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cronache
ANNO XXXVII - NUMERO 5 - SETTEMBRE-OTTOBRE 2015
Periodico di documentazione e informazione sull’attività politico-legislativa del Consiglio della Provincia Autonoma di Trento - www.consiglio.provincia.tn.it
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% NE/TN - periodico mensile nr. 237 anno 2015 - Tassa Pagata/Taxe Perçue/Economy/Compatto. Attenzione, in caso di mancato recapito inviare al CPO di Trento per la destinazione del mittente, che si impegna a corrispondere il diritto dovuto
Obiettivo n 1: creare lavoro
o
Risoluzione del Consiglio, serve stimolare nuova imprenditoria
L
a ripresa economica
sembra affacciarsi timidamente anche in
Trentino, i dati del secondo
trimestre 2015 hanno autorizzato l’assessore Alessandro
Olivi a tracciare un quadro in
Consiglio segnato dall’ottimismo della volontà.
Il 3 settembre si è parlato infatti di occupazione e lavoro,
approvando infine all’unanimità un’apposita risoluzione dell’aula, che impegna la
Giunta Rossi a un ulteriore
scatto per stimolare nuova
imprenditorialità, creare maggiori occasioni di occupazione in particolare per giovani e
donne, dare piena protezione
a chi perde il posto, sviluppare meglio la filiera scuolalavoro.
In provincia la disoccupazione è ancora al 7,2%, prima
della grande crisi non superava il 3%. Il Consiglio promuove quindi un’azione decisa per ripartire. La Giunta
dovrà presto riferire in aula
anche di situazioni specifiche
che stanno creando forte apprensione: Marangoni, Malgara di Avio, Gallox, Marsilli,
Mariani di Ledro.
(a pagine 8 e 9)
L’annuale festa del 5 settembre caratterizzata dalla lectio del giornalista e storico
“LA VOSTRA AUTONOMIA?
UNA GEMMA PER L’ITALIA INTERA”
URBANISTICA:
LA RIFORMA DALDOSS
È LEGGE
I
l Trentino si è dotato di una nuova legge
provinciale di governo del territorio. Promossa dall’assessore Daldoss e approvata il
22 luglio, questa riforma in materia urbanistica poggia su alcuni capisaldi: stop alconsumo
di suolo, sì a demolizioni, ristrutturazioni e
recupero dell’esistente, semplificazione burocratica.
(a pagine 2-5)
SANITÀ, CAMBIA
L’ASSESSORE
E
Paolo Mieli elogia il Trentino, “che ha contribuito più di tutti a risanare i conti del Paese”.
Presentato il libro sulla Commissione dei 19, Dorigatti annuncia
la Consulta provinciale per preparare il Terzo Statuto (a pagine 14 e 16-19)
IL PUNTO
Autonomia in trincea
Mentre il rumore di fondo del dibattito nazionale appare
invariabilmente ostile alle autonomie speciali, è stato un
balsamo – per il Trentino – ascoltare dall’autorevole voce
di un Paolo Mieli parole di elogio e pieno riconoscimento
della legittimità e attualità del particolare assetto istituzionale della nostra Provincia. Purtroppo però non bastano a
darci stabilità e prospettiva la “sentenza” di Mieli e la sua
lucida affermazione che “il Trentino ha già contribuito al
risanamento dei conti statali più di ogni altro territorio”.
Purtroppo l’autonomia speciale rimane sostanzialmente in
trincea. Deve guardarsi dall’imminente, ultimo passaggio
parlamentare del testo di riforma del Senato e del Titolo V
della Costituzione. Deve anche puntare attentamente i riflettori sulla prossima legge di stabilità dello Stato. E deve
incamminarsi intanto lungo un sentiero faticoso e incerto,
quello della revisione dello Statuto, per la quale il presidente Dorigatti e il presidente Rossi hanno rotto gli indugi
e impostato l’istituzione di apposita e ampia Consulta con
l’assemblea legislativa al centro.
Sullo sfondo di questa “madre di tutte le battaglie” si giocano intanto le partite consiliari “ordinarie” ma non meno
problematiche: aggancio della “ripresa” e rilancio dell’economia, legge di stabilità provinciale per il 2016, ma anche ospedali di valle, tema Valdastico, tassa di soggiorno,
problema orso, legge contro l’omofobia. Si torna in aula il
6, 7 e 8 ottobre.
(l.z.)
state davvero bollente, quella che ha riguardato l’assessorato provinciale alla sanità.
Dapprima le minoranze hanno proposto una
mozione (respinta dall’aula) per far togliere
l’incarico a Donata Borgonovo Re, poi però il
presidente Ugo Rossi ha provveduto proprio a
sostituire in Giunta l’assessora, assegnando la
sanità a Luca Zeni, sempre del Pd. Resta alla
base il nodo gordiano dei servizi sanitari negli
ospedali periferici.
(a pagine 12 e 13)
Approvata all’unanimità la legge Viola-Plotegher che attrezza la Provincia per contrastare l’azzardo
I
Ecco le norme contro la ludopatia
l 16 luglio scorso il Consiglio provinciale ha approvato all’unanimità
la prima legge trentina (l.p. 13/XV) che affronta il problema del gioco
d’azzardo patologico. Il testo intitolato “Interventi per la prevenzione e
la cura della dipendenza da gioco” ha unificato i disegni di legge proposti
rispettivamente da Walter Viola (Progetto Trentino) nel gennaio 2014 e
poi da Violetta Plotegher del Pd nell’agosto successivo. Il testo di Viola
riprende anzi un testo depositato già nella XIII legislatura (aprile 2013),
con l’obiettivo di affrontare la tematica anche alla luce del decreto Balduzzi varato a Roma nel 2012.Insomma, il Trentino si attrezza per fare
fronte a un problema reale: ogni anno i trentini spendono in media 1.115
euro nel gioco e attualmente il Servizio per le dipendenze ha in cura 116
pazienti ludopatici. Le “macchinette” verranno prossimamente allontanate dai siti più sensibili.
(a pag. 10)
L’assemblea legislativa si è
pronunciata sull’orso in Trentino
Il Consiglio:
“Ridurre
gli orsi
con ogni
mezzo utile”
(a pagine 6 e 7)
Il Veneto e Roma vogliono l’intesa
e il via libera alla Valdastico
Valdastico:
no in aula
ma Veneto
e Roma
insistono
(a pagine 14 e 15)
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L’assessore
all’urbanistica
Carlo
Daldoss,
“padre”
di questa
riforma
LA NUOVA
LEGGE URBANISTICA
È
stata battezzata come “legge provinciale per il governo del territorio 2015” ed è sostanzialmente la nuova legge urbanistica
provinciale, che sostituisce e supera la legge 1 del 2008. Quand’è
stata approvata – lo scorso 22 luglio – è stato il presidente Bruno Dorigatti a riassumere che l’aula ha dovuto affrontare inizialmente un
muro di 2 mila emendamenti, ha dovuto votare 500 volte, ma ha infine
varato il testo proposto dall’assessore Carlo Daldoss: 131 articoli per
rivedere i modi di gestione del territorio trentino, arrestando il consumo di nuovi spazi, riqualificando i volumi esistenti, semplificando
le procedure amministrative e burocratiche.
Il dibattito in assemblea legislativa ha fatto seguito all’ampio confronto precedente, in commissione legislativa e fuori. Molti i motivi di
condivisione, ma chiare anche le doglianze, per esempio gli ambientalisti di Italia Nostra hanno segnalato che lo stop al cemento sarà di
fatto operativo solo dopo l’esaurimento delle previsioni edificatorie
degli attuali piani regolatori, che sono amplissime.
In Consiglio le opposizioni si sono misurate con l’assessore Daldoss
e in base ad una serie di accordi con la Giunta (vedi riquadro in alto)
c’è stato infine il ritiro della grande maggioranza degli emendamenti
(500 solamente a firma di Degasperi).
Il clima pacato si è manifestato concretamente anche nel voto finale:
1 solo no, quello di Filippo Degasperi del Movimento 5 Stelle; 9 astensioni del resto dell’opposizione, 21 voti favorevoli, compreso quello
di Giacomo Bezzi di Forza Italia.
L’assessore esterno della Giunta Rossi – “padre” della riforma – ha
rivendicato con soddisfazione il varo di una legge “che rappresenta
una scelta di responsabilità verso il futuro della comunità trentina. E
punta a valorizzare il paesaggio attraverso la riqualificazione anche
energetica del patrimonio esistente, attraverso demolizioni e ricostruzioni onde arrivare, nel 2020, all’obiettivo del consumo zero di
territorio”. Daldoss ha promesso di girare il Trentino per far conoscere la nuova legge, e di fatto il lavoro è cominciato già in agosto, a
partire da incontri con le categorie economiche, presso la Camera di
Commercio di Trento, nonché con sindaci e presidenti di Comunità
e amministratori locali.
Le minoranze del Consiglio provinciale hanno contribuito all’elaborazione del testo, ma non hanno lesinato le critiche: commissioni
pianificatorie che rimangono terreno della politica (Civettini, Degasperi); blocco alle seconde case che toglie ulteriore ossigeno all’edilizia
(Fugatti); organismi consultivi formati senza sentire le Commissioni
legislative e gli stessi ordini professionali (Borga).
Molti sono stati del resto gli emendamenti dell’opposizione respinti (anche uno del consigliere Bezzi che proponeva di permettere la
realizzazione di ampi recinti in cui contenere gli orsi, sul modello
canadese). In qualche occasione ci sono state posizioni diversificate tra le opposizioni: Degasperi chiedeva ad esempio di sottoporre
ad autorizzazione gli appostamenti per la caccia allestiti nei boschi,
Giovanazzi li ha invece difesi e ha fatto “passare” anzi un proprio
emendamento sul tema.
Questa la sintesi del dibattito d’aula sulla riforma.
Claudio Civettini (Civica Trentina) ha sottolineato l’importanza
dell’ordine del giorno sulla “banca
della terra” e di alcuni suoi emendamenti che sono andati in porto:
la collaborazione tra privati e comuni sulla gestione degli spazi
verdi pubblici; le norme sulla manutenzione delle canne fumarie
(il numero degli incendi è molto
maggiore rispetto al vicino Alto
Adige dove il controllo dei camini
è più capillare) e il mantenimento
del ruolo dei comuni in materia
urbanistica. Però, ha aggiunto,
nella nuova legge manca ancora
chiarezza sulle responsabilità e
c’è ancora da lavorare sulla burocrazia. Servirebbe, inoltre, un
monitoraggio serio sull’esistente
(soprattutto sulle aree artigianali e
industriali) per evitare altro consumo di territorio.
Marino Simoni (Pt) ha affermato
che la legge (in cui è confluito tra
l’altro anche un suo emendamento) è frutto di un metodo condivisibile e dà alcune risposte. No-
nostante ciò, ha detto, servivano
meccanismi di maggiore incisività, per rendere più celere le risposte
dell’amministrazione in materia
urbanistica in un momento di crisi
economica e per rafforzare l’edilizia che è ferma.
Massimo Fasanelli (Gruppo Misto), ha condiviso il metodo del
coinvolgimento delle categorie
e delle forze politiche attuato da
Daldoss. Nel merito della legge,
il consigliere del Misto ha apprezzato la filosofia della salvaguardia
del territorio, il ruolo assegnato
alle commissioni delle Comunità
di valle e il fatto che tutti i comuni
ora avranno le stesse norme. Però,
secondo Fasanelli, la riforma ha
un neo: doveva osare di più sulle
semplificazione.
Filippo Degasperi (Movimento
5 Stelle), riconoscendo l’apertura
al confronto di Daldoss, ha detto che la riforma, descritta come
epocale, alla fine si è ridotta a una
serie di slogan: invece della semplificazione ci sono norme oscure;
sul risparmio di territorio (il consumo di territorio, ha ricordato, è
aumentato del 60% in 30 anni) ci
sono invece aperture ad ulteriori
Duemila emendamenti iniziali,
500 votazioni, infine in piena estate
l’assemblea ha dato il via alla riforma
con 21 sì (anche Bezzi di Forza Italia),
9 astensioni e il no di Degasperi.
Critiche (duro Borga) per la scarsa apertura
alla partecipazione diretta dei cittadini
e a poteri diversi dalla Giunta provinciale
Governo del terr
Filippo Degasperi (5 Stelle), che ha votato contro, poi Claudio Civettini (Civica), Maurizio Fugatti (Lega) e Walter Viola (Progetto Trentino)
LE NOVITÀ DELLA RIFORMA
Stop al consumo di suolo
Nuove edificazioni ammesse solo per prime case e se non ci sono alternative
Ecco in sintesi obiettivi strategici e nuove norme introdotte dal
testo approvato in Consiglio.
Risparmio nel consumo di suolo.
Divieto di individuare nuove aree di insediamento nei piani regolatori comunali, “se non per ragioni assolutamente straordinarie”
(nuove prime case, ma solo di fronte a comprovate esigenze abitative primarie e in assenza di alternative).
Seconde case per tempo libero e vacanze: riduzione alla metà del
contingente già contenuto nei Prg vigenti e non assegnato. Spetta
al Comune determinare l’utilizzo del contingente, anche attraverso
un cambio d’uso di alloggi esistenti (il proprietario pagherà una
somma per ottenerlo). Quest’ultima norma sul cambio d’uso è stata
introdotta su proposta di Maurizio Fugatti.
I Comuni che non hanno ancora individuato il dimensionamento
degli alloggi per tempo libero e vacanze, hanno al massimo 1 anno
di tempo per farlo.
Recupero e riqualificazione dell’esistente
e maggiore qualità della progettazione.
Vengono incentivati il recupero e la riqualificazione (anche energetica) dei volumi esistenti. La Giunta guarda all’obiettivo di arrivare, entro il 2020, al consumo zero di territorio (L’Unione Europea
ha adottato invece l’obiettivo di un consumo netto di suolo pari a
0 entro il 2050).
Sul piano urbanistico, sono previsti strumenti per un “censimento”
(in apposito registro) della disponibilità di utilizzo del patrimonio
edilizio esistente.
Nuova definizione di “ristrutturazione edilizia”, che amplia le possibilità di intervento sul patrimonio esistente.
Incentivi per gli interventi di riqualificazione: sotto forma di volumi edificabili, anche da utilizzare mediante crediti edilizi; e sul
piano economico, attraverso la determinazione del “contributo di
costruzione”, che viene differenziato tra un’aliquota minima per
gli interventi di recupero e massima per la nuova costruzione. Va
detto che per il contributo di costruzione è prevista in linea generale una riduzione.
La norma prevede il riconoscimento di crediti volumetrici (recupero dei metri cubi demoliti) anche con incrementi fino al 20%, sia
per ricostruire l’edificio nello stesso luogo, sia spostandolo in altre
aree del territorio comunale. Sono previsti incentivi anche per il
recupero dei sottotetti abitabili con possibilità di sopraelevare gli
ultimi piani fino a un metro negli insediamenti storici.
Per la riqualificazione paesaggistica è resa possibile la demolizione
di edifici dismessi e degradati o incongrui.
Attenzione agli aspetti paesaggistici.
La normativa dà centralità al tema del paesaggio in relazione ad
opere di iniziativa sia pubblica sia privata, valorizzando il ruolo
dell’Osservatorio per il paesaggio e della Scuola per il governo del
territorio e del paesaggio, e istituendo il Comitato provinciale per
la cultura architettonica e il paesaggio, quale strumento con funzioni consultive e di supporto per amministrazioni e professionisti.
Vengono rafforzati i compiti delle commissioni per la pianificazione territoriale e il paesaggio delle Comunità di valle (Cpc), e
rivisti, secondo il principio guida della razionalizzazione e semplificazione, gli strumenti di pianificazione territoriale: piano territoriale della Comunità, piani regolatori generale e piani attuativi.
Semplificazione e razionalizzazione.
La stessa articolazione della legge e dei suoi provvedimenti attuativi viene semplificata, unificando in aree tematiche le disposizioni
urbanistiche ed edilizie riguardanti specifici settori, quali quello
agricolo, produttivo, turistico. Analogamente, sono semplificati
gli aspetti burocratici. Il doppio esame svolto finora dalla Cpc e
dalla commissione edilizia comunale viene sostituito da un unico
passaggio in commissione edilizia. È introdotto l’obbligo per i
Comuni di istituire una commissione edilizia unica nella gestione
associata delle funzioni (al posto di una commissione per ogni
comune). Viene semplificato inoltre il procedimento di formazione del Piano territoriale della Comunità (Ptc), con efficacia diretta
senza ulteriori adeguamenti dei Prg. Certezza dei tempi della programmazione territoriale.
Riduzione del numero dei piani attuativi a tre tipologie: piani di
qualificazione urbana relativi al patrimonio edilizio esistente; piani
attuativi per specifiche finalità; piani di lottizzazione.
Viene prevista l’informatizzazione delle procedure urbanistiche
ed edilizie.
Regolamento urbanistico-edilizio provinciale: strumento unitario di attuazione della legge sull’intero territorio provinciale, ha
immediata efficacia e non richiede adeguamenti da parte di Comunità e Comuni.
Affermazione dei principi di responsabilità e di partecipazione.
In tema di responsabilità, la legge rimarca i ruoli e compiti dei
professionisti incaricati di piani e progetti, nonché delle amministrazioni pubbliche. Viene introdotta la segnalazione certificata
di inizio attività (Scia) obbligatoria per specifiche tipologie di
intervento.
È previsto l’obbligo di pubblicare sui siti internet istituzionali di
Provincia, Comunità e Comuni i rispettivi strumenti urbanistici;
inoltre anche per i piani attuativi di iniziativa privata è introdotta
una fase di deposito preliminare alla loro approvazione.
È prevista poi l’opportunità di attivare ulteriori forme di partecipazione dei cittadini anche a seguito dell’adozione dei Prg, nel
periodo di deposito di 60 giorni del piano.
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Su molti temi: seconde case, censimento del patrimonio edilizio, cinema, canne fumarie
Un positivo contributo anche dall’opposizione
Molte previsioni della nuova legge di governo del territorio
trentino si devono a emendamenti presentati in aula da singoli consiglieri (molto spesso di opposizione), e approvati
dal Consiglio con il via libera dello stesso esecutivo. Ecco
alcuni di questi apporti.
Maurizio Fugatti ha ottenuto che il residuo contingente
di seconde case possa essere realizzato anche attraverso
cambio d’uso di abitazioni esistenti, attraverso il versamento di una somma da parte del proprietario. Suo anche
l’emendamento che prevede il rispetto (nella fascia circostante) delle architetture tradizionali e caratteristiche dei
nostri centi abitati.
Claudio Civettini ha fatto inserire anche le “misure in materia di sicurezza delle canne fumarie “ tra i temi contenuti
nei regolamenti edilizi comunali.
Rodolfo Borga ha fatto “passare” diversi correttivi alle
norme della legge, nonché la regola che affida al Comune
la tenuta del “libretto di fabbricato” di nuova istituzione
(riguarderà ogni edificio pubblico e privato).
Lo stesso Claudio Civettini si è attivato per evitare conflitti di interesse negli accordi urbanistici o permessi edilizi
rilasciati dal Comune a società fiduciarie o partecipate da
fiduciarie, attraverso la pubblicizzazione preventiva dell’identità dei fiducianti.
Ancora, una norma “di Civettini” prevede il sostegno ad autonome iniziative dei cittadini per la cura di spazi pubblici
sistemati a verde, piazze, parchi e piccole aree urbane, anche mediante corresponsione di incentivi tariffari collegati
al ciclo dei rifiuti.
Lorenzo Ossanna ha ispirato la norma che contempla la realizzazione, fuori dalle aree sciabili, di strutture funzionali a
piste per lo slittino e sci di fondo.
Filippo Degasperi ha fortemente voluto la previsione di
strumenti per il “censimento” del patrimonio edilizio esistente, necessari per far decollare davvero il previsto recupero
delle vecchie case senza consumo di nuovo territorio.
Filippo Degasperi e Nerio Giovanazzi hanno promosso le
norme che consentiranno ai professionisti già componenti
di pubbliche commissioni urbanistiche di assumere solo incarichi inerenti opere e impianti pubblici.
Walter Viola “firma” la norma che inserisce – tra gli interventi che beneficiano di riduzioni del contributo di costruzione – le costruzioni, gli impianti e gli interventi di recupero
per sale cinematografiche.
Ancora una norma proposta da Viola ha posto in capo alla
Giunta provinciale un obbligo informativo nei confronti
del Consiglio provinciale sull’attuazione di questa legge
e sul conseguimento dei suoi obiettivi. La Commissione
consiliare competente potrà richiedere approfondimenti o
concordare nuovi punti di analisi.
itorio: si cambia
difeso il territorio è la Gilmozzi
che ha introdotto i terreni agricoli
di pregio. La riforma Daldoss, soprattutto, snellisce le procedure, e
questo va bene, ma in molti casi si
va anche troppo in là. Perché, ha
affermato infine Borga, la disciplina urbanistica non può servire
a dar fiato all’edilizia, ma serve
invece alla gestione del territorio e
alla preservazione del patrimonio
tradizionale e storico.
Giacomo Bezzi (FI), che ha dato
voto favorevole alla legge, ha affermato che la legge va verso lo
snellimento burocratico e rende
più concreto il recupero dei centri
storici. Una norma però, ha aggiunto, che è pensata per favorire
la fusione di alcuni comuni. Per
questo non è una riforma che si
può definire epocale e dovrà essere rivista quando il processo di
aggregazione dei municipi sarà
ultimato.
Parola d’ordine: no a costruzioni su suolo nuovo, sì a ristrutturazioni e sopraelevazioni dell’esistente
cementificazioni e, infine, si confonde la partecipazione dei cittadini con l’ascolto. Al punto che sono
stati rigettati gli emendamenti che
prevedevano la partecipazione
delle Commissioni del Consiglio.
La pianificazione, inoltre, rimane
delegata a organismi composti da
esponenti delle giunte con evidenti
possibili conflitti di interesse. Ma
anche su questo le proposte dei 5
Stelle sono state respinte. La prova
del 9 di questa legge, ha detto Degasperi, si avrà ad Arco: si vedrà se
la variante 15, che prevede 50 mila
metri cubi di costruzioni, verrà realizzata o no.
Nerio Giovanazzi (A.t.) ha affermato che questa legge non rappresenta certo una rivoluzione,
ma c’è da augurarsi che l’insieme
di queste norme porti al risparmio
di territorio, al recupero dei centri
storici e faccia nascere la cultura
del paesaggio. Il riuso del suolo e
la valorizzazione dell’esistente sono tutti aspetti apprezzabili contenuti nel disegno di legge, tuttavia,
ha aggiunto, rimane insufficiente
l’adozione del principio del “quanto basta, il meno possibile, non più
del necessario”. Però, ha affermato, è giunto il momento di rivedere
il Pup. Sul piano della semplificazione, secondo Giovanazzi, questa
legge non è andata fino in fondo.
Secondo Rodolfo Borga (Civica Trentina) la legge Daldoss ha
purtroppo mancato un obiettivo
importante: l’apertura alla partecipazione. Importante perché,
secondo Borga, il Trentino va
“guarito” dal dellaismo proprio
attraverso il coinvolgimento del-
la popolazione. S’è detto di no, ha
ricordato, anche alla possibilità del
Consiglio di far sentire la propria
voce su delibere che renderanno
concrete le norme contenute in
questa legge. Sui regolamenti edilizi, inoltre, non si prevede neppure il coinvolgimento del Consiglio
delle Autonomie che, tra l’altro,
ha aggiunto il consigliere, spesso
agisce come ruota di scorta della
Giunta. Borga ha espresso dubbi
anche sulla salvaguardia del territorio del Trentino. L’unica legge,
secondo l’esponente di Civica
Trentina, che ha concretamente
IL TERRITORIO TRENTINO
➤ Superficie provinciale protetta (2013):
198.797 mq (32,0%) tra parchi, reti di
riserve e altre aree protette.
➤ Estensione per Comunità di valle:
il “primato” è delle Giudicarie con ben
1.175,18 Km2; seguono Vallagarina
(622,76 Km2) e Valle di Sole (611,57
Km2), mentre la Val d’Adige con Trento,
con i suoi 121.447 abitanti, si estende per
soli 189,78 chilometri quadrati.
➤ Estensione per fascia altimetrica:
quasi metà del territorio trentino è situato
oltre i 1.400 metri di quota, il territorio
sotto i 200 metri sul livello del mare
rappresenta meno del 3%.
➤ Uso del suolo:
le aree a bosco coprono il 53,4% del
Trentino, quelle agricole il 9,8%. Il
2,0% riguarda aree urbanizzate, l’1,7%
fiumi e laghi, l’1,3% aree industriali e
commerciali. Infine lo 0,2% del suolo
è occupato da zone estrattive, cantieri,
discariche, terreni abbandonati, e lo 0,4%
da aree industriali e commerciali.
➤ Percentuali di suolo urbanizzato.
Confrontando i rilievi ottocenteschi del
catasto asburgico e quelli geografici
militari del 2011, emerge che nel Comune
di Trento il suolo urbanizzato è aumentato
di 12,4 volte, quello di Rovereto di 16,3
volte, quello di Riva del Garda di 46,8
volte e quello di Arco di 20,8 volte.
Alessio Manica (Pd) ha dichiarato
il sì convinto del gruppo Pd, anche
perché Daldoss, ha affermato il
capogruppo, è riuscito a mettere
assieme interessi conflittuali, come
gli ambientalisti e i costruttori, su
temi come la difesa del paesaggio
e il consumo del suolo aprendo,
dall’altra, alla semplificazione e
allo snellimento delle procedure.
Bene il riconoscimento del ruolo
delle Comunità di valle in materia
urbanistica, superando il localismo. Manica ha citato alcuni elementi innovativi della legge, come
l’attenzione al livello della qualità
architettonica; l’investimento in
formazione e l’aggiornamento in
materia pianificatoria e paesaggistica. Ha definito la Carta del
paesaggio un luogo di riflessione
utile per identificare alcuni elementi importanti e unificanti per
gli amministratori comunali nel
governare i propri territori. Una
legge centrale della legislatura, ha
concluso Manica, che disegnerà il
territorio per anni.
Gianpiero Passamani (UpT),
dichiarando il sì pieno alla legge
del suo gruppo, ha detto che, con
questa riforma, è stata data una
forte risposta al territorio e anche
all’economia. La semplificazione è stata posta come questione
centrale, avvicinando l’ente pubblico alle imprese e al cittadino.
Importante,inoltre, il fatto che questa legge non butta via nulla del
disegno urbanistico tracciato da
Gilmozzi, anzi lo valorizza.
Secondo Lorenzo Ossanna (Patt)
questa riforma ha dimostrato che
sull’urbanistica c’è una visione
matura che mette al centro il risparmio di territorio. Il Patt ha proposto modifiche, ha ricordato, che
hanno recuperato anche proposte
della minoranza dimostrando, anche con questo, che la riforma è nata con un ampio coinvolgimento.
Tra i punti centrali, ha sottolineato
il consigliere autonomista, l’inserimento del comitato del territorio e
del paesaggio e il recupero dell’esistente. Questa legge, ha ricordato
Soddisfatto
l’assessore
Carlo Daldoss,
“padre” di questa
nuova legge:
“L’idea è di tutelare
il paesaggio,
via libera solo
a demolizioni,
ricostruzioni
e riqualificazioni”
infine, è uno dei due pilastri della
riforma del governo del territorio,
l’altro è quello del regolamento
urbanistico unico.
Giuseppe Detomas (Ual) ha sottolineato che, nella discussione
di questa manovra di riforma, il
Consiglio si è dimostrato in grado
di affrontare i tempi che cambiano
con equilibrio. Lo ha fatto responsabilizzando chi deve decidere, introducendo elementi di razionalità
nell’uso del territorio, preservando
il patrimonio storico.
Mario Tonina (UpT) ha detto che
questa legge garantisce la continuità col Pup di Gilmozzi. La maggioranza, su un tema
strategico, si è mostrata unita portando a termine un disegno urbanistico che qualificherà paesaggio
e architettura. Il Trentino, ha detto
ancora, ha saputo coniugare la
bellezza del territorio senza mortificare le esigenze economiche.
Altro punto importante della riforma Daldoss, aver mantenuto la
presenza dei sindaci nelle commissioni edilizie.
Maurizio Fugatti (Lega) ha motivato il voto di astensione perché
ha riconosciuto che su questa legge
c’è stato un lavoro di ascolto e di
condivisione. E c’è una volontà di
sburocratizzazione, anche se si deve attendere la prova dei fatti. Però,
ha affermato, non è stata toccata
in profondità la legge Gilmozzi,
anche se è stata data la possibilità
ai comuni di aumentare il numero
delle secondo case.
Claudio Cia (Civica) ha riconosciuto la volontà dell’assessore di
confrontarsi e nel sapere ascoltare
tutti i soggetti interessati alla costruzione della proposta legislativa. L’intervento normativo ha
l’obiettivo, dichiarato nel titolo,
di fare un buon governo del territorio: scopriremo in seguito, ha
affermato, se queste norme saranno davvero funzionali al bene
comune. Sicuramente apprezzabile l’obiettivo di semplificazione
che la norma si pone. Sì, da parte
dell’esponente della Civica, anche al censimento dell’esistente
finalizzato al recupero di edifici e
di territorio. Negli anni 2000, ha
ricordato, la popolazione a Trento
è aumentata di pochissimo, ma la
crescita del cemento è stata continua, si pensi alle Albere.
Un intervento legislativo che cambierà gli indirizzi dell’urbanistica
trentina, nella direzione della conservazione dell’ambiente, a vantaggio anche di chi verrà qui a fare
le proprie vacanze: questa la valutazione di Luca Giuliani (Patt).
Plauso alla nuova normativa urbanistica anche da parte di Walter
Kaswalder, sempre del Patt, anche se, ha aggiunto, sarebbe servito più coraggio sulla commissione
paesaggistica di comunità.
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LA NUOVA LEGGE
URBANISTICA:
GLI ORDINI DEL GIORNO
Ecco il dettaglio degli ordini del giorno approvati con la nuova legge urbanistica lo scorso luglio. Contengono una lunga serie di impegni che l’assemblea
legislativa assegna alla Giunta Rossi. Tre testi sono stati bocciati.
Claudio Cia (Civica Trentina)
Sì, alla demolizione
dell’ex Anmil di Rovereto
Approvato all’unanimità (30 voti) con due modifiche concordate con l’assessore Gilmozzi
l’ordine del giorno, proposto da
Claudio Cia di Civica Trentina,
che prevede la demolizione a Rovereto del complesso ex Anmil
nel Bosco della città e interventi
urgenti di bonifica. Secondo Civettini sarebbe giusto recuperare
il volume di quest’’ecomostro a
scopi sociali. Filippo Degasperi
(M5s) ha preannunciato il voto
favorevole perché l’argomento
dell’ex Anmil rientra nella sua
richiesta di mappare le strutture
recuperabili prima di costruirne
altre. E ha aggiunto che vi sono
delle procedure che impongono agli enti come la Provincia
di informare il Ministero circa
la presenza sul nostro territorio
di opere incompiute e strutture
pubbliche abbandonate e fatiscenti. E ha ricordato i tre punti a suo avviso ancora aperti su
questa riforma urbanistica: una
migliore definizione del quadro
conoscitivo da anteporre agli atti
di pianificazione; una proposta
alternativa alla perimetrazione
degli ambiti urbani.
L’aula, il 14 luglio, ha approvato all’unanimità
la proposta di mozione presentata da Chiara Avanzo (Patt) per allargare il numero delle
piazzole per l’elisoccorso. Parere favorevole
della Giunta al testo emendato è stato espresso
dall’assessore Mauro Gilmozzi. In Trentino vi
sono 76 piazzole per elisoccorso – ha spiegato
Gilmozzi – e si tratta di un imponente sistema
che fa capo alla centrale di Mattarello. Ora si
assume l’impegno a individuare aree idonee e
ad approfondire quindi la fattibilità di ulteriori
piazzole per garantire capillarità del servizio.
La Giunta dovrà relazionare entro 6 mesi in
Commissione. Marino Simoni (PT) ha detto che
effettivamente occorre lo sforzo di risolvere la
questione dell’elisoccorso in Tesino, tra l’altro a
forte incidenza degli incidenti stradali. Le piazzole potranno essere utili appoggi tecnici anche
per il vicino Primiero, che ha già un suo scalo.
Ben venga questo servizio, ha detto Civettini
(Civica), purché non serva a giustificare l’ulteriore depotenziamento degli ospedali periferici.
LE MOZIONI. Per “L’Eremo” di Arco presto un tavolo di
Più piazzole pe
Avanzo ha replicato che condivide le preoccupazioni espresse dai colleghi per i problemi viabilistici e di servizio sanitario. E ha ringraziato
l’assessore Mellarini per avere esteso l’attenzione del testo dalla zona della Valsugana orientale
e Tesino all’intero Trentino.
La mozione di Walter Viola (PT) e altri 20
colleghi sulla travagliata vicenda della convenzione tra Azienda sanitaria e casa di cura Eremo
di Arco (con il taglio di 30 posti letti per pazienti
trentini) è giunta faticosamente al capolinea dopo il rinvio nella scorsa seduta. La premessa del
testo è stata approvata con 16 sì, 11 no (tra cui il
Pd) e 2 astenuti. Il dispositivo emendato è passato all’unanimità. Decisiva è stata la revisione
del dispositivo, con la modifica che porta la firma di 13 consiglieri, assessora Borgonovo Re
inclusa. Il documento votato impegna la Giunta
a convocare fin da subito il tavolo di confronto
per dare esecuzione agli ordini del giorno del 9
aprile 2014. Entro il 30 settembre l’assessorato
dovrà avere l’analisi dell’andamento delle gestioni delle case di cura private convenzionate,
per valutare eventuali proposte di riequilibrio
dei budget. Si dovrà tenere conto in questa fase
“dell’impatto sull’attività derivante dall’aumen-
Banca della terra e anc
territoriale delle Comunità, e a
provvedere a nominare l’Autorità preposta alla disciplina di
questi percorsi di partecipazione.
Rodolfo Borga (Civica Trentina)
Bancarelle sulle strade
serve un regolamento
Con l’ordine del giorno, condiviso
dall’assessore Daldoss e approvato
all’unanimità, Rodolfo Borga (Civica Trentina) ha proposto di predisporre una disciplina ad hoc che
regoli l’attività degli esercizi commerciali temporanei e a carattere
precario solitamente allestiti per la
vendita dei prodotti agricoli lungo
le strade ma anche per altri scopi.
Si tratta soprattutto di assicurare
la reversibilità di queste strutture
anche per esigenze di decoro e paesaggistiche. La regia è in mano
all’ente gestore della strada che deve garantire l’incolumità pubblica,
e poi dei Comuni per le necessarie
autorizzazioni.
Rodolfo Borga (Civica Trentina)
Alessio Manica (Pd)
Galleria di Mezzolombardo
vigneto all’uscita nord
Nel regolamento
lo stop al consumo di suolo
Via libera a pieni voti (31) con il
parere favorevole dell’assessore
Daldoss, anche all’ordine del
giorno numero proposto da Alessio Manica (Pd), che impegna
la Giunta a prevedere nel regolamento di attuazione di questa
legge “una puntuale definizione
del concetto di consumo di suolo che diventi base interpretativa
unica per la pianificazione urbanistica subordinata” (di Comunità e Prg), e “di attivare un progetto di ricerca volto a sviluppare
la strumentazione necessaria per
una misurazione costante del
consumo del suolo”.
Claudio Civettini (Civica Trentina)
Nuovi criteri per contenere
l’inquinamento acustico
Approvato con 26 voti a favore e
due di astensione, e dopo importanti modifiche concordate con
l’assessore Gilmozzi, l’ordine
del giorno numero di Claudio
Civettini sull’inquinamento pubblico. Il testo impegna la Giunta
aattivarsi per definire, in accordo
con il Consiglio delle autonomie
locali, i criteri e i limiti necessari
per l’applicazione della delibera della Giunta provinciale 153
del 21001 in materia di deroghe
ai limiti posti dalla legge statale
447/95 sul rumore. Si stabilisce
inoltre che la Giunta valuti sulla
2015
base dei nuovi criteri la possibilità di modificare il numero
delle manifestazioni autorizzabili. Sull’inquinamento acustico
Civettini ha segnalato che all’altezza di S. Giorgio di Rovereto
i pannelli fotovoltaici installati
lungo l’A22 non sono fonoassorbenti e rigettano i rumori dei
veicoli verso il centro abitato. Ha
poi aggiunto che vi è anche la necessità di conciliare il diritto dei
giovani di divertirsi con la musica all’aperto nelle ore notturne
con il diritto dei residenti di poter
dormire. Luca Giuliani (Patt) ha
condiviso quest’ultima richiesta, ricordando una sua mozione
sul limite massimo degli eventi
notturni da autorizzare. Filippo
Degasperi (M5s) ha espresso dispiacere per il depotenziamento
subito dall’odg Civettini e ha
poi evidenziato la problematica
del rumore e delle vibrazioni derivanti dai treni merci in transito attraverso il centro storico di
Trento a 100 km all’ora. Anche
Claudio Cia (Civica Trentina) ha
sollecitato la Giunta a intervenire
contro l’inquinamento acustico
derivante dai treni a Trento. Sui
concertini notturni Civettini ha
precisato che il suo ordine del
giorno non ha lo scopo di porre dei limiti, ma di riaprire la
discussione sull’argomento per
cercare una soluzione.
Claudio Civettini (Civica Trentina)
Una banca della terra
per dare lavoro ai giovani
Manica: subito lo stop al consumo
di suolo
“Banca della terra, precedenza ai
giovani agricoltori senza disponibilità di superficie coltivabile”,
questo il titolo che riassume il
senso di un altro ordine del giorno di Claudio Civettini, approvato all’unanimità dal Consiglio
(27 voti), e che ha come obiettivo
quello di favorire l’accesso all’agricoltura ai giovani, attraverso
la messa disposizione di terreni
da parte dei proprietari che non
vogliono più continuare l’attività agricola.
Per l’assessore Dallapiccola,
l’odg va bene, anche se i terreni
che si potranno mettere a disposizione dei giovani agricoltori realisticamente non saranno
molti. Cia ha sottolineato come
quest’odg può indicare una nuova modalità per dare lavoro ai
giovani.
Filippo Degasperi (M5S)
Filippo Degasperi (M5S)
Entro sei mesi regolamento
sulla partecipazione
Ok con tutti e 25 i voti dell’aula
anche all’altro ordine del giorno,
proposto da Filippo Degasperi
(M5S) che, con una modifica
concordata con l’assessore Daldoss, prevede che la Giunta proceda all’emanazione entro sei
mesi dall’entrata in vigore della
nuova legge urbanistica, dei regolamenti attuativi della legge
12 del 2014 riguardante la partecipazione a livello locale dei cittadini alla formazione del piano
Entro un anno il testo unico
delle norme urbanistiche
Via libera all’unanimità (25 voti) anche all’ordine del giorno
proposto da Filippo Degasperi
(M5S), concordato nel dispositivo con l’assessore Daldoss,
si prevede che entro 12 mesi si
pervenga alla predisposizione di
un testo unico che unifichi e coordini la nuova legge urbanistica
con le precedenti normative in
materia che rimangono in essere.
Approvato all’unanimità (24 voti)
l’ordine del giorno anche in questo
caso proposto da Borga per la trasformazione in area di coltivazione
della vite del terreno abbandonato
all’uscita nord della galleria a Mezzolombardo. L’assessore Daldoss
ha ricordato che è in corso un bando per l’assegnazione dell’area
che individuerà gli affidatari della
coltivazione a vite. Ha garantito
quindi un intervento celere di taglio
e sistemazione.
Nerio Giovanazzi (AT)
Testo unico sul territorio
verrà avviato l’iter
Sì unanime all’ordine del giorno di
Nerio Giovanazzi (AT) con la quale si impegna la Giunta di avviare
l’iter per arrivare ad un testo unico
in materia di territorio e urbanistica. Così come all’unanimità è stato
votato l’odg, sempre di Giovanazzi, con il quale si chiede di rendere
omogenei i regolamenti comunali
sui volumi edilizi.
Maurizio Fugatti (Lega)
Giunta, no alla Valdastico
si punta sulla rotaia
Rodolfo Borga: un regolamento per
le bancarelle lungo le strade
Quest’estate si è parlato molto
di Strada Valdastico, il completamento dell’A31 è sempre più
sollecitato dal Veneto e da Roma,
a Trento si chiede di concedere
la prevista “intesa”. In consiglio
è stato respinto dopo un lungo
dibattito con tre voti di astensione, 15 no e 9 sì, l’ordine del gior-
237
PA G I N A
5
C R O N A C H E
settembre-ottobre
2015
confronto e un riequilibrio dei budget per le cliniche
r l’elisoccorso
to tariffario anche in termini di andamento della
mobilità e di adeguamento delle tariffe ministeriali; di una valutazione congiunta dell’applicazione dei nuovi protocolli riabilitativi; del contributo che sarà conseguente ai provvedimenti
provinciali di ridefinizione della rete ospedaliera, tenuto conto dei rilevanti investimenti, di
sviluppo e di specializzazione nel settore riabilitativo”. L’assessore dovrà riferire in aula entro
ottobre e si dovrà anche applicare un processo
di benchmarking che metta a confronto i costi
gestionali di tutti i soggetti accreditati, pubblici
e privati. Walter Viola ha ricordato la mobilita-
zione di Arco e sottolineato l’eccellenza arcense
nel campo della riabilitazione sanitaria, attività
storicamente florida e che garantisce i massimi
livelli di mobilità attiva dei pazienti in Trentino.
A fronte di questo occorre risolvere il caso dei
posti letto garantiti dal sistema pubblico alla casa di via Capitelli ad Arco. Ben venga dunque la
ragionevole mediazione del testo in Consiglio.
Claudio Civettini ha detto che qui in gioco non
c’è la difesa d’ interessi particolari, ma della
qualità del sistema sanitario nonché il controllo
dei suoi costi e la difesa di posti di lavoro. Luca
Giuliani (Patt), che risiede ad Arco, ha chiesto
all’assessora Borgonovo Re di seguire da vicino le sorti della casa di cura Eremo, che aveva
tra l’altro un progetto di ampliamento in corso,
rimasto al palo con un impatto non indifferente
per il paese di Chiarano e per tutta Arco. Nerio
Giovanazzi (AT) ha assicurato che a fine ottobre
si chiederà conto all’assessorato. È, invece, saltato l’incontro che doveva mettere allo stesso tavolo Eremo, assessorato e consiglieri provinciali, e sarebbe stato molto utile per capire se c’è la
disponibilità a ragionare su questo caso in modo
tecnico e oggettivo. La cancellazione dell’appuntamento, con mail del Dipartimento Pat, è stata
censurata da diversi consiglieri. Mario Tonina
(UpT) infine ha detto che risolvere il caso Eremo
è conveniente per il sistema sanitario, ma al di là
del dato tecnico è un impegno e una responsabilità che la politica deve prendersi in difesa di chi
dà lavoro e garantisce qualità. Alessio Manica
ha spiegato che il gruppo del Pd ha votato il dispositivo della mozione in quanto depurato da
alcuni passaggi troppo legati al caso particolare.
ora no alla Valdastico
no 7 di Maurizio Fugatti (Lega
Nord) favorevole alla realizzazione dell’uscita della Valdastico
a Rovereto sud, che secondo il
consigliere potrebbe servire meglio che a Trento sud alle esigenze
della zona industriale in una zona
come questa soprattutto. L’assessore Gilmozzi ha motivato il “no”
assoluto della Giunta all’odg con
la necessaria coerenza della Provincia con la propria scelta strategica a favore della rotaia. L’assessore ha aggiunto che dopo aver
tentato di scavalcare la norma che
prevede l’obbligo dell’intesa con
la Provincia, lo Stato ha recentemente riconosciuto la necessità di
aprire un tavolo a questo scopo.
Civettini (Civica Trentina) ribadendo il giudizio favorevole al
collegamento autostradale, ha
suggerito anche una possibile
uscita della Valdastico ad AlaAvio. Non è vero che con la Valdastico si vende il Trentino al Veneto
perché sarebbe il Trentino a guadagnarci anche in termini di riequilibrio del traffico. Non ci sarà a
suo avviso alcuna imposizione da
parte dello Stato ma un accordo.
Nerio Giovanazzi (Amministrare il Trentino), pur apprezzando
l’ottimismo di Fugatti circa la realizzazione della Valdastico, ha
espresso sfiducia circa la possibilità che l’opera veda la luce considerata la contrarietà di troppi
comitati. Si è chiesto comunque
quali danni l’uscita a Rovereto
sud creerebbe, anche perché anche
l’A22 ne trarrebbe vantaggi in termini di traffico che oggi è in calo.
Walter Viola di Progetto Trentino
ha osservato che di Valdastico in
quest’aula si è parlato anche troppo e che oggi è più opportuno un
ragionamento complessivo che
evitando le tifoserie contrapposte
valuti laicamente quale possa essere la soluzione migliore possibile per collegare il Trentino con il
Veneto. “Per troppi anni – ha proseguito Viola – come Provincia
abbiamo guardato solo verso nord
e ci siamo isolati a sud. Riprendere
quindi una collaborazione virtuosa con il Veneto anche in chiave di
sviluppo sarebbe importante per la
vocazione di cerniera del Trentino
che deve smettere di limitarsi a subire le scelte”.
Per Massimo Fasanelli del Gruppo misto la risposta dell’assessore Gilmozzi è stata una risposta scontata. “Se ci mettiamo di
traverso e diciamo solo no – ha
detto – decideranno gli altri dove realizzare l’uscita. Prima che
ci venga imposta sarebbe ora di
decidere dove realizzare questo
sbocco”. Sicuramente per Fasanelli non si dovrà fare a Besenello.
In ogni caso non mi risulta che le
strade abbiamo mai portato gravi
danni ad un territorio, anche se
si dovrà tener conto del rapporto
costi-benefici.
Degasperi (M5s), contrario all’o-
pera, ha sottolineato la mancanza
di una valutazione di costi e benefici di uno sbocco in Trentino della
Valdastico. Dalla Provincia, che
oggi con la Giunta si contraddice,
ci è sempre stato raccontato che
le merci dovranno spostarsi con
la rotaia anche per evitare l’inquinamento di cui soffrono i territori
situati attorno all’autostrada del
Brennero. Secondo pochi studi
esistenti l’opera, ha ricordato Degasperi, manca degli studi che la
giustificano e comunque non porterebbe ad una riduzione del traffico lungo la Valsugana. Se il costo
della Valdastico nord fosse di due
miliardi, lo stesso studio dimostra
che non sarebbe mai ripagato.
Claudio Cia: sì alla demolizione
dell’ex Anmil di Rovereto
Secondo Giacomo Bezzi (Forza
Italia) l’opera va fatta perché potrebbe portare benefici al Trentino.
Fugatti ha dichiarato il proprio
stupore per la risposta dell’assessore Gilmozzi che non ha colto
il senso dell’ordine del giorno, e
senza entrare nel merito dell’ipotesi dell’ordine del giorno dell’uscita dell’arteria a Rovereto anziché a Trento, ha fatto il panegirico
ambientalista sulla rotaia mentre
il presidente Rossi ha riconosciuto pochi giorni fa la possibilità di
realizzare la Valdastico.
Borga (Civica) ha espresso la posizione del proprio gruppo a sostegno della Valdastico. Non si
capisce infatti perché l’opera dovrebbe danneggiare l’ambiente.
Se vi fossero rischi per le falde
occorrerà evidentemente studiare
soluzioni migliori, ma comunque
bisognerà valutare i pro e i contro
con serenità. Per Borga nel suo incontro con i comitati anti-Pirubi il
presidente si è espresso per la realizzazione dell’opera. La Valdastico quindi se si va avanti così si
farà ed è quindi giusto ipotizzare
un’uscita a Rovereto sud, fermo
restando che i Comuni dei territori interessati dovranno comunque
essere consultati.
Maurizio Fugatti (Lega)
Legge Gilmozzi più blanda
sulle seconde case. C’è il no
Respinto con 9 voti a favore, 13
contrari e 2 astenuti l’ordine del
giorno numero 11 proposto da Fugatti (Lega) perché per fronteggiare
la crisi del settore edile, si eliminino
i vincoli sul recupero delle seconde
case nei centri storici imposti dalla
legge Pur riconoscendo che qualcosa dovrà essere fatto per risolvere il problema Daldoss assessore
ha spiegato il parere negativo della
Giunta con l’esigenza di perseguire anche con questa nuova legge la
logica di non costruire più secondo
case in Trentino.
Bezzi (FI), favorevole all’odg di
Fugatti, ha ricordato la sua contrarietà alla legge Gimozzi. “La
Giunta deve tener conto che oggi
per l’edilizia in Trentino e in Italia
siamo in una situazione di stallo
totale. Sull’edilizia – ha concluso
– state esagerando e state uccidendo un comparto che dava lavoro a
migliaia di addetti”. Fugatti ha ammesso che non si aspettava un “sì”
della Giunta ma almeno una riconsiderazione di questo tema visto
che si parla di riforma urbanistica.
Borga (Civica) ha condiviso con
Bezzi che l’edilizia è in crisi e il
fatto che non si riesce a capire la
chiusura della Giunta a proposte
come queste che porterebbero vantaggio a tutti. Questo anche se la
partita più importante riguarda le
ristrutturazioni, il recupero del patrimonio esistente, il miglioramento energetico.
Anche Viola ha preannunciato il
voto favorevole di Progetto Trentino all’odg perché la situazione è
cambiata rispetto ai tempi in cui fu
approvata la legge Gilmozzi, e in
alcune zone vi sono situazioni critiche che devono essere affrontare e
risolte. Certo è importante non consumare più suolo ma il problema è
cosa fare di ciò che abbiamo, cioè
del patrimonio edilizio esistente.
Giovanazzi: avviare l’iter per un testo unico per urbanistica e territorio
Rodolfo Borga (Civica Trentina)
Centro sociale Bruno
per la Giunta controlli ok
Rodolfo Borga ha presentato un
odg sull’edificio concesso al centro
sociale Bruno a Piedicastello. Con
l’ordine del giorno il consigliere di
Civica Trentina chiede che la Patrimonio Trentino receda dal contratto
di comodato e ritorni in possesso
dell’immobile. Anche perché, ha
affermato, nel centro si svolgono
attività che necessiterebbero di una
lunga serie autorizzazioni che, a
quanto pare, il Comune di Trento
non ha mai rilasciato. C’è, secondo
Borga, un’eccessiva tolleranza nei
confronti di questi gruppi, come
ha ricordato il questore di Trento,
riferendosi agli anarchici ai quali
è stato messo a disposizione uno
spazio nell’Università. L’assessore
Gilmozzi ha detto che la collocazione dell’ex Bruno a Piedicastello
è il frutto di una riflessione per dare un assetto più chiaro ai rapporti
tra questi ragazzi e la città. Non è
vero, ha aggiunto, che non ci sono
controlli: l’ultimo è stato fatto il
16 luglio con i vigili urbani, e non
sono emerse irregolarità. Sull’odg
Gilmozzi ha ricordato che l’edificio
è destinato alla demolizione in una
logica di ristrutturazione del quartiere. C’è un contratto di comodato, ha affermato ancora, che si può
contestare solo quando c’è la certezza che le regole sono state violate. Borga ha annunciato un esposto
alla Procura della Repubblica in
base alle risposte date dal sindaco
di Trento il quale ha affermato di
non aver mai rilasciato le necessarie autorizzazioni, comprese quelle
di sicurezza, al Bruno. “Qui – ha
aggiunto – si parla del fatto che
quando la Pro loco organizza una
festa deve firmare un blocco così di
carte, mentre per i cocchi del potere
le leggi non valgono. Quello che ha
detto il Questore per gli anarchici
vale anche per questi vostri amichetti”. Fugatti (Lega) ha ricordato
che un gruppo di anarchici ha preso
la notte stessa a sassate i vigili del
fuoco di Trento. Un salto di livello
dello scontro che arriva a colpire
chi fa solidarietà. E ciò dimostra
che questi soggetti pensano di poter
fare quello che vogliono. Per Bezzi
(FI) questa questione ricorda quella
dell’usura e l’anatocismo delle Rurali, quando, di fronte alle denunce,
la Giunta diceva che il fenomeno
non esisteva e poi si è arrivati alle
inchieste giudiziarie. “Siamo stufi
– ha concluso – di non avere risposte su interrogazioni precise. Altrimenti siamo costretti a rivolgerci
alla magistratura”. Infine, Borga,
ha fatto una proposta alla Giunta:
modificare il dispositivo dell’odg
concedendo un mese di tempo per
verificare se l’ex Bruno ha, ad oggi, le necessarie autorizzazioni.
Gilmozzi ha detto che Patrimonio
del Trentino ha la responsabilità di
far rispettare il contratto e che la
Pat non ha mai autorizzato feste o
altro e i doveri di controllo spettano ad altri.
L’org di Borga è stato respinto con
19 no, 11 sì e un astenuto.
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6
C R O N A C H E
settembre-ottobre
IL DIARIO DEL MESE
1 LUGLIO
In Grecia vince con il 61,2% il “nai” (no) al
referendum sul piano di austerity proposto
dai creditori internazionali. Successo
per il premier Tsipras, si apre una fase
delicatissima della crisi statale.
9 LUGLIO
Approvata la riforma della scuola voluta dal
Governo Renzi, che però non ha applicabilità
diretta in Trentino. Il dirigente scolastico
avrà più poteri, potenziata l’alternanza
scuola-lavoro per i ragazzi, prima tranche di
assunzione di personale precario.
9. Milano, all’Expo il Trentino inaugura
la propria settimana di protagonismo a
palazzo Italia, con lo spazio battezzato
È
stata un’altra estate ruggente, quella 2015, per il rapporto tra
orso bruno e Trentino. Le aggressioni all’uomo nei boschi di
Zambana e di Cadine, l’ondata di reazioni contro la pericolosa presenza dei plantigradi, quindi – in luglio – il passaggio in Consiglio provinciale, con l’assemblea legislativa che ha approvato una
mozione in seduta straordinaria, indicando la linea da seguire alla
Giunta Rossi.
Il testo è stato promosso da Rodolfo Borga e da tutti gli esponenti
dell’opposizione, eccetto Filippo Degasperi. È stato concordato un
emendamento con l’assessore “all’orso”, Michele Dallapiccola, e infine la mozione è passata con 31 sì e il solo no di Degasperi. Si prevede – vedi la scheda qui a lato – di ridurre il numero di orsi, ma anche
di approntare “misure per la tutela dell’incolumità dei cittadini e il
coinvolgimento dei sindaci”.
Il dispositivo è stato “limato” sul punto riferito al controllo della diffusione dei lupi, animale che l’assessore ha escluso sia in prospettiva
un altro pericolo per l’uomo.
Respinta invece (ne parliamo in un riquadro a parte) la richiesta finale della mozione, di attivare un referendum “finalizzato a cogliere
l’orientamento dei cittadini nei confronti della situazione che oggi si
trovano a vivere”.
In linea con il dettato della mozione, è stata intensa in queste ultime
settimane la trattativa a Roma tra il governo provinciale e il ministro
per l’ambiente, Gian Luca Galletti, allo scopo di rivedere le regole di
gestione dell’orso fissate nel protocollo Pacobace. È stata quindi introdotta la categoria degli orsi “dannosi”, che “arrecano ripetutamente
danno ad animali o cose o utilizzano in modo ripetuto fonti di cibo
legate alla presenza umana”. Per questi esemplari Roma autorizza la
cattura e captivazione in recinto, ma non l’abbattimento, che invece
viene consentito per gli orsi “pericolosi” per l’uomo, previa ordinanza
urgente del presidente della Provincia.
Sul punto della fissazione di un numero massimo di orsi compatibile
con il territorio trentino, l’intesa dovrà essere raggiunta ad un tavolo
che oltre a P.a.t. e ministero comprenda anche la Commissione europea. La mozione consiliare ha scatenato quest’estate anche un’iniziativa dell’associazionismo animalista più convinto, con catena di messaggi in Twitter per chiedere addirittura lo scioglimento del Consiglio
provinciale di Trento, colpevole – si dice – di attentare alla sopravvivenza del plantigrado, inquilino ormai stabile dei nostri boschi. Non
è mancato anche un picchetto alle porte del palazzo della Provincia.
E mentre la polemica infuria come non mai, i forestali trentini sono
stati impegnati (e continuano ad esserlo) per l’individuazione e cattura di KJ2, l’orsa responsabile dell’aggressione a un runner nei boschi vicini all’abitato di Cadine. Sono state depositate anche recenti
interrogazioni di consiglieri provinciali (Fugatti, Civettini, Borga)
che vogliono sapere perché passano addirittura i mesi senza che si
venga a capo di questa operazione inizialmente annunciata come
certa e imminente.
Ecco le posizioni emerse in
Consiglio provinciale durante
la discussione della mozione
sull’orso.
Borga: “Numero insostenibile
per il Trentino occidentale”.
Rodolfo Borga (Civica) ha spiegato che l’intento è stato quello di muovere la Giunta Rossi,
perché chieda al Ministero una
radicale revisione del progetto
Life Ursus, rendendo la presenza
sia dell’orso che del lupo compatibile con la priorità della sicurezza per l’uomo. Le situazioni
della Slovenia e soprattutto del
Canada – dice Borga – non sono
paragonabili
per estensione territoriale
e numero di
centri abitati. Un esperto
come Franco
Perco, direttore del Parco nazionale dei monti Sibillini, ha avuto
modo di dire che per lupo e orso
vi è la necessità di restare entro
un numero compatibile con la
presenza dell’uomo. “Nella nostra provincia – ha proseguito il
consigliere – gli orsi sono una
sessantina e tutti si trovano nel
Trentino occidentale”. Numero
insostenibile. Il progetto sull’orso “è stato gestito con superficialità e dilettantismo, pur essendo
in gioco la vita delle persone”.
“Chiediamo un radicale cambio
di rotta”, ha sentenziato Borga,
“perché i boschi non sono la casa dell’orso ma dei trentini”. Si
tratta allora “di individuare la soglia più bassa possibile di esemplari” ed è grave che in 40 giorni
la Giunta non sia stata neppure
capace di catturare l’orso pericoloso di Zambana.
Dallapiccola: già chiesto
un contingente massimo.
“Siamo convinti – questa la dichiarazione in aula dell’assessore Michele Dallapiccola, competente per il tema orso – che
questo progetto abbia determinato problemi non previsti in
origine, o non in questo modo.
L’ultimo caso ci ha spinto a cercare un colloquio con il Ministro
sul progetto Pacobace, perché
senza il consenso del Governo la
Provincia non può intervenire. I
rapporti non hanno dato esito positivo fino agli ultimi due episodi
di aggressione, che hanno spinto il ministro ad interessarsi del
problema. Dallapiccola ha letto
il messaggio inviato dal presidente Rossi al ministro, nel quale
il governatore segnala come sia
“stata ormai superata la soglia
di sostenibilità sociale rispetto
all’attuale presenza dell’orso sul
territorio trentino”. E conclude
evidenziando “l’urgenza assoluta di adeguare gli strumenti di
gestione vigenti e in particolare
per le situazioni problematiche,
e la definizione di un contingente
come Convivium. Serie di eventi anche per
promuovere l’Euregio.
13 LUGLIO
L’Eurosummit approva il piano di aiuti alla
Grecia per 86 miliardi di euro, il premier
Tsipras accetta una road map fitta di riforme
e misure economiche e fiscali molto dure da
approvare in tempi strettissimi. Si spacca
il partito di maggioranza Syriza. Nei giorni
successivi il Parlamento greco approva
le leggi del rigore e l’Ue dà il via libera al
prestito-ponte da 7 miliardi di euro. Grexit
scongiurata.
14 LUGLIO
Storico accordo Usa-Iran sul nucleare a
Vienna: stop all’utilizzo militare dell’energia
atomica, sblocco dell’export di petrolio e
dal 2016 fine delle sanzioni economiche
contro Teheran, se rispetterà i patti. Israele
contrarissimo.
15 LUGLIO
Forte tensione in Consiglio attorno al
tema dei punti nascite negli ospedali
periferici. Sotto accusa Donata Borgonovo
Re, le minoranze propongono di toglierle
le deleghe perché l’assessora starebbe
lavorando per la chiusura entro l’autunno.
16 LUGLIO
Il Consiglio provinciale approva la legge
Viola-Plotegher per contrastare il gioco
d’azzardo patologico.
2015
18-19 LUGLIO
Si commemora la tragedia di Stava nel 30°
anniversario. E il dolore dei parenti delle
268 vittime dei bacini di Prestavél appare
ancora inconsolabile.
22 LUGLIO
Da due settimane regione nella morsa
di un caldo africano. In Alto Adige due
escursionisti uccisi dai fulmini, a Rovereto
un operario Marangoni muore mentre
lavora alle presse, sciopero del personale
che parla di reparto con 50 gradi e senza
raffrescamento. Il Consiglio vara la nuova
legge urbanistica provinciale, predisposta
dall’assessore Carlo Daldoss. Di Degasperi
(5 Stelle) l’unico voto contrario.
Il Consiglio: “Ridu
Il testo: si affronta anche
la diffusione del lupo
La mozione approvata in luglio impegna la Giunta Rossi a 1)
programmare ed operare una riduzione del numero degli orsi presenti in Trentino compatibile con la sicurezza degli esseri umani,
utilizzando ogni possibile misura a ciò idonea, ivi comprese la
sterilizzazione, l’abbattimento e/o la cattura ed il trasferimento
dei plantigradi; 2) a manifestare le preoccupazioni sempre più
pressanti presso le sedi interessate ai progetti di ripopolamento
dell’orso, dal Governo centrale alle Istituzioni europee, per una
seria riflessione sulla situazione creatasi che, allo stato dei fatti,
è destinata diventare sempre meno sostenibile in relazione alla
continua espansione della popolazione dell’animale in parola; 3) a
richiedere altresì al Governo la liberalizzazione dell’acquisto, con
registrazione dell’identità dell’acquirente dello spray al peperoncino anti-orso; 4) a promuovere un maggiore coinvolgimento dei
sindaci nella gestione del progetto Life Ursus in veste di autorità
di pubblica sicurezza, competenza a loro attribuita dall’ordinamento dei Comuni; 5) garantire il monitoraggio delle dinamiche
di diffusione e di incremento numerico del lupo sul territorio provinciale nonché a sviluppare, fin d’ora,un piano di gestione che tra
le altre cose approfondisca e determini la soglia di compatibilità
della specie in relazione alla preminente necessità di assicurare la
sicurezza delle persone.
È stato stralciato invece il riferimento a un sostegno diretto a un
referendum finalizzato a cogliere l’orientamento dei cittadini nei
confronti della situazione che oggi si trovano a vivere in rapporto
con l’orso bruno.
massimo di soggetti compatibile. Contingente che di certo oggi almeno in parte del territorio
è stato decisamente superato”.
A proposito di Kj2, l’orsa che ha
attaccato e ferito un runner a Cadine, Dallapiccola ha annunciato
che la Provincia ha predisposte
trappole. “Ora sappiamo dove
l’orsa pericolosa si trova – ha aggiunto – e abbiamo gli elementi
conoscitivi necessari per garantire la sicurezza dei cittadini”.
Zanon: boschi e montagne
appartengono ai trentini.
Per Gianfranco Zanon (Progetto Trentino) “Il problema sta nel
fatto che a causa dell’orso il nostro territorio non è più frequentabile come prima. E forse i 55
esemplari indicati dall’assessore
non sono più sostenibili per il nostro territorio, perché i boschi e
le montagne sono ancora vissuti
e frequentati dalla nostra gente”.
Non basta più limitarsi ad inter-
venire sugli orsi problematici.
Occorre ottenere dal Ministero
la facoltà di allontanare un certo numero degli orsi dal nostro
territorio.
Kaswalder: situazione grave
serve un’intesa bipartisan.
Walter Kaswalder (Patt) ha
espresso piena solidarietà all’assessore, “che vedo giù di corda”,
perché questo è un progetto problematico che lui ha ereditato,
su cui occorre un accordo bipartisan. “Negli
ultimi cinque
anni il numero degli orsi
è cresciuto
a dismisura,
si arriverà
presto a 100
esemplari”.
“Nessuno va più nei boschi del
Bondone, tanto meno gli educatori con i bambini delle scuole
estive”. Questo progetto mette in
In piena estate il Consiglio ha approvato
una mozione in seduta straordinaria:
si chiede anche il via libera allo spray
con il peperoncino e la definizione
del mumero massimo di lupi
compatibile col territorio trentino
difficoltà gli stessi forestali, che
non lavorano più da soli.
Fugatti: la Giunta ha sempre
minimizzato il problema.
Maurizio Fugatti (Lega) ha ricordato che solo dall’estate scorsa tutti si sono accorti che l’orso
è un problema. Per Fugatti la
Giunta ha continuato a minimizzare il problema – anche rispondendo a precisa interrogazione
appena l’anno scorso – e a dare ai
forestali l’indicazione politica di
nascondere la questione di fronte
all’opinione pubblica. La Giunta
ha sempre inviato anche al Ministero messaggi rassicuranti.
“Il fatto che adesso si cambi idea
è sicuramente da saggi, ma chi
ha governato negli ultimi 10-15
anni, Patt compreso, si deve assumere la responsabilità politica
di quanto fin qui accaduto”.
“Se vi aspettate che il Ministro
alzi la mano per intervenire
sull’orso siete degli illusi”. Per
Fugatti “in base all’articolo 52
dello Statuto il presidente della
Provincia potrebbe e dovrebbe
adottare subito provvedimenti
utili in materia di sicurezza e
igiene pubblica, prima che accada il fatto grave. Occorre una
sua assunzione di responsabilità,
anche andando oltre gli accordi
con Roma. Perché Galletti ha
altro a cui pensare”.
Degasperi: la mozione non
dice che la colpa è della Pat.
Degasperi (M5s) ha spiegato di
non condividere la mozione se
non in alcuni aspetti, “perché
manca la parte più importante,
ovvero l’indicazione della responsabilità della Provincia che
ha gestito il progetto negli ultimi
anni, e dal caso Daniza fino ad
oggi”. “Il progetto originario –
ha proseguito – prevedeva che
gli orsi dovessero essere distribuiti anche in Veneto e nell’Alto
Adige. Oggi si scopre che il nu-
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7
C R O N A C H E
settembre-ottobre
2015
24 LUGLIO
Il Consiglio provinciale respinge in seduta
straordinaria la mozione delle minoranze che
avrebbe spinto il presidente Rossi a togliere la
materia della sanità all’assessora Borgonovo
Re, al centro di forti critiche per le scelte in
vista soprattutto in materia di punti nascita
negli ospedali periferici.
Il Consiglio provinciale approva una mozione
che impegna la Giunta Rossi a lavorare per la
riduzione del numero di orsi in Trentino. No alla
richiesta di un referendum popolare sul tema,
iniziativa che però già il giorno 27 viene avviata
autonomamente dalla Lega Nord Trentino.
25 LUGLIO
Il presidente della Provincia, Ugo Rossi, ritira le
deleghe all’assessora Donata Borgonovo Re e
chiama in Giunta l’altro consigliere del Pd Luca
Zeni, assegnandogli sanità e politiche sociali.
Alcune competenze in più agli assessori Olivi,
Daldoss e Gilmozzi.
1 AGOSTO
In fiamme la torre civica di Trento, la città sta
a guardare per ore il rogo che a causa di un
corto circuito elettrico distrugge le parti in
legno sulla sommità dell’edificio di 45 metri in
pieno centro.
12 AGOSTO
Dramma in piena città di Trento: Claudio
Rampanelli, 63 anni, accoltella e uccide la
compagna (53 anni) e la figlia di lei (27), poi si
toglie la vita gettandosi nel vuoto dall’edificio
di casa.
18 AGOSTO
Dopo le dure critiche di monsignor Nunzio
Galantino alle forze politiche che osteggiano
l’accoglienza ai profughi, e dopo l’ancor
più dura replica del leader leghista Matteo
Salvini, il segretario generale della Cei rinuncia
a presenziare alla lectio degasperiana in
programma come ogni anno a Pieve Tesino.
20 AGOSTO
Si dimette Alexis Tsipras, il premier greco
che non è riuscito compattare il partito Syriza
attorno al doloroso piano di salvataggio
finanziario del Paese.
24 AGOSTO
Panico sui mercati borsistici mondiali, il crollo
di Shangai legato alla crisi dell’economia
cinese e alla svalutazione dello yuan
trascina al meno 5,96% anche la piazza
di Milano.
Il giorno dopo però piazza Affari “rimbalza”
subito, +5,86%, giornata migliore degli ultimi
tre anni.
2 SETTEMBRE
Il Consiglio delle Autonomie rinnova
alla Presidenza l’uscente Paride
Gianmoena, il candidato Adalberto
Mosaner si ritira ma chiede più protagonismo
politico da parte dell’organismo
dei Comuni trentini.
La fuga dalla Siria insanguinata dall’Isis
provoca un’ondata migratoria verso l’Europa.
A Bodrum in Turchia tragico rinvenimento sulla
spiaggia del corpo di Alan Kurdi: aveva 3 anni
e con il papà cercava la vita sulle isole greche.
Mentre in Ungheria il presidente Orban punta
su reticolati e respingimenti, Angela Merkel
apre a sorpresa le frontiere tedesche.
Papa Francesco chiede alle parrocchie di
ospitare i profughi, anche Cameron a Londra
rinuncia alla linea più dura.
11 SETTEMBRE
Lo sport italiano in gloria: il ciclista Fabio Aru
vince la Vuelta in Spagna, agli U.s. Open di
tennis finale pugliese con Flavia Pennetta che
trionfa su Roberta Vinci.
Intanto Valentino Rossi prende il largo nel
mondiale di motociclismo.
urre gli orsi, con ogni mezzo”
FUGATTI ALLA TESTA DEL COMITATO PROMOTORE
E la Lega vuole il referendum
L’obiettivo: chiedere ai trentini se vogliono la riduzione del numero di orsi
Un comitato sta lavorando per “lanciare” un referendum propositivo
tra i trentini e chiedere per questa via alla Provincia di limitare la presenza degli orsi in Trentino. Il quesito referendario è stato presentato
in Consiglio a fine luglio. Il rappresentante del comitato è il consigliere provinciale della Lega Nord, Maurizio Fugatti. Questo il testo
del quesito: “Volete che la Provincia intraprenda tutti i passi possibili,
nell’ambito delle sue competenze e con opportune iniziative presso
lo Stato italiano e l’Unione europea, con riguardo alle competenze di
questi ultimi, perché la presenza di orsi nel territorio di tutta la Provincia di Trento sia limitata rispetto alla situazione attuale?”
Si è aperto, quindi, l’iter del referendum: l’Ufficio di presidenza del
Consiglio ha nominato il comitato composto da tre giuristi (Matteo
Cosulich, Sarre Pirrone e Maurizio Tosadori) che secondo legge ha
vagliato – e riconosciuto – l’ammissibilità del quesito. A questo punto il comitato referendario è impegnato a raccogliere, entro tre mesi,
le 8 mila firme necessarie per l’effettivo via libera alla consultazione
popolare.
Nell’avviare la procedura depositando la richiesta di referendum a
palazzo Trentini (vedi foto), Fugatti, ricordando che questo è il primo referendum di tipo propositivo (e non abrogativo) promosso in
Trentino, ha detto che si potrebbe andare alle urne nella primavera
del prossimo anno. Il consigliere ha sottolineato l’importanza politica di questo referendum, anche nei confronti della Giunta Rossi che,
nel caso di un sì, potrebbe far valere il volere popolare nella trattativa
avviata col Governo. Giacomo Bezzi (FI), che fa parte del comitato
referendario, ha detto che questa iniziativa è in linea con le aspettative
della gente trentina, che ormai ha paura a frequentare i boschi. A titolo
personale ha aderito al comitato anche Claudio Cia di Civica Trentina.
Nel corso della presentazione è intervenuto anche Walter Ferrazza,
sindaco di Bocenago, affermando che non si tratta di un referendum
contro l’orso, ma a favore di una convivenza pacifica tra l’uomo e
un animale.
La consigliera comunale di Trento, Bruna Giuliani, ha ricordato il
danno d’immagine che l’orso sta provocando al Bondone e il dramma
dell’aggressione di Cadine. Erminio Boso, infine, ha detto che la gente
Le minoranze accusano l’esecutivo
di avere sempre minimizzato e sottovalutato
il problema. Si invoca un taglio netto
alla consistenza dei plantigradi in Trentino,
chiesti abbattimenti e se del caso
caccia di selezione o sterilizzazioni.
mero di orsi ha raggiunto un livello non più sostenibile. Eppure
nella conferenza di informazione
organizzata dal Consiglio ci era
stato spiegato che la soglia minima di questi esemplari sarebbe
stata di 50 orsi. “All’improvviso
ora si dice che gli orsi sono troppi. Stupirsi e stracciarsi le vesti
e richiedere
interventi risolutivi oggi
perché il numero degli
orsi è quello
previsto mi
sembra fuori
luogo”.
E ancora: “Dov’è stata fatta tutta l’informazione sull’orso promessa, a parte quella veicolata
dai cartelli? Anche le azioni di
dissuasione degli orsi non sono mai state messe in pratica e
adesso si rincorre un’orsa con
30 forestali. Perché queste misure non sono state adottate pri-
ma? E dov’era la task force h24
quando l’orsa si aggirava nei
dintorni di Cadine? Il progetto
prevedeva inoltre la creazione di
corridoi per permettere agli orsi
di spostarsi da una parte all’altra
del Trentino. Altre domande:
il progetto prevedeva il coinvolgimento del Veneto e della
Lombardia: quali contatti ci sono
stati? Il 12 settembre 2014 Degasperi aveva già chiesto l’istituzione di un tavolo tecnico per
la gestione del progetto, ma solo
adesso il tavolo viene istituito.
Per Degasperi “in questa mozione manca l’affermazione che se
siamo arrivati a questo punto la
responsabilità è della Provincia
autonoma ”.
Tonina: ora servono decisioni
non un referendum popolare.
Mario Tonina (Upt) ha ricordato la mozione presentata lo
scorso anno dall’Upt dopo l’aggressione a Maturi, intitolata
“Progetto orso, necessaria una
ridefinizione”. Oggi “servono
dei prelievi, perché plantigradi
e lupi devono trovare spazio solo in numero controllato dentro
territori e spazi poco frequentati
dalle persone”.
Pur contrario agli abbattimenti, Tonina è preoccupato perché “c’è ormai un’abitudine del
plantigrado di avvicinarsi ai centri abitati, alle case e alle persone. E quando c’è questa confidenza con l’uomo non va bene,
perché prima o poi accade qualche aggressione. L’esponente
dell’Upt s’è poi detto contrario
al referendum, perché i cittadini attendono piuttosto risposte
e decisioni.
Zeni: si punti sulla comunicazione e sul consenso sociale.
Luca Zeni (Pd) ha ricordato che
già all’inizio del progetto Life
Ursus si sottolineava che vi era
il rischio di incidenti e occorreva quindi avere la possibilità di intervenire sugli orsi problematici, nonchélavorare per
sviluppare l’accettazione sociale. “La velocità di crescita della
presenza dell’orso non è stata
accompagnata alla diffusione
della conoscenza di alcune regole importanti per la cultura della
montagna”.
Secondo Zeni “non è con i divieti
che si risolvono i problemi”. Il
limite della mozione è che si focalizza troppo sul numero degli
orsi, lasciando in secondo piano
altre questioni come la comunicazione. Giusta invece la richiesta della mozione di poter utilizzare lo spray al peperoncino.
In sintesi, è sbagliato fare a gara
nel dire “meno orsi ci sono e meglio è”. La presenza dell’orso un
valore aggiunto lo può portare.
Occorre però rassicurare i cittadini garantendo che la Provincia
ha la situazione sotto controllo e
promuove la conoscenza delle
regole di convivenza indispensabili.
Giovanazzi: gravi i danni
per il turismo.
Nerio Giovanazzi (Amministrare il Trentino) ha evidenziato che
la gente non ne può più, come
dimostra la raccolta di firme in
atto. Bisogna
essere duri
con il ministro Galletti,
che stando
a Roma non
ha la percezione di quel
che succede
qui. Per questo a suo avviso la mozione dovrebbe essere condivisa da tutti,
perché l’attuale numero di orsi
è eccessivo e alcuni esemplari
vanno eliminati senza ombra
di montagna vive la presenza di questo predatore come un intruso voluto dalla cultura cittadina. Per l’ex senatore si dovrebbe assegnare ai
cacciatori dei permessi per abbattimenti di plantigradi.
Il comitato promotore che lavora al referendum è composto da Maurizio Fugatti; Erminio Enzo Boso; Bruna Giuliani; Gianni Festini
Brosa; Devid Moranduzzo; Claudia Postal; Ivo Ioriatti; Giulia Zanotelli; Pacifico Mottes; Martina Loss; Claudio Cia; Giacomo Bezzi.
L’iniziativa è dunque partita, nonostante il Consiglio provinciale abbia
respinto – con 21 no e 11 sì – la parte della mozione sull’orso che appunto prevedeva l’indizione di un referendum popolare. L’assessore
Michele Dallapiccola ha detto in aula che costerebbe troppo (2,5 milioni) e non aggiungerebbe nulla a quanto già si sa. Borga ha replicato
che i soldi per il referendum si potrebbero ricavare in vari modi, ad
esempio tagliando sulla solidarietà internazionale. Da segnalare che
Degasperi dei 5 Stelle, pur contrario alla mozione sull’orso, si è detto
di dubbio. A soffrirne per Giovanazzi non sono solo i trentini
ma anche il turismo, “che sta subendo un danno enorme dovuto
a questa paura”. Il consigliere ha
aggiunto che senza la sterilizzazione di qualche orso, il numero
di questi animali crescerà inevitabilmente. E ha concluso ricordando che anche per i lupi è meglio fare subito prevenzione per
non trovarsi tra non molto con
un problema analogo a quello
legato agli orsi.
Bezzi: a questo punto occorre
che la Giunta faccia di più.
Giacomo Bezzi (FI) ha lamentato la scarsa attenzione prestata
dalla Giunta al problema della
paura dell’orso. Sarebbe importante per i forestali sapere con
precisione dove si trovano gli
orsi, per limitare con le buone
l’accesso delle persone e dei turisti in queste zone. In questa fase
di emergenza occorre fare qualcosa di più, magari consentendo
la caccia di selezione.
Borga: sarei favorevole
allacaccia di selezione.
In replica, Rodolfo Borga ha
“rincarato la dose”: 1) il 22 luglio
Dallapiccola aveva dichiarato in
Commissione di non voler chiedere una soglia numerica, bensì
mano libera per intervenire sia
sugli orsi dannosi sia sugli orsi
problematici; 2) occorre invece
proprio diminuire il numero di
animali, inoltre “sarei favorevole
alla caccia di selezione all’orso”.
Nel Parco dei monti Sibillini il
30% degli orsi e dei lupi è vittima di bracconaggio con bocconi
avvelenati. In Trentino questo è
successo solo in val di Non. Ma
il bracconaggio arriverà se non
si interviene subito.
L’assessore: un cambio di rotta
della Giunta c’è già stato.
Fino a poco tempo fa non si erano mai verificati falsi attacchi
degli orsi, ecco perché – ha chiarito – la Giunta ora ha cambiato
rotta. Parlando di Kj2 (l’orsa
che ha attaccato a Cadine) “noi
conosciamo l’area in cui vive,
ma siccome non ha radiocollare
per metterglielo dobbiamo prima
catturarlo. Tutte le nostre forze
sono state dirette subito a garantire la sicurezza delle zone dove è stata individuata Kj2. Non
spariamo all’animale, per non
correre il rischio di sparare a un
orso sbagliato. La sterilizzazione
è un palliativo inadeguato. Dallapiccola ha ricordato poi che in
caso di uccisione dell’orso non
autorizzata, per l’amministrazione provinciale scatterebbe una
procedura d’infrazione.
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settembre-ottobre
2015
Entro fine anno Rossi e Olivi riferiranno
Risoluzione all’unani
IL PUNTO
SULL’OCCUPAZIONE
I
l prodotto interno lordo del Trentino è tra i più alti d’Europa. Il vero problema è l’incapacità del sistema di assorbire nuove forze lavoro.
L’ha detto il 3 settembre Alessandro Olivi, vicepresidente della Provincia
e assessore al lavoro, quando s’è presentato in Consiglio per fare il punto a
proposito delle emergenze occupazionali in atto. Il confronto è stato richiesto
dalle minoranze, che quest’estate avevano prestato massima attenzione a situazioni come quelle della Malgara di Avio, della roveretana Gallox, degli ex
addetti Marsilli, della ledrense Mariani.
Tutti i 25 consiglieri presenti hanno approvato infine la risoluzione di cui riferiamo qui sopra, un testo che impegna la Giunta Rossi a lavorare per creare
nuova imprenditoria e nuovi posti di lavoro (in particolare per le donne), a
formare in Agenzia del Lavoro un’apposita task force che monitori le crisi
aziendali, a migliorare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro in Trentino,
a istituire un fondo territoriale intersettoriale che rafforzi gli strumenti di ammortizzazione sociale. Il dispositivo di questa risoluzione fa seguito a un’analisi aggiornata della situazione economica trentina. Olivi ha affermato che la
nostra provincia si trova in una situazione di sostanziale tenuta. Tuttavia, con
5 punti di p.i.l. persi dal 2007 ad oggi, anche Trento soffre della bassa crescita,
che rallenta il recupero, sebbene in misura minore rispetto ad altre aree d’Italia e d’Europa. Gli ultimi dati disponibili sul lavoro (primo semestre 2015)
mostrano un Trentino in miglioramento. Il problema, tuttavia, rimane ad avviso di Olivi l’incapacità del sistema di dare lavoro, soprattutto alle donne e ai
giovani. Le politiche devono dunque concentrarsi sulle situazioni di crisi e su
una maggiore integrazione tra le politiche di sviluppo delle imprese e quelle
del welfare, finalizzata alla creazione di nuovo lavoro. L’assessore ha promesso
azioni in tema di ammortizzatori sociali, con l’istituzione appunto di un fondo
territoriale intercategoriale per raccogliere il contributo obbligatorio delle
imprese. Sul fronte dei lavori socialmente utili, la Pat sta facendo un grosso
sforzo, con incremento doppio di lavoratori nel Progettone e l’obiettivo della
riduzione dei costi di gestione, della modifica dei criteri d’ingresso e obiettivi di maggiore solidarietà tra i lavoratori (meno ore, ma allargamento della
platea di soggetti). Olivi ha proseguito osservando che occorre migliorare il
meccanismo di lettura dei bisogni e dell’incrocio tra chi offre lavoro e chi ne
ha bisogno, investendo anche nei servizi professionali all’impiego. Altro tema
fondamentale a suo avviso è quello della formazione, che deve essere più personalizzata, con meccanismi premianti che escludano la formazione generalista, ma si orientino verso il raggiungimento di competenze qualificanti. Infine,
all’Agenzia del Lavoro sarà assegnata una nuova funzione di “sostegno alla
contrattazione aziendale”.
Molti dati statistici sciorinati da Olivi
to dell’aula, il vicepresidente Alesappaiono anche nella lunga premessandro Olivi ha ripreso la parola per
sa alla risoluzione votata dall’aula.
definirlo un “buon punto di sintesi”.
Affrontare il tema della situazione
In essa la fotografia della situazione
viene scattata con prudenza. Vi si dice
occupazionale nel quadro dell’ecoche “in Trentino il mercato del lavonomia trentina in soli 15 minuti di
ro fornisce indicazioni contrastanti”,
intervento è certamente riduttivo, ha
perché cresce il numero di occupati
aggiunto. Un tempo così breve non
(e quindi le assunzioni) ma anche il
permette di affrontare in maniera
tasso di disoccupazione. Tra le critiesaustiva le diverse problematicicità “da superare”
tà ed illustrare
si elencano: un rapi singoli casi:
porto tra operatori
“Quello che
dei servizi pubblici
ho potuto fare
per l’impiego e diè stato dare dei
soccupati inferiore
riferimenti tenai Paesi più avandenziali, menzati, anche se infetre ho cercato
riore alla media itadi dare conto
liana; la necessità
della consapedi maggiore coorvolezza che la
dinamento tra gli
Giunta ha molinterventi delle poto chiara, dellitiche dell’educala necessità di
zione e formazione
rinnovare gli
e quelli di politica
strumenti e di
del lavoro; la riduaccelerare nel
L’assessore Alessandro Olivi
zione delle risorse a
miglioramento
disposizione per le
delle politiche
politiche attive del lavoro; l’approca sostegno del lavoro”.
cio spesso non personalizzato degli
Va detto che alla risoluzione è stainterventi di politica del lavoro; un
to aggiunto un punto per volontà
impegno finanziario sbilanciato sul
espressa dalle minoranze consiliasostegno al reddito, a scapito delle pore: prevede l’impegno della Giunta
litiche attive (formazione, riqualificaRossi a relazionare al Consiglio enzione, bilancidi competenze...), fatti
tro fine anno in ordine alle singole
salvi i lavori socialmente utili; presituazioni aziendali di maggiore
senza nei Centri per l’Impiego di atcriticità ed impatto sociale, a partitività ancora fortemente caratterizzate
re dai casi aperti nei distretti induda adempimenti di tipo burocratico.
striali della Vallagarina e del basso
Trentino.
Una volta trovata l’intesa sulla forClaudio Civettini ha detto di aver
mulazione del testo da mettere al vocercato di portare la riflessione sul
concreto: pur non condividendo l’intero contenuto della risoluzione (in
modo particolare la premessa), “la
La risoluzione ufficiale votata dal Consiglio provinciale è stata
inizialmente presentata da Alessio Manica, Claudio Civettini,
Gianpiero Passamani, Lorenzo Baratter, Rodolfo Borga, Alessandro Olivi, Walter Viola, Maurizio Fugatti e Filippo Degasperi.
Il testo adottato impegna la Giunta a “orientare le azioni volte allo
sviluppo economico e alla promozione e salvaguardia dell’occupazione secondo le seguenti direttrici:
1. indirizzare le politiche industriali a progetti di sviluppo aziendale e di incremento della produttività in modo da creare i presupposti di crescita anche qualitativa dei livelli occupazionali;
2. favorire l’insediamento di nuove realtà imprenditoriali, con
particolare attenzione alle imprese innovative e con produzioni ad alto valore aggiunto, che garantiscano buona e solida
occupazione;
3. intraprendere specifiche iniziative finalizzate ad affrontare
le situazioni di crisi aziendale e le conseguenti ricadute occupazionali ed in particolare creare in Agenzia del Lavoro
una specifica task force che si occupi del monitoraggio della
L’assessore
Olivi in aula:
il Trentino
tiene, ma
su donne
e giovani
non ci siamo
ancora
“Un sforzo in più
I DATI SUL TRENTINO DIFFUSI DALL’ASSESSORE OLIVI
IL NUMERO DI OCCUPATI DAL 2007 AL 2015
IN CERCA DI OCCUPAZIONE DAL 2007 AL 2015
Popolazione 15 anni e oltre per condizione in provincia di Trento (2007-2014; 2° trim. 2015)
Occupati
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2° tri. 2015
221.800
225.600
226.800
226.600
227.900
227.500
229.200
232.200
233.900
6.700
7.600
8.300
10.100
10.500
14.800
15.900
17.300
18.800
In cerca
di occupazione
Elaborazione su dati Istat-Ispat
FORZA LAVORO
Nel 2° trimestre 2015 le forze lavoro complessive (occupati
+ in cerca di occupazione) aumentano di circa il 2% su base
annua. +5% le donne.
OCCUPATI
Nel 2° trimestre 2015 sono 234.000, di cui 130.000 uomini
e 104.000 donne. Trend: +5% dal 2007 al 2014
(+6,9% in Alto Adige); + 1,3% tra 2013 e 2014
(0,2% in Alto Adige, +0,4% in Italia).
OCCUPATI PER SETTORE DI ATTIVITÀ
4,5% in agricoltura, 25% nell’industria (-6%), 70%
nei servizi (2° trimestre 2015). Ottimo il trend del turismo.
ASSUNZIONI
+5% nei primi 6 mesi del 2015, rispetto ai primi 6 mesi
del 2014. Su base annua, +55% delle assunzioni a tempo
indeterminato (nel semestre 2015). Le imprese tendono però a
riassorbire il personale in cassa integrazione piuttosto che
ad assumere nuovi lavoratori. Quindi ci sono meno disoccupati
ex-occupati e più disoccupati che escono dall’inattività (+32%),
che sono la parte più consistente dei disoccupati.
DISOCCUPATI
Poco più di 18.000 nel II trimestre 2015, in lieve incremento
su base annua ma in diminuzione rispetto ai precedenti
due trimestri.
TASSO DI OCCUPAZIONE
Fascia di età 15-64 anni: 66,0% (+ 0,4 punti sul II trimestre
2014); maschile 72,3%, femminile 59,8%. Italia: 56,3%.
TASSO DI DISOCCUPAZIONE
7,2% (+0,4 punti sul II trimestre 2014). Era del 2,9% del
2007, ma all’8,1% nel primo trimestre 2015. Italia: 12,1.
Il tasso di disoccupazione giovanile 15-24 anni nel 2014 è in
Trentino al 27,1%, in Italia del 42,7. Buona parte dei giovani
però prosegue gli studi. La percentuale di disoccupazione (cioè
giovani in cerca di lavoro) sul totale della popolazione giovanile
(indicatore Eurostat) è pari all’8%, allineata al tasso totale di
disoccupazione.
PIL PRO-CAPITE
A parità di potere d’acquisto è pari a 33.700 euro
(studio Eurostat riferito al 2013) e ci colloca tra le realtà
europee con elevato livello di benessere economico
(Italia 26.300 euro, Ue 26.600 euro).
-5% rispetto al 2007 (l’Italia e il Nord-est devono recuperare
invece 7 punti percentuali).
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settembre-ottobre
2015
in Consiglio anche sulle situazioni aziendali più critiche e di maggiore impatto sociale
mità: ecco gli impegni per la Giunta
4.
5.
6.
7.
8.
situazione economico-finanziaria ed occupazionale delle crisi
aziendali;
razionalizzare e qualificare gli interventi a sostegno della nuova
imprenditorialità, semplificandone i canali di accesso;
riprogettare la mission delle politiche del lavoro attorno ai
servizi professionali per l’incontro tra domanda e offerta di
lavoro;
completare l’attuazione della delega in materia di ammortizzatori sociali con riferimento alla cassa integrazione, promuovendo la firma di accordi collettivi volti alla istituzione di un
Fondo territoriale intersettoriale e adeguando l’ammortizzatore
sociale provinciale per i disoccupati – il Reddito di Attivazione
– al nuovo regime nazionale delle indennità di disoccupazione.
potenziare i servizi all’occupazione mediante la cooperazione
tra pubblico e privato e gli investimenti nella rete provinciale
dei servizi per il lavoro;
favorire e realizzare interventi imperniati sui servizi di ricollocazione di personale espulso;
9. confermare e potenziare ulteriormente le azioni di attivazione
dei soggetti disoccupati percettori di sostegno al reddito (principio di condizionalità);
10.sviluppare la filiera scuola – lavoro, al fine di coordinare gli
interventi a favore dei ragazzi in uscita dal sistema scolastico
e di migliorare l’orientamento scolastico, anche in termini di
orientamento all’occupazione;
11. sostenere l’occupazione femminile sia in termini quantitativi
che qualitativi con interventi mirati;
12.sostenere la competizione economica mediante le reti di imprese, l’incremento della produttività aziendale, la specializzazione della formazione continua e la valorizzazione della
contrattazione decentrata territoriale.
In particolare, la Giunta si impegna a relazione al Consiglio entro
la fine dell’anno in ordine alle situazioni di maggiore criticità ed
impatto sociale, a partire dai casi in essere nei distretti della Vallagarina e del basso Trentino e alle misure che si possono approntare
in favore dei lavoratori coinvolti.
per creare lavoro”
sottoscriviamo al fine di contribuire
al bene comune e alla soluzione delle necessità dei territori di cui siamo
umili servitori”, ha osservato.
Alessio Manica, capogruppo del
Pd, ha espresso soddisfazione per
la condivisione raggiunta dall’aula: con questa risoluzione, che pur
palesa un quadro di difficoltà e di
criticità, si indica una strada, individuando diversi segmenti sui quali
la Giunta può indirizzare la propria
azione in quello che è davvero “il
tema dei temi”.
La voterò, nonostante “un punto
che non digerisco” ha detto Filippo
Degasperi: laddove si impegna la
Giunta a “riprogettare la missione
delle politiche del lavoro attorno
ai servizi professionali per l’incontro tra domanda e offerta”. C’è fin
troppo business attorno a questo e
al Trentino non servono privati accreditati, quanto la valorizzazione di
istituzioni già esistenti, come Agenzia del lavoro e centri per l’impiego.
Anche Maurizio Fugatti ha dichiarato il voto favorevole nonostante
alcune sbavature e l’assenza del riferimento al leaseback, “un argomento
da 190 milioni di euro”.
La convinta sottoscrizione di Progetto Trentino è stata motivata invece da Marino Simoni: “Tutto
quanto si può fare nella direzione del
lavoro va sostenuta e portata avanti,
a maggior ragione in un momento
critico come questo”.
Gli allarmi occupazionali quest’estate sono stati diversi. Il Consiglio ha fatto il punto il 3 settembre.
Ledro, la Mariani scalpita
Deve ampliarsi ma non si trova la soluzione urbanistica nella sede di Ledro
Uno dei casi aziendali che in queste settimane sono al centro dell’attenzione riguarda la Mariani spa nel Comune di
Ledro. Già il 20 agosto il presidente Dorigatti ha incontrato a palazzo Trentini – e su loro richiesta – un gruppo di
lavoratori della fabbrica, che produce coppe per l’olio dei
motori. Gli adetti erano accompagnati a Trento dal consigliere Claudio Civettini. Tema dell’incontro, le difficoltà
che l’azienda, con i suoi 160 dipendenti e 43 milioni di
euro di fatturato annuo, incontra nell’ampliamento della
struttura produttiva, passo ritenuto indispensabile per attuare gli investimenti previsti (10 milioni di euro). Com’è
noto, il tempo è passato senza che si sia riusciti a varare la
necessaria variante urbanistica (c’è di mezzo anche il Tar) e
senza che sia stato possibile l’acquisto di un appezzamento
alternativo vicino alla fabbrica.
Sia Civettini che i lavoratori, nel colloquio col presidente Dorigatti hanno affermato che la Mariani si trova nella
condizione di non riuscire a realizzare i piani di espansione
produttiva e quindi occupazionale a causa della contrarietà
dell’amministrazione comunale. Una situazione paradossale, secondo la versione dei dipendenti, e che il Comune
sottovaluta, ma mette veramente a rischio la presenza stessa
in valle di Ledro della Mariani. Un’azienda che rappresenta
da sola il 25% del Pil della valle, e si appresterebbe a trasferirsi obtorto collo altrove (Rovereto? Storo? O Brescia?).
Il consigliere della Civica Trentina ha detto che la Provincia
deve intervenire per sbloccare uno stallo incomprensibile
e che colpisce una delle poche aziende che in Trentino investono e assumono. Dorigatti ha aggiunto che la nostra
Provincia non può permettersi di perdere un solo posto di
lavoro, soprattutto nelle zone periferiche, ma anche ricordato che le soluzioni vanno ricercate con realismo, valutando
le esigenze di tutti gli attori coinvolti.
A Tiarno nei giorni successivi è giunto tra l’altro anche
Matteo Salvini e il paradosso della Mariani è finito davvero
alla ribalta nazionale. Continua intanto il lavoro concreto
che forse porterà presto a una soluzione praticabile, Olivi
ne riferirà in Consiglio assieme agli altri fronti occupazionali più caldi (c’è attenzione per Gallox, Marangoni,
Malgara, Arcese).
L’incontro
del 20 agosto
tra Dorigatti,
Civettini
e una
delegazione
di lavoratori
della fabbrica
Mariani
di Ledro
La mattinata dedicata dall’aula al
tema lavoro ha visto anche una fitta
serie di interventi dei consiglieri di
minoranza a commento delle parole di Olivi.
“Sono sbalordito”, ha esordito Claudio Civettini (Civica), “nell’ascoltare questa descrizione paradisiaca,
che corrisponde poco alla realtà. La
Giunta ci dia gli indirizzi di chi cerca
lavoro, dato che ci sono migliaia di
lavoratori appena usciti dalla mobilità e che non hanno nemmeno diritto
ad accedere al Progettone. Quello
che ci interessa, aldilà di sterili numeri, è parlare di Marangoni, Gallox, Marsilli, Mariani, ex Malgara,
ovvero di realtà precise: vogliamo
risposte perché qui ci sono lavoratori disperati. Se è vero che queste
aziende non riescono più a sostenere
i costi, proviamo con soluzioni tipo
la defiscalizzazione, oppure con altri strumenti. Su questi temi e in una
situazione delicata come quella che
stiamo vivendo, ci dovrebbe essere
una convocazione permanente del
Consiglio provinciale”.
Ha condiviso buona parte delle
osservazioni del collega Civettini
il consigliere Filippo Degasperi
(5Stelle): il quadro descritto dal vicepresidente pare davvero idilliaco, ma poco rispondente alla reale
situazione del mondo del lavoro
trentino. Qualche perplessità sorge
spontanea e c’è da chiedersi se gli
strumenti dell’autonomia siano stati
utilizzati al meglio. Una perplessità
che non è riferita solo al pregresso,
ma che vale anche per il futuro: non
si osserva a suo avviso un cambio
Le minoranze:
la realtà locale
è molto più
amara.
Fugatti:
leaseback
strumento
fallimentare
di rotta, non sembrano esservi idee
nuove. Quanto alla formazione professionale, c’è da chiedersi chi ne sia
in Trentino il vero regista, se gli enti
pubblici o quelli privati. Degasperi
è certo che siano questi ultimi a dettare gli indirizzi perché vedono nella
formazione un tesoretto appetibile,
con la conseguenza che l’orientamento della formazione è purtroppo
lontanissimo dalle esigenze vere del
modo del lavoro. Il consigliere pentastellato ha concluso mettendo in
guardia l’assessore dal continuare a
utilizzare gli stessi strumenti all’interno di un contesto mutato.
Maurizio Fugatti (Lega) ha citato
altri dati che testimoniano come il
Trentino con le risorse dell’autonomia faccia in realtà peggio del resto
d’Italia. Tra il ‘99 e il 2012 la crescita è stata dello 0,3% contro lo 0,5%
dell’Italia. Quanto al leaseback utilizzato per aiutare le aziende in crisi,
abbiamo investito il 66% di risorse
per imprese che dopo l’intervento
pubblico appaiono tuttora in difficoltà oppure sono state addirittura
chiuse. Praticamente ci abbiamo
messo 50.000 euro per ciascun lavoratore: questo strumento, alla luce
di questi dati, è da rivedere. Il consigliere è poi entrato nei casi specifici di Marangoni, Mariani ed altri,
contestando all’assessore Olivi di
aver nascosto la situazione di queste
aziende fino all’ultimo. Un sospetto “maligno, ma legittimo” sulla
Mariani, ha detto Fugatti, è quello
dell’interesse dell’assessore roveretano nello spostamento dell’impresa
dalla valle di Ledro a Rovereto.
Gianfranco Zanon (Progetto Trentino) ha raccomandato grande attenzione: la situazione è ancora molto
delicata e occorre trovare il coraggio
e il modo di trattenere le aziende che
stanno investendo nel nostro territorio. Il Trentino ha bisogno di solidità
economica e di produrre Pil.
“Mi aspettavo da Olivi una relazione più precisa e mirata alle aziende
in difficoltà – ha detto il consigliere
noneso – con numeri più veritieri e
qualche proposta di crescita per il
futuro, che nel documento illustrato dall’assessore non pare invece
esserci”.
Unico consigliere di maggioranza
ad entrare nella riflessione assembleare è stato Luca Giuliani del
Patt, che ha evidenziato i numeri
positivi dell’economia nazionale e
provinciale. La riduzione della pressione fiscale è ad oggi a suo parere
lo strumento principale per riavviare
l’economia, assieme ad un maggior
contrasto all’evasione fiscale, che va
attuato con una politica che sappia
promuovere un cambiamento vero
di mentalità.
Non solo, servirebbe anche una
maggiore semplificazione burocratica: “In questa direzione è stato già
fatto molto, ma altro resta da fare”,
ha aggiunto.
Il collegamento scuola-lavoro deve
a suo avviso essere un imperativo
e in questo senso si sta procedendo
sulla giusta strada.
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settembre-ottobre
LA NUOVA
LEGGE
2015
Gli esercizi “slot-free”
esporranno un logo
Soddisfazione di Viola
e Plotegher (promotori
della nuova normativa)
perché si imposta uno sforzo
corale contro gli effetti
sociali del gioco d’azzardo.
“Battaglia” riuscita
di Fugatti per estendere
i divieti alle sale da gioco
e non limitarli a esercizi
pubblici e commerciali
Ecco tutte le norme introdotte dalla legge, che punta
a prevenire la dipendenza dal gioco, disincentivare
l’accesso al gioco, assistere i ludopatici e tutelare la
convivenza sociale.
a) È vietata la collocazione degli apparecchi da gioco
a meno di 300 metri dai luoghi sensibili come scuole, strutture sanitarie, aree ricreative per i giovani,
circoli pensionati e anziani, luoghi di culto. Entro 5
anni le “macchinette” dentro il raggio dei 300 metri devono essere rimosse, pena rimozione coatta e
sanzione da 1000 a 5000 euro per macchinetta;
b) obbligo per i gestori di esercizi con offerta di giochi
pubblici di esporre dentro e fuori materiale informativo sui rischi correlati al gioco, sui servizi sanitari per i ludopatici e sulla possibilità di utilizzare
dispositivi di gioco che definiscono un limite di
importo da giocare o un tempo massimo di utilizzo;
c) possibilità per la Giunta provinciale di condizionare
gli incentivi alle imprese all’assenza di apparecchi
da gioco e all’impegno di non installarne;
d) divieto per la Provincia di pubblicizzare le sale da
gioco e di ospitare tali pubblicità negli spazi pubblicitari istituzionali:
Walter Viola e Violetta Plotegher,
autori dei due disegni di legge
da cui è partito il testo poi approvato
per la lotta alla ludopatia
e) la Provincia promuove un codice di autoregolamentazione per i propri enti strumentali intema di
pubblicità al gioco d’azzardo;
f) realizzazione di un logo per gli esercizi pubblici
senza apparecchi da gioco;
g) iniziative di formazione finalizzate alla prevenzione della dipendenza dal gioco e al riconoscimento
delle situazioni di rischio, da rivolgere a operatori
dei locali con “macchinette”, agli operatori sociali
e sanitari, agli educatori, agli insegnanti, agli operatori dei servizi telefonici che informano sui lle
dipendenze dal gioco;
h) monitoraggio da parte della Provincia del fenomeno, attivazione da parte di Apss (Azienda sanitaria)
di servizi per la prevenzione, la cura e la riabilitazione dei ludopatici, con il coinvolgimento attivo
dei soggetti del terzo settore attivi nel contrasto alla
dipendenza dal gioco;
i) contributi Pat ai progetti elaborati dai soggetti del
terzo settore di cui sopra;
l) relazione biennale della Giunta alla Commissione
competente del Consiglio sull’attuazione della legge.
Lotta all’“azzardopatia”
Entro 5 anni via tutte le slot machine entro 300 metri dai siti sensibili
I
l 16 luglio scorso il Consiglio
provinciale ha approvato all’unanimità la prima legge trentina (l.p. 13/XV) che affronta il
problema del gioco d’azzardo patologico. Il testo intitolato “Interventi per la prevenzione e la cura
della dipendenza da gioco” ha unificato i disegni di legge proposti
rispettivamente da Walter Viola
(Progetto Trentino) nel gennaio
2014 e poi da Violetta Plotegher
del Pd nell’agosto 2014. Il testo
di Viola riprende anzi un testo depositato già nella XIII legislatura
(aprile 2013), con l’obiettivo di
affrontare la tematica anche alla
luce del decreto Balduzzi varato a
Roma nel 2012.
La discussione in aula consiliare
si è animata in particolare su un
punto specifico, sollevato da Maurizio Fugatti, la cui posizione è
stata subito condivisa dai colleghi
di minoranza e ha seminato dubbi
nella maggioranza. Fugatti ha contestato la legge perché a suo avviso avrebbe favorito la lobby delle
grandi sale da gioco e discriminato invece bar e altre attività commerciali, che integrano l’attività
di somministrazione di alimenti e
bevande con l’offerta di slot machine. La legge proposta da Viola
e Plotegher era stata emendata in
Commissione per iniziativa della
Giunta con una norma destinata
ad obbligare entro 3 anni i titolari
di bar e altre attività commerciali
collocati entro un raggio di 300
metri da luoghi sociali sensibili
(scuole, i centri anziani, ecc.) a
rimuovere questi apparecchi. Si
stabiliva però che l’obbligo non
riguardasse le sale gioco, la cui
ragione sociale consiste proprio
nell’azzardo e nelle scommesse
che la legge consente.
Il problema – ha spiegato ai consiglieri l’assessore Alessandro Olivi – è che se queste sale da gioco
venissero assoggettate alla nuova
legge, sarebbero di fatto costrette a
chiudere. E questo non può essere
previsto da nessuna norma.
D’altro canto – hanno obiettato
Fugatti e altri colleghi – che senso
avrebbe costringere i bar a liberarsi
dalle “macchinette mangiasoldi“,
senza le quali questi locali spesso
non riescono a sopravvivere, per
salvare invece le sale gioco, che
si arricchiscono solo con il gioco
d’azzardo? Di fronte a questo ragionamento anche Viola ha chiesto alla Giunta una verifica. Per
sciogliere il nodo lo stesso Viola ha
elaborato un emendamento ad hoc,
poi approvato. La prima modifica
al testo prevede lo slittamento da 3
a 5 anni dei tempi entro cui rimuo-
denza da gioco mentre oggi sono
120. L’azzardo ha lo stesso effetto
sugli italiani che l’alcol ebbe sugli
indiani d’America. In Parlamento
raramente si sentono prese di posizione corali e severe come quelle
che ascoltiamo in Consiglio. Nel
Paese cala il prelievo fiscale sul
gioco (sulle slot machine la quota
che rimane all’erario è appena del
12%) e questo ne favorisce la diffusione. Lo Stato avrebbe potuto
puntare sul gettito, ma non l’ha
fatto. Il Consiglio poteva forse fare
qualcosa di più tenendo conto ad
esempio dell’opinione dei cittadini
contrari al gioco d’azzardo.
Giacomo Bezzi: il settore è in evoluzione, resteranno presto solo le
sale da gioco molto grandi, mentre
i bar non potranno tenere il passo,
non avendo gli 800-1000 metri
quadrati come le sale Bingo.
Maurizio
Fugatti
(Lega Nord
Trentino)
vere le slot machine in tutti i locali
situati entro un raggio di 300 metri
da luoghi sensibili, comprese però
anche le sale gioco. Un altro emendamento ha permesso ai piccoli
Comuni, in cui esiste un unico bar
con apparecchi da gioco, di prorogare ulteriormente il termine per la
rimozione delle macchinette.
Maurizio Fugatti a questo punto
ha ritirato i propri emendamenti,
“perché ora si stabiliscono regole
uguali per tutti”. È stato accolto
anche un emendamento proposto
da Plotegher, per assoggettare alla
legge sia gli esercizi commerciali
che gli esercizi pubblici. La consigliera ha anche evidenziato la valenza della norma da lei proposta,
che nega contributi pubblici agli
esercizi che installeranno apparecchiature da gioco.
Il testo di legge mira a premiare le
realtà che rinunciano ai proventi
del gioco d’azzardo, ma occorre
coinvolgere e convincere gli esercenti. Contrastare l’azzardo infatti
richiede un cambiamento culturale
diffuso. La legge ha anche il pregio
di promuovere un’informazione
adeguata rispetto all’uso del denaro, che non va sprecato per tentare
la fortuna con le slot machine. La
Provincia promuoverà la scelta di
non giocare, ma occorre anche che
sia vicina a quegli esercizi che decidono di non offrire ai clienti gli
apparecchi da gioco. No invece a
tasse di scopo, meglio investire in
prevenzione. Infine Plotegher ha
ricordato il divieto di fumo – introdotto nel provvedimento – nelle
aree in cui sono collocate le macchine da gioco.
Plotegher: rendicontare bene
l’efficacia di questa normativa.
Plotegher ha messo l’accento sui
“costi sociali” della ludopatia, che
nulla ha a che fare con il gioco e
andrebbe ribattezzata “azzardopatia”. Connesse al gioco d’azzardo
– ha rimarcato – vi sono pesanti
infiltrazioni della criminalità organizzata.
Viola: provvedimento utile
per tutelare la salute e fare rete.
Per l’esponente di Progetto Trentino questa nuova legge è importante anche se per fortuna in Trentino
la dipendenza da gioco è ancora
contenuta (ma il trend è in crescita). Si punta a diffondere un uso
consapevole del gioco d’azzardo,
che è lecito ma sfugge ad ogni con-
trollo, specialmente se si consuma
online. Il pregio delle nuove norme
è la messa in rete di tutti i soggetti
interessati a prevenire la ludopatia.
Gli emendamenti hanno introdotto
due correttivi di rilievo, rendendo
questo testo equilibrato per affermare due principi: promozione e la
cura della salute; messa a disposizione della comunità di tutti i soggetti che possono sensibilizzare,
fare prevenzione e curare laddove
necessario.
Le perplessità e l’analisi
dei consiglieri di minoranza.
Claudio Civettini ha chiesto perché chi tra gli operatori ha scelto
di non avere macchinette da gioco
nel proprio locale ha subito un aumento anziché uno sgravio dell’Irap. Ha inoltre detto che il Trentino
guadagna sui giochi circa 5 milioni di euro l’anno (i 9 decimi delle
tasse nel settore) e occorrerebbe
utilizzare tutti questi fondi per contrastare la ludopatia. La questione
è educativa e richiede coerenza
come nell’utilizzo dei beni sequestrati alla mafia.
Claudio Cia ha espresso dubbi
sulla possibilità di arginare con
questo disegno di legge il feno-
I NUMERI DEL GIOCO D’AZZARDO IN ITALIA E IN TRENTINO
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La spesa annuale pro capite: 1.431 euro in Italia, 1.115 euro in Trentino.
Le giocate in Trentino Alto Adige: 1 miliardo 176 milioni di euro (2014).
Costi sociali e sanitari della ludopatia: 8 miliardi all’anno in Italia.
Gettito fiscale annuo per la P.a.t. dalle tasse sul gioco: 38,5 milioni (2012).
Composizione sociale dei giocatori d’azzardo: 12,1% donne, lavoratori saltuari o precari, cassintegrati
Pazienti ludopatici in cura al Sert: 116
meno della dipendenza da gioco
d’azzardo. Questo perché lo Stato
e la Provincia guadagnano troppo
con il gioco. In particolare lo Stato, che incassa circa 8 miliardi di
euro, continuerà a prendere tempo
finché non si renderà conto, come
per il fumo, che i guadagni sono inferiori alle perdite. Cia ha rilevato
anche che sono soprattutto i poveri
a cercare la fortuna nel gioco, non
a caso proporzionale all’aumento
dell’indigenza. I soggetti più colpiti hanno poi bassa scolarizzazione,
sono lavoratori saltuari o precari
(80,2 % ) e cassintegrati (86,7%)
Marino Simoni ha plaudito al disegno di legge da lui sottoscritto
perché fornisce anche agli enti
locali alcuni strumenti concreti
per fronteggiare il problema della
dipendenza dal gioco d’azzardo.
Filippo Degasperi ha segnalato
che il problema è grave anche in
Trentino dove nel 2007 vi erano
solo 4 persone curate per dipen-
Borgonovo Re: per la prevenzione servono reti sociali.
Donata Borgonovo Re ha ricordato che il testo è politicamente
trasversale. In Trentino – ha detto – la percentuale dei giocatori
d’azzardo è inferiore rispetto alla
media nazionale. I giocatori patologici seguiti dal Sert sono 116,
ma in 4 anni il fenomeno è quadruplicato. Serve scoprire per questo la dimensione del sommerso.
Quanto alla collocazione sociale
dei giocatori, Borgonovo Re ha
segnalato che le donne sono solo il
12,1% (dati 2013). Il 60% di queste persone hanno un’occupazione
e bassa scolarità. C’è un problema
di disuguaglianza sociale, per cui
il piano per la salute e la programmazione sanitaria e socio-sanitaria
dovranno agganciarsi fortemente
alla previsione di questa legge.
Molto importante è che l’articolo
3 preveda la valutazione dell’esito
dei progetti terapeutici. Occorre –
ha aggiunto l’assessora – un codice
di autoregolamentazione per gli
enti strumentali della Provincia:
“Mi è sempre apparso contraddittorio vedere sugli autobus della
Trentino Trasporti le pubblicità
di esercizi che vendono il gioco”.
Olivi: libertà economica
ma anche diritto alla salute.
L’assessore Alessandro Olivi ha
ricordato che già l’anno scorso la
Provincia aveva inserito nelle norme sui pubblici esercizi l’incarico
ai Comuni di limitare la presenza
degli apparecchi da gioco nelle
aree considerate sensibili. L’iniziativa economica che va salvaguardata è quella dell’offerta propria di
bar e tabaccherie, non quella legata
agli apparecchi da gioco.
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2015
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2015
Donata Borgonovo Re ha rivendicato di
“Sulla sanità la
“La parresia – il parlar chiaro – purtroppo è ancora considerata
più un difetto che una virtù”. Ha esordito così, Donata Borgonovo Re, quando – il 3 settembre – si è rivolto all’aula consiliare per commentare il suo “licenziamento” dalla Giunta.
“Credo – ha ragionato la consigliera da oltre 10 mila preferenze elettorali – che il dialogo con la comunità non sia mai sufficiente, fatte dieci riunioni sarà utile anche l’undicesima per
capirsi meglio. Detto questo, però, le nostre leggi stabiliscono
che le decisioni relative al governo concreto delle strutture sanitarie sono affidate ai tecnici, che devono assumerle sulla base
di criteri tecnici e scientifici. Si tratta spesso di scelte che non
possono e non potrebbero essere di tipo politico. Non ci si deve
ingannare e non ci si può illudere, i tempi attuali richiedono in
modo particolare scelte responsabili e realistiche. Calamandrei
diceva che chiarezza e politica non vanno d’accordo, ma io
voglio credere che oggi la chiarezza abbia sempre di più citta-
CASO SANITÀ:
CAMBIA L’ASSESSORE
Via Borgonovo Re, un giorno dopo
la bocciatura in aula della mozione
delle minoranze, che chiedevano
di assegnare la sanità ad altro assessore
Sanità, si ricomincia da Zeni
I
n piena estate – nel bel mezzo della cappa di calore micidiale “regalata” dall’anticiclone delle Azzorre – è scoppiato l’incendio politico dell’anno,
culminato con la decisione del presidente Ugo Rossi
di congedare l’assessora Donata Borgonovo Re e di
sostituirla con un altro consigliere del Partito Democratico, Luca Zeni.
Gli antefatti. Il 24 luglio le tensioni attorno al comparto
della sanità trentina sono approdate in aula con una
seduta straordinaria pomeridiana, voluta dagli 11
esponenti della minoranza. Con la proposta di mozione 288 si voleva impegnare la Giunta ad una revisione
delle deleghe, da sottrarre all’assessora alla salute in
carica, al centro di veementi critiche per le scelte sui
servizi ospedalieri nelle valli e per il metodo di lavoro fin lì adottato. La mozione è stata respinta con 23
voti contrari, l’hanno sostenuta solo gli 11 consiglieri
proponenti. Appena 24 ore dopo, però, la decisione
che era nell’aria è stata materializzata in un decreto
del presidente della Provincia, Ugo Rossi. Il decreto
ha trasferito le competenze sulla sanità e l’assistenza
da Borgonovo Re a Zeni. Ha previsto allo stesso tempo anche la collocazione, nell’alveo delle politiche del
lavoro in capo ad Alessandro Olivi, di tutte le azioni
comprese nella filiera degli ammortizzatori sociali ed
in generale le iniziative finalizzate al sostegno al red-
CLAUDIO CIVETTINI. Il primo firmatario ha illustrato la proposta di mozione poi respinta, affermando che anche i consiglieri di
maggioranza, a parte 7, la condividevano in pieno, pur non potendola votare per ordini di coalizione.
Mozione tutta politica – ha spiegato Civettini – che non ha nulla a
che vedere con la persona dell’assessora, tant’è che è stata concepita
prima delle esplosive dichiarazioni
sulle ventilate, imminenti chiusure
dei punti nascita negli ospedali di
Tione e Cavalese.
L’assessora non ha più la fiducia –
ha riassunto il consigliere – per una
somma di decisioni, a partire dal
mancato coinvolgimento sull’organizzazione della rete ospedaliera e dall’accentramento delle
mammografie a Trento e Rovereto.
UGO ROSSI. Il Presidente della
Provincia ha respinto il testo perché così formulato (con richiesta di
cambiare le deleghe e non di “cacciare” l’assessore) non integrava
una mozione di sfiducia all’assessore come prevista dalla legge
elettorale provinciale del 2003. La
mozione non può quindi che essere
respinta – ha argomentato Rossi in
punto di diritto – perché nel nostro
ordinamento spettano al Presidente la nomina, il conferimento e
di conseguenza l’eventuale ritiro
delle deleghe agli assessori. La
mozione non può cioè impegnare
il Presidente a fare qualcosa che
è già una sua facoltà. Accanto a
questa, c’è una motivazione di
carattere politico: le norme citate
sono poste a garanzia di un principio, quello per cui il Presidente
della Pat ha il dovere/potere politico di garantire in ogni momento
la continuità dell’azione politico
amministrativa, la coerenza con
il programma e l’equilibrio della
coalizione all’interno della Giunta.
dito. Al vicepresidente Olivi vanno anche le funzioni
delegate in materia di Camera di commercio ed il coordinamento delle politiche europee in relazione alle
strategie messe in campo per lo sviluppo economico. Il
presidente Rossi ha quindi delegato una ulteriore propria competenza, assegnando all’assessore Carlo Daldoss il capitolo degli interventi per lo sviluppo locale.
Infine il decreto assegna la materia “infrastrutture e
reti” all’assessore Mauro Gilmozzi, assieme alla tenuta
dei rapporti con il Consiglio provinciale, finora in capo
al vicepresidente Olivi.
Passata la pausa estiva, il presidente Rossi ha confermato e illustrato queste decisioni al Consiglio, nella
seduta del 3 settembre. In quest’occasione, Rossi ha
spiegato all’aula che la sostituzione dell’assessora
Borgonovo Re fa seguito al venir meno del necessario
rapporto fiduciario. L’assemblea ha anche votato un
passaggio conseguente: Donata Borgonovo Re entra
in Prima Commissione permanente e nella Giunta
consiliare delle elezioni, dove va a sostituire Luca Zeni.
Lucia Maestri prenderà invece il posto del neoassessore tra i Consultori per l’emigrazione trentina. Ma
ecco come i consiglieri hanno commentato in aula il
“terremoto” di Giunta. La sostituzione di Borgonovo
Re è stata pubblicamente criticata dalla Commissione
provinciale per le pari opportunità.
GIACOMO BEZZI. Il consigliere di Forza italia il 24 luglio si
è rivolto all’assessora: “In Trentino c’è una parte di popolo che ha
poco a che spartire con la politica
e piuttosto la subisce”, ha premesso. “Quel popolo non è quello che
l’ha votata e lei ha mangiato però
in quel piatto. Lei è politicamente
figlia di quel sistema, ma ora è quel
sistema che si ribella contro di lei,
un sistema fatto anche di piccoli
egoismi che lei un tempo da difensora civica chiamò mafia”.
MAURIZIO FUGATTI. “Tanto
tuonò che non piovve”, ha detto
in luglio l’ex deputato della Lega. La matassa non è sbrogliata
– ha denunciato – e c’è stato un
vero e proprio “tiro al piccione,
che ha indebolito l’autorevolezza della maggioranza”. Con delibera del gennaio 2013 l’allora
assessore alla salute Rossi dava
direttive sull’organizzazione della
rete ospedaliera e parlava di razionalizzazione delle reti e dei punti
nascita secondo un criterio di sicurezza. Borgonovo Re ha dunque
ereditato queste scelte, non si può
adesso dire che è tutto un colpo di
testa dell’assessora. Fugatti l’ha ribadito nella seduta del 3 settembre,
affermando poi di aver apprezzato
l’attività dell’ex assessora, ma non
quella appena iniziata dal suo successore Zeni, “che si è occupato
solo di profughi girando il Trentino, anziché anche di ospedali e
servizi sanitari”.
NERIO GIOVANAZZI. Mozione di tipo politico e come tale
deve essere trattata, ha detto, ribadendo che Borgonovo Re sta
facendo il capro espiatorio. È vero
che l’assessora ha fatto delle fughe
in avanti, senza informare il Consiglio, ma è vero anche quanto detto
da Fugatti, ovvero che la Giun-
ta aveva già messo in marcia da
tempo la macchina della razionalizzazione. “Lei in realtà assessora sbaglia”, ha detto il consigliere
di Pietramurata a Borgonovo Re,
“quando ai tanti appunti che prende nelle sue visite sul territorio,
non fa seguire le soluzioni. Credo
che lei ora potrebbe essere meglio
spesa in altri contesti e su altre
competenze”.
MASSIMO FASANELLI. “Sono totalmente in disaccordo con il
metodo adottato dall’assessore”,
ha esordito l’ex sindaco di Pomarolo, accusandola di inesperienza
politica. Nel merito delle scelte sui
punti nascite, il suo giudizio è che
se non ci sono i numeri di utenti a
garantire continuità e qualità del
servizio, forse certe scelte di riorganizzazione sono anche sensate,
“ma i territori non vanno lasciati
sguarniti, soprattutto dei servizi di
emergenza”.
WALTER VIOLA. “Questa non
è una mozione di sfiducia, altrimenti non l’avremmo firmata, perché contro la persona” ha chiarito
lo scorso luglio il vicepresidente
del Consiglio, che ha poi osservato come la storia del Trentino
sia stata sempre caratterizzata da
una collaborazione virtuosa tra
centro e periferie, ora sempre più
deteriorata, in forza della spending
review e di una politica accentratrice su Trento.
Il 3 settembre Viola ha parlato
ancora, lamentando che “nei 40
giorni trascorsi dalla discussione
della mozione sulla revisione delle deleghe affidate all’assessora,
ancora non si capisce il perché il
giorno dopo le competenze le siano state tolte, a maggior ragione
se si considera che la settimana dopo, il gruppo consiliare del Pd ha
espresso l’auspicio di una continu-
Il nuovo assessore Luca Zeni, 36 anni. In alto, Donata Borgonovo Re, accolta sui banchi Pd con una rosa bianca
ità con l’operato di Borgonovo Re.
FILIPPO DEGASPERI. Il consigliere dei 5 Stelle in luglio ha
ribadito i passaggi a suo dire fallimentari della politica sanitaria di
Borgonovo Re, ovvero del metodo
condotto dall’assessora, che non
avrebbe mai coinvolto il Consiglio in scelte operate in autonomia.
«Quella di Borgonovo Re è stata
una strategia non condivisibile e
gestita in maniera molto fumosa,
un’azione che impoverisce le periferie senza nemmeno rinforzare il
centro come promesso». Studi della ragioneria dello Stato parlano di
una surplus di spesa sanitaria che
va dal 25 al 27% nella sanità trentina rispetto al resto d’Italia: “Ma
se i trentini pagano di più, hanno
diritto a sapere perché e ad avere
servizi migliori”.
Il 3 settembre Degasperi ha voluto
augurare a Zeni di poter smentire
certi documenti in circolazione in
Italia, nei quali la sanità trentina
è giudicata negativamente per le
spese e gli investimenti eccessivi.
GIUSEPPE DETOMAS. L’unico consigliere ladino (Union autonomista ladina) è intervenuto a
fugare accuse di interessi personali
o di difesa conservativa del sistema e ad affermare la correttezza
dell’intervento del presidente, che
ha chiarito come la materia riguardi le sue specifiche prerogative.
ALESSIO MANICA. Il capogruppo del Pd ha dichiarato di respingere la mozione per le stesse
motivazioni sostenute dal Presidente, poi ha rivendicato che l’assessora è stata chiamata a mettere
in atto un programma chiaro e coerente con l’impianto elettorale.
CLAUDIO CIVETTINI. Il primo firmatario della mozione ha
detto ancora di non accettare la
lectio magistralis di Rossi su chi è
titolato a discutere le competenze
assessorili, né il discorso della coalizione come valore irrinunciabile.
“Per noi i valori irrinunciabili sono
altri”, ha detto, “a noi interessa la
coerenza e se da domani rimettete
in discussione quelle deleghe, dal
punto di vista politico siete come i
giocatori delle tre carte”.
RODOLFO BORGA. Ha protestato perché Rossi pensa solo
alla salvaguardia della coalizione
di governo, mentre “della società
trentina e delle decine di migliaia
di firme raccolte su queste questioni sanitarie, a voi non interessa.
Vorremmo sapere se vedete nelle
periferie un ostacolo da eliminare
e una fonte di sprechi: non vorremmo che le carenze di soldi che
ci sono fossero pagate dalle valli
periferiche”. Sul caso Borgonovo
Re, Borga ha detto di credere che
la vera ragione del cambiamento
di assessore sia stata l’annunciata
sostituzione del direttore dell’Azienda sanitaria da parte di Borgonovo Re.
Ora per Borga “c’è bisogno di capire dalla Giunta qual è il progetto
di Trentino del futuro che si vuole
perseguire. Di tutto questo non si
è parlato. A proposito dell’impegno di Zeni sulla questione dei
profughi, Borga ha detto che “su 8
Comuni solo 3 hanno condiviso la
richiesta di collaborare sui richiedenti asilo. “Vorrei sapere come
fa lei assessore a dire che su 111
Comuni 110 sono d’accordo con
la Giunta”?
MARINO SIMONI. Il governo
provinciale – ha detto – è incapace
di raggiungere i risultati che si era
posto. Ed è emersa l’incapacità di
testimoniare unità di posizioni,
di mantenere in equilibrio il cen-
tro e le periferie di questa terra,
e non solo in materia sanitaria.
Borgonovo Re è stata lasciata
sola di fronte a scelte di fatto già
disegnate.
GIACOMO BEZZI. Ha aggiunto che l’annunciata operazioneascolto compiuta dall’assessora
alla salute non ha convinto né i
cittadini né la maggioranza della
maggioranza. D’altro canto quando uno non è d’accordo con la
coalizione, per coerenza si alza e
se ne va.
CLAUDIO CIA. Nella seduta di
fine estate ha riconosciuto a Borgonovo Re il gran lavoro svolto,
anche se fin dall’inizio era stata
“azzoppata” perché le era stata tolta la dirigente generale del settore,
che poteva darle aiuto e sostegno.
L’impressione, per Cia, è che da
assessora si sentisse una “sorvegliata speciale”, difficile da gestire
all’interno della Giunta. “Forse –
ha aggiunto – oggi essere troppo
limpidi, chiari, schietti e non ambigui in politica paga poco”. Dopo
aver rimproverato a Borgonovo Re
solo un suo scontro in Commissione con un sindaco, Cia ha ricordato che l’assessora è stata “silurata
dal plotone d’esecuzione” della
Giunta e della maggioranza proprio all’indomani della mozione
delle opposizioni respinta in aula.
“In politica quindi – ha osservato
– si possono tranquillamente cancellare i rapporti umani”. Cia si è
chiesto infine cosa potrà fare di
diverso Zeni rispetto a quanto già
intrapresa da Borgonovo Re. “La
sensazione – ha risposto – è che
il nuovo assessore non farà nulla
di diverso”, tranne lasciare al suo
posto il dirigente dell’Azienda sanitaria Flor (invece di procedere a
concorso europeo come voleva
Borgonovo Re).
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avere sempre perseguito scelte responsabili e non motivate dalla ricerca del consenso
politica deve dire la verità”
dinanza nei luoghi dove si rappresentano i cittadini”.
“Presto discuteremo di bilancio 2016, parleremo quindi di
risorse finanziarie e dovremo decidere come affrontare un
periodo che sarà di vacche magre. C’è un lavoro di manutenzione che si deve obbligatoriamente fare in campo sanitario,
per garantirne la sostenibilità economica. C’è da delineare un
quadro complessivo e da consigliera cercherò di attivare strumenti che finora invece non sono stati messi in moto, proprio
mentre mi si chiedeva a ogni pié sospinto di presentare il piano
del riordino ospedaliero. Penso a una conferenza d’informazione, per contribuire a disegnare lo scenario complessivo del
sistema sanitario trentino, e non limitarsi a correre dietro alle
situazioni puntuali”.
“In questo faticoso lavoro non potremo evitare il conflitto: che
non è guerra, ma confronto tra le differenze sulla base di dati
oggettivi. Personalmente, sono convinta che vadanno assicurati
ottimi servizi di prossimità per i cittadini nelle periferie, ma con
l’eccellenza dei reparti costruita nei centri ospedalieri maggiori
(non certo distribuendo macchinari mammografici ovunque)”.
L’ex assessora ha chiesto alla politica trentina di non dedicarsi
alla ricerca del consenso fine a se stessa, di non imbonire i cittadini. Sì all’innovazione – ha argomentato – ma senza temere
il sacrificio, il cambiamento e la messa in discussione dell’acquisito, altrimenti i cambiamenti globali ci asfalteranno.
Sanità e sociale devono essere gestiti in modo sostenibile, ha
ripetuto. Con questo approccio secondo Borgonovo Re si deve
lavorare a piano della salute, piano per le demenze (siamo i primi in Italia), medicina e geriatria territoriale, programmazione
sociale. Da ultimo la consigliera del Pd ha fatto i migliori auguri al collega Zeni, costretto a passare le domeniche in ufficio
per farsi un quadro in tempi ristretti sulla complessa situazione
della sanità provinciale.
CASO SANITÀ:
IL VOTO DELL’AULA
Passamani e Detomas (di maggioranza) duri con la collega
in Giunta. L’addebito da diverse voci: dopo un anno e
mezzo non si è intravvista la direzione generale che si vuole
imboccare per la rete ospedaliera provinciale
“Mantenere i punti nascita”
L
a turbolenza che quest’estate
ha messo in forte tensione la
coalizione al governo della
Provincia, ha riguardato in particolare la possibile decisione di
chiudere in tempi rapidi i punti nascita di Tione e Cavalese, in considerazione del numero di parti annui
ritenuto insufficiente a garantire
sicurezza, efficienza ed economicità
del servizio. La polemica è esplosa
in luglio quando si è appreso dalla
stampa di una riunione che l’assessora Donata Borgonovo Re avrebbe convocato in Azienda sanitaria,
per discutere la situazione e infine
annunciare per l’autunno il primo
passo verso la soppressione dei due
servizi periferici. Tanto è bastato
per fare emergere una differenza di
vedute tra le forze politiche, anche
dentro la maggioranza. Le opposizioni hanno chiesto una seduta
straordinaria di Consiglio per avere chiarimenti. E in quella sede – il
24 luglio – è stata approvata una
risoluzione, che impegna la Giunta
“a fare tutto il necessario per mantenere i punti nascita di Tione e di
Cavalese, garantendo, nel rispetto
dei ruoli, il pieno coinvolgimento
del Consiglio provinciale e dei territori, tramite le amministrazioni
comunali e le relative Comunità
di valle”.
Il testo, depositato da tutto lo schieramento di minoranza (primo firmataro Walter Viola), è passato
all’unanimità e ha marcato così
la distanza netta rispetto alle conclusioni raggiunte dall’assessora
Borgonovo Re, a poche ore dalla
decisione di Rossi – poi seguita – di
toglierle l’incarico in Giunta.
A poco è valso lo sforzo in aula della
esponente Pd di chiarire che “nulla
è intervenuto di nuovo rispetto alle
informazioni già a disposizioni dei
consiglieri”. Donata Borgonovo
Re ha parlato di “indiscrezioni scorrette” da parte della stampa riguardo
alla tanto discussa riunione in Apss. Ha poi ragionato che due sono i
piani da considerare a proposito dei
punti nascita periferici: il piano tecnico è totalmente differente da quello della politica. “Ai tecnici spetta il
compito di mettere a disposizione le
valutazioni di merito che la politica
utilizzerà in maniera ragionevole”.
Di fatto la successiva scelta di Rossi
di affidare l’assessorato alla salute
a Luca Zeni, ha “resettato” la situazione: il nuovo responsabile deve
decidere in che misura confermare
e dove invece rivedere gli orientamenti manifestati da Borgonovo
Re: sui punti nascita, ma anche sul
nuovo ospedale di Trento, sulla
convenzione con la casa di cura
Eremo, sul contratto del dirigente
generale Apss e su molte altre questioni scottanti.
La discussione di luglio in aula è
stata tagliente. “Difficilmente i giornali prendono una cantonata simile”: lo stop a Tione e Cavalese, a
il disturbo di dire la sua sull’argomento – ha ragionato – allora la
questione diventa squisitamente
politica. Quella che è venuta meno, ha detto a Borgonovo Re “non
è tanto la fiducia nei suoi confronti,
ma la sua fiducia nei nostri confronti: questa è una democrazia rappresentativa, siamo classe dirigente e
dobbiamo essere messi in condizione di svolgere questa funzione”.
“I fili sono sfilacciati e riannodarli
comporterebbe qualche strascico”
ha concluso.
Marino Simoni a sua volta ha rivendicato che “noi consiglieri siamo chiamati a rappresentare una
realtà che ci ha consegnato un mandato e dobbiamo essere messi nelle
condizioni di farlo con responsabilità”. Nella sanità c’è stato un cambiamento di rotta negli equilibri
tra centro e periferia. Non possono
essere i numeri a penalizzare le valli. Oggi parliamo di punti nascita,
domani parleremo di scuola o di
altri servizi : avanti così rischiamo
di aver perso la nostra scommessa
autonomista.
La risoluzione: “Fare tutto il necessario per mantenere
la maternità di Tione e di Cavalese, garantendo il pieno
coinvolgimento del Consiglio e dei territori interessati”.
quanto si legge, sarebbe proprio
stato comunicato dall’assessora.
Così ha ricostruito Maurizio Fugatti, che ha detto di non credere
alle smentite dell’assessora. Il consigliere l’ha accusata di aver preso
in giro i consiglieri e la gente che per
anni si è battuta per salvare i punti
nascita e contro il depotenziamento
delle strutture ospedaliere di valle.
Giacomo Bezzi a sua volta ha addebitato all’assessora di non avere
finora chiarito la linea complessiva
di politica sanitaria per le periferie,
sebbene invitata a farlo fin dall’inizio della legislatura. Borgonovo
Re tra l’altro non ha ancora detto a
quanto ammonta l’indebitamento
della Pat, che incide non poco anche
sul comparto sanitario. Manca un
metodo e c’è la necessità di definire
una linea politica a un anno e mezzo
dall’inizio della legislatura.
“Che lei venga in aula a smentire le
notizie riportate dalla stampa è inaccettabile”, ha esclamato Claudio
Civettini. Gli articoli riportano informazioni dettagliate. “Se fossero
scorretti, lei avrebbe dovuto smentirli con un comunicato stampa questa mattina presto”, ha aggiunto. La
situazione è degenerata, a suo parere.
nascosto. “La nostra fiducia nei
confronti dell’assessore è fortemente compromessa, così non si
può andare avanti”, ha sentenziato
Passamani, esponente di quell’Upt
che in questa vicenda è stato tra i
più risoluti nella difesa dei presidi
sanitari di valle.
Il consigliere Gianpiero Passamani si è detto “profondamente
amareggiato” per le notizie apparse sulla stampa. “Il nostro ascolto,
la nostra condivisione e la nostra
correttezza di questi mesi è messa
ora in forte discussione: non entro
nemmeno nel contendere, però qui
ci troviamo davanti a consiglieri e a
cittadini sbeffeggiati”. O ci spiegate chiaramente quale sarà il futuro
della rete ospedaliera, oppure così
non si può procedere oltre: vogliamo vedere la luce in fondo a questo
tunnel, sono due anni che stiamo
raccogliendo dati e informazioni
mentre le decisioni si prendono di
Nerio Giovanazzi ha suggerito
all’assessora di prendersi un congedo per chiarirsi un po’ le idee:
“Merita sfiducia per quanto ha fatto,
però anche per quanto non ha fatto”.
Sul territorio state giustamente perdendo vagonate di consenso, ha aggiunto il consigliere di Pietramurata, invitando a riflettere quella parte
della maggioranza che è capace di
superare i particolarismi per guardare all’interesse della comunità.
“La promuovo come difensore civico, ma la boccio come assessora” ha
concluso, “perché lei non ha avuto
la capacità di fare scelte che avrebbero fatto bene ai trentini”.
“Le informazioni sulla sanità sono
sempre arrivate in aula a seguito
di quanto scritto o ipotizzato dalla
stampa”, ha osservato perplesso
Filippo Degasperi. “È noto che
in Trentino la sanità costa molto di
più che nel resto d’Italia, una spesa
che appare poco giustificata se i
presidi vengono meno”, ha obiettato. Le ragioni di territorialità che
fanno lievitare i costi appaiono ingiustificate se si rinuncia ai servizi
nelle strutture periferiche. Scelte
di questa natura sono politiche e
dovrebbero essere rappresentate
ai consiglieri ed agli elettori molto
prima di prenderle. Occorrerebbe
consultarsi con i cittadini su scelte
tanto delicate, che incidono sulla
qualità di vita, sempre che il modello di Trentino della maggioranza sia
sempre quello “policentrico” tanto
sbandierato in campagna elettorale.
Giuseppe Detomas: se qualche decina di migliaia di persone si prende
Donata Borgonovo Re ha replicato ai tanti interventi, dicendo di
condividere la necessità di un momento in cui si tirino le fila di un
lavoro lungo quasi due anni e che
ha raggiunto tappe significative,
che necessitano di essere chiarite.
Per quanto riguarda il rapporto con
le comunità locali, è a suo avviso
poco chiara la distribuzione delle
funzioni in ordine al governo della
sanità, all’organizzazione sanitaria
e modalità di erogazione dei servizi. Infine, con riferimento alla
risoluzione, essa rappresenta la fotografia di quanto il governo provinciale sta già facendo e dunque è
condivisibile.
Walter Viola si è detto stupefatto:
i fatti contraddicono l’assessore,
basta pensare alla discussione sulla
petizione per l’ospedale San Lorenzo di Borgo Valsugana. Dire che
oggi si sta facendo il possibile per
mantenere i punti nascita ed affermare il coinvolgimento dei territori è tutto da verificare. C’è anzi un
contenzioso continuo con i territori,
“mi auguro si cambi davvero anche
l’atteggiamento verso le autonomie
locali”.
Rodolfo Borga ha detto di non
voler partecipare al tiro al piccione. Se un assessore si discosta dagli orientamenti della Giunta su
questioni tanto importanti, c’è una
responsabilità della maggioranza.
Sulla questione sanità, l’approccio
sulle reti di vallata riflette lo stesso
atteggiamento della Giunta sulle
autonomie locali. Un atteggiamento
dovuto alla contrazione di risorse,
che si ripercuote in maniera pericolosa sulle periferie: una questione di fondo che questa Giunta deve
risolvere.
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ALLARME DEI COBAS
IL LUNGO ITER
Il sindacato Cobas regionale – settore trasporti – ha incontrato in
piena estate i consiglieri provinciali per accendere i riflettori sulla
decisione della ditta Arcese di Arco di licenziare 66 autisti.
Antonio Mura ha ricostruito le vicende di questa potenza
dell’autotrasporto, da 4 anni or sono, quando i dipendenti al volante
erano ben 791, fino all’attualità che parla di soli 111 autisti assunti,
di cui appunto 66 rientrati ora dalla cassa integrazione ma destinati
a rimanere senza contratto. Cobas e rsu aziendale annunciano un
libro bianco circostanziato destinato – hanno detto – a diverse
Procure della Repubblica oltre che al governo provinciale.
Magasa e Valvestino – ex terre dell’Impero asburgico –
procedono a grandi passi verso l´annessione alla provincia
di Trento. Dopo il referendum del 2008 e il recente «sì» del
Consiglio regionale della Lombardia, ora il rieletto sindaco
di Magasa, Federico Venturini (che vive a Riva del Garda) fa
sapere che la Commissione Affari Costituzionali del Senato
ha messo al proprio ordine del giorno il decreto legge per
l´accorpamento dei due Comuni del Garda bresciano alla
nostra Regione. L’iter della norma è di livello costituzionale,
ma il traguardo appare adesso realistico.
Arcese, emorragia di addetti
Magasa e Valvestino trentini
Verso la Consulta per il 3° Statuto
Iniziativa di Dorigatti, Viola e Rossi per un disegno di legge ad hoc
S
i va verso una Consulta per lo
Statuto speciale. C’è già una
bozza di disegno di legge provinciale per istituirla, un testo in sei
articoli elaborato di comune accordo
dal presidente Bruno Dorigatti, dal
vicepresidente Walter Viola e dal presidente della Provincia, Ugo Rossi.
Si tratta di una iniziativa che, dopo
molto parlarne, mette effettivamente
in moto il processo che potrebbe a un
progetto di 3° Statuto, ossia a una riforma di quello del 1972 (che riformò
quello del 1948, la carta fondamentale della nostra autonomia speciale).
Dorigatti e Viola pensano e vogliono al centro – in questo processo
riformatore – il Consiglio provinciale, luogo principe della democrazia
trentina. Dorigatti ha presentato la
bozza ai capigruppo il 7 settembre,
chiarendo che ora sono auspicati,
graditi e attesi tutti i contributi dei
gruppi consiliari, di cui si terrà conto
per la stesura del disegno di legge definitivo. Il presidente ha ribadito che
per questa via il Trentino “risponderà” a Bolzano, dove è già stata istituita una convenzione con analoghi
scopi riformatori. L’obiettivo finale
sarà un disegno di legge regionale,
in cui far confluire le proposte della
nostra Provincia e di quella altoatesina per le modifiche appunto dello
Statuto. La Consulta ipotizzata dal
testo Dorigatti-Rossi-Viola appare
composta da 22 membri: 2 professori universitari esperti di diritto, 8
consiglieri provinciali scelti dal presidente del Consiglio su designazioni
dei capigruppo, 12 rappresentanti di
categorie economiche e sociali. (3
per la Camera di commercio, 3 per
i sindacati, 3 per il Consuiglio delle
autonomie locali, 3 per il mondo del
sociale).
La Consulta dovrà lavorare senza gettoni ed elaborare entro 90 giorni un
documento preliminare, da rendere
definitivo solo dopo un ampio processo partecipativo pubblico.
CONSIGLIO
PROVINCIALE
CRONACHE
periodico di
documentazione
e informazione
sull’attività politico-legislativa
edito dal Consiglio della
Provincia autonoma di Trento.
Via Manci, 27 38122 Trento
anno XXXVII - N° 5
Settembre-Ottobre 2015
direttore responsabile:
Luca Zanin
in redazione:
Monica Casata, Antonio Girardi,
Bruno Zorzi
segreteria di redazione:
Alessandra Bronzini
Lucia Linda Cella
Angela Giordani
DIREZIONE
E REDAZIONE:
Palazzo Trentini - 38122 Trento,
via Manci, 27
fotografie:
Fotoarchivio Consiglio
provinciale e Giunta provinciale
Impaginazione:
Gianfranco Rizzoli
Press Service - Trento
stampa: S.I.E. S.p.a. con sede
in via delle Missioni Africane, 17
38121 TRENTO
Autorizzazione del Tribunale
di Trento n° 289 del 20 febbraio 1979
La strategia è insomma quella di prepararsi con un progetto di riforma per
quando Roma busserà a Trento. Il
Governo lo farà come conseguenza
pressoché necessaria della riforma
costituzionale che il Parlamento sta
per approvare con l’obiettivo di cambiare volto al Senato ma anche di rivedere l’assetto regionale disegnato
nel Titolo V.
Il presidente Dorigatti (e lacollega Avanzo del Consiglio regionale)
sono stati un paio di settimane fa ad
Aosta, dove si sono riuniti i presidenti
delle assemblee legislative a Statuto
speciale, incontrando anche Gianclaudio Bressa, sottosegretario agli
affari regionali e coordinatore della
Commissione tecnica per la revisione
degli Statuti speciali. Pare assodato
che la riforma del sistema regionale
in Costituzione non toccherà subito
le “speciali”: per esse ci sarà un rinvio allo strumento dell’intesa, quindi
al tavolo di commissioni paritetiche
che metteranno di fronte Governo
nazionale ed esecutivi regionali (da
noi provinciali).
Per questa via si adegueranno infine
anche gli storici Statuti di autonomia
speciale, compreso il nostro, in cui le
rispettive competenze di Stato e poteri locali vanno rimesse a punto. Da
risolvere è il nodo di come si potrà
toccare il testo degli Statuti nel caso
non si raggiunga affatto l’intesa con
Roma (probabilmente la palla passerà al Parlamento, che potrà decidere
comunque, ma solo a larghissima
maggioranza).
A questo appuntamento assolutamente strategico (che fa il paio con
la recente revisione degli accordi
Roma-Trento sulle finanze della Pat,
tradottasi in una pesante emorragia
di risorse), la nostra Provincia vuole
arrivare preparata e opportunamente
alleata alla Provincia di Bolzano,
La bozza di ddl per istituire la Consulta è stata scritta d’intesa tra Dorigatti, Viola (a destra)
e il presidente della Provincia Ugo Rossi. Qui sopra l’incontro ad Aosta tra le “speciali”
e il viceministro Gianclaudio Bressa
NUOVE REGOLE PER LA MANOVRA ANNUALE DI BILANCIO PAT
Addio alla “legge finanziaria”
arrivano Defp e legge di stabilità
La Conferenza dei capigruppo consiliari a inizio settembre si è occupata delle grosse novità tecniche in vista per
quanto riguarda la manovra di bilancio preventivo della
Provincia Autonoma, che ad ogni fine anno rappresenta
il più corposo impegno per Commissioni e Consiglio
provinciali. Le Province a Statuto speciale sono infatti
chiamate ad attuare il decreto legislativo nazionale 118
del 2011 in materia di armonizzazione dei sistemi contabili. Si tratta in buona sostanza di abbandonare la vecchia “legge finanziaria provinciale”, “spacchettandola”
in due nuovi strumenti di programmazione finanziaria,
secondo l’impostazione già adottata anche dallo Stato:
avremo dunque una “legge di stabilità” e una “legge collegata” alla precedente, in cui saranno contenute tutte le
scelte strategiche per l’utilizzo delle risorse finanziarie a
disposizione dell’autonomia speciale trentina.
Restano come prima invece la legge di bilancio (che
traduce in cifre e colonne in entrata e uscita le previsioni normative della legge di stabilità e della collegata)
e (in primavera) la legge con il rendiconto di gestione
quindi dentro la cornice regionale.
Per evitare brutte sorprese o colpi
di mano centralisti. (l.z.)
dell’annata precedente. Ora, per avviare il nuovo corso
si tratta di procedere in ottobre a modificare la legge provinciale di contabilità (l.p. 7/1979) e conseguentemente
anche il regolamento interno del Consiglio provinciale.
Ciò fatto, verrà presentato sempre entro ottobre il primo
disegno di legge di stabilità, il primo disegno di legge
collegata e il disegno di legge di bilancio 2016, in modo
da procedere con i lavori nelle Commissioni legislative
e poi in Consiglio.
Dal prossimo anno, poi, si adotterà entro il 30 giugno
anche il Defp, documento di economia e finanza provinciale, documento generale con gli scenari economico
finanziari, le politiche da adottare, gli obiettivi della manovra di bilancio provinciale e il quadro delle risorse. In
settembre infine verrà sempre presentata una Nota di aggiornamento al Defp. Su domanda espressa di Giacomo
Bezzi, i dirigenti provinciali hanno chiarito ai capigruppo
che la nuova architettura del bilancio si tradurrà in una
minor flessibilità lungo l’arco dell’anno delle scelte in
esso contenute.
I conti 2014 del Consiglio
“vistati” dall’aula
Nel 2014 i costi dell’istituzione sono ancora calati, del 10,21%
I conti del Consiglio provinciale
per l’esercizio finanziario 2014
sono stati illustrati in aula quest’estate dal presidente Dorigatti e
approvati (con l’astensione di
Giacomo Bezzi). Il rendiconto si
riferiva al primo anno completo di
questa XV Legislatura, caratterizzato da 46 giornate d’aula contro
le 37 del 2013 (in termini di ore si
è passati da 195 a 293). Fortemente cresciuta è risultata anche l’attività delle commissioni legislative
e degli altri organismi consiliari.
In controtendenza a questo dato,
le spese risultano invece fortemente contratte, con risparmio
di oltre 1 milione di euro, pari al
10,21%. Questo lo si deve ad alcune disposizioni regolamentari
approvate nel 2013 sul trattamento economico dei consiglieri e sugli interventi a favore dei gruppi,
oltre che ad un diffuso processo
di razionalizzazione della spesa.
Più in dettaglio, è stata più che di-
mezzata la spesa per indennità e
rimborsi ai consiglieri, sono state
soppresse le indennità di trasferta
per mandato politico, ridotte le indennità dell’Ufficio di Presidenza.
Non è stata attinta alcuna somma
dal fondo per le emergenze e la
solidarietà (20 mila euro).
Altri dati salienti. Le nuove Autorità per le minoranze linguistiche e Commissione provinciale per le pari opportunità hanno
comportato costi rispettivamente per 25.256 e 29.624 euro. La
Commissione dei 12 è costata un
30,66% in meno per la riduzione
delle indennità, in calo risultano
anche gli esborsi per Difensore
Civico, Corecom e Forum per la
pace. La spesa per studi e consulenze appare al minimo storico
degli ultimi 20 anni, pari a 23.430
euro (per prestazioni di fatto obbligatorie, come quelle per i traduttori). Il peso degli affitti scende
di quasi 100 mila euro, ma rimane
il fatto che il Consiglio destina alle locazioni il 10% delle proprie
risorse finanziarie. Si tratta di un
problema di cui la Presidenza ha
piena consapevolezza, tant’è che
si sta dedicando alla ricerca di una
soluzione definitiva.
In generale, il dato di chiusura
dell’esercizio è paragonabile a
quello del 2003, un risultato che
premia lo sforzo compiuto dalla
Presidenza e dall’intera assemblea
nella direzione del contenimento
dei costi.
Il vicepresidente Walter Viola ha
posto l’accento sugli evidenti risparmi. Se è vero che abbiamo un
obbligo di sobrietà, ha però aggiunto, il problema è assicurare la
piena funzionalità del Consiglio.
Quindi bene l’oculatezza, purché
non penalizzi troppo la funzionalità degli organi o impedisca il
progresso.
Il segretario questore Claudio Civettini ha richiamato l’attenzione
sulla necessità di assicurare un
adeguato sostegno tecnico al lavoro dei consiglieri, rafforzando
il Servizio legislativo del Consiglio. “Va chiarito – ha detto – che
la politica ha dei costi”.
L’altro segretario questore Mario
Tonina ha elogiato il fatto che si
sia riusciti nel contenimento della spesa pubblica, senza tuttavia
far mancare nulla al funzionamento delle istituzioni. Tonina ha
pure evidenziato l’ampliamento
dell’offerta comunicativa, attraverso la valorizzazione di tutti gli
strumenti (radio, televisivi e cartacei), utile a valorizzare l’attività
del Consiglio e dei consiglieri.
Essere un “Consiglio competitivo”, l’obiettivo dichiarato dal
presidente Dorigatti in chiusura
di dibattito: un obiettivo che si
può raggiungere proseguendo
nel solco già tracciato di recupero
della frattura tra società civile ed
istituzioni ed anche valorizzando
l’attività dei consiglieri attraverso
la comunicazione, nonché incrementando le occasioni qualificate
di approfondimento, incontro e
studio per i consiglieri.
Di fatto l’Ufficio di Presidenza
si è attivato già a fine estate per
provvedere a un potenziamento del personale in grado di dare
consulenza tecnica ai consiglieri
e ai gruppi per l’impostazione
giuridicamente corretta dei propri
disegni di legge e altre iniziative
connesse con il ruolo di membri
dell’assemblea legislativa.
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settembre-ottobre
2015
PALAZZO TRENTINI
In piazza Dante cerimonia per ricordare l’8 settembre 1943
Onore ai caduti nei lager
Civico e Dorigatti si attivano, l’Inps provvede
Niente visite fiscali
per le patologie gravi
M
arzo 1943. Nell’officina
19 della Fiat Mirafiori di
Torino Leo Lanfranco,
operaio, improvvisamente “alza
la testa” e interrompe il lavoro per
protesta contro il regime fascista.
Il suo gesto spinge tutti gli altri lavoratori ad imitarlo in questa fabbrica e in quelle dell’intero Paese.
A rammentare l’episodio per “alzare la testa anche oggi, come fece allora Leo Lanfranco, contro il
populismo e la demagogia, contro
i muri che pensavamo scomparsi
ma che tornano ad essere eretti in
Europa, e contro la pianta maligna del fascismo, che non è ancora estirpata”, è stato il presidente
Bruno Dorigatti, intervenendo
alla cerimonia organizzata in piazza Dante a Trento dalla sezione
trentina dell’Anpi, l’Associazione
nazionale partigiani, per ricordare
gli 800 trentini caduti nei lager nazisti in seguito all’armistizio della
seconda guerra mondiale. A loro è
dedicata la lapide sulla facciata del
palazzo della Provincia.
Dopo le note del “silenzio” uscite
dalla tromba del giovane Leonardo Massenzana, e la lettura
affidata ad un altro ragazzo, Luca
Pedron, della risposta che l’ufficiale Giuseppe De Toni, internato nel campo di concentramento
di Hammerstein, aveva scritto al
fratello per spiegare la sua scelta
di non piegarsi alla Repubblica
di Salò, Dorigatti ha evidenziato
l’importanza di celebrare oggi l’8
settembre del 1943.
“Questo giorno – ha detto, come
già a malga Zonta (vedi sotto) –
in cui si chiuse la notte della dittatura e si aprì l’alba della democrazia frutto della resistenza, ci fa
pensare al dramma delle decine
di migliaia di persone che stanno fuggendo dai loro Paesi e che
chiedono, oggi come allora, pace,
pane, lavoro e libertà”.
“Senza l’8 settembre – ha proseguito il presidente – non ci sarebbero state né la Costituzione né la
nostra autonomia”. Dorigatti ha
espresso apprezzamento per gli
importanti segnali provenienti da
Paesi come la Germania. “La bat-
taglia per la pace, il pane, il lavoro,
la solidarietà – ha concluso – che
era terminata l’8 settembre 1943,
deve continuare anche oggi, nelle
prossime settimane e nei prossimi
mesi contro tutti i provvedimenti
che minacciano i valori della solidarietà, della democrazia e della
convivenza”.
È stato poi il direttore del Museo
storico Giuseppe Ferrandi a sottolineare come la commemorazione risulti oggi più agevole rispetto
a qualche decennio fa, “perché a
lungo la memoria nazionale ha
voluto rimuovere questa pagina
di storia che ricorda la debolezza
dello Stato”.
Prima della deposizione, sotto
la lapide dei caduti, della corona
d’alloro, l’assessore alla cultura
del Comune di Trento, Andrea
Robol, ha richiamato all’esigenza
che “le istituzioni attivino percorsi
nelle scuole perché le giovani generazioni studino la storia e comprendano il significato di avvenimenti come questi”.
Il presidente dell’Anpi Sandro
Schmid ha ricordato Rosario
Serpe, recentemente scomparso,
che a capo dell’Associazione internati militari in passato aveva
sempre organizzato questo momento.
Attorno alla lapide c’era anche
Rodolfo Bragagna, di San Michele all’Adige, tra i protagonisti
della lotta partigiana in Trentino
con il nome di battaglia di Antonio, testimone diretto dell’8 settembre 1943 (a.g.). ​
In visita
il generale
Mennitti
La Legione Trentino Alto Adige dei Carabinieri ha un nuovo
comandante, il generale di Brigata Massimo Mennitti. Molto
gradita la sua visita a palazzo
Trentini, dove è giunto il 7 settembre assieme al comandante
provinciale dell’Arma, il colonnello Maurizio Graziano. Classe
1963, Mennitti è nativo di Silandro e proviene da Roma.
Un nuovo protocollo regionale è stato adottato dall’Inps e
cambia le regole per la visita medico-fiscale nel caso di gravi
patologie del lavoratore. Si tratta del “Protocollo Chiara”ed è
maturato quest’estate come intelligente soluzione al caso di una
lavoratrice trentina, Chiara Dossi, in trattamento per una grave
patologia e sottoposta ciononostante a visita medica, disposta
d’ufficio dalla sede Inps di Trento.
Il caso è stato seguito da vicino dal consigliere provinciale
Mattia Civico e dallo stesso presidente Bruno Dorigatti, che
hanno rappresentato l’accaduto al direttore regionale Inps,
Marco Zanotelli, il quale si è fatto immediatamente carico
della questione.
Dopo un confronto con gli Organi centrali di governo dell’Istituto, il direttore ha elaborato appunto un documento che dispone, nelle province di Trento e Bolzano, la limitazione degli
accertamenti fiscali nei confronti di pazienti affetti da gravi patologie che abbiano in corso terapie salvavita adeguatamente
documentate. “Il caso ha messo in luce una casistica delicata –
ha dichiarato Zanotelli nel corso di un incontro nella sede Inps
di Trento – nella quale regole e prassi amministrative possono
far difficoltà a coesistere con le ragioni di opportunità e il lato
umano di esperienze dolorose che riguardano i pazienti e le loro famiglie”. “Non si può trascurare che in contesti di malattie
severe come quelle, ad esempio, oncologiche – ha osservato
– il lavoratore debba sentirsi rassicurato dal contesto istituzionale e non colpevolizzato per essersi ammalato. Questo nuovo
protocollo e le relative indicazioni operative alle strutture territoriali dell’Istituto eviteranno che in futuro possano ripetersi
esperienze come quella di Chiara”.
“Si tratta di un bell’esempio di restituzione di umanità alla macchina burocratica – ha dichiarato Dorigatti – che pone in evidenza come la qualità delle persone che operano nella pubblica
amministrazione possa fare la differenza nella vita dei cittadini”.
“Questa esperienza ci dà il senso della nostra attività, della nostra missione – ha osservato Civico – che consiste proprio nel
fare l’interesse dei cittadini, affiancandoli, anche e a maggior
ragione, nei momenti di maggiore fragilità”.
Chiara Dossi stessa ha concluso l’incontro – era lo scorso 1
luglio – dichiarando che “la malattia è una fase difficile della
vita, sentire che in un momento così delicato la politica e la
pubblica amministrazione, che spesso il cittadino avverte come irraggiungibili, sono riuscite a essermi vicine e solidali mi
ha davvero sollevata”.
“Da Malga Zonta ai profughi
un calvario che si ripete”
Nel 70° dalla fine della seconda
guerra mondiale, sotto Ferragosto si è ripetuta a Malga Zonta, sull’altopiano folgaretano, la
tenace commemorazione della
strage di 14 partigiani e 3 malgari, avvenuta il 12 agosto 1944
ad opera dei nazifascisti.
Intervenendo già sulla stampa
prima dell’incontro in quota, il
presidente Dorigatti ha accomunato Malga Zonta a Stramentizzo, ma anche a Monte Fiorino, a
Boves, a Sant’Anna di Stazzema
e Marzabotto, citate come “le
principali stazioni di un calvario
che i nostri padri hanno percorso
fino in fondo. Un calvario che si
ripete sempre uguale, pur nella
diversità delle geografie e delle
condizioni politiche, anche oggi
in molte parti del mondo”.
“Da quei luoghi – ha ragionato
Dorigatti, passando all’attualità
più stretta – fugge un’umanità dolente e ferita, un’umanità
che non può essere lasciata alla deriva egoista su fatiscenti
imbarcazioni o piegata dentro
le esigenze momentanee di un
continente che ha conosciuto,
solo settant’anni fa, gli stessi incubi. Accogliere e condividere,
senza pietismi o finti buonismi
ma nella consapevolezza delle
cose possibili, è la vera lezione
di Malga Zonta e di tutti gli altri
luoghi del sacrificio”.
A Ferragosto, sul grande palco
dove si è svolta la cerimonia,
nella grande piana oltre passo
Coe, c’era una folla di persone
provenienti da ogni parte d’Italia
(soprattutto dal vicino Veneto), e
c’erano come di rito i gonfaloni e
le bandiere dei Comuni decorati
con le croci di guerra e le medaglie di bronzo, d’argento e d’oro.
Hanno preso la parola e offerto
la propria interpretazione del
valore e del significato di questa
giornata, la presidente del consiglio comunale di Folgaria, Luisa Canalia, il sindaco di Schio
Walter Orsi, il vicepresidente della Provincia Alessandro
Olivi, il direttore della Fondazione Museo storico di Trento,
Giuseppe Ferrandi, e Carla
Poncina, direttrice dell’Istituto
storico della Resistenza e dell’Età contemporanea.
“Guerra e pace sono la faccia
della stessa medaglia”, ha detto
Canalia. “Senza la riflessione e
la consapevolezza della brutalità
LA CERIMONIA
A PASSO COE
della prima non sarebbe possibile comprendere il valore assoluto
della seconda”.
L’ex sindaco di Folgaria Olivi
ha fatto a sua volta riferimento alla virulenta polemica nazionale attorno all’accoglienza
dei profughi immigrati in Italia.
Riprendendo le parole di papa
Francesco, ha detto che “respingere gli immigrati è un atto di
guerra” e che i fatti che comme-
moriamo nel sacrario di malga
Zonta devono essere un esempio per tutti. L’episodio di guerra partigiana è a suo avviso “il
simbolo della scelta coraggiosa
e generosa che fecero molti giovani, di combattere per i diritti di
cittadinanza di tutti, una scelta
politica di civiltà e una scelta
umanistica che va riaffermata
come l’unica possibile”.
Ferrandi ha ribadito l’importanza
di ripudiare la guerra e costruire
un percorso di pace “all’interno di un contesto europeo”. E
Poncina ha parlato di un’idea di
Europa “appannata e in crisi, ma
mai come ora necessaria”.
Il luogo della memoria di Malga
Zonta e la commemorazione di
Ferragosto – ha aggiunto – rappresentano oggi un’occasione
preziosa. La composta e attenta
presenza di tante persone è la
chiara testimonianza che questa
è anche una diffusa esigenza.
Malga Zonta insomma rivendica
la sua attualità e la parteciazione
alla giornata – c’erano tra gli altri
anche la consigliera provinciale
Violetta Plotegher, il senatore
Giorgio Tonini e l’onorevole Renato Ballardini – appare ancora
robusta e orgogliosa. (m.c.)
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settembre-ottobre
PALAZZO TRENTINI
LA GIORNATA
DELLA
AUTONOMIA
L’invito del giornalista:
“Nel 70° dell’Accordo
Degasperi-Gruber,
fate di questa festa
un evento nazionale”
“È
di Luca Zanin​
Cronache dalla Presidenza
l’architettura della convivenza che alla lunga fa reggere gli Stati. E il riconoscimento di autonomia alle comunità
è l’unica risposta che ha consentito nei
secoli di curare le ferite e violenze della
storia. Pulizie etniche, deportazioni di
massa, negazione dell’identità dei popoli si sono susseguite e accadono anche oggi. Siate orgogliosi della vostra
storia, perché la vicenda del Trentino
Alto Adige racconta appunto di come
dialogo e riconoscimento di ampi spazi di autogoverno abbiano consentito
dopo le guerre mondiali di evitare
nuovi sbocchi sanguinosi alle tensioni
etniche. Dico di più, dico che la vostra
autonomia speciale è oggi una delle
gemme che tiene in piedi questo Paese. E una gemma è anche il modo in cui
voi in questi decenni avete tenuto alta
la bandiera dell’autonomia”.
Si è rivolto così al Trentino, Paolo Mieli, durante la lectio magistralis che ha
caratterizzato la cerimonia inaugurale
della Giornata dell’Autonomia 2015.
La festa viene organizzata ogni anno
dalla Provincia Autonoma di Trento e
dal suo Consiglio provinciale e cade il
5 settembre, nella ricorrenza dello storico Accordo Degasperi-Gruber fondativo dell’autonomia speciale regionale. C’è proprio una legge provinciale,
la 13 del 2008, che ha istituito questo
momento, su iniziativa a suo tempo
dei consiglieri Bombarda e Lunelli. A
cadenza biennale, la giornata coincide
con la consegna del prestigioso Premio
Degasperi ad alte personalità distintesi
come “costruttori d’Europa” (da ultimo Romano Prodi nel 2014).
Quest’anno non cadeva l’assegnazione del premio e la cerimonia ufficiale
è poggiata in modo particolare sulla
presenza di un’intelligenza particolarmente apprezzata come quella del
professor Mieli, che ha parlato dei
“Confini di ieri e di oggi. Il ruolo delle
Autonomie speciali nell’Europa che
cambia”.
L’ospite ha esordito ricordando che
con la guerra mondiale cominciata
in Italia 100 anni or sono, ben quattro
imperi furono spazzati via dal mappamondo, quattro grandi realtà statuali
che avevano tutte una fortissima cultura dell’autonomia. Dopo il 1918 si
diffuse purtroppo in Europa la tossina del nazionalismo esasperato, che
ammorbò anche il Tirolo, da 700 anni
saldamente poggiato su un sistema articolato di relazioni, capace di garantire equilibrio e pace sociale.
“Oggi – altro passaggio del discorso
di Mieli – occorre guardare alla storia
dell’Impero ottomano, all’epoca degli
zar, ai secoli asburgici per recuperare
la consapevolezza del valore rappresentato dall’autonomia garantita ai
territori. Se non c’è questa consapevolezza, poi accade come pochi anni
fa nei Balcani, o come attualmente in
Ucraina, dove la situazione è assai simile a quella vissuta dall’Alto Adige”.
“Vorrei dedicare questa lezione introduttiva – ha proseguito il notissimo
giornalista – in particolare a Joseph
Mayr Nusser, volontario dell’Azione
cattolica e antinazista, che nel 1939
rifiutò di optare per il trasferimento in
terra germanica, e come “Dableiber”
fu spedito a Dachau e vi morì. Vorrei
che questo personaggio fosse cono-
2015
La Giornata dell’Autonomia ricorda l’Accordo Degasperi Gruber
del 5 settembre 1946. Qui a destra, il corteo inaugurale si porta a palazzo della
Provincia. In costume tipico c’è Elena Testor, la nuova Procuradora del Comun
general de Fascia. La festa ha visto al centro le minoranze linguistiche.
(fotoservizio di Paolo Pedrotti)
“L’autonomia gem
Paolo Mieli elogia il Trentino, “che purtroppo paga
IL LEGAME CON GLI EMIGRATI
Abbraccio a due milioni di “trentini”
Missione in Brasile, c’erano anche i consiglieri e consultori Civettini e Maestri
Se autonomia significa anche senso di comunità
e legame con la propria storia, già si ha il senso
del ponte che la nostra Provincia mantiene con
le realtà ancora vive di discendenti dei trentini
emigrati nel mondo. Subito dopo la Giornata
dell’Autonomia, una delegazione guidata dal
presidente Rossi è volata in Brasile per i 140
anni dall’inizio dell’epopea emigratoria che ha
portato in questo grande paese dell’America
Latina, solo fra il 1874/75 e il 1914, circa
80.000 trentini. Al viaggio hanno partecipato i
consiglieri provinciali Lucia Maestri e Claudio
Civettini, che sono i due membri della Consulta
provinciale per l’emigazione espressi dalla
nostra assemblea legislativa.
Prima tappa di questa missione è stata la città
di Curitiba, capitale del Paranà, dove il locale
circolo trentino conta circa 5000 iscritti. In
mattinata, innanzitutto l’incontro con il console
generale italiano Enrico Mora. Il Consolato
italiano di Curitiba è stato ed è tutt’oggi un
riferimento fondamentale per i tanti discendenti
di trentini all’epoca appartenenti all’Impero
austroungarico che, grazie alla legge 379
del 2000, hanno avviato le pratiche per il
riconoscimento della cittadinanza italiana (circa
25.000 le domande presentate fino al 2010), ma
anche per la nuova classe imprenditoriale locale
di origine italiana. Subito dopo, la visita alla
sede del circolo trentino, fondato esattamente 25
anni fa, e poi gli incontri con le autorità locali e
con i giovani oriundi che hanno studiato a Trento
grazie ai programmi dell’Universit di Trento
sugli interscambi giovanili.
In Brasile oggi vivono circa 2 milioni di
discendenti dei nostri emigrati, alcuni dei quali
oggi sono parte della classe dirigente locale.
Sarebbe davvero importante ritrovarsi fra un
paio d’anni assieme ad alcune imprese trentine
che hanno stretto rapporti di collaborazione con
analoghe realtà brasiliane. È l’idea espressa
a Curitiba da Rossi e condivisa da Civettini e
Maestri: “Siamo qui – hanno detto – per creare
nuove opportunità soprattutto per i giovani, sia
in Brasile che in Trentino”.
Una visione condivisa dal console Mora, che
nel porgere il benvenuto al governatore Rossi
e agli altri membri della delegazione ha colto
l’occasione per ringraziare il grande lavoro che
le associazioni italiane svolgono nella regione,
e di cui beneficia lo stesso consolato. “È questa
una fase di rinnovamento per l’associazionismo
– ha sottolineato il console – che è chiamato
gradualmente a spostarsi su nuove frontiere,
per rinnovare il suo ruolo al servizio delle
comunità di riferimento ed attrarre le giovani
generazioni”.
Di visita “storica” ha parlato infine il consultore
trentino per il centro-nord del Brasile Elton
Diego Stolf, che accompagna la delegazione
assieme al collega responsabile per il centro-sud
del Paese, Alceu Xenofontes Lenzi.
Curitiba, lo ricordiamo, è considerata in Brasile
una città-modello. Fra i settori dove è più alta
la possibilità di rafforzare l’interscambio con
lo Stato del Paranà, il quinto più ricco del
Brasile, grande otto volte il Trentino, quelli delle
tecnologie ambientali e della formazione postuniversitaria.
La delegazione istituzionale ed economia
trentina ha visto la presenza anche di Giorgio
Fracalossi e Rudi Oss, presidenti rispettivamente
della Federazione trentina della cooperazione
e di Dolomiti energia, del vicepresidente
dell’Associazione Trentini nel mondo Cesare
Ciola e della presidente dell’Unione famiglie
trentine all’estero Giorgia Pezzi.
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settembre-ottobre
2015
Il presidente Dorigatti
accoglie Paolo Mieli
prima della lectio magistralis
ma per tutto il Paese”
un prezzo altissimo per il pessimo esempio della Sicilia”
sciuto da tutti gli italiani, che gli si
dedicassero vie e piazze, perché il suo
martirio è altamente rappresentativo
delle contraddizioni vissute dalla sua
terra sotto il fascismo”.
Concludendo la sua densa lectio, il sessantaseienne professore – che è anche
presidente di Rcs Libri – ha affermato
che i libri di storia circolanti in Italia
sono purtroppo infarciti di “leggende orrende” sul Trentino Alto Adige,
come quella del collateralismo degli
altoatesini rispetto al regime nazista
(in realtà si trattò di stato di necessità, i
sudtirolesi avrebbero guardato a chiunque potesse aiutarli ad affrancarsi da
una situazione di oggettiva negazione
dei diritti e dell’identità). Occorrerebbe
– dice Mieli – riscrivere la nostra storia locale e fare un’opera di verità che
tarda da troppo tempo. L’anno prossimo, nel 70° dell’Accordo Degasperi Gruber, fondativo dell’autonomia
speciale regionale e dell’ancoraggio
internazionale quanto meno di quella
dell’Alto Adige, la cerimonia del 5 settembre dovrebbe avere un rilievo non
più solo locale, dovrebbe essere portata
nelle città italiane. “Il discorso sulle autonomie ha infinite sfaccettature e tra
le quattro parole indicate dal governatore del Trentino quella che sceglierei
è orgoglio. L’orgoglio di avere evitato
nuovi conflitti, di aver mantenuto la
pace. È tempo che la vostra storia diventi finalmente una storia nazionale”.
L’appello pare sia stato accolto e condiviso dal presidente Rossi, che per il
2016 ha promesso già nei giorni scorsi
un impegno straordinario e un profilo
molto alto. Anche il Consiglio provinciale, dalla sua postazione, concorrerà
senz’altro allo scopo.
“Costruiamo un nuovo patto sociale”
Il presidente Dorigatti: apertura e innovazione. Autostrade sì, ma digitali
La Giornata dell’autonomia 2015 è stata vista
dai trentini di Trento quando una breve sfilata è
uscita dal palazzo della Regione e ha raggiunto
palazzo della Provincia – in piazza Dante – sulle
note della Banda ladina “Musega Auta Fascia”.
Punto di arrivo la Sala Depero – un tempo sede
delle sedute del Consiglio provinciale – dove ad
aprire la cerimonia sono state le note della Corale
polifonica Cimbra con il brano Luserna. Poi i
discorsi ufficiali.
“La nostra – ha esordito il presidente Bruno
Dorigatti – è, senza dubbio, una identità
complessa. Nulla è mai stato semplice, nello
scorrere dei secoli, fra queste vallate, percorse
dai flussi della storia europea. Ciò nonostante,
il Trentino ha sempre assolto ad una funzione
di “ponte” fra la cultura latina ed il mondo
germanico, pur soffrendo lacerazioni profonde,
soprattutto in quel ventesimo secolo che ha
ridisegnato la mappa del mondo intero.(...)
“L’autonomia in Trentino non si è limitata ad
essere una risposta ai bisogni contingenti, ma si è
fatta carico del difficile compito di immaginare il
futuro per orientare scelte ed indirizzi di sviluppo,
attraverso un costante dialogo con i corpi sociali e
con le strutture intermedie.
“Questa vocazione dell’autonomia appare oggi
ancor più attuale, in un tempo in cui l’evidente
vuoto, lasciato dall’abdicazione delle ideologie
e delle loro rappresentanze, non può essere
abbandonato al saccheggio dei populismi ed alla
sola ricerca del consenso, ma va invece riempito di
nuovi contenuti propositivi.
“È la domanda di un nuovo patto sociale quella
che sale dalla nostra terra – ha poi detto Dorigatti
– con l’obiettivo di coinvolgere ogni livello della
realtà; rifiutando, al contempo, la deriva dentro
le categorie del rancore e dell’indifferenza.
Dobbiamo ritrovare invece l’essenza di una
comunità che non può barricarsi nella gelosa
difesa del precostituito. Non cadiamo nell’errore di
chiuderci in quell’isolamento del “Trentino piccolo
e solo”, che i “Padri” della nostra autonomia hanno
sempre individuato come pericolo letale.
“Per rispondere a questa istanza, può quindi
rivelarsi utile anche l’attuale fase di riforma
costituzionale: essa deve saper tener conto
dell’esperienza delle autonomie speciali,
Le parole d’ordine di Rossi:
“Consapevolezza, orgoglio,
coraggio e futuro”. In sala
anche il viceministro Bressa
quali possibili modelli di un ridisegno – in
chiaveeuropea – dell’ordinamento degli Stati e dei
loro rapporti con i territori e le comunità”.
Il presidente ha fatto anche cenno alla
prospettiva di riforma statutaria cui sta lavorando
personalmente: “Serve una capillare “operazione
d’ascolto”, diffusa sul territorio e condotta
in parallelo dal potere esecutivo e da quello
legislativo, per ritrovare, dentro un confronto
che potrà anche essere aspro, nuova fiducia e
coscienza dei rispettivi ruoli e delle rispettive
responsabilità: con l’umiltà di chi sa costruire
insieme, anziché dirigere in solitudine.
In questo contesto può essere utile proporre anche
una sorta di “tavolo di riflessione” alta, attorno
ai temi più urgenti: primo fra tutti quello di una
riscrittura statutaria capace di sguardo lungo,
di saldo legame regionale e di forte interazione
con le realtà che ci circondano, per dar vita ad un
modello “glocale” di sviluppo, opportuno anche
per un’Europa in affanno, priva di prospettive
regionalistiche e sempre più incapace di
contrastare le emergenti culture neonazionaliste”.
E, prima di concludere, Dorigatti ha anche
pensato a questioni di stretta attualità come la
scelta per la Valdastico: “Per un nuovo modello
di prosperità diffusa e di effettiva modernità – ha
detto – non dovremo guardare ancora a vecchie
teorie infrastrutturali: le autostrade di cui abbiamo
bisogno sono quelle “digitali”, capaci di metterci
in relazione con il mondo globale che ci circonda”.
La cerimonia in sala Depero ha visto naturalmente
in ruolo centrale anche il presidente della
Provincia, Ugo Rossi.
“Io sono convinto – ha sottolineato il governatore
– che abbiamo davanti un futuro straordinario
che potremo realizzare se tutti i cittadini, insieme
alle istituzioni, sapranno comprendere che questa
Autonomia va riempita di contenuti, di passione,
di senso di appartenenza ma forse soprattutto di
capacità di guardare oltre i nostri confini”.
“Consapevolezza, orgoglio, coraggio e futuro.
Sono queste le parole che mi vengono in mente
quanto penso alla nostra Autonomia” – ha
argomentato Rossi, dopo aver ringraziato per
la loro presenza il sottosegretario Gianclaudio
Bressa e il professor Paolo Mieli.
Il presidente ha voluto rimarcare come “questa
giornata mai dovrà essere una semplice
manifestazione di orgoglio, ma piuttosto
un’occasione per ritornare al significato originario
della parola autonomia, nella sua accezione più
autentica e vera, quella di autogoverno e libertà.
L’Autonomia non è una bandiera o uno slogan
retorico, ma un concetto che si lega alle pratiche,
ai legami sociali ed ai riferimenti concreti che
ne fanno un elemento costitutivo e specifico di
questa terra e della sua popolazione. L’Autonomia
si difende giorno dopo giorno, impegnandosi per
premiare il merito, sostenere chi rischia in prima
persona, valorizzare competenze e professionalità,
aprirci di più all’internazionalizzazione,
proseguire sul cammino dell’innovazione, delle
nuove tecnologie e dell’incentivazione delle
capacità di intrapresa dei giovani”.
Paride Gianmoena, presidente del Consiglio
delle autonomie locali, ha ricordato come
“celebriamo la Giornata dell’Autonomia in tempi
che non sono di certo normali. Ed è proprio per
questo che lo strumento della nostra autonomia
speciale può e deve rappresentare un’opportunità
straordinaria sulla quale costruire il futuro della
nostra terra”.
Il presidente della Consulta provinciale degli
studenti di Trento, Nicola Piffer, ha portato
il saluto di Gabriele Schmid (presidente del
Consiglio provinciale dei giovani, impossibilitato
a partecipare). Piffer – per nulla intimidito dai
microfoni e dalla platea “matura” – ha spiegato
come “questa giornata non debba essere solo
un momento nel quale la nostra regione ricorda
i fondamenti della sua autonomia, e nemmeno
solo una giornata in cui le istituzioni provinciali
si aprono alla cittadinanza, ma ovrebbe
rappresentare un momento di riflessione su quale
significato possa avere la nostra autonomia di
fronte alle trasformazioni del mondo e ai drammi
che oggi l’umanità vive”.
Cronache dalla Presidenza
Tornando all’assetto istituzionale speciale del Trentino, l’ex direttore del
Corriere della Sera ha detto che “questa costruzione potrebbe essere messa
in discussione soltanto da una gestione statica dell’autonomia stessa. Ma
sento e vedo con piacere che voi avete
ben chiara la necessità di farla evolvere, di costruirla giorno dopo giorno.
L’autonomia non esiste una volta per
tutte, mai”.
Stando sull’attualità, Mieli non ha davvero usato mezzi termini. ​​​
“La Provincia Autonoma di Trento ha
già dato all’Italia 1 miliardo di euro su
nemmeno 5 di bilancio annuale complessivo. Credo – ha scandito, col suo
tono di voce pacato ma fermo – che nel
Paese non vi siano altri che abbiano già
fatto un sacrificio finanziario di questo tipo per concorrere al risanamento dei conti nazionali. Purtroppo voi
pagate un prezzo altissimo per quello
che dell’autonomia speciale fanno in
Sicilia. I siciliani se la spassano, voi
pagate il conto”.
Mieli ha rinunciato all’eloquio professorale per elogiare – “da turista”, ha
detto – l’ottima manutenzione delle
strade “che si nota da quando a gestirle è la Provincia invece dell’Anas.
Purtroppo il miliardo di euro di cui
sopra l’avete dovuto dare all’Italia
dell’Anas”.
I DISCORSI UFFICIALI
PALAZZO TRENTINI
Giuseppe
Detomas,
il consigliere
provinciale
che rappresenta
il popolo ladino,
ha partecipato
con l’elegante
abito legato
alle tradizioni
fassane.
A destra,
sala Depero
gremita
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2015
PALAZZO TRENTINI
Dorigatti:
attrezziamoci
per il 3° Statuto.
Euregio sì,
purché
non depotenzi
la Regione
LA GIORNATA
DELLA
AUTONOMIA
I lavori della Commissione dei 19 affrontarono
e risolsero le tensioni legate all’assetto
dell’autonomia regionale, che i sudtirolesi
ritenevano nettamente penalizzante per la loro
minoranza linguistica: si arrivò così al 3° Statuto
e finì l’epoca degli attentati dinamitardi.
A destra, l’interventodi Giorgio Postal. Sotto,
il tavolo con Rossi, Dorigatti e Bizzo,
quindi i due autori del volume promosso
dal Consiglio,Giovanni Bernardini
e Gű nther Pallaver
(fotoservizio Roberto Bernardinatti)
S
di Giovanni Bernardini
Cronache dalla Presidenza
ono due i temi unificanti del volume presentato il 4 settembre a
palazzo Trentini, risultato di un
impegno collettivo inaugurato più di
un anno fa con il convegno omonimo
tenuto presso la Fondazione Bruno
Kessler. Su di essi le studiose e gli
studiosi coinvolti, indipendentemente dalla loro provenienza regionale/
nazionale e dalle loro competenze
specifiche, hanno trovato una naturale convergenza nell’elaborare delle
chiavi di lettura per il breve e travagliato Ventesimo secolo del TrentinoAlto Adige/Südtirol.
Il primo, come risulterà chiaro già
scorrendo la lista dei contributi, è una
sorta di storia retrospettiva dell’autonomia. Essa è intesa come sistema di
(auto)governo articolato e flessibile,
identificato progressivamente come
risposta alle esigenze e alle urgenze
peculiari del territorio e dei suoi abitanti. Tuttavia, il termine “progressivamente” non deve trarre in inganno:
il volume si apre significativamente
con la disamina dei progetti di autonomia che emersero in forma embrionale già all’indomani del 1919,
ma che furono ben presto annientati
dall’implacabile logica accentratrice
e “normalizzatrice” del Fascismo di
cui (come ricorda il volume) fecero
sostanzialmente le spese entrambe le
odierne provincie. Nessuna linearità
provvidenziale ha dunque caratterizzato l’affermazione dell’autonomia,
nemmeno al momento del suo recupero all’indomani del secondo conflitto
mondiale. A tale proposito il volume
mostra come l’affermazione della
necessità di un “potere legislativo
ed esecutivo regionale autonomo”
contenuta nell’accordo De GasperiGruber fu indubbiamente una soluzione pragmatica volta a ottenere il
placet delle potenze vincitrici, poco
disposte in quella temperie a impegnarsi in modifiche di confini e spostamenti di popolazione più di quanto
non fosse già in atto altrove; d’altro
canto, la “svolta autonomista” per
il Trentino-Alto Adige contenuta nel
documento recuperava elaborazioni
concettuali ed esperienziali che venivano dal passato, come nel caso
esemplare di Alcide De Gasperi su
cui il volume si sofferma. E tuttavia
i principi contenuti nell’accordo non
furono sufficienti a garantire una reale applicazione dell’autonomia finché
prevalse il massimalismo delle parti
in causa: una delle novità del volume
I
l filo rosso che attraversa attività e impegno della Commissione provinciale
pari opportunità conduce alla promozione di una cultura paritaria che valorizza le differenze, con lo scopo di realizzare
condizioni di giustizia ed equità sociale
fra donne e uomini. La scuola è tra i luoghi d’intervento prediletti e l’impegno in
questo ambito della Cpo è testimoniato
da due recenti pubblicazioni: Una finestra sul mondo, che raccoglie le iniziative
realizzate dalla Commissione nel 20112014; e Per una cittadinanza condivisa,
che raccoglie i materiali e le pratiche usati
nel 2014-15 per l’attuazione del Percorso
4 nell’ambito del progetto “Educare alla
relazione di genere”. Nella scuola si coltiva la consapevolezza del proprio ruolo
sociale, e la Cpo negli anni si è impegnata
Il dialogo vincente
Ecco il libro sulla storica Commissione dei 19
​La presentazione del volume “Dialogo vince violenza”– la
questione del Trentino Alto Adige Sűdtirol nel contesto internazionale”, curato dagli storici Gűnther Pallaver e Giovanni
Bernardini, è stata il primo momento forte voluto dal Consiglio per la Giornata dell’autonomia 2015. Nella sala Aurora di
palazzo Trentini l’incontro è avvenuto alla vigilia, il 4 settembre, e il protagonista è stato appunto il libro fresco di stampa,
per i tipi del Mulino, che propone gli atti e gli esiti del convegno che si tenne nella primavera dello scorso anno – nella sede
della fondazione Fbk – sulla nascita e il lavoro della storica
Commissione dei 19. Fu questo il laboratorio in cui, nella fase
più calda della crisi del primo Statuto di autonomia, si gettarono le basi dell’architettura istituzionale attuale, quindi del
secondo Statuto (1972). Gli autori del testo hanno parlato di
risultato che è stato uno dei grandi successi della stagione del
centro sinistra in Italia, raggiunto anche grazie alle grandi
capacità di mediazione di uomini come Aldo Moro, Silvius
Magnago, Bruno Kessler che seppero rinunciare a rivendicazioni storiche più o meno reali, per spostare l’attenzione
su obiettivi concreti e sulla soluzione dei problemi concreti.
Il presidente Dorigatti ha colto questa speciale occasione per
“lanciare” in anteprima l’idea di una Consulta chiamata ad
elaborare, anche in Trentino, un progetto di terzo Statuto di
autonomia (vedi pag. 14). “A Bolzano – ha detto Dorigatti –
hanno già costruito un percorso mettendo in piedi una Convenzione. Sarebbe stato meglio partire assieme, ma noi ora
vogliamo promuovere un nostro tavolo, aperto alla più alta
partecipazione possibile, per arrivare a un disegno di legge
regionale comune”. Il presidente del Consiglio ha detto di non
condividere la posizione di chi dice che, in una fase politica
sfavorevole alle autonomie, sarebbe meglio stare fermi. “Sono invece convinto – ha affermato – che si debba costruire un
orizzonte condiviso”.
Dorigatti ha ricordato che la riforma costituzionale del titolo
V in corso comporta dei rischi, compreso quello gravissimo
che si introduca la possibilità di modifica dello Statuto speciale
con legge ordinaria. Nel suo intervento ha poi difeso il ruolo e
l’importanza della Regione, “che nel nuovo statuto dovrà essere confermata, magari con un ruolo diverso ma fondamentale”. Quanto all’Euregio, “non vorrei – ha ragionato – che
diventasse il cavallo di Troia per tagliare la Regione. Magari
dicendo: c’è già l’Euregio, ci sono le due Province e quindi la
Regione non serve più”. Occorre stare in guardia, perché il
clima attorno alle autonomie speciali rimane in effetti pesante. L’idea che le esperienze autonomistiche abbiano fatto il
loro tempo attraversa il mondo politico in modo trasversale,
anche se si sta cominciando a capire che togliendo l’autonomia a noi non si farebbe del bene al Paese e alle altre Regioni.
“Non a caso il Veneto, con Zaia, che chiede giustamente autonomia per la sua regione, ha però cambiato atteggiamento
verso il Trentino”.
Alla presentazione del libro hanno partecipato anche il presidente della Provincia, Ugo Rossi e il vicepresidente del Consiglio di Bolzano, Roberto Bizzo. Il primo ha spezzato una
lancia per un regionalismo responsabile, per una “democrazia
decidente” e di buon governo, per il progetto Euregio e per
la revisione dello Statuto di autonomia, “sullo sfondo di una
riforma costituzionale che impone una grande concentrazione sul principio dell’intesa (tra Roma e Trento, n.d.r.) e della
valorizzazione delle norme di attuazione”. (b.z.)
Le ultime iniziative della Commissione provinciale
Le pari opportunità fanno scuola
affinché ciò avvenga al di fuori da stereotipi e condizionamenti. Si sono voluti offrire strumenti per contrastare le
prevaricazioni che ancora affliggono la
nostra società. E si è voluto iniziare nella
scuola il tanto invocato processo di cambiamento culturale.
La prima pubblicazione raccoglie le più
significative iniziative rivolte alle scuole
superiori sviluppate su tre linee tematiche: prevenzione della violenza maschile
sulle donne; decostruzione degli stereotipi nei libri di testo; recupero delle figure
femminili. Si sono realizzati momenti
di riflessione con il corpo docente per
pensare al ruolo educativo anche come
percorso di educazione al genere. Fra
questi: “rispetto, libertà, potere e scelte
del genere”: laboratorio centrato sul tema
del rispetto;”chi trova un testo virtuoso
trova un tesoro”: progetto sull’analisi
dei libri di testo scolastici, che invita a
studiare anche in un’ottica di genere valutando il livello di presenza /assenza di
figure femminili negli indici tematici, ma
anche nella iconografia e nella scrittura;
“le Minerve dimenticate”: attività di ricerca volta a mettere in luce il ruolo delle
donne per l’avanzamento del sapere in
diversi ambiti disciplinari e conclusasi
con la produzione da parte delle classi di
video, registrazioni, fumetti che danno
voce in modo efficace a donne tra cui
Miriam Makeba, Assia Djebar, Florence
Nightingale, Hedy Lamarr.
La seconda pubblicazione raccoglie invece l’esperienza didattica dell’anno
appena concluso e permette per i successivi una scelta consapevole dei dettagli
La presidente
Simonetta
Fedrizzi
risiede proprio nel rigore scientifico,
scevro dalle reticenze che hanno caratterizzato molte ricostruzioni del
passato, con cui sono indagati i ritardi e le forzature politiche che circondarono la questione altoatesina
nell’immediato dopoguerra a livello
locale, nazionale e internazionale.
Ampio spazio ad esempio è dedicato
alle ambiguità con cui l’Austria, a
partire dalla sua rinascita definitiva
nel 1955, rivendicò il proprio ruolo
di protettrice della minoranza sudritolese presso le organizzazioni internazionali e più in generale nella sua
azione di politica estera.
Infine, una parte considerevole del
volume è dedicata alla gestazione del
“secondo statuto”, a quel processo
laborioso che si fece strada a partire
dagli anni ’60 e che in molti contributi
è ricostruito nella sua complessità e
per mezzo delle più recenti fonti disponibili, fino alla sua applicazione
negli anni a seguire.
Su questo piano si innesta il secondo
filo conduttore del volume: la ricostruzione di quella rete fitta e dinamica di relazioni, contatti, dialoghi
o “conversazioni” a più voci che
sin dall’epoca del secondo statuto
si imposero come unica alternativa
opponibile a uno stato di anomia e
di disagio, o persino di violenza permanente nella questione sudtirolese.
L’obiettivo di chi allora operò da tutte
le parti in causa con la reale volontà
di arrivare a un risultato concreto fu
creare un’impalcatura istituzionale e
amministrativa entro cui convogliare
e rendere permanente il dialogo tra i
vari livelli coinvolti (locale/nazionale/internazionale) per la soluzione
tempestiva dei problemi concreti che
si ponevano allora e che si sarebbero
posti in futuro in termini di sviluppo
e coinvolgimento delle popolazioni
interessate. Fondamentale in questo senso fu l’accantonamento delle
rivendicazioni su base storica, più
o meno fondate o anacronistiche,
che avevano invece caratterizzato
le fasi di maggiore inconciliabilità
e violenza tra le parti. Senza pretesa
di impartire lezioni a chi dovrà contribuire a dar forma all’autonomia
futura, né di detenere un’inesistente
sfera di cristallo che ne riveli i risultati ultimi, gli autori e i curatori del
volume ritengano che questo sia il
significato più rilevante di una riflessione collettiva che vuole contribuire
a dare alimento al dibattito presso
l’opinione pubblica e non soltanto
tra gli addetti ai lavori.
didattici fra le offerte del ventaglio “Educare alla relazione di genere”. Precisa che
l’obiettivo è educare alla condivisione
della cittadinanza, nella convinzione che
parola e immagine siano antidoti alle violenze. Spiega che la differenza di genere
va intesa nella sua intersezione con altre
differenze (razziali, linguistiche, religiose,
nazionali) e propone testi e immagini in
cui sono rappresentate identità relazionali
per riflettere su parole e immagini libere
da stereotipi. La Commissione intende
ora rinnovare e rinforzare l’impegno in
tal senso. Le pubblicazioni possono essere consultate e scaricate da http://www.
consiglio.provincia.tn.it/istituzione/pari_opportunita/Pages/pubblicazioni.aspx o
richieste in forma cartacea presso gli uffici
della Commissione .
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settembre-ottobre
2015
A primo piano,
la magnifica
sala
della Giustizia
e della Pace,
che dà verso
via Manci
ed è adibita
a ufficio
del vice
presidente
della
assemblea
legislativa
E
d ecco un rapido percorso “virtuale” dentro
quello che fu vanto dei Trentini (t maiuscola)
e deve essere oggi davvero casa di tutti i trentini.
Un po’ di storia. Il palazzo è l’antica dimora dei
baroni Trentini, famiglia che, giunta in città nel
‘500, lo fece costruire tra il 1740 e il 1764. L’edificio, ricco di arredi e collezioni d’epoca, fu acquistato dalla Provincia negli anni ’70. Il restauro si
deve all’architetto Michelangelo Lupo. Qui oggi
ha sede il Consiglio, si identifica così un bene prezioso come questo con il luogo più rappresentativo
dell’intera comunità.
L’androne. All’ampio “androne” si accede varcando la grande porta verde di legno al civico 27 di via
Manci, nel centro di Trento. All’ingresso l’antico
pozzo che permetteva subito di pulirsi. Su questo
locale, di cui è conservato l’acciottolato originale,
si affaccia un’apertura che dal mezzanino consentiva di controllare l’ingresso.
La sala dell’Aurora. Salendo lungo lo spazioso
scalone principale (il palazzo è dotato anche di una
scala interna più ripida per il personale) si raggiunge l’ambiente più prestigioso, il salone dell’Aurora.
Vi si accede attraverso un portale rinascimentale,
probabile recupero da uno dei due edifici preesistenti alla ristrutturazione di metà ‘700. L’ambiente è dominato dalla grande volta, ornata da finte
architetture e affrescata verso il 1750 dall’alense
Affreschi di Fattori
ritratti di Lampi
oli del fiammingo
Van Schrieck
stufe e mobili
dell’epoca: la sede
del Consiglio
ha stupito tutti
Il vanto dei Trentini
Folla il 5 settembre per le visite al palazzo sede del Consiglio
alla scoperta di affreschi, dipinti e arredi settecenteschi
Orlando Fattori con il trionfo di Aurora, allegoria
dell’ascesa della famiglia Trentini. Le decorazioni a mensole, vasi di fiori e putti sono da attribuire
a Domenico Romani, modenese attivo a Trento
verso metà del ‘700. Altri preziosi arredi e dipinti
provengono dalle collezioni di antiche casate trentine, frutto di ricerche e acquisizioni del Consiglio
che risalgono all’epoca del restauro. Alcune erano
appartenute proprio ai Trentini, che per motivi economici avevano ceduto parte delle collezioni anche
ai vicini Salvadori.
I locali adiacenti e la cappella. Le sale al primo
piano poste a sud, attualmente sede, con l’adiacente
Cappella, della Vicepresidenza del Consiglio, mostrano l’articolato programma decorativo realizzato
attorno al 1763-64 da Carlo Henrici, che si ispirò
all’Iconologia di Cesare Ripa pubblicato nel 1593:
repertorio di figure allegoriche più volte ristampato
fino a metà del ‘700, al quale molti artisti di epoca
barocca fecero riferimento. Il tema del Trionfo della
Giustizia e della Pace sulla Guerra campeggia nel
soffitto della prima sala, in un tondo racchiuso da
stucchi fantasiosi. La Giustizia tiene nella mano sinistra una bilancia ed ha accanto la Pace, attorniata
da due putti. Il soffitto della sala vicina è affrescato
con l’allegoria dell’Innocenza, raffigurata da una
giovane donna, e dell’Inganno, figura maschile. La
stanza, luminosa e dotata di un balcone affacciato
su via Manci, ospita anche una grande stufa in maiolica. La sala accanto, con il bel soffitto a stucchi,
Cronache dalla Presidenza
Ha destato curiosità, interesse ed è piaciuta oltre le aspettative l’apertura gratuita al pubblico dei palazzi della Provincia del 5 settembre scorso, iniziativa per la Giornata
dell’autonomia 2015.
Ad attirare ben oltre una centuria di visitatori non è stata
tanto e solo la possibilità di entrare nelle “stanze dei bottoni”. Il successo è piuttosto frutto dalla scoperta, soprattutto
da parte dei trentini, dei “gioielli” – opere d’arte, architetture, arredi e oggetti preziosi – custoditi nelle più importanti
sedi della Provincia.
Come la Sala che nel palazzo di piazza Dante è intitolata a
Fortunato Depero, il grande esponente futurista, ed è stata
mèta delle visite guidate da Carla Tomasoni, funzionario
del Consiglio .
L’assemblea legislativa ha poi fatto onori di casa in particolare nella propria sede, palazzo Trentini, dove diversi
gruppi, accolti dalla nostra Anna Eccher, hanno potuto
godere dei valori custoditi nell’edificio settecentesco. Dopo il buon afflusso di pubblico registrato al mattino, nel
pomeriggio alcuni gruppi di visitatori sono stati accolti nei
rispettivi uffici – un tempo sale abitate del palazzo nobiliare
– anche dal presidente e dal vicepresidente del Consiglio,
Dorigatti e Viola.
“Questa Giornata – ha detto il primo nel dare il benvenuto
– era l’occasione più propizia per rendere accessibili a tutti
i luoghi più significativi dell’autonomia”. Dal canto suo il
vicepresidente ha evidenziato che se la data del 5 settembre
ricorda la firma dell’accordo Degasperi Gruber avvenuta
nel 1946, è anche con questa apertura di palazzo Trentini,
massima sede istituzionale della Provincia, che si vuole rilanciare oggi il valore dell’autonomia.
Notevoli sono state la curiosità e l’interesse dei visitatori.
Ecco il commento al termine di Alessandra, 21 anni, studentessa di lettere con specializzazione in beni culturali: “Ho
visto per la prima volta la sala dell’Aurora che ho trovato
di grande valore storico e artistico come tutto il palazzo”.
Soddisfatto anche Roberto Gottardi: “Ho scaricato da
internet il programma della Giornata dell’autonomia e
ho deciso di dedicare il sabato pomeriggio a questa visita,
perché la mattina lavoro. Credo che l’aspetto più significativo di questo palazzo di grande valore storico e architettonico sia il fatto che oggi venga valorizzato dall’istituzione
del Consiglio provinciale che rappresenta l’autonomia del
Trentino”. Infine quel che ha colpito Marina e Isabella, due
appassionate che hanno appreso dal giornale l’iniziativa
“Porte aperte a palazzo Trentini”, è “l’ottimo stato di conservazione della struttura e delle opere”.
Insomma, un’iniziativa come questa non può e non deve rimanere un momento isolato e limitato alla Giornata
dell’autonomia. Non a caso proprio la guida, Anna Eccher,
ha ricordato a tutti che palazzo Trentini, come recita la targa
sul muro d’ingresso, è sempre aperto e visitabile gratuitamente tutti i sabati dalle 10.00 alle 12.00.
(a.g.)
LA GIORNATA
DELLA
AUTONOMIA
A sinistra
la sala
della Folgore
e a destra
la magnifica sala
dell’Aurora
con l’allegoria
affrescata
dal Fattori.
Sotto,
particolare
dello
scalone
d’ingresso
era forse la cappella privata, visti la grande croce
intarsiata nel pavimento in abete e i simboli di Cristo e della Vergine degli stucchi e della volta.
Il secondo piano. Al piano superiore, dove i soffitti
più bassi di quelli del piano sottostante indicano la
maggiore intimità della destinazione domestica,
si raggiungono nell’ala sud la sala della Folgore e
la sala della Virtù e dell’Onore, oggi riservate alla
Presidenza. Le allegorie affrescate sono ancora di
Carlo Henrici, pittore alla moda ricercato da molte
famiglie altolocate. Nella prima sala, ornata da una
bellissima stufa in stile viennese in maiolica bianca
e oro, è raffigurata l’allegoria della Fugacità delle
grandezze e delle glorie mondane. Qui si può ammirare anche un’Adorazione dei Magi di Sebastiano Conca, (metà del ‘700). Alla parete sud, accanto
al camino, è appesa una tela di tema biblico, forse
riferito al viaggio nel deserto del Sinai, attribuita alla cerchia del veneziano Antonio Molinari, mentre
il ritratto di dama sulla parete di fronte è ascrivibile
alla cerchia di un altro veneziano, Jacopo Amigoni.
Nella seconda sala vennero dipinti l’Onore, la Gloria e il Vizio. Di qui si accede all’antica camera da
letto, detta sala del Giudizio di Paride, dove il restauro ha permesso di scoprire un raro ciclo a monocromo dello stesso Henrici, con quadrature del
lombardo Pietro Antonio Bianchi. Sono di Henrici
anche i due dipinti appesi nella sala della Virtù e
dell’Onore: la Piscina di Bathseda e la Vergine col
Bimbo, San Giuseppe ed altri Santi, databili al 1780
PALAZZO TRENTINI
Nelle foto di Paolo Pedrotti, la giornata di visite a palazzo Trentini, la sede del Consiglio
provinciale, con il presidente Dorigatti e il vicepresidente Viola ad accogliere i gruppi di visitatori. Qui sotto, la sala della Virtù e dell’Onore, a secondo piano (ufficio del presidente).
e provenienti dal vicino Palazzo Salvadori. Pregevole è poi l’olio su tavola del XVI secolo, attribuito
alla scuola di Andrea del Sarto, raffigurante una Sacra Famiglia con Giovannino. Qui Gesù Bambino è
raffigurato mentre accetta giocosamente una sfera,
simbolo del potere sul mondo. Sulla parete est è
appeso un ritratto di dama di Giambattista Lampi
(1780). Tra gli arredi, spiccano la bella stufa in maiolica e il cabinet in lacca rossa dai cassetti decorati
in oro su fondo nero.
L’ala nord. Sullo stesso piano ma a nord, ecco la
sala di Zefiro e Flora, decorata dal veronese Giorgio
Anselmi, con il quadraturista Domenico Romani.
Amorini e putti completano la decorazione del
soffitto. La tela con Nettuno ed Anfitrite su carro
formato da una conchiglia, tirato da cavalli marini,
è pure di Henrici. Nel boudoir, adibito a studio, c’è
una piccola tela di grande qualità del fiammingo
Otto Marseus van Schrieck, di data 1665, con natura morta. La sala successiva, di Venere e Amore,
ha conservato dell’affresco centrale solo un frammento. I pavimenti in legno sono a riquadri intarsiati con punte di lancia incrociate.
L’antica cantina e Winkler.
La visita include gli antichi scantinati, dove, accanto alla sala che ospita in modo permanente un
ciclo dello scultore altoatesino Othmar Winkler
(1907-1999), vengono allestite mostre temporanee.
Con la collaborazione di Lucia Linda Cella
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PALAZZO TRENTINI
Un gesto d’attenzione a una singolare attività imprenditoriale trentina e al suo marchio Re-do
Il nostro striscione in plastica al Festival dell’economia
diventa shopper alla moda che dà lavoro a persone deboli
Perché buttare lo striscione di un convegno se può essere trasformato
in un pezzo unico, per esempio una simpatica e robusta shopper da
indossare come accessorio di moda? La Presidenza ha accolto con
piacere la proposta di Alpi, azienda che nel 2014 ha creato il marchio
“Redo” (ri-fare), e ha messo a disposizione il materiale pubblicitario
dell’iniziativa collegata al Festival dell’Economia 2015, ospiti d’eccezione Lina Wertműller, il cantante Elio e lo scrittore Vanni Sartori.
Re-do è un processo produttivo che coniuga il lavoro di persone deboli con il recupero di materiali di scarto: un esempio di come, attraverso l’upcycling si possa dare nuova vita a cose, oggetti e, nel caso
di Alpi, anche alle persone. Il progetto impiega a Trento 5 persone,
coniugando percorsi individualizzati di inserimento lavorativo, ricerca di nuovi materiali, sviluppo di prodotti di qualità e attivazione
di canali commerciali. In Regione sono attivi 6 punti vendita, tra cui
una collaborazione molto interessante con il bookshop del Castello
del Buonconsiglio.
Omaggio antologico all’artista trentino scomparso tre anni fa. Nel 2011 aveva già esposto in via Manci
La creatività di Adriano Eccel in 80 foto
S
Cronache dalla Presidenza
i è trattato della prima mostra antologica dedicata all’intero percorso artistico di Adriano Eccel,
il fotografo trentino nato a Bolzano e
purtroppo scomparso il 22 ottobre di
tre anni fa, a soli 56 anni. L’interessante operazione culturale è stata ospitata
a palazzo Trentini tra la metà di agosto
e il 13 settembre, per il tramite dell’associazione “AEcceL per la fotografia” di Trento. Il gruppo, guidato da
Claudia Sartori, si prefigge proprio
lo scopo di promuovere la trentennale
opera – “l’intimo lirismo e la straordinaria musicalità” – di questo fotografo
dalla formazione solida e complessa,
costruita su studi di psicologia e analisi
dell’immagine, di tecnica fotografica e
di stampa fine art, ma anche di pratica
pittorica e grafica (vedi www.adrianoeccel.it, ottimo e documentato sito
internet ufficiale).
Oltre 70 le mostre realizzate in vita da
Eccel, con diversi eventi anche all’estero e uno dei suoi cicli fotografici
esposto in permanenza nella Biblioteca nazionale di Parigi.
Ebbene, l’antologica in via Manci –
dal titolo “l’ombra può esprimersi /
Opere 1985 – 2012” (testi di Riccarda Turrina) – ha offerto ai trentini una
panoramica esaustiva sulla parabola
creativa di Eccel, attraverso 80 immagini di medio/grande formato che percorrono i diversi cicli di lavoro e le più
applaudite opere, dal “Muro” (1985)
ad “Attraverso la sfera (1986), dalla
“Partita a bocce “ (1986/87) alle “Photoopere” (1990-93), fino agli originali
del “Codice Duval” (su carta Polaroid,
anni 1996-2002, per la prima volta
mostrati nella loro versione integrale)
e all’incompiuto “Specchio immagi-
Adriano Eccel
è morto 3 anni or sono.
Sotto, l’inaugurazione
dell’antologica
che gli è stata
dedicata quest’estate
a palazzo Trentini
nario” (2004-2012). Non manca
il lavoro “Ex mattatoio”, cui Eccel
lavorava al momento della morte
e che racconta con la fantasia – attraverso istantanee rielaborate – la
struttura abbandonata dell’ex mat-
tatoio di Roma, ora Macro Future.
L’associazione AEccel ha predisposto in occasione di questa ras-
Ottanta le immagini esposte,
un racconto dei diversi cicli
realizzati dal 1985 e fino
a “Specchio immaginario”,
che è rimasto incompiuto.
segna trentina anche una stampa
tipografica a tiratura limitata di
un’immagine per ciascun ciclo
esposto,
Omaggio efficace dunque a un artista davvero importante – come ha
affermato il presidente Dorigatti
inaugurando l‘esposizione, – che
“già nel 2011, proprio a palazzo
Trentini con la mostra Sanatorium,
mise in luce la potenza espressiva
della sua arte. È stato un onore per
il Consiglio ospitare le sue opere,
che, come spesso accade, sono
state notate e apprezzate più fuori,
anche nelle grandi capitali dell’arte, che in Trentino-Alto Adige”.
Momento impegnato durante i corsi estivi dei ragazzi
L’attivismo di Maurizio Menestrina e della compagna Nam Soon Kim
Arcobaleno Basket
fa un salto in Consiglio
Meeting dei coreani nel mondo:
l’iniziativa è partita da Trento
Visita allegra e rumorosa, quella che quest’estate ha brevemente
interrotto il lavoro in aula del presidente Dorigatti, impegnato
attorno ai temi della politica sanitaria. È arrivata infatti una trentina
di ragazzini dai 7 ai 14 anni, tutti partecipanti ai corsi estivi di
Arcobaleno Basket. Accompagnati dalle istruttrici Bianca e Stefania,
i ragazzi hanno affiancato alle attività di gioco e di sport anche un paio
d’ore più impegnative presso il Consiglio provinciale. Nella sala di
rappresentanza della Regione, Dorigatti ha risposto alle loro domande,
per nulla scontate. Alessandra Iamunno ha chiesto cosa stia accadendo
proprio in relazione al mantenimento dei servizi sanitari nelle valli. E
Dorigatti ha spiegato la situazione e il momento di acceso dibattito in
corso in quel momento dentro l’aula.
All’origine del primo incontro internazionale avvenuto in Italia tra un
centinaio di coreani provenienti da
vari Paesi del mondo, dove risiedono fin da piccoli perché adottati, ci
sono due trentini. Lui è Maurizio
Menestrina, disegnatore di fumetti
e operatore dell’Anffas. Lei è la sua
compagna Nam Soon Kim D’Amato, nata a Seul ma cresciuta e vissuta
sempre a Trento, dov’era stata adottata da una famiglia in tenera età. Da
loro sono nati Alberto e Stefano, che
oggi hanno 13 e 8 anni. E sempre da
loro, dopo un avventuroso giro della
Korea del Sud in bicicletta, realizzato
nel 2000 grazie alla sponsorizzazione
ottenuta da decine di aziende trentine
per raccogliere fondi che consentissero di avvicinare allo sport i diversamente abili, è nata anche una rete
di contatti con altri coreani residenti
in varie regioni del Paese. Rete che ha
poi permesso di dar vita all’associazione culturale dei koreani italiani
adottivi, in sigla “Kor.ia”, affiliata a
Ikaa, organizzazione internazionale
sorta a servizio della comunità degli adottivi di origine koreana sparsi
in tutto il pianeta. Periodicamente
Maurizio
Menestrina
e la compagna
Nam Soon
Kim D’Amato
con gli amici
della Corea
del Sud (sopra,
il Paese visto
dal satellite)
Ikaa offre agli iscritti momenti di
incontro, conoscenza reciproca
e approfondimento culturale per
coltivare la loro duplice identità.
L’ultimo meeting internazionale,
il “Gathering 2015”, si è svolto a
Roma alla fine di maggio. Ospiti
principali dell’evento sono stati i
membri dell’associazione italiana
Kor.ia, ma i partecipanti sono arrivati da 10 Paesi diversi.
E a Roma tra i protagonisti non
potevano mancare Maurizio Menestrina e Nam Soon Kim D’Amato, che hanno raccontato attraverso uno spettacolo teatrale il
loro “Tour de mat 2000 Korea”, il
periplo del Paese asiatico in bicicletta. Per lasciare un segno tangibile del Trentino alle autorità
e agli amici koreani adottivi sia
italiani che stranieri, Maurizio e
Nam Soon Kim hanno donato loro
alcune copie del volume illustrato
che il Consiglio provinciale ha
dedicato a palazzo Trentini. Per
questo i due sono stati ricevuti dal
presidente Bruno Dorigatti che li
ha ringraziati per la loro attività di
volontariato, che ha messo in contatto anche la nostra provincia con
una importante realtà associativa
interculturale e di relazioni internazionali.
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Il Difensore civico di Berna
Qualche giorno fa è stato a palazzo Trentini
il Difensore civico della città di Berna,
Mario Flűckiger, che ha radici trentine.
L’ospite si è incontrato anzitutto con
l’omologa trentina, Daniela Longo, con la
quale poi è stato ricevuto dal vicepresidente
del Consiglio, Walter Viola.
L’ombudsman svizzero vanta un’esperienza
ventennale e ricopre un incarico a tempo
indeterminato.
L’avvocata Longo ha potuto confrontarsi
sui rispettivi ruoli, impegni e difficoltà,
riscontrando che le materie trattate
nell’interesse dei cittadini sono per la
maggior parte le medesime: rifiuti, sanità, prestazioni sociali e
assistenziali, pubblico impiego, alloggi pubblici.
Con Viola ci si è confrontati anche sulle prospettive di eventuale
aggiornamento normativo in Trentino delle competenze legate alla
difesa civica nella sua più vasta accezione.
Anche da Cuba e Costa Rica per la Summer School 2015
IL DOVERE DI RICORDARE
Marcinelle continua ad ammonirci
Quasi sessant’anni fa, l’8 agosto del 1956, la tragedia
della miniera carbonifera del Bois du Cazier a
Marcinelle in Belgio, falciava la vita di centinaia di
lavoratori, in prevalenza italiani. Il presidente Dorigatti
ha voluto ricordare con una nota questa ricorrenza,
dopo aver partecipato alla commemorazione di Stava
e dopo aver promosso una mostra documentaria sul
disastro alla diga di Mattmark in Svizzera. Nelle stesse
ore della ricorrenza di Marcinelle, a Rovereto un
operaio perdeva la vita durante la fatica in fabbrica.
Per questo Dorigatti ha richiamato ancora una volta la
centralità dei temi della sicurezza sul posto di lavoro.
Nella “Giornata del sacrificio del lavoro italiano
nel mondo” (8 agosto), il presidente ha scritto “che
le Istituzioni devono farsi promotrici di una riflessione, non limitata al
mero evento, ma aperta invece al confronto con tutti gli attori del mercato
del lavoro e dell’economia provinciale, per sviluppare insieme nuove
concezioni e nuove modalità di costruzione di una più salda e concreta
cultura della sicurezza sul lavoro”.
Anche un messaggio di Mattarella per la triste ricorrenza
In 40 dal Sudamerica Stava, 30 anni dopo:
a studiare il Trentino un dolore da riscattare
È stato Mario Tonina
ad accogliere gli ospiti
sudamericani in occasione
della consegna dei diplomi
al termine della scuola estiva
“L’
autonomia e la cooperazione hanno permesso al Trentino di essere quello che è,
modello di buone prassi e terra di scambio e di condivisione”: queste le parole
del consigliere e segretario questore del Consiglio provinciale, Mario Tonina,
che ha fatto gli onori di casa quest’estate, nella giornata conclusiva del progetto Summer
School 2015. Un’esperienza che ha visto la presenza per due settimane in Trentino di 40 tra
funzionari, sindaci e rappresentanti istituzionali provenienti dal Sudamerica, impegnati in
un programma di alta formazione intitolato “Comunità e sviluppo: costruendo strategie di
cambiamento per il territorio”. Sotto la lente degli studenti, il modello cooperativo trentino,
il “caso Muse”, la società mutualistica Hub Trentino, anche esperienze singolari come quella
della cooperativa Il Gaviale, che da decenni rinnova ogni anno il successo festivaliero di
Drodesera, animando in particolare la centrale di Fies con produzioni teatrali d’avanguardia.
A tirare le fila di questa iniziativa, giunta alla sesta edizione, ci sono l’Ocse, la Scuola di
Formazione alla solidarietà internazionale della Provincia, la Federazione trentina
delle cooperative e l’Università EAFIT di Medellin in Colombia.
“Quando il progetto nacque”, ha spiegato Stefano Barbieri, direttore della sede Ocse di
Trento, “era rivolto alla sola Colombia e contava un piccolo grappolo di partecipanti. Oggi coinvolgiamo un numero sempre maggiore di soggetti e abbiamo allargato il bacino
d’accoglienza: quest’anno i partecipanti sono stati una quarantina, provenienti da 9 Paesi
dell’America latina (per la prima volta sono rappresentati Cuba e Costa Rica)”.
Si tratta di un programma di capacity building nel quale vengono analizzati casi concreti
in un contesto di informazione circolare in cui il Trentino è esempio di “buone prassi”: in
Argentina, ha spiegato Barbieri, l’esempio delle cantine di Mezzocorona è stato studiato
e tradotto in esperienze locali, proprio come conseguenza di questi scambi di esperienze e
informazioni sulle reciproche politiche del territorio.
Oltre a Tonina e Barbieri hanno preso parte al momento conclusivo del progetto, e alla cerimonia di consegna dei diplomi, Mauro Cereghini, Presidente del Centro di formazione
per la solidarietà internazionale dal gennaio scorso, Carlo Dellasega direttore generale
della Federazione delle cooperative e Mario Vargas che segue il progetto dal 2010 per
conto dell’Università colombiana. Dellasega ha ricordato il valore della cooperazione,
offrendo quella che ha definito la migliore sintesi dell’ideale cooperativistico, e che viene
da una semplice contadina: “La cooperazione ha aiutato le persone ad aiutarsi tra di loro, a
progredire, migliorare e creare un benessere diffuso e soprattutto… a pensare”.
Cereghini ha osservato che il Trentino è un esempio di come lo sviluppo locale, l’economia
e il business possano andare a braccetto con la solidarietà: in questo senso è assolutamente
significativo che la cerimonia di chiusura del progetto avvenga a palazzo Trentini, la casa
dell’autonomia trentina. Va detto del resto che in via Manci un gruppo di partecipanti alla
scuola estiva è giunto anche durante le due settimane, accolto dal presidente Dorigatti che
ha illustrato loro vari aspetti del “sistema Trentino”.
Le cerimonie
del 19 luglio
per i 30 anni
dalla tragedia
di Stava
che costò
la vita di
268 persone
“L
a memoria e l’elaborazione collettiva di tragedie come Stava, sono necessarie per
costruire una cultura fondata sui valori del rispetto dell’uomo e della natura e sulla
necessità della prevenzione e della tutela dell’ambiente”: è stata questa la riflessione del presidente Bruno Dorigatti quest’estate, quando la valle si è fermata per commemorare i 30 anni dalla immane tragedia, che in una splendida giornata di sole – alle ore 12,
22 minuti e 55 secondi – si portò via, inghiottendole sotto una valanga di fango, 268 persone.
Cambiò allora – e per sempre – la vita di tante famiglie e dell’intera comunità.
Il 18 luglio – lungo una toccante Via Crucis – sono stati scanditi tutti i nomi di quelle120 donne
e di quegli 89 uomini, 31 teen ager, di quei 26 bambini.Il giorno dopo la parola “memoria”,
molto cara a Dorigatti, è stata al centro anche dell’omelia dell’arcivescovo Luigi Bressan,
che ha aperto la giornata del ricordo con una messa nella parrocchiale di San Eliseo a Tesero. Di memoria ha
Morirono 268 persone
scritto pure il presidente della Repubblica Sergio Matper il crollo dei bacini
tarella, che in un suo messaggio la definisce “attiva”,
perché non si esaurisce nell’esercizio del ricordo, ma
di Prestavèl. De Godenz
riflessione e lezione di cambiamento. “Quello
ricorda: nessuno percepiva diventa
di Stava – ha scritto il capo dello Stato – fu una tragedia
l’immane rischio
nazionale: e non solo perché le vittime provenivano da
ogni parte d’Italia (64 diversi Comuni da 11 Regioni,
n.d.r.), ma perché la frana di Stava è diventata il simbolo di una errata concezione del profitto, dello sfruttamento della natura e di una colpevole e sorprendente catena di errori umani”.
Nella chiesa gremita, gran folla di rappresentanti delle istituzioni: la presidentessa del Consiglio regionale Chiara Avanzo, il commissario del Governo Francesco Squarcina, l’assessore fiemmese Mauro Gilmozzi; la giovanissima sindaca di Tesero Elena Ceschini,
che all’epoca dei fatti non era ancora nata; il vicepresidente del Consiglio Walter Viola, i
consiglieri provinciali Giuseppe Detomas, Pietro De Godenz, Luca Zeni, Lucia Maestri,
Lorenzo Ossanna, gli assessori Tiziano Mellarini e Donata Borgonovo Re, l’assessore
altoatesino Florian Mussner, il senatore Giorgio Tonini. Ricordi diretti e brucianti conserva
in particolare proprio De Godenz, che aveva 23 anni ed era consigliere comunale a Tesero. Al
momento del dramma si trovava a Pampeago per lavoro, scese a valle e per un mese e mezzo
fece i conti giorno e notte con l’assoluta emergenza. La sua testimonianza dice che a Tesero
nulla faceva presagire il disastro: si discuteva del continuo e impattante passaggio di camion
nella valle, ma non si percepiva affatto il rischio geologico connesso ai bacini di Prestavel.
Il 18 luglio scorso banda e coro parrocchiale di Tesero, sulle note dello Stabat mater, hanno
dato le note a una lunga processione. È stato raggiunto il cimitero, presso la piccola chiesa di
San Leonardo ai piedi della montagna, dove dal 1985 riposano le salme delle vittime della
tragedia, accanto al commovente monumento opera dello scultore Felix Deflorian. Il vescovo
ha benedetto le tombe e la giornata di ricordo è poi proseguita con un momento di riflessione
a Stava, nell’epicentro del dramma, dove per la prima volta dal 1985 si è svolta una commemorazione laica. Qui ha parlato il Presidente della Fondazione Stava Graziano Lucchi,
che nella catastrofe perse i genitori. “La nostra colpa” ha detto “fu quella di aver dato fiducia
ai tecnici che avevano l’obbligo di controllare i bacini di Prestavel e invece hanno tradito la
loro professionalità, sposando le logiche del profitto e operando scelte di natura economica:
la speranza è che 268 persone non siano morte invano”. L’immagine di un geranio messo a
dimora sul fango rinsecchito, scelta per la giornata del trentennale, ha voluto essere un messaggio di speranza e di fiducia nel futuro. E una tre giorni di formazione scientifica sul tema
della sicurezza dei riempimenti di terra ha dato il segno che dalla disgrazia si continuano a
trarre stimoli per escludere in futuro altri drammi analoghi.
Cronache dalla Presidenza
I partecipanti hanno
studiato il modello
cooperativo, il Muse,
le nostre start up e come
imitare queste esperienze
PALAZZO TRENTINI
CON LONGO ACCOLTO DA VIOLA
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settembre-ottobre
L’ EVENTO MONDIALE
A MILANO
Da non mancare un viaggio
(meglio in treno) e almeno un giorno
intero tra le magnifiche architetture
dei padiglioni realizzati da 145 Paesi
del mondo. La Provincia (da agosto)
fa la sua parte e ci ha investito
1,6 milioni di euro. Nella sua Piazzetta
si alternano “in vetrina” da settimane
le aziende del nostro territorio
2015
In fondo è un grande “luna park“, ma merita una visita
di Luca Zanin
Durerà fino al 31 ottobre, la grande
Expo 2015 aperta l’1 maggio tra
tante apprensioni e scongiuri sulla
capacità del sistema Italia di arrivare preparato all’appuntamento
ed evitare una figuraccia cosmica.
Per chi stesse ancora valutando se
fare un salto a Milano, il consiglio
è sì, di andarci: una (o meglio due)
giornate ci stanno tutte, lo show è
davvero imponente e imperdibile.
Pur con tutti i limiti che, passeggiando nell’immensa cittadella
sorta dal nulla vicino a Rho, è ben
facile cogliere: si tratta in fondo di
un mega luna park, molto appariscente – ricchissimo sul piano architettonico e delle soluzioni espositive – ma anche assai posticcio.
Delle decine di Paesi che si visitano – per lo più di corsa, saltandone necessariamente molti – alla
fine si assimila ben poco: scarsi i
contatti umani con le popolazioni
del pianeta (non pensate di visitare
la Cina e trovare davvero i cinesi);
invisibili (occultati?) gli aspetti
problematici o addirittura dram-
matici dei diversi Stati in vetrina;
tutto sommato evanescente la mole
di informazioni che si ricevono sul
tema dell’esposizione universale,
“Nutrire il pianeta – Energia per
la vita”.
Ciò detto, la realizzazione è davvero grande e ben riuscita e non poteva certo il Trentino starsene fuori.
La Pat ci ha messo 1,6 milioni di
euro e 92 unità di personale, ma sono 20 le aziende trentine che hanno
lavorato per costruire Expo e 40 i
milioni di euro di fatturato indotto
sul nostro territorio. Senz’altro
preziosa poi la vetrina per il turismo, rafforzata anche dalle iniziative messe in campo dall’Euregio
assieme a Bolzano.
I nostri consiglieri provinciali (pagandosi viaggio e biglietto) sono
stati a vedere lo scorso luglio, invitati dal presidente della Provincia
Rossi in occasione dell’inaugurazione della settimana intensiva
in cui il Trentino ha fatto da protagonista a Padiglione Italia. Le
loro reazioni? Di sostanziale apprezzamento per questa universale
“vetrina”.
Il giro del mondo in un’Expo sola
C’è tempo fino al 31 ottobre per una visita. “Spedizione” dei consiglieri provinciali quest’estate
I biglietti.
L’ingresso costa 39 euro a prezzo
pieno nelle biglietterie sul posto,
ma tramite internet (sul sito ufficiale di Expo) si ottiene a 34. Un mercato parallelo si scopre sempre sul
web. Groupalia per esempio offre
2 ingressi al prezzo di uno oppure
l’abbinata 2 ingressi+parcheggio
a 49 euro. Conviene insomma fare un po’ di caccia al biglietto low
cost. E considerare le tariffe per
famiglie, quelle per over 65, i biglietti a data aperta.
Il viaggio.
Molto comodo il treno. La Provincia ha anche attivato una corsa speciale nei fine settimana, con partenza da Trento al mattino presto
e rientro nel tardo pomeriggio (17
euro a corsa, la metà delle Frecce).
Esiste anche uno speciale Bus
Euregio quotidiano (vedi www.
suedtirolbus.it o www.altoadigebus.it) che ferma a Trento e a Rovereto.
Chi non rinuncia all’auto, metta in
conto 12 euro di parcheggio giornaliero a Rho, con navetta gratuita
(ma occhio alle code) fino agli ingressi dell’Expo.
Qui sopra, i consiglieri provinciali in visita all’Expo lo scorso luglio.
A sinistra, il grande viale (cardo) che conduce all’Albero della Vita, totem
simbolo della rassegna universale. Sotto, la grande rete su cui si passeggia
nel padiglione del Brasile, lo spazio dell’Alto Adige in stile rustico montano,
infine la Piazzetta Trentino con la raffigurazione delle Torri del Vajolet.
In alto, il vialone detto Cardo che termina con l’Albero della Vita e
(a sinistra) il grande e spettacolare Padiglione Italia
(Succhi di frutta), Pastificio Felicetti (Pasta), Adige-BLM Group.
Gli altri sono Terme e Salute (sistema termale trentino), Sciare in
Trentino (Impianti di risalita), ed
Adige Spa (Costruzioni, partner
tecnologico).
I cancelli.
Sono decine ai tre punti cardinali
da cui si accede all’enorme sito di
Expo. Ciascun “gate” è munito di
metal detector tipo aeroporto e di
tornelli. Nonostante il grande afflusso di visitatori, normalmente
ce la si cava in tempi ragionevoli.
Un consiglio: correte subito al Padiglione Italia, perché in poche ore
qui la coda si fa pesante.
Gli stand.
Sono la sostanza dell’Expo, distribuiti lungo i due enormi vialoni
coperti e intersecati tra loro, chiamati Decumano e Cardo. Ogni
Stato (sono 145, molti accorpati in
una sede comune) fa la sua ombra
con il proprio palazzo o palazzetto:
molto spesso sono spettacolari dal
punto di vista architettonico, generosissimi di luci, installazioni video
e soluzioni tecnologiche avanzate.
Ogni Paese racconta qualcosa della
propria natura e del proprio rapporto col cibo, oguno cerca di stupire
con effetti speciali. Rischi di coda?
Senz’altro in Russia (complice il
gelato alla vodka offerto ai visitatori), in Bielorussia, Kazakistan,
Brasile, Cina, Colombia, Messico,
Israele. Da notare che c’è anche lo
Stato del Vaticano (titolo dell’allestimento: “Non di solo pane”).
Verrete omaggiati con il “santino”
calamitato di Papa Francesco. Perfetto per il frigo.
Il merchandising.
Nei primi due mesi era a sorpresa
il quasi del tutto assente, faceva eccezione solo la Swatch con la serie
speciale dei suoi orologini. Adesso
Il Padiglione Italia.
Bianchissimo, grandissimo
(14.000 metri quadri), bellissimo.
Un’architettura-scultura straordinaria, in cui tra l’altro ha avuto una
parte da leone la ditta altoatesina
Stahlbau Pichler. Il Padiglione sarà una delle rare strutture che a fine
Expo rimarrà in piedi.
Dentro l’edificio, è la “Mostra delle
Regioni: Identità Italiana” il cardine espositivo del Padiglione. Racconta le quattro “Potenze Italiane”
– Saper Fare, Bellezza, Limite e
Futuro. A rappresentare il Trentino
sono due startup – Melixa e Biosoil, accompagnate da un filmato
(Pale, Duomo Trento e Mart) e una
pianta alpina, il mirtillo.
c’è un po’ di tutto, a prezzi magari
non proprio di saldo (la serie di tazzine dedicate da Illy all’Expo, per
esempio, è molto bella, ma il set da
4 per il caffè costa 48 euro).
Il Padiglione del vino.
Inaugurato nei primi giorni di maggio, “Vino, a taste of Italy” raccoglie con una galleria davvero
elegantissima il meglio delle cantine di tutta Italia e quelle trentine
– capitanate da Consorzio Vini del
Trentino e Istituto Trento doc –
hanno la loro brava ribalta. Siamo
lungo il Cardo Nord Ovest, il vialone che conduce all’Albero della
Vita e al Padiglione Italia, appena
prima dello stand del Sudtirolo.
La nostra terra mette in campo 56
etichette, con 16 vini bianchi, 8
rossi e 32 Trentodoc. Con 10 euro
si possono fare 3 assaggi (e ti tieni
il bicchiere).
Cibo.
Grande protagonista della rassegna, ma attenzione a consumarne,
perché si rischiano notevoli “spennate”. Non comprate acqua, attin-
gete alle fontanelle che – miracolo
– erogano qua e là minerale fresca
e gratuita. Poi si trovano anche ottimi e modici kebab del Marocco
o impeccabili pizze napoletane
manipolate da autentici napoletani.
Piazzetta Trentino.
La nostra Pat ha scelto di esserci,ha
investito 1,6 milioni di euro e ha
aperto “casa” a partire da agosto
(Bolzano invece è partita fin dall’inizio col proprio sito, pagando i
salatissimi affitti delle superfici
Expo). 80 i metri quadrati di tren-
tinità in posizione strategica,una
installazione creativa – tre lastre di
dolomia, omaggio alle Tre Torri del
Vajolet, alte più di 7 metri – dedicata allo spirito delle materie e dei
luoghi dell’ambiente dolomitico.
Al calar del sole, le lastre di pietra
diventano vere e proprie superfici
di proiezione e grandi ombre le attraversano.
È qui che gli sponsor si stanno presentando a turni serrati. Si tratta di
Melinda (mele), Cavit e Mezzacorona (Vino), Trentingrana (formaggi), Astro (Trote), Dolomiti Fruits
Gli spettacoli a orario.
Due volte al giorno si materializza
sul Decumano un coloratissimo
corteo costituito da figuranti che
rappresentano le mascotte arcimboldesche di Expo. Allo scoccare
di ogni ora, folla poi davanti all’Albero della Vita e relativo laghetto
(vicino a Padiglione Italia), per una
decina di minuti di show con giochi d’acqua e di luci (un po’ kitsch,
per il vero, proprio come l’enorme
totem da 37 metri dell’Albero della
Vita, che comunque merita di essere ammirato col favore della notte).
In internet:
www.expo2015.tn.it.
www.expovinotrentino.com
app Trentino Expo (mette in palio
anche una vacanza in Trentino).
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settembre-ottobre
2015
SCUOLA
E DOCENTI
No e poi no al formaggio fatto col latte in polvere
I consiglieri provinciali, il presidente Rossi e l’assessore Dallapiccola hanno sottoscritto
quest’estate la petizione nazionale attivata dall’associazione
Slow Food per contestare l’autorizzazione dell’Ue alla produzione di formaggio a partire da latte
in polvere. La Commissione europea ha fatto di più, perché – sollecitata da una parte dell’industria
lattiero casearia italiana – ha invita tol’Italia a modificare la legge
vigente (che vieta i formaggi fatti
con latte in polvere) entro la fine
di luglio, nel nome della libera
circolazione delle merci. Ancora una volta, in nome del libero
mercato, si tenta – questo il senso
della mobilitazione – di livellare
verso il basso i prodotti alimentari, a spese dei produttori di qualità
e dei consumatori. Il latte in polvere non è nocivo per la salute, ma
usato per fare il formaggio porta a
una omologazione che calpesta la
straordinaria ricchezza della tradizione italiana in questo campo.
In particolare è stato Graziano
Lozzer, il consigliere del Patt che
è socio produttore di Slow Food, a
sensibilizzare i colleghi su questa
vicenda “che potrebbe comportare un enorme passo indietro in
termini di qualità e sostenibilità
dei prodotti caseari”.
La petizione dal titolo “Il formaggio si fa col latte” punta a
sottolineare che l’eccellenza dei
prodotti italiani e in particolare di
quelli trentini, va difesa da tutti a
prescindere anche dagli steccati
politici. Lozzer ha rivolto anche
un pubblico invito a firmare nei
vari banchetti circolanti in provincia, oppure a farlo on line, facendo riferimento al sito internet
di Slow Food.
La norma proposta da Rossi passa
velocissima in Consiglio.
Depositata anche una petizione
con 550 firme per l’inserimento
in IV fascia del mezzo centinaio
di insegnanti d’arte reduci
dall’impegnativo percorso abilitante
frequentato l’anno scorso
all’Accademia di Verona. In vista
anche uno specifico ricorso al Tar
Concorso 2012, salvi gli idonei
“Leggina” ad hoc. E l’emendamento-Civettini proroga la graduatoria al 31 agosto 2017
N
on solo i docenti vincitori,
ma anche i 60 idonei del
concorso pubblico celebrato nel 2012, potranno essere assunti
in pianta stabile nelle scuole trentine. L’ha deciso in luglio il Consiglio
provinciale, approvando all’unanimità il disegno di legge ad hoc del
presidente Ugo Rossi, inserito con
procedura di urgenza all’ordine del
giorno dell’aula, dopo un rapido
passaggio in Commissione. Si è trattato di allinearsi ad analoga norma
prevista per le graduatorie del parallelo concorso statale e passata in
Parlamento dentro la recente legge
del Governo Renzi di riforma della
scuola. La Giunta provinciale ha poi
ampliato la norma, dando via libera
anche a un emendamento proposto
da Claudio Civettini (Civica Trentina), che proroga di un ulteriore
anno – fino al 31 agosto 2017 – la
validità della graduatoria, che l’ultima legge finanziaria provinciale
aveva già spostato dalla fine di agosto 2015 ai dodici mesi successivi.
In Consiglio è intervenuto Filippo
Degasperi del M5s, lamentando
che sul tema delle assunzioni di
insegnanti è mancato un ragionamento complessivo. E questo ha
causato ripercussioni negative per
altri insegnanti precari, esclusi da
quest’ultima previsione di legge.
Anche l’introduzione della quarta
fascia, se ha risolto i problemi di alcuni insegnanti, ne penalizza però
altri, prevedendo graduatorie permanenti, periodi di conseguimento del titolo dal 2009 al 2014 (ma
perché non anche quelli prima del
2009?). Queste iniziative per Degasperi appaiono confuse, perché
soddisfano alcune categorie di docenti, ma alimentano il malessere e
la protesta degli esclusi. D’accordo
con Degasperi si è espresso Claudio
Civettini.
Lucia Maestri (Pd), presidente
della V Commissione che ha già
discusso l’argomento, ha messo in
evidenza la pesante eredità derivante da una da una stratificazione di interventi che ha creato enormi aspettative di stabilizzazione, a fronte
di una scarsissima disponibilità di
posti di lavoro. Per Maestri “non si
deve cavalcare il pur giusto disagio
emerso”. Si tratta invece di avviare
un percorso di analisi del decreto
governativo sulla buona scuola, per
capire in che modo la normativa
provinciale si potrà adeguare. “I miracoli – ha concluso Maestri – non li
possiamo fare e le promesse che non
possiamo mantenere noi non siamo
abituati a farle”.
Luca Giuliani (Patt) ha osservato
che visti i cambiamenti in atto nel
settore scuola questo disegno di legge va nella giusta direzione, perchè
evita un’ingiustizia nei confronti di
persone che si erano impegnate nel
concorso. Concorso che nel 2012
era nato male, perché non prevedeva lo scorrimento della graduatoria.
UN’ALTRA PETIZIONE IN CONSIGLIO
Oltre duemila firme
per gli hobbisti creativi
Alessandra Tavola e i docenti d’arte che hanno depositato una petizione
al Consiglio. A destra, il consigliere Claudio Civettini
Giustamente poi con il decreto sulla
buona scuola ai vincitori sono stati
associati gli idonei, che potranno
quindi essere assunti tutti a tempo
indeterminato.
Marino Simoni (Progetto Trentino)
ha preannunciato il voto convinto
del gruppo e ha condiviso le osservazioni di Maestri.
Claudio Cia (Civica Trentina) ha
ricordato che l’inghippo era nato da
un emendamento inserito nell’ultima finanziaria provinciale, che
prevedeva l’inserimento in ruolo
solo dei vincitori e non anche degli
idonei, com’era scritto invece nella versione originaria della legge.
“Chi ha votato in buona fede quella
norma non si è reso conto di aver
tolto a una sessantina di insegnanti
supplenti la possibilità di credere in
un futuro di lavoro stabile. Ora si fa
giustizia, superando l’esclusione
di questi lavoratori ed eliminando
l’anomalia”.
Manuela Bottamedi (Patt) ha lamentato il fatto che “non viviamo
in uno stato di diritto, a causa delle
continue proroghe e sanatorie”. Già
il concorso in questione non veniva
fatto da 13 anni. Ma poi si era stabilito che la graduatoria sarebbe stata
valida per tre anni. “La scuola italiana – ha osservato – è governata
dai Tar”.
Dall’agitato mondo della scuola
trentina quest’estate è emersa anche
la petizione con 550 firme, rivolta al
Consiglio provinciale dal comitato
p.a.s, acronimo che richiama quel
“percorso abilitante speciale” frequentato presso l’Accademia di Verona da 48 insegnanti precari trentini in materie artistiche. Nonostante
questa fatica – costata l’anno scorso
2.500 euro di iscrizione, continui
viaggi in Veneto e svariate prove –
i docenti sono rimasti esclusi dalla
graduatoria provinciale per titoli di
IV fascia. Una penalizzazione beffarda, per professionisti che da anni
rincorrono supplenze nella speranza
di una cattedra stabile, visto tra l’altro che il corso è stato frequentato
“secondo requisiti, tempi e modi
dettati dalla Provincia di Trento”.
“Ora rischiamo di saltare l’anno”,
ha detto Alessandra Tavola, consegnando con alcuni colleghi la
petizione a palazzo Trentini. Ciò
che si chiede è l’equivalenza del titolo acquisito con quello conseguito
tramite altri percorsi abilitanti (Ssis
e Cobaslid).
Il presidente Bruno Dorigatti –
ricevendo le firme – ha espresso
attenzione e rispetto per la problematica.
Era presente anche Claudio Civettini, che sta seguendo da vicino il
problema dei docenti precari e sul
caso del comitato p.a.s. ha depositato una proposta di mozione. In
questo testo si fa presente tra l’altro
che agli insegnanti “abilitati in altre
sedi e Regioni, con ben altre modalità (percorsi molto più semplici,
domande a crocetta, poche ore di
frequenza…) è stato invece consentito, come era prescritto nel bando,
e come promesso anche dall’amministrazione provinciale, di inserirsi
nella II fascia delle graduatorie di
istituto”. Civettini in Consiglio ha
detto che “la transizione dopo la
riforma sulla scuola va gestita con
attenzione, con percorsi chiari ed
evitando di alimentare un’inaccettabile guerra tra poveri o tra esclusi”.
Il caso al centro della petizione sarà la base anche di un ricorso al Tar
annunciato entro settembre, che riguarderà pure la situazione dei circa
300 diplomati magistrali ante 2002,
penalizzati (a volte dopo 12 anni di
supplenze) rispetto ai freschi laureati in scienze della formazione.
Altri due ricorsi al Tar sono invece
già depositati, vi si chiede l’ammissione in II fascia dei docenti già inseriti in terza.
A rappresentare i patemi dei docenti di IV fascia e degli esclusi dalle
graduatorie sono stati anche alcuni
insegnanti – accompagnati dal segretario del sindacato Delsa, Mauro
Pericolo – che il 3 settembre hanno
incontrato fuori dall’aula i consiglieri provinciali. Chiedono di congelare le graduatorie provinciali in
attesa di una pronuncia del Tar attesa
per il 22 ottobre.
A palazzo Trentini in luglio sono state depositate anche
2.212 firme di cittadini, in calce a una petizione che
chiede al governo provinciale di ripensare le annunciate, nuove regole per la pratica dell’hobbismo nei
mercatini del Trentino.
L’assessore Alessandro Olivi aveva sottoposto pochi
giorni prima alla II Commissione consiliare lo schema
di delibera con cui si intende contrastare il fenomeno del “falso hobbismo”, ossia di chi col paravento
dell’attività dilettantistica fa in realtà del commercio,
fa concorrenza sleale ai negozianti e non paga le tasse.
Ebbene, dal presidente Dorigatti si sono presentati Fernando De Paoli e Marta Giovannini,
dell’Associazione hobbisti trentini, (vedi la foto)
con il testo che chiede di
non mortificare l’attività
degli “o.p.i.”, gli operatori del proprio ingegno che
frequentano le centinaia di
mercatini regionali proponendo manufatti realizzati
personalmente.
“La ventilata norma che limita a 10 giornate annuali
l’attività hobbistica – ha
spiegato De Paoli, presidente dell’associazione
trentina – ci penalizza ingiustamente e non centra
l’obiettivo, che è quello
di scoprire i furbi”. Giovannini ha citato il decreto legge Bersani, che dal
1998 esenta gli hobbisti
creativi dall’ordinaria normativa sul commercio. E
ha detto che la soluzione
del problema starebbe semplicemente in un sistematico programma di controllo dei mercatini da parte dei
vigili urbani, che potrebbero agevolmente verificare
la merce esposta e distinguere chi fa vero hobbismo
e chi invece commercia articoli acquistati e fa diretta
concorrenza ai negozi.
“Noi o.p.i. – hanno aggiunto De Paoli e Giovannini,
il primo artigiano del legno, la seconda abile nella
filatura a telaio – siamo una risorsa per tanti piccoli
Comuni, perché diamo vita a mercatini che sono un
valore per la socialità e per il turismo. Con la regola
delle dieci giornate annuali molti mercati verrebbero
meno, a partire da quello di recente avviato alla Portéla
di Trento, dove noi siamo presenti non certo per fare i
soldi. Sia chiaro: anche se un o.p.i. frequenta qualche
decina di mercatini in un anno, non può ugualmente
essere paragonato nemmeno da lontano a un vero e
proprio commerciante, perché il giro d’affari è modestissimo e perché si trattano articoli prodotti da sé,
nelle proprie case”.
La richiesta è allora di esentare gli o.p.i. dal nuovo regolamento per gli hobbisti, oppure di sostituire per tutti
la regola delle dieci giornate con un sistema di controllo sulle merci trattate. Si chiede anche di ripensare
alla regola del tesserino familiare per gli hobbisti, che
penalizza i nuclei in cui più di una persona fa dell’artigianato e poi va nei mercatini.
Gli o.p.i. chiedono più in generale una maggiore attenzione alla loro realtà, citando città come Torino e Genova, che hanno varato dei registri di questi operatori,
valorizzandone il ruolo sociale.
Il presidente Dorigatti ha ricevuto ufficialmente la petizione assieme al dirigente del Servizio legislativo del
Consiglio, Camillo Lutteri, spiegando che se ne occuperà la II Commissione presieduta da Luca Giuliani.
Dorigatti ha anche consigliato ai proponenti di cercare
un’intesa con le categorie dei commercianti, perché
una soluzione condivisa potrebbe essere molto utile
anche per il legislatore e per l’esecutivo provinciali.
L’antefatto in II Commissione, come si diceva, è
stata la discussione che
si è conclusa con 5 sì e
2 astenuti alla discussa
proposta di deliberazione della Giunta Rossi,
destinata a modificare il
regolamento di esecuzione della legge provinciale sul commercio, onde
adeguarlo alle più recenti
previsioni normative. Al
centro c’è appunto la questione dell’attività hobbistica, che la legge finanziaria di assestamento del
bilancio Pat 2015 ha inteso delimitare. Si stabilisce dunque che l’hobbista
possa esporre e vendere i
propri oggetti solo se munito di tesserino identificativo (biennale) e per un
massimo di 10 giornate
annuali, fatte salve sagre
ed eventi particolari. La merce esposta dovrà valere non oltre 1.000 euro e ciascun prodotto non più
di 200 euro.
Sul punto sono intervenuti i commissari. Pietro De
Godenz ha ricalcato la necessità di tutelare commercianti e artigiani dalla concorrenza di finti hobbisti.
Filippo Degasperi ha messo in dubbio l’efficacia
del regolamento, che non va a scovare i cosiddetti
finti hobbisti e limitando le giornate utili, spinge gli
hobbisti a disertare i mercati più piccoli e periferici.
Luca Giuliani ha posto il problema degli hobbisti che
arrivano da fuori provincia, chiedendo di ridurre ulteriormente, per loro, il numero di giornate utili per partecipare ai mercatini del Trentino, in modo da evitare
che l’hobbista sia in realtà un professionista, presente
10 giorni in provincia, 10 in Veneto, 10 in Lombardia
e oltre ancora.
L’assessore Alessandro Olivi, che ha illustrato la
“sua” delibera, ha detto che la proposta di Giuliani
sarà senz’altro valutata sul piano tecnico prima della
decisione finale in Giunta.
Nel regolamento sul commercio si affrontano anche altri aspetti, ad esempio si elimina l’obbligo – per i commercianti che vendono prodotti alimentari in modo del
tutto secondario e residuale – di dover soddisfare a tutti
i requisiti professionali richiesti appunto per chi mette
in vendita beni alimentari.
237
PA G I N A
24
C R O N A C H E
settembre-ottobre
QUESTION
Le interrogazioni
LA RISPOSTA
a risposta immediata
Csa Bruno
tutto in regola
con le licenze?
Borga è tornato sul Centro sociale Bruno per chiedere se l’attività
svolta dall’associazione Commons nell’edificio concesso in
comodato d’uso a Piedicastello
da Patrimonio del Trentino SpA
è regolare. In particolare, trattandosi di somministrazione di
bevande ed alimenti, oltre che
di organizzazione di spettacoli
e concerti, Borga chiede se l’associazione abbia la necessaria
licenza e autorizzazione, nonché
se l’edificio sia regolarmente controllato dal punto di vista della
prevenzione incendi.
La risposta del presidente Rossi. La Provincia ha chiesto alle
autorità competenti si fare accertamenti in merito alle autorizzazioni. Qualora fossero accertate
violazioni, la proprietà dell’immobile, vale a dire Patrimonio
del Trentino, attuerà l’articolo 2
del contratto che prevede la restituzione dell’immobile.
La replica. Borga ha lamentato
la mancata risposta del presidente
alle sue domande. E ha aggiunto
che si sa benissimo che le autorizzazioni, compreso il certificato antincendi, sono inesistenti.
Inoltre il 13
maggio scorso il Sindaco
di Trento ha
comunicato
di non aver
mai rilasciato al Centro
sociale Bruno alcuna licenza né alcuna Scia
anche per conto dell’associazione Commons. Di questi fatti, che
configurano altrettanti reati, sono
a conoscenza sia il Comune che e
la Provincia. Ciò nonostante non
viene fatto nulla e si demandano
i controlli a soggetti terzi. Borga
ha preannunciato che se la Provincia e il Comune continueranno
a rifiutarsi di fare il loro dovere,
segnalerà tutto alla Procura della
Repubblica.
Lucia Maestri (Pd)
Il polo fieristico
di Trento
verrà chiuso
Il piano di riordino del comparto fieristico provinciale è stato
al centro dell’interrogazione di
Lucia Maestri che già aveva presentato un quesito sull’argomento
nell’ottobre scorso senza ottenere risposta. Da allora sono state
prese decisioni e fatte scelte che
lasciano immaginare un preciso
orientamento per il comparto,
che la consigliera chiede vengano
condivise con il Consiglio.
La risposta
dell’assessore Dallapiccola. Il polo
fieristico rimane quello
di Riva del
Garda, “che
abbiamo – ha
detto l’assessore – intenzione di promuovere e
riqualificare in maniera ragionata
in termini di budget e utilità anche
in senso turistico” ha detto Dallapiccola. Per il polo di via Bomporto ci sono altri progetti ed è
con il tempo destinato a scomparire. Ovviamente anche a Trento
c’è la necessità di individuare uno
spazio per realizzare le iniziative
che la città richiede, visto che anche il capoluogo rappresenta un
bacino interessante, anche se per
esigenze diverse, meno internazionali rispetto a quelle di Riva.
Ogni ragionamento dovrà in ogni
caso passare per il Comune e per
l’ente Trento Fiere.
La replica. La Provincia ha finalmente scelto, dunque. Una scelta
determinata e forte, che comporta il ripensamento di Trento Fiere
e della politica della città in tal
senso, secondo una strategia che
Maestri ha detto di condividere
nella sostanza.
Giacomo Bezzi (Forza Italia)
Assistenza, solo
il 16% con l’Icef
pagherà di più
Nel marzo scorso, la Giunta ha
deciso di introdurre in via sperimentale l’indicatore ICEF per la
determinazione della compartecipazione alle spese per la fruizione dei servizi socio assistenziali.
Servizi che subiranno di conseguenza un consistente aumento,
con quote a carico dell’assistito
che arriveranno fino a 18 euro
all’ora. Il consigliere di Forza Italia, partendo dalla considerazione
della penalizzazione dei cittadini trentini rispetto agli stranieri
negli interventi erogati secondo
l’indicatore ICEF (nel cui calcolo
concorre la valutazione del patrimonio dei soggetti), ha chiesto
alla Giunta di conoscere il numeri
dei soggetti distinti per Comunità che hanno ad oggi presentato
la dichiarazione ICEF, se sono
previste variazioni, quanti utenti possono rientrare nella fascia
massima di costo.
La risposta dell’assessora Borgonovo Re. L’assessora ha rassicurato Bezzi perché la franchigia
applicata sarà di 150 mila euro
sulla casa di proprietà e di 50 mila euro sui risparmi, e questo per
evitare di toccare quello che le
persone hanno messo da parte
durante tutta una vita di lavoro.
Quanto alle dichiarazioni Icef
pervenute, l’assessora ha riferito
che al 9 luglio 2015 erano 3.907,
per effetto dell’introduzione del
nuovo sistema di calcolo si stima
che si potrebbe determinare una riduzione delle
tariffe superiore ai 50
euro mensili.
La variazione prevista
sarà inferiore ai 50 euro mensili per il 75%
degli interessati, mentre si ritiene
che vi sarà un aumento superiore ai 50 euro mensili per il 20%
delle persone. Quanto agli utenti che potrebbero rientrare nella
fascia di massimo costo, a oggi
questi casi rappresentano il 16%
dell’utenza complessiva, ma ad
essi si dovranno aggiungere le
persone che non hanno presentato la dichiarazione Icef. Circa
le eventuali disdette dei servizi il
problema da affrontare riguarda
i sei mesi nei quali è prevista la
sperimentazione di questo nuovo
sistema e al termine della quale
si potrà quindi valutare l’impatto
che avrà sui servizi.
La replica. Secondo Bezzi, dal
momento che molti anziani non
hanno presentato la dichiarazione Icef, il numero di chi si vedrà
applicare la tariffa massima sarà
sicuramente superiore al 16%.
di Ugo Rossi a Degasperi (5 stelle)
Insegnanti, ecco le medie degli stipendi
alle superiori si arriva fino a 60.500 euro
Rispondendo ad un’interrogazione di Filippo Degasperi (5 Stelle) il presidente, Ugo Rossi, ha riferito i costi medi annui degli insegnanti a tempo
determinato in tutti i gradi di scuola. Un insegnante
delle elementari nella prima posizione retributiva
percepisce in media 38.672 euro all’anno, mentre
in sesta posizione 54.312. I docenti di scuola media
nelle stesse posizioni – prima e sesta – percepiscono
42.074 euro e 60.206 euro. Per i docenti diplomati
delle scuole superiori si va dai 38.742 euro della prima posizione ai 55.765 euro della sesta, mentre per
i laureati dai 43.190 euro della prima posizione ai
63.500 euro della sesta. Il personale insegnante della formazione professionale, se non laureato riceve
in prima posizione 36.788 euro all’anno e in sesta
posizione 49.952 euro, mentre per i loro colleghi
laureati si va dai 38.912 euro della prima posizione
ai 50.656 della quinta posizione. Infine la retribuzione delle insegnanti delle scuole dell’infanzia va
dai 36.508 euro annui della seconda posizione ai
47.475 della settima posizione. (a.g.)
Ecco la serie di question time che sono state presentate in Consiglio
provinciale all’inizio delle sedute del mese di luglio.
Rodolfo Borga (Civica Trentina)
2015
Le domande di attualità discusse nella sessione di luglio.
Sanità, tagli ai costi senz
cartelli li ha messi qualcun’ altro”.
Viola ha concluso con altre due
domande: “sugli spray vogliamo
fare qualcosa? Sul fatto che continuino a nascere cuccioli vogliamo
dire qualcosa?”
Mario Tonina (UpT)
Terreni agricoli
Imis sospesa
tocca ai comuni
Gianpiero Passamani (UpT)
Celle frigorifere
e sicurezza
passi avanti
Un incidente occorso nel 2013
e che costò la vita ad un giovane
idraulico, rese necessario aumentare le verifiche sulla sicurezza
delle celle frigorifere delle cooperative agricole e dei consorzi
di frutticoltori. Da quel terribile
incidente, si è reso necessario aggiornare e implementare la strumentazione di controllo a distanza e aumentare le verifiche negli
stabilimenti dotati di ambienti
con atmosfera modificata. Tuttavia
gli interventi,
pur necessari,
sono costosi e
difficilmente
sostenibili da
parte di consorzi e cooperative agricole. Il
consigliere ha chiesto alla Giunta
se intenda promuovere una capillare campagna informativa
sull’opportunità di implementare
i controlli e se intenda stanziare dei finanziamenti per aiutare
i consorzi a raggiungere un alto
grado di sicurezza.
La risposta dell’assessore Dallapiccola. Un tema delicato ed
importante, ha esordito Dallapiccola, che ha aggiunto che i terribili
incidenti sono frutto di situazioni
che vanno aldilà delle comuni e
razionali misure di sicurezza, già
messe in campo. Le norme sono
quelle riconosciute dalla Comunità europea e gli strumenti ed
impianti sono costantemente monitorati. I lavori sono in corso per
quanto riguarda La Trentina, mentre Melinda ha completato quasi
la totalità degli impianti. Le spese
sono ammesse nei cosiddetti piani
operativi di livello comunitario
che alimentano gli investimenti
in questo settore.
Walter Viola (Progetto Trentino)
Orsi, sono 50
paura per
i falsi attacchi
Il consigliere Walter Viola ha chiesto alla Giunta di fare il punto sul
problema orso in Trentino (vedi
anche pagg. 6-7). A un mese dal
dibattito in aula seguito al grave
fatto di cronaca dell’aggressione
ai danni di un cittadino da parte
del plantigrado nei pressi di Cadine, Viola ha voluto sapere cosa
è stato fatto
e come si intenda procedere per dare
una risposta
concreta alla
domanda di
sicurezza da
parte dei trentini, ma anche
di numerosi turisti, nei confronti
dei quali l’orso sarebbe a suo avviso un grave deterrente.
La risposta dell’assessore Dallapiccola. Sappiamo che attualmente
gli esemplari in Trentino sono 41,
qualcosa meno rispetto all’anno
scorso, ma a fine 2015 arriveremo
a quasi 50 esemplari. Inoltre sono
stati avvistati 12-13 cuccioli. Dallapiccola ha riconosciuto che questo progetto, “pregiato dal punto di
vista ambientale”, sta creando problemi alla popolazione, “perché
sono cominciati i cosiddetti falsi
attacchi, tre dei quali terminati con
un contatto con l’uomo”. Considerata anche la diffusa percezione di
insicurezza che questi fatti generano, “l’orsa KJ2 – ha assicurato
l’assessore – sarà rimossa perché
pericolosa”. “Ma – ha aggiunto –
se un esemplare è pericoloso e per
questo verrà rimosso, resta il fatto
che la maggior parte degli orsi non
ha causato danni a cose o persone”.
L’assessore ha concluso ribadendo
la volontà di “ottenere dal ministero l’autorizzazione ad intervenire
su questi esemplari dannosi per
riconsegnare ai trentini la dovuta
serenità”.
La replica. “Sarà anche vero che
si tratta di falsi attacchi ma – ha
ribattuto Viola – sfido chiunque
si trovi di fronte un orso a distinguere se rischia un attacco finto o
vero”. “L’impatto sulla sicurezza
delle persone è un’altra cosa e i
cartelli affissi con la scritta Provincia autonoma di Trento, anziché
dare sicurezza hanno spaventato
ancor di più. Oggi non c’è serenità
né rispetto ai trentini né ai turisti e
se si va avanti così a Trento continueremo a dire che tutto va bene,
ma dalle valli arriveranno qui coi
i forconi, e noi risponderemo che i
Le aree edificabili usate a scopo
agricolo sono soggette a tributo
dal primo gennaio 2015. Questa
tassa è fortemente penalizzante
per le aziende agricole perché la
terra rappresenta lo strumento primario dell’attività dell’agricoltore. Dal momento che il disegno di
legge 87 (Legge per il governo del
territorio) ha l’intento di coniugare esigenze di semplificazione
con obiettivi di risparmio di suolo,
il consigliere
chiede all’assessore competente se
intenda prendere in considerazione la
sospensione
dell’IMIS a
quanti faranno richiesta di sospendere l’edificabilità del terreno.
La risposta dell’assessore Daldoss. La possibilità di richiedere
la cancellazione dell’edificabilità
dei terreni agricoli è introdotta
nelle nuove norme urbanistiche,
anche se con qualche rigidità successiva (la destinazione non può
cambiare per dieci anni). L’aspetto di sospensione di pagamento
dell’IMIS non è invece declinabile a livello normativo, anche se
molti regolamenti comunali prevedono la possibilità di rimborso
in caso di terreno che perda l’edificabilità. Si tratta, dunque, di un
problema di livello comunale, più
che provinciale.
La replica. Tonina ha detto che in
questo caso specifico va ribadito
che gli agricoltori utilizzano il
terreno per garantirsi un reddito e
che i terreni vengono spesso resi
edificabili arbitrariamente.
Claudio Civettini (Civica Trentina)
Posti letto, la Pat
ha anticipato
il governo
Dopo che la Consulta ha dichiarato l’illegittimità costituzionale di
un articolo del decreto legge del
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settembre-ottobre
LA RISPOSTA
2015
QUESTION
di Luca Zeni ad Avanzo (Patt)
Ospedale di Borgo, i medici rimangono tutti
e il numero di infermieri verrà potenziato
Le interrogazioni
Rispondendo a un’interrogazione sul reparto di chirurgia dell’ospedale di Borgo (vedi anche pag. 28),
presentata dalla consigliera provinciale del Patt Chiara Avanzo, con la quale ha chiesto se alla scadenza,
nel giugno 2016, verrà rinnovato il contratto per un
chirurgo e se se il personale infermieristico verrà
sostituito in maniera completa o parziale, il neo-assessore alla salute e alle politiche sociali Luca Zeni
ha affermato che “al momento attuale non è prevista
alcuna riduzione di organico presso la struttura Ospedaliera di Borgo Valsugana, né per quanto riguarda il
personale medico né per quanto riguarda il personale
di assistenza che, anzi, verrà potenziato non appena
completate le procedure di reclutamento in corso”
. La consigliera del Patt e Presidente del Consiglio
regionale, nella sua interrogazione, ha sottolineato
che il futuro del S. Lorenzo di Borgo rimane ancora
incerto nonostante le rassicurazioni e che l’organico attuale è appena sufficiente per il funzionamento
della struttura che ha un ruolo fondamentale per la
sanità della Valsugana e del Tesino. (a.g.)
Assistenza, con l’Icef aumenti solo per i più “ricchi”
a intaccare la sicurezza
2013 sulla spending review che
imponeva anche alla Provincia
autonoma di Trento di ridurre lo
standard dei posti letto ospedalieri,
Civettini ha sollecitato la Giunta
a rettificare il depotenziamento
della rete dei servizi sanitari periferici.
La risposta dell’assessora Borgonovo Re. L’assessora ha ricordato
che la sentenza 125 del 2015 è stata una buona conferma delle scelte
che già la Provincia aveva adottato
nella precedente legislatura, quando la Giunta
e l’Apss non
avevano attuato i tagli
previsti dal
decreto sulla spending
review del
2012. La Pat
aveva invece
intrapreso un proprio percorso con
il piano di miglioramento, seguendo logiche di qualità ed efficienza
ed evitando di adottare acriticamente le disposizioni del decreto
finalizzate solo alla riduzione dei
costi. “La sentenza della Corte ha
quindi legittimato una giusta concezione dell’autonomia perché le
risorse dedicate alla sanità sono
interamente provinciali e vanno
quindi utilizzate con criteri e logiche nostre”. Criteri e logiche però
– ha precisato l’assessora – che
non prescindono dagli standard di
sicurezza e qualità validi indicati
a livello nazionale. “La Consulta
non ci ha dato alcun assist, perché
non ha aperto spazi per venire meno ai vincoli e al rigore che ogni
realtà in cui si erogano servizi sanitari debbono rispettare. Il piano
finanziario non va quindi confuso
con quello della qualità e della sicurezza”.
La replica. Per Civettini l’assessora dovrebbe rendersi interprete
delle esigenze dei territori “che
sono stufi della sua gestione”. “Lei
– ha aggiunto rivolto a Borgonovo
Re – è ostaggio di qualche funzionario”. “Bisogna smetterla di andare alle riunioni con i cittadini a
dire una cosa e poi in aula deciderne un’altra. Lei non può utilizzare
il machete ma confrontarsi e adottare provvedimenti che il territorio
condivida. Magari dicendo anche
dei no ma motivando le scelte”.
Claudio Cia (Civica Trentina)
Funivia
di Sardagna
pochi disagi
Claudio Cia ha chiesto alla Giunta
se non ritenga di intervenire anche
gestione online della domanda e
dell’offerta di lavoro.
La risposta dell’assessore Olivi.
L’inserimento nell’elenco è immediato nel momento in cui una
persona attesta la situazione di
invalidità al centro per l’impiego,
naturalmente con il requisito della disoccupazione. A quel punto
viene attivato l’iter di verifica ed
intercorre un tempo di circa 6
mesi. Sono 2476 allo stato attuale
le persone iscritte in questa categoria in attesa
un posto di lavoro. Il datore
lavoro può fare una scelta
nominativa,
mentre l’ente
pubblico riserva i posti
nei concorsi
o effettua una chiamata diretta
della persona con determinati requisiti. Le persone iscritte nelle
liste possono ricevere l’informazione delle imprese che hanno
posti scoperti nelle aziende private. L’agenzia seleziona le persone a seconda della località e del
territorio, fermo restando che la
scelta è in capo all’azienda. Non è
prevista l’autocandidatura presso
la Pat. Lo strumento della convenzione di programma permette
un accordo tra datore di lavoro e
Agenzia del lavoro e permette un
costante monitoraggio della situazione. Il datore di lavoro può
versare un contributo giornaliero
di circa 30 euro per rinunciare o
sospendere la copertura dei posti
riservati alle categorie protette.
La replica. Una risposta in alcuni
punti difforme dalla realtà, in particolare dove si fa riferimento al
presunto rilascio dell’elenco delle ditte. Sono molto meravigliato,
tra l’altro ha detto Fasanelli, del
fatto che non esista un albo online, “forse perché sarebbe troppo
trasparente”.
Filippo Degasperi (5 Stelle)
Trentino Network
400 operatori
interessati
finanziariamente sulla Trentino
Trasporti Esercizio per acquisire
e installare sulla funivia TrentoSardagna nuove telecabine tecnologicamente avanzate in modo da
ridurre i frequenti guasti
e disservizi
che esasperano gli utenti.
La risposta
dell’assessore Gilmozzi.
L’assessore
ha premesso
che gli abitanti di Sardagna dispongono di un servizio di mobilità specifico aggiuntivo rispetto
a quelli di linea (servizi su gomma). 7 corse nei giorni feriali e 4
in quelli festivi, 10 da Sardagna a
Trento con un lieve calo nei periodi invernali. La mancata funzionalità dell’impianto riguarda
esclusivamente i casi di manutenzione programmata e di condizioni meteorologiche avverse
(vento). Siamo davanti ad un servizio che l’assessore ha definito
“assolutamente efficiente”. Tra
l’altro, nei casi citati in cui il servizio deve essere sospeso, la Trentino Trasporti invia sms a tutti gli
utenti registrati e vengono accesi
un lampeggiante in prossimità
della funivia ed un’apposita insegna luminosa nel centro di Sardagna. Non si può fare di isolati casi
una regola, ha concluso.
La replica. Permane qualche
dubbio che si possano introdurre
tecnologie nuove e più moderne
che facciano sì che la cabina non
si debba fermare ad ogni folata
di vento.
Nerio Giovanazzi (Amministrare il Trentino)
Arco, il bivio
per S.Martino
è pericoloso
Nerio Giovanazzi ha voluto sapere se il servizio strade è a conoscenza della situazione di pericolosità della strada statale 45 presso
il bivio di San Martino ad Arco,
spesso teatro di incidenti stradali
l’ultimo dei quali si è verificato
poco tempo fa, e se ritiene urgente un intervento di bonifica della
viabilità a causa della poco idonea
condizione dell’incrocio.
La risposta dell’assessore Gilmozzi. Gilmozzi ha ricordato che
la dinamica dell’incidente citato
da Giovanazzi non è ancora chiara e che comunque non sempre la
responsabilità è della strada ma
dei comportamenti degli
automobilisti. Vero è
che l’incrocio è complesso perché
lì s’intrecciano viabilità
provinciale e
comunale. La Provincia si mette
quindi a disposizione del Comune per avere un traffico fluido e
sicuro. Secondo gli uffici della
Provincia su questa strada l’incidentalità non è diversa da quella
che si registra in altre arterie del
Trentino. In ogni caso il servizio
provinciale ha collaborato con il
Comune di Arco per migliorare
la statale 45 in quel punto. E ha
ricordato che il nuovo collegamento previsto con Patone potrà
concorrere a risolvere il problema
in quel punto. Non è però previsto un intervento particolare in
quell’area.
La replica. Per Giovanazzi senza
un intervento che riduca la pericolosità dell’incrocio gli incidenti
si ripeteranno. La prevista strada
di Patone non risolverà il problema perché non interferisce con
quel tratto della SS 45 bis. Per
il consigliere basterebbe anche
un intervento limitato che non
avrebbe costi elevati. Giovanazzi ha comunque preso atto che la
Provincia non intende fare nulla
e che dovrebbe quindi muoversi
il Comune.
Massimo Fasanelli (Gruppo misto)
Disabili, più
trasparenza
per il lavoro
Il consigliere ha chiesto trasparenza nell’attuazione della legge
68/1999 sull’inserimento lavorativo delle persone con disabilità, in merito alle liste, a chi è in
attesa di entrarvi, al numero degli
iscritti, alle procedure che le ditte
e gli enti pubblici seguono per le
chiamate, ai criteri di assunzione e alle deroghe, alla possibile
Degasperi ha chiesto la lista degli
operatori delle telecomunicazioni
del mercato libero che oggi stanno
utilizzando l’infrastruttura fornita
da Trentino Network (TN) per
connettere in fibra ottica diverse
aree industriali del Trentino, e il
fatturato di TN relativo all’affitto dell’infrastruttura stessa tra il
2011 e il 2014.
La risposta del presidente. Rossi
ha ricordato che per TN la fornitura agli operatori rimane minoritaria rispetto all’attività prevalente
della società, rivolta alla pubblica
amministrazione. Sono
2000 le imprese locali
interessate a
utilizzare la
banda ultralarga. Alla
sperimentazione sono
stati invitati tutti gli operatori con
l’adesione di quattro di questi,
tra i quali Brennercom e Tiscali.
Per questo è stata prevista la concessione a TN di un canone una
tantum fisso di 800 euro e variabile tra 80 e 100 euro. I soggetti
interessati sono circa 400. Con
quest’attività, ha concluso il presidente, è stato implementato il
piano della banda larga previsto
nell’assestamento di bilancio.
La replica. Degasperi ha osservato che 80 euro per 400 clienti vorrebbero dire circa 40 mila euro fatturati da TN agli operatori privati
che utilizzano la fibra ottica della
Provincia. Secondo il consigliere
c’è comunque qualcuno che sulla
rete sta legittimamente speculando perché Brennercom, Tiscali e
a risposta immediata
gli altri due operatori fattureranno a prezzi di mercato l’utilizzo
della rete ai soggetti interessati.
La Provincia potrebbe far fruttare
molto di più le risorse che i trentini
hanno assegnato e che sono stati
utilizzati per realizzare queste infrastrutture.
Walter Kaswalder (Patt)
Dentisti
convenzionati
146 mila interventi
Poiché la gestione dei 24 studi
convenzionati cui oggi è affidata
l’assistenza odontoiatrica diretta
appare del tutto fuori controllo,
il consigliere ha chiesto di conoscere lo stato del settore, le spese
complessive dell’assistenza diretta, a chi vengono destinate e in
particolare al servizio dei pazienti
di minore età.
La risposta dell’assessora Borgonovo Re. Nel 2014 l’assistenza
odontoiatrica è stata garantita in
forma diretta da 24 studi privati,
oltre che dalle strutture dell’Azienda sanitaria. Complessivamente sono state erogate 146.075
prestazioni
con un andamento progressivo crescente dal
2011 ad oggi.
69.673 sono
state le prestazioni svolte dagli ambulatori convenzionati. L’attività erogata dall’azienda
nell’ospedale di Trento e di Borgo prendono in carico esclusivamente l’ortodonzia per disabili e
patologie gravi, la chirurgia orale
e le urgenze. Il 44% sono state le
strutture dell’azienda sanitaria che
hanno preso in carico pazienti di
età tra compresa tra 0 e 18 anni,
11.496 le persone seguite nelle
strutture convenzionate delle quali
i soggetti minori di 18 anni sono
state il 51,83%. L’assessora ha
concluso osservando che si stanno
attendendo le informazioni sullo
stato dell’arte della legge 22 dalla
Commissione per la valutazione
delle leggi, attiva da questa legislatura. Su queste basi sarà quindi
possibile esprimere valutazioni
complessive ed apportare eventuali correttivi.
Manuela Bottamedi (Patt)
Galleria dei Crozi
un telone
da sostituire
Visto il degrado paesaggistico che
si nota al km 126 della statale 47
prima della galleria dei Crozi, in
direzione di Pergine, dove alcuni teli di grandi dimensioni sono
strappati, Bottamedi ha chiesto
se la Giunta intende intervenire
per ripristinare la bellezza
naturale della
cascata e del
crinale.
La risposta
dell’assessore Gilmozzi.
Il posizionamento dei teli
ha l’obiettivo di garantire sicurezza sulla vecchia strada statale
47 sia per poter raggiungere la
cabina soprastante sia per i mezzi
di servizio di emergenza dentro la
galleria. Per evitare che si formi
ghiaccio è stato fatto un intervento di copertura che ha garantito la
piena funzionalità della strada.
Vero è che uno dei teloni si è strappato e verrà sostituito cercando di
utilizzare materiali il più possibile
mimetici, ma che abbiano comunque caratteristiche di resistenza,
impermeabilità e funzionalità agli
obiettivi segnalati.
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settembre-ottobre
2015
ILLUSTRAZIONE DEI DISEGNI DI LEGGE PROVINCIALE
L’officina delle leggi
a cura di Luca Zanin
Fare nuove leggi provinciali, per lo più andando a modificare,
aggiornare, razionalizzare la precedente legislazione, è forse
il compito principale (ma non certo il solo) del Consiglio
provinciale, esattamente come accade per il Parlamento a livello
nazionale. Spesso le riforme legislative promosse direttamente
dal potere esecutivo (la Giunta provinciale) affrontano
intere materie e chiedono una corsia rapida di discussione e
approvazione. È successo anche quest’estate: i due ddl 87 e 88,
“firmati” dall’assessore Daldoss e dal presidente Rossi, sono
DISEGNO
DI LEGGE
1 GIUGNO
2015 N. 87
stati depositati in giugno ed ora sono già altrettante leggi,
dopo il passaggio nelle Commissioni legislative competenti
e nell’aula consiliare. Dovranno attendere una tempistica
più ordinaria gli altri disegni di legge, che invece arrivano
da singoli consiglieri o gruppi consiliari. Tra gli ultimi, due si
devono allo schieramento di opposizione al governo provinciale:
Viola e Bezzi provano a far passare aggiornamenti rilevanti delle
norme vigenti in materia rispettivamente di imposta sulla casa e
di attività ittica.
RIFORMATA LA LEGGE
URBANISTICA PROVINCIALE
DISEGNO DI
LEGGE
6 LUGLIO
2015 N. 88
TITOLO: “Legge provinciale per il governo del territorio”.
PROPONENTI: assessore provinciale Carlo Daldoss.
MATERIA: urbanistica.
NUMERO ARTICOLI: 131.
OBIETTIVI: si tratta della complessiva riforma della legge urbanistica
provinciale, proposta dalla Giunta Rossi. Il testo è stato già discusso
e approvato il 22 luglio scorso dal Consiglio provinciale (vedi pagine
2-5). Questa nuova “legge provinciale per il governo del territorio
2015” supera la normativa del 2008 e introduce norme volte a
semplificare i meccanismi amministrativi, a salvaguardare il suolo non
ancora edificato, a incentivare invece la ristrutturazione del patrimonio
edilizio esistente.
DISEGNO
DI LEGGE
14 LUGLIO
2015 N. 89
PROTEZIONE CIVILE,
STOP PER LEGGE AI CONFLITTI
D’INTERESSE
TITOLO: “Modificazione dell’articolo 4 della legge provinciale
1 luglio 2011, n. 9 (Disciplina delle attività di protezione civile in
provincia di Trento)”.
PROPONENTI: Mattia Civico, Violetta Plotegher, Luca Zeni e
Alessio Manica (Pd).
MATERIA: servizio antincendi.
COMMISSIONE LEGISLATIVA: III
NUMERO ARTICOLI: 1
OBIETTIVI: adeguare il Trentino a un principio sancito a livello
nazionale da un decreto di ben 11 anni fa, per impedire conflitti
d’interesse di chi sta ai vertici di strutture operative della protezione
civile e contemporaneamente esercita professioni connesse (ad
esempio come amministratore di società o titolare di imprese attive
in settori legati appunto alla protezione del territorio da incendi e
disastri). Civico ha promosso un emendamento all’ultima legge
finanziaria provinciale, che ha infine rimesso alle stesse strutture
dei vigili del fuoco trentini il compito di adottare entro sei mesi con i
propri statuti regole adeguate a escludere questi conflitti d’interesse.
“Registrata la reticenza a recepire quanto stabilito”, scrive ora
severamente il consigliere di maggioranza, si propone a questo punto
una norma di legge ad hoc.
NORME: amministratori di società e titolari di imprese che trattano
impianti antincendio e i titolari di istituti, enti e studi professionali
dediti a formazione, vigilanza, consulenza e servizi nel settore
antincendio non possono ricoprire incarichi apicali in strutture
operative della protezione civile.
DISEGNO
DI LEGGE
19 AGOSTO
2015 N. 91
SCUOLA, PORTE APERTE AGLI
ABILITATI DEL CONCORSO 2012
TITOLO: “Modificazione dell’articolo 44 della legge provinciale 27
dicembre 2012, n. 25, relativamente ad assunzioni di personale del
comparto scuola”.
PROPONENTI: il presidente della Provincia, Ugo Rossi.
MATERIA: scuola.
COMMISSIONE LEGISLATIVA: V
NUMERO ARTICOLI: 1
OBIETTIVI: anche in questo caso si tratta di testo proposto
dall’esecutivo e rapidamente approvato in Consiglio provinciale lo
scorso luglio (vedi pagina 23). Allarga la possibilità di assunzione ai
docenti abilitati (e non solo ai vincitori) del concorso celebrato nel
2012. Proroga inoltre la relativa graduatoria dall’agosto 2016 al 31
agosto 2017.
DISEGNO
DI LEGGE
23 LUGLIO
2015 N. 90
IMIS PRIMA CASA ANCHE
PER CHI È ISCRITTO ALL’AIRE
E RISIEDE ALL’ESTERO
TITOLO: “Modificazioni dell’articolo 8 della legge provinciale 30
dicembre 2014, n. 14, relativo ai poteri regolamentari dei comuni in
materia di IMIS”.
PROPONENTI: Walter Viola, Marino Simoni, Gianfranco Zanon
(Progetto Trentino) e Nerio Giovanazzi (Amministrare il Trentino).
MATERIA: imposte e tributi locali.
COMMISSIONE LEGISLATIVA: I
NUMERO ARTICOLI: 1
OBIETTIVI: prevedere direttamente in legge provinciale (come
accade a livello nazionale in base a legge del 2014) quanto
attualmente in Trentino rappresenta solo una opzione che i Comuni
possono adottare con il regolamento dell’Imis, l’imposta sugli
immobili varata a partire dal 2015. Il riferimento è ai cittadini residenti
all’estero, l’intento è riconoscere loro un immobile come “abitazione
principale” ai fini dell’imposta.
NORME: una sola unità
immobiliare, posseduta in
Trentino da cittadini residenti
all’estero e iscritti al registro
Aire, viene sottoposta
all’imposta Imis con
l’aliquota agevolata proprio
della “prima casa”, purché
l’immobile non sia affittato o
dato in comodato d’uso.
PESCA: GUIDE BLU E PIÙ ATTENZIONE ALLE RICADUTE TURISTICHE
TITOLO: “Modificazioni della legge
provinciale sulla pesca 1978 e della
legge provinciale sulla promozione
turistica 2002: misure per valorizzare la
ricaduta turistica della pesca”.
PROPONENTE:
Giacomo Bezzi (Forza Italia).
MATERIA: pesca e turismo.
COMMISSIONE LEGISLATIVA: II
NUMERO ARTICOLI: 5
OBIETTIVI: aggiornare su alcuni
punti specifici la normativa provinciale
sulla pesca del 1978, guardando
soprattutto alle ricadute turistiche
del settore. Nel luglio 2014 Nerio
Giovanazzi aveva presentato
altro disegno di legge in tema di
“pescaturismo”.
NORME: a) obbligo per le
associazioni titolari di concessioni
di pesca, di avvalersi di guide blu,
ossia di istruttori di pesca titolati; b)
obbligo per le stesse associazioni di
posizionare telecamere nelle zone
aperte alla pesca a prelievo nullo e a
trofeo, da mettere a disposizione dei
soggetti della promozione turistica
(www.trentinofishing.it); c) obbligatoria
previsione – negli statuti delle
associazioni titolari di concessioni – di
forme di coordinamento con le altre
associazioni o società di pescatori
sportivi, per quanto riguarda il rilascio
e la gestione dei permessi di pesca,
anche allo scopo di pervenire a
permessi valevoli per tutto il territorio
provinciale; d) possibilità di estendere
la pesca a tutto ottobre nelle zone
aperte alla pesca a prelievo nullo;
e) inserimento nel regolamento
attuativo della legge provinciale sulla
pesca anche di regole per la pesca
nel parco nazionale dello Stelvio,
limitandola alla pesca a prelievo nullo;
f) istituzione di un permesso turistico
di pesca dilettantistica (settimanale
o festivo o per il week end), valevole
solo nelle zone aperte alla pesca a
prelievo nullo e a trofeo; g) obbligo
per Trentino Marketing spa di dotarsi
di “guide blu”, ossia istruttori di
pesca anche plurilingue, titolati per
l’accompagnamento, la formazione e la
promozione della pesca.
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settembre-ottobre
2015
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Spazio aperto, lettere e opinioni
“La genesi del disastro di Stava si può sintetizzare in poche parole:
interesse, avidità, presunzione e arroganza, da un lato; sudditanza, imperizia,
superficialità, noncuranza, approssimazione e incuria dall’altro”.
(Graziano Lucchi, presidente della Fondazione Stava 1985 Onlus,
lo scorso 24 luglio in una lettera a L’Adige)
Turismo, la marcia in più del Trentino
in felice controtendenza rispetto alla crisi
di Pietro De Godenz, consigliere provinciale dell’U.p.t.
In un 2015 caratterizzato da una
ripresa incerta il turismo rappresenta una voce in felice controtendenza. L’estate in particolare
ha segnato un nuovo record per
il Trentino,con bilanci ovunque
positivi. L’istituto statistica della
Provincia riportava per il mese di
luglio e i primi 10 giorni di agosto
un + 16,5% di arrivi e un + 7,8 di
presenze che tradotti in persone
significano quasi due milioni di
turisti distribuiti nei 1500 alberghi
circa attivi su tutto il territorio;si
tratta,se non erro,del record assoluto di crescita in trent’anni.
a inizio agosto a +3,8% con tendenza in crescita, segno che il MUSE assieme al turismo
legato alla cultura e il marchio TRENTINO
presentato in maniera sistematica portano
ottimi frutti. Ulteriore notizia positiva è un
aumento di presenze in tutte le nostre valli
dei turisti italiani ma anche dei segnali veri
dell’internazionalizzazione dei nostri ospiti.
Vorrei inoltre ricordare che dal prossimo novembre entrerà in vigore “tassa di soggiorno”, la quale,voglio ribadirlo ancora una
volta, se verrà intesa,proposta ed utilizzata
non come una tassa,ma come l’acquisto di
card obbligatoria che dà accesso a musei,
impianti di risalita, gite accompagnate, mezzi di trasporto etc.–sono convinto porterà
ulteriore incremento dei numeri,aiuterà la
destagionalizzazione e l’internazionalizzazione, consentendo una maggior fidelizzazione e
soddisfazione dei clienti e concretizzando una
proposta unica e globale per tutto il Trentino.
Per far questo è però necessario che gli operatori del settore e le APT d’ambito credano fortemente nel valore di questa card,già
diventata,nelle valli in cui è stata attivata,un
valore irrinunciabile dell’offerta turistica.
Per il Trentino, infatti, il turismo rappresenta
Parlare di cultura in questo momento sembrerebbe fuori luogo
viste le emergenze occupazionali,
la crisi sempre martellante e l’emergenza profughi. Invece, sono
sempre più convinto, che riprendere un forte e ragionato percorso culturale, può essere una delle
premesse anche per la risoluzione
dei problemi economici e sociali.
Nel corso dell’estate, in piena feria
ferragostana, è stato inaugurato il
secondo tracciato del Canale di
Suez. Alla inaugurazione, svoltasi
”
Dramma profughi, occorre accogliere
e integrare senza creare troppa concentrazione
di Gianfranzo Zanon, consigliere provinciale di Progetto Trentino
Innanzitutto è bene sottolineare
come l’incremento di arrivi e presenze tocchi tutte le zone turistiche
con perfomance particolarmente
interessanti della montagna e delle zone dei laghi,capaci di aumenti
superiori al 10%, ma molto bene
anche le città, con Trento attestata
oggi l’industria con il maggior potenziale di
sviluppo territoriale, quel valore aggiunto
che se ben seguito e fatto crescere potrà essere per molti anni ancora una insostituibile
fonte di reddito per le imprese e di lavoro per
migliaia di persone.
E per far sì che questo avvenga credo sia giusto investire con convinzione – come questa
maggioranza sta facendo – a partire dalla
formazione.
Mi riferisco in particolare alle scuole di
formazione professionale che possono rappresentare un ulteriore punto di riferimento
per quei giovani desiderosi di imparare un
mestiere che potrà trasformarli in seguito in
imprenditori turistici, di cui abbiamo un gran
bisogno. In quest’ottica il trilinguismo potrà
fungere da ulteriore trampolino e far crescere ulteriormente il livello della professionalità dei nostri ragazzi, partendo dalla scuola
dell’obbligo fino a giungere ai percorsi di
altissima specializzazione, garantendo loro
un futuro di nuove opportunità ad alti livelli.
Insomma, il turismo, in stretta sinergia con
il territorio,l’agricoltura e l’ambiente,è la
marcia in più della nostra terra: lavoriamo
assieme per migliorarlo sempre più.
Giorni fa mi è capitato di sentire
questa espressione: “Una madre
non mette i suoi figli per mare se la
terra è più sicura”. Erano passati
meno di due giorni dall’immagine
crudele del piccolo corpo senza
vita di Aylan Kurdi, di cui prima
tutti noi non sapevamo nulla e di
cui in poche ore sapevamo tutto.
Un treenne che anche nell’atrocità della morte dava un’immagine
dignitosa di sé con le sue scarpine
ben allacciate ai piedi, morto annegato in quel mare in cui una madre
e un padre non si sarebbero avventurati se dietro di loro non ci fosse
a salvare i bambini e tutelarne i diritti, dal 1
gennaio all’8 settembre 2015 sono arrivati via
mare in Italia circa 122.380 migranti, tra cui
almeno 12.120 minori. Tra questi ultimi, circa 3.400 sono accompagnati e in prevalenza
siriani ed eritrei, mentre i minori non accompagnati sono almeno 8.715, principalmente
eritrei, somali ed egiziani, ma anche originari di altri paesi dell’Africa sub-sahariana
e occidentale.
A parte i dati impressionanti dell’esodo di
massa di migranti e rifugiati dalla Siria e dal
Nordafrica verso l’Europa che si sta perpetrando e di cui non avremo mai una quantificazione reale, quello di cui ci si deve rendere
conto più di tutto è che questa è una vera e
propria crisi a lunga ripercussione. Uno dei
massimi vertici del Pentagono, il generale
Martin Dempsey, capo di stato maggiore delle
forze armate Usa, in una intervista alla Abc, si
è detto «preoccupato» e ha sottolineato la necessità per tutti di agire «sia unilateralmente
che con gli alleati», considerando ciò che sta
avvenendo «come un problema generazionale» e mettendo sul piatto adeguate risorse che
permettano di affrontare la crisi per almeno 20
anni. Come ha detto Juncker nel suo discorso
al Parlamento Europeo bisogna stabilire un
criterio permanente e strutturale per l’accoglienza e l’integrazione di profughi che continuano a fuggire da guerre, violenze, fame e
dittature feroci, aree di crisi per le quali non
esiste una soluzione immediata, e bisogna
provvedere a programmi di reinsediamento
di proporzioni ben più ampie, che ad esempio
nel caso della Siria comprendano almeno il
5% dei rifugiati. Per questo anche a livello
locale dovremo trovare un sistema più che
mai efficace di inserimento per le persone che
raggiungeranno la nostra provincia. I termini
accoglienza e integrazione però devono andare a braccetto con equità e proporzionalità:
se fare previsioni sul numero di immigrati che
arriveranno è pressoché impossibile, dobbiamo essere convinti che la distribuzione su tutto
il territorio trentino è fondamentale. L’onere
e anche l’onore di accoglienza deve essere
affidato all’intero territorio provinciale evi-
tando gli assembramenti. Un numero troppo
elevato di profughi dislocati in un unico luogo
genererà suo malgrado una enclave, dove il
rischio primario è il mancato inserimento e
coinvolgimento con la vita e gli abitanti del
territorio in cui sono ospitati soprattutto se
in numero sproporzionato rispetto ai residenti. Fare in modo quindi che la parola integrazione sia davvero un processo sociale e
culturale che rende un individuo membro di
una società. Per questo credo ci sia bisogno
di avere un controllo ben saldo dei movimenti
e delle dislocazioni in cui verranno sistemati
i profughi, utilizzando ove possibile immobili
di proprietà pubblica e coordinando il lavoro
anche con la Curia e la Cooperazione trentina che si sono attivate per trovare spazi dove
alloggiare i migranti. Evitando quello che sta
già succedendo in altri Paesi dove per puro
tornaconto economico che nulla ha a che
fare con la carità umana, i privati lucrano
sull’accoglienza.
Questo deve essere il nostro obiettivo: accogliere con intelligenza delineandone i limiti
oggettivi e strutturali perché l’accoglienza è
giusta e doverosa ma senza regole diventa un
rischio per la società tutta.
In ricordo di Luigi Negrelli: un grande dimenticato
nell’anno del secondo canale di Suez
di Marino Simoni, consigliere provinciale di Progetto Trentino
in pompa magna, erano presenti centinaia di autorità di tutte le
nazioni del mondo e molte sono
state le dichiarazioni positive, che
hanno sottolineato l’importanza
strategica del Canale di Suez, sia
elvetica, onorandone il nome con una settimana di
eventi culturali in sua memoria.
Nel 1988 il Comprensorio di Primiero, assumendosi
l’impegno di promuovere un’operazione culturale di
largo respiro che avvalendosi di ricerche in campo
storico, economico, territoriale ed ingegneristico fosse in grado di produrre un nuovo apporto conoscitivo
attorno alla figura e all’opera di Luigi Negrelli, organizzò un Convegno internazionale, che si è svolto a
Fiera di Primiero alla presenza di autorità e studiosi
italiani, austriaci, francesi, inglesi ed egiziani. Il Convegno ha definito in termini condivisi e definitivi, alla
luce di tutta la documentazione esaminata, la paternità del progetto del Canale di Suez a Negrelli, sgombrando il campo da anacronistiche convinzioni, che
per motivi nazionalistici e non solo, negavano tale paternità. Del convegno è stata realizzata dalla Società
di Studi trentini di Scienze storiche ed a cura del prof.
Andrea Leonardi una importante raccolta degli atti.
È risultato nel corso del convegno che quest’uomo, la
cui statura scientifica e le cui doti umane raggiunsero dei livelli per molti versi eccezionali, è stato fatto
dal punto di vista economico che
geopolitico, non solo per l’Egitto,
ma per l’intero mondo.
Nessuno in questa circostanza, né
negli aulici discorsi delle autorità
né sulla stampa che si è interessata
dell’argomento, ha speso una parola nel ricordare chi quell’opera,
realizzata nella metà dell’800, ha
ideato e progettato. Nessuno tra
le autorità egiziane e nemmeno
tra le autorità italiane ha speso
stato “il nulla”. E mentre il dibattito si infervorava, foto sì o foto
no – dovere di cronaca o rispetto
per i morti e i minori, gli arrivi non
si fermavano e altri bambini si
mettevano in viaggio. Secondo le
stime di Save the Children, l’organizzazione internazionale dedicata
una parola ed un ricordo dell’Ing.
Luigi Negrelli Cavaliere di Moldelba, nato a Fiera di Primiero
nel 1799, personaggio importante
ed eclettico. Ingegnere ferroviario studiò e diresse la costruzione
della rete ferroviaria dell’Impero
Austroungarico, con i principali
tratti ferroviari della Valle dell’Inn,
del collegamento Vienna Praga,
della ferrovia del Brennero e della
Valsugana, ma anche la tratta Venezia Milano. Progettò e costruì le
prime ferrovie elvetiche, tra cui la
Zurigo Baden, cosa che garantì al
nostro concittadino il prestigio di
essere annoverato tra i padri della
patria, in occasione dei festeggiamenti nell’anniversario degli
ottocento anni della Federazione
oggetto di numerosi studi, che sono anche riusciti ad
individuare molte delle sue indiscusse qualità, ma che
spesso, specie quando risultarono ispirati da sensibilità nazionalistiche, non erano stati in grado di cogliere
uno degli aspetti più moderni ed attuali della sua personalità: la sua apertura europea.
Ad onorare la figura di Luigi Negrelli, fu istituito
sempre dal Comprensorio di Primiero un Premio
Internazionale, intitolato all’ingegnere primierotto.
Nella sua prima edizione il prestigioso Premio è stato assegnato alla Società Eurotunnel, consegnato ai
rappresentanti della società franco inglese a Fiera di
Primiero da S.A. R. il Principe consorte Filippo Duca
di Edimburgo.
Ritengo che ora sarebbe opportuna una forte presa
di posizione da parte delle Autorità italiane, trentine
e primierotte, per richiamare questi fatti e realtà, rilanciare anche a scopo turistico ed economico questo
retroterra, che fanno grande nel mondo Luigi Negrelli,
figura che può con altri personaggi della nostra terra
trentina concorrere a ricreare quell’orgoglio di cui
abbiamo forte bisogno.
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28
C R O N A C H E
settembre-ottobre
Le Commissioni permanenti del Consiglio provinciale in questa XV legislatura – aperta dal voto dei trentini nello scorso ottobre – sono cinque.
Vengono chiamate anche “Commissioni legislative” e di fatto sono una
vera e propria “fucina” delle leggi provinciali. Ogni disegno di legge viene infatti assegnato dal Presidente del Consiglio a una di queste
Commissioni, che provvede in una o più riunioni a esaminare il testo, a
discuterlo, a sentire il parere di soggetti qualificati nelle materie in esame
(audizioni). Il testo può essere modificato (si dice “emendato”), infine la
Commissione può decidere di esprimere un voto, che peraltro non pregiudica in nessun modo quello decisivo rimesso all’assemblea legislativa.
LE FUCINE
DOVE
SI PREPARANO
LE LEGGI
LE COMMISSIONI
LEGISLATIVE
a cura di Bruno Zorzi
PRIMA
Presidente Mattia Civico
Mattia Civico nuovo presidente
Borgonovo Re commissaria
Con 4 voti favorevoli e 3 schede bianche Mattia Civico (PD) è stato eletto, con votazione
segreta, presidente della Prima Commissione
al posto di Luca Zeni. Cambio della guardia
alla guida della Prima perché l’ex presidente
è stato nominato, alla fine di luglio, assessore
alla salute e alle politiche sociali dal Presi-
dente della Giunta, Ugo Rossi, al posto di
Donata Borgonovo Re. L’ex assessora, consigliera del PD, a sua volta, è entrata a far
parte della Commissione.
Marino Simoni (PT), vicepresidente della
Prima, all’inizio della seduta che ha portato
Civico alla presidenza, ha dato il benvenu-
to alla neocommissaria Donata Borgonovo
Re, e ha ringraziato l’ex presidente Luca
Zeni, per il modo equilibrato con la quale ha
condotto i lavori della Commissione in questi due anni. Gianpaolo Passamani (Upt), a
nome della maggioranza, ha quindi proposto
ai commissari come presidente Mattia Civico
riforma del personale, che stabilisce alcuni standard limite degli
incarichi dirigenziali, e dal pensionamento di 12 dirigenti.
Punto centrale della delibera sottoposta alla valutazione dei commissari, la riduzione delle strutture della Provincia (dipartimenti,
servizi, unità di missione semplici
e speciali) dalle 105 di oggi a 99.
Una documento di indirizzo operativo che contiene, nelle sue 57
pagine, anche la riscrittura di alcune funzioni e l’eliminazione degli incarichi speciali che vengono
SECONDA
sostituiti dalle unità di missione
semplici e speciali. In sostanza,
strutture più ampie che racchiudono funzioni diverse. Dopo l’approvazione di questa delibera di
riorganizzazione, ha ricordato
Rossi, ne verrà presentata un’altra per definire il fabbisogno dei
dirigenti della Pat fino al 2018,
tenendo conto dei pensionamenti
e degli incarichi a tempo determinato. Le sostituzioni, ha detto
ancora il Presidente della Giunta,
verranno fatte con i nuovi criteri
di selezione pubblica, introdotti
della recente legge sul personale,
che prevedono anche la valutazione delle capacità professionali.
Donata Borgonovo Re, intervenendo per la prima volta come
commissaria, ha affermato che
in alcuni passaggi della delibera
ci sono doppioni e le unità di missione, in alcuni casi,come quello dell’internazionalizzazione,
sembrano costruite sulle persone
anziché sulle funzioni, mentre,
sulla riorganizzazione delle politiche sanitarie la delibera risulta
carente.
Presidente Luca Giuliani
Imposta di soggiorno più semplice
e case sugli alberi legate agli hotel
La Seconda Commissione si è occupata di esenzioni all’imposta di
soggiorno e di case sugli alberi. Per quanto riguarda il primo argomento gli operatori del comparto alberghiero disporranno di una
procedura più semplice per documentare i casi di esenzione dall’imposta di soggiorno previsti per i minori di 14 anni. Lo prevede una
delibera della Giunta che modifica il regolamento della legge 8 del
2002 sulla promozione turistica, che ha ricevuto il parere favorevole
della Seconda commissione presieduta da Luca Giuliani (Patt). Sei
i voti a favore e uno di astensione di Filippo Degasperi (Movimento
5 stelle). L’assessore Michele Dallapiccola, intervenuto alla seduta,
procedura particolarmente onerosa, che si aggiungeva agli altri
obblighi in materia di pubblica
sicurezza. La semplificazione introdotta permetterà di gestire in
modo più snello ed efficiente il diritto all’esenzione dall’imposta di
soggiorno. L’assessore ha condiviso un’osservazione di Massimo
Fasanelli (Gruppo misto) sulle
somme da rimborsare in caso di
pagamenti in eccesso. I rimborsi
dovrebbero spettare non dalla
data di presentazione dell’istanza ma da quella del versamento.
Infine la delibera sulle case sugli
alberi, come strutture che “estendono” gli alberghi. La Seconda
commissione ha iniziato l’esame
che proseguirà il 28 settembre
con alcune audizioni e sfocerà
QUARTA
Ospedale di Borgo,
la decisione non spe
La Quarta Commissione ha discusso la petizione in difesa dell’ospedale di
Borgo Valsugana. In 21 comuni, cioè 27.000 abitanti, nella Bassa Valsugana, sono state raccolte 14.175 firme. Il sindaco del centro della Valsugana,
Fabio Dalledonne, è tornato in Quarta commissione (assieme ai sindaci di
Torcegno, Ospedaletto e Scurelle) per illustrare le richieste contenute nel
documento sottoscritto da molti abitanti della Valsugana che riguardano
chirurgia, cioè l’apertura del reparto 24 ore al giorno, il potenziamento
ciali), il direttore dell’Azienda sanitaria Luciano Flor che ha
ricordato le recenti tappe del percorso che ridisegna l’ospedale di Borgo e ribadito la posizione della Giunta. La centralizzazione delle urgenze (chirurgiche e gravi traumatologie),
ha detto Flor, nasce da un’attenta considerazione e analisi
dei dati a disposizione che dicono che 7 chirurgie in Trentino
sono troppe. Però, ha ricordato, si è deciso di concentrare
a Borgo la specialità di ortopedia e assegnare personale al
pronto soccorso, potenziando odontoiatria per compensare
il venire meno della chirurgia sulle 24 ore.
(PD). Proposta che ha sorpreso
Walter Kaswalder (Patt): “Io non
sapevo nulla di questa candidatura – ha detto –, comunque mi
adeguo alla maggioranza, anche
se avrei preferito proporre il vicepresidente Simoni, visto che ha
fatto il sindaco”. Dopo una breve
sospensione, presenti Civico; Donata Borgonovo Re; Passamani;
Kaswalder, Rodolfo Borga (Civica Trentina); Maurizio Fugatti
(Lega) si è arrivati al voto segreto col quale Mattia Civico, nella
scorsa legislatura presidente della Quarta, è stato eletto presidente
della Commissione che si occupa
di bilancio provinciale e locale,
forma di governo, organizzazione provinciale, programmazione,
patrimonio, enti locali.
Provincia, meno strutture.
Altro tema affrontato dalla Prima
Commissione, la delibera sull’atto organizzativo della Provincia
alla quale è stato dato parere favorevole con quattro sì, quelli di
Gianpaolo Passamani, Walter
Kaswalder, Mattia Civico, Donata Borgonovo Re e l’astensione di
Marino Simoni, Maurizio Fugatti
(Lega) e Rodolfo Borga (Civica
Trentina).
Un “funzionigramma”, come l’ha
definito il Presidente della Giunta provinciale Ugo Rossi, reso
necessario dalla recente legge di
2015
nell’espressione di un parere, su
un’altra delibera proposta dalla
Giunta, ancora in materia di turismo, ma che reca questa volta
il regolamento delle “case sugli
alberi” disciplinate da un articolo inserito nel 2012 nella legge
provinciale sui campeggi. Dallapiccola ha precisato che questi alloggi si configurano come
strutture ricettive che estendono
gli esercizi alberghieri, per evitare il sorgere nei boschi di villaggi
turistici impropri e poco consoni
all’assetto urbanistico e paesaggistico di un territorio. Secondo
l’assessore le case sugli alberi, il
cui regolamento è stato elaborato d’intesa con il collega Daldoss
per la parte urbanistica, possono
arricchire l’offerta turistica del
ha spiegato che la modifica del regolamento, concordata con gli operatori del comparto, consentirà ai gestori delle strutture ricettive di
verificare l’effettiva esenzione prevista per i minori di 14 anni anche
quando questi non dispongono della carta di identità, sulla base dei
dati relativi alle generalità delle persone alloggiate, raccolti e comunicati all’autorità di pubblica sicurezza. Basterà in sostanza registrare la presenza dei minori su supporto informatico. Fino ad oggi,
invece, il titolare della struttura ricettiva doveva chiedere al turista
di compilare una dichiarazione sostitutiva di atto notorio relativa ai
minori a suo carico e poi conservare il documento per 5 anni. Una
Trentino favorendo lo sviluppo di
possibilità ricettive diversificate.
Vi sono già alcuni albergatori
interessati a proporre nelle loro
strutture questa novità.
A favore della proposta anche
Piero De Godenz (Upt), per il
quale le case sugli alberi costituiscono “un’opportunità in più
messa a disposizione dei turisti
e un passo in avanti capace di
stimolare gli operatori”. Per maturare il parere la Seconda Commissione ha condiviso con Dallapiccola l’esigenza di consultare
sul tema, con apposite audizioni,
le associazioni di categoria degli
albergatori e del turismo, dell’agriturismo e gli ordini professionali degli agronomi-forestali,
degli architetti e degli ingegneri.
Sul San Lorenzo non c’è abbastanza attenzione.
Il sindaco di Borgo Fabio Dalledonne, ha espresso una grave
preoccupazione per quella che a suo parere è un’assenza di
programmazione. C’è la sensazione di una scarsa attenzione
per Borgo e di un continuo tentativo di impoverire la struttura
ospedaliera, che storicamente ha una sua connotazione affettiva e di riferimento per un ampio territorio. Risale a poco più
di tre settimane fa, ad esempio, il taglio di altri due infermieri
del pronto soccorso. “Chiediamo di essere tenuti costantemente informati – ha aggiunto il primo cittadino –, di essere
coinvolti nelle scelte che ci riguardano, anche per gestire in
modo più efficace le informazioni da dare ai nostri cittadini”.
Quello che si chiede, in ultima analisi, è una politica chiara.
Il personale dell’ospedale non è stato ridotto.
Abbiamo un piano di sviluppo, un piano di miglioramento
molto dettagliati e una dotazione organica molto vincolata,
ha replicato Luciano Flor che ha osservato come la media
delle persone impiegate all’ospedale di Borgo Valsugana
sono state 321,75 nel 2014, mentre sono 323,54 nel 2015:
una situazione cristallizzata che ha addirittura registrato un
aumento nell’anno in corso. “Su alcuni aspetti va bene confrontarsi, per altri dobbiamo adeguare il servizio ai cambiamenti, il sistema alle esigenze vere, operando anche, se serve,
delle modifiche senza che queste facciano scattare l’allarme
demolizione”.
Attenti alla contrapposizione città-valli.
Claudio Cia (Civica Trentina) ha osservato che manca
chiarezza sulla destinazione finale della struttura. Violetta
Plotegher (PD) ha riportato l’attenzione sulla petizione riprendendo, soprattutto, l’ultimo punto che chiede di aprire
un dialogo, attraverso un percorso di condivisione e comprensione. Sul pronto soccorso e la chirurgia in funzione 24 ore
su 24, occorre tutti prendersi un po’ di responsabilità in più,
ha aggiunto, perché non è certamente facile dire ai cittadini
che occorre cambiare. Walter Viola (Progetto Trentino) ha
ammesso di sentire parlare da oltre dieci anni dell’ospedale
di Borgo. Questa petizione, tuttavia, chiede semplicemente
chiarezza e ascolto. Se è vero che molte cose sono cambiate, il problema qui riguarda le risposte: la necessità di avere
chiarezza su quale tipo di rete ospedaliera si vuole mantenere e sul futuro della
struttura sanitaria
di Borgo. L’appello
dei sindaci a un maggiore coinvolgimento
va ascoltato.”Stiamo
attenti – ha concluso
Walter Viola – sulla
competizione/concorrenza tra centro e
periferie: un aspetto
che è diventato molto critico e sul quale
occorre vigilare, tendendo il più possibile
ad un equilibrio tra i
territori”.
La questione dell’ospedale di Borgo riguarda anche altri
ospedali territoriali,
ha aggiunto Mario
Tonina (UpT), che ha
colto e fatto sua la riflessione di Viola.
“Dobbiamo prendere in mano la situazione di questo e di
tutti gli altri ospedali
periferici, dicendoci
chiaro cosa voglia-
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PA G I N A
settembre-ottobre
2015
Le Commissioni si dividono le materie di competenza legislativa della
Provincia Autonoma, nell’ultima pagina di questo giornale riportiamo
il dettaglio e anche la composizione delle Commissioni, concepita in
modo da garantire il rapporto tra maggioranza (4 membri) e minoranza
(3 membri) consiliare.
Le Commissioni si riuniscono in forma non pubblica e spesso ottengono anche il risultato concreto di accorpare più proposte legislative sulla
stessa materia in un solo “testo unificato”, in modo da garantire un’economia legislativa sicuramente opportuna e apprezzabile. Le Commissione sono anche chiamate a esprimere pareri su schemi di deliberazione
Presidente Giuseppe Detomas
su chirurgia
tta ai sindaci
del pronto soccorso, il completamento della pianta organica del reparto
di ortopedia (mancano due professionisti), la sostituzione del personale in
pensione, in particolare di anestesia e rianimazione. Infine, il documento
chiede che si apra un confronto chiaro con informazioni certe anche sul
processo di ristrutturazione del San Lorenzo. Dall’altra parte del tavolo,
oltre all’assessora Donata Borgonovo Re (alla quale, va ricordato, il Presidente Rossi il 24 luglio ha ritirato la delega alla salute e alle politiche somo fare del sistema sanità del Trentino” ha ribadito Gianpiero
Passamani (UpT).
Sugli ospedali non possono decidere sindaci e firme.
L’assessora Donata Borgonovo Re ha affermato, rispondendo ai
consiglieri e ai proponenti della petizione, che non si può dunque
dire che, per quanto riguarda l’ospedale di Borgo, così come per
gli altri ospedali di valle, manca chiarezza. Tutt’altro. Si potrà
piuttosto dire che non si condividono le finalità che l’assessorato
e l’Azienda sanitaria si sono dati. Sono mesi, ha aggiunto Donata
Borgonovo Re, che le posizioni sono chiare e note: sulla chirurgia
non possono essere i sindaci a decidere, c’è un’Azienda sanitaria
che ha la responsabilità dell’organizzazione delle strutture sanitarie, un tema che non può essere affidato alle competenze degli
amministratori locali. Questi non sono argomenti, ha detto ancora, che possano ricadere nell’ambito della concertazione.
L’appropriatezza delle decisioni non può arretrare davanti alle
firme di chicchessia, se queste non sono coerenti con un sistema
di qualità, aldilà delle risorse economiche disponibili. A conclusione dell’intervento di Borgonovo Re, Fabio Dalledonne, ha
manifestato delusione e disappunto per la scarsa considerazione
dimostrata dai vertici della sanità trentina nei confronti di una petizione sottoscritta da oltre 14 mila persone e per le dichiarazioni
lapidarie e quasi accusatorie dell’assessora nei confronti delle
amministrazioni locali.
Petizione sulle politiche sociali, si faranno le audizioni.
La Quarta Commissione ha infine fissato le audizioni per la petizione popolare che punta alla revisione dei criteri per gli interventi di
sostegno economico previsti dalla legge sulle politiche sociali del
2007. Una petizione definita per certi versi utile perché fissa l’attenzione su aspetti sui quali da tempo si stava ragionando: la raccolta di firme si indirizza
in generale sugli interventi
di tipo economico sui quali tuttavia è difficile fare
un discorso univoco, dato
che si tratta di interventi
per natura e forma molto
differenti tra loro. Nella
fattispecie si considerano
in via generale il reddito
di garanzia e i presidi su
attività specifiche, gli interventi diretti alla generalità della popolazione
oppure a target specifici,
gli interventi a fondo perduto oppure a restituzione,
gli interventi subordinati a
valutazione oppure erogati al ricorrere di determinati requisiti definiti per
legge. La petizione conterrebbe anche alcune imprecisioni, è stato osservato
da alcuni consiglieri. La
Commissione ha votato
all’unanimità l’ascolto dei
promotori della petizione
che saranno sentiti, se necessario, unitamente ad
altri soggetti interessati.
PA G I N A
29
C R O N A C H E
29
della Giunta provinciale, che si presenta ai commissari con l’assessore
competente per materia, a illustrare la ratio e le caratteristiche delle decisioni adottate dall’esecutivo.
Talvolta la Commissione esce da palazzo Trentini per effettuare sopralluoghi e indagini conoscitive (dentro il carcere, nelle sedi di aziende
pubbliche, su importanti cantieri…), in modo da mettere i legislatori in
condizione di decidere e legiferare a ragion veduta, dopo un confronto
diretto con persone, luoghi e situazioni. Il disegno di legge approdato
al Consiglio provinciale può anche essere rimandato in Commissione,
qualora l’aula decida l’opportunità di una ripresa del confronto sul testo.
LE COMMISSIONI
LEGISLATIVE
TERZA
Presidente Mario Tonina
Alloggi per gli sfollati, i Comuni
possono trovarli fino a 50 km
La Terza Commissione consiliare, presieduta da Mario Tonina, ha dato parere positivo
unanime alla proposta di delibera con cui la
Giunta Rossi intende adottare i criteri per la
concessione ai Comuni dei contributi da destinare al ricovero di famiglie rimaste senza
alloggio a causa di eventi calamitosi. Si tratdi Cadine, la drammatica aggressione da parte di un’orsa a un atleta. Episodio che ha destato allarme
e del quale si è discusso anche in
Terza Commissione. Dallapiccola
ha spiegato la strategia adottata
assieme al presidente Rossi e che
si sta proponendo al ministro per
l’ambiente Gian Luca Galletti. Non
si chiede, ha detto, di fissare una soglia numerica degli orsi per il Trentino, che paradossalmente potrebbe portare all’eliminazione di orsi
“buoni” e alla libera circolazione
dei “cattivi”. Si vuole invece mano
libera per intervenire nei confronti
non solo degli orsi “dannosi”, ma
di tutti quelli “problematici”. Si
ritiene che questa politica sia la
migliore per dare ancora futuro
al programma di ripopolamento degli orsi sulle Alpi centrali e
orientali rendendolo compatibile
con la presenza umana. Tecnicamente, occorre in sostanza rivedere
le regole del tavolo Pacobace e da
questo punto di vista è positivo, ha
detto l’assessore, che la Regione
Lombardia abbia ratificato la delibera trentina dell’anno scorso per
la cattura degli orsi dannosi.
ta, nella sostanza, di dare attuazione a una
previsione contenuta nella legge 9 del 2011 in
tema di protezione civile. In casi di emergenza,
(l’ultimo precedente, è stato ricordato, risale
al febbraio 2014, quando a Siròr una frana
costrinse tre famiglie ad evacuare) le municipalità potranno intervenire cercando alloggi
Rispondendo alle domande di Rodolfo Borga (Civica Trentina) ha
Michele Dallapiccola ha detto che
gli orsi trentini sono 41, cui vanno
aggiunti 12/13 nati nel 2015. Ha
aggiunto inoltre che gli ormai famosi campanellini anti-orso sono
realmente efficaci e ne verrà quindi promosso l’utilizzo. Su questo
ci sono dati statistici eloquenti,
ad esempio dai territori del Nord
America. Per quanto riguarda le
migrazioni dei plantigradi, in questi anni di reintroduzione, sono 22
gli orsi che hanno lasciato il Trentino per andare a colonizzare altri
territori. M25 si è stabilito tra la
Valtellina e la Valcamonica, MJ4
ha per lungo tempo effettuato degli
andirivieni dal bellunese, ma ora
sembra stabilmente rientrato in
Trentino, M4 ha fatto molti danni
sull’altopiano di Asiago, è rimasto
poi ferito e attualmente è scomparso. Nessuna segnalazione certa
consente di affermare la presenza
di plantigradi nel Trentino orientale. Per la cattura di KJ2 e per la
salvaguardia della popolazione sono al lavoro da giugno circa trenta
forestali, non si è provveduto ad
QUINTA
in affitto nel raggio di 50 chilometri e per un
periodo massimo di 3 mesi. Qualora risultasse
necessario, i Comuni potranno alternativamente sistemare gli sfollati per una settimana
in alberghi o strutture extralberghiere, sostenendo i relativi costi. ​
All’inizio dell’estate si è verificata, nella zona
alcuna assunzione ad hoc. La contabilità storica dei cosiddetti falsi
attacchi messi in atto dagli orsi è
di 13 in totale, più 3 cosiddetti finti
attacchi. Nel complesso sono stati
effettuati da non oltre il 5-6% della
popolazione di plantigradi. KJ2 è
un’orsa nata nel 2002 ed è stata
identificata nel giro di 72 ore dopo
l’aggressione di Cadine.
L’areale in cui si sta muovendo è
tenuto sotto stretta osservazione,
attualmente l’animale non è comunque più nella zona del Comu-
ne di Trento. Nerio Giovanazzi ha
detto che il numero di plantigradi
sul territorio va ridotto. Giacomo
Bezzi (FI) ha chiesto se tutti gli orsi
vengono radiocollarati e l’assessore ha spiegato da un lato come la
segnalazione gps consenta di geolocalizzare gli animali con grande
efficienza, dall’altro il salto di qualità intervenuto con il monitoraggio
genetico, grazie al quale di fatto la
Provincia ha implementato una
mappatura completa dei plantigradi, delle loro abitudini.
Presidente Lucia Maestri
Musei, partite le domeniche gratis
Università, via i lavori a Trento Fiere
L’iniziativa“Domenica al museo”, cioè l’entrata gratuita nelle strutture
museali trentine la prima domenica del mese, è partita il 6 settembre. La
Giunta ha quindi realizzato l’impegno chiesto in una mozione di Lucia
Maestri, consigliera del Pd e Presidente della Quinta Commissione dove si
discusse le modalità delle aperture gratuite, dei risvolti economici e organizzativi. L’assessore alla cultura, Tiziano Mellarini, presentando la novità
ai consiglieri, ha ricordato che si potrà entrare senza acquistare il biglietto
al Mart, al Muse con il Museo dell’aeronautica Gianni Caproni, al Museo
delle palafitte del lago di Ledro, al Museo geologico delle Dolomiti di Predazzo, al Museo del Castello del Buonconsiglio con le strutture affiliate di
dere sostenibile la possibilità che
tutti entrino gratuitamente nei musei ogni prima domenica del mese,
alcune categorie sociali e d’età non
avranno più l’ingresso libero ma
solo riduzioni. Quindi, come cambierà la politica tariffaria dei musei
trentini? Da quanto ha affernato
Mellarini in Quinta Commissione,
verrà garantinto l’ingresso gratuito
ai musei alle guide turistiche e agli
interpreti, ai portatori di handicap e
dei loro accompagnatori, alle forze
dell’ordine, a giornalisti accreditati
presso il museo, ai professionisti del
settore dei beni e delle attività culturali accreditati presso il museo, ai
ragazzi fino a 14 anni di età (tranne
che in occasione delle mostre temporanee del Museo tridentino di scienze
naturali che svolge la propria attività
prevalentemente per un pubblico di
bambini), ai gruppi e alle comitive di
studenti delle scuole di ogni ordine e
grado, statali e non statali, accompagnati dai loro insegnanti. L’ingresso
a tariffa ridotta (che potrà andare da
un minimo del 50% ad un massimo
del 90% del biglietto intero) sarà
invece applicato ai giovani dai 15
anni fino ai 26 anni, alle persone che
abbiano compiuto 65 anni, ai gruppi
di visitatori di almeno 15 persone, ai
soci o tesserati di soggetti convenzionati con il museo.
Lucia Maestri ha ricordato come il
tasso di gratuità sia oggi molto elevato arrivando al 42%, e che solo recuperando queste risorse si potranno
permettere le domeniche ad ingresso libero. Claudio Civettini (Civica
Trentina) ha detto che uno dei maggiori problemi del Mart consiste nel
collegamento con la città di Rovereto, e ha suggerito per questo la creazione di una giornata dei residenti
per farlo conoscere alla popolazione
locale.Mellarini ha risposto che questa è una delle richieste rivolte dalla
Giunta al nuovo direttore del Mart.
La Quinta Commissione, nel corso
dei mesi estivi, si è occupata anche
di università approvando l’Atto di
indirizzo 2015-2018 della Giunta
all’Ateneo trentino. Il documento,
ha ricordato l’assessora alla ricerca
Castel Beseno, Castel Stenico, Castel Thun e Castel Cades, al Museo degli
usi e costumi della gente trentina di S. Michele all’Adige,al Museo delle
palafitte di Fiavè, al Museo retico di Sanzeno, allo Spazio archeologico di
piazza Cesare Battisti a Trento.
L’assessore non ha nascosto che i direttori delle strutture museali hanno manifestato perplessità sulle domeniche gratuite. Certo, ha aggiunto
Mellarini, occorre evitare che l’ingresso gratis ai musei crei difficoltà ai
bilanci di queste istituzioni culturali e per compensare il mancato introito
previsto, pari a circa 200 mila euro, Mellarini ha sottolineato la necessità
di rivedere il sistema delle agevolazioni tariffarie. In altri termini, per rene all’università, Sara Ferrari (Pd),
è lo strumento che regola i nostri
rapporti della Provincia con l’università, previsto dalla legge sulla
ricerca. L’Atto individua gli obiettivi di innovazione e stabilizzazione, i
risultati attesi, le risorse e i criteri di
rendicontazione delle spese; individua da un lato gli obiettivi generali,
dall’altro il servizio al territorio. Gli
obiettivi strategici sono la ricerca,
l’innovazione, il trasferimento delle
conoscenze, l’internazionalizzazione, le partnership e l’autovalutazione. Gli obiettivi riferiti invece al
rapporto con il territiorio sono la
collaborazione con tutti i soggetti
trentini della ricerca, la formazione (per la quale è prevista anche la
condivisione in altri enti di ricerca del personale dell’università),
l’utilizzazione di infrastrutture in
partnership e il trasferimento delle
conoscenze alle imprese. L’Atto di
indirizzo prevede anche la collaborazione dell’ateneo con l’azienda
per i servizi sanitari, con il sistema
scolastico, con i poli dell’innova-
zione come Meccatronica e l’Hub
dell’innovazione. Nell’Atto di indirizzo rientra per la prima volta anche
il Cimec che si occupa di biotecnologie e il Centro mente e cervello Con
questo documento la Giunta darà
inoltre il via alle azioni dell’università che riguardano “Meccatronica,
la fabbrica intelligente” con due
cattedre, Protonterapia per la ricerca senza interferire con la parte
sanitaria (l’ateneo dedicherà personale a questo scopo), nuove collaborazioni con il mondo della scuola
trentina. Finanziato infine anche il
programma relativo all’edilizia che
prevede manutenzioni e ristrutturazioni per l’efficienza energetica. Il
tema cruciale della valutazione della ricerca è stato sollevato da Walter
Viola (PT), il quale ha affermato che
non c’è chiarezza sul cosiddetto hub
della ricerca. Infine, Sara Ferrari, rispondendo a una domanda di Lucia
Maestri, ha assicurato che porterà in
Giunta la decisione di avviare i lavori di ristrutturazio ne del comparto
Trento Fiere per l’università.
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settembre-ottobre
2015
GLI ANZIANI IN VISITA ALLE ISTITUZIONI
Ospiti i circoli
di San Donà,
Castello di Fiemme,
Cavareno, S.Croce
del Bleggio, Aldeno,
Telve, Strigno,
Scurelle, Cunevo e
i Maestri del lavoro
della provincia
di Trento
Sempre accolti
e guidati
da un consigliere,
decine di gruppi
di pensionati
e anziani si recano
ogni mese
a Trento per fare
conoscenza
con il Consiglio
Con la ripresa dell’attività del Consiglio – dopo Ferragosto - sono
ripartite anche le visite dei pensionati all’istituzione. Un’attività
culturale e di conoscenza della più alta istituzione democratica
della nostra terra. Gli anziani visitano i luoghi dell’autonomia,
apprendendone storia, meccanismi istituzionali e attività: a Palazzo
Trentini, nell’emiciclo a Palazzo della Regione, nella bellissima
sala Depero di piazza Dante. Ecco l’”agenda” degli ultimi incontri.
Giovedì 10 settembre circolo anziani “San Donà di Trento”,
accompagnati dalla presidente del circolo Giampaolo Di Caro,
hanno incontrato il consigliere Claudio Cia. Mercoledì 9 settembre
i Maestri del Lavoro della provincia di Trento, accompagnati dal
console provinciale Gianfranco Ghisi hanno incontrato Donata
Borgonovo Re. Martedì 8 settembre il Circolo Anziani di Castello
di Fiemme con la presidente Quirina Tomasini hanno incontrato i
consiglieri di valle Pietro De Godenz e Graziano Lozzer.
Giovedì 3 settembre il circolo di Cavareno, accompagnati dalla
presidente Tullia Ossana Visentin, hanno incontrato la dottoressa
Daniela Longo difensore Civico. Mercoledì 2 settembre, presenti
il circolo anziani di S. Croce del Bleggio accompagnati dalla
presidente Luciana Zambotti,hanno potuto incontrare il consigliere
Mario Tonina e successivamente visitare il Muse a Trento. Martedì
1 settembre il circolo anziani di Aldeno con a capo Emiliana Coser
è stato ricevuto dal consigliere Lagarino Massimo Fasanelli in
sala Aurora. Lunedì 31 agosto il circolo anziani di Telve Valsugana
guidato dalla presidente Silvana Martinello ha potuto visitare la
sala consiliare nel Palazzo della Regione, dove ad accoglierlo
ha trovato la presidente del Consiglio regionale Chiara Avanzo,
che è della valle. Mercoledì 26 agosto i circoli anziani di Strigno
e Scurelle (nella foto), con il presidente Attilio Tomaselli, si
sono ritrovati in sala dell’Aurora di Palazzo Trentini e lì hanno
incontrato il consigliere Walter Kaswalder . Martedì 25 agosto
il circolo pensionati e anziani di Cunevo accompagnato dal
presidente Ferdinando Iob e dal vice Silvio Iob hanno potuto a loro
volta visitare il Palazzo della Regione, opera dell’architetto Libera.
Donata Borgonovo Re con i Maestri del Lavoro della provincia di Trento. Accando a lei il console provinciale Gianfranco Ghisi (9 settembre)
Con Graziano Lozzer il circolo di Castello di Fiemme (8 settembre)
Il Circolo di Castello con Piero De Godenz (8 settembre)
Il circolo anziani di Aldeno con Massimo Fasanelli (1 settembre)
Il circolo di San Donà con Claudio Cia (10 settembre)
Il circolo di Telve con Chiara Avanzo (31 agosto)
Sala Depero: S.Croce del Bleggio con Mario Tonina (2 settembre)
i n f o r m a
CONSIGLIO PROVINCIALE CRONACHE
periodico di documentazione e di informazione sull’attività politico-legislativa
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Può essere inoltre richiesta (per lettera, e-mail o per telefono) a:
Consiglio provinciale cronache - Attività di informazione, stampa e pubbliche relazioni
38122 Trento, via Manci, 27 - Tel. 0461.213268 - 0461.213188 - 0461.213226
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in occasione delle sedute dell’Assemblea legislativa
(prossime date 6-7-8 ottobre 2015)
• Servizi di informazione periodica sull’attività del Consiglio provinciale
in coda ai TG della sera su RTTR, TCA e Telepace
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• “Password“ su RTTR - mensile
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COMMISSIONI PERMANENTI
PRIMA COMMISSIONE
(P.A.T.T.)
Partito Autonomista
Trentino Tirolese
UFFICIO DI PRESIDENZA
Union Autonomista Ladina
Presidente: Bruno Dorigatti
Vicepresidente: Walter Viola
Segretari questori: Claudio Civettini, Filippo Degasperi,
Mario Tonina
COMMISSIONE PROVINCIALE PER LE
PARI OPPORTUNITÀ DONNA-UOMO
Presidente: Simonetta Fedrizzi
Vicepresidente: Claudia Loro
Componenti: Arianna Bertagnolli, Elena Biaggioni,
Giovanna Covi, Arianna Miriam Fiumefreddo,
Mariangela Franch, Chiara Sighele, Anna Simonati,
Leonora Zefi
Via delle Orne, 32 1° piano - tel. 0461/213286-213287
[email protected]
AUTORITÀ PER LE
MINORANZE LINGUISTICHE
Presidente: Dario Pallaoro
Componenti: Giada Nicolussi, Luciana Rasom
Via Manci, 27 - 4° piano - tel. 0461/213212
COMMISSIONE INTERREGIONALE
DREIER LANDTAG
Componenti effettivi:
Bruno Dorigatti Presidente (Partito Democratico del
Trentino),
Lorenzo Baratter (P.A.T.T. Partito Autonomista Trentino
Tirolese), Gianpiero Passamani (Unione per il Trentino),
Mattia Civico (Partito Democratico del Trentino),
Giuseppe Detomas (Union Autonomista Ladina),
Gianfranco Zanon (Progetto Trentino),
Maurizio Fugatti (Lega Nord Trentino)
Componenti supplenti:
Graziano Lozzer (P.A.T.T. Partito Autonomista Trentino
Tirolese), Lucia Maestri (Partito Democratico del
Trentino), Mario Tonina (Unione per il Trentino),
Pietro De Godenz (Unione per il Trentino),
Claudio Civettini (Civica Trentina),
Giacomo Bezzi (Forza Italia)
G
A
Lega Nord Trentino
O
P
MA
G
9
NZ
Amministrare
il Trentino
Civica Trentina
Gruppo misto
1
Presidente: Massimiliano Pilati
Vicepresidente: Violetta Plotegher
Galleria Garbari, 12 - tel. 0461/213176
[email protected]
Forza Italia
3
FORUM TRENTINO PER LA PACE
Progetto Trentino
1
1 1
Presidente: prof. Carlo Buzzi
Componenti effettivi:
Roberto Campana, Orfeo Donatini,
Carlo Giordani, Giuseppe Stefenelli
IO
RA
ONE
COMITATO PROVINCIALE
PER LE COMUNICAZIONI
Partito
Democratico
del Trentino
ZI
DIFENSORE CIVICO-GARANTE DEI MINORI
Daniela Longo
(gli incontri con il difensore civico nelle sedi comprensoriali
hanno luogo su appuntamento, che può essere fissato
chiamando il numero verde 800-851026)
Palazzo della Regione - Via Gazzoletti, 2
tel. 0461/213201, fax 0461/213206
[email protected]
1
SI
Presidente:
Giuseppe Detomas (Union Autonomista Ladina)
Vicepresidente: Claudio Civettini (Civica Trentina)
Segretario: Gianpiero Passamani (Unione per il Trentino)
Componenti:
Giacomo Bezzi (Forza Italia),
Donata Borgonovo Re (Partito Democratico del Trentino),
Filippo Degasperi (MoVimento 5 Stelle),
Massimo Fasanelli (Gruppo misto),
Nerio Giovanazzi (Amministrare il Trentino),
Walter Kaswalder (P.A.T.T.
Partito Autonomista Trentino Tirolese),
Marino Simoni (Progetto Trentino)
1
O
GIUNTA DELLE ELEZIONI
9
Presidente:
Mattia Civico(Partito Democratico del Trentino)
MoVimento 5 Stelle
P
Presidente: Bruno Dorigatti
(P.A.T.T.) Partito Autonomista Trentino Tirolese:
Lorenzo Baratter
Forza Italia: Giacomo Bezzi
Civica Trentina: Rodolfo Borga
MoVimento 5 Stelle: Filippo Degasperi
Union Autonomista Ladina: Giuseppe Detomas
Gruppo misto: Massimo Fasanelli
Lega Nord Trentino: Maurizio Fugatti
Amministrare il Trentino: Nerio Giovanazzi
Partito Democratico del Trentino: Alessio Manica
Unione per il Trentino: Gianpiero Passamani
Progetto Trentino: Marino Simoni
5
3
CONFERENZA PRESIDENTI GRUPPI
(Autonomia, forma di governo, organizzazione
provinciale, programmazione, finanza provinciale e locale,
patrimonio, enti locali)
Unione per il Trentino
Vicepresidente:
Marino Simoni (Progetto Trentino)
Segretario:
Gianpiero Passamani (Unione per il Trentino)
Componenti effettivi:
Rodolfo Borga (Civica Trentina)
Donata Borgonovo Re (Partito Democratico del Trentino)
Maurizio Fugatti (Lega Nord Trentino)
Walter Kaswalder (P.A.T.T. Partito Autonomista Trentino
Tirolese)
SECONDA COMMISSIONE
(Agricoltura, foreste, cave, miniere, attività economiche,
lavoro)
■ Partito Democratico del Trentino
9 consiglieri
Donata Borgonovo Re, Mattia Civico, Bruno Dorigatti, Sara Ferrari, Lucia Maestri, Alessio Manica,
Alessando Olivi, Violetta Plotegher, Luca Zeni
Vicolo della SAT, 10 - tel. 0461/227340, fax 0461/227341 - [email protected]
■ (P.A.T.T.) Partito Autonomista Trentino Tirolese
9 consiglieri
Chiara Avanzo, Lorenzo Baratter, Manuela Bottamedi, Michele Dallapiccola, Luca Giuliani,
Walter Kaswalder, Graziano Lozzer, Lorenzo Ossanna, Ugo Rossi
Vicolo della SAT, 12 - tel. 0461/227320, fax 0461/227321 - [email protected]
■ Unione per il Trentino
5 consiglieri
Pietro De Godenz, Mauro Gilmozzi, Tiziano Mellarini, Gianpiero Passamani, Mario Tonina
Vicolo della SAT, 12 - tel. 0461/227360, fax 0461/227361 - [email protected]
■ Progetto Trentino
3 consiglieri
Marino Simoni, Walter Viola, Gianfranco Zanon
Vicolo della SAT, 10 - tel. 0461/227410, fax 0461/227411 - [email protected]
■ Lega Nord Trentino
1 consigliere
Maurizio Fugatti
Vicolo della SAT, 14 - tel. 0461/227390, fax 0461/227391 - [email protected]
■ MoVimento 5 Stelle
1 consigliere
Filippo Degasperi
Via delle Orne 32, 3° piano - tel. 0461/227380, fax 0461/227381
[email protected]
■ Amministrare il Trentino
1 consigliere
Nerio Giovanazzi
Via delle Orne, 32 - 1° piano - tel. 0461/227450, fax 0461/227451
[email protected]
■ Civica Trentina
3 consiglieri
1 consigliere
Giacomo Bezzi
Vicolo della SAT, 14 - tel. 0461/227430, fax 0461/227431 - [email protected]
■ Gruppo misto
1 consigliere
Massimo Fasanelli
Vicolo della SAT, 10 - tel. 0461/227460
[email protected]
■ Union Autonomista Ladina
Vicepresidente:
Filippo Degasperi (MoVimento 5 Stelle)
Segretario:
Alessio Manica (Partito Democratico del Trentino)
Componenti effettivi:
Pietro De Godenz (Unione per il Trentino)
Massimo Fasanelli (Gruppo misto)
Mario Tonina (Unione per il Trentino)
Gianfranco Zanon (Progetto Trentino)
TERZA COMMISSIONE
(Energia, urbanistica, opere pubbliche, espropriazione,
trasporti, protezione civile, acque pubbliche, tutela
dell’ambiente, caccia e pesca)
Presidente:
Mario Tonina (Unione per il Trentino)
Vicepresidente:
Nerio Giovanazzi (Amministrare il Trentino)
Segretario:
Lorenzo Ossanna
(P.A.T.T. Partito Autonomista Trentino Tirolese)
Componenti effettivi:
Claudio Civettini (Civica Trentina)
Massimo Fasanelli (Gruppo misto)
Lucia Maestri (Partito Democratico del Trentino)
Alessio Manica (Partito Democratico del Trentino)
QUARTA COMMISSIONE
(Politiche sociali, sanità, sport, attività ricreative, edilizia
abitativa)
Presidente:
Giuseppe Detomas (Union Autonomista Ladina)
Rodolfo Borga, Claudio Cia, Claudio Civettini
Vicolo della SAT, 12 - tel. 0461/227400, fax 0461/227401 - [email protected]
■ Forza Italia
Presidente:
Luca Giuliani
(P.A.T.T. Partito Autonomista Trentino Tirolese)
Vicepresidente:
Walter Viola (Progetto Trentino)
Segretario:
Violetta Plotegher (Partito Democratico del Trentino)
Componenti effettivi:
Claudio Cia (Civica Trentina)
Pietro De Godenz (Unione per il Trentino)
Graziano Lozzer (P.A.T.T. Partito Autonomista Trentino
Tirolese)
Gianfranco Zanon (Progetto Trentino)
QUINTA COMMISSIONE
1 consigliere
Giuseppe Detomas
Vicolo della SAT, 12 - tel.0461/227440, fax 0461/227441 - [email protected]
GIUNTA
Presidente: Ugo Rossi
affari finanziari; affari istituzionali; tutela e promozione delle minoranze linguistiche; organizzazione, personale, semplificazione dell’attività amministrativa, sistemi informativi e di telecomunicazione e innovazione; funzioni delegate
dallo Stato in materia di sistemi di comunicazione; informazione e comunicazione; società controllate e partecipate;
corpo forestale; interventi di cui alla legge regionale 5 novembre 1968, n. 40; protezione civile, limitatamente a quanto
riservato al Presidente della Provincia dall’articolo 7 della legge provinciale 1 luglio 2011, n. 9; emigrazione; programmazione; indirizzi di politica economica e coordinamento delle relative azioni, compresi i rapporti con Trentino sviluppo; politiche familiari; asili nido; scuola materna; edilizia scolastica, ad esclusione di quanto attribuito all’Assessore
alle infrastrutture e all’ambiente; istruzione elementare e secondaria (media, classica, scientifica, magistrale, tecnica,
professionale e artistica); assistenza scolastica; formazione professionale di base; rapporti internazionali; rapporti con
l’Unione europea, cooperazione transfrontaliera e cooperazione interregionale; nonché quelle non attribuite espressamente ai singoli assessori.
Assessori
Assessore allo sviluppo economico e lavoro, con funzioni di vicepresidente
Alessandro Olivi
Assessore all’agricoltura, foreste, turismo e promozione, caccia e pesca
Michele Dallapiccola
Assessora all’università e ricerca, politiche giovanili, pari opportunità, cooperazione allo sviluppo Sara Ferrari
Assessore alle infrastrutture e all’ambiente
Mauro Gilmozzi
Assessore alla cultura, cooperazione, sport e protezione civile
Tiziano Mellarini
Assessore alla salute e politiche sociali
Luca Zeni
Assessore alla coesione territoriale, urbanistica, enti locali ed edilizia abitativa
Carlo Daldoss1
(Istruzione, ricerca, cultura, informazione, affari
generali (rapporti internazionali e con l’Unione europea,
solidarietà internazionale)
Presidente:
Lucia Maestri (Partito Democratico del Trentino)
Vicepresidente:
Marino Simoni (Progetto Trentino)
Segretario:
Giuseppe Detomas (Union Autonomista Ladina)
Componenti effettivi:
Lorenzo Baratter
(P.A.T.T. Partito Autonomista Trentino Tirolese)
Claudio Civettini (Civica Trentina)
Gianpiero Passamani (Unione per il Trentino)
Walter Viola (Progetto Trentino)
ASSEMBLEA MINORANZE
Garante:
Rodolfo Borga (Civica Trentina)
Sostituto del garante:
Nerio Giovanazzi (Amministrare il Trentino)
Componenti:
Giacomo Bezzi (Forza Italia)
Claudio Cia (Civica Trentina)
Claudio Civettini (Civica Trentina)
Filippo Degasperi (MoVimento 5 Stelle)
Massimo Fasanelli (Gruppo misto)
Maurizio Fugatti (Lega Nord Trentino)
Marino Simoni (Progetto Trentino),
Walter Viola (Progetto Trentino),
Gianfranco Zanon (Progetto Trentino)
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trentini - Consiglio della Provincia Autonoma di Trento