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TEMPO-LIBERO
martedì 16 marzo 2010
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MI
Onomastico
Anniversario
Compleanno
Significato e storia del tuo nome
I nati oggi
La personalità di chi è nato oggi
SANT’ERIBERTO Ô Deriva dal latino Heribertus,
tratto dal germanico Heribert e significa “splende
nell’esercito”. Viene festeggiato oggi in ricordo di
Sant’Eriberto di Bois-Villiiers, vescovo di Colonia,
morto nel 1210.
A MILANO Ô Antonio Di Bella, giornalista (1956); Maurizio
Fabrizio, compositore (1952); Guido Rossi, giurista (1931).
IN ITALIA Ô Dino Fava Passaro, calciatore (1977); Roberto Galia,
ex calciatore (1963); Carlo Verna, giornalista (1958); Ruben Buriani, ex calciatore (1955); Eugenio Bennato, cantautore (1947).
ACUTA Ô Chi è nato in questo giorno è fantasioso e intuitivo,
dotato di una mente acuta e indagatrice che gli consente di
farsi notare soprattutto in ambiti intellettuali e scientifici. Pur
essendo un idealista, è sensibile e leale in amore, pieno di
attenzioni verso la persona amata.
L’INTERVISTA Da questa sera all’Allianz la Compagnia della Rancia porta in scena “Grease”. Parla Mirko Ranù
«Sono cresciuto nel mito di John Travolta»
L’attore: ««Questo musical piace ancora oggi perché evoca la magia degli anni ’50»
LIBRERIA CENTOFIORI
“Quasi quasi mi licenzio”,
presentazione a Milano
Sabrina Fossati
È
senza dubbio il musical più gettonato d’Italia, “Grease”. E dopo aver
conquistato oltre 1.300.000 spettatori in tutto il Paese in più di mille
repliche, a 13 anni dal debutto (che vide
Lorella Cuccarini nei panni di Sandy e
Giampiero Ingrassia in quelli di Danny)
rimane un evergreen che coinvolge tutti,
adulti e bambini. Così c’è molta attesa per
il debutto stasera all’Allianz Teatro con la
Compagnia della Rancia, dove resterà
fino al 28 marzo. In scena, protagonisti
sono il 22enne romano Mirko Ranù (Danny) e Serena Carradori (Sandy), diretti da
Federico Bellone. E proprio Ranù spiega
il segreto del successo di Grease: «La
storia piace oggi come ieri perché evoca la
magia degli anni ’50 e la loro inarrestabile
energia».
Che emoziona prova a interpretare il
ruolo di Danny?
«È un grande onore e una grande responsabilità. Ogni sera provo un’emozione
diversa, perché leggo negli occhi del pubblico una luce particolare, che accomuna
tutti. Grandi, piccole, donne e uomini».
Da ragazzino aveva visto il film “Grease” con John Travolta?
«Sì: tutto il mio percorso artistico è nato
guardando a 11 anni quella pellicola.
Sono rimasto folgorato dalla figura di
Travolta e ho capito che da grande avrei
voluto intraprendere quella strada. Così
ho cominciato a prendere lezioni di danza e poi di canto e recitazione».
Che cosa ha in comune con Danny?
«Nulla. Sono sempre stato un ragazzo
timido e studioso e spesso da ragazzino
sono stato vittima dei bulli che non accettavano la mia passione per la danza.
Anche perché questa disciplina non era
sdoganata da “Amici”, come invece lo è
oggi».
Quale è stata la peggiore situazione di
bullismo che ha subito?
«Premetto che vengo dall’Acilia, una borgata di Roma e che sono cresciuto in
oratorio, dove mi divertivo a fare i balletti
con gli amici. Sono stato aggredito più
volte per strada quando andavo alle Medie, dai ragazzi che non accettavano il
mio spirito libero e il fatto che non
giocassi a calcio».
Se fosse nato qualche anno dopo,
avrebbe cercato di partecipare ad
“Amici”?
«Se la trasmissione fosse rimasta uguale a
quella che era agli esordi, probabilmente
sì. Inizialmente “Amici” dava la possibilità di imparare a ballare, cantare e recitare. Ormai è quasi solo sfide a squadre,
chiacchiere e litigi: così ognuno si specializza in una sola materia e la scuola perde
di significato. Non ci andrei perché non
credo che si impari più nulla da “Amici”».
Info: 02/488577516, biglietti da 23 a 44
euro. A partire da 30 minuti dall’inizio
“FERDYDURKE” AL TEATRO CINQUE
Mirko Ranù e Serena Carradori
degli spettacoli gli studenti potranno acquistare i biglietti al botteghino del teatro
al prezzo speciale di 15 euro in tutti i
settori, presentando il tesserino scolastico o il libretto universitario.
Alzi la mano chi non ha mai pensato almeno una
volta: “Quasi quasi mi licenzio”. Sarete in tanti,
soprattutto in questo periodo difficile. In meno,
però, avrete trasformato l’idea in fatti. Così, per
superare la crisi professionale e cambiare con successo lavoro e vita, ecco i consigli e le esperienze
di chi ci è riuscito, raccolte in un libro scritto a
quattro mani da due milanesi: il consulente in risorse umane Roberto D’Incau e la giornalista
freelance Rosa Tessa, “Quasi quasi mi licenzio”
(137 pagine, 13 euro, casa editrice Salani). «Per
non avere rimpianti bisogna cercare di capire veramente quello che vogliamo al netto delle opportunità che ci arrivano casualmente. Consiglio quindi
di tanto in tanto di fare un bilancio della propria vita
e di chiedersi se si è davvero realizzati» suggerisce
D’Incau. E Rosa Tessa aggiunge: «Molti trentenni
non sanno cosa voglia dire un posto fisso e tanti italiani più
maturi lo hanno perso per via della crisi e
probabilmente non lo
riavranno più. Bisogna essere consapevoli di questo cambiamento sociale, diventare meno dipendenti da un punto di
vista concettuale e
più intraprendenti.
Questo libro vuole essere proprio uno strumento di
riflessione sul cambiamento di lavoro e di vita e
sull’utilità di prepararsi creativamente a nuove sfide lavorative congeniali al proprio Io».
Il risultato? Venti storie di persone che hanno voltato pagina grazie al coraggio incessante di capire la
propria identità e il significato della vita. Da Federico Marchetti fondatore del portale di shopping
online Yoox.com a Giulio Cappellini, guru del design italiano. Ma non mancano le storie di persone
meno celebri, che hanno preferito mantenere riservata la propria identità.
Il libro sarà presentato oggi alle 18.30 alla Libreria
Centofiori in piazzale Dateo 5. Oltre agli autori ci
sarà anche l’editor Serena Daniele. A seguire un
brindisi offerto da Degustibus e Sushibar.
[sab.fos.]
ESPOSIZIONE In contemporanea due personali dedicate a padre e figlio
Giancarlo e Giovanni Cerri a confronto
Un’opera “conflittuale”
Dal romanzo di Witold Gomborwicz arriva a Milano la trasposizione drammaturgica di
“Ferdydurke”. Da stasera al 28 marzo al Teatro Cinque (via Ascanio Sforza 37) lo spettacolo è
diretto da Paolo Modugno e inserito all’interno dell’iniziativa “Giornate della lettura” organizzata dal Comune di Milano. “Ferdydurke” si propone di mostrare l’aspetto tragico dell’evoluzione. Fa il tentativo di esprimere il conflitto eterno tra l’uomo e la sua forma, conflitto tanto
doloroso oggi come nei secoli scorsi. Per info tel 02/58114535 o www.teatrocinque.it.
[gai.pas.]
Ô Dialogo a distanza
tra padre e figlio, milanesi, sul terreno
d e ll ’arte. Il 72enne
Giancarlo Cerri e il
41enne Giovanni Cerri
sono ospiti di due personali che si svolgono
in questa settimana.
Da oggi al 3 aprile, la
Galleria Cortina Arte
(via Mac Mahon 14/7 tel. 02/33607236) presenta la mostra, curata
da Stefano Cortina
“L’inquieto esistere”:
una selezione di oltre
venti opere realizzate a
partire dal 2001 dal più
giovane Giovanni. Il
fondo delle sue tele è la
carta dei quotidiani, i
cui frammenti di titoli
emergono, a volte, tra
le cromie cupe dei quadri. Debitore alle tele di
Mario Sironi sui paesaggi urbani, quegli
spazi deserti delle periferie, solcate solo da
qualche mezzo di trasporto o da sagome isolate di passanti, in cui
l’artista di origine sarda
seppe rendere il senso
cupo della fredda desolazione, anche Cerri
rappresenta lo squallore urbano. Dipinge città
deserte, abbandonate
dagli esseri umani, ma
percorse da cani randagi e abbruttite dalla presenza di rottami di auto. Tralicci, lampioni e
sagome dei cartelli
”Citizen” di Giovanni Cerri
stradali animano le sue
città fantasma.
L’antologica “Dalla figurazione all’astrazione. 1954-2003”, da sabato al 2 maggio alla
Galleria d’Arte Moderna Cascina Roma di
San Donato Milanese
(piazza delle Arti 7 - tel.
02/55603159), racconta invece l’iter creativo
di Giancarlo Cerri. Curata da Luca Pietro Nicoletti, la rassegna si
compone di 80 opere
che, dai quadri di figurazione di tradizione
lombarda, passando attraverso un naturalismo materico, approdano alle “Grandi Sequenze”, le ultime tele
astratte dai forti contrasti cromatici, dove il
nero è accostato a giallo, rosso o blu.
Ingressi liberi.
Martina Malnati
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Sono cresciuto nel mito di John Travolta