CONSIGLIO REGIONALE DELLA PUGLIA
VIII LEGISLATURA
a
83 SEDUTA PUBBLICA
RESOCONTO STENOGRAFICO
mercoledì 10 settembre 2008
Presidenza del Presidente PEPE
indi del Vicepresidente TARQUINIO
indi del Vicepresidente MINEO
INDICE
Presidente
Processo verbale
Congedi
Ordine del giorno
Disegno di legge n. 25
del 13/06/2008 “Piano
regionale di salute 20082010”
Prosieguo esame
articolato
pag.
3
»
»
»
3
3
3
Presidente
Zullo
Silvestris
Sannicandro
Palese
Marmo Giuseppina
Pellegrino
Bonasora
pag.
»
»
»
»
»
»
»
PRESIDENZA DEL
VICEPRESIDENTE TARQUINIO
Tedesco, assessore alle politiche
4 e passim
4 e passim
4 e passim
7
9 e passim
12 e passim
12,20
13
Atti consiliari della Regione Puglia
– 2 –
SEDUTA N° 83
della salute
RESOCONTO STENOGRAFICO
pag.
15 e passim
PRESIDENZA DEL
PRESIDENTE PEPE
De Santis
Marmo Nicola
VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
PRESIDENZA DEL
VICEPRESIDENTE MINEO
Attanasio, segretario
»
»
19,163
22,27,91,102
PRESIDENZA DEL
PRESIDENTE PEPE
84,88,89
PRESIDENZA DEL
PRESIDENTE PEPE
Vendola, Presidente della Giunta
regionale
PRESIDENZA DEL
VICEPRESIDENTE MINEO
pag.
»
98
»
146
»
»
»
»
148
153
161
164
PRESIDENZA DEL
VICEPRESIDENTE MINEO
Zaccagnino
Ruocco
»
»
Damone
Marino, relatore
Cioce, segretario
Romano
Surico
Attanasio
»
»
»
»
»
»
56,147
57,77,105,
107,159
57,61,156,157
62
63 e passim
74
75,82,94,150,155
76
Chiarelli
PRESIDENZA DEL
PRESIDENTE PEPE
Lonigro
Caroppo
Borraccino
Maniglio
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
–3–
VIII Legislatura
RESOCONTO STENOGRAFICO
PRESIDENZA DEL
PRESIDENTE PEPE
PRESIDENTE. La seduta è aperta (ore
10,51).
Processo verbale
PRESIDENTE. Do lettura del processo
verbale della seduta n. 82 del 9 settembre
2008:
Presidenza del Presidente Pepe
e del Vicepresidente Mineo
La seduta ha inizio alle ore 10.50 con la lettura e l’approvazione del processo verbale della seduta del 30.07.2008.
Ha chiesto congedo il consigliere Potì.
Viene data lettura di una interrogazione cui è
pervenuta risposta scritta, delle assegnazioni alle
Commissioni e delle interrogazioni presentate.
Unico argomento in discussione è il ddl n.
25 del 13.06.2008 “Piano regionale di salute
2008-2010”. Il Presidente ricorda che bisogna
procedere con la discussione generale iniziata
nella seduta del 30 luglio u.s.
Il consigliere Palese, in riferimento alla pregiudiziale da lui posta nella seduta precedente,
relativa alla richiesta di sottoporre il testo modificato al parere del Ministero della salute e
delle Università pugliesi, chiede se l’impegno
assunto in tal senso dall’assessore Tedesco è
stato mantenuto. L’Assessore ne dà assicurazione, precisando che l’Università ha fatto
pervenire delle osservazioni che saranno profuse nel Piano.
Nella discussione generale intervengono i
consiglieri Scalera, Giampaolo (sostituzione
alla Presidenza del Presidente Pepe con il Vicepresidente Mineo), Mita, Silvestris, Sannicandro, Baldassarre, Stefàno, Lonigro, Lospinuso, De Leonardis (sostituzione alla Presidenza del Vicepresidente Mineo con il Presidente Pepe), Palese, Borraccino, Surico per
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fatto personale, e Maniglio. Conclude
l’assessore Tedesco.
La seduta, sospesa alle ore 13.53, riprende
alle ore 15.49 con l’esame dell’articolato (in
sede d’esame dell’emendamento aggiuntivo
dell’art. 3/4 si registra la sostituzione alla Presidenza del Presidente Pepe con il Vicepresidente
Mineo e in sede d’esame dell’emendamento aggiuntivo dell’art. 3/5 la sostituzione alla Presidenza del Vicepresidente Mineo con il Presidente
Pepe).
In sede d’esame degli emendamenti al Piano di pag. 182 e 183, il Presidente, raccogliendo le sollecitazioni da più parti pervenute,
dichiara tolta la seduta.
Il Consiglio è convocato per domani alle
ore 10.00.
La seduta termina alla ore 20.05
Non essendovi osservazioni, il processo
verbale si intende approvato.
Congedi
PRESIDENTE. Ha chiesto congedo il consigliere Potì.
Non essendovi osservazioni, il congedo si
intende concesso.
Ordine del giorno
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca i
seguenti argomenti:
1) DDL n. 25/2008 del 13/06/2008 ‘Piano
regionale di salute 2008-2010” (rel. cons. Marino);
2) DDL n. 30/2008 del 15/07/2008 “Proroga degli organi amministrativi delle aziende di
promozione turistica” (rel. cons. Stefàno) (già
trattato nella seduta precedente).
DDL n. 25/2008 del 13/06/2008: “Piano
regionale di salute 2008-2010”
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SEDUTA N° 83
–4–
RESOCONTO STENOGRAFICO
Prosieguo esame articolato
PRESIDENTE. Ricordo che ieri sera abbiamo sospeso la seduta con la discussione
degli emendamenti n. 182, a firma dei consiglieri Palese, Silvestris, Ruocco, Caroppo,
Marmo G., Surico, Zullo, Marinotti ed altri, e
n. 183 a firma dell’assessore Tedesco.
L’emendamento n. 182 reca: «Capitolo
3.1.1. (pag. 48) “La promozione della salute
delle donne in tutte le fasi della vita: Progetto
di riorganizzazione della rete consultoriale”.
Al primo capoverso, secondo rigo, dopo la parola al periodo “POMI” aggiungere: “e su
quelle previste dalle normative vigenti (L.
405/75, L.R. 30/77”».
L’emendamento n. 183 reca: «A pag. 148
al II rigo del I capoverso della sezione 3.1.1
dopo la parola “POMI”, inserire il seguente
testo: “anche attraverso le necessarie modifiche alla normativa regionale vigente in materia,”».
Non essendovi osservazioni contrarie, procediamo a una discussione unica su entrambi
gli emendamenti.
ZULLO. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ZULLO. Signor Presidente, colleghi consiglieri, è vero che l’argomento l’ho già affrontato in certi termini nel corso della seduta di
ieri, ma credo che sia opportuno ripeterlo anche oggi, vista la presenza del nostro autorevole Presidente della Giunta regionale.
Il problema, signor Presidente, è che con
questo emendamento si vuole affermare la vigenza delle leggi istitutive del consultorio. Si
tratta di una vigenza che riguarda sia la legge
nazionale n. 405/75, sia la legge regionale n.
30/77. Non vanno dispersi i princìpi per i quali
queste leggi sono stati istituite, così come le
finalità, gli obiettivi e l’intera discussione filosofica sottesa alla istituzione dei consultori
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familiari. Tali consultori nascono, in verità, per
una genitorialità responsabile, per un accompagnamento alla vita, per un accompagnamento alla rimozione di tutti quei fattori che inducono una coppia, o una donna, a decidere in
un senso piuttosto che in un altro.
Noi stiamo facendo riferimento a leggi vigenti. Al contrario, l’assessore vorrebbe inserire delle leggi ancora da approvare. Questo
emendamento tende a questo.
Pertanto, credo che questo emendamento
possa e debba essere accolto, in quanto mira
alla puntualizzazione delle norme che sottendono ad una finalità ben precisa, che non può
essere misconosciuta all’interno di un Piano
della salute che deve guardare anche, e soprattutto, ai valori della vita.
SILVESTRIS. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SILVESTRIS. Signor Presidente, colleghi
consiglieri, penso che la discussione che ci accingiamo a svolgere sugli emendamenti, dal n.
182 a seguire, debba essere improntata al massimo equilibrio e alla massima serenità. Si tratta di una discussione incentrata su questioni di
grande importanza, sulle quali dobbiamo cercare di trovare delle sintesi utili e condivise,
piuttosto che animare delle divisioni preconcette che potrebbero impedirci di entrare, con i
ragionamenti, nel merito delle proposte.
L’appello che rivolgo a voi tutti, e anche al
Presidente della Giunta regionale, è quello di
considerare questo e i successivi emendamenti
non già come un atto di divisione, ma al contrario, come proposte il cui merito va valutato
con una attenzione scevra da ogni pregiudizio,
così come scevro da ogni pregiudizio è stato il
tentativo di chi ha proposto queste modifiche,
e lo dico in maniera molto serena.
Penso che, trattandosi di emendamenti assolutamente laici nella loro strutturazione e
nella loro concezione, possano e debbano es-
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–5–
RESOCONTO STENOGRAFICO
sere guardati con attenzione da tutti e da tutte
le parti politiche.
Ritengo che questo Piano sanitario ci ponga di fronte ad una grande opportunità, ossia
quella – dopo trent’anni di dibattito svolto su
alcuni temi e sviluppatosi intorno alla legge n.
194 – di rimettere in ordine i nomi, le cose e i
concetti.
Inoltre, con questo Piano sanitario, abbiamo la grande opportunità di ribadire la funzione dei consultori. Durante questo dibattito,
abbiamo l’opportunità di ribadire quale deve
essere il rapporto rispetto alla programmazione socio sanitaria regionale dei consultori
pubblici e di quelli privati accreditati, autorizzati per ora, accreditati allorquando saranno
perfezionate le procedure di accreditamento.
Abbiamo la possibilità, soprattutto, di chiarire ai consultori quale deve essere la loro funzione, svolgendo quella prerogativa di programmazione e di pianificazione deputata a
questo Ente Regione.
Mi esprimo in questi termini perché, leggendo e rileggendo il Piano con attenzione,
per la parte che riguarda tutti gli aspetti della
promozione della salute delle donne,
l’assistenza alle gravidanze e quant’altro, si ha
l’idea che ai consultori si debba confermare
quella funzione meramente medico-clinica che,
forse per una stortura o per una non piena interpretazione della legge istitutiva dei consultori (la
n. 405/75), si è voluto assegnare ad essi.
Il consultorio non è un luogo sostitutivo del
medico di famiglia, dove ci si fa certificare una
gravidanza, si dimostra di essere nelle condizioni previste dalla legge n. 194 e ci si fa prescrivere, secondo
le procedure che
quest’ultima prevede, l’intervento di interruzione. Al contrario, i consultori sono dei luoghi nei quali la mediazione familiare, il sostegno alla maternità, il sostegno psicologico, sociale, assistenziale e medico, a queste condizioni, si sviluppano in maniera coerente e contigua, avendo come finalità non quella prescrittiva, ma quella consultoriale, quella assi-
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stenziale, quella di sostegno. Si tratta di un
consultorio, non di un ambulatorio medico:
sono due cose diverse. Vogliamo, allora, approfittare di questo Piano per rimettere in ordine i nomi e le cose?
Discutendo laicamente della legge n. 194,
una legge che aiuta ad affrontare il problema
di gravidanze non già indesiderate, ma la cui
prosecuzione potrebbe comportare danni psichici o psicofisici alla donna o al bambino, più
volte abbiamo detto che, fermo restando il diritto della donna a scegliere di non portare avanti la gravidanza, è compito delle Istituzioni
– questo lo hanno detto tutti, da destra e da
sinistra – operare ogni iniziativa in grado di
favorire la prosecuzione della gravidanza e di
dare sostegno alla vita.
Vogliamo far sì che i consultori da questo
Piano escano rafforzati nella loro funzione di
operare in questa direzione? Se la risposta è
affermativa, come io penso che sia, visto che
stiamo parlando di cose che non sono diverse
da ciò che le leggi n. 194 e n. 405 dicono, cerchiamo di dare corpo a questa sensibilità laicamente condivisa.
È questo il mio invito al ragionamento, affinché gli emendamenti diventino un’occasione
di riflessione di merito e rappresentino
l’opportunità – che oggi questo Consiglio regionale ha – di ridare il giusto ordine alle cose
e di ribadire qual è la mission della rete consultoriale pugliese.
Se questo mio ragionamento attirerà attenzione e disponibilità alla condivisione – come
io spero – ferma restando la necessità di trovare le formule migliori affinché trovi compiutezza nel Piano, penso che sarà possibile sostenere che alcune parti dei paragrafi del Piano
sanitario sembrano, ma può anche darsi che io
mi sbagli, tra loro in contraddizione.
Noi vogliamo favorire un rilancio dell’attività
consultoriale, ma creiamo sperequazione tra i
consultori pubblici e quelli privati. Vogliamo
favorire, come precisa il Piano, un’attività consultoriale che sia preminente nell’intervento ri-
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spetto a certe dinamiche della vita di una donna,
rispetto al passaggio dal medico di base o dal
pronto soccorso, salvo poi dire che la presenza di un consultorio ogni 20 mila abitanti non
è un termine vincolante. Vogliamo potenziare
la rete dei consultori oppure no? Crediamo nel
ruolo dei consultori oppure no?
La ragione per la quale si vogliono prevedere, oltre alla figura medica, a quella
dell’assistente sociale e del legale, anche tante
altre figure, non è tanto quella di impedire gli
aborti, bensì quella di mettere la donna nelle
condizioni – come stabilisce la legge n. 194 –
di far valere i propri diritti di donna, di madre
e di lavoratrice.
Ebbene, i consultori servono proprio a
comprendere innanzitutto per quale motivo è
stata scelta la strada dell’interruzione da parte
della donna e, una volta comprese le cause, ad
aiutarla, dinanzi alla disponibilità di
quest’ultima e in presenza – come stabilisce
sempre la n. 194 – del presunto padre, laddove
la donna sia consenziente a questa compartecipazione alla scelta, a rimuovere le cause
stesse, laddove rimovibili. Nel caso in cui ci si
trovasse di fronte ad una scelta convinta e dettata da cause non rimovibili chiaramente non
ci sarebbe intenzione di ledere la libertà.
Il nostro obiettivo, però, è quello di offrire
più strumenti di scelta. Noi vogliamo che i
consultori non siano una porta di passaggio
per una prescrizione ed un accompagnamento
verso un’unità operativa di ginecologia ed ostetricia, dove si praticano le IVG.
È questo che chiediamo e che vogliamo.
Come tradurre questo impegno all’interno del
Piano? Gli emendamenti proposti rappresentano un’opportunità: guardiamoli, discutiamone,
approfondiamoli, ampliamoli. È questa la scelta da fare, non quella di limitare qualsivoglia
libertà, né quella di intervenire su scelte
drammatiche, tali perché intervengono in una
soggettività spesso colpita da mille pulsioni,
da mille tensioni e che può essere anche foriera di mille problemi successivi.
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Vi è una amplissima letteratura rispetto a
casi di interruzioni – non di prosecuzione – di
gravidanza che hanno prodotto danni psicologici fortissimi nelle donne che le hanno richieste e, in qualche modo, subite.
Assessore, se sto suscitando in lei meraviglia o perplessità, allora domani mi permetterò
di portarle un libro bellissimo intitolato Ma
questo è un figlio, dove sono raccolte centinaia di testimonianze di donne che in maniera
un po’ affrettata, o perché probabilmente non
hanno trovato forme di sostegno o di consiglio, hanno scelto la via dell’interruzione.
Noi conosciamo i drammi di gravidanze
non volute in famiglie che ancora non le accettano. Sono notizie che leggiamo ogni giorno
sui giornali: figlie che abortiscono per paura
della reazione del padre, situazioni di disagio
sociale che portano a questa scelta. Queste
donne potrebbero essere facilmente aiutate ad
avere un migliore e più sereno discernimento
da parte di strutture consultoriali che operano
in questo senso.
Non chiediamo la piena attuazione della
legge n. 194 nata proprio allo scopo di cancellare la piaga degli aborti clandestini, che provocava gravi danni nelle donne. Ribadendo il
diritto alla vita e la necessità dell’ente pubblico
di favorire la prosecuzione della vita umana,
tale legge è nata per assistere, affiancare e aiutare le donne a conoscere gli strumenti a loro
disposizione.
È questo che chiediamo, senza pregiudizi,
senza preconcetti, svolgendo un ragionamento
laico, che penso possa trovare punti di condivisione da parte di tutti ed essere approfondito.
Signor Presidente, questo articolo, richiamando le leggi istitutive dei consultori (sia la
legge nazionale n. 405 che la legge regionale
n. 30) non fa che ribadire i princìpi ai quali si
deve informare l’attività dei consultori. Difatti,
tale attività non può informarsi, caro assessore, alle modifiche normative che verranno, anche perché non sappiamo in che senso potran-
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no intervenire e in quale direzione, ma deve far
riferimento a quello per cui i consultori sono
nati.
Io penso che un’osservazione così serena
possa tranquillamente trovare la comprensione
e il favore dell’intero Consiglio regionale.
SANNICANDRO. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SANNICANDRO. Signor Presidente, innanzitutto esprimo la mia mortificazione per il
fatto che stiamo ripetendo con una certa disinvoltura il dibattito svoltosi ieri sera.
Dal momento che il dibattito sta prendendo
questo andazzo, non mi resta che adattarmi a
tale situazione umiliante. Utilizzo il termine
“umiliante” perché ieri abbiamo già dibattuto
in merito all’opportunità o meno di accogliere
l’emendamento n. 182, a firma dei consiglieri
Palese ed altri, e il n. 183 a firma dell’assessore
Tedesco, da me aggiunto durante la discussione
di ieri.
Cerchiamo di concentrarci sul tema in oggetto, altrimenti continuiamo a coltivare
l’abitudine di parlare di tutto e di più, senza
mai far riferimento a ciò che dobbiamo deliberare.
L’emendamento n. 182 propone di aggiungere al testo del Piano della salute il riferimento alle leggi n. 405/75 e n. 30/77. Mi scuso se
ripeto quanto ho già detto ieri, tanto per compensare i rapporti. Da un punto di vista legislativo, non è il caso da parte nostra, ogni volta che variamo una legge, giustificarci dicendo
che procediamo in tal senso perché siamo un
organo legislativo, perché c’è una Costituzione, perché c’è una legge a monte e via elencando.
A breve prenderemo in considerazione il
tema delle modifiche al testo secondo le norme
vigenti. Ebbene, qualcuno presenta un emendamento proponendo di aggiungere le norme
vigenti, ossia la n. 405/75, la n. 194/78 e la n.
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30/77. Ho già spiegato che questo modo di
procedere oltre ad essere inopportuno e ingiustificato è anche imprudente, perché spesso
può accadere di dimenticare delle norme che
pur si interessano dell’argomento.
Difatti, con questo emendamento proposto
dai consiglieri Palese ed altri, è stata dimenticata l’esistenza di altre leggi che si occupano
del consultorio, come per esempio la legge n.
194 oppure la legge n. 34/96. In che modo
stiamo procedendo? Ne parleremo quando affronteremo il discorso dei consultori e della
riorganizzazione. Giustamente, il collega Zullo
ha detto di aver proposto questo emendamento perché ritiene necessario ribadire l’esistenza
di leggi che sono in vigore.
Il concetto è chiaro, ma inaccettabile: è mai
possibile dover specificare in ogni articolo
quali sono le leggi in vigore, che non sono solo quelle richiamate dal collega Zullo, ma anche altre che ho citato personalmente? Si può
procedere in questo modo? Il collega è stato
onesto e corretto: ha firmato l’emendamento
per ricordare che queste due leggi sono in vigore.
Come ho già detto ieri – chiedo scusa per la
ripetizione – credo che sia imprudente procedere in questo modo, anche perché le due leggi citate, la n. 405/75 e la n. 30/77, sono state
ampiamente superate e ammodernate nel corso
di questi trent’anni. Tanto è vero – vi riporto
un esempio pratico – che la legge regionale n.
30/77 stabilisce la costituzione di un consultorio ogni 50 mila abitanti. Pertanto, per dovere
di serietà, se è vero che il nostro castello si ancora a quella legge, dovremmo attenerci a
quanto viene dalla stessa disposto.
Dall’evoluzione legislativa, però – mi riferisco alla legge n. 34/96, che stanziò 200 miliardi di vecchie lire per rimodernare e riqualificare i consultori – scaturisce la norma volta a
costituire un consultorio ogni 20 mila abitanti.
La legge è una cosa seria e deve trovare
una propria coerenza interna. Gli emendamenti
bisogna leggerli: prima si sostiene che dob-
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biamo fare riferimento alla legge n. 30 e successivamente un altro emendamento, correggendo il nostro testo, che utilizza termini più
moderni – a mio avviso, utilizza termini più
adeguati al nostro Piano della salute – in merito alla costituzione di un consultorio ogni 20
mila abitanti, propone (trattandosi di un testo
non vincolante) di cancellare le parole “non
vincolante”. Allora, se con un emendamento
successivo sostenete che ci dobbiamo disancorare dalla legge n. 30, vuol dire che dobbiamo
impiegare la serata per giustificare lo stipendio!
Tutti sottolineano la serietà del tema: se
l’argomento è serio, allora va trattato come
tale. Se ho capito bene, all’inizio della seduta,
il nostro Presidente Pepe ha timidamente proposto una discussione unica sugli emendamenti riguardanti il capitolo “La promozione della
salute delle donne in tutte le fasi della vita:
Progetto di riorganizzazione della rete consultoriale”.
Signor Presidente, mi pare che la sua proposta non sia stata accolta. Ieri, per materie
molto meno importanti, abbiamo concordato e
svolto una discussione unica. Difatti, come è
evidente, con la discussione unica si possono
affrontare più tranquillamente tutte le problematiche e le sfaccettature dell’argomento, senza il rischio di ripetersi.
Con questo modo di procedere io posso già
scommettere che quanto ho ascoltato dal consigliere Silvestris, a proposito dell’inserimento
o meno dei riferimenti legislativi di cui parliamo, non sarà ripetuto emendamento per emendamento. Il collega ha sostanzialmente
proceduto ad una esposizione unica. Ebbene,
se l’esposizione è unica, per quale motivo ci si
deve affaticare articolo per articolo su una materia così seria, che esige proprio una discussione unica?
Signor Presidente, mi permetta di affrontare un ultimo argomento. Il capitolo 3.1.1 del
nostro testo riguarda “La promozione della salute delle donne in tutte le fasi della vita: Pro-
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getto di riorganizzazione della rete consultoriale”. Il progetto di questa rete consultoriale è
descritto in ben otto pagine. In altre parole, la
Giunta ci comunica che la rete consultoriale
sarà organizzata così come illustrato nelle otto
pagine successive.
L’assessore, o il redattore di tale testo,
nell’introdurre questo lavoro annuncia di
muoversi nella logica del Progetto obiettivo
materno infantile. Ebbene, io pensavo che con
questa affermazione i più esperti sostenitori
della materia, a differenza di chi vi sta parlando, avrebbero applaudito l’assessore – o la
Giunta –, dal momento che si era assunto
l’impegno di portare avanti un impegno prodotto in attuazione del Piano sanitario nazionale 1998-2000 che, a quanto pare, non è stato realizzato.
Noi dal 2000 abbiamo il Progetto materno
infantile: devo prendere atto che anche in questo settore siamo fermi al decreto ministeriale
24 aprile 2000, Gazzetta Ufficiale n. 131, 7
giugno 2000, che affronta il discorso relativo
al POMI (Piano progetto obiettivo materno
infantile) e che consta di ben 98 pagine.
Mi sarei aspettato da parte dei colleghi più
sensibili, interessati a questa materia, una valorizzazione di questo aspetto, mentre a fronte
di tutto questo si è preferito fare riferimento
alle leggi n. 405/75 e n. 30/77.
A prescindere dalla contraddizione di cui
ho parlato prima, rendiamoci conto della situazione. Qualcuno ieri ha detto che il POMI è
un atto amministrativo e non legislativo. Ebbene, a prescindere da questa discussione giuridica, che pure potremmo affrontare, ci vogliamo rendere conto di ciò che stiamo dicendo? Sarebbe come se il Ministro Gelmini, nel
proporre la figura del maestro unico, o il ritorno del grembiulino, o nel fare la riforma dei
programmi didattici, annunciasse di procedervi
rifacendosi al progetto pedagogico di Maria
Montessori, che è una pedagogista, per chi
non lo sapesse (come me, che ho studiato giurisprudenza).
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Se s’intende fare un discorso serio, bisogna
dire che intanto si può procedere in quanto in
Italia esiste una legge che ha istituito la scuola
elementare, la quale ha avuto questa evoluzione legislativa.
Allo stesso modo, nel nostro caso, si sta
predisponendo un progetto per riorganizzare
la rete consultoriale, così come la legge n.
34/96 fece stanziando 200 miliardi di vecchie
lire, ma è necessario ricordare che esiste una
legge che ha istituito i consultori.
Nell’economia del discorso – come ho già
detto ieri, e chiedo scusa per la ripetizione – se
eliminiamo il riferimento alla legge che ci consente di parlare di consultori in Italia e alle
leggi successive – come ritengo faccia erroneamente l’assessore – che cosa resta? Anche
l’assessore viene tirato in trappola, in un certo
senso. C’è chi parla delle leggi esistenti e chi
delle leggi future. A mio avviso non c’entrano
né l’una né l’altra.
Il potere per intervenire su questa materia
esiste, in quanto vi sono delle leggi a monte. Il
Piano della salute non rappresenta la summa
teologica, nel senso che non deve comprendere in sé lo scibile umano e rifondare la Legislazione. Come ha già detto bene ieri l’assessore,
riprendendo l’espressione di un consigliere,
questo Piano è un manuale: data una certa Legislazione, una certa letteratura scientifica, una
certa pratica amministrativa, si mettono insieme questi ingredienti e li si finalizza al raggiungimento di alcuni obiettivi. È questo il
punto.
Signor Presidente, noi dobbiamo dare un
senso alla discussione: chiedo, pertanto, che
lei rinnovi l’invito a svolgere una discussione
unica, proposta che forse non è stata accolta.
Alla fine, la natura della materia ha indotto
qualche consigliere a svolgere un’ampia discussione sull’intera materia dei consultori,
con annessi e connessi.
Come può vedere, molte volte la realtà si
impone, ed è voce sfuggita a qualcuno che alla
fine ha indotto, pur sostenendo di non voler
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affrontare una discussione unica, ad introdurre
una discussione generale sull’argomento.
PRESIDENTE. Cerchiamo di chiarire questo aspetto. Intanto, vi ricordo che è consentito intervenire due volte, lo ripeto per evitare
che qualcuno diventi insofferente al confronto.
In secondo luogo, è stato detto – lo ripeto
per l’ultima volta – che nell’affrontare il tema
sui consultori, accanto alle considerazioni di
ordine generale, quando si entrerà nel merito
dei singoli emendamenti, ci sarà una maggiore
sollecitazione. Questa è l’interpretazione che
abbiamo dato e che, tra l’altro, corrisponde alla mia convinzione.
Naturalmente mi affido al buonsenso di tutti, nella consapevolezza che un intervento è
già stato svolto nella giornata di ieri e che oggi
ci si appresta allo svolgimento del secondo.
PALESE. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PALESE. Signor Presidente, colleghi consiglieri, contrariamente a ciò che dice il consigliere Sannicandro, e al di là del richiamo regolamentare del Presidente Pepe, che non può
che essere tale, la ragione per la quale stiamo
riprendendo la parola è che la discussione generale sui motivi e sul significato dell’intero
pacchetto va svolta, al di là dei singoli emendamenti.
Si tratta di una materia delicata e complessa, e non solo dal punto di vista normativo.
Noi parliamo di un argomento che necessita di
una forza maggiore da mettere in campo, rispetto a tanti altri argomenti possibili, perché
riguarda le garanzie, la libertà e i diritti delle
persone. Penso che questi aspetti si intreccino
in maniera molto forte, da un lato, con la dignità delle persone e, dall’altro, con la loro salute.
Si tratta di argomenti che riguardano il nostro Paese e che dobbiamo affrontare per le
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esigenze qui richiamate e per i motivi che certamente impattavano in maniera devastante
l’interruzione volontaria della gravidanza
clandestina.
Nel 1978 il Parlamento nazionale – difatti è
compito dello Stato e della filiera istituzionale
assicurare la tutela e la regolamentazione dei
diritti che ho poc’anzi citato – emanò la famosa legge n. 194, cui noi facciamo costantemente riferimento. D’altra parte non potrebbe essere altrimenti, non solo perchè si tratta di una
legge dello Stato, ma anche perché riguarda,
come si evince dal titolo, norme per la tutela
sociale della maternità e della vita, in un contesto di regolamentazione definito dalla legge
e di regolamentazione dell’interruzione volontaria della gravidanza.
Noi oggi affrontiamo complessivamente il
Piano della salute e dobbiamo intervenire rispetto a quanto previsto. Ognuno di noi può
condividere o meno la parte relativa
all’interruzione volontaria della gravidanza, e
noi non la condividiamo. Tuttavia, si tratta di
una parte che va regolamentata e che ha tutele
e garanzie definite dalla legge, oltre ad una
doppia garanzia di libertà nel momento in cui
si intravede l’obiezione di coscienza da parte
di chi dovrebbe effettuare la prestazione conseguente alla scelta della donna.
L’elemento che noi riscontriamo è rappresentato da una imprudente organizzazione e
relativa decisione all’interno del Piano, in merito alle pratiche di interruzione volontaria di
gravidanza in riferimento alla tutela della salute. Su questo punto vorrei essere più chiaro.
Gli stessi motivi che all’epoca hanno indotto il
Parlamento ad intraprendere un’azione di contrasto all’interruzione volontaria clandestina
della gravidanza, ragione per la quale si dispose la regolamentazione di questa materia, con
tutte le garanzie del caso, dovrebbero favorire,
a trent’anni di distanza e come conseguenza
all’adozione di nuove pratiche abortive, una
nuova tutela regolamentare, con particolare
riguardo alla salvaguardia della salute e alla
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vita delle persone, al di là della libertà, della
dignità e via elencando.
In particolare, sto facendo riferimento ad
una carenza rispetto ai rischi e alle implicazioni delle nuove pratiche abortive, relativamente
alla fertilità, per esempio, o alle infezioni o a
tutta una serie di altri elementi che il mondo
scientifico ha messo in evidenza.
La nostra sollecitazione, pertanto, è tesa a
rafforzare le garanzie della salute, che non è
sufficientemente, o addirittura per niente, trattata.
L’altro aspetto riguarda un dato importante, ossia tutto ciò che non viene sufficientemente previsto rispetto alla determinazione
della garanzie, in termini di tutela e prevenzione. A questo riguardo, chiediamo insistentemente che venga svolta una riflessione affinché
vi sia pari attenzione ad altri aspetti previsti
dalla legge n. 194 – mi riferisco ai primi sei articoli di tale legge – e non solo in merito al potenziamento dei consultori. Anche in questo
caso, ove il pubblico non fosse sufficientemente preparato e predisposto, non vi è alcuna differenza rispetto a tutte le altre prestazioni sanitarie: va rafforzato con l’accreditato privato,
senza condizioni.
Noi perciò poniamo in termini progettuali –
col progetto POMI – e di emendamenti proposti, un rafforzamento per trovare un punto
di equilibrio, cercando di rispettare quanto
previsto per legge.
Noi riteniamo che questa parte vada garantita. Non sta a me spiegare che cosa è richiamato negli articoli del nostro Statuto regionale, ancora in vigore, che disciplina questi valori
e questi princìpi. Il motivo del contendere è
che il Piano non prevede il potenziamento di
tutta la parte relativa all’attuazione degli articoli 1, 2, 3, 4 e 5 della legge n. 194/78, con
particolare riferimento ai consultori familiari e
all’aspetto essenziale di tutela e prevenzione,
per garantire alla donna tutte le condizioni che
ho inizialmente citato.
Assessore, quando noi discutemmo in meri-
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RESOCONTO STENOGRAFICO
to alla legge n. 25, su cui è stato costruito il
Piano, proposi un emendamento, allora approvato all’unanimità, riguardante le prestazioni
assistenziali in favore della gestante, della partoriente e del neonato. La Giunta regionale
con il Piano regionale di salute definisce le
prestazioni assistenziali e le elenca.
In questo caso, vi è fatto solo cenno. Si
tratta delle garanzie della tutela della salute.
Inizialmente ho ribadito che alcuni aspetti di
questo articolo sono accennati e non sufficientemente trattati.
Facciamo attenzione! L’articolo, in merito
alla definizione delle prestazioni, recita quanto
segue: «[…] prestazioni assistenziali in favore
della gestante, della partoriente e del neonato,
tenendo presenti le seguenti priorità: a)
l’adeguata assistenza preventiva per la salute
preconcezionale; b) la continuità assistenziale
per tutta la durata della gravidanza, nel periodo della nascita e dopo la nascita, garantendo
la integrazione tra territorio e strutture ospedaliere; c) il controllo del dolore del travaglioparto, anche mediante ricorso a tecniche avanzate di anestesia locale e di tipo epidurale,
l’allattamento materno precoce […] anche nel
quadro di una maggiore umanizzazione
dell’evento nascita; d) la dimissione precoce,
protetta e appropriata, della partoriente e del
neonato nell’ambito della assistenza domiciliare integrata; e) l’attivazione di centri territoriali e specialistici di riferimento per l’assistenza
multidisciplinare integrata, anche al fine del
pronto riconoscimento del nato con malformazioni, malattie genetiche o menomazioni; f)
l’organizzazione dell’offerta sul territorio attraverso le Unità territoriali di assistenza primaria e, come punti di riferimento per le patologie complesse, dei Centri regionali per
l’assistenza al bambino; g) l’attivazione del
trasporto del neonato in emergenza,
nell’ambito della rete di emergenza-urgenza di
cui al numero unico “118” e fermo restando
quanto fissato dal provvedimento che definisce
i livelli essenziali di assistenza […]».
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Badate, non sto parlando soltanto delle cose da fare, ma anche della definizione delle
prestazioni che devono essere attivate.
Non condivido l’intervento del consigliere
Sannicandro, in quanto il collega ha cercato di
sminuire la portata dicendo che le leggi al riguardo già ci sono.
Non è così: è vero che ci sono le leggi, ma
il problema deve essere affrontato, perché i
dati epidemiologici nella nostra regione ci consegnano un quadro che dovrebbe indurre
l’intero Consiglio regionale a riflettere
sull’interruzione volontaria di gravidanza, rispetto alla fascia d’età, a chi vi ricorre, alle
modalità e all’accesso.
Per queste ragioni, signor Presidente, le rivolgo un appello a nome di tante persone. Non
si tratta di un appello politico o ideologico. La
invito a prevedere all’interno del documento
sottoposto all’approvazione del Consiglio misure che, attraverso i consultori, permettano di
rafforzare il tutto quanto più possibile. Se, oltre ai consultori, esistono altre forme, allora
prendiamole in considerazione, perché la fascia d’età e i numeri che caratterizzano la situazione nella nostra regione sono pesanti.
Non possiamo eludere il problema.
L’attenzione è fortemente sbilanciata – non
uso volutamente il termine “invasiva” per non
innestare polemiche – rispetto all’attuazione
delle pratiche, con un’imprudenza che ricade
sulla salute. Difatti, quelle pratiche, se attualizzate, debbono prevedere necessariamente a
monte una tutela preventiva rispetto ai rischi
pesantissimi che il mondo scientifico ci consegna nell’ambito della ricerca sulla fertilità, sulle infezioni e su una serie di altre questioni di
cui dobbiamo informare le donne che sono a
rischio.
La restante tutela di cui è necessario occuparsi va garantita dando attuazione alla seconda parte della legge n. 194, riguardante la prevenzione e tutta una serie di potenziamenti
che, onestamente, sono abbastanza trascurati
all’interno del Piano.
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MARMO Giuseppina. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARMO Giuseppina. Signor Presidente,
non è assolutamente mia intenzione fare demagogia. Per quanto mi riguarda, sono
d’accordo con chi dice che il Piano sanitario
non può contenere tutto. Tra l’altro, ho personalmente contribuito a costruire questo Piano
sanitario regionale girando per la Puglia.
Credo che in un’Assise democratica il pensiero non vada represso, ma semmai che sia
necessario cogliere la possibilità del pensiero
stesso: ebbene, se lo si condivide, lo si approva, altrimenti no. In merito al discorso degli
aborti e della maternità vi sono responsabilità
che vengono da molto lontano, ma anche da
molto vicino. Tuttavia, rischiamo di cadere nella
contrapposizione, e questo non è il mio stile.
Il tema è semplice: nel momento in cui diciamo che il progetto di riorganizzazione del
consultorio familiare, la cui metodologia generale di programmazione è direttamente modellata su quella del POMI, rischiamo di annullare
quello che già oggi avviene all’interno dei consultori, in riferimento alla legge n. 405 e alla
legge regionale n. 30.
Per favore, non parlate di strumentalizzazione politica, di inciucio politico, di trasversalità in cura, perché si tratta di una trasversalità
sana. Il Piano sanitario regionale, in questo
punto, riduce le potenzialità del consultorio
alla sola dimensione sanitaria e ambulatoriale,
contraddicendo l’originalità e l’integralità del
servizio consultoriale.
Devo dare atto all’assessore Tedesco di aver molto parlato in questo Piano di consultori
e di altre cose positive. Invece, il modello consultoriale è di tipo socio assistenziale e sanitario, così come previsto dalla legge nazionale n.
405/75 e dalla successiva legge quadro regionale n. 30/77. È vero che sono leggi obsolete e
che non abbiamo avuto la forza di aggiornarle,
ma sono tuttora vigenti.
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È chiaro che noi non prenderemo come riferimento ciò che è già superato – questo sta
alla nostra intelligenza –, ma si tratta semplicemente di riequilibrare e di dare la giusta impostazione al consultorio.
Tra l’altro, il POMI risale al 2000 e sapete
quante cose sono accadute in questi otto anni.
Teniamo conto del fatto che l’assessore cita
altre leggi, come la n. 149 sull’adozione. È
giusto, pertanto, che ci sia questo filo conduttore di riferimento legislativo, certamente datato, ma che ha ancora dei contenuti validi.
PELLEGRINO. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PELLEGRINO. Signor Presidente, ieri sera
ho esordito nel corso del mio intervento dicendo che non stavo capendo, ma in realtà avevo capito fin troppo bene che si stava girando attorno al problema di cui ci stiamo interessando.
Al di là della dotta dissertazione del collega
Sannicandro, che ci ha spiegato che si possono
eliminare entrambi gli emendamenti, a mio avviso continuiamo a girare attorno al problema
serio che dovremmo affrontare, ovvero quello
dei consultori privati.
Io ero assente ad inizio seduta, ma mi è stato riferito l’invito saggiamente rivolto all’Aula
da parte del Presidente a trattare insieme gli
emendamenti riguardanti una materia unica.
Agli amici delle opposizioni voglio dire che
intanto mi fa piacere notare, a distanza di anni,
una così fervida e convinta difesa della legge
n. 194, diversamente da quanto avvenne allorquando venne approvata in Parlamento. Vorrei
che si manifestasse un po’ di memoria in questo Paese, ormai condannato alla dimenticanza
assoluta di ciò che è accaduto nel corso dei
decenni e della nostra vita politica.
Per quanto riguarda i consultori, vorrei sapere dagli amici dell’opposizione che cosa
hanno fatto nei dieci anni di centrodestra per
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potenziare la fragile rete dei consultori pubblici. Noi non vogliamo farlo, tantomeno vogliamo mortificare alcune iniziative che vengono dal settore privato. Al tempo stesso, non
vogliamo impedire che i consultori finalmente
facciano ciò che è previsto dalle leggi, che peraltro corrisponde a quanto riportato egregiamente
nel famoso POMI di cui si è parlato ieri sera.
Io sono convinto che alcuni esponenti
dell’opposizione genuinamente credano nei loro contributi e che, invece, da parte di altri ci
sia un atteggiamento di eccessiva genuflessione. Io vorrei qui ribadire la laicità delle Istituzioni a quanti si preoccupano delle sorti
dell’umanità.
Per quanto riguarda la fase precedente alla
nascita e successiva alla morte, sottolineo che
non è nostra intenzione togliere compiti e incombenze, ma bensì occuparci di ciò che accade in questa fase. Sono famosi i detti di politici di prima grandezza, i quali sostenevano
che lo Stato e le Pubbliche istituzioni dovevano interessarsi delle sorti dell’uomo dalla culla
alla bara. Ebbene sì, io sono legato a quei
princìpi e a quelle elaborazioni.
D’altronde, quando noi sottolineiamo il
percorso nascita e sviluppiamo un ragionamento circa le iniziative sulla gravidanza voluta o non voluta (IVG), non ci occupiamo della
cultura della morte. Tra l’altro, per molto
tempo ci si è confusi tra RU486 e pillola del
giorno dopo, cose totalmente diverse e con
funzioni diverse: preventiva l’una, interruttiva
l’altra.
Allo stesso modo, c’è un vuoto in merito
alla gravidanza desiderata e alla procreazione
medicalmente assistita. Io ho sentito persone
intervenire egregiamente, dall’alto delle loro
postazioni, a difesa della vita. E che cosa fa
quella parte che, facendo mille sacrifici, vuole
donarsi e darsi per avere una vita nel proprio
grembo? Che cosa ha fatto in Italia quella parte? È una concezione di morte e di afflizione
quella che si porta avanti. Se volete, è un po’
la cultura della sofferenza.
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A noi non appartengono queste scelte esistenziali, filosofiche, politiche, culturali e ideologiche. Noi siamo a favore del rispetto pieno,
di una società libera, aperta, cosciente e responsabile, ragion per cui non affidiamo a nessuno le sorti ultime della nostra esistenza.
Questo spetta a ciascuno di noi: in tutta libertà, ciascuno di noi può operare quelle scelte.
Nessuno di noi, però, per quanto potere
politico e istituzionale abbia, può imporre le
proprie volontà e le proprie scelte. Da qui noi
non ci muoveremo. Certo, ci vuole rispetto
per tutti, anche per chi la pensa diversamente.
Il nocciolo della questione è proprio questo e
se vogliamo entrare nel merito, facciamolo pure.
BONASORA. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BONASORA. Signor Presidente, intervengo perché qualche anno fa sono stato promotore della presentazione di una proposta di
legge sulla revisione della rete consultoriale,
proposta di legge che ritiro perché, su questo
versante, mi soddisfa appieno il Piano regionale di salute.
Svolgerò una brevissima riflessione, a seguito dei tanti illustri interventi.
Ho letto con molta meraviglia alcuni giudizi
preoccupati, apparsi oggi sulla stampa, in merito al Piano, precisamente al punto in cui
quest’ultimo si riferisce alla tutela della vita. Si
tratta di giudizi preoccupati che io non condivido affatto. Qualcuno sostiene che il Piano
risponde banalmente alla richiesta di tutela della vita. Ebbene, io risponderei in maniera diversa e utilizzerei un’altra espressione: il Piano
– come ho dichiarato nel corso della seduta di
Consiglio del 30 luglio ultimo scorso – presenta delle risposte letteralmente scomode.
Probabilmente qualcuno non ha voluto leggere il Piano. Infatti, dopo trent’anni, finalmente in questa Regione si parla di avvio del
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percorso nascita; finalmente in Puglia si parla
di interscambio culturale e formativo tra i reparti di ostetricia e i servizi territoriali, in particolare i consultori familiari; finalmente in Puglia si parla di monitoraggio della gravidanza;
finalmente in Puglia si parla – questa è, a mio
avviso, la parte più scomoda del Piano – di attivazione di almeno un ospedale “Amico dei
bambini” per ASL e della realizzazione del territorio “Amico dei bambini”.
Mi rivolgo ancora una volta a chi non ha
voluto leggere il Piano: a pagina 152 si affronta il discorso relativo alla stipula di protocolli
di intesa tra assessorato alle politiche della salute e ufficio regionale scolastico, per la realizzazione di progetti stabili di educazione alla
affettività e alla sessualità da destinare – finalmente c’è una interrelazione – a docenti, genitori e ragazzi. Finalmente, dopo trent’anni, si
parla dell’istituzione di uno sportello giovani,
con orari di apertura dedicati in ogni consultorio familiare.
Se non è scomoda questa parte del Piano,
almeno abbiate il coraggio di dire che
quest’ultimo non è banale quando affronta il
tema della tutela della vita.
Per quanto mi riguarda, voterò con convinzione contro l’emendamento proposto dai
consiglieri Palese ed altri. Ho dedicato tanto
tempo allo studio del POMI (Progetto obiettivo materno infantile). Ebbene, posso sostenere
con assoluta convinzione che il POMI e la
legge n. 30, tanto invocata, sono in netto contrasto tra loro e non possono letteralmente
stare insieme, perché uno esclude l’altra. Teniamo conto del fatto che la legge n. 30/77 è
vecchia di trent’anni e che tanti costumi sono
cambiati in questo lasso di tempo: è cambiata,
ad esempio, in maniera assoluta la richiesta di
assistenza, così come l’approccio ai consultori
familiari.
Permettetemi di leggervi i quattro punti essenziali del POMI. Primo punto: «Integrazione
dei servizi di I livello (promozione della salute) con il II livello (cure specialistiche, diagno-
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stiche e ambulatoriali) e il III livello (cure intensive e diagnostica complessa) per garantire
l’attenzione sinergica ed evitare inversioni e
sovrapposizioni di ruoli». Badate, questo riferimento nella legge n. 30 non esiste.
Secondo punto: «I consultori familiari operino con progetti strategici di promozione della salute su obiettivi primari», altro riferimento
che non esiste nella legge n. 30.
Terzo punto: «Il consultorio familiare si attiva ad operare con il modello dell’offerta attiva». Insomma, non si deve aspettare che
l’utente vada al consultorio, ma deve essere il
consultorio ad attivarsi per la promozione della salute sul territorio. Questo è un altro aspetto di cui non si fa menzione nella legge n. 30.
Quarto punto: «La programmazione, la valutazione e la formazione costituiscono un circuito virtuoso». Di tutto questo non si parla
nella legge n. 30, ma se ne parla in maniera
approfondita ed esaustiva nel capitolo 3.1 del
Piano regionale di salute.
Dopodiché, nella legge n. 30 si parla solo di
riconoscere il contributo ai consultori privati,
senza alcun controllo né sul piano della qualità
dell’offerta proposta al territorio, né sul piano
della quantità degli utenti che si rivolgono al
consultorio. Fa bene il Piano ad affermare che
«la gratuità del servizio offerto dal consultorio
deriva dal ruolo primario attribuito dal
POMI». La legge n. 30 tutto fa fuorché attribuire ai consultori il ruolo primario.
«Il POMI connota il consultorio come
struttura di primo livello che non deve operare, di norma, su richiesta spontanea, ma deve
realizzare il programma di promozione della
salute secondo una metodologia scientifica».
Di tutto questo nella legge regionale n. 30 non
si parla affatto.
Ecco perché l’assessore fa molto bene a richiamare, per quanto riguarda l’organizzazione,
solo il POMI che non è un progetto obiettivo
scritto su una carta qualsiasi.
Qualcuno fa intendere che un funzionario
del Ministero della salute un bel giorno si è al-
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zato e ha scritto un progetto; qualcun altro invece lo ha “santificato” in un decreto ministeriale.
In conclusione, voterò convintamente contro perché, dopo aver letto il Piano regionale
di salute, ho potuto constatare che, in maniera
del tutto scomoda (altro che banale!), esso si
rapporta al Progetto obiettivo maternoinfantile che in questa bella Regione nessuno
mai – mi riferisco a coloro i quali si affannano
a sottolineare il diritto alla tutela della vita –
ha citato.
PRESIDENZA DEL
PRESIDENTE TARQUINIO
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare
l’assessore Tedesco.
TEDESCO, assessore alle politiche della
salute. Signor Presidente, in apertura di intervento mi permetto di ritornare sulla proposta
avanzata dal Presidente Pepe di accorpare la
discussione su almeno una ventina di emendamenti, aventi tutti la finalità di intervenire su
quella parte del Piano che delinea i caratteri
della rete consultoriale e le azioni a tutela della
salute della donna.
Come prima di me diceva il collega Silvestris, e secondo le argomentazioni riprese dal
collega Palese, anche io sono convinto che
dobbiamo andare al cuore dei problemi senza
coloriture di carattere ideologico o politico,
ma semplicemente cercando di comprendere
da dove partiamo e dove vogliamo arrivare.
Mi si consentirà di inserire a questo punto
del mio intervento una considerazione. Ho
trovato ingenerose alcune critiche che, in maniera accentuata ed ostentata, sono state rivolte al Piano. Critiche ingenerose non per i contenuti che le caratterizzano, quanto per il fatto
che, a mio avviso, si sarebbe dovuto incominciare con il dire che finalmente in Puglia si parla di tutela della salute della donna e di rilancio
di una rete di servizi le cui tracce francamente
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mi è difficile individuare, almeno se rivolgo lo
sguardo ad un passato nemmeno tanto lontano.
Si ha quasi l’impressione – mi rivolgo agli
scopritori della legge n. 30 – che tutti quanti
noi, presi da un’improvvisa folgorazione sulla
strada di Damasco, ci siamo ricordati che in
questa regione, 31 anni fa, è stata licenziata
una legge che si è sforzata di tradurre, per
l’epoca in maniera avanzata, i contenuti della
legge n. 405 di due anni prima.
Dopodiché, per 31 anni la legge sui consultori, che oggi vorremmo rivitalizzare semplicemente richiamandola in un Piano di salute, è
rimasta pressoché inattuata. Dirò di più: a
fronte dell’iniziale sforzo di garantire alla rete
per un verso l’implementazione di servizi e per
altro verso i sostegni finanziari, a partire dal
1996 fu soppresso il capitolo del bilancio regionale che prevedeva i contributi ai consultori
privati autorizzati.
Una circolare dell’allora assessore Saccomanno raccomandava alle aziende sanitarie,
nel caso in cui lo avessero ritenuto compatibile
con la loro strategia, di prendere in considerazione l’ipotesi di dare alcuni sostegni ai consultori familiari privati.
Ebbene, con grande misura mi permetto di
rispondere al vescovo dei vescovi della Puglia.
Il concetto di sussidiarietà è stato introdotto
nello Statuto regionale pugliese. Si tratta, però, di un concetto che non viene assolutamente salvaguardato dagli emendamenti di cui
stiamo parlando.
Il concetto di sussidiarietà che sostanzialmente consente una sinergia e una simbiosi tra
servizi, strutture, enti pubblici, privati sociale
finalizzato al perseguimento del bene comune
e all’interesse generale, non viene assolutamente perseguito con questi emendamenti che
riprendono una terminologia oramai decisamente superata dalla legislazione subentrata,
senza chiamare le cose per nome e cognome,
per come si chiamano oggi nella nostra regione, nel servizio sanitario del nostro Paese.
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Non a caso nelle nove pagine che trattano
gli argomenti di cui stiamo discutendo si parla
di rete consultoriale. Anche in questo caso gli
emendamenti proposti sono decisamente arretrati rispetto alla legislazione e alla normativa
vigente. Non si può parlare infatti di consultori
pubblici e privati autorizzati. Oggi si deve parlare, così come avviene per altre branche specialistiche e per altre azioni sanitarie, di rete
dei servizi che ricomprenda i servizi garantiti
dal pubblico e i servizi garantiti dal privato accreditato, che entrano a pieno titolo e a tutto
tondo nell’integrazione della rete dei servizi.
Nessuno vuole negare il principio di sussidiarietà che, come sapete, fa parte della nostra
Carta statutaria. Io, che ho presieduto la
Commissione Statuto, so quanto abbiamo discusso sull’introduzione di quel principio nella
Carta statutaria della Puglia e so altrettanto
bene come ci siamo sforzati di darne
un’appropriata definizione.
Il collega Silvestris dice giustamente che i
consultori familiari non possono essere soltanto delle strutture sanitarie. Lo invito, quindi, a
leggere le pagine nelle quali vengono individuate le funzioni e le azioni dei consultori familiari. Lo invito a leggere in che cosa consiste
l’offerta attiva dei servizi che i consultori familiari devono garantire. Nel testo c’è scritto tutto ed è descritta in maniera puntuale la funzione sociosanitaria del consultorio.
Per converso, il consigliere Palese dice che
bisogna garantire prestazioni sanitarie che siano
effettivamente finalizzate alla tutela della salute
della donna, del neonato e dell’adolescente. In
questo documento trovate tutto quello che necessita, dal punto di vista sanitario, di tutela.
Ha fatto bene il consigliere Bonasora a ricordare che ci sono percorsi innovativi che accompagnano l’introduzione di alcune novità
rispetto alle quali né la Puglia, né l’Italia, né il
mondo intero possono mettersi le fette di prosciutto davanti agli occhi.
Se è vero che nel prontuario farmaceutico
nazionale è stato introdotto il contraccettivo di
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emergenza, è altrettanto vero che nelle pagine
del Piano regionale di salute noi mettiamo in
atto una pluralità di azioni finalizzate ad evitare che il possibile accesso al contraccettivo di
emergenza banalizzi, non soltanto la pratica
d’amore, come giustamente dice Monsignor
Cacucci, ma persino le più elementari esigenze
di cautela per la tutela della salute in relazione
alle malattie sessualmente trasmissibili.
Allo stesso modo, rispetto all’interruzione
di gravidanza, questo non è un peana
all’aborto, ma parte dalla constatazione che in
Puglia i livelli di abortività sono tra i più alti
d’Italia per una legislazione e per una programmazione dei servizi che è stata carente e
che, in maniera assolutamente disinvolta, si è
preoccupata di tutelare l’obiezione di coscienza, ma ha di fatto scaricato su luoghi più ovattati e riservati il carico dell’interruzione di
gravidanza senza preoccuparsi di capire come
si poteva e si doveva fare per riportare la Puglia nella media nazionale e farla diventare una
regione avanzata sul piano del contrasto
all’interruzione volontaria di gravidanza, che
in molti casi volontaria non è, in quanto forzata dalle condizioni sociali e dalla carenza dei
servizi. Altro che interruzione volontaria della
gravidanza! Nel Piano c’è tutto. E lo dico a
quei colleghi del centrosinistra che, avendo
una grande sensibilità per questi temi, hanno
letto ed apprezzato il testo, ma non possono
immaginare che le cose serie scritte in questo
Piano possano essere trattate alla stregua di un
confronto di carattere ideologico o politico.
Mi si deve dire che cosa manca, in che cosa
facciamo un passo indietro, mi si deve dire e
dimostrare che tutto quello che qui dentro è
scritto non costituisce un passo in avanti.
Vorrei chiarire una volta per tutte che nessuno ha mai legalizzato la RU486 per il semplice fatto che non c’è nulla da legalizzare: si
tratta di un farmaco che non è presente nel
prontuario farmaceutico italiano, ma è presente nei prontuari farmaceutici di alcuni Paesi
dell’Unione Europea.
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Ebbene, siccome tutti ci riempiamo la bocca dicendo che siamo un Paese dell’Europa,
salvo poi fare un passo indietro quando non ci
conviene applicare le normative europee, o fare una fuga in avanti quando ci conviene, noi
non abbiamo fatto altro che dire alle aziende
sanitarie locali di questa regione che si sarebbe
potuto utilizzare un farmaco presente nei
prontuari dei Paesi dell’Unione Europea, attraverso l’importazione, in osservanza di una
procedura previste dalla normativa nazionale,
non regionale.
Nessuno in Puglia ha mai pensato di attivare o di avallare sperimentazioni. Questo Governo regionale si è limitato ad attuare una
normativa
comunitaria.
Vorrei offrire
all’attenzione di chi si dimostra preoccupato
delle conseguenze i risultati che abbiamo conseguito. Noi abbiamo dato questa indicazione
alle aziende sanitarie nel 2006, esattamente
meno di due anni fa. Ebbene, solo in due centri, come peraltro prevede la normativa attraverso l’obbligatorietà del ricovero, si sono
prodotte interruzioni volontarie di gravidanza
previa somministrazione del farmaco RU486.
Presso il Policlinico di Bari ci sono state 15
interruzioni di gravidanza con RU486 nel
2006, 64 nel 2007 e 40 a tutto agosto 2008. In
totale, presso il Policlinico di Bari, ci sono state 119 interruzioni di gravidanza con la
RU486.
A Lecce, invece, ci sono state 19 interruzioni di gravidanza nel 2006 e 3 nel 2007. Allo
stato non risultano interruzioni di gravidanza
con ricorso alla RU486 nel 2008. Allora, di
quale rischio di banalizzazione dell’aborto
stiamo parlando?
Stiamo parlando solamente della possibilità
di avvalersi di una pratica chimica prevista da
normative internazionalmente sperimentate,
mutuata dai prontuari farmacologici di numerosi Paesi di Europa e messa a disposizione
delle cittadine della Puglia nel rispetto della
normativa nazionale.
La pillola del giorno dopo viene erronea-
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mente assimilata ad un farmaco abortigeno,
ma effettivamente è un contraccettivo di emergenza, così come viene definito dalla farmacopea italiana. Come per tutti i farmaci
possono esserci delle reazioni collaterali, ma
resta comunque un contraccettivo di emergenza.
Ebbene, trattandosi di un’attività di emergenza, il Piano consente di poterne fruire, perché fino ad oggi coloro le quali si trovavano in
questa condizione di emergenza non riuscivano a trovare, se non con grandissime difficoltà
e con grande macchinosità, le risposte del sistema all’emergenza. Noi abbiamo, di fatto,
detto che queste risposte devono essere date.
Siccome vogliamo tutelare fino in fondo la
salute della donna per determinate categorie
sociali ed etniche, attraverso una delibera che
ha attivato un progetto sperimentale, abbiamo
stabilito che quel farmaco può essere concesso
gratuitamente a quelle donne.
Le informazioni relative al farmaco in oggetto verranno spiegate dal personale medico
che accoglierà queste donne. Non spetta né al
sagrestano, né al consigliere regionale spiegare
qual è la condizione che dovranno affrontare,
o i rischi che potranno correre.
Come ho detto in precedenza, siccome anche io avverto il rischio della banalizzazione
delle più elementari precauzioni nel rapporto
che può essere in qualche modo introdotto
dalla disponibilità di questo contraccettivo di
emergenza, in queste pagine c’è scritto come
devono essere attivati i programmi di educazione sanitaria, caricando proprio sul consultorio la responsabilità dell’iniziativa attiva.
Secondo voi questa è una legislazione arretrata? È una legislazione che mina, alle radici,
la vita? È una programmazione che non tutela
la salute? Non vi pare un decisivo passo in avanti?
Anche sulla famosa questione della obiezione di coscienza, qui non c’è scritto, tantomeno poteva esserci scritto, che in Puglia non
viene ammessa l’obiezione di coscienza. Ci sa-
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RESOCONTO STENOGRAFICO
rà pure una maniera per la quale un diritto sacrosanto e sancito debba poter essere fruito
nel momento in cui la schiera degli obiettori
diventa così vasta. Vorrà dire che si faranno
delle piante organiche apposite nelle quali ci
sarà scritto che, per le unità operative complesse di ostetricia e ginecologia, una parte dei
dirigenti di I livello dovrà dichiarare al momento dell’accesso al concorso di non essere
obiettore di coscienza. Non si può consentire
che in un servizio pubblico, che deve quindi
applicare una legge dello Stato, tale legge non
possa essere applicata, perché c’è carenza di
personale che la applichi. Considerate che si
sarebbe fatta la stessa cosa per qualunque altra
carenza.
Tra l’altro si parla di mobilità, peraltro senza nessun tipo di penalizzazione, per favorire
questa pluralità di presenze e per rimuovere
questa sorta di assoluzione che ci siamo dati –
mi netto in mezzo anche io – scaricando il
problema sul privato, dove siccome per definizione si devono massificare le entrate, non si
fanno troppi problemi. Mi sarei aspettato dal
Vescovo di Otranto, il quale sostiene che questo Piano è squilibrato sul versante del pubblico, che avesse fatto una distinzione e avesse
puntualizzato quale privato si vuole introdurre
e quale privato è carente. Siamo aperti a qualunque discussione, alla quale, tra l’altro, non
ci siamo mai sottratti. Nessuno però ci ha
chiesto spiegazioni.
Quando il forum della famiglia ha chiesto di
essere ascoltato, noi lo abbiamo fatto senza
problemi. Del resto, quando abbiamo costruito
il Piano, abbiamo raccomandato ai tecnici che
vi hanno lavorato di procedere con equilibrio.
Non c’è un’impostazione ideologica. Rifiuto a piè pari questa etichettatura, perché fa
giustizia in un sol colpo di un lavoro che potrà
essere perfettibile e che sicuramente lo sarà.
Dico al collega Sannicandro che lo sforzo che
avevo fatto di riferirmi con l’emendamento
all’adeguamento alla legislazione subentrante,
pur essendo ultroneo, andava proprio nella di-
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VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
rezione di dichiararci disponibili a recepire
quanto di meglio e di buono ci sarà. Francamente ritengo che si commetterebbe un grosso
errore a buttare nel nulla questo lavoro perché
faremmo compiere un passo indietro alla Puglia.
Per agevolare questo percorso mi sono
permesso di presentare un emendamento,
anch’esso ultroneo – la procedo nella critica,
consigliere Sannicandro –, ma che fa comunque giustizia dei luoghi comuni che potrebbero
essere introdotti nella discussione.
È un emendamento che dimostra che questa
Regione rispetta il principio di sussidiarietà e
lo fa in osservanza delle regole e dei regolamenti regionali.
Se serve a far fare un passo avanti alla discussione presenterò un subemendamento, che
al contrario non presenterò qualora dovesse
servire a creare arroccamenti. Do lettura
dell’emendamento che intendo presentare: «Al
capitolo 3.1.1 di pagina 48, dopo il capoverso
“le condizioni che si vogliono prevenire” aggiungere questo ulteriore capoverso: “a tal fine, i consultori familiari istituiti da enti privati
e associazioni e autorizzati, ai sensi
dell’articolo 5 della legge n. 30 del 05/09/77,
successivamente alla definizione delle procedure di accreditamento, costituiranno parte integrante della rete consultoriale regionale”»,
esattamente come avviene per tutte le strutture
accreditate nelle diverse branche in questa Regione.
Questo significa far compiere un passo in
avanti, significa continuare a parlare di rete,
significa non voler ideologizzare. Questo è
l’atteggiamento che il Governo, e mi auguro
anche la maggioranza, vuole adottare per non
snaturare un impianto che io considero, allo
stato, tra i migliori in Italia.
Naturalmente, bisognerà lavorare per attuare quello che abbiamo scritto in queste otto
pagine.
Su questo mi piacerebbe essere sfidato, ma
mi piacerebbe anche sfidare. Il lavoro che da
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RESOCONTO STENOGRAFICO
questo punto di vista ci attende è un lavoro sicuramente più complesso del seppur difficile
lavoro che abbiamo prodotto nel costruire
questi nuovi modelli organizzativi.
PALESE. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PALESE. Signor Presidente, ci riserviamo
una verifica della formulazione. Se non abbiamo
compreso male, quello che propone l’assessore
Tedesco è un passo in avanti rispetto alla nostra
richiesta di attenzione nell’attività dei consultori
prevista dalla legge n. 194.
Naturalmente sosterremo il pacchetto nel
suo insieme, perché riteniamo che il potenziamento vada operato non solo attraverso i consultori.
Come ho già espressamente detto, non
comprendiamo la ragione per la quale per le
prestazioni sanitarie la legge preveda un contributo per le strutture accreditate a gestione
pubblica e, ove necessario, anche per le strutture accreditate private, e riteniamo che lo
stesso modello previsto dalla legge dovrebbe
essere mutuato, nel Piano, anche per l’attività
dei consultori familiari.
Riteniamo che questo sia un passo avanti e
ci riserviamo di esprimerci rispetto alla formulazione tecnica ora proposta dall’assessore, ribadendo comunque il nostro sostegno
all’intero pacchetto degli emendamenti.
PRESIDENZA DEL
PRESIDENTE PEPE
MARMO Giuseppina. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARMO Giuseppina. Signor Presidente,
colleghi consiglieri, io credo che questo sia un
emendamento intelligente e positivo, innanzitutto perché prende atto che la legge n. 30 esi-
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VIII Legislatura
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ste e che, a questo punto, dobbiamo eliminarla
dall’elenco delle leggi inutili di questa Regione.
È chiaro, naturalmente, che ci impegniamo
a prendere da quella legge tutto ciò che serve,
quindi anche a modificarla, oppure, come dicevo prima, dobbiamo decidere di cassarla.
Questo emendamento va nella direzione di riconoscere la funzione di tanti consultori familiari privati che svolgono esperienze di qualità
non indifferente sul territorio. Chi non conosce
queste esperienze non è nemmeno titolato a
parlarne. Esprimo dunque il mio compiacimento per questo emendamento, assessore Tedesco, che si muove nella direzione giusta.
È vero che la stampa ha scritto certe cose,
ma è anche vero che qui mancano le persone
che vengono citate. La chiesa non può stare
nelle sacrestie. Nel momento in cui io arrivo
qui, con tutta la mia laicità, non appendo il
mio vestito fuori dalla porta. Voglio dire che
le persone che non sono presenti non possono
essere citate. La chiesa fa bene a parlare: non
possiamo abusarne quando ci conviene e proclamarci laici quando non ci conviene.
Io sono fortemente laica.
DE SANTIS. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DE SANTIS. Signor Presidente, colleghi
consiglieri, dopo aver ascoltato con attenzione
l’intervento e la proposta dell’assessore Tedesco, avrei voglia di stringergli la mano, perché
ritengo che l’intervento dell’assessore sia stato
esemplare dal punto di vista della forma e del
contenuto. Esso ha richiamato tutti, credenti e
non, più o meno laici, alla ragionevolezza su
queste argomentazioni.
Preannuncio, pertanto, il mio voto favorevole all’emendamento proposto dall’assessore
Tedesco.
PRESIDENTE. Avendo colto da più parti
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l’esigenza di una interruzione per una riunione
dei Capigruppo, di maggioranza e di opposizione, sospendo brevemente la seduta.
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tuiranno parte integrante della rete consultoriale regionale”».
PELLEGRINO. Domando di parlare.
(La seduta, sospesa alle ore 12,27, riprende alle ore 12,44).
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori.
Comunico al Consiglio le decisioni concertate in Conferenza dei Capigruppo: gli emendamenti n. 182, a firma dei consiglieri Palese,
Ruocco, Caroppo, Surico, Marinotti, Silvestris, Marmo G., Zullo ed altri, e n. 183, a firma dell’assessore Tedesco, vengono ritirati dai
proponenti.
È stato presentato un emendamento (n.
184), a firma dei consiglieri Palese, Ruocco,
Caroppo, Surico, Marinotti, Silvestris, Scalera, Marmo G., Zullo ed altri, del quale do lettura: «Capitolo 3.1.1 (pag. 148). In coda al
quarto capoverso, dopo le parole “le condizioni che si vogliono prevenire”, aggiungere il
seguente periodo: “A tal fine, i Consultori familiari istituiti da Enti privati ed Associazioni
ed autorizzati ai sensi dell’art 5 della Legge
regionale n. 30 del 5.9.77, costituiscono parte
integrante della rete consultoriale pubblica
presente sul territorio. Ai sensi dell’art 7,
comma 4, stessa legge, la Regione Puglia concede ai suddetti consultori un contributo annuale
secondo le procedure dell’accordo contrattuale
in vigore per le strutture accreditate”».
Come preannunciato, è stato presentato un
subemendamento sostitutivo dell’emendamento
n. 184, a firma dell’assessore Tedesco, del
quale do lettura: «Capitolo 3.1.1 (pag. 48). In
coda al quarto capoverso, dopo le parole “le
condizioni che si vogliono prevenire”, aggiungere il seguente periodo: “A tal fine, i Consultori familiari istituiti da Enti privati ed Associazioni ed autorizzati ai sensi dell’art. 5 della
Legge regionale n. 30 del 5.9.1977, successivamente alla definizione delle procedure di accreditamento, da definirsi nei termini previsti
per l’adozione dei Piani attuativi locali, costi-
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PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PELLEGRINO. Signor Presidente, chiedo
una lettura più puntuale del subemendamento,
a partire dalla parola “successivamente”, anche
per chi leggerà il resoconto all’esterno di
quest’Aula.
PRESIDENTE. Va bene. Do lettura della
formulazione definitiva del subemendamento:
«[...] successivamente alla definizione delle
procedure di accreditamento da realizzarsi nei
termini previsti per l’adozione dei Piani attuativi locali, costituiranno parte integrante della
rete consultoriale regionale».
Lo pongo ai voti.
È approvato.
Comunico che l’emendamento (n. 185), a
firma dei consiglieri Palese, Silvestris, Ruocco,
Caroppo, Chiarelli, Marmo G., Surico, Zullo,
Marinotti ed altri, del quale do lettura: «Capitolo 3.1.1 (pag. 148). Obiettivo 1 – Ottimale
distribuzione del territorio. Dopo le parole “I
Consultori familiari,” aggiungere “pubblici e
privati autorizzati” (art. 5 Legge regionale
30/77 )”» è ritirato.
È stato presentato un emendamento (n.
186), a firma dei consiglieri Palese, Silvestris,
Ruocco, Caroppo, Marmo G., Surico, Zullo,
Scalera, Chiarelli, Marinotti ed altri, del quale
do lettura: «Capitolo 3.1.1 (pag. 148). Obiettivo 1 – Ottimale distribuzione del territorio.
Riduzione dei costi. Al secondo rigo, dopo le
parole “ogni 20.000 abitanti” eliminare “(criterio non vincolante)”».
Ha chiesto di parlare il consigliere Zullo.
Ne ha facoltà.
ZULLO. Signor Presidente, colleghi consi-
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glieri esiste – ed è vigente – in questa Regione
un regolamento del fabbisogno delle strutture
sanitarie rispetto ai bisogni di salute della popolazione. Tale regolamento prevede che vi
sia un consultorio ogni ventimila abitanti. Si
tratta di un criterio vincolante, nel senso che è
una proporzione da rispettare.
Se noi inseriamo all’interno del Piano la locuzione “non vincolante” agiamo in contrasto
con tale regolamento, che prevede un rapporto
vincolante – un consultorio ogni ventimila abitanti – per dare all’organizzazione sanitaria
certezza di strutture sul territorio che devono
rispondere efficacemente ai bisogni della popolazione.
SILVESTRIS. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SILVESTRIS. Signor Presidente, mi associo a quanto appena esposto.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare
l’assessore Tedesco.
TEDESCO, assessore alle politiche della
salute. Il Governo esprime parere contrario
rispetto a questo emendamento. Infatti, applicando in maniera pedissequa questo criterio, si
finirebbe in molti casi per irrigidire alcune situazioni che, invece, potrebbero avere
l’esigenza di essere articolate in maniera più
duttile.
Per questo è stata prevista questa locuzione.
SILVESTRIS. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SILVESTRIS. Signor Presidente, assessore
Tedesco, se questo è il senso, possiamo anche
subemendare o riformulare l’emendamento
prevedendo un margine di flessibilità. Dire, pe-
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rò, che il criterio non è vincolante significa dire che la previsione di un consultorio ogni
ventimila abitanti è scritta inutilmente nel regolamento. Dal momento che finora abbiamo
parlato di potenziamento della rete dei consultori, questo non avrebbe molto senso.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare
l’assessore Tedesco.
TEDESCO, assessore alle politiche della
salute. Se noi avessimo detto che il criterio di
4,5 posti letto per mille abitanti è un criterio
vincolante, probabilmente avremmo dovuto
chiudere, ad esempio, il Policlinico di Bari o
l’ospedale Di Venere.
In genere, i criteri devono essere adattati
anche alla realtà storica. Anche per quanto riguarda, ad esempio, l’ubicazione dei consultori privati autorizzati, ci sono delle concentrazioni che, a quanto mi risulta, sono particolarmente addensate in alcune aree del territorio. Se lasciamo questo criterio come vincolante, saremo costretti a non accreditare, ad
esempio, quella parte dei consultori privati in
eccesso, in determinate aree del territorio, rispetto a questo rapporto.
Invece, con una flessibilità che deve tendere
naturalmente al rispetto del parametro si può
consentire di tener conto anche della situazione esistente.
MARMO Giuseppina. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARMO Giuseppina. Signor Presidente,
alla luce di quanto ha detto l’assessore Tedesco, l’espressione “criterio non vincolante” va
interpretata nel senso che se un territorio di 10
mila abitanti vive situazioni particolari può accogliere ugualmente l’apertura di un consultorio. In questo senso, sono favorevole a mantenere il testo proposto.
L’importante è che non si proceda al de-
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pauperamento, ma al potenziamento dei consultori, e che si adotti flessibilità rispetto
all’indice demografico.
MARMO Nicola. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARMO Nicola. Signor Presidente, assessore, mantenere l’espressione “criterio non
vincolante” credo che vanificherebbe la volontà del Consiglio, oltre che dell’organizzazione
sanitaria, di avere un consultorio ogni ventimila abitanti.
Credo
che
potremmo
raggiungere
l’obiettivo della flessibilità inserendo prima
dell’espressione “ogni ventimila abitanti” le
parole “di norma”. Avremmo dunque “di norma ogni ventimila abitanti”.
PRESIDENTE. Condividendo questa proposta, suggerirei di registrarla. Considero che
questa sia la strada che taglia la testa a ogni
equivoco.
Pongo ai voti l’emendamento n. 186 nel testo subemendato dal consigliere Nicola Marmo.
È approvato.
Comunico che l’emendamento (n. 187), a
firma dei consiglieri Palese, Silvestris, Ruocco,
Caroppo, Marmo G., Surico, Zullo, Marinotti,
Chiarelli ed altri, del quale do lettura: «Capitolo 3.1.1 (pag. 149). Obiettivo 1 – Ottimale distribuzione del territorio. Al terzo rigo, dopo
le parole “Coordinamento tra Consultori dello
stesso territorio”, aggiungere le parole “pubblici e privati autorizzati”» è ritirato.
Anche l’emendamento (n. 188), a firma dei
consiglieri Palese, Silvestris, Ruocco, Caroppo, Marmo G., Surico, Zullo, Marinotti, Chiarelli ed altri, del quale do lettura: «Capitolo
3.1.1 (pag. 149). Obiettivo 2 – Multidisciplinarietà e completezza delle prestazioni. Alla
fine del primo capoverso, dopo le parole
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“normative vigenti”, aggiungere: “L. 405/75,
L.194/78, LR. 30/77”» è ritirato.
È stato presentato un emendamento (n.
189), a firma dei consiglieri Palese, Silvestris,
Ruocco, Caroppo, Marmo G., Surico, Zullo,
Marinotti, Chiarelli ed altri, del quale do lettura: «Capitolo 3.1.1 (pag. 149) Obiettivo 2 –
Multidisciplinarietà e completezza delle prestazioni. Al terzo paragrafo, dopo le parole “di
Mediatori culturali” aggiungere “, di Insegnanti della regolazione naturale della fertilità, da
individuarsi nell’apposito Albo nazionale istituito dalla Confederazione nazionale dei Centri sulla RNF,”».
Ha chiesto di parlare il consigliere Silvestris. Ne ha facoltà.
SILVESTRIS. Signor Presidente, colleghi
consiglieri, oltre ai mediatori culturali, per
l’affiancamento nell’erogazione delle prestazioni nell’ambito dei consultori, si chiede di
inserire anche gli “insegnanti della regolazione
naturale della fertilità da individuarsi
nell’apposito Albo nazionale istituito dalla
Conferenza nazionale dei centri sulla regolazione nazionale della fertilità”. Mi sembra che
questo sia assolutamente in linea con quello
che diceva l’assessore su ciò che i consultori
debbono fare, ovvero andare all’esterno, informare, fare didattica sui metodi di fecondazione o sulla prevenzione.
Mi sembra che questo sia assolutamente
condivisibile, in linea con quanto diceva
l’assessore.
PRESIDENTE. Il Governo esprime parere
contrario.
Pongo ai voti l’emendamento.
Non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
190), a firma dei consiglieri Palese, Silvestris,
Ruocco, Caroppo, Surico, Marinotti, Scalera e
Attanasio, del quale do lettura: «Capitolo
3.1.1 (pag. 149). Obiettivo 2 – Multidiscipli-
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narietà delle prestazioni. Dopo il terzo capoverso aggiungere il seguente capoverso: –
Possibilità di collaborazione di consulenti volontari indicati dalle Associazioni “pro-life”,
per: informare la donna che intenderebbe interrompere la gravidanza sui diritti a lei spettanti in base alla legislazione statale e regionale, sui servizi sociali, sanitari e assistenziali
concretamente offerti dalle strutture operanti
nel territorio; informarla sulle modalità idonee
ad ottenere il rispetto delle norme della legislazione sul lavoro a tutela della gestante; proporre all’Ente locale competente o alle strutture sociali operanti nel territorio speciali interventi, quando la gravidanza o la maternità
creino problemi per risolvere i quali risultino
inadeguati i normali interventi; contribuire a
far superare le cause che potrebbero indurre la
donna all’interruzione della gravidanza».
Ha facoltà di parlare l’assessore Tedesco.
TEDESCO, assessore alle politiche della
salute. Signor Presidente, colleghi consiglieri,
i contenuti di questa proposta sono presenti
nell’emendamento che ho presentato (n. 201)
alla pagina 151 della sezione “Gravidanza non
voluta”, che sostanzialmente ricomprende
buona parte dell’emendamento in esame. Se lo
ritirate, possiamo collocarlo più opportunamente a pagina 151.
SILVESTRIS. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SILVESTRIS. Signor Presidente, colleghi,l’emendamento che propone l’assessore,
rispetto al quale preannuncio la condivisione,
in qualche modo, riprendendo alcuni passaggi
della legge n. 194, dice quello che i medici devono fare. Con il nostro emendamento chiediamo, invece, che all’interno dei consultori,
esattamente ai sensi dell’articolo 6 della legge
n. 30/77, possano intervenire come consulenti
volontari rappresentanti delle associazioni pro-
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life per svolgere gli stessi ruoli che l’assessore
nell’emendamento n. 201 indica come ruoli dei
medici. L’attività, pertanto, è la stessa, ma è
diversa la modalità.
Se lei è d’accordo, assessore, potremmo
mantenere tutto quello che riguarda le attività
da svolgere nel suo emendamento, il n. 201,
riducendo il nostro alle seguenti parole: “possibilità di collaborazione di consulenti volontari – ex articolo 6 legge n. 30/77 – indicati dalle
Associazioni pro-life». La restante attività la
possiamo lasciare in capo ai medici, come lei
ha proposto nell’emendamento n. 201, che io
onestamente non avevo letto.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare
l’assessore Tedesco.
TEDESCO, assessore alle politiche della
salute. Signor Presidente, stiamo parlando di
una attività istituzionale che non può essere
delegata a soggetti estranei all’ambito istituzionale. Pertanto, pur apprezzando lo sforzo
del collega Silvestris, sono costretto a ribadire
il
parere
contrario
del
Governo
sull’emendamento.
PRESIDENTE. Pongo ai voti l’emendamento.
Non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
191), a firma dei consiglieri Palese, Silvestris,
Ruocco, Caroppo, Marmo G., Surico, Zullo,
Marinotti ed altri, del quale do lettura: «Capitolo 3.1.1 (pag. 149). Obiettivo 2 – Multidisciplinarietà e completezza delle prestazioni.
Al quarto capoverso abrogare il periodo:
“progressivo riposizionamento del personale
sanitario che solleva obiezione di coscienza
(art. 9 della legge 194), con agevolazione della
mobilità verso altri servizi del Distretto”».
Ha chiesto di parlare la consigliera Giuseppina Marmo. Ne ha facoltà.
MARMO Giuseppina. Signor Presidente,
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colleghi consiglieri, l’articolo 9 della legge n.
194 parla degli ospedali e degli enti, non dei
consultori. È giusto che noi facciamo riferimento a questo articolo – ed io condivido
quanto ha detto poc’anzi l’assessore –, tuttavia bisogna specificare bene che sono gli ospedali e gli enti che attuano l’articolo 9 della
legge n. 194.
ZULLO. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ZULLO. Signor Presidente, colleghi consiglieri, si vorrebbe progressivamente spostare
gli obiettori di coscienza che operano nei consultori in altri servizi territoriali distrettuali, facendo riferimento alla norma della legge n.
194 che non riguarda né i consultori né i servizi territoriali distrettuali, ma riguarda, per le
giuste finalità, il personale che opera
all’interno degli enti e dei reparti ospedalieri.
Quello che ci distingue è proprio questa visione dei consultori, quasi che gli stessi non
debbano promuovere la cultura della vita e che
al loro interno debba esserci solo personale
non obiettore. Questo è un vulnus a una norma nazionale, un vulnus alle nostre coscienze,
un vulnus a un modo di operare che noi vorremmo fosse invece orientato nella direzione
della vita.
SILVESTRIS. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SILVESTRIS. Signor Presidente, l’articolo
9, comma 4, della legge n. 194 recita: «Gli enti
ospedalieri e le case di cura autorizzate sono
tenuti in ogni caso ad assicurare
l’espletamento delle procedure previste
dall’articolo 7 e l’effettuazione degli interventi
di interruzione della gravidanza richiesti con le
modalità previste negli articoli 5, 7 e 8. La
Regione ne controlla e garantisce l’attuazione
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anche attraverso la mobilità del personale».
Come si vede, si parla di enti ospedalieri e case di cura.
Quanto alla mobilità del personale, temo che,
partendo dalla necessità di scongiurare un rischio
di sperequazione, si arrivi all’introduzione di una
nuova sperequazione. Mi ha preoccupato
l’assessore quando ha affermato che occorre
prevedere che ai concorsi per il posto di direttore di unità operativa complessa non partecipino obiettori. Le norme sull’obiezione prevedono che l’obiezione stessa possa essere resa
in qualsiasi momento e abbia valenza entro 30
giorni dal momento in cui viene resa con dichiarazione scritta.
Qui stiamo passando dalla necessità di garantire un servizio alla donna all’inibizione della possibilità di accedere a un concorso da parte di chi è obiettore, ossia dalla necessità di eliminare una sperequazione all’inserimento di
una sperequazione nuova. Assessore, lei prima
ha detto che bisognerà prevedere che non partecipino obiettori a concorsi per direttori di
unità operative complesse. Mi sarò sbagliato –
e ne sarei felicissimo – ma se è necessario possiamo riprendere la registrazione.
Inoltre, se un medico ginecologo fa obiezione non può essere mobilizzato dal distretto.
Al massimo, si può implementare l’équipe del
distretto, mobilizzando, presso lo stesso, un
medico non obiettore. Non possiamo, però,
fare mobilità coatta di chi fa obiezione, intervenendo anche sulle carriere professionali dei
dirigenti medici. Non vorrei che per garantire
un diritto ed eliminare una sperequazione –
scelta pure sacrosanta – ne ingenerassimo
un’altra, oltretutto andando contro una norma
nazionale.
Mi sembra che passiamo dalla necessità di
scrivere leggi di buonsenso a scriverne di senso assolutamente cattivo. Le questioni vanno
risolte entrambe, ma con un po’ di buonsenso,
altrimenti violiamo i diritti di espletamento di
una professionalità da parte di professionisti
medici ginecologi.
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RESOCONTO STENOGRAFICO
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare
l’assessore Tedesco.
TEDESCO, assessore alle politiche della
salute. Signor Presidente, io non ho detto che
bandiremo concorsi riservati ai non obiettori.
Ho affermato, bensì, che nell’espletamento dei
concorsi, o meglio nell’individuazione del
bando, bisognerà garantire che nelle strutture
e nelle piante organiche per le quali si producono i bandi, per la relativa copertura, vi sia
una pluralità di soggetti. Non ho parlato certamente di deportazioni forzate. Non stiamo
parlando dei posti apicali, ma dei posti di dirigente medico, che è cosa diversa. Insomma,
mi riferisco alle figure che devono garantire
l’assistenza.
Ritengo che non vi sia alcun elemento di
incostituzionalità nelle mie affermazioni. Se,
poi, vogliamo affrontare una questione di carattere giuridico lo faremo dopo, anche perché
non si tratta di definire adesso i bandi. Per la
mobilità, se c’è una pianta organica coperta
esclusivamente da obiettori di coscienza, il suo
collega Palese sarebbe dovuto scattare in piedi
quando lei ha proposto di aggiungere, in aumento rispetto alla pianta organica, la presenza di un medico non obiettore.
La pianta organica è quella e con essa bisogna garantire tutti i servizi previsti dalla normativa vigente, ivi compresa l’interruzione volontaria di gravidanza. È evidente, quindi, che
bisogna individuare un meccanismo per consentire di dare collocazione, nei servizi, anche
a chi non è obiettore di coscienza.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione
dell’emendamento.
ZULLO. Domando di parlare per dichiarazione di voto.
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glieri, ascoltando alcuni interventi mi sembra
che venga messa a rischio la libertà che dovrebbe caratterizzare uno Stato civile.
L’obiezione di coscienza può essere esplicitata anche dopo aver preso servizio, un giorno
o un mese dopo, ma non può essere un criterio
discriminante per la partecipazione a un concorso. Dobbiamo stare attenti a quello che diciamo, altrimenti significa che vogliamo imbavagliare la coscienza di ognuno di noi
all’interno del pensiero dominante di chi sta al
potere.
Dichiarandomi a favore di questo emendamento, respingo in toto le parole dell’assessore
Tedesco.
PRESIDENTE. Pongo ai voti l’emendamento
n. 191.
Non è approvato.
Sono stati presentati due emendamenti (nn.
192 e 193) pressoché identici, rispettivamente
a firma dei consiglieri Palese, Silvestris, Ruocco, Caroppo, Marmo G., Surico, Zullo, Marinotti, Chiarelli ed altri, del quale do lettura:
«Capitolo 3.1.1 (pag. 149). Obiettivo 2 – Multidisciplinarietà e completezza delle prestazioni. Al settimo capoverso, dopo “... da parte
delle equipes dei CF di uno o più Distretti, o
dell’intera ASL,” aggiungere “in collaborazione con le Associazioni familiari, di volontariato e/o di promozione sociale, inserite
nell’apposito Albo regionale e presenti sul territorio”», e a firma dell’assessore Tedesco, del
quale do lettura: «A pag. 149 al VII punto elenco dell’Obiettivo 2, dopo le parole “Centri
famiglia” cassare le parole “, ecc.” e aggiungere le parole: “e le Associazioni familiari, di volontariato e/o di promozione sociale inserite
nell’apposito Albo regionale”».
Li pongo ai voti.
Sono approvati.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà
ZULLO. Signor Presidente, colleghi consi-
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È stato presentato un emendamento (n.
194), a firma dell’assessore Tedesco, del quale
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VIII Legislatura
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do lettura: «A pag. 149 ai punti elenco
dell’obiettivo 2 aggiungere il seguente VIII
punto elenco: “risposta ai bisogni inerenti le
tematiche di salute sessuale e di sessualità anche in relazione all’identità sessuale”».
Lo pongo ai voti.
È approvato.
vidanza a rischio (Decreto Legge 10.9.98 –
G.U. n. 245 del 20.10.98) anche alle donne
con grave disagio sociale ed alle donne in attesa del quarto figlio e successivi, per favorire la
tutela della maternità”».
Ha chiesto di parlare il consigliere Silvestris. Ne ha facoltà.
È stato presentato un emendamento (n.
195), a firma dei consiglieri Palese, Silvestris,
Ruocco, Caroppo, Marmo G., Surico, Chiarelli, Zullo, Marinotti ed altri, del quale do lettura: «Capitolo 3.1.1 (pag. 149). Obiettivo 2 –
Multidisciplinarietà e completezza delle prestazioni. Pag. 149 – ultimo rigo, dopo le parole “(Centri famiglie, ecc.)”, aggiungere il seguente paragrafo: “Obiettivo 3 – Integrazione
socio-sanitaria delle attività consultoriali. Le
attività consultoriali dovranno integrarsi con le
azioni di protezione sociali all’interno dei Piani
di Zona, con particolare riferimento alle attività di assistenza alla famiglia intesa nella sua
globalità, in situazioni di criticità.
Interazione e presenza attiva delle Associazioni familiari, di promozione sociale inserite
nell’apposito Albo regionale e di volontariato
nelle attività consultoriali, con particolare riferimento a quelle previste dall’art. 2 lettera D,
legge 194 del 22.5.1978”».
Comunico che questo emendamento è momentaneamente accantonato, in attesa di ulteriori chiarimenti.
È stato presentato un emendamento (n.
196), a firma dei consiglieri Palese, Silvestris,
Ruocco, Caroppo, Marmo G., Surico, Scalera,
Chiarelli, Zullo, Marinotti ed altri, del quale do
lettura: «Capitolo 3.1.1 (pag. 150) Gravidanza
non voluta. Al capitolo ‘Gravidanza voluta’
nel capoverso “Sul piano della promozione
della salute della donna e del nascituro” il seguente paragrafo: “Riconoscimento di gravidanza a rischio anche per quelle gravidanze di
una donna in situazione di grave disagio sociale ed economico ed estendere l’esenzione dal
ticket sulle prestazioni diagnostiche per la gra-
SILVESTRIS. Signor Presidente, colleghi,
la legge n. 194, nella fattispecie di gravidanze
a rischio di salute e soprattutto dell’equilibrio
psico-fisico della donna, che giustificano
l’interruzione volontaria di gravidanza, pone
anche quelle dettate da situazioni di grave disagio sociale ed economico in cui versa la
donna o il suo nucleo familiare.
Ora, proponiamo di considerare questa ultima fattispecie come gravidanza a rischio, non
solo per l’autorizzazione alla pratica di interruzione di gravidanza, ma anche per
l’estensione – eventualmente non si decida di
interrompere la gravidanza – dei benefìci relativi all’esenzione dai ticket sulle prestazioni
diagnostiche per la gravidanza a rischio.
Vorrei che a questo tema si prestasse attenzione, dal momento che in Italia recentemente
accadono cose strane. Abbiamo ragionato su
un caso avvenuto in Piemonte, dove una donna, dopo aver prenotato una IVG, ha cambiato
fortunatamente idea, ma è stata chiamata a pagare ugualmente il ticket.
A mio avviso, dobbiamo impedire che il ripensamento relativamente a un’interruzione di
gravidanza comporti il pagamento del ticket.
Dobbiamo avere comportamenti amministrativi coerenti. Con il nostro emendamento si
chiede di esentare dal ticket le donne che si
trovino in condizioni di disagio sociale ed economico. Penso che non vi sia nulla di scandaloso e di grave in questa proposta e ritengo,
pertanto, che l’emendamento possa essere
ampiamente accolto.
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PRESIDENZA DEL
VICEPRESIDENTE MINEO
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ZULLO. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ZULLO. Signor Presidente, colleghi consiglieri, la stessa legge n. 194 prevede che debbano essere rimossi tutti i fattori, anche socioeconomici, che sono di ostacolo al proseguimento di una gravidanza.
L’emendamento proposto va in questa direzione, coglie questa finalità, ed io credo che
debba essere accolto, anche alla luce di quei
casi che si stanno verificando nella nostra realtà nazionale, illustrati dal collega Silvestris.
Faccio pertanto appello all’assessore Tedesco, affinché questa volta ci regali un «sì».
MARMO Giuseppina. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARMO Giuseppina. Signor Presidente,
colleghi consiglieri, questo emendamento nasce da esperienze di situazioni reali. Invito,
pertanto, il Governo a ripensare alla possibilità
di un accoglimento.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'assessore Tedesco.
TEDESCO, assessore alle politiche della
salute. Colleghi consiglieri, questa volta sono
io che vorrei rivolgervi un invito, se mi consentite, visto che ne sto ricevendo molti. Vorrei domandare ai colleghi di opposizione, che
hanno miglior dimestichezza con il Governo
nazionale, di chiedere allo stesso di introdurre
questa norma – la competenza è nazionale –
nell’ordinamento nazionale. Come i colleghi
Silvestris e Marmo sanno, noi non abbiamo
competenza sui ticket diagnostici, ma sui ticket
della farmaceutica.
Colleghi, siccome voi potete arrivare più in
alto rispetto a quanto possa fare io e siccome
condivido le finalità di questo emendamento,
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vi pregherei – questa volta sono io a rivolgervi
un invito, se consentite – di invitare il Governo
nazionale in carica a modificare la normativa
sui ticket, tenendo conto di questo intervento.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione
dell’emendamento.
MARMO Nicola. Domando di parlare per
dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARMO Nicola. Signor Presidente, vorrei
che questo problema fosse risolto. Al Presidente della Giunta spetta di intervenire quando
vuole e di concludere naturalmente il dibattito,
altrimenti non ci sarebbe più interlocuzione
con il Governo e con l’assessore. Siamo noi
che sfidiamo l’assessore a non richiamare più
con tono polemico questo appello da rivolgere
al Governo nazionale.
Noi invece chiediamo a questo Governo di
avere il coraggio di prendere una decisione,
visto che ne avete assunte tante altre. Allora
vedremo, assessore, se il Governo nazionale
impugnerà questa decisione del Consiglio. Solo in quel caso, infatti, lei potrà chiederci di rivolgere un appello ai nostri omologhi a livello
nazionale, per evitare il ricorso alla Corte costituzionale. Non può chiederci, come raccomandazione preventiva, di convincere il Ministro Sacconi, o chi per lui, a fare qualcosa che
stiamo decidendo ora in quest’Aula per diventare una Regione-pilota su questa materia.
Mi sembra fuori di dubbio che siamo in una
Regione che va verso la denatalità: sono sempre più rare le donne con quattro o cinque figli, quindi non influiranno molto sulle casse
della Regione se il Governo regionale si assume la responsabilità di prendere una decisione,
in base a quell’autonomia che ogni Regione
dovrebbe avere per rispondere di quello che fa
nei confronti dei propri cittadini.
Questo é un argomento inserito anche nel
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
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RESOCONTO STENOGRAFICO
grande dibattito sul federalismo fiscale. Noi
siamo già detentori di un trasferimento per la
quota sanitaria, che è diventata spesa autonoma della Regione. Siamo noi che decidiamo, e
allora decidiamo di non incassare la quota per
un’operazione di questo genere.
Occorre coraggio da parte del Governo,
dignità da parte del Consiglio regionale, e si
devono sfidare coloro che potrebbero rivalersi
nei confronti della Corte costituzionale. Al di
là delle chiacchiere, delle polemiche e delle
battute, credo che questo Consiglio regionale
sia chiamato ad assumersi le proprie responsabilità.
ZULLO. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Non per polemica, ma solo
per chiarezza, do lettura dell’articolo 47 del
Regolamento: «Il Presidente, dopo che hanno
parlato tutti i consiglieri iscritti, la Giunta regionale e, se del caso, il relatore e il proponente del provvedimento, dichiara chiusa la discussione». Questa è la consecutio. Naturalmente mi rifaccio anche alle tecniche e ai regolamenti parlamentari, che lasciano comunque
l’ultima parola all’Assemblea legislativa attraverso le dichiarazioni di voto. Dunque non
stiamo applicando nient’altro che i regolamenti
che si praticano nelle aule legislative.
ZULLO. Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ZULLO. Signor Presidente, colleghi consiglieri, non voglio sottrarmi all’osservanza del
regolamento. Intervengo, dunque, per dichiarazione di voto e annuncio che voterò a favore
di questo emendamento. Mi dispiace che lo
stesso non sia stato approfondito da parte
dell’assessore.
Allorché ho manifestato la volontà di illustrare l’emendamento non facevo riferimento
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alla norma nazionale sui ticket, ma alla legge
n. 194, che impone alle Regioni di adoperarsi
per rimuovere i fattori, anche sociali ed economici, di ostacolo alla prosecuzione della
gravidanza. Da questo punto di vista si sarebbe dovuto approfondire l’emendamento, ed è
per questo motivo che io voterò a favore.
Anche questa volta, caro assessore, ha perso una grande occasione.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare
l’assessore Tedesco.
TEDESCO, assessore alle politiche della
salute. Collega Zullo, qui non si tratta né di
perdere una grande occasione, né di perdere,
soprattutto, il filo logico delle competenze istituzionali.
Negli ultimi quattro mesi sono stati rinviati
alla Corte costituzionale, da parte del Governo
in carica, ben cinque provvedimenti legislativi,
con riferimento chiaro ed esplicito alle competenze. Qui siamo in un caso assolutamente inequivocabile di competenze dello Stato. Per
dimostrarle che sono in assoluta buona fede e
che, come Governo, ho tutto l’interesse a sostenere questa istanza, invito i proponenti
l’emendamento a trasformarlo in un ordine del
giorno che il Governo sottoscriverà, con il
quale si richieda al Governo nazionale, nelle
modifiche del regime di compartecipazione alla spesa sanitaria, per quanto riguarda le prestazioni specialistiche, di introdurre questa
modifica. Più di questo credo che sia difficile
chiedere.
PALESE. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà
PALESE. Signor Presidente, prendo la parola solo per significare che nell’accordo che
dovrà essere sottoscritto entro il 31 ottobre
può essere rivisto l’intero sistema delle esenzioni. Attualmente la competenza delle Regio-
Atti consiliari della Regione Puglia
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RESOCONTO STENOGRAFICO
ni sulle esenzioni riguarda esclusivamente la
farmaceutica.
Qui si tratta, invece, delle prestazioni diagnostiche per patologia e la gravidanza a rischio è già inserita in questo elenco. Il Governo, dunque, ha mandato a portare questa richiesta in Conferenza, nel contesto delle altre
fattispecie che i miei colleghi medici finiscono
per definire tutte a rischio (soprattutto per le
dipendenti pubbliche, lo facciamo presente al
Ministro Brunetta).
Questo emendamento viene ritirato, con
l’impegno da parte del Governo a trasformarlo
in ordine del giorno.
PRESIDENTE. L’emendamento n. 196
viene, pertanto, ritirato.
È stato presentato un emendamento (n.
197), a firma dell’assessore Tedesco, del quale
do lettura: «A pag. 151 modificare il titolo del
I paragrafo della Sezione Gravidanza non voluta nel modo seguente: “Percorso per il riequilibrio della offerta di Interruzione Volontaria di Gravidanza (IVG) tra pubblico e privato
anche al fine del suo contenimento”».
Lo pongo ai voti.
È approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
198) a firma dei consiglieri Palese, Silvestris,
Ruocco, Caroppo, Marmo G., Surico, Zullo,
Marinotti ed altri, del quale do lettura: «Capitolo 3.1.1 (pag. 151) Gravidanza non voluta.
Paragrafo: percorso per interruzione volontaria di gravidanza (IVG).
Subito dopo il titolo aggiungere il seguente
paragrafo: prima delle parole “l’elevato numero di IVG…”: “La Regione Puglia promuove
politiche finalizzate a garantire il diritto alla
procreazione cosciente e responsabile, riconoscendo il valore sociale della maternità e tutelando la vita umana dal suo inizio.
I consultori e le strutture socio-sanitarie,
oltre a dover garantire i necessari accertamenti
medici, hanno il compito in ogni caso, e spe-
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cialmente quando la richiesta di interruzione di
gravidanza sia motivata dall’incidenza delle
condizioni economiche, o sociali, o familiari
alla salute della gestante, di esaminare con la
donna e con il padre del concepito, ove la
donna lo consenta, nel rispetto della dignità e
della riservatezza della donna e della persona
indicata come padre del concepito, le possibili
soluzioni dei problemi proposti, di aiutarla a
rimuovere le cause che la porterebbero alla interruzione volontaria della gravidanza, di metterla in grado di far valere i suoi diritti di lavoratrice e di madre, di promuovere ogni opportuno intervento atto a sostenere la donna, offrendole tutti gli aiuti necessari sia durante la
gravidanza sia dopo il parto.
Quando la donna si rivolge al medico di sua
fiducia questi compie gli accertamenti sanitari
necessari, nel rispetto della dignità e della libertà della donna; valuta con la donna stessa e
con il padre del concepito, ove la donna lo
consenta, nel rispetto della dignità e della riservatezza della donna e della persona indicata
come padre del concepito, anche sulla base
dell’esito degli accertamenti di cui sopra, le
circostanze che la determinano a chiedere interruzione della gravidanza; la informa sui diritti a lei spettanti e sugli interventi di carattere
sociale cui può fare ricorso, nonché sui consultori e le strutture socio-sanitarie”».
Ha chiesto di parlare il consigliere Silvestris. Ne ha facoltà.
SILVESTRIS. Signor Presidente, colleghi
consiglieri, fermo restando che con
l’emendamento n. 197 è cambiato il titolo del
paragrafo, vorrei fare un ragionamento molto
laico e sereno su questo emendamento.
Il paragrafo sulla gravidanza non voluta inizia con un ragionamento sul disequilibrio tra le
interruzioni che avvengono in strutture private
e in quelle pubbliche. Spiega le ragioni storiche per cui questo accade e propone una serie
di azioni per riportare la media entro un valore
coerente con quello nazionale, con un ricorso
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
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RESOCONTO STENOGRAFICO
prevalente alle strutture pubbliche piuttosto
che a quelle private.
In tutto questo, però, assessore, quando si
parla di gravidanza non voluta non vi è nulla
che dica che comunque la tensione dell’ente
pubblico è quella di favorire la prosecuzione
della gravidanza.
La seconda parte di questo emendamento,
assessore, è identica al suo emendamento di
pagina 201. La possiamo pertanto tranquillamente ritenere superata. La prima parte riprende invece – come fa il suo emendamento
di pagina 201 – un paragrafo della legge n.
194, allorché sostiene che “la Regione Puglia
promuove politiche finalizzate a garantire il
diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconoscendo il valore sociale della maternità e tutelando la vita umana fin da suo inizio”.
Si tratta, cioè, di una mozione di principio.
Quindi, prima di dire che dobbiamo riequilibrare il numero degli aborti tra le strutture
pubbliche e quelle private, il testo in oggetto
dice che la nostra attenzione è tesa a favorire
la prosecuzione della gravidanza, salvo poi
riequilibrare il numero delle interruzioni.
Assessore, considerando che la seconda
parte di questo emendamento è identica
all’emendamento a sua firma di pagina 201, e
considerando che la filosofia e lo spirito sono
gli stessi, possiamo cassare la seconda parte,
che voteremo quando passeremo alla votazione dell’emendamento n. 201, e approvare invece l’emendamento di pag. 198, solo nella
prima parte fino alla frase «dopo il parto».
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare
l’assessore Tedesco.
TEDESCO, assessore alle politiche della
salute. Signor Presidente, colleghi consiglieri,
contesto che nel testo approvato dal Governo
regionale non ci sia un riferimento, anche molto concreto e profondo, alla prevenzione
dell’interruzione di gravidanza. Mi permetto,
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anzi, di leggere il testo: «Si pone pertanto la
necessità di riportare gradualmente la gestione
delle IVG all’interno del pubblico – questo è
un primo obiettivo – riequilibrando l’offerta
dei servizi dedicati e riconoscendo al consultorio familiare un ruolo fondamentale, sia nelle
attività di prevenzione dell’interruzione volontaria di gravidanza, che nella presa in carico
delle donne che richiedono l’intervento di interruzione volontaria di gravidanza. Nell’ottica
dell’offerta attiva, l’equipe dei consultori di
uno o più distretti, allo scopo di potenziare le
misure di prevenzione dell’aborto, devono
[…]».
Contesto, quindi, l’affermazione secondo la
quale l’impianto organizzativo non sia finalizzato alla prevenzione dell’interruzione volontaria di gravidanza.
SILVESTRIS. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SILVESTRIS. Signor Presidente, mi rivolgo direttamente all’assessore al quale faccio
notare che si fa un po’ di confusione, nella
parte successiva, laddove si legge «sul piano
della prevenzione», tra la prevenzione
dell’interruzione di gravidanza e la prevenzione della gravidanza non desiderata. Sono due
cose diverse. La prevenzione della gravidanza
non desiderata si sostanzia con le tre azioni indicate a pagina 152, dove si interviene per
prevenire gravidanze non desiderate.
Tuttavia, allorquando vi è una gravidanza a
rischio interruzione, con una scelta che potenzialmente evolve verso quella della interruzione, quali strumenti e quali azioni pone in essere la Regione? La legge n. 194 recita: «È
compito dell’ente pubblico offrire ogni strumento utile a far superare alla donna già incinta […]». Voi intervenite per prevenire la gravidanza. Infatti, vi riferite ad attività informative del consultorio nei luoghi di lavoro ad alta
presenza femminile, nelle scuole, nelle fabbri-
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RESOCONTO STENOGRAFICO
che. Non vi riferite quindi alle donne già incinte, ma parlate alle donne di educazione sessuale per prevenire le gravidanze non desiderate.
Noi invece parliamo di un’altra fattispecie:
quella di prevenire l’interruzione, o di intervenire per offrire altri strumenti di valutazione a
chi già ha manifestato l’intenzione, o la sta
maturando, di interrompere una gravidanza già
in atto. Parliamo, pertanto, di due cose diverse.
La legge n. 194 imputa all’ente pubblico il
compito di offrire strumenti utili a rimuovere
le cause che determinano la scelta di interrompere la gravidanza, quindi si rivolge anche alle
donne già incinte. Voi, invece, con la vostra
prevenzione vi rivolgete alle donne che non
sono ancora in stato interessante affinché non
incorrano in gravidanze non desiderate.
Sono due cose distinte, parliamo di due
momenti diversi. Quello che voi prevedete è
giusto, ma dobbiamo prevedere anche qualcos’altro. Questo è quello che noi sosteniamo
con questo emendamento e con un altro emendamento successivo. Facciamo riferimento
a due fattispecie diverse: quelle atte a prevenire le gravidanze non desiderate e quelle atte a
prevenire le interruzioni, o meglio, ad offrire
strumenti utili affinché le motivazioni che inducono alla scelta di interrompere la gravidanza siano superate. Questo è quello che la legge
n. 194 prevede. Penso, quindi, che questa prima parte possa essere tranquillamente inserita
in capo al principio «gravidanze non desiderate».
In questo modo, il testo reciterebbe come
segue: «La Regione promuove politiche finalizzate a garantire il diritto alla procreazione
cosciente e responsabile, riconoscendo valore
sociale nella maternità e tutelando la vita umana. I consultori e le strutture sanitarie, oltre a
dover garantire i necessari accertamenti medici
hanno il compito, in ogni caso, e specialmente
quando la richiesta di interruzione della gravidanza[…]».
Vorrei chiederle, assessore, di leggere que-
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sto paragrafo e di dire se è d’accordo o meno
con quanto le ho detto. Non può non essere
d’accordo, perché questo è l’articolo 2 della
legge n. 194.
L’emendamento a sua firma di pagina 151,
tra l’altro, riflette il comma successivo dello
stesso articolo della legge n. 194. Possiamo,
quindi, trovare un accordo su questo aspetto.
PRESIDENTE. Pongo ai voti l’emendamento
n. 198.
Non è approvato.
Comunico che l’emendamento (n. 199), a
firma dei consiglieri Palese, Silvestris, Ruocco,
Caroppo, Marmo G., Surico, Zullo, Marinotti,
Scalera, Attanasio ed altri, del quale do lettura: «Capitolo 3.1.1 (pag. 151). Gravidanza
non voluta. Paragrafo: percorso per interruzione volontaria di gravidanza (IVG). La parola “virtuoso” è cassata» si intende decaduto.
Anche l’emendamento (n. 200), a firma dei
consiglieri Palese, Silvestris, Ruocco, Caroppo, Marmo G., Surico, Zullo, Marinotti, Scalera, Attanasio ed altri, del quale do lettura:
«Capitolo 3.1.1 (pag. 151). Gravidanza non
voluta. Paragrafo: percorso per interruzione
volontaria di gravidanza (IVG). Al terzo capoverso, dopo le parole “Consultori di uno o
più Distretti, o dell’intera ASL,” aggiungere:
“in collaborazione con i Consultori privati autorizzati ai sensi dell’art. 5, legge regionale
30/77, e con le Associazioni Familiari di Promozione sociale e di Volontariato, come
dall’art. 2 lettera D, legge 194 del
22.5.1978,”» si intende decaduto.
È stato presentato un emendamento (n.
201) a firma dell’assessore Tedesco, del quale
do lettura: «A pag. 151, dopo il III capoverso
della Sezione Gravidanza non voluta, aggiungere il seguente testo: “In particolare, ogni
medico cui si rivolga una donna per avviare le
procedure previste per l’IVG deve valutare
con la donna, nel rispetto della dignità e della
libertà della stessa, anche sulla base degli ac-
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RESOCONTO STENOGRAFICO
certamenti sanitari, le circostanze che ne motivano la scelta e deve informarla sui diritti a lei
spettanti e sugli interventi di carattere sociale
cui può accedere, al fine di evitare il ricorso
alla pratica abortiva, nonché sui CF e sulle
strutture socio-sanitarie cui può rivolgersi. I
CF, inoltre, devono promuovere una efficace
campagna di informazione sul parto in anonimato, in attuazione di quanto previsto dall’art.
1 comma 3 della Legge 194/78 in relazione alle opzioni di affidamento, adozione e di sostegno all’attività delle comunità di tipo familiare.”».
Lo pongo ai voti.
È approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
202), a firma dei consiglieri Palese, Silvestris,
Ruocco, Caroppo, Surico, Zullo, Marinotti,
Scalera, Attanasio ed altri, del quale do lettura: «Capitolo 3.1.1 (pag. 151). Gravidanza
non voluta. A pag. 151, ultimo rigo, eliminare
le parole: “ivi compresa l’adozione di metodiche non chirurgiche”».
Ha chiesto di parlare il consigliere Silvestris. Ne ha facoltà.
SILVESTRIS. Signor Presidente, mi rivolgo direttamente all’assessore. Assessore Tedesco, al fine di riequilibrare l’offerta pubblica
relativa alle interruzioni volontarie di gravidanza, voi proponete di individuare in ciascuna ASL provinciale un’unità operativa che garantisca l’IVG. Su questo siamo tutti
d’accordo. Poi, però, proponete anche che
queste unità operative debbano poter offrire
tutte le possibili soluzioni terapeutiche, ivi
compresa l’adozione di metodiche non chirurgiche. Ho bisogno di un chiarimento. Voi avete avviato in Puglia da un anno e mezzo la
sperimentazione della RU486. Vorrei capire
quanto dura questa sperimentazione, se abbiamo dei dati di medio termine che ci dicano
come sta andando questa sperimentazione non
solo in termini numerici, quali dati e quali sta-
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tistiche ci inducono a ritenere opportuna, o
addirittura necessaria, l’estensione di questa
sperimentazione da due a sei centri pubblici
pugliesi.
MARMO Giuseppina. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARMO Giuseppina. Signor Presidente,
colleghi consiglieri, non ho sottoscritto questo
emendamento semplicemente perché ho fatto
memoria a due ordini del giorno, approvati in
Consiglio regionale in seguito ad un dibattito
sull’aborto farmacologico.
Ho fatto presente all’assessore Tedesco,
proprio per evitare di sollevare, come a volte
accade, un polverone inutile, l’opportunità di
avere una banca-dati proprio perché spesso si
parla della RU486 e dei danni che cagiona, anche se le sperimentazioni sono poche, così
come sono poche le donne che hanno scelto
questo metodo di interruzione.
Come dicevo poc’anzi al collega De Santis,
non abbiamo più la volontà di sottoscrivere gli
ordini del giorno, perché rimangono lettera
morta e non servono a nulla.
In merito al potenziamento dei consultori –
anche l’assessore lo ha ribadito – facciamo appello alla pazienza dei medici, degli addetti a
questo lavoro molto delicato. Chiediamo loro
di non chiudere subito la partita consigliando
l’aborto. Consigliamo il dialogo, che va perseguito con supporto scientifico, sul motivo per
il quale a volte non è opportuno abortire. Credo, quindi, che sia importante che questa Regione abbia dei dati certi, conosca le cause per
le quali si ricorre a queste metodiche in modo
da far rientrare quel polverone troppo rumoroso a cui ho fatto cenno precedentemente.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare
l’assessore Tedesco
TEDESCO, assessore alle politiche della
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
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RESOCONTO STENOGRAFICO
salute. Signor Presidente, credo di aver dato
delle risposte, nell’intervento che ho fatto in
precedenza. Ribadisco comunque alcuni aspetti fondamentali.
Sono assolutamente d’accordo con la collega Marmo. Non è complicato avere una attività di monitoraggio di queste prestazioni,
perché, siccome allo stato delle cose, sulla
prestazione dell’interruzione volontaria di gravidanza, si utilizza un unico codice, basta differenziare detto codice per evidenziare le prestazioni rese in ambito chirurgico piuttosto che
in ambito medico. In questa maniera si può
tranquillamente tenere sotto monitoraggio il
fenomeno.
Per quanto riguarda il resto, mesi fa, quando scoppiò questa grande polemica in Italia, e
quando a Torino un clinico decise di sperimentare la pillola RU486, mi permisi di dire
all’allora Ministro Turco, il quale condivise assolutamente il mio punto di vista, che non
c’era da sperimentare proprio nulla.
La sperimentazione della RU486, infatti, è
avvenuta da parte del sistema di controllo farmacologico americano, che è uno dei più rigorosi del mondo ed è stata scritta nei prontuari
farmaceutici di numerose nazioni dell’Unione
Europea. Ci sono, infatti, norme di questo Paese
e dell’Unione Europea che consentono
l’importazione, in tutti i Paesi dell’Unione, dei
farmaci iscritti nel prontuario farmaceutico anche di un solo Paese. A quelle norme noi ci
siamo attenuti.
Da quando questa importazione è stata attivata, i riscontri numerici delle interruzioni di
gravidanza sono stati quelli che vi ho citato
questa mattina. Quindi, complessivamente, in
un paio d’anni, si registrano meno di duecento
interruzioni di gravidanza con questo metodo.
Non mi pare, quindi, che si possa gridare
all’allarme, all’incentivazione dell’interruzione
volontaria di gravidanza. Anche in questo caso
c’è il rispetto del principio della libera scelta della
donna utente del servizio sanitario. A mio avviso,
dobbiamo rispettare questo principio.
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PRESIDENTE. Passiamo alla votazione
dell’emendamento.
SILVESTRIS. Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà
SILVESTRIS. Signor Presidente, colleghi
consiglieri, noi votiamo favorevolmente
all’emendamento. Siamo assolutamente non
soddisfatti della relazione dell’assessore, al
quale avevo chiesto ieri, per iscritto, i risultati
della sperimentazione, anche se non ancora
conclusa, avendo ricevuto solo un elenco numerico delle interruzioni effettuate, che sono
per l’appunto 141 in poco meno di due anni.
Noi non vogliamo sapere quante interruzioni si sono praticate, ma vorremmo sapere,
assessore, se l’assessorato può effettuare un
monitoraggio sull’esito dell’uso di questo farmaco, che non è ancora stato registrato
dall’AIFA – è in attesa di registrazione, e probabilmente lo sarà a brevissimo perché è una
pratica in corso –, e che di fatto è un farmaco
di importazione. Vorremmo capire l’esito ed i
successi di questi interventi, e vorremmo soprattutto capire quanti interventi hanno compimento all’interno dell’ambiente ospedaliero.
L’efficacia della RU486 si manifesta dopo 2448 ore e non sempre la donna è all’interno
dell’ambiente ospedaliero. Le gravidanze vengono interrotte, con evidente perdita da parte
della donna di quelle sostanze organiche che
vengono espulse a seguito dell’effetto del farmaco, anche in ambiente domestico.
Badate, la somministrazione del farmaco
avviene in ambiente ospedaliero in regime di
day hospital e non di ricovero. Questa circostanza può produrre effetti che possono provocare disagi alla donna piuttosto che vantaggi.
Su questo vorremmo che l’assessore relazionasse. Se l’assessore vuole portarci dei dati
o monitorare l’uso della RU486, noi chiedia-
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
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RESOCONTO STENOGRAFICO
mo che tale monitoraggio avvenga su questi
elementi informativi e non su meri elementi
statistici. Ben venga, allora, questa pratica se
effettivamente ha un esito favorevole. Tuttavia, siccome siamo in una fase in cui stiamo
usando in Puglia, regione pioniera tra le poche
che la usano, un farmaco che viene importato
perché registrato in un altro Stato della Comunità europea, vorremmo capire, assessore,
al di là della sua ilarità, del suo sorriso, della
sua mancata condivisione di quanto sto dicendo – secondo lei, probabilmente, le mie considerazioni sono sciocchezze – l’esito di questo
tipo di interventi, in che modo vanno a compimento e soprattutto se l’interruzione avviene, realmente o meno, in ambiente ospedaliero.
Se su questo ci vuole fornire, anche successivamente, dei dati noi ci sentiremmo più sereni. Non comprendiamo la fretta – o meglio, la
comprendiamo, ma rileviamo un problema ideologico al contrario – con cui si è voluto
prima introdurre questa metodica in sole due
unità operative di Puglia e oggi la si vuole, attraverso il Piano, estendere a sei unità operative, senza comprendere se nella nostra regione
questa pratica ha avuto una certa efficacia, in
che modo e con quale svolgimento successivo.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare
l’assessore Tedesco.
TEDESCO, assessore alle politiche della
salute. Collega Silvestris, sorridevo, ma non
per i contenuti delle sue affermazioni – non mi
sarei mai permesso – bensì perché lei ha gratificato la Puglia del titolo di regione pioniera
nell’utilizzo di questa metodologia anche se
siamo molto distanti dall’esserlo. Onestamente, ci auguriamo di diventarlo rispetto alla capacità di intercettare i bisogni di salute della
donna in maniera più efficace.
Detto questo, non ho alcuna difficoltà, come ho detto alla collega Marmo, a corrispondere a questa sua richiesta di ulteriori informa-
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zioni circa gli esiti delle interruzioni di gravidanza, circa il decorso e le modalità di interruzione di gravidanza. Fornirò questi riscontri al
Consiglio in una prossima occasione. Se si ritiene che io possa fornirli in sede di Commissione, per me va benissimo. In quella sede ci
confronteremo sicuramente su questo tema.
Mi impegno, nel tempo necessario, a raccogliere le informazioni che mi ha richiesto. Come ho già detto, non c’è da sperimentare nulla
e non intendiamo accelerare i tempi. Si tratta
bensì, lo ripeto, di corrispondere il diritto legittimo delle donne a scegliere liberamente una
modalità di interruzione di gravidanza che è
assolutamente contemplata dalla normativa
mondiale.
ZULLO. Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ZULLO. Signor Presidente, colleghi consiglieri, sono favorevole a questo emendamento,
non solo per le considerazioni espresse dal
collega Silvestris, ma anche perché
l’emendamento va letto coordinandolo con la
norma che emenda. La norma recita: «Le unità
operative individuate devono poter offrire tutte le possibili soluzioni terapeutiche». Aggiungere la frase «ivi compresa l’adozione delle
metodiche non chirurgiche» a mio avviso è
qualcosa di pleonastico.
Pertanto, cogliendo gli insegnamenti del
collega Sannicandro, voterò a favore di questo
emendamento.
PRESIDENTE. Pongo ai voti l’emendamento
n. 202.
Non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
203), a firma dei consiglieri Palese, Caroppo,
Ruocco, Scalera, Zullo, Surico, Marmo G. ed
altri, del quale do lettura: «Capitolo 3.1.1
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RESOCONTO STENOGRAFICO
(pag. 152). Gravidanza non voluta. Paragrafo:
percorso per interruzione volontaria di gravidanza (IVG). Dopo il quarto capoverso aggiungere i seguenti capoversi:
“Stipulare apposite convenzioni con le
Formazioni sociali di base, le Associazioni familiari, le Associazioni di promozione sociale
inserite nell’Albo regionale e le Associazioni di
volontariato che contribuiscano al superamento delle cause che potrebbero indurre la donna
alla richiesta di IVG, garantendo il sostegno
alla maternità difficile anche dopo la nascita
del bambino”;
promuovere una efficace campagna
d’informazione sul parto in anonimato, patrocinata dalle Istituzioni ed eventualmente gestita dalle Associazioni di volontariato in attuazione di quanto previsto dalla legge n 194/78
che all’art 1 comma 3 recita ‘Lo Stato, le regioni e gli enti locali.... promuovono altresì iniziative di formazione dell’opinione pubblica
sull’affidamento, sull’adozione e di sostegno
all’attività delle comunità di tipo familiare....I
medesimi enti possono stipulare convenzioni
con enti o associazioni senza fini di lucro che
operano nel campo della tutela dei minori e
delle famiglie per la realizzazione delle attività
di cui al presente comma’;
prevedere la riformulazione e l’utilizzo, da
parte degli operatori consultoriali, o di chiunque venga a contatto con la donna che fa richiesta di IVG, della scheda ISTAT di rilevazione degli aborti volontari, con l’introduzione
di campi relativi al monitoraggio delle cause
che inducono la donna a richiedere l’IVG –
con specifico riferimento ai motivi sociali ed
economici – ed alle malformazioni fetali rilevate mediante riscontro anatomo-patologico,
dopo l’espletamento di un aborto cosiddetto
‘terapeutico’; ciò al fine di consentire alla Regione Puglia la possibilità di modulare interventi preventivi dell’aborto volontario e di
scongiurare la pratica dell’eugenismo”».
Lo pongo ai voti.
Non è approvato.
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È stato presentato un emendamento (n.
204), a firma dei consiglieri Palese, Silvestris,
Ruocco, Caroppo, Marmo G., Surico, Zullo,
Marinotti, Scalera, Attanasio ed altri, del quale
do lettura: «Capitolo 3.1.1 (pag. 152) Gravidanza non voluta. Paragrafo: “Sul piano della
prevenzione”. Al primo capoverso, dopo “Ufficio Regionale Scolastico”, aggiungere: “Associazioni Familiari ed Università degli Studi,
per la realizzazione di ...”; dopo “docenti, genitori e ragazzi” aggiungere: “da realizzarsi
preferibilmente nelle scuole, con il coordinamento delle Associazioni dei Genitori e del
Consiglio di Istituto”».
Ha chiesto di parlare la consigliera Giuseppina Marmo. Ne ha facoltà.
MARMO Giuseppina. Signor Presidente,
colleghi consiglieri, vorrei dire all’assessore
che sono molto d’accordo nel coinvolgere la
scuola sull’educazione sessuale. Rischiamo,
però, in questo modo di mettere fuori le Associazioni familiari.
La famiglia deve essere coinvolta in questo
processo di educazione sessuale dei ragazzi.
Perché dobbiamo dire di no? Vi vorrei far notare che già oggi assistiamo ad un grosso scollamento tra la scuola e la famiglia. Si parla
semplicemente del coinvolgimento del consultorio con l’ufficio scolastico regionale. Le famiglie, assessore, sono fuori. L’educazione
non può essere affidata solo al consultorio e
alla scuola. Bisogna coinvolgere le famiglie.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare
l’assessore Tedesco.
TEDESCO, assessore alle politiche della
salute. Il riferimento alla famiglie è a pagina
152, laddove è scritto: «Sul piano della prevenzione. Stipula di protocolli di intesa tra assessorato alle politiche della salute e ufficio
regionale scolastico per la realizzazione di
progetti stabili di educazione alla fertilità e alla
sessualità da destinarsi a docenti, genitori e
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
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RESOCONTO STENOGRAFICO
ragazzi». Citare i genitori, secondo voi, vuol
dire inserire la famiglia? Nell’accezione di genitori, vogliamo ricomprendere anche la famiglia, oppure vogliamo dire che i genitori sono
una cosa diversa dalla famiglia? Le Associazioni familiari avranno il ruolo che hanno in
tutte le funzioni del servizio sanitario. Le Associazioni, possono essere coinvolte sulla base
di specifiche proposte che potranno essere accolte o meno.
PRESIDENTE. Pongo ai voti l’emendamento.
Non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
205) a firma dei consiglieri Palese, Silvestris,
Ruocco, Caroppo, Marmo G., Surico, Zullo,
Marinotti, Attanasio ed altri, del quale do lettura: «Capitolo 3.1.1 (pag. 152). Gravidanza
non voluta. Al capitolo Gravidanza non voluta
- paragrafo “Sul piano della prevenzione”, al
secondo capoverso dopo la parola “Prescrizione” aggiungere le parole: “con registrazione su registro informatico accessibile on line
dalla rete dei prescrittori”».
Ha chiesto di parlare il consigliere Zullo.
Ne ha facoltà.
ZULLO. Signor Presidente, colleghi consiglieri, con questo emendamento noi vogliamo
sottoporre all’attenzione del Consiglio un problema che riguarda quelle donne che magari
fanno ricorso alla prescrizione della contraccezione di urgenza più volte nell’arco di trenta
giorni. Tra le controindicazioni del farmaco vi
è infatti anche quella di evitare un ricorso così
frequente.
Per questo motivo, assessore, vorremmo eliminare questo rischio. Se il farmaco viene prescritto ogni giorno da un medico diverso è naturale che si verifichino problemi di questo genere.
TEDESCO, assessore alle politiche della
salute. Secondo lei, dobbiamo schedare queste
donne?
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ZULLO. Assessore, lei non può minimizzare o eludere questi rischi. Lei, quale assessore
alle politiche della salute, deve tener conto dei
rischi che potrebbero esserci per la salute delle
donne che fanno ricorso a questa pratica.
TEDESCO, assessore alle politiche della
salute. Consigliere Zullo, queste donne si rivolgono a dei medici.
ZULLO. Non tutti i medici possono sapere
cosa ha prescritto un collega precedentemente.
PRESIDENTE. Pongo ai voti l’emendamento.
Non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
206), a firma dei consiglieri Palese, Silvestris,
Ruocco, Caroppo, Marmo G., Surico, Zullo,
Marinotti, Attanasio ed altri, del quale do lettura: «Capitolo 3.1.1 (pag. 152). Gravidanza
non voluta. Al capitolo Gravidanza non voluta
- paragrafo “Sul piano della prevenzione”, aggiungere alla fine del secondo capoverso dopo
le parole “guardia medica” le seguenti parole:
“È comunque fatta salva per il sanitario
l’autonomia medico-scientifica di prescrizione
della contraccezione d’emergenza, rispettando
altresì la sua possibilità di appellarsi alla clausola di coscienza. In ogni caso la donna dovrà
essere informata, a cura della ASL competente, sui presidi alternativi a cui rivolgersi.”».
Ha chiesto di parlare il consigliere Zullo.
Ne ha facoltà.
ZULLO. Signor Presidente, colleghi consiglieri, per come è scritto il Piano della salute,
sembra quasi che sia fatto obbligo, alla guardia
medica o a chi svolge servizio nei pronto soccorso, di prescrivere la pillola. È chiaro, però,
che la prescrizione è sempre assoggettata ad
un’autonomia di parere tecnico-scientifico, alla
scienza e alla coscienza del medico.
Questo, a nostro avviso, va scritto nel Piano. Se non procediamo in questo modo ap-
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RESOCONTO STENOGRAFICO
proveremo una norma di imperio, una norma
di assoluta coercizione rispetto ad un professionista che deve rispondere prima di tutto ai
doveri di scienza e di coscienza. È un paragrafo che, a mio parere, dovrebbe essere ricompreso nel Piano. Mi auguro, pertanto, che questo emendamento possa essere votato favorevolmente.
PRESIDENTE. Pongo ai voti l’emendamento.
Non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
207), a firma dei consiglieri Palese, Silvestris,
Ruocco, Caroppo, Marmo G., Surico, Zullo,
Marinotti, Attanasio, Scalera ed altri, del quale
do lettura: «Capitolo 3.1.1 (pag. 152) Gravidanza non voluta. Al capitolo Gravidanza non
voluta - paragrafo “Sul piano della prevenzione”, aggiungere il seguente quarto capoverso:
“attivazione, attraverso le azioni di politica sociale, di tutti gli strumenti utili a favorire la
prosecuzione della gravidanza, ivi compreso il
sostegno economico alle gestanti durante la
gravidanza e dopo il parto, laddove la scelta di
interrompere la gravidanza sia dettata
dall’incidenza di condizioni di disagio socioeconomico”».
Ha chiesto di parlare il consigliere Silvestris. Ne ha facoltà.
SILVESTRIS. Signor Presidente, chiedo
all’assessore Tedesco la cortesia di ragionare
su questo emendamento.
In questo paragrafo, la prevenzione alle
gravidanze non desiderate si sostanzia in tre
azioni: protocollo di intesa tra assessorato alle
politiche della salute e ufficio regionale scolastico, per progetti di educazione alla affettività
e alla sessualità; prescrizione della contraccezione di emergenza; istituzione di uno sportello giovane nei consultori.
Come risulta evidente, parliamo di uno
sportello giovani nei consultori e di iniziative
di educazione alla affettività nelle scuole – os-
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sia di due aspetti informativi ed educativi – e
di contraccezione di emergenza. In altre parole, assessore Tedesco, parliamo di tre azioni
che prevengono la gravidanza. Tuttavia, nel
momento in cui la gravidanza è stata constatata e vi può essere la scelta di interromperla,
qual è l’azione preventiva che la Regione mette in atto? Nessuna.
Ci sono due fasi, quella informativa, educativa e contraccettiva per prevenire la gravidanza e quella successiva, quando la gravidanza è
constatata, per prevenirne l’interruzione. In
questa seconda fase non interviene nessuna azione di prevenzione.
Ebbene, in merito a questo emendamento –
se non vi va bene possiamo riformularlo insieme – chiedo di individuare anche un’azione di
prevenzione all’interruzione e, dunque, non
solo le tre azioni di prevenzione alla gravidanza.
Difatti, la legge n. 194, che è legge di tutti,
favorisce e promuove la prevenzione rispetto
alla volontà di interruzione, delegando agli enti
locali il compito di avviare una serie di azioni
positive per favorire una scelta nella direzione
della prosecuzione della gravidanza rimuovendo, con il consenso della donna, le cause che
ostano alla sua prosecuzione.
Vi sono indicate tre azioni di prevenzione alla
gravidanza, ma non è prevista neanche una, per
la fase successiva alla constatazione della gravidanza, di prevenzione all’interruzione, cosa che
invece la legge n. 194 delega agli enti locali, indicandone i compiti specifici.
Non voglio condurre una battaglia di religione anche su questo argomento, ma stiamo
parlando di funzioni conformi alla legge nazionale che rientrano nei compiti dei consultori
e che in questo Piano non vengono assolutamente considerate, dal momento che la prevenzione alla gravidanza non desiderata si basa
sull’informazione nelle scuole, sullo sportello
nei consultori e sulla pillola del giorno dopo.
Si tratta di un’azione di prevenzione alla gravidanza, non di un’azione positiva per favorir-
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RESOCONTO STENOGRAFICO
ne la prosecuzione quando la gravidanza stessa viene constatata.
Invito l’assessore Tedesco ad un supplemento di attenzione. Se non va bene come attività di prevenzione quella che abbiamo indicato nel nostro emendamento – lo ripeto – allora se ne individui un’altra, ma stabiliamo in
una parte di questo Piano che la prevenzione
non è solo verso la gravidanza, ma rappresenta
anche un’azione positiva per favorirne la prosecuzione laddove, con il consenso della donna, si possano rimuovere le cause che inducono all’interruzione della stessa.
Sono solo queste le richieste che avanziamo
con questo emendamento e penso che, al di là
degli interventi dei rappresentanti della Chiesa,
si tratti di aspetti che tutti quanti dovremmo
considerare in maniera assolutamente laica e
serena.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare
l’assessore Tedesco.
TEDESCO, assessore alle politiche della
salute. Signor Presidente, mi sono allontanato
dal banco della Giunta proprio per ascoltare la
collega Gentile e capire se questa sollecitazione non possa essere recepita all’interno dei
Piani sociali di zona. Mi pare che quella sia la
collocazione più adatta per un’azione di questo genere che, naturalmente, esula dalle possibilità di attivazione dei fondi del servizio sanitario e non può che essere ricompresa fra le
azioni finanziate dalle politiche sociali.
A tal riguardo, ho ottenuto dalla collega
Gentile la disponibilità a valutarlo e a trovare
le forme per inserirlo nella futura programmazione.
SILVESTRIS. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SILVESTRIS. Signor Presidente, stiamo
parlando dell’attivazione, attraverso le azioni
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di politica sociale, di strumenti utili a favorire
la prosecuzione della gravidanza, laddove la
scelta di interrompere la gravidanza venga dettata dall’incidenza di condizioni di disagio socio economico. Francamente, ritengo che sia
una giusta precisazione.
In questo modo stabiliamo che, nel momento in cui una gravidanza potenzialmente evolve
verso l’interruzione, in presenza di cause superabili attraverso un sostegno dell’ente pubblico, si debba intervenire. In caso contrario, si
tratterebbe soltanto di prevenzione alla gravidanza e non all’interruzione, laddove si tratti
di gravidanza già constatata.
MARMO Giuseppina. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARMO Giuseppina. Signor Presidente,
condivido quanto detto dall’assessore Tedesco, in quanto il problema è essenzialmente
socio sanitario. Anzi, sono contenta che
l’assessore Tedesco abbia chiamato in causa
l’assessore Gentile, perché tra l’altro dovrebbero andare molto di più a braccetto e ritrovarsi molto di più.
Condivido che vi sia questa impostazione
nei Piani sociali di zona: in questo modo potremmo rimuovere le cause e fornire un aiuto
concreto. Bisogna fare in modo che tutto ciò
che rinviamo ad altri sia preso in considerazione.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare
l’assessore Tedesco.
TEDESCO, assessore alle politiche della
salute. Signor Presidente, per quanto mi riguarda, sarebbe più utile, data anche la disponibilità della collega, girare all’assessorato
competente questo tipo di raccomandazione
affinché se ne tenga conto.
Quella dei Piani sociali di zona credo sia la
sede più adeguata.
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RESOCONTO STENOGRAFICO
SILVESTRIS. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SILVESTRIS. Signor Presidente, fermo restando che possiamo girare tale raccomandazione ai Piani sociali, indicare fra le azioni di
prevenzione la volontà di attivare, di concerto
con le azioni di politica sociale, azioni utili a
favorire la prosecuzione della gravidanza, non
mi sembra un’iniziativa che esuli dal contesto,
ma assolutamente in luogo. Fermo restando
che il tutto dovrà essere, poi, codificato e ricompreso nei Piani di zona.
Assessore, come quarta voce relativa alla
prevenzione, ritengo che si possa aggiungere
la seguente formulazione: “attivare di concerto
con le azioni di politica sociale – questa azione, quindi, sarà ricompresa nel Piano regionale
e, di conseguenza, nei Piani di zona – gli strumenti utili a favorire la prosecuzione della
gravidanza, laddove la scelta di interrompere
la gravidanza sia dettata dall’incidenza di condizioni di disagio socio-economico e nel rispetto della volontà della donna”. Potremmo
aggiungere questa formulazione che non sarebbe né in contrasto né fuori luogo. In questo
modo, porteremmo avanti una concreta azione
preventiva.
ZULLO. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ZULLO. Signor Presidente, ritengo che bisognerebbe andare nella direzione indicata dal
collega Silvestris, e questo per una semplice
ragione. In apertura dei lavori abbiamo sostenuto che questo tipo di attività ha una valenza
sociosanitaria e che non è possibile rimandarla
ad altre programmazioni. Dobbiamo tenerla
qui, dal momento che dobbiamo integrare tutte le risposte ai bisogni sanitari e sociali.
Per queste ragioni mi auguro che questo
capannello produca qualcosa di buono.
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PRESIDENTE. Comunico che l’emendamento
n. 207 viene momentaneamente accantonato.
È stato presentato un emendamento (n.
208) a firma dei consiglieri Palese, Ruocco,
Caroppo, Silvestris, Scalera, Congedo, Zullo
ed altri, del quale do lettura: «A pag. 153 eliminare la frase “la diagnosi pre-impianto degli
embrioni trasferiti”».
Ha chiesto di parlare il consigliere Zullo.
Ne ha facoltà.
ZULLO. Signor Presidente, colleghi consiglieri, il citato passaggio del Piano della salute
è per noi in contrasto con la legge n. 40, in quanto la diagnosi pre-impianto non è prevista nella
nostra normativa nazionale e non può passare in
questo modo in un Piano della salute.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
MARMO Giuseppina. Domando di parlare
per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARMO Giuseppina. Signor Presidente,
desidero far notare che le strutture pubbliche
esistenti garantiscono la diagnosi pre-impianto
degli embrioni trasferiti. Questa diagnosi è
scientificamente imprecisa. Probabilmente,
s’intende parlare di diagnosi genetica preimpianto.
Ad ogni modo, molte sentenze di Corte costituzionale, oltre che la legge n. 40, si occupano di tale questione. Quindi, a mio avviso,
sarebbe opportuno estrapolare questo argomento dal Piano, approfondirlo ed eventualmente integrarlo in un secondo momento.
Mi dichiaro, comunque, a favore di questo
emendamento.
PRESIDENTE. Il Governo esprime parere
contrario.
Pongo ai voti l’emendamento.
Non è approvato.
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RESOCONTO STENOGRAFICO
Riprendiamo l’esame dell’emendamento n.
207, precedentemente accantonato.
Ha facoltà di parlare l’assessore Tedesco.
TEDESCO, assessore alle politiche della
salute. Signor Presidente, intendo comunicare
che il Governo raccomanderà alla collega
Gentile di valutare la proposta all’interno del
Piano regionale.
PRESIDENTE. Il contenuto dell’emendamento
n. 207, dunque, è accolto, ma trasferito
all’assessorato per le politiche sociali.
Lo pongo ai voti.
Non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
209) a firma dei consiglieri Palese, Ruocco,
Caroppo, Chiarelli, Silvestris, Scalera, Zullo,
Attanasio, Marmo G., Surico, Marinotti ed altri, del quale do lettura: «A pag. 155, paragrafo “Sanità e disuguaglianze legate ai diversi
generi”:
- Al titolo cassare le parole “legate ai diversi generi”;
- al punto 1 eliminare le parole “ed identità
di genere”;
- cassare i punti 2 e 4».
Ha chiesto di parlare la consigliera Giuseppina Marmo. Ne ha facoltà.
MARMO Giuseppina. Signor Presidente,
l’emendamento del Governo mitiga notevolmente il titolo precedente.
È chiaro che sulle politiche di genere c’è
molta letteratura, così come molto rispetto.
Credo che sia necessario approfondire la questione con oculatezza.
Pertanto,
esprimo
voto
contrario
all’emendamento da me stessa sottoscritto e
favorevole all’emendamento successivo presentato dal Governo.
PRESIDENTE. Pongo ai voti l’emendamento.
Non è approvato.
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È stato presentato un emendamento (n.
210) a firma dell’assessore Tedesco, del quale
do lettura: «A pag. 155 il titolo della Sezione
“Sanità e disuguaglianze legate ai diversi generi” è modificato come segue: “Sanità e diseguaglianze di genere”».
Lo pongo ai voti.
È approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
211) a firma dell’assessore Tedesco, del quale
do lettura: «A pag. 155 al primo rigo della sezione “Sanità e disuguaglianze legate ai diversi
generi” dopo le parole “disuguaglianze” sostituire le parole “legate ai diversi generi” con le
parole “di genere”».
Lo pongo ai voti.
È approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
212) a firma dei consiglieri Palese, Ruocco,
Caroppo, Silvestris, Scalera, Congedo, Chiarelli, Zullo, Marmo G., Surico, Marinotti ed
altri, del quale do lettura: «A pag. 155 paragrafo “Sanità e disuguaglianze legate ai diversi
generi”.
Al termine di detto paragrafo aggiungere il
seguente:
- Politiche di genere ed esenzioni per le famiglie numerose.
Dai risultati del processo partecipativo risultano evidenti, tra gli altri, due punti:
- le donne ricorrono molto meno al ricovero, in favore di diagnosi e cure ambulatoriali
che però incidono considerevolmente sul bilancio familiare, già negativo;
- non vengono adeguatamente considerate
le famiglie, in cui le persone e le donne vivono, e in modo particolare le famiglie numerose
che ancora esistono nel nostro paese. In Puglia
le famiglie con quattro figli e oltre sono circa
21.000 (circa 17.000 con solo 4 figli), poco
meno del 2% del totale dei nuclei familiari di
questa Regione. Inoltre, come è noto, si riscontra che l’incidenza della povertà relativa
Atti consiliari della Regione Puglia
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RESOCONTO STENOGRAFICO
delle famiglie con tre o più figli è del 35%
contro il 20-24% di famiglie con meno di 3 figli (l’incidenza della povertà relativa con 3 o
più figli minori è del 42,7%, contro il 19-30%
di famiglie con meno di tre figli minori). Pertanto, la quota di spesa che le famiglie numerose possono dedicare alla salute è ridotta».
Ha chiesto di parlare la consigliera Giuseppina Marmo. Ne ha facoltà.
MARMO Giuseppina. Signor Presidente,
l’emendamento in esame tratta il problema
delle famiglie numerose. La stessa Costituzione italiana contempla il sostegno da garantire a
tale tipologia di famiglia.
Credo, dunque, che questo emendamento
debba essere aggiunto a quell’ordine del giorno – ci auguriamo che porti dei frutti – relativo all’esenzione del ticket, discusso poc’anzi.
Ad ogni modo, se con l’aiuto delle politiche
sociali riuscissimo a sostenere le famiglie numerose, credo che faremmo cosa buona e giusta.
PRESIDENTE. Pongo ai voti l’emendamento.
Non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
213) a firma dell’assessore Tedesco, del quale
do lettura: «A pag. 156 sostituire il titolo della
sezione “Il polo materno infantile” con “Il percorso materno infantile”».
Lo pongo ai voti.
È approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
214) a firma dell’assessore Tedesco, del quale
do lettura: «A pag. 156, dopo il II capoverso
della Sezione “Il polo materno infantile” aggiungere il seguente testo: “Per quanto riguarda la diagnosi prenatale, con l’Unità Operativa
Semplice di Medicina Fetale e Diagnosi Prenatale a valenza dipartimentale istituita dalla
ASL BA nel Dipartimento Materno Infantile
del P.O. Di Venere, è stato avviato un proget-
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to per la diagnosi e la gestione della patologia
fetale”».
Lo pongo ai voti.
È approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
215) a firma dell’assessore Tedesco, del quale
do lettura: «A pag. 156, all’inizio del III capoverso della Sezione “Il polo materno infantile”
cassare le parole “Sulla base di tali premesse”».
Lo pongo ai voti.
È approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
216) a firma dell’assessore Tedesco, del quale
do lettura: «A pag. 166 dopo l’ultimo capoverso del paragrafo 3.1.6 inserire il seguente
testo: “Reti dedicate verranno attivate per la
prevenzione, la diagnosi e la terapia delle malattie neurodegenerative degli organi di senso
(in particolare apparati uditivo e visivo).”».
Lo pongo ai voti.
È approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
217) a firma dei consiglieri Surico, Palese ed
altri, del quale do lettura: «A pag. 187, Cap. 4
– La rete della formazione e della ricerca, aggiungere un comma 4.3 dal titolo “Rapporti
Regione e IRCCS” così strutturato:
“Gli istituti di ricovero e cura a carattere
scientifico di diritto pubblico ‘Gastroenterologico di Castellana Grotte ed Oncologico di
Bari’, nel pieno rispetto delle disposizioni del
D.lgs n. 288/03 sono parte integrante della rete sanitaria ospedaliera della Regione Puglia;
essi garantiscono un apporto coerente con le
finalità di politica di salute della regione Puglia, che riconosce in essi il valore aggiunto
fornito dalla ricerca transazionale e dai processi formativi di cui sono protagonisti. Essi, confermati e potenziati nelle attività attualmente
svolte, garantiscono altresì forme di complementarietà e/o sinergia e/o integrazione con le
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
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RESOCONTO STENOGRAFICO
altre strutture del SSR. Tutta la loro attività
viene definita attraverso accordi contrattuali
con la regione Puglia, coerentemente alle linee
di indirizzo nazionali e regionali in tema di salute e di ricerca scientifica, e sostenuta con
specifici finanziamenti annuali regionali”».
È stato presentato un emendamento (n.
218) a firma dei consiglieri Marino e Olivieri,
del quale do lettura: «A pag. 187, Capitolo 4
del PSR “La Rete della Formazione e della Ricerca”, aggiungere un comma 4.3 dal titolo
“Rapporti Regione e IRCCS” così strutturato:
“Gli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere
Scientifico di diritto pubblico (Gastroenterologico di Castellana Grotte ed Oncologico di
Bari), nel pieno rispetto delle disposizioni del
D.lgs n. 288/03, sono parte integrante della
rete sanitaria ospedaliera della Regione Puglia;
essi garantiscono un apporto coerente con le
finalità di politica di salute della Regione Puglia, che riconosce in essi il valore aggiunto
fornito dalla ricerca traslazionale e dai processi
formativi di cui sono protagonisti. Essi, confermati e potenziati nelle attività attualmente
svolte, garantiscono altresì forme di complementarietà e/o sinergia e/o integrazione con le
altre strutture del SSR. Tutta la loro attività
viene definita attraverso accordi contrattuali
con la Regione Puglia, coerentemente alle linee di indirizzo nazionali e regionali in tema di
salute e di ricerca scientifica, e sostenuta con
specifici finanziamenti annuali regionali”».
Comunico che gli emendamenti nn. 217 e
218, essendo pressoché identici nel testo, verranno esaminati e votati in maniera congiunta.
Ha facoltà di parlare l’assessore Tedesco.
TEDESCO, assessore alle politiche della
salute. Signor Presidente, chiedo ai colleghi di
ritirare entrambi gli emendamenti perché, come voi sapete, la competenza sugli IRCCS
pubblici, sulle aziende ospedaliere universitarie
e sugli enti ecclesiastici è stata mantenuta in
capo al Governo regionale, che dovrà concordare con queste strutture non solo la defini-
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VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
zione dei modelli relativi all’organizzazione
interna, ma anche le finalità ulteriori che dovranno essere perseguite, soprattutto in relazione alle nuove opportunità che le condizioni
logistiche delle due strutture rinnovate, ampliate e modernizzate potranno consentire.
Se i colleghi sono d’accordo a ritirarli,
dunque, la prenderei come una raccomandazione e terrei informato il Consiglio sulla definitiva organizzazione, nel momento in cui sarà
messa a punto.
PRESIDENTE. Comunico che gli emendamenti nn. 217 e 218 sono stati ritirati dai
proponenti.
È stato presentato un emendamento (n.
219) a firma del consigliere Romano, del quale
do lettura: «A completamento di quanto sopra
e nella logica di attualizzare i principi generali,
si propone di concludere il capitolo 5.1.3
‘Qualità e gestione del Rischio’.
Dopo “all’interno del Sistema Sanitario della nostra Regione” (pag. 192) si aggiunge:
“a tal fine si indica la istituzione di:
1. coordinamento regionale dell’iniziativa
attraverso un Gruppo di lavoro multidisciplinare con obiettivi di pianificazione, formazione, controllo;
2. coordinamento dei Risk Manager e creazione di un network regionale;
3. creazione di programmi formativi regionali per i Risk Manager Ospedalieri;
4. creazione di Gruppi di Lavoro interaziendali (coordinati dalla Regione Puglia) su
temi specifici inerenti la gestione del rischio
(es. Gestione Consenso Informato, Procedure
di Identificazione Paziente, ...);
5. creazione di sistemi di reporting centralizzati (regionali) che monitorino lo stato
dell’arte in materia di rischio clinico nella Regione Puglia e nelle singole Aziende (strumento finalizzato ad ottenere una visione complessiva da parte della Regione dell’andamento del
rischio e del contenzioso di responsabilità civile, con lo scopo di identificare linee di indiriz-
Atti consiliari della Regione Puglia
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RESOCONTO STENOGRAFICO
zo e guida per la prevenzione del rischio nelle
Aziende, oltre che strumento di controllo del
fenomeno e dei sinistri anche in un’ottica di
eventuale centralizzazione dell’acquisto della
copertura assicurativa);
6. creazione di momenti di confronto con il
Mercato Assicurativo;
7. creazione di Comitati Valutazione Sinistri a livello aziendale.”».
Ha facoltà di parlare l’assessore Tedesco.
TEDESCO, assessore alle politiche della
salute. Signor Presidente, voglio ricordare al
collega Romano che la Giunta regionale ha già
istituito, ed è già operante, un gruppo di lavoro che si occupa di tale materia.
PRESIDENTE. Comunico che l’emendamento
n. 219 è stato ritirato dal proponente.
È stato presentato un emendamento (n.
220) a firma dell’assessore Tedesco, del quale
do lettura: «A pag. 202 il capitolo 6. La sostenibilità del sistema e la programmazione finanziaria è integralmente sostituito dal seguente:
6. La sostenibilità del sistema e la programmazione finanziaria
6.1 Le risorse di sistema
Il contesto demografico ed epidemiologico
che caratterizza i paesi occidentali e l’Italia in
particolare, legato all’invecchiamento ed alla
sempre maggiore prevalenza delle patologie
cronico degenerative, solleva in maniera sempre più forte il problema della sostenibilità economico- finanziaria del sistema sanitario nazionale e regionale.
Il trend di incremento della spesa sanitaria,
legato alla evoluzione dei bisogni così come
oggi si esprimono, e quello del PIL, molto più
contenuto, porteranno ad un allargamento della forbice fra capacità di reperimento delle risorse e risorse necessarie.
Proiettando le situazioni a lungo termine è
legittimo prevedere una incapacità della collettività a far fronte alle esigenze finanziarie necessarie per garantire la tutela della salute in
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VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
condizioni di universalità ed equità. Ma la salute è un bene costituzionalmente garantito
(forse il primo), è interesse dell’intera collettività, è al vertice dell’interesse dei singoli e
quindi la capacità di tutela è il primo segno
della civiltà di un paese.
Vanno pertanto individuate le strade che
devono portare all’equilibrio del sistema.
A tal fine vanno considerate alcune variabili.
a) La disponibilità effettiva e potenziale di
risorse.
b) La considerazione del problema emergente della non autosufficienza a cavallo tra la
competenza sanitaria e sociale.
c) La responsabilizzazione sull’uso delle risorse a tutti i livelli, di governo dei prescrittori, degli erogatori, dei cittadini. Questi ultimi
in particolare devono acquisire la consapevolezza di essere fruitori di un servizio autofinanziato con il sistema della tassazione nel
quale gli sprechi ricadono su chi li produce.
d) Il perseguimento della appropriatezza
delle prestazioni.
e) La corretta allocazione di risorse tra i livelli e i sottolivelli assistenziali con particolare
riferimento all’investimento in prevenzione.
Tanto chiarito, va rilevato che la forbice fra
risorse destinate alla sanità e fabbisogno tendenziale è un aspetto acquisito ed evidenziato
nel DPEF. Di contro l’anno 2007 è l’anno in
cui il Governo nazionale ha prodotto il maggiore sforzo a favore del sistema sanitario nella allocazione delle risorse.
Le disponibilità di risorse a livello nazionale
sono state incrementate di due miliardi di euro
ad integrazione del fabbisogno 2006, portandolo da 89,960 a 91,960 milioni di euro ed elevando a 96,040 milioni il finanziamento del
fabbisogno 2007 per l’intero servizio sanitario
nazionale.
A fronte di tale incremento i trasferimenti a
favore della Regione Puglia si sono mantenuti
notevolmente inferiori alla media nazionale,
mentre i disavanzi del sistema delle ASL re-
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RESOCONTO STENOGRAFICO
gionali hanno subito nel 2006 e nel 2007 una
significativa flessione rispetto all’esercizio
2005.
Tuttavia, la constatazione dell’esistenza di
un disavanzo strutturale più o meno costante a
partire dal 2004 parallelamente al mancato rispetto del patto di stabilità per l’anno 2006,
comporta la necessità di sottoscrivere con i
competenti livelli ministeriali un Piano di rientro triennale del disavanzo riferito agli anni
2008-2009-2010 al fine di accedere al finanziamento integrativo a carico dello Stato.
L’esigenza di stipulare il suddetto Piano di
rientro triennale del disavanzo ha fortemente
influenzato il processo di definizione degli obiettivi (generali, specifici ed operativi) e delle
priorità di intervento indicate nel PRS. Infatti,
le azioni che il PRS intende promuovere e tra
queste in particolare:
- il contenimento della spesa farmaceutica;
- la riorganizzazione dell’assistenza ospedaliera, anche mediante la attivazione dei nuovi
modelli alternativi di assistenza predisposti a
garanzia del miglioramento dei livelli complessivi di appropriatezza del sistema e del conseguente allineamento dei tassi di ospedalizzazione a quelli medi nazionali;
- la riconversione dei piccoli ospedali e
l’accorpamento di altri in strutture più moderne ed efficienti,
costituiscono i presupposti sui quali sarà
sviluppato il Piano di rientro triennale del disavanzo riferito agli anni 2008-2010.
È, comunque, da rimarcare in questa sede
che, al di là delle possibili aree di interventi di
razionalizzazione ed economia della spesa, il
disavanzo strutturale è prevalentemente connesso ad una considerevole sottostima del fabbisogno di risorse determinato dai criteri di riparto nazionale che vede la Puglia tra gli ultimi
posti nella graduazione del fabbisogno riconosciuto per quota capitaria.
Per l’anno 2008 alla Regione Puglia è
stato riconosciuto un fabbisogno di 6,581
milioni di euro riducendo addirittura la quo-
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ta di accesso al fondo nazionale da 6,77 a
6,73 per cento.
L’importo di 6,581 milioni di euro è calcolato al lordo della mobilità passiva, del conguaglio negativo di mobilità del 2006 e delle
entrate proprie, determinando un finanziamento per cassa di euro 6,246 milioni.
Gli esborsi alle altre regioni per prestazioni
sanitarie ai cittadini pugliesi costituiscono elemento di disequilibrio del sistema avendo
raggiunto nel 2006 la misura di oltre 190 milioni di euro, ma allo stesso tempo possono risultare uno strumento di riequilibrio puntando,
con l’attuazione del presente Piano, alla consistente riduzione di tale criticità.
Date le esposte considerazioni sulla disponibilità di risorse va considerato che
l’allocazione delle stesse per livelli di assistenza, come previsto nel PSN, è così individuata:
- 5% Prevenzione
- 44% Assistenza ospedaliera
- 51% Assistenza distrettuale territoriale
Detta ripartizione segue la logica
dell’evoluzione demografico-epidemiologica e
dei conseguenti mutamenti dei bisogni sanitari
con riduzione del tasso di ospedalizzazione in
un contesto di auspicata sempre maggiore appropriatezza dell’assistenza ospedaliera in
strutture dedicate al trattamento delle vere acuzie, con spostamento delle risorse verso le
attività di prevenzione, da considerare un reale
investimento, e verso l’assistenza distrettuale
territoriale, ambito delle cure primarie e intermedie, capace di soddisfare i bisogni nella loro
evoluzione.
Il Piano sanitario regionale della Regione
Puglia 2002/2004 ereditava una situazione riferita all’inizio degli anni 2000 in cui le risorse
destinate alla prevenzione si aggiravano intorno al 3% del totale, l’assistenza territoriale assorbiva solo il 43,1% delle risorse e
l’assistenza ospedaliera la quota del 53,8% a
fronte di un valore nazionale del 49,8.
A fronte di tale situazione il Piano si prefissò di pervenire nel triennio 2002/2004 ad una
Atti consiliari della Regione Puglia
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RESOCONTO STENOGRAFICO
ripartizione di 4%, 48% e 48% rispettivamente.
L’assenza di indicatori prefissati per la valutazione di impatto assistenziale e sociosanitario del piano stesso consente una analisi
esclusivamente di carattere economicofinanziario di quanto avvenuto: per l’assistenza
ospedaliera nel triennio si è verificato un contenimento relativo della spesa ospedaliera, realizzato attraverso una politica di contenimento
della spesa per il personale e di soppressione
di strutture. A questo contenimento da un lato
ha fatto riscontro un rapido aumento della
mobilità passiva, dall’altro non ha fatto riscontro un percepibile miglioramento degli altri
due livelli di assistenza.
Una maggiore sensibilizzazione alla tutela
della salute collettiva attraverso iniziative di
educazione sanitaria e prevenzione negli ambienti di vita e di lavoro è rilevabile dal raggiungimento di una quota intorno al 3,7% di
risorse destinate a tale livello. Contemporaneamente macro-indicatori di salute (come ad es.
il prolungamento della vita media) sono risultati in linea con i dati nazionali.
Nel livello dell’assistenza territoriale negli
ultimi anni è stato quasi raggiunto l’obiettivo
della allocazione del 48% delle risorse, ma a
tale obiettivo non ha fatto seguito un sensibile
miglioramento della qualità e dello sviluppo
organizzativo dei servizi territoriali, a riguardo
dei quali è totalmente mancata innovazione e
modernizzazione, con particolare riferimento
alla persistenza di forme arretrate di lavoro dei
Medici di medicina Generale.
La maggiore quantità di risorse investite è
stata assorbita dall’incremento non sempre giustificato della spesa farmaceutica, dall’aumento
di prestazioni diagnostiche con livelli di inappropriatezza probabilmente elevati e dai consistenti incrementi previsti dai rinnovi contrattuali per dipendenti e categorie convenzionate.
Alcune di queste tendenze sono ancora in atto
e la politica di piano deve tener conto della
necessità di correggerle per evitare che nuove
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VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
allocazioni di risorse nel settore non producano risultati di qualità. L’intera teorizzazione
sul ruolo strategico dei distretti scaturita dalla
nuova normativa regionale deve pertanto dispiegare i suoi effetti, all’interno di una cornice nazionale nuova che comincia a delinearsi.
Dal punto di vista economico il patto per la
salute sottoscritto il 28.9.06 tra Governo e
Regioni e le leggi finanziarie 2007/2008 hanno
individuato le risorse a copertura del fabbisogno del SSN per un triennio. Non è la prima
volta che si verifica una programmazione
triennale sul piano finanziario. Già con
l’accordo dell’8.8.2001 fu previsto il fabbisogno relativo al 2002 e gli incrementi relativi al
biennio successivo. All’apparente soddisfazione delle Regioni espressa all’epoca, fece seguito la delusione derivante dalla constatazione,
sul piano nazionale, della insufficienza delle
risorse che ha reso necessarie tre integrazioni
da 2 miliardi di euro (2001/2003, 2002/2004 e
2006). Ciò a dimostrazione della crescita della
spesa sanitaria ben oltre le previsioni e la capacità di prelievo fiscale.
Una situazione analoga si sta verificando
per il prossimo triennio.
Non si può negare che l’incremento di risorse previsto per il 2007 è stato consistente e,
ciononostante, le relative risorse sono risultate
insufficienti. Al 2007 fanno seguito due anni
nel corso dei quali l’incremento di risorse è
piuttosto contenuto.
Per tale aspetto le recentissime manovre finanziarie di livello nazionale hanno reso le
possibilità di riequilibrio strutturale estremamente ardue.
Il finanziamento del 2009 non sarà integrato della somma stanziata nel 2008 pari ad 834
milioni di euro quale contropartita della sospensione della compartecipazione alla spesa
specialistica pari a 10 euro per ricetta. Detta
somma è stata ridotta a 400 milioni con una
perdita di 29 milioni per la regione Puglia.
Inoltre gli incrementi di risorse per il 2010
e 2011 sono fortemente ridotti prospettandosi
Atti consiliari della Regione Puglia
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RESOCONTO STENOGRAFICO
per la regione Puglia un aumento di soli 85 milioni. Come è evidente, si tratta di un incremento che non è sufficiente neanche a coprire i
costi dei rinnovi contrattuali.
Tale situazione non può non acuire la conflittualità sui criteri di riparto tra le regioni che
ritengono la vecchiaia unico o massimo determinante del bisogno e della spesa sanitaria e
quelle, come la Puglia, che evidenziano i bisogni connessi alle condizioni socio economiche
caratterizzate da deprivazione, intesa quale
sintesi di povertà, basso livello di istruzione,
disabilità ecc.
In sede di accordo per il riparto del 2007 le
regioni avevano raggiunto una mediazione
procedendosi per la prima volta alla valorizzazione delle condizioni socio economiche sebbene senza utilizzo di una metodologia scientifica peraltro difficile da realizzare.
Il riparto del 2008 ha ulteriormente penalizzato la regione Puglia a causa della riduzione dell’incidenza percentuale della sua popolazione (leggermente ridotta), sulla popolazione
nazionale (aumentata di quasi 400.000 mila abitanti).
A ciò si aggiunge l’iniquità costituita da ulteriori elementi quali:
- il non aggiornamento delle classi di età, ai
fini della standardizzazione della popolazione
per il calcolo della quota di accesso al fondo,
che penalizza la Puglia, con demografia caratterizzata da progressivo invecchiamento;
- la valutazione a quota capitaria secca della “nuova” popolazione, in incremento nelle
regioni del Nord (incremento determinato prevalentemente da extracomunitari appartenenti
a classi di età giovani), che non essendo valutata in funzione del suo peso effettivo sul sistema sanitario (inferiore alla media) costituisce di fatto un ulteriore elemento di penalizzazione per le regioni del Sud.
Le osservazioni della Puglia all’interno della Conferenza delle Regioni hanno ottenuto
l’impegno a costituire un organismo per la revisione dei criteri.
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Alla luce delle suddette considerazioni il
quadro economico-finanziario che si prospetta
per il SSR per il prossimo futuro può rappresentarsi come segue:
Anno
Risorse
Euro/1000
Fonte
96.040
Riparto fabbisogno indistinto
Quote regioni
in difficoltà
D.M.
finanziamento sostitutivo ticket
1.000
2007
511
97.551
99.809
850
2008
834
Riparto fabbisogno indistinto
Quote regioni
in difficoltà
D.M.
finanziamento sostitutivo ticket
Totale
Differenza
Quota
Regione
Puglia
6.370
34
6.404
6.525
56
6.581
+177
La differenza di 177 milioni si incrementa di
euro 13 milioni per minori conguagli di mobilità nel 2008 rispetto al 2007 per raggiungere
un incremento di circa 190 milioni di euro.
Tali dati evidenziano la circostanza per la
quale se la spesa sanitaria nel 2008 non subisse
alcun incremento rispetto al 2007, comunque,
si verificherebbe un disavanzo di 40 milioni.
Ne consegue la necessità di attenta valutazione degli aspetti del presente piano e di governo della gestione del sistema.
A tal fine la Legge Regionale n. 40/07 e il
Documento di Indirizzo Economico Funzionale hanno già avviato il percorso di razionalizzazione e contenimento della spesa sanitaria
nella prospettiva di un naturale trend di finanziamento, che perseguiva:
- nel 2008 un disavanzo non superiore a 2/3
di quello del 2007
- nel 2009 un disavanzo non superiore a 1/3
di quello del 2007
Atti consiliari della Regione Puglia
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RESOCONTO STENOGRAFICO
- nel 2010 rientro dal disavanzo strutturale.
Alla luce della recente manovra finanziaria
dello Stato, in corso di definizione, tali obiettivi dovranno essere rivisitati se non dovesse
sortire effetto l’iniziativa della Regione Puglia
in relazione alla revisione dei criteri di riparto
del Fondo Sanitario Nazionale.
Il piano di rientro, pertanto, pur tenendo
conto di tale prospettiva sul piano finanziario,
sarà tarato rispetto alla finalità di ridurre quanto più possibile il disavanzo strutturale, possibilmente alleggerendo la pressione fiscale e/o il
ricorso a finanziamenti del bilancio autonomo
regionale.
Come si è detto, la regione Puglia ha chiuso
l’esercizio 2007 con un disavanzo di circa 266
milioni di euro.
Se si tiene conto dell’andamento dei consumi e dei relativi costi da una parte, e dei livelli di finanziamento dall’altra, sono evidenti
le difficoltà che interverranno.
Per valutare in modo più approfondito la situazione occorre prendere in considerazione:
- I criteri di riparto tra le regioni che hanno
sempre rappresentato la prima criticità per la
regione Puglia. La Puglia, in quanto regione
“giovane” figura tra le ultime regioni nella
graduazione del finanziamento per quota capitaria. Una distribuzione per quota capitaria pura produrrebbe circa 150 milioni di euro annui
in più.
- La necessità di consistenti interventi in
materia di risorse umane di cui la Puglia è assolutamente carente sia nel settore ospedaliero
che territoriale.
- Il considerevole assorbimento di risorse
da parte della assistenza farmaceutica
all’interno della quale si stanno tuttavia realizzando consistenti economie grazie ai provvedimenti assunti di recente.
- Il trend in aumento del saldo della mobilità sanitaria che si è incrementato negli ultimi 4
anni di circa 60 milioni di euro per pervenire
ad un livello passivo di oltre 190 milioni di euro annui nel 2006 e la difficoltà di porvi rime-
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dio in tempi brevi (logistica ed edilizia sanitaria)
- L’esigenza di investire risorse nella prevenzione.
Il presente PRS intende porre le condizioni
perché le suddette criticità siano affrontate e,
per quanto possibile, risolte in un’ottica di miglioramento della qualità del servizio e della
sostenibilità economica del sistema
Tali obiettivi passano anche attraverso una
diversa allocazione delle risorse che si può
programmare nei termini che seguono, nonché
attraverso la definizione di chiari obiettivi di
risparmio, univocamente finalizzati su tutto il
territorio regionale. A tal fine il presente Piano
intende pervenire alla seguente allocazione
delle risorse:
A) Assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro.
L’incidenza percentuale dei costi di tale livello assistenziale su quelli totali nel 2004, in
Italia, è stata del 4% mentre in Puglia del
3,70%. La tendenza nazionale è in incremento.
L’assicurazione a regime del piano triennale
della prevenzione consentirà di raggiungere
nel 2008 il traguardo del 4%, anche se è obiettivo della regione pervenire alla fine del triennio ad investire in prevenzione il 4,5%, ritenuto congruo dal Comitato di Verifica di cui
all’art. 9 dell’Intesa Stato-regioni del 23.3.05.
Ciò significherà stornare dal livello di assistenza ospedaliera circa 0,7 punti percentuali in un
triennio per un valore di circa 45 milioni di euro. Tale obiettivo, difficoltoso specie a causa
dei vincoli normativi ed economici posti alle
dotazioni organiche, è raggiungibile soltanto
attraverso forti investimenti nel settore della
edilizia ospedaliera, con conseguente razionalizzazione del sistema.
B) Assistenza territoriale
La regione Puglia destina una percentuale inferiore al 48% delle risorse all’assistenza distrettuale, non molto distante dalla media nazionale,
di poco superiore al 49%, quest’ultima comunque inferiore alla percentuale di riferimento del
Atti consiliari della Regione Puglia
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RESOCONTO STENOGRAFICO
51%. Al di là del possibile incremento di tale
percentuale è fondamentale un riequilibrio tra i
sottolivelli (attività - beni e servizi) all’interno
del livello assistenziale.
È assolutamente carente, infatti, in Puglia,
l’assistenza domiciliare, l’assistenza ai malati
terminali e in genere le forme alternative alla
ospedalizzazione tradizionale mentre, come si
è detto, assorbe un eccessivo livello di risorse
l’assistenza ospedaliera. L’obiettivo per il
triennio è quello di destinare all’assistenza territoriale, anche qui mediante rafforzamento e
qualificazione delle risorse umane, secondo
quanto indicato dalla L.R. 25/2006, una percentuale compresa tra il 49 e il 50%.
C) Assistenza ospedaliera
I costi di una rete ospedaliera invecchiata,
con spese manutentive elevatissime, fortissima
dispersione del personale addetto e scarso
grado di attrazione sono difficili da modificare
nel breve periodo. L’abbassamento del loro
livello percentuale deve passare necessariamente attraverso una nuova razionalizzazione
e riqualificazione della rete che impedisca la
fuga dei cittadini pugliesi verso altre regioni. La
Regione ha definito un programma di edilizia ospedaliera tendente a risolvere le criticità, del
quale è già in itinere uno stralcio consistente che
prevede investimenti per 459 milioni di euro.
La mobilità sanitaria evitabile, i cui costi
per prestazioni rese all’interno della regione
sarebbero solo marginali essendo già sostenuti
i costi strutturali, potrebbe far abbassare la
spesa fino ad un punto percentuale. La razionalizzazione programmata che eviti duplicazioni
inutili e il perseguimento dell’appropriatezza dovrebbero, poi, consentire di abbassare la percentuale al di sotto del 47% a fronte di una
percentuale superiore al 48% attuale e di una
media nazionale che nel 2004 è già scesa leggermente sotto il 47%.
Come appare evidente le risorse finanziarie
e umane rappresentano il principale vincolo
della programmazione sanitaria. Attualmente
le principali criticità sono rappresentate dalla
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mobilità passiva extra regionale, dai livelli della spesa farmaceutica complessiva (territoriale
e ospedaliera), dalla spesa per strutture private
accreditate nonché da alcuni incrementi ingiustificati di spesa per beni e servizi.
La pianificazione regionale in senso lato
deve tener conto di tali criticità.
1) L’analisi degli indici di attrazione e di
fuga relativi ai ricoveri ospedalieri ha indicato
la necessità urgente di riduzione della fuga
nell’area foggiana ed una necessità di individuare strategie di attrazione per tutto il sistema regionale (Centri di Eccellenza, trasferimento e innovazione).
2) I provvedimenti a breve termine individuati nelle leggi di bilancio 2007/2008.
6.2 Quadro di compatibilità del PRS
Il Piano regionale di salute deve puntare da
una parte al miglioramento del sistema e delle
condizioni di salute e dall’altra alla sua sostenibilità economica. I costi della produzione del
sistema sanitario regionale nell’anno 2007 sono pari a circa 6.800 milioni di euro a cui si
aggiungono oneri finanziari, oneri straordinari
e imposte per un totale di 7.126 milioni con un
disavanzo reale pari a circa 266 milioni di euro. Il finanziamento dell’anno 2008 è incrementato di circa 190 milioni. Parte di queste
risorse saranno assorbite dai miglioramenti
contrattuali del personale dipendente e convenzionato operante all’interno dei tre livelli di
assistenza. Di seguito vengono analizzati gli
obiettivi economico-finanziari dei tre livelli
collegati agli obiettivi del PRS determinati sui
dati 2007 in condizioni di invarianza della spesa e da proiettare negli anni futuri.
LEA
A) Tutela della salute collettiva
Costo antepiano: 278 milioni di euro pari al
3,9%
Costi a regime: 320 milioni di euro pari al
4,5% (ad invariabilità di spesa complessiva)
entro il 2010
Maggior costo: 42 milioni di euro
- Destinazione della maggiore disponibilità
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RESOCONTO STENOGRAFICO
ad integrazione delle dotazioni organiche dei
dipartimenti di prevenzione, per circa 300 unità nei servizi di igiene e sanità pubblica, igiene
degli alimenti e nutrizione, servizi veterinari,
prevenzione negli ambienti di lavoro.
-Utilizzo delle residue disponibilità per le
iniziative di prevenzione primaria, diagnosi
precoce e altri obiettivi di piano. Ulteriori iniziative saranno finanziate con risorse vincolate
(Obiettivi di PSN, vaccino HPV, ecc)
B) Assistenza distrettuale
Costi antepiano: 3356 milioni di euro pari
al 47,1%
Costi a regime: 3492 milioni di euro pari al 49%
Maggior costo: 136 milioni di euro.
Destinazione delle maggiori disponibilità
- € 60 milioni per il contratto integrativo
dei medici di medicina generale e pediatri di
libera scelta per la realizzazione degli obiettivi
di sistema nell’assistenza distrettuale, percorsi
clinico assistenziali, assistenza domiciliare, assistenza residenziale extraospedaliera con conseguente riduzione di ricoveri inappropriati. In
modo particolare l’assistenza residenziale e
semiresidenziale extra ospedaliera dovrà garantire la tutela delle fragilità caratterizzate da
disabilità e non autosufficienza.
- € 16 milioni per la realizzazione delle unità operative di cure primarie ed intermedie.
- € 40 milioni per ulteriore integrazione della dotazione organica dei distretti e per
l’acquisizione di risorse umane previste nelle
indicazioni operative per il contrasto alle patologie prevalenti, potenziamento dei consultori,
del sistema emergenza-urgenza.
- € 20 milioni per la rete territoriale oncologica e il sistema di emergenza-urgenza, la
tutela della salute mentale degli immigrati e
per le dipendenze patologiche.
C) Assistenza ospedaliera
Costi antepiano: 3492 milioni di euro pari
al 49%
Costi a regime: 3314 milioni di euro pari al
46,5%
Minori costi: 178 milioni di euro
Cedat 85
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10 SETTEMBRE 2008
Riduzione dei costi dei saldi di mobilità pari
a 70 milioni di euro con riduzione a regime del
saldo di mobilità del 35-40%
Razionalizzazione dei costi per 70 milioni
di euro mediante interventi su farmaceutica
– protesica – organizzazione del personale,
ecc.
Riduzione tasso di ospedalizzazione del
15% con assorbimento oneri conseguenti al
rientro della mobilità passiva e ulteriori economie per 38 milioni di euro.
6.3 Gli investimenti
Un piano di salute quale quello delineato
non può prescindere dalla disponibilità di congrue risorse da destinare ad investimenti finalizzati al rinnovamento, adeguamento e ammodernamento delle strutture.
Il riferimento principale quanto alle possibili fonti è innanzitutto quello riguardante il programma di edilizia sanitaria avviato con
l’articolo 20 della legge 67/88 articolato in fasi. Dopo il finanziamento della prima fase, la
Regione Puglia nel corso del 2004, ha proceduto alla stipula di accordo di programma
stralcio nel quale confluirono circa 238 milioni
di euro (su 773) destinati alla Regione con delibere CIPE, in aggiunta ad una quota regionale ed a finanziamenti statali per l’IRCCS Oncologico, per un totale complessivo di euro
287 milioni per 122 interventi.
Nel corso del 2007 si è proceduto alla stipula del secondo accordo stralcio per un importo finanziato dallo Stato per euro
416.223.310,00 a cui si aggiungono utilizzo di
cofinanziamenti statali per la libera professione
e cofinanziamento regionale (5%) per un totale di euro 459.435.210,71.
Nel frattempo la conferenza Stato-Regioni
ha approvato il riparto alle regioni di ulteriori
2.425 milioni di euro previsti dalla Legge
296/06 (finanziaria 2007) con assegnazione
alla regione Puglia di 186 milioni.
Infine nel prossimo futuro si dovrà procedere al riparto dell’ulteriore finanziamento
previsto dalla Finanziaria 2008 di 3 miliardi di
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 50 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
euro con presumibile assegnazione alla Puglia
di non meno di 200 milioni.
Con l’Accordo di Programma stralcio 2007
si è gia dato avvio alla programmazione in
itinere da definire col presente Piano prevedendo il completamento dell’ospedale della
Murgia e la realizzazione di nuove strutture a
Lecce, Bari e Foggia nonché le attivazioni di
strutture complesse territoriali e l’acquisizione
di tecnologie.
L’attuale stato di attuazione dell’intero
programma, ex art. 20 L. 67/88, è di seguito
riportato.
Risorse destinate ad Accordi di Programma
€ 796.637.135,36
Valore degli Accordi di programma sottoscritti al 31/12/2005 € 238.918.739,91
Revoca sugli Accordi di programma sottoscritti al 31/12/2005 in applicazione della L.
266/2005 € 14.912.625,00
Valore degli Accordi di programma sottoscritti aggiornati € 224.006.114,91
Totale finanziamenti Accordi autorizzati €
215.976.239,91
Risorse per Accordi di programma da sottoscrivere aggiornate al 31/12/2006 €
572.631.020,45
II Accordo di Programma stralcio 2007 €
416.223.310,00
Somme residue utilizzabili al 31/12/2007 €
156.407.710,45
Riparto disponibilità finanziaria 2007 €
186.749.661,09
Totale disponibile € 343.157.371,54
Presumibile assegnazione su risorse previste dalla Finanziaria 2008 € 221.063.542,96
Totale
€ 543157.371,54
Come appare evidente, nel corso del prossimo triennio oltre che a dare attuazione e/o
completare gli interventi di cui a due accordi
di programma stralcio, saranno disponibili
consistenti risorse che potranno consentire di
perseguire l’obiettivo dell’ammodernamento
del sistema.
In particolare nel sessennio 2007-2013 so-
Cedat 85
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no assegnati alle priorità di infrastrutturazione
sociosanitaria del territorio pugliese 210 M
euro di risorse FESR, cui si aggiungono circa
180 M euro quale quota della 1a tranche, su un
totale di circa un miliardo di euro, dei fondi
FAS destinati alle aree sottoutilizzate. In particolare la linea di intervento 3.1 dell’Asse III
del PO FESR 2007- 2013 Puglia indica la finalizzazione delle suddette risorse, per il tramite
di procedure negoziali con le ASL pugliesi
(accordi di programma), nella possibilità di innovare e completare la rete delle strutture sanitarie territoriali.
Tra le tipologie di interventi considerati
prioritari figurano:
- miglioramento strutturale e della dotazione tecnologica delle strutture poliambulatoriali
e consultoriali, nonché completamento delle
reti con la realizzazione di nuove strutture,
dove carenti rispetti agli standard gia definiti,
ovvero introdotti dal presente Piano;
- potenziamento della rete di Case della Salute sul territorio regionale, ad integrazione
del relativo progetto obiettivo;
- adeguamento funzionale rispetto agli
standard strutturali e organizzativi già previsti
dalla normativa regionale delle strutture residenziali e semiresidenziali sanitarie e sociosanitarie per i percorsi terapeutico-riabilitativi;
- potenziamento e nuove sperimentazioni di
servizi per utenze fragili (immigrati, persone
affette da DCA, persone non autosufficienti,
persone con disabilità gravi, ecc..);
- realizzazione e potenziamento della rete
dei servizi sanitari del pronto intervento, anche
tramite la telemedicina.
Le linee di intervento 3.2 e 1.5 dello stesso
PO FESR consentiranno, inoltre, di finanziare
la articolazione strutturale, tecnologica e organizzativa della rete delle Porte Uniche di
Accesso e delle Unità di Valutazione Multidimensionali, in quanto servizi pubblici all’utenza
finale e per il miglioramento dell’efficienza tecnica e della capacità di risposta del Servizio Sanitario Regionale.
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 51 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
Il fabbisogno di risorse necessarie per creare in Puglia una dorsale di ospedali di alta
complessità e di eccellenza, dismettere alcune
strutture vetuste, procedere alla realizzazione
dei requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi ai fini dell’attuazione del procedimento
di accreditamento, creare una rete di servizi
territoriali indispensabile per la deospedalizzazione, è stimato all’incirca in 1,7 miliardi di
euro come risultante da un completo monitoraggio effettuato nelle aziende sanitarie della
regione, recepito e allegato alla Deliberazione
di Giunta Regionale n. 73/06, di cui 459 già
inseriti nell’Accordo di Programma stralcio
2007.
I relativi interventi consentiranno di superare le notevoli criticità di un sistema ospedaliero vetusto e fatiscente nonché di un sistema
territoriale assolutamente carente.
A tal fine il documento programmatico che
descrive le priorità oggetto di accordo di programma stralcio la cui realizzazione era compatibile con la disponibilità di risorse individua
gli obiettivi generali e specifici, in attuazione
della programmazione sanitaria, da realizzare
mediante utilizzo del complesso delle risorse
di cui potrà disporre la Regione come di seguito riportato:
a) Obiettivi Generali
1. Promuovere la prevenzione, razionalizzazione dell’assistenza ospedaliera, potenziamento dell’assistenza distrettuale e domiciliare, riduzione delle liste di attesa interessanti le
prestazioni comprese nei Livelli Essenziali di
Assistenza (LEA) come individuate nel piano regionale, con consequenziale più corretta ed efficace allocazione delle risorse, in
coerenza con la programmazione nazionale
e regionale;
2. migliorare la qualità e la sicurezza
dell’assistenza ospedaliera;
3. migliorare l’appropriatezza nell’offerta e
contestuale ridefinizione dell’assetto e delle
funzioni della rete distrettuale, completando la
fase d’integrazione della stessa nelle funzioni
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di emergenza urgenza e di assistenza residenziale territoriale, onde costruire, in un quadro
di compatibilità economica, un’organizzazione
regionale “a rete” organica, dinamica, unitaria
ed efficiente;
4. distribuire sul territorio regionale una
adeguata dotazione di strutture di eccellenza
per meglio soddisfare i bisogni di cura della
popolazione, migliorando le condizioni di accessibilità alle strutture sanitarie da parte della
popolazione;
5. promuovere una politica di razionalizzazione e riqualificazione della rete ospedaliera
che impedisca o ridimensioni il fenomeno della
mobilità passiva;
6. attuare percorsi mirati e definiti dal Piano Regionale di Salute a tutela dei soggetti
deboli (anziani, immigrati, popolazione carceraria, malati mentali, soggetti con dipendenza
patologica, pazienti oncologici);
7. attuare percorsi mirati e definiti dal Piano Regionale di Salute a tutela delle donne e
dei bambini;
8. attuare la rete di assistenza oncologica;
9. riorganizzare il macrosistema di emergenza urgenza;
10. realizzare maggiore appropriatezza allocativa delle risorse in funzione degli obiettivi
di salute in un contesto di uso razionale delle
stesse (l.r. 25/06, art, 2);
11. perseguire l’integrazione fra varie forme di assistenza sanitaria;
12. realizzare il modello di organizzazione
dipartimentale;
13. assicurare la centralità del cittadino,
partecipazione e valutazione continua della
qualità;
14. assicurare la massima trasparenza nelle
attività amministrative e sanitarie.
b) Obiettivi Specifici
1. Potenziamento delle attività del Dipartimento di Prevenzione con particolare riferimento alle attività di vigilanza nei luoghi di lavoro e sulla sicurezza alimentare;
2. garantire le attività di prevenzione per la
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 52 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
realizzazione degli obiettivi di PSN ex art. 34
e 34 bis L. 662/96 nelle aziende sanitarie;
3. strutturazione e realizzazione di un sistema informativo in grado di migliorare le
modalità di trasmissione di tutti i flussi informativi e adempimenti previsti dalla normativa
in vigore;
4. realizzazione di una rete di ospedali
d’eccellenza di nuova edificazione delocalizzati rispetto ai centri urbani e baricentrici rispetto ad altre strutture, piccole e vetuste;
5. contestuale disattivazione, trasformazione o riconversione di parte degli attuali stabilimenti ospedalieri in strutture residenziali o in
altre tipologie di strutture assistenziali;
6. attuazione delle indicazioni contenute
nella Legge finanziaria 2006 circa la previsione
di interventi su ospedali di dimensioni specifiche e per la messa a norma complessiva degli
altri ospedali;
7. qualificazione ed integrazione dei servizi
di diagnosi e cura anche attraverso forme innovative di associazionismo medico in sede
unica sull’esempio dell’UTAP e Casa della salute;
8. assicurazione dello standard di posti letto
fissati (art. 4, lett. a) dell’intesa del 23 marzo
2005), parametrato ad un tasso di ospedalizzazione entro i limiti dei 180 ricoveri per mille
abitanti, di cui 20% in regime diurno, specificatamente dedicato a percorsi di cura di elevata complessità ed eccellenza, trasferendo alle
strutture territoriali le cure assistenziali primarie;
9. realizzazione di un sistema qualificato ed
efficiente di assistenza ospedaliera distribuita
sul territorio, in modo da ottenere economie
nella spesa corrente, liberando risorse da destinare ad investimenti nella prevenzione e cure domiciliari;
10. completamento di unità operative ospedaliere oncologiche con relative attrezzature;
11. realizzazione della rete dei centri di riferimento per le malattie rare;
12. completamento e ristrutturazione di u-
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nità operative ospedaliere in area materno infantile;
13. garantire le attività di supporto
all’attivazione dell’unità spinale unipolare finanziata con progetto per la realizzazione degli obiettivi di PSN ex art. 34-34 bis L. 662/96
presso il Policlinico di Bari;
14. potenziamento dell’assistenza specialistica e diagnostica strumentale, incrementando
le datazioni tecnologiche, anche al fine di realizzare riduzioni dei tempi di attesa;
15. realizzazione di modelli di promozione
e produzione della salute su larga scala attraverso intese fra ASL, Enti Locali, Università,
Forze Sociali, Associazioni per garantire la
piena attuazione del PRS a favore dei soggetti
deboli presenti nel territorio.
c) Obiettivi operativi:
1. Realizzare un nuovo ospedale di n. 490
pl. nell’ambito della struttura “Vito Fazzi” di
Lecce;
2. definitiva rifunzionalizzazione delle strutture dell’A.O. Ospedali Riuniti di Foggia con
possibile dismissione dell’ospedale D’Avanzo
e superamento delle criticità legate a problemi
di staticità;
3.
riqualificazione
delle
strutture
dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico di Bari e realizzazione di una nuova struttura di eccellenza concentrando più padiglioni;
4. realizzazione del terzo ed ultimo lotto
del nuovo ospedale della Murgia con dismissione e riconversione degli ospedali di Altamura, Gravina, Grumo e Santeramo;
5. adeguamenti tecnologici;
6. adeguamenti a norma;
7. realizzazione di strutture territoriali.
d) Risultati Sistemici:
- attuazione della programmazione regionale;
- equilibrio dell’offerta di prestazioni sanitarie in regime residenziale ospedaliera ed extraospedaliera in un contesto in cui nell’anno
2005 è stata avviata l’attività nelle Residenze
Sanitarie Assistenziali (RSA) che affianca
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 53 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
quelle di riabilitazione ex art. 26 L. 833/78
come evidenziato nella sezione descrittiva
dell’offerta sanitaria;
- equilibrio economico funzionale del Servizio Sanitario Regionale;
- creazione delle condizioni strutturali per il rispetto del Patto di Stabilità e del Patto per la Salute.
Con il programma di investimenti è pertanto possibile:
- migliorare la qualità dell’assistenza ospedaliera e la sicurezza dei cittadini e degli operatori;
- diversificare la risposta ospedaliera e territoriale in base ai bisogni di salute;
- abbattere i tempi d’attesa;
- aumentare l’appropriatezza nell’offerta e
nella utilizzazione della rete ospedaliera;
- ridurre la mobilità passiva extraregionale;
- razionalizzare la spesa, liberando risorse
da destinare al territorio.
In particolare il programma tenderà a garantire:
- sicurezza per i fruitori e degli operatori;
- efficacia dei trattamenti;
- appropriatezza delle risposte;
- equità nell’accesso a prestazioni efficaci;
- efficienza nell’uso delle risorse;
- coinvolgimento dei cittadini nelle strategie
e nelle scelte volte a difenderne la salute. Un
cenno particolare è posto con riferimento alla
qualità e la sicurezza.
Il miglioramento della qualità della assistenza ospedaliera con particolare riferimento
alla sicurezza dei cittadini e degli operatori, ha
assunto nella regione Puglia caratteristiche di
particolare rilievo.
Come è noto, le caratteristiche strutturali e
tecnologiche condizionano notevolmente i livelli di sicurezza all’interno degli ospedali.
Ne consegue che una fondamentale attività
di prevenzione, compresa quella delle infezioni
correlate all’attività assistenziale, è costituita
dalla corretta progettazione sia delle nuove realizzazioni, che delle ristrutturazioni e delle
manutenzioni delle strutture sanitarie.
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10 SETTEMBRE 2008
A tal proposito è prevista l’emanazione di
specifiche raccomandazioni nell’ambito della
realizzazione del progetto di ricerca finalizzata
art. 12 bis D.Lgs. n. 229/99 “Rischio ambientale ed infezioni ospedaliere, analisi epidemiologica e laboratoristica: redazione, implementazione e valutazione di raccomandazioni finalizzate alla “prevenzione”, del quale è destinataria istituzionale la Regione Puglia».
PALESE. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PALESE. Signor Presidente, non intendo
ripetere l’intera discussione tenutasi nella
giornata di ieri relativamente al riparto, al disavanzo della Puglia, alle tasse e al Piano di
rientro. Noi intendiamo ribadire e confermare
tutte le considerazioni esplicitate nel merito
della questione nel corso della seduta di ieri.
Riteniamo che, a tutt’oggi, la politica e le
norme che la Regione adotta sulla spesa sanitaria rispetto al contenimento, alla riduzione
del deficit e alla quota trasferita siano totalmente insufficienti. Mi riferisco a tutti i provvedimenti che la Giunta regionale ha messo in
campo per la riduzione della spesa farmaceutica, per l’acquisizione di beni e servizi ingiustificati e per una serie di altri sperperi.
Tali aspetti sono trattati all’interno di questo capitolo, nel momento in cui si prendono
in considerazione le motivazioni per cui vengono spese più risorse rispetto alla quota trasferita.
A tutto questo, si aggiunge il tentativo di
addossare al Governo Berlusconi il problema
del sottofinanziamento o del finanziamento inadeguato. Insomma, vi sono diverse considerazioni che non intendiamo ribadire, visto che
sappiamo perfettamente come stanno le cose.
Il finanziamento per l’anno 2009 è stato
confermato dalla manovra finanziaria estiva.
Per quanto riguarda gli anni 2010 e 2011 si
registra un incremento di 4,8 miliardi di euro
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 54 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
da parte dello Stato nei confronti delle singole
Regioni. Inoltre, c’è un nuovo patto per la salute che deve essere sottoscritto e che coerentemente ridurrà ancora i costi (il Governo, infatti, fa la sua parte intervenendo in questo
senso). Pertanto, ritengo che queste siano motivazioni pertinenti.
Inoltre, viene solamente enunciato il fatto
che la Regione, nei prossimi tre anni, dovrebbe
realizzare un Piano di rientro. Ci tengo a precisare che in queste pagine è riportata
un’affermazione e vi sono dei contenuti che
rispondono alla verità, ma che noi denunciamo
a partire dai primi mesi del 2007. Tali contenuti riguardano l’integrazione del fondo sanitario del 2006 e del 2007. La nostra Regione
non ha ancora ricevuto dallo Stato tale integrazione – aggiungo, giustamente – perché,
per quanto riguarda la quota del 2006, la Regione non ha superato il patto di stabilità interno. Pertanto, nel contesto del tavolo di monitoraggio della verifica della spesa sanitaria
non è stata accreditata la somma che, comunque, spetta alla nostra Regione. Per quanto riguarda il 2007, la relativa verifica è ancora in
corso, ma per poter procedere occorre predisporre un Piano di rientro, che qui viene esclusivamente annunciato, senza però specificare
come dovrebbe essere fatto. Ad ogni modo,
tale Piano viene fatto con ritardo. Difatti, la
Giunta avrebbe dovuto presentarlo, in base alla legge voluta da Prodi e Padoa-Schioppa,
entro il 31 marzo 2008. Quindi, vi denunciate
da soli!
Noi non sappiamo più come spiegarlo alla
comunità pugliese! Non sappiamo più come
sollecitarvi ad assolvere questi adempimenti!
Noi non intendiamo riaprire la discussione
già svolta, ma solo riprendere alcuni punti e
sollecitarvi ancora una volta ad intervenire.
Sommando le risorse di tutti e due gli anni, è
possibile rendersi conto che ammontano a più
di 400 milioni di euro, importo che la Regione
tiene bloccato a Roma a causa dei mancati adempimenti che ho citato e che non entra né
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nelle casse della Regione né in quelle delle
AA.SS.LL..
I fornitori sono in ritardo di cinquecento
giorni rispetto ai pagamenti. Le AA.SS.LL.
sono in sofferenza di cassa. I conguagli alle
strutture accreditate private, anche per gli enti
ecclesiastici, sul 2007, quelli entro il tetto, non
vengono attribuiti per l’asfissia di cassa che si
riscontra rispetto a queste situazioni.
Occorre che ci si svegli da questo punto di
vista, e mi fa piacere notare che certe situazioni vengono finalmente prese in considerazione
anche da voi.
Per tali ragioni, dunque, votiamo contro
questo emendamento.
PRESIDENTE. Pongo ai voti l’emendamento.
È approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
232) a firma dell’assessore Tedesco, del quale
do lettura: «A pag. 215 al III punto elenco
dell’VIII capoverso dopo la parola “fragilità”
inserire il seguente testo: “e al controllo del
relativo livello di copertura in termini qualiquantitativi”».
Lo pongo ai voti.
È approvato.
Passiamo alla votazione dell’emendamento
n. 195, precedentemente accantonato.
Il Governo esprime parere contrario.
Lo pongo ai voti.
Non è approvato.
È stato presentato un subemendamento
tecnico a firma dell’assessore Tedesco, del
quale do lettura: «A pag. 73 la frase “compresa quella degli operatori degli SPESAL, dei
medici competenti ed a tutte le altre categorie
di medici” è sostituita con: “compresa quella degli operatori degli SPESAL, dei medici competenti e di tutte le altre categorie di medici”».
Lo pongo ai voti.
È approvato.
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
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RESOCONTO STENOGRAFICO
È stato presentato un subemendamento
tecnico a firma dell’assessore Tedesco, del
quale do lettura: «A pag. 204: inserire Emendamento 103 presentato nella III Commissione
consiliare. Al VI capoverso, dopo le parole
Servizi Territoriali, cassare dalle parole “a riguardo” sino alla fine del periodo».
Lo pongo ai voti.
È approvato.
PALESE. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PALESE. Signor Presidente, ricordo che
sono rimasti da esaminare gli emendamenti che
riguardano la connessione tra i piani attuativi
locali e la rete ospedaliera.
La nostra proposta è di sospendere brevemente la seduta, quindi riprendere i lavori alla
presenza del Presidente Vendola, che ho visto
in giro.
PRESIDENZA DEL
PRESIDENTE PEPE
PRESIDENTE. Non essendovi osservazioni, sospendiamo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 14,30, riprende alle ore 15,31).
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. Comunico che abbiamo terminato il percorso stabilito nella seduta di ieri. Adesso dobbiamo fare un passo indietro ed esaminare gli emendamenti dal n. 48 al n. 163, precedentemente accantonati.
È stato presentato un emendamento (n. 48)
a firma dei consiglieri Palese, Silvestris, Surico, Chiarelli, Marinotti, Attanasio e Ruocco,
del quale do lettura: «A pagina 92, sostituire il
periodo:
“Ospedali del territorio
In particolari aree geografiche, come quelle
Cedat 85
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del Gargano, del Subappennino Dauno e della
Murgia, per garantire alle comunità locali una
assistenza ospedaliera minima vengono individuati presidi nei quali devono essere presenti
funzioni sanitarie distrettuali, punto di primo
intervento/118, un numero minimo di posti letto di area medica per pazienti acuti ed eventualmente post-acuti;”
con il periodo:
“Ospedali del territorio
In particolari aree geografiche, come quelle
del Gargano, del Subappennino Dauno e della
Murgia, per garantire alle comunità locali una
assistenza ospedaliera vengono individuati
presidi nei quali devono essere presenti funzioni sanitarie distrettuali, pronto soccorso
con posti letto di astanteria, posti letto di area
medica e chirurgica per pazienti acuti e postacuti, Day Hospital, Day Surgery, unità operativa senza posti letto: direzione medica di presidio ospedaliero, anestesia e rianimazione, patologia clinica, radiodiagnostica, cardiologia,
farmacia ospedaliera”».
Ha chiesto di parlare il consigliere Palese.
Ne ha facoltà.
PALESE. Signor Presidente, l’emendamento è
abbastanza semplice ed esplicativo.
A pagina 92, relativamente al profilo degli
ospedali del territorio, il documento proposto
recita quanto segue: «In particolari aree geografiche, come quella del Gargano, del Subappennino Dauno e della Murgia, per garantire
alle comunità locali una assistenza ospedaliera
minima vengono individuati presidi nei quali
devono essere presenti funzioni sanitarie distrettuali, punto di primo intervento/118, un
numero minimo di posti letto di area medica
per pazienti acuti ed eventualmente postacuti». Il documento affronta, secondo il nostro parere in maniera parziale, un problema:
c’è già la presa di coscienza da parte della
Commissione – questa modifica, infatti, è stata
apportata in Commissione sanità – dell’esigenza
di intervenire, in questo territorio, attraverso
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 56 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
un’offerta sanitaria quanto più completa possibile.
L’emendamento proposto, a modifica di
quanto già inserito, sostanzialmente individua
il percorso dal punto di vista assistenziale, esplicitandone gli aspetti. In caso contrario, infatti, non si riuscirebbe a comprendere la questione, vista la genericità della formulazione
contenuta nell’attuale testo.
Inoltre, un altro emendamento aggiuntivo
pone un ulteriore problema: nel contesto degli
investimenti, quando si procede all’elenco degli undici ospedali, si pone il problema di inserire nel finanziamento anche queste strutture.
Diversamente, rischiamo di affrontare il problema in maniera parziale rispetto alla proposta. Oltretutto, nel contesto degli investimenti
non è prevista la possibilità di intervenire finanziariamente.
In altre parole, penso che l’emendamento in
oggetto possa essere accolto da parte del Governo, dal momento che la Commissione aveva approvato unanimemente la proposta precedente.
ZACCAGNINO. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ZACCAGNINO. Signor Presidente, vorrei
spendere alcune parole sull’emendamento in
discussione, dal momento che stiamo parlando
di territori, tra i quali rientra anche il Gargano,
che hanno necessità di avere – come la maggior parte dei colleghi sanno – non solo un
presidio serio, ma anche la certezza che
s’interverrà in quei territori.
Presidente Vendola, lei sicuramente conosce queste zone. Ebbene, da Vico del Gargano
– parlo di questa zona perché sono di San Nicandro Garganico – per poter raggiungere il
primo ospedale occorre percorrere dei chilometri. Penso, ad esempio, a Peschici: i cittadini
che vi abitano, per arrivare ad un qualsiasi presidio ospedaliero, vuoi che sia San Severo,
Cedat 85
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VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
vuoi che sia San Giovanni, devono fare ore di
macchina. Stiamo parlando di una zona ad alta
valenza turistica, una delle migliori dell’intera
Puglia, la quale è assolutamente sprovvista di
qualsiasi presidio ospedaliero.
Allora, se parliamo di turismo e di strutture
dobbiamo garantire tranquillità alle persone
che si recano in questa zona, così come in altre. Le strade del Subappennino Dauno sono
anche peggiori di quelle che attraversano il
Gargano. Ebbene, se vogliamo che la Puglia
abbia il turismo come fiore all’occhiello (penso
a Vieste, a Rodi, a Peschici e via elencando) e
se vogliamo che la gente si rechi tranquillamente in questi territori, allora dobbiamo garantire loro che la Regione Puglia ha intenzione di inserire un presidio ospedaliero serio.
Non voglio dilungarmi oltre. Il problema è
di natura veramente esistenziale per queste
zone. Molto spesso si considera il Gargano,
dal punto di vista sanitario, al pari di San Giovanni Rotondo, che ha una sua collocazione e
una sua visione. Per potersi spostare da San
Giovanni Rotondo verso tutti gli altri centri
del Gargano, specialmente quelli costieri (sicuramente alcuni di voi l’avranno già fatto) si
perdono delle ore.
L’emendamento in discussione dovrebbe
servire perlomeno a far stare più tranquilli i
cittadini del Gargano, del Subappennino Dauno e della Murgia, ponendo una previsione. È
chiaro che ci saranno da affrontare tutti gli altri problemi, ma almeno vorremmo poter comunicare ai cittadini che esiste tale previsione
per quanto riguarda il Gargano.
La strada da percorrere probabilmente sarà
ancora lunga: per avere un presidio, infatti,
occorrerà del tempo. Ad ogni modo, fino a
questo momento, i cittadini del Gargano non
hanno assolutamente visto alcunché, eppure,
Presidente Vendola, lei ha ricevuto parecchi
voti da parte loro, anche grazie alla promessa
che sarebbe stato realizzato un presidio ospedaliero in quelle zone. Ebbene, sono passati
tre anni e ci troviamo nelle stesse condizioni.
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
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RESOCONTO STENOGRAFICO
Spero, e mi affido alla sua serietà, che questo presidio venga realmente realizzato, dando
in questo modo delle certezze, e non più soltanto parole, ai cittadini del Gargano, del Subappennino Dauno e della Murgia.
RUOCCO. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RUOCCO. Signor Presidente, quando abbiamo pensato di modificare il Piano regionale
della salute per rispondere a determinate esigenze, ci siamo posti un problema, anche in
termini di politica con la “p” minuscola.
Infatti, avremmo potuto seguire la strada da
voi scelta cinque anni fa, allorquando decideste di giocare al rialzo delle esigenze del Gargano. Vi confesso che avevamo individuato un
metodo comunicazionale – non intendo certo
svelarvelo, in quanto intendiamo riservarcelo
per un’altra occasione; la fantasia non ci manca, e l’abbiamo dimostrato in questi anni – per
rendere ancor più presenti e pressanti le esigenze.
Invece, abbiamo voluto spezzare un sistema, secondo cui chi governa ragiona in termini
aziendalistici e chi sta all’opposizione, invece,
ragiona in termini del tutto distinti. Noi abbiamo cercato di trovare un equilibrio che fosse solidale nei confronti dei cittadini delle zone
interne della Puglia – si parla dell’ospedale del
Gargano, ma il nostro emendamento riguarda
anche il Subappennino Dauno e le Murge,
quelle che noi definiamo le aree disagiate interne della nostra regione – per offrire ai cittadini stessi una risposta in termini sanitari (che
aspettano ormai da tanti anni) e per non prenderli in giro.
Noi crediamo che questo debba essere un
impegno solidale dell’intera collettività pugliese, alla quale non chiediamo di sperperare risorse, ma di mostrarsi solidali con le zone più
disagiate. Abbiamo partorito – per usare un
termine di carattere sanitario – questo emen-
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VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
damento, che riteniamo essere un punto di equilibrio. Abbiamo rinunciato all’aspetto propagandistico, con il quale volevamo accompagnare inizialmente questo emendamento, affinché il dibattito in questo Consiglio regionale
non ripercorresse i canoni di cinque anni fa,
con la distinzione tra buoni e cattivi a parti invertite.
Cerchiamo di dare tutti insieme responsabilmente una risposta alle aree disagiate.
DAMONE. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DAMONE. Signor Presidente, credo che la
Provincia di Foggia e, in particolare, il Gargano e il Subappennino Dauno, siano da anni abbondantemente in credito con la politica regionale.
Sin dal 1975, la Giunta regionale del tempo
aveva deliberato l’insediamento di una struttura ospedaliera a Vico del Gargano e a Monte
Sant’ Angelo. Va detto con estrema serenità
che, mentre a Monte Sant’Angelo è stata realizzata una struttura ospedaliera, dal momento
che non era in corso la guerra del campanile, a
Vico del Gargano, a causa di tale guerra, tale
struttura sanitaria non è mai stata realizzata.
Eppure la Provincia di Foggia è prodiga di
consensi, è molto appassionata e molto passionale, ma viene costantemente delusa nelle
sue aspettative.
D’altra parte, anche la richiesta, caduta nel
vuoto, di un nuovo ospedale a Manfredonia,
dove esiste una struttura ospedaliera anchilosata nel centro urbano (peraltro oggi andata in
fiamme) può significare che la sanità, per quel
che ci riguarda, non ha colore politico.
Ebbene, le popolazioni garganiche sono
state afflitte per anni dai disagi e da una mancata comprensione delle loro problematiche.
Oggi la sanità ha fatto dei progressi enormi.
Penso, ad esempio, alla pratica della trombolisi, grazie alla quale l’infartuato, tutto somma-
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 58 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
to, non muore più. Tuttavia, rimangono interventi urgentissimi, come le peritoniti o le emorragie, cui bisogna immediatamente far
fronte.
D’altra parte, l’emendamento che proponiamo rappresenta soltanto un primo punto di
intervento, necessario e indispensabile per assicurare una tutela a quelle persone che sono
discriminate nei confronti di altri cittadini pugliesi. Quella delle popolazioni garganiche è
una richiesta di giustizia, sempre disattesa: noi
siamo bravi a fare promesse nel corso delle
campagne elettorali, ma meno bravi a mantenerle quando si tratta di popolazioni che devono soltanto dare.
Noi abitanti della Provincia di Foggia ci siamo
resi donatori di sangue nei confronti di tutti, ma
oggi siamo stanchi di quest’abbandono, di queste illusioni e di queste disillusioni. Questo
Piano sanitario, che tutto è tranne che un Piano di programmazione, trascura in maniera
macroscopica le popolazioni del Gargano.
Altro delitto consumato a danno delle popolazioni garganiche è rappresentato dalla volontà di abolire il servizio di eliambulanza, che
rappresentava una prima speranza di assistenza per quel territorio.
È veramente strano che questa maggioranza, utilizzando il progetto speciale che le precedenti Amministrazioni avevano predisposto
per realizzare l’eliambulanza a Vieste, allarghi la
trattativa privata, proceda all’elisoccorso, sul
quale siamo perfettamente d’accordo, e preveda,
a partire dal 12 settembre, l’eliminazione
dell’eliambulanza – che potrebbe anche essere
considerata il taxi della sanità – creando un disagio e un allarme enorme tra le popolazioni
interessate.
D’accordo con il collega Marino, nel corso
di una riunione abbiamo precisato che
l’eliambulanza può anche essere eliminata, ma
abbiamo chiesto che l’elisoccorso, per gentilezza, potesse partire da Vieste, dove è in costruzione un aeroporto apposito, dando così
delle certezze in attesa di questi interventi.
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Questa maggioranza è sorda e testarda nel
ritenere che l’elisoccorso debba avere sede a
Foggia, senza considerare che per partire, raggiungere la popolazione del Gargano, atterrare, ripartire e condurre l’utente all’ospedale, il
mezzo impiega 40 minuti.
Per cortesia, non intestarditevi su queste
cose! Dateci almeno un palliativo in attesa che
questo Piano accetti l’emendamento che abbiamo presentato per rendere giustizia alle popolazioni del Gargano.
Mi auguro che nessuno di voi si possa trovare nella stessa condizione di un garganico
affetto da un’emorragia o da una peritonite
acuta. Io non voglio augurarlo a nessuno. Di
certi episodi si ha conoscenza, ma quando si
vivono in prima persona la pelle scotta ed è
possibile rendersi conto delle difficoltà cui devono far fronte i cittadini del Gargano.
Abbiamo registrato disastri, abbiamo registrato incendi, ma non abbiamo dimostrato la
benché minima solidarietà, se non quella fatta
di parole, di chiacchiere e di promesse vane.
Oggi abbiamo bisogno di fatti concreti!
Diceva bene il collega Ruocco: noi non amiamo le manifestazioni di piazza. A noi piace
la battaglia politica intesa come servizio alla
gente e alle popolazioni.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare
l’assessore Tedesco.
TEDESCO, assessore alle politiche della
salute. Signor Presidente, colleghi consiglieri,
credo che questo emendamento, così come le
dichiarazioni rilasciate da parte dei colleghi,
forzi alcuni tratti della realtà.
Voglio partire da quanto è stato realizzato
in questi tre anni – mi rivolgo soprattutto al
collega Damone – non soltanto per rafforzare
la rete della continuità assistenziale nella maggior parte dei Comuni del Gargano e del Subappennino Dauno, ma anche per migliorare la
condizione complessiva del sistema di emergenza-urgenza delle attività del 118.
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 59 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
Ricordo, altresì, quello che è stato fatto da
ultimo, sebbene non venga del tutto apprezzato, con la decisione del Governo regionale di
far partire la sperimentazione di un servizio
fondamentale, che manca in tutta la Regione
Puglia: difatti, la nostra è l’ultima regione
d’Italia a non essersi dotata del servizio di elisoccorso. Ebbene, la scelta del Governo regionale è stata quella di far partire
l’elisoccorso a livello provinciale con una sperimentazione attivata nella Provincia di Foggia.
Da quello che emerge non vorrei che travisassimo la grande differenza esistente tra elisoccorso ed eliambulanza. Tale differenza
consiste fondamentalmente nel fatto che
l’intervento attraverso l’elisoccorso, essendo il
vettore dotato a bordo di personale medico e
infermieristico – stiamo parlando di personale
altamente specializzato, perché si tratta di un
rianimatore – consente di predisporre, già nella fase di accoglienza a bordo e di trasporto, i
primi soccorsi alle persone che hanno bisogno
di questo particolare intervento in emergenza.
I tempi di trasporto sono stati calcolati sulla
base di una valutazione della consistenza del
territorio e sull’esigenza di collocare baricentricamente la centrale di riferimento da cui
parte il soccorso.
Nel corso di questi tre anni sono stati compiuti alcuni sforzi. D’altro canto, prima di assurgere al più alto scranno, il collega Cera,
dopo alcune polemiche insistite anche in questa Aula, avrebbe dovuto riconoscere come in
effetti si fosse passati dalla fase delle parole a
quella dei fatti. Tanto è vero che oggi, pur con
le necessarie e ulteriori realizzazioni che il
Piano prevede, si andrà a migliorare ulteriormente il sistema assistenziale di queste particolari zone svantaggiate della nostra regione.
Mi limito a valutare che l’emendamento
proposto richiama prestazioni già ricomprese
nel testo approvato dalla Giunta. Difatti,
quando si evocano le prestazioni di patologia
clinica e di radiodiagnostica non si considera
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VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
che nelle attività distrettuali, previste nel nostro testo, sono sicuramente incluse quelle di
patologia clinica, che sono attività di laboratorio – vedremo, poi, in che forma saranno organizzate, se nella forma centralizzata, per
quel che riguarda il laboratorio, o nella forma
diffusa, per i centri prelievo – con tutte le tecnologie che consentono di allargare la qualità
del servizio, contraendo la quantità della spesa. Allo stesso modo, la radiodiagnostica rappresenta una funzione che sarà garantita avvalendosi, anche in questo caso, delle nuove tecnologie.
Noi accogliamo nei fatti il suggerimento del
collega Palese, laddove chiede con quali soldi
le attività territoriali e quest’altro tipo di attività potranno essere sviluppate. Su questo versante, l’impegno finanziario è garantito e coperto dall’utilizzazione dei fondi FAS e di quel
riparto del miliardo e mezzo di FAS già realizzato, per il quale alla Regione Puglia sono state attribuite diverse centinaia di milioni di euro, con la finalizzazione dell’introduzione,
all’interno del servizio sanitario, di quelle tecnologie che puntano a rafforzare l’assistenza
sanitaria del territorio, con particolare riferimento alla radiodiagnostica e a tutte quelle attività che possono essere finanziate con queste
risorse.
Pur rammaricandomi, devo rivendicare
quello che è stato fatto da parte del Governo e
riaffermare che si andrà avanti in termini di
grande attenzione nei confronti di queste aree
e che si implementeranno ulteriormente servizi
che sono già stati realizzati.
Voglio concludere non con una nota polemica, ma con una semplice constatazione. Il
collega Palese, che ha seguito più da vicino
l’evoluzione normativa, sa bene che con la
legge n. 133 oramai non si punta soltanto alla
ridefinizione degli standard di posti letto, ma
anche alla definizione dei vincoli e della qualità
degli ospedali che potranno essere realizzati.
Da questo punto di vista – rispondo al collega Zaccagnino – e in questo contesto, credo
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 60 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
che sia complicato ipotizzare la realizzazione
di un nuovo ospedale, che avrebbe necessariamente dimensioni contenute e che, pertanto,
si scontrerebbe con le previsioni che stanno
per essere introdotte, sia pure attraverso un
confronto con il sistema delle Regioni, nella
nuova organizzazione del servizio sanitario
nazionale.
PALESE. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PALESE. Signor Presidente, ho ascoltato
l’intervento dei colleghi e dell’assessore Tedesco. Nessuno ha criticato ciò che è stato realizzato e previsto. Noi abbiamo detto che, in
un contesto di programmazione, attesa da parte della Commissione l’individuazione che
l’area va implementata mediante un’offerta di
servizio, la questione va colta fino in fondo.
Non possiamo fare le cose a metà.
Gli standard non sono solo secchi finanziari: se così fosse, nel campo dell’attuazione,
una volta raggiunta, risolveremmo tutti i nostri
problemi. Gli standard vanno riferiti con
l’altra variabile, ossia quella di qualità. Su questo non c’è dubbio.
Rispetto al problema degli investimenti, dal
momento che vengono inseriti gli altri plessi
ospedalieri, non capisco perché non debbano
essere inserite anche queste aree, sia che rimanga la formulazione già in essere, sia che
venga accolto il nostro emendamento.
Noi diamo per scontato il fatto che l’attività
distrettuale comprende le prestazioni diagnostiche, a cui poco fa faceva riferimento
l’assessore – della patologia clinica, delle specialistiche, della radiodiagnostica e via elencando – però bisogna comunicare con molta
chiarezza la volontà di realizzare un distretto,
un punto di primo intervento.
Poiché, sulla base di quello che viene proposto, vi è la possibilità di predisporre un piano di investimenti, noi riteniamo che vada col-
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VIII Legislatura
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ta l’occasione della programmazione per realizzare qualcosa in più, e specifichiamo anche
di che cosa stiamo parlando.
Noi non ci limitiamo solo alla prima parte
riguardante le pulsioni distrettuali, ma proponiamo un pronto soccorso più completo rispetto al punto di primo intervento, con posti
letto di astanteria e di area medica e chirurgica
– senza quantizzare, dal momento che va dimensionato rispetto al fabbisogno – per pazienti acuti e post-acuti. Proponiamo, altresì, il
day hospital, il day surgery e un’unità operativa senza posti letto.
Noi non intendiamo creare questa struttura
senza considerare la possibilità di garantire i
servizi di cui parlava l’assessore (che vanno
confermati), un responsabile di questa struttura e una farmacia ospedaliera, che deve essere
necessariamente classificata. Difatti, non si
può prevedere un presidio completo con posti
letto per acuti e post-acuti in assenza di questi
servizi.
Noi riteniamo che nel contesto della programmazione, anche al fine di assicurare i livelli uniformi di assistenza all’intero territorio
regionale, questo sforzo vada compiuto. Si è
arrivati al 50%? Facciamo un piccolo sforzo e
mettiamo un punto fermo che certamente, per
essere realizzato, necessita di tempistica e di
essere calibrato rispetto al fabbisogno. Noi
stiamo facendo una programmazione che durerà anni, soprattutto rispetto al problema degli investimenti.
Per questo motivo, rinnovo la sollecitazione e l’invito all’assessore a rivedere il tutto.
Noi riteniamo indispensabile l’inserimento della declaratoria precisa nel contesto degli investimenti.
Rispetto all’emendamento proposto, in sostituzione di quanto già previsto, se c’è qualcosa che non lo convince, non in via generale,
ma rispetto a quello che viene previsto al suo
interno, invito l’assessore a riferirlo.
Possiamo anche avviare da subito un ragionamento, ma bocciarlo, come se il problema
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RESOCONTO STENOGRAFICO
non esistesse, onestamente mi sembra una iniziativa abbastanza eccessiva.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione
dell’emendamento.
ZULLO. Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ZULLO. Signor Presidente, colleghi consiglieri, per quanto mi riguarda sono favorevole
a questo emendamento. Ho studiato a fondo la
materia. Tuttavia, l’esperienza che ho vissuto
in questo Consiglio mi porta a rivedere i miei
studi. Difatti, in questa sede cambia tutto e, a
questo punto, non so più chi ha ragione, se
l’assessore Tedesco o i miei docenti di fama
internazionale.
PRESIDENTE. Le ricordo che l’assessore
Tedesco è in Regione da circa quarant’anni.
ZULLO. Vuol dire che lo proporrò per
qualche università. Qualsiasi manuale di programmazione di una rete di assistenza ospedaliera tiene conto delle condizioni orografiche
di un territorio.
Qui vengono rappresentate le difficoltà di
un territorio, qual è quello del Gargano e del
Subappennino Dauno, che effettivamente rispondono a necessità vitali per quelle popolazioni. Non si tratta, allora, di fare una struttura
dove si mischiano posti letto con funzioni assistenziali, ma si tratta di creare una struttura in
grado di rispondere efficacemente ed efficientemente ai bisogni di ricovero ospedaliero,
considerato che – come dicono i colleghi – per
raggiungere il primo ospedale utile per
un’emergenza o per un qualsiasi intervento di
urgenza sono necessarie ore di macchina.
Di fronte a queste situazioni, caro assessore
Tedesco, non possiamo anteporre la spesa ad
una fattispecie orografica particolare. L’intera
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VIII Legislatura
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programmazione dovrebbe, invece, equilibrarsi
per poter contemperare un’esigenza vitale per
i propri cittadini. Se accettassimo questo principio, probabilmente arriveremmo al paradosso che non si cura un paziente per una questione di spesa. Non credo che sia questo lo
spirito che ci anima.
Per quanto mi riguarda, voterò favorevolmente l’emendamento, ma sarebbe utile che
tutti si comportassero nella stessa maniera. Mi
accomuno all’appello rivolto dal collega Palese in merito ad un ripensamento da parte
dell’assessore Tedesco, che mi auguro possa
intervenire.
DAMONE. Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DAMONE. Signor presidente, non trovo le
parole per definire la delusione profonda e il
tradimento che si sta consumando nei confronti del Gargano da parte di questa maggioranza:
nel mentre si autorizzano ad libitum 20 posti
di medicina generale presso una struttura privata a Vieste, si nega al pubblico un intervento
di prima necessità. Ripeto che non è mia intenzione augurare ad alcuno di provare il
dramma che molto spesso vivono i cittadini
del Gargano.
Quando l’assessore Tedesco si dilunga
nell’elogiare la scelta dell’elisoccorso mi trova
perfettamente d’accordo. Mi deve, però, spiegare come mai per aggirare la gara pubblica,
necessaria e prevista per il caso di specie, si
utilizza il progetto dell’eliambulanza che
l’allora Giunta regionale aveva assegnato in
mancanza di strutture ospedaliere, cancellando
così definitivamente un servizio minimo utile a
contenere le paure che la gente del Gargano
avverte in caso di necessità.
Voglio ricordarvi che a Monte Sant’Angelo
operano i chirurghi e gli anestesisti di San
Giovanni Rotondo. Un uomo pragmatico, che
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 62 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
vuole bene alla propria popolazione, un uomo
che vuol fare seriamente politica non utilizza
gli strumenti delle prestazioni aggiuntive, che
sono un ladrocinio contro le risorse pubbliche!
Quando vi sono prestazioni aggiuntive per il
chirurgo e per l’anestesista, se il ferrista è in
pronta disponibilità, allora non ha senso che
tali esperti stiano nell’ospedale, visto che per
operare necessitano dei ferristi. Allo stesso
modo, il radiologo deve spiegarmi per quale
motivo si trova in radiologia, quando manca il
tecnico apposito che deve essere chiamato in
pronta disponibilità.
Oggi non abbiamo il coraggio e la forza di
dire che quelle popolazioni hanno urgenza di
prestazioni professionali. Vi state coprendo di
vergogna, voi come i vostri predecessori! Il
Gargano non può più attendere inutilmente il
mantenimento delle vostre vane promesse e
ascoltare le vostre inutili parole. Noi abbiamo
bisogno di fatti concreti e chi agisce nella sanità senza avere il coraggio di affrontare situazioni drammatiche è un vile, è un traditore e
non merita neanche di essere chiamato amministratore.
MARINO, relatore. Domando di parlare
per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARINO, relatore. Signor Presidente,
credo che il consigliere Damone abbia la memoria corta. Il collega forse non sa che oggi
stiamo cercando di porre rimedio ad una situazione, quella del Gargano, che abbiamo ereditato dal centrodestra.
Il consigliere Damone dovrebbe ricordare
che qualche suo collega, oggi onorevole, si era
persino incatenato in segno di protesta – fortunatamente hanno ritrovato la chiave – perché nel Piano Fitto era scomparso il riferimento al Gargano.
Credo che oggi si stia portando avanti un
ragionamento serio e concreto. Oggi stiamo
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VIII Legislatura
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rispondendo all’esigenza di un territorio attraverso quanto è previsto nel Piano, ovvero la
presenza di un ospedale del territorio, che
rappresenta una via di mezzo tra l’ospedale di
comunità, previsto nel Piano Fitto, e la possibilità di costruire un punto di primo intervento
nel territorio garganico.
A mio avviso, fare politica oggi non significa assecondare o accontentare i territori, ma
costruire un percorso in cui vengano affermati
diritti, come quello alla salute, in territori come quello del Gargano, senza inseguire azioni
strumentali, come la raccolta di firme
sull’eliambulanza, tenendo conto che lì si è costruita una possibilità più efficiente ed efficace,
che risponde di più e meglio al diritto alla salute di quei cittadini.
Ricorrere a tali strumentazioni e dire tutto e
il contrario di tutto non ci porta da nessuna
parte, se non a far sì che anche il Consiglio regionale diventi una sorta di teatrino della politica. Noi non abbiamo bisogno di avanspettacolo, e il consigliere Damone ha l’età giusta
per evitarci questa sciagura. Del resto, occorre
una certa professionalità per fare avanspettacolo.
Credo che dovremmo discutere di questioni
concrete. Non credo che questo emendamento
possa essere accolto, perché non risponde alle
esigenze vere di quella parte del Gargano, ma
piuttosto ad una strumentalizzazione politica
che il consigliere Damone e i suoi amici hanno
portato avanti in quel territorio, strumentalizzazione che non può essere portata ad esempio per nessuno.
Credo invece che, così come abbiamo previsto nel Piano della salute, noi stiamo fornendo una risposta e stiamo dimostrando di essere
capaci di recarci nel territorio per discutere,
confrontarci, prenderci anche i fischi, ma altresì stabilire che il percorso che dobbiamo portare avanti dev’essere sgombro dalla demagogia
che abbiamo avvertito in quest’Aula.
PALESE. Domando di parlare.
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
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RESOCONTO STENOGRAFICO
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PALESE. Chiedo che la votazione avvenga
per appello nominale.
PRESIDENTE. Indìco la votazione per appello nominale dell’emendamento n. 48.
I consiglieri favorevoli risponderanno
«sì», i consiglieri contrari risponderanno
«no», gli astenuti si comporteranno di conseguenza.
Invito il segretario a procedere all’appello
nominale, iniziando dal consigliere Stefàno,
nominativo estratto a sorte a norma di Regolamento.
CIOCE, segretario, fa la chiama.
Hanno votato «sì» i consiglieri:
Attanasio,
Baldassarre,
Caroppo, Cassano, Chiarelli, Congedo,
Copertino,
Damone,
Loperfido,
Marinotti,
Palese,
Ruocco,
Santaniello, Silvestris, Surico,
Tagliente,
Zaccagnino, Zullo.
Hanno votato «no» i consiglieri:
Bonasora, Borraccino, Buccoliero,
Canonico, Cappellini, Cioce, Costantino,
De Santis, Dicorato,
Frisullo,
Gentile,
Introna,
Loizzo, Lomelo, Lonigro, Losappio,
Maniglio, Manni, Marino, Marmo G., Mineo, Mita, Montanaro,
Ognissanti, Olivieri,
Pelillo, Pellegrino, Pentassuglia, Povia,
Riccardi, Romano, Russo,
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VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
Sannicandro, Stefàno,
Taurino, Tedesco,
Vendola, Ventricelli, Visaggio.
Si è astenuto:
il Presidente Pepe.
È in congedo:
il consigliere Potì.
Risultano assenti i consiglieri:
Brizio,
De Leonardis,
Giampaolo,
Laurora, Lospinuso,
Marmo N., Minervini,
Rollo,
Scalera,
Tarquinio,
Vadrucci.
PRESIDENTE. Comunico il risultato della
votazione:
Consiglieri presenti
58
Consiglieri votanti
57
Astenuti
1
Hanno votato «sì»
18
Hanno votato «no»
39
L’emendamento n. 48 non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n. 49)
a firma dell’assessore Tedesco, del quale do
lettura: «A pag. 92 dopo il punto elenco 5. e
sino alla fine della pag. 97 prima della sezione
“Standard di posti letto per U.O.” sostituire
completamente il testo con il seguente: “Il
numero dei posti letto proposto è di 17.759
così suddivisi:
posti letto per acuti 15.338
posti letto riabilitazione 1.719
posti letto lungodegenza post-acuzie 702
posti letto totali 17.759
La determinazione dei posti letto è stata
concordata con le ASL, le AO. e gli E.E., gli
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– 64 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
IRCCS pubblici e privati, rispettando anche le
preintese 2006 con il privato accreditato.
La presente proposta di riorganizzazione
consente di:
- attivare posti letto nelle discipline carenti,
in particolare nell’area della Terapia Intensiva,
in quella della Riabilitazione e in alcune discipline specialistiche (Oncologia ed Ematologia);
- realizzare alcuni riferimenti di macroarea
nelle realtà provinciali carenti (Cardiochirurgia
in provincia di Foggia, Neuropsichiatria infantile a Lecce, Centro per grandi ustionati a
Cod.
8
18
19
21
24
26
29
32
52
58
64
68
71
7
9
12
13
14
30
34
10
35
36
38
43
6
11
33
37
39
62
77
VIII Legislatura
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Foggia, Unità spinale a Bari, Foggia e Brindisi, Chirurgia Maxillo-facciale a Lecce e Foggia).
Nella elaborazione della proposta si è tenuto conto e della realtà ospedaliera esistente e
della attivazione di nuovi ospedali a breve e
medio termine.
Infine, rispetto allo standard di 4,5 p.l. per
mille, risultano al momento non ancora assegnati circa 600 p.l. che potranno essere utilizzati per particolari attribuzioni a livello regionale con provvedimenti approvati dal Consiglio regionale.
ASSISTENZA OSPEDALIERA: PROPOSTA REGIONALE DI POSTI LETTO
P.L. ATTIVI 2006
PIANO 2008
Area medica
Cardiologia
595
642
Ematologia
162
214
Malattie Endocrine
153
181
Geriatria
507
487
Malattie Infettive
237
248
Medicina Interna
2308
2261
Nefrologia
348
326
Neurologia
512
498
Dermatologia
167
114
Gastroenterologia
295
334
Oncologia
248
324
Pneumologia
506
522
Reumatologia
39
53
Totale area medica
6077
6204
Area Chirurgica
Cardiochirurgia
159
192
Chirurgia Generale
1929
1792
Chirurgia Plastica
93
120
Chirurgia Toracica
90
134
Chirurgia Vascolare
142
218
Neurochirurgia
249
282
Oftalmologia
322
308
Chirurgia Maxillofac.
0
44
Odontoiatria
24
48
Ortopedia
1424
1460
Otorinolaringoiatria
313
319
Urologia
426
486
Totale area chirurgica
5171
5403
Area Materno Infantile
Cardiochirurgia
8
14
Chirurgia Pediatrica
81
120
Neuropsichiatria Inf.
33
52
Ostetricia-Ginecologia
1559
1510
Pediatria
757
676
Neonatologia
146
208
Nefrologia Pediatrica
9
10
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
STANDARD
0,16
0,05
0,04
0,12
0,06
0,56
0,08
0,12
0,03
0,08
0,08
0,13
0,01
1,52
0,05
0,44
0,03
0,03
0,05
0,07
0,08
0,01
0,01
0,36
0,08
0,12
1,33
0,00
0,03
0,01
0,37
0,17
0,05
0,00
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
78
47
49
50
73
40
28
56
75
60
Cod.
8
18
19
21
24
26
29
32
52
58
64
68
71
7
9
12
13
14
30
34
10
35
36
38
43
6
11
33
37
39
62
77
– 65 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
Urologia Pediatrica
9
10
0,00
Totale area materno-inf.
2602
2600
0,64
Area Terapia Intensiva
Grandi Ustionati
19
30
0,01
Rianimazione
199
282
0,07
Rianimazione Ped.
0
18
0,00
TIPO (post-operatoria)
0
82
0,02
Unità Coronarica
222
282
0,07
UTIN
75
105
0,03
Totale area terapie int.
515
799
0,20
Psichiatria
250
332
0,08
Riabilitazione
Unità spinale
8
50
0,01
Riabilitazione
1027
1500
0,37
Neuroriabilitazione
141
169
0,04
Totale area riabilitazione
1176
1719
0,42
LDPA
727
702
0,17
TOTALE REGIONALE
16518
17759
4,36
ASSISTENZA OSPEDALIERA: PROPOSTA DI POSTI LETTO PER LE PROV. FOGGIA - BAT - BARI
FOGGIA
BAT
BARI
PUBBLICO PRIVATO PUBBLICO
PRIVATO PUBBLICO PRIVATO
Area medica
Cardiologia
86
24
52
0
160
64
Ematologia
64
0
14
0
42
0
Malattie Endocrine
32
0
10
0
80
20
Geriatria
90
0
20
0
140
22
Malattie Infettive
38
0
40
0
78
0
Medicina Interna
350
68
183
0
552
97
Nefrologia
66
0
24
0
103
10
Neurologia
105
10
45
0
160
10
Dermatologia
32
0
0
0
58
0
Gastroenterologia
86
20
16
0
124
10
Oncologia
72
10
16
0
88
20
Pneumologia
100
15
32
0
153
0
Reumatologia
14
0
0
0
25
0
Totale area medica
1135
147
452
0
1763
253
Area Chirurgica
Cardiochirurgia
22
0
0
0
25
73
Chirurgia Generale
280
41
134
0
552
101
Chirurgia Plastica
12
0
10
0
52
0
Chirurgia Toracica
34
0
10
0
40
10
Chirurgia Vascolare
30
0
10
0
60
20
Neurochirurgia
62
0
16
0
71
20
Oftalmologia
48
0
24
0
126
11
Chirurgia Maxillofac.
16
0
0
0
20
0
Odontoiatria
4
0
0
0
20
0
Ortopedia
208
30
114
0
384
94
Otorinolaringoiatria
70
10
24
0
103
5
Urologia
100
0
30
0
150
18
Totale area chirurgica
886
81
372
0
1603
352
Area Materno Infantile
Cardiochirurgia
0
0
0
0
14
0
Chirurgia Pediatrica
28
0
0
0
54
0
Neuropsichiatria Inf.
16
0
0
0
20
0
Ostetricia-Ginecologia
246
16
130
0
410
86
Pediatria
151
0
70
0
197
0
Neonatologia
36
0
16
0
82
0
Nefrologia Pediatrica
0
0
0
0
10
0
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
78
47
49
50
73
40
28
56
75
Urologia Pediatrica
Totale area materno-inf.
Area Terapia Intensiva
Grandi Ustionati
Rianimazione
Rianimazione Ped.
TIPO
Unità Coronarica
UTIN
Totale area terapie int.
Psichiatria
Riabilitazione
Unità spinale
Riabilitazione
Neuroriabilitazione
Totale area riabilitazione
LDPA
– 66 –
VIII Legislatura
RESOCONTO STENOGRAFICO
10 SETTEMBRE 2008
0
477
0
16
0
216
0
0
10
797
0
86
6
60
6
4
46
32
154
45
0
0
0
0
0
0
0
0
0
22
0
4
26
8
60
30
0
0
0
0
0
0
0
0
8
82
8
22
72
32
224
70
0
0
0
30
18
0
48
44
16
0
0
0
30
0
138
124
106
0
318
199
25
0
20
0
28
0
179
124
126
0
376
199
60
102
0
80
0
180
0
2978
368
1336
0
5013
982
ASSISTENZA OSPEDALIERA: PROPOSTA DI POSTI LETTO PER LE PROV. BRINDISI – LECCE - TARANTO
BRINDISI
LECCE
TARANTO
PUBBLICO PRIVATO PUBBLICO
PRIVATO PUBBLICO PRIVATO
Cod.
Area medica
8
Cardiologia
48
0
110
16
52
30
18
Ematologia
20
0
46
0
28
0
19
Malattie Endocrine
15
0
10
0
14
0
21
Geriatria
57
0
80
0
36
42
24
Malattie Infettive
27
0
40
0
25
0
26
Medicina Interna
230
16
420
15
248
82
29
Nefrologia
33
0
50
0
40
0
32
Neurologia
44
0
84
8
32
0
52
Dermatologia
14
0
10
0
0
0
58
Gastroenterologia
18
0
45
0
15
0
64
Oncologia
20
0
68
0
20
10
68
Pneumologia
40
0
130
0
32
20
71
Reumatologia
4
0
10
0
0
0
Totale area medica
570
16
1103
39
542
184
Area Chirurgica
7
Cardiochirurgia
10
0
20
30
0
12
9
Chirurgia Generale
154
16
274
27
165
48
12
Chirurgia Plastica
20
0
16
0
10
0
13
Chirurgia Toracica
10
0
20
0
10
0
14
Chirurgia Vascolare
14
10
26
8
20
20
30
Neurochirurgia
22
0
41
10
30
10
34
Oftalmologia
26
0
36
8
24
5
10
Chirurgia Maxillofac.
0
0
8
0
0
0
35
Odontoiatria
10
0
4
10
0
0
36
Ortopedia
140
0
232
48
140
70
38
Otorinolaringoiatria
32
0
45
10
20
0
43
Urologia
34
0
90
8
50
6
Totale area chirurgica
472
26
812
159
469
171
Area Materno Infantile
6
Cardiochirurgia
0
0
0
0
0
0
11
Chirurgia Pediatrica
0
0
20
8
10
0
33
Neuropsichiatria Inf.
0
0
16
0
0
0
37
Ostetricia-Ginecologia
150
16
222
28
132
74
39
Pediatria
80
0
110
8
60
0
62
Neonatologia
18
0
36
0
20
0
77
Nefrologia Pediatrica
0
0
0
0
0
0
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
78
47
49
50
73
40
28
56
75
60
– 67 –
VIII Legislatura
RESOCONTO STENOGRAFICO
Urologia Pediatrica
Totale area materno-inf.
Area Terapia Intensiva
Grandi Ustionati
Rianimazione
Rianimazione Ped.
TIPO
Unità Coronarica
UTIN
Totale area terapie int.
Psichiatria
Riabilitazione
Unità spinale
Riabilitazione
Neuroriabilitazione
Totale area riabilitazione
LDPA
10 SETTEMBRE 2008
0
248
0
16
0
404
0
44
0
222
0
74
16
22
4
4
22
9
77
30
0
0
0
0
0
0
0
0
0
58
0
6
48
14
126
60
0
0
0
8
8
0
16
23
0
38
0
4
30
10
82
30
0
0
0
0
12
0
12
0
4
84
30
118
100
1615
0
10
30
40
0
98
0
146
15
161
140
2806
0
110
5
115
0
396
0
48
16
64
100
1509
0
217
0
217
0
658
A questo emendamento è stato presentato
un subemendamento sostitutivo a firma
dell’assessore Tedesco, del quale do lettura:
«A pag. 86 dopo il punto elenco 5. e sino alla
fine della pag. 91 sostituire completamente il
testo con il seguente: “Il numero dei posti letto proposto è di 17.675 così suddivisi
posti letto per acuti 15.346
posti letto riabilitazione 1.627
posti letto lungodegenza post-acuzie 702
posti letto totali 17.675
La determinazione dei posti letto è stata
concordata con le ASL, le A.O. e gli E.E., gli
IRCCS pubblici e privati, rispettando anche le
preintese 2006 con il privato accreditato.
La presente proposta di riorganizzazione
consente di:
- attivare posti letto nelle discipline carenti, in
particolare nell’area della Terapia Intensiva, in
quella della Riabilitazione e in alcune discipline
specialistiche (Oncologia ed Ematologia);
- realizzare alcuni riferimenti di macroarea
nelle realtà provinciali carenti (Cardiochirurgia
in provincia di Foggia, Neuropsichiatria infantile a Lecce, Centro per grandi ustionati a
Foggia, Unità spinale a Bari, Foggia e Brindisi, Chirurgia Maxillo-facciale a Lecce e Foggia).
Nella elaborazione della proposta si è tenuto conto e della realtà ospedaliera esistente e
della attivazione di nuovi ospedali a breve e
medio termine.
Infine, rispetto allo standard di 4,5 p.l. per
mille, risultano al momento non ancora assegnati circa 700 p.l. che potranno essere utilizzati per particolari attribuzioni a livello regionale con provvedimenti approvati dal Consiglio regionale.
ASSISTENZA OSPEDALIERA: PROPOSTA REGIONALE DI POSTI LETTO
Cod.
8
18
19
21
24
26
29
32
Area medica
Cardiologia
Ematologia
Malattie Endocrine
Geriatria
Malattie Infettive
Medicina Interna
Nefrologia
Neurologia
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
P.L. ATTIVI 2006
PIANO 2008
STANDARD
595
162
153
507
237
2308
348
512
646
214
181
487
248
2261
326
490
0,16
0,05
0,04
0,12
0,06
0,56
0,08
0,12
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
52
58
64
68
71
7
9
12
13
14
30
34
10
35
36
38
43
6
11
33
37
39
62
77
78
47
49
50
73
40
28
56
75
60
Dermatologia
Gastroenterologia
Oncologia
Pneumologia
Reumatologia
Totale area medica
Area Chirurgica
Cardiochirurgia
Chirurgia Generale
Chirurgia Plastica
Chirurgia Toracica
Chirurgia Vascolare
Neurochirurgia
Oftalmologia
Chirurgia Maxillofac.
Odontoiatria
Ortopedia
Otorinolaringoiatria
Urologia
Totale area chirurgica
Area Materno Infantile
Cardiochirurgia
Chirurgia Pediatrica
Neuropsichiatria Inf.
Ostetricia-Ginecologia
Pediatria
Neonatologia
Nefrologia Pediatrica
Urologia Pediatrica
Totale area materno-inf.
Area Terapia Intensiva
Grandi Ustionati
Rianimazione
Rianimazione Ped.
TIPO (post-operatoria)
Unità Coronarica
UTIN
Totale area terapie int.
Psichiatria
Riabilitazione
Unità spinale
Riabilitazione
Neuroriabilitazione
Totale area riabilitazione
LDPA
TOTALE REGIONALE
– 68 –
VIII Legislatura
RESOCONTO STENOGRAFICO
10 SETTEMBRE 2008
167
295
248
506
39
6077
114
334
324
524
53
6202
0,03
0,08
0,08
0,13
0,01
1,52
159
1929
93
90
142
249
322
0
24
1424
313
426
5171
192
1782
120
134
198
282
306
54
48
1460
319
486
5381
0,05
0,44
0,03
0,03
0,05
0,07
0,08
0,01
0,01
0,36
0,08
0,12
1,32
8
81
33
1559
757
146
9
9
2602
14
120
52
1510
676
208
10
10
2600
0,00
0,03
0,01
0,37
0,17
0,05
0,00
0,00
0,64
19
199
0
0
222
75
515
250
30
282
18
120
276
105
831
332
0,01
0,07
0,00
0,03
0,07
0,03
0,20
0,08
8
1027
141
1176
727
16518
50
1413
164
1627
702
17675
0,01
0,35
0,04
0,40
0,17
4,34
ASSISTENZA OSPEDALIERA: PROPOSTA DI POSTI LETTO PER LE PROV. FOGGIA - BAT - BARI
Cod.
8
18
19
21
24
26
Area medica
Cardiologia
Ematologia
Malattie Endocrine
Geriatria
Malattie Infettive
Medicina Interna
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
FOGGIA
PUBBLICO PRIVATO
86
24
64
0
32
0
90
0
38
0
350
68
BAT
PUBBLICO
PRIVATO
52
0
14
0
10
0
20
0
40
0
183
0
BARI
PUBBLICO PRIVATO
160
64
42
0
80
20
140
22
78
0
552
97
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
29
32
52
58
64
68
71
7
9
12
13
14
30
34
10
35
36
38
43
6
11
33
37
39
62
77
78
47
49
50
73
40
28
56
75
60
Nefrologia
Neurologia
Dermatologia
Gastroenterologia
Oncologia
Pneumologia
Reumatologia
Totale area medica
Area Chirurgica
Cardiochirurgia
Chirurgia Generale
Chirurgia Plastica
Chirurgia Toracica
Chirurgia Vascolare
Neurochirurgia
Oftalmologia
Chirurgia Maxillofac.
Odontoiatria
Ortopedia
Otorinolaringoiatria
Urologia
Totale area chirurgica
Area Materno Infantile
Cardiochirurgia
Chirurgia Pediatrica
Neuropsichiatria Inf.
Ostetricia-Ginecologia
Pediatria
Neonatologia
Nefrologia Pediatrica
Urologia Pediatrica
Totale area materno-inf.
Area Terapia Intensiva
Grandi Ustionati
Rianimazione
Rianimazione Ped.
TIPO
Unità Coronarica
UTIN
Totale area terapie int.
Psichiatria
Riabilitazione
Unità spinale
Riabilitazione
Neuroriabilitazione
Totale area riabilitazione
LDPA
– 69 –
VIII Legislatura
RESOCONTO STENOGRAFICO
10 SETTEMBRE 2008
66
105
32
86
72
100
14
1135
0
10
0
20
10
15
0
147
24
45
0
16
16
32
0
452
0
0
0
0
0
0
0
0
103
160
58
124
88
153
25
1763
10
10
0
10
20
0
0
253
22
280
12
34
30
62
48
16
4
208
70
100
886
0
41
0
0
0
0
0
0
0
30
10
0
81
0
134
10
10
10
16
24
0
0
114
24
30
372
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
25
552
52
40
60
71
126
20
20
384
103
150
1603
73
91
0
10
20
20
11
0
0
94
5
18
342
0
28
16
246
151
36
0
0
477
0
0
0
16
0
0
0
0
16
0
0
0
130
70
16
0
0
216
0
0
0
0
0
0
0
0
0
14
54
20
410
197
82
10
10
797
0
0
0
86
0
0
0
0
86
6
60
6
4
46
32
154
45
0
0
0
0
0
0
0
0
0
22
0
4
26
8
60
30
0
0
0
0
0
0
0
0
8
82
8
22
72
32
224
70
0
0
0
38
18
0
56
44
16
138
25
179
102
2978
0
44
0
44
0
288
0
106
20
126
80
1336
0
0
0
0
0
0
30
318
28
376
180
5013
0
199
0
199
0
980
ASSISTENZA OSPEDALIERA: PROPOSTA DI POSTI LETTO PER LE PROV. BRINDISI – LECCE - TARANTO
Cod.
8
18
19
21
Area medica
Cardiologia
Ematologia
Malattie Endocrine
Geriatria
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
BRINDISI
PUBBLICO PRIVATO
48
0
20
0
15
0
57
0
LECCE
PUBBLICO
PRIVATO
110
16
46
0
10
0
80
0
TARANTO
PUBBLICO PRIVATO
52
34
28
0
14
0
36
42
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
24
26
29
32
52
58
64
68
71
7
9
12
13
14
30
34
10
35
36
38
43
6
11
33
37
39
62
77
78
47
49
50
73
40
28
56
75
60
Malattie Infettive
Medicina Interna
Nefrologia
Neurologia
Dermatologia
Gastroenterologia
Oncologia
Pneumologia
Reumatologia
Totale area medica
Area Chirurgica
Cardiochirurgia
Chirurgia Generale
Chirurgia Plastica
Chirurgia Toracica
Chirurgia Vascolare
Neurochirurgia
Oftalmologia
Chirurgia Maxillofac.
Odontoiatria
Ortopedia
Otorinolaringoiatria
Urologia
Totale area chirurgica
Area Materno Infantile
Cardiochirurgia
Chirurgia Pediatrica
Neuropsichiatria Inf.
Ostetricia-Ginecologia
Pediatria
Neonatologia
Nefrologia Pediatrica
Urologia Pediatrica
Totale area materno-inf.
Area Terapia Intensiva
Grandi Ustionati
Rianimazione
Rianimazione Ped.
TIPO
Unità Coronarica
UTIN
Totale area terapie int.
Psichiatria
Riabilitazione
Unità spinale
Riabilitazione
Neuroriabilitazione
Totale area riabilitazione
LDPA
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
– 70 –
VIII Legislatura
RESOCONTO STENOGRAFICO
10 SETTEMBRE 2008
27
230
33
44
14
18
20
40
4
570
0
16
0
0
0
0
0
0
0
16
40
420
50
84
10
45
68
130
10
1103
0
15
0
0
0
0
0
0
0
31
25
248
40
32
0
15
20
32
0
542
0
82
0
0
0
0
10
22
0
190
10
154
20
10
14
22
26
0
10
140
32
34
472
0
16
0
0
10
0
0
0
0
0
0
0
26
20
274
16
20
26
41
36
8
4
232
45
90
812
30
27
0
0
8
10
6
10
10
48
10
8
167
0
165
10
10
20
30
24
0
0
140
20
50
469
12
48
0
0
0
10
5
0
0
70
0
6
151
0
0
0
150
80
18
0
0
248
0
0
0
16
0
0
0
0
16
0
20
16
222
110
36
0
0
404
0
8
0
28
8
0
0
0
44
0
10
0
132
60
20
0
0
222
0
0
0
74
0
0
0
0
74
16
22
4
4
22
9
77
30
0
0
0
0
0
0
0
0
0
58
0
6
48
14
126
60
0
0
0
38
8
0
46
23
0
38
0
4
30
10
82
30
0
0
0
0
6
0
6
0
4
84
60
148
100
1645
0
10
0
10
0
68
0
146
15
161
140
2806
0
103
0
103
0
414
0
48
16
64
100
1509
0
217
0
217
0
638
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 71 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
PALESE. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PALESE. Signor Presidente, questo subemendamento, insieme al testo base, rappresenta uno dei punti principali dell’intero provvedimento. Siccome non abbiamo mai avuto la
possibilità di interloquire in merito a questo
aspetto con il Presidente Vendola, chiedo che
mi ascolti. Non lo dico polemicamente, ma
perchè questo è uno dei tanti aspetti che, a nostro avviso, non vanno bene.
Intanto, è fin troppo evidente come questo
subemendamento cerchi di attenuare, ma non
di risolvere nella maniera dovuta, la ripartizione provinciale dei posti letto che è stata operata.
In particolare, penso che – numero in più o
numero in meno – 80 posti letto vengano attribuiti alla Provincia BAT.
Ho chiesto che fosse presente in Aula il
Presidente Vendola per svolgere questa discussione, in quanto uno dei motivi di critica
che abbiamo evidenziato sin dal primo momento riguarda la ripartizione dei posti letto a
livello provinciale effettuata dal Piano. Sto riportando dati arcinoti a tutti: si tratta di 4,5
posti letto per mille abitanti.
Riteniamo che ci siano alcune strutture,
quali quelle in cui insiste la facoltà di medicina
e chirurgia – mi riferisco al Policlinico e agli
Ospedali riuniti –, che hanno una dimensione e
una rilevanza sovraprovinciale e che sono importanti rispetto all’acquisizione di mobilità
attiva.
Chiaramente le due Province debbono avere un numero superiore di posti letto rispetto
alla media con cui si distribuiscono a livello
provinciale, proprio per questa rilevanza.
Secondo noi sussiste un’eccessiva disparità
con le altre Province – l’abbiamo anche calcolata –, in particolare con le Province di Lecce,
Taranto e Brindisi, nell’ordine in cui gliele sto
comunicando. Questa distorsione è dovuta an-
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
che al fatto che la Giunta regionale accantona
un certo numero di posti letto che varia, grossomodo, da 600 a 700 per una eventuale successiva attribuzione.
Ebbene, noi riteniamo che il modo in cui si
è proceduto, rispetto alla ripartizione, non sia
accettabile dal punto di vista scientifico. Ad
ogni modo, sarebbe troppo dispersivo trattenere il Consiglio su questo dato.
Non condividiamo il fatto che la Giunta accantoni questo numero di posti letto per attribuirlo successivamente. A tal proposito, proponiamo un emendamento in cui precisiamo
che il Consiglio regionale, nell’assegnare eventualmente questi posti letto, dovrà considerare
in via prioritaria, quale criterio di assegnazione, il riequilibrio di queste Province.
Per questo motivo, voteremo contro queste
tabelle, sia quelle comprese nell’emendamento
che quelle comprese nel subemendamento,
ponendo all’attenzione dell’assessore questi
problemi.
Per quanto riguarda l’emendamento n. 54,
ne anticipo l’illustrazione, con l’augurio che
possa essere considerato con la dovuta attenzione.
MARMO Giuseppina. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARMO Giuseppina. Signor Presidente, il
numero dei posti letto della Provincia BAT
nella prima tabella è di 1.221, mentre nella seconda, quella contenuta nell’emendamento
dell’assessore Tedesco, è di 1.336.
Mi permetto di svolgere tre riflessioni. Innanzitutto, osservo che in riferimento alla prima bozza del Piano vi era una discrepanza
numerica abbastanza rilevante. L’ospedale di
Andria, ad esempio, che è in fase di ristrutturazione, aveva comunicato un numero di posti
letto inferiore rispetto all’effettivo bisogno di
una comunità di 100 mila abitanti. Ebbene, pur
sussistendo questa ottimizzazione del numero,
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 72 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
c’è chiaramente dell’altro da fare. Tuttavia, il
fatto che la Giunta possa avere a disposizione
questo tesoretto di posti letto, mi induce ad
avere fiducia nella Giunta stessa per il futuro.
Desidererei che, in merito all’affermazione riportata nel Piano, relativa ad “una prima fase”
(priva, però, di ulteriori dettagli), l’assessore Tedesco – che con me, nel pour parler, è stato più
preciso rispetto a quanto è scritto – puntualizzasse l’aspetto della costruzione dell’ospedale,
che non sarà più l’ospedale di Andria, ma contemplerà anche Canosa e Minervino.
Per quanto riguarda la costruzione dell’altro
ospedale di Bisceglie e Trani, in questi giorni
ci troviamo di fronte a un dibattito tra la parte
sindacale e i manager della BAT, in riferimento alle guardie notturne da mettere in servizio
nei reparti. Se non facciamo subito i nuovi ospedali e ne chiudiamo alcuni, rischiamo di
non avere a disposizione guardie caratterizzate
da specialità idonee. Insomma, non è possibile
mettere in servizio una guardia non specializzata nel settore. Su questo punto ruota il dibattito di questi giorni.
Siccome amo dire la verità, desidero ringraziare l’assessore Tedesco per aver riportato
il numero dei posti letto ad un livello accettabile. Inoltre, ritengo giusto che la Giunta abbia
a disposizione quel tesoretto di posti letto al
fine di equiparare e di dare pari opportunità ai
territori. Difatti, tutti i territori vanno salvaguardati.
Ritengo, tuttavia, che sulla costruzione dei
nuovi ospedali questa Amministrazione debba
dire qualcosa di più e debba offrire una certezza: dobbiamo garantire che tra tre anni inizierà
la costruzione del nuovo ospedale.
SILVESTRIS. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SILVESTRIS. Signor Presidente, se qualcuno poteva nutrire ancora dei dubbi in ordine
ai criteri scientifici e razionali che si trovano
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
alla base di questo Piano di salute, il balletto
dei numeri di posti letto che vediamo tra la
prima, la seconda, la terza e la quarta bozza ne
sgombera il campo. Sembra di assistere al gioco del Monopoli, o al gioco dell’oca, se preferite: nella bozza approvata con la famosissima,
storica e nota a tutta l’umanità, delibera di
Giunta n. 553 del 9 maggio 2007 vi era una
determinata previsione di posti letto per le
Province, nella proposta di Piano portata in
Consiglio ve n’era un’altra e oggi, con un emendamento presentato dall’assessore, se ne
presenta una ulteriore.
Voi dite che è stato inutile rinviare il Piano
a settembre, ma noi non siamo d’accordo, perché in questo modo avete potuto cambiare ancora una volta tutti i numeri dei posti letto da
una colonnina all’altra.
È un vero e proprio manicomio! Mettendo
a confronto le due bozze (quella approvata a
maggio dell’anno scorso e quella approvata a
giugno di quest’anno) con l’emendamento
dell’assessore sembra di assistere al gioco del
lotto! Questa è la conferma dei criteri di scientificità e delle osservanze epidemiologiche legate ai territori, che sono alla base delle scelte
dei posti letto attribuiti per ciascuna disciplina
ad ogni Provincia. Complimenti vivissimi!
Vorrei veramente che per qualsiasi Piano
previsto per il futuro, lei, caro assessore, si esercitasse con il gioco dell’oca, che si basa sulle dinamiche che con grandissima abilità avete
saputo adottare. Per qualsiasi Provincia, provate a mettere accanto il Piano adottato in
Giunta a maggio dello scorso anno, il Piano
licenziato a giugno dell’anno in corso e
quest’altro florilegio partorito nel mese di agosto dall’assessore Tedesco, ovvero il subemendamento che il Governo fa a se stesso: noterete che avete cambiato i numeri, neanche si
trattasse del gioco del lotto.
Certo, un’operazione del genere non è vietata, ma l’importante è che poi non veniate a
dirci che ci sono osservanze epidemiologiche e
criteri scientifici alla base del Piano. Sarebbe
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 73 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
più corretto dire semplicemente che si tratta di
un tira e molla di numeri. La consigliera Giuseppina Marmo ha chiesto in Commissione di
prevedere più posti letto nella Provincia BAT.
La collega, giustamente, come me, difende un
territorio, con la differenza che lei sta in maggioranza e quindi ha più potere.
A proposito della Provincia BAT, il subemendamento presentato dall’assessore Tedesco è una presa in giro. Lo dico perché nessuno possa venire a vantarsi nella Provincia di
cui sono espressione territoriale, ma non elettorale, essendo stato eletto in Provincia di Bari. Pertanto, mi onoro di rappresentare due
Province: abito nella Provincia BAT, ma sono
stato eletto a Bari.
Nella Provincia di cui sono espressione territoriale, sia pure non elettiva, voi portate il
numero dei posti letto da 1.221 (questa era la
previsione del Piano licenziato dalla Commissione) a 1.336 (previsione che proponete nel
subemendamento). Voglio ricordare che nella
delibera del luglio scorso, ovvero nella prima
stesura del Piano, i posti letto previsti per questa Provincia erano 1.588. Dunque, rispetto al
minimo risarcimento che lei compie adesso,
difettano sempre 250 posti letto.
A proposito delle favolette che abbiamo
sentito nel corso di quest’anno, in merito alla
partecipazione dei cittadini, alle audizioni e
all’audit civico, a maggio dell’anno scorso avete adottato una bozza di Piano. Nel mese di
giugno di quest’anno ne avete mandata una
definitiva in Commissione. Ebbene, tra la bozza preparata nel mese di maggio 2007 e quella
del mese di giugno 2008 sono intervenute le
audizioni, ovvero avete ascoltato quanti sono
venuti ad illustrarvi loro proposte, suggerimenti e idee. Ebbene, a maggio dell’anno
scorso dicevate che alla BAT sarebbero spettati 1.588 posti; nel mese di giugno di
quest’anno avete detto che era stato commesso un errore e che ne spettavano 1.221. Vorrei
sapere chi è lo scienziato che è venuto in audizione a dirvi di togliere 300 posti letto alla
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
Provincia BAT. Difatti, questa riduzione di
posti è frutto dell’audit civico! Questa riduzione si è avuta a seguito delle audizioni.
Vorrei avere il numero di telefono o
l’indirizzo dell’abitazione di questo soggetto e
mandargli un messaggio di congratulazioni e
un mazzo di fiori per avervi suggerito di togliere 300 posti letto alla BAT. A questa persona va assegnato il Premio Nobel, o il Mongolino d’oro.
Nella prima bozza, sempre sulla base di
un’evidenza tecnico-scientifica, parlavate di
1.588 posti, ma dopo le audizioni avete ridotto
questo numero a 1.221. Evidentemente ci sarà
stato qualche scienziato, più scienziato di voi,
a suggerirvi questa soluzione. Voglio sapere
chi è questo scienziato, perché devo inviargli
un encomio solenne con laurea ad honorem.
Dopodiché, la collega Giuseppina Marmo si
arrabbia in Commissione e tutti gli altri soggetti interessati sottolineano come ci sia stata
una sottostima tra la prima e la seconda bozza
di oltre 300 posti letto. A questo punto, avete
pensato bene di aggiustare il dato a 1.336. Ebbene, questa modifica non ci soddisfa.
Inoltre, al di là del tono pomeridiano di
questo intervento, il dato che voglio seriamente sottolineare riguarda il carattere assolutamente non scientifico che presiede alle previsioni relative alla distribuzione dei posti letto
contenuta nel Piano. Se voi cambiate ad ogni
piè sospinto i numeri, sulla base di ciò che vi
viene suggerito, allora potete dire tutto tranne
che alla base della distribuzione dei posti letto,
inserita in questo Piano, sussiste un’evidenza
scientifica fondata sui dati epidemiologici della
Puglia per singoli territori.
Fate quello che volete, sistemate i posti letto come se fosse il gioco del Risiko, ma non
prendeteci in giro dicendo che queste previsioni del Piano hanno un benché minimo carattere di scientificità. Ove così fosse, quei numeri devono essere difesi e non variati. Invece, li
avete cambiati tre volte nelle bozze ufficiali e
ogni volta nelle 355 bozze ufficiose.
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 74 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
Questo non può essere un atteggiamento
conseguente ad una previsione caratterizzata
da un fondamento certo, solido, scientifico e
statistico.
ROMANO. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROMANO. Signor Presidente, non avendo
partecipato al Consiglio regionale precedente,
capisco la reazione del collega Silvestris, perché allora non ebbe la possibilità di partecipare
alla discussione. Comprendo, dunque, la difficoltà e la resistenza a comprendere un processo evolutivo che ha alla propria base la partecipazione. Inoltre, non sapevo che fosse Presidente della Commissione sanità.
La sindrome del consigliere Silvestris è
quella di voler partecipare al gioco dell’oca o
del Risiko, altrimenti non si comprenderebbero
le modifiche che, secondo il suo parere, andrebbero apportate ai numeri riguardanti la
Provincia BAT. Evidentemente il collega vuole un’altra tabella, vuole che i numeri cambino
ulteriormente. Delle due l’una, e cerchiamo di
essere un po’ più razionali.
A me questa parte interessa relativamente,
in quanto voglio affrontare un altro ragionamento. Ad ogni modo, va detto che nella
Commissione consiliare, nella quale siamo arrivati a discutere del Piano di riordino ospedaliero, la collega Giuseppina Marmo svolse la
sua funzione, così come la svolse il collega
Silvestris, salvo poi richiamare il gioco del Risiko in Aula. In quella sede, il collega sosteneva le battaglie, in quanto riteneva sbagliato
quel taglio che l’assessore giustificò come
contingentamento attuale, rispetto ad una ristrutturazione delle strutture ospedaliere in atto. Pertanto, se è in corso una ristrutturazione,
non si può inserire il numeretto a testimonianza che il posto letto funziona: il reparto è chiuso perché in ristrutturazione.
Ripeto che non è questo l’aspetto che mi
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
interessa, attenendo questa parte più al confronto e alla politica.
Onestamente non riesco a capire, collega
Palese, il legame tra tutta la pappardella che ci
ha illustrato sui costi della sanità in Puglia e
quello che ha detto poc’anzi rispetto al Piano
di riordino ospedaliero. Io non capisco il suo
approccio ragionieristico e il suo richiamo alla
presenza dei militari per sovrintendere alle
scelte del management delle AA.SS.LL., che
non devono andare oltre quello che si decide.
Tra l’altro, sono intervenuto questa mattina
su un emendamento che richiedeva l’intervento
della Regione, con la certificazione della spesa
in occasione dell’apertura non di un reparto,
che rappresenta la parte più importante, ma
anche di un singolo sportello presso un distretto, per avere una specialistica in più. Ebbene,
se vi ricordate, ho suggerito di stralciare il
Piano e di chiudere la questione.
Capisco la cultura per la quale la risposta in
termini di offerta sanitaria deve fare i conti con
le casse e con la disponibilità. Tuttavia, noi diciamo che è possibile spostare risorse da
un’ospedalizzazione ad un servizio che arriva
sul territorio attraverso i distretti, come ho
detto nel mio precedente ragionamento. Entrambi conosciamo il costo di un day surgery
o di una prestazione ambulatoriale fatta presso
un distretto o del ricovero del paziente in un
reparto.
Allora, se lei mi porta avanti un ragionamento pomposo sui costi complessivi del sistema sanitario, non può eludere questo tema.
Non capisco come si possa legare il ragionamento riferito ai 700 posti letto, che non sono
distribuiti nel Piano di riordino ospedaliero (mi
riferisco a questa tabella), come si trattasse di
un’economia messa in campo dalla cultura del
centrosinistra, con la necessità di fare cassa
per risparmiare.
Credo che i 700 posti letto siano ricompresi
nel dato generale – mi corregga se sbaglio, assessore – dei 4,5 posti letto ogni mille abitanti.
Complessivamente, in Puglia, se ne contano
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 75 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
circa 17 mila. Invece di distribuire 17 mila posti letto, come avvenne nel precedente Piano,
con tante lungodegenze ancora da attivare, lei
ha tolto questi 700 posti letto e li ha messi in
un salvadanaio. Entrambi sappiamo – lo sa anche il collega Palese – che a quei 700 posti letto ne aggiungeremo altri, non appena interverrà la scelta della Conferenza Stato-Regioni di
riportare il dato dei 4,5 posti letto ogni mille
abitanti a 4.
Come ho detto in più occasioni, quello del
costo della sanità è un tema che riguarda tutte
le società a capitalismo maturo ed evolute.
Tutti abbiamo suggerito di aprire un nuovo
reparto, di mettere una nuova diagnostica
strumentale. Ebbene, la domanda e le liste
d’attesa non si abbattono, ma aumentano. Pertanto, bisogna incominciare a ragionare su
come poter deospedalizzare e mettere il sistema sanitario nella condizione di recarsi a casa
delle persone. Difatti, ricoverare quelle stesse
persone in ospedale, comporterebbe un costo
di 800 euro al giorno. La sfida è tutta qui.
Se siamo d’accordo, allora i 700 posti letto
che stanno da parte probabilmente risponderanno al dato epidemiologico che emergerà.
Oggi rappresentano un risparmio, un accantonamento, una liberalizzazione di risorse che
potranno concretamente destinarsi al territorio, al distretto, alla specialistica ambulatoriale
e alla diagnostica.
Ho voluto fare questo intervento, perché il
tema del centrosinistra che sperpera e spreca
alla fine si chiude con questo Piano della salute.
Per quanto riguarda la BAT, rispetto alla
tabella che prendeva atto di un intervento infrastrutturale del pubblico, che sta ristrutturando le parti e via dicendo, quest’ultima apporta una correzione e ne aggiunge 80. Presumo che quest’ultimo subemendamento sia
anche il frutto di una discussione svoltasi in
Puglia nel corso di tanti Consigli comunali.
All’epoca ero Sindaco e non fu possibile discuterne. Ricordo che ricevetti il Presidente
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
della Giunta regionale, in un’Aula piena di
persone, il quale si limitò a comunicarci le sue
decisioni.
Capisco il pallottoliere e il fatto che non si
sia d’accordo con un’impostazione di politica
sanitaria alternativa, però consentiteci di dirvi
che la strada che stiamo imboccando è completamente diversa da quella di qualche anno
fa.
Il subemendamento presentato dall’assessore,
tra l’altro, non recepisce in toto le richieste.
Bisogna trovare punti di mediazione che consentano di ottenere il servizio, la prestazione,
il reparto in una economia complessiva, che è
rappresentata dal Piano della salute che abbiamo presentato.
Per questo motivo, il subemendamento ultimo presentato dall’assessore mi convince.
SURICO. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SURICO. Signor Presidente, credo che
l’intervento del collega Romano sia veramente
un tentativo di arrampicarsi sugli specchi. Io
consiglio di approvare molto presto questa tabella, onde evitare che ne arrivino altre.
Il problema che in maniera molto elegante e
piacevole il collega Silvestris ha posto
all’attenzione di quest’Aula riguarda i criteri
sui quali è stato formulato il Piano. Qual è il
criterio che comporta la riduzione o l’aumento
dei posti letto? Il collega Romano parla di deospedalizzazione, ma resta il fatto che si incrementano i posti alla BAT. Si tratta di 700
posti che la Giunta conserva, senza sapere se
lo fa per dovere di economia o per utilizzarli
come meglio crede.
Qui manca l’analisi dei fabbisogni: gli obiettivi di salute si costruiscono solo su tale analisi. La nostra è l’unica Regione, in controtendenza rispetto a quanto sta avvenendo in Europa e negli Stati Uniti, che aumenta i posti di
cardiochirurgia. Dov’è l’analisi epidemiologi-
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 76 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
ca? Dov’è l’analisi dei volumi dei centri esistenti? Si richiamano le preintese del 2005, ma
l’assessore sa bene che dal 2003 al 2008 si è
avuta una riduzione dell’attività della cardiochirurgia del 35%. Ricordo che l’assessore era
presente ad una riunione tenutasi con il professor Viganò.
Noi denunciamo con forza che i dati qui
presenti possono essere il frutto di una concertazione con strane persone, che chiedono addirittura di ridurre i posti della BAT a 1.221, ma
a seguito dell’intervento dei consiglieri, che
non hanno come obiettivo l’analisi del fabbisogno, bensì la difesa del territorio, e si presume che conoscano le realtà.
La traduzione di quanto sta avvenendo oggi
con queste ulteriori tabelle dimostra che alla
base di queste scelte non vi sono analisi concrete, scientifiche e serie che possano essere
compatibili con la spesa finanziaria. Noi non
sappiamo quanto di questo Piano verrà realizzato: la Ragioneria ha stabilito di procedere
finché ci saranno le disponibilità economiche,
ma non sappiamo che ne sarà del resto.
Mancano i criteri scientifici, mancano le basi in grado di giustificare l’azione stravolgente
che da tre anni e mezzo, e ancor prima in
campagna elettorale, andate denunciando per
le piazze. Io contesto la suddivisione e la classificazione degli ospedali, ma quando voi intendete tenere in piedi ospedali di base che
oggi non servono – questo lo dico con forza e
con veemenza – allora dovete garantire anche
le aree disagiate e non aprire reparti inutili.
A Foggia ci sono due cardiochirurgie, quella privata presso San Giovanni Rotondo, di cui
non vedo i posti riportati in tabella, e quella
pubblica prevista nell’università (22 posti).
Quanti posti andranno lì? A chi andranno?
All’università o a San Giovanni Rotondo? Difatti, all'interno dell'università deve esserci la
cardiochirugia. Non capiamo perché il pubblico di Taranto non abbia la chirurgia a differenza del privato, oppure qual è il criterio che ha
mosso queste scelte in anticipo al Piano.
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Questa Regione compie delle scelte in controtendenza, costose e che non garantiscono la
salute dei cittadini. Quando la cardiochirurgia
non ha volumi di operatività determinati dagli
standard internazionali (400 interventi di bypass) aumenta la mortalità. Questo non lo sostengo io, ma il New England Journal of Medicine dell’aprile 2007: se si opera al di sotto
dei 400 interventi, in base ad un’analisi statistica operata negli Stati Uniti, dove stanno
chiudendo le cardiochirurgie, vi è un aumento
della mortalità.
Qual è lo scienziato che vi ha suggerito le
scelte da operare? Mi piacerebbe conoscerlo
oggi. Quanto sto dicendo è sostenuto dalle società scientifiche di cardiochirurgia, e non della Puglia, ma di tutta Italia. In Lombardia, ad
esempio, ne hanno chiuse sei, in EmiliaRomagna quattro, ma noi continuiamo ad aprirle. Vorrei capire chi è l’altro scienziato –
ce ne sono troppi – che ha formulato
un’ipotesi di questo genere e su quali dati.
ATTANASIO. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ATTANASIO. Signor Presidente, colleghi
consiglieri, il mio è un breve intervento a sostegno delle sacrosante motivazioni addotte
dal consigliere Surico, che credo abbia parlato
più in qualità di medico che di consigliere regionale. Sono molto preoccupato, perché in
controtendenza con il dato nazionale, nei giorni scorsi è stato inaugurato un reparto di cardiochirurgia e a breve se ne inaugureranno altri quattro per un totale, senza precedenti, di
dieci reparti di cardiochirurgia in Puglia.
Voglio ricordare – riporto una mia esperienza diretta che ben conosce chi ha vissuto
con me la passata legislatura – che in Puglia si
effettuano 3.500 interventi di cardiochirurgia
che, distribuiti tra i dieci reparti di cardiochirurgia, darebbero la possibilità di fare 350-400
interventi all’anno, ovvero uno al giorno. Im-
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maginate il costo di un reparto ad alta specialità in termini di innovazione, ricerca e tecnologia.
Per mio vissuto, sono stato operato
all’ospedale Lancisi di Ancona, istituto che effettua 1.500 interventi ogni anno. È vero che
minore è il numero degli interventi maggiore è
la mortalità.
Come ben vedete, non ho parlato di
null’altro, men che meno di altri reparti. Tuttavia, per quanto riguarda patologie così delicate e così importanti, dove il rischio della
mortalità è presente, credo – spero di sbagliarmi – che non siano stati i consiglieri regionali, diventati in quel momento di programmazione consiglieri comunali, a pretendere cardiochirurgie che non hanno in alcun modo motivo di esistere.
Permettetemi un’ultima riflessione: l’87% degli interventi di cardiochirurgia è programmato.
Posso dirvi che è preferibile farsi 500 chilometri,
ma a condizione di avere l’interventistica di eccellenza. Almeno limitatamente a queste patologie, vi prego di prestare attenzione, perché
in quelle circostanze si rischia la vita.
Nel momento in cui ci sono da pianificare
interventi di questo tipo – credo di interpretare
il sentimento di tutti i pugliesi, o almeno di
quelli che dovrebbero averne bisogno – è molto più sereno farsi 100-200 chilometri, ma entrare in un polo di eccellenza in grado di offrire le migliori attrezzature e tecnologie.
Vi ricordo che l’evoluzione tecnologica, essendo gli Stati Uniti il Paese all’avanguardia, è
in continuo divenire. Vorrei sapere per quale
motivo al sistema debba costare tutto così tanto per avere, di fatto, una bassa qualità
nell’intervento.
RUOCCO. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RUOCCO. Signor Presidente, sarò telegrafico e non chiederò all’assessore il numero di
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telefono di alcun scienziato, perché per quanto
mi riguarda i responsabili dello sfacelo e degli
errori siete voi. Gli altri, al massimo, rispondono in concorso e non sono oggetto delle
mie valutazioni.
Essendo consigliere eletto e residente nella
Provincia di Foggia, ho il dovere di interessarmi innanzitutto dei problemi che deve affrontare il territorio che mi ha eletto. Per questo motivo, intendo rivolgere una domanda
molto semplice, la stessa domanda che potrebbe essere rivolta a me da parte dei cittadini.
Nell’emendamento in oggetto scompaiono
80 posti letto in riabilitazione nella Provincia
di Foggia. La domanda che potrebbe rivolgermi un qualsiasi cittadino è la seguente:
“perché?”. Ebbene, la domanda che rivolgo a
lei, qui presente in qualità di assessore e di responsabile politico della Giunta, è la seguente:
perché in Provincia di Foggia scompaiono 80
posti letto in riabilitazione?
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare
l’assessore Tedesco.
TEDESCO, assessore alle politiche della
salute. Signor Presidente, questo è l’altro corno del problema, l’altro pilastro del Piano regionale di salute. Come ha opportunamente
osservato il collega e amico Pino Romano, si
tratta di un Piano regionale completo che tratta anche l’aspetto relativo alla riorganizzazione della rete ospedaliera.
Vorrei mettere qualche punto fermo, per
avere una possibilità di interlocuzione meno
confusa e maggiormente legata alle scelte che
sono contenute nel Piano.
Il primo problema di fondo si può riassumere nelle seguente domanda: per quale motivo si è programmato un numero di posti letto
inferiore al rapporto di 4,5 ogni mille abitanti,
che pure sarebbe stato possibile realizzare?
Ciò è stato fatto per due ragioni di fondo. In
primo luogo, rispetto alla precedente organizzazione, questa proposta di Piano regionale
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RESOCONTO STENOGRAFICO
individua un numero di posti letto che migliora, dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo, l’organizzazione complessiva della rete
ospedaliera rispetto ai posti letto effettivamente funzionanti.
Nel momento in cui le previsioni di Piano
saranno completamente attuate, grazie anche
al concorso e all’intervento dei direttori generali, la rete ospedaliera della Puglia, dal punto
di vista sia quantitativo che qualitativo, ne uscirà notevolmente rafforzata.
Il secondo elemento riguarda le caratteristiche di questa rete. Ebbene, tali caratteristiche
vengono scandite dalla classificazione che tiene conto della condizione attuale, individuando i tre livelli ospedalieri (di primo livello, intermedio e di riferimento provinciale e regionale), nonché una proiezione che punta molto
su un forte intervento di modernizzazione della rete, che dovrà portare alla realizzazione di
una dozzina di nuove strutture ospedaliere di
medio-grandi dimensioni, all’interno delle quali accorpare l’attuale pletora di piccoli ospedali
che non garantiscono un adeguato livello di
assistenza.
Questa previsione normativa ed organizzativa che, come i colleghi sanno, è datata
dall’inizio del dibattito sul Piano regionale di
salute, e che il collega Silvestris ha voluto ricordare anche nella sua scansione temporale,
trova una conferma – l’ho detto ieri e lo ribadisco oggi – nell’attuale impostazione del Governo Berlusconi, che sarà molto presto tradotta (nel mese di ottobre) in provvedimenti,
che noi ci auguriamo concertati con il sistema
regionale, ma che già si prefigurano.
Proprio domenica scorsa il Ministro Sacconi ha rilasciato un’intervista al Corriere della
Sera nella quale ha dichiarato con chiarezza
che i piccoli ospedali sono destinati a scomparire dappertutto, per essere sostituiti da una
rete di grandi, moderne, attrezzate e tecnologicamente avanzate strutture ospedaliere.
Questo è il disegno del Piano regionale di salute della Puglia.
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Vien da sé che resteranno gli ospedali di
base e quelli che non sono destinati a confluire, accorpandoli, nelle nuove strutture che sono state delineate.
Considerato che è stato oggetto di un intervento molto puntuale del collega Silvestris,
vi riporto un esempio in merito ad una modulazione della rete ospedaliera della BAT, la
quale si è sviluppata attraverso una serie di
passaggi ripetuti. Ebbene, la nuova rete ospedaliera della BAT, disegnata all’interno del
Piano, rappresenterà sicuramente il prototipo
della nuova organizzazione ospedaliera della
Puglia.
La BAT avrà, infatti, un ospedale di riferimento provinciale (il nuovo ospedale di Andria, Canosa e Minervino), che conterà circa
500 posti letto; avrà un ospedale di riferimento
oncologico, al cui interno ci sarà un percorso
completo – il collega Surico sa di che cosa
parlo – che garantirà una esaustiva assistenza
oncologica a ciclo compiuto; avrà, infine, un
ospedale intermedio che sarà il frutto
dell’accorpamento dei due piccoli ospedali di
Bisceglie e Trani che, come sa il collega Silvestris, sono ospedali ormai profondamente superati, antieconomici nella gestione e assolutamente inefficaci nella qualità dell’assistenza
garantita. Integrando un tessuto diffuso di presidi territoriali, quindi, all’interno della Provincia vi saranno i tre grandi presidi di riferimento
che assumeranno le caratteristiche previste dal
Piano.
Sulla base della valutazione di carattere epidemiologico che è stata operata, sul melius
re perpensa che ha consentito di introdurre
specialità che mancavano nella prima bozza e
su una riorganizzazione ancora più ponderata
che è stata compiuta, noi riteniamo che quel
sistema, così come da noi delineato, funzionerà.
Allo stesso modo, è stato rivisitato il sistema ospedaliero della Provincia di Lecce, dove
sono previsti interventi di accorpamento importanti e significativi che sostanzialmente e-
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liminano tutta una serie di ospedali – il collega
Palese li conosce meglio di me – abbastanza
precari nella loro consistenza, ancorché rimpolpati da attività. Voglio precisare che i PAL
saranno redatti seguendo gli indirizzi previsti
dal Piano regionale di salute.
Non voglio entrare in polemica. Lo può fare il consigliere Surico, che è alla prima esperienza in Consiglio regionale, ma sicuramente
non può farlo il consigliere Silvestris che dal
suo autorevolissimo scranno di Presidente della Commissione sanità, nella precedente Legislatura, ha potuto assistere a diverse situazioni, altro che giochi dell’oca o numeri del lotto!
Non dimenticate quante edizioni ufficiali,
ossia approvate e riapprovate in tempi successivi, sono state fatte del Piano di riordino nella
passata Legislatura allorquando, a fronte di
una rete impostata e difesa con il famoso viaggio estivo, si cercava di illustrare nei Comuni
la ratio di quelle scelte, che non portò alla
chiusura di 21 ospedali. In Puglia non ci sono
mai state chiusure di ospedali, tranne quelle a
cui ho provveduto personalmente quando ero
assessore alla sanità (nel 1993). All’epoca
chiusi gli ospedali di Modugno e di Mola. In
quell’occasione, incassai il malcontento dei
cittadini di Mola, salvo poi essere ringraziato
qualche anno dopo quando nella stessa città
vennero realizzate le strutture alternative, cosa
che avverrà sul Gargano di qui a qualche anno.
Del resto, sarà il tempo a darci ragione, perché
il tempo è galantuomo.
Rammento che, in quell’occasione, voi organizzaste un tour per convincere le Istituzioni
locali che si trattava del miglior Piano possibile.
Dopodiché, apportaste due modifiche successive,
con integrazione di reparti e quant’altro. Noi,
invece, stiamo ragionando all’interno di un
percorso che è stato scandito da tutta una serie di apporti e di passaggi e che oggi porta a
quel tipo di organizzazione.
Voglio affrontare, adesso, il terzo elemento
in discussione: che cosa se ne farà la Giunta
regionale dei 700 posti letto? Li metterà da
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parte, come qualcuno ha maliziosamente adombrato, per alimentare forse qualche clientela di comodo? Mi preme innanzitutto rilevare e ricordare ai colleghi che la Giunta si è
spogliata dell’eventuale competenza a decidere su quei 700 posti letto, dal momento che ha
accolto un emendamento della Commissione –
mi sbaglio, collega Marmo? – che ha attribuito
la competenza di quell’eventuale scelta al
Consiglio regionale.
Tuttavia, personalmente, nutro il timore
che in Consiglio regionale dovremo tornare
per altre ragioni: non per distribuire quei 700
posti letto, bensì per adeguare gli standard
della rete.
In questo Piano vi sono tutti gli elementi in
grado di proiettarlo verso la nuova organizzazione. Non sto dicendo che il Ministro Sacconi
ha copiato il Piano della Puglia quando glielo
abbiamo inviato, così come lei ci aveva chiesto
di fare e come le leggi ci imponevano di fare.
Voglio solo dire che non si tratta di un Piano
morto! Difatti, all’interno vi sono tutte le condizioni organizzative, regolamentari ed epidemiologiche che detteranno il ruolino di marcia
a qualunque tipo di programmazione si voglia
fare in questo Paese, orientandosi nella direzione del miglioramento degli standard dei
servizi.
Non ho alcuna difficoltà, quindi, a tranquillizzare i colleghi dell’opposizione e della maggioranza in merito a quei 700 posti letto. Allo
stesso modo, non ho alcuna difficoltà a sostenere che la rete ospedaliera che prenderà forma all’indomani dell’approvazione dei PAL
sarà sicuramente più efficace, più efficiente e
più moderna, e soprattutto rappresenterà
l’interfaccia di una rete di servizi territoriali
che allineeranno l’organizzazione sanitaria di
questa regione al livello qualitativo delle regioni che molto prima di noi si sono mosse in
questa direzione, e che oggi possono vantare
quel determinato livello.
Un’ultima risposta è dovuta, altrimenti il
consigliere Surico potrebbe accusarmi di voler
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RESOCONTO STENOGRAFICO
eludere intenzionalmente il suo ragionamento.
Per quanto riguarda la cardiochirurgia, noi non
abbiamo assolutamente modificato la previsione programmatoria del precedente Piano di
riordino, e questo per due ragioni: non perché
per la cardiochirurgia ci siamo convinti che il
Piano Fitto fosse buono, ma perché ci siamo
convinti che, data l’impostazione di quel Piano, a seguito del quale si erano originati diversi livelli organizzativi, e dovendo completare
la rete con alcuni interventi obbligatori – dal
momento che, come lei stesso ha detto,
all’università di Foggia non si può non riconoscere la cardiochirurgia, non foss’altro che per
garantire l’insegnamento necessario – se avessimo dovuto tagliare la rete, utilizzando quei
parametri, che lei giustamente ha ricordato,
avremmo dovuto – lo dico a malincuore – cominciare a tagliare le due strutture pubbliche
della Puglia, quella di Bari e quella di Lecce,
dal momento che hanno gli standard prestazionali più bassi della regione.
Voglio chiedervi se, a parti invertite, voi ve
la sareste sentita di eliminare la cardiochirurgia
dal Policlinico di Bari. Qui vale lo stesso criterio di Foggia: si tratta di un centro universitario e, come tale, deve continuare a garantire
non solo l’assistenza, ma anche la didattica.
Inoltre, per i trapianti di cuore, quella è l’unica
struttura in Puglia che li garantisce. Ugualmente, all’ospedale Vito Fazzi di Lecce, soprattutto perché lo candidiamo ripetutamente
ad essere sede di una terza facoltà di medicina
– l’abbiamo candidato insieme, perché
quell’emendamento all’epoca lo votammo insieme –, non credo che sarebbe stato utile sottrarre la cardiochirurgia. Nel frattempo si erano attuate le pre-intese in quelle realtà dove la
cardiochirurgia era prevista, e mi riferisco soprattutto a Taranto. L’unico scandalo che resterebbe di questa programmazione è il fatto
di aver voluto confermare la cardiochirurgia a
Brindisi. Siccome personalmente non ritengo
si tratti di uno scandalo e siccome mette in
moto anche una competizione virtuosa, pro-
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prio sul piano delle considerazioni che lei stesso ha espresso, credo che anche da questo
punto di vista il Piano non possa essere sanzionato, così come è stato fatto.
Aggiungo un altro elemento, per rispondere
al collega Attanasio: posso garantirvi, per le
notizie e i dati in mio possesso, che
l’assistenza cardiochirurgica in Puglia è tra le
migliori d’Italia e che i dati di mortalità cardiochirurgici della Puglia sono, in molti casi in
linea, in molti altri casi migliori – parlo della
media – rispetto a quelli di altre regioni. Ragion per cui, non vi è alcun motivo che possa
spingere un cittadino pugliese a recarsi fuori
dalla nostra regione per sottoporsi a interventi
di cardiochirurgia.
L’ultima risposta la devo offrire al collega
Ruocco: c’è stata una trasposizione dei posti
dal privato al pubblico, in quanto alcuni dati
delle tabelle del famoso gioco dell’oca sono
stati opportunamente riclassificati considerando le strutture di San Giovanni Rotondo, di
Bisceglie e di Foggia (le strutture ex manicomiali) come pubblico. Quindi, sono stati tolti
dal privato e spostati nel pubblico.
PRESIDENZA DEL
VICEPRESIDENTE MINEO
PRESIDENTE. Pongo ai voti il subemendamento all’emendamento n. 49 a firma dell’assessore
Tedesco.
È approvato.
A seguito dell’approvazione del subemendamento, decadono gli emendamenti nn. 49,
55, 56, 57, 58 e 59.
È stato presentato, a firma dell’assessore
Tedesco, un subemendamento sostitutivo
dell’emendamento n. 46, approvato nella seduta di ieri, del quale do lettura: «A pag. 82 al
IV capoverso sostituire la ripartizione dei posti letto come segue:
- posti letto per acuti
15.346;
- posti letto riabilitazione
1.627;
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- posti letto Lungodegenza post-acuzie 702;
- Posti letto totali
17.675».
Lo pongo ai voti.
È approvato.
È stato presentato un emendamento (n. 54)
a firma dei consiglieri Palese, Silvestris, Surico, Chiarelli, Marinotti, Ruocco e Attanasio,
del quale do lettura: «A pag. 93, ultimo periodo, dopo le parole: “Consiglio Regionale” aggiungere: “assegnandoli prioritariamente alle
province di Taranto, Lecce, Brindisi e BAT”».
Il Governo esprime parere contrario.
Lo pongo ai voti.
Non è approvato.
Sono stati presentati due emendamenti (nn.
60 e 61), rispettivamente a firma dei consiglieri Surico, Palese e altri e dei consiglieri Marino
e Olivieri. Ne do lettura: «A pag. 97, 2.3 Paragrafo “Dotazione ordinaria di posti letto”
aggiungere “La presenza di più unità operative
della stessa disciplina nel medesimo ospedale
dovrà essere giustificata dalla specializzazione
e differenziazione delle attività svolte nel rispetto del numero minimo di posti letto definiti dalla seguente tabella: ‘Eccezione per gli
IRCCS pubblici monospecialistici Oncologico
e Gastroenterologico dove le attività assistenziali e di ricerca possono essere motivatamente
strutturate anche su più unità operative funzionalmente omologhe’”».
Ha facoltà di parlare l’assessore Tedesco.
TEDESCO, assessore alle politiche della
salute. Signor Presidente, confermo il parere
che ho espresso questa mattina, a proposito di
un analogo emendamento riguardante gli
IRCCS.
PRESIDENTE. Comunico che gli emendamenti nn. 60 e 61 sono stati ritirati.
È stato presentato un emendamento (n. 62)
a firma dei consiglieri Palese, Zullo, Caroppo,
Scalera, Attanasio, Silvestris ed altri, del quale
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do lettura: «A pag. 98 dopo le parole “presente Piano” nell’ambito del P.O. di Santeramo in
Colle provvedere a:
- mantenimento dell’impianto dei servizi
sanitari esistenti e loro adeguato potenziamento con personale e attrezzature, ivi compreso il
servizio day surgery sospeso dal 1° agosto
2008;
- completamento dei poliambulatori di ginecologia, endocrinologia, ortopedia, diabetologia, pneumologia, servizio Tac anche e soprattutto con arredo di moderna strumentazione tecnico-scientifica;
- implementazione delle unità mediche nei
reparti e servizi esistenti (specie radiologia e
cardiologia), che risultano oberati da eccessivo
carico di lavoro e di turni di pronta disponibilità;
- fornitura presso i reparti e ambulatori di
moderne attrezzature medicali, necessarie allo
svolgimento della più proficua attività sanitaria».
Ha chiesto di parlare il consigliere Zullo.
Ne ha facoltà.
ZULLO. Signor Presidente, colleghi consiglieri, ho voluto sottoporre questo emendamento all’esame di questo onorevole Consiglio, in quanto rappresenta il risultato di un
deliberato unanime del Consiglio comunale di
una città che vive con ansia i frutti di questo
Piano della salute.
Questa città è provvista di un presidio ospedaliero che si va sempre più depauperando
in termini di servizi e di personale, con conseguente emigrazione della collettività verso paesi viciniori.
Ebbene, pur consci del fatto che si tratta di
un emendamento un po’ forzato rispetto
all’impostazione del Piano, mi aspetto una sorta di assicurazione al coinvolgimento di queste
popolazioni rispetto alle scelte che si compiranno nel Piano attuativo locale. In tal caso intendo ritirare l’emendamento e non sottoporlo, pertanto, alla votazione.
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PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare
l’assessore Tedesco.
TEDESCO, assessore alle politiche della
salute. Signor Presidente, proprio ieri, prima
dell’inizio dei lavori di questa Assemblea, ho
ricevuto il Sindaco di Santeramo con una delegazione.
In quell’occasione, ho formalmente assunto
l’impegno di incontrare il Sindaco, insieme alla
direttrice generale dell’ASL di Bari, per definire una forma di rafforzamento delle attività
della struttura sanitaria presente a Santeramo.
Naturalmente, mi premurerò in quella circostanza di estendere l’invito anche alla Signoria
Vostra.
PRESIDENTE. Comunico che l’emendamento
n. 62 viene ritirato dai proponenti.
È stato presentato un emendamento (n. 63)
a firma dei consiglieri Mineo e Surico, del
quale do lettura: «A pag. 98, dopo le parole
“del presente Piano” aggiungere: “Le Aziende
sanitarie locali sono tenute ad istituire un ambulatorio integrato per la diagnosi della celiachia almeno in ogni capoluogo di provincia al
fine di facilitare il percorso diagnostico terapeutico dei pazienti.
Gli ambulatori devono prevedere, oltre al
personale
medico
ed
infermieristico,
l’istituzionalizzazione delle figure professionali
del dietista e dello psicologo”».
Ha facoltà di parlare l’assessore Tedesco.
TEDESCO, assessore alle politiche della
salute. Signor Presidente, il parere del Governo è favorevole solo in merito al primo comma
dell’emendamento. Difatti, il secondo comma,
essendo elemento di carattere regolamentare –
come è accaduto per altri emendamenti presentati e, in seguito, ritirati o bocciati –, andrà
definito in quella sede.
Il Governo esprime, pertanto, parere favorevole esclusivamente rispetto al primo comma dell’emendamento.
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PRESIDENTE. Comunico che il secondo
comma dell’emendamento è stato ritirato dai
proponenti.
Poiché quando discutiamo di sanità ci occupiamo spesso di cose che non vanno, comunico che mi è pervenuta una copia della rivista
Celiachia Notizie dell’Associazione nazionale
dei celiaci, all’interno della quale sono stati
pubblicati ben tre articoli in merito a ciò che la
Regione Puglia sta facendo in materia di celiachia.
Il primo articolo riguarda il progetto
dell’Associazione che è stato finanziato dalla
Regione Puglia per 210 mila euro, mentre gli
altri due articoli prendono in considerazione
una serie di iniziative che riguardano i ticket,
quindi le esenzioni, l’individuazione dei centri
di riferimento e la spendibilità dei buoni mensili su tutto il territorio della regione.
Insomma, siamo agli onori della cronaca
nazionale come una delle Regioni più avanzate
in materia di celiachia dell’intero Paese. Questo provvedimento va nella direzione di uno
sviluppo ulteriore delle politiche della Regione
verso questa patologia.
Pertanto, ringrazio l’assessore per il parere
favorevole del Governo, ferma restando naturalmente l’applicazione, in un momento successivo, del secondo comma che rappresenta
un punto strategico, dal momento che accompagnare i celiaci nel loro percorso significa
mettere a loro disposizione dietisti e psicologi
professionisti che risultano essere più che mai
necessari.
Come vede, collega Zullo, le cose pian piano si riescono a realizzare.
Passiamo alla votazione dell’emendamento
n. 63, limitatamente al comma 1.
SURICO. Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SURICO. Signor Presidente, anche io ho
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firmato questo emendamento e do tributo ai
medici che si occupano di questa patologia,
soprattutto a Bari, ma anche su tutto il territorio, del grande lavoro che stanno svolgendo.
La celiachia è una patologia insidiosa, molte volte sconosciuta e mal diagnosticata. Ragion per cui, individuare degli ambulatori per
ogni Provincia mi sembra un’iniziativa, prontamente recepita dal Governo, molto interessante, non solo per l’assistenza ai diagnosticati, ma soprattutto per meglio diagnosticare
questa patologia subdola, purtroppo molte
volte trascurata, che offre una qualità di vita
certamente non buona.
Plaudo, dunque, a questa iniziativa e voto a
favore di questo emendamento.
PRESIDENTE. Pongo ai voti il primo
comma dell’emendamento n. 63.
È approvato.
È stato presentato un emendamento (n. 64)
a firma dei consiglieri Manni e Sannicandro,
del quale do lettura: «A pag. 99, dopo il quarto capoverso, che inizia con le parole “Le consulenze specialistiche delle discipline assenti
nel presidio” aggiungere il seguente capoverso: “Le UU.OO. di Fisica sanitaria, previste
negli ospedali di riferimento, sono strutture
complesse a valenza sovra distrettuale, dotate
di una adeguata dotazione organica sia dirigenziale che di comparto tenendo conto del
ruolo di supporto svolto nei riguardi delle
UU.OO. di Radiodiagnostica, Neuroradiologia, Radiologia Interventistica, Radioterapia
Metabolica, Medicina Nucleare, Radioterapia.
Le UU.OO. di Fisica Sanitaria incorporano le
attività del controllo di qualità delle apparecchiature radiologiche, dell’esperto di risonanza
magnetica e di radioprotezione attraverso la
qualificazione del personale interno”».
Ha facoltà di parlare l’assessore Tedesco.
TEDESCO, assessore alle politiche della
salute. Signor Presidente, anche questo è un
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emendamento che rinvia ai Regolamenti sui
modelli organizzativi, ragion per cui prego i
proponenti di ritirarlo.
PRESIDENTE. Comunico che l’emendamento
è stato ritirato dai proponenti.
È stato presentato un emendamento aggiuntivo (n. 65) a firma dei consiglieri Palese,
Caroppo, Scalera, Attanasio, Silvestris, Zullo
ed altri, del quale do lettura: «A pag. 99, paragrafo “Previsione Struttura Semplice di Medicina Legale”, dopo le parole “di altro stabilimento” aggiungere: “Al fine di assicurare nei
presidi sanitari ospedalieri l’attività connessa
al rischio clinico, alla corretta applicazione
della normativa relativa al consenso informato
ed alla gestione della diagnosi di morte, si istituisce l’articolazione semplice di Medicina Legale nell’ambito della Direzione Medica di
Presidio Ospedaliero”».
Lo pongo ai voti.
Non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n. 66)
a firma dei consiglieri Palese, Ruocco, Marinotti, Surico, Attanasio ed altri, del quale do
lettura: «A pag. 100, dopo il secondo periodo,
dopo le parole: “territorio regionale”, aggiungere: “il piano attuativo locale della ASL di
Bari dovrà prevedere quanto programmato
con la deliberazione di Giunta regionale n.
1429 del 30 settembre 2002” ed aggiungere:
“Struttura complessa Oculistica 10 p.l., Struttura semplice di nefrologia”».
Ha chiesto di parlare il consigliere Palese.
Ne ha facoltà.
PALESE. Signor Presidente, vorrei richiedere la presenza in Aula del Presidente Vendola, dal momento che desidereremmo avanzare
una proposta riguardante l’intero pacchetto di
emendamenti.
Chiedo che si proceda alla votazione per
appello nominale dell’emendamento in oggetto.
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RESOCONTO STENOGRAFICO
PRESIDENTE. Indìco la votazione per appello nominale dell’emendamento n. 66.
I consiglieri favorevoli risponderanno
«sì», i consiglieri contrari risponderanno
«no», gli astenuti si comporteranno di conseguenza.
Invito il segretario a procedere all’appello
nominale, iniziando dal consigliere Potì, nominativo estratto a sorte a norma di Regolamento.
ATTANASIO, segretario, fa la chiama.
PRESIDENZA DEL
PRESIDENTE PEPE
Hanno votato «sì» i consiglieri:
Attanasio,
Baldassarre,
Caroppo, Cassano, Chiarelli, Copertino,
Damone,
Laurora, Loperfido, Lospinuso,
Marinotti, Marmo N.,
Palese,
Ruocco,
Silvestris, Surico,
Tagliente,
Zaccagnino, Zullo.
Hanno votato «no» i consiglieri:
Bonasora, Buccoliero,
Canonico, Cappellini, Cioce, Costantino,
De Leonardis, De Santis, Dicorato,
Frisullo,
Gentile,
Introna,
Loizzo, Lomelo, Lonigro, Losappio,
Maniglio, Manni, Marino, Marmo G., Mineo, Minervini, Mita, Montanaro,
Ognissanti, Olivieri,
Pelillo, Pellegrino, Pentassuglia, Povia,
Riccardi, Romano, Russo,
Sannicandro, Stefàno,
Taurino, Tedesco,
Vendola, Ventricelli, Visaggio.
Cedat 85
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VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
Si è astenuto:
il Presidente Pepe.
È in congedo il consigliere:
Potì.
Risultano assenti i consiglieri:
Borraccino, Brizio,
Congedo,
Giampaolo,
Rollo,
Santaniello, Scalera,
Tarquinio,
Vadrucci.
PRESIDENTE. Comunico il risultato della
votazione:
Consiglieri presenti
60
Consiglieri votanti
59
Astenuti
1
Hanno votato «sì»
19
Hanno votato «no»
40
L’emendamento non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
67/68), a firma dei consiglieri Palese, Surico,
Caroppo, Scalera, Attanasio, Marinotti, Ruocco ed altri, del quale do lettura: «A pag. 100,
al secondo periodo, dopo le parole: “territorio
regionale” aggiungere: il piano attuativo locale
della ASL Bari per il presidio ospedaliero di
Monopoli dovrà prevedere la conferma della
programmazione di cui alla delibera di Giunta
Regionale n.1429 del 30 settembre 2002 ed
aggiungere le seguenti unità operative:
Unità operativa con posti letto:
Neurochirurgia
10 p.l.
Oftalmologia
10 p.l.».
Ha chiesto di parlare il consigliere Palese.
Ne ha facoltà.
PALESE. Signor Presidente, sono sottoposti all’esame del Consiglio quarantuno emendamenti, dal n. 67 al n. 147. Si tratta di propo-
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 85 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
ste che abbiamo presentato per un motivo
molto semplice. Nel corso delle audizioni in
Commissione, diversi soggetti (sindaci, società
scientifiche territoriali, comitati e via elencando), dopo aver depositato anche documenti
scritti, in merito alla formulazione e alla predisposizione del Piano regionale di salute, hanno
richiamato l’attenzione degli esponenti del
centrosinistra al mantenimento degli impegni
elettorali.
Noi, in verità, sapevamo perfettamente da
tempo che sarebbe finita così. Purtuttavia,
queste persone hanno voluto ribadirlo in
Commissione, consegnandoci anche documenti scritti. In altre parole, è stato richiesto agli
esponenti del centrosinistra di ripristinare tutti
i reparti dismessi dal precedente Governo regionale. Sono stati presentati diversi documenti, ma ho scelto di prendere in considerazione
quello più significativo. Nel corso delle audizioni, alla presenza del Presidente Marino e
degli altri componenti della Commissione, il
confronto verbale è stato sempre dello stesso
tenore. Ebbene, leggo quanto riportato nel documento: «I principi che devono informare la
programmazione dell’intero sistema sanitario
devono tener conto delle promesse fatte da
esponenti del centrosinistra durante la campagna elettorale. È dovere, pertanto, della Regione perseguire lo sviluppo di un sistema sanitario che assuma come riferimento tali promesse e che si ridisegni in funzione del rispetto
delle aspettative dei cittadini. Per questo motivo, la Regione deve provvedere a riaprire in
tutte le strutture ospedaliere i reparti dismessi
dal precedente Governo regionale, con il ripristino delle piante organiche e dei posti letto
preesistenti».
Noi non rinneghiamo, anzi confermiamo
all’ennesima potenza i provvedimenti adottati
in passato, tant’è che lo ribadiamo con i nostri
emendamenti. A tal riguardo, mi permetto di
aprire una parentesi: noi abbiamo predisposto
due provvedimenti, che non hanno certo modificato la struttura o mercanteggiato alcunché.
Cedat 85
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VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
È stata adottata la prima delibera, la n. 1087, e
la seconda, la n. 1429, che ha modificato pressoché nulla, se non in qualche unità operativa
o in qualche day surgery, ma non i posti letto.
Ebbene, noi vogliamo verificare se il centrosinistra, ad oggi, intende mantenere gli impegni assunti in campagna elettorale e se i cittadini che hanno acquisito questa grande disponibilità sono stati presi in giro o meno. La
nostra richiesta è molto semplice. Ci sono degli ospedali-simbolo presso cui il Presidente si
è recato prima, durante e dopo la campagna
elettorale, dove sostanzialmente ha sostenuto
gli stessi impegni che aveva assunto.
Di tutto si può discutere tranne di ciò che è
accaduto a Terlizzi durante la nota manifestazione, nel corso della quale l’attuale Presidente era tra quanti legittimamente manifestavano,
al di là di quello che poi accadde. Mi riferisco
all’increscioso episodio dell’assalto alla macchina dell’allora Presidente della Regione Puglia. Anche noi, per Terlizzi, proponiamo ciò
che lei, Presidente, chiedeva in quella manifestazione, vale a dire il ripristino di quella struttura ospedaliera, fermo restando quanto previsto dalla delibera n. 1429, da noi approvata,
ovvero di aggiungere tutto il necessario al ripristino.
Pertanto, chiediamo che per tutti i 41 emendamenti (tra relazioni ed emendamenti si
contano precisamente 82 fogli) si proceda alla
votazione per appello nominale. Occorre ripristinare lo stato delle cose, perché ciò che è
successo rappresenta un vulnus che deve essere verificato nella sede opportuna, ossia in
Consiglio regionale. Del resto, non mi sembra
ci sia molto da discutere.
Per quanto ci riguarda, possiamo procedere
tranquillamente alla votazione.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare
l’assessore Tedesco.
TEDESCO, assessore alle politiche della
salute. Signor Presidente, l’emendamento in
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 86 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
discussione tende, evidentemente, ad alimentare una sorta di distinzione tra l’impostazione
assunta dalla precedente programmazione regionale, da noi – lo ribadisco, e me ne assumo
la responsabilità a nome di questo Governo
regionale – profondamente contestata, e le aspettative che si assume siano state sollecitate
in campagna elettorale e, successivamente, rispetto a determinate realtà nelle quali insistono
strutture ospedaliere.
Credo che non sarà difficile né per i colleghi dell’opposizione, né per gli osservatori e
per la stampa rifarsi ai documenti. Difatti, anche per la campagna elettorale esistono dei
documenti, che corrispondono alle dichiarazioni di programma che una coalizione e il suo
potenziale leader espongono all’attenzione
dell’opinione pubblica, nel momento in cui sollecitano il consenso e la fiducia.
Invito il collega Palese e gli altri consiglieri
a leggere le dichiarazioni programmatiche del
candidato Vendola e della coalizione che lo
sosteneva, nelle quali troveranno – ne sono sicuro – esattamente la proposizione delle linee
di indirizzo che poi, con l’attuale proposta,
sono state sviluppate.
Vi dirò di più: all’indomani della campagna
elettorale, dopo l’elezione del Presidente Vendola, nonostante lo Statuto regionale non lo
imponesse, abbiamo presentato all’Aula le dichiarazioni del Governo regionale eletto. È
stato proprio il Presidente Vendola a leggere
quelle dichiarazioni, all’interno delle quali, al
di là della conferma delle linee di impostazione
della politica sanitaria, vi era una sola indicazione specifica, relativa al Polo ospedaliero
materno infantile.
Ebbene, in quella dichiarazione veniva comunicato che l’obiettivo prioritario del Governo era quello di rivitalizzare il Polo ospedaliero materno infantile nella città di Bari, come
polo materno infantile di valenza regionale,
addirittura allargata, come zona di influenza,
all’intero bacino del Mediterraneo, funzione
che peraltro in questi anni le strutture sanitarie
Cedat 85
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VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
della Regione Puglia, ivi compreso l’Ospedale
Giovanni XXIII di Bari, hanno ampiamente
soddisfatto, con interventi umanitari che ci
hanno fatto contraddistinguere nel novero delle Regioni italiane.
In questo momento non ho alcuna difficoltà
a confermare che la nostra è una programmazione sanitaria completamente diversa da quella impostata. Tuttavia, mi corre l’obbligo di
evitare che si ingenerino degli equivoci. È sbagliato sostenere che noi abbiamo contestato la
chiusura di un certo numero di strutture ospedaliere, visto che la programmazione regionale
approvata nella precedente legislatura di tutto
parlava tranne che di chiusura di strutture ospedaliere.
Essa impostava, invece, una soluzione tecnica – che noi abbiamo contestato alla radice,
sia quando eravamo opposizione, sia quando
siamo diventati maggioranza – assolutamente
non condivisibile, che ha portato al depotenziamento della maggior parte delle strutture
ospedaliere pugliesi. Questo è un dato incontestabile che si trova sotto gli occhi di tutti.
Nel corso di questi anni abbiamo riattivato
servizi la cui utilità era compatibile con la nostra impostazione programmatica, a volte attuando pezzi di quel Piano di riordino che erano in linea con la nostra impostazione programmatica, e – voi dite con grande ritardo,
noi diciamo in tempi molto più contenuti rispetto all’esperienza precedente – siamo arrivati in Aula con la proposta di una nuova programmazione sanitaria della Puglia.
Personalmente non ho difficoltà a fare in
modo che questa maggioranza si assuma la responsabilità del voto. Chiedo soltanto al collega Palese, per un’economia generale dei lavori, e dal momento che la natura degli emendamenti è identica, di consentire che vi sia un voto unico su tutti gli emendamenti richiamati. In
questo modo, ciascuno dei colleghi della maggioranza si assumerà la responsabilità di opporsi, come il Governo invita a fare, agli emendamenti che lei ha sollecitato. In questo
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 87 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
modo, otterremmo lo stesso risultato. Immagino che la vostra intenzione sia quella di andare nelle piazze per dire che il collega Costantino ha votato contro o a favore di un certo emendamento.
Non c’è alcuna voglia e, aggiungo, nessun
interesse da parte di alcun collega della maggioranza a sottrarsi a questa responsabilità.
Chiedo soltanto – lo ripeto – proprio per
un’economia generale dei nostri lavori, di consentire che ci sia un voto unico su tutti i 41
emendamenti. Nessuno vuole nascondersi: diremo nome e cognome di coloro i quali hanno
votato, anzi lo faremo rivendicando la natura
del voto.
PALESE. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PALESE. Signor Presidente, ribadisco la
nostra richiesta di procedere alla votazione per
appello nominale dell’emendamento.
PRESIDENTE. Indìco la votazione per appello nominale dell’emendamento n. 67/68.
I consiglieri favorevoli risponderanno
«sì», i consiglieri contrari risponderanno
«no», gli astenuti si comporteranno di conseguenza.
Invito il segretario a procedere all’appello
nominale, iniziando dal consigliere Ognissanti,
nominativo estratto a sorte a norma di Regolamento.
CIOCE, segretario, fa la chiama.
Hanno votato «sì» i consiglieri:
Attanasio,
Caroppo, Cassano, Chiarelli, Congedo,
Copertino,
Damone,
Laurora, Loperfido,
Marinotti, Marmo N.,
Palese,
Cedat 85
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VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
Ruocco,
Scalera, Silvestris, Surico,
Tagliente,
Zaccagnino.
Hanno votato «no» i consiglieri:
Bonasora, Buccoliero,
Canonico, Cappellini, Cioce, Costantino,
De Leonardis, De Santis, Dicorato,
Frisullo,
Gentile,
Introna,
Loizzo, Lomelo, Lonigro, Losappio,
Maniglio, Manni, Marino, Marmo G., Mineo, Mita, Montanaro,
Ognissanti, Olivieri,
Pelillo, Pellegrino, Pentassuglia, Povia,
Riccardi, Romano, Russo,
Sannicandro,
Taurino, Tedesco,
Vendola, Ventricelli, Visaggio.
Si è astenuto:
il Presidente Pepe.
È in congedo il consigliere:
Potì.
Risultano assenti i consiglieri:
Baldassarre, Borraccino, Brizio,
Giampaolo,
Lospinuso,
Minervini,
Rollo,
Santaniello, Stefàno,
Tarquinio,
Vadrucci,
Zullo.
PRESIDENTE. Comunico il risultato della
votazione:
Consiglieri presenti
Consiglieri votanti
Astenuti
57
56
1
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 88 –
VIII Legislatura
RESOCONTO STENOGRAFICO
Hanno votato «sì»
18
Hanno votato «no»
38
L’emendamento non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
69/70) a firma dei consiglieri Palese, Surico,
Scalera, Caroppo, Ruocco, Marinotti ed altri,
del quale do lettura: «A pag. 100, al secondo
periodo, dopo le parole: “territorio regionale”
aggiungere: “il piano attuativo locale della
ASL Bari per il presidio ospedaliero di Ruvo
dovrà prevedere la conferma della programmazione di cui alla deliberazione di Giunta
Regionale n. 1429 del 30 settembre 2002 ed
inoltre tutte le funzioni sanitarie distrettuali,
pronto soccorso con posti letto di astanteria,
posti letto di area medica e chirurgica per pazienti acuti e post-acuti, Day Hospital, Day
Surgery, unità operativa senza posti letto: direzione medica ospedaliera, anestesia e rianimazione, patologia clinica, radiodiagnostica,
cardiologia, farmacia ospedaliera”».
Ha chiesto di parlare il consigliere Palese.
Ne ha facoltà.
PALESE. Signor Presidente, chiedo che si
proceda alla votazione per appello nominale.
PRESIDENTE. Indìco la votazione per appello nominale dell’emendamento n. 69/70.
I consiglieri favorevoli risponderanno «sì»,
i consiglieri contrari risponderanno «no», gli
astenuti si comporteranno di conseguenza.
Invito il segretario a procedere all’appello
nominale, iniziando dal consigliere Mita, nominativo estratto a sorte a norma di Regolamento.
10 SETTEMBRE 2008
Laurora, Loperfido, Lospinuso,
Marinotti, Marmo N.,
Palese,
Ruocco,
Scalera, Silvestris, Surico,
Tagliente.
Hanno votato «no» i consiglieri:
Bonasora, Borraccino, Buccoliero,
Canonico, Cappellini, Cioce, Costantino,
De Leonardis, De Santis, Dicorato,
Frisullo,
Gentile,
Introna,
Loizzo, Lomelo, Lonigro, Losappio,
Maniglio, Manni, Marino, Marmo G., Mineo, Minervini, Mita, Montanaro,
Ognissanti, Olivieri,
Pelillo, Pellegrino, Pentassuglia, Povia,
Riccardi, Romano, Russo,
Sannicandro,
Taurino, Tedesco,
Ventricelli, Visaggio.
Si è astenuto:
il Presidente Pepe.
È in congedo il consigliere:
Potì.
Risultano assenti i consiglieri:
Baldassarre, Brizio,
Giampaolo,
Rollo,
Santaniello, Stefàno,
Tarquinio,
Vadrucci, Vendola,
Zaccagnino, Zullo.
ATTANASIO, segretario, fa la chiama.
Hanno votato «sì» i consiglieri:
Attanasio,
Caroppo, Cassano, Chiarelli, Congedo,
Copertino,
Damone,
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
PRESIDENTE. Comunico il risultato della
votazione:
Consiglieri presenti
Consiglieri votanti
Astenuti
58
57
1
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 89 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
Hanno votato «sì»
18
Hanno votato «no»
39
L’emendamento non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
71/72) a firma dei consiglieri Palese, Ruocco,
Surico, Caroppo, Scalera, Chiarelli, Marinotti
e Attanasio, del quale do lettura: «A pag. 100,
al secondo periodo, dopo le parole: “territorio
regionale” aggiungere: “il piano attuativo locale della ASL Bari per il presidio ospedaliero
di Altamura/Gravina dovrà prevedere la conferma della programmazione di cui alla delibera di Giunta Regionale n. 1429 del 30 settembre 2002 ed aggiungere le seguenti unità operative:
Unità operativa con posti letto
Urologia
10 p.l.
Otorinolaringoiatria
10 p.l.
Oftalmologia
10 p.l.”».
Ha chiesto di parlare il consigliere Palese.
Ne ha facoltà.
PALESE. Signor Presidente, l’emendamento in
oggetto prevede che vi sia la conferma di
quanto è stato programmato con la delibera n.
1429 del 30 settembre 2002, relativamente
all’ospedale di Altamura/Gravina.
In più, si aggiungono per urologia 10 posti
letto, per otorinolaringoiatria 10 posti letto e
per oftalmologia 10 posti letto.
Chiedo che si proceda alla votazione per
appello nominale.
PRESIDENTE. Indìco la votazione per
appello nominale dell’emendamento n.
71/72.
I consiglieri favorevoli risponderanno
«sì», i consiglieri contrari risponderanno
«no», gli astenuti si comporteranno di conseguenza.
Invito il segretario a procedere all’appello
nominale, iniziando dal consigliere Lonigro,
nominativo estratto a sorte a norma di Regolamento.
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
ATTANASIO, segretario, fa la chiama.
Hanno votato «sì» i consiglieri:
Attanasio,
Caroppo, Cassano, Chiarelli, Congedo,
Copertino,
Damone,
Laurora, Loperfido, Lospinuso,
Marinotti, Marmo N.,
Palese,
Scalera, Silvestris, Surico,
Tagliente.
Hanno votato «no» i consiglieri:
Bonasora, Borraccino,
Canonico, Cappellini, Cioce, Costantino,
De Santis, Dicorato,
Gentile,
Introna,
Loizzo, Lomelo, Lonigro, Losappio,
Marino, Marmo G., Mineo, Minervini, Mita, Montanaro,
Ognissanti, Olivieri,
Pelillo, Pellegrino, Pentassuglia, Povia,
Riccardi, Romano, Russo,
Sannicandro,
Taurino,
Visaggio.
Si è astenuto:
il Presidente Pepe.
È in congedo il consigliere:
Potì.
Risultano assenti i consiglieri:
Baldassarre, Brizio, Buccoliero,
De Leonardis,
Frisullo,
Giampaolo,
Maniglio, Manni,
Rollo, Ruocco,
Santaniello, Stefàno,
Tarquinio, Tedesco,
Vadrucci, Vendola, Ventricelli,
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 90 –
VIII Legislatura
RESOCONTO STENOGRAFICO
Zaccagnino, Zullo.
PRESIDENTE. Comunico il risultato della
votazione:
10 SETTEMBRE 2008
nominale, iniziando dal sottoscritto, nominativo estratto a sorte a norma di Regolamento.
CIOCE, segretario, fa la chiama.
Consiglieri presenti
50
Consiglieri votanti
49
Astenuti
1
Hanno votato «sì»
17
Hanno votato «no»
32
L’emendamento non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
73/74) a firma dei consiglieri Palese, Surico,
Caroppo, Scalera, Chiarelli, Ruocco Attanasio
e Marinotti, del quale do lettura: «A pag. 100,
al secondo periodo, dopo le parole: “territorio
regionale” aggiungere: “il piano attuativo locale della ASL Bari per il presidio ospedaliero
di Putignano dovrà prevedere la conferma della programmazione di cui alla delibera di Giunta Regionale n. 1429 del 30 settembre 2002 ed
aggiungere le seguenti unità operative:
Unità operativa con posti letto
Medicina interna
12 p.l.
Otorinolaringoiatria
10 p.l.”».
Ha chiesto di parlare il consigliere Palese.
Ne ha facoltà.
PALESE. Signor Presidente, l’emendamento in
oggetto prevede per l’ospedale di Putignano la
conferma della programmazione di cui alla delibera n. 1429 del 30 settembre 2002 e aggiunge per Medicina interna 12 posti letto e
per Otorinolaringoiatria 10 posti letto.
Chiedo che si proceda alla votazione per
appello nominale dell’emendamento in oggetto.
PRESIDENTE. Indìco la votazione per appello nominale dell’emendamento n. 73/74.
I consiglieri favorevoli risponderanno «sì»,
i consiglieri contrari risponderanno «no», gli
astenuti si comporteranno di conseguenza.
Invito il segretario a procedere all’appello
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
Hanno votato «sì» i consiglieri:
Caroppo, Cassano, Chiarelli, Congedo,
Copertino,
Damone,
Laurora,
Marinotti, Marmo N.,
Palese,
Ruocco,
Scalera, Silvestris, Surico,
Tagliente.
Hanno votato «no» i consiglieri:
Bonasora, Borraccino,
Cappellini, Cioce, Costantino,
De Santis, Dicorato,
Frisullo,
Loizzo, Lomelo, Lonigro, Losappio,
Maniglio, Manni, Marino, Marmo G., Mineo, Minervini, Mita, Montanaro,
Ognissanti, Olivieri,
Pelillo, Pellegrino, Pentassuglia, Povia,
Riccardi, Romano, Russo,
Sannicandro,
Taurino, Tedesco,
Vendola, Ventricelli, Visaggio.
Si è astenuto:
il Presidente Pepe
È in congedo il consigliere:
Potì.
Risultano assenti i consiglieri:
Attanasio,
Baldassarre, Brizio, Buccoliero,
Canonico,
De Leonardis,
Gentile, Giampaolo,
Introna,
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 91 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
Loperfido, Lospinuso,
Rollo,
Santaniello, Stefàno,
Tarquinio,
Vadrucci,
Zaccagnino, Zullo.
PRESIDENTE. Comunico il risultato della
votazione:
Consiglieri presenti
51
Consiglieri votanti
50
Astenuti
1
Hanno votato «sì»
15
Hanno votato «no»
35
L’emendamento non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
75/76) a firma dei consiglieri Palese, Ruocco,
Surico, Chiarelli, Marinotti, Scalera, Attanasio
e Caroppo, del quale do lettura: «A pag. 100,
al secondo periodo, dopo le parole: “territorio
regionale” aggiungere: “il piano attuativo locale della ASL Bari per il presidio ospedaliero
di Corato dovrà prevedere la conferma della
programmazione di cui alla delibera di Giunta
Regionale n. 1429 del 30 settembre 2002 ed
aggiungere le seguenti unità operative:
Unità operativa con posti letto
Urologia 10 p. 1.
Otorinolaringoiatria 10 p. 1.
Oftalmologia 10 p. 1.”».
MARMO Nicola. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARMO Nicola. Signor Presidente, colleghi consiglieri, avevo chiesto d’intervenire
sull’emendamento precedente, che riguardava
Bari, Putignano e Altamura.
Intervengo adesso perché non si comprende
come mai questa maggioranza non voglia cogliere la palla al balzo di questi emendamenti e
far ritornare la situazione indietro di tre anni.
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
Difatti, questo è il senso degli emendamenti,
caro assessore. Non si tratta solo di riportare
indietro le lancette dell’orologio e riordinare la
distribuzione di alcuni posti letto.
Intendo intervenire anche nel merito
dell’ospedale di Corato, che oggi, come un
tempo, appartiene alla Provincia di Bari. Signor assessore, voi avete riunificato le
AA.SS.LL. in una unica Provincia a Bari. Ebbene, nel 2006 il debito consolidato di quelle
AA.SS.LL. portava 73 milioni di euro. La
perdita della ASL di Bari nel 2007 assomma a
113 milioni di euro, più 89 milioni di euro di
contributo della Regione per il ripianamento:
nel 2007 si arriva a 202 milioni di euro. Al 30
giugno, questa stessa ASL porta una perdita di
91 milioni di euro. Tutto lascia presumere che
si arriverà alla fine dell’anno con altri 200 milioni di euro, che diventeranno 400 aggiungendo i 200 milioni del 2007. Aggiungendo,
ancora, a questa cifra i 73 milioni del 2006, arriveremo ad un totale di circa 500 milioni di
euro.
È evidente che questa responsabilità non
può essere addossata ad una sola persona.
Sussiste una responsabilità oggettiva, scaturita
dall’aver voluto unificare le AA.SS.LL.. In
questo modo, si è perso definitivamente il controllo della spesa in quei territori.
D’altra parte, signor assessore, vi è stata
un’escalation nell’ultimo anno e mezzo, partita da quando avete delegato le funzioni di
commissario di quelle AA.SS.LL. in capo alla
stessa persona, che oggi è il direttore generale
di quella ASL. Oggi, quindi, l’escalation della
spesa sanitaria nella ASL di Bari è in capo al
direttore generale di questa stessa ASL.
Devo ammettere che va apprezzato il suo
spirito di abnegazione, assessore Tedesco, nel
difendere ancora questa maggioranza e queste
scelte, riferendomi non tanto a quelle di programma operate dall’attuale Governo Vendola, declamate all’epoca. Ricordo molto più nitidamente il manifesto elettorale del Presidente
Vendola con su scritto “pericoloso”, ed infatti
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 92 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
è stato molto pericoloso per la nostra Regione. È stato pericoloso per le finanze e per il
conseguente disastro finanziario che questa
Regione sta coltivando.
Tuttavia, la vedo allegro e sorridente, assessore, nonostante circoli sempre più insistentemente la voce che domani, anniversario di un
tragico evento, probabilmente la Giunta nominerà un nuovo assessore alle politiche della salute. Io mi auguro che non sia così: vorrei che
lei portasse avanti l’impegno assunto nel 2005
fino alla fine, ossia fino al 2010. Ad ogni modo, è insistente la voce della nomina ad assessore, prevista per domani 11 settembre,
dell’attuale direttore generale della ASL di Bari.
Rappresenta una evidente contraddizione il
fatto che venga premiato un direttore generale
che raccoglie e assomma deficit così ampi, e
che non ha il controllo di quella ASL, e di
contro venga spodestato invece lei, che ha
fornito i contributi per ripianare i debiti di questa ASL.
Spero, quindi, che almeno questo emendamento simbolicamente venga da voi approvato
come un atto di resipiscenza. In questo modo,
lancereste un messaggio ai pugliesi ammettendo che siete stati bravi in tutto, ma che forse
qualche piccolo errore lo avete commesso anche voi. Credo che un po’ di modestia ogni
tanto non guasti.
Le auguro, pertanto, di rimanere al suo posto, perché ha il diritto e il dovere di essere il
responsabile, insieme al Presidente Vendola –
che rimarrà fino al 2010 – di quanto è accaduto nella sanità in questi tre anni e, con il completamento della Legislatura, nei prossimi cinque. Vi chiedo, pertanto, di votare simbolicamente questo emendamento.
PRESIDENTE. Su richiesta del consigliere
Palese indìco la votazione per appello nominale dell’emendamento n. 75/76.
I consiglieri favorevoli risponderanno «sì»,
i consiglieri contrari risponderanno «no», gli
astenuti si comporteranno di conseguenza.
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
Invito il segretario a procedere all’appello
nominale, iniziando dal consigliere Losappio,
nominativo estratto a sorte a norma di regolamento.
CIOCE, segretario, fa la chiama.
Hanno votato «sì» i consiglieri:
Attanasio,
Baldassarre,
Caroppo, Cassano, Chiarelli, Congedo,
Copertino, Damone,
Laurora, Lospinuso,
Marinotti, Marmo N.,
Palese,
Ruocco,
Scalera, Surico,
Tagliente,
Zullo.
Hanno votato «no» i consiglieri:
Bonasora, Borraccino, Buccoliero,
Cappellini, Cioce, Costantino,
De Santis, Dicorato,
Frisullo,
Gentile,
Loizzo, Lonigro, Losappio,
Maniglio, Manni, Marino, Mineo, Minervini, Mita, Montanaro,
Ognissanti, Olivieri,
Pelillo, Pellegrino, Pentassuglia, Povia,
Romano, Russo,
Sannicandro, Stefàno,
Taurino, Tedesco,
Vendola, Ventricelli, Visaggio.
Si è astenuto:
il Presidente Pepe.
È in congedo il consigliere:
Potì.
Risultano assenti i consiglieri:
Brizio,
Canonico,
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RESOCONTO STENOGRAFICO
De Leonardis,
Giampaolo,
Introna,
Lomelo, Loperfido,
Marmo G.,
Riccardi, Rollo,
Santaniello, Silvestris,
Tarquinio,
Vadrucci,
Zaccagnino.
PRESIDENTE. Comunico il risultato della
votazione:
Consiglieri presenti
54
Consiglieri votanti
53
Astenuti
1
Hanno votato «sì»
18
Hanno votato «no»
35
L’emendamento non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
77/78) a firma dei consiglieri Palese, Ruocco,
Surico, Marinotti, Scalera, Caroppo e Attanasio, del quale do lettura: «A pag. 100, al secondo periodo, dopo le parole: “territorio regionale” aggiungere: “il piano attuativo locale
della ASL Bari per il presidio ospedaliero di
Terlizzi dovrà prevedere la conferma della
programmazione di cui alla delibera di Giunta
Regionale n. 1429 del 30 settembre 2002 ed
aggiungere le seguenti unità operative:
Unità operativa senza posti letto:
Direzione medica di presidio ospedaliero
Anestesia e rianimazione
Pronto soccorso
Farmacia ospedaliera
Cardiologia
Unità operativa con posti letto:
Chirurgia generale 16 p. l.
Ginecologia e ostetricia 14 p. l.
Ortopedia e traumatologia 20 p. l.
Pediatria 6 p. l.”».
Ha chiesto di parlare il consigliere Palese.
Ne ha facoltà.
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10 SETTEMBRE 2008
PALESE. Signor Presidente, colleghi consiglieri, ho chiesto la parola per un motivo
molto semplice: l’assessore Tedesco ha replicato in merito alle risultanze emerse, anche per
iscritto, dalle consultazioni, relativamente agli
impegni assunti dal centrosinistra in campagna
elettorale.
Di tutto noi possiamo discutere, tranne che
di due testimonianze, per verificare le quali
possiamo recarci nell’ufficio del Capogruppo
Maniglio: lì vi troveremo la documentazione
fotografica di ciò che è successo in campagna
elettorale, presso l’ospedale di Campi. Troveremo anche una fotografia del Presidente
Vendola in compagnia del collega Maniglio e
del senatore Maritati, senza problemi. Non è
un fotomontaggio.
Vi sono altre situazioni che non possono
essere messe in discussione, in quanto hanno
una storia alle loro spalle. L’ospedale di Terlizzi è stato il simbolo della contestazione. Sulla stessa scia si contestavano le dismissioni che
quel Piano operava in quell’ospedale.
Noi oggi riteniamo opportuno, senza sconfessare nulla di quanto all’epoca fu programmato, avanzare delle proposte agli stessi soggetti che attualmente, anzi, sono caricati di responsabilità nettamente diverse e superiori.
Difatti, a quei tempi l’onorevole Vendola era
in Parlamento e oggi è Presidente della Regione, quindi rappresenta la maggioranza, e si
trova nella posizione di poter attuare quello
che all’epoca veniva contestato alla Giunta
Fitto e di varare, nel contesto della programmazione sanitaria, ciò che allora si lamentava.
Si propone, pertanto, di confermare quello
che la delibera n. 1429 del 30 settembre 2002
proponeva come programmazione, aggiungendo chiaramente la direzione medica del
presidio ospedaliero, anestesia e rianimazione
– come unità operativa senza posti letto –, il
pronto soccorso H24, la farmacia ospedaliera
e il servizio di cardiologia. Difatti, nella programmazione proposta si stabilisce che qual-
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 94 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
siasi ospedale deve avere questo servizio, indipendentemente da tutto.
Rispetto all’unità operativa dotata di posti
letto, si richiede la conferma dei 32 posti letto,
che ci sono già in medicina interna, l’aggiunta
di 20 posti letto per il reparto di chirurgia generale, 20 posti letto per ortopedia e traumatologia, 15 posti letto per ginecologia e ostetricia, in quanto si aggiungono ai 6 previsti
all’interno stesso della delibera.
Noi chiediamo agli stessi soggetti di operare una verifica in merito a quello che veniva
sostenuto all’epoca. Difatti, allora non c’era
solo il Presidente Vendola, ma anche tutti gli
esponenti di centrosinistra impegnati per Terlizzi. Peraltro, non sono presenti in Consiglio
regionale le organizzazioni sindacali ed altri
soggetti interessati. Ad ogni modo, tutti coloro che oggi voteranno contro certamente allora erano d’accordo con quello che noi oggi
proponiamo e contestavano la dismissione
proposta oggi nell’emendamento.
Per questo motivo chiediamo che si proceda alla votazione per appello nominale anche
per questo emendamento.
SURICO. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SURICO. Signor Presidente, colleghi consiglieri, questa Giunta dimostra ancora una
volta una cosciente disinvoltura nell’affrontare
questo problema.
Pochi minuti fa l’assessore Tedesco ha contestato a Fitto la mancata chiusura degli ospedali e ha sostenuto con orgoglio l’intenzione di
chiudere gli ospedali che non servono. D’altro
canto, però, individua nella classificazione degli ospedali, quelli di base. Dove stiamo andando? C’è una logica in tutto questo? Quali
saranno gli ospedali di base? Sarà considerato
tale, per caso, quello di Terlizzi?
Prima ancora del Piano si attivano reparti,
come quello di oculistica a Terlizzi, si attiva
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10 SETTEMBRE 2008
un reparto di diagnostica prenatale, tra l’altro
senza attivare la ginecologia e l’ostetricia, e
ancora oggi non sappiamo che fine farà
l’ospedale di Terlizzi, quella stessa Terlizzi
che lanciò uova al Presidente Fitto che oggi
questa Giunta giudica molto buono per le decisioni che aveva preso. Il Presidente Fitto non
è stato in grado di chiudere gli ospedali, mentre questa Giunta dice di volerlo fare, pur individuando nella classificazione gli ospedali di
base. Tali ospedali sono antitetici e vanno contro ogni nuova concezione della medicina. La
medicina è una sola e ha bisogno di standard
tecnologici e professionali adeguati. Vi è bisogno, altresì, che i pazienti vengano trattati nella stessa maniera, a prescindere dal luogo in
cui abitano.
Chiaritevi bene le idee, in merito a quella
che sarà la proiezione della sanità nei prossimi
anni. È difficile coniugare la demagogia, così
come è stato fatto in campagna elettorale. Per
questa ragione abbiamo presentato questi emendamenti, e non perché io creda in una
proiezione della sanità pugliese di tale portata.
Siamo d’accordo che gli ospedali debbano
essere dedicati agli acuti e forniti di tutto
quanto è necessario perché questi pazienti
vengano curati oggi come la medicina prescrive. Io vorrei che il Presidente Vendola chiarisse a tutti i pugliesi dove andrà a finire nei
prossimi anni la sanità pugliese – al di là degli
slogan, al di là delle promesse e via elencando
– con un Piano che non definisce, invece, la
strategia. È questa la verità: si dicono delle
cose, ma poi se ne leggono delle altre. Pensiamo ad una sanità non più ospedalocentrica,
ma territoriale, però individuiamo tre livelli di
ospedali, come se vi fossero tre medicine.
Vorrei che il Presidente Vendola chiarisse
la tipologia dell’ospedale di Terlizzi, ossia se
sarà di base, intermedio o cos’altro. È il momento di fare chiarezza, e non solo
sull’ospedale di Terlizzi, ma anche in merito a
tutti quei Comuni che voi, con la classificazione degli ospedali di base, mettete nelle condi-
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RESOCONTO STENOGRAFICO
zioni di richiedere tutto questo, di rivendicare
un diritto che la legge che noi andiamo ad approvare consente.
La forza doveva essere la stessa che ha manifestato il Presidente Fitto, probabilmente
sbagliando, ma questo dipende dai punti di vista. Come ha ben detto ieri il consigliere Borraccino, il Presidente Fitto ha avuto la forza ed
il coraggio di coniugare le risorse economiche
con una strategia che ha visto ridimensionare
anche l’ospedale di casa sua.
Noi oggi abbiamo bisogno di chiarezza,
non di parole, di slogan, di promesse e di programmi futuri, sulla cui realizzazione nutriamo
seri dubbi, così come li nutrite voi, e lo dichiarate nel subemendamento che avete presentato
in merito alla parte economica.
SILVESTRIS. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SILVESTRIS. Signor Presidente, colleghi
consiglieri, confesso di essere rimasto abbastanza sorpreso nell’ascoltare l’intervento
dell’assessore Tedesco, allorquando abbiamo
discusso il primo di questa serie di emendamenti, ossia il n. 67.
L’assessore, molto candidamente, ha invitato tutti quanti noi a rifarci al programma letto
in Aula – presumo si riferisse agli indirizzi
programmatici letti in Aula – per comprendere
le linee di indirizzo sulla sanità e sulla sanità
ospedaliera di questo Governo regionale.
Assessore, si tratta di un grave equivoco
dal quale questi emendamenti cercano di far
uscire, una volta per tutte, dopo tre anni e
mezzo di promesse, questo Governo.
Sarà pur vero che nelle linee programmatiche che avete presentato in Aula non avete
parlato di apertura di tutti i reparti soppressi.
È altrettanto vero, però, che avete condotto
l’ultima campagna elettorale, per le elezioni
regionali, promettendo, città per città, comune
per comune – vi riporto le parole testuali – di
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VIII Legislatura
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restituire il maltolto. C’è un archivio molto interessante, appartenente a tutte le televisioni
locali del nostro territorio, all’interno del quale
si possono trovare gli interventi che voi avete
tenuto dall’approvazione del Piano Fitto alle
elezioni regionali, in cui promettevate di restituire il maltolto.
C’erano autorevoli esponenti del centrosinistra che dichiaravano che la prima delibera
della nuova Giunta regionale, una volta eletto
Vendola Presidente, sarebbe stata dedicata alla
revoca del Piano Fitto, il che tecnicamente significava la riapertura di tutti i reparti chiusi
dal precedente Piano ospedaliero.
È questo che avete fatto, prima e durante la
campagna elettorale. Nelle linee programmatiche avrete pur parlato in maniera molto più
soft, più elegante e tecnicamente più corretta
di un percorso, ma resta il fatto che non avete
rispettato i tempi, perché il primo Piano sanitario che siete riusciti a proporre alla Puglia è
arrivato dopo tre anni e mezzo di Governo, al
netto delle audizioni, delle consultazioni, della
partecipazione e di tutto quello che volete.
Tra l’altro, si tratta di un Piano che, per la
sua attuazione, dovrà aspettare altri sei mesi,
ossia il tempo necessario per ottenere i Piani
attuativi locali. È un Piano che si fonda sulla
realizzazione di dodici nuovi ospedali, per i
quali non vi sono più le risorse.
A proposito dei dodici ospedali, assessore,
ho trovato delle sue interessantissime dichiarazioni rilasciate nel 2006 – quindi dopo le ultime elezioni – al quotidiano Il Sole 24 Ore, che
non è un organo del mio partito, in cui lei
spiegava come avrebbe realizzato i nuovi ospedali. Quando il giornalista le chiedeva con
quali soldi lo avreste fatto, lei rispondeva che
al di là dei 530 milioni del CIPE, c’era la possibilità del cambio di destinazione d’uso dei
suoli di vecchi ospedali che sarebbero stati abbattuti. «Operazione analoga – continuava –
da riprendere anche con gli ospedali che intasano i centri storici. Altre risorse arriveranno
con l’alienazione di immobili non più strategici
Atti consiliari della Regione Puglia
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RESOCONTO STENOGRAFICO
per la sanità». Nel frattempo, gran parte ve li
siete venduti per pagare i debiti.
Assessore, in due anni avete vanificato anche le premesse su cui fondavate l’attuabilità
di questo Piano. Difatti, questo Piano arriva
con gli stessi contenuti, ma con premesse assolutamente non più coerenti, visto quello che
è avvenuto nel frattempo in questi due anni, in
termini di deficit e di interventi che avete adottato.
Di cosa stiamo parlando allora? Vogliamo
riaprire il capitolo delle promesse? “Presto
riaprirà il reparto di ostetricia e verrà ristrutturato il reparto di ortopedia” (ometto di leggere
le dichiarazioni che lei ha rilasciato il 18 novembre 2005 a Trani); “reparto di ostetricia:
Vendola è pronto a riaprire l’ostetricia a Trani”; “l’ospedale è priorità della Regione” (lo
avete promesso a Manduria); “Terlizzi, Conversano, Nardò e Massafra riavranno i reparti
tagliati”; “salvare gli ospedali ridimensionati
nel 2002 da Fitto è la missione cui si aggiunge
la Giunta Vendola”; “Tedesco respinge le accuse: ‘non abbiamo privilegiato nessuno, Terlizzi è individuata come sede di polo ospedaliero con Bitonto e Palo del Colle. Abbiamo
scritto nelle linee-guida che in ogni ospedale
attivo debbano essere previste le quattro discipline di base’” (dichiarazione che risale al mese di novembre del 2005); “sanità a Terlizzi:
torna ginecologia e chirurgia. Chiuderemo i
vecchi ospedali per costruirne dieci, ma chiedo
sei mesi”.
In questi tre anni e mezzo, dopo quello che
avete fatto in campagna elettorale, città per
città, avete promesso tutto e il contrario di
tutto, e oggi ci venite a dire che non avete mai
assunto impegni per la riapertura dei reparti
chiusi da Fitto! Non li avrete assunti nei programmi formali, ma li avete assunti nel tour
dell’ascolto e degli incontri pubblici che avete
tenuto, settimana per settimana, mese per mese, anno per anno.
Mi permetta di leggerle la cronaca di un incontro che lei ha tenuto a Triggiano, sempre
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riportato dal quotidiano Il Sole 24 Ore il 4
gennaio 2006: «Durante un’affollatissima assemblea in una scuola di Triggiano, paesone
attaccato a Bari, dove un sacerdote si è messo
alla guida della rivolta cittadina contro il precedente ridimensionamento dell’ospedale,
l’assessore alla salute ha promesso che si tornerà indietro». Ha promesso – lo ripeto a chiare lettere – che “si tornerà indietro”. «Quattrocento persone in delirio, quasi tutti capelli
bianchi a tappezzare la platea, applaudono e a
fine serata, quando ormai sono le 22.30, baciano e abbracciano l’assessore». Frasi strappalacrime dell’assessore Tedesco: «Conosco
bene questi ospedali dove sono stati ospitati
anche i miei figli, che riscaldano i cuori di tutti
e infondono una certezza che si propaga come
un tam-tam. Tutti i nosocomi riavranno le
quattro divisioni di base, altrimenti – dichiara
alzando la voce l’assessore Tedesco – che ospedali sono?».
Oggi, invece, venite in Aula a dirci che non
avete promesso niente a nessuno! Questo è
vergognoso, tanto quanto sono vergognose le
inaugurazioni che in questi tre anni e mezzo, al
pari delle promesse, avete fatto tagliando i nastri di strutture che non avete inaugurato.
Vi ricordo che l’ambulatorio medico di Catino, inaugurato il 17 aprile 2007, di fatto è
ancora chiuso. Anche questa è una inaugurazione che non c’è mai stata. Quanto alle inaugurazioni vorrei fare un regalo al Presidente
Vendola che ci sta onorando della sua presenza. Si tratta di un comunicato della BAT sulla
radioterapia. Il comunicato recita: «Oggi, 23
aprile, nella nuova unità complessa di radioterapia dell’ospedale Dimiccoli, è stato trattato il
primo paziente. L’inaugurazione della struttura si è tenuta lo scorso 21 marzo». Lei, Presidente Vendola, ha tagliato il nastro di quella
struttura quindici giorni prima delle elezioni e
di fatto la struttura è entrata in funzione dieci
giorni dopo le elezioni. Signor Presidente,
come le ho già detto in passato, almeno quella
se la poteva risparmiare. Al di là di questo, di-
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– 97 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
re che promesse sulla riapertura dei reparti
chiusi durante la campagna elettorale non ne
avete fatte è quantomeno singolare.
Signor Presidente, così come non ci sono
stati, a detta dell’assessore Tedesco, impegni
sulle riaperture dei reparti chiusi nei Comuni,
allo stesso modo mi permetto di leggere quello
che dichiarò il Presidente Vendola nel forum
tenuto sul sito di Repubblica, il 26 marzo
2005, in campagna elettorale, sulla sanità. «Il
prelievo fiscale – diceva il candidato Vendola
– sarà come in tutti i casi l’estrema ratio, e anche quando si deciderà di intervenire sul fisco
bisognerà sapere dove intervenire. Non vorrei
mai colpire un piccolo artigiano, forse vorrei
colpire una compagnia di assicurazioni o una
banca». Come è noto, la benzina e il gas sono
utilizzati dalle assicurazioni e dalle banche!
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare
l’assessore Tedesco.
TEDESCO, assessore alle politiche della
salute. Signor Presidente, colleghi consiglieri,
vorrei poter puntualizzare alcune delle questioni sulle quali sono stato chiamato direttamente in causa, poi ovviamente il Presidente
Vendola interverrà sul resto. Immagino che
vogliate sentire principalmente il Presidente
della Giunta, ma non mi potete impedire di
puntualizzare alcune inesattezze che mi riguardano.
Invidio molto la ricchezza della rassegna
stampa fornita dal collega Silvestris. Devo tuttavia osservare che il collega non ha citato mie
dichiarazioni, ma commenti degli estensori dei
pezzi.
Peraltro, l’articolo che riguarda Triggiano
mi era sfuggito, quindi, collega, mi ha consentito di conoscere un bello spaccato. In effetti,
quelle affermazioni le ho fatte perché
nell’ospedale di Triggiano, in un frangente fu
ricoverato uno dei miei figli, il quale fu assistito molto professionalmente.
C’è, però, un problema di fondo: noi non
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10 SETTEMBRE 2008
abbiamo deciso, come purtroppo ci è stato
contestato. Questo, infatti, è uno degli aspetti
fondanti della vostra posizione. Mi riferisco
alla circostanza di aver lasciato spazio ai direttori generali sulle proposte dei PAL. Noi abbiamo individuato un metodo di programmazione basato su livelli di responsabilità, senza
però voler abdicare alla responsabilità principale che rimane in capo al Governo regionale.
I direttori generali proporranno con i PAL
l’attuazione del livello locale della organizzazione sanitaria, dopodichè, siccome la Giunta
vuole continuare a metterci la faccia, come ha
fatto fino ad oggi, approverà il Piano attuativo
locale.
Si tratta di avere un po’ di pazienza per conoscere le proposte dei direttori generali e per
verificare se quelle proposte sono aderenti agli
indirizzi contenuti nel Piano regionale di salute.
Quanto poi a quello scoop fotografico, collega Silvestris, devo farle notare che è un falso
scoop. Lei vive nella città di Bisceglie, ed è
molto più documentato sulle questioni attinenti l’ASL della sua zona, mentre io vivo nella
città di Bari e mi sforzo di documentarmi anche su quanto accade nella città di Bari.
La circostanza da lei citata si riferisce alla
presa d’atto ed al ringraziamento doveroso ad
una associazione che aveva messo a disposizione del poliambulatorio che si è riaperto ad
Enziteto, sia pure con il limite di alcune specialità, un’attrezzatura odontoiatrica per attivare una assistenza odontoiatrica in un quartiere periferico particolarmente povero della
città di Bari.
Come lei e i colleghi sanno, nei LEA odontoiatrici le prestazioni sono molto limitate e in
quella circostanza c’era stata un’offerta gratuita di prestazioni. Non c’è stata, quindi, una
mancata promessa. Al Presidente della Regione è stato chiesto di sottolineare, con la sua
presenza, questo atto di generosità compiuto
nei confronti del quartiere e il Presidente ha
aderito a questa proposta, come sempre ha
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SEDUTA N° 83
– 98 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
fatto tutte le volte che è stato invitato a sottolineare gesti di generosità da qualunque parte
siano provenuti. Dopodiché, un problema di
carattere urbanistico, che stiamo cercando ancora di risolvere, ha impedito l’attivazione di
quelle strutture all’interno del quartiere di Enziteto. Tuttavia, collega Silvestris, mi farà piacere invitarla ad un’attivazione.
Quanto alle inaugurazioni, a Barletta è stato inaugurato, alla presenza dell’intero Governo regionale e dei consiglieri regionali che
hanno voluto aderire a quella manifestazione
in maniera non provocatoria, nonché alla presenza di numerosi Sindaci di centrodestra, un
servizio che subito dopo ha continuato ad operare. Anche dopo la campagna elettorale quel
servizio ha continuato ad operare. Abbiamo
assistito ad inaugurazioni avvenute dieci giorni
prima della campagna elettorale e che hanno
originato l’assoluta chiusura per anni dei reparti inaugurati.
Questo è il tratto diverso tra le inaugurazioni che sono state fatte da questo Governo e
altri tipi di inaugurazioni. Allora, come vede,
le provocazioni bisogna saperle fare. Siccome
conosciamo tutti la storia di questa Regione, e
mi riferisco soprattutto a coloro i quali in
quest’Aula sono stati “costretti” a starci per
mandato elettorale, alle provocazioni si risponde non con provocazioni, ma con i fatti
che sono avvenuti in questa Regione. Questa è
la differenza: voi potete enunciare provocazioni, noi invece ci atteniamo ai fatti.
Credo che sia sbagliato rovinare una buona
pagina di Consiglio regionale durante la quale
ci siamo tutti sforzati di sostenere i reciproci
punti di vista, e lo abbiamo fatto con grande
dignità, con un epilogo del quale francamente
non si avvertiva il bisogno.
Certo, la polemica politica è il sale del confronto democratico, ma credo che prolungare
la polemica politica, che dura da tre anni e
mezzo, e soprattutto ridurla ad un livello, che
non è stato quello degli ultimi due giorni di
confronto, diventa una sottolineatura negativa
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VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
di alcune pagine che potremmo aver scritto insieme nel rispetto dei rispettivi punti di vista
per addivenire ad un risultato che va nella direzione di corrispondere gli interessi della società pugliese.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Presidente della Giunta regionale, Nichi Vendola.
VENDOLA, Presidente della Giunta regionale. Signor Presidente, colleghi e colleghe, non solo spero che non si sciupi la ricchezza di questo confronto, riproducendo un
copione che, talvolta, assomiglia ad una
fiction, ma spero che non si cronicizzi quella
specie di schizofrenia tra il dibattito che accade fuori da quest’Aula, quando talvolta insieme discutiamo sui mali antichi e recenti della
sanità pubblica e privata, e i dibattiti che avvengono nelle sedi istituzionali, talvolta, con
un uso della memoria molto selettivo.
Ho avuto il piacere di essere un parlamentare per quattro legislature e di esserlo stato
nel corso degli anni che hanno aperto e chiuso
il decennio del centrodestra al Governo in Puglia. Ebbene, non troverete un solo resoconto
stenografico o un solo atto parlamentare che
dimostri come io abbia cavalcato impropriamente, in sedi nazionali, gli elementi della contesa regionale che è giusto che vivano dentro
questo luogo, dentro il dibattito della Regione.
Non posso dire altrimenti di chi mi ha dato
il cambio in Parlamento. La sede parlamentare,
con grande veemenza, è stata utilizzata per
stigmatizzare presunte condizioni di criticità
della Puglia. Dico questo perché c’è una rappresentazione ipertrofica di quello che è accaduto nella campagna elettorale del 2005, o per
meglio dire di quel che è accaduto in quel benedetto giorno di agosto del 2004 nella città di
Terlizzi. Raffaele Fitto potrebbe raccontare
esattamente lo svolgimento dei fatti di quel
giorno, diventato poi il giorno della polemica
nazionale.
Le cronache di quello che è accaduto qual-
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 99 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
che settimana dopo, quando Raffaele Fitto è
tornato a Terlizzi, e il dibattito che si è svolto
in seguito sono la fedele testimonianza di che
cosa effettivamente ha costituito l’oggetto della nostra protesta. Ricordo una fotografia
pubblicata su Repubblica, dove ci siamo io e il
Presidente Fitto, e un articolo del cronista Pietro Ricci riportante un colloquio ad alto livello
nel corso del quale Fitto si era alzato per
stringermi la mano dopo il mio intervento, nel
quale avevo detto che di quel moto spontaneo
che nacque contemporaneamente in alcune città, tra cui la mia Terlizzi, mi colpiva la consapevolezza che non si poteva dare una cifra localistica a quella battaglia.
Ho incontrato le donne del comitato che
per mesi hanno passato le notti davanti a un
falò e che talvolta avevano contestato anche
chi vi parla, e ho discusso lungamente con loro
esattamente di questo punto. Una battaglia sul
tema della sanità basata sul trionfo del campanile è una battaglia sbagliata, anche perché
l’organizzazione sanitaria è strutturalmente
un’organizzazione di dissipazione di risorse
pubbliche, indipendentemente dai fenomeni di
corruzione che vanno radiografati, indagati e
colpiti alla radice.
Dissi loro che bisognava avere effettivamente il coraggio di guardare i rami secchi
dentro l’organizzazione della sanità, come occorreva guardare quei rami troppo floridi che
stanno invece in un certo circuito del privato.
Cito testualmente un’espressione che utilizzavo anche nei comizi: non si può tagliare il
ramo secco se è l’unico ramo a cui si può appendere un soggetto che presenta una condizione di fragilità. Infatti, in una realtà nella
quale l’ospedale è diventata la discarica di tutte le domande di salute, perché il territorio è
desertificato, una persona, per il fatto di essere
povera o di essere abitante di una periferia di
una città o di una periferia sociale, per il fatto
di essere in una condizione di abbandono, o
per il fatto di non avere altre persone che possano curarla e accudirla, rischia di precipitare
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nell’ospedale, che diventa così la realtà inflazionata in cui precipitano tutte le domande di
salute.
Sappiamo bene che l’equivoco fondamentale sta proprio nella confusione tra salute e sanità. Certo, possiamo sbagliare tante altre cose, ma dobbiamo metterci d’accordo sul piede
con il quale dobbiamo riprendere il cammino.
Forse perderò o vincerò, ma alla fine dei conti
se ripetiamo come un copione fisso una contesa che non va a mordere la polpa dei problemi
ci facciamo solo del male.
La salute riguarda tutto e solo relativamente gli ospedali. Negli ospedali si curano le malattie, mentre la produzione di salute deve avvenire nel territorio, deve avvenire a casa dove
analizziamo fenomeni di vita domestica abbastanza angoscianti. E mi riferisco alla salute
delle bambine e delle donne sempre più spesso
minacciate da una violenza domestica. Badate,
è una vera e propria epidemia. La salute si organizza nelle scuole. Il principale problema di
salute che sta emergendo nella Puglia del futuro è il fenomeno dell’obesità dei bambini, dei
minori e degli adolescenti. Questo problema
non si cura negli ospedali, ma a scuola, a casa
e si cura con una corretta educazione alimentare.
La salute riguarda la qualità dell’ambiente,
la morfologia del territorio. La salute di un
bambino a Taranto o a Brindisi è molto più
minacciata della salute di un bambino di un altro territorio che non ha, nell’incrocio della vita quotidiana, emissioni inquinanti di più camini.
Allora, noi dobbiamo mettere in campo un
Piano della salute, distinguendolo dal Piano
sanitario. Il Piano presentato dall’ex Presidente Fitto non mi andava bene per la ragione per
la quale egli veniva a Terlizzi non prima, ma
dopo aver varato il Piano con un voto di Giunta, senza una discussione pubblica, giusta,
sbagliata, deficitaria, monca, che fosse! Al
contrario, noi è da un anno e mezzo che ne discutiamo nei Consigli comunali, negli ospedali,
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RESOCONTO STENOGRAFICO
nel territorio, su internet, abbiamo persino instaurato un rapporto con le associazioni di cittadinanza attiva.
Badate, non voglio dire che abbiamo messo
in campo un prodotto senza errori o senza necessità di emendamenti. Infatti, abbiamo detto
che accettavamo la logica degli emendamenti
perché volevamo fare una discussione di dettaglio. In nessuna Regione d’Italia un Piano della
salute è stato varato con emendamenti e discussioni di dettaglio come è venuto qui da noi.
Quello che non andava bene nel Piano Fitto
era la mancanza di discussione. Tutt’al più
c’era una specie di giro turistico dell’allora
Presidente della Regione che veniva a spiegarci la bontà di decisioni già prese e non modificabili. Forse mi avrebbe convinto se fosse venuto a dirmi prima che il reparto di neonatologia di Terlizzi, nato dalla storia straordinaria
del professor Ianni Ruberti, o dalla storia di
chi aveva rinunciato ad incarichi nelle più prestigiose cliniche e università americane per
tornare nel paese d’origine, e centro di uno
sviluppo scientifico con relazioni in tutto il
mondo, era un ramo secco. Se fosse venuto a
spiegarmelo prima forse mi sarei battuto, in
presenza di una dimostrazione scientifica, per
l’abbattimento di quel ramo secco.
Il punto riguarda la democrazia, ovvero
come si prova a costruire attorno a questo malato, che è la sanità, un elemento che assomiglia ad un processo partecipativo e democratico di assunzione di responsabilità. Se c’è un
medico criminale che lascia il bisturi nella pancia del paziente di è la colpa? Forse, a seconda
di chi governa, è un crimine rosso, nero o di
centro? Se l’infermiere è un delinquente, è forse colpa mia? Se un gruppo di infermieri costituisce un clan mafioso, è colpa mia? È forse
colpa di chi, di volta in volta, governa? Non è
preferibile vedere come insieme ci difendiamo
da quelli che Palese in un’intervista, richiamando altre dichiarazioni, ha chiamato poteri
forti che ci sono e che talvolta sono trasversali
alla politica?
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Sono rimasto colpito dalle ultime dichiarazioni del Ministro Fitto, il quale ha dichiarato
di aver perso le elezioni per aver chiuso 21
ospedali. Onestamente io non ricordo la chiusura neanche di un solo ospedale. Il punto è il
modello che è stato messo in campo. Quel
modello è criticabile perché si sono fatti tanti
feriti e nessun morto; si sono fatte tante piccole chiusure che hanno messo in sofferenza la
rete ospedaliera, senza fare interventi chirurgici che avrebbero dovuto essere ammortizzati
dalla costruzione di servizi sociosanitari sul
territorio per dare a quel vecchio, a cui facevo
riferimento prima, il ramo a cui appendersi
quando sta male, oppure dare ad una donna o
ad un uomo l’ombrello da aprire se piove sulla
loro salute. Questa era la discussione di allora
e queste sono alcune scelte che noi abbiamo
successivamente approfondito.
Ho apprezzato questa mattina l’intervento
del mio amico Sergio Silvestris che ha offerto
un contributo molto impegnato. Il collega sa
che ho molta simpatia nei suoi confronti, ma
sa altrettanto bene che non condivido alcuni
momenti dello stile politico che utilizza in
quest’Aula. Dico questo forse per una mia cattiva educazione, o forse perché sono un uomo
della Prima Repubblica. In vent’anni in Parlamento non ho mai preso un richiamo, non ho
mai srotolato uno striscione, perché penso che
un conto sono le piazze dove si ricorre a determinate metodologie, altro conto sono le Istituzioni dove si svolge la contesa delle idee,
dei dati, la disponibilità all’ascolto fino in fondo e al riconoscimento reciproco dei meriti.
Non si possono prendere varie riviste specialistiche, in questo caso quella sulla celiachia, per
scoprire che la Puglia è diventata regione di
avanguardia.
Immaginare che l’avversario possa essere
indebolito da un racconto visionario nel quale
egli ha l’elettroencefalogramma piatto, sbaglia
tutto, non è capace e di cui bisogna nascondere i risultati, è sbagliato. Il collega Zaccagnino,
che avrebbe dovuto essere informato meglio
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RESOCONTO STENOGRAFICO
dal collega Cera su alcune cose accadute, dovrebbe sapere che cosa è stato per noi, e per
me personalmente, la costruzione di quello che
oggi è un modello nazionale di Protezione Civile, come dice il Sottosegretario Bertolaso,
che ha un qualche riverbero sulle questioni
della difesa della salute delle persone.
Scalare montagne di impedimenti burocratici, di intralci, di rinvii, ha significato per me
inaugurare questo sistema. Collega Zaccagnino, lo sa che nel Gargano abbiamo spento 150
incendi in tempi da record, tanto che oggi
siamo considerati uno dei modelli più avanzati? Probabilmente lasciamo a desiderare in tanti altri settori, ma non si può offrire un bilancio
grottesco e caricaturale dell’avversario, perché
in questo modo non si supplisce al compito
fondamentale di un’alleanza politica che è
quella di costruire un’idea di Governo alternativo.
Su questo vorrei che ci sfidassimo, non
perché voglio farvi una lezione – vi chiedo
scusa di quello che ho detto e di questa intromissione –, ma perchè se ci sfidiamo su questo
terreno è più difficile per me e per il mio ideale
antagonista del 2010 vincere la battaglia. È
difficile perché dobbiamo essere entrambi più
bravi, meno adusi al talk-show e alla battuta
mordace, ma più capaci di sentire il respiro
della vita quotidiana, di sentire la concretezza
dei problemi.
Il consigliere Palese sa, perché tante volte
mi sfogo con lui, che cosa è stato per me il tirocinio rispetto alla concretezza dei problemi.
Avevo l’ambizione di essere l’esperto di endecasillabi e sono diventato esperto di tombini,
di fogne, di superaffinamento e di depurazione. È stata una tragica beffa! Il Presidente
Vendola aveva l’ambizione di fare il poeta, ma
non ha più neanche il tempo di leggere un verso da tre anni e mezzo perché viene attratto
dalla cogenza delle questioni reali.
Il Piano della salute non è un mio successo,
ma è un passo avanti molto importante per la
Regione Puglia. Da domani – lo ha detto
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l’assessore Tedesco che ringrazio per il garbo,
la capacità di ascolto e la competenza con cui
ha seguito tutta questa partita e con cui l’ha
portata all’approdo finale – incomincia la sfida
vera.
Oggi poteva scatenarsi una piccola guerra
di religione ed io ho molto apprezzato, invece,
la seconda ingerenza di monsignor Cacucci
che ci ha consentito di entrare nel merito delle
cose.
Del resto, se restiamo fermi ai posizionamenti di partenza, allo sventolio delle bandierine, in una società di fondamentalismi, rischiamo di riprodurre la logica dei veti incrociati, degli anatemi, dello spirito di crociata.
Anche vivendo punti di dissenso forte e radicale, dobbiamo avere, insieme, obiettivi come la lotta alla banalizzazione della vita, alla
banalizzazione della sessualità, alla banalizzazione dei corpi, alla mercificazione del senso
medesimo del vivere. Questo ci renderebbe
migliori, più capaci di essere concreti e più efficaci nell’affrontare la cogenza della realtà.
Dopodiché, il centrodestra aveva annunciato che se il Presidente fosse stato Nichi Vendola avrebbe chiuso la neonatologia che a Corato era stata aperta dopo la chiusura di quella
di Terlizzi. Dopo le elezioni io mi sono ben
guardato dall’assumere quella delibera per
sopprimere il Piano di riordino ospedaliero
firmato da Raffaele Fitto. Chi governa non
può immaginare di procedere con atti che possono produrre uno sfascio improvviso o una
fibrillazione strutturale, o un momento di anarchia. Chi governa si assume tante responsabilità, inclusa quella di costruire nei tempi
dovuti e prudenti il cambiamento possibile.
Io non mi sognerei mai di chiudere il secondo punto nascita di Puglia, qual è quello di
Corato. Non penso che la politica debba vivere di ritorsioni e quindi se Terlizzi ha subito
una ferita, si risponde capovolgendo il senso di
quella ferita. Ricordo lo spavento iniziale del
Sindaco di centrodestra di Corato, Luigi Perrone. Ebbene, egli non solo non ha subito
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quella chiusura, ma ha subito ricevuto le risorse per il pronto soccorso e ha avuto tutto
quello che chiedeva, perché forse lo ha saputo
chiedere con cognizione di causa.
Non si può avere questa idea della sanità.
Su questo aspetto sono disposto a litigare anche con i miei concittadini e con tutti: noi siamo classe dirigente, al Governo o
all’opposizione e, in ogni caso, assolviamo ad
una funzione pedagogica. Possiamo essere esempi buoni o cattivi, ma spero di poter essere, insieme, esempi buoni.
Occorre spiegare ai nostri cittadini che non
è soltanto la politica che deve immettere la linfa del cambiamento nelle vene della sanità
pubblica, ma sono tutti i corpi intermedi che
operano in sanità che devono fuoriuscire da
comportamenti di malcostume, pigrizia, malvezzo, piccoli privilegi corporativi. Sono anche i cittadini che devono esercitare virtù civiche e non altre e più negative attitudini quando
si rivolgono al servizio sanitario.
Ebbene, credo che in questa sfida possa
vincere davvero il migliore, mentre nelle beghe
di piazza può succedere che vinca il peggiore.
Onestamente non so se ho vinto perché ero il
peggiore, ma credo che convenga a tutti mettersi sulla traccia di far vincere la Puglia, cioè
il migliore.
MARMO Nicola. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARMO Nicola. Signor Presidente, colleghi consiglieri, come sempre il discorso del
Presidente Vendola risulta accattivante e interessante. Lo dico senza vena di polemica, pur
sapendo che molto spesso in quest’Aula abbiamo avuto diversità di vedute. La storia, signor Presidente, però deve essere riportata nel
solco delle verità, perché quella storia ha inflitto alle nostre coscienze, alle nostre persone, e
talvolta anche al nostro corpo, maltrattamenti
che non erano all’ordine del giorno.
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Come lei ha più volte ricordato nella sua
prospettiva ampia e nella sua analisi intellettuale e sociologica, ha dovuto abbandonare gli
endecasillabi e probabilmente anche le analisi
sociologiche, perché la pratica è molto più
contraddittoria di un’analisi logica.
Mi consenta di dirle, Presidente Vendola,
che le contraddizioni emergono anche dal suo
intervento. Nessuno è perfetto: così come non
sarò perfetto io nell’esposizione, probabilmente non lo è stato lei nel ricordo. Lei dice che si
opponeva al taglio acritico dei rami secchi. Mi
permetto di rammentarle che la realtà è diversa
da quella da lei stesso citata. Sa meglio di me,
infatti, che la storia gloriosa di Ianni Ruberti, il
trasferimento dei saperi, delle conoscenze e
della ricerca scientifica non vengono mai trasferiti alle mura di un ospedale o ad un luogo,
sebbene quel luogo possa avere un’anima derivante dalla vastità delle conoscenze di
un’esperienza scientifica. Le conoscenze vengono trasferite agli uomini e alle donne che
hanno lavorato con Ianni Ruberti.
Presidente, lei aderì ad una protesta soggiacendo in quel momento alla logica della piazza. Del resto, la politica è una medaglia a due
facce, una delle quali è quella dei rituali istituzionali che si svolgevano alla Camera o al Senato e che, talvolta, si svolgono anche qui,
forse con battute un po’ più caserecce.
Presidente Vendola, le riconosco questa
sua capacità di rispetto istituzionale. Ricordo,
infatti, che lei volle partecipare in prima persona ad una riunione presso la Prefettura di
Bari sulla turbolenza del mercato vitivinicolo
per verificare di che cosa si trattasse e ricordo
altrettanto bene che andò via subito dopo perché doveva partire per Roma. Ebbene, in
quell’occasione comprese che chi era al tavolo
della Prefettura aveva avuto la capacità di
mettere le mani in pasta, di conoscere il problema e di trattarlo per quello che era e non
per antefatti o questioni ideologiche: lo affrontava nella concretezza.
Comprendo, quindi, questa sua impostazio-
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ne e gliela riconosco, ma la questione di Terlizzi è ben diversa. Terlizzi fu la scintilla, percepita in questo modo anche dai cosiddetti
centri sociali che colsero quell’occasione per
fare una mezza rivoluzione.
Qualcuno è evidentemente seccato per le
cose che sto dicendo, ma avendo ascoltato lei,
Presidente, avranno la bontà di ascoltare anche
me che a quegli incontri ho partecipato e che
ho ricevuto le contumelie che, secondo la loro
opinione, ho meritato insieme al Presidente
Fitto.
Ebbene, abbiamo partecipato ad una affollatissima assemblea surriscaldata, rimanendo
bloccati all’interno per molte ore senza poter
uscire. La forza pubblica non riusciva a contenere tanta protesta per un ramo secco che non
possedeva la verità scientifica di cui Ianni Ruberti era stato portatore.
Caro Presidente Vendola, ci sono azioni alle quali corrisponde una reazione uguale e
contraria, ma di pari entità. La reazione, che in
quei luoghi non fu solo spontanea, ma molto
artefatta, ci colpì nell’intimo. Le sofferenze
che lei prova nel vedere quanto disagio c’è nel
mondo, stia certo che accompagnano anche il
pensiero di altre persone e accompagnavano
anche noi in quel momento.
All’epoca noi non tagliammo un ramo secco, ma compimmo una razionalizzazione. Probabilmente sbagliammo i tempi, ma quella razionalizzazione andava comunque fatta.
Infatti, quell’ospedale, oggi ristrutturato, è
tornato a nuova attività ed è stato luogo di accoglienza delle sofferenze anche dopo quella
ristrutturazione.
Tutto quel sapere e tutta quella capacità di
scienza che fu trasferita da Ianni Ruberti ai
suoi collaboratori non è stata cacciata via perché ideologicamente etichettata. Tra l’altro, lei
sa bene che quello poteva essere personale politicamente etichettato. Tuttavia, io me ne occupai personalmente e trovammo udienza
presso la direzione generale dell’epoca. Le ricordo che coloro i quali animavano quel repar-
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to di ostetricia trovarono accoglienza nel vicino ospedale di Andria.
Credo che lei questo lo sappia alla perfezione. Il taglio dei rami, quindi, non fu una
scelta ideologica, non fu una scelta contro le
persone, perché queste ultime ebbero
l’occasione di essere valorizzate in quanto
portatrici di scienza.
È vero che Corato ha avuto il reparto di
neonatologia, ma è altrettanto vero che a breve scomparirà perché il primario ha vinto il
concorso ad Andria dove succederà ad un altro primario andato nel frattempo in pensione
e che lei conosce bene. Allora, i malati e i pazienti non seguono gli ospedali, ma seguono le
persone che sono realmente in grado di risolvere i loro problemi. La nostra filosofia di razionalizzazione, quindi, mirava proprio a portare in alcuni luoghi una possibilità di concentrazione anche in riferimento alla spesa. Sono
sotto gli occhi di tutti i flussi di pazienti che
vanno dalla Puglia a Milano, a Torino o a Bologna alla ricerca della scienza e della capacità
di intervento.
Dopodiché, se un dibattito dev’essere un
trasferimento di opinioni con la possibilità che
queste vengano accolte dall’altro, lei deve credere e deve ascoltare anche a quello che le si dice.
Le ricordo che non ci fu l’approvazione ex abrupto e poi la discussione del Piano Fitto.
Quel Piano ospedaliero ricevette due approvazioni in Giunta. La prima rappresentava la volontà del Governo regionale di portare a discussione la decisione dello stesso Governo e,
dopo le consultazioni e gli incontri – ci fu un
lungo tempo per discutere con tutti coloro i
quali erano interessati alla scelta di seguire la
via maestra della partecipazione –, subentrò la
seconda approvazione in Giunta e in Consiglio
regionale del Piano di riordino ospedaliero.
Signor Presidente, credo che questo sia
l’aggiustamento meno sociologico, ma più storico di quello che accadde in quei giorni che
furono di una violenza tale da diventare quasi
insopportabili. Allo stesso tempo, Presidente
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RESOCONTO STENOGRAFICO
Vendola, credo che il suo stile la debba portare, ancora una volta, a non dibattere con chi è
assente in quest’Aula. Se lo avete fatto quel
giorno a Terlizzi, potete farlo anche oggi!
Come dicevamo ieri in merito ad un altro emendamento, non criticate chi dice in Parlamento alcune cose sulla nostra regione. Non
dite oggi in quest’Aula che quello che qualcuno dice in Parlamento è sbagliato e non è nello
stile. Presidente, probabilmente avrà modo di
parlarne dopo il 2010, perché io sono convinto
che lei non arriverà al 2015. Onestamente, non
lo auguro a lei, non lo auguro a noi e non lo
auguro ai pugliesi.
Non lo augura a lei, Presidente, perché notiamo che la temperie della gestione quotidiana
di questo grande baraccone, che è la nostra
Regione, probabilmente le pesa. A mio avviso,
lei ha bisogno di ritornare a scrivere endecasillabi, perché è proprio di questo che oggi ha
bisogno una certa cultura classica che sta purtroppo scomparendo.
Ritorno al merito di questo emendamento che
ha fatto scaturire questo grande dibattito, permettendomi di dare una risposta all’assessore
Tedesco. Io voglio essere come gli abitanti di
Terlizzi, ovvero campanilista. Lei, assessore,
ha evidentemente fatto sua la proposta del direttore generale della ASL di Andria-Barletta
di chiudere l’ospedale di Andria e di fare una
grande speculazione edilizia con un progetto
di finanza, cedendo l’ospedale e i terreni della
ASL alla costruzione di abitazioni. Se ne avessimo l’opportunità, con il Consiglio comunale
opteremmo per la realizzazione di un altro
giardino vicino a quello che ospita il Monumento ai Caduti.
Consigliere Sannicandro, guardia rossa di
questo regime, la prego di farmi terminare
l’intervento, altrimenti, come ha fatto il Sindaco di Andria, chiederemo di dotare i commessi
di manganelli per farvi ritornare ai vostri posti
dato che siete sempre disordinati.
L’ospedale di Andria, così com’è, non si
tocca, altrimenti faremo i campanilisti e sare-
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mo noi a incatenarci alle inferriate degli ospedali, senza mandare le donne incinte, come è
accaduto a Terlizzi.
Non si può pensare di espropriare una città
di 100 mila abitanti per portare un ospedale di
500 posti letto vicino a Montegrosso, frazione
a 14 chilometri da Andria di 258 abitanti.
Su questa questione campanilistica la invito, assessore, a discutere e a ripensare al fatto
che ci sono ettari a disposizione della ASL –
sperando che non siano stati venduti per coprire i debiti della nostra sanità – che potrebbero
essere utilizzati, fino a quando non avrete i
soldi, per mettere in piedi il nuovo ospedale in
un luogo più idoneo.
Portare l’ospedale vicino a Canosa significa, infatti, allontanarlo da un’area che investe
centomila abitanti, e avvicinarlo ad un’altra
che ne comprende appena 30 mila; significa
collocarlo nell’area compresa tra Barletta, Canosa, Minervino, Spinazzola, dove c’è già un
ospedale, quello di Barletta. Non realizzatelo
proprio un ospedale nuovo in quella zona perché è sufficiente quello di Barletta. Se volete
chiudere l’ospedale di Andria fatelo pure, ma
questo vi creerà non pochi problemi.
Quanto alla ferrovia, di cui vi preoccupate,
credo che l’assessore Loizzo possa confermare che si tratta di un progetto avviato con il
Governo precedente. Quindi, come dice il Presidente Vendola, non tutto è bene e non tutto
è male. Qualcosa di buono lo ha fatto dunque
anche il precedente Governo.
Questo progetto – do atto al suo lavoro,
assessore – sta andando a conclusione grazie
all’impegno dell’assessore Loizzo. La ferrovia,
quindi, non dividerà più la città in due parti, ma
ci sarà una ricucitura grazie all’interramento dei
binari.
Ragionamenti del genere, quindi, facciamoli
in pubblico e decidiamo insieme. Un ospedale
che può ospitare centomila abitanti deve essere collocato in luogo dove possono usufruirne
centomila abitanti, e non vicino ad un’area dove possono usufruirne solo 150.
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RESOCONTO STENOGRAFICO
Nel caso in cui avrete tanti soldi per fare un
nuovo ospedale, potrete realizzare la direzione
generale, gli uffici tecnici, gli uffici amministrativi, potrete realizzare quella medicina del
territorio che porta ad una minore ospedalizzazione.
Ci sono tante cose ancora da affrontare,
che credo abbiano bisogno di una attenta riflessione. Su questo richiamo l’attenzione
dell’assessore Tedesco.
ZULLO. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ZULLO. Signor Presidente, colleghi consiglieri, mi dispiace che quando parla un novizio
in questo Consiglio, il Presidente Vendola non
ci sia. Si parla sempre di quello che è avvenuto
cinque o dieci anni fa, mentre io vorrei parlare
di quel che avviene oggi. Mi auguro che il
Presidente Vendola possa ascoltare successivamente, in differita e mi auguro che possa
leggere quanto sto per dire.
Molto spesso questo nostro Presidente si
attarda in relazioni retoriche, ampollose e a
volte demagogiche. Ho detto al Presidente
Vendola – ho avuto modo già in passato di
esprimermi in questi termini – che se vorrò
prendere lezioni su come fare demagogia, sicuramente mi rifarò ai suoi discorsi: li leggerò,
li rileggerò e li imparerò a memoria. Se, però,
dovessi prendere esempio dal suo modo di fare, egli non sarebbe un buon maestro. Non
può continuare a recitare versi sulla sofferenza
delle persone, soprattutto di quelle persone affette da malattie croniche degenerative, quando poi in questo Piano non c’è nessun riferimento ad azioni coordinate e sinergiche per
aiutare queste persone.
È stata una grande mortificazione il rigetto,
nella seduta di ieri, di quei progetti-oggettivo.
La mortificazione è ancor più grande, caro assessore, perché nel confrontarmi questa mattina con molti colleghi di maggioranza mi sono
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accorto che molti di loro mi davano ragione.
Hanno manifestato il loro voto solo per spirito
di appartenenza. Questo è mortificante non solo per me, ma per l’intera Puglia.
Ancora oggi noi non possiamo parlare di
Piano senza pensare agli indici epidemiologici,
senza un disegno di percorso organizzativo.
Caro assessore e caro Presidente Vendola, qui
il problema non è il passato o il presente, ma è
il futuro. Noi non intravediamo, all’interno di
questo Piano, un disegno per il futuro di questa Regione.
Il problema non è il metodo Fitto venuto a
Terlizzi per calare qualcosa dall’altro e non è
neppure questo metodo. Siamo partecipi
nell’esaminare il Piano, ma tutte le nostre argomentazioni si infrangono contro il muro della sordità e del non ascolto che si erge davanti
a noi. Di fronte a questo atteggiamento non
c’è nessun inchiostro in grado di unirci. C’è,
infatti, una chiusura ideologica e pretestuosa
che non riusciamo a comprendere e che non
possiamo accettare all’interno di un discorso
retorico e ampolloso.
Se c’è questa apertura, se c’è questa voglia
di andare avanti lo dovete dimostrare con i fatti perché questa opposizione sta avanzando
proposte tese alla costruzione di un modello di
organizzazione sanitaria rispondente alle necessità di un futuro che sicuramente non vi
appartiene.
RUOCCO. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RUOCCO. Signor Presidente, intervengo
per completare l’esposizione dei miei colleghi.
Per completare il quadro, vorremmo la presenza del Presidente della Giunta. Capisco che
sia libero di fare ciò che vuole, ma il Presidente ha raccontato solo una parte della verità, ha
raccontato la sua verità. Pertanto, quando
rientrerà in Aula faremo una dichiarazione di
voto sui successivi emendamenti.
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PALESE. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PALESE. Signor Presidente, colleghi consiglieri, abbiamo ascoltato una replica da parte
del Presidente che non c’entrava niente con
l’emendamento, una replica di carattere generale.
PRESIDENTE. Il Presidente si è allontanato.
PALESE. Se non si è sentito bene possiamo sospendere il Consiglio. Non abbiamo mai
avuto difficoltà, al riguardo, ogni volta che c’è
stata un’esigenza istituzionale e tanto più in
casi in cui si è registrato un problema di salute.
PRESIDENTE. Non è necessario, il Presidente è ritornato in Aula.
PALESE. Consigliere Maniglio, lei era con
me nella passata legislatura. Qui sono state
fatte delle affermazioni in riferimento al fatto
che il Presidente è stato chiamato in causa per
la programmazione relativa all’ospedale di
Terlizzi, paragonata alla programmazione precedente.
Non discuto della situazione specifica. Terlizzi rappresentava una vicenda simbolica, ma
non l’unica. Peraltro, all’epoca del vecchio
Piano il Presidente Vendola ha partecipato alle
manifestazioni. Nè ci sono state solo le manifestazioni, è stato costituito anche un comitato. Come amministratore ho subìto, insieme ad
altri, un’indagine giudiziaria di natura penale,
come se avessimo falsificati i dati. Invece, i dati non sono stati falsificati, né quelli relativi
all’utilizzo né quelli riguardanti il numero dei
posti letto. Quell’inchiesta, infatti, fu archiviata dopo che fu accertato che non vi era stata
alcuna alterazione dei dati.
Questo è un fatto di una gravità inaudita.
Sono state intraprese azioni che hanno aperto
un vulnus rispetto al quale, in varie occasioni,
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abbiamo sottolineato che sarebbe sufficiente
ammettere anche la sola responsabilità politica. Ci sono stati Gruppi di minoranza che hanno fatto ricorso al TAR. Ci sono state Amministrazioni comunali di centrosinistra, fomentate da esponenti del centrosinistra, che hanno
prodotto 83 ricorsi al TAR su quel Piano. Il
Piano, però, ha retto dappertutto.
È inutile che il Presidente faccia appello al
senso di responsabilità: la vostra testa impedisce un atteggiamento responsabile. Non ci è
certo sfuggito il determinarsi di un intreccio
perverso di poteri forti, istituzionali e non, e di
grandi interessi sulla sanità, denunciati successivamente anche da Castorani, che hanno utilizzato la protesta relativa alla sanità per mandare a casa il Governo regionale precedente.
Questa è una storia sulla quale potremmo
andare avanti per ore. Inoltre, dovremmo ricordare l’azione delle organizzazioni sindacali
e di soggetti fomentatori presenti negli ospedali. È accaduto addirittura, in più ospedali,
che da infermieri o altri addetti venissero appositamente gettate vie le chiavi delle ambulanze, per riferirlo poi prontamente ai giornali
(su alcuni giornali, peraltro, ci sarebbe molto
da dire, in riferimento ad intrecci tuttora presenti). E sulla stampa intere pagine riportavano a caratteri cubitali le conseguenze del Piano
Fitto.
Come non ricordare le famose “file della
vergogna”? Per la senologia quella fila, ad esempio, è cento volte più lunga adesso, ma
nessuno ne parla. E potremmo continuare
all’infinito. Tutto questo bailamme, però, è
cessato nel momento in cui c’è stato
l’avvicendamento al Governo regionale. Eppure, tutto è rimasto come prima, anche il Piano.
I giornali, però, non parlano più di disservizi
nelle strutture sanitarie, la magistratura ignora
le inchieste e tutto il resto. Insomma, potremmo dire che è calato il coprifuoco. Tutto viene
definito «limpido» a priori, anche i direttori
generali.
Questo è quello che è successo. Avete pre-
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so in giro un’intera popolazione per tre anni e
mezzo. Avete parlato di concertazione e di ascolto, ma chi avete ascoltato? Avete presentato un progetto di Piano della salute e lo avete portato in Giunta. Non vi siete messi
d’accordo neppure tra voi. Il Piano è venuto in
Commissione, il Governo regionale ha proposto modifiche su 81 punti, successivamente in
Consiglio sono state apportate altre modifiche.
Non avete ascoltato nessuno. Eppure, se non
eravate d’accordo neppure voi, immaginiamo
con gli altri!
Dopo il «tour dell’ascolto» – anche in questo caso avete preso in giro tutti – avete predisposto un Piano che, indipendentemente dai
suggerimenti che vi sono pervenuti, è stato costruito secondo idee solo vostre, in maniera
totalmente discrezionale. Su questa programmazione non avrete nessuno sconto da parte
dell’opposizione, in nessun senso. Potrete avere sconti da parte della magistratura, ma non
da parte nostra, sul piano politico. Su questo
non c’è dubbio, ve lo diciamo chiaro e tondo,
così ci capiamo una volta per tutte.
Noi abbiamo sostenuto, su indirizzo del
Presidente del Consiglio, lo svolgimento dei
lavori in una certa maniera, finché non abbiamo ascoltato l’intervento del Presidente Vendola. Rispetto a quello che ha sostenuto il Presidente Vendola – mi riferisco limitatamente
alla situazione di Terlizzi – sapendo, come sa
anche il Presidente, quello che è accaduto, mi
sento preso in giro. E non posso accettare che
si voglia prendere in giro qualcuno nella sede
istituzionale del Consiglio regionale. Conosciamo perfettamente quello che è accaduto, le
manipolazioni e via dicendo.
Sulla programmazione possiamo tranquillamente confrontarci, ma sulla vicenda del
Piano sanitario che era stato attivato e tenuto
in piedi per tre anni e mezzo non riteniamo assolutamente meritevole di attenzione e di considerazione – ed è la prima volta che accade in
questo Consiglio – quanto ha detto il Presidente Vendola.
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Il Presidente è intervenuto sapendo di nascondere gran parte della verità.
RUOCCO. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RUOCCO. Signor Presidente, chiedo che
rientri il Presidente della Giunta, perchè con
lui vorremmo completare il quadro del ragionamento che stiamo facendo.
PRESIDENTE. Il Presidente la sta ascoltando.
RUOCCO. Dicevo, signor Presidente, che
vorremmo completare il quadro. La storia della sanità in questa regione, limitata al riordino
ospedaliero e a quello che è successo dopo,
non è certo quella che impropriamente ha raccontato lei.
Voglio citarle, dunque, come flash, alcuni
fatti che ci hanno riguardato nel 2002, e non
perché vogliamo raccontare un’esperienza
emotiva personale.
Cominciamo dall’episodio più «scientifico».
Subito dopo l’approvazione del Piano di riordino ospedaliero, abbiamo assistito a quello
che in una sentenza fu definito magistralmente
dal Consiglio superiore della magistratura, in
un caso simile, un provvedimento aberrante.
Addirittura ci fu ordinata, con articolo 700, la
riapertura di un reparto perché una mamma
vantava il diritto di far nascere il proprio figlio
non già nella struttura così come da noi riorganizzata nel Piano ospedaliero, bensì nella
città che aveva scelto. Questo, dal punto di vista del diritto, per quelle che sono le mie probabilmente scarse cognizioni di procedura civile, si chiama «provvedimento aberrante».
Cito un altro flash. Come ha ricordato poco fa il collega Palese, noi addirittura siamo
stati molto vicini all’incriminazione, perché
qualcuno ha potuto pensare che, per mettere
in atto un provvedimento criminoso, avevamo
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falsificato i dati di base del Piano ospedaliero.
Siamo passati, cioè, all’analisi del dolo posticipata, basata sulla presunzione che avessimo
volutamente falsificato i dati.
Un povero primario, il cui reparto era stato
soppresso, ha avuto un serio problema di salute. Ebbene, è stato detto che gli era scoppiato
il cervello perché noi gli avevamo tolto il lavoro, signor Presidente.
Questi episodi, che possono essere forse
importanti per noi dal punto di vista soggettivo, dicono come la sinistra – prima una parte,
poi tutta – nel 2002 si dimostrò politicamente
infantile, perché scelse una logica da Consiglio
comunale, di contrapposizione netta: quella di
sollecitare le piazze per cercare di sovvertire la
programmazione.
E quale migliore occasione per sollecitare
le piazze, nel meridione d’Italia, se non quella
di dire ai cittadini che li si sta privando di un
ospedale? Ricordo che su un giornale importante di questa regione, qualcuno – non faccio
nomi – disse che l’ospedale, nelle nostre realtà, è la caratterizzazione dell’identità di una
comunità, dunque è più importante che un ospedale rimanga aperto e non il servizio che
esso offre.
Ricordo che la sinistra, o parte di essa, in
quella occasione aveva già preparato le valigie
per il mare. Poi a qualcuno venne in mente di
convocare il Consiglio per il 16 agosto 2002 e
noi pensammo bene, a quel punto, di anticiparlo di qualche giorno.
Cominciammo così questo «scherzetto»
demagogico e da quel momento in poi la sanità è diventato l’argomento principale di discussione. Qualunque proposta, in termini di
razionalizzazione, è stata interpretata in modo
negativo.
Il risultato, caro Presidente – al di là dei
numerosi errori, che io non ho mai nascosto,
che anche noi abbiamo commesso in cinque
anni –, è stato uno dei motivi principali del suo
successo in una regione che certamente di centrosinistra non era e non è.
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
Non dico questo per sottolineare che, in
quella occasione, lei e la sua maggioranza avete fatto demagogia. Non lo dico per sottolineare che, in quella occasione, lei, la sua maggioranza e la sua parte politica avete arrecato
un danno alla nostra collettività. Lo faccio per
riallacciarmi al suo intervento, quando ha parlato di concretezza dei problemi.
Ebbene, concretezza dei problemi significa
che se nel primo semestre del 2008 la sanità in
Puglia segna una perdita rilevante, se in tre
anni e mezzo abbiamo bruciato 1500 miliardi
di vecchie lire in sanità, questo deriva dal
vulnus di non aver voluto fare in quel momento una politica sanitaria degna di un Consiglio
regionale. Si è agito, allora, come un Consiglio
comunale e in quell’occasione la demagogia ha
superato l’esigenza dei sacrifici che sarebbero
stati invece necessari.
Questo è il segnale politico che vogliamo
dare con questa serie di emendamenti. Caro
Presidente, ci premeva arrivare a questo emendamento. Dal prossimo emendamento, o a
partire da questo, lei potrà anche decidere di
unificare la votazione per appello nominale per
tutti gli emendamenti. Questo dimostra che il
nostro è stato un artificio per arrivare finalmente a fare un discorso politico in quest’Aula
su un appuntamento mancato nel 2002, su un
ritardo di sei anni che ricade sulle spalle di tutti i nostri concittadini e della sanità pugliese in
generale. Non ci interessa leggere cosa ha detto l’assessore Tedesco quando ha incontrato i
vari soggetti.
Signor Presidente, quanto al metodo di voto,
può anche unificare – lo dico a nome dei Gruppi
di opposizione, di cui credo di interpretare il pensiero – la votazione per appello nominale di tutti
gli emendamenti dal n. 77 al n. 148.
PALESE. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PALESE. Signor Presidente, intervengo
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 109 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
solo per una precisazione. Anche se decidiamo
di fare una sola votazione per tutti gli emendamenti, dal verbale dovranno risultare 41 votazioni distinte, una per ogni emendamento, a
partire dall’emendamento n. 77.
PRESIDENTE. Ho capito. Nel verbale dovrà risultare come se avessimo fatto 41 votazioni.
SILVESTRIS. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SILVESTRIS. Nella votazione di questi
emendamenti verrà ricompresa anche quella
del subemendamento a mia firma, del quale do
lettura: «A pag. 82 si aggiunge: “letti tecnici di
neonatologia (con posti letto)”».
Questa richiesta corrisponde alla proposta
deliberata l’altro ieri dal Consiglio comunale di
Gioia del Colle.
PRESIDENTE. Indìco la votazione per appello nominale dell’emendamento n. 77/78.
I consiglieri favorevoli risponderanno «sì»,
i consiglieri contrari risponderanno «no», gli
astenuti si comporteranno di conseguenza.
Invito il segretario a procedere all’appello
nominale, iniziando dal consigliere Marino,
nominativo estratto a sorte a norma di regolamento.
CIOCE, segretario, fa la chiama.
Hanno votato «sì» i consiglieri:
Attanasio,
Baldassarre,
Caroppo, Cassano, Chiarelli, Congedo,
Copertino,
Damone,
Laurora, Loperfido,
Marmo N.,
Palese,
Ruocco,
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
Scalera, Silvestris, Surico,
Zaccagnino, Zullo.
Hanno votato «no» i consiglieri:
Bonasora, Buccoliero,
Cappellini, Cioce, Costantino,
De Leonardis, De Santis, Dicorato,
Frisullo,
Gentile,
Introna,
Loizzo, Lomelo, Lonigro, Losappio,
Maniglio, Manni, Marino, Marmo G., Mineo, Minervini, Mita, Montanaro,
Ognissanti, Olivieri,
Pellegrino, Pentassuglia, Povia,
Romano, Russo,
Sannicandro, Stefàno,
Taurino, Tedesco,
Vendola, Ventricelli.
Si è astenuto:
il Presidente Pepe.
È in congedo il consigliere:
Potì.
Risultano assenti i consiglieri:
Borraccino, Brizio,
Canonico,
Giampaolo,
Lospinuso,
Marinotti,
Pelillo,
Riccardi, Rollo,
Santaniello,
Tagliente, Tarquinio,
Vadrucci, Visaggio.
PRESIDENZA DEL
VICEPRESIDENTE MINEO
PRESIDENTE. Comunico il risultato della
votazione:
Consiglieri presenti
55
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 110 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
Consiglieri votanti
54
Astenuti
1
Hanno votato «sì»
18
Hanno votato «no»
36
L’emendamento non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
79/80), a firma dei consiglieri Palese, Caroppo, Ruocco, Surico, Marinotti, Scalera e Attanasio, del quale do lettura: «A pag. 100, al secondo periodo, dopo le parole: “territorio regionale”, aggiungere “il piano attuativo locale
della ASL Bari per il presidio ospedaliero di
Noci dovrà prevedere la conferma della programmazione di cui alla delibera di Giunta Regionale n. 1429 del 30 settembre 2002 ed aggiungere le seguenti unità operative:
Unità operativa senza posti letto:
Direzione medica di presidio ospedaliero
Anestesia e rianimazione
Pronto soccorso
Farmacia ospedaliera
Cardiologia
Unità operativa con posti letto
Chirurgia generale
20 p. l.
Ortopedia e traumatologia
20 p. l
Ginecologia e ostetricia
15 p. l”».
Indìco la votazione per appello nominale.
I consiglieri favorevoli risponderanno «sì»,
i consiglieri contrari risponderanno «no», gli
astenuti si comporteranno di conseguenza.
Invito il segretario a procedere all’appello
nominale, iniziando dal consigliere Marino,
nominativo estratto a sorte a norma di regolamento.
CIOCE, segretario, fa la chiama.
Hanno votato «sì» i consiglieri:
Attanasio,
Baldassarre,
Caroppo, Cassano, Chiarelli, Congedo,
Copertino,
Damone,
Laurora, Loperfido,
Cedat 85
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VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
Marmo N.,
Palese,
Ruocco,
Scalera, Silvestris, Surico,
Zaccagnino, Zullo.
Hanno votato «no» i consiglieri:
Bonasora, Buccoliero,
Cappellini, Cioce, Costantino,
De Leonardis, De Santis, Dicorato,
Frisullo,
Gentile,
Introna,
Loizzo, Lomelo, Lonigro, Losappio,
Maniglio, Manni, Marino, Marmo G., Mineo, Minervini, Mita, Montanaro,
Ognissanti, Olivieri,
Pellegrino, Pentassuglia, Povia,
Romano, Russo,
Sannicandro, Stefàno,
Taurino, Tedesco,
Vendola, Ventricelli.
Si è astenuto:
il Presidente Pepe.
È in congedo il consigliere:
Potì.
Risultano assenti i consiglieri:
Borraccino, Brizio,
Canonico,
Giampaolo,
Lospinuso,
Marinotti,
Pelillo,
Riccardi, Rollo,
Santaniello,
Tagliente, Tarquinio,
Vadrucci, Visaggio.
PRESIDENTE. Comunico il risultato della
votazione:
Consiglieri presenti
55
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 111 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
Consiglieri votanti
54
Astenuti
1
Hanno votato «sì»
18
Hanno votato «no»
36
L’emendamento non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
81/82), a firma dei consiglieri Palese, Caroppo, Ruocco, Surico, Marinotti, Scalera e Attanasio, del quale do lettura: «A pag. 100, al secondo periodo, dopo le parole: “territorio regionale” aggiungere “il piano attuativo locale
della ASL Bari per il presidio ospedaliero di
Gioia del Colle dovrà prevedere la conferma
della programmazione di cui alla delibera di
Giunta Regionale n. 1429 del 30 settembre
2002 ed aggiungere le seguenti unità operative:
Unità operativa senza posti letto
Direzione medica di presidio ospedaliero
Anestesia e rianimazione
Pronto soccorso
Farmacia ospedaliera
Cardiologia
Unità operativa con posti letto
Medicina interna
12 p. l.
Chirurgia generale
20 p. l.
Ortopedia e traumatologia 20 p. l.
Ginecologia e ostetricia 15 p. l.”».
A questo emendamento è stato presentato un
subemendamento a firma del consigliere Silvestris, del quale do lettura: «All’emendamento a
pag. 82 si aggiunge: “letti tecnici di neonatologia (con posti letto)”».
Indìco la votazione per appello nominale
del subemendamento.
I consiglieri favorevoli risponderanno «sì»,
i consiglieri contrari risponderanno «no», gli
astenuti si comporteranno di conseguenza.
Invito il segretario a procedere all’appello
nominale, iniziando dal consigliere Marino,
nominativo estratto a sorte a norma di regolamento.
CIOCE, segretario, fa la chiama.
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
Hanno votato «sì» i consiglieri:
Attanasio,
Baldassarre,
Caroppo, Cassano, Chiarelli, Congedo,
Copertino,
Damone,
Laurora, Loperfido,
Marmo N.,
Palese,
Ruocco,
Scalera, Silvestris, Surico,
Zaccagnino, Zullo.
Hanno votato «no» i consiglieri:
Bonasora, Buccoliero,
Cappellini, Cioce, Costantino,
De Leonardis, De Santis, Dicorato,
Frisullo,
Gentile,
Introna,
Loizzo, Lomelo, Lonigro, Losappio,
Maniglio, Manni, Marino, Marmo G., Mineo, Minervini, Mita, Montanaro,
Ognissanti, Olivieri,
Pellegrino, Pentassuglia, Povia,
Romano, Russo,
Sannicandro, Stefàno,
Taurino, Tedesco,
Vendola, Ventricelli.
Si è astenuto:
il Presidente Pepe.
È in congedo il consigliere:
Potì.
Risultano assenti i consiglieri:
Borraccino, Brizio,
Canonico,
Giampaolo,
Lospinuso,
Marinotti,
Pelillo,
Riccardi, Rollo,
Santaniello,
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 112 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
Tagliente, Tarquinio,
Vadrucci, Visaggio.
PRESIDENTE. Comunico il risultato della
votazione:
Consiglieri presenti
55
Consiglieri votanti
54
Astenuti
1
Hanno votato «sì»
18
Hanno votato «no»
36
Il subemendamento non è approvato.
Indìco la votazione per appello nominale
dell’emendamento n. 81/82.
I consiglieri favorevoli risponderanno «sì»,
i consiglieri contrari risponderanno «no», gli
astenuti si comporteranno di conseguenza.
Invito il segretario a procedere all’appello
nominale, iniziando dal consigliere Marino,
nominativo estratto a sorte a norma di regolamento.
CIOCE, segretario, fa la chiama.
Hanno votato «sì» i consiglieri:
Attanasio,
Baldassarre,
Caroppo, Cassano, Chiarelli, Congedo,
Copertino,
Damone,
Laurora, Loperfido,
Marmo N.,
Palese,
Ruocco,
Scalera, Silvestris, Surico,
Zaccagnino, Zullo.
Hanno votato «no» i consiglieri:
Bonasora, Buccoliero,
Cappellini, Cioce, Costantino,
De Leonardis, De Santis, Dicorato,
Frisullo,
Gentile,
Introna,
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
Loizzo, Lomelo, Lonigro, Losappio,
Maniglio, Manni, Marino, Marmo G., Mineo, Minervini, Mita, Montanaro,
Ognissanti, Olivieri,
Pellegrino, Pentassuglia, Povia,
Romano, Russo,
Sannicandro, Stefàno,
Taurino, Tedesco,
Vendola, Ventricelli.
Si è astenuto:
il Presidente Pepe.
È in congedo il consigliere:
Potì.
Risultano assenti i consiglieri:
Borraccino, Brizio,
Canonico,
Giampaolo,
Lospinuso,
Marinotti,
Pelillo,
Riccardi, Rollo,
Santaniello,
Tagliente, Tarquinio,
Vadrucci, Visaggio.
PRESIDENTE. Comunico il risultato della
votazione:
Consiglieri presenti
55
Consiglieri votanti
54
Astenuti
1
Hanno votato «sì»
18
Hanno votato «no»
36
L’emendamento non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
83/84), a firma dei consiglieri Palese, Ruocco,
Surico, Marinotti, Caroppo, Scalera e Attanasio, del quale do lettura: «A pag. 100, al secondo periodo, dopo le parole: “territorio regionale” aggiungere: “il piano attuativo locale
della ASL Foggia per il presidio ospedaliero di
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 113 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
Torremaggiore dovrà prevedere la conferma
della programmazione di cui alla delibera di
Giunta Regionale n. 1429 del 30 settembre
2002 ed aggiungere le seguenti unità operative:
Unità operativa senza posti letto
Direzione medica di presidio ospedaliero
Anestesia e rianimazione
Pronto soccorso
Farmacia ospedaliera
Cardiologia
Unità operativa con posti letto
Medicina interna
20 p. l.
Chirurgia generale
12 p. l.
Ortopedia e traumatologia
20 p. l.
Ginecologia e ostetricia
15p. l.”».
Indìco la votazione per appello nominale.
I consiglieri favorevoli risponderanno «sì»,
i consiglieri contrari risponderanno «no», gli
astenuti si comporteranno di conseguenza.
Invito il segretario a procedere all’appello
nominale, iniziando dal consigliere Marino,
nominativo estratto a sorte a norma di regolamento.
CIOCE, segretario, fa la chiama.
Hanno votato «sì» i consiglieri:
Attanasio,
Baldassarre,
Caroppo, Cassano, Chiarelli, Congedo,
Copertino,
Damone,
Laurora, Loperfido,
Marmo N.,
Palese,
Ruocco,
Scalera, Silvestris, Surico,
Zaccagnino, Zullo.
Hanno votato «no» i consiglieri:
Bonasora, Buccoliero,
Cappellini, Cioce, Costantino,
De Leonardis, De Santis, Dicorato,
Frisullo,
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
Gentile,
Introna,
Loizzo, Lomelo, Lonigro, Losappio,
Maniglio, Manni, Marino, Marmo G., Mineo, Minervini, Mita, Montanaro,
Ognissanti, Olivieri,
Pellegrino, Pentassuglia, Povia,
Romano, Russo,
Sannicandro, Stefàno,
Taurino, Tedesco,
Vendola, Ventricelli.
Si è astenuto:
il Presidente Pepe.
È in congedo il consigliere:
Potì.
Risultano assenti i consiglieri:
Borraccino, Brizio,
Canonico,
Giampaolo,
Lospinuso,
Marinotti,
Pelillo,
Riccardi, Rollo,
Santaniello,
Tagliente, Tarquinio,
Vadrucci, Visaggio.
PRESIDENTE. Comunico il risultato della
votazione:
Consiglieri presenti
55
Consiglieri votanti
54
Astenuti
1
Hanno votato «sì»
18
Hanno votato «no»
36
L’emendamento non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
85/86), a firma dei consiglieri Palese, Ruocco,
Caroppo, Marinotti, Scalera e Attanasio, del
quale do lettura: «A pag. 100, al secondo periodo, dopo le parole: “territorio regionale”
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 114 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
aggiungere “il piano attuativo locale della ASL
Foggia per il presidio ospedaliero di San Marco in Lamis dovrà prevedere la conferma della
programmazione di cui alla delibera di Giunta
Regionale n. 1429 del 30 settembre 2002 ed
aggiungere le seguenti unità operative:
Unità operativa senza posti letto
Direzione medica di presidio ospedaliero
Anestesia e rianimazione
Pronto soccorso
Farmacia ospedaliera
Cardiologia
Unità operativa con posti letto
Medicina interna
20 p. l.
Chirurgia generale
12 p. l.
Ortopedia e traumatologia
20 p. l.
Ginecologia e ostetricia
15 p. l”».
Indìco la votazione per appello nominale.
I consiglieri favorevoli risponderanno «sì»,
i consiglieri contrari risponderanno «no», gli
astenuti si comporteranno di conseguenza.
Invito il segretario a procedere all’appello
nominale, iniziando dal consigliere Marino,
nominativo estratto a sorte a norma di regolamento.
CIOCE, segretario, fa la chiama.
Hanno votato «sì» i consiglieri:
Attanasio,
Baldassarre,
Caroppo, Cassano, Chiarelli, Congedo,
Copertino,
Damone,
Laurora, Loperfido,
Marmo N.,
Palese,
Ruocco,
Scalera, Silvestris, Surico,
Zaccagnino, Zullo.
Hanno votato «no» i consiglieri:
Bonasora, Buccoliero,
Cappellini, Cioce, Costantino,
De Leonardis, De Santis, Dicorato,
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
Frisullo,
Gentile,
Introna,
Loizzo, Lomelo, Lonigro, Losappio,
Maniglio, Manni, Marino, Marmo G., Mineo, Minervini, Mita, Montanaro,
Ognissanti, Olivieri,
Pellegrino, Pentassuglia, Povia,
Romano, Russo,
Sannicandro, Stefàno,
Taurino, Tedesco,
Vendola, Ventricelli.
Si è astenuto:
il Presidente Pepe.
È in congedo il consigliere:
Potì.
Risultano assenti i consiglieri:
Borraccino, Brizio,
Canonico,
Giampaolo,
Lospinuso,
Marinotti,
Pelillo,
Riccardi, Rollo,
Santaniello,
Tagliente, Tarquinio,
Vadrucci, Visaggio.
PRESIDENTE. Comunico il risultato della
votazione:
Consiglieri presenti
55
Consiglieri votanti
54
Astenuti
1
Hanno votato «sì»
18
Hanno votato «no»
36
L’emendamento non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
87/88), a firma dei consiglieri Palese, Caroppo, Ruocco, Surico, Marinotti, Scalera e Attanasio, del quale do lettura: «A pag. 100, al se-
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 115 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
condo periodo, dopo le parole: “territorio regionale”, aggiungere il piano attuativo locale
della ASL Bari per il presidio ospedaliero di
Grumo dovrà prevedere la conferma della
programmazione di cui alla delibera di Giunta
Regionale n. 1429 del 30 settembre 2002 ed
aggiungere le seguenti unità operative:
Unità operativa senza posti letto
Direzione medica di presidio ospedaliero
Anestesia e rianimazione
Radiodiagnostica
Patologia clinica
Pronto soccorso
Farmacia ospedaliera
Cardiologia
Unità operativa con posti letto
Medicina interna
20 p. l.
Chirurgia generale
20 p. l.
Ginecologia e ostetricia
15 p. l.
Ortopedia e traumatologia
20 p.l.”».
Indìco la votazione per appello nominale.
I consiglieri favorevoli risponderanno «sì»,
i consiglieri contrari risponderanno «no», gli
astenuti si comporteranno di conseguenza.
Invito il segretario a procedere all’appello
nominale, iniziando dal consigliere Marino,
nominativo estratto a sorte a norma di regolamento.
CIOCE, segretario, fa la chiama.
Hanno votato «sì» i consiglieri:
Attanasio,
Baldassarre,
Caroppo, Cassano, Chiarelli, Congedo,
Copertino,
Damone,
Laurora, Loperfido,
Marmo N.,
Palese,
Ruocco,
Scalera, Silvestris, Surico,
Zaccagnino, Zullo.
Hanno votato «no» i consiglieri:
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
Bonasora, Buccoliero,
Cappellini, Cioce, Costantino,
De Leonardis, De Santis, Dicorato,
Frisullo,
Gentile,
Introna,
Loizzo, Lomelo, Lonigro, Losappio,
Maniglio, Manni, Marino, Marmo G., Mineo, Minervini, Mita, Montanaro,
Ognissanti, Olivieri,
Pellegrino, Pentassuglia, Povia,
Romano, Russo,
Sannicandro, Stefàno,
Taurino, Tedesco,
Vendola, Ventricelli.
Si è astenuto:
il Presidente Pepe.
È in congedo il consigliere:
Potì.
Risultano assenti i consiglieri:
Borraccino, Brizio,
Canonico,
Giampaolo,
Lospinuso,
Marinotti,
Pelillo,
Riccardi, Rollo,
Santaniello,
Tagliente, Tarquinio,
Vadrucci, Visaggio.
PRESIDENTE. Comunico il risultato della
votazione:
Consiglieri presenti
55
Consiglieri votanti
54
Astenuti
1
Hanno votato «sì»
18
Hanno votato «no»
36
L’emendamento non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 116 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
89/90), a firma dei consiglieri Palese, Caroppo, Ruocco, Surico, Marinotti, Scalera e Attanasio, del quale do lettura: «A pag. 100, al secondo periodo, dopo le parole: “territorio regionale”, aggiungere: “il piano attuativo locale della ASL Bari per il presidio ospedaliero
di Santeramo dovrà prevedere la conferma
della programmazione di cui alla delibera di
Giunta Regionale n. 1429 del 30 settembre
2002 ed aggiungere le seguenti unità operative:
Unità operativa senza posti letto
Direzione medica di presidio ospedaliero
Anestesia e rianimazione
Radiodiagnostica
Patologia clinica
Pronto soccorso
Farmacia ospedaliera
Cardiologia
Unità operativa con posti letto
Medicina interna
20 p. l.
Chirurgia generale
20 p. l.
Ginecologia e ostetricia 20 p. l.
Ortopedia e traumatologia 20 p. l.”».
Indìco la votazione per appello nominale.
I consiglieri favorevoli risponderanno «sì»,
i consiglieri contrari risponderanno «no», gli
astenuti si comporteranno di conseguenza.
Invito il segretario a procedere all’appello
nominale, iniziando dal consigliere Marino,
nominativo estratto a sorte a norma di regolamento.
CIOCE, segretario, fa la chiama.
Hanno votato «sì» i consiglieri:
Attanasio,
Baldassarre,
Caroppo, Cassano, Chiarelli, Congedo,
Copertino,
Damone,
Laurora, Loperfido,
Marmo N.,
Palese,
Ruocco,
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
Scalera, Silvestris, Surico,
Zaccagnino, Zullo.
Hanno votato «no» i consiglieri:
Bonasora, Buccoliero,
Cappellini, Cioce, Costantino,
De Leonardis, De Santis, Dicorato,
Frisullo,
Gentile,
Introna,
Loizzo, Lomelo, Lonigro, Losappio,
Maniglio, Manni, Marino, Marmo G., Mineo, Minervini, Mita, Montanaro,
Ognissanti, Olivieri,
Pellegrino, Pentassuglia, Povia,
Romano, Russo,
Sannicandro, Stefàno,
Taurino, Tedesco,
Vendola, Ventricelli.
Si è astenuto:
il Presidente Pepe.
È in congedo il consigliere:
Potì.
Risultano assenti i consiglieri:
Borraccino, Brizio,
Canonico,
Giampaolo,
Lospinuso,
Marinotti,
Pelillo,
Riccardi, Rollo,
Santaniello,
Tagliente, Tarquinio,
Vadrucci, Visaggio.
PRESIDENTE. Comunico il risultato della
votazione:
Consiglieri presenti
Consiglieri votanti
Astenuti
Hanno votato «sì»
55
54
1
18
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 117 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
Hanno votato «no»
36
L’emendamento non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
91/92), a firma dei consiglieri Palese, Ruocco,
Caroppo, Surico, Marinotti, Scalera e Attanasio, del quale do lettura: «A pag. 100, al secondo periodo, dopo le parole: “territorio regionale” aggiungere “il piano attuativo locale
della ASL Bari per il presidio ospedaliero di
Triggiano dovrà prevedere la conferma della
programmazione di cui alla delibera di Giunta
Regionale n. 1429 del 30 settembre 2002 ed
aggiungere le seguenti unità operative:
Unità operativa senza posti letto
Direzione medica di presidio ospedaliero
Anestesia e rianimazione
Pronto soccorso
Farmacia ospedaliera
Cardiologia
Unità operativa con posti letto
Chirurgia generale
15 p. l.
Ortopedia e traumatologia
20 p. l.
Ginecologia e ostetricia
15p. l.”».
Indìco la votazione per appello nominale.
I consiglieri favorevoli risponderanno «sì»,
i consiglieri contrari risponderanno «no», gli
astenuti si comporteranno di conseguenza.
Invito il segretario a procedere all’appello
nominale, iniziando dal consigliere Marino,
nominativo estratto a sorte a norma di regolamento.
CIOCE, segretario, fa la chiama.
Hanno votato «sì» i consiglieri:
Attanasio,
Baldassarre,
Caroppo, Cassano, Chiarelli, Congedo,
Copertino,
Damone,
Laurora, Loperfido,
Marmo N.,
Palese,
Ruocco,
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
Scalera, Silvestris, Surico,
Zaccagnino, Zullo.
Hanno votato «no» i consiglieri:
Bonasora, Buccoliero,
Cappellini, Cioce, Costantino,
De Leonardis, De Santis, Dicorato,
Frisullo,
Gentile,
Introna,
Loizzo, Lomelo, Lonigro, Losappio,
Maniglio, Manni, Marino, Marmo G., Mineo, Minervini, Mita, Montanaro,
Ognissanti, Olivieri,
Pellegrino, Pentassuglia, Povia,
Romano, Russo,
Sannicandro, Stefàno,
Taurino, Tedesco,
Vendola, Ventricelli.
Si è astenuto:
il Presidente Pepe.
È in congedo il consigliere:
Potì.
Risultano assenti i consiglieri:
Borraccino, Brizio,
Canonico,
Giampaolo,
Lospinuso,
Marinotti,
Pelillo,
Riccardi, Rollo,
Santaniello,
Tagliente, Tarquinio,
Vadrucci, Visaggio.
PRESIDENTE. Comunico il risultato della
votazione:
Consiglieri presenti
Consiglieri votanti
Astenuti
Hanno votato «sì»
55
54
1
18
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 118 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
Hanno votato «no»
36
L’emendamento non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
93/94), a firma dei consiglieri Palese, Ruocco,
Surico, Marinotti, Caroppo, Scalera e Attanasio, del quale do lettura: «A pag. 100, al secondo periodo, dopo le parole: “territorio regionale” aggiungere il piano attuativo locale
della ASL Bari per il presidio ospedaliero di
Bitonto dovrà prevedere la conferma della
programmazione di cui alla delibera di Giunta
Regionale n. 1429 del 30 settembre 2002 ed
aggiungere le seguenti unità operative:
Unità operativa senza posti letto
Direzione medica di presidio ospedaliero
Anestesia e rianimazione
Pronto soccorso
Farmacia ospedaliera
Cardiologia
Unità operativa con posti letto
Medicina interna
11 p. l.
Chirurgia generale
16 p. l.
Ortopedia e traumatologia 20 p. l.
Ginecologia e ostetricia 15 p. l.
Pediatria
6 p. l.».
Indìco la votazione per appello nominale.
I consiglieri favorevoli risponderanno «sì»,
i consiglieri contrari risponderanno «no», gli
astenuti si comporteranno di conseguenza.
Invito il segretario a procedere all’appello
nominale, iniziando dal consigliere Marino,
nominativo estratto a sorte a norma di regolamento.
CIOCE, segretario, fa la chiama.
Hanno votato «sì» i consiglieri:
Attanasio,
Baldassarre,
Caroppo, Cassano, Chiarelli, Congedo,
Copertino,
Damone,
Laurora, Loperfido,
Marmo N.,
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
Palese,
Ruocco,
Scalera, Silvestris, Surico,
Zaccagnino, Zullo.
Hanno votato «no» i consiglieri:
Bonasora, Buccoliero,
Cappellini, Cioce, Costantino,
De Leonardis, De Santis, Dicorato,
Frisullo,
Gentile,
Introna,
Loizzo, Lomelo, Lonigro, Losappio,
Maniglio, Manni, Marino, Marmo G., Mineo, Minervini, Mita, Montanaro,
Ognissanti, Olivieri,
Pellegrino, Pentassuglia, Povia,
Romano, Russo,
Sannicandro, Stefàno,
Taurino, Tedesco,
Vendola, Ventricelli.
Si è astenuto:
il Presidente Pepe.
È in congedo il consigliere:
Potì.
Risultano assenti i consiglieri:
Borraccino, Brizio,
Canonico,
Giampaolo,
Lospinuso,
Marinotti,
Pelillo,
Riccardi, Rollo,
Santaniello,
Tagliente, Tarquinio,
Vadrucci, Visaggio.
PRESIDENTE. Comunico il risultato della
votazione:
Consiglieri presenti
Consiglieri votanti
55
54
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 119 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
Astenuti
1
Hanno votato «sì»
18
Hanno votato «no»
36
L’emendamento non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
95/96), a firma dei consiglieri Palese, Caroppo, Ruocco, Surico, Marinotti, Scalera e Attanasio, del quale do lettura: «A pag. 100, al secondo periodo, dopo le parole: “territorio regionale” aggiungere: “il piano attuativo locale
della ASL Bari per il presidio ospedaliero di
Conversano dovrà prevedere la conferma della
programmazione di cui alla delibera di Giunta
Regionale n. 1429 del 30 settembre 2002 ed
aggiungere le seguenti unità operative:
Unità operativa senza posti letto
Direzione medica di presidio ospedaliero
Anestesia e rianimazione
Pronto soccorso
Farmacia ospedaliera
Cardiologia
Unità operativa con posti letto
Chirurgia generale
10 p. l.
Ortopedia e traumatologia
7 p. l.
Ginecologia e ostetricia
15 p. l.
Pediatria
6 p. l.
Oftalmologia
6 p. l.
Otorinolaringoiatria
7p. l.”».
Indìco la votazione per appello nominale.
I consiglieri favorevoli risponderanno «sì»,
i consiglieri contrari risponderanno «no», gli
astenuti si comporteranno di conseguenza.
Invito il segretario a procedere all’appello
nominale, iniziando dal consigliere Marino,
nominativo estratto a sorte a norma di regolamento.
CIOCE, segretario, fa la chiama.
Hanno votato «sì» i consiglieri:
Attanasio,
Baldassarre,
Caroppo, Cassano, Chiarelli, Congedo,
Copertino,
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
Damone,
Laurora, Loperfido,
Marmo N.,
Palese,
Ruocco,
Scalera, Silvestris, Surico,
Zaccagnino, Zullo.
Hanno votato «no» i consiglieri:
Bonasora, Buccoliero,
Cappellini, Cioce, Costantino,
De Leonardis, De Santis, Dicorato,
Frisullo,
Gentile,
Introna,
Loizzo, Lomelo, Lonigro, Losappio,
Maniglio, Manni, Marino, Marmo G., Mineo, Minervini, Mita, Montanaro,
Ognissanti, Olivieri,
Pellegrino, Pentassuglia, Povia,
Romano, Russo,
Sannicandro, Stefàno,
Taurino, Tedesco,
Vendola, Ventricelli.
Si è astenuto:
il Presidente Pepe.
È in congedo il consigliere:
Potì.
Risultano assenti i consiglieri:
Borraccino, Brizio,
Canonico,
Giampaolo,
Lospinuso,
Marinotti,
Pelillo,
Riccardi, Rollo,
Santaniello,
Tagliente, Tarquinio,
Vadrucci, Visaggio.
PRESIDENTE. Comunico il risultato della
votazione:
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 120 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
Consiglieri presenti
55
Consiglieri votanti
54
Astenuti
1
Hanno votato «sì»
18
Hanno votato «no»
36
L’emendamento non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
97/98), a firma dei consiglieri Palese, Ruocco,
Surico, Caroppo, Marinotti, Scalera e Attanasio, del quale do lettura: «A pag. 100, al secondo periodo, dopo le parole: “territorio regionale”, aggiungere: “il piano attuativo locale
della ASL BAT per il presidio ospedaliero di
Trani dovrà prevedere la conferma della programmazione di cui alla deliberazione di Giunta Regionale n.1429 del 30 settembre 2002 ed
aggiungere le seguenti Unità Operative:
Unità operativa con posti letto:
Medicina interna
5 posti
Chirurgia generale 10 posti
Ostetricia e Ginecologia 20 posti
Pediatria
6 posti
Unità operativa senza posti letto:
Direzione medica di presidio ospedaliero
Anestesia e rianimazione
Pronto soccorso
Cardiologia
Farmacia ospedaliera”».
Indìco la votazione per appello nominale.
I consiglieri favorevoli risponderanno «sì»,
i consiglieri contrari risponderanno «no», gli
astenuti si comporteranno di conseguenza.
Invito il segretario a procedere all’appello
nominale, iniziando dal consigliere Marino,
nominativo estratto a sorte a norma di regolamento.
CIOCE, segretario, fa la chiama.
Hanno votato «sì» i consiglieri:
Attanasio,
Baldassarre,
Caroppo, Cassano, Chiarelli, Congedo,
Copertino,
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
Damone,
Laurora, Loperfido,
Marmo N.,
Palese,
Ruocco,
Scalera, Silvestris, Surico,
Zaccagnino, Zullo.
Hanno votato «no» i consiglieri:
Bonasora, Buccoliero,
Cappellini, Cioce, Costantino,
De Leonardis, De Santis, Dicorato,
Frisullo,
Gentile,
Introna,
Loizzo, Lomelo, Lonigro, Losappio,
Maniglio, Manni, Marino, Marmo G., Mineo, Minervini, Mita, Montanaro,
Ognissanti, Olivieri,
Pellegrino, Pentassuglia, Povia,
Romano, Russo,
Sannicandro, Stefàno,
Taurino, Tedesco,
Vendola, Ventricelli.
Si è astenuto:
il Presidente Pepe.
È in congedo il consigliere:
Potì.
Risultano assenti i consiglieri:
Borraccino, Brizio,
Canonico,
Giampaolo,
Lospinuso,
Marinotti,
Pelillo,
Riccardi, Rollo,
Santaniello,
Tagliente, Tarquinio,
Vadrucci, Visaggio.
PRESIDENTE. Comunico il risultato della
votazione:
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 121 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
Consiglieri presenti
55
Consiglieri votanti
54
Astenuti
1
Hanno votato «sì»
18
Hanno votato «no»
36
L’emendamento non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
99/100), a firma dei consiglieri Palese, Caroppo,
Ruocco, Surico, Chiarelli, Marinotti, Scalera e
Attanasio, del quale do lettura: «A pag. 100, al
secondo periodo, dopo le parole: “territorio regionale”, aggiungere “il piano attuativo locale
della ASL BAT per il presidio ospedaliero di Canosa, dovrà prevedere la conferma della programmazione di cui alla deliberazione di Giunta Regionale n. 1429 del 30 settembre 2002 ed aggiungere le
seguenti Unità Operative con posti letto:
Oftalmologia
10 posti
Otorinolaringoiatria
10 posti”».
Indìco la votazione per appello nominale.
I consiglieri favorevoli risponderanno «sì»,
i consiglieri contrari risponderanno «no», gli
astenuti si comporteranno di conseguenza.
Invito il segretario a procedere all’appello nominale, iniziando dal consigliere Marino, nominativo
estratto a sorte a norma di regolamento.
CIOCE, segretario, fa la chiama.
Hanno votato «sì» i consiglieri:
Attanasio,
Baldassarre,
Caroppo, Cassano, Chiarelli, Congedo,
Copertino,
Damone,
Laurora, Loperfido,
Marmo N.,
Palese,
Ruocco,
Scalera, Silvestris, Surico,
Zaccagnino, Zullo.
Hanno votato «no» i consiglieri:
Bonasora, Buccoliero,
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
Cappellini, Cioce, Costantino,
De Leonardis, De Santis, Dicorato,
Frisullo,
Gentile,
Introna,
Loizzo, Lomelo, Lonigro, Losappio,
Maniglio, Manni, Marino, Marmo G., Mineo, Minervini, Mita, Montanaro,
Ognissanti, Olivieri,
Pellegrino, Pentassuglia, Povia,
Romano, Russo,
Sannicandro, Stefàno,
Taurino, Tedesco,
Vendola, Ventricelli.
Si è astenuto:
il Presidente Pepe.
È in congedo il consigliere:
Potì.
Risultano assenti i consiglieri:
Borraccino, Brizio,
Canonico,
Giampaolo,
Lospinuso,
Marinotti,
Pelillo,
Riccardi, Rollo,
Santaniello,
Tagliente, Tarquinio,
Vadrucci, Visaggio.
PRESIDENTE. Comunico il risultato della
votazione:
Consiglieri presenti
55
Consiglieri votanti
54
Astenuti
1
Hanno votato «sì»
18
Hanno votato «no»
36
L’emendamento non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
101/102), a firma dei consiglieri Palese, Ca-
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 122 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
roppo, Ruocco, Surico, Chiarelli, Marinotti,
Scalera e Attanasio, del quale do lettura: «A
pag. 100, al secondo periodo, dopo le parole:
“territorio regionale” aggiungere “il piano attuativo locale della ASL di Lecce per il presidio ospedaliero di Casarano dovrà prevedere
la conferma della programmazione dì cui alla
delibera di Giunta Regionale n. 1429 del 30
settembre 2002 ed aggiungere le seguenti unità operative:
Unità operativa senza posti letto
Anatomia ed istologia patologica
Unità operativa con posti letto
Oftalmologia
10 p. l.
Otorinolaringoiatria
10 p. l”».
Indìco la votazione per appello nominale.
I consiglieri favorevoli risponderanno «sì»,
i consiglieri contrari risponderanno «no», gli
astenuti si comporteranno di conseguenza.
Invito il segretario a procedere all’appello
nominale, iniziando dal consigliere Marino,
nominativo estratto a sorte a norma di regolamento.
CIOCE, segretario, fa la chiama.
Hanno votato «sì» i consiglieri:
Attanasio,
Baldassarre,
Caroppo, Cassano, Chiarelli, Congedo,
Copertino,
Damone,
Laurora, Loperfido,
Marmo N.,
Palese,
Ruocco,
Scalera, Silvestris, Surico,
Zaccagnino, Zullo.
Hanno votato «no» i consiglieri:
Bonasora, Buccoliero,
Cappellini, Cioce, Costantino,
De Leonardis, De Santis, Dicorato,
Frisullo,
Gentile,
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
Introna,
Loizzo, Lomelo, Lonigro, Losappio,
Maniglio, Manni, Marino, Marmo G., Mineo, Minervini, Mita, Montanaro,
Ognissanti, Olivieri,
Pellegrino, Pentassuglia, Povia,
Romano, Russo,
Sannicandro, Stefàno,
Taurino, Tedesco,
Vendola, Ventricelli.
Si è astenuto:
il Presidente Pepe.
È in congedo il consigliere:
Potì.
Risultano assenti i consiglieri:
Borraccino, Brizio,
Canonico,
Giampaolo,
Lospinuso,
Marinotti,
Pelillo,
Riccardi, Rollo,
Santaniello,
Tagliente, Tarquinio,
Vadrucci, Visaggio.
PRESIDENTE. Comunico il risultato della
votazione:
Consiglieri presenti
55
Consiglieri votanti
54
Astenuti
1
Hanno votato «sì»
18
Hanno votato «no»
36
L’emendamento non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
103/104), a firma dei consiglieri Palese, Caroppo, Ruocco, Surico, Chiarelli, Marinotti,
Scalera e Attanasio, del quale do lettura: «A
pag. 100, al secondo periodo, dopo le parole:
“territorio regionale” aggiungere “il piano at-
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 123 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
tuativo locale della ASL Foggia per il presidio
ospedaliero di San Severo dovrà prevedere la
conferma della programmazione di cui alla delibera di Giunta Regionale n. 1429 del 30 settembre 2002 ed aggiungere le seguenti unità
operative:
Unità operativa con posti letto
Urologia
10 p. l.
Neurologia
10 p. l.
Otorinolaringoiatria
10 p. l.”».
Indìco la votazione per appello nominale.
I consiglieri favorevoli risponderanno
«sì», i consiglieri contrari risponderanno
«no», gli astenuti si comporteranno di conseguenza.
Invito il segretario a procedere all’appello
nominale, iniziando dal consigliere Marino,
nominativo estratto a sorte a norma di regolamento.
CIOCE, segretario, fa la chiama.
Hanno votato «sì» i consiglieri:
Attanasio,
Baldassarre,
Caroppo, Cassano, Chiarelli, Congedo,
Copertino,
Damone,
Laurora, Loperfido,
Marmo N.,
Palese,
Ruocco,
Scalera, Silvestris, Surico,
Zaccagnino, Zullo.
Hanno votato «no» i consiglieri:
Bonasora, Buccoliero,
Cappellini, Cioce, Costantino,
De Leonardis, De Santis, Dicorato,
Frisullo,
Gentile,
Introna,
Loizzo, Lomelo, Lonigro, Losappio,
Maniglio, Manni, Marino, Marmo G., Mineo, Minervini, Mita, Montanaro,
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
Ognissanti, Olivieri,
Pellegrino, Pentassuglia, Povia,
Romano, Russo,
Sannicandro, Stefàno,
Taurino, Tedesco,
Vendola, Ventricelli.
Si è astenuto:
il Presidente Pepe.
È in congedo il consigliere:
Potì.
Risultano assenti i consiglieri:
Borraccino, Brizio,
Canonico,
Giampaolo,
Lospinuso,
Marinotti,
Pelillo,
Riccardi, Rollo,
Santaniello,
Tagliente, Tarquinio,
Vadrucci, Visaggio.
PRESIDENTE. Comunico il risultato della
votazione:
Consiglieri presenti
55
Consiglieri votanti
54
Astenuti
1
Hanno votato «sì»
18
Hanno votato «no»
36
L’emendamento non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
105/106), a firma dei consiglieri Palese, Caroppo, Ruocco, Surico, Chiarelli, Marinotti,
Scalera e Attanasio, del quale do lettura: «A
pag. 100, al secondo periodo, dopo le parole:
“territorio regionale” aggiungere “il piano attuativo locale della ASL Foggia per il presidio
ospedaliero di Monte Sant’Angelo dovrà prevedere la conferma della programmazione di
cui alla delibera di Giunta Regionale n. 1429
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 124 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
del 30 settembre 2002 ed aggiungere le seguenti unità operative:
Unità operativa senza posti letto
Direzione medica di presidio ospedaliero
Anestesia e rianimazione
Pronto soccorso
Farmacia ospedaliera
Cardiologia
Unità operativa con posti letto
Medicina interna
20 p. l.
Chirurgia generale
20 p. l.
Ortopedia e traumatologia 20 p. l.
Ginecologia e ostetricia 15p. l.”».
Indìco la votazione per appello nominale.
I consiglieri favorevoli risponderanno «sì»,
i consiglieri contrari risponderanno «no», gli
astenuti si comporteranno di conseguenza.
Invito il segretario a procedere all’appello
nominale, iniziando dal consigliere Marino,
nominativo estratto a sorte a norma di regolamento.
CIOCE, segretario, fa la chiama.
Hanno votato «sì» i consiglieri:
Attanasio,
Baldassarre,
Caroppo, Cassano, Chiarelli, Congedo,
Copertino,
Damone,
Laurora, Loperfido,
Marmo N.,
Palese,
Ruocco,
Scalera, Silvestris, Surico,
Zaccagnino, Zullo.
Hanno votato «no» i consiglieri:
Bonasora, Buccoliero,
Cappellini, Cioce, Costantino,
De Leonardis, De Santis, Dicorato,
Frisullo,
Gentile,
Introna,
Loizzo, Lomelo, Lonigro, Losappio,
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
Maniglio, Manni, Marino, Marmo G., Mineo, Minervini, Mita, Montanaro,
Ognissanti, Olivieri,
Pellegrino, Pentassuglia, Povia,
Romano, Russo,
Sannicandro, Stefàno,
Taurino, Tedesco,
Vendola, Ventricelli.
Si è astenuto:
il Presidente Pepe.
È in congedo il consigliere:
Potì.
Risultano assenti i consiglieri:
Borraccino, Brizio,
Canonico,
Giampaolo,
Lospinuso,
Marinotti,
Pelillo,
Riccardi, Rollo,
Santaniello,
Tagliente, Tarquinio,
Vadrucci, Visaggio.
PRESIDENTE. Comunico il risultato della
votazione:
Consiglieri presenti
55
Consiglieri votanti
54
Astenuti
1
Hanno votato «sì»
18
Hanno votato «no»
36
L’emendamento non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
107/108), a firma dei consiglieri Palese, Caroppo, Ruocco, Surico, Chiarelli, Marinotti,
Scalera e Attanasio, del quale do lettura: «A
pag. 100, al secondo periodo, dopo le parole:
“territorio regionale”, aggiungere: il piano attuativo locale della ASL BAT per il presidio
ospedaliero di Barletta dovrà prevedere la
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 125 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
conferma della programmazione di cui alla deliberazione di Giunta Regionale n. 1429 del 30
settembre 2002 ed aggiungere le seguenti Unità Operative:
Unità operative con posti letto
Urologia
10 posti
Ematologia
10 posti».
Indìco la votazione per appello nominale.
I consiglieri favorevoli risponderanno «sì»,
i consiglieri contrari risponderanno «no», gli
astenuti si comporteranno di conseguenza.
Invito il segretario a procedere all’appello
nominale, iniziando dal consigliere Marino,
nominativo estratto a sorte a norma di regolamento.
CIOCE, segretario, fa la chiama.
Hanno votato «sì» i consiglieri:
Attanasio,
Baldassarre,
Caroppo, Cassano, Chiarelli, Congedo,
Copertino,
Damone,
Laurora, Loperfido,
Marmo N.,
Palese,
Ruocco,
Scalera, Silvestris, Surico,
Zaccagnino, Zullo.
Hanno votato «no» i consiglieri:
Bonasora, Buccoliero,
Cappellini, Cioce, Costantino,
De Leonardis, De Santis, Dicorato,
Frisullo,
Gentile,
Introna,
Loizzo, Lomelo, Lonigro, Losappio,
Maniglio, Manni, Marino, Marmo G., Mineo, Minervini, Mita, Montanaro,
Ognissanti, Olivieri,
Pellegrino, Pentassuglia, Povia,
Romano, Russo,
Sannicandro, Stefàno,
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
Taurino, Tedesco,
Vendola, Ventricelli.
Si è astenuto:
il Presidente Pepe.
È in congedo il consigliere:
Potì.
Risultano assenti i consiglieri:
Borraccino, Brizio,
Canonico,
Giampaolo,
Lospinuso,
Marinotti,
Pelillo,
Riccardi, Rollo,
Santaniello,
Tagliente, Tarquinio,
Vadrucci, Visaggio.
PRESIDENTE. Comunico il risultato della
votazione:
Consiglieri presenti
55
Consiglieri votanti
54
Astenuti
1
Hanno votato «sì»
18
Hanno votato «no»
36
L’emendamento non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
109/110), a firma dei consiglieri Palese, Caroppo, Ruocco, Surico, Chiarelli, Marinotti,
Scalera e Attanasio, del quale do lettura: «A
pag. 100, al secondo periodo, dopo le parole:
“territorio regionale”, aggiungere: “il piano attuativo locale della ASL BAT per il presidio
ospedaliero di Spinazzola dovrà prevedere la
conferma della programmazione di cui alla deliberazione di Giunta Regionale n.l429 del 30
settembre 2002 e aggiungere le seguenti Unità
Operative:
Unità operative senza posti letto
Direzione medica di presidio ospedaliero
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 126 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
Anestesia e rianimazione
Pronto soccorso
Cardiologia
Farmacia ospedaliera
Unità operative con posti letto
Medicina interna
7 posti
Chirurgia Generale
10 posti
Ortopedia e traumatologia 6 posti
Ginecologia ed ostetricia 20 posti”».
Indìco la votazione per appello nominale.
I consiglieri favorevoli risponderanno «sì»,
i consiglieri contrari risponderanno «no», gli
astenuti si comporteranno di conseguenza.
Invito il segretario a procedere all’appello
nominale, iniziando dal consigliere Marino,
nominativo estratto a sorte a norma di regolamento.
CIOCE, segretario, fa la chiama.
Hanno votato «sì» i consiglieri:
Attanasio,
Baldassarre,
Caroppo, Cassano, Chiarelli, Congedo,
Copertino,
Damone,
Laurora, Loperfido,
Marmo N.,
Palese,
Ruocco,
Scalera, Silvestris, Surico,
Zaccagnino, Zullo.
Hanno votato «no» i consiglieri:
Bonasora, Buccoliero,
Cappellini, Cioce, Costantino,
De Leonardis, De Santis, Dicorato,
Frisullo,
Gentile,
Introna,
Loizzo, Lomelo, Lonigro, Losappio,
Maniglio, Manni, Marino, Marmo G., Mineo, Minervini, Mita, Montanaro,
Ognissanti, Olivieri,
Pellegrino, Pentassuglia, Povia,
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
Romano, Russo,
Sannicandro, Stefàno,
Taurino, Tedesco,
Vendola, Ventricelli.
Si è astenuto:
il Presidente Pepe.
È in congedo il consigliere:
Potì.
Risultano assenti i consiglieri:
Borraccino, Brizio,
Canonico,
Giampaolo,
Lospinuso,
Marinotti,
Pelillo,
Riccardi, Rollo,
Santaniello,
Tagliente, Tarquinio,
Vadrucci, Visaggio.
PRESIDENTE. Comunico il risultato della
votazione:
Consiglieri presenti
55
Consiglieri votanti
54
Astenuti
1
Hanno votato «sì»
18
Hanno votato «no»
36
L’emendamento non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
111/112), a firma dei consiglieri Palese, Ruocco, Caroppo, Surico, Chiarelli, Marinotti, Scalera e Attanasio, del quale do lettura: «A pag.
100, al secondo periodo, dopo le parole: “territorio regionale”, aggiungere: “il piano attuativo locale della ASL BAT per il presidio ospedaliero di Minervino dovrà prevedere:
Unità operative senza posti letto:
Direzione medica di presidio ospedaliero
Anestesia e rianimazione
Pronto soccorso
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 127 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
Cardiologia
Farmacia ospedaliera
Patologia clinica
Radiodiagnostica
Unità operative con posti letto:
Medicina interna
20 posti
Chirurgia Generale
20 posti
Ostetricia e Ginecologia 20 posti
Ortopedia e traumatologia 20 posti”».
Indìco la votazione per appello nominale.
I consiglieri favorevoli risponderanno «sì»,
i consiglieri contrari risponderanno «no», gli
astenuti si comporteranno di conseguenza.
Invito il segretario a procedere all’appello
nominale, iniziando dal consigliere Marino,
nominativo estratto a sorte a norma di regolamento.
CIOCE, segretario, fa la chiama.
Hanno votato «sì» i consiglieri:
Attanasio,
Baldassarre,
Caroppo, Cassano, Chiarelli, Congedo,
Copertino,
Damone,
Laurora, Loperfido,
Marmo N.,
Palese,
Ruocco,
Scalera, Silvestris, Surico,
Zaccagnino, Zullo.
Hanno votato «no» i consiglieri:
Bonasora, Buccoliero,
Cappellini, Cioce, Costantino,
De Leonardis, De Santis, Dicorato,
Frisullo,
Gentile,
Introna,
Loizzo, Lomelo, Lonigro, Losappio,
Maniglio, Manni, Marino, Marmo G., Mineo, Minervini, Mita, Montanaro,
Ognissanti, Olivieri,
Pellegrino, Pentassuglia, Povia,
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
Romano, Russo,
Sannicandro, Stefàno,
Taurino, Tedesco,
Vendola, Ventricelli.
Si è astenuto:
il Presidente Pepe.
È in congedo il consigliere:
Potì.
Risultano assenti i consiglieri:
Borraccino, Brizio,
Canonico,
Giampaolo,
Lospinuso,
Marinotti,
Pelillo,
Riccardi, Rollo,
Santaniello,
Tagliente, Tarquinio,
Vadrucci, Visaggio.
PRESIDENTE. Comunico il risultato della
votazione:
Consiglieri presenti
55
Consiglieri votanti
54
Astenuti
1
Hanno votato «sì»
18
Hanno votato «no»
36
L’emendamento non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
113/114), a firma dei consiglieri Palese, Ruocco, Caroppo, Surico, Chiarelli, Marinotti, Scalera e Attanasio, del quale do lettura: «A pag.
100, al secondo periodo, dopo le parole : “territorio regionale”, aggiungere: “il piano attuativo locale della ASL Brindisi per il presidio
ospedaliero di Mesagne dovrà prevedere la
conferma della programmazione di cui alla deliberazione di Giunta Regionale n. 1429 del 30
settembre 2002 ed aggiungere le seguenti Unità Operative:
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 128 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
Unità operative senza posti letto
Direzione Medica di presidio ospedaliero
Anestesia e rianimazione
Pronto soccorso
Farmacia ospedaliera
Cardiologia
Unità operative con posti letto
Medicina interna
8 posti
Chirurgia generale
15 posti
Ortopedia e traumatologia 15 posti
Ginecologia e Ostetricia 20 posti”».
Indìco la votazione per appello nominale.
I consiglieri favorevoli risponderanno «sì»,
i consiglieri contrari risponderanno «no», gli
astenuti si comporteranno di conseguenza.
Invito il segretario a procedere all’appello
nominale, iniziando dal consigliere Marino,
nominativo estratto a sorte a norma di regolamento.
CIOCE, segretario, fa la chiama.
Hanno votato «sì» i consiglieri:
Attanasio,
Baldassarre,
Caroppo, Cassano, Chiarelli, Congedo,
Copertino,
Damone,
Laurora, Loperfido,
Marmo N.,
Palese,
Ruocco,
Scalera, Silvestris, Surico,
Zaccagnino, Zullo.
Hanno votato «no» i consiglieri:
Bonasora, Buccoliero,
Cappellini, Cioce, Costantino,
De Leonardis, De Santis, Dicorato,
Frisullo,
Gentile,
Introna,
Loizzo, Lomelo, Lonigro, Losappio,
Maniglio, Manni, Marino, Marmo G., Mineo, Minervini, Mita, Montanaro,
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
Ognissanti, Olivieri,
Pellegrino, Pentassuglia, Povia,
Romano, Russo,
Sannicandro, Stefàno,
Taurino, Tedesco,
Vendola, Ventricelli.
Si è astenuto:
il Presidente Pepe.
È in congedo il consigliere:
Potì.
Risultano assenti i consiglieri:
Borraccino, Brizio,
Canonico,
Giampaolo,
Lospinuso,
Marinotti,
Pelillo,
Riccardi, Rollo,
Santaniello,
Tagliente, Tarquinio,
Vadrucci, Visaggio.
PRESIDENTE. Comunico il risultato della
votazione:
Consiglieri presenti
55
Consiglieri votanti
54
Astenuti
1
Hanno votato «sì»
18
Hanno votato «no»
36
L’emendamento non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
115/116), a firma dei consiglieri Palese, Ruocco, Surico, Marinotti, Caroppo, Scalera e Attanasio, del quale do lettura: «A pag. 100, al
secondo periodo, dopo le parole: “territorio
regionale”, aggiungere “il piano attuativo locale della ASL BAT per il presidio ospedaliero
di Molfetta dovrà prevedere la conferma della
programmazione di cui alla deliberazione di
Giunta Regionale n. 1429 del 30 settembre
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 129 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
2002 ed aggiungere le seguenti Unità Operative:
Unità operative con posti letto:
Chirurgia generale
10 posti
Ortopedia e traumatologia
10 posti
Ginecologia e ostetricia
11 posti
Pediatria
6 posti
Urologia
7 posti
Unità operative senza posti letto
Direzione Medica di presidio ospedaliero
Anestesia e rianimazione
Pronto soccorso
Cardiologia
Farmacia ospedaliera”».
Indìco la votazione per appello nominale.
I consiglieri favorevoli risponderanno «sì»,
i consiglieri contrari risponderanno «no», gli
astenuti si comporteranno di conseguenza.
Invito il segretario a procedere all’appello
nominale, iniziando dal consigliere Marino,
nominativo estratto a sorte a norma di regolamento.
CIOCE, segretario, fa la chiama.
Hanno votato «sì» i consiglieri:
Attanasio,
Baldassarre,
Caroppo, Cassano, Chiarelli, Congedo,
Copertino,
Damone,
Laurora, Loperfido,
Marmo N.,
Palese,
Ruocco,
Scalera, Silvestris, Surico,
Zaccagnino, Zullo.
Hanno votato «no» i consiglieri:
Bonasora, Buccoliero,
Cappellini, Cioce, Costantino,
De Leonardis, De Santis, Dicorato,
Frisullo,
Gentile,
Introna,
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
Loizzo, Lomelo, Lonigro, Losappio,
Maniglio, Manni, Marino, Marmo G., Mineo, Minervini, Mita, Montanaro,
Ognissanti, Olivieri,
Pellegrino, Pentassuglia, Povia,
Romano, Russo,
Sannicandro, Stefàno,
Taurino, Tedesco,
Vendola, Ventricelli.
Si è astenuto:
il Presidente Pepe.
È in congedo il consigliere:
Potì.
Risultano assenti i consiglieri:
Borraccino, Brizio,
Canonico,
Giampaolo,
Lospinuso,
Marinotti,
Pelillo,
Riccardi, Rollo,
Santaniello,
Tagliente, Tarquinio,
Vadrucci, Visaggio.
PRESIDENTE. Comunico il risultato della
votazione:
Consiglieri presenti
55
Consiglieri votanti
54
Astenuti
1
Hanno votato «sì»
18
Hanno votato «no»
36
L’emendamento non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
117/118), a firma dei consiglieri Palese, Ruocco, Caroppo, Surico, Marinotti, Scalera e Attanasio, del quale do lettura: « A pag. 100, al
secondo periodo, dopo le parole: “territorio
regionale”, aggiungere: “il piano attuativo locale della ASL BAT per il presidio ospedaliero
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 130 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
di Bisceglie dovrà prevedere la conferma della
programmazione di cui alla deliberazione di
Giunta Regionale n. 1429 del 30 settembre
2002 ed aggiungere la seguente Unità Operativa:
Unità operativa con posti letto:
Medicina interna
10 posti”».
Indìco la votazione per appello nominale.
I consiglieri favorevoli risponderanno «sì»,
i consiglieri contrari risponderanno «no», gli
astenuti si comporteranno di conseguenza.
Invito il segretario a procedere all’appello
nominale, iniziando dal consigliere Marino,
nominativo estratto a sorte a norma di regolamento.
CIOCE, segretario, fa la chiama.
Hanno votato «sì» i consiglieri:
Attanasio,
Baldassarre,
Caroppo, Cassano, Chiarelli, Congedo,
Copertino,
Damone,
Laurora, Loperfido,
Marmo N.,
Palese,
Ruocco,
Scalera, Silvestris, Surico,
Zaccagnino, Zullo.
Hanno votato «no» i consiglieri:
Bonasora, Buccoliero,
Cappellini, Cioce, Costantino,
De Leonardis, De Santis, Dicorato,
Frisullo,
Gentile,
Introna,
Loizzo, Lomelo, Lonigro, Losappio,
Maniglio, Manni, Marino, Marmo G., Mineo, Minervini, Mita, Montanaro,
Ognissanti, Olivieri,
Pellegrino, Pentassuglia, Povia,
Romano, Russo,
Sannicandro, Stefàno,
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
Taurino, Tedesco,
Vendola, Ventricelli.
Si è astenuto:
il Presidente Pepe.
È in congedo il consigliere:
Potì.
Risultano assenti i consiglieri:
Borraccino, Brizio,
Canonico,
Giampaolo,
Lospinuso,
Marinotti,
Pelillo,
Riccardi, Rollo,
Santaniello,
Tagliente, Tarquinio,
Vadrucci, Visaggio.
PRESIDENTE. Comunico il risultato della
votazione:
Consiglieri presenti
55
Consiglieri votanti
54
Astenuti
1
Hanno votato «sì»
18
Hanno votato «no»
36
L’emendamento non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
119/120), a firma dei consiglieri Palese, Ruocco, Surico, Chiarelli, Caroppo, Marinotti, Scalera e Attanasio, del quale do lettura: « A pag.
100, al secondo periodo, dopo le parole: “territorio regionale”, aggiungere: “il piano attuativo locale della ASL Lecce per il presidio ospedaliero di Maglie dovrà prevedere:
Unità operative senza posti letto:
Direzione medica di presidio ospedaliero
Anestesia e rianimazione
Pronto soccorso
Patologia clinica
Radiodiagnostica
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 131 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
Farmacia ospedaliera
Cardiologia
Unità operative con posti letto:
Medicina interna
32 posti
Chirurgia generale
20 posti
Ortopedia e traumatologia 20 posti
Ostetricia e ginecologia 20 posti
Psichiatria
20 posti
Lungodegenza
20 posti”».
Indìco la votazione per appello nominale.
I consiglieri favorevoli risponderanno «sì»,
i consiglieri contrari risponderanno «no», gli
astenuti si comporteranno di conseguenza.
Invito il segretario a procedere all’appello
nominale, iniziando dal consigliere Marino,
nominativo estratto a sorte a norma di regolamento.
CIOCE, segretario, fa la chiama.
Hanno votato «sì» i consiglieri:
Attanasio,
Baldassarre,
Caroppo, Cassano, Chiarelli, Congedo,
Copertino,
Damone,
Laurora, Loperfido,
Marmo N.,
Palese,
Ruocco,
Scalera, Silvestris, Surico,
Zaccagnino, Zullo.
Hanno votato «no» i consiglieri:
Bonasora, Buccoliero,
Cappellini, Cioce, Costantino,
De Leonardis, De Santis, Dicorato,
Frisullo,
Gentile,
Introna,
Loizzo, Lomelo, Lonigro, Losappio,
Maniglio, Manni, Marino, Marmo G., Mineo, Minervini, Mita, Montanaro,
Ognissanti, Olivieri,
Pellegrino, Pentassuglia, Povia,
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
Romano, Russo,
Sannicandro, Stefàno,
Taurino, Tedesco,
Vendola, Ventricelli.
Si è astenuto:
il Presidente Pepe.
È in congedo il consigliere:
Potì.
Risultano assenti i consiglieri:
Borraccino, Brizio,
Canonico,
Giampaolo,
Lospinuso,
Marinotti,
Pelillo,
Riccardi, Rollo,
Santaniello,
Tagliente, Tarquinio,
Vadrucci, Visaggio.
PRESIDENTE. Comunico il risultato della
votazione:
Consiglieri presenti
55
Consiglieri votanti
54
Astenuti
1
Hanno votato «sì»
18
Hanno votato «no»
36
L’emendamento non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
121/122), a firma dei consiglieri Palese, Ruocco, Caroppo, Surico, Chiarelli, Marinotti, Scalera e Attanasio, del quale do lettura: «A pag.
100, al secondo periodo, dopo le parole : “territorio regionale”, aggiungere: “il piano attuativo locale della ASL di Lecce per il presidio
ospedaliero di Gagliano del Capo dovrà prevedere:
Unità operative con posti letto
Medicina interna
32 posti
Chirurgia generale
20 posti
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 132 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
Ortopedia e traumatologia
20 posti
Ostetricia e Ginecologia
20 posti
Psichiatria
15 posti
Lungodegenza
20 posti
Posti rene
8 posti.
Unità operative senza posti letto
Direzione Medica di presidio ospedaliero
Anestesia e rianimazione
Pronto soccorso
Patologia clinica
Radiodiagnostica
Farmacia ospedaliera
Cardiologia”».
Indìco la votazione per appello nominale.
I consiglieri favorevoli risponderanno «sì»,
i consiglieri contrari risponderanno «no», gli
astenuti si comporteranno di conseguenza.
Invito il segretario a procedere all’appello
nominale, iniziando dal consigliere Marino,
nominativo estratto a sorte a norma di regolamento.
CIOCE, segretario, fa la chiama.
Hanno votato «sì» i consiglieri:
Attanasio,
Baldassarre,
Caroppo, Cassano, Chiarelli, Congedo,
Copertino,
Damone,
Laurora, Loperfido,
Marmo N.,
Palese,
Ruocco,
Scalera, Silvestris, Surico,
Zaccagnino, Zullo.
Hanno votato «no» i consiglieri:
Bonasora, Buccoliero,
Cappellini, Cioce, Costantino,
De Leonardis, De Santis, Dicorato,
Frisullo,
Gentile,
Introna,
Loizzo, Lomelo, Lonigro, Losappio,
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
Maniglio, Manni, Marino, Marmo G., Mineo, Minervini, Mita, Montanaro,
Ognissanti, Olivieri,
Pellegrino, Pentassuglia, Povia,
Romano, Russo,
Sannicandro, Stefàno,
Taurino, Tedesco,
Vendola, Ventricelli.
Si è astenuto:
il Presidente Pepe.
È in congedo il consigliere:
Potì.
Risultano assenti i consiglieri:
Borraccino, Brizio,
Canonico,
Giampaolo,
Lospinuso,
Marinotti,
Pelillo,
Riccardi, Rollo,
Santaniello,
Tagliente, Tarquinio,
Vadrucci, Visaggio.
PRESIDENTE. Comunico il risultato della
votazione:
Consiglieri presenti
55
Consiglieri votanti
54
Astenuti
1
Hanno votato «sì»
18
Hanno votato «no»
36
L’emendamento non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
123/124), a firma dei consiglieri Palese, Caroppo, Ruocco, Surico, Chiarelli, Marinotti,
Scalera e Attanasio, del quale do lettura: «A
pag. 100, al secondo periodo, dopo le parole
“territorio regionale”, aggiungere: “il piano attuativo locale della ASL di Taranto per il presidio ospedaliero di Massafra dovrà prevedere:
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 133 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
Unità operative senza posti letto
Direzione Medica di presidio ospedaliero
Pronto soccorso
Anestesia e rianimazione
Patologia clinica
Radiodiagnostica
Farmacia ospedaliera
Cardiologia
Allergologia e immunologia clinica
Unità operative con posti letto
Medicina interna
32 posti
Chirurgia generale
20 posti
Ortopedia e traumatologia
20 posti
Ostetricia e Ginecologia
20 posti
Psichiatria
15 posti
Malattie apparato respiratorio
21 posti
Riabilitazione respiratoria
20 posti
Lungodegenza
20 posti
Posti rene
18 posti».
Indìco la votazione per appello nominale..
I consiglieri favorevoli risponderanno «sì»,
i consiglieri contrari risponderanno «no», gli
astenuti si comporteranno di conseguenza.
Invito il segretario a procedere all’appello
nominale, iniziando dal consigliere Marino,
nominativo estratto a sorte a norma di regolamento.
CIOCE, segretario, fa la chiama.
Hanno votato «sì» i consiglieri:
Attanasio,
Baldassarre,
Caroppo, Cassano, Chiarelli, Congedo,
Copertino,
Damone,
Laurora, Loperfido,
Marmo N.,
Palese,
Ruocco,
Scalera, Silvestris, Surico,
Zaccagnino, Zullo.
Hanno votato «no» i consiglieri:
Bonasora, Buccoliero,
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
Cappellini, Cioce, Costantino,
De Leonardis, De Santis, Dicorato,
Frisullo,
Gentile,
Introna,
Loizzo, Lomelo, Lonigro, Losappio,
Maniglio, Manni, Marino, Marmo G., Mineo, Minervini, Mita, Montanaro,
Ognissanti, Olivieri,
Pellegrino, Pentassuglia, Povia,
Romano, Russo,
Sannicandro, Stefàno,
Taurino, Tedesco,
Vendola, Ventricelli.
Si è astenuto:
il Presidente Pepe.
È in congedo il consigliere:
Potì.
Risultano assenti i consiglieri:
Borraccino, Brizio,
Canonico,
Giampaolo,
Lospinuso,
Marinotti,
Pelillo,
Riccardi, Rollo,
Santaniello,
Tagliente, Tarquinio,
Vadrucci, Visaggio.
PRESIDENTE. Comunico il risultato della
votazione:
Consiglieri presenti
55
Consiglieri votanti
54
Astenuti
1
Hanno votato «sì»
18
Hanno votato «no»
36
L’emendamento non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
125/126), a firma dei consiglieri Palese, Ruoc-
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 134 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
co, Caroppo, Surico, Chiarelli, Marinotti,
Scalera e Attanasio, del quale do lettura: «A
pag. 100, al secondo periodo, dopo le parole: “territorio regionale”, aggiungere: “il
piano attuativo locale della ASL di Lecce
per il presidio ospedaliero di Nardò dovrà
prevedere
Unità operativa senza posti letto:
Direzione Medica di presidio ospedaliero
Anestesia e rianimazione
Pronto Soccorso
Patologia Clinica
Radiodiagnostica
Farmacia Ospedaliera
Cardiologia
Unità operativa con posti letto:
Medicina Interna
p.l. 32
Chirurgia Generale
p.l. 20
Ortopedia e Traumatologia
p.l. 23
Ostetricia e Ginecologia
p.l. 20
Geriatria
p.l. 20
Lungodegenza
p.l. 20
Posti rene
p.l. 12”».
Indìco la votazione per appello nominale.
I consiglieri favorevoli risponderanno
«sì», i consiglieri contrari risponderanno
«no», gli astenuti si comporteranno di conseguenza.
Invito il segretario a procedere all’appello
nominale, iniziando dal consigliere Marino,
nominativo estratto a sorte a norma di regolamento.
CIOCE, segretario, fa la chiama.
Hanno votato «sì» i consiglieri:
Attanasio,
Baldassarre,
Caroppo, Cassano, Chiarelli, Congedo,
Copertino,
Damone,
Laurora, Loperfido,
Marmo N.,
Palese,
Ruocco,
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
Scalera, Silvestris, Surico,
Zaccagnino, Zullo.
Hanno votato «no» i consiglieri:
Bonasora, Buccoliero,
Cappellini, Cioce, Costantino,
De Leonardis, De Santis, Dicorato,
Frisullo,
Gentile,
Introna,
Loizzo, Lomelo, Lonigro, Losappio,
Maniglio, Manni, Marino, Marmo G., Mineo, Minervini, Mita, Montanaro,
Ognissanti, Olivieri,
Pellegrino, Pentassuglia, Povia,
Romano, Russo,
Sannicandro, Stefàno,
Taurino, Tedesco,
Vendola, Ventricelli.
Si è astenuto:
il Presidente Pepe.
È in congedo il consigliere:
Potì.
Risultano assenti i consiglieri:
Borraccino, Brizio,
Canonico,
Giampaolo,
Lospinuso,
Marinotti,
Pelillo,
Riccardi, Rollo,
Santaniello,
Tagliente, Tarquinio,
Vadrucci, Visaggio.
PRESIDENTE. Comunico il risultato della
votazione:
Consiglieri presenti
Consiglieri votanti
Astenuti
Hanno votato «sì»
55
54
1
18
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 135 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
Hanno votato «no»
36
L’emendamento non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
127/128), a firma dei consiglieri Palese, Ruocco, Caroppo, Marinotti, Scalera e Attanasio,
del quale do lettura: «A pag. 100, al secondo
periodo, dopo le parole: “territorio regionale”,
aggiungere: “il piano attuativo locale della
ASL di Lecce per il presidio ospedaliero di
Poggiardo dovrà prevedere:
Unità operative senza posti letto:
Direzione Medica di presidio ospedaliero
Anestesia e rianimazione
Pronto Soccorso
Patologia Clinica
Radiodiagnostica
Farmacia Ospedaliera
Cardiologia
Unità operative con posti letto:
Medicina Interna
p.l. 32
Gastroenterologia
p.l. 20
Chirurgia Generale
p.l. 20
Ortopedia e Traumatologia p.l. 20
Ostetricia e Ginecologia p.l. 20
Lungodegenza
p.l. 20”».
Indìco la votazione per appello nominale.
I consiglieri favorevoli risponderanno «sì»,
i consiglieri contrari risponderanno «no», gli
astenuti si comporteranno di conseguenza.
Invito il segretario a procedere all’appello
nominale, iniziando dal consigliere Marino,
nominativo estratto a sorte a norma di regolamento.
CIOCE, segretario, fa la chiama.
Hanno votato «sì» i consiglieri:
Attanasio,
Baldassarre,
Caroppo, Cassano, Chiarelli, Congedo,
Copertino,
Damone,
Laurora, Loperfido,
Marmo N.,
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
Palese,
Ruocco,
Scalera, Silvestris, Surico,
Zaccagnino, Zullo.
Hanno votato «no» i consiglieri:
Bonasora, Buccoliero,
Cappellini, Cioce, Costantino,
De Leonardis, De Santis, Dicorato,
Frisullo,
Gentile,
Introna,
Loizzo, Lomelo, Lonigro, Losappio,
Maniglio, Manni, Marino, Marmo G., Mineo, Minervini, Mita, Montanaro,
Ognissanti, Olivieri,
Pellegrino, Pentassuglia, Povia,
Romano, Russo,
Sannicandro, Stefàno,
Taurino, Tedesco,
Vendola, Ventricelli.
Si è astenuto:
il Presidente Pepe.
È in congedo il consigliere:
Potì.
Risultano assenti i consiglieri:
Borraccino, Brizio,
Canonico,
Giampaolo,
Lospinuso,
Marinotti,
Pelillo,
Riccardi, Rollo,
Santaniello,
Tagliente, Tarquinio,
Vadrucci, Visaggio.
PRESIDENTE. Comunico il risultato della
votazione:
Consiglieri presenti
Consiglieri votanti
55
54
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 136 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
Astenuti
1
Hanno votato «sì»
18
Hanno votato «no»
36
L’emendamento non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
129/130), a firma dei consiglieri Palese, Ruocco, Caroppo, Surico, Chiarelli, Marinotti, Scalera e Attanasio, del quale do lettura: « A pag.
100, al secondo periodo, dopo le parole: “territorio regionale”, aggiungere: “il piano attuativo locale della ASL di Lecce per il presidio
ospedaliero di Campi Salentina dovrà prevedere:
Unità operativa senza posti letto:
Direzione Medica di presidio ospedaliero
Anestesia e rianimazione
Pronto Soccorso
Patologia Clinica
Radiodiagnostica
Farmacia Ospedaliera
Cardiologia
Unità operativa con posti letto:
Medicina Interna
p.l. 32
Chirurgia Generale
p.l. 20
Ortopedia e Traumatologia
p.l. 20
Ostetricia e Ginecologia
p.l. 20
Psichiatria
p.l. 15
Lungodegenza
p.l. 20
Posti rene
p.l. 12”».
Indìco la votazione per appello nominale
dell’emendamento n. 130.
I consiglieri favorevoli risponderanno
«sì», i consiglieri contrari risponderanno
«no», gli astenuti si comporteranno di conseguenza.
Invito il segretario a procedere all’appello
nominale, iniziando dal consigliere Marino,
nominativo estratto a sorte a norma di regolamento.
CIOCE, segretario, fa la chiama.
Hanno votato «sì» i consiglieri:
Attanasio,
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
Baldassarre,
Caroppo, Cassano, Chiarelli, Congedo,
Copertino,
Damone,
Laurora, Loperfido,
Marmo N.,
Palese,
Ruocco,
Scalera, Silvestris, Surico,
Zaccagnino, Zullo.
Hanno votato «no» i consiglieri:
Bonasora, Buccoliero,
Cappellini, Cioce, Costantino,
De Leonardis, De Santis, Dicorato,
Frisullo,
Gentile,
Introna,
Loizzo, Lomelo, Lonigro, Losappio,
Maniglio, Manni, Marino, Marmo G., Mineo, Minervini, Mita, Montanaro,
Ognissanti, Olivieri,
Pellegrino, Pentassuglia, Povia,
Romano, Russo,
Sannicandro, Stefàno,
Taurino, Tedesco,
Vendola, Ventricelli.
Si è astenuto:
il Presidente Pepe.
È in congedo il consigliere:
Potì.
Risultano assenti i consiglieri:
Borraccino, Brizio,
Canonico,
Giampaolo,
Lospinuso,
Marinotti,
Pelillo,
Riccardi, Rollo,
Santaniello,
Tagliente, Tarquinio,
Vadrucci, Visaggio.
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 137 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
PRESIDENTE. Comunico il risultato della
votazione:
Consiglieri presenti
55
Consiglieri votanti
54
Astenuti
1
Hanno votato «sì»
18
Hanno votato «no»
36
L’emendamento non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
131/132), a firma dei consiglieri Palese, Ruocco, Caroppo, Surico, Scalera, Attanasio e altri,
del quale do lettura: «A pag. 100, al secondo
periodo, dopo le parole “territorio regionale”,
aggiungere: “il piano attuativo locale della
ASL Brindisi per il presidio ospedaliero di Ceglie Messapica dovrà prevedere:
Unità operative senza posti letto
Direzione Medica di presidio ospedaliero
Anestesia e rianimazione
Pronto soccorso
Patologia Clinica
Radiodiagnostica
Farmacia ospedaliera
Cardiologia
Unità operative con posti letto
Medicina interna
20 posti
Chirurgia generale
20 posti
Ortopedia e traumatologia 20 posti
Ginecologia e Ostetricia 20 posti
Psichiatria
15 posti
Lungodegenza
20 posti”».
Indìco la votazione per appello nominale.
I consiglieri favorevoli risponderanno
«sì», i consiglieri contrari risponderanno
«no», gli astenuti si comporteranno di conseguenza.
Invito il segretario a procedere all’appello
nominale, iniziando dal consigliere Marino,
nominativo estratto a sorte a norma di regolamento.
CIOCE, segretario, fa la chiama.
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
Hanno votato «sì» i consiglieri:
Attanasio,
Baldassarre,
Caroppo, Cassano, Chiarelli, Congedo,
Copertino,
Damone,
Laurora, Loperfido,
Marmo N.,
Palese,
Ruocco,
Scalera, Silvestris, Surico,
Zaccagnino, Zullo.
Hanno votato «no» i consiglieri:
Bonasora, Buccoliero,
Cappellini, Cioce, Costantino,
De Leonardis, De Santis, Dicorato,
Frisullo,
Gentile,
Introna,
Loizzo, Lomelo, Lonigro, Losappio,
Maniglio, Manni, Marino, Marmo G., Mineo, Minervini, Mita, Montanaro,
Ognissanti, Olivieri,
Pellegrino, Pentassuglia, Povia,
Romano, Russo,
Sannicandro, Stefàno,
Taurino, Tedesco,
Vendola, Ventricelli.
Si è astenuto:
il Presidente Pepe.
È in congedo il consigliere:
Potì.
Risultano assenti i consiglieri:
Borraccino, Brizio,
Canonico,
Giampaolo,
Lospinuso,
Marinotti,
Pelillo,
Riccardi, Rollo,
Santaniello,
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 138 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
Tagliente, Tarquinio,
Vadrucci, Visaggio.
PRESIDENTE. Comunico il risultato della
votazione:
Consiglieri presenti
55
Consiglieri votanti
54
Astenuti
1
Hanno votato «sì»
18
Hanno votato «no»
36
L’emendamento non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
133/134), a firma dei consiglieri Palese, Ruocco, Caroppo, Surico, Chiarelli, Scalera e Attanasio, del quale do lettura: «A pag. 100, al secondo periodo, dopo le parole: “territorio regionale”, aggiungere: “il piano attuativo locale
della ASL di Lecce per il presidio ospedaliero
di Gallipoli dovrà prevedere la conferma della
programmazione di cui alla deliberazione di
Giunta Regionale n. 1429 del 30 settembre
2002 ed aggiungere le seguenti unità operative:
Unità operative con posti letto
Oftalmologia
10 posti
Otorinolaringoiatria
10 posti
Urologia
10 posti”».
Indìco la votazione per appello nominale.
I consiglieri favorevoli risponderanno «sì»,
i consiglieri contrari risponderanno «no», gli
astenuti si comporteranno di conseguenza.
Invito il segretario a procedere all’appello
nominale, iniziando dal consigliere Marino,
nominativo estratto a sorte a norma di regolamento.
CIOCE, segretario, fa la chiama.
Hanno votato «sì» i consiglieri:
Attanasio,
Baldassarre,
Caroppo, Cassano, Chiarelli, Congedo,
Copertino,
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
Damone,
Laurora, Loperfido,
Marmo N.,
Palese,
Ruocco,
Scalera, Silvestris, Surico,
Zaccagnino, Zullo.
Hanno votato «no» i consiglieri:
Bonasora, Buccoliero,
Cappellini, Cioce, Costantino,
De Leonardis, De Santis, Dicorato,
Frisullo,
Gentile,
Introna,
Loizzo, Lomelo, Lonigro, Losappio,
Maniglio, Manni, Marino, Marmo G., Mineo, Minervini, Mita, Montanaro,
Ognissanti, Olivieri,
Pellegrino, Pentassuglia, Povia,
Romano, Russo,
Sannicandro, Stefàno,
Taurino, Tedesco,
Vendola, Ventricelli.
Si è astenuto:
il Presidente Pepe.
È in congedo il consigliere:
Potì.
Risultano assenti i consiglieri:
Borraccino, Brizio,
Canonico,
Giampaolo,
Lospinuso,
Marinotti,
Pelillo,
Riccardi, Rollo,
Santaniello,
Tagliente, Tarquinio,
Vadrucci, Visaggio.
PRESIDENTE. Comunico il risultato della
votazione:
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 139 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
Consiglieri presenti
55
Consiglieri votanti
54
Astenuti
1
Hanno votato «sì»
18
Hanno votato «no»
36
L’emendamento non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
135/136), a firma dei consiglieri Palese, Ruocco, Surico, Chiarelli, Caroppo, Attanasio e
Scalera, del quale do lettura: «A pag. 100, al
secondo periodo, dopo le parole: “territorio
regionale”, aggiungere: “il piano attuativo locale della ASL di Lecce per il presidio ospedaliero di Galatina dovrà prevedere la conferma
della programmazione di cui alla deliberazione
di Giunta Regionale n. 1429 de 30 settembre
2002 ed aggiungere le seguenti unità operative:
Unità operative con posti letto
Oftalmologia
10 posti
Otorinolaringoiatria
10 posti
Urologia
10 posti
Neurologia
10 posti
Geriatria
20 posti”».
Indìco la votazione per appello nominale.
I consiglieri favorevoli risponderanno «sì»,
i consiglieri contrari risponderanno «no», gli
astenuti si comporteranno di conseguenza.
Invito il segretario a procedere all’appello
nominale, iniziando dal consigliere Marino,
nominativo estratto a sorte a norma di regolamento.
CIOCE, segretario, fa la chiama.
Hanno votato «sì» i consiglieri:
Attanasio,
Baldassarre,
Caroppo, Cassano, Chiarelli, Congedo,
Copertino,
Damone,
Laurora, Loperfido,
Marmo N.,
Palese,
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
Ruocco,
Scalera, Silvestris, Surico,
Zaccagnino, Zullo.
Hanno votato «no» i consiglieri:
Bonasora, Buccoliero,
Cappellini, Cioce, Costantino,
De Leonardis, De Santis, Dicorato,
Frisullo,
Gentile,
Introna,
Loizzo, Lomelo, Lonigro, Losappio,
Maniglio, Manni, Marino, Marmo G., Mineo, Minervini, Mita, Montanaro,
Ognissanti, Olivieri,
Pellegrino, Pentassuglia, Povia,
Romano, Russo,
Sannicandro, Stefàno,
Taurino, Tedesco,
Vendola, Ventricelli.
Si è astenuto:
il Presidente Pepe.
È in congedo il consigliere:
Potì.
Risultano assenti i consiglieri:
Borraccino, Brizio,
Canonico,
Giampaolo,
Lospinuso,
Marinotti,
Pelillo,
Riccardi, Rollo,
Santaniello,
Tagliente, Tarquinio,
Vadrucci, Visaggio.
PRESIDENTE. Comunico il risultato della
votazione:
Consiglieri presenti
Consiglieri votanti
Astenuti
55
54
1
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 140 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
Hanno votato «sì»
18
Hanno votato «no»
36
L’emendamento non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
137/138), a firma dei consiglieri Palese, Caroppo, Ruocco, Surico, Chiarelli, Marinotti,
Scalera e Attanasio, del quale do lettura: «A
pag. 100, al secondo periodo, dopo le parole:
“territorio regionale”, aggiungere: “il piano attuativo locale della ASL di Brindisi per il presidio ospedaliero di Fasano dovrà prevedere la
programmazione di cui alla deliberazione di
Giunta Regionale n. 1429 del 30 settembre 2002
e aggiungere le seguenti Unità Operative:
Unità operativa con posti letto:
Chirurgia Generale
p.l. 10
Ortopedia e Traumatologia
p.l. 15
Ginecologia e Ostetricia
p.l. 20
Unità operativa senza posti letto:
Direzione Medica di presidio ospedaliero
Anestesia e Rianimazione
Pronto Soccorso
Farmacia Ospedaliera
Cardiologia”».
Indìco la votazione per appello nominale.
I consiglieri favorevoli risponderanno «sì»,
i consiglieri contrari risponderanno «no», gli
astenuti si comporteranno di conseguenza.
Invito il segretario a procedere all’appello
nominale, iniziando dal consigliere Marino,
nominativo estratto a sorte a norma di regolamento.
CIOCE, segretario, fa la chiama.
Hanno votato «sì» i consiglieri:
Attanasio,
Baldassarre,
Caroppo, Cassano, Chiarelli, Congedo,
Copertino,
Damone,
Laurora, Loperfido,
Marmo N.,
Palese,
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
Ruocco,
Scalera, Silvestris, Surico,
Zaccagnino, Zullo.
Hanno votato «no» i consiglieri:
Bonasora, Buccoliero,
Cappellini, Cioce, Costantino,
De Leonardis, De Santis, Dicorato,
Frisullo,
Gentile,
Introna,
Loizzo, Lomelo, Lonigro, Losappio,
Maniglio, Manni, Marino, Marmo G., Mineo, Minervini, Mita, Montanaro,
Ognissanti, Olivieri,
Pellegrino, Pentassuglia, Povia,
Romano, Russo,
Sannicandro, Stefàno,
Taurino, Tedesco,
Vendola, Ventricelli.
Si è astenuto:
il Presidente Pepe.
È in congedo il consigliere:
Potì.
Risultano assenti i consiglieri:
Borraccino, Brizio,
Canonico,
Giampaolo,
Lospinuso,
Marinotti,
Pelillo,
Riccardi, Rollo,
Santaniello,
Tagliente, Tarquinio,
Vadrucci, Visaggio.
PRESIDENTE. Comunico il risultato della
votazione:
Consiglieri presenti
Consiglieri votanti
Astenuti
55
54
1
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 141 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
Hanno votato «sì»
18
Hanno votato «no»
36
L’emendamento non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
139/140), a firma dei consiglieri Palese, Caroppo, Ruocco, Marinotti, Scalera e Attanasio, del quale do lettura: «A pag. 100, al secondo periodo, dopo le parole: “territorio regionale”, aggiungere: “il piano attuativo locale
della ASL di Brindisi per il presidio ospedaliero di Francavilla Fontana dovrà prevedere la
programmazione di cui alla deliberazione di
Giunta Regionale n. 1429 del 30 settembre 2002
e aggiungere le seguenti Unità Operative:
Unità operativa con posti letto:
Oftalmologia
p.l. 10
Otorinolaringoiatra p.l. 10
Urologia
p.l. 10”».
Indìco la votazione per appello.
I consiglieri favorevoli risponderanno «sì»,
i consiglieri contrari risponderanno «no», gli
astenuti si comporteranno di conseguenza.
Invito il segretario a procedere all’appello
nominale, iniziando dal consigliere Marino,
nominativo estratto a sorte a norma di regolamento.
CIOCE, segretario, fa la chiama.
Hanno votato «sì» i consiglieri:
Attanasio,
Baldassarre,
Caroppo, Cassano, Chiarelli, Congedo,
Copertino,
Damone,
Laurora, Loperfido,
Marmo N.,
Palese,
Ruocco,
Scalera, Silvestris, Surico,
Zaccagnino, Zullo.
Hanno votato «no» i consiglieri:
Bonasora, Buccoliero,
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
Cappellini, Cioce, Costantino,
De Leonardis, De Santis, Dicorato,
Frisullo,
Gentile,
Introna,
Loizzo, Lomelo, Lonigro, Losappio,
Maniglio, Manni, Marino, Marmo G., Mineo, Minervini, Mita, Montanaro,
Ognissanti, Olivieri,
Pellegrino, Pentassuglia, Povia,
Romano, Russo,
Sannicandro, Stefàno,
Taurino, Tedesco,
Vendola, Ventricelli.
Si è astenuto:
il Presidente Pepe.
È in congedo il consigliere:
Potì.
Risultano assenti i consiglieri:
Borraccino, Brizio,
Canonico,
Giampaolo,
Lospinuso,
Marinotti,
Pelillo,
Riccardi, Rollo,
Santaniello,
Tagliente, Tarquinio,
Vadrucci, Visaggio.
PRESIDENTE. Comunico il risultato della
votazione:
Consiglieri presenti
55
Consiglieri votanti
54
Astenuti
1
Hanno votato «sì»
18
Hanno votato «no»
36
L’emendamento non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
141/142), a firma dei consiglieri Palese, Ruoc-
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 142 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
co, Caroppo, Chiarelli, Marinotti, Scalera e
Attanasio, del quale do lettura: «A pag. 100,
al secondo periodo, dopo le parole: “territorio
regionale”, aggiungere: “il piano attuativo locale
della ASL di Brindisi per il presidio ospedaliero
di San Pietro Vernotico dovrà prevedere la programmazione di cui alla deliberazione di Giunta
Regionale n. 1429 del 30 settembre 2002 e aggiungere le seguenti Unità Operative:
Unità operativa con posti letto:
Chirurgia Generale
p.l. 15
Ortopedia e Traumatologia
p.l. 16
Ginecologia e Ostetricia
p.l. 15
Unità operativa senza posti letto:
Direzione Medica di presidio ospedaliero
Anestesia e Rianimazione
Pronto Soccorso
Farmacia Ospedaliera
Cardiologia”».
Indìco la votazione per appello nominale.
I consiglieri favorevoli risponderanno «sì»,
i consiglieri contrari risponderanno «no», gli
astenuti si comporteranno di conseguenza.
Invito il segretario a procedere all’appello
nominale, iniziando dal consigliere Marino,
nominativo estratto a sorte a norma di regolamento.
CIOCE, segretario, fa la chiama.
Hanno votato «sì» i consiglieri:
Attanasio,
Baldassarre,
Caroppo, Cassano, Chiarelli, Congedo,
Copertino,
Damone,
Laurora, Loperfido,
Marmo N.,
Palese,
Ruocco,
Scalera, Silvestris, Surico,
Zaccagnino, Zullo.
Hanno votato «no» i consiglieri:
Bonasora, Buccoliero,
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
Cappellini, Cioce, Costantino,
De Leonardis, De Santis, Dicorato,
Frisullo,
Gentile,
Introna,
Loizzo, Lomelo, Lonigro, Losappio,
Maniglio, Manni, Marino, Marmo G., Mineo, Minervini, Mita, Montanaro,
Ognissanti, Olivieri,
Pellegrino, Pentassuglia, Povia,
Romano, Russo,
Sannicandro, Stefàno,
Taurino, Tedesco,
Vendola, Ventricelli.
Si è astenuto:
il Presidente Pepe.
È in congedo il consigliere:
Potì.
Risultano assenti i consiglieri:
Borraccino, Brizio,
Canonico,
Giampaolo,
Lospinuso,
Marinotti,
Pelillo,
Riccardi, Rollo,
Santaniello,
Tagliente, Tarquinio,
Vadrucci, Visaggio.
PRESIDENTE. Comunico il risultato della
votazione:
Consiglieri presenti
55
Consiglieri votanti
54
Astenuti
1
Hanno votato «sì»
18
Hanno votato «no»
36
L’emendamento non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
143/144), a firma dei consiglieri Palese, Ruoc-
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 143 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
co, Caroppo, Surico, Chiarelli, Marinotti, Scalera e Attanasio, del quale do lettura: «A pag.
100, al secondo periodo, dopo le parole: “territorio regionale”, aggiungere: “il piano attuativo locale della ASL di Taranto per il presidio
ospedaliero di Manduria dovrà prevedere la
programmazione di cui alla deliberazione di
Giunta Regionale n. 1429 del 30 settembre
2002 e aggiungere le seguenti Unità Operative:
Unità operativa con posti letto:
Oftalmologia
p.l. 10
Otorinolaringoiatra
p.l. 10
Neurologia
p.l. 10
Urologia
p.l. 10”».
Indìco la votazione per appello nominale.
I consiglieri favorevoli risponderanno «sì»,
i consiglieri contrari risponderanno «no», gli
astenuti si comporteranno di conseguenza.
Invito il segretario a procedere all’appello
nominale, iniziando dal consigliere Marino,
nominativo estratto a sorte a norma di regolamento.
CIOCE, segretario, fa la chiama.
Hanno votato «sì» i consiglieri:
Attanasio,
Baldassarre,
Caroppo, Cassano, Chiarelli, Congedo,
Copertino,
Damone,
Laurora, Loperfido,
Marmo N.,
Palese,
Ruocco,
Scalera, Silvestris, Surico,
Zaccagnino, Zullo.
Hanno votato «no» i consiglieri:
Bonasora, Buccoliero,
Cappellini, Cioce, Costantino,
De Leonardis, De Santis, Dicorato,
Frisullo,
Gentile,
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
Introna,
Loizzo, Lomelo, Lonigro, Losappio,
Maniglio, Manni, Marino, Marmo G., Mineo, Minervini, Mita, Montanaro,
Ognissanti, Olivieri,
Pellegrino, Pentassuglia, Povia,
Romano, Russo,
Sannicandro, Stefàno,
Taurino, Tedesco,
Vendola, Ventricelli.
Si è astenuto:
il Presidente Pepe.
È in congedo il consigliere:
Potì.
Risultano assenti i consiglieri:
Borraccino, Brizio,
Canonico,
Giampaolo,
Lospinuso,
Marinotti,
Pelillo,
Riccardi, Rollo,
Santaniello,
Tagliente, Tarquinio,
Vadrucci, Visaggio.
PRESIDENTE. Comunico il risultato della
votazione:
Consiglieri presenti
55
Consiglieri votanti
54
Astenuti
1
Hanno votato «sì»
18
Hanno votato «no»
36
L’emendamento non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
145/146), a firma dei consiglieri Palese, Ruocco, Caroppo, Surico, Chiarelli, Marinotti, Scalera e Attanasio, del quale do lettura: «A pag.
100, al secondo periodo, dopo le parole: “territorio regionale”, aggiungere: “il piano attua-
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 144 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
tivo locale della ASL di Taranto per il presidio
ospedaliero di Grottaglie dovrà prevedere la
programmazione di cui alla deliberazione di
Giunta Regionale n. 1429 del 30 settembre
2002 e aggiungere le seguenti Unità Operative:
Unità operativa con posti letto
Gastroenterologia
p.l. 10
Geriatria
p.l. 10”».
Indìco la votazione per appello nominale.
I consiglieri favorevoli risponderanno «sì»,
i consiglieri contrari risponderanno «no», gli
astenuti si comporteranno di conseguenza.
Invito il segretario a procedere all’appello
nominale, iniziando dal consigliere Marino,
nominativo estratto a sorte a norma di regolamento.
CIOCE, segretario, fa la chiama.
Hanno votato «sì» i consiglieri:
Attanasio,
Baldassarre,
Caroppo, Cassano, Chiarelli, Congedo,
Copertino,
Damone,
Laurora, Loperfido,
Marmo N.,
Palese,
Ruocco,
Scalera, Silvestris, Surico,
Zaccagnino, Zullo.
Hanno votato «no» i consiglieri:
Bonasora, Buccoliero,
Cappellini, Cioce, Costantino,
De Leonardis, De Santis, Dicorato,
Frisullo,
Gentile,
Introna,
Loizzo, Lomelo, Lonigro, Losappio,
Maniglio, Manni, Marino, Marmo G., Mineo, Minervini, Mita, Montanaro,
Ognissanti, Olivieri,
Pellegrino, Pentassuglia, Povia,
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
Romano, Russo,
Sannicandro, Stefàno,
Taurino, Tedesco,
Vendola, Ventricelli.
Si è astenuto:
il Presidente Pepe.
È in congedo il consigliere:
Potì.
Risultano assenti i consiglieri:
Borraccino, Brizio,
Canonico,
Giampaolo,
Lospinuso,
Marinotti,
Pelillo,
Riccardi, Rollo,
Santaniello,
Tagliente, Tarquinio,
Vadrucci, Visaggio.
PRESIDENTE. Comunico il risultato della
votazione:
Consiglieri presenti
55
Consiglieri votanti
54
Astenuti
1
Hanno votato «sì»
18
Hanno votato «no»
36
L’emendamento non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
147/148), a firma dei consiglieri Palese, Caroppo, Ruocco, Surico, Chiarelli, Marinotti,
Scalera e Attanasio, del quale do lettura: «A
pag. 100, al secondo periodo, dopo le parole:
“territorio regionale”, aggiungere: “il piano attuativo locale della ASL di Taranto per il presidio ospedaliero di Martina Franca dovrà prevedere la programmazione di cui alla deliberazione di Giunta Regionale n. 1429 del 30 settembre 2002 e aggiungere le seguenti Unità
Operative:
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 145 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
Unità operativa con posti letto:
Oftalmologia
p.l. 10
Otorinolaringoiatra p.l. 10
Urologia
p.l. 10”».
Indìco la votazione per appello nominale.
I consiglieri favorevoli risponderanno
«sì», i consiglieri contrari risponderanno
«no», gli astenuti si comporteranno di conseguenza.
Invito il segretario a procedere all’appello
nominale, iniziando dal consigliere Marino,
nominativo estratto a sorte a norma di regolamento.
CIOCE, segretario, fa la chiama.
Hanno votato «sì» i consiglieri:
Attanasio,
Baldassarre,
Caroppo, Cassano, Chiarelli, Congedo,
Copertino,
Damone,
Laurora, Loperfido,
Marmo N.,
Palese,
Ruocco,
Scalera, Silvestris, Surico,
Zaccagnino, Zullo.
Hanno votato «no» i consiglieri:
Bonasora, Buccoliero,
Cappellini, Cioce, Costantino,
De Leonardis, De Santis, Dicorato,
Frisullo,
Gentile,
Introna,
Loizzo, Lomelo, Lonigro, Losappio,
Maniglio, Manni, Marino, Marmo G., Mineo, Minervini, Mita, Montanaro,
Ognissanti, Olivieri,
Pellegrino, Pentassuglia, Povia,
Romano, Russo,
Sannicandro, Stefàno,
Taurino, Tedesco,
Vendola, Ventricelli.
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
Si è astenuto:
il Presidente Pepe.
È in congedo il consigliere:
Potì.
Risultano assenti i consiglieri:
Borraccino, Brizio,
Canonico,
Giampaolo,
Lospinuso,
Marinotti,
Pelillo,
Riccardi, Rollo,
Santaniello,
Tagliente, Tarquinio,
Vadrucci, Visaggio.
PRESIDENTE. Comunico il risultato della
votazione:
Consiglieri presenti
55
Consiglieri votanti
54
Astenuti
1
Hanno votato «sì»
18
Hanno votato «no»
36
L’emendamento non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n. 149),
a firma dei consiglieri Palese, Ruocco, Surico,
Chiarelli, Tagliente, Scalera, Attanasio e altri, del
quale do lettura: «A pag. 100, al secondo periodo, dopo le parole: “territorio regionale” aggiungere: “il piano attuativo locale della ASL/Ta per
il presidio ospedaliero di Mottola dovrà prevedere il riconoscimento dell’autonomia, la conferma
della programmazione di cui alla delibera di
Giunta regionale n. 1429 del 30 settembre 2002
ed aggiungere posti letto da destinare a:
- Riabilitazione Cardiologica Intensiva ed
Estensiva
- Riabilitazione Pneumologica Intensiva ed
Estensiva
- Riabilitazione Ortopedica Intensiva ed Estensiva (attualmente già operante)
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 146 –
VIII Legislatura
RESOCONTO STENOGRAFICO
- Riabilitazione Neurologica Intensiva ed
Estensiva, secondaria a patologie cerebrovascolari;
- Neurologia riabilitativa per patologie croniche degenerative come il M. di Alzheimer e
demenze senili in seno ad una corretta ed auspicabile rete di servi relativamente a queste
patologie come lo stesso piano regionale di salute prevede, oltre all’esistente”».
Ha facoltà di parlare l’assessore Tedesco.
TEDESCO, assessore alle politiche della
salute. Signor Presidente, il Governo esprime
parere contrario per l’unica ragione che non è
questo il livello di questa programmazione.
Tuttavia, se può essere utile ai colleghi proponenti, dirò che io condivido la destinazione del
presidio di Mottola a presidio di riabilitazione
plurispecialistica, e farò voti affinché il direttore generale in sede di proposta tenga conto di
questa presa di posizione.
10 SETTEMBRE 2008
rassicurazione di essere almeno coinvolti, siamo disponibili a ritirare questo emendamento.
PRESIDENTE. Su questo, come sa, con il
Presidente di turno sfonda una porta aperta:
stiamo parlando del nostro territorio e lo difenderemo come sarà giusto fare.
L’emendamento viene pertanto ritirato,
stante la raccomandazione accolta da parte del
Governo.
È stato presentato un emendamento (n.
151), a firma dei consiglieri Palese, Ruocco,
Surico, Chiarelli, Marinotti, Attanasio e Silvestris, del quale do lettura: «A pag. 100, al capitolo “Ospedali da inserire nei nuovi programmi di edilizia ospedaliera (2008-2013)”,
dopo le parole: “Ospedale di GrottaglieManduria” aggiungere: “Presidi per le aree
geografiche del Gargano, del Subappennino
Dauno e della Murgia”».
Ha chiesto di parlare il consigliere Palese.
Ne ha facoltà.
CHIARELLI. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CHIARELLI. Signor Presidente, a questo
punto della tragicomica storia del Piano della
salute prendiamo atto della volontà espressa
dall’assessore.
Faccio notare che all’emendamento n. 149
è allegato l’ordine del giorno del Consiglio
comunale, che reca anche le firme dei consiglieri di maggioranza. Chiederei, pertanto, una
integrazione all’assessore Tedesco, poichè
l’ordine del giorno non si limitava alla sola riabilitazione, ma aggiungeva ulteriori richieste.
TEDESCO, assessore alle politiche della
salute. Io ho parlato di riabilitazione plurispecialistica. Il livello del dettaglio, ovviamente,
non potrà che essere valutato in sede aziendale
e tecnica.
CHIARELLI. Signor Presidente, se avremo
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
PRESIDENZA DEL
PRESIDENTE PEPE
PALESE. Signor Presidente, questo emendamento consente l’inserimento, nella lista degli investimenti, di questi presidi. Ferma restando, quindi, la formulazione che la maggioranza ha voluto approvare respingendo il nostro emendamento, rimane comunque la necessità di integrare la lista degli investimenti,
anche se si dovesse far fronte con i fondi FAS.
Fermo restando che noi non condividiamo
quanto avete già deliberato come maggioranza
rispetto all’emendamento più estensivo in termini di servizio e di offerta sanitaria da noi
proposto, immagino, però, che per attuare
quello che voi avete già deciso e deliberato si
debba accogliere e inserire quanto previsto da
questo emendamento.
Assessore Tedesco, questo è un emendamento aggiuntivo prudenziale, ragion per cui
va accolto. Una decisione contraria da parte
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 147 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
vostra non potrebbe che significare che non
avete intenzione di far nulla a tal riguardo.
D’altronde, avete già messo i nuovi ospedali possibili, e potrebbe insorgere la necessità
di un investimento di un distretto dal punto di
vista strutturale. Pertanto, dovete accoglierlo.
In caso contrario, non solo voi non accettereste l’estensione dell’emendamento rispetto alla
zona del Gargano, ma vi prendereste in giro da
soli. Difatti, la vostra decisione di non inserirlo
all’interno degli investimenti sta a significare
che non volete fare niente.
Non è possibile prendere in giro in questo
modo le persone.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare
l’assessore Tedesco.
TEDESCO, assessore alle politiche della
salute. Signor Presidente, il problema è un altro: noi non abbiamo inserito alcuna struttura
territoriale, non l’abbiamo circostanziata. Pertanto, quando andremo a individuare l’elenco
delle strutture da finanziare con i FAS, siccome nel Piano regionale della salute è stabilito
che sulle tre aree svantaggiate del Gargano,
del Subappennino Dauno e della Murgia dovranno essere previste strutture di quel genere,
lo inseriremo nell’elenco degli investimenti,
che sarà regolarmente proposto nelle forme
nelle quali dovrà essere approvato.
Gli ospedali non c’entrano, non stiamo parlando di questo. Consigliere Palese, a mio avviso, lei sta sbagliando.
PALESE. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PALESE. Signor Presidente, chi sta sbagliando non sono io. Se domani la Giunta dovesse decidere di attivare un presidio distrettuale per la sanità, avrebbe tre fonti di finanziamento: l’articolo 20, i FAS e i fondi comunitari. Ma tutto ciò va messo, e non per fare
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
quello che diciamo noi, bensì quello che dite
voi. Poi, se non lo volete fare, va benissimo:
non fatelo!
PRESIDENTE. Collega Palese, lei ha ragione, ma la sostanza non cambia. Le diverse
opinioni sono state espresse e ognuno si assume le proprie responsabilità.
Il Governo esprime parere contrario.
Pongo ai voti l’emendamento.
Non è approvato.
È stato presentato un emendamento aggiuntivo (n. 152) a firma dei consiglieri Palese,
Zaccagnino, Damone, Attanasio, Tarquinio ed
altri, del quale do lettura: «A pag. 100 nel paragrafo “Ospedali da inserire nei nuovi programmi di edilizia ospedaliera (2008-2013)”
prevedere: “A Vico del Gargano (FG) è prevista la realizzazione di un Ospedale di Primo
Livello denominato ‘Ospedale del Gargano
Nord’ per consentire l’integrazione OspedaleTerritorio e la realizzazione di ‘Forme alternative di assistenza’ sia di tipo strutturale (come
Day-Hospital, Day Surgery e Chirurgia ambulatoriale) che di tipo funzionale (Pacchetto di
prestazione ambulatoriale complesse, Day
Service, Care Service Pathways e Emergenza
– 118)”».
Ha chiesto di parlare il consigliere Zaccagnino. Ne ha facoltà.
ZACCAGNINO. Signor Presidente, mi
permetto di intervenire innanzitutto per ricordare il mio cognome al Presidente della Giunta
ed anche per dire al consigliere Cera che, se
avesse dovuto raccontarmi cosa prevede il
Piano per il settore della sanità sul territorio
del Gargano, probabilmente non mi avrebbe
detto granché.
Più che ricevere dal consigliere Cera tali informazioni, desidero mettervi a conoscenza di
quanto mi è stato riferito dalle Amministrazioni comunali del nord del Gargano, votate dai
cittadini sia di centrodestra, che di centrosini-
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 148 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
stra. Mi riferisco a Cagnano Varano, a Carpino, a Ischitella, alle Isole Tremiti, a Rodi Garganico, a Peschici, a Vico del Gargano e a
Vieste. Tali Comuni, rendendosi conto del livello di sanità garantito sul Gargano, hanno
chiesto di inserire un ospedale a Vico del Gargano.
Io non so se quest’anno sono stati spenti
centottanta incendi sul Gargano, ma so che
qualche anno fa, in seguito ad alcuni incendi
scoppiati a Peschici, ci sono stati dei morti e
dei feriti. Questi ultimi sono stati costretti ad
andare altrove, percorrendo ore di strada, per
trovare un ospedale che li potesse curare.
Ebbene, sono certo che questo emendamento non verrà approvato. Però, bisogna far
sapere a tutte le Amministrazioni che ho citato
che questa maggioranza non vuole inserire
nella zona del Gargano un ospedale di territorio.
PRESIDENTE. Pongo ai voti l’emendamento.
Non è approvato.
Sono stati presentati due emendamenti (nn.
153 e 154) identici nel testo, rispettivamente a
firma dei consiglieri Marino e Lonigro e del
consigliere Pellegrino. Ne do lettura: «A pag.
105. Al termine del quarto capoverso “…che
necessitano di specifici interventi chirurgici o
di radiologia interventistica o eleggibili per la
terapia trombolitica” aggiungere “nel caso delle
Aziende
Ospedaliero-Universitarie
l’attivazione delle unità di terapia subintensiva
è prevista nelle strutture di neurologia con la
maggiore dotazione di posti letto al fine di garantire un’adeguata assistenza in proseguimento alla fase critica acuta”».
Ha facoltà di parlare l’assessore Tedesco.
TEDESCO, assessore alle politiche della
salute. Signor Presidente, i due emendamenti
in oggetto fanno riferimento alla organizzazione di un’azienda ospedaliero-universitaria che,
per norma vigente, non può che essere affidata
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
al protocollo d’intesa tra Università e Regione,
all’interno del quale possono essere definiti i
modelli organizzativi.
Ebbene, il Governo regionale prenderà atto
dell’indicazione contenuta in questi due emendamenti e consegnerà ai propri rappresentanti
nel Comitato misto l’indicazione contenuta
all’interno degli stessi, in quanto questo tipo di
organizzazione non può rientrare in quella del
Piano regionale della salute, ma è delegata alla
fase di confronto con le università in sede di
protocollo tra queste e la Regione.
LONIGRO. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LONIGRO. Signor Presidente, se l’impegno
del Governo è questo, non ho motivo di chiedere la votazione dell’emendamento. Pertanto,
lo ritiro dal momento che il Governo regionale
si è assunto l’impegno di affrontare la questione in altra sede.
PRESIDENTE. Comunico che gli emendamenti nn. 153 e 154 si intendono, pertanto,
ritirati dai proponenti.
È stato presentato un emendamento (n.
155/156), a firma dei consiglieri, Ruocco, Palese, Attanasio e Lospinuso, del quale do lettura: «Punto 2.3.2.6 Rete Trapianti: piano regionale
Attività di donazione organi e tessuti nella
Regione Puglia.
L’ultimo capoverso (pag.114) è così modificato:
“Il nuovo Programma triennale di Organi e
Tessuti in Puglia (2008-2010), definito secondo le indicazioni del Progetto Internazionale
SEUSA (Spain-Europe-USA) – Puglia dovrà,
tra l’altro:
pianificare un programma di comune accordo tra i Servizi Immunotrasfusionali (SIT),
la Divisione di Ginecologia-Ostetricia e i Centri di Ematologia con Trapianto della Regione
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 149 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
Puglia per la costruzione di una Rete di Raccolta e Bancaggio delle Unità di sangue di
Cordone Ombelicale (SCO).
Tutte le attività di tale Rete devono raggiungere gli obiettivi comuni a tulle le branche
attive livello Nazionale/Internazionale e quindi:
- devono garantire la qualità delle prestazioni secondo standard internazionali (GMP);
- soddisfare la richiesta di donazione delle
donne pugliesi;
- offrire maggiori opportunità anche ai pazienti pugliesi che necessitano di procedure
trapiantologiche.
Prevedere l’istituzione delle seguenti Unità:
1. Centro Regionale di Coordinamento (di
seguito riportato CRC).
Il CRC, situato nella Città di Bari, deve coordinare le attività di raccolta, processazione,
qualificazione e tipizzazione delle SCO, deve
collegarsi e interfacciarsi con il Registro Nazionale, con gli Enti regolatori regionali, nazionali e internazionali, con le Società Scientifiche di settore e con gli Enti Certificatori.
2. Polo Operativo (di seguito riportato
PO).
Il PO è l’Unità provinciale istituita presso il
SIT e/o altra unità operativa che deve provvedere alla processazione, alla criopreservazione
e alla qualificazione delle unità SCO raccolte
in proprio e deve trasferire i risultati della caratterizzazione, valutazione e follow up delle
unità con reportistica periodica al CRC.
3. Unità di raccolta (di seguito riportata
UR)
L’UR è l’unità locale di raccolta che opera
presso i reparti di Ostetricia delle strutture sanitarie pubbliche della Regione Puglia. L’UR
opera previa autorizzazione del CRC e/o può
collegarsi direttamente al CRC o ad un PO.
Le UR saranno attivabili dopo un appropriato periodo di addestramento e formazione
a cura dei PO ai quali esse sono collegate.
4. Unità/Laboratorio di tipizzazione Tissutale HLA (di seguito riportate LT-HLA).
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
Le LT-HLA sono responsabili della tipizzazione HLA delle unità SCVO, devono essere
accreditate EFI e/o ASHI; direttamente collegate con il Laboratorio Centrale di tipizzazione HLA del CRC devono trasmettere i risultati
di tipizzazione al CRC e al PO con i quali sono collegati”».
Il Governo esprime parere contrario.
Lo pongo ai voti.
Non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
157) a firma dei consiglieri Surico, Marinotti,
Palese, Ruocco e Attanasio, del quale do lettura: «A pag. 114, prima del punto 2.3.2.7:
Si istituisce il Centro di Coordinamento
Regionale per gli ammalati post comatosi ed in
particolare per gli stati vegetativi che dovrà
valutare le esigenze territoriali, con elaborazione singola del caso clinico.
Detto Centro dovrà occuparsi anche di uniformare il tipo di protocollo da seguire per
questi pazienti, insieme ai metodi terapeutici.
Ogni Provincia sarà dotata delle stesse figure professionali e degli stessi macchinari.
Il Centro di Coordinamento sarà coadiuvato da una Commissione Sanitaria di specialisti
di comprovata esperienza nel settore, come di
seguito specificato:
- Responsabile del Servizio (neurologo e/o
fisiatra);
- Fisioterapista neuroriabilitatore;
- Infermiere professionale;
- Logopedista specificamente specializzato
per cerebro lesioni acquisite;
- OTA o OSS;
- Neuropsicologo (psicologo specializzato
in neuropsicologia e riabilitazione cognitiva
del post comatoso);
- Terapista occupazionale ovvero Ergoterapista;
- Psicomotricità, in caso di bambini sino a
14 anni;
- Medico Dietologo (a consulenza);
- Pneumologo (a consulenza);
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 150 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
- Dermatologo (a consulenza);
- Ginecologo (a consulenza);
- Cardiologo (a consulenza);
- Gastroenterologo (a consulenza)».
Ha chiesto di parlare il consigliere Surico.
Ne ha facoltà.
SURICO. Signor Presidente, mi permetta
di spendere pochissime parole. Questa regione
necessita di un centro di coordinamento regionale per gli ammalati post-comatosi. Difatti,
sotto questo profilo è realmente carente e occorre un coordinamento, individuando le figure professionali che si devono occupare di
questi ammalati.
Ciò è anche richiesto dall’associazione per i
risvegli, quindi credo sia opportuno che in un
Piano si stabilisca anche la costituzione di questo centro.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare
l’assessore Tedesco.
TEDESCO, assessore alle politiche della
salute. Signor Presidente, come ho già avuto
modo di dire in separata sede al collega Surico, il Governo terrà conto di questa sollecitazione all’interno degli strumenti regolamentari
che saranno messi a punto proprio per queste
tipologie organizzative.
PRESIDENTE. Comunico che l’emendamento
è stato ritirato dai proponenti.
Sono stati presentati due emendamenti (nn.
158 e 159) identici nel testo, rispettivamente a
firma dei consiglieri Surico, Palese e altri e dei
consiglieri Olivieri e Marino.
Ne do lettura: «A pag. 116, punto 2.3.3.1
“Sistema di Emergenza Urgenza”, al paragrafo
“Linee generali di organizzazione” aggiungere:
“L’articolazione funzionale delle strutture di
Pronto Soccorso tiene conto del livello di
complessità assistenziale degli Ospedali in cui
tali strutture sono inserite. Pertanto l’IRCCS
Oncologico di Bari non concorre ordinaria-
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
mente alle attività emergenziali, mentre
l’IRCCS Gastroenterologico di Castellana
Grotte assicura esclusivamente le emergenze
specialistiche gastroenterologiche sia endoscopiche che chirurgiche”».
Comunico che entrambi gli emendamenti
sono stati ritirati dai proponenti.
È stato presentato un emendamento (n.
160) a firma dei consiglieri Marmo N., Palese,
Ruocco ed altri, del quale do lettura: «2.3.3.1
Sistema di emergenza urgenza. A pag. 117, al
punto “Livello territoriale: servizio di Emergenza Urgenza 118” dopo il primo capoverso
aggiungere il seguente: “Le postazioni del Sistema Territoriale di Soccorso di ciascuna
provincia devono essere rimodulate numericamente in base ai tempi di percorrenza, i quali, a loro volta, devono essere coerenti con gli
standars temporali di intervento previsti dalla
legge (linee guida varate dalla Presidenza del
Consiglio dei Ministri il 30 maggio 1992)”».
Ha facoltà di parlare l’assessore Tedesco.
TEDESCO, assessore alle politiche della
salute. Il Governo esprime parere contrario.
PRESIDENTE. Lo pongo ai voti.
Non è approvato.
È stato presentato un emendamento (n.
161) a firma dei consiglieri Marmo N., Palese,
Surico, Caroppo, Chiarelli, Marinotti ed altri,
del quale do lettura: «2.3.3.1 Sistema di emergenza urgenza. A pag. 118, dopo il quarto
punto del paragrafo “Emergenza Territoriale
‘118’” aggiungere il seguente quinto punto:
“Implementare la concezione di ambito ‘polifunzionale’ dotando la postazione 118 di automedica e, dove necessario, anche di motomedica, oltre che di ambulanza, consentendo, in
tal modo, la realizzazione di interventi di soccorso calibrati su ogni situazione, con soluzioni che possano comprendere le tipologie di
equipaggio, da inviare inizialmente sulla scena
di seguito indicato:
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 151 –
VIII Legislatura
RESOCONTO STENOGRAFICO
10 SETTEMBRE 2008
- Medico + infermiere + 2 autisti/soccorritori,
oppure
- Medico + autista/soccorritore, lasciando liberi per altri interventi, e con altro mezzo,
l’infermiere e l’altro autista/soccorritore, oppure
- Infermiere + autista/soccorritore, lasciando
liberi per altri interventi, e con altro mezzo, il
medico e l’altro autista/soccorritore”».
Il Governo esprime parere contrario.
Lo pongo ai voti.
Non è approvato.
Ultimato l’esame degli emendamenti al Piano, pongo ai voti l’articolo 2, nel testo emendato.
È approvato.
È stato presentato un emendamento (n. 162)
a firma dei consiglieri Palese, Marmo N., Scalera, Caroppo, Ruocco ed altri, del quale do lettura: «2.3.3.1 Sistema di emergenza urgenza. A
pag. 118, al punto “Punti di Primo Intervento” al
primo capoverso dopo le parole “... servizio di
Emergenza Urgenza” aggiungere le parole “rappresentati, a norma di legge (G.U. n. 114 del
17/05/1996), da medici dipendenti”».
Il Governo esprime parere contrario.
Lo pongo ai voti.
Non è approvato.
PALESE. Signor Presidente, nel confermare le critiche e i giudizi negativi già emersi rispetto al provvedimento, intendo chiarire ulteriormente qualche aspetto.
Senza dubbio la fonte di partenza del provvedimento è stata l’intesa raggiunta dalle Regioni. Nel contesto della predisposizione del
Piano discusso dal Consiglio regionale vi è una
variabile che ha un impatto considerevole
all’interno della programmazione sanitaria.
Difatti, prima che si raggiungesse l’intesa il
23 marzo 2005 – intesa costruita nel contesto
del sistema Regioni e Governo, quando la Regione Puglia era rappresentata dal centrodestra – lo standard era di cinque posti letto per
mille abitanti, con l’obbligatorietà di prevedere
in tale contesto lo 0,50 per la riabilitazione e
lo 0,50 per la lungodegenza.
Ebbene, ho letto molti dei contributi offerti
nel corso delle varie audizioni, scaturiti a seguito della comparazione tra i due Piani, così
come è accaduto nel corso del nostro dibattito, anche se magari non in maniera approfondita. Ebbene, non è possibile fare una comparazione, in quanto è cambiata una delle regole
fondamentali in campo, vale a dire quella relativa alla diminuzione dei posti letto dello 0,50
(poco più di duemila posti letto). Sto parlando
della possibilità per la Regione di avere una
programmazione libera, senza vincoli, dello
0,50 per la lungodegenza e dello 0,50 per la
riabilitazione su duemila posti letto. Questo è
un aspetto che va evidenziato, dal momento
È stato presentato un emendamento (n. 163)
a firma dei consiglieri Palese, Marmo N., Caroppo, Scalera, Attanasio e Ruocco, del quale do
lettura: «2.3.3.1 Sistema di emergenza urgenza.
Alla pag. 118 al punto “il sistema informativo”
alla fine del terzo capoverso dopo le parole “…
Sistema Sanitario Regionale dispone.” aggiungere le parole “Deve essere, pertanto, implementato il sistema moderno che veda integrati i sistemi
di telefonia e radiofonia con il sistema di geolocalizzazione satellitare”».
Ha facoltà di parlare l’assessore Tedesco.
TEDESCO, assessore alle politiche della salute. Signor Presidente, tale sistema è già in fase
di attuazione, ragion per cui è assolutamente ultroneo inserirlo nel Piano.
PRESIDENTE. Pongo ai voti l’emendamento.
Non è approvato.
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
Passiamo alla votazione finale.
PALESE. Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 152 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
che, nel contesto dello sviluppo della programmazione, la variabile è profondamente
mutata.
Come ho ribadito nel mio precedente intervento, si è parlato di concertazione, partecipazione, cambio del metodo: personalmente, in
considerazione dell’attività svoltasi in Regione, a partire dalla Commissione, non ho riscontrato che ciò sia successo. Non discuto
sul fatto che siano state svolte riunioni: è fin
troppo evidente il fatto che abbiano avuto luogo, ma non ne avete tenuto conto. Neanche
all’interno stesso della Giunta siete riusciti a
concertarvi adeguatamente, considerato che il
programma è stato modificato una serie di volte in maniera incredibile, per motivi ancora ignoti.
Inoltre, voglio fare riferimento a quanto affermato dall’assessore Tedesco, rispetto ad
una conoscenza o meno dei Piani attuativi locali ed alle scelte operate. Far scomparire la
classificazione degli ospedali, per sottrarla alla
valutazione del Consiglio regionale e, poi, nei
fatti affidarla ai direttori generali per farsela
proporre è un gioco fin troppo scoperto. Inoltre, sono scomparsi i tempi che noi abbiamo
introdotto, ossia i sei mesi necessari per le trasformazioni.
Per quanto mi riguarda, ho il vago sospetto
che il problema del tesoretto del quoziente dei
posti letto sia stato accantonato. Difatti, rispetto al modello che voi avete intenzione di
disegnare dei plessi ospedalieri di riferimento
aziendale provinciale di alta e media dimensione, intermedi e di base, alla fine, stando così le
cose, non avrete i contenitori per poter mettere a disposizione tutti i posti letto necessari.
Questo – lo ripeto – è solo un mio sospetto.
Purtuttavia, penso di non essere lontano dalla
realtà, se è vero quello che lei ha detto in merito alle trasformazioni, alle chiusure e via elencando e se è vera la classificazione precedentemente realizzata. Molto probabilmente,
la situazione andrà avanti in questa maniera.
Non ho motivo di ribadire che questo Piano
Cedat 85
Servizi di resocontazione parlamentare
VIII Legislatura
10 SETTEMBRE 2008
è un libro dei sogni, che nasce già morto – bisogna ancora stipulare il nuovo patto tra Regioni e Governo, e la nostra Regione non si
può sottrarre – e che al suo interno non si riscontra un dato obiettivo scientifico in merito
alle proposte in campo. Difatti, non avendo
una base scientifica, potrebbe innescare lo
stesso iter di ricorsi e controricorsi al TAR
avutosi con i Piani attuativi locali, che sono
atti amministrativi. A tal proposito, vi comunico fin da ora che non vi faremo sconti.
Si tratta di un grande vulnus, non essendo
riscontrabile una oggettiva base scientifica nei
criteri. Dunque, dovrebbe trattarsi di un Piano
totalmente vulnerabile. Inoltre, immagino che
non vi sia la copertura finanziaria, e ve
l’abbiamo detto in tutte le lingue del mondo.
Questo Piano, dunque, rimarrà un libro dei
sogni che genererà grande delusione rispetto
alle aspettative che ha creato: non migliorerà
le liste d’attesa, non migliorerà il servizio sanitario regionale. Ho l’impressione che si innescherà un grande caos, un grande mercato e
mercimonio tra direttori generali, sindaci, sindacati e tutta la filiera istituzionale. Attiverete
il festival del commercio, il festival degli sperperi.
Da questa situazione, potrebbe salvarvi soltanto un miracolo del Padreterno. È necessario
che vi fermiate, perché sta per generarsi la devastazione della gestione pubblica. Non potevate immaginare un sistema peggiore di quello
che avete attivato: ci sarà la spartizione e lo
scannatoio Comune per Comune, sindaco per
sindaco, direttore generale per direttore generale, con un altissimo tasso di anarchia. Insomma, si tratta di una perversione!
Voi avete dato vita ad un nuovo concetto
all’interno della sanità: la perversione del sistema. Voi obbligate tutti ad essere perversi.
Di contro, non ci sarà nessun miglioramento.
A tal proposito, mi richiamo al primo intervento
svolto dal consigliere Sannicandro. Per quanto
mi riguarda, condivido alcuni aspetti relativi ai
principi generali sull’aziendalizzazione: il siste-
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
– 153 –
RESOCONTO STENOGRAFICO
ma, così com’è, è praticamente incorreggibile.
La governance può essere modificata nella
maniera che si vuole. Anche se fosse il Piano
sanitario migliore del mondo – e non lo è –
non riuscirebbe ad apportare alcun beneficio
con la sua attuazione, perché fino a quando la
governance delle AA.SS.LL. continuerà a
funzionare nella maniera organizzativa attuale,
non potranno esserci miglioramenti.
Il film delle direzioni generali è perfettamente conosciuto: a partire dalle ore 13-14 del
venerdì chiudono tutto. Dopodiché, passati il
sabato e la domenica, il tutto si avvia nuovamente il lunedì. Che cosa accade ad inizio settimana nelle AA.SS.LL.? Ebbene, all’interno
delle direzioni generali, dove il lunedì tutti gli
addetti ai lavori sono presenti – prendiamo in
esame il caso di massima efficienza – arriva il
carico di lavoro accumulatosi dal venerdì pomeriggio alla domenica (ambulanze non funzionanti, mancanza di infermieri e via elencando). Dunque, fino al mercoledì mattina gli addetti ai lavori si rendono conto di ciò che è
successo nel corso del weekend e provvedono
più o meno al 5% dei casi di emergenza;
l’altro 10% viene accantonato e il resto non
viene neanche preso in considerazione. Poi, il
giovedì si organizza qualche riunione sindacale
e, in questo modo, si completa la settimana lavorativa e finisce il film.
Fino a quando la governance rimarrà su
questo modello organizzativo, nessuna programmazione sanitaria potrà essere attivata e
attuata in maniera ottimale.
Questa situazione, ad onor del vero, non è
attribuibile al Governo regionale, ma al sistema, infatti accade dappertutto. Ad ogni modo,
tale situazione è anche una componente che
impatta in maniera negativa e azzoppa ulteriormente un Piano nato già morto, al quale non
riusciremo nemmeno a celebrare il funerale.
CAROPPO. Domando di parlare per dichiarazione di voto.
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PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CAROPPO. Signor Presidente, colleghi
consiglieri, doveva essere il provvedimento più
qualificante dell’intera Legislatura, invece il
Piano della salute che vi accingete ad approvare costituisce il fallimento più clamoroso da
parte di un centrosinistra chiamato a trasformare in fatti le promesse elettorali.
Ricordo perfettamente che in campagna elettorale la vostra parola d’ordine era “Fitto ha
chiuso gli ospedali, noi agiremo diversamente
e li riapriremo, perché nessun risparmio economico è concepibile quando si parla di sanità”.
Premesso che il Piano vigente approvato
dalla Giunta Fitto non ha portato alla chiusura
di nessun ospedale, il centrosinistra non può
certo vantarsi di aver migliorato la qualità dei
servizi sanitari assicurati ai nostri concittadini,
né di aver introdotto elementi di modernizzazione del sistema promessi con tanta enfasi.
Anzi, la spesa farmaceutica è aumentata in
modo esponenziale, tanto da richiedere
l’inasprimento della pressione fiscale e
l’aumento del prezzo della benzina. Famiglie e
imprese pugliesi sono state tartassate e hanno
direttamente finanziato questa sanità inconcludente. Di contro, non si sono ridotte le liste di
attesa né sono stati introdotti i servizi specialistici che, in qualche modo, potevano incidere
sulla mobilità passiva, uno degli indicatori dai
quali rileviamo che i pugliesi affetti da determinate patologie preferiscono curarsi in altre
regioni, se non all’estero.
Non era questo quello che avevate promesso, ma questa è la condizione in cui versa oggi
la sanità in Puglia a causa del lassismo, del caos, dell’abbandono a cui avete costretto il sistema.
Per voi il Piano di riordino ospedaliero vigente non andava bene solo perché era opera
della precedente Amministrazione: era sbagliato a prescindere. Ad ogni costo avevate bisogno di dare al sistema sanitario regionale un
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RESOCONTO STENOGRAFICO
segnale di discontinuità rispetto al passato,
nonostante non fosse necessario introdurre
nuovi modelli organizzativi, ma solo mettere a
punto interventi di razionalizzazione che il
Piano di riordino prevedeva. Avete così dato
vita al Piano della salute, da voi spacciato come il più complesso e ambizioso atto programmatorio della sanità regionale.
Vi siete vantati, nella fase preparatoria del
disegno di legge, di avere svolto un’intensa azione di consultazione, ma questa affermazione non corrisponde al vero. Concertazione e
partecipazione sono state garantite ad istituzioni e organizzazioni solo quando il Piano
della salute è approdato nella Commissione di
merito, la quale ha garantito in questa sede
quell’ampio confronto precedentemente mancato e che ha consentito di apportare qualche
significativo correttivo all’impianto legislativo
originario, sistematicamente bocciato da tecnici ed esperti.
Nonostante il maquillage e la profonda azione che ha consentito di rimuovere i passaggi più contestati del Piano, il progetto continua a rilevare l’ambiguità e la fraudolenza delle vostre promesse e la demagogia della risposta politica rispetto alle attese dei cittadini.
Senza tema di essere smentiti, vi diciamo che è
il più grande bluff mai organizzato alle spalle
dei cittadini pugliesi. È zeppo di contraddizioni nei passaggi più semplici ed è irrealizzabile
in quelli più complessi.
È un’operazione gattopardesca. Solo apparentemente, e in via teorica, introduce qualche
elemento di novità, ma le procedure sono tanto complesse che ben poco potrà effettivamente cambiare.
Secondo la prospettiva del vostro Piano, la
sanità dovrà continuare ad essere quel serbatoio di consensi elettorali a cui l’avete relegata, mentre ben altro è il ruolo e la funzione che
competono ad una sanità efficiente al servizio
della società. È questo il nostro obiettivo e in
questa direzione punta l’emendamento approvato dal Consiglio regionale, sostenuto
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dall’UDC e da tutta l’opposizione, che eviterà
alle sei AA.SS.LL. provinciali di marciare separatamente nell’attuazione dei programmi,
nell’interesse dei cittadini, non negli interessi
elettorali della maggioranza.
Non possiamo permettere che in Puglia vi
sia una sanità che proceda con differenti velocità, e ciò si sarebbe verificato se non ci fosse
stato il nostro emendamento correttivo. Nonostante gli sforzi compiuti nel tentativo di migliorare il più possibile questo Piano, non siamo assolutamente soddisfatti del risultato finale. Tuttavia, assicurare su tutto il territorio regionale i livelli essenziali di assistenza omogenei ai cittadini pugliesi, in condizioni di pari
opportunità di accesso, è un impegno che
l’UDC e l’intera opposizione hanno mantenuto.
Analogo messaggio abbiamo lanciato a
proposito della riorganizzazione della rete dei
consultori regionali: lo avete parzialmente accolto. Tuttavia, denunciamo che nel Piano della salute sono contenuti numerosi e preoccupanti riferimenti ad una posizione figlia di un
remoto passato ideologico che resiste, realizza
e caratterizza periodicamente le vostre azioni,
mentre cadono nel vuoto i nostri inviti ad analizzare con maggiore serenità i bisogni della
donna, soggetto a cui la rete dei consultori si
rivolge.
Era quasi scontato che il nostro richiamo ad
una più serena valutazione delle problematiche
connesse all’affettività e alla sessualità e più in
generale al principio inderogabile della sacralità della vita, fin dal concepimento, non potesse
essere preso nella considerazione che il problema merita. Tuttavia, non riusciamo a giustificare l’arroccamento del Governo regionale
anche dinanzi alle perplessità avanzate dalla
Chiesa, a cui magari si vorrebbe negare il diritto di esprimere il proprio pensiero.
La mole di dubbi levatasi anche dalla stessa
maggioranza – mi riferisco non tanto ai partiti
privi di rappresentanti consiliari, ma ad autorevoli esponenti e colleghi che siedono in Con-
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RESOCONTO STENOGRAFICO
siglio regionale e rivestono importanti ruoli
politici sul territorio – rafforza in noi la consapevolezza che il Piano della salute costituisce
solo la classica foglia di fico con la quale il
Presidente Vendola nasconde agli occhi della
pubblica opinione l’incapacità di corrispondere
alle attese dei cittadini.
È un provvedimento raffazzonato, superfluo e inutile, come tante altre leggi-manifesto
che hanno caratterizzato i primi mesi di vita
del centrosinistra.
Per questa ragione l’UDC esprimerà voto
contrario.
SURICO. Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SURICO. Signor Presidente, il mio intervento sarà molto breve, perché le ragioni tecniche sulla non condivisione di questo Piano le
ho già descritte precedentemente.
Ritengo che questo sia l’ultimo atto della
gestione sciagurata della sanità di questi tre
anni. Voglio ricordare a quest’Aula di quel
primario di cui abbiamo parlato, che si dimise
a Lecce e che ottenne un incarico per 150 mila
euro, che non doveva essere assegnato. Pensate, nei giorni scorsi, questo primario ha vinto
nuovamente lo stesso concorso bandito per il
posto da cui si era dimesso.
Penso, ancora, a quei direttori generali,
scelti da voi, che sono andati via sbattendo la
porta. Penso a coloro che vi sono adesso: si
tratta degli stessi che furono contestati durante
il periodo Fitto per la loro gestione della sanità
locale, e che oggi sono alla guida delle maggiori AA.SS.LL. pugliesi.
Questo è l’ultimo coronamento del vostro
insuccesso nella politica sanitaria regionale
pugliese. Infatti, dite e non dite: dite di voler
chiudere gli ospedali, ma ne individuate tre categorie, e non sapete creare una classificazione. Quando è stato compiuto da parte vostra
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un minimo tentativo di individuare gli ospedali
che dovevano essere chiusi – giustamente,
come dite voi –, siete tornati immediatamente
indietro. Ebbene, questo è un Piano del non
senso. Il consigliere Palese ha parlato di perversione, mentre io parlo di non senso: manca
una base di ragionamento, di analisi costruttiva
dei fatti e soprattutto una visione prospettica.
Oggi si dice che il Piano Fitto è stato contestato, addirittura con il lancio di uova marce,
perché non vi era stata la partecipazione e,
quindi, non era stata rispettata la democrazia.
Noi abbiamo fatto un giro nelle varie Province
pugliesi e ci siamo resi conto di come la partecipazione sia stata denunciata come “non partecipazione” da parte dei soggetti che hanno
indotto all’ultimo momento il Governo a presentare prima ottanta emendamenti e oggi oltre trenta.
Ebbene, tutto questo, al di là dei numeri e
dei posti, che prima sono stati sottratti e poi
concessi, dimostra la fragilità di un Piano che
nulla di buono potrà portare alla sanità pugliese, ma soprattutto ai cittadini pugliesi.
Tre anni e mezzo fa avevo chiesto
l’istituzione della radioterapia nella Provincia
di Bari: si trattava di una richiesta semplice.
Ebbene, sono trascorsi tre anni e mezzo e vi
sono ancora donne che si rivolgono a chi vi sta
parlando per denunciare il fatto che sono costrette a sacrificarsi e a sacrificare le proprie
famiglie per recarsi a San Giovanni Rotondo,
o in altre strutture, per potersi sottoporre alla
radioterapia.
Ci sono risposte che vanno date concretamente, caro Presidente Vendola. Io condivido
l’impostazione nella risposta concreta, ma la
vostra è una risposta illusoria che continua ad
essere demagogica. Voi siete i campioni delle
frittate rivoltate. Sapete rivoltarle al momento
giusto. La dialettica vi accompagna nell’imbonire
le folle, ma i pugliesi sono stanchi: sono stanchi di fare liste di attesa, sono stanchi di avere
una sanità a mezzo servizio e si aspettano risposte concrete.
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Vi invito, dunque, almeno in questo scorcio
di Legislatura che vi rimane, a concretizzare le
risposte per il bene dei cittadini pugliesi.
DAMONE. Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DAMONE. Signor Presidente, la riforma
delle riforme osannata ed inseguita da Vendola
oggi finalmente assume valenza di facciata
normativa, dopo mesi e mesi di riunioni, incontri, pubblicità, brochure di cittadinanza attiva, delle quali molte oggi sono abbandonate
nei corridoi della Regione, ha consacrato che
la sanità di Vendola è spreco di pubblico denaro, ampliamento della sfera dei clienti, carenza
totale della condizione in cui il cittadino-utente
è costretto a richiedere prestazioni.
Vendola sin dal primo giorno della gestione
della Regione ha conclamato con forza di agire per il bene della Puglia e nella più ampia
trasparenza gestionale. Le promesse della sinistra sono come gli uccelli che volano e cambiano zona e vita a seconda delle stagioni.
L’impostazione culturale che la sinistra avrebbe dovuto indicare alla Commissione tecnica doveva comportare una ricerca metodologica e assistenziale migliore per l’ammalato,
ma, nonostante la piena e assoluta fiducia accordata all’amico personale cattedratico, ha
confermato che i comunisti moderni non tutelano il cittadino comune, il povero, il sofferente, ma il clan, le persone, gli operatori che per
convenienza reciproca possono aiutarsi al
momento elettorale, perché ormai i privilegi, i
protocolli, le tutele, i vantaggi conseguiti non
intendono in alcuna misura abbandonarli e oggi con questo piano si dà la conferma che la
lottizzazione dei direttori è in completa assonanza con la Giunta, perché, attraverso la finzione dei PAL, realizzeranno richieste provenienti solo dai compagni politici a secondo dei
territori e dei rappresentanti.
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D’altra parte, non è necessario attendere la
verifica di queste affermazioni perché le conduzioni delle aziende sanitarie si sono caratterizzate per una politica dello spreco, tanto i
controlli non si sono mai eseguiti e il presidente Vendola, al di là dei sogni, dei romanzi, del
flautismo magico, concorre con gli occhi lontani dalle aziende allo spreco del denaro pubblico a vantaggio di operatori con la tessera, di
fornitori di beni e servizi, di liquidazioni di fatture per lavori qualche volta forse inesistenti,
di abusi continui che si registrano nel corso di
mesi, delle ingiustizie consumate ad ogni livello da questa sinistra parolaia e incipiente che
può solo ingannare i fideisti di sinistra, poveri
illusi, che continuano a credere in questa maggioranza che aveva promesso di rivoluzionare
il Governo regionale.
Lo sconforto diventa sempre più forte, perché la speranza offerta da Vendola di lavorare
insieme, per dare una sanità migliore ai pugliesi, si è come al solito rivelata una “boutade”
pubblicitaria, perché il nume tutelare della sanità, suo amico personale, ha voluto imporre il
suo cliché di sanità, che trova la sede naturale
nell’iperumano, lontano anni luce dalla realtà
ed ha redatto con rabbia occulta per distruggere un passato che non ha mai condiviso.
Con questo clima, con tale mentalità, con la
rabbia non si costruisce positivo, ma si demolisce però senza ipotizzare una realtà che non
potrà mai concretizzarsi.
D’altra parte il piano 2008/2010 avrà sì e
no la durata di un anno se si considera che
ormai siamo alla conclusione del 2008, e per il
2009 ci sono le elezioni europee e probabilmente se ci dovesse essere qualche candidatura si potrebbe votare a novembre e comunque
a marzo 2010.
Allora mi chiedo: a che cosa serve questo
piano? Quali cambiamenti abissali e straordinari potrà registrare? Nulla e ancora nulla, anzi
aggrava la spesa in maniera macroscopica perché, oltre allo spreco questa maggioranza, gioca allo sfascio totale della finanza regionale.
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Il piano che vi accingete ad approvare ha
operato una scelta di campo che dovrà attuare
la politica sanitaria del territorio, che significherà la creazione di 104 distretti sanitari con
relative poltrone di dirigenti, direttori, posizioni organizzative, specialità sanitarie varie
con vantaggio per i clienti e petulanti perché
sarà vigente il criterio della scelta fiduciaria (di
partito), annullando ogni e qualsiasi meritocrazia.
PRESIDENTE. Collega Damone, la prego
di sintetizzare l’intervento – se lo ritiene opportuno – e magari lasciare agli atti l’intera dichiarazione.
DAMONE. Signor Presidente, cercherò di
accontentarla. Mi rendo conto che qui non
serve parlare, visto che avete già deciso e agito.
Le faccio notare, però, che lei richiama
sempre e costantemente noi. Quando parlano
altri per ore, lei non interviene mai. Questo è
un fatto che mi mortifica.
PRESIDENTE. Collega Damone, per amor
del cielo! Mi sono comportato nella stessa
maniera anche nei confronti di altri colleghi.
(Si allega la parte finale dell’intervento
del consigliere Damone)
DAMONE. D’altra parte anche la composizione della conclamata cabina di regia, progetto GAIA, annovera scelte molto discutibili
che comprendono anche dirigenti che non posseggono i requisiti minimi per essere inclusi
nella graduatoria formale di direttori generali
di aziende sanitarie.
La costituzione di questi presidi sono la
copia degli attuali poliambulatori privi di ogni
e qualsiasi attrezzatura specialistica; esempi
solo di carrozzoni per assicurare una paga a
chi lo frequenta, trasferire dalle corsie infermieri amici alle divisioni e accattivarsi la rico-
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noscenza del padrone politico, perché non più
in turnazioni h24.
Gli ospedali non sono più istituti di ricoveri
ma una opportunità per garantire privilegi a
pochi e ingiustizie nei confronti di altri.
È paradossale affermare che in questo Piano traspare l’esigenza forte di garantirsi per il
futuro una vittoria elettorale suffragata da
clientele, regali e forniture inutili agli amici,
senza rendersi conto che trascura completamente gli interessi del cittadino-utente. Che
certamente li ha già condannati alla sconfitta.
Anche gli operatori onesti e appassionati
della loro professione vivono in una condizione di frustrazione e nonostante ciò lavorano
con passione perché non si prostituiscono al
politico di turno, ma dignitosamente e con onestà si dedicano all’ammalato con dedizione e
generosità aspettando tempi migliori.
Una Puglia migliore, come promesso in
campagna elettorale, doveva realizzare una
sanità a misura d’uomo.
Vendola e Tedesco riusciranno mai a capire
il disagio del cittadino che rimane al pronto
soccorso per una urgenza? Si sono mai resi
conto della carenza assoluta di personale, delle
lunghissime attese che si è costretti a fare nei
corridoi di quegli ambienti? E le liste di attesa,
e le file per le prenotazioni? Con il passar del
tempo le condizioni della sanità peggiorano
sempre di più e per colpa della politica e dei
politici.
Sarebbe auspicabile a questo punto tornare
alle vecchie casse mutue, ove i controlli venivano esercitati in maniera costante e continuativa, esisteva un libretto sanitario su cui venivano annotate tutte le prestazioni di laboratorio e diagnostiche e certamente non si verificava che un cittadino riesce a farsi analisi e
raggi più volte in un breve lasso di tempo.
Ma vi è di più! Quegli enti non solo erano
attivi ma sono ancora oggi proprietari di immobili acquistati da gestioni sane e oneste.
Oggi invece c’è lo sfascio. Ma direte voi si
tratta di vecchi strumenti della prima Repub-
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blica. Quella prima Repubblica che voleva sì la
presenza della politica ma per migliorare la
qualità degli interventi. Quella prima Repubblica che almeno nella sanità non aveva lottizzati in maniera deteriore, in quanto nei comitati
di gestione erano presenti tutte le forze politiche,
altro che aziende dove vengono lottizzati anche i
posti per usciere. Con l’approvazione di questo
Piano avete conseguito con molto affanno
l’esigenza di dire alla gente che si è cambiata
la sanità in Puglia.
Certamente in peggio e vi assicuro che
chiunque dopo di voi farà certamente meglio e
con maggiore trasparenza.
Al di là della filosofia teoretica e fideistica,
per me che pure qualche esperienza personale
ho acquisito, la sanità vera si realizza esclusivamente nei presidi ospedalieri. La fase preventiva, il contenimento delle liste di attesa si
possono conseguire con una attenta politica
sanitaria che, in via primaria si realizza con il
day hospital come avviene ormai nella sanità
più avanzata, perché il cittadino nell’arco di
poche ore riesce ad avere esami ed accertamenti che nella gran parte dei casi invece si
concretizzano nel deposito in corsia per diversi giorni per conseguire lo stesso obiettivo.
Tale politica, però, comporta una qualificazione di attrezzature ed organizzazioni ragionevole dei lavoratori con premi e compensi da
liquidare a tutti i collaboratori e non come avviene ad libitum.
Il day hospital instaura una cartella clinica
da cui poi parte tutto il percorso futuro
dell’utente. Questa impostazione ovviamente
comporterebbe la scomparsa di poliambulatori
o come diciamo oggi distretti sanitari.
Nell’ospedale poi si dovrebbe incrementare
ed incentivare l’attività intramoenia con un
controllo costante sulle visite eseguite e corrispondere gli onorari dovuti. Per una politica di
tal genere abbisogna della collaborazione del
medico di base completamente ignorato nella
sua professionalità e inconsci del lavoro paziente, responsabile che quotidianamente as-
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solvono. Infatti una frequentazione costante
fra questi operatori di base e la strutture sanitarie ospedaliere, se ben sintonizzate potrebbero contenere l’enorme esborso di risorse per
mobilità passiva. Senza la collaborazione del
medico di base, sempre sacrificato sull’altare
di altre figure, la sanità in genere e quella pugliese in particolare non ha futuro.
Il cittadino normale non trovando locali igienici, personale di corsia adeguato perché
frustrato dalle sopraffazioni clientelari sopraindicate, cibo fornito da ditte più attente a
guadagni che alla qualità dei prodotti, la continua disorganizzazione, la mancata assistenza
dovuta anche per carenza di personale qualificato, nonostante l’aumento a dismisura delle
spese per il personale (tanto un autista, un inserviente, un soccorritore non si nega al compagno di questa maggioranza), costringe il cittadino pugliese ad emigrare verso il Nord, con
aggravio notevole della mobilità.
Dico a Vendola invece di polemizzare con
Formigoni per la Santa Rita, d’altra parte clinica privata e subito fermata da quel Presidente. Qui in Puglia in un ospedale pubblico vi
sono stati otto morti per colpa delle strutture e
lei, Presidente, dopo la fantomatica indagine
ha continuato a tenere, ritengo, gli stessi personaggi tecnici che hanno determinato il disastro, anche se ha provveduto alla revoca del
Commissario. Oggi in Puglia per avere sanità
sia sul piano preventivo, curativo e riabilitativo
se non hai il personaggio che ti raccomanda
non avrai mai una prestazione.
Passeranno gli anni, passeranno le gestioni,
ma se non si cambia la cultura delle prestazioni
caratterizzate dalla generosità, dalla dedizione
e dall’amore verso il sofferente, tutto sarà vano ed inutile con il rammarico di aver sciupato
una occasione per non demonizzare il passato,
di aggiustare il presente e pensare al bene futuro con la partecipazione di tutto il Consiglio
Regionale.
Quindi, in conclusione, un sentimento di
amarezza e delusione mi assale perché la salu-
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RESOCONTO STENOGRAFICO
te non ha colore politico, ma con questo Piano
si vuole solo cambiare l’elenco dei clienti, dei
volta gabbana e di quelli che con tutte le gestioni inneggiano al nuovo padrone e ottengono ascolto.
Una forma questa avvilente di fare politica
all’insegna della più irrazionale gestione e dello spreco di risorse finanziarie, spreco che sarà
pagato solo ed esclusivamente dai cittadini
pugliesi, soprattutto in un momento politico
difficilissimo che oggi si prospetta ai nostri
occhi con l’avvento del federalismo.
Se il federalismo riguarderà, come riguarda
anche e soprattutto la sanità, che si caratterizza di sprechi e quant’altro, un brutto ed oscuro futuro si prospetta per i cittadini tutti della
Regione Puglia.
A questo punto si può facilmente affermare
che la riforma del riordino ospedaliero di Fitto
è stata la prima grande rivoluzione della sanità
in Puglia. Proprio le contestazioni, le critiche
avanzate a quel Piano sono ancora oggi le testimonianze vere di un Governatore lungimirante e grandemente riformista.
Oggi questo Piano viene approvato
nell’indifferenza totale della gente e delle categorie professionali e non solo perché è evanescente ma non porterà alcuna modifica allo
sfascio creato da questa maggioranza.
RUOCCO. Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RUOCCO. Signor Presidente, sono fermamente convinto che l’invito da lei rivolto al
collega Damone non avesse intenzioni offensive. Sono altrettanto convinto che questo sia il
portato di un dibattito che in fondo è stato
sciatto. Difatti, la discussione generale e la dichiarazione di voto in genere sono i due momenti politicamente più significativi. Credo
che il Piano regionale di salute sia l’atto politico più importante di questa Legislatura, e que-
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sta sera non vediamo l’ora, come accadde a
luglio, di archiviare questa pratica.
Purtroppo il capo dell’ostruzionismo non ci
sta neanche ascoltando. Probabilmente, ormai
riteniamo l’approvazione del Piano regionale
di salute una stanca formalità.
Non mi dilungherò troppo, anche perché
nella mia complessa – almeno per come l’ho
organizzata nella mia testa – dichiarazione di
voto una parte l’ho già fatta. Mi riferisco a
quando sono intervenuto sull’emendamento
relativo a Terlizzi. Ebbene, durante quella discussione ho dimenticato di citare un particolare. In quel clima, che io ho definito di infantilismo politico, registrammo addirittura una
lettera al direttore.
Pensate, dopo il nostro Piano di riordino,
un signore scrisse al direttore di un giornale
dicendo che uno dei suoi genitori era tragicamente venuto meno, perché noi avevamo tolto
un qualche cosa. A seguito di tale episodio,
svolgemmo un’indagine e scoprimmo che il
soggetto di cui si stava parlando – il padre o la
madre, adesso non lo ricordo – non era mai
esistito. Probabilmente, il direttore aveva deciso con un po’ di leggerezza di pubblicare quella lettera. Allo stesso modo, qualche indagine
svolta sul campo, in merito ai tempi d’attesa,
dimostrò che si trattava di numeri dati a caso.
Badate, non ne stiamo parlando per rivangare la storia passata, ma perché a nostro avviso in quel periodo si verificarono episodi che
potrebbero essere considerati la causa della
difficoltà in cui oggi versa la sanità regionale
pugliese. Difatti, quel tipo di mentalità, che voi
allora cavalcaste, signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta, signori assessori, consiglieri regionali e cittadini pugliesi, ha portato come primo effetto la perdita dei
freni inibitori.
Badate, nella spesa, che voi non riuscite più
a controllare, non esiste, caro consigliere Maniglio, una voce che, come per il bambino e la
diga, basta metterci il dito o inventarsi un paletto. Per poterlo farlo non vi basterebbero le
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dita di una mano: i fori che si sono ormai creati sono tali e tanti che non riuscite più nemmeno a intervenire.
La perdita dei freni inibitori ha comportato
delle conseguenze. Se avete il coraggio, andate a farvi un giro – senza farvi riconoscere e
senza ostentare di essere consiglieri, assessori
o presidenti, ma fatelo da semplici cittadini –
nel pianeta della sanità pugliese: vi renderete
conto che vige la logica, già perversa e tipicamente meridionale, che con voi si è accentuata, secondo cui tutto è possibile. In altre parole, voi avete reso attuale, con 40 anni di ritardo, la logica della sanità come variabile indipendente del sistema. Ma avete introdotto una
logica in più del “tutto è possibile”, ossia quella del “tutto è permesso”.
Signor Presidente, se avrà un po’ di tempo
le consiglio di non perderlo a scrivere un verso
di poesia. Le assegno un compito da svolgere
a casa: si vada a vedere, in termini di risorse
umane, l’interscambio, per esempio, tra noi e
la Regione Toscana. Se lo farà, potrà trovare e
immediatamente valutare l’interscambio in negativo che vi è stato dalla Regione Toscana
verso la Puglia e viceversa: tutti sono padroni
di tutto nelle nostre AA.SS.LL.. Non le cito il
caso specifico, ma la invito a svolgere una piccola indagine. Si diverta e cerchi di trovare la
soluzione a questo rebus che le sto sottoponendo in questo momento. Questa è la prima
parte della perdita dei freni inibitori, della logica del “tutto è possibile”, delle cause del disastro finanziario in cui oggi ci troviamo.
Inoltre, vi è una seconda osservazione da
fare: questo non è il primo, ma il secondo
riordino della Giunta Vendola. Il primo riordino è rappresentato, infatti, dall’unificazione
delle AA.SS.LL. a livello provinciale.
Badate, non vi sta parlando il consigliere
Ruocco, che può essere anche tacciato di essere parziale. Vi ricordo soltanto quanto ha dichiarato un vostro direttore generale, lo stesso
che l’amico Marmo ha indicato addirittura
come possibile sostituto dell’assessore Tede-
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sco. Io non ci credo! Ebbene, la dottoressa
Cosentino, nella seconda certificazione di accompagnamento al conto consuntivo del 30
giugno 2008, spiega la ragione per cui siamo
arrivati, nel primo semestre del 2008, ad uno
splafonamento pari a 91 milioni di euro, che
corrisponde ad una parte di quella fucilata di
1.500 miliardi di euro che avete fatto in tre
anni, a danno dei cittadini. La dottoressa Cosentino, con molta contezza, afferma che la
mossa di programmazione, gestione ed esecuzione dell’accorpamento delle AA.SS.LL. si è
rivelata un disastro, in quanto non è stata pensata, non è stata organizzata e ha comportato
maggiori spese.
Pertanto, il primo riordino strutturale della
sanità in Puglia, prima ancora del Piano regionale di salute, per questa regione è stato un disastro, e noi ve lo avevamo precisato. Qualsiasi azienda – e tali sono le AA.SS.LL. fino a
quando non vengono giudicate in sanità come
variabili indipendenti – quando si procede ad
un processo di fusione, deve essere sempre
accompagnata da un apposito Piano.
Non si può deliberare la fusione prima ancora di stabilire come questa verrà attuata.
Dunque, per un qualsiasi servizio che si voglia
costruire, a meno che non si ritenga di vivere
in un periodo e in un mondo di risorse inesauribili – ormai da trent’anni abbiamo imparato a
capire che non viviamo in una tale realtà – si
deve procedere prima all’individuazione degli
errori, delle cause, dei momenti di disavanzo
dell’azienda interessata e, in seguito, si devono
apportare le relative correzioni, in modo da
poter procedere poi allo sviluppo e al rilancio.
Per quanto mi riguarda, auguro all’assessore
Tedesco di continuare a svolgere il proprio
ruolo, e non dico fino a quando Dio vorrà,
perché Dio ha già deciso. Dopo questo disastro potrebbe servire soltanto un intervento
acceleratore, come una candidatura del Presidente Vendola alle elezioni europee, che dia la
possibilità alla Puglia di ricominciare la sua costruzione.
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Io sono convinto che la politica la debba fare chi è chiamato dal consenso popolare a
svolgere tale compito, non i finti tecnici, che –
come mi ha insegnato un mio maestro politico
– ti devono dare dei consigli. A quel punto, sta
a noi capire se il consiglio è giusto o sbagliato.
La visione d’insieme la deve avere chi fa politica e non certamente un tecnico.
Con buona pace dell’assessore Tedesco,
questo non è un documento che potrà offrire
qualche cosa di positivo a questa regione, in
quanto non è basato sull’analisi delle cause che
hanno portato alla situazione attuale e dei relativi correttivi.
Credo che a breve cominceremo con le correzioni o, peggio ancora, prima di sei mesi approveremo i PAL. Il primo programma di attuazione annuale non conterrà sostanzialmente
niente, e nel frattempo arriveremo alle elezioni
regionali (fine 2009 o inizio 2010, dipende da
che cosa succederà). Credo che tutto ciò di cui
abbiamo discusso in questi giorni non verrà
più ripreso, perché si dovrà mettere mano ad
un serio processo di ricostruzione della sanità
in questa regione.
Alla luce di queste considerazioni, il nostro
voto non potrà che essere negativo, come è
emerso in maniera evidente nel corso di queste
due giornate di lavori.
Ad ogni modo, credo che per noi sia significativo e importante ribadire – non per il verbale, ma per chiarirci quali sono gli errori che
non dovremo compiere in futuro – quali sono
le linee maestre sulle quali dovremo improntare e costruire la sanità dal 2010 in poi.
BORRACCINO. Domando di parlare per
dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BORRACCINO. Signor Presidente, a nome del partito ho già espresso in fase di discussione generale un giudizio poco positivo,
lontano dalle nostre aspettative, in merito al
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Piano regionale di salute. Con questa dichiarazione di voto ribadisco tale giudizio non positivo. Motivi tecnici e motivi politici sono alla
base di un voto che distingue l’azione politica
dei Comunisti italiani dal resto della maggioranza.
Preannuncio, prima della classica frase ad
effetto, il voto negativo su questo Piano. Motivi tecnici possono essere riassumibili nella
non decisione, dal nostro punto di vista, che
quest’Aula, questa maggioranza e questo
Consiglio regionale prenderà. Pertanto, non ci
saranno scelte.
La politica dei PAL non ci convince. Come
ho detto nel mio precedente intervento, se il
Piano Fitto era obbrobrioso – lo abbiamo
combattuto e ne pagano le conseguenze i cittadini pugliesi –, resta il fatto che quantomeno
la Giunta di allora ha saputo compiere delle
scelte che, poi, sono approdate al Piano ospedaliero.
Noi, invece, abbiamo avuto il timore e la
paura di non scegliere. Questa è la verità, e lo
dico con l’amaro in bocca. Oggi, in
quest’Aula, mi sarei aspettato da tutto il centrosinistra un dibattito caratterizzato da un altro spirito e affrontato a testa alta. Al contrario, oggi abbiamo paura di scegliere.
Assessore Tedesco, lei sa che la stimo. Il
mio non è un attacco politico alla sua persona,
probabilmente sono altri i settori che lo fanno.
Noi non siamo mai stati chiamati alla gestione
diretta del Governo di questa Regione, non
per una nostra scelta, ma per una scelta unilaterale del Presidente della Giunta. Il mio intervento, dunque, non può essere sospetto da
questo punto di vista.
Non ci convince la logica di mettere nel
freezer – dove una volta si diceva vi fossero i
voti del PCI – 700 posti letto, ridotti a 600
con l’emendamento e nuovamente riportati a
700 con il subemendamento.
Un Governo di centrosinistra, che ha al suo
interno la sinistra, deve operare scelte di sinistra.
A me non convince la logica ragionieristica.
Atti consiliari della Regione Puglia
SEDUTA N° 83
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RESOCONTO STENOGRAFICO
L’eccellente e competente collega Romano
diceva che una società dal capitalismo avanzato deve saper fare queste scelte in campo sanitario. Io aggiungo che, anche in una società
dal capitalismo avanzato, un Governo di centrosinistra, con la sinistra al suo interno, deve
avere la capacità di fare scelte nuove, deve saper uscire dalla logica ragionieristica.
Quei 700 posti in meno gridano vendetta,
perché i cittadini pugliesi ne hanno necessità.
Mi dispiace che ciò sia stato giustificato
quasi con un assist che questo Governo e questo assessorato alla sanità hanno rivolto alle
logiche future, quelle che il Governo Berlusconi e il Ministro Sacconi metteranno in
campo per ridurre il coefficiente dei posti letto
da 4,5 a 4. A me non interessa nulla. Io avrei
approvato il coefficiente di 4,5 con 700 posti
letto in più e, successivamente, avrei eventualmente messo alla berlina le scelte del Governo di centrodestra che tagliava 700 posti
letto.
Intanto, di fronte a questi tecnicismi e tatticismi – mi dispiace dirlo – cresce
l’insoddisfazione della gente. Se chiedessimo
in giro se il rapporto del cittadino rispetto alla
sanità è migliorato in questi tre anni e mezzo,
probabilmente ci sentiremmo rispondere dalla
stragrande maggioranza della gente che questo
rapporto è peggiorato e che non ci sono segnali di cambiamento.
Il Piano sanitario regionale – come si chiamava una volta – doveva rappresentare il punto più alto del Governo di centrosinistra di
questa Regione, ma invece non la rappresenta
affatto, perché denota la presenza di troppi
tecnicismi e tatticismi che coprono le cose
buone contenute nelle indicazioni di questo
Piano che – lo ripeto – offre soltanto indicazioni difficilmente attuabili.
Ad esempio, per quanto riguarda la sanità
distrettuale – lo hanno affermato in Commissione sanità alcuni dirigenti dell’assessorato e
dell’ARES – molte scelte, perlomeno in prima
battuta, non potranno essere messe in atto
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poiché, a distanza di due anni e due mesi
dall’approvazione della positiva legge n. 25/2006,
che modificava gli assetti e l’organizzazione distrettuale, manca il Regolamento attuativo, che impedisce l’applicazione di tanti aspetti positivi.
Allo stesso modo, io credo che le tante
scelte positive che contiene il Piano, che presenta luci ed ombre, resteranno bloccate per
l’incapacità di uscire da questi tecnicismi e tatticismi.
Si continua a procedere con gli stessi errori
commessi dalla Giunta precedente di centrodestra: le liste d’attesa erano lunghe e tali restano; i pronto soccorso, che continuano ad
essere le porte d’accesso del sistema sanitario,
intasate erano e intasate restano. Sebbene
nell’aprile dello scorso anno sia stata approvata una legge per la stabilizzazione dei medici
del pronto soccorso, questa legge rimane inapplicata e i pronto soccorso restano quelli
che sono; si continuano a fare gli accreditamenti e si continuano ad aprire reparti senza
un minimo di programmazione.
Da questo punto di vista noi mostriamo –
lo dico con sofferenza – il volto di una maggioranza in difficoltà. Del resto, non siamo in
difficoltà soltanto sul tema della sanità, ma lo
siamo stati anche su altre vicende dibattute qui
in Aula, dove non ci siamo dimostrati compatti
e su cui non siamo stati capaci di parlare tra di
noi.
Ad esempio, sulla stabilizzazione dei precari EDISU siamo addirittura arrivati a una conta e siamo finiti contro per i voti non del centrosinistra, ma della sinistra. Senza tener conto
che il giorno dopo è stato emanato il decreto
Brunetta che, da destra, dava la possibilità di
stabilizzare i lavoratori precari degli EDISU.
Questa è una delle tante sfaccettature che, per
ragioni di tempo e per attenermi all’ordine del
giorno, non affronterò.
In questi tre anni e mezzo, signor Presidente, l’abbiamo sempre sostenuta lealmente, pur
non facendo parte del Governo a causa di una
sua scelta unilaterale. Non abbiamo partecipa-
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RESOCONTO STENOGRAFICO
to al Governo con un nostro assessore e con le
nostre competenze che, seppur modeste, avevano raccolto circa 50 mila voti nella regione
Puglia. L’abbiamo sostenuta, ma abbiamo
sempre avuto un rapporto poco edificante.
Le nostre richieste, dal punto di vista politico, sono rimaste molto spesso carta straccia e,
quindi, la nostra capacità di incidere è stata
bassa, pari quasi allo zero.
Rispetto a questo dato, noi ci chiediamo
che cosa fare, se continuare in questa esperienza che, dal nostro punto di vista, si sta
consumando giorno dopo giorno, oppure procedere con un voto negativo, con uno strappo,
con una mossa che vuol essere quasi un elettroshock per far recuperare a questa maggioranza lo spirito positivo dell’aprile del 2005. Il
nostro sarà, dunque, un voto negativo per ripartire, per uscire dalle ambiguità e per invitare il centrosinistra a ripartire. Sarà un voto negativo per far capire al centrosinistra che bisogna cambiare.
Questo Piano sanitario – lo ripeto – ha il difetto di non scegliere. Quando i cittadini pugliesi leggeranno i giornali di domani mattina
non conosceranno il destino del loro ospedale,
come non sapranno il destino di quel tale reparto o poliambulatorio, se sarà potenziato o
se sarà chiuso.
Io dico che dobbiamo recuperare lo spirito
propositivo di una Puglia migliore, come diceva lei, signor Presidente, e come si diceva
nell’aprile del 2005.
Bisogna ripartire da quello spirito e lottare.
Quando si lotta si può anche perdere, diceva
Che Guevara. Solo chi lotta può perdere, chi
non lotta ha già perso, e io non voglio perdere
in partenza.
Pertanto, Presidente Pepe, anticipo che il
mio voto, e quello del Gruppo del Partito dei
comunisti italiani, al Piano regionale di salute
sarà negativo.
DE SANTIS. Domando di parlare per dichiarazione di voto in dissenso dal mio Gruppo.
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PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DE SANTIS. Signor Presidente del Consiglio, Presidente Vendola, la discussione ha visto protagonista il Consiglio regionale, a differenza del passato. Vi è stata una lunga e vasta
fase di ascolto che ha portato, dopo molti mesi, a questa discussione in Consiglio. Io apprezzo questi due dati di merito che differenziano il procedere di questo Governo regionale rispetto a quello che l’ha preceduto.
Al termine di questa lunga fase, a mio
giudizio, è stato trovato un equilibrio giusto
e avanzato tra esigenze diverse, che pure
sono emerse, e culture diverse, nonché un
equilibrio giusto e avanzato tra una visione
pubblica della sanità, alla quale io appartengo, e la presenza del privato accreditato in
questo settore.
È stata data una risposta alta – a mio avviso
– alle osservazioni e alle preoccupazioni della
Conferenza Episcopale Pugliese, intervenuta
oggi con grande tempismo in merito a questa
materia sulle pagine della Gazzetta del Mezzogiorno. Per la verità, avrei auspicato lo stesso
tempismo da parte della Conferenza Episcopale anche in occasioni passate, in cui questo
Consiglio si è occupato di povertà, di lavoro
nero, degli emarginati e degli ultimi.
Non è stato così, ma auspico che tale tempismo si manifesti nell’immediato futuro
quando, a breve, il Consiglio si occuperà degli
immigrati e dei nomadi in Puglia. Auspico, in
quella fase, un aiuto da parte della Conferenza
Episcopale Pugliese teso a darci sollievo in
quella discussione, che io ritengo molto importante, strategica e culturalmente qualificante per il Consiglio regionale.
Resta da affrontare il grande problema
delle risorse nazionali, tema finora poco
toccato. Come è noto, io sono tra coloro i
quali hanno molte perplessità sul federalismo in sé e soprattutto sul come lo si vuole
realizzare, stando alle prime battute e alla
bozza Calderoli.
Atti consiliari della Regione Puglia
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RESOCONTO STENOGRAFICO
Sottolineo soltanto che il federalismo fiscale viene richiesto dalla parte più ricca del Paese e certamente non per donare risorse alla
parte meno ricca dello stesso, ma per consolidare questa diversità tra il nord e il sud.
Vedremo che cosa riusciranno a fare i Ministri meridionali e il nostro Ministro Fitto per
impedire che questa corsa verso il federalismo
danneggi il Mezzogiorno e la Puglia, condannandola in maniera irreversibile a una sanità
inferiore e diversa rispetto a quella di alcune
Regioni italiane, come la Lombardia.
Per parte mia, sospendo il giudizio, essendo
abituato a vedere gli atti, ma sfido il Ministro
per gli affari regionali a mantenere gli impegni
che ho avuto modo di leggere pochi giorni fa
sul giornale.
Mi rendo conto che il dissenso che sto esprimendo oggi qui in Aula è grave, in quanto
non è indirizzato ad un provvedimento di secondo livello, ma ad un provvedimento cardine ed essenziale per la vita della Regione. Il
dissenso sul Piano della sanità deriva dal fatto
che non posso votare contro un Piano accusato, per altro verso, di essere troppo laicista e
troppo di sinistra. Me lo vieta la mia coscienza
di comunista e di uomo di sinistra da oltre
trent’anni.
Tuttavia, essendo un dissenso grave, preannuncio qui in Aula le mie dimissioni dal
Partito dei Comunisti italiani, dimissioni per
la verità non maturate quest’oggi, ma già
dalle conclusioni del congresso di tale partito su cui – come è noto – ho espresso il mio
dissenso e da cui non sono disposto ad allontanarmi.
Temo che anche la vicenda della sanità di
oggi sia una conseguenza diretta della conclusione del congresso del Partito dei Comunisti
italiani, a mio avviso non costruttiva e poco
felice.
MANIGLIO. Domando di parlare.
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PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MANIGLIO. Signor Presidente, la mia è
una comunicazione a nome di tutti i consiglieri
regionali di maggioranza. Noi intendiamo ringraziare innanzitutto l’assessore Tedesco per
la competenza, per la capacità di ascolto e per
la forza politica che ha profuso sia nella fase
preparatoria del Piano della salute, sia nella
conduzione dei lavori in Aula, sulle diverse
questioni che sono state sollevate. Sappiamo
bene, però, che in futuro l’applicazione del
Piano sarà un onere altrettanto grande e una
sfida per tutti.
Politicamente ci riconosciamo per intero,
con entusiasmo, con calore e con convinzione
nell’intervento del Presidente Vendola, ragion
per cui tutti i Gruppi rinunciano a fare la propria dichiarazione di voto.
A conclusione di questa comunicazione, ci
preme sottolineare che è merito dell’intero
Consiglio aver recuperato una sua centralità
nella discussione di un Piano così importante.
Questo è un fatto inedito, sia per la storia della
Puglia, sia per quella di altre Regioni. L’aver
recuperato la funzione del Consiglio regionale,
pur con posizioni diverse, è un fatto rilevante
di democrazia che non può essere occultato.
Se mi è consentito, rivolgo un ringraziamento particolare alla Presidenza e – qui entra
in ballo la nostra partigianeria – ai consiglieri
di maggioranza che, in maniera compatta e offrendo un contributo di merito, garantiranno il
voto a questo strumento importante per la nostra Regione.
PRESIDENTE. Pongo ai voti il disegno di
legge “Piano regionale di salute 2008-2010”
nel suo complesso.
È approvato.
Il Consiglio sarà convocato a domicilio.
La seduta è tolta (ore 21,31).
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Resoconto stenografico - Consiglio Regionale della Puglia