IL MONDO · 8 giugno 1954 • Pag. 4 HA EU AH UE HA EU AH UE federalisti, ma uomtm di Stato come De Gasperi e Spaal,c, Ade~ nauer e Mollet chiedono che il fu~ tu~~ · esercito europeo sia subordinato ad un potere politico dem~ cratico europeo. 4) La C.E.D. limita poco e male la sovranità degli stati, ma non mi sembra dubbio che la limiti. Le argomentazioni che si' fanno in senso ~contrario possono forse valere per placare le confuse coscienze di alcuni deputati e senatori, ma non dovrebbero valere in una discussio. ne con il prof. Jemolo. Il probfema è . di sapere se la ratifica della C.E.D. debba o no seguire · nella forma delle modifiche cosdtuziona- · li. Il prof. Jemolo propende a dare una risposta positiva perchè secondo lui « non c'è un apposito articolo che preveda l'ipotesi di met~ tere in comune con altri stati una qualche funzione della sovranità». Che un così tenace e esperto di~ fensore della Costituzione italiana possa dire ciò, non riesce proprio a entrarmi nella testa. Sembra che egli ignori che nella Costituzione italiana c'è l'art. I I il quale dice: « L'Italia ... consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni >~ . Si tratta come dicono gli esegeti della nostra costituzione di uno dei cosiddetti articoli programmatici e non normativi. Qualunque significato questa qistinzione possa avere per altri articoli, in questo caso es- Settembre 19~. Prigionieri tedeschi passano per le strade di una città della provincia francese scortati da membri della Resistenza. sa è giusta. La costituzione italiana non poteva infatti stabilire normache rifiutavano in blocco, ma additivamente delle limitazioni alla soPARIGI, giugno ( POSTA DALLA F RANCIA ) rittura scacciare la politica quasi vranità nazionale; poteva solo sta- [ ! ] L LIBRO testè pubblicato fosse un demone da esorcizzare: bilire che è lecito farlo. Un a limisu Les idées politiq.ues et un punto come si vede in cui il ta~ione reciproca di sovranità fra sociales de la Résistance mito. rivoluzionario e quello reastati non può avvenire che col coit~ Presses. Universitaires de zionario si incontrano e si intrec. France, Paris, 1954) si senso degli stati interessati e cioè ' ciano. Un tal rischio · non poteva mediante un trattato internaziona- presenta come una raccolta antolosfuggire alle menti . più avvedute, e le. L'art. II non può dunque avere gica di documenti clandestini, difnon sfuggì infatti a Léon Blum, altro signihcato fuorchè quello di fusi dai resistenti francesi tra il che sempre che ebbe la possibilità autorizzare la conclusione di tra t- x94o e · il x9A4 : articoli di giornale non trascurò di insistere sull'equitati che limitino la sovranità nazio- ciclostilati o stampati, dichiaraziovoco che si celava in una simile nale. E poichè secondo l'art. 8o ìe ni programrnatiche, progetti di coposizione e di avvertire che i partiCamere autorjzzano con legge la stituzione, lettere, figurano nel vati politici dovevano esistere anche ratifica dei trattati' internazionali, lume, non già ordinati cronologinello sperato avvenire. poichè essi l'art. I I autorizza la ratifica della camente, ma raggruppati secondo erano le strutture indispensabili di :. C.E.D., e domani di una i:ostitu~ la materia su cui essi vertono in un sistema democratico. zione federale, con legge e non se- prevalenza. Nei risultati concreti Ma fu la forza stessa degli avveguendo le focme della revisione co- l'opera è ben lontana dall'essere un stituzionale. Se così non fosse, l'ar- frammentario zibaldone, ma al con- sentimenti e gretto nelle idee come giustizia sociale si accompagnasse nimenti a persuadere gli uomini ticolo 1 I sarebbe un inutile amme- tra rio riesce ad una completa storia Philippe Pétain abbia potuto esse- alla più ampia libertà politica, da della pericolosa illusione: l'aggresre il simbolo fisico di un'istanza cui scomparissero lotte e còntrasti, sione nazista alla Russia trasferì di nicolo costituzionale, poichè con la ideologica e politica. procedura della revisione costituzio-' · La . Resistenza francese, prima . di rinnovamento: ma il fatto esiste, povertà e sofferenze, dove non fos- colpo nelle fila della Resistenza il naie si potrebbe sempre stabilire. ancora che un ordinato combatti- ed uomini che avevano altezza di se più distinzione di ceto e di cen- peso numerico ed organizzativo del una limitazione di sov,.anità senza mento, fu un'appassionata protesta: sentimento e· mostrarono più tardi so, prevalenza dell'uomo sull'no- partito comunista e creò insieme nessuna espressa dichiarazione del- il sentimento della dignità umana grande coraggio, come Beuve-Mery, . mo: la città felice. Poco importa in una situazione politica assolutala costituzione stessa. offesa si accompagnava ad una co- poterono, sia p.yre per brevissimo fondo che nelle linee di questo o mente nuova ed impreveduta. Per S) C'è ancora una quinta obbie- scienza se si vuole e_sagerata, ma tempo, illudersi e cadere nell'erro- quel progetto costituzionale il nuo- quanto il partito comunista si astezione che il prof. Jemolo fa sul non per questo meno nobile, del re e collaborare, sia p~re. indirètta- vo stato avesse forma di repubbli- nesse dal far politica e si presenPonte· (p. 692): cc Unità elllrope:, passato naz;on;1le; il ifiuto/ del!~ men~e ,::~1 ;r,~ch~ ~--~u?~scJ: to.r · ) ca presidc;nziale o prevedesse una . tasse sotto un'etichetta nazionale sòrta di d ncel1ierato: èjuel che con- ì assai div·crsa dalla sua propria, si D a tra part qu st'.. ·' fl egli dice, l'avevam~, desid~rata aéì- collaborazione coi tede:_fhi, era antava era appunto l'ansia del can- profilò immediatamente il pericolo che nella forma. pm radtcale , che che un modo per evitat e di ricono- rinnovamento · profoddo , d ,~ lle v non lasciasse vestigia di sovranità scere l'irrimediabilità della disfat- chie strutture p"olitiche e Hociali fu giamento innovatore, la generosa, di un accaparramento politico delnazionale ... . perchè potesse essere ta; la sorda avversione al petaini- comune anche a tutti i giuppi del- pur se disaccorta, volontà eli una la resistenza a vantaggio dei soli comunisti e la necessità per le altre mediatrice fra America e Oriente... smo voleva innanzi tutto essere la resistenza: nei fogli Han destini totale rottura col passato. nei discorsi di De Gaulle la N aturalrnente questi nobili sen- forze politiche di render manifesta ~a ..~~J:O~~~~z:~)~;!;~~~= :ll'!~,:a una pun,tiglios~ riaffermazione del- come nol~mic::~ contro la III Reoubblica timenti si accomoaenano a non oo- ed aperta la loro oresenza nerdi 1-SENTIMENTI DELLA RESISTENZA DI VITTORIO DE CAPRARIIS liARCHIVIO Il IL MIRACOLO TELEGRAFICO. - (( Giorni fa , essendosi sparsa la .;voce che un' altra immagine della Madonnina di Siracusa piangeva lacrime di sangue in quel di Cirò, nella casa di una povera vedova con 6 figli a carico, la signora Antonietta Cimino e la consorte dell'ing . Venditti che sono religiosissime, decidevano di comune accordo di raggiungere in macchina quel Comune. Allo scopo si offriva il figlio maggiore delIa signora Cimino, il rag. Francesco, ch'è uno dei più attivi funzionari del Consor:zio Agrario di Catanzaro, e, dopo aver comprato in città un fascio di garofani bianchi, partivano in giardinetta alla volta di Cirò. Adempiuto al voto, la comitiva rien trava a Catanzaro. L'indomani, alla signora Venditti. perveniva da Cirò il seguente telegramma: "Vostri fiori sanguinano'' ». (Dal Corriere · Calabrese). LO SCANDALO. - « Per venire , subito al punto diremo che la figura del vero re costituisce una sfida e una offesa al vangelo degli "immortali principi" e all 'etica moderna e protestantica degli arrivati, dei selfmademen. Lo scandalo è appunto questo : Re, non si può ''divenire''. Invece, in via di principio, ognuno può aspirare a divenire presidente di una repubblica " . (Da Italia Monarchica). L'ADOLESCENTE. - « L'onorevole Covelli ha un forte timbro di voce, un gesto ampio che accompagna la parola ed ama assumere, nel parlare, un· atteggiamento da adolescente smaliziato n. (Idem). APPROFITTARE. - « L'impero sanguinoso ed inumano dei britanni sta crolla:1do in ogni parte del mondo. Fratello maltese, unisciti al grande movimento insurrezionale anti-inglese che sta divampando dovunque! I Greci di Cipro, gli Spagnoli di Gibilterra, gli Egiziani di Suez sono già sulla breccia: essi vogliono la libertà e l'indipendenza. Anche tu vuoi la tua libertà, la tua indipendenza : approfitta dunque della situazione int ernazionale >1. (Da l settimanale neofascista Asso di Bastoni) . L'HIDALGO. - (( D el resto non è accaduto nulla. Franco è sempre hidalgo: può sparare ma non usare scortesia ad una donna. Però quando Elisabetta R egina era già sul Tamigi, allora Franco come Capo della Spagna rivendicò il suo diritto di fare il punto su Gibilterra e la visita sovrana n . (Dal settimanale -neo-fascista Il Nazionale) . TRA~CINATO DALL'ENTT...TSIASMO. << Sopra un altro settore particolarmente delicato dovrà esercitarsi la vigiianza: vogliamo dire sopra i costumi ginnici, che talvolta sono stati adottati da squadre ginnastiche femminili e che non hanno offerto alcuna garanzia di difesa del pudore. Sia lecito ricordare che qualche Provveditore e Capo di Istituto, trascinato dall'entusiasmo per lo sport femminile, non l'ha fatto praticare dai Gruppi Sportivi Femminili >> scolastici con quelle cautele e con qu ~ lle limitazioni, che le diretti ve emanate dallo stesso Ministero della Pubblica Istruzione avevano fissato. E si son viste figliole nel fi?re ·della ~iovinezza esibirla impudicamente m succintissimi costumi non ne11e palestre di scuola, ma nell~ manifestazioni agonistiche provinciali ~- nazional~ .. m entre le direttive stesse <( UE AH EU HA UE '. AH t le eo ogica HA EU l l .,..>-< e politica. - - -re n- simbOlO fiSiCO di-un ~iStanza cui s ompanssero lotte e Còntrasti, procedura della revisione costituzio-· La . Resistenza francese, prima di rinnovame nto: ma il fatto esi;;te, povertà e sofferenze, dove non fosnale si potrebbe sempre stabilire . ancora che un ordinato combatti- ed uomini che avevano altezza di se più distinzione di ceto e di cenuna limitazione di sov,.anità senza mento, fu un'appassionata protesta: sentimento e· mostrarono più tal-d i so, prevalenza dell 'uomo su !l 'uonessuna espressa dichiarazione del- il sentimento della dignità umana grande coraggio, come Beuve-Me ry, mo: la città felice. Poco importa in la costituzione stessa. offesa si accompagnava ad una co- poterono, sia p!Jre per brevissimo fondo che nelle linee di questo o 5) C'è ancora una quinta abbie- scienza se si vuole esagerata, ma tempo, illudersi e cadere nell'erro- quel progetto cost'i tuzionale il nuo· zione che il prof. ,J emolo fa sul non per questo meno1 1\obile, ~el re · e collaborare sia ~re indirètta- vo stato avesse forma di repubbliPonte (p. 692): «Unità. et~ropelf, pa,;sato> naZion•le; H ~ifiur, dd!l. mente col v,ecchio ma~JO. · ) q presidenziale o prevedesse una . sorta di d ncellieralo : quel che con- ; egli dice, l ' avevam~, desid~rata an- collab~raziohe coi tede~chi, era aliìJ'a ~a pait('1.jtfès~ ..-.: oen che nella forma- ptu rad1cale . che che un modo per evitat e di ricono- rinnovamento ' profoddo d .Jlè •J ~ tava era appunto l'ansia del can..f.l~m. lasciasse vestigia di sovranità scere l'irrimediabilità delia disfat- chie strutture politiche e ~ociali fu giamento innovatore, la generosa, naziOnale ... : perchè potesse essere ta; la sorda avversione al petaini- comune anche a tutti i gruppi dei- pur se disaccorta, volontà di un a mediatrice fra America e Oriente ... smo voleva innanzi tutto essere la resistenza : nei fogli .-landestini totale rottura col passato. Naturalmente questi nobili senMa da un pezzo si irride all'idea una puntigliosa riaffermazione del- come nei discorsi di De Gaulle la di un'Europa equidistante o sem- la grandezza francese contro ogni polemica contro la III Rèpubblica timenti si accompagnano a non poplicemente mediatrice; e nessuno dubbio e contro tutte le disgrazie è vivace ed implacabile. Ancora una co semplicismo e so~rattutto copripensa più che una lega (e soprat- del momento. Lo « storico>> che vo- volta Ia vecchia classe dirigente fu vano un grandissimo pericolo: nei tutto un esercito) europea possa non glia spiegare la frammentarietà, il caricata di tutte le colpe e fatta se- discorsi di De Gaulle e di molti essere sotto un effettivo protettora- procedere malsicuro e sparso della gno di un'avversione irriducibile: dei suoì compagni di Londra, coto d'ell' America... senza possibilità resistenza sulla fine del •40 e al- fu sufficiente la falsa notizia che me negli scritti clandestini della di avere direttive politiche diverse l'inizio del •41 , non può solo ricor- Herriot aveva raggiunto De Gaulle Francia libera od · occupata, la teda quelle americane». rere alla stanchezza generale del a Londra, perchè molti, che dal- nace avversione alla Terza RepubA ciò vorrei ribattere: in primo paese, alla propaganda dei comu- ' l'America si accingevano a recarsi blica si manifesta sovente n el riluogo l'unità europea non sarebbe nisti contro la dro/e de J[Uerre, al- in Inghilterra, rinunciassero almeno fiuto dei partiti politici, considemai una radicale distruzione delle la rapidità del crollo militare: a provvisoriamente a varcare l'ocea- ràti ormai come strutture sorpassasovranità nazionali, ma solo il tra- tutti questi motivi converrà ag- no. E nella passione della lotta con- te, e nella congiunta speranza che sferimento di certe e ben precisate giungere, insieme a molti altri, an- tro l'occupatore tedesco e i suoi col- il movimento di resistenza dia luofunzioni sovrane dagli stati nazio- che il carattere di protesta istinti- laboratori francesi, è ben naturale go ad un solo grande partito, quelnali alla federazione, fra le quali va che assumerà la reazione di nu- che il nuovo stato, quello che sa- lo della liberazione, quello di tutcomunque dovrebbe esserci la poli- merosi francesi innanzi all'armisti- rebbe uscito dal moto popolare di ti i francesi. Si ha l' impre~ sione tica estera. zio. Era una moralità immediata liberazione, prendesse nella mente che i riformatori volessero bandire In secondo luogo, nessuno che e irriBessa, feroce anche, nel s~nso dei più i colori dell'utopia: una dalla città da loro vagheggiata non abbia seriamente pensato a questo antico della parola, quale si può repubblica dove la più aritmetica solo le tristi eredità eli un passato problema, può mai aver seriamen- leggere nt!lle parole eli un Berna- , te definito come compito della nos dopo l'arresto del Mandel: federazione europea quello di fa- « Se i vostri padroni non ci rendere da mediatrice; l'Europa uni- ranno Mandel vivo, voi dovrete pata dovrebbe risolvere i propri pro- gare questo sangue di ebreo in una blemi di civiltà e di libertà, e misura che lascerà attonita la stodovrebbe cercarsi nel mondo que- ria: ogni goccia di questo sangue gli alleati che essa ritenesse più vi- di ebreo versato in odio alla nostra cini ai suoi interessi e ad i suoi antica vittoria ci è più preziosa ideali. Ma soprattutto dovrebbe sce- della porpora d'un manto di cardiglierseli da sè, il che potrà acca- nale fascista; intendete bene queldere solo se sarà unita e forte. Cc- lo che voglio dire, ammiragli, mame il Piemonte era un protettorato rescialli, eccellenze) eminenze e redi Napoleone III, ma l'Italia era verenze? >>. troppo grande per esserlo, e come Nelle parole del Bernanos si può Cavour ~ stato un grande uomo di leggere altresì la protesta contro un stato perchè ha saputo fare passar·~ equivoco grossolano, che anch'esso il proprio paese dal primo al se- va tenuto presente per intendere la conçlo stadio, così oggi gli stati del- lentezza e timidità della prima Rel'Europa occidentale sono protetto- sistenza francese: l'equivoco creato rati dell'America, mentre la Comu- dalla politica di Vichy. Il petaininità europea sarebbe troppo grande smo non er.a un accidente, qualcoper esserlo, e saranno considerati sa di assolutamente legato al gesto padri dell'Europa quegli statisti che di un vecchio maresciallo di Fransapranno operare tale passaggio. cia o che trovasse la sua giustificaIn terzo luogo vorrei che il pro- zione e la sua forza nel quadro di fessar Jemolo mettesse su un piatto certe omertà di classe o di rango della bilancia tutti i misfatti, ma e di alcun'e rivendicazioni econoproprio tutti, che può trovare nel- miche. Esso si poneva soprattutto l' America, e tutti quelli che può come reazione alla III Repubblica, trovare nell'U.R.S.S., li pesasse con come il definitivo seppellitore di attenzione, e solo allora ci venisse· un sistema parlamentare nel quale a dire se concepisce ancora vera- troppo spesso, durante l' entre-deuxmente come missione degna dd- guerres, si era denunciato, più a l'Europa quella dell'equidistanza c torto che a ragione, la causa di della mediazione. Ma se questo mo- tutte le debolezze c i mali della do di giudicare ha una importan- Francia; come l'irriducibile avverza . morale, dal punto di vista poli- sario di un personale politico che tico non è rilevante. Politicamente si preoccupàva piuttosto di piccoli l'unica cosa che conta è che soio interessi personali e di categoria, l'Europa unita potrà essere così for- trascurando i grandi interessi del te da fare una politica indipenden- paese, e che attraverso scandali clate, anche eventualmente, se lo vo- morosi aveva fatto figura · di corlesse, quella, a mio avviso, disse:l- rotto e corruttore. Può sembrare In tutta la Francia l'anniversario della Liberazione (1944) è stastrano ed incomprensibile che un nata dell'equidistanza. to commemorato insieme all'anniversario della battaglia della Marna (1914). ALTIERO SPINELLI uomo vecchio d'anni, freddo nei n c61o costttuzwna1e, p01cfiè con la swne nazista alla-Russia trasferì colpo nelle fila della Resistenza. il peso numerico ed organizzativo del partito comun ista e creò insieme una situazione politica assolutamente nuova ed imprevedu ta. Per quanto il partito comunista si astenesse dal far politica e si presentasse sotto un'etichetta nazionale assai divèrsa" 'dalla Jsua propria, si profilò immediatamente il pericolo di un accaparramento politico della resistenza a vantaggio dei soli comunisti e la necessità per le altre for ze politiche di render manifesta ed aperta la loro presenza negli organismi della resistenza. Evidentemente un tal processo di chiarificazione non poteva avvenire tutto d'un tratto e senza attriti ed ostilità: . ma la crisi prodotta dal giraudismo fece precipitare i tempi e valse ad eliminare le ultime opposizioni. Il gaullismo più fedele fu costretto esso stesso a far leva sui partiti polit~ci per liquidare l'equivoca posizione di Giraud e dei suoi seguaci, singolare mistura di spirito antitedesco e di fedeltà al maresciallo, contro la lettera delle parole di lui ; e lo stesso movimento di convergenza furono indotti a fare i movimenti di sinistra non inquadrati nei partiti, innanzi alla minaccia eli un 'involuzione reazion aria del moto di liberazione. Quando Giraud volle far appello agli antichi consigli generali per ry1ettere fuori gioco De Gaulle, quest'ultimo fu costretto a dar soddisfazione a quei gruppi della resisten za i quali erano poi i più forti ed i meglio organizzati e che continuava no a riconoscere in lui il loro capo ma · insistevano nel reclamare una struttura più democratica. Fu chiaro allora che quella parte del personale politico della Terza Repubblica che s'era astenuto dal collaborare con Pétain e coi tedeschi o che aveva addirittura scelta la strada della lotta armata avrebbe contribuito anche essa, insieme al nuovo ceto dirigente formatosi nella resistenza, alla costruzione dell a Quarta Repubblica. I Francesi percorsero così . una strada per certi versi analoga alla nostra: sol che gli Italiani potevano contare già alla fine del '43 sulle lezioni di vent'anni di lotta clandestin a e di fuoruscitismo, cd evitare proprio per questa esperienza l'assurdo ·rifiuto dei partiti e concentrare dal principio il loro sforzo nella costruzione ·di una organizzazione variamente articolata, ma in cui le forze politiche fossero presenti con le loro precise fisionomie. E tuttavia diffusa anche nel nostro paese fu l'illusion~ o la speranza che la lotta di liberazione avrebbe dato vita ad uno Stato interamente rinnovato: poichè comuny- a tutta la resistenza europea fu lo spirito che l'animò, la restituzione piena degli uomini alla um anità. VITTORIO DE CAPRARIIS ~ -- ..- ......................... , •'-"'"•• " ...rr .~.~ n'-v- o.v-v .&-u -c~t::r• citarsi la vigil anza: vogliamo dire sopra i costumi ginnici , che ta lvolta sono stati adottati da squadre ginnastiche femminili e che non hanno offerto alc una garanzia eli difesa del pudore. Sia lecito ricordare· che qualche Provveditore e Capo di Istituto, trascina.to dall'entusiasmo per lo sport femm inile, non l'ha fatto praticare dai '' Gruppi Sportivi Femminili » scolastici con quelle cautele e con . qu ~ lle limitazioni. che le di.retti .. - · ve emanate dallo ~tesso Ministero della Pubblica Istruzione avevano fissato . E si son viste figliol e nel fiore ·della giovinezza esibirla impudicamente in succintissirni costumi non neile palestre di scuola, ma nell~ manifestazioni agonistiche provinciali e nazionali, mentre le direttive stesse limitano l'agonismo femminile all'Istituto ». (Da Iniziativa m ensile dell'A zione Ca ttolica ). IL BANCO DI PROVA . - ,, La stagion·e balneare è il " banco di prova" della pudicizia femminile e. .. maschile >>. (Idem ). CORSA PIANA. -"Non fare come quei dirigenti federali che insistevano per la partecipazione al torneo di ping-pong in senso gent•rale, cosicchè ai circoli o sezioni che non avevano il ping-pong non restava che rimanere inattivi, invece queste organizzazioni possono organizzare la corsa. piana .. . · ». (Dal m ensile comu nista Il Costruttore). LA BOMBA . -"La riduzione dei prezzi, nell' URSS, arriva contemporaneamente alla primavera. Con il sole tepido che fa le prime comparse sulle città che escono dal torpore invernale e che si sono appena tolto il bianco manto di neve, arriva puntualmente ogni anno .la "bomba" dei prezzi ». (Da Realtà sovietica) . IL DOVERE . - << Occorre tener presente che nell'URSS la critica non è solo permessa e stimolata, ma che per i comunisti, in particolare, e per tutti i cittadini sovietici essa è " un dovere" ·... Sarebbe però un errore credere che essa si eserciti solo sulla stampa. Essa si esercita anche in decine di migliaia di riunioni concernenti piccole e grandi questioni : nel -. le officine, negli uffici, nelle scuole, negli Istituti e nelle Università, nei colcos e nei sovcos, sulle navi, nei reparti dell' esercito, nelle assemblee. di inquilini, nelle sessioni dei soviet rionali, cittadini, di villaggio, eli provincia, di regione, di Repubblica e al Soviet Suprex.no ». (Idem) . I MONTONI. - « Non puoi veni re. È tardi , e potresti aver compassione dei cani madidi e desolati. N(m puoi venire. Addio, che già la Avesha turbina. Hai troppo da fare con i tuoi montoni di raso che uno va e l'altro viene tra gli stecconati celesti e potresti , di notte, deviare in cerca di brocche di liquirizia o di scarpine. rosse attorno ai falò . Saresti cosl scema da scambiare le cripte per gobbe di canotti. Va con Dio ». (Inizio del romanzo ''Dove muoiono !(li zinl(ari » di Fernando Porfìri, pubblicato su. Fronte l.Jnico settimanale indipendente politico di Unione Nazionale). CURA DEL MAL DI FEGATO.".Piccoli sbagli da cui potrebbe denvare, per quel che riguarda l'Italia, che se questa: sua porca borghesia dovrà morire, sarà soltanto per affogare nel ridicolo: poichè i neofascisti avrebbero questa- volta la suprema soddisfazion e di finire scannati in compagnia dei democristiani, quanto dei liberali e degli altri del " quadri partito" ; sicchè i redattori di Meridiano d'l t alia o di Asso di Bastoni potrebbero salutare, penzolando da un lampione, i redattori azion isti de 1l Mondo penzolanti a cura del mal di fegato da un lampione dirimpetto >> . (Da Voce del Sud). \ • Diret tore : MARIO PANNU::-<zxo - Editore: GrANl'\J .\1 Azzocci-II . Direzione e R.edaz .: Roma, Campo Marzi o 24, tel. 684-687 . Ma noscritti, diseg ni e fotogra fie, anch e non p ubblicat i. non si restituiscono - Tutti i diritti sono riser vati - R egistrato Tribuna le Milano 246 bis, 20- I -1949· -- Print ed in Italy . * UE 29 5 · ANNO VI NUMERO 41 LIRE 100 Abbonamenti e Pubblicità: Editoriale Domfis - Monte di Pietà 15, Milano, telefono 870-741. - Abbonamento per un anno L. 5000; estero L. 7000 - Versamento c.c. postale 3.I569o - Sped~ione in c.c . Postale Gruppo 2° - Distribuzione A. e G. Marco - Tipografia: « Novissima », Roma. SJ1:TTIMANA LE POLITICO ECONOMICO E. LETTERARIO EU HA EU AH UE DI FRA N CO L IBON ATI ferire il ritorno alla legge del 1948, che è così poco progorzion<lle da consentire la conquista della mag · gioranza assoluta dei seggi anche se non si sia ottenuta la maggioranza · assoluta dei voti. Se i partiti laici avessero agito in quel modo, o se così agissero, perchè si è ancora in tempo, conquisterebbero il consenso di tutti coloro che nel 53 furono decisamente ostili. Nulla o quasi nulla invece è stato fatto sino ad oggi. E' stata nominata una commissione di M inistri, per l'esame del problema: i Segretari dei quattro partiti democratici si sono riuniti ma nulla si è concluso. Pare che siano sorti dei dissensi sul siste~a da proporre al. la Can;era. Non vorremmo che la discussione si trascinasse nei modi e nei termini in cui si svolse quella che porrò alla formulazione del progetto governa tivo della legge del 1953. Non è azzardato affermare che una delle cause princi pali della impopolaritù di quel progetto e del suo ins uccesso va ricercata appunto nelle estenuanti .discussioni per stabilire la entità del premio. L'esperienza passata sembra abbia giovato poco, se è vero, · come si dice, che si è alla ricerca di un sistema misto tra quello accolto dalla legge del 1946 e quello della legge del 1948 : una specie di compromesso con ii q tÌate s1 vorrebbe ridurre quanto meno possibile il premio dell a legge del 1948. Un sistema elettorale non può e non deve essere il risultato di un compromesso tra partiti che vogliono uada nare se i a d is · to 'l l HA A DISPETTO UANDO il Governo Scelba si formò , i liberali e i socialdemocratici posero tr<~ le condizioni della loro collaborazione l'abrogazione della legge elettorale del 1953 e l'adozione di un sistema rigorosamente proporzionale. La richiesta liberale e socialdemocratica soddisfece quella parte dell'opinione pubblica democratica che aveva combattuto il sistema m.aggioritario ispiratore della legge del 1953· Tanto più che quei democratici proporzio nalisti erano rimasti delusi quando, subito dopo le elezioni del 7 giugno, il Partito Socialista Italiano, con l'implicito consenso dei comunisti, aveva presentato un progetto di legge con cui si chiedeva l'abrogazione della legge maggioritaria del '53 sic et simpliciter, allo scopo di far rivivere la legge del 1948 che, per il notevole premid· invisibile a favore dei partiti più forti , h a di proporzion.ale più il nome che la sostanza. L'un;co deputato che dopo il 7 giugno si era reso interprete dei sostenitori del sistema proporzionale era stato il liberale Martino con un suo progetto, il quale, emendato e . ritoccato in qu alche punt~'J, rappresenta ancora oggi la base di partenza per una nuova legge elettorale che vogl ia is pirarsi veramente ai criteri de lia proporzionale. L. 'atteggiamento perciò dei partiti laici era stato apprezzato e se ne attendeva lo sviluppo nel l'a zione di Governo. Il G abinetto Scelba è in funzione da pa recchi mesi m a in quan to a legge elettorale poco o null a si è ROMA 12 OTTOBRE 1954 AH I SEGGI * EL LEGGERE i risultati N della Conferenza di Lonsoddisfatti comdra ed gli stati democratici europei hanno proClamato la loro rinunzia a dare all'Europa democratica l'unica forI' 'r ~ ' to e e suo l n s uc ces·<so~u.;--;:;==;;:-:;- nelle t:stenuanti discussioni per stabilire la entità del premio. L 'esperienza passata semb ra abbia giovato poco, se è vero, come si dice, che si è alla ricerca di un sistema misto · tra quello accolto dalla legge del 1946 e quello t:iella legge del r94S: un ~ specie di compromesso con il q ùnle s1 vorreb e ridurre quanto meno possibile il premio dell a legge del 1948. Un sistema elettorale non può e EL LEGGERE i risultati non deve essere il risultato di un della Conferenza di Loncompromesso tra partiti che vogliodra ed i soddisfatti comno guadagnare seggi a dis petto del menti che hanno accomnumero dei voti ottenuti. Quando pagnato questo evento, un corpo elettorale, corne quello non sono riuscito a liberanni dal del nostro' Paese, h a risposto nega- ricordo opprimente di quanto mi tivamente ad un sistema maggiori- diceva una diecina di giorni or sotario, perfettamente lecito e ckmo- no un giovane tedesco: « Io, e con cratico, perchè esso apparve -- ap- . me mili oni di concittadini miei punto per le sfibranti contrattazio- coetan ei, siamo stati afferrati da rani cui dette luogo -- non già la gazzi, dalla Hitlcrjugend e poi dal · manifestazione spontanea di una la J.t' ohrmacht; una prepotente proesigenza politica veram ente sentita paga nd a aveva ficcato nei nostri ma il ris1f ltato di un ·freddo calcolo cuo ri che sup re mo dovere era compolitico, si ha il dovere di discute- battere e mo rire per la potenza del re e tratta re la nuov a legge eletto - la Germania. Poi è venuta la co rale al lume dell 'esperienza fatta in siddetta rieducazione democratica. relazione àlle esigenze che essa de- Tutto ciò cui eravamo stati costretve soddisfare. Il P aese ri chiede og- ti a credere era spazzato via, e gi il sistem a proporzionale puro. E d'ora innanzi dovevamo essere pen il sistema proporzionale puro eli- persu asi che soldato e tedesco samina l'utilizzazione dei resti che. rebbero stati termini antitetici ed inconciliabili fra loro ; dovevamo è una delle ca use principali del preimpa rare ad esse re placidi cittadini mio così detto invisibile. Se i parinermi, e se il mondo appariva an titi bici sapranno avvertire qu esta cora troppo pieno di lupi , dovevaesige_n za ·dd corpo elettorale avran- mo ricordare sempre che non c'erano reso il più grande servigio a se no lupi peggiori di quel che sastessi proprio in vista delle future remmo stati noi se armati. Succeselezioni. Di fronte alla D .C. che sivamente :1pparve l'ideale di una non è favorevole all'adozione di un patria più grande, l'Europa, e ci si sistema proporzionale puro, i tre disse che non ci sarebbero stati più partiti laici debbono fare fronte co- soldati tedeschi, francesi, italiani, mune. Essi debbono concordare tra ma solo soldati europei, addetti aldi loro il sistema da adottare per- la difesa della causa coJ;Uune. M a chè una volta raggiunto l'accordo sembrava che i francesi avessero potranno più fac ilmente ottenere il pur sempre i brividi al solo pensieconsen so dell a D .C.. M a se essi si ro che avremmo partecipa~o alpresenteranno, con1e è av venuto l'csèrcito europeo. Ed ora sono pronelle passate riunioni dei Ministri pr_jpAi f!:an cesi che ci vengono a e dei Segretari , senza nessun con- ~e tutti sono d 'accordo, in certo, il partito di maggioranza Germania e nei p:1esi ogg i nostri avd buon gioco per far trionfare i ami c ~el ~esteflf "@ che non c'è bisuoi propositi. Occorre perciò che sogno di nessuna più grande parepubblicani. liberali e socialdemo- tria europea, che è giusto e dovecratici s'intendano al più presto sul roso ricostituire rapidamente un esercito nazionale tedesco perchè sistema da proporre. La · legge eletla patria tedesca deve essere difes;:;, torale è strumento tr.f?ppo delicato e e perchè il quadro delle nostre alimportante perchè possa essere sot- leanze attuali è migliore di quello toposto a trattative e a contratta- in cui eravamo nel passato. Quanzioni. L 'opinione pubblica non può do quest'esercito sarà formato e, sopportare che essa sia oggeuo di per il solo fatto di esistere. esige rà nuove defatic::tnti discussioni e di che nelle scuole, nella stampa, nel calcoli più o meno interessa ti. Sta la radio, nella vita politica, sia opeproprio ai partiti laici rendersi in- rante e continuo l'imbonimento dei terpreti di questa situazione e aclo- nostri crani per ottenere da noi la prarsi affinch è la nuova legge elet- accettazione di ogni eventuale satorale sia ispirata alla proporzio- crificio. compreso quello supremo nale pura. Un accordo fra i tre par- della vita, di quali forze d ivente titi è necessario e urgente. Potreb- remo zimbello, qu:lle massiccia be anzi essere, la nuov a legge elet- propagèlnda si precipiter? su~le notorale, il banco d i prova per un a stre coscienze e le storduà fino ad intesa più vasta; intesa che , pur indurci a ripetere macchinalmente movendo da un problema contin - gli slogans, senza sa per più discergçnte, potrebbe diventare perma- nere cosa ci sia dietro? l'. La situazione della gioventù tenente. FRANCO LIBONATI desca è partiwlarmente ~ragica co- ~l ppunto Trieste. Conversazioni sul confine. · UNA FALSA UE EUROPA EU AH Dopo il f)Illimento omesso dei Nove a L.ondra, i probl ma dell'n ifica 'one dell'Europa ~embra farsi sem re più iflìcile oscuro. Abbiamo fhiest~o~d Altier Spinel , di espr mere il pensiero dei fed ralisti ital ani sul1a situazio e. Spinelli ci ha ~·ispo to con que to ar colo, che ~~bbli cbiamo ri:~ doci di rit rna e sull'argo~ento. Dl ALTlERO me tutto quel che accade a questo tragico popolo, m:J è in sostanza ugu ale a quell a della gioventù degli altri paesi. Non si può pensate senza un senso di angoscia alle nuove generazioni tedesche e fran cesi, itali~me e belghe e olandesi, alle quali le nostre classi dirigent i democratiche, dopo aver fatto balena re una speranza nuov;,1, . . d9e.co_ aver tentato fiaccamente ~n~ ~~i<CIS"&, si accir~ ora rassegnate ;1 consegnare run vero e proprio ord igno infernale destina to <l scoppiare fra le mani nostre o dei nostri figli. HA UE AH _TUg-~ HA EU çpu c.n era reso mterprete dei sostenitori del sistema proporzionale era stato il liberale Martino con un suo progetto, il quale, emendato e . ritoccato in qu alche punto, rappresenta ancora oggi la base CÌi partenza per una nuova legge elettorale che vog lia ispirarsi veramente ai criteri della pròporzionale. :ì: aueggifimento perciò dei partiti laici era stato apprez:r.ato e se ne attendeva lo sviluppo nell'azione di Governo. Il Gabinetto Scelba è in funzione da parecchi mesi ma in quanto a legge elettorale poco o nulla si è fatto. Alla Camera esso affrontò la discussione sull'abrogazione della legge del 1953, senza un piano prestabilito, dando così l'impressione di essersi lasciato sorprendere. Un tentativo dei liberali di rinviare la discussione allo scopo dì fare· abrogare la legge del 53 e contemporaneamente fare approvare la nuova , non ebbe esito positivo. Eppure il fatto che ad avvantaggiarsi del sistem a elettorale del 1948 più degli altri partiti fosse stata la D.C. (la quale in quelle elezioni conquistò la maggioranza assoluta dei seggi all a Camera pur non avendo conseguito la maggioranza assoluta dei voti, e ciò in virtù del premio invisibile) av rebbe dovuto imporre ai partiti laici di affrontare e risolvère il problema all'iniz io dell a attività del nuovo Gabi netto. Trop po evidente era che la D.C., abrogata la legge del 1953, avrebbe preferito q uelL del 1948, così com e ìa preferiscono i comunisti e i nenniani. Ed infatti la D.C. non si mostrò preoccupata dell 'abrogazione della legge del 19.53 senza che a quellà ne fosse stata sostituita un 'altr a. I partiti la ic i avrebbero dovuto difendere e sostenere il sistema proporzionale puro con tro tutti gli altri sistemi che. con un meccanismo che va dal quoziente regionale all'utilizzazione dei resti pe r b lista nazion ale prefabbricata o post-fabbricata , finiscono con lo snaturare il carattere di pr'o porzionale perchè assegnano ai partiti che raccolgono un maggior numero di voti un premio che può essere, come nel sistema accolto dalla legge del 1948. veramente cospicuo. Fallita la legge m aggioritaria del 1953 all a quale si mostrò ostiìe molta parte del l'opinione pubblica qualificata, i partiti laici avevano buon gioco pe; dimostrare che il sistema della legge del 1948 comporta. per il suo meccanismo, un premio invisib: 1c che ne deforma il carattere ed il significato. A vrehbero così . potuto attirarsi la simpatia dell'opinione pubblica delusa dai partiti di massa i quali, mentre avevano vigorosam ente attaccato la legge maggio "itaria del 53 contrapponendo ad ~ss a i l sistema proporzionale puro come il più democratico, al momento opportuno avevano abbandonato l'antica posiz)one per pre- LoNDRA si è arrivati alla p(\re- A grina idea di tentare :wcora una volta di fondare la sicurezza e l'avvenire dell'Europa su un nuovo patto di alleanza fra stati sovrani. Eppure tutti sanno che i patti fra stati sovrani valgono sempre se e in quanto convengono alle parti che li hanno conclusi .. Finchè gli stati · restano sovrani, .1uperiorem no11 rewgnOJcentc.;, finchè non c'è un potere reale interessato a l mantenimento ed allo sviluppo delle condizioni reali entro cui il patto in questione può efie-ttivamente sopravvivere, nulla al mondo può impedire che ogni singolo stato persegua quelli che considera i pwpri fini se nza cu rarsi se in ta l modo si vengano a crea re condizioni tali da ren dere assurdo ed inosserv<J bile il paqo cui pur sono legati. Quando poi si arriva a tal punto ci sono vari modi per liberarsi dell'impegno assunto: desuetudine, anm.dlamento, revisione, violazione. Tutti sanno che il terreno della . ,JNELLI diplomazia europea è coperto, per così dire, dì patti fra stati sov1ani tuttora in vigore eppur morti o gravemente malati. Sono in vigore ancora un patto anglo-russo, ed uno franco-russo. entrambi antitedeschi. Nessuno . ricordava più il patto di Bruxelles, anch'esso amitedesco. Questi trattati non hanno in alcun modo impedito che la realtà si svolgesse in ·modo completamen te differente da quanto era in essi solennemente stabilito. C 'è un patto che istituisce l'O.E.C.E., ma nulla di serio è stato fatto per st::rbilire una reale coope razione economica fra gli stati così associati. C'è un Patto Atlantico, che solo a stento riesce a frenare le possenti aspirazioni . centrifughe delle varie diplomazie nazionali. E per poco che si risa lga verso il passato non s:i fa che incontrare cadaveri di patti, su ciascuno dei quali la storia ha scritto una feroce chiosa derisoria. Il patto dell'O.N.U. non ha impedito la rivalità russo-ameri cana , l'intesa franco-britannica, non ha impedito l'armistizio di Pétain; il patto d'acciaio si è concluso con l'armistizio di Badoglio; i l patto della Società delle Nazioni non ha reso impossibile la guerra d' Abissinia; il patto Kellog che metteva la guerra al bando ha come fin ale la più terribile delle guerre. Ma ciononostan te ci si sente dire che gli. accordi di Londra sono << l'atto eli nascita di una nuova Europa l', che r< l'Europa è salva n, che << op, sì, si fa l'Europa J>. La realtà è che la conferenza di Londra è dì una estreru"a gravità, perchè in essà i rappresent;,tn,ti de- gli stati democratici europei hanno proClamato la loro rinunzia a dare all'Europa democratica l'unica forma politica adeguata ai problemi di fronte aì quali essa si trova, ed hanno deciso di ritornare al vecchio schema delle alleanze fra stati sovrani . L a grande occasione favorevole che è esistita dalla fine della guerra fino ad oggi svanisce con la conferenza di Londra, . a meno che un soprassalto di coraggio, di previdenza e di generosità non ab-· bia luogo in Francia nelle prossime settimane. L a grande occasione era costituita dal fatto che la Repubblica federale tedesca non era ancora pienamente sovrana. Non la si poteva tenere indefinitamènte in questa situ azione e non si era tuttavia dimenticato .cosa potesse significare una Germania sovrana. La soluzione si imponeva da sè. Bisogn:Jva non già restituire la sovranità alla Germania, ma !imitarla insieme e ugualmente a quella degli altri paesi europei e mettere la Germ qnia in condizione di parità sotto l'amministrazione di un governo federale europeo, che, a nome di tutti i popoli federati e sull a base di leggi votate da un parlamento eletto da tutti i cittadini europei, avrebbe condotto la comune politica estera, militare ed economica --- le tre materie che era troppo pe-· ricoloso affidare ad una Germania sovrana. _La Germania era pronta a tale passo, perchè )'atroce ricordo del proprio passato, il beninteso interesse nazionale e la simpatia ideale per una vçra unione europea, confluivano nello stesso senso. Ma in Francia ha prevalso la volontà gretta di difendere la propria sovranità, cioè , i privilegi del proprio stato maggiore, della propria economia corporativa, della propria diplomazia. l\ ~er mantenere questo vecchiume, a nome di tutto questo vecchiume e col favore dei comunisti francesi, il cosiddetto uomo nuovo Menclès-France, ha pre~ ferito , che l'uguaglianza di diritti da riconoscere alla Germania pren- ( , dt).k la forbt di restituzione ad es- L.~ sa del diritto di fare una politica estera propria, una politica economica propria, di avere un esercito nazionale proprio. ( ~· T coNÒ~,zi~NE, ~lla che si · posta Germa.Qia e eh ~ accetti la all:anza con 'i · de ocrazie occidentah, e che non onti sulla loro alleanza ove v gl recuperare con rriton tedeschi orien· la forza i tali. In • ri termin la Germani:: L A 01 · \ ~ ~ l / IL MONDO • 12 ottobre 1954 • Pag. 2 • la difesa sue· ttuali frontiere orientali. utto il resto che si può leggere egli acco di di Londra è relativamente seco dario, compresa la tanto lammir ta decisione inglese di tepere qua tro divisioni in Europa, quasi che l'Inghilterra non abbia l già tru pe in Europa e quasi noh d sian nell'attuale impegno clausole su" cienti a permetterle domahi di 1 ritir rsi se lo considererà nec~ · sario. S si guarda il fondo dell cose, si corge senza troppa d' colt~ che la sovranità armata te esca · è ass poco conciliabile ~on 1Una salda allea. nza occidental~eLa sua pe anenza nella N.A.'r O. è in que o un elemento di cr si permanent , di cui i soli a ral grarsi sarann i signori del Cre lino. Fra Ger ania e Francia ~vrane non può sistere che rivali ' profonda e ins perabile. Man ano che la Germ nia riarmandos diventerà più ~ te, l'avversione -francese ~r essa drà crescendo irresistibilmente. A far da med~atori non ci sara.nn~solo St~ti Un~'ti ed Inghilterra, appanrà pre to come terza inco 10da l'U.R.S .. Fra GerU.R.S.S. le possibilità di L'attuale goon lo desidera, ma u a Germani diventata nazionalista (e la pres nza dell'esercito e dello stato ma giore la faranno · diventa e tale), be ha come alleati del omen una Francia J..,:lL~ .ostile ed u insie e di paesi occi/T dentali a ec nom' ultra-protette e uò desiderare vivamente di r an dare con la Russ1a le buone r lazioni dell'epoca del patto ~ di R palio •.e-del pa~ · · E la Russia può considerare co. ì importante staccare la Germania all'America da po.ter ben indursi a farle grandi conuirle ad esempio, a Germania orienta- AH UE HA EU AH UE •;, HA EU Corea. Lezione alla Scuola per aviatori: gli allievi imparano i vari sistemi di fuga in caso dJ prigionia. l Ollenhaue sono i portaparola di analoghe dsigenze in Germania. E quando ~endès-Franée ha portato alta vittoqa il vecchio stato francese sovra' o contro l'europeismo che lo minçcciava, i rappresentanti di tutti gli ~~ Itri stati europei hanno trovato del tutto naturale riassestarsi in~ · nelle sdruscite ma apparentemei\te comode poltrone delle sovranit2,1 nazional i. l l \ormai sui governi e sui loro ~- plomatici, sui parlamenti e sulle l ro delegazioni europee, che si pu contare, nè per elaborare, nè per ratificare la costituzione federale cui l'Europa continua ad avere urg_ente ed assoluto bisogno. E' ai powli democratici di EUJopa, riconosci ti come fonte prima del potere dei overni e dei parlamenti nazionali be bisogna chiedere e ott~nere ~h sia _data ~a parola. L'a:twne d1 uantl son(i) per---~*-~~~~~~~~~::-:--:~:::=:-liuasi, in ùgnuno ei nostri paesi, viene che l'Europa così om'è è condannata irremissibilme te, deve consistere nell'ottenere c e i paesi uniti nella Comunità del! carbone e dell'acciaio decidano cpn un regolare N ON È PIÙ dt (TACCUINO] HA ACCORDO SENZA FANFARE SCRITTO giustamente Luigi Salvatorelli sulla « Stampa n che il raggiunto accordo per il TLT non è s0ltanto la fine (la meno cattiva possibile) di un lungo e difficile capitolo del passato. Esso è - può e deve essere - l'inizio di un capitolo nuovo, e più importante, per l'avvenire della nazione n. Era tempo che si giungesse a questo punto, anche perchè. come ancora dice Salvatorelli, la questione di Trieste « non. solo paralizzava l'azione del governo, ma. perfino la libera manifestazione dell'opinione nazionale H. E ci dobbiamo rallegrare che finalmente sU':ia giunti ·{LI t r rrnine. pro(:edendo, con,. \ ?l.' merliazwne alleata, sulla nornra.le via diplomatica degli accordi diretti fra i governi responsabili. senza dimostrazioni di forza, senza chiass(!.te d~ studenti, senza manifestazioni di ptazza. Non vorremmo però che proprio ora si cominciasse con i cortei. con le fanfare e con i riti scenografi.ci. Meno ersa · · · da dest ate. Abbiamo visto. a Roma, il nostro bolso sindaco ingegner Rebecchini, procedere alla testa di uno squallido corteo, martedì sera, lungo la via. del Corso: se del sindaco Bartoli. commesso. viaggiatore in patriottismo, non abbiamo avuto notizia in questi giorni, e stato solo perchè, purtroppo, egli si trova in una clinica per cure conseguenti ad una - delicata operazione chirurgica. Inviamo a Bartoli i migliori auguri di guarigione e di salute prospera per lunghi anni: ma che questa gli arrida lontano dal governo di una città come Trieste, che è chiamata a risolvere problemi di grande serietà politiCa, economica, sociale. L'ingegner Ba.rtoli ci sembra non sia all'al5ezza del _tJroblema che si pone: egli ~~ è dima:ft:rat0· in ·queSti anni (e ciò sia detto tenendo conto delle doverose precisazioni chiarificatrici che abbiamo fatto sino ad ora) nient'altro che un bersaglìere onorario. Noi vorremmo, e sappiamo che insieme a noi lo vogliono i triestini migliori, più serietà nelle persone che si debbono assumere decisive responsabi1' t i · lr'l .J; Tori + no ca.l"'ire che stava a loro far sì che l' opimone pubblica riprendesse fiducia nella collaborazione delle forze democratiche e :nella vitalità - come anche si disse - di un ~ centro rinnovato H: hanno preferito correre dietro al sogno anacronistico di una ripresa individuale, l'uno a spese dell' altro ed affidarsi per il resto alla forza del loro grande protettore . Così i socialdemocratici hanno finito per regalare la R.A.I. all'Azione Cattolica invece di concordare una. azione decisa con i liberali, e questi han?o preferito perdere la Pubblica Istruzwne piuttosto che correre il rischio di vedere agli Esteri un socialdemocratico . Sono soltanto due esempi tra i tanti. E tuttavia si esita a patrocinare nuove formule, a suggerire rimaneggiamenti. In verità, non si vede .cosa si potrebbe suggerire di diverso; si è costretti a riflettere se il rimedio non risulti alla fine più grave del male. Cosa potrebbe dare di meglio un . "rimpasto" se non mutasse anche l'animo con cui ci si accinge all'impresa.? QU:ale s~occo pot~ebbe avere una cnst se non ne vemssero valutate anticipatamente tutte le possibili conseguenze? I "minori " possono riprendere la loro libertà ù'azione. Ma sarebbe inutile dal momento che non sanno cosa farsene. Il problema è un problema di coraggio e di chiarezza di vedute. Al governo o all'opposizione, non si potrà mai combinare nulla sino a che non ci si sarà intesi su ciò che si vuole. Così. nella povertà delle pro~pett~ ve e nella. mancanza di alternative, 11 presente governo si avvia a superare anche l'ultima tempesta· dell' < affare Montesi » (sempre che, naturalmente, questo non ci riservi altri fatti nuovi: in questo caso nessuno può prevedere dove si andrebbe a parare) mantenendosi nelle caratteristiche che or~ai gli sembrano più proprie : un governo {. d'affari H , che va avanti perchè nessuno si vuole assumere la responsabilità di rovesciarlo , destreggtandosi alla meglio nel piccolo cabotaggio parlamentare. Noi non sappiamo quanto, in questo modo potrà durare; che cosa, nel frattempo, saranno capaci di preparargli dietro le quinte i suoi av\·ersari. Un punto, però, è chiaro. In questo modo forse la democrazia cristiana si potrà anche salvare. Dal giorno in cu1 i suoi dirigenti hanno scoperto la distinzione tra " funzioni eli governo >) e ,, funzioni di partit o )) essa sta facendo rapidi progressi nella tecnica del bruciare i governi senza coinvolgere nella tiammat.a il partito . Per i " minori », però, il gioco si presenta senza alcuna possibilità di ritirata. Forse non tutto è perduto. Ma tunica maniera di non perdere tutto è di azzardare tutto . L ' esperimento che hanno iniziato riprendendo la collaborazione con la democrazia cristiana è un esperimento di fondo, che non si porta a compimento con le piccole furberie. Il suo fallimento sarebbe nn fallimento definitivo. Bocciati a luglio e ad ottobre non potrebbero sperare in una " sessione di febbraio ». IL PASSAPORTO N ELLE cronache italiane dei nostri t empi un capitolo a parte potrà essere riservato al Passaporto, inteso come strumento (~i prevenzione e di pena.. Da quakhe anno esso non è più il modesto documento che ,consente al c ittadino << di . uscire dal lt errilorio della ' R epubblica e di rientra.rvi, salvi gli obblighi d i legge » di cui parla, all'articolo .r6 la Costituzione. E' diventato invece un premio per i buoni, una punizione per i cattivi, una minaccia p er i buoni che si pre!:Uime possano di ventare cattivi . Le Questure (p oichè è qui che lo straord in ario documento si rila~, c- ; " r \ l •. · . ........ a rivendicare il rispetto di questo fondamentale dirittq costituzionale e che l'Esecutivo dicesse chiaramente se intende, anche per questo verso. ispirarsi al liberismo o al paternalismo. Un'altra considerazione, di carattere più particolare, si riallaccia alla polemica sui rapporti tra intellettuali e partiti di estrema sinistra, che anche noi abbiamo alimentato su questa. rubrica . Ci si lamenta. che la cultura « sia all'opposizione H, si giudica severamente il comportamento di quegli intellettuali che aderiscono a. manifestazioni per « la libertà della cultura )) organizzate da socialisti o comunisti . E va. bene. Però occorre ricordare che proprio su episodi come quelli citati si approfondisce il divorzio tra le forze democratiche ed il mondo della cultura. Negare un passaporto, cancellare dai paesi consentiti l'Austria p erchè da Vienna. si può prendere l'aereo per Pra.ga (come se non si potesse raggiungere egualmente queste località attraverso altri paesi « consentiti )) ) . mantenere registri in cui sono schedati gli intellettuali (( non conformisti " . oltre che grave è stupido. E, come è noto, la cretineria. è' sempre molto più pericolosa della malafede . · LA CORTESIA D'ESSER VILLANI SI E' COSTITUITO un comitato promotore per le onoranze a Gioacchino Volpe. Questo comitato - di cui fanno parte Gaetano De Sanctis, Federico Chabod, Luigi Dal Pane , Eugenio Dupré Theseider, Alberto Maria Ghisalberti. Walter Maturi, Ruggero Moscati, Ernesto Sestan, Franco Valsecchi - ha già invitati diversi cultori di studi storici a mandare dei saggi, da raccogliere in una miscellanea, per l'ottantesimc compleanno di Gioacchino Volpe , che ricorrerà nel febbraio del 1956. E' con un senso di profonda pena che abbiamo letto, fra i membri del comitato, i nomi di alcuni dei nostri migliori amici. Ma proprio perchè lJi loro presenza potrebbe trarre in inganno. avallando l'iniziativa come si trattasse di un semplice riconoscimento del contributo dato dal Volp~ agli studi storici in Italia., dobbiamo dire pubblicamente ìl nostro pensiero. Secondo noi, Gioacchino Volpe non ha fatto niente che meriti la gratitudine degli studiosi seri, dal giorno in cui per esaltare il fascismo, cominciò a falsificare i fatti che aveva egli stesso vissuti. La prima dote dello storico è la onestà intellettuale. Uno storico " aulico ) non può essere un vero storico. Ma anche se un nostro amico la pensasse diversamente da noi su questo punto non a_vr~mmo ni_ente da ridire . Queilo che Cl riesce spiacevole è che dei vecchi antifascisti onorino Gioacchino Volpe . Si onorano le persone per bene; n~m le persone come Volpe. Non dobbiamo anche noi fare di ogni erba un fascio se non vogliamo aumentare ancor più la confusione neali animi che è una delle cause prin~ipali del: l ' attuale marasma. . Gioacchino Volpe e Giovanni Gentile sono . s~ati . gli e~p~:menti più rappresentativi d1 tuth 1 nostri " chie rici ~ · che, durante il fatidico ventenmo, hanno tradito. . C~me in Giovanni Gentile i partigJam che l<? fecero fuori non potevan~ vedere Il filosofo, ma solo il fa?Clst~. così . noi non possiamo veder!' ~~ Gwacchmo Volpe lo storico; ve dta~no solo il fascista : il Volpe ch6 scr~sse la :;toria. d.el _movimento fasosta ~ .g li altr1 ltbn apologetici di Mu~so~tm e del regime; il Volpe amico mhruo e consigliere del duce, dal quale venne nominato deputato nel ~92;1 e accademico d'Italia nel 1929; 11. \- olpe . che ha compilato, per la Enctclo Jedta r>r · .1 ' ,, . .f .. . HA EU a .. UE i'E AH l per lunghC'anni :- U"l;;. che - q~~;t-:;;-gìi ~rida lontane;> dal gov~rno. di una c1ttà come Tneste, che e ch1amata a risolvere problemi di grande serietà politica, ec~m<;>mica, sociale . . L'in,gegner Bartoh Cl sembra n<?n Sla all al~ ezza del .problema che st pone : egh Si è · dimos't:rato' in ·'q-uesh armi (e ciò sia detto tenendo conto delle doverose precisazioni chiarificatrici che abbiamo fatto sino ad ora) nient'altro che un bersagliere onorario. Noi vorremmo , e sappiamo che . insieme a n?.i lo . v~gliono i triestini mi[<liori, p m seneta nelle pe~s<;me che si de~ bono assumere decisive responsabtlità n ell'amministrazione di Trieste da. oggi in poi: perchè siamo d'avvi~ so che la partita diplomatica ci è andata bene per miracolo in questi ultimi anni, a dispetto dei gesti. molto spesso bersaglier~:schi , compiuti da . prefe.tti, arl'l:basciatori e ministri degli e~ten. E Siamo anche ~· av.v1so c.h~ s1 debba temere - dab gh uomm1 - il rischio che si possa ancora compromettere tutto. Possiamo fare affidamento su una certa serietà nell'affrontare quello che è il vero. il fondo . l'autentico problema di Trieste? Per carità di pa;tri~ ce lo augu:iamo ancora, .e commclam? a registrare con placere l'annunciO che i responsabili della politica estera del M.S.I. saranno contro la soluzione che si è adottata coi P!Ot~co11.1· di Londra. Pei monarchiCl è mcerto l' atteggiamento . ma vorremmo cbe fossero anche loro contrari . percbè il trovarci in disaccordo con un traditore accusato di omicidio cor:ne Filippo Anfuso. e con un • uomo scwcco come Roberto Cantalupo ispirat.ori rispettivamente della poiitica estera del M. S.I. e del P.N :M., ci darebbe il conforto di sentir rafforzata la bontà della nostra posizione ed il buon fondamento della futura politica triestina dello stato italiano. EU no postuia no: quel~aari;' e sorrno. E ' ai po li democratici di 'd d' h' , ,.,-. . . . legg rmente sto l 1 a 1 s tng- Europa, nconosct tl com e fonte pnton Il giorno in cui la G er\nania ma del po tere dei .Q:overni e dei parsar di nuovo sovrana e arm:Ì.t~·lce lamenti naziona li \;he bisogn a chied W h·10 t 0 n e 0 l h' . d ne sara?no ue: _as . g . cere e ,ott~nere <; ~ sta . ata a pase, e l Europa sara dtvenuta 1 al- rola. L a~ione' dt *antl son per_ _ __:c!n~i__:d~e~l~1~a~n:.!:u;o~v~a~e~o~c:!a~.:-:--:::::::::--,;uasi in ognuno ei n~stri paesi questa uropa che ci viene h d ' L tdt .L c e . uro~a. c?s 1 ome e con a~ annu~ on~a, vse~ avve- nata trremtssibilme te, deve cons1n ire, cmrpuo solo vivacchiare, ve- stere nell'ottenere c e i paesi uniti landa con menzogne, le proprie ri- nella Comunità delt.carbone e del1 · · l' · · d .l l . · ;va 1ttà mterne e a propna tmpotenacctalO ec1c ano c n un rego are :za, bisogna dire un no netti..,~e trattato di convoca •e una vera aschiaro. I benpensanti possono~ semblea costituente~europea e di · d' h 1 h · · d · 1' •· • d' ~ tre c e que c e St e ectso sottoporre a , costi t ztone a essa a Londra era ormai inevitabile, redatta al voto pop !are. Il trattato perchè il governo e il Parlamento · in questione deve ontenere in alfrancese non vogliono abbandona- tri termini: la leg~ elettorale del. , . re la loro sovranità, perchè i te- l Assemblea costlt ente europea deschi non possono più restare (che potrebbe anchf essere, opporinermi, perchè l'America vuole tunamente allargath quella della CECA) 1 1 t d1Ìl 1 · · 'l l'esercito tedesco, perchè la Russia • a c a a r e e ezl<:>Dl, ~ lo impone con la sua minacciosa mandato a tale A s. emblea dt red1resenza. 1*;, "1 tentativo di fonda- gere entro un certo tempo determiP J nato lo Statuto del e istituzioni pore una democrazia solida in Euro. . . l l a su un sistema di alleanze fra huche fedcrah eur pee e del e oro P competenze, la d ta del referenstati sovrani e sulla restituzione dum finale da ten re in ogni paese della piena sovranità alla Germa- d ll C · . l' · nia non diventa meno rovinoso per e. a . omumta er. a~cettazwne o ti nfiuto della c stltuztone. il fatto di essere diventato inevitaPoichè l'unità uropea non può bile. Se c'è ancora una possibilità, essere realizzata elle presenti cir· f d' · · d'1 · . . d omam o ra leCl anm, tmpe- costanze con un a to dt forza, nvodire questa rovina, c'è solo se si ha luzionario o milit 1re, che obblighi il coraggio qi guardare le cose così gli stati nazionali a cedere ciò che come sono realmente · ·. · · 1 v utare non sanno Pl~ ', mmlmstrare, oce orze che si metto- corre ottenere d ~ro consenso alla sì come esse perano convocazione del! Costituente eue non co e poli ti- ropea. Ma le di p l ma zie devono esci, professar 'e giornalis si affan- sere escluse dalla edaztone d1 quenano a pre criver loro sta costituzione e i parlamenti naUna pos bilità di o zionali devono e sere esclusi dalla . sta prospe iva c'è. sua rattfica finale Una lotta po~itica con questo esshe condotta. Può ,t PARTt E dal 1948, da q u ando cioè obiettivo può . . . . i go erni democratici europei esserlo anzttutt~ 111 Franoa, da si sono tr vati sul tavolo il proble- quei gruppi eu r peisti che si sono ma della nificazione federale eu- b a.ttuu· per 1a C D , ~ c h e, se voropea, fino al 30 agosto 1954, gior- ghono essere c rent1, devono ;~l no del voto egativo sulla CED nel governo di Men ès-France che vien · l Parlamento ancese, la politica del- loro a prese?~ e l·1 . b.e1 n~u tat? l'unità europ a ha avuto una sua della su a pohu e cwe la nnasocaratteristica ondamentale. Sono ta dello stato m ggiore tedesco di. . ~ stati i governi ed i parlamenti na- ch1arare che no accettano 1 nsulzionali, cioè detentori effettivi tati della confe enza di Londra a delle sovranità ei singoli stati, che meno che non , ·ano accompagnati hanno tentato dt spogliarsi di qual- da un trattato, c e la Germania di cuna delle loro rerogative sovra- oggi accetterebb , il quale convochi ne e di trasferirle a organi europei la Costituente europea, il quale sovranazionali. Il tentativo è stato cioe. garant~sca provvisorietà delpossibile grazie a ircostanze favo- la s1stemaz10ne ttenuta a Londra. revoli eccezionaliss 1e e transeun- E se questa bat aglia dovesse esseti, ma è stato per c sì dire un ten- re perduta nel P 1rlamento francese, tativo contro natura, e perciò con- nelle prossime s ttimane, occorrerà dotto con esitazioni, con mezze riprenderla con t nacia in ciascuno formule , con scarso esiderio di dei nostri paesi, ccettando di anconcludere. In sei an i le forze dare contro corre te, di avere conconservatrici nazionali so,no riaptro moderati, be pensanti, . nazioparse ed hanno ispirato di più in nali1tti e comunis ·. Poichè se non più l'azione dci vari sta · europei. si ottiene ciò, le s vranità nazionàPella è stato il sintomo l soprasli cadranno ugual ente, l'unità eusalto nazionalista in Italia. Bidault ropea si farà ugual ente, ma la sua e poi M e ndès-France sono stati i còstituzione sarà s ritta col sangue rappresentanti, velato il pri o, sco. e sancirà la degli europei . . perto il secondo, del conse· atoriRO SPINELLI smo nazionale francese. De er e grungesse a- questo punto--;-anche 1~erch è. con~e anc<?ra ~ice Salva torelh , la questione d1 Tneste « non solo paralizzava l' azione del governo, m a , pe:fi:no la li~era manifest!l-zione d~ll opm!One n azlOna\e )) , E Cl ?-o~b1amo rallegrare che fjìnalrnente st~ giunti "al termine pro~edendo : con•-~mediazion e alleata, sulla nonn'ale via diplomatica degli accordi diretti fra i governi responsabili. senza dimostrazioni di forza, senza chiassate di studenti. senza manifestazioni di pi~zza. N~n vor~e~mo però ~he pr~pno ora s1 commc1a~se . ~on 1 cortet, con le fanfare e con 1 nh scenografici. Meno bersaglieri ci saranno a. Trieste. tanto megl io sarà: e non diciamo questo perchè mossi da un sentimento poco riguardoso nei confronti di una benemerita specialità del nostro esercito, ma soltanto perchè -:- loro .malgrado -:- questi valorosi sol.d at_t .h~no fimto T?er avere la poco mvidiabiie sorte di rappre~entare simbolicamente un certo aspetto deteriore della faciloneria nazionale. · Non c'è, da tempo, volgare impulso alla retorica che non si ammanti delle piume di questi seri e coraggiosi fantaccini veloci; non c'è moment~ della storia italiana, per q.ua~t<? gra ve, che . qu~cuno non cerchi d1 mterpretare al ntmo della rapida fanfara di questi bravi ragazzi audaci . 1 d o, ~· b er~ag1·Ien· _sono . L oro ~agra d1ventab la persomficaz10ne dei nostri difetti .. e ciò è accaduto proprio per colpa di coloro che hanno cred_uto di far di essi l'esempio delle nostre virtù : come se le virtù di t~tto un grande popolo potessero consistere nella generosa spregiudicatezza che si addice a un corpo· scelto dell'eserci~o. n ella sp.ensierata atti~udin e a nsolvere rapidamente le s1tua~ioni di~icili , nell'ingenuo coraggio 1mprovv1satore. Forse perchè noi siamo, per nostro titolo di merito. un popolo eh~ è. civilme~~e ~oco incline alle seduzwm del 1mhtar1smo forse proprio per questo siamo tentati a id~n~ificarci in 9uelli eh~. dei bersaghen.. .sono . gh as~eth veral!lente estenon: net fwcchi, nelle piUme, nelle nappe, nelle fiamme, nelle trambette e nei cord~n~. . Seco!ldo le n<?tlZle . c.he .si han!lo finora c1rca le dtspos1z10m che 1l governo avrebbe preso a riguardo del pass<;t&gio. dei poteri all'ItaJia. civili e rmhtan nella Zona A del TLT un::t parte' cospicua nell'ademp.i~en: to della storica evenienza sarebbe destinata ed affidata ai bersaglieri dell'ottavo reggimento, attualmente s~anzi~to in una guarnigione del Friuh. Chi lo conosce può testimoniare che si tratta di un eccellente reggimento, che a quanto pare sarebbe uno dei migliori che vanti il nostro esercito. Gruenther, Montgomery e lo stesso Eisenhower - in occasione di ispezioni che essi compirono nella zona tattica tenuta dall'ottavo reggimen.to bersaglieri, si dichiararono orgogliosi ed onorati nel ricevere, al termine, l'omaggio del piurnetto tradizionale. Leggendo queste attestazioni meritatissime da quei bravi soldati - naturalmente anche noi provammo sentimenti di soddisfazione sincera : vorremmo tuttavia ché nelle attu ali circostanze il difficile problema che ci attende, cioè il problema del buon governo di Trieste, non venisse affrontato, con la speranza di risolverlo , soltanto in chiave di bersaglierismo. Per gli inviati speciali dei maggiori quotidiani . come secon, do certi atteggiamenti dei responsabili governativi, si tratterebbe invece solo di una questione di bandiere e di fanfare, di ammassamenti n elle piazze. di sfilate, cortei . di orazioni del sindaco Bartoli, di benedizioni del vescovo Santin, di commozioni e di emozioni suscitate. anzi di pathos st HA Dl-- - UE a~ravl:tt: u~rrre eo assoluto AH ""'' ESAMI D'OTTOBRE UANTO sembrano antichi . e sciupati, i buoni propositi con cui otto mesi fa l'attuale governo iniziò la sua azione. Doveva essere il gover.n o della moralizzazione . del ri sanamento burocratico, della giustizia fiscale; la conclusione di un periodo di errori e di sm arrimenti, uno sforzo disperato per riconquistare alla democrazia il terreno perduto nel le ultime elezioni. Cosa ne è restato ? Oggi si ripete che il governo ha mancato a tutte le sue promesse e sì parla di crisi o rimpasto. Si dice anche che cbsì non può durare , che la democrazia perde ogni giorno terreno e bisogna trovare .un mezzo, qualsiasi . mezzo . p er usctre da questa lenta agonia . Sono accuse severe, ma non infondate. Ciò che colpisce, soprattutto, è la incapacità dei responsabili a rendersi esatto conto della situazione. quella rassegnazione , quell'abbandono quegli sporadici scoppi di astratti 'f urori c~e caratterizzano in ogni manifestaziOne la compagine governativa. Non è colpa della « formula )) e forse nemmeno degli uomini. Il vizio principale. piuttosto, è n ella incapacità di tutti i gruppi della maggioranza a comprendere il clima diverso in cui si trovano ad agire. Non è più il clima del '48, non si può più vivere di rendita', non ci si può più affidare ad una divisione delle parti come è stata quella del quinquennio degasperiano: dove vi era un « grande )) che regolava a suo piacimento lo svolgimento della vicenda politica e tre " piccoli » che si contentavano di vivere, sopportati, nella sua ombra. Scelba, questa volta , aveva la sua carta migliore nella collaborazione, leale e paritetica, con i " minori » : e l'ha sprecata. I < minori » doveva- Q N E LLE cronache italiane dei n ostri tt>mpi un capitolo a parte potrà essere riserva to al Passapor ~o. inteso come str um ento <~I pr ev enziOne e di pena. Da qu alche anno esso non è più il modest o documento che consente al cit,tadino « di . uscire dal Ìterritorio della Repubblica e di ri entrarvi , salvi gli obblighi di legge » di cui parla, all 'articolo 16 la Costituzion e. E' diventato invece un premio per i buoni, una punizione per .i cattivi , una minaccia per i buoni che si presume possano diventare cattivi. L e Questure (poichè è qui che lo straordin ario documento si rilascia o si nega) lo concede, lo rifiuta o lo concede soltanto per certi paesi a seconda della valutazione che ·essa s'è fatta d<~ l cittadino. Cominciò. se ben ricordiamo , mentre era ministro dell'Interno l'attuale presidente del Consiglio . Il passaporto fu ritirato ad un esponente sindacale che aveva parlato male dell' Itali a ali' estero e fu negato ad un gruppo di giovani che stavano per recarsi ad un convegno comunista. Poi il sistema si è rapidamente diffuso e p erfezionato . (E non dim enticheremo la pàrte che ha avuto in tale perfezionamento l'attuale segretario della D.C. Fanfani , all'epoca in cui fn ministro dell'Interno) . Ora il passaporto si ritira all'industriale ch e vuol chiudere una fabbrica, al campione cicl ista che non vuol più v iv ere con l a mogli e , al personaggio ch e si vuole indicare all 'opinione p ubblica come presunto responsabile eli un reato che non gli è stato . tuttavia, contestato. Oppure lo si concede, m a cancellando alcuni paesi dove non si desidera che il cittadino s i rechi. Ricaviamo esempi di quest ' ultimo caso dall'ultimo numero del Ponte. · T empo fa una delegazione torinese, patrocinata dal Comune amministrato dai democristiani, doveva recarsi a Buchenwald per presenziare ad una cerimonia organizzata dagli ex internati n el campo di sterminio. Ai suoi componenti fu n egato il passaporto 'per la Germania Orientale, dove appunto si sarebbe dovuta tenere la manifestazione. Ancora più recentemen te: « Ho chiesto alla scadenza annuale - racconta il direttore della rivista Piero Calamandrei - la rinnovazione del passaporto . Con me l'avevano chiesta altri amici fiorentini: Enzo Enriques Agnoletti , Tristano Codignola, Paolo Barile, Alberto Predieri e altri. Il p assaporto c'è st:at o rinnovato ma senza l'Aus tria . P èrch è senza l' Austria? Nessuno d i noi aveva intenzione di andare in Austria in queste vacanze . Ma, come elice Montaigne. per il solo fatto che 1' Austria ci è stata proibita. subit.o c'è venuta a tutti la voglia di partire per Vien na. Abbiamo chiesto spiegazioni. Prima ci hanno detto ''disposizioni di carattere generale ... niente da fare "; poi ci hanno aggiunto in un orecchio " .. .il partito d'azione, chi ha appartenuto al partito d ' azione ed ora non è favorevol e alla C.E.D .. .. " n. Come ex azionisti contrari alla C.E.D. i redattori del Ponte insomma , potevano recarsi in Austria e di lì passare nei paesi d ' oltre cortina e, chi sa, partecipare a riunioni, parlare alla radio, lasciarsi andare a manifestazioni d 'antitalianità ... Va da sè che tanto i membri della delegazione torinese quanto i fiorentini del Ponte hanno protestato, mosso amicizie ed ottenuto infine i passaporti per tutti i paesi desiderati. Ma ciò aggrava. se m ai, le considerazioni suggerite dalla vicenda. Un a , di carattere generale. riguarda i m etodi in atto per la concessione del documento . Sarebbe ora , ci sembra, che .l'opinione pu bblic a cominciasse ..•. · · ~"' ,-11 e:>ponenn p tù rappresentativi di tut ti i nostri " chierici » , che. durante il fatidico vent ennio, hanno tradito . . C~m e in Giovanni Gentile i partigtam che l~ fecero fuori non potevano vedere Il filosofo ma solo il fa~cistél; . così . noi non possiamo v eden>. ,_ l': Gtoacchu:~o Volpe lo storico; vedia~no solo 11 fascista: il Volpe ch6 sc~1 sse la ~toria del movimento fasctsta. ~ .glt altri libri apologetici di Mu~so~mi e del re~if:ne; il Volpe, amico mtlruo e constg ter e del duce dal quale venne nominato deputat~ nel ~924 e accademico d'Italia nel 1929; Il. Volpe.che ha compila t o, per la Enct ~lopedi~ Treccani, la voce sul faSCismo , 111 cu i spiega il carattere << meramente contingente e strumentale >~ della dittatura mussoliniana concludendo che la rivoluzione 4: si è -v:erat~en te incarnata sul T evere e di lt ag tsce sul . mondo >~; il Volpe. anco!a _nostalg1co dell'ordine, della diSClplm~ . . deli a grandezza dell ' Ita lia mu.ssol.I m.an a , che oggi deride i no~tn sf.orz.t per risollevarci dall'abisso, m . cut Cl h a precipitati il suo DemiUrgo. , Co~e potremmo protestare contro l adoziOn e, quale libro ausiliare nelle no.stre ~cu.ol e medie. della Storia degh ~tal,am e .dell'Italia, con la quale gh msegna~h fascisti continuano ad ~~vele~are 1 nostri giovani. o contro l mc~nco atiìdato a G ioacchino Volpe d1 provvedere , attraverso la radio ~Ila. n~wva ed ucazione civica degll Italiant, se non denunciassimo l' errore commesso dai nostri amici che h anno preso l ' ini ziativa delle· onoranze? · . Nè può e~sere una ragione su fficient~ Pt;r giUstificarli ìl ricordo che alcum dt loro sono stati generosament,e protetti dal gerarca Gioacchin o ~ olpe contro le persec uzioni che co.lp1vano altri intell ettuali antifascis~ t. Lo .st esso merito poteva essere n .couoscm to a Giovanni Gentile. Crediamo non ci sia stato nessun gerarca c.he . n~m abbia provveduto a precostttuirsl, al momento opportuno, una benemerenza del genere. Anche co.loro ~he hanno fatto massacrare gli ebret per impossessarsi dei loro beni , in generale hanno protetto qu<l;lcuno , pensando che gli ebrei salv~h a~rebbero potuto essere utili tesbmomando in loro favore. se ne avess.ero avuto bisogno, mentre i m?rtt ~on avrebbero certamente testtmomato contro. . Le onoranze che si vorrebbero oggi promuovere non costi tuirebbero un omag~io alla cultura. Significhere~be.ro, mvece, rendere omaggio a ch1 SI è prosternato davanti alla tirannide; misconoscere i sacrifici d i chi ha preferito la galera o l'esilio alla servitù; offendere la memoria di tutti coloro che furono assassinati dai camerati ai quali sono andate e vanno ancora le simpatie dell'ex segretario generale dell'Accademia di Italia. Come per frate Alberigo, per Gioacchino Volpe è cortesia, da parte nostra, essere villani. Chi desidera far stam· pare avvisi Sll " Il, MONDO" è pregato di rivolgersi direttamente • anche per lettera o per tele· fono · all'amministraz. del seitimanale - Servi· zio . Pubblicità · Milano, Via Monte di Pietà n . lS Telefono 870.741 l l • Lasciato Toledo, attraversata la Mancia, si entrò nell'Andalusia che parve un'altra Spagna, addolcita nell'aria e dovunque coperta d'olivi, d'aranci e di palme. Vi si giunse al tramonto, volli discendere dalla macchina e proseguire a piedi per qualch-e tratto per darmi l'illusione d'esservi arrivato camminando, mentre il cielo si arrossava vasto da una parte e la notte incalzava dall'altra. Quel rosso era già africano e il sole era scomparso dietro l'Oceano immediato. Il mio passo sembrava accrescersi al contatto con la terra, per quella strada tortuosa tra i colli, con qualche grande albero di lato che nereggiava nel tronco contro l'ultima luce. Poi uscirono le stelle tanto limpide e splendenti da risultare più vicine. Il gior~o dopo si giunse a Cordoba ed era mio proposito visitare gli eremiti che vivono sulle alture vicine, ma era stabilito che il mio misticismo iniziale non dovesse oiù ( _ _F_ O _ G_- _L_I_ E _ T_ T-_I_ _ D_I_ _V_I_A_G_G_I_O_) ' VIRTU ANDALUSA UE Sebbene si dica che la Spagna sia nelle mani dei preti, la vita è lasciata in libero godimento, forse perchè questo godimento porta al peccato e il peccato al rimorso e il rimorso alla confessione e la confessione ai preti. Questa è una mia ·scoperta gesuitica che regalo alla terra natale dei Gesuiti. AH UE HA EU AH DI GIOVANNI COMISSO HA EU AL VOLTA mi prende il ricor:do di certi tipi di donna che non esistono più e che hanno es1st1to nella mia terra Veneta, negli anni lenti e oziosi dei due primi decenni di questo secolo. Si potevano trovare tali donne nelle segrete case per l'amore delle piccole città e le cortt'giane di Carpaccio vanno considerate come loro antenate. Avevano una floridezza sensuak da giovani spose, un abbandono e un languore da donne riservate in una casa, senza fare altro che dormire dalle piccole ore della notte fino alle piccole ore del pomeriggio e nelle altre ore partecipare inesauste all'amore coi frequentatori abituali, accogliendo ognuno come un amante. Dense nella carne, profumate di ireos o di violetta, senza un pensiero dietro àl loro sguardo, erano impastate dal piacere, dall'ozio e da una divina stupidità, riescendo vero sogno tra tutte le imperfezioni della vita. Queste donne, quJli ultimi esemplari felici, si ritrovano ancora in Andalusia, ma viene da chiederci come mai sussistano ancora nella generale bruttezza degli uomini. Forse sono appunto esse a generarla sciupandoli, corrodendoli nella loro giovinezza con una perdizione esasperata. Composte come di una materia sanguigna diversa dagli uomini. sembra ·si accrescano dense, levigate, avvolte in una nube · profumata di gelsomino, nutrendosi di tutto il calore dell'uomo che intristisco~o. Qualcosa come le femmine di certi insetti, le quali dopo averli dissanguati nell'amore finiscono coll'ucciderli e divorarli. Donne, che in Spagna possono considerare come loro ava Maya nuda di Goya. IL MONDO • 8 marzo 1955 • Pag. 7_ bocca il volto della donna anzia'na, come l'avesse prescelta a tutte le altre ed ella glielo strinse con le mani per baciarlo sulla bocca. Ma l'altra, che ci aveva accompagnato in quella casa, si interpose stizzita, prendendolo a sè e iniziando con la padrona una disifita serrata di cui era difficile a~~~are le parole. Specie poi quando si interpose anche la bionda che al nostro entrare aveva sentito l'informa~ione segreta sussurrata all'orecchio della padrona. In quel battibecco che non finiva mi presi una di quelle donne che più delle altre' mi ricordava quelle di altri tempi delle segrete case per l'amore della mia terra e aveva proprio c~me allora le palpebre velate di azzurro. Attraversammo il patio verso una piccola stanza e ridevo nel pensare che Figallo avrebbe finito sbranato da quelle donne. Andalusia, terra favolosa dove le donne sono ancora lasciate a vivere nell'abbandono alle supreme virtù della loro carne, senza tormenti di redenzioni sociali, senza vane illusioni di diritti elettorali, senza partiti e senza sindacati che le proteggano, senza. incatenato asservimento al lavoro delle fabbriche, senza lezioni di ginnastica, consapevoli solo di a.mare fino al peccato. Don· ne che sono le bambine dei secoli antichi, ricordo vivente lasciato in questa terra dagli Arabi, dopo ottocento anni di dominio. Quella don· na, nella piccola stanza non aveva fatto con me alcun calcolo di denaro o di tempo, se mai ero io l'idiota tentato di parlarne. Divinità non classificata ancora, ella annientava tempo e denaro, questi due veleni che rattristano la nostra vita moderna e mi reclinavo alla sua adorazione, tra la densità del suo corpo e il profumo primaverile di gelsomino che si scioglieva dai suoi capelli. Maya nuda di Goya, argentea nel suo petto mi affondava nell'estasi. Ma dalla stanza attigua venne un chiasso indiavolato di donne tra le · risate di Figallo. Apersi la porta per vedere e sul vano illuminato dell'altra porta, mi apparve la donna che ci aveva accompagnato a quella casa, ignuda, e sembrava venire a patti con la bionda, nel reggere la tenda per farla entrare, mentre Figallo ghignava faunesco, coprendosi con un cuscino. Nel vedermi disse che la sarabanda era appena incominciata e mi avrebbe raccontato ogni cosa. _ Verso l'alba nel rientrare all'albergo mi spiegò mezzo stordito che la padrona di quella casa aveva imposto come obbligo, per concedergli la stanza che dovesse prima usarla con lei. Dopo averla disfatta come uno straccio, si era infine ritirato con la donna conosciuta per prima, ma la porta era senza c:1tenaccio, come al tempo dell'Inquisizione, ed -'-"'-.. ""'"' -~ ..-.-.- .,.a ... .. ~.. . ~.._,. .. ....,.,'0...,.- ..__.a n-a coprenaos1 con un cuscmo. l"'ìlervedermi disse che la sarabanda era appena incominciata e mi avrebbe raccontato ogni cosa. Verso l'alba nel rientrare all'albergo mi spiegò mezzo stordito che la padrona di quella casa aveva imposto come obbligo, per concedergli la stanza che dovesse prima usarla con lei. Dopo averla disfatta come • uno straccio, si era infine; ritirato con la donna conosciuta per prima, ma la porta era senza c~tenaccio, come al tempo dell'Inquisizione, ed era sopraggiùnta la bionda, pretendendo di avere la sua parte. E tutto era finito gloriosamente. Nelle prime luci del giorno s'incontravano per la strada solo alcuni barocci e le sonagliere tintinnivano al collo dei cavalli. AH UE HA EU AH UE africano e il sole era scomparso dietro l'Oceano immediato. Il mio passo se mbrava accrescersi al contatto con la terra, per quella strada tortuosa tra i colli, con qualche grande albero di lato che nereggiava nel tronco contro l'ultima luce. Poi uscirono le stelle tanto limpide e splendenti da risultare più vicine. Il giorr~o dopo si giunse a Cordoba ed era rn,io proposito visitare gli eremiti che vivono sulle alture vicine, ma era stabilito che il mio misticismo iniziale non dovesse più risorgere. Nel chiostro del convento vidi uscire da una cella una specie di gnomo alto poco più di un metro. Era un vecchio eremita . con la testa piegata in modo da fare un angolo retto con lo stomaco. Le sue gambe si muovevano svelte ma sembrava scivolasse, più che 'camminasse sulle pietre. La sua tonaca aveva il colore della polvere, egli pareva un'oca coperta di stracci e passato nel giardino del chiostro lo vidi nascondersi dietro a un roseto alzandosi la tonaca per accovacciarsi_ nella posa orrenda di una strega d1 Goya. Nell'orto vi erano altri eremiti barbuti che fino allora avevano lavorato da muratori incalcinandosi e stavano attorno a una vasca d'acqua per lavarsi con cura la barba. La tonaca era tirata giù dalle spalle rivelando una maglia stracciata sul petto irsuto e ancora Goya riapparve allucinante nel suo disegno: «Senza Camicia sono felici ». Mi sentivo attrarre verso altri Siviglia. La <guardia d'onore> al carro della Passione durant'e la processione della aspetti della vita, più seducenti, più pro[umati, ma il nostro albergo dal di un balletto che avrebbero ese- sa a .tutti .. Sempre più infervorato al collo stringendolo in un bacio pauo per ogni pia.w offriva un guito la sera dopo. Ci si trovava dal successo e anche per incantare che credevo lo volesse soffocare. Elcampionario di cameriere, tutte vec- come in un collegio femminile, do- quella donna, alzatosi e posato un la era passata alla richiesta del dechie, querule e complottanti, nel ve, alla fine de,l l'anno scolastico, si piede sulla sedia, si scatenò come naro solo per obbligarlo a scendere, presentare un bigli~::ttino, infantile fanno di quei balletti con passi ca- nei momenti buoni della sua ispira- non voleva che il loro incontro fosnella calligrafia, forse preparato denzati avanti e indietro, con pas- zione suonando e cantando le più se finito così, lo avrebbe portato in dalla sola che sapeva scrivere, che saggi di quadriglia e movimenti variate canzoni. Cantò in spagnolo, una casa dove avrebbero potuto aveaugurava tante belle cose per le fe- delle braccia tutti in accordo. Ce ne in italiano e in francese con tale re una stanza. Indicando la strada s~e imminenti. Vestite tutte eli riga- andammo indispettiti, io ero deciso furore che quei chitarristi spagnoli vi si giunse poco dopo. Entrammo uno celeste facevano pensa re che il di andare a dormire, ma giunti da- non osarono più dibirsi. Ammirati, in un patio e aperta una porta ci nostro albergo fosse una casa di ri- vanti all'albergo si intese da ·un caf- non lo avrebbero più l'asciato finire trovammo in un salotto illuminato covero. Queste vecchie assediavano fè il solito battito di mani che ini- se la donna strizzandogli l'occhio dove a una grande tavola stavano di più Figallo ed egli si difendeva ziava il .flamenco e l'accordo di una non l'avesse invitato a uscire. Con sedute alcune giovani donne assiecol dire che non teneva denaro e chitarra. Figallo, che, quasi intimi- lei aveva finito in un giardino dove me a una più anziana, ma fiorente facendomi passare per suo segreta- dito d'essere nella patria delle chi- le aveva dato prova di altro furore, ancora. Entrando dissi che quella rio le indirizzava a me per avere tarre, aveva lasciato fino allora ino- incominciando in un certo modo era una bellissima ·compagnia per l'obolo. Queste vecchie serve ci de- perosa la sua dentro la macchina, che non doveva essere consueto per mettersi a giuocare a tombola; tutte ludevano nella speranza eli favolosi andò a prenderla per metteda final- gli spagnoli, ma poi stanco di essa si diedero a ridere. La nostra comincontri con le donne dì quella ter- mente in aZione. Gli dissi che se l'aveva fatta accomodare nella mac- pagna raccontò subito di Figallo ra, ma si presagiva che e.rano come combinava qualcosa di fantastico mi china, che stava davanti all'albergo, che era bravissimo a suonare la chicc:-rti alberi da giardino che masche- venisse a svegliare e ci lasciammo. dicendole sarebbe ritornato subito e tarra. Poi avvicinandosi all'orecchio rano, a guisa di ville, nuclei di forVerso le tre della mattina lo in- sperava che stanca di attendere se della donna anziana,. le sussurrò tificazioni munite e tremende. tesi rientrare e lo chiamai. Cordoba ne sarebbe andata. Aveva appena altre cose, subito intese da una Qualcosa di assai diverso, in quella non era da meno di Barcellona, an- finito di raccontarmi la sua avven- bionda seduta accanto. Dall'inforCordoba more:;ca, doveva stare ce- che in questa città vi si viveva fol - tura, quando suonò il telefono: il mazione avuta così segretamente lato dietro a questo sipario di ru- lemente alla notte. Entrato nel caf- portinaio diceva che una signorina quelle due donne parvero tanto ecgose arpie, furenti nel nero sguardo fè, aveva messo la sua chitarra in attendeva dì avere cento e cinquan- citarsi, che subito si alzarono per tra i bianchi capelli piumeggianti. un angolo, ascoltando tranquillo le ta peseta. Gli risposi riferisse che si prenderlo al braccio e portarlo a Nella notte dopo molto girare per suonate di tre chitarristi spagnoli, era disposti a fargliene avere solo sedere alla tavola. Io mi accomodai strade malandate, si scoperse infine i quali invero non facevano che ri- cinquanta, ma Figallo intervenne, tra le altre. Fu in questa strana sala che riun locale che sembrava allegro, ma petere sempre gli stessi motivi. Una non le avrebbe dato nulla, invece ancora ci eravamo impastoiati in donna assai bella con la quale si era mi alzassi e scendessi con lui se vo- trovai quei tipi di donne che esinoiose schermaglie. Dopo poco nel scambiato sguardi brucianti andò levo vedere cosa fosse la Spagna di stevano nel principio di questo semezzo della . sala venne un gruppo al suo tavolo e lo pregò di suonare. notte. Mi vestii e scendemmo. Se- colo e che oramai non esistono più. di giovani donne vestite modeste Si fece portare un bicchiere di bir- duta tranquilla nell';mtomobile vi Dense, levigate, .floridamente senda sera che, schierate su tre file da ra e strisci an dolo sulle corde appena era quella signorina, profumatissi- suali come giovani spose, avvolte una direttrice, con scialle bianco allen tate prese a suonare sul tono ma di garofano, e subito felice di in nubi profumate di gelsomino, di sulle spalle, presero a fare le prove della chitarra avaiana dando sorpre- vedere Figallo gli buttò le braccia gaggia e di garofano, riservate in HA EU - < Semanà Santa>. quella casa, come in un harem. Il nero sguardo di quelle donne era attonito in una curiosità indolente, sole senza un uomo che ·le ravvivassé in quelle piccofe ore della notte, facevano pensare d'essere ai bei tempi della potenza spagnola, quando il meglio degli uomini se ne stava lontano a combattere nelle Fiandre o a insaccare oro e argento nelle Americhe ed esse ·languivano in vana attesa d'un ritorno. L'anziana, che doveva essere la padrona di · quella casa, volle che Figallo prendesse la chitarra. Egli rifiutò seccato, ma tutte gli si strinsero attorno imploranti fino a farlo accondiscendere di suonare almeno un solo rezzo. Uscì a prenderla dalla macchina, ma passato qualche minuto, non lo si vide ritornare. La donna che ci aveva accompagnato ebbe il sospetto che se ne fosse andato via e aperse la · porta per andare a vedere. La luna illuminava a metà il patio, lo richiamò, nessuno rispose, già gli lanciava una ·scarica di maledizioni, · quando dall'ombra, dove egli si teneva nascosto fece ·sentire un ·accordo e subito prese a cantare. Dall'ombra passò alla luce e avanzando lento venne nella sala, sempre accompagnandosi con la chitarra nel canto. Accelerò sempre di più gli accordi fino a terminare con un rabbioso miagolio da gatto innamorato, proteso avido lo sguardo, rasentando con la Sebbene si dica che la Spagna sia nelle strette mani dei preti, la vita è lasciata in ampio e .libero godimento, forse perchè questo ampio e libero godimento porta al peccato e il peccato al rimorso e il rimorso alla confessione e la confessione ai preti con sempre una generosa assoluzione dopo breve rampogna. Con donne simili a quelle che abbiamo conosciuto a Cordoba, non è certo necessario che romanzi riviste illustrate o il cinema cor;ompino la gioventù spagnola insegnando come si debba baciare una donna e andare oltre. Quindi se tutte quelle produzioni vengono rigidamente censurate non fa nè caldo nè freddo. I giornali sono stampati 'con c~ratteri così imperfetti, come in p~ccole stamperie parrocchiali, che ~Iene da pensare lo si faccia appoSitamente per non indurre a leggerli. Forse si vorrebbe che non si sapesse neanche leggere e scrivere. se l'organizzazione scolastica è tan" to deficiente. Appena nasce un bambino viene subito prenotato un posto nella scuola statale per quando avrà l'età di frequentarla, ma giunto quel momento si troverà escluso perchè la scuola troppo piccola è ugualmente nelle condizioni di non poterlo ospitare. Se la famiglia non è del tutto povera vi sono certe scuole a pagamento tenute da qualche signorina istruita che farà lezioni per una classe unica e sommaria. Quelle gestite dal clero sono già scuole per i ricchi e a Barcellona e ·a Madrid le scuole statali straniere, italiane, francesi, svizzere e inglesi, che dovrebbero funzionare per i rispettivi nazionali, sono invece in maggioranza frequentate dagli spagnoli, perchè più economiche delle altre. In queste condizioni l'analfabetismo è dilagante e così l'amore in questo paese non trovando il freno e il pensarci sopra di una corrispondenza scritta, precipita fulmineo fino alla corruzione e al vizio. .Questa è una mia scoperta gesuitica che regalo alla terra natale dei Gesuiti. GIOVANNI COMISSO • IL MONDO · 8 marzo 1955 . Pag. 8 LA VITA LETTERARIA * HETELLO . . lecchi ed.), vuoi essere, nelle· intenzioni dell'autore, il primo di una trilogia che comprenda, come· sfondo e avvenimenti, il periodo che va, all'incirca, dall'unità d'Italia _alla caduta del fascismo, ma senza altro legame, da libro a libro, che (come egli dice) « il filo » del tempo, cioè la continuità cronologica. E poiché il titolo generale dèl ciclo è Una storia italiana, queste dichiarazioni preliminari lasciano intendere come a «storia)) sia qui da dare un senso lato di racconto, di narrazione inquadrata in una cornice vera, di fatti realmente accaduti. Un senso, insomma, molto prossimo a quello di «cronaca n, così caro al prece- . dente Pratolini, che questa parola ha usata nel titolo di più di una sua opera. E il romanzo conferma col suo disegno, col suo andamento, con i suoi modi l'esattezza di tale accezione: e . così apertamente, che meraviglia come si sia da taluno potuto parlare di romanzo storico, scomodando grossi nomi. La tendenza prima di Pratolini è sempre stata di ancorare le sue invenzioni o evocazioni alla realtà di un ambiente sociale o politico, di una città (per lo più la sua Firenze), di un quartiere (San Frediano, Santa Croce ... ): il suo realismo, istintivo per un verso e letterario, di tradizione prevalentemente toscana · (dal bozzettismo ottocentesco a Tozzi, a Cicognani; a Pea) per l'altro, ha bisogno di questo sfogo e insieme appoggio. Nelle sue vicende, anche le più idilliche, umbratili, crepuscolari, l 'elem~nto tempo-costume ha una parte, é un peso, non indifferenti: certo non minori di quanto ne abbia quello natura-paesaggio. Scrittore intimista, autobiografico, elegiaco, Pratolini è portato a farsi cronista dei suoi stati d'animo, del suo autobiografismo, in quanto questa proiezione o trascrizione del proprio tempo interiore in un tempo esteriore gli sembra assicurare prospettiva e oggettività ai suoi motivi lirici. È una proiezione che, co,_ !De si sa, egli ha tentato in misura e con intensità varie, ma in modo particolarmente ampio - il più am. pio prima di questo Metei/o - nelle Crona()he di poveri amanti, che rispetto à .quella « familiare n del libro omonimo, e a quella del Quar- UE ETELLO, il nuovo romani zci di Vasco Ptatolini (Val•1 EU HA UE AH < A monizzarsi, hanno accentuato il loro ·dissidio, scadendo gli uni in un realismo trito, documentario, e gli altri più che mai isolandosi nel loro elegismo. Oratoria ,e polemica da un lato, poesia dall'altro: ciò che ne andava di mezro era proprio la narrazione in quanto tale. E non per nulla, parlando qui del suo penultimo romanzo, Le ragazze di San Frediano, si era allegorizzato di un Pratolini al bivio. ·Ora in Metello il tempo esterno si dilata oltre la cerchia delle esperienze e dei ricordi autobiografici, si fa retrospettivo, abbracciando il trentennio 1872-1902, anno quello della nascita del protagonista, questo del famoso sciopero dei muratori, durato quarantasei giorni e conclusosi con la sconfitta della classe padronale e col riconoscimento ufficiale dei sindacati operai. E il tempo interno è dato dalle vicende del protagonista, da quando, orfano di un renaiolo perito in Arno, viene allevato da una famiglia di contadini, a quando, turnato in città, si inizia alle ideologie socialiste, diventa un bravo muratore e, dopo aver corso un poco la cavallina, marito felice e, tutto sommato, fedele, della bella Ersilia, una sanfredianina tutta bontà e co- ·me non m'imp•r essionano a1Jatto ... , di una scala o giri di spirale anelanti ad un vertice ; ma posti l'uno accanto all'altro, come altrettanti pannelli di un affresco, con le stesse figure che tornano via via diversamente atteggiate nelle varie fasi dell'azione, senza però che cotesta diversità sia frutto di un intimo sviluppo. Tra l'uno e l'altro pannello c'è sempre uno scatto, un salto: accentuati da quelle anticipazioni sul racconto cui alla fine di ogni capitolo cruciale Pratolini si lascia andare: una sorta di sommario di quel che seguirà, inammissibile in un romanzo vero e proprio ; più che legittimo, appunto, in una cronaca: Ma è pur vero che in questa cronaca· è scomparso o ridotto al minimo quel dissidio, caratteristico del precedente Pratolini, fra elementi realistici e motivi lirici. La prima bella novità del Metello è qui. Eppure la parte documentaria, attinta non dall'esperienza diretta o da ricordi personali, ma da libri, giornali, cronache del ternpù, q • i si presentava singolarmente insidio.sa. E altrettanto, se non più, l'ideologia politica, sociale, anzi socialista, cui il romanzo si ispira. Perché non v'è dubbio che quegli anni, quegli avvenimenti sono veduti dal- HA EU l AH 1 (Disegno di A. Bartoli) realtà umana, per un'umanità fatta parlare di romanzo .storico e anche di opere e giorni, di pazienza, di di romanzo in senso stretto; così è lavoro e di speranza; è questa mol- fuori posto considerare Metello e teplice coincidenza, dicevo, che ha le altre figure quali personaggi audeterminato la fusione o meglio tonomi, a tutto rilievo. Perché esse l'osmosi di quelle due tendenze fi- sono, appunto, figure di un affresco, nora inconciliate. L'immaginazione tenute alcune (come Metello) in ha trovato il suo alimento e insie- ·primo piano, altre su piani diversi, me il suo temperamento nella cro- e rese alcune di prospetto, altre solnaca; e questa è divenuta la trama, tanto di scorcio. Manca loro, del o piuttosto la filigrana della fanta- personaggio inteso in quel modo, sia. E la ricerca di oggettività si la continuità dei trapassi, un'intima converte in narrazione oggettiva, in motivazione dei gesti e delle parolè rappresentazione distaccata, serena, stesse. La loro vita fi sica, psicologiche sa serbarsi tale anche nei mo- ca, morale è la somma di tanti stati menti più intensamente dramma- d'animo, vicende, atteggiamenti, tici, quando facile sarebbe stato non la sintesi. Né, ciò dicendo, si calcar la mano o abbandonarsi al- intende diminuirle, bensì caratterizla polemica, di qua esaltando di là zarle. La pienezza dell'arte di Pradenigrando. Pur mantenendosi fe- tolini va colta in questa -capacità di dele al suo angolo visuale, Pratolini affrescatore, di armonizzatore di fisa riuscir cronista al disopra della gure ed episodi entro una cornice, mischia. (Basti osservare come nel non pur temporale, ma spaziale: ritrarre uno dei « padroni)), l'inge- quella Firenze sentita ancor essa cogner Badalati, renda omaggio alla ralmente, case, quartieri, cantieri, sua tempra di lavoratore e di lotta- aria, cielo, lungarni, folla festante tore). Egli non vuole insomma «di- o ~umultuante, amori, morti, mimostrare n ma racconla re : anch.: se seCle ... alla radice del racconto c'è una veGrazie a quella raggiunta fusione rità partecipata. P.artecipazione di od osmosi, l'equilibrio fra i vari cui sono spia, malgrado quell'og- episodi è pressoché costante, e il filo gettività, le forme verbali della nar- narrativo-cronistico .che li unisce, razione : una terza persona che a lineare e scorrevole; nondimeno momenti diviene prima plurale : un qualcuno si innalza sugli altri, per dove la figura pm si avVlcma alle dimensioni del personaggio perché in quel conflitto a sua volta si affaccia tutto un mondo. (Pratolini fin dai primi libri ha saputo infondere una freschezza sorgiva, un piglio estroso nelle sue donne, specie se popolane). E accanto ad essi sono d.a porre, per concretezza artistica, le scene d'insieme, degli operai su per i << ponti >> delle fabbriche, o qu'ando all'alba si recano, di camp~gna -in città, al lavoro: pagine mosse, luminose, vibranti, nelle quali si espande quel senso di solidarietà umana, quel piacere della convivenza sociale, dell'amicizia con gli umili, che è tanta parte del lirismo di Pratolini, quasi a correttivo del suo elegismo. Ma il pregio maggiore del Metello è, dicevo, nella equabilità della narrazione, in quel fluire di capitolo. in capitolo d'una vena che aggira o leviga - tranne poche eccezioni - ogni ostacolo; in quello stile tanto più suggestivo quanto meglio riesce a sliricarsi; in quel lin-guaggio tutto cose, toscanamente realistico ma senza leziosaggini, sprezzato nei dialoghi ma senza becerismi: e parlano operai e gente del popolo. È che Pratolini · non rifà loro il verso, ma se ne rende interpr~te in un linguaggio di tono medio o corrente, dal ritmo però sorvegliato: altra riprova che qui il sq_o ·- rsal.ismo non è grezzo documento ma realtà poetica. · ARNALDO BOCELLI ( BIBLIOTECA ) CARLO BO: Antolol{ia di poeti nel{ri. Parenti editore, Firenze, pagine 328, lire 2000. Giovandosi del materiale offerto dalle antologie del Ballagas e di Leopold Sédar-Senghor, Carlo Bo ha messo insieme una silloge che riuscirà certamente utile. I poeti, presentati nei testi originali in francese e in spagnolo e in traduzioni dovute, oltre che a Bo, a Vittorio Sereni e a Marise Ferro, appartengono al Messico e all'America Centrale, alle Antille, all'America del Sud e all'Africa; di proposito è stata esclusa la poesia negra nord-americana . Nella prefazione, si precisano i problemi cui il concetto di poesia negra dà luogo e si propongono le possibili soluzioni, distinguendo tra i lirici di lingua francese (rappresentati sopra tutto da Aimé Césaire) e quelli di lingua spagnola. Il libro esce in occasione del trentennale della casa editrice Parenti, benemerita alle moderne lettere italiane . E NRICO PEA : Il « Mal{l{io n in Versilia, in Lucchesia e in Lunigiana. M. Carpena editore, Sar· zana, pagg. 84, lire 1000. Ecco un delizioso libretto, in ogni senso: per l'amore con cui lo ha stampato il Carpena di Sarzana, per la freschezza, l'ori inalità con cui - - -- - ~UI\.. UE E ISTITUZIONI politiche, fatto. Credono di dirigere i loro . una volta fondate, assumo-- concittadini ed in parte ciò è vero, . no agli occhi dei posteri ma solo in assai piccola parte, peruno strano ed irreale aspet- chè in realtà tanto loro quanto i 1 to; Le difficoltà che si so- loro concittadini, obbediscono, quano dovute affrontare per portarle a si senza rendersene conto, a regole compimento, lo sforzo di fantasia che devono accettare; si muovono creatrice e di volontà tenace che ha entro argini che sono più forti di ·dato loro forma, l'incertezza che ha loro e determinano in · notevolissiregnato sovrana sino alla fine en- m~ misura lo sviluppo della loro trano nell'ombra; i problemi che azwne. grazie ad esse sono stati risolti o Queste regole e questi argini sodissolti svaniscono, proprio per que- no le istituzioni. Pàrlando di esse sta ragione, dalla ·memoria; i pro- Jean Monnet, chè è indubbiamente blemi che si pongono come si pon- uno dei grandi costruttori di istitugono e non altrimenti perchè ci zioni della nostra epoca, diceva alsono queste determinate istituzioni, cuni anni fa: « I tragici avveniquasi non ci si accorge che senza :« menti che abbiamo vissuti, quelli di esse nemmeno sdrebbero appar- « ai quali assistiamo, ci hanno for se si, e che l'ambito entro cui le loro «dato una maggiore saggezza. Ma soluzioni possono essere avvÌate è « gli uomini passano, altri verranno assai fortemente determinato da es- « a sostituirei. Ciò che ._ potremo se. 'Le istituzioni sembrano qualco- << lasciar loro non sarà la nostra esa di necessario, sì, ma di poco vi- « sperienza personale, che scompatale, e l'attenzione si concentra ' sulle « rirà con noi; ciò che potremo la·mobili e agitate vicende delle pas- « sciare sarà un insieme di istitusioni, degli interessi, delle ideologie. <<' zioni. La vita delle istituzioni è In realtà la parte più appariscen- «più lunga di quella degli uomini; te dell'azione politica degli uomi- « così le istituzioni possono, quanni, quella di cui sono pieni i gior- << do sono ben costrutte, accumulare nali e le narrazioni, è la parte rela- << e trasmettere la saggezza delle getivamente più effimera. Consiste << nerazioni successive >>. La costruzione delle istituzioni, nel mobilitare certi sentimenti e interessi, nel conquistare certe posi- di questi equilibri permanenti di zioni di forza, nel fare questo e forze1 di interessi 1 di costumi 1di uoquello che soddisfi ambizioni e va- mini, che determinano in modo nità di quelli che dirigono, e in profondo ed a lungo l'azione quogenerale anche gli interessi ed i tidiana, è la parte più importante sentimenti di quelli che sono di- della politica poichè è un'azione retti. Tutto do è molto labile; ogni che esercita il suo potere non solo costellazione di forze è superficiale sui contemporanei, ma anche sulle e si dissolve rapidamente cedendo generazioni non ancora nate. La poil passo ad. un'altra. Altri uomini, . litica corrente, nel quadro di istialtre ambizioni, altre ideologie, al- tuzioni date, ha relativamente poco tri interessi, si fanno continuamen- bisogno dell'ausilio dell'intelligente avanti. C'è qualcosa di patetico za. N es cis, fili mi, diqeva il grande in questo agitarsi degli uomini po- statista svedese Oxenstierna, quanlitici e dei loro seguaci, che sem- tilla prudentia homines reKantur, e brano condannati a metter su fra- noi vediamo tutti quanto poco rigili costruzioni e' ad assistere, ma- corso si faccia all'intelligenza ed gari contribuendoci loro stessi, al alla logica nella vita politica che disfacimento di quel che hanno ci circonda. L a politica corrente DI ALTIERO SPINELLI mira infatti solo ad ottenere il sopravvento di questo o quel gruppo e poco si cura se nel far ciò incapRa in contraddizioni ed assurdi cà. La politica della creazione delle istituzioni deve invece tener, sì, conto delle passioni, degli interessi, delle vanità, delle ambizioni, poichè è questo il materiale con cui deve costruire, ma è caratterizzata soprattutto dali 'im portanz~ decisi va che per essa ha, non già la superficiale ed effervescente ideolog:a, ma l'intelligenza profonda e fred da degli uomini e delle cose, poichè se questa politica pecca contro la ragione, la ragione alla lunga si rifà e rende caduche le sue costruzioni. E' questo il motivo, credo, per cui gli antichi avevano creato una categoria a parte dell'azione politica, quella del « saggio legislatore »~di cui troppo facilmente ~ ~ sitSorrirle'come di un'ingenu ità storiografica. Il merito principale del libro 1di Garosci (Aldo Garosci, •<< Il pensiero politico degli autori del 'Fe<Jeralist' », Ed. Comunità, 1954) è, se non vado errato, non già quello di aver colmato, come suoi dirsi, una lacuna della storiografia italiana, arricchendola di un notevole con ~ri buto alla conoscenza del come sono nati gli Stati Uniti d'America. ts e non si fosse trattato che di far \COnoscere meglio persone e cose 'di quell'epoca, sarebbe probabilmente bastato tradurre qualche buona opera americana. Garosci ha avuto una ambizione più alta e l'ha saputa . esprimere . .EgJ.i J(a voluto mostra ~ci di che n atura fosse l'intelligenza HA EU llq, , sa r:ruscu cronista ai Oisòpra ucua C"'-' '- ...... . _ - ........ -...------ mi.schia. (Basti osservare come nel non pur temporale, ma spaziale: ritrarre uno dei « padroni)), l'inge- quella Firenze sentita ancor essa cogner Badolati, renda omaggio alla ralmente, case, quartieri, ca ntieri, sua tempra di lavoratore e di lotta- aria, cielo, lungarni, foll a festante tore). Egli non vuole insomma « di - o tumultuante, amori, morti, mimostrare i> ma racconta re : anche se , secie ... alla radice del racconto c'è una veGrazie a quella raggiunta fusione rità partecipata. Partecipazione di od osmosi, l'equilibrio fra i vari: cui sono spia, malgrado quell'og- episodi è pressoché costante, e il filo gettività, le forme verbali della nar- narrativo-cronistico .che li unisce, razione: una terza persona che a lineare e scorrevole; nondimeno momenti diviene prima plurale: un qualcuno si innalza sugli altri, per plurale non certo di maestà, ma ricchezza di motivi e forza di rapcorale. « Ebbero [i soldati] a che presentazione: come quello degli fare con la gente, per quei vicoli amori di Viola e Metello, e quello traversì o tutti in salita ... Entraro- dell'avventura di lui, già sposato, no ... in alcuni di quei "baJsi dietro con I'Idina, e quelli in cui Ersilia una sottana... Non ci si toglieva scopre la treso1 del marito e fa le nemmeno le- mollettiere. Poi ma- sue vendette sull'amante. Questi ulgari si restava a cena con tutta la timi, anzi, con quel bel ritratto delfamiglia, si diventava amici, ci te- l'Ersilia nel quale, attraverso la genevano in conto di figlioli ... >> . losia, si esprime un conflitto moraMa questa essendo la natura e le, sono forse i più profondi, come struttura del libro, come è assurdo segno e 1 disegrio, del libro: quelli AH e del preéedente Prato lini, fra e ementi realistici e motivi lirici. La prim a bella novità del Metello è qu:. Eppure la parte documentari a, attinta non dall'esperienza diretta o da ricordi personali, ma da libri, giornali, cronache del tempù, q i si pré'!entava singolarmente insidit)sa. E altrettanto, se non più, l'ideologia politica, sociale, anzi socialista, cui il romanzo si ispira. Perché non v'è dubbio che quegli anni, quegli avvenimenti sono veduti dall'« altra parte della barricata », da quella dei lavoratori, dei popolani, degli umili, coi quali· l'autore si schiera anche per ragioni autobiografiche (si sa che Pratolini ha fatto da giovane i più disparati mestieri). Ma è appunto questo coincidere delle ragioni ideologiche con le sentimentali, e di quella sollecitazione alla cronaca, all'oggettività, con i motivi più fondi del proprio lirismo, che sono d'amore per una EU ....------- politica dei costruttori delle istituzioni federali americane, di JstJtu-. zioni che hanno dato l'impronta a quasi centou ant'anni di storia di quel popolo. Per difendere tali istituzioni questo popolo ha combattuto, settanta anni appena dopo la loro nascita, .una dura guerra civile. Ma quanto fossero vitali lo dimostra il fatto eh(~ furono capaci di passare, senza modificarsi sostanzialmente, da istituzioni di una secondaria ed appartata piccola comunità mercantile e rurale, a istituzioni del paese più ricco e più potente del mondo, ca pace ancor oggi di contenere entro i propri argini tutta la vigorosa vita del suo popolo senza che praticamente esistàno movimenti seri che abbiano il proposito di sovvertirne le leggi. Se il semplice accenno a queste circostanze deve far supporre nei fondatori della costituzione americana un livello eccezionalmente alto di intelligenza politica, G arosci ce la mostra in atto, seguendola con attenzione e con finezza nel suo sorgere e nel suo esplicarsi, concentrando la sua analisi prima sui lavori della Convenzione di Filadelfia dove si è .scoperta per la prima volta nella storia umana la formula federale, e -;I!Ul « Federalist » che per Harniltqn, Madison e Jay era un'opera di propaganda diretta a convincere della necess.ità di ratificare la costituzione, ma presen ta in misura eccezionale quella fusione di passione politica e di c . rezazioza di idee che è peculiar ne dci fu;·;datori di isti.t z é HA ..-.... UE -- --....... AH '-'-'.&..& .._ 4 "" ""'-'U>..o. suo autobiografismo, in quanto claSSe padronale e col riconoscimenquesta proiezione o trascrizione del to ufficiale dei sindacati operai. E proprio tempo interiore in un tem- il tempo interno è dato dalle vipo esteriore gli sembra assicurare cende del protagonista, da quando, prospettiva e oggettività ai suoi mo- orfano di un renaiolo perito in Artivi lirici . .È una proiezione che, co- no, viene allevato da u~a famiglia ,-!De si sa, egli ha tentato in misura di contadini, a quando, tornato in e con intensità varie, ma in modo città, si inizia alle ideologie sociaparticolarmente ampio- il più am- liste, diventa un bravo muratore e, pio prima di questo Metello - nel- dopo aver corso un poco la cavalle Cronao .e di poveri amanti, che lina, marito felice e, tutto somrispetto à .quella « f~~iliare » del li- mato, fedele, della bella Ersilia, bro omonimo, e a quella del Quar- una sanfredianina tutta bontà e cotiere, volevano costituire il suo af- raggio, orfana anche lei di un mufrancamento da quel mondo sogget- · ratore. Che è quanto dire - fra rivo e · soprattutto da quei modi di tempo esterno e interno - un rimemoria lirica, entro i quali d'altra tratto di giovane lavoratore su uno una Itaparte la sua sollecitudine sempre sfondo ·di una Firenze, più profonda per la vita degli umi- lia, proletarie, fine e principio di li, del popolo (specie fiorentino), secolo. Il quadro si è dunque, qui, cominciava a dar segni di disagio, allargato di parecchio; ma che la di costrizione. Ma si sa come poco sua struttura sia tuttavia di cronarispondente ai suoi fini sia riuscito ca, sta a provarlo quel procedere quel tentativo: spunti di cronaca e della narrazione per episodi non ~~motivi Ji,ici, anziché fon,de"i o ,_ crescenti l'uno sull'altro quasi gradi \..fJJ."VU~ 7 Garosci mostra come la costituzione américana sia sona dal contrasto fra i sostenitori del governo << nazionale » che avrebbero voluto in sostanza ridurre gli stati a semplici provincie ed i sosten'itori degli stati che avrebbero voluto ridurre il potere soprastatale, di cui pur riconoscevano la necessità a semplice 1 espressione di una lega di stati. L'audacia costituzionale degli uomini riuniti a Filadelfia è consistita nell'aver osato metter da parte le tradizioni, distinguere campi di azione differenti per i differenti poteri sovrani, stabilire che stati federati e stato federale sarebbero stati ciascuno pienamente sovrano nella sua sfera di azione, e che i cittadini avrebbero · avuto una doppia << allegiance >> verso lo stato federato e verso lo stato federale a seconda delle materie di compe enza dell 'uno o dell'altro. Se n n ci fosse stata come premessa a struttura democratica del potere politico, il tentativo non avrebbe potuto essere fatto altro che costruendo un caotico ed instabile sistema di rapporti feudali. Ma anche su una base democratica come sa rebbe stato facile, se fosse mancata la chiarezza del pensiero, costruire cosnplicate ed inconsistenti istituzioni confederali. Basta pensare ai barocchi progetti << europeisti » dei nostri go·vernanti europei, ed alla ten acia con cui li pre~entano e ripresentano, per rendersi conto della superiorità del pensiero politico degli uomini della Convenzione di Filadelfia. Questa superiorità appare soprattutto nel caso di Hamilton, che non solo è la personalitA di fatto dominante, ma nel libro di G arosci è anche la personalità che più dà da fare all'autore, il quale per temperamento sarebbe più portato a simpatizzare con il più equilibrato Ma- . dison, ma è sempre di nuovo quasi · affascinato dalla complessa figura del newyo rkese. Hamilton era sta- • francese (rappresentati sopra tutto aa Aimé Césaire) e quelli di lingua spagnola. II libro esce in occasione del trentennale della casa editrice Parenti, benemerita alle moderne lettere italiane. ENRICO PEA : Il « Ma!(gio n in Versilia, in Lucchesia e in Lunigiana. M. Carpena editore, Sarzana, pagg. 84, lire 1000. Ecco un delizioso libretto, in ogni senso: per l'amore con cui lo ha stampato il Carpena di Sarzana, per la freschezza, l'originalità con cui Pea ha illustrato il suo argomento. Per « maggio n, in Versilia, Lucchesia e Lunigiaqa s'intende uno spettacolo eseguito all'aperto, per il popolo, .di carattere sacro: una specie, appunto, di sacra rappresentazione arrivata sìno a noi . Di tale ingenua forma d'arte, il Pea ci offre diverse vestigia, commentandole da par suo, facendoci conoscere, oltre ai << maggi » d'intonazione religiosa, quelli di argomento eroico, romantico e pastorale. Un'operetta che non dovrebbe mancare nello scaffale dei più esigenti lettori di poesia. to assai dubbioso circa il risultato dei lavori di Filadelfia, ove aveva tentato di· presentare il suo progetto di governo fortemente unitario. Ma una volta la costituzione redatta, egli l'ha firmata , '\ l'ha ~ difesa nel Federalist e~rapplicata facendo parte della prima amministrazione federal'lta di Washington, comprendendo le immense possibilità · che essa offriva. Di questo sforzo dello spirito umano, che è ancora assai poco noto alla boria europea, Garosci fa una analisi profonda di cui dobbiamo essergli tanto più grati, in quanto seguendolo nella sua meditazione, ci si può render sempre meglio conto di quanta attualità abbia per gli europei l'esperienza americana della fine del XVIII secolo. Troppo si dice e si ripete che i problemi americani di allora erano differenti da quelli delle demòcrazie europee di oggi. Benchè ciò sia vero, resta il fatto che il problema fondamentale è lo stesso, il problema di come conservare la sovranità degli stati in certi campi e creare in altri una comune sovranità superiore. I costituenti di Filadelfia hanno fatto una scoperta politica che haimportanza non solo per l'America del XVIII secolo, ma per tutti gli altri paesi che si trovano di fronte agli stessi problemi, così come l'esperienza parlamentare inglese è stata una scoperta che ha servito fino ad oggi a tutti i popoli che si sono trovati di fronte al problema della progressiva costruzione di una società democratica. Garosci vuole essere uno storico e nel libro non trae esplicitamente queste conclusioni. Ma è anche uomo politico e non me ne vorrà se le tirerò io, dicendo che il libro dovrebbe essere letto dagli europei come se esso portasse il motto: mutato nomine, de te fabula narratur. · ALTIERO SPINELLI EUROPA FEDERATA- Pag. 2 Il pool degli arma· me ti Sn questo pr-ogetto fran cese di • pool degli armamenti » - l'ul• ·o parto della fantasia fnnzio· :!llalista, e, ·per quel · che se ne sa, :.on certo il più vitale - è ancora prematuro pronunziarsi in aodo definitivo, alla vigilia della Conferenza parigina su di es· 10, e quando lo stesso governo Jlroponente non ha né idee né proposte precise sulla sua effettiva struttura e sul suo esatto funzionamen o. Ma tutto lascia credere che non sarà una cosa ~eri a. HA Se così non fo sse ; se esso muoyesse da · genuine p ~eoccupazioni tli integrazione europea, allora Yarrehbe la pena di muovere ad esso le due fondamentali obiesioni che i federali sti hanno sem-· pre mo sso alle integrazioni a llèttore, anche a quelle che per la loro dose di << supernazionalità », come il Piano Schuman, o per J a loro eccezionale impot·· tanza politi ca, come la C.E.D., li trovavano, sia pure con molte ri· .erve, favorevoli. La prima è che sotto molti per non dire tutti - i vari pools progettati · (tipico quello delfagricoltura) si cela solo un ac· eordo di interessi costituiti dei vari Paesi per assi curarsi stabilmente la divi sione dei mercati e il mantenimento di alti prezzi: eioé esattamente il contrario del· funificazione economica, la quale costituisce solo la vernice esterna e propagandi stica, ma Don la sosta:nza vera di questi progetti, che è invece tipicamen· te nazionalistica e corporativill!li ca. La fe ttura delle grandi linee del piano, quale è per ora dato eonoscerlo, non è tale da -dissi· pare queste preoccupazioni. Vi I!Ono previsti due p eriodi; ùiiO l.ran sitorio fìno al 195'7, e uno définitivo- (e si sa ohe mai co· m e m questi casi (( il n'y a que le provisoire qui dure » ), il pe· riodo transitorio, che dovr·ebbe d ar tempo alle industrie nazio· nali di adattarsi al nuovo regime « comunitario », e in cui non vi sareb be, PJ,"aticamente, nesso· oa << dose di supernazionalità >>, ne~meno apparente, l'Agenz.i a d egli armamenti comprendereh· b e ,due comitati, di standardiz· zazione e di produzione. Quanto alle coDipetenze, si sa che l' Agenzia do vrebbe ripartire fra i membri le forniture americane, elaborare un programma di fa·h · bricazioni belliche, dare le comm es~e rela ti ve e distribuire i prodQtti. Al di fuori di tali commes- Anzitutto ·in esso può ravvisar· si - è la tesi della stampa inglese - una vera e proprio manovra interna di Mendés-France. Per assicurarsi la ratifica defini· tiva degli Accordi di Parigi anche da parte del « Conseil de la Republique >> , e, più in generale, per conservare la sua popolarità nel Paese, alla quale è demagogicamente attaccatissimo, e per cui nulla trascura (dai colloqui con la folla alla radio, alle gite a Positano come un divo del cinema), il Premier francese, ha bi· sogno di far vedere che egli rimane << coriaceo >> nel problema tazione di un riarmo su base nazionale di una Germania sovrana, non si può parlare di volon· tà), c'è anche la velleità, dicevo, di sottoporre a un controllo unHaterale la produzione bellica t ed esca, e - poichè uno d ei compiti dell'Agenzia progeti ata dovrebbe esser anche la ripartizione degli aiuti americani ~ quello di effettuare tale distrihn.ziò· ne · in funzione degli interessi francesi, e non dell'interesse strategico generale. Ma <<le accademie si fanno, oppure non si fanno >>, diceva il marchese Colombi: e una volta accettata la necessità, per la sicut·ezza occi dentale, del riarmo te· desco, è logico che questo riar· mo, n ei limiti previsti dal trat· tato, sia effettuato con rapidità e con efficienza, ed è giu sto per· ciò che alla Germania spetti, almeno· in nn primo momento, la più g.rossa fet·ta di aiuti. Se ciò potrà avere, come anche noi fe· deralisti pensiamo, pericolose conseguenze, e accrescere la dif· fidenza e J.a rivalità d ei Paesi UE Strumento di politica interna AH di ANDREA CHITI- BATELLI europei o ccidentali - qu esta è appunto la logica interna d ell'U.E.O., e bisognava che la Ft·ancia ci pensasse prima. Non è certo Mendés che può dare del· le lezioni di federalismo, di supernazionalità: egli può darne, semplicemente, di nazionalismo: e ne ha già da:te, infatti, non poche. (Si attaglia a lui perfettamente la definizione di Hamilton: «Fra gli o stacoli più gravi all'unificazione si deve annove· rare l'ambizione perversa di una certa categoria di persone, che per innalzare se stèsse sperano più dalla divisione, che dal· l'Unione sotto nn solo Governo federale, perchè non potrebbero avere in questo la {uazione preminente che hanno nel proprio Paese >> . Ha ragio.ne, a questo propo sito, La Voce Repubbli· cana. «Il progetto ha il torto di riproporre soluzioni che la Fran· eia ha alternativamente sostenu· to e fatto cadere in quest'ultimi anni (secondo che giovavano o EU del controllo d el riarmo tedesco, e gli o cco rre perciò qualche soddisfazione almeno formale. A Londra gli inglesi avevano potuto ta gliar corto, rimandando la questione a nno studio ulteriore e limitandosi, intanto, ad impostat·e il problema più urgente, quello del riarmo tedesco. Del controllo di questo se ne sarebbe parlato in seguito. Ora che Mendés-France ha già in mano la ratifica d ell'Assero· blea nazionale può esiget·e evi· dentemente di più, e non mancherà di giocare questa· carta. Questa interpretaz-i one britannica è in fondo ottimista (i più pe>ssimisti si ~hiedono invece se que.sto non sia un'altro bastone fra le ruote che l'<< infido » Men· dés-France vuoi porre all'U.E.O., per tornare di nuovo ai suoi an· ti chi amori neutralisti: ma noi non crediamo che il « Pella di Sinistra >> franc·e se voglia, pm dell'italiano, tra-r re tutte le lo· giche conseguenze che un èven· tuale fallimento dei banchi di prova da lui proposti). E se que· sta tesi britannica fosse vera, il progetto francese sarebbe anco· ra meno serio di quanto noi pen· siamo. A conferma di tale tesi po· trebbero citarsi le prime sommarie informazioni che ci vengono da Parigi, dove appunto, dal 17 scorso, è riunita una Conferen· za · di esperti d ei sette Paesi per discutere per alcune settimane (i · maligni dicono per alcuni mesi) il problema. A Mendés, appunto per non presentarsi a mani vuote al Par· lamento, basterebbe per ora una prima abbastanza rapida intesa sul periodo transitorio (proprio quello, vedi caso, in cui manca qualsiasi « dose >>, anche fasulla, di << supernazionalità >>); quanto al resto, come scrive il Messaggero, è probabile che si giunga << a un accordo su una formula di largo compromesso>> (probahil· mente, come vogliono i tedeschi, relativamente al. solo problema della standardizzazione: « il che significa un vasto ripiegamento rispetto alle attuali proposte francesi )), tanto più logico in quan· to, secondo l'ultima edizione di esse, del pool dovrebbe far par· te anche la Gran Bretagna, o stile a priori a qualunque << dose >> su pen1azionale. E noi non po s· siamo se non rallegrarci, in questo e in tutti i casi analoghi, che l'« aria fritta l) si presenti n ella veste più adatta ad essa riconosciuta da tutti come tale. Tanto è lontana, dal pro getto fran cese quella <<impostazione realistica dell'integrazione euro· pea )l di cui favoleggiano gli ingenui, o falsi in genui, mende· siani d ella Stampa! HA In fieri era invece rimasto a Parigi un altro Ente, per allora aohanto « envi sagé », quello sulla produzione e standardizzazione delle armi, relativamente al quale la Francia ha poi presentato an progetto, che una conferen· sa di esperti sta ora discutendo a Parigi. Bastano anche solo queste c.on· siderazioni - notiamolo di pas· saggio per r es pingere nella maniera più categorica, come sprovvisto, di ogni serietà o di ogni buona fede, l'atteggiamen· to di molta stampa ufficiale e ufficiosa, e segnatamente di quel Monde italiano che per i pro· blemi europei è La Stampa, la quale afferma che « l'integrazione>> prevista nel progetto fran· cese «questa volta avrà una ha· se molto più realistica di quella su cui si fondava la C.E.D. >>, e che è quindi «piuttosto strano che a questa realizzazione prati· ca si oppongano propdo quelli che erano stati finora fra i suoi più decisi sostenitori » . Chi non sa vedere la differenza tra la si· tuazione passata e la presente, chi non riesce a comprendere quale sarebbe stato il senso euro· peo di un inizio di integrazione dell'indu stria bellica, nel quadro di i stituzio ni realmente supernazionali, come quelle previ st e dalla C.E.D. e dalla Comunità Politica che ad essa doveva se· guire; e quale, invece, il senso anti-europeo, cioè monopoli stico e wrporativistico, del progetto francese, inserito in un qua dro di sovranità nazionali di nuovo gelose, sospettose, chiuse ed osti· li, non capisce nulla dei problemi europei, e noi non dobbia· mo perdere il tempo a replicare, se costui interpreta - come in fondo è naturale, - l a nostra opposizione come stizza non anco· ra digerita per la caduta della C.E.D. Ma veniamo alla seconda obie· zione federali sta, e ancor più importante. Un << mercato militare lo diremo con le parole del Monde, non certo sospetto di simpatizza· re con .le no stre tesi - <<è infi· nitamente più complesso di quello del carbone e dell'acciaio, poichè si estende praticamente a tutte le industrie di trasformazione, ivi compresa quella aeronau· ca, quella automobilistica, le chimiche, le· tessili e così via >> . Ora un controllo così esteso, in quanto relativo, praticamente a tutta l'attività industriale di un Paese, non può aversi se non si ha una vera e propria autorità politica europea dotata di ampi poteri nel campo dell'economia, degli investimenti, del bilancio (chi fornirà i fondi per pagare le commesse ?), della moneta; é non è efficace se questi poteri no-n sono realmente <<supernazio na· li », cioè se le decisioni ad essi relative non possono essere pre· se dall'autorità europea indipen· dentemente dalla volontà dei Governi o dei Parlamenti nazionali. Ciò è quanto dire che se si vuoi davvero creare un'Agenzia degli armamenti che non sia un pure nome, è condizione preli· minare indispensabile creare uno Stato federale europeo, il cui esecutivo aobbia, tra gli altri, anche i compiti che ad essa si dice di voler attribuire (come si è accennato in principio, lo stesso deve ripetersi parola per parola anche per l'« ante per il controllo sugli armamenti). In caso contrario, quell'Agenzia, anche se, per ipotesi impo s· sihile, fo sse dotata di ampii po· · teri, cesserebbe di funzionare, e il pool si sfascerebbe, al primo contrasto serio fra i maggiori Stati aderenti. E, d'altra parte, come dicevo, quell'ipotesi è impossibile, per· chè solo se crea veramente una indissolubile patria comune gli Stati possono accettare il gravis· simo sacrificio di sovranità insi· to nell'abbandono di certe produzioni belliche - cioè ~ella rinunzia all'auto sufficienza in un settore così importante e decisivo - abbandono che, altrimenti, senza quella fondamentale garan· zia, si risolverebbe in una gra· vissima, inginsLifìcabile menoma· UE ••• e il pool delle armz L' integrazione anti.-europeista zione dell'indipendenza nazio· naie. Ma questo ragionamento appare ingenuo e fuori posto in questo caso per chè in realtà, come si osservava in principio, il pro· getto è appunto un <<pure no· me >> e non merita di essere preso così sul serio. AH Negli Accordi di Parigi (Prot. 4) è sta·ta prevista, in tutti o quasi i suoi particolari, la creazione di un evanescente «Ente per il controllo sugli arm"àii1e'ilti» nei Paesi dell'U.E.O. adec· i&ione della :W·a~w,. formto 1 un assai ipotetico pote· re ispettivo «a intervalli irregolari » (art. ll) sulla produzione (ma non sui <<procedimenti di P,roduzione, art. lO), praticament_e sprovvisto di ogni effettivo potere di colpire le infrazioni riscontrate (potrà solo - · art. 20 -'- informare il Consiglio del· l'U.E.O., il quale «prenderà i provvedimenti che reputerà necessari in base a una pro· eedura da stahilh·si » ), e i cui· chimerici compiti saranno comunque riassorbiti e praticamente esercitati dal N.A.T.O. (art. 7-b e 8: il controllo non concerne i depositi e le truppe (!gli ordini del N.A.T.O., che li effettuerà per conto proprio; vedi anche artt. 14 e 6). Un organo, dunque, e'be potrà dare un po' di noia ai Paesi più piccoli e più d ebo· li; ma non certo infr enare o prevenire efficacemente eventuali violazioni degli Accordi da parte dei più forti. rJ, se nessun'altra produzione bellica dovrebbe esser autorizzata. Per il secondo periodo, poi, il piano fran cese non suggerisce so· luzioni definitive quanto alle strutture e alle procedure. EU LJEnte per il controllo sugli armamenti .•• Strumento di. discriminazione Ma in r ealtà accanto a questo innegabile movente di pure poli tica int erna, c'è anche, n ella proposta franc ese, la velleità (do· po l'abbandono del principio su· pernazionale, e la passiva accet- no ai suoi interessi nazionali, aggiungiamo noi) d eludendo, ac· canto ai maggiori Paesi, anche i minori, che cominciano a nutri· re diffidenze ed o stilità per . altalene di questo genere >>. Questo del resto è il punto di vista statunitense sull'argomento. Gli americani hanno ormai co-mpreso troppo bene, fin dall'espe· cimento dell'O.E.C.E., con quale senso dell'interesse generale i nostri Paesi siano capaci di predisporre un piano europeo e di ripartirsi in base a quèllo - e non in base a meschini e unila· terali interessi nazionali - il gen ero so aiuto di oltre Atlantico: tant'è vero che l'idea dell'assegnazione ad un organo europeo, dopo quell'infelice esperimento, fu abbandonata già quando fu isti· tuito la Mutual Security Agency per gli aiuti militari. La ratifica della C.E.D. sarebbe stato l'ulti· mo mezzo per persuadere gli Sta· ti Uniti a rivedere questo loro più che giustificato scetti cismo. Cercare di farli cambiare parere o ggi sarebbe tempo perso. Pericolo del superdirigismo Resta il problema d el1a produzione e della sua disCi plina. Ahbiamo già detto che sotto questa eti chetta si cela una volontà ege· monica fr ancese; e abbiamo anche detto che, anche se l'inten· zione di integrare e standat·dizzare la produzione b elli ca fosse ge nuina, non è certo attraverso il sistema d el « pool >>, di un superdirigismo europeo che si p uò raggiungere quell'obiettivo (eh è, anzi, è probabile ch e se ne rag· giungerebbe uno opposto, cristallizzando ancor più gli interessi costituiti e raffon)ando l'auto co· sci enza d ei contrastanti interessi nazi onali). Quanto al primo punto, sono significative le obie:I.Ìoni d ella Gran Bretagna: essa ritiene importante armonizzare la propria produzione bellica con quella degli Stati Uniti e d el Canadà, ma non è disposta a far conces· sioni a un pool eu rop eo, che le darebbe scarse ga r anzie. Altre.t"' tanto significative sono le obiezioni olandesi contro quel <<mio scuglio di snpernazionalismo e di cooperazione intergovarnati~ va >> che è, secondo l" Aja, il pro• getto fra.lilcese, il quale - specie sotto il profilo della standardiz,. zazione - avrebbe il solo risul• tato di cr ear e nn doppione rio spetto al N.A.T.O ., che già si o ccupa del problema . Quanto al secondo punto, sono significative le obiezioni tedes-che. Anche se, di etro le pre• se di po sizione del dott. Erhard, in pieno accot·do con gli indu· striali tedeschi, d eve vedersi . esclusivamente una difesa degli interessi economici nazionali e del principio della «no n di scri· mi nazione >> (e non cert~ un at• teggiam ento «europeista >> ), è indubbio che le critiche da essi mo s.se <Ìoincidono in notevo• le misura con le nostre. Un'A· genzia degli armamen ti come quella prospettata ·non creerebbe un merca to europeo d ella pro• duzione b ellica : limiterebbe sol· tanto alcune prod uzioni (in particolare carri armati e ar ti glierie) in determinati Paesi, e so• prattutto in German ia, a esclusivo benefi cio della Francia; e ne imporrebbe, nello stesso tem• po, altre me.no redditizie, e tali da rallentare la produzione çj,. vile. Naturalmente, alla Germani!a possono essere offet·te grosse contropartite per questo sacrificio (che essa peraltro conti" nua, e con ragione, a dichiarare inaccettabile, in quanto contrario insieme al principio dell'eco· no mia di mercato e . a quello della o: parità di diritti » ). La posizione italiana A proposito della Saar, a pro• posito dello sfruttamento in comune dei territori africani, a proposito, in genere, di accordi economici bilaterali, la Francia ha molte ca·rte da giocare, e un' intesa a due alle spalle degli altri partecipanti puq sempre rivelarsi possibile Qui appunto dovrebbe farsi sentire, e autorevolmente, la VO• ce del Gover no italiano in difesa dei nostri interessi. Si peno si che perfino l'Olanda, Paese che non può certo pretendet"e d'avere, nel qua dro dell'aHeatto za atlantica, un peso maggioré del nost-r o, h a avuto il coraggio di riprendere, co n una coererio za che le fa onore, la tesi d~ e ssa sempre sostenuta, durante la discussione sulla C.E.D. e so• prattutto sulla Comunità Politi· ca: nessun'altra au torità supero nazionale, se prima e anzitutto non si crea un vero mercato europeo unificato. In appoggio a questa tesi, sa• rebbe stato facile riproporre il tema in termini anche più rigorosi: accettiamo il pool degli ar-a mameuti solo come nn caso pat• ticola're di una ge~erale unifi. cazio·ne genuinamente superna• zionale di tutta l'economia euro• pea, estesa non solo alle mer.c·i (ciò ohe interessa so prattntto gli ol~ndesi), ma anche ai ca pitali e soprattutto alla mano d'opera (che interessa soprattutto noi italiani). Altrimenti non ne vediamo la necessità, e vedj'<~mo inveoo chiaramente i p ericoli che può rappresentare per noi un monopolio franco-tedesco della produzione bellica, senza che ci sia gara n tita alcuna con· tropartita. Ma l'Olanda, anche l'Olanda, h a una sua politica est era. L'lta• lia, invece, d al 7 giug no in poi, non ne ha alcuna. CHI CI LEGGE èuns emplì1 P IPtt ore CHI Sl Al,i1[JNA è un ferlPL. am ico -~--- --------- --------- ------ -~-----"=---- Una copia L. 30 Roma· l rebbraio 1955 Q"INDICINJILE Anno VIli· N. l .... lo e costroppu. EU HA ( AH UE caso specifico, mentre il Presidente della siderurgia francese . Ricard, venuto a Roma, n on riu~ sciva a dire o a dare niente di positivo con i suoi colleghi italiani, a Lussemburgo dove gli interessi itala-francesi si devono armonizzare nel quadro sopranazio nale, non ad un incontro si era giunti , ma ad uno seontro, dato che i francesi a ve.: vano cercato di violare un impegno preso all'apertura del mercato comune del rottame. Data la fermezza delle proteste italiane, l'opposizione francese ha ceduto pochi giorni dopo, quando la sessio ne del Consiglio Speciale di Ministri ha deciso la proroga della Cassa di Bruxelles. Pure qualche impressio ne è rimasta: la visita degli esperti fra ncesi non era una cosa seria e .g li accordi proposti da Mendès non avevano alcuna solidità e non implicavano alc'Jn effettivo impegno fra ncese: né verso l'Italia né verso l'Europa. HA EU La r ;-dio italiana e alcuni giornali h a nno dato notizia del V Congresso dell 'U nion Européenne des Fédé ralistes ril evando l'esistenza di una fantom at ica ala modera t a, rappresentata dall'avv. Orsello e dal Senatore Caron, in contrasto con la tesi massimalista del Segretario Generale del MFE, Altiero Spinelli. Per quanto riguarda il senat ore Caron ci è s uffi ciente riporta re un qualsiasi brano del · suo coraggioso discorso al Congresso per chiarire in maniera ir.refutabile la sua posizione: «Questa concezione (della est rema cautela) - dice il senatore Caron - è quella che contrappone i cosidetti " realisti " ai cosidetti " dottrinari " che vengono anche definiti, addirittura "nichilisti ": in accordo, certo inconsapevole, col giornale francese Le Monde, il quale parlava tempo addietro, a questo proposito, di "federalismo mistico" - della critica in essa implicita è in realtà molto vecchia, e ci riporta molti anni addietro: a quando ancora nei nostri Congressi al principio «costituzionalista», definito astratto, dei federalisti " teorici " - i quali non si stancavano di rip etere che la " question préamble" era la limitazione delle sovranità - si sentiv a contrappor r·e il sano met-cdo f'!'TI-pir ' ~ c. .:l - i " Lmziu:nalismo ", che già avrebbe compiuto progres si sostanziali con la creazione di agenzie specializzate come l'OECE e l'Unione Europea dei paga1nenti , o con la so-stituzione di organismi senza poteri come il Consiglio di Europa - . Qu esto ritorno a errori che credavamo definitivamente confutati dalla stessa esperienza di questi ultimi anni, è un significativo e doloroso sintomo che conferma il grave regresso che l'idea europea ha sub.ito, anche fra gli stessi federalisti ». Per quanto riguarda l'avv .. Orsello, non riu sci amo a comprendere in quale maniera egli possa essere stato considerato esponente di una tendenza cosidetta « mode rata », dal momento che non ha mai preso la parola durante il Congresso . Inoltre, la mòzione conclusiva, approv ata all' u nanimità dai delegati del Congresso , è stata ampiamente riassunta dallo ste sso L e Mo nde, sotto il sign ificativo titolo « L 'Unione Europ ea d e i F edera l ~sti si schi era ormai "all'opp osizione"» . Saremmo l ieti di conoscere in ch e modo l a radio abb ia potuto divulgare una notizia così pale semente fa lsa . AH l L'ala moderata del Congres,s o U. E. F. UE / l)a ormai sette anni « Europa Federata » esamina la politica italiana, europea. e mondiale dal punto di' vista della necessità di arrivare ad una Federazione dei popoli liberi d'Europa. Il suo contributo alla formazione di una coscienza politica non solo vagamente europeistica, ma recisamente federalista europ~a. non è stato trascurabile. Quando si potrà tracciare la storia della lenta ma continua evoluzione dell'azione dei due primi ministri deglì Esteri della Repubblica Italiana - Carlo Sforza e Alcide De Gasperi - il loro passaggio dall'europeismo al federalismo, non si potrà. ignorare il nost ro piccolo giornale nel quale non solo i federalisti di tutta Italia si riconoscevano, ma si ritrova il lievito ideale che ha fatto maturare e precisare la t•olitica estera dei due Ùomini di stato, al loro seguito, di quegli uomini politici dei vari partiti democratici, che hanno compreso la necessità degli Stati Uniti d'Europa. All'inizio del suo ottavo anno di vita, rivolgendosi ormai ad un pubblico più vasto, essa sente H dovere di riesporre senza equivoci le grandi linee della sua politica, che è poi la politica dei federalisti di tutta Europa. · Fin dall'inizio della nostra azione H nostro avversario è nòn già questo o quel gruppo politico o sociale, ma il sistema St~elle sovranità nazionali. Riprendendo un termine inci· sivo della Rivoluzione francese possiamo chiamarlo l'« Ancien Règime >> degli Stati Nazionali sovrani. Come il vecchio re.g ime delle casie sociali e della monarchia assoluta continuava, in Francia alla fine del XVIII seco·l o, ad esistere, senza tuttavia essere più capace di rendere alla società i servizi che soli potevano giustificarne la permanenza; così oggi l'Antico Regime degli stati nazionali sovrani continua ad esistere, ad assicurare un insieme di privilegi a certi gruppi ed a determinare una certa politica fondamentale degli stati europei senza essere più capace di rendere ai nostri paesi i servizi che soli potrebbero giustificarne la permanenza. I popoli liberi d'Europa banno oggi bisogno di instaurare un mercato cGmurte che permetta uno sviluppo delle forze pro· · duttive corrispondente alle possibilità offerte dalla tecnica " modern-a e di una politica soci&-le cile 'tenga corl to della soli- darietà che lega le sorti delle varie class·i, regioni e nazioni euro}Jee; Hanno bisogno di una politica estera sicura di sè; che sia un contributo alla pace, un'alleanza fra pari con l' America, un'assistenza generosa ai popoli asiatici che tentano per la 11rima vo.Jta l'esperienza democratica, una decisa volontà di liquidare il colonialismo in Africa, una ricerca di forme • di coesistenza col mondo sovietico tali da indebolire progressivamente il sistema delle tira.nnidi comuniste. Hanno bisogno di una politica ·militare capace di assicurare la loro indipendenza. Gli stati sovrani con il loro ,potere di fare ciascuno per pro1nio conto la propria politica economica, sociale, estera e milit-are rendono impossibile il raggiungimento di questi obiettivi e riducono la sorte dei nostri popoli a quella di fuscelli sbattuti qua e là dal primo vento che si leva. Le questioni di comune interesse di tutte le nazioni europee, non sono decise dall'insieme di esse esprimenti la loro volontà come unico popolo europeo, rappresentato da un Parlamento europee, governato da un governo europeo. Vengono decise dai corpi diplomatici, dagli stati maggiori, dai gross i interessi monopolistici e . corporativi e dai loro portavoce politici di mentalità grettamente nazionale. Per qualche anno dopo la fine della guerra, questi gruppi, responsabili della catastrofe europea, hanno dovuto tacere, ed è stato possibile ad uomini di stato come De Gasperi, Schuman, Adenauer di tentare una politica di unificazione europea. Ma la lentezza e le esitazioni con cui l'hanno fatta ha permesso alle forze della conservazione nazionale di rialzare il capo e di riprendere il loro predominio nei singoli stati, i qÙali ormai continuano a parlare, si, d'Europa, ma in realtà sono tornati sulla fatale via delia r icerca di impossibili o comunque . transitori equilihri fra stati sovrani. Questa politica di conservazione dell'antico regime degli stati sovrani non può portare che a sempré nuove contradclizi'oni, crisi, difficoltà, umiliazioni. Ad essa bisogna contrapporre la lotta per conquistare al POllOlo delle Nazioni Europee il diritto di decidere esso stesso delle istiJuzionui che si deve dare e della politica che queste devono fare. Gli stati nazionali, e per essere più esatti i gove rni ed i parlamenti dei paesi democratici oggi riuniti nella Comunità del carbone e dell'acciaio, de vono essere indotti a riconoscere la loro fondamentale incapacità ed incompetenza circa le sorti deWEuropa, ed a chiamare il popolo europeo ad eleggere un'Assemblea Costituente Europea che rediga la costituzione degli Stati Uniti d'Europa e la sottometta per apJlr ovazione finale ad un referendum popolare europeo. «Europa Federata» si propone di dare il suo contributo a questa lotta, che sarà lunga e dura, smascherando il falso euro11eismo con cui oggi si cerca di coprire la miope politica di conservazione nazionale, indicando le conseguenze necessariamente disastrose eli questa politica, mostrando le possibilità pratiche che voHa a volta si presenteranno, di U!'cire dal vicolo cieco in cui i n c·stri popoli si trovano, facendo appello a tutte le forz<· democratiche, politiche, culturali, professionali, economiche. Più ancora che nel pa.ssato « Europa Fe1lerata » sarà un giornale di battaglia. Se saprà assolvere questo suo compi1o, i nostri lettori ci aiutino, restandole fedeli e facendola conoscere, a rendere la sua voce più diffusa e più forte. ALTIERO SPINELLI Ramadier alla CECA Annunciate le dimissioni di Monnet, si è posto a Lussemburgo e nei pa esi della CECA il problema della sua sostituzione. Spettava al Governo francese le designazioni, al Consiglio dei Ministri dei sei Paesi la. nomina, anzi le nomine : le nomine, cioè del nuovo membro dell'Alta Autorità, prima, e successivamente lH nolt'ina del Pr.e siden te dell'Alta Au torità. Molto dipendeva dalla designazione del Governo francese: perché il candidato francese aveva « chances » di divenire Presidente solo nella misura in cui fosse stato un a personalità politica di grande rilievo. Un tecnico. dell'industria, nominato Membro, non avrebbe avuto invece alcuna possibilità di essere nominato alla P residenza . E' chiaro, dunque, che se Parigi avesse designato un espe~ to della Chambre Syndacale . questo avrebbe indicato che il governo di Mendès teneva a tal punto in «non cale» la C:E:CA. da rinunciare persino alla pÒssibilità di ottenerne la presidenza. Come si deve allora giudican. la designazione di Ramad ier ? Ramadi er ha indubbiamente il prestigio di un ex Presidente del Consiglio di Francia (e questo gli varrà quasi certamente la nomina a P r e sidente dell'Alta Au torità). Ma non h a certamente un passato da europeisia se si pensa alle sue prese di posi zione sulla CED. I noltre, negl i ulti m i anni il suo prestigio politico è p rofondamente calato , ed il suo insuccesso n ell e ele- zioni politiche n e è al tempo stesso la consegue nza e la cau5a. Né i suoi più recenti interventi sulla scena p olitica stanl~o ad indicare un particolare rigore o una ferma volontà di agtre. Né si può tacere l'impreparazione tecnica del neo design a t o. · Dirt:mo allora che MendèsFra nce ha co n sapevolmente voluto Ramadier, per ,tnostrare il _d isinteresse del governo francese alla CECA? Sarebbe quest'ultima un'illu5ione ingiustificata . Perché non bisogna dimenticare che le personalità europeiste di primo piano: R-. Mayer, gli Schumann ecc. se invitati, avrebbero rifiutato, perché preferiscono svolgere la loro azione in Francia. Come, del resto, ha fatto Monnet. E allora? Impossibilitato ad ottenere il consenso di un uom o politico di primo piano, richiesto da Lussemburgo di non scegliere un tecnico, il governo francese si è rivolto a Ramadier. Forse non c'erano altre scelte possibili. E questo è fors e l'aspetto più triste e desolante del problema. Invito a V anoni Il Piano Vanoni, di cui si parla in altra parte del giornale , si fonda sulle premesse generali dell'incremento annuo del 5% del reddito nazionale, e della co ooerazione ;:nternazipnale per tp1artto rig U<-· 1-.cta il pareggio della bilancia dei pagamenti e gli investime nti stranieri. Il ministro del Bilancio si è rivolto per qutsta seconda parte all'OECE dove ha ottenuto caldi consensi e assicurazioni di vivo interesse. In realtà chi ricord a la lunga serie di buone intenzioni e di ottimi progetti, e poi gli scarsi e deludenti risultati di cui è ricca la pur breve storia di questo organismo, sa assai bene quanto siano precari e le p ossibilità di tramutare in solida realtà l e gene riche assicurazioni ottenute per il progetto Vartoni. E non potrebbe essere diversamente, dato il carattere « internazionale » dell'organismo stesso. Poiché a nche noi siamo vivam ente intere ssati alla buona riu scita di questo «schema di svilupp o della occupazione e del r e ddito in Italia». ci sia lecito indicare all'on. V ano ni la via maestra da p ercorrere perché si real izzino possibilità reali e stabili di una autentica pol it ica economic a europ ea: la via di una attiva p oliti ca p er la organizzazione federa le dell' Europa , e non quella della timida e incerta cooperazione internazionale . Collaborazione a Roma e calci al Lussemburgo Mentre Mendès-France era in visi t a a Roma , accompagnato da una numero sa delegazione di esperti e di uomini d'affar i, venuti per concordare con i co~ leghi itali ani nuo ve forme di cooperazicne economica, a Lussemburgo il ràp p resentan te del Governo francese nel Comitato di Coordinamento del Consiglio Speciale di Ministri della Comunità Ca rb one Acciaio, Monsieur A lby , a ssumeva u na posizione graveme'nte p regiud izievole sia per la siderurgia italiana che per il mercato comune carbo-siderurgico. Non ci dilu ng he r emo qui a rife rire il pro ble ma te cnico, relati v o alle Casse di Bruxelles per la parequazione del rottame importato: diremo solo che si tratta va di un tiro veramente mancino g iuocato non solo ai no stri d an ni, ma ancne ai danni d i Mendé s-France e della su a coerenza politica. Infatti, Vo ce R epu bblicana e 24 Or e misero chiaramente in ev id enza la contr a d di <. ione di un Go verno, che ch ie de va collabora zione a Rom a e dava calci a Lussemburgo sottolineavano che l'ep isodio del r ottame era una schi a rrian+e conferma della prec arie tà delle intese bilaterali. T anto è vero ch e nel RAMADIER