I gesti mentali o atti di conoscenza I gesti mentali o atti di conoscenza La gestione mentale esplicita cinque gesti mentali o atti di conoscenza: I gesti mentali La gestione mentale descrive le operazioni mentali necessarie per eseguire tali atti; in altri termini, descrive con precisione come si compiono. «Per piallare un’asse, per posare una lastra d’ardesia, per tenere un archetto, vi sono dei «come» da imparare» (A. de La Garanderie, Critique de la raison pédagogique, p. 82) Lo stesso dicasi per gli atti di conoscenza: è possibile descrivere come si compiono. I gesti mentali Questo «come» è quasi sempre trascurato nelle definizioni dei dizionari e nella pratica pedagogica. La gestione mentale fornisce le parole per descriverlo. I gesti mentali Se tali atti possono essere descritti, il pedagogo può informare gli alunni, può fornire loro indicazioni su ciò che devono fare per compiere tali atti di conoscenza. Uno dei contributi della gestione mentale si colloca proprio a questo livello poiché, in questi ambiti, i discenti mostrano spesso una certa ignoranza pedagogica. Tutti gli imperativi utilizzati abitualmente in classe, quali «stai attento», «rifletti», «immagina un’altra soluzione», «memorizza», «cerca di capire», ecc. possono essere completati da frasi molto più precise sull’attività mentale da compiere. I gesti mentali Tutti questi atti di conoscenza si basano sull’evocazione (nei due significati del termine, vedi documento sull’evocazione). Proprio per questo motivo, i lavori del presente progetto Co-nai-sens mostrano l’evocazione sempre in atto in uno o più gesti mentali. DESCRIVIAMOLI SINTETICAMENTE: L’attenzione «L’atto d’attenzione è quello che apre il campo della conoscenza, purchè venga eseguito in modo corretto» (A. de La Garanderie, Critique de la raison pédagogique, p.132) Cosa significa ? X+Y=Z Che alcune persone leggono, ascoltano, guardano, toccano... ma non conservano nessuna traccia delle cose percepite nella loro testa sotto forma di evocazione (o di evocati)! Che alcuni alunni, in classe, ascoltano le frasi dell’insegnante, guardano la lavagna o leggono la consegna data, ma non le evocano! L’attenzione Compiere un atto d’attenzione consiste nel decidere, prima della percezione, di evocare ciò che sarà percepito, quindi di evocare tale oggetto della percezione tramite evocazioni visive, uditive, verbali o tattili. Tale attività, per poter essere eseguita in modo corretto, necessita spesso di numerose andate e ritorno tra l’oggetto di percezione e l’oggetto mentale così costituito a poco a poco; questo è il «tempo di evocazione» (vedi documento sull’evocazione). L’attenzione Dire agli alunni : Guardate quest’oggetto, questa immagine, questo testo, questo schema ... che è alla lavagna o nel vostro libro... …ascoltate ciò che vi dirò o che vi farò ascoltare... con il progetto di darvi, nella vostra testa, una o più immagini, di dirvi con parole o frasi ciò che vedete, ascoltate, toccate, sentite… L’attenzione Se l’atto di attenzione apre il campo della conoscenza, «l’attività di attenzione non evoca la cosa percepita per evocarla. La evoca in vista ... di qualcosa ed è proprio questo «in vista di» che dà all’evocato o agli evocati di questa cosa un senso preciso.» (A. de La Garanderie, Critique de la raison pédagogique, p.166) La memorizzazione Compiere un atto di memorizzazione significa eseguire l’atto di attenzione descritto nelle diapositive precedenti con in più il progetto di collocare gli evocati delle cose percepite in un immaginario del futuro. Questi evocati devono poter essere ritrovati in futuro. E’ quindi fondamentale anticipare mentalmente al momento della memorizzazione altri luoghi e altri momenti in cui tali evocati potrebbero essere utili. La memorizzazione Un semplice esempio: l’alunno impara una lezione e la colloca mentalmente nel futuro immaginando di ripeterla due giorni dopo in un certo contesto... La cantante che prova il suo spettacolo anticipa il momento in cui sarà sul palcoscenico. La memorizzazione «I nostri ricordi hanno il senso e le possibilità di senso che noi abbiamo attribuito loro nel momento dell’acquisizione» (A. de La Garanderie, Critique de la raison pédagogique, p. 245-6). In altre parole, quando riesco a capire la procedura per risolvere un problema difficile, se memorizzo questa procedura così com’è e la colloco nel mio immaginario del futuro per poterla utilizzare in altre situazioni vicine o lontane, è molto probabile che, a tempo debito, la ritroverò (vedi gesto di riflessione, più avanti). In conclusione, ... Attenzione + = Immaginari Memorizzazione del futuro La comprensione Le diapositive precedenti hanno mostrato che il soggetto ha costituito nella sua mente, grazie ad atti di attenzione e di memorizzazione, degli evocati che possiamo definire oggetti di conoscenza. L’atto di comprensione è l’atto con cui la mente confronta gli oggetti di conoscenza, gli evocati, per paragonarli e trarre delle intuizioni di identità, di similitudine, di differenza, di causa, di effetto, di mezzo, di fine, parziali o totali. Genera intuizioni di senso: delle cose stesse in ciò che sono e delle relazioni esistenti tra loro. La comprensione Queste intuizioni di senso possono nascere, a seconda dei soggetti, nello spazio e/o nel tempo, nello spazio e/o nel tempo, a scopo di applicazione e/o di spiegazione, per somiglianza e/o differenza, con ruolo preminente di attore e/o testimone. Queste caratteristiche dell’atto di comprensione sono estremamente interessanti,... ma ... impossibili da definire in dettaglio nell’ambito di questo documento che intende essere succinto! La Riflessione «Rifletti» è forse uno dei verbi più utilizzati in ambito pedagogico! Ma cosa significa? Che cosa deve fare il discente per compiere questo gesto? Immaginiamo Alice: deve scrivere una frase che indichi il colore di queste scarpe La Riflessione Se conosce le regole grammaticali e riflette bene, potrà procedere come segue: Scriverò che queste scarpe sono «Queste scarpe sono...»? Qual è la regola? verdi mela con una riga blu cielo. Mi manca un aggettivo di colore! E in più mi serve Ah sì, mi ricordo! un aggettivo composto! Mi sembra un po’ strano scriverlo così, ma sono sicura è giusto! Gli ioche aggettivi si accordano Ma vorrei usare un aggettivoin genere e numero con il nome composto! Mi ricordo che cui c’èsi riferiscono. per dice gli aggettivi una regolaE che che glidi colore, ad composti eccezioneche di alcuni, vale aggettivi indicano launstessa coloreregola! sono invariabili. La Riflessione Di fronte ad un problema da risolvere, a un concetto da capire, compiere un atto di riflessione significa: - evocare con precisione il problema posto, la domanda, il concetto da comprendere ... - ritornare mentalmente verso tutti i concetti acquisiti, memorizzati in precedenza e compresi, ed effettuare una scelta tra tutti questi oggetti di conoscenza in funzione della domanda posta, del problema da risolvere o da comprendere. Ciò consente di dare a uno o più evocati forza di legge. - applicare questa legge (o queste leggi) al problema iniziale. La Riflessione Questo gesto è complesso e centrale: si basa su tutti gli altri. Ed è tale gesto che garantisce il trasferimento. Vediamo allora il quinto gesto che può chiarire tutti gli altri! L’immaginazione (creativa) «L’immaginazione creativa cerca di raggiungere un mondo (anche se piccolissimo) nuovo, originale, il cui soggetto è l’autore. Si confronta con ciò che è sconosciuto. Non sa anticipatamente ciò che troverà, né sempre ciò che cerca.» (Ch. Evano, La Gestion Mentale, p.44) Nell’atto d’immaginazione il soggetto ha come progetto quello di cercare di raggiungere l’inedito: un inedito di scoperta (un qualcosa «già esistente» ma ancora sconosciuto), o un inedito d’invenzione (che ancora non esiste, ma che è realizzabile). L’immaginazione (creativa) E’ completamente diversa dal fantasticare... e richiede un’implicazione personale. Si presenta in tutti quei processi in cui al discente viene chiesto di non riprodurre un sapere già pronto, bensì di fare delle ipotesi, di abbandonare il punto di vista comune, di aggiungere, cancellare, ingrandire, rimpicciolire, trasformare, allungare… di lasciarsi stupire, di trovare mezzi originali per ricordare, ecc. L’immaginazione (creativa) Elle incarne la souplesse mentale et peut de ce fait éclairer tous les autres gestes mentaux et les rendre plus performants. Elle est par exemple très utile dans la mémorisation afin d’anticiper au mieux cet imaginaire d’avenir dont nous avons parlé précédemment. si può dire che... ...i 5 gesti mentali o atti di conoscenza sono in stretta relazione gli uni con gli altri... Memorizzazione Attenzion e ComprenRiflession e sione Immaginazione creatrice ... e che ognuno dà il proprio contributo. Attenzione Memorizzazione Riflessione Immaginazione creativa Comprensione E per concludere, una precisazione terminologica Gesti mentali o Atti di conoscenza Inizialmente, A. de La Garanderie, nelle sue prime opere, ha parlato di gesti mentali. In seguito ha usato il termine atti per indicare questi gesti mentali quando sono agiti da un soggetto con tutto ciò che lo caratterizza. «Io posso mostrare a qualcuno come può fare per riuscire a fare qualcosa, ma poi spetta a lui passare all’atto e quindi riuscire o meno. Posso mostrare a qualcuno come può fare per comprendere, per acquisire il senso, ma poi spetta a lui passare all’atto per comprendere o meno...» (A. de La Garanderie, Critique de la raison pédagogique, p. 27-28). I gesti mentali o atti di conoscenza Per cogliere appieno la ricchezza di questi concetti e farli propri, occorre una formazione più approfondita e delle letture. Questo documento si limita a tracciarne i primi contorni! A voi il completamento! Realizzazione: Michèle Giroul - Institut International de Gestion Mentale Anne Moinet, Hélène e Pierre-Paul Delvaux Initiative et Formation Belgio 2007 per il progetto europeo Co-nai-sens Foto : PP. Delvaux Immagini : clipart su http://office.microsoft.com Impaginazione Microsoft PowerPoint 2003: Hélène Delvaux.