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ESI - PALLI
BIBLIOTECA LUCCHESI-PANI
LIBRETTI
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‘9
EL PARIA
MELO-DRAMM/l IN DUE ATTI
I»
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DA RAPIÎ'LESENTLRSI
NEL REAL TEATRO DI S. CARLO
La sera del dì 12. Gennajo 1829.
‘
mcomxzmno IL FAUSTO cmamo NATALKZ‘IO
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SUA ALTEZZA REALE
IL PRINCIPE EREDITARIO
D. FERDINANDO
DUCA
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DI
CALABRIA.
Mzùînìfi‘rlà ’
GENNARO SANTILLI
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gaiia} ÉZ/gyma%a
1829.
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.
CENNO SU I PARIA E SUL
MELODRAMMA .
-‘W
Gli abitanti della penisola bagnata dal
Gange, dal Kistna , e da l' Indo, venivan par
titi in tribù dette caste , delle quali eran tenute
in maggior pregio quelle de’ Bramani‘, o Sacer
doti , de’ guerrieri , de’ negozianti , e de’ cittadini.
Da queste diramavansi le altre, serbando mai
sempre l’ originario lor nome . Oltre il novero del
le medesime, erane' una che per superstizione ri
motzksima riputavasi generata dalle piante del
nume Emma, e da questo maladetta. I discen
denti di‘essa , a’ quali davasi la denominazione
di Paria , eran dannati a trarre lor misera vita
nell’ enne solitudini de’ deserti , a non potere usar
con genti di altre tribù , 'ed a segnare eziandia
le fonti nelle quali spegnean‘o la lor sete . E l’In
dica donzella, che avesse osato accorre nel cuore
sentimento di amore per alcun di loro ne sarebbe.
stata punita con dispregio universale , ignominia ,
ed infamia oltre la tomba ancora .
Avvien che uno di mi disventurati, giovane
sovra ogni altro valorom, impaziente , e vago di
veder nuove terre abbandona il padre , e le natia
selve di Or_‘issa , cangia le proprie vestimenta , e
scende sui piani ameni di Benarez, mentre per
fiera pugna che ferve tra gl’ Indiani , ed i Por“
togkesi , i primi son»giunti all’ estremo .
Egli i-ncuora , riduce al campo ifuggitivi _, e
combatte , incalza , e rompe qfliztto il nemico stra
mero .
Quelle genti superstiziose risguardandolo q'ua‘
1’ essere wvraumano, gli qflicùzno il supremo im«
’Ì'
'u“
,._k ‘
‘
'
paria delle schiere , e s‘ ingegnano a tutto potere
‘dî onorarlo in ogni guisa .
Il Gran Bramano, uom senza modo ambi
zioso , temendo non l’ inclito campione , pervenuto
ad altissimi gradi, passa usurpargli ilfreno del
I’ impero , si avvisa mal suo grado concedergl‘ in
moglie la propria figlia, cheil giovane fervente
mente ama. namato.
Quindi l‘ amore degli sposi promessi, ’l mo
da onda all’ignoto Parîa vien riveduto il ge
nitore , e loscovrimento d’ entrambi (3) formano
il soggetto di questo Melo-Dramma tratto dalla
Tragedia del Signor Delavignc .
lì
14
x
.,'I
(a) Ogni casta era distinta per certi seguì sul
V01îo , od alcun’ altra parte visibile della persona ,
ma per agevolare 1’ azione drammatica, si è ere
(1u10 che bene stesse fingere
Che i
personaggi
rappresentanti i Parià gli avessero sul petto .
'ÎlA..L._.J_:_
QL..V_
,-;. -' W..
A
.«
Poesia delSigùor Domenico Gilar-’
doni ;
Musica del Éignor Maestro Gaetano
Donizetli .'
Architetto" de’ Reali Teatri, e direttore"
delle decorazioni sig. Cav. D. An-‘
ionio Niccolini .
'
inventore, direttore e pittore dello
scenario signor Pasquale Canna .
L’ esecuzione delle scene di archi-‘-'
tettura è del signor Niccola Pel
landi , e di quelle di paesaggio del
sig. Rafiîzele Tfifari .
Direttore del macchiniscno sig. Fortu-T
nato Quèriau.
Macchinista, sig. Luigi Corazza;
Attrez2eria disegnata , ed eseguita dal
sig. Luigi Spertini ;
Direttori del veStîario, signori Tomi
maso Navi, e Filippo Giovinetti;
I
6
PERSONAGGI.
AKEBÀRE , Sommo Sacerdote , Capo della tribù.
de’ Bramani, padre di
-
‘
Signor Campagnoli.
NEALA , destinata al culto del Sole .
Signora Tosi.
_ ZARETE , padre (1’
Signor Lablac/ze.
_
IDAMORE, Capo della tribù de‘ guerrieri .
Signor Rubini .
EMPSAELE, Bramano , confidente di Akclnrc.
Signor Chz'zzola .
ZAIDE , Sacerdotessa .
Signora Ricci.
Coro di Bramani .
Sacerdoti .
Sacerdotesse .
Baliadere .
Balok .
Trombellier-i .
Guerrieri .
'
Popolo .
Custodi del tempio.
Fachiri . ‘
L’ azione è presso Benarez .
I Versi virgolati si (mettono per brcvità .;
ATT0 PRIMO.
Éosco l'altissimo di palme - A destra (lell’ attore ,»
vestibulo del tempio di Brama 1- A sinistra prili-‘
cipîo di strada che conduce a Beuarcz - la M;
80‘ monti,- e Colline.
Sorge ii Soia.
SCENA PRIMA.
fldlieZarc con sei Brdrnani distende dal tempio;
e tutti ingin‘occkiati e rivolti al simulacro
del nume , dicono:
‘
‘
In questa a (e saciata antica seli'rfl;
Dove riatùra ’iù diffonde il verde;
Nume , accogli il morta! , che offerta una
Pe’òonqùistati allori ,
Or che P’er 1‘ etfa i suoi corsiéri :dduùc
L’apportater d‘auro - feconda luce .
( I sci Bramani si dividono per dare iixgrcssd
alle Varie Tribù. Akebare so‘lo .t’ aVanzai
e fra se ripiglia. )
_ I
be giovomx‘ni il sfidar sugli altari ‘,
Se il superbo Idamore ‘ha 1’ imPero'
Su le schiere, sùl Poolo' intero ,
Né là fronte a ine vole piègar‘!..
Qggi ci riedel.. E fra nuovi trofeil.;
i Il potessi domare , annientarl..
Mai s’ avanzan 'le turbe ‘festiVe ...‘
Creda il volgo me intento ad orar.‘
À.‘
Si ritira nel tef‘npio.
8
S C I N À III.
Bramani , Sacerdoti , Sacerdotesse‘,
e Custodi,
Trombettieri e guerrieri. Le Baliadere ed i
Balok arrivano danzando : Il popolo , ed i Fa
(hÙ'i arrcmno le (ferie al Nume .
_ Bram. , Sacerd. , e Saccrdotes.
Tmu‘.
Al Monarca Sovrauman ,
T" mirasti il Lusitafl
Be de’ Numi, Dio Sovran ,
Scior le vele all' Ocoàn ,
Che Ha sempre, ed era già
Pria che 'l tempo ave;e' età ;
Ed audace qui Venir
I tuoi templi a incenerir ,‘
Che ad un fiato , ad un respir
Discendesti , e ’l patrie accur
Pnote il mondo far crollar;
Di tua possa si vesti ;
Polve l' uomo addivenir ,
Di nostr’armi al balenar
Corpo l' ombra ritomar;
,Al grand' astro che primicr
Cadde l’ oste , impallidi .
Tu ascoltasti il pio uvemer,
ha le stero slblfiOl'ò ,
‘L' orbe cieco illuminò,
Che smarrito t’ invo;;ò ,
E ’l tuo raggio lo guidò
Fu del giorno il condottier. ,
Di vittoria pel sentieri
Le stagioni variò ,
Al creato diè color;
La tua fiamma divampò
De‘ tuoi figli in ogni col' ,
Al cui riso, al cui fulgor
E la destra d' Idamor
L' universo s’ animo ;
Vinse, spense , trionfi) .
Dan 'e, e giuovhi, ed inni, e voti, Lode a te che nel periglio
Trombe , cetre, ed ormalclui,
Tutti spieghino , devoti
Il gioir d'un si bel di ,
Che fra lauri mirexcmo
Ribornar nella eittade
Desti invitto difensore ,
Che di sangue osti] vermiglio
Tinse il Gang: , lo-salvò.
Lode a te che nel suo petto
.
lncendesti tue scintille ,
Vincitrici quelle spade ,
Onde all’ofizhre a mille a mille
Che per l'1nclo ognnn brand.l .
Gli sconfitti tremando.
Il( Pontefice
I sei Bra_mani
degna dalla soglia del tempio.
A voi mostrarsi o popoli.
Umile a lui si prostri ognun.
( Tutti s’ingz'nocchiano. )
S C E N A in.
Akebarc , irgfine Neala .
’Akc.
Sorgete .
Brama , non men che 1‘ ignco Dio gradire
M-Wh__, _ 4.0.... m
I cantici pietosi -‘ Gl‘,innovate ,
Allor che il patria suolo
Bicalcheran le trionfanti squadre .
( Discende dal tempio, e venendo innanzi
Ma
Neala ?.. Che miro!..
Par che l’insegna alcun l..
( Neala viene dal soggiorno delle Sacerdo
tesse , come sefpsse perseguita -Poi sifer«
ma - guarda di nuovo dond’ è venuta - Si
cdpre il volto per l’ orrore - Passa dalla
parte opposta ov’;è Akebare , e senza ac‘
oorgersi clz’ è il padre, si tiene a lui ab«
In*acciata. )
'
Tu tremi ?.. Piangi ?..
( Si scuote alla voce del padre , e con ri«
spetto si scosta a poco a poco . )
Svela al suPremo in fra i ministri sacri
_
Qual ria cagion si ti rattrista, e t’ange ?..
Nea. Orrendo sogno !.. Vision tremenda !..
Alce. Che mai t‘ apparve? Di?
Neo.
Sì. Tutti udite
Non ho forza
Alce.
‘
Ohbedisci .
Nea.
Inorridite :
_ Parea che mentre 1’ àloe
Mia destra all’ ara desse ,
A un tratto fosca e pallida
La sacra fiamma ardesse !..
\
Lungo fuggisse il tripode,
Il tempio si scuotessel..
Ahi
Mi manca
più non
già posso
il respir!..
dir
nÌI’
Alte.
/’\
Un lampo a quell’accouto
Balena al mio desir. )
10
Tutti A. quel sinistro accento"
Mi sento abbriviclir!
a Nea. Prosegui . L’ atro evento
Tutto ne lascia udir .
Nea.
_
S’ avveuta al core un aspide',
Lo squarcia , l’ avvelena ;
gemebonda a un
I
Paridlu
’ annoda , m’ incatena l
Sfonda il terren, precipita,
annata a eterna" Pena .y
Ahi che m'agghiacc:ia il coi"
L’ idea 'd’ un tanto orrori
Îidti ad Alulare .
0 tu , loce del vero ,
Interprete del Ciel,
Deh spiega un tal mistero;
_
Sgombra l’ arcano vel .
che. _fra se.
( Porgi: u ldamor la mano ,‘
Sposo lo stringa al son .
Prestigio falso e vano
Serva a ma privato ben . )
Nea. , ra se .
‘
( Me , che agli altari tuoi
Seppe Idamor rapir
unisci, o Dio , se il vuoi ,
dire. in tuono
llla rea
ispirato
non mi
. scovrir!
‘
Sciolta Noala , e libera
Da’ voti suoi ,’ da 1’ are ,
.Î Numi lei concedono
V
Consorte ad un guerrier;
Tutti ‘Ed. è Costui?
Ake.
’
Fin noto
Àllor che su l‘ altare
Giovi oblwdir me interpreto"
Del Divo , e sol voler .
..
_ AA_
ÀL.WL»__L-MMM ‘
\
1!
Tutti ( Nodo sì eccelso a stringere
Non havvi che Idamore .
Ei forte, prode, ed inclito ,
Nea.
(1’ ogni eroe maggior . )
( Ahi lassa! Son pur misera!
No , che non è Idamore!
Ei mai non. volle cedere ,
Piegarsi al genitori
Ah che un raggio di speranza
I
Più non veggio , non m‘ avanza!
Oh Neala sventurata ,
E vivrai senza Idamor?
No , la vita io non desio ,
Se non è dell’idol mio;
5010 accanto a lui resPiro ;
Per lui solo io sento amor“. )
Akc.
,
Tutti
M’ è pur grave ad un che abborro
Dare ancor la istessa figlia!
Ahi che il core nel consiglia ,
Ma si renda schiavo il cor! )
Gia fastoso vola amore ,
Già inghirlanda , tesse , e intreccia
Colla rosa , colla freccia
La heltade , ed il Valor.
Jke.
Gemina (Pialle
ompavittrici
nel gran
tempio adunque
Al ritornar
insegne
A compier , Sacerdoti, v’apprestate :
E l’ onor del trionfo
Alle temute schiere;
‘I
E ’l nodo che inspirommi' da le sfere
Il nume. Intanto ogni tribù si renda
Fnor de la selva , e il vincitore attenda .
( Akebare co" Bramani rierifra nel tempio -;
Tutte le altre Tribù. si. ritirano - Nm/a ,
Zaidc, e le Sacerdotqssc rimangono in
iscena . )
1%
Nea. ( Si - Decisi . La morte
_ ,
Nullo, tranne ldamor, mi fia consorte! )
Q
Zai. Neala? Ah perché mai nel di più lieto
Quel palpitàr frequente , e irrequieto?
Un ridente avvenir non t’ offre 9..
Nea.
Oh cara ,
Qual mai compenso v‘ ha che adegui appieno
L’ età dell’ innocenza,
'
Ch\io qui trascorsi a voi compagna? Amiche ,
Ah
De 1’pria
amor
chemio
v’ abbandoni,
ciascuna un (e
pegno
chiuda
s’ahhia.
i lumi!
Questo monile il cui lavor lodavi,
( Sulla collina comparisóe Zante. Laprimd
a scorgerlo è Zaide. )
-ì
Delide è tuo; e a te Zaide H.
7ai.
Un Veglioi
Uno stranieri
Nea.
V
Le sue sembianze,- gli atti
Son d’ uom , che d‘ atra pena vien consunto‘ .
Zai.- Del sacro cinto oltrepassò la'meta!
Tosto si rieda , d suore
Nea.
»
E che? Un vegliardo‘
Privo (1’ ogni (lift-sa ,
Potria destarvi tema 9.:
_
‘ .
Prestiamgli aìta - Egli compianto inspira -‘,
Mirate -
prono al suol! Gemel Sospiral
SCENA
IV.
Zante z'nginoac/iiato a pie’ di un Idolo, e dette.
Z ar. Tergi, o Dio di pietà, - Tergi’l mio ciglio ,»
Rendimi il caro figlio .
‘
Dimmi, o Nume, ove sia? - Dove s' aggira? H"
Dimmi se ancor respira?
1)
13
Questo aVanzo d‘ età, - Deh fa che almeno ,
Trarre io possa sereno .
Neala, Zaide , e Saccrdotcssc.
Chi fia? Chi mai sarà? Si strugge in pianto!
Al simulacro accanto!
'
Neo. Qual tu sia, qui t” inoltra .
( Come quell’ e_gro aspetto,
Mi desta in appressarsi , ignoto affetto ! )
Zar.
(lop0 di essere disceso al piano, e di aver
’jissato attentamente il guardo sul vestibolo
del tempio . )
( Che miro! Ahpnon m’illudol )
Uh vergini pietoso , del: mi dite,
È questo forse il bosco 9..
Neà.
Sacro a Bx;ama .
Zar. ( Ahi dove sconsigliato
‘
Spinsi le piante! Ahi dove, tu ldamore,
Il padre lrascinasti ?..
Di qui prescritto il Pavia,
Se il Braman lo ravvisa ,
Morte riceve in dono
Dal feroce Akebare! E un Paria io sono!
Si fugga L. )
’
Neo.
E a che da noi ', che men dovresti
' Temer, t’involi alto terror spirando?
Zar.Deh credi, è il cor che ovunque il passo io mova
Pace non mai rinvien , più duol ritrova!
Nca. E la 4cagion?
Zar.
Perduto ha un ben ..
Neo.
,
Ti calma
Il riavrai se'da un morta] dipende .
Zar. Un solo il pnote. Io lo sperai finora ,
Ma fra ’1 pianto, e’l lamento ,
In van cittadi e .. Qual marzial concentoi‘
Nca. ( Ahi giunse l' idol mi0Î )
SCENA
V.
Èmpmelc , eh detti .
Che mai rechi Empsael ?..
Emp.
Nunzio son’ io
Ad Akehar del trionfal ritorno
D’ Idamore ..
( Entra nel tempio .)
Zar. ( in disparte . ) Idamor!
( a Neala . )
Dimmi, de 1’ anni ?
Nca. È il primo Duce .
"
Zar.
E un lustro
Or compie 9..
Neo. '
,
In Balassor pervenne .
Zar.
( È desse! )
Nea. Ti è noto P
Zar. (,‘rimcttendosi . ) Ah si - M’ è grato
Rivederlo
Neo.
Compagne
N’ andiam . ( Trov’ Idamore al loco usato
Il simbolico intreccio , e apprenda in quello
Il voler d’ Akehare ,
Non men che il mio pensieri )
Zai.
’
Si torni all' are .
( Neala, Zaide , 6’ le Sacerzlotesse si riti
rano - Appena Zarete rimane solo , dan
dosi in preda alla gioia . )
Il Io6
fi lio
è mi! '
lo vedlròi)
In questo di!
Lo ahhraccèrò 9..
Ah no , che il core
Non regge in petto!
Magvior diletto
e
Bramar non sa, I
.
15
E tanta gioia
In tal momento,
Ogni tormento
Scordar mi fa !
SCENA
( parte.
VI.
Parte esterna del tempio di Brama, circondata
di monumenti sepolcrali.
Idamore venendo dalla città si avanza
‘
con precauzione .
Là dove al _ciel si estolle
Per mille e mille ripetute grida ,
,
Di plausi adorno (l’ Idamore il nome ,
Stupido il cor parea di vita privo!
Qui dove il salse su l‘ avello piange,
E de le tombe il sol silenzio regna .,
Palpita in sen , tutto divampa , e m’ arde!
Sì - Più che onor d’ impero ,
Puote forza (1’ amor! Delizia porge!
Come vaghe a me rendo
Quelle soglie ove traggo il di Neala!
Caro quel marmo in cui ripor solea
I suoi pensieri! Io mi vi appresso , e intanto
Di gioia il ciglio dolce versa un pianto .
( Si appressa ad una colonnetta, trovata una
ghirlanda la svolge , e trattano un foglio
legge . )
* Brama sci0glie i miei voti .'
" posa me dona} il padre ad un che ignoro .
>" Ma fida a te son’ io " Senza poter vederti, io moro - Addio.
( Gli cade ilfoglio di mano e rinumc colpito. )
‘
î'
16
’
Lontano , iù l’amai...
Pugnan o , a lei pensava ...
Vinceva
Gloria
Ferito,, ,poter
ioe la
lei,chiamava
vede:
trofei ,
?
‘
A'
Mentre
lei recava
soltanto
a. lei a lei
.
‘
i. n
'
La perdo, e mia non è !..
Ma no - Non v’. ha, o Neala ,
Chi possa a me involarti!
Non v’ ha chi , per ritrarti
Donde sepolta sei,
S’ opponga a’ passi miei ,
Osi arrestarmi il pie’!
Fin dove sorgono
I sacri altari,
Se ur ti avessero
In Braccio i Numi ,
Da lor disvellerti
lo ben saprò!
E ogn0r sorridere
A me d’ accanto
Vedrò que’ lumi,
I
Per cui quest‘ anima
I primi palpiti.
D’ amor provò .
Ma chi è colui i’.. Nel manto il volto asconde!
E con cammin sospeso
‘
Il passo avanza, e’l guardo torna indietro!
5 C E N A
VII.
Zarcte , e detto .
/
( Zarqte coprendosi il mento , stagne, c in ye
dere Idamore: )
( Possihil mai! Qui solo‘! )
Ida.
S‘ arresta!
__._4_________MÀÀ
‘
À
I7
Zar. ( evvicinandoglisi
Ida.
Zar.
0h sorte! )
A ma 3’ a PIEressa
È il . glîo! )_
Ida. Stranier che cerchi?
_
Zar.
Ida. Ciel! qual voce!
De’ guerrieri il Duce
Zar.
_
proseguehdo ) Idamor
Ida.
_
Fin ver?
Zar.
scoprendosi il volto
Te stesso .
Ida. Padî‘e ?..
.
i Zar.
Il ravvisi P..
Ida.
Oh gioia! Oh me beato!
\
Zar.
Deh( stringîmi
è per abbracciarlo
al tuo sen
, poi respz'ngcndolo. )
Ti scosta ingrata !r
Ida. Mi fuggi P ‘
’
Zar. guardando le vestiìnehta d'eljîglio . )
Oh Numi , e mi serhas_te in._vita ,_}
Perch’ io di duoyl morissi
_
-_
Nel rimiì‘arlo sotlo spoglia iu‘fida.f
Ida. M‘ odi...
Zar._
v
_
À Snuda quel' ferro parricida. ‘
_
_ ( Scopnendosi il petto. )
»
,
Quk. in questa ch’ hai pur anco sul tuo Potito;
Di Pavia impronta , vibra10 .
E al gran Braman lo reca
Con feroce sorriso ,
‘
‘ Tutto del sangue di tuo padre intrî'so I..,
Ida. Che ar1i mai? Deh cre‘rli , '
."‘ |
Opra ’de\ mio valore-
»
_‘I al il
Armi e vesti cangîò ,. ma nonì,lycorel
Zar. » E le',stl‘agì che un giorno i.Sacerdotì
» Qui fèan, volendo noi » ’ _
» Dal Nume maladetti , e. ch_Îip_ parrate
» Ognor t‘ avea , ché spetîat'm: men fui,
» Potevi 0hbliari‘...
1=\,. .
4
2
Q
18
Ida.
»
»
»
»‘
‘
» Le rammenlava , e tutto
Vinse il desio di con'templar_ d’appressp
Questa cittade, e nelle pelli avvolto ,
Te lasciando pervenni in Balas‘sorre.
Il Lusitan guerra mov'ea . M’ ofl‘ersi ‘
» A battagliar .y Pugnai .
» E al par della vittoria or or compiuta,
» Salvando l’Indostano,
'
» De l’ armi ognun m‘ elesse allor Sovrano .
Ida. No . Tutto ohbliavi ...
Ida.
Zar. Mentisci.
Ida.
Zar.
E am’or
'
Ah ch‘ io tornar volea
Amor l. .
Ida.
- Anch‘ella per me sol...
Zar.
-
Perdona... È rea
Rea l. Narra? Svela .
Chi osavi amar i’..
Ida. ( perplesso
‘
,
Donzella ...
Zar. Prosegui.
‘
Ida.
Clx’or da l’are...
Zar. Finisci.
'
Ida.
Zar.
Ida.
È sciolta
-
E’l padre suo ?..
'
Che chiodî?..
Zar. prendendolo per mano.
Impallidisci? Tremi? Qud sospetto!
Parla . Sarebbe mai?
Zar.
Ida.
De’ Sacerdoti è il‘ pri
Chi Stelle!
.. su l’ Akehare!
altare
_
"'“ ’
D‘un Àke‘har la figlia!
D‘ un ‘inìmico acerrimo !
Che l’ aula l’è Vermiglia
Del sangue tuo medesimo 9..
Quanto di più tormento
Da l’uom crear si pub!
. ,..a.-. ...._.ù__.__‘ H..."
ig,
Tanto quel solo accenlo
v
.A darmi aPPieu bastò l
Ed è mai fQ_l‘ge rea
Ida.
\
Un’ipnocgnfe vergine ,
Ahi sol Perché nascea
Di genitor colpevole 9
Quanto- Akeba_r veleno
Nel core aver si può!
Negla in seno,“ \
J Tanta
Virtude
ognor serbò !‘
Zar.
Nel germe d un crudele
Ida.
Dono del Cielo è questo ,
Zar.
Ahi stolto l (per andare )Ormai flecisilf..
Virtù non mai discese!
non de l‘uom fav‘or
Ida.
Zar..
' Padre P...
'
' “
Tcl‘î’fuî finor .
Lia in quelle sacre mura ,,
Altri ten diede amorl..v I
'.
Iv"
Là_,j( ;.’qde
Mg.argo
ualsquillo
suon dafl’interno
i‘_ Quai voci?..
del tempio.
Ida.
Del pr1efigd è l’ ora
\ ‘Zar. ( ipg_inocc ian_dosi ) ‘ Ah Nume ..,
‘( Akebai‘er Rràmani, e Sacerdotesse'idal tempio)
Salvi , o Nume , e ogr_a.qr difenda
La tua Sgadfl-, .-Î ' \
Lo siuolo prediletto. .
La tua‘folgoire‘ trememlafi
‘ Piombi", s'cadfl- -.
.
’
l
541 'I;)aria maledetto .,
Zarete sortow z_'npiedi , e preso.per_ mano ilfigli o.
Udisti ?‘ Esulîa! ’_ "'JÎy
Agl invocar‘ lo .seempio_
‘ Di stirpe inul_ta .,
f.“
Nonvai 3u Bui: nel temPio
.
+
‘-1
'
20
Tu delle squadre
Primo e supremo Duce!
Sov tuo adre,
Su e i ti _ iè la luce,
Taci!
L’em èio onor
a'natema‘
, né trono
Ida .
Virtù in me scema!
Ancor quell’ io mi sono
Che sempre odiai’
Questa de’ Numi prole!
5’ io t' ohhliai ,
Zar.
.
Non più riv<agga il Sole!
Seguimi adunque E vuoi P.. -
Ido.
Zar.
Trarti da un’ empio suolo!
Indugi ?. .
“
\
Ida.
Zar.
Ahi duro cenno !..
Risolvi .
Ida. fia se.
( Oh pena! Oh duole!
Lascerò colei che adoro ?
Che a me visse ogn0r fedele?
Ahi per esser si Crudele
'Non dovrei più core aver!
Dìrle almeno io sul desio
Qual destino a lei m’ invola;
Una sola - Estrema volta
vzdr‘.
Io la br’amo almen veder! )
Veggo ben che più del padre
Caro estimi un folle orgoglio !
; Vivi all’ ombra pur del soglio ,
Godi in grembo del poter!
Moribondo nel deserto
Cercherà tuo padre il.figlio !
Ed il figlio - In quel‘momento
Ida.
Zar."
Non potrà nemmen veder!
M’ ascolta Ebben P..
2.!
Ida.
° " Ti seguo Ma
' Zar.
Ida.
. Zar.
Parla . f
‘
. Ove di piante
Più folto è il bosco , in breve
M‘ avrai
Deh t'arrendi
No , -e In
miquest‘
concedi,
istante
Ida.
Ch’ io le dica solo » addio -
Ahi ! Se pure il labbro mio
A dir tanto arriverà !:.
Poi fa pur de‘ giorni miei
Quel che più t’ aggrada e vuoi ,‘ ‘
Sono
Credi tuoi,
a me -li Ma
tron’cherà!
il fier dolore ,
Zor.
Tel concedo; ma rammenta ,
Che capace ancor son‘ io
Di dar fine al viver mio,
Se tua fede mancherà ;
E quel suolo che a te porge
De’ mortali il fren supremo
Fin 1’ estremo ‘- Ch‘ io calpesta;
Per me tomba diverrà!
( Partono dz'3idend05i.
Fine dcjl'dtto Primo .
ÎÀTTO‘ SECONDO. "
Bosco come _ne‘ll’ Atto Primo . Notte con luna .
.
,
-
.
SCENA PRIMA.
.,;
Empiaeh, ed Jk-ebure .
Emp. Discendi .
"
Alce.
Ed lda'm'or?
Imp.
Alte. Seggio
f
"d"‘ impero
' !“ 50! tel
tu puoi
vedrai.
ridurmi
( paria
A tanto estremo! lo stesso
’
Olierirgli la figlia 1.. Ma .. si.. è desso.
"
'
S C E N A H.
A'kebare ,. ed Idamore .
Ida. Fra l’ ombre' de la notte , }
E in questo loco , va se Akebar mi Chiede?
Î4ke. Quiell’ Alsebar , che tuo nemico credi .
Ida. Quai detti!
Alce.
.S' abbia_.
Ida.
"
Or 1’ offre quanto di più caro
«
Che mai?
- ,_, ;
"
Alce.
La figlia .
'
Ida. (deponqndo la sua dignità) Tu ?.. Neala P..
Alte. Ov’ e pago il tuo core,
Lei consortea te rendo al novo albore .
'
Ida. stringendogli, e quasi baciandoin la mano:
Ah che bramar potrei di più? » Tel saPpi ,
» Da’ primi miei trionfi ,
» Amore a lei 'm’ avvinse ,
_» Quando del serio il crin sua man mi cinse!
Alce. A tanta pompa adunque
Le schiere ancor fian pronte .
23
( Piegasti pur superbo a me la fronte! )
( si ritira . )
Ida. Ei la figlia mi dona
E il padre ?.. Ahi lasso !. Per fuggir m‘ attende . -‘; .’
Ch‘
Ed io
or liaui rivedrò?
venia Beppe
Che Neala
mai risolvo
intanto?..
#59
E
Ahcerto
si
ioParia
son
S C
svelar
cheE allor
NmiA meco
eleggio
III. Neaia
a lei ‘
’ Idamore , e Neala .
Nea. Idamor? Sul tuo labbro era il mio nome?
Ida.
Se (cor_zfuso
il padre ) . Non temer, compie i tuoi-voti.
Nea. Che! Ti spiega?
Ida. (freddamente
Tuo sposo me destina .
Nea. Ciel! Fia vero? Idamor? Sei mio? Tu taci!
» Figgi lo sguardo al suol? Né ii tuo sembiaatc
» Tanta neoperse mai
» Tristezza quanta _or che mia destra avesti
» Ravvisarue mi è dato P...
Ida. Nealn P..
Nca.
Parla . ..
Ida.
immenso
L' amor che per me nutri?
Nea. E tu? Chieder mel puoi? » Spefila financo
» 10 sempre t’ amerò ,
"
» Più che t’amai finora ,
» S” 'è ver che 5’ mm oltre la tomba ancora .
Ida. Né perché de‘ guerrieri il prence or sono
M’ ami P
Nea.
Amo Idam0r . Del caso è 1’ oprw
La tua grandezza , e di volnhil sorte
Schiavo è il grande - Virlude è sol =tesoro ,
Ch’ eterno vive . lo tua virtude adoro.
Ida. Adu‘nque tu pietade avrai puranco
De l"uom che Per ventura
24
'
Nacque t1i lor, ;lre senn colpa alcuna,
,’_A,v"lver son dostrettî
' -
‘
\
lli'seri, erranti , dispNgiat'i , fibbieltil ,
JVCU. » Di chi fawlli mai il .
Ida.
» De l’ infelice ,
» Che al mondo i rari dischiuse,
» ECielo!
forza ,Forst:l..b
non radon dal mondo escluse!
Nea.
Ida.
Del Pa
-Nea.
-
‘
Dei: taci - Ah taci -
Miseri noi se nel recinto sacro
La maledetta casta il pie' volgessel
Vedresti il ciel fosco - sanguigno farsi!
Spalancarsi il terreno,
E seppellirne entrambi entro ‘1 suo seno!
Ida. » E 9’ un di loro ignoto vien fra voi,
, » Puglia , vince , trionfa ,
a E col proprio suo sangue il vostro salva?
Nea. n Svelan’rlosi non mai
»'La vita in premio avria,
» Sempre trafitlo egli e,ader dovria!
))
Io stessa, io stessa, me l’ impone il Nume,
9)
Dargli morte dovrei,
\
» Se mel vedessi innanzi ain occhi miei!
‘Ida. Un (1’ essi , ahi l;mr e’ aggirr
Fra queste piante !
',
I
Nea.
Ida. abbracciando Ida. . Ah ch‘io nel vegga
Troppo
Si tenne occulto . A te mostrarsi ci vuole.
li è giprresso.
‘
-
Nea. passando all’ altro lato (1’ Idamore , ed q)“
- jèrrando il suo pugnale .
I
. .Ov’è?.. L’ altro tuo ferro
Meco unito brandisci . _t
Feriamo l
‘
, r. "_a
Ida. gittandoci a suóîp1'edi;" 2:. ‘-
‘
-.
.. ‘.
‘.\
Ebben - LO sposo tuoferiscil ‘
-7 i 1....
. .. .,.._)_._“-,H î.>_,74 \ __,.
.- W
ì
a'5 ‘
Nea‘. le cade il pugnale , rimer inmobile , e sen
1a guardarlo :
Ei stesso !ll Y
.
A un culto barbaro
Ida.
Il. tuo. consorte immola !
Neo.
Ida.
_ Nea.
Ida.
Nea.
Ah fuggi, .e_i Numi s‘ abbiano
Il sangue di me Sola l
Sangue gli Dei non lit-amano .
'
Gli Dei non l’han Prescritto?
No - Legge rea, tirannica ,
Ne fpresta all’uomo il dritto!
Vero n il sogno! larvolati..‘. «
Cli’ io'. porti altrove il piè .
Ida. Sorge Jdamore , e trattenendola, le; p_reizde
la mano, e dice
/
Parti? E un sol guardo ed ultimo ,
Nemmeno aver da te?
La mano tua, del: Vedi;
Or che. concedi ,
l
Ch’ io stringa al core di te sola amante;
Non trema , si dissérra ,
Manca la terra!
Non disanguigne nubi il ciel si covre l
N,èdal celeste regno
Voce di sdegno
A noi parlòl
Non ftllminòl
Tutta tranquilla e pura ,
Mira ., è natura ,
Vè come intorno è cheto ogni palmeto;
(Î0me financo arride,
E a_ me sorride
L’ astro di notte con l’a'rgenteo raggio .
E tu’ crudel soltanto _
Coridanni al pianto
cm t'adorò_?
Te sol’ amò ?‘
i
16
Nea.
' Ahi come a quell’ decente ,
Svanire io sento
L‘ orror che di _sua stirpe avea finora...
Ahi che lasciarlo ‘oh Dio!
Assai
No 2‘ Non
soave pdss‘
in nor
io scende il suo dettò l.
Non più. Di me disponi.
Che vuoi P Lo imponi
Sì . Tua sarò
Con te vivrò .
Tu ? Mia?
Ida.
Nea.
Ida.
'
Tel giuro .
‘
Il sei ,
Ove compiuto il rito,
Che a te mi rende unito ,
Meno fuggir Fuggir !. .
Nea.
Ida.
N01 Puoi i’..
Nea.
Ida.
»
'
le sol
.
Che u. 'ii !..
Rimanti .
,
( Per andare . )
‘Nea.
Ida.
Nea.
Ida.
T' arresta
\
’
E spero P
Vincesti l..
Oh ciel! Fia vero?
,
i
Lo sposo tuo segufir l.. ‘
‘
Nea.
Ahi come non seguirti ,
Ida.
Ahi
Se quale
il 001‘, più
nell’ mio
udirti
non
è
Contento io provo in me!
a ‘z
Sarai tu Semprg, o car 2 ,
Il'solO mio pensione;
‘
F
Ognor dal tuo volere
Il mio dipenclerà ,
E se fra le tue buccia
_‘ ,
M‘g.<_f-...4
«
Avvîen che un giorno in mora ,
Bella la morte ancora
Allcr per me sarà!
Idd.‘
‘ ‘
.'
Nea.
>
"
1
All’ ara ahdiam mio bene ,
Amor ci annodarà!
Se le dese'rte arene
'Amor ci guiderà v!
( Partono. )
S C E N A
IV.
Antichissimo Tempio dirnto , e formato nell‘ in
cavo (1’ un monte e Sui ma!si si scorgono scol
pite le stragi des l’aria .
Zarele'; iqfine Coro di Sacerdoti .
Za1; Notte , 'ch’ eterna a me parevi , eterni '
, A che per me non fosti ?.L
A tal ridotto 01‘ non sarei , che fuggo
La luce , e par ch’ ella in’ insegna ovunque!
Gente appressar mi parve ,
E forza fu di nuovo uScir dal grembo
De la foresta, dove 'àttc3i inviamo
Il (i
No
Che mai dicol..
Il traditore! Il mio più fier nemico l..
Ma dov’ io trassiil piede? Uve mi trovo?
Nomi lll Ahi ben ti l‘avviso ,
Alla scolPita roccia ,
_
'
\ Ri’cintò- infame di delitti pienol..
In di sacrale a strage (1’ ogni Pavia , \
Mel rammentO, di qui con la consorte,
Solo in fuggir trovai scampo alla morte l..
Quest’è il terren che bevve
_
Per man Sacerdotal sangue inhocentel
Ahi di fatale! Ancor mi sei presente!
Qui pel figlio‘ una madre gridava Nol flarilel Me sola 'ucaidflel Là pel p‘adr‘e donzella csclnmnva -
Deh salmolo, e me trafiggcte -
'
Pel emana la suora moriva;
'Per
E spietato
la sposail ilBraman
consorte
furibondo
si offriva,
_
Sordo al pianto , e col ferro alla mano ,
Di sangue avido e ognor sitihondo ,
Padre, tiglio , consorte , germano ,
Sotto l‘ empio e sacrilego acciar ,
Esùltava in‘ vederli spirar !
Coro di lontano .
Mai fulgido_ così
Alcun
L’
Fiaaurato
d’uopo
s’ inoltra
crin
ognun
P..dalAhmar
schivar'.
si
Zar.
( Zarete si nasconde dietro un masso . In que
‘
sta andando verso il tempio il coro de’ Sa
cerdoti , e recando la corona per [dama
re , e l’onda [astrale dice:
Mai fulgido cosi
L’ aurato crin dal mar ,
Nel ricondurre il di ,
Spiegò 1’ astro maggior .
Volgiamo al tempio il piè,
E voli ad annodar
Indissolubil fè
Neala ed Idamor .
-
( Si perdono di vista attraversando la Scena . )
Zar.
Che intesi! Oh Cielo! E v‘ ha
Maggior del mio martir?
Cotanta crudeltà
Nel figlio discovrir!
Fra’ nemici un Idamor
Come mai poter gioir!
E spietato , il genitor
Obbliaro e fin tradir 1..
Questa adunque o figlio ingrata ,
Dopo il corso di tanti anni ,
r... 4A»WMA._MW _.‘4
’9
Spesi inlagrime ad all‘anm' ,
/
Questa adunque è la mercè?
Ma se il padre abbandonasti ,
E il rendesti disperato!
Godi appieno o figlio ingrata ,
Lo Vedrai spirarti al pie’l
Il sacro , io varcherò
‘
Augusto limitarl
Me Parla svelerà
Al barbaro Alce\barl
S C E N A
V.
Atrio
fondomaestoso,
1’ interno eddelombreggiato
Tempio di di
Brama
palme,
cui In
si
_ ascende per vasta scalinata .
,'1
'
.-qxr
Entra tutto l‘esercito . E dall‘ interno del Tem
pio vengono i Sacerdoti, e le sacerdotesse .
Coro
Brama , antor de l’ universo ,
Che dal soglio etereo , augusto ,
Dolce speme inspiri al giusto ,
Ai colpevoli terror;
Sol, che flutti, e prati, e selve,
- Monti, e piani, e valli 'r’n'ostri ,
" QUando al mondo sció li e mostri
f
La irradiante chioma 5’ or ;
Gange, 0. tu che al guardo umano
Il tuo nascere nascondi ,
Ed i campi ognor fecondi
Col fuggente {e ricco umor;
Tutti, 0 Nomi qui scendete,
E avvincete - In nodi immoti
I guerrieri, e i Sacerdoti ,
La beltadc, ed il valor .
\
E301
_
SCENA VI.
Idamare-Q e detti .
uautol di lieto qui sorride e brilla
Al guardo mio divien tristo , funebre !
Invan mi trassi al designato 1060
Il padre ad avvertù‘ , che gli me donna
Appena fusse cl’ Akebar la figlia ,
Giunto lo av_rei l’.- Trascorse l’ ora si vide ,
E chi sa- dove inc_auto il pie' rivolse!
» Ei polrìa d’ un» sol detto
1: Offri!“ de’ suoi -nemici al ferro il petto!
» Oh premier che d’orrnr m’invacli.e inmm«bri 11
Che non soffro pente, Néala .. Oh cie o!
Eccola ->
dessa 4 Ahi benda nuziale ,
Non sei su. quella fronte in tal momento
Che ferale- per me? gtro ornamento!
s c E N A VIL
Akebare con la figlia per mano ,‘seguito‘
da Bramani , e detti. .
Alce. Di profana1“tai sacro-sante soglie
Se ad un Pavia venisse il reo talento
Cade trafitto ,. e vi rimanga spento .
Nea. ( lo l’ascolto e non spiro !. )ì .
Ida.
‘
lo temo - E freme! )
Alte. Sacerdoti , guerrier , popoli, udite:
Come Brama concesse ad,upm Neala ,
Ogm_m lo aPpre5e ‘- 10 la tribù de rami
Elessi a darle sposo. E in lei prescelsi
Quei che al trionfo la guidò = Idamore .
Ùhbedirmi ei giurò dinanzix al Nume .
‘
Qui vien portata l’arg da’custodi .
E ‘l serlo vincitor mentre sul caPo
\
km“. A __A MV_4LA..___ÀV‘JHL M
31
Ad imporgli discende ,
In un consorte a lui la figlia io rendo .
Idamorc , e Neala inginocc/ziati innanzi all‘ ara .
11 a
Da si caro e dolce istante .
Ake.
Che consorte a me tu sei ,
A te sacro i giorni miei}
A te giuro eterna fe‘ .
Dal celeste e divo impero ,
Voi dell' Indo eterni Dei,
Accogliete i voti miei ,
. Che . . . .
,
‘
5 CE N A
VIII.
\
Emp:aele amante , e detti ..
’
I
Emp.
Alce.
Emp.
_
‘
arresta ...
Oh Ciel ! Perché ?
Profanato è il rito !.. Un Paria
» V’ ha fra noi 1,.
y
Quadro anal\ogo di sorpresa generale .
Tutti"
Gran Dio 1 Che orrore!
Nea.
Ida.
( Idamore! )
( Il genitore! )
Ak'e.
Dov‘ è mai 9.,
Emp.
Ake.
L' uccidete
Emp.,
Sul limitar
,
È già qui tratto
Da’ custodi , ..
SCENA
ULTIMA.
Zante tratto dal popolo , e detti .'
Tutti
Nea.
’
-Oh vista! Moial
( Lo straniero! ) <
_-..
-_n
A..it. -
_
32
Ida.
Tutti
Non {indugi al trucidati
Morte
v- ( Oh «ud ni‘ ingoia ! )
'
Zar. ( subito . ) Morte rvogl’ io .
Mi è d‘ u0po . Non la temo. Io la desio.
Ma tu , sommo Bramano_,
Che in tanto errore avvolgi il core umano ,
In che diverso sei ’
/
Dai Paria che tu vuoi proscritti , e rei ?
Forse non abbiam noi
Un sangue ne le vene al par di voi?
0 pur vedesti_mai
Oscurarsi per noi del Sole i rai i)
0d arretrarsi il flutto ,
E su la pianta inaridirsi il frutto?
Sei polve qual son’ io Tutti siam prole 11’ uno stesso Dio;
E 5’ eguale n‘è il morto,
E ’l Sacerdote e ’l figlio del deserto ,. ‘
Là nell‘asilo eterno
‘
Eguale o una sarà!
E tutti ai sen paterno
il Nume accoglieràî
Alce. (E un Dio gli porge ascolto!
Coro (Né crolla ilv tempio , e vi riman sepolto!
/
Non sorge orrenda .face ,
Che speuga e;iucenerisca il labbro audace l
Maliguo spirt0 è in lui ,
Ma iobr_eve scenderà ne' regni bui!
Sotto il più fier tormento
La spoglia sua cadràl
E sparsa in brani, il vento
» Gli avanzi sper’gerà .’
Nea. ( guardando Jdamorc . )
( Ei trema! Impallidisce!
A lui parlar vorria -. Ma non ardiscel
Ai forse il conoscca!
,
'ui... .-..
a. . _
.
33
E se quegli lo svela? Ahi quale idea!
in A» Vittima ei pur cadr'ia!
N;
E di Neala., oh. Cielo,_ allor che fili
Ah si - Quel” ferro istesso ,
Che a me lo‘involer_à ,y ’
V;ihrando ov’ egli è impresso ,
Unirmi. a lui. saprà]. )
Ida:. ( La sua morte è sicum,l a;=; .-
.
\..
Qual tumultoin me desta amor ,\ natura !
Del1 mi consiglia, oh Cielo ,
Parlo? Tacc.ìo P: Mi.scopro ?_LO ancor mi celo?
In così; rio periglio ,
Difesa può niegare al padre un figlio?
Ahi che nel me_ntre il core ‘._.‘
Pur
Frènarsi
mi rammenta
più non sa!
amore Vl,;lgî
A ‘_
Arer. ;di. lei Iiietà! )# 7
" ,3»
Q“.
Ida. ( app:essandmi ai Neola, e. di sappiano in"dicanle Zaret‘e ‘
"I" "
’( sahalo‘
"‘li.;?-' «in. .
.»-“\ E:“r';
'
lire. a Zar.
Scellerato! 13
Nea. aId. ( Io lo conosci? s;
nei wni-‘Î
_
1 ...,.}.1
, »
"
Ida
'
elfi “nAssai._)\ .1:.\
Zar. ( guardandq-Idemqre .> ). ...«
‘
'
( Fugge il.miq,guardo ! Ingrato ! 9' ‘
Jke. ( alle gyardîe..vi)frfîg \ ‘ .e_.. i; ‘
‘
Km.
Quali" empiofpeimgrmait!‘ ' “g '
. e
gettandqsi
Deh ,.:.,, un“; ‘f0lle‘u" ordirperd0na
di di Akcban.....
Ake..
’ Ed esi?,a Oh.quelé orrore l ;,
«1‘
Triohfi’. . f in ,.i tg-. ., pietà" . .
Tulvdf‘implorar.?mi
‘ I -
Zar. alle‘guardie
_ ,-‘»Eprile.i.a
Ida. ( alle stesse x; )< .b.,1 , »- - '
Ake.
Fammi“... -.'
‘ a1» '
'
E"‘li-H Idamerfl !'Î
. Qlà - Ma solo uditg; ..s
‘.
’
‘o
\
\
/J/
l
Ii
.’2..i
)l:"} svehater.ì’
"1’
C‘ _tîv M";
‘
a!
_e
_
Ida. ( facendogi :cudq asZa'rctg‘ , ’d‘ {citando il
ferro: à‘pie'di delle guardie.
e f
f;
‘ Ehhen ‘-_ Svònate il --
.\
Col adr‘gil’fi io... i .
Tutti
Ida.
_
Ake.
Î- »
‘
Ah !!t " \
'
Ma un s,angue»ch"io versai ’-,Î
_
_ i
Pietade'
La patria
' Unper
"Paria
-.‘s_alvnr-.
mai
» '- ‘ - vv __‘f
f ' ."'6
‘
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Può‘pietd
v‘ liaii '@aladeuà’t
’ ex;ar .Î. ':
‘
rum; ’ ‘Mii mi si _ge1alu nor! v.;
d
î_,;:p '
‘ (A quei Profumitremendiaspétti
detti ‘\6’"»’ 'f»"
'
.
Aiee.
’ '
‘
‘
“
Io manco !*Ahilqualeoyror tifi-i
De la cittaim tràtti’fuor-le porte‘
1
S’ abbiano atroce ahbóniir}éfiol II]OI'Îth
( Nel mentre Idamore e Zarete‘ sona’per 2:,
ì
:er ‘candotti fuori del Tempio, Neala cer-
- ‘
ca unirsi al suo consorte, ma ‘vien tra/iter
nata da Akebare .. Intanto/f ‘) ‘
Zar. Ida. LaLeaorte‘di
stragi eîtanîi'otrofij‘
noi miseri,
’ ’Ai‘ tardi;e‘ Coltiîposterfl. '5
" " . _ E' flll
Scudo
legge
tempo
cosi'ibàrha'ra'
degli"ofipressori
additerà! -, ‘3 Î-', fî
i.i .
uj‘i‘
J)istruggerannq i ‘P9POÌ‘Î , i” ‘ ‘
- De le future età; ",- _ -- ' l“
‘
‘Ì
Neg.‘-,
. 'lv.n
La “benda “ch' ib . mi lagero ,
E pregno nei teeréno-,«
«À stutti" fin memoria, - ’
amore ecrille
fedèlfà!
‘
E D’
\sciolto}il
, e P’llidai
'
l‘
'
> Volando a morte in seno;
La tomba a 'luil'aex’bandomi‘
1
4
\
.
“
.
‘
35 \
Il nodo eternerxl . _ Jke.
‘
"f
' ‘
Mori-ai tu ancora ,' o ‘pÌerli'd‘a ,
se spegnere non sai
'
.
,"‘ -
4
L’ amor che per un Pari:
colpa ed empietà 1
\
, '
A
E fra 1’ eterne tenebre
Il fallo piangerai ,‘
’ Fuggir vorrai dai reprobi ,
-Ma tardi allor sarà!
‘
Za1}
Sommo Brainan v’ è un Diol
Idà._ /
Parto , o Neala, addio Mai più ti rivedrò!
’
Nea.
Teco bell’ idol mio ,
Ake.
In breve io pur 'saròl .‘ ‘
( Regno! L‘impero è mio!
Pavenùa! A morte io voi
- ‘
.
Di più’bramar non'sol )
Tutti
Giorno si fiero e rio
Su l’ Indo mai spuntò!
Fine del Melq;\Draguna .
__
P .
i
'
‘
}
v
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y.
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Libretto: Napoli 1829