Periodico
dell’Associazione
Culturale Albatros
Anno 8 - Numero 10
NOVEMBRE 2011
SitoWeb: www.lapiazzacastelmadama.com — E-mail: [email protected]
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CONTO
CONSUNTIVO
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PIANO
CASA
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ARTI E MESTIERI
EXPO 2011
Consulta il sito web
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Amministrazione
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CONTO CONSUNTIVO 2010
di Ivano Moreschini
Sono stati pubblicati i dati del Conto Consuntivo 2010
sul sito del Comune di Castel Madama, e questo ci permette di fare
alcune considerazioni su delle carte ufficiali
Dopo il dibattito intenso ed un po’ fuori
luogo che c’è stato nel mese di ottobre, con
invocazioni da parte di alcune parti politiche
di interventi del Prefetto per sciogliere il
Consiglio Comunale o cose simili, visto che
ormai siamo a novembre ed il Consiglio
Comunale continua pigramente a funzionare,
entriamo un po’ nel merito di un Consuntivo
che chiude l’anno 2010, e quindi la gestione
finale della precedente amministrazione.
Ad una prima impressione, dai dati emerge in
modo chiaro che il 2011 è un anno di passaggio,
come era ovvio trattandosi di un anno elettorale.
Questa impressione la ricaviamo per esempio dai
dati riassuntivi relativi alla gestione finanziaria,
cioè il prospetto che fa capire se c’è stato o meno
un avanzo di amministrazione. Ebbene, anche
quest’anno l’avanzo di amministrazione è stato
piuttosto elevato, pari ad Euro 968.769,52, e
viene soprattutto dall’avanzo di amministrazione
dello scorso anno, come risultava dal conto consuntivo 2009, che era pari ad Euro 921.518,00,
aumentato di poco dal risultato di amministrazione 2010. Chissà se qualcuno ricorda ancora la
discussione che ci fu lo scorso anno su quell’avanzo: sta di fatto che esso ancora si aggira pericolosamente nei conti comunali. Il fatto che esso
non sia più vincolato in gran parte per opere pubbliche, come era successo nel consuntivo del
2009 a seguito dell’utilizzo a nostro avviso
improprio del ribasso della Caserma per oltre
Euro 600.000,00 non risolve il problema che avevamo posto lo scorso anno, anzi rischia di aggravarlo. Infatti può subentrare una tentazione di utilizzare nelle forme previste dalla legge l’ingente
somma, dimenticando come essa si era formata lo
scorso anno. A nostro avviso essa andava vincolata nella parte derivante dal ribasso per la Caserma dei Carabinieri per la realizzazione completa
di quell’opera, che a oggi è ancora ferma. Invitiamo quindi gli amministratori attuali, come avevamo fatto con quelli precedenti, ad essere molto
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prudenti nel suo utilizzo, perché a nostro avviso
questo avanzo così alto è un dato meramente contabile.
Lo stretto collegamento tra questo consuntivo e
quello del 2009 si nota anche in quello che l’anno
scorso avevamo chiamato “il mistero del fondo di
cassa”. Ora il mistero non è più tale, in quanto l’attuale Assessore al Bilancio, Cascini Mauro, ha
chiarito con pubbliche dichiarazioni ciò che era
già evidente lo scorso anno, e cioè che la famosa
disponibilità di cassa derivante dalle operazioni di
Boc e Derivati, che da anni da più parti si favoleggiava che fosse vincolata per la Caserma dei Carabinieri, e quindi fuori dal conto corrente bancario
del Comune, in realtà fa parte del deposito di Tesoreria Comunale. Il problema è che nel corso del
2010 tale disponibilità di cassa si è anche ridotta:
era di Euro 1.137.589,08 al 1 gennaio 2010, ed è
diventata di Euro 687.259,19 il 31 dicembre 2010.
Siamo curiosi di vedere quanto sarà a fine 2011,
ora che siamo arrivati quasi alla fine dell’anno, e
per la Caserma dei Carabinieri non si è speso ancora nulla per l’evidente motivo che il lavoro non è
stato ancora cominciato.
L’altro grosso problema che emerge dai dati del
Conto Consuntivo 2010 è l’enorme mole dei residui attivi e passivi, che ammonta a circa 30 milioni di euro per entrambi. L’Assessore Cascini sul
suo blog afferma: li possiamo depurare di primo
acchitto di 10 milioni tra depuratore, parcheggio
dello stallone, loculi del 95 ( a meno che non esca
qualche fattura o lavoro fatto) e Castello Orsini
(c’è tanto da capire quando qualcuno ce lo spiegherà). Tali considerazioni sono condivisibili,
anche se su ognuno di questi lavori ci sarebbe
molto da dire su come sono stati gestiti finora.
Rimangono comunque 20 milioni di euro di residui attivi e passivi, dei quali 8 milioni di attivi di
parte corrente, cioè che non sono contributi della
Regione per lavori da fare, ma presumibilmente
quasi tutti entrate tributarie non riscosse. Sulle
entrate di parte corrente c’è da fare una seria considerazione. Uno dei prospetti del Consuntivo
2010 riporta le seguenti cifre:
segue a pag. 4
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Amministrazione
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Quindi le entrate correnti complessive sono la
somma della colonna “Rendiconto”, cioè un po’
più di 5 milioni di euro. Ma è davvero così come
entrate di cassa? Anche se fosse, e ne dubitiamo
fortemente, dobbiamo chiederci come diventerà
per esempio il Titolo 2 nel consuntivo 2011 con i
dati pubblicati sempre dall’Assessore Cascini
Mauro sul suo blog, cioè un trasferimento dello
Stato di Euro 1.226.827,00 nel 2011 e di Euro
1.058.000, nel 2012. Ed inoltre dobbiamo chiederci come è sostenibile un bilancio che ha da
incassare come residui attivi di parte corrente
somme almeno doppie di quelle dichiarate nel
consuntivo 2010.
Il Comune di Castel Madama, come tutti i comuni
e come tutto il sistema paese, ha di fronte a sé anni
difficili dal punto di vista finanziario, che vanno
affrontati senza drammi ma con serietà. Soprattutto nessuno deve pensare di rappresentare i conti
del Comune in maniera diversa da quella reale,
per motivi di propaganda. Questa tentazione c’è
stata, e speriamo che non ci sia più.
“La Piazza”
Periodico dell’Associazione Culturale Albatros
Vicolo Giustini, n. 10
00024 Castel Madama (Roma) - tel. 0774/449849
Anno 8, n. 10 - Novembre 2011
Registrazione del Tribunale di Tivoli n. 4/2004 del 14/04/04
Direttore Responsabile: Rino Sciarretta
Capo Redazione: Carla Santolamazza
Redazione: Ivano Chicca, Ivano Moreschini,
Ramona Pompili, Roberto Bontempi,
Salvatore De Angelis, Elisa Livi, Ivo Santolamazza
Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero
Giorgio Pani, Italo Carrarini, Bruno Testa, Silvia Filippi
Valentina Torella, Rina Iori, Domenico Moreschini
Massimo Salvatori
Per la pubblicità rivolgersi al 3490063355
SOMMARIO
• Conto Consuntivo 2010
pag.
3
• L’isola ecologica vicina all’approdo?
»
5
• Il piano casa
»
6
• Per la costruzione di un luogo comune
»
8
• Per la rinascita della campagna
»
10
• Brevi
»
14
• Sbandieratori e Musici in Spagna
»
17
• Scuola
»
19
• Vicovaro
»
23
• Tivoli
»
26
• Calcio tradizioni popolari
»
29
• Centro Anziani
»
30
• Aree protette Lazio
»
32
• Arti e mestieri Expo 2011
»
35
• Cultura
»
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Grafica ed Impaginazione: Salvatore De Angelis
Stampa: A.G.C. Arti Grafiche Ciampino S.r.l.
00043 Ciampino - Via Firenze, 21
Chiuso in redazione il 18/11/2011 - Tiratura 1.500 copie
SitoWeb: www.lapiazzacastelmadama.com
E-mail: [email protected]
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LA REDAZIONE SI RIUNISCE TUTTI I LUNEDÌ
DALLE ORE 18 ALLE 20
Il giornale viene diffuso anche nei paesi di Vicovaro, Mandela, Sambuci, Tivoli
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Amministrazione
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L’Isola ecologica vicina all’approdo?
di Ivano Moreschini
Sono infine iniziati i lavori per la realizzazione
dell’isola ecologica a S. Quirico, sopra la galleria autostradale. Dopo diversi anni e tanti
problemi, quindi, potrebbe avviarsi a conclusione questa vicenda, che ha visto anche un
sequestro dell’area, nonché la recinzione
della medesima realizzata dall’Autostrada dei
Parchi, proprietaria del terreno.
Nel frattempo è stato firmato anche il contratto per l’appalto del servizio di igiene urbana, che prevede l’avvio della raccolta differenziata, come abbiamo scritto da queste
pagine circa un anno fa. L’isola ecologica e
l’effettivo avvio della raccolta differenziata
sono strettamente collegate, poiché i rifiuti
differenziati devono essere prima raccolti in
grossi contenitori nell’isola, e poi trasportati
negli impianti che li dovrebbero ricevere.
L’affidamento dei lavori per l’isola ecologica,
dopo l’appalto vinto dalla Società Ecosabina
srl, è avvenuto con una determina del novembre 2010. L’importo dei lavori è di Euro 136
mila circa, oltre iva. A seguito del contratto
firmato qualche mese dopo i lavori sono stati
consegnati solo a maggio del 2011, e poi subito fermati. Sono poi ripresi il 29 agosto, come
si legge sul sito del Comune, ed affidati all’impresa Cipriani, pensiamo con un subappalto.
Sul perché ci sia voluto tutto questo tempo per
iniziare davvero i lavori non si sa molto, o
almeno non lo sappiamo noi del giornale.
Il sito del Comune afferma che i lavori dovevano essere finiti entro due mesi, quindi alla fine
di ottobre. Non ci sembra che sia andata così,
comunque i lavori stanno procedendo. Allo
stesso modo, non crediamo che sarà reperito
un altro sito più comodo, come sempre si
afferma nel comunicato sul sito. Ma questo è il
gioco della politica: dichiarare in quel momento, tanto poi la gente dimentica. Attenzione a
fare ciò con i siti internet, lo abbiamo già
detto altre volte, perché le dichiarazioni
rimangono lì per tanto, tanto tempo.
Cosa succederà dopo la conclusione dell’isola
ecologica? Ci aiuta in questo una mozione sull’argomento pubblicata sul sito “L’Unione
Informa”, che riassume quali sono i compiti
per l’avvio del funzionamento del centro di
raccolta degli aggiudicatari del servizio di igiene urbana, una associazione di imprese tra la
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cooperativa Consorzio Nazionale Servizi e la
Saneco srl. Tali imprese in base alla gara
dovrebbero: fornire i cassoni ed i container e
tenere aperto il centro sei giorni su sette, con
orari diversi; censire le utenze e fornire i
bidoncini per la raccolta domiciliare; individuare, insieme al Comune, gli impianti dove
portare la raccolta differenziata che verrà
fatta. Tutto ciò mentre il Comune dovrebbe
fare una campagna informativa, affidata dalla
precedente amministrazione al circolo Legambiente di Tivoli e finanziata dalla Provincia di
Roma.
Come si può capire da quanto appena detto,
ma anche in base alle esperienze di alcuni
comuni vicini, come Vicovaro e San Vito Romano, sarà una vicenda piuttosto lunga e soprattutto sarà complicato per tutti cambiare le
proprie abitudini, specie per chi non faceva la
raccolta differenziata. Quello che invece
potrebbe creare qualche sorpresa, e magari
qualche contestazione sui costi da parte delle
imprese che gestiscono il servizio, è l’individuazione degli impianti per il successivo conferimento dei rifiuti raccolti. Infatti la Regione
Lazio è del tutto carente in questo: è ancora
ferma all’arcaico sistema delle discariche, e
gli impianti pubblici non sono stati mai realizzati. Il rischio è quello di dover portare in altre
Regioni i rifiuti raccolti, con aggravio dei costi:
infatti dalla dicitura generica dell’intesa tra il
Comune e la ditta per la scelta degli impianti
viene da pensare che i costi reali di ciò nell’appalto non siano stati calcolati.
Infine l’altro problema è il più che probabile
aumento della bolletta della nettezza urbana.
I costi infatti sono nettamente più alti del vecchio contratto, ed è anche intuitivo che occorre più personale, sia per aprire e chiudere il
centro, sia per la raccolta porta a porta.
Quando tutto questo accadrà non è ancora
chiaro, ma sarebbe bene che la nuova amministrazione faccia le proprie verifiche e cominci
a farsi due conti sulle nuove bollette, anche
sulla base delle scadenze previste dal contratto di appalto del servizio. Anche su questo
andrebbe fatta una campagna informativa:
quando arriverà la bolletta raddoppiata sarà
troppo tardi per frenare lo stupore (per non
dire altro) dei cittadini castellani.
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Urbanistica
Novembre 2011
IL PIANO CASA
DELLA REGIONE LAZIO
a cura di Carla Santolamazza
Al coro di dissenzi sull'incostituzionalità di parte del Piano casa si uniscono il Consiglio
Nazionale degli Architetti e l’Ordine degli Architetti di Roma che si dichiarano d’accordo
con il provvedimento del Consiglio dei Ministri che ha impugnato il Piano Casa della
Regione Lazio relativamente ai contenuti di tipo paesistico ed ambientale. Ritengono che
“la gestione del patrimonio urbano e territoriale debbano essere sviluppati, alle diverse
scale d’intervento, in modo coordinato e consapevole mantenendo una coerenza ed un
controllo nazionale sulle questioni di tipo paesistico ed ambientale, peraltro tutelate dalle
norme costituzionali, affermando in modo inequivocabile il rispetto della legislazione
vigente e, nel caso specifico, i contenuti del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio”
Ai primi di agosto il Consiglio della Regione
venti in montagna. Il resto del Piano, la parte “abiLazio approva il “Piano Casa” firmato dall’Assestativa”, è in vigore a tutti gli effetti ed è già operasore Luciano Ciocchetti. L’opposizione (Pd, Sel,
tivo. Dopo un primo altolà della Presidente PolveIdv, Verdi, Radicali e Federazione della sinistra)
rini decisa ad andare avanti e difendere il Piano
abbandona l’aula e definisce la legge “eversiva e
davanti alla Corte Costituzionale, ora la decisione
anticostituzionale”. Lo stesso Ministro dei Beni
è di prendere in considerazione la modifica di
Culturali, Giancarlo Galan, afferma che “ci sono 4
quelle parti contestate del piano e chiaramente
o 5 punti nella bozza che hanno un profilo di incoincostituzionali. Esaminiamo alcuni dei punti più
stituzionalità”. Sale la polemica e lo scontro, arriimportanti del Piano Casa (Legge Regionale
viamo ad ottobre e il governo impugna la legge
13/08/2011 n. 10).
regionale 21/2009 così come modificata dalla
Per gli interventi di ampliamento l’art. 3 in
L.R. 10/2011 su proposta del Ministro per i Beni
deroga agli strumenti urbanistici prevede un
Culturali Galan e dell’Ambiente Prestigiacomo. Il
ampliamento del 20% per gli edifici residenziali
Piano Casa della Regione Lazio
andrà dunque al vaglio della
Corte Costituzionale, sebbene
non nella sua interezza, ma nella
parte che riguarda le deroghe al
Piano paesaggistico, alle zone
archeologiche e ai condoni sulle
aree vincolate. Quindi quella
parte che riguarda le norme che
derogano alle previsioni di
divieto del piano paesaggistico,
quelle che derogano alla legge
sulle zone archeologiche, nonché quelle che regolano il silenzio-assenso nei condoni sugli
abusi nelle aree a vincolo. Almeno fino al pronunciamento della
Consulta, saranno bloccati una
serie di ampliamenti e completamenti di edifici pubblici e privaIn deroga ai vincoli paesaggistici
ti di tipo commerciale e interLa
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Urbanistica
uni o plurifamiliari, con un incremento massimo di 70 mq; un ampliamento del 20%
alle strutture che prestano servizi socio-assistenziali con un incremento massimo di 200
mq per l’intero edificio; un ampliamento del
20% per gli edifici non residenziali con un
incremento massimo di 200 mq per l’intero
edificio. Nel caso di attività produttive e
artigianali l’ampliamento è del 25% con un
incremento massimo di 500 mq per l’intero
edificio. Gli ampliamenti sono permessi in
aderenza o adiacenza rispetto al fabbricato
esistente, ma non in sopraelevazione.
Per gli interventi di demolizione e ricostruzione con sostituzione edilizia in
deroga agli strumenti urbanistici la legge
permette per gli edifici a destinazione residenziale per almeno il 50% un ampliamento fino al 35%, per gli edifici a destinazione prevalentemente non residenziale un ampliamento
massimo del 35% e comunque non superiore a
350,00 mq a condizione che nella ricostruzione si
rispettino le destinazioni d’uso previste dal
P.R.G.; per gli edifici plurifamigliari a destinazione residenziale superiori a 500,00 mq in stato di
degrado, un ampliamento fino al 60% a condizione che venga mantenuto almeno il precedente
numero di Unità Immobiliari; per gli edifici residenziali ricadenti nelle zone agricole esclusi
quelli realizzati prima del 1950, un ampliamento
fino al 20% della cubatura esistente. Sono esclusi
dalle norme precedenti gli edifici ricadenti nelle
Zone “C” di cui al D.M. 1444/68, che riguarda la
regolamentazione delle distanze tra edifici, realizzati dopo il 1991.
Per gli interventi di recupero degli edifici esistenti è previsto: un recupero ai fini residenziali
dei volumi accessori e pertinenziali (cantine, garage) e delle unità immobiliari destinate ad usi
diversi aventi minimo il 50% a destinazione residenziale, per un massimo del 20% del volume o
superficie dell’edificio, e comunque fino a 70 mq
per ogni unità immobiliare dell’edificio; un recupero ai fini residenziali di volumi accessori e pertinenziali a destinazione prevalentemente residenziale ubicate in zone agricole purché il cambio
d’uso non superi il 50% della superficie della
parte residenziale preesistente, e comunque entro
il limite di 70 mq; un recupero, di volumi accessori e pertinenziali, destinazione prevalentemente a
servizi finalizzati all’attività sportiva, purché il
cambio di destinazione d’uso sportivo non superi
il 50% della parte a destinazione a servizi finalizzati all’attività sportiva preesistente. La realizzazione degli interventi di recupero di edifici resiPia La
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Ampliamenti con il Piano Casa
denziali nelle zone urbane e agricole è consentita
solo se le opere di urbanizzazione sono esistenti o
saranno realizzate, dato il maggior carico urbanistico connesso alla destinazione residenziale. La
superficie da destinare a parcheggio non deve
essere inferiore a 20 mq. Le norme del Piano Casa
non si applicano sugli edifici realizzati abusivamente e non legittimati; nei centri storici; nelle
aree di inedificabilità assoluta; nelle aree naturali
protette; nel demanio marittimo; sugli edifici
situati nelle fasce di rispetto (D.M.LL.PP. n. 1404
del 1° aprile 1968); per gli edifici situati in area
sottoposta al vincolo paesaggistico e per gli
immobili vincolati ai sensi del D.L.vo 42/04, gli
interventi, sono consentiti previa autorizzazione ai
sensi dell’art. 146 del suddetto D.L.vo. È compito
del Comune escludere dal Piano Casa gli immobili con particolari caratteri storici ed artistici con
delibera di Consiglio Comunale entro il 31-012012. Per ottenere il permesso ad intervenire è
necessario il rilascio della D.I.A. ora denominata
S.C.I.A. Segnalazione Certificata di Inizio Attività (art. 5 lettera b L. n. 106 del 12-07-2011 Conversione in Legge con modificazioni, del D.L. 13
maggio 2011 n. 70). Alla S.C.I.A. e alla domanda
per il Rilascio del Permesso di Costruire, sono
allegate l’attestazione del tecnico abilitato relativo
all’ultimazione dei lavori nei casi di cambio di
destinazione d’uso e dell’avvenuta formazione del
titolo abilitativo in sanatoria o comunque sulla
legittimità della costruzione. Per gli interventi
previsti dall’art. 3 ter (interventi finalizzati al
reperimento di alloggi a canone calmierato) e di
demolizione e ricostruzione di edifici con superficie utile superiore a 500 mq. necessita il Permesso
di Costruire subordinato al parere della conferenza dei servizi.
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Politica
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Per la costruzione di un luogo comune
di Giorgio Pani
Documento scaturito dalla assemblea pubblica tenutasi nell’aula consiliare
il 16 ottobre scorso indetta dal circolo Castel Madama Rifondazione Comunista
La crisi è un mostro a più teste che da tre
anni (per dire poco) ci perseguita facendoci
impoverire ogni giorno di più, togliendoci
servizi sociali, percentuali di stipendio e
possibilità di usufruire del tempo libero.
Siamo spettatori passivi di un gioco speculativo che si esercita sopra le nostre teste
per realizzare profitti sempre più alti. Tutto
questo all’insegna della solidarietà nazionale! Alla fine di tutto quattro investitori,
con uno stuolo di servi pronti sempre a dire
di sì, decidono se mio figlio avrà una scuola
di qualità oppure no, se morirò in una corsia di ospedale per mancanza di strutture e
personale medico, oppure se potrò avere
una vita dignitosa. L’esempio della crisi
Greca è lampante. 1) La Grecia ha un debito pubblico alto; 2) le banche private europee, sopratutto francesi e tedesche, prendono in prestito dalla Banca Centrale
Europea denaro ad un tasso dello 0,75%; 3)
con questo denaro non investono nella
ripresa ma comprano i Bot Greci che a
breve scadenza forniscono una rendita dal
4% in su; 4) la Grecia non può pagare il suo
debito e le banche vanno in crisi; 5) gli stati
Europei intervengono per salvare le banche
e aumentano il proprio debito pubblico; 6) I
governi varano manovre lacrime e sangue
per ripianare i debiti. Risultato delle
somme: i banchieri usufruiscono di un guadagno senza rischi. I politici fanno da passacarte delle volontà dei finanzieri. I cittadini pagano i guadagni delle banche.
L’unica ricetta prospettata è la crescita,
ma uno sviluppo infinito e uno sfruttamento selvaggio delle risorse naturali che prospettive di vita dà alle generazioni future?
La diffusione a livello planetario (Cina,
India, Brasile) dei nostri standard di consumo che effetti avrà sull’ecosistema? Questo
pericolo apre la discussione sulla attuazione di un modello di decrescita. Che cosa è
la decrescita? La decrescita è prima di tutto
un esercizio dello spirito critico che abban-
dona la fede del progresso e dello sviluppo
infinito. Non vuole indicare una crescita
negativa, non si tratta insomma di tornare
a vivere secondo un modello di sussistenza
e neanche come all’età della pietra. È un
modello economico che prevede la produzione dei beni per il benessere dei cittadini
e in piena armonia con le risorse del pianeta e con l’ecosistema.
Seconda la definizione che ne dà Serge
Latouche la decrescita ha bisogno di otto
obiettivi interdipendenti che siano in grado
di innescare un circolo (stavolta) virtuoso di
decrescita serena, conviviale e sostenibile.
Questi sintetizzati anche attraverso le 8
“R” sono: rivalturare, riconcettualizzare,
ristrutturare, ridistribuire, rilocalizzare,
ridurre, riutilizzare, riciclare. Per far passare misure per pochi è necessario che
siano in pochi a decidere è quindi necessario un attacco sistematico alla organizzazione democratica degli stati. La crisi della
rappresentanza politica e della formazione
delle decisioni collettive ha portato al progressivo svilimento del ruolo degli organismi collegiali a favore di personalismi di
vecchi e aspiranti nuovi premier, come se il
problema fosse tutto nella capacità del
manovratore. Ci scuserete ma ci sentiamo
di andare in direzione ostinata e contraria.
Noi pensiamo sia necessario ripartire dal
concetto di “delocalizzazione” non – per il
momento – in termini economici, ma con
riguardo alla sfera politico-sociale. Pertanto il tema della rappresentanza diventa
strategico ed è necessario che i momenti
decisionali, assolutamente partecipati e
democratici, coinvolgano i maggiori attori
possibili. L’unica discriminante non è più
rappresentata dalla tessera (di partito, di
associazione), ma dalla convergenza dell’individuazione del fine comune. Questa
situazione, propria anche della Sinistra, ha
portato all’abbondano dell’impegno politico di tante persone che avrebbero dato un
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Novembre 2011
Politica
gran contributo al miglioramento della
società. La rappresentanza delle posizioni e
delle decisioni collettive è un problema che
riteniamo prioritario e lo indichiamo nella
formazione di nuove istanze di base che
siano in grado di gestire direttamente i beni
comuni. Già i beni comuni, la battaglia
referendaria sull’acqua è stata per noi il
detonatore, riappropriarsi e gestire insieme
alla natura i beni comuni crediamo sia la
chiave di volta, il mattone principale della
costruzione della democrazia.
È quindi dalla costruzione di un luogo
comune che vogliamo ripartire.
Un ambiente visto come bene comune non è
un’entità statica ma è allo stesso tempo
natura e cultura, fenomeno globale e locale,
tradizione e futuro. In una parola civiltà. Un
“luogo comune” può rappresentare un po’
tutto questo, un centro da cui far dipartire
altre iniziative. Un riparo sicuro e un punto
di partenza. La costruzione quindi di un
luogo fisico sarà necessario, esso sarà la
nostra vetrina e la nostra finestra. Ci proponiamo di animarlo, di portarlo a luogo di vissuto, crogiolo di esperienze e creatore di
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diversità. Ci dichiariamo per una civiltà lenta
ed all’aperto, e i nostri tempi non saranno
scanditi, da prestiti, da finanziamenti o da
piani quinquennali, ma saranno le nostre
forze ed i nostri desideri a decidere quanta
strada potremo percorrere. La nostra strada
sarà all’aperto, negata a nessuno, siano essi
associazioni, gruppi o singoli, che volta per
volta vorranno usare questo sito. La ricerca
di tutti i bisogni che la mera sopravvivenza
non esaudisce troverà qui un terreno ed un
luogo di sperimentazione, perché ancora una
volta il modello del luogo comune offra una
nuova possibilità di interpretazione del vivere sociale. Il piacere di trovarci vicini senza
Crono o il semplice fatto di essere insieme in
un progetto ci renderà forti, basterà non
smettere mai di ascoltarsi e di sforzarci di
comprenderci senza fughe in avanti. Sarà
proprio qui, nel Comune, il luogo più vicino
ai cittadini per la gestione democratica di
servizi fondamentali alla vita della collettività, che va riaccesa la fiaccola della partecipazione. Facendosi guidare da generosità e
trasparenza due regole d’oro da tenere sempre in considerazione.
Appuntamento a Domenica 4 Dicembre,
assemblea pubblica ore16,30
ARCHEOPARK: GLI SCAVI DELLA SOPRINTENDENZA
PORTANO ALLA LUCE RESTI ARCHEOLOGICI DI ETÀ ROMANA
Proseguono gli studi per la realizzazione dell’Archeopark a Colle Passero. Lo scorso 21 settembre sono
iniziati i sondaggi archeologici nel territorio dell’Università Agraria da parte della Soprintendenza per
i Beni Archeologici del Lazio. Durante gli scavi disposti dal Soprintendente Marina Sapelli Ragni,
diretti dal Funzionario Zaccaria Mari e condotti sul campo dal Fabiana Marino sono venuti alla luce
una strada con ponte sul fosso e un insediamento abitativo-produttivo di età romana riutilizzato, probabilmente, nel Medioevo per la chiesa di S. Cecilia. Il dottor Zaccaria Mari, nel sopralluogo ricognitivo, svolto alla presenza dell’archeologo Ausilio Priuli di Archeopark e della giunta dell’Università
Agraria, ha chiarito che le indagini sono finalizzate ad accertare l’estensione e la consistenza dell’area
archeologica, già nota negli studi sulla zona, che viene a trovarsi esattamente nel mezzo del futuro
Parco archeologico-didattico. I ritrovamenti archeologici, però, non pregiudicheranno la realizzazione
del Parco – come si legge in una nota concertata tra Archeopark e Soprintendenza Archeologica – ma
che sicuramente comporteranno delle modifiche all’attuale progetto. Gli archeologi della
Soprintendenza hanno espresso apprezzamento per la qualità del progetto ed hanno ipotizzato che il
Parco potrebbe essere collegato alle aree archeologiche e ai musei della Valle dell’Aniene, su cui la
Soprintendenza è da anni impegnata. Il Parco stesso, infatti, ove stanno venendo alla luce i resti archeologici di età romana, potrebbe diventare uno dei principali punti di interesse del territorio.
Ufficio Stampa Comune di Castel Madama
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Cultura, Società, Territorio
Novembre 2011
PER LA RINASCITA DELLA CAMPAGNA
di Italo Carrarini
SUL PROGRAMMA INTEGRATO DI INTERVENTO PER LA RIQUALIFICAZIONE URBANISTICA E AMBIENTALE
DELLA LOCALITÀ AGRICOLA DI COLLE PASSERO IN CASTEL MADAMA
Osservando la natura abbandonata dall’uomo, possiamo
scorgere la vera forma della natura che si nasconde dietro
di essa. Esaminando la natura abbandonata, apprendiamo
quale sia la vera natura che si rivela quando gli effetti delle
precedenti azioni umane vengono eliminati.
La causa principale della discordia e delle contraddizioni
presenti nella società umana è il fatto che ciascuno agisce
indipendentemente e nel proprio interesse senza avere un’idea chiara delle cose. Tutti affermano di amare la natura,
ma ognuno preme per il proprio interesse senza la benché
minima preoccupazione o incertezza.
(da: Masanobu Fukuoka “La fattoria biologica - agricoltura secondo natura”)
Colgo la cortese disponibilità di questo mensile, per
replicare ad articoli recentemente apparsi su un sito
web di Castel Madama e su altri periodici locali, in
riscontro alle perplessità sollevate da alcuni residenti di
Colle Passero riguardo al “Programma Integrato d’Intervento per la riqualificazione urbanistica ed ambientale attraverso la realizzazione di un parco a tema
archeologico – didattico con attrezzature turistiche,
ricreative e di servizio della località “Colle Passero” –
Soggetto proponente Archeopark srl”.
Lo ritengo doveroso per due ragioni: la prima, perché
essendo quello della salvaguardia del paesaggio e della
tutela del territorio agrario un tema da sviluppare per le
prossime generazioni, ragionevolmente merita di essere
messo nell’agenda di tutti; la seconda, perché il P.I.I.
relativo alla riqualificazione urbanistica di Colle Passero
non tiene conto degli effettivi interessi generali.
Interessi davvero di poco conto, come peraltro già
evidenziato attraverso quell’importante istituto di partecipazione democratica: le “osservazioni dei cittadini”
che, seppur respinte dal Consiglio Comunale sulla
base di motivazioni carenti e generiche, sono già state
riproposte altrove.
Nel caso specifico l’interesse pubblico appare del
tutto irrilevante rispetto all’interesse privato di realizzare un parco tematico che non produrrà ricadute positive
sull’abitato agricolo esistente, a causa di una maggiore
antropizzazione del territorio determinata dall’aumento
del carico urbanistico, con conseguente peggioramento
della qualità della vita.
Allo stato dei fatti, è chiaro a chiunque come un barristorante con annesso centro visite, sala convegni e
quant’altro connesso alla funzionalità turistico-didattica
della struttura privata, non possano essere neanche
ipotizzati su un’area agricola di interesse primario gravata dagli usi civici e da altri vincoli, contigua ad un perimetro agricolo non urbano. E’ anche per questo che
non troviamo ragioni per la scelta di tale ambito, piuttosto che di altri esistenti nel territorio comunale.
Il Programma Integrato di Intervento proposto,
doveva essere l’occasione per l’avvio di un effettivo
processo di recupero di questa località prossima ad
uno dei luoghi più integri dal punto di vista naturalistico
del territorio comunale, in area di rilevante interesse
archeologico e ambientale, ascritta in classe I “aree
particolarmente protette” della classificazione acustica.
I P.I.I., dovendo incidere in termini sostanziali sul
riassetto urbanistico e funzionale delle zone prescelte,
vengono di norma illustrati pubblicamente a tutti i soggetti coinvolti già nelle fasi propedeutiche all’adozione
da parte degli organi deliberanti. Nel corso di questo
importante passaggio partecipativo, solitamente agevolato dai proponenti medesimi, vengono esaminati gli
strumenti urbanistici adottati, le convenzioni in essere,
gli impatti e le possibili misure di mitigazione, vengono
suggerite le migliorie, mediati gli interventi, evidenziate
le criticità, valutati gli standard di qualità, i termini di
ricaduta, etc. …
Qui a Castel Madama, per coloro che dubitano dell’efficacia del Programma si propone non prima, ma
dopo l’adozione dello stesso, una visita a Darfo Boario
Terme, così, tanto per toccare con mano un Archeopark,
quando sarebbe stata invece più opportuna e proficua
una visita all’abitato di Colle Passero, al fine di verificare le incidenze ed avviare un confronto su alcuni altri
aspetti tecnico, amministrativi e giuridici che appaiono
contrastanti con quel pacchetto di misure che non solo
non riqualificano e riorganizzano, ma che renderanno
più complesse future ipotesi di riordino della località,
non avendo previsto né la riorganizzazione infrastrutturale, né la cucitura degli ambiti, probabilmente destinati
a rimanere privi di relazioni funzionali tra essi.
Detti Programmi nascono nello spirito del legislatore
come strumenti attuativi di carattere straordinario. Ad
essi vengono conferiti poteri eccezionali affinché possano perseguirsi quelle finalità pubbliche in grado di
incidere efficacemente sulla riorganizzazione dei tessuti urbani. L’altro aspetto importante dei P.I.I. è la previLa
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Cultura, Società, Territorio
Il logo e il timbro che certificano l’operazione artistica “Per la Rinascita
della Campagna” avviata già da anni da Italo Carrarini all’interno del suo
fondo agricolo in località Colle Passero a favore della promozione e la
tutela della piccola agricoltura contadina
sta cooperazione tra pubblico e privato, implicando,
quindi, anche forme sinergiche tra investimenti privati e
poteri pubblici di indirizzo indispensabili per il conseguimento di ogni ambizioso obiettivo.
Il P.I.I. per la riqualificazione della località Colle Passero si caratterizza, in sostanza, come mero procedimento tecnico-amministrativo di trasformazione delle
destinazioni urbanistiche di aree gravate da usi civici,
privo però di quelle motivazioni e/o necessità pubbliche
tali da richiedere la devoluzione ad usi edificatori. Detto
Programma, non ancora realizzabile per mancanza
della effettiva disponibilità giuridica delle aree, in assenza della necessaria autorizzazione regionale alle
varianti del PRG, prevede opere del tutto marginali
all’abitato agricolo di riferimento, per cui non si comprendono le ragioni del ricorso a tale strumento urbanistico, anticipatamente adottato con carattere d’urgenza
dal Consiglio Comunale.
Di fatto, oltre al marciapiede sulla S.P. Empolitana,
l’unica opera di parvenza pubblica è costituita da un
parcheggio distante centinaia di metri dai primi caseggiati che si rileva oltretutto non necessario, dato che il
nucleo abitato è costituito da proprietà dotate di ampi
spazi privati per la sosta degli autoveicoli. Ci troviamo
in realtà di fronte ad un utilizzo pretestuoso di tale strumento, attraverso il quale si giustificano opere per
esclusivi interessi economici soggettivi non incidenti
sulla riorganizzazione del tessuto urbano. Appare
quindi evidente come tutta l’operazione assolva alle
necessità proprie della funzionalità di una struttura
Pia La
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ricettiva privata, recintata e con ingresso a pagamento,
che intende stimolare l’incremento turistico, la cultura,
l’occupazione e il benessere della collettività. Finalità,
queste, sì lodevoli e alle quali ci sentiamo nondimeno
sensibili, ma che risultano del tutto secondarie sul
piano delle motivazioni addotte nel provvedimento
amministrativo.
È in virtù di certe sensibilità acquisite che abbiamo
acconsentito all’Appello-Invito promosso dal Movimento
Nazionale Stop al Consumo di Territorio relativamente
all’azione “Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori”,
al quale hanno già dato adesione tra gli altri, gli Amministratori dell’Associazione dei Comuni Virtuosi, la Rete dei
Movimenti Veneti, la Rete del Nuovo Municipio, il Comitato per la Bellezza, le Organizzazioni Agricole e della
Cultura Contadina, il Movimento per la Decrescita Felice,
Mountain Wilderness, Pro Natura, gli Osservatori del
Paesaggio, Italia Nostra, F.A.I., Legambiente, WWF, le
Reti delle Liste Civiche, unitamente a personalità del
mondo politico, culturale e scientifico di varie estrazioni,
oltre a centinaia di altre Associazioni, Comitati e migliaia
di privati cittadini dell’intero territorio nazionale.
Spiace, come in alcuni articoli apparsi recentemente
su periodici e siti web locali, certi toni assunti nei confronti di alcuni residenti di Colle Passero inducano nel lettore il sospetto dell’abusivismo o, peggio ancora, della
mistificazione. Se abusi ci sono stati a partire da quei lontani anni sessanta, come purtroppo è ovunque accaduto,
presumiamo siano stati ampiamente regolarizzati.
Per quanto ci riguarda, è solo per scelta che abbiamo deciso di allontanarci dalle città, non solo per coltivarci l’orticello dei cavoli nostri, ma per vivere le suggestioni di questa meravigliosa campagna adiacente a
luoghi naturalistici davvero esclusivi: “le terre civiche di
Castel Madama” che ci ripagano quotidianamente nel
loro godimento.
È per queste consapevoli scelte e per il fatto di ritrovarsi in prima linea, che ci sentiamo in diritto e in dovere di agire, non certo per mistificare, ma per salvaguardare il paesaggio e difendere i territori agrari, per noi,
per tutti e per le generazioni future.
Quei toni un po’ insolenti che trapelano dalle righe
degli articoli sopra richiamati, non li riteniamo utili né
alla dialettica, né all’informazione, né alla riflessione.
Crediamo invece nell’apporto di argomenti, di suggerimenti e di critiche costruttive che possano concorrere al
conseguimento di una migliore qualità progettuale, dato
che tutti possiamo errare, e noi per primi, nel valutare,
oggi, la portata degli effetti futuri delle nostre azioni.
Ed è proprio di uno scatto qualitativo nella progettazione e nella pianificazione del territorio che abbiamo
bisogno, come eloquentemente dimostra il caso del
Programma Integrato di Intervento adottato non si sa
per quale riqualificazione urbanistica e ambientale del
nucleo agricolo di Colle Passero.
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Brevi
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L’angolo di Bruno ...
LIBERTÀ
Definizione: la libertà è il potere che appartiene all’uomo di fare tutto ciò che non lede i diritti altrui. Essa ha il suo fondamento nella natura, la sua regola nella giustizia, la sua salvaguardia nella legge, il suo limite morale è in questa massima: “Non
fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te”. (Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino. Art. 6 - 1793)
La libertà è la base di uno stato democratico. (Aristotele)
Chiamiamo libero colui che esiste per se stesso e non per un altro. (Aristotele)
La libertà è la misura della maturità di un uomo e di una nazione. (Giovanni Paolo II)
In una libera comunità dovrebbe essere lecito ad ognuno pensare quello che vuole e dire ciò che pensa. (B. Spinoza)
La libertà, anche se può essere convertita a un cattivo uso, è un bene. (Sant’Agostino)
La libertà riservata ai partigiani del governo, ai soli membri di un unico partito, sia numerosi quanto si vuole, non è libertà. La libertà è sempre e soltanto la libertà di chi pensa diversamente. (R. Luxemburg)
Quando la verità non è libera, la libertà non è vera. (J. Prevert)
Fate che sia libero. È la sola cosa che abbia l’uomo perché lo si distingua da un animale. (J. Steinbeck)
Persona libera, sia allo stato di natura che nella società civile, è chi possiede la propria persona. (N.O. Brown)
Non vi è libertà ogni qualvolta le leggi permettono che, in alcuni eventi, l’uomo cessi di essere “persona” e diventi “cosa”.
(C. Beccaria)
Capire da soli le cose è l’unica libertà che abbiamo veramente. (Anonimo)
Se vogliamo essere liberi, creiamo noi stessi la nostra libertà e non attendiamola da altra parte. (C.H. De Saint-Simon)
Lo scopo degli antichi era la divisione del potere sociale tra tutti i cittadini di una stessa patria; questo essi chiamavano
libertà. Lo scopo dei moderni è la sicurezza del benessere privato, ed essi chiamano libertà la garanzia che accordano le
istituzioni a questo benessere. (B. Constant)
I governi che sopprimono la libertà di parola fanno come quei bambini che chiudono gli occhi per non farsi vedere.
(L. Boerne)
La libertà è una grande parola; ma sotto la bandiera della libertà si son fatte le guerre più brigantesche, sotto la bandiera
della libertà del lavoro i lavoratori sono stati costantemente derubati. (N. Lenin)
La libertà è dunque il diritto di fare ed esercitare tutto ciò che non nuoce agli altri. (K. Marx)
A difendere la libertà ci si rimette sempre. (C. Malaparte)
Libertà previste e garantite dalla Costituzione: libertà civili, politiche, economiche, libertà di culto, di lavoro, di commercio, di pensiero, di stampa, di riunione, di associazione.
Ricerca e raccolta di idee, pensieri ed opinioni
a cura di Bruno Testa
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Brevi
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POLIAMBULATORIO: ATTIVATA
LA BRANCA DI PNEUMOLOGIA
È possibile effettuare una visita pneumologica
anche a Castel Madama. L’amministrazione
Comunale con il Distretto Sanitario di Tivoli
sta cercando di implementare i servizi offerti
alla cittadinanza. L’11 novembre ed il 16
dicembre saranno effettuate le prime sedute
specialistiche della branca di Pneumologia. A
seguito della quantità di visite che verranno
eseguite – si legge in una nota firmata dal Sindaco Domenico Pascucci - si valuterà l’opportunità di incrementare il servizio, inserendo
eventualmente altre branche. Presso il Consultorio Familiare di via Alfredo Baccelli è possibile, inoltre, effettuare visite specialistiche di
Cardiologia, Ortopedia, Ginecologia e Medicina Interna. Viene offerto anche il servizio di
prenotazione di esami e visite specialistiche
attraverso il CUP (centro unico per le prenotazioni sanitarie). Per informazioni e prenotazioni contattare il numero 0774.448872.
DALLA REDAZIONE
e dai concittadini di Castel Madama
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Ufficio Stampa Comune di Castel Madama
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Attualità
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Sbandieratori e Musici in Spagna... OLE’
a cura del Gruppo
Il Gruppo Sbandieratori e Musici di Castel Madama, già noto a livello internazionale per la bravura e
professionalità, ha continuato a dare forti emozioni anche in Spagna. Ebbene sì, tutti schierati con i loro
costumi e favolose bandiere, accompagnati dai gustosi squilli di trombe, hanno creato un’atmosfera
di spettacolo veramente speciale esattamente al secondo FESTIVAL INTERNAZIONALE
DEL FOLKLORE di PINEDA DE MAR, posto estremamente particolare, posizionato
sulla costa più bella del Mediterraneo nella regione Catalogna a 50 km da BARCELLONA
PINEDA DE MAR, che posto fantastico!
Spiagge larghe e pulite, gente tranquilla, tutto in ordine e curato nei minimi particolari, dai prati inglesi alla
pulizia del paese, ma soprattutto alla cordialità manifestata dai cittadini del luogo.
In questa manifestazione ben organizzata, hanno partecipato gruppi folkloristici di tutto il mondo, dai balletti di gruppo tradizionali delle varie località, alle più
particolari rappresentazioni di ballo, concentrati nell’esprimere anche le danze più antiche.
Nella manifestazione l’Italia ha saputo donare il proprio calore verso il folklore, con balletti tradizionali
sardi, abruzzesi, laziali e quelli della Basilicata, accompagnati dai balli israeliani, slovacchi, russi e
norvegesi.
L’Italia si è ben distinta, grazie alla presenza
del nostro Gruppo. Sfilare per le strade di
Pineda de Mar è stato
qualcosa di eccezionale, le bandiere sventolavano forti, con un
calore
avvolgente,
mentre la folla applaudiva contenta di questa
meravigliosa rappresentazione.
Siamo stati sempre i
primi ad aprire i cortei,
seguiti da 55 gruppi folkloristici, con squilli di
trombe e bandiere lanciate per aria, con fare
principesco sfilavamo
tutti nella piazza cen-
trale per esternare con il nostro animo e cuore le gioie
del folklore.
Eccoci lì, tra rulli di tamburi e trombe si odono note di
forza e musica di posizione, le bandiere sventolano a
ritmo perfetto, lanciate in aria con movimenti acrobatici e coreografici veloci, riprese con grande maestria,
applauditi da tutti, accompagnati da un grido unanime: …BRAVIIIIIII…, ma non finisce qui: lo spettacolo continua, incanta, perché a conquistare l’intera
piazza di PINEDA DE MAR è il più piccolo dei sbandieratori MATTEO S., che con forza, vigore e magia,
insieme alla sua bandiera, manda in visibilio il pubblico che esplode con immensi applausi.
In una settimana abbiamo effettuato molte esibizioni,
accompagnate a fine serata con gustosa “paella” ed
ottima “sangria” offerte dalle Pro-Loco, ma la cosa più
bella è quella che si è riusciti a partecipare ad un Festival Internazionale che ha saputo raggruppare diverse
Nazioni le quali hanno rappresentato le loro tradizioni con tanta allegria, allo scopo di divertirsi e socializzare nel bene comune. L’esperienza vissuta ci ha fatto
capire che la solidarietà, la tolleranza e l’intercultura
non sono solo parole ma fatti!
P.S.: Ci piace informare i cittadini di Castel Madama che due volantini con stemma della lista Leali e concreti e del PdL hanno
cercato di sminuire il Gruppo Sbandieratori e Musici di Castel Madama della loro uscita in Spagna.
Teniamo a dire a QUEI DUE, nella nostra semplicità:
GIÙ LE MANI DAGLI SBANDIERATORI
Attaccare e accanirsi contro ciò che ancora rimane di bello per il nostro paese è veramente increscioso
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PD all’attacco sui conti del Comune:
“Enormi irregolarità contabili: a rischio l’attività dell’Ente”
di Roberto Bontempi
I tre consiglieri comunali del Gruppo
PD - Cittadini per l’alternativa, tornano
a criticare duramente scelte e metodi
dell’Amministrazione comunale. Fiorenzo De Simone, Nizzaldi Solitari e
Roberto Ceccarelli mettono sul banco
degli imputati soprattutto le politiche di
bilancio e la programmazione economica e finanziaria della
Maggioranza, nonché la riorganizzazione degli uffici e le modalità di redazione ed approvazione dei provvedimenti di Giunta e
di Consiglio. Ecco le loro osservazioni.
La gestione dei conti di questa Amministrazione proprio
non vi piace...
«Assolutamente no: tra sedute sospese, rinviate e lunghe
discussioni procedurali e di merito ad ogni passaggio previsto
dalla legge (bilancio di previsione, rendiconto di gestione, salvaguardia degli equilibri di bilancio, assestamento), i conti del
Comune sono diventati la cartina di tornasole della profonda
inadeguatezza che caratterizza l’attuale compagine di governo
locale».
Andiamo un po’ più nel merito...
«La divisione in due dell’Area economico-finanziaria (con il collocamento del dott. Lavorato all’Area Tributi e l’affidamento protempore dell’Area di Bilancio al Segretario Comunale, dott.ssa
Giovinazzo) ha riportato da quattro a cinque il numero delle
Aree e rappresenta un costo aggiuntivo oneroso e non strettamente indispensabile. Inoltre, indipendentemente dalla persona
in questione, i nuovi compiti del Segretario comunale rischiano
di far venire meno il suo ruolo di garanzia sia per la Maggioranza che per l’Opposizione, in particolare durante i lavori del Consiglio: può il Segretario Comunale, nella sua nuova veste di
Responsabile Economico e Finanziario, davanti alle osservazioni dell’Opposizione, valutare oggettivamente e senza influenze
di nessun tipo la correttezza e la legittimità di atti e delibere di
cui è direttamente responsabile?».
E questa riorganizzazione secondo voi ha avuto delle ripercussioni anche nella gestione del bilancio?
«Certamente. La gestione del bilancio è caotica e superficiale e
la dimostrazione più concreta ed evidente di ciò sta nel fatto che
dal maggio scorso ad oggi, ovvero dall’approvazione del bilancio di previsione per l’anno 2011 fino all’approvazione del rendiconto per l’anno 2010 (avvenuto con oltre sei mesi di ritardo),
l’Amministrazione Comunale ha commesso numerosissimi errori e ha dovuto rivedere in corso d’opera molte delle sue determinazioni, comprese alcune delibere di cui stiamo ancora verificando la piena legittimità».
Facciamo qualche esempio...
«Innanzitutto il bilancio di previsione pluriennale è stato approvato in disequilibrio per gli anni 2012 e 2013 (- 6.000 euro circa
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nel 2012 e - 18.000 nel 2013) e, quando lo abbiamo fatto notare, la Maggioranza ha deciso di correggere tale macroscopici
errori durante il Consiglio Comunale attraverso un emendamento orale, di fatto in modo illegittimo perché privo di pareri scritti
sia del Responsabile del Servizio che dell’organo di revisione.
Poi, in modo irresponsabile, è stata inserita nel bilancio di previsione 2011 una spesa di natura corrente (un rimborso alla
Regione) violando gravemente le norme sulla contabilità degli
Enti Locali. Infine sono state allegate al bilancio delibere di giunta relative ai tributi comunali del tutto illegittime (una in particolare relativa alla TARSU è piena di inesattezze), in quanto il
parere di regolarità tecnica è stato apposto dal Segretario
comunale scavalcando le competenze e la responsabilità del
Responsabile del servizio tributi. Insomma, quello che rappresenta il documento fondamentale della fase programmatica e,
quindi, della vita dell’ente poggia su enormi irregolarità contabili ed illegittimità la cui responsabilità ricade interamente sulle
scelte compiute dall’Amministrazione Comunale».
E sul rendiconto di gestione?
«Anche per quanto riguarda la salvaguardia degli equilibri e
l’approvazione del rendiconto di gestione, abbiamo riscontrato
gravi mancanze ed illegittimità come il mancato riconoscimento
di debiti fuori bilancio certi, liquidi ed esigibili che inficiano gli
equilibri di bilancio ed altre gravi attestazioni false per il rendiconto che denunceremo agli organi competenti. In sostanza si è
approvato in Consiglio uno stato dei conti in equilibrio quando i
fatti dimostrano che così non è, coprendo con false attestazioni
i buchi prodotto dall’attuale gestione finanziaria».
Alla luce di tutto ciò, quali sono secondo voi i rischi concreti che corre il Comune di Vicovaro?
«Il Comune di Vicovaro rischia la paralisi delle proprie attività ed
il prodursi di rilevanti buchi finanziari che poi la popolazione sarà
chiamata a coprire attraverso l’aumento esponenziale delle
tasse comunali.
Rischia anche enormi contenziosi con i contribuenti sulle entrate della TARSU, perché chiunque potrebbe far valere la illegittimità delle delibere di Giunta provocando un enorme danno erariale all’ente per mancate entrate.
Il tutto per avere effettuato operazioni assai discutibili che
rischiano di mettere in serio pericolo il sostenimento dei servizi
essenziali dell’ente. Di tutto questo, come è giusto e doveroso
da parte di una forza politica di opposizione chiamata dai cittadini a vigilare sull’attività del Sindaco e della Giunta, abbiamo
puntualmente informato le autorità competenti (Corte dei Conti
e Prefettura di Roma per prime) affinché prendano visione della
grave situazione in cui versa la gestione economica e finanziaria del Comune e affinché vengano presi quanto prima tutti i
provvedimenti necessari per correggerla».
Per completezza di informazione “La Piazza”, come sempre, resta a disposizione per eventuali repliche
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Vicovaro
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ANNA DUVALLI CONQUISTA L’ARGENTO
ALLA “COPPA DEL MONDO SHUKOKAI”
E LA SUA SCUOLA
SI QUALIFICA SECONDA SU 28 SOCIETÀ
a cura della I SHIN DEN SHIN DOJO di Vicovaro
Inizio sbalorditivo per la scuola I SHIN DEN SHIN
DOJO di Vicovaro, guidata dall’ Insegnante Tecnico
ANNA DUVALLI, Cintura nera II° Dan (grado conferitole a Giugno per meriti sportivi).
Il primo appuntamento della stagione è stata la competizione “Trofeo Bushi”, svoltasi il 23 ottobre a Tivoli che
ha visto la partecipazione degli atleti agonisti della scuola (Dai 12 anni in su). In tale giornata, l’I SHIN DEN
SHIN DOJO ha conquistato 10 medaglie classificandosi
così SECONDA SU 28 SCUOLE partecipanti, provenienti da tutto il Lazio e non solo. Un risultato davvero
sorprendente se si prende in considerazione il fatto che la
scuola ha iniziato la sua attività da solo un anno e che gli
atleti che vi hanno partecipato erano solo una piccola
rappresentanza (10 degli attuali 52 iscritti).
Inoltre il 29 Ottobre l’insegnante Anna Duvalli ha partecipato alla “Coppa del mondo Shukokai”, che si è svolta
a Tivoli al palazzetto Paolo Tosto e che ha visto la partecipazione di 10 nazioni tra cui Giappone, Australia,
Repubblica Ceca, Austria, Germania, Francia, Inghilterra. ANNA DUVALLI in tale competizione si è imposta
su Australia e Giappone ed è riuscita a conquistare la
MEDAGLIA D’ARGENTO.
Inoltre il 26 e 27 ottobre i più alti in grado (cinture colorate) hanno avuto la grande opportunità di partecipare
allo stage tecnico internazionale organizzato proprio
dalla Shukokai Italia che ha visto come docenti i massimi esponenti a livello mondiale di tale organizzazione.
Meravigliose esperienze tecniche ed agonistiche che non
possono che riempire di orgoglio e di soddisfazione tutta
la I SHIN DEN SHIN DOJO.
RISULTATI GARA 23 OTTOBRE A TIVOLI
1° CLASSIFICATO:
Ventura Luca, De Angelis Desireè, Catana Alessandro,
Squadra cadetti maschile bianca (Catana - Ciucci - Caruso)
Squadra esordienti a femminile G/A (Ventura - Di Rienzo - De Angelis)
2° CLASSIFICATO:
Latini Francesco, Di Rienzo Francesca, Crielesi Giacomo
3° CLASSIFICATO:
Samuele Caruso,
Squadra esordienti a maschile bianca (Latini - Cognetti - Trippa)
a.s.d. I SHIN DEN SHIN DOJO
Insegnante Tecnico ANNA DUVALLI
Via Roma n. 26 Vicovaro (VICINO LE SCUOLE ELEMENTARI) - TEL 328 8338546
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Mandela
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SAGRA DELLA POLENTA 2011
a cura del Comitato Organizzatore
Anche quest’anno, ci accingiamo con grande volontà alla preparazione della 31a Sagra della Polenta, punto d’incontro socio-culturale cui facciamo da tempo riferimento. Si svolgerà a Mandela il 3 dicembre 2011 con la degustazione
della “pulenna tosta” ed una sfilata di macchine d’epoca per le vie del paese. La giornata del 4 dicembre 2011 sarà
allietata con “pulenna spuntature e salsicce”, bruschetta, pizze fritte, dolci tipici e tanto altro. Alle 11,00 ci sarà la
Santa Messa, seguita da una sentita processione in onore del nostro Santo Patrono San Nicola di Bari. La sera ci
saranno i fuochi pirotecnici che concluderanno tutte le attività svolte.
Quest’anno, con il parere favorevole dell’Amministrazione Comunale, in qualità di comitato organizzatore, ci siamo
assunti la responsabilità di coinvolgere il maggior numero di paesani affinché tale manifestazione riesca nel migliore
dei modi.
La novità di quest’anno è nella presenza del Comitato Festeggiamenti 2011-2012, formato da giovani che hanno sentito la necessità di mettere a disposizione della popolazione, tutta la loro volontà e la voglia di fare, per prepararsi
degnamente a quello che sarà il loro compito più arduo, la preparazione della Festa Patronale del prossimo anno.
Siamo riusciti a coinvolgere tutte le organizzazioni, le associazioni, le realtà commerciali del paese, al solo fine di contribuire alla buona riuscita di una festa
che metta a disposizione degli ospiti,
tutta la volontà e le capacità culinarie
delle nostre massaie. Il paese sarà
allietato dalla presenza, di musicisti,
artisti, bancarelle, clowns, giocolieri.
Ringraziamo l’Amministrazione Comunale, la “Parrocchia San Nicola”, la
“Protezione Civile”, il “Centro Anziani”, il
“Comitato Festeggiamenti 2011-2012”,
la Compagnia Teatrale “arte e cultura
abusiva” l’Associazione cinema “Lo
stato delle cose”, l’Associazione “Padre
Andres”, l’Associazione “Amici di Mandela”, Associazione “in vino veritas” e
tutti gli altri facenti parte di realtà diverse del paese, per la loro disponibilità.
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Tivoli
CINQUE NON BASTANO
di Silvia Filippi
Cinque, dieci, venti, quaranta… trecentosessantacinque: una per ogni giorno dell’anno! Sì, bisognerebbe proprio che ogni giorno dell’anno
diventasse una giornata dell’arte, vissuta come un
esercizio utile alla salute, una ginnastica mentale
capace di farci star bene. E di riconciliarci con gli
spazi di un territorio che troppo spesso dimentichiamo essere nostro e a cui dimentichiamo di
appartenere, in un continuo peccato di omissione
di memoria e di rispetto.
Sì, ogni giorno dovremmo poter vivere con occhi
attenti la bellezza e gli spazi che ci regalano le città
di questa nostra nazione bella e, vogliamo sperare,
non ancora perduta…
È sogno? Utopia? Può darsi. Ma senza sogni non
viviamo. E poi è successo. Solo per cinque giorni.
Ma è successo. A Tivoli. Come ogni anno da quattro anni. Dal 5 al 9 ottobre.
Una scommessa vinta. Itinerari artistici: voci, colori, parole nel centro storico di Tivoli…così è scritto
sul manifesto dell’evento. E accanto al programma, la location- mappa delle “5 Giornate dell’Arte”
con i cinque diversi itinerari previsti per ognuna
delle cinque giornate. Un’iniziativa accolta con
entusiasmo da chi vi ha partecipato come spettatore e realizzata con passione dall’Associazione
culturale “Tivoli Arte” con la collaborazione,
reale, di ben quattordici associazioni culturali
tiburtine.
Le “5 Giornate” si sono aperte con una riedizione
originale e coinvolgente dei Carmina Burana,
capace di regalarci emozioni autentiche, in una
piazza S. Croce in cui il tempo sembra tornato
indietro, un tempo incantato dove anche lo sfondo delle macerie, mai rimosse, di un edificio bombardato, proprio alle spalle dei musicisti, ha suggerito una sua verità: alla bruttezza rischiamo di
abituarci con la stessa facilità con cui la bellezza
smette, con l’abitudine, di stupirci.
Ecco, sono iniziate così, quest’anno, le cinque
giornate dell’Arte e si sono concluse con una
cover di Fabrizio De André alle Scuderie Estensi.
Un’altra emozione.
E tra l’inizio e la fine, una processione laica alla
riconquista di un centro storico da pagine di
manuale d’urbanistica, un esempio, raro nel Centro Italia, di abbandono pluridecennale di un
gioiello dell’ architettura medievale, come ci
ricorda parte dell’itinerario della prima delle “5
Giornate dell’Arte”: da piazza delle Erbe, attraverso via Palatina, fino a via del Duomo, con la sua
pavimentazione da città mediorientale bombardata, abbandonata al degrado.
E ce lo ricorda anche la chiesa di S. Silvestro, raggiunta per ascoltare il concerto Gospel dell’Associazione culturale tiburtina “Gospel Singers”,
previsto nell’itinerario artistico della quarta giornata; la bella chiesa romanica meriterebbe da
sola una visita, ma anche la ristrutturazione della
via del Colle, su cui si affaccia la piccola piazza
che dalla chiesa prende il nome, una via che scende a valle e si snoda tra strutture e palazzi medievali di rara bellezza, alcuni dei quali, sotto il peso
del tempo e soprattutto dell’incuria, sembra che
stiano per crollare da un momento all’altro sull’asfalto dove, tra buche e sampietrini tristemente
sopravvissuti o divelti, si leggono stratificati gli
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interventi d’emergenza per rattoppare la rete
fognaria …
Ma le note del gospel sono entusiasmo allo stato
puro e la chiesa del XII secolo, la piazza e la stessa
via del Colle tornano a vivere. Escono dalla
dimenticanza.
E la bellezza torna a definirsi. Acquista forza.
Ascolto le note. Ascolto le voci. Lo sguardo rivolto alla bellezza degli affreschi dell’abside… mentre penso alla cartiera crollata, ormai da qualche
anno, a poche centinaia di metri da quelle note e
da quegli affreschi, dietro via del Colle, collassata
sotto il peso dell’abbandono, un “monumento” a
cielo aperto, un “monumento” permanente
all’impotenza, all’incuria, all’insipienza di una
politica culturale che, se non ha cura dell’archeologia medievale, figuriamoci se può averne di
quella industriale…
Ecco, oltre a quello di averci regalato musica,
colori e parole, le “5 Giornate dell’Arte” a Tivoli
hanno avuto anche questo merito: farci riflettere,
vedere la città, rivedere le sue contraddizioni …
con occhi meno distratti e meno rassegnati.
Per cinque giorni è stato piacevole ed emozionante vivere Tivoli come un laboratorio di ipotesi e
realtà : giovani artisti per strada, le loro tele esposte tra i vicoli dimenticati del quartiere medievale,
musica, dibattiti e mostre nei luoghi deputati e
non, “pellegrinaggi” contemporanei a ripercorrere percorsi medievali, caffè che si aprono per ospitare i “pellegrini” di oggi, affamati di momenti di
incontro, e lettura e riflessione…
Le “5 Giornate dell’Arte” sono state questo: un
bicchiere d’acqua fresca per chi ha sete di una cultura viva che faccia della bellezza un valore politico
nel senso nobile, storico e filosofico del termine:
civile, cittadino, pubblico.
E allora davvero i giorni dell’Arte dovrebbero
essere… tutti i giorni! Perché la città torni ad
essere vista e vissuta e riconosciuta.
E perché sia restituita un’importanza a ciò che nel
quotidiano resta ai margini, come la “casa gotica”,
celebrata sui “sacri” testi di storia locale tiburtina,
ma marginale, desolata e sola in un quartiere
medievale mai davvero riqualificato secondo un
progetto globale con interventi strutturali ad
ampio respiro, come invece meriterebbe; commuove la mano colorata, simbolo delle “5 Giornate”, accanto alla didascalia sul foglio appuntato sul
portone di legno fatiscente di quella che è uno
splendido esempio di architettura gotica e che
tanto avrebbe bisogno di cure più attente…
Pia La
zza
Tivoli
27
La mano colorata è lì, a ricordarci di non dimenticare, sulla “casa gotica” come in altri punti “strategici” dei cinque itinerari artistici; la ritroviamo
dovunque la bellezza rischi di essere ignorata o di
coniugarsi con la bruttezza della sporcizia e dell’incuria, costretta a convivere con il contrario che
la nega, come il sacchetto di plastica che balla col
vento in American beauty…
La mano colorata come un nontiscordardimé che
ci invita a ricordare che l’arte è storia dell’uomo, è
passato da curare e presente da tutelare.
Le cinque dita colorate, impronta di un progetto
onesto ed entusiasta, stanno ancora lì, a ricordarci
di non dimenticare. E ad ipotizzare un altro modo
di fare arte. Di vivere l’arte. E la città.
Perché queste “5 Giornate dell’Arte”, e l’adesione
gioiosa di tanti cittadini che si sono trasformati in
pellegrini nella loro città, disposti a fare i conti col
rimosso per reinventare un’arte partecipata, a
lasciarsi sorprendere dalla piacevolezza di un invito, di una proposta di fruizione inedita di luoghi
d’arte dichiarata e di luoghi d’arte dimenticata,
stanno a dimostrare che ad esplodere non sono
solo le bolle finanziarie e i modelli di uno sviluppo
economico delirante nella sua presunzione di
onnipotenza, ma il modo stesso di vivere la città e
di vivere l’arte.
Le “5 Giornate” invitano a credere che l’arte possa
e debba avere la libertà di essere pietra, colonna,
passato protetto e vivo e dunque presente, nota
musicale di un gospel persa tra vicoli medievali,
colore e impronta del presente, forma astratta su
tela davanti ad una chiesa romanica, pensiero itinerante, verso recitato in piazza, lettura condivisa
in un caffè… insomma spazio riconquistato e bellezza riconosciuta, partecipata!
E allora sì, la bellezza avrà davvero un senso politico, civile, cittadino! E non sarà utopia immaginare
la città come uno spazio aperto, e permanente, di
fruizione e produzione d’arte, luogo di incontro e
di scambio di voci, colori, parole. Un luogo, cioè,
capace di accogliere la creatività e di ospitare possibilità che siano “altro” dalle cerimonie accademiche, dove in spazi rigidamente deputati si celebrano in piena ortodossia i luoghi comuni della
bellezza da salotto buono, e si continua a condannare al silenzio la bellezza negletta della “casa
gotica”…
Insomma, la città come luogo dell’anima.
Dunque: cinque giornate non bastano! E non
bastano neanche le altre cinque previste a dicembre. Ne occorrono altre…tante altre.
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Tivoli
Novembre 2011
TIVOLI... ma che bella figurina!!!
di Valentina Torella
Sicuramente da piccoli ognuno di noi avrà avuto
l’hobby di raccogliere figurine per completare gli
album dei più svariati personaggi protagonisti dei
cartoni animati del tempo; mai però avremmo
potuto immaginare che un giorno al posto di Biancaneve, Topolino e gli altri ci sarebbe stata la
nostra beneamata Tivoli. Ebbene si, la nostra illustre cittadina sembra essere finita proprio nelle
celebri bustine Panini tra i protagonisti di un
nuovo album creato appositamente per omaggiare
i siti patrimonio dell’Unesco. Le pagine complete
dell’album sono 48 e 2 tra queste sono dedicate a
Villa Adriana e a Villa D’Este. Le figurine invece
sono in tutto 192 tra cui 4 dedicate al Canopo e al
Tempio di Venere, entrambi facenti parte della
celebre dimora dell’Imperatore Adriano, e altrettante dedicate invece alle Cento Fontane, alla Fontana dell’Organo, a
quella dei Draghi e ad
un dettaglio della ben
nota dimora del Cardinale Ippolito D’Este.
Ad accompagnare il
tutto anche una dettagliata descrizione del
sito sia in italiano che in inglese. Un ulteriore
vanto per Tivoli è quello di essere affiancata in
questa raccolta da città di elevata importanza come
Firenze, Roma, Siena, Napoli, Urbino e Pienza e
dalle loro opere d’arte create da artisti importanti
come Leonardo Da Vinci. Lo scopo principale
della Panini è quello di incentivare un ulteriore
avvicinamento dei giovani all’arte e alla cultura, di
promuovere il turismo e di aprirsi al mercato estero. Per raggiungere i suddetti obiettivi è stato studiato un escamotage non casuale come quello del
connubio tra il divertimento di raccogliere figurine
e l’importanza culturale della raccolta stessa. Per i
più piccoli sarà come unire l’utile al dilettevole e
per i più grandi sarà come rivivere le reminescenze di un infanzia passata dal sapore ludico e didattico insieme. Per tutto ciò i più vivi ringraziamenti
sono arrivati da tutte le Autorità tiburtine alla Panini per l’importante iniziativa. Speriamo sia la
prima di una lunga serie…
La
zza
Pia
Novembre 2011
Cultura
Calcio e tradizioni popolari
a cura della Redazione
In data 29 ottobre presso la sala consiliare di Castel
Madama si è tenuta la presentazione del libro “
Calcio e tradizioni popolari a Castel Madama scritto da Luigi Piselli, Stefano Ghezzi e Alfredo Scardala. Il lavoro è nato come ricostruzione della storia della Società Sportiva di Castel Madama vista
attraverso i suoi molteplici interessi ed intreccia poi
le vicende locali con un quadro più ampio di avvenimenti. Inoltre tocca anche altri argomenti come il
Palio e le tradizione popolari. La cosa che comunque colpisce di più di questo libro oltre la chiarezza del testo è l’ampio apparato di foto e di immagini che da sole meritano il prezzo del volume e
rappresentano un realistico spaccato di vita sportiva e non solo del nostro paese. Nella presentazione
sono intervenuti oltre agli autori anche il Sindaco
che ha sottolineato come lo sport riesca a consolidare ogni tipo di rapporto sociale e il giornalista
Maurizio Martucci che si è complimentato per il
lavoro ribadendo quanto lo sport sia un aggregatore sociale e anticipando la notizia che l’opera parteciperà anche ad un concorso nazionale di tematica
sportiva. Gran parte del ricavato sarà devoluto alla
Fondazione “Gabriele Sandri”.
Pia La
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Centro Anziani
Novembre 2011
Nuovo spazio pubblicitario per il C.S.A.
di Rina Iori
Si informano i soci che per l’affissione delle locandine
del CSA è stato istituito un nuovo punto di informazione
al centro del paese. Nello specifico sarà utilizzata la
parte superiore della struttura in ferro situata sul muretto tra Via San Sebastiano e Piazza Dante ad uso esclusivo del Centro Sociale Anziani.
Un ringraziamento va al Consigliere comunale Domenico Moreschini per l’impegno mostrato per la soluzione
del problema e a “Madama Tende” per aver riparato la
struttura, da tempo in disuso, a titolo completamente
gratuito.
Si ricorda inoltre ai soci che per conoscere tutte le iniziative proposte dal CSA ci sono altri punti di informazione come la Bacheca in Via Roma (vicino la biblioteca
comunale), la Bacheca presso la Cartolibreria Theorema in Via San Sebastiano, oltre alle locandine affisse in
molti esercizi commerciali. Per qualsiasi informazione
rivolgersi al CSA o chiamare il numero 0774/4500244
tutti i giorni dalle ore 15,30 alle ore 19,00.
Si coglie l’occasione per ringraziare il fabbro Marcello
Moreschini per aver realizzato e montato gratuitametne
il porta-bandiere all’ingresso del Centro.
PROSSIME INIZIATIVE
Mercoledì 30 Novembre ore 11,00: presso la Scuola Media
incontro con i ragazzi per la presentazione del libro “Calcio e
tradizioni popolari a Castel Madama” a cura del CSA e dell’associazione culturale “L’Albero della Vita di Castel Madama” e con la collaborazione dell’Istituto Comprensivo
“Cavour”.
9-10-11 Dicembre: Olio-Olive... Stand del CSA con “Pesca”
e tanti premi.
Sabato 10 Dicembre: all’interno della manifestazione OlioOlive, il CSA in collaborazione con il gruppo volontari della
CRI, organizza la “1 Giornata della Salute” - Screening presso lo Stand della CRI. Tale iniziativa proseguirà nel 2012
presso il CSA con cadenza mensile (seguirà calendario degli
eventi).
Sabato 17 Dicembre ore 13,00: presso il ristorante Amadeus (Guidonia Montecelio) tradizionale “Pranzo di Natale”.
Quota di partecipazione Euro 15,00 a pesona (Euro 5,00
contributo CSA). Pullman messi a disposizione gratuitamente dal CSA con il contributo della Tecnocasa. Posti disponibili 140 - Iscrizioni dal 7 Novembre al 12 Dicembre 2011 presso il Centro.
Presidente del CSA,
il consigliere
Moreschini
e alcuni soci
del Centro
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Pia
Novembre 2011
Centro Anziani
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Anche gli “anziani” tornano sui banchi...
di Domenico Moreschini
Parte finalmente,
superando tutti gli
ostacoli burocratici
e non, il corso gratuito sulla “alfabetizzazione informatica” dedicato ai soli
iscritti del Centro
Sociale Anziani del
Comune di Castel
Madama.
Il corso è nato dall’idea, di concerto
con il Presidente
del CSA, signora
Rina Iori, di fornire agli “over 60” strumenti di approccio
con una realtà e con un mondo di nozioni, da cui spesso la popolazione anziana si sente completamente
esclusa, da qui il nome di alfabetizzazione perché è un
impegno contro un nuovo analfabetismo, quello tecnologico, che crea una spaccatura sociale e comunicativa
tra i giovani e i più adulti. Il corso prenderà il via dal
18/11/2011 e si articolerà in una lezione settimanale di
2 ore da tenersi ogni venerdì presso i locali della biblioteca Comunale “Prof. Angelo Moreschini”, con una
durata di circa tre mesi.
Durante il corso verranno insegnati dai primi rudimenti
all’utilizzo delle applicazioni di uso più comune, tutto
tenendo presente che l’utenza a cui si rivolge potrebbe
non avere troppa dimestichezza con la tecnologia.
Scendendo nel dettaglio saranno utilizzati i programmi
base di Word ed Excel, e il progetto sarà anche integrato con nozioni elementari e di primo approccio con
internet.
Ma è doveroso da parte mia, che ne sono il promotore,
ringraziare tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo corso che, come ho già detto, nasce
da un’iniziativa in collaborazione con il CSA ma anche
grazie al Comune di Castel Madama che ha permesso
il suo svolgimento presso l’area informatica della biblioteca. Uno speciale ringraziamento va anche a colei che
ha abbracciato da subito questa idea e che ne sarà
anche la vera realizzatrice, in quanto rivestirà il compito di insegnante, la Sig.ra Antonella Moreschini, a cui
oltre ai ringraziamenti voglio aggiungere anche un in
bocca a lupo, perché penso che ne avrà bisogno!!!.
RICORRENZA DEL 2 NOVEMBRE
di Massimo Salvatori
Il 2 novembre 2011 alle ore 6,30 presso la chiesa di San
Lorenzo (chiesa nova) si è svolta la Santa Messa celebrata da padre Stefano, seguita dalla tradizionale processione alla volta del cimitero per la visita ai cari
defunti. La messa ha visto la partecipazione di numerosi confratelli e consorelle appartenenti alle Confraternite di “Maria SS. Del Suffragio “e del “Santissimo Sacramento e Gonfalone” oltre ad una inaspettata e
massiccia presenza di cittadini che hanno fatto sembrare ancora più piccola la piccola chiesa. Ma non è di
questa centenaria tradizione che voglio parlare, ma del
perché dopo decenni che non si svolgeva presso la
chiesa di San Lorenzo tale processione quest’anno è
stato deciso di svolgerla. La scelta di celebrare la Santa
messa del giorno dei morti presso la chiesa di San
Lorenzo è stato fortemente voluta dai confratelli per
Pia La
zza
richiamare l’attenzione dei cittadini, Istituzioni, forze
politiche e chi più ne ha più ne metta, sullo stato della
chiesa che necessita di una manutenzione ordinaria e
straordinaria. Da alcuni mesi i componenti della Confraternita di “Maria SS. Del Suffragio” aprono la chiesa
tutte le domeniche dalle ore 10,30 alle ore 12,30, vi
svolgono piccoli lavori di pulizia e danno tutte le informazioni richieste ai rari visitatori forestieri e più frequenti visitatori paesani. Tutto questo allo scopo di sensibilizzare tutta la popolazione sullo stato di salute della
chiesa, affinché quello che prima o poi accadrà, non
faccia dire a tutti, paesani, politici ecc… io non c’ero,
ma pe da veru? Non lo sapeo, che se lo sapeo faceo ca
cosa. Purtroppo semo fatti cuci, vello che non è lo meo
è de iari, se è po der comune o della chiesa non è de
chi velle. (Ecche è lo meu!).
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Aree Protette Lazio
Novembre 2011
Parco Naturale Regionale Monti Aurunci
a cura di Elisa Livi
I Monti Aurunci sono il parco più meridionale del sistema delle aree naturali protette del Lazio.
Si estendono per 19.374 ettari nelle province di Latina e Frosinone.
La Sede è in viale Glorioso 10, 04020 Campodimele (LT). Il Sito web è www.parcoaurunci.it.
Situato a pochi chilometri dal mare, è vicino al parco
della Riviera d’Ulisse e, più a sud, al parco regionale di
Roccamonfina in Campania. Interessa dieci comuni,
quattro in provincia di Frosinone, Ausonia, Esperia,
Pico e Pontecorvo e sei in provincia di Latina, Campodimele, Formia, Fondi, Itri, Lenola e Spigno Saturnia.
La Natura del Parco: il parco comprende un territorio
eterogeneo, dalla pianura a circa 30 metri s.l.m. fino
alla quota di 1535 metri s.l.m. del monte Petrella che si
erge a poca distanza dalla costa. La catena dei monti
Aurunci segna la conclusione del più importante sistema montuoso del preappennino laziale, di cui fanno
parte anche i monti Lepini e i monti Ausoni. Gli Aurunci sono l’unica catena montuosa laziale ad affacciarsi
direttamente sul mare Tirreno con vette che superano i
1.500 metri. Dalle cime più elevate della catena montuosa si possono scorgere le isole Ponziane, il promontorio del Circeo, la valle del Liri, i monti del Matese e i
monti dell’Appennino abruzzese. Geologia: i monti
Aurunci, insieme ai monti Lepini e ai monti Ausoni,
costituiscono la porzione sud-occidentale della piattaforma carbonatica “Laziale-Abruzzese”. L’assetto geologico attuale di questo territorio è il risultato di una
lunga serie di eventi che si sviluppano lungo un arco
temporale di 150 milioni di anni, dal Giurassico al
Paleocene. L’uniformità degli Aurunci è interrotta dalla
valle dell’Ausente che smembra il corpo centrale
dando origine all’estrema propaggine orientale di tutto
il gruppo montuoso costituita dai rilievi di Monte Maio
(910 m.). I monti Aurunci si presentano come dorsali e
profondi valloni che formano una sorta di altopiano dal
quale emergono numerose vette in posizione dominante sulla costa tirrenica con versanti che scendono bruscamente verso Formia, Spigno Saturnia ed Ausonia e
degradano morbidamente verso Pontecorvo, Pico,
Lenola e Fondi. Geologicamente di natura carbonatica,
il territorio presenta fenomeni carsici, come doline,
anche di grandi dimensioni, cavità e grotte di elevato
valore ambientale. Flora: il territorio del parco racchiude una grande varietà di ambienti, ciascuno caratterizzato da un particolare tipo di vegetazione. Faggete
sono presenti sulla vetta del Monte Faggeto e sui versanti settentrionali del Monte Putrella o a Fossa del
Lago dove si può ammirare uno degli esemplari più
Aurunci
La
zza
Pia
Novembre 2011
Aree Protette Lazio
maestosi di faggio. Nel sottobosco troviamo l’agrifoglio e la dafne della faggeta, mentre nel pianoro di valle
Gaetana alberi di cerro e piante di mele e pere di
dimensioni considerevoli. A Campo di Venza sono presenti i castagni e nel pianoro di Sant’Onofrio e in quello di valle Vona boschi di roverella, con il sottobosco
arricchito dall’olivella. Le forti radici del carpino nero
stabilizzano, invece, i versanti con elevate pendenze,
Monte Appiolo, mentre quelle del leccio affondano nel
suolo sassoso di Monte Tuonaco. Leccete e ostrieti
hanno ormai l’aspetto di una boscaglia dal momento
che da secoli sono soggette alla pratica della ceduazione. Il primato in biodiversità spetta ai boschi misti di
querce e aceri sui versanti di Monte Le Pezze e Monte
Trina: l’elleboro puzzolente e il bucaneve, l’anemone e
lo zafferano maggiore, il ciclamino primaverile e la
violetta. Distese di prati ricoprono i grandi pianori carsici di Campello, Polleca e La Valle con il giunco o la
rara peonia maschio. Lungo l’Appia Antica e nella
zona della foresta demaniale di Sant’Arcangelo troviamo cespugli della macchia mediterranea: ginestre,
albero di giuda e fiori di mirto. Violette e orchidee crescono sui prati sassosi di Monte Sant’Angelo, Monte
Ruazzo e Monte Altino. Le fioriture primaverili della
valeriana tingono di rosa le grigie pareti del Monte
Fammera e la valle del Rio Polleca. Le garighe a salvia
ed elicriso ricoprono i versanti pietrosi di Monte Forte
e Monte Strampaduro. Sono presenti oltre 50 specie di
orchidee, tra cui: la serapide cuoriforme, l’orchidea
maggiore, l’uomo nudo e la ballerina, cosiddette per le
loro forme bizzarre, l’Ophrys bombyliflora. Fauna:
diverse sono le specie animali: insetti, tra cui due specie di lepidotteri, la bianconera italiana e la mnemosine, farfalle comuni e la rosalia alpina tra i coleotteri. Il
settore meridionale del parco rappresenta un punto di
sosta per molti uccelli migratori: il rigogolo, il cuculo e
le rondini. Tra gli uccelli: l’usignolo e il succiacapre, la
civetta, il gufo e il barbagianni, l’assiolo e l’allocco.
Tra i rapaci: il falco pellegrino e la poiana. Sono presenti piccoli rettili: la lucertola comune e il ramarro e
serpenti innocui, il biacco e il cervone. Più difficile da
avvistare è la vipera. Tra i mammiferi che di notte
osano avvicinarsi ai centri abitati la faina, la volpe e il
misterioso gatto selvatico. Nei boschi di Monte Ruazzo
e Monte Faggeto si annidano piccoli roditori: il
moscardino e il ghiro. Non sono rari i tassi, i cinghiali
e le lepri, mentre negli ultimi anni si è constatato il
ritorno di alcuni esemplari di lupo. Tra i piccoli anfibi,
alle sorgenti di Acquaviva, Fontana di Canale, ma
anche ai pozzi di Sant’Onofrio o di Vallevona, si riproducono tritoni, salamandrine dagli occhiali e rospi. Storia del territorio: il territorio dei monti Aurunci si
configura, già nel 1700, come terra di confine tra il
Regno delle Due Sicilie e lo Stato Pontificio. Questa
condizione ha influenzato profondamente lo sviluppo e
l’identità degli abitanti di queste zone montane e, nello
stesso tempo, vicine al mare. L’economia della zona è
sempre stata contraddistinta da attività legate ai latifondi e ai contratti di mezzadria. Nei borghi dell’entroterPia La
zza
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Castello di Itri
ra e nei paesi montani, le attività principali erano la
pastorizia e la produzione casearia. Le coltivazioni
principali erano condizionate dalle possibilità del territorio che i popoli hanno lavorato modellando le colline
e le coste montane con terrazzamenti, sorretti da muri a
secco detti “macere”, utilizzati per la coltivazione degli
ulivi e delle viti. Molto ambiti i fondovalle carsici per
la loro fertilità. Il territorio dell’attuale parco si contraddistingue soprattutto per la varietà di climi e di paesaggi. Nei Comuni come Fondi, Itri e Formia la vicinanza al mare e le aree pianeggianti hanno permesso
attività come la pastorizia e l’agricoltura intensive, la
pesca e mestieri coordinati come il tessitore di reti da
pesca. Nei Comuni dell’entroterra si sono sviluppate
altre capacità: ad Ausonia l’attività estrattiva delle cave
di marmo di Coreno, a Pontecorvo la coltivazione del
tabacco. Archeologia e Arte: il territorio del Parco è
ricco di testimonianze archeologiche e artistiche. Recuperato di recente un tratto della via Appia Antica, al
valico tra Fondi e Formia, lungo la valle di S.Andrea,
dal km 125,8 al km 129,6 dell’Appia nuova, dove la
strada antica e quella moderna si dividono e poi si
ricongiungono, e il principale ponte di attraversamento
della valle di età rinascimentale. L’impianto stradale di
età romana tornato così alla luce è imponente, e mostra
un lastricato in basoli di basalto largo 4,20 m., più i
marciapiedi laterali in battuto e i parapetti in opera quadrata. Nei tratti più spettacolari della gola, i terrazzamenti raggiungono i 9-12 m. di altezza e mostrano differenti tecniche di realizzazione (in opera poligonale o
quadrata). Sono venute alla luce, inoltre, resti delle
piazzole attrezzate per la sosta e il ricovero di viandanti e mezzi. Altri punti d’interesse: il santuario della
Madonna del Piano presso Ausonia, i centri storici di
Maranola e di Esperia superiore, gli scenografici ruderi del castello di Roccaguglielma, il piccolo centro di
Spigno Saturnia superiore, il centro storico di Formia.
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Cultura
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ARTI E MESTIERI EXPO 2011
di Ivo Santolamazza
Dal 15 al 18 dicembre 2011
Fiera Roma Srl ed Articiclo
presentano “Arti e Mestieri
Expo”, un progetto volto alla diffusione e valorizzazione dell’Artigianato e dell’Arte che utilizza materiali di riciclo e di riuso. Luogo prescelto per diffondere i messaggi sociali e culturali è la Fiera di Roma
(via Portuense 1645-1647) in cui sono attesi più di
60.000 visitatori che potranno scegliere molte idee
regalo e visionare numerosi artisti in una grande
mostra d’arte. Il tutto sotto la supervisione del sig.
Nicola Tagliafierro e la direzione artistica del sig.
Ivo Santolamazza.
Arti & Mestieri Expo, mostra mercato dell’artigianato e dell’enogastronomia, è un appuntamento
annuale nel programma degli eventi natalizi della
capitale, dedicato agli artigiani e alla valorizzazione
dei loro mestieri, che nelle precedenti 5 edizioni ha
accolto 60 mila visitatori ed oltre 500 aziende. Il
punto d’incontro di botteghe e clienti, dove maestri
artigiani italiani e stranieri presentano le proprie
creazioni, le più caratteristiche e preziose dell’artigianato tradizionale e moderno: dalla ceramica
all’abbigliamento, dall’oggettistica ai complemento
d’arredo, all’oreficeria. Arti & Mestieri Expo è, poi,
il luogo ideale per creare nuovi rapporti commerciali e professionali fra produttori e consumatori.
All’interno della Fiera Arti e Mestieri Expo 2011,
Articiclo e l’associazione Liberarte hanno selezionato artisti del riciclo/riuso al fine di allestire delle
aree dedicate in cui tutti i visitatori potranno ammirare la genialità e la creatività dell’arte del riciclo.
Un’esposizione artistica che diventerà un appuntamento fisso nelle prossime edizioni di Arti e Mestieri Expo. Domenica 18 dicembre ci sarà la premiazione di questa I edizione del concorso a cui
parteciperanno gli “artisti del riciclo/riuso” provenienti dal territorio nazionale e internazionale, in
mostra nei quattro giorni della manifestazione. Presidente della giuria tecnica il critico Lucrezia Rubini. Ci sarà anche un premio del pubblico: i visitatori
potranno votare le loro opere preferite.
Per raggiungere Fiera di Roma in auto: dal GRA
(Grande Raccordo Anulare) uscita 30 in direzione
Fiumicino e poi seguire le indicazioni segnaletiche
per Fiera Roma; 5000 posti auto. In treno: dalle Stazioni Tuscolana, Tiburtina, Ostiense collegate alle
linee A e B della Metropolitana prendere il Treno FR
1 direzione Fiumicino e scendere alla Fermata Fiera
Roma. Tariffa 1 euro. In autobus: linea Atac - linea
808 per Fiera Roma. Da Fiumicino linea Cotral
W0001.
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Articiclo vuole diffondere una cultura economica
alternativa fondata sul rispetto e la salvaguardia
dell’ambiente, fornendo un supporto a tutti i soggetti che svolgono attività di “riutilizzo, recupero e
riciclo” in Italia e nel Mondo. È il Portale Web dell’Arte del Riciclo, la Community degli artigiani,
degli artisti, degli hobbisti, delle associazioni, dei
ricercatori e di tutte le persone sensibili alla tematica del riciclo e del riuso, per ridurre l’impatto dei
rifiuti sull’ambiente incentivando lo sviluppo dell’utilizzo di ‘nuove materie prime’. Articiclo offre i
seguenti servizi: Shopping on-line di manufatti
ottenuti con materiali di scarto, riciclati o di riuso;
news gratuite; video reportage da tutto il mondo;
bacheca gratuita, dove poter inserire annunci sulla
disponibilità di materiali non nocivi e beni da poter
riutilizzare, che altrimenti finirebbero in discarica o
abbandonati; community e Piazza Virtuale di
Incontro dove poter scambiare informazioni; newsletter aggiornate sui principali avvenimenti ed
eventi del settore.
Liberarte è un associazione culturale che ha lo
scopo di organizzare e favorire ogni attività ed iniziativa finalizzata alla promozione della cultura ed
alla aggregazione dei cittadini su tematiche civiche
e sociali tra cui il rispetto dell’ambiente ed il tema
del riciclo. L’associazione si prefigge inoltre i
seguenti scopi: la promozione e la diffusione di attività artistiche ed artigianali, come pittura, scultura,
fotografia, moda e costume, arti applicate in genere
di natura hobbistica; l’organizzazione di manifestazioni culturali e ludiche, spettacoli teatrali, musica,
danza, moda, cinema, animazione; l’organizzazione
e la promozione di convegni, congressi, fiere, meetings, viaggi e di corsi specifici indirizzati a tutti
coloro che intendono avvicinarsi alle varie forme
d’arte; costruire livelli di collaborazione fattiva con
altre associazioni, enti pubblici e privati comprese
le scuole.
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Cultura
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ARTE A MONTECELIO
di Ivo Santolamazza
L’Associazione Culturale Hariel, su volere del Comune di Guidonia Montecelio, con il patrocinio dell’Assessorato
alla Cultura della Regione Lazio ha organizzato la manifestazione “VESTIAMO DI COLORE LA PINETA” 12° edizione, svoltasi presso la pineta di Guidonia il 9 ottobre. Successivamente le opere degli artisti partecipanti a tale evento sono state esposte presso il “Lavatoio medioevale” di Montecelio da Ottobre a Dicembre. L’esposizione rimarrà
aperta al pubblico in concomitanza con la stagione teatrale al fine di creare sinergia tra queste diverse espressioni d’arte e per consentire agli utenti del teatro di poter ammirare la mostra di pittura, grafica e scultura, prima e dopo ogni
spettacolo. Il pubblico che si recherà a vedere questa esposizione avrà l’opportunità di ricevere in premio un quadro
che verrà sorteggiato tra tutti coloro che avranno visitato la mostra. Saranno presenti con le loro opere circa 50 artisti
tra pittori e scultori, che parteciperanno per concorrere ad un premio finale. La premiazione avverrà il 18 dicembre.
Orario “lavatoio”: tutti i fine settimana (venerdì, sabato, domenica) un’ora prima e fino ad un’ora dopo ogni spettacolo.
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Cultura
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Cultura
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La traviata o dell’amor profano
di Ivano Moreschini
Tra le forme che assume l’amore ce ne
sono anche di disprezzate, nascoste, furtive. La Traviata, forse l’opera lirica più
famosa di Verdi, parla proprio di una di
queste. Tratta da un romanzo di Alexandre Dumas figlio, scritto nel 1848, dal titolo “La signora delle camelie”, che colpì
molto Giuseppe Verdi nella sua riduzione
teatrale vista a Parigi nel 1852, La Traviata mette a tema l’amore delle cortigiane,
che nella società europea borghese della
metà dell’ottocento era molto più diffuso
di quanto oggi si pensi. La parola cortigiane definisce in modo obliquo il ruolo delle
mantenute di alto bordo, che nella cronaca di oggi chiameremmo escort. Verdi è
sensibile al tema, poiché la sua relazione
con Giuseppina Strepponi, nota cantante lirica dell’epoca,
aveva suscitato reazioni bigotte nella nativa Busseto, tanto
da convincere il maestro ad andare a vivere in Villa Sant’Agata nella vicina campagna padana, a Villanova d’Arda.
Come Bizet con la Carmen, Verdi rende immortale attraverso l’opera un personaggio letterario che forse sarebbe caduto nel dimenticatoio senza il suo intervento. Lo fa apportando molte innovazioni sia musicali che nel libretto all’opera
lirica, con una finissima analisi psicologica dei personaggi, e
soprattutto con un variare di generi, di registri, di suoni che
rende La Traviata una delle opere più celebri in assoluto.
L’opera si apre con un valzer, Libiam ne’ lieti calici: un inizio
gioioso, ma già percorso da qualche inquietudine. Nel
primo duetto tra Violetta, la protagonista, ed Alfredo, il giovane che si innamora della cortigiana, all’affermazione di lei
“La vita è nel tripudio…”, Alfredo replica “quando non si
ami ancora…”. E già qui è scritto l’arco della loro storia.
Alla corte di Alfredo dapprincipio di sottrae Violetta,
cosciente del suo ruolo di mondana. Ma in un lungo assolo
che segna una forte differenza con le precedenti opere liriche, Violetta esprime i suoi molti stati d’animo, le emozioni
che sente per l’amore dichiarato da Alfredo in modo così
sincero. Si chiede se sarìa per me sventura/un vero amore?; si
strugge sulla gioia ch’io non conobbi/d’essere amata amando;
si vede sola, abbandonata/in questo popoloso deserto che
appellano Parigi, nonostante le feste e gli sfarzi. Ma poi
desolata conclude che la sua vita non può cambiare e si lancia in un doloroso grido vitalistico: sempre libera degg’io/folleggiare di gioia in gioia.
Ma Alfredo è davvero innamorato, e lei si convince ad andare a vivere con lui in campagna, ad abbandonare per amore
suo la vita mondana, come lui d’altra parte abbandona la
famiglia. Tutto sembra funzionare per qualche tempo, ma
la moralità borghese irrompe: il padre di Alfredo, Giorgio
Germont, di nascosto dal figlio la incontra, le parla. Verdi
dona al vecchio Germont la tonalità di baritono, e se
ben interpretato il suo ruolo è davvero toccante, nonostante la meschinità delle sue motivazioni: Pura siccome un angelo/Iddio mi diè una figlia/ se Alfredo nega riedere/in seno alla
famiglia,/l’amato e amante giovane,/cui
sposa andar dovea,/or si ricusa al
vincolo/che lieti ne rendea...Violetta si sente
respinta, e con orgoglio accetta di uscire
dalla vita di Alfredo, anche se la scelta le
pesa davvero molto: Conosca il sacrifizio/ch’io consumai d’amor/che sarà suo fin
l’ultimo/sospiro del mio cor. E proprio
mentre scrive ad Alfredo una lettera di
addio egli entra, e le chiede in un crescendo di tensione musicale: che fai, qual turbamento, a chi scrivevi?A te. Le dice poi che
aveva visto il padre, che gli aveva lasciato
un severo scritto, ma si dice convinto che
l’amerà in vederla. Violetta è turbata, frena
il pianto, dice al suo amore: Ai piedi suoi
mi getterò... divisi ei più non ne vorrà... sarem
felici.../perché tu m’ami, Alfredo, non è vero?...e qui esplode
con tutta la forza musicale e vocale che Verdi poteva darle la
celebre frase, che è anche un’implorazione ed una resa:
Amami Alfredo/amami quanto io t’amo…addio. La celebre
aria divide in due l’opera: da questo momento inizia una
fase calante, di mestizia ed infine di dramma. Il vecchio
Germont rimprovera il figlio di avere abbandonato la famiglia con l’aria “Di Provenza il mar il suol..”. Violetta torna a
Parigi, i due si separano. Si incontrano di nuovo in una festa
mondana, dove la tensione sale al massimo tra i due, ed
Alfredo, che non ha compreso il motivo generoso per cui
Violetta lo ha lasciato, alla notizia che lei ha un nuovo
amante, furioso la umilia davanti a tutti. Come dice il libretto, pronunciando la frase: ora pagata io l’ho, getta con furente sprezzo una borsa ai piè di Violetta, che sviene.
La fine ormai si avvicina. Violetta, che già provava i sintomi
della tisi, il male del secolo, peggiora all’improvviso.Si trova
sul letto, ormai senza più speranze. Riceve una lettera dal vecchio Germont: Alfredo ha sfidato a duello il suo amante, ed il
vecchio gli ha svelato il sacrificio di Violetta per il suo amore.
Vogliono chiederle entrambi perdono. Ma Violetta in un tremolio di archi, pallida ed emaciata sussurra: È tardi! E canta la
triste aria: Addio, del passato bei sogni ridenti,/ le rose del volto
già son pallenti;/l’amore d’Alfredo pur esso mi manca,/conforto,
sostegno dell’anima stanca... Arrivano Alfredo e Giorgio Germont, implorano il perdono, lei ha un ultimo guizzo di vitalità. Infine muore, tra le braccia del suo unico amore. Il melodramma italiano raggiunge la sua perfezione.
Ciao Flavia
L’Associazione Culturale Albatros e la redazione del giornale
“La Piazza” sono colpiti e commossi dalla prematura
scomparsa di Flavia De Bellis. Flavia è stata una nostra
collaboratrice per molto tempo, ed ha arricchito della sua
cultura e del suo aiuto puntuale di archivista competente ed
appassionata anche alcune nostre iniziative, come quella sul
libro del Prof. Amedeo Ciotti “Sulle tracce di Garibaldi”.
La
zza
Pia
Pia La
zza
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Novembre - La Piazza