METODO PONZIO PILATO
Ci avviciniamo alla Pasqua e
mi è venuta in mente la figura
particolare proprio di Ponzio
Pilato e proprio su di lui vorrei raccontarvi una storia
che ascoltai tempo fa.
Continua a pag. 4
SOMMARIO:
<<A Carnevale ogni
scherzo vale>>,
pensa qualcuno
2
I cento giorni del
governo Monti:
quali i risultati ottenuti
3
Adozione e Ruolo
del Servizio Sociale
3
Ogni essere vivente
è biologicamente
portato a ricercare
il proprio cibo; si
tratta di un bisogno
imprescindibile,
atavico.
Continua a pag. 4
ESECRAZIONE! 5
24 marzo 1944: la
rappresaglia nazista
delle Fosse Ardeatine
Addio Lucio!
I CONSIGLI DELLA NUTRIZIONISRA
Intervista del mese
6
Festa della liber- 6
tà
Un anno in Mada- 7
gascar
La Spingula
7
I sotterranei di Riesi
8
“Sulle orme
del Sole”
Intervista a: Salvatore Valerio Riccobene
A pag. 2
Editoriale Marzo
Il mese di marzo ci apre alla festa di pasqua. Per i cristiani è la festa per eccellenza, qui per le connotazioni folkloristiche
esterne è spesso accompagnata da discussioni e polemiche.
Vorrei esprimere una riflessione che vuol
andare alle ragioni profonde della festa e
come essa è necessario che ritorni ad essere
espressione di una fede vissuta e non di
semplici tradizioni svuotate del loro intimo
significato. Nel far ciò prendo a fondamento in prestito il pensiero di Julien
Ries,espresse nel suo libro recentemente
pubblicato: Symbole, mythe e rite. Constantes du sacré, ed. Du Cerf, Paris 2011.
Alcuni pensatori contemporanei hanno ridotto la visione dell’uomo semplicemente
al dato sociologico culturale, (cf Durkheim,
Levi-Strauss), rinunciando a porsi le domande fondamentali ed esistenziali dell’uomo. Studiare i meccanismi, le strutture, i
dati verificabili, senza domandarsi chi è
l’autore di miti, riti, che cosa questi muovano nella profondità della psiche, quanto
influiscono sull’auto comprensione di se
dell’uomo. Ries sostiene che la dimensione
religiosa è strettamente connaturata all’essenza dell’umanità. Tramite il mito, il rito,
il simbolo si esprime la ricerca della trascendenza di un Altro con il quale costruire
un’alleanza; ricerca di un’esperienza religiosa che è intuizione dell’Infinito divino
nel finito, dell’Eterno nel mortale! Sulla
scia di Mircea Eliade e Rudolf Otto, Ries
afferma la tensione al divino che permea
ogni essere umano e lo spinge alla ricerca e
alla creatività artistica. Dio diventa reale
per l’uomo solo attraverso un atto di
fede; e la sua presenza la si coglie attraverso l’insieme simbolico del sacro e la
percezione del mistero.
È qui secondo me che dobbiamo riflettere:
c’è un atto di fede nelle scelte da fare per
celebrare la Pasqua? I riti, con tutti i simboli in essi contenuti, rimandano al mistero
che si celebra? Attori e spettatori di riti,
processioni…, hanno consapevolezza del
mistero celebrato?
Don Paolo Terrana
Intervista del mese
PAGINA
2
Sulle orme del Sole
Oggi, nella società in cui viviamo, è sempre più difficile cercare di esprimere il proprio "io", così si ricorre sempre più spesso alla musica o alla scrittura come forma di
massima espressione.
A Riesi, specialmente in quest'ultimo anno, molte persone hanno cercato di esprimersi mettendo per iscritto le loro emozioni, condividendole anche con il lettore.
Una forma di espressione può essere un romanzo o una poesia. Un esempio ne è il
libro di Salvatore Valerio Riccobene, un riesino che all'età di 23 anni pubblica il suo
primo libro intitolato "Sulle orme del sole".
Questo libro è una raccolta di poesie scritte fra il 2001 e il 2009. Esse ritraggono il
mondo della natura, la voglia di eternità e di amore e la ricerca di Dio. Per Salvatore
Valerio la poesia non è soltanto un componimento letterario, ma è anche e soprattutto un modo di vedere le cose, un modo di vivere, è sentirsi in armonia con tutte le
cose o ricercare quell'armonia.
Il suo libro è una vera e propria testimonianza del suo modo di vedere la poesia ,
come un cammino, alla ricerca dell'infinito, dell'eternità e della Luce, un cammino,
appunto, seguendo le impalpabili Orme del sole. Un componimento, poesia o prosa
che sia, è dettato dall'ispirazione e, a tal proposito Salvatore Valerio dice: "Non sai
mai quando arriva, né tanto meno quando ritornerà, ma una cosa è certa, è lei che detta legge, io
non sono che la sua penna".
Salvatore Valerio, poi, racconta , che in realtà ha sempre pensato alla realizzazione di questo
libro e infine questo suo pensiero si è trasformato in realtà nel giorno della sua laurea, quando i
suoi genitori gli hanno fatto la bellissima sorpresa di regalargli il libro.
All'interno si trovano moltissime poesie accompagnate da stupendi disegni e fotografie realizzate
dallo stesso autore, che al meglio accompagnano il significato della poesia e ne rendono piacevole anche la visione. Di questo bellissimo libro non c'è mai stata una presentazione ufficiale, ma il
padre, Tanino Riccobene, in varie occasioni. ha letto le sue poesie. Non si esclude la possibilità
di fare in futuro una presentazione. Salvatore Valerio dice che sicuramente realizzerà qualche
altra raccolta di poesie, ma si vorrebbe cimentare anche nella prosa, ad esempio la scrittura di
romanzi fantascientifici che è un genere che lo attrae molto. Infine, Salvatore Valerio Riccobene
sempre in campo poetico ha avuto vari riconoscimenti nelle seguenti città: Caltanissetta, Gela,
Fariano e Montegrotto Terme.
Il grande cantautore Franco Battiato, che ha ricevuto una copia del libro, ha telefonato alla famiglia complimentandosi e richiedendo anche altre opere dell’autore.
Sara Loretta
<<A Carnevale ogni scherzo vale>>, pensa qualcuno
Particolarmente stucchevoli si sono rivelati i festeggiamenti del Carnevale riesino 2012. E’ chiaro che non si tratta di festeggiamenti ufficiali, per i quali manco a dirlo non sono state trovate risorse nelle casse comunali, ma si tratta invece dei festeggiamenti non ufficiali nati dalla libera volontà dei ragazzini (suppongo), che spontaneamente hanno deciso di travestirsi
e di uscire in piazza, facendo sfoggio per lo più di improbabili travestimenti consistenti in una tuta da lavoro e una maschera,
possibilmente da mostro. Volendo soprassedere sui gusti personali riguardo ai travestimenti, ciò che più ha destato il mio
rammarico è stato osservare come ad un certo punto la piazza fosse diventata teatro di una tanto stupida quanto squallida e
pericolosa scena di “lotta” tra carnali vara intenti a lanciarsi contro dei carrelli della spesa misteriosamente finiti nel bel
centro della piazza, con in mano spranghe di ferro che suscitavano l’ impressione di trovarsi nel cuore di una guerriglia urbana, più simile a quanto accadeva in Grecia in quei giorni di protesta che ad un festeggiamento carnevalesco. Inutile dire che,
in confronto, le fastidiosissime bombolette spray hanno rappresentato il male minore. In questo contesto da Far West non
era presente nessuna forza dell’ ordine, né polizia municipale, né carabinieri. Infatti, non è stata disposta nessuna ordinanza
per fare in modo di garantire un servizio d’ ordine nei giorni interessati dai festeggiamenti. Una grave mancanza!
Forse si è preso alla lettera il proverbio: << A Carnevale ogni scherzo vale>>. Speriamo che non si ripetano più episodi
come questi.
Gianluca Veneziano
I cento giorni del governo Monti: quali i risultati ottenuti
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3
L’Italia , nel novembre 2011,si è trovata in condizioni di collasso economico e quindi vicinissima al default. Il Presidente
della Repubblica Giorgio Napolitano constatata la gravità della situazione economica e sociale,anziché indire le elezioni
elettorali , ha deciso ,con coraggio e determinazione,di dare l’incarico di formare un nuovo governo al prof. Monti , il quale
ha accettato nonostante la consapevolezza delle difficoltà a cui andava incontro per salvare l’Italia dal fallimento.
Il Prof. Monti formato,in poco tempo,un governo tecnico si è reso conto che doveva dare risposte rapide perché si trattava di
una gravissima emergenza,la quale richiedeva non singole misure immediatamente operative ,ma una vastità di operazioni
che coinvolgevano tutti i settori dell’economia del Paese.
Il governo ,sostenuto da una larghissima maggioranza politica,inizia il suo intervento con il decreto “salva-Italia” comprensivo di misure contro l’evasione fiscale, ed a seguire il decreto “cresci- Italia”sulle liberalizzazioni,il decreto “semplificaItalia”, per rendere più facili i rapporti tra cittadini,imprese e pubblica amministrazione,e il decreto “pro-crescita”,per sostenere le imprese mediante le deduzioni dell’ IRAP e degli incentivi fiscali per la capitalizzazione delle aziende.
A seguire si faranno le grandi riforme istituzionali e quelle riguardanti i colossi ,come eni ,snam gas,rai, ecc., delle quali si è
parlato per anni e che la classe politica si è dimostrata inadeguata ad affrontare.
L’Italia ha evitato il collasso ed è sulla strada giusta a livello nazionale,ma non del tutto a livello europeo,perché l’Europa ,nel suo insieme,ha difficoltà a trovare soluzioni condivise per il superamento della crisi.
I partiti che sostengono il governo spingono sulla ripresa della crescita economica suggerendo il taglio delle imposte assieme alla diminuzione delle spese correnti,ma il presidente Monti risponde che sarebbe una scelta opportuna,ma che i tempi
non sono ancora maturi,perché resta prioritario il controllo dei conti pubblici per centrare l’obiettivo del pareggio di bilancio
nel 2013. Il presidente Monti,in cento giorni,ha recuperato ,in pieno,la credibilità perduta a livello internazionale e oggi lo
spread tra i titoli italiani e quelli tedeschi ,-grazie anche alle operazioni della Bce di finanziamento a lungo termine, del sistema bancario, decise ,dal presidente Mario Draghi,-non preoccupa più il pericolo di default. Fino ad oggi molto si è fatto,in
cento giorni,ma molto ancora resta da fare in direzione della crescita economica e dell’occupazione.
Dott. Calogero Volpe
Adozione e Ruolo del Servizio Sociale
L’adozione è un istituto giuridico atto a garantire, ad un minore in grave stato di abbandono o di maltrattamento, il diritto a vivere
serenamente all’interno di una famiglia diversa da quella biologica. Questo istituto è stato accolto bene dal nostro Paese e negli ultimi anni sono aumentate le coppie che vogliono intraprendere questo percorso.
Il ruolo dell’Assistente Sociale nel nostro Comune è quello della valutazione delle capacità genitoriali e l’idoneità dei coniugi ad
adottare. Per fare ciò lo strumento di cui si avvale è il colloquio. Nel primo colloquio viene illustrato ai genitori il percorso che dovranno seguire presso il servizio e documenti necessari per ricorrere all’adozione.
Successivamente, sono previsti tre colloqui di coppia, condotti congiuntamente dall’assistente sociale e dallo psicologo che stilano la
relazione psico-sociale con la collaborazione tra il Comune di Riesi e l’Azienda Unità Sanitaria Locale n.2 di Caltanissetta. È inoltre
prevista la somministrazione di un questionario scritto in cui sono richiesti dati, motivazioni e preferenze. Gli operatori effettuano
anche una visita domiciliare presso l’abitazione degli aspiranti genitori per vedere il luogo in cui alloggerà il futuro bambino adottato
e per conoscere gli eventuali figli della coppia.In seguito a questi, assistente sociale e psicologo, se non reputano necessari altri colloqui, procedono alla stesura della relazione per il Tribunale per i Minorenni.
Il contenuto dei colloqui, e dunque anche il contenuto della relazione da trasmettere deve comprendere i seguenti aspetti:
 la storia individuale di ciascuno dei coniugi, in particolare le informazioni sulla famiglia d’origine, la carriera scolastica e il contesto lavorativo.
 la storia di coppia: il momento in cui i coniugi si sono conosciuti, il matrimonio, la vita insieme, le relazioni con le famiglie
estese, i rispettivi ruoli all’interno della coppia, gli interessi culturali e sociali, le caratteristiche del rapporto con gli eventuali figli,
gli eventi critici, l’eventuale sterilità;
 l’organizzazione attuale della vita familiare;
 gli atteggiamenti della coppia nei confronti dell’adozione: chi ha avuto l’idea per la prima volta, quali informazioni hanno ricevuto e da chi, la conoscenza di altre famiglie adottive, le motivazioni della scelta adottiva, le aspettative e le preferenze, le eventuali
divergenze d’opinione, le risorse che ritengono di possedere;
le previsioni dell’adattamento della coppia all’evento, ossia come i coniugi pensano di affrontare i cambiamenti nell’organizzazione
familiare, la rivelazione al bambino della condizione di figlio adottivo, le differenze biologiche ed etniche, le reazioni della famiglia
estesa e della comunità di appartenenza.
Anche dopo l’adozione i nostri servizi mantengono una certa importanza; soprattutto nei primi tempi, essi possono offrire il loro
aiuto ai genitori adottivi ed al bambino, per affrontare adeguatamente i vari problemi che si possono presentare e per un migliore
l’adattamento del bambino. Quest’azione non deve limitarsi nelle prime fasi di inserimento del bambino ma deve essere un intervento continuo lungo tutto il percorso adottivo.
Filippa Galota
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METODO PONZIO PILATO
C’era una volta un intellettuale, Ponzio Pilato, che penso che il popolo fosse pronto per la democrazia. Prese
due che aveva appena arrestato, li portò davanti al popolo e disse: “Popolo, scegli
tu, chi liberiamo tra questi
due?” Il popolo è un bambino, non è interessato alla democrazia, preferiva coltivare
la terra e mungere le vacche.
Allora Ponzio Pilato, che era
in vena di democrazia disse:
“Popolo vi do un aiutino,
alla mia sinistra c’è Barabba, alla mia destra c’è Gesù
Cristo. Popolo chi vuoi liberare?” Ma il Popolo è un
bambino, al popolo interessa
guardare la Tv o le veline, il
popolo che ne sa? Allora Ponzio Pilato che era un intellettuale ed era in vena di democrazia disse: “ Popolo ti
do un altro aiutino, questo qui, Barabba, è un ladro di
polli. Quest’altro invece, Gesù Cristo, è Dio sceso in
terra. Popolo chi vuoi liberare?” il Popolo disse:
“Barabba”, perché il popolo vuole Barabba, il popolo
vota il ladro di polli, e il ladro di polli diventa presidente del consiglio, sindaco o qualsiasi altra carica di comando non solo politica. A questo punto Ponzio Pilato
che avrebbe potuto fare? Dire che la democrazia è una
scemenza? O che il popolo è un deficiente? No, Ponzio
Pilato fece il gesto più alto della storia dell’uomo; si
lavò le mani. Come per dire: contro l’ignoranza non si
può fare niente, ma contro lo sporco la battaglia non è
ancora persa. La democrazia è indifendibile, il popolo
non la vuole, non la comprende, non la capisce, la si
cerca solo quando questa non mette in pericolo i propri
meschini interessi, però si può fare qualcosa ancora per
l’igiene. Perciò vi do un consiglio: Quando per esempio qualcuno cerca di imporsi con prepotenza, applichiamo il metodo Ponzio
Pilato, laviamoci i denti, tanto con
la prepotenza si ottiene molto di
più che con la democrazia, ma
lavandoci i denti almeno avremo
combattuto la carie. Quando vediamo che chi può fare qualcosa
per cambiare non lo fa, assecondando situazioni di palese ingiustizia, magari perché al momento
conviene così, ricordiamoci del
metodo Ponzio Pilato, laviamoci i
piedi, tanto l’ipocrisia vincerà sulla giustizia, ma almeno noi saremo più puliti e più profumati. Capito? Metodo Ponzio Pilato.
E se qualcuno volesse andare in Francia io consiglio di
non andare. Vi confido un segreto: in Francia non hanno
il bidè. Però vi confido un altro segreto: i francesi hanno
fatto la rivoluzione. Si coglie il nesso tra le due cose?
Ve lo dico al contrario. In Italia la rivoluzione non l’abbiamo fatta, però il bidè ce l’abbiamo. Avete capito? Il
popolo da noi una scelta l’ha già fatta. La democrazia e
la libertà non gli interessa, preferisce pulirsi il sedere.
Giuseppe Toninelli
Consigli del nutrizionista
Ogni essere vivente è biologicamente portato a ricercare il proprio cibo; si tratta di un bisogno imprescindibile, atavico.
Il cibo, però deve essere inteso come fonte di sostegno, utile per vivere e favorire il normale svolgimento delle funzioni
vitali. Vogliamo capire una volta per tutte che mangiare troppo fa male! È scientificamente provato che obesità e insorgenza di alcuni tipi di malattie sono in stretta correlazione. L’obesità che ultimamente desta una maggiore preoccupazione
è quella infantile; i bambini grassi sono in continuo aumento (1 su 3 è obeso). Molti genitori si preoccupano quando un
bambino mangia poco e sono felici se mangia tanto, perché sono convinti che se il proprio figlio mangia, vuol dire che sta
bene e tende pure ad incentivarlo più che a limitarlo, non solo, molti genitori vivono nell’illusione che i chili di troppo
possano scomparire con l’età o addirittura se ne escono con la fatidica frase. sarà tutta altezza”. Ricordatevi che il bambino obeso, se non si interviene tempestivamente, rimarrà tale anche in età adulta. È finita l’era del grasso uguale bello, oggi grasso uguale malattia.
Le tentazioni sono tante merendine e snack in abbondanza, distributori nelle scuole, feste di compleanno con gli amichetti
e a questa alimentazione scorretta si aggiunge la ridotta attività fisica , stare toppo davanti al televisore, al computer,al
nintendo e l’essere sempre accompagnati in macchina a scuola (davanti al cancello) o a qualche attività pomeridiana. Un
corretto stile di vita, attività fisica e buone abitudini alimentari, rappresentano la condizione necessaria per garantire ai
nostri figli un futuro in salute.
Dott.ssa Silvana Volpe
ESECRAZIONE! 24 marzo 1944: la rappresaglia nazista
delle
Dopo l’armistizio di Cassibile dell’8
settembre 1943 e la fuga del re Vittorio Emanuele III e di Badoglio verso
Brindisi, i tedeschi occupano Roma,
dichiarata in precedenza città aperta.Capo della Gestapo viene nominato il t. colonnello Herbert Kappler,
con l’ncarico di mantenere l’ordine
nella città. Kappler avvia subito una
campagna di terrore con frequenti
rastrellamenti e arresti di sospetti antifascisti che fa rinchiudere in un edificio di via Tasso trasformato in un
luogo di detenzione e tortura. A questa spirale di violenza e di terrore,
si oppone un movimento di Resistenza organizzato in strutture militari
clandestine: i GAP ( Gruppi di Azione Patriottica) e le formazioni garibaldine. E’ il 23 marzo 1944. Una di
queste organizzazioni partigiane decide di agire contro i tedeschi proprio
durante il 25° anniversario della nascita dei Fasci di
combattimento. Servendosi di una bomba a miccia
ad alto potenziale con 18 chilogrammi di esplosivo, i gappisti attaccano
una colonna di polizia militare tedesca
del
Reggimento Bozen, specializzata in azioni di
rappresaglia, che ogni giorno, alla
stessa ora, percorrre via Rasella. Sulla strada rimangono 32 morti e
i cadaveri di due civili. Immediata la
reazione. Giungono sul posto il generale Matzler, comandante della Wermacht e il colonnello Dollmann delle
SS. Il primo è stravolto, grida, impreca, piange: parla di una rappresaglia
grave. Alla fine si limita a ordinare
l’uccisione di 10 ostaggi italiani per
Su
u
k
do
Fosse Ardeatine
ogni tedesco caduto.L’incarico di
compilare
la lista dei todeswurdige, cioè dei con
dannati a morte, è affidato al colonnello Herbert Kappler, che, per completarla, si avvale della collaborazione del questore fascista Pietro Caruso.
Il 23 notte, però, muore un ferito di
via Rasella e all’elenco si aggiungono
altri 10 nomi che, per un errore di
calcolo, in seguito diventeranno 15.
Kappler e Pribke si incaricano dell’esecuzione.Il 24 marzo, all’incrocio di
via Fosse Ardeatine e via Delle sette
chiese, compare un plotone di soldati
tedeschi che blocca l’accesso alla cava di arenaria (Fosse Ardeatine); poco dopo giungono 5 macchine delle
SS con il compito di sorvegliare lo
scarico di 4 autocarri e un furgone
della Croce rossa dai quali scendono i
condannati, con le mani legate con
filo di ferro. I tedeschi li spingono
violentemente nei cunicoli della grotta e, a cinque a cinque, li uccidono
con un colpo alla nuca. Una pratica di
indicibile violenza che viene compiuta in uno stato di macabra esaltazione.
Alla fine di questo inumano rituale,
Kappler e Pribke si preoccupano di
far saltare l’ingresso della cava con
delle cariche esplosive per impedire il
ritrovamento delle vittime e per nascondere alla città di Roma le dimensioni della strage. Nel buio delle grotte finiscono cattolici ed ebrei, credenti e atei, comunisti e democristiani,
repubblicani e monarchici, ufficiali e
soldati di ogni arma, vecchi e ragazzi. Tra costoro vi è anche un ragazzo
ventenne da Riesi, Gaetano Butera, di
professione decoratore,
prelevato dal carcere
nazista di via Tasso dove
si trovava rinchiuso, perchè appartenente all’organizzazione partigiana Bande armate del
Lazio. Quella delle Fosse Ardeatine è una strage
metropolitana consumata
in una grande città dell’Europa che, per
la sua efferatezza, l’alto
numero di vite stroncate
e per le tragiche circostanze che portarono al
suo compimento, è diventata l’immagine del
sacrificio.
Sessantotto
anni dopo, la nostra memoria non si è indebolita, ma si è invece rinsaldata e ci ingiunge di
vigilare e di rinnovare
l’impegno affinchè le
nuove generazioni curino i valori indefettibili
della civiltà e delle
uguaglianze, del riconoscimento dei diritti delle
persone e, soprattutto,
della libertà. Abbiamo
un carico sulle nostre
spalle che non possiamo
e non dobbiamo depositare, per noi stessi e per i
nostri figli: l’obbligo
di non dimenticare.
Ezio Fiorenza
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Addio Lucio!
Giorno 1 marzo,3 giorni prima del suo
69esimo compleanno, si spegne a Montreux, in Svizzera, un grande pezzo di
storia della musica italiana, Lucio Dalla. Con i suoi 50 anni di intensa carriera
musicale, Lucio resta uno degli artisti
italiani di spicco del panorama musicale italiano, una figura che ha portato
alto lo stendardo della nostra musica ,senza mai dar adito a dicerie o gossip
se
non
in
positivo.
Lucio Dalla nasce il 4 marzo 1943 a
Bologna, suo padre, direttore del club
in città di tiro a volo,morto prematuramente a causa di un tumore, sua madre
sarta casalinga ; da adolescente si appassiona al jazz ,facendosi regalare per
il suo 13esimo compleanno un clarinetto che impara in fretta a suonare e comincia subito ad esibirsi ,nonostante la
sua giovane età. Nel 1964 arriva il suo
primo 45 giri, che incide a soli 21 anni,
contenente “Lei (non è per me)” e “Ma
questa sera”, pubblicato dalla ARC,
casa discografica distribuita dalla RCA
Italiana, per cui usciranno i successivi
45 giri di Dalla, nonché il suo primo
LP. La sua carriera da solista inizia proprio grazie al Cantagiro del ‘64 dove
presenta
un pezzo
scritto da
lui ,”Lei” ,che però a detta dello stesso
autore, fu un totale fiasco che comunque non riuscì ad abbatterlo. Formò
quindi il suo primo gruppo con musicisti bolognesi, “Gli Idoli”, con i quali
incise il suo primo album nel 1966,
intitolato 1999. Con la canzone
“Paff….bum!”, accompagnato dagli
Yarbirds ,si presenta per la prima volta
al Festival di Sanremo nel 1966. Lucio ,deciso e intraprendente , partecipa
molte altre volte al festival; duetta con
grandi nomi della musica italiana e rag-
giunge il successo da lui tanto ambito.
Famose le collaborazioni negli anni
della maturità con De Gregori e Morandi. Lucio è considerato l’apice della
musica italiana : è ascoltato da grandi e
piccini ; ha segnato generazioni intere
con le parole delle sue canzoni che toccavano il cuore di chiunque le ascoltasse. Muore la mattina del 1º marzo 2012,
stroncato da un infarto, all’hotel Ritz di
Montreux. Il funerale si è tenuto nella
basilica di San Petronio il 4 marzo,
giorno in cui avrebbe compiuto 69 anni,
alla presenza di quasi 30 000 persone.
Dopo il rito funebre, trasmesso in diretta televisiva, il cantante è stato tumulato nel Cimitero Monumentale della
Certosa di Bologna. Lo stesso giorno,
durante la partita Bologna Novara ,un
commosso Marco Di Vaio , il capitano,
a nome della squadra, ha portato un
mazzo di fiori sul sedile targato 43,
dove era solito sedersi Lucio Dalla.
Struggenti le parole di Ron, suo caro
amico: “Quello che ci ha lasciato in
eredità e’ la sua leggerezza nel prendere
la vita, ma anche la morte. Non si è mai
arrabbiato per qualcosa, ha vissuto la
vita in maniera leggera e se n’ e’ andato
con leggerezza. Mi dicono che era di
una felicità immensa, se ne e’ andato
come un fringuello, come faceva al
ristorante quando si sedeva e dopo cinque minuti si spostava. Così faceva e
così ha fatto”. Ciao Lucio ,piccolo
grande uomo ,ci mancherai !
Vincenzo Iacona
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Festa della libertà
Il 17 febbraio 1848 rappresenta
una tappa fondamentale della
storia
d'Italia,
infatti in questa
data re Carlo
Alberto riconobbe i diritti civili e
politici ai valdesi
del Regno di
Sardegna. Con
le Lettere Patenti di Carlo Alberto si poneva fine
a secoli di discriminazione, un
primo passo verso il riconoscimento della libertà religiosa nel
nostro Paese.
Il 17 febbraio i valdesi intendono
richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica sul tema della libertà,
pensando alla lunga storia della
loro emancipazione, ma anche
nello spirito della Costituzione di
un paese laico e pluralista. Anche
la comunità valdese di Riesi ha
ricordato il 17 febbraio, infatti il
Servizio Cristiano, di concerto con
la Chiesa Evangelica Valdese, ha
organizzato una serie di eventi.
Nella mattinata sono state svolte
iniziative delle scuole del Monte
degli Ulivi, durante il pomeriggio è
stato celebrato il culto nel Tempio
di via Faraci, quindi ha avuto luogo un concerto dal titolo "Suoni di
Libertà" presso il Servizio Cristiano, dove in serata è stato organizzato un momento di comunione
che si è concluso con un falò
Vincenzo Iacona
M O N D I A L I T A’
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Un anno in Madagascar
Pubblichiamo la testimonianza di una volontaria del
VIS (Volontariato Internazionale allo Sviluppo), allora
a metà del suo anno in Madagascar
Ho sempre sognato la missione da quando frequentavo
gli ambienti salesiani facendo l’animatrice ed entrando a
contatto con il volto missionario dei salesiani. Ho scelto
di fare medicina quando avevo 16 anni. Durante un incontro del MGS (Movimento Giovanile Salesano), un
salesiano medico missionario in Brasile stava facendo la
sua testimonianza, e io senza rendermene conto avevo già
deciso chi volevo essere. Quello è stato un momento cruciale ma ogni giorno da allora è stato un continuo interrogarsi, scegliere.
Ho scelto di fare medicina per poter realizzare il mio
sogno di vivere a braccia aperte, per poter trasformare in
realtà il mio desiderio di mettermi a completa disposizione degli altri.
Grazie all’ispettoria e al VIS ho cominciato questa esperienza missionaria. Subito dopo la laurea sono partita per
un mese di volontariato in Argentina, Tucuman. Ho lavorato al Comedor Infantil Don Bosco e ho collaborato con
un associazione, REDINFA, che si occupa di mamme e
bambini dei vari Barrios di Tucuman, svolgendo incontri
per la prevenzione delle malattie infettive.
Dopo un anno di lavoro nella mia città, Catania, ho maturato la scelta di dedicare un anno della mia vita alla
missione.
A novembre 2010 sono partita per il Madagascar, dove i
salesiani sono presenti da 30 anni, per svolgere un anno di
volontariato come medico di base per le strutture sanitarie
della diocesi di Ambanja, in particolare per il dispensario
della comunità salesiana di Bemaneviky.
Sono passati 5 mesi dal mio arrivo in Madagascar. Tutto
quello che avevo immaginato adesso è una realtà. Questa
terra prima sconosciuta e distante adesso è diventata il mio
quotidiano.
La sveglia è data dai bambini che arrivano nella scuola di
fronte casa! La mattina lavoro nella clinica nata e gestita
dai frati cappuccini (Clinica St.Damien, Ambanja), collaboro con i medici locali in sala operatoria e in ambulatorio.
Periodicamente mi sposto a Bemaneviky, dove abbiamo
appena cominciato un progetto che comprende attività di
prevenzione, cure primarie ed educazione sanitaria per le
scuole del distretto. Questi mesi mi hanno permesso di
conoscere, di avvicinarmi al popolo malgascio. Ho avuto
bisogno di osservare e di ascoltare e ci vogliono occhi e
orecchie diverse per comprendere e annullare le distanze.
Ancora sono a metà del mio cammino ma quando ti affacci
sul resto del mondo comprendi quanto questo cammino sia
quello che porta a voler conoscere Cristo, a voler incontrarlo, a riconoscerlo negli altri
. Valentina Mazzeo
La Spingula
La “Spingula”è la prima cooperativa femminile di ricamo nata in Sicilia, a Riesi negli anni 60. e viene fondata dal
Servizio Cristiano di Riesi.Fu importante, sul terreno sociale, la cooperativa di ricamo Bisogna rifarci ai decenni
passati quando le donne non uscivano quasi mai di casa e potevano farlo per ragioni di lavoro. Persino quelle in lutto.
La cooperativa conto’ fino a 25 donne lavoratrici.I ricami, di ottima fattura furono venduti in tutta in tutta , Europa,
tramite i vari comitati di amici di Riesi. Purtroppo l’attivita’ della cooperativa, estremamente significativa sul piano
sociale oltre che produttivo dovette essere sospesa alla fine degli anni ’70, per mancanza di sbocchi. Si era resa necessaria rinnovare la produzione, a cio’ le lavoranti si mostrarono restie ed allora fu’ inevitabile la sospensione
dell’attivita’.Qui di seguito vi riporto ai ricordi di Antonia, un’operaia che vi ha lavorato per ben 4 anni. Dal 196973, inizio’ all’eta’ di 15 anni come apprendista, dopo aver effettuato tre mesi dicorso, poi come operaia, messa in
regola con il libretto, la paga dice intorno alle 50 lire ora. L’atelier di ricamo era sito in un edificio adibito, presso il
Servizio Cristiano del monte degli Ulivi. L’orario di lavoro erano le otto ore di lavoro giornaliere scandite dalla pausa, per la quale erano soliti portarsi dietro il cestino, durante la pausa si potevano scambiare due chiacchiere, ascoltare la musica, la radio e si parlava del piu’ e del meno. Si andava a piedi, si ci incontrava per strada lungo il tragitto, e
si faceva una lunga passeggiata.Il lavoro era un’occasione per socializzare e poter quindi uscire di casa.Si era contenti di poter passare una giornata diversa ed era occasione di svago. Acquisita tale abilita’ nel ricamo si procedeva a
casa a farsi il corredo. Si ci andava essendo stufi di stare in casa e per un po’ di indipendenza.E si acquisiva un’arte
oggi molto apprezzata da alcune parti ed in altri no, che dovrebbe essere valorizzata poiche’ ormai in disuso.
Pongo infine la riflessione che Riesi nel corso degli anni ha avuto un mutamento, ma non si e’ riuscito ad avere un
progresso, che e’ qualcosa di piu’ profondo è veramente un concetto diverso della vita, e in questa realta’ c’e’ tutto
da reinventare.
Eriketta Ferrero
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I sotterranei di Riesi
Il noto storico riesino Salvatore Mirisola, autore di numerose pubblicazioni sul passato di Riesi, ha riscoperto i beni culturali che sono
presenti nel nostro territorio. Questi si possono suddividere in due
categorie: quelle visibili all’occhio nudo e altre che si trovano sottoterra prevalentemente all’interno delle cripte della Chiese. La prime
comprendono gli affreschi presenti all’interno della chiesa Madre
realizzati dal pittore palermitano Agostino Gambino intorno al 1751
per volontà dei Pignatelli. Poi troviamo l’opera del Crocifisso Nero,
un opera di Giuseppe Aprile, un intagliatore in legno di Canicattì operante a Licata nella seconda metà del 1700. Sopra l’altare troviamo la
statua della Madonna della Catena, che è attribuita o al Quattrocchi o a
Girolamo Bagnasco, che sono due famosi intagliatori siciliani. In oltre
troviamo il Cristo Vivo che si trova nella cappella dei Setti Dolori che
si trova nel lato sinistro rispetto alla navata principale. Invece nell’altra cappella troviamo il Cristo Morto. Altre opere religiose che possiamo ricordare sono: il crocifisso in carta pesta che si trova nella
chiesa S. Salvatore che è del 1690, la statua di San Giuseppe realizzata
dall’artista Filippo Quattrocchi e poi tutte le costruzioni realizzate nel
servizio Cristiano progettate da Leonardo Ricci. Un altra opera è il
complesso monumentale dello zolfataro realizzato dallo scultore riesino Onofrio La Leggia. Le opere invisibili comprendono la cripta della
chiesa del Santissimo Crocifisso che conteneva le ossa di defunti riesini e che è stata svuotata nel 1972 ad opera di Don Scuderi , che l’ha
trasformata in un luogo di esposizione di opere d’arte, inserendo la
bellissima via Crucis del professore Gallo. La cripta di San Giuseppe è
chiusa e non è stata mai stata esplorata; invece quella della Chiesa del
Rosario pare sia stata riempita nel 1950, quando è stato demolito il
tetto della chiesa che era pericolante. Invece per la chiesa della Madonna della Catena ci sono documenti più precisi, che sostengono a
chiare lettere la presenza di questa cripta. Il sotterraneo era suddiviso
in diverse sezioni, ciascuna delle quali veniva attribuita ad ogni singola famiglia, e questa ubicazione veniva inserito nell’atto di morte. Per
esempio le famiglie nobili venivano seppellite vicino all’altare e pagavano 15 Tarì, che corrispondono a 80 euro. I corpi prima di essere
seppelliti venivano inseriti all’interno degli scolatoi , cioè dei punti
dove i cadaveri venivano posizionati per farli asciugare. Chi non poteva pagare, veniva inserito nelle fosse comuni, suddivise per categorie
in relazione al sesso, all’età e al ceto sociale . Però non sappiamo dove si entrava. Lo storico afferma “suppongo che ci sia una botola
all’interno della chiesa; invece l’entrata principale era all’esterno.
Sappiamo per certo che nel 1868, il sindaco Jannì ha fatto costruire
un cimitero in contrada Due Palmenti, all’esterno del centro abitato.
Dopo tale data, questa cripta è stata chiusa. E da quel momento in poi
nessuno ha mai messo piede”. L’avvocato Mirisola per questo invita i
Beni Culturali a trovare i finanziamenti per realizzare un sondaggio
necessario a capire se esiste ancora la cripta. “Questo sarebbe molto
importante per la nostra storia, poiché nel suo interno troviamo le
ricchezze e le miserie di Riesi di almeno due secoli e mezzo”.
Giuseppe Calascibetta
A RIESI NUN SI PO FARI NENTI
A Riesi nun si pò fari nenti
pirchì jè china di genti ignoranti
pirsuni invidiusi, grezzi e prepotenti
ca ti impidiscinu di purtari lu paisi avanti.
Macari ca ci su chiddri 'intelligenti
su sempri 'cchiù assai li vrachi linti
ca janu marbaggi lu cori e la menti
pirchì l'hanu di natura essiri tinti.
razza ca piglia 'cchiù assai di la gramigna
ca lu cravuni sempri si ci vagna
armali ca si pasci cugna cugna
abituatu a lu magna magna.
Quannu si senti un rijisanu ca s'allagna
ogni cristianu ci vulissi dari pugna
darici in testa curpi di ligna
cu sà di la menti 'ssù pinziri si scugna.
Genti ca parra ammatula e ti sparra
ca di lu nenti scatinanu 'nnà guerra
ca vannu sparrannu barra barra
di cosi ca nun stanu nè in cilu nè in terra
genti invidiusa ca cuumu nenti forra
nun ci mintinu nenti a fari nasciri 'nnà sciarra.
Ma lu rijisanu nu cancia propriu mai
si tu l'aiuti ti minti li guai
di tragedi e tradiminti 'nnì capisci assai
ni pensa una e ti 'nni stampa dui
si ti lu trasi intra oji
dumani 'ccù tò muglieri si 'nni fui.
Lu rijisanu cosi belli nun ni voli
pirchì voli essiri peggiu di l'armali
si jinchi la vucca di tanti paroli
ma ci piaci essiri trattatu mali.
Lu rijisanu ha statu sempri vili
omu 'ccù omu si taglianu l'ali
malizia e gilusia 'nhavi quantu un zimmili
ma di la testa nenti n'havi sali.
Li rijisani nun hanu educazioni
ci stanu arrassu 'ppì 'nzina li cani
nun hanu mancu fedi e religioni
puri lu Signuri ci livà lu pani.
Su pratichi di sangu e malazioni
famusi 'ppì essiri tranti e malandrini
su umini d'anuri all'addiuni
ca 'ppì li sordi diventanu assassini
cu 'ppì trenta dinari e 'ccù 'ppi un miliuni
di la cruna di cristu ci misiru li spini.
Li rijisani su 'nnà razza maligna
lagu d'acqua lorda ca mai stagna
Direttore Editoriale:
Don Paolo Terrana
Sito Internet:
http://giornalinoagora.jimdo.com/
Oh Riesi, dimmilu tu amia 'cchì t'ajè diri
lu vidi ca anchi ji sacciu sparrari
di 'ncasa tua ogni giovani si 'nni voli jiri
pirchì nun ci dù spranza di campari
e genti babbi quantu 'nn'amà suppurtari
e dulura e peni quantu 'nn'amà patiri
prima ca ti decidi a cangiari
di tutti sti minchiuna lu vuliri?
E quanti supirchiarii ancora j'ha di fari
prima ca suli 'nnì lassi muriri?
A sti domandi ora dicu basta
pirchì lu sacciu ca nun hanu 'nnà risposta
a Riesi aria bona nun si 'nnì tasta
e stari 'ccù sti merdi assai 'nnì costa
ma a tia tuttu chistu nun t'avasta
e insisti a dalla forti la batosta!
Si a sti pirsuni nun ci fà cangiari testa
quarchi jurnu l'amma fari giusta.
Oh riesi, ca nun sinti li nustri lamenti
la risposta a tridici anni l'appi davanti
quannu scrissi di un muru 'mpunenti
e lu scrissi 'ccù manu trimanti
ca macari ca si ci mintinu li santi
Riesi nun cangia 'ppì nenti.
Salvatore Pasqualino
Redazione
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“Sulle orme del Sole”