CONFUCIANESIMO
Vivere in comunità
con saggezza e armonia
Lanfranco Gianesin
Il sogno di Confucio
• Il nome Confucio deriva dalla traslitterazione latina[1]
(Confucius) di K’ung Fu-tzu (= il maestro K’ung), il cui
nome originario era K’ung Ch’iu.
[1] Il nome Confucius fu coniato dai gesuiti, che giunsero in Cina con Matteo
Ricci alla fine del sec. XVI. All’inizio del sec. XVIII quattro gesuiti
pubblicarono la traduzione di tre scritti confuciani (Confucius Sinarum
Philosophus) riscuotendo un successo strepitoso nell’Europa
dell’illuminismo.
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Il sogno di Confucio
• Confucio, vissuto nello Shandong (551-479
a.C.), cercava di migliorare il mondo in cui
viveva.
• La Cina era divisa in molti piccoli stati feudali
sempre in lotta fra di loro. I governi erano deboli
e corrotti, i politici e i funzionari incapaci e
disonesti.
• Confucio sogna di creare una famiglia e una
società che viva in armonia, basata su un forte
senso morale, governata saggiamente, in modo
che prevalga il bene comune sugli interessi
individuali.
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•Si mette in politica e diventa ministro della
giustizia.
•La sua rettitudine non raccoglie consensi, così
abbandona la carriera e si dedica
all’insegnamento, organizzando una scuola di
formazione politica.
•Molti dei suoi discepoli ricevono incarichi di
responsabilità.
•Muore senza aver raggiunto l’obiettivo di una
società pacificata.
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La perfezione della normalità
• Più che una vera e propria religione il
confucianesimo inizialmente era una dottrina
morale, fatta di saggezza, equilibrio e senso
pratico, elementi che caratterizzano la
mentalità cinese.
• La perfezione consiste nel fare bene, con
passione e buon gusto, le piccole cose di ogni
giorno, realizzando una piena armonia interiore
ed esteriore.
• I precetti centrali sono: autocontrollo,
correttezza e bontà verso gli altri, culto degli
antenati.
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La perfezione della normalità
• Le principali virtù: pietà filiale, saggezza,
impegno politico (basato su onestà e
competenza) e soprattutto la rettitudine (li) e
l’umanità (ren) intesa come mitezza e
reciprocità.
– Regola aurea: non fare agli altri quello che non
vorresti fosse fatto a te.
“Chi è virtuoso? Colui che, conoscendo i desideri che
vuole realizzare, aiuta gli altri a realizzare i loro”.
Questo ideale di gentiluomo (uomo nobile o “superiore”) non
dipende dalla nascita ma dalla pratica delle virtù e
dall’impegno socio-politico.
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La perfezione della normalità
• In fondo la felicità del mondo deriva dalla buona
qualità del legame tra morale del singolo e
morale familiare e sociale, tra destino individuale
e destino collettivo
• Tutto questo in base alle cinque relazioni: tra
sovrano e ministri, tra padre e figlio, tra marito e
moglie, tra fratelli più giovani e più anziani, tra
amico e amico.
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Confucio e Gesù: le somiglianze
Confucio
Gesù
Regola aurea:
“Non fare agli
altri ciò che non
vorresti fosse
fatto a te”.
Libro di Tobia (romanzo breve dell’AT, scritto
verso il 200 a.C.; canonico per i cattolici, apocrifo
per gli ebrei e per i protestanti): “Non fare a
nessuno ciò che non piace a te”(Tb 4,15a).
Rabbi Hillel (60 a.C.-10 d.C.): “Non fare agli altri
quello che non vuoi che essi facciano a te”.
Gesù: “Tutto quanto volete che gli uomini facciano
a voi, anche voi fatelo a loro” (Mt 7,12).
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Confucio e Gesù: le differenze
Confucio
Gesù
Guarda al passato,
idealizzandolo come regno di
ordine, bellezza e armonia
Si orienta al presente e al futuro: il
regno di Dio (il mondo nuovo) viene
adesso e sarà portato a compimento
nella parusìa (alla fine dei tempi)
Rispetto delle tradizioni e
scrupolosa osservanza del
ritualismo cerimoniale
(etichetta)
Non sono importanti le forme e le
usanze esterne; quello che conta è la
disposizione interiore. Vengono
drasticamente ridimensionate le norme
della Legge, come i vincoli familiari,
religiosi e nazionali, in vista dell’unica
cosa necessaria: il regno di Dio.
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Confucio e Gesù: le differenze
Etica individuale incentrata
sulla famiglia
L’individuo è chiamato alla conversione
Accettazione incondizionata
della gerarchia
Autorità come servizio e non come
privilegio.
“Il più grande tra voi sia vostro servo”
(Mt 23,11).
“I re delle nazioni le governano, e coloro
che hanno il potere su di esse si fanno
chiamare benefattori. Per voi però non
sia così; ma chi è il più grande tra voi
diventi come il più piccolo e chi governa
come colui che serve. […] Io sto in
mezzo a voi come colui che serve” (Lc
22, 25-27).
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Confucio e Gesù: le differenze
Il prossimo da amare è
anzitutto il membro della
famiglia
Ogni essere umano può diventare il
mio prossimo
(cfr. parabola del buon samaritano, Lc
10,25-37)
Reciprocità significa: “Con la
giustizia si ricambi il torto, con
la bontà si ricambi la bontà”.
“Amate i vostri nemici e pregate per i
vostri persecutori” (Mt 5,44).
“Fate del bene a coloro che vi odiano,
benedite coloro che vi maledicono,
pregate per coloro che vi maltrattano”
(Lc 6,27-28).
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Confucio e Gesù: le differenze
“Le donne e le schiave sono
difficili da trattare. Se si dà loro
confidenza, diventano insolenti; se
non le si considera, si sentono
offese”.
Ha un inaudito rispetto per le
donne e le tratta come esseri
umani.
Splendido il dialogo con la
samaritana (donna poco
rispettabile) che si risolve in un
confronto pieno di deliziosi
fraintendimenti e di complicità, alla
ricerca del “senso” dell’esistenza,
Gv 4,1-42).
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Confucianesimo oggi
• La stagione del comunismo ha travolto e
cancellato l’eredità feudale della società
cinese, con la sua zavorra patriarcale e
autoritaria.
• Ma aldilà dei suoi limiti storici, il
confucianesimo conserva un prezioso
elemento umanistico derivato dallo stesso
Confucio.
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• L’etica confuciana è basata su di un saggio
equilibrio tra i due estremi della fuga dal mondo
(buddismo e taoismo) e dell’accettazione delle
logiche e gerarchie mondane consacrate dalla
politica, il tutto misurato con la “regola aurea”.
• Su questo piano è possibile un dialogo fecondo
tra le diverse religioni (libertà individuale e
giustizia sociale, controllo democratico di
scienza e tecnologia, difesa dell’ambiente,
dimensione trascendente).
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• Un giovane poeta cinese, Yang Lian, ha dedicato questi versi a
Dunghuang[1], una delle località più importanti sull’antica via della seta:
Guarda soltanto come il vento allinea la serie di sepolcri
sull’orizzonte frantumato,
ascolta soltanto il canto dei cuori, al quale le generazioni
hanno affidato i loro sogni,
pensa soltanto profondamente, alza il capo
e conta finalmente le stelle, che non sopportano
di ardere in solitudine.
Questa sarà la consolazione migliore.
Il sacro rimane eternamente pacifico.
[1] In alcune grotte di questa località erano stati trovati, oltre a documenti buddistici,
scritti teologici dei cristiani nestoriani (V-VI sec. d. C.), testimoni del primo
cristianesimo in Cina.
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Un motto di Confucio
Studiare senza pensare è una trappola;
pensare senza studiare è pericoloso.
学而不思则罔,
思而不学则殆。
为政
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