La Coop media soffre
i rischi d'impresa
}
Bilanci e prestiti sociali
delle 11 cooperative
medie sono messi
a dura prova
dalla crisi dei consumi
Pagine a cura di Adriano Melchior!
e Gianfranco Urslno
ziari si sono scrollati di dosso, ma
non del tutto, le pesanti svalutazioni latenti a fine 2011.
... DA PALERMO A MILANO...
Anche per le medie Coop, quindi, gli
ultimi anni stanno lasciando il segno. E quando capita che un'impresa giunga al capolinea, i bilanci si
adeguano velocemente passando,
come si dice in termini tecnici, da valutazioni espresse nella prospettiva
di continuità aziendale ai valori di realizzo della liquidazione. Come dimostra la vicenda della Coop 25 Aprile di Palermo che nel 2011 con un fatturato di 24 milioni ha contabilizzato una perdita di 11,4 milioni. Specchio delle difficoltà del settore sono
anche i bilanci delle 5 Coop che, a inizio del 2012, hanno dato vita a Coop
Vicinato Lombardia. I loro bilanci
2011 e 2010 chiudono tutti in perdita
d'esercizio, con l'incorporante (Coop Unione di Trezzo sull'Adda) che
nel biennio ha perso 3,7 milioni a
fronte di un patrimonio netto residuo di 12 e prestiti sociali per 41,5 milioni. Fra le quattro incorporate c'è
anche Coop Alto Milanese, con 13,6
milioni di raccolta da soci, di cui
PIUS24 si è occupato nell'inchiesta
pubblicata il 4 febbraio 2012.
H Sono 11 le sorelle minori delle
grandi Coop che utilizzano i prestiti
sociali per raccogliere da ornila soci
oltre 400 milioni di euro: una somma pari al 46% dell'attivo di bilancio
e al 58% delle vendite. A parte qualchebriciola, comunque, sembraproprio che l'alta finanza, quella che nelle maggiori Coop investe più del 10%
dei prestiti sociali in azioni Unìpol e
Mps, sia estranea alle scelte d'investimento delle Coop di medie dimensioni. In ogni caso, escludendo le partecipazioni in società immobiliari e
strumentali, anch'esse indirizzano
su strumenti finanziari il 65% della
raccolta investendo in titoli di Stato,
obbligazioni, fondi comuni e polizze
finanziarie.
Con oltre 300 punti vendita,
4.700 lavoratori e 475mila soci, le
"medie Coop" sono diffuse nel Nordest, ma anche in Lombardia, Emi- ...FINO A TRIESTE
lia Romagna e Toscana. Si è chiusa, Se poi ci spostiamo nel Nordest non
invece, nel-2012 con il subentro di è che le cose vadano meglio. Basta
Supercoop Sicilia, Sri controllata da
Coop Adriatica, la difficile esperienza siciliana delle Coop 25 Aprile e 1°
LA PRIMA E LA SECONDA
Maggio.
PUNTATA DELL'INCHIESTA
I RISCHI DELLA CRISI...
Calo dei consumi e aumento della
concorrenza hanno progressivamente diminuito la redditività e aumentato le difficoltà a stare sul mercato, come sintetizzano nella loro relazione gli amministratori di Coop
Cantica. I conti dell'anno 2012 sono
in chiusura, maben difficilmente saranno migliori dell'anno prima, che
ha visto 7 Coop su 11 chiudere in perdita la gestione commerciale, in molti casi bissando il risultato negativo
del 2010. Nel frattempo prosegue
l'erosione del patrimonio, non solo
per «perdite dichiarate, ma anche
per laìatente svalutazione degli avviamenti e, soprattutto, degli elevati
investimenti in immobili commerciali. Grazie alla ripresa delle quotazioni, invece, gli investimenti finan-
PLUS
Alle casse Coop
più finanza
che supermercato
CONSUMI «FINANZA.
Il 29 dicembre 2012 e il 12
gennaio 2013 Plus24 poneva
l'accento sull'impiego delle
risorse raccolte con j prestiti
sociali e le garanzie offerte
ai soci prestatori delle nove
grandi Coop.
guardare alla Coop Cooperative
Operaie di Trieste, Istria e Friuli
per registrare come nel biennio
2010-11 la gestione commerciale abbia prodotto perdite per complessivi
12,1 milioni di euro, coperte nei bilanci grazie alla contabilizzazione di
plusvalenze per 15 milioni su vendite di immobili ceduti internamente
a società partecipate al 100%. Una realtà, quella di Trieste, dove il prestito sociale dei i7mila soci ammonta a
161,2 milioni, a fronte di un patrimonio netto, a fine 2011, di 42 milioni
che scende, però, a 19,5 milioni nel
bilancio consolidato.
Se questo è lo scenario nel quale
operano le Coop, a maggior ragione
anche per i prestiti sociali vale il principio che non esistono investimenti
finanziari privi di rischio. Pertanto,
anche quando le Coop affermano
che il libretto è uno strumento semplice per mettere al sicuro i propri risparmi, lesoci prestatori dovrebbero
considerare che l'unica garanzia di
restituzione delle somme depositate
è rappresentata dalla solidità patrimoniale dellacooperativa. Infatti, solamente per i casi in cui la raccolta
sui libretti superi il triplo del patrimonio dellacooperativa, lanormativa prevede che debba essere fornita
ai soci la garanzia suppletiva di una
bancaperilrimborsodel30% del prestito sociale. È il caso, ad esempio, di
Cqpperative Operaie Trieste che per
il 2012, avendo registrato a fine 2011
un rapporto di3,94 (ma se si considerasse il patrimonio consolidato sarebbe di 8,2 e supererebbe anche il
limite massimo del quintuplo), ha in
essere con Banca Leonardo una fidejussione che garantisce i soci prestatori per 51 milioni (su 161 milioni
di prestito). Sennonché, per ottenere la fidejussione sui prestiti "sicuri"
la cooperativa ha dovuto mettere a
pegno 56,8 milioni di titoli. Così come ne ha messi a pegno altri 18 per
ottenere un'apertura di credito di 15
milioni, utilizzata per far fronte a ri-chieste di rimborso del prestito (diminuito di 19,3 milioni nel 2011), senza dover vendere titoli in situazioni
di mercato sfavorevoli.
© RIPRCDU7I0NF RISFRVATA
a
SU INTERNET
Il testo completo dell'intervista e il
dossier con le 3 puntate dell'inchiesta
www.ilsoie24ore.com/plus24
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