella storia del Rinascimento, non certo il primo dei “Berrovieri” o “Barovieri”, è il figlio di Jacopo, nipote di Bartolomeo e discendente da quel “Jacobellus Beroerius” che per primo compare in un atto del Podestà di Murano il 20 febbraio 1324. Per usare parole di vecchi libri “...quest’isola anzi tutto vanta la stupenda invenzione di fare che il vetro mentisca la lucentezza del cristallo...”. Ciò che fa Angelo Barovier è proprio questo: At this point, the Barovier family tree was already flourishing. Indeed, the Angelo Barovier who made such a mark on the glass-making tradition was not the first documented “Berrovieri” or “Barovieri”. The son of Jacopo, and grand-son of Bartolomeo, Angelo was a descendant of one “Jacobellus Beroerius”, who was mentioned in a document dated 20 February 1324. An ancient volume refers to the fact that, on the island of Murano, the wonder of making glass that lacked none of the brilliance of crystal had been achieved. And this was precisely where Angelo excelled. For, in about 1450, he developed what observers referred to as a “crystalline glass”, the “marvel” of a blown film of crystal in perfect harmony with Renaissance taste, light, clear and pure. La genealogia della famiglia Barovier, a Murano, presso la sede della società. The Barovier family tree, at the company head office in Murano. inventa, verso il 1450, il “vetro cristallino”, un “altro vetro”, l’ “oggetto meraviglia”, un soffio di cristallo in perfetto accordo con il gusto rinascimentale, tutto chiarezza, nitore, pulizia. Un vetro trasparentissimo, di purezza e sottigliezza di gran lunga superiori a ogni tipo di vetro prodotto fino ad allora. V enezia al suo massimo splendore rinascimentale è una città d’oro, ancora e sempre bizantino, colorata dall’Oriente, intensamente lucente eppure stemperata nell’equilibrio e nell’eleganza raffinata del Rinascimento. Lo stemma Barovier: tre insegne di bottega del XVI secolo. The Barovier crest: three sixteenth-century craft sings. Glass of a trasparency, a perfection and delicacy far greater than any produced hitherto. Even at the height of the Renaissance, Venice was still a city of gold, of Byzantine grandeur. While resplendent with the colors of the Orient, though, its brilliance was tempered by the poise and refinement of Renaissance ideals. At Murano, Angelo and the other Barovier family glass-makers crafted the precious drinking vessels and other items that - wonders of clarity, trasparency and weightlessness - we see portrayed in the works of the great painters such as Tiziano, Tintoretto, Giorgione, and Caravaggio. Of this period is the splendid blue enameled Barovier Wedding Cup , which we can admire in the Murano Glass Museum. A Murano, Angelo Barovier e i Barovier lavorano e soffiano i loro preziosissimi vetri che compaiono, tersi, incolori e leggeri, nelle tele dei grandi maestri veneti Tiziano, Tintoretto, Giorgione, Caravaggio... Appare la Coppa Nuziale Barovier, nel bel vetro blu smaltato, ora al Museo dell’isola, forse l’oggetto in vetro più prezioso, e “... se ho detto nuziale, gli è perchè ravviso ne’ busti l’effige di due sposi; la data approssimativa è giustificata dal loro costume... Avuto riguardo all’epoca ed alla qualità del lavoro, parmi non si possa attribuire ad altri meglio che ad Angelo Baroviero”. Così Vincenzo Lazzari, ai primi dell’800. Alle forme del Quattrocento e del primo Cinquecento, con l’avanzare del secolo, si aggiungono bellissime variazioni più elaborate: la filigrana, i “retortoli”... In questo periodo, Piero Barovier, figlio di Giovanni e nipote di Angelo il grande, continua il merito, piuttosto normale per un Barovier, di essere padrone di fornace e di produrre bei vetri. A Murano, alla fine del 1500, tre Barovier, fratelli, tre fornaci e tre stemmi diversi: l’Angelo, la Campana e la Stella. Le tre “insegne di bottega”, unite per tradizione, sono oggi il simbolo, lo stemma dei Barovier, una “nobiltà” come eccellenza di lavoro, come aristocrazia della professione. Thus wrote one Vincenzo Lazzari at the beginning of the nineteenth century on one of the most precious glass items anywhere: “If I used the term «Wedding Cup», this is because I judge the two busts to be portraits of the bride and groom. The approximate date can be determined by the costumes. Taking into account the period and the quality of the work, I believe this cannot but be the work of Angelo Barovier”. As the sixteenth century progressed, the craftsmen developed exquisite new variations on the shapes and techniques of the Quattrocento and early Cinquecento, including filigree, “retortolo”, and “vetri alati” (wingèd vessels). During that period, Piero Barovier- the son of Giovanni and the grandson of Angelo - continued what was now a family tradition, producing fine glass from his own furnace. By the end of the sixteenth century, three Barovier brothers had their own glassmaking factories on Murano, each with its own trade-mark: an Angel, a Bell and a Star. Nowadays, these three symbols appear together in the Barovier crest, a guarantee of exquisite workmanship from veritable aristocrats of the craft. Throughout the seventeenth century, the flamboyance of the Baroque impacted both “major” and “minor” arts. The feather-light transparent glass of the Renaissance came to be enveloped in tendrils of red, yellow and blue color glass, the edges scalloped and scrolled, the handles and stems heavily decorated. N el XVII secolo soffia ovunque, sulle arti “maggiori” e “minori”, il vistoso e appariscente vento barocco. I leggeri e trasparenti vetri soffiati del Rinascimento vengono avviluppati da viticci di vetro colorato rosso, giallo e blu, frastagliati da creste, decorati nelle anse e sugli steli; appaiono vetri alati, stupori di trionfi da tavola ed effetti illusionistici. I Barovier, dediti quasi esclusivamente alla produzione eletta del “soffiato” e dei vetri d’arte, proseguono il loro lavoro, un poco in disparte, subendo anch’essi, come gli altri vetrai, il momento storico sfavorevole. What came to be known as wingèd glass (vetri alati) made its appearance, creating spectacular centerpieces which played on optical illusions. Almost exclusively dedicated to the specialist production of “artistic blown glass” and thus somewhat outside the mainstream, the Barovier glass-makers, no less than their contemporaries, were affected by historical events. For, in 1815, Venice became part of the Austrian Empire, as a result of the Congress of Vienna. The ancient guilds having been disbanded, the glassmakers of Murano were forced to address the threat of competition in markets that were anything but easy. In just thirty years, several important techniques exclusive to “artistic glass making” were lost. Coppa nuziale, nota come “Coppa Barovier” in vetro blu con decorazioni policrome, per tradizione attribuita ad Angelo Barovier. (1445 circa, Museo Vetraio Di Murano). Barovier Wedding Cup, blue glass with colored decorations, traditionally attributed to Angelo Barovier (c. 1445, Murano Glass Museum). è il 1815. Venezia passa sotto il dominio dell’Austria. I vetrai muranesi, sciolte le antiche Corporazioni, affrontano la libertà di concorrenza in nuovi e difficili mercati. La “vetreria d’arte” in tre decenni smarrisce alcune importanti tecniche di lavoro. L’ albero genealogico dei Barovier intanto prosegue: nel 1866, un altro Angelo Barovier ricopre la carica di Camerlengo del Comune di Murano, The Barovier dynasty continued to flourish however. In 1866, another Angelo Barovier was appointed to the position of Camerlengo (treasurer) of the Council of Murano. Appropriately enough, Angelo worked under the sign of the “Angel” - one of the symbols of the golden years of several centuries previously. Biglietti da visita dei Barovier in epoche diverse, il primo in alto edito per una manifestazione veneziana del 1914. Various Barovier business cards; the one at the top was produced for an exhibition held in Venice in 1914. Il “libretto delle partie”, ricettario per le diverse composizioni vetrarie. (1870, collezione di Angelo Barovier). A “recipe book” detailing the composition of varius kinds of glass (1870, from the collection of Angelo Barovier). è maestro vetraio e tiene negozio e fabbrica all’insegna “dell’Angelo”, un simbolo degli anni d’oro di qualche secolo prima. Verso la metà dell’Ottocento l’antiquario Antonio Sanquirico affida ad alcuni maestri muranesi il compito di riprodurre antichi vetri in filigrana di sua proprietà: è un piccolo segno di ciò che sta venire. Si soffia un nuova vita nel vetro: è l’inizio del secondo Rinascimento che animerà Murano nella seconda metà del secolo. Around the middle of the century, the antiquarian Antonio Sanquirico commissioned several Murano master glass-makers to reproduce some ancient filigree patterned glass that he owned. This was just a hint of what lay ahead. For this was the beginning of a “second” Renaissance for Murano. In 1866 Antonio Salviati, a lawyer from nearby Vicenza, gave up his practice and founded a firm of mosaic makers. Uno dei numerosi diplomi conferiti all’azienda. One of the many diplomas awarded to the Company. 1922: foto di gruppo. In alto, con la barba, Benvenuto Barovier; in basso, secondo a destra, Ercole Barovier. 1922: the barber man in the back row is Benvenuto Barovier. On the far right of the front row we see Ercole Barovier. A ntonio Salviati, avvocato vicentino, abbandona la professione per fondare un laboratorio d’arte musiva e più tardi una fabbrica di vetri soffiati. Giovanni e Antonio Barovier, coi loro due figli, sono i suoi nuovi maestri vetrai. Venezia e il Veneto tornano all’Italia. È il 1866. Una piacevole e frizzante aria di libertà favorisce un nuovo interesse per il vetro e nuove istituzioni spingono la rinascita dell’arte del vetro soffiato muranese. When he later diversified into glass, he asked Giovanni and Antonio Barovier - along with their sons - to be his master glass-makers. This was the Unification period, when the various regions were coming together to form the nation of Italy. Venice and the Veneto area were no exception. The sense of a fresh start being made was all-pervading, giving a boost also to the art of blown glass on Murano. In 1878, all the Barovier family members got together to form the company Fratelli Barovier. Some years later, with the business now being one of the most important on Murano, this name was changed to “Artisti Barovier”. Whatever the name, the Barovier tradition of pushing back the frontiers of glassmaking continued apace. Catalogo fotografico di oggetti dei primi anni Venti. A fianco, il listino dei prezzi con i numeri dei modelli e le misure. An illustrated catalogue of articles from the early-1920s and a price list showing model number and size. 1 878. L’intero gruppo dei Barovier costituisce la Società “Fratelli Barovier”. Qualche anno più tardi la ragione sociale muta ancora, in quella famosa di “Artisti Barovier” che è tra le più importanti aziende di Murano. Il “Piatto della Farfalla”, con intarsi policromi in vetro. Realizzato nel 1913-14 dagli “Artisti Barovier” su disegno di Vittorio Zecchin. Non cessa l’elenco di brevetti per nuovi vetri, che segna da sempre la storia dei Barovier: in questo periodo ottengono il brevetto per il “vetro madreperla” e un altro brevetto per il “rosso corniola senza uso dell’oro”. At around this time, “Artisti Barovier” were granted patents not just for a “mother-of-pearl glass” but also for “cornelian red glass made without using gold”. Later “Artisti Barovier” moved to number 28 on Rio dei Vetrai, which is the company HQ to this day. In 1913, at the Ca’ Pesaro Exhibition, Giuseppe Barovier exhibited eleven “murrini”, which consisted of sections of colored glass joined together using heat to form a mosaic-effect. Sensing considerable potential for a successful partnership with the Barovier company, artists of the day- such as Vittorio Zecchin and Teodoro Wolf Ferrari - enthusiastically accepted commissions to work with Barovier, a tradition that is still going strong. Anfora in vetro “primavera” appartenente a una celebre serie del 1929 (collezione di Angelo Barovier). The “Butterfly Plate”, with colored glass inlay work. Made by “Artisti Barovier” in 1913-14 from a design by Vittorio Zecchin. A vase in “primavera” glass, one of a renowned series made in 1929 (from the collection of Angelo Barovier). O ra la “Artisti Barovier” si è trasferita nel “palazzetto con annesso terren” al numero 28 di rio dei Vetrai, tuttora sede della Barovier&Toso. Nel 1913, all’Esposizione di Ca’ Pesaro, Giuseppe Barovier presenta 11 vetri murrini, tessere in vetro saldate a caldo come in una sorta di mosaico a fuoco. Artisti dell’epoca come Vittorio Zecchin e Teodoro Wolf Ferrari preludono alle collaborazioni con i designer di oggi, trovando nei Barovier un’intesa di successo. Nel 1919 la “Artisti Barovier” si trasforma in “Vetreria Artistica Barovier&C. sas”, anno in cui Ercole Barovier, a trent’anni, studi classici e la grande guerra alle spalle inizia la sua carriera nella Fornace, di cui è socio accomandatario e gerente. In 1919, “Artisti Barovier” changed its name to “Vetreria Artistica Barovier&C. sas”. Aged thirty, and with a classical education as well as active service in the World War I behind him, Ercole Barovier became managing director. Esemplari diversi di etichette applicate ai vetri dal 1878 ad oggi. Specimens of labels used on glass items since 1878. Lettera d’auguri di Giò Ponti alla famiglia Barovier. A greetings note by Gio Ponti to the Barovier family. E rcole Barovier con Giacomo Cappellin, Vittorio Zecchin e Napoleone Martinuzzi lasciano ancora segni bellissimi in questo brano di storia. La ricerca di Ercole Barovier è instancabile, il colore un’attrazione irresistibile mentre l’uso della materia e delle tecniche impeccabile. Di lui scrive Domus nel 1929, nello stesso anno in cui la rivista, diretta da Giò Ponti, viene fondata: “Si deve a lui l’introduzione, a Murano, del vetro spesso e pesante”. Together with Giacomo Cappellin, Vittorio Zecchin and Napoleone Martinuzzi, Ercole Barovier has left behind a heritage of beautiful glass. Tireless in his experimentation, he was particularly intrigued by the range of potential colors and the uses to which the material could be put. In 1929, his work was featured in the magazine Domus, which had been founded by Gio Ponti a short time earlier. Moreover, Ercole Barovier is credited with the introduction into Murano of thick, heavy glass. Ercole Barovier Vetri a “Gran Murrina” Prove d’autore di Ercole Barovier degli anni ‘60. “Gran Murrina” glass. Working models by Ercole Barovier dating from the 1960s. L a propensione degli anni ‘30 per il vetro opaco, per il colore e per certi effetti d’oro e d’argento porta Ercole Barovier a inventare la “colorazione a caldo senza fusione”, una delle più interessanti ricerche su impasti vitrei nuovi e originali. A questo si aggiungeranno altri brevetti, con una frenesia artistica inarrestabile. Nel 1936, dalla fusione tra la Vetreria Artistica Barovier&C. e la SAIAR Ferro Toso, nasce la Barovier&Toso: due aziende complementari mettono al servizio di un unico progetto industriale le loro competenze specifiche nel campo dell’illuminazione e dell’oggettistica d’arte. Spacchi, collezione di soli vasi di Toni Zuccheri. Veronese, lampada da tavolo. Veronese, table lamp. Design: Umberto Riva. Spacchi, spontaneity and great visual sensitivity. Design: Toni Zuccheri. The popularity in the 1930s of matte glass, unusual colors and gold and silver decoration, led Ercole Barovier to invent a process for “heat-induced coloring without fusion”, one of the most exciting recent developments in the field. This was not a one-off event. Patents for new developments came thick and fast in the years following. In 1936, with the merger between Vetreria Artistica Barovier&C. and SAIAR Ferro Toso, the Barovier&Toso was born: two complementary companies melding their specific expertise in the field of illumination and artistic objects in a single industrial project. G razie a questa rinnovata energia propositiva, Barovier&Toso si conferma protagonista anche nel campo delle grandi forniture su progetto, un settore che diventerà uno dei punti di forza della società. Nonostante la Seconda Guerra Mondiale renda ogni attività produttiva quanto mai complessa, anche in quegli anni difficili Barovier&Toso prosegue la sua attività e proprio per questo quando, nel dopoguerra, il sistema economico mondiale si riavvia, essa è pronta a coglierne tutte le opportunità. Ercole Barovier continua a proporre le sue creazioni e a introdurre sempre nuove tecniche produttive, mentre nel campo dell’illuminazione Barovier&Toso rinnova il tema del lampadario contemporaneo. Negli anni Sessanta, grazie a questa riconosciuta capacità creativa e tecnologica, diventano sempre più numerose le collaborazioni con i grandi architetti e le realizzazioni di installazioni luminose: il lampadario di Place Victoria a Montreal - il più grande del mondo, all’epoca - ne è un esempio. Thanks to this renewed energy, Barovier&Toso remains a protagonist also in large projects, a sector that will become one of the company’s strong points. Although the strife of World War II plagued production, Barovier&Toso continued in its activity and, for this very reason, was ready to capture all opportunities during the post-war era as the world economic system made its recovery. Ercole Barovier continued proposing his creations and introduced new production techniques, while in the field of illumination, Barovier&Toso renewed the theme of the contemporary lamp. During 1960s, thanks to the company’s renowned creative and technological capacity, collaborations with great architects and the realisation of light installations were increasingly common: the lamp in Place Victoria in Montreal - the largest of its kind in the world at the time - is just one example. Disegno preliminare del grande lampadrio in vetro, alto 16 metri, realizzato per il Palazzo della Borsa di Montreal. New Rinascimento, lampada da tavolo. New Rinascimento, table lamp. Design: Matteo Thun, 1987/2002. A preliminary sketch for the great glass chandelier, 16 metres high, made for the Montreal Stock Exchange. P roprio nel segno di questi progetti speciali, nel 1980 vede la luce Taif: un lampadario disegnato da Angelo Barovier e realizzato per il sovrano dell’Arabia Saudita, che nel giro di pochi anni diventerà un’icona riconosciuta nel grande mondo dell’illuminazione. Un nuovo classico, che diviene la nuova bandiera di Barovier&Toso. Sono gli anni del secondo boom economico, durante i quali la società amplia ulteriormente i suoi mercati e la sua clientela. Per garantire ai clienti in tutto il mondo l’autenticità delle proprie realizzazioni, ai numerosi brevetti industriali già riconosciuti vengono affiancati diversi marchi di fabbrica: Barovier&Toso®, Emptores®, Rugiada®, Rugiada oro®, Cristallo Rugiada®, Farfalloni®, Spiragoto®. Taif, lampadario. Taif, chandelier. Design: Barovier&Toso, 1980. Another landmark project was the 1980 Taif: a chandelier designed by Angelo Barovier and created for the King of Saudi Arabia, which within a few years became the icon of the wonderful world of lighting. A new classic, that became the hallmark of Barovier&Toso. It was during the years of the second economic boom that the company further expanded its markets and clientele. To guarantee the authenticity of these products to its clients worldwide, various trademarks were added to the already recognised industrial patents: Barovier&Toso®, Emptores®, Rugiada®, Rugiada oro®, Cristallo Rugiada®, Farfalloni®, Spiragoto®. Byblos Art Hotel Villa Amistà Verona. N ello stesso periodo, la società si dedica anche a progetti più giocosi ma legati alla tradizione: è così che nascono i Goti de Fornasa®, bicchieri che da sempre i maestri e gli apprendisti realizzano per se stessi. Sono oggetti personali che esprimono l’abilità e l’estro creativo del vetraio che li forgia: uno diverso dall’altro. I Goti diventano una collezione di enorme successo - oggetto di infiniti tentativi di copia in ogni parte del mondo - in seguito declinata anche nella versione Goti Luminosi®. During the same period, the company was committed to more light-hearted projects that were always linked to tradition, giving rise to the Goti de Fornasa®, glasses that masters and apprentices alike had always made for themselves. These are personal objects that express the skill and creative talent of the individual glassmaker: each one is unique. The Goti became an enormously successful collection - subjected to numerous attempts to copy them in all corners of the globe - and later also produced in the Goti Luminosi® version. Goto del Maestro L a forte vitalità aziendale e l’aderenza ai valori storici del vetro artistico suggeriscono ad Angelo Barovier l’idea di creare un Museo, dove esporre un pezzo di storia della famiglia e dell’azienda: è il 1995. Le gravi crisi economiche del primo decennio del nuovo secolo sono per Barovier&Toso un’altra sfida, vinta grazie all’attenta definizione delle strategie di mercato e alla continua innovazione stilistica: di questi anni è il rinnovamento dell’idea del tradizionale lampadario veneziano avvenuta attraverso l’uso di colori inusuali e accesi e la destrutturazione del concetto stesso del lampadario. Anche in questo caso un nuovo segno di Barovier&Toso. The strong vitality of the company and its loyalty to historic values of artistic art inspired Angelo Barovier to create a Museum, where historic family and company pieces could be displayed: it was 1995. The devastating economic crisis of the first decade of the new century presented another challenge for Barovier&Toso, which was overcome thanks to the careful planned marketing strategies and continual stylistic innovations: during these years the concept of the traditional Venetian chandeliers with the use of unusual and bold colours and the destructuring of the concept of the lamp itself arose. Just another example of a Barovier&Toso being synonymous with innovation. Domo Nevada, lampadario. Domo Nevada, chandelier. Design: Franco Raggi, 2007. I Vaso “Laguna gemmata” (colorazione senza fusione). l Museo Barovier&Toso si trova all’ultimo piano di Palazzo Contarini a Murano, stabile del XVI secolo e attuale sede della Barovier&Toso. In uno spazio raccolto sono esposti circa 250 oggetti provenienti dalla collezione privata Angelo Barovier e dalla collezione Barovier&Toso. Gli oggetti rappresentano quanto di meglio è stato realizzato nel periodo 1880-1970 dalle vetrerie “Artisti Barovier”, “Barovier&C.” e “Barovier&Toso”, principalmente per l’opera di Ercole Barovier, il più importante “imprenditore-designer-artista” del vetro muranese di questo secolo. “Laguna gemmata” vase (color without fusion). Design: Ercole Barovier, 1935. Coppa “Marina gemmata” (colorazione senza fusione). “Marina gemmata” bowl (color without fusion). Design: Ercole Barovier, 1936. The Barovier&Toso Museum is located on the top floor the sixteenth-century Palazzo Contarini, which is also the company’s headquarters building. Some 250 examples of the best work produced between 1880 and 1970 by the Artisti Barovier, Barovier & C. and Barovier&Toso, can be inspected, a major highlight being pieces by Ercole Barovier, this century’s leading artist-designerbusinessman of the Murano glass industry. Vaso con “Glicine” in vetro mosaico. Vase whit “wisteria” motif in mosaic glass. Design: Ercole Barovier, 1926.. Vaso in vetro blu con “piume” policrome. Blue glass vase with multi-color “feather” effect. Design: Ercole Barovier, 1913.. O ltre all’esposizione degli oggetti, il museo Barovier&Toso consente la consultazione dell’imponente archivio di foto, disegni e documenti che sono stati raccolti nei molti anni di lavoro. Al riguardo basti ricordare gli oltre 22.000 disegni originali realizzati da Ercole Barovier, i vecchi cataloghi fotografici, gli originali degli antichi “libretti delle composizioni” per fare il vetro, le curiosità e le testimonianze di una attività produttiva e creativa che ha attraversato tutto il secolo. Vaso in vetro mosaico policromo. Vase in multi-colored mosaic glass. Design: Ercole Barovier, 1924. Alongside the exhibits, which have been selected from the private collection of both Angelo Barovier and Barovier&Toso, visitors can consult an extensive archive containing photographs, drawings, and other documents. These include 22,000 original designs by Ercole Barovier, the company’s illustrated catalogues, the original booklets containing instructions for the composition of the various types of glass, as well as a wide array of other interesting and intriguing items that provide a vivid record of one century of the work of a highly-creative and very successful business. Vasi della serie “Barbarico”. Vases from the “Barbarico” collection. Design: Ercole Barovier, 1951. M 01/11 Vetrerie Artistiche Riunite srl a socio unico Fondamenta Vetrai 28 30141 Murano Venezia Italia T (+39) 041739049 F (+39) 0415274385 [email protected] www.barovier.com