237 cronache ANNO XXXVII - NUMERO 5 - SETTEMBRE-OTTOBRE 2015 Periodico di documentazione e informazione sull’attività politico-legislativa del Consiglio della Provincia Autonoma di Trento - www.consiglio.provincia.tn.it Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% NE/TN - periodico mensile nr. 237 anno 2015 - Tassa Pagata/Taxe Perçue/Economy/Compatto. Attenzione, in caso di mancato recapito inviare al CPO di Trento per la destinazione del mittente, che si impegna a corrispondere il diritto dovuto Obiettivo n 1: creare lavoro o Risoluzione del Consiglio, serve stimolare nuova imprenditoria L a ripresa economica sembra affacciarsi timidamente anche in Trentino, i dati del secondo trimestre 2015 hanno autorizzato l’assessore Alessandro Olivi a tracciare un quadro in Consiglio segnato dall’ottimismo della volontà. Il 3 settembre si è parlato infatti di occupazione e lavoro, approvando infine all’unanimità un’apposita risoluzione dell’aula, che impegna la Giunta Rossi a un ulteriore scatto per stimolare nuova imprenditorialità, creare maggiori occasioni di occupazione in particolare per giovani e donne, dare piena protezione a chi perde il posto, sviluppare meglio la filiera scuolalavoro. In provincia la disoccupazione è ancora al 7,2%, prima della grande crisi non superava il 3%. Il Consiglio promuove quindi un’azione decisa per ripartire. La Giunta dovrà presto riferire in aula anche di situazioni specifiche che stanno creando forte apprensione: Marangoni, Malgara di Avio, Gallox, Marsilli, Mariani di Ledro. (a pagine 8 e 9) L’annuale festa del 5 settembre caratterizzata dalla lectio del giornalista e storico “LA VOSTRA AUTONOMIA? UNA GEMMA PER L’ITALIA INTERA” URBANISTICA: LA RIFORMA DALDOSS È LEGGE I l Trentino si è dotato di una nuova legge provinciale di governo del territorio. Promossa dall’assessore Daldoss e approvata il 22 luglio, questa riforma in materia urbanistica poggia su alcuni capisaldi: stop alconsumo di suolo, sì a demolizioni, ristrutturazioni e recupero dell’esistente, semplificazione burocratica. (a pagine 2-5) SANITÀ, CAMBIA L’ASSESSORE E Paolo Mieli elogia il Trentino, “che ha contribuito più di tutti a risanare i conti del Paese”. Presentato il libro sulla Commissione dei 19, Dorigatti annuncia la Consulta provinciale per preparare il Terzo Statuto (a pagine 14 e 16-19) IL PUNTO Autonomia in trincea Mentre il rumore di fondo del dibattito nazionale appare invariabilmente ostile alle autonomie speciali, è stato un balsamo – per il Trentino – ascoltare dall’autorevole voce di un Paolo Mieli parole di elogio e pieno riconoscimento della legittimità e attualità del particolare assetto istituzionale della nostra Provincia. Purtroppo però non bastano a darci stabilità e prospettiva la “sentenza” di Mieli e la sua lucida affermazione che “il Trentino ha già contribuito al risanamento dei conti statali più di ogni altro territorio”. Purtroppo l’autonomia speciale rimane sostanzialmente in trincea. Deve guardarsi dall’imminente, ultimo passaggio parlamentare del testo di riforma del Senato e del Titolo V della Costituzione. Deve anche puntare attentamente i riflettori sulla prossima legge di stabilità dello Stato. E deve incamminarsi intanto lungo un sentiero faticoso e incerto, quello della revisione dello Statuto, per la quale il presidente Dorigatti e il presidente Rossi hanno rotto gli indugi e impostato l’istituzione di apposita e ampia Consulta con l’assemblea legislativa al centro. Sullo sfondo di questa “madre di tutte le battaglie” si giocano intanto le partite consiliari “ordinarie” ma non meno problematiche: aggancio della “ripresa” e rilancio dell’economia, legge di stabilità provinciale per il 2016, ma anche ospedali di valle, tema Valdastico, tassa di soggiorno, problema orso, legge contro l’omofobia. Si torna in aula il 6, 7 e 8 ottobre. (l.z.) state davvero bollente, quella che ha riguardato l’assessorato provinciale alla sanità. Dapprima le minoranze hanno proposto una mozione (respinta dall’aula) per far togliere l’incarico a Donata Borgonovo Re, poi però il presidente Ugo Rossi ha provveduto proprio a sostituire in Giunta l’assessora, assegnando la sanità a Luca Zeni, sempre del Pd. Resta alla base il nodo gordiano dei servizi sanitari negli ospedali periferici. (a pagine 12 e 13) Approvata all’unanimità la legge Viola-Plotegher che attrezza la Provincia per contrastare l’azzardo I Ecco le norme contro la ludopatia l 16 luglio scorso il Consiglio provinciale ha approvato all’unanimità la prima legge trentina (l.p. 13/XV) che affronta il problema del gioco d’azzardo patologico. Il testo intitolato “Interventi per la prevenzione e la cura della dipendenza da gioco” ha unificato i disegni di legge proposti rispettivamente da Walter Viola (Progetto Trentino) nel gennaio 2014 e poi da Violetta Plotegher del Pd nell’agosto successivo. Il testo di Viola riprende anzi un testo depositato già nella XIII legislatura (aprile 2013), con l’obiettivo di affrontare la tematica anche alla luce del decreto Balduzzi varato a Roma nel 2012.Insomma, il Trentino si attrezza per fare fronte a un problema reale: ogni anno i trentini spendono in media 1.115 euro nel gioco e attualmente il Servizio per le dipendenze ha in cura 116 pazienti ludopatici. Le “macchinette” verranno prossimamente allontanate dai siti più sensibili. (a pag. 10) L’assemblea legislativa si è pronunciata sull’orso in Trentino Il Consiglio: “Ridurre gli orsi con ogni mezzo utile” (a pagine 6 e 7) Il Veneto e Roma vogliono l’intesa e il via libera alla Valdastico Valdastico: no in aula ma Veneto e Roma insistono (a pagine 14 e 15) 237 PA G I N A 2 C R O N A C H E settembre-ottobre 2015 L’assessore all’urbanistica Carlo Daldoss, “padre” di questa riforma LA NUOVA LEGGE URBANISTICA È stata battezzata come “legge provinciale per il governo del territorio 2015” ed è sostanzialmente la nuova legge urbanistica provinciale, che sostituisce e supera la legge 1 del 2008. Quand’è stata approvata – lo scorso 22 luglio – è stato il presidente Bruno Dorigatti a riassumere che l’aula ha dovuto affrontare inizialmente un muro di 2 mila emendamenti, ha dovuto votare 500 volte, ma ha infine varato il testo proposto dall’assessore Carlo Daldoss: 131 articoli per rivedere i modi di gestione del territorio trentino, arrestando il consumo di nuovi spazi, riqualificando i volumi esistenti, semplificando le procedure amministrative e burocratiche. Il dibattito in assemblea legislativa ha fatto seguito all’ampio confronto precedente, in commissione legislativa e fuori. Molti i motivi di condivisione, ma chiare anche le doglianze, per esempio gli ambientalisti di Italia Nostra hanno segnalato che lo stop al cemento sarà di fatto operativo solo dopo l’esaurimento delle previsioni edificatorie degli attuali piani regolatori, che sono amplissime. In Consiglio le opposizioni si sono misurate con l’assessore Daldoss e in base ad una serie di accordi con la Giunta (vedi riquadro in alto) c’è stato infine il ritiro della grande maggioranza degli emendamenti (500 solamente a firma di Degasperi). Il clima pacato si è manifestato concretamente anche nel voto finale: 1 solo no, quello di Filippo Degasperi del Movimento 5 Stelle; 9 astensioni del resto dell’opposizione, 21 voti favorevoli, compreso quello di Giacomo Bezzi di Forza Italia. L’assessore esterno della Giunta Rossi – “padre” della riforma – ha rivendicato con soddisfazione il varo di una legge “che rappresenta una scelta di responsabilità verso il futuro della comunità trentina. E punta a valorizzare il paesaggio attraverso la riqualificazione anche energetica del patrimonio esistente, attraverso demolizioni e ricostruzioni onde arrivare, nel 2020, all’obiettivo del consumo zero di territorio”. Daldoss ha promesso di girare il Trentino per far conoscere la nuova legge, e di fatto il lavoro è cominciato già in agosto, a partire da incontri con le categorie economiche, presso la Camera di Commercio di Trento, nonché con sindaci e presidenti di Comunità e amministratori locali. Le minoranze del Consiglio provinciale hanno contribuito all’elaborazione del testo, ma non hanno lesinato le critiche: commissioni pianificatorie che rimangono terreno della politica (Civettini, Degasperi); blocco alle seconde case che toglie ulteriore ossigeno all’edilizia (Fugatti); organismi consultivi formati senza sentire le Commissioni legislative e gli stessi ordini professionali (Borga). Molti sono stati del resto gli emendamenti dell’opposizione respinti (anche uno del consigliere Bezzi che proponeva di permettere la realizzazione di ampi recinti in cui contenere gli orsi, sul modello canadese). In qualche occasione ci sono state posizioni diversificate tra le opposizioni: Degasperi chiedeva ad esempio di sottoporre ad autorizzazione gli appostamenti per la caccia allestiti nei boschi, Giovanazzi li ha invece difesi e ha fatto “passare” anzi un proprio emendamento sul tema. Questa la sintesi del dibattito d’aula sulla riforma. Claudio Civettini (Civica Trentina) ha sottolineato l’importanza dell’ordine del giorno sulla “banca della terra” e di alcuni suoi emendamenti che sono andati in porto: la collaborazione tra privati e comuni sulla gestione degli spazi verdi pubblici; le norme sulla manutenzione delle canne fumarie (il numero degli incendi è molto maggiore rispetto al vicino Alto Adige dove il controllo dei camini è più capillare) e il mantenimento del ruolo dei comuni in materia urbanistica. Però, ha aggiunto, nella nuova legge manca ancora chiarezza sulle responsabilità e c’è ancora da lavorare sulla burocrazia. Servirebbe, inoltre, un monitoraggio serio sull’esistente (soprattutto sulle aree artigianali e industriali) per evitare altro consumo di territorio. Marino Simoni (Pt) ha affermato che la legge (in cui è confluito tra l’altro anche un suo emendamento) è frutto di un metodo condivisibile e dà alcune risposte. No- nostante ciò, ha detto, servivano meccanismi di maggiore incisività, per rendere più celere le risposte dell’amministrazione in materia urbanistica in un momento di crisi economica e per rafforzare l’edilizia che è ferma. Massimo Fasanelli (Gruppo Misto), ha condiviso il metodo del coinvolgimento delle categorie e delle forze politiche attuato da Daldoss. Nel merito della legge, il consigliere del Misto ha apprezzato la filosofia della salvaguardia del territorio, il ruolo assegnato alle commissioni delle Comunità di valle e il fatto che tutti i comuni ora avranno le stesse norme. Però, secondo Fasanelli, la riforma ha un neo: doveva osare di più sulle semplificazione. Filippo Degasperi (Movimento 5 Stelle), riconoscendo l’apertura al confronto di Daldoss, ha detto che la riforma, descritta come epocale, alla fine si è ridotta a una serie di slogan: invece della semplificazione ci sono norme oscure; sul risparmio di territorio (il consumo di territorio, ha ricordato, è aumentato del 60% in 30 anni) ci sono invece aperture ad ulteriori Duemila emendamenti iniziali, 500 votazioni, infine in piena estate l’assemblea ha dato il via alla riforma con 21 sì (anche Bezzi di Forza Italia), 9 astensioni e il no di Degasperi. Critiche (duro Borga) per la scarsa apertura alla partecipazione diretta dei cittadini e a poteri diversi dalla Giunta provinciale Governo del terr Filippo Degasperi (5 Stelle), che ha votato contro, poi Claudio Civettini (Civica), Maurizio Fugatti (Lega) e Walter Viola (Progetto Trentino) LE NOVITÀ DELLA RIFORMA Stop al consumo di suolo Nuove edificazioni ammesse solo per prime case e se non ci sono alternative Ecco in sintesi obiettivi strategici e nuove norme introdotte dal testo approvato in Consiglio. Risparmio nel consumo di suolo. Divieto di individuare nuove aree di insediamento nei piani regolatori comunali, “se non per ragioni assolutamente straordinarie” (nuove prime case, ma solo di fronte a comprovate esigenze abitative primarie e in assenza di alternative). Seconde case per tempo libero e vacanze: riduzione alla metà del contingente già contenuto nei Prg vigenti e non assegnato. Spetta al Comune determinare l’utilizzo del contingente, anche attraverso un cambio d’uso di alloggi esistenti (il proprietario pagherà una somma per ottenerlo). Quest’ultima norma sul cambio d’uso è stata introdotta su proposta di Maurizio Fugatti. I Comuni che non hanno ancora individuato il dimensionamento degli alloggi per tempo libero e vacanze, hanno al massimo 1 anno di tempo per farlo. Recupero e riqualificazione dell’esistente e maggiore qualità della progettazione. Vengono incentivati il recupero e la riqualificazione (anche energetica) dei volumi esistenti. La Giunta guarda all’obiettivo di arrivare, entro il 2020, al consumo zero di territorio (L’Unione Europea ha adottato invece l’obiettivo di un consumo netto di suolo pari a 0 entro il 2050). Sul piano urbanistico, sono previsti strumenti per un “censimento” (in apposito registro) della disponibilità di utilizzo del patrimonio edilizio esistente. Nuova definizione di “ristrutturazione edilizia”, che amplia le possibilità di intervento sul patrimonio esistente. Incentivi per gli interventi di riqualificazione: sotto forma di volumi edificabili, anche da utilizzare mediante crediti edilizi; e sul piano economico, attraverso la determinazione del “contributo di costruzione”, che viene differenziato tra un’aliquota minima per gli interventi di recupero e massima per la nuova costruzione. Va detto che per il contributo di costruzione è prevista in linea generale una riduzione. La norma prevede il riconoscimento di crediti volumetrici (recupero dei metri cubi demoliti) anche con incrementi fino al 20%, sia per ricostruire l’edificio nello stesso luogo, sia spostandolo in altre aree del territorio comunale. Sono previsti incentivi anche per il recupero dei sottotetti abitabili con possibilità di sopraelevare gli ultimi piani fino a un metro negli insediamenti storici. Per la riqualificazione paesaggistica è resa possibile la demolizione di edifici dismessi e degradati o incongrui. Attenzione agli aspetti paesaggistici. La normativa dà centralità al tema del paesaggio in relazione ad opere di iniziativa sia pubblica sia privata, valorizzando il ruolo dell’Osservatorio per il paesaggio e della Scuola per il governo del territorio e del paesaggio, e istituendo il Comitato provinciale per la cultura architettonica e il paesaggio, quale strumento con funzioni consultive e di supporto per amministrazioni e professionisti. Vengono rafforzati i compiti delle commissioni per la pianificazione territoriale e il paesaggio delle Comunità di valle (Cpc), e rivisti, secondo il principio guida della razionalizzazione e semplificazione, gli strumenti di pianificazione territoriale: piano territoriale della Comunità, piani regolatori generale e piani attuativi. Semplificazione e razionalizzazione. La stessa articolazione della legge e dei suoi provvedimenti attuativi viene semplificata, unificando in aree tematiche le disposizioni urbanistiche ed edilizie riguardanti specifici settori, quali quello agricolo, produttivo, turistico. Analogamente, sono semplificati gli aspetti burocratici. Il doppio esame svolto finora dalla Cpc e dalla commissione edilizia comunale viene sostituito da un unico passaggio in commissione edilizia. È introdotto l’obbligo per i Comuni di istituire una commissione edilizia unica nella gestione associata delle funzioni (al posto di una commissione per ogni comune). Viene semplificato inoltre il procedimento di formazione del Piano territoriale della Comunità (Ptc), con efficacia diretta senza ulteriori adeguamenti dei Prg. Certezza dei tempi della programmazione territoriale. Riduzione del numero dei piani attuativi a tre tipologie: piani di qualificazione urbana relativi al patrimonio edilizio esistente; piani attuativi per specifiche finalità; piani di lottizzazione. Viene prevista l’informatizzazione delle procedure urbanistiche ed edilizie. Regolamento urbanistico-edilizio provinciale: strumento unitario di attuazione della legge sull’intero territorio provinciale, ha immediata efficacia e non richiede adeguamenti da parte di Comunità e Comuni. Affermazione dei principi di responsabilità e di partecipazione. In tema di responsabilità, la legge rimarca i ruoli e compiti dei professionisti incaricati di piani e progetti, nonché delle amministrazioni pubbliche. Viene introdotta la segnalazione certificata di inizio attività (Scia) obbligatoria per specifiche tipologie di intervento. È previsto l’obbligo di pubblicare sui siti internet istituzionali di Provincia, Comunità e Comuni i rispettivi strumenti urbanistici; inoltre anche per i piani attuativi di iniziativa privata è introdotta una fase di deposito preliminare alla loro approvazione. È prevista poi l’opportunità di attivare ulteriori forme di partecipazione dei cittadini anche a seguito dell’adozione dei Prg, nel periodo di deposito di 60 giorni del piano. 237 PA G I N A 3 C R O N A C H E settembre-ottobre 2015 Su molti temi: seconde case, censimento del patrimonio edilizio, cinema, canne fumarie Un positivo contributo anche dall’opposizione Molte previsioni della nuova legge di governo del territorio trentino si devono a emendamenti presentati in aula da singoli consiglieri (molto spesso di opposizione), e approvati dal Consiglio con il via libera dello stesso esecutivo. Ecco alcuni di questi apporti. Maurizio Fugatti ha ottenuto che il residuo contingente di seconde case possa essere realizzato anche attraverso cambio d’uso di abitazioni esistenti, attraverso il versamento di una somma da parte del proprietario. Suo anche l’emendamento che prevede il rispetto (nella fascia circostante) delle architetture tradizionali e caratteristiche dei nostri centi abitati. Claudio Civettini ha fatto inserire anche le “misure in materia di sicurezza delle canne fumarie “ tra i temi contenuti nei regolamenti edilizi comunali. Rodolfo Borga ha fatto “passare” diversi correttivi alle norme della legge, nonché la regola che affida al Comune la tenuta del “libretto di fabbricato” di nuova istituzione (riguarderà ogni edificio pubblico e privato). Lo stesso Claudio Civettini si è attivato per evitare conflitti di interesse negli accordi urbanistici o permessi edilizi rilasciati dal Comune a società fiduciarie o partecipate da fiduciarie, attraverso la pubblicizzazione preventiva dell’identità dei fiducianti. Ancora, una norma “di Civettini” prevede il sostegno ad autonome iniziative dei cittadini per la cura di spazi pubblici sistemati a verde, piazze, parchi e piccole aree urbane, anche mediante corresponsione di incentivi tariffari collegati al ciclo dei rifiuti. Lorenzo Ossanna ha ispirato la norma che contempla la realizzazione, fuori dalle aree sciabili, di strutture funzionali a piste per lo slittino e sci di fondo. Filippo Degasperi ha fortemente voluto la previsione di strumenti per il “censimento” del patrimonio edilizio esistente, necessari per far decollare davvero il previsto recupero delle vecchie case senza consumo di nuovo territorio. Filippo Degasperi e Nerio Giovanazzi hanno promosso le norme che consentiranno ai professionisti già componenti di pubbliche commissioni urbanistiche di assumere solo incarichi inerenti opere e impianti pubblici. Walter Viola “firma” la norma che inserisce – tra gli interventi che beneficiano di riduzioni del contributo di costruzione – le costruzioni, gli impianti e gli interventi di recupero per sale cinematografiche. Ancora una norma proposta da Viola ha posto in capo alla Giunta provinciale un obbligo informativo nei confronti del Consiglio provinciale sull’attuazione di questa legge e sul conseguimento dei suoi obiettivi. La Commissione consiliare competente potrà richiedere approfondimenti o concordare nuovi punti di analisi. itorio: si cambia difeso il territorio è la Gilmozzi che ha introdotto i terreni agricoli di pregio. La riforma Daldoss, soprattutto, snellisce le procedure, e questo va bene, ma in molti casi si va anche troppo in là. Perché, ha affermato infine Borga, la disciplina urbanistica non può servire a dar fiato all’edilizia, ma serve invece alla gestione del territorio e alla preservazione del patrimonio tradizionale e storico. Giacomo Bezzi (FI), che ha dato voto favorevole alla legge, ha affermato che la legge va verso lo snellimento burocratico e rende più concreto il recupero dei centri storici. Una norma però, ha aggiunto, che è pensata per favorire la fusione di alcuni comuni. Per questo non è una riforma che si può definire epocale e dovrà essere rivista quando il processo di aggregazione dei municipi sarà ultimato. Parola d’ordine: no a costruzioni su suolo nuovo, sì a ristrutturazioni e sopraelevazioni dell’esistente cementificazioni e, infine, si confonde la partecipazione dei cittadini con l’ascolto. Al punto che sono stati rigettati gli emendamenti che prevedevano la partecipazione delle Commissioni del Consiglio. La pianificazione, inoltre, rimane delegata a organismi composti da esponenti delle giunte con evidenti possibili conflitti di interesse. Ma anche su questo le proposte dei 5 Stelle sono state respinte. La prova del 9 di questa legge, ha detto Degasperi, si avrà ad Arco: si vedrà se la variante 15, che prevede 50 mila metri cubi di costruzioni, verrà realizzata o no. Nerio Giovanazzi (A.t.) ha affermato che questa legge non rappresenta certo una rivoluzione, ma c’è da augurarsi che l’insieme di queste norme porti al risparmio di territorio, al recupero dei centri storici e faccia nascere la cultura del paesaggio. Il riuso del suolo e la valorizzazione dell’esistente sono tutti aspetti apprezzabili contenuti nel disegno di legge, tuttavia, ha aggiunto, rimane insufficiente l’adozione del principio del “quanto basta, il meno possibile, non più del necessario”. Però, ha affermato, è giunto il momento di rivedere il Pup. Sul piano della semplificazione, secondo Giovanazzi, questa legge non è andata fino in fondo. Secondo Rodolfo Borga (Civica Trentina) la legge Daldoss ha purtroppo mancato un obiettivo importante: l’apertura alla partecipazione. Importante perché, secondo Borga, il Trentino va “guarito” dal dellaismo proprio attraverso il coinvolgimento del- la popolazione. S’è detto di no, ha ricordato, anche alla possibilità del Consiglio di far sentire la propria voce su delibere che renderanno concrete le norme contenute in questa legge. Sui regolamenti edilizi, inoltre, non si prevede neppure il coinvolgimento del Consiglio delle Autonomie che, tra l’altro, ha aggiunto il consigliere, spesso agisce come ruota di scorta della Giunta. Borga ha espresso dubbi anche sulla salvaguardia del territorio del Trentino. L’unica legge, secondo l’esponente di Civica Trentina, che ha concretamente IL TERRITORIO TRENTINO ➤ Superficie provinciale protetta (2013): 198.797 mq (32,0%) tra parchi, reti di riserve e altre aree protette. ➤ Estensione per Comunità di valle: il “primato” è delle Giudicarie con ben 1.175,18 Km2; seguono Vallagarina (622,76 Km2) e Valle di Sole (611,57 Km2), mentre la Val d’Adige con Trento, con i suoi 121.447 abitanti, si estende per soli 189,78 chilometri quadrati. ➤ Estensione per fascia altimetrica: quasi metà del territorio trentino è situato oltre i 1.400 metri di quota, il territorio sotto i 200 metri sul livello del mare rappresenta meno del 3%. ➤ Uso del suolo: le aree a bosco coprono il 53,4% del Trentino, quelle agricole il 9,8%. Il 2,0% riguarda aree urbanizzate, l’1,7% fiumi e laghi, l’1,3% aree industriali e commerciali. Infine lo 0,2% del suolo è occupato da zone estrattive, cantieri, discariche, terreni abbandonati, e lo 0,4% da aree industriali e commerciali. ➤ Percentuali di suolo urbanizzato. Confrontando i rilievi ottocenteschi del catasto asburgico e quelli geografici militari del 2011, emerge che nel Comune di Trento il suolo urbanizzato è aumentato di 12,4 volte, quello di Rovereto di 16,3 volte, quello di Riva del Garda di 46,8 volte e quello di Arco di 20,8 volte. Alessio Manica (Pd) ha dichiarato il sì convinto del gruppo Pd, anche perché Daldoss, ha affermato il capogruppo, è riuscito a mettere assieme interessi conflittuali, come gli ambientalisti e i costruttori, su temi come la difesa del paesaggio e il consumo del suolo aprendo, dall’altra, alla semplificazione e allo snellimento delle procedure. Bene il riconoscimento del ruolo delle Comunità di valle in materia urbanistica, superando il localismo. Manica ha citato alcuni elementi innovativi della legge, come l’attenzione al livello della qualità architettonica; l’investimento in formazione e l’aggiornamento in materia pianificatoria e paesaggistica. Ha definito la Carta del paesaggio un luogo di riflessione utile per identificare alcuni elementi importanti e unificanti per gli amministratori comunali nel governare i propri territori. Una legge centrale della legislatura, ha concluso Manica, che disegnerà il territorio per anni. Gianpiero Passamani (UpT), dichiarando il sì pieno alla legge del suo gruppo, ha detto che, con questa riforma, è stata data una forte risposta al territorio e anche all’economia. La semplificazione è stata posta come questione centrale, avvicinando l’ente pubblico alle imprese e al cittadino. Importante,inoltre, il fatto che questa legge non butta via nulla del disegno urbanistico tracciato da Gilmozzi, anzi lo valorizza. Secondo Lorenzo Ossanna (Patt) questa riforma ha dimostrato che sull’urbanistica c’è una visione matura che mette al centro il risparmio di territorio. Il Patt ha proposto modifiche, ha ricordato, che hanno recuperato anche proposte della minoranza dimostrando, anche con questo, che la riforma è nata con un ampio coinvolgimento. Tra i punti centrali, ha sottolineato il consigliere autonomista, l’inserimento del comitato del territorio e del paesaggio e il recupero dell’esistente. Questa legge, ha ricordato Soddisfatto l’assessore Carlo Daldoss, “padre” di questa nuova legge: “L’idea è di tutelare il paesaggio, via libera solo a demolizioni, ricostruzioni e riqualificazioni” infine, è uno dei due pilastri della riforma del governo del territorio, l’altro è quello del regolamento urbanistico unico. Giuseppe Detomas (Ual) ha sottolineato che, nella discussione di questa manovra di riforma, il Consiglio si è dimostrato in grado di affrontare i tempi che cambiano con equilibrio. Lo ha fatto responsabilizzando chi deve decidere, introducendo elementi di razionalità nell’uso del territorio, preservando il patrimonio storico. Mario Tonina (UpT) ha detto che questa legge garantisce la continuità col Pup di Gilmozzi. La maggioranza, su un tema strategico, si è mostrata unita portando a termine un disegno urbanistico che qualificherà paesaggio e architettura. Il Trentino, ha detto ancora, ha saputo coniugare la bellezza del territorio senza mortificare le esigenze economiche. Altro punto importante della riforma Daldoss, aver mantenuto la presenza dei sindaci nelle commissioni edilizie. Maurizio Fugatti (Lega) ha motivato il voto di astensione perché ha riconosciuto che su questa legge c’è stato un lavoro di ascolto e di condivisione. E c’è una volontà di sburocratizzazione, anche se si deve attendere la prova dei fatti. Però, ha affermato, non è stata toccata in profondità la legge Gilmozzi, anche se è stata data la possibilità ai comuni di aumentare il numero delle secondo case. Claudio Cia (Civica) ha riconosciuto la volontà dell’assessore di confrontarsi e nel sapere ascoltare tutti i soggetti interessati alla costruzione della proposta legislativa. L’intervento normativo ha l’obiettivo, dichiarato nel titolo, di fare un buon governo del territorio: scopriremo in seguito, ha affermato, se queste norme saranno davvero funzionali al bene comune. Sicuramente apprezzabile l’obiettivo di semplificazione che la norma si pone. Sì, da parte dell’esponente della Civica, anche al censimento dell’esistente finalizzato al recupero di edifici e di territorio. Negli anni 2000, ha ricordato, la popolazione a Trento è aumentata di pochissimo, ma la crescita del cemento è stata continua, si pensi alle Albere. Un intervento legislativo che cambierà gli indirizzi dell’urbanistica trentina, nella direzione della conservazione dell’ambiente, a vantaggio anche di chi verrà qui a fare le proprie vacanze: questa la valutazione di Luca Giuliani (Patt). Plauso alla nuova normativa urbanistica anche da parte di Walter Kaswalder, sempre del Patt, anche se, ha aggiunto, sarebbe servito più coraggio sulla commissione paesaggistica di comunità. 237 PA G I N A 4 C R O N A C H E settembre-ottobre LA NUOVA LEGGE URBANISTICA: GLI ORDINI DEL GIORNO Ecco il dettaglio degli ordini del giorno approvati con la nuova legge urbanistica lo scorso luglio. Contengono una lunga serie di impegni che l’assemblea legislativa assegna alla Giunta Rossi. Tre testi sono stati bocciati. Claudio Cia (Civica Trentina) Sì, alla demolizione dell’ex Anmil di Rovereto Approvato all’unanimità (30 voti) con due modifiche concordate con l’assessore Gilmozzi l’ordine del giorno, proposto da Claudio Cia di Civica Trentina, che prevede la demolizione a Rovereto del complesso ex Anmil nel Bosco della città e interventi urgenti di bonifica. Secondo Civettini sarebbe giusto recuperare il volume di quest’’ecomostro a scopi sociali. Filippo Degasperi (M5s) ha preannunciato il voto favorevole perché l’argomento dell’ex Anmil rientra nella sua richiesta di mappare le strutture recuperabili prima di costruirne altre. E ha aggiunto che vi sono delle procedure che impongono agli enti come la Provincia di informare il Ministero circa la presenza sul nostro territorio di opere incompiute e strutture pubbliche abbandonate e fatiscenti. E ha ricordato i tre punti a suo avviso ancora aperti su questa riforma urbanistica: una migliore definizione del quadro conoscitivo da anteporre agli atti di pianificazione; una proposta alternativa alla perimetrazione degli ambiti urbani. L’aula, il 14 luglio, ha approvato all’unanimità la proposta di mozione presentata da Chiara Avanzo (Patt) per allargare il numero delle piazzole per l’elisoccorso. Parere favorevole della Giunta al testo emendato è stato espresso dall’assessore Mauro Gilmozzi. In Trentino vi sono 76 piazzole per elisoccorso – ha spiegato Gilmozzi – e si tratta di un imponente sistema che fa capo alla centrale di Mattarello. Ora si assume l’impegno a individuare aree idonee e ad approfondire quindi la fattibilità di ulteriori piazzole per garantire capillarità del servizio. La Giunta dovrà relazionare entro 6 mesi in Commissione. Marino Simoni (PT) ha detto che effettivamente occorre lo sforzo di risolvere la questione dell’elisoccorso in Tesino, tra l’altro a forte incidenza degli incidenti stradali. Le piazzole potranno essere utili appoggi tecnici anche per il vicino Primiero, che ha già un suo scalo. Ben venga questo servizio, ha detto Civettini (Civica), purché non serva a giustificare l’ulteriore depotenziamento degli ospedali periferici. LE MOZIONI. Per “L’Eremo” di Arco presto un tavolo di Più piazzole pe Avanzo ha replicato che condivide le preoccupazioni espresse dai colleghi per i problemi viabilistici e di servizio sanitario. E ha ringraziato l’assessore Mellarini per avere esteso l’attenzione del testo dalla zona della Valsugana orientale e Tesino all’intero Trentino. La mozione di Walter Viola (PT) e altri 20 colleghi sulla travagliata vicenda della convenzione tra Azienda sanitaria e casa di cura Eremo di Arco (con il taglio di 30 posti letti per pazienti trentini) è giunta faticosamente al capolinea dopo il rinvio nella scorsa seduta. La premessa del testo è stata approvata con 16 sì, 11 no (tra cui il Pd) e 2 astenuti. Il dispositivo emendato è passato all’unanimità. Decisiva è stata la revisione del dispositivo, con la modifica che porta la firma di 13 consiglieri, assessora Borgonovo Re inclusa. Il documento votato impegna la Giunta a convocare fin da subito il tavolo di confronto per dare esecuzione agli ordini del giorno del 9 aprile 2014. Entro il 30 settembre l’assessorato dovrà avere l’analisi dell’andamento delle gestioni delle case di cura private convenzionate, per valutare eventuali proposte di riequilibrio dei budget. Si dovrà tenere conto in questa fase “dell’impatto sull’attività derivante dall’aumen- Banca della terra e anc territoriale delle Comunità, e a provvedere a nominare l’Autorità preposta alla disciplina di questi percorsi di partecipazione. Rodolfo Borga (Civica Trentina) Bancarelle sulle strade serve un regolamento Con l’ordine del giorno, condiviso dall’assessore Daldoss e approvato all’unanimità, Rodolfo Borga (Civica Trentina) ha proposto di predisporre una disciplina ad hoc che regoli l’attività degli esercizi commerciali temporanei e a carattere precario solitamente allestiti per la vendita dei prodotti agricoli lungo le strade ma anche per altri scopi. Si tratta soprattutto di assicurare la reversibilità di queste strutture anche per esigenze di decoro e paesaggistiche. La regia è in mano all’ente gestore della strada che deve garantire l’incolumità pubblica, e poi dei Comuni per le necessarie autorizzazioni. Rodolfo Borga (Civica Trentina) Alessio Manica (Pd) Galleria di Mezzolombardo vigneto all’uscita nord Nel regolamento lo stop al consumo di suolo Via libera a pieni voti (31) con il parere favorevole dell’assessore Daldoss, anche all’ordine del giorno numero proposto da Alessio Manica (Pd), che impegna la Giunta a prevedere nel regolamento di attuazione di questa legge “una puntuale definizione del concetto di consumo di suolo che diventi base interpretativa unica per la pianificazione urbanistica subordinata” (di Comunità e Prg), e “di attivare un progetto di ricerca volto a sviluppare la strumentazione necessaria per una misurazione costante del consumo del suolo”. Claudio Civettini (Civica Trentina) Nuovi criteri per contenere l’inquinamento acustico Approvato con 26 voti a favore e due di astensione, e dopo importanti modifiche concordate con l’assessore Gilmozzi, l’ordine del giorno numero di Claudio Civettini sull’inquinamento pubblico. Il testo impegna la Giunta aattivarsi per definire, in accordo con il Consiglio delle autonomie locali, i criteri e i limiti necessari per l’applicazione della delibera della Giunta provinciale 153 del 21001 in materia di deroghe ai limiti posti dalla legge statale 447/95 sul rumore. Si stabilisce inoltre che la Giunta valuti sulla 2015 base dei nuovi criteri la possibilità di modificare il numero delle manifestazioni autorizzabili. Sull’inquinamento acustico Civettini ha segnalato che all’altezza di S. Giorgio di Rovereto i pannelli fotovoltaici installati lungo l’A22 non sono fonoassorbenti e rigettano i rumori dei veicoli verso il centro abitato. Ha poi aggiunto che vi è anche la necessità di conciliare il diritto dei giovani di divertirsi con la musica all’aperto nelle ore notturne con il diritto dei residenti di poter dormire. Luca Giuliani (Patt) ha condiviso quest’ultima richiesta, ricordando una sua mozione sul limite massimo degli eventi notturni da autorizzare. Filippo Degasperi (M5s) ha espresso dispiacere per il depotenziamento subito dall’odg Civettini e ha poi evidenziato la problematica del rumore e delle vibrazioni derivanti dai treni merci in transito attraverso il centro storico di Trento a 100 km all’ora. Anche Claudio Cia (Civica Trentina) ha sollecitato la Giunta a intervenire contro l’inquinamento acustico derivante dai treni a Trento. Sui concertini notturni Civettini ha precisato che il suo ordine del giorno non ha lo scopo di porre dei limiti, ma di riaprire la discussione sull’argomento per cercare una soluzione. Claudio Civettini (Civica Trentina) Una banca della terra per dare lavoro ai giovani Manica: subito lo stop al consumo di suolo “Banca della terra, precedenza ai giovani agricoltori senza disponibilità di superficie coltivabile”, questo il titolo che riassume il senso di un altro ordine del giorno di Claudio Civettini, approvato all’unanimità dal Consiglio (27 voti), e che ha come obiettivo quello di favorire l’accesso all’agricoltura ai giovani, attraverso la messa disposizione di terreni da parte dei proprietari che non vogliono più continuare l’attività agricola. Per l’assessore Dallapiccola, l’odg va bene, anche se i terreni che si potranno mettere a disposizione dei giovani agricoltori realisticamente non saranno molti. Cia ha sottolineato come quest’odg può indicare una nuova modalità per dare lavoro ai giovani. Filippo Degasperi (M5S) Filippo Degasperi (M5S) Entro sei mesi regolamento sulla partecipazione Ok con tutti e 25 i voti dell’aula anche all’altro ordine del giorno, proposto da Filippo Degasperi (M5S) che, con una modifica concordata con l’assessore Daldoss, prevede che la Giunta proceda all’emanazione entro sei mesi dall’entrata in vigore della nuova legge urbanistica, dei regolamenti attuativi della legge 12 del 2014 riguardante la partecipazione a livello locale dei cittadini alla formazione del piano Entro un anno il testo unico delle norme urbanistiche Via libera all’unanimità (25 voti) anche all’ordine del giorno proposto da Filippo Degasperi (M5S), concordato nel dispositivo con l’assessore Daldoss, si prevede che entro 12 mesi si pervenga alla predisposizione di un testo unico che unifichi e coordini la nuova legge urbanistica con le precedenti normative in materia che rimangono in essere. Approvato all’unanimità (24 voti) l’ordine del giorno anche in questo caso proposto da Borga per la trasformazione in area di coltivazione della vite del terreno abbandonato all’uscita nord della galleria a Mezzolombardo. L’assessore Daldoss ha ricordato che è in corso un bando per l’assegnazione dell’area che individuerà gli affidatari della coltivazione a vite. Ha garantito quindi un intervento celere di taglio e sistemazione. Nerio Giovanazzi (AT) Testo unico sul territorio verrà avviato l’iter Sì unanime all’ordine del giorno di Nerio Giovanazzi (AT) con la quale si impegna la Giunta di avviare l’iter per arrivare ad un testo unico in materia di territorio e urbanistica. Così come all’unanimità è stato votato l’odg, sempre di Giovanazzi, con il quale si chiede di rendere omogenei i regolamenti comunali sui volumi edilizi. Maurizio Fugatti (Lega) Giunta, no alla Valdastico si punta sulla rotaia Rodolfo Borga: un regolamento per le bancarelle lungo le strade Quest’estate si è parlato molto di Strada Valdastico, il completamento dell’A31 è sempre più sollecitato dal Veneto e da Roma, a Trento si chiede di concedere la prevista “intesa”. In consiglio è stato respinto dopo un lungo dibattito con tre voti di astensione, 15 no e 9 sì, l’ordine del gior- 237 PA G I N A 5 C R O N A C H E settembre-ottobre 2015 confronto e un riequilibrio dei budget per le cliniche r l’elisoccorso to tariffario anche in termini di andamento della mobilità e di adeguamento delle tariffe ministeriali; di una valutazione congiunta dell’applicazione dei nuovi protocolli riabilitativi; del contributo che sarà conseguente ai provvedimenti provinciali di ridefinizione della rete ospedaliera, tenuto conto dei rilevanti investimenti, di sviluppo e di specializzazione nel settore riabilitativo”. L’assessore dovrà riferire in aula entro ottobre e si dovrà anche applicare un processo di benchmarking che metta a confronto i costi gestionali di tutti i soggetti accreditati, pubblici e privati. Walter Viola ha ricordato la mobilita- zione di Arco e sottolineato l’eccellenza arcense nel campo della riabilitazione sanitaria, attività storicamente florida e che garantisce i massimi livelli di mobilità attiva dei pazienti in Trentino. A fronte di questo occorre risolvere il caso dei posti letto garantiti dal sistema pubblico alla casa di via Capitelli ad Arco. Ben venga dunque la ragionevole mediazione del testo in Consiglio. Claudio Civettini ha detto che qui in gioco non c’è la difesa d’ interessi particolari, ma della qualità del sistema sanitario nonché il controllo dei suoi costi e la difesa di posti di lavoro. Luca Giuliani (Patt), che risiede ad Arco, ha chiesto all’assessora Borgonovo Re di seguire da vicino le sorti della casa di cura Eremo, che aveva tra l’altro un progetto di ampliamento in corso, rimasto al palo con un impatto non indifferente per il paese di Chiarano e per tutta Arco. Nerio Giovanazzi (AT) ha assicurato che a fine ottobre si chiederà conto all’assessorato. È, invece, saltato l’incontro che doveva mettere allo stesso tavolo Eremo, assessorato e consiglieri provinciali, e sarebbe stato molto utile per capire se c’è la disponibilità a ragionare su questo caso in modo tecnico e oggettivo. La cancellazione dell’appuntamento, con mail del Dipartimento Pat, è stata censurata da diversi consiglieri. Mario Tonina (UpT) infine ha detto che risolvere il caso Eremo è conveniente per il sistema sanitario, ma al di là del dato tecnico è un impegno e una responsabilità che la politica deve prendersi in difesa di chi dà lavoro e garantisce qualità. Alessio Manica ha spiegato che il gruppo del Pd ha votato il dispositivo della mozione in quanto depurato da alcuni passaggi troppo legati al caso particolare. ora no alla Valdastico no 7 di Maurizio Fugatti (Lega Nord) favorevole alla realizzazione dell’uscita della Valdastico a Rovereto sud, che secondo il consigliere potrebbe servire meglio che a Trento sud alle esigenze della zona industriale in una zona come questa soprattutto. L’assessore Gilmozzi ha motivato il “no” assoluto della Giunta all’odg con la necessaria coerenza della Provincia con la propria scelta strategica a favore della rotaia. L’assessore ha aggiunto che dopo aver tentato di scavalcare la norma che prevede l’obbligo dell’intesa con la Provincia, lo Stato ha recentemente riconosciuto la necessità di aprire un tavolo a questo scopo. Civettini (Civica Trentina) ribadendo il giudizio favorevole al collegamento autostradale, ha suggerito anche una possibile uscita della Valdastico ad AlaAvio. Non è vero che con la Valdastico si vende il Trentino al Veneto perché sarebbe il Trentino a guadagnarci anche in termini di riequilibrio del traffico. Non ci sarà a suo avviso alcuna imposizione da parte dello Stato ma un accordo. Nerio Giovanazzi (Amministrare il Trentino), pur apprezzando l’ottimismo di Fugatti circa la realizzazione della Valdastico, ha espresso sfiducia circa la possibilità che l’opera veda la luce considerata la contrarietà di troppi comitati. Si è chiesto comunque quali danni l’uscita a Rovereto sud creerebbe, anche perché anche l’A22 ne trarrebbe vantaggi in termini di traffico che oggi è in calo. Walter Viola di Progetto Trentino ha osservato che di Valdastico in quest’aula si è parlato anche troppo e che oggi è più opportuno un ragionamento complessivo che evitando le tifoserie contrapposte valuti laicamente quale possa essere la soluzione migliore possibile per collegare il Trentino con il Veneto. “Per troppi anni – ha proseguito Viola – come Provincia abbiamo guardato solo verso nord e ci siamo isolati a sud. Riprendere quindi una collaborazione virtuosa con il Veneto anche in chiave di sviluppo sarebbe importante per la vocazione di cerniera del Trentino che deve smettere di limitarsi a subire le scelte”. Per Massimo Fasanelli del Gruppo misto la risposta dell’assessore Gilmozzi è stata una risposta scontata. “Se ci mettiamo di traverso e diciamo solo no – ha detto – decideranno gli altri dove realizzare l’uscita. Prima che ci venga imposta sarebbe ora di decidere dove realizzare questo sbocco”. Sicuramente per Fasanelli non si dovrà fare a Besenello. In ogni caso non mi risulta che le strade abbiamo mai portato gravi danni ad un territorio, anche se si dovrà tener conto del rapporto costi-benefici. Degasperi (M5s), contrario all’o- pera, ha sottolineato la mancanza di una valutazione di costi e benefici di uno sbocco in Trentino della Valdastico. Dalla Provincia, che oggi con la Giunta si contraddice, ci è sempre stato raccontato che le merci dovranno spostarsi con la rotaia anche per evitare l’inquinamento di cui soffrono i territori situati attorno all’autostrada del Brennero. Secondo pochi studi esistenti l’opera, ha ricordato Degasperi, manca degli studi che la giustificano e comunque non porterebbe ad una riduzione del traffico lungo la Valsugana. Se il costo della Valdastico nord fosse di due miliardi, lo stesso studio dimostra che non sarebbe mai ripagato. Claudio Cia: sì alla demolizione dell’ex Anmil di Rovereto Secondo Giacomo Bezzi (Forza Italia) l’opera va fatta perché potrebbe portare benefici al Trentino. Fugatti ha dichiarato il proprio stupore per la risposta dell’assessore Gilmozzi che non ha colto il senso dell’ordine del giorno, e senza entrare nel merito dell’ipotesi dell’ordine del giorno dell’uscita dell’arteria a Rovereto anziché a Trento, ha fatto il panegirico ambientalista sulla rotaia mentre il presidente Rossi ha riconosciuto pochi giorni fa la possibilità di realizzare la Valdastico. Borga (Civica) ha espresso la posizione del proprio gruppo a sostegno della Valdastico. Non si capisce infatti perché l’opera dovrebbe danneggiare l’ambiente. Se vi fossero rischi per le falde occorrerà evidentemente studiare soluzioni migliori, ma comunque bisognerà valutare i pro e i contro con serenità. Per Borga nel suo incontro con i comitati anti-Pirubi il presidente si è espresso per la realizzazione dell’opera. La Valdastico quindi se si va avanti così si farà ed è quindi giusto ipotizzare un’uscita a Rovereto sud, fermo restando che i Comuni dei territori interessati dovranno comunque essere consultati. Maurizio Fugatti (Lega) Legge Gilmozzi più blanda sulle seconde case. C’è il no Respinto con 9 voti a favore, 13 contrari e 2 astenuti l’ordine del giorno numero 11 proposto da Fugatti (Lega) perché per fronteggiare la crisi del settore edile, si eliminino i vincoli sul recupero delle seconde case nei centri storici imposti dalla legge Pur riconoscendo che qualcosa dovrà essere fatto per risolvere il problema Daldoss assessore ha spiegato il parere negativo della Giunta con l’esigenza di perseguire anche con questa nuova legge la logica di non costruire più secondo case in Trentino. Bezzi (FI), favorevole all’odg di Fugatti, ha ricordato la sua contrarietà alla legge Gimozzi. “La Giunta deve tener conto che oggi per l’edilizia in Trentino e in Italia siamo in una situazione di stallo totale. Sull’edilizia – ha concluso – state esagerando e state uccidendo un comparto che dava lavoro a migliaia di addetti”. Fugatti ha ammesso che non si aspettava un “sì” della Giunta ma almeno una riconsiderazione di questo tema visto che si parla di riforma urbanistica. Borga (Civica) ha condiviso con Bezzi che l’edilizia è in crisi e il fatto che non si riesce a capire la chiusura della Giunta a proposte come queste che porterebbero vantaggio a tutti. Questo anche se la partita più importante riguarda le ristrutturazioni, il recupero del patrimonio esistente, il miglioramento energetico. Anche Viola ha preannunciato il voto favorevole di Progetto Trentino all’odg perché la situazione è cambiata rispetto ai tempi in cui fu approvata la legge Gilmozzi, e in alcune zone vi sono situazioni critiche che devono essere affrontare e risolte. Certo è importante non consumare più suolo ma il problema è cosa fare di ciò che abbiamo, cioè del patrimonio edilizio esistente. Giovanazzi: avviare l’iter per un testo unico per urbanistica e territorio Rodolfo Borga (Civica Trentina) Centro sociale Bruno per la Giunta controlli ok Rodolfo Borga ha presentato un odg sull’edificio concesso al centro sociale Bruno a Piedicastello. Con l’ordine del giorno il consigliere di Civica Trentina chiede che la Patrimonio Trentino receda dal contratto di comodato e ritorni in possesso dell’immobile. Anche perché, ha affermato, nel centro si svolgono attività che necessiterebbero di una lunga serie autorizzazioni che, a quanto pare, il Comune di Trento non ha mai rilasciato. C’è, secondo Borga, un’eccessiva tolleranza nei confronti di questi gruppi, come ha ricordato il questore di Trento, riferendosi agli anarchici ai quali è stato messo a disposizione uno spazio nell’Università. L’assessore Gilmozzi ha detto che la collocazione dell’ex Bruno a Piedicastello è il frutto di una riflessione per dare un assetto più chiaro ai rapporti tra questi ragazzi e la città. Non è vero, ha aggiunto, che non ci sono controlli: l’ultimo è stato fatto il 16 luglio con i vigili urbani, e non sono emerse irregolarità. Sull’odg Gilmozzi ha ricordato che l’edificio è destinato alla demolizione in una logica di ristrutturazione del quartiere. C’è un contratto di comodato, ha affermato ancora, che si può contestare solo quando c’è la certezza che le regole sono state violate. Borga ha annunciato un esposto alla Procura della Repubblica in base alle risposte date dal sindaco di Trento il quale ha affermato di non aver mai rilasciato le necessarie autorizzazioni, comprese quelle di sicurezza, al Bruno. “Qui – ha aggiunto – si parla del fatto che quando la Pro loco organizza una festa deve firmare un blocco così di carte, mentre per i cocchi del potere le leggi non valgono. Quello che ha detto il Questore per gli anarchici vale anche per questi vostri amichetti”. Fugatti (Lega) ha ricordato che un gruppo di anarchici ha preso la notte stessa a sassate i vigili del fuoco di Trento. Un salto di livello dello scontro che arriva a colpire chi fa solidarietà. E ciò dimostra che questi soggetti pensano di poter fare quello che vogliono. Per Bezzi (FI) questa questione ricorda quella dell’usura e l’anatocismo delle Rurali, quando, di fronte alle denunce, la Giunta diceva che il fenomeno non esisteva e poi si è arrivati alle inchieste giudiziarie. “Siamo stufi – ha concluso – di non avere risposte su interrogazioni precise. Altrimenti siamo costretti a rivolgerci alla magistratura”. Infine, Borga, ha fatto una proposta alla Giunta: modificare il dispositivo dell’odg concedendo un mese di tempo per verificare se l’ex Bruno ha, ad oggi, le necessarie autorizzazioni. Gilmozzi ha detto che Patrimonio del Trentino ha la responsabilità di far rispettare il contratto e che la Pat non ha mai autorizzato feste o altro e i doveri di controllo spettano ad altri. L’org di Borga è stato respinto con 19 no, 11 sì e un astenuto. 237 PA G I N A 6 C R O N A C H E settembre-ottobre IL DIARIO DEL MESE 1 LUGLIO In Grecia vince con il 61,2% il “nai” (no) al referendum sul piano di austerity proposto dai creditori internazionali. Successo per il premier Tsipras, si apre una fase delicatissima della crisi statale. 9 LUGLIO Approvata la riforma della scuola voluta dal Governo Renzi, che però non ha applicabilità diretta in Trentino. Il dirigente scolastico avrà più poteri, potenziata l’alternanza scuola-lavoro per i ragazzi, prima tranche di assunzione di personale precario. 9. Milano, all’Expo il Trentino inaugura la propria settimana di protagonismo a palazzo Italia, con lo spazio battezzato È stata un’altra estate ruggente, quella 2015, per il rapporto tra orso bruno e Trentino. Le aggressioni all’uomo nei boschi di Zambana e di Cadine, l’ondata di reazioni contro la pericolosa presenza dei plantigradi, quindi – in luglio – il passaggio in Consiglio provinciale, con l’assemblea legislativa che ha approvato una mozione in seduta straordinaria, indicando la linea da seguire alla Giunta Rossi. Il testo è stato promosso da Rodolfo Borga e da tutti gli esponenti dell’opposizione, eccetto Filippo Degasperi. È stato concordato un emendamento con l’assessore “all’orso”, Michele Dallapiccola, e infine la mozione è passata con 31 sì e il solo no di Degasperi. Si prevede – vedi la scheda qui a lato – di ridurre il numero di orsi, ma anche di approntare “misure per la tutela dell’incolumità dei cittadini e il coinvolgimento dei sindaci”. Il dispositivo è stato “limato” sul punto riferito al controllo della diffusione dei lupi, animale che l’assessore ha escluso sia in prospettiva un altro pericolo per l’uomo. Respinta invece (ne parliamo in un riquadro a parte) la richiesta finale della mozione, di attivare un referendum “finalizzato a cogliere l’orientamento dei cittadini nei confronti della situazione che oggi si trovano a vivere”. In linea con il dettato della mozione, è stata intensa in queste ultime settimane la trattativa a Roma tra il governo provinciale e il ministro per l’ambiente, Gian Luca Galletti, allo scopo di rivedere le regole di gestione dell’orso fissate nel protocollo Pacobace. È stata quindi introdotta la categoria degli orsi “dannosi”, che “arrecano ripetutamente danno ad animali o cose o utilizzano in modo ripetuto fonti di cibo legate alla presenza umana”. Per questi esemplari Roma autorizza la cattura e captivazione in recinto, ma non l’abbattimento, che invece viene consentito per gli orsi “pericolosi” per l’uomo, previa ordinanza urgente del presidente della Provincia. Sul punto della fissazione di un numero massimo di orsi compatibile con il territorio trentino, l’intesa dovrà essere raggiunta ad un tavolo che oltre a P.a.t. e ministero comprenda anche la Commissione europea. La mozione consiliare ha scatenato quest’estate anche un’iniziativa dell’associazionismo animalista più convinto, con catena di messaggi in Twitter per chiedere addirittura lo scioglimento del Consiglio provinciale di Trento, colpevole – si dice – di attentare alla sopravvivenza del plantigrado, inquilino ormai stabile dei nostri boschi. Non è mancato anche un picchetto alle porte del palazzo della Provincia. E mentre la polemica infuria come non mai, i forestali trentini sono stati impegnati (e continuano ad esserlo) per l’individuazione e cattura di KJ2, l’orsa responsabile dell’aggressione a un runner nei boschi vicini all’abitato di Cadine. Sono state depositate anche recenti interrogazioni di consiglieri provinciali (Fugatti, Civettini, Borga) che vogliono sapere perché passano addirittura i mesi senza che si venga a capo di questa operazione inizialmente annunciata come certa e imminente. Ecco le posizioni emerse in Consiglio provinciale durante la discussione della mozione sull’orso. Borga: “Numero insostenibile per il Trentino occidentale”. Rodolfo Borga (Civica) ha spiegato che l’intento è stato quello di muovere la Giunta Rossi, perché chieda al Ministero una radicale revisione del progetto Life Ursus, rendendo la presenza sia dell’orso che del lupo compatibile con la priorità della sicurezza per l’uomo. Le situazioni della Slovenia e soprattutto del Canada – dice Borga – non sono paragonabili per estensione territoriale e numero di centri abitati. Un esperto come Franco Perco, direttore del Parco nazionale dei monti Sibillini, ha avuto modo di dire che per lupo e orso vi è la necessità di restare entro un numero compatibile con la presenza dell’uomo. “Nella nostra provincia – ha proseguito il consigliere – gli orsi sono una sessantina e tutti si trovano nel Trentino occidentale”. Numero insostenibile. Il progetto sull’orso “è stato gestito con superficialità e dilettantismo, pur essendo in gioco la vita delle persone”. “Chiediamo un radicale cambio di rotta”, ha sentenziato Borga, “perché i boschi non sono la casa dell’orso ma dei trentini”. Si tratta allora “di individuare la soglia più bassa possibile di esemplari” ed è grave che in 40 giorni la Giunta non sia stata neppure capace di catturare l’orso pericoloso di Zambana. Dallapiccola: già chiesto un contingente massimo. “Siamo convinti – questa la dichiarazione in aula dell’assessore Michele Dallapiccola, competente per il tema orso – che questo progetto abbia determinato problemi non previsti in origine, o non in questo modo. L’ultimo caso ci ha spinto a cercare un colloquio con il Ministro sul progetto Pacobace, perché senza il consenso del Governo la Provincia non può intervenire. I rapporti non hanno dato esito positivo fino agli ultimi due episodi di aggressione, che hanno spinto il ministro ad interessarsi del problema. Dallapiccola ha letto il messaggio inviato dal presidente Rossi al ministro, nel quale il governatore segnala come sia “stata ormai superata la soglia di sostenibilità sociale rispetto all’attuale presenza dell’orso sul territorio trentino”. E conclude evidenziando “l’urgenza assoluta di adeguare gli strumenti di gestione vigenti e in particolare per le situazioni problematiche, e la definizione di un contingente come Convivium. Serie di eventi anche per promuovere l’Euregio. 13 LUGLIO L’Eurosummit approva il piano di aiuti alla Grecia per 86 miliardi di euro, il premier Tsipras accetta una road map fitta di riforme e misure economiche e fiscali molto dure da approvare in tempi strettissimi. Si spacca il partito di maggioranza Syriza. Nei giorni successivi il Parlamento greco approva le leggi del rigore e l’Ue dà il via libera al prestito-ponte da 7 miliardi di euro. Grexit scongiurata. 14 LUGLIO Storico accordo Usa-Iran sul nucleare a Vienna: stop all’utilizzo militare dell’energia atomica, sblocco dell’export di petrolio e dal 2016 fine delle sanzioni economiche contro Teheran, se rispetterà i patti. Israele contrarissimo. 15 LUGLIO Forte tensione in Consiglio attorno al tema dei punti nascite negli ospedali periferici. Sotto accusa Donata Borgonovo Re, le minoranze propongono di toglierle le deleghe perché l’assessora starebbe lavorando per la chiusura entro l’autunno. 16 LUGLIO Il Consiglio provinciale approva la legge Viola-Plotegher per contrastare il gioco d’azzardo patologico. 2015 18-19 LUGLIO Si commemora la tragedia di Stava nel 30° anniversario. E il dolore dei parenti delle 268 vittime dei bacini di Prestavél appare ancora inconsolabile. 22 LUGLIO Da due settimane regione nella morsa di un caldo africano. In Alto Adige due escursionisti uccisi dai fulmini, a Rovereto un operario Marangoni muore mentre lavora alle presse, sciopero del personale che parla di reparto con 50 gradi e senza raffrescamento. Il Consiglio vara la nuova legge urbanistica provinciale, predisposta dall’assessore Carlo Daldoss. Di Degasperi (5 Stelle) l’unico voto contrario. Il Consiglio: “Ridu Il testo: si affronta anche la diffusione del lupo La mozione approvata in luglio impegna la Giunta Rossi a 1) programmare ed operare una riduzione del numero degli orsi presenti in Trentino compatibile con la sicurezza degli esseri umani, utilizzando ogni possibile misura a ciò idonea, ivi comprese la sterilizzazione, l’abbattimento e/o la cattura ed il trasferimento dei plantigradi; 2) a manifestare le preoccupazioni sempre più pressanti presso le sedi interessate ai progetti di ripopolamento dell’orso, dal Governo centrale alle Istituzioni europee, per una seria riflessione sulla situazione creatasi che, allo stato dei fatti, è destinata diventare sempre meno sostenibile in relazione alla continua espansione della popolazione dell’animale in parola; 3) a richiedere altresì al Governo la liberalizzazione dell’acquisto, con registrazione dell’identità dell’acquirente dello spray al peperoncino anti-orso; 4) a promuovere un maggiore coinvolgimento dei sindaci nella gestione del progetto Life Ursus in veste di autorità di pubblica sicurezza, competenza a loro attribuita dall’ordinamento dei Comuni; 5) garantire il monitoraggio delle dinamiche di diffusione e di incremento numerico del lupo sul territorio provinciale nonché a sviluppare, fin d’ora,un piano di gestione che tra le altre cose approfondisca e determini la soglia di compatibilità della specie in relazione alla preminente necessità di assicurare la sicurezza delle persone. È stato stralciato invece il riferimento a un sostegno diretto a un referendum finalizzato a cogliere l’orientamento dei cittadini nei confronti della situazione che oggi si trovano a vivere in rapporto con l’orso bruno. massimo di soggetti compatibile. Contingente che di certo oggi almeno in parte del territorio è stato decisamente superato”. A proposito di Kj2, l’orsa che ha attaccato e ferito un runner a Cadine, Dallapiccola ha annunciato che la Provincia ha predisposte trappole. “Ora sappiamo dove l’orsa pericolosa si trova – ha aggiunto – e abbiamo gli elementi conoscitivi necessari per garantire la sicurezza dei cittadini”. Zanon: boschi e montagne appartengono ai trentini. Per Gianfranco Zanon (Progetto Trentino) “Il problema sta nel fatto che a causa dell’orso il nostro territorio non è più frequentabile come prima. E forse i 55 esemplari indicati dall’assessore non sono più sostenibili per il nostro territorio, perché i boschi e le montagne sono ancora vissuti e frequentati dalla nostra gente”. Non basta più limitarsi ad inter- venire sugli orsi problematici. Occorre ottenere dal Ministero la facoltà di allontanare un certo numero degli orsi dal nostro territorio. Kaswalder: situazione grave serve un’intesa bipartisan. Walter Kaswalder (Patt) ha espresso piena solidarietà all’assessore, “che vedo giù di corda”, perché questo è un progetto problematico che lui ha ereditato, su cui occorre un accordo bipartisan. “Negli ultimi cinque anni il numero degli orsi è cresciuto a dismisura, si arriverà presto a 100 esemplari”. “Nessuno va più nei boschi del Bondone, tanto meno gli educatori con i bambini delle scuole estive”. Questo progetto mette in In piena estate il Consiglio ha approvato una mozione in seduta straordinaria: si chiede anche il via libera allo spray con il peperoncino e la definizione del mumero massimo di lupi compatibile col territorio trentino difficoltà gli stessi forestali, che non lavorano più da soli. Fugatti: la Giunta ha sempre minimizzato il problema. Maurizio Fugatti (Lega) ha ricordato che solo dall’estate scorsa tutti si sono accorti che l’orso è un problema. Per Fugatti la Giunta ha continuato a minimizzare il problema – anche rispondendo a precisa interrogazione appena l’anno scorso – e a dare ai forestali l’indicazione politica di nascondere la questione di fronte all’opinione pubblica. La Giunta ha sempre inviato anche al Ministero messaggi rassicuranti. “Il fatto che adesso si cambi idea è sicuramente da saggi, ma chi ha governato negli ultimi 10-15 anni, Patt compreso, si deve assumere la responsabilità politica di quanto fin qui accaduto”. “Se vi aspettate che il Ministro alzi la mano per intervenire sull’orso siete degli illusi”. Per Fugatti “in base all’articolo 52 dello Statuto il presidente della Provincia potrebbe e dovrebbe adottare subito provvedimenti utili in materia di sicurezza e igiene pubblica, prima che accada il fatto grave. Occorre una sua assunzione di responsabilità, anche andando oltre gli accordi con Roma. Perché Galletti ha altro a cui pensare”. Degasperi: la mozione non dice che la colpa è della Pat. Degasperi (M5s) ha spiegato di non condividere la mozione se non in alcuni aspetti, “perché manca la parte più importante, ovvero l’indicazione della responsabilità della Provincia che ha gestito il progetto negli ultimi anni, e dal caso Daniza fino ad oggi”. “Il progetto originario – ha proseguito – prevedeva che gli orsi dovessero essere distribuiti anche in Veneto e nell’Alto Adige. Oggi si scopre che il nu- 237 PA G I N A 7 C R O N A C H E settembre-ottobre 2015 24 LUGLIO Il Consiglio provinciale respinge in seduta straordinaria la mozione delle minoranze che avrebbe spinto il presidente Rossi a togliere la materia della sanità all’assessora Borgonovo Re, al centro di forti critiche per le scelte in vista soprattutto in materia di punti nascita negli ospedali periferici. Il Consiglio provinciale approva una mozione che impegna la Giunta Rossi a lavorare per la riduzione del numero di orsi in Trentino. No alla richiesta di un referendum popolare sul tema, iniziativa che però già il giorno 27 viene avviata autonomamente dalla Lega Nord Trentino. 25 LUGLIO Il presidente della Provincia, Ugo Rossi, ritira le deleghe all’assessora Donata Borgonovo Re e chiama in Giunta l’altro consigliere del Pd Luca Zeni, assegnandogli sanità e politiche sociali. Alcune competenze in più agli assessori Olivi, Daldoss e Gilmozzi. 1 AGOSTO In fiamme la torre civica di Trento, la città sta a guardare per ore il rogo che a causa di un corto circuito elettrico distrugge le parti in legno sulla sommità dell’edificio di 45 metri in pieno centro. 12 AGOSTO Dramma in piena città di Trento: Claudio Rampanelli, 63 anni, accoltella e uccide la compagna (53 anni) e la figlia di lei (27), poi si toglie la vita gettandosi nel vuoto dall’edificio di casa. 18 AGOSTO Dopo le dure critiche di monsignor Nunzio Galantino alle forze politiche che osteggiano l’accoglienza ai profughi, e dopo l’ancor più dura replica del leader leghista Matteo Salvini, il segretario generale della Cei rinuncia a presenziare alla lectio degasperiana in programma come ogni anno a Pieve Tesino. 20 AGOSTO Si dimette Alexis Tsipras, il premier greco che non è riuscito compattare il partito Syriza attorno al doloroso piano di salvataggio finanziario del Paese. 24 AGOSTO Panico sui mercati borsistici mondiali, il crollo di Shangai legato alla crisi dell’economia cinese e alla svalutazione dello yuan trascina al meno 5,96% anche la piazza di Milano. Il giorno dopo però piazza Affari “rimbalza” subito, +5,86%, giornata migliore degli ultimi tre anni. 2 SETTEMBRE Il Consiglio delle Autonomie rinnova alla Presidenza l’uscente Paride Gianmoena, il candidato Adalberto Mosaner si ritira ma chiede più protagonismo politico da parte dell’organismo dei Comuni trentini. La fuga dalla Siria insanguinata dall’Isis provoca un’ondata migratoria verso l’Europa. A Bodrum in Turchia tragico rinvenimento sulla spiaggia del corpo di Alan Kurdi: aveva 3 anni e con il papà cercava la vita sulle isole greche. Mentre in Ungheria il presidente Orban punta su reticolati e respingimenti, Angela Merkel apre a sorpresa le frontiere tedesche. Papa Francesco chiede alle parrocchie di ospitare i profughi, anche Cameron a Londra rinuncia alla linea più dura. 11 SETTEMBRE Lo sport italiano in gloria: il ciclista Fabio Aru vince la Vuelta in Spagna, agli U.s. Open di tennis finale pugliese con Flavia Pennetta che trionfa su Roberta Vinci. Intanto Valentino Rossi prende il largo nel mondiale di motociclismo. urre gli orsi, con ogni mezzo” FUGATTI ALLA TESTA DEL COMITATO PROMOTORE E la Lega vuole il referendum L’obiettivo: chiedere ai trentini se vogliono la riduzione del numero di orsi Un comitato sta lavorando per “lanciare” un referendum propositivo tra i trentini e chiedere per questa via alla Provincia di limitare la presenza degli orsi in Trentino. Il quesito referendario è stato presentato in Consiglio a fine luglio. Il rappresentante del comitato è il consigliere provinciale della Lega Nord, Maurizio Fugatti. Questo il testo del quesito: “Volete che la Provincia intraprenda tutti i passi possibili, nell’ambito delle sue competenze e con opportune iniziative presso lo Stato italiano e l’Unione europea, con riguardo alle competenze di questi ultimi, perché la presenza di orsi nel territorio di tutta la Provincia di Trento sia limitata rispetto alla situazione attuale?” Si è aperto, quindi, l’iter del referendum: l’Ufficio di presidenza del Consiglio ha nominato il comitato composto da tre giuristi (Matteo Cosulich, Sarre Pirrone e Maurizio Tosadori) che secondo legge ha vagliato – e riconosciuto – l’ammissibilità del quesito. A questo punto il comitato referendario è impegnato a raccogliere, entro tre mesi, le 8 mila firme necessarie per l’effettivo via libera alla consultazione popolare. Nell’avviare la procedura depositando la richiesta di referendum a palazzo Trentini (vedi foto), Fugatti, ricordando che questo è il primo referendum di tipo propositivo (e non abrogativo) promosso in Trentino, ha detto che si potrebbe andare alle urne nella primavera del prossimo anno. Il consigliere ha sottolineato l’importanza politica di questo referendum, anche nei confronti della Giunta Rossi che, nel caso di un sì, potrebbe far valere il volere popolare nella trattativa avviata col Governo. Giacomo Bezzi (FI), che fa parte del comitato referendario, ha detto che questa iniziativa è in linea con le aspettative della gente trentina, che ormai ha paura a frequentare i boschi. A titolo personale ha aderito al comitato anche Claudio Cia di Civica Trentina. Nel corso della presentazione è intervenuto anche Walter Ferrazza, sindaco di Bocenago, affermando che non si tratta di un referendum contro l’orso, ma a favore di una convivenza pacifica tra l’uomo e un animale. La consigliera comunale di Trento, Bruna Giuliani, ha ricordato il danno d’immagine che l’orso sta provocando al Bondone e il dramma dell’aggressione di Cadine. Erminio Boso, infine, ha detto che la gente Le minoranze accusano l’esecutivo di avere sempre minimizzato e sottovalutato il problema. Si invoca un taglio netto alla consistenza dei plantigradi in Trentino, chiesti abbattimenti e se del caso caccia di selezione o sterilizzazioni. mero di orsi ha raggiunto un livello non più sostenibile. Eppure nella conferenza di informazione organizzata dal Consiglio ci era stato spiegato che la soglia minima di questi esemplari sarebbe stata di 50 orsi. “All’improvviso ora si dice che gli orsi sono troppi. Stupirsi e stracciarsi le vesti e richiedere interventi risolutivi oggi perché il numero degli orsi è quello previsto mi sembra fuori luogo”. E ancora: “Dov’è stata fatta tutta l’informazione sull’orso promessa, a parte quella veicolata dai cartelli? Anche le azioni di dissuasione degli orsi non sono mai state messe in pratica e adesso si rincorre un’orsa con 30 forestali. Perché queste misure non sono state adottate pri- ma? E dov’era la task force h24 quando l’orsa si aggirava nei dintorni di Cadine? Il progetto prevedeva inoltre la creazione di corridoi per permettere agli orsi di spostarsi da una parte all’altra del Trentino. Altre domande: il progetto prevedeva il coinvolgimento del Veneto e della Lombardia: quali contatti ci sono stati? Il 12 settembre 2014 Degasperi aveva già chiesto l’istituzione di un tavolo tecnico per la gestione del progetto, ma solo adesso il tavolo viene istituito. Per Degasperi “in questa mozione manca l’affermazione che se siamo arrivati a questo punto la responsabilità è della Provincia autonoma ”. Tonina: ora servono decisioni non un referendum popolare. Mario Tonina (Upt) ha ricordato la mozione presentata lo scorso anno dall’Upt dopo l’aggressione a Maturi, intitolata “Progetto orso, necessaria una ridefinizione”. Oggi “servono dei prelievi, perché plantigradi e lupi devono trovare spazio solo in numero controllato dentro territori e spazi poco frequentati dalle persone”. Pur contrario agli abbattimenti, Tonina è preoccupato perché “c’è ormai un’abitudine del plantigrado di avvicinarsi ai centri abitati, alle case e alle persone. E quando c’è questa confidenza con l’uomo non va bene, perché prima o poi accade qualche aggressione. L’esponente dell’Upt s’è poi detto contrario al referendum, perché i cittadini attendono piuttosto risposte e decisioni. Zeni: si punti sulla comunicazione e sul consenso sociale. Luca Zeni (Pd) ha ricordato che già all’inizio del progetto Life Ursus si sottolineava che vi era il rischio di incidenti e occorreva quindi avere la possibilità di intervenire sugli orsi problematici, nonchélavorare per sviluppare l’accettazione sociale. “La velocità di crescita della presenza dell’orso non è stata accompagnata alla diffusione della conoscenza di alcune regole importanti per la cultura della montagna”. Secondo Zeni “non è con i divieti che si risolvono i problemi”. Il limite della mozione è che si focalizza troppo sul numero degli orsi, lasciando in secondo piano altre questioni come la comunicazione. Giusta invece la richiesta della mozione di poter utilizzare lo spray al peperoncino. In sintesi, è sbagliato fare a gara nel dire “meno orsi ci sono e meglio è”. La presenza dell’orso un valore aggiunto lo può portare. Occorre però rassicurare i cittadini garantendo che la Provincia ha la situazione sotto controllo e promuove la conoscenza delle regole di convivenza indispensabili. Giovanazzi: gravi i danni per il turismo. Nerio Giovanazzi (Amministrare il Trentino) ha evidenziato che la gente non ne può più, come dimostra la raccolta di firme in atto. Bisogna essere duri con il ministro Galletti, che stando a Roma non ha la percezione di quel che succede qui. Per questo a suo avviso la mozione dovrebbe essere condivisa da tutti, perché l’attuale numero di orsi è eccessivo e alcuni esemplari vanno eliminati senza ombra di montagna vive la presenza di questo predatore come un intruso voluto dalla cultura cittadina. Per l’ex senatore si dovrebbe assegnare ai cacciatori dei permessi per abbattimenti di plantigradi. Il comitato promotore che lavora al referendum è composto da Maurizio Fugatti; Erminio Enzo Boso; Bruna Giuliani; Gianni Festini Brosa; Devid Moranduzzo; Claudia Postal; Ivo Ioriatti; Giulia Zanotelli; Pacifico Mottes; Martina Loss; Claudio Cia; Giacomo Bezzi. L’iniziativa è dunque partita, nonostante il Consiglio provinciale abbia respinto – con 21 no e 11 sì – la parte della mozione sull’orso che appunto prevedeva l’indizione di un referendum popolare. L’assessore Michele Dallapiccola ha detto in aula che costerebbe troppo (2,5 milioni) e non aggiungerebbe nulla a quanto già si sa. Borga ha replicato che i soldi per il referendum si potrebbero ricavare in vari modi, ad esempio tagliando sulla solidarietà internazionale. Da segnalare che Degasperi dei 5 Stelle, pur contrario alla mozione sull’orso, si è detto di dubbio. A soffrirne per Giovanazzi non sono solo i trentini ma anche il turismo, “che sta subendo un danno enorme dovuto a questa paura”. Il consigliere ha aggiunto che senza la sterilizzazione di qualche orso, il numero di questi animali crescerà inevitabilmente. E ha concluso ricordando che anche per i lupi è meglio fare subito prevenzione per non trovarsi tra non molto con un problema analogo a quello legato agli orsi. Bezzi: a questo punto occorre che la Giunta faccia di più. Giacomo Bezzi (FI) ha lamentato la scarsa attenzione prestata dalla Giunta al problema della paura dell’orso. Sarebbe importante per i forestali sapere con precisione dove si trovano gli orsi, per limitare con le buone l’accesso delle persone e dei turisti in queste zone. In questa fase di emergenza occorre fare qualcosa di più, magari consentendo la caccia di selezione. Borga: sarei favorevole allacaccia di selezione. In replica, Rodolfo Borga ha “rincarato la dose”: 1) il 22 luglio Dallapiccola aveva dichiarato in Commissione di non voler chiedere una soglia numerica, bensì mano libera per intervenire sia sugli orsi dannosi sia sugli orsi problematici; 2) occorre invece proprio diminuire il numero di animali, inoltre “sarei favorevole alla caccia di selezione all’orso”. Nel Parco dei monti Sibillini il 30% degli orsi e dei lupi è vittima di bracconaggio con bocconi avvelenati. In Trentino questo è successo solo in val di Non. Ma il bracconaggio arriverà se non si interviene subito. L’assessore: un cambio di rotta della Giunta c’è già stato. Fino a poco tempo fa non si erano mai verificati falsi attacchi degli orsi, ecco perché – ha chiarito – la Giunta ora ha cambiato rotta. Parlando di Kj2 (l’orsa che ha attaccato a Cadine) “noi conosciamo l’area in cui vive, ma siccome non ha radiocollare per metterglielo dobbiamo prima catturarlo. Tutte le nostre forze sono state dirette subito a garantire la sicurezza delle zone dove è stata individuata Kj2. Non spariamo all’animale, per non correre il rischio di sparare a un orso sbagliato. La sterilizzazione è un palliativo inadeguato. Dallapiccola ha ricordato poi che in caso di uccisione dell’orso non autorizzata, per l’amministrazione provinciale scatterebbe una procedura d’infrazione. 237 PA G I N A 8 C R O N A C H E settembre-ottobre 2015 Entro fine anno Rossi e Olivi riferiranno Risoluzione all’unani IL PUNTO SULL’OCCUPAZIONE I l prodotto interno lordo del Trentino è tra i più alti d’Europa. Il vero problema è l’incapacità del sistema di assorbire nuove forze lavoro. L’ha detto il 3 settembre Alessandro Olivi, vicepresidente della Provincia e assessore al lavoro, quando s’è presentato in Consiglio per fare il punto a proposito delle emergenze occupazionali in atto. Il confronto è stato richiesto dalle minoranze, che quest’estate avevano prestato massima attenzione a situazioni come quelle della Malgara di Avio, della roveretana Gallox, degli ex addetti Marsilli, della ledrense Mariani. Tutti i 25 consiglieri presenti hanno approvato infine la risoluzione di cui riferiamo qui sopra, un testo che impegna la Giunta Rossi a lavorare per creare nuova imprenditoria e nuovi posti di lavoro (in particolare per le donne), a formare in Agenzia del Lavoro un’apposita task force che monitori le crisi aziendali, a migliorare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro in Trentino, a istituire un fondo territoriale intersettoriale che rafforzi gli strumenti di ammortizzazione sociale. Il dispositivo di questa risoluzione fa seguito a un’analisi aggiornata della situazione economica trentina. Olivi ha affermato che la nostra provincia si trova in una situazione di sostanziale tenuta. Tuttavia, con 5 punti di p.i.l. persi dal 2007 ad oggi, anche Trento soffre della bassa crescita, che rallenta il recupero, sebbene in misura minore rispetto ad altre aree d’Italia e d’Europa. Gli ultimi dati disponibili sul lavoro (primo semestre 2015) mostrano un Trentino in miglioramento. Il problema, tuttavia, rimane ad avviso di Olivi l’incapacità del sistema di dare lavoro, soprattutto alle donne e ai giovani. Le politiche devono dunque concentrarsi sulle situazioni di crisi e su una maggiore integrazione tra le politiche di sviluppo delle imprese e quelle del welfare, finalizzata alla creazione di nuovo lavoro. L’assessore ha promesso azioni in tema di ammortizzatori sociali, con l’istituzione appunto di un fondo territoriale intercategoriale per raccogliere il contributo obbligatorio delle imprese. Sul fronte dei lavori socialmente utili, la Pat sta facendo un grosso sforzo, con incremento doppio di lavoratori nel Progettone e l’obiettivo della riduzione dei costi di gestione, della modifica dei criteri d’ingresso e obiettivi di maggiore solidarietà tra i lavoratori (meno ore, ma allargamento della platea di soggetti). Olivi ha proseguito osservando che occorre migliorare il meccanismo di lettura dei bisogni e dell’incrocio tra chi offre lavoro e chi ne ha bisogno, investendo anche nei servizi professionali all’impiego. Altro tema fondamentale a suo avviso è quello della formazione, che deve essere più personalizzata, con meccanismi premianti che escludano la formazione generalista, ma si orientino verso il raggiungimento di competenze qualificanti. Infine, all’Agenzia del Lavoro sarà assegnata una nuova funzione di “sostegno alla contrattazione aziendale”. Molti dati statistici sciorinati da Olivi to dell’aula, il vicepresidente Alesappaiono anche nella lunga premessandro Olivi ha ripreso la parola per sa alla risoluzione votata dall’aula. definirlo un “buon punto di sintesi”. Affrontare il tema della situazione In essa la fotografia della situazione viene scattata con prudenza. Vi si dice occupazionale nel quadro dell’ecoche “in Trentino il mercato del lavonomia trentina in soli 15 minuti di ro fornisce indicazioni contrastanti”, intervento è certamente riduttivo, ha perché cresce il numero di occupati aggiunto. Un tempo così breve non (e quindi le assunzioni) ma anche il permette di affrontare in maniera tasso di disoccupazione. Tra le critiesaustiva le diverse problematicicità “da superare” tà ed illustrare si elencano: un rapi singoli casi: porto tra operatori “Quello che dei servizi pubblici ho potuto fare per l’impiego e diè stato dare dei soccupati inferiore riferimenti tenai Paesi più avandenziali, menzati, anche se infetre ho cercato riore alla media itadi dare conto liana; la necessità della consapedi maggiore coorvolezza che la dinamento tra gli Giunta ha molinterventi delle poto chiara, dellitiche dell’educala necessità di zione e formazione rinnovare gli e quelli di politica strumenti e di del lavoro; la riduaccelerare nel L’assessore Alessandro Olivi zione delle risorse a miglioramento disposizione per le delle politiche politiche attive del lavoro; l’approca sostegno del lavoro”. cio spesso non personalizzato degli Va detto che alla risoluzione è stainterventi di politica del lavoro; un to aggiunto un punto per volontà impegno finanziario sbilanciato sul espressa dalle minoranze consiliasostegno al reddito, a scapito delle pore: prevede l’impegno della Giunta litiche attive (formazione, riqualificaRossi a relazionare al Consiglio enzione, bilancidi competenze...), fatti tro fine anno in ordine alle singole salvi i lavori socialmente utili; presituazioni aziendali di maggiore senza nei Centri per l’Impiego di atcriticità ed impatto sociale, a partitività ancora fortemente caratterizzate re dai casi aperti nei distretti induda adempimenti di tipo burocratico. striali della Vallagarina e del basso Trentino. Una volta trovata l’intesa sulla forClaudio Civettini ha detto di aver mulazione del testo da mettere al vocercato di portare la riflessione sul concreto: pur non condividendo l’intero contenuto della risoluzione (in modo particolare la premessa), “la La risoluzione ufficiale votata dal Consiglio provinciale è stata inizialmente presentata da Alessio Manica, Claudio Civettini, Gianpiero Passamani, Lorenzo Baratter, Rodolfo Borga, Alessandro Olivi, Walter Viola, Maurizio Fugatti e Filippo Degasperi. Il testo adottato impegna la Giunta a “orientare le azioni volte allo sviluppo economico e alla promozione e salvaguardia dell’occupazione secondo le seguenti direttrici: 1. indirizzare le politiche industriali a progetti di sviluppo aziendale e di incremento della produttività in modo da creare i presupposti di crescita anche qualitativa dei livelli occupazionali; 2. favorire l’insediamento di nuove realtà imprenditoriali, con particolare attenzione alle imprese innovative e con produzioni ad alto valore aggiunto, che garantiscano buona e solida occupazione; 3. intraprendere specifiche iniziative finalizzate ad affrontare le situazioni di crisi aziendale e le conseguenti ricadute occupazionali ed in particolare creare in Agenzia del Lavoro una specifica task force che si occupi del monitoraggio della L’assessore Olivi in aula: il Trentino tiene, ma su donne e giovani non ci siamo ancora “Un sforzo in più I DATI SUL TRENTINO DIFFUSI DALL’ASSESSORE OLIVI IL NUMERO DI OCCUPATI DAL 2007 AL 2015 IN CERCA DI OCCUPAZIONE DAL 2007 AL 2015 Popolazione 15 anni e oltre per condizione in provincia di Trento (2007-2014; 2° trim. 2015) Occupati 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2° tri. 2015 221.800 225.600 226.800 226.600 227.900 227.500 229.200 232.200 233.900 6.700 7.600 8.300 10.100 10.500 14.800 15.900 17.300 18.800 In cerca di occupazione Elaborazione su dati Istat-Ispat FORZA LAVORO Nel 2° trimestre 2015 le forze lavoro complessive (occupati + in cerca di occupazione) aumentano di circa il 2% su base annua. +5% le donne. OCCUPATI Nel 2° trimestre 2015 sono 234.000, di cui 130.000 uomini e 104.000 donne. Trend: +5% dal 2007 al 2014 (+6,9% in Alto Adige); + 1,3% tra 2013 e 2014 (0,2% in Alto Adige, +0,4% in Italia). OCCUPATI PER SETTORE DI ATTIVITÀ 4,5% in agricoltura, 25% nell’industria (-6%), 70% nei servizi (2° trimestre 2015). Ottimo il trend del turismo. ASSUNZIONI +5% nei primi 6 mesi del 2015, rispetto ai primi 6 mesi del 2014. Su base annua, +55% delle assunzioni a tempo indeterminato (nel semestre 2015). Le imprese tendono però a riassorbire il personale in cassa integrazione piuttosto che ad assumere nuovi lavoratori. Quindi ci sono meno disoccupati ex-occupati e più disoccupati che escono dall’inattività (+32%), che sono la parte più consistente dei disoccupati. DISOCCUPATI Poco più di 18.000 nel II trimestre 2015, in lieve incremento su base annua ma in diminuzione rispetto ai precedenti due trimestri. TASSO DI OCCUPAZIONE Fascia di età 15-64 anni: 66,0% (+ 0,4 punti sul II trimestre 2014); maschile 72,3%, femminile 59,8%. Italia: 56,3%. TASSO DI DISOCCUPAZIONE 7,2% (+0,4 punti sul II trimestre 2014). Era del 2,9% del 2007, ma all’8,1% nel primo trimestre 2015. Italia: 12,1. Il tasso di disoccupazione giovanile 15-24 anni nel 2014 è in Trentino al 27,1%, in Italia del 42,7. Buona parte dei giovani però prosegue gli studi. La percentuale di disoccupazione (cioè giovani in cerca di lavoro) sul totale della popolazione giovanile (indicatore Eurostat) è pari all’8%, allineata al tasso totale di disoccupazione. PIL PRO-CAPITE A parità di potere d’acquisto è pari a 33.700 euro (studio Eurostat riferito al 2013) e ci colloca tra le realtà europee con elevato livello di benessere economico (Italia 26.300 euro, Ue 26.600 euro). -5% rispetto al 2007 (l’Italia e il Nord-est devono recuperare invece 7 punti percentuali). 237 PA G I N A 9 C R O N A C H E settembre-ottobre 2015 in Consiglio anche sulle situazioni aziendali più critiche e di maggiore impatto sociale mità: ecco gli impegni per la Giunta 4. 5. 6. 7. 8. situazione economico-finanziaria ed occupazionale delle crisi aziendali; razionalizzare e qualificare gli interventi a sostegno della nuova imprenditorialità, semplificandone i canali di accesso; riprogettare la mission delle politiche del lavoro attorno ai servizi professionali per l’incontro tra domanda e offerta di lavoro; completare l’attuazione della delega in materia di ammortizzatori sociali con riferimento alla cassa integrazione, promuovendo la firma di accordi collettivi volti alla istituzione di un Fondo territoriale intersettoriale e adeguando l’ammortizzatore sociale provinciale per i disoccupati – il Reddito di Attivazione – al nuovo regime nazionale delle indennità di disoccupazione. potenziare i servizi all’occupazione mediante la cooperazione tra pubblico e privato e gli investimenti nella rete provinciale dei servizi per il lavoro; favorire e realizzare interventi imperniati sui servizi di ricollocazione di personale espulso; 9. confermare e potenziare ulteriormente le azioni di attivazione dei soggetti disoccupati percettori di sostegno al reddito (principio di condizionalità); 10.sviluppare la filiera scuola – lavoro, al fine di coordinare gli interventi a favore dei ragazzi in uscita dal sistema scolastico e di migliorare l’orientamento scolastico, anche in termini di orientamento all’occupazione; 11. sostenere l’occupazione femminile sia in termini quantitativi che qualitativi con interventi mirati; 12.sostenere la competizione economica mediante le reti di imprese, l’incremento della produttività aziendale, la specializzazione della formazione continua e la valorizzazione della contrattazione decentrata territoriale. In particolare, la Giunta si impegna a relazione al Consiglio entro la fine dell’anno in ordine alle situazioni di maggiore criticità ed impatto sociale, a partire dai casi in essere nei distretti della Vallagarina e del basso Trentino e alle misure che si possono approntare in favore dei lavoratori coinvolti. per creare lavoro” sottoscriviamo al fine di contribuire al bene comune e alla soluzione delle necessità dei territori di cui siamo umili servitori”, ha osservato. Alessio Manica, capogruppo del Pd, ha espresso soddisfazione per la condivisione raggiunta dall’aula: con questa risoluzione, che pur palesa un quadro di difficoltà e di criticità, si indica una strada, individuando diversi segmenti sui quali la Giunta può indirizzare la propria azione in quello che è davvero “il tema dei temi”. La voterò, nonostante “un punto che non digerisco” ha detto Filippo Degasperi: laddove si impegna la Giunta a “riprogettare la missione delle politiche del lavoro attorno ai servizi professionali per l’incontro tra domanda e offerta”. C’è fin troppo business attorno a questo e al Trentino non servono privati accreditati, quanto la valorizzazione di istituzioni già esistenti, come Agenzia del lavoro e centri per l’impiego. Anche Maurizio Fugatti ha dichiarato il voto favorevole nonostante alcune sbavature e l’assenza del riferimento al leaseback, “un argomento da 190 milioni di euro”. La convinta sottoscrizione di Progetto Trentino è stata motivata invece da Marino Simoni: “Tutto quanto si può fare nella direzione del lavoro va sostenuta e portata avanti, a maggior ragione in un momento critico come questo”. Gli allarmi occupazionali quest’estate sono stati diversi. Il Consiglio ha fatto il punto il 3 settembre. Ledro, la Mariani scalpita Deve ampliarsi ma non si trova la soluzione urbanistica nella sede di Ledro Uno dei casi aziendali che in queste settimane sono al centro dell’attenzione riguarda la Mariani spa nel Comune di Ledro. Già il 20 agosto il presidente Dorigatti ha incontrato a palazzo Trentini – e su loro richiesta – un gruppo di lavoratori della fabbrica, che produce coppe per l’olio dei motori. Gli adetti erano accompagnati a Trento dal consigliere Claudio Civettini. Tema dell’incontro, le difficoltà che l’azienda, con i suoi 160 dipendenti e 43 milioni di euro di fatturato annuo, incontra nell’ampliamento della struttura produttiva, passo ritenuto indispensabile per attuare gli investimenti previsti (10 milioni di euro). Com’è noto, il tempo è passato senza che si sia riusciti a varare la necessaria variante urbanistica (c’è di mezzo anche il Tar) e senza che sia stato possibile l’acquisto di un appezzamento alternativo vicino alla fabbrica. Sia Civettini che i lavoratori, nel colloquio col presidente Dorigatti hanno affermato che la Mariani si trova nella condizione di non riuscire a realizzare i piani di espansione produttiva e quindi occupazionale a causa della contrarietà dell’amministrazione comunale. Una situazione paradossale, secondo la versione dei dipendenti, e che il Comune sottovaluta, ma mette veramente a rischio la presenza stessa in valle di Ledro della Mariani. Un’azienda che rappresenta da sola il 25% del Pil della valle, e si appresterebbe a trasferirsi obtorto collo altrove (Rovereto? Storo? O Brescia?). Il consigliere della Civica Trentina ha detto che la Provincia deve intervenire per sbloccare uno stallo incomprensibile e che colpisce una delle poche aziende che in Trentino investono e assumono. Dorigatti ha aggiunto che la nostra Provincia non può permettersi di perdere un solo posto di lavoro, soprattutto nelle zone periferiche, ma anche ricordato che le soluzioni vanno ricercate con realismo, valutando le esigenze di tutti gli attori coinvolti. A Tiarno nei giorni successivi è giunto tra l’altro anche Matteo Salvini e il paradosso della Mariani è finito davvero alla ribalta nazionale. Continua intanto il lavoro concreto che forse porterà presto a una soluzione praticabile, Olivi ne riferirà in Consiglio assieme agli altri fronti occupazionali più caldi (c’è attenzione per Gallox, Marangoni, Malgara, Arcese). L’incontro del 20 agosto tra Dorigatti, Civettini e una delegazione di lavoratori della fabbrica Mariani di Ledro La mattinata dedicata dall’aula al tema lavoro ha visto anche una fitta serie di interventi dei consiglieri di minoranza a commento delle parole di Olivi. “Sono sbalordito”, ha esordito Claudio Civettini (Civica), “nell’ascoltare questa descrizione paradisiaca, che corrisponde poco alla realtà. La Giunta ci dia gli indirizzi di chi cerca lavoro, dato che ci sono migliaia di lavoratori appena usciti dalla mobilità e che non hanno nemmeno diritto ad accedere al Progettone. Quello che ci interessa, aldilà di sterili numeri, è parlare di Marangoni, Gallox, Marsilli, Mariani, ex Malgara, ovvero di realtà precise: vogliamo risposte perché qui ci sono lavoratori disperati. Se è vero che queste aziende non riescono più a sostenere i costi, proviamo con soluzioni tipo la defiscalizzazione, oppure con altri strumenti. Su questi temi e in una situazione delicata come quella che stiamo vivendo, ci dovrebbe essere una convocazione permanente del Consiglio provinciale”. Ha condiviso buona parte delle osservazioni del collega Civettini il consigliere Filippo Degasperi (5Stelle): il quadro descritto dal vicepresidente pare davvero idilliaco, ma poco rispondente alla reale situazione del mondo del lavoro trentino. Qualche perplessità sorge spontanea e c’è da chiedersi se gli strumenti dell’autonomia siano stati utilizzati al meglio. Una perplessità che non è riferita solo al pregresso, ma che vale anche per il futuro: non si osserva a suo avviso un cambio Le minoranze: la realtà locale è molto più amara. Fugatti: leaseback strumento fallimentare di rotta, non sembrano esservi idee nuove. Quanto alla formazione professionale, c’è da chiedersi chi ne sia in Trentino il vero regista, se gli enti pubblici o quelli privati. Degasperi è certo che siano questi ultimi a dettare gli indirizzi perché vedono nella formazione un tesoretto appetibile, con la conseguenza che l’orientamento della formazione è purtroppo lontanissimo dalle esigenze vere del modo del lavoro. Il consigliere pentastellato ha concluso mettendo in guardia l’assessore dal continuare a utilizzare gli stessi strumenti all’interno di un contesto mutato. Maurizio Fugatti (Lega) ha citato altri dati che testimoniano come il Trentino con le risorse dell’autonomia faccia in realtà peggio del resto d’Italia. Tra il ‘99 e il 2012 la crescita è stata dello 0,3% contro lo 0,5% dell’Italia. Quanto al leaseback utilizzato per aiutare le aziende in crisi, abbiamo investito il 66% di risorse per imprese che dopo l’intervento pubblico appaiono tuttora in difficoltà oppure sono state addirittura chiuse. Praticamente ci abbiamo messo 50.000 euro per ciascun lavoratore: questo strumento, alla luce di questi dati, è da rivedere. Il consigliere è poi entrato nei casi specifici di Marangoni, Mariani ed altri, contestando all’assessore Olivi di aver nascosto la situazione di queste aziende fino all’ultimo. Un sospetto “maligno, ma legittimo” sulla Mariani, ha detto Fugatti, è quello dell’interesse dell’assessore roveretano nello spostamento dell’impresa dalla valle di Ledro a Rovereto. Gianfranco Zanon (Progetto Trentino) ha raccomandato grande attenzione: la situazione è ancora molto delicata e occorre trovare il coraggio e il modo di trattenere le aziende che stanno investendo nel nostro territorio. Il Trentino ha bisogno di solidità economica e di produrre Pil. “Mi aspettavo da Olivi una relazione più precisa e mirata alle aziende in difficoltà – ha detto il consigliere noneso – con numeri più veritieri e qualche proposta di crescita per il futuro, che nel documento illustrato dall’assessore non pare invece esserci”. Unico consigliere di maggioranza ad entrare nella riflessione assembleare è stato Luca Giuliani del Patt, che ha evidenziato i numeri positivi dell’economia nazionale e provinciale. La riduzione della pressione fiscale è ad oggi a suo parere lo strumento principale per riavviare l’economia, assieme ad un maggior contrasto all’evasione fiscale, che va attuato con una politica che sappia promuovere un cambiamento vero di mentalità. Non solo, servirebbe anche una maggiore semplificazione burocratica: “In questa direzione è stato già fatto molto, ma altro resta da fare”, ha aggiunto. Il collegamento scuola-lavoro deve a suo avviso essere un imperativo e in questo senso si sta procedendo sulla giusta strada. 237 PA G I N A 10 C R O N A C H E settembre-ottobre LA NUOVA LEGGE 2015 Gli esercizi “slot-free” esporranno un logo Soddisfazione di Viola e Plotegher (promotori della nuova normativa) perché si imposta uno sforzo corale contro gli effetti sociali del gioco d’azzardo. “Battaglia” riuscita di Fugatti per estendere i divieti alle sale da gioco e non limitarli a esercizi pubblici e commerciali Ecco tutte le norme introdotte dalla legge, che punta a prevenire la dipendenza dal gioco, disincentivare l’accesso al gioco, assistere i ludopatici e tutelare la convivenza sociale. a) È vietata la collocazione degli apparecchi da gioco a meno di 300 metri dai luoghi sensibili come scuole, strutture sanitarie, aree ricreative per i giovani, circoli pensionati e anziani, luoghi di culto. Entro 5 anni le “macchinette” dentro il raggio dei 300 metri devono essere rimosse, pena rimozione coatta e sanzione da 1000 a 5000 euro per macchinetta; b) obbligo per i gestori di esercizi con offerta di giochi pubblici di esporre dentro e fuori materiale informativo sui rischi correlati al gioco, sui servizi sanitari per i ludopatici e sulla possibilità di utilizzare dispositivi di gioco che definiscono un limite di importo da giocare o un tempo massimo di utilizzo; c) possibilità per la Giunta provinciale di condizionare gli incentivi alle imprese all’assenza di apparecchi da gioco e all’impegno di non installarne; d) divieto per la Provincia di pubblicizzare le sale da gioco e di ospitare tali pubblicità negli spazi pubblicitari istituzionali: Walter Viola e Violetta Plotegher, autori dei due disegni di legge da cui è partito il testo poi approvato per la lotta alla ludopatia e) la Provincia promuove un codice di autoregolamentazione per i propri enti strumentali intema di pubblicità al gioco d’azzardo; f) realizzazione di un logo per gli esercizi pubblici senza apparecchi da gioco; g) iniziative di formazione finalizzate alla prevenzione della dipendenza dal gioco e al riconoscimento delle situazioni di rischio, da rivolgere a operatori dei locali con “macchinette”, agli operatori sociali e sanitari, agli educatori, agli insegnanti, agli operatori dei servizi telefonici che informano sui lle dipendenze dal gioco; h) monitoraggio da parte della Provincia del fenomeno, attivazione da parte di Apss (Azienda sanitaria) di servizi per la prevenzione, la cura e la riabilitazione dei ludopatici, con il coinvolgimento attivo dei soggetti del terzo settore attivi nel contrasto alla dipendenza dal gioco; i) contributi Pat ai progetti elaborati dai soggetti del terzo settore di cui sopra; l) relazione biennale della Giunta alla Commissione competente del Consiglio sull’attuazione della legge. Lotta all’“azzardopatia” Entro 5 anni via tutte le slot machine entro 300 metri dai siti sensibili I l 16 luglio scorso il Consiglio provinciale ha approvato all’unanimità la prima legge trentina (l.p. 13/XV) che affronta il problema del gioco d’azzardo patologico. Il testo intitolato “Interventi per la prevenzione e la cura della dipendenza da gioco” ha unificato i disegni di legge proposti rispettivamente da Walter Viola (Progetto Trentino) nel gennaio 2014 e poi da Violetta Plotegher del Pd nell’agosto 2014. Il testo di Viola riprende anzi un testo depositato già nella XIII legislatura (aprile 2013), con l’obiettivo di affrontare la tematica anche alla luce del decreto Balduzzi varato a Roma nel 2012. La discussione in aula consiliare si è animata in particolare su un punto specifico, sollevato da Maurizio Fugatti, la cui posizione è stata subito condivisa dai colleghi di minoranza e ha seminato dubbi nella maggioranza. Fugatti ha contestato la legge perché a suo avviso avrebbe favorito la lobby delle grandi sale da gioco e discriminato invece bar e altre attività commerciali, che integrano l’attività di somministrazione di alimenti e bevande con l’offerta di slot machine. La legge proposta da Viola e Plotegher era stata emendata in Commissione per iniziativa della Giunta con una norma destinata ad obbligare entro 3 anni i titolari di bar e altre attività commerciali collocati entro un raggio di 300 metri da luoghi sociali sensibili (scuole, i centri anziani, ecc.) a rimuovere questi apparecchi. Si stabiliva però che l’obbligo non riguardasse le sale gioco, la cui ragione sociale consiste proprio nell’azzardo e nelle scommesse che la legge consente. Il problema – ha spiegato ai consiglieri l’assessore Alessandro Olivi – è che se queste sale da gioco venissero assoggettate alla nuova legge, sarebbero di fatto costrette a chiudere. E questo non può essere previsto da nessuna norma. D’altro canto – hanno obiettato Fugatti e altri colleghi – che senso avrebbe costringere i bar a liberarsi dalle “macchinette mangiasoldi“, senza le quali questi locali spesso non riescono a sopravvivere, per salvare invece le sale gioco, che si arricchiscono solo con il gioco d’azzardo? Di fronte a questo ragionamento anche Viola ha chiesto alla Giunta una verifica. Per sciogliere il nodo lo stesso Viola ha elaborato un emendamento ad hoc, poi approvato. La prima modifica al testo prevede lo slittamento da 3 a 5 anni dei tempi entro cui rimuo- denza da gioco mentre oggi sono 120. L’azzardo ha lo stesso effetto sugli italiani che l’alcol ebbe sugli indiani d’America. In Parlamento raramente si sentono prese di posizione corali e severe come quelle che ascoltiamo in Consiglio. Nel Paese cala il prelievo fiscale sul gioco (sulle slot machine la quota che rimane all’erario è appena del 12%) e questo ne favorisce la diffusione. Lo Stato avrebbe potuto puntare sul gettito, ma non l’ha fatto. Il Consiglio poteva forse fare qualcosa di più tenendo conto ad esempio dell’opinione dei cittadini contrari al gioco d’azzardo. Giacomo Bezzi: il settore è in evoluzione, resteranno presto solo le sale da gioco molto grandi, mentre i bar non potranno tenere il passo, non avendo gli 800-1000 metri quadrati come le sale Bingo. Maurizio Fugatti (Lega Nord Trentino) vere le slot machine in tutti i locali situati entro un raggio di 300 metri da luoghi sensibili, comprese però anche le sale gioco. Un altro emendamento ha permesso ai piccoli Comuni, in cui esiste un unico bar con apparecchi da gioco, di prorogare ulteriormente il termine per la rimozione delle macchinette. Maurizio Fugatti a questo punto ha ritirato i propri emendamenti, “perché ora si stabiliscono regole uguali per tutti”. È stato accolto anche un emendamento proposto da Plotegher, per assoggettare alla legge sia gli esercizi commerciali che gli esercizi pubblici. La consigliera ha anche evidenziato la valenza della norma da lei proposta, che nega contributi pubblici agli esercizi che installeranno apparecchiature da gioco. Il testo di legge mira a premiare le realtà che rinunciano ai proventi del gioco d’azzardo, ma occorre coinvolgere e convincere gli esercenti. Contrastare l’azzardo infatti richiede un cambiamento culturale diffuso. La legge ha anche il pregio di promuovere un’informazione adeguata rispetto all’uso del denaro, che non va sprecato per tentare la fortuna con le slot machine. La Provincia promuoverà la scelta di non giocare, ma occorre anche che sia vicina a quegli esercizi che decidono di non offrire ai clienti gli apparecchi da gioco. No invece a tasse di scopo, meglio investire in prevenzione. Infine Plotegher ha ricordato il divieto di fumo – introdotto nel provvedimento – nelle aree in cui sono collocate le macchine da gioco. Plotegher: rendicontare bene l’efficacia di questa normativa. Plotegher ha messo l’accento sui “costi sociali” della ludopatia, che nulla ha a che fare con il gioco e andrebbe ribattezzata “azzardopatia”. Connesse al gioco d’azzardo – ha rimarcato – vi sono pesanti infiltrazioni della criminalità organizzata. Viola: provvedimento utile per tutelare la salute e fare rete. Per l’esponente di Progetto Trentino questa nuova legge è importante anche se per fortuna in Trentino la dipendenza da gioco è ancora contenuta (ma il trend è in crescita). Si punta a diffondere un uso consapevole del gioco d’azzardo, che è lecito ma sfugge ad ogni con- trollo, specialmente se si consuma online. Il pregio delle nuove norme è la messa in rete di tutti i soggetti interessati a prevenire la ludopatia. Gli emendamenti hanno introdotto due correttivi di rilievo, rendendo questo testo equilibrato per affermare due principi: promozione e la cura della salute; messa a disposizione della comunità di tutti i soggetti che possono sensibilizzare, fare prevenzione e curare laddove necessario. Le perplessità e l’analisi dei consiglieri di minoranza. Claudio Civettini ha chiesto perché chi tra gli operatori ha scelto di non avere macchinette da gioco nel proprio locale ha subito un aumento anziché uno sgravio dell’Irap. Ha inoltre detto che il Trentino guadagna sui giochi circa 5 milioni di euro l’anno (i 9 decimi delle tasse nel settore) e occorrerebbe utilizzare tutti questi fondi per contrastare la ludopatia. La questione è educativa e richiede coerenza come nell’utilizzo dei beni sequestrati alla mafia. Claudio Cia ha espresso dubbi sulla possibilità di arginare con questo disegno di legge il feno- I NUMERI DEL GIOCO D’AZZARDO IN ITALIA E IN TRENTINO ➤ ➤ ➤ ➤ ➤ ➤ La spesa annuale pro capite: 1.431 euro in Italia, 1.115 euro in Trentino. Le giocate in Trentino Alto Adige: 1 miliardo 176 milioni di euro (2014). Costi sociali e sanitari della ludopatia: 8 miliardi all’anno in Italia. Gettito fiscale annuo per la P.a.t. dalle tasse sul gioco: 38,5 milioni (2012). Composizione sociale dei giocatori d’azzardo: 12,1% donne, lavoratori saltuari o precari, cassintegrati Pazienti ludopatici in cura al Sert: 116 meno della dipendenza da gioco d’azzardo. Questo perché lo Stato e la Provincia guadagnano troppo con il gioco. In particolare lo Stato, che incassa circa 8 miliardi di euro, continuerà a prendere tempo finché non si renderà conto, come per il fumo, che i guadagni sono inferiori alle perdite. Cia ha rilevato anche che sono soprattutto i poveri a cercare la fortuna nel gioco, non a caso proporzionale all’aumento dell’indigenza. I soggetti più colpiti hanno poi bassa scolarizzazione, sono lavoratori saltuari o precari (80,2 % ) e cassintegrati (86,7%) Marino Simoni ha plaudito al disegno di legge da lui sottoscritto perché fornisce anche agli enti locali alcuni strumenti concreti per fronteggiare il problema della dipendenza dal gioco d’azzardo. Filippo Degasperi ha segnalato che il problema è grave anche in Trentino dove nel 2007 vi erano solo 4 persone curate per dipen- Borgonovo Re: per la prevenzione servono reti sociali. Donata Borgonovo Re ha ricordato che il testo è politicamente trasversale. In Trentino – ha detto – la percentuale dei giocatori d’azzardo è inferiore rispetto alla media nazionale. I giocatori patologici seguiti dal Sert sono 116, ma in 4 anni il fenomeno è quadruplicato. Serve scoprire per questo la dimensione del sommerso. Quanto alla collocazione sociale dei giocatori, Borgonovo Re ha segnalato che le donne sono solo il 12,1% (dati 2013). Il 60% di queste persone hanno un’occupazione e bassa scolarità. C’è un problema di disuguaglianza sociale, per cui il piano per la salute e la programmazione sanitaria e socio-sanitaria dovranno agganciarsi fortemente alla previsione di questa legge. Molto importante è che l’articolo 3 preveda la valutazione dell’esito dei progetti terapeutici. Occorre – ha aggiunto l’assessora – un codice di autoregolamentazione per gli enti strumentali della Provincia: “Mi è sempre apparso contraddittorio vedere sugli autobus della Trentino Trasporti le pubblicità di esercizi che vendono il gioco”. Olivi: libertà economica ma anche diritto alla salute. L’assessore Alessandro Olivi ha ricordato che già l’anno scorso la Provincia aveva inserito nelle norme sui pubblici esercizi l’incarico ai Comuni di limitare la presenza degli apparecchi da gioco nelle aree considerate sensibili. L’iniziativa economica che va salvaguardata è quella dell’offerta propria di bar e tabaccherie, non quella legata agli apparecchi da gioco. 237 PA G I N A 11 C R O N A C H E settembre-ottobre 2015 Utilizza le casse automatiche attive 24 ore su 24, 7 giorni su 7 per pagare le prestazioni sanitarie non serve più fare la coda allo sportello E se hai attivato la tessera sanitaria, con – la cartella clinica del cittadino potrai accedere alle tue prenotazioni e ricette farmaceutiche, pagare le prestazioni sanitarie, cambiare il tuo medico di famiglia, visualizzare la tua storia clinica e tante altre informazioni. Visita il sito www.apss.tn.it per scoprire tutti i servizi disponibili trec.trentinosalute.net/ 237 PA G I N A 12 C R O N A C H E settembre-ottobre 2015 Donata Borgonovo Re ha rivendicato di “Sulla sanità la “La parresia – il parlar chiaro – purtroppo è ancora considerata più un difetto che una virtù”. Ha esordito così, Donata Borgonovo Re, quando – il 3 settembre – si è rivolto all’aula consiliare per commentare il suo “licenziamento” dalla Giunta. “Credo – ha ragionato la consigliera da oltre 10 mila preferenze elettorali – che il dialogo con la comunità non sia mai sufficiente, fatte dieci riunioni sarà utile anche l’undicesima per capirsi meglio. Detto questo, però, le nostre leggi stabiliscono che le decisioni relative al governo concreto delle strutture sanitarie sono affidate ai tecnici, che devono assumerle sulla base di criteri tecnici e scientifici. Si tratta spesso di scelte che non possono e non potrebbero essere di tipo politico. Non ci si deve ingannare e non ci si può illudere, i tempi attuali richiedono in modo particolare scelte responsabili e realistiche. Calamandrei diceva che chiarezza e politica non vanno d’accordo, ma io voglio credere che oggi la chiarezza abbia sempre di più citta- CASO SANITÀ: CAMBIA L’ASSESSORE Via Borgonovo Re, un giorno dopo la bocciatura in aula della mozione delle minoranze, che chiedevano di assegnare la sanità ad altro assessore Sanità, si ricomincia da Zeni I n piena estate – nel bel mezzo della cappa di calore micidiale “regalata” dall’anticiclone delle Azzorre – è scoppiato l’incendio politico dell’anno, culminato con la decisione del presidente Ugo Rossi di congedare l’assessora Donata Borgonovo Re e di sostituirla con un altro consigliere del Partito Democratico, Luca Zeni. Gli antefatti. Il 24 luglio le tensioni attorno al comparto della sanità trentina sono approdate in aula con una seduta straordinaria pomeridiana, voluta dagli 11 esponenti della minoranza. Con la proposta di mozione 288 si voleva impegnare la Giunta ad una revisione delle deleghe, da sottrarre all’assessora alla salute in carica, al centro di veementi critiche per le scelte sui servizi ospedalieri nelle valli e per il metodo di lavoro fin lì adottato. La mozione è stata respinta con 23 voti contrari, l’hanno sostenuta solo gli 11 consiglieri proponenti. Appena 24 ore dopo, però, la decisione che era nell’aria è stata materializzata in un decreto del presidente della Provincia, Ugo Rossi. Il decreto ha trasferito le competenze sulla sanità e l’assistenza da Borgonovo Re a Zeni. Ha previsto allo stesso tempo anche la collocazione, nell’alveo delle politiche del lavoro in capo ad Alessandro Olivi, di tutte le azioni comprese nella filiera degli ammortizzatori sociali ed in generale le iniziative finalizzate al sostegno al red- CLAUDIO CIVETTINI. Il primo firmatario ha illustrato la proposta di mozione poi respinta, affermando che anche i consiglieri di maggioranza, a parte 7, la condividevano in pieno, pur non potendola votare per ordini di coalizione. Mozione tutta politica – ha spiegato Civettini – che non ha nulla a che vedere con la persona dell’assessora, tant’è che è stata concepita prima delle esplosive dichiarazioni sulle ventilate, imminenti chiusure dei punti nascita negli ospedali di Tione e Cavalese. L’assessora non ha più la fiducia – ha riassunto il consigliere – per una somma di decisioni, a partire dal mancato coinvolgimento sull’organizzazione della rete ospedaliera e dall’accentramento delle mammografie a Trento e Rovereto. UGO ROSSI. Il Presidente della Provincia ha respinto il testo perché così formulato (con richiesta di cambiare le deleghe e non di “cacciare” l’assessore) non integrava una mozione di sfiducia all’assessore come prevista dalla legge elettorale provinciale del 2003. La mozione non può quindi che essere respinta – ha argomentato Rossi in punto di diritto – perché nel nostro ordinamento spettano al Presidente la nomina, il conferimento e di conseguenza l’eventuale ritiro delle deleghe agli assessori. La mozione non può cioè impegnare il Presidente a fare qualcosa che è già una sua facoltà. Accanto a questa, c’è una motivazione di carattere politico: le norme citate sono poste a garanzia di un principio, quello per cui il Presidente della Pat ha il dovere/potere politico di garantire in ogni momento la continuità dell’azione politico amministrativa, la coerenza con il programma e l’equilibrio della coalizione all’interno della Giunta. dito. Al vicepresidente Olivi vanno anche le funzioni delegate in materia di Camera di commercio ed il coordinamento delle politiche europee in relazione alle strategie messe in campo per lo sviluppo economico. Il presidente Rossi ha quindi delegato una ulteriore propria competenza, assegnando all’assessore Carlo Daldoss il capitolo degli interventi per lo sviluppo locale. Infine il decreto assegna la materia “infrastrutture e reti” all’assessore Mauro Gilmozzi, assieme alla tenuta dei rapporti con il Consiglio provinciale, finora in capo al vicepresidente Olivi. Passata la pausa estiva, il presidente Rossi ha confermato e illustrato queste decisioni al Consiglio, nella seduta del 3 settembre. In quest’occasione, Rossi ha spiegato all’aula che la sostituzione dell’assessora Borgonovo Re fa seguito al venir meno del necessario rapporto fiduciario. L’assemblea ha anche votato un passaggio conseguente: Donata Borgonovo Re entra in Prima Commissione permanente e nella Giunta consiliare delle elezioni, dove va a sostituire Luca Zeni. Lucia Maestri prenderà invece il posto del neoassessore tra i Consultori per l’emigrazione trentina. Ma ecco come i consiglieri hanno commentato in aula il “terremoto” di Giunta. La sostituzione di Borgonovo Re è stata pubblicamente criticata dalla Commissione provinciale per le pari opportunità. GIACOMO BEZZI. Il consigliere di Forza italia il 24 luglio si è rivolto all’assessora: “In Trentino c’è una parte di popolo che ha poco a che spartire con la politica e piuttosto la subisce”, ha premesso. “Quel popolo non è quello che l’ha votata e lei ha mangiato però in quel piatto. Lei è politicamente figlia di quel sistema, ma ora è quel sistema che si ribella contro di lei, un sistema fatto anche di piccoli egoismi che lei un tempo da difensora civica chiamò mafia”. MAURIZIO FUGATTI. “Tanto tuonò che non piovve”, ha detto in luglio l’ex deputato della Lega. La matassa non è sbrogliata – ha denunciato – e c’è stato un vero e proprio “tiro al piccione, che ha indebolito l’autorevolezza della maggioranza”. Con delibera del gennaio 2013 l’allora assessore alla salute Rossi dava direttive sull’organizzazione della rete ospedaliera e parlava di razionalizzazione delle reti e dei punti nascita secondo un criterio di sicurezza. Borgonovo Re ha dunque ereditato queste scelte, non si può adesso dire che è tutto un colpo di testa dell’assessora. Fugatti l’ha ribadito nella seduta del 3 settembre, affermando poi di aver apprezzato l’attività dell’ex assessora, ma non quella appena iniziata dal suo successore Zeni, “che si è occupato solo di profughi girando il Trentino, anziché anche di ospedali e servizi sanitari”. NERIO GIOVANAZZI. Mozione di tipo politico e come tale deve essere trattata, ha detto, ribadendo che Borgonovo Re sta facendo il capro espiatorio. È vero che l’assessora ha fatto delle fughe in avanti, senza informare il Consiglio, ma è vero anche quanto detto da Fugatti, ovvero che la Giun- ta aveva già messo in marcia da tempo la macchina della razionalizzazione. “Lei in realtà assessora sbaglia”, ha detto il consigliere di Pietramurata a Borgonovo Re, “quando ai tanti appunti che prende nelle sue visite sul territorio, non fa seguire le soluzioni. Credo che lei ora potrebbe essere meglio spesa in altri contesti e su altre competenze”. MASSIMO FASANELLI. “Sono totalmente in disaccordo con il metodo adottato dall’assessore”, ha esordito l’ex sindaco di Pomarolo, accusandola di inesperienza politica. Nel merito delle scelte sui punti nascite, il suo giudizio è che se non ci sono i numeri di utenti a garantire continuità e qualità del servizio, forse certe scelte di riorganizzazione sono anche sensate, “ma i territori non vanno lasciati sguarniti, soprattutto dei servizi di emergenza”. WALTER VIOLA. “Questa non è una mozione di sfiducia, altrimenti non l’avremmo firmata, perché contro la persona” ha chiarito lo scorso luglio il vicepresidente del Consiglio, che ha poi osservato come la storia del Trentino sia stata sempre caratterizzata da una collaborazione virtuosa tra centro e periferie, ora sempre più deteriorata, in forza della spending review e di una politica accentratrice su Trento. Il 3 settembre Viola ha parlato ancora, lamentando che “nei 40 giorni trascorsi dalla discussione della mozione sulla revisione delle deleghe affidate all’assessora, ancora non si capisce il perché il giorno dopo le competenze le siano state tolte, a maggior ragione se si considera che la settimana dopo, il gruppo consiliare del Pd ha espresso l’auspicio di una continu- Il nuovo assessore Luca Zeni, 36 anni. In alto, Donata Borgonovo Re, accolta sui banchi Pd con una rosa bianca ità con l’operato di Borgonovo Re. FILIPPO DEGASPERI. Il consigliere dei 5 Stelle in luglio ha ribadito i passaggi a suo dire fallimentari della politica sanitaria di Borgonovo Re, ovvero del metodo condotto dall’assessora, che non avrebbe mai coinvolto il Consiglio in scelte operate in autonomia. «Quella di Borgonovo Re è stata una strategia non condivisibile e gestita in maniera molto fumosa, un’azione che impoverisce le periferie senza nemmeno rinforzare il centro come promesso». Studi della ragioneria dello Stato parlano di una surplus di spesa sanitaria che va dal 25 al 27% nella sanità trentina rispetto al resto d’Italia: “Ma se i trentini pagano di più, hanno diritto a sapere perché e ad avere servizi migliori”. Il 3 settembre Degasperi ha voluto augurare a Zeni di poter smentire certi documenti in circolazione in Italia, nei quali la sanità trentina è giudicata negativamente per le spese e gli investimenti eccessivi. GIUSEPPE DETOMAS. L’unico consigliere ladino (Union autonomista ladina) è intervenuto a fugare accuse di interessi personali o di difesa conservativa del sistema e ad affermare la correttezza dell’intervento del presidente, che ha chiarito come la materia riguardi le sue specifiche prerogative. ALESSIO MANICA. Il capogruppo del Pd ha dichiarato di respingere la mozione per le stesse motivazioni sostenute dal Presidente, poi ha rivendicato che l’assessora è stata chiamata a mettere in atto un programma chiaro e coerente con l’impianto elettorale. CLAUDIO CIVETTINI. Il primo firmatario della mozione ha detto ancora di non accettare la lectio magistralis di Rossi su chi è titolato a discutere le competenze assessorili, né il discorso della coalizione come valore irrinunciabile. “Per noi i valori irrinunciabili sono altri”, ha detto, “a noi interessa la coerenza e se da domani rimettete in discussione quelle deleghe, dal punto di vista politico siete come i giocatori delle tre carte”. RODOLFO BORGA. Ha protestato perché Rossi pensa solo alla salvaguardia della coalizione di governo, mentre “della società trentina e delle decine di migliaia di firme raccolte su queste questioni sanitarie, a voi non interessa. Vorremmo sapere se vedete nelle periferie un ostacolo da eliminare e una fonte di sprechi: non vorremmo che le carenze di soldi che ci sono fossero pagate dalle valli periferiche”. Sul caso Borgonovo Re, Borga ha detto di credere che la vera ragione del cambiamento di assessore sia stata l’annunciata sostituzione del direttore dell’Azienda sanitaria da parte di Borgonovo Re. Ora per Borga “c’è bisogno di capire dalla Giunta qual è il progetto di Trentino del futuro che si vuole perseguire. Di tutto questo non si è parlato. A proposito dell’impegno di Zeni sulla questione dei profughi, Borga ha detto che “su 8 Comuni solo 3 hanno condiviso la richiesta di collaborare sui richiedenti asilo. “Vorrei sapere come fa lei assessore a dire che su 111 Comuni 110 sono d’accordo con la Giunta”? MARINO SIMONI. Il governo provinciale – ha detto – è incapace di raggiungere i risultati che si era posto. Ed è emersa l’incapacità di testimoniare unità di posizioni, di mantenere in equilibrio il cen- tro e le periferie di questa terra, e non solo in materia sanitaria. Borgonovo Re è stata lasciata sola di fronte a scelte di fatto già disegnate. GIACOMO BEZZI. Ha aggiunto che l’annunciata operazioneascolto compiuta dall’assessora alla salute non ha convinto né i cittadini né la maggioranza della maggioranza. D’altro canto quando uno non è d’accordo con la coalizione, per coerenza si alza e se ne va. CLAUDIO CIA. Nella seduta di fine estate ha riconosciuto a Borgonovo Re il gran lavoro svolto, anche se fin dall’inizio era stata “azzoppata” perché le era stata tolta la dirigente generale del settore, che poteva darle aiuto e sostegno. L’impressione, per Cia, è che da assessora si sentisse una “sorvegliata speciale”, difficile da gestire all’interno della Giunta. “Forse – ha aggiunto – oggi essere troppo limpidi, chiari, schietti e non ambigui in politica paga poco”. Dopo aver rimproverato a Borgonovo Re solo un suo scontro in Commissione con un sindaco, Cia ha ricordato che l’assessora è stata “silurata dal plotone d’esecuzione” della Giunta e della maggioranza proprio all’indomani della mozione delle opposizioni respinta in aula. “In politica quindi – ha osservato – si possono tranquillamente cancellare i rapporti umani”. Cia si è chiesto infine cosa potrà fare di diverso Zeni rispetto a quanto già intrapresa da Borgonovo Re. “La sensazione – ha risposto – è che il nuovo assessore non farà nulla di diverso”, tranne lasciare al suo posto il dirigente dell’Azienda sanitaria Flor (invece di procedere a concorso europeo come voleva Borgonovo Re). 237 PA G I N A 13 C R O N A C H E settembre-ottobre 2015 avere sempre perseguito scelte responsabili e non motivate dalla ricerca del consenso politica deve dire la verità” dinanza nei luoghi dove si rappresentano i cittadini”. “Presto discuteremo di bilancio 2016, parleremo quindi di risorse finanziarie e dovremo decidere come affrontare un periodo che sarà di vacche magre. C’è un lavoro di manutenzione che si deve obbligatoriamente fare in campo sanitario, per garantirne la sostenibilità economica. C’è da delineare un quadro complessivo e da consigliera cercherò di attivare strumenti che finora invece non sono stati messi in moto, proprio mentre mi si chiedeva a ogni pié sospinto di presentare il piano del riordino ospedaliero. Penso a una conferenza d’informazione, per contribuire a disegnare lo scenario complessivo del sistema sanitario trentino, e non limitarsi a correre dietro alle situazioni puntuali”. “In questo faticoso lavoro non potremo evitare il conflitto: che non è guerra, ma confronto tra le differenze sulla base di dati oggettivi. Personalmente, sono convinta che vadanno assicurati ottimi servizi di prossimità per i cittadini nelle periferie, ma con l’eccellenza dei reparti costruita nei centri ospedalieri maggiori (non certo distribuendo macchinari mammografici ovunque)”. L’ex assessora ha chiesto alla politica trentina di non dedicarsi alla ricerca del consenso fine a se stessa, di non imbonire i cittadini. Sì all’innovazione – ha argomentato – ma senza temere il sacrificio, il cambiamento e la messa in discussione dell’acquisito, altrimenti i cambiamenti globali ci asfalteranno. Sanità e sociale devono essere gestiti in modo sostenibile, ha ripetuto. Con questo approccio secondo Borgonovo Re si deve lavorare a piano della salute, piano per le demenze (siamo i primi in Italia), medicina e geriatria territoriale, programmazione sociale. Da ultimo la consigliera del Pd ha fatto i migliori auguri al collega Zeni, costretto a passare le domeniche in ufficio per farsi un quadro in tempi ristretti sulla complessa situazione della sanità provinciale. CASO SANITÀ: IL VOTO DELL’AULA Passamani e Detomas (di maggioranza) duri con la collega in Giunta. L’addebito da diverse voci: dopo un anno e mezzo non si è intravvista la direzione generale che si vuole imboccare per la rete ospedaliera provinciale “Mantenere i punti nascita” L a turbolenza che quest’estate ha messo in forte tensione la coalizione al governo della Provincia, ha riguardato in particolare la possibile decisione di chiudere in tempi rapidi i punti nascita di Tione e Cavalese, in considerazione del numero di parti annui ritenuto insufficiente a garantire sicurezza, efficienza ed economicità del servizio. La polemica è esplosa in luglio quando si è appreso dalla stampa di una riunione che l’assessora Donata Borgonovo Re avrebbe convocato in Azienda sanitaria, per discutere la situazione e infine annunciare per l’autunno il primo passo verso la soppressione dei due servizi periferici. Tanto è bastato per fare emergere una differenza di vedute tra le forze politiche, anche dentro la maggioranza. Le opposizioni hanno chiesto una seduta straordinaria di Consiglio per avere chiarimenti. E in quella sede – il 24 luglio – è stata approvata una risoluzione, che impegna la Giunta “a fare tutto il necessario per mantenere i punti nascita di Tione e di Cavalese, garantendo, nel rispetto dei ruoli, il pieno coinvolgimento del Consiglio provinciale e dei territori, tramite le amministrazioni comunali e le relative Comunità di valle”. Il testo, depositato da tutto lo schieramento di minoranza (primo firmataro Walter Viola), è passato all’unanimità e ha marcato così la distanza netta rispetto alle conclusioni raggiunte dall’assessora Borgonovo Re, a poche ore dalla decisione di Rossi – poi seguita – di toglierle l’incarico in Giunta. A poco è valso lo sforzo in aula della esponente Pd di chiarire che “nulla è intervenuto di nuovo rispetto alle informazioni già a disposizioni dei consiglieri”. Donata Borgonovo Re ha parlato di “indiscrezioni scorrette” da parte della stampa riguardo alla tanto discussa riunione in Apss. Ha poi ragionato che due sono i piani da considerare a proposito dei punti nascita periferici: il piano tecnico è totalmente differente da quello della politica. “Ai tecnici spetta il compito di mettere a disposizione le valutazioni di merito che la politica utilizzerà in maniera ragionevole”. Di fatto la successiva scelta di Rossi di affidare l’assessorato alla salute a Luca Zeni, ha “resettato” la situazione: il nuovo responsabile deve decidere in che misura confermare e dove invece rivedere gli orientamenti manifestati da Borgonovo Re: sui punti nascita, ma anche sul nuovo ospedale di Trento, sulla convenzione con la casa di cura Eremo, sul contratto del dirigente generale Apss e su molte altre questioni scottanti. La discussione di luglio in aula è stata tagliente. “Difficilmente i giornali prendono una cantonata simile”: lo stop a Tione e Cavalese, a il disturbo di dire la sua sull’argomento – ha ragionato – allora la questione diventa squisitamente politica. Quella che è venuta meno, ha detto a Borgonovo Re “non è tanto la fiducia nei suoi confronti, ma la sua fiducia nei nostri confronti: questa è una democrazia rappresentativa, siamo classe dirigente e dobbiamo essere messi in condizione di svolgere questa funzione”. “I fili sono sfilacciati e riannodarli comporterebbe qualche strascico” ha concluso. Marino Simoni a sua volta ha rivendicato che “noi consiglieri siamo chiamati a rappresentare una realtà che ci ha consegnato un mandato e dobbiamo essere messi nelle condizioni di farlo con responsabilità”. Nella sanità c’è stato un cambiamento di rotta negli equilibri tra centro e periferia. Non possono essere i numeri a penalizzare le valli. Oggi parliamo di punti nascita, domani parleremo di scuola o di altri servizi : avanti così rischiamo di aver perso la nostra scommessa autonomista. La risoluzione: “Fare tutto il necessario per mantenere la maternità di Tione e di Cavalese, garantendo il pieno coinvolgimento del Consiglio e dei territori interessati”. quanto si legge, sarebbe proprio stato comunicato dall’assessora. Così ha ricostruito Maurizio Fugatti, che ha detto di non credere alle smentite dell’assessora. Il consigliere l’ha accusata di aver preso in giro i consiglieri e la gente che per anni si è battuta per salvare i punti nascita e contro il depotenziamento delle strutture ospedaliere di valle. Giacomo Bezzi a sua volta ha addebitato all’assessora di non avere finora chiarito la linea complessiva di politica sanitaria per le periferie, sebbene invitata a farlo fin dall’inizio della legislatura. Borgonovo Re tra l’altro non ha ancora detto a quanto ammonta l’indebitamento della Pat, che incide non poco anche sul comparto sanitario. Manca un metodo e c’è la necessità di definire una linea politica a un anno e mezzo dall’inizio della legislatura. “Che lei venga in aula a smentire le notizie riportate dalla stampa è inaccettabile”, ha esclamato Claudio Civettini. Gli articoli riportano informazioni dettagliate. “Se fossero scorretti, lei avrebbe dovuto smentirli con un comunicato stampa questa mattina presto”, ha aggiunto. La situazione è degenerata, a suo parere. nascosto. “La nostra fiducia nei confronti dell’assessore è fortemente compromessa, così non si può andare avanti”, ha sentenziato Passamani, esponente di quell’Upt che in questa vicenda è stato tra i più risoluti nella difesa dei presidi sanitari di valle. Il consigliere Gianpiero Passamani si è detto “profondamente amareggiato” per le notizie apparse sulla stampa. “Il nostro ascolto, la nostra condivisione e la nostra correttezza di questi mesi è messa ora in forte discussione: non entro nemmeno nel contendere, però qui ci troviamo davanti a consiglieri e a cittadini sbeffeggiati”. O ci spiegate chiaramente quale sarà il futuro della rete ospedaliera, oppure così non si può procedere oltre: vogliamo vedere la luce in fondo a questo tunnel, sono due anni che stiamo raccogliendo dati e informazioni mentre le decisioni si prendono di Nerio Giovanazzi ha suggerito all’assessora di prendersi un congedo per chiarirsi un po’ le idee: “Merita sfiducia per quanto ha fatto, però anche per quanto non ha fatto”. Sul territorio state giustamente perdendo vagonate di consenso, ha aggiunto il consigliere di Pietramurata, invitando a riflettere quella parte della maggioranza che è capace di superare i particolarismi per guardare all’interesse della comunità. “La promuovo come difensore civico, ma la boccio come assessora” ha concluso, “perché lei non ha avuto la capacità di fare scelte che avrebbero fatto bene ai trentini”. “Le informazioni sulla sanità sono sempre arrivate in aula a seguito di quanto scritto o ipotizzato dalla stampa”, ha osservato perplesso Filippo Degasperi. “È noto che in Trentino la sanità costa molto di più che nel resto d’Italia, una spesa che appare poco giustificata se i presidi vengono meno”, ha obiettato. Le ragioni di territorialità che fanno lievitare i costi appaiono ingiustificate se si rinuncia ai servizi nelle strutture periferiche. Scelte di questa natura sono politiche e dovrebbero essere rappresentate ai consiglieri ed agli elettori molto prima di prenderle. Occorrerebbe consultarsi con i cittadini su scelte tanto delicate, che incidono sulla qualità di vita, sempre che il modello di Trentino della maggioranza sia sempre quello “policentrico” tanto sbandierato in campagna elettorale. Giuseppe Detomas: se qualche decina di migliaia di persone si prende Donata Borgonovo Re ha replicato ai tanti interventi, dicendo di condividere la necessità di un momento in cui si tirino le fila di un lavoro lungo quasi due anni e che ha raggiunto tappe significative, che necessitano di essere chiarite. Per quanto riguarda il rapporto con le comunità locali, è a suo avviso poco chiara la distribuzione delle funzioni in ordine al governo della sanità, all’organizzazione sanitaria e modalità di erogazione dei servizi. Infine, con riferimento alla risoluzione, essa rappresenta la fotografia di quanto il governo provinciale sta già facendo e dunque è condivisibile. Walter Viola si è detto stupefatto: i fatti contraddicono l’assessore, basta pensare alla discussione sulla petizione per l’ospedale San Lorenzo di Borgo Valsugana. Dire che oggi si sta facendo il possibile per mantenere i punti nascita ed affermare il coinvolgimento dei territori è tutto da verificare. C’è anzi un contenzioso continuo con i territori, “mi auguro si cambi davvero anche l’atteggiamento verso le autonomie locali”. Rodolfo Borga ha detto di non voler partecipare al tiro al piccione. Se un assessore si discosta dagli orientamenti della Giunta su questioni tanto importanti, c’è una responsabilità della maggioranza. Sulla questione sanità, l’approccio sulle reti di vallata riflette lo stesso atteggiamento della Giunta sulle autonomie locali. Un atteggiamento dovuto alla contrazione di risorse, che si ripercuote in maniera pericolosa sulle periferie: una questione di fondo che questa Giunta deve risolvere. 237 PA G I N A 14 C R O N A C H E settembre-ottobre 2015 ALLARME DEI COBAS IL LUNGO ITER Il sindacato Cobas regionale – settore trasporti – ha incontrato in piena estate i consiglieri provinciali per accendere i riflettori sulla decisione della ditta Arcese di Arco di licenziare 66 autisti. Antonio Mura ha ricostruito le vicende di questa potenza dell’autotrasporto, da 4 anni or sono, quando i dipendenti al volante erano ben 791, fino all’attualità che parla di soli 111 autisti assunti, di cui appunto 66 rientrati ora dalla cassa integrazione ma destinati a rimanere senza contratto. Cobas e rsu aziendale annunciano un libro bianco circostanziato destinato – hanno detto – a diverse Procure della Repubblica oltre che al governo provinciale. Magasa e Valvestino – ex terre dell’Impero asburgico – procedono a grandi passi verso l´annessione alla provincia di Trento. Dopo il referendum del 2008 e il recente «sì» del Consiglio regionale della Lombardia, ora il rieletto sindaco di Magasa, Federico Venturini (che vive a Riva del Garda) fa sapere che la Commissione Affari Costituzionali del Senato ha messo al proprio ordine del giorno il decreto legge per l´accorpamento dei due Comuni del Garda bresciano alla nostra Regione. L’iter della norma è di livello costituzionale, ma il traguardo appare adesso realistico. Arcese, emorragia di addetti Magasa e Valvestino trentini Verso la Consulta per il 3° Statuto Iniziativa di Dorigatti, Viola e Rossi per un disegno di legge ad hoc S i va verso una Consulta per lo Statuto speciale. C’è già una bozza di disegno di legge provinciale per istituirla, un testo in sei articoli elaborato di comune accordo dal presidente Bruno Dorigatti, dal vicepresidente Walter Viola e dal presidente della Provincia, Ugo Rossi. Si tratta di una iniziativa che, dopo molto parlarne, mette effettivamente in moto il processo che potrebbe a un progetto di 3° Statuto, ossia a una riforma di quello del 1972 (che riformò quello del 1948, la carta fondamentale della nostra autonomia speciale). Dorigatti e Viola pensano e vogliono al centro – in questo processo riformatore – il Consiglio provinciale, luogo principe della democrazia trentina. Dorigatti ha presentato la bozza ai capigruppo il 7 settembre, chiarendo che ora sono auspicati, graditi e attesi tutti i contributi dei gruppi consiliari, di cui si terrà conto per la stesura del disegno di legge definitivo. Il presidente ha ribadito che per questa via il Trentino “risponderà” a Bolzano, dove è già stata istituita una convenzione con analoghi scopi riformatori. L’obiettivo finale sarà un disegno di legge regionale, in cui far confluire le proposte della nostra Provincia e di quella altoatesina per le modifiche appunto dello Statuto. La Consulta ipotizzata dal testo Dorigatti-Rossi-Viola appare composta da 22 membri: 2 professori universitari esperti di diritto, 8 consiglieri provinciali scelti dal presidente del Consiglio su designazioni dei capigruppo, 12 rappresentanti di categorie economiche e sociali. (3 per la Camera di commercio, 3 per i sindacati, 3 per il Consuiglio delle autonomie locali, 3 per il mondo del sociale). La Consulta dovrà lavorare senza gettoni ed elaborare entro 90 giorni un documento preliminare, da rendere definitivo solo dopo un ampio processo partecipativo pubblico. CONSIGLIO PROVINCIALE CRONACHE periodico di documentazione e informazione sull’attività politico-legislativa edito dal Consiglio della Provincia autonoma di Trento. Via Manci, 27 38122 Trento anno XXXVII - N° 5 Settembre-Ottobre 2015 direttore responsabile: Luca Zanin in redazione: Monica Casata, Antonio Girardi, Bruno Zorzi segreteria di redazione: Alessandra Bronzini Lucia Linda Cella Angela Giordani DIREZIONE E REDAZIONE: Palazzo Trentini - 38122 Trento, via Manci, 27 fotografie: Fotoarchivio Consiglio provinciale e Giunta provinciale Impaginazione: Gianfranco Rizzoli Press Service - Trento stampa: S.I.E. S.p.a. con sede in via delle Missioni Africane, 17 38121 TRENTO Autorizzazione del Tribunale di Trento n° 289 del 20 febbraio 1979 La strategia è insomma quella di prepararsi con un progetto di riforma per quando Roma busserà a Trento. Il Governo lo farà come conseguenza pressoché necessaria della riforma costituzionale che il Parlamento sta per approvare con l’obiettivo di cambiare volto al Senato ma anche di rivedere l’assetto regionale disegnato nel Titolo V. Il presidente Dorigatti (e lacollega Avanzo del Consiglio regionale) sono stati un paio di settimane fa ad Aosta, dove si sono riuniti i presidenti delle assemblee legislative a Statuto speciale, incontrando anche Gianclaudio Bressa, sottosegretario agli affari regionali e coordinatore della Commissione tecnica per la revisione degli Statuti speciali. Pare assodato che la riforma del sistema regionale in Costituzione non toccherà subito le “speciali”: per esse ci sarà un rinvio allo strumento dell’intesa, quindi al tavolo di commissioni paritetiche che metteranno di fronte Governo nazionale ed esecutivi regionali (da noi provinciali). Per questa via si adegueranno infine anche gli storici Statuti di autonomia speciale, compreso il nostro, in cui le rispettive competenze di Stato e poteri locali vanno rimesse a punto. Da risolvere è il nodo di come si potrà toccare il testo degli Statuti nel caso non si raggiunga affatto l’intesa con Roma (probabilmente la palla passerà al Parlamento, che potrà decidere comunque, ma solo a larghissima maggioranza). A questo appuntamento assolutamente strategico (che fa il paio con la recente revisione degli accordi Roma-Trento sulle finanze della Pat, tradottasi in una pesante emorragia di risorse), la nostra Provincia vuole arrivare preparata e opportunamente alleata alla Provincia di Bolzano, La bozza di ddl per istituire la Consulta è stata scritta d’intesa tra Dorigatti, Viola (a destra) e il presidente della Provincia Ugo Rossi. Qui sopra l’incontro ad Aosta tra le “speciali” e il viceministro Gianclaudio Bressa NUOVE REGOLE PER LA MANOVRA ANNUALE DI BILANCIO PAT Addio alla “legge finanziaria” arrivano Defp e legge di stabilità La Conferenza dei capigruppo consiliari a inizio settembre si è occupata delle grosse novità tecniche in vista per quanto riguarda la manovra di bilancio preventivo della Provincia Autonoma, che ad ogni fine anno rappresenta il più corposo impegno per Commissioni e Consiglio provinciali. Le Province a Statuto speciale sono infatti chiamate ad attuare il decreto legislativo nazionale 118 del 2011 in materia di armonizzazione dei sistemi contabili. Si tratta in buona sostanza di abbandonare la vecchia “legge finanziaria provinciale”, “spacchettandola” in due nuovi strumenti di programmazione finanziaria, secondo l’impostazione già adottata anche dallo Stato: avremo dunque una “legge di stabilità” e una “legge collegata” alla precedente, in cui saranno contenute tutte le scelte strategiche per l’utilizzo delle risorse finanziarie a disposizione dell’autonomia speciale trentina. Restano come prima invece la legge di bilancio (che traduce in cifre e colonne in entrata e uscita le previsioni normative della legge di stabilità e della collegata) e (in primavera) la legge con il rendiconto di gestione quindi dentro la cornice regionale. Per evitare brutte sorprese o colpi di mano centralisti. (l.z.) dell’annata precedente. Ora, per avviare il nuovo corso si tratta di procedere in ottobre a modificare la legge provinciale di contabilità (l.p. 7/1979) e conseguentemente anche il regolamento interno del Consiglio provinciale. Ciò fatto, verrà presentato sempre entro ottobre il primo disegno di legge di stabilità, il primo disegno di legge collegata e il disegno di legge di bilancio 2016, in modo da procedere con i lavori nelle Commissioni legislative e poi in Consiglio. Dal prossimo anno, poi, si adotterà entro il 30 giugno anche il Defp, documento di economia e finanza provinciale, documento generale con gli scenari economico finanziari, le politiche da adottare, gli obiettivi della manovra di bilancio provinciale e il quadro delle risorse. In settembre infine verrà sempre presentata una Nota di aggiornamento al Defp. Su domanda espressa di Giacomo Bezzi, i dirigenti provinciali hanno chiarito ai capigruppo che la nuova architettura del bilancio si tradurrà in una minor flessibilità lungo l’arco dell’anno delle scelte in esso contenute. I conti 2014 del Consiglio “vistati” dall’aula Nel 2014 i costi dell’istituzione sono ancora calati, del 10,21% I conti del Consiglio provinciale per l’esercizio finanziario 2014 sono stati illustrati in aula quest’estate dal presidente Dorigatti e approvati (con l’astensione di Giacomo Bezzi). Il rendiconto si riferiva al primo anno completo di questa XV Legislatura, caratterizzato da 46 giornate d’aula contro le 37 del 2013 (in termini di ore si è passati da 195 a 293). Fortemente cresciuta è risultata anche l’attività delle commissioni legislative e degli altri organismi consiliari. In controtendenza a questo dato, le spese risultano invece fortemente contratte, con risparmio di oltre 1 milione di euro, pari al 10,21%. Questo lo si deve ad alcune disposizioni regolamentari approvate nel 2013 sul trattamento economico dei consiglieri e sugli interventi a favore dei gruppi, oltre che ad un diffuso processo di razionalizzazione della spesa. Più in dettaglio, è stata più che di- mezzata la spesa per indennità e rimborsi ai consiglieri, sono state soppresse le indennità di trasferta per mandato politico, ridotte le indennità dell’Ufficio di Presidenza. Non è stata attinta alcuna somma dal fondo per le emergenze e la solidarietà (20 mila euro). Altri dati salienti. Le nuove Autorità per le minoranze linguistiche e Commissione provinciale per le pari opportunità hanno comportato costi rispettivamente per 25.256 e 29.624 euro. La Commissione dei 12 è costata un 30,66% in meno per la riduzione delle indennità, in calo risultano anche gli esborsi per Difensore Civico, Corecom e Forum per la pace. La spesa per studi e consulenze appare al minimo storico degli ultimi 20 anni, pari a 23.430 euro (per prestazioni di fatto obbligatorie, come quelle per i traduttori). Il peso degli affitti scende di quasi 100 mila euro, ma rimane il fatto che il Consiglio destina alle locazioni il 10% delle proprie risorse finanziarie. Si tratta di un problema di cui la Presidenza ha piena consapevolezza, tant’è che si sta dedicando alla ricerca di una soluzione definitiva. In generale, il dato di chiusura dell’esercizio è paragonabile a quello del 2003, un risultato che premia lo sforzo compiuto dalla Presidenza e dall’intera assemblea nella direzione del contenimento dei costi. Il vicepresidente Walter Viola ha posto l’accento sugli evidenti risparmi. Se è vero che abbiamo un obbligo di sobrietà, ha però aggiunto, il problema è assicurare la piena funzionalità del Consiglio. Quindi bene l’oculatezza, purché non penalizzi troppo la funzionalità degli organi o impedisca il progresso. Il segretario questore Claudio Civettini ha richiamato l’attenzione sulla necessità di assicurare un adeguato sostegno tecnico al lavoro dei consiglieri, rafforzando il Servizio legislativo del Consiglio. “Va chiarito – ha detto – che la politica ha dei costi”. L’altro segretario questore Mario Tonina ha elogiato il fatto che si sia riusciti nel contenimento della spesa pubblica, senza tuttavia far mancare nulla al funzionamento delle istituzioni. Tonina ha pure evidenziato l’ampliamento dell’offerta comunicativa, attraverso la valorizzazione di tutti gli strumenti (radio, televisivi e cartacei), utile a valorizzare l’attività del Consiglio e dei consiglieri. Essere un “Consiglio competitivo”, l’obiettivo dichiarato dal presidente Dorigatti in chiusura di dibattito: un obiettivo che si può raggiungere proseguendo nel solco già tracciato di recupero della frattura tra società civile ed istituzioni ed anche valorizzando l’attività dei consiglieri attraverso la comunicazione, nonché incrementando le occasioni qualificate di approfondimento, incontro e studio per i consiglieri. Di fatto l’Ufficio di Presidenza si è attivato già a fine estate per provvedere a un potenziamento del personale in grado di dare consulenza tecnica ai consiglieri e ai gruppi per l’impostazione giuridicamente corretta dei propri disegni di legge e altre iniziative connesse con il ruolo di membri dell’assemblea legislativa. 237 PA G I N A 15 C R O N A C H E settembre-ottobre 2015 PALAZZO TRENTINI In piazza Dante cerimonia per ricordare l’8 settembre 1943 Onore ai caduti nei lager Civico e Dorigatti si attivano, l’Inps provvede Niente visite fiscali per le patologie gravi M arzo 1943. Nell’officina 19 della Fiat Mirafiori di Torino Leo Lanfranco, operaio, improvvisamente “alza la testa” e interrompe il lavoro per protesta contro il regime fascista. Il suo gesto spinge tutti gli altri lavoratori ad imitarlo in questa fabbrica e in quelle dell’intero Paese. A rammentare l’episodio per “alzare la testa anche oggi, come fece allora Leo Lanfranco, contro il populismo e la demagogia, contro i muri che pensavamo scomparsi ma che tornano ad essere eretti in Europa, e contro la pianta maligna del fascismo, che non è ancora estirpata”, è stato il presidente Bruno Dorigatti, intervenendo alla cerimonia organizzata in piazza Dante a Trento dalla sezione trentina dell’Anpi, l’Associazione nazionale partigiani, per ricordare gli 800 trentini caduti nei lager nazisti in seguito all’armistizio della seconda guerra mondiale. A loro è dedicata la lapide sulla facciata del palazzo della Provincia. Dopo le note del “silenzio” uscite dalla tromba del giovane Leonardo Massenzana, e la lettura affidata ad un altro ragazzo, Luca Pedron, della risposta che l’ufficiale Giuseppe De Toni, internato nel campo di concentramento di Hammerstein, aveva scritto al fratello per spiegare la sua scelta di non piegarsi alla Repubblica di Salò, Dorigatti ha evidenziato l’importanza di celebrare oggi l’8 settembre del 1943. “Questo giorno – ha detto, come già a malga Zonta (vedi sotto) – in cui si chiuse la notte della dittatura e si aprì l’alba della democrazia frutto della resistenza, ci fa pensare al dramma delle decine di migliaia di persone che stanno fuggendo dai loro Paesi e che chiedono, oggi come allora, pace, pane, lavoro e libertà”. “Senza l’8 settembre – ha proseguito il presidente – non ci sarebbero state né la Costituzione né la nostra autonomia”. Dorigatti ha espresso apprezzamento per gli importanti segnali provenienti da Paesi come la Germania. “La bat- taglia per la pace, il pane, il lavoro, la solidarietà – ha concluso – che era terminata l’8 settembre 1943, deve continuare anche oggi, nelle prossime settimane e nei prossimi mesi contro tutti i provvedimenti che minacciano i valori della solidarietà, della democrazia e della convivenza”. È stato poi il direttore del Museo storico Giuseppe Ferrandi a sottolineare come la commemorazione risulti oggi più agevole rispetto a qualche decennio fa, “perché a lungo la memoria nazionale ha voluto rimuovere questa pagina di storia che ricorda la debolezza dello Stato”. Prima della deposizione, sotto la lapide dei caduti, della corona d’alloro, l’assessore alla cultura del Comune di Trento, Andrea Robol, ha richiamato all’esigenza che “le istituzioni attivino percorsi nelle scuole perché le giovani generazioni studino la storia e comprendano il significato di avvenimenti come questi”. Il presidente dell’Anpi Sandro Schmid ha ricordato Rosario Serpe, recentemente scomparso, che a capo dell’Associazione internati militari in passato aveva sempre organizzato questo momento. Attorno alla lapide c’era anche Rodolfo Bragagna, di San Michele all’Adige, tra i protagonisti della lotta partigiana in Trentino con il nome di battaglia di Antonio, testimone diretto dell’8 settembre 1943 (a.g.). In visita il generale Mennitti La Legione Trentino Alto Adige dei Carabinieri ha un nuovo comandante, il generale di Brigata Massimo Mennitti. Molto gradita la sua visita a palazzo Trentini, dove è giunto il 7 settembre assieme al comandante provinciale dell’Arma, il colonnello Maurizio Graziano. Classe 1963, Mennitti è nativo di Silandro e proviene da Roma. Un nuovo protocollo regionale è stato adottato dall’Inps e cambia le regole per la visita medico-fiscale nel caso di gravi patologie del lavoratore. Si tratta del “Protocollo Chiara”ed è maturato quest’estate come intelligente soluzione al caso di una lavoratrice trentina, Chiara Dossi, in trattamento per una grave patologia e sottoposta ciononostante a visita medica, disposta d’ufficio dalla sede Inps di Trento. Il caso è stato seguito da vicino dal consigliere provinciale Mattia Civico e dallo stesso presidente Bruno Dorigatti, che hanno rappresentato l’accaduto al direttore regionale Inps, Marco Zanotelli, il quale si è fatto immediatamente carico della questione. Dopo un confronto con gli Organi centrali di governo dell’Istituto, il direttore ha elaborato appunto un documento che dispone, nelle province di Trento e Bolzano, la limitazione degli accertamenti fiscali nei confronti di pazienti affetti da gravi patologie che abbiano in corso terapie salvavita adeguatamente documentate. “Il caso ha messo in luce una casistica delicata – ha dichiarato Zanotelli nel corso di un incontro nella sede Inps di Trento – nella quale regole e prassi amministrative possono far difficoltà a coesistere con le ragioni di opportunità e il lato umano di esperienze dolorose che riguardano i pazienti e le loro famiglie”. “Non si può trascurare che in contesti di malattie severe come quelle, ad esempio, oncologiche – ha osservato – il lavoratore debba sentirsi rassicurato dal contesto istituzionale e non colpevolizzato per essersi ammalato. Questo nuovo protocollo e le relative indicazioni operative alle strutture territoriali dell’Istituto eviteranno che in futuro possano ripetersi esperienze come quella di Chiara”. “Si tratta di un bell’esempio di restituzione di umanità alla macchina burocratica – ha dichiarato Dorigatti – che pone in evidenza come la qualità delle persone che operano nella pubblica amministrazione possa fare la differenza nella vita dei cittadini”. “Questa esperienza ci dà il senso della nostra attività, della nostra missione – ha osservato Civico – che consiste proprio nel fare l’interesse dei cittadini, affiancandoli, anche e a maggior ragione, nei momenti di maggiore fragilità”. Chiara Dossi stessa ha concluso l’incontro – era lo scorso 1 luglio – dichiarando che “la malattia è una fase difficile della vita, sentire che in un momento così delicato la politica e la pubblica amministrazione, che spesso il cittadino avverte come irraggiungibili, sono riuscite a essermi vicine e solidali mi ha davvero sollevata”. “Da Malga Zonta ai profughi un calvario che si ripete” Nel 70° dalla fine della seconda guerra mondiale, sotto Ferragosto si è ripetuta a Malga Zonta, sull’altopiano folgaretano, la tenace commemorazione della strage di 14 partigiani e 3 malgari, avvenuta il 12 agosto 1944 ad opera dei nazifascisti. Intervenendo già sulla stampa prima dell’incontro in quota, il presidente Dorigatti ha accomunato Malga Zonta a Stramentizzo, ma anche a Monte Fiorino, a Boves, a Sant’Anna di Stazzema e Marzabotto, citate come “le principali stazioni di un calvario che i nostri padri hanno percorso fino in fondo. Un calvario che si ripete sempre uguale, pur nella diversità delle geografie e delle condizioni politiche, anche oggi in molte parti del mondo”. “Da quei luoghi – ha ragionato Dorigatti, passando all’attualità più stretta – fugge un’umanità dolente e ferita, un’umanità che non può essere lasciata alla deriva egoista su fatiscenti imbarcazioni o piegata dentro le esigenze momentanee di un continente che ha conosciuto, solo settant’anni fa, gli stessi incubi. Accogliere e condividere, senza pietismi o finti buonismi ma nella consapevolezza delle cose possibili, è la vera lezione di Malga Zonta e di tutti gli altri luoghi del sacrificio”. A Ferragosto, sul grande palco dove si è svolta la cerimonia, nella grande piana oltre passo Coe, c’era una folla di persone provenienti da ogni parte d’Italia (soprattutto dal vicino Veneto), e c’erano come di rito i gonfaloni e le bandiere dei Comuni decorati con le croci di guerra e le medaglie di bronzo, d’argento e d’oro. Hanno preso la parola e offerto la propria interpretazione del valore e del significato di questa giornata, la presidente del consiglio comunale di Folgaria, Luisa Canalia, il sindaco di Schio Walter Orsi, il vicepresidente della Provincia Alessandro Olivi, il direttore della Fondazione Museo storico di Trento, Giuseppe Ferrandi, e Carla Poncina, direttrice dell’Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea. “Guerra e pace sono la faccia della stessa medaglia”, ha detto Canalia. “Senza la riflessione e la consapevolezza della brutalità LA CERIMONIA A PASSO COE della prima non sarebbe possibile comprendere il valore assoluto della seconda”. L’ex sindaco di Folgaria Olivi ha fatto a sua volta riferimento alla virulenta polemica nazionale attorno all’accoglienza dei profughi immigrati in Italia. Riprendendo le parole di papa Francesco, ha detto che “respingere gli immigrati è un atto di guerra” e che i fatti che comme- moriamo nel sacrario di malga Zonta devono essere un esempio per tutti. L’episodio di guerra partigiana è a suo avviso “il simbolo della scelta coraggiosa e generosa che fecero molti giovani, di combattere per i diritti di cittadinanza di tutti, una scelta politica di civiltà e una scelta umanistica che va riaffermata come l’unica possibile”. Ferrandi ha ribadito l’importanza di ripudiare la guerra e costruire un percorso di pace “all’interno di un contesto europeo”. E Poncina ha parlato di un’idea di Europa “appannata e in crisi, ma mai come ora necessaria”. Il luogo della memoria di Malga Zonta e la commemorazione di Ferragosto – ha aggiunto – rappresentano oggi un’occasione preziosa. La composta e attenta presenza di tante persone è la chiara testimonianza che questa è anche una diffusa esigenza. Malga Zonta insomma rivendica la sua attualità e la parteciazione alla giornata – c’erano tra gli altri anche la consigliera provinciale Violetta Plotegher, il senatore Giorgio Tonini e l’onorevole Renato Ballardini – appare ancora robusta e orgogliosa. (m.c.) 237 PA G I N A 16 C R O N A C H E settembre-ottobre PALAZZO TRENTINI LA GIORNATA DELLA AUTONOMIA L’invito del giornalista: “Nel 70° dell’Accordo Degasperi-Gruber, fate di questa festa un evento nazionale” “È di Luca Zanin Cronache dalla Presidenza l’architettura della convivenza che alla lunga fa reggere gli Stati. E il riconoscimento di autonomia alle comunità è l’unica risposta che ha consentito nei secoli di curare le ferite e violenze della storia. Pulizie etniche, deportazioni di massa, negazione dell’identità dei popoli si sono susseguite e accadono anche oggi. Siate orgogliosi della vostra storia, perché la vicenda del Trentino Alto Adige racconta appunto di come dialogo e riconoscimento di ampi spazi di autogoverno abbiano consentito dopo le guerre mondiali di evitare nuovi sbocchi sanguinosi alle tensioni etniche. Dico di più, dico che la vostra autonomia speciale è oggi una delle gemme che tiene in piedi questo Paese. E una gemma è anche il modo in cui voi in questi decenni avete tenuto alta la bandiera dell’autonomia”. Si è rivolto così al Trentino, Paolo Mieli, durante la lectio magistralis che ha caratterizzato la cerimonia inaugurale della Giornata dell’Autonomia 2015. La festa viene organizzata ogni anno dalla Provincia Autonoma di Trento e dal suo Consiglio provinciale e cade il 5 settembre, nella ricorrenza dello storico Accordo Degasperi-Gruber fondativo dell’autonomia speciale regionale. C’è proprio una legge provinciale, la 13 del 2008, che ha istituito questo momento, su iniziativa a suo tempo dei consiglieri Bombarda e Lunelli. A cadenza biennale, la giornata coincide con la consegna del prestigioso Premio Degasperi ad alte personalità distintesi come “costruttori d’Europa” (da ultimo Romano Prodi nel 2014). Quest’anno non cadeva l’assegnazione del premio e la cerimonia ufficiale è poggiata in modo particolare sulla presenza di un’intelligenza particolarmente apprezzata come quella del professor Mieli, che ha parlato dei “Confini di ieri e di oggi. Il ruolo delle Autonomie speciali nell’Europa che cambia”. L’ospite ha esordito ricordando che con la guerra mondiale cominciata in Italia 100 anni or sono, ben quattro imperi furono spazzati via dal mappamondo, quattro grandi realtà statuali che avevano tutte una fortissima cultura dell’autonomia. Dopo il 1918 si diffuse purtroppo in Europa la tossina del nazionalismo esasperato, che ammorbò anche il Tirolo, da 700 anni saldamente poggiato su un sistema articolato di relazioni, capace di garantire equilibrio e pace sociale. “Oggi – altro passaggio del discorso di Mieli – occorre guardare alla storia dell’Impero ottomano, all’epoca degli zar, ai secoli asburgici per recuperare la consapevolezza del valore rappresentato dall’autonomia garantita ai territori. Se non c’è questa consapevolezza, poi accade come pochi anni fa nei Balcani, o come attualmente in Ucraina, dove la situazione è assai simile a quella vissuta dall’Alto Adige”. “Vorrei dedicare questa lezione introduttiva – ha proseguito il notissimo giornalista – in particolare a Joseph Mayr Nusser, volontario dell’Azione cattolica e antinazista, che nel 1939 rifiutò di optare per il trasferimento in terra germanica, e come “Dableiber” fu spedito a Dachau e vi morì. Vorrei che questo personaggio fosse cono- 2015 La Giornata dell’Autonomia ricorda l’Accordo Degasperi Gruber del 5 settembre 1946. Qui a destra, il corteo inaugurale si porta a palazzo della Provincia. In costume tipico c’è Elena Testor, la nuova Procuradora del Comun general de Fascia. La festa ha visto al centro le minoranze linguistiche. (fotoservizio di Paolo Pedrotti) “L’autonomia gem Paolo Mieli elogia il Trentino, “che purtroppo paga IL LEGAME CON GLI EMIGRATI Abbraccio a due milioni di “trentini” Missione in Brasile, c’erano anche i consiglieri e consultori Civettini e Maestri Se autonomia significa anche senso di comunità e legame con la propria storia, già si ha il senso del ponte che la nostra Provincia mantiene con le realtà ancora vive di discendenti dei trentini emigrati nel mondo. Subito dopo la Giornata dell’Autonomia, una delegazione guidata dal presidente Rossi è volata in Brasile per i 140 anni dall’inizio dell’epopea emigratoria che ha portato in questo grande paese dell’America Latina, solo fra il 1874/75 e il 1914, circa 80.000 trentini. Al viaggio hanno partecipato i consiglieri provinciali Lucia Maestri e Claudio Civettini, che sono i due membri della Consulta provinciale per l’emigazione espressi dalla nostra assemblea legislativa. Prima tappa di questa missione è stata la città di Curitiba, capitale del Paranà, dove il locale circolo trentino conta circa 5000 iscritti. In mattinata, innanzitutto l’incontro con il console generale italiano Enrico Mora. Il Consolato italiano di Curitiba è stato ed è tutt’oggi un riferimento fondamentale per i tanti discendenti di trentini all’epoca appartenenti all’Impero austroungarico che, grazie alla legge 379 del 2000, hanno avviato le pratiche per il riconoscimento della cittadinanza italiana (circa 25.000 le domande presentate fino al 2010), ma anche per la nuova classe imprenditoriale locale di origine italiana. Subito dopo, la visita alla sede del circolo trentino, fondato esattamente 25 anni fa, e poi gli incontri con le autorità locali e con i giovani oriundi che hanno studiato a Trento grazie ai programmi dell’Universit di Trento sugli interscambi giovanili. In Brasile oggi vivono circa 2 milioni di discendenti dei nostri emigrati, alcuni dei quali oggi sono parte della classe dirigente locale. Sarebbe davvero importante ritrovarsi fra un paio d’anni assieme ad alcune imprese trentine che hanno stretto rapporti di collaborazione con analoghe realtà brasiliane. È l’idea espressa a Curitiba da Rossi e condivisa da Civettini e Maestri: “Siamo qui – hanno detto – per creare nuove opportunità soprattutto per i giovani, sia in Brasile che in Trentino”. Una visione condivisa dal console Mora, che nel porgere il benvenuto al governatore Rossi e agli altri membri della delegazione ha colto l’occasione per ringraziare il grande lavoro che le associazioni italiane svolgono nella regione, e di cui beneficia lo stesso consolato. “È questa una fase di rinnovamento per l’associazionismo – ha sottolineato il console – che è chiamato gradualmente a spostarsi su nuove frontiere, per rinnovare il suo ruolo al servizio delle comunità di riferimento ed attrarre le giovani generazioni”. Di visita “storica” ha parlato infine il consultore trentino per il centro-nord del Brasile Elton Diego Stolf, che accompagna la delegazione assieme al collega responsabile per il centro-sud del Paese, Alceu Xenofontes Lenzi. Curitiba, lo ricordiamo, è considerata in Brasile una città-modello. Fra i settori dove è più alta la possibilità di rafforzare l’interscambio con lo Stato del Paranà, il quinto più ricco del Brasile, grande otto volte il Trentino, quelli delle tecnologie ambientali e della formazione postuniversitaria. La delegazione istituzionale ed economia trentina ha visto la presenza anche di Giorgio Fracalossi e Rudi Oss, presidenti rispettivamente della Federazione trentina della cooperazione e di Dolomiti energia, del vicepresidente dell’Associazione Trentini nel mondo Cesare Ciola e della presidente dell’Unione famiglie trentine all’estero Giorgia Pezzi. 237 PA G I N A 17 C R O N A C H E settembre-ottobre 2015 Il presidente Dorigatti accoglie Paolo Mieli prima della lectio magistralis ma per tutto il Paese” un prezzo altissimo per il pessimo esempio della Sicilia” sciuto da tutti gli italiani, che gli si dedicassero vie e piazze, perché il suo martirio è altamente rappresentativo delle contraddizioni vissute dalla sua terra sotto il fascismo”. Concludendo la sua densa lectio, il sessantaseienne professore – che è anche presidente di Rcs Libri – ha affermato che i libri di storia circolanti in Italia sono purtroppo infarciti di “leggende orrende” sul Trentino Alto Adige, come quella del collateralismo degli altoatesini rispetto al regime nazista (in realtà si trattò di stato di necessità, i sudtirolesi avrebbero guardato a chiunque potesse aiutarli ad affrancarsi da una situazione di oggettiva negazione dei diritti e dell’identità). Occorrerebbe – dice Mieli – riscrivere la nostra storia locale e fare un’opera di verità che tarda da troppo tempo. L’anno prossimo, nel 70° dell’Accordo Degasperi Gruber, fondativo dell’autonomia speciale regionale e dell’ancoraggio internazionale quanto meno di quella dell’Alto Adige, la cerimonia del 5 settembre dovrebbe avere un rilievo non più solo locale, dovrebbe essere portata nelle città italiane. “Il discorso sulle autonomie ha infinite sfaccettature e tra le quattro parole indicate dal governatore del Trentino quella che sceglierei è orgoglio. L’orgoglio di avere evitato nuovi conflitti, di aver mantenuto la pace. È tempo che la vostra storia diventi finalmente una storia nazionale”. L’appello pare sia stato accolto e condiviso dal presidente Rossi, che per il 2016 ha promesso già nei giorni scorsi un impegno straordinario e un profilo molto alto. Anche il Consiglio provinciale, dalla sua postazione, concorrerà senz’altro allo scopo. “Costruiamo un nuovo patto sociale” Il presidente Dorigatti: apertura e innovazione. Autostrade sì, ma digitali La Giornata dell’autonomia 2015 è stata vista dai trentini di Trento quando una breve sfilata è uscita dal palazzo della Regione e ha raggiunto palazzo della Provincia – in piazza Dante – sulle note della Banda ladina “Musega Auta Fascia”. Punto di arrivo la Sala Depero – un tempo sede delle sedute del Consiglio provinciale – dove ad aprire la cerimonia sono state le note della Corale polifonica Cimbra con il brano Luserna. Poi i discorsi ufficiali. “La nostra – ha esordito il presidente Bruno Dorigatti – è, senza dubbio, una identità complessa. Nulla è mai stato semplice, nello scorrere dei secoli, fra queste vallate, percorse dai flussi della storia europea. Ciò nonostante, il Trentino ha sempre assolto ad una funzione di “ponte” fra la cultura latina ed il mondo germanico, pur soffrendo lacerazioni profonde, soprattutto in quel ventesimo secolo che ha ridisegnato la mappa del mondo intero.(...) “L’autonomia in Trentino non si è limitata ad essere una risposta ai bisogni contingenti, ma si è fatta carico del difficile compito di immaginare il futuro per orientare scelte ed indirizzi di sviluppo, attraverso un costante dialogo con i corpi sociali e con le strutture intermedie. “Questa vocazione dell’autonomia appare oggi ancor più attuale, in un tempo in cui l’evidente vuoto, lasciato dall’abdicazione delle ideologie e delle loro rappresentanze, non può essere abbandonato al saccheggio dei populismi ed alla sola ricerca del consenso, ma va invece riempito di nuovi contenuti propositivi. “È la domanda di un nuovo patto sociale quella che sale dalla nostra terra – ha poi detto Dorigatti – con l’obiettivo di coinvolgere ogni livello della realtà; rifiutando, al contempo, la deriva dentro le categorie del rancore e dell’indifferenza. Dobbiamo ritrovare invece l’essenza di una comunità che non può barricarsi nella gelosa difesa del precostituito. Non cadiamo nell’errore di chiuderci in quell’isolamento del “Trentino piccolo e solo”, che i “Padri” della nostra autonomia hanno sempre individuato come pericolo letale. “Per rispondere a questa istanza, può quindi rivelarsi utile anche l’attuale fase di riforma costituzionale: essa deve saper tener conto dell’esperienza delle autonomie speciali, Le parole d’ordine di Rossi: “Consapevolezza, orgoglio, coraggio e futuro”. In sala anche il viceministro Bressa quali possibili modelli di un ridisegno – in chiaveeuropea – dell’ordinamento degli Stati e dei loro rapporti con i territori e le comunità”. Il presidente ha fatto anche cenno alla prospettiva di riforma statutaria cui sta lavorando personalmente: “Serve una capillare “operazione d’ascolto”, diffusa sul territorio e condotta in parallelo dal potere esecutivo e da quello legislativo, per ritrovare, dentro un confronto che potrà anche essere aspro, nuova fiducia e coscienza dei rispettivi ruoli e delle rispettive responsabilità: con l’umiltà di chi sa costruire insieme, anziché dirigere in solitudine. In questo contesto può essere utile proporre anche una sorta di “tavolo di riflessione” alta, attorno ai temi più urgenti: primo fra tutti quello di una riscrittura statutaria capace di sguardo lungo, di saldo legame regionale e di forte interazione con le realtà che ci circondano, per dar vita ad un modello “glocale” di sviluppo, opportuno anche per un’Europa in affanno, priva di prospettive regionalistiche e sempre più incapace di contrastare le emergenti culture neonazionaliste”. E, prima di concludere, Dorigatti ha anche pensato a questioni di stretta attualità come la scelta per la Valdastico: “Per un nuovo modello di prosperità diffusa e di effettiva modernità – ha detto – non dovremo guardare ancora a vecchie teorie infrastrutturali: le autostrade di cui abbiamo bisogno sono quelle “digitali”, capaci di metterci in relazione con il mondo globale che ci circonda”. La cerimonia in sala Depero ha visto naturalmente in ruolo centrale anche il presidente della Provincia, Ugo Rossi. “Io sono convinto – ha sottolineato il governatore – che abbiamo davanti un futuro straordinario che potremo realizzare se tutti i cittadini, insieme alle istituzioni, sapranno comprendere che questa Autonomia va riempita di contenuti, di passione, di senso di appartenenza ma forse soprattutto di capacità di guardare oltre i nostri confini”. “Consapevolezza, orgoglio, coraggio e futuro. Sono queste le parole che mi vengono in mente quanto penso alla nostra Autonomia” – ha argomentato Rossi, dopo aver ringraziato per la loro presenza il sottosegretario Gianclaudio Bressa e il professor Paolo Mieli. Il presidente ha voluto rimarcare come “questa giornata mai dovrà essere una semplice manifestazione di orgoglio, ma piuttosto un’occasione per ritornare al significato originario della parola autonomia, nella sua accezione più autentica e vera, quella di autogoverno e libertà. L’Autonomia non è una bandiera o uno slogan retorico, ma un concetto che si lega alle pratiche, ai legami sociali ed ai riferimenti concreti che ne fanno un elemento costitutivo e specifico di questa terra e della sua popolazione. L’Autonomia si difende giorno dopo giorno, impegnandosi per premiare il merito, sostenere chi rischia in prima persona, valorizzare competenze e professionalità, aprirci di più all’internazionalizzazione, proseguire sul cammino dell’innovazione, delle nuove tecnologie e dell’incentivazione delle capacità di intrapresa dei giovani”. Paride Gianmoena, presidente del Consiglio delle autonomie locali, ha ricordato come “celebriamo la Giornata dell’Autonomia in tempi che non sono di certo normali. Ed è proprio per questo che lo strumento della nostra autonomia speciale può e deve rappresentare un’opportunità straordinaria sulla quale costruire il futuro della nostra terra”. Il presidente della Consulta provinciale degli studenti di Trento, Nicola Piffer, ha portato il saluto di Gabriele Schmid (presidente del Consiglio provinciale dei giovani, impossibilitato a partecipare). Piffer – per nulla intimidito dai microfoni e dalla platea “matura” – ha spiegato come “questa giornata non debba essere solo un momento nel quale la nostra regione ricorda i fondamenti della sua autonomia, e nemmeno solo una giornata in cui le istituzioni provinciali si aprono alla cittadinanza, ma ovrebbe rappresentare un momento di riflessione su quale significato possa avere la nostra autonomia di fronte alle trasformazioni del mondo e ai drammi che oggi l’umanità vive”. Cronache dalla Presidenza Tornando all’assetto istituzionale speciale del Trentino, l’ex direttore del Corriere della Sera ha detto che “questa costruzione potrebbe essere messa in discussione soltanto da una gestione statica dell’autonomia stessa. Ma sento e vedo con piacere che voi avete ben chiara la necessità di farla evolvere, di costruirla giorno dopo giorno. L’autonomia non esiste una volta per tutte, mai”. Stando sull’attualità, Mieli non ha davvero usato mezzi termini. “La Provincia Autonoma di Trento ha già dato all’Italia 1 miliardo di euro su nemmeno 5 di bilancio annuale complessivo. Credo – ha scandito, col suo tono di voce pacato ma fermo – che nel Paese non vi siano altri che abbiano già fatto un sacrificio finanziario di questo tipo per concorrere al risanamento dei conti nazionali. Purtroppo voi pagate un prezzo altissimo per quello che dell’autonomia speciale fanno in Sicilia. I siciliani se la spassano, voi pagate il conto”. Mieli ha rinunciato all’eloquio professorale per elogiare – “da turista”, ha detto – l’ottima manutenzione delle strade “che si nota da quando a gestirle è la Provincia invece dell’Anas. Purtroppo il miliardo di euro di cui sopra l’avete dovuto dare all’Italia dell’Anas”. I DISCORSI UFFICIALI PALAZZO TRENTINI Giuseppe Detomas, il consigliere provinciale che rappresenta il popolo ladino, ha partecipato con l’elegante abito legato alle tradizioni fassane. A destra, sala Depero gremita 237 PA G I N A 18 C R O N A C H E settembre-ottobre 2015 PALAZZO TRENTINI Dorigatti: attrezziamoci per il 3° Statuto. Euregio sì, purché non depotenzi la Regione LA GIORNATA DELLA AUTONOMIA I lavori della Commissione dei 19 affrontarono e risolsero le tensioni legate all’assetto dell’autonomia regionale, che i sudtirolesi ritenevano nettamente penalizzante per la loro minoranza linguistica: si arrivò così al 3° Statuto e finì l’epoca degli attentati dinamitardi. A destra, l’interventodi Giorgio Postal. Sotto, il tavolo con Rossi, Dorigatti e Bizzo, quindi i due autori del volume promosso dal Consiglio,Giovanni Bernardini e Gű nther Pallaver (fotoservizio Roberto Bernardinatti) S di Giovanni Bernardini Cronache dalla Presidenza ono due i temi unificanti del volume presentato il 4 settembre a palazzo Trentini, risultato di un impegno collettivo inaugurato più di un anno fa con il convegno omonimo tenuto presso la Fondazione Bruno Kessler. Su di essi le studiose e gli studiosi coinvolti, indipendentemente dalla loro provenienza regionale/ nazionale e dalle loro competenze specifiche, hanno trovato una naturale convergenza nell’elaborare delle chiavi di lettura per il breve e travagliato Ventesimo secolo del TrentinoAlto Adige/Südtirol. Il primo, come risulterà chiaro già scorrendo la lista dei contributi, è una sorta di storia retrospettiva dell’autonomia. Essa è intesa come sistema di (auto)governo articolato e flessibile, identificato progressivamente come risposta alle esigenze e alle urgenze peculiari del territorio e dei suoi abitanti. Tuttavia, il termine “progressivamente” non deve trarre in inganno: il volume si apre significativamente con la disamina dei progetti di autonomia che emersero in forma embrionale già all’indomani del 1919, ma che furono ben presto annientati dall’implacabile logica accentratrice e “normalizzatrice” del Fascismo di cui (come ricorda il volume) fecero sostanzialmente le spese entrambe le odierne provincie. Nessuna linearità provvidenziale ha dunque caratterizzato l’affermazione dell’autonomia, nemmeno al momento del suo recupero all’indomani del secondo conflitto mondiale. A tale proposito il volume mostra come l’affermazione della necessità di un “potere legislativo ed esecutivo regionale autonomo” contenuta nell’accordo De GasperiGruber fu indubbiamente una soluzione pragmatica volta a ottenere il placet delle potenze vincitrici, poco disposte in quella temperie a impegnarsi in modifiche di confini e spostamenti di popolazione più di quanto non fosse già in atto altrove; d’altro canto, la “svolta autonomista” per il Trentino-Alto Adige contenuta nel documento recuperava elaborazioni concettuali ed esperienziali che venivano dal passato, come nel caso esemplare di Alcide De Gasperi su cui il volume si sofferma. E tuttavia i principi contenuti nell’accordo non furono sufficienti a garantire una reale applicazione dell’autonomia finché prevalse il massimalismo delle parti in causa: una delle novità del volume I l filo rosso che attraversa attività e impegno della Commissione provinciale pari opportunità conduce alla promozione di una cultura paritaria che valorizza le differenze, con lo scopo di realizzare condizioni di giustizia ed equità sociale fra donne e uomini. La scuola è tra i luoghi d’intervento prediletti e l’impegno in questo ambito della Cpo è testimoniato da due recenti pubblicazioni: Una finestra sul mondo, che raccoglie le iniziative realizzate dalla Commissione nel 20112014; e Per una cittadinanza condivisa, che raccoglie i materiali e le pratiche usati nel 2014-15 per l’attuazione del Percorso 4 nell’ambito del progetto “Educare alla relazione di genere”. Nella scuola si coltiva la consapevolezza del proprio ruolo sociale, e la Cpo negli anni si è impegnata Il dialogo vincente Ecco il libro sulla storica Commissione dei 19 La presentazione del volume “Dialogo vince violenza”– la questione del Trentino Alto Adige Sűdtirol nel contesto internazionale”, curato dagli storici Gűnther Pallaver e Giovanni Bernardini, è stata il primo momento forte voluto dal Consiglio per la Giornata dell’autonomia 2015. Nella sala Aurora di palazzo Trentini l’incontro è avvenuto alla vigilia, il 4 settembre, e il protagonista è stato appunto il libro fresco di stampa, per i tipi del Mulino, che propone gli atti e gli esiti del convegno che si tenne nella primavera dello scorso anno – nella sede della fondazione Fbk – sulla nascita e il lavoro della storica Commissione dei 19. Fu questo il laboratorio in cui, nella fase più calda della crisi del primo Statuto di autonomia, si gettarono le basi dell’architettura istituzionale attuale, quindi del secondo Statuto (1972). Gli autori del testo hanno parlato di risultato che è stato uno dei grandi successi della stagione del centro sinistra in Italia, raggiunto anche grazie alle grandi capacità di mediazione di uomini come Aldo Moro, Silvius Magnago, Bruno Kessler che seppero rinunciare a rivendicazioni storiche più o meno reali, per spostare l’attenzione su obiettivi concreti e sulla soluzione dei problemi concreti. Il presidente Dorigatti ha colto questa speciale occasione per “lanciare” in anteprima l’idea di una Consulta chiamata ad elaborare, anche in Trentino, un progetto di terzo Statuto di autonomia (vedi pag. 14). “A Bolzano – ha detto Dorigatti – hanno già costruito un percorso mettendo in piedi una Convenzione. Sarebbe stato meglio partire assieme, ma noi ora vogliamo promuovere un nostro tavolo, aperto alla più alta partecipazione possibile, per arrivare a un disegno di legge regionale comune”. Il presidente del Consiglio ha detto di non condividere la posizione di chi dice che, in una fase politica sfavorevole alle autonomie, sarebbe meglio stare fermi. “Sono invece convinto – ha affermato – che si debba costruire un orizzonte condiviso”. Dorigatti ha ricordato che la riforma costituzionale del titolo V in corso comporta dei rischi, compreso quello gravissimo che si introduca la possibilità di modifica dello Statuto speciale con legge ordinaria. Nel suo intervento ha poi difeso il ruolo e l’importanza della Regione, “che nel nuovo statuto dovrà essere confermata, magari con un ruolo diverso ma fondamentale”. Quanto all’Euregio, “non vorrei – ha ragionato – che diventasse il cavallo di Troia per tagliare la Regione. Magari dicendo: c’è già l’Euregio, ci sono le due Province e quindi la Regione non serve più”. Occorre stare in guardia, perché il clima attorno alle autonomie speciali rimane in effetti pesante. L’idea che le esperienze autonomistiche abbiano fatto il loro tempo attraversa il mondo politico in modo trasversale, anche se si sta cominciando a capire che togliendo l’autonomia a noi non si farebbe del bene al Paese e alle altre Regioni. “Non a caso il Veneto, con Zaia, che chiede giustamente autonomia per la sua regione, ha però cambiato atteggiamento verso il Trentino”. Alla presentazione del libro hanno partecipato anche il presidente della Provincia, Ugo Rossi e il vicepresidente del Consiglio di Bolzano, Roberto Bizzo. Il primo ha spezzato una lancia per un regionalismo responsabile, per una “democrazia decidente” e di buon governo, per il progetto Euregio e per la revisione dello Statuto di autonomia, “sullo sfondo di una riforma costituzionale che impone una grande concentrazione sul principio dell’intesa (tra Roma e Trento, n.d.r.) e della valorizzazione delle norme di attuazione”. (b.z.) Le ultime iniziative della Commissione provinciale Le pari opportunità fanno scuola affinché ciò avvenga al di fuori da stereotipi e condizionamenti. Si sono voluti offrire strumenti per contrastare le prevaricazioni che ancora affliggono la nostra società. E si è voluto iniziare nella scuola il tanto invocato processo di cambiamento culturale. La prima pubblicazione raccoglie le più significative iniziative rivolte alle scuole superiori sviluppate su tre linee tematiche: prevenzione della violenza maschile sulle donne; decostruzione degli stereotipi nei libri di testo; recupero delle figure femminili. Si sono realizzati momenti di riflessione con il corpo docente per pensare al ruolo educativo anche come percorso di educazione al genere. Fra questi: “rispetto, libertà, potere e scelte del genere”: laboratorio centrato sul tema del rispetto;”chi trova un testo virtuoso trova un tesoro”: progetto sull’analisi dei libri di testo scolastici, che invita a studiare anche in un’ottica di genere valutando il livello di presenza /assenza di figure femminili negli indici tematici, ma anche nella iconografia e nella scrittura; “le Minerve dimenticate”: attività di ricerca volta a mettere in luce il ruolo delle donne per l’avanzamento del sapere in diversi ambiti disciplinari e conclusasi con la produzione da parte delle classi di video, registrazioni, fumetti che danno voce in modo efficace a donne tra cui Miriam Makeba, Assia Djebar, Florence Nightingale, Hedy Lamarr. La seconda pubblicazione raccoglie invece l’esperienza didattica dell’anno appena concluso e permette per i successivi una scelta consapevole dei dettagli La presidente Simonetta Fedrizzi risiede proprio nel rigore scientifico, scevro dalle reticenze che hanno caratterizzato molte ricostruzioni del passato, con cui sono indagati i ritardi e le forzature politiche che circondarono la questione altoatesina nell’immediato dopoguerra a livello locale, nazionale e internazionale. Ampio spazio ad esempio è dedicato alle ambiguità con cui l’Austria, a partire dalla sua rinascita definitiva nel 1955, rivendicò il proprio ruolo di protettrice della minoranza sudritolese presso le organizzazioni internazionali e più in generale nella sua azione di politica estera. Infine, una parte considerevole del volume è dedicata alla gestazione del “secondo statuto”, a quel processo laborioso che si fece strada a partire dagli anni ’60 e che in molti contributi è ricostruito nella sua complessità e per mezzo delle più recenti fonti disponibili, fino alla sua applicazione negli anni a seguire. Su questo piano si innesta il secondo filo conduttore del volume: la ricostruzione di quella rete fitta e dinamica di relazioni, contatti, dialoghi o “conversazioni” a più voci che sin dall’epoca del secondo statuto si imposero come unica alternativa opponibile a uno stato di anomia e di disagio, o persino di violenza permanente nella questione sudtirolese. L’obiettivo di chi allora operò da tutte le parti in causa con la reale volontà di arrivare a un risultato concreto fu creare un’impalcatura istituzionale e amministrativa entro cui convogliare e rendere permanente il dialogo tra i vari livelli coinvolti (locale/nazionale/internazionale) per la soluzione tempestiva dei problemi concreti che si ponevano allora e che si sarebbero posti in futuro in termini di sviluppo e coinvolgimento delle popolazioni interessate. Fondamentale in questo senso fu l’accantonamento delle rivendicazioni su base storica, più o meno fondate o anacronistiche, che avevano invece caratterizzato le fasi di maggiore inconciliabilità e violenza tra le parti. Senza pretesa di impartire lezioni a chi dovrà contribuire a dar forma all’autonomia futura, né di detenere un’inesistente sfera di cristallo che ne riveli i risultati ultimi, gli autori e i curatori del volume ritengano che questo sia il significato più rilevante di una riflessione collettiva che vuole contribuire a dare alimento al dibattito presso l’opinione pubblica e non soltanto tra gli addetti ai lavori. didattici fra le offerte del ventaglio “Educare alla relazione di genere”. Precisa che l’obiettivo è educare alla condivisione della cittadinanza, nella convinzione che parola e immagine siano antidoti alle violenze. Spiega che la differenza di genere va intesa nella sua intersezione con altre differenze (razziali, linguistiche, religiose, nazionali) e propone testi e immagini in cui sono rappresentate identità relazionali per riflettere su parole e immagini libere da stereotipi. La Commissione intende ora rinnovare e rinforzare l’impegno in tal senso. Le pubblicazioni possono essere consultate e scaricate da http://www. consiglio.provincia.tn.it/istituzione/pari_opportunita/Pages/pubblicazioni.aspx o richieste in forma cartacea presso gli uffici della Commissione . 237 PA G I N A 19 C R O N A C H E settembre-ottobre 2015 A primo piano, la magnifica sala della Giustizia e della Pace, che dà verso via Manci ed è adibita a ufficio del vice presidente della assemblea legislativa E d ecco un rapido percorso “virtuale” dentro quello che fu vanto dei Trentini (t maiuscola) e deve essere oggi davvero casa di tutti i trentini. Un po’ di storia. Il palazzo è l’antica dimora dei baroni Trentini, famiglia che, giunta in città nel ‘500, lo fece costruire tra il 1740 e il 1764. L’edificio, ricco di arredi e collezioni d’epoca, fu acquistato dalla Provincia negli anni ’70. Il restauro si deve all’architetto Michelangelo Lupo. Qui oggi ha sede il Consiglio, si identifica così un bene prezioso come questo con il luogo più rappresentativo dell’intera comunità. L’androne. All’ampio “androne” si accede varcando la grande porta verde di legno al civico 27 di via Manci, nel centro di Trento. All’ingresso l’antico pozzo che permetteva subito di pulirsi. Su questo locale, di cui è conservato l’acciottolato originale, si affaccia un’apertura che dal mezzanino consentiva di controllare l’ingresso. La sala dell’Aurora. Salendo lungo lo spazioso scalone principale (il palazzo è dotato anche di una scala interna più ripida per il personale) si raggiunge l’ambiente più prestigioso, il salone dell’Aurora. Vi si accede attraverso un portale rinascimentale, probabile recupero da uno dei due edifici preesistenti alla ristrutturazione di metà ‘700. L’ambiente è dominato dalla grande volta, ornata da finte architetture e affrescata verso il 1750 dall’alense Affreschi di Fattori ritratti di Lampi oli del fiammingo Van Schrieck stufe e mobili dell’epoca: la sede del Consiglio ha stupito tutti Il vanto dei Trentini Folla il 5 settembre per le visite al palazzo sede del Consiglio alla scoperta di affreschi, dipinti e arredi settecenteschi Orlando Fattori con il trionfo di Aurora, allegoria dell’ascesa della famiglia Trentini. Le decorazioni a mensole, vasi di fiori e putti sono da attribuire a Domenico Romani, modenese attivo a Trento verso metà del ‘700. Altri preziosi arredi e dipinti provengono dalle collezioni di antiche casate trentine, frutto di ricerche e acquisizioni del Consiglio che risalgono all’epoca del restauro. Alcune erano appartenute proprio ai Trentini, che per motivi economici avevano ceduto parte delle collezioni anche ai vicini Salvadori. I locali adiacenti e la cappella. Le sale al primo piano poste a sud, attualmente sede, con l’adiacente Cappella, della Vicepresidenza del Consiglio, mostrano l’articolato programma decorativo realizzato attorno al 1763-64 da Carlo Henrici, che si ispirò all’Iconologia di Cesare Ripa pubblicato nel 1593: repertorio di figure allegoriche più volte ristampato fino a metà del ‘700, al quale molti artisti di epoca barocca fecero riferimento. Il tema del Trionfo della Giustizia e della Pace sulla Guerra campeggia nel soffitto della prima sala, in un tondo racchiuso da stucchi fantasiosi. La Giustizia tiene nella mano sinistra una bilancia ed ha accanto la Pace, attorniata da due putti. Il soffitto della sala vicina è affrescato con l’allegoria dell’Innocenza, raffigurata da una giovane donna, e dell’Inganno, figura maschile. La stanza, luminosa e dotata di un balcone affacciato su via Manci, ospita anche una grande stufa in maiolica. La sala accanto, con il bel soffitto a stucchi, Cronache dalla Presidenza Ha destato curiosità, interesse ed è piaciuta oltre le aspettative l’apertura gratuita al pubblico dei palazzi della Provincia del 5 settembre scorso, iniziativa per la Giornata dell’autonomia 2015. Ad attirare ben oltre una centuria di visitatori non è stata tanto e solo la possibilità di entrare nelle “stanze dei bottoni”. Il successo è piuttosto frutto dalla scoperta, soprattutto da parte dei trentini, dei “gioielli” – opere d’arte, architetture, arredi e oggetti preziosi – custoditi nelle più importanti sedi della Provincia. Come la Sala che nel palazzo di piazza Dante è intitolata a Fortunato Depero, il grande esponente futurista, ed è stata mèta delle visite guidate da Carla Tomasoni, funzionario del Consiglio . L’assemblea legislativa ha poi fatto onori di casa in particolare nella propria sede, palazzo Trentini, dove diversi gruppi, accolti dalla nostra Anna Eccher, hanno potuto godere dei valori custoditi nell’edificio settecentesco. Dopo il buon afflusso di pubblico registrato al mattino, nel pomeriggio alcuni gruppi di visitatori sono stati accolti nei rispettivi uffici – un tempo sale abitate del palazzo nobiliare – anche dal presidente e dal vicepresidente del Consiglio, Dorigatti e Viola. “Questa Giornata – ha detto il primo nel dare il benvenuto – era l’occasione più propizia per rendere accessibili a tutti i luoghi più significativi dell’autonomia”. Dal canto suo il vicepresidente ha evidenziato che se la data del 5 settembre ricorda la firma dell’accordo Degasperi Gruber avvenuta nel 1946, è anche con questa apertura di palazzo Trentini, massima sede istituzionale della Provincia, che si vuole rilanciare oggi il valore dell’autonomia. Notevoli sono state la curiosità e l’interesse dei visitatori. Ecco il commento al termine di Alessandra, 21 anni, studentessa di lettere con specializzazione in beni culturali: “Ho visto per la prima volta la sala dell’Aurora che ho trovato di grande valore storico e artistico come tutto il palazzo”. Soddisfatto anche Roberto Gottardi: “Ho scaricato da internet il programma della Giornata dell’autonomia e ho deciso di dedicare il sabato pomeriggio a questa visita, perché la mattina lavoro. Credo che l’aspetto più significativo di questo palazzo di grande valore storico e architettonico sia il fatto che oggi venga valorizzato dall’istituzione del Consiglio provinciale che rappresenta l’autonomia del Trentino”. Infine quel che ha colpito Marina e Isabella, due appassionate che hanno appreso dal giornale l’iniziativa “Porte aperte a palazzo Trentini”, è “l’ottimo stato di conservazione della struttura e delle opere”. Insomma, un’iniziativa come questa non può e non deve rimanere un momento isolato e limitato alla Giornata dell’autonomia. Non a caso proprio la guida, Anna Eccher, ha ricordato a tutti che palazzo Trentini, come recita la targa sul muro d’ingresso, è sempre aperto e visitabile gratuitamente tutti i sabati dalle 10.00 alle 12.00. (a.g.) LA GIORNATA DELLA AUTONOMIA A sinistra la sala della Folgore e a destra la magnifica sala dell’Aurora con l’allegoria affrescata dal Fattori. Sotto, particolare dello scalone d’ingresso era forse la cappella privata, visti la grande croce intarsiata nel pavimento in abete e i simboli di Cristo e della Vergine degli stucchi e della volta. Il secondo piano. Al piano superiore, dove i soffitti più bassi di quelli del piano sottostante indicano la maggiore intimità della destinazione domestica, si raggiungono nell’ala sud la sala della Folgore e la sala della Virtù e dell’Onore, oggi riservate alla Presidenza. Le allegorie affrescate sono ancora di Carlo Henrici, pittore alla moda ricercato da molte famiglie altolocate. Nella prima sala, ornata da una bellissima stufa in stile viennese in maiolica bianca e oro, è raffigurata l’allegoria della Fugacità delle grandezze e delle glorie mondane. Qui si può ammirare anche un’Adorazione dei Magi di Sebastiano Conca, (metà del ‘700). Alla parete sud, accanto al camino, è appesa una tela di tema biblico, forse riferito al viaggio nel deserto del Sinai, attribuita alla cerchia del veneziano Antonio Molinari, mentre il ritratto di dama sulla parete di fronte è ascrivibile alla cerchia di un altro veneziano, Jacopo Amigoni. Nella seconda sala vennero dipinti l’Onore, la Gloria e il Vizio. Di qui si accede all’antica camera da letto, detta sala del Giudizio di Paride, dove il restauro ha permesso di scoprire un raro ciclo a monocromo dello stesso Henrici, con quadrature del lombardo Pietro Antonio Bianchi. Sono di Henrici anche i due dipinti appesi nella sala della Virtù e dell’Onore: la Piscina di Bathseda e la Vergine col Bimbo, San Giuseppe ed altri Santi, databili al 1780 PALAZZO TRENTINI Nelle foto di Paolo Pedrotti, la giornata di visite a palazzo Trentini, la sede del Consiglio provinciale, con il presidente Dorigatti e il vicepresidente Viola ad accogliere i gruppi di visitatori. Qui sotto, la sala della Virtù e dell’Onore, a secondo piano (ufficio del presidente). e provenienti dal vicino Palazzo Salvadori. Pregevole è poi l’olio su tavola del XVI secolo, attribuito alla scuola di Andrea del Sarto, raffigurante una Sacra Famiglia con Giovannino. Qui Gesù Bambino è raffigurato mentre accetta giocosamente una sfera, simbolo del potere sul mondo. Sulla parete est è appeso un ritratto di dama di Giambattista Lampi (1780). Tra gli arredi, spiccano la bella stufa in maiolica e il cabinet in lacca rossa dai cassetti decorati in oro su fondo nero. L’ala nord. Sullo stesso piano ma a nord, ecco la sala di Zefiro e Flora, decorata dal veronese Giorgio Anselmi, con il quadraturista Domenico Romani. Amorini e putti completano la decorazione del soffitto. La tela con Nettuno ed Anfitrite su carro formato da una conchiglia, tirato da cavalli marini, è pure di Henrici. Nel boudoir, adibito a studio, c’è una piccola tela di grande qualità del fiammingo Otto Marseus van Schrieck, di data 1665, con natura morta. La sala successiva, di Venere e Amore, ha conservato dell’affresco centrale solo un frammento. I pavimenti in legno sono a riquadri intarsiati con punte di lancia incrociate. L’antica cantina e Winkler. La visita include gli antichi scantinati, dove, accanto alla sala che ospita in modo permanente un ciclo dello scultore altoatesino Othmar Winkler (1907-1999), vengono allestite mostre temporanee. Con la collaborazione di Lucia Linda Cella 237 PA G I N A 20 C R O N A C H E settembre-ottobre 2015 PALAZZO TRENTINI Un gesto d’attenzione a una singolare attività imprenditoriale trentina e al suo marchio Re-do Il nostro striscione in plastica al Festival dell’economia diventa shopper alla moda che dà lavoro a persone deboli Perché buttare lo striscione di un convegno se può essere trasformato in un pezzo unico, per esempio una simpatica e robusta shopper da indossare come accessorio di moda? La Presidenza ha accolto con piacere la proposta di Alpi, azienda che nel 2014 ha creato il marchio “Redo” (ri-fare), e ha messo a disposizione il materiale pubblicitario dell’iniziativa collegata al Festival dell’Economia 2015, ospiti d’eccezione Lina Wertműller, il cantante Elio e lo scrittore Vanni Sartori. Re-do è un processo produttivo che coniuga il lavoro di persone deboli con il recupero di materiali di scarto: un esempio di come, attraverso l’upcycling si possa dare nuova vita a cose, oggetti e, nel caso di Alpi, anche alle persone. Il progetto impiega a Trento 5 persone, coniugando percorsi individualizzati di inserimento lavorativo, ricerca di nuovi materiali, sviluppo di prodotti di qualità e attivazione di canali commerciali. In Regione sono attivi 6 punti vendita, tra cui una collaborazione molto interessante con il bookshop del Castello del Buonconsiglio. Omaggio antologico all’artista trentino scomparso tre anni fa. Nel 2011 aveva già esposto in via Manci La creatività di Adriano Eccel in 80 foto S Cronache dalla Presidenza i è trattato della prima mostra antologica dedicata all’intero percorso artistico di Adriano Eccel, il fotografo trentino nato a Bolzano e purtroppo scomparso il 22 ottobre di tre anni fa, a soli 56 anni. L’interessante operazione culturale è stata ospitata a palazzo Trentini tra la metà di agosto e il 13 settembre, per il tramite dell’associazione “AEcceL per la fotografia” di Trento. Il gruppo, guidato da Claudia Sartori, si prefigge proprio lo scopo di promuovere la trentennale opera – “l’intimo lirismo e la straordinaria musicalità” – di questo fotografo dalla formazione solida e complessa, costruita su studi di psicologia e analisi dell’immagine, di tecnica fotografica e di stampa fine art, ma anche di pratica pittorica e grafica (vedi www.adrianoeccel.it, ottimo e documentato sito internet ufficiale). Oltre 70 le mostre realizzate in vita da Eccel, con diversi eventi anche all’estero e uno dei suoi cicli fotografici esposto in permanenza nella Biblioteca nazionale di Parigi. Ebbene, l’antologica in via Manci – dal titolo “l’ombra può esprimersi / Opere 1985 – 2012” (testi di Riccarda Turrina) – ha offerto ai trentini una panoramica esaustiva sulla parabola creativa di Eccel, attraverso 80 immagini di medio/grande formato che percorrono i diversi cicli di lavoro e le più applaudite opere, dal “Muro” (1985) ad “Attraverso la sfera (1986), dalla “Partita a bocce “ (1986/87) alle “Photoopere” (1990-93), fino agli originali del “Codice Duval” (su carta Polaroid, anni 1996-2002, per la prima volta mostrati nella loro versione integrale) e all’incompiuto “Specchio immagi- Adriano Eccel è morto 3 anni or sono. Sotto, l’inaugurazione dell’antologica che gli è stata dedicata quest’estate a palazzo Trentini nario” (2004-2012). Non manca il lavoro “Ex mattatoio”, cui Eccel lavorava al momento della morte e che racconta con la fantasia – attraverso istantanee rielaborate – la struttura abbandonata dell’ex mat- tatoio di Roma, ora Macro Future. L’associazione AEccel ha predisposto in occasione di questa ras- Ottanta le immagini esposte, un racconto dei diversi cicli realizzati dal 1985 e fino a “Specchio immaginario”, che è rimasto incompiuto. segna trentina anche una stampa tipografica a tiratura limitata di un’immagine per ciascun ciclo esposto, Omaggio efficace dunque a un artista davvero importante – come ha affermato il presidente Dorigatti inaugurando l‘esposizione, – che “già nel 2011, proprio a palazzo Trentini con la mostra Sanatorium, mise in luce la potenza espressiva della sua arte. È stato un onore per il Consiglio ospitare le sue opere, che, come spesso accade, sono state notate e apprezzate più fuori, anche nelle grandi capitali dell’arte, che in Trentino-Alto Adige”. Momento impegnato durante i corsi estivi dei ragazzi L’attivismo di Maurizio Menestrina e della compagna Nam Soon Kim Arcobaleno Basket fa un salto in Consiglio Meeting dei coreani nel mondo: l’iniziativa è partita da Trento Visita allegra e rumorosa, quella che quest’estate ha brevemente interrotto il lavoro in aula del presidente Dorigatti, impegnato attorno ai temi della politica sanitaria. È arrivata infatti una trentina di ragazzini dai 7 ai 14 anni, tutti partecipanti ai corsi estivi di Arcobaleno Basket. Accompagnati dalle istruttrici Bianca e Stefania, i ragazzi hanno affiancato alle attività di gioco e di sport anche un paio d’ore più impegnative presso il Consiglio provinciale. Nella sala di rappresentanza della Regione, Dorigatti ha risposto alle loro domande, per nulla scontate. Alessandra Iamunno ha chiesto cosa stia accadendo proprio in relazione al mantenimento dei servizi sanitari nelle valli. E Dorigatti ha spiegato la situazione e il momento di acceso dibattito in corso in quel momento dentro l’aula. All’origine del primo incontro internazionale avvenuto in Italia tra un centinaio di coreani provenienti da vari Paesi del mondo, dove risiedono fin da piccoli perché adottati, ci sono due trentini. Lui è Maurizio Menestrina, disegnatore di fumetti e operatore dell’Anffas. Lei è la sua compagna Nam Soon Kim D’Amato, nata a Seul ma cresciuta e vissuta sempre a Trento, dov’era stata adottata da una famiglia in tenera età. Da loro sono nati Alberto e Stefano, che oggi hanno 13 e 8 anni. E sempre da loro, dopo un avventuroso giro della Korea del Sud in bicicletta, realizzato nel 2000 grazie alla sponsorizzazione ottenuta da decine di aziende trentine per raccogliere fondi che consentissero di avvicinare allo sport i diversamente abili, è nata anche una rete di contatti con altri coreani residenti in varie regioni del Paese. Rete che ha poi permesso di dar vita all’associazione culturale dei koreani italiani adottivi, in sigla “Kor.ia”, affiliata a Ikaa, organizzazione internazionale sorta a servizio della comunità degli adottivi di origine koreana sparsi in tutto il pianeta. Periodicamente Maurizio Menestrina e la compagna Nam Soon Kim D’Amato con gli amici della Corea del Sud (sopra, il Paese visto dal satellite) Ikaa offre agli iscritti momenti di incontro, conoscenza reciproca e approfondimento culturale per coltivare la loro duplice identità. L’ultimo meeting internazionale, il “Gathering 2015”, si è svolto a Roma alla fine di maggio. Ospiti principali dell’evento sono stati i membri dell’associazione italiana Kor.ia, ma i partecipanti sono arrivati da 10 Paesi diversi. E a Roma tra i protagonisti non potevano mancare Maurizio Menestrina e Nam Soon Kim D’Amato, che hanno raccontato attraverso uno spettacolo teatrale il loro “Tour de mat 2000 Korea”, il periplo del Paese asiatico in bicicletta. Per lasciare un segno tangibile del Trentino alle autorità e agli amici koreani adottivi sia italiani che stranieri, Maurizio e Nam Soon Kim hanno donato loro alcune copie del volume illustrato che il Consiglio provinciale ha dedicato a palazzo Trentini. Per questo i due sono stati ricevuti dal presidente Bruno Dorigatti che li ha ringraziati per la loro attività di volontariato, che ha messo in contatto anche la nostra provincia con una importante realtà associativa interculturale e di relazioni internazionali. 237 PA G I N A 21 C R O N A C H E settembre-ottobre 2015 Il Difensore civico di Berna Qualche giorno fa è stato a palazzo Trentini il Difensore civico della città di Berna, Mario Flűckiger, che ha radici trentine. L’ospite si è incontrato anzitutto con l’omologa trentina, Daniela Longo, con la quale poi è stato ricevuto dal vicepresidente del Consiglio, Walter Viola. L’ombudsman svizzero vanta un’esperienza ventennale e ricopre un incarico a tempo indeterminato. L’avvocata Longo ha potuto confrontarsi sui rispettivi ruoli, impegni e difficoltà, riscontrando che le materie trattate nell’interesse dei cittadini sono per la maggior parte le medesime: rifiuti, sanità, prestazioni sociali e assistenziali, pubblico impiego, alloggi pubblici. Con Viola ci si è confrontati anche sulle prospettive di eventuale aggiornamento normativo in Trentino delle competenze legate alla difesa civica nella sua più vasta accezione. Anche da Cuba e Costa Rica per la Summer School 2015 IL DOVERE DI RICORDARE Marcinelle continua ad ammonirci Quasi sessant’anni fa, l’8 agosto del 1956, la tragedia della miniera carbonifera del Bois du Cazier a Marcinelle in Belgio, falciava la vita di centinaia di lavoratori, in prevalenza italiani. Il presidente Dorigatti ha voluto ricordare con una nota questa ricorrenza, dopo aver partecipato alla commemorazione di Stava e dopo aver promosso una mostra documentaria sul disastro alla diga di Mattmark in Svizzera. Nelle stesse ore della ricorrenza di Marcinelle, a Rovereto un operaio perdeva la vita durante la fatica in fabbrica. Per questo Dorigatti ha richiamato ancora una volta la centralità dei temi della sicurezza sul posto di lavoro. Nella “Giornata del sacrificio del lavoro italiano nel mondo” (8 agosto), il presidente ha scritto “che le Istituzioni devono farsi promotrici di una riflessione, non limitata al mero evento, ma aperta invece al confronto con tutti gli attori del mercato del lavoro e dell’economia provinciale, per sviluppare insieme nuove concezioni e nuove modalità di costruzione di una più salda e concreta cultura della sicurezza sul lavoro”. Anche un messaggio di Mattarella per la triste ricorrenza In 40 dal Sudamerica Stava, 30 anni dopo: a studiare il Trentino un dolore da riscattare È stato Mario Tonina ad accogliere gli ospiti sudamericani in occasione della consegna dei diplomi al termine della scuola estiva “L’ autonomia e la cooperazione hanno permesso al Trentino di essere quello che è, modello di buone prassi e terra di scambio e di condivisione”: queste le parole del consigliere e segretario questore del Consiglio provinciale, Mario Tonina, che ha fatto gli onori di casa quest’estate, nella giornata conclusiva del progetto Summer School 2015. Un’esperienza che ha visto la presenza per due settimane in Trentino di 40 tra funzionari, sindaci e rappresentanti istituzionali provenienti dal Sudamerica, impegnati in un programma di alta formazione intitolato “Comunità e sviluppo: costruendo strategie di cambiamento per il territorio”. Sotto la lente degli studenti, il modello cooperativo trentino, il “caso Muse”, la società mutualistica Hub Trentino, anche esperienze singolari come quella della cooperativa Il Gaviale, che da decenni rinnova ogni anno il successo festivaliero di Drodesera, animando in particolare la centrale di Fies con produzioni teatrali d’avanguardia. A tirare le fila di questa iniziativa, giunta alla sesta edizione, ci sono l’Ocse, la Scuola di Formazione alla solidarietà internazionale della Provincia, la Federazione trentina delle cooperative e l’Università EAFIT di Medellin in Colombia. “Quando il progetto nacque”, ha spiegato Stefano Barbieri, direttore della sede Ocse di Trento, “era rivolto alla sola Colombia e contava un piccolo grappolo di partecipanti. Oggi coinvolgiamo un numero sempre maggiore di soggetti e abbiamo allargato il bacino d’accoglienza: quest’anno i partecipanti sono stati una quarantina, provenienti da 9 Paesi dell’America latina (per la prima volta sono rappresentati Cuba e Costa Rica)”. Si tratta di un programma di capacity building nel quale vengono analizzati casi concreti in un contesto di informazione circolare in cui il Trentino è esempio di “buone prassi”: in Argentina, ha spiegato Barbieri, l’esempio delle cantine di Mezzocorona è stato studiato e tradotto in esperienze locali, proprio come conseguenza di questi scambi di esperienze e informazioni sulle reciproche politiche del territorio. Oltre a Tonina e Barbieri hanno preso parte al momento conclusivo del progetto, e alla cerimonia di consegna dei diplomi, Mauro Cereghini, Presidente del Centro di formazione per la solidarietà internazionale dal gennaio scorso, Carlo Dellasega direttore generale della Federazione delle cooperative e Mario Vargas che segue il progetto dal 2010 per conto dell’Università colombiana. Dellasega ha ricordato il valore della cooperazione, offrendo quella che ha definito la migliore sintesi dell’ideale cooperativistico, e che viene da una semplice contadina: “La cooperazione ha aiutato le persone ad aiutarsi tra di loro, a progredire, migliorare e creare un benessere diffuso e soprattutto… a pensare”. Cereghini ha osservato che il Trentino è un esempio di come lo sviluppo locale, l’economia e il business possano andare a braccetto con la solidarietà: in questo senso è assolutamente significativo che la cerimonia di chiusura del progetto avvenga a palazzo Trentini, la casa dell’autonomia trentina. Va detto del resto che in via Manci un gruppo di partecipanti alla scuola estiva è giunto anche durante le due settimane, accolto dal presidente Dorigatti che ha illustrato loro vari aspetti del “sistema Trentino”. Le cerimonie del 19 luglio per i 30 anni dalla tragedia di Stava che costò la vita di 268 persone “L a memoria e l’elaborazione collettiva di tragedie come Stava, sono necessarie per costruire una cultura fondata sui valori del rispetto dell’uomo e della natura e sulla necessità della prevenzione e della tutela dell’ambiente”: è stata questa la riflessione del presidente Bruno Dorigatti quest’estate, quando la valle si è fermata per commemorare i 30 anni dalla immane tragedia, che in una splendida giornata di sole – alle ore 12, 22 minuti e 55 secondi – si portò via, inghiottendole sotto una valanga di fango, 268 persone. Cambiò allora – e per sempre – la vita di tante famiglie e dell’intera comunità. Il 18 luglio – lungo una toccante Via Crucis – sono stati scanditi tutti i nomi di quelle120 donne e di quegli 89 uomini, 31 teen ager, di quei 26 bambini.Il giorno dopo la parola “memoria”, molto cara a Dorigatti, è stata al centro anche dell’omelia dell’arcivescovo Luigi Bressan, che ha aperto la giornata del ricordo con una messa nella parrocchiale di San Eliseo a Tesero. Di memoria ha Morirono 268 persone scritto pure il presidente della Repubblica Sergio Matper il crollo dei bacini tarella, che in un suo messaggio la definisce “attiva”, perché non si esaurisce nell’esercizio del ricordo, ma di Prestavèl. De Godenz riflessione e lezione di cambiamento. “Quello ricorda: nessuno percepiva diventa di Stava – ha scritto il capo dello Stato – fu una tragedia l’immane rischio nazionale: e non solo perché le vittime provenivano da ogni parte d’Italia (64 diversi Comuni da 11 Regioni, n.d.r.), ma perché la frana di Stava è diventata il simbolo di una errata concezione del profitto, dello sfruttamento della natura e di una colpevole e sorprendente catena di errori umani”. Nella chiesa gremita, gran folla di rappresentanti delle istituzioni: la presidentessa del Consiglio regionale Chiara Avanzo, il commissario del Governo Francesco Squarcina, l’assessore fiemmese Mauro Gilmozzi; la giovanissima sindaca di Tesero Elena Ceschini, che all’epoca dei fatti non era ancora nata; il vicepresidente del Consiglio Walter Viola, i consiglieri provinciali Giuseppe Detomas, Pietro De Godenz, Luca Zeni, Lucia Maestri, Lorenzo Ossanna, gli assessori Tiziano Mellarini e Donata Borgonovo Re, l’assessore altoatesino Florian Mussner, il senatore Giorgio Tonini. Ricordi diretti e brucianti conserva in particolare proprio De Godenz, che aveva 23 anni ed era consigliere comunale a Tesero. Al momento del dramma si trovava a Pampeago per lavoro, scese a valle e per un mese e mezzo fece i conti giorno e notte con l’assoluta emergenza. La sua testimonianza dice che a Tesero nulla faceva presagire il disastro: si discuteva del continuo e impattante passaggio di camion nella valle, ma non si percepiva affatto il rischio geologico connesso ai bacini di Prestavel. Il 18 luglio scorso banda e coro parrocchiale di Tesero, sulle note dello Stabat mater, hanno dato le note a una lunga processione. È stato raggiunto il cimitero, presso la piccola chiesa di San Leonardo ai piedi della montagna, dove dal 1985 riposano le salme delle vittime della tragedia, accanto al commovente monumento opera dello scultore Felix Deflorian. Il vescovo ha benedetto le tombe e la giornata di ricordo è poi proseguita con un momento di riflessione a Stava, nell’epicentro del dramma, dove per la prima volta dal 1985 si è svolta una commemorazione laica. Qui ha parlato il Presidente della Fondazione Stava Graziano Lucchi, che nella catastrofe perse i genitori. “La nostra colpa” ha detto “fu quella di aver dato fiducia ai tecnici che avevano l’obbligo di controllare i bacini di Prestavel e invece hanno tradito la loro professionalità, sposando le logiche del profitto e operando scelte di natura economica: la speranza è che 268 persone non siano morte invano”. L’immagine di un geranio messo a dimora sul fango rinsecchito, scelta per la giornata del trentennale, ha voluto essere un messaggio di speranza e di fiducia nel futuro. E una tre giorni di formazione scientifica sul tema della sicurezza dei riempimenti di terra ha dato il segno che dalla disgrazia si continuano a trarre stimoli per escludere in futuro altri drammi analoghi. Cronache dalla Presidenza I partecipanti hanno studiato il modello cooperativo, il Muse, le nostre start up e come imitare queste esperienze PALAZZO TRENTINI CON LONGO ACCOLTO DA VIOLA 237 PA G I N A 22 C R O N A C H E settembre-ottobre L’ EVENTO MONDIALE A MILANO Da non mancare un viaggio (meglio in treno) e almeno un giorno intero tra le magnifiche architetture dei padiglioni realizzati da 145 Paesi del mondo. La Provincia (da agosto) fa la sua parte e ci ha investito 1,6 milioni di euro. Nella sua Piazzetta si alternano “in vetrina” da settimane le aziende del nostro territorio 2015 In fondo è un grande “luna park“, ma merita una visita di Luca Zanin Durerà fino al 31 ottobre, la grande Expo 2015 aperta l’1 maggio tra tante apprensioni e scongiuri sulla capacità del sistema Italia di arrivare preparato all’appuntamento ed evitare una figuraccia cosmica. Per chi stesse ancora valutando se fare un salto a Milano, il consiglio è sì, di andarci: una (o meglio due) giornate ci stanno tutte, lo show è davvero imponente e imperdibile. Pur con tutti i limiti che, passeggiando nell’immensa cittadella sorta dal nulla vicino a Rho, è ben facile cogliere: si tratta in fondo di un mega luna park, molto appariscente – ricchissimo sul piano architettonico e delle soluzioni espositive – ma anche assai posticcio. Delle decine di Paesi che si visitano – per lo più di corsa, saltandone necessariamente molti – alla fine si assimila ben poco: scarsi i contatti umani con le popolazioni del pianeta (non pensate di visitare la Cina e trovare davvero i cinesi); invisibili (occultati?) gli aspetti problematici o addirittura dram- matici dei diversi Stati in vetrina; tutto sommato evanescente la mole di informazioni che si ricevono sul tema dell’esposizione universale, “Nutrire il pianeta – Energia per la vita”. Ciò detto, la realizzazione è davvero grande e ben riuscita e non poteva certo il Trentino starsene fuori. La Pat ci ha messo 1,6 milioni di euro e 92 unità di personale, ma sono 20 le aziende trentine che hanno lavorato per costruire Expo e 40 i milioni di euro di fatturato indotto sul nostro territorio. Senz’altro preziosa poi la vetrina per il turismo, rafforzata anche dalle iniziative messe in campo dall’Euregio assieme a Bolzano. I nostri consiglieri provinciali (pagandosi viaggio e biglietto) sono stati a vedere lo scorso luglio, invitati dal presidente della Provincia Rossi in occasione dell’inaugurazione della settimana intensiva in cui il Trentino ha fatto da protagonista a Padiglione Italia. Le loro reazioni? Di sostanziale apprezzamento per questa universale “vetrina”. Il giro del mondo in un’Expo sola C’è tempo fino al 31 ottobre per una visita. “Spedizione” dei consiglieri provinciali quest’estate I biglietti. L’ingresso costa 39 euro a prezzo pieno nelle biglietterie sul posto, ma tramite internet (sul sito ufficiale di Expo) si ottiene a 34. Un mercato parallelo si scopre sempre sul web. Groupalia per esempio offre 2 ingressi al prezzo di uno oppure l’abbinata 2 ingressi+parcheggio a 49 euro. Conviene insomma fare un po’ di caccia al biglietto low cost. E considerare le tariffe per famiglie, quelle per over 65, i biglietti a data aperta. Il viaggio. Molto comodo il treno. La Provincia ha anche attivato una corsa speciale nei fine settimana, con partenza da Trento al mattino presto e rientro nel tardo pomeriggio (17 euro a corsa, la metà delle Frecce). Esiste anche uno speciale Bus Euregio quotidiano (vedi www. suedtirolbus.it o www.altoadigebus.it) che ferma a Trento e a Rovereto. Chi non rinuncia all’auto, metta in conto 12 euro di parcheggio giornaliero a Rho, con navetta gratuita (ma occhio alle code) fino agli ingressi dell’Expo. Qui sopra, i consiglieri provinciali in visita all’Expo lo scorso luglio. A sinistra, il grande viale (cardo) che conduce all’Albero della Vita, totem simbolo della rassegna universale. Sotto, la grande rete su cui si passeggia nel padiglione del Brasile, lo spazio dell’Alto Adige in stile rustico montano, infine la Piazzetta Trentino con la raffigurazione delle Torri del Vajolet. In alto, il vialone detto Cardo che termina con l’Albero della Vita e (a sinistra) il grande e spettacolare Padiglione Italia (Succhi di frutta), Pastificio Felicetti (Pasta), Adige-BLM Group. Gli altri sono Terme e Salute (sistema termale trentino), Sciare in Trentino (Impianti di risalita), ed Adige Spa (Costruzioni, partner tecnologico). I cancelli. Sono decine ai tre punti cardinali da cui si accede all’enorme sito di Expo. Ciascun “gate” è munito di metal detector tipo aeroporto e di tornelli. Nonostante il grande afflusso di visitatori, normalmente ce la si cava in tempi ragionevoli. Un consiglio: correte subito al Padiglione Italia, perché in poche ore qui la coda si fa pesante. Gli stand. Sono la sostanza dell’Expo, distribuiti lungo i due enormi vialoni coperti e intersecati tra loro, chiamati Decumano e Cardo. Ogni Stato (sono 145, molti accorpati in una sede comune) fa la sua ombra con il proprio palazzo o palazzetto: molto spesso sono spettacolari dal punto di vista architettonico, generosissimi di luci, installazioni video e soluzioni tecnologiche avanzate. Ogni Paese racconta qualcosa della propria natura e del proprio rapporto col cibo, oguno cerca di stupire con effetti speciali. Rischi di coda? Senz’altro in Russia (complice il gelato alla vodka offerto ai visitatori), in Bielorussia, Kazakistan, Brasile, Cina, Colombia, Messico, Israele. Da notare che c’è anche lo Stato del Vaticano (titolo dell’allestimento: “Non di solo pane”). Verrete omaggiati con il “santino” calamitato di Papa Francesco. Perfetto per il frigo. Il merchandising. Nei primi due mesi era a sorpresa il quasi del tutto assente, faceva eccezione solo la Swatch con la serie speciale dei suoi orologini. Adesso Il Padiglione Italia. Bianchissimo, grandissimo (14.000 metri quadri), bellissimo. Un’architettura-scultura straordinaria, in cui tra l’altro ha avuto una parte da leone la ditta altoatesina Stahlbau Pichler. Il Padiglione sarà una delle rare strutture che a fine Expo rimarrà in piedi. Dentro l’edificio, è la “Mostra delle Regioni: Identità Italiana” il cardine espositivo del Padiglione. Racconta le quattro “Potenze Italiane” – Saper Fare, Bellezza, Limite e Futuro. A rappresentare il Trentino sono due startup – Melixa e Biosoil, accompagnate da un filmato (Pale, Duomo Trento e Mart) e una pianta alpina, il mirtillo. c’è un po’ di tutto, a prezzi magari non proprio di saldo (la serie di tazzine dedicate da Illy all’Expo, per esempio, è molto bella, ma il set da 4 per il caffè costa 48 euro). Il Padiglione del vino. Inaugurato nei primi giorni di maggio, “Vino, a taste of Italy” raccoglie con una galleria davvero elegantissima il meglio delle cantine di tutta Italia e quelle trentine – capitanate da Consorzio Vini del Trentino e Istituto Trento doc – hanno la loro brava ribalta. Siamo lungo il Cardo Nord Ovest, il vialone che conduce all’Albero della Vita e al Padiglione Italia, appena prima dello stand del Sudtirolo. La nostra terra mette in campo 56 etichette, con 16 vini bianchi, 8 rossi e 32 Trentodoc. Con 10 euro si possono fare 3 assaggi (e ti tieni il bicchiere). Cibo. Grande protagonista della rassegna, ma attenzione a consumarne, perché si rischiano notevoli “spennate”. Non comprate acqua, attin- gete alle fontanelle che – miracolo – erogano qua e là minerale fresca e gratuita. Poi si trovano anche ottimi e modici kebab del Marocco o impeccabili pizze napoletane manipolate da autentici napoletani. Piazzetta Trentino. La nostra Pat ha scelto di esserci,ha investito 1,6 milioni di euro e ha aperto “casa” a partire da agosto (Bolzano invece è partita fin dall’inizio col proprio sito, pagando i salatissimi affitti delle superfici Expo). 80 i metri quadrati di tren- tinità in posizione strategica,una installazione creativa – tre lastre di dolomia, omaggio alle Tre Torri del Vajolet, alte più di 7 metri – dedicata allo spirito delle materie e dei luoghi dell’ambiente dolomitico. Al calar del sole, le lastre di pietra diventano vere e proprie superfici di proiezione e grandi ombre le attraversano. È qui che gli sponsor si stanno presentando a turni serrati. Si tratta di Melinda (mele), Cavit e Mezzacorona (Vino), Trentingrana (formaggi), Astro (Trote), Dolomiti Fruits Gli spettacoli a orario. Due volte al giorno si materializza sul Decumano un coloratissimo corteo costituito da figuranti che rappresentano le mascotte arcimboldesche di Expo. Allo scoccare di ogni ora, folla poi davanti all’Albero della Vita e relativo laghetto (vicino a Padiglione Italia), per una decina di minuti di show con giochi d’acqua e di luci (un po’ kitsch, per il vero, proprio come l’enorme totem da 37 metri dell’Albero della Vita, che comunque merita di essere ammirato col favore della notte). In internet: www.expo2015.tn.it. www.expovinotrentino.com app Trentino Expo (mette in palio anche una vacanza in Trentino). 237 PA G I N A 23 C R O N A C H E settembre-ottobre 2015 SCUOLA E DOCENTI No e poi no al formaggio fatto col latte in polvere I consiglieri provinciali, il presidente Rossi e l’assessore Dallapiccola hanno sottoscritto quest’estate la petizione nazionale attivata dall’associazione Slow Food per contestare l’autorizzazione dell’Ue alla produzione di formaggio a partire da latte in polvere. La Commissione europea ha fatto di più, perché – sollecitata da una parte dell’industria lattiero casearia italiana – ha invita tol’Italia a modificare la legge vigente (che vieta i formaggi fatti con latte in polvere) entro la fine di luglio, nel nome della libera circolazione delle merci. Ancora una volta, in nome del libero mercato, si tenta – questo il senso della mobilitazione – di livellare verso il basso i prodotti alimentari, a spese dei produttori di qualità e dei consumatori. Il latte in polvere non è nocivo per la salute, ma usato per fare il formaggio porta a una omologazione che calpesta la straordinaria ricchezza della tradizione italiana in questo campo. In particolare è stato Graziano Lozzer, il consigliere del Patt che è socio produttore di Slow Food, a sensibilizzare i colleghi su questa vicenda “che potrebbe comportare un enorme passo indietro in termini di qualità e sostenibilità dei prodotti caseari”. La petizione dal titolo “Il formaggio si fa col latte” punta a sottolineare che l’eccellenza dei prodotti italiani e in particolare di quelli trentini, va difesa da tutti a prescindere anche dagli steccati politici. Lozzer ha rivolto anche un pubblico invito a firmare nei vari banchetti circolanti in provincia, oppure a farlo on line, facendo riferimento al sito internet di Slow Food. La norma proposta da Rossi passa velocissima in Consiglio. Depositata anche una petizione con 550 firme per l’inserimento in IV fascia del mezzo centinaio di insegnanti d’arte reduci dall’impegnativo percorso abilitante frequentato l’anno scorso all’Accademia di Verona. In vista anche uno specifico ricorso al Tar Concorso 2012, salvi gli idonei “Leggina” ad hoc. E l’emendamento-Civettini proroga la graduatoria al 31 agosto 2017 N on solo i docenti vincitori, ma anche i 60 idonei del concorso pubblico celebrato nel 2012, potranno essere assunti in pianta stabile nelle scuole trentine. L’ha deciso in luglio il Consiglio provinciale, approvando all’unanimità il disegno di legge ad hoc del presidente Ugo Rossi, inserito con procedura di urgenza all’ordine del giorno dell’aula, dopo un rapido passaggio in Commissione. Si è trattato di allinearsi ad analoga norma prevista per le graduatorie del parallelo concorso statale e passata in Parlamento dentro la recente legge del Governo Renzi di riforma della scuola. La Giunta provinciale ha poi ampliato la norma, dando via libera anche a un emendamento proposto da Claudio Civettini (Civica Trentina), che proroga di un ulteriore anno – fino al 31 agosto 2017 – la validità della graduatoria, che l’ultima legge finanziaria provinciale aveva già spostato dalla fine di agosto 2015 ai dodici mesi successivi. In Consiglio è intervenuto Filippo Degasperi del M5s, lamentando che sul tema delle assunzioni di insegnanti è mancato un ragionamento complessivo. E questo ha causato ripercussioni negative per altri insegnanti precari, esclusi da quest’ultima previsione di legge. Anche l’introduzione della quarta fascia, se ha risolto i problemi di alcuni insegnanti, ne penalizza però altri, prevedendo graduatorie permanenti, periodi di conseguimento del titolo dal 2009 al 2014 (ma perché non anche quelli prima del 2009?). Queste iniziative per Degasperi appaiono confuse, perché soddisfano alcune categorie di docenti, ma alimentano il malessere e la protesta degli esclusi. D’accordo con Degasperi si è espresso Claudio Civettini. Lucia Maestri (Pd), presidente della V Commissione che ha già discusso l’argomento, ha messo in evidenza la pesante eredità derivante da una da una stratificazione di interventi che ha creato enormi aspettative di stabilizzazione, a fronte di una scarsissima disponibilità di posti di lavoro. Per Maestri “non si deve cavalcare il pur giusto disagio emerso”. Si tratta invece di avviare un percorso di analisi del decreto governativo sulla buona scuola, per capire in che modo la normativa provinciale si potrà adeguare. “I miracoli – ha concluso Maestri – non li possiamo fare e le promesse che non possiamo mantenere noi non siamo abituati a farle”. Luca Giuliani (Patt) ha osservato che visti i cambiamenti in atto nel settore scuola questo disegno di legge va nella giusta direzione, perchè evita un’ingiustizia nei confronti di persone che si erano impegnate nel concorso. Concorso che nel 2012 era nato male, perché non prevedeva lo scorrimento della graduatoria. UN’ALTRA PETIZIONE IN CONSIGLIO Oltre duemila firme per gli hobbisti creativi Alessandra Tavola e i docenti d’arte che hanno depositato una petizione al Consiglio. A destra, il consigliere Claudio Civettini Giustamente poi con il decreto sulla buona scuola ai vincitori sono stati associati gli idonei, che potranno quindi essere assunti tutti a tempo indeterminato. Marino Simoni (Progetto Trentino) ha preannunciato il voto convinto del gruppo e ha condiviso le osservazioni di Maestri. Claudio Cia (Civica Trentina) ha ricordato che l’inghippo era nato da un emendamento inserito nell’ultima finanziaria provinciale, che prevedeva l’inserimento in ruolo solo dei vincitori e non anche degli idonei, com’era scritto invece nella versione originaria della legge. “Chi ha votato in buona fede quella norma non si è reso conto di aver tolto a una sessantina di insegnanti supplenti la possibilità di credere in un futuro di lavoro stabile. Ora si fa giustizia, superando l’esclusione di questi lavoratori ed eliminando l’anomalia”. Manuela Bottamedi (Patt) ha lamentato il fatto che “non viviamo in uno stato di diritto, a causa delle continue proroghe e sanatorie”. Già il concorso in questione non veniva fatto da 13 anni. Ma poi si era stabilito che la graduatoria sarebbe stata valida per tre anni. “La scuola italiana – ha osservato – è governata dai Tar”. Dall’agitato mondo della scuola trentina quest’estate è emersa anche la petizione con 550 firme, rivolta al Consiglio provinciale dal comitato p.a.s, acronimo che richiama quel “percorso abilitante speciale” frequentato presso l’Accademia di Verona da 48 insegnanti precari trentini in materie artistiche. Nonostante questa fatica – costata l’anno scorso 2.500 euro di iscrizione, continui viaggi in Veneto e svariate prove – i docenti sono rimasti esclusi dalla graduatoria provinciale per titoli di IV fascia. Una penalizzazione beffarda, per professionisti che da anni rincorrono supplenze nella speranza di una cattedra stabile, visto tra l’altro che il corso è stato frequentato “secondo requisiti, tempi e modi dettati dalla Provincia di Trento”. “Ora rischiamo di saltare l’anno”, ha detto Alessandra Tavola, consegnando con alcuni colleghi la petizione a palazzo Trentini. Ciò che si chiede è l’equivalenza del titolo acquisito con quello conseguito tramite altri percorsi abilitanti (Ssis e Cobaslid). Il presidente Bruno Dorigatti – ricevendo le firme – ha espresso attenzione e rispetto per la problematica. Era presente anche Claudio Civettini, che sta seguendo da vicino il problema dei docenti precari e sul caso del comitato p.a.s. ha depositato una proposta di mozione. In questo testo si fa presente tra l’altro che agli insegnanti “abilitati in altre sedi e Regioni, con ben altre modalità (percorsi molto più semplici, domande a crocetta, poche ore di frequenza…) è stato invece consentito, come era prescritto nel bando, e come promesso anche dall’amministrazione provinciale, di inserirsi nella II fascia delle graduatorie di istituto”. Civettini in Consiglio ha detto che “la transizione dopo la riforma sulla scuola va gestita con attenzione, con percorsi chiari ed evitando di alimentare un’inaccettabile guerra tra poveri o tra esclusi”. Il caso al centro della petizione sarà la base anche di un ricorso al Tar annunciato entro settembre, che riguarderà pure la situazione dei circa 300 diplomati magistrali ante 2002, penalizzati (a volte dopo 12 anni di supplenze) rispetto ai freschi laureati in scienze della formazione. Altri due ricorsi al Tar sono invece già depositati, vi si chiede l’ammissione in II fascia dei docenti già inseriti in terza. A rappresentare i patemi dei docenti di IV fascia e degli esclusi dalle graduatorie sono stati anche alcuni insegnanti – accompagnati dal segretario del sindacato Delsa, Mauro Pericolo – che il 3 settembre hanno incontrato fuori dall’aula i consiglieri provinciali. Chiedono di congelare le graduatorie provinciali in attesa di una pronuncia del Tar attesa per il 22 ottobre. A palazzo Trentini in luglio sono state depositate anche 2.212 firme di cittadini, in calce a una petizione che chiede al governo provinciale di ripensare le annunciate, nuove regole per la pratica dell’hobbismo nei mercatini del Trentino. L’assessore Alessandro Olivi aveva sottoposto pochi giorni prima alla II Commissione consiliare lo schema di delibera con cui si intende contrastare il fenomeno del “falso hobbismo”, ossia di chi col paravento dell’attività dilettantistica fa in realtà del commercio, fa concorrenza sleale ai negozianti e non paga le tasse. Ebbene, dal presidente Dorigatti si sono presentati Fernando De Paoli e Marta Giovannini, dell’Associazione hobbisti trentini, (vedi la foto) con il testo che chiede di non mortificare l’attività degli “o.p.i.”, gli operatori del proprio ingegno che frequentano le centinaia di mercatini regionali proponendo manufatti realizzati personalmente. “La ventilata norma che limita a 10 giornate annuali l’attività hobbistica – ha spiegato De Paoli, presidente dell’associazione trentina – ci penalizza ingiustamente e non centra l’obiettivo, che è quello di scoprire i furbi”. Giovannini ha citato il decreto legge Bersani, che dal 1998 esenta gli hobbisti creativi dall’ordinaria normativa sul commercio. E ha detto che la soluzione del problema starebbe semplicemente in un sistematico programma di controllo dei mercatini da parte dei vigili urbani, che potrebbero agevolmente verificare la merce esposta e distinguere chi fa vero hobbismo e chi invece commercia articoli acquistati e fa diretta concorrenza ai negozi. “Noi o.p.i. – hanno aggiunto De Paoli e Giovannini, il primo artigiano del legno, la seconda abile nella filatura a telaio – siamo una risorsa per tanti piccoli Comuni, perché diamo vita a mercatini che sono un valore per la socialità e per il turismo. Con la regola delle dieci giornate annuali molti mercati verrebbero meno, a partire da quello di recente avviato alla Portéla di Trento, dove noi siamo presenti non certo per fare i soldi. Sia chiaro: anche se un o.p.i. frequenta qualche decina di mercatini in un anno, non può ugualmente essere paragonato nemmeno da lontano a un vero e proprio commerciante, perché il giro d’affari è modestissimo e perché si trattano articoli prodotti da sé, nelle proprie case”. La richiesta è allora di esentare gli o.p.i. dal nuovo regolamento per gli hobbisti, oppure di sostituire per tutti la regola delle dieci giornate con un sistema di controllo sulle merci trattate. Si chiede anche di ripensare alla regola del tesserino familiare per gli hobbisti, che penalizza i nuclei in cui più di una persona fa dell’artigianato e poi va nei mercatini. Gli o.p.i. chiedono più in generale una maggiore attenzione alla loro realtà, citando città come Torino e Genova, che hanno varato dei registri di questi operatori, valorizzandone il ruolo sociale. Il presidente Dorigatti ha ricevuto ufficialmente la petizione assieme al dirigente del Servizio legislativo del Consiglio, Camillo Lutteri, spiegando che se ne occuperà la II Commissione presieduta da Luca Giuliani. Dorigatti ha anche consigliato ai proponenti di cercare un’intesa con le categorie dei commercianti, perché una soluzione condivisa potrebbe essere molto utile anche per il legislatore e per l’esecutivo provinciali. L’antefatto in II Commissione, come si diceva, è stata la discussione che si è conclusa con 5 sì e 2 astenuti alla discussa proposta di deliberazione della Giunta Rossi, destinata a modificare il regolamento di esecuzione della legge provinciale sul commercio, onde adeguarlo alle più recenti previsioni normative. Al centro c’è appunto la questione dell’attività hobbistica, che la legge finanziaria di assestamento del bilancio Pat 2015 ha inteso delimitare. Si stabilisce dunque che l’hobbista possa esporre e vendere i propri oggetti solo se munito di tesserino identificativo (biennale) e per un massimo di 10 giornate annuali, fatte salve sagre ed eventi particolari. La merce esposta dovrà valere non oltre 1.000 euro e ciascun prodotto non più di 200 euro. Sul punto sono intervenuti i commissari. Pietro De Godenz ha ricalcato la necessità di tutelare commercianti e artigiani dalla concorrenza di finti hobbisti. Filippo Degasperi ha messo in dubbio l’efficacia del regolamento, che non va a scovare i cosiddetti finti hobbisti e limitando le giornate utili, spinge gli hobbisti a disertare i mercati più piccoli e periferici. Luca Giuliani ha posto il problema degli hobbisti che arrivano da fuori provincia, chiedendo di ridurre ulteriormente, per loro, il numero di giornate utili per partecipare ai mercatini del Trentino, in modo da evitare che l’hobbista sia in realtà un professionista, presente 10 giorni in provincia, 10 in Veneto, 10 in Lombardia e oltre ancora. L’assessore Alessandro Olivi, che ha illustrato la “sua” delibera, ha detto che la proposta di Giuliani sarà senz’altro valutata sul piano tecnico prima della decisione finale in Giunta. Nel regolamento sul commercio si affrontano anche altri aspetti, ad esempio si elimina l’obbligo – per i commercianti che vendono prodotti alimentari in modo del tutto secondario e residuale – di dover soddisfare a tutti i requisiti professionali richiesti appunto per chi mette in vendita beni alimentari. 237 PA G I N A 24 C R O N A C H E settembre-ottobre QUESTION Le interrogazioni LA RISPOSTA a risposta immediata Csa Bruno tutto in regola con le licenze? Borga è tornato sul Centro sociale Bruno per chiedere se l’attività svolta dall’associazione Commons nell’edificio concesso in comodato d’uso a Piedicastello da Patrimonio del Trentino SpA è regolare. In particolare, trattandosi di somministrazione di bevande ed alimenti, oltre che di organizzazione di spettacoli e concerti, Borga chiede se l’associazione abbia la necessaria licenza e autorizzazione, nonché se l’edificio sia regolarmente controllato dal punto di vista della prevenzione incendi. La risposta del presidente Rossi. La Provincia ha chiesto alle autorità competenti si fare accertamenti in merito alle autorizzazioni. Qualora fossero accertate violazioni, la proprietà dell’immobile, vale a dire Patrimonio del Trentino, attuerà l’articolo 2 del contratto che prevede la restituzione dell’immobile. La replica. Borga ha lamentato la mancata risposta del presidente alle sue domande. E ha aggiunto che si sa benissimo che le autorizzazioni, compreso il certificato antincendi, sono inesistenti. Inoltre il 13 maggio scorso il Sindaco di Trento ha comunicato di non aver mai rilasciato al Centro sociale Bruno alcuna licenza né alcuna Scia anche per conto dell’associazione Commons. Di questi fatti, che configurano altrettanti reati, sono a conoscenza sia il Comune che e la Provincia. Ciò nonostante non viene fatto nulla e si demandano i controlli a soggetti terzi. Borga ha preannunciato che se la Provincia e il Comune continueranno a rifiutarsi di fare il loro dovere, segnalerà tutto alla Procura della Repubblica. Lucia Maestri (Pd) Il polo fieristico di Trento verrà chiuso Il piano di riordino del comparto fieristico provinciale è stato al centro dell’interrogazione di Lucia Maestri che già aveva presentato un quesito sull’argomento nell’ottobre scorso senza ottenere risposta. Da allora sono state prese decisioni e fatte scelte che lasciano immaginare un preciso orientamento per il comparto, che la consigliera chiede vengano condivise con il Consiglio. La risposta dell’assessore Dallapiccola. Il polo fieristico rimane quello di Riva del Garda, “che abbiamo – ha detto l’assessore – intenzione di promuovere e riqualificare in maniera ragionata in termini di budget e utilità anche in senso turistico” ha detto Dallapiccola. Per il polo di via Bomporto ci sono altri progetti ed è con il tempo destinato a scomparire. Ovviamente anche a Trento c’è la necessità di individuare uno spazio per realizzare le iniziative che la città richiede, visto che anche il capoluogo rappresenta un bacino interessante, anche se per esigenze diverse, meno internazionali rispetto a quelle di Riva. Ogni ragionamento dovrà in ogni caso passare per il Comune e per l’ente Trento Fiere. La replica. La Provincia ha finalmente scelto, dunque. Una scelta determinata e forte, che comporta il ripensamento di Trento Fiere e della politica della città in tal senso, secondo una strategia che Maestri ha detto di condividere nella sostanza. Giacomo Bezzi (Forza Italia) Assistenza, solo il 16% con l’Icef pagherà di più Nel marzo scorso, la Giunta ha deciso di introdurre in via sperimentale l’indicatore ICEF per la determinazione della compartecipazione alle spese per la fruizione dei servizi socio assistenziali. Servizi che subiranno di conseguenza un consistente aumento, con quote a carico dell’assistito che arriveranno fino a 18 euro all’ora. Il consigliere di Forza Italia, partendo dalla considerazione della penalizzazione dei cittadini trentini rispetto agli stranieri negli interventi erogati secondo l’indicatore ICEF (nel cui calcolo concorre la valutazione del patrimonio dei soggetti), ha chiesto alla Giunta di conoscere il numeri dei soggetti distinti per Comunità che hanno ad oggi presentato la dichiarazione ICEF, se sono previste variazioni, quanti utenti possono rientrare nella fascia massima di costo. La risposta dell’assessora Borgonovo Re. L’assessora ha rassicurato Bezzi perché la franchigia applicata sarà di 150 mila euro sulla casa di proprietà e di 50 mila euro sui risparmi, e questo per evitare di toccare quello che le persone hanno messo da parte durante tutta una vita di lavoro. Quanto alle dichiarazioni Icef pervenute, l’assessora ha riferito che al 9 luglio 2015 erano 3.907, per effetto dell’introduzione del nuovo sistema di calcolo si stima che si potrebbe determinare una riduzione delle tariffe superiore ai 50 euro mensili. La variazione prevista sarà inferiore ai 50 euro mensili per il 75% degli interessati, mentre si ritiene che vi sarà un aumento superiore ai 50 euro mensili per il 20% delle persone. Quanto agli utenti che potrebbero rientrare nella fascia di massimo costo, a oggi questi casi rappresentano il 16% dell’utenza complessiva, ma ad essi si dovranno aggiungere le persone che non hanno presentato la dichiarazione Icef. Circa le eventuali disdette dei servizi il problema da affrontare riguarda i sei mesi nei quali è prevista la sperimentazione di questo nuovo sistema e al termine della quale si potrà quindi valutare l’impatto che avrà sui servizi. La replica. Secondo Bezzi, dal momento che molti anziani non hanno presentato la dichiarazione Icef, il numero di chi si vedrà applicare la tariffa massima sarà sicuramente superiore al 16%. di Ugo Rossi a Degasperi (5 stelle) Insegnanti, ecco le medie degli stipendi alle superiori si arriva fino a 60.500 euro Rispondendo ad un’interrogazione di Filippo Degasperi (5 Stelle) il presidente, Ugo Rossi, ha riferito i costi medi annui degli insegnanti a tempo determinato in tutti i gradi di scuola. Un insegnante delle elementari nella prima posizione retributiva percepisce in media 38.672 euro all’anno, mentre in sesta posizione 54.312. I docenti di scuola media nelle stesse posizioni – prima e sesta – percepiscono 42.074 euro e 60.206 euro. Per i docenti diplomati delle scuole superiori si va dai 38.742 euro della prima posizione ai 55.765 euro della sesta, mentre per i laureati dai 43.190 euro della prima posizione ai 63.500 euro della sesta. Il personale insegnante della formazione professionale, se non laureato riceve in prima posizione 36.788 euro all’anno e in sesta posizione 49.952 euro, mentre per i loro colleghi laureati si va dai 38.912 euro della prima posizione ai 50.656 della quinta posizione. Infine la retribuzione delle insegnanti delle scuole dell’infanzia va dai 36.508 euro annui della seconda posizione ai 47.475 della settima posizione. (a.g.) Ecco la serie di question time che sono state presentate in Consiglio provinciale all’inizio delle sedute del mese di luglio. Rodolfo Borga (Civica Trentina) 2015 Le domande di attualità discusse nella sessione di luglio. Sanità, tagli ai costi senz cartelli li ha messi qualcun’ altro”. Viola ha concluso con altre due domande: “sugli spray vogliamo fare qualcosa? Sul fatto che continuino a nascere cuccioli vogliamo dire qualcosa?” Mario Tonina (UpT) Terreni agricoli Imis sospesa tocca ai comuni Gianpiero Passamani (UpT) Celle frigorifere e sicurezza passi avanti Un incidente occorso nel 2013 e che costò la vita ad un giovane idraulico, rese necessario aumentare le verifiche sulla sicurezza delle celle frigorifere delle cooperative agricole e dei consorzi di frutticoltori. Da quel terribile incidente, si è reso necessario aggiornare e implementare la strumentazione di controllo a distanza e aumentare le verifiche negli stabilimenti dotati di ambienti con atmosfera modificata. Tuttavia gli interventi, pur necessari, sono costosi e difficilmente sostenibili da parte di consorzi e cooperative agricole. Il consigliere ha chiesto alla Giunta se intenda promuovere una capillare campagna informativa sull’opportunità di implementare i controlli e se intenda stanziare dei finanziamenti per aiutare i consorzi a raggiungere un alto grado di sicurezza. La risposta dell’assessore Dallapiccola. Un tema delicato ed importante, ha esordito Dallapiccola, che ha aggiunto che i terribili incidenti sono frutto di situazioni che vanno aldilà delle comuni e razionali misure di sicurezza, già messe in campo. Le norme sono quelle riconosciute dalla Comunità europea e gli strumenti ed impianti sono costantemente monitorati. I lavori sono in corso per quanto riguarda La Trentina, mentre Melinda ha completato quasi la totalità degli impianti. Le spese sono ammesse nei cosiddetti piani operativi di livello comunitario che alimentano gli investimenti in questo settore. Walter Viola (Progetto Trentino) Orsi, sono 50 paura per i falsi attacchi Il consigliere Walter Viola ha chiesto alla Giunta di fare il punto sul problema orso in Trentino (vedi anche pagg. 6-7). A un mese dal dibattito in aula seguito al grave fatto di cronaca dell’aggressione ai danni di un cittadino da parte del plantigrado nei pressi di Cadine, Viola ha voluto sapere cosa è stato fatto e come si intenda procedere per dare una risposta concreta alla domanda di sicurezza da parte dei trentini, ma anche di numerosi turisti, nei confronti dei quali l’orso sarebbe a suo avviso un grave deterrente. La risposta dell’assessore Dallapiccola. Sappiamo che attualmente gli esemplari in Trentino sono 41, qualcosa meno rispetto all’anno scorso, ma a fine 2015 arriveremo a quasi 50 esemplari. Inoltre sono stati avvistati 12-13 cuccioli. Dallapiccola ha riconosciuto che questo progetto, “pregiato dal punto di vista ambientale”, sta creando problemi alla popolazione, “perché sono cominciati i cosiddetti falsi attacchi, tre dei quali terminati con un contatto con l’uomo”. Considerata anche la diffusa percezione di insicurezza che questi fatti generano, “l’orsa KJ2 – ha assicurato l’assessore – sarà rimossa perché pericolosa”. “Ma – ha aggiunto – se un esemplare è pericoloso e per questo verrà rimosso, resta il fatto che la maggior parte degli orsi non ha causato danni a cose o persone”. L’assessore ha concluso ribadendo la volontà di “ottenere dal ministero l’autorizzazione ad intervenire su questi esemplari dannosi per riconsegnare ai trentini la dovuta serenità”. La replica. “Sarà anche vero che si tratta di falsi attacchi ma – ha ribattuto Viola – sfido chiunque si trovi di fronte un orso a distinguere se rischia un attacco finto o vero”. “L’impatto sulla sicurezza delle persone è un’altra cosa e i cartelli affissi con la scritta Provincia autonoma di Trento, anziché dare sicurezza hanno spaventato ancor di più. Oggi non c’è serenità né rispetto ai trentini né ai turisti e se si va avanti così a Trento continueremo a dire che tutto va bene, ma dalle valli arriveranno qui coi i forconi, e noi risponderemo che i Le aree edificabili usate a scopo agricolo sono soggette a tributo dal primo gennaio 2015. Questa tassa è fortemente penalizzante per le aziende agricole perché la terra rappresenta lo strumento primario dell’attività dell’agricoltore. Dal momento che il disegno di legge 87 (Legge per il governo del territorio) ha l’intento di coniugare esigenze di semplificazione con obiettivi di risparmio di suolo, il consigliere chiede all’assessore competente se intenda prendere in considerazione la sospensione dell’IMIS a quanti faranno richiesta di sospendere l’edificabilità del terreno. La risposta dell’assessore Daldoss. La possibilità di richiedere la cancellazione dell’edificabilità dei terreni agricoli è introdotta nelle nuove norme urbanistiche, anche se con qualche rigidità successiva (la destinazione non può cambiare per dieci anni). L’aspetto di sospensione di pagamento dell’IMIS non è invece declinabile a livello normativo, anche se molti regolamenti comunali prevedono la possibilità di rimborso in caso di terreno che perda l’edificabilità. Si tratta, dunque, di un problema di livello comunale, più che provinciale. La replica. Tonina ha detto che in questo caso specifico va ribadito che gli agricoltori utilizzano il terreno per garantirsi un reddito e che i terreni vengono spesso resi edificabili arbitrariamente. Claudio Civettini (Civica Trentina) Posti letto, la Pat ha anticipato il governo Dopo che la Consulta ha dichiarato l’illegittimità costituzionale di un articolo del decreto legge del 237 PA G I N A 25 C R O N A C H E settembre-ottobre LA RISPOSTA 2015 QUESTION di Luca Zeni ad Avanzo (Patt) Ospedale di Borgo, i medici rimangono tutti e il numero di infermieri verrà potenziato Le interrogazioni Rispondendo a un’interrogazione sul reparto di chirurgia dell’ospedale di Borgo (vedi anche pag. 28), presentata dalla consigliera provinciale del Patt Chiara Avanzo, con la quale ha chiesto se alla scadenza, nel giugno 2016, verrà rinnovato il contratto per un chirurgo e se se il personale infermieristico verrà sostituito in maniera completa o parziale, il neo-assessore alla salute e alle politiche sociali Luca Zeni ha affermato che “al momento attuale non è prevista alcuna riduzione di organico presso la struttura Ospedaliera di Borgo Valsugana, né per quanto riguarda il personale medico né per quanto riguarda il personale di assistenza che, anzi, verrà potenziato non appena completate le procedure di reclutamento in corso” . La consigliera del Patt e Presidente del Consiglio regionale, nella sua interrogazione, ha sottolineato che il futuro del S. Lorenzo di Borgo rimane ancora incerto nonostante le rassicurazioni e che l’organico attuale è appena sufficiente per il funzionamento della struttura che ha un ruolo fondamentale per la sanità della Valsugana e del Tesino. (a.g.) Assistenza, con l’Icef aumenti solo per i più “ricchi” a intaccare la sicurezza 2013 sulla spending review che imponeva anche alla Provincia autonoma di Trento di ridurre lo standard dei posti letto ospedalieri, Civettini ha sollecitato la Giunta a rettificare il depotenziamento della rete dei servizi sanitari periferici. La risposta dell’assessora Borgonovo Re. L’assessora ha ricordato che la sentenza 125 del 2015 è stata una buona conferma delle scelte che già la Provincia aveva adottato nella precedente legislatura, quando la Giunta e l’Apss non avevano attuato i tagli previsti dal decreto sulla spending review del 2012. La Pat aveva invece intrapreso un proprio percorso con il piano di miglioramento, seguendo logiche di qualità ed efficienza ed evitando di adottare acriticamente le disposizioni del decreto finalizzate solo alla riduzione dei costi. “La sentenza della Corte ha quindi legittimato una giusta concezione dell’autonomia perché le risorse dedicate alla sanità sono interamente provinciali e vanno quindi utilizzate con criteri e logiche nostre”. Criteri e logiche però – ha precisato l’assessora – che non prescindono dagli standard di sicurezza e qualità validi indicati a livello nazionale. “La Consulta non ci ha dato alcun assist, perché non ha aperto spazi per venire meno ai vincoli e al rigore che ogni realtà in cui si erogano servizi sanitari debbono rispettare. Il piano finanziario non va quindi confuso con quello della qualità e della sicurezza”. La replica. Per Civettini l’assessora dovrebbe rendersi interprete delle esigenze dei territori “che sono stufi della sua gestione”. “Lei – ha aggiunto rivolto a Borgonovo Re – è ostaggio di qualche funzionario”. “Bisogna smetterla di andare alle riunioni con i cittadini a dire una cosa e poi in aula deciderne un’altra. Lei non può utilizzare il machete ma confrontarsi e adottare provvedimenti che il territorio condivida. Magari dicendo anche dei no ma motivando le scelte”. Claudio Cia (Civica Trentina) Funivia di Sardagna pochi disagi Claudio Cia ha chiesto alla Giunta se non ritenga di intervenire anche gestione online della domanda e dell’offerta di lavoro. La risposta dell’assessore Olivi. L’inserimento nell’elenco è immediato nel momento in cui una persona attesta la situazione di invalidità al centro per l’impiego, naturalmente con il requisito della disoccupazione. A quel punto viene attivato l’iter di verifica ed intercorre un tempo di circa 6 mesi. Sono 2476 allo stato attuale le persone iscritte in questa categoria in attesa un posto di lavoro. Il datore lavoro può fare una scelta nominativa, mentre l’ente pubblico riserva i posti nei concorsi o effettua una chiamata diretta della persona con determinati requisiti. Le persone iscritte nelle liste possono ricevere l’informazione delle imprese che hanno posti scoperti nelle aziende private. L’agenzia seleziona le persone a seconda della località e del territorio, fermo restando che la scelta è in capo all’azienda. Non è prevista l’autocandidatura presso la Pat. Lo strumento della convenzione di programma permette un accordo tra datore di lavoro e Agenzia del lavoro e permette un costante monitoraggio della situazione. Il datore di lavoro può versare un contributo giornaliero di circa 30 euro per rinunciare o sospendere la copertura dei posti riservati alle categorie protette. La replica. Una risposta in alcuni punti difforme dalla realtà, in particolare dove si fa riferimento al presunto rilascio dell’elenco delle ditte. Sono molto meravigliato, tra l’altro ha detto Fasanelli, del fatto che non esista un albo online, “forse perché sarebbe troppo trasparente”. Filippo Degasperi (5 Stelle) Trentino Network 400 operatori interessati finanziariamente sulla Trentino Trasporti Esercizio per acquisire e installare sulla funivia TrentoSardagna nuove telecabine tecnologicamente avanzate in modo da ridurre i frequenti guasti e disservizi che esasperano gli utenti. La risposta dell’assessore Gilmozzi. L’assessore ha premesso che gli abitanti di Sardagna dispongono di un servizio di mobilità specifico aggiuntivo rispetto a quelli di linea (servizi su gomma). 7 corse nei giorni feriali e 4 in quelli festivi, 10 da Sardagna a Trento con un lieve calo nei periodi invernali. La mancata funzionalità dell’impianto riguarda esclusivamente i casi di manutenzione programmata e di condizioni meteorologiche avverse (vento). Siamo davanti ad un servizio che l’assessore ha definito “assolutamente efficiente”. Tra l’altro, nei casi citati in cui il servizio deve essere sospeso, la Trentino Trasporti invia sms a tutti gli utenti registrati e vengono accesi un lampeggiante in prossimità della funivia ed un’apposita insegna luminosa nel centro di Sardagna. Non si può fare di isolati casi una regola, ha concluso. La replica. Permane qualche dubbio che si possano introdurre tecnologie nuove e più moderne che facciano sì che la cabina non si debba fermare ad ogni folata di vento. Nerio Giovanazzi (Amministrare il Trentino) Arco, il bivio per S.Martino è pericoloso Nerio Giovanazzi ha voluto sapere se il servizio strade è a conoscenza della situazione di pericolosità della strada statale 45 presso il bivio di San Martino ad Arco, spesso teatro di incidenti stradali l’ultimo dei quali si è verificato poco tempo fa, e se ritiene urgente un intervento di bonifica della viabilità a causa della poco idonea condizione dell’incrocio. La risposta dell’assessore Gilmozzi. Gilmozzi ha ricordato che la dinamica dell’incidente citato da Giovanazzi non è ancora chiara e che comunque non sempre la responsabilità è della strada ma dei comportamenti degli automobilisti. Vero è che l’incrocio è complesso perché lì s’intrecciano viabilità provinciale e comunale. La Provincia si mette quindi a disposizione del Comune per avere un traffico fluido e sicuro. Secondo gli uffici della Provincia su questa strada l’incidentalità non è diversa da quella che si registra in altre arterie del Trentino. In ogni caso il servizio provinciale ha collaborato con il Comune di Arco per migliorare la statale 45 in quel punto. E ha ricordato che il nuovo collegamento previsto con Patone potrà concorrere a risolvere il problema in quel punto. Non è però previsto un intervento particolare in quell’area. La replica. Per Giovanazzi senza un intervento che riduca la pericolosità dell’incrocio gli incidenti si ripeteranno. La prevista strada di Patone non risolverà il problema perché non interferisce con quel tratto della SS 45 bis. Per il consigliere basterebbe anche un intervento limitato che non avrebbe costi elevati. Giovanazzi ha comunque preso atto che la Provincia non intende fare nulla e che dovrebbe quindi muoversi il Comune. Massimo Fasanelli (Gruppo misto) Disabili, più trasparenza per il lavoro Il consigliere ha chiesto trasparenza nell’attuazione della legge 68/1999 sull’inserimento lavorativo delle persone con disabilità, in merito alle liste, a chi è in attesa di entrarvi, al numero degli iscritti, alle procedure che le ditte e gli enti pubblici seguono per le chiamate, ai criteri di assunzione e alle deroghe, alla possibile Degasperi ha chiesto la lista degli operatori delle telecomunicazioni del mercato libero che oggi stanno utilizzando l’infrastruttura fornita da Trentino Network (TN) per connettere in fibra ottica diverse aree industriali del Trentino, e il fatturato di TN relativo all’affitto dell’infrastruttura stessa tra il 2011 e il 2014. La risposta del presidente. Rossi ha ricordato che per TN la fornitura agli operatori rimane minoritaria rispetto all’attività prevalente della società, rivolta alla pubblica amministrazione. Sono 2000 le imprese locali interessate a utilizzare la banda ultralarga. Alla sperimentazione sono stati invitati tutti gli operatori con l’adesione di quattro di questi, tra i quali Brennercom e Tiscali. Per questo è stata prevista la concessione a TN di un canone una tantum fisso di 800 euro e variabile tra 80 e 100 euro. I soggetti interessati sono circa 400. Con quest’attività, ha concluso il presidente, è stato implementato il piano della banda larga previsto nell’assestamento di bilancio. La replica. Degasperi ha osservato che 80 euro per 400 clienti vorrebbero dire circa 40 mila euro fatturati da TN agli operatori privati che utilizzano la fibra ottica della Provincia. Secondo il consigliere c’è comunque qualcuno che sulla rete sta legittimamente speculando perché Brennercom, Tiscali e a risposta immediata gli altri due operatori fattureranno a prezzi di mercato l’utilizzo della rete ai soggetti interessati. La Provincia potrebbe far fruttare molto di più le risorse che i trentini hanno assegnato e che sono stati utilizzati per realizzare queste infrastrutture. Walter Kaswalder (Patt) Dentisti convenzionati 146 mila interventi Poiché la gestione dei 24 studi convenzionati cui oggi è affidata l’assistenza odontoiatrica diretta appare del tutto fuori controllo, il consigliere ha chiesto di conoscere lo stato del settore, le spese complessive dell’assistenza diretta, a chi vengono destinate e in particolare al servizio dei pazienti di minore età. La risposta dell’assessora Borgonovo Re. Nel 2014 l’assistenza odontoiatrica è stata garantita in forma diretta da 24 studi privati, oltre che dalle strutture dell’Azienda sanitaria. Complessivamente sono state erogate 146.075 prestazioni con un andamento progressivo crescente dal 2011 ad oggi. 69.673 sono state le prestazioni svolte dagli ambulatori convenzionati. L’attività erogata dall’azienda nell’ospedale di Trento e di Borgo prendono in carico esclusivamente l’ortodonzia per disabili e patologie gravi, la chirurgia orale e le urgenze. Il 44% sono state le strutture dell’azienda sanitaria che hanno preso in carico pazienti di età tra compresa tra 0 e 18 anni, 11.496 le persone seguite nelle strutture convenzionate delle quali i soggetti minori di 18 anni sono state il 51,83%. L’assessora ha concluso osservando che si stanno attendendo le informazioni sullo stato dell’arte della legge 22 dalla Commissione per la valutazione delle leggi, attiva da questa legislatura. Su queste basi sarà quindi possibile esprimere valutazioni complessive ed apportare eventuali correttivi. Manuela Bottamedi (Patt) Galleria dei Crozi un telone da sostituire Visto il degrado paesaggistico che si nota al km 126 della statale 47 prima della galleria dei Crozi, in direzione di Pergine, dove alcuni teli di grandi dimensioni sono strappati, Bottamedi ha chiesto se la Giunta intende intervenire per ripristinare la bellezza naturale della cascata e del crinale. La risposta dell’assessore Gilmozzi. Il posizionamento dei teli ha l’obiettivo di garantire sicurezza sulla vecchia strada statale 47 sia per poter raggiungere la cabina soprastante sia per i mezzi di servizio di emergenza dentro la galleria. Per evitare che si formi ghiaccio è stato fatto un intervento di copertura che ha garantito la piena funzionalità della strada. Vero è che uno dei teloni si è strappato e verrà sostituito cercando di utilizzare materiali il più possibile mimetici, ma che abbiano comunque caratteristiche di resistenza, impermeabilità e funzionalità agli obiettivi segnalati. 237 PA G I N A 26 C R O N A C H E settembre-ottobre 2015 ILLUSTRAZIONE DEI DISEGNI DI LEGGE PROVINCIALE L’officina delle leggi a cura di Luca Zanin Fare nuove leggi provinciali, per lo più andando a modificare, aggiornare, razionalizzare la precedente legislazione, è forse il compito principale (ma non certo il solo) del Consiglio provinciale, esattamente come accade per il Parlamento a livello nazionale. Spesso le riforme legislative promosse direttamente dal potere esecutivo (la Giunta provinciale) affrontano intere materie e chiedono una corsia rapida di discussione e approvazione. È successo anche quest’estate: i due ddl 87 e 88, “firmati” dall’assessore Daldoss e dal presidente Rossi, sono DISEGNO DI LEGGE 1 GIUGNO 2015 N. 87 stati depositati in giugno ed ora sono già altrettante leggi, dopo il passaggio nelle Commissioni legislative competenti e nell’aula consiliare. Dovranno attendere una tempistica più ordinaria gli altri disegni di legge, che invece arrivano da singoli consiglieri o gruppi consiliari. Tra gli ultimi, due si devono allo schieramento di opposizione al governo provinciale: Viola e Bezzi provano a far passare aggiornamenti rilevanti delle norme vigenti in materia rispettivamente di imposta sulla casa e di attività ittica. RIFORMATA LA LEGGE URBANISTICA PROVINCIALE DISEGNO DI LEGGE 6 LUGLIO 2015 N. 88 TITOLO: “Legge provinciale per il governo del territorio”. PROPONENTI: assessore provinciale Carlo Daldoss. MATERIA: urbanistica. NUMERO ARTICOLI: 131. OBIETTIVI: si tratta della complessiva riforma della legge urbanistica provinciale, proposta dalla Giunta Rossi. Il testo è stato già discusso e approvato il 22 luglio scorso dal Consiglio provinciale (vedi pagine 2-5). Questa nuova “legge provinciale per il governo del territorio 2015” supera la normativa del 2008 e introduce norme volte a semplificare i meccanismi amministrativi, a salvaguardare il suolo non ancora edificato, a incentivare invece la ristrutturazione del patrimonio edilizio esistente. DISEGNO DI LEGGE 14 LUGLIO 2015 N. 89 PROTEZIONE CIVILE, STOP PER LEGGE AI CONFLITTI D’INTERESSE TITOLO: “Modificazione dell’articolo 4 della legge provinciale 1 luglio 2011, n. 9 (Disciplina delle attività di protezione civile in provincia di Trento)”. PROPONENTI: Mattia Civico, Violetta Plotegher, Luca Zeni e Alessio Manica (Pd). MATERIA: servizio antincendi. COMMISSIONE LEGISLATIVA: III NUMERO ARTICOLI: 1 OBIETTIVI: adeguare il Trentino a un principio sancito a livello nazionale da un decreto di ben 11 anni fa, per impedire conflitti d’interesse di chi sta ai vertici di strutture operative della protezione civile e contemporaneamente esercita professioni connesse (ad esempio come amministratore di società o titolare di imprese attive in settori legati appunto alla protezione del territorio da incendi e disastri). Civico ha promosso un emendamento all’ultima legge finanziaria provinciale, che ha infine rimesso alle stesse strutture dei vigili del fuoco trentini il compito di adottare entro sei mesi con i propri statuti regole adeguate a escludere questi conflitti d’interesse. “Registrata la reticenza a recepire quanto stabilito”, scrive ora severamente il consigliere di maggioranza, si propone a questo punto una norma di legge ad hoc. NORME: amministratori di società e titolari di imprese che trattano impianti antincendio e i titolari di istituti, enti e studi professionali dediti a formazione, vigilanza, consulenza e servizi nel settore antincendio non possono ricoprire incarichi apicali in strutture operative della protezione civile. DISEGNO DI LEGGE 19 AGOSTO 2015 N. 91 SCUOLA, PORTE APERTE AGLI ABILITATI DEL CONCORSO 2012 TITOLO: “Modificazione dell’articolo 44 della legge provinciale 27 dicembre 2012, n. 25, relativamente ad assunzioni di personale del comparto scuola”. PROPONENTI: il presidente della Provincia, Ugo Rossi. MATERIA: scuola. COMMISSIONE LEGISLATIVA: V NUMERO ARTICOLI: 1 OBIETTIVI: anche in questo caso si tratta di testo proposto dall’esecutivo e rapidamente approvato in Consiglio provinciale lo scorso luglio (vedi pagina 23). Allarga la possibilità di assunzione ai docenti abilitati (e non solo ai vincitori) del concorso celebrato nel 2012. Proroga inoltre la relativa graduatoria dall’agosto 2016 al 31 agosto 2017. DISEGNO DI LEGGE 23 LUGLIO 2015 N. 90 IMIS PRIMA CASA ANCHE PER CHI È ISCRITTO ALL’AIRE E RISIEDE ALL’ESTERO TITOLO: “Modificazioni dell’articolo 8 della legge provinciale 30 dicembre 2014, n. 14, relativo ai poteri regolamentari dei comuni in materia di IMIS”. PROPONENTI: Walter Viola, Marino Simoni, Gianfranco Zanon (Progetto Trentino) e Nerio Giovanazzi (Amministrare il Trentino). MATERIA: imposte e tributi locali. COMMISSIONE LEGISLATIVA: I NUMERO ARTICOLI: 1 OBIETTIVI: prevedere direttamente in legge provinciale (come accade a livello nazionale in base a legge del 2014) quanto attualmente in Trentino rappresenta solo una opzione che i Comuni possono adottare con il regolamento dell’Imis, l’imposta sugli immobili varata a partire dal 2015. Il riferimento è ai cittadini residenti all’estero, l’intento è riconoscere loro un immobile come “abitazione principale” ai fini dell’imposta. NORME: una sola unità immobiliare, posseduta in Trentino da cittadini residenti all’estero e iscritti al registro Aire, viene sottoposta all’imposta Imis con l’aliquota agevolata proprio della “prima casa”, purché l’immobile non sia affittato o dato in comodato d’uso. PESCA: GUIDE BLU E PIÙ ATTENZIONE ALLE RICADUTE TURISTICHE TITOLO: “Modificazioni della legge provinciale sulla pesca 1978 e della legge provinciale sulla promozione turistica 2002: misure per valorizzare la ricaduta turistica della pesca”. PROPONENTE: Giacomo Bezzi (Forza Italia). MATERIA: pesca e turismo. COMMISSIONE LEGISLATIVA: II NUMERO ARTICOLI: 5 OBIETTIVI: aggiornare su alcuni punti specifici la normativa provinciale sulla pesca del 1978, guardando soprattutto alle ricadute turistiche del settore. Nel luglio 2014 Nerio Giovanazzi aveva presentato altro disegno di legge in tema di “pescaturismo”. NORME: a) obbligo per le associazioni titolari di concessioni di pesca, di avvalersi di guide blu, ossia di istruttori di pesca titolati; b) obbligo per le stesse associazioni di posizionare telecamere nelle zone aperte alla pesca a prelievo nullo e a trofeo, da mettere a disposizione dei soggetti della promozione turistica (www.trentinofishing.it); c) obbligatoria previsione – negli statuti delle associazioni titolari di concessioni – di forme di coordinamento con le altre associazioni o società di pescatori sportivi, per quanto riguarda il rilascio e la gestione dei permessi di pesca, anche allo scopo di pervenire a permessi valevoli per tutto il territorio provinciale; d) possibilità di estendere la pesca a tutto ottobre nelle zone aperte alla pesca a prelievo nullo; e) inserimento nel regolamento attuativo della legge provinciale sulla pesca anche di regole per la pesca nel parco nazionale dello Stelvio, limitandola alla pesca a prelievo nullo; f) istituzione di un permesso turistico di pesca dilettantistica (settimanale o festivo o per il week end), valevole solo nelle zone aperte alla pesca a prelievo nullo e a trofeo; g) obbligo per Trentino Marketing spa di dotarsi di “guide blu”, ossia istruttori di pesca anche plurilingue, titolati per l’accompagnamento, la formazione e la promozione della pesca. 237 PA G I N A 27 C R O N A C H E settembre-ottobre 2015 “ IPSE DIXIT o NERO c n a i b u s Spazio aperto, lettere e opinioni “La genesi del disastro di Stava si può sintetizzare in poche parole: interesse, avidità, presunzione e arroganza, da un lato; sudditanza, imperizia, superficialità, noncuranza, approssimazione e incuria dall’altro”. (Graziano Lucchi, presidente della Fondazione Stava 1985 Onlus, lo scorso 24 luglio in una lettera a L’Adige) Turismo, la marcia in più del Trentino in felice controtendenza rispetto alla crisi di Pietro De Godenz, consigliere provinciale dell’U.p.t. In un 2015 caratterizzato da una ripresa incerta il turismo rappresenta una voce in felice controtendenza. L’estate in particolare ha segnato un nuovo record per il Trentino,con bilanci ovunque positivi. L’istituto statistica della Provincia riportava per il mese di luglio e i primi 10 giorni di agosto un + 16,5% di arrivi e un + 7,8 di presenze che tradotti in persone significano quasi due milioni di turisti distribuiti nei 1500 alberghi circa attivi su tutto il territorio;si tratta,se non erro,del record assoluto di crescita in trent’anni. a inizio agosto a +3,8% con tendenza in crescita, segno che il MUSE assieme al turismo legato alla cultura e il marchio TRENTINO presentato in maniera sistematica portano ottimi frutti. Ulteriore notizia positiva è un aumento di presenze in tutte le nostre valli dei turisti italiani ma anche dei segnali veri dell’internazionalizzazione dei nostri ospiti. Vorrei inoltre ricordare che dal prossimo novembre entrerà in vigore “tassa di soggiorno”, la quale,voglio ribadirlo ancora una volta, se verrà intesa,proposta ed utilizzata non come una tassa,ma come l’acquisto di card obbligatoria che dà accesso a musei, impianti di risalita, gite accompagnate, mezzi di trasporto etc.–sono convinto porterà ulteriore incremento dei numeri,aiuterà la destagionalizzazione e l’internazionalizzazione, consentendo una maggior fidelizzazione e soddisfazione dei clienti e concretizzando una proposta unica e globale per tutto il Trentino. Per far questo è però necessario che gli operatori del settore e le APT d’ambito credano fortemente nel valore di questa card,già diventata,nelle valli in cui è stata attivata,un valore irrinunciabile dell’offerta turistica. Per il Trentino, infatti, il turismo rappresenta Parlare di cultura in questo momento sembrerebbe fuori luogo viste le emergenze occupazionali, la crisi sempre martellante e l’emergenza profughi. Invece, sono sempre più convinto, che riprendere un forte e ragionato percorso culturale, può essere una delle premesse anche per la risoluzione dei problemi economici e sociali. Nel corso dell’estate, in piena feria ferragostana, è stato inaugurato il secondo tracciato del Canale di Suez. Alla inaugurazione, svoltasi ” Dramma profughi, occorre accogliere e integrare senza creare troppa concentrazione di Gianfranzo Zanon, consigliere provinciale di Progetto Trentino Innanzitutto è bene sottolineare come l’incremento di arrivi e presenze tocchi tutte le zone turistiche con perfomance particolarmente interessanti della montagna e delle zone dei laghi,capaci di aumenti superiori al 10%, ma molto bene anche le città, con Trento attestata oggi l’industria con il maggior potenziale di sviluppo territoriale, quel valore aggiunto che se ben seguito e fatto crescere potrà essere per molti anni ancora una insostituibile fonte di reddito per le imprese e di lavoro per migliaia di persone. E per far sì che questo avvenga credo sia giusto investire con convinzione – come questa maggioranza sta facendo – a partire dalla formazione. Mi riferisco in particolare alle scuole di formazione professionale che possono rappresentare un ulteriore punto di riferimento per quei giovani desiderosi di imparare un mestiere che potrà trasformarli in seguito in imprenditori turistici, di cui abbiamo un gran bisogno. In quest’ottica il trilinguismo potrà fungere da ulteriore trampolino e far crescere ulteriormente il livello della professionalità dei nostri ragazzi, partendo dalla scuola dell’obbligo fino a giungere ai percorsi di altissima specializzazione, garantendo loro un futuro di nuove opportunità ad alti livelli. Insomma, il turismo, in stretta sinergia con il territorio,l’agricoltura e l’ambiente,è la marcia in più della nostra terra: lavoriamo assieme per migliorarlo sempre più. Giorni fa mi è capitato di sentire questa espressione: “Una madre non mette i suoi figli per mare se la terra è più sicura”. Erano passati meno di due giorni dall’immagine crudele del piccolo corpo senza vita di Aylan Kurdi, di cui prima tutti noi non sapevamo nulla e di cui in poche ore sapevamo tutto. Un treenne che anche nell’atrocità della morte dava un’immagine dignitosa di sé con le sue scarpine ben allacciate ai piedi, morto annegato in quel mare in cui una madre e un padre non si sarebbero avventurati se dietro di loro non ci fosse a salvare i bambini e tutelarne i diritti, dal 1 gennaio all’8 settembre 2015 sono arrivati via mare in Italia circa 122.380 migranti, tra cui almeno 12.120 minori. Tra questi ultimi, circa 3.400 sono accompagnati e in prevalenza siriani ed eritrei, mentre i minori non accompagnati sono almeno 8.715, principalmente eritrei, somali ed egiziani, ma anche originari di altri paesi dell’Africa sub-sahariana e occidentale. A parte i dati impressionanti dell’esodo di massa di migranti e rifugiati dalla Siria e dal Nordafrica verso l’Europa che si sta perpetrando e di cui non avremo mai una quantificazione reale, quello di cui ci si deve rendere conto più di tutto è che questa è una vera e propria crisi a lunga ripercussione. Uno dei massimi vertici del Pentagono, il generale Martin Dempsey, capo di stato maggiore delle forze armate Usa, in una intervista alla Abc, si è detto «preoccupato» e ha sottolineato la necessità per tutti di agire «sia unilateralmente che con gli alleati», considerando ciò che sta avvenendo «come un problema generazionale» e mettendo sul piatto adeguate risorse che permettano di affrontare la crisi per almeno 20 anni. Come ha detto Juncker nel suo discorso al Parlamento Europeo bisogna stabilire un criterio permanente e strutturale per l’accoglienza e l’integrazione di profughi che continuano a fuggire da guerre, violenze, fame e dittature feroci, aree di crisi per le quali non esiste una soluzione immediata, e bisogna provvedere a programmi di reinsediamento di proporzioni ben più ampie, che ad esempio nel caso della Siria comprendano almeno il 5% dei rifugiati. Per questo anche a livello locale dovremo trovare un sistema più che mai efficace di inserimento per le persone che raggiungeranno la nostra provincia. I termini accoglienza e integrazione però devono andare a braccetto con equità e proporzionalità: se fare previsioni sul numero di immigrati che arriveranno è pressoché impossibile, dobbiamo essere convinti che la distribuzione su tutto il territorio trentino è fondamentale. L’onere e anche l’onore di accoglienza deve essere affidato all’intero territorio provinciale evi- tando gli assembramenti. Un numero troppo elevato di profughi dislocati in un unico luogo genererà suo malgrado una enclave, dove il rischio primario è il mancato inserimento e coinvolgimento con la vita e gli abitanti del territorio in cui sono ospitati soprattutto se in numero sproporzionato rispetto ai residenti. Fare in modo quindi che la parola integrazione sia davvero un processo sociale e culturale che rende un individuo membro di una società. Per questo credo ci sia bisogno di avere un controllo ben saldo dei movimenti e delle dislocazioni in cui verranno sistemati i profughi, utilizzando ove possibile immobili di proprietà pubblica e coordinando il lavoro anche con la Curia e la Cooperazione trentina che si sono attivate per trovare spazi dove alloggiare i migranti. Evitando quello che sta già succedendo in altri Paesi dove per puro tornaconto economico che nulla ha a che fare con la carità umana, i privati lucrano sull’accoglienza. Questo deve essere il nostro obiettivo: accogliere con intelligenza delineandone i limiti oggettivi e strutturali perché l’accoglienza è giusta e doverosa ma senza regole diventa un rischio per la società tutta. In ricordo di Luigi Negrelli: un grande dimenticato nell’anno del secondo canale di Suez di Marino Simoni, consigliere provinciale di Progetto Trentino in pompa magna, erano presenti centinaia di autorità di tutte le nazioni del mondo e molte sono state le dichiarazioni positive, che hanno sottolineato l’importanza strategica del Canale di Suez, sia elvetica, onorandone il nome con una settimana di eventi culturali in sua memoria. Nel 1988 il Comprensorio di Primiero, assumendosi l’impegno di promuovere un’operazione culturale di largo respiro che avvalendosi di ricerche in campo storico, economico, territoriale ed ingegneristico fosse in grado di produrre un nuovo apporto conoscitivo attorno alla figura e all’opera di Luigi Negrelli, organizzò un Convegno internazionale, che si è svolto a Fiera di Primiero alla presenza di autorità e studiosi italiani, austriaci, francesi, inglesi ed egiziani. Il Convegno ha definito in termini condivisi e definitivi, alla luce di tutta la documentazione esaminata, la paternità del progetto del Canale di Suez a Negrelli, sgombrando il campo da anacronistiche convinzioni, che per motivi nazionalistici e non solo, negavano tale paternità. Del convegno è stata realizzata dalla Società di Studi trentini di Scienze storiche ed a cura del prof. Andrea Leonardi una importante raccolta degli atti. È risultato nel corso del convegno che quest’uomo, la cui statura scientifica e le cui doti umane raggiunsero dei livelli per molti versi eccezionali, è stato fatto dal punto di vista economico che geopolitico, non solo per l’Egitto, ma per l’intero mondo. Nessuno in questa circostanza, né negli aulici discorsi delle autorità né sulla stampa che si è interessata dell’argomento, ha speso una parola nel ricordare chi quell’opera, realizzata nella metà dell’800, ha ideato e progettato. Nessuno tra le autorità egiziane e nemmeno tra le autorità italiane ha speso stato “il nulla”. E mentre il dibattito si infervorava, foto sì o foto no – dovere di cronaca o rispetto per i morti e i minori, gli arrivi non si fermavano e altri bambini si mettevano in viaggio. Secondo le stime di Save the Children, l’organizzazione internazionale dedicata una parola ed un ricordo dell’Ing. Luigi Negrelli Cavaliere di Moldelba, nato a Fiera di Primiero nel 1799, personaggio importante ed eclettico. Ingegnere ferroviario studiò e diresse la costruzione della rete ferroviaria dell’Impero Austroungarico, con i principali tratti ferroviari della Valle dell’Inn, del collegamento Vienna Praga, della ferrovia del Brennero e della Valsugana, ma anche la tratta Venezia Milano. Progettò e costruì le prime ferrovie elvetiche, tra cui la Zurigo Baden, cosa che garantì al nostro concittadino il prestigio di essere annoverato tra i padri della patria, in occasione dei festeggiamenti nell’anniversario degli ottocento anni della Federazione oggetto di numerosi studi, che sono anche riusciti ad individuare molte delle sue indiscusse qualità, ma che spesso, specie quando risultarono ispirati da sensibilità nazionalistiche, non erano stati in grado di cogliere uno degli aspetti più moderni ed attuali della sua personalità: la sua apertura europea. Ad onorare la figura di Luigi Negrelli, fu istituito sempre dal Comprensorio di Primiero un Premio Internazionale, intitolato all’ingegnere primierotto. Nella sua prima edizione il prestigioso Premio è stato assegnato alla Società Eurotunnel, consegnato ai rappresentanti della società franco inglese a Fiera di Primiero da S.A. R. il Principe consorte Filippo Duca di Edimburgo. Ritengo che ora sarebbe opportuna una forte presa di posizione da parte delle Autorità italiane, trentine e primierotte, per richiamare questi fatti e realtà, rilanciare anche a scopo turistico ed economico questo retroterra, che fanno grande nel mondo Luigi Negrelli, figura che può con altri personaggi della nostra terra trentina concorrere a ricreare quell’orgoglio di cui abbiamo forte bisogno. 237 PA G I N A 28 C R O N A C H E settembre-ottobre Le Commissioni permanenti del Consiglio provinciale in questa XV legislatura – aperta dal voto dei trentini nello scorso ottobre – sono cinque. Vengono chiamate anche “Commissioni legislative” e di fatto sono una vera e propria “fucina” delle leggi provinciali. Ogni disegno di legge viene infatti assegnato dal Presidente del Consiglio a una di queste Commissioni, che provvede in una o più riunioni a esaminare il testo, a discuterlo, a sentire il parere di soggetti qualificati nelle materie in esame (audizioni). Il testo può essere modificato (si dice “emendato”), infine la Commissione può decidere di esprimere un voto, che peraltro non pregiudica in nessun modo quello decisivo rimesso all’assemblea legislativa. LE FUCINE DOVE SI PREPARANO LE LEGGI LE COMMISSIONI LEGISLATIVE a cura di Bruno Zorzi PRIMA Presidente Mattia Civico Mattia Civico nuovo presidente Borgonovo Re commissaria Con 4 voti favorevoli e 3 schede bianche Mattia Civico (PD) è stato eletto, con votazione segreta, presidente della Prima Commissione al posto di Luca Zeni. Cambio della guardia alla guida della Prima perché l’ex presidente è stato nominato, alla fine di luglio, assessore alla salute e alle politiche sociali dal Presi- dente della Giunta, Ugo Rossi, al posto di Donata Borgonovo Re. L’ex assessora, consigliera del PD, a sua volta, è entrata a far parte della Commissione. Marino Simoni (PT), vicepresidente della Prima, all’inizio della seduta che ha portato Civico alla presidenza, ha dato il benvenu- to alla neocommissaria Donata Borgonovo Re, e ha ringraziato l’ex presidente Luca Zeni, per il modo equilibrato con la quale ha condotto i lavori della Commissione in questi due anni. Gianpaolo Passamani (Upt), a nome della maggioranza, ha quindi proposto ai commissari come presidente Mattia Civico riforma del personale, che stabilisce alcuni standard limite degli incarichi dirigenziali, e dal pensionamento di 12 dirigenti. Punto centrale della delibera sottoposta alla valutazione dei commissari, la riduzione delle strutture della Provincia (dipartimenti, servizi, unità di missione semplici e speciali) dalle 105 di oggi a 99. Una documento di indirizzo operativo che contiene, nelle sue 57 pagine, anche la riscrittura di alcune funzioni e l’eliminazione degli incarichi speciali che vengono SECONDA sostituiti dalle unità di missione semplici e speciali. In sostanza, strutture più ampie che racchiudono funzioni diverse. Dopo l’approvazione di questa delibera di riorganizzazione, ha ricordato Rossi, ne verrà presentata un’altra per definire il fabbisogno dei dirigenti della Pat fino al 2018, tenendo conto dei pensionamenti e degli incarichi a tempo determinato. Le sostituzioni, ha detto ancora il Presidente della Giunta, verranno fatte con i nuovi criteri di selezione pubblica, introdotti della recente legge sul personale, che prevedono anche la valutazione delle capacità professionali. Donata Borgonovo Re, intervenendo per la prima volta come commissaria, ha affermato che in alcuni passaggi della delibera ci sono doppioni e le unità di missione, in alcuni casi,come quello dell’internazionalizzazione, sembrano costruite sulle persone anziché sulle funzioni, mentre, sulla riorganizzazione delle politiche sanitarie la delibera risulta carente. Presidente Luca Giuliani Imposta di soggiorno più semplice e case sugli alberi legate agli hotel La Seconda Commissione si è occupata di esenzioni all’imposta di soggiorno e di case sugli alberi. Per quanto riguarda il primo argomento gli operatori del comparto alberghiero disporranno di una procedura più semplice per documentare i casi di esenzione dall’imposta di soggiorno previsti per i minori di 14 anni. Lo prevede una delibera della Giunta che modifica il regolamento della legge 8 del 2002 sulla promozione turistica, che ha ricevuto il parere favorevole della Seconda commissione presieduta da Luca Giuliani (Patt). Sei i voti a favore e uno di astensione di Filippo Degasperi (Movimento 5 stelle). L’assessore Michele Dallapiccola, intervenuto alla seduta, procedura particolarmente onerosa, che si aggiungeva agli altri obblighi in materia di pubblica sicurezza. La semplificazione introdotta permetterà di gestire in modo più snello ed efficiente il diritto all’esenzione dall’imposta di soggiorno. L’assessore ha condiviso un’osservazione di Massimo Fasanelli (Gruppo misto) sulle somme da rimborsare in caso di pagamenti in eccesso. I rimborsi dovrebbero spettare non dalla data di presentazione dell’istanza ma da quella del versamento. Infine la delibera sulle case sugli alberi, come strutture che “estendono” gli alberghi. La Seconda commissione ha iniziato l’esame che proseguirà il 28 settembre con alcune audizioni e sfocerà QUARTA Ospedale di Borgo, la decisione non spe La Quarta Commissione ha discusso la petizione in difesa dell’ospedale di Borgo Valsugana. In 21 comuni, cioè 27.000 abitanti, nella Bassa Valsugana, sono state raccolte 14.175 firme. Il sindaco del centro della Valsugana, Fabio Dalledonne, è tornato in Quarta commissione (assieme ai sindaci di Torcegno, Ospedaletto e Scurelle) per illustrare le richieste contenute nel documento sottoscritto da molti abitanti della Valsugana che riguardano chirurgia, cioè l’apertura del reparto 24 ore al giorno, il potenziamento ciali), il direttore dell’Azienda sanitaria Luciano Flor che ha ricordato le recenti tappe del percorso che ridisegna l’ospedale di Borgo e ribadito la posizione della Giunta. La centralizzazione delle urgenze (chirurgiche e gravi traumatologie), ha detto Flor, nasce da un’attenta considerazione e analisi dei dati a disposizione che dicono che 7 chirurgie in Trentino sono troppe. Però, ha ricordato, si è deciso di concentrare a Borgo la specialità di ortopedia e assegnare personale al pronto soccorso, potenziando odontoiatria per compensare il venire meno della chirurgia sulle 24 ore. (PD). Proposta che ha sorpreso Walter Kaswalder (Patt): “Io non sapevo nulla di questa candidatura – ha detto –, comunque mi adeguo alla maggioranza, anche se avrei preferito proporre il vicepresidente Simoni, visto che ha fatto il sindaco”. Dopo una breve sospensione, presenti Civico; Donata Borgonovo Re; Passamani; Kaswalder, Rodolfo Borga (Civica Trentina); Maurizio Fugatti (Lega) si è arrivati al voto segreto col quale Mattia Civico, nella scorsa legislatura presidente della Quarta, è stato eletto presidente della Commissione che si occupa di bilancio provinciale e locale, forma di governo, organizzazione provinciale, programmazione, patrimonio, enti locali. Provincia, meno strutture. Altro tema affrontato dalla Prima Commissione, la delibera sull’atto organizzativo della Provincia alla quale è stato dato parere favorevole con quattro sì, quelli di Gianpaolo Passamani, Walter Kaswalder, Mattia Civico, Donata Borgonovo Re e l’astensione di Marino Simoni, Maurizio Fugatti (Lega) e Rodolfo Borga (Civica Trentina). Un “funzionigramma”, come l’ha definito il Presidente della Giunta provinciale Ugo Rossi, reso necessario dalla recente legge di 2015 nell’espressione di un parere, su un’altra delibera proposta dalla Giunta, ancora in materia di turismo, ma che reca questa volta il regolamento delle “case sugli alberi” disciplinate da un articolo inserito nel 2012 nella legge provinciale sui campeggi. Dallapiccola ha precisato che questi alloggi si configurano come strutture ricettive che estendono gli esercizi alberghieri, per evitare il sorgere nei boschi di villaggi turistici impropri e poco consoni all’assetto urbanistico e paesaggistico di un territorio. Secondo l’assessore le case sugli alberi, il cui regolamento è stato elaborato d’intesa con il collega Daldoss per la parte urbanistica, possono arricchire l’offerta turistica del ha spiegato che la modifica del regolamento, concordata con gli operatori del comparto, consentirà ai gestori delle strutture ricettive di verificare l’effettiva esenzione prevista per i minori di 14 anni anche quando questi non dispongono della carta di identità, sulla base dei dati relativi alle generalità delle persone alloggiate, raccolti e comunicati all’autorità di pubblica sicurezza. Basterà in sostanza registrare la presenza dei minori su supporto informatico. Fino ad oggi, invece, il titolare della struttura ricettiva doveva chiedere al turista di compilare una dichiarazione sostitutiva di atto notorio relativa ai minori a suo carico e poi conservare il documento per 5 anni. Una Trentino favorendo lo sviluppo di possibilità ricettive diversificate. Vi sono già alcuni albergatori interessati a proporre nelle loro strutture questa novità. A favore della proposta anche Piero De Godenz (Upt), per il quale le case sugli alberi costituiscono “un’opportunità in più messa a disposizione dei turisti e un passo in avanti capace di stimolare gli operatori”. Per maturare il parere la Seconda Commissione ha condiviso con Dallapiccola l’esigenza di consultare sul tema, con apposite audizioni, le associazioni di categoria degli albergatori e del turismo, dell’agriturismo e gli ordini professionali degli agronomi-forestali, degli architetti e degli ingegneri. Sul San Lorenzo non c’è abbastanza attenzione. Il sindaco di Borgo Fabio Dalledonne, ha espresso una grave preoccupazione per quella che a suo parere è un’assenza di programmazione. C’è la sensazione di una scarsa attenzione per Borgo e di un continuo tentativo di impoverire la struttura ospedaliera, che storicamente ha una sua connotazione affettiva e di riferimento per un ampio territorio. Risale a poco più di tre settimane fa, ad esempio, il taglio di altri due infermieri del pronto soccorso. “Chiediamo di essere tenuti costantemente informati – ha aggiunto il primo cittadino –, di essere coinvolti nelle scelte che ci riguardano, anche per gestire in modo più efficace le informazioni da dare ai nostri cittadini”. Quello che si chiede, in ultima analisi, è una politica chiara. Il personale dell’ospedale non è stato ridotto. Abbiamo un piano di sviluppo, un piano di miglioramento molto dettagliati e una dotazione organica molto vincolata, ha replicato Luciano Flor che ha osservato come la media delle persone impiegate all’ospedale di Borgo Valsugana sono state 321,75 nel 2014, mentre sono 323,54 nel 2015: una situazione cristallizzata che ha addirittura registrato un aumento nell’anno in corso. “Su alcuni aspetti va bene confrontarsi, per altri dobbiamo adeguare il servizio ai cambiamenti, il sistema alle esigenze vere, operando anche, se serve, delle modifiche senza che queste facciano scattare l’allarme demolizione”. Attenti alla contrapposizione città-valli. Claudio Cia (Civica Trentina) ha osservato che manca chiarezza sulla destinazione finale della struttura. Violetta Plotegher (PD) ha riportato l’attenzione sulla petizione riprendendo, soprattutto, l’ultimo punto che chiede di aprire un dialogo, attraverso un percorso di condivisione e comprensione. Sul pronto soccorso e la chirurgia in funzione 24 ore su 24, occorre tutti prendersi un po’ di responsabilità in più, ha aggiunto, perché non è certamente facile dire ai cittadini che occorre cambiare. Walter Viola (Progetto Trentino) ha ammesso di sentire parlare da oltre dieci anni dell’ospedale di Borgo. Questa petizione, tuttavia, chiede semplicemente chiarezza e ascolto. Se è vero che molte cose sono cambiate, il problema qui riguarda le risposte: la necessità di avere chiarezza su quale tipo di rete ospedaliera si vuole mantenere e sul futuro della struttura sanitaria di Borgo. L’appello dei sindaci a un maggiore coinvolgimento va ascoltato.”Stiamo attenti – ha concluso Walter Viola – sulla competizione/concorrenza tra centro e periferie: un aspetto che è diventato molto critico e sul quale occorre vigilare, tendendo il più possibile ad un equilibrio tra i territori”. La questione dell’ospedale di Borgo riguarda anche altri ospedali territoriali, ha aggiunto Mario Tonina (UpT), che ha colto e fatto sua la riflessione di Viola. “Dobbiamo prendere in mano la situazione di questo e di tutti gli altri ospedali periferici, dicendoci chiaro cosa voglia- 237 PA G I N A settembre-ottobre 2015 Le Commissioni si dividono le materie di competenza legislativa della Provincia Autonoma, nell’ultima pagina di questo giornale riportiamo il dettaglio e anche la composizione delle Commissioni, concepita in modo da garantire il rapporto tra maggioranza (4 membri) e minoranza (3 membri) consiliare. Le Commissioni si riuniscono in forma non pubblica e spesso ottengono anche il risultato concreto di accorpare più proposte legislative sulla stessa materia in un solo “testo unificato”, in modo da garantire un’economia legislativa sicuramente opportuna e apprezzabile. Le Commissione sono anche chiamate a esprimere pareri su schemi di deliberazione Presidente Giuseppe Detomas su chirurgia tta ai sindaci del pronto soccorso, il completamento della pianta organica del reparto di ortopedia (mancano due professionisti), la sostituzione del personale in pensione, in particolare di anestesia e rianimazione. Infine, il documento chiede che si apra un confronto chiaro con informazioni certe anche sul processo di ristrutturazione del San Lorenzo. Dall’altra parte del tavolo, oltre all’assessora Donata Borgonovo Re (alla quale, va ricordato, il Presidente Rossi il 24 luglio ha ritirato la delega alla salute e alle politiche somo fare del sistema sanità del Trentino” ha ribadito Gianpiero Passamani (UpT). Sugli ospedali non possono decidere sindaci e firme. L’assessora Donata Borgonovo Re ha affermato, rispondendo ai consiglieri e ai proponenti della petizione, che non si può dunque dire che, per quanto riguarda l’ospedale di Borgo, così come per gli altri ospedali di valle, manca chiarezza. Tutt’altro. Si potrà piuttosto dire che non si condividono le finalità che l’assessorato e l’Azienda sanitaria si sono dati. Sono mesi, ha aggiunto Donata Borgonovo Re, che le posizioni sono chiare e note: sulla chirurgia non possono essere i sindaci a decidere, c’è un’Azienda sanitaria che ha la responsabilità dell’organizzazione delle strutture sanitarie, un tema che non può essere affidato alle competenze degli amministratori locali. Questi non sono argomenti, ha detto ancora, che possano ricadere nell’ambito della concertazione. L’appropriatezza delle decisioni non può arretrare davanti alle firme di chicchessia, se queste non sono coerenti con un sistema di qualità, aldilà delle risorse economiche disponibili. A conclusione dell’intervento di Borgonovo Re, Fabio Dalledonne, ha manifestato delusione e disappunto per la scarsa considerazione dimostrata dai vertici della sanità trentina nei confronti di una petizione sottoscritta da oltre 14 mila persone e per le dichiarazioni lapidarie e quasi accusatorie dell’assessora nei confronti delle amministrazioni locali. Petizione sulle politiche sociali, si faranno le audizioni. La Quarta Commissione ha infine fissato le audizioni per la petizione popolare che punta alla revisione dei criteri per gli interventi di sostegno economico previsti dalla legge sulle politiche sociali del 2007. Una petizione definita per certi versi utile perché fissa l’attenzione su aspetti sui quali da tempo si stava ragionando: la raccolta di firme si indirizza in generale sugli interventi di tipo economico sui quali tuttavia è difficile fare un discorso univoco, dato che si tratta di interventi per natura e forma molto differenti tra loro. Nella fattispecie si considerano in via generale il reddito di garanzia e i presidi su attività specifiche, gli interventi diretti alla generalità della popolazione oppure a target specifici, gli interventi a fondo perduto oppure a restituzione, gli interventi subordinati a valutazione oppure erogati al ricorrere di determinati requisiti definiti per legge. La petizione conterrebbe anche alcune imprecisioni, è stato osservato da alcuni consiglieri. La Commissione ha votato all’unanimità l’ascolto dei promotori della petizione che saranno sentiti, se necessario, unitamente ad altri soggetti interessati. PA G I N A 29 C R O N A C H E 29 della Giunta provinciale, che si presenta ai commissari con l’assessore competente per materia, a illustrare la ratio e le caratteristiche delle decisioni adottate dall’esecutivo. Talvolta la Commissione esce da palazzo Trentini per effettuare sopralluoghi e indagini conoscitive (dentro il carcere, nelle sedi di aziende pubbliche, su importanti cantieri…), in modo da mettere i legislatori in condizione di decidere e legiferare a ragion veduta, dopo un confronto diretto con persone, luoghi e situazioni. Il disegno di legge approdato al Consiglio provinciale può anche essere rimandato in Commissione, qualora l’aula decida l’opportunità di una ripresa del confronto sul testo. LE COMMISSIONI LEGISLATIVE TERZA Presidente Mario Tonina Alloggi per gli sfollati, i Comuni possono trovarli fino a 50 km La Terza Commissione consiliare, presieduta da Mario Tonina, ha dato parere positivo unanime alla proposta di delibera con cui la Giunta Rossi intende adottare i criteri per la concessione ai Comuni dei contributi da destinare al ricovero di famiglie rimaste senza alloggio a causa di eventi calamitosi. Si tratdi Cadine, la drammatica aggressione da parte di un’orsa a un atleta. Episodio che ha destato allarme e del quale si è discusso anche in Terza Commissione. Dallapiccola ha spiegato la strategia adottata assieme al presidente Rossi e che si sta proponendo al ministro per l’ambiente Gian Luca Galletti. Non si chiede, ha detto, di fissare una soglia numerica degli orsi per il Trentino, che paradossalmente potrebbe portare all’eliminazione di orsi “buoni” e alla libera circolazione dei “cattivi”. Si vuole invece mano libera per intervenire nei confronti non solo degli orsi “dannosi”, ma di tutti quelli “problematici”. Si ritiene che questa politica sia la migliore per dare ancora futuro al programma di ripopolamento degli orsi sulle Alpi centrali e orientali rendendolo compatibile con la presenza umana. Tecnicamente, occorre in sostanza rivedere le regole del tavolo Pacobace e da questo punto di vista è positivo, ha detto l’assessore, che la Regione Lombardia abbia ratificato la delibera trentina dell’anno scorso per la cattura degli orsi dannosi. ta, nella sostanza, di dare attuazione a una previsione contenuta nella legge 9 del 2011 in tema di protezione civile. In casi di emergenza, (l’ultimo precedente, è stato ricordato, risale al febbraio 2014, quando a Siròr una frana costrinse tre famiglie ad evacuare) le municipalità potranno intervenire cercando alloggi Rispondendo alle domande di Rodolfo Borga (Civica Trentina) ha Michele Dallapiccola ha detto che gli orsi trentini sono 41, cui vanno aggiunti 12/13 nati nel 2015. Ha aggiunto inoltre che gli ormai famosi campanellini anti-orso sono realmente efficaci e ne verrà quindi promosso l’utilizzo. Su questo ci sono dati statistici eloquenti, ad esempio dai territori del Nord America. Per quanto riguarda le migrazioni dei plantigradi, in questi anni di reintroduzione, sono 22 gli orsi che hanno lasciato il Trentino per andare a colonizzare altri territori. M25 si è stabilito tra la Valtellina e la Valcamonica, MJ4 ha per lungo tempo effettuato degli andirivieni dal bellunese, ma ora sembra stabilmente rientrato in Trentino, M4 ha fatto molti danni sull’altopiano di Asiago, è rimasto poi ferito e attualmente è scomparso. Nessuna segnalazione certa consente di affermare la presenza di plantigradi nel Trentino orientale. Per la cattura di KJ2 e per la salvaguardia della popolazione sono al lavoro da giugno circa trenta forestali, non si è provveduto ad QUINTA in affitto nel raggio di 50 chilometri e per un periodo massimo di 3 mesi. Qualora risultasse necessario, i Comuni potranno alternativamente sistemare gli sfollati per una settimana in alberghi o strutture extralberghiere, sostenendo i relativi costi. All’inizio dell’estate si è verificata, nella zona alcuna assunzione ad hoc. La contabilità storica dei cosiddetti falsi attacchi messi in atto dagli orsi è di 13 in totale, più 3 cosiddetti finti attacchi. Nel complesso sono stati effettuati da non oltre il 5-6% della popolazione di plantigradi. KJ2 è un’orsa nata nel 2002 ed è stata identificata nel giro di 72 ore dopo l’aggressione di Cadine. L’areale in cui si sta muovendo è tenuto sotto stretta osservazione, attualmente l’animale non è comunque più nella zona del Comu- ne di Trento. Nerio Giovanazzi ha detto che il numero di plantigradi sul territorio va ridotto. Giacomo Bezzi (FI) ha chiesto se tutti gli orsi vengono radiocollarati e l’assessore ha spiegato da un lato come la segnalazione gps consenta di geolocalizzare gli animali con grande efficienza, dall’altro il salto di qualità intervenuto con il monitoraggio genetico, grazie al quale di fatto la Provincia ha implementato una mappatura completa dei plantigradi, delle loro abitudini. Presidente Lucia Maestri Musei, partite le domeniche gratis Università, via i lavori a Trento Fiere L’iniziativa“Domenica al museo”, cioè l’entrata gratuita nelle strutture museali trentine la prima domenica del mese, è partita il 6 settembre. La Giunta ha quindi realizzato l’impegno chiesto in una mozione di Lucia Maestri, consigliera del Pd e Presidente della Quinta Commissione dove si discusse le modalità delle aperture gratuite, dei risvolti economici e organizzativi. L’assessore alla cultura, Tiziano Mellarini, presentando la novità ai consiglieri, ha ricordato che si potrà entrare senza acquistare il biglietto al Mart, al Muse con il Museo dell’aeronautica Gianni Caproni, al Museo delle palafitte del lago di Ledro, al Museo geologico delle Dolomiti di Predazzo, al Museo del Castello del Buonconsiglio con le strutture affiliate di dere sostenibile la possibilità che tutti entrino gratuitamente nei musei ogni prima domenica del mese, alcune categorie sociali e d’età non avranno più l’ingresso libero ma solo riduzioni. Quindi, come cambierà la politica tariffaria dei musei trentini? Da quanto ha affernato Mellarini in Quinta Commissione, verrà garantinto l’ingresso gratuito ai musei alle guide turistiche e agli interpreti, ai portatori di handicap e dei loro accompagnatori, alle forze dell’ordine, a giornalisti accreditati presso il museo, ai professionisti del settore dei beni e delle attività culturali accreditati presso il museo, ai ragazzi fino a 14 anni di età (tranne che in occasione delle mostre temporanee del Museo tridentino di scienze naturali che svolge la propria attività prevalentemente per un pubblico di bambini), ai gruppi e alle comitive di studenti delle scuole di ogni ordine e grado, statali e non statali, accompagnati dai loro insegnanti. L’ingresso a tariffa ridotta (che potrà andare da un minimo del 50% ad un massimo del 90% del biglietto intero) sarà invece applicato ai giovani dai 15 anni fino ai 26 anni, alle persone che abbiano compiuto 65 anni, ai gruppi di visitatori di almeno 15 persone, ai soci o tesserati di soggetti convenzionati con il museo. Lucia Maestri ha ricordato come il tasso di gratuità sia oggi molto elevato arrivando al 42%, e che solo recuperando queste risorse si potranno permettere le domeniche ad ingresso libero. Claudio Civettini (Civica Trentina) ha detto che uno dei maggiori problemi del Mart consiste nel collegamento con la città di Rovereto, e ha suggerito per questo la creazione di una giornata dei residenti per farlo conoscere alla popolazione locale.Mellarini ha risposto che questa è una delle richieste rivolte dalla Giunta al nuovo direttore del Mart. La Quinta Commissione, nel corso dei mesi estivi, si è occupata anche di università approvando l’Atto di indirizzo 2015-2018 della Giunta all’Ateneo trentino. Il documento, ha ricordato l’assessora alla ricerca Castel Beseno, Castel Stenico, Castel Thun e Castel Cades, al Museo degli usi e costumi della gente trentina di S. Michele all’Adige,al Museo delle palafitte di Fiavè, al Museo retico di Sanzeno, allo Spazio archeologico di piazza Cesare Battisti a Trento. L’assessore non ha nascosto che i direttori delle strutture museali hanno manifestato perplessità sulle domeniche gratuite. Certo, ha aggiunto Mellarini, occorre evitare che l’ingresso gratis ai musei crei difficoltà ai bilanci di queste istituzioni culturali e per compensare il mancato introito previsto, pari a circa 200 mila euro, Mellarini ha sottolineato la necessità di rivedere il sistema delle agevolazioni tariffarie. In altri termini, per rene all’università, Sara Ferrari (Pd), è lo strumento che regola i nostri rapporti della Provincia con l’università, previsto dalla legge sulla ricerca. L’Atto individua gli obiettivi di innovazione e stabilizzazione, i risultati attesi, le risorse e i criteri di rendicontazione delle spese; individua da un lato gli obiettivi generali, dall’altro il servizio al territorio. Gli obiettivi strategici sono la ricerca, l’innovazione, il trasferimento delle conoscenze, l’internazionalizzazione, le partnership e l’autovalutazione. Gli obiettivi riferiti invece al rapporto con il territiorio sono la collaborazione con tutti i soggetti trentini della ricerca, la formazione (per la quale è prevista anche la condivisione in altri enti di ricerca del personale dell’università), l’utilizzazione di infrastrutture in partnership e il trasferimento delle conoscenze alle imprese. L’Atto di indirizzo prevede anche la collaborazione dell’ateneo con l’azienda per i servizi sanitari, con il sistema scolastico, con i poli dell’innova- zione come Meccatronica e l’Hub dell’innovazione. Nell’Atto di indirizzo rientra per la prima volta anche il Cimec che si occupa di biotecnologie e il Centro mente e cervello Con questo documento la Giunta darà inoltre il via alle azioni dell’università che riguardano “Meccatronica, la fabbrica intelligente” con due cattedre, Protonterapia per la ricerca senza interferire con la parte sanitaria (l’ateneo dedicherà personale a questo scopo), nuove collaborazioni con il mondo della scuola trentina. Finanziato infine anche il programma relativo all’edilizia che prevede manutenzioni e ristrutturazioni per l’efficienza energetica. Il tema cruciale della valutazione della ricerca è stato sollevato da Walter Viola (PT), il quale ha affermato che non c’è chiarezza sul cosiddetto hub della ricerca. Infine, Sara Ferrari, rispondendo a una domanda di Lucia Maestri, ha assicurato che porterà in Giunta la decisione di avviare i lavori di ristrutturazio ne del comparto Trento Fiere per l’università. 237 PA G I N A 30 C R O N A C H E settembre-ottobre 2015 GLI ANZIANI IN VISITA ALLE ISTITUZIONI Ospiti i circoli di San Donà, Castello di Fiemme, Cavareno, S.Croce del Bleggio, Aldeno, Telve, Strigno, Scurelle, Cunevo e i Maestri del lavoro della provincia di Trento Sempre accolti e guidati da un consigliere, decine di gruppi di pensionati e anziani si recano ogni mese a Trento per fare conoscenza con il Consiglio Con la ripresa dell’attività del Consiglio – dopo Ferragosto - sono ripartite anche le visite dei pensionati all’istituzione. Un’attività culturale e di conoscenza della più alta istituzione democratica della nostra terra. Gli anziani visitano i luoghi dell’autonomia, apprendendone storia, meccanismi istituzionali e attività: a Palazzo Trentini, nell’emiciclo a Palazzo della Regione, nella bellissima sala Depero di piazza Dante. Ecco l’”agenda” degli ultimi incontri. Giovedì 10 settembre circolo anziani “San Donà di Trento”, accompagnati dalla presidente del circolo Giampaolo Di Caro, hanno incontrato il consigliere Claudio Cia. Mercoledì 9 settembre i Maestri del Lavoro della provincia di Trento, accompagnati dal console provinciale Gianfranco Ghisi hanno incontrato Donata Borgonovo Re. Martedì 8 settembre il Circolo Anziani di Castello di Fiemme con la presidente Quirina Tomasini hanno incontrato i consiglieri di valle Pietro De Godenz e Graziano Lozzer. Giovedì 3 settembre il circolo di Cavareno, accompagnati dalla presidente Tullia Ossana Visentin, hanno incontrato la dottoressa Daniela Longo difensore Civico. Mercoledì 2 settembre, presenti il circolo anziani di S. Croce del Bleggio accompagnati dalla presidente Luciana Zambotti,hanno potuto incontrare il consigliere Mario Tonina e successivamente visitare il Muse a Trento. Martedì 1 settembre il circolo anziani di Aldeno con a capo Emiliana Coser è stato ricevuto dal consigliere Lagarino Massimo Fasanelli in sala Aurora. Lunedì 31 agosto il circolo anziani di Telve Valsugana guidato dalla presidente Silvana Martinello ha potuto visitare la sala consiliare nel Palazzo della Regione, dove ad accoglierlo ha trovato la presidente del Consiglio regionale Chiara Avanzo, che è della valle. Mercoledì 26 agosto i circoli anziani di Strigno e Scurelle (nella foto), con il presidente Attilio Tomaselli, si sono ritrovati in sala dell’Aurora di Palazzo Trentini e lì hanno incontrato il consigliere Walter Kaswalder . Martedì 25 agosto il circolo pensionati e anziani di Cunevo accompagnato dal presidente Ferdinando Iob e dal vice Silvio Iob hanno potuto a loro volta visitare il Palazzo della Regione, opera dell’architetto Libera. Donata Borgonovo Re con i Maestri del Lavoro della provincia di Trento. Accando a lei il console provinciale Gianfranco Ghisi (9 settembre) Con Graziano Lozzer il circolo di Castello di Fiemme (8 settembre) Il Circolo di Castello con Piero De Godenz (8 settembre) Il circolo anziani di Aldeno con Massimo Fasanelli (1 settembre) Il circolo di San Donà con Claudio Cia (10 settembre) Il circolo di Telve con Chiara Avanzo (31 agosto) Sala Depero: S.Croce del Bleggio con Mario Tonina (2 settembre) i n f o r m a CONSIGLIO PROVINCIALE CRONACHE periodico di documentazione e di informazione sull’attività politico-legislativa DIFFUSIONE GRATUITA La pubblicazione può essere consultata su www.consiglio.provincia.tn.it/news/pubblicazioni. Può essere inoltre richiesta (per lettera, e-mail o per telefono) a: Consiglio provinciale cronache - Attività di informazione, stampa e pubbliche relazioni 38122 Trento, via Manci, 27 - Tel. 0461.213268 - 0461.213188 - 0461.213226 [email protected] CONSIGLIO IN INTERNET www.consiglio.provincia.tn.it Le notizie del consiglio si possono ricevere nella propria casella di posta elettronica (sotto forma di newsletter) inviando la richiesta a: [email protected] È possibile iscriversi anche al servizio “Tienimi informato” IL CONSIGLIO PROVINCIALE “IN TV” Diretta televisiva su TCA-TNN in occasione delle sedute dell’Assemblea legislativa (prossime date 6-7-8 ottobre 2015) • Servizi di informazione periodica sull’attività del Consiglio provinciale in coda ai TG della sera su RTTR, TCA e Telepace • “Lavori in corso“ su TCA-Trentino TV - mensile. • “Password“ su RTTR - mensile • “A tu per tu” su TCA - Trentino TV - trisettimanale • “Hashtag, 60 secondi di tweet dal Consiglio provinciale” su RTTR - mensile IL CONSIGLIO PROVINCIALE “IN ONDA” Servizi radiofonici settimanali d’informazione sull’attività legislativa e di palazzo Trentini • “7 giorni in Consiglio” su RADIO TRENTINO IN BLU (frequenze 96.6, 96.9 e 97.8 Mhz), il venerdì dopo il gr delle 12.30 e in replica il lunedì. • “Consiglio provinciale 7” su RADIO DOLOMITI, il venerdì dopo il gr delle 12.00 e poi in replica dopo il gr delle 18.00. • “Hashtag, 60 secondi di tweet dal Consiglio provinciale” su RTT La radio - mensile • “La nostra terra, la nostra autonomia” su Radio NBC - quindicinale “LEGGI PER VOI” Agenzia di informazione e documentazione la pubblicazione può essere ritirata gratuitamente presso l’ufficio stampa e pubbliche relazioni in via Manci, 27 a Trento. NOTIZIARIO PER NON VEDENTI Una sintesi delle principali notizie dal Consiglio provinciale viene riprodotta in cassette audio e in una speciale edizione in “braille”. Il notiziario può essere richiesto telefonando allo 0461 213268 INFORMATIVA PER IL TRATTAMENTO DI DATI PERSONALI Ai sensi dell’articolo 13 del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 (Codice in materia di protezione dei dati personali), si informa che i dati personali forniti al Consiglio provinciale per l’abbonamento alla presente pubblicazione sono trattati, in forma cartacea e con strumenti elettronici, esclusivamente per le finalità di stampa, spedizione e recapito della medesima pubblicazione. Il conferimento dei dati, benché non obbligatorio, è comunque necessario per le finalità indicate. I dati forniti non sono comunicati né diffusi. 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Partito Autonomista Trentino Tirolese UFFICIO DI PRESIDENZA Union Autonomista Ladina Presidente: Bruno Dorigatti Vicepresidente: Walter Viola Segretari questori: Claudio Civettini, Filippo Degasperi, Mario Tonina COMMISSIONE PROVINCIALE PER LE PARI OPPORTUNITÀ DONNA-UOMO Presidente: Simonetta Fedrizzi Vicepresidente: Claudia Loro Componenti: Arianna Bertagnolli, Elena Biaggioni, Giovanna Covi, Arianna Miriam Fiumefreddo, Mariangela Franch, Chiara Sighele, Anna Simonati, Leonora Zefi Via delle Orne, 32 1° piano - tel. 0461/213286-213287 [email protected] AUTORITÀ PER LE MINORANZE LINGUISTICHE Presidente: Dario Pallaoro Componenti: Giada Nicolussi, Luciana Rasom Via Manci, 27 - 4° piano - tel. 0461/213212 COMMISSIONE INTERREGIONALE DREIER LANDTAG Componenti effettivi: Bruno Dorigatti Presidente (Partito Democratico del Trentino), Lorenzo Baratter (P.A.T.T. Partito Autonomista Trentino Tirolese), Gianpiero Passamani (Unione per il Trentino), Mattia Civico (Partito Democratico del Trentino), Giuseppe Detomas (Union Autonomista Ladina), Gianfranco Zanon (Progetto Trentino), Maurizio Fugatti (Lega Nord Trentino) Componenti supplenti: Graziano Lozzer (P.A.T.T. Partito Autonomista Trentino Tirolese), Lucia Maestri (Partito Democratico del Trentino), Mario Tonina (Unione per il Trentino), Pietro De Godenz (Unione per il Trentino), Claudio Civettini (Civica Trentina), Giacomo Bezzi (Forza Italia) G A Lega Nord Trentino O P MA G 9 NZ Amministrare il Trentino Civica Trentina Gruppo misto 1 Presidente: Massimiliano Pilati Vicepresidente: Violetta Plotegher Galleria Garbari, 12 - tel. 0461/213176 [email protected] Forza Italia 3 FORUM TRENTINO PER LA PACE Progetto Trentino 1 1 1 Presidente: prof. Carlo Buzzi Componenti effettivi: Roberto Campana, Orfeo Donatini, Carlo Giordani, Giuseppe Stefenelli IO RA ONE COMITATO PROVINCIALE PER LE COMUNICAZIONI Partito Democratico del Trentino ZI DIFENSORE CIVICO-GARANTE DEI MINORI Daniela Longo (gli incontri con il difensore civico nelle sedi comprensoriali hanno luogo su appuntamento, che può essere fissato chiamando il numero verde 800-851026) Palazzo della Regione - Via Gazzoletti, 2 tel. 0461/213201, fax 0461/213206 [email protected] 1 SI Presidente: Giuseppe Detomas (Union Autonomista Ladina) Vicepresidente: Claudio Civettini (Civica Trentina) Segretario: Gianpiero Passamani (Unione per il Trentino) Componenti: Giacomo Bezzi (Forza Italia), Donata Borgonovo Re (Partito Democratico del Trentino), Filippo Degasperi (MoVimento 5 Stelle), Massimo Fasanelli (Gruppo misto), Nerio Giovanazzi (Amministrare il Trentino), Walter Kaswalder (P.A.T.T. Partito Autonomista Trentino Tirolese), Marino Simoni (Progetto Trentino) 1 O GIUNTA DELLE ELEZIONI 9 Presidente: Mattia Civico(Partito Democratico del Trentino) MoVimento 5 Stelle P Presidente: Bruno Dorigatti (P.A.T.T.) Partito Autonomista Trentino Tirolese: Lorenzo Baratter Forza Italia: Giacomo Bezzi Civica Trentina: Rodolfo Borga MoVimento 5 Stelle: Filippo Degasperi Union Autonomista Ladina: Giuseppe Detomas Gruppo misto: Massimo Fasanelli Lega Nord Trentino: Maurizio Fugatti Amministrare il Trentino: Nerio Giovanazzi Partito Democratico del Trentino: Alessio Manica Unione per il Trentino: Gianpiero Passamani Progetto Trentino: Marino Simoni 5 3 CONFERENZA PRESIDENTI GRUPPI (Autonomia, forma di governo, organizzazione provinciale, programmazione, finanza provinciale e locale, patrimonio, enti locali) Unione per il Trentino Vicepresidente: Marino Simoni (Progetto Trentino) Segretario: Gianpiero Passamani (Unione per il Trentino) Componenti effettivi: Rodolfo Borga (Civica Trentina) Donata Borgonovo Re (Partito Democratico del Trentino) Maurizio Fugatti (Lega Nord Trentino) Walter Kaswalder (P.A.T.T. Partito Autonomista Trentino Tirolese) SECONDA COMMISSIONE (Agricoltura, foreste, cave, miniere, attività economiche, lavoro) ■ Partito Democratico del Trentino 9 consiglieri Donata Borgonovo Re, Mattia Civico, Bruno Dorigatti, Sara Ferrari, Lucia Maestri, Alessio Manica, Alessando Olivi, Violetta Plotegher, Luca Zeni Vicolo della SAT, 10 - tel. 0461/227340, fax 0461/227341 - [email protected] ■ (P.A.T.T.) Partito Autonomista Trentino Tirolese 9 consiglieri Chiara Avanzo, Lorenzo Baratter, Manuela Bottamedi, Michele Dallapiccola, Luca Giuliani, Walter Kaswalder, Graziano Lozzer, Lorenzo Ossanna, Ugo Rossi Vicolo della SAT, 12 - tel. 0461/227320, fax 0461/227321 - [email protected] ■ Unione per il Trentino 5 consiglieri Pietro De Godenz, Mauro Gilmozzi, Tiziano Mellarini, Gianpiero Passamani, Mario Tonina Vicolo della SAT, 12 - tel. 0461/227360, fax 0461/227361 - [email protected] ■ Progetto Trentino 3 consiglieri Marino Simoni, Walter Viola, Gianfranco Zanon Vicolo della SAT, 10 - tel. 0461/227410, fax 0461/227411 - [email protected] ■ Lega Nord Trentino 1 consigliere Maurizio Fugatti Vicolo della SAT, 14 - tel. 0461/227390, fax 0461/227391 - [email protected] ■ MoVimento 5 Stelle 1 consigliere Filippo Degasperi Via delle Orne 32, 3° piano - tel. 0461/227380, fax 0461/227381 [email protected] ■ Amministrare il Trentino 1 consigliere Nerio Giovanazzi Via delle Orne, 32 - 1° piano - tel. 0461/227450, fax 0461/227451 [email protected] ■ Civica Trentina 3 consiglieri 1 consigliere Giacomo Bezzi Vicolo della SAT, 14 - tel. 0461/227430, fax 0461/227431 - [email protected] ■ Gruppo misto 1 consigliere Massimo Fasanelli Vicolo della SAT, 10 - tel. 0461/227460 [email protected] ■ Union Autonomista Ladina Vicepresidente: Filippo Degasperi (MoVimento 5 Stelle) Segretario: Alessio Manica (Partito Democratico del Trentino) Componenti effettivi: Pietro De Godenz (Unione per il Trentino) Massimo Fasanelli (Gruppo misto) Mario Tonina (Unione per il Trentino) Gianfranco Zanon (Progetto Trentino) TERZA COMMISSIONE (Energia, urbanistica, opere pubbliche, espropriazione, trasporti, protezione civile, acque pubbliche, tutela dell’ambiente, caccia e pesca) Presidente: Mario Tonina (Unione per il Trentino) Vicepresidente: Nerio Giovanazzi (Amministrare il Trentino) Segretario: Lorenzo Ossanna (P.A.T.T. Partito Autonomista Trentino Tirolese) Componenti effettivi: Claudio Civettini (Civica Trentina) Massimo Fasanelli (Gruppo misto) Lucia Maestri (Partito Democratico del Trentino) Alessio Manica (Partito Democratico del Trentino) QUARTA COMMISSIONE (Politiche sociali, sanità, sport, attività ricreative, edilizia abitativa) Presidente: Giuseppe Detomas (Union Autonomista Ladina) Rodolfo Borga, Claudio Cia, Claudio Civettini Vicolo della SAT, 12 - tel. 0461/227400, fax 0461/227401 - [email protected] ■ Forza Italia Presidente: Luca Giuliani (P.A.T.T. Partito Autonomista Trentino Tirolese) Vicepresidente: Walter Viola (Progetto Trentino) Segretario: Violetta Plotegher (Partito Democratico del Trentino) Componenti effettivi: Claudio Cia (Civica Trentina) Pietro De Godenz (Unione per il Trentino) Graziano Lozzer (P.A.T.T. Partito Autonomista Trentino Tirolese) Gianfranco Zanon (Progetto Trentino) QUINTA COMMISSIONE 1 consigliere Giuseppe Detomas Vicolo della SAT, 12 - tel.0461/227440, fax 0461/227441 - [email protected] GIUNTA Presidente: Ugo Rossi affari finanziari; affari istituzionali; tutela e promozione delle minoranze linguistiche; organizzazione, personale, semplificazione dell’attività amministrativa, sistemi informativi e di telecomunicazione e innovazione; funzioni delegate dallo Stato in materia di sistemi di comunicazione; informazione e comunicazione; società controllate e partecipate; corpo forestale; interventi di cui alla legge regionale 5 novembre 1968, n. 40; protezione civile, limitatamente a quanto riservato al Presidente della Provincia dall’articolo 7 della legge provinciale 1 luglio 2011, n. 9; emigrazione; programmazione; indirizzi di politica economica e coordinamento delle relative azioni, compresi i rapporti con Trentino sviluppo; politiche familiari; asili nido; scuola materna; edilizia scolastica, ad esclusione di quanto attribuito all’Assessore alle infrastrutture e all’ambiente; istruzione elementare e secondaria (media, classica, scientifica, magistrale, tecnica, professionale e artistica); assistenza scolastica; formazione professionale di base; rapporti internazionali; rapporti con l’Unione europea, cooperazione transfrontaliera e cooperazione interregionale; nonché quelle non attribuite espressamente ai singoli assessori. Assessori Assessore allo sviluppo economico e lavoro, con funzioni di vicepresidente Alessandro Olivi Assessore all’agricoltura, foreste, turismo e promozione, caccia e pesca Michele Dallapiccola Assessora all’università e ricerca, politiche giovanili, pari opportunità, cooperazione allo sviluppo Sara Ferrari Assessore alle infrastrutture e all’ambiente Mauro Gilmozzi Assessore alla cultura, cooperazione, sport e protezione civile Tiziano Mellarini Assessore alla salute e politiche sociali Luca Zeni Assessore alla coesione territoriale, urbanistica, enti locali ed edilizia abitativa Carlo Daldoss1 (Istruzione, ricerca, cultura, informazione, affari generali (rapporti internazionali e con l’Unione europea, solidarietà internazionale) Presidente: Lucia Maestri (Partito Democratico del Trentino) Vicepresidente: Marino Simoni (Progetto Trentino) Segretario: Giuseppe Detomas (Union Autonomista Ladina) Componenti effettivi: Lorenzo Baratter (P.A.T.T. Partito Autonomista Trentino Tirolese) Claudio Civettini (Civica Trentina) Gianpiero Passamani (Unione per il Trentino) Walter Viola (Progetto Trentino) ASSEMBLEA MINORANZE Garante: Rodolfo Borga (Civica Trentina) Sostituto del garante: Nerio Giovanazzi (Amministrare il Trentino) Componenti: Giacomo Bezzi (Forza Italia) Claudio Cia (Civica Trentina) Claudio Civettini (Civica Trentina) Filippo Degasperi (MoVimento 5 Stelle) Massimo Fasanelli (Gruppo misto) Maurizio Fugatti (Lega Nord Trentino) Marino Simoni (Progetto Trentino), Walter Viola (Progetto Trentino), Gianfranco Zanon (Progetto Trentino)