PERIODICO DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE UFFICIALI AERONAUTICA (ANUA) FONDATO NEL 1953 DA LUIGI TOZZI
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Passato Presente e Futuro
ci unisce il volo...
...e non solo
N. 9-10 / 2015
SO STENITO RI EVENTI A NUA 2015
In questo numero:
Editoriale
Periodico dell’Associazione Nazionale
Ufficiali Aeronautica (ANUA)
fondato nel 1953 da Luigi Tozzi
N. 9-10 Settembre-Ottobre 2015
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“Il Corriere dell’Aviatore”
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55 mo Anniversario “Frecce Tricolori”
Tradizione di valori lunga 11 lustri
Numero a 40 pagine
I contributi scritti sono forniti a titolo gratuito ed in formato elettronico; essi
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editoriali. La Direzione si riserva di pubblicarli o meno in funzione delle
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Per la pubblicità di carattere aeronautico su questo periodico,
a colori, le tariffe in vigore per l’anno 2015, per complessive
3 edizioni, sono:
- pagina intera
€ 1.500,00
- mezza pagina
€ 800,00
- quarto di pagina € 400,00
p. 2
p. 2
Il 41 mo Stormo “Antisom” compie 50 anni
p. 7
Le celebrazioni hanno interessato la Base Aerea di Sigonella
e la città di Catania
p. 7
In autunno la più grande esercitazione Nato
Notizie al Volo ...nel tempo recente
Cambio di Comando all’Accademia Aeronautica
A capo dello Stato Maggiore del ComLog, il Gen. Moscini
Incessante attività di soccorso del 31° Stormo
Cambio al vertice del Comando Operazioni Aeree
Cambio al QG del Comando Scuole/3^RA
Battesimo dell’aria per il primo F-35 italiano
7 settembre 2015, un’ora di volo sopra Cameri
Cambio di Comando al 16° Stormo “Protezione delle Forze”
«Fucilieri dell’Aria»
Nuovi Istruttori Tiro e Tattiche per il Tornado
Un Italiano ai comandi del prossimo Spazioplano
Cambio Comando al 17° Stormo Incursori
Passaggio di consegne al Comando Scuola Volontari Truppa AM
In questi mesi ricordiamo... (Bergomi)
Impaginazione e Stampa: STILGRAFICA srl
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Tel. 0643588200 • Fax 064385693
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Stampato nel mese di ottobre 2015
p. 1
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p. 22
Nel mese di settembre: DH 66 Hercules, La legge Cash & Carry,
Fine della guerra in Polonia, Il Sabreliner p. 22
Nel mese di ottobre: Il Fokker F II, Vola il PM 1,
Il Superconstellation, Lo Yak 40
p. 24
Aerei importanti ma poco conosciuti (Bergomi) p. 25
IL CAPRONI CA 90
p. 25
P.108: Il Bombardiere strategico (Provenza)
p. 26
Riflessioni... Ricordi... Sentimenti
p. 29
Un volo come un altro
Barzellette su aerei e piloti
Ali del mistero
“Sabre” Mk-4
Al Comandante Antonio Pelliccia - Lettera aperta
p.
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Gaetano Aliperta, pilota nel 1° conflitto mondiale p. 34
Alle Dame d’Onore
p. 37
Volati più in Alto
p. 38
Vita di Sezione
p. 39
Vita d’Associazione
p. 40
Editoriale
I
l Corriere dell’Aviatore all’inizio del 2014 sintetizzava
nell’immagine di copertina
il motivo ispiratore, per incrementare i rapporti fra i cinque
sodalizi, la cui ragion d’essere
deriva da legami ed esperienze
di vita in Aeronautica Militare.
Ciò per migliorare, nel delicato
e difficile momento storico, la
funzionalità ed il coordinamento di attività di comune interesse. Si prospettava implicitamente il valore della “sinergia”
per raggiungere migliori risultati negli obiettivi ipotizzati
dai rispettivi statuti o per nuove esigenze. Il concetto era
ed è valido per rendere efficiente un “sistema”.
Ove il “sistema” sia costituito da una singola Associazione
il rapporto sinergico da sviluppare interessa ovviamente
gli associati; ma se si intende costituire “sistema” fra più
Associazioni occorre individuare il percorso appropriato,
avendo presente il rispetto delle tradizioni e dei comportamenti consolidati da decenni nella vita dei Sodalizi con
i quali si convive.
In occasione del Convegno tenuto il 19 giugno, alla Casa
dell’Aviatore, sul tema “L’ASSOCIAZIONE CHE VORREI: QUALE ROTTA PER IL FUTURO?”, il Sottocapo di SMA - Gen. S.A. Paolo Magro - ha puntualizzato:
“Il passato è importante, valori e ideali restano. La memoria va preservata e trasmessa per guardare al futuro ricchi
del nostro passato. Nuovi fini e nuove forme di comunicazione possono rivelarsi indispensabili per sopravvivere.
Servono nuove idee. Serve un’energia nuova… un panorama variegato di associazioni aeronautiche non aiuta. Almeno non aiuta più oggi. L’associazionismo aeronautico a
carattere militare annota l’AAA, l’Associazione Nazionale
Ufficiali Aeronautica (ANUA), l’Associazione Trasvolatori Atlantici, i Pionieri dell’Aeronautica e l’Associazione
Nazionale dei Familiari, dei caduti e mutilati dell’Aeronautica.
Ancorché il numero di soci dell’AAA sia di gran lunga superiore alle altre (poco più di mille l’ANUA e alcune centinaia le rimanenti), non può sottacersi come tutte pur avendo finalità specifiche convergano nel dominio della
medesima identità: storia, valori e
cultura aviatoria, in particolare quella dell’Aeronautica Militare.
Per questa ragione si è più volte sentita
la necessità di creare un unico sodalizio
rappresentativo dell’associazionismo
dell’AM.
Nella parte conclusiva del suo
intervento il Gen. Magro ha anticipato che “ è intendimento
della Forza Armata prevedere la
costituzione a titolo sperimentale
di un Ufficio di programma
“Rapporti con le Associazioni”
quale unico punto d’ingresso e
staffing. Ciò anche intercettando
gli auspici dei referenti spesso costretti a ricercare un interlocutore
disponibile, poiché impossibilitati
a rivolgersi ad uno espressamente incaricato o designato”.
Al Convegno è risultato quindi evidente che il patrimonio di valori, identità e tradizioni importanti per la Forza
Armata sono da guardare insieme per il cambiamento che
il momento storico può permettere.
Si ha dunque motivo di ritenere che sussistono le condizioni per la creazione di un Gruppo di Lavoro (AAA,
ANUA, Ass.Tr.Atl., Pion.Aeron., ANFCMA) con obiettivi già proposti che sono:
- una struttura di più significativo impatto;
- una opportuna economia di gestione;
- omogeneità di azione;
- maggiori e qualificate risorse.
Si ha altresì motivo di tener fede alle specificità degli attuali Sodalizi, tenendo in meritata evidenza i consolidati
impegni dell’ANUA che qui ricordiamo:
- divulgazione aspetti di vita aeronautica;
- consulenza amministrativa e pensionistica;
- consulenza sanitaria ed assistenziale;
- solidarietà Dame d’Onore.
Negli incontri informali, eppur frequenti, fra differenti
Soci nella comune sede della Palazzina Douhet si è fatto
cenno a tipologie di struttura confederale ed ipotesi di
“affiliazione” temporanea fino alla creazione approvata di
una nuova realtà associativa.
Ed allora per fare salvi tutti i punti ed aspetti positivi delle esistenti Associazioni potrebbe risultare accettabile il
concetto di Alleanza, cosi familiare nel mondo militare, a
fronte dell’Affiliazione, ancorchè temporanea, che porrebbe alcuna in soggezione di altra?
L’impegno del Gruppo di lavoro non
potrà deludere il rispetto della solidarietà e del corretto adeguamento alle
esigenze di chi si associa.
Aviatori d’Italia
Il Corriere dell’Aviatore N. 9-10/2015 1
55 mo Anniversario “Frecce Tricolori”
TRADIZIONE DI VALORI
LUNGA 11 LUSTRI
Più di 400.000 a Rivolto
per il 55 mo Anniversario
delle “Frecce Tricolori”…
“Con il cittadino, per condividere
valori e passione per il volo!”
Q
uesto il leit motiv del 55° Anniversario della Pattuglia
Acrobatica Nazionale celebrato nella home base delle
“Frecce Tricolori” a Rivolto (UD) sabato 5 e domenica 6 settembre 2015 e che ha fatto registrare afflussi tra 400.000
e 450.000 presenze complessive.
Per la speciale ricorrenza è stato presente a Rivolto il Capo dello
Stato, On.le Sergio Mattarella, accolto dal Ministro della Difesa,
Sen. Roberta Pinotti, con il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Claudio Graziano ed il Capo di Stato Maggiore
dell’Aeronautica, Generale di Squadra Aerea Pasquale Preziosa.
Una grande festa di popolo, dunque, ma anche una grandissima occasione per i tanti convenuti da ogni angolo della Penisola, per toccare con mano come l’Aeronautica Militare disimpegni ruoli primari nell’ambito della sicurezza del Paese, in servizi
utili alla collettività, ma anche di sostegno ad interessi nazionali.
E questo grazie all’allestimento di ben 12 aree tematiche che
hanno permesso ai cittadini di immergersi completamente in
ambiti dedicati alla difesa aerea, all’area spazio, ai reparti speciali,
alla gestione e trasporto di pazienti infettivi in regime di biocontenimento assoluto, alla meteorologia, alla logistica di proiezione, all’area formativa dell’Aeronautica Militare dedicata in particolar modo ai giovani, al tema dei simulatori di volo, allo sport,
con un’area, infine, specificatamente dedicata ai più piccoli.
2 Il Corriere dell’Aviatore N. 9-10/2015
55 mo Anniversario “Frecce Tricolori”
“Spazio e Futuro sono un binomio inscindibile”
Riflessione quantomai densa di significato, la massima del
Cap. pil. Samantha Cristoforetti condensa perfettamente
gli elementi chiave dell’impegno dell’Aeronautica Militare
nel settore aerospaziale. L’Aeronautica Militare ha infatti acquisito molta esperienza nell’integrare le tecnologie
ed i concetti di impiego dei sistemi a pilotaggio remoto
con quelli dei sistemi pilotati ed è severamente impegnata
ora a studiare l’impatto dell’esportazione di concetti operativi e manutentivi più tradizionalmente aeronautici nell’aerospazio ed ai sistemi di trasporto spaziale ed ai voli
suborbitali.
P
articolare risalto alla storia dell’Aeronautica Militare e delle “Frecce Tricolori” con evidenza, tra le tante, della figura dell’indimenticato Ing. Ermanno
Bazzocchi, progettista della serie di velivoli contraddistinta dalla famosa sigla MB (Macchi-Bazzocchi) dal quale
nacquero velivoli di grandissimo successo.
È il caso, ad esempio, dell’MB 326 - denominato affettuosamente “Macchino” da genererazioni di piloti - il cui sviluppo successivo diede vita proprio al progetto “MB 339” superbo velivolo da addestramento in utilizzo da anni presso il 61° Stormo di Galatina (nelle versioni “A” e “CD”) e
che equipaggia la PAN dal 1982 (versione “A”-PAN).
Tema di grande attualità e segmento ampio del 55° Anniversario della PAN, lo spazio. Grazie alla consolidata interazione tra Aeronautica Militare, l’Agenzia Spaziale Italiana (A.S.I.) e l’Agenzia Spaziale Europea (E.S.A.), presenti
a Rivolto tutti gli astronauti italiani.
Prestigioso simbolo del made in Italy, sinonimo di efficienza, tecnica, affidabilità, passione e capacità, la Pattuglia Acrobatica Nazionale è evidenza, da sempre, del “saper fare squadra” ed oggi più che mai sono espressione ed
essenza dell’Aeronautica Militare nel suo complesso, potente testimonial delle “eccellenze tricolori” e strumento
capace di avvicinare gli italiani alle Forze Armate e consolidarne il senso di appartenenza alle Istituzioni.
Il 313° Gruppo Addestramento Acrobatico è dunque oggi
solido anello di congiunzione tra le Istituzioni ed il Cittadino, tra Paese e Cittadino, Cittadino nei confronti del
quale l’Arma Azzurra rivolge tutte le proprie energie ed
attenzioni, come ben testimonia lo slogan ufficiale “Aeronautica Militare, la tua squadra che vola”.
Il Corriere dell’Aviatore N. 9-10/2015 3
55 mo Anniversario “Frecce Tricolori”
Il 55° Anniversario della Pattuglia Acrobatica Nazionale
(PAN), è stato anche occasione per perseverare nell’impegno rivolto dall’Aeronautica Militare alle fasce più deboli
della popolazione; ciò con la stipula di una partnership
con UNICEF ITALIA, condivisa con il Ministero della
Difesa e rivolta ai i bambini.
La collaborazione, siglata il 25 agosto scorso, ha previsto
la raccolta fondi attraverso la cessione di Pigotte da devolvere a progetti in favore dell’infanzia nel solco degli 8
Obiettivi di Sviluppo del Millennio fissati dalla comunità
internazionale nel settembre 2000 che mirano a promuovere i diritti dei bambini e contribuire al miglioramento
delle loro condizioni di vita.
... ed a sancire ancor più il già forte legame tra l’Arma Azzurra ed UNICEF, dopo la nomina dello scorso 27 ottobre del Magg. pil. Luca Parmitano, ecco sopraggiungere,
in occasione del 55° Anniversario della PAN, anche la nomina di Samantha Cristoforetti, Goodwill Ambassador per
mano di Paolo Rozera, Direttore di UNICEF ITALIA.
Sul piano sempre delle iniziative speciali correlate al 55°
Anniversario della PAN, grande risalto mediatico hanno
assicurato le dirette su RAISPORT 2, dalle 15.30 alle
16.35 e su RAI 1, dalle 16.40 alle 18.50 di domenica 6
settembre. Le trasmissioni televisive sono state seguite in
media da 1.8 milioni di persone (media share 17%) con
picchi di 2.400.000 (con una media share tra il 20 e il
22%) durante l’esibizione delle Frecce Tricolori, alle quali
vanno aggiunte ben oltre 10 ore di diretta streaming della
WEB TV dell’Aeronautica Militare, con oltre 200.000 visualizzazioni registrate nei due giorni di esibizioni.
Speaker d’eccezione alla conduzione della lunga diretta
WEB TV AM Anna Pettinelli - voce di Radio Dimensione Suono - con il giovane attore e noto volto televisivo Simone Lijoi a raccogliere le testimonianze, sensazioni ed
umori tra il pubblico. Grande successo, infine, anche sui
social network istituzionali dell’Aeronautica Militare, con
una copertura totale dei post pubblicati per l’evento su
piattaforma FaceBook pari ad oltre 2.200.000.
4 Il Corriere dell’Aviatore N. 9-10/2015
RTL 102.5 è stata infine la radio ufficiale del 55° Anniversario della Pattuglia Acrobatica Nazionale assicurando
alla due giorni una copertura giornalistica che ha riportato medie giornaliere attestate sui 6.000.000 di ascoltatori.
Per l’evento, infine, POSTE ITALIANE ha realizzato due
speciali annulli postali dedicati al 55° Anniversario della
Pattuglia Acrobatica Nazionale destinati a corredare la cartolina ufficiale appositamente realizzata per l’evento. L’ulteriore iniziativa congiunta ha permesso di devolvere integralmente gli introiti, al netto delle spese di realizzazione dell’iniziativa, in favore dell’Opera Nazionale per i Figli degli
Aviatori (ONFA) sodalizio dell’Aeronautica Militare che assiste negli studi gli orfani del personale della Forza Armata.
55 mo Anniversario “Frecce Tricolori”
È stata dunque una due giorni davvero unica sotto tanti
punti di vista, con una manifestazione aerea di altissimo
pregio, un air-show veramente spettacolare. Oltre cento
velivoli tra caccia, trasporto ed elicotteri, diverse formazioni civili e numerosi velivoli storici, esibizioni di aerei
solisti ed infine pattuglie acrobatiche di ben undici diverse nazioni, ma anche aeromobili di punta ad ala fissa e rotante dell’Aeronautica Militare, assetti e team di Arabia
Saudita, Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Giordania,
Olanda, Polonia, Spagna, Svizzera e Turchia, hanno letteralmente entusiasmato e mandato in visibilio tutti gli appassionati, quanto i neofiti del mondo aeronautico.
... e fra le tante formazioni, anche il “WeFly! Team”, unica
compagine acrobatica italiana composta prevalentemente
da piloti disabili e strettamente legata al Capitano Samantha Cristoforetti, che nella recente missione a bordo della
Stazione Spaziale Internazionale, ha portato nello spazio il
loro stendardo nell’ambito di “WeFly con Futura - osa volare” iniziativa speciale tesa a sottolineare che - pur tra
mille difficoltà - non esistono limiti per chi vuole davvero
guardare al futuro e rendere reali i propri desideri.
Il Corriere dell’Aviatore N. 9-10/2015 5
55 mo Anniversario “Frecce Tricolori”
Un Anniversario da ricordare per una
moltitudine di aspetti positivi, un
evento di grande successo... ma, alla fine, pur sempre una piccola, minuscola scintilla...
una “Scintilla Tricolore” come la bellissima nuova manovra di doppia apertura delle due sezioni della Pattuglia
Acrobatica Nazionale, nominata ufficialmente a Rivolto dinanzi al Capo
dello Stato...
... una piccola scintilla nell’infinito spazio delle attività svolte dall’Aeronautica
Militare... una minuscola scintilla nel
panorama sconfinato dei precursori, intrepidi “scalatori azzurri” che in cordata,
l’uno vincolato saldamente all’altro, hanno dimostrato di “saper essere squadra affiatata e compatta nel tempo”, uniti da un
unico filo conduttore: la volontà di scalare caparbiamente la parete delle virtù,
gettando regolarmente il cuore oltre l’ostacolo per raggiungere la vetta, talvolta
anche a costo della propria esistenza......esistenza spesa esclusivamente per
il servizio, con passione, fermezza, abnegazione, infinito spirito di sacrificio,
connubio di doti necessario a
creare quella consolidata tradizione di
valori solo grazie alla quale si può ambire
a grandi traguardi, si possono raggiungere grandi risultati, si possono anche...
...“raggiungere le stelle”!!!
Fonte: SMA - Ufficio Generale per la Comunicazione
Autore: Ten. Col. Orfeo Rossi
6 Il Corriere dell’Aviatore N. 9-10/2015
Il 41 mo Stormo “Antisom” compie 50 anni
Le celebrazioni hanno interessato
la Base Aerea di Sigonella e la città di Catania
del 41° Stormo Antisom, dell’Ispettore dell’Aviazione per la
Marina, Generale Brigata Aerea Roberto Azzolin, del Comandante Forze Supporto e Speciali (CFSS), Generale Brigata Aerea Roberto Boi, le Autorità delle provincie di Catania, Siracusa, Ragusa e Messina, unitamente ad uno schieramento del personale della Base Aerea ed alla presenza di
ospiti civili e militari locali nonché di ex-Comandanti ed appartenenti allo Stormo.
1° ottobre 2015 - 50° anniversario della costituzione (1965)
del 41° Stormo Antisom di Sigonella dell’Aeronautica Militare (AM).
Nell’ambito di questa significativa ricorrenza, sono stati organizzati alcuni eventi cui hanno preso parte autorità religiose, civili e militari della Regione Siciliana ed i Vertici della
Forza Armata.
Domenica 27 settembre, la Banda Musicale dell’Aeronautica
Militare ha suonato presso il Teatro Massimo “Vincenzo Bellini” di Catania alla presenza del Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare (SMA), Generale Squadra Aerea Pasquale Preziosa. Al concerto hanno preso parte il Sindaco della città, Avv. Enzo Bianco, il Prefetto in sede, Dott.ssa Maria
Guia Federico e il Questore Dott. Marcello Cardona, il Prefetto di Siracusa Dott. Armando Gradone, il Comandante la
Squadra Aerea, i vertici locali della Magistratura, tutte le Autorità responsabili dell’ordine pubblico, una significativa rappresentanza del personale del 41° e altri gentili ospiti.
Lunedì 28 settembre, è stato invece organizzato un evento
celebrativo all’interno della Base Aerea di Sigonella, alla presenza del Comandante la Squadra Aerea, Generale Squadra
Aerea Maurizio Lodovisi. L’evento è stato organizzato presso
il nuovo hangar “One” della base ha visto la partecipazione,
unitamente al Comandante della Squadra Aerea, del Generale Squadra Aerea (in congedo) Giovanni Tricomi, Decano
Nel corso della cerimonia il Comandante del 41° Stormo
Antisom, Colonnello Vincenzo Sicuso, ha effettuato un intervento teso a sottolineare l’importanza dell’evento celebrato, evidenziando come “oggi ho il privilegio di poter festeggiare, insieme a tutti voi, questa importante ricorrenza quale Comandante e ciò mi consente di sottolineare l’alta valenza professionale degli uomini del 41° e la grande capacità operativa dell’Atlantic che, nonostante gli oltre 40 anni di servizio e la pros-
sima dismissione, permette ancora di raggiungere gli obiettivi
assegnati”. Ha poi proseguito “Il nostro personale ha svolto i
compiti istituzionali assegnati con passione, determinazione e
senso dello Stato… sono questi i pilastri su cui si fonda l’attività
dell’Aeronautica Militare ed i risultati ottenuti negli anni, i riconoscimenti sia a livello nazionale che internazionale ne sono
il più tangibile segno. La crescente richiesta di interventi, infatti, è stata ampiamente soddisfatta grazie soprattutto alla vasta
preparazione professionale e alla disponibilità incondizionata
del personale”.
Il Generale Lodovisi, massima autorità A.M. intervenuta alla
cerimonia, ha ringraziato le personalità ed i gentili ospiti richiamando, nel corso del proprio intervento, l’attenzione dei
presenti su quanto il personale del 41° - e il Generale Tricomi in qualità di Decano - abbia saputo contribuire alla storia
dello stormo “oggi festeggiamo i 50 anni di attività aeronautica del 41° Stormo Antisom. Quello attuale è un periodo difficile per tutte le realtà istituzionali che devono fronteggiare quotidianamente ristrettezze di bilancio; in questo contesto, la revisione dello strumento militare ci ha imposto di effettuare alcune
scelte coraggiose, prediligendo la qualità alla quantità, puntanIl Corriere dell’Aviatore N. 9-10/2015 7
Il 41 mo Stormo “Antisom” compie 50 anni
do sul maggiore impiego di tecnologie avanzate ed investendo
sulla risorsa maggiormente importante, il personale appunto. Ed
è proprio la componente umana che, se correttamente indirizzata da una leadership ispirata e lungimirante, può garantire
quel quid in più necessario alla Forza Armata per eccellere nelle attività proprie ed a favore della collettività, come testimoniano in particolare gli ultimi due anni che hanno visto gli
equipaggi dei nostri Atlantic concorrere alle delicate operazioni
di pattugliamento del Mediterraneo per fronteggiare la nota
emergenza umanitaria”.
Per illustrare l’importante ricorrenza, è stata allestita una
mostra fotografica storico-culturale dal personale specialista
dello Stormo, curata in collaborazione con il Liceo Artistico
“E. Greco” di Catania sotto il coordinamento della Prof.ssa
Maria Eleonora Bonincontro, che ripercorre gli ultimi 50
anni del 41° Stormo e del proprio sistema d’arma (Breguet
1150 Atlantic). L’esposizione, allestita con cimeli storici e
pannelli descrittivi raffiguranti importanti scorci di vissuto
aeronautico, è stata inaugurata dal Capo di SMA insieme a
studenti dell’istituto artistico coinvolto e dell’Istituto Aeronautico “Besta” di Ragusa; singolare e degna di nota, tra le
lavorazioni eseguite, un pannello metallico realizzato adattando un’obsoleta paratia antighiaccio “fuori uso” di un Breguet 1150 con una serie stilizzata di scritte, a forma di Atlantic, riportanti una sintesi della storia del 41° Stormo e la firma autografa del Generale Preziosa.
È stata inoltre, predisposta una mostra statica con assetti dello stormo, velivoli a pilotaggio remoto Predator dell’AM, aeromobili di stanza alla locale Naval Air Station Statunitense
8 Il Corriere dell’Aviatore N. 9-10/2015
e MB-339 delle “Frecce Tricolori” rischierati a Sigonella in
occasione della manifestazione area di Giardini Naxos organizzata dall’omonimo Comune domenica 27 settembre.
L’evento dimostrativo ha visto la partecipazione di circa
50.000 persone sul litorale interessato, unitamente alla presenza del Sottosegretario di Stato alle Politiche Agricole,
On.le Giuseppe Castiglione, del Prefetto di Messina, Dott.
Stefano Trotta e del Capo di SMA che ha ricevuto direttamente dal Sindaco di Giardini Naxos, Pancrazio Lo Turco, la
cittadinanza onoraria conferita all’Aeronautica Militare nell’occasione.
A seguito dell’entrata in linea avvenuta nel 1972, l’attitudine
dell’Atlantic ad operare autonomamente o in supporto a
Forze aeronavali complesse ha consentito al 41° Stormo - in
modo naturale - di adattarsi e rendersi disponibile a diverse
tipologie di impiego al variare dello scenario internazionale. Così, pur mantenendo tutte le proprie peculiarità e capacità, nel tempo, è passato da un’attività prevalentemente antisommergibili e antinave tipica della “guerra fredda”, ad
un’attività di pattugliamento e di ricognizione ottica ed elettronica delle aree d’interesse. Tutto questo è da ascriversi
unicamente alle capacità peculiari del velivolo Atlantic in
termini di autonomia, attitudine al volo a bassissima quota e
disponibilità di molteplici sensori e apparati di comunicazione e che gli permettono, di pattugliare agevolmente aree
molto vaste, altrimenti esplorabili con l’impiego di numerosi
altri mezzi navali ed aerei.
Fonte: 41° Stormo - Sigonella (CT)
Autore: Cap. Giorgio Bartolozzi; 1° M.llo Carmelo Savoca
In autunno la più grande esercitazione Nato
da oltre un decennio, anche in Italia
I
l nostro Paese, insieme a Spagna e Portogallo, sarà
parte dell’immaginario “Sorotan”, Paese sconvolto
da una guerra aerea, terrestre e marittima che impegnerà 36 mila truppe da oltre 30 nazioni.
Bruxelles - Tra ottobre e novembre prossimi, Italia, Spagna e Portogallo saranno colpiti da una guerra su vasta
scala, in cui i pericoli arriveranno dalla terra, dal mare e
dal cielo. Ma non c’è nulla di cui preoccuparsi, in quel periodo, l’Italia non sarà Italia, ma solo un lembo di “Sorotan”, la regione immaginaria in cui la Nato ha deciso di
ambientare la più ampia esercitazione messa in piedi da
oltre un decennio. Vi prenderanno parte oltre 36 mila
truppe di oltre 30 nazioni, tra membri dell’Alleanza e sette Paesi partner (Australia, Austria, Bosnia ed Erzegovina,
Finlandia, Fyrom, Svezia e Ucraina). Parteciperanno anche l’Unione europea, l’Unione africana e diverse organizzazioni umanitarie internazionali. In Italia sarà coinvolto in particolare l’aeroporto di Trapani Birgi. L’ultima
volta che l’Alleanza atlantica si era cimentata in un’operazione simile era il 2002, quando si svolse una esercitazione per preparare le forze di risposta Nato in Norvegia e
Polonia, coinvolgendo oltre 40 mila truppe da 15 Paesi alleati e 12 partner.
L’immaginaria “Sorotan”, uno scenario “fittizio ma realistico”, in un Paese con “tensioni interne e pericoli naturali” al di fuori dell’Alleanza Atlantica, spiega il generale
Phil Jones del commando Nato che sta organizzando l’esercitazione, sarà una “zona immensa, dal Portogallo all’Italia, con l’Atlantico e il Mediterraneo”. Il primo fattore
di difficoltà sarà dunque la distanza, ma anche la “velocità” sarà messa a dura prova. “Ci saranno elementi multipli che si dispiegheranno simultaneamente, succede- ranno un sacco di cose insieme - spiega il generale - abbiamo
trasformato un certo numero di eventi realmente accaduti
per farli succedere a Sorotan”. Ad esempio ci saranno scenari come aeroporti da conquistare o da difendere, diversi
mezzi utilizzati, come esplosivi improvvisati, saranno coinvolti corpi di marines, occorrerà contrastare diverse
operazioni anfibie allo stesso tempo, ci saranno forze marittime e terrestri che sbarcano dalle navi e vengono a terra e hanno bisogno di conquistare una base aerea. Sarà
messa alla prova la superiorità aerea, bisognerà difendere
la libertà di navigazione. Insomma “ci saranno nuove sfide complesse e molto rapide ma sono persuaso che i nostri comandanti troveranno il modo di assicurare la vittoria militare”, sono sicuri alla Nato.
La simulazione non è solo in chiave anti-russa, assicurano dall’Alleanza atlantica, ma per farsi trovare pronti
contro qualsiasi eventuale minaccia, che arrivi da Est, da
Sud o da qualsiasi altra direzione. L’esercitazione era pianificata da tempo, già da prima dell’annessione russa della Crimea e dell’avanzata dei combattenti del sedicente
Stato Islamico in Iraq e Siria ma è stata rivista per assicurarsi che non ci si riferisse ad uno scenario di crisi vecchio di 10-15 anni. Così, le truppe dovranno fare fronte
anche ad attacchi terroristici e atti sovversivi ma per rendere il tutto più attuale si tratterà anche di una “cyber
guerra”: occorrerà fare uso di Twitter, useremo i social,
conferma la Nato, anche sul fronte della propaganda per
vedere come reagiscono i nostri militari: ad esempio se
un’immagine è manipolata gli uomini dell’Alleanza se ne
accorgono? E poi occorrerà vedere cosa succede sui diversi media ed essere pronti a reagire.
Fondamentale la partecipazione di Paesi non Nato e di
soggetti non strettamente militari, come le organizzazioni non governative: “Questo fa parte integrante del nostro esercizio - spiega il generale Jones - perché la capacità di comunicare con tutti è fondamentale in ogni crisi,
una soluzione puramente militare non basta in nessuna
crisi”. “L’obiettivo è riconquistare la pace - aggiunge il
generale Hans-Lothar Domröse, che sarà il comandante
responsabile dell’esercitazione - combattere, fidatevi, lo
sappiamo fare, ma qui si tratta di capire come possiamo
stabilizzare unan situazione e aiutare la popolazione per
vivere meglio domani”.
Fonte: Eunews - Letizia Pascale
Il Corriere dell’Aviatore N. 9-10/2015 9
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Cambio di Comando all’Accademia Aeronautica
Il Generale Nicola Lanza de Cristoforis è il nuovo Comandante
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ercoledì 23 settembre, sul piazzale delle Medaglie d’Oro dell’Accademia Aeronautica di
Pozzuoli, ha avuto luogo la cerimonia di avvicendamento del Comandante dell’istituto tra il Generale di Squadra Aerea Fernando Giancotti e il Generale di Divisione Aerea Nicola Lanza de Cristoforis.
La cerimonia si è svolta alla presenza del Comandante
delle Scuole dell’Aeronautica Militare/3^ Regione Aerea, Generale di Squadra Aerea Franco Girardi, e di
numerose autorità civili e militari.
Il Generale Giancotti, che lascia il comando dopo due
anni, ha sottolineato l’importanza primaria della missione che gli veniva affidata: la formazione dei giovani
allievi. Una missione che si è rivelata intensa, coinvolgente e impegnativa, ma che ha reso questo comando davvero speciale. Ha ringraziato tutto il personale dell’Accademia
per aver contribuito a portare a termine tanti progetti e aver conseguito tanti obiettivi sia nel settore della formazione sia
nel supporto alla formazione. Un grazie particolare è stato rivolto a tutti i rappresentanti del territorio puteolano, alle
autorità politiche e religiose e all’Università degli Studi Federico II di Napoli, che ha contribuito in modo
fondamentale al progetto della formazione degli allievi. Rivolgendosi a loro, che sono al centro non solo di
questo Istituto ma dell’intera Forza Armata, ha detto
“avete colorato la mia visione del futuro di colori brillanti”. L’ultimo deferente saluto è stato per la Bandiera d’Istituto, …”questa Bandiera siamo tutti noi è la
gente del nostro Paese che dobbiamo e vogliamo servire, è tutti quelli che sono passati e quelli che verranno. È stato per me un grande onore e un conforto
averla al fianco”.
Il Generale Lanza de Cristoforis ritorna a Pozzuoli dopo circa 12 anni, stavolta come 39° Comandante dell’Accademia Aeronautica e nel suo discorso di insediamento ha ringraziato i vertici della Forza Armata per la fiducia concessa per affrontare questo nuovo ed impegnativo
compito di valenza strategica per la Forza Armata: la formazione degli uomini e donne che ne costituiranno la componente operativa di riferimento e che, rapidamente, diventeranno la nostra dirigenza del futuro. Rivolgendosi proprio ai giovani allievi ha sottolineato che “…
Il paese e la Forza Armata vi offrono qui straordinarie
opportunità. Costruire competenze solide e profonde
grazie ad un corpo docente di eccellenza, cui sono grato, in particolare grazie al rapporto, recentemente rinnovato, con l’Università Federico II. Competenze definite apposta per Voi, di cui essere assetati perché indispensabili nella vita speciale che vi attende: una vita
di cui essere giustamente fieri ma che porrà sfide molto impegnative e oggi non prevedibili. Il paese, la Forza Armata, il collega e l’amico avranno sempre più bisogno di uomini e donne pronte e preparate ad affrontare quelle sfide… ”
10 Il Corriere dell’Aviatore N. 9-10/2015
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La cerimonia si è conclusa con il discorso del Generale Girardi che ha elogiato il Comandante uscente per
il lavoro, perché ha saputo custodire ed arricchire le
tradizioni dell’istituto, guidare con coraggio e determinazione il quadro permanente e soprattutto dedicare tutto se stesso alla formazione etica e professionale
dei nostri giovani ufficiali ed allievi. […] ”caro Fernando, hai operato con grande autorevolezza e spirito
di servizio, con lungimiranza e responsabilità, hai dimostrato entusiasmo ed altruismo, hai agito con assoluta integrità e schiettezza. Oggi ricevi il giusto riconoscimento per l’intenso e proficuo lavoro svolto, da
parte mia ed a nome dell’aeronautica militare: grazie
ancora ed in bocca al lupo. auguro a te ed alla tua famiglia un futuro sereno e ricco di soddisfazioni […].
Rivolgendosi infine al Comandante subentrante “…sono certo che nella sua azione di comando improntata sulla capacità di saper ascoltare, coinvolgere, decidere e motivare, il Generale Lanza de Cristoforis potrà fare affidamento sulla
partecipazione generosa e capace di tutto il personale dell’istituto. Caro Nicola, ti auguro di cuore ogni affermazione,
perché ogni tuo successo sarà il successo di questo prestigioso istituto e dell’Aeronautica Militare.”
L’ultimo saluto è stato per tutti i giovani Sottotenenti, Aspiranti ed Allievi, la ragion d’essere dell’Accademia Aeronautica, esortandoli ad impegnarsi al massimo delle loro possibilità, di vivere con coraggio ed entusiasmo gli anni in Accademia, di superare con grinta e determinazione le difficoltà del presente e di rivolgere lo sguardo con fiducia e ottimismo
verso il brillante futuro che li aspetta.
Fonte: Accademia Aeronautica - Pozzuoli
Autore: Cap. Finotti Giulio
A capo dello Stato Maggiore del ComLog,
il Gen. Moscini subentra al Gen. Fort che il 6 ottobre assume il comando dell’ISMA
21/09/2015 - La suggestiva atmosfera della Sala degli Eroi di Palazzo
AM ha fatto da sfondo alla cerimonia di avvicendamento tra il Generale di Divisione Aerea Stefano Fort (uscente) ed il Generale di Brigata
Aerea Carlo Moscini (subentrante) nella carica di Capo di Stato Maggiore del Comando Logistico.
Alla presenza del Generale di Squadra Aerea Gabriele Salvestroni, Comandante Logistico dell’Aeronautica Militare, del personale dello Stato
Maggiore e di alcuni ospiti civili e militari, il Generale Fort ha passato
idealmente il testimone al Generale Moscini, richiamando nel suo intervento alcune delle principali attività che hanno caratterizzato i due
anni del suo mandato. Tra queste il supporto alle Operazioni Fuori dai
Confini Nazionali, il rischieramento nei vari teatri in cui l’AM ha operato o sta attualmente operando, le problematiche ambientali.
“In ogni circostanza - ha sottolineato il Generale Fort rivolgendosi al personale dello Stato Maggiore - ho apprezzato lo spirito di sacrificio e la
competenza con cui avete operato”. Infine, un pensiero rivolto al Generale Moscini “… a te Carlo che … siederai nella cabina di regia, l’onere
di continuare l’opera e, anche se al momento può sembrarti piuttosto.ardua, ti posso garantire che una volta conosciuto il valore degli uomini
che ti supporteranno nelle decisioni, sarai in grado di raccogliere molte
soddisfazioni vedendo realizzati progetti importanti ed acquisizioni di
nuove capacità soprattutto in un quadro sempre più ridotto di risorse”.
Il Corriere dell’Aviatore N. 9-10/2015 11
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Il Generale Moscini, alla sua prima esperienza nel settore logistico, nel ringraziare le Superiori Autorità per la fiducia accordatagli, ha sottolineato come “l’incarico che oggi assumo rappresenta per me un’occasione unica di crescita professionale e di poter contribuire al bene della Forza Armata da una posizione privilegiata quale quella dello Stato Maggiore del
Comando Logistico”.
Il Generale Salvestroni, intervenuto a conclusione della cerimonia, ha ringraziato il Generale Fort per il suo operato: “… in
ogni circostanza ho molto apprezzato la disponibilità e la serenità con cui ti sei confrontato con le diverse situazioni, talvolta anche molto pressanti, e l’onestà intellettuale con cui hai operato e supportato la mia azione di comando. … hai saputo
raccordare e coordinare le esigenze delle articolazioni dipendenti; un compito per niente facile quando si tratta di armonizzare sensibilità, interessi e prospettive diverse, ma hai messo in luce le tue innate doti di negoziatore. Grazie, e grazie anche
al tuo personale qui schierato, che non ti ha mai fatto mancare la sua qualificata collaborazione. Bravi a tutti voi”.
Rivolgendosi al Generale Moscini il Comandante Logistico ha poi aggiunto “… in questi giorni ho potuto apprezzare il
tuo immediato coinvolgimento nelle diverse problematiche che ricadono nell’ambito delle responsabilità dello Stato
Maggiore e sono sicuro che le tue precedenti esperienze ti consentiranno di operare nel migliore dei modi, nel solco già
tracciato dal tuo predecessore. Ti rinnovo dunque la fiducia e sono sicuro lavoreremo in grande sintonia”.
Vertice della struttura tecnica, logistica ed amministrativa della Forza Armata, il Comando Logistico ha la responsabilità
dell’approvvigionamento, della conservazione e della distribuzione dei mezzi e dei materiali necessari alla vita dei Reparti. Inoltre assicura il necessario supporto alle linee di volo, ai sistemi d’arma, ai sistemi radar, ai sistemi informatici e di
telecomunicazioni, ai servizi di commissariato, sanitario e delle infrastrutture, l’attività di sperimentazione e di valutazione tecnico-operativa dei sistemi d’arma, dei mezzi e dei materiali.
Fonte: Comando Logistico - Roma
Autore: Col. Francesco De Simone
Incessante attività di soccorso del 31° Stormo
Il reparto di base a Ciampino ha effettuato in pochi giorni altri 5 trasporti sanitari della massima urgenza
21/09/2015 - Si è conclusa un’altra settimana di
intenso lavoro a favore della popolazione civile per
il 31° Stormo di Ciampino.
Martedì 15 settembre si è svolto un trasporto sanitario di urgenza richiesto all’Aeronautica Militare
dalla prefettura di Catania per trasportare una
neonata di soli tre mesi dall’ospedale locale al Santo Bono di Napoli.
Il trasporto è stato richiesto dai medici dell’ospedale siciliano in seguito all’aggravarsi delle condizioni della piccola, che richiedevano cure specifiche disponibili in quel momento unicamente presso il polo ospedaliero del capoluogo campano.
Un Falcon 900 del 93° gruppo Trasporti Speciali è
quindi decollato su ordine del Comando Squadra
Aerea ed in poco meno di un’ora di volo ha trasportato in piena sicurezza la piccola paziente insieme alla mamma e ad una equipe medica all’aeroporto di Capodichino.
Il giorno successivo, mercoledì 16 settembre, un Falcon 900 Easy sempre del 93° Gruppo è decollato da Ciampino alla
volta di Bari per prelevare un’altra paziente in attesa di trapianto e trasportarla presso l’aeroporto di Rivolto. Il volo durato un’ora e dieci minuti ha consentito alla paziente di raggiungere l’ospedale in tempo per l’intervento e senza che venisse compromessa l’efficienza dell’organo da trapiantare. Nella notte tra mercoledì 16 e giovedì 17 un altro Falcon 900
ha effettuato due trasporti a favore di altrettanti connazionali in attesa di trapianto: il primo volo, decollato da Ciampino poco dopo la mezzanotte, è atterrato a Trapani per prelevare un paziente e trasportarlo a Verona, dove lo stesso sarebbe stato sottoposto a trapianto renale.
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Durante il volo di rientro verso Ciampino un’altra richiesta di trasporto sanitario per trapianto, questa volta da Lamezia a Torino, è stata inoltrata dalla Sala Situazioni del Comando Squadra Aerea alla Sala Operativa del 31° Stormo.
L’equipaggio del Falcon, avvisato durante il volo della nuova missione, effettuava un rapido rifornimento e decollava di nuovo per questo secondo trasporto, che si concludeva con successo poche ore dopo.
Nelle prime ore di venerdì 18 settembre un altro velivolo del 31° Stormo, un
Falcon 50 del 306° Gruppo Volo, atterrava ad Olbia su ordine del Comando
Squadra Aerea per rispondere alla richiesta della prefettura sarda,che richiedeva l’mmediato trasporto a Ciampino di una neonata di 20 giorni.
La piccola paziente si trovava in pericolo di vita e necessitava delle immediate cure specialistiche che l’ospedale Bambino Gesu di Roma è in grado di
fornire. Il volo dalla Sardegna a Ciampino si svolgeva in poco più di 45 minuti ed assicurava la piccola, trasportata insieme ai propri genitori, alle cure
dei medici specialisti dell’ospedale romano, presso cui è ancora ricoverata.
Il trasporto sanitario di urgenza è una delle attività più frequenti e di maggiore impatto svolte dal 31° Stormo. La rapidità della catena di allertamento, che coinvolge il servizio sanitario nazionale, le autorità civili e l’Aeronautica Militare, nonché l’efficienza e la capacità dei velivoli e degli equipaggi di
adattarsi ai diversi tipi di trasporto e di apparecchiature mediche, rendono questo reparto un riferimento per i trasporti
sanitari d’urgenza di ogni tipo, sia a livello nazionale che per qualsiasi altra destinazione nel mondo.
Fonte: 31° Stormo - Ciampino (RM)
Autore: Cap. Daniele Lelli
Cambio al vertice del Comando Operazioni Aeree
Il Generale Nordio cede il Comando del COA al Generale Fantuzzi
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iovedì 17 settembre è avvenuto il passaggio di consegne al vertice del Comando Operazioni Aeree (COA) tra il
Generale di Squadra Aerea Roberto Nordio e il Generale di Divisione Aerea Giovanni Fantuzzi.
L’avvicendamento, presieduto dal Comandante della Squadra Aerea, Generale di Squadra Aerea Maurizio Lodovisi, è avvenuto alla presenza di numerose autorità civili, militari e religiose nonché del Gonfalone della città di Ferrara, decorato di Medaglia d’Argento al Valor Militare, dei Gonfaloni della Regione Emilia Romagna, dei Comuni di Poggio Renatico, Bondeno, Cento, Mirabello, Vigarano Mainarda e dei Labari delle Associazioni.
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Il Generale Nordio, che lascia il Comando dopo due anni, nel corso del proprio intervento ha definito il periodo trascorso al COA come uno dei più intensi ed affascinanti della propria vita professionale, esprimendo sincera riconoscenza alla città di Ferrara per la calorosa accoglienza e per i rapporti sempre improntati all’insegna della collaborazione e
dell’amicizia. Si è poi rivolto agli uomini e le donne del Reparto ringraziandoli “per aver servito il Comando Operazioni
Aeree e la Forza Armata con dedizione, passione, professionalità e competenza”.
Il Generale Nordio ha voluto concludere con una riflessione indirizzata a tutto il personale e anche a se stesso: “non accontentiamoci mai, tutto può e deve essere migliorato, continuiamo a guardare avanti ricercando con spirito di collaborazione e lavoro di team il modo per migliorare ulteriormente la nostra Forza Armata.”
Per il nuovo Comandante del COA inizia una
“nuova esperienza di Comando nel settore operativo del Comando e Controllo, di particolare valenza ed importanza per la nostra Forza Armata”.
Anche il Generale Fantuzzi, nel suo discorso, ha
voluto rivolgere parole di apprezzamento al personale del COA, “per le capacità ampiamente dimostrate non solo nello svolgimento della quotidiana importante attività, ma anche nelle operazioni militari svolte nel recente passato in molti
scenari operativi.” Infine, il neo Comandante ha
voluto salutare e ringraziare tutti i presenti: il Generale Lodovisi per la fiducia accordatagli, i labari e le associazioni combattentistiche e d’arma
per il forte legame con l’Arma Azzurra, gli ex comandanti del Comando Operativo Forze Aeree
che, con la loro presenza, sigillano l’affetto e la
profonda considerazione verso il Reparto, le città di Ferrara e Poggio Renatico per la reciproca collaborazione sul territorio e, non ultima, la moglie Ornella che “continua ad essere al
mio fianco e a sostenermi in ogni sfida che la vita e l’Aeronautica mi propongono”.
Ha concluso il suo intervento rivolgendo un affettuoso augurio
a tutto il personale per un proficuo lavoro insieme, sotto l’egida della Vergine Lauretana.
Il Generale Lodovisi ha quindi concluso la serie di interventi
rimarcando il ruolo centrale del COA all’interno del Comando
Squadra Aerea e della Forza Armata, esprimendo grande compiacimento per i risultati ottenuti sia in campo nazionale che
internazionale e sottolineando come, con risorse assai minori
rispetto al passato, l’Aeronautica Militare riesca ad affrontare
con efficienza, efficacia e determinazione sempre maggiore tutti i propri compiti. La razionalizzazione delle risorse, l’investimento sul patrimonio umano, sull’etica, sullo spirito di servizio, fa si “che il nostro lavoro venga capitalizzato al meglio per
il bene collettivo. Riorganizzazioni e tagli dei costi non hanno
intaccato la qualità dei servizi che riesce ad esprimere l’Arma
Aeronautica”. Rivolgendosi quindi al personale del COA, il
Generale Lodovisi si è detto “orgoglioso, perché ha fatto bene
quello che gli ho chiesto di fare, in un momento in cui ho chiesto molto”.
(Nella foto ricordo, da sx: Gen. S.A. Nordio, Gen. S.A. Lodovisi, Gen. D.A. Fantuzzi)
Fonte: Comando Operazioni Aeree - Poggio Renatico (FE)
Autore: T. Col. Daniele Faustini
14 Il Corriere dell’Aviatore N. 9-10/2015
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Cambio al QG del Comando Scuole/3^RA
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ercoledì 16 settembre, presso l’Aeroporto Militare di Bari
Palese, si è svolta la cerimonia del cambio di comando
del Quartier Generale, tra il Colonnello Paolo Citta,
comandante uscente, ed il Colonnello Giambattista Degiuli, comandante subentrante.
L’evento è stato presieduto dal Generale di Divisione Aerea Vitantonio Cormio, Vice Comandante delle Scuole A.M./3ª Regione Aerea,
alla presenza del Generale di Squadra Aerea Franco Girardi, Comandante delle Scuole A.M./3ª Regione Aerea e del personale militare e
civile del Quartier Generale schierato.
Il Colonnello Citta, dopo aver richiamato le funzioni del Quartier Generale, quale Ente di supporto tecnico logistico ed amministrativo al Comando Scuole e ai Comandi Aeronautici presenti nel territorio barese, nel suo discorso di commiato, ha
così detto “In un momento di crisi economica che ha interessato tutti i settori della Pubblica Amministrazione e delle Forze
Armate, partendo dalla valorizzazione delle risorse umane, è stato possibile realizzare progetti tanto innovativi come l’isola
ecologica, la progressiva ristrutturazione di tutto il patrimonio infrastrutturale del Comando delle Scuole, nonchè il recupero del patrimonio alloggiativo del comprensorio di Bari”. “Progetti condivisi e realizzati con tutti i collaboratori - ha proseguito il Colonnello Citta -, siamo riusciti a fare del Quartier Generale una squadra che opera con passione e competenza”.
Il Colonnello Citta, in conclusione, rivolgendosi al personale militare e civile “Ora che sto lasciando il comando è giunto il momento per voi di voltarvi e di ripensare a tutto quanto fatto.
In ogni cosa, in ogni progetto realizzato, sappiatelo, c’è un pezzo di
voi, siatene orgogliosi almeno quanto io lo sono di voi”.
Il Colonnello Degiuli, dopo aver sottolineato l’importanza dell’incarico affidatogli, nel suo intervento “Sono convinto che la nostra Forza Armata ed il Quartier Generale possano fare affidamento su uomini e donne ben preparati e motivati, in grado di fare squadra e superare ogni difficoltà, per conseguire gli obiettivi prefissati. Sarà mio
preciso impegno essere vicino alle problematiche non solo dell’Ente,
ma soprattutto del personale, per consentire a tutti di trovare la giusta motivazione e di operare con dedizione, serietà e serenità”.
Il Generale di Divisione Aerea Vitantonio Cormio, infine, dopo aver
salutato le autorità e gli ospiti intervenuti alla cerimonia, nel suo discorso ha riferito“La partecipazione delle Istituzioni locali ci gratifica e conferisce particolare solennità e prestigio a questo evento, dal profondo significato che deriva dalla nostra storia e
dalla consapevolezza che, in ogni momento, gli uomini e le donne in
azzurro sono chiamati a servire la nazione, con dedizione e lealtà,
consci del proprio ruolo istituzionale”. Rivolgendosi al Colonnello
Citta “Ha operato non solo con il senso del dovere, ma con l’entusiasmo di chi crede nel proprio lavoro, ponendosi alla guida del Reparto
e conducendolo a risultati di eccellenza. Oggi, pertanto, può essere
fiero della ragguardevole crescita professionale di questo Ente, solida
struttura portante che permette al Comando Scuole dell’Aeronautica
Militare di perseguire, in sicurezza, i propri fini istituzionali”.
Rivolgendosi al Colonnello Degiuli “Il compito che la attende è sicuramente impegnativo, ma l’attenzione e l’impegno posti nei precedenti incarichi mi fanno ritenere che sarà in grado di fare un ottimo
lavoro, integrando e potenziando quanto già fatto dai suoi predecessori, mantenendo inalterate l’efficienza e la capacità
di un Reparto che ha dimostrato grandi potenzialità e che ha raggiunto risultati di assoluto rilievo”. Il Generale Cormio
ha voluto infine ringraziare il personale del Quartier Generale “Desidero esprimere un convinto apprezzamento per le
capacità professionali espresse, per le competenze maturate e per i risultati conseguiti. Avete dimostrato la validità dei tre
pilastri su cui si fonda la nostra Aeronautica, etica, passione e competenza”.
Fonte: C.S.A.M. 3ªR.A. - Bari
Autore: 1° Av. Capo Scelto Carnimeo Domenico Luciano
Il Corriere dell’Aviatore N. 9-10/2015 15
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Battesimo dell’aria per il primo F-35 italiano
7 settembre 2015, un’ora di volo sopra Cameri
Battesimo dell’aria per il primo F35 assemblato in Italia. Il caccia, che sostituirà Tornado, Amx e Av8B Harrier, ha compiuto un volo - il primo in assoluto del velivolo fuori degli Stati Uniti - di un’ora e 22 minuti sopra la base di Cameri, in
cui viene assemblato. Un “traguardo straordinario” secondo Lorraine Martin, general manager del programma che prevede l’acquisizione da parte dell’Italia di novanta esemplari del super-caccia. Per Bill ‘Gigs’ Gigliotti, il test pilot di Lockheed Martin, nessun problema.
“L’aereo ha eseguito il test in maniera eccellente, senza alcun imprevisto. Sono onorato - dice - di aver effettuato il volo
inaugurale” del jet. “Un aereo fantastico”. Il velivolo, di quinta generazione, coniuga la capacità stelth di occultamento ai
radar alla velocità supersonica e alla massima agilità, con il più potente e completo sistema integrato di sensori che si sia
mai visto nella storia dell’aviazione. Entro la fine dell’anno la consegna del primo velivolo da parte dello stabilimento Faco - Final assembly and check out -, di proprietà del governo italiano e gestito da Finmeccanica-Alenia Aermacchi in collaborazione con Lockheed Martin. Qui le attività produttive sono iniziate nel luglio 2013; a marzo il roll-out’, la presentazione ufficiale del primo F35 per l’Italia, l’AL-1. Lo stabilimento, scelto anche come polo di manutenzione per tutti gli
esemplari del caccia operanti in Europa, assemblerà
per l’Italia sia gli F35 A, a decollo e atterraggio convenzionale, sia gli F35B, a decollo breve e atterraggio verticale. Dei novanta esemplari previsti, 75 sono per l’Aeronautica mentre gli altri 15 sono per la
Marina. Le attività prevedono anche l’assemblaggio
degli aerei per la Royal Netherlands Air Force, nonché la produzione dei cassoni alari completi per la
flotta. “Le mie più sentite congratulazioni a tutti coloro che hanno lavorato instancabilmente per farci
raggiungere questo traguardo fondamentale per il
programma internazionale”, aggiunge Lorraine
Martin. Il volo di oggi costituisce infatti “una tappa
fondamentale - aggiunge Lockheed Martin in una
nota - per l’Italia e per la partnership produttiva con
Finmeccanica-Alenia Aermacchi”.
Redazione Ansa
Cameri (Novara)
16 Il Corriere dell’Aviatore N. 9-10/2015
L’affettuoso incontro del Capo di SMA Gen. Preziosa
con il pilota Bill Gigliotti
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Cambio di Comando al 16° Stormo “Protezione delle Forze”
«Fucilieri dell’Aria»
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iovedì 3 settembre, presso la sede del 16°
Stormo “Protezione delle Forze” dell’Aeronautica Militare di Martina Franca (Ta), ha
avuto luogo la cerimonia di cambio di comando del
Reparto tra il Colonnello Andrea Marradi e il comandante subentrante, Colonnello Giorgio Piccirillo.
Il “passaggio di consegne” è stato presieduto dal Comandante della 1^ Brigata Aerea “Operazioni Speciali” di Cervia (RA), Generale di Brigata Aerea Francesco Saverio Agresti che, nell’ambito della cerimonia,
ha assistito allo scambio della “gloriosa” bandiera di
guerra del 16° Stormo tra i Comandanti. All’evento hanno preso parte anche S. E. il Sig. Prefetto di Taranto Dott. Umberto Guidato, il Sig. Sindaco del Comune di Martina Franca (TA),
nonché le più alte autorità civili, militari e religiose locali e dei comuni limitrofi.
Il Generale Agresti nel corso del suo intervento ha detto: “Il 16° Stormo è una splendida
realtà della Forza Armata che garantisce ormai da anni un apporto costante, operativamente rilevante e sostanziale, oggigiorno indispensabile negli attuali scenari di crisi per consentire un impiego efficace e incontrastato dello strumento aereo”.
Il Colonnello Marradi, nel corso del suo discorso di commiato, ha ringraziato tutto il personale dello Stormo per la professionalità dimostrata e l’impegno profuso, che insieme
hanno permesso “[...] di finalizzare le attività del Reparto per
il raggiungimento degli obiettivi assegnati sia nel contesto nazionale che internazionale”. Ha poi
rivolto un sentito ringraziamento alla cittadinanza di Martina Franca che da oltre 50 anni
ospita nel suo territorio la compagine Azzurra, per “[...] la costate dimostrazione di stima manifestata nei confronti dell’Aeronautica Militare ed in particolare dello Stormo”.
Il neo-comandante Colonello Piccirillo, dopo aver salutato le autorità presenti, ha espresso orgoglio e soddisfazione per la fiducia accordatagli dall’Aeronautica
Militare per il conferimento di tale prestigioso incarico. Ha successivamente rivolto il suo
pensiero al personale 16° Stormo che rappresenta “una realtà caratterizzata da elevata competenze e spiccate professionalità che, con il costante impegno e l’incondizionata abnegazione, ha
conseguito eccellenti risultati”, ogni qualvolta la Forza Armata ne ha richiesto l’impiego. Nel
corso del suo intervento ha poi rievocato i principi cardine su cui si basano i Reparti ed in
personale dell’Aeronautica Militare: Etica, Passione e Competenza che, quando accompagnati dall’umiltà, dall’esempio e dal rispetto delle persone, creano effetti virtuosamente pervasivi,
a tutti i livelli, guidandoci sia nelle grandi che nelle piccole scelte.
Il 16° Stormo “Protezione delle Forze”, costituito il 25 maggio 2004 su tre aree geografiche distinte nel Comune di Martina Franca, garantisce la sicurezza e la protezione del personale, dei mezzi e materiali, nonché delle installazioni e infrastrutture di particolare interesse per la F.A., in ambito nazionale ed internazionale. Il 16° Stormo è stato presente per circa
10 anni in Afghanistan con una compagine di Fucilieri dell’Aria, nel contesto dell’operazione International Security Assistance Force (ISAF), assicurando la Force Protection della Forward Support Base (F.S.B.) di Herat. Negli ultimi anni, i Fucilieri dell’Aria hanno acquisito nuove capacità operative, tra cui Forward Air Controller (F.A.C.), che permette il coordinamento da terra dei velivoli impiegati in supporto aereo ravvicinato. Con l’assegnazione da parte della F. A. del mini Aeromobile a Pilotaggio Remoto (A.P.R.) STRIX-C i Fucilieri dell’Aria hanno arricchito il ventaglio delle missioni assegnate,
assicurando così la capacità Intelligence, Surveillance e Reconnaisance (I.S.R.) a supporto dell’attività di pattugliamento.
Fonte: 16° Stormo Martina Franca (Ta)
Autore: M.llo 1^ Cl. Roberto Sibilla
Il Corriere dell’Aviatore N. 9-10/2015 17
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Nuovi Istruttori Tiro e Tattiche per il Tornado
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artedì 18 agosto, presso l’aula briefing del 6° Stormo di Ghedi, il Comandante di Stormo, Colonnello
Andrea Di Pietro, ha dato il benvenuto al Comandante del Comando Forze da Combattimento, Generale di Divisione Aerea Nicola Lanza de Cristoforis, e al Colonnello Giampaolo Schiavo, Direttore del
35° corso ITT, in occasione della graduation del 35° corso per Istruttore Tiro e
Tattiche, relativa agli equipaggi della linea Tornado.
Il corso, organizzato su richiesta condivisa da tutti i Reparti
di Attacco, Difesa Aerea e Ricognizione della Forza Armata,
nasce dall’esigenza di far evolvere lo stesso profilo formativo
ad un livello più adeguato alle conoscenze e alle TTP (Tattiche Tecniche e Procedure) che ci si aspetta di osservare in
Forza Armata davanti ad un pacchetto capacitivo di sistemi
d’arma tecnologicamente avanzatissimo e potenzialmente
ancora espandibile in termini di impiego operativo.
Questa tipologia di formazione altamente specialistica, oltre
ad innalzare il livello qualitativo dell’output capacitivo in
termini di efficacia di impiego dei sistemi d’arma, permetterà anche di investire sul personale selezionato, capitalizzando anche in termini di successivi impieghi presso Enti/Staff Operativi in qualità di responsabili di attività come analisi, pianificazione, “tasking e decision making process”, ovvero come “decision makers”.
L’Istruttore di Tiro e Tattiche, assimilabile alla figura professionale del “Weapon Instructor” riconosciuta in tutto il mondo, sarà quindi addestrato al giusto livello per operare ed impiegare sistemi d’arma complessi, integrando in modo strutturato tutte le attività connesse, ovvero implementandole in modo efficace nel processo di pianificazione ed impiego della Forza Armata. Tutto ciò elevando il
“know how” operativo e tecnologico necessario ai fini di una migliore standardizzazione ed efficacia generale d’impiego per le linee aerotattiche della Forza Armata.
Il corso è stato suddiviso in varie fasi: una prima fase teorica comune, iniziata lo scorso 2 marzo e della durata di cinque settimane, che ha
visto il coinvolgimento di diversi Enti dell’AM, tra i quali il Comando Operazioni Aeree di Poggio Renatico, il Reparto Supporto Tecnico
Operativo Guerra Elettronica di Pratica di Mare, il Centro Sperimentale di Volo di Pratica di Mare, il Reparto di Formazione Didattica e
Manageriale di Firenze ed il Centro Intelligence Interforze di Ponte Galeria. Una seconda fase teorica specifica di due settimane che ha visto il supporto di personale altamente specializzato del GEA del 6° Stormo e di istruttori del 102° Gruppo Volo. L’iter è poi proseguito
con una fase di volo effettuata in parte a Ghedi ed in parte utilizzando i poligoni in Sardegna, operando dall’aeroporto di Decimomannu.
Questa fase ha permesso ai frequentatori, provenienti dal 6° e 50° Stormo, di effettuare sganci reali di bombe laser e a guida GPS sul
poligono di Capo Teulada, utilizzando TTP all’uopo sviluppate. Per la prima volta sono stati effettuati sganci di bombe Lizard sia con
procedure di self designation che cooperative con assetto Predator in forza al 32° Stormo di Amendola. La presenza di personale dell’Esercito in veste di JTAC, oltre ad essere prevista dal regolamento del Poligono, è stata occasione proficua per collezionare nozioni
ed informazioni utili destinate ad aumentare l’interoperabilità e la professionalità dei vari assetti.
Il Generale di Divisione Aerea Lanza de Cristoforis, a margine dell’attività condotta e dei positivi ritorni evidenziati, ha sottolineato
come “questo nuovo approccio alla figura professionale dell’Istruttore Tiri e Tattiche porterà certamente benefici qualitativi di sicuro riferimento all’interno di un settore professionale che non può più prescindere da approfondimenti, conoscenze e capacità di assoluto spessore, ormai decisamente necessari in Forza Armata”.
Fonte: 6° Stormo - Ghedi (BS)
Autore: Magg. Massimo Cionfrini
18 Il Corriere dell’Aviatore N. 9-10/2015
V
Notizie al Volo ...nel tempo recente
Un Italiano ai comandi del prossimo Spazioplano
La Virgin Galactic ha ufficializzato l’assunzione di Nicola Pecile, pilota italiano
già ufficiale dell’Aeronautica Militare
I
l 26 Agosto, La Virgin Galactic, compagnia fondata dal magnate
britannico Richard Branson, con l’ambizioso obiettivo di offrire
circa 500 voli turistici suborbitali l’anno, ha ufficializzato l’assunzione di un italiano Nicola Pecile, friulano di Fagagna (Udine), ex pilota collaudatore con vent’anni d’ esperienza in Aeronautica Militare.
Arruolatosi nei corsi regolari dell’Accademia Aeronautica, con il corso Orione IV, dopo la laurea in Scienze Aeronautiche ed un master
in Ingegneria astronautica presso l’Università “La Sapienza” di Roma, Nicola Pecile si è formato prima come pilota da caccia e poi come pilota collaudatore sperimentatore, collezionando un curriculum
di circa 5400 ore di volo in totale, volate su 132 diversi modelli di
elicotteri ed aerei.
Congedatosi dalla Forza Armata azzurra si è trasferito negli Stati Uniti, dove ha lavorato prima in ambito istruzionale, poi come direttore
delle operazioni, presso la National Test Pilot School, nel deserto del
Mojave, in California, scuola civile per piloti collaudatori.
Il pilota Italiano è parte di una squadra composta da sette piloti collaudatori che avrà il compito di portare a termine la fase di certificazione del programma di prova, iniziato da tempo, ma rallentato da
un incidente accaduto di recente alla navetta Space Ship2. Appena la
costruzione del secondo prototipo sarà completata, probabilmente entro l’anno, riprenderanno i voli planati
prima, per poi passare ai voli propulsi.
Le aspettative di concretizzare operativamente il progetto di poter condurre i primi turisti in un volo nello spazio sub-orbitale, sono concentrate al momento nel 2017.
Mike Moses il vice presidente della Virgin Galactic, ha
dichiarato che “Nicola è un ottimo esempio dell’aviazione d’avanguardia. La sua vasta esperienza pregressa,
le sue competenze professionali, la sua carriera e le sue
eccellenti doti di lavoro in team ne fanno la persona
ideale per lavorare con la Virgin Galactic.
Nicola Pecile, dal canto suo, ha dichiarato di “essere
pronto sia fisicamente che psicologicamente” per la sfida che lo porterà a pilotare il prossimo Spazioplano, a
circa 100 kilometri di altezza, per offrire quanto prima
la possibilità ai turisti spaziali di godere per alcuni minuti gli effetti dell’assenza di gravità ed ammirare la curvatura della terra ed i suoi orizzonti.
Ha sempre dichiarato di essere particolarmente grato all’ Aeronautica Militare italiana, per avergli permesso di vivere
concretamente e realizzare il sogno che fin da bambino maturava di dare sfogo alla sua innata passione per il volo e per
lo spazio, offrendogli una preparazione d’eccellenza. Una passione che non si sarebbe concretizzata senza un duro addestramento ed una straordinaria determinazione.
Fonte: Ufficio Pubblica Informazione - Roma
Autore: T.Col Federico Merola
Il Corriere dell’Aviatore N. 9-10/2015 19
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Cambio Comando al 17° Stormo Incursori
La cerimonia di passaggio delle consegne ha visto il Colonnello Mora cedere al Colonnello
Fiore il comando delle Forze Speciali dell’Aeronautica Militare
P
resso l’Aeroporto Militare “M.U. Gordesco” di Furbara, il
22 settembre si è svolta la cerimonia di cambio di comando del 17° Stormo Incursori tra il Colonnello Glauco
Luigi Mora ed il Colonnello Claudio Fiore. La cerimonia è stata presieduta dal Generale di Brigata Aerea Roberto Boi, Comandante del Comando delle Forze Speciali e di Supporto, alla
presenza delle più alte autorità civili, militari e religiose di Cerveteri, Ladispoli, Manziana e Santa Marinella, della Sezione
AAA Cerveteri/Ladispoli e di tutto il personale dello Stormo.
Il Colonnello Mora, comandante uscente, dopo aver rivolto i
propri saluti e ringraziamenti alle autorità intervenute e a tutto
il personale dello Stormo, ha sottolineato, durante il proprio intervento, gli importanti traguardi raggiunti in ambito Interforze e di Coalizione, sia in teatro Operativo che in Patria durante esercitazioni e attività addestrative congiunte frutto della coesione di tutte le componenti dello Stormo, operative, tecniche e logistiche.
Il Colonnello Mora, dopo circa due anni al comando dello
Stormo, andrà a ricoprire un incarico di prestigio presso lo Stato Maggiore Aeronautica. Il Colonnello Fiore, comandante
subentrante, nel ringraziare le Superiori Autorità per la fiducia
accordata, ha sottolineato la volontà di proseguire nel processo
di consolidamento delle capacità operative dello Stormo, affrontando con spirito di squadra le sfide in atto di razionalizzazione degli assetti delle Forze Speciali di Forza Armata, garantendo il livello di prontezza operativa e di standards capacitivi
necessari ad operare sinergicamente in ambito joint, con professionalità integrate, interoperabili e per alcuni aspetti complementari a quelle dei reparti di Forze Speciali delle altre Forze
Armate. Ha inoltre evidenziato l’efficacia del contributo fornito
dallo Stormo in ogni contesto nel quale è stato chiamato ad operare, nazionale, internazionale, operativo ed esercitativo
che rappresenta indiscussa testimonianza della dimensione qualitativa e capacitiva raggiunta dalle Forze Speciali dell’Aeronautica Militare nelle sue componenti operative, addestrative e di supporto
Ha infine preso la parola Il Generale Boi, comandante del Comando delle Forze Speciali e di Supporto, il quale ha ringraziato il comandante uscente sottolineando che “grazie alla maturità conseguita gli obiettivi assegnati sono stati raggiunti con un grintoso ed orgoglioso spirito di squadra”. Ha inoltre formulato i più sinceri auspici di buon lavoro al comandante subentrante che sarà atteso da un compito sicuramente impegnativo ma che, grazie alla preparazione professionale ad alle qualità di uomo e di ufficiale sarà in grado di fare un ottimo lavoro. In conclusione ha formulato i migliori auguri per un futuro di pace, ricco di soddisfazione e gioia.
Il 17° Stormo Incursori è un reparto organizzato, addestrato ed equipaggiato per condurre Operazioni Speciali, con particolare riguardo a quelle caratterizzate da contesti tipicamente aeronautici. Può agire in un contesto nazionale, in ambito NATO, UE o di coalizioni multinazionali, per il raggiungimento di obiettivi di carattere strategico e operativo. Gli
Incursori dell’Aeronautica Militare possono operare in un quadro Interforze, che li vede assegnati al COFS (Comando
Interforze per le Operazioni delle Forze Speciali) che in ambito Forza Armata, nel caso di Operazioni Speciali single service o per altri compiti istituzionali di rilievo. In particolare la loro azione risulta particolarmente opportuna nei moderni conflitti asimmetrici, per la capacità di intervenire, in tempi ridottissimi a tutela degli interessi nazionali e per il contenimento dei rischi di natura politica generati dal terrorismo internazionale.
Un’altra capacità del 17° Stormo Incursori è di fornire, sia al personale dell’Aeronautica Militare che di altre Forze Armate e Corpi Armati dello Stato, addestramento alla sopravvivenza operativa in zone di azioni belliche.
Autore: P.M. Fabio Polucci
20 Il Corriere dell’Aviatore N. 9-10/2015
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Passaggio di consegne al Comando Scuola Volontari Truppa AM
tra il Colonnello Roberto Leo e il Colonnello Francesco Turrisi
M
artedì 22 Settembre, si è svolta la cerimonia del
passaggio di consegne al Comando della Scuola
Volontari di Truppa AM (SVTAM) di Taranto
tra il Colonnello Roberto Leo ed il Comandante subentrante Colonnello Francesco Turrisi.
L’evento è stato presieduto dal Generale Divisione Aerea
Vitantonio Cormio, Vice Comandante del Comando
Scuole/3^ R.A. alla presenza del sindaco di Taranto, dottor Ippazio Stefàno, nonché delle autorità civili, religiose e
militari del territorio e delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma della città.
Il Colonnello Roberto Leo, nel suo intervento, si è rivolto
ai presenti ricordando l’esperienza di Comando caratterizzata da due anni intensi, fatti di emozioni, ansie, preoccupazioni
ma soprattutto grandi soddisfazioni e dopo aver espresso la propria riconoscenza alle istituzioni per il supporto ricevuto, ha
voluto salutare il personale del reparto ai quali ha rivolto un sentito ringraziamento per
la dedizione dimostrata quotidianamente ricordando di aver “sempre operato secondo i
principi di professionalità, onestà, lealtà, profonda umiltà e serenità d’animo, provando
con il massimo impegno a ricercare il pieno risultato per il raggiungimento degli obiettivi prefissati applicando i criteri fondamentali del merito e della fiducia”, sottolineando
come il costante lavoro di squadra abbia dimostrato “quanto insieme si può fare, per
volare verso rotte precedentemente mai immaginate, ponendosi con passione, a disposizione delle istituzioni in modo incondizionato e sereno con il fine di formare i giovani
frequentatori della Scuola e destinarli ai reparti nazionali ed all’estero a disposizione del
paese e per il bene della collettività”.
Dopo il significativo momento dello scambio della Bandiera d’Istituto è intervenuto
il Colonnello Francesco Turrisi che, nel suo discorso di insediamento, ha dichiarato:
“il periodo che mi attende sarà entusiasmante, ma sicuramente altrettanto complesso”(…) “il contesto sociale in cui opera la SVTAM è decisamente diverso rispetto a quello di pochi anni fa ed è per questo che le scuole di oggi hanno l’arduo compito di preparare i nostri giovani stando al passo con il tempo, cercando anche di prevenire il cambiamento e i suoi effetti, nella consapevolezza che il cambiamento è una faticosa opportunità da
non perdere e che la Scuola Volontari è lo strumento per mezzo del quale l’Aeronautica trasforma giovani ragazzi e ragazze in militari formati secondo i valori dell’abnegazione, dell’onestà, della fedeltà e dell’amor di patria”.
Il Generale Cormio nel suo discorso ha sottolineato come “il cambio di Comando è un’occasione di rinnovamento, di
arricchimento e crescita professionale, nonché di proiezione verso il futuro” (…), “il ruolo che spetta al Reparto ed al
nuovo Comandante è quello di educare rispettando l’individualità di ciascun allievo, formandolo eticamente nello spirito e nei sentimenti” (…) “ed è per questo che, partendo proprio da coloro che rappresentano il primo mattone della casa aeronautica, graduati e volontari di truppa, la formazione assume un valore significativo e fondante per le generazioni
future” (…) “si tratta di una sfida complessa posta a base
dell’attuale iter formativo in cui l’Aeronautica Militare
crede e investe molto nella consapevolezza che una società
senza formazione di qualità è una società senza futuro”.
La cerimonia ha assunto un valore particolare in quanto
ha visto la partecipazione dei 220 allievi frequentatori del
12° Corso Volontari di Truppa in Servizio Permanente
(VTSP), la cui presenza ha rappresentato nel migliore dei
modi la missione che il nuovo Comandante ed il reparto
sono chiamati a svolgere senza soluzione di continuità.
Fonte: S.V.T.A.M. - Taranto
Autore: Cap. Fanigliulo Francesco
Il Corriere dell’Aviatore N. 9-10/2015 21
In questi mesi ricordiamo...
a cura di Guido Bergomi
Nel mese di Settembre
DH 66 Hercules
Il 30 settembre 1926 vola per la prima
volta il trimotore de Havilland DH.66
Hercules. È un velivolo commerciale
per 14 passeggeri più la posta, potenziato da tre radiali Bristol Jupiter VI da
420 cavalli.
Ha una velocità di crociera di 177
Km/h. La formula è biplana con due ali
uguali in legno, triplice impennaggio
verticale e abitacolo dei piloti scoperto.
Operò inizialmente con i primi cinque
velivoli il servizio tra Il Cairo e Basra
ma poi anche con il Golfo Persico, Karachi e Delhi nonché, operate dall’Australian Airways, linee tra Perth ed Adelaide e altre destinazioni. Venne costruito in 11 esemplari alcuni dei quali resistettero fino quasi alla Seconda Guerra Mondiale.
La legge Cash & Carry
È il 24 settembre 1939 quando gli Stati Uniti, e in particolare il presidente Franklin Delano Roosewelt approvano la legge sulla concessione della vendita di merci agli stati belligeranti, naturalmente della parte occidentale. Con essa gli stati
belligeranti dopo aver pagato il conto si
portano via la merce a loro completo impegno e responsabilità, vale a dire con
mezzi (navi) propri. Tra le più importanti
voci dell’esportazione, che spaziavano nei
più vari settori bellici, per quanto riguarda
l’aviazione si possono annoverare quelle relative agli aerei Martin A. 30, Bell P. 39
(Aircobra in foto), Curtiss P. 40 e North
American P. 51 venduti a Gran Bretagna e
Francia.
Fine della guerra in Polonia
27 Settembre 1939: Varsavia semidistrutta dai bombardamenti si arrende e
così finisce la guerra in Polonia che era
cominciata con l’invasione tedesca il 1°
settembre. Grande influenza sulle fasi
della guerra ha avuto l’impiego massiccio della Luftwaffe con i suoi moderni
aerei tipo Stukas, Heinkel 111. Dornier 24, e soprattutto Messerschmitt
109. Oltre che contribuire alla distruzione dell’esercito ha sbaragliato la flotta polacca composta di aerei obsoleti
che sono stati distrutti per la maggior
parte a terra ma anche in volo con impari combattimenti contro i modernissimo caccia germanici.
Foto: Varsavia semidistrutta
22 Il Corriere dell’Aviatore N. 9-10/2015
In questi mesi ricordiamo...
a cura di Guido Bergomi
Il Sabreliner
16 settembre 1958: vola il prototipo della versione civile
denominata N.A. 265 del progetto della North American
per un velivolo da addestramento e compiti vari per l’aviazione militare americana. Il nome Sabreliner deriva dal fatto che molte parti, come le ali ed il carrello sono derivate
dal caccia F.86 Sabre mentre i due motori, montati in coda, sono dei General Electric J 85. Attrezzato per portare
5/7 passeggeri e due piloti, ha una velocità massima di 885
Km/h. mentre la crociera è di 800 Km/h. e l’ autonomia
massima è di circa 3.000 Km. Ripresentato come Rockwell
Sabreliner ottiene un ottimo successo non solo in America
e viene costruito, nelle varie versioni, di cui la militare viene denominata T.39, in oltre 800 esemplari. Viene impiegato in tutto il mondo soprattutto come executive e due
esemplari hanno volato anche con le marche italiane. Particolare personale: l’autore di questa rubrica è stato per un certo periodo comandante ed ha volato per circa un migliaio di ore su un Sabreliner di una ditta privata italiana.
Nel mese di Ottobre
Il Fokker F II
Siamo in ottobre del 1919 quando vola il
prototipo del primo velivolo civile derivato dall’esperienza della casa costruttrice
acquisita con la produzione dei numerosi
velivoli bellici usati nella Grande Guerra.
L’F II è un monoplano con l’ala alta costruita in un sol pezzo in legno mentre la
fusoliera a cabina chiusa è attrezzata per
cinque passeggeri più il pilota. Il motore
è un BMW IIIa da 185 cavalli che gli
conferisce una velocità di 150 Km/h a livello del mare ed una autonomia di 1.200 Km. In successivi esemplari vennero applicati anche motori, sempre BMW, di
maggiore potenza. Vennero costruiti in totale 30 velivoli, usati soprattutto dalla neonata Deutsche Luft Hansa.
Vola il PM 1
25 ottobre 1939: pilotato dal collaudatore Ireneo di Crescenzo sull’aeroporto dell’Urbe a Roma vola il prototipo del velivolo progettato dall’ing. Bazzocchi del Politecnico di Milano e costruito dalla Compagnia Nazionale Aeronautica di
Roma. È un aeroplano leggero da turismo e scuola costruito interamente in legno. Biposto con posti affiancati e carrello
biciclo fisso è potenziato da un motore
a quattro cilindri raffreddato ad aria
CNA D 4 da 60 cavalli azionante un’elica in legno a passo fisso. Aveva delle
buone caratteristiche di volo compresa
la facilità di pilotaggio.
Oltre al prototipo fu ordinata una prima
serie di 10 esemplari che però non si realizzò per le incombenti vicende belliche.
Il progetto fu però tenuto in caldo finché,
finita la guerra, venne ripreso dalla Macchi che realizzò uno dei più popolari aerei
leggeri del dopoguerra: l’ M.B. 308 denominato Macchino che come unica differenza dal PM 1 ebbe il carrello triciclo.
Il Corriere dell’Aviatore N. 9-10/2015 23
In questi mesi ricordiamo...
a cura di Guido Bergomi
Il Superconstellation
È il 13 ottobre 1949
quando vola il primo
esemplare del Lockheed
L. 1049 Superconstellation che è derivato dal precedente Constellation del
quale ne migliora notevolmente le caratteristiche.
Con quattro radiali Turbo
Compound Wright R
3350-DA3 da 3.250 cavalli ha una velocità di
crociera di 547 Km/h. ed
una autonomia di 8.700
K. e porta fino ad un massimo di 109 passeggeri.
Viene utilizzato dalla
TWA e Eastern Air Line. oltre che dall’Air France, KLM e Quantas, soprattutto per le linee intercontinentali Europa America e viceversa. Viene anche utilizzato dall’USAF nonché da altre forze armate oltre che come trasporto come
AWACS. In totale furono costruiti 579 esemplari.
Lo Yak 40
21 ottobre 1966: vola il prototipo delllo Yakovlew Yak. 40, velivolo per trasporto regionale o VIP. È un trimotore con
tre Ivchenko AI-25 tutti in coda ed ha una velocità massima di 550 Km/h ed una autonomia di 1.800 Km. Può portare
fino ad un massimo di 32 passeggeri con tre membri di equipaggio.
Ottiene un buon successo tanto che viene costruito in circa 1.000 esemplari.
Utilizzato anche in Italia da alcune società minori, come Air Tirrena, Avianova, Avioligure e Alinord per voli a breve raggio o a domanda.
24 Il Corriere dell’Aviatore N. 9-10/2015
Aeroplani importanti ma poco conosciuti...
a cura di Guido Bergomi
IL CAPRONI CA 90
Definito da alcune fonti l’inutile gigante dell’aria, fu in ogni modo un aereo eccezionale, addirittura il più grande velivolo terrestre del mondo in quel momento, alla fine degli anni venti.
Con una apertura alare di metri 46,60, una lunghezza di m.26,95 ed una eccezionale altezza di m.10,80 aveva un peso
totale di Kg. 30.000. Con questi dati poteva ben fregiarsi del nomignolo di aereo più grande del mondo.
Progettato come bombardiere dall’ingegner Gianni Caproni con la collaborazione dell’ing. Dino Giuliani, venne portato in volo la prima volta il 13 ottobre 1929 dal collaudatore Domenico Antonini ed in seguito si aggiudicò vari primati
di durata e salita in quota con diversi tipi di carico utile, fino ad un massimo di 10.000 Kg.
La costruzione era mista con la fusoliera in tubi d’acciaio saldati e le ali lignee e il tutto era ricoperto in tela, salvo alcune parti della fusoliera.
Caratteristica comune degli aerei Caproni era che l’ala inferiore aveva una apertura maggiore dell’ala superiore mentre le
due ali erano collegate tra loro da coppie di montanti irrigidite da tiranti metallici. Il carrello era fisso, con quattro enormi ruote del diametro di quasi 2 metri accoppiate a due a due in supporti ai lati della fusoliera e ammortizzate con una
serie di elastici.
La motorizzazione comprendeva sei Isotta Fraschini Asso, motori a doppio w in linea di 18 cilindri della potenza di
1.000 cavalli ciascuno, tanto che fu soprannominato anche Caproni 6.000, tale era la potenza totale a disposizione.
Detti motori erano montati a due a due in tandem con le eliche trattive anteriori bipale ed eliche propulsive posteriori
quadripale. Due di queste coppie di motori erano appoggiate sull’ala inferiore mentre l’altra coppia era montata su un
castello d’acciaio tra le due ali.
Le prestazioni velocistiche erano piuttosto scarse con una velocità massima di 205 Km/h. mentre le possibilità di carico
risultavano molto imponenti e ineguagliate da ogni altro aeroplano di quell’epoca: poteva portare fino a 8.000 Kg di
bombe ad una quota massima di 4.500 metri mentre l’autonomia assommava a sette ore di volo.
Per la difesa aveva sette mitragliatrici disposte in varie postazioni e i due piloti si trovavano affiancati in una cabina aperta.
Non ebbe seguito e fu costruito in un solo esemplare che fece voli dimostrativi e di primato ma non ebbe mai impiego
bellico anche se ciò venne sfiorato nel 1935. Quando l’Italia iniziò la conquista dell’Africa Orientale, data la forte opposizione di nazioni come Inghilterra e Francia col pericolo di ritorsioni, venne programmato per eseguire una incursione,
sembra addirittura suicida, su Malta, mai eseguita.
Il Corriere dell’Aviatore N. 9-10/2015 25
P.108: Il Bombardiere strategico italiano
di Gaetano Antonio Provenza
Con la sigla P.108 dal nome dell’azienda costruttrice Piaggio fu identificato il bombardiere a lungo raggio della Regia Aeronautica che venne impiegato dal 19 luglio 1941 fino all’Armistizio.
L’idea innovativa di proporre un bombardiere a lungo
raggio per la Regia Aeronautica nasce dalla mente geniale
di Giovanni Casiraghi, un esperto ingegnere aeronautico
che aveva avuto una lunga esperienza professionale negli
Stati Uniti dal 1927 al 1936.
Fu proprio la sua lunga esperienza americana a convincerlo della necessità di un bombardiere strategico nella condotta delle operazioni belliche per la parte aerea, in aderenza alle dottrine del DOUHET, che prevedevano un
massiccio impiego di bombardieri pesanti, dispiegati in
grosse formazioni.
L’occasione giusta venne con un concorso ministeriale indetto nel 1937 per la presentazione del progetto di un
“apparecchio” veloce per il bombardamento diurno e notturno, a grande raggio d’azione.
Partecipò la Piaggio, di cui l’ing. Casiraghi era direttore
tecnico, presentando il progetto del P108.
Il P108 era un bombardiere quadrimotore, ad ala bassa,
completamente metallico e con carrello retrattile. Vinse il
concorso battendo il concorrente con le caratteristiche
tecniche più similari il Cant Z.1044. Gli studi relativi furono completati nel 1938 ed il prototipo, contraddistinto
con la sigla MM2201, fu costruito presso lo stabilimento
di Finale-Ligure ed ultimato nel novembre 1939.
Il trasporto del quadrimotore dalla ditta al campo di volo
di Villanova d’Albenga, avvenne lungo l’Aurelia nella notte del 20/11/39.
Il primo volo ebbe luogo la mattina del 24/11/39, durò in
tutto 27 minuti e si svolse senza inconvenienti. Ai comandi c’era il collaudatore Nicola Lana. Un secondo velivolo
(MM22002) completata la messa a punto in ditta si trasferiva in novembre a Furbara, dove veniva sottoposto alle
prove di armamento di bordo fino al mese di marzo 1941.
Nel frattempo, il 1 giugno 1941 si costituiva ufficialmente la 274° Squadriglia Bombardamento a Grande Raggio
26 Il Corriere dell’Aviatore N. 9-10/2015
(B.G.R.) sull’aeroporto “A. dell’Oro” di Pisa, alle dirette
dipendenze della 3° Squadra Aerea di Roma. La scelta
dell’aeroporto di Pisa come sede iniziale del Reparto fu
dovuta alla vicinanza della ditta costruttrice, che rendeva
più immediati i contatti specie nella prima fase di preparazione delle macchine.
Venero assegnati tutti piloti di provata capacità. Comandante della Squadriglia era il Cap. Pil. Bruno Mussolini
(foto), che nonostante la giovane età aveva un bel passato
di combattente.
Nel contempo fu assegnato il Ten. Col. Gori Castellani in
previsione della costituzione di un gruppo composto da
due squadriglie. Gli altri piloti erano: il Ten. Semprini,
Sassi, Agosti e Musti de Gennaro e i S.Ten. Forcellini e
Cervi.
Verso la fine del Giugno del 1941, il Ten Col. Castellani e
il Cap. Mussolini si recarono in visita in Francia sull’aeroporto di Bordeaux-Merginaca per studiare da vicino i pattugliatori aerei tedeschi Focke Wulf FW 200. Le conclusioni di massima furono favorevoli all’impiego del P108
per la guerra al traffico marittimo, tuttavia la bassa velocità di tale aeromobile fece ritenere eccessivamente rischioso l’attacco a basse quote con le bombe speciali come fecero i tedeschi con gli FW 200 che tuttavia erano ben più
corazzati. Il successivo 19 luglio 1941 segnava una data
importante per la 274° Sq. Bombardieri a Grande Raggio
che prendeva in carico il primo velivolo (MM22003), ma,
a breve, il 7 agosto ci sarebbe stata la perdita dell’aeromobile e di parte dell’equipaggio. Accadde, infatti, che durante un volo di esercitazione l’aeromobile (MM22003) si
P.108: Il Bombardiere strategico italiano
di Gaetano Antonio Provenza
schiantò al suolo durante la fase di atterraggio, causando
la morte del Cap. Mussolini, del Ten. Vitalin-Sacconi e
del Mar. mot. Trezzini.
L’inchiesta che seguì ricostruì la dinamica dell’incidente
stabilendo che l’aereo si trovava già in configurazione di
atterraggio quando, a causa della rottura di un tubo, si verificò la perdita della pressione nell’impianto idraulico, a
cui seguì automaticamente il rientro dei flap. Con la poca
pressione rimasta venne, poi, comandata l’estensione del
carrello ma, i piloti - presi dalla manovra - non si resero
conto che il grosso aereo era entrato in stallo per la bassa
velocità. Quando il pilota comprese la gravità della situazione dette motore ma la manovra troppo brusca causò
l’ingolfamento dei motori che “piantarono” contemporaneamente facendo si che l’aereo, ormai troppo vicino al
suolo, toccasse il terreno con l’estremità di un’ala fino allo
schianto in un campo. Numerosi parti del “22003”, tra
cui il seggiolino del primo pilota, il volantino ed il cruscotto vennero donate al Museo del Risorgimento di Milano.
Il comando della Squadriglia venne successivamente assunto dal Ten. Col. Cori Castellani.
Successivamente al Reparto veniva assegnato il P.108B
MM22004, che assumeva il nominativo di numero 1 di Reparto riportato in fusoliera e iniziava subito
un’intensa attività di volo per il passaggio sul velivolo dei piloti della
Squadriglia. Si manifestarono piccole avarie e inefficienze, conseguenza
della affrettata immissione in linea
della macchina a causa degli eventi
bellici. Ciò nonostante, l’attività addestrativa era intensa sulle nuove
macchine e il personale tecnico continuava il lavoro di affinamento e di
collaborazione con la ditta costruttrice e durante il mese di dicembre
gli Aeromobili venivano rischierati
su Guidonia in attesa del trasferimento definitivo del Reparto su
quella sede. Il primo anno di attività
della 274° Squadriglia si chiudeva
con 132 ore di volo.
Il 1942 trovava la 274° Squadriglia
operativa a Guidonia, che rimarrà la
sede ufficiale del Reparto fino al termine del conflitto. I piloti iniziarono la fase di addestramento avanzato con voli impegnativi di navigazione a
pieno carico o in tendina. Tra l’altro venivano effettuate
una serie di prove sul poligono di Furbara per la messa a
punto degli impianti di lancio e caduta.
Finalmente, il 9 giugno veniva ordinato dal Comando
della 3° Squadra Aerea il primo volo di ricognizione offensiva nel Mediterraneo occidentale in vista di un convoglio nemico in navigazione. Il giorno 14 giugno a seguito
di una segnalazione, che riportava una formazione nemica
nel mediterraneo occidentale, decollava il P108B
MM22601 condotta dai piloti Semproni e Cervi che alle
16.55 avvistavano un incrociatore e due caccia di scorta.
Prontamente iniziarono il bombardamento, sganciando
10 bombe da 160 kg l’una, ma il tiro risultava troppo lungo. Ora al di là della circostanza che le segnalazioni relative alla presenza di forze nemiche erano spesso imprecise e
comunque giungevano in ritardo per un efficace appoggio
aereo di contrasto, non si può disconoscere che un bombardiere pesante armato solo di piccole bombe (per tutta
la durata del conflitto non furono mai impiegati né siluri,
né bombe di grosso calibro) e volanti ad alta quota non
avrebbero mai potuto arrecare danni di rilievo a una formazione navale che avesse posto in essere una efficace manovra evasiva.
Verso la fine del giugno 1942 giungeva l’atteso ordine:
trasferimento a (Decimomannu) in Sardegna per missioni
di bombardamento a lungo raggio. Infatti, il 28 giugno
del 1942 per ordine della 3° Squadra Aerea, venivano approntati 5 aerei per un’azione di bombardamento notturno sulla base di Gibilterra.
I risultati furono positivi poiché si dimostrava che la R.A.
era in grado di raggiungere un obbiettivo molto distante
con un volo diretto.
Il vero problema del P108 rimanevano i motori, nonostante le numerose modifiche suggerite dagli stessi tecnici militari alla ditta, i propulsori continuavano a presentare malfunzionamenti e avarie.
Il 24/9/42, con l’ordine di operazioni n. 692, veniva ordinato un nuovo bombardamento di Gibilterra con due P108
Il Corriere dell’Aviatore N. 9-10/2015 27
P.108: Il Bombardiere strategico italiano
di Gaetano Antonio Provenza
(MM 22603 e MM22004). Gli aeromobili riuscirono a
giungere di sorpresa sulla base effettuando il tiro sugli obiettivi che risultavano ben visibili, il risultato tuttavia non potette essere immediatamente apprezzato a causa della violenta reazione contraerea. Gli aerei, comunque, riuscirono a rientrare incolumi alla base dopo più di otto ore di volo.
Accanto alle missioni di bombardamento, nel frattempo,
nel mese di ottobre del 1942, iniziavano le missioni di ricognizione strategica sul Mediterraneo Occidentale in
previsione delle azioni di sbarco alleate nel Nord Africa
francese, poichè erano ormai evidenti forti concentramenti di unità navali nemiche.
L’anno 1942 si concludeva con un totale di 671,20 ore di
volo di cui 203,30 in operazioni di guerra.
Agli inizi del 1943 veniva effettuato il cambio dei motori
presso l’azienda Piaggio introducendo i potenziamenti richiesti dalla R.A. su tutti i velivoli efficienti, ma l’attività
operativa riprendeva in forma ridotta a causa dell’evolversi in senso negativo degli eventi bellici.
Di rilievo la missione effettuata il giorno dell’Epifania del
’43 dalla base di Decimomannu da due P.108 condotti dai
piloti Corti-Sotgia e D’Alò-Gmeneir con obiettivo l’aeroporto di Maison-Blanchè. La missione andò a buon fine
per il primo P108 con lo sgancio del materiale esplosivo da
4.500 metri che causò numerosi incendi alle infrastrutture
aeroportuali. L’altro aeromobile per le condizioni meteo
avverse, si diresse e bombardò con apprezzabili risultati
verso l’obiettivo alternato costituito dal porto di Bougie.
Con l’invasione anglo-americana della Sicilia (10 luglio
43 - 19 agosto 43) aumentò di nuovo l’attività operativa
dei Bombardieri a Grande Raggio.
Questa volta gli obiettivi erano all’interno della penisola
soprattutto con bombardamenti di piroscafi e naviglio
militare all’interno dello stretto di Messina.
Il 22 luglio si attuava l’ultima azione bellica con due P
108 per un bombardamento su Augusta. Solo uno dei
due aeromobili riuscì a raggiungere e bombardare l’obiettivo, l’altro fu costretto a rientrare poiché intercettato dai
cacci nemici.
Nel frattempo l’8/9/1943 l’armistizio giungeva inaspettato. Il 9/9/1943 giungeva attraverso il Magg. Ruspoli, l’ordine del Ministro dell’Aeronautica (Gen. S.A. SANDALLI) di trasferire al Sud (Lecce-Galatina) tutti i quadrimotori efficienti al volo.
Due P.108 partivano il 10 settembre ai comandi dei Ten.
Mulas e Gmeiner. Il velivolo di Gmeneir riuscì nonostante un’avaria al carrello a giungere sull’aeroporto di Grottaglie, mentre il mezzo pilotato da Mulas non essendo quest’ultimo intenzionato a recarsi al Sud, a causa della mancata lubrificazione a un motore, provocata dal pilota, fu
costretto a rientrare con un motore grippato. Nel frattempo l’aeroporto di Guidonia veniva conquistato dalle preponderanti forze tedesche.
Purtroppo degli altri esemplari presenti in ditta a Pontedera presso la Piaggio per la manutenzione o il cambio dei
motori o presso l’aeroporto di Guidonia non se ne conosce la sorte, pur se risulta che almeno uno di essi vene requisito dai Tedeschi e utilizzato come aereo da trasporto.
Indubbiamente il ritrovamento dei resti di uno di essi sarebbe un risultato eccezionale per l’A.M. e in particolare per il suo Museo di Vigna di Valle, poiché la sua già imponente raccolta di velivoli militari italiani della 2 G.M. si arricchirebbe di un prezioso elemento delle nostre Forze Aeree dell’epoca, tra l’altro sconosciuto al grande pubblico: “il bombardiere strategico italiano”.
28 Il Corriere dell’Aviatore N. 9-10/2015
Riflessioni... Ricordi... Sentimenti
UN VOLO
COME UN ALTRO
di Luciano Forzani - Orione 2°
E
una bella serata di fine estate, con un aeroplano d’altri tempi che ho molto amato: un F84F. Un volo di tutto riposo in
cui non dovevo fare assolutamente niente; dovevo solo seguire la rotta e servire da
target per l’addestramento di un certo numero di piloti francesi che mi avrebbero
intercettato, lungo il percorso, con i loro
Mystère IV.
Al decollo da Ghedi il sole a terra era già
tramontato, ma mano a mano che salivo,
era ricomparso di nuovo, proprio di fronte a me, che sembravo inseguirlo verso
Ovest. A 35.000 piedi c’era ancora molta
luce e poco oltre il confine mi si avvicinò
una coppia di Mystére. Mi identificarono, mi salutarono e se ne andarono.
Io non avevo niente da fare, salvo parlare
ogni tanto col radar di terra, e avevo tempo per pensare ai fatti miei. Guardavo giù, dove nel colore
grigio-azzurro delle ombre della sera intravedevo il nastro
argentato del Rodano, il mare a sinistra e il sole che scendeva sempre più basso, lontano davanti a me. Quando arrivai su Bordeaux era quasi buio. Vidi i riflessi dell’Atlantico e, sotto, le luci della grande città. Era ora di invertire
la rotta e tornare verso casa.
sistono tanti tipi di volo, ed ognuno ha il suo fascino.
Deve essere molto appagante volare su un aliante (io non l’ho mai fatto!),
su scenari naturali incomparabili, nel silenzio rotto solo dal fruscio del vento sulle ali.
Deve essere anche emozionante un’alba in
mezzo all’Atlantico, volando incontro al
sole a mille chilometri l’ora e con cinquecento passeggeri a bordo.
E di grande soddisfazione deve essere ripescare dei naufraghi in mezzo al mare e
riportarli a terra sapendo di avere salvato le loro vite.
E ancora…rifornire popolazioni affamate colpite da catastrofi naturali, evacuare persone assediate e in pericolo,
vedere posti esotici sconosciuti…. Tutto bellissimo e degno di essere vissuto.
Ma il puro piacere del volo in sé è cosa diversa, più intensa e più intima, e per goderlo pienamente è indispensabile
essere soli a bordo, volare cioè su un monoposto. Nessuno
con cui dividere i compiti, nessuno che ti obblighi a parlare, nessuno che rompa quel guscio di
solitudine in cui ti crogioli.
Sono ormai passati molti anni da che ho
abbandonato questo bellissimo tipo di
volo, ma mi piace ricordarlo scorrendo,
quando non ho proprio niente da fare, il
mio vecchio libretto dei voli. Rileggo i
tempi di decollo e atterraggio, le destinazioni, il tipo di missione e vado indietro con la memoria. Non li ricordo tutti,
ovviamente, e qualcuno non mi dice assolutamente niente, ma nel ripensare ad
alcuni di essi mi torna in mente una sensazione, un particolare, un evento al cui
piacevole ricordo mi piace lasciarmi andare.
Dassault MD311
Eccone uno, ad esempio. Il libretto dice
che la sera del 13 Settembre 1961, durante l’esercitazione NATO “Check Mate”, ho effettuato un volo di navigazione
notturna sulla Francia, dalle ore 19.30
alle 21.20. Eravamo in piena guerra
fredda e c’era la crisi di Cuba, ma quello
fu un volo assolutamente di routine, che
però, per ragioni misteriose del mio io,
ricordo ancora benissimo. Una navigazione da Ghedi a Bordeaux e ritorno, in
Il Corriere dell’Aviatore N. 9-10/2015 29
Riflessioni... Ricordi... Sentimenti
Cominciai a virare e gli ultimi bagliori del crepuscolo
scomparvero sotto la pancia del velivolo. Il colore del
cielo cambiò rapidamente, e dal predominante grigioblu volse decisamente al nero. Questa volta mi stavo allontanando dal sole, ma c’era un po’ di luna e si intravedeva ancora la linea dell’orizzonte. Il rumore del reattore, regolare e continuo, benché fosse assordante, non lo
notavo più: era praticamente come volare nel silenzio.
Solo, ogni tanto, la voce del controllore radar di terra mi
diceva che ero intercettato da qualche velivolo, ma ormai non li vedevo più. Non mi salutavano più e probabilmente, non si avvicinavano più come quando c’era
luce.
Il mondo si restringeva intorno a me, all’interno di quella
piccola cabina illuminata dai riflessi rossastri degli strumenti di bordo, ognuno dei quali sembrava volermi rassicurare con la sua indicazione. Le luci dei paesi e delle città
che a terra scorrevano sotto di me mi erano estranee.
Ogni tanto, basandomi su quelle luci e sulle indicazioni
del radio-compass, cercavo di indovinare i nomi delle località che sorvolavo, ma erano tentativi inutili, perché volando su un territorio poco noto, probabilmente mi sbagliavo. Comunque, l’orologio, la rotta marcata sulla cartina che avevo sulle ginocchia e le informazioni del radar
francese erano più che sufficienti per farmi sentire tranquillo.
Poi le Alpi, identificate dai quei lucori bluastri riflessi dai
raggi della luna sulla neve delle cime delle montagne, la
voce familiare dell’operatore radar italiano, le luci di Torino (questa volta ero sicuro di non sbagliarmi), la valle del
Po’. Era bello tornare verso casa.
Al traverso del chiarore delle luci di Milano il controllore
dice di iniziare la discesa verso Ghedi per un atterraggio
GCA. Motore ridotto ma giù in picchiata, con velocità in
aumento per arrivare prima.
Accidenti, mi si sta appannando il tettuccio: devo inserire
il defroster…non me lo ricordo mai… In un attimo l’appannamento svanisce e continuo a scendere. Le luci di
terra diventano sempre più grandi e distinte. Ridurre la
velocità…aerofreni fuori…cambiare frequenza e passare
con il GCA…carrello giù…luci verdi…mezzo flap…laggiù si vedono già le luci di pista… tutto flap… punto di
contatto.
Sul raccordo, rientrando al parcheggio, apro il tettuccio,
mi slaccio la maschera e respiro l’aria fresca di settembre.
È bello tornare a casa dopo essere rimasti a lungo soli con
se stessi e ritrovare il calore dell’ambiente del Gruppo.
Mi cambio, vado al circolo, e trovo ancora gente che sta
giocando a carte. Non fanno molto caso a me. D’altronde, perché dovrebbero. È stato solo un volo di routine, uno come tanti altri… solo che, chissà perché,
proprio quel volo me lo ricordo ancora… cinquantaquattro anni dopo!
30 Il Corriere dell’Aviatore N. 9-10/2015
BARZELLETTE
SU AEREI E PILOTI
Scuola militare di paracadutismo. In aereo il
tenente esorta gli allievi: “Allora ragazzi, è
giunta l’ora del vostro primo lancio dopo tanta teoria. Siamo a 10.000 metri. Preparatevi
al lancio!”. Dal fondo dell’aereo si ode una
vocina: “Ma non è troppo alto?”. Il tenente ci
pensa su e fa: “In effetti 10.000 metri per il
primo lancio sono un po’ troppi. Pilota, scendi a quota 7.000 metri!”. Scesi a 7.000 metri:
“Forza ragazzi, preparatevi al lancio, non abbiate paura! Siamo a 7.000 metri!”. Sempre la
solita vocina dal fondo: “Ma non è troppo alto?”. Il tenente ci pensa un po’ e poi: “Avete
ragione, è ancora troppo! Pilota, scendi a
5.000 metri”. Giunti a 5.000 metri il tenente
esorta gli uomini: “Questa volta niente storie!
Siamo solo a 5.000 metri! Prepararsi al lancio!”. La stessa vocina: “Ma non è troppo alto?”. Il tenente si sta per incazzare sul serio,
poi però fa: “OK, pilota, abbassati a 2.500
metri! Ma non scendere oltre!”. Quando l’altimetro segna 2.500 metri il tenente tuona:
“Siamo a 2.500 metri! Indossate e controllate
il paracadute e lanciatevi! È un ordine!”. E la
solita vocina: “Aaaaahhh... ma col paracadute!!!”.
Durante la fase iniziale di decollo, un 757 con
tutti i passeggeri a bordo arresta improvvisamente la procedura e fa ritorno al terminal.
Dopo ore di interminabile attesa e di rinvii da
parte del personale a bordo, però, tutto si sistema e l’aereo finalmente decolla.
Una volta in volo un passeggero chiede ad
un’assistente di volo:
- Mi scusi signorina, perché abbiamo aspettato tutto questo tempo prima di decollare?
- Vede signore, il pilota aveva avvertito uno
strano rumore provenire da uno dei motori
- risponde l’hostess - e ci è voluto un po’ di
tempo per trovare un altro pilota.
Riflessioni... Ricordi... Sentimenti
ALI DEL MISTERO
L’Autore, Guglielmo Canham, noto con l’amorevole appellativo di “Zio Willie”, nell’inviare alla Redazione questo articolo ha premesso: “ … per i tanti voli goduti sul SABRE,
il meraviglioso e indimenticabile F 86 E, molti
sono i ricordi da scegliere e tramandare narrando. Peccato che si riferiscono quasi tutti ad intercettazioni e successivo combattimento (simulato, per fortuna), attività che per chi non le ha
vissute “in proprio” possono divenire noiose a
raccontarle. Su di un fatto, tuttavia mi piace
spendere due parole…e l’articolo parla da se”.
Notte incipiente
di un giorno di
più di cinquanta anni fa. Sono
gregario di Mimmo
Caranti per una navigazione notturna.
Ci scambieremo i ruoli a
metà del tempo di volo programmato.
Non è ancora profondamente buio ma, man mano che
le ombre avanzano, si incupirà la notte. Sfilano le luci
di pista. Stacchiamo. Procedura di uscita strumentale.
Attraversiamo la luminosità incerta che permane poco
dopo il tramonto del sole per effetto della luce residua
diffusa nelle parti alte dell’atmosfera fino a quando l’astro non sia disceso di oltre diciotto gradi sotto l’orizzonte. Ma i minuti del rimanente crepuscolo si consumano in breve,anche se un incerto chiarore vaga ancora
nel cielo.
Ai miei occhi l’aeroplano del “leader” è ora un’ombra
argentea definita dalle luci di posizione. Tutt’intorno è
la magia degli ampi spazi, ora gradualmente occultati
dalle ali della notte.
I velivoli scivolano nell’atmosfera buia mentre a terra si
sono accese le luci multicolori di borghi e città e la cupola di un cielo di velluto viene punteggiata da miriadi
di stelle chiare. Al di là ed al di sopra del velivolo del.
“leader” le stelle divengono più lucide e brillanti, in
contrasto con l’immensa volta dell’Universo senza zenith nè orizzonte.
Stabili su di un valore di prua, voliamo verso un radiofaro lontano. I nostri F:86 sono alla distanza canonica
per il volo in formazione e si può vedere il cockpit dell’altro aeroplano invaso dall’alone generato dai quadranti rossastri. Anche l’ombra della figura del pilota si
vede, in posizione rilassata, intento solo al mantenimento degli assetti di volo, attraverso il controllo degli
strumenti ed il sapiente uso dei comandi in un contesto
di arcana bellezza. Poche nubi chiare ci attendono in
quota. Formano un intricato reticolo di fili attorcigliati
che compongono aerei merletti.
Mi sembra di vivere un sogno: forse avrei voluto che la
realtà notturna fosse sempre così, adorna di trame sottili, in una luce pallida, quasi. da mondo delle fate e di
gioiosi folletti.
Ora l’aeroplano del “leader” più non è un’ombra argentea. Trine di nubi lo avvolgono di disegni leggiadri appena fluttuanti. Poi, senza
una ragiona logica e quasi
impercettibilmente, l’aeroplano di Caranti prende a
derivare a sinistra ed io, per
quanto faccia, non riesco a tenere la posizione di gregario destro mentre Mimmo scivola
sempre più lontano. È una condizione di volo inattesa, del tutto
imprevedibile, per la quale non ci sono regole né precedenti. Gli aeroplani si governano da soli, secondo volontà misteriose.
Ora le aeree ali di trina si agitano lievemente ed il “leader”, adesso senza maschera dell’ossigeno, si volge verse
di me e fa un cenno con le braccia, stringendosi nelle
spalle, quasi a significare “Che vuoi farci? Non possiamo farci nulla....”.
Voliamo cosi, in un mondo ignoto, secondo un tracciato di rotta che non conosciamo, come guidati da bianchi fantasmi. Con un senso di disagio, forse di sottile
paura, mi vengono in mente gli aeroplani misteriosamente scomparsi nel triangolo della Bermude.
Ma per quanto dura l’evento misterioso? Forse minuti, forse secondi, forse un batter di ciglia, forse nulla.
Forse solo il tempo di una fuggevole impressione per
il malfunzionamento temporaneo dell’erogatore d’ossigeno. O fors’anche si e trattato di un brevissimo,
improbabile sogno, per un momento di sonno come
può accadere quando si è stanchi e la realtà sfuma intorno a noi.
Ma ora, finalmente, i nostri aeroplani sono liberi dai
merletti bianchi. La posizione reciproca “leader-gregario” e tornata perfetta. Viaggiamo sui valori precalcolati
di quota, prua e velocità e sembra che non sia successo
niente di strano. Senza accorgermene ho tirato un soIl Corriere dell’Aviatore N. 9-10/2015 31
Riflessioni... Ricordi... Sentimenti
spiro di sollievo, proprio come quelli che, automaticamente si fanno dopo un evento sgradevole o dopo uno
scampato pericolo. Forse per l‘euforia mi sembra che il
cielo, pieno di stelle, splenda di riflessi verdi e azzurri.
Più non siamo anime perdute nella notte, schiave di un
arcano sortilegio.
Diritto e sicuro il “leader” giunge sul way-point, fa la
chiamata al controllo e mi cede la responsabilità della
coppia a della navigazione.
Nella notte, padrona di meta dal mondo, viro sulla
prua prevista. Voliamo a 25000 piedi di quota con
84% di motore. La nostra velocità indicata é di 255
nodi che corrispondono a 370 nodi al suolo. Il nostro
consumo orario di circa 1800 libbre. Non mi abbandona il ricordo dell‘inspiegabile evento che ci ha interessato e mi do delle stupido.
Da quando in qua ho creduto ai fantasmi? Però i nostri
aeroplani, per un tempo indeterminato, sono andati
per i fatti loro. Io non ho parlato ma perché Caranti
non ha detto una parola? Proprio lui mi ha lanciato un
messaggio figurato...“Non possiamo farci niente... “.
Così prosegue il nostro volo senza che si possa distogliere il pensiero dalla ingovernabilità dei nostri “Sabre”.Una fiaba misteriosa, di quelle che l’uomo crede di
comprendere ma che non saprebbe tradurre in una lingua di questo mondo. A terra il mio amico ho taciuto.
Anch’io, ho taciuto per non essere preso da visionario,
per non farmi ridere dietro.
Ne tratto oggi, scusandomi di non averlo fatto prima.
Forse era proprio un sogno. Forse un sogno premonitore: il mio amico capitano Erminio Carant, pilota da
caccia di abilità eccelsa, mio compagno di tanti voli,
perì nel febbraio del 1968 per collisione nel corso di un
volo notturno.
Guglielmo P. Canham
Canadair CL13 (F-86E)
“Sabre” Mk-4
Considerato il miglior caccia statunitense impiegato
durante la guerra di Corea, nella quale contrastò efficacemente la minaccia dei Mig-15 “Fagot”, il monoreattore North American F-86 “Sabre” effettuò il primo volo 1° ottobre 1947. Oltre 1.800 di questi velivoli furono prodotti su licenza in Canada come Canadair
CL13 “Sabre” Mk.2/4.
Ben 179 di questi, surplus della Royal Canadian Air
Force, equipaggiarono, a partire dal 1955, anche l’Aeronautica Militare. Prima ad esserne equipaggiata fu,
sulla base di Pratica di Mare (Roma), la 4^ Aerobrigata
alla quale seguì poco dopo la 2^ con i velivoli dislocati
a Cameri(Novara). Con i “Sabre” furono costituite anche due pattuglie acrobatiche: il “Cavallino Rampante”
della 4^ Aerobrigata(pattuglia ufficiale nel 1957 e di riserva nel 1958) con quattro CL13 e i “Lancieri Neri”
della 2^ Aerobrigata (pattuglia di riserva nel 1959 ed
ufficiale nel 1960) con sei velivoli. Dalla 4^ Aerobrigata provenivano anche i “Sabre” che nel marzo 1961 costituirono, sulla base di Rivolto (Udine), il nucleo di
quella che da lì a poco sarebbe diventata la Pattuglia
Acrobatica Nazionale (PAN). Le “Frecce Tricolori” impiegarono i CL13 fino all’entrata in linea, nel 1964,
del Fiat G.91PAN. Intercettore in grado di raggiungere
velocità prossime a quella del suono, supersonico in
picchiata, il CL13 fu utilizzato, sperimentalmente, anche come vettore del primo missile aria-aria sviluppato
in Italia, il Sispre C-7. L’esemplare esposto (MM
19724) è un CL13 del 13° Gruppo Autonomo, reparto in precedenza inquadrato nella 2^ Aerobrigata sulla
base di Cameri. Impiegato dalla Royal Canadian Air
Force come XD723 fu consegnato all’Aeronautica Militare nel novembre 1956 e quindi assegnato alla 4^
Aerobrigata. È stato restaurato con il contributo della
Sezione di Vicenza del Gruppo Amici Velivoli Storici.
Anno di costruzione: 1950
Descrizione:
Aviogetto transonico, monomotore,
monoposto da caccia
Apertura alare:
mt. 11,30
Lunghezza:
mt. 11,45
Superficie alare:
m2 26,75
Peso a vuoto:
Kg. 4.577
Velocità max:
Km/h 1.092
Motore:
General Electric J47-GE-13
32 Il Corriere dell’Aviatore N. 9-10/2015
Riflessioni... Ricordi... Sentimenti
AL COMANDANTE
ANTONIO PELLICCIA
Ho finito a sessant’anni come comandante di MD 80 e
oggi non disdegno di tanto in tanto qualche virata sfogata
su un biplano giallo che è una meraviglia.
LETTERA APERTA
Anche se la mia segreta passione è poi stata, in parallelo e
per tutta la vita, lo studio della Matematica e della Fisica,
alle quali ancora mi dedico. Carissimo Comandante (da
allora non l’ho più rivista), da anni ormai seguo e leggo
tutti i suoi scritti. E conosco taluni dei suoi non pochi libri pubblicati. Facile intuire quanto sia
stata grande la tentazione di portarle il
mio saluto e la mia stima scrivendole due
righe in diretta. E ovviamente riaccendendo in entrambi la nostalgia della nostra stupenda e antica passione per il volo.
Adesso che lei è diventato un Grande
Vecchio non potevo perdermi questa occasione. Ah, dimenticavo. Retorico che
possa sembrare, nei miei atterraggi non è
poi stato tanto raro che, nell’istante in cui
stavo per toccar terra (chissà su quale pista del mondo), mi sentissi sussurrare all’orecchio quel suo suggestivo
richiamo: “… e tienlo su con
garbo all’ultimo momento!”.
Le invio il mio più affettuoso saluto e il mio augurio di trascorrere serenamente gli anni a venire.
S
timato comandante Antonio Pelliccia, chissà se lei si
ricorderà mai di me. Sono Sergio Bedeschi e da tempo le nostre firme frequentano, spesso vicine, il Corriere dell’Aviatore dell’ANUA, lei con articoli sempre gravi e sapienti, io quasi
sempre con articoletti di Scienza semplificata e buona per tutti o con altri argomenti ameni. Anche nel numero 7/8 di
questa estate (l’ho già ricevuto ieri via
computer per gentile anticipazione di
Tancredi) i nostri scritti sono adiacenti,
lei invero con ben tre articoli uno più interessante dell’altro, io con una semplice
paginetta per celebrare le stelle cadenti
d’agosto (pag. 53).
In breve, dicendole che appartengo al
corso Sparviero Secondo, le sarà subito chiaro il tempo lontano del nostro primo (ed unico)
incontro. Basterà che lei consulti il suo libretto di volo per
ritrovarlo: gennaio o febbraio
del 1958.
Lei istruttore, anzi capo della
SCIV, seduto dietro, io seduto
davanti a lei sul T 6 Texan per
l’esame di selezione dopo le prime venti ore di volo. Un evento
fatale inciso nella mia memoria
come pochi altri, soprattutto
per l’istante in cui, dopo il volo,
rimisi i piedi per terra.
La sentenza: “OKAY, l’esame è
andato bene. Magari mettilo
giù con un pò più garbo all’ultimo momento. D’accordo? Ancora due missioni di decolli e atterraggi, giusto per prendere maggior confidenza,
senza riesame comunque, e poi sei pronto. Vai e buona
fortuna!”.
Avevo fatto un decollo col muso del T 6 che scodava nervosamente da tutte le parti, quindi una salita piena di
emozione. Di seguito tutta quella serie di virate che non
finivano mai con il cuore in subbuglio per tenere la pallina al centro. E poi da lassù, da settemilacinquecento piedi, anche due giri di vite: un’ora o poco più e il mio destino era tracciato. Sarei diventato un aviatore! E così è stato.
Una decina d’anni ai Caccia Ogni Tempo del 51° Stormo
(fantastici!) e poi all’Alitalia per il resto della mia carriera.
Subordinatamente,
allievo Sergio Bedeschi
Roma, 10 agosto 2015
Negli anni cinquanta, l’Aeronautica Militare sull’aeroporto
di Grottaglie istituì la Scuola
Centrale Istruttori di Volo
(S.C.I.V.) operativa sino alla
metà degli anni settanta.
La scuola, impegnata nell’addestramento basico (qualcuno dei… maturi ricorderà certamente i Congolesi che
passeggiavano per le vie di Grottaglie e la “Trattoria dell’Aviere”, dove si “spendeva poco e si mangiava bene”),
aveva in dotazione l’onnipresente Texan T 6 e alcuni bimotori di costruzione nazionale Piaggio P 166M.
Oltre alle attività di scuola, sempre negli anni sessanta
(1964-1969), in una breve parentesi, l’aeroporto viene
aperto ai voli commerciali prevalentemente verso la capitale; inoltre, opera il 3° distaccamento del 15° Stormo impegnato in attività di ricerca e soccorso (SAR - Search and
Rescue), attivo sino ai primi anni ottanta.
Nei primi anni settanta si sviluppano i progetti per la realizzazione di un insediamento della Marina Militare.
Il Corriere dell’Aviatore N. 9-10/2015 33
Gaetano Aliperta (1896-1986), pilota nel primo conflitto mondiale,
in Libia, Etiopia, Spagna, Grecia, Africa Settentrionale*
di Giovanni Battista Cersòsimo
N
ato a Somma Vesuviana (NA) il 1° maggio 1896,
Gaetano Aliperta a 18 anni ha già il suo titolo di
studio che gli apre le porte ad un impiego, ma è
già in atto il primo conflitto mondiale, presenta allora domanda di arruolamento volontario e il 31 gennaio 1915 è
incorporato nella Brigata “Cacciatori delle Alpi” - 51°
Fanteria di stanza a Perugia, quale allievo Sergente, con
cravatta rossa fiammante, a ricordo di Garibaldi.
Subito dopo partecipa ad un “Corso di pilotaggio aereo”
presso il Campo di Mirafiori e dopo aver conseguito il “brevetto di pilota”, il 31 dicembre 1915 è promosso “caporale”.
A marzo dell’anno successivo effettua il passaggio sui velivoli Voisin ed è assegnato alla 35a Squadriglia Voisin sul
Campo di Padova e successivamente a quello di Aviano.
Il 16 agosto 1916 è promosso “Sergente pilota” e trasferito
al Campo di Udine, ove, oltre agli aeroplani Voisin, impiegati per la “ricognizione”, operano i “caccia” Farman ed i
Caproni da “bombardamento”.
Il “Caproni 300 HP Fiat” con 300 Km orari è un ottimo
aereo, mentre la “caccia” dispone del Niuport 80 Hp rotativo con 100 Km orari, di brevetto francese, ma costruito
in Italia.
Il Voisin, che è uno dei migliori aerei dell’epoca per robustezza e visibilità, è molto adatto per la “ricognizione” e per
portare anche delle “bombette”, che sono sistemate sotto la
“barchetta” e che si sganciano tirando un filo metallico,
mentre l’apparato di puntamento è costituito da un vetro
quadrettato, sistemato sul pavimento della navicella.
Il 1° marzo 1917 esegue l’ultima ricognizione con il Voisin e, avendo abbattuto un caccia Austriaco, è trasferito alla specialità “caccia”.
Il 26 maggio 1917 è già al primo esordio quale cacciatore
dell’82a Squadriglia, inquadrata nel 10° Gruppo, che è comandata dal Maggiore Piccio.
Nella specialità “caccia”, il 7 febbraio 1918, gli viene conferita la prima medaglia d’Argento al Valor Militare, questa
la motivazione: “Pilota d’aeroplano, compiva in alta montagna numerose ricognizioni e bombardamenti sulle opere
militari del nemico, nonostante il preciso ed efficace tiro delle batterie antiaeree dell’avversario. Con calma esemplare e
giovanile ardimento, sosteneva un impari combattimento aereo con un velivolo da caccia nemico, riuscendo a respingerlo
ed a compiere la ricognizione, sebbene il proprio apparecchio
fosse rimasto colpito”. Cielo del Medio Isonzo, 29 novembre
1916. (B.U. 11 febbraio 1918, disp. 10a, pag. 646).
Il 17 novembre dello stesso anno gli viene conferita la seconda medaglia d’Argento, questa la motivazione: “Pilota
abile e ardito, eseguiva numerosi voli, sostenendo con successo
brillanti combattimenti con potenti velivoli nemici. Il 28 luglio 1917, visto che un apparecchio avversario tentava di attaccare un Caproni, lo affrontava coraggiosamente, e inseguendolo fino a bassa quota, nonostante l’intenso tiro delle artiglierie e delle mitragliatrici, lo abbatteva. Il 14 agosto successivo, scortando una squadriglia da bombardamento, raggiungeva Assling, dando bella prova di tenacia e di perizia”.
34 Il Corriere dell’Aviatore N. 9-10/2015
Cielo di Aidussina e di Assling, 28 luglio - 14 agosto 1917.
(B.U. anno 1918, disp. 78a, pag. 6126).
Il Serg. Aliperta che amava considerarsi un’H
di fronte alla vita, da cui la sigla del suo aereo
Per la sua partecipazione al primo conflitto mondiale, gli
sono, inoltre, conferite due medaglie di Bronzo al Valor
Militare (B.U. 2 giugno 1921, pag. 1662 e B.U. 1924 pag.
2118) e una croce al merito di guerra il 9 settembre 1918.
Era stato proposto per una terza medaglia d’Argento al Valor Militare e per la “promozione ad Ufficiale”, ma il carteggio relativo era andato disperso a seguito della rotta di Caporetto.
Dopo la conclusione della grande guerra, il Sergente Aliperta presenta domanda per essere assegnato in Libia, che,
conquistata nel 1912, era stata abbandonata durante il
primo conflitto mondiale.
Ottenuto il passaggio sullo S.V.A. più adatto al territorio
libico, il Sergente Aliperta il 2 febbraio 1919 entra con un
piroscafo nel porto di Tripoli, convinto che grazie ai mezzi a disposizione, la riconquista effettiva e totale della Libia non deve essere per niente difficile, è, inoltre, allietato dal fatto che presso l’Oasi di Tripoli vi è un altro suo
fratello, Ufficiale di Fanteria, che potrà finalmente riabbracciare.
Gaetano Aliperta (1896-1986), pilota nel primo conflitto mondiale,
in Libia, Etiopia, Spagna, Grecia, Africa Settentrionale*
di Giovanni Battista Cersòsimo
Padova, gennaio 1918, il gruppo degli “Assi”:
al centro il Ten. Col. Pier Ruggero Piccio
con il Magg. Baracca e il Cap. Ruffo di Calabria
(il Serg. Gaetano Aliperta è il secondo da sinistra)
Quando, però, è finalmente raggiunta la pace tanto attesa, il nostro “cacciatore” non si sente più utile in Libia e
chiede il rimpatrio, che gli viene accordato e destinato, in
attesa del congedo, alla Squadriglia S.V.A. di Capodichino.
Promosso Sergente Maggiore Pilota l’8 maggio 1919, alla fine dello stesso anno, è posto in congedo ed assunto come
pilota civile sul campo di Capodichino, presso una Squadriglia S.V.A. alle dipendenze del Ministero delle Comunicazioni per la posta aerea, ove rimane per tutto il 1920.
Deluso dalla scarsa attività di volo, si dimette ancora una
volta, per dedicarsi all’attività di Geometra; il 28 marzo
1923, quando è costituita la Regia Aeronautica presenta
domanda per essere assunto nella nuova Forza Armata
quale pilota e il 21 agosto dello stesso anno viene richiamato e destinato al Campo d’aviazione della Malpensa.
Il Generale Piccio, che aveva avuto modo di conoscerlo bene durante la grande guerra, informato del suo richiamo e
della destinazione al “bombardamento”, dispone subito il
suo trasferimento alla specialità “caccia”.
Il 31 gennaio 1924 ritorna alla sua antica specialità, assegnato alla 27a Squadriglia Caccia sul Campo di Cinisello e
per giunta con il vecchio Spad, con il quale ha fatto tanti
voli di guerra; da Cinisello la Squadriglia viene trasferita a
Ciampino, ove il vecchio Spad è sostituito dal Niuport 29
di nuova costruzione francese, superiore allo Spad per
strumentazione e velocità.
Il 18 ottobre 1928 è finalmente nominato Sotto Tenente
Pilota; deluso, però, dalla routine dovuta al periodo di pace, chiede di essere posto nuovamente in congedo, augurandosi solo di poter fare qualche volo ogni tanto e riprende, nella natia Somma, l’attività di Geometra.
Nel 1931 partecipa, per conto dell’Aero Club di Napoli, al
Giro Aereo d’Italia per soddisfare il bisogno di volare e per
conservare l’allenamento al volo: i concorrenti hanno de-
gli ottimi aerei da turismo forniti dalle case costruttrici e
Gaetano Aliperta con l’ASI del suo Aero Club è lì solo per
fare numero.
A Napoli arriva tra i primi e prosegue per la Calabria: a
Praia a Mare, ove bisogna fare rifornimento, in fase d’atterraggio, ha la ventura di capottare sull’erba ed è costretto a porre fine al Giro Aereo del 1931.
Nel 1935 tutti i Paesi Europei hanno le loro Colonie in
Africa e l’Italia guarda all’Etiopia, il Sotto Tenente Aliperta
chiede allora di essere richiamato e dopo essere stato giudicato idoneo al pilotaggio, è destinato all’aeroporto di Grottaglie, dove il 26 giugno fa il primo volo sul Ca 101 e subito dopo è destinato a Ferrara per l’addestramento sul Br 3.
Con decorrenza 31 dicembre 1935 è promosso al grado
di Tenente Pilota.
Il Br 3 è quasi un caccia e si trova subito a suo agio, dopo
un paio di mesi che è a Ferrara la sua Squadriglia è trasferita a Ciampino.
I Br 3, considerati non adatti per l’eventuale impiego in
Etiopia, sono sostituiti con i Caproni 133 trimotori ed il
suo Reparto da Ciampino è trasferito a Capodichino, gli
aerei sono imbarcati a Napoli e lo Stormo Caproni 133, al
comando del Colonnello Pilota Magliocco, parte per l’Africa Orientale.
Comandante del Gruppo di Volo al quale è assegnato il Tenente Aliperta è il Tenente Colonnello Amantea, che ha già
avuto modo di conoscerlo durante il primo conflitto
mondiale.
La traversata da Napoli a Massaua è tranquilla, a Massaua
si provvede allo scarico degli aerei e, appena pronti, si parte per l’Asmara.
Al campo dell’Asmara, a mt. 2220 sul livello del mare, il
Tenente Aliperta inizia subito le prime azioni di guerra e
dopo un discreto periodo di allenamento sul Cr 20, passa
al campo di Axum ove occorre un pilota pratico del bombardamento.
Alla fine di marzo del 1937, tutta l’A.O.I. è sotto controllo, uniche eccezioni qualche piccolo nucleo di ribelli
sbandati nelle boscaglie, viene allora organizzata una
grandiosa manifestazione a Roma, ove affluiscono le rappresentanze di tutte le Forze Armate, comprese quelle di
colore: è il trionfo della sfilata per la conquista dell’Impero, alla quale il Tenente Aliperta partecipa al comando di
un plotone.
Il 7 ottobre 1937 è promosso Capitano “per merito di
guerra” e dopo un breve licenza trascorsa a Somma, dovrebbe rientrare in Etiopia per intraprendere la conduzione di una concessione agricola che gli è stata promessa, ma
altri programmi sono in aria per lui.
Invogliato a partire per la Spagna, il 29 ottobre 1937 parte in aereo da Ostia.
La sua permanenza su quel nuovo fronte di guerra, prorogato di sei mesi in sei mesi, dura per tutto il periodo del
conflitto.
Il Corriere dell’Aviatore N. 9-10/2015 35
Gaetano Aliperta (1896-1986), pilota nel primo conflitto mondiale,
in Libia, Etiopia, Spagna, Grecia, Africa Settentrionale*
di Giovanni Battista Cersòsimo
Per la sua partecipazione alla guerra di Spagna, il 12 novembre 1937, gli è conferita la terza medaglia d’Argento al
Valor Militare, questa la motivazione: “Volontario in missione di guerra, quale capo equipaggio di un apparecchio da
bombardamento veloce, partecipava a numerose azioni di
guerra, superando violentissima reazione contraerea e sostenendo ardui combattimenti con la caccia nemica. Ardito
combattente con elevato spirito di sacrificio e altissimo senso
del dovere, portò sempre a termine nel modo più brillante i
compiti affidatigli”. Cielo di Spagna, 12 novembre 1937 febbraio 1938. (B.U.Aer.ca. anno 1938, suppl. 8, pag. 32).
Gli è inoltre conferita la seconda croce al merito di guerra
(B.U.Aer.ca, anno 1938, pag.2), il 15 maggio 1938 la “Cruz
de la Guerra Spagnola General Franco” e, il 5 marzo successivo, la promozione a Maggiore Pilota “per merito di guerra”.
Il secondo conflitto mondiale è alle porte e quando il 10
giugno 1940 anche l’Italia entra in guerra, il Maggiore
Aliperta è trasferito al campo d’aviazione di Castelviscardo, vicino Orvieto e successivamente all’aeroporto di
Grottaglie.
L’aeroporto di Grottaglie è in pieno fervore, gli aerei sono
molti ed appartenenti a vari Reparti, tutti alacremente
impegnati contro la Grecia.
Dopo Grottaglie, il 18 aprile 1941 è trasferito all’aeroporto di Castel Benito, presso Tripoli e successivamente a Catania e poi a Sciacca, ove è impegnato in voli di ricognizione e scorta convogli.
36 Il Corriere dell’Aviatore N. 9-10/2015
Trasferito al 3° Stormo
schierato sull’aeroporto
di Trapani, armato con i
Can Z 100 Bis, il 12 marzo 1942 è trasferito all’aeroporto di Levaldigi
nella pianura piemontese, vicino Cuneo, alla
Scuola Caccia di secondo
periodo, quale istruttore.
Il 17 agosto 1942 è all’aeroporto di Cameri, al Nucleo Addestramento al Volo
Trainato, nuovamente
con le funzioni di istruttore.
Ai primi del 1943 gli viene
conferita la Croce di Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia (B.U.Aer.ca,
n. 43, pag. 762, 26 febbraio 1943).
Il 5 aprile 1943 passa al
20° Stormo Osservazione
Aerea di Capodichino ed
il 23 maggio successivo al
Comando Tattico Coordinatore sulla collina di Camaldoli, ove assicura il servizio H24.
La sorte vuole che la notte tra l’8 ed il 9 settembre 1943
sia di turno un collega, che il 9 settembre è fatto prigioniero dai Tedeschi, ormai nemici, mentre il Maggiore Aliperta, che non è in servizio, evita la cattura.
La città di Napoli, dopo le “gloriose quattro giornate del
27-30 settembre 1943”, si libera da sola dall’occupazione
nazista, precedendo l’ingresso delle truppe alleate (1° ottobre 1943).
Il Maggiore Aliperta conclude il secondo conflitto mondiale
con il grado di Tenente Colonnello Pilota, che gli è conferito nel 1945.
Negli anni ’50 è in servizio al Comando della IVa Zona Aerea Territoriale di Bari, quando gli è conferita la Medaglia
d’Oro Aeronautica di Lunga Navigazione Aerea (B.U.
1953, pag. 1909).
Al Comando della IVa Zona Aerea Territoriale di Bari lascia
il servizio nel 1959.
Promosso Colonnello “a titolo onorifico” nel 1971, muore
novantenne nella natia Somma il 16 maggio 1986 dopo
aver ottenuto il Diploma di Medaglia d’Oro, benemerito
dell’Ordine dei Geometri della provincia di Napoli, con oltre
25 anni di professione.
Somma Vesuviana gli ha successivamente intotolato una
strada.
(*) tratto da “Gaetano Aliperta: Memorie di volo e di guerra,
dal 1915 al 9 settembre 1943”, Arti Grafiche Favia - Bari.
Alle Dame d’Onore
L’ANUA annovera fra i propri associati 500 Dame d’Onore
e si pregia di pubblicare su questo Corriere racconti e memorie, scritti dalle stesse Dame
con amore, per condividere ricordi e valori etici.
Q
uesta volta la Redazione si pregia di riportare
due ricordi che la D.O. Sig.ra Lilia Sciaudone
Ramarli ha tratto dal diario che lei stessa aveva
composto, a futura memoria, quando negli anni 80 la
Sezione ANUA di Firenze aveva presidente il Ten.
Col. Arrigo Bandi.
Il primo riguarda una cartolina, ricevuta a Firenze dalla sua Mamma nell’agosto del 1917.
Una cartolina davvero singolare che riproduce una
cromoscultura di D. Mastroianni - vittoriosa nei cieli “perché - riferisce la Sig.ra Liia - nel 16/17 si pensa
alla Vittoria che giunga su un aeroplano puntualizzando - …ovviamente altri sapranno giudicare meglio di me”.
Il secondo riporta la sintetica relazione su un viaggio
dell’amata Sezione fiorentina a Rovereto:
“Ricordo Rovereto con il suono commovente della sua campana che nasce dal torrione Malipiero e si spande, mesto, per la valle Lagarina. È un suono che ti fa fermare e abbassare la testa. Fu ideata da un sacerdote rovetano, Don Antonio Rossaro, e fusa con il
bronzo dei cannoni, dato dalle nazioni che avevano preso parte alla guerra, quella guerra in cui l’Italia perse seicentomila giovani.
Dodicimila riposano, nel vicino sacrario di Castel Dante, insieme a centocinquanta austriaci, non più nemici oltre la morte”.
La Campana più grande del mondo che suoni a distesa è stata ideata dal sacerdote roveretano don Antonio Rossaro, per onorare i Caduti di tutte le guerre e
per invocare pace e fratellanza fra i popoli del mondo intero. Venne fusa a
Trento il 30 ottobre 1924 col bronzo dei cannoni offerto dalle nazioni partecipanti al primo grande conflitto mondiale. Fu battezzata il 24 maggio 1925, col
nome di “Maria Dolens”. Non corrispondendo al suono voluto, la Campana
venne rifusa a Verona il 13 giugno 1939 e ritornava a Rovereto il 26 maggio
1940 per riprendere così la sua alta missione di pace e fratellanza universale.
Il 31 agosto 1960, per una grave, irreparabile incrinatura la Campana cessava di suonare ed il 1- ottobre 1964, grazie all’apporto finanziario dei Lions Club d’Italia, veniva rifusa presso le fonderie Capanni a Castelnovo ne’ Monti (Reggio Emilia).
È stata benedetta a Roma, in Piazza San Pietro, dal Santo Padre Paolo VI il 31 ottobre
1965 ed il 4 novembre la Campana ritornava trionfalmente a Rovereto e veniva collocata sul Colle di Miravalle. Sul manto di “Maria Dolens” sono incisi gli augusti autografi dettati dai Sommi Pontefici Pio XII: “Nulla è perduto con la pace. Tutto può essere perduto con la guerra”. Giovanni XXIII: “In pace hominum ordinata concordia et
tranquilla libertas”.
A coloro che davanti alla monumentale Campana reciteranno un Requiem per i Caduti, i Sommi Pontefici Pio XI e Pio XII hanno concesso una particolare indulgenza.
La Campana suona tutte le sere cento solenni rintocchi per onorare i Caduti di tutte le
guerre e per invocare pace e fratellanza fra i popoli del mondo intero.
Dimensioni della Campana:- altezza metri 3,36 - diametro metri 3,21 - peso 226,39
q.li - peso battaglio 6,00 q.li - peso ceppo 103,00 q.li
Il Corriere dell’Aviatore N. 9-10/2015 37
Volati più in Alto
Il Colonnello CARLO ANDORLINI,
già Presidente della Sez. A.N.U.A. di Milano,
ci ha lasciato il 29 luglio 2015.
E recentemente ci hanno lasciato anche:
Foto del Col. Andorlini quando era Presidente della Sezione, consegnatagli dalla D.O. Marialuisa Nimis con
le firme di molti soci delle Sezioni A.N.U.A. ed A.A.A.
di Milano, in occasione dell’ultima nostra visita presso
la clinica di riabilitazione ove era ricoverato.
IL Capitano MARIO DI PIETRO
Socio ANUA Catania, il 26 agosto.
Lunedì 3 agosto, per espresso desiderio Suo e della famiglia, sono state celebrate nella Chiesetta dell’Aviatore
della 1^ R.A. le esequie del Colonnello Carlo Andorlini già Presidente della Sez. A.N.U.A. di Milano, deceduto il 29 luglio 2015.
La chiesetta era gremita di soci delle Sezioni A.N.U.A.
ed A.A.A. ed una rappresentanza di Sottufficiali e Personale civile della 1^ R.A..
La cerimonia è stata officiata dal 3° Cappellano Militare Capo Don Enrico PIROTTA, che nell’omelia ha voluto sottolineare l’esemplare figura dello scomparso
esaltando le Sue qualità umane.
Al termine, la figlia ha ricordato soprattutto le qualità
del padre ed il Presidente della Sezione, Gen.D.A.
Otello Orlandi, prima di recitare “La Preghiera dell’Aviatore”, si è rivolto ai presenti dicendo:
“Noi ci riuniamo da sempre il martedì ed il giovedì,
per coltivare insieme amicizia, rispetto e ricordi.
Oggi è una giornata particolare: siamo qui per salutare Carlo che, dopo un tempo ormai lungo e indefinito, in cui è stato anche nostro Presidente, è venuto in Regione per l’ultima volta, per ricevere il
nostro saluto. Rimarrà sempre viva in noi, con Lui,
la memoria e lo spirito di corpo che, aldilà di ogni
confine, ci uniscono in una grande famiglia.”
38 Il Corriere dell’Aviatore N. 9-10/2015
IL Generale MARIO GALATI
Socio ANUA Roma - il 9 settembre.
Alle Famiglie Andorlini, Di Pietro e Galati
la Presidenza nazionale ANUA e la Redazione
del Corriere rivolgono sentite espressioni di cordoglio.
Preghiera dell’Aviatore
Dio di potenza e di gloria
che doni l’arcobaleno ai nostri cieli,
noi saliamo nella Tua luce per cantare
col rombo dei nostri motori,
la Tua gloria e la nostra passione.
Noi siamo uomini ma saliamo verso di Te
dimentichi del peso della nostra carne,
purificati dei nostri peccati.
Tu, Dio, dacci le ali delle aquile,
lo sguardo delle aquile, l’artiglio delle aquile
per portare, ovunque Tu doni la luce,
l’amore, la bandiera, la gloria
d’Italia e di Roma.
Fa’, nella pace, dei nostri voli il volo più ardito;
fa’, nella guerra, della nostra forza
la Tua forza,o Signore,
perché nessuna ombra sfiori la nostra terra,
e fa’, quando sia l’ora,
dei tuoi cieli la nostra corona.
E sii con noi come noi siamo con Te,
per sempre.
Vita di Sezione
Da Taranto
INTENSITÀ RAPPORTI AM-ANUA
Foto 1
l’interno della struttura militare, quanto all’esterno, nella società tarantina che ha avuto modo di apprezzare il lavoro
svolto sul territorio jonico».
Nella foto 1, da sx a dx:
Col. PATERNÒ - Gen. B.A. AGRESTI - Col. PICCIRILLO - Col. MARRADI - Gen. Brig. CINIGLIO APPIANI -Col. CITTA
Nella foto 2, da sx a dx:
Gen. CORMIO - Col. LEO - T.Col. SPALLUTO,
Presid. MARTURANO, Assessore COSA
Da Brescia
UN VECCHIO SOGNO
Il fatto di aver vissuto un lungo passato, come tutti noi
“giovanotti”, implica che guardando indietro si trova faticoso vedere l’orizzonte della località di partenza.
Ma se lo sguardo è rivolto in avanti le cose cambiano, sopratutto se consideriamo non il nostro domani ma il domani costituito dai giovani.
In occasione del cambio di Comando al 16° Stormo (v.
art. a pag.17) il Presidente ANUA Taranto, Prof. Aldo
MARTURANO, con la consegna di una targa ricordo, ha
ringraziato in particolar modo il Colonnello Marradi,
Com. uscente, per gli eccellenti rapporti mantenuti con
l’ANUA ed i Soci del Sodalizio.
Foto 2
E già da un certo numero di anni che il sottoscritto si occupa di formazione e la quotidianità del contatto con giovani, sia studenti di quelle che si chiamavano medie superiori e sia allievi di scuola di volo, lo induce a consolidare
il concetto che i giovani costituiscono la chiave per rivitalizzare la nostra Associazione. Dobbiamo quindi cavalcare
il loro entusiasmo.
Non è cosa facile perché essi ti seguono se tu lasci loro
spazi ed indipendenza e saranno loro stessi a chiederti il
sostegno. Ma mai il contrario!
Se traducessimo tutto nel concreto:
* Soci delle Sezioni territoriali ANUA terrebbero conferenze nelle scuole e organizzerebbero visite di studenti in strutture AM.
* Studenti volontari potrebbero registrarsi in ANUA
(quota annuale €10) a scopo culturale e per ricevere
il “Corriere dell’Aviatore” sul quale troverebbero
spazio pertinenti loro iniziative.
In occasione del passaggio di consegne al Comando Scuola Volontari di Truppa AM (v. art. a pag. 21) il Presidente
Marturano, in qualità di consigliere nazionale, ha portato
il saluto del Presidente nazionale del sodalizio, il Gen.
Mario Majorani. Nel consegnare la targa ricordo al col.
Leo, il dott. Marturano lo ha ringraziato perché, «Proprio in qualità di socio benemerito – ha affermato il presidente – il Col. Leo ha saputo meritare tale qualifica interpretando gli scopi statutari dell’ANUA accogliendo e valorizzando ogni contributo provenuto dalla società civile e principalmente dall’associazione. Una sinergia – ha concluso il
presidente – che ha prodotto gli evidenti successi tanto al-
Alcune Associazioni d’Arma si sono già mosse in tal senso
con la finalità che quanto si propone non è solo indirizzato
alla sopravvivenza dei nostri sodalizi, ma principalmente al
lascito di concetti sani che noi, “diversamente giovani” abbiamo il dovere di esprimere, anche solo con l’esempio di
chi siamo stati e soprattutto di chi siamo oggi, persone in
grado di trasferire conoscenze, valori e principi morali.
Lancio quest’idea agli amici delle altre Sezioni ANUA al
fine di convergere su un auspicabile proponimento verso
la Presidenza Nazionale.
V. Scacco
Il Corriere dell’Aviatore N. 9-10/2015 39
Vita d’Associazione
Immagini che simboleggiano:
!l"inizio del nostro ieri#
!il nostro oggi#
Agli Ufficiali in servizio ed
in congedo diciamo:
Iscriviti all’ANUA per:
* andare verso il futuro senza
dimenticare ilpassato;
* ritrovarti con i vecchi
amici;
* conoscere altri colleghi;
!le speranze per il domani#
* affrontare insieme
problemi comuni;
* ricevere “Il Corriere
dell’Aviatore”;
* partecipare ad attività
socio culturali;
* mostrare solidarietà ai
familiari dei nostri colleghi
scomparsi, in particolare
alle loro vedove, Dame
d’Onore dell’ANUA.
Art.1 dello Statuto ANUA L’Associazione Nazionale Ufficiali dell’Aeronautica (A.N.U.A.), costituitasi
in Roma il 29 giugno 1951, inclusa nell’elenco delle Associazioni di cui all’allegato al D.M. del
Ministero Difesa del 5.8.1982, è un sodalizio a carattere morale e sociale con sede in Roma.
È un’Associazione di Ufficiali in servizio e in congedo, libera e indipendente, senza fini di lucro, che
svolge la propria azione a favore dei Soci e nell’interesse dell’Aeronautica Militare, nel rispetto della
Costituzione e delle leggi.
La sua durata è illimitata. Il suo eventuale scioglimento viene deciso dall’Assemblea Straordinaria, come
indicato nel successivo Art. 6. (v. Il Corriere dell’Aviatore n. 8-9-10/2010).
40 Il Corriere dell’Aviatore N. 9-10/2015
SO STENITO RI EVENTI A NUA 2015
In questo numero:
Editoriale
Periodico dell’Associazione Nazionale
Ufficiali Aeronautica (ANUA)
fondato nel 1953 da Luigi Tozzi
N. 9-10 Settembre-Ottobre 2015
Ufficio Presidenza Nazionale
Direzione - Redazione - Amministrazione
00192 Roma - Via Marcantonio Colonna, 25
Tel. 06 32111740 - Fax 06 4450786
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“Il Corriere dell’Aviatore”
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Direttore editoriale
Mario Majorani
Direttore responsabile
Mario Tancredi
Redazione
Giuliano Giannone, Guido Bergomi, Angelo Pagliuca
Responsabile Amministrativo
Cesare D’Ippolito
Autorizzazione Tribunale di Roma 2546 del 12-2-52
ANUA/Centro Studi Editrice proprietaria
Associato all’U.S.P.I.
Iscrizione al R.O.C. n. 10496
55 mo Anniversario “Frecce Tricolori”
Tradizione di valori lunga 11 lustri
Numero a 40 pagine
I contributi scritti sono forniti a titolo gratuito ed in formato elettronico; essi
non debbono superare le tre cartelle e devono essere liberi da vincoli
editoriali. La Direzione si riserva di pubblicarli o meno in funzione delle
proprie esigenze. La responsabilità di quanto pubblicato su questo periodico
è attribuita per intero agli autori il cui scritto rispecchia le idee personali e
non quelle dell’ANUA. Elaborati e foto, che si intendono inviati a titolo di
liberalità, non si restituiscono, anche se non pubblicati. La Direzione del
periodico risponde, soltanto, di quanto previsto dalla legge sulla stampa.
Il periodico non è in vendita, ma viene inviato ai Soci in regola
con il versamento della quota associativa annuale di Euro 40,00.
I “Non Soci” possono richiederne copia.
La riceveranno gratuitamente con l’invito ad associarsi all’ANUA.
Il pagamento della quota associativa annuale deve essere effettuato con versamento intestato a:
ANUA-Associazione Nazionale Ufficiali Aeronautica
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Può essere utilizzato il c/c postale n° 7356880, oppure il bonifico bancario con IBAN IT98T0760103200000007356880
Nel caso in cui, per semplicità, si preferisca effettuare pagamento contanti tramite Sezione Territoriale, sarà cura di questa provvedere al versamento su uno dei predetti conti.
Per la pubblicità di carattere aeronautico su questo periodico,
a colori, le tariffe in vigore per l’anno 2015, per complessive
3 edizioni, sono:
- pagina intera
€ 1.500,00
- mezza pagina
€ 800,00
- quarto di pagina € 400,00
p. 2
p. 2
Il 41 mo Stormo “Antisom” compie 50 anni
p. 7
Le celebrazioni hanno interessato la Base Aerea di Sigonella
e la città di Catania
p. 7
In autunno la più grande esercitazione Nato
Notizie al Volo ...nel tempo recente
Cambio di Comando all’Accademia Aeronautica
A capo dello Stato Maggiore del ComLog, il Gen. Moscini
Incessante attività di soccorso del 31° Stormo
Cambio al vertice del Comando Operazioni Aeree
Cambio al QG del Comando Scuole/3^RA
Battesimo dell’aria per il primo F-35 italiano
7 settembre 2015, un’ora di volo sopra Cameri
Cambio di Comando al 16° Stormo “Protezione delle Forze”
«Fucilieri dell’Aria»
Nuovi Istruttori Tiro e Tattiche per il Tornado
Un Italiano ai comandi del prossimo Spazioplano
Cambio Comando al 17° Stormo Incursori
Passaggio di consegne al Comando Scuola Volontari Truppa AM
In questi mesi ricordiamo... (Bergomi)
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Stampato nel mese di ottobre 2015
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Nel mese di settembre: DH 66 Hercules, La legge Cash & Carry,
Fine della guerra in Polonia, Il Sabreliner p. 22
Nel mese di ottobre: Il Fokker F II, Vola il PM 1,
Il Superconstellation, Lo Yak 40
p. 24
Aerei importanti ma poco conosciuti (Bergomi) p. 25
IL CAPRONI CA 90
p. 25
P.108: Il Bombardiere strategico (Provenza)
p. 26
Riflessioni... Ricordi... Sentimenti
p. 29
Un volo come un altro
Barzellette su aerei e piloti
Ali del mistero
“Sabre” Mk-4
Al Comandante Antonio Pelliccia - Lettera aperta
p.
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Gaetano Aliperta, pilota nel 1° conflitto mondiale p. 34
Alle Dame d’Onore
p. 37
Volati più in Alto
p. 38
Vita di Sezione
p. 39
Vita d’Associazione
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PERIODICO DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE UFFICIALI AERONAUTICA (ANUA) FONDATO NEL 1953 DA LUIGI TOZZI
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Passato Presente e Futuro
ci unisce il volo...
...e non solo
N. 9-10 / 2015
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