ANNO 19 • N. 40 • MAGGIO 2007 • POSTE ITALIANE S.P.A. SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 Nº 46) ART. 1, COMMA2, DCB VICENZA NOTIZIARIO SEMESTRALE DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA DONATORI ORGANI VICENTINA G.D. Cortese “Al di là di noi stessi – 30 anni dell’Aido di Vicenza” con la partecipazione di mons. Pietro Nonis, Fernando Bandini, Bepi De Marzi, Sergio Frigo, Cesare Galla, Mario Rigoni Stern Centro Regionale Trapianti: programma di assistenza psicologica delle famiglie dei donatori • IN CASO DI MANCATO RECAPITO, SI PREGA DI RESTITUIRE PRESSO VICENZA CPO AL MITTENTE, CHE SI IMPEGNA A PAGARE QUANTO DOVUTO • Sommario IN QUESTO NUMERO NOTIZIARIO SEMESTRALE DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA DONATORI ORGANI VICENTINA Anno 19 – Nr. 40 Maggio 2007 Periodico semestrale dell’AIDO Provinciale di Vicenza Registrazione Tribunale di Vicenza n. 572/1987 Direttore: Bruno Zamberlan Direttore responsabile: Giandomenico Cortese Comitato di redazione: Sig. Giovanni Bianchi Ing. Fabrizio Busnardo Dr. Giandomenico Cortese Comm. Luigi Gino Rigon Comm. Bruno Zamberlan Direzione, redazione, amministrazione: Sede provinciale AIDO Viale Trento, 128 – 36100 Vicenza tel/fax 0444/543379 Conto corrente postale nr. 11968369 Codice fiscale: 95016090243 ASSOCIAZIONE CON PERSONALITÀ GIURIDICA (art. 12 c.c.) delibera Giunta Regionale Veneto nr. 7176/12.12.1989; iscritta Registro Regionale del Volontariato posiz. VI-0048 dal 18/2/1986. ASSOCIAZIONE ONLUS D.L. 04/12/1997 nr. 460. Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 46/2004) art. 1, comma 2, DCB Vicenza Stampa: Tipografia Rumor S.r.l. - Vicenza Tiratura 45.000 copie. Sono spedite gratuitamente alle famiglie dei Soci Aido della Provincia di Vicenza e distribuite ai 6.000 studenti che l’Aido incontra annualmente. Altre copie sono destinate ai Comuni, agli ambulatori medici, alle sedi Aido Nazionale, Regionali e Provinciali. Prima di copertina: G.D. Cortese – “Al di là di noi stessi – 30 anni dell’Aido di Vicenza” con la partecipazione di mons. Pietro Nonis, Fernando Bandini, Bepi De Marzi, Sergio Frigo, Cesare Galla, Mario Rigoni Stern. Ultima di copertina: Galla forum. Alle pagine 3-4-16-17-18-21-22-23: Foto di Roberto Costa, Giampiero Mattarolo. 2 Pensieri: "Ti regalerò una rosa" di Giandomenico Cortese 3 Editoriale: Una proposta dell’Aido Vicentina di Bruno Zamberlan 4 "Al di là di noi stessi – Trent’anni di Aido a Vicenza" Presentazione del libro di G.D.Cortese “Il desiderio della Luce" di Bepi De Marzi Altre testimoninze di Autori vari 6 7 12 Programma di restituzione per le famiglie dei donatori di organi del Centro Regionale Trapianti di Alessandra Feltrin e collab. 13 Qualche riflessione attorno ad una parola: la generosità di Giampiero Mattarolo 16 La formazione dei volontari di Giuseppe Professione 18 Festa di ringraziamento per Cristina e Walter Ziggiotti di don Demetrio Guarato 19 Lettere e testimonianze 21 Ponderazioni e sorrisi di Livio Binato 21 Iniziative Incontro con gli studenti delle scuole medie e superiori Concorso Studenti della Scuola media "Ungaretti" di Costabissara 23 Notizie in breve 25 Ricordiamo i nostri donatori e amici 26 Vita dei gruppi 28 Hanno dato un contributo per Rivivere: Impresa Costruzioni Giuseppe Maltauro SpA-Vicenza, Elena Maltauro e Gianfranco Simonetto, Trivellato SpA-Torri di Quartesolo, in memoria di Amalia Maltauro; Banca d’Italia–filiale di Vicenza; Banca di Credito Cooperativo di Romano d’Ezzelino e Santa Caterina; Autotrasporti Valle srl-Gambellara; Gruppo Aido di Arsiero; Frigo Bruno-Albettone; Albiero Emilio; Arnaldi Arnaldo; Benedetti Giovanna; Bettenzoli Gaetano; Bizzotto Elda; Bordignon Lia; Borghin Fabrizia; Bortoluzzi Biancarosa; Brun Venanzio; Brunetti Sergio; Canova Flora; Cappeller Augusto; Capra Teresa; Carta Aldo; Cavalli Raffaele; Cingano Angelo; Collareda Riccardo; Cremonini Luciano; Crepaldi Battistella Carolina; Crosara Silvio; D’Agati Irene; Dalla Costa Angela; Dal Lago Viviana; Della Rovere Arnaldo; Derna Luigi; Fabris Adriano; Faggion Dorianna; Favrin Dario; Filippi Farmar Antonio; Frigo Rita; Gabrieletto Lidia; Gelaini Teodora; Gheno Caterina; Girardi Annalisa; Lain Luciano; Lolli Alessandra; Maculan Fausto; Maddalena Milena; Marchetto Luciana; Meneghello Reginaldo; Minuzzo Margherita; Morini Manlio; Mutterle Lina; Paganoni Mario; Pellizzari Eugenia; Pozzan Giangiorgio; Rigon Luigi Gino; Rossi Girolamo; Salini Gabriella; Saugo Rino; Segafredo Bruna; Stefani Gabriella; Tiele Rosina; Trevisan Luciano; Valetti Daria; Zanetti Antonia; Zanini Gianantonio; Zanotto Manola; Zanotto Massimo; altri soci e privati cittadini. SITO INTERNET: CASELLA E-MAIL: WWW.AIDOVICENZA.IT [email protected] [email protected] * 5 PER MILLE La legge finanziaria 2007 ha confermato la possibilità di destinare la quota del 5 x mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche a finanziamenti rivolti al volontariato. I fondi raccolti dall’AIDO saranno destinati alle esigenze di tutta l’Associazione. Invitiamo i Soci ed amici ad indicare il codice fiscale dell’A.I.D.O. Nazionale: 800 23 51 01 69 Pensieri TI REGALERÒ UNA ROSA di Giandomenico Cortese Un piccolo grande gesto. Anche una canzone, quella, ad esempio, con cui Simone Cristicchi, qualche settimana fa, a Sanremo, ha vinto il festival della canzone italiana, ci può aiutare a riflettere. “Ti regalerò una rosa, una rosa rossa per dipingere ogni cosa, una rosa per ogni Tua lacrima da consolare, e una rosa per poterTi amare, ... una rosa bianca che Ti serva per dimenticare ogni piccolo dolore...”. Un forte e delicato messaggio in musica per invitarci a guardare oltre. Ho colto ancora una volta le suggestioni che ci sono care. L’invito coraggioso, l’impegno fiducioso, la testimonianza quotidiana della nostra adesione all’Aido. Anche noi offriamo una rosa a quanti sostengono la cultura del dono. Per tutta la vita bisogna imparare a vivere, ammoniva già Seneca e pure il festival di Sanremo può essere utile, con i suoi refrain, a scuotere le nostre apatie. Credete in ciò che fate, fate ciò in cui credete, suggeriscono i saggi. In questi giorni, girando per la provincia, avvicinando tanta gente per promuovere l’Aido, continuiamo a ricevere tante gratuite lezioni d’amore, nuovi stimoli, cogliamo altre occasioni per continuare in quella grande sfida quotidiana che è la missione di guardare “Al di là di noi stessi”. Io stesso sto incontrando straordinari maestri di umanità, che mi accompagnano a cogliere le sfumature del tempo, a vagare – mai invano – da pensiero a pensiero. Con loro accanto è facile stupirsi per le meraviglie della natura, per la incommensurabile grandezza PRIMAVERA: Il ranuncolo coperto di rugiada (Foto di Roberto Costa) dell’uomo, “piccolo atomo dell’universo”, e con ciò cogliere anche l’ingenuità della nostra felicità. C’è profonda serenità, grande spirito di condivisione, di attenzione all’altro, in tutto ciò, grande gioia di vivere, di continuare a vivere, nella chiara consapevolezza che il mondo prende i nostri colori. Siamo noi a dipingere di colori, o a immergere nel nero-pece, la realtà in cui viviamo. Sentiamo di avere un dovere. Dobbiamo dominare il tempo, colorandolo di atti giusti, dipingendo il mondo con i colori della speranza. Dobbiamo sforzarci e rifiutare di immergerlo nel grigiore della rassegnazione. Ogni incontro, ogni dibattito, ogni confronto ci rafforza, diventa una nuova iniezione di speranza, che ci proietta nella vertigine del dono, convinti che dare agli altri è arricchire se stessi, convinti che la vita serve se è un dono, se è vissuta con coraggio ed ottimismo, provando la gioia di essere vivi. È così che seguiamo le ragioni del cuore, per dirla ancora con Biagio Pascal; è imparando a “contare i nostri giorni che giungiamo alla sapienza del cuore”. C’è l’incipit di una poesia di Salvatore Quasimodo che mi torna prepotentemente in mente, in questi giorni, forse anche mi tormenta. Dice: “Ognuno sta solo sul cuor della terra/ Trafitto da un raggio di sole/ Ed è subito sera”. Ma non può essere l’inquietudine della solitudine a dominare i pensieri se si riesce a condividere l’entusiasmo generatore che anima tante associazioni di volontariato, attive nei nostri paesi. Claudio Baglioni canta: “A volte più che di un mondo nuovo c’è bisogno di occhi nuovi per guardare il mondo”. Forse ha proprio ragione. 3 Editoriale ABBIAMO REALIZZATO UNA BUONA INIZIATIVA EDITORIALE PER IL TRENTENNALE DELL’AIDO VICENTINA di Bruno Zamberlan LA SITUAZIONE DEI TRAPIANTI PER IL 2006 IN ITALIA E NEL VENETO Qualche amico ha proposto di dedicare questo numero di Rivivere, in edizione speciale, al trentennale dell’Aido Vicentina. Senz’altro una buona idea, sia per un doveroso ringraziamento ai tanti volontari che in questi anni si sono prodigati a favore dell’Associazione e della comunità, sia per fare opportuna memoria di un percorso che, dagli anni iniziali piuttosto difficili per gli aspetti organizzativi e per la delicatezza del messaggio trasmesso, si è via via trasformato in un movimento di opinione e di cultura solidale fra i più rilevanti della Provincia, se non, almeno quanto ai numeri, al più rappresentativo e diffuso degli ultimi decenni. Il Consiglio Provinciale e la Redazione, tuttavia, hanno ritenuto di non doversi rinunciare neppure una volta alle rubriche specifiche che da molto tempo fanno parte integrante ed insostituibile di questo notiziario. Vale a dire: l’argomento del giorno, che pensiamo possa attrarre maggiore attenzione ed essere utile ai nostri iscritti; i fatti e le testimonianze dei trapiantati; gli incontri con gli studenti; la vita dei gruppi comunali. Si è deciso allora, all’unanimità, di lasciare un segno che possa dare un’attestazione durevole nel tempo: raccogliere e stampare i “pezzi” che Giandomenico Cortese immanca- 4 Due stupendi narcisi (Foto di Roberto Costa) bilmente negli ultimi vent’anni ha donato a Rivivere e all’Aido. Ne è uscito un bel volumetto che, nelle pagine che seguono, presentiamo a tutti i soci ed alla comunità vicentina, sostenuti ed incoraggiati dai giudizi lusinghieri di chi ha avuto l’opportunità di leggerlo: uomini di cultura, volontari, semplici cittadini. A coloro che ci seguono e ci sostengono rivolgiamo un caldo invito. Leggete il libro “Al di là di noi stessi” di GD. Cortese, un libro che vale. Centro Nazionale Trapianti IL CENTRO NAZIONALE TRAPIANTI HA RESO NOTO L’ATTIVITÀ DELLA DONAZIONE DEGLI ORGANI PER IL 2006 Il Centro Nazionale Trapianti ha reso noto l’attività della donazione degli organi per il 2006. Possiamo affermare con grande soddisfazione che l’anno appena trascorso conferma nella sostanza i dati del 2005 che era stato di valore assoluto. Il che è già una buona notizia. Ma la prospettiva più evidente da sottolineare – almeno per noi associazione, votata all’informazione ed alla sensibilizzazione – è che le opposizioni alla donazione sono diminuite un po’ ovunque, anche nelle regioni del Sud, dove peraltro gli indici sono ancora superiori al 30 e 40%. Il Veneto, fra le grandi regioni, ha la percentuale più bassa di rifiuti, il 20,1%. Diminuzione che va considerata con le dovute eccezioni, derivate più dal campione assunto come base di calcolo (per milione di abitanti), che non dall’effettiva realtà. Facciamo un esempio: la Provincia Autonoma di Trento (456 mila abitanti) ha nel 2006 il 25% di opposizioni; l'anno precedente era a zero. È stato sufficiente il rifiuto di uno su quattro per ribaltare la situazione. Il campione dovrebbe essere assunto su una base più larga ed omogenea. Ci sono per questo in Italia i tre grandi centri di collegamento interregionali. Per noi il NITp, Nord Italia Transpland. Nella nostra Provincia si registra una continuità positiva. Ne è una chiara evidenza le tabelle che riportiamo qui e più in particolare il dato sul prelievo delle cornee, che ci ha fornito la Fondazione Banca degli Occhi di Mestre cui affluiscono anche i nostri ospedali. DONAZIONE DELLE CORNEE NEL 2006 NELLA PROVINCIA DI VICENZA Ospedale Donazioni nel 2006 VICENZA 484 NOVENTA VICENTINA 18 ARZIGNANO 68 MONTECCHIO MAGGIORE 2 THIENE 26 SCHIO 10 BASSANO DEL GRAPPA 145 ASIAGO 10 763 Totale Fonte: Fondazione Banca degli Occhi – Mestre Comunicazione e Relazioni Esterne dr. Alessandra Romanici 5 Al di là di noi stessi AL DI LÀ DI NOI STESSI TRENT’ANNI DI AIDO A VICENZA “Al di là di noi stessi” è una iniezione di speranza, il ricordo di trent’anni di Aido a Vicenza, attraverso una piccola antologia di pensieri sparsi, riflessioni e commenti raccolti dalle pagine di “Rivivere”, la rivista dell’associazione, sulla storia e le prospettive della cultura della donazione e dei trapianti nel nostro Paese. È la sintesi con cui l’Editore Tassotti presenta il libro del dr. Giandomenico Cortese, giornalista professionista, attualmente caposervizio de Il Gazzettino, il quotidiano del Nordest. Il Consiglio Provinciale dell’Aido Vicentina e l’Autore, che è il direttore responsabile di “Rivivere”, hanno voluto lasciare un segno della presenza trentennale della nostra associazione. Ed insieme si è voluto presentarlo alla comunità, seguendo il percorso storico dalle iniziali adesioni e dalle prime costituzioni dei Gruppi comunali e poi della Sezione Provinciale nel 1976: – ad Asiago, nella sala consiliare del Comune, il 4 gennaio 2007, con gli interventi del dr. Sergio Frigo, responsabile del settore cultura del Gazzet- Il folto pubblico presente tino, del sindaco Andrea Gios, dello scrittore e nostro socio Mario Rigoni Stern. Asiago, primo gruppo costituitosi in Provincia nel 1973; – a Vicenza il 2 febbraio, al Gallaforum della storica Libreria Galla, con la presentazione del maestro Bepi De Marzi e gli interventi del Vescovo Emerito mons. prof. Pietro Nonis, L'autore G.D. Cortese 6 del prof. Fernando Bandini, presidente dell’Accademia Olimpica, del dr. Cesare Galla, caposervizio delle pagine culturali del Giornale di Vicenza, dell’avv. Mariano Galla, presidente della spa; – a Bassano, in marzo, ospiti del Rotary Club, con gli interventi del dr. Giampiero Mattarolo, della dr. Carla Giordano, dei presidenti Aido, Zamberlan; RDS, Bombieri; Admo, Moro; – a Sandrigo, per iniziativa dell’avv. Michele Benetazzo, presidente nazionale delle Pro Loco, delle associazioni di volontariato e del nostro Gruppo, con l’intervento del prof. Pasquale Piccinni. Sulle altre iniziative in programma, daremo riscontro nel prossimo numero di Rivivere. Tutti gli incontri sono stati di ampia partecipazione. Molto positivi i giudizi e le recensioni: ne riportiamo in appresso alcune voci. Il libro è stato inserito nella biblioteca dell’Accademia Olimpica di Vicenza al nr. 18864 del 10.01.07, collocazione VIC.A.207 e nella Biblioteca Bertoliana di Vicenza. La redazione Al di là di noi stessi “Il desiderio della luce” di Bepi De Marzi* dalla presentazione del libro di G.D. Cortese al Galla Forum, a Vicenza * poeta e musicista “Un altro inquietante Natale è alle porte e induce alla straordinaria avventura; la ribellione dell’esistere: è il miracolo della nostra libertà”. Era il dicembre del 1991. Bush padre preparava la prima guerra nel deserto (perché la guerra, per i Bush pare un vezzo di famiglia) e Giandomenico Cortese confidava ai soci dell’Associazione dei donatori di organi la sua angoscia. “Il miracolo della nostra libertà...”; e subito aggiungeva “Ma quale senso può avere tutto ciò se non siamo capaci di vivere in solidarietà?” Questi sono trenta interventi meditativi nel semestrale dell’Associazione. E io non so quali effetti abbiano ottenuto tra i soci. Parlare di solidarietà a chi si è associato proprio nella donazione solidale è come, per usare una frase di monsignor Dalla Libera “predicare la purezza e il sacrificio alle donne di messa prima”. Ma più avanti, nella meditazione del 1991, si legge: “Dice bene, e ci scuote, il vescovo Nonis che scrive: - Dopo un primitivo, iniziale slancio, si assiste a una specie di rientro individualistico, riemerge una sindrome da indifferenza o egoismo”. Trenta righe ogni sei mesi, alla fine di maggio e in dicembre, prima di Natale. E il momento dell’anno, lo si nota piacevolmente, influenza il linguaggio, il contenuto, e spinge alla ricerca delle opportune citazioni. Un altro Natale, allora, del 1989. Scrive Cortese: “È di nuovo Natale, inquietante Natale, segno di speranza. Natale, un gran dono, fatto a povera gente, segno di riscatto, illuminato da una stella benedetta che ha condotto i Magi alla capanna, sulla quale, povera casa, scritte al neon, brillano due insegne: Solidarietà... Fiducia”. Si sa: i periodici delle associazioni escono quando possono, e sono il frutto del lavoro volontario, magari talvolta un poco ambizioso, di una redazione che spesso diventa la fatica disperata di una sola persona, si immagina il Presidente, che lavora per tutti. Così le date della pubblicazione estiva dicono di maggio, giugno, anche luglio, perfino settembre. Siamo lontani dal Natale, e si può facilmente appoggiare la meditazione sulle vacanze, sul riposo dal lavoro. E magari suggerire qualche lettura. Siamo a maggio del 1999: “In punta di piedi, riprendiamo il dialogo, e parliamo di Aido. Diventa, ogni giorno di più, affascinante lo sforzo di riallacciare tra noi quel filo d’oro dell’amicizia che ci aiuta a condividere impegni e ideali, ad andare oltre...”. E Cortese sottolinea le difficoltà per avere una legge che faciliti i trapianti, che ne liberi la pratica, che sottolinei e gratifichi finalmente l’impegno degli associati. È maggio, dicevo, e anziché augurare l’ovvio delle buone vacanze, o indirizzarle con leggerezza, invita a leggere Montale: “Ho riletto in questi giorni un attualissimo Eugenio Montale. Nei suoi versi tutte le immagini portano scritto... -più in là-. Penso – scrive il poeta – che per i più non sia salvezza...”. E Cortese aiuta i suoi lettori a cercare la chiave nella non sempre facile scrittura poetica. E commenta: “Il desiderio della luce non si estingue. È un po’ il nostro tormento, quello di chi lavora come fa generosamente l’Aido, da anni, per divulgare la cultura o la sensibilità del dono”. E prosegue con la citazione di Montale: - Portami il girasole impazzito di luce... portami il girasole ch’io lo trapianti...-". Così, la meditazione prima dell’estate, o nell’estate, diventa un abbandono alla speranza con la poesia. Niente, dunque, è ovvio, in questi interventi semestrali destinati ai soci. E nello stesso anno, il 1999, propone a Natale un altro grande poeta, Mario Luzi, proprio il senatore a vita nominato da Ciampi, per il quale Berlusconi, come il pavido don Abbondio, ha chiesto in giro: “Ma chi sarebbe costui, che Ciampi vuol fare senatore al posto del mio amico Apicella o di Mike Bongiorno?” Cortese definisce Mario Luzi “il nostro maggior poeta contemporaneo”: – C’è nel tempo qualcosa che mi affligge, il tempo degli umani; per loro, Padre, lo hai creato, a loro hai dato di crearne, di inaugurare epoche e di chiuderle... Io, dal fondo del tempo ti dico: la tristezza è forte nell’uomo, invincibile...-. E Cortese commenta: “Dolente invocazione. Non tutti sentiamo la tristezza del tempo che ci sfugge dalle mani...”. E con sensibilità delicatissima passa al Salmo 90: “Tutti i nostri giorni svaniscono, finiamo i nostri anni come un soffio...”. In queste pagine troviamo Turoldo, Mazzolari, Einstein, Gandhi, anche il poeta dialettale bassanese Pistorello, poi il nostro indimenticabile Faggin; e Cortese invita a cercare nelle pubblicazioni della vicentina Locusta: poeti, poeti e ancora poeti, scrittori di tutto il mondo, figure esemplari, celebri e meno conosciute, cercatori di pace, illusi della bontà della gente, sereni uomini di fede, ma anche anime inquiete, e ancora Turoldo, soprattutto, soprattutto Turoldo, il frate dei Servi di Maria per il quale il nostro vescovo Nonis, quando è morto nel 1992, ha scritto: “È stato servo di Maria e di nessun altro”. Questo libro viene proposto con ammirevole semplicità, in veste tipografica non certamente pretenziosa; abituati come siamo alle sovracoperte, alle copertine cartonate, alle rilegature tatuate, al peso della carta che pare anch’essa 7 Al di là di noi stessi cartone patinato o pergamena da onorificenze, carta, però, che in questo caso avrebbe potuto, date le dichiarazioni di economicità, essere meno algida, più sottile, più corrente. Ecco. I caratteri sono un poco grigetti, poco incisivi, non molto adatti alla terza età, ai miei coetanei, anche a quelli che hanno i capelli tinti di rosso-andropausa... ma, si sa, i vecchi sono stati aboliti dal vocabolario, come gli anziani, che adesso si chiamano “diversamente maturi”. Ma questo è un libro d’amore, dove l’amore procede curiosamente a ritroso, è stampato, come è scritto nelle presentazioni, con gli interventi di Cortese dal Natale del 2006 al gennaio del 1989, per terminare con la felicità dell’acqua: le presentazioni! ma queste sono leggibili subito, comprensibili, brevi e generose. Noi che spesso subiamo, in libri di questo genere, che vengono dal mondo del volontariato, noi che subiamo la noia dei prefatori logorroici che si parlano addosso, dimostrando quasi sempre di non aver letto ciò che intendono presentare con inimmaginabili acrobazie linguistiche: per questo libro d’amore ci sono sol- tanto tre opportuni e gradevoli pensieri iniziali, uno del vescovo Nonis, uno del presidente Zamberlan e uno, come ho detto prima, dello stesso autore. E ora voglio ringraziare l’Altissimo, ma proprio l’Altissimo, il Signore dei cieli che protegge i lettori appassionati, anche se spesso non riesce a salvarli dalla valanga delle autobiografie. Qui, in questo luogo, che io chiamo luogo della sapienza, dell’ intelligenza, dell’armonia, dove mi emoziono ogni volta che ci metto piede e cuore, dove vorrei respirare soprattutto la sincerità della poesia, qui si dovrebbe allestire uno scaffale con su scritto “Vanità degli illetterati”, con le autobiografie, soprattutto quelle dei politici mancati, dei politici decaduti, dei pensionati della politica e affini. Ma ci aspettiamo anche “Le memorie di un bocciofilo, poi del cicloturista, del cercatore di tartufi, dell’esperto nelle varietà del tarassaco..., poi, naturalmente, il dialetto, che pare diventato il nostro futuro culturale, la nostra rivendicazione devoluzionata. Tra le pagine di questo libretto, mi permetto di dire anche libretto, ora, ci Presenta Bepi De Marzi 8 sono foto d’autore molto suggestive, soprattutto foto d’acqua e di luce. E si deve sostare subito, in silenzio sospeso, alla riva di mezzogiorno del Lago di Fimon, il nostro unico, malinconico lago vicentino, se si escludono i laghetti delle trote a peso per i finti pescatori, laghetti formati dallo scempio delle cave di ghiaia dell’autostrada Valdastico, e da quelli che si formeranno dopodomani con il proseguimento della stessa autostrada che distruggerà il Basso Vicentino, che ora si chiama graziosamente Area Berica. Autostrada diversamente utile, allora. Guardatelo e amatelo, il lago di Fimón, con i segni delle colture, con la collina che sale subito a Pianezze, a Villabalzana davanti a Lapio. Non ci sono proverbi, in questo libro. Non ci sono proverbi di comodo, ma c’è molto di più: ci sono, come ho detto, pagine e pagine ricche di affascinanti citazioni. Da un giornalista ci si aspetterebbe anche un po’ di cronaca. E la cronaca si legge qua e là, leggera, allusiva, rassicurante: A pagina 61, per l’estate del 1995, si legge: “Il clamore della cronaca. L’enfatizzazione della notizia. Talora è utile: - Franca Fendi dona un rene per salvare il marito... Trapianto: atto d’amore di Franca Fendi...- “I titoli dei giornali, nella pigra calura ferragostana, affrontano un tema abitualmente passato sotto silenzio. Una volta tanto, il mondo dell’alta moda non gioca sull’effimero”. E a pagina 65, nel luglio del 1994, leggiamo: “Nel dolore, qualche buona notizia, ancora gesti di umanità. Un ragazzo di Romano, Matteo, 16 anni, esuberante e felice, stroncato da un fatale incidente, nell’ora dell’euforia più accesa per i successi dell’Italia calcistica. La tristezza si carica nel cuore. Ma il coraggioso gesto della madre, già prova- Al di là di noi stessi ta nella sofferenza, vedova da anni, che autorizza l’espianto del cuore, polmoni, reni e cornee, ridà fiducia e acconsente alla vita di avere il sopravvento... Cronaca e tenerezza, linguaggio affettuoso, quasi da libro Cuore, adatto certo a chi legge il periodico, e qui sta l’umiltà e la bravura e la generosità di Cortese, ma insieme, anche linguaggio ricercato, per un effetto che sia perfino poesia nella speranza: “La tristezza si carica nel cuore...”. A metà del libro, con insistenza, Cortese si chiede, ci chiede, chiede a nome di tutti: “E io, cosa posso fare?” Passa dalla malinconia alle piccole felicità. Scrive “La vita serve se è un dono, se è vissuta con coraggio e ottimismo, provando la gioia di essere vivi”. E ci chiediamo allora, qui, subito: “E io, cosa posso fare?”. q ≠≠≠≠≠≠≠≠ Presentata ad Asiago l’antologia “I trent’anni dell’Aido” nel libro di Cortese Per la ricorrenza del trentennale di fondazione dell’Aido di Vicenza è uscita una bella antologia, un’edizione semplice e maneggevole, che ripercorre l’attività svolta, presentata l’altra sera ad Asiago. La raccolta degli interventi di Giandomenico Cortese, direttore responsabile della rivista “Rivivere” e capocronista del Gazzettino di Bassano, è un omaggio e un dono a quanti partecipano solidarmente alle speranze e alle sofferenze con gesti di altruismo. Come evidenzia monsignor Pietro Nonis, il testo appare come un vero dono, un insieme di pagine che danno fiducia. Ed è proprio il tema della gratuità Il grande vecchio con il nostro autore del dono a sottendere la trama dei testi, nel linguaggio semplice ma denso di significati e di profondi valori umani. Lo stesso presidente provinciale dell’Aido, Bruno Zamberlan, ammette che «la natura del messaggio trasmesso è di per sè estremamente delicato, di non elementare divulgazione, di non agevole assimilazione”. Ma tale compito è stato assolto con entusiasmo e dedizione da Giandomenico Cortese, che per vent’anni nel suo pezzo del notiziario dell’associazione ha fatto anche opera di sensibilizzazione. I contenuti dei testi riguardano spesso la solidarietà, il dono, la condivisione, ma soprattutto la speranza, tematiche estremamente attuali di cui abbiamo tanto bisogno. Il pregio della raccolta è quello di trattare anche argomenti universali e spunti di riflessioni sia per il laico che per il credente. Il linguaggio è semplice, ma non i contenuti, estremamente profondi e impegnativi. I diversi interventi sono legati da un “filo d’oro”, quel filo che l’autore definisce «di amicizia, che ci aiuta a condividere impegni e ideali, ad andare oltre in quel tormentato protendersi verso un traguardo». È significativo l’articolo più recente, “In cordata intreccio di nodi e di mani per vivere”, che apre l’antologia. Inizia con una breve poesia, che potrebbe essere un gioioso inno universale alla pace: «L’aurora inonda il cielo/ Di una festa di luce/ E riveste la terra/ Di meraviglia nuova/ Fugge l’ansia dai cuori/ S’accende la speranza:/ Emerge sopra il caos / Un’ iride di pace». E nel “filo d’oro” Cortese non perde mai di vista la missione dell’Aido che è «alimentata di grandi opere, di numeri rilevanti, di amicizia sincera, di eticità». Ma l’Aido alimenta soprattutto il senso della felicità condivisa e il rispetto profondo per la vita e la morte. L’articolo del ‘92 che presta il titolo all’antologia “Al di là di noi stessi” tocca il cuore di ogni persona sin dall’esordio «Vita e morte si intrecciano in un instancabile duello. Il dolore si intreccia con l’amore. È la meravigliosa vicenda umana. Certo, conservare la speranza quando si soffre non è facile». E Cortese offre pure la propria 9 Al di là di noi stessi ≠≠≠≠≠≠≠≠ Cortese, articoli per dare alla vita il senso del dono Da sinistra: Mario Rigoni Stern, G.D. Cortese, Andrea Gios, Sergio Frigo, Bruno Zamberlan concezione del valore della persona e della vita, come esempio riporta l’efficace immagine dell’articolo “Oltre i confini” del giugno ‘92: «A me piace pensare all’uomo che vive di immaginazioni, più che di logica. Un uomo che vive di affetti, oltre che di cultura. Un uomo che rischia, pur di non perdere la propria stoffa umana, che rifiuta la fredda logica del possesso, la cultura della contraddizione. È difficile oggi anche solo parlare, non ancora credere, nel dono». da “Il Gazzettino”, Lucia Fincato Asiago: la sala consiliare 10 “La vita serve se è un dono, se è vissuta con coraggio e ottimismo, provando la gioia di essere vivi». Una riflessione che è uno stile di vita, un pensiero da articolare quotidianamente nel lavoro e nelle relazioni personali. La citazione riflette la personalità di Giandomenico Cortese, collega giornalista a Bassano, che anima così una delle sue riflessioni dopo un’assemblea provinciale Aido, per la quale dirige il periodico “Rivivere” e cura il dialogo con i lettori. In occasione del 30^ dell’associazione che opera per sensibilizzare alla donazione di organi e tessuti, gli editoriali di Cortese sono stati raccolti in un volumetto intitolato “Al di là di noi stessi”, Tassotti editore, che viene presentato oggi al Gallaforum di Vicenza, con interventi del Vescovo emerito Pietro Nonis e del musicista Bepi De Marzi. Introduce Cesare Galla, caposervizio delle pagine culturali del nostro Giornale. In un pensiero mai sotterraneo e rivolto ai giovani, Cortese si proietta nel futuro aggiungendo ad un ogni passo un aggettivo in più sulla parola “dono”. La solidarietà pervade vent’anni di scritti in cui si oscilla tra la prevalenza della scienza sulla filosofia, tra la forza dell’entusiasmo e quella della ragione, tra laicità e religione: il tutto per motivare, continuamente, l’invito a coltivare la speranza che domani possa accadere qualcosa di bello e potente. Come ricevere o donare un organo che garantirà salute ad uno sconosciuto. Una volta Montale («i nostri animi arsi/in cui l’illusione brucia/un fuoco pieno di cenere/si perdono nel sereno/di una certezza: la Al di là di noi stessi luce») e una volta l’alpino bassanese Gino Pistorello («né sono/né campane/ma silenzio/e un desiderio grando/immenso/de luxe: cussì nasseva l’alba») accompagnano l’autore nella lettura dello stupore per i piccoli misteri e le grandi gioie di ogni giorno. Siano esse la mano di un amico o l’alba che sorge. Cortese riflette anche sui fatti di cronaca: su come e quando la donazione guadagna grandi titoli, ovvero la stilista Franca Fendi salva il marito con uno dei suoi reni o i figli di Pietro Barilla ad un anno di distanza dalla morte del padre vanno a donare il loro midollo osseo; su come e quando proprio qui a due passi da casa si compie il miracolo di un sedicenne, vittima di un incidente che rivivrà in quattro diverse persone grazie all’espianto di cuore, cornee, reni e polmoni autorizzato dai genitori. Gli editoriali di “Rivivere”, oltre che un esempio di giornalismo onesto e positivo, sono una sollecitazione continua a dimenticare il sé in nome degli altri, come sottolinea anche Nonis nella sua prefazione. L’epilogo è affidato ad una breve storia dell’Aido vicentina, presieduta da Bruno Zamberlan, che dal 1976 ad oggi è una delle più attive d’Italia, prima in Veneto per numero di iscritti: quasi 44 mila. da “Il Giornale di Vicenza” (n.m.) ≠≠≠≠≠≠≠≠ “Amore al di là di noi stessi – L’associazione ha costruito pagine inconfondibili del Vangelo della vita” «È un libro d’amore Al di là di noi stessi, quello scritto dal giornalista Il libro di Cartese presentato a Sandrigo Giandomenico Cortese». Così l’ha definito Bepi De Marzi in occasione della presentazione dell’opera al “Gallaforum”, agli inizi di febbraio, alla presenza di personalità di spicco della cultura vicentina. Il testo, edito da Giorgio Tassotti e scritto nel ricordo di trent’ anni di attività dell’ Aido vicentina, raccoglie alcune riflessioni dell’ autore, ricordi, testimonianze di dedizione verso l’altro, autentiche lezioni di amore, pubblicati nel corso degli anni sul tema della vita e della donazione nella rivista Rivivere, il notiziario semestrale dell’ Aido vicentina, da vent’anni utilissimo strumento di informazione e collegamento con decine di migliaia di soci. L’opera. è arricchita da citazioni di autori antichi e contemporanei (Seneca, Primo Levi, Montale, Mario Rigoni Stern,...) che nei loro scritti e versi hanno esaltato in varie forme la speranza, l’amore per la vita, lo stupore e la gioia di vivere. L’Aido, afferma Cortese nel suo libro, ha una grande forza: non solo depone in noi il seme dell’amore, della donazione, della solidarietà, della gioia della vita, ma ci insegna anche la grammatica del linguaggio d’amore. “Si parte sempre da un’esperienza amara, di sofferenza, di malattie, di solitudini, di incomprensioni devastanti nel corpo e nell’anima, e si impara la comunicazione d’amore, il dialogo con gli altri. Riusciamo, così, ancora ad abbracciarci e donarci reciprocamente”. L’opera è impreziosita dalle affascinanti fotografie di Cesare Gerolimetto e dell’ asiaghese Roberto Costa, che cantano la vita attraverso splendide immagini dell’acqua, della luce e della natura. «Siamo noi che possiamo dipingere di colori la realtà che ci circonda – ha affermato Cortese nel corso dell’incontro –, con la nostra solidarietà e l’amore verso il prossimo». «L’umiltà e la generosità di Giandomenico Cortese, da anni volontario dell’ Aido, sta proprio nel saper raccontare la “cronaca” con il sentimento della “tenerezza”», ha detto il poeta e musicista Bepi De Marzi. Per lo scrittore Fernando Bandini, intervenuto alla presentazione del libro, «una commozione straordina- 11 Al di là di noi stessi ria, sincerità degli affetti, limpidezza ed eleganza nella scrittura, convivono perfettamente in queste pagine che raccolgono idee, pensieri che l’autore, prima di offrire al lettore, ha vissuto intensamente nell’intimo del suo cuore». «Cortese ci aiuta a guardare all’umiltà di coloro che donano e di coloro che continuano a vivere oltre i confini della vita», ha sottolineato il Vescovo emerito di Vicenza Pietro Nonis che ha scritto una parte introduttiva nel libro. Alla fine dell’incontro, Bruno Zamberlan, infaticabile presidente dell’ Aido provinciale e fautore dell’idea di offrire alla stampa la raccolta di tanti preziosi ricordi, ha tracciato l’attività dell’ Aido vicentina, prima sezione del Veneto, che conta circa quarantaquattromila iscritti: «A Vicenza – ha precisato –, ormai abbiamo emesso più di cinquantatremila tessere sociali. Lo scorso anno, abbiamo cercato di sensibilizzare i giovani, parlando di donazione degli organi a ben seimilacinquecento studenti delle scuole medie inferiori e superiori. “Se Vangelo vuol dire buon annuncio, buona novella – scrive Cortese – con l’Aido, nella sua opera, abbiamo veramente costruito delle pagine inconfondibili del Vangelo della vita”. da “La Voce dei Berici”, settimanale della Diocesi di Vicenza, Elodia Bernardini ≠≠≠≠≠≠≠≠ Altre testimonianze: Leggo con viva soddisfazione il bel volume di G.D. Cortese da voi meritoriamente pubblicato. Vi ringrazio 12 dell’attenzione e, sempre attento al nobile operato dell’Aido, auguro ogni desiderato bene. Pietro Nonis v.e. Ringrazio con viva partecipazione per la pregevole e ampia pubblicazione. Dr. Sandro Caffi, direttore generale Ulss 4 “Alto Vicentino” Posso dire anch’io che con l’Aido abbiamo costruito pagine inconfondibili del Vangelo della vita. Questo assunto risulta chiaro nel bel libro di Cortese. Vi sono vicino e mi complimento per il lavoro fatto e per lo spirito del dono. Prof. Remigio Verlato La ringrazio molto per il gradito libro. Colgo l’occasione per ringraziare lei e l’Associazione per quanto fate a favore delle persone ammalate, condividendo con loro la fatica del quotidiano, insieme al coraggio di guardare avanti ed accettare le grandi sfide. Dr. Eugenio Fantuz, direttore sanitario Ulss 6 “Vicenza” Grazie per questo libro, perché mi permette di condividere il vostro grande impegno come associazione e come persone. Il libro penso sia l’espressione di quel dono che noi facciamo agli altri con il nostro impegno di volontari, ma è sicuramente occasione di ricchezza che riceviamo e che fa bene al nostro cuore. Maria Rita Dal Molin Il volume, elegante, ben composto, armonioso, è un gioiello: per le finalità altissime che intende celebrare e per i contenuti poetici ed artistici di prima classe. Il libro è da tenere sul comodino: stabile. È anche da regalare; vale molto di più di un vaso di fiori o di una scatola di cioccolatini. Gianna Gaspari Ho ricevuto un delicato omaggio, tanto gradito ed apprezzato. L’ho sfogliato subito con piacere e vi ho percepito tutta la profonda sensibilità del vostro animo nell’esporre i sentimenti di un così nobile scopo umanitario. Milena Cunico Un libro piacevole anche da tenere in mano; da sfogliare per ammirarne le splendide fotografie e scorrerne gli eloquenti titoli. Le intuizioni, le riflessioni, le analisi, le colte e significative citazioni che vi si trovano...tutto raggiunge la mente e il cuore del lettore e lo stimola a “conoscere, capire, agire”. Un libro da leggere piano, piano, come un vero “Vangelo della vita”, per comprenderne il senso e il mistero. Il mistero del dolore; il mistero della felicità. Felicità di essere colti dalla “sorpresa di essere vivi”; felicità di essere “in cordata, intreccio di nodi e di mani per vivere”; di vincere l’indifferenza e l’egoismo; di “sperimentare l’emozione collettiva dell’ Aido”; di scoprire la capacità di donare con un’audacia prudente; una prudenza audace”; di vivere Natali di speranza e di armonia; di “volare sulle ali della libertà”. Felicità ancora di trovare un “piccolo spazio verde dove poter cadere in ginocchio”. Di trovare un’acqua che ci ristori e ci purifichi. Di ritagliarsi il tempo per sognare, per amare, per vivere...”Al di là di noi stessi”. Grazie, dottor Cortese, d’aver scritto questo libro, pregno di spiritualità: ce n’era bisogno in un tempo così arido. Lia Bordignon L'argomento PROGRAMMA DI RESTITUZIONE PER LE FAMIGLIE DEI DONATORI DI ORGANI E TESSUTI In applicazione della Legge 91/99 “Disposizioni in materia di prelievi e trapianti”, il Sistema Regionale per i trapianti del Veneto ha organizzato dal 2004 un programma di assistenza psicologica ai familiari dei donatori d’organi. È un aspetto molto importante che va conosciuto e valorizzato. Abbiamo chiesto di saperne di più direttamente al Centro Regionale Trapianti, che ci ha inviato l’articolo che segue e che ringraziamo molto cordialmente. La relazione tra i familiari del potenziale donatore e gli operatori sanitari costituisce uno dei nodi chiave del processo di donazione. Infatti, l’attuale legislazione italiana prevede che, in mancanza di una espressione di volontà in vita, siano i familiari prossimi coloro che hanno il diritto ad autorizzare o impedire il prelievo di organi e di tessuti a scopo di trapianto. Tuttavia, nella pratica, non si può prescindere dal consenso dei congiunti anche nel caso in cui il potenziale donatore si sia dichiarato in vita a favore della donazione. La scelta di donare è influenzata sia da fattori culturali, religiosi e sociali, sia da aspetti contingenti, quali i sentimenti scatenati dalla perdita di una persona cara e la qualità delle comunicazioni e delle relazioni instaurate con il personale sanitario. Infatti, i familiari si trovano ad affrontare emozioni complesse e scelte delicate e il ruolo degli operatori risulta centrale nell’accompagnarli a comprendere il senso della morte del loro caro, nell’accogliere le reazioni legate alle prime fasi del processo del lutto, nel condividere tra tutti i membri una decisione consapevole rispetto alla donazione e rispettosa della volontà del loro caro. Il primo aspetto, la comprensione della comunicazione della diagnosi di morte secondo criteri neurologici, costituisce una informazione difficile da comprendere sia da un punto di vista cognitivo che affettivo. Richiede la capacità di integrare i segni esteriori di vita sul corpo del familiare (impressione che stia respirando, percezione di calore corporeo e di colore sul volto) con la consapevolezza della cessazione irreversibile di tutte le funzioni dell’encefalo. È fondamentale che la comunicazione sia chiara e coerente e che i familiari sentano di poter esprimere tutti i dubbi e le incertezze che tali comunicazioni spesso suscitano. Le basi per un rapporto di fiducia si pongono, però, molto prima della proposta di donazione, già durante il ricovero del paziente, quando la famiglia può percepire il personale come competente, chiaro nelle comunicazioni e umano nella relazione o, viceversa, come contraddittorio, distaccato e sbrigativo. Di conseguenza, nel momento della comunicazione della diagnosi di morte si raccoglie, in un certo senso, l’eredità del rapporto costruito in precedenza. Un ulteriore tassello che contribuisce alla qualità della relazione tra familiari ed operatori è dato dalla capacità di questi ultimi di accogliere ed ascoltare le famiglie nelle loro reazioni, a volte anche violente, di incredulità, dolore e rabbia, senza giudicarle ma offrendo una presenza rispettosa, comprensione e ascolto. I due aspetti, ovvero la capacità di fornire informazioni chiare e coerenti e quella di offrire una presenza calda ed empatica, si rinforzano a vicenda, aiutando a costruire un rapporto di fiducia, che permette ai familiari di rivolgersi agli operatori anche nel momento della proposta di donazione. Al personale è affidato il delicato compito di stare accanto ai familiari in questo momento, di informarli della possibilità di donare, di guidarli nella presa di decisione rispondendo alle loro domande e chiarendo i dubbi e i timori che a volte suscita l’idea del prelievo. Il fine è quello di garantire loro la possibilità di scegliere in modo consapevole ma anche libero e spontaneo, senza pregiudizi né pressioni e condizionamenti. Solo così la decisione finale sarà la migliore per quella famiglia, derivante dalla certezza di aver interpretato correttamente la volontà e le idealità testimoniate in vita dal loro congiunto, in grado di lasciare dietro di sé serenità e conforto piuttosto che dubbio e ripensamento, che rischierebbero di interferire e aggravare il già delicato processo del lutto. L’incontro tra operatori e familiari si configura così come un’occasione in cui gli uni possono far sentire agli altri che c’è condivisione e solidarietà anche nella perdita, gettando le basi affinché la famiglia riesca a superare il proprio dolore individuale e trasformarlo in speranza di vita e in opportunità per loro stessi oltre che per gli altri. Il programma In accordo con la Legge 91/99 “Disposizioni in materia di prelievi e trapianti di organi e tessuti”, il Sistema Regionale per i Trapianti del Veneto ha affidato ai 21 Coordinatori Locali il processo di procurement. Fra i compiti dei Coordinatori Locali, vi è quello di curare i rapporti con le famiglie dei donatori e di occuparsi degli aspetti psicologici della donazione. Per ottenere questi obiettivi, il Centro Regionale per i Trapianti del Veneto include uno psicologo clinico all’interno del team multidisciplinare e prevede, nell’ambito delle proprie 13 L'argomento attività, un programma per l’assistenza psicologica dei familiari dei donatori di organi e tessuti. Il programma si propone di realizzare un adeguato accompagnamento delle famiglie durante le vicende che caratterizzano la perdita e si realizza sia mediante la formazione e il supporto delle équipe medico-infermieristiche implicate nel processo, che attraverso l’intervento diretto sulla famiglia. L’intervento sugli operatori mira a garantire a tutto il personale sanitario una adeguata conoscenza del processo di donazione-trapianto nei vari aspetti clinici, procedurali, organizzativi, tecnici, medico legali, psicosociali ed etici. Viene rivolta particolare attenzione agli aspetti comunicativi e psicologici, al fine di garantire agli operatori una conoscenza delle dinamiche emotive e relazionali che caratterizzano le reazioni alla perdita e il lutto e di fornire loro gli strumenti necessari per gestire lo stress emozionale che ne deriva. Il Centro Regionale per i Trapianti del Veneto prevede, inoltre, una disponibilità 24 ore al giorno del proprio personale per eventuali richieste di consultazione su situazioni particolarmente problematiche e/o sostegno ai Coordinatori Locali. Sono previste, inoltre, riunioni di supervisione clinica sull’attività svolta dal personale che gestisce l’attività di procurement. L’intervento sugli operatori prosegue con la restituzione puntuale sull’esito del processo, in termini sia di trapianti effettuati sia di informazioni sullo stato attuale della famiglia. Tale restituzione svolge la funzione di rinforzo e di riconoscimento per il faticoso lavoro svolto. Il programma, quindi, fornisce agli operatori una serie di competenze nella relazione con i familiari utili a prescin- 14 dere dalla decisione di donare o meno. Di conseguenza, anche ai familiari dei non donatori sono garantiti supporto e accompagnamento dall’équipe medico-infermieristica. Il programma regionale di assistenza alle famiglie è organizzato in modo da realizzare un accompagnamento della famiglia lungo tutto il processo della donazione, non solo rispetto all’esperienza di perdita e alla proposta di donazione, ma anche nelle fasi successive. Il momento della donazione è anche quello in cui si definiscono con la famiglia le modalità di restituzione, si chiarisce cosa possono sapere e si verifica il loro desiderio di sapere. È opportuno offrire ai familiari la possibilità di un colloquio insieme a chi ha gestito la comunicazione, a distanza di un mese circa dalla data del decesso, allo scopo di puntualizzare le informazioni, chiarire dubbi e idee erronee, verificare la comprensione dei concetti (morte con criteri neurologici), dare una restituzione sull’esito (informazioni relative al prelievo, allocazione, identità dei riceventi, che però vengono comunicate immediatamente in caso di esito negativo) e valutare il rischio di lutto patologico. In caso di situazioni complicate, il Coordinatore Locale può fare una segnalazione e richiedere un intervento specialistico al Servizio di Psicologia del Centro Regionale. Qualsiasi sia il tipo di donazione e qualunque sia l’esito, tutti i familiari che hanno dato l’assenso alla donazione hanno diritto ad un riconoscimento sociale (attestazione, lettera, ecc.), che deve essere unico ed autorevole (deve venire dall’Istituzione) e ha la funzione di esprimere rispetto e gratitudine per il valore sociale e civile della donazione. Risultati attività di restituzione alle famiglie A partire dal 01/04/2004, il Centro Regionale per i Trapianti del Veneto ha attivato un programma di restituzione alle famiglie dei donatori con l’obiettivo di comunicare un riconoscimento da parte dell’Istituzione e assicurare un follow-up dell’assistenza alle famiglie. Tale programma è reso possibile dal lavoro congiunto dei Coordinamenti, le Banche dei Tessuti e il CRT. Nel periodo di tempo compreso tra il 01/04/2004 e il 31/12/2006, il numero totale di donatori nella Regione Veneto è stato 742, di cui: 254 donatori multiorgano e multitessuto; 132 donatori multiorgano; 356 donatori multitessuto. Il numero totale di lettere inviate alle famiglie dei donatori della regione al 31/12/2006 è stato di 722. L’utilizzo della lettera ha consentito di raggiungere anche quei familiari che non avevano ricevuto un esito dal proprio coordinamento o non erano stati informati della possibilità di rivolgersi al Centro Regionale Trapianti per un sostegno psicologico. L’attività complessiva del Servizio di Psicologia Clinica, che comprende sia le richieste dei familiari in seguito all’invio della lettera sia quelle pervenute al coordinamento di competenza e poi riferite al Centro Regionale (anche prima del 01/04/2004), ammonta ad un totale di 228 interventi psicologici, così suddivisi: Nel corso degli incontri e dei contatti telefonici, le famiglie hanno comunicato attestazioni di gradimento rispetto all’assistenza ricevuta, all’invio delle lettere e al programma di supporto psicologico. L'argomento Ciò ha costituito un utile feedback sull’efficacia dei programmi di formazione e sulla qualità dell’assistenza fornite e ha confermato la validità della rete di sostegno creata intorno alle famiglie grazie all’attività coor- dinata del CRT, dei Coordinamenti e delle Banche. – dr.ssa Alessandra Feltrin, psicologa, psicoterapeutica, responsabile Area Psicologia e Formazione del Centro Regionale Trapianti del Veneto; – dr.ssa Veronica Buizza, psicologa, Centro Regionale Trapianti del Veneto; – dr.ssa Sara Pasquato, psicologa, Centro Regionale Trapianti del Veneto. PONDERAZIONI E SORRISI - modi di dire raccolti o ideati da Livio Binato - parte sesta * * * * * * * * * * * * * * L’albero si giudica dai frutti, l’uomo per quello che fa. Non è difficile vivere una vita retta e pulita, purchè tu ti ricordi di pensare prima di agire. Nessun giusto si è mai arricchito in fretta. Un uomo che legge ne vale due. Chi pensa di non aver tempo per fare un po’ di esercizio fisico, presto o tardi dovrà trovare il tempo per curarsi qualche malattia. La malattia, mentre segna, suscita anche amicizie, partecipazione. Arricchisce personalmente. Non bisogna disperare mai. La più grande paura è la paura. Come sarebbe triste novembre se non sapessimo che c’è la primavera. La prova migliore dell’amore è la fiducia. Il sorriso è una chiave segreta che dischiude molti cuori. È più facile tenere sulla lingua un carbone ardente che segreti altrui. Nell’era degli SMS il sentimento ha perso la parola. I cimiteri sono pieni di uomini che si ritenevano indispensabili. Non puoi piantare banane dove crescono i pini. 15 Riflessione Qualche riflessione attorno ad una parola: LA GENEROSITÀ di Giampiero Mattarolo Parlare di generosità in una rivista dell’A.I.D.O., che fa del dono il riferimento base dell’aggregazione, può essere anche fuori luogo. Donare un organo vitale è un fatto di così grande portata umana, che visto dall’esterno, cioè da persona non direttamente coinvolta, lascia persino sgomenti per i significati che trascina, di generosità, di riconoscenza e di continuità di vita. Tuttavia, forse, cercare di fare qualche riflessione su una parola così bella come, appunto, la generosità, non può trovare terreno migliore di quello che supporta, in modo così diffuso e convinto, l’azione dell’AIDO. La generosità è un atteggiamento nobile: l’etimologia fa derivare la parola da “genus” e quindi da “generosum”, cioè di stirpe, di buona e nobile stirpe; oggi diremmo: “di classe”. La nobiltà del generoso sta proprio in un comportamento più elevato, superiore alle aspettative. Consiste nel fare qualcosa di più di quello che è prescritto, di quello che sarebbe normale attendersi da una persona normale. Si può essere generosi in tante forme (Foto di Giampiero Mattarolo) 16 e in tante manifestazioni, anche verso se stessi. Ma la generosità richiama soprattutto un modo di essere in rapporto agli altri, un modo di percepire le loro aspirazioni, bisogni e desideri e di rispondere a questi al di là del diritto, delle regole o del normale comportamento. La generosità è un valore perché supera la rigidità delle relazioni e il contenuto di quei rapporti che ricercano una corrispondenza tra dato e ricevuto. È proprio questo superamento che porta quel valore aggiunto alle relazioni umane che fa crescere la qualità della convivenza e sviluppare positivamente le comunità. Con un atto di generosità si attua un disequilibrio tra le attese e le risposte, tra quello che si aspetta e quello che arriva, tra quello che si ha diritto e quello che si riceve. Ma si attua principalmente un atto di attenzione umana che può generare a sua volta attenzione, riconoscenza, perfino amore, attivando una crescente disponibilità reciproca. Questa reciprocità però, può avere in sé qualche aspetto non totalmente proprio della generosità e farla ritornare in una specie di formalmente nobile rincorsa o ricambio, che riporta l’atteggiamento entro un rapporto in qualche modo contrattuale. Esiste, infatti, non solo la generosità di chi dona: la generosità nel dare, ma anche la generosità di chi riceve quel dono: la generosità nel ricevere. Riconoscere e accettare la gratuità di una donazione non è sempre facile. Nel nostro modo di comportarsi e nelle relazioni sociali, c’è spesso questa esigenza di ricambiare. Se si riceve un atto di generosità: un regalo, una cortesia, un favore, ci si sente obbligati a ricambiare in modo conforme e commisurato all’atto stesso. Se un (Foto di Giampiero Mattarolo) medico, nostro conoscente e amico, ci visita un figlio senza chiedere la parcella, ci sentiamo in dovere di replicare con una regalo, subito o in occasione di una qualche festività. Il medico lo riceve e ringrazia. Per che cosa? Se un conoscente ci manda, con gli auguri di Natale un mazzo di fiori, ci sentiamo di dover rispondere in modo adeguato con un altro mazzo di fiori, subito o almeno al prossimo Natale. Il tutto può generare un girotondo di “grazie” che sarà anche divertente e formalmente in regola con le buone maniere, ma che ha pochino a che fare con la generosità. Anzi, può perfino succedere che, in questo gioco di corrispettivi, un dono ricevuto possa, per eccesso, mettere in imbarazzo chi lo riceve. Spesso un generosità “ricambiata” è come se non fosse accettata per la sua caratteristica di gratuità, ma si trasformasse in un formalistico rituale di eleganti corrispettivi. È pur vero che ogni atto generoso rimane, nella maggioranza dei casi, un arricchimento sia di chi lo compie, sia Riflessione del destinatario e sia anche, di tutto l’ambiente che li accoglie, ma ciò non toglie che i limiti e le motivazioni che spingono o giustificano il “dare”, possono condizionare, a volte anche pesantemente, la manifestazione autentica della generosità e con questa la crescita e lo sviluppo delle comunità. C’è poi un altro tipo di generosità, forse il più difficile da affrontare e mettere in pratica: la generosità mentale nel ricevere, che non attiene tanto allo scambio concreto di beni o di attenzioni, quanto ai contenuti delle relazioni tra persone che entrano in rapporto tra loro. Anche se siamo tutti convinti e continuamente affermiamo la necessità di un minimo di socialità che tenga lontana la solitudine, siamo più disponibili ad essere ascoltati che ad ascoltare, a convincere che ad essere attenti alle esperienze, alle opinioni e all’umanità degli altri. La nostra ricerca di rapporti è spesso tesa ad eliminare tutto quello che temiamo possa minacciare il nostro io costruito e appoggiato su un solido piedistallo di certezze. Ricerchiamo e selezioniamo, a volte, solo le conferme al nostro modo di essere. Tendiamo a proporre le nostre connotazioni, il nostro modo di pensare. Crediamo di avere delle “ricchezze”, semmai le (Foto di Giampiero Mattarolo) doniamo, ma facciamo fatica ad accettare risposte o ritorni in qualche modo non confermanti. Nei rapporti tra persone, credo che la generosità più completa sia la generosità nel ricevere, quella che riconosce nel viso dell’altro non una temuta negazione della nostra impostazione mentale, né un possibile contrasto con le esperienze e convinzioni che ci appartengono, né, ancora, una minaccia o un possibile inquinamento della nostra originale unicità. Sappiamo essere generosi con gli indigenti e con gli ammalati, ma sappiamo esserlo meno con chi è solo o che addirittura, pur vivendo in una situazione di tranquilla disponibilità economica e di salute fisica, può avere un enorme bisogno che qualcuno ascolti e accetti la sua individualità. La generosità nel ricevere significa, infatti, alzare nella nostra attenzione il livello dell’altro. Non guardarlo dall’alto, magari con paternalistica benevolenza, ma mettercelo a fianco o di fronte, e ascoltarlo, conoscerlo, capirlo. Sentire in questo modo di ricevere qualcosa, di accogliere qualcosa, che ci cambia, ci modifica. Significa riconoscere che l’altro possa darci qualcosa della sua storia e delle sue esperienze umane. La generosità, come atto d’amore del prossimo, non consiste soltanto nel dare, che pure è o può essere necessario, ma forse soprattutto nel ricevere, nell’accettare di ricevere, nel mettersi nella condizione di ricevere. Il più gratificante omaggio che possiamo fare al nostro prossimo è proprio accettare che lui possa darci qualcosa, possa darci un po’ della sua umanità. È questo vale sia nei rapporti semplici o occasionali, come anche nei rapporti impegnati che prevedono discussioni e dialoghi. Non c’è dialogo se non c’è la disponibilità e la generosità a ricevere, a capire, ad accogliere le ragioni dell’altro. È una generosità difficile perché richiede uno spostamento del centro della nostra attenzione di vita, richiede il coraggio di sporgersi un po’ fuori del nostro piedistallo di conquistate certezze o di timorose difese, per lasciare che qualcuno, qualcosa o qualche idea vi entri e ci cambi. Il vangelo riporta una parabola che mi ha sempre lasciato un po’ perplesso, perché sembra sorvolare su un aspetto importante. Certamente il “buon samaritano” sarà stato una persona generosa, più del Levita e del sacerdote che passarono oltre senza fermarsi e prestare soccorso all’uomo percosso dai briganti, ma tra il samaritano e quell’uomo la compassione non pare esprimersi in desiderio di conoscenza, solo di solidarietà e di disponibilità economica. La generosità, pur concreta e basilare, sembra essere rimasta esterna, estranea, alle persone, a quelle persone, implicate. Mi piace pensare che quella frase: “.....lo condusse alla locanda e si occupò di lui....”, possa essere interpretabile come indicativa, anche se non esplicita, di un rapporto un po’ più ricco fra i due. Forse la generosità, per essere veramente un comportamento di autentico valore, dovrebbe superare la tolleranza, dovrebbe andare anche oltre la solidarietà materiale, per manifestarsi soprattutto in una reciproca disponibilità a conoscerci, ad ascoltarci e a capirci e, quindi, a lasciarci modificare. q 17 Formazione LA FORMAZIONE DEI VOLONTARI La Formazione un progetto permanente per la crescita associativa dei volontari Nell’esperienza acquisita nel campo della Donazione e Trapianti da oltre trent’anni, spesi per un ideale di civiltà, ci sentiamo una Associazione formata da persone volontarie che a vari livelli si propongono verso la popolazione per far maturare la dimensione di cittadini attivi e consapevoli che la scelta della “Donazione espressa in vita” rappresenta un valore sociale e sanitario. A vari livelli siamo quindi un punto di riferimento e di confronto sia per le nostre Comunità che per altre associazioni e per le Istituzioni. Su questa riflessione nasce una domanda: noi volontari ci sentiamo preparati, motivati affinché la nostra presenza e l’attività che svolgiamo sul territorio sia vissuta in questa dimensione? (Foto di Giampiero Mattarolo) 18 La Formazione interna dei nostri Dirigenti e Volontari (prevista anche dal nostro Statuto) ha come obiettivo far crescere una coscienza associativa in un cammino di conoscenza continuo per far maturare, nei partecipanti, la volontà di diventare un gruppo di volontari con competenze e conoscenze professionali. Questo, nell’ottica del cambiamento e aggiornamento continuo, sia delle materie legislative, fiscali, sempre più indispensabili per l’attività ad ogni livello e dell’importante ultima legge sulla donazione, la 91 del 1999, che accompagnano il mondo del volontariato. I corsi di formazione rappresentano anche un momento associativo molto alto per rafforzare le nostre motivazioni, per arricchirci attraverso lo scambio di idee e di vissuti personali, per l’esperienza che viviamo insieme e che ci aiuterà a divenire non solo più consapevoli ma anche più preparati e sicuri per portare avanti con sensibilità e leggerezza questo nostro progetto di vita. I tempi sono mutati: non bastano più lo spontaneismo e la buona volontà, ma è necessario avere anche conoscenze specifiche. Conoscenze specifiche da condividere, perché attraverso i propri Dirigenti, l’Associazione cresca, sappia affrontare i vari temi che sono ogni giorno diversi, ascoltare le necessità emergenti, avvicinare il mondo giovanile e sappia infi- ne far crescere persone che dopo di noi raccoglieranno il testimone. Persone che siano in grado di dare continuità agli Ideali e con essi all’Associazione in cui tanto si è creduto e si crede. La formazione può dunque essere uno dei tanti momenti dell’iniziativa svolta dal Gruppo Comunale, ma “il punto di forza consapevole” per poter promuovere nel miglior modo possibile l’idea-forza della Donazione nella Comunità, nelle scuole, in ogni dove. Essa certamente può contribuire a migliorare e rendere più facile, più incisivo, l’indispensabile lavoro del Gruppo Dirigente dell’AIDO Comunale. Il Dirigente del Gruppo Comunale, sempre più spesso deve saper dare la giusta risposta a chiunque, saper “tener alto” il valore della Donazione e della evoluzione continua della stessa. Da questa necessità nasce il bisogno di far crescere qualitativamente il Volontario. Per tutto questo la formazione non può essere “uno dei tanti problemi” del programma dell’AIDO Provinciale e dei Coordinamenti di Zona, ma il modo con il quale aiutare e aiutarci a migliorare il difficile ed impegnativo lavoro di crescita numerica ma insieme di sensibilità e capacità, a partire dalla conoscenza di tutta la importante e continua crescita delle conquiste scientifica che la sanità raggiunge proprio nella Donazione. L’invito è quindi di promuovere anche a livello di Gruppo Comunale questi momenti formativi (coordinati a livello di Zona e/o Provinciale), perché come Associazione e come gente del volontariato le conoscenze, il dialogo, il confronto siano gli strumenti che ci permettano di costruire una vera rete solidale anche tra noi. Il Vice Presidente Provinciale, Giuseppe Professione Festa del ringraziamento DONA UN RENE AL MARITO: il gesto d’amore e di coraggio di Maria Cristina a Walter Ziggiotti di Meledo di Sarego Il giornalista Lino Zonin del Giornale di Vicenza, che ha fatto conoscere in Italia questo caso (i coniugi Ziggiotti sono stati ospiti di Giancarlo Magalli a RAIDUE nella trasmissione Piazza Grande), inizia il suo pezzo così: “...e prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia”. La promessa di fedeltà è diventata quasi una formalità ormai e spesso le unioni si spezzano senza che dolore e malattia arrivino a turbare la vita di coppia. Ci sono naturalmente delle eccezioni, come nel caso di Walter Ziggiotti e Maria Cristina Pozzan. Certo si ha l’impressione – esasperata dai mass-media – che la fedeltà coniugale sia diventata un’eccezione, ma non è proprio così. E comunque in questo caso l’eccezione è duplice, nel senso anche della compatibilità genetica per il trapianto tra i coniugi, fattore molto raro. I coniugi Ziggiotti, in sintonia con il loro parroco e nostro amico don Demetrio Guarato, hanno chiesto all’Aido di contribuire ad organizzazione una grande festa di ringraziamento. E così domenica 14 gennaio, nella parrocchiale di Meledo è stata celebrata una messa solenne. Nella Chiesa affollata come nelle grandi occasioni, c’eravamo proprio tutti: il Sindaco rag. Vittorino Martelletto ed altri amministratori locali, i Gruppi Aido e Ana, l’intera comunità. I due cori parrocchiali ad elevarci lo spirito. Pregevole e appassionante l’omelia del parroco, al quale abbiamo chiesto di lasciare ai nostri lettori il suo pensiero in una breve nota. La pubblichiamo qui a fianco insieme alle preghiere di Cristina e Walter da loro predisposte per l’occasione. Bruno Zamberlan Tutta la comunità di Meledo in festa La domenica 14 gennaio ci siamo dati appuntamento nella chiesa di Meledo per ringraziare il Signore, nell’Eucaristia domenicale, anche per il dono di un rene da parte di una moglie, la sig. Cristina, a suo marito, il sig. Walter Ziggiotti. Di solito succede che quando una persona muore ancora giovane, con il consenso dei familiari, è possibile il trapianto di organi ad un malato il quale può in tal modo guarire. Succede così che i parenti percepiscono che la vita del proprio congiunto continua a sopravvivere anche oltre la morte. Questa volta per grazia di Dio il dono del rene non è stato da cadavere ma da vivente, è passato dalla moglie vivente al marito malato che così si è ristabilito in piena salute. Il dono del rene ha rinsaldato l’impegno d’amore promesso nel Matrimonio: "prometto di amarti nella buona e nella cattiva salute...". È stato un gesto molto nobile, un autentico atto d’amore, perché non si è trattato semplicemente di donare qualcosa di proprio ma di donare qualcosa di sè, un organo dal proprio corpo. Già ne avevano parlato i giornali, ne ha parlato anche la televisione, ma soprattutto in paese tutti noi che conosciamo la coppia Ziggiotti ci siamo sentiti coinvolti, per cui quella domenica la chiesa era strapiena di gente, che ha voluto condividere la gioia dell’ottima riuscita del trapianto e la profonda riconoscenza al Signore per questo gesto così nobile d’amore. Gioia, riconoscenza e commozione erano i sentimenti che aleggiavano tra noi tutti presenti in chiesa. La presenza alla nostra celebrazione del presidente provinciale sig. Zamberlan e dei rappresentanti dei numerosi gruppi AIDO con i loro gagliardetti è stata di forte stimolo al locale gruppo AIDO con il presidente Mario Nicoletti e i suoi 200 Iscritti, in un rinnovato impegno di promuovere un’autentica cultura del dono e della solidarietà. La popolazione ha risposto molto La preghiera di Cristina 19 Festa del ringraziamento I coniugi Ziggiotti, il Sindaco, il Parroco e gli amici dell'AIDO bene anche all’invito a partecipare all’assemblea informativa del mercoledì successivo, riempiendo la Grande Sala del centro parrocchiale, dove abbiamo potuto ascoltare esaurienti e rasserenanti spiegazioni circa il trapianto da parte di due qualificati medi- ci dell’ospedale di Vicenza. Abbiamo capito, credo, che occorre seminare nel cuore di tutti e in particolare dei giovani, motivazioni vere e profonde che spingano a vivere nell’amore fraterno, amore che si esprime anche attraverso la scelta di donare i propri organi. La grande sala gremita per l'incontro informativo 20 Mi auguro quindi che la carica di generosità che per l’occasione sì è respirata ne1 nostro paese non si spenga, anzi porti all’impegno di ciascuno di noi per promuovere una profonda e capillare azione educativa in favore della donazione, in spirito di fraterna solidarietà, proprio come ci suggeriscono le parole dell’inno del donatore AIDO: “Siam fratelli di chi soffre, siam fratelli di chi spera e quel poco che non muore a chi soffre noi doniam.” Spero inoltre che, grazie all’opera di tanti generosi e qualificati medici, progredisca anche la ricerca scientifica e tecnica dei trapianti, sempre nel rispetto della dignità di ogni essere umano. Don Demetrio Guarato Preghiera di Cristina: Un gesto d’amore Ci vuole poco allungare la mano ad un anziano, sorridere ad un bambino, aiutare un ammalato. Ci vuole poco per un gesto d’amore. L’amore che il Signore ci ha insegnato. L’amore, la medicina per eliminare l’odio e far trionfare la pace nelle famiglie e nel mondo. Basta un gesto d’amore per vedere esultare la felicità di tutti. Grazie o Signore per aver messo l’amore nei nostri cuori. Grazie a Don Demetrio e a tutti coloro che ci sono stati vicini con le preghiere. Lettere e Testimonianze LETTERE E TESTIMONIANZE Preghiera di Walter: Ringraziamenti Grazie a mia moglie che mi ha donato con tanto amore la gioia di vivere con dignità. Grazie ai Gruppi AIDO, al Gruppo Alpini e a tutte le Autorità qui presenti. Grazie a tutta la Comunità che ancora oggi ci ha dimostrato affetto e amicizia. Ringrazio il Signore perché il nostro gesto d’amore possa essere conservato come un tesoro, affinché possa rafforzare l’unione di tutte le coppie e di dare forza e coraggio a tutte le persone che soffrono. Grazie ai due cori che hanno allietato la Santa Messa. ≠≠≠≠≠≠≠≠ Come ha ricordato sopra don Demetrio, il mercoledì successivo c’è stato il programmato incontro d’informazione sanitaria presso il Centro parrocchiale S. Maurizio, con una grande presenza di cittadini interessati ad approfondire la tematica dei trapianti ed in particolare questo caso che aveva suscitato tanto scalpore. E a tenere le relazioni sono stati proprio i medici che hanno eseguito l’intervento e curata l’assistenza ai coniugi Ziggiotti: il dr. Stefano Chiaramonte della nefrologia ed il primario di chirurgia Franco Favretti dell’Ospedale S.Bortolo di Vicenza. Si era fatto tardi, ma Cristina e Walter hanno voluto che tutti insieme partecipassimo alla loro gioia ed alla loro festa. Grazie. ≠≠≠≠≠≠≠≠ Ma i coniugi Ziggiotti non sono stati un caso isolato. • A Lonigo, a dicembre: il 13^ premio bontà è stato assegnato dal Gruppo Comunale Aido a Lino Dal Grande che ha donato alla figlia Daniela un rene. • A Tezze sul Brenta, Luca Primon ha donato parte del proprio fegato al fratello Giorgio. Ne parliamo in altra parte di Rivivere. La redazione La gioia ed il dolore Quando la signora Munari ci ha telefonato ai primi di marzo informandoci che il nostro caro amico Eligio, da anni uno dei più impegnati dirigenti dell’Aido (presidente del Gruppo Comunale di Mason – Villaraspa e coordinatore della zona di Thiene), dopo anni d’attesa e sofferenza, aveva ricevuto a Milano un rene compatibile, ci siamo subito ricordati che, alcune settimane prima, Eligio ci aveva segnalato, tratta dalla rivista A.N.T.O, una stupenda poesia del poeta libanese Gibran Kahlil. Quasi un presagio. Nel pubblicarla qui, intendiamo fare le congratulazioni ad Eligio per il risultato finalmente raggiunto e l’augurio da parte di tutti gli amici che tutto vada bene: dopo il dolore, la gioia. Ed essendo Gibran Kahlil uno dei poeti preferiti di Giandomenico Cortese, del quale ha ripreso alcuni brani nel corso degli anni nei suoi pezzi su “Rivivere”, la poesia la dedichiamo anche a lui, augurandogli ogni bene e ringraziandolo di quanto ha dato in vent’anni, all’Aido e a noi personalmente. La redazione ≠≠≠≠≠≠≠≠ La vostra gioia è il dolore stesso senza maschera. E la fonte stessa dalla quale scaturisce il vostro riso è stata spesso piena di lacrime. Quanto più a fondo scava il dolore nel vostro essere tanto più gioia potete contenere. La coppa che contiene il vostro vino non è la stessa che è stata cotta nel forno del vasaio? Quando siete felici guardate in fondo al vostro cuore e scoprirete che è solo quello che vi ha procurato dolore a darvi gioia. Alcuni di voi dicono: -La gioia è più grande del doloreMa io vi dico che sono inseparabili. Procedono di pari passo e se l’una, a tavola, siede accanto a voi ricordatevi che l’altro dorme sul vostro letto. In verità, siete bilance che oscillano fra il dolore e la gioia. Gibran Kahlil ≠≠≠≠≠≠≠≠ "Il riposo.... dopo i primi voli" (Foto di Roberto Costa) 21 Lettere e Testimonianze LA CHIAMATA Ascoltavo e ribattevo ai tre ragazzi che avevo in auto e riflettevo: l’ indoQuella sera non vedevo l’ora di tornare. mani si faceva festa, la grande compiva La notte prima la macchina aveva sedici anni! Superai il ponte ed ecco l’entrata del fischiettato fino all’alba: dormendo della grossa avevo schiacciato il tubi- Pronto Soccorso: un cellulare suonò cino, la soluzione non era defluita dal la sua marcetta allegra, non ci badai... mio ventre alle sacche e viceversa, così tanto saranno i compagni in pizzeria che la dialisi peritoneale si era arrestata che vogliono farci fretta. al secondo tempo. Ma come mai lei risponde che ci Il mattino trascorse tra feroci occhia- sono, che sto guidando e mi allunga il te di malsopportazione allo schermo telefonino dicendomi che è la Nefrololuminoso della PD NIGHT e mille gia che mi vuole parlare... progetti per il pomeriggio. Di sera, la Nefrologia, ma perchè? Avrò dimenticato qualcosa: eppure Ed appena slegata dal cordone ombelicale di plastica, volai via dimenticando ad agosto sono addirittura scesa dalla la radio accesa con il cronista che scio- montagna per gli esami e l’ultima visita rinava angosciato particolari, modalità, risale a pochi giorni fa... – È una dottoressa che ti vuole... ipotesi, situazioni agghiaccianti dell’accaduto dell’altro ieri, dell’11 settembre Curioso...una dottoressa... – Gliela passo subito. 2001. Rimasi fuori tutto il pomeriggio ed E mi ritrovo tra le mani una voce ora la sera saliva quatta quatta con una femminile che mi chiede se sto guidanluce insolita: così all’improvviso i colori do e che mi intima di accostare... ingiallivano in un crepitio sommesso, a Non so come, ma capisco tutto: ralpoco a poco scomparivano logorando i lento, mi fermo ed una vampata di calocontorni purpurei delle cose ed il buio re dalle caviglie parte, arriva al cuore, saliva presto, troppo presto. alle tempie, alla mente. La vita chiama, Ed assopita nei miei sguardi interiori batte, urge, vuole tutta me stessa: stavolguidavo e, fermandomi al semaforo ta anima e corpo compreso! di porta S. Bortolo, osservavo intorno, Sopra di me l’avvolgente chiarore persa nella vita e nella gente di sempre. dorato di porta S.Lucia, la mia porta, dove là dentro le mura, ho vissuto i miei bellissimi anni verdi: qui tutto intorno è regolare apparentemente consueto, mentre io sono chiamata a partire per un viaggio che non so , che non conosco, Primavera 2007: Il dente di cane è fiorito prima del che mille volte tempo (Foto di Roberto Costa) ho desiderato e 22 temuto di intraprendere e che ora, come una mano sconosciuta, mi prende e mi serra la gola. Dovrò da sola saltare questo muro di terrore e buttarmi nel buco d’ombra, nella nebbia oscura, aggrappandomi alla fiducia, alla speranza di risvegliarmi, di ritrovare me stessa al più presto. – Signora c’è un rene per lei, accetta? Sta bene? – Sì...sì... E che altro posso dire... – Non si lusinghi però del tutto: la compatibilità accertata è del 75% se non verrà confermato il rimanente, l’intervento non si farà... mi raccomando... sia qui entro un’ora! Devo mettermi calma, chiamare in soccorso tutta la mia lucidità, il mio equilibrio: sono alla guida e due, dei tre ragazzi a bordo, non sono miei. Faccio a vuoto il giro dell’ isolato, ed una voce mi comanda di andare a casa e procedo come rapita da un’incoscienza, da una forza mentale che diminuisce però la presa fisica. Non riesco, o non voglio, sollevare il basculante, mi aggrappo al cellulare e chiamo la voce gioiosa del mio nefrologo che mi spinge ad andare, ad essere felice, perchè il rene è arrivato proprio al momento giusto! Mi sento leggera e serena: entro in casa, butto quattro camicie alla rinfusa nel trollej, un arrivederci rassicurante ai piccoli ed eccomi.. Nella mente le immagini indelebili di otto giorni prima: durante la visita lui l’aveva detto così sbadatamente, quasi sovrappensiero, ma con una lungimiranza attenta, sicura, generosa di chi da anni ascolta le strade diritte del raziocinio ma anche i viottoli tortuosi della sensibilità, che sa andare oltre, che è sempre dalla tua parte, che lotta con te e per te, che desidera solo il bene dell’altro. Marifulvia Matteazzi Alberti Iniziative INCONTRO CON GLI STUDENTI: ANNO SCOLASTICO 2006/2007 In collaborazione con tutte le Associazione dei Donatori e le quattro Ulss della nostra Provincia, anche in questo anno scolastico abbiamo realizzato un vasto programma di incontri, che è in fase conclusiva. Ne diamo il resoconto completo per ciascuna Ulss, con l’indicazione delle scuole che hanno aderito alla proposta e dei medici ed operatori sanitari che hanno partecipato: ULSS 3 “Bassano”: progetto “Qualcosa da donare”: Medici partecipanti: dr. Annacatia Miola, dirigente del Servizio Educazione e Promozione della Salute, e Lionella Lorenzi, assistente sanitaria del SEPS; dr. Carla Giordano e dr. E. Sperti del Centro Trasfusionale di Bassano; dr. L. Rossato di Asiago . Classi 4a e 5a superiori per un totale di 39 classi e circa 950 studenti: – Asiago: Liceo Sc., ITC, IPSIA, Aziendale, Alberghiero; – Bassano: Liceo Brocchi, G.A. Remondini, ITIS Fermi- S.Croce, IPSIA Scotton, IPSSA Parolini, I.T. geometri Einaudi; – Marostica: ITCG Einaudi; – Nove: Istituto d’Arte. Su iniziativa dei Gruppi Aido Comunali del comprensorio: scuole medie per circa 800 alunni. ULSS 4 “Alto Vicentino”: progetto “Donazioni, una scelta consapevole”: Medici e dirigenti partecipanti: dr.Livia Agrigento, dr. Flavio Banovich, dr. Pantaleo Corlianò, dr. Graziano Cosaro, dr. Manrico Ferrari, dr. Fabrizio Grifoni, dr. Corrado Sardella, dr. Claudio Sattin, dr. Narciso Zocca, Roberto Pigato, Matilde Tomasi. Scuole superiori partecipanti nr. 13 per un totale di 53 classi e 1.055 studenti: – Breganze: IPSIA Scotton; – Schio: Liceo Classico Zanella, ITIS De Pretto, ITC e G.Pasini, IPC Gar- bin, IPSIA Garbin, Scienze Sociali to Da Schio, Istituto Farina, Istituto Fogazzaro, Istituto Fusinieri, Istituto Martini; – Thiene: CFP S.Gaetano, ITCG Cec- Lampertico, Istituto Montagna, Istitucato, ITIS Chilesotti, IPSIA Garbin, to Piovene, Istituto Rossi. CFP Saugo. – Noventa Vicentina: IPSIA da Vinci; Su iniziativa dei Gruppi Aido Comu- Istituto Tecnico Casotto; nali del comprensorio: scuole medie e Su iniziativa della Sezione Provinciale e dei Gruppi Aido comunali, fino alla 5a elementari per 1.000 alunni. ULSS 5 “Ovest Vicentino”: progetto fine di marzo 2007, le scuole medie di: Costabissara, Creazzo, Dueville, “Informazione e sensibilizzazione”: Medici partecipanti il dr. Dario Monticello C.Otto, Orgiano, Sossano, Mastropasqua, dr. Lorenzo Magrin, Sovizzo, Torri di Quartesolo, Vicenza dr.Cristina Olivieri, dr. Chiara Chie- “Maffei”, Vicenza “Barolini”: in totale rego. Scuole superiori e medie per circa 1.000 alunni ad oggi. un totale di 50 classi e circa 1.000 Per gli altri incontri, fino alla fine dell’anno scolastico, daremo riscontro nel studenti: prossimo numero di Rivivere. – Arzignano: Liceo da Vinci, ITIS Galilei; – Montecchio Maggiore: IPSIA Luz- Di questo intenso e proficuo lavoro, zati; Istituto p.le Collodi, Alte; Istituto diamo testimonianza in questo numero con il Concorso promosso fra gli via Veneto, Mont.Magg.; – Valdagno: Liceo Artistico Boccioni; studenti delle II medie della Scuola Ungaretti di Costabissara. – Novale,scuole medie; – Grancona, scuole medie Altre scuole hanno chiesto l’intervento: programma da concordare. ULSS 6 “Vicenza”: progetto “Preparare ad una scelta consapevole e solidale”: Medici partecipanti: Centro trapianti: dr. Silvio Marafon, dr. Rizieri Carraro, dr. Stefano Marcante; dr. Stefano Chiaramonte; Ematologia: dr. Roberto Raimondi, dr. Carlo Borghero; Centro trasfusionale: dr. Leopolda Zampieri, dr. Chiara Antonelli, dr. Camillo Prospero. Il progetto, una volta completato, avrà interessato oltre 1.500 studenti delle 4a e 5a superiori: – Vicenza: Liceo Pigafetta, Liceo Lioy, Liceo Quadri, IstiPrimavera 2007: alberi in fiore tuto Baronio, Istituto Boscar(Foto di Roberto Costa) din, Istituto Canova, Istitu- 23 Iniziative CONCORSO STUDENTI II^ MEDIA “Ungaretti” - COSTABISSARA AIDO: LA SPERANZA DI TUTTI poesia di Cazzola Francesca II^ B Quale più bel dono può ricevere una persona ammalata in pericolo di morte! Un organo che le possa offrire una qualità di vita migliore! È strano a dirsi, ma solo il semplice sì serve a far vedere il cieco, a far vivere il cardiopatico, ad aiutare il fegato di un ammalato. Sei una persona ammalata? Iddio ti aiuti in ogni giornata. Bisogno hai di ricevere? Un dono devi avere. AIDO ti dà un organo Giacomo Dal Sasso II^ A DUE STORIE poesia di Andrea Graziani II^ A q Se in cielo devi andare tu un organo puoi donare. Chi ti vuole bene piangerà, ma se un tuo organo una vita salverà, un po’ meno triste si sentirà. Morire è brutto, bisogna lasciare tutto. Ma far rivivere e sperare che tutto possa ricominciare. Domani è un nuovo giorno e tutti aspettano il tuo ritorno, ma stai male e sei in ospedale; ti serve un organo: è vitale. Eccolo, arriva, finalmente, quanti pensieri ti passano per la mente! Poi il sonno, la speranza, infine ti risvegli, nella tua stanza; facce felici, i tuoi cari attorno, vorrebbero abbracciare il mondo. Un amico ti ha salvato, ma indietro non è più tornato. q 24 q q q q q q q q q q q Bertoldo Giulia II^ B e tu sei un essere umano con una vita migliore e con una possibilità maggiore di vivere in serenità. Grazie, associazione AIDO, che esisti e che doni la possibilità di aiutare tutti coloro che ne hanno bisogno. q q q q q q q Toniolo Federica II^ C DONARE = SALVARE UNA VITA poesia di Scavazza Davide e Zamberlan Loris, II^ C Per l’altrui vita salvare Voglio gli organi donare. L’ignoranza e l’egoismo non fan rima con altruismo. Al contrario è generoso con tal gesto sì gioioso che al lasciare sta vita grama non sia corsa persa e vana. Ho deciso! È convinzione va’ all’Aido per l’iscrizione con pensieri e la certezza che il mio gesto sia salvezza, a qualcun per cui è finita io dò il dono della vita. q q Notizie in breve NOTIZIE IN BREVE NUOVO CODICE DI DEONTOLOGIA MEDICA: IL MEDICO E I TRAPIANTI (approvato il 15 dicembre 2006 dal Consiglio Nazionale FnomCeo) CAPO VI: TRAPIANTI DI ORGANI, TESSUTI E CELLULE Art. 40 Donazione di organi, tessuti e cellule È compito del medico la promozione della cultura della donazione di organi, tessuti e cellule anche collaborando alla idonea informazione ai cittadini. Art. 41 Prelievo di organi e tessuti Il prelievo di organi e tessuti da donatore cadavere a scopo di trapianto terapeutico può essere effettuato solo nelle condizioni e nei modi previsti dalla legge. Il prelievo non può essere effettuato per fini di lucro e presuppone l’assoluto rispetto della normativa relativa all’accertamento della morte e alla manifestazione di volontà del cittadino. Il trapianto di organi da vivente è una risorsa aggiuntiva e non sostitutiva del trapianto da cadavere, non può essere effettuato per fini di lucro e può essere eseguito solo in condizioni di garanzia per quanto attiene alla comprensione dei rischi e alla libera scelta del donatore e del ricevente. (vipas) Aido Nazionale,10 gennaio 2007. Possiamo dare conferma che ciò avviene nei nostri ospedali, fin dalle origini dei trapianti di cui sono stati autorizzati e che, per quanto riguarda la promozione della cultura, stiamo operando in completa sinergia e collaborazione, come si evince facilmente nelle pagine precedenti dedicate agli incontri con gli studenti e nella pagine dedicate alla vita dei gruppi. La redazione ≠≠≠≠≠≠≠≠ Non vi sono in Italia prelievi illeciti di cornee! Comunicato stampa del Centro Nazionale Trapianti In merito alla notizia riportata oggi dall’Espresso riguardo all’ipotesi di prelievi illeciti di cornee, si precisa che, fino ad oggi, il Centro Nazionale Trapianti non ha ricevuto notizia o segnalazione, né dall’autorità giudiziaria, né dalla rete trapiantologica, né da altre fonti, di fatti o circostanze in cui sarebbero potuti avvenire prelievi illegali di cornee a fine di trapianto. A riguardo, si sottolinea che in Italia non vi è carenza nella disponibilità di tessuti. Nel nostro Paese, il primo in Europa per prelievo e trapianto di cornee, si effettuano circa 11.500 prelievi all’anno e oltre 4400 trapianti, sufficienti a coprire le necessità dei pazienti italiani. A Roma, in particolare, la donazione di cornee, nell’ultimo anno, è aumentata di oltre il 20%. Il sistema di donazione e trapianto di organi e tessuti è sottoposto a regole ferree di trasparenza e sicurezza che permettono di garantire la qualità degli interventi e il pieno controllo dei processi. Le cornee, come gli organi, sono donate e prelevate, nel rispetto delle norme sulla manifestazione di volontà del donatore, grazie ad una rete nazionale che agisce in ogni ospedale attraverso un medico (il coordinatore locale) dedicato alla gestione della donazione di organi e tessuti. Le cornee prelevate vengono inviate alle banche dei tessuti (strutture pubbliche deputate alla conservazione e distribuzione di tessuti) che ne verificano la qualità e l’assenza di patologie infettive in base a linee guida definite a livello nazionale. Entro breve tempo le cornee idonee vengono inviate agli oculisti che ne hanno fatto richiesta. Le liste di attesa sono gestite dai singoli ospedali come avviene per gli altri settori della sanità. Per effettuare un prelievo di cornee sicuro e di qualità, come avviene nella rete trapiantologica italiana, sono necessari personale addestrato e con specifiche competenze, attrezzature particolari oltre che ambienti idonei e controllati. Infatti, un prelievo in condizioni di illegalità, quindi al di fuori di un processo controllato, determinerebbe fortissimi rischi infettivi. Il percorso di ogni cornea dalla donazione alla conservazione fino al trapianto, viene registrato, nessun trapianto di organi o tessuti di origine sconosciuta (clandestina o illegale) può “entrare”nella rete. Ogni due anni le banche vengono sottoposte a ispezione da parte del Centro Nazionale Trapianti in collaborazione con le autorità regionali per verificarne il buon funzionamento e che i requisiti di legge siano rispettati. Roma, 12 gennaio 2007 ≠≠≠≠≠≠≠≠ 25 Ricordo RICORDIAMO I NOSTRI DONATORI E AMICI Deceduti da ottobre 2006 a marzo 2007 (*): Ambrosi Susanna Bajo Margherita Baldiotti Pierfranco Basso Lino Battistin Maria Bensad Amin Bernardi Andrea Bertoncello Samuel Bordignon Emilio Carollo Sonia Ceschi Francesco Costanzelli Antonio Cugliana dr. Pier Luigi Dal Lago don Fidenzio Dongiovanni Giulia Doro Silvano Facco Nikolas, Lucrezia e Timoty Finco Mariangela Giacometti Federico Lovato Alain Pertegato Rino Pieropan Graziella Pia Pinos Onorina Simonetto Amos Tessaro Marcello Viero Aldo Zanellato Maria Grazia - Romano d’Ezzelino - Dueville - Montebello Vic. - Tezze sul Brenta - Cornedo Vic.no - Lugo di Vicenza - Bassano del Grappa - Pozzoleone - Cassola - Dueville - Vicenza, Circ. 6 - Vicenza, Circ. 5 - Costabissara - Lapio di Arcugnano - Roana - Poianella di Bressanvido Baldiotti Pierfranco Montebello Vic. Bernardi Andrea Bassano del Grappa Basso Lino Tezze sul Brenta Bertoncello Samuel Pozzoleone Bensad Amin Lugo di Vicenza Bordignon Emilio Cassola - San Nazario - Asiago - Sossano - Castelnovo di Isola Vic. - Vicenza, Circ. 6 - Cornedo Vicentino - Castegnero - Bassano del Grappa - Cassola - Mason Vic. - Cavazzale Agli altri – circa 350 nello stesso periodo * – donatori di cornee o di tessuti, di cui non conosciamo i nomi, una preghiera ed un grazie! Nota della redazione: Ai sensi del D.Lgs nr. 196/2003 (ex L. 675/1996) e della L. 91/1999 si precisa che le informazioni riportate in questa rubrica sono state desunte dalla stampa locale o fornite direttamente dalle famiglie dei donatori. Ambrosi Susanna Romano d’Ezzelino 26 Bajo Margherita Dueville Ricordo Carollo Sonia Dueville Dal Lago don Fidenzio Lapio di Arcugnano Lovato Alain Castelnovo di Isola Vic. Pinos Onorina Castegnero Costanzelli Antonio Vicenza, Circ. 5 Dongiovanni Giulia Roana Pertegato Rino Vicenza, Circ. 6 Simonetto Amos Bassano del Grappa Cugliana dr. Pier Luigi Costabissara Finco Mariangela Asiago Pieropan Graziella Pia Cornedo Vicentino Tessaro Marcello Cassola 27