CERTIFICAZIONE ATTIVITA’ DI CONTROLLO DI PERDITA
E RECUPERO DI GAS FLUORURATI
(PATENTINO FRIGORISTI)
Data: 11 dicembre 1997
Contenuti: riduzione gas serra dell’8% rispetto al 1990
(ogni Stato ha una propria quota: ITALIA 6,5%)
A partire da: 2008 Fino a: 2012
1)
2)
3)
4)
5)
6)
Vapore acqueo H2O (70%)
Anidride carbonica CO2 (20%)
Ossido di Azoto N2O
Metano CH4 (8%)
Ozono O3
Clorofluorocarburi CFC
30 volte più dannoso della CO2
Il trattato di Kyoto però regolamenta CO2, N2O, CH4,
SF6 (esafluoruro di zolfo), HFCs (idrofluorocarburi) e
PFCs (perfluorocarburi)
I gas climalteranti (GHG – Green House Gases)






la CO2 (anidride carbonica), prodotta dall’impiego dei combustibili
fossili in tutte le attività energetiche e industriali oltre che nei trasporti;
il CH4 (metano), prodotto dalle discariche dei rifiuti, dagli allevamenti
zootecnici e dalle coltivazioni di riso;
l’N2O (protossido di azoto), prodotto nel settore agricolo e nelle
industrie chimiche;
gli HFC (idrofluorocarburi), impiegati nelle industrie chimiche e
manifatturiere;
i PFC (perfluorocarburi), impiegati nelle industrie chimiche e
manifatturiere;
l’SF6 (esafluoruro di zolfo), impiegato nelle industrie chimiche e
manifatturiere.
Ciascuno di questi gas ha un proprio e specifico
GWP (Global Warming Potential), sostanzialmente corrisponde alla
grandezza o unità per valutare il contributo di effetto serra di un
determinato gas.
Per confrontare la capacità di un gas di intrappolare il calore nell’atmosfera (forcing
radiattivo), relativamente ad un altro gas, è stato sviluppato il concetto di Potenziale di
Riscaldamento Globale (Global Warming Potential, GWP). L’anidride carbonica è stata
presa come gas di riferimento. Il GWP di un gas serra è il rapporto tra il forcing
radiativo di una sua unità di massa e il forcing radiativo di una stessa unità di anidride
carbonica durante un certo periodo di tempo.
Benché si possa scegliere qualsiasi periodo di tempo, generalmente si utilizza un
periodo di 100 anni.
In tabella 1 si riportano i principali GWP.
Pesando le quantità emesse di un gas per il suo GWP si ottiene il valore equivalente di
CO2 che consente di ricavare l’effetto complessivo di gas serra.
Benché la CO2 abbia il minore GWP, resta il gas più dibattuto nella dibattito sui
cambiamenti climatici, poiché le quantità emesse in atmosfera sono molto alte
rispetto agli altri gas, così che il suo effetto supera l’effetto della totalità di tutte le
altre sostanze.
Nella tabella 2 si riportano le quote percentuali di CO2 equivalente emesse in Italia
relative al 1995 (seconda Comunicazione Nazionale).
composto
GWP
note
CO2
1
riferimento
R12
8500
CFC
R11
4000
CFC
R500
8500
miscela di R12 e R152a
R502
4300
miscela di R22 e R115
R22
1700
HCFC
R123
90
HCFC
R134a
1300
HCFC
R290
3
idrocarburo
R407c
1610
miscela di R32, R125 e R134a
R410a
1890
miscela di R32 e R125
CH4 (metano) 24
idrocarburo
CO2
74,6
CH4
1,8
N2O
2,5
Totale
78,8
4,2
0
1,1
5,3
0,4
0
0
0,4
0
3,3
4,3
7,6
2,1
0,7
1,2
4,0
0,1
3,8
0
3,9
81,3
9,6
9,1
100
Settore energetico
Processi industriali
Uso solventi
Agricoltura
Cambiamento uso suolo
e foreste
Rifiuti
Totale
Le cause: i fattori d’impatto
L'anidride carbonica CO2 forma una sorta di "coperta" di gas che mantiene la terra calda
rispetto a valori medi costanti. La presenza dell'anidride carbonica nell'atmosfera, fino a
una certa concentrazione, consente il mantenimento del clima attuale, mentre un suo
eccessivo aumento porta a un progressivo aumento anche della temperatura sul pianeta.
Sono principalmente due le attività umane che contribuiscono drammaticamente
all'aumento dell'anidride carbonica atmosferica.

Da una parte l'ossidazione dei composti di carbonio che formano i combustibili fossili
(carbone, petrolio e gas bruciati per ottenere calore ed energia; scarichi delle automobili,
degli impianti di riscaldamento e delle industrie a carbone che producono energia elettrica,
ecc.) a cui si aggiungono anche gli effetti degli incendi di boschi e foreste.

Dall'altra parte il disboscamento massiccio che determina una drastica riduzione del
processo di assorbimento del carbonio e di immissione dell'ossigeno da parte delle
piante attraverso la fotosintesi.
L'installazione di apparecchiature di grande precisione sul vulcano Mauna Loa, nelle isole
Hawaii, e nelle basi USA in Antartide, ha permesso di registrare con esattezza
inequivocabile l'aumento esponenziale del tasso di anidride carbonica atmosferica in questi
ultimi decenni, a cui corrisponde un modesto aumento di circa mezzo grado della
temperatura terrestre.
Effetto Serra
•L'anidride carbonica agisce come un pannello di vetro in una
serra, lascia passare i raggi solari incidenti ma non permette che
ritornino nello spazio creando quindi surriscaldamento





Un innalzamento della temperatura, anche di pochi gradi, potrebbe
causare il parziale scioglimento dei ghiacci polari e il conseguente
innalzamento del livello del mare con l'inondazione delle città costiere o
situate in zone depresse e delle pianure agricole.
I sistemi monsonici e la piovosità potrebbero mutare, rendendo aridi
territori oggi fertilissimi come le regioni risicole dell'Asia o come la
stessa pianura padana.
Scomparirebbero le stagioni intermedie e comparirebbero grandi siccità
estive; si intensificherebbero i processi di desertificazione delle zone
semi-aride del mondo e la loro estensione anche all'Europa meridionale,
una tendenza che è già avvertibile in Spagna e nell'Italia del Sud.
Le regioni prossime ai deserti e i paesi del Terzo mondo dall'agricoltura
precaria, sarebbero le zone più danneggiate da una forma di
inquinamento proveniente in buona parte dai paesi più ricchi del mondo.
Le terre arabili, se il processo continuerà, diventeranno progressivamente
quelle che si trovano in zone sempre più vicine ai Poli.
Per neutralizzare i rischi dell'effetto serra e garantire ancora per
molti secoli la sopravvivenza sul pianeta, c'è bisogno di una
decisa azione coordinata di tutti i governi del mondo in campo
energetico.
 Da un lato è necessario imporre limiti precisi alla crescita
energetica irresponsabile, per esempio attraverso il risparmio
energetico: introduzione di apparecchiature più efficienti
(lampadine fluorescenti, elettrodomestici a alto rendimento,
automobili a basso consumo, ecc.); potenziamento dei
trasporti pubblici; aumento delle merci trasportate per
ferrovia, ecc.
 Dall'altro lato è necessario imporre una rapida transizione da
fonti energetiche fossili non rinnovabili e produttrici di rifiuti
pericolosi, a fonti energetiche rinnovabili e pulite, come
l'utilizzazione diretta dell'energia solare, eolica, idrica,
geotermica, delle maree e delle biomasse.
All’aprile 2008 sono 178 i paesi aderenti.
Mancano però gli Stati Uniti, responsabili del
32,6% delle emissioni
Pensate che uno staterello come il New England (14
milioni di abitanti), produce da solo più CO2 della
Spagna (46 milioni di abitanti)
In verde i paesi che hanno ratificato
In giallo quelli che stanno ratificando
In rosso gli USA: hanno firmato ma non ratificato
Prima del 2000: 21 stati (quasi tutti paesi non
industrializzati)
Nel 2001 (Conferenza di Marrakech): 40 paesi
Nel 2003: 120 paesi
Oggi 178 Stati , responsabili del 61,6% delle
emissioni
Cina e India (responsabili di grandi quantità di
emissioni) sono però esentate dalla riduzione.
Perchè?
Perchè NON sono responsabili dell’attuale effeto
serra, in quanto solo da pochissimo si sono
industrializzate
Ma saranno responsabili in grande misura
dell’effetto serra futuro!
L’accordo poteva entrare in vigore SOLO quando
1- avessero aderito almeno 55 paesi
2- questi producessero almeno il 55% dei gas
serra mondiali
Ciò è avvenuto nel 2004 con la ratifica della RUSSIA
L’obiettivo primario è la CO2: riduzione
dell’8%
L’atmosfera ne contiene 3.600.000.000 t
Sul pianeta se ne producono annualmente
6.000.000 t
Il trattato riguarda solo I paesi industrializzati,
che ne producono 3.000.000 t
L’obiettivo primario è la CO2: riduzione del 5%
QUINDI:
CO2 presente in atmosfera t
3.600.000.000
CO2 paesi industrializzati t
3.000.000
Riduzione prevista 8%
240.000
Sul totale 0,7‰ (per mille!)
Se anche TUTTA la riduzione di CO2 fosse
ottenuta domani, ne rimarrebbero in
atmosfera 3.599.760.000 t
invece di 3.600.000.000 TROPPA!
Fino a 50 anni fa erano 3.000.000.000 t
Ancora siamo lontani, ma:
• Ci sono paesi virtuosi (es. Germania,
Russia, Regno Unito)
• ed altri in grave ritardo (es. Italia, Spagna,
Grecia)
Emission trading
Sono previsti 3 meccanismi:
progetti plurinazionali
progetti di paesi industrializzati da farsi in
paesi in via di sviluppo
scambio di crediti di emissione
A partire dal 1° gennaio 2005, gli impianti
possono esercitare la propria attività solo se
muniti di un’apposita autorizzazione ad
emettere gas serra rilasciata dall’autorità
competente
Emission trading

Le aziende attualmente obbligate ad ottenere specifica
autorizzazione alla emissione di CO2:
1.
Impianti di combustione con potenza maggiore di 20 MW
termici
2.
Impianti di produzione di acciaio e ghisa
3.
impianti di arrostimento o sinterizzazione dei minerali
metallici
4.
Impianti per la produzione di clinker con capacità
maggiore di 500 t/giorno
5.
Impianti per la produzione del vetro, con capacità
fusione maggiore di 20 t/giorno
6.
Impianti per la produzione di materiali ceramici
mediante cottura capacità maggiore di 75 t/giorno
7.
Impianti di produzione di pasta per carta e cartone con
capacità di produzione maggiore di 20 t/giorno
Ad ogni azienda viene, ad ogni anno solare,
attribuito uno specifico quantitativo di
tonnellate di CO2 autorizzate da emettere.
Al termine di ogni anno solare, le emissioni
effettivamente prodotte devono assicurare il
pareggio con quelle autorizzate.
Chi ha rilasciato più emissioni rispetto alle
quote possedute può comprare quote
mancanti, con accordi bilaterali o su mercati
organizzati.
Per contro, chi realizza una significativa
riduzione delle sue emissioni di gas a
effetto serra, può vendere il surplus di
quote ad altri che hanno superato il volume
di emissioni autorizzato.
Complessivamente l’Italia sta emettendo
CO2 in eccesso (ampiamente) e le sue
aziende sono costrette a comprare le quote
da altri paesi.
Ad oggi l’Italia dovrà comprare quote di
CO2 per circa 2.500.000.000 euro, e la cifra
aumenta di ora in ora.
Dopo Kyoto (1): il 20 -20 -20

E’ possibile che gli USA aderiscano a Kyoto.
Molte città e Stati degli USA stanno già
autonomamente adottando politiche più
restrittive di Kyoto.

Conferenza di Bali del dicembre 2007:

Ci si aspettava il coinvolgimento di USA, India
e Cina, ma così non è stato. L’UE ha quindi
assunto iniziative unilaterali.
Dopo Kyoto

(3):
il 20 -20 -20
L’UE ha assunto impegni molto ambiziosi:
entro il 2020 (Consiglio europeo del marzo 2007, pacchetto
direttive proposto a gennaio 2008).
1)
Ridurre del 20% i consumi energetici
2)
Portare al 20% la quota di energia
rinnovabile sul totale
3)
Ridurre del 20% i gas serra
Dopo Kyoto
(4):
il 20 -20 -20
E l’ITALIA?

Nel 2008 l’Italia ha vivacemente contestato
le misure previste in sede europea.

Si è allineata sulle posizioni di paesi come
Latvia (Lettonia), Lituania e Slovacchia, che
però non possiedono capacità produttiva
industriale.

Nel 2009 l’UE ha ribadito che gli obiettivi e
le misure NON sono negoziabili.
Dopo Kyoto
(5):
il 20 -20 -20
Perché l’Italia ha contestato le misure
previste?
Perché hanno un costo per le nostre industrie,
che sono in ritardo di almeno 10 anni
sull’aggiornamento tecnologico in materia di
emissioni ed efficienza energetica.
Dopo Kyoto (6): il 20 -20 -20

Oggi la situazione è molto impegnativa per
l’industria italiana:

Da una riduzione del 5,2% raggiunta nel
2005 al 17% entro il 2020.

E come per tutti gli Stati membri, almeno il
10% del consumo finale dovrà provenire da
fonti rinnovabili (olii vegetali, metanolo,
biometano)
Emissioni CO2 nel mondo (in migliaia di tonnellate)
Dati 2009: Maggiori emettitori di CO2 nel mondo (% del totale)
1. China: 7,711 million tonnes (MT) or 25.4%
2. US: 5,425 MT or 17.8% Russia, India, Germania, Brasile, … con valori molto minori tutti al di
sotto del 5%
I Refrigeranti
I refrigeranti sintetici normalmente utilizzati in tutti gli impianti HFC
sono gas a forte effetto serra
L'Europa ha regolamentato il loro utilizzo con controlli sulle emissioni e
sulle efficienze degli impianti in cui questi sono contenuti:
- Libretto di Impianto anche detto Registro delle Apparecchiature
- Visite periodiche obbligatorie per verificare emissioni ed efficienza da
annotare sul registro
- R134 a è un HFC
- Tecnici qualificati e certificati che svolgano tali operazioni
(Patentino Frigorista)
La situazione in Italia: è in ritardo
OGGETTO DEL REGOLAMENTO
Il presente regolamento riguarda :





il contenimento, l'uso, il recupero e la distruzione dei gas
fluorurati ad Effetto Serra,
l'etichettatura e lo smaltimento di prodotti e
apparecchiature contenenti tali gas,
la comunicazione di informazioni su questi gas gli usi dei
suddetti gas,
la disciplina dell'immissione in commercio dei prodotti e
apparecchiature,
la formazione e certificazione del personale addetto alle
attività contemplate dal presente regolamento.
REGOLAMENTO CE 842/2006 e 303/2008 ARTICOLO 4
CERTIFICAZIONE DEL PERSONALE
La certificazione del personale prevede IV categorie, corrispondenti alle diverse attività che si è
abilitati a svolgere sulle applicazioni contenenti f-gas
I CATEGORIA: L’operatore è abilitato a svolgere tutte le attività
II CATEGORIA: L’operatore è abilitato a svolgere:
• Controllo perdite;
• Installazione, Manutenzione/Riparazione, Recupero su applicazioni
contenenti < 3 kg di f-gas o 6 kg di f-gas sistemi ermeticamente Sigillati
III CATEGORIA: L’operatore è abilitato a svolgere:
• Recupero applicazioni contenenti < 3 kg f-gas o 6 kg di f-gas sistemi
ermeticamente sigillati
IV CATEGORIA: L’operatore è abilitato a svolgere :
• Controllo perdite su tutte le applicazioni
Prevede che la denominazione chimica dei gas serra
sia identificata con apposita etichetta per i vari
prodotti e apparecchiature utilizzate in alcuni
settori(prodotti e apparecchiature di refrigerazione
contenenti perfluorocarburi o preparati contenenti
perfluorocarburi, prodotti e apparecchiature di
refrigerazione e di condizionamento, commutatori
contenenti esafluoruro di zolfo o preparati
contenenti esafluoruro di zolfo, tutti i contenitori
per gas fluorurati ad Effetto Serra).
REGOLAMENTO CE 842/2006 e 303/2008
CERTIFICAZIONE DELLA AZIENDA
Da regolamentazione 303/08
Un organismo di certificazione rilascia un certificato a un’impresa purché
questa soddisfi le seguenti condizioni:
a) impieghi personale certificato (cioè in possesso del Patentino
Frigoristi), per le attività che richiedono una certificazione, in numero
sufficiente da coprire il volume d’attività previsto;
b) sia in grado di dimostrare che il personale impegnato nelle attività per
cui è richiesta la certificazione ha a disposizione gli strumenti e le
procedure necessari per svolgerle.
ATTENZIONE IL PATENTINO NON SOSTITUISCE LA 37/08 EX46/90
PER CUI PER APRIRE UNA AZIENDA BISOGNA AVERE L’ISCRIZIONE
ALLA LETTERA C DELLA CAMERA DI COMMERCIO PER GLI
IMPIANTI DI RISCALDAMENTO E DI CLIMATIZZAZIONE AZIONATI DA
FLUIDO. LIQUIDO, AERIFORME ...
REGOLAMENTO CE 842/2006 e 303/2008
Tempi di ottenimento
1. I Tecnici del freddo e le imprese hanno 60 giorni dalla istituzione del registro per
iscriversi;
2. I Tecnici del freddo con 2 anni di esperienza possono ottenere di iscriversi per 6
mesi con un certificato provvisorio
Contenuti del decreto:
–I tecnici o le imprese che hanno ottenuto certificati rilasciati da altro stato membro
possono iscriversi direttamente al registro presentando copia del certificato
accompagnato da una semplice traduzione giurata
–IL Refrigerante viene acquistato solo da imprese che sono certificate
–Validità della certificazione 10 anni
–Definizione di operatore e gestore (cioè quella persona responsabile dell’impianto
contenente refrigerante HFC che detiene e ha cura il libretto di impianti)
Il gestore di un impianto o apparecchiatura viene considerato sempre il
proprietario dell’impianto o della macchina qualora non abbia delegato ad una terza
persona l’effettivo controllo sul funzionamento dello stesso
NORMATIVE IN VIGORE IN ITALIA:
I REFRIGERANTI
D.P.R. 147 - CE 1005/2009 – PROTOCOLLO DI MONTREAL
SOSTANZE CONTROLLATE – DANNOSE OZONO
CFC (R12-R502-R11- …) HCFC (R22- …)
CE 842/06 – PROTOCOLLO DI KYOTO
SOSTANZE CONTROLLATE – DANNOSE EFFETTO SERRA
HFC (R134a - R410A - R407C - R404-R507 …)
Per tutti gli impianti che le contengono
NORMATIVE IN VIGORE IN ITALIA: I REFRIGERANTI
- VISITE PERIODICHE SUGLI IMPIANTI + di 3kg PER VERIFICARE
ASSENZA PERDITE E BUON FUNZIONAMENTO ENERGETICO
DELL'IMPIANTO (metodo diretto e metodo indiretto)
- REDAZIONE DEL REGISTRO D'IMPIANTO documento previsto per
le apparecchiature di condizionamento e refrigerazione dal Reg.
842/06
- RECUPERO REFRIGERANTE SEMPRE
- OPERAZIONI TUTTE SVOLTE indipendentemente dai kg dentro
all'impianto SOLO DA PARTE DI AZIENDE QUALIFICATE E
CERTIFICATE (PATENTINO FRIGORISTI )
Scaricabile su www.associazioneATF.org
Contenimento delle emissioni di gas fluorurati: obbligo di ispezioni
Quantità di gas fluorurati negli
impianti
Frequenza delle ispezioni
≥3 kg < 30 kg
Almeno una volta all’anno
≥30 kg < 300 kg
Almeno una volta ogni sei mesi
≥ 300 kg
Almeno una volta ogni 3 mesi
Se un impianto è caricato con R22 è assolutamente obbligatorio
recuperarlo
Per smaltire i refrigeranti e oli contaminati è obbligatorio trasportarli in
contenitori da società autorizzate allo smaltimento
L’azoto è Il fluido che si utilizza per mettere in pressione un circuito
frigorifero
REGOLAMENTO (CE) N. 2037/2000 REGOLAMENTO (CE) N. 1005/2009
Divieto dell’uso di HCFC come refrigeranti
Dal 1°gennaio 2004 l’uso di idroclorofluorocarburi vergini è vietato in
tutte le apparecchiature di refrigerazione e condizionamento dell'aria
Dal 1° gennaio 2010 l'uso di idroclorofluorocarburi vergini è vietato
nella manutenzione e assistenza delle apparecchiature di
refrigerazione e condizionamento d'aria esistenti a tale data.
Dal 1° gennaio 2015 l’uso di tutti gli idroclorofluorocarburi è vietato.
E gli HFC che futuro hanno?
Sono forti gas ad effetto serra
EU vuole una eliminazione graduale
US – Messico – Canada – Micronesia - Maldive
hanno già fissato la data
Riduzione del 50% entro 2050
Tale emendamento ha suscitato una forte opposizione
da parte di paesi quali Cina e India
E gli HFC che futuro hanno?
Consumer Goods Forum
Le imprese associate sono Coca-Cola, Carrefour,
General Mills, Johnson & Johnson, Kellogg, Kraft,
Kroger, Nestlé, PepsiCo, Procter & Gamble, Sara Lee,
SC Johnson e Walmart., che comprende oltre 400 beni
di consumo globale prodotti da diverse aziende,
annuncia di aver accettato di voler iniziare a
eliminare gradualmente l'uso di idrofluorocarburi
(HFC) negli impianti di refrigerazione
a partire dal 2015.
Art. 3 contenimento perdite
Art. 4 violazione recupero gas fluorurati
Artt. 5 e10 violazione degli obblighi delle imprese
Gli stati membri emanano sanzioni da applicare
in caso di violazione delle disposizioni del
presente regolamento.
da 7.000 a 100.000 euro
I REFRIGERANTI «SICUREZZA»
• ATOSSICITA’
• NON INFIAMMABILITA’
La classificazione di sicurezza dei refrigeranti avviene mediante l'utilizzo di due
simboli alfanumerici:
- un simbolo letterale per quanto riguarda la tossicità
- un simbolo numerico per quanto riguarda l'infiammabilità
Tossicità
Per quanto riguarda la tossicità i refrigeranti vengono suddivisi in due gruppi:
gruppo A: a tale gruppo appartengono tutti i refrigeranti che non risultano tossici per
concentrazioni pari o inferiori a 400 ppm
- gruppo B: a tale gruppo appartengono tutti i refrigeranti che risultano tossici per
concentrazioni al di sotto di 400 ppm
Esempio:
- l'ammoniaca è classificata come refrigerante B2 in quanto risulta essere tossica
- l'R134a è classificato come refrigerante A1 in quanto non risulta essere tossico
In caso di recupero può essere utilizzato dopo la bonifica su altre macchine
- l'isobutano è classificato come refrigerante A3 in quanto non risulta essere tossico
Infiammabilità
Per quanto riguarda l'infiammabilità i refrigeranti vengono suddivisi in tre gruppi:
gruppo 1: a tale gruppo appartengono tutti i refrigeranti che non presentano
propagazione di fiamma alla temperatura di 21 °C ed a pressione atmosferica
gruppo 2: a tale gruppo appartengono tutti i refrigeranti che presentano un limite di
infiammabilità inferiore maggiore di 0,10 kg/m3 alla temperatura di 21 °C ed a
pressione atmosferica ed un calore di combustione inferiore a 19 kJ/kg
gruppo 3: a tale gruppo appartengono tutti i refrigeranti altamente infiammabili che
presentano, cioè, un limite di infiammabilità inferiore minore o uguale a 0,10 kg/m3
alla temperatura di 21 °C ed a pressione atmosferica o un calore di combustione
maggiore o uguale a 19 kJ/kg
Esempio:
- l'R134a è classificato come refrigerante A1 in quanto non risulta infiammabile
- l'ammoniaca è classificata come refrigerante B2 in quanto risulta essere
infiammabile
- l'isobutano è classificato come refrigerante A3 in quanto risulta essere altamente
infiammabile
Componenti
Molecola
R134A
R404A
DIFLUOROMETANO
(HFC R32)
Formula: CH2F2
TRIFLUOROETANO
(HFC R143)
Formula: C2H3F3
TETRAFLUOROETANO
(HFC R134A)
Formula: CF3-CH2F
R407C
R410A
23
50
R417A
R417B
R422A
R422D
R426A
PENTAFLUOROETANO
(HFC R125)
Formula: C2HF5
10
4
52
44
25
50
BUTANO (HC R600)
Formula: C4H10
R507
15
52
100
R427A
50
50
18,25
11,5
31,5
93
50
46,6
79
85,1
65,1
5,1
25
50
3,4
ISOBUTANO (HC R601)
Formula: C4H10
1,3
2,75
3,4
3,4
0,6
GWP (Potenziale di
riscaldamento globale)
1300
3210
1610
1900
2234
2923
3043
2624
1349
2138
3298
Numero U.N.
3159
3337
3340
3163
1078
1078
1078
1078
3163
3163
1078
E' un refrigerante puro (quindi senza "effetto glide").
Ha un basso impatto sull'ozono e sull'effetto serra.
Le sue prestazioni sono similari a quelle del CFC-12
pertanto non è adatto all'utilizzo in impianti di
climatizzazione.
E' il fluido che ha sostituito il
CFC-12 nella refrigerazione civile (frigoriferi e
congelatori domestici).
Come detto le sue prestazioni lo rendono inadatto a
sostituire il HCFC-22 nella climatizzazione (si
renderebbe necessario riprogettare tutti gli impianti
adottando componenti di maggiori potenzialità) ma
può rappresentare una buona soluzione per quegli
impianti con compressori a vite centrifuga e
centrifughi che attualmente utilizzano R12 o R11.
E' una miscela zeotropica «avere una temperatura di
ebollizione variabili tra i gas che la compongono»
composta di R32, R125 e R134a. E' il fluido che nei
prossimi anni sostituirà l'R22 grazie alla scarsa
riprogettazione degli impianti e dei macchinari
necessaria per convertire la produzione a questo
nuovo gas.
Presenta però lo svantaggio di un elevato effetto
glide (5,4°C) che, unitamente ad una minore
efficienza, non lo rendono il fluido ideale.
Non può essere utilizzato nemmeno per il retrofit
(conversione di impianti esistenti ad un nuovo gas) a
causa dell'incompatibilità degli HFC con gli oli
minerali utilizzati nei compressori HCFC-22.
Refrigeranti
ODP
GWP
Combinazione
Glide
R22
0,05 1700
Puro
0
R407C
0
1520
HFC32(23%) + HFC125(25%) 5,4
+HFC134A (52%)
(zeotropico)
R410A
0
1725
HFC32(50%) + HFC125(50%) 0,11
(azeotropico)
Gli HFC sono gas refrigeranti che soddisfano ogni applicazione
risolvono uno dei due problemi fondamentali dell’inquinamento diretto
e consigliabile non usare un cercafughe a fiamma
Parametri:
EFFICIENZA
AMBIENTE
SICUREZZA
COSTO
NON ESISTE UN REFRIGERANTE UNICO
OGNI APPLICAZIONE HA UN REFRIGERANTE
IMPIANTO FRIGORIFERO
CICLO FRIGORIFERO
che stabilisce, conformemente al regolamento
(CE) n. 842/2006 del Parlamento europeo e
del Consiglio, i requisiti standard di controllo
delle perdite per le apparecchiature fisse di
refrigerazione, condizionamento d’aria e
pompe di calore contenenti taluni gas
fluorurati ad effetto serra
REGOLAMENTO (CE) N. 1516/2007
I controlli delle perdite devono essere effettuati con
metodi di misurazione diretta o indiretta.
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I metodi di misurazione diretta individuano le
perdite tramite dispositivi di rilevamento che
consentono di determinare se vi sono fuoriuscite
dal sistema della carica di gas fluorurati ad effetto
serra.
I metodi di misurazione indiretta si basano
sull’individuazione di un funzionamento anormale
del sistema e sull’analisi dei parametri pertinenti.
Misurazione diretta Art. 6
Per individuare le perdite, il personale certificato utilizza uno o più dei seguenti metodi
di misurazione diretta:
a) controllo dei circuiti e dei componenti che presentano rischi di perdita mediante
dispositivi di rilevazione adeguati per il refrigerante presente nel sistema;
b) applicazione di un fluido di rilevazione all’ultravioletto (UV) o di un colorante
adeguato nel circuito;
c) soluzioni schiumose depositate/acqua saponata.
2. I dispositivi di rilevazione dei gas di cui al paragrafo 1,lettera a), sono controllati ogni
12 mesi per verificarne il corretto
funzionamento.
La sensibilità dei dispositivi portatili di rilevazione di gas è di almeno 5 grammi all’anno.
3. L’applicazione di un fluido di rilevazione UV o di un colorante adeguato nel circuito di
refrigerazione viene effettuata
soltanto se il fabbricante dell’apparecchiatura ha approvato detti metodi di rilevazione
come tecnicamente possibili. Il metodo viene applicato unicamente da personale
certificato ad effettuare attività che implicano un intervento sul circuito di refrigerazione
contenente gas fluorurati ad effetto serra.
4. Quando non viene individuata alcuna perdita con i metodi precisati al paragrafo 1 del
presente articolo e le parti menzionate all’articolo 4 non presentano alcun segno di
perdita, il personale certificato, se suppone che vi sia una perdita, ispeziona altre parti
dell’apparecchiatura.
5. Prima delle prove di pressione con azoto esente da ossigeno o altro gas adeguato per
le prove di pressione per controllare le perdite, i gas fluorurati ad effetto serra sono
recuperati dall’intero sistema da personale certificato a recuperare i gas fluorurati ad
effetto serra dal tipo specifico di apparecchiatura.
Metodi di misurazione indiretta Articolo 7
1. Per individuare una perdita, il personale certificato effettua un controllo visivo e
manuale dell’apparecchiatura e analizza uno o più dei seguenti parametri:
a) pressione;
b) temperatura;
c) corrente del compressore;
d) livelli dei liquidi;
e) volume di ricarica.
2. Ogni presunzione di perdita di gas fluorurati ad effetto serra viene verificata tramite
un metodo diretto di cui all’articolo 6.
3. Costituisce presunzione di perdita una o più delle seguenti situazioni:
a) un sistema fisso di rilevamento delle perdite segnala una perdita;
b) l’apparecchiatura produce rumori o vibrazioni anormali, vi è formazione di ghiaccio o
la capacità di refrigerazione è insufficiente;
c) segni di corrosione, perdita di olio e danni ai componenti o al materiale nei possibili
punti di perdita;
d) indicazione di perdita dalle specole visive o dagli indicatori di livello o da altri ausili
visivi;
e) segni di danni negli interruttori di sicurezza, nei pressostati, nei manometri e nei
collegamenti dei sensori;
f) deviazioni rispetto alle normali condizioni di funzionamento indicate dai parametri
analizzati, compresa la lettura dei sistemi elettronici in tempo reale;
g) altri segni che indicano la perdita di carica del refrigerante.
Nello schema, facilmente interpretabile, è indicata la procedura da seguire passo per passo
(step) per il rilevamento (check) diretto di una eventuale perdita (leak) in un punto dell’impianto
e conseguente annotazione nel registro di impianto (logbook) di tutte le operazioni eseguite.
• La protezione dell'ambiente e il risparmio energetico
nei paesi sviluppati EU - US guida l'evolversi delle
regolamentazioni
• Le
regolamentazioni
spingono
l'innovazione
tecnologica e l'utilizzo di nuovi refrigeranti
I nuovi refrigeranti portano ad un cambio di
componenti sempre verso un risparmio energetico
L'ambiente guida l'innovazione tecnologica
Conclusioni
Maggiore specializzazione di tutte le categorie
degli operatori del Freddo:
Progettazione,
Produzione,
Installazione,
Manutenzione e Riparazione degli impianti di
Condizionamento e Refrigerazione
→ Certificazione e Qualifica
Anello debole potrebbe diventare il cliente finale che tutti
noi abbiamo il compito di istruire e educare.
Grazie per l’attenzione
www.professoreguerra.org
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