CERTIFICAZIONE ATTIVITA’ DI CONTROLLO DI PERDITA E RECUPERO DI GAS FLUORURATI (PATENTINO FRIGORISTI) Data: 11 dicembre 1997 Contenuti: riduzione gas serra dell’8% rispetto al 1990 (ogni Stato ha una propria quota: ITALIA 6,5%) A partire da: 2008 Fino a: 2012 1) 2) 3) 4) 5) 6) Vapore acqueo H2O (70%) Anidride carbonica CO2 (20%) Ossido di Azoto N2O Metano CH4 (8%) Ozono O3 Clorofluorocarburi CFC 30 volte più dannoso della CO2 Il trattato di Kyoto però regolamenta CO2, N2O, CH4, SF6 (esafluoruro di zolfo), HFCs (idrofluorocarburi) e PFCs (perfluorocarburi) I gas climalteranti (GHG – Green House Gases) la CO2 (anidride carbonica), prodotta dall’impiego dei combustibili fossili in tutte le attività energetiche e industriali oltre che nei trasporti; il CH4 (metano), prodotto dalle discariche dei rifiuti, dagli allevamenti zootecnici e dalle coltivazioni di riso; l’N2O (protossido di azoto), prodotto nel settore agricolo e nelle industrie chimiche; gli HFC (idrofluorocarburi), impiegati nelle industrie chimiche e manifatturiere; i PFC (perfluorocarburi), impiegati nelle industrie chimiche e manifatturiere; l’SF6 (esafluoruro di zolfo), impiegato nelle industrie chimiche e manifatturiere. Ciascuno di questi gas ha un proprio e specifico GWP (Global Warming Potential), sostanzialmente corrisponde alla grandezza o unità per valutare il contributo di effetto serra di un determinato gas. Per confrontare la capacità di un gas di intrappolare il calore nell’atmosfera (forcing radiattivo), relativamente ad un altro gas, è stato sviluppato il concetto di Potenziale di Riscaldamento Globale (Global Warming Potential, GWP). L’anidride carbonica è stata presa come gas di riferimento. Il GWP di un gas serra è il rapporto tra il forcing radiativo di una sua unità di massa e il forcing radiativo di una stessa unità di anidride carbonica durante un certo periodo di tempo. Benché si possa scegliere qualsiasi periodo di tempo, generalmente si utilizza un periodo di 100 anni. In tabella 1 si riportano i principali GWP. Pesando le quantità emesse di un gas per il suo GWP si ottiene il valore equivalente di CO2 che consente di ricavare l’effetto complessivo di gas serra. Benché la CO2 abbia il minore GWP, resta il gas più dibattuto nella dibattito sui cambiamenti climatici, poiché le quantità emesse in atmosfera sono molto alte rispetto agli altri gas, così che il suo effetto supera l’effetto della totalità di tutte le altre sostanze. Nella tabella 2 si riportano le quote percentuali di CO2 equivalente emesse in Italia relative al 1995 (seconda Comunicazione Nazionale). composto GWP note CO2 1 riferimento R12 8500 CFC R11 4000 CFC R500 8500 miscela di R12 e R152a R502 4300 miscela di R22 e R115 R22 1700 HCFC R123 90 HCFC R134a 1300 HCFC R290 3 idrocarburo R407c 1610 miscela di R32, R125 e R134a R410a 1890 miscela di R32 e R125 CH4 (metano) 24 idrocarburo CO2 74,6 CH4 1,8 N2O 2,5 Totale 78,8 4,2 0 1,1 5,3 0,4 0 0 0,4 0 3,3 4,3 7,6 2,1 0,7 1,2 4,0 0,1 3,8 0 3,9 81,3 9,6 9,1 100 Settore energetico Processi industriali Uso solventi Agricoltura Cambiamento uso suolo e foreste Rifiuti Totale Le cause: i fattori d’impatto L'anidride carbonica CO2 forma una sorta di "coperta" di gas che mantiene la terra calda rispetto a valori medi costanti. La presenza dell'anidride carbonica nell'atmosfera, fino a una certa concentrazione, consente il mantenimento del clima attuale, mentre un suo eccessivo aumento porta a un progressivo aumento anche della temperatura sul pianeta. Sono principalmente due le attività umane che contribuiscono drammaticamente all'aumento dell'anidride carbonica atmosferica. Da una parte l'ossidazione dei composti di carbonio che formano i combustibili fossili (carbone, petrolio e gas bruciati per ottenere calore ed energia; scarichi delle automobili, degli impianti di riscaldamento e delle industrie a carbone che producono energia elettrica, ecc.) a cui si aggiungono anche gli effetti degli incendi di boschi e foreste. Dall'altra parte il disboscamento massiccio che determina una drastica riduzione del processo di assorbimento del carbonio e di immissione dell'ossigeno da parte delle piante attraverso la fotosintesi. L'installazione di apparecchiature di grande precisione sul vulcano Mauna Loa, nelle isole Hawaii, e nelle basi USA in Antartide, ha permesso di registrare con esattezza inequivocabile l'aumento esponenziale del tasso di anidride carbonica atmosferica in questi ultimi decenni, a cui corrisponde un modesto aumento di circa mezzo grado della temperatura terrestre. Effetto Serra •L'anidride carbonica agisce come un pannello di vetro in una serra, lascia passare i raggi solari incidenti ma non permette che ritornino nello spazio creando quindi surriscaldamento Un innalzamento della temperatura, anche di pochi gradi, potrebbe causare il parziale scioglimento dei ghiacci polari e il conseguente innalzamento del livello del mare con l'inondazione delle città costiere o situate in zone depresse e delle pianure agricole. I sistemi monsonici e la piovosità potrebbero mutare, rendendo aridi territori oggi fertilissimi come le regioni risicole dell'Asia o come la stessa pianura padana. Scomparirebbero le stagioni intermedie e comparirebbero grandi siccità estive; si intensificherebbero i processi di desertificazione delle zone semi-aride del mondo e la loro estensione anche all'Europa meridionale, una tendenza che è già avvertibile in Spagna e nell'Italia del Sud. Le regioni prossime ai deserti e i paesi del Terzo mondo dall'agricoltura precaria, sarebbero le zone più danneggiate da una forma di inquinamento proveniente in buona parte dai paesi più ricchi del mondo. Le terre arabili, se il processo continuerà, diventeranno progressivamente quelle che si trovano in zone sempre più vicine ai Poli. Per neutralizzare i rischi dell'effetto serra e garantire ancora per molti secoli la sopravvivenza sul pianeta, c'è bisogno di una decisa azione coordinata di tutti i governi del mondo in campo energetico. Da un lato è necessario imporre limiti precisi alla crescita energetica irresponsabile, per esempio attraverso il risparmio energetico: introduzione di apparecchiature più efficienti (lampadine fluorescenti, elettrodomestici a alto rendimento, automobili a basso consumo, ecc.); potenziamento dei trasporti pubblici; aumento delle merci trasportate per ferrovia, ecc. Dall'altro lato è necessario imporre una rapida transizione da fonti energetiche fossili non rinnovabili e produttrici di rifiuti pericolosi, a fonti energetiche rinnovabili e pulite, come l'utilizzazione diretta dell'energia solare, eolica, idrica, geotermica, delle maree e delle biomasse. All’aprile 2008 sono 178 i paesi aderenti. Mancano però gli Stati Uniti, responsabili del 32,6% delle emissioni Pensate che uno staterello come il New England (14 milioni di abitanti), produce da solo più CO2 della Spagna (46 milioni di abitanti) In verde i paesi che hanno ratificato In giallo quelli che stanno ratificando In rosso gli USA: hanno firmato ma non ratificato Prima del 2000: 21 stati (quasi tutti paesi non industrializzati) Nel 2001 (Conferenza di Marrakech): 40 paesi Nel 2003: 120 paesi Oggi 178 Stati , responsabili del 61,6% delle emissioni Cina e India (responsabili di grandi quantità di emissioni) sono però esentate dalla riduzione. Perchè? Perchè NON sono responsabili dell’attuale effeto serra, in quanto solo da pochissimo si sono industrializzate Ma saranno responsabili in grande misura dell’effetto serra futuro! L’accordo poteva entrare in vigore SOLO quando 1- avessero aderito almeno 55 paesi 2- questi producessero almeno il 55% dei gas serra mondiali Ciò è avvenuto nel 2004 con la ratifica della RUSSIA L’obiettivo primario è la CO2: riduzione dell’8% L’atmosfera ne contiene 3.600.000.000 t Sul pianeta se ne producono annualmente 6.000.000 t Il trattato riguarda solo I paesi industrializzati, che ne producono 3.000.000 t L’obiettivo primario è la CO2: riduzione del 5% QUINDI: CO2 presente in atmosfera t 3.600.000.000 CO2 paesi industrializzati t 3.000.000 Riduzione prevista 8% 240.000 Sul totale 0,7‰ (per mille!) Se anche TUTTA la riduzione di CO2 fosse ottenuta domani, ne rimarrebbero in atmosfera 3.599.760.000 t invece di 3.600.000.000 TROPPA! Fino a 50 anni fa erano 3.000.000.000 t Ancora siamo lontani, ma: • Ci sono paesi virtuosi (es. Germania, Russia, Regno Unito) • ed altri in grave ritardo (es. Italia, Spagna, Grecia) Emission trading Sono previsti 3 meccanismi: progetti plurinazionali progetti di paesi industrializzati da farsi in paesi in via di sviluppo scambio di crediti di emissione A partire dal 1° gennaio 2005, gli impianti possono esercitare la propria attività solo se muniti di un’apposita autorizzazione ad emettere gas serra rilasciata dall’autorità competente Emission trading Le aziende attualmente obbligate ad ottenere specifica autorizzazione alla emissione di CO2: 1. Impianti di combustione con potenza maggiore di 20 MW termici 2. Impianti di produzione di acciaio e ghisa 3. impianti di arrostimento o sinterizzazione dei minerali metallici 4. Impianti per la produzione di clinker con capacità maggiore di 500 t/giorno 5. Impianti per la produzione del vetro, con capacità fusione maggiore di 20 t/giorno 6. Impianti per la produzione di materiali ceramici mediante cottura capacità maggiore di 75 t/giorno 7. Impianti di produzione di pasta per carta e cartone con capacità di produzione maggiore di 20 t/giorno Ad ogni azienda viene, ad ogni anno solare, attribuito uno specifico quantitativo di tonnellate di CO2 autorizzate da emettere. Al termine di ogni anno solare, le emissioni effettivamente prodotte devono assicurare il pareggio con quelle autorizzate. Chi ha rilasciato più emissioni rispetto alle quote possedute può comprare quote mancanti, con accordi bilaterali o su mercati organizzati. Per contro, chi realizza una significativa riduzione delle sue emissioni di gas a effetto serra, può vendere il surplus di quote ad altri che hanno superato il volume di emissioni autorizzato. Complessivamente l’Italia sta emettendo CO2 in eccesso (ampiamente) e le sue aziende sono costrette a comprare le quote da altri paesi. Ad oggi l’Italia dovrà comprare quote di CO2 per circa 2.500.000.000 euro, e la cifra aumenta di ora in ora. Dopo Kyoto (1): il 20 -20 -20 E’ possibile che gli USA aderiscano a Kyoto. Molte città e Stati degli USA stanno già autonomamente adottando politiche più restrittive di Kyoto. Conferenza di Bali del dicembre 2007: Ci si aspettava il coinvolgimento di USA, India e Cina, ma così non è stato. L’UE ha quindi assunto iniziative unilaterali. Dopo Kyoto (3): il 20 -20 -20 L’UE ha assunto impegni molto ambiziosi: entro il 2020 (Consiglio europeo del marzo 2007, pacchetto direttive proposto a gennaio 2008). 1) Ridurre del 20% i consumi energetici 2) Portare al 20% la quota di energia rinnovabile sul totale 3) Ridurre del 20% i gas serra Dopo Kyoto (4): il 20 -20 -20 E l’ITALIA? Nel 2008 l’Italia ha vivacemente contestato le misure previste in sede europea. Si è allineata sulle posizioni di paesi come Latvia (Lettonia), Lituania e Slovacchia, che però non possiedono capacità produttiva industriale. Nel 2009 l’UE ha ribadito che gli obiettivi e le misure NON sono negoziabili. Dopo Kyoto (5): il 20 -20 -20 Perché l’Italia ha contestato le misure previste? Perché hanno un costo per le nostre industrie, che sono in ritardo di almeno 10 anni sull’aggiornamento tecnologico in materia di emissioni ed efficienza energetica. Dopo Kyoto (6): il 20 -20 -20 Oggi la situazione è molto impegnativa per l’industria italiana: Da una riduzione del 5,2% raggiunta nel 2005 al 17% entro il 2020. E come per tutti gli Stati membri, almeno il 10% del consumo finale dovrà provenire da fonti rinnovabili (olii vegetali, metanolo, biometano) Emissioni CO2 nel mondo (in migliaia di tonnellate) Dati 2009: Maggiori emettitori di CO2 nel mondo (% del totale) 1. China: 7,711 million tonnes (MT) or 25.4% 2. US: 5,425 MT or 17.8% Russia, India, Germania, Brasile, … con valori molto minori tutti al di sotto del 5% I Refrigeranti I refrigeranti sintetici normalmente utilizzati in tutti gli impianti HFC sono gas a forte effetto serra L'Europa ha regolamentato il loro utilizzo con controlli sulle emissioni e sulle efficienze degli impianti in cui questi sono contenuti: - Libretto di Impianto anche detto Registro delle Apparecchiature - Visite periodiche obbligatorie per verificare emissioni ed efficienza da annotare sul registro - R134 a è un HFC - Tecnici qualificati e certificati che svolgano tali operazioni (Patentino Frigorista) La situazione in Italia: è in ritardo OGGETTO DEL REGOLAMENTO Il presente regolamento riguarda : il contenimento, l'uso, il recupero e la distruzione dei gas fluorurati ad Effetto Serra, l'etichettatura e lo smaltimento di prodotti e apparecchiature contenenti tali gas, la comunicazione di informazioni su questi gas gli usi dei suddetti gas, la disciplina dell'immissione in commercio dei prodotti e apparecchiature, la formazione e certificazione del personale addetto alle attività contemplate dal presente regolamento. REGOLAMENTO CE 842/2006 e 303/2008 ARTICOLO 4 CERTIFICAZIONE DEL PERSONALE La certificazione del personale prevede IV categorie, corrispondenti alle diverse attività che si è abilitati a svolgere sulle applicazioni contenenti f-gas I CATEGORIA: L’operatore è abilitato a svolgere tutte le attività II CATEGORIA: L’operatore è abilitato a svolgere: • Controllo perdite; • Installazione, Manutenzione/Riparazione, Recupero su applicazioni contenenti < 3 kg di f-gas o 6 kg di f-gas sistemi ermeticamente Sigillati III CATEGORIA: L’operatore è abilitato a svolgere: • Recupero applicazioni contenenti < 3 kg f-gas o 6 kg di f-gas sistemi ermeticamente sigillati IV CATEGORIA: L’operatore è abilitato a svolgere : • Controllo perdite su tutte le applicazioni Prevede che la denominazione chimica dei gas serra sia identificata con apposita etichetta per i vari prodotti e apparecchiature utilizzate in alcuni settori(prodotti e apparecchiature di refrigerazione contenenti perfluorocarburi o preparati contenenti perfluorocarburi, prodotti e apparecchiature di refrigerazione e di condizionamento, commutatori contenenti esafluoruro di zolfo o preparati contenenti esafluoruro di zolfo, tutti i contenitori per gas fluorurati ad Effetto Serra). REGOLAMENTO CE 842/2006 e 303/2008 CERTIFICAZIONE DELLA AZIENDA Da regolamentazione 303/08 Un organismo di certificazione rilascia un certificato a un’impresa purché questa soddisfi le seguenti condizioni: a) impieghi personale certificato (cioè in possesso del Patentino Frigoristi), per le attività che richiedono una certificazione, in numero sufficiente da coprire il volume d’attività previsto; b) sia in grado di dimostrare che il personale impegnato nelle attività per cui è richiesta la certificazione ha a disposizione gli strumenti e le procedure necessari per svolgerle. ATTENZIONE IL PATENTINO NON SOSTITUISCE LA 37/08 EX46/90 PER CUI PER APRIRE UNA AZIENDA BISOGNA AVERE L’ISCRIZIONE ALLA LETTERA C DELLA CAMERA DI COMMERCIO PER GLI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO E DI CLIMATIZZAZIONE AZIONATI DA FLUIDO. LIQUIDO, AERIFORME ... REGOLAMENTO CE 842/2006 e 303/2008 Tempi di ottenimento 1. I Tecnici del freddo e le imprese hanno 60 giorni dalla istituzione del registro per iscriversi; 2. I Tecnici del freddo con 2 anni di esperienza possono ottenere di iscriversi per 6 mesi con un certificato provvisorio Contenuti del decreto: –I tecnici o le imprese che hanno ottenuto certificati rilasciati da altro stato membro possono iscriversi direttamente al registro presentando copia del certificato accompagnato da una semplice traduzione giurata –IL Refrigerante viene acquistato solo da imprese che sono certificate –Validità della certificazione 10 anni –Definizione di operatore e gestore (cioè quella persona responsabile dell’impianto contenente refrigerante HFC che detiene e ha cura il libretto di impianti) Il gestore di un impianto o apparecchiatura viene considerato sempre il proprietario dell’impianto o della macchina qualora non abbia delegato ad una terza persona l’effettivo controllo sul funzionamento dello stesso NORMATIVE IN VIGORE IN ITALIA: I REFRIGERANTI D.P.R. 147 - CE 1005/2009 – PROTOCOLLO DI MONTREAL SOSTANZE CONTROLLATE – DANNOSE OZONO CFC (R12-R502-R11- …) HCFC (R22- …) CE 842/06 – PROTOCOLLO DI KYOTO SOSTANZE CONTROLLATE – DANNOSE EFFETTO SERRA HFC (R134a - R410A - R407C - R404-R507 …) Per tutti gli impianti che le contengono NORMATIVE IN VIGORE IN ITALIA: I REFRIGERANTI - VISITE PERIODICHE SUGLI IMPIANTI + di 3kg PER VERIFICARE ASSENZA PERDITE E BUON FUNZIONAMENTO ENERGETICO DELL'IMPIANTO (metodo diretto e metodo indiretto) - REDAZIONE DEL REGISTRO D'IMPIANTO documento previsto per le apparecchiature di condizionamento e refrigerazione dal Reg. 842/06 - RECUPERO REFRIGERANTE SEMPRE - OPERAZIONI TUTTE SVOLTE indipendentemente dai kg dentro all'impianto SOLO DA PARTE DI AZIENDE QUALIFICATE E CERTIFICATE (PATENTINO FRIGORISTI ) Scaricabile su www.associazioneATF.org Contenimento delle emissioni di gas fluorurati: obbligo di ispezioni Quantità di gas fluorurati negli impianti Frequenza delle ispezioni ≥3 kg < 30 kg Almeno una volta all’anno ≥30 kg < 300 kg Almeno una volta ogni sei mesi ≥ 300 kg Almeno una volta ogni 3 mesi Se un impianto è caricato con R22 è assolutamente obbligatorio recuperarlo Per smaltire i refrigeranti e oli contaminati è obbligatorio trasportarli in contenitori da società autorizzate allo smaltimento L’azoto è Il fluido che si utilizza per mettere in pressione un circuito frigorifero REGOLAMENTO (CE) N. 2037/2000 REGOLAMENTO (CE) N. 1005/2009 Divieto dell’uso di HCFC come refrigeranti Dal 1°gennaio 2004 l’uso di idroclorofluorocarburi vergini è vietato in tutte le apparecchiature di refrigerazione e condizionamento dell'aria Dal 1° gennaio 2010 l'uso di idroclorofluorocarburi vergini è vietato nella manutenzione e assistenza delle apparecchiature di refrigerazione e condizionamento d'aria esistenti a tale data. Dal 1° gennaio 2015 l’uso di tutti gli idroclorofluorocarburi è vietato. E gli HFC che futuro hanno? Sono forti gas ad effetto serra EU vuole una eliminazione graduale US – Messico – Canada – Micronesia - Maldive hanno già fissato la data Riduzione del 50% entro 2050 Tale emendamento ha suscitato una forte opposizione da parte di paesi quali Cina e India E gli HFC che futuro hanno? Consumer Goods Forum Le imprese associate sono Coca-Cola, Carrefour, General Mills, Johnson & Johnson, Kellogg, Kraft, Kroger, Nestlé, PepsiCo, Procter & Gamble, Sara Lee, SC Johnson e Walmart., che comprende oltre 400 beni di consumo globale prodotti da diverse aziende, annuncia di aver accettato di voler iniziare a eliminare gradualmente l'uso di idrofluorocarburi (HFC) negli impianti di refrigerazione a partire dal 2015. Art. 3 contenimento perdite Art. 4 violazione recupero gas fluorurati Artt. 5 e10 violazione degli obblighi delle imprese Gli stati membri emanano sanzioni da applicare in caso di violazione delle disposizioni del presente regolamento. da 7.000 a 100.000 euro I REFRIGERANTI «SICUREZZA» • ATOSSICITA’ • NON INFIAMMABILITA’ La classificazione di sicurezza dei refrigeranti avviene mediante l'utilizzo di due simboli alfanumerici: - un simbolo letterale per quanto riguarda la tossicità - un simbolo numerico per quanto riguarda l'infiammabilità Tossicità Per quanto riguarda la tossicità i refrigeranti vengono suddivisi in due gruppi: gruppo A: a tale gruppo appartengono tutti i refrigeranti che non risultano tossici per concentrazioni pari o inferiori a 400 ppm - gruppo B: a tale gruppo appartengono tutti i refrigeranti che risultano tossici per concentrazioni al di sotto di 400 ppm Esempio: - l'ammoniaca è classificata come refrigerante B2 in quanto risulta essere tossica - l'R134a è classificato come refrigerante A1 in quanto non risulta essere tossico In caso di recupero può essere utilizzato dopo la bonifica su altre macchine - l'isobutano è classificato come refrigerante A3 in quanto non risulta essere tossico Infiammabilità Per quanto riguarda l'infiammabilità i refrigeranti vengono suddivisi in tre gruppi: gruppo 1: a tale gruppo appartengono tutti i refrigeranti che non presentano propagazione di fiamma alla temperatura di 21 °C ed a pressione atmosferica gruppo 2: a tale gruppo appartengono tutti i refrigeranti che presentano un limite di infiammabilità inferiore maggiore di 0,10 kg/m3 alla temperatura di 21 °C ed a pressione atmosferica ed un calore di combustione inferiore a 19 kJ/kg gruppo 3: a tale gruppo appartengono tutti i refrigeranti altamente infiammabili che presentano, cioè, un limite di infiammabilità inferiore minore o uguale a 0,10 kg/m3 alla temperatura di 21 °C ed a pressione atmosferica o un calore di combustione maggiore o uguale a 19 kJ/kg Esempio: - l'R134a è classificato come refrigerante A1 in quanto non risulta infiammabile - l'ammoniaca è classificata come refrigerante B2 in quanto risulta essere infiammabile - l'isobutano è classificato come refrigerante A3 in quanto risulta essere altamente infiammabile Componenti Molecola R134A R404A DIFLUOROMETANO (HFC R32) Formula: CH2F2 TRIFLUOROETANO (HFC R143) Formula: C2H3F3 TETRAFLUOROETANO (HFC R134A) Formula: CF3-CH2F R407C R410A 23 50 R417A R417B R422A R422D R426A PENTAFLUOROETANO (HFC R125) Formula: C2HF5 10 4 52 44 25 50 BUTANO (HC R600) Formula: C4H10 R507 15 52 100 R427A 50 50 18,25 11,5 31,5 93 50 46,6 79 85,1 65,1 5,1 25 50 3,4 ISOBUTANO (HC R601) Formula: C4H10 1,3 2,75 3,4 3,4 0,6 GWP (Potenziale di riscaldamento globale) 1300 3210 1610 1900 2234 2923 3043 2624 1349 2138 3298 Numero U.N. 3159 3337 3340 3163 1078 1078 1078 1078 3163 3163 1078 E' un refrigerante puro (quindi senza "effetto glide"). Ha un basso impatto sull'ozono e sull'effetto serra. Le sue prestazioni sono similari a quelle del CFC-12 pertanto non è adatto all'utilizzo in impianti di climatizzazione. E' il fluido che ha sostituito il CFC-12 nella refrigerazione civile (frigoriferi e congelatori domestici). Come detto le sue prestazioni lo rendono inadatto a sostituire il HCFC-22 nella climatizzazione (si renderebbe necessario riprogettare tutti gli impianti adottando componenti di maggiori potenzialità) ma può rappresentare una buona soluzione per quegli impianti con compressori a vite centrifuga e centrifughi che attualmente utilizzano R12 o R11. E' una miscela zeotropica «avere una temperatura di ebollizione variabili tra i gas che la compongono» composta di R32, R125 e R134a. E' il fluido che nei prossimi anni sostituirà l'R22 grazie alla scarsa riprogettazione degli impianti e dei macchinari necessaria per convertire la produzione a questo nuovo gas. Presenta però lo svantaggio di un elevato effetto glide (5,4°C) che, unitamente ad una minore efficienza, non lo rendono il fluido ideale. Non può essere utilizzato nemmeno per il retrofit (conversione di impianti esistenti ad un nuovo gas) a causa dell'incompatibilità degli HFC con gli oli minerali utilizzati nei compressori HCFC-22. Refrigeranti ODP GWP Combinazione Glide R22 0,05 1700 Puro 0 R407C 0 1520 HFC32(23%) + HFC125(25%) 5,4 +HFC134A (52%) (zeotropico) R410A 0 1725 HFC32(50%) + HFC125(50%) 0,11 (azeotropico) Gli HFC sono gas refrigeranti che soddisfano ogni applicazione risolvono uno dei due problemi fondamentali dell’inquinamento diretto e consigliabile non usare un cercafughe a fiamma Parametri: EFFICIENZA AMBIENTE SICUREZZA COSTO NON ESISTE UN REFRIGERANTE UNICO OGNI APPLICAZIONE HA UN REFRIGERANTE IMPIANTO FRIGORIFERO CICLO FRIGORIFERO che stabilisce, conformemente al regolamento (CE) n. 842/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, i requisiti standard di controllo delle perdite per le apparecchiature fisse di refrigerazione, condizionamento d’aria e pompe di calore contenenti taluni gas fluorurati ad effetto serra REGOLAMENTO (CE) N. 1516/2007 I controlli delle perdite devono essere effettuati con metodi di misurazione diretta o indiretta. I metodi di misurazione diretta individuano le perdite tramite dispositivi di rilevamento che consentono di determinare se vi sono fuoriuscite dal sistema della carica di gas fluorurati ad effetto serra. I metodi di misurazione indiretta si basano sull’individuazione di un funzionamento anormale del sistema e sull’analisi dei parametri pertinenti. Misurazione diretta Art. 6 Per individuare le perdite, il personale certificato utilizza uno o più dei seguenti metodi di misurazione diretta: a) controllo dei circuiti e dei componenti che presentano rischi di perdita mediante dispositivi di rilevazione adeguati per il refrigerante presente nel sistema; b) applicazione di un fluido di rilevazione all’ultravioletto (UV) o di un colorante adeguato nel circuito; c) soluzioni schiumose depositate/acqua saponata. 2. I dispositivi di rilevazione dei gas di cui al paragrafo 1,lettera a), sono controllati ogni 12 mesi per verificarne il corretto funzionamento. La sensibilità dei dispositivi portatili di rilevazione di gas è di almeno 5 grammi all’anno. 3. L’applicazione di un fluido di rilevazione UV o di un colorante adeguato nel circuito di refrigerazione viene effettuata soltanto se il fabbricante dell’apparecchiatura ha approvato detti metodi di rilevazione come tecnicamente possibili. Il metodo viene applicato unicamente da personale certificato ad effettuare attività che implicano un intervento sul circuito di refrigerazione contenente gas fluorurati ad effetto serra. 4. Quando non viene individuata alcuna perdita con i metodi precisati al paragrafo 1 del presente articolo e le parti menzionate all’articolo 4 non presentano alcun segno di perdita, il personale certificato, se suppone che vi sia una perdita, ispeziona altre parti dell’apparecchiatura. 5. Prima delle prove di pressione con azoto esente da ossigeno o altro gas adeguato per le prove di pressione per controllare le perdite, i gas fluorurati ad effetto serra sono recuperati dall’intero sistema da personale certificato a recuperare i gas fluorurati ad effetto serra dal tipo specifico di apparecchiatura. Metodi di misurazione indiretta Articolo 7 1. Per individuare una perdita, il personale certificato effettua un controllo visivo e manuale dell’apparecchiatura e analizza uno o più dei seguenti parametri: a) pressione; b) temperatura; c) corrente del compressore; d) livelli dei liquidi; e) volume di ricarica. 2. Ogni presunzione di perdita di gas fluorurati ad effetto serra viene verificata tramite un metodo diretto di cui all’articolo 6. 3. Costituisce presunzione di perdita una o più delle seguenti situazioni: a) un sistema fisso di rilevamento delle perdite segnala una perdita; b) l’apparecchiatura produce rumori o vibrazioni anormali, vi è formazione di ghiaccio o la capacità di refrigerazione è insufficiente; c) segni di corrosione, perdita di olio e danni ai componenti o al materiale nei possibili punti di perdita; d) indicazione di perdita dalle specole visive o dagli indicatori di livello o da altri ausili visivi; e) segni di danni negli interruttori di sicurezza, nei pressostati, nei manometri e nei collegamenti dei sensori; f) deviazioni rispetto alle normali condizioni di funzionamento indicate dai parametri analizzati, compresa la lettura dei sistemi elettronici in tempo reale; g) altri segni che indicano la perdita di carica del refrigerante. Nello schema, facilmente interpretabile, è indicata la procedura da seguire passo per passo (step) per il rilevamento (check) diretto di una eventuale perdita (leak) in un punto dell’impianto e conseguente annotazione nel registro di impianto (logbook) di tutte le operazioni eseguite. • La protezione dell'ambiente e il risparmio energetico nei paesi sviluppati EU - US guida l'evolversi delle regolamentazioni • Le regolamentazioni spingono l'innovazione tecnologica e l'utilizzo di nuovi refrigeranti I nuovi refrigeranti portano ad un cambio di componenti sempre verso un risparmio energetico L'ambiente guida l'innovazione tecnologica Conclusioni Maggiore specializzazione di tutte le categorie degli operatori del Freddo: Progettazione, Produzione, Installazione, Manutenzione e Riparazione degli impianti di Condizionamento e Refrigerazione → Certificazione e Qualifica Anello debole potrebbe diventare il cliente finale che tutti noi abbiamo il compito di istruire e educare. Grazie per l’attenzione www.professoreguerra.org