ANNO 19 • N. 40 • MAGGIO 2007 • POSTE ITALIANE S.P.A. SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 Nº 46) ART. 1, COMMA2, DCB VICENZA
NOTIZIARIO SEMESTRALE DELL’ASSOCIAZIONE
ITALIANA DONATORI ORGANI VICENTINA
G.D. Cortese
“Al di là di noi
stessi – 30 anni
dell’Aido di
Vicenza” con la
partecipazione di
mons. Pietro Nonis,
Fernando Bandini,
Bepi De Marzi,
Sergio Frigo,
Cesare Galla,
Mario Rigoni Stern
Centro
Regionale Trapianti:
programma
di assistenza
psicologica delle
famiglie dei
donatori
• IN CASO DI MANCATO RECAPITO, SI PREGA DI RESTITUIRE PRESSO VICENZA CPO AL MITTENTE, CHE SI IMPEGNA A PAGARE QUANTO DOVUTO •
Sommario
IN QUESTO NUMERO
NOTIZIARIO SEMESTRALE DELL’ASSOCIAZIONE
ITALIANA DONATORI ORGANI VICENTINA
Anno 19 – Nr. 40 Maggio 2007
Periodico semestrale dell’AIDO
Provinciale di Vicenza
Registrazione Tribunale
di Vicenza n. 572/1987
Direttore:
Bruno Zamberlan
Direttore responsabile:
Giandomenico Cortese
Comitato di redazione:
Sig. Giovanni Bianchi
Ing. Fabrizio Busnardo
Dr. Giandomenico Cortese
Comm. Luigi Gino Rigon
Comm. Bruno Zamberlan
Direzione, redazione, amministrazione:
Sede provinciale AIDO
Viale Trento, 128 – 36100 Vicenza
tel/fax 0444/543379
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Codice fiscale: 95016090243
ASSOCIAZIONE CON PERSONALITÀ
GIURIDICA (art. 12 c.c.) delibera Giunta
Regionale Veneto nr. 7176/12.12.1989;
iscritta Registro Regionale del Volontariato
posiz. VI-0048 dal 18/2/1986.
ASSOCIAZIONE ONLUS
D.L. 04/12/1997 nr. 460.
Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in
Abbonamento Postale - D.L. 353/2003
(conv. in L. 46/2004) art. 1, comma 2,
DCB Vicenza
Stampa:
Tipografia Rumor S.r.l. - Vicenza
Tiratura 45.000 copie. Sono spedite gratuitamente alle famiglie dei Soci Aido della
Provincia di Vicenza e distribuite ai 6.000
studenti che l’Aido incontra annualmente.
Altre copie sono destinate ai Comuni, agli
ambulatori medici, alle sedi Aido Nazionale,
Regionali e Provinciali.
Prima di copertina: G.D. Cortese
– “Al di là di
noi stessi – 30
anni dell’Aido di
Vicenza” con la
partecipazione
di mons. Pietro
Nonis, Fernando
Bandini,
Bepi
De Marzi, Sergio
Frigo,
Cesare
Galla,
Mario
Rigoni Stern.
Ultima di copertina: Galla forum.
Alle pagine 3-4-16-17-18-21-22-23: Foto di
Roberto Costa, Giampiero Mattarolo.
2
Pensieri: "Ti regalerò una rosa"
di Giandomenico Cortese
3
Editoriale: Una proposta dell’Aido Vicentina
di Bruno Zamberlan
4
"Al di là di noi stessi – Trent’anni di Aido a Vicenza"
Presentazione del libro di G.D.Cortese
“Il desiderio della Luce" di Bepi De Marzi
Altre testimoninze di Autori vari
6
7
12
Programma di restituzione per le famiglie dei donatori di organi
del Centro Regionale Trapianti di Alessandra Feltrin e collab. 13
Qualche riflessione attorno ad una parola: la generosità
di Giampiero Mattarolo
16
La formazione dei volontari di Giuseppe Professione
18
Festa di ringraziamento per Cristina e Walter Ziggiotti
di don Demetrio Guarato
19
Lettere e testimonianze
21
Ponderazioni e sorrisi di Livio Binato
21
Iniziative
Incontro con gli studenti delle scuole medie e superiori
Concorso Studenti della Scuola media
"Ungaretti" di Costabissara
23
Notizie in breve
25
Ricordiamo i nostri donatori e amici
26
Vita dei gruppi
28
Hanno dato un contributo per Rivivere: Impresa Costruzioni Giuseppe Maltauro
SpA-Vicenza, Elena Maltauro e Gianfranco Simonetto, Trivellato SpA-Torri di
Quartesolo, in memoria di Amalia Maltauro; Banca d’Italia–filiale di Vicenza; Banca
di Credito Cooperativo di Romano d’Ezzelino e Santa Caterina; Autotrasporti Valle
srl-Gambellara; Gruppo Aido di Arsiero; Frigo Bruno-Albettone; Albiero Emilio;
Arnaldi Arnaldo; Benedetti Giovanna; Bettenzoli Gaetano; Bizzotto Elda; Bordignon
Lia; Borghin Fabrizia; Bortoluzzi Biancarosa; Brun Venanzio; Brunetti Sergio; Canova
Flora; Cappeller Augusto; Capra Teresa; Carta Aldo; Cavalli Raffaele; Cingano Angelo;
Collareda Riccardo; Cremonini Luciano; Crepaldi Battistella Carolina; Crosara Silvio;
D’Agati Irene; Dalla Costa Angela; Dal Lago Viviana; Della Rovere Arnaldo; Derna
Luigi; Fabris Adriano; Faggion Dorianna; Favrin Dario; Filippi Farmar Antonio; Frigo
Rita; Gabrieletto Lidia; Gelaini Teodora; Gheno Caterina; Girardi Annalisa; Lain
Luciano; Lolli Alessandra; Maculan Fausto; Maddalena Milena; Marchetto Luciana;
Meneghello Reginaldo; Minuzzo Margherita; Morini Manlio; Mutterle Lina; Paganoni
Mario; Pellizzari Eugenia; Pozzan Giangiorgio; Rigon Luigi Gino; Rossi Girolamo;
Salini Gabriella; Saugo Rino; Segafredo Bruna; Stefani Gabriella; Tiele Rosina;
Trevisan Luciano; Valetti Daria; Zanetti Antonia; Zanini Gianantonio; Zanotto
Manola; Zanotto Massimo; altri soci e privati cittadini.
SITO INTERNET:
CASELLA E-MAIL:
WWW.AIDOVICENZA.IT
[email protected]
[email protected]
* 5 PER MILLE
La legge finanziaria 2007 ha confermato la possibilità di destinare la quota
del 5 x mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche a finanziamenti
rivolti al volontariato. I fondi raccolti dall’AIDO saranno destinati alle esigenze di tutta l’Associazione. Invitiamo i Soci ed amici ad indicare il codice
fiscale dell’A.I.D.O. Nazionale:
800 23 51 01 69
Pensieri
TI REGALERÒ UNA ROSA
di Giandomenico Cortese
Un piccolo grande gesto. Anche
una canzone, quella, ad esempio,
con cui Simone Cristicchi, qualche
settimana fa, a Sanremo, ha vinto
il festival della canzone italiana, ci
può aiutare a riflettere.
“Ti regalerò una rosa, una rosa
rossa per dipingere ogni cosa, una
rosa per ogni Tua lacrima da consolare, e una rosa per poterTi amare,
... una rosa bianca che Ti serva per
dimenticare ogni piccolo dolore...”.
Un forte e delicato messaggio in
musica per invitarci a guardare oltre.
Ho colto ancora una volta le
suggestioni che ci sono care. L’invito coraggioso, l’impegno fiducioso,
la testimonianza quotidiana della
nostra adesione all’Aido.
Anche noi offriamo una rosa
a quanti sostengono la cultura
del dono.
Per tutta la vita bisogna imparare a vivere, ammoniva già Seneca
e pure il festival di Sanremo può
essere utile, con i suoi refrain, a
scuotere le nostre apatie.
Credete in ciò che fate, fate
ciò in cui credete, suggeriscono
i saggi.
In questi giorni, girando per la
provincia, avvicinando tanta gente
per promuovere l’Aido, continuiamo a ricevere tante gratuite lezioni
d’amore, nuovi stimoli, cogliamo
altre occasioni per continuare in
quella grande sfida quotidiana che
è la missione di guardare “Al di là
di noi stessi”.
Io stesso sto incontrando straordinari maestri di umanità, che mi
accompagnano a cogliere le sfumature del tempo, a vagare – mai
invano – da pensiero a pensiero.
Con loro accanto è facile stupirsi per le meraviglie della natura,
per la incommensurabile grandezza
PRIMAVERA: Il ranuncolo coperto di rugiada
(Foto di Roberto Costa)
dell’uomo, “piccolo atomo dell’universo”, e con ciò cogliere anche
l’ingenuità della nostra felicità.
C’è profonda serenità, grande
spirito di condivisione, di attenzione all’altro, in tutto ciò, grande
gioia di vivere, di continuare a vivere, nella chiara consapevolezza che
il mondo prende i nostri colori.
Siamo noi a dipingere di colori,
o a immergere nel nero-pece, la
realtà in cui viviamo.
Sentiamo di avere un dovere.
Dobbiamo dominare il tempo,
colorandolo di atti giusti, dipingendo il mondo con i colori della
speranza.
Dobbiamo sforzarci e rifiutare di
immergerlo nel grigiore della rassegnazione.
Ogni incontro, ogni dibattito,
ogni confronto ci rafforza, diventa
una nuova iniezione di speranza,
che ci proietta nella vertigine del
dono, convinti che dare agli altri è
arricchire se stessi, convinti che la
vita serve se è un dono, se è vissuta
con coraggio ed ottimismo, provando la gioia di essere vivi.
È così che seguiamo le ragioni
del cuore, per dirla ancora con Biagio Pascal; è imparando a “contare
i nostri giorni che giungiamo alla
sapienza del cuore”.
C’è l’incipit di una poesia di
Salvatore Quasimodo che mi torna
prepotentemente in mente, in questi
giorni, forse anche mi tormenta.
Dice: “Ognuno sta solo sul cuor
della terra/ Trafitto da un raggio di
sole/ Ed è subito sera”.
Ma non può essere l’inquietudine della solitudine a dominare i
pensieri se si riesce a condividere
l’entusiasmo generatore che anima
tante associazioni di volontariato,
attive nei nostri paesi.
Claudio Baglioni canta: “A volte
più che di un mondo nuovo c’è
bisogno di occhi nuovi per guardare il mondo”.
Forse ha proprio ragione.
3
Editoriale
ABBIAMO REALIZZATO
UNA BUONA INIZIATIVA EDITORIALE
PER IL TRENTENNALE DELL’AIDO VICENTINA
di Bruno Zamberlan
LA SITUAZIONE
DEI TRAPIANTI
PER IL 2006
IN ITALIA
E NEL VENETO
Qualche amico ha proposto di
dedicare questo numero di Rivivere,
in edizione speciale, al trentennale
dell’Aido Vicentina. Senz’altro una
buona idea, sia per un doveroso ringraziamento ai tanti volontari che in
questi anni si sono prodigati a favore
dell’Associazione e della comunità,
sia per fare opportuna memoria di
un percorso che, dagli anni iniziali piuttosto difficili per gli aspetti
organizzativi e per la delicatezza del
messaggio trasmesso, si è via via
trasformato in un movimento di
opinione e di cultura solidale fra i
più rilevanti della Provincia, se non,
almeno quanto ai numeri, al più
rappresentativo e diffuso degli ultimi
decenni.
Il Consiglio Provinciale e la Redazione, tuttavia, hanno ritenuto di
non doversi rinunciare neppure una
volta alle rubriche specifiche che da
molto tempo fanno parte integrante
ed insostituibile di questo notiziario.
Vale a dire: l’argomento del giorno,
che pensiamo possa attrarre maggiore attenzione ed essere utile ai nostri
iscritti; i fatti e le testimonianze dei
trapiantati; gli incontri con gli studenti; la vita dei gruppi comunali.
Si è deciso allora, all’unanimità,
di lasciare un segno che possa dare
un’attestazione durevole nel tempo:
raccogliere e stampare i “pezzi” che
Giandomenico Cortese immanca-
4
Due stupendi narcisi
(Foto di Roberto Costa)
bilmente negli ultimi vent’anni ha
donato a Rivivere e all’Aido. Ne è
uscito un bel volumetto che, nelle
pagine che seguono, presentiamo a
tutti i soci ed alla comunità vicentina, sostenuti ed incoraggiati dai
giudizi lusinghieri di chi ha avuto
l’opportunità di leggerlo: uomini di
cultura, volontari, semplici cittadini.
A coloro che ci seguono e ci
sostengono rivolgiamo un caldo
invito. Leggete il libro “Al di là di
noi stessi” di GD. Cortese, un libro
che vale.
Centro Nazionale Trapianti
IL CENTRO NAZIONALE TRAPIANTI HA RESO
NOTO L’ATTIVITÀ DELLA DONAZIONE DEGLI
ORGANI PER IL 2006
Il Centro Nazionale Trapianti ha
reso noto l’attività della donazione
degli organi per il 2006. Possiamo
affermare con grande soddisfazione
che l’anno appena trascorso conferma
nella sostanza i dati del 2005 che era
stato di valore assoluto. Il che è già una
buona notizia.
Ma la prospettiva più evidente da
sottolineare – almeno per noi associazione, votata all’informazione ed alla
sensibilizzazione – è che le opposizioni
alla donazione sono diminuite un po’
ovunque, anche nelle regioni del Sud,
dove peraltro gli indici sono ancora
superiori al 30 e 40%. Il Veneto, fra
le grandi regioni, ha la percentuale più
bassa di rifiuti, il 20,1%. Diminuzione
che va considerata con le dovute eccezioni, derivate più dal campione assunto come base di calcolo (per milione di
abitanti), che non dall’effettiva realtà.
Facciamo un esempio: la Provincia
Autonoma di Trento (456 mila abitanti) ha nel 2006 il 25% di opposizioni;
l'anno precedente era a zero. È stato
sufficiente il rifiuto di uno su quattro
per ribaltare la situazione. Il campione
dovrebbe essere assunto su una base
più larga ed omogenea. Ci sono per
questo in Italia i tre grandi centri di
collegamento interregionali. Per noi il
NITp, Nord Italia Transpland.
Nella nostra Provincia si registra una
continuità positiva. Ne è una chiara
evidenza le tabelle che riportiamo qui
e più in particolare il dato sul prelievo
delle cornee, che ci ha fornito la Fondazione Banca degli Occhi di Mestre
cui affluiscono anche i nostri ospedali.
DONAZIONE DELLE CORNEE
NEL 2006 NELLA PROVINCIA DI
VICENZA
Ospedale
Donazioni nel 2006
VICENZA
484
NOVENTA VICENTINA
18
ARZIGNANO
68
MONTECCHIO MAGGIORE
2
THIENE
26
SCHIO
10
BASSANO DEL GRAPPA
145
ASIAGO
10
763
Totale
Fonte:
Fondazione Banca degli Occhi – Mestre
Comunicazione e Relazioni Esterne
dr. Alessandra Romanici
5
Al di là di noi stessi
AL DI LÀ DI NOI STESSI
TRENT’ANNI DI AIDO A VICENZA
“Al di là di noi stessi” è una iniezione di speranza, il ricordo di trent’anni
di Aido a Vicenza, attraverso una
piccola antologia di pensieri sparsi,
riflessioni e commenti raccolti dalle
pagine di “Rivivere”, la rivista dell’associazione, sulla storia e le prospettive
della cultura della donazione e dei
trapianti nel nostro Paese.
È la sintesi con cui l’Editore Tassotti
presenta il libro del dr. Giandomenico Cortese, giornalista professionista,
attualmente caposervizio de Il Gazzettino, il quotidiano del Nordest.
Il Consiglio Provinciale dell’Aido
Vicentina e l’Autore, che è il direttore responsabile di “Rivivere”, hanno
voluto lasciare un segno della presenza
trentennale della nostra associazione.
Ed insieme si è voluto presentarlo
alla comunità, seguendo il percorso storico dalle iniziali adesioni e dalle prime
costituzioni dei Gruppi comunali e poi
della Sezione Provinciale nel 1976:
– ad Asiago, nella sala consiliare del
Comune, il 4 gennaio 2007, con gli
interventi del dr. Sergio Frigo, responsabile del settore cultura del Gazzet-
Il folto pubblico presente
tino, del sindaco Andrea Gios, dello
scrittore e nostro socio Mario Rigoni
Stern. Asiago, primo gruppo costituitosi in Provincia nel 1973;
– a Vicenza il 2 febbraio, al Gallaforum della storica Libreria Galla,
con la presentazione del maestro Bepi
De Marzi e gli interventi del Vescovo
Emerito mons. prof. Pietro Nonis,
L'autore G.D. Cortese
6
del prof. Fernando Bandini, presidente
dell’Accademia Olimpica, del dr. Cesare Galla, caposervizio delle pagine culturali del Giornale di Vicenza, dell’avv.
Mariano Galla, presidente della spa;
– a Bassano, in marzo, ospiti del
Rotary Club, con gli interventi del dr.
Giampiero Mattarolo, della dr. Carla
Giordano, dei presidenti Aido, Zamberlan; RDS, Bombieri; Admo, Moro;
– a Sandrigo, per iniziativa dell’avv.
Michele Benetazzo, presidente nazionale delle Pro Loco, delle associazioni di
volontariato e del nostro Gruppo, con
l’intervento del prof. Pasquale Piccinni.
Sulle altre iniziative in programma,
daremo riscontro nel prossimo numero
di Rivivere.
Tutti gli incontri sono stati di ampia
partecipazione. Molto positivi i giudizi e le recensioni: ne riportiamo in
appresso alcune voci.
Il libro è stato inserito nella biblioteca dell’Accademia Olimpica di
Vicenza al nr. 18864 del 10.01.07,
collocazione VIC.A.207 e nella Biblioteca Bertoliana di Vicenza.
La redazione
Al di là di noi stessi
“Il desiderio della luce”
di Bepi De Marzi*
dalla presentazione del libro di G.D. Cortese al Galla Forum, a Vicenza
* poeta e musicista
“Un altro inquietante Natale è alle
porte e induce alla straordinaria avventura; la ribellione dell’esistere: è il
miracolo della nostra libertà”.
Era il dicembre del 1991. Bush padre
preparava la prima guerra nel deserto
(perché la guerra, per i Bush pare un
vezzo di famiglia) e Giandomenico Cortese confidava ai soci dell’Associazione
dei donatori di organi la sua angoscia.
“Il miracolo della nostra libertà...”;
e subito aggiungeva “Ma quale senso
può avere tutto ciò se non siamo capaci
di vivere in solidarietà?”
Questi sono trenta interventi meditativi nel semestrale dell’Associazione.
E io non so quali effetti abbiano ottenuto tra i soci. Parlare di solidarietà a
chi si è associato proprio nella donazione solidale è come, per usare una frase
di monsignor Dalla Libera “predicare
la purezza e il sacrificio alle donne di
messa prima”.
Ma più avanti, nella meditazione del
1991, si legge: “Dice bene, e ci scuote,
il vescovo Nonis che scrive: - Dopo un
primitivo, iniziale slancio, si assiste a
una specie di rientro individualistico,
riemerge una sindrome da indifferenza
o egoismo”. Trenta righe ogni sei mesi,
alla fine di maggio e in dicembre,
prima di Natale.
E il momento dell’anno, lo si nota
piacevolmente, influenza il linguaggio,
il contenuto, e spinge alla ricerca delle
opportune citazioni.
Un altro Natale, allora, del 1989.
Scrive Cortese:
“È di nuovo Natale, inquietante
Natale, segno di speranza. Natale, un
gran dono, fatto a povera gente, segno
di riscatto, illuminato da una stella
benedetta che ha condotto i Magi
alla capanna, sulla quale, povera casa,
scritte al neon, brillano due insegne:
Solidarietà... Fiducia”.
Si sa: i periodici delle associazioni
escono quando possono, e sono il frutto del lavoro volontario, magari talvolta un poco ambizioso, di una redazione
che spesso diventa la fatica disperata
di una sola persona, si immagina il
Presidente, che lavora per tutti. Così
le date della pubblicazione estiva dicono di maggio, giugno, anche luglio,
perfino settembre. Siamo lontani dal
Natale, e si può facilmente appoggiare
la meditazione sulle vacanze, sul riposo
dal lavoro. E magari suggerire qualche
lettura. Siamo a maggio del 1999: “In
punta di piedi, riprendiamo il dialogo,
e parliamo di Aido. Diventa, ogni
giorno di più, affascinante lo sforzo
di riallacciare tra noi quel filo d’oro
dell’amicizia che ci aiuta a condividere
impegni e ideali, ad andare oltre...”.
E Cortese sottolinea le difficoltà per
avere una legge che faciliti i trapianti,
che ne liberi la pratica, che sottolinei
e gratifichi finalmente l’impegno degli
associati. È maggio, dicevo, e anziché
augurare l’ovvio delle buone vacanze,
o indirizzarle con leggerezza, invita a
leggere Montale: “Ho riletto in questi
giorni un attualissimo Eugenio Montale. Nei suoi versi tutte le immagini
portano scritto... -più in là-. Penso
– scrive il poeta – che per i più non sia
salvezza...”.
E Cortese aiuta i suoi lettori a cercare la chiave nella non sempre facile scrittura poetica. E commenta: “Il
desiderio della luce non si estingue. È
un po’ il nostro tormento, quello di chi
lavora come fa generosamente l’Aido,
da anni, per divulgare la cultura o la
sensibilità del dono”. E prosegue con
la citazione di Montale: - Portami il
girasole impazzito di luce... portami il
girasole ch’io lo trapianti...-".
Così, la meditazione prima dell’estate, o nell’estate, diventa un abbandono
alla speranza con la poesia.
Niente, dunque, è ovvio, in questi
interventi semestrali destinati ai soci.
E nello stesso anno, il 1999, propone a Natale un altro grande poeta,
Mario Luzi, proprio il senatore a vita
nominato da Ciampi, per il quale Berlusconi, come il pavido don Abbondio,
ha chiesto in giro: “Ma chi sarebbe
costui, che Ciampi vuol fare senatore
al posto del mio amico Apicella o di
Mike Bongiorno?”
Cortese definisce Mario Luzi “il
nostro maggior poeta contemporaneo”:
– C’è nel tempo qualcosa che mi affligge,
il tempo degli umani; per loro, Padre, lo
hai creato, a loro hai dato di crearne, di
inaugurare epoche e di chiuderle... Io,
dal fondo del tempo ti dico: la tristezza
è forte nell’uomo, invincibile...-.
E Cortese commenta: “Dolente invocazione. Non tutti sentiamo la tristezza del
tempo che ci sfugge dalle mani...”. E con
sensibilità delicatissima passa al Salmo 90:
“Tutti i nostri giorni svaniscono, finiamo
i nostri anni come un soffio...”.
In queste pagine troviamo Turoldo,
Mazzolari, Einstein, Gandhi, anche il
poeta dialettale bassanese Pistorello,
poi il nostro indimenticabile Faggin;
e Cortese invita a cercare nelle pubblicazioni della vicentina Locusta: poeti,
poeti e ancora poeti, scrittori di tutto
il mondo, figure esemplari, celebri e
meno conosciute, cercatori di pace,
illusi della bontà della gente, sereni uomini di fede, ma anche anime
inquiete, e ancora Turoldo, soprattutto, soprattutto Turoldo, il frate dei
Servi di Maria per il quale il nostro
vescovo Nonis, quando è morto nel
1992, ha scritto: “È stato servo di
Maria e di nessun altro”.
Questo libro viene proposto con
ammirevole semplicità, in veste tipografica non certamente pretenziosa; abituati come siamo alle sovracoperte, alle
copertine cartonate, alle rilegature tatuate, al peso della carta che pare anch’essa
7
Al di là di noi stessi
cartone patinato o pergamena da onorificenze, carta, però, che in questo caso
avrebbe potuto, date le dichiarazioni
di economicità, essere meno algida, più
sottile, più corrente. Ecco. I caratteri
sono un poco grigetti, poco incisivi,
non molto adatti alla terza età, ai miei
coetanei, anche a quelli che hanno i
capelli tinti di rosso-andropausa... ma,
si sa, i vecchi sono stati aboliti dal vocabolario, come gli anziani, che adesso si
chiamano “diversamente maturi”.
Ma questo è un libro d’amore, dove
l’amore procede curiosamente a ritroso,
è stampato, come è scritto nelle presentazioni, con gli interventi di Cortese dal
Natale del 2006 al gennaio del 1989,
per terminare con la felicità dell’acqua:
le presentazioni! ma queste sono leggibili
subito, comprensibili, brevi e generose.
Noi che spesso subiamo, in libri di questo genere, che vengono dal mondo del
volontariato, noi che subiamo la noia dei
prefatori logorroici che si parlano addosso, dimostrando quasi sempre di non
aver letto ciò che intendono presentare
con inimmaginabili acrobazie linguistiche: per questo libro d’amore ci sono sol-
tanto tre opportuni e gradevoli pensieri
iniziali, uno del vescovo Nonis, uno del
presidente Zamberlan e uno, come ho
detto prima, dello stesso autore.
E ora voglio ringraziare l’Altissimo,
ma proprio l’Altissimo, il Signore dei
cieli che protegge i lettori appassionati,
anche se spesso non riesce a salvarli dalla
valanga delle autobiografie. Qui, in
questo luogo, che io chiamo luogo della
sapienza, dell’ intelligenza, dell’armonia, dove mi emoziono ogni volta che ci
metto piede e cuore, dove vorrei respirare soprattutto la sincerità della poesia,
qui si dovrebbe allestire uno scaffale con
su scritto “Vanità degli illetterati”, con
le autobiografie, soprattutto quelle dei
politici mancati, dei politici decaduti,
dei pensionati della politica e affini. Ma
ci aspettiamo anche “Le memorie di un
bocciofilo, poi del cicloturista, del cercatore di tartufi, dell’esperto nelle varietà del tarassaco..., poi, naturalmente,
il dialetto, che pare diventato il nostro
futuro culturale, la nostra rivendicazione devoluzionata.
Tra le pagine di questo libretto, mi
permetto di dire anche libretto, ora, ci
Presenta Bepi De Marzi
8
sono foto d’autore molto suggestive,
soprattutto foto d’acqua e di luce. E si
deve sostare subito, in silenzio sospeso,
alla riva di mezzogiorno del Lago di
Fimon, il nostro unico, malinconico lago vicentino, se si escludono i
laghetti delle trote a peso per i finti
pescatori, laghetti formati dallo scempio delle cave di ghiaia dell’autostrada
Valdastico, e da quelli che si formeranno dopodomani con il proseguimento
della stessa autostrada che distruggerà
il Basso Vicentino, che ora si chiama
graziosamente Area Berica. Autostrada
diversamente utile, allora.
Guardatelo e amatelo, il lago di
Fimón, con i segni delle colture, con
la collina che sale subito a Pianezze, a
Villabalzana davanti a Lapio.
Non ci sono proverbi, in questo libro.
Non ci sono proverbi di comodo,
ma c’è molto di più: ci sono, come ho
detto, pagine e pagine ricche di affascinanti citazioni.
Da un giornalista ci si aspetterebbe
anche un po’ di cronaca. E la cronaca
si legge qua e là, leggera, allusiva, rassicurante:
A pagina 61, per l’estate del 1995, si
legge: “Il clamore della cronaca. L’enfatizzazione della notizia. Talora è utile:
- Franca Fendi dona un rene per salvare
il marito... Trapianto: atto d’amore di
Franca Fendi...- “I titoli dei giornali,
nella pigra calura ferragostana, affrontano un tema abitualmente passato sotto
silenzio. Una volta tanto, il mondo dell’alta moda non gioca sull’effimero”.
E a pagina 65, nel luglio del 1994,
leggiamo: “Nel dolore, qualche buona
notizia, ancora gesti di umanità. Un
ragazzo di Romano, Matteo, 16 anni,
esuberante e felice, stroncato da un
fatale incidente, nell’ora dell’euforia più
accesa per i successi dell’Italia calcistica.
La tristezza si carica nel cuore. Ma il
coraggioso gesto della madre, già prova-
Al di là di noi stessi
ta nella sofferenza, vedova da anni, che
autorizza l’espianto del cuore, polmoni,
reni e cornee, ridà fiducia e acconsente
alla vita di avere il sopravvento...
Cronaca e tenerezza, linguaggio affettuoso, quasi da libro Cuore, adatto certo
a chi legge il periodico, e qui sta l’umiltà
e la bravura e la generosità di Cortese, ma
insieme, anche linguaggio ricercato, per
un effetto che sia perfino poesia nella speranza: “La tristezza si carica nel cuore...”.
A metà del libro, con insistenza,
Cortese si chiede, ci chiede, chiede a
nome di tutti: “E io, cosa posso fare?”
Passa dalla malinconia alle piccole felicità. Scrive “La vita serve se è
un dono, se è vissuta con coraggio e
ottimismo, provando la gioia di essere
vivi”. E ci chiediamo allora, qui, subito: “E io, cosa posso fare?”. q
≠≠≠≠≠≠≠≠
Presentata ad Asiago
l’antologia
“I trent’anni dell’Aido”
nel libro di Cortese
Per la ricorrenza del trentennale
di fondazione dell’Aido di Vicenza è
uscita una bella antologia, un’edizione
semplice e maneggevole, che ripercorre
l’attività svolta, presentata l’altra sera
ad Asiago. La raccolta degli interventi
di Giandomenico Cortese, direttore
responsabile della rivista “Rivivere” e
capocronista del Gazzettino di Bassano, è un omaggio e un dono a
quanti partecipano solidarmente alle
speranze e alle sofferenze con gesti di
altruismo. Come evidenzia monsignor
Pietro Nonis, il testo appare come un
vero dono, un insieme di pagine che
danno fiducia.
Ed è proprio il tema della gratuità
Il grande vecchio con il nostro autore
del dono a sottendere la trama dei testi,
nel linguaggio semplice ma denso di
significati e di profondi valori umani.
Lo stesso presidente provinciale dell’Aido, Bruno Zamberlan, ammette
che «la natura del messaggio trasmesso
è di per sè estremamente delicato, di
non elementare divulgazione, di non
agevole assimilazione”. Ma tale compito è stato assolto con entusiasmo e
dedizione da Giandomenico Cortese,
che per vent’anni nel suo pezzo del
notiziario dell’associazione ha fatto
anche opera di sensibilizzazione. I
contenuti dei testi riguardano spesso
la solidarietà, il dono, la condivisione,
ma soprattutto la speranza, tematiche
estremamente attuali di cui abbiamo
tanto bisogno. Il pregio della raccolta
è quello di trattare anche argomenti
universali e spunti di riflessioni sia per
il laico che per il credente. Il linguaggio è semplice, ma non i contenuti,
estremamente profondi e impegnativi.
I diversi interventi sono legati da un
“filo d’oro”, quel filo che l’autore definisce «di amicizia, che ci aiuta a condividere impegni e ideali, ad andare
oltre in quel tormentato protendersi
verso un traguardo».
È significativo l’articolo più recente,
“In cordata intreccio di nodi e di mani
per vivere”, che apre l’antologia. Inizia
con una breve poesia, che potrebbe
essere un gioioso inno universale alla
pace: «L’aurora inonda il cielo/ Di una
festa di luce/ E riveste la terra/ Di meraviglia nuova/ Fugge l’ansia dai cuori/
S’accende la speranza:/ Emerge sopra
il caos / Un’ iride di pace». E nel “filo
d’oro” Cortese non perde mai di vista
la missione dell’Aido che è «alimentata
di grandi opere, di numeri rilevanti, di
amicizia sincera, di eticità». Ma l’Aido alimenta soprattutto il senso della
felicità condivisa e il rispetto profondo
per la vita e la morte. L’articolo del ‘92
che presta il titolo all’antologia “Al di
là di noi stessi” tocca il cuore di ogni
persona sin dall’esordio «Vita e morte
si intrecciano in un instancabile duello.
Il dolore si intreccia con l’amore. È la
meravigliosa vicenda umana. Certo,
conservare la speranza quando si soffre
non è facile».
E Cortese offre pure la propria
9
Al di là di noi stessi
≠≠≠≠≠≠≠≠
Cortese, articoli
per dare alla vita
il senso del dono
Da sinistra: Mario Rigoni Stern, G.D. Cortese, Andrea Gios,
Sergio Frigo, Bruno Zamberlan
concezione del valore della persona
e della vita, come esempio riporta l’efficace immagine dell’articolo
“Oltre i confini” del giugno ‘92:
«A me piace pensare all’uomo che
vive di immaginazioni, più che di
logica. Un uomo che vive di affetti, oltre che di cultura. Un uomo
che rischia, pur di non perdere la
propria stoffa umana, che rifiuta la
fredda logica del possesso, la cultura della contraddizione. È difficile
oggi anche solo parlare, non ancora
credere, nel dono».
da “Il Gazzettino”,
Lucia Fincato
Asiago: la sala consiliare
10
“La vita serve se è un dono, se è vissuta
con coraggio e ottimismo, provando la
gioia di essere vivi». Una riflessione che
è uno stile di vita, un pensiero da articolare quotidianamente nel lavoro e nelle
relazioni personali. La citazione riflette
la personalità di Giandomenico Cortese,
collega giornalista a Bassano, che anima
così una delle sue riflessioni dopo un’assemblea provinciale Aido, per la quale
dirige il periodico “Rivivere” e cura il
dialogo con i lettori.
In occasione del 30^ dell’associazione
che opera per sensibilizzare alla donazione di organi e tessuti, gli editoriali di
Cortese sono stati raccolti in un volumetto intitolato “Al di là di noi stessi”,
Tassotti editore, che viene presentato
oggi al Gallaforum di Vicenza, con interventi del Vescovo emerito Pietro Nonis e
del musicista Bepi De Marzi. Introduce
Cesare Galla, caposervizio delle pagine
culturali del nostro Giornale.
In un pensiero mai sotterraneo e rivolto ai giovani, Cortese si proietta nel futuro aggiungendo ad un ogni passo un
aggettivo in più sulla parola “dono”. La
solidarietà pervade vent’anni di scritti in
cui si oscilla tra la prevalenza della scienza
sulla filosofia, tra la forza dell’entusiasmo
e quella della ragione, tra laicità e religione: il tutto per motivare, continuamente,
l’invito a coltivare la speranza che domani
possa accadere qualcosa di bello e potente.
Come ricevere o donare un organo che
garantirà salute ad uno sconosciuto. Una
volta Montale («i nostri animi arsi/in cui
l’illusione brucia/un fuoco pieno di cenere/si perdono nel sereno/di una certezza: la
Al di là di noi stessi
luce») e una volta l’alpino bassanese Gino
Pistorello («né sono/né campane/ma silenzio/e un desiderio grando/immenso/de
luxe: cussì nasseva l’alba») accompagnano
l’autore nella lettura dello stupore per i
piccoli misteri e le grandi gioie di ogni
giorno. Siano esse la mano di un amico o
l’alba che sorge.
Cortese riflette anche sui fatti di cronaca: su come e quando la donazione
guadagna grandi titoli, ovvero la stilista
Franca Fendi salva il marito con uno dei
suoi reni o i figli di Pietro Barilla ad un
anno di distanza dalla morte del padre
vanno a donare il loro midollo osseo;
su come e quando proprio qui a due
passi da casa si compie il miracolo di un
sedicenne, vittima di un incidente che
rivivrà in quattro diverse persone grazie
all’espianto di cuore, cornee, reni e polmoni autorizzato dai genitori. Gli editoriali di “Rivivere”, oltre che un esempio
di giornalismo onesto e positivo, sono
una sollecitazione continua a dimenticare il sé in nome degli altri, come sottolinea anche Nonis nella sua prefazione.
L’epilogo è affidato ad una breve storia
dell’Aido vicentina, presieduta da Bruno
Zamberlan, che dal 1976 ad oggi è una
delle più attive d’Italia, prima in Veneto
per numero di iscritti: quasi 44 mila.
da “Il Giornale di Vicenza”
(n.m.)
≠≠≠≠≠≠≠≠
“Amore al di là di noi
stessi – L’associazione
ha costruito pagine
inconfondibili del
Vangelo della vita”
«È un libro d’amore Al di là di noi
stessi, quello scritto dal giornalista
Il libro di Cartese presentato a Sandrigo
Giandomenico Cortese». Così l’ha
definito Bepi De Marzi in occasione della presentazione dell’opera al
“Gallaforum”, agli inizi di febbraio,
alla presenza di personalità di spicco
della cultura vicentina.
Il testo, edito da Giorgio Tassotti
e scritto nel ricordo di trent’ anni di
attività dell’ Aido vicentina, raccoglie
alcune riflessioni dell’ autore, ricordi,
testimonianze di dedizione verso l’altro, autentiche lezioni di amore, pubblicati nel corso degli anni sul tema
della vita e della donazione nella rivista Rivivere, il notiziario semestrale
dell’ Aido vicentina, da vent’anni utilissimo strumento di informazione e
collegamento con decine di migliaia
di soci. L’opera. è arricchita da citazioni di autori antichi e contemporanei (Seneca, Primo Levi, Montale,
Mario Rigoni Stern,...) che nei loro
scritti e versi hanno esaltato in varie
forme la speranza, l’amore per la vita,
lo stupore e la gioia di vivere.
L’Aido, afferma Cortese nel suo
libro, ha una grande forza: non solo
depone in noi il seme dell’amore,
della donazione, della solidarietà,
della gioia della vita, ma ci insegna
anche la grammatica del linguaggio
d’amore.
“Si parte sempre da un’esperienza
amara, di sofferenza, di malattie, di
solitudini, di incomprensioni devastanti nel corpo e nell’anima, e si
impara la comunicazione d’amore,
il dialogo con gli altri. Riusciamo,
così, ancora ad abbracciarci e donarci
reciprocamente”.
L’opera è impreziosita dalle affascinanti fotografie di Cesare Gerolimetto e dell’ asiaghese Roberto Costa,
che cantano la vita attraverso splendide immagini dell’acqua, della luce
e della natura.
«Siamo noi che possiamo dipingere di colori la realtà che ci circonda
– ha affermato Cortese nel corso dell’incontro –, con la nostra solidarietà
e l’amore verso il prossimo».
«L’umiltà e la generosità di Giandomenico Cortese, da anni volontario dell’ Aido, sta proprio nel saper
raccontare la “cronaca” con il sentimento della “tenerezza”», ha detto il
poeta e musicista Bepi De Marzi.
Per lo scrittore Fernando Bandini,
intervenuto alla presentazione del
libro, «una commozione straordina-
11
Al di là di noi stessi
ria, sincerità degli affetti, limpidezza
ed eleganza nella scrittura, convivono perfettamente in queste pagine
che raccolgono idee, pensieri che
l’autore, prima di offrire al lettore,
ha vissuto intensamente nell’intimo
del suo cuore».
«Cortese ci aiuta a guardare
all’umiltà di coloro che donano e di
coloro che continuano a vivere oltre
i confini della vita», ha sottolineato
il Vescovo emerito di Vicenza Pietro
Nonis che ha scritto una parte introduttiva nel libro.
Alla fine dell’incontro, Bruno
Zamberlan, infaticabile presidente
dell’ Aido provinciale e fautore dell’idea di offrire alla stampa la raccolta
di tanti preziosi ricordi, ha tracciato l’attività dell’ Aido vicentina,
prima sezione del Veneto, che conta
circa quarantaquattromila iscritti: «A
Vicenza – ha precisato –, ormai
abbiamo emesso più di cinquantatremila tessere sociali. Lo scorso anno,
abbiamo cercato di sensibilizzare i
giovani, parlando di donazione degli
organi a ben seimilacinquecento studenti delle scuole medie inferiori e
superiori.
“Se Vangelo vuol dire buon
annuncio, buona novella – scrive Cortese – con l’Aido, nella sua
opera, abbiamo veramente costruito
delle pagine inconfondibili del Vangelo della vita”.
da “La Voce dei Berici”,
settimanale della Diocesi di Vicenza,
Elodia Bernardini
≠≠≠≠≠≠≠≠
Altre testimonianze:
Leggo con viva soddisfazione il bel
volume di G.D. Cortese da voi meritoriamente pubblicato. Vi ringrazio
12
dell’attenzione e, sempre attento al
nobile operato dell’Aido, auguro ogni
desiderato bene.
Pietro Nonis v.e.
Ringrazio con viva partecipazione
per la pregevole e ampia pubblicazione.
Dr. Sandro Caffi,
direttore generale Ulss 4
“Alto Vicentino”
Posso dire anch’io che con l’Aido
abbiamo costruito pagine inconfondibili del Vangelo della vita. Questo
assunto risulta chiaro nel bel libro di
Cortese. Vi sono vicino e mi complimento per il lavoro fatto e per lo
spirito del dono.
Prof. Remigio Verlato
La ringrazio molto per il gradito
libro. Colgo l’occasione per ringraziare
lei e l’Associazione per quanto fate a
favore delle persone ammalate, condividendo con loro la fatica del quotidiano, insieme al coraggio di guardare
avanti ed accettare le grandi sfide.
Dr. Eugenio Fantuz,
direttore sanitario
Ulss 6 “Vicenza”
Grazie per questo libro, perché mi
permette di condividere il vostro grande impegno come associazione e come
persone. Il libro penso sia l’espressione
di quel dono che noi facciamo agli altri
con il nostro impegno di volontari, ma
è sicuramente occasione di ricchezza che
riceviamo e che fa bene al nostro cuore.
Maria Rita Dal Molin
Il volume, elegante, ben composto,
armonioso, è un gioiello: per le finalità
altissime che intende celebrare e per i
contenuti poetici ed artistici di prima
classe. Il libro è da tenere sul comodino: stabile. È anche da regalare; vale
molto di più di un vaso di fiori o di
una scatola di cioccolatini.
Gianna Gaspari
Ho ricevuto un delicato omaggio,
tanto gradito ed apprezzato. L’ho sfogliato subito con piacere e vi ho percepito tutta la profonda sensibilità del
vostro animo nell’esporre i sentimenti
di un così nobile scopo umanitario.
Milena Cunico
Un libro piacevole anche da tenere
in mano; da sfogliare per ammirarne
le splendide fotografie e scorrerne gli
eloquenti titoli.
Le intuizioni, le riflessioni, le analisi, le colte e significative citazioni che
vi si trovano...tutto raggiunge la mente
e il cuore del lettore e lo stimola a
“conoscere, capire, agire”.
Un libro da leggere piano, piano,
come un vero “Vangelo della vita”, per
comprenderne il senso e il mistero.
Il mistero del dolore; il mistero della
felicità.
Felicità di essere colti dalla “sorpresa
di essere vivi”; felicità di essere “in
cordata, intreccio di nodi e di mani
per vivere”; di vincere l’indifferenza e
l’egoismo; di “sperimentare l’emozione collettiva dell’ Aido”; di scoprire
la capacità di donare con un’audacia
prudente; una prudenza audace”; di
vivere Natali di speranza e di armonia;
di “volare sulle ali della libertà”.
Felicità ancora di trovare un “piccolo spazio verde dove poter cadere in
ginocchio”. Di trovare un’acqua che
ci ristori e ci purifichi. Di ritagliarsi
il tempo per sognare, per amare, per
vivere...”Al di là di noi stessi”. Grazie,
dottor Cortese, d’aver scritto questo
libro, pregno di spiritualità: ce n’era
bisogno in un tempo così arido.
Lia Bordignon
L'argomento
PROGRAMMA DI RESTITUZIONE
PER LE FAMIGLIE DEI
DONATORI DI ORGANI E TESSUTI
In applicazione della Legge 91/99
“Disposizioni in materia di prelievi e
trapianti”, il Sistema Regionale per i
trapianti del Veneto ha organizzato dal
2004 un programma di assistenza psicologica ai familiari dei donatori d’organi.
È un aspetto molto importante che va
conosciuto e valorizzato.
Abbiamo chiesto di saperne di più
direttamente al Centro Regionale Trapianti, che ci ha inviato l’articolo che
segue e che ringraziamo molto cordialmente.
La relazione tra i familiari del
potenziale donatore e gli operatori sanitari costituisce uno dei nodi
chiave del processo di donazione.
Infatti, l’attuale legislazione italiana
prevede che, in mancanza di una
espressione di volontà in vita, siano
i familiari prossimi coloro che hanno
il diritto ad autorizzare o impedire il
prelievo di organi e di tessuti a scopo
di trapianto. Tuttavia, nella pratica,
non si può prescindere dal consenso
dei congiunti anche nel caso in cui il
potenziale donatore si sia dichiarato
in vita a favore della donazione.
La scelta di donare è influenzata
sia da fattori culturali, religiosi e
sociali, sia da aspetti contingenti,
quali i sentimenti scatenati dalla perdita di una persona cara e la qualità
delle comunicazioni e delle relazioni
instaurate con il personale sanitario.
Infatti, i familiari si trovano ad
affrontare emozioni complesse e scelte delicate e il ruolo degli operatori
risulta centrale nell’accompagnarli a
comprendere il senso della morte del
loro caro, nell’accogliere le reazioni
legate alle prime fasi del processo
del lutto, nel condividere tra tutti i
membri una decisione consapevole
rispetto alla donazione e rispettosa
della volontà del loro caro.
Il primo aspetto, la comprensione della
comunicazione della diagnosi di morte
secondo criteri neurologici, costituisce
una informazione difficile da comprendere sia da un punto di vista cognitivo
che affettivo. Richiede la capacità di
integrare i segni esteriori di vita sul corpo
del familiare (impressione che stia respirando, percezione di calore corporeo e di
colore sul volto) con la consapevolezza
della cessazione irreversibile di tutte le
funzioni dell’encefalo. È fondamentale
che la comunicazione sia chiara e coerente e che i familiari sentano di poter
esprimere tutti i dubbi e le incertezze che
tali comunicazioni spesso suscitano. Le
basi per un rapporto di fiducia si pongono, però, molto prima della proposta
di donazione, già durante il ricovero del
paziente, quando la famiglia può percepire il personale come competente, chiaro
nelle comunicazioni e umano nella relazione o, viceversa, come contraddittorio,
distaccato e sbrigativo. Di conseguenza,
nel momento della comunicazione della
diagnosi di morte si raccoglie, in un certo
senso, l’eredità del rapporto costruito in
precedenza.
Un ulteriore tassello che contribuisce
alla qualità della relazione tra familiari
ed operatori è dato dalla capacità di
questi ultimi di accogliere ed ascoltare
le famiglie nelle loro reazioni, a volte
anche violente, di incredulità, dolore
e rabbia, senza giudicarle ma offrendo
una presenza rispettosa, comprensione
e ascolto.
I due aspetti, ovvero la capacità di
fornire informazioni chiare e coerenti e
quella di offrire una presenza calda ed
empatica, si rinforzano a vicenda, aiutando a costruire un rapporto di fiducia, che permette ai familiari di rivolgersi agli operatori anche nel momento
della proposta di donazione.
Al personale è affidato il delicato
compito di stare accanto ai familiari in
questo momento, di informarli della
possibilità di donare, di guidarli nella
presa di decisione rispondendo alle
loro domande e chiarendo i dubbi e
i timori che a volte suscita l’idea del
prelievo. Il fine è quello di garantire
loro la possibilità di scegliere in modo
consapevole ma anche libero e spontaneo, senza pregiudizi né pressioni e
condizionamenti.
Solo così la decisione finale sarà la
migliore per quella famiglia, derivante dalla certezza di aver interpretato
correttamente la volontà e le idealità
testimoniate in vita dal loro congiunto,
in grado di lasciare dietro di sé serenità e conforto piuttosto che dubbio
e ripensamento, che rischierebbero di
interferire e aggravare il già delicato
processo del lutto.
L’incontro tra operatori e familiari
si configura così come un’occasione in
cui gli uni possono far sentire agli altri
che c’è condivisione e solidarietà anche
nella perdita, gettando le basi affinché
la famiglia riesca a superare il proprio
dolore individuale e trasformarlo in
speranza di vita e in opportunità per
loro stessi oltre che per gli altri.
Il programma
In accordo con la Legge 91/99
“Disposizioni in materia di prelievi e
trapianti di organi e tessuti”, il Sistema
Regionale per i Trapianti del Veneto ha
affidato ai 21 Coordinatori Locali il
processo di procurement. Fra i compiti
dei Coordinatori Locali, vi è quello di
curare i rapporti con le famiglie dei
donatori e di occuparsi degli aspetti
psicologici della donazione.
Per ottenere questi obiettivi, il
Centro Regionale per i Trapianti del
Veneto include uno psicologo clinico
all’interno del team multidisciplinare
e prevede, nell’ambito delle proprie
13
L'argomento
attività, un programma per l’assistenza
psicologica dei familiari dei donatori di
organi e tessuti.
Il programma si propone di realizzare un adeguato accompagnamento
delle famiglie durante le vicende che
caratterizzano la perdita e si realizza sia
mediante la formazione e il supporto
delle équipe medico-infermieristiche
implicate nel processo, che attraverso
l’intervento diretto sulla famiglia.
L’intervento sugli operatori mira a
garantire a tutto il personale sanitario una adeguata conoscenza del processo di donazione-trapianto nei vari
aspetti clinici, procedurali, organizzativi, tecnici, medico legali, psicosociali ed etici. Viene rivolta particolare attenzione agli aspetti comunicativi e psicologici, al fine di garantire
agli operatori una conoscenza delle
dinamiche emotive e relazionali che
caratterizzano le reazioni alla perdita
e il lutto e di fornire loro gli strumenti necessari per gestire lo stress
emozionale che ne deriva.
Il Centro Regionale per i Trapianti
del Veneto prevede, inoltre, una disponibilità 24 ore al giorno del proprio
personale per eventuali richieste di
consultazione su situazioni particolarmente problematiche e/o sostegno ai
Coordinatori Locali. Sono previste,
inoltre, riunioni di supervisione clinica
sull’attività svolta dal personale che
gestisce l’attività di procurement.
L’intervento sugli operatori prosegue
con la restituzione puntuale sull’esito
del processo, in termini sia di trapianti
effettuati sia di informazioni sullo stato
attuale della famiglia. Tale restituzione svolge la funzione di rinforzo e di
riconoscimento per il faticoso lavoro
svolto.
Il programma, quindi, fornisce agli
operatori una serie di competenze nella
relazione con i familiari utili a prescin-
14
dere dalla decisione di donare o meno.
Di conseguenza, anche ai familiari dei
non donatori sono garantiti supporto
e accompagnamento dall’équipe medico-infermieristica.
Il programma regionale di assistenza
alle famiglie è organizzato in modo da
realizzare un accompagnamento della
famiglia lungo tutto il processo della
donazione, non solo rispetto all’esperienza di perdita e alla proposta di
donazione, ma anche nelle fasi successive.
Il momento della donazione è anche
quello in cui si definiscono con la
famiglia le modalità di restituzione, si
chiarisce cosa possono sapere e si verifica il loro desiderio di sapere.
È opportuno offrire ai familiari la
possibilità di un colloquio insieme
a chi ha gestito la comunicazione, a
distanza di un mese circa dalla data
del decesso, allo scopo di puntualizzare le informazioni, chiarire dubbi
e idee erronee, verificare la comprensione dei concetti (morte con
criteri neurologici), dare una restituzione sull’esito (informazioni relative
al prelievo, allocazione, identità dei
riceventi, che però vengono comunicate immediatamente in caso di esito
negativo) e valutare il rischio di lutto
patologico.
In caso di situazioni complicate,
il Coordinatore Locale può fare una
segnalazione e richiedere un intervento
specialistico al Servizio di Psicologia
del Centro Regionale.
Qualsiasi sia il tipo di donazione e
qualunque sia l’esito, tutti i familiari
che hanno dato l’assenso alla donazione
hanno diritto ad un riconoscimento
sociale (attestazione, lettera, ecc.), che
deve essere unico ed autorevole (deve
venire dall’Istituzione) e ha la funzione
di esprimere rispetto e gratitudine per il
valore sociale e civile della donazione.
Risultati attività di
restituzione alle
famiglie
A partire dal 01/04/2004, il Centro
Regionale per i Trapianti del Veneto ha
attivato un programma di restituzione
alle famiglie dei donatori con l’obiettivo di comunicare un riconoscimento
da parte dell’Istituzione e assicurare un
follow-up dell’assistenza alle famiglie.
Tale programma è reso possibile dal
lavoro congiunto dei Coordinamenti,
le Banche dei Tessuti e il CRT.
Nel periodo di tempo compreso
tra il 01/04/2004 e il 31/12/2006, il
numero totale di donatori nella Regione Veneto è stato 742, di cui: 254
donatori multiorgano e multitessuto;
132 donatori multiorgano; 356 donatori multitessuto.
Il numero totale di lettere inviate
alle famiglie dei donatori della regione
al 31/12/2006 è stato di 722. L’utilizzo della lettera ha consentito di
raggiungere anche quei familiari che
non avevano ricevuto un esito dal proprio coordinamento o non erano stati
informati della possibilità di rivolgersi
al Centro Regionale Trapianti per un
sostegno psicologico.
L’attività complessiva del Servizio
di Psicologia Clinica, che comprende
sia le richieste dei familiari in seguito
all’invio della lettera sia quelle pervenute al coordinamento di competenza e
poi riferite al Centro Regionale (anche
prima del 01/04/2004), ammonta ad
un totale di 228 interventi psicologici,
così suddivisi:
Nel corso degli incontri e dei
contatti telefonici, le famiglie hanno
comunicato attestazioni di gradimento rispetto all’assistenza ricevuta, all’invio delle lettere e al programma di supporto psicologico.
L'argomento
Ciò ha costituito un utile feedback
sull’efficacia dei programmi di formazione e sulla qualità dell’assistenza fornite e ha confermato la validità
della rete di sostegno creata intorno
alle famiglie grazie all’attività coor-
dinata del CRT, dei Coordinamenti
e delle Banche.
– dr.ssa Alessandra Feltrin, psicologa, psicoterapeutica, responsabile Area
Psicologia e Formazione del Centro
Regionale Trapianti del Veneto;
– dr.ssa Veronica Buizza, psicologa, Centro Regionale Trapianti
del Veneto;
– dr.ssa Sara Pasquato, psicologa, Centro Regionale Trapianti del
Veneto.
PONDERAZIONI E SORRISI - modi di dire raccolti o ideati da Livio Binato
- parte sesta *
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L’albero si giudica dai frutti, l’uomo per quello che fa.
Non è difficile vivere una vita retta e pulita, purchè tu ti ricordi di pensare prima di agire.
Nessun giusto si è mai arricchito in fretta.
Un uomo che legge ne vale due.
Chi pensa di non aver tempo per fare un po’ di esercizio fisico, presto o tardi dovrà trovare il tempo per curarsi qualche malattia.
La malattia, mentre segna, suscita anche amicizie, partecipazione. Arricchisce personalmente. Non bisogna disperare mai.
La più grande paura è la paura.
Come sarebbe triste novembre se non sapessimo che c’è la primavera.
La prova migliore dell’amore è la fiducia.
Il sorriso è una chiave segreta che dischiude molti cuori.
È più facile tenere sulla lingua un carbone ardente che segreti altrui.
Nell’era degli SMS il sentimento ha perso la parola.
I cimiteri sono pieni di uomini che si ritenevano indispensabili.
Non puoi piantare banane dove crescono i pini.
15
Riflessione
Qualche riflessione attorno ad una parola:
LA GENEROSITÀ
di Giampiero Mattarolo
Parlare di generosità in una rivista
dell’A.I.D.O., che fa del dono il riferimento base dell’aggregazione, può
essere anche fuori luogo. Donare un
organo vitale è un fatto di così grande
portata umana, che visto dall’esterno, cioè da persona non direttamente
coinvolta, lascia persino sgomenti per
i significati che trascina, di generosità,
di riconoscenza e di continuità di vita.
Tuttavia, forse, cercare di fare qualche riflessione su una parola così bella
come, appunto, la generosità, non può
trovare terreno migliore di quello che
supporta, in modo così diffuso e convinto, l’azione dell’AIDO.
La generosità è un atteggiamento
nobile: l’etimologia fa derivare la parola da “genus” e quindi da “generosum”,
cioè di stirpe, di buona e nobile stirpe;
oggi diremmo: “di classe”.
La nobiltà del generoso sta proprio
in un comportamento più elevato,
superiore alle aspettative. Consiste nel
fare qualcosa di più di quello che è prescritto, di quello che sarebbe normale
attendersi da una persona normale.
Si può essere generosi in tante forme
(Foto di Giampiero Mattarolo)
16
e in tante manifestazioni, anche verso
se stessi. Ma la generosità richiama
soprattutto un modo di essere in rapporto agli altri, un modo di percepire
le loro aspirazioni, bisogni e desideri
e di rispondere a questi al di là del
diritto, delle regole o del normale comportamento.
La generosità è un valore perché
supera la rigidità delle relazioni e il
contenuto di quei rapporti che ricercano una corrispondenza tra dato e
ricevuto. È proprio questo superamento che porta quel valore aggiunto
alle relazioni umane che fa crescere la
qualità della convivenza e sviluppare
positivamente le comunità.
Con un atto di generosità si attua
un disequilibrio tra le attese e le risposte, tra quello che si aspetta e quello
che arriva, tra quello che si ha diritto e
quello che si riceve. Ma si attua principalmente un atto di attenzione umana
che può generare a sua volta attenzione, riconoscenza, perfino amore,
attivando una crescente disponibilità
reciproca.
Questa reciprocità però, può avere
in sé qualche aspetto non totalmente
proprio della generosità e farla ritornare in una specie di formalmente nobile
rincorsa o ricambio, che riporta l’atteggiamento entro un rapporto in qualche
modo contrattuale.
Esiste, infatti, non solo la generosità
di chi dona: la generosità nel dare, ma
anche la generosità di chi riceve quel
dono: la generosità nel ricevere.
Riconoscere e accettare la gratuità
di una donazione non è sempre facile.
Nel nostro modo di comportarsi e
nelle relazioni sociali, c’è spesso questa
esigenza di ricambiare. Se si riceve
un atto di generosità: un regalo, una
cortesia, un favore, ci si sente obbligati a ricambiare in modo conforme
e commisurato all’atto stesso. Se un
(Foto di Giampiero Mattarolo)
medico, nostro conoscente e amico, ci
visita un figlio senza chiedere la parcella, ci sentiamo in dovere di replicare
con una regalo, subito o in occasione
di una qualche festività. Il medico lo
riceve e ringrazia. Per che cosa? Se un
conoscente ci manda, con gli auguri di
Natale un mazzo di fiori, ci sentiamo
di dover rispondere in modo adeguato
con un altro mazzo di fiori, subito o
almeno al prossimo Natale.
Il tutto può generare un girotondo
di “grazie” che sarà anche divertente
e formalmente in regola con le buone
maniere, ma che ha pochino a che fare
con la generosità. Anzi, può perfino
succedere che, in questo gioco di corrispettivi, un dono ricevuto possa, per
eccesso, mettere in imbarazzo chi lo
riceve.
Spesso un generosità “ricambiata”
è come se non fosse accettata per la
sua caratteristica di gratuità, ma si trasformasse in un formalistico rituale di
eleganti corrispettivi.
È pur vero che ogni atto generoso
rimane, nella maggioranza dei casi, un
arricchimento sia di chi lo compie, sia
Riflessione
del destinatario e sia anche, di tutto
l’ambiente che li accoglie, ma ciò non
toglie che i limiti e le motivazioni che
spingono o giustificano il “dare”, possono condizionare, a volte anche pesantemente, la manifestazione autentica
della generosità e con questa la crescita
e lo sviluppo delle comunità.
C’è poi un altro tipo di generosità,
forse il più difficile da affrontare e
mettere in pratica: la generosità mentale nel ricevere, che non attiene tanto
allo scambio concreto di beni o di
attenzioni, quanto ai contenuti delle
relazioni tra persone che entrano in
rapporto tra loro.
Anche se siamo tutti convinti e continuamente affermiamo la necessità di
un minimo di socialità che tenga lontana la solitudine, siamo più disponibili
ad essere ascoltati che ad ascoltare, a
convincere che ad essere attenti alle
esperienze, alle opinioni e all’umanità
degli altri.
La nostra ricerca di rapporti è spesso tesa ad eliminare tutto quello che
temiamo possa minacciare il nostro
io costruito e appoggiato su un solido
piedistallo di certezze. Ricerchiamo e
selezioniamo, a volte, solo le conferme
al nostro modo di essere. Tendiamo
a proporre le nostre connotazioni, il
nostro modo di pensare. Crediamo
di avere delle “ricchezze”, semmai le
(Foto di Giampiero Mattarolo)
doniamo, ma facciamo fatica ad accettare risposte o ritorni in qualche modo
non confermanti.
Nei rapporti tra persone, credo che
la generosità più completa sia la generosità nel ricevere, quella che riconosce
nel viso dell’altro non una temuta
negazione della nostra impostazione
mentale, né un possibile contrasto
con le esperienze e convinzioni che ci
appartengono, né, ancora, una minaccia o un possibile inquinamento della
nostra originale unicità.
Sappiamo essere generosi con gli
indigenti e con gli ammalati, ma sappiamo esserlo meno con chi è solo o
che addirittura, pur vivendo in una
situazione di tranquilla disponibilità economica e di salute fisica, può
avere un enorme bisogno che qualcuno
ascolti e accetti la sua individualità.
La generosità nel ricevere significa,
infatti, alzare nella nostra attenzione
il livello dell’altro. Non guardarlo
dall’alto, magari con paternalistica
benevolenza, ma mettercelo a fianco
o di fronte, e ascoltarlo, conoscerlo, capirlo. Sentire in questo modo
di ricevere qualcosa, di accogliere
qualcosa, che ci cambia, ci modifica.
Significa riconoscere che l’altro possa
darci qualcosa della sua storia e delle
sue esperienze umane.
La generosità, come atto d’amore
del prossimo, non
consiste soltanto nel dare, che
pure è o può essere necessario, ma
forse soprattutto
nel ricevere, nell’accettare di ricevere, nel mettersi
nella condizione
di ricevere.
Il più gratificante omaggio
che possiamo fare al nostro prossimo
è proprio accettare che lui possa darci
qualcosa, possa darci un po’ della sua
umanità. È questo vale sia nei rapporti
semplici o occasionali, come anche
nei rapporti impegnati che prevedono
discussioni e dialoghi. Non c’è dialogo
se non c’è la disponibilità e la generosità a ricevere, a capire, ad accogliere le
ragioni dell’altro.
È una generosità difficile perché
richiede uno spostamento del centro
della nostra attenzione di vita, richiede
il coraggio di sporgersi un po’ fuori del
nostro piedistallo di conquistate certezze o di timorose difese, per lasciare
che qualcuno, qualcosa o qualche idea
vi entri e ci cambi.
Il vangelo riporta una parabola che
mi ha sempre lasciato un po’ perplesso,
perché sembra sorvolare su un aspetto importante. Certamente il “buon
samaritano” sarà stato una persona
generosa, più del Levita e del sacerdote
che passarono oltre senza fermarsi e
prestare soccorso all’uomo percosso
dai briganti, ma tra il samaritano e
quell’uomo la compassione non pare
esprimersi in desiderio di conoscenza,
solo di solidarietà e di disponibilità
economica. La generosità, pur concreta e basilare, sembra essere rimasta
esterna, estranea, alle persone, a quelle
persone, implicate. Mi piace pensare
che quella frase: “.....lo condusse alla
locanda e si occupò di lui....”, possa
essere interpretabile come indicativa,
anche se non esplicita, di un rapporto
un po’ più ricco fra i due.
Forse la generosità, per essere veramente un comportamento di autentico
valore, dovrebbe superare la tolleranza,
dovrebbe andare anche oltre la solidarietà materiale, per manifestarsi soprattutto in una reciproca disponibilità a
conoscerci, ad ascoltarci e a capirci e,
quindi, a lasciarci modificare. q
17
Formazione
LA FORMAZIONE DEI VOLONTARI
La Formazione un progetto permanente
per la crescita associativa dei volontari
Nell’esperienza acquisita nel campo
della Donazione e Trapianti da oltre
trent’anni, spesi per un ideale di civiltà,
ci sentiamo una Associazione formata
da persone volontarie che a vari livelli
si propongono verso la popolazione
per far maturare la dimensione di cittadini attivi e consapevoli che la scelta
della “Donazione espressa in vita”
rappresenta un valore sociale e sanitario.
A vari livelli siamo quindi un punto
di riferimento e di confronto sia per le
nostre Comunità che per altre associazioni e per le Istituzioni.
Su questa riflessione nasce una
domanda: noi volontari ci sentiamo
preparati, motivati affinché la nostra
presenza e l’attività che svolgiamo sul territorio sia vissuta in questa dimensione?
(Foto di Giampiero Mattarolo)
18
La Formazione interna dei nostri
Dirigenti e Volontari (prevista anche
dal nostro Statuto) ha come obiettivo
far crescere una coscienza associativa
in un cammino di conoscenza continuo per far maturare, nei partecipanti,
la volontà di diventare un gruppo di
volontari con competenze e conoscenze
professionali.
Questo, nell’ottica del cambiamento e aggiornamento continuo, sia delle
materie legislative, fiscali, sempre più
indispensabili per l’attività ad ogni livello e dell’importante ultima legge sulla
donazione, la 91 del 1999, che accompagnano il mondo del volontariato.
I corsi di formazione rappresentano
anche un momento associativo molto
alto per rafforzare le nostre motivazioni, per arricchirci
attraverso lo scambio
di idee e di vissuti personali, per l’esperienza
che viviamo insieme e
che ci aiuterà a divenire
non solo più consapevoli
ma anche più preparati e sicuri per portare
avanti con sensibilità e
leggerezza questo nostro
progetto di vita. I tempi
sono mutati: non bastano più lo spontaneismo
e la buona volontà, ma
è necessario avere anche
conoscenze specifiche.
Conoscenze specifiche da condividere,
perché attraverso i propri Dirigenti, l’Associazione cresca, sappia
affrontare i vari temi
che sono ogni giorno
diversi, ascoltare le
necessità emergenti,
avvicinare il mondo
giovanile e sappia infi-
ne far crescere persone che dopo di noi
raccoglieranno il testimone. Persone
che siano in grado di dare continuità
agli Ideali e con essi all’Associazione in
cui tanto si è creduto e si crede.
La formazione può dunque essere
uno dei tanti momenti dell’iniziativa svolta dal Gruppo Comunale, ma
“il punto di forza consapevole” per
poter promuovere nel miglior modo
possibile l’idea-forza della Donazione
nella Comunità, nelle scuole, in ogni
dove. Essa certamente può contribuire a
migliorare e rendere più facile, più incisivo, l’indispensabile lavoro del Gruppo
Dirigente dell’AIDO Comunale.
Il Dirigente del Gruppo Comunale, sempre più spesso deve saper dare
la giusta risposta a chiunque, saper
“tener alto” il valore della Donazione e della evoluzione continua della
stessa. Da questa necessità nasce il
bisogno di far crescere qualitativamente il Volontario.
Per tutto questo la formazione non
può essere “uno dei tanti problemi” del
programma dell’AIDO Provinciale e dei
Coordinamenti di Zona, ma il modo
con il quale aiutare e aiutarci a migliorare
il difficile ed impegnativo lavoro di crescita numerica ma insieme di sensibilità
e capacità, a partire dalla conoscenza di
tutta la importante e continua crescita
delle conquiste scientifica che la sanità
raggiunge proprio nella Donazione.
L’invito è quindi di promuovere
anche a livello di Gruppo Comunale
questi momenti formativi (coordinati a
livello di Zona e/o Provinciale), perché
come Associazione e come gente del
volontariato le conoscenze, il dialogo,
il confronto siano gli strumenti che ci
permettano di costruire una vera rete
solidale anche tra noi.
Il Vice Presidente Provinciale,
Giuseppe Professione
Festa del ringraziamento
DONA UN RENE AL MARITO:
il gesto d’amore e di coraggio di Maria Cristina
a Walter Ziggiotti di Meledo di Sarego
Il giornalista Lino Zonin del Giornale di Vicenza, che ha fatto conoscere in Italia questo caso (i coniugi
Ziggiotti sono stati ospiti di Giancarlo Magalli a RAIDUE nella trasmissione Piazza Grande), inizia il
suo pezzo così: “...e prometto di esserti
fedele sempre, nella gioia e nel dolore,
nella salute e nella malattia”. La promessa di fedeltà è diventata quasi una
formalità ormai e spesso le unioni si
spezzano senza che dolore e malattia
arrivino a turbare la vita di coppia.
Ci sono naturalmente delle eccezioni,
come nel caso di Walter Ziggiotti e
Maria Cristina Pozzan.
Certo si ha l’impressione – esasperata dai mass-media – che la fedeltà
coniugale sia diventata un’eccezione,
ma non è proprio così. E comunque in
questo caso l’eccezione è duplice, nel
senso anche della compatibilità genetica per il trapianto tra i coniugi, fattore
molto raro.
I coniugi Ziggiotti, in sintonia
con il loro parroco e nostro amico
don Demetrio Guarato, hanno chiesto all’Aido di contribuire ad organizzazione una grande festa di ringraziamento.
E così domenica 14 gennaio, nella
parrocchiale di Meledo è stata celebrata una messa solenne. Nella Chiesa
affollata come nelle grandi occasioni,
c’eravamo proprio tutti: il Sindaco
rag. Vittorino Martelletto ed altri
amministratori locali, i Gruppi Aido
e Ana, l’intera comunità. I due cori
parrocchiali ad elevarci lo spirito. Pregevole e appassionante l’omelia del
parroco, al quale abbiamo chiesto di
lasciare ai nostri lettori il suo pensiero
in una breve nota. La pubblichiamo
qui a fianco insieme alle preghiere di
Cristina e Walter da loro predisposte
per l’occasione.
Bruno Zamberlan
Tutta la comunità di
Meledo in festa
La domenica 14 gennaio ci siamo
dati appuntamento nella chiesa di
Meledo per ringraziare il Signore, nell’Eucaristia domenicale, anche per il
dono di un rene da parte di una
moglie, la sig. Cristina, a suo marito, il
sig. Walter Ziggiotti.
Di solito succede che quando una
persona muore ancora giovane, con
il consenso dei familiari, è possibile
il trapianto di organi ad un malato il
quale può in tal modo guarire. Succede
così che i parenti percepiscono che la
vita del proprio congiunto continua a
sopravvivere anche oltre la morte.
Questa volta per grazia di Dio il
dono del rene non è stato da cadavere
ma da vivente, è passato dalla moglie
vivente al marito malato che così si è
ristabilito in piena salute. Il dono del
rene ha rinsaldato l’impegno d’amore
promesso nel Matrimonio: "prometto
di amarti nella buona e nella cattiva salute...". È stato un gesto molto
nobile, un autentico atto d’amore,
perché non si è trattato semplicemente
di donare qualcosa di proprio ma di
donare qualcosa di sè, un organo dal
proprio corpo.
Già ne avevano parlato i giornali,
ne ha parlato anche la televisione, ma
soprattutto in paese tutti noi che conosciamo la coppia Ziggiotti ci siamo
sentiti coinvolti, per cui quella domenica la chiesa era strapiena di gente,
che ha voluto condividere la gioia
dell’ottima riuscita del trapianto e la
profonda riconoscenza al Signore per
questo gesto così nobile d’amore.
Gioia, riconoscenza e commozione
erano i sentimenti che aleggiavano tra
noi tutti presenti in chiesa.
La presenza alla nostra celebrazione
del presidente provinciale sig. Zamberlan e dei rappresentanti dei numerosi
gruppi AIDO con i loro gagliardetti è
stata di forte stimolo al locale gruppo
AIDO con il presidente Mario Nicoletti e i suoi 200 Iscritti, in un rinnovato
impegno di promuovere un’autentica
cultura del dono e della solidarietà.
La popolazione ha risposto molto
La preghiera di Cristina
19
Festa del ringraziamento
I coniugi Ziggiotti, il Sindaco, il Parroco e gli amici dell'AIDO
bene anche all’invito a partecipare
all’assemblea informativa del mercoledì successivo, riempiendo la Grande Sala del centro parrocchiale, dove
abbiamo potuto ascoltare esaurienti
e rasserenanti spiegazioni circa il trapianto da parte di due qualificati medi-
ci dell’ospedale di Vicenza. Abbiamo
capito, credo, che occorre seminare nel
cuore di tutti e in particolare dei giovani,
motivazioni vere e profonde che spingano
a vivere nell’amore fraterno, amore che si
esprime anche attraverso la scelta di donare i propri organi.
La grande sala gremita per l'incontro informativo
20
Mi auguro quindi che la carica di
generosità che per
l’occasione sì è
respirata ne1 nostro
paese non si spenga,
anzi porti all’impegno di ciascuno di
noi per promuovere una profonda
e capillare azione
educativa in favore
della donazione, in
spirito di fraterna
solidarietà, proprio
come ci suggeriscono le parole dell’inno del donatore
AIDO: “Siam fratelli di chi soffre, siam
fratelli di chi spera e
quel poco che non
muore a chi soffre noi doniam.”
Spero inoltre che, grazie all’opera di
tanti generosi e qualificati medici, progredisca anche la ricerca scientifica e
tecnica dei trapianti, sempre nel rispetto della dignità di ogni essere umano.
Don Demetrio Guarato
Preghiera di Cristina:
Un gesto d’amore
Ci vuole poco allungare la mano ad
un anziano,
sorridere ad un bambino,
aiutare un ammalato.
Ci vuole poco per un gesto d’amore.
L’amore che il Signore ci ha insegnato.
L’amore, la medicina per eliminare
l’odio e far trionfare la pace nelle famiglie e nel mondo.
Basta un gesto d’amore per vedere
esultare la felicità di tutti.
Grazie o Signore per aver messo l’amore nei nostri cuori.
Grazie a Don Demetrio e a tutti coloro
che ci sono stati vicini con le preghiere.
Lettere e Testimonianze
LETTERE E TESTIMONIANZE
Preghiera di Walter:
Ringraziamenti
Grazie a mia moglie che mi ha donato con
tanto amore la gioia di vivere con dignità.
Grazie ai Gruppi AIDO, al Gruppo
Alpini e a tutte le Autorità qui presenti.
Grazie a tutta la Comunità che ancora
oggi ci ha dimostrato affetto e amicizia.
Ringrazio il Signore perché il nostro
gesto d’amore possa essere conservato
come un tesoro, affinché possa rafforzare
l’unione di tutte le coppie e di dare forza
e coraggio a tutte le persone che soffrono.
Grazie ai due cori che hanno allietato
la Santa Messa.
≠≠≠≠≠≠≠≠
Come ha ricordato sopra don Demetrio, il mercoledì successivo c’è stato il
programmato incontro d’informazione
sanitaria presso il Centro parrocchiale S.
Maurizio, con una grande presenza di
cittadini interessati ad approfondire la
tematica dei trapianti ed in particolare
questo caso che aveva suscitato tanto
scalpore. E a tenere le relazioni sono
stati proprio i medici che hanno eseguito l’intervento e curata l’assistenza ai
coniugi Ziggiotti: il dr. Stefano Chiaramonte della nefrologia ed il primario di
chirurgia Franco Favretti dell’Ospedale
S.Bortolo di Vicenza.
Si era fatto tardi, ma Cristina e Walter
hanno voluto che tutti insieme partecipassimo alla loro gioia ed alla loro festa.
Grazie.
≠≠≠≠≠≠≠≠
Ma i coniugi Ziggiotti non sono stati un
caso isolato.
• A Lonigo, a dicembre: il 13^ premio bontà è stato assegnato dal Gruppo
Comunale Aido a Lino Dal Grande che ha
donato alla figlia Daniela un rene.
• A Tezze sul Brenta, Luca Primon ha
donato parte del proprio fegato al fratello
Giorgio.
Ne parliamo in altra parte di Rivivere.
La redazione
La gioia ed il dolore
Quando la signora Munari ci ha
telefonato ai primi di marzo informandoci che il nostro caro amico Eligio,
da anni uno dei più impegnati dirigenti dell’Aido (presidente del Gruppo
Comunale di Mason – Villaraspa e
coordinatore della zona di Thiene),
dopo anni d’attesa e sofferenza, aveva
ricevuto a Milano un rene compatibile, ci siamo subito ricordati che,
alcune settimane prima, Eligio ci aveva
segnalato, tratta dalla rivista A.N.T.O,
una stupenda poesia del poeta libanese
Gibran Kahlil. Quasi un presagio. Nel
pubblicarla qui, intendiamo fare le
congratulazioni ad Eligio per il risultato finalmente raggiunto e l’augurio da
parte di tutti gli amici che tutto vada
bene: dopo il dolore, la gioia.
Ed essendo Gibran Kahlil uno dei
poeti preferiti di Giandomenico Cortese,
del quale ha ripreso alcuni brani nel
corso degli anni nei suoi pezzi su “Rivivere”, la poesia la dedichiamo anche a lui,
augurandogli ogni bene e ringraziandolo
di quanto ha dato in vent’anni, all’Aido
e a noi personalmente.
La redazione
≠≠≠≠≠≠≠≠
La vostra gioia
è il dolore stesso
senza maschera.
E la fonte stessa
dalla quale scaturisce il vostro riso
è stata spesso piena di lacrime.
Quanto più a fondo scava il dolore
nel vostro essere
tanto più gioia potete contenere.
La coppa che contiene il vostro vino
non è la stessa che è stata cotta
nel forno del vasaio?
Quando siete felici
guardate in fondo al vostro cuore
e scoprirete che è solo
quello che vi ha procurato dolore
a darvi gioia.
Alcuni di voi dicono:
-La gioia è più grande del doloreMa io vi dico che sono inseparabili.
Procedono di pari passo
e se l’una, a tavola, siede accanto a voi
ricordatevi che l’altro dorme
sul vostro letto.
In verità, siete bilance
che oscillano fra il dolore e la gioia.
Gibran Kahlil
≠≠≠≠≠≠≠≠
"Il riposo.... dopo i primi voli" (Foto di Roberto Costa)
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Lettere e Testimonianze
LA CHIAMATA
Ascoltavo e ribattevo ai tre ragazzi
che avevo in auto e riflettevo: l’ indoQuella sera non vedevo l’ora di tornare. mani si faceva festa, la grande compiva
La notte prima la macchina aveva sedici anni!
Superai il ponte ed ecco l’entrata del
fischiettato fino all’alba: dormendo
della grossa avevo schiacciato il tubi- Pronto Soccorso: un cellulare suonò
cino, la soluzione non era defluita dal la sua marcetta allegra, non ci badai...
mio ventre alle sacche e viceversa, così tanto saranno i compagni in pizzeria
che la dialisi peritoneale si era arrestata che vogliono farci fretta.
al secondo tempo.
Ma come mai lei risponde che ci
Il mattino trascorse tra feroci occhia- sono, che sto guidando e mi allunga il
te di malsopportazione allo schermo telefonino dicendomi che è la Nefrololuminoso della PD NIGHT e mille gia che mi vuole parlare...
progetti per il pomeriggio.
Di sera, la Nefrologia, ma perchè?
Avrò dimenticato qualcosa: eppure
Ed appena slegata dal cordone ombelicale di plastica, volai via dimenticando ad agosto sono addirittura scesa dalla
la radio accesa con il cronista che scio- montagna per gli esami e l’ultima visita
rinava angosciato particolari, modalità, risale a pochi giorni fa...
– È una dottoressa che ti vuole...
ipotesi, situazioni agghiaccianti dell’accaduto dell’altro ieri, dell’11 settembre
Curioso...una dottoressa...
– Gliela passo subito.
2001.
Rimasi fuori tutto il pomeriggio ed
E mi ritrovo tra le mani una voce
ora la sera saliva quatta quatta con una femminile che mi chiede se sto guidanluce insolita: così all’improvviso i colori do e che mi intima di accostare...
ingiallivano in un crepitio sommesso, a
Non so come, ma capisco tutto: ralpoco a poco scomparivano logorando i lento, mi fermo ed una vampata di calocontorni purpurei delle cose ed il buio re dalle caviglie parte, arriva al cuore,
saliva presto, troppo presto.
alle tempie, alla mente. La vita chiama,
Ed assopita nei miei sguardi interiori batte, urge, vuole tutta me stessa: stavolguidavo e, fermandomi al semaforo ta anima e corpo compreso!
di porta S. Bortolo, osservavo intorno,
Sopra di me l’avvolgente chiarore
persa nella vita e nella gente di sempre. dorato di porta S.Lucia, la mia porta,
dove là dentro le
mura, ho vissuto i miei bellissimi anni verdi:
qui tutto intorno è regolare
apparentemente
consueto, mentre io sono chiamata a partire
per un viaggio
che non so , che
non conosco,
Primavera 2007: Il dente di cane è fiorito prima del
che mille volte
tempo (Foto di Roberto Costa)
ho desiderato e
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temuto di intraprendere e che ora, come
una mano sconosciuta, mi prende e mi
serra la gola.
Dovrò da sola saltare questo muro
di terrore e buttarmi nel buco d’ombra,
nella nebbia oscura, aggrappandomi alla
fiducia, alla speranza di risvegliarmi, di
ritrovare me stessa al più presto.
– Signora c’è un rene per lei, accetta?
Sta bene?
– Sì...sì...
E che altro posso dire...
– Non si lusinghi però del tutto: la
compatibilità accertata è del 75% se
non verrà confermato il rimanente, l’intervento non si farà... mi raccomando...
sia qui entro un’ora!
Devo mettermi calma, chiamare in
soccorso tutta la mia lucidità, il mio
equilibrio: sono alla guida e due, dei tre
ragazzi a bordo, non sono miei.
Faccio a vuoto il giro dell’ isolato, ed
una voce mi comanda di andare a casa e
procedo come rapita da un’incoscienza,
da una forza mentale che diminuisce
però la presa fisica. Non riesco, o non
voglio, sollevare il basculante, mi aggrappo al cellulare e chiamo la voce gioiosa
del mio nefrologo che mi spinge ad
andare, ad essere felice, perchè il rene è
arrivato proprio al momento giusto!
Mi sento leggera e serena: entro in
casa, butto quattro camicie alla rinfusa
nel trollej, un arrivederci rassicurante ai
piccoli ed eccomi..
Nella mente le immagini indelebili
di otto giorni prima:
durante la visita lui l’aveva detto così
sbadatamente, quasi sovrappensiero, ma
con una lungimiranza attenta, sicura,
generosa di chi da anni ascolta le strade
diritte del raziocinio ma anche i viottoli
tortuosi della sensibilità, che sa andare
oltre, che è sempre dalla tua parte, che
lotta con te e per te, che desidera solo il
bene dell’altro.
Marifulvia Matteazzi Alberti
Iniziative
INCONTRO CON GLI STUDENTI:
ANNO SCOLASTICO 2006/2007
In collaborazione con tutte le Associazione dei Donatori e le quattro Ulss
della nostra Provincia, anche in questo
anno scolastico abbiamo realizzato un
vasto programma di incontri, che è in
fase conclusiva.
Ne diamo il resoconto completo per
ciascuna Ulss, con l’indicazione delle
scuole che hanno aderito alla proposta
e dei medici ed operatori sanitari che
hanno partecipato:
ULSS 3 “Bassano”: progetto “Qualcosa da donare”:
Medici partecipanti: dr. Annacatia
Miola, dirigente del Servizio Educazione e Promozione della Salute, e
Lionella Lorenzi, assistente sanitaria
del SEPS; dr. Carla Giordano e dr. E.
Sperti del Centro Trasfusionale di Bassano; dr. L. Rossato di Asiago . Classi
4a e 5a superiori per un totale di 39
classi e circa 950 studenti:
– Asiago: Liceo Sc., ITC, IPSIA, Aziendale, Alberghiero;
– Bassano: Liceo Brocchi, G.A.
Remondini, ITIS Fermi- S.Croce,
IPSIA Scotton, IPSSA Parolini, I.T.
geometri Einaudi;
– Marostica: ITCG Einaudi;
– Nove: Istituto d’Arte.
Su iniziativa dei Gruppi Aido Comunali del comprensorio: scuole medie
per circa 800 alunni.
ULSS 4 “Alto Vicentino”: progetto
“Donazioni, una scelta consapevole”:
Medici e dirigenti partecipanti: dr.Livia
Agrigento, dr. Flavio Banovich, dr.
Pantaleo Corlianò, dr. Graziano Cosaro, dr. Manrico Ferrari, dr. Fabrizio
Grifoni, dr. Corrado Sardella, dr. Claudio Sattin, dr. Narciso Zocca, Roberto
Pigato, Matilde Tomasi. Scuole superiori partecipanti nr. 13 per un totale
di 53 classi e 1.055 studenti:
– Breganze: IPSIA Scotton;
– Schio: Liceo Classico Zanella, ITIS
De Pretto, ITC e G.Pasini, IPC Gar-
bin, IPSIA Garbin, Scienze Sociali to Da Schio, Istituto Farina, Istituto
Fogazzaro, Istituto Fusinieri, Istituto
Martini;
– Thiene: CFP S.Gaetano, ITCG Cec- Lampertico, Istituto Montagna, Istitucato, ITIS Chilesotti, IPSIA Garbin, to Piovene, Istituto Rossi.
CFP Saugo.
– Noventa Vicentina: IPSIA da Vinci;
Su iniziativa dei Gruppi Aido Comu- Istituto Tecnico Casotto;
nali del comprensorio: scuole medie e Su iniziativa della Sezione Provinciale
e dei Gruppi Aido comunali, fino alla
5a elementari per 1.000 alunni.
ULSS 5 “Ovest Vicentino”: progetto fine di marzo 2007, le scuole medie
di: Costabissara, Creazzo, Dueville,
“Informazione e sensibilizzazione”:
Medici partecipanti il dr. Dario Monticello C.Otto, Orgiano, Sossano,
Mastropasqua, dr. Lorenzo Magrin, Sovizzo, Torri di Quartesolo, Vicenza
dr.Cristina Olivieri, dr. Chiara Chie- “Maffei”, Vicenza “Barolini”: in totale
rego. Scuole superiori e medie per circa 1.000 alunni ad oggi.
un totale di 50 classi e circa 1.000 Per gli altri incontri, fino alla fine dell’anno scolastico, daremo riscontro nel
studenti:
prossimo numero di Rivivere.
– Arzignano: Liceo da Vinci, ITIS Galilei;
– Montecchio Maggiore: IPSIA Luz- Di questo intenso e proficuo lavoro,
zati; Istituto p.le Collodi, Alte; Istituto diamo testimonianza in questo numero con il Concorso promosso fra gli
via Veneto, Mont.Magg.;
– Valdagno: Liceo Artistico Boccioni; studenti delle II medie della Scuola
Ungaretti di Costabissara.
– Novale,scuole medie;
– Grancona, scuole medie
Altre scuole hanno chiesto
l’intervento: programma da
concordare.
ULSS 6 “Vicenza”: progetto
“Preparare ad una scelta consapevole e solidale”:
Medici partecipanti: Centro
trapianti: dr. Silvio Marafon,
dr. Rizieri Carraro, dr. Stefano Marcante; dr. Stefano
Chiaramonte; Ematologia: dr.
Roberto Raimondi, dr. Carlo
Borghero; Centro trasfusionale: dr. Leopolda Zampieri, dr.
Chiara Antonelli, dr. Camillo
Prospero.
Il progetto, una volta completato, avrà interessato oltre
1.500 studenti delle 4a e 5a
superiori:
– Vicenza: Liceo Pigafetta,
Liceo Lioy, Liceo Quadri, IstiPrimavera 2007: alberi in fiore
tuto Baronio, Istituto Boscar(Foto di Roberto Costa)
din, Istituto Canova, Istitu-
23
Iniziative
CONCORSO STUDENTI II^ MEDIA
“Ungaretti” - COSTABISSARA
AIDO:
LA SPERANZA DI TUTTI
poesia di Cazzola Francesca II^ B
Quale più bel dono può ricevere
una persona
ammalata in pericolo di morte!
Un organo che le possa offrire
una qualità di vita migliore!
È strano a dirsi,
ma solo il semplice
sì serve a far vedere il cieco,
a far vivere il cardiopatico,
ad aiutare il fegato
di un ammalato.
Sei una persona ammalata?
Iddio ti aiuti in ogni giornata.
Bisogno hai di ricevere?
Un dono devi avere.
AIDO ti dà un organo
Giacomo Dal Sasso II^ A
DUE STORIE
poesia di Andrea Graziani II^ A
q
Se in cielo devi andare
tu un organo puoi donare.
Chi ti vuole bene piangerà,
ma se un tuo organo una vita salverà,
un po’ meno triste si sentirà.
Morire è brutto,
bisogna lasciare tutto.
Ma far rivivere e sperare
che tutto possa ricominciare.
Domani è un nuovo giorno
e tutti aspettano il tuo ritorno,
ma stai male e sei in ospedale;
ti serve un organo: è vitale.
Eccolo, arriva, finalmente,
quanti pensieri ti passano per la mente!
Poi il sonno, la speranza,
infine ti risvegli, nella tua stanza;
facce felici, i tuoi cari attorno,
vorrebbero abbracciare il mondo.
Un amico ti ha salvato,
ma indietro non è più tornato.
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Bertoldo Giulia II^ B
e tu sei un essere umano
con una vita migliore
e con una possibilità maggiore
di vivere in serenità.
Grazie, associazione AIDO,
che esisti e che doni
la possibilità di aiutare
tutti coloro
che ne hanno bisogno.
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Toniolo Federica II^ C
DONARE = SALVARE UNA VITA
poesia di Scavazza Davide e Zamberlan
Loris, II^ C
Per l’altrui vita salvare
Voglio gli organi donare.
L’ignoranza e l’egoismo
non fan rima con altruismo.
Al contrario è generoso
con tal gesto sì gioioso
che al lasciare sta vita grama
non sia corsa persa e vana.
Ho deciso! È convinzione
va’ all’Aido per l’iscrizione
con pensieri e la certezza
che il mio gesto sia salvezza,
a qualcun per cui è finita
io dò il dono della vita.
q
q
Notizie in breve
NOTIZIE IN BREVE
NUOVO CODICE
DI DEONTOLOGIA
MEDICA: IL MEDICO
E I TRAPIANTI
(approvato il 15 dicembre 2006 dal
Consiglio Nazionale FnomCeo)
CAPO VI:
TRAPIANTI DI ORGANI, TESSUTI E CELLULE
Art. 40 Donazione di organi, tessuti
e cellule
È compito del medico la promozione della cultura della donazione
di organi, tessuti e cellule anche collaborando alla idonea informazione
ai cittadini.
Art. 41 Prelievo di organi e tessuti
Il prelievo di organi e tessuti da
donatore cadavere a scopo di trapianto terapeutico può essere effettuato
solo nelle condizioni e nei modi
previsti dalla legge. Il prelievo non
può essere effettuato per fini di lucro
e presuppone l’assoluto rispetto della
normativa relativa all’accertamento
della morte e alla manifestazione di
volontà del cittadino. Il trapianto
di organi da vivente è una risorsa
aggiuntiva e non sostitutiva del trapianto da cadavere, non può essere
effettuato per fini di lucro e può
essere eseguito solo in condizioni
di garanzia per quanto attiene alla
comprensione dei rischi e alla libera
scelta del donatore e del ricevente.
(vipas) Aido Nazionale,10 gennaio
2007.
Possiamo dare conferma che ciò
avviene nei nostri ospedali, fin dalle
origini dei trapianti di cui sono stati
autorizzati e che, per quanto riguarda
la promozione della cultura, stiamo
operando in completa sinergia e collaborazione, come si evince facilmente
nelle pagine precedenti dedicate agli
incontri con gli studenti e nella pagine
dedicate alla vita dei gruppi.
La redazione
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Non vi sono in Italia
prelievi illeciti di
cornee!
Comunicato stampa del Centro
Nazionale Trapianti
In merito alla notizia riportata
oggi dall’Espresso riguardo all’ipotesi
di prelievi illeciti di cornee, si precisa
che, fino ad oggi, il Centro Nazionale Trapianti non ha ricevuto notizia
o segnalazione, né dall’autorità giudiziaria, né dalla rete trapiantologica,
né da altre fonti, di fatti o circostanze in cui sarebbero potuti avvenire
prelievi illegali di cornee a fine di
trapianto.
A riguardo, si sottolinea che in
Italia non vi è carenza nella disponibilità di tessuti. Nel nostro Paese,
il primo in Europa per prelievo e
trapianto di cornee, si effettuano
circa 11.500 prelievi all’anno e oltre
4400 trapianti, sufficienti a coprire
le necessità dei pazienti italiani. A
Roma, in particolare, la donazione di
cornee, nell’ultimo anno, è aumentata di oltre il 20%.
Il sistema di donazione e trapianto di organi e tessuti è sottoposto a
regole ferree di trasparenza e sicurezza che permettono di garantire
la qualità degli interventi e il pieno
controllo dei processi.
Le cornee, come gli organi, sono
donate e prelevate, nel rispetto delle
norme sulla manifestazione di volontà del donatore, grazie ad una rete
nazionale che agisce in ogni ospedale
attraverso un medico (il coordinatore
locale) dedicato alla gestione della
donazione di organi e tessuti.
Le cornee prelevate vengono inviate alle banche dei tessuti (strutture
pubbliche deputate alla conservazione e distribuzione di tessuti) che
ne verificano la qualità e l’assenza
di patologie infettive in base a linee
guida definite a livello nazionale.
Entro breve tempo le cornee idonee
vengono inviate agli oculisti che ne
hanno fatto richiesta. Le liste di attesa sono gestite dai singoli ospedali
come avviene per gli altri settori della
sanità.
Per effettuare un prelievo di cornee sicuro e di qualità, come avviene
nella rete trapiantologica italiana,
sono necessari personale addestrato
e con specifiche competenze, attrezzature particolari oltre che ambienti idonei e controllati. Infatti, un
prelievo in condizioni di illegalità,
quindi al di fuori di un processo controllato, determinerebbe fortissimi
rischi infettivi.
Il percorso di ogni cornea dalla
donazione alla conservazione fino al
trapianto, viene registrato, nessun
trapianto di organi o tessuti di origine sconosciuta (clandestina o illegale) può “entrare”nella rete. Ogni due
anni le banche vengono sottoposte a
ispezione da parte del Centro Nazionale Trapianti in collaborazione con
le autorità regionali per verificarne il
buon funzionamento e che i requisiti
di legge siano rispettati.
Roma, 12 gennaio 2007
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Ricordo
RICORDIAMO I NOSTRI DONATORI E AMICI
Deceduti da ottobre 2006 a marzo 2007 (*):
Ambrosi Susanna
Bajo Margherita
Baldiotti Pierfranco
Basso Lino
Battistin Maria
Bensad Amin
Bernardi Andrea
Bertoncello Samuel
Bordignon Emilio
Carollo Sonia
Ceschi Francesco
Costanzelli Antonio
Cugliana dr. Pier Luigi
Dal Lago don Fidenzio
Dongiovanni Giulia
Doro Silvano
Facco Nikolas,
Lucrezia e Timoty
Finco Mariangela
Giacometti Federico
Lovato Alain
Pertegato Rino
Pieropan Graziella Pia
Pinos Onorina
Simonetto Amos
Tessaro Marcello
Viero Aldo
Zanellato Maria Grazia
- Romano d’Ezzelino
- Dueville
- Montebello Vic.
- Tezze sul Brenta
- Cornedo Vic.no
- Lugo di Vicenza
- Bassano del Grappa
- Pozzoleone
- Cassola
- Dueville
- Vicenza, Circ. 6
- Vicenza, Circ. 5
- Costabissara
- Lapio di Arcugnano
- Roana
- Poianella di Bressanvido
Baldiotti Pierfranco
Montebello Vic.
Bernardi Andrea
Bassano del Grappa
Basso Lino
Tezze sul Brenta
Bertoncello Samuel
Pozzoleone
Bensad Amin
Lugo di Vicenza
Bordignon Emilio
Cassola
- San Nazario
- Asiago
- Sossano
- Castelnovo di Isola Vic.
- Vicenza, Circ. 6
- Cornedo Vicentino
- Castegnero
- Bassano del Grappa
- Cassola
- Mason Vic.
- Cavazzale
Agli altri – circa 350 nello stesso periodo * – donatori di
cornee o di tessuti, di cui non conosciamo i nomi, una
preghiera ed un grazie!
Nota della redazione: Ai sensi del D.Lgs nr. 196/2003 (ex L. 675/1996) e della L. 91/1999 si
precisa che le informazioni riportate in questa rubrica sono state desunte dalla stampa locale o
fornite direttamente dalle famiglie dei donatori.
Ambrosi Susanna
Romano d’Ezzelino
26
Bajo Margherita
Dueville
Ricordo
Carollo Sonia
Dueville
Dal Lago don Fidenzio
Lapio di Arcugnano
Lovato Alain
Castelnovo di Isola Vic.
Pinos Onorina
Castegnero
Costanzelli Antonio
Vicenza, Circ. 5
Dongiovanni Giulia
Roana
Pertegato Rino
Vicenza, Circ. 6
Simonetto Amos
Bassano del Grappa
Cugliana dr. Pier Luigi
Costabissara
Finco Mariangela
Asiago
Pieropan Graziella Pia
Cornedo Vicentino
Tessaro Marcello
Cassola
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