Ivana Ðurišić
Suada Saliu
Valérie Sylvie Monnier
Djokic Bojan e Dokic Tanja
1. Come ti chiami
e qual è il tuo
paese d'origine?
Mi chiamo Ivana Ðurišić e
vengo dal Montenegro,
precisamente da Herceg Novi, Meline.
Mi chiamo Suada Saliu e
vengo dall'Albania, dalla città
di Durazzo. Ho infatti la
cittadinanza albanese.
Mi chiamo Valérie Sylvie Monnier, sono
francese, e vengo da Belfort una località
che si trova in Franche-Comté a circa 80
km dalla Germania.
Ci chiamiamo Djokic Bojan e Dokic Tanja,
siamo serbi sposati e sordomuti. La città da
cui proveniamo si chiama Nis, una cittadina
a 100 km dal confine con la Bulgaria ed a
230 km da Belgrado.
2.Da quanto
tempo vivi in
Italia?
Da settembre del 2003,
quindi circa 7 mesi.
Vivo in Italia da quando
avevo dieci anni e sono
venuta qui il 24 marzo 1997.
Ho vissuto per cinque anni a
Caserta, poi mi sono
trasferita a Ravenna dove
vivo da due anni..
Vivo in Italia dal 1993 e ho visitato e
vissuto in diverse città.
Viviamo qui da 10 anni.
3. Perchè sei in
Italia?
Mi sono trasferita in Italia
per motivi di studio ma non
sono stata costretta dai miei
genitori, era mio desiderio.
Ho deciso di venire a
studiare in Italia perchè il
titolo di studio che si ottiene
in Jugoslavia non è
considerato a livello
internazionale mentre qui in
Italia ho più opportunità.
Nel 1997 cadde lo Stato in
Albania e, di conseguenza, ci
fu una grande confusione.
Mio padre viveva in Italia per
motivi di lavoro già da sei
anni e aveva intenzione di
portarci qui per vivere
insieme anche prima della
caduta dello Stato, infatti
avevamo già i documenti
pronti per il trasferimento,
ma ci furono dei problemi
Ho studiato l'Italiano all'università, la
"Sorbona" e sono venuta in Italia per la
mia specializzazione, in quanto in Francia
svolgevo un ruolo di ricercatrice. Si può
dire che io abbia vinto una borsa di studio
sponsorizzata dal Ministero degli Esteri
Francesi e dal Ministero dell'Istruzione
Italiano. Appena arrivata in Italia ho
abitato e studiato a Venezia,
successivamente ho lavorato all’Istituto
Ginanni di Ravenna per 2 anni come
lettrice, ho lavorato al porto per import-
Perché in Serbia c’era la guerra, io ero molto
giovane, non c’era lavoro e le fabbriche
erano tutte chiuse; avrei voluto trasferirmi
in Svezia da una zia ma era impossibile
ottenere il visto e così l’unico paese possibile
era l’Italia, che comunque, mi piaceva
molto. Prima arrivai io e dopo sei mesi mi
raggiunse Tanja, che era già mia moglie.La
prima città dove abitammo fu Roma. Subito
andai all’ente sordomuti per avere aiuto ed
incontrai uno studente universitario rumeno,
anche lui sordomuto che mi diede
Quattro
interviste a
confronto
1
Ivana Ðurišić
4. Con chi vivi?
Vivo con mia zia, mio zio e
mia cugina.
(Sei sposato?)
Quindi non vivi con i tuoi
genitori, mantieni contatti
con loro regolarmente?
Solitamente ci sentiamo ogni
due giorni per telefono e,
inoltre, ci spediamo delle email.
5. Hai studiato
italiano prima di
trasferirti in
Italia?
No, non ho mai preso lezioni
però l'ho imparato grazie a
mia madre che mi traduceva
i programmi televisivi italiani
che si vedevano in
Jugoslavia.
Suada Saliu
Valérie Sylvie Monnier
Djokic Bojan e Dokic Tanja
burocratici. Il nome di mia
mamma era stato sbagliato e
per questo errore, abbiamo
dovuto rinviare la partenza di
qualche tempo.
export, ho lavorato anche a Forlì in un
mobilificio, ho fatto ricerche a Firenze e
continuo a svolgere il mestiere di
interprete. Quando abitavo ancora in
Francia, per mantenermi gli studi,
lavoravo a Napoli durante l'estate come
guida turistica: in questo modo
approfondivo le mie conoscenze di Italiano
e conoscevo anche luoghi estremamente
suggestivi. La città a cui mi sono
affezionata di più è Ravenna perchè mi ha
permesso di approfondire enormemente le
mie conoscenze (visto che studio il
Decadentismo, il Crepuscolarismo e autori
romagnoli come Moretti), di scrivere
articoli molto utili per la mia università e
perchè è una città isolata - a me sembra
quasi un'isola - però mi permette di
raggiungere facilmente tutte le altre
località del nord Italia e qui ho vissuto i
momenti più belli della mia vita.
informazioni preziose come, per esempio
l’indirizzo della Caritas, dove mi hanno
accolto e preparato tutti i documenti di
soggiorno. Ho cercato anche l’ambasciata
svedese a Roma per tentare di ottenere il
visto ma come serbo non c’era nessuna
possibilità di soggiorno a causa della guerra
nel mio paese d’origine.Successivamente ho
incontrato un altro amico di origine
bolognese che lavora nel ministero degli
Esteri, e lui mi disse che se avevo bisogno di
lavoro non dovevo restare lì ma andare al
nord dove c’era più possibilità di lavoro. Così
mi invitò al centro sordomuti di Ravenna per
festeggiare insieme il Ferragosto. Facemmo
moltissima attività sportiva, siccome sono
campione di pallamano e al mio paese ero
nella squadra nazionale. Io adoro fare sport.
Siccome qua non c’è la squadra di
pallamano, ora gioco a basket.
Vivo con i miei genitori e mia
sorella Asika di dodici anni.
Non sono sposata, però devo ammettere
che ho inizialmente deciso di restare in
Italia per amore di un italiano; svanito
quello, mi sono innamorata di Ravenna.
Vivo con la mia famiglia: mia moglie, mia
figlia di 6 anni, siamo in attesa del secondo
figlio e provvisoriamente abita con noi anche
mia madre che aiuta mia moglie nella
gravidanza.
Sì, l'ho studiato a scuola
frequentando un corso
facoltativo della durata di un
anno perchè aspettavo i
documenti per partire;
comunque so che ora
l'italiano è diventato una
materia scolastica
obbligatoria.
Ho studiato l'Italiano all'università, la
"Sorbona" e sono venuta in Italia per la
mia specializzazione, in quanto in Francia
svolgevo un ruolo di ricercatrice. Si può
dire che io abbia vinto una borsa di studio
sponsorizzata dal Ministero degli Esteri
Francesi e dal Ministero dell'Istruzione
Italiano. Appena arrivata in Italia ho
abitato e studiato a Venezia,
successivamente ho lavorato all’Istituto
Ginanni di Ravenna per 2 anni come
lettrice, ho lavorato al porto per importexport, ho lavorato anche a Forlì in un
mobilificio, ho fatto ricerche a Firenze e
Sapevo solo “ciao” e “grazie”, però nel mio
paese mi ero diplomato in perito meccanico
e mia moglie in taglio e cucito professionale
ma qui in Italia questi diplomi non erano
riconosciuti. Ci dissero subito che dovevamo
studiare l’italiano per entrare nel mondo del
lavoro, cos’ ci impegnammo e prendemmo il
diploma di terza media entrambi qui in
Italia.
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Ivana Ðurišić
Suada Saliu
Valérie Sylvie Monnier
Djokic Bojan e Dokic Tanja
continuo a svolgere il mestiere di
interprete. Quando abitavo ancora in
Francia, per mantenermi gli studi,
lavoravo a Napoli durante l'estate come
guida turistica: in questo modo
approfondivo le mie conoscenze di Italiano
e conoscevo anche luoghi estremamente
suggestivi. La città a cui mi sono
affezionata di più è Ravenna perchè mi ha
permesso di approfondire enormemente le
mie conoscenze (visto che studio il
Decadentismo, il Crepuscolarismo e autori
romagnoli come Moretti), di scrivere
articoli molto utili per la mia università e
perchè è una città isolata - a me sembra
quasi un'isola - però mi permette di
raggiungere facilmente tutte le altre
località del nord Italia e qui ho vissuto i
momenti più belli della mia vita.
6. Quali sono le
differenze
culturali che hai
notato tra il tuo
paese d'origine e
l'Italia?
Beh, innanzitutto gli italiani
sono molto più credenti
anche perché studiano
religione a scuola sin da
piccoli mentre da noi non è
prevista l'ora di religione.
Nelle aule non sono appesi i
crocifissi e si riceve
un'educazione religiosa dai
propri genitori. In Italia ho
notato che si mangia molta
pasta e pizza mentre noi
preferiamo pesce e carne.
Inoltre gli italiani, quando
vanno all'estero non sono
propensi a provare i cibi tipici
del paese e tendono a
cercare ristoranti italiani
Il sistema scolastico è
diverso: le scuole
elementari, le medie e le
superiori durano quattro anni
e si va a scuola il
pomeriggio, tutti i giorni
tranne il sabato, dall'una alle
cinque circa; alle elementari
c'è solo un insegnante che
insegna tutte le materie,
mentre tutti gli altri tipi di
scuola sono come quelle
italiane a parte il fatto che
bisogna indossare
obbligatoriamente
un'uniforme. Se c'è una cosa
che ci accomuna è la
televisione perchè molti
vostri programmi, come
"Amici", "Striscia la Notizia",
sono stati copiati.
7. Quali difficoltà
hai incontrato?
Nessuna in particolare,
conoscevo già una ragazza
italiana che, per di più, è
Mia madre si è diplomata
come ragioniera in Albania,
ma il suo titolo di studio non
Differenze poche in quanto la cultura del mio
paese è molto simile a quella italiana. Anche
se in Serbia, con la guerra, sono scaduti un
po’ tutti i valori ed è tutto deteriorato.
Inizialmente ho avuto molte difficoltà
burocratiche per ottenere il permesso di
soggiorno e per avere il libretto sanitario.
Sì, in primo luogo ho avuto problemi per
come si affronta il problema dell’assistenza
ai sordomuti qui in Italia: in Serbia ci sono
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Ivana Ðurišić
Suada Saliu
Valérie Sylvie Monnier
anche una mia compagna di
classe.
è riconosciuto qui e lei viene
considerata come una
studentessa di terza media;
infatti ora lavora come donna
delle pulizie in uno studio
legale, mentre mio padre fa
il camionista e
sfortunatamente ha dovuto
ripetere l'esame per la
patente in Italia.
Se posso esprimere il mio parere, le leggi
italiane sono qualche volta un controsenso perchè se non si ha il permesso di
soggiorno non si può lavorare e non si può
lavorare se non si ha il permesso di
soggiorno.
ben 9 istituti dove organizzano attività,
danno sostegni economici e praticano
tantissimo sport, invece in Italia non è stato
facile cercare qualche attività sportiva ma,
non mi sono dato per vinto e alla fine adesso
sono nella squadra di pallacanestro di
Ravenna.Ho notato che qui in Italia gli
istituti per sordomuti sono gestiti spesso dal
clero e a livello statale l’organizzazione è
piuttosto carente.In secondo luogo ho avuto
problemi a trovare lavoro in quanto il mio
diploma da metalmeccanico non aveva
valore e la lista delle persona disoccupate è
unica sia per gli extracomunitari sia per le
persone disabili.Così mia moglie iniziò
facendo la badante a due persone anziane
per tre mesi e io lavoravo per un’impresa di
pulizie. Devo aggiungere che i sordomuti
all’estero sono molto più sostenuti che qui in
Italia. Infine come ultimo problema
l’ingresso al corso serale alla scuola
ragioneria con la richiesta di un interprete
linguistico che ci è stato assegnato solo da
metà Gennaio, anche se noi venivamo a
scuola lo stesso con molte difficoltà.
Hai incontrato difficoltà ad
inserirti in questo sistema
scolastico?
No, affatto. Io ero molto più
avanti dei miei compagni di
classe perchè frequentavo un
liceo linguistico in Jugoslavia.
Non mi è dispiaciuto lasciare
la chimica e la fisica anche
se qui l'economia aziendale è
una materia molto
complessa.
Djokic Bojan e Dokic Tanja
8. Hai notato
discriminazioni
verso stranieri o
extracomunitari?
Beh, in Italia non avete
problemi ad accettare gli
stranieri però, quando
sorgono problemi di
carattere politico, le prime
persone che accusate siamo
noi.
Molte, ma non nei miei
confronti.
Non perchè sono straniera, ma perchè
sono donna. Credo che se fossi stata
uomo, con il mio titolo di studio, avrei
avuto più possibilità di lavoro all'interno di
un'azienda.
Sì, le ho notate sia verso gli extracomunitari
e sia soprattutto verso di noi, i sordomuti.
9. Ti senti
cittadino
europeo?
No, mi sento cittadina
Jugoslava.
Non molto e comunque trovo
che questa realtà sia ancora
lontana da me.
Si, mi sento pienamente cittadina
europea. Anche se sono francese, e spesso
gli italiani ci vedono come radicati
nazionalisti. Il fatto che io viva qui in Italia
da diverso tempo ha fatto sì che io non mi
senta una cittadina unicamente francese,
bensì una completa cittadina europea.
Si ci sentiamo cittadini europei al 100%
10. Di che
religione sei?
Cattolica.
Sono di religione
mussulmana, in Albania il
70% è mussulmano, il 20%
cristiano e il 10% ortodosso.
A dire la verità io sono atea in quanto mia
madre è ebrea, mio padre è cattolico, per
cui hanno deciso di non battezzarmi.
Questo potrebbe sembrare un fenomeno
Siamo ortodossi praticanti, ma non abbiamo
mai avuto problemi di questo tipo.
Frequentiamo spesso la Chiesa e viviamo un’
intensa vita di fede.
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Ivana Ðurišić
Suada Saliu
Valérie Sylvie Monnier
La religione è importante
perchè legata da una
profonda tradizione, ma non
è molto rispettata. Infatti da
noi a scuola la religione non
esiste come materia ma le
festività di qualsiasi religione
vengono festeggiate
dall'intera comunità. I nostri
simboli sono la luna e la
stella. Sebbene la mia
religione richieda di pregare
cinque volte al giorno prego
solo alla sera prima di
dormire anche perchè non ci
sono moschee qui a
Ravenna.
contro corrente visto che in Francia la
maggioranza è cattolica, però ci sono
anche importanti comunità ebraiche,
mussulmane e protestanti. Se io avessi un
figlio abbraccerei la stessa scelta dei miei
genitori per non imporgli le mie idee.
Djokic Bojan e Dokic Tanja
11. Ti manca
molto il tuo
paese?
Si, mi mancano le coste della
Jugoslavia dove l'acqua è
molto più trasparente e
limpida. Da quando sono in
Italia non ho mai fatto il
bagno.
Abbastanza perchè là ho
lasciato buona parte dei miei
parenti, ma ogni estate vado
a trovarli e passo là le mie
vacanze.
Si, mi sento a casa qui a Ravenna, perché
rispecchia il mio ideale di città e perché la
gente mi ha accolto calorosamente;
nonostante io sia francese dentro di me c’è
una piccola porzione d’amore per l’Italia, e
devo dire che a volte mi sento persino più
romagnola che italiana.
Sì, ci manca molto e nutriamo la speranza
che un giorno la Serbia entri in Europa e
risolva tutti i suoi problemi.
12. Quando pensi
al tuo futuro
pensi ad
un'occupazione
qui?
No, all'estero,
preferibilmente in
Inghilterra.
Sì anche perchè se tornassi
in Albania il mio titolo di
studio non sarebbe
riconosciuto.
Non perchè sono straniera, ma perchè
sono donna. Credo che se fossi stata
uomo, con il mio titolo di studio, avrei
avuto più possibilità di lavoro all'interno di
un'azienda.
Il nostro futuro lo vediamo qui in Italia,
proprio a Ravenna perché abbiamo scelto
che qui nascano i nostri figli sono nati qua,
abbiamo comprato, di recente, una casa
tutta per noi e ci troviamo bene.
13. Hai mai avuto
problemi a
celebrare feste
religiose o tipiche
del tuo paese?
No anche perchè sono
cattolica. In Italia le feste
sono molto più sentite e
vengono festeggiate in gran
stile mentre da noi no.
No, perchè per problemi vari
ho deciso di non celebrare
tali feste.
Gli Italiani non si arrendono mai di fronte
ad un problema, e se possibile, cercano di
trovare sempre delle scappatoie per
aggirare l’ostacolo; le feste italiane mi
piacciono tantissimo perché mi ricordano il
mio paese d’origine e il cibo è eccezionale.
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