Dossier Competenze Sommario La situazione nazionale nel contesto europeo .............................................................................................. 2 Il contesto di sviluppo a livello nazionale ...................................................................................................... 3 Le tappe principali di un percorso condiviso ................................................................................................. 4 La situazione nei vari territori regionali......................................................................................................... 5 Il percorso di sviluppo seguito finora in Calabria ........................................................................................ 14 Il modello di riferimento.............................................................................................................................. 16 La situazione attuale.................................................................................................................................... 18 Le possibili linee di sviluppo ........................................................................................................................ 19 Appendice: i termini chiave dell’Apprendimento Permanente.................................................................. 21 Pizzo, 24 agosto 2014 - by Luigi Taccone Dossier Competenze, 24 agosto ’14 (LT) Pagina 1/24 La situazione nazionale nel contesto europeo Recenti innovazioni normative (in primis la legge Fornero n.92 del 2012 ed il successivo d.lgs. 13/13) hanno finalmente tracciato nel nostro paese un nuovo quadro nazionale sempre più orientato verso la piena affermazione del Diritto all'Apprendimento Permanente per ogni Cittadino. Dopo anni di incertezze e difficoltà di scambio e cooperazione anche a livello istituzionale, a vari livelli di governo - europei, nazionali, regionali - si sta pertanto operando per introdurre su tutto il territorio nazionale nuovi processi di servizio per il riconoscimento e la certificazione delle competenze, definite secondo standard professionali aventi valenza nazionale e correlati nel più ampio contesto europeo (modello EQF, European Qualification Framework). Si sta così delineando una vera e propria rivoluzione copernicana, dove le politiche e gli strumenti di settore rappresentano un ruolo cardine in questo contesto, sempre più orientato alla piena integrazione tra il mondo dell'Education e quello del Lavoro, entrambi priorità dell’agenda nazionale ed europea. Occorre peraltro ricordare che il nostro paese sconta ancora un notevole ritardo nello sviluppo delle politiche in questo settore, come rappresentato dalla seguente tabella riportante lo stato di attuazione per paese dei due adempimenti chiave indicati dalla racc. CE di giugno ’12 relativi alla definizione di un proprio NQF (quadro nazionale) e della sua referenziazione al modello europeo (nb: la tabella è relativa a fine 2012, ma ad oggi la situazione italiana, a differenza degli altri paesi, non è sostanzialmente cambiata). Anche per questo, il problema del riconoscimento delle competenze è stato individuato come precisa condizionalità ex-ante dalla Commissione Europea con riferimento alla nuova programmazione dei Fondi Strutturali 2014-2020, tema peraltro già indicato dalla CE come raccomandazione chiave n.3 a giugno ’12 ed inserito nel Position Paper di novembre ’12, oggetto quindi del processo di programmazione dei nuovi fondi strutturali sia a livello nazionale che regionale, trovando oggi declinazione in numerose azioni previste dagli Accordi di Partenariato in corso di definizione. In particolare, nell’Accordo di Partenariato nazionale in via di definizione per settembre prossimo, l'azione "Costruzione del Repertorio nazionale dei titoli di studio e delle qualificazioni professionali collegato al Dossier Competenze, 24 agosto ’14 (LT) Pagina 2/24 quadro europeo (EQF) e implementazione del sistema pubblico nazionale di certificazione delle competenze con lo sviluppo e/o miglioramento dei servizi di orientamento e di validazione e certificazione degli esiti degli apprendimenti conseguiti anche in contesti non formali e informali", come peraltro ricorda una nota in fondo allo stesso AP, "... è necessariamente ripetuta in diversi risultati attesi, trattandosi di un’azione di sistema trasversale ai destinatari ed alle filiere formative", e ricorre pertanto in molti RA (risultati attesi) in modo anche diverso (la ratio non sempre appare chiara, anche se la non previsione del POR rispetto al PON sembrerebbe correlarsi ai settori scuola ed università) e precisamente: - in RA 10.2, Miglioramento delle competenze chiave degli allievi: azione 10.2.8, prevista solo in PON Sistemi di politiche attive per l’Occupazione (a carattere sperimentale, rappresentano un’eventualità condivisa con i territori); - in RA 10.3, Innalzamento del livello di istruzione della popolazione adulta: azione 10.3.8, prevista in PON Istruzione, PON Sistemi di politiche attive per l’Occupazione e POR; - in RA 10.4, Accrescimento delle competenze della forza lavoro e agevolare la mobilità, l’inserimento/ reinserimento lavorativo: azione 10.4.11, prevista in PON Sistemi di politiche attive per l’Occupazione e POR; - in RA 10.5, Innalzamento dei livelli di competenze, di partecipazione e di successo formativo nell’istruzione universitaria e/o equivalente: azione 10.5.15, prevista solo in PON Sistemi di politiche attive per l’Occupazione; -in RA 10.6, Qualificazione dell’offerta di istruzione e formazione tecnica e professionale: azione 10.6.11 prevista in PON Sistemi di politiche attive per l’Occupazione e POR. Il contesto di sviluppo a livello nazionale A livello nazionale il legislatore, con la legge 92/2012 dell’attuale riforma del mercato del lavoro (con riferimento in particolare all’art. 4, commi 51-68), ha posto con forza al centro della sua azione, in coerenza con i più recenti indirizzi comunitari, la promozione dell’Apprendimento Permanente (AP) e la realizzazione di un sistema nazionale di certificazione delle competenze. Con la l. 92/12 il legislatore nazionale aveva inoltre aperto una delega al Governo relativa alla definizione di norme generali e livelli essenziali delle prestazioni, riferiti negli ambiti di competenza dello Stato e delle regioni, per l’individuazione e la validazione degli apprendimenti non formali e informali, con riferimento al sistema nazionale di certificazione delle competenze al fine di garantire la massima riconoscibilità e la più ampia spendibilità delle certificazioni in ambito regionale, nazionale ed europeo, e questa delega è stata esercitata con l’approvazione del d.lgs. 13/2013, a valle dell’l'Intesa in sede di Conferenza unificata del 20 dicembre 2012. Da questo decreto sono discese due specifiche linee d’azione, oggetto del lavoro congiunto a livello interregionale (attraverso il coordinamento tecnico della IX Commissione della Conferenza delle Regioni e PA) ed interistituzionale (in particolare con il MLPS/Isfol per lo sviluppo della Banca Dati delle Qualificazioni e delle Competenze) finalizzate a: l’implementazione del Repertorio Nazionale dei titoli di Istruzione e Formazione e delle qualificazioni professionali; lo sviluppo e l’armonizzazione degli standard minimi di servizio di processo, attestazione e sistema del sistema nazionale di certificazione delle competenze. Secondo il cronoprogramma concordato con i servizi della Commissione Europea (ultimo aggiornamento effettuato ad aprile u.s.), la prima linea di azione prevede, entro novembre ‘14, l’implementazione del Repertorio Nazionale dei titoli d’istruzione e formazione e delle qualificazioni professionali a partire dalla costruzione di una piattaforma comune per la correlazione di tutte le qualificazioni regionali al fine di renderle automaticamente riconoscibili e spendibili a livello nazionale (il relativo protocollo metodologico è già stato approvato nella IX Commissione del 22.01.14). Dossier Competenze, 24 agosto ’14 (LT) Pagina 3/24 Parallelamente si sta procedendo alla definizione ed all’armonizzazione, sulla base di quanto già definito dal d.lgs. 13/2013, degli standard minimi del servizio: di processo ovvero come articolazione nelle fasi di identificazione, valutazione e attestazione; di attestazione ovvero di identificazione di standard minimi applicabili a tutte le attestazioni rilasciate; di sistema nel senso di adozione di un quadro unitario delle condizioni di fruizione e garanzia del servizio, di requisiti degli addetti alla certificazione, di caratterizzazione dei sistemi di accreditamento e autorizzazione (cooperazione pubblico/privato). Già attivo pertanto da diverso tempo un Gruppo Tecnico (Regioni e MLPS) che, con il supporto di Tecnostruttura ed Isfol, lavora alla metodologia per la correlabilità delle qualificazioni professionali presenti nei repertori regionali esistenti e alla sua sperimentazione su alcuni settori per arrivare a soluzioni condivise su base interregionale e nazionale in tema di competenze (in particolare per la definizione del repertorio e dei relativi sistemi di certificazione). Il gruppo di tecnici – compresi ovviamente anche i rappresentanti per la Calabria - che ha partecipato a questi tavoli ha inoltre largamente condiviso un lungo rapporto di collaborazione sviluppato in questi ultimi anni su vari aspetti connessi al tema delle competenze: qui di seguito si ricordano i momenti principali. Le tappe principali di un percorso condiviso 21.07.2011 - Accordo Stato-Regioni per il passaggio al nuovo ordinamento dei percorsi di Istruzione e Formazione Professionale (definite 22 qualifiche triennali e 21 diplomi tecnici quadriennali secondo standard di competenze correlabili ai livelli EQF 3 e 4, aventi valenza nazionale e classificate secondo 7 aree professionali (accordo successivamente recepito con decreto interministeriale ed integrato con nuove qualifiche, oggetto di aggiornamento periodico). 14.09.2011 - Testo Unico dell’Apprendistato (d.lgs. n. 167), riordina tutta la normativa precedente e ridefinisce questa tipologia contrattuale come un contratto di lavoro a tempo indeterminato finalizzato alla formazione ed all’occupazione giovanile. In particolare rilancia l’Apprendistato di primo livello che diviene ora utilizzabile non solo per i minorenni ma anche per gli under 25, con la possibilità di conseguire in ambiente di lavoro, sulla falsariga del modello duale tedesco, qualifiche o diplomi professionali (secondo gli standard di competenze stabiliti per i percorsi IeFP). 19.04.2012 - Accordo Stato Regioni per la definizione di un sistema nazionale di certificazione delle competenze comunque acquisite per l’apprendistato (il primo tassello per la definizione di un quadro nazionale di standard per la certificazione delle competenze). 05.06.2012 - Raccomandazione Europea sul Programma Nazionale di Riforma 2012 dell’Italia che richiede espressamente di “attuare il riconoscimento delle competenze e delle qualifiche a livello nazionale per promuovere la mobilità del lavoro”. 28.06.2012, legge n. 92 sulla riforma del mercato del lavoro, all’art. 4, commi 51/68, riconosce il diritto di ogni persona all’Apprendimento Permanente in ogni fase della vita nell’ambito di un sistema condiviso e territorialmente integrato dei servizi di istruzione, educazione non formale, formazione e lavoro che individua, valida e riconosce il patrimonio culturale e professionale accumulato dalla persona nella propria storia personale, formativa e professionale per sviluppare una crescita economica, favorire l’occupabilità dei giovani, l’invecchiamento attivo e la cittadinanza attiva. Al comma 51: “In linea con le indicazioni dell'Unione europea, per Apprendimento Permanente si intende qualsiasi attività intrapresa dalle persone in modo formale, non formale, informale, nelle varie fasi della vita, al fine di migliorare le conoscenze, le capacità e le competenze, in una prospettiva personale, civica, sociale e occupazionale”. 29.10.2012 – decreto presidenziale n. 263/2012 contenente le norme generali per la ridefinizione dell'assetto organizzativo didattico dei nuovi Centri di istruzione per gli adulti (sostituiranno in pratica gli storici CTP e gli istituti serali). Dall'a.s. 2014/2015, i nuovi Centri (CPIA) realizzeranno un'offerta formativa strutturata per livelli di apprendimento (correlati al modello EQF) e finalizzata al conseguimento di titoli di studio ed al rilascio di certificazioni formali. Dossier Competenze, 24 agosto ’14 (LT) Pagina 4/24 20.12.2012, Conferenza Unificata, Intesa sull’Apprendimento Permanente, riguardante le politiche per l'apprendimento permanente e gli indirizzi per l'individuazione di criteri generali e priorità per la promozione ed il sostegno alla realizzazione di reti territoriali (ai sensi dell'articolo 4, commi 51 e 55, della legge n.92). Già attivato il Tavolo Nazionale di raccordo sulle politiche per l’AP. 20.12.2012, Conferenza Unificata, Accordo sull’Orientamento Permanente per sviluppare e condividere una strategia nazionale, fondata sulla centralità della persona, al fine di superare la frammentazione degli interventi e delle politiche attivate, di realizzare il raccordo tra i sistemi che svolgono funzioni orientative e di definire standard minimi di servizio (già attivo il gruppo di lavoro interregionale sull’Orientamento, attesi risultati anche sulle competenze degli operatori). 20.12.2012, Accordo Stato Regioni sulla referenziazione del sistema italiano delle qualificazioni al quadro europeo delle qualifiche per l’apprendimento permanente (EQF). Tra l’altro Miur, MLPS e Regioni “concordano di adottare tutte le misure necessarie affinché a far data dal 1 gennaio 2004 tutte le certificazioni delle qualificazioni rilasciate in Italia ricomprese in tabella riportino un chiaro riferimento al corrispondente livello del Quadro Europeo delle Qualificazioni dell’apprendimento permanente”. 16.01.2013 - decreto legislativo n.13, istituisce il Sistema nazionale di certificazione delle competenze (ai sensi dell’art. 4 commi 58 e 68 della L. 92/12) e disciplina una materia trasversale e centrale per la concreta integrazione dei servizi di I, FP e Lavoro per il Cittadino. Il decreto si propone di far emergere le competenze professionali acquisite non solo sul lavoro ma anche nel tempo libero, in modo da promuovere la mobilità geografica e professionale, favorire l'incontro tra domanda e offerta nel mercato del lavoro, accrescere la trasparenza degli apprendimenti e la spendibilità delle certificazioni in ambito nazionale ed europeo. Da questo decreto sono derivate le due linee di intervento principali finalizzate alla definizione di: Repertorio Nazionale dei titoli di istruzione, formazione e delle qualificazioni professionali; Standard minimi del servizio di certificazione (processo, attestazione e sistema) aprile 2013 – approvato dalla Commissione Europea cronoprogramma condiviso tra MLPS, MIUR e Regioni sugli impegni relativi all’attuazione degli interventi previsti dal d.lgs. 13/2013, in linea peraltro con le condizionalità ex-ante previste per il prossimo ciclo di programmazione 2014/2020. La situazione nei vari territori regionali Lungo queste linee di azione molte regioni si sono quindi già attivate in una logica di collaborazione tecnica e cooperazione istituzionale, attraverso il coordinamento della IX Commissione ed anche mediante azioni di maternage o protocolli di scambio specifici (per la Calabria si ricorda in particolare il protocollo Color, stipulato con altre 6 regioni, per la diffusione delle metodologie ECVET per il riconoscimento del non formale, ed il gemellaggio Tos.Ca. con la regione Toscana per il trasferimento di buone pratiche nel campo dei servizi sociali ed educativi per la valorizzazione delle competenze dei cittadini, si veda anche oltre). La Regione Calabria sta inoltre contribuendo attivamente allo sviluppo del sistema nazionale fornendo diretta collaborazione nell’ambito dei gruppi di lavoro interregionali previsti dalla IX Commissione: in questo contesto aveva tra l’altro assunto l’impegno di verificare con gli esperti delle parti sociali territoriali la struttura informativa dello standard nazionale nelle aree economiche e professionali relative ai settori dei servizi socio-sanitari, servizi alla persona, servizi di educazione e formazione. Sempre su questo tema, si deve anche segnalare la partecipazione della Regione Calabria, insieme ad altre 5 regioni, al Tavolo interistituzionale sull’AP, costituitosi ai sensi dell’Intesa in Conferenza Unificata del 20 dicembre 2012, che svolge un ruolo di coordinamento e di regia complessiva su questa materia, oltre alla partecipazione all’importante Comitato Tecnico Nazionale recentemente costituitosi ex d.lgs.13/13. Ad oggi comunque la situazione nelle varie regioni italiane appare ancora molto diversificata, come evidenzia una recente (luglio ’14) rilevazione di Isfol che ha raccolto gli elementi più caratteristici dello stato di sviluppo nelle varie regioni. Dall’esame delle tabelle qui di seguito riportate, appare evidente come la regione Calabria regga il confronto con le altre regioni soprattutto per le attività condotte nell'ambito del gemellaggio TosCa (rif. Dossier Competenze, 24 agosto ’14 (LT) Pagina 5/24 tab.1 e tab.3 dove siamo dignitosamente menzionati per lo sviluppo di attività in corso, anche se sempre in attesa di atti normativi specifici; solo Sicilia e Molise appaiono per il momento ancora ferme nello sviluppo). Da evidenziare inoltre la copiosa produzione normativa già effettuata, ed anche recentemente, da moltissime altre regioni alla quale sta per seguire una fase ancora più significativa ed intensa nei prossimi mesi in relazione ai documenti ed agli standard che si stanno condividendo nei tavoli a livello nazionale. TAB. 1 – Presenza/assenza di Repertorio riferito a qualificazioni Regione Adozione Repertorio Note Presente/Assente Abruzzo Assente In fase di realizzazione Basilicata Presente Calabria Assente In fase di realizzazione – Gemellaggio con Regione Toscana Campania Assente In fase di realizzazione – “Maternage” Emilia Romagna Presente Friuli Venezia Presente (solo In fase di riorganizzazione/aggiornamento Giulia apprendistato) Lazio Presente Lombardia Presente Liguria Presente Marche Presente Traghettato dalla Regione Toscana Molise Assente Nessun contatto/aggiornamento Piemonte Presente Puglia Presente Traghettato dalla Regione Toscana Sardegna Presente Traghettato dalla Regione Toscana Sicilia Assente Nessun contatto/aggiornamento Toscana Presente P. A. di Bolzano Presente (solo In fase di riorganizzazione/aggiornamento apprendistato) P. A. di Trento Presente (solo In fase di riorganizzazione/aggiornamento apprendistato) Umbria Presente Valle d’Aosta Presente Veneto Assente In fase di realizzazione – Imminente traghettamento dalla Regione Lombardia Quadro regolamentare unitario delle condizioni di fruizione e garanzia del servizio e di relativi format e procedure standardizzati: PRIMO GRUPPO (8 Regioni) Le Regioni Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Sardegna, Toscana, Umbria, Valle D’Aosta e Veneto hanno istituito a livello normativo, procedure formali che codificano i servizi afferenti alla validazione degli apprendimenti e/o certificazione delle competenze. TAB. 2 – Primo gruppo di Regioni (presenza di quadro regolamentare delle condizioni di fruizione e garanzia del servizio) Dossier Competenze, 24 agosto ’14 (LT) Pagina 6/24 REGIONE EMILIA ROMAGNA Presenza Quadro PERCORSO NORMATIVO DEL SISTEMA DI CERTIFICAZIONE DELLE Regolamentare COMPETENZE unitario delle condizioni di fruizione La Regione Emilia Romagna ha definito l’architettura generale del sistema di certificazione attraverso una Legge regionale n. 12 del 2003. Successivamente ha formalizzato il “Sistema Regionale di Formalizzazione e Certificazione” attraverso la Delibera della Giunta Regionale del 19/04/2006 n.530 e successive modifiche e integrazioni effettuate con GR. 739/2013, che hanno integrato e ridefinito le procedure. Le competenze certificabili attraverso il processo devono essere contenute SI nel Repertorio. Le figure professionali coinvolte nelle procedure sono selezionate attraverso bandi periodici che prevedono anche l’attività formativa, gli esami e l’iscrizione in appositi Elenchi regionali. Riferimenti normativi e regolamentari LR n. 12 del 2003 DGR n. 530 del 19/04/2006 “Il sistema regionale di formalizzazione e certificazione delle competenze” DGR 739/2013 del 10 giugno 2013 “Modifiche e integrazioni al sistema regionale di formalizzazione e certificazione delle competenze di cui alla DGR n. 530/2006 La Regione Lombardia ha formalizzato il proprio “Modello e procedure di certificazione delle competenze acquisite in ambito non formale e informale” attraverso il Decreto 9380 del 22 ottobre 2012. Le competenze certificabili attraverso il processo devono essere contenute nel Quadro Regionale degli Standard Professionali (QRSP) e possono riguardare anche un intero profilo. SI La gestione operativa della certificazione delle competenze acquisite in ambiti non formali e informali è affidata ai soggetti accreditati in Lombardia per i Servizi per il Lavoro, i cui requisiti e le modalità operative sono state approvate con il Decreto Dirigenziale 9749 del 31.10.2012. LOMBARDIA Riferimenti normativi e regolamentari Decreto n. 7105 del 29.07.2011 Aggiornamento del Quadro Regionale degli Standard Professionali Decreto n. 13503 del 22.12.2010 “Approvazione del modello di certificazione competenze non formali e informali – 1 applicazione” Decreto n. 9380 del 22.10.2012 “Approvazione del modello e delle procedure per il sistema di certificazione delle competenze acquisite in ambito non formale e informale in Regione Lombardia Allegato al Decreto 9380 del 22.10.2012 DDUO n. 9749 del 31.10.2012 sull’accreditamento degli Enti per il Servizi per il Lavoro Dossier Competenze, 24 agosto ’14 (LT) Pagina 7/24 La Regione Piemonte ha definito l’architettura del sistema di certificazione a partire dal 2006 con la DGR n. 152-3672 del 02/08/2006. Successivamente con “Manuale per la certificazione delle competenze e la concessione dei crediti” approvato con il DD172 del 28/03/2011 la Regione ha formalizzato i processi di accertamento, formalizzazione e certificazione delle competenze acquisite in contesti formali e ha definito SI, in un glossario generale. completamento PIEMONTE SARDEGNA La Sezione 2 del suddetto manuale, denominata “Manuale per l’individuazione, la validazione e la certificazione delle competenze acquisite in contesti formali, non formali e informali”, è stata approvata per la sua prima parte con la Determinazione n. 819 del 18 Dicembre 2013. Riferimenti normativi e regolamentari DGR n. 152-3672 del 02/08/2006 “Manuale per la certificazione delle competenze e la concessione dei crediti” approvato con il DD 172 del 28/03/2011 in attuazione degli indirizzi della DGR n. 152-3672 del 02/08/2006 e s.m.i. Determinazione n. 819 del 18 Dicembre 2013 contenente la parte prima della Sezione 2 del manuale denominata “Manuale per l’individuazione, la validazione e la certificazione delle competenze acquisite in contesti formali, non formali e informali” La Regione Sardegna ha istituito, con la DGR n. 27/30 del 17.07.2007, il Repertorio Regionale delle Figure professionali a seguito del protocollo d’intesa con la Regione Toscana, il cui repertorio è stato adattato al contesto socio-produttivo sardo. Successivamente con la DGR. n. 33/9 del 16.7.2009, sono stati approvati i contenuti descrittivi dei settori e delle SI, in singole figure professionali. completamento Nel 2012 con la DGR n. 50/26 del 21.12.2012, sono state approvate le Linee Guida del sistema, “Soggetti, ruoli, procedura per il riconoscimento e la certificazione delle competenze comunque apprese: principi generali” mentre, con la Determinazione n. 19427/2375/F.P. del 23.04.2013, sono state definite le norme che disciplinano la fase transitoria del sistema regionale di certificazione delle competenze. Con la Determinazione n. 16832/1884/F.P. DEL 24.04.2014 e relativo allegato, la Regione Sardegna ha definito le condizioni di fruizione e garanzia del servizio di certificazione delle competenze con “parità di accesso e trattamento” per “chi proviene da percorsi di convalida (o validazione) di apprendimento non formale/informale” così come per “chi richiede la certificazione al termine di un percorso formativo autorizzato dalla Regione Sardegna.” Resta ancora da definire la procedura per la convalida o validazione di apprendimento non formale e informale. Riferimenti normativi e regolamentari • DGR n. 27/30 del 17.07.2007, istituzione del Repertorio Regionale delle Figure professionali • DGR. n. 33/9 del 16.7.2009 sui contenuti descrittivi dei settori e delle singole figure professionali. Dossier Competenze, 24 agosto ’14 (LT) Pagina 8/24 • DGR n 50/26 del 21.12.2012 “Soggetti, ruoli, procedura per il riconoscimento e la certificazione delle competenze comunque apprese: principi generali” • Determinazione n. 19427/2375/F.P. del 23.04.2013 sulle norme che disciplinano la fase transitoria del sistema regionale di certificazione delle competenze • DETERMINAZIONE N. 16832/1884/F.P. DEL 24.04.2014 Sistema regionale per la certificazione delle competenze. Attuazione della deliberazione G.R. n. 50/26 del 21.12.2012. La Regione Toscana ha definito l’architettura generale del sistema di certificazione attraverso una Legge regionale n. 32 del 2002. Successivamente il sistema è stato formalmente istituito attraverso il DGR n.731 del 02/08/2010 – Approvazione del “Disciplinare per l’attuazione del sistema regionale delle competenze”. Il Disciplinare è ulteriormente aggiornato con modifiche approvate tra il 2010 e il 2013. SI Ulteriori indirizzi riguardanti il Libretto formativo e le procedure di validazione e certificazione delle competenze acquisite in contesti non formali e informali sono stati oggetto di altrettanti DGR approvati tra il 2010 e il 2012. TOSCANA Riferimenti normativi e regolamentari LR n. 32/2002 DGR n. 731 del 02/08/2010 – Approvazione del “Disciplinare per l’attuazione del sistema regionale delle competenze previsto dal regolamento di esecuzione della L.R. 32/2002” Disciplinare per l’attuazione del sistema regionale delle competenze Regolamento di esecuzione della L.R. 32/2002 - Testo coordinato con le modifiche approvate con DGR n. 559/2013 DGR n. 1066 del 13/12/2010 “Libretto formativo del cittadino Approvazione indirizzi per la messa a sistema delle procedure di rilascio del libretto formativo del cittadino” DGR n. 610 del 10/07/2012 ai sensi del DGR n. 532/09 e s.m.i. “Approvazione indirizzi regionali per la messa a sistema delle procedure di validazione e certificazione delle competenze acquisite in contesti non formali e informali” La Regione Umbria ha scelto di costituire il sistema regionale di certificazione attraverso un approccio progressivo ed integrato che si basa sulla procedura già consolidata del sistema di riconoscimento dei crediti e del sistema formativo integrato regionale definito tra il 2007 e il 2009. UMBRIA Nel 2010 attraverso la DGR n. 51 la Regione ha regolato i procedimenti di SI certificazione riferiti ad ambiti professionali regolamentati a livello nazionale e regionale per due professioni. A maggio 2013 la Regione ha diffuso un manuale ad uso degli operatori del sistema formativo dell’Umbria “Il sistema regionale degli standard dei Dossier Competenze, 24 agosto ’14 (LT) Pagina 9/24 crediti formativi e delle certificazioni di competenza – Edizione maggio 2013” in cui l’iter normativo realizzato è stato integrato in un quadro di procedure formalizzate. Riferimenti normativi e regolamentari DGR n. 1429 del 03/09/2007 "Approvazione della Direttiva crediti" DGR n. 181 del 25/2/2008 "Prime misure di attuazione della Direttiva Regionale sul riconoscimento dei crediti formativi”. LR n. 7 del 15/04/2009 “Sistema formativo integrato regionale” DGR n. 51 del 18/01/2010 “Approvazione della Direttiva sul sistema regionale degli standard professionali, formativi, di certificazione” La Regione Valle d’Aosta è impegnata da molti anni nella valorizzazione degli apprendimenti sviluppati dalle persone in diversi contesti formali, non formali e informali. La più recente definizione della procedura è stata pubblicata attraverso le “Linee Guida del procedimento di certificazione delle competenze degli operatori della formazione professionale”: allegato alla deliberazione della Giunta Regionale n.302 in data 11 febbraio 2011. SI VALLE D’AOSTA VENETO Riferimenti normativi e regolamentari DGR n. 2712 del 02/10/2009 "Approvazione delle Disposizioni per l'istituzione e la gestione del sistema regionale di certificazione delle competenze e per la costituzione del repertorio degli standard professionali" Approvazione dell'istituzione del repertorio regionale dei profili e degli standard professionali e delle competenze ed approvazione dei relativi criteri e modalità di funzionamento in applicazione dell' art.19 della LR n. 31 marzo 2003, n.7 recante "Disposizioni in materia di politiche regionali del lavoro, di formazione professionale e di riorganizzazione dei servizi per l'impiego" La DGR Deliberazione della Giunta regionale n. 302/2011 e Linee Guida del procedimento di certificazione delle competenze degli operatori della formazione professionale”: allegate. La Regione del Veneto ha definito il quadro regolamentare delle condizioni di fruizione del servizio attraverso la DGR n. 2895 del 28/12/2012 e allegate Linee Guida in cui si prevede un modello operativo in cui sono descritti due servizi sui tre previsti:: A. Servizio di supporto nella costruzione del dossier: B. Servizio di validazione delle competenze: Nel modello della Regione del Veneto al momento il terzo servizio ovvero la Certificazione di Competenze è prevista ma non affrontata per SI, in mancanza di standard di riferimento. completamento Riferimenti normativi e regolamentari Delibera n. 2895 del 28/12/2012 - Approvazione Linee Guida competenze DGR n. 2895/2012, Allegato A - Linee Guida per la validazione di competenze acquisite in contesti non formali e informali Guida operativa Attestato e Dossier Dossier Competenze, 24 agosto ’14 (LT) Pagina 10/24 Secondo gruppo (10 Regioni) Le Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Puglia e Provincia Autonoma di Trento, hanno avviato normative (o attività preparatorie ad atti normativi) finalizzate alla definizione di sistemi di validazione e certificazione attraverso decreti e delibere ma al momento non hanno ancora completato il quadro delle norme o implementato i servizi connessi. TAB. 3 – Secondo gruppo di Regioni (norme in corso di implementazione) REGIONE ABRUZZO BASILICATA CALABRIA CAMPANIA PERCORSO NORMATIVO DEL SISTEMA DI CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE Note E’ stata avviata la definizione del Sistema regionale di formalizzazione e certificazione delle competenze acquisite in contesti formali, non formali e informali (nel novembre del 2012 è stata aggiudicata la gara per l’affidamento dei servizi) La Regione Basilicata a partire dal 2011, con la DGR n. 243 del 23 febbraio 2011 e la DGR n. 1625 del dell’8/11/2011, ha istituito il “Repertorio regionale dei profili professionali della Basilicata”, successivamente con la DGR n. 625 del 17/5/2012 ha fondato il Repertorio regionale delle attestazioni e formalizzato la strategia regionale in tema di certificazione delle competenze in relazione al sistema regionale degli standard (competenze e qualifiche) regionali. La DGR n. 167 del 14/2/2013 istituisce il «Repertorio Regionale delle Qualificazioni della Basilicata» che rappresenta il riferimento regionale per repertorio nazionale. Ancora disponibili normativi. Riferimenti normativi e regolamentari • LR n. 33 dell’11/12/2003 “Riordino del sistema formativo integrato” (artt.27-32) • DGR n. 243 del 23/2/2011 “Documento metodologico per la costruzione del Repertorio regionale …” • DGR n. 1625 del dell’8/11/2011 istituisce il “Repertorio regionale dei profili professionali della Basilicata”; • DGR n. 625 del 17/5/2012, istituisce il Repertorio regionale delle attestazioni; • DGR n. 167 del 14/2/2013 istituisce il «Repertorio Regionale delle Qualificazioni della Basilicata» Il sistema di certificazione delle competenze è presente tra gli obiettivi strategici del POR. E’ avviato un Progetto di gemellaggio denominato TOS.CA. per il trasferimento di buone pratiche dalla Regione Toscana alla Regione Calabria su Libretto Formativo e Sistema Regionale delle Competenze (presentato nel marzo del 2013). La Regione Campania, dopo un lungo periodo di dibattito istituzionale e sperimentazioni sul campo, ha approvato la Delibera della Giunta Regionale n. 223 del 27/06/2014 che ha come oggetto “APPROVAZIONE DEGLI INDIRIZZI SUL SISTEMA REGIONALE DEGLI STANDARD PROFESSIONALI, FORMATIVI, DI CERTIFICAZIONE E DI ATTESTAZIONE” Con questa delibera si definisce l’architettura del sistema di certificazione delle competenze e si avvia un percorso attuativo che prevede una pratica di “maternage” con il supporto di Isfol. Dossier Competenze, 24 agosto ’14 (LT) non atti Architettura di sistema e Repertorio sono definiti così come i format di attestazione, manca la definizione del processo e delle procedure Ancora disponibili normativi. non atti Definita architettura di sistema e linee di indirizzo per la costituzione del Repertorio. Pratica di Pagina 11/24 “maternage”. Riferimenti normativi e regolamentari Delibera della Giunta Regionale n. 223 del 27/06/2014 e allegato. FRIULI VENEZIA GIULIA LAZIO Il Friuli Venezia Giulia ha avviato la attività normativa relativa al sistema di certificazione delle competenze a partire dall’apprendistato e DGR n. 2023 del 2006 ha istituito un Repertorio dei profili formativi per l’apprendistato professionalizzante (organizzato in unità di competenze certificabili). Tale sistema è attualmente in fase di aggiornamento. Riferimenti normativi e regolamentari Legge Regionale n°18 del 9 Agosto 2005 “Regolamento dell’apprendistato professionalizzante” DGR 2023 DD. 31.8.2006 istitutiva del Repertorio del profili per l’apprendistato La Regione Lazio, sin dal 2006, si è dotata di un repertorio regionale delle competenze e dei profili formativi per il sistema di validazione e certificazione delle competenze attraverso la DGR n. 128 del 22 marzo 2006 “Istituzione di un Repertorio Regionale dei profili professionali e formativi” che definisce anche la creazione del sistema finalizzato alla certificazione delle competenze acquisite in percorsi formativi e al riconoscimento dei crediti per l’integrazione dei sistemi. La DGR n. 452 del 11 settembre 2012:istituisce il «Repertorio Regionale delle competenze e dei profili formativi»; approva « Linee di indirizzo e procedure di aggiornamento»; prevede l’adozione del sistema di formalizzazione e certificazione delle competenze tramite l’utilizzo del libretto formativo del cittadino e del sistema di offerta formativa. Non vi sono atti normativi di architettura ma è presente un Repertorio dei profili per l’apprendistato. Architettura di sistema e Repertorio sono definiti, manca la definizione del processo e delle procedure Riferimenti normativi e regolamentari DGR n. 128 del 22 marzo 2006 “Istituzione di un Repertorio Regionale dei profili professionali e formativi” DGR n. 452 dell’11 settembre 2012 relativa all’Istituzione del Repertorio regionale delle competenze e dei profili formativi e all’approvazione delle Linee di indirizzo e Procedura di aggiornamento LIGURIA La Regione Liguria è in fase di definizione di un sistema regionale normato di certificazione delle competenze che ha preso avvio a partire dalla Legge regionale n. 18 dell’11 maggio 2009 “Sistema educativo Per ora regionale di Istruzione, Formazione e Orientamento”. Tale legge sancisce disponibile solo che, nell’ambito del Sistema educativo regionale sono riconosciute le il Repertorio. certificazioni ed i crediti maturati in ambito di studio e/o di lavoro. Nel 2013 con la DGR n.597 del 24/05/2013 aggiorna il Repertorio regionale delle figure professionali Riferimenti normativi e regolamentari Legge regionale n. 18 dell’11 maggio 2009 avente per oggetto “Sistema educativo regionale di Istruzione, Formazione e Orientamento”. DGR n.597 del 24/05/2013 «Repertorio delle figure professionali» Dossier Competenze, 24 agosto ’14 (LT) Pagina 12/24 MARCHE La Regione Marche con la DGR 1656 del 22/11/2010 “Approvazione dell’architettura del sistema regionale per il riconoscimento e la certificazione delle competenze della Regione Marche”, ha introdotto la certificazione e il riconoscimento dell’apprendimento non formale e informale nell’ambito della riforma dei sistemi educativi e formativi, nella prospettiva di lifelong learning. Nel 2011 con la DGR 808 del 06/06/2011 ha approvato il protocollo di intesa con la Regione Toscana finalizzato alla definizione di standard professionali, di riconoscimento e certificazione delle competenze nel sistema regionale di istruzione, formazione e lavoro e avviato così il processo di «traghettamento» del sistema di validazione e certificazione delle competenze della Regione Toscana nel proprio sistema. Pratica di traghettamento dalla Toscana con approvazione di architettura e Repertorio. Riferimenti normativi e regolamentari • DGR 1656 del 22/11/2010 “Approvazione dell’architettura del sistema regionale per il riconoscimento e la certificazione delle competenze della Regione Marche” • DGR 808 del 06/06/2011 “Protocollo di intesa tra Regione Toscana e Regione Marche finalizzato alla definizione di standard professionali, di riconoscimento e certificazione delle competenze nel sistema regionale di istruzione, formazione e lavoro” La Regione Puglia con la DGR n. 1604 del 12 luglio 2011, ha avviato un percorso di definizione strategica di un sistema di certificazione delle competenze attraverso l’apertura di una attività di cooperazione interregionale con la Regione Toscana, per lo scambio di esperienze, strumenti e dispositivi tecnici. La strategia è stata formalizzata attraverso la DGR n. 2273 del 13-112012 "Indirizzi generali per la creazione del Sistema Regionale di Competenze e Istituzione del Comitato Tecnico regionale”, che pone le basi per l’avvio del sistema integrato istruzione – formazione – lavoro, basato sul riconoscimento delle competenze e prevede la definizione di “standard relativi ai processi di riconoscimento e certificazione delle competenze. Nel quadro di questo percorso con l’atto dirigenziale n. PUGLIA 854/2013 del Servizio Formazione Professionale si adotta lo schema di Libretto Formativo del cittadino Riferimenti normativi e regolamentari • D.G.R. n. 1604 del 12 luglio 2011 “Protocollo d’intesa tra Regione Puglia e Regione Toscana per la collaborazione in materia di standard per il riconoscimento e la certificazione delle competenze” • L.R. 22 ottobre 2012, n.31 “Norme in materia di formazione per il lavoro” • D.G.R. n. 2273 del 13-11-2012 “Indirizzi generali per la creazione del Sistema Regionale di competenze e Istituzione del comitato Tecnico regionale • Atto dirigenziale n.854/2013 - Approvazione dello schema di Libretto Formativo del cittadino e avvio della sperimentazione PROVINCIA La Provincia Autonoma di Trento, nel 2013, ha emanato il primo atto AUTONOMA normativo di avvio al processo di definizione del sistema di validazione e DI TRENTO certificazione delle competenze. Con Legge Provinciale n.10 del 1 luglio Dossier Competenze, 24 agosto ’14 (LT) Pratica di traghettamento dalla Toscana con approvazione di architettura e Repertorio. Avviata sperimentazione di procedura per il servizio di apertura del Libretto formativo. Architettura di Pagina 13/24 2013 “Interventi per favorire l’apprendimento permanente e la sistema definita certificazione delle competenze”, si definisce la cornice organizzativa del con Legge sistema di validazione e certificazione delle competenze nella quali si Provinciale. prevede l’istituzione di un repertorio provinciale dei titoli di istruzione e formazione e delle qualificazioni professionali e l’adozione del libretto formativo del cittadino. Riferimenti normativi e regolamentari • Legge Provinciale 1 luglio 2013, n.10 "Interventi per favorire l'apprendimento permanente e la certificazione delle competenze" N.B. Per le Regioni Molise e Sicilia e per la PA di Bolzano non vi sono per ora informazioni disponibili Il percorso di sviluppo seguito finora in Calabria In Calabria il tema delle competenze era già stato previsto nel POR 2007/2013, in particolare dall’Asse I Adattabilità, Obiettivo Specifico A: Sviluppare sistemi di formazione continua e sostenere l’adattabilità dei lavoratori; Obiettivo Operativo A1: Qualificare e organizzare il sistema regionale di formazione continua, attraverso: - la progettazione, la realizzazione, il monitoraggio e l’aggiornamento del sistema regionale per la definizione delle qualifiche e delle competenze (in coerenza con le attività svolte a livello nazionale, in particolare per la certificazione delle competenze). Per molto tempo comunque il tema della certificazione delle competenze è rimasto completamente ai margini delle iniziative regionali (si ricorda solo un progetto del Dipartimento n.11 che si è preoccupato più che altro di migliorare la curvatura dei percorsi scolastici ed universitari verso le esigenze del mondo delle imprese, senza peraltro incidere in modo significativo nello sviluppo dei nuovi modelli di riferimento), ma negli ultimi tre anni, grazie soprattutto alla grande sensibilità ed all’impegno profuso da molti dirigenti e funzionari del Dipartimento n.10, la Regione ha provato a colmare il considerevole gap esistente con le altre regioni, attivando tutta una serie di iniziative progettuali che hanno iniziato a creare le premesse per l’affermazione di modelli di gestione delle competenze più evoluti e maggiormente in linea con lo sviluppo del quadro nazionale ed europeo. Le analisi e lo sviluppo delle problematiche hanno coinvolto ed interessato quasi tutto il personale interno al dipartimento, già a fine 2012 risultavano costituiti molti gruppi di lavoro interni sulle tematiche in questione, anche grazie al supporto di un gruppo di lavoro esterno (formato da ben 7 collaboratori oltre al sottoscritto che ha svolto funzioni di coordinatore per i primi 3 mesi e di direzione scientifica negli ultimi 6 su un totale di 18 mesi complessivi del progetto) affidato alla Fondazione Field che ha utilizzato peraltro anche un apposito ufficio (la stanza n.10 al primo piano del Dip.n.10) quale punto di riferimento (presente anche una biblio/emeroteca oltre ad un dispenser informativo per il pubblico) per tutto il Dipartimento n.10 in tema di di AP e Certificazione Competenze. In questo periodo si è rivelato anche molto importante mantenere una partecipazione abbastanza continua ai vari lavori svolti a livello nazionale, il che ha permesso di raccordare lo sviluppo regionale a quello in atto nelle altre regioni, rafforzando inoltre molte sinergie con gli altri territori e con altri attori istituzionali per l’organizzazione di convegni, seminari e confronti pubblici (diversi eventi intercorsi in questo periodo, dal primo confronto avvenuto nell’Agorà a VV ad ottobre ’12 con molti ospiti illustri – Regione Toscana, Comune di Firenze, Aica, Tecnostruttura, reg. Campania ecc. - fino alla giornata di lancio su Erasmus plus nel marzo ’14 con Indire ed Isfol). Nello specifico, gli ultimi anni sono stati contrassegnati da numerose e significative iniziative, (oltretutto, a parte la prima qui di seguito riportata, tutte a costo zero), tra le quali si ricordano: Dossier Competenze, 24 agosto ’14 (LT) Pagina 14/24 - da agosto 2012 e fino a gennaio 2014 si è sviluppato il progetto “Azioni di Sistema per lo Sviluppo degli Standard Professionali, Formativi e di Certificazione delle Competenze” (Standard PFC, finanziato col POR FSE, Asse I Adattabilità, Obiettivo Specifico A, ed istituito con dgr n.8780 del 18.06.12) che ha delineato un percorso di sviluppo del sistema regionale di standard PFC (professionali, formativi e di certificazione delle competenze) a carattere intersettoriale e rivolto primariamente allo sviluppo ed all’adeguamento continuo delle competenze degli operatori del sistema regionale (attivati peraltro due gruppi di lavoro intersettoriali per lo sviluppo degli standard professionali degli operatori e per la messa a regime del libretto formativo del cittadino, anche a seguito delle numerose attività condotte anche a carattere sperimentale in sede provinciale sulla base dei “Piani Provinciali per il lavoro -Sistema per l’Impiego” finanziate sull’Asse Occupabilità – obiettivo specifico D); - da aprile 2012, grazie ad un accordo di collaborazione con la regione Toscana, è stato sviluppato il Web Learning Group sulla piattaforma Trio, e sono ancora allo studio ulteriori implementazioni in ambito del gemellaggio Tos.Ca. relative a moduli e-learning per l’acquisizione delle competenze trasversali degli apprendisti assunti con contratto di apprendistato professionalizzante; - nel marzo 2013 è stato avviato il gemellaggio Tos.Ca. (proposta presentata il 24 aprile 2012 nell’ambito del PON GAT, obiettivo operativo II.3 “Azioni di gemellaggio”, progetto AGIRE POR 2007/13, sottoscritta dalla Regione Toscana e dal Comune di Firenze quali amministrazioni offerenti, dalla Regione Calabria e dal Comune di Vibo Valentia quali amministrazioni destinatarie, e successivamente approvata dalla Divisione IX del Mise), finalizzato al trasferimento di buone pratiche nel campo dei servizi sociali ed educativi per la valorizzazione delle competenze dei cittadini, in particolare in cinque diversi ambiti tra loro strettamente interconnessi: utilizzo della piattaforma e-learning per la formazione a distanza; Libretto Formativo del Cittadino; Repertorio regionale delle competenze professionali; integrazione dei servizi sociali e per l’occupabilità; servizi per la prima infanzia; - ad aprile 2013 è stato sottoscritto dal Dipartimento n.10 della Regione Calabria il protocollo Color, di valenza triennale e stipulato con altre regioni italiane (Piemonte, Toscana, Lazio, Campania, Basilicata, recentemente sottoscritto anche dalla Puglia), nato dall’omonimo progetto europeo coordinato da Isfol al quale la Calabria ha partecipato in qualità di partner associato, che prevede la stabilizzazione del network tra le autorità competenti e la prosecuzione del percorso di sperimentazione di ECVET nella sua relazione ad EQF e agli altri dispositivi europei (in questo contesto la Regione Calabria avrebbe dovuto assumere la presidenza nel primo semestre di attività del protocollo, e si era già previsto di condurre, insieme agli operatori di settore, sperimentazioni specifiche nel settore dell'edilizia per il riconoscimento delle competenze dei lavoratori acquisite anche in modo non formale); - sono inoltre già da tempo in cantiere specifiche azioni di mobilità transnazionale rivolte agli operatori del sistema regionale, così come delineate dal progetto @Lè - AAP (Agorà per l’Apprendimento Permanente) ammesso a finanziamento da Isfol sul bando LLP – Leonardo da Vinci azione VETPRO (progetto risultato il primo in graduatoria su oltre 200 partecipanti all’ultimo bando avvenuto su scala nazionale). Tutte le iniziative a carattere sperimentale ed innovativo sono state peraltro condotte con il metodo della progettazione partecipata, trovando spazio nell’ambito dell’Agorà @Lè Calabria TM sviluppata con metodologia ATM (di LT) al fine di coinvolgere in modo aperto e partecipato tutta la comunità degli operatori e diffondere maggiormente la cultura e le pratiche in uso nel campo dell’AP. Da ottobre ‘12 è stato anche attivato il periodico telematico “News dell’Agorà” – quasi un migliaio di utenti tra operatori, esperti e partner anche a livello nazionale correlato ad una specifica sezione dell’Agorà (www.agorale.it), costituita all’interno del Dossier Competenze, 24 agosto ’14 (LT) Pagina 15/24 portale tematico regionale “Calabria formazione, lavoro e politiche sociali” e tenuta in costante aggiornamento. Un approccio quindi allo sviluppo locale di tipo partecipativo, peraltro nella falsariga del CLLD, CommunityLed Local Development suggerito dalla CE, come risposta alle complesse sfide territoriali attraverso il coinvolgimento di tutta la comunità locale interessata. Su queste tematiche d’altronde l’ambito di coinvolgimento deve essere necessariamente esteso a tutta la comunità locale, anche dal punto di vista dell’organizzazione del modello di servizio, tenendo presente che le Regioni rappresentano gli enti titolari in materia di individuazione, validazione e certificazione di competenze riferite a quelle qualificazioni rilasciate nell'ambito delle proprie competenze, ma che possono essere, altresì, enti titolati quei soggetti, pubblici o privati, comprese le CCIAA, autorizzati o accreditati ad erogare, in tutto o in parte, i servizi anzidetti. Come previsto ancora dalla l. 92/12, alla costruzione delle reti territoriali per l’AP devono peraltro concorrere diversi soggetti, comprese le Università (attraverso l’inclusione dell’apprendimento permanente nelle loro strategie istituzionali, la predisposizione di un’offerta formativa flessibile e di qualità, l’erogazione di idonei servizi di orientamento e consulenza, il sostegno alla mobilità delle persone), le imprese (attraverso rappresentanze datoriali e sindacali), le CCIAA nell’erogare i servizi destinati alla crescita del sistema imprenditoriale e del territorio, le strutture territoriali degli enti pubblici di ricerca. Il modello di riferimento I primi elementi di riferimento del nuovo modello regionale di Certificazione delle Competenze sono già stati delineati nella proposta di delibera regionale (prima versione dicembre ’13, ultima marzo ’14) elaborata all’interno del Dip. n.10 per definire e promuovere gli aspetti costitutivi del nuovo sistema regionale di Apprendimento Permanente, al fine di favorire la condivisione del linguaggio comune di riferimento e la partecipazione nell’ambito delle progettualità in atto fra gli operatori regionale nonché fra i cittadini che a tale sistema si rivolgono. Si tratta certamente di un modello molto complesso, peraltro in linea con l’architettura di standard professionali, formativi e di certificazione delle competenze ormai affermatasi da molti anni in varie regioni italiane. Un ruolo centrale nell’ambito dello sviluppo del sistema regionale di AP è rappresentato dal Repertorio regionale delle Competenze e delle Qualificazioni Professionali la cui implementazione ed il suo continuo adeguamento costituiscono obiettivi prioritari per la realizzazione di un sistema dell’AP effettivamente integrato tra i vari settori coinvolti: Istruzione, Formazione, Orientamento e mondo del Lavoro. Il Repertorio Regionale rappresenta infatti il comune riferimento per il mondo del lavoro, per il sistema dell’istruzione tecnico-professionale, dell’orientamento, della formazione professionale e soprattutto per i cittadini che sono posti al centro dei processi di servizio che ne conseguono: fatto salvo il necessario periodo di transizione, tutte le qualificazioni, attestazioni e certificazioni di competenza della Regione dovranno essere rilasciate assumendo a riferimento i profili e le unità di competenza ivi presenti. Il Repertorio regionale si sviluppa attraverso la progressiva raccolta delle competenze e delle qualificazioni: rilasciate dal sistema di Istruzione e Formazione Professionale, dall’Istruzione e Formazione Tecnica Superiore e dall’Istruzione Tecnica Superiore; Dossier Competenze, 24 agosto ’14 (LT) Pagina 16/24 rilasciate dal sistema di formazione professionale regionale; relative all’apprendistato professionalizzante, come previste dal TU dell’apprendistato (167/2011); relative ai profili professionali regionali di nuova identificazione; relative a singole competenze (o aggregati di competenze) per la quali non vi sia corrispondenza specifica con un profilo professionale associabile (ad esempio, le competenze chiave indicate dalla raccomandazione europea del 2006). In questo ambito, la qualificazione (qualification) assume una precisa funzione di attestazione, valida per il mercato del lavoro, del possesso, da parte del soggetto interessato, dell’insieme minimo di competenze previste e, per poter essere collegata al meta-quadro EQF e quindi risultare spendibile anche a livello europeo, dovrà essere referenziata ad uno degli 8 livelli EQF attraverso la sua struttura standard formulata in termini di risultati di apprendimento (learning outcomes). Dai valori di competenza e professionalità richiesti dal mondo del lavoro e necessari per uno sviluppo efficace del contesto socio-economico e del tessuto imprenditoriale, agli standard professionali del repertorio fino agli obiettivi di apprendimento previsti nei percorsi formativi ed educativi: un percorso virtuoso per dare valore a tutta la filiera dell’Education e del Lavoro. L’adozione di un tale modello di sviluppo comporta comunque una sostanziale revisione di tutta la filiera produttiva nel settore del Lavoro e dell’Education: vanno infatti pesantemente rivisti molti processi di servizio. Come rappresentato nella figura sottostante, in questo modo si verrebbe ad innescare un processo ciclico e virtuoso che ricontestualizza tutte le attività principali di servizio: dall’analisi dei fabbisogni alla programmazione efficace delle attività formative, all’ orientamento formativo e professionale del cittadino, fino al riconoscimento, alla validazione ed alla certificazione delle competenze comunque acquisite secondo standard nazionali ed europei. Tali attività riacquistano pertanto un nuovo significato operativo, venendo più efficacemente finalizzate e sostanziate dai valori di professionalità che sono alla base del modello, formando un circolo virtuoso in grado di produrre più efficacemente il valore aggiunto del sistema di AP. Un modello, quindi, che porta a reinterpretare tutte le attività già esistenti, introducendo peraltro processi profondamente innovati per il riconoscimento e la certificazione delle competenze o completamente nuovi come per la validazione delle Dossier Competenze, 24 agosto ’14 (LT) Pagina 17/24 esperienze, e che rappresenta la struttura portante per una visione integrata del sistema complessivo, dove formazione, orientamento e mondo del lavoro tendono a saldarsi in un quadro unitario e secondo obiettivi comuni. Ciò comporta una profonda sburocratizzazione di tutte le logiche di servizio, sia nell’ambito dei processi educativi e formativi che dei servizi per l’impiego, con analisi dei fabbisogni più mirate, progetti competitivi sulle modalità e sulla qualità dei processi di apprendimento con obiettivi di apprendimento prefissati, e dove i risultati di apprendimento diventeranno la metrica principale per valutare l’efficacia degli stessi percorsi e gli standard di professionalità i parametri necessari per orientare i servizi per l’occupabilità. Certamente un modello che necessita di una configurazione graduale del sistema complessivo di AP, attraverso la continua acquisizione degli elementi costitutivi degli standard professionali, formativi e di certificazione che dovrà svilupparsi in modo progressivo e continuo, in relazione alle esigenze di sviluppo rilevate sul territorio ed in linea peraltro con i processi di standardizzazione e di correlabilità in atto a livello nazionale. Un processo di costruzione da svilupparsi peraltro in modo condiviso e partecipato, dove la progettazione partecipata dei servizi di AP rappresenta un grande esercizio di cittadinanza, in cui entrano in relazione persone, competenze e professioni, una piccola rivoluzione, in cui alle idee dei cittadini si attribuisce legittimazione, importanza e interesse. La situazione attuale Il percorso di sviluppo seguito in questi ultimi anni e sostanzialmente mantenuto fino ai primi mesi del 2014, faceva anche presagire, considerate le varie iniziative regionali intraprese in rapporto anche ai processi di sviluppo in corso a livello nazionale ed interregionale, una naturale istituzionalizzazione delle capacità di gestione del Dipartimento in tema di gestione delle competenze e delle materie connesse. Qui si riporta un’ipotesi di assetto organizzativo per un team tecnico sull’AP di supporto al Dip. n.10 per la gestione della tematica delle competenze. Considerata la strategicità della tematica, il team dovrebbe necessariamente operare collocandosi trasversalmente ai servizi delle unità di line (in sintesi i 3 settori: Lavoro, Formazione e Servizi Sociali) per assicurare la necessaria integrazione metodologica tra i settori e presidiare, nel contempo, uno sviluppo autonomo ed equilibrato di tutto il sistema regionale di AP. Il team dovrebbe essere anche in grado di supportare tutte le altre strutture interessate su questo tema, a cominciare dagli altri dipartimenti regionali (come il Dip. n.3 sulla Programmazione, il Dip. n.5 sulle Attività Produttive, il Dip. n.11 su Cultura ed Istruzione ecc.), fino a curare i rapporti a livello regionale ed interregionale in materia di AP. Dovrebbe avere inoltre un ruolo attivo, su specifico indirizzo da parte del Dipartimento, sulla crescita delle competenze e di sviluppo professionale in materia di AP per tutto il sistema regionale degli operatori, a cominciare dal personale interno al Dipartimento 10, fino agli operatori distribuiti sul territorio, valorizzando le reti territoriali che coinvolgono in particolare: le istituzioni scolastiche e formative, le università, il sistema Dossier Competenze, 24 agosto ’14 (LT) Pagina 18/24 della formazione professionale e dei servizi per l'impiego, la rete dei Servizi per l’impiego, le istituzioni culturali, gli ordini e i collegi professionali, le associazioni di categoria, le CCIAA, le imprese, le organizzazioni sindacali, i soggetti della cooperazione, del volontariato e dell'associazionismo. Un ruolo strumentale chiave dell’azione di supporto è qui rappresentato dal sistema di standard regionali che dovrebbe essere posto a progressivo adattamento per tutti i suoi elementi costitutivi (standard professionali, formativi, di certificazione, di accreditamento delle strutture ecc.), con un sistema di comunicazione rivolto anche verso l’esterno, un canale questo che dovrebbe essere particolarmente curato attraverso lo sviluppo di un portale dedicato, per alimentare in modalità web il rapporto di condivisione e partecipazione attiva da parte di tutta la comunità interessata. In linea con quanto peraltro già avviato, le dinamiche partecipative dovrebbero essere sviluppate anche direttamente sul territorio (la piazza reale dell’Agorà), attraverso l’animazione e lo svolgimento di incontri definiti a vari livelli di interazione con la comunità (operatori, strutture, cittadini), utilizzando approcci e metodologie di partecipazione in grado di assicurare il coinvolgimento dei soggetti di riferimento per uno sviluppo coerente e condiviso del sistema regionale di AP. Ma attualmente la situazione appare molto diversa da quella che si poteva verosimilmente immaginare 6 mesi fa: da diversi mesi si vive infatti una fase di stallo sul tema dell’AP che sembra caduto nel più grande disinteresse, la proposta di delibera è rimasta sempre tale mentre l’attenzione dell’amministrazione è venuta meno anche per il sovrapporsi di altre vicende esterne che hanno causato un forte avvicendamento nei dirigenti e funzionari interni; praticamente tutte le iniziative di sviluppo che erano già state intraprese sono andate progressivamente ad isterilirsi, gli impegni sul repertorio nazionale già presi con il gruppo tecnico interistituzionale non sono stati mantenuti, a progetti come Color, WLG-Trio ed AAP non è stato dato alcun seguito operativo, addirittura anche per il gemellaggio TosCa siamo entrati in una fase di estrema criticità almeno sul piano amministrativo e rendicontale, non avendo ancora mai inviato alcuna documentazione di spesa al MISE; a fine gennaio è anche scaduto il contratto del gruppo di assistenza tecnica “Standard PFC” operante su questi temi che non è stato né rinnovato né sostituito nei compiti o nelle funzioni da nessun altro gruppo di lavoro, nonostante ne siano stati costituiti molti altri negli ultimi mesi; si può proprio dire che, inconsapevolmente o meno, questa linea di sviluppo è stata in buona sostanza completamente abbandonata (ed in questi ultimi mesi, solo la passione e la disponibilità del sottoscritto, che ha operato gratuitamente pur di mantenere comunque aperto il filone dello sviluppo, ha permesso di mantenere ancora un rapporto attivo con i gruppi di lavoro interregionali e nazionali). Una situazione particolarmente critica laddove, proprio in questa fase, a livello nazionale si sta procedendo alla definizione di decisivi accordi sul tema dell’AP e della certificazione delle competenze. A fine luglio è già stata definita l’intesa S/R sull’AP, mentre ora, attraverso il solito gruppo tecnico interregionale e d’intesa con il MLPS, si sta procedendo alla stesura di un’intesa Stato/Regioni in cui ogni regione si dovrà impegnare, tra l’altro, alla definizione del repertorio dei profili professionali ed allo sviluppo dei sistema di certificazione delle competenze, un’iniziativa voluta anche dalla IX Commissione che vuole garantire alla Commissione Europea che le Regioni entro fine anno 2014 siano in grado di rispondere alla condizionalità ex-ante relativa alla certificazione, il cui soddisfacimento costituisce vincolo per l’accesso ai fondi strutturali per la nuova programmazione 2014-2020. Le possibili linee di sviluppo Una possibile ipotesi di lavoro è già stata ipotizzata a metà luglio e rappresenta credo l’unica strada possibile per mettersi in linea rispetto alla condizionalità ex-ante sulla Certificazione delle Competenze, anche in funzione delle tempistiche espresse dal nuovo cronoprogramma per la CE e dagli accordi intercorsi nell'ambito del gruppo tecnico interregionale con il MLPS (nello schema indicati nelle nuvolette). Dossier Competenze, 24 agosto ’14 (LT) Pagina 19/24 E' cadenzata in 7 passi diversi, i tempi peraltro già leggermente superati sono comunque strettissimi, ed il primo passo è rappresentato dall'adozione della proposta di dgr (prot. int. 76874 del 04.03.14) sulle "linee di sviluppo per il sistema regionale di Apprendimento Permanente": non sembrano esservi molti altri margini di flessibilità per poter ottemperare agli impegni incombenti e riprendere il cammino dello sviluppo secondo una strada già profondamente segnata che appare a dir poco obbligata. Tale piano di lavoro si basa peraltro sulla ricostituzione di un gruppo tecnico interno al Dipartimento n.10 di supporto sulle competenze, un elemento questo, anche in una sua forma ridotta, essenziale per la complessità e la varietà delle azioni da sviluppare nel piano, ma che appare ora di difficile se non impossibile realizzazione, visto anche il pressoché totale esaurimento delle risorse disponibili sull'Asse I Adattabilità, grazie in particolare agli ultimi avvisi intervenuti come quello sul "Mantenimento dell'Occupazione" che sembra presentare livelli di coerenza assolutamente inferiori rispetto alle azioni che sarebbero invece necessarie in tema di AP e che si inquadrano nell'ambito del processo unitario di sviluppo (ai sensi del d.lgs.13/2013 ed attualmente in corso a livello nazionale, interregionale oltre che in quasi tutte le singole regioni e p.a.) finalizzato alla definizione del Repertorio dei profili professionali e del Sistema nazionale di certificazione delle competenze da conseguire entro novembre '14 in funzione delle condizionalità ex-ante poste dalla nuova programmazione 2014/2020. Eppure il tema della certificazione delle competenze ha saputo trovare spazio sia nel recente piano sulla Garanzia Giovani sia nell’ambito della nuova programmazione dei fondi strutturali approvata recentemente anche in Consiglio Regionale: l’auspicio a questo punto è che, tra i tanti gruppi di lavoro costituiti in questi ultimi mesi o anche nell’ambito dello stesso gruppo di assistenza tecnica avviato dalla PWC, qualcuno possa riprendere il testimone e proseguire lo sviluppo di queste tematiche che sembrano oramai essere state inopinatamente abbandonate. Ai primi di settembre sono in programma importanti riunioni del Gruppo Tecnico interistituzionale sulla certificazione delle competenze ed entro fine agosto dovrà essere indicato il nominativo del referente regionale su queste tematiche: prevista anche per l’8 settembre una giornata di formazione per avviare il lavoro di aggancio dei descrittivi dei propri profili regionali alle attività delle ADA di riferimento nazionale. Dossier Competenze, 24 agosto ’14 (LT) Pagina 20/24 Appendice: i termini chiave dell’Apprendimento Permanente Abilità Capacità di portare a termine compiti e di risolvere problemi. Apprendimento Processo grazie al quale un individuo assimila informazioni, idee e valori e quindi acquisisce conoscenze, abilità e competenze. L’apprendimento avviene attraverso la riflessione personale, la ricostruzione e l’interazione sociale. L’apprendimento può avere luogo in contesti formali, non formali o informali. Apprendimento formale Apprendimento erogato in un contesto organizzato e strutturato (per esempio, in un istituto d’istruzione o di formazione o sul lavoro), appositamente progettato come tale (in termini di obiettivi di apprendimento e tempi o risorse per l’apprendimento). L’apprendimento formale è intenzionale dal punto di vista del discente. Di norma sfocia in una convalida e in una certificazione. Apprendimento informale Apprendimento risultante dalle attività della vita quotidiana legate al lavoro, alla famiglia o al tempo libero. Non è strutturato in termini di obiettivi di apprendimento, di tempi o di risorse dell’apprendimento. Nella maggior parte dei casi l’apprendimento informale non è intenzionale dal punto di vista del discente. I risultati dell’apprendimento informale in genere non sfociano in una certificazione, ma possono essere convalidati e certificati nel quadro del riconoscimento dei programmi di apprendimento precedenti; l’apprendimento informale è detto anche apprendimento “esperienziale” o “fortuito” o casuale. Apprendimento non formale Apprendimento erogato nell’ambito di attività pianificate non specificamente concepite come apprendimento (in termini di obiettivi, di tempi o di sostegno all’apprendimento). L’apprendimento non formale è intenzionale dal punto di vista del discente. I risultati dell’apprendimento non formale possono essere convalidati e sfociare in una certificazione; talvolta l’apprendimento non formale è denominato “apprendimento semi-strutturato”. Apprendimento permanente Qualsiasi attività intrapresa dalla persona in modo formale, non formale e informale, nelle varie fasi della vita, al fine di migliorare le conoscenze, le capacità e le competenze, in una prospettiva di crescita personale, civica, sociale e occupazionale. Apprendistato Formazione sistematica a lungo termine che alterna periodi di apprendimento sul posto di lavoro a corsi erogati da un istituto d’istruzione o un centro di formazione. L’apprendista è contrattualmente vincolato al datore di lavoro ed è retribuito (riceve uno stipendio o un’altra forma di compenso). Il datore di lavoro si assume la responsabilità di fornire all’apprendista una formazione che gli permetterà di esercitare una data professione. In francese, il termine “apprentissage” indica sia l’apprendistato sia il processo di apprendimento (vedi “apprendimento”); il “sistema duale” tedesco è un esempio di apprendistato. Bilancio di Competenze Analisi delle conoscenze, abilità e competenze di una persona, comprese attitudini e motivazioni, per definire un progetto professionale e/o pianificare un progetto di orientamento o formazione professionale. Lo scopo di un bilancio di competenze è quello di aiutare una persona a: analizzare il profilo professionale acquisito; comprendere la propria posizione nel mondo del lavoro; prepararsi in vista della convalida dei risultati dell’apprendimento non formale o informale; progettare la carriera professionale. Dossier Competenze, 24 agosto ’14 (LT) Pagina 21/24 Certificazione dei risultati dell’apprendimento Rilascio di un certificato, un diploma o un titolo che attesta formalmente che un ente competente ha accertato e convalidato un insieme di risultati dell’apprendimento (conoscenze, know-how, abilità e/o competenze) conseguiti da un individuo rispetto a uno standard prestabilito. La certificazione può convalidare i risultati dell’apprendimento conseguiti in contesti formali, non formali o informali. Certificazione delle competenze Procedura di formale riconoscimento, da parte dell'ente titolato, delle competenze acquisite dalla persona in contesti formali, non formali e informali. La procedura di certificazione delle competenze si conclude con il rilascio di un certificato conforme agli standard minimi. Comparabilità delle qualifiche La possibilità di stabilire un’equivalenza tra il livello e il contenuto delle qualifiche (certificati, diplomi o titoli) a livello settoriale, regionale, nazionale o internazionale. La comparabilità delle qualifiche contribuisce al miglioramento della mobilità e dell’occupabilità delle persone. Non va confusa con l’ “equipollenza dei titoli” (che indica l’equivalenza di certificati o diplomi). Competenza Comprovata capacità di utilizzare, in situazioni di lavoro, di studio o nello sviluppo professionale e personale, un insieme strutturato di conoscenze e di abilità acquisite nei contesti di apprendimento formale, non formale o informale. Competenze chiave Insieme di conoscenze, abilità ed attitudini necessarie per sviluppare il capitale culturale, sociale e umano dell'individuo. Gli ambiti delle competenze chiave sono : Comunicazione nella lingua madre; Comunicazione nelle lingue straniere; Competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia; Competenza digitale; Imparare ad imparare; Competenze sociali e civiche; Spirito di iniziativa e imprenditorialità; Consapevolezza ed espressione culturale. Conoscenza Risultato dell’assimilazione di informazioni attraverso l’apprendimento. Le conoscenze sono l'insieme di fatti, principi, teorie e pratiche relative a un settore di studio o di lavoro. Contesto formale di acquisizione di competenze Contesto, strutturato e organizzato, finalizzato all’apprendimento. L’individuo viene coinvolto con la finalità di sviluppare determinate competenze e di conseguire un attestato relativamente a quanto appreso. Tipicamente, tale contesto è costituito dal sistema di istruzione e formazione professionale. Contesto non formale di acquisizione di competenze Contesto che pur non essendo specificatamente e/o esclusivamente strutturato come contesto di apprendimento (in termini di obiettivi, tempi e supporti), costituisce luogo di esercizio di attività che producono lo sviluppo di competenze; a tale contesto, seppure non formalizzato, la persona partecipa con la finalità prioritaria di apprendere. Contesto informale di acquisizione di competenze Contesto non predisposto e finalizzato all’apprendimento di competenze, ma che pure determina nella persona che opera in essi lo sviluppo di competenze; tale sviluppo, quindi, generalmente non è frutto di un’operazione intenzionale della persona. Dossier Competenze, 24 agosto ’14 (LT) Pagina 22/24 Convalida dei risultati dell’apprendimento La conferma, da parte di un ente competente, che i risultati dell’apprendimento (conoscenze, abilità e/o competenze) acquisiti da una persona in un contesto formale, non formale o informale sono stati accertati in base a criteri prestabiliti e sono conformi ai requisiti di uno standard di convalida. La convalida è generalmente seguita dalla certificazione. E-learning Apprendimento coadiuvato dalle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC). L’e-learning non si limita all’acquisizione delle competenze in materia di TIC (la cosiddetta “alfabetizzazione digitale”); può comprendere vari formati e metodologie ibride, come l’utilizzo di software, Internet, CD-ROM, il ricorso all’apprendimento in rete (on-line learning) o qualsiasi altro mezzo elettronico o interattivo; l’e-learning può essere uno strumento per l’istruzione e la formazione a distanza, ma anche un ausilio per le lezioni frontali. Ente titolato Soggetto, pubblico o privato, ivi comprese le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, autorizzato o accreditato dall'ente pubblico titolare, ovvero deputato a norma di legge statale o regionale, ivi comprese le istituzioni scolastiche, le università e le istituzioni dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica, a erogare in tutto o in parte servizi di individuazione, validazione e certificazione delle competenze. Profilo professionale Il profilo professionale indica un livello di aggregazione di ruoli professionali di ordine elevato ottenuto tenendo conto delle attività, eseguite o da eseguire, al fine di produrre un determinato bene o servizio. Costituisce il termine di riferimento per il sistema delle competenze. Oltre alle attività, a qualificare il contenuto di un Profilo concorrono le competenze, il livello di esercizio, le condizioni di esercizio e il contesto professionale di riferimento. Libretto formativo Il libretto formativo del cittadino raccoglie informazioni, dati e attestazioni riguardanti le esperienze di tipo educativo/formative e lavorative, effettuate anche in ambito sociale, ricreativo o familiare da ogni individuo. Il libretto rappresenta, dunque, un raccoglitore di informazioni aggregate ed "evolutive" delle competenze della persona e, in quanto tale, si distingue da altri strumenti di raccolta dati più "statici" e frammentati. Mobilità Capacità di una persona di trasferirsi in un nuovo ambiente di lavoro e di adattarvisi. La mobilità può essere geografica o “funzionale” (spostamento da una posizione all’altra in un’azienda o trasferimento ad un altro tipo di impiego). La mobilità permette alle persone di acquisire nuove competenze e, quindi, di aumentarne l’occupabilità. Quadro delle qualificazioni Strumento per lo sviluppo e la classificazione delle qualificazioni (per esempio, a livello nazionale o settoriale) in base a una serie di criteri (per esempio, descrittori) applicabili a livelli specifici di risultati dell’apprendimento conseguiti. È possibile utilizzare un quadro delle qualificazioni per: stabilire norme nazionali in materia di conoscenze, abilità e competenze; promuovere la qualità dell’istruzione; fornire un sistema di coordinamento e/o d’integrazione delle qualificazioni e consentirne il confronto collegandole tra loro; incoraggiare l’accesso all’apprendimento, il trasferimento dei risultati dell’apprendimento e la progressione nell’apprendimento. Dossier Competenze, 24 agosto ’14 (LT) Pagina 23/24 Quadro europeo delle qualificazioni per l’apprendimento permanente (EQF) Strumento di riferimento per descrivere e comparare i livelli delle qualificazioni nei sistemi di qualificazione messi a punto a livello nazionale, internazionale o settoriale. Le componenti principali dell’EQF sono costituite da 8 livelli di riferimento, descritti come “risultati dell’apprendimento” (una combinazione di conoscenze, abilità e/o competenze), nonché da una serie di meccanismi e principi per la cooperazione volontaria. Gli 8 livelli coprono l’intera gamma dei titoli e delle qualificazioni, da quelli che riconoscono le conoscenze, le abilità e le competenze di base a quelli assegnati ai più alti livelli d’istruzione e formazione accademica e professionale. L’EQF è uno strumento per tradurre i diversi sistemi di qualificazione nazionali (NQF, National Qualification Framework). Qualificazione Il termine qualificazione (qualification) indica il risultato formale (certificato, attestato, qualifica, diploma o titolo) di un processo di valutazione e convalida che viene rilasciato quando un’autorità competente stabilisce che una persona ha conseguito i risultati dell’apprendimento rispetto a standard predefiniti. La qualificazione riconosce ufficialmente la validità dei risultati dell’apprendimento sul mercato del lavoro o nella sfera dell'istruzione/formazione. Una qualificazione può costituire per legge un requisito obbligatorio per poter esercitare una determinata professione o anche le conoscenze, attitudini e competenze necessarie o previste per eseguire mansioni specifiche proprie di una particolare posizione professionale. Sistema nazionale di certificazione delle competenze L’insieme dei servizi di individuazione, validazione e certificazione delle competenze erogati nel rispetto delle norme generali, dei livelli essenziali delle prestazioni e degli standard minimi. Sistema europeo di trasferimento dei crediti per l’istruzione e la formazione professionale (ECVET) Sistema in cui le qualificazioni sono espresse in termini di unità relative ai risultati dell’apprendimento ai quali sono associati punti di credito, collegato a una procedura per la convalida di tali risultati. Il sistema mira a promuovere: la mobilità delle persone in formazione; l’accumulo, il trasferimento, la convalida e il riconoscimento dei risultati dell'apprendimento (formale, non formale o informale) conseguiti in paesi diversi; l’attuazione dell’apprendimento permanente; la trasparenza delle qualificazioni; la fiducia reciproca e la cooperazione tra erogatori d’istruzione e formazione professionale in Europa. L’ECVET si basa sulla descrizione delle qualificazioni in termini di risultati dell’apprendimento (conoscenze, abilità e/o competenze), articolate in unità che possono essere trasferite e capitalizzate, a cui sono associati punti di credito che vengono trascritti in un registro personale dei risultati dell’apprendimento. Unità di competenze Insieme di conoscenze ed abilità o capacità ritenute necessarie per il corretto svolgimento di un compito professionale. Le conoscenze vengono distinte in “conoscenze generali”, generalmente condivise da un elevato numero di profili ed a basso livello di specificazione, e “conoscenze tecnico-professionali”, caratteristiche del Profilo e caratterizzate da un elevato grado di specificazione. Le capacità si distinguono in “capacità tecnico-professionali”,“capacità organizzative”, “capacità relazionali” e “capacità diagnosticocognitive”. Fonti principali: Decreto legislativo 16 gennaio 2013, n.13. Glossario CEDEFOP istruzione formazione professionale Glossario sul Life Long Learning, Agorà per la Regione Toscana Dossier Competenze, 24 agosto ’14 (LT) Pagina 24/24