Tecnologie Didattiche & SPIP
presenta
PROF...
ONDAMENTE TURBATI:
LE RIFLESSIONI
DEI PROFOSAURI
Milano e dintorni - luglio 2004
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Sommario
1 INTRODUZIONE........................................................................................................................... 3
2 COMMISSIONE D'ESAME........................................................................................................... 4
3 PRIMA PROVA.............................................................................................................................. 5
4 SECONDA PROVA........................................................................................................................6
5 APPUNTI PER LA CORREZIONE................................................................................................7
6 APPUNTI PER LA CORREZIONE 2.............................................................................................9
7 GIORNATA DI ORALI................................................................................................................ 10
8 GLI ERRORI GRAMMATICALI.................................................................................................12
9 LA RICOSTRUZIONE DELLA CARRIERA.............................................................................. 13
10 IN PROVVEDITORATO..............................................................................................................15
11 PER STRADA...............................................................................................................................16
12 IN SPIAGGIA................................................................................................................................18
13 LA SCUOLA NUOVA..................................................................................................................19
14 IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA............................................................................................... 21
15 IN SALA INSEGNANTI il secondo giorno di scuola...................................................................22
16 PRIMA RIUNIONE PER MATERIA........................................................................................... 23
17 IL PRIMO COLLEGIO DOCENTI DELL’ANNO SCOLASTICO............................................. 24
18 SCIOPERO GENERALE..............................................................................................................26
19 IDENTITÀ’ CULTURALE...........................................................................................................28
20 CERVELLI BRUCIATI................................................................................................................ 30
21 CONSIGLIO DELLA CLASSE 5^B............................................................................................31
22 OPEN DAY................................................................................................................................... 33
23 AGENDA MORATTI................................................................................................................... 35
24 ORDINE DEL GIORNO: SOFISMI............................................................................................. 37
25 UN MINUTO DI SILENZIO.........................................................................................................39
26 INTERVALLO.............................................................................................................................. 41
27 VISITA DI ISTRUZIONE.............................................................................................................43
28 COLLOQUI CON I GENITORI....................................................................................................45
29 ANNO NUOVO............................................................................................................................ 47
30 VIETATO AI BAMBINI..............................................................................................................48
31 QUESTIONARIO..........................................................................................................................50
32 DOPO LO SCRUTINIO................................................................................................................52
33 DROGHE LEGGERE, DROGHE PESANTI............................................................................... 54
34 ASSEMBLEA IN ORARIO DI LAVORO................................................................................... 55
35 A CENA OVVERO DELLA RIFORMA......................................................................................57
36 INVESTIMENTI IMMOBILIARI.................................................................................................59
37 RIORDINANDO LA LIBRERIA..................................................................................................61
38 ERMENEUTICA..........................................................................................................................62
39 CLASSISMO.................................................................................................................................64
40 AL SUPERMERCATO.................................................................................................................65
41 CONVEGNO SULLA MOTIVAZIONE AD APPRENDERE.....................................................67
42 IL LUNEDI' MATTINA DAVANTI AL DISTRIBUTORE AUTOMATICO............................ 69
43 COMMISSIONE SUI PROGETTI DI RIFORMA....................................................................... 71
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1 INTRODUZIONE
La vecchina gli chiese un po’ d’acqua e il professore, senza pensarci due volte, le offrì l’ultimo
sorso della sua borraccia. Nell’aria si diffuse un suono dolcissimo mentre un sipario di nuvola
avvolse l’anziana signora sottraendola alla vista. Rapidamente come si era formata, la nebbia si
dissolse e sul prato rimase uno specchio, luccicante al sole. L’insegnante lo afferrò e vi guardò la
sua immagine riflessa: il suo volto era deforme, gli occhi apparivano cosparsi di pustole gialle, dalle
orecchie uscivano strisciando vermi immondi mentre la bocca si rattrapiva coprendo le gengive
senza denti e i capelli si liquefacevano in neri rigagnoli bituminosi.
i profosauri
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2 COMMISSIONE D'ESAME
Sembrava il prof. Aristogitone ("Quarant'anni di insegnamento, quarant'anni di duro lavoro in
queste quattro mura scolastiche..."), ma alla fine la situazione è apparsa diversa: "Quando la
commissione d'esame era composta di esterni, gli insegnanti interni si comportavano come avvocati
difensori degli studenti; ora che la commissione è composta dagli insegnanti di classe nasce il
rischio che i ruoli cambino secondo la nostra vecchia logica familista: i figli in pubblico si
difendono, ma in privato si picchiano".
Questa l'unica perla di saggezza e di umanità nella marea di disquisizioni e di sorteggi in ossequio
alla Dea Burocrazia che ha caratterizzato la riunione plenaria di avvio degli esami.
Per i prossimi anni rimarrà da decidere, con una nuova riforma della scuola, quale rapporto sarà
utile instaurare tra insegnanti interni ed esterni per garantire giudizi obiettivi e soprattutto nuovi
risparmi di bilancio. L'ipotesi più gettonata è quella che prevede certificazioni esterne da parte di
enti privati, secondo la logica: "Più paghi, meglio ti valutano".
Ma tant'è, la macchina degli esami si è mossa. Gli insegnanti che hanno martirizzato gli studenti con
verifiche ed interrogazioni per decidere i voti di ammissione agli esami, ora dovranno nuovamente
valutarli con due possibili esiti:
confermare inutilmente i giudizi già espressi esaltando le proprie capacità valutative
oppure
smentire utilmente se stessi e i risultati conseguiti durante l'anno dagli studenti
Con il caldo torrido che imperversa, la prospettiva è entusiasmante.
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3 PRIMA PROVA
Attesa spasmodica, chiacchiere nervose delle studenti (tutte ragazze), ventilatori al massimo (gli
unici nell'edificio), finestra affacciata su una pianta di fico (simbolo inequivocabile della situazione
della scuola)... finalmente arrivano i bustoni (accrescitivo per non confonderli con i vezzeggiativi di
manipulite).
Tu dai una busta a me, io restituisco una busta a te... i conti non tornano; ma nella prima busta ce
n'erano altre due, una di troppo (perchè non consegnarne una per volta? Mah! Le scienze
matematiche sono sempre state bistrattate, da Gentile in poi).
Le tracce ... tracce di cultura ... solo tracce: c'è persino una citazione dal discorso sull'acqua del
Presidente (o dal discorso del Presidente sull'acqua?) (forse galleggia perchè è unto!).
I temi comunque anche quest'anno sono apparsi interessanti:
- Pirandello moralista?!
- Foscolo che "sol da lunge" saluta i suoi tetti e che con il suo componimento poetico sugli affetti
familiari (?) si arruffiana la curia; anche quest'anno il tributo Al Vaticano è salvo. (P.S.per fortuna
non è stato citato, di Leopardi, l'idillio "A Silvia", altrimenti il refuso avrebbe potuto essere
drammatico)
- le preghiere di Ungaretti (vedi sopra)
- il fascismo che non uccide nessuno (fonte del Ministero dell'Istruzione)
- Bossi come ostacolo all'affermazione dei diritti umani (tipologia C)
- la televisione dal punto di vista socio-economico (tipologia B 2)
- la televisione da un punto di vista generale (tipologia D)
- la televisione dal punto di vista del Presidente (tipologia Rete 4, Italia 1, Canale 5)
- la televisione ...
Stavamo dimenticando le "foibe"; non potevano mancare; sono il piatto forte del revisionismo
imperante. Non sapevano dove metterle e le hanno infilate insieme ai crimini contro l'umanità del
'900; più che di "foibe" sembra trattarsi di fobie. Per fortuna ci hanno risparmiato le altre foie
ricorrenti nel dibattito cultural-politico di questi ultimi anni: toghe rosse, congiure comuniste,
rogatorie, lodi ed autoelogi.
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4 SECONDA PROVA
Seconda prova per Periti Aziendali e Corrispondenti in Lingue Estere; bisogna proprio dire che il
governo, a giudicare dal numero delle ”I” richiesta, si è dimostrato veramente coerente con le sue
dichiarazioni di intenti sulla scuola di qualche tempo fa:
INGLESE - la prova in lingua straniera è stata quasi da tutte le studenti svolta in inglese che risulta
nella stragrande maggioranza la prima lingua
IMPRESA - il testo dell’esame fa esplicito riferimento ad una azienda, ad una manifattura, ad un
opificio, ad “un stabiliment”, ad una “fabrichèta”, ad una ditta, insomma ad una Impresa che riceve
del materiale scadente da un suo fornitore abituale
INTERNET - una volta redatta la lettera bisognerà spedirla: promosse solo coloro che
provvederanno all’Invio per via telematica
INFORMAZIONE - bisogna Indicare tutti gli elementi utili ad Individuare l’ordinativo
INFINGIMENTO - è necessario fingere di credere nella buona fede del fornitore Invitandolo a
confrontare la merce spedita con quella di altri Inoltri
IMPRECAZIONI - è necessario manifestare contrarietà e disappunto per l’incidente
(Improntitudine) verificatosi in occasione di un ordine insolitamente grosso (Imponente) dopo anni
di collaborazione Indefessa
IMBROGLIO - bisogna cercare di rifilare il “pacco” a qualcun altro (Infinocchiare), ma se
l’Intervento non riesce si deve minacciare il mancato pagamento (Insoluto)
INTESA - Immancabile, alla fine, l’auspicio di una Immutata collaborazione che, nel nome del
profitto, passi sopra l’Inganno.
C’è quasi tutto, mancano solo alcuni particolari:
IGNORANZA della normativa relativa alla certificazione di Qualità; ma come! Ci obbligano a
certificare anche le scuole e poi in un caso come quello Ipotizzato non solo la Commissione del
Ministero ci propone due ditte che non si preoccupano di farsi certificare, ma non si meraviglia
nemmeno che ciò accada.
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IMPUNITA’ - Nel testo non c’è nessun riferimento al possibile intervento della Magistratura; forse
chi ha steso il testo era a conoscenza dei tempi di approvazione del Lodo Maccanico e ha preferito
soprassedere: qualcuno avrebbe potuto fare ipotesi Ingiuriose sulla proprietà della ditta fornitrice.
5 APPUNTI PER LA CORREZIONE
Il linguaggio medio in Pirandello
Allora...per cominciare perchè non parlare delle frasi nominali, senza verbo, ellittiche,
numerosissime nel testo, soprattutto negli interventi di Fabio, ma non solo; che dire, allora, dei
periodi paratattici, costruiti con un uso abbondante della punteggiatura, delle esclamazioni, degli
incisi, delle sospensioni. Trattando del linguaggio parlato, significative, allora, sono le ripetizioni
(...e io la nasconderò. - Ma per nasconderla bene, nel suo stesso interesse e nell’interesse...; bisogna
che lei mi rispetti ... Rispetti, dico, dico, non propriamente me, ma la forma - la forma...). Anche le
esemplificazioni (dietro le gelosie e le imposte; si fa pagare quell’uno di bene che concede, con
cento di noje e di dispiaceri) assumono, allora, un senso nel dialogo tra i due personaggi, rendendo
il testo colloquiale. Forse avrei dovuto riflettere sull’uso del termine “allora”, usato solo come
avverbio e non come congiunzione tra reggente e subordinata come è facile trovare in un testo
argomentativo, ma non saprei cosa dirne, l’argomento sembra così marginale rispetto alle altre
considerazioni, soprattutto quelle di contenuto: insegniamo di Pirandello la concezione vitalistica, la
critica al meccanismo sociale che impone maschere fittizie, il rifiuto dei ruoli imposti ed ipocriti, la
critica all’idea dell’identità individuale, il relativismo conoscitivo, la frantumazione dell’io, il tema
del doppio, l’umorismo, l’assurdo ... e poi si cita Pirandello per parlare dell’onestà e dell’”uso
medio” della lingua.
Probabilmente sono rimasto un po’ indietro; se Maroni non imperversasse tutti i giorni con il
problema dell’INPS, dovrei considerare seriamente la scelta di andare in pensione.
Appunti per la correzione della prima prova.
Tipologia B - ambito artistico-letterario
Promemoria
- rivedere la lezione sul sonetto di Foscolo “In morte del ...”: l’ho sempre presentato come un
componimento sul tema dell’esilio, della tomba, della morte. Certo la madre lontana, gli affetti
familiari negati, ma li ho sempre affrontati come elementi dello sradicamento dell’eroe dal contesto
sociale e storico, come simboli della precarietà dell’esule senza patria, come illusione di
sopravvivenza nel ricordo. L’anno prossimo, se non sarò utilizzato per le supplenze, esule senza
classi nei corridoi di qualche scuola della provincia, dovrò ricordarmi di cambiare tutto; se il
Ministero ha detto che gli affetti familiari sono centrali nel sonetto una ragione ci sarà pure.
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- non so se mai arriverò a spiegare Orelli in qualche quinta, ma se ciò dovesse accadere devo
ricordarmi di controllare se il figlio del poeta è rimasto traumatizzato dallo spavento della madre
caricata da una vacca in un alpeggio di alta montagna.
- verificare se, tra le poesie scritte da Montale sulle figure familiari, è possibile inserire “Ho sceso
dandoti il braccio...” ; i temi sono: lo sguardo della donna amata di origine stinovistica o
petrarchesca anche se Mosca non è una donna angelicata, la capacità di vedere oltre la realtà “che si
vede” grazie ad una saggezza ignota al poeta, la nullità dell’esistenza al di là della frenesia della vita
moderna . Se è possibile fare citazioni “ad capocchiam” di questo tipo ricordarsi di sollecitare la
poesia “Temporale” di Pascoli per la correzione del saggio sull’acqua (con la scusa del linguaggio
analogico tutto è possibile).
- verificare se il componente della commissione ministeriale che ha scelto i testi di questa traccia è
un prete perchè:
•
la poesia di Ungaretti, tutta tesa verso la dimensione metafisica, è stata collocata per ultima ed
è stata preferita a quella dedicata alla madre da Montale (A mia madre, nettamente contrapposta
alla visione trascendente di Ungaretti)
•
le autrici femminili non vengono citate
•
la figura paterna non compare se non fuori scena (Raboni parla di sua figlia)
•
non manca invece un nascituro
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6 APPUNTI PER LA CORREZIONE 2
3 Ambito Storico-Politico
Il terrore e la repressione politica nei sistemi totalitari del ‘900
schema dei contenuti relativi al tema, tratti dal programma svolto
NAZISMO
COMUNISMO
genocidio che ha causato
milioni di morti:
CAPITALISMO (escluse le
varianti dittatoriali del
fascismo e del nazismo)
genocidio che ha causato
milioni di morti:
- quasi 6 milioni di Ebrei morti
nei campi di concentramento e
di sterminio
- genocidio degli Amerindi ad
opera dei conquistadores
spagnoli
- genocidio degli indiani
commesso dai bianchi nel
XVIII secolo e dagli Americani
nel XIX secolo
ha perseguitato ed eliminato gli ha perseguitato ed eliminato gli
oppositori politici:
oppositori politici:
- un milione di comunisti
- 30/35.000 uomini e donne
deportati (purghe staliniane) di
detenuti politici per parlare
cui 60.000 senza ritorno (A.
solo degli italiani deportati a
Moscato)
Mauthausen, Dachau,
Buchenwald, Ravensbruck
- deportazione nei gulag di
- eliminazione di due milioni di milioni di contadini benestanti
prigionieri sovietici
ha perseguitato ed eliminato gli
oppositori politici
- epurazione dei deputati
filomonarchici del Parlamento
inglese (1648) e stragi di
Irlandesi durante la dittatura di
Cromwell (1650)
- 16.600 esecuzioni durante la
Rivoluzine francese (F.Furet)
- i fatti di Bronte (1860) e
Brigantaggio meridionale (dal
1861): migliaia di morti in
scontri a fuoco e distruzioni di
interi paesi e 2.000 fucilazioni
ha scatenato guerre:
ha scatenato guerre:
ha scatenato guerre:
- Seconda guerra mondiale
- Afghanistan
- guerre coloniali e
imperialistiche in tutto il mondo
ha sostenuto i Movimenti di
liberazione nazionale (colonie
portoghesi, Vietnam, ecc.)
- Prima guerra mondiale
- guerra del Vietnam
- guerra del Golfo
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Che sbadato, lo schema con i dati relativi al terrore e alla repressione politica lo ha già fornito il
Ministero; avrei potuto fare a meno di perdere tempo a costruirne uno nuovo. A volte noi insegnanti
il lavoro ce lo andiamo a cercare senza motivo.
Fammi andare in cantina a riparare la bicicletta, altrimenti domani sarà difficile raggiungere la
scuola (i bus, terminate le lezioni, sono spariti e la patente me l’hanno ritirata quei ca...campagnoli
vigili di Cernusco Lombardone in agguato, con il loro auto-velox, su quel bellissimo rettilineo che
porta a Milano, in mezzo alla campagna, classificato “centro abitato” per il bene del bilancio
comunale della ridente cittadina brianzola).
7 GIORNATA DI ORALI
- Bene Sara, spiega alla Commissione qual è il tema della tua tesina e quali sono i collegamenti
interdisciplinari.
- Il titolo della tesina è: “L’atarassia”. Per filosofia il nirvana di Schopenhauer, per letteratura il
Leopardi delle Operette morali e poi, partendo dall’uultimo Leopardi, quello della Ginestra, mi
collego con scienze trattando dei vulcani.
- Originale! Veramente originale il percorso; dai vulcani a Schopenhauer; inedito: dalla profondità
della terra all’altezza eccelsa della filosofia. Da quale argomento vuoi partire?
- Dai vulcani.
- Ah!...Ti ascolta la collega di scienze.
- Dunque, i vulcani si formano quando il magma riesce ad aprirsi una via attraverso la crosta
terrestre sino ad arrivare...
Ma guarda cume la s’è cunsciada la Sara per l’esame: l’ombelico scoperto è d’obbligo, ma la
magliettina scollata l’è un bijou, peccato il colore verde pezzato alla marines.
- ...Come dicevo, le eruzioni più violente sono quelle provocate dai magmi “acidi”, molto viscosi,
ricchi di acqua e ...
- Silice; sì brava, vai avanti...
anche le braghette sono carine, a pinocchietto... Oh signur! Mi stavo dimenticando che devo passare
all’Oviesse a comprare i pantaloni corti per quella stroliga de la mia tusa, che la va in gir, ma la se
preocupa minga de trua un quai cusurina de cascias sü.
- ...molte delle esplosioni più violente si verificano quando il magma viene a contatto..
- Va bene, va bene; basta così. Altrimenti dicono che monopolizzo il colloquio. Passa pure agli altri
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argomenti.
Sperem de finì in temp; se non trovo niente alla Oviesse dovrò passare anche alla Standa e poi
diventa tardi. Uh, come la stüfis la Castellani! La va drè a fa questiun; come se non la conoscesse
la Sara, la secchiona della quinta C.
- ...mentre l’ascetismo a cui si riferisce Schopenhauer significa annullamento della personalità, una
condizione di estasi nella quale il soggetto cerca di conquistare in se stesso la massima
indifferenza...
Questi che fanno filosofia parlano sempre difficile; ma, basta che si sbrighi...E di che colori glieli
prendo i pantaloni a quella pelandrona; al professionale st’inverno eren vestì de negeher; qui al
liceo no... i ragazzi sono meno condizionati dalla moda... sono più “free”, vestono “casual”...e sta
primavera, in del pustegg davanti all’Ipsia l’era pien de muturin; chi al liceo dumà biciclet: altra
pruveniensa, altro ceto sociale...
Finalmente ha finito!
- Corrette le prove scritte? Sì? Bene puoi andare. Tutti fuori che dobbiamo decidere la valutazione.
Sentila quella stronza di scienze. Senti come urla! E’ rimasta imbambolata per tutto il colloquio e
adesso si è svegliata. Chissà cosa pensava! Secondo me deve andare a fare shopping e dopo aver
rimuginato tutta l’ora adesso che ha deciso ha fretta di andare... dovrà comperare i pantaloni alla
figlia, quell’intellettuale di cui ci ha parlato per tutto l’anno, prima, durante e dopo le lezioni! Mi
piacerebbe proprio vedere che faccia ha. Sarà orribile come sua madre...lasciamo perdere,
l’importante è che sia finita. Vaffanculo la scuola, gli esami e quella di scienze! Viva le vacanze!
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8 GLI ERRORI GRAMMATICALI
Ho proprio scritto “settantatre” senza accento...sì, ho pensato il tre non va accentato e di
conseguenza non ho accentato nemmeno il settantatré senza ricordare che tutte le parole tronche non
monosillabe devono essere accentate, compresi i composti di tre. Stanchezza? Confusione? Non so;
quello che so è che ho fatto sicuramente una figuraccia con i colleghi che hanno letto la mia
trascrizione...E poi c’è quella di geografia che mi ha trovato un errore non corretto nel saggio della
Borgonovo...igiene senza “i”... Ma è possibile? Ti distrai un attimo e quelle ti infilano errori
ovunque... Bella figura! Uno si scusa, si giustifica, ma la “macchia” rimane. Se insegni una materia
tecnica importa poco, ma se insegni lettere non puoi fare queste sciocchezze...Tra l’altro c’è da dire
che magari le regole grammaticali le dimentichi, ma le “magre” mai: tornano in mente anche a
distanza di decenni...come quella volta che per fare un complimento ad una collega vicepreside che
si faceva in quattro per organizzare la scuola l’ho paragonata ad una cariatide...Si è offesa...Volevo
dire colonna e l’idea di un sostegno in forma umana che sorregge un tempio sembrava rendere bene
l’idea... e poi faceva tanto cultura classica...Un cretino, a volte mi sembro cretino...avrei potuto stare
zitto, evitare di fare lo spaccone e invece...Le figuracce sono come tarli: quando c’è silenzio li senti
lavorare e vanno avanti a scavare, scavare...ti mangiano l’anima.
Poi ci sono le situazioni nelle quali devi stare attento ad applicare le regole. La storia del
congiuntivo per esempio; si dice: “Credo che Luigi si sia sbagliato” con il congiuntivo, il modo del
dubbio; se invece non c’è incertezza si deve dire: “Sono sicuro che Luigi si è sbagliato” con
l’indicativo, il modo della realtà...ma se utilizzi l’indicativo nelle oggettive nessuno avrà dubbi sulle
tue difficoltà linguistiche.
Questo però è un falso problema, se uno pensa che tu sia ignorante perché è lui a non sapere, la
coscienza è a posto...il problema si pone quando gli errori si fanno davvero.
Ci si limitasse alla grammatica poi...invece bisogna aggiungere la letteratura fino all’ultimo
scribacchino di moda che vende tanto, bisogna aggiungere la storia e il dibattito storiografico che
con i venti di revisione in atto non finisce mai, bisogna aggiornarsi sui temi di attualità politica,
scientifica e culturale in previsione dei saggi da svolgere in classe...e le occasioni di fare figuracce
aumentano in modo esponenziale.
A volte mi sento inadeguato; forse avrei dovuto scegliere un altro lavoro, con meno responsabilità,
meno esposto al giudizio degli altri. studenti, genitori o colleghi che siano; in giro c’è tanta gente
sicura di sé, di quello che sa, che ha giudizi precisi su tutto anche se a volte può sembrare
contraddittoria, gente che non vive la paura di sbagliare, che ti guarda dall’alto in basso.
In sala insegnanti, prima di aprire bocca devi fare mentalmente qualche prova: modi verbali,
contenuti letterari, verifiche storiche...quando hai deciso la frase da comunicare alla collega è tardi,
è suonata la campanella e devi correre in classe fino dall’altra parte dell’istituto.
Se poi qualche volta riesci a formulare qualche pensiero a voce alta...fino a sera a pensare a quello
che hai detto, a quello che possono aver capito, al giudizio che possono aver dato, ai fraintendimenti
che possono essersi generati...
Quando ero all’università, preparandomi per l’esame di psicologia sociale ho studiato che la
paranoia è tipica degli impiegati statali..., ma nel caso degli insegnanti non si tratta di malattia...le
angustie della professione docente sono serie, non sono fissazioni mentali e poi noi insegnanti non
siamo statali, siamo pubblica istruzione, abbiamo anche i contratti separati!
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9 LA RICOSTRUZIONE DELLA CARRIERA
Ma allora è proprio un cretino! Dieci giorni fa mi ha detto che ha sbagliato, che avrebbe dovuto
spedire la pratica sei mesi fa insieme alle altre; mi ha promesso di spedirla immediatamente. Mi ha
addirittura consigliato di telefonare dopo tre giorni per recuperare numero di protocollo e data della
trasmissione con i quali rintracciare la pratica al Tesoro. Sono passati dieci giorni e la
documentazione non è ancora partita.
Sparare sugli impiegati pubblici è un luogo comune, ma, porca vacca, c’è qualcuno che ce la mette
proprio tutta per far uscire dai gangheri la gente.
“La sua pratica andrà in lavorazione a dicembre (era il 16 aprile); c’è gente più sfortunata di lei
perchè ha presentato la pratica molto prima, ma deve aspettare comunque la scadenza di dicembre.”
I tempi della Ragioneria dello Stato sono biblici: mesi e mesi per delle pratiche che poi elabora un
programma specifico del computer.
In fondo sto chiedendo l’applicazione di un diritto: ho cambiato ruolo e dopo quattro anni
(sottolineo quattro anni) non sono ancora riuscito ad ottenere, non dico gli arretrati, ma nemmeno
l’adeguamento dello stipendio. Forse un metalmeccanico sarebbe andato in causa dopo i primi sei
mesi. Eh, ma, si sa, noi insegnanti non siamo sindacalizzati, non abbiamo coscienza dei nostri
diritti... noi lavoriamo per vocazione, per adempiere una missione; lo stipendio è un accidente
necessario, ma così volgare!
A dire il vero ci sono anche quelli che fanno di tutto per apparire attenti agli aspetti sindacali del
nostro contratto di lavoro: percepiamo gli stipendi più bassi d’Europa! Le ore di correzione dei
compiti non le calcola nessuno. Ci paghiamo anche la cancelleria. A far bene i conti lavoriamo più
di un siderurgico (?!).
Comunque quello lì è proprio un farabutto; come si chiama? Ragionier Sordastro, o qualcosa del
genere; sordo, di nome e di fatto, a qualsiasi richiesta di sollecitudine. Se fosse suo lo stipendio
sarebbe sicuramente andato su tutte le furie perchè i diritti degli altri possono aspettare, ma i propri
sono sacrosanti.
Che voglia di fargliela pagare! Fare intervenire il suo capufficio, depositare una denuncia in
questura, parlare con la stampa. Ecco, quando sono incazzato, sembra tutto facile: provocare una
scintilla per incendiare tutto il fienile, ma poi ...
Chissà come si incazzerebbe nel sentire questi ragionamenti l’RSU della mia scuola!
“Siete dei piccolo borghesi, dei poveri frustrati, soprattutto quelli con qualche velleità intellettuale.
Condividere con altri la riflessione sulla propria condizione, mai! Ma, come contraltare, siete
sempre disponibile a viaggiare con la fantasia sulle orme del vendicatore solitario, dello Zorro di
turno, come anonimi eroi di provincia a cui manca anche il coraggio di guardarsi allo specchio per
scoprirsi piccoli e insignificanti come tutti gli altri esseri umani!”
Ha volte riesce a mettermi in crisi, ma tutto sommato è più frustrato lui di me: è da trent’anni che è
nella CGIL e non è andato mai d’accordo con nessuno... Nemmeno Cofferati gli va giù.
L’altro giorno ha tenuto un arringa in sala insegnanti: “Siete convinti che la cultura sia in grado di
donare la fama e l’immortalità, ma non vi accorgete che anche l’arte è soggetta al mercato.
Schiacciati tra borghesi in grado di decidere il futuro economico di una nazione e operai in grado, a
volte, di fermare gli ingranaggi del sistema, a voi vestali del ceto medio non resta che un’illusione:
affidarsi all’uomo forte di ieri, di oggi o di domani per vendicarsi del proprio vicino di casa.”
E’ vero, i veri nemici sono i padroni!! Non bisogna dimenticarlo... Però quel cretino della
Ragioneria dello Stato non può passarla liscia.
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Il mio RSU direbbe che anche lui è un “colletto bianco”, un rappresentante del ceto medio... No!!
Noi del ceto medio non siamo tutti uguali; io posseggo sicuramente un livello culturale superiore
alla media e, di conseguenza, superiore a quella di quel buzzurro, scansafatiche, mangiapane a
tradimento del Rag. Sordastro o come diavolo si chiama.
Perchè mi è venuto in mente Bonvi? Ah, la vignetta del soldato in fila insieme a migliaia di reclute
che pensa: “Io ho le scarpe più lucide degli altri!”... E’ un esempio che non c’entra nulla. Che
rapporto c’è tra le scarpe e la cultura?! Nessun rapporto...o no.
Be’, questo è un altro discorso; troppo lungo; troppo impegnativo. Lasciamo perdere.
No, quel cretino la deve pagare. Devo immaginare qualcosa di esemplare e creativo al tempo stesso.
Ho deciso: scriverò una veemente protesta al direttore del Corriere della Sera.
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10 IN PROVVEDITORATO
Qui tra le due finestre c’è un refolo d’aria; con un po’ di vento anche l’attesa sembra più accettabile.
Però se mi fermo troppo lontano dall’inferriata rischio di restare ultimo...meglio rimanere in coda e
asciugarsi il sudore. A cinque anni dalla pensione (speriamo che rimangano cinque) ancora qui in
coda in Provveditorato ad elemosinare una sede! “Le assegnazioni d’ufficio le fa il computer!”
Certo, ma chi ha detto al computer di assegnare la scuola più vicina a quella di titolarità invece che
tener conto della residenza? Prima la sede era a quattro chilometri da casa, ora è a otto...e il disagio
non è solo quello delle due cittadine congestionate dell’interland da attraversare tutte le mattine: ci
sono anche i costi!
“Mi hanno assegnato ad una scuola vicina a casa, ma sui corsi serali; ho due bambine piccole, una
di quattro e l’altra di sette anni; come pensano che io possa insegnare in queste condizioni?!”
“Io invece mi sono trovata assegnata alle DOP, dopo vent’anni di servizio...non ci sono più cattedre
di tedesco e mi mettono in mobilità con la prospettiva di perdere il posto.”
“San Lorenzio di Parabiago, lì mi hanno spedito: trentacinque chilometri all’andata e trentacinque al
ritorno!!”
Be’ forse, a me non è andata poi così male; per fortuna non in tutti gli istituti si sono verificate
situazioni di sovrannumeraritetà come da me! Tra eliminazione dei distacchi, completamento orario
a diciotto ore, accorpamento delle classi poco numerose, riduzione delle iscrizioni, siamo trentadue
in esubero quest’anno con la prospettiva di altri sovrannumerari per il prossimo.
Speriamo che sull’organico di fatto ci siano delle disponibilità e poi per un anno sarà quello che
sarà...riprenderò a presentare la domanda di trasferimento.
Cos’è questo rumore di ferraglia...ah, hanno aperto l’inferriata... per un momento mi sono sentito
nel Medioevo, in un castello lugubre e infestato da presenze inquietanti...sarà l’angoscia per quello
che mi aspetta al secondo piano...”Piano, piano, non spingete!” Anche all’Inps hanno installato il
distributore coni numeri... Qui in Provveditorato se non siamo nel Medioevo, poco ci manca.
Non avrei mai pensato che il 21 di luglio a Milano ci fossero ancora tanti insegnanti: gli esami
finiscono a metà luglio, ma se lo stipendio e scarso l’unica soluzione sono le piscine e i cinema
all’aperto.
Per fortuna quest’anno ho deciso di andare in montagna ad agosto...altrimenti la convocazione per
telefono il Sabato mattina...mi hanno detto che hanno spedito anche un telegramma, ma oggi sono
qui per la covocazione e non l’ho ancora ricevuto.
Non tutti i mali vengono per nuocere: tanto caldo, ma qualche possibilità in più di scegliere la sede
alla faccia di chi è sotto l’ombrellone a godersi l’odore salmastro del mare e a riempirsi gli occhi di
colori cerulei...Ho passato i cinquant’anni da un pezzo; avrò diritto a qualche piccolo privilegio
nella scelta della sede!
Ma perchè non fanno come per i metalmeccanici: prepensionamento per i sovrannumerari...
ultimamente le pensioni baby le ottengono solo loro!
15
11 PER STRADA
Che caldo! Un mese e mezzo senza scuola, ma di villeggiatura solo tre settimane; con quello che
costano le case-vacanza! Anche i bungalow sono diventati irraggiungibili. Forse però d’ora in avanti
qualcosa cambierà. E’ vero che con la firma dell’ultimo contratto i Confederali hanno di fatto
accettato i tagli all’occupazione e il mancato passaggio in ruolo dei precari per il secondo anno
consecutivo, ma qualche aumento lo hanno ottenuto. Gli stipendi non sono ancora quelli europei,
ma ormai ci stiamo nettamente staccando, come retribuzioni, dagli operai specializzati e turnisti.
Sono le dieci e venticinque! Ma quando passa questo bus!? Fammi controllare l’orario...come
prevedibile la tabella è illeggibile... cosa hanno scritto con il pennarello? Spiritosi! “Aspetta e
spera”; bisognerebbe spedire la targhetta alla direzione del Consorzio Trasporti!
Però si interessano dei loro utenti...dopo anni hanno installato delle pensiline...peccato che facciano
ombra dall’altra parte... Se fossi andato a casa a piedi, forse sarei già arrivato... e avrei risparmiato il
biglietto... un euro e dieci per questo schifo di servizio.
Guarda che macchina! Roba da centoventi milioni (sessantamila euro)...e poi bisogna mantenerla
una “bestia” simile. Sicuramente è un libero professionista, un industrialotto della Brianza...viene da
questa parte...ha abbassato il finestrino lato-passeggero, forse ha bisogno di un informazione.
“Salve prof.! Mi riconosce? Sono Massimo. Come va?”
“Ciao Massimo, con quell’acconciatura ho fatto fatica a riconoscerti... Come va? Allora hai deciso
di riscriverti e finire la quinta? Oppure vai ancora in palestra fino a mezzanotte e poi ti alzi alle
undici del mattino.”
“Eh, prof. la scuola l’ho mollata definitivamente; ho ventitré anni; basta! Adesso comincio a
lavorare.”
potrebbe almeno scendere dalla macchina...sono qui come un cretino, piegato in due per dare retta a
questo “babacchione” che mi parla dal fianco opposto della macchina.
“Ah, bravo e cosa fai? Parti dalla gavetta?”
“Tra un paio di mesi apro un locale qui vicino. L’ho appena rilevato e me lo stanno ristrutturando.”
“...”
“Vuole un passaggio prof.?” Vado verso Milano.”
“No grazie, devo andare dall’altra parte; grazie”
“E lei, prof., tutto bene? E’ ancora qui al Parco Nord?”
“No, mi hanno trasferito; quest’anno insegno a Lambrate” Potevo fare a meno di dirgli che sono
soprannumerario...Faccio sempre figure di ... “La specializzazione della scuola è suppergiù la
stessa.”
“Allora non posso chiederle di salutarmi quella di matematica. Se la vede, comunque, gli dica che la
ricordo sempre con affetto...veramente, senza ironia”
Almeno ha imparato cosa significa la parola “ironia”.
“Non preoccuparti, anche lei si ricorda senz’altro di te... Massimo ti saluto, sta arrivando il pullman,
ciao e auguri per la nuova attività.”
“Arrivederci prof., buona fortuna anche a lei.”
Timbrare il biglietto, asciugarsi il sudore, cercare un posto vicino al finestrino... perchè sono così
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agitato? Non sarà per caso invidia?! Macché; ...un locale... gli toccherà lavorare la sera... (perché
non capita spesso anche a me di preparare le lezioni alla sera quando ci sono attività nel
pomeriggio?) Sì, va be’, ma a lui toccherà di lavorare anche la Domenica...(e invece io non lavoro la
Domenica, quando devo correggere i compiti, soprattutto i saggi brevi, sostanzialmente da
riscrivere, quaranta minuti l’uno, almeno due per classe al quadrimestre, e il giudizio in fondo
personalizzato, sui contenuti, sulla pertinenza, sulla correttezza formale?)
Si è comprato la macchinona nuova? Apre un locale? E chi se ne frega! Ma perché deve venire a
raccontarlo a me! Tirava dritto per la sua strada e io adesso sarei stato meglio...nella mia ignoranza,
certo, ma sarei stato meglio... stavo pensando agli aumenti di stipendio, alle ferie del prossimo anno
e sarei stato bene...no! Deve arrivare lui, con la sua boria, con i suoi soldi, con la sua inadeguatezza
allo studio che non gli impedisce di vivere un pezzo al di sopra del mio standard!
Un’altra giornata rovinata!
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12 IN SPIAGGIA
Eccolo, il profumo salmastro del mare, il rumore della risacca, l’immensità azzurra dell’acqua. Non
vedo l’ora di togliermi i sandali e di strofinare i piedi nella sabbia calda; è una sensazione che
aspetto dall’estate scorsa. Ah! Come scotta..., ma in profondità la temperatura è diversa. Il prurito
sembra generarsi nel momento in cui tento di eliminarlo muovendo i piedi nella rena, come una
“delizia” di Tantalo: soddisfare un bisogno che continua a generarsi; è quasi una risposta ai
problemi esistenziali di Leopardi.
Finalmente in spiaggia! L’unico problema è trovare un rettangolo di superficie per lo stuoino. In
acqua ci vado dopo, quando il caldo sarà insopportabile, per poi tornare a scaldarmi in un
susseguirsi infinito di mancanze e di appagamenti.
Mi guardano tutti...: paranoia o pelle chiara? Be’, forse tutte e due le ipotesi.
Spiaggia esclusiva; lo si capisce dal tono e dal contenuto delle conversazioni ai telefonini. Questo
qui deve essere un padroncino, senti come alza la voce con il caporeparto che suda in quel di
Torino, dentro un capannone vista ferrovia!
Sono qui sdraiato in spiaggia a godermi le ferie (la moglie arriverà più tardi perché deve salutare
un’amica), ma c’è qualcosa che non va. Mi è andato qualcosa di traverso.
Ma...chissà cosa voleva dire l’espressione di quel tipo in coda al minimarket: mi ha visto con un
libro di storia in mano e si è sentito autorizzato a farmi delle domande...poi mi ha chiesto che lavoro
faccio...l’insegnante, e allora? Cosa voleva dire quella faccia tra il compatimento e la sufficienza?
L’ho visto fuori che saliva sul suo quattro per quattro; al market ha comperato solo creme
abbronzanti. Ho capito, avrà anche tanti soldi, ma nella vita quello che conta non è questo; magari è
un ignorante arricchito con qualche speculazione che non gli ha nemmeno richiesto tanta
intelligenza! E poi, la cultura? Dove la mettiamo? Per capire la storia non serve viaggiare su una
jeep!
Uno sguardo così, ti rovina la giornata! Mia moglie mi direbbe che ho la coda di paglia; ma che
coda di paglia! C’è chi si realizza buttandosi nei consumi di massa e chi svolge mansioni
qualitativamente significative riservate alle élite erudite. C’è chi fa cultura e chi subisce! Guarda
quel bellimbusto di Silvio: televisioni, giornali, case editrici, ma la cultura chi la fa? Gli
intellettuali...che lavorano per lui...
Be’ però un aumento di stipendio più consistente potevano proprio concedercelo con l’ultimo
contratto!
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13 LA SCUOLA NUOVA
Via Appiani, ci siamo, ancora poche pedalate; eccolo il numero 15. Non sembra una scuola e men
che meno un istituto turistico-linguistico, realizzato com’è in un edificio che si allunga senza
soluzione di continuità in fila ad altri che ospitano ditte e uffici vari.
Il primo problema è trovare un palo a cui assicurare la bicicletta: non un palo dell’illuminazione, ha
una sezione troppo grande e il “bloster” non è in grado di cingerlo. Quello di sicuro è un divieto di
sosta, ma è a cento metri dall’ingresso...cominciamo bene.
In guardiola non c’è nessuno, Nel cortile interno...sì c’è un bidello che parla con una studente. La
conversazione si fa lunga, forse è meglio orientarsi da soli...”perché la fonetica per l’inglese è
importante...l’ho chiesto anche alla professoressa che è rientrata ieri dalle ferie...”. Il caldo gioca
brutti scherzi: un bidello che intrattiene conversazioni sulla fonetica a fine luglio non può che essere
un brutto segno di quello che significano l’afa e la solitudine in una grande città industriale.
Questa è la bacheca sindacale: qualche extraconfederale c’è anche qui. Ecco la sala professori...
praticamente un salottino rispetto a quella dello scorso anno...scuola piccola, ben curata...ci sono
ritratti: il nome è quello di una pittrice del Seicento. Le voci provengono dal primo piano, meglio
salire...devo presentarmi umilmente come un nuovo insegnante di lettere in attesa di indicazioni o
devo chiedere con risolutezza della preside? Ma...la cosa ha poca importanza, anzi con il caldo che
fa non ne ha affatto...
Né preside, né vicepreside, ma lo “stato personale” me lo hanno affibbiato ugualmente: trenta
riquadri in cui riportare informazioni, servizio preruolo, di ruolo in altre classi di concorso, di ruolo
in questo istituto, in altro istituto, la data della laurea, i codici delle abilitazioni, il servizio militare,
le pensioni in godimento, la composizione del nucleo familiare, le assenze dal servizio, ecc.... tra un
po’ ci chiederanno anche le impronte digitali..., chissà quando informatizzeranno i curricula degli
insegnanti. Ti obbligano a seguire corsi di informatica, ma sono loro quelli del Ministero e del
Provveditorato o come diavolo si chiama ora, a non adottare le procedure computerizzate!
Per fortuna me la sono cavata in poco tempo: lo stato personale lo presenterò la prossima volta (ho
tutta l’estate per compilarlo!!!). L’uscita è da quella parte...ecco le scale...ma la voce è ancora quella
del bidello...
“Mi scusi quali sono i mezzi per raggiungere la scuola?”
“Lei chi è?!”
“Sono un nuovo insegnante”
“Cosa insegna?”
“Insegno lettere, vengo da Sesto e non conosco bene la zona”
“Visto che insegna lettere voglio farle una domanda; se lei conosce l’inglese...”
“No, veramente ho studiato francese, l’inglese quasi non lo conosco”
“Non importa; se un po’ conosce l’inglese saprà che la fonetica è indispensabile. Lei sa che le torte
senza lievito non riescono!”
“Ma, dipende, ci sono torte per le quali non è previsto il lievito”
“Comunque la fonetica per l’inglese è come il lievito per le torte. Lei sa come viene indicato
l’accento tonico sui dizionari? Lei non guarda la trascrizione fonetica per capire come pronunciare
un termine?”
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“A dire il vero non mi ricordo, dovrei prendere in mano un dizionario...”
“La fonetica è importante; io sto ripassando le mie conoscenze di inglese e la fonetica è
fondamentale!!!”
Prima mi ero sbagliato, la fonetica non era una scusa per intraprendere una discussione in una
assolata mattina di fine luglio per fuggire alla malinconia e alla solitudine. L’accento tonico era un
modo per darsi un “tono”: in un istituto linguistico la conoscenza dell’inglese o il possesso di una
certa cultura generale un’araba fenice, attraente e nello stesso tempo irraggiungibile; chi riesce a far
credere di possederla può godere del rispetto e dell’ammirazione di tutti, ricchi o poveri, potenti o
emarginati. Speriamo che nessuno umili il bidello poliglotta svelandogli che l’accento tonico si
indica in due modi: con un apostrofo in alto prima della sillaba accentata, per indicare quello
principale, e in basso, per indicare quello secondario.
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14 IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA
“Buongiorno ragazzi, anzi buongiorno ragazze, visto che siete in maggioranza, e buon inizio di
anno!”
“Anche a Lei prof.; ha passato bene le vacanze?”
“Sì, grazie: sono riuscito a fuggire il caldo almeno nel mese di agosto”
“Che novità ci sono prof. quest’anno?”
“Quello che devo dirvi non è proprio una novità: il programma di quinta è molto impegnativo, sia
per letteratura (dobbiamo ancora affrontare Verga e dobbiamo arrivare alla crisi del Neorealismo!)
che per storia: secondo le vecchie indicazioni del Ministro Berlinguer dobbiamo studiare il
Novecento, e la cosa non è semplice.”
“Perché non è semplice?”
“Avrete sentito sicuramente il discorso del Presidente delle Repubblica in occasione della ricorrenza
dell’armistizio dell’8 settembre: difesa della Costituzione repubblicana, critica alla scelta
irresponsabile del re, difesa della Resistenza e dell’antifascismo...e poi a distanza di pochi giorni il
Presidente del Consiglio, con le sue esternazioni, ha detto cose diverse.”
“Ha detto che Mussolini non ha ucciso nessuno e che ha spedito i suoi oppositori in posti di
villeggiatura”
“Il problema sta tutto qui: se scelgo di ascoltare il Presidente della Repubblica dovrò informarvi per
esempio che solo nel periodo compreso tra il novembre del 1920 e il 1° settembre del ‘21 le squadre
d’azione fasciste hanno devastato 726 sedi socialiste e sindacali provocando la morte di 166
militanti di sinistra e ferendone 500; e sono dati ricavati dalle relazioni delle questure e delle
prefetture e non dati di parte. Dovrò dirvi che nel novembre del 1920, a Bologna, durante una
manifestazione in cui i socialisti festeggiavano la vittoria nelle elezioni comunali, i fascisti
spararono sulla folla uccidendo 10 persone e ferendone 100. Se scelgo Ciampi dovrò dirvi che il
regime ha pianificato la soppressione delle opposizioni: Don Minzoni, animatore del Partito
Popolare, fu aggredito e ucciso da sicari fascisti nel 1923 per la sua opposizione al fascismo,
Giacomo Matteotti nel 1924 fu rapito e assassinato da esponenti del partito fascista perché aveva
denunciato i brogli elettorali operati dai fascisti nelle elezioni di quello stesso anno, Gobetti, di
formazione liberale, morì in seguito alle percosse subite nel 1924 ad opera dei fascisti, Giovanni
Amendola, fondatore dell’Unione Democratica Nazionale, morì in Francia nel 1926 per le ferite
riportate in un’aggressione fascista avvenuta l’anno prima, Gramsci, fondatore del Partito
Comunista d’Italia, morì nel 1937, in seguito ai maltrattamenti subiti in carcere dopo sette anni di
detenzione perché oppositore del fascismo, Carlo e Nello Rosselli, tra i fondatori del movimento
Giustizia e Libertà, furono uccisi nel 1937 in Francia dai fascisti francesi su ordine di Mussolini.
Poi ci sono 36.000 ebrei italiani deportati in seguito alle leggi razziali del 1938 che non sono più
tornati dai campi di concentramento, 31 condanne a morte eseguite, gli etiopi e i libici uccisi per le
politiche espansionistiche del regime..., Ma se dico queste cose contraddico quello che sostiene il
Presidente Berlusconi... Sono molto combattuto tra il rispetto della costituzione che ho giurato di
onorare quando sono entrato in ruolo e il timore che la Ministra alla Pubblica Istruzione, in linea
con il Presidente, possa prendere provvedimenti nei miei confronti, magari su segnalazione di
qualche genitore forzista....”
“Prof., a cosa sta pensando!?”
“Sto pensando che, per fortuna, mi mancano solo cinque anni per andare in pensione...forse.”
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15 IN SALA INSEGNANTI il secondo giorno di scuola
- Ciao, sei tu la nuova insegnante di lettere; anche io sono in utilizzo per quest’anno.
- Insegni lettere anche tu...come ti trovi qui?
- Sembra una scuola ben organizzata...e anche abbastanza viva..
- Ma, lo scorso anno non hanno nemmeno votato la mozione contro la riforma; dove ero io abbiamo
preso molte iniziative...abbiamo rifiutato anche l’adozione dei libri di testo...Questa scuola sembra
un mortorio!
- Sono appena arrivato...non sono ancora in grado di dare giudizi.
- Alcune cose si notano subito: dalle facce sembrano tutti qualunquisti o al massimo confederali.
Oddio, anche alle riunione della rete si sentono certi interventi loffi, ma almeno lì qualche discorso
intransigente ogni tanto lo si sente.
- E della struttura cosa dici? A me sembra ben sistemata; probabilmente hanno appena ristrutturato:
serramenti nuovi, mensa luminosa, laboratori funzionanti, server centrale, collegamento internet...
- Ma no, i laboratori sono pochi e la dotazione di computer è obsoleta e poi, hai visto la
fotocopiatrice...mi viene la morte a pensare che dovrò usarla...nell’istituto dello scorso anno era
disponibile un modello avanzatissimo...
- Era un buon istituto quello dello scorso anno da tutti i punti di vista...
- Macchè, quest’anno ho chiesto l’assegnazione per un’altra scuola perchè lì non riuscivo più a
starci.
- Cambiando discorso, ti sei già procurata i libri di testo in adozione?
- Sì, sì, ho telefonato al rappresentante...me li faranno aspettare delle settimane!
- Veramente il testo di storia me lo hanno consegnato in due giorni.
- Che schifo il manuale di storia, lo hai guardato?
- Be’, sì: la solita mania di riempire il testo di riassunti, schemi, mappe tematiche...e alla fine i
ragazzi si trovano tutti i problemi risolti e non acquisiscono un metodo di studio. Lo scorso anno
avevo adottato il Fabia Cabietti: è chiaro, completo, senza tanti fronzoli...
- Ma il Fabia Cabietti è superato...e la letteratura l’hai vista? Non è aggiornata, è banale...
- Ti stanno chiamando; devi parlare con la vicepreside?
- Ah sì, voglio ridiscutere l’assegnazione delle classi e poi mi hanno confezionato un orario
allucinante, a me diciassette ore e alla collega dell’altro corso quattordici più quattro...Mi devono
spiegare quali criteri hanno adottato, non possono trattarmi così perché sono in assegnazione
provvisoria! Ci vediamo.
(Forse io sono troppo accomodante, non sono arrabbiato e risoluto come lei... ha le idee chiare su
ogni questione, si dimostra aggiornata qualsiasi argomento si tocchi, sembra così sicura...e
aggressiva, anche nella pettinatura: capelli corti, gellati, sembra un guerriero romano con il cimiero.
Ecco, quando incontro gente così, vado in crisi...i capelli irti non posso permettermeli perché sono
calvo, ma l’atteggiamento potrei forse imitarlo. Nel colloquio con la vicepreside, ho spiegato in
modo chiaro quali erano le mie aspettative, però mi sono dimostrato riconoscente quando mi hanno
accontentato assegnandomi il triennio; non ho chiesto nulla come un diritto, non ho affermato nulla
perentoriamente. E’ l’ennesimo segno delle mie insicurezze. Quando esce dal colloquio le chiedo
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come è andata e le faccio i complimenti per la sua risolutezza...ecco che arriva...perché gira da
quella parte? Cosa ha di strano? Le luccicano gli occhi...forse è meglio lasciarla in pace.)
16 PRIMA RIUNIONE PER MATERIA
Come sempre il rapporto maschi/femmine è molto basso. Oggi la riunione è congiunta biennio e
triennio, ma il rapporto cambia di poco: due uomini su dieci nel triennio, nessuno nel biennio.
Assemblea congiunta per discutere dell’assegnazione delle cattedre, consesso piuttosto
informale...dopo le vacanze estive sembra più una riunione tra amici che un appuntamento di
lavoro, ma tant’è...tutto serve per iniziare.
Ci siamo proprio tutti: la collega che deve andare in pensione tra pochi mesi, quella che “da ventitrè
anni mi toccano gli esami di quinta”, il collega che legge il giornale con aria di sufficienza, la
collega che “se dividono italiano da storia per me non fa differenza perchè ho l’abilitazione anche
per storia e filosofia”, quella che è in assegnazione provvisoria, quello che è in utilizzo per un anno,
quella che ha chiesto il part-time, non per accudire i figli piccoli (l’età lo esclude), ma per
mantenere una propria attività intellettuale e non sparire di fronte al reddito colossale del marito
professionista.
Ma, la collega che mi sta di fronte, cosa fa!? La giacca aperta sulla maglietta elastica lascia vedere il
seno in trasparenza...tira indietro le spalle...e così i grandi capezzoli scuri appaiono nitidi e la
maglietta disegna la forma della mammella...a chi si sta mostrando?...Non è possibile...sta
guardando me...mentre interviene nella discussione, si rivolge a me...e intanto lascia cadere un
lembo della lunga gonna aperta da profondi spacchi...e appare, abbronzato e liscio, il quadricipite
fino alla sua inserzione nella parte alta della coscia. Dopo un’estate passata in spiaggia, in mezzo a
gente in costume, l’apparizione delle nudità perde molto della sua suggestione..., ma, in ogni caso,
quella presenza provocatoria in un ambiente austero come quello di un’aula scolastica fa il suo
effetto...mi sento a disagio...non riesco quasi più a governare gli occhi, continuano a dirigersi verso
la collega e a scrutarne il corpo: è una bella donna, non più giovane, ma attraente e disinvolta.
Faccio fatica a mettere a fuoco le cose che devo dire, ma devo recuperare la mia concentrazione e
forzarmi ad intervenire nella discussione...io posso fare di tutto per distogliere l’attenzione
dall’oggetto del desiderio, ma se lei continua nei suoi movimenti voluttuosi la situazione diventa
incandescente... continua a dirigere gli occhi su di me...dove vorrà arrivare?...adesso mi muovo sulla
sedia, mi sposto leggermente, per darmi un contegno, per distogliermi dall’assalto..., ma con la coda
dell’occhio non posso fare a meno di guardarla: continua a guardare nella direzione di prima..., ma
allora chi guarda? Eccolo lì, non mi ero accorto che sulla sedia vicino alla porta dietro di me si è
seduto (e chissà da quanto tempo) il seducente collega di educazione fisica. Per fortuna sono
riuscito a controllarmi; non sarei in grado adesso di sopportare la delusione e la brutta figura
insieme. Mi sono sentito quasi inorgoglito per quelle attenzioni e adesso la mortificazione è
amara...chissà cosa è stato deciso poi alla fine della riunione, non ho nemmeno voglia di
domandarlo...I peccati di presunzione si pagano...speriamo che la depressione non duri troppo a
lungo.
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17 IL PRIMO COLLEGIO DOCENTI DELL’ANNO SCOLASTICO
“Ciao, come sei abbronzata; sei stata al mare? Ah, io, con il caldo che ha fatto sono scappata in
montagna, ma anche lì, un’afa!”
(Non ha ancora nominato la sua villa a Cervinia!)
“Non me ne parlare; ho passato quasi tutto agosto con mia madre a Milano. Oh guarda chi arriva!”
“Liliana, allora sei ancora con noi, come sono contenta; ti hanno ripescato con l’organico di fatto!”
(Gli ultimi arrivati si devono adattare...)
“Così sembrerebbe, ma la conferma definitiva l’aspetto alla fine del collegio. Avete visto lo
stipendio di agosto? Ci sono gli aumenti del contratto e tutti gli arretrati: per fare uno stipendio
“europeo” ci vogliono quasi due anni di conguagli!!”
(Io non me ne sono nemmeno accorta; gli accrediti non li controllo mai; faccio prima a staccare un
assegno dal libretto di mio marito)
“Ci sono i conguagli del contratto? Lo stipendio più milletrecento euro di arretrati? Meno male: ieri
ho sbagliato il bucato e ho rovinato il corredo di mia figlia...ora posso rimediare!”
(o erano tutti vestiti da sera o ha una lavatrice che lava trenta chili di biancheria per volta oppure
abbiamo firmato un contratto bidone!)
“Vogliamo accomodarci! Siamo in ritardo, è ora di iniziare!”
(Non entra più in classe da una vita, ma si comporta ancora da insegnante pedante e arretrato.)
“Sai qualche cosa di Mariella? Ha trovato una sistemazione?”
(Chi se ne frega di Mariella; mi sta pure antipatica!)
“Non l’ho ancora sentita, ma era convocata in Provveditorato a fine luglio.”
(Speriamo di non incontrarla alla mattina sulla metropolitana!)
“Per favore un po’ di silenzio...Per favore...Iniziamo il Collegio con una buona notizia! Abbiamo
fatto due nuove prime!” (Ovazione generale) “Gran parte del merito va alle colleghe della
commissione orientamento in entrata!” (Brave!) “In questo modo non abbiamo docenti
soprannumerari” (i soprannumerari ce li hanno nelle altre scuole, ma di loro chi se ne frega!) “E’ un
risultato che ci deve riempire di orgoglio per il lavoro che abbiamo fatto” (nel vendere fumo con un
Pof da fuochi di artificio... finchè regge!) “Nel gioco della libera concorrenza tra scuole, abbiamo
riportato un primo significativo risultato!” (invece di programmare, con gli altri istituti, indirizzi di
specializzazione e percorsi scolastici, è più bello farsi la guerra: abbasso la programmazione! Tanto
poi chi ne fa le spese sono gli utenti che pagano gli sprechi e gli insegnanti che cambiano scuola)
“Ora lascio la parola alla professoressa Peruzzi che spiegherà come abbiamo ottenuto la
certificazione per i corsi post diploma”
“Ottenere la certificazione non è stata una cosa semplice perché i commissari sono arrivati a muso
duro, ma alla fine abbiamo ottenuto il riconoscimento che aspettavamo!” (Un pezzo di carta che
costa tanti soldi, che crea tanti posti di lavoro tra coloro che certificano e che spesso, al di là delle
intenzioni, aumenta solo il peso delle carte da produrre) “Parte della certificazione riguarda settori
di attività che sono fondamentali per il funzionamento della nostra attività nel suo complesso per
cui a presto arriveremo alla certificazione di qualità per tutto l’istituto” (certificazione ormai
obbligatoria per ottenere qualsiasi cosa, anche i finanziamenti per il materiale di consumo;
obbligatoria come le cinture di sicurezza. il casco in moto, l’assicurazione pensionistica integrativa,
24
ecc.).
“Le attività dei prossimi giorni e il calendario scolastico nel dettaglio vi verranno illustrati dalla
vicepreside; io mi allontano un attimo, ma vi lascio in buone mani” (E bravo: anche questa volta sei
riuscito a svigliartela)
“Prima di passare ad elencare gli impegni dei prossimi giorni vorrei sottolineare una piccola
questione: ci sono colleghi che non hanno ancora consegnato il registro...Ciò vuol dire ostacolare il
lavoro di chi, invece di andare in vacanza è rimasto a scuola a mettere un po’ di ordine e che non ha
potuto completare le operazioni di archiviazione così fondamentali per la serena vita di una
istituzione. Mi raccomando, cerchiamo di essere più diligenti e di rispettare le consegne nei tempi
previsti come pretendiamo che facciano i nostri alunni” (Anche quest’anno la ramanzina è arrivata;
attenzione la prossima volta potrebbero arrivare le busse!)
“Nei giorni 3, 4, 5 settembre ci saranno gli esami
integrativi......................................................... ......................................................................................
........................; in ogni caso tutte le scadenze sono riportate sul tabellone in sala professori; mi
raccomando non sbagliate a prendere nota di scadenze e orari!” (Un’ora di collegio per invitarci a
consultare il calendario scolastico in sala insegnanti! Per fortuna la riunione è finita: un altro quarto
d’ora e sarebbe stata una moria generalizzata!)
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18 SCIOPERO GENERALE
- Ciao Giorgio, come va?
- Il solito grigiore, comunque questa mattina il clima è diverso; c’è un sacco di gente!
- Sì, è vero! Ho incontrato persino Luigi che in manifestazione non viene mai.
- Ho appena lasciato Andrea, te lo ricordi? Quello del quartiere Rondinella che faceva parte del
gruppo parrocchiale!
- Saranno vent’anni che non lo incontro! E’ finito nel sindacato anche lui...ci vogliono le
manifestazioni per rivedere un po’ di gente; pensa che ho incontrato anche Giovanna con il suo
gruppo di cinefile sfegatate e poi ho rivisto i compagni del Vittoria; adesso che la fabbrica ha chiuso
sono dispersi qua e là, ma in manifestazione vengono ancora insieme.
- Per fortuna che c’è Berlusconi che fa cazzate una dietro l’altra; altrimenti i vecchi compagni non
riusciremmo più a vederli!
- Hai ragione! Se aspettiamo che sia la sinistra a proporre un programma capace di rimettere in pista
la gente che si è sbattuta in tutti questi anni, stiamo freschi!
- Comunque lo sciopero è riuscito, alla faccia di chi voleva calare le braghe in cambio di qualche
modifica della finanziaria.
- Ho appena sentito Radio Popolare, sembra che in piazza ci sia un sacco di gente che ha votato il
Berlusca, ma che non ne può più.
- Per forza! Sulle pensioni hanno passato il limite: noi insegnanti prima andavamo in pensione dopo
i vent’anni di contributi, ed era un privilegio assurdo; però poi lo hanno abolito senza sganciare
nulla in cambio e ci hanno parificato agli altri: trentacinque anni tondi tondi. Poi è arrivato Dini,
governo di sinistra, a fottermi con la finestra dei trentasette anni di contributi e quando ho messo in
conto di andare in pensione nel 2008 a cinquantotto anni di età arriva il pirla di turno e sposta il
limite a quaranta di contributi. Colpo secco: in poco tempo da venti a quarant’anni di lavoro. Di
questo passo alla pensione non ci arrivo più!
- E’ un problema serio; dicono che noi insegnanti non facciamo un cazzo, ma quarant’anni a
contatto con i ragazzi non sono molto sopportabili, senza un periodo di sospensione, senza uno
straccio di anno sabbatico per l’aggiornamento lontano dalle aule.
- Non ti resta che chiedere il trasferimento alle Poste o fare il concorso per diventare preside; non ci
sono più nemmeno i distacchi su progetto!
- Ma tu mi vedi in palestra a sessantacinque anni che faccio vedere i saltelli ai ragazzi e mi cade
fuori la dentiera?
- E io che sputo saliva sui primi banchi tutte le volte che spiego o che dico qualcosa?
- E mia moglie, alla scuola materna che si inginocchia per terra per giocare con i bambini e poi non
riesce più ad alzarsi e devono chiamare l’infermiera?
- Abbiamo davanti un futuro radioso!...Se penso a quel pirla di Cofferati...ci ha illuso per due anni e
poi, tanti saluti, si è sistemato a fare il Sindaco.
- Ci avevo creduto anch’io, che di solito sono diffidente, soprattutto se si tratta di dirigenti
sindacali! Non so se lo avrei votato, ma porca miseria la prospettiva di un partito veramente
riformista in Italia non era poi tanto male; avrebbe dato la scossa a tutti: a destra come a sinistra!
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- Ma cosa credi! La vita non è mica una telenovela che quando tutto sembra perduto, quando i tuoi
sogni rischiano di infrangersi arriva il super eroe di turno che con qualche milione di persone in
piazza risolve tutto. Troppo facile. Le storie con il lieto fine sono una noia!
- Senti, Nando, vai a cagare sulle ortiche con l’ombrello aperto!
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19 IDENTITÀ’ CULTURALE
professore: Chi ha tolto il crocifisso dal muro sopra la cattedra?
studente: Prof., non è un crocifisso!
professore: Cosa vuol dire “non è un crocifisso”?!
studente: Ma sì, fa parte della suppellettile, è un crocemobile e quindi si può togliere.
professore: Ragazzi, su queste cose non si scherza; dove l’avete messo?
studente: E’ nell’armadio! E’ nell’armadio. Non lo abbiamo bruciato sulla pubblica piazza.
professore: Per una cosa del genere, in altri tempi, l’avreste pagata cara!
studente: Appunto, in altri tempi. Prof., ma le sembra che un cattolico per affermare il suo credo
debba ricorrere ad un amuleto...questa è superstizione! Gli illuministi saranno vissuti per qualcosa!
professore: Molto bene il riferimento all’Illuminismo; ne terrò conto in sede di scrutinio! Ma ora la
questione è un’altra. Avete sentito che polverone ha sollevato l’ordinanza del giudice Montanaro?
studente: Appunto prof., sembra di essere tornati nel Medioevo, al tempo delle Crociate per la difesa
della fede contro gli infedeli!
professore: Non è questione di fede, il crocifisso non riguarda solo i cattolici. Venuto meno
l’articolo 1 del Trattato dei Patti lateranensi non c’è più l’obbligo ad esporre il crocifisso, la
religione cattolica non è più considerata religione di stato. La croce però rimane un emblema, la
croce è un simbolo per tutti coloro che sono nati e sono vissuti in un paese occidentale.
studente: Ma noi siamo iconoclasti!
professore: No; noi occidentali non siamo mai stati iconoclasti; solo in oriente l’iconoclastia ha
trovato seguito; da noi non ha mai trovato seguito di massa nonostante gli sforzi di imperatori,
vescovi e intellettuali.
studente: Prof., io non sono cattolico e quel simbolo mi dà fastidio. I cattolici devono spendersi nel
mondo e devono smetterla di “vivere alle spalle del crocifisso”. Altrimenti anche io voglio sulla
parete l’immagine simbolica della mia fede!
professore: Non avete capito nulla. La questione del crocifisso non ha nulla a che fare con il
confronto tra cattolici e appartenenti ad altre confessioni o tra credenti e atei; è una questione di
civiltà: il crocifisso nelle aule scolastiche deve essere considerato un segno laico, una tradizione. il
simbolo della civiltà occidentale!
studente: Ma quale civiltà occidentale; quella dei genocidi, delle guerre, dello sfruttamento
coloniale?
professore: Sei sempre pronto a buttarla in politica! Non ci sto! Io non sono un crociato eppure
difendo la croce!
studente: Ma quale croce? Quella greca, quella di Sant’Andrea, quella patriarcale, quella di Malta,
quella pisana o quella uncinata?
professore: Le solite provocazioni da pseudointellettuali!
studente: Mi scusi prof., ma in Occidente non tutti si riconoscono nella tradizione cattolica; anche le
scuole di pensiero atee o gnostiche hanno avuto un ruolo importante; il pensiero moderno scaturisce
anche da questi orientamenti filosofici. Anche Dante dimostra profondo rispetto per Farinata che,
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anche se è all’inferno perchè epicureo, emerge come figura nobile e generosa!
professore: D’accordo, ma i valori morali, il senso dell’esistenza, la visione della natura li abbiamo
acquisiti soprattutto attraverso il pensiero religioso. Soprattutto noi italiani, che nel nostro paese
ospitiamo la capitale del cattolicesimo, dovremmo essere fieri di difendere l’immagine che più di
altre ci identifica, ci propone come riferimento nel mondo.
studente: A prof. se il problema è quello di farci identificare, in fianco al crocefisso allora
dovremmo metterci anche la miniatura di una pizza e una coppola! Quando vai all’estero e dici che
sei italiano mica ti rispondono “Crocifisso” ti dicono “Pizza, spaghetti e mafia”!
professore: Con voi non si può discutere! Banalizzate tutto! Lasciamo perdere le discussioni e
facciamo finalmente lezione!
studente: Prof. è suonata la campanella!
professore: Ecco! Come sempre avete trovato la scusa per saltare la lezione di letteratura! Maledetti;
ma prima o poi me la pagate!
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20 CERVELLI BRUCIATI
Chi ha promosso la ricerca? La Fondazione Iard..., ma questi sono visionari! Cosa credono di fare!
Vogliono finire sui mezzi di informazione? Farsi pubblicità? Finire in televisione...magari con una
serie intitolata “Iard, psicologi in prima linea”? E questi dell’Espresso che danno retta alla prima
fondazione di ciarlatani che accozza quattro dati per creare sensazione!
Milleduecentocinquantadue questionari... e i decimali non li segnano? E poi come fai a fidarti per la
distribuzione dei questionari del “Sole 24 ore”, andiamo, un giornalaccio padronale che ha tutto
l’interesse a distruggere la scuola...E poi le storie che dicono di aver raccolto! Si è mai visto un
insegnante che allunga la strada per non passare davanti alla scuola...al massimo uno studente che
bigia...e quella-che-la-collega-la tratta-male-e-va-in-depressione...ma dove si è visto, all’asilo
Mariuccia?
Anche i medici dell’Inpdap saltano fuori... medici fantasma come l’Ente per cui lavorano...che
prima aveva un po’ di case per garantire gli assicurati e ora le ha cartolarizzate tutte! Per forza gli
insegnanti chiedono di andare in pensione per motivi psichiatrici! Prima potevano smettere di
lavorare con vent’anni di contributi e adesso glieli hanno portati a quaranta! E staremo a vedere
dopo il 2008 se sarà ancora possibile andarci, in pensione. Se non ti inventi che sei fuori di testa non
ti mollano più.
Ti sembra che potessero mancare i sindacalisti? Eccolo lì il segretario nazionale che pontifica! (non
ho ancora capito se fosse suo padre quello delle figurine dei calciatori...quanti ricordi!) ...
Ecco, quando non sanno più cosa dire, tirano in ballo anche gli svizzeri; cosa ne vuol sapere questo
qui del Cantone di Ginevra: “L’insegnamento era considerato una professione di prestigio”! Parla
per invidia...sarà gratificante la sua di professione! Almeno noi insegnanti possiamo considerarci
ancora vestali della cultura! Se non ci fossimo noi la barbarie si impadronirebbe del mondo!
Come di rito in chiusa non poteva mancare la psicologa di grido! E la colpa è sempre degli adulti!
Degli insegnanti! I bambini non studiano, si sbandano, diventano delinquenti? La colpa è nostra...i
capri espiatori di turno, che abbiamo i cervelli “bruciati”! Burnout saranno loro, gli psicologi e tutti
quelli che si fanno abbindolare! “Gli insegnanti devono sapere che non sono soli.” Credono di
irretirci con due paroline dolci...ma con chi credono di avere a che fare! Se c’è una categoria che ha
mantenuto vive le vecchie tradizioni, il significato della parola sacrificio, il valore della disciplina, il
rispetto per l’autorità, quella è la nostra! Sono trentacinque anni che lavoro duramente dentro
quattro mura scolastiche e vogliono insegnarmi come bisogna tenere una classe!
Lasciamo perdere! Il giornale lo mettiamo nel cestino dell’immondizia...chissà che non sia più utile
una volta riciclato, magari sotto forma di carta per alimenti... a proposito, è ora di pranzo...è meglio
che mi sbrighi altrimenti in mensa non rimane più nulla da mangiare...
Vediamo se la vicepreside è già entrata...dietro di lei mi sento più sicuro...prendo quello che prende
lei...ha dei gusti un po’ strani...però i piatti che sceglie sono sicuri...se li mangia lei li posso
mangiare anche io senza pericolo di essere avvelenato! In questa scuola non si può stare
tranquilli...ci sono tanti malintenzionati...poi io ho un sacco di nemici che non vedono l’ora di farmi
fuori...sono uno dei pochi che ancora non ha tradito l’impegno assunto con il giuramento di fedeltà
alla monarchia!
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21 CONSIGLIO DELLA CLASSE 5^B
Coordinatrice: -Trascorso il rituale quarto d’ora accademico, possiamo iniziare... il primo punto
all’ordine del giorno è. “Andamento della classe dal punto di vista disciplinare e didattico”...chi
prende la parola?Insegnante di geografia: - Parlo io per prima! Non ne posso più. Con l’inizio di quest’anno è
cambiato qualcosa...l’anno scorso i ragazzi non si comportavano così...qualche alzata di testa, è
vero, c’era già stata, ma quest’anno mi sembra si sia passato il limite!
(traduzione: fino allo scorso anno era una classe di bambini adorabili che studiavano senza chiedere
mai niente e invece quest’anno hanno sempre da dire, chiedono sempre il perché di tutto quello che
si propone e chiedono conto anche delle valutazioni! Non si è mai vista una cosa del genere! Ai
miei tempi non erano permesse certe libertà!)
Insegnante di diritto: - Sono d’accordo con la collega; proprio ieri hanno inscenato una protesta
perché volevano che restituissi la verifica corretta...sono diventati proprio insolenti.
(traduzione: cosa pretendono, ho un mare di incombenze a cui provvedere...la correzione dei
compiti può aspettare, in fondo sono solo sei settimane che ho assegnato la verifica! Ho una casa da
gestire, due figli scapestrati da seguire, il guardaroba da riorganizzare, la parrucchiera, il té con la
Gina che è tornata dagli States, insomma cosa pretendono? Non posso arrivare dappertutto!)
Insegnante di lettere: - La Corello com’è con voi? Con me è di un polemico! Pretende di saperne più
degli insegnanti e contesta, contesta in continuazione...se imparasse un po’ dalla Cesari, la sua
compagna di banco, a stare tranquilla!
(traduzione: Mi ha contestato perché ho detto che la seconda guerra di indipendenza è iniziata nel
1861 invece che nel 1859...cosa sono due anni di differenza...cosa vuol saperne lei. Uh come la
odio, sempre pronta a polemizzare! C’è una moltitudine di alunni che dormono dalla prima
all’ultima ora, che si confondono con il banco, che non si scompongono mai...proprio a me doveva
capitare una come lei?!)
Insegnante di matematica: - Anche con me la Corello si comporta male; durante l’ultima lezione ha
contestato la valutazione che ho dato alla De Andrea; ma come si permette!
(traduzione: che cosa ha da dire! Certo che a lei non darò mai un “otto” con tutta la polemica che
fa...e poi che cosa ha da dire della De Andrea...è così carina ed educata...se non li assegno a lei i voti
alti a chi li devo dare!?)
insegnante di storia dell’arte: - E con la frequenza come la mettiamo? Con la scusa che ormai hanno
diciotto anni, si firmano i ritardi, le uscite anticipate, le assenze! Dopo tre assenze o dopo sei ritardi
il regolamento prevede che siano i genitori ad accompagnarle!
(traduzione: ma chi ha inventato la maggiore età a diciotto anni? Pensano di essere adulti...ma se noi
non li trattiamo da adulti loro non possono pretendere di esserlo! Quando andavo a scuola io la
maggiore età era a ventun anni...per gli insegnanti di allora era un altro fare scuola!)
insegnante di inglese: - Per non parlare di quelli che non stanno fermi nel banco, che si alzano, che
chiedono di andare in bagno ogni ora, il bagno è diventato un luogo di ritrovo; me le immagino le
case di questi ragazzi quando decideranno di abitare per conto loro: cucina, anticamera e poi cinque
bagni: quelli per dormirci, per pranzare e poi quello per ricevere gli ospiti, magari con le turche e gli
orinatoi a parete!
(traduzione: devono imparare a stare nel banco, devono imparare a contenersi, devono smettere di
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pensare alla minzione come ad un momento di evasione...come faranno, una volta finita la scuola, a
restare fermi dietro una scrivania a svolgere un lavoro noioso per otto ore al giorno! Se la scuola
non riesce a insegnare nemmeno la disciplina ha proprio fallito il suo scopo!)
insegnante di francese: - Scusate, cambiando discorso, cosa ne dite dell’alzata di scudi sulla
questione dello stage? Vi sembra giusto che siano loro a decidere la località? Dicono che i soldi li
mettono loro e che quindi l’ultima parola deve essere loro. Io non sono d’accordo!
(traduzione: Il fatto che qualche studente abbia lavorato tutta l’estate per pagarsi lo stage non
significa che abbia acquisito il diritto di decidere! E’ vero che Montpellier costa poco, ma ci sono
già stata lo scorso anno...quest’anno avevamo deciso per Parigi!)
Coordinatrice: - La questione stage è al secondo punto all’ordine del giorno..., ma l’ora è già
terminata, non abbiamo tempo di affrontare l’argomento adesso, sono già le diciotto...direi che ne
possiamo parlare la prossima volta; io devo scappare, questa sera ho gente a cena e non ho ancora
preparato nulla! Ciao a tutti!
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22 OPEN DAY
Cosa sta succedendo? Chi sono tutti questi pinguini, in abito da sera nell’ingresso della scuola? Oh
guarda, c’è anche Christian! Ah, già; oggi c’è l’Open Day! Come sono distratto! Per fortuna che
abbiamo una vicepreside che non perde un colpo. Ottima iniziativa l’Open Day! Anche la scelta di
utilizzare l’inglese è perfetta. In italiano “Scuola aperta” richiama troppo gli slogan sessantottini che
ho dovuto sopportare quando alle superiori c’ero io. Open Day sinonimo di trasparenza,
democrazia, efficienza.
Guardali lì, tutti impettiti, compresi nella loro parte, vestito intero scuro e fazzoletto bordeaux,
elegante. Sembra di partecipare ad una di quelle iniziative che prende ogni tanto
l’ASSOLOMBARDA: guardarobiere ossequiose, accompagnatrici di sala attente a che non ti
manchino i fogli per gli appunti e la locandina con l’ordine del giorno, gonne appena sotto il
ginocchio, aria elegante e magari anche un po’ impacciata, che fa molto “fine”. Devono abituarsi a
stare in società, non come è successo a me che sono cresciuto in una famiglia di impiegatucci senza
aspirazioni.
E poi la gente, i genitori degli studenti futuri, che girano curiosi nei corridoi e nelle aule...fa tanto
scuola aggiornata, al passo con i tempi...forse in alcune aule è meglio che non entrino, speriamo che
abbiano provveduto a lasciarle chiuse!
E’ vero che poi alcune teste calde, dopo un Open Day, pensano che la scuola rimanga aperta tutto
l’anno e pretendono di decidere su tutto...come è successo sul problema degli stage...per fortuna che
il Collegio non si è fatto condizionare e ha votato contro le scelte delle famiglie...chissà dove
saremmo finiti se avessimo abdicato al nostro ruolo di tutori dell’ordine e della cultura!
Anche il Christian, come vedo, si è uniformato...dopo tutto il suo contestare, guardalo lì, con il suo
doppiopetto, al servizio dell’istituzione. Proprio azzeccata questa iniziativa...criticano tutto e tutti, si
lamentano dei programmi, dell’inutilità delle nozioni, della disciplina che li costringe nel ruolo di
ragazzini anche dopo i diciotto anni, ma poi, quando è il momento di difendere la scuola, tutti in
prima linea!
Eh sì, è una vera e propria guerra contro gli altri istituti, a colpi di pieghevoli a colori con facce
sorridenti e schiere di computer, comunicati stampa ai giornali, contatti con le scuole medie...che
importa se non tutto corrisponde al vero...quello che importa è lo spirito e l’abnegazione con i quali
ci si batte...è così che gli adulti di domani si formano nella prospettiva di affrontare la giungla del
liberismo sfrenato, finalmente liberi di competere e di prevalere se lo meritano, fuori dall’ambiente
protetto della scuola dove la meritocrazia piano piano purtroppo scompare. Chissà se quel fanatico
del corso B che pretende che l’insegnamento si basi sull’interesse e sulla partecipazione invece che
sul sacrificio si rende conto che l’Open Day gli rema contro! Magari è tra gli organizzatori! Sarebbe
troppo bello! Questi insegnanti “democratici” che si danno da fare qualsiasi cosa la scuola proponga
e che poi si incartano da soli! Io almeno sono coerente: diciotto ore a scuola, qualche consiglio di
classe e poi ancora insegnamento...in una scuola privata serale, senza tante perdite di tempo in
commissioni e iniziative varie, fatte solo per percepire i quattro soldi del fondo di incentivazione!
Oh guarda, qui nel corridoio hanno esposto i lavori dell’anno scorso, proprio come alle elementari:
cartelloni colorati con le foto, gli istogrammi, i titolo scritti con la Word Art...per crescere c’è
tempo, per il momento quello che conta è il rispetto dei ruoli, l’osservanza delle regole...guardali
come chiedono l’attenzione...si rendono conto finalmente che cosa significa il brusio...con quella
sorte di divisa che indossano sono diventati delle autorità e pretendono che nessuno si
distragga...cosa importa se quello che devono dire è scontato e dopo un po’ annoia...rispetto,
perdinci!
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- Mi scusi; volevo chiedere a lei che insegna qui...è possibile entrare in un aula per assistere ad una
lezione, per farsi un’idea?
- Ma lei è pazzo! Interrompere un rito sacro solo per una sua curiosità! Ma dove crede di essere! I
comunisti non l’hanno ancora conquistato questo istituto! Esiste ancora la libertà di insegnamento!
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23 AGENDA MORATTI
Silvano: - Hai visto, Berto, l’agenda che ci regala il ministero?
Berto: - L’ho appena ritirata; mi sembra una buona idea! Peccato che l’abbiano recapitata a fine
novembre...dopo due mesi di scuola l’agenda uno se l’è già procurata e riempita di appunti.
Silvano: - Cosa fai, Berto, ti metti anche tu a contestare? Come quei comunisti scalmanati che, per
criticare la Moratti, strumentalizzano anche i loro bambini? Centocianquantamila in piazza Sabato
scorso...e poi dicono che in Italia c’è il calo delle nascite!
Carlo: - Hai ragione Silvano, è uno scandalo! Quei genitori incoscienti avrebbero dovuto
strumentalizzare i loro figli tenendoli a casa a sostegno della Moratti!
Silvano: - Carlo, non cominciare con le tue provocazioni gratuite!
Carlo: - Non sono gratuite, sono a pagamento! Offrimi un caffè!
Silvano: - D’accordo...andiamo al bar. Tocca e me oggi..., però l’idea dell’agenda è una buona idea!
Ci sono indicate tutte le scadenze e le ricorrenze importanti.
Carlo: - Vedo... Kippur ebraico il 6 ottobre...Succoth ebraico l’11 e 12 ottobre...Festa ebraica delle
capanne il 17 e 18 ottobre...Simachat Torà il 19 ... Pasqua ebraica il 6 aprile...scadenze di altre
religioni non ce ne sono!
Silvano: - Cosa vuoi dire!? Sei diventato anche tu razzista!?
Carlo: - No, no...pensavo che anche il ministero è favorevole a togliere i crocifissi dalle aule
scolastiche! E poi essere contro gli Israeliani non vuol dire essere contro gli Ebrei!
Silvano: - Va bene! Anche per oggi la tua frecciata l’hai scagliata...Ma non vedi che sono segnate
anche tutte le date significative della costruzione della Comunità europea? Cosa hai da dire? Non
erano tutti antieuropeisti? Guarda qui una bella smentita!
Carlo: - Veramente sono segnate solo due o tre date, Amsterdam, Maastricht e Nizza...i fatti più
significativi mancano: non c’è l’ingresso nella Comunità della Gran Bretagna, dell’Irlanda, della
Danimarca, quello della Grecia nel 1981 e quello della Spagna e del Portogallo dell’86...e poi la
Convenzione dei diritti dell’uomo del ‘50, la nascita dell’Unione Europea il 1° novembre del 1993,
Schengen nel 1995...
Silvano: - Basta! Ho capito... stai spiegando in classe la nascita della Comunità Europea... Certo
avrebbero potuto essere più completi...questo non toglie che l’agenda sia un regalo utile...un
pensiero alla categoria...un riconoscimento per il nostro lavoro...
Carlo: - Il tentativo di far passare il taglio della spesa pubblica per una riforma...un depliant
elettorale per le prossime scadenze di primavera stampato con i soldi dei contribuenti... uno
sproloquio per pagine e pagine per vantarsi di cose che c’erano già o per spiegare banalità sapute e
risapute...
Silvano: - Come sei pesante Carlo!...Se non ti conoscessi da quando giocavamo a biglie in cortile ti
avrei già mandato a quel paese! Pensa che bello, tra un paio di settimane, quando andrai in banca e
potrai fare a meno di elemosinare l’agenda; una volta “te la tiravano dietro” adesso la devi chiedere
e ti tocca anche di subire il sorrisetto compatito dell’ultimo impiegato dello sportello!
Carlo: - Caro Silvano...sarò anche pesante, ma te lo giuro: non ce la faccio più a sopportare questo
governo di reazionari ignoranti e narcisisti...
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Silvano: - Se un’agenda ti sconvolge così la vita, restituiscila...lo stanno facendo in molti e Rosa, la
collega del corso G, se ne sta già occupando. Liberati dall’ossessione!
Carlo: - Magari fosse così semplice; quello che mi sconvolge di più da un po’ di tempo a questa
parte è il pensiero che tra un paio di anni, alla mattina, quando mi sveglierò con le notizie della
radio, mi toccherà di sentire le stesse cose che mi fanno incazzare oggi con la differenza che
saranno decise dalla sinistra... ma arrabbiarsi con la destra è fisiologico, avere da dire contro la
sinistra, fa male alla salute.
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24 ORDINE DEL GIORNO: SOFISMI
Preside: Bene, possiamo iniziare il Collegio docenti e come primo punto in discussione abbiamo il
Fondo incentivante. Come potete vedere dalla fotocopia che avete trovato all’entrata, abbiamo
utilizzato i criteri di distribuzione del Fondo già utilizzati lo scorso anno: compensi maggiori alle
commissioni più importanti indipendentemente dal numero dei componenti... Professor. Grignolini
perché si agita tanto...
Professore: Preside, è un anno che cerco di spiegarle che mi chiamo Nebbiolini e non Grignolini,
ma cosa si può sperare da uno che beve solo acqua...comunque, questioni enologiche a parte, voglio
ribadire la mia opposizione ai criteri di distribuzione del Fondo di incentivazione; l’unico modo per
evitare divisioni nella categoria e per garantire parità di diritti è distribuire la somma di competenza
della nostra scuola in parti uguali a tutti i docenti in servizio.
Professoressa: E no! Caro il mio Barolini, non ci siamo. Io passo i mesi di luglio e di agosto a
mettere in ordine l’archivio mentre lei se la spassa in vacanza nelle Langhe per trovarmi poi a
percepire quattro soldi perché lei chiede un compenso che non si è guadagnato... Non ci sto, non mi
faccio ubriacare dai suoi discorsi egualitari!
Preside: Per favore colleghi, non vale la pena di litigare: la questione è già stata decisa nel Collegio
scorso.
Rsu: No signor Preside, prima di chiedere l’approvazione dell’assemblea lei deve sottoporre le sue
proposte alle Rappresentanze sindacali, così come è previsto dai protocolli di intesa!
Preside: Mi scusi prof. Rompini, ma non le ho già presentato il piano di distribuzione dei fondi?
Rsu: No, non lo ha presentato né a me, né all’altra rappresentante sindacale dello Snals, la
professoressa Venduti!
Preside: Be’, che importa, tanto la normativa prevede che comunque, indipendentemente dal
giudizio delle Rsu, l’approvazione del piano di spesa compete al Collegio... Vogliamo fare come lo
scorso anno con le Rsu che distribuiscono un volantino con una proposta e l’assemblea che ne
decide un’altra?
Insegnante di diritto: Mi scusi Preside una domanda: chi decide la partecipazione degli insegnanti
alle varie commissioni? C’è il rischio che i giochi siano già stati fatti e che i più svelti o i più furbi
si siano già accomodati nelle commissioni più convenienti!
Preside: Nessun pericolo: affiggeremo un foglio in sala insegnanti con l’elenco delle commissioni
previste per il prossimo anno e ognuno potrà iscriversi nel gruppo di lavoro di suo gradimento.
Insegnante di matematica: Va bene la scelta democratica, ma poi, se il numero di adesioni è troppo
elevato, il compenso diventa irrisorio.
Preside: Non c’è problema professoressa Radice: ricalibreremo il compenso complessivo della
commissione sulla base delle iscrizioni alle commissioni.
Insegnante di Educazione Fisica: Così tutti sceglieranno la commissione meglio retribuita e le altre
resteranno sguarnite.
Preside: Non si preoccupi professoressa Sbilenca, metterò io stesso un limite al numero dei
commissari valutando i carichi di lavoro che ogni gruppo dovrà sopportare. Così, se ognuno potrà
scegliere la sua commissione, se gli importi assegnati alle commissioni verranno calcolati sulla base
del numero dei partecipanti, se il numero massimo dei partecipanti alle varie commissioni verrà
definito a priori, la correttezza dei criteri sarà assicurata. Mi sembra che in questo modo tutto
torni...con il metodo democratico si trova sempre una soluzione a tutti i problemi.
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(Sarà, ma mi sembra che qualcosa non funzioni; il preside è un insegnante di filosofia, ma i suoi
sillogismi non mi convincono...e poi non riesco a capire perché continui a venirmi in mente quel
napoletano che quest’estate, faceva il gioco delle tre carte con un gruppo di turisti giapponesi fuori
dalla stazione)
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25 UN MINUTO DI SILENZIO
professore: - Ragazzi, avete letto la circolare? Oggi dobbiamo osservare un minuto di silenzio per i
carabinieri morti a Nassiriya.
studente: - Professore, io propongo che il minuto di silenzio sia per tutti i morti delle guerre!
professore: - Nando, non fare il polemico come al solito; non è il caso. E’ un momento tragico per il
nostro paese e quindi è meglio evitare le polemiche.
studente: - Mi scusi prof., se la polemica serve a chiarire il significato di una azione che dobbiamo
fare insieme, ben venga la polemica!
professore: - In momenti come questi le differenze devono scomparire; dobbiamo essere tutti uniti
contro il terrorismo!
studente: - Tutti uniti e insieme per sostenere una guerra dichiarata dagli Usa per il petrolio! No, io
non ci sto!
professore: - Ragazzi, siamo impazziti? Di fronte a diciannove corpi inanimati si sta in silenzio,
appunto, non si contesta! E poi ci troviamo di fronte a degli eroi morti per ricostruire la normalità in
un paese martoriato, sfiancato da una crudele dittatura, non per fare la guerra!
studente: - Sarà per quello che siamo andati in Iraq con mezzi blindati, armi, reparti militari!
professore: - Giuliano, un po’ di rispetto! Almeno per le famiglie che piangono i loro cari!
studente: - Professore, mi spiega perché i militari francesi e tedeschi in Iraq non ci sono? Significa
che Francia e Germania sono contro gli interventi umanitari? O le ragioni sono altre?
professore: - Basta! Non vi permetto di continuare con questo atteggiamento sacrilego!
studente: - Mi scusi, prof., mi sembra un po’ squallido utilizzare i ricatti morali per impedirci di
esprimere la nostra opposizione alla guerra! Se lei ha dei motivi per appoggiare la guerra di Bush, li
esponga, non si nasconda dietro la retorica.
professore: - Ribadisco che il nostro intervento in Iraq presenta due aspetti: il mantenimento della
pace e la ricostruzione.
studente: - Sui due aspetti della guerra in Iraq sono d’accordo, però per me non sono quelli che ha
elencato lei; i due volti della guerra sono: il militarismo e la difesa dell’economia dei paesi
occidentali con tutti gli intrecci di interessi che comportano!
professore: - Avete sentito l’intervento del cardinal Ruini? Anche la chiesa, che durante il conflitto
si è così vivacemente battuta contro la guerra, oggi condivide il nostro intervento in Iraq!
studente: - Ma quale chiesa, prof.? La curia o il popolo di Dio che ha ancora le bandiere della pace
fuori dalle finestre?
professore: - La chiesa è la parola del pontefice, non quella dei fedeli! Il conciliarismo è stato
battuto da tempo! Anche i tentativi di Giovanni XXIII di democratizzazione della chiesa sono ormai
stati cancellati! Ci sono voluti quarant’anni, ma alla fine è prevalsa la concezione monarchica.
studente: - Ma la chiesa dovrebbe essere dalla parte dei poveri...e invece questa guerra sembra
sempre più la guerra dei ricchi...come fa, prof., a difenderla?!
professore: - La guerra contro il terrorismo è la guerra della civiltà contro la barbarie!
studente: - Prof., mi scusi, io non capisco una cosa: quando gli italiani facevano saltare in aria i
camion pieni di tedeschi, venivano chiamati partigiani...E’ vero che gli iracheni si fanno saltare
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insieme alle loro bombe, ma perché loro sono terroristi, perché la loro reazione contro l’invasore
non viene chiamata Resistenza?
professore: - Ma la Resistenza si nutriva di alti ideali, come la democrazia, la libertà; invece ci sono
solo gli interessi di ristrette oligarchie economiche dietro gli atti di violenza in Iraq.
studente: - Dietro gli atti di violenza degli americani o degli iracheni?
professore: - Insomma “Ci sei o ci fai?”. Basta discussioni; è arrivata l’ora del minuto di silenzio!
studente: - Prof., quando è nervoso parla come noi studenti! Non si inquieti...faremo il minuto di
silenzio così come vogliono tutti: presidenti, presidi, prelati anche se i motivi addotti per l’iniziativa
mi sembrano fondati su pregiudizi, presuntuosi e preconcetti poco pregnanti.
professore: - Ernesto! Ci mancava il tuo giochino di parole!
(studente: Giovanni, hai visto, durante il silenzio, il sorrisetto ironico di Nando? Chissà cosa
pensava! Mi sa che anche questa volta l’ultima parola, anche se in silenzio, l’abbia detta lui.)
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26 INTERVALLO
Carlo: - Allora, Silvano, l’hai sentito il tuo ministro che attacca il diritto di sciopero?
Silvano: - Prima di tutto non è il mio ministro, in secondo luogo mi sembra che abbia detto delle
cose sensate.
Carlo: - Dici così perché pensi che la gente che lunedì era per strada sia incazzata con i lavoratori
dell’ATM, ma non mi sembra che le cose stiano in questi termini.
Laura: - Guarda, Silvano, lunedì, sentita la notizia, ho deciso di venire a scuola in bicicletta e io non
sono un tipo sportivo, ma ho deciso di farlo senza tentennamenti anche se pioveva. “Seri masarada
come un puresin”, ho fatto lezione a tre o quattro ragazzi per classe, ma ero felice. Non so dire di
preciso perché, ma mi sentivo liberata.
Giacomo: - Sono stati dei grandi, dei grandi...tutti uniti, senza tanta retorica, in barba ai regolamenti.
Sapevano di rischiare delle denunce, ma lo sciopero lo hanno fatto tutti. Sono stati dei grandi.
Giuseppe: - Io sono stato uno dei pochi studenti che sono venuti a scuola perché abito vicino, ma
sarei dovuto rimanere a casa per solidarietà.
Silvano: - Ecco, siete sempre pronti a sfruttare l’occasione per saltare la scuola, siete degli
irresponsabili così come lo sono stati gli autoferrotranvieri!
Carlo: - A volte sembra che tu non voglia capire quello succede: dopo due anni di scioperi per
rinnovare il contratto, dopo aver chiesto, non degli aumenti, ma solo il recupero del potere
d’acquisto dei salari, dopo essere stati presi in giro con l’offerta di pochi euro secondo te gli
irresponsabili sono i lavoratori?
Silvano: - Sono dei corporativi che pensano solo ai loro interessi anche a discapito degli altri
lavoratori.
Carlo: - Guarda che lunedì, di lamentele in giro se ne sono sentite pochissime. Certo qualcuno si è
lamentato per le ore in coda con l’auto, per i taxi che non si trovavano, per la ressa nelle stazioni,
ma la maggior parte lo faceva con il sorriso sotto i baffi.
Rosa: - Sono anni che subiamo angherie di tutti i tipi; se qualcuno riesce ad alzare la testa, a dire
basta fa un favore a tutti. Se mi avessero chiesto l’appoggio prima dello sciopero, pur sapendo dei
disagi glielo avrei dato con entusiasmo!
Silvano: - Ma hanno fermato una città, hanno danneggiato l’economia della capitale economica
d’Italia per un aumento di salario!
Giacomo: - Mi spiace contraddirti, Silvano, di solito siamo d’accordo, ma oggi mi sembra che tu
stia sbagliando: quello che hanno fatto i tranvieri non è stato solo uno sciopero per chiedere un
aumento; hanno detto che non sono più disponibili a farsi prendere in giro! Che le regole, quando
servono solo ad impedirti di dire quello che pensi, vanno violate!
Rosa: - Poi queste regole sono davvero uno schifo: devi dare il preavviso di dieci giorni, deve
passare una settimana tra uno sciopero e un altro, anche se indetto da sindacati diversi, devi
garantire i servizi essenziali, per i trasporti devi fare in modo che il 50% dei viaggi venga comunque
effettuato, se il prefetto decide che la cosa è sconveniente, può precettarti, insomma, che razza di
scioperi sono; sono solo un risparmio per le aziende di trasporto perché tanto la gente al lavoro ci
arriva lo stesso, i tesserini settimanali li incassano in ogni caso. Più che degli scioperi sono dei
favori alle aziende.
Berto: L’unica categoria che non crea disagio quando sciopera siamo noi: gli studenti sono contenti
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di stare a casa, il ministero risparmia, l’economia della “capitale economica d’Italia” non si ferma
minimamente e gli unici che ci rimettono siamo noi che tra l’altro o scioperiamo un’ora senza che
se ne accorga nessuno, o scioperiamo una giornata con una salassata micidiale sullo stipendio.
Carlo: - E’ vero, non colpiamo nessun profitto, però quando l’adesione agli scioperi è alta se ne
accorgono eccome al ministero: se la riforma Moratti non ci ha ancora travolto è perché hanno
capito che devono andare cauti. In ogni caso il blocco di Milano dà un aiuto anche a noi
Silvano: - Ma che aiuto; non avete sentito i giornali radio, non avete letto i giornali: sono tutti
contro i tranvieri compresi CGIL, CISL e UIL.
Carlo: - Le notizie le devi ascoltare bene: i dirigenti dei confederali non potevano dire che erano
d’accordo però dopo le condanne formali hanno spiegato le ragioni dei lavoratori e non solo quelle
dei tranvieri; in ogni caso nei radiogiornali, compreso il Gazzettino padano, le ragioni dei lavoratori
le hanno spiegate in lungo e in largo; in tutti i servizi, dopo la condanna dello sciopero, c’era un
“però” grande come un tram e da lì partivano le recriminazioni che poi sono quelle di tutti,
giornalisti compresi!
Silvano: - Finito il comizio! E’ suonata la campanella, ci tocca tornare in classe a recuperare le ore
perse lunedì.
Berto: Guarda che l’ultima parola non è la tua: i tranvieri hanno già deciso un’altra giornata di
sciopero per settimana prossima.
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27 VISITA DI ISTRUZIONE
professore: - Ecco ragazzi, finalmente stiamo varcando la soglia di palazzo Forti e tra poco
inizieremo il nostro viaggio infernale nei gironi della mostra “La creazione ansiosa” che ci
permetterà di cogliere il senso dell’urlo angoscioso dell’artista che ci proviene dal secolo appena
passato e che ancora rieccheggia nell’aria.
Andrea: - Più che un urlo angoscioso di artista, io sento il rantolo dei milioni di persone che sono
state dilaniate dalla ferocia delle guerre e del genocidio!
professore: - Bene, Andrea, le tue capacità espressive stanno migliorando..., ma l’urlo dell’artista è
sintomo di una coscienza che avanza, il rantolo è solo il lamento disumano di una vittima
incosciente.
Giuseppe: - Prof. se l’artista ha trovato modo di esprimere i suoi brividi esistenziali su una tela vuol
dire che l’ha scampata o perchè è riuscito ad evitare le bombe o perchè è riuscito ad evitare il
servizio militare.
professore: - Giuseppe! Il tuo intervento è sacrilego! Pensa una volta di più a quello che vuoi dire
prima di proferire parola! Renditi conto che sei di fronte ad opere fondamentali per la comprensione
della nostra cultura...che hanno richiesto tempo e denaro per essere raccolte e organizzate in questo
percorso attraverso il XX secolo.
Giovanna: - Prof., perchè darsi da fare tanto per recuperare gli originali quando siamo in grado di
riprodurre perfettamente qualsiasi opera, anche quelle tridimensionali, con l’ologramma?
professore: - Ma Giovanna! Non mi sarei mai aspettato da te una domanda tanto ingenua!
Dall’originale autentico emana l’aura. In una riproduzione manca l’”hic et nunc” dell’opera d’arte
cioè la sua unicità nel luogo in cui si trova!
Giovanna: - Ma Bejamin dice che l’aura, nell’epoca della riproducibilità tecnica dell’opera d’arte,
viene meno e che tale scomparsa è legata alla fruibilità di massa dell’opera stessa! Già esporre un
originale in una galleria alla visione di migliaia di persone ne distrugge l’aura, perchè la attualizza,
la sottrae alla tradizione...e forse questo non è un male.
Giuseppe: - E poi il quadro è diventato una merce e come tale viene comperato e venduto; secondo
me gli affreschi non vanno più di moda perchè non possono essere commerciati.
professore: - Scusate, ragazzi, ma un’opera originale ci fa intravvedere l’artista all’opera, ci
emoziona perchè in esso rintracciamo il gesto che l’ha creata.
Giuseppe: - E’ il contenuto dell’opera che mi emoziona. Il fatto che sia un originale mi disturba
perchè mi fa pensare al suo valore monetario.
Giovanna: - Anche a me succede: pensare al valore commerciale di un’opera d’arte mi svela il
ruolo dell’artista schiacciato dalle regole del mercato, condizionato dalle mode, schiavo dei
galleristi, succube dei critici.
professore: - E’ vero che oggi è difficile trovare ancora l’artista misconosciuto che patisce la fame
perchè non si prostituisce alle lusinghe del successo facile e della vita lussuosa, ma solo un secolo fa
artisti importanti hanno condotto la loro vita tra privazioni e delusioni.
Giuseppe: - Ecco, secondo me, l’importante per un artista è trasmettere qualcosa: per me
l’importante è il significato; il significante, l’oggetto materiale attraverso la quale il significato mi
raggiunge, può benissimo essere una riproduzione, anzi, di solito io conosco gli artisti, più o meno
lontani da noi, attraverso le riproduzioni che vengono proposte dai libri e dalle riviste. Dare troppa
importanza all’oggetto è feticismo.
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professore: - Ragazzi, voi studiate troppo filosofia e troppo poco storia dell’arte, vi state inaridendo.
Lasciate da parte i vostri sillogismi e lasciatevi trasportare in un volo lirico attraverso le sale della
mostra.
Andrea: - Ma come si può fare se tutto intorno a noi non ci sono che rappresentazioni di tormenti, di
vere e e proprie ferite, di sguardi spaesati e allucinati, di vertigini?
professore: - Ragazzi, mi avete stancato! Questa è l’ultima visita ad una mostra d’arte!
Giovanna: - Va bene prof.; la prossima volta ci spariamo qualche CD d’arte con il videoproiettore
sullo schermo gigante a scuola che tra l’altro ci permette di ingrandire i particolari, isolare le figure
significative, indagare le campiture e il tutto comodamente seduti nelle poltroncine della sala
audiovisivi, senza correre da mane a sera e senza spendere uno sproposito per il biglietto ferroviario
e per l’ingresso alla mostra.
Andrea: - Ma sei scema! Andare alle mostre vuol dire perdere un giorno di scuola ed essere
giustificati se non hai studiato per il giorno dopo!
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28 COLLOQUI CON I GENITORI
(Polli...polli...perché mi sono venuti in mente i polli? Sarà perché tra poco iniziano i colloqui con i
genitori: via uno sotto l’altro, come nelle aziende avicole. Dalle 14 alle 20, sei ore di catena di
chiacchieraggio.)
Professore: -Buongiorno!Genitrice: -Buongiorno professore, sono la mamma di Andrea di terza B.Professore: -Ah! Andrea...(elenco sotto mano, controllare i nomi, Andrea, porca miseria ce ne sono
due) Andrea Speralli!?Genitrice: -Sì Speralli, scusi, con tutti i ragazzi che avete chissà quanti con lo stesso nome! Sono
venuta al colloquio per sapere come va mio figlio.Professore: (e per quale altro motivo altrimenti) -Nella mia materia...vediamo un sei nella
verifica...un cinque nel saggio...i risultati sono contraddittori (secondo me è un inetto) forse con un
po’ più di attenzione ai contenuti e un po’ meno ai “fronzoli” i risultati potrebbero migliorare
(questo Andrea mi richiama qualcuno, ma non riesco a metterlo a fuoco) comunque non si
preoccupi; dica a suo figlio di applicarsi di più e tutti i problemi si risolveranno prima della fine del
quadrimestre.Genitrice: -E’ quello che dico sempre a mio figlio: “Impegnati di più”, ma lui non mi
ascolta...grazie professore, la saluto di corsa perché ho visto che fuori la fila è lunga!Professore: -Arrivederci!...(Ecco che arriva la mamma di Pantelmo con suo figlio Claudio al fianco;
vengono ai colloqui solo per farsi fare i complimenti, almeno una volta ogni due mesi) Buongiorno
Signora, non la faccio nemmeno accomodare...suo figlio è proprio bravo, é superiore a tutti gli altri;
continua così Claudio...ho visto che sei stato eletto nel Consiglio di Istituto (l’unico della lista di
Comunione e liberazione), bravo, non di sola contemplazione vive l’uomo! Ci vediamo domani in
classe.Genitore: -E’ Lei il professor Aristogitone? Buongiorno, sono Sinzio il padre di Ippolita.Professore: -Buongiorno, lei vuole sapere come se la cava sua figlia in letteratura vero? (Diciotto
anni compiuti e suo padre viene ancora a rompere le palle per sapere come va a scuola!) Sua figlia
le avrà riferito i voti dell’ultimo compito, no?Genitore: -Sì, mi ha detto che ha preso sette, ma volevo sentire il suo giudizio. Come si comporta a
scuola, fa il suo dovere?Professore: -Non si preoccupi se qualche volta i risultati non sono pienamente positivi. Dica a sua
figlia di applicarsi di più e vedrà che tutti i problemi si risolveranno prima della fine del
quadrimestre. (Accidenti, oggi è già la quarta volta che ripeto la stessa frase...al prossimo colloquio
devo ricordarmi di dire “impegnarsi di più” invece che “applicarsi”).Genitrice: -Buongiorno professore, sono la mamma di Elena Moti; sono venuta a farmi vedere
almeno una volta prima della fine del quadrimestre e poi sono qui anche per conoscere il nuovo
insegnante di mia figlia.Professore: (Che è venuta a farsi conoscere lo si capisce da come si è agghindata...mi immagino
quando scenderà la scalinata per uscire dalla scuola...ci vorrà l’accompagnamento dell’orchestra!)
-Le votazioni nelle mie materie per il momento non sono molto positive e anche il comportamento
in classe lascia a desiderare...la vedo spesso disattenta o quantomeno coinvolta da altri interessi; la
trovo spesso intenta a leggere riviste di moda o rotocalchi mondani.-
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Genitrice: -Be’, professore, dirò a mia figlia di impegnarsi di più per tentare di risolvere qualche
problema prima della fine del quadrimestre! Piacere di averla conosciuta!Professore: (Il pomeriggio dei colloqui non finisce mai! Sembra che tutti questi genitori si sentano
in obbligo di partecipare ai colloqui...pensano di farci un piacere; magari se ne stessero a casa!...e
poi se vengono a parlare con gli insegnanti vuol dire che non si fidano dei loro figli!)Genitrice: -Sono la madre di Maria SerresProfessore: -Sua figlia, cara Signora Serres, è un’impertinente; polemica, disordinata, sempre sopra
le righe...Genitrice: -Professore, mi sembra strano che mia figli si comporti così...è sempre stata timida ed
introversa...Professore: -Mi scusi, ho sbagliato persona (che figura...comunque me la sono cercata...se fossi
stato sulle generali...avrei potuto rimediare a metà percorso). E’ vero sua figlia è timida e
impacciata; ha un atteggiamento molto immaturo.Genitrice: -Deve sapere professore, che mia figlia ha deciso di lavorare per rendersi un po’
autonoma economicamente per cui il pomeriggio è impegnata per cinque ore tutti i giorni: inserisce
dati al computer. -Sono in sei della sua classe occupate nella stessa ditta.Professore: -A me, questa smania di autonomia, sembra francamente fuori luogo; i ragazzi devono
pensare a studiare, il loro lavoro è quello. Ci penseranno a tempo debito a trovarsi un impiego!
Genitrice: -Vedrò di parlare con Maria, ma non sono convinta di riuscire a convincerla a rinunciare
al suo lavoro.Professore: -Mi scusi signora Gina, quanti genitori si sono registrati per il colloquio?Sig.ra Gina: -Mi sembra siano circa trenta-trentacinque.Professore: -Che afflusso! (Mannaggia a chi ha inventato i colloqui e ai genitori...che devono capire
che partecipare vuol dire firmare le assenze e i pagellini senza rompere le scatole!).....-
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29 ANNO NUOVO
Caro Giovanni
finalmente mi decido a prendere carta e penna, o meglio mi decido ad accendere il computer,
per rispondere alla tua ultima con la quale mi chiedi insistentemente le mie previsioni per l’anno
nuovo; non ho capito cosa c’entri l’agenda Smemoranda con la tua richiesta, ma non importa,
l’argomento mi “intrippa” e provvedo alla bisogna.
Allora io penso che, dopo le elezioni europee nelle quali il governo di centro-destra prenderà una
batosta in seguito alle intemperanze del presidente del consiglio, i conflitti all’interno della Casa
delle libertà diventeranno insanabili secondo il principio “Uno può anche essere simpatico ed
anticomunista, ma all’indecenza c’è un limite”. Esploderà un feroce dissidio tra separatisti lombardi
e patrioti dell’unità nazionale sul problema se la Padania debba essere intesa come Valle del Po e
quindi debba comprendere anche la riva destra del fiume o se con quel termine si debbano intendere
solo quelle località geografiche che di solito vengono considerate omogenee (direi quasi unite dalla
stessa nazionalità) per industriosità, tradizionale attaccamento alla religione, pervicace difesa della
pratica dell’evasione fiscale e ostilità ai fenomeni di immigrazione coniugata con la convinta
disponibilità ad assumere, in nero, gli stranieri. Lo scontro precipiterà in una crisi di governo.
Dalla crisi si uscirà non con nuove elezioni, ma con l’assegnazione dell’incarico di formare un
nuovo governo ad uno degli esponenti del centro; c’è solo l’imbarazzo della scelta tra Partito
popolare, Democratici europei, UDC e poi l’ultima formazione preparata fresca fresca per la
scadenza elettorale: Alleanza popolare.
Ne uscirà un nuovo governo di centro che otterrà l’appoggio della sinistra tutta, secondo il principio
“I nemici dei miei nemici sono miei amici” di lontana memoria.
Poiché, come hanno sottolineato numerosi esponenti della cosiddetta sinistra, non sarà possibile
cambiare ogni cinque anni quello che è stato messo in atto dai governi precedenti, i provvedimenti
già decisi in campo economico, fiscale, giuridico, scolastico e nel campo delle comunicazioni
verranno riconfermati secondo il principio “Il lavoro sporco bisogna farlo fare agli altri”.
Sarà, tutto sommato, la riproposizione di un governo democristiano, con una politica di destra , ma
un’immagine democratica e di sinistra...e questo, per noi insegnanti di ruolo, è quello che ci vuole:
riduzione dell’investimento sull’istruzione con tagli al personale precario, riduzione del tempo
scuola con definitiva esclusione delle nuove generazioni dall’insegnamento, consistente risparmio
economico e quindi, anche una volta detratto il finanziamento della scuola privata, serie possibilità
di aumenti salariali per l’adeguamento al livello retributivo europeo.
Tu mi dirai che questo è già il programma della Moratti: privatizzare il settore e conquistare la
componente corporativa della categoria degli insegnanti per ridimensionare l’egemonia della
sinistra sul ceto medio intellettuale.
Ma la mobilitazione della categoria contro il governo di destra di fatto blocca la situazione e
impedisce il progredire della riforma.
Caduto il governo Berlusconi, la gente tirerà un bel sospiro di sollievo e inghiottirà qualsiasi cosa,
se gli verrà proposta dalla cosiddetta sinistra.
Come vedi non sono di destra! Il mio problema è la retribuzione, è lo status dell’insegnante. I miei
compagni di liceo che hanno fatto medicina prendono quattro volte quello che prendo io, si possono
permettere altri livelli di consumo. Quando ogni tanto qualcuno organizza una rentrée tra quelli del
corso “C”, io faccio sempre la figura dell’inetto!
Be’, alla fine di tutto il discorso, non so se ho risposto alla tua domanda. Più che proporti una
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previsione ti ho parlato delle mie aspettative, ma forse tra le due cose non c’è molta differenza!
Aristogitone
30 VIETATO AI BAMBINI
− Buongiorno prof!
− Come mai queste smancerie, ragazzi? Da quando avete preso a salutarmi all’inizio delle lezioni?
Guardate che gli scrutini li abbiamo già svolti ieri...quello che era da decidere è stato deciso!
− Guardi professoressa Stancari che noi la salutiamo sempre all’inizio dell’ora!
− Davvero?... Non me ne ero accorta; bene oggi cosa abbiamo?
− Prof! Prima di iniziare la lezione vorremmo farle una domanda. Visto che lei insegna diritto, cosa
ne pensa del disegno di legge che vuole vietare le piazze ai bambini?
− Quale disegno di legge!?
− Prof, c’è su tutti i giornali. Dopo le manifestazioni contro la Moratti a Roma, Forza Italia vuole
presentare una legge che vieti la presenza dei bambini ai cortei.
− Ah, ho capito...Ma, secondo me fanno bene a imporre il divieto: non bisogna coartare i piccoli
che non possono conoscere in modo adeguato le ragioni dei genitori.
− Mi scusi prof, quando ero piccola i miei mi hanno portato ad una manifestazione per la pace,
allora si trattava di opporsi alla Guerra del Golfo. Di quell’esperienza io ho un ricordo
bellissimo: abbiamo fatto il viaggio in treno di notte nelle cuccette, siamo arrivati a Roma e
abbiamo camminato in una città aperta con grandi spazi, durante il corteo c’erano danze,
musicisti che si esibivano in mezzo alla gente...è stata un’esperienza meravigliosa!
− Cara la mia Stefania, tu eri piccola ed ingenua, ma i tuoi, lasciamelo dire, ti hanno plagiato! Ti
hanno nascosto una faccia della realtà! Ti hanno fatto fare una scelta mostrandoti solo
parzialmente la realtà delle cose!
− Mi scusi, prof, ma i miei non mi hanno indottrinato prima della manifestazione, facendomi
imparare a memoria qualche sciocca poesia sentimentale come avviene spesso in occasione per
esempio di molte ricorrenze religiose, mi hanno portato con loro perchè non potevano lasciarmi a
casa e perché sentivano l’importanza di quella mobilitazione!
− In ogni caso ti hanno imposto il loro modo di vedere le cose!
− Ma con quello che trasmettono in televisione sulla guerra, se non mi avessero fatto capire che
loro erano contrari all’aggressione militare, mi avrebbero lasciato plagiare da altri, da quelli che
gestiscono i mezzi di informazione di massa!
− Intanto in televisione sono presenti le opinioni di tutti, e poi quella del 1991 non è stata una
aggressione, è stata una iniziativa internazionale per tentare di abbattere una dittatura
sanguinaria!
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− (Stefania, lascia perdere; quella lì dice le stesse cose che dice mio padre...probabilmente vota
Berlusconi anche lei!) In ogni caso, prof., il governo vuole una legge che vieti la presenza dei
bambini nelle manifestazioni, perché vogliono vendicarsi della contestazione pesante che hanno
subito sul progetto di riforma della scuola!
− Non sono assolutamente d’accordo con il tuo giudizio sommario e fazioso! La realtà è che i
manifestanti, genitori o insegnanti che fossero, hanno usato dei bambini innocenti come fossero
degli scudi umani dietro i quali difendersi e questo è inaccettabile!
− Allora, prof, anche lei pensa che se non ci fossero stati i bambini, la polizia avrebbe caricato il
corteo come hanno fatto a Genova due anni fa contro i no-global?
− Cosa c’entrano i no-global! Tu, Antonio, sei sempre pronto a buttarla in politica! Se a Genova la
polizia ha deciso di massacrare i manifestanti, vuol dire che se lo meritavano!
− (Antonio, non risponderle; quando fa così non ragiona...quando perde il controllo usa le parole
come fossero candelotti lacrimogeni)
− Cosa hai da bofonchiare sottovoce, Carlo; abbi il coraggio delle tue opinioni e non coartare il tuo
compagno!
− Prof, si rende conto che mentre lei accusa i genitori e gli insegnanti con parole roboanti, in
televisione sulla riforma scolastica fanno sentire solamente i pareri di quelli che sono d’accordo
con la Moratti? Ma dove sono questi bambini strumentalizzati, conculcati, plagiati,
coartati...insomma basta! Io, alle elementari, ho avuto delle maestre meravigliose! Se qualcuno
avesse tentato di cambiare il loro modo di fare scuola, io in piazza ci sarei andato di mia volontà!
− Federico modera il tono...accidenti la campanella...devo andare di corsa in terza...ti è andata bene
questa volta, ma ti avviso: se ti azzarderai ancora ad utilizzare con me quell’atteggiamento
sfrontato, una sospensione non tela leverà nessuno!
− (Ragazzi, a cosa serve discutere con quella pazza reazionaria! Lasciamola perdere!)
− (Almeno serve a perdere un’ora di diritto che con quella lì è diventata una materia che fa cagare!)
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31 QUESTIONARIO
Lui: - Cara, mi fai un favore?...Oggi a scuola mi hanno consegnato un questionario, ma mi sono
dimenticato di compilarlo; domani devo consegnarlo alla vice-preside.
Lei: - Cosa devo fare, rispondere per te?
Lui: - No, le risposte te le do io mentre lavo i piatti; tu mi leggi le domande e segni le crocette sul
foglio.
Lei: - Non è proprio quello che avevo in mente per la serata, ma tant’è...è questo il questionario,
quello intestato Iard-sociologi in prima linea?
Lui: - La battuta è vecchia, ma il modulo è quello. Grazie, dopo ti preparo un caffè come piace a te.
Lei: - Non fare il ruffiano e stai attento alle domande! Prima di tutto ti chiedono sei hai partecipato a
viaggi di istruzione. Be’ a questa domanda sono in grado di rispondere io: lo scorso anno quindici
giorni in Irlanda e io da sola a mandare avanti la casa con quegli scansafatiche dei tuoi figli che non
hanno mosso un dito!
Lui: - D’accordo, ma poi cosa chiedono?
Lei: - Devi ordinare secondo il tuo giudizio le funzioni svolte dalla scuola superiore..., poi dicono
che sono dati raccolti in modo oggettivo e scientifico: come funzione politico-culturale ti
propongono “Trasmettere i valori della società”, ma quali valori, quelli che propone Berlusconi,
quelli che suggerisce la chiesa o quelli sostenuti dal movimento no-global?
Lui: - Dai non mettere sempre tutto in politica! Metti i numeri a caso e andiamo avanti!
Lei: - Ecco, ti pareva! La domanda è sulla riforma della Moratti! E cosa ti chiedono come primo
giudizio? Ti chiedono se sei d’accordo con gli investimenti a favore dell’alfabetizzazione
informatica, così se dici che sei contrario fai la figura del retrogrado e se dici che sei favorevole ti
segnano tra quelli che sono a favore della riforma!
Lui: - Dai smettila di fare polemica: il questionario è anonimo, che figure vuoi che faccia!
Lei: - Guarda quante domande sugli stage presso imprese private! Ma il questionario è sulla scuola
o sul tirocinio in azienda? Che poi, per quello che so io, questi poveri studenti li cacciano in uno
sgabuzzino per ore ed ore a fare fotocopie o a svolgere mansioni ripetitive e tutto senza una lira di
compenso!
Lui: - Cosa vuoi saperne degli stage tu che lavori in un’azienda sotto i quindici dipendenti che il
problema della formazione non se l’è mai posto!
Lei: - Perché, in azienda cosa imparano i ragazzi delle superiori? L’unica cosa che capiscono che
una ditta non funziona come una scuola, che c’è una rigida gerarchia, che la disciplina è assoluta,
che bisogna imparare a sopportare la noia, che i percorsi interdisciplinari proposti dalla scuola li
puoi buttare nel cestino perché tanto il tuo lavoro, anche se finisci in banca, è un lavoro di routine
per di più svolto con un contratto a termine e senza garanzie contrattuali!
Lui: Ma cos’hai mangiato questa sera? Come mai tutta questa polemica? E’ un questionario, non è
una condanna! Fammi un favore, continuiamo la compilazione che io, qua, ho quasi finito.
Lei: - Senti questa: “Chi dovrebbe essere principalmente responsabile di trasmettere le conoscenze
di base tra scuola, CFP, Imprese?” e poi ti dicono che puoi dare una sola risposta così sei costretto a
dire che i Centri di Formazione Professionale devono occuparsi solo di insegnare un mestiere.
Lui: - Scusami, ma adesso ho finito i piatti e il questionario me lo riprendo io, altrimenti qui non si
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finisce più!
Lei: - Prendi, prendi; a me sembra che se molti ragazzi nel pomeriggio cercano di svolgere qualche
lavoro, lo facciano per imparare un mestiere perché tanto sanno già cosa riserverà loro il mercato
del lavoro. Se cercano un lavoro lo fanno per sentirsi autonomi, per guadagnare qualche soldo,
magari per sprecarlo in qualche discoteca o per comperare qualche maglietta firmata, ma per
decidere finalmente loro almeno sul loro tempo libero!
Lui: - I ragazzi fino alla fine della scuola devono pensare a studiare e basta!
Lei: - Cosa vuol dire fino alla fine della scuola? I diciotto anni delle superiori? i ventidue previsti
dalla riforma della tua Moratti? I ventiquattro dell’Università? I ventotto dei Master? E questi
ragazzi quando incominciano a scrollarsi di dosso i genitori? L’alternanza scuola-lavoro per me è
tutta un’altra cosa: ha al centro i bisogni dei ragazzi, non gli interessi delle imprese!
Lui: - Ho capito, vado in bagno! Forse lì riuscirò a terminare il questionario!
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32 DOPO LO SCRUTINIO
Giovanni: - Sta arrivando quella di arte!
Laura: - Raga! Arriva “mamma Teresa”! Se le facciamo due domande sullo scrutinio ci va via l’ora!
Giovanni: Sei scema! Io preferisco spupazzarmi un’ora di arte che ascoltare le sue elucubrazioni
mielose da mamma mancata!
Prof. Teresa: - Buongiorno ragazzi, tutto bene?
Coro: - Sì, grazie prof; e lei come sta?
Prof. Teresa: - Ma, non so; ieri c’è stato lo scrutinio e dopo le cose che ho sentito sono un po’
angosciata.
Coro: - Che cosa ha sentito ieri?
Prof. Teresa: - Qualcuno si lamenta per la vostra indisciplina, le assenze numerose e chiede di
incominciare a non accettare in classe chi arriva in ritardo, a sospendere chi si rifiuta di eseguire una
consegna...a me sembrano esagerati! La gioventù deve essere un periodo della vita spensierato e
senza regole, da ricordare quando si è adulti e invece i giovani oggi vivono spesso con angoscia; io
sono contro la repressione e le pretese degli adulti incapaci di comprendere.
Giovanni: - Ma prof. applicazione delle regole e repressione non sono la stessa cosa. Vede io sono
convinto che creare sia un po’ come forzare i limiti, ma per farlo i limiti devono essere conosciuti,
devono esistere delle norme. Non c’è creatività senza barriere da infrangere.
Laura: -Abbiamo studiato Vigotskij; per spiegare cosa sia la creatività, ha fatto l’esempio della casa
con le gambe di gallina...è un modo di utilizzare i dati della realtà in modo insolito, trasgressivo;
però i limiti devono esserci, devono esistere degli ostacoli da oltrepassare, dei rituali da trasgredire!
Prof. Teresa: - Ma no, Laura, Giovanni, cosa dite?! Così la vita diventa fatica e sofferenza!
Laura: - Mio padre mi dice sempre che un’esistenza viva non è facile, ma dice anche che una vita
difficile è bella.
Piero: - Mio padre dice che anche trasgredire a volte è bene, ma le trasgressioni senza rischio di
sanzione non solo non servono, ma possono essere pericolose. Il rischio gratuito è sinonimo di
indifferenza.
Prof. Teresa: - E’ per questo che tu Piero sei sempre ombroso, diffidente, imprevedibile!
Piero: - E’ l’unico atteggiamento che mi permette di essere anticonformista e creativo.
Prof. Teresa: - Ma non puoi essere un po’ meno creativo e un po’ più disponibile?
Piero: - Una creatività moderata non esiste, è un ossimoro! Ecco cos’è la scuola: il tentativo di
mettere insieme capra e cavoli abbassando i limiti da una parte e pretendendo compromessi
avvilenti dall’altra.
Laura: - E’ vero, in fondo anche lei, prof, preferisce vederci un po’ piagnucolosi per poterci
coccolare, ma la nostra maturazione non passa attraverso la commiserazione o l’accattonaggio degli
affetti!
Prof. Teresa: - Ragazzi, voi dovrete affrontare la realtà esterna alla scuola, dovete apprendere per
inserirvi nel mondo del lavoro, dovete pensare a formarvi una famiglia. Dovete prepararvi un futuro
tranquillo, un futuro senza contrasti.
Laura: - Sì, un futuro rosa! Come nei romanzi di appendice! Per poi piangerti addosso per tutta la
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vita perché la realtà non corrisponde ai sogni... che poi sei costretta a prendere psicofarmaci
“appalla” contro la depressione!
Piero: - Bell’esempio che ci date voi insegnanti: parlate di futuro e poi voi vi lamentate sempre,
siete rancorosi, sembrate in perenne credito con il mondo!
Prof. Teresa: - Ragazzi, perché ve la prendete con me? Vi voglio così bene che farei i compiti per
voi, che vi promuoverei tutti subito!
Coro: - Prof, ma lei ci è o ci fa? Anche il suo pietismo non ci piace.
Giovanni: - Voi prof da una parte assumete atteggiamenti repressivi per scaricare su di noi, capri
espiatori, le colpe della società e da un’altra adottate atteggiamenti giustificatori fondati sui sensi di
colpa; ma esiste una terza possibilità? Siete in grado di considerarci degli individui capaci di
prenderci delle responsabilità?
53
33 DROGHE LEGGERE, DROGHE PESANTI
- Professore, c’è la nuova circolare sull’uso di sostanze stupefacenti.
- Grazie, la leggo ai ragazzi e poi gliela riporto; dunque: “In seguito alle nuove disposizioni relative
all’uso di sostanze stupefacenti di recente approvata dal parlamento, si fa presente che chi, nei locali
dell’istituto, venisse scoperto a far uso di sostanze allucinogene, siano esse classificate pesanti siano
esse considerate leggere, verrà immediatamente sospeso dalle lezioni e consegnato alle Forze
dell’Ordine previa denuncia all’autorità giudiziaria”.
- Buuu! Che stronzata! Ma pensa te sti bburini!
- Ragazzi, un po’ di contegno; le decisioni del parlamento hanno una loro ragion d’essere!
- Ma quale ragion d’essere, prof., quelli si stanno preparando per le prossime elezioni; si strafanno
di alcol e farmaci tutte le sere e poi vengono a rompere le palle a noi per una canna che non ha mai
fatto male a nessuno!
- Ragazzi, vi prego, adottate un linguaggio più consono. In ogni caso l’uso di droghe, anche quelle
che non causano dipendenza fisica, è sbagliato.
- Prof., fa più male alla salute una grappa che una canna, è provato scientificamente!
- Il problema non è questo ragazzi: fumare uno spinello...
- Prof., cos’è lo spinello?
- E’ quello che voi chiamate “canna”; dicevo, che fumare una canna è un modo di fuggire dalla
realtà, di isolarsi...è come la masturbazione, la ricerca del piacere fine a se stesso e quindi è
condannabile anche dal punto di vista morale
- Prof., non è vero: noi le canne ce le facciamo in compagnia, la canna ci disinibisce, ci fa sentire
più naturali, ci aiuta a star bene insieme!
- In ogni caso dimostrate di aver bisogno di un aiuto per apparire quello che siete realmente, per
togliervi la maschera. La canna per voi è come una protesi!
- Prof., ammesso e non concesso che lei abbia ragione, cosa fanno, d’ora in poi arresteranno tutti
quelli che vanno in giro con le grucce o sulla sedia a rotelle?
- Ragazzi, non avete capito: lo spino, cioè, la canna vi pone in una situazione di dipendenza
psicologica dalla quale è poi difficile uscire!
- Prof., da questo punto di vista quella di matematica è dipendente dai dolci, ma nessuno la arresta.
- Alessandro non fare lo spiritoso, il tuo ragionamento è fuori luogo.
- No prof., anche la scusa che la canna fa male (cosa non dimostrata scientificamente) non è una
ragione sufficiente per proibirla perché altrimenti la polizia potrebbe arrivare a casa sua una sera e
arrestarla perché la fetta di salame che sta mangiando supera la percentuale di grassi ritenuta
pericolosa per la salute, oppure perché sta bevendo il vino che, quello sì, dà dipendenza fisica!
- Ma un bicchiere di vino a pasto non ha mai fatto male, anzi..
- Sì la scuola medica siciliana lo ha sempre consigliato come coadiuvante della digestione...
- Vedo che siete informati, ragazzi. Comunque fate come volete. Siete polemici contro qualsiasi
cosa decidano le autorità e questo atteggiamento mi infastidisce. In ogni caso per me insegnare in un
istituto come il nostro o al Beccaria, quando vi avranno arrestato tutti, non fa differenza.
- Prof., la campanella.
54
–
Oh finalmente! Dopo un’ora così stressante, ci vuole proprio un buon caffè con sigaretta acclusa.
34 ASSEMBLEA IN ORARIO DI LAVORO
R.S.U.: - Possiamo cominciare? Non siamo molti, ma il tempo a disposizione è limitato per cui
introduco velocemente il tema previsto dall’ordine del giorno, cioè la “Riforma Moratti”, per poi
aprire la discussione. Come sapete tutti i Decreti attuativi delle riforma per le superiori sono già
pronti e c’è il rischio che vengano emanati anche se la discussione con le organizzazioni sindacali
non è, di fatto, ancora iniziata. La collega di Diritto ha partecipato ad una riunione di coordinamento
nazionale di tutti gli istituti come il nostro per capire quale sarà la nostra sorte, o meglio per capire
se una scuola come la nostra, composta di un indirizzo professionalizzante e di uno linguistico,
verrà trasformata in Liceo o verrà inclusa nella formazione professionale ed affidata alla regione. Io
non sarei ottimista, secondo me è reale il pericolo di finire accorpati agli istituti professionali per
l’avviamento al lavoro.
Diritto: - Io non sono pessimista, nella riunione a cui ho partecipato, il sottosegretario ha lasciato
ben sperare nella possibilità di un innalzamento al rango dei licei. Come impianto didattico, come
strutture tecnologiche e come formazione sul campo, non abbiamo nulla da invidiare ai licei...e in
ogni caso il sottosegretario ci ha detto che anche sua moglie insegna in una scuola come la nostra!
Francese: -L’idea di essere declassata nei ranghi della Regione, dopo tutto il lavoro che abbiamo
fatto per qualificare il nostro Istituto, mi fa paura. Dobbiamo fare come hanno fatto nelle elementari,
dobbiamo mobilitarci tutti contro la Moratti.
Filosofia: -Scusate, il mio intervento può apparire provocatorio, ma se accettiamo questo livello di
discussione vuol dire che la riforma l’abbiamo già accettata! E’ così?
....
Filosofia: - Non volevo troncare la discussione, anzi, volevo ravvivarla partendo da altre premesse,
altrimenti rischiamo di innescare una guerra tra poveri a tutto vantaggio di chi questa riforma la
vuole!
Lettere: - “Ed alle offese dell’uom armar la destra, e laccio porre al vicino ed inciampo, stolto crede
così qual fora in campo cinto d’oste contraria, in sul più vivo incalzar degli assalti, gl’inimici
obliando, acerbe gare imprender con gli amici, e sparger fuga e fulminar col brando infra propri
guerrieri.”
Geografia: -Senza scomodare Leopardi, mi sembra che i colleghi abbiano ragione! Dobbiamo prima
di tutto capire quali sono gli obiettivi di questo governo di destra e poi dobbiamo individuare quale
programma di riforma ci interessa. Per esempio la riforma mette al centro gli studenti? Le assenze
numerose in tutte le quinte classi sono indicative di un disagio? La riforma affronta il problema? Le
passerelle di passaggio tra un ordine di scuola e l’altro sono veramente praticabili o sono delle
menzogne? Come può un ragazzo al terzo anno del professionale inserirsi in un liceo se non ha
studiato filosofia e storia dell’arte, se non ha seguito un corso strutturato di letteratura, ma ha
conosciuto solo qualche autore, se in matematica è lontano anni luce da quanto viene svolto in un
liceo?
Matematica: -Ma a questi problemi non rispondeva nemmeno la Riforma Berlinguer! Il biennio era
unico solo per definizione e le passerelle senza supporti e corsi di preparazione non servono a nulla!
55
Lettere: -Anche la centralità degli studenti è una farsa dell’una e dell’altra riforma. Nessuno si è
posto il problema di verificare da cosa sono provocate le angosce degli studenti, nessuno si è posto
il problema di capire perché si verifica in tutte le scuole, di ogni ordine e grado, un drammatico
crollo delle motivazioni!
Inglese: -E poi c’è il problema del valore legale del titolo di studio! Siamo d’accordo che le
commissioni di esame siano interne? Che le certificazioni vengano assegnate da commissioni che
prevedono la partecipazione di rappresentanti delle organizzazioni imprenditoriali? Siamo
d’accordo poi con l’alternanza scuola-lavoro? Gli stage che propone il Ministro a me non sembrano
finalizzati all’acquisizione di competenze professionali, ma ad insegnare agli studenti cos’è la
“gerarchia aziendale” o la “disciplina sul luogo di lavoro”.
Filosofia: -Forse è il caso che le R.S.U. su questi temi si impegnino a raccogliere del materiale e a
promuovere momenti di riflessione in aggiunta a quello assemblea re che se mai dovrebbe seguire il
lavoro per piccoli gruppi sui singoli temi.
R.S.U.: -Certo, avete ragione, ma ora dobbiamo liberare l’aula e tornare in classe perché il tempo a
disposizione è terminato e come al solito il punto all’ordine del giorno relativo alle condizioni d
lavoro del personale A.T.A. non può essere discusso e viene rimandato alla prossima assemblea.
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35 A CENA OVVERO DELLA RIFORMA
Lui: - Per favore, Luigi, passami un cucchiaio.Lei: - Allora sono dieci le aree dell’istruzione professionale!: agricoltura, tessile, meccanica,
chimica, grafica, elettronica, edile, turistica, aziendale e sanitaria.
Lui: - E tu cosa ne sai?! Carlo, l’RSU, a scuola ha cercato in internet tutta la mattina e non è riuscito
a trovare né le aree né le altre notizie sulle scelte del ministro e tu te ne esci bella bella con l’elenco
completo!Lei: - L’ho letto su Donna moderna dal parrucchiere...un articolo su due facciate zeppo di
indiscrezioni e di anticipazioni. L’articolo sembrava scritto da un sottosegretario.
Figlio: - Non siete nemmeno in grado di conoscere le informazioni sulla riforma che vi sta cadendo
sulla testa! Siete proprio una categoria di inetti!Lui: - Ti pensa ai tuoi collettivi che non sanno fare altro che autogestioni per saltare le lezioni!Figlio: - Sei monotono pà! Sempre le stesse battute senza senso! Piuttosto, se fossi in te, mi
preoccuperei: visto che insegni una materia tecnica, con le proposte della Moratti rischi di finire
sotto la Regione.
Lui: - Oh, siamo in Lombardia, mica siamo in Calabria. L’unica cosa che si rischia qui al Nord è di
avere un aumento di stipendio. Con la Devolution le tasse non le mandiamo più a Roma, restano in
zona e si possono pagare di più gli insegnanti.Figlio: - Bella soddisfazione! Ti fanno una scuola di “serie A” e una di “serie B”, ti cacciano in una
scuola professionale regionale, ti declassano ad insegnante di materie pratiche e tu sei contento?
Non sei nemmeno sicuro che con il cambio di carriera non ti rivedano in peggio anche lo stipendio!
Lui: - Ma cosa stai dicendo...” com’è che dite voi? “Non sai niente epparli”. Insegnare materie
professionalizzanti è fondamentale!Figlio: - Certo, invece di utilizzare il metodo dimostrativo e strumenti teorici, proporrai ai tuoi
studenti un corso matematica pratica con l’uso di bastoncini e pezzi di cartoncino; invece di usare il
binario astratto-concreto per fornire strumenti intellettuali utili per risolvere problemi ti ridurrai a
proporre semplici istruzioni con un certo numero di soluzioni già pronte da acquisire
meccanicamente.Lui: - Scusa, Luigi, chi ti ha messo in testa tutte queste fesserie? Non bastava un insegnante di
lettere comunista, adesso anche quello di matematica si mette a fare il bolscevico?Figlio: - Ma cosa stai dicendo? Qui si tratta solo di buon senso! La scuola si sta
deconcettualizzando, gli insegnamenti scientifici si stanno trasformando in senso prescrittivo, il
sapere viene trasmesso in pillole della grandezza massima di una videata di computer e trasformato
in figure con brevi didascalie.Lui: - Cosa hai da dire delle immagini...le mappe concettuali sono utilissime per apprendere!Figlio: - Certo, se le costruiscono gli studenti, ma oggi i libri di testo fanno a gara a risolvere tutti i
problemi: i testi sono già sottolineati, per ogni paragrafo c’è la sintesi a lato in stile nominale, alla
fine del capitolo c’è il riassunto, gli interventi critici e i testi storiografici vengono rappresentati
graficamente, la linea del tempo è già fatta e viene proposta all’inizio di ogni capitolo, l’apparato
iconografico è ridondante, in allegato ci sono tesine su singoli temi e se il libro non basta ci sono
fascicoli con bibliografie ragionate già pronte da imparare a memoria, eserciziari basati sul verofalso, percorsi interdisciplinari preconfezionati, eccetera, eccetera.57
Lui: - Non ho capito! Se il libro ti risolve il problema non è un bene? Impari più velocemente!Figlio: - Sì, è quello che vuole la Moratti: imparare a memoria una serie di istruzioni per l’uso per
prepararsi ad un futuro di esecutori e di consumatori passivi!
Lui: - Sei il solito fazioso; pur di andare contro il governo ti metti anche a fare l’intellettuale! Ma
cosa credi che la tua riforma “Berlinguer” fosse meglio?
Figlio: - Non ho mai detto che andassero bene le proposte di Berlinguer. Sia lui che la Moratti si
sono guardati bene dal consultare l’utenza. A noi studenti la scuola sta stretta, soprattutto dopo i
sedici anni, con l’inizio del triennio, ma nessuno ha tentato di capire cosa non va e di fare proposte
concrete.Lui: - Ma cosa dici?! Prima di parlare gli studenti devono incominciare a venire a scuola invece di
fare decine di assenze per quadrimestre; devono imparare a conquistarsi la cultura con il sudore
della fronte!Figlio: - Intanto le assenze sono lì a dimostrare che la scuola così come è non va bene; le assenze
dimostrano che un disagio gli studenti lo vivono e poi chi ha detto che l’acquisizione di una
preparazione intellettuale debba per forza essere faticosa e noiosa? Studiare può essere piacevole e
creativo!Lui: - Ue, bel fiö! Dal paradiso terrestre ci hanno cacciato già da un pezzo!
Figlio: - Pà, per favore non ricominciare con le solite battute; se non sai cosa rispondere e non vuoi
darmi ragione, puoi anche cambiare argomento! Non te lo ha detto il dottore di sparare stupidate!
58
36 INVESTIMENTI IMMOBILIARI
Clara: - A che ora entri questa mattina? Non sei in ritardo?
Andrea: - Non preoccuparti, entro in terza ora; ormai dovresti saperlo che il Mercoledì ho poche
ore.
Clara: - Oh che bello! Allora mi puoi dare un passaggio in macchina fino alla metropolitana; a
quest’ora ormai il pullman l’ho perso! Ma cosa stai leggendo così avidamente!?
Andrea: - Sono listini immobiliari...sai, stavo pensando che adesso che abbiamo finito di pagare il
mutuo della casa e che siamo ancora abituati a fare sacrifici, varrebbe la pena di fare un altro
investimento.
Clara: - Ma Mimmo dice che la casa non è una merce, che non deve essere considerata un bene di
investimento! Ti ricordi quando abbiamo comperato questa casa che prezzo abbiamo pagato al
metro quadro? Tutta colpa di chi specula sul mattone che costringe la gente che ha bisogno di un
alloggio a svenarsi per tutta la vita con dei mutui da capogiro.
Andrea: D’accordo però da quando abbiamo comperato questo appartamento i prezzi sono lievitati
ancora e quella che ci sembrava una pazzia si è rivelata un ottimo investimento!
Clara: - Ma quale investimento! E’ vero che la casa, vent’anni fa l’abbiamo pagata ottanta milioni e
oggi a venderla potremmo ricavarne almeno duecentocinquanta, ma poi saresti costretto a
comperarne un’altra allo stesso prezzo di questa. Con il mito della casa in proprietà si sono bevuti
tutti i nostri risparmi per vent’anni!
Andrea: - Va bene, ma se la prima casa non è un investimento, la seconda casa lo è, eccome!
Clara: - A parte il fatto che io sono un po’ stanca di tirare la cinghia per pagare mutui, ma poi,
quando hai comperato un’altra casa cosa fai? La tieni vuota? Ti metti anche tu a speculare sulla
pelle di chi cerca un alloggio?
Andrea: - Cosa ci sarebbe di male, lo fanno in tanti...e poi potremmo affittarla; oggi per un
monolocale, solo di affitto chiedono cinquecento euro al mese. Con il mio misero stipendio di
insegnante e il tuo di contabile sarebbe un arrotondamento interessante!
Clara: - Caro, non ti avevo ancora conosciuto da questo punto di vista. Così tu vorresti comperare
un immobile, metterci dentro magari tre famiglie di immigrati perché una sola non è in grado di
pagare l’affitto e in questo modo pagarti il mutuo! La casa la pagano loro, ma alla fine la proprietà è
tua! Come tutti gli aguzzini che si rispettano!
Andrea: - La solita estremista, lo fanno tutti non capisco perché non dovremmo farlo noi. E poi che
investimenti vuoi fare? I Bot non danno più quasi niente, in banca il saldo tra interessi e spese è
sempre negativo, comprare azioni dopo la Cirio e la Parmalat è un rischio...non rimane che il
mattone.
Clara: - E poi cosa fai se gli inquilini non sono più in grado di pagare l’affitto? Prendi un avvocato e
li sbatti in strada? Così poi, oltre a rimetterci i soldi ti rimane sulla coscienza la disperazione delle
famiglie che hai sfrattato?
Andrea: - Ma se non pensiamo a salvare i nostri risparmi, domani ci verranno i rimorsi per non aver
fatto le scelte giuste! Mi sono appena arrivati gli arretrati per il passaggio di ruolo di cinque anni e
cosa devo fare? Metterli in banca per vederli sparire, come valore, nel giro di un paio di anni?
Clara: - E allora fatteli rubare subito! Hai visto i prezzi degli appartamenti? Leggi qui: “Sottotetto
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ristrutturato, quinto piano senza ascensore, quaranta metri quadri, all’estrema periferia di un paese
della cintura di Milano, 95.000 euro più tasse, notaio, provvigione del 3% all’agenzia...
Andrea: - Ma scusa, tu non hai detto che sei in ritardi per il lavoro?
Clara: - Oddio! Ecco cosa succede a darti retta! Guarda che ore sono!!
Andrea: (Come sempre la colpa è mia) Dai sbrigati che ti accompagno alla Metrò!
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37 RIORDINANDO LA LIBRERIA
Finalmente una domenica tranquilla in casa...nemmeno durante le vacanze sono riuscito a riordinare
la libreria...c’è una confusione tremenda e non riesco più a trovare quello che cerco...soprattutto
quando ho urgenza...guarda qui i saggi storici...cacciati un po’ dappertutto...e poi i fascicoletti di
appunti e ritagli messi alla rinfusa sono introvabili...ecco questo per esempio...ma cos’è... “Se si
considera che la piccola borghesia è spezzettata in tanti gruppi e che non pochi di questi sono
costituiti in misura notevole di individui famelici, servili e culturalmente rozzi (da quelli che
chiamerei i topi nel formaggio) si comprende perché nella nostra vita pubblica siano così diffuse
certe pratiche non di rado sgradevoli e perfino ripugnanti...” sembrano passi tratti da una rivista di
attualità politica...chissà perché li ho raccolti...”L’instabilità politica e la superficialità culturale che
caratterizzano numerosi strati della piccola borghesia, insieme con l’acuto desiderio di sfuggire ad
una vita mediocre e squallida e di “emergere” ad ogni costo, possono contribuire a spiegare i salti
acrobatici compiuti da certi individui dall’estrema sinistra all’estrema destra (molto raramente nella
direzione opposta): uno dei più noti campioni di questo genere di salti è, nella nostra storia, Benito
Mussolini...” No, no, deve essere una raccolta di testi storiografici...devo ricordarmi di sistemare il
fascicolo nel reparto dei saggi di storia...”Per ottenere il “consenso” e la lealtà dei ceti piccoloborghesi verso il così detto “sistema” e, possibilmente, per mantenerli in uno stato di
subordinazione, in una parola per rafforzare e allargare le propensioni conservatrici di quei ceti, la
classe dominante tende, da un lato a facilitare moderatamente la mobilità ascendente e dall’altro a
utilizzare le diverse istituzioni...” Deve essere un volantino, di quelli che distribuivano in università,
che se non lo prendevi ti dicevano: “Guarda che non scotta” e ti guardavano male e allora facevi
finta di leggerlo..., ma come è finito qui in mezzo! “Non si tratta di un programma razionalmente
elaborato e consapevolmente perseguito dalla classe dominante; si tratta piuttosto di un processo
che viene alimentato in modo quasi automatico...che è analogo a quello che è alle origine delle
“istituzioni” (magistratura, scuola, esercito, polizia ed altre), che costituiscono l’area sociale dove
tipicamente opera la piccola borghesia impiegatizia del settore pubblico.” Accidenti, non sarà per
caso un documento delle B.R.!?... senti i termini che utilizza...”Per altri strati della piccola
borghesia specialmente nel settore pubblico, si è avuta invece una proletarizzazione...che può
spingerli, per un desiderio di rivalsa e di differenziazione sociale, non verso posizioni sindacali e
politiche di sinistra, ma, proprio al contrario, verso posizioni di destra o di estrema destra” Ma è
possibile che questo foglio non sia firmato...ah! continua ancora...”L’instabilità politica della
piccola borghesia ha rilevanti conseguenze: quando, in periodi di crisi, ampi strati di questa quasi
classe si alleano con i gruppi dominanti della grande borghesia, il paese corre il rischio del
fascismo.” Visto che non ne vengo a capo, adesso strappo e butto tutto! Aspetta, aspetta...ecco
cos’è: tratto da Sylos Labini “Saggio sulle classi sociali” tascabili Laterza 1988. Ma guarda un po’,
Sylos Labini ai tempi passava per un moderato...ne è passata di acqua sotto i ponti!...Comunque
avevano ragione a prendersela con questo sociologo da strapazzo! Senti quante stupidate è riuscito a
scrivere in un saggio solo. Senti cosa scrive ancora! “...considerata la comparsa di strati nuovi di
intellettuali e di tecnici, oggi le spinte di tipo fascista sono ben diverse da quelle del primo
dopoguerra. Ma le varietà del fascismo -è triste riconoscerlo- sono molteplici...esiste pur sempre il
pericolo di un peggioramento della situazione economica e di un aumento delle tensioni sociali,
tensioni che potrebbero venire aggravate da errori di tattica e di strategia dei sindacati e dei partiti di
sinistra.” Cose da matti! E’ un po’ che non sento parlare di questo imbecille. Mi ha fatto prendere
un colpo...e mi ha fatto perdere un sacco di tempo! Piccolo borghese e fascista sarà lui! Io sono un
intellettuale cosciente del mio ruolo culturale e sociale...sono i governanti che non hanno ancora
capito l’importanza degli insegnanti!
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38 ERMENEUTICA
Sulla base delle ultime teorie, l’insegnamento della letteratura deve essere basato non più sulla
centralità del testo, ma sull’ermeneutica cioè sulla centralità della lettura, intesa come esperienza
vitale e partecipazione interpretante. Sulla base di questo principio oggi svolgeremo un esercizio, un
po’ schematico, ma divertente ed interessante.
Prenderemo un brano dal libro di letteratura sulla cavalleria medioevale (Baldi, Giusso “Dal testo
alla storia e dalla storia al testo” - Paravia) e lo riscriveremo cambiando i termini relativi alle classi
sociali (ceto medio intellettuale al posto di cavalleria; imprenditori al posto di nobiltà; cultura al
posto di imprese eroiche; incarichi culturali al posto di terre) e aggiusteremo il testo cambiando il
minimo indispensabile.
“Della cavalleria vennero a far parte i figli cadetti dell’antica classe nobiliare ... ma almeno i tre
quarti della cavalleria erano costituiti da gente nuova, proveniente dal rango dei ministeriales:
amministratori e castaldi, sovintendenti di corte, membri del seguito, scudieri, staffieri. Per gran
parte costoro erano di origine servile. I grandi feudatari, dal secono XI, si indussero a concedere al
nuovo ceto militare le terre superflue... Questa ascesa dei ministeriales al livello della nobiltà è un
segno eloquente di un inizio di mobilità nella struttura sociale del feudalesimo... Però, alla fine del
XII secolo, il nuovo ceto cavalleresco comincia a diventare un ceto chiuso: l’accesso alla nobiltà
viene di nuovo sbarrato e possono divenire cavalieri solo filgi di cavalieri... E’ per opera di questo
ceto che si forma l’ideale cavalleresco: sono i cavalieri che divengono gli interpreti più consapevoli
e intransigenti della visione della vita e dell’etica feudale... Questo fatto non deve meravigliare: è
consueto che i nuovi membri di un ceto privilegiato siano quelli che ne propugnano con più rigore i
principi. Infatti è proprio il senso di inferiorità che spinge i membri della nuova classe feudale ad
inasprire i presupposti morali dei propri privilegi, per compensare la propria debolezza. “Là dove il
nobile di antica schiatta agisce quasi per istinto e con perfetta naturalezza, il cavaliere scorge un
compito speciale, una difficoltà, l’occasione di un atto eroico e la necessità di far forza su se
stesso...Ed anche là dove il gran signore non si cura minimamente di distinguersi dagli altri, il
cavaliere esige dai membri della sua classe che si distinguano a ogni costo dai comuni mortali...
Tale zelo è solo indizio di un’incertezza e di una debolezza che l’antica nobiltà non conosce”
(Hauser). Nasce così, per opera della cavalleria, un’autorappresentazione idealizzata ed eroica della
nobiltà feudale... Un altro principio fondamentale proposto dalla visione cavalleresca è che la vera
nobiltà è quella intima, dell’animo, non quella esteriore, della nascita e del tenore di vita: è la
concezione tipica di chi è entrato a far parte di un ceto privilegiato provenendo dal basso, e tende ad
esaltare le doti della persona al di sopra di quelle ereditarie.”
Versione ricontestualizzata:
“Del ceto medio intellettuale vennero a far parte i figli inetti dell’antica classe imprenditoriale ... ma
almeno i tre quarti erano costituiti da gente nuova, proveniente dal rango dei ministeriales:
amministratori, sovintendenti, portaborse, insegnanti, scribacchini. Per gran parte costoro erano di
origine servile. I grandi borghesi, dallinizio del secono XX, si indussero a concedere al nuovo ceto
prestigiosi incarichi di tipo culturale ... Questa ascesa dei ministeriales al livello della grande
borghesia è un segno eloquente di un inizio di mobilità nella struttura sociale del capitalismo... Però,
alla fine del XX secolo, il nuovo ceto medio intellettuale comincia a diventare un ceto chiuso:
l’accesso alla classe alto borghese viene di nuovo sbarrato e possono divenire intellettuali solo figli
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di intellettuali... E’ per opera di questo ceto che si forma l’ideale borghese: sono i ceti medi
intellettuali che divengono gli interpreti più consapevoli e intransigenti della visione della vita e
dell’etica borghese... Questo fatto non deve meravigliare: è consueto che i nuovi membri di un ceto
privilegiato siano quelli che ne propugnano con più rigore i principi. Infatti è proprio il senso di
inferiorità che spinge i membri della nuova classe ad inasprire i presupposti morali dei propri
privilegi, per compensare la propria debolezza. “Là dove il borghese di antica schiatta agisce quasi
per istinto e con perfetta naturalezza, l’appartenente al ceto medio scorge un compito speciale, una
difficoltà, l’occasione di un atto eroico e la necessità di far forza su se stesso...Ed anche là dove il
gran signore non si cura minimamente di distinguersi dagli altri, l’intellettuale esige dai membri
della sua classe che si distinguano a ogni costo dai comuni mortali... Tale zelo è solo indizio di
un’incertezza e di una debolezza che l’antica borghesia non conosce” (Hauser). Nasce così, per
opera della piccola borghesia intellettuale, un’autorappresentazione idealizzata ed eroica della
borghesia capitalistica... Un altro principio fondamentale proposto dalla visione piccolo borghese è
che la vera grandezza è quella intima, dell’animo, non quella esteriore, della nascita e del tenore di
vita: è la concezione tipica di chi è entrato a far parte di un ceto privilegiato provenendo dal basso, e
tende ad esaltare le doti della persona al di sopra di quelle ereditarie.”
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39 CLASSISMO
Carlo: - Chissà quando ripareranno l’ascensore...dicono che salire e scendere le scale faccia bene al
cuore, ma raggiungere il sesto piano è un impegno fisico non indifferente, soprattutto se sei costretto
a spostare su e giù per i piani anche una decina di chili di pancia!
Aristogitone: - E’ tutta colpa di quell’incompetente del preside ...iscritto alla CGIL... invece di fare
polemica con la Moratti dovrebbe darsi da fare per far funzionare questo schifo di istituto.
Carlo: - Certo che tu hai un bel coraggio a difendere una riforma come quella della Moratti che
vuole due percorsi netti: licei e professionali.
Aristogitone: Perché, cosa c’è che non va?
Carlo; -Non credo che il problema del nostro sistema scolastico sia quello di incrementare il numero
di iscritti al settore tecnico.
Aristogitone: - Certo che è un problema la scelta delle superiori. Oggi tutti vogliono i figli laureati;
anche se sono zucche vuote devono fare il liceo, magari in sette o otto anni, ma il liceo...è di
manovalanza che abbiamo bisogno: un corso intenso metà scuola e metà lavoro e poi in fabbrica!
Carlo: - Guarda che anche in fabbrica, i datori di lavoro non vogliono operai capaci di svolgere solo
alcune operazioni; hanno bisogno di gente che sa adattarsi alle innovazioni. Il ciclo produttivo si
aggiorna con tempi più rapidi di quelli previsti dai corsi di studio. Anche la Confindustria ha detto
che questa riforma non va.
Aristogitone: - Intanto con la separazione netta tra i due canali si porterebbe un po’ d’ordine: i pochi
che hanno capacità e voglia di studiare sceglieranno le scuole di serie “A”, tutti gli altri andranno in
serie “B”
Carlo: Guarda che anche se fosse questa la scelta da fare, con questa riforma il governo rischia:
declassando l’istruzione professionale e passandola sotto le regioni non otterrà certo il rilancio delle
scuole di avviamento al lavoro!
Aristogitone: - Ma la Moratti ha in mente altre cose!
Carlo: - E cosa ha in mente?! Vuole fare come in Germania o in Spagna dove i ragazzi a undici anni
se, alla fine della prima media non raggiungono una buona media, sono costretti a scegliere il
percorso professionalizzante perché l’altro è precluso?
Aristogitone: - Be’, non sarebbe male come idea! Così imparerebbero a rigare dritto subito!
Carlo: - Credi veramente che sia questo che vuole la Moratti? Allora per assurdo si potrebbe pensare
che la Moratti, al di là dei risultati della riforma, ha in mente di forzare la separazione tra licei e
professionali facendo sparire gli istituti tecnici per affermare con più forza che la società è divisa in
classi! Farebbe la riforma solo per conquistare il consenso dei ceti medi più retrivi che pensano che
i diritti siano una invenzione dei comunisti e che pensano che la scuola e il lavoro per i ragazzi
debbano essere scelti sulla base del ceto sociale di provenienza!?
Aristogitone: - Perché no!... Tanto poi, se le famiglie dei ceti subalterni iscriveranno i figli al liceo,
ci penserà la selezione a riequilibrare i numeri.
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40 AL SUPERMERCATO
- Per favore mi cambia un euro in due da cinquanta centesimi per il carrello?
- Guardi che il carrello funziona anche con la moneta da un euro.
- Sì lo so, ma poi all’uscita devo lasciarlo a Mamadu, il senegalese che vende accendini fuori dal
negozio.
Cinquanta centesimi al giorno sono una miseria, ma un euro è troppo...non compro più il secondo
quotidiano e quello che risparmio lo dividiamo in due: una parte per recuperare l’inflazione e una
parte per quello che lava i vetri all’incrocio o per quello che staziona fisso davanti al negozio di
bricollage e che ogni volta mi vende un braccialetto brasiliano o per Mamadu che sistema il carrello
nella rastrelliera. Che tristezza dover camuffare un’elemosina! D’altra arte ha un bel dire il mio
amico brasiliano che bisogna rifiutare l’elemosina perché è umiliante per chi la riceve, lui si è
sistemato: ha un lavoro fisso, ha trovato una casa...ma quelli per strada...
Be’, prendiamo questo carrello e incominciamo...Peperoni...peperoni...eccoli...ma cazzo! 2,80 euro
al chilo i peperoni! Più di cinquemila lire! Dove siamo arrivati...no, no, facciamo a meno dei
peperoni...li comprerò quando scenderanno di prezzo. Vediamo l’insalata...cribbio 4 euro e rotti, tre
euro, l’unica insalata abbordabile è questa, la solita, un euro e 60. Lei, “la regiura” dice che non
sono tre etti di insalata a mandarci in rovina, ma un euro di qua e uno di là non va mica bene: un
paio di anni fa con duecentomila si faceva la spesa grossa, adesso nel borsellino bisogna metterci
almeno 150 euro!
Poi dicono che hanno sbagliato i conti, che anche l’Istat ha ammesso che l’inflazione è al 6%; altro
che 6% per la frutta e la verdura! Perché poi i prodotti da forno? Sono quasi raddoppiati di prezzo!
E’ vero che si può fare a meno dei biscotti, ma alla mattino se non mangi quelli cosa fai? Salti? Ti
fai due uova con la pancetta? Bah! E chi ci riesce a mangiare roba fritta appena alzati!
L’unica soluzione è prendere i biscotti “marca puzza” come dice “la regiura”...si spende come prima
e ci si accontenta della qualità più bassa! E sì perché gli aumenti dell’ultimo contratto non
recuperano l’inflazione e lo stipendio era già basso prima!
Con la carne è uguale...coniglio, tacchino, maiale...mucca pazza sì, mucca pazza no, ormai la carne
di vitello o vitellone la si lascia per le ricorrenze! E con il vino è lo stesso: bottiglie “indicazione
geografica tipica” invece che “denominazione di origine controllata”.
Però non posso nemmeno farmi vedere a spaccare la lira su tutto! E’ la fregatura di insegnare nel
quartiere dove abiti! Ti conoscono tutti e sai le figure se prendi i prodotti “prezzo discount”...nel
carrello si vede tutto...anche la spesa fa parte dello status simbol...un insegnante, un laureato, un
dottore in lettere non può fare certe magre.
- Buongiorno prof. come va?
Ecco appunto...-Ciao, io sto bene..., ma questa piccina è tua?
- Sì, è la seconda. Il primo ha già tre anni.
- Accidenti come passa il tempo... proprio carina, complimenti... tua madre come sta? Bene?
Salutamela.
Guardalo lì, ignorante come una capra, cacciato fuori dalle medie a calci nel sedere ed eccolo lì
vestito come un ministro, con il carrello pieno, tutti prodotti pubblicizzati alla TV... succube delle
mode come i par suo...meno sono acculturati e più sono preda del consumismo!
Un titolo di studio ha ancora un significato, per Diana!...ma i soldi per comperare tutto quel ben di
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dio dove li trova?
E io...che figura! Speriamo che non abbia visto la confezione-offerta della carte igienica...venti
rotoli tutti insieme per risparmiare due euro!...ma nel carrello ce l’ho solo io?! Quello lì, per
esempio, fa l’operaio, lo conosco...però la carta igienica l’ha comperata di marca!
Ma cosa sono diventato! Mi sto abbrutendo e non me ne accorgo! Torna subito indietro e rimetti giù
quell’offerta maledetta! Hai un immagine da difendere! Per forza poi in classe i ragazzini ti
mancano di rispetto, auto di dodici anni, vestiti dell’Oviesse, carta igienica in offerta... E’ un piano
inclinato che porta dritto dritto verso la proletarizzazione, il degrado, l’ignominia. Non sei un
operaio e nemmeno un impegato...c’è ancora una differenza tra un lavoratore dipendente e un
insegnante! Mettiti in coda alla cassa, ma datti un tono, non confonderti con la massa degli
avventori.
E anche questa sera un tranquillante per dormire...altrimenti “col quasi” che prendi sonno dopo
l’umiliazione subita!
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41 CONVEGNO SULLA MOTIVAZIONE AD APPRENDERE
Finalmente un convegno come si deve: sala lussuosa, accoglienza professionale, cartelletta con
blocco per gli appunti e penna, registrazione per rilascio certificato di partecipazione; certo, quando
si muove l’Assolombarda le cose hanno un altro sapore. Come tutte le iniziative che si rispettano
c’è il finanziamento dell’Unione Europea e del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale e
c’è l’apporto di una Cooperativa onlus.
La poltrona è proprio comoda, spero di non addormentarmi.
Oh finalmente si inizia! Quindici minuti accademici di ritardo...tutto perfetto; anche l’intervento
rituale del responsabile dell’associazione degli industriali, che non ha detto niente di fondamentale,
ma che era necessario per definire lo stile dell’iniziativa...e poi sapere che sono presenti cinquanta
presidi e ventisette funzionari della Pubblica Amministrazione è importante.
“...le difficoltà che si incontrano nel raggiungere buoni risultati scolastici non sono sempre dovute a
problemi cognitivi, a mancanza di competenze o a caratteristiche del contesto sociale, ma anche ad
aspetti del comportamento e della personalità dei soggetti...”
Ma chi è questo qui; ah ecco si chiama Dott. Montone... un nome indicativo; senti che sciocchezze
sta raccontando; se uno studente non rende a scuola è perché non studia...non cominceranno anche
qui a prendere le difese degli scansafatiche come fanno quelli di sinistra; sono venuto al convegno
perché sapevo che era organizzato da gente fidata..., tirem innanz...chi parla adesso? Ah l’Assessore
della Provincia...speriamo che le introduzioni non siano troppe altrimenti facciamo tardi per il
rinfresco...
“...le azioni della Provincia...la legge 1/99...il decreto legislativo 469/97...le Amministrazioni
Locali...i finanziamenti...abbiamo rinnovato...vorremmo coinvolgere...gli utenti dei servizi...il
nostro ruolo fondamentale...la nostra pubblicazione dello scorso anno...per scelta mia
personale...successo di richieste...ci stiamo già attrezzando... l’Assessorato che ho il pregio di
dirigere...monitoraggio dei diversi territori...opportunità occupazionali...per aiutare i nostri
allievi...la parte più bella del nostro lavoro.”
Be’, per essere un saluto della Provincia forse è stato un po’ troppo lungo...e poi alcuni passaggi mi
sembra di averli già ascoltati lo scorso anno all’altro convegno sull’imprenditorialità... ma, vediamo
chi parla adesso...Oh no! Anche il funzionario del Provveditorato e dopo di lui quello della
Regione...vado a farmi un caffè che, se mi va bene, è pure gratis...quando organizzano gli
imprenditori c’è da aspettarsi questo ed altro!
“...come diceva Alexander Pope: - Bisogna insegnare agli uomini avendo l’aria di non insegnare
affatto, proponendo loro cose che non sanno come se le avessero soltanto dimenticate -...”
Questa è una congiura! Si sono messi d’accordo per farmi incazzare! Sarebbe come dire che devo
fare finta di non essere un insegnante e magari gli studenti devono fare finta di non essere studenti;
ma questo lo stanno già facendo e con risultati disastrosi! E poi l’affermazione che le cose le sanno
già è una stupidata colossale; sono ignoranti ed è necessario che qualcuno glielo dica altrimenti si
montano la testa e non studiano!
“...Qualche volta la relazione è posta su basi come: - Tu devi fare questo, se lo vuoi fare lo fai,
altrimenti io vado avanti lo stesso -. Nessuno di noi è posto nelle migliori condizioni di spirito,
quando si accorge che l’altro può fare benissimo a meno di noi...nella nostra dotazione di partenza
c’è anche la capacità di corteggiare, girare attorno, esplorare, preparare un incontro pacifico con
l’altro...”
Questo è fuori di melone. Esci un attimo e al tavolo dei relatori invitano il primo demente che passa
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per strada! Quinto intervento...quindi è lo psicologo di turno! Ti pareva! Ci manca solo che mi
metta a corteggiare gli alunni...io sono un professionista serio...ho studiato anni e anni per
costruirmi il mio bagaglio di conoscenze e adesso in classe dovrei fare il giullare facendo finta di
non sapere nulla per correre dietro a quei fannulloni che non sanno fare altro che scaldare i banchi
da mane a sera?
“ ...i ragazzi molte volte vengono da ambienti, quello familiare in primo luogo, dove non c’è amore,
non c’è fascino, c’è violenza, c’è povertà materiale e morale. Per potermi interessare a qualcosa ho
bisogno di essere sviato da queste preoccupazioni. Sono queste pre-occupazioni che mi
impediscono di occuparmi d’altro...”
Eccolo, l’ho riconosciuto! La colpa è della famiglia, della società, mai degli studenti che non hanno
voglia di fare fatica! Lo conosco questo ritornello...Estremista! Ecco cos’è quel bellimbusto: un
estremista che vende sogni, come un diavolo ammaliatore; come avrà fatto ad intrufolarsi in un
convegno della Confindustria non riesco proprio ad immaginarmelo!
“...non è affatto scontato che l’incantamento della seduzione porti benefici ai sedotti: non è un caso
che il Maligno sia sempre stato presentato come un grande seduttore, il tentatore per
eccellenza...possiamo essere imbrogliati, plagiati, usati, ricattati, spinti a distruggere. Resta però il
fatto che tutto ciò che di bello e memorabile è avvenuto nella nostra esistenza, lo si deve al fascino
esercitato su di noi da esperienze di seduzione...”
Ma cosa dice! Apprendere significa faticare! Per crescere bisogna soffrire! La cultura è frutto di
sacrificio, di sudore e di sangue! Chi sopravvive ha diritto di fregiarsi del nome di intellettuale; gli
altri, secondo la legge di natura, devono rassegnarsi!
“...Riproduzione non vuol dire soltanto fare dei figli: vuol dire essere fertili. Quando siamo
insoddisfatti siamo tristi, “depressi”; in realtà proviamo una sensazione di infertilità...Penso che la
parola “fertilità” sia molto vicina alla parola “felicità”. E’ bello sapere che possiamo produrre
qualcosa, dove per “produrre” s’intende una ricetta di cucina, una buona relazione, un
arrangiamento musicale, qualunque cosa, ma produrre, generare, creare!...”
Basta! Non lo sopporto più e non sopporto più nemmeno che gli ha dato la possibilità di profferire
tante scempiaggini! Me ne vado...anche senza la certificazione di frequenza...vista l’ora, magari un
passaggio al buffè lo faccio..., ma poi a casa a fare cose serie...senza perdere altro tempo con queste
baggianate!
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42 IL LUNEDI MATTINA DAVANTI AL DISTRIBUTORE
AUTOMATICO
- Posso offrirti un caffè?
- Sì grazie Antonella, ne ho proprio bisogno! Lunedì è sempre dura riprendere, poi quest’anno che
ho il Sabato libero, con due giorni di interruzione, lo stacco è ancora più drastico.
- Non dirmelo; ieri poi è stata una giornata meravigliosa! Sono stata con Bruno a Como, alla mostra
su Mirò, una cosa meravigliosa!
- Ah sì ho letto sul Corriere... a Villa Olmo, vero?
- Sì, una mostra fantastica: non hanno raccolto solo le pitture, ma anche le litografie, le
sculture...insomma hanno presentato un quadro di insieme notevole.
- Anche a me piace Mirò, le sue visioni surreali...ti guardi qualche quadro e puoi fare a meno di
andare dallo psicanalista!
- A me piace moltissimo “Personaggi, uccelli, stella” dipinto nel 1978 che hanno utilizzato come
manifesto della mostra, è proprio una rappresentazione del subconscio.
- No, io non mi sono mossa da Milano, sono andata a vedermi, a Palazzo reale, “Il volto del
Settecento” me ne avevano tutti parlato così bene, ma alla fine sono rimasta delusa... Oh mi scusi, le
ho fatto male? La macchina del caffè è proprio appiccicata all’ascensore!
- Non si preoccupi professoressa, abbiamo quasi finito...ma cosa ci fate a questo ascensore? Questa
settimana è la terza volta che usciamo a ripararlo!
- Guardi, i ragazzi non si fanno problemi e lo usano anche per scendere, nonostante le circolari della
preside e poi, un ascensore unico per una scuola su sei piani...è in continuo movimento...
- Mimmo, passami la chiave del 14, quella a stella...che forse regolando il fermo la sistemiamo una
volta per tutte sta porta del...cavolo!
- Cosa stavamo dicendo? Ah sì della mostra a Palazzo reale; ho sentito che l’hanno messa in
promozione insieme al Poldi Pezzoli!
- Sì, prendi due e paghi uno!
- Uhe, Mimmo, mi sembra di essere davanti alla macchinetta del caffè quando siamo in ditta...solo
che lì parliamo di calcio, ci incazziamo sui rigori, tiriamo fuori le date delle partite storiche, qui
invece parlano di arte, di mostre...ma alla fine mi sembra un po’ la stessa cosa!
- Se togliessero le mostre e il calcio, operai e insegnanti non saprebbero più cosa dire il Lunedì
mattina; sarebbe un mondo senza relazioni sociali!
- A proposito hai visto il foglio appeso nella bacheca degli studenti?
- Quale? Questo qui di Gramsci?
- Sì, proprio quello...leggilo un po’.
- “...Bisogna disabituarsi e smettere di concepire la cultura come sapere enciclopedico, in cui
l’uomo non è visto se non sotto forma di recipiente da empire e stivare di dati empirici, di fatti bruti
e sconnessi che egli dovrà poi casellare nel suo cervello come nelle colonne di un dizionario per
poter poi in ogni occasione rispondere ai vari stimoli del mondo esterno. Questa forma di cultura è
veramente dannosa...serve solo a creare degli spostati, della gente che crede di essere superiore al
resto dell’umanità perché ha ammassato nella memoria una certa quantità di dati e di date, che
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snocciola ad ogni occasione per fare quasi una barriera fra sé e gli altri. Serve a creare quel certo
intellettualismo bolso e incolore che ha partorito tutta una caterva di presuntuosi e di vaneggiatori,
più deleteri per la vita sociale di quanto siano i microbi della tubercolosi o della sifilide per la
bellezza e la sanità fisica dei corpi.”
- Ci andava giù pesante il Gramsci!
- Senti ancora “...La cultura è una cosa ben diversa. E’ organizzazione, disciplina del proprio io
interiore, è presa di possesso della propria personalità, è conquista di coscienza superiore, per la
quale si riesce a comprendere il proprio valore storico, la propria funzione nella vita, i propri diritti
e i propri doveri. “
- Mi sa che questi studenti ne sanno di più dei loro insegnanti!
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43 COMMISSIONE SUI PROGETTI DI RIFORMA
- Finalmente ce l’abbiamo fatta; eccoci alla prima riunione della commissione sui progetti di
riforma! E’ stata dura convincere colleghi e preside della necessità di approfondire la conoscenza
dei due testi di riforma della scuola superiore...
- Dei due testi?
- Sì certo, tutti e due: quello della Moratti e quello di Berlinguer. Bene, io direi che la prima cosa da
fare sia quella di leggere le parti dei testi che ci interessano e di metterli a confronto; primo
argomento propongo che sia il rapporto con il mondo del lavoro.
- “...esercitazioni pratiche, esperienze formative e stages possono essere realizzati in Italia o
all’estero anche con brevi periodi di inserimento nelle realtà culturali, produttive, professionali e dei
servizi...”
- Be’, mi sembra che la Moratti non dica niente di sostanzialmente nuovo rispetto a quello che ci
hanno propinato negli ultimi anni!
- Hai ragione! Infatti non è la Moratti, ma l’art.4 della Legge 10 di Berlinguer... La Moratti al
proposito dice altre cose: “Nel secondo ciclo, esercitazioni pratiche, esperienze formative e stage
realizzati in Italia o all’estero anche con periodi di inserimento nelle realtà culturali, sociali,
produttive, professionali e dei servizi, sono riconosciuti con specifiche certificazioni”
- Ah, ho capito.
- Andiamo avanti “Il secondo ciclo, finalizzato alla crescita educativa, culturale e professionale dei
giovani attraverso il sapere, il fare e l’agire, e la riflessione critica su di essi, è finalizzato a
sviluppare l’autonoma capacità di giudizio e l’esercizio della responsabilità personale e sociale.”
- Vedi, è tutta un’altra cosa: la Moratti ha in mente il lavoro, la professione, il mercato, invece
Berlinguer parla di riflessione critica, di capacità di giudizio...
- Guarda che stavo leggendo dall’art. 2 della legge 53 della Moratti!
- Cosa fai, mi tendi i trabocchetti? Per favore, leggi la parte relativa alla trasformazione degli istituti
tecnici in licei!
- Quale, quella della Moratti o quella di Berlinguer?
- Perché ne parlano tutti e due?
- Certo! Il problema è il progressivo spostamento di iscrizioni dai tecnici ai licei per cui l’unica
soluzione è quella di trasformare una parte delle scuole di serie “B” in scuole di serie “A” ...e tutto è
risolto!
- Sentite questa: “Le aperture moderniste di prevalente importazione americana non godevano di
buona stampa in quel gruppo dirigente, in maggioranza figlio della cultura politica gramscianotogliattiano-crociana”
- Però la Moratti si è ben documentata! Mica male mettere insieme Croce con Gramsci, una bella
legnata alla sinistra!
- Ma cosa hai capito! E’ Berlinguer che critica il vecchio gruppo dirigente della sinistra sul suo
libretto “La scuola nuova”!
- Cosa vuoi dire, che non c’è differenza tra i due progetti? Lo sai che nel gruppo di lavoro
ministeriale di Berlinguer c’era il fior fiore degli intellettuali italiani?
- Se togli un paio di preti che la curia ha imposto alla Moratti, il gruppo di lavoro è ancora lo stesso!
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- Ma non dire sciocchezze! I documenti che sforna la Moratti sono di parte addirittura nel
vocabolario che utilizzano: mercato, efficienza, domanda, produttività e chi più ne ha più ne metta!
Già da qui si può capire dove vuole parare la riforma!
- Scusa, ma il POF chi l’ha inventato? Il Piano dell’Offerta Formativa c’era già quando hanno
nominato la Moratti! E se non ricordo male in alcune circolari di quegli anni si utilizzava addirittura
il termine “clienti” per indicare le famiglie degli studenti.
- Scusate, possiamo andare avanti? sentite cosa dice la Moratti “...è garantita la possibilità di passare
da un modulo all’altro anche di aree e di indirizzi diversi, mediante l’attivazione di apposite
iniziative didattiche e finalizzate all’acquisizione di una preparazione adeguata alla nuova scelta.”
- Ma cosa stai leggendo? Quella è la riforma di Berlinguer! La Moratti dice ben altre cose! “E’
assicurata e assistita la possibilità di cambiare indirizzo all’interno del sistema dei licei, nonché di
passare dal sistema dei licei al sistema dell’istruzione e della formazione professionale, e viceversa,
mediante apposite iniziative didattiche, finalizzate all’acquisizione di una preparazione adeguata
alla nuova scelta”
- Oggi non ne azzecco una, ma a me sembra che vendano fumo tutti e due. Anche oggi sono previste
le passerelle per spostarsi da un indirizzo ad un altro, ma quello che si è verificato fino ad oggi sono
quasi unicamente passaggi dai licei agli istituti tecnici o dagli istituti tecnici ai professionali; il
percorso inverso è solo teorico!
- Sentite cosa ho trovato! Cito dal libretto verde di Berlinguer: “ Resta il fatto che la costruzione di
un rapporto continuativo con le famiglie aggiunge altri aspetti alla varietà delle funzioni della scuola
e dell’insegnamento, alla loro complessità organizzativa. Tali realtà non possono più essere lasciate
al buon cuore di alcuni singoli soggetti, ma vanno invece affrontate e riconosciute
professionalmente ed economicamente. Si tratta di articolare funzioni diverse e affidarle a chi è
interessato a svolgerle...” Avete capito da dove nasce la figura del maestro-tutor?
- Se lo viene a sapere mia moglie che si è fatta plagiare da quelli della Rete-scuole e che da mesi
spara a zero sulla figura del tutor, manda a quel paese me, la riforma Berlinguer e i miei amici di
partito che di solito mi sostengono nelle discussioni!
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prof... ondamente turbati: le riflessioni dei