ANNO XLIX - N. 11-12 - NOvEMBRE-DICEMBRE 2015 - Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1. DCB Genova” Novembre-Dicembre 2015 | | 1 VITA E MARE NATALE TEMPO DI BUONI PROPOSITI Un augurio speciale L’IMMAGINE DI UN MONDO INVISIBILE a chi governa la nostra marineria Cari naviganti, soci e amici del Collegio, in qualità di presidente nazionale della nostra associazione, vorrei porgere a voi e alle vostre famiglie gli auguri di un Buon Natale e felice Anno nuovo! Si sta per chiudere un anno denso di attività per il nostro sodalizio e come da tradizione vi offrirò alcuni spunti per riflettere sul nostro impegno. Siamo l’Associazione professionale degli Ufficiali della Marina mercantile che in Italia fra i marittimi vanta il più alto numero di soci; siamo editori di un giornale unico che, nel suo piccolo, esiste da 50 anni. Il mio mandato è stato improntato da una precisa filosofia, caratterizzata dal dialogo a tutto campo, dalla convinzione che i problemi si possano risolvere con il confronto civile. Così è stato nel rilanciare l’idea di una laurea triennale per gli Ufficiali, là dove ho cercato di concertare i diversi protagonisti dello shipping, compresa l’Università, intorno a un progetto comune; allo stesso modo il mio approccio nei confronti del difficoltoso cammino dell’amministrazione italiana verso il rinnovo dei certificati IMO, cercando la coordinazione con Confitarma e la commissione manning di Federagenti. Il nostro spirito di piena collaborazione è stato recepito sia dal Comando generale delle Capitanerie di porto, sia dal ministero dei Trasporti. Proprio per questo il Collegio è stato voluto dal ministero come consulente al tavolo fra Italia e Francia per la canalizzazione del traffico marittimo lungo il tratto di mare fra i due Paesi. La canalizzazione infatti è stata chiesta dalla Francia dopo l’incidente della “Costa Concordia”per mettere in sicurezza un tratto molto battuto dal traffico mercantile e passeggeri. Il 7 ottobre scorso si è svolta un’istruttoria ministeriale sul progetto, cui io personalmente ho contribuito. Ora però si profila una vera giOvaNNi Lettich (segue a pag. 2) Il 90% di tutto viaggia per mare… ma per farlo capire ai nostri amministratori bisogna farci aiutare dalla NASA? Guardare la Terra dallo spazio ed elaborare immagini come queste? I puntini rappresentano le navi mercantili in viaggio in una giornata e senza di loro il mondo non potrebbe funzionare. Un giornalista inglese, dopo avere viaggiato a bordo di una portacontenitori da Felixstowe (Inghilterra) a Singapore, ha scritto: “Il trasporto merci rappresenta una rivo- romA tAce AncorA sul rinnovo dei certificAti imo un comAndAnte lAnciA l’AllArme A rischio i titoli professionali Attenzione ad abbassare di tutti i marittimi italiani il livello di insegnamento Una premessa: non è l’STCW ad avere creato confusione e incertezza tra i nostri marittimi italiani, ma un’amministrazione che negli anni invece di semplificare ha peggiorato e ingarbugliato la situazione. Il vero problema per i nostri marittimi è la legge del loro stesso Paese, discriminante rispetto a quanto applicato nel resto del mondo. Colpa della mancanza in Italia di un ministero della Marina mercantile che accentri le problematiche di un settore altrimenti sconosciuto ai più? Talvolta i ministeri e gli uffici nAufrAGAte le sperAnze nAte con l’intesA di febbrAio Lettera morta l’accordo per l’imbarco degli allievi Amarezza, disagio e un disincanto che si fa ogni giorno più incontenibile. Il presente degli allievi ufficiali diplomati ancora in attesa di un impiego è un enorme punto interrogativo senza ancora nessuno spiraglio di futuro all’orizzonte. Un presente che ogni giorno di più diventa la snervante attesa di un’opportunità per una generazione di studenti, che si sono conquistati sui banchi di scuola il diritto di reclamare per se stessi un avvenire professionale, quello del mare, divenuto via via fin troppo simile a un muro di gomma. Un muro di ostacoli, barriere e intralci che invece di provvedere all’inclusione delle giovani leve sembra adoperarsi luzione al pari dell’invenzione della stampa e di Internet, ma rimane quasi invisibile. Lontano dal controllo pubblico, in un sistema ancora poco chiaro di “bandiere ombra”. Un’industria invisibile, che funziona quale cardine della nostra economia, infatti trasporta il 90% degli abiti che indossiamo, del gas che bruciamo, delle auto su cui ci spostiamo e del cibo che mangiamo tutti i giorni.” Un’industria così non meriterebbe qualche attenzione in più? per respingerne gli sforzi o, peggio ancora, per ottenerne l’esclusione. Un primo segnale apprezzabile, se non addirittura il gesto risolutore, sembrava essere stato messo a segno a febbraio di quest’anno con la stipula a Roma del protocollo d’intesa tra Confitarma, Fedarlinea e organizzazioni sindacali del comparto. Un’intesa che sembrava avere individuato le misure e gli accorgimenti necessari per agevolare e incentivare l’imbarco degli allievi ufficiali, sottufficiali e comuni per tutti i 12 mesi indispensabili al conseguimento delle certificazioni previste dalle normative internazionali e dovute come All’interno TITOLI PROFESSIONALI: approfondimenti a pag. 12 INSEGNAMENTI AL NAUTICO: altri articoli a pag. 3 riconoscimento del periodo di formazione necessario per il passaggio di grado, superato il relativo esame. Accolto con grande risalto dalla stampa e in vigore dallo scorso 30 luglio, il protocollo d’intesa potrebbe pertanto già essere applicabile su tutte le navi battenti bandiera italiana nonché sulle navi di bandiera estera e dovrebbe costituire un sostegno tangibile per gli allievi italiani, in forza della normativa nazionale e dei relativi accordi sindacali di settore. Tuttavia, in concreto la misura non sembra aver portato a risultati apprezzabili, anzi sembra lecito poter affermare che il protocollo d’intesa è rimasto lettera morta. Eppure, presentato come una chiara e concreta manifestazione della volontà di favorire NicOLa siLeNti (segue a pag. 2) si contraddicono, le stesse Capitanerie non applicano in maniera sempre uniforme le direttive in tutte le loro sedi… ma questi soggetti, tra di loro, vanno d’accordo? Le responsabilità rimbalzano da uno all’altro, ma la realtà è che ora ci troviamo in una situazione di vera emergenza: il primo gennaio 2017 tutti i marittimi italiani rischieranno di non potere più lavorare, per decadenza dei titoli IMO, se il ministero dei Trasporti non interverrà con un Decreto chiaro a sanare la situazione. In sostanza non si sa ancora come e dove i marittimi potranno rinnovare i certificati; si sa solamente che dovranno farlo in tempistiche molto rapide, il che non sarà conveniente per nessuno, o quasi… perché sappiamo che già si affilano i coltelli per la formazione che ne seguirà (vista la deregulation italiana tutta rimessa ai privati, che di questo siamo sicuri sapranno approfittare ampiamente). Senza contare i danni che, l’applicazione nostrana della STCW, ha già provocato, mettendo a rischio e in taluni casi facendo perdere il lavoro agli italiani (vedi a pag 12). Ma come si è arrivati a questo punto? Come è stato possibile che una marineria tra le migliori al mondo, invidiata sia per bettiNa arcUri (segue a pag. 2) Mi chiamo Vincenzo Alcaras e sono comandante di navi da passeggeri con una esperienza pluriennale nel settore marittimo mondiale. Scrivo al Collegio Capitani in merito alla revisione classi di insegnamento materie professionali negli Istituti dei Trasporti e Logistica. In questi giorni è in via di approvazione al MIUR un decreto che, se non corretto, avrà conseguenze drammatiche sia sui laureati triennali & Magistrali di Scienze Nautiche ed Aeronautiche che sui diplomati dagli Istituti dei Trasporti e Logistica (Ex Istituti Nautici). La legge in vigore consente a chi in possesso di una laurea scientifica diversa, congiuntamente con il titolo professionale di Aspirante Capitano di Lungo Corso di poter insegnare negli Istituti di Trasporti e Logistica. Nella revisione di legge è prevista la sostituzione del titolo di Aspirante Capitano di Lungo Corso con il diploma dei Trasporti e Logistica (ex diploma Nautico), una proposta che a mio modo di vedere è inaccettabile. cmYn Da circa dieci anni sono al comando di transatlantici che trasportano più di seimila persone, e a mio modesto avviso, la qualità degli ufficiali è essenziale a garantire la sicurezza a bordo. Gli ufficiali Italiani a tal proposito si sono sempre distinti, garantendo maturità, senso del dovere e su tutti professionalità, tutto questo grazie ad una educazione scolastica conforme. Gli Insegnanti degli Istituti Nautici ad oggi provengono da un corso di laurea magistrale di Scienze e Tecnologie della Navigazione, presso UNIPARTHENOPE di Napoli: grazie alle loro conoscenze e competenze educative hanno consentito un riguardoso ricambio di ufficiali su navi mercantili invidiabile anche da nazioni come l’Inghilterra e gli Stati Uniti. L’approvazione definitiva della modifica comporterebbe un abbassamento del livello di competenze e conoscenze del corpo insegnante di Navigazione, Meteorologia, Manovra e Architettura Navale con conseguenze disastrose sugli com.te viNceNzO aLcaras (segue a pag. 2) 2 | | Novembre-Dicembre 2015 VITA E MARe Nel 2018 scatta l’era della navigazione elettronica Rendere familiare l’Ecdis non tocca solo agli ufficiali La data limite (2018) per dotare le navi dell’ ECDIS si sta avvicinando a grandi passi. A bordo la cartografia elettronica in parte la sta già facendo da padrone e quindi gli ufficiali (specie quelli più giovani) si sono adeguati o si stanno adeguando a questo cambiamento epocale. Il dubbio però, al momento, appare legittimo. Siamo proprio sicuri che il mondo marittimo nazionale abbia compreso a fondo questa rivoluzione “copernicana” dell’andar per mare? Certo non si disconosce che anche al tempo dell’adozione del radar ci fu una certa ritrosia da parte dei comandanti di allora ad usare quella nuova diavoleria elettronica. Ricordo ancora che al mio primo imbarco (1961 sic!) su una nave da passeggeri il comandante teneva il radar accuratamente chiuso a chiave e la meraviglia veniva usata sporadicamente e solo dal diretto interessato (guarda e non toccare niente era il primo degli standing orders a bordo). E’ proprio il caso di dire che di acqua sotto i ponti (di comando) ne è passata da allora ad oggi. Il radar (meglio ARPA) non è più un mistero svelato per pochi. L’insegnamento che per tali apparecchi si dà presso l’Ente Radar G.Marconi di Genova è quello di avvicinarsi a tali strumenti così come avviene per la guida di una comune automobile. L’importanza dell’interfaccia uomo-macchi- na deve essere improntata all’uso dell’apparecchiatura secondo quanto avviene comunemente guidando un mezzo passato per consegna: l’aggiustamento della posizione del sedile o dello specchietto retrovisore trovano analogia nell’aggiustamento quasi automatico dei parametri variabili di un ARPA quali scala, minimum safe, lunghezza dei vettori, ecc. A tanto siamo arrivati dopo quasi ottanta anni di uso del radar a bordo. Ma ecco che improvvisamente una nuova rivoluzione si profila . Le vecchie carte nautiche se ne devono andare in pensione ed al loro posto subentra la nuova “E Navigation” ECDIS con ENC ed RCS, Safety Contour, Depth Contour, Look.ahead, e chi più ne ha più ne metta, vengono a turbare i sonni del futuro navigante. Ma solo il navigante deve essere coinvolto in questo cambiamento epocale? Ufficialmente sì, ma anche le compagnie di navigazione, i centri di formazione, le ditte costruttrici e i fornitori di cartografia dovrebbero essere coinvolti come nuovi punti chiave nell’adozione di questo strumento. L’ultima circolare in ordine di tempo dell’IMO – la N° 1503 del 27/08/15, contraddistinta dal titolo IMO-ECDIS “Guidance for Good Practice”, elenca i seguenti punti principali: a - Adozione di carte elettroniche secondo SOLAS b - Mantenimento del software ECDIS c - Anomalie che si identificano tramite ECDIS d - Differenze tra RCDS (Raster Chart Display System) ed ECDIS e - Addestramento all’uso dell’ECDIS f - Transizione dalle carte tradizionali a quelle elettroniche g - Guida per l’addestramento e gli esami sull’uso dei simulatori ECDIS La premessa però a questi argomenti sottolinea che l’uso sicuro dell’ECDIS coinvolge, come già accennato, molti soggetti, tra i quali i più significativi sono, oltre ai marittimi, anche le ditte costruttrici, i produttori di carte, i providers per hardware e software, gli armatori e d i centri di addestramento. Tali soggetti, recita la circolare, devono averne un chiaro e soprattutto comune approccio, consci dei loro ruoli e delle loro responsabilità in relazione all’ECDIS stesso. Naturalmente è importante sottolineare che il documento non rinnega le pregresse normative, sebbene alcune circolari, ormai datate, siano state raggruppate o addirittura abolite. Il tutto fa quindi meditare sul fatto che l’argomento “carta elettronica” è in pieno sviluppo e che la dimestichezza con tali apparecchiature necessita vieppiù di continui aggiornamenti ed affinamenti. Per ultimo sottolineo una necessità sentita da parte dell’utenza che chiede un approccio meno complesso di quello attuale, specie per quanto attiene il corso di addestramento cosiddetto “generico”. Secondo chi scrive l’approccio al corso generico dovrebbe essere quanto più possibile rivolto alla filosofia dell’apparato ECDIS a prescindere dalla casa costruttrice, mentre è il corso denominato “type specific”, da tenersi direttamente sull’apparato di impiego, che dovrebbe fornire maggiori benefici nell’uso effettivo di un determinato apparato. Sarebbe forse troppo presuntuoso e anche di fantasia pretendere che le ditte costruttrici si adeguassero per quanto possibile ad un “common understanding”, evitando di assegnare agli apparati ogni tipo di funzione, tanto da evitare che nel futuro dell’ECDIS si possa intravedere la macchina munita anche di un distributore di caffè (ulteriore funzione oltre a tutte quelle già inserite) e denominare così“CAFECDIS” l’apparecchiatura per ottenere maggior successo commerciale e di pubblico ( con relativi introiti). Bando ai sarcasmi, credo che sia necessario fare un po’ più di chiarezza, onde evitare che gli innegabili benefici del navigare elettronicamente possano essere sommersi dalla marea di “optionals”. A Glasgow investono 66 milioni di sterline Un college per allievi ufficiali sul modello del vecchio Nautico Se si legge la prima pagina del “Telegraph- Nautilus” di dicembre, giornale quasi gemello di “Vita e Mare”, insieme a “Seaways” del Nautical Institute, si vede la Prima Ministra scozzese che inaugura la nuova scuola di Glasgow dove potranno essere ospitati diecimila studenti all’anno (scritto in lettere non ci sono equivoci) per fare i corsi lunghi tre anni o i corsi brevi tipo PSSR o Radar o ECDIS o Security, ecc. Si vede anche che non hanno lesinato sui simulatori ma, oltre a quelli che conosciamo e a quelli di Macchina, ci sono dieci officine perché, come il Nautico che fu, non solo di Logistica si nutre l’Ufficiale ma anche di disegno tecnico e di lima e tornio (olio di gomito compreso). Spesa totale: sessantasei milioni di Lire!!!! (sterline, of course) Oscar Longobardi Ieri e oggi, in viaggio con la Stella Maris Com.te Giorgio Pitacco dalla prima pagina - dalla prima pagina - dalla prima pagina- dalla prima pagina Un augurio speciale a chi governa la nostra marineria emergenza per il nostro personale navigante: mi chiedo cosa succederà dal primo gennaio 2017. Il problema, come ho già dichiarato nel corso di un’intervista all’Avvisatore Marittimo lo scorso 4 novembre, è la mancanza di un decreto attuativo da parte del ministero Infrastrutture e Trasporti che specifichi i requisiti richiesti per il rinnovo del certificato IMO oltre quella data. Di fronte al ritardo con cui l’Amministrazione italiana ha voluto affrontare la problemati- ca, mi domando se la flotta nazionale si troverà senza marittimi. Più volte ce lo siamo chiesti dalle pagine di questo giornale e la nostra preoccupazione ci ha portato anche a rivolgerci al ministero con una garbata lettera cui il Direttore Pujia ci ha risposto con solerzia… A fronte di tutta la nostra disponibilità e alla reciproca intesa, rimango sorpreso per l’ultima scelta da parte dell’Amministrazione: il 15 dicembre scorso infatti si è svolta una riunione consultiva sul decreto attuativo citato e a noi nessuno ha chiesto di esprimerci a tale riguardo. Dal tavolo di consultazione è stato così escluso il più numeroso soggetto di rappresentanza degli Ufficiali della marina mercantile. Mi domando se anche questa decisione non mostri una certa confusione da parte dell’Amministrazione: già arrivare in ritardo su un tema così importante che rischia di compromettere i lavoratori di un’intera flotta mi sembra azzardato, si aggiunga l’incertezza su chi invitare alla discussione di una bozza che meriterebbe essere visionata dai nostri rappresentanti. Temo di leggere in tutto questo uno dei molti segni dell’anomalia della politica marittima italiana, che forse si permette di scegliere i propri collaboratori in base a principi diversi da quelli della rappresentatività. Ma quali sarebbero questi nuovi criteri? Sarei curioso di conoscerli. Dal 1932 a Genova esiste ufficialmente l’Apostolato del Mare. Nella foto in alto si può vedere il primo pulmino della Stella Maris nel capoluogo ligure, quando la sede (inaugurata nel 1954) era in piazza Di Negro. Dal 2000 l’associazione ha trovato collocazione nei locali di via Venezia, a ridosso del porto. Nella foto in basso, la benedizione del nuovo pulmino, acquistato lo scorso autunno grazie alle donazioni, cerimonia avvenuta alla presenza dell’ammiraglio Giovanni Pettorino, comandante del porto di Genova e del diacono Massimo Franzi, responsabile Apostolato del Mare/ Stella Maris. Giovanni Lettich Attenzione ad abbassare il livello di insegnamento alunni degli Istituti dei Trasporti e Logistica e di riflesso sui futuri ufficiali delle navi mercantili e da passeggeri. Tutto questo nel giro di qualche anno ci condurrebbe ad un disastro senza precedenti per la Marina Mercantile Italiana, che io oggi considero la migliore al mondo. Le conseguenze sarebbero disastrose anche in termini di assunzione, nelle varie compagnie di navigazione. I nostri oltre diecimila ufficiali in breve diventereb- bero un numero marginale di pochi individui, con un aumento considerevole e inevitabile della disoccupazione marittima. Le assunzione nelle compagnie di navigazione, oggi è regolamentata da test mirati, dove si richiede una buona conoscenza della lingua Inglese, e delle competenze di Navigazione, Meteorologia, Architettura e Manovra Navale. Discipline che si insegnano solo nel corso di Laurea Imbarco degli Allievi l’imbarco degli allievi italiani a bordo delle navi, l’accordo avrebbe dovuto facilitare la promozione dell’occupazione dei giovani nelle professioni del mare attraverso un inquadramento più moderno della figura dell’allievo con concrete prospettive di sviluppo di carriera. In questa incresciosa vicenda degli allievi l’impressione che si ricava è che a poco o nulla valgano i provvedimenti più ispirati, le intese più convinte o le più immaginifiche dichiarazioni. Nicola Silenti (Segue a pagina 5) della UNIPAR THENOPE di NAPOLI. Se le Compagnie di navigazione avvertissero un depauperamento educativo nelle competenze degli insegnanti degli Istituti dei Trasporti e Logistica, presto potrebbero cambiare obiettivi, puntando ad altri Paesi, che garantirebbero una formazione più consona alle competenze. Non voglio fare demagogia, ma la mia rimostranza è figlia della competenza, che mi ritro- vo grazie anche alla mia educazione scolastica e professionale che mi ha distinto in questi anni a poter comandare una delle navi più grandi al mondo. Con la presente chiedo di emendare il suddetto decreto mediante l’inserimento della laurea magistrale in Scienze e Tecnologie della Navigazione come titolo di accesso alla classe di insegnamento A-36 Scienze e Tecnologia della Logistica. Com.te Vincenzo Alcaras (altri particolari a pag. 3) Titoli professionali percorsi formativi che per esperienza, sia stata ridotta così? Declassata, fuori mercato, non più competitiva all’estero? Per capire i passaggi di questa inesorabile decadenza ci siamo rivolti a chi da anni studia la situazione: l’associazione Lavoratori marittimi della costa tirre- nica che, con determinazione e cocciuta resistenza, affronta le tematiche e intende farle capire. Perché la sensazione è che, a furia di complicare, nemmeno gli amministratori vedano chiaramente gli obiettivi. cmYn Bettina Arcuri (approfondimenti a pag. 12) Parlano di noi Nel numero di ottobre di CESMA NEWS, bollettino telematico curato dall’Associazione che riunisce i comandanti europei, viene data voce al presidente nazionale del Collegio Giovanni Lettich. Il suo discorso tenuto all’Assemblea annuale di Viareggio (maggio scorso) compare in prima pagina e viene anche ripreso nell’ultima, a conferma dell’apprezzamento e della stima da parte dell’Assemblea nei confronti del nostro presidente. Tra le problematiche rese note ai colleghi europei: l’abolizione del ministero della Marina mercantile e il disinteresse della nostra politica nei confronti delle tematiche marittime, la cancellazione del titolo di capitano di lungo corso, le difficoltà nell’adeguarsi alla normativa internazionale STCW, la sicurezza della navigazione in ambito di acque ristrette, in particolare il problema della riduzione degli spazi di manovra e gli ostacoli burocratici ai dragaggi nei porti, tutto questo in presenza dell’esplosione delle dimensioni delle navi della flotta mondiale. Novembre-Dicembre 2015 | Compartimento di Napoli | 3 VITA E MARe Preoccupato appello di un docente di navigazione Destinati anche al capoluogo campano In preparazione un decreto nocivo per la formazione Mi rivolgo al Presidente del Collegio Capitani, mi chiamo Giorgio Giardina, sono docente di ruolo di Navigazione presso l’istituto tecnico dei trasporti e della logistica di Pozzallo (ex istituto Nautico). Scrivo a nome di tanti colleghi (e di studenti), tutti laureati in Scienze Nautiche (vecchio e nuovo ordinamento) per evidenziare un problema che, se non risolto, potrebbe avere conseguenze drammatiche sul futuro degli ufficiali della nostra Marina Mercantile. Nelle scorse settimane il Governo ha approvato il cosiddetto decreto di revisione delle classi di concorso. In pratica viene rivista quella parte di normativa che associa ad un titolo di studio, le discipline (o classi di concorso) che possono essere insegnate. Ad oggi la normativa prevede che per insegnare navigazione marittima negli ex istituti nautici è necessario il possesso della Laurea Magistrale in “Scienze e tecnologia della Navigazione” (ex Scienze Nautiche), il cui unico corso in Italia è attivato presso L’Uniparthenope di Napoli. Per chi, invece, possiede una laurea scientifica diversa (Ingegneria, Astronomia, ecc.), la normativa in vigore richiede, congiuntamente alla laurea, il “titolo professionale di aspirante capitano di lungo corso” (patentino). La richiesta del patentino come titolo congiunto di accesso, compensa, anche se parzialmente, il divario formativo tra il nostro corso di laurea e gli altri. Nel decreto approvato dal governo è prevista LA SOSTITUZIONE DEL PATENTINO CON IL DIPLOMA DEI TRASPORTI E DELLA LOGISTICA (ex diploma nautico). Ciò significa che chi è in possesso di lauree scientifiche diverse da quella in “Scienze e tecnologia della Navigazione” (denominazione del nuovo corso in Scienze Nautiche) potrà insegnare Navigazione Marittima se possiede anche il diploma dei trasporti e della logistica (ex diploma nautico). Discipline come Navigazione Marittima, Oceanografia, Meteorologia, Manovra Navale, Navigazione satellitare, L’argomento è stato discusso tra il presidente del compartimento di Napoli Pietrantonio Cafiero e il presidente nazionale Giovanni Lettich,che ha fornito il seguente commento. Trovo inconcepibile che basti un diploma nautico o una laurea in discipline scientifiche (matematica, fisica o ingegneria) per poter insegnare materie nautiche. Il “patentino” dovrebbe essere quanto meno obbligatorio se si considera che nella stessa classe di concorso (A – 43 Scienze della navigazione) oltre agli insegnanti provenienti dal regolare corso di studi dell’Università di Napoli possono accedere solo ufficiali superiori della marina militare in possesso di una laurea scientifica. Ufficiali che nel loro curriculum hanno anni di navigazione e non un semplice diploma nautico. A titolo di esempio, ricordo la situazione imbarazzante che si venne a creare molti anni fa, presso un Istituto Nautico di mia conoscenza, quando venne assegnata ad un insegnante di matematica una cattedra di navigazione. Ricordo i problemi per gli allievi, in quanto la metodologia d’insegnamento seguita, gli argomenti trattati, nonché l’approccio verso la disciplina non sempre erano in linea con i programmi ministeriali. In altre parole non solo questi insegnanti risultano carenti dal punto di vista delle conoscenze teoriche ma anche in quelle pratiche. Fenomeno questo evidenziato ed amplificato dagli insegnanti tecnico pratici. In questi ultimi anni, la legge ha conferito la possibilità d’insegnamento col solo diploma nautico come titolo di studio senza neppure un giorno di esperienza sul campo (nessun imbarco a bordo di una nave mercantile). Mi chiedo cosa possano trasmettere di pratico. Giovanni Lettich ecc…, si insegnano solo nel suddetto corso di laurea. Alla luce del decreto, UN LAUREATO IN INGEGNERIA BIOMEDICA O IN ARCHITETTURA DEL PAESAGGIO, IN POSSESSO DEL DIPLOMA NAUTICO, POTRA’ FORMARE I FUTURI UFFICIALI DELLA MARINA MERCANTILE È GRAVE CHE UN SEMPLICE DIPLOMA POSSA COMPENSARE I TANTISSIMI ESAMI PROFESSIONALIZZANTI CHE UN NOSTRO LAUREATO FARÀ (O HA GIÀ FATTO) NEL CORSO DELLA SUA CARRIERA UNIVERSITARIA. L’approvazione senza modifiche del decreto sarebbe devastante sia perché la formazione dei futuri ufficiali passerebbe in mano a persone che non hanno mai sostenuto alcun esame universitario, relativamente alle discipline che dovrebbero insegnare ai propri studenti e poi… l’unica facoltà che ha formato generazioni di docenti di Navigazione rischierebbe la chiusura! In questi giorni il decreto sarà discusso in commissione cultura e istruzione di Camera e Senato! Per salvaguardare il futuro dei nostri ufficiali …e con loro….la gloriosa storia della Marina Mercantile Italiana, abbiamo chiesto ai componenti delle commissione di emendare il testo, inviando loro i files emendativi. LA NOSTRA CAUSA È LA CAUSA DI CHI HA A CUORE LE SORTI DELLA MARINA MERCANTILE. Prof. Giorgio Giardina Finanziamenti UE per la logistica Delrio e Cretu a Napoli Il 6 novembre scorso a Napoli il ministro dei Trasporti Graziano Delrio, insieme alla commissaria europea per la politica regionale Corina Cretu, ha presentato il Programma operativo nazionale (Pon) Infrastrutture e reti 20142020, destinato alle cinque regioni del Meridione d’Italia: Campania, Puglia, Calabria, Basilicata, Sicilia. Il Mezzogiorno – ha detto Cretu – non è sempre riuscito ad approfittare della potenzialità dei fondi europei. Ora siamo pronti ad aiutarvi. Concentrandosi sulla portualità, Delrio ha spiegato: Veniamo da una stagione in cui i porti italiani non hanno sviluppato le loro potenzialità, negli ultimi 5 anni hanno perso merci e passeggeri, con buone performance solo in ambito crocieristico. Per questo siamo al lavoro sul porto di Taranto, su quello di Napoli e su Augusta: diventano elementi che possono dare credibilità a questo progetto. Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca a aggiunto: Siamo sintonizzati sulle scelte del Governo e del Ministero; l’Europa ha interesse a considerare l’Italia, e soprattutto il Sud, come piattaforma logistica verso il Mediterraneo, l’Africa e il Medio Oriente. Lavoreremo per fare della Campania una grande piattaforma logistica in alcuni campi in particolare. Abbiamo di fronte grandi responsabilità, ma abbiamo anche un’opportunità straordinaria se integriamo gli investimenti del Pon con le scelte del Por Campania che abbiamo presentato. Il progetto prevede investimenti complessivi per 1,84 miliardi di euro, il 75% finanziati con fondi FESR e il 25% con il Fondo di Rotazione Nazionale. Interventi concentrati su ferrovie, aeroporti e trasporto marittimo, con oltre il 37% degli investimenti totali, 684 milioni di euro, impegnati per migliorare la competitività del sistema portuale, retroportuale e intermodale. Istituti Logistica e Trasporti - Proposte concrete di revisione per le classi concorso A-43 e A-36 La bozza di revisione delle classi di concorso, relativamente agli insegnamenti A-43 (Scienze e tecnologie nautiche) e A-36 (Scienze e tecnologie della logistica) contiene delle anomalie, che rischiano di causare un depotenziamento formativo degli Istituti che si occupano della formazione dei futuri Ufficiali della marina mercantile italiana, con la conseguente impossibilità di imbarco per coloro che si iscrivono agli Istituti Trasporti e Logistica. Si propone quindi di modificare la suddetta bozza di revisione, ripristinando il requisito del “patentino” per chi è in possesso di laurea in Fisica, Astronomia, Ingegneria, matematica. A-43 - (Scienze e tecnologie nautiche) - TESTO EMENDATO - è stata modificata la parte in blu A-36 – Scienze e tecnologie della logistica -TESTO EMENDATO cmYn 4 | | Novembre-Dicembre 2015 VITA E MARe Le onorificenze consegnate al prof. Carbone e agli studenti di Nautico e Accademia nella storica Sala delle Compere Col premio San Giorgio la capitale marittima onora i migliori interpreti delle sue tradizioni Vista l’affluenza, la festa dello shipping quest’anno si è svolta nella monumentale Sala delle Compere, la più grande all’interno dello storico palazzo genovese che si affaccia sul Porto Antico. La sede dell’Autorità portuale costituisce il sito più adatto per la manifestazione; Palazzo San Giorgio nell’antichità era lambito dal mare, sorgendo sulle banchine, dove approdavano i traffici da tutto il mondo allora conosciuto. Nelle foto, da sinistra in alto: i ragazzi del Nautico e dell’Accademia premiati durante la cerimonia; Alessandro Sterrantino dirigente Banca Intesa San Paolo e Lucio Trevisan di ABS consegnano i premi ai ragazzi meritevoli. Da sinistra in basso: Giovanni Lettich consegna la targa San Giorgio a Sergio Maria Carbone; l’amm. Giovanni Pettorino, al comando della Direzione marittima ligure e commissario dell’Autorità portuale di Genova; la scenografica Sala delle Compere gremita. Il 17 ottobre scorso, presso la sede dell’Autorità portuale di Genova, si è svolta la 48ma edizione del Premio S.Giorgio, organizzata dal Collegio Nazionale Capitani L.C. e M. La cerimonia rappresenta un’occasione importante e unica per la città, richiamando i rappresentanti del mondo marittimo, sia della formazione scolastica sia professionale. L’amm. Giovanni Pettorino, appena nominato al comando della Direzione marittima ligure, ha preso la parola per primo, ricordando egli stesso la propria formazione presso l’Istituto Nautico (a Roma) e l’importanza che ha rivestito negli anni questo tipo di percorso scolastico, in grado di fornire insegnamenti per l’intera vita di tanti ragazzi, non solo dal punto di vista professionale. Molte cose oggi sono cambiate: dopo il 1994, con lo scorporamento del ministero della Marina mercantile in diversi uffici, anche tale scuola ha rischiato di non trovarsi più al passo coi tempi. “Nostro compito –ha detto Pettorino– è proteggere questo percorso formativo, col massimo impegno, sull’esempio odierno, dove sono qui riuniti giovani-scuolaeconomia del mare”. L’appuntamento, nato in origine per riconoscere i migliori studenti del Nautico cittadino, negli anni ha assunto maggiore levatura, allargandosi agli allievi meritevoli dell’Accademia italiana della marina mercantile e premiando con la Targa San Giorgio una personalità dello shipping particolarmente distintasi. Il massimo riconoscimento di questa edizione è andato al prof. Sergio Maria Carbone, titolare della cattedra di diritto internazionale (dal 1975) e della navigazione (dal 1980) all’Università di Genova, una vita di studi tenendo la barra ben ferma sul principio prioritario della sicurezza della navigazione. Nel ricevere la targa dalle mani del presidente del Collegio nazionale Giovanni Lettich, Carbone ha sottolineato l’evoluzione impressionante del settore marittimo: a leggere il Codice della Navigazione ci si rende conto di quanta strada sia stata compiuta, dovuta alla dirompente forza di attrazione di questa disciplina del diritto europeo e internazionale. “Di fronte a questa sfida –ha sottolineato Carbone– l’Italia non può essere seconda a nessuno; accetteremo la libera circolazione dei titoli professionali, come quella delle persone, tutto sarà affrontato… e in questo equilibrio tra libertà e vincoli pubblicistici, in cui domani voi ragazzi vi troverete a lavorare, il fulcro dovrà essere sempre il mantenimento dell’asse portante della sicurezza della navigazione, dell’ambiente, della vita umana in mare”. All’appuntamento era presente anche il nuovo capo-pilota del porto di Genova Jhon Gatti che, consegnando alcune borse di studio agli studenti meritevoli, ha ricordato loro come nella vita professionale di ognuno gli obiettivi vadano sempre rivisti e aggiornati; non è sufficiente avere degli scopi e studiare, porsi una rotta non è per niente scontato. “E’ importante –ha detto Gatti- possedere un’apertura mentale che ci renda capaci di ampli orizzonti, di comunicare con gli altri e con se stessi, mettendosi anche in discussione”. L’ing. Guido Barbazza, manager di Wartsila, ha richiamato l’attenzione sull’innovazione tecnologica, che in un prossimo futuro sarà in grado di rivoluzionare il lavoro e in particolare la navigazione. Tuttavia –ha sottolineato Barbazza- al centro di tutti i cambiamenti rimarranno sempre gli uomini. “Ai giovani auguro di avere fame di conoscenze e di imparare a sporcarsi le mani con la pratica, di non avere paura di sbagliare”. Nell’organizzare la giornata, il Collegio (nella persona del com.te Ottavio Lanzola) è stato affiancato dall’Associazione ex allievi e docenti dell’Istituto Nautico genovese; si è aggiunto il patrocinio di Autorità portuale e Federazione del Mare, il sostegno della Confederazione italiana armatori, del Registro italiano navale, oltre a non pochi operatori del settore marittimo nazionale. Ecco i migliori studenti del Nautico: diplomati a pari merito con 100/100, Francesco Paolo Carmone (Coperta), Andrea Storace (Macchina), Camilla Piras (Costruttori). Segue Mauro Delli Noce con 96/100 (Logistica). Le altre borse di studio sono andate a Cristiano Costa, Miriam Giusti, Alessandro Marzocchi, Andrea Marchisio, Filippo Braja, Alessio Luzio, Gianluca Zanotti. I meritevoli dell’Accademia: Dario Nicosia, Stefano Marino, Francesca Grieco, Graziano Pennisi, Simone Fiorà, Stefano Elberti, Michael Scaffidi, Gabriele Tancredi Restani. L’intervento della prof. Pastorino “Gli studi continuano per tutta la vita” Le trasformazioni sociali, le innovazioni tecnologiche e del mercato del lavoro hanno profondamente cambiato gli schemi tradizionali di vita: non esiste più il “tempo della scuola” e il “tempo del lavoro”, esiste la formazione per tutto l’arco della vita e questa riflessione è rivolta a voi ragazzi. Così Angela Pastorino, dirigente scolastico del Nautico San Giorgio di Genova, si è rivolta ai “suoi” studenti, durante la cerimonia del Premio San Giorgio. Il Nautico di Genova è in continua crescita e le responsabilità si moltiplicano: lo scorso Luglio è giunto al diploma il primo corso di indirizzo Logistica (uno di questi studenti figura tra i premiati). Si tratta -ha detto la preside- di una nuova figura professionale che cmYn può trovare una collocazione lavorativa nei più svariati settori. Ci sarebbe tanto piaciuto che partisse già da quest’anno il corso ITS Tecnico Superiore per la Logistica; abbiamo lavorato per tutto l’anno con le aziende, l’Università e l’Accademia alla progettazione del percorso, raccogliendo la manifestazione di interesse di ben 21 aziende e due dipartimenti Universitari (DITEN e DIEC); manca solo la delibera della Regione, che speriamo arrivi in tempi brevi. Angela Pastorino ha elencato qualche numero significativo; quest’anno le classi dell’Istituto sono 70 in totale; 14 le prossime quinte che affronteranno l’esame di stato per un totale di 339 alunni; 374 studenti di terza e 540 quelli di quarta e quinta. Novembre-Dicembre 2015 | | 5 VITA E MARe A differenza del titolo professionale, il Bachelor non verrebbe cancellato Sondaggio in vista di una svolta sempre più probabile Formazione a livello universitario La laurea per i capitani di mare per tornare competitivi nel mondo Che ne pensano gli interessati? Ll’industria dello shipping richiede figure altamente specializzate in quelle che sono le attivita’ di sviluppo, ricerca ed implementazione delle nuove leggi che riguardano la sicurezza a bordo delle navi e la protezione dell’ambiente marino. I Comandanti e i Direttori di Macchina diventano sempre piu’ professionisti che si interfacciano con Autorità marittime e portuali, societa’ di navigazione, vetting company, P&I ecc., in maniera diretta per l’applicazione, aggiornamento, adeguamento di procedure di sicurezza ISM e HSEQ, impianti di bordo e gestione del personale. A livello internazionale sono tante le offerte di lavoro che si possono riscontrare nel settore dello shipping che come requisiti di ingresso coniugano l’esperienza di navigazione con un Bachelor o un Master of Science, questa è un’evidenza che si può riscontrare in tutti i motori di ricerca per le opportunità di lavoro come Marine/ Vessel Superintendent,Auditor, ecc. Una nota università di Londra e la Marine Society & Sea Cadets hanno formato già da diversi anni una partnership con un programma condiviso di certificazione delle competenze al fine di rilasciare un titolo accademico riconosciuto. La realizzazione di un percorso formativo utile al miglioramento delle competenze e di conseguenza all’ elevazione professionale della categoria porterebbe le figure interessate a potersi esprimere anche al di fuori del contesto “nave”. Un percorso di Laurea per Comandanti e Direttori di Macchina, raggiunto con la formazione continua (crediti formativi universitari riconosciuti con i corsi svolti in maniera volontaria e previsti dall’ STCW ), potrebbe inserire nel contesto marittimo italiano, una nuova figura professionale, che dopo la cancellazione del titolo di “Capitano di Lungo Corso e Macchina” darebbe vita al Comandante e al Direttore di Macchina riconosciuto da un Instituto Universitario accreditato in Italia e in Europa. Per l’unicita’ ed il prestigio del titolo, il requisito principale di accesso al corso di laurea dovrebbe essere la navigazione effettiva svolta e il titolo IMO in possesso. I nuovi Comandanti e Direttori di Macchina laureati, una volta terminata la carriera a bordo e dopo vedersi ritirati il titolo professionale al termine dei 5 anni, avranno cosi’ spazio in tutto il contesto dello shipping anche con sucessive specializzazioni e Master. Naturalmente non si deve obbligare nessuno, ma creare un’opportunità. Le opportunità non sono leggi e la laurea deve essere vista prima di tutto come un investimento personale. La formazione e l’impiego a bordo degli Ufficiali di Coperta e Macchina non può essere solo un business per pochi; si tratta invece di un’opportunità di crescita per tutta la categoria. Il giorno che si metteranno da parte interessi personali e discussioni inutili che riguardano nautici, fondazioni, centri di formazione, istituzioni, si riuscirà finalmente a creare un progetto concreto, condiviso e soprattutto competitivo con gli altri paesi europei. Cap. Sante Grande (delegato Barletta-Andria-Trani e Molfetta) Il punto 1 degli Scopi dello Statuto del Collegio Nazionale Capitani L.C. & M. recita: l’ assistenza morale e l’ elevazione culturale dei Soci. Nei suoi settanta anni di vita il Collegio si è sempre adoperato, in tutti i campi di sua specifica pertinenza, il mare e nella società civile, affinché quanto dettato dallo Statuto sia lo scopo che lo anima nel presente e per le generazioni future. Negli ultimi anni la tecnologia ha fatto passi da gigante ed il concetto di “aggiornamento” continuo è ormai diventato una necessità. E’ anche aumentata in maniera esponenziale la stazza e la grandezza delle navi, il numero dei passeggeri trasportati ed il valore delle merci imbarcate. Per ottenere che l’ esigenza dell’ aggiornamento permanente sia spontanea nella persona e si manifesti come necessità nella sua vita professionale, è necessario possedere una cultura adeguata.In molti concordano che davanti alle nuove sfide con le quali deve confrontarsi quello che noi continuiamo a chiamare il capitano di nave mercantile, coperta e macchina, oggi sia necessaria una preparazione culturalmente superiore a quella ottenuta nell’ attuale scuola secondaria superiore. Nel numero di Marzo – Aprile 2002 di “Vita e Mare”, già si invitavano i Colleghi a riflettere sul problema. Attualmente le iniziative allo studio sono numerose. Una cultura a livello universitario è ritenuta indispensabile per poter far parte degli Stati Maggiori della Marina Mercantile. Tutte le nazioni marinare importanti hanno già questo percorso di studi. In Italia siamo ancora a livello di proposte. Il nostro presidente nazionale com.te Giovanni Lettich da tempo è in contatto con le autorità pertinenti per studiare insieme iniziative accettabili e percorribili. Anche la Confitarma crede sullo “sviluppo di un percorso formativo che possa condurre gli Ufficiali superiori al conseguimento di una laurea triennale”. In questo contesto, con il presente scritto, chiedo a tutti i nostri Soci e simpatizzanti, di esprimere un loro parere sui sottonotati progetti/ipotesi attualmente allo studio, per ottenere anche l’ opinione degli interessati su dalla prima pagina - dalla prima pagina - dalla prima pagina- dalla prima pagina - dalla prima pagina Non solo la crisi dei noli ha fatto fallire l’intesa A terra 1.500 diplomati a bordo extracomunitari Il protocollo d’intesa tra Confitarma, Fedarlinea e sindacati sull’imbarco degli allievi era giunto in contemporanea con una serie ravvicinata di eventi di segno favorevole registrati in brevissimo tempo dal comparto marittimo: eventi che sembravano lasciar intravvedere una sorta di rilancio generale e un rinnovato clima complessivo di fiducia per una delle colonne portanti dell’economia nazionale qual è il settore del mare. E questo proprio in un momento nell’insieme drammatico per l’occupazione nel settore, alle prese negli ultimi anni con una crisi esplosiva dell’intero comparto, amplificata dalla mancanza di controlli nella formazione degli equipaggi e da una legislazione insufficiente e per troppi versi inadeguata, che ha prodotto l’effetto scellerato di favorire l’impiego di personale extracomunitario più a buon mercato. Il primo segnale di un’inversione di tendenza rispetto ai venti di crisi era sembrato giungere con il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro del settore marittimo, scaduto il 31 dicembre 2010 riguardante un totale di 62 mila lavoratori tra i marittimi imbarcati su navi italiane e 8 mila addetti impiegati a terra. Il secondo segnale positivo per il settore marittimo è sembrato provenire dai dati ufficiali divulgati il 22 ottobre nell’assemblea annuale della Confederazione italiana armatori, con la presentazione di due studi ufficiali con numeri a dir poco lusinghieri, che certificano l’Italia come il secondo paese dell’Unione europea nel trasporto merci e il primo nel Mediterraneo nei traffici a corto raggio, oltre che il primo mercato d’Europa, insieme alla Grecia, per passeggeri movimentati. Un settore, quello della navigazione a corto raggio, che occupa circa 20 mila addetti diretti con evidenti ricadute occupazionali positive sull’indotto e genera un giro d’affari di quasi 5 miliardi di euro. Numeri che testimoniano l’enorme rilevanza del comparto sull’economia e sulla società italiana, e che collocano l’Italia al primo posto tra i Paesi dell’Unione Europea per numero di passeggeri trasportati e al secondo posto per tonnellate di merci movimentate dai porti nazionali. Da qui l’amarezza per le inesistenti ricadute in termini occupazionali per gli allievi diplomati degli istituti nautici, soprattutto alla luce delle cifre documentate dai due studi di Confitarma con i quali si segnala in modo inequivocabile che, nonostante la drammatica crisi economica degli ultimi anni e una disoccupazione nazionale che ha raggiunto la soglia limite del 13 per cento a inizio 2014, l’andamento generale dell’occupazione marittima si conferma del tutto in controtendenza, registrando un eloquentissimo più 4,7 per cento negli ultimi tre anni. Al netto degli auspici, dei pro- clami e degli annunci ad effetto, la realtà di oggi vede in concreto circa 1500 giovani diplomati ancora in attesa di un imbarco. Giovani aspiranti marittimi alla cui causa da tempo si interessano esponenti dello shipping, il Collegio Nazionale Capitani L.C. e M. e Decio Lucano , attraverso il suo foglio telematico che raccoglie in merito commenti e ne stimola il dibattito. Sottolineo l’intervento del Com.te Tobia Costagliola che, su detto foglio, ha dedicato e dedica ampio risalto al tema dell’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro marittimo e alle questioni correlate dell’avviamento alla professione, dell’adeguamento dell’istruzione nautica ma soprattutto al sistema nazionale della formazione dei marittimi che, nonostante la sua caotica e difforme organizzazione, a dispetto della grande inadeguatezza delle strutture e di una dotazione di risorse sempre più carente per il personale docente, continua a rappresentare l’unica concreta speranza di un lavoro futuro, soprattutto nel Meridione e nelle Isole. «Stando alle notizie diffuse di recente -riflette Costagliola- si può affermare, almeno per il momento, che in Italia l’unica crisi è quella occupazionale e non vocazionale… La causa dell’ostracismo delle imprese del settore verso gli allievi è da ricercare soprattutto nella grave situazione del mercato dei noli… per gli armatori l’imbarco degli allievi diventa una voce troppo dispendiosa e improduttiva, come se il problema degli allievi fosse derubricabile a una mera questione di razionalizzazione dei costi delle imprese, e non il punto cardine attorno a cui costruire il futuro di ogni azienda e il domani della nostra marineria». un evento che certamente contribuirà a cambiare la loro vita: 1) Dopo aver ottenuto il diploma dall’ istituto tecnico di logistica e trasporti, indirizzo marittimo, (per gli altri istituti tecnici o licei frequentare in più il corso specifico di 500 ore) compiere un percorso universitario pertinente alle professioni di coperta e/o di macchina di anni tre. Saranno riconosciuti dei crediti per i periodi di navigazione ma non potranno superare quelli stabiliti dalla legge. Questa laurea di 1° livello sarà propedeutica all’ esame in Capitaneria da 1° ufficiale. Tenere presente che questo corso ( argomenti???) risulterà diverso da università diverse. 2) Dopo aver ottenuto un diploma dall’ istituto tecnico di logistica e trasporti, indirizzo marittimo (per gli altri istituti tecnici e licei aver frequentato in più il corso specifico di 500 ore), frequentare un corso triennale, di cui un anno ( 365 giorni) di pratica imbarcato come allievo ufficiale, presso un’Accademia della Marina Mercantile. Questo corso sarà riconosciuto equivalente alla laurea di 1° livello dall’Amministrazione Statale. 3) concludere un concordato dove l’ università rilascia una laurea di 1° livello, quando un ufficiale di navigazione/di macchina, presenta un congruo periodo di navigazione, tutti i corsi validi, ottenendo l’ 80% dei crediti richiesti per ottenere la laurea. In maniera virtuale (e-learning) sostenga 3/4 degli esami e l’ esame di laurea. 4) Attendere ancora che lo Stato Italiano si decida a cancellare gli Istituti Tecnici attuali. Preveda che dopo la scuola media inferiore sia creata una scuola media superiore, uguale per tutti di anni 3/4 e poi frequentare tre anni di università specificatamente tecnica. Attendiamo anche proposte su come conferire la laurea ai senior già da tempo in servizio sul mare. Invito tutti i colleghi a impegnarsi e riflettere sulla loro preparazione culturale e professionale e rispondere numerosi alle ipotesi indicate sopra o ad altre ritenute più idonee. Mario Gandolfi Presidente onorario Nicola Silenti Quote del Collegio avviso: le quote associative per l’ anno 2015 sono uguali a quelle previste per l’ anno 2014 Per i versamenti delle quote associative e assicurative servirsi del C/C P. 391169 intestato al Collegio Capitani L.C. E M. - Vico dell’Agnello, 2 - 3° piano - 16124 Genova oppure contattare il Compartimento di Napoli e le Delegazioni. Ci pregiamo comunicarvi qui di seguito le quote associative che sono state già concordate con i Compartimenti, incluso la spedizione di “Vita e Mare” o via email o via cartacea: grado quota via email quota via cartacea Tutti “una tantum” € 10,00 € 10,00 Comandanti, D.M., 1° Ufficiali coperta/macchina € 100,00 € 110,00 Ufficiali nave/macchina € 100,00 € 110,00 Allievi Ufficiali coperta/macchina € 50,00 € 60,00 Allievi nautici € 20,00 € 20,00 Pensionati € 50,00 € 60,00 Soci aderenti € 70,00 € 80,00 Soci sostenitori € 120,00 € 130,00 cmYn 6 | | Novembre-Dicembre 2015 VITA E MARe GENOVA - Esami titoli professionali La media dei promossi non migliora ora lo scoglio è il “professionale” dati Preoccupanti Lo scorso 3 Novembre si sono conclusi gli esami per il conseguimento dei titoli professionali, presso la Direzione marittima di Genova. L’ultima sessione estiva del 2015 ha visto la partecipazione di un gran numero di giovani, a conferma dell’interesse nei confronti della professione marittima: nel capoluogo ligure infatti si sono iscritti circa 284 aspiranti ufficiali di coperta (tra uff. di navigazione e primi uff.) e 157 aspiranti ufficiali di macchina (in totale, compresi aspiranti primi ufficiali). Coloro che poi si sono presentati all’esame sono stati naturalmente un po’ meno: 186 candidati di coperta e 94 di macchina. Per quanto riguarda i risultati, la media dei promossi e dei bocciati si è mantenuta simile a quella della sessione precedente, anche se, come vedremo, nei dettagli la situazione è cambiata. Cominciamo a vedere gli esiti nei particolari. Se analizziamo la coperta, le prove degli aspiranti al titolo di Ufficiale di navigazione si sono svolte in 8 giorni; si sono presentati 130 candidati, di cui 97 respinti; la percentuale media dei promossi è 25,3%. Le prove degli aspiranti al titolo di primo ufficiale di navigazione si sono svolte in 5 giorni e sono andate un po’ meglio: erano presenti 56 candidati, di cui respinti 21; la percentuale dei promossi 61,5%. Per quanto riguarda la Macchina, tra gli aspiranti al titolo Il numero dei marittimi britannici è destinato a diminuire sempre più, a causa dell’andamento demografico: oltre il 60% dei lavoratori sul mare ha compiuto ormai i 40 anni; più di 4.200 Ufficiali inglesi sia di coperta che di macchina sono di età compresa fra i 50 e 60 anni. Un dettagliato rapporto, munito di profilo demografico dei marittimi britannici, è stato commissionato da Maritime Charities Group e compilato a cura di Institute of Public Care, presso Oxford Brookes University. Secondo lo studio attualmente la popolazione marinara del Regno Unito si aggira intorno alle 75.000 persone (appartenenti sia alla Marina militare che a quella mercantile, compresi i pescatori). Fin dal 2011 il governo britannico ha riconosciuto che la competitività del cluster marittimo riceverà una dura battuta d’arresto se non ci sarà un intervento politico mirato a sostenere la formazione nel settore. Tra il 2002 e il 2013 si è registrato un declino pari all’11% del personale impiegato nella marina mercantile. Circa la metà degli Ufficiali di coperta e di macchina che lavorano nell’industria marittima britannica non sono europei, così come quasi i tre quarti del restante personale. di ufficiale di macchina si sono presentati 73 candidati, di cui 33 respinti; percentuale dei promossi 54,8%. Le prove si sono svolte in 6 giorni. Tra gli aspiranti al titolo di primo ufficiale si sono presentati 21 candidati, di cui 10 respinti, con una percentuale di promossi del 52,8%. Le prove si sono concluse in 2 giorni. I rappresentati del Collegio presso le sessioni d’esame, com. te Luciano Cinelli (coperta) e cap. Ferruccio Carbone (macchina), sottolineano entrambi il vistoso miglioramento dei candidati nelle prove di Inglese. Purtroppo però la media dei promossi non si è alzata, perché i candidati si sono mostrati poco preparati nelle prove del professionale. La situazione rispetto a 5-6 anni fa è cambiata: allora lo scoglio era rappresentato dalla prova di Inglese, oggi evidentemente dalle materie professionali. In parte le generazioni più giovani hanno molta più dimestichezza con la lingua straniera (l’uso di Internet ha accelerato questo processo), in parte anche il lavoro a bordo ne favorisce l’apprendimento, in presenza di equipaggi misti. Per leggere il significato di questi risultati non proprio incoraggianti, chiediamo spiegazioni al com.te Cinelli: “E’ chiaro che a bordo non si fa più l’affiancamento ai ragazzi; un tempo era motivo d’orgoglio passare le proprie competenze ai più giovani, ma oggi con le tabelle d’armamento ridotte non si può più. Non ce lo possiamo più per- Criminalizzazione dei comandanti Fuori dall’inferno di Panama il “presunto colpevole” All’Assemblea della Cesma tenutasi a Viareggio nel maggio scorso, il cap. bulgaro D. Dimitrov aveva annunciato che presto si sarebbero manifestate novità riguardo il caso del capitano suo connazionale L. Sobadzhiev. Sulle pagine del nostro giornale ci siamo occupati diverse volte nel corso degli anni delle vicissitudini di questo comandante sfortunato. La sua tragica disavventura risale al 29 marzo 2011, quando, a bordo della nave mercantile Maas Trader (portacontainer di bandiera olandese) dopo essere giunto nel porto di Cristobal (Panama), è stato arrestato. A seguito di una telefonata anonima è stato emesso un mandato di perquisizione: a bordo sono stati trovati 169 kg. di cocaina, nascosta nel vano di prua. Il capitano bulgaro si è sempre dichiarato innocente e vittima di una sorta di congiura. Tuttavia senza alcuna indagine o interrogatorio è stato imprigionato nel carcere tristemente famoso di La Joya a Panama, padiglione 6. Il processo si è svolto tre anni più tardi e il capitano è stato condannato a dieci anni di prigione. Il sistema legale panamense prevede una sorta di responsabilità oggettiva per il comandante di una nave che trasporti droga: egli è considerato presunto colpevole anche se è materialmente impossibile per lui controllare l’intero carico imbarcato... Finalmente la Cesma, che nel frattempo ha sempre seguito questo preoccupante caso di criminalizzazione, fa sapere che il 31 Agosto 2015 il capitano Sobadzhiev ha lasciato Panama, accompagnato da tre guardie bulgare; è arrivato all’aeroporto di Sofia attraverso lo scalo di Schiphol (Amsterdam) il 1º settembre 2015. Nel suo Paese dovrà scontare il resto della pena (due anni e due mesi); la condanna infatti era stata ridotta da 120 mesi (dieci anni) a 80 mesi, per buona condotta. La notizia più recente è che il capitano Sobadzhiev è stato trasferito al carcere della sua città di Varna, dove presto comparirà in giudizio davanti ai giudici bulgari, come prescritto dal diritto del suo Paese; si deciderà così se liberarlo e porre fine a questa drammatica odissea. mettere. Spesso l’Allievo viene utilizzato per lavori di routine.” L’esame presso la Direzione marittima ligure è più difficile che altrove? “No, non vorrei che passasse questo messaggio: a Genova da parte della Capitaneria c’è tutta la disponibilità per rendere accessibili le prove. Un esempio? Lo scritto di astronomia è stato eliminato, per non gravare troppo sui ragazzi, che raramente oggi sanno utilizzare il sestante. L’esame professionale verte su argomenti come maree, stabilità, incaglio, tutte tematiche molto attuali, che tra l’altro vengono riprese dal libretto di addestramento, quindi dovrebbero essere state affrontate a bordo. L’esame scritto di Inglese poi consiste sempre in una traduzione dai testi che si trovano sulle navi (Solas, Marpol, STCW).” Alle sessioni d’esame si è presentato anche un capitano del diporto, che è stato promosso. A fronte di tutti gli aspiranti ufficiali del settore mercantile, sorprende questo dato esiguo. Anche questo numero va letto al di là delle apparenze: il settore nella nautica infatti continua ad attrarre, ma i giovani preferiscono migrare in Inghilterra, dove i requisiti costano molto di più che in Italia, ma almeno lì la burocrazia è meno invadente. Per l’accesso al titolo del diporto infatti l’Italia prescrive 36 mesi di navigazione di cui 24 su unità destinate al noleggio; pochi requisiti sono richiesti in Inghilterra, dove si procede tramite autocertificazioni! Ufficiali britannici in calo Nasce un ITS in Sardegna MoSoS: la rotta giusta per diplomati nautici Dal 19 ottobre di quest’anno è attivo in Sardegna un percorso formativo di “tecnico superiore per il trasporto delle persone e delle merci e conduzione del mezzo navale”, per la formazione di 15 Allievi ufficiali di navigazione e 8 di macchina. Accoglierà corsisti provenienti e selezionati dai cinque istituti tecnici trasporti e logistica della Sardegna. L’avvio di questo primo corso significa l’inizio delle attività formative della Fondazione ITS - Mo.So.S, acronimo di Mobilità Sostenibile Sardegna: il nuovo istituto tecnico superiore (ITS) di trasporti e logistica di Cagliari. Un organismo al servizio dei giovani diplomati degli istituti tecnici nautici e professionali, nato dall’esperienza e dagli sforzi organizzativi dell’Istituto di istruzione superiore Buccari –Marconi del capoluogo, con la partecipazione attiva di amministrazioni pubbliche (Province di Cagliari e Olbia - Tempio e Comune di La Maddalena), organismi di ricerca (il CIREM, Centro interuniversitario di ricerche economiche e mobilità), istituti scolastici superiori (Garibaldi di La Maddalena, Paglietti di Porto Torres, Amsicora di Olbia, Pira di Siniscola, Colombo di Carloforte, istituto Tortolì e il Mossa di Oristano), enti formativi (Uniform Confcommercio) e aziende del settore (CTM S.p.a. e Italmar). Un’opportunità di rilievo, quella degli ITS, ideati come scuole di eccel- lenza ad alta specializzazione tecnologica (con corsi biennali o triennali) per promuovere lo sviluppo economico e la competitività dell’Italia grazie a un modello organizzativo, quello della fondazione, che incentiva la partecipazione e la collaborazione tra imprese. Costituito nell’ottobre dello scorso anno, il Mo.So.S rappresenta per i diplomati del nautico e degli istituti tecnici una valida scelta alternativa nel ventaglio delle opzioni formative post diploma, scelta concepita proprio per favorire l’incontro tra la domanda occupazionale delle imprese del settore e gli allievi, formati a tale scopo da un’eclettica equipe di docenti qualificati guidata dal presidente della fondazione Giovanni De Santis, storico preside dell’istituto nautico Buccari. «Un’opportunità» dichiara De Santis «quella rappresentata dall’ITS, che a conti fatti potrebbe rivelarsi vincente sul versante dell’occupazione nel settore marittimo, anche alla luce dei dati emersi nel recente incontro del 18 novembre tra Ministero dell’Istruzione e Confederazione italiana armatori, in cui si è quantificato in circa mille unità le nuove figure professionali che il prossimo anno andranno a ricoprire nel settore marittimo posti di lavoro altamente qualificati sui ponti di comando e in sala macchine per le navi di maggiori dimensioni». N. S. 2015-2016 Assicurazione del titolo professionale E “DIFESA” Il Collegio Nazionale Capitani L.C. e M. dal 1960 offre ai propri Soci l’opportunità di assicurare il titolo professionale (certificazione di abilitazione) dal rischio di sospensione e/o ritiro da parte dell’Autorità Marittima, più “difesa”. Possono assicurarsi: “Tutti gli associati al Collegio nazionale Capitani di lungo corso e macchina, quali Comandanti, Direttori di Macchina, I Ufficiali di coperta/macchina, Ufficiali di navigazione/ macchina in possesso di certificazione di abilitazione in base al quale sono imbarcati. Si precisa che possono essere associati al Collegio e quindi assicurati, anche i padroni Marittimi e i Meccanici navali e tutti gli associati al Collegio Nazionale Capitani di lungo corso e macchina in possesso della Patente nautica vela/ motore senza limiti e della patente nautica per navi da diporto imbarcati quali Comandanti, Direttori di Macchina, Ufficiali di Coperta, Ufficiali di Macchina, su imbarcazioni/navi a motore/ vela immatricolati in Italia o all’Estero, pari o superiori a dieci metri di lunghezza e munite di ruolo equipaggio, inclusi gli associati imbarcati su imbarcazioni adibite alla navigazione su acque interne italiane e svizzere”. Il socio prima di assicurarsi deve firmare i documenti di rito che dimostrano la sua conoscenza delle condizioni della polizza di assicurazione. La polizza può essere visionata presso le sedi di Genova e Napoli e in tutte le delegazioni sparse su tutto il. territorio nazionale PERIODO Il periodo assicurativo è inteso a partire dal 19 Luglio 2015 al 18 Luglio 2016. La somma dovuta, comprensiva di quota associativa annuale più quota assicurativa annuale è di Euro 250,00. L’ operazione può essere perfezionata presso le sedi compartimentali o le sedi delìe delegazioni. Questo vale, ovviamente, in qualunque parte del mondo la nave si trovi. Per agevolarli, i Soci si possono assicurare come segue: dal 18 Luglio 2015 al 18 Luglio 2016 quota assicurativa più quota associativa euro 250,00 dal 19 Novembre 2015 al 18 Luglio 2016 quota assicurativa più quota associativa euro 170,00 dal 19 Marzo 2016 al 18 Luglio 2016 quota associativa più quota associativa euro 120,00 Desideriamo ricordare ai Colleghi assicurati che: «L’assicurato è tenuto a comunicare tempestivamente al Collegio Capitani, per l’immediato inoltro alla Società assicuratrice, qualsiasi evento dal quale possa derivare un procedimento contemplato da questa polizza ...omissis...». Pertanto deve essere considerato essenziale, la notifica al Collegio per iscritto del sinistro, incluso l’invio dell’estratto del giornale nautico riguardante il fatto, dell’eventuale altro materiale pertinente, del nome del P&I ed eventualmente quello dell’avvocato che ha seguito la pratica sul nascere. Questo vale, ovviamente, in qualunque parte del mondo la nave si trovi. Si propone il seguente documento dal titolo “Attivazione di denuncia di sinistro marittimo” da inviare alla segreteria del Collegio di Genova subito dopo un incidente, o presunto tale, a bordo: Pro forma di “Attivazione di denuncia di sinistro marittimo” Denuncia cautelativa, denuncia di sinistro marittimo; assicurato: cognome, nome, nato a, il, compartimento marittimo, matricola, titolo professionale, certificato IMO, funzioni a bordo, nome della nave, bandiera, nome dell’armatore, nome e dati P&I (Protecting and Imdemnity Club) della nave; nome e tutti i dati dell’avvocato che difende i comandanti per conto dell’armatore; dichiarazioni dell’assicurato. Allegati: estratto giornale nautico parte II, documenti inchiesta preliminare, citazioni, altre notizie o dichiarazioni dell’assicurato, fotocopia primo interrogatorio, eventuali altri documenti autorità, verbali dei giudici, foto, filmati; data e firma. ATTENZIONE Rammentiamo ai Colleghi Assicurati e a tutti gli altri interessati che la validità della polizza scade il 18 luglio 2016. Il pagamento può essere eseguito per Genova e Delegazioni sul c/c postale n. 00391169 intestato al Collegio. Per Napoli e Delegazioni contattare i rispettivi numeri telefonici stampati su “«Vita e Mare» - sedi del Collegio Capitani”. Gli interessati possono ottenere copia della polizza presso i suddetti indirizzi/numeri telefonici. cmYn Novembre-Dicembre 2015 | | 7 VITA E MARe collegio nazionale capitani l.c. e m. Genova 16124 (GE) - Vico dell’Agnello, 2/28 tel: +39 010.2472746 - cell: +39 380.1237121 fax: +39 010.2472630 e-mail: [email protected] web: www.collegionazionalecapitani.it Napoli 80133 (NA) C.L.C. Antonio d’AGOSTINO Piazzale Immacolatella Vecchia s.n.c. tel: 081.202102 - cell: 3425.0391593 - cell: 338.7367462 e-mail: [email protected] Ancona 60121 (AN) - Com.te Mauro Menghini C/o Istituto Nautico - Lungo Mare L. Vanvitelli 76 cell: 3331295798/392.8148630 e-mail: [email protected] Augusta 96011 (SR) - Bartolomeo Trovato c/o Stella Maris - Via Principe Umberto 129 tel: 0931983597 - cell: 3382298959 e-mail: [email protected] Bari 70126 (BA) - Prof. Gaetano Scattarelli Via Caldarola 26/B tel: 080.5531389 - cell: 338.3267465 Brindisi 72100 (BR) - Cap. Freg. Cafaro Comm. Vincenzo Via Spalato 12 tel: 0831. 590198 - cell: 347.4877176 e-mail: [email protected] Cagliari 09123 (CA) coordinatore per la Sardegna e capo delegazione di Cagliari C.A. (C.P.) r. Nicola Silenti Via Carbonazzi 10 tel: 070667602 - cell: 368.605983 e-mail: [email protected] Carloforte 09014 (CA) - Com.te Cosimo Cesarale Via Aldo Moro 3 - tel: 0781.854183 e-mail [email protected] ABBONATI SOSTENITORI A VITA E MARE La Redazione di «Vita e Mare», vista la notevole diffusione che il giornale del Collegio Capitani L.C. e M. va acquistando nell’ambito marittimo ma anche in spazi esterni alla Categoria, propone l’abbonamento per 30,00 aperto a tutti i Lettori abbonamento sostenitore Per i negozi convenzionati, le richieste d’Abbonamento, corredate da Cognome, Nome, Indirizzo e Codice d’Avviamento Postale possono essere fatte alla Redazione di «Vita e Mare» ovvero presso il Collegio Nazionale Capitani L.C. e M., Vico dell’Agnello, 2 - 3° piano, 16124 Genova, oppure direttamente sul C.C. Postale 391169, stesso indirizzo suindicato, con la chiara causale del versamento: ABBONAMENTO LETTORE ABBONAMENTO PER NEGOZIO CONVENZIONATO CASTELLAMMARE DI STABIA 80053 (NA) C.S.L.C. Roberto Esposito Sansone Porto Davide - Banchina Marinella - tel: 081 8715410 - cell: 3380679676 e-mail: [email protected] Catania 95126 (CT) - Com.te Alfredo Cucinotta c/o Istituto Tec. Nautico - Via Artale Alagona 99 cell: 348.5118712 e-mail: [email protected] REGGIO CALABRIA - C.L.C. Bellantoni Filippo Via Rocco Minasi, 31 - 89058 Scilla (RC) tel: 3384869567 - 3298881117 e-mail: [email protected] Civitavecchia - Fiumicino C.L.C. Pietro Martucci Via Achemenide 67 - 00133 Roma (RM) tel: 0773.511062 - cell: 338.2083196/ 348.7324850 e-mail: [email protected] Riposto 95018 (CT) - Com.te Giuseppe Bellalba Via Circumvallazione 24 pal. A tel/fax: 095.934010 - cell: 349.1236433 e-mail: [email protected] COMUNI VESUVIANI - C.L.C. Pignalosa Paolo presso Hotel PuntaQuattroVenti Via Marittima, n.53 - 80056 - ERCOLANO (NA) tel. e fax : 081.777.51.16 - cell: 335.66.99.324 e-mail: [email protected] Roma 00146 (RM) - Cap. Enrico G. Giraudo c/o Istituto Tec. Nautico - Via Pingherle 201 cell: 347.4536095 e-mail: [email protected] CROTONE 88900 (RC) - Cap. Girolamo Parretta Via Lucifero 15 - tel. 3494674358 e-mail: collegio.crotone@gmail SALERNO 84100 (SA) - Cap. Gianfranco TRAMA Molo Manfredi n. 33 interno porto tel: 089.9956841 - cell: +39 338.3320258 e-mail: [email protected] Gaeta - terracina - Club Nautico Piazza Carlo III - 04024 Gaeta C.L.C. Salvatore Cienzo - cell: 328.3133656 e-mail: [email protected] Delegazione di BARLETTA - ANDRIA - TRANI e MOLFETTA Cap. Sante Grande Trani 76125 BT - tel: +39 3478872403 e-mail: [email protected] web site : www.collegiocapitanimolfettabat.it AL SERVIZIO DELLO SHIPPING 24 ORE AL GIORNO CON QUALSIASI METEO SEDI MOLO GIANO TEL. 010.2461003-4-5 FAX 010.2461114 MULTEDO TEL. 010.6987542 VOLTRI-TERMINAL TEL. 010.6135601 In ascolto continuativo VHF sui canali 10 - 12 Savona 17100 (SV) - com.te Francesco Ottonello Piazza Cavallotti 2 cell: 349 4016165 e-mail: [email protected] Siracusa: rivolgersi temporaneamente alla delegazione di Augusta Cap. Bartolomeo Trovato tel: 0931.983597 - cell: 338.2298959 e-mail: [email protected] Delegazione di Giulianova - Grottamare Regione Abruzzo - Cap. Marino Brandimarte Via S. Botticelli 24 - 63066 Grottamare AP tel: 0735 566730 - cell: 392 4198040 e-mail: [email protected] PENISOLA SorrentINA 80067 (NA) - C.L.C. Esposito Salvatore Via Lamma, 10 Meta di Sorrento (NA) tel: 081.5322778 cell: +39 360 38.20.14 e-mail: [email protected] IMPERIA 18.100 com.te Walter Veglio Via Angeli Custodi, 63 tel: 0184 295495 - cell: 333 8560760 e-mail: [email protected] Trapani 91100 (TP) Capo delegazione com.te Alberto Genovese c/o Universe Marine srl Via dell’Assunta 83 91100 Trapani tel:/fax 0923 560885 - cell. 334 1959404 email [email protected] isola d’Ischia Coordinatore Isola d’Ischia C.S.M. Gennaro MINICUCCI Via delle Terme 49/m 80077 Ischia - tel.: 08/1.983758 - cell.; 339.2926022 Delegato Isola d’Ischia: C.L.C. Massimo MENDELLA Via Cristofaro Colombo 53 80076 Lacco Ameno tel: 081.980767 - cell: 334.2846442 mail.: [email protected] Isola d’Elba - Com.te Roberto Vitiello Viale Elba 75 - 57037 Porto Ferraio (LI) tel: 0565.977821 - cell: 347.3300905 e-mail: [email protected] TRIESTE - Associazione che rappresenta il Collegio Collegio di Trieste dei Patentati C.L.C. e D.M. Via G. Mazzini 36 tel/fax: 040 362364 email [email protected] Ustica - Cap. Dott. Vincenzo Di Bartolo Via Streva 14 - 90143 Palermo (PA) tel: 091.8449472 cell: 348.2441531 e-mail: [email protected] La Spezia - cap. Valerio Marchini c/o Accademia del Mare Viale Italia 83 - 19124 La Spezia (SP) tel: 0187 778315 - fax 0187 779632 email: [email protected] web: www:accademiamare.it Venezia 30123 (VE) - Com.te Paolo Costantini Stazione Marittima - S. Basilio Pal. 26 cell: 334.2231216/335.5337401 fax: 363355337401 e-mail: [email protected] Licata 92027 (AG) - Com.te Alessandro Bifarelli Via Montesanto 60 - cell: 338.7649945 e-mail: [email protected] Livorno 57127 (LI) - Cap. M. Baldassarre Gargiulo Via G. da Verazzano 14 - tel: 0586.812054 - cell: 348.5945991 e-mail: [email protected] Viareggio 55049 (LU) - Cap. Prof. Luciano Ciomei Via Montramito 116/4 tel: 0584.31702 - 0584.1840080 cell: 328.0138065 e-mail: [email protected] MANFREDONIA - Cap. Matteo Riccardi c/o Ag. Mar. GALLI C.so Manfredi 6 - 71043 Manfredonia tel: 0884.582520 - cell: 342.1040468 e-mail: [email protected] Villa San Giovanni 89018 (RC) - Com.te Rocco Luppino Via Panoramica dello Stretto 29 cell: 333.6641242 e-mail: [email protected] MARSALA - MAZARA DEL VALLO - Cap. Gregorio Saladino Via Messina e Orlando 3 - 91025 Marsala (TP) cell: 329.8398338 e-mail: [email protected] Netherlands Com.te Francesco Morici Gashouderstraat 3a 3061 EH, Rotterdam, NETHERLANDS cell: 00310615822422 Martinsicuro - cap. Marino Brandimarte Via s. Botticelli 24 - 63066 Grottamare (AP) tel: 0735.566730 - cell: 392.4198040 e-mail: [email protected] CORPO PILOTI DEL PORTO DI GENOVA Ravenna - Com.te Romeo Fabbretti Via Garibaldi 23 - 48023 Marina di Ravenna (RA) tel: 0544.531783 - cell: 338.9544420 e-mail: [email protected] Turkey Axel and Emil Boutros Ataturk blvd, Unsal bldg, first flor 31200 Iskenderun - Turkey tel: 903266134567 e-mail: [email protected] Messina 98122 - (ME) - Cap. Edoardo Ardizzone Via Romagnosi 14 tel: 090.43688 - cell: 328.2082154 e-mail: [email protected] U.S.A. Capt. Juan Carlos Vernetti c/o Tecmarine, inc. 1313 Bamedale road woodbury, NJ 08096 - U.S.A. tel: 1-8562519249 e-mail: [email protected] Monte di Procida 80070 (NA) Sede: Via Pedecone IV TR 80 C.L.C. Mazzella di Regnella Giovanni - cell: 338.7314620 e-mail: [email protected] ASSOCIAZIONI ADERENTI Palermo Capo Delegazione “ad honorem” Com.te Giuseppe Russo Capo Delegazione Operativo: C.M. Giovanni Basile Piazza Generale Turba 76 - 90129 Palermo (PA) tel: 091.6572163 - cell: 320.1579109 e-mail: [email protected] Pizzo 89812 (VV) -Com.te Giuseppe Tallo Via Nazionale Contrada Mazzotta cell. 339.3899961 e-mail: [email protected] Porto S. Stefano - Monte Argentario D.M. Ivo Baffigi - Via Panoramica 233 - 58011 Porto S. Stefano (GR) cell: 339.2920454 - 333.3246010 e-mail: [email protected] Pozzallo 97016 (RG) - Com.te Giuseppe Galifi - Via Prol. G. Fava 8/8 tel: 0932.958126 - cell: 339.8854238 e-mail: [email protected] PROCIDA 80079 (NA) - Com.te Ciro Arco DE CANDIA - Via Roma 75 tel: 081.810 1475 - cell: +39 334.1000903 - fax: 081. 976 1927 e-mail: [email protected] Associazione Capitani Navigazione Interna (a.c.n.i.) Piazzale Flaim 1- 29021 Verbania Intra (VB) cell: 347.5325119 e-mail: [email protected] Associazione Capitani Navigazione Lagunare - Venezia Presidente: Com.te Lorenzo Boscolo Stazione Marittima - San Basilio PAL. 26 - 30123 VENEZIA cell: 333.2198311 CIRCOLO CAPITANI PROCIDA tel: 081.8968817 web: www.circolocapitani.it A.MA.DI Calata Porto 1 - 16038 S. Margherita Ligure (GE) tel: 0185.64620 e-mail: [email protected] CESMA - Confederation of European shipmasters’ Associations MUNTPLEIN 10 NL-1012 WR AMSTERDAM THE NEDERLANDS cmYn 8 | Tornerà alla vita il Mar Morto? Sembrava destinato a scomparire nel degrado ambientale, prosciugato dallo sfruttamento, ora invece le acque del Mar Morto verranno innalzate, tanto da fornire acqua potabile. Così la Giordania ha pubblicato un bando per la realizzazione di un canale, che lo colleghi al Mar Rosso. Grazie a un investimento di diversi miliardi di dollari, il progetto servirebbe a pompare 300 milioni di metri cubi di acqua all’anno; in totale, dovrebbero essere trasferiti due miliardi di metri cubi di acqua. Lungo il canale, un impianto di desalinizzazione la renderebbe potabile. L’opera dovrebbe attraversare il deserto alla frontiera tra la Giordania e Israele. Secondo il disegno, il canale dovrebbe anche generare energia elettrica: l’acqua estratta dal Mar Rosso andrebbe portata all’altezza di 170 metri, per essere poi lasciata cadere nel Mar Morto che si trova 400 metri sotto il livello del mare. Da anni l’idea di sfruttare la differenza di altitudine tra il Mar Morto e il Mediterraneo o il Mar Rosso ha stimolato l’immaginazione degli esperti, ma finora nessun progetto era stato preso seriamente in considerazione, per i costi esorbitanti. Parte dell’opera sarà finanziata dalla Banca Mondiale. Crociere- Flotta mondiale Secondo il parere di Cruise Lines International Association (CLIA) il prossimo anno la flotta mondiale di navi da crociera trasporterà circa 24 milioni di passeggeri, cifra che è superiore di un milione di unità rispetto al totale previsto per il 2015. L’andamento del mercato crocieristico è in continua ascesa: si pensi ai 15 milioni di crocieristi ospitati sulle navi solo dieci anni fa (nel 2006) e a quell’1,4 milioni di crocieristi nel 1980, quando l’associazione ha iniziato a registrare i dati. Nel 2016 è atteso l’ingresso sul mercato di 27 nuove navi da crociera che si aggiungeranno alle attuali 471 (sono 60 le compagnie di navigazione che fanno capo alla CLIA, la principale associazione crocieristica mondiale). In particolare, nel 2016 faranno il loro debutto nove navi oceaniche (sei nel 2015) e 18 navi fluviali (16 nel 2015) che affiancheranno rispettivamente le attuali 301 unità oceaniche e le 170 fluviali. Gli investimenti complessivi in queste navi di nuova costruzione hanno superato i 6,5 miliardi di dollari. Rotta regolare per il passaggio di Nord-Est La compagnia cinese Cosco ha annunciato l’intenzione di aprire una linea regolare che percorra la rotta artica, verso l’Europa, dopo avere costeggiato la Russia. Il passaggio di Nord-Est attrae gli armatori, da quando il riscaldamento climatico lo ha reso accessibile, almeno nei mesi estivi. L’UE è il più importante partner commerciale della Cina, che evitando l’Oceano Indiano taglierebbe ben nove giorni sui tempi di spedizione. L’annuncio della più importante compagnia cinese per il momento non è stato seguito da dettagli, segno che il progetto è ancora in fase preliminare. Tuttavia Cosco ha già testato la rotta, con due viaggi compiuti nel 2013 e nel 2015, dalla “Yong Sheng”, una general cargo con lo scafo rinforzato per resistere al ghiaccio. Nel 2013 la spedizione ha collegato il porto di Taicang, vicino a Shanghai, a quello di Rotterdam. Lo scorso luglio invece è stata coperta la rotta fra Dalian e il porto svedese di Varberg. Movimento container in Italia Gioia Tauro, Genova e La Spezia (in ordine di importanza per il traffico di container) sono gli unici tre scali italiani che movimentano oltre un milione di teu in un anno. Nelle previsioni elaborate da Contship Italia per l’ultimo semestre del 2015, c’è da segnalare l’azzeramento di Taranto, in cerca di un nuovo acquirente per il suo terminal. | Novembre-Dicembre 2015 VITA E MARe Previsione 2015 (in teu): 1. Gioia Tauro | 1.356.779 (-13,2%) 2. Genova | 1.133.117 (-6,9%) 3. La Spezia | 664.728 (+4%) 4. Cagliari | 363.000 (+1,1%) 5. Livorno | 385.393 (+39,6%) 6. Trieste | 236.457 (-4%) 7. Venezia | 272.430 (+21,2%) 8. Napoli | 232.124 (+10,9%) 9. Salerno | 160.000 (+7,1%) 10. Ravenna | 170.000 (+63,2%) 11. Ancona | 84.270 (+11,2%) 12. Taranto | 0 (-100%) 13. Savona Vado Ligure | 42.506 (+7,5%) 14. Civitavecchia | 32.917 (-2,2%) 15. Bari | 21.087 (+27%) 16. Palermo | 5.660 (-27,5%) Come la burocrazia frena l’export Nel 49mo Rapporto del Censis, colpisce il dato secondo il quale nel nostro Paese siano necessari 19 giorni per ottenere la documentazione amministrativa per esportare un container. A fronte dei 10 necessari in Francia e Spagna, dei 9 in Germania e 7 nei Paesi Bassi. Mentre nei porti italiani si è registrato un calo dei volumi di merce imbarcata e sbarcata, nel resto del mondo le merci movimentate sono cresciute di anno in anno. Si legge nell’indagine: “Fatto 100 il livello dei traffici marittimi al 2006 il dato italiano è pari oggi a 72,7, a fronte di un dato aggregato mondiale che si attesta a 124,5”. Molta della scarsa competitività dei porti italiani sarebbe da imputare ai tanti “gravami burocratici connessi all’export”. Spazio marittimo francese sul podio All’undicesima edizione delle Assise dell’economia del mare, il 3 novembre scorso a Marsiglia, l’INSEE (Institut national de la statistique) ha presentato uno studio sull’economia marittima francese, da cui emerge che il Paese possiede il secondo spazio marittimo al mondo per superficie, dopo gli Stati Uniti; seguono l’Australia e la Russia. Dalla pesca alle biotecnologie, un totale di circa 500.000 persone, pari al 2% degli occupati nazionali francesi, lavorano nel settore marittimo. Di questi circa la metà sono impiegati nel ramo del turismo costiero, mentre nel comparto del trasporto marittimo e fluviale di passeggeri e merci (inclusi i servizi portuali) gli addetti sono circa 45.000. Pesca- Definiti i poteri del Parlamento UE La Corte di giustizia europea ha accolto il ricorso dell’Europarlamento nella lunga controversia che l’opponeva al Consiglio Ue, sul potere di co-decisione nella Politica comune della pesca. I giudici europei hanno annullato la decisione del 2012 in cui il Consiglio Ue si era pronunciato in modo unilaterale sul piano pluriennale per il merluzzo nell’Atlantico e nel mare del Nord, in particolare sui limiti di cattura. Il Parlamento esigeva di essere pienamente associato nel ruolo di co-legislatore alla definizione dei piani di pesca pluriennali in quanto li considera ‘’un elemento chiave’’ della politica europea in quell’ambito. I giudici hanno accolto l’interpretazione degli eurodeputati. Entro la fine del 2016 dovrà essere approvato un nuovo regolamento sul piano a lungo termine per gli stock di merluzzo, ‘’fondato sulla base giuridica appropriata’’. Nell’attesa rimarrà in vigore la normativa attuale. Programma Italia 2014-2020 Fondi per la Pesca È stato definito il programma operativo italiano, approvato dalla Commissione europea per il periodo 2014-2020, riguardante il settore Pesca. Tra gli obiettivi primari: limitare l’impatto delle attività di pesca sull’ambiente marino, favorire un uso efficiente delle risorse per la pesca e l’acquacoltura, rafforzare l’innovazione e la competitività basata sulla conoscenza. In un documento di quasi 200 pagine, sono raccolti analisi e intenti per trovare soluzioni concrete alla bassa redditività del comparto (-7% il reddito dal 2006). L’attenzione si rivolge anche alla salva- guardia e all’aumento dell’occupazione, alla sovracapacità della flotta (nonostante una riduzione nell’ultimo decennio del 16,5% delle licenze di pesca), per il 60% di tipo costiero e artigianale. Gli investimenti globali previsti ammontano a 978,1 milioni di euro di cui 537,3 sono fondi europei. Caccia alle balene Il Giappone ci riprova A più di un anno dalla sentenza della Corte di giustizia internazionale che aveva di fatto bloccato ogni nuova iniziativa giapponese sui cetacei, la caccia – o, per usare la terminologia ufficiale del governo giapponese, la ricerca – è ora riaperta. Per la prima volta da quasi due anni, le navi nipponiche partono alla volta dell’Antartico per raccogliere dati sulla popolazione di balene, con la possibilità di catturare centinaia di esemplari di balenottera minore. L’Australia ha minacciato di intraprendere un’azione legale contro questa iniziativa: i ministri degli esteri e dell’ambiente australiani hanno annunciato di volersi unire ad altri altri 32 Paesi per opporsi alle spedizioni giapponesi. V Rapporto Economia del mare Il nuovo Rapporto dell’Economia del Mare, realizzato dal Censis per conto della Federazione del Mare (di cui fa parte anche il Collegio Nazionale Capitani L.C. e M.), è giunto alla quinta edizione. L’indagine conferma il dinamismo del cluster marittimo italiano, che contribuisce al prodotto interno lordo nazionale per 32,6 miliardi di euro (2,03%) e dà occupazione a circa il 2% della forza lavoro del Paese (471mila persone fra addetti diretti e indotto). Oggi la flotta di bandiera italiana è tra le principali al mondo (la terza dei grandi Paesi riuniti nel G20) e supera i 17 milioni di tonnellate di stazza, con posizioni di assoluto rilievo in alcuni settori (ro-ro, navi da crociera, navi per prodotti chimici). Inoltre l’Italia mantiene la leadership europea nel traffico crocieristico, con 6,2 milioni di passeggeri e 4.600 scali di navi, oltre che nella costruzione di navi passeggeri e motor-yacht di lusso. I dati purtroppo non sono sempre e solo positivi: essi confermano l’arretramento del sistema portuale italiano dal primo al quarto posto in Europa per importazioni ed esportazioni di merci via mare, con 194 milioni di tonnellate, in buona parte imputabile al calo degli approvvigionamenti all’economia nazionale legato alla crisi. In termini di valore della produzione, i trasporti marittimi si collocano al primo posto tra le attività industriali (11,8 miliardi di euro). FIORI D’ARANCIO Le congratulazioni del Collegio Nazionale Capitani L.C. e M. vanno all’ammiraglio Giovanni Biso, probiviro della nostra associazione. Il figlio si è sposato a Genova, il 12 settembre scorso: a Marco Biso e Sonia Sigillo, che si sono uniti in matrimonio presso l’Abbazia di San Siro, gli auguri del Collegio tutto, insieme al presidente nazionale Giovanni Lettich. L’eco della stampa® AGENZIA DI RITAGLI E INFORMAZIONI DA GIORNALI E RIVISTE Direttore I. Frugiuele ECOSTAMPA® MEDIA MONITOR S.p.A. VIA G. COMPAGNONI 28 - 20129 MILANO TEL. 02.7481131 R.A. - FAX 02.748113444 Cas. Post. 12094 L’ECO DELLA STAMPA Reg. Stampa Trib. Milano n. 6660 del 30.9.1964 I TESTI EDITI DAL COLLEGIO NAZIONALE CAPITANI DI L.C. E M. In vendita presso il Collegio oppure alla C.A.I.M. di Genova, Euro 15,00 cmYn Novembre-Dicembre 2015 | | 9 VITA E MARe Verso le emissioni zero: costi e altri dubbi Consultazione pubblica sul GNL GNL al posto del bunker? In Italia siamo alla ricerca Prima regole e dati sicuri di una strategia nazionale I prezzi bassi del greggio hanno parzialmente oscurato i vantaggi economici dell’adozione del gas naturale quale combustibile per le navi. Così alla recente London Week International Shipping (ogni due anni a metà settembre) gli addetti ai lavori hanno cercato di ritrarre la situazione e le aspettative dello shipping internazionale, rispetto a questa nuova fonte di energia, che promette di risolvere il problema delle sempre più rigide limitazioni in materia di emissioni atmosferiche (Annesso VI della MARPOL, in evoluzione con gli emendamenti). L’attrattiva principale del gas naturale, consistente in massima parte di metano che si trova normalmente associato alla presenza di combustibili liquidi di natura fossile, rimane nel fatto che si tratta di una fonte sostenibile e conveniente, sia per la propulsione sia per la produzione di energia elettrica a bordo delle navi. Il mondo marittimo potrebbe risolvere così sia il problema delle stringenti limitazioni in materia di emissioni atmosferiche (ossidi di azoto, di zolfo e anidride carbonica), sia le incognite dovute all’instabilità del prezzo dei combustibili. Alla forma liquida (GNL) il gas presenta il vantaggio di essere trasportato in grandi concentrazioni, a parità di volume circa 600 volte quella della forma gassosa. Dunque nella sede di Londra si è vagliata con interesse questa opportunità, che gli armatori tuttavia devono ancora decidere se cogliere o meno. Ad attrarre le compagnie armatoriali verso una simile opzione non può essere sufficiente il solo risparmio del carburante; il vantaggio economico infatti è prevedibile fino a un certo punto, in una prospettiva di lungo termine, come dimostrano le recenti oscillazioni dei prezzi. All’assemblea ci si è anche domandati se l’imperativo dei combustibili a basso tenore di zolfo da parte dell’IMO non potrebbe essere rimandato a dopo il 2020… La scelta desta ancora tante perplessità, soprattutto in vista delle molte sfide che pone: innanzi tutto la preoccupazione per la salvaguardia della sicurezza, con la necessità di stabilire nuove regole (a giugno la prima direttiva IMO in materia), quindi il dilemma sulla percezione del grande pubblico rispetto a questa opzione. Tutto questo richiede un grande impegno anche dal punto di vista della comunicazione: in Scandinavia ad esempio sono state prese molte iniziative per fare arrivare il messaggio di sicurezza ed ecosostenibilità; parimenti sono partiti diversi progetti (vedi anche su V&M 3-4/2014, l’articolo dell’ing. Guido Barbazza sulla Viking Grace, Wartsila). Tuttavia permane una certa diffidenza al riguardo, che potrebbe scemare con l’entrata in vigore di regole certe. Esiste anche un sodalizio tra gli armatori che utilizzano questa forma di energia: la Society for Gas as a Marine Fuel (SGMF), associazione non governativa che promuove le best practice per un utilizzo sicuro e responsabile del gas come combustibile marino; all’interno di questa organizzazione si lavora per produrre linee guida definitive; i soci avrebbero già 50-60 navi metaniere in servizio nel mondo e altrettante in costruzione o che stanno per essere ordinate. In generale, l’industria del GNL presenta caratteristiche molto diverse, a seconda dei Paesi, con circa 350 navi spesso attive su direttrici transoceaniche. Abbiamo dato un rapido sguardo alla situazione internazionale rispetto alla scelta di utilizzare gas naturale liquefatto come combustibile marino. Ma in Italia qual è la situazione? Chi si occupa di questa materia? Tutto è lasciato all’iniziativa privata? Nel nostro Paese i principali problemi degli armatori nell’investire sul gas pare siano dovuti alla mancanza di un quadro organico della rete di distribuzione, alla mancanza di una regia. La scorsa estate, il ministero dello Sviluppo Economico ha pubblicato sul proprio sito istituzionale un documento di consultazione pubblica per definire una strategia nazionale sul GNL, redatto da un gruppo di lavoro cui hanno partecipato vari ministeri, istituzioni e imprese. L’iniziativa, che si pone come obiettivo di ridurre l’impatto ambientale nei trasporti via mare e su strada, lanciando uno sviluppo competitivo del settore che utilizza il GNL, ha tentato di verificare la disponibilità del sistema paese a impegnarsi in questo progetto di sviluppo. Nel testo reso pubblico, vengono presi in esame i settori di utilizzo, il mercato del GNL, le previsioni di domanda nazionale nel campo dei trasporti e degli altri usi, le normative di sicurezza, la logistica, le possibilità di sviluppo in ambito portuale e del traffico marittimo, l’utilizzo come carburante per il trasporto stradale pesante, le innovazioni normative utili a incentivarne lo sviluppo, oltre che la accettabilità sociale. Il termine ultimo per partecipare alla consultazione pubblica, mediante questionario compilabile on line, è ormai scaduto da settembre scorso. L’esigenza di valutare tale strategia deriva da due atti propulsivi, uno di iniziativa parlamentare e l’altro connesso a specifiche previsioni in ambito Quale formazione per gestire il gas a bordo La domanda se la ponevano già qualche anno fa i comandanti spagnoli riuniti nell’associazione similare al nostro Collegio: il gas naturale liquefatto viaggia a una temperatura costante e a pressione atmosferica su speciali navi metaniere. Quale formazione sarà riservata al personale a bordo? Il GNL è una miscela di idrocarburi, prevalentemente metano; una volta purificato il gas naturale viene liquefatto a pressione atmosferica mediante raffreddamento, fino a circa -160° per ottenere il GNL che, occupando un volume circa 600 volte inferiore rispetto alla condizione gassosa di partenza, può essere agevolmente stoccato e trasportato. Il GNL è un liquido criogenico incolore, inodore, non tossico. Sebbene la tecnologia criogenica sia conosciuta fin dall’inizio degli anni Cinquanta, l’impiego di GNL, la sua distribuzione e le tematiche legate alla logistica rappresentano una grande novità nel panorama industriale nazionale. Le possibili resistenze nell’impiego di questa forma di energia potrebbero essere legate ai dubbi sulla sicurezza gestionale, soprattutto sulle figure professionali chiamate ad operare nella distribuzione del GNL. Dieci vele e pannelli retrattili La nave da crociera più “verde” Ecoships è il nome del progetto sperimentale per la costruzione di una nave da crociera a emissioni dimezzate, che funzionerà grazie all’alimentazione ibrida (GNL e biocarburanti), con l’ausilio di energia solare ed eolica. Il disegno è stato presentato alla Cop21, la conferenza dell’Onu sull’ambiente che si è appena conclusa a Parigi. L’idea è partita dall’organizzazione non governativa Peace Boat (sede in Giappone) e potrebbe essere realizzata entro il 2020. La nave (55mila tonnellate di stazza) potrà ospitare fino a 1.500 passeggeri. cmYn europeo. Il Governo italiano si è infatti impegnato in sede parlamentare ad adottare iniziative per la realizzazione di centri di stoccaggio e ridistribuzione nonché norme per la realizzazione dei distributori di GNL, in tutto il territorio nazionale, anche al fine di ridurre l’impatto ambientale dei motori diesel nel trasporto via mare e su strada, nonché di ridurre i costi di gestione per gli utilizzatori di motori diesel e per sviluppare l’uso del GNL. A livello comunitario, la Commissione Europea, con la direttiva 2014/94/EU sullo sviluppo dell’infrastruttura per i combustibili alternativi (DAFI), ha previsto che gli Stati Membri producano piani di sviluppo delle diverse fonti alternative per il settore dei trasporti entro il 2016. In tale contesto si colloca anche il GNL, per il quale la direttiva prevede che, attraverso i rispettivi quadri strategici nazionali, gli Stati membri assicurino che entro il 31 dicembre 2025 venga realizzato un numero adeguato di punti di rifornimento per il GNL nei porti marittimi appartenenti alla rete centrale TEN-T (“Trans-European Transport Network”) ed entro il 31 dicembre 2030 nei principali porti della navigazione interna. Sono 14 i porti nazionali compresi in questa rete: Ancona, Augusta, Bari, Cagliari, Genova, Gioia Tauro, La Spezia, Livorno, Napoli, Palermo, Ravenna, Taranto, Trieste, Venezia. Il GNL è effettivamente conveniente rispetto alle alternative possibili? Alla domanda si cerca di rispondere tramite alcuni studi effettuati in Italia, su prospettive a lungo termine (fino al 2030). In questo senso la risposta parrebbe positiva, anche se permangono molti dubbi. Per ora solo un armatore del Sud Italia, che opera giornalmente i collegamenti sullo Stretto di Messina, ha deciso di rischiare: il rinnovo della flotta prevede un investimento per diversi milioni, con la costruzione del primo tragetto ibrido. La svolta “green”, frenata dall’assenza di una rete di distribuzione, potrebbe partire proprio dal Meridione. Chi volesse leggere il documento di consultazione per una strategia nazionale sul GNL, vada al seguente link: http://www.mise.gov.it/images/stories/documenti/gas/ documento_di_consulazione_per_una_strategia_nazionale_sul_GNL.pdf 10 | lettere e voci dal mare L’addio di Onorato a Confitarma Così si affonda l’Italia marittima Con la lettera che pubblichiamo qui di seguito, il 24 novembre scorso, il gruppo armatoriale che fa capo alla famiglia Onorato ha lasciato Confitarma. Rientrano nel gruppo: Moby Spa, Tirrenia Compagnia Italiana di Navigazione Spa, Toremar, Rimorchiatori Sardi. In meno di cinque anni la politica della Confederazione Armatori porterà alla fine della bandiera italiana. L’estensione degli sgravi previsti per la bandiera italiana anche alle bandiere comunitarie, senza alcuna limitazione in caso di imbarco di marittimi extracomunitari, porterà alla perdita di circa 15.000 posti di lavoro, in una realtà, come quella del mezzogiorno d’Italia, già fortemente penalizzata dal punto di vista economico e sociale. Di italiano resteranno solo le persone fisiche degli armatori che beneficeranno delle provvidenze dello stato italiano in materia di sgravi con bandiere estere e marittimi extracomunitari, ovvero il danno e la beffa! Noi Onorato, in questo contesto, siamo degli armatori eretici: 70 navi tutte bandiera italiana e 4.000 dipendenti tut- ti italiani. La Confitarma oggi non difende più niente di italiano, ma solo gli interessi di un paio di gruppi armatoriali che navigano con mille bandiere e con marittimi non comunitari, pagati con una manciata di dollari al mese. Non vogliamo partecipare a questo cosciente e cinico annullamento della bandiera e dell’occupazione marittima italiana. Già grandi gruppi italiani imbarcano marittimi extracomunitari sottopagati su tratte di cabotaggio. Noi ci dissociamo, difendiamo la nostra tradizione armatoriale che vanta oltre cento anni di storia e i nostri marittimi italiani. Vincenzo Onorato In riferimento a tali dichiarazioni, Confitarma ha risposto che “L’estensione degli sgravi previsti per la bandiera italiana anche alle bandiere comunitarie, senza alcuna limitazione in caso di imbarco di marittimi extracomunitari non è frutto della politica di Confitarma, ma di un adeguamento delle norme italiane a quelle comunitarie espressamente imposto dalla Commissione europea”. Caustiche osservazioni di un collega I modi peggiori di fare carriera Un po’ di satira, per sorridere sul nostro mestiere… Secondo il sottoscritto collega, forse un po’ troppo pessimista, fra noi ufficiali di Marina si possono trovare anche le seguenti categorie: -i diplomati nautici sfigati che, pur di lavorare, si imbarcano da mozzi e, forse, riescono a fare il 1° ufficiale a 50 anni; se vogliono velocizzare la carriera, dopo qualche anno di mozzo o motorista, fanno un esame in Capitaneria e passano automaticamente Comandanti o Direttori di qualche pontone o (i più fortunati) di aliscafi per le isole; -i diplomati nautici predestinati: sono tali tutti quelli che non devono sforzarsi di cercare un imbarco e, tramite furbizia, amicizie, privilegio e famiglia di appartenenza, cominciano a farsi da subito tutte le navi passeggeri. Questa tipologia è stata degnamente rappresentata (si fa per dire) dai tristi naufragi noti ai più; -i diplomati generici che non si abbassano a frequentare il nautico (considerato una diminutio come tutti gli istituti tecnici), ma si fanno venire la passione per il mare dopo il liceo scientifico e poi entrano in Accademia Navale (magari grazie al papà); -infine c’e’ la categoria peggiore: quello che si fa venire la passione per il mare non dopo il diploma, ma addirittura dopo la laurea in Legge, perché è sempre meglio lo stipendio sicuro in mezzo a timbri e scartoffie demaniali che il rischio di uno studio legale. Costui non si fa neanche l’Accademia navale, per cui è inviso pure a tutti quelli che si sono fatti il mazzo a pulire gli ottoni del Vespucci (cosa inutile, ma che fa parte dell’iter). Il tipo in questione non salirà mai su una petroliera, non sa cosa sia un boccaporto McGregor, forse non sa neanche cosa sia una evoluta metacentrica; però passa per Ufficiale di Marina perché si occuperà di multare le barche che hanno gli estintori scaduti e siederà in commissioni di esami che abilitano i mozzi della prima categoria. Ecco la Marina nel suo complesso: una sorta di zattera alla deriva con 30 uomini di equipaggio, di cui 1 rema e 29 comandano! Angelo Catalano | Novembre-Dicembre 2015 VITA E MARe Premio coraggio a un vero eroe della Coast Guard Il 19 novembre scorso, presso la sede dell’IMO a Londra, si è svolta la cerimonia dell’Award for Exceptional Bravery at Sea, il premio istituito dall’IMO dal 2007 per riconoscere i gesti di straordinario coraggio e altruismo, che avvengono tra gli uomini di mare. Quest’anno il più alto riconoscimento è andato a Christopher Leon della Guardia Costiera americana, per avere tratto in salvo quattro uomini dalle acque dell’Oceano Pacifico in tempesta. Nel Giugno 2014, durante una competizione tra barche (Guardia costiera USA) e Sekimizu (Segretario a remi, lungo un percorso Leon generale IMO) di 2.100 miglia nautiche, da Monterrey (California) ad Honolulu (Hawaii), la barca di Fraser Hart, Sam Collins, Colin Parker e James White ha iniziato ad imbarcare acqua. Il peggioramento rapidissimo delle condizioni meteo marine ha impedito allo yacht di supporto alla gara di raggiungere l’imbarcazione, quindi è stato richiesto l’intervento della Guardia Costiera. Da San Francisco si è alzato in volo un elicottero, in piena notte, con vento a 30 nodi e onde alte 15-20 piedi (sei metri), Christopher Leon si è calato nel buio per agganciare gli uomini dell’equipaggio. Una volta tratti a bordo dell’elicottero tre naufraghi, le difficoltà di recupero in condizioni estreme hanno costretto l’equipaggio dell’elicottero a prendere una drammatica decisione: preoccupati dal livello del carburante ormai critico, hanno dovuto lasciare in acqua il loro compagno Leon con l’ultimo superstite Fraser Hart, aggrappati a un troncone di barca che ancora galleggiava in mezzo alla tempesta. Impossibile raggiungerli con una zattera di salvataggio, subito spazzata dal vento e dalle onde. Così i due hanno trascorso alcune ore al freddo e al buio, rischiando la vita. L’elicottero è rientrato per il rifornimento, quindi è ripartito per concludere la missione. Sei ore dopo tutti erano in salvo. In occasione della cerimonia a Londra, insieme a Leon e gli altri 3 uomini dell’equipaggio della Guardia Costiera, erano presenti anche 3 dei naufraghi salvati. I bravi marinai I bravi marinai con gran misura armano barche pieni di esperienza tutte manovre fatte con bravura per preparare una abile partenza. Le ardite prore poi solcano fiere le onde increspate, volte verso l’alto, le bianche vele volano leggere gonfie di vento, quasi in un assalto. Rotta a Ponente! Incontro all’orizzonte giocando al vento, andando a bordeggiare nel vasto mare sempre più distante per realizzare il sogno : navigare. Quando al tramonto il sole fiammeggiante nel cielo muta tutti i suoi colori, è sera! Si fa rotta per Levante mentre il magone stringe a ognuno i cuori. Finita è la bellissima avventura si torna ed ecco il faro di Camogli si ammaina giù la fiacca velatura attenti a non cozzare sugli scogli. La barca già ormeggiata alla banchina senza più vele oscilla dolcemente, quasi ha la grazia di una ballerina, mossa dalla risacca lentamente. Il segreto di questo mio pensiero sta nella nostalgia folle del mare, nasce dall’esser marinaio vero con l’infinita voglia ancor di andare …… per mare. Primo Conoscenti- Diario di bordo La scia di poppa immagine del tempo Stiamo risalendo il Fiume Grande del sud, l’unica testimonianza che siamo su un fiume è data dal fango sollevato dallo scafo; intorno a noi solo orizzonte.Abbiamo attraversato il delta con tutte le sue isolette palustri e i piccoli legni da pesca spinti da bicilindrici scoppietanti che incrociavano per ogni dove come uno sciame di api al lavoro. Grandi volatili simili a cicogne migravano a mezzogiorno disegnando, nel cielo plumbeo e pesante, sagome di enormi delta quasi a trasformarsi in un solo velivolo. Luoghi dove parole come clacson, semaforo, casello e incrocio perdono completamente di significato come le parole ripetute all’infinito. La nave a pallone si comporta come un enorme pendolo che oscilla secondo l’umore del timoniere e noi stiamo già affilando le forchette in previsione di un’uscita gastronomica fissata per sabato sera. Domenica anche Rio Grande sarà già nella scia di poppa in attesa di toccare,fra un mese,Pajaritos in Messico. Festeggeremo il Natale in estate e il capodanno sarà in maglietta. In tre mesi ho attraversato l’estate, l’inverno in estremo oriente, l’autunno in Nord Europa, la primavera nel continente americano e trascorrerò l’estate in Sud America. Fra due mesi tornerò in Italia ripiombando nell’inverno continentale in attesa della primavera che forse trascorrerò nuovamente a bordo, magari da secondo ufficiale di macchina chissà dove e chissà su quale nave. Guardare la scia di poppa mi mette sempre malinconia pensandola come una delle tante facce del tempo, come il cam- po lungo che lega il presente della nave al passato del Mare appena solcato, come voltarsi e vedere infiniti fotogrammi degli istanti appena trascorsi, quasi si trattassero di due specchi paralleli di un armadio sulla superficie dei quali la mia immagine viene riflessa all’infinito fino a scomparire mentre mi annodo la cravatta. Quanto è più bello affacciarsi al mascone per guardare il bulbo della prua solcare un Mare vergine pensandolo come l’inizio di una strada che ti può condurre ovunque. Alessandro R. Menghi Delegazioni- Manfredonia e Augusta Il com.te Matteo Riccardi, delegato del Collegio Nazionale Capitani a Manfredonia, è riuscito ad instaurare un clima di amicizia e collaborazione con l’Istituto Tecnico Nautico statale G.Rotundi. Al fianco del dirigente scolastico prof.ssa Paola Guida e di alcuni professori sensibili, ha organizzato una visita allo scalo di Manfredonia, portando i ragazzi a bordo della nave Jaguar, battente bandiera olandese, ormeggiata al porto industriale per sbarcare sezioni per torri di impianti eolici. Visto il successo dell’iniziativa -ha detto Riccardi- si spera di potere cmYn LE DI MARE - Nozioni di nautica da diporto” col patrocinio gratuito di Assonautica e della locale Capitaneria di Porto. Il com.te CF(CP) Nicola Latinista ha chiuso il ciclo di lezioni. Il com.te Bartolomeo Trovato, delegato del Collegio ad Augusta, è entrato a far parte del team di docenti del Corso per Ufficiali a livello direttivo presso il Politecnico del mare Duca degli Abruzzi di Catania. Trovato fa parte anche del consiglio del gruppo Maestri del Lavoro di Siracusa, che ha appena riconfermato il console Romolo Maddaleni. presto ripetere l’esperienza, realizzata anche grazie al sostegno dell’Agenzia Marittima A.Galli & Figlio di Manfredonia dove io lavoro attualmente. Nel frattempo, al fine di far avvicinare alla Nautica da diporto i giovani e gli (Nella foto i ragazzi del Nautico in interessati, ho organizzato un visita allo scalo di Manfredonia e la corso gratuito intitolato “PILLO- nave “Jaguar”) Novembre-Dicembre 2015 | | 11 VITA E MARe ARTICOLO TECNICO - Una proposta all’IMO per migliorare l’applicazione SOLAS II-1 sulle navi passeggeri Come l’esigenza di tagliare i costi di produzione finisce per mettere in pericolo la sicurezza Contradditorio che le FMEA siano obbligatorie per i mezzi veloci ma non per le grandi unità da crociera, molto più complesse PREMESSA Requisiti della SOLAS La SOLAS, Capitolo II-1, regola 26 stabilisce tra l’altro che “Devono esservi mezzi atti a mantenere o ristabilire il funzionamento normale del macchinario di propulsione anche se uno degli ausiliari essenziali va fuori servizio. Deve essere posta particolare attenzione al cattivo funzionamento di: .1 un gruppo generatore che serve da fonte principale di energia elettrica; .2 le fonti di alimentazione di vapore; .3 gli impianti di acqua di alimento delle caldaie; .4 gli impianti di alimento del combustibile liquido per caldaie o motori; 31 .5 le fonti di pressione per l’olio lubrificante; .6 le fonti di pressione per l’acqua; .7 una pompa del condensato e le sistemazioni per mantenere il vuoto nei condensatori; .8 la mandata meccanica di aria per le caldaie; .9 un compressore e un serbatoio d’aria per avviamento o comando; .10 i mezzi oleodinamici, pneumatici o elettrici per i comandi nel macchinario di propulsione principale, comprese le eliche a pale orientabili. Tuttavia l’Amministrazione, tenendo conto di considerazioni di sicurezza globale, può accettare una riduzione parziale della capacità di propulsione rispetto al funzionamento normale”. In pratica, la SOLAS II-1/26 richiede che una singola avaria (ad un macchinario o ad un impianto), non debba compromettere la possibilità di mantenere o ristabilire la propulsione in tempi rapidi. Da tenere presente che la norma chiede di porre “particolare attenzione” al cattivo funzionamento di alcuni impianti ma non esclude la possibilità di porre attentione ad altri impianti di bordo e sottintende che debbano essere anche salvaguardate le condizioni minime di sopravvivenza dell’equipaggio e passeggeri e, quando sussistono motivi di sicurezza, del carico. Ad esempio, sulle navi passeggeri, dovranno essere man- tenute le condizioni minime di abitabilità/sopravvivenza dei passeggeri (ventilazione, impianti sanitari, cucine). Caratteristiche delle moderne navi da passeggeri Le navi moderne da passeggeri (quelle costruite negli ultimi 15 anni), si caratterizzano dall’elevato utilizzo degli impianti di automazione (per il locale macchina, spesso interfacciata con gli impianti di sicurezza quali gli Arresti di Emergenza della Ventilazione / Serrande, l’impianto fisso antincendio a CO2, l’impianto Sprinkler ecc.) e da soluzioni ingegneristiche, tutte intese a consentire la gestione della nave con un limitato numero di persone e la diminuizione dei costi di costruzione. Queste peculiarità sono state spesso sviluppate tenendo presente le norme di classe relative alle diverse sezioni tecniche (macchine, impianti elettrici, automazione, impianti sicurezza) ma trascurando di valutare come le novità sviluppate in una sezione possano influenzare le altre sezioni, alla luce della regola 26, capitolo II-1 della SOLAS. Esempi di tali sviluppi sono l’utilizzo di gruppi spinta combustibile per i diesel generatori invece di singole pompe condotte, largo utilizzo di impianti a 24vdc per alimentare funzioni essenziali (dei quadri elettrici principali, degli impianti di sicurezza, dell’automazione), percorso dei cavi elettrici di impianti vitali non regolamentato (con possibilità di perdere funzioni vitali anche per un incendio localizzato), comando dei ventilatori e delle serrande poste sulle condotte di ventilazione ecc. Evoluzione dei macchinari L’esigenza di ridurre i costi di produzione e l’adozione delle nuove tecnologie ha avuto conseguenze non marginali sugli stessi macchinari. Esistono motori di propulsione o generatori elettrici il cui funzionamento dipende dalla disponibilità di energia elettrica ausiliaria per la presenza di sofisticati impianti di ORGANO UFFICIALE DEL COLLEGIO NAZIONALE CAPITANI L.C. E M. ENTE RICONOSCIUTO CON D.M. 14-1-93 Vico dell’Agnello, 2 - 3° piano - 16124 GENOVA Telefono: 010.247.27.46 - Cell. 333.819.11.41 - Fax 010.247.26.30 C.C. postale N. 391169 E-mail: [email protected] Autorizzazione Tribunale di Genova del 17-12-1964 - N. 6/64 di Registro Centro Stampa: NUOVA Grafica L.P. - Via Pastorino, 200 r. - 16162 Genova E-mail: [email protected] Direttore responsabile: BETTINA ARCURI La collaborazione è volontaria e gratuita. Le opinioni espresse negli articoli riflettono idee personali degli autori. Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1. DCB Genova” Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana “Vita e Mare” viene inviato oltre ai Soci a Parlamentari, Segreterie dei Partiti politici, Autorità, Uffici stampa, Ministeri, Enti, Associazioni, Stampa ordinaria e specializzata, Organizzazioni sindacali dei lavoratori e degli imprenditori, Capitanerie di Porto, Enti portuali, Registri navali, Cantieristica, Marina Militare, Scuole Nautiche. controllo elettronici (regolatori di giri, regolatori dell’anticipo, comando delle soffianti etc.) di cui sono dotati. Da qui la necessità di considerare in modo particolare le fonti di energia e la distribuzione della alimentazione elettrica, incluso il percorso dei cavi in modo che una avaria, un incendio localizzato o l’allagamento di un locale non permetta ancora le funzioni stabilite dalla predetta regola SOLAS. Verifica applicazione della SOLAS, regola 26, CAP. II-1 L’applicazione della regola 26, capitolo II-1 della SOLAS dovrebbe essere verificata dai Registri di Classificazione nella fase di approvazione dei disegni e/o durante le prove dei macchinari ed impianti durante la costruzione. Bisogna tenere presente che i registri di classificazione non richiedono uno specifico documento (disegno o specifica tecnica o “Failure mode and Effect Analysis” detto “FMEA”) finalizzato alla verifica del rispetto della predetta norma (come previsto, ad esempio, dalle norme per gli High Speed Crafts che già prevedono sia fatta una FMEA per verificare che una singola avaria o errore operativo non causi una condizione pericolosa per la nave). La FMEA ha lo scopo di verificare gli effetti dell’avaria di un macchinario, impianto, apparecchiatura, sulla propulsione, sul governo e sulla disponibilità degli impianti di sicurezza. L’assenza di tale documento non permette di verificare agevolmente la corretta applicazione delle regola 26, capitolo II-1 della SOLAS, di conoscere eventuali interfacce tra diversi impianti o, in presenza di impianti che si interfacciano, di analizzare il comportamento degli stessi in caso di avaria alle parti comuni. Infatti, l’attuale organizzazione dei registri di classificazione prevede che personale esperto in impiantistica, automazione, impianti elettrici, sistemazioni antincendio, ecc. verifichi che le parti del regolamento che li riguarda direttamente ma non è però prevista una verifica specifica finalizzata alla valutazione della corretta applicazione della regola SOLAS II-1/26.3. Durante le prove dei macchinari ed impianti, al momento della costruzione, tale verifica non è quasi mai possibile in quanto le prove per la consegna dei vari impianti ha la sola finalità di accertare il corretto funzionamento degli stessi e non le conseguenze di eventuali avarie incluse quelle alle eventuali interfacce con altri impianti (che magari devono essere ancora installati). Il programma delle prove in mare, in generale, non prevede prove specifiche per accertare la conformità delle sistemazioni di bordo alla regola 26, capitolo II-1 della SOLAS. Tale verifica potrebbe essere richiesta dal tecnico addetto alla sorveglian- za ma, a meno di interventi da parte di tecnici specialisti della Direzione, è molto difficile che si realizzi anche per la difficoltà di tale verifica, in assenza di documenti specifici. In sostanza, è possibile che le navi siano consegnate agli armatori senza avere la certezza che la regola SOLAS II1/26.3 sia stata correttamente applicata. Norme sul “safe return to port” Per le navi costruite dopo il 1 Luglio 2010 dovranno inoltre essere osservate le norme relative al sicuro rientro nel porto (Cap. II-2 reg. 21 e Cap. II-1 reg. 8.1) che riguardano, tra l’altro, la necessità di mantenere la disponibilità degli impianti che permettono il rientro della nave in porto, anche in specifici casi di allagamento e incendio. Per verificare il rispetto di tali nuove normative, l’IACS aveva emanato (credo nel 2002) un documento che propugnava una analisi qualitativa delle avarie e dei loro effetti (IACS members require system’s designers, manufacturers and/or shipyards to perform and submit qualitative failure analyses to ensure that the fail safe operation of propulsion systems on new passenger ships). Non mi risulta che tale raccomandazione sia stata seguita da modifiche normative dei registri di classificazione. Ciò detto, non si capisce il motivo per il quale non sia richiesta la stessa analisi per verificare l’applicazione della regola 26, Cosa fare L’IMO, dovrebbe rendere capitolo II-1 della SOLAS a tutti obbligatorio l’obbligo di verifigli impianti. care che le norme previste dalla Conseguenze regola SOLAS II-1/26.3 siano In assenza di una FMEA, che applicate sulle navi costruite illustri la corretta applicazione dopo l’entrata in vigore (1986) della SOLAS regola 26, capitolo di tale regola. II-1 della SOLAS, il personale di Sulle navi passeggeri di nuobordo la nave può non essere va costruzione, la FMEA doin grado di identificare in tempi vrebbe prendere in considerarapidi le cause di avarie, sopratzione anche il percorso dei cavi tutto quando sono previsti piú elettrici in modo da evitare che impianti che si interfacciano. la perdita di un compartimento Ciò potrebbe richiedere tempi o un incendio localizzato possa più lunghi per riprendere la determinare una condizione di propulsione oppure non avere sicurezza inaccettabile. più la disponibilità di impianti Le verifiche dovrebbero inidi sicurezza. Ciò spiega perché alcune ziare con le navi da passeggeri avarie siano state risolte in e le navi da carico piú grandi tempi incompatibili con l’esi- (quelle che, in caso di avaria genza di sicurezza (black out comporterebbero danni di risolti dopo molte ore; black maggiore entità). Tecnicamenout causati da interventi au- te, la verifica consisterebbe tomatici non previsti; impianti nella redazione di un FMEA essenziali non disponibili in (Failure Mode and Effect Analysituazioni di emergenza in sis), basato sull’effettiva instalquanto con elementi in comu- lazione degli impianti a bordo ne ad altri impianti in avaria o di ciascuna nave. La verifica dofuori servizio; impossibilità di vrebbe includere l’esame della riprendere immediatamente la documentazione tecnica della propulsione per mancanza di nave e prove pratiche a bordo. La redazione di un FMEA vapore per riscaldare il comconsentirebbe di identificabustibile ecc.). È chiaro che quando tali re e possibilmente eliminare incidenti si verificano in parti- eventuali punti critici impiancolari condizioni (ad esempio tistici della nave e, soprattutto, in presenza di condizioni me- avere a bordo un documento teo sfavorevoli, in aree ad alta che consenta al personale di densità di carico, durante le intervenire prontamente in manovre ecc.), le conseguenze caso di avaria e ripristinare o possono essere molto gravi per mantenere la propulsione ed le persone, la nave e l’ambiente un minimo di servizi come ried i danni causati ad altri pos- chiesto dalla regola 26, capitolo sono essere particolarmente II-1 della SOLAS. Cap. Mauro Castagnola significativi. La quarta unità di classe “Oasis” In arrivo un nuovo gigante del mare La più grande nave da crociera mai costruita è in preparazione nei cantieri francesi STX di St. Nazaire, su ordine di Royal Caribbean. Alla fine di ottobre scorso è stata impostata la chiglia della quarta nave di classe “Oasis”, che al momento non ha ancora un nome ma viene indicata solamente con la sigla “b34”. La cerimonia (come si vede nella foto) tradizionalmente segna il riconoscimento formale dell’inizio dei lavori di costruzione di un’unità. Il tutto mentre ancora si procede con la terza nave di classe Oasis (Harmony of the Seas), che sta vedendo quasi terminati i lavori prima del lancio nella primavera dell’anno prossimo. cmYn Non si conoscono ancora dettagli su differenze, destinazioni e tecnologia a bordo; la chiglia di questa quarta unità è un blocco del peso di 1.000 tonnellate, con le misure di 9,7 mt per 47 mt circa. Con 2.700 tra cabine e suite, questa nuova nave potrà ospitare circa 6.300 passeggeri e 2.100 membri di equipaggio. Durante la cerimonia di posa si sono saldate delle monete di nuovo conio alla chiglia, che rimarranno in quella posizione sino a quando la costruzione sarà quasi terminata: saranno a questo punto rimosse e consegnate al comandante della nave, perché portino fortuna in navigazione. 12 | | Novembre-Dicembre 2015 VITA E MARe Come si complicano le disposizioni riguardanti la gente di mare TITOLI - Quando la burocrazia è persecutoria Neanche tradotta in italiano Era comandante la normativa internazionale non è più niente Separazione netta tra le carriere del diporto e del mercantile, mancanza di cumulo delle diverse attività tra bordo e terra e difficoltà di conteggio tra le varie occupazioni, dipendenza della carriera dal tonnellaggio della nave o dalla potenza dell’apparato propulsivo… La normativa italiana, che prescrive tutto questo, è incoerente sia nei confronti della STCW sia delle Direttive europee, che tutti questi aspetti assolutamente non prevedono, in quanto la figura del marittimo è unica e aperta a qualsiasi offerta di mercato. Le nostre leggi sono completamente inadeguate, spesso in contraddizione e il risultato è che il marittimo italiano è fuori dal mercato del lavoro. Questi concetti da anni vengono ripetuti dai Lavoratori marittimi costa tirrenica (LMTC) che contro la normativa italiana si sono impegnati e battuti, affinché avvenisse la ratifica di quella internazionale così come accaduto nel passaggio tra IMO ed Europa o tra IMO e resto del mondo. Il 17 novembre scorso si sono recati a Roma a Palazzo Montecitorio (Camera dei Deputati), dove di fronte a tanti marittimi e a un manipolo di politici (per lo più ignari di tutto) hanno cercato di spiegare la preoccupante situazione dei nostri lavoratori. Dal 2005 in poi la normativa italiana stride con quella internazionale; le qualifiche professionali devono valere anche all’estero e se non siamo in linea con gli altri Paesi siamo fuori dal mercato del lavoro. Se tornassimo indietro di 10 anni saremmo più aggiornati! Marco Pardini, Mattia Bandoni, Michi Palma e altri lo ripetono da anni, ma orientarsi in un intrico di leggi, direttive, regolamenti, è diventato difficilissimo. Da cosa ha avuto inizio questa confusione? Da quando nel 2005 in Italia sono stati istituiti i certificati del diporto, cloni inutili dei più autorevoli certificati IMO e neppure riconosciuti all’estero, caso unico al mondo, perché altrove i marittimi sono compresi in una sola categoria; le carriere della gente di mare sono state separate, generando disparità di trattamento. Inoltre da quando nel 2007 sono stati aboliti i titoli professionali (istituiti a suo tempo con il Codice della Navigazione), che potevano dimostrare la professionalità dei marittimi, perché ottenuti con esami di stato ed esperienza sul mare. Solo in Italia i titoli professionali sono stati sostituiti dai certificati di abilitazione, che scadono ogni 5 anni, con estrema facilità visti i requisiti discriminanti rispetto alla STCW. Questo significa che se un marittimo perde la certificazione IMO niente più dimostra la sua esperienza (avere frequentato il Nautico, avere lavorato a bordo, ecc…). Vi immaginate se si introducesse una legge simile per un laureato? Se un ingegnere/architetto/medico rimanesse disoccupato per qualche anno e perdesse la laurea e l’iscrizione all’albo? Da un lato dunque il declassamento o peggio la perdita I rappresentanti di LMTC a Palazzo Montecitorio della storia professionale, ignorando che il nostro mestiere si costruisce con l’esperienza, dall’altro la STCW dove le prospettive di rinnovo sono semplici e molteplici. Ora il certificato IMO, questo fragile documento soggetto a declassamento o peggio annullamento, dovrà essere rinnovato il primo gennaio 2017 e tra la gente di mare di tutte le categorie, c’è confusione, incertezza, preoccupazione. Che cosa succederà? Di fatto nessuno sa ancora come comportarsi, non si conoscono le modalità per il rinnovo, dal momento che al decreto 71 del 5 -05- 2015 manca una parte attuativa che rispetti le pari opportunità.. Ci sono proposte concrete? La Convenzione STCW deve essere il nostro punto di riferimento. Un ulteriore dettaglio che forse ha contribuito a fare confusione è che di tale normativa non esiste ancora una traduzione ufficiale in italiano! Gli standards di competenza che ogni marittimo deve possedere sono descritti in apposite tabelle. Per i marittimi italiani e in particolare per gli Ufficiali di coperta e di macchina non avrebbe dovuto cambiare assolutamente nulla, perché le tabelle riportano esattamente i programmi di insegnamento che gli istituti nautici italiani svolgevano (prima della Riforma Gelmini), anzi se si vanno ad analizzare ci accorgiamo che essi erano ben oltre le richieste dell’IMO… Un’infausta serie di provvedimenti legislativi si è succeduta a peggiorare le cose: - In particolare dal 2005 viene diviso il traffico dal diporto; non esistono documenti che diano testimonianza di una procedura di riconoscimento bilaterale tra lo stato italiano ed altri paesi. Infatti il certificato italiano del diporto non è stato sottoposto alla richiesta di riconoscimento come certificato alternativo. Esiste una prassi non scritta che vede le autorità inglesi riconoscere il certificato IMO del diporto, il MIT dal canto suo ha concesso alle agenzie italiane, che con lucro promuovono i corsi per le patenti inglesi, che quest’ultime siano riconosciute in Italia. Il regolamento recante l’istituzione e la disciplina dei titoli professionali del diporto deve essere ritenuto un falso di stato. - Dal 2007 col decreto Bianchi si cancellano i titoli professionali (istituiti dal Codice della Navigazione) e questo secondo noi lede le pari opportunità nel mercato del lavoro europeo. L’abolizione (non esiste più Capitano di lungo corso, aspirante, direttore…) riguarda solo le navi mercantili, perché di questo settore solamente vi si parla e quindi si introducono i concetti di stazza e di potenza come ulteriori parametri per l’avanzamento e rinnovo delle abilitazioni dei marittimi. Quest’ultima regola non è assolutamente prevista dalla STCW. La STCW stabilisce poche e semplici regole: 12 mesi di imbarco, oppure 3 mesi di imbarco negli ultimi 6 mesi, oppure 12 mesi di attività equipollenti, oppure superare un test, oppure completare uno o più corsi STCW, o 3 mesi in soprannumero nella mansione del certificato o immediatamente inferiore. Come si rinnovano i titoli IMO secondo la STCW? In sei semplici passaggi, che in Italia sono diventati 18! cmYn b.a. Perché in Italia sono stati cancellati i titoli professionali? Forse perché sono stati “confusi” col certificato IMO? Quest’ultimo è solamente una abilitazione. Non è stato tenuto conto (oppure è stato fatto in malafede, teoria più probabile) che se un marittimo non rinnova il proprio certificato IMO per mancanza di requisiti si ritrova senza più niente! A parlare è l’ex comandante ed ex marittimo Michi Palma, la prova emblematica di come la nostra normativa possa arrivare a discriminare i lavoratori italiani. Ex comandante di armamento presso un cantiere italiano, non ha più potuto svolgere il proprio mestiere, per colpa di normative che non rispettano la STCW. Cosa gli è successo? Nei 5 anni di validità del mio certificato IMO ho maturato 30 mesi; poi nel 2011 il cantiere è entrato in crisi, non ho avuto più un lavoro stabile e mi sono arrangiato. Le attività equipollenti (come in cantiere) in Italia sono riconosciute per il rinnovo del certificato IMO nella misura di 36 mesi, al posto di 12. Nel mio caso tutto il tempo accumulato è stato contato pari a zero. Perché? I 30 mesi non sono stati conteggiati parzialmente, come dichiarato dal ministero. Collaboratore esterno con navi della Marina militare ho compiuto come I Ufficiale 90 uscite in mare, autorizzate dalla Capitaneria di porto, tuttavia non sono state riconosciute al fine del rinnovo. La sostituzione di un collega per due mesi su un piccolo yacht invece è stata l’unica accettata nel computo. La STCW non discrimina a questo modo; addirittura con Manila per il rinnovo bastano 3 mesi di navigazione nei 5 anni di validità del certificato. Una volta che la Capitaneria ha stabilito che non poteva essere rinnovato, Palma ha fatto domanda per il declassamento del certificato. Nemmeno questo: avrei dovuto rifare tutti corsi accessori STCW, come se non avessi mai fatto niente. Il mio certificato IMO scadeva a febbraio 2014, avevo inoltre un certificato del diporto (per me un falso di stato) valido fino ad aprile 2016, dove tutti i corsi sono stati rinnovati automaticamente e tuttora validi. Niente. Teoricamente avrei potuto comandare uno yacht di 100 metri ma non potevo comandare su una bettolina di 30 metri. Non ho lavorato abbastanza (quasi 35 mesi in 5 anni) e per questo non farò più il marittimo. Ho commesso un reato? Del mio lavoro oggi non resta più niente, la mia vita professionale precedente è stata cancellata. Mi chiedo se qualcuno di proposito voglia distruggere il nostro mestiere. Non solo il mio. Michi Palma ha presentato ricorso contro il ministero e la Capitaneria di porto. Insieme a LMTC ha scritto la petizione presentata nel 2013, recante 1.400 firme e che si può trovare al seguente link: h t t p : / / w w w. p e t i z i o n e p u b b l i c a . i t / Pe t i c a o Ve r. aspx?pi=NoDL136