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Luigi Cherubini
Venezia - Teatro La Fenice: Lodoïska , capolavoro
ritrovato
La recensione
foto Michele Crosera
foto Michele Crosera
Luigi Cherubini ha goduto per dec enni, soprattutto
nella natia Italia, di fama tutt’altro c he prec lara. Il
compositore fiorentino è stato ritenuto da molti nulla
più c he un c onservatore, sia per quanto attiene alla
musica che per quel che riguarda le sue idee riguardo
alla politica. Se possiamo essere senza dubbio
conc ordi sul c onservatorismo di Cherubini in politica,
vista la sua totale avversione per gli ideali
rivoluzionari, il rapporto di reciproca disistima c on
Napoleone ed il suo entusiasmo per il reazionario
Carlo X, non siamo altrettanto d’ac cordo riguardo al
suo essere conservatore in music a.
Lodoïska è opera profondamente innovatrice nel
panorama del teatro in francese, fino ad allora
rigidamente chiuso in forme e stilemi drammaturgici
consolidatisi nel corso di almeno un sec olo. Se fino
ad allora l’ Opéra-comique non era stata che una
serie di ariette ed intermezzi intervallati da dialoghi
parlati, con Lodoïska, assistiamo non solo ad un
radic ale cambiamento del genere, ma anche e
soprattutto alla nascita della prima opera romantica
francese. Il giovane Cherubini, non ancora assurto
alla gloria di compositore cesareo onusto di inc arichi
e di onorificenze, crea un c apolavoro drammaturgico
e musicale c onferendo ai protagonisti, sino ad allora
mèri “caratteri”, il rango e la dignità di individui che
vivono intensamente i propri sentimenti passioni. Le
arie, gli ensemble ed i conc ertati sono vividi ora di
stringente drammaticità, ora di voluttuose
morbidezze, ora di spunti brillantemente comici,
sempre sostenuti da un’orchestra che, nella sua
ricchezza, si pone imperiosamente come
coprotagonista.
La locandina
Data dello spe ttacolo: 13/10/2010
Lodoïska
Na thalie Ma nfrino
Lysinka
Hjördis Thé bault
Floreski
Sé bastien Guèze
Titzikan
Philippe Do
Pierre-Yves
Dourlinski
Pruvot
Varbel
Arm ando Noguera
A ltamor
Alain Buet
Premier Tartare
– Premier
Pierre Virly
Èmissaire
Deuxième
Anto nio Guira o
Èmissaire
Un Tatrare –
Troisième
Cyrille Ga utre au
Èmissaire
Direttore
Jéré m ie R horer
M° del coro
Joël Suhubiette
Orchestra Le Cercle de l'Harmonie
Coro da camera Les Éléments
È la varietà delle sfumature, la profondità dei
personaggi, l’incalzare delle dinamiche sonore che
fanno della Lodoïska, al di là di qualche farragine,
inevitabile all’epoca, nel libretto, la più moderna tra le
opere di Cherubini e la pongono oggi con ritrovata
autorevolezza come pietra miliare di quel
Romanticismo la cui paternità è stata a lungo
attribuita all’area germanica e che invece scopriamo
passare per la Francia attraverso l’Italia, a
testimoniare una profonda visione comune in tutta
Europa.
Grazie alla collaborazione del Palazzetto Bru zane
con l’ Accademia Nazionale di Santa Cecilia, il
Théâtre des Champs-Elysées e il Teatro La Fenice,
Lodoïska ha rivisto la luc e nella sua forma originaria in
una straorinaria esecuzione in forma di concerto.
Il giovanissimo direttore Jérémie Rhorer, alla testa
del suo Le Cercle de l’Harmonie, magnifico
complesso che suona strumenti d’epoca, dà della
partitura cherubiniana una lettura che tiene conto sia
dell’elemento francese che di quello più squisitamente
italiano mantenendo viva ed in equilibrio la doppia
natura del compositore. I tempi sono serrati, a tratti
quasi convulsi, ma capaci al contempo di sc iogliersi in
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Operaclick:
notizie
dal mondo
quasi convulsi,
ma capaci
al contempo
didell’Op…
sc iogliersi in
languidi abbandoni melodici e dolci momenti di
straniante elegia.
Sostanzialmente convincente la Lodoïska di Nathalie
Manfrino, la quale coglie con intelligenza la
modernità del ruolo, ac costabile per analogia alla
Konstanze del Ratto dal serraglio, e lo rende con
palpitante ricchezza di accenti e proprietà di
fraseggio, nonostante qualche asprezza nel registro
acuto.
Superbo il Floreski di Sébastien Guèze, autentico
haute-c ontre dalla voc e cristallina, perfettamente a
suo agio sia nelle arie ove si richiede maggior
virtuosismo ma in grado al contempo di modellare la
frase musicale ove debba c antare l’amore.
Armando Noguera caratterizza in ogni minima
sfumatura il suo Varbel, pavido compagno
d’avventure di Floreski, grazie non solo ad una
naturale vis comica, ma anche e soprattutto in virtù
di un mezzo vocale duttile negli accenti di una linea
di canto impeccabile. Nei panni del vilain Dourlinski il
bravo Pierre-Yves Pruvot comprende argutamente
anche il lato divertente del personaggio, in fondo
cattivo sino ad un certo punto, e lo rende con le
giuste sfac cettature.
Bene il Titzikan, ricco di compassionevole nobiltà, di
Philippe Do, tenore capace di fiati lunghi e sicuro
nelle agilità. Convincenti l’Altamor di Alain Buet e la
Lysinka di Hjördis Thébault. Molto bene, infine,
anche Pierre Virly, come Premier Tartare e Premier
Èmissaire, Antonio Guirao, Deuxième Èmissaire e
Cyrille Gautreau, Un Tatrare e Troisième Èmissaire,
tutti e tre membri dello straordinario coro da camera
Les Éléments diretto da Joël Suhubiette.
Il pubblico che esauriva il teatro ha decretato il
suc cesso della serata con quasi dieci minuti di
applausi e con ovazioni per direttore e orc hestra.
Alessandro Cammarano
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