(Allegato 1) SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA ENTE 1) Ente proponente il progetto: ASSOCIAZIONE COMUNITA’ PAPA GIOVANNI XXIII NZ00394 2) Codice di accreditamento: 3) Albo e classe di iscrizione: ALBO NAZIONALE 1^ CARATTERISTICHE PROGETTO 4) Titolo del progetto: IO… VOLPE ADDOMESTICATA 5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3): ASSISTENZA – MINORI – A02 6) Descrizione dell’area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili; identificazione dei destinatari e dei beneficiari del progetto: BREVE DESCRIZIONE DEL PROGETTO Fondamentale nella vita di ogni essere umano è il sentirsi “legato” a qualcuno in una relazione che lo faccia crescere, sentire protetto, sentire amato. E’ nella fanciullezza prima e nell’adolescenza poi che una persona ha bisogno più che mai di riferimenti stabili e significativi ai quali affidarsi e attraverso i quali crescere nella stima di se stessi in maniera critica e matura. Il presente progetto è indirizzato a minori, nella fascia di età compresa dai 1 ai 17 anni, con disagi sociali derivanti da situazioni di familiare problematiche e/o handicap, e che per tali ragioni si trovano fuori dalla famiglia di origine. Il titolo del progetto prende spunto dal capitolo ventunesimo del famoso libro “Il Piccolo Principe”, nel quale avviene l’incontro tra il protagonista e una volpe. Molto spesso, presentando la casa famiglia alle persone che incontriamo, ci si serve di questa storia per spiegare loro il senso di ciò che accade in una casa famiglia dell’ Associazione Comunità “Papa Giovanni XXIII”. La volpe chiede al principe di essere “addomesticata” e cioè di diventare “speciale” l’uno per l’altra, creando un “legame” che, se pur l’avesse fatta soffrire nel momento del distacco, sarebbe stato talmente significativo nella sua vita che molte cose avrebbero addirittura acquistato un 1 valore diverso. Se pur la fascia di età e i contesti territoriali siano diversi, emerge, sia dai dati raccolti, che dai colloqui degli operatori con i Servizi Sociali e con gli psicologi degli utenti, un elemento comune: molti dei ragazzi e bambini che arrivano nella case famiglia dell’Associazione non hanno avuto sempre la possibilità di creare dei legami sani e significati con la propria famiglia di origine e manifestano il bisogno di sentirsi importanti per qualcuno, utili e capaci per il mondo. Il progetto “Io… volpe addomesticata” ha lo scopo di ampliare e rafforzare le attività di sostegno alla sfera scolastica, incentivare attività ludico-ricreative e migliorare le capacità di relazione degli utenti così da favorirne una crescita della fiducia in sé stessi, agevolandone l’acquisizione di autonomia e l’inserimento sociale. CONTESTO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO Il contesto territoriale su cui interviene il progetto è quello delle provincie di Ancona, Macerata e Perugia, nelle quali l’Ente è presente con cinque Case Famiglia inserite a progetto e altre strutture di accoglienza oltre che con due cooperative sociali. Tutte le aree dell’Italia centrale interessate dal progetto hanno subìto negli ultimi anni un graduale processo di trasformazione che ha condotto alla formazione di numerose “aree vaste intercomunali”, fortemente interconnesse. Tale processo di trasformazione ha portato sempre più nel tempo ad uno stretto rapporto di dipendenza tra la realtà economica provinciale, a decisa caratterizzazione industriale, e la realtà economica cittadina. Sia le Marche che l’Umbria, caratterizzata per lungo tempo da una economia in salute e un mercato del lavoro dinamico, sono state interessata da una crescente instabilità sociale conseguente alla grave crisi economica; che interessa, in primis, molte famiglie, già sottoposte negli ultimi anni a mutamenti sostanziali, in termini numerici per il basso tasso di natalità, ma anche relazionali per i numerosi divorzi e le separazioni. Questi ultimi portano spesso alla nascita di “famiglie allargate”, mentre parallelamente la formazione di “famiglie miste”, naturale conseguenza del fenomeno migratorio, dà vita a modelli culturali diversi a cui riferirsi. Queste condizioni comportano sempre più spesso un aumento della difficoltà nell’assunzione del ruolo genitoriale. CONTESTO SETTORIALE E DESCRIZIONE DEL BISOGNO GENERALE La regione Marche, dai risultati dell’indagine svolta dal Servizio politiche sociali e dal Garante per l’infanzia nel 2009, evidenzia come dal 2003 al 2009 vi sia stato un incremento del 66% degli interventi verso i minori fuori dalla famiglia, che complessivamente hanno raggiunto, nel 2009, quota 1185. I bambini affidati sono per circa l’80% italiani e nel documento si sottolinea come nel complesso l’accoglienza sia garantita soprattutto dalle comunità residenziali che accolgono il 72% dei minori fuori famiglia. (Fonte: Piano Tematico di Sviluppo – Task Force Minori Regione Marche – Focus “Minori fuori dalla famiglia” 2009) Una situazione omogenea risulta dai rilievi fatti in Umbria, nella quale i minori fuori famiglia sono in totale 445, in prevalenza di nazionalità italiana (340), e per il 56% accolti in servizi di tipo residenziale. (fonte: Centro Nazionale di Documentazione e Analisi per l’infanzia e l’adolescenza, Rilevazione Coordinata, Settembre 2009) Tali dati, oltre a certificare l’incidenza crescente del fenomeno dei minori fuori famiglia, mettono in evidenza come, in assenza di una stabilizzazione della pratica dell’affido familiare, le comunità residenziali si configurino come una garanzia per i territori, poiché possono rispondere in maniera flessibile ai differenti bisogni dei minori allontanati dalle famiglie. L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII opera sui territori oggetto del presente progetto da almeno dieci anni e si occupa di accogliere persone in stato di bisogno. Le strutture dell’Associazione sono generalmente “multiutenza” e, nella pluralità della tipologia di accoglienza (minori, disabili, donne vulnerabili, anziani), mirano a ricreare un contesto familiare a tutti gli effetti, che fa riferimento a una figura materna e una paterna. Le strutture presenti nel presente progetto ospitano, in prevalenza, minori che provengono da situazioni di disagio e/o abbandono varie. La durata delle accoglienze non sempre sono definite in termini temporali e dipendono dalla 2 storia di ciascun minore: salvo casi nei quali l’utente è stabilmente nelle strutture dell’Associazione, numerose sono le situazioni di affido temporaneo finalizzate al reinserimento nelle famiglie di origine o in attesa di adozione da parte di altre famiglie. A questi si aggiungono casi di affidi a carattere diurno. Indipendentemente dalla durata della loro permanenza è forte la necessità dei minori di vivere un ambiente positivo, che permetta loro di recuperare autostima e ricostruire le relazioni positive che possano facilitare sia il reinserimento familiare che l’inserimento sociale. Al minore è garantito il supporto di personale specializzato (psicologi, terapeuti e terapisti, educatori) e le attività che si realizzano sono orientate alla crescita personale e interpersonale del minore, alla risoluzione di conflittualità latenti e disagi, al progressivo raggiungimento dell’autonomia. Le strutture in oggetto dell’Associazione accolgono attualmente 19 minori con un’età media di 8 anni, (Fonte: Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII). Da una serie di colloqui effettuati con i responsabili delle strutture, con gli psicologi che seguono i ragazzi e con gli insegnanti è emerso che: - 11 minori hanno difficoltà di apprendimento. In particolare, nel 2010: 5 minori hanno difficoltà di concentrazione, 4 minori sono affiancati dall’insegnante di sostegno, 3 minori necessitano non sono autonomi nello svolgimento dei compiti, 3 minori sono stati bocciati; - 12 minori manifestano disagi di tipo relazionale e difficoltà di inserimento sociale: 4 bambini hanno manifestato aggressività nei confronti di altri utenti della struttura; 5 ragazzini tendono al mutismo e all’isolamento; 3 bambini sono non sono indipendenti dalle figure di riferimento in contesti esterni alla struttura; le maestre hanno segnalato scarsa socializzazione in 2 bambini; - 7 minori hanno un livello di autonomia basso. I 2 ragazzi più grandi fanno molta fatica a gestire piccoli compiti e responsabilità, per 3 ragazzi è stata segnalata scarsa cura personale. - dei 9 minori con disabilità psicofisica: 3 necessitano di assistenza per l’alimentazione, 3 devono essere guidati nel mantenimento dell’igiene personale, - 2 minori hanno disturbi della personalità. Le attività svolte in ogni struttura considerata dal progetto nell’anno 2010 sono state le seguenti: - attività di sostegno scolastico e affiancamento nello svolgimento dei compiti: 2 volte alla settimana; - attività ludiche di animazione e con giochi strutturati: 4 volte al mese - accompagnamenti per attività sportive (nuoto, calcio, danza): 6 volta alla settimana; - accompagnamenti per accertamenti sanitari (medico, psichiatra, psicologo): 1 volta alla settimana; - attività terapeutiche: sedute di psicoterapia 3 volte al mese; sedute di fisioterapia 4 volte al mese; -attività educative mediante letture guidate, visione di film, giochi esercizio - passeggiate, escursioni e/o visite educative: 1 volta al mese; - laboratori artistici di disegno, manipolazione di materiali come creta, gesso, ceramica: 1 volta al mese; - soggiorni / vacanze: 1 volta all’anno. Nonostante sia stato attivato un buon numero di attività, dagli incontri con i responsabili delle strutture e con gli operatori risulta che vi possono essere ampi margini di miglioramento per quanto riguarda le competenze scolastiche, le abilità socio-relazionali e l’inserimento sociale dei minori. 3 Di seguito vengono riportate le strutture considerate a progetto con i dati dei relativi utenti: PROVINCIA DI MACERATA Casa Famiglia “Giada” Età Disturbo accertato Entità del disturbo Permanenza Percorso dell’accoglienza Disagio Lieve Temporanea Servizi Sociali sociale Disagio Lieve Temporanea Servizi Sociali 3 sociale Disagio 2 Lieve Temporanea Servizi Sociali sociale Disagio 1 Grave Temporanea Servizi Sociali sociale Disabilità Grave Temporanea Servizi Sociali 6 psico-fisica Tab.1: Fonte: Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII 8 Rapporto con la famiglia d’origine Nessuno Nessuno Nessuno Nessuno Nessuno Casa Famiglia “Nostra Signora della Pace” Età Disturbo accertato Entità del disturbo Permanenza Percorso dell’accoglienza Disabilità Medio Illimitata Servizi Sociali psico-fisica grave Disabilità Medio 8 Illimitata Servizi Sociali psico-fisica grave Disagio 17 Lieve Temporanea Servizi Sociali sociale Tab.2: Fonte: Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII 11 Rapporto con la famiglia d’origine Nessuno Nessuno Nessuno Casa Famiglia “Santa Maria del Cammino” Età Disturbo accertato Entità del disturbo Permanenza Percorso dell’accoglienza Disabilità Grave Temporanea Servizi Sociali psico-fisica Disagio Medio 15 Illimitata Servizi Sociali sociale grave Disagio Medio Illimitata Servizi Sociali 9 sociale grave Tab.3: Fonte: Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII 6 4 Rapporto con la famiglia d’origine Si, sporadico Si, sporadico Nessuno PROVINCIA DI ANCONA Casa Famiglia L’annunciazione Età Disturbo accertato Entità del disturbo Permanenza Percorso dell’accoglienza Disabilità Medio Temporanea Servizi Sociali psichica grave Disabilità Grave Illimitata Servizi Sociali 7 psichica Disagio Grave Temporanea Servizi Sociali 6 sociale Tab.4: Fonte: Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII 13 Rapporto con la famiglia d’origine Nessuno Nessuno Costante PROVINCIA DI PERUGIA Casa Famiglia fuori le mura Età Disturbo accertato Entità del disturbo Permanenza Percorso dell’accoglienza Disabilità Grave Illimitata Servizi Sociali psico-fisica Disagio 9 Lieve Illimitata Servizi Sociali sociale Disagio 9 Lieve Illimitata Servizi Sociali sociale Disabilità Medio Illimitata Servizi Sociali 12 psichica grave Disabilità Medio Illimitata Servizi Sociali 14 psichica grave Tab.5: Fonte: Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII 8 Rapporto con la famiglia d’origine Nessuno Nessuno Nessuno Nessuno Nessuno IDENTIFICAZIONE DEI DESTINATARI DEL PROGETTO I destinatari del progetto sono i 19 minori minori accolti nelle 5 strutture dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII inserite nel progetto, portatori dei disagi descritti nella precedente analisi del contesto. INDIVIDUAZIONE/IDENTIFICAZIONE/DESCRIZIONE DEI BENEFICIARI A beneficiare del presente progetto saranno anche: - Le altre persone presenti nelle strutture di attuazione, le quali beneficeranno a loro volta di alcune attività svolte e potranno godere di un migliore clima familiare; - Le famiglie dei minori ospitati temporaneamente nelle strutture che avranno il tempo necessario per poter ricostruire un clima familiare adatto a riaccoglierli, continuando a mantenere un contatto con i minori; - il personale delle istituzioni locali/centrali coinvolte e quello dei sistemi educativo, socio-assistenziale e sanitario; - le istituzioni scolastiche che, grazie al miglior accompagnamento pomeridiano di minori problematici, potranno avere ricadute positive sull’attività didattica quotidiana. - Gli Enti Pubblici coinvolti nei territori di attuazione del progetto, che riceveranno supporto ai servizi sociali − La cittadinanza che entrando in contatto con minori in situazione di disagio o 5 problematici sarà stimolata a superare le diffidenze e apprezzare il valore della diversità INDIVIDUAZIONE DEL BISOGNO SPECIFICO Elevato numero di minori (11) con difficoltà di apprendimento scolastico Elevato numero di minori (12) con disagi di tipo relazionale e difficoltà di inserimento sociale DOMANDA DI SERVIZI ANALOGHI Dai contesti presi in esame le richieste per servizi analoghi riguardano: - Supporto alla genitorialità in modo particolare per quanto riguarda famiglie multiproblematiche - Rendere omogeneo l’accesso ai servizi residenziali per minori - Intensificare la cultura dell’affido - Intensificare gli interventi che supportino il reinserimento nelle famiglie di origine - Qualificare i supporti offerti dagli enti locali a minori fuori famiglia, in particolare per quelli con patologie particolari - Garantire il supporto scolastico nello svolgimento della didattica quotidiana OFFERTA DI SERVIZIO ANALOGHI Provincia di Macerata Associazione “La Goccia O.N.L.U.S.” A.C.S.I.M. Centro di accoglienza Associazione Mondo Minore Onlus Comunità familiare per minori 0-6 anni Comunità familiare per minori da 6 a 11 anni Comunità educativa (12-17 anni) Comunità di sgancio Comunità educativa e pronta accoglienza residenziale “Il Girasole” Una comunità di pronta accoglienza residenziale Due comunità educative per minori da 3 a 16 anni Scuola di discussione per adolescenti, coppie e famiglie Onlus Comunità educativa per minori Provincia di Ancona Comunità di pronta accoglienza “L’Ancora” Oasi Maria Immacolata C.E.I.S Comunità per minori “L’Arca” C.E.I.S Comunità per minori “Casa di Max” Claudia Tortorelli Comunità educativa per minori “Il maggiolo” Comunità educativa per minori “Paides” Comunità educativa per minori in affidamento temporaneo Comunità educativa per minori “L’orizzonte” Comunità educativa per minori “La volpe e la rosa” Comunità educativa per minori “Paides” Comunità familiare La rondine Provincia di Perugia Alloggio per l'Autonomia mamma e bambino La Rondine 1 Alloggio per l'Autonomia mamma e bambino La Rondine 2 Alveare Santa Rita "Mille Fiori" (semiresidenziale) Alveare Santa Rita (convitto) Associazione "L'Arco - onlus" Associazione Il Terzo Millenio Casa Famiglia Santa Lucia 6 Centro accoglienza minori "Il Paguro" Centro educativo S. Rita Comunità educativa residenziale Carlo Liviero Comunità educativa residenziale il Sentiero Il Pinturicchio Residence 2000 Comunità educativa residenziale per minori La Tenda Comunità educativa residenziale per minori MoMo Comunità educativa residenziale Pier Giorgio Frassati Comunità educativa semiresidenziale per minori La Tenda Comunità familiare San Giuseppe Comunità residenziale nuclei madre bambino "La Casa Di Pollicino" Comunità residenziale per minori "La Casa Di Pollicino" Il Sentiero Il Volo oltre le ali La Casa di Pietro La Ghianda La Tribù L'Isola che non c'è Nido delle GRU Centro Diurno per minori Il Campus Seconda stella a destra 7 7) Obiettivi del progetto: BISOGNO SPECIFICO DEL CONTESTO Elevato numero di minori con difficoltà di apprendimento scolastico ed elevato numero di minori con disagio di tipo relazionale e difficoltà di inserimento sociale OBIETTIVO SPECIFICO Incrementare e qualificare le attività di supporto scolastico, terapeutico, ludico-ricreativo rivolte a minori inseriti nelle strutture comprese nel progetto INDICATORI INDICATORI DAL CONTESTO n. minori inseriti in struttura con difficoltà di apprendimento n. minori inseriti in struttura con problemi di relazionale n. minori inseriti in struttura con difficoltà di inserimento sociale n. minori inseriti in struttura con ridotta autonomia INDICATORI DI RISULTATO - Realizzazione di 19 piani di sostegno individualizzati - Aumento delle attività di supporto scolastico del 50% - Incremento delle attività terapeutiche e di accompagnamento del 30% - Incremento del 40% delle uscite in luoghi pubblici - Incremento delle attività sportive da 4 a 8 volte al mese - Aumento del 40% degli incontri di psicoterapia individuale RISULTATI ATTESO - Incremento nella formazione di 5 operatori - Aumento del rendimento scolastico di 10 minori - Incremento nelle capacità socio-relazionali di 19 minori - Incremento nelle capacità di socializzazione di 19 minori - Incremento dell’autonomia e delle abilità individuali per 10 minori - stabilizzazione dell’umore e aumento della consapevolezza personale per 6 minori - diminuzioni di atti violenti o pericolosi per sé e per gli altri in 3 minori SITUAZIONE DI ARRIVO I 19 minori inseriti a progetto avranno un migliore rendimento scolastico, riusciranno a costruire relazioni stabili ed equilibrate e avranno una migliore partecipazione sociale, in modo particolare nei contesti territoriali di riferimento del progetto. 8) Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca in modo puntuale le attività previste dal progetto con particolare riferimento a quelle dei volontari in servizio civile nazionale, nonché le risorse umane dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo: 8.1 Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi AZIONE 0 – ATTIVITA’ PREPARATORIE • Istituzione di un gruppo di lavoro sovra provinciale per analizzare il contesto territoriale nel suo insieme e definire gli obiettivi generali e gli intenti progettuali. • Incontro preliminare con tutti i responsabili delle strutture presenti sul territorio dove verrà presentata l’idea progettuale. • Somministrazione da parte del gruppo di lavoro di un questionario specifico per le possibili sedi di attuazione del progetto nel quale si richiede: individuazione degli obiettivi specifici per ogni singola sede, analisi delle criticità/bisogni del territorio rispetto agli ambiti predefiniti, interventi svolti, quantità e qualità delle accoglienze, rapporti con i Servizi sociali territoriali ed eventuali collaborazioni con partner. • Raccolta da parte del referente di zona di tutti i questionari e analisi delle risultanze. • Consultazione con Ufficio del Servizio Minori di zona/provincia per avere un quadro generale dell’area di intervento in questione. 8 • • Analisi dei dati e delle informazioni ricevute dalle sedi e dai servizi ed elaborazione di una sintesi, utile a definire gli obiettivi specifici del progetto. Stesura del progetto. OBIETTIVO SPECIFICO Incrementare e qualificare le attività di supporto scolastico, terapeutico, ludico-ricreativo rivolte a minori inseriti nelle strutture comprese nel progetto MESI 0 1 2 3 4 5 6 7 AZIONI – Attività AZIONE 0 – ATTIVITA’ PREPARATORIE AZIONE 1 – ANALISI DELLO STATO DELL’ARTE E ELABORAZIONE DEI PROGRAMMI INDIVIDUALI 1.1. Verifica dello stato dell’arte delle attività 1.2. Valutazione diagnostica e revisione degli interventi individuali 1.3. Ridefinizione dei programmi educativi individualizzati AZIONE 2 - AGGIORNAMENTO FORMATIVO DEGLI OPERATORI 2.1 Ricognizione dei bisogni formativi 2.2 Implementazione di momenti di aggiornamento AZIONE 3 – REALIZZAZIONE DELLE ATTIVITÀ 3.1. Pianificazione ed organizzazione interventi 3.2. Attività di supporto scolastico e formativo 3.3. Attività educazionali 3.4. Attività riabilitative e ricreative 3.5. Attività terapeutiche AZIONE 4 – INCREMENTO DELLA RETE E SENSIBILIZZAZIONE TERRITORIO 4.1 Contatto con enti che si occupano di minori 4.2. Pianificazione ed organizzazione di attività di sensibilizzazione 4.3. Realizzazione attività pubbliche AZIONE 5 – MONITORAGGIO DEL PROGETTO 5.1. Valutazione dei progressi del minore 5.2. Incontri d’equipe 8 9 10 11 12 OBIETTIVO SPECIFICO Incrementare e qualificare le attività di supporto scolastico, terapeutico, ludico-ricreativo rivolte a minori inseriti nelle strutture comprese nel progetto Gli incontri con i responsabili delle strutture di riferimento hanno evidenziato un bisogno comune, pertanto intendono attuare interventi congiunti per cercare di risolvere le problematiche dei minori accolti nelle loro strutture. Le attività indicate dal progetto sono, quindi, le medesime per ogni struttura di riferimento. AZIONE 1 – ANALISI DELLO STATO DELL’ARTE E ELABORAZIONE DEI PROGRAMMI INDIVIDUALI In una fase iniziale è utile compiere una ricognizione degli interventi effettuati funzionale a delineare il quadro dello stato dell’arte degli interventi. Una analisi di questo tipo permette anche di evidenziare le buone prassi, che possono essere implementate nuovamente, e 9 criticità, sulle quali è importante riflettere per ricalibrare gli interventi. L’unicità della storia di vita di cui ciascun minore è portatore e dei bisogni particolari che esprime, rende necessaria la stesura di piani di supporto individuale, che vanno a comporsi con il contributo dei servizi di prossimità con cui il minore viene in contatto. 1.1 − − − − − Verifica dello stato dell’arte delle attività Incontri di equipe tra operatori Verifica qualitativa e quantitativa delle attività svolte in precedenza Analisi delle diverse attività e della risposta degli utenti Valutazione dei punti di forza e individuazione delle opportunità di implementazione delle buone prassi Evidenziazione degli elementi critici e degli eventuali correttivi da applicare 1.2. Valutazione diagnostica e revisione degli interventi individuali − Colloqui con le famiglie d’origine, con gli insegnanti e valutazione del minore attraverso giochi esercizio, disegni etc. − Colloqui con psicoterapeuti e terapeuti − Incontri e colloqui con i Servizi Sociali − Definizione della situazione problematica del minore − Analisi degli interventi specifici già posti in essere e loro verifica quantitativa e qualitativa − Sistematizzazione di tutti i nuovi bisogni emersi − Identificazione di un modello teorico di riferimento cognitivo - comportamentale comune per la fase di valutazione − stesura di una relazione di sintesi sulla condizione del minore 1.3. Ridefinizione dei programmi educativi individualizzati − Rilettura della storia di vita del minore e analisi dei bisogni e della condizioni e capacità attuali − Progettazione di percorsi di intervento individualizzato a seconda del disagio − Individuazione delle specifiche attività terapeutiche, riabilitative, formative, ricreative e motorie da attivare − Pianificazione ed eventuale coordinamento degli interventi tra le strutture − Stesura del percorso individualizzato di riabilitazione cognitiva e fisica − Individuazione di parametri specifici di valutazione sull’andamento dei percorsi AZIONE 2. AGGIORNAMENTO FORMATIVO DEGLI OPERATORI La crescita e la costante evoluzione delle problematiche familiare ha un riflesso diretto anche sui bisogni che arrivano da famiglie multiproblematiche. Per continuare a fornire risposte efficaci è necessario un continuo aggiornamento da parte degli operatori che sono a contatto con gli utenti. 2.1 Ricognizione dei bisogni formativi − Convocazione di un incontro con gli operatori delle strutture di riferimento − Somministrazione di questionari strutturati per rilevare i bisogni formativi − Realizzazione di una discussione guidata sulle criticità nelle strutture − Analisi dei questionari e strutturazione dei corsi formativi 2.2 Implementazione di momenti di aggiornamento − Partecipazione a corsi di formazione interni ed esterni, organizzati da Enti e Associazioni del territorio sulle problematiche del disagio familiare e di quello minorile − Aggiornamento professionale degli operatori attraverso colloqui e momenti di formazione non formale con personale specializzato (psicologi, educatori…) sulle relazioni tra minori in difficoltà e genitori o figure educative di riferimento − Approfondimenti su aspetti tecnici e legislativi sulla tutela dei minori e sulle figure istituzionali coinvolte nella gestione dei casi − Approfondimenti su metodologie di riabilitazione, manipolazione, di stimolazione cognitiva e comportamentali − Realizzazione, in collaborazione con personale specializzato, di incontri di debreafing che contribuiscano a gestire le situazioni complesse e prevengano fenomeni di burnout − Definizione dei protocolli di intervento e delle buone prassi da adottare 10 AZIONE 3 – REALIZZAZIONE DELLE ATTIVITÀ I minori accolti nelle strutture del progetto presentano una pluralità di problematiche su cui è necessario operare, pertanto le attività previste vanno a intervenire sui diversi livelli, in un’ottica di intervento “globale” che mira al benessere del minore nel suo complesso. 3.1. Pianificazione ed organizzazione degli interventi − Incontro di coordinamento tra operatori e volontari − Elaborazione di piano delle attività sede per sede, con la definizione delle modalità di attuazione, i tempi − Definizione delle risorse strumentali e umane necessarie e definizione del budget 3.2. Attività di supporto scolastico e formativo − Incontri periodici con gli insegnanti sull’inserimento e l’andamento scolastico − Pianificazione, concordata con gli insegnanti di riferimento, di interventi di supporto mirati su specifiche difficoltà di apprendimento − Supporto pomeridiano nello svolgimento dei compiti − Implementazione di piccole attività ludiche con finalità didattiche (“imparare giocando”) − Realizzazione di laboratori di approfondimento su temi didattici della classe di inserimento dell’utente − Ricerca di volontari (studenti universitari, insegnanti in pensione…) per il sostegno scolastico su materie specifiche − Organizzazione di 80 “cineforum” con film scelti appositamente per una successiva attività di rielaborazione e discussione − Realizzazione di 50 letture, eventualmente con drammatizzazione, con testi adattati all’età funzionali alla discussione − Inserimento di adolescenti in corsi semiprofessionali del territorio (anche con borselavoro) − Realizzazione di laboratori di informatica 3.3. Attività educazionali − Assistenza nella cura igienico sanitaria personale, con la quale i minori vengono educati ed aiutati nello svolgimento della pulizia igienica personale quotidiana. − Cura alimentare con la quale i minori vengono affiancati, a diversi livelli a seconda del loro grado di autonomia nell’assunzione dei pasti. − Piccole attività quotidiane di riordino e pulizia degli ambienti per gli utenti che con l’affiancamento degli operatori sono così spinti ad assumersi piccoli compiti e sperimentarsi in autonomia. − Attività specifiche con psicoterapeuti per la maturazione della sfera psicoaffettiva e l’elaborazione di blocchi emotivi − Attività di ascolto empatico − Piccole attività di pet-terapy funzionali all’assunzione di responsabilità degli utenti nella cura di animali domestici − supporto medico-sanitario con accompagnamento in strutture sanitarie per accertamenti, analisi mediche e visite specialistiche 3.4. Attività riabilitative e ricreative − Attività ludiche di vario tipo (giochi di gruppo, di società, di fiducia di ruolo) per sviluppare le capacità attentive e di socializzazione dei minori − Partecipazione a centri pomeridiani, ludoteche, spazi giovanili (Oratori, Grest…) funzionali ad ampliare gli spazi di relazione − Partecipazione ad attività sportive in collaborazione con Associazioni sportive del territorio (nuoto, calcio, ginnastica) − Escursioni periodiche a piedi o in bicicletta e partecipazione ad eventi pubblici offerti dai territori − Attività varie all’aperto (giochi organizzati, parco giochi esterno alle strutture) che permettono di realizzare attività fisiche leggere − Piccole attività di giardinaggio o di orticoltura all’interno di cooperative associate all’Ente − Organizzazione e realizzazione di uscite sul territorio, in ambienti pubblici quali cinema, bar, parchi gioco per facilitare la socializzazione in promuovere la socializzazione anche in ambienti esterni alla struttura di accoglienza 11 − − − Partecipazione alle attività estive ed invernali proposte dall’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII (campo di condivisione, campi per adolescenti, deserti ecc) Realizzazione di piccoli laboratori artistici e di manualità con l’utilizzo di diversi materiali (creta, ceramica carta, cartelloni) e tecniche (pittura, collage, stoffe…) Organizzazione di momenti ricreativi che coinvolgono i minori di tutte le strutture di accoglienza in particolari momenti dell’anno o per alcune ricorrenze (Carnevale, compleanni etc) 3.5. Attività terapeutiche − Strutturazione delle attività quotidiane e sperimentazione dei minori all’interno di un contesto dalle regole e figure di riferimento chiari − Attivazione di avvii al lavoro per gli adolescenti supportando il primo inserimento professionale − Contenimento della distruttività e dell’autodistruttività − Riconoscimento e modificazione di comportamenti disadattivi e modalità di relazione disfunzionali − Psicoterapia individuale con un terapeuti e psicoterapeuti − Somministrazione della terapia farmacologia − Attività di fisioterapia individuali bisettimanali in base agli specifici bisogni di ciascun minore − Incontri di psicomotricità individuale − Incontri di “restituzione” delle attività rieducative con i terapeuti − Realizzazione di incontri protetti con i genitori e i familiari più stretti dei minori − Incontri con i servizi sociali e il tutore − Incontri di equipe con operatori, educatori, terapeuti, psicologi AZIONE 4 – INCREMENTO DELLA RETE E SENSIBILIZZAZIONE TERRITORIO Un elemento fondamentale per garantire il complesso delle tutele ai minori è il lavoro in sinergia con i diversi attori interessati, in quanto la messa in rete delle specifiche competenze garantisce servizi di qualità più alta. Allo stesso tempo un territorio sensibile alle problematiche dei minori fuori famiglia può essere una rete di protezione eccezionale, attraverso lo strumento dell’affido, per poter gradualmente dare una famiglia a ogni minore che ancora non ce l’ha. 4.1 Contatto con enti che si occupano di minori − Raccolta di contatti di enti che si occupano di minori − Realizzazione di un tavolo di coordinamento − Definizione degli ambiti di intervento e distribuzione dei compiti per competenze − Valutazione delle possibilità di azioni comuni 4.2. Pianificazione ed organizzazione di attività di sensibilizzazione − Elaborazione di un calendario appuntamenti − Pianificazione logistica con verifica della disponibilità dei luoghi e dei docenti/testimoni − Elaborazione di una lista di contatti − Produzione di materiale informativo 4.3. Realizzazione attività pubbliche − Incontri sul territorio finalizzati a promuovere la realtà del volontariato e del servizio ai più deboli − Organizzazione di incontri insieme ad associazioni ed Enti locali sul tema dell’affidamento − Partecipazione ad incontri con famiglie problematiche per offrire una occasione di confronto e fornire loro prospettive e strumenti utili a gestire le difficoltà − Incontri con gruppi giovanili, giovani coppie e famiglie del territorio per far conoscere la realtà della struttura e rendersi disponibili a ricevere visite per approfondire tematiche relative all’accoglienza di minori − Partecipazione ad eventi territoriali organizzati da altri enti con utenti e loro famiglie d’origine − Partecipazione a banchetti informativi sul territorio, all’interno di iniziative di enti pubblici i di altre organizzazioni − Testimonianze durante dibattiti pubblici, a scuole, nelle parrocchie, con gruppi giovanili 12 AZIONE 5 – MONITORAGGIO DEL PROGETTO A conclusione del ciclo del progetto gli operatori impegnati pongono in essere una valutazione globale che prende in esame l’efficacia delle attività realizzate e i progressi dei minori accolti nelle strutture così da avere strumenti per poter riprogrammare gli interventi. 5.1. Valutazione dei progressi del minore − Incontri di confronto con i referenti dei Servizi Sociali − Colloquio con il minore e esame diagnostico per valutare il grado di autonomia e la condizione emotiva del minore stesso − Verifica e valutazione dell’efficacia sui minori degli interventi individuali effettuati − Colloqui di verifica con psicoterapeuti − Stesura di una relazione personalizzata per ogni minore con in evidenzia l’evoluzione intervenuta grazie alle attività implementate 5.2. Incontri d’equipe − Sistematizzazione dei dati sui minori − Verificare i risultati ottenuti, i margini di miglioramento ed elaborazione di una scheda di valutazione individuale rispetto al modello teorico di riferimento cognitivo – comportamentale adottato − Individuazione delle criticità e rilevazione delle buone prassi − Confronto sulla gestione di situazioni problematiche − Consulenze con specialisti e terapeuti su tematiche generali e su casi specifici − Elaborazione di un report di sintesi sulla condizione dei minori accolti nelle strutture e presentazione ai servizi sociali 8.2 Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività Si riporta di seguito una tabella riepilogativa delle risorse umane complessivamente impegnate per la realizzazione del progetto “Io… volpe addomesticata”. (Tabella numero 1). La tabella numero 2 entra nel dettaglio delle specifiche professionalità e riporta in quale attività è impegnato ogni membro del personale coinvolto. RUOLO Coordinatori e responsabili Corresponsabili Educatori Infermieri Fisioterapisti Animatrice Insegnante Collaboratori volontario NUMERO TOTALE PERSONALE COINVOLTO NUMERO 5 5 3 7 3 1 1 1 26 (Tabella numero 1) OBIETTIVO SPECIFICO: Incrementare e qualificare le attività di supporto scolastico, terapeutico, ludico-ricreativo rivolte a minori inseriti nelle strutture comprese nel progetto N° RUOLO E SPECIFICA ATTIVITA’ PROFESSIONALITA’ 1 Coordinatore e responsabile della AZIONE 1 – ANALISI DELLO STATO Casa DELL’ARTE E ELABORAZIONE DEI Casa Famiglia Fuori le mura PROGRAMMI INDIVIDUALI Laurea in giurisprudenza -Attività AZIONE 2 - AGGIORNAMENTO educative con minori – gestione FORMATIVO DEGLI OPERATORI della casa 3.1. Pianificazione ed organizzazione 13 1 Corresponsabile Casa Famiglia Fuori le mura Laurea in assistente sociale Attività educative con minori – gestione della casa 1 Educatrice Casa Famiglia Fuori le mura Laurea in scienze dell’educazione Attività educative con minori – attività al centro di lavoro - gestione della casa Educatore volontario Casa Famiglia Fuori le mura Esperienza pluriennale nell’attività con minori Infermiere Casa Famiglia Fuori le mura Accudimento e assistenza di persone con disabilità Fisioterapista Casa Famiglia Fuori le mura Riabilitazione e fisioterapia Responsabile di casa famiglia Casa Famiglia Giada Dirigente di Comunità – Attività educative con minori – gestione della casa 1 3 1 1 1 1 3 interventi AZIONE 4 – INCREMENTO DELLA RETE E SENSIBILIZZAZIONE TERRITORIO AZIONE 5 – MONITORAGGIO DEL PROGETTO AZIONE 1 – ANALISI DELLO STATO DELL’ARTE E ELABORAZIONE DEI PROGRAMMI INDIVIDUALI AZIONE 2 - AGGIORNAMENTO FORMATIVO DEGLI OPERATORI 3.2. Attività di supporto scolastico e formativo 3.3. Attività educazionali AZIONE 4 – INCREMENTO DELLA RETE E SENSIBILIZZAZIONE TERRITORIO AZIONE 5 – MONITORAGGIO DEL PROGETTO AZIONE 2 - AGGIORNAMENTO FORMATIVO DEGLI OPERATORI 3.2. Attività di supporto scolastico e formativo 3.4. Attività riabilitative e ricreative 3.2. Attività di supporto scolastico e formativo 3.4. Attività riabilitative e ricreative 3.5. Attività terapeutiche 3.5. Attività terapeutiche AZIONE 2 - AGGIORNAMENTO FORMATIVO DEGLI OPERATORI 3.1. Pianificazione ed organizzazione interventi AZIONE 4 – INCREMENTO DELLA RETE E SENSIBILIZZAZIONE TERRITORIO AZIONE 5 – MONITORAGGIO DEL PROGETTO Corresponsabile di casa famiglia AZIONE 1 – ANALISI DELLO STATO Casa Famiglia Giada DELL’ARTE E ELABORAZIONE DEI Dirigente di Comunità- Attività PROGRAMMI INDIVIDUALI educative con minori- Progettazione AZIONE 2 - AGGIORNAMENTO con i servizi sociali di percorsi per FORMATIVO DEGLI OPERATORI minori e adulti 3.1. Pianificazione ed organizzazione interventi 3.3. Attività educazionali AZIONE 4 – INCREMENTO DELLA RETE E SENSIBILIZZAZIONE TERRITORIO AZIONE 5 – MONITORAGGIO DEL PROGETTO Fisioterapista 3.5. Attività terapeutiche Casa Famiglia Giada Riabilitazione e fisioterapia Infermiere 3.5. Attività terapeutiche Casa Famiglia Giada Accudimento e assistenza di persone con disabilità 14 1 1 Collaboratore volontario Casa Famiglia Giada Laurea in scienze della comunicazione – Esperienza pluriennale in attività ludiche con minori Coordinatore e responsabile della struttura Casa Famiglia Nostra Signora della Pace Diploma di dirigente di comunità. Gestione interna ed esterna della casa e degli utenti, contatti con utenti che richiedono di essere inseriti nelle strutture dell’associazione 3.4. Attività riabilitative e ricreative 1 Corresponsabile Casa Famiglia Nostra Signora della Pace Diploma di geometra. Gestione interna ed esterna della casa, degli utenti e della loro parte burocratica, incontri diocesani 1 Animatrice Casa Famiglia Nostra Signora della Pace Assistente sociale UEPE – Supporto alla gestione della casa – Esperienza in attività con minori Collaboratore volontario Casa Famiglia Nostra Signora della Pace Laurea in lettere moderne – Esperienza nel supporto scolastico pomeridiano Coordinatore e responsabile Casa Famiglia Santa Maria del Cammino Attività educative con minori – gestione della casa – Attività su tematiche di accoglienza 1 1 1 Corresponsabile Casa Famiglia Santa Maria del Cammino Diploma tecnico di laboratorio chimico-biologica Animatrice servizio giovani 15 AZIONE 1 – ANALISI DELLO STATO DELL’ARTE E ELABORAZIONE DEI PROGRAMMI INDIVIDUALI AZIONE 2 - AGGIORNAMENTO FORMATIVO DEGLI OPERATORI 3.1. Pianificazione ed organizzazione interventi AZIONE 4 – INCREMENTO DELLA RETE E SENSIBILIZZAZIONE TERRITORIO AZIONE 5 – MONITORAGGIO DEL PROGETTO AZIONE 1 – ANALISI DELLO STATO DELL’ARTE E ELABORAZIONE DEI PROGRAMMI INDIVIDUALI AZIONE 2 - AGGIORNAMENTO FORMATIVO DEGLI OPERATORI 3.1. Pianificazione ed organizzazione interventi 3.3. Attività educazionali AZIONE 4 – INCREMENTO DELLA RETE E SENSIBILIZZAZIONE TERRITORIO AZIONE 5 – MONITORAGGIO DEL PROGETTO AZIONE 2 - AGGIORNAMENTO FORMATIVO DEGLI OPERATORI 3.3. Attività educazionali 3.4. Attività riabilitative e ricreative 3.2. Attività di supporto scolastico e formativo AZIONE 1 – ANALISI DELLO STATO DELL’ARTE E ELABORAZIONE DEI PROGRAMMI INDIVIDUALI AZIONE 2 - AGGIORNAMENTO FORMATIVO DEGLI OPERATORI 3.1. Pianificazione ed organizzazione interventi AZIONE 4 – INCREMENTO DELLA RETE E SENSIBILIZZAZIONE TERRITORIO AZIONE 5 – MONITORAGGIO DEL PROGETTO AZIONE 1 – ANALISI DELLO STATO DELL’ARTE E ELABORAZIONE DEI PROGRAMMI INDIVIDUALI AZIONE 2 - AGGIORNAMENTO FORMATIVO DEGLI OPERATORI 3.1. Pianificazione ed organizzazione interventi 3.3. Attività educazionali AZIONE 4 – INCREMENTO DELLA RETE E 1 1 1 1 1 Infermiere Casa Famiglia Santa Maria del Cammino Accudimento e assistenza di persone con disabilità Fisioterapista Casa Famiglia Santa Maria del Cammino Riabilitazione e fisioterapia Educatore Casa Famiglia Santa Maria del Cammino Laurea in scienze della formazione - Attività scolastiche ed educative con minori Responsabile e Coordinatore Casa Famiglia L’annunciazione Educatore professionale - Attività educative con minori – gestione della casa – esperienza come educatore in carcere SENSIBILIZZAZIONE TERRITORIO AZIONE 5 – MONITORAGGIO DEL PROGETTO 3.5. Attività terapeutiche 3.5. Attività terapeutiche AZIONE 2 - AGGIORNAMENTO FORMATIVO DEGLI OPERATORI 3.2. Attività di supporto scolastico e formativo AZIONE 1 – ANALISI DELLO STATO DELL’ARTE E ELABORAZIONE DEI PROGRAMMI INDIVIDUALI AZIONE 2 - AGGIORNAMENTO FORMATIVO DEGLI OPERATORI 3.1. Pianificazione ed organizzazione interventi AZIONE 4 – INCREMENTO DELLA RETE E SENSIBILIZZAZIONE TERRITORIO AZIONE 5 – MONITORAGGIO DEL PROGETTO Corresponsabile AZIONE 1 – ANALISI DELLO STATO Casa Famiglia L’annunciazione DELL’ARTE E ELABORAZIONE DEI Esperienza pluriennale in Comunità PROGRAMMI INDIVIDUALI di accoglienza - Attività educative AZIONE 2 - AGGIORNAMENTO con minori – gestione della casa – FORMATIVO DEGLI OPERATORI partecipazione a gruppi sull’affido 3.1. Pianificazione ed organizzazione interventi 3.3. Attività educazionali AZIONE 4 – INCREMENTO DELLA RETE E SENSIBILIZZAZIONE TERRITORIO AZIONE 5 – MONITORAGGIO DEL PROGETTO Insegnante 3.2. Attività di supporto scolastico e formativo Casa Famiglia L’annunciazione Attività educative con minori 8.3 Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto OBIETTIVO SPECIFICO Incrementare e qualificare le attività di supporto scolastico, terapeutico, ludico-ricreativo rivolte a minori inseriti nelle strutture comprese nel progetto Il volontario: − Partecipa al corso di formazione specifico per operatori − Contribuisce alla valutazione delle attività − Può offrire contributi alla stesura dei report − Affianca il minore durante lo svolgimento dei compiti pomeridiani e controlla il loro corretto svolgimento − Contribuisce agli approfondimenti didattici − Verifica l’idoneità del materiale scolastico allo svolgimento delle attività didattiche − Collabora alla realizzazione dei “Cineforum” e delle letture 16 − − − − − − − − − − − 9) Affianca gli utenti nell’inserimento con borse lavoro Affianca gli operatori nelle attività di educazionali Realizza attività ludiche con gli utenti all’interno e all’esterno della casa Garantisce l’accompagnamento per attiva sportive o esigenze sanitarie degli utenti Affianca gli utenti nelle piccole attività di giardinaggio e orticoltura e nei laboratori creativi Partecipa alle uscite sul territorio Collabora all’organizzazione dei laboratori Partecipa alle attività estive e invernali dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII (campi di condivisione, campi per adolescenti, deserti…) Partecipa agli incontri di equipe tra operatori Partecipa agli incontri di coordinamento con altri Enti Contatta gli enti territoriali per organizzare campagne mirate e congiunte Numero dei volontari da impiegare nel progetto: 5 10) Numero posti con vitto e alloggio: 2 11) Numero posti senza vitto e alloggio: 0 12) Numero posti con solo vitto: 3 13) Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo: 30 14) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6) : 5 15) Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio: I volontari durante lo svolgimento del servizio civile sono tenuti a: 1. rispettare le norme in materia di igiene, sicurezza e salute sui luoghi di lavoro 2. rispettare le regole delle strutture: orari, linguaggio e abitudini consolidate 3. mantenere la necessaria riservatezza per quanto attiene a dati, informazioni o conoscenze acquisite durante lo svolgimento del servizio civile 4. essere disponibili a trasferimenti in Italia per incontri di formazione, sensibilizzazione e promozione del servizio civile 5. flessibilità oraria dovuta alla particolarità delle persone destinatarie del servizio 6. partecipare ad eventi particolari previsti dal programma delle attività (uscite domenicali, campi invernali ed estivi) Saltuariamente potrà essere chiesto di svolgere il proprio servizio anche nel giorno festivo di Domenica oppure il Sabato, fatto salvo il diritto a recuperare il giorno di riposo di cui non si è usufruito Si ricorda, inoltre, che la formazione è obbligatoria e quindi, nelle giornate di formazione non è possibile prendere giornate di permesso. 17 16) Sede/i di attuazione del progetto, Operatori Locali di Progetto e Responsabili Locali di Ente Accreditato: N. Sede di attuazione del progetto Nominativi degli Operatori Locali di Progetto Comune Indirizzo Cod. N. vol. per ident. sede sede Cognome e Data di nome nascita VEDI FILE SEDI PROGETTO 18 C.F. Nominativi dei Responsabili Locali di Ente Accreditato Cognome e Data di nome nascita C.F. 17) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale: L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII da più di 30 anni investe le proprie risorse nella promozione e gestione di progetti di servizio civile, prima come obiezione di coscienza sostitutiva al servizio militare, poi come servizio civile nazionale, sia in Italia che all’estero. Per questa ragione, credendo profondamente nello strumento del Servizio Civile e nei valori che trasmette a livello sociale, riteniamo che la promozione e la sensibilizzazione non debbano essere limitate al singolo progetto o strettamente all’arco temporale di emanazione e scadenza del bando, ma siano permanenti e attraversino trasversalmente le altre attività dell’Ente. L’Associazione ha implementato da diversi anni un ufficio centrale finalizzato alla gestione dei progetti di servizio civile, con una sede locale per le varie aree, italiane ed estere, ove opera. Nel corso di tutto l’anno riceviamo richieste di partecipazione ai progetti da parte dei giovani grazie anche l’attivazione di un numero verde, cosi come durante tutto l’anno portiamo avanti azioni di sensibilizzazione, discussione, elaborazione riguardanti i vari aspetti del SCN. Lo strumento privilegiato per le attività di promozione e sensibilizzazione dell’ente è la partecipazione diretta dei volontari in servizio civile tramite la loro presenza e la testimonianza come strumento di apprendimento, scoperta in una prospettiva didattica attiva, operativa ed immediata. Totale ore espressamente dedicate alla promozione e sensibilizzazione del Servizio Civile Nazionale Totale ore espressamente dedicate alla promozione e sensibilizzazione del progetto “Io… volpe addomesticata” TOTALE ORE PROMOZIONE E SENSIBILIZAZZIONE: A+C = A = 66 C = 26 92 Alle suddette 92 ore bisogna aggiungere una serie di attività difficilmente misurabili e quantificabili ma che ai fini della promozione e sensibilizzazione rivestono, secondo noi un elevato grado di rilevanza. Di seguito si riporta in dettaglio l’elenco delle azioni/attività: Programma di sensibilizzazione del Servizio Civile Nazionale EVENTO – AZIONE – ATTIVITA’ Banchetto in occasione della “Tre Giorni Generale” dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, che si svolge a cadenza annuale (nel mese di maggio) a Rimini, e a cui partecipano tutte le zone periferiche a livello nazionale ed internazionale dell’associazione. I volontari in servizio civile di tutto il territorio si occupano della gestione del banchetto. A N° ORE 14 Collaborazione fissa con il mensile “Sempre” attraverso la rubrica “Frontiere di pace”, redatta a cura del Servizio Obiezione di Coscienza e pace dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII che presenta testimonianze (e illustra i relativi contesti e progetti dove operano) di volontari in servizio civile nazionale sia in Italia che all’estero 32 Interventi in qualità di relatori o testimonianze di volontari ed ex volontari in incontri pubblici e seminari, banchetti in numerose manifestazioni nazionali, sportello informativo telefonico, ecc. 20 TOTALE ORE QUANTIFICABILI 66 EVENTI – AZIONI – ATTIVITA’ non quantificabili Attivazione di un numero verde per far fronte alle richieste telefoniche dei giovani interessati: 800 913 596 Partecipazione ad eventi pubblici e privati di promozione e sensibilizzazione a livello nazionale. Invio, tramite posta prioritaria, di materiale promozionale ad indirizzi privati acquistati da B aziende specializzate in riferimento al target giovani del territorio 19 Realizzazione e diffusione di uno spot televisivo e radiofonico Programma di promozione del progetto “Io… volpe addomesticata” C EVENTO – AZIONE – ATTIVITA’ Incontro pubblico (all’atto dell’eventuale approvazione del progetto a bando) che illustri e chiarifichi ai giovani interessati a presentare domanda il percorso progettuale. Ci si avvarrà di testimonianze dei giovani che hanno concluso il periodo di SCN in progetti analoghi dell’Ente, con preferenza di quelli attivati nello stesso territorio Interventi nelle scuole: 6 moduli da 2 ore ciascuno per incontri formativi nelle scuole superiori della/e provincia/e interessata/e al progetto. Di seguito le scuole superiori contattate: − ITAS – Macerata − Ist. Tecnico Per geometri – Macerata − Ist. Tecnico commerciale – Macerata − Licei scientifico e classico – Tolentino − Ist. Alberghiero – Cingoli − Università di Macerata (1 – 2) Incontri/testimonianze con gruppi giovanili parrocchiali e gruppi scout locali: − Gruppi giovanili S.Catervo, S.Famiglia, SS.Crocifisso, S.Francesco – vicaria di Tolentino − Gruppi giovanili – Penna S. Giovanni − Gruppo scout – Tolentino − Gruppo scout di S. Nicolò di celle, Perugia 1 – Perugia Banchetto informativo presso fiera mercato a Castelbellino N° ORE TOTALE ORE QUANTIFICABILI 26 2 12 8 4 EVENTI – AZIONI – ATTIVITA’ non quantificabili Pubblicizzazione del progetto: Promozione su siti web: 1. www.apg23.org 2. www.odcpace.apg23.org 3. www.peacelink.it 4. www.antennedipace.org Newletters a: 1. gruppi scout a livello nazionale 2. informagiovani del territorio nazionale 3. centri missionari diocesani d’Italia 4. giovani tra i 18 – 28 anni sul territorio provinciale acquisito da ufficio interno di Fund Raising) D (indirizzario Promozione con inserti su riviste/quotidiani: 1. Mensile “Sempre” - Resto del Carlino - Emmaus Promozione con spot televisivi e radiofonici: - Multiradio - Videotolentino - Radio Augusta Perusia - Radio Nuova Macerata - TEF rete sole Distribuzione materiale informativo presso province interessate Volantinaggio attraverso i bollettini diocesani 20 varie parrocchie delle Stampa e diffusione volantini (n° copie: 600) e manifesti (n° copie:80) sul servizio civile nazionale volontario e sul progetto specifico, che viene messo a disposizione presso tutte le sedi periferiche dell’Ente, e diffuso attraverso gli enti che hanno sottoscritto partnership inerenti la promozione del servizio civile dell’ente DURATA TOTALE DELLE ATTIVITA’ DI PROMOZIONE: A+C = 92 ORE 18) Criteri e modalità di selezione dei volontari: Si rimanda al sistema di selezione accreditato presso l’UNSC 19) Ricorso a sistemi di selezione verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio): SI ASSOCIAZIONE COMUNITA’ PAPA GIOVANNI XXIII 20) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dell’andamento delle attività del progetto: Si rimanda al sistema di monitoraggio accreditato presso l’UNSC 21) Ricorso a sistemi di monitoraggio verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio): SI ASSOCIAZIONE COMUNITA’ PAPA GIOVANNI XXIII 22) Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli richiesti dalla legge 6 marzo 2001, n. 64: NESSUNO 23) Eventuali risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo specifico alla realizzazione del progetto: Il progetto prevede l’impiego di risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo particolare alle attività per il raggiungimento degli obiettivi specifici, alla promozione del progetto qual ora approvato, alla formazione specifica e alle risorse tecniche previste alla voce 25. Le risorse sono state suddivise in generali e specifiche. Le prime sono riferite alle azioni di promozione e l’organizzazione della formazione specifica, alcune di queste sono state ripartite in base al numero dei progetti presentati in quanto vengono sostenute dalla Sede Centrale di Gestione del SCN dell’ente. Le risorse specifiche riguardano spese aggiuntive per il raggiungimento degli obiettivi specifici previsti a progetto. RISORSE FINANZIARIE GENERALI A. Formazione specifica di 1° e 2° livello come da box 35 - 41 Sottovoci Descrizione spesa Materiale didattico Durante il corso vengono somministrati materiali cartacei didattici e vengono utilizzati materiali di 21 Risorse finanziarie 45 euro cancelleria vari La programmazione e la preparazione del percorso formativo richiede il tempo di un coordinatore per contatti telefonici con docenti e volontari, affitto e predisposizione delle aule Come previsto nei box della formazione specifica, l’ente valorizza l’utilizzo di una figura all’interno dell’aula che faciliti la partecipazione di tutti. Il 40% dei tutors coinvolti richiedono compenso. Alcuni formatori effettuano la loro docenza in forma gratuita altri richiedono un compenso. Numericamente il 50% dei formatori richiede il pagamento Organizzazione logistica del coordinatore Tutor d’aula Formatori Totale spesa A: 160 euro 220 euro 750 euro 1.175 euro B. Spese di promozione e pubblicizzazione del progetto Risorse finanziarie Sottovoci Descrizione spesa Elaborazione grafica materiale promozionale Ogni anno il materiale grafico viene rivisitato e modificato, attualizzando i contenuti e la presentazione Il prodotto grafico viene stampato da una tipografia in 600 copie di volantini e 80 copie di manifesti (come da box 17) Il numero verde è attivo quotidianamente (in orario di ufficio) per rispondere alle domande dei giovani interessati (come da box 17) Vengono acquistati da aziende specializzate indirizzi privati in riferimento al target giovani del territorio L’ente invia ai giovani del territorio materiale tramite posta prioritaria (mailing list – Promo Posta – spedizioni varie) L’ente partecipa come descritto nel box “sensibilizzazione e promozione” a diversi eventi con propri operatori su tutto il territorio italiano. Rimborsa le spese di viaggio ai volontari coinvolti. Stampa materiale promozionale Spese Numero Verde Acquisto indirizzario target giovani Invio lettere informative Partecipazione ad eventi Totale spesa B: 25 euro 90 euro 15 euro 30 euro 75 euro 80 euro 315 euro RISORSE FINANZIARIE SPECIFICHE Il progetto prevede l’impiego di risorse finanziarie aggiuntive destinate ad alcune delle attività del progetto elencate nel punto 8.1 e alle risorse tecniche previste alla voce 25. Nell’elenco sottostante non saranno riportate tutte le azioni/attività, ma soltanto quelle per cui è previsto lo stanziamento di risorse finanziarie aggiuntive. FASI DI IDEAZIONE DEL PROGETTO Risorse finanziarie aggiuntive AZIONI/Attività Incontro preliminare tra i coordinatori delle diverse province e la sede centrale di gestione del servizio civile nazionale per stabilire le linee di programmazione della nuova progettazione. Incontro preliminare con i responsabili delle strutture presenti sul territorio dove verrà presentata l’idea progettuale. Totale spesa C: 22 250 euro 350 euro 600 euro OBIETTIVO SPECIFICO Incrementare e qualificare le attività di supporto scolastico, terapeutico, ludico-ricreativo rivolte a minori inseriti nelle strutture comprese nel progetto Risorse finanziarie AZIONI/Attività aggiuntive AZIONE 1 – ANALISI DELLO STATO DELL’ARTE E ELABORAZIONE DEI PROGRAMMI INDIVIDUALI 1.1. Verifica dello stato dell’arte delle attività 300 euro 1.2. Valutazione diagnostica e revisione degli interventi 500 euro individuali 1.3. Ridefinizione dei programmi educativi individualizzati 725 euro AZIONE 2 - AGGIORNAMENTO FORMATIVO DEGLI OPERATORI 2.1 Ricognizione dei bisogni formativi 450 euro 2.2 Implementazione di momenti di aggiornamento 800 euro AZIONE 3 – REALIZZAZIONE DELLE ATTIVITÀ 3.1. Pianificazione ed organizzazione interventi 200 euro 3.2. Attività di supporto scolastico e formativo 600 euro 3.3. Attività educazionali 375 euro 3.4. Attività riabilitative e ricreative 570 euro 3.5. Attività terapeutiche 550 euro AZIONE 4 – INCREMENTO DELLA RETE E SENSIBILIZZAZIONE TERRITORIO 4.1 Contatto con enti che si occupano di minori 300 euro 4.2. Pianificazione ed organizzazione di attività di 250 euro sensibilizzazione 4.3. Realizzazione attività pubbliche 380 euro AZIONE 5 – MONITORAGGIO DEL PROGETTO 5.1. Valutazione dei progressi del minore 220 euro 5.2. Incontri d’equipe 170 euro Totale spesa D: TOTALE RISORSE FINANZIARIE AGGIUNTIVE: A+B+C+D = 6390 euro 8480 EURO 24) Eventuali reti a sostegno del progetto (copromotori e/o partners): LIETA SOSTA (Profit): promozione del Servizio civile e del progetto, attraverso l’affissione di manifesti e la distribuzione di volantini nel periodo dell’uscita del bando; messa a disposizione i locali per lo svolgimento di incontri tra operatori e d’equipe nonché attività di tutoraggio e formazioni specifiche come previsto da progetto “ALBA d’ORO” (Profit) promozione del Servizio civile e del progetto, attraverso l’affissione di manifesti e la distribuzione di volantini nel periodo dell’uscita del bando nel proprio punto vendita; fornitura ricorrente di prodotti alimentari a titolo gratuito ad uso e consumo delle strutture e per le uscite fuori porta. “CGM” (Profit): promozione del Servizio civile e del progetto, attraverso l’affissione di manifesti e la distribuzione di volantini nel periodo dell’uscita del bando nel proprio punto vendita; fornitura ricorrente di prodotti alimentari a titolo gratuito ad uso e consumo delle strutture e per le uscite fuori porta. Parrocchia Santa Maria delle Grazie (No Profit): promozione del Servizio civile e del progetto, attraverso l’affissione di manifesti e la distribuzione di volantini nel periodo dell’uscita del bando nel proprio negli spazi parrocchiali; messa a disposizione dei locali per le attività ludico-ricreative per i minori delle case famiglia del territorio. . VEDI ALLEGATI 3 23 25) Risorse tecniche e strumentali necessarie per l’attuazione del progetto: Si elencano di seguito le risorse tecniche e strumentali necessarie all’attuazione del progetto in riferimento agli obiettivi prefissati ed alle attività previste nel punto 8.1. OBIETTIVO SPECIFICO 1 Incrementare e qualificare le attività di supporto scolastico, terapeutico, ludico-ricreativo rivolte a minori inseriti nelle strutture comprese nel progetto N. n.q. Risorse tecniche e Attività strumentali Carburante 2.1 Ricognizione dei bisogni formativi 2.2 Implementazione di momenti di aggiornamento 3.1. Pianificazione ed organizzazione interventi 3.2. Attività di supporto scolastico e formativo 3.4. Attività riabilitative e ricreative 3.5. Attività terapeutiche 4.1 Contatto con enti che si occupano di minori 4.2. Pianificazione ed organizzazione di attività di sensibilizzazione 4.3. Realizzazione attività pubbliche 5 Pulmino 9 posti 5.2. Incontri d’equipe 1.1. Verifica dello stato dell’arte delle attività 1.2. Valutazione diagnostica e revisione degli interventi individuali 1.3. Ridefinizione dei programmi educativi individualizzati 3.1. Pianificazione ed organizzazione interventi 3.2. Attività di supporto scolastico e formativo 3.3. Attività educazionali 3.4. Attività riabilitative e ricreative 3.5. Attività terapeutiche 4.1 Contatto con enti che si occupano di minori 4.2. Pianificazione ed organizzazione di attività di sensibilizzazione 4.3. Realizzazione attività 5 Autoveicoli 5.2. Incontri d’equipe 1.1 Verifica dello stato dell’arte delle attività 1.2. Valutazione diagnostica e revisione degli interventi individuali 1.3. Ridefinizione dei programmi educativi individualizzati 3.1. Pianificazione ed organizzazione interventi 3.2. Attività di supporto scolastico e formativo 3.3. Attività educazionali 3.4. Attività riabilitative e ricreative 3.5. Attività terapeutiche 4.1 Contatto con enti che si occupano di minori 4.2. Pianificazione ed organizzazione di attività di sensibilizzazione 4.3. Realizzazione attività 3 Deambulatore 5.2. Incontri d’equipe 3.4. Attività riabilitative e ricreative 3.5. Attività terapeutiche 24 3 Standy 5 Televisori 3.4. Attività riabilitative e ricreative 3.5. Attività terapeutiche 2.2 Implementazione di momenti di aggiornamento 3.2. Attività di supporto scolastico e formativo 3.3. Attività educazionali 3.4. Attività riabilitative e ricreative 3.5. Attività terapeutiche 4.2. Pianificazione ed organizzazione di attività di sensibilizzazione 5 Lettore DVD 5.2. Incontri d’equipe 2.2 Implementazione di momenti di aggiornamento 3.2. Attività di supporto scolastico e formativo 3.3. Attività educazionali 3.4. Attività riabilitative e ricreative 3.5. Attività terapeutiche 4.2. Pianificazione ed organizzazione di attività di sensibilizzazione 4.3. Realizzazione attività pubbliche 5 Videoregistratore 5.2. Incontri d’equipe 2.2 Implementazione di momenti di aggiornamento 3.2. Attività di supporto scolastico e formativo 3.3. Attività educazionali 3.4. Attività riabilitative e ricreative 3.5. Attività terapeutiche 4.3. Realizzazione attività pubbliche 5 Stereo n.q. CD, DVD o videocassette 4 5 6 5.2. Incontri d’equipe 3.2. Attività di supporto scolastico e formativo 3.3. Attività educazionali 3.4. Attività riabilitative e ricreative 3.5. Attività terapeutiche 3.2. Attività di supporto scolastico e formativo 3.3. Attività educazionali 3.4. Attività riabilitative e ricreative 3.5. Attività terapeutiche 5.2. Incontri d’equipe 3.4. Attività riabilitative e ricreative 3.5. Attività terapeutiche Sedie a rotelle 3.5. Attività terapeutiche Uffici attrezzati con pc, 1.1 Verifica dello stato dell’arte delle attività stampanti, telefoni fissi 1.2. Valutazione diagnostica e revisione degli e telefoni cellulari, interventi individuali connessione ADSL, 1.3. Ridefinizione dei programmi educativi FAX. individualizzati Biciclette per disabili 3.1. Pianificazione ed organizzazione interventi 4.1 Contatto con enti che si occupano di minori 4.2. Pianificazione ed organizzazione di attività di sensibilizzazione 25 5.2. Incontri d’equipe 3 Saloni per circa 20 persone attrezzati con sedie, tavoli, videoproiettore, lavagna a fogli, ecc. 1.2. Ridefinizione dei programmi educativi individualizzati 2.2 Implementazione di momenti di aggiornamento 4.2. Pianificazione ed organizzazione di attività di sensibilizzazione 4.3. Realizzazione attività pubbliche n.q. Vario materiale di cancelleria 6 Computer 5.2. Incontri d’equipe 4.2. Pianificazione ed organizzazione di attività di sensibilizzazione 4.3. Realizzazione attività pubbliche 5.2. Incontri d’equipe 1.2 Verifica dello stato dell’arte delle attività 1.2. Valutazione diagnostica e revisione degli interventi individuali 1.3. Ridefinizione dei programmi educativi individualizzati 2.2 Implementazione di momenti di aggiornamento 3.2. Attività di supporto scolastico e formativo 3.3. Attività educazionali 3.4. Attività riabilitative e ricreative 4.2. Pianificazione ed organizzazione di attività di sensibilizzazione 5 Telecamera 5.2. Incontri d’equipe 2.2 Implementazione di momenti di aggiornamento 3.4. Attività riabilitative e ricreative 4.2. Pianificazione ed organizzazione di attività di sensibilizzazione 5.2. Incontri d’equipe n.q. n.q. n.q. Materiale per laboratori di decoupage, pittura, patchwork, collage (pennelli; colla; acquarelli; pennarelli; colori a tempera, a matita, a dito, a cera; materiale in legno; cartone; stoffa; tele; creta) Materiale per attività sportive esterne (palloni da calcio, pallavolo, basket, canestro, divide da calcio) Materiale per il laboratorio del linguaggio del corpo 2.2 Implementazione di momenti di aggiornamento 3.2. Attività di supporto scolastico e formativo 3.3. Attività educazionali 3.4. Attività riabilitative e ricreative 3.5. Attività terapeutiche 3.2. Attività di supporto scolastico e formativo 3.3. Attività educazionali 3.4. Attività riabilitative e ricreative 3.5. Attività terapeutiche 4.3. Realizzazione attività pubbliche 3.2. Attività di supporto scolastico e formativo 3.3. Attività educazionali 3.4. Attività riabilitative e ricreative 3.5. Attività terapeutiche 26 n.q. n.q. Materiale di facile consumo per l’igene 3.4. Attività riabilitative e ricreative (guanti monouso, spugnette, detergenti 3.5. Attività terapeutiche per igiene personale) e vestiario Libri, fumetti, riviste 3.2. Attività di supporto scolastico e formativo n.q. Giochi in scatola di vario tipo n.q. Giochi per svariate fasce di età (es. costruzioni, pupazzi, teatrino, pista, carte, scacchiera, puzzle…) Tra Auto e Moto elettriche 6 3.3. Attività educazionali 3.4. Attività riabilitative e ricreative 3.5. Attività terapeutiche 3.2. Attività di supporto scolastico e formativo 3.3. Attività educazionali 3.4. Attività riabilitative e ricreative 3.5. Attività terapeutiche 3.3. Attività educazionali 3.4. Attività riabilitative e ricreative 3.5. Attività terapeutiche 3.3. Attività educazionali 3.4. Attività riabilitative e ricreative CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI 26) Eventuali crediti formativi riconosciuti: NESSUNO 27) Eventuali tirocini riconosciuti : NESSUNO 28) Competenze e professionalità acquisibili dai volontari durante l’espletamento del servizio, certificabili e validi ai fini del curriculum vitae: ll progetto “Io… volpe addomesticata” consente l’acquisizione delle seguenti competenze rinvenibili nel “PRONTUARIO PROVVISORIO ED IN PROGRESSIONE DELLE COMPETENZE EVENTUALMENTE ATTRIBUIBILI CON “DICHIARAZIONE” FORMALE DELLA REGIONE IN CAPO AI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE”, predisposto dalla Regione Emilia-Romagna, come da allegati 4: 1 - COMPETENZE DI BASE E’ in grado di: - Riconoscere il ruolo e le funzioni delle Autonomie Locali e dei loro organi di governo 2 - COMPETENZE TECNICO PROFESSIONALI E’ in grado di: - Applicare tecniche di animazione, socializzazione e di gioco per favorire l’integrazione dei singoli e dei gruppi; - Di accompagnare e supportare il minore nell’attività di studio e ricreativa; - Collaborare alla progettazione, organizzazione e conduzione di attività di socializzazione, di ricostruzione della rete relazionale. - Utilizzare le tecniche specifiche di animazione, attività di intrattenimento (giochi, musica, film), attività culturali (drammatizzazione), supporto alle attività scolastiche (compiti). 3 - COMPETENZE TRASVERSALI E’ in grado di: − Costruire messaggi chiari, al fine di fornire informazioni corrette ai giovani interessati alle attività organizzate dall’associazione. 27 − − − − − − − − Adottare stili di comportamento propositivi, improntati alla cordialità e alla cortesia Integrarsi con altre figure/ruoli professionali e non Adeguarsi al contesto: linguaggio e atteggiamenti, rispetto delle regole e orari Gestire la propria attività con la dovuta riservatezza ed eticità Lavorare in team per produrre risultati collettivi Relazionarsi e collaborare con il Personale dell’Ente e con i colleghi in rapporto ai propri compiti ed ai risultati da raggiungere Trasferire/mediare agli operatori professionali le specifiche richieste degli utenti Fronteggiare situazioni di emergenza/imprevisti, controllando la propria emotività rispetto a situazioni di difficoltà. Le suddette competenze verranno certificate mediante il rilascio della “Dichiarazione delle competenze, a valere come credito formativo”, e riconosciute dalla Regione EmiliaRomagna in attuazione dell’articolo 10, primo comma, della L.R. 20 del 2003 (vedi nota 1 a piè box). Inoltre Il progetto “Io… volpe addomesticata” rende possibile l'acquisizione delle seguenti competenze, rilevabili secondo il sistema di valutazione e monitoraggio accreditato presso l'Ufficio Nazionale Servizio Civile dall’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII. 1. Conoscenza ed esperienza pratica rispetto all’applicazione delle principali strategie di relazione d’aiuto. 2. Capacità di integrarsi con altre figure professionali nella costruzione e gestione del lavoro di equipe. 3. Conoscenza delle tecniche educative (animazione, gioco e socializzazione) per favorire l’integrazione dei singoli e dei gruppi. 4. Conoscenza delle strategie di reinserimento sociale. 5. Conoscenza ed esperienza pratica in merito alle principali metodologie del lavoro in rete con le istituzioni. 6. Capacità di mediazione nonviolenta dei conflitti 7. Conoscenza di base delle strategie di tutela dei diritti umani Le suddette competenze verranno certificate e riconosciute dal Consorzio Condividere Papa Giovanni XXIII quale Ente terzo, secondo il protocollo di intesa denominato “Protocollo di intesa fra il Consorzio Condividere Papa Giovanni XXIII e l’associazione Comunità Papa Giovanni XXIII per il riconoscimento delle competenze acquisibili attraverso la partecipazione a progetti di servizio civile nazionale ai sensi della legge n 64/2001 e successive circolari e direttive”. _____________________________________________ Nota 1: Si richiama il testo dell’articolo 10, comma 1, della L.R. 20 del 2003 («la Regione Emilia-Romagna stabilisce, a favore dei giovani che abbiano effettuato le prestazioni di servizio civile volontario di cui all'articolo 4, comma 1, lettera c) per l'intero periodo individuato nei progetti d'impiego, un'adeguata valutazione dei relativi titoli indicati dall'interessato nell'ambito della documentazione richiesta per le selezioni pubbliche finalizzate all'assunzione nei ruoli regionali, sia a tempo determinato che indeterminato.«), che costituisce riconoscimento regionale delle competenze maturate dai volontari durante il servizio civile, in coerenza le figure messe a concorso. In proposito potrebbero esserci analoghi riconoscimenti di competenze da parte degli enti locali che hanno attivato la facoltà prevista dall’articolo 11, comma 2, della stessa L.R. («Gli Enti locali possono, altresì, nei limiti delle proprie competenze, prevedere benefici e riconoscimenti a favore dei volontari in servizio civile per le stesse finalità ed entro i limiti previsti dalla presente legge, nonché dal documento di programmazione triennale di cui all'articolo 7.») o da parte di altri enti, associazioni, cooperative; Questo sistema, peraltro, si colloca in coerenza con le previsioni della L.R. 12 del 2003 "NORME PER L'UGUAGLIANZA DELLE OPPORTUNITA' DI ACCESSO AL SAPERE, PER OGNUNO E PER TUTTO L'ARCO DELLA VITA, ATTRAVERSO IL RAFFORZAMENTO DELL'ISTRUZIONE E DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE, ANCHE IN INTEGRAZIONE TRA LORO" in particolare con l'art. 5, primo comma ("Ogni persona ha diritto ad ottenere il riconoscimento formale e la certificazione delle competenze acquisite. Il riconoscimento può essere utilizzato, anche in ottemperanza alle disposizioni comunitarie, per conseguire un diploma, una qualifica professionale o altro titolo 28 riconosciuto. A tal fine la Regione promuove accordi con le componenti del sistema formativo e con le parti sociali per la definizione di procedure per il riconoscimento, la certificazione e l'individuazione degli ambiti di utilizzazione delle diverse competenze, nonchè per il riconoscimento delle competenze acquisite nel mondo del lavoro, utilizzabili come crediti per i percorsi formativi.") e con il successivo art. 6 ("1. Gli studenti, all'atto della prima iscrizione ad attività di istruzione o di formazione professionale successiva all'assolvimento dell'obbligo scolastico, possono richiedere il rilascio del libretto formativo personale, nel quale sono iscritti i titoli, le qualifiche e le certificazioni conseguite. 2. La Giunta regionale, sentita la commissione consiliare competente, definisce con proprio atto le caratteristiche del libretto formativo, nonché le modalità per il rilascio dello stesso a tutti coloro che lo richiedono. 3. Nel libretto possono essere iscritti anche gli attestati di frequenza in esito a percorsi dell'educazione non formale, le competenze ed i crediti formativi comunque acquisiti e documentati, nonché dichiarazioni di autoformazione.") VEDI ALLEGATI 4 Formazione generale dei volontari 29) Sede di realizzazione: La sede è scelta sulla base del posizionamento geografico delle sedi di attuazione dei progetti e dalla disponibilità di fruizione della struttura stessa, essendo la formazione di tipo residenziale. Pertanto è previsto che i corsi di formazione generale siano tenuti nelle seguenti sedi: a) Sede di Gestione del Servizio Civile, Via Dante Alighieri, snc – 61013 Mercatino Conca (PU) b) Colonia Stella Maris, Viale Regina Margherita 18 – 47900 – Marebello (RN) c) Casa Parrocchiale – Scout, Via Colombara – 47854 – Monte Colombo (RN) 30) Modalità di attuazione: La formazione generale è effettuata in proprio, con formatori dell’ente, in quanto l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII è ente accreditato di prima classe nell’albo nazionale. 31) Ricorso a sistemi di formazione verificati in sede di accreditamento ed eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio: SI ASSOCIAZIONE COMUNITA’ PAPA GIOVANNI XXIII 32) Tecniche e metodologie di realizzazione previste: Partendo dai contenuti previsti per la formazione generale, nella determina “Linee guida per la formazione generale dei giovani in servizio civile nazionale” del 4 aprile 2006, la metodologia di realizzazione prevista per la stessa è la seguente: Elementi metodologici generali: Lezioni frontali (almeno per il 50% del monte ore complessivo). Dinamiche non formali (almeno per il 20% del monte ore complessivo): - Training - Teatro dell’Oppresso (TDO) 29 - Simulazioni Giochi di ruolo Materiali video Dibattiti Brainstorming Lavoro di gruppo Formazione di Gruppo Tutoring specifico rispetto ai bisogni formativi Momenti di servizio ed attività comuni al gruppo Materiali cartacei (dossier etc.) Libri e testi Cd-Rom tematici Testimonianze Auto-formazione Verifiche periodiche Utilizzo di risorse formative ed occasioni formative esterne all’ente, eventualmente offerte dal territorio Cineforum Laboratori tematici La metodologia attiva, utilizzata nei tempi previsti dalla determina del 4 aprile 2006, è finalizzata al coinvolgimento dei volontari in: lavori di gruppo, simulazioni, esercitazioni, testimonianze e momenti di dibattito. L’elaborazione dei moduli formativi è stata guidata dalla consapevolezza che su alcune tematiche trattate nelle formazione generale, quali il concetto di gruppo e la sue dinamiche, il significato di cittadinanza attiva, la gestione dei conflitti, tutti possediamo delle preconoscenze, convincimenti e opinioni. E’ quindi importante che i momenti formativi offrano innanzitutto un clima favorevole al confronto e allo scambio, al fine di permettere a ciascuno di esprimere il proprio punto di vista e le proprie opinioni. La formazione generale si effettua in modo residenziale, cercando ove possibile di unire volontari di progetti diversi, favorendo la creazione un ambiente plurale, che sia pedagogicamente adeguato all’apprendimento e alla condivisione di contenuti utili a comprendere, rielaborare e contestualizzare l’esperienza di Servizio Civile, e funzionale al confronto e all'arricchimento reciproco. La modalità residenziale è essa stessa esperienza formativo/educativa, che impegna i volontari al rispetto, alla collaborazione, alla gestione collettiva di spazi e tempi e favorisce iniziative complementari quali: incontri con soggetti della comunità locale, giornate tematiche, serate conviviali con cucina tipica della zona di provenienza dei volontari, visite ad esperienze sul territorio. Durante la formazione sarà garantita la presenza di un tutor d’aula con gli specifici compiti di: - organizzazione logistica - creazione gruppo e facilitazione relazioni interpersonali - valutazione e verifica dell’efficienza e dell’efficacia dei moduli - mediazione e gestione dei conflitti all’interno del gruppo La formazione generale è suddivisa in due corsi residenziali che verranno effettuati nel corso dei primi 5 mesi di servizio civile volontario, come da determina. 33) Contenuti della formazione: Il percorso formativo proposto si compone di contenuti utili allo sviluppo delle mansioni richieste ma ancor prima punta ad offrire ai volontari un’occasione di educazione alla cittadinanza attiva ed alla coscienza di essere attuatori del sacro dovere di difesa della patria sancito dall’art.52 della Costituzione italiana, con mezzi ed attività non militari e nonviolenti. La formazione risulta così utile a collocare l’esperienza dei volontari nei contesti, via via più ampi, che li coinvolgono: il gruppo formativo, la sede di attuazione di progetto, l’ente ove si 30 presta servizio, la realtà locale, la società italiana, europea e mondiale. Primo Corso: formazione generale “Introduzione e strumenti” Questo evento formativo verrà effettuato nel corso dei primi due mesi di Servizio Civile volontario L’identità del gruppo in formazione 1 − − − − Conoscenza fra i volontari Costruire un’identità di gruppo Condivisione di motivazioni e aspettative Contestualizzazione dell’esperienza di Servizio Civile Si tratta di un laboratorio nel quale il formatore lavorerà alla definizione di un’identità di gruppo dei volontari partendo dal background individuale e di gruppo. Il gruppo, nel corso del modulo, si collocherà rispetto al servizio civile condividendo idee, aspettative, motivazioni ed obiettivi individuali. La metodologia utilizzata è quella del lavoro individuale, con l'ausilio di schede o attraverso modalità creative, e della discussione di gruppo. Presentazione dell’Ente 2 Approfondimenti − La storia − I valori − La mission dell’ente − Struttura organizzativa e gestionale dell’ente: zone e servizi L’intervento sociale dell’ente − Modus operandi − Ambiti e tipologie d’intervento − Beneficiari − Il progetto di servizio civile I fondamenti: dalla condivisione diretta alla rimozione delle cause − Fondamenti teorici della condivisione diretta nell'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII − La differenza tra condividere e prestare un servizio − Il ruolo degli “ultimi“ nella costruzione di una società nuova − La società del gratuito Durante la lezione, per fornire ai volontari gli elementi di conoscenza del contesto in cui si troveranno a svolgere il servizio civile, vengono presentate la storia, le caratteristiche specifiche e le modalità organizzative ed operative dell’ente. Saranno esplicitati gli ambiti di intervento dell’Ente Associazione Comunità Papa Giovanni XXII e i fondamenti teorici da cui muove la propria attività operativa, in quanto alla base del lavoro quotidiano portato avanti nelle strutture di accoglienza dell’associazione sta proprio la condivisione diretta con gli “ultimi”, come strumento di rimozione delle cause che stanno alla radice delle ingiustizie sociali. La modalità utilizzata è frontale. Il lavoro per progetti 3 − − Metodologia della progettazione: dalla definizione degli obiettivi alla valutazione dei risultati attesi. Valutazione di esito, efficacia ed efficienza del progetto. Si presenterà ai volontari il progetto di servizio civile nel quale sono inseriti illustrandone la struttura generale con particolare attenzione agli obiettivi, sia generali che specifici. Verranno introdotti i concetti di monitoraggio e valutazione e si presenteranno gli strumenti del sistema di monitoraggio che l’ente utilizza per seguire l’andamento dei progetti e per apportare eventuali migliorie. 31 Il modulo consiste in una lezione principalmente frontale che sia avvale dell'ausilio di strumenti multimediali. Dall’Obiezione di Coscienza al Servizio Civile Nazionale: evoluzione storica, affinità e differenze tra le due realtà 4 La storia del servizio civile la sua evoluzione: − La storia dell’Obiezione di Coscienza − Dalla legge 772/72 alla legge 230/98 − I valori e le finalità della legge 64/2001 − Obiezione di Coscienza e Servizio Civile Volontario: affinità e differenze Gli attori del servizio civile: − UNSC − Enti (figure coinvolte nel servizio civile) − I Volontari Il dovere di difesa della patria 5 La Costituzione italiana: − Vivere il dettato costituzionale nella quotidianità − Sentenze nn. 164/85, 228/04, 229/04, 431/05 Diritti Umani: − Dichiarazione dei diritti umani − Organismi di tutela − Strumenti di osservazione e monitoraggio dei diritti umani − Strumenti e tecniche di tutela e difesa dei diritti umani La difesa civile non armata e nonviolenta 6 − − − − − − Nuovo Modello di Difesa e possibile ruolo dei civili Le forme attuali di difesa civile non armata e nonviolenta Elementi fondamentali del conflitto Dimensioni e livelli del conflitto Individuazione di strategie di gestione nonviolenta dei conflitti Gli strumenti della nonviolenza I moduli 4, 5 e 6, essendo a nostro avviso strettamente collegati, verranno affrontati in successione. Partendo dall’origine dell’obiezione di coscienza al servizio militare, e ripercorrendo la storia che ha portato alla situazione attuale, si approfondiranno il concetto di difesa civile e difesa popolare nonviolenta, riportando alcuni esempi storici, fino ad arrivare alla legge 64/2001 e al sistema del servizio civile. La costituzione, approfondita nel modulo 5, servirà da riferimento trasversale all’analisi e approfondimento delle diverse tematiche. Dedicheremo inoltre alcune ore al tema “Gestione e trasformazione nonviolenta del conflitto” in quanto riteniamo la dimensione conflittuale di centrale importanza nella relazione in generale ed in particolare nella relazione d’aiuto che caratterizzerà l’intervento dei volontari in servizio civile presso l’ente, nonché nella costruzione della pace. L’obiettivo principale sarà quello di analizzare il concetto di conflitto, mettendo in luce i luoghi comuni che ne riguardano il significato e approfondendone le caratteristiche principali e gli ambiti nei quali esso si può manifestare. Se ne evidenzierà la “dimensione creativa” mettendo in luce le potenzialità che possono derivare da una sua gestione positiva all’interno delle relazioni con se stessi e con gli altri. Si introdurrà infine il tema della gestione nonviolenta dei conflitti come modalità di prevenzione delle situazioni di guerra e di violenza, attraverso l’analisi di alcuni esempi storici. Nell'affrontare il tema, l'utilizzo di una modalità frontale è finalizzato a trasmettere i fondamenti dei temi in oggetto e sarà accompagnata da inserti multimediali quali video, letture, canzoni. L'utilizzo di strumenti come il brainstorming, il confronto e i lavori di 32 gruppo è mirato a favorire l'approfondimento e la rielaborazione dei contenuti proposti. La normativa vigente e la carta di impegno etico 7 − − La carta di impegno etico Le norme attuali Diritti e doveri del volontario del servizio civile 8 − − Ruolo del volontario Diritti e doveri del volontario in servizio civile Nei moduli 7 e 8, partendo dalla “Carta di impegno etico”, si analizzeranno le norme messe a punto dal legislatore per la gestione del Servizio Civile Nazionale, approfondendo quelli che sono i diritti e i doveri dell’ente e del volontario, alla luce della circolare sulla gestione. La modalità di presentazione sarà quella della lezione frontale, prevedendo spazio adeguato a disposizione dei volontari per domande e risposte. Secondo Corso: formazione generale “Approfondimenti e ulteriori strumenti” Questo evento verrà effettuato nel corso del quarto mese di Servizio Civile volontario L’identità del gruppo in formazione 1 − − Ri-definizione dell’identità di gruppo Recupero delle motivazioni iniziali Durante questo laboratorio si recupereranno, tramite attività interattive e dinamiche, gli aspetti motivazionali, l’identità di gruppo e le aspettative iniziali che hanno portato i volontari alla scelta del servizio civile. La difesa civile non armata e nonviolenta 2 − − − Modello M-m e modello E Pace positiva e pace negativa Il conflitto interpersonale e l’esperienza di servizio civile Si approfondirà il tema della nonviolenza, affrontato nel 1° modulo ed in più si analizzeranno alcune situazioni conflittuali che i volontari hanno vissuto o stanno vivendo nella loro esperienza di servizio civile, cercando di farne emergere potenzialità ed elementi positivi, rimanendo nell'ottica di gestire e non di evitare il conflitto. Si privilegerà una modalità attiva e partecipata con l'utilizzo di simulazioni, brainstorming, training, giochi-esercizio. Per favorire la rielaborazione e l'approfondimento delle attività proposte saranno utilizzati lavori di gruppo e dibattiti. La solidarietà e le forme di cittadinanza 3 − − − − − Ruolo del volontario in servizio civile nella società Concetto di cittadinanza attiva Ruolo delle istituzioni e del Terzo Settore Dinamiche internazionali legate alla globalizzazione e al sottosviluppo Il ruolo degli organismi internazionali. Servizio civile nazionale, associazionismo e volontariato 4 − − − Le forme di associazionismo sociale I diversi attori sociali: pubblico e privato Il volontariato: quali competenze? La protezione civile 5 − − Difesa della patria e difesa dell’ambiente: la Protezione Civile Concetto di rischio: P x V x E 33 − − Il metodo Augustus Protezione civile e Servizio civile volontario: finalità comuni Nei moduli 3, 4 e 5 l’obiettivo è quello di offrire ai volontari una visione ampia della società e delle possibili risposte di fronte a problematiche quali povertà, esclusione sociale e sottosviluppo. Si analizzerà il concetto di cittadinanza attiva e solidarietà sociale per poi estendere l’analisi sulle attività sociali e di volontariato delle istituzioni e del Terzo Settore. Si cercherà inoltre di allargare la riflessione in maniera più ampia possibile, consapevoli di vivere in un mondo oramai completamente globalizzato. Infine si affronterà il tema della Protezione Civile come esempio di cittadinanza attiva, facendone emergere le affinità con la tematica della difesa della patria, centrale quando si parla di servizio civile volontario. Nell'affrontare questo modulo si privilegerà l'utilizzo di una modalità attiva e partecipata da parte dei volontari, con strumenti quali schede/tracce di riflessione, brainstorming, strumenti multimediali, simulazioni, tecniche del TDO, discussioni e confronti di gruppo. Lavoro per progetti 6 − − − Verifica e valutazione della fase di inserimento dei volontari Analisi dell’andamento del servizio: punti di debolezza e punti di forza Volontari in servizio civile: quale crescita umana e professionale? Dopo circa 4 mesi dall’avvio al servizio, il formatore condurrà i volontari ad analizzare e verificare l’andamento del loro servizio sotto diversi aspetti e cercherà di rispondere ai quesiti aperti che sono sorti in questa prima fase. Allo sviluppo di questo modulo saranno utili questionari, schede di approfondimento, simulazioni. Alla fine di ognuno dei due eventi formativi si effettuerà una verifica, al fine di fare emergere criticità e punti di forza, e dove se ne verificasse la necessità apportare i cambiamenti necessari ad un maggiore efficacia dell’evento. 34) Durata: Moduli formativi L’identità del gruppo in formazione Presentazione dell’Ente Il lavoro per progetti Dall’Obiezione di Coscienza al Servizio Civile Nazionale: evoluzione storica, affinità e differenze tra le due realtà Il dovere di difesa della patria La difesa civile non armata e nonviolenta La normativa vigente e la carta di impegno etico Diritti e doveri del volontario del servizio civile La solidarietà e le forme di cittadinanza Servizio civile nazionale, associazionismo e volontariato La protezione civile TOTALE ORE FORMAZIONE GENERALE 34 Ore lezioni frontali 3 4 3 Ore Totale dinamiche ore non form. 6 9 0 4 1 4 2 2 4 1 1 1 2 1 2 3 1 0 3 3 4 2 2 4 3 1 4 3 1 4 24 20 44 Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei volontari 35) Sede di realizzazione: La sede è scelta sulla base del posizionamento geografico delle sedi di attuazione dei progetti e dalla disponibilità di fruizione della struttura stessa, essendo la formazione di tipo residenziale. Pertanto è previsto che i corsi di formazione generale siano tenuti nelle seguenti sedi: PRIMO LIVELLO − Sede di Gestione del Servizio Civile, Via Dante Alighieri, snc – 61013 Mercatino Conca (PU) − Colonia Stella Maris, Viale Regina Margherita 18 – 47900 – Marebello (RN) − Casa Parrocchiale – Scout, Via Colombara – 47854 – Monte Colombo (RN) SECONDO LIVELLO − Casa Famiglia “Fuori le mura”, via del Monte Oliveto 17, Palazzo d’Assisi (PG) − Casa Famiglia “Santa Maria del Cammino”, via Fontanelle 28, Montecassiano (MC) − Casa Famiglia “L’annunciazione”, Strada Alberici 1, Montemarciano (AN) − Lieta Sosta, via Adriatica 230, Colfiorito di Foligno 36) Modalità di attuazione: In proprio presso l’ente, con formatori dell’ente 37) Nominativo/i e dati anagrafici del/i formatore/i: PRIMO LIVELLO Nome cognome Luogo di nascita NICOLA LAPENTA Bra (CN) LUCA PIERI Bologna (BO) TANIA PRESEPI Rimini (RN) MARIA PAOLA CAMPORESI Forlì (FC) CATERINA RIVOLA Rimini (RN) Data di nascita 09/04/1974 07/04/1954 17/11/1975 26/04/1975 27/02/1975 Codice fiscale LPNNCL74D09B111P PRILCU54D07A944U PRSTNA75S57H294B CMPMPL75D66D704V RVLCRN75B67H294O SECONDO LIVELLO Nome cognome GUIDO CAMANNI FRANCESCA VAGNI STEFANIA BURESTA ROBERTA VITALI Luogo di nascita Milano Orvieto San Ginesio (MC) Macerata Data di nascita 04/10/1973 26/12/1979 Codice fiscale CMNGDU73R04F205A VGNFNC79T66G148X 29/09/1967 BRSSFN67P69H876R 25/11/1974 VTLRRT74S65E783J 38) Competenze specifiche del/i formatore/i: NOME COGNOME NICOLA LAPENTA COMPETENZE SPECIFICHE Responsabile del servizio civile, con esperienza pluriennale di intervento in aree e situazioni di conflitto, formazione al servizio civile di obiettori di coscienza, volontari ed operatori, educazione alla pace. 35 LUCA PIERI TANIA PRESEPI MARIA PAOLA CAMPORESI CATERINA RIVOLA Laureato in scienze politiche con esperienza pluriennale circa le tematiche di relazione d’aiuto, devianza, disabilità, inserimento al lavoro, formazione di operatori sociali e pace. Psicologa, iscritta all’albo. Specializzazione in psicoterapia. Esperienza circa le tematiche di relazione d’aiuto, colloqui clinici con bambini, adolescenti e pazienti affetti da disturbi psichiatrici. Psicologa, iscritta all’albo. Specializzazione in psicoterapia. Esperienza circa le tematiche di relazione d’aiuto, devianza in età adolescenziale, disturbi borderline della personalità. Conduzione di attività di gruppo Psicologa, iscritta all’albo. Esperienza circa le tematiche di relazione d’aiuto, devianza in età adolescenziale, disturbi borderline della personalità. Conduzione di attività di gruppo SECONDO LIVELLO NOME COGNOME FORMATORE GUIDO CAMANNI STEFANIA BURESTA FRANCESCA VAGNI ROBERTA VITALI COMPETENZE SPECIFICHE Laureata in psicologia clinica. Dirigente Medico – U.O Pediatria presso l’Ospedale di Foligno – Esperienza pluriennale nell’accoglienza di persone in stato di disagio Diploma di dirigente di Comunità, esperienza sulle tematiche della relazione d’aiuto; formazione ed esperienza pluriennale nel tema dell’affido. Laurea in Scienze della Formazione. Esperienze nelle tematiche di relazione di aiuto, relazione educativa e sviluppo e recupero psicologico. Da anni responsabile di strutture dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII. Esperienza pluriennale nell’accoglienza di minori e persone in difficoltà inerente l’affidamento di minori – MODULO 5 MODULI 2 e 6 MODULI 3 e 5 MODULO MODULO 4 1 e VEDI ALLEGATI 5 39) Tecniche e metodologie di realizzazione previste: La formazione specifica dei progetti presentati dall'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, si struttura su due livelli: Il primo prevede la partecipazione contemporanea di tutti i volontari in servizio Civile, (all'occorrenza suddivisi in gruppi di max 25 persone), ha carattere residenziale e si realizza in concomitanza degli eventi di formazione generale. Il secondo prevede una serie di incontri periodici, fra i volontari che prestano servizio sul medesimo territorio. La metodologia adottata è classificabile come metodologia attiva in quanto favorisce il coinvolgimento dei volontari, non solo attraverso lezioni frontali, ma anche attraverso lavori 36 di gruppo, simulazioni, esercitazioni, testimonianze e momenti di dibattito. Entrambi i livelli hanno come obiettivo la trasmissione dei contenuti specifici necessari ai volontari per la realizzazione delle azioni previste dal progetto, ma si differenziano per tempistica e periodicità degli eventi formativi. Elementi metodologici generali: - Lezioni frontali Training Teatro dell’Oppresso (TDO) Simulazioni Giochi di ruolo Materiali video Dibattiti Brainstorming Lavoro di gruppo Materiali cartacei (dossier etc.) Libri e testi Cd-Rom tematici Testimonianze e lezioni di esperti in materia Verifiche periodiche Utilizzo di risorse formative ed occasioni formative esterne all’ente, eventualmente offerte dal territorio Cineforum Laboratori tematici 40) Contenuti della formazione: Come indicato al punto 36 la formazione specifica si realizza su due livelli, entrambi volti a fornire le competenze utili per concorrere alla realizzazione degli obiettivi generali e specifici, attraverso le azioni previste dal progetto. PRIMO LIVELLO I contenuti caratterizzanti di questo primo livello, che coinvolge simultaneamente tutti i volontari in servizio civile presso l'ente sono: 1. La relazione d'aiuto (durante il primo corso residenziale) Elementi generali ed introduttivi − Il rapporto “aiutante-aiutato” − Le principali fasi della relazione di aiuto − La fiducia − Le difese all’interno della relazione di aiuto − Presa in carico della persona aiutata − Comunicazione, ascolto ed empatia − Gestione della rabbia e dell’aggressività − Il disagio psicologico dei minori − L’handicap fisico e psichico − La devianza Elementi di approfondimento suddivisi per aree 1.Area Minori − Il mondo interno del bambino − Il passaggio dalla dipendenza all’autonomia − L’attaccamento − Il vissuto psicologico del bambino in affido − La gestione dell’aggressività nella relazione con il minore 37 2.Area − − − Handicap Fisico e Psichico Il vissuto psicologico della persona con handicap Le principali forme di handicap psichico Il Burn Out come rischio nelle relazioni educative 3.Area − − − − Devianza Le radici della devianza Principali manifestazioni comportamentali della devianza Analisi di casi borderline La conquista della fiducia e la gestione dell’aggressività nella relazione di aiuto con adolescenti devianti 2. Il lavoro per progetti (nel corso dell’ultimo mese di servizio) Verifica, valutazione ed analisi di: − Obiettivi del progetto − Andamento del servizio − Competenze acquisite − Il sistema formativo L’obiettivo di questo ultimo modulo è quello di avere un quadro complessivo e una valutazione di esito, di efficacia ed efficienza del progetto. A tal fine il formatore guiderà il gruppo all’analisi e alla rielaborazione del servizio svolto cercando di cogliere i punti critici e gli aspetti problematici incontrati. Farà emergere i punti di forza e, sulla base di questi, stimolerà il gruppo a migliorare e ri-progettare l’esperienza di servizio civile. Si effettuerà un laboratorio di auto-valutazione delle competenze. In una prima fase di lavoro individuale, ogni volontario ricostruirà la storia del proprio servizio civile: analizzerà le azioni svolte e prenderà in esame le conoscenze, le capacità e le caratteristiche personali necessarie all’espletamento di ognuna di esse. Il formatore, sulla base del lavoro precedente, inviterà ognuno dei volontari a costruire un proprio profilo dal punto di vista delle conoscenze e competenze acquisite ed un ipotesi sul proprio percorso formativo e professionale futuro, che verrà esplicitato in modo assembleare. SECONDO LIVELLO MODULO 1. Viaggio formativo nella realtà territoriale dell’ente: − la storia dell’Associazione sul territorio − le strutture presenti sul territorio − ambiti di intervento e risposte alle problematiche sociali dell’associazione sul territorio MODULO 2. Modello e ruolo dell’operatore: − analisi del ruolo dell’operatore − obiettivi e compiti dell’operatore − competenze generali e trasversali − conoscenze tecnico-specialistiche − operatore / volontario: differenze ed analogie di ruolo MODULO 3. La Relazione educativa con minori in situazione di disagio − La gestione quotidiana di minori con vissuto di disagio − La relazione educativa con i minori portatori di handicap fisico e psichico − Affettività e corporeità nei minori disagiati e/o portatori di handicap fisico e psichico − La realtà degli istituti e le possibili alternative MODULO 4. Analisi, rielaborazione e approfondimento dei contenuti emersi in occasione del primo e secondo corso di formazione generale: − la condivisione diretta − la relazione d’aiuto − area minori − area devianza MODULO 5. Psicologia dell’età evolutiva: − teoria dell’attaccamento − infanzia (0-3 anni) 38 − scuola materna (3-6 anni) − età della latenza (6-10 anni) − pre-adolescenza − adolescenza MODULO 6. L’affido: − l’inserimento di un minore in struttura di accoglienza: dal benvenuto alla gestione − affido: riferimenti normativi − la famiglia affidataria e quella adottiva − organi di servizio competenti, collaborazione territoriale tra: Servizi sociali, Enti e Tribunale per i minorenni − la realtà degli istituti e le possibili alternative 41) Durata: PRIMO LIVELLO Modulo formativo Quando Durata A La relazione di aiuto: - elementi generali ed introduttivi Nel corso de primi due mesi 12h - elementi di approfondimento di servizio suddivisi per aree Nel corso dell’ultimo mese 8h B Il lavoro per progetti Durata totale primo livello (A+B) 20 h SECONDO LIVELLO Modulo formativo Viaggio formativo nella realtà C territoriale dell’ente Modello e ruolo dell’operatore La Relazione educativa con minori in situazione di disagio Analisi, rielaborazione e approfondimento dei contenuti emersi in occasione del primo e secondo corso di formazione generale Psicologia dell’età evolutiva L’affido Quando Durata Nel corso del primo mese 8h Nel corso del secondo e del settimo mese 8h Nel corso del quarto mese 8h Nel corso del terzo e del quinto mese 10 h Nel corso dell’ottavo e decimo mese Nel corso dell’undicesimo mese Durata totale secondo livello (C) DURATA TOTALE FORMAZIONE SPECIFICA: ( A+B+C) = 74 10 h 10 h 54 h ORE Altri elementi della formazione 42) Modalità di monitoraggio del piano di formazione (generale e specifica) predisposto: Si rimanda al sistema di monitoraggio verificato in sede di accreditamento Data 23/03/2011 Il Responsabile del Servizio civile nazionale dell’ente Lapenta Nicola 39