Saggistica Aracne
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Desidero ringraziare Francesco Di Pietro sia per aver riletto le bozze e fornito suggerimenti, sia per la compagnia durante il gioco.
Alberto Clerici
IMPARARE
IL GOLF
COME PRENDERE L’HANDICAP
IN POCHI MESI
con la collaborazione di
Stefano Taricone
Copyright © MMXI
ARACNE editrice S.r.l.
www.aracneeditrice.it
[email protected]
via Raffaele Garofalo, 133/A–B
00173 Roma
(06) 93781065
ISBN
978–88–548–3982–3
I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,
di riproduzione e di adattamento anche parziale,
con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.
Non sono assolutamente consentite le fotocopie
senza il permesso scritto dell’Editore.
I edizione: marzo 2011
A mia moglie Raffaella,
tipicissima vedova verde
Indice
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Presentazione
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Capitolo I
Perché un manuale scritto da un dilettante
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Capitolo II
Obiettivo: divertirsi
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Capitolo III
L’attrezzatura
33
Capitolo IV
Le prime volte in campo-pratica
53
Capitolo V
I colpi base
5.1. Lo swing, 53 – 5.2. Il drive, 69 – 5.3. L’approccio, 84 – 5.4.
L’uscita dal bunker, 101 – 5.5. Il putt, 106
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Presentazione
119
Capitolo VI
Ancora in campo pratica
125
Capitolo VII
Le prime volte in campo
145
Capitolo VIII
Le regole che servono più spesso
8.1. Sull’area di partenza, 149 – 8.2. Siamo nel fairway, 151 – 8.3.
Siamo finiti nel rough, 153 – 8.4. Palla in bunker, 155 – 8.5.
Nell’ostacolo in acqua, 157 – 8.6. Sull’avant-green, 161– 8.7. Sul
green, finalmente, 162 – 8.8. Le regole locali, 166
167
Capitolo IX
Il comportamento in campo
171
Capitolo X
Il passaggio da N.A. ad N.C.
175
Capitolo XI
Le prime gare e l’ottenimento dell’handicap
183
Capitolo XII
Dizionario
Presentazione
Il primo obiettivo della grande maggioranza di chi inizia a
praticare il golf è semplicemente quello di passare piacevoli
giornate nel verde, divertendosi. Per divertirsi è però necessario
apprendere una serie di elementi tecnici ed avere un approccio
mentale corretto, concentrato sui movimenti che occorre eseguire ma, nello stesso tempo, il più possibile rilassato.
Il golf non è una attività sportiva delle più semplici da praticare: non è nemmeno difficilissima, ma l’esecuzione decente dei
colpi di base, in modo che si possa trovare soddisfazione nel
colpire, non è certo immediata.
L’intendimento del testo è triplice: dare un aiuto morale al
principiante, mostrandogli come i suoi problemi “golfistici” siano ampiamente condivisi dalla grande maggioranza dei neofiti;
fornire, con l’aiuto di un professionista (il Maestro Stefano Taricone, co-autore del testo), qualche consiglio tecnico; incitare a
superare qualche fase di stagnazione nell’apprendimento, che
può verificarsi nei primi tempi di pratica (e che, in qualche caso,
porta all’abbandono), in modo da arrivare rapidamente a trarre
davvero soddisfazione da questo sport.
Esiste un certo numero di libri sul golf venduti in Italia ma
pochi hanno tutte e tre le seguenti caratteristiche che si ritengono fondamentali per l’apprendimento: sono in italiano, hanno
numerose immagini relative alle diverse tecniche dei colpi, sono
rivolti esplicitamente al principiante.
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Presentazione
Viceversa, questo testo è stato scritto stando dalla parte del
principiante, in quanto nasce da una serie di appunti che, da
quando ho incominciato a giocare a golf, ho via via preso per
meglio comprendere e ricordare i vari insegnamenti e consigli
che mi venivano dati da Stefano.
Il manuale accompagna il neofita dai primi colpi in campopratica, alla acquisizione degli elementi fondamentali dei colpibase, alle prime esperienze in campo sino al passaggio a giocatore non classificato, alle prime gare e, infine, alla acquisizione
dell’handicap.
Più che impiegare lunghe descrizioni per mostrare l’esecuzione corretta dei gesti tecnici, si è preferito ricorrere all’aiuto
delle fotografie, anche in sequenza, perché si ritiene che queste,
ancor meglio dei filmati, diano un significativo contributo a
memorizzare posizioni e sequenze di movimenti. Molte immagini accompagnano quindi il testo ed aiutano a fissare posizioni
e sequenze di movimenti.
Dall’area di partenza di una buca e sino al green vengono anche richiamate le regole di gioco che più frequentemente devono
essere applicate, in modo da sapere come comportarsi in campo
senza incorrere in colpi di penalità.
A differenza di quanto avviene in molti testi, dove viene usato il gergo golfistico come se un principiante lo avesse da subito
ben chiaro in mente, qui vengono spiegati (e si fornisce anche
una indicazione di pronuncia) tutti i termini inglesi o italianizzati che si usano sui campi.
Viene considerata unicamente la pratica sportiva amatoriale,
dove l’obiettivo non consiste nel raggiungere traguardi agonistici eccelsi, né tanto meno quello di considerare lo sport come un
lavoro. In sostanza, mentre molti testi sul golf pensano al lettore
come ad un futuro, anzi prossimo, campione (dimenticandosi
Presentazione
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che, almeno all’inizio, i problemi del dilettante sono relativi a
questioni elementari), in questo manuale il punto di riferimento
fondamentale consiste in questo: cercare di mostrare al principiante cosa e quanto bisogna imparare per incominciare a divertirsi.
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Presentazione
Capitolo I
Perché un manuale scritto da un dilettante
Innanzi tutto, diciamo la verità:
Questo libro, da solo, non serve a niente.
Questo libro, unito alla pratica in campo, serve a poco.
Questo libro, unito alla pratica in campo e ad un buon maestro professionista, può servire a rendersi conto che tutti dobbiamo passare attraverso una serie di difficoltà (e, soprattutto,
che vale la pena di insistere) prima di incominciare a divertirsi
davvero giocando a questo sport-malattia.
Tutto è cominciato per colpa della televisione: con mio figlio
mi è capitato di guardare, per caso, spezzoni di trasmissioni sul
golf giocato dai professionisti. Colpiti dalla bellezza dei luoghi,
ammirati dalla abilità dei cameraman nel non perdere di vista la
pallina in voli lunghi 300 metri, affascinati dalla apparente semplicità (poi rivelatasi del tutto fasulla) del gesto tecnico dei giocatori, sbalorditi dall’entità dei premi in denaro (per i primi, ma
anche per il ventesimo classificato) e dalle money list, cioè dai
guadagni annui accumulati dai professionisti, abbiamo deciso di
provare a giocare.
Ed è stato amore a prima vista. Anche se ben presto ci si rende conto che si deve rinunciare ai 300 metri di volo della pallina,
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Capitolo I
alla presunta semplicità del gesto tecnico e, va da sé, ai premi in
denaro.
Perché un principiante si mette a scrivere un libro sul golf,
con tutte le cose che potrebbe fare meglio e più utilmente?
Esiste un certo numero di libri sul golf venduti in Italia, anche se sono molti meno di quelli disponibili in altri Paesi dove
questo sport è ben più frequentato. Dei libri venduti in Italia, con
tutte le eccezioni e le dimenticanze del caso, si possono fare alcuni raggruppamenti.
Libri in lingua inglese: per l’italiano medio sono difficili da
leggere, spesso però ci sono ottime immagini.
Libri non didattici: raccontano le gesta di un campione, oppure mostrano i diversi campi esistenti all’estero ed in Italia, oppure si occupano di altro; hanno ottime immagini, possono essere
anche interessanti, ma non sono comunque utili all’apprendimento per un neofita.
Libri didattici: sono per lo più tradotti dall’inglese (ingleseinglese oppure inglese-americano) e molti hanno una caratteristica comune: per un principiante sono poco leggibili. Normalmente
ciò è dovuto ad uno o ad entrambi questi motivi: 1) la traduzione
in italiano è discutibile; 2) viene usato il gergo golfistico come se
un principiante lo avesse da subito ben chiaro in mente mentre,
invece, chi compra un libro del genere si può supporre che non
abbia dimestichezza con stance, lie, droppare e molti altri termini
inglesi (come i primi due) oppure italianizzati (come l’ultimo).
Alcuni altri libri di questa ultima categoria hanno poi difetti
accessori, come essere troppo prolissi oppure avere poche immagini chiare.
Tutti, almeno tra quelli da me consultati, pensano al lettore
come ad un futuro, anzi prossimo, campionissimo, dimenticandosi che, almeno all’inizio, il problema è: prenderla (sottintendo: la pallina), e non: fare un colpo memorabile.
All’inizio della mia passione per questo sport ho anch’io acquistato alcuni di questi testi, oppure li ho presi in prestito nella
Perché un manuale scritto da un dilettante
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biblioteca vicina a casa; alcune delle frasi che mi lasciarono
perplesso furono ad esempio (cito testualmente tra virgolette, ma
non nomino titoli ed autori): “… un grip che mantenga sempre
square la faccia del bastone rispetto alla traiettoria dello swing”;
“Se lo shaft punta a sinistra della linea in cima al backswing, la
testa del bastone taglierà la linea dall’esterno verso l’interno,
con conseguente slice o pull”. Sono un paio di esempi di frasi
che, seppur non incomprensibili, a me sono risultate un poco ostiche e non mi hanno reso la lettura piacevole.
Per quanto sopra, cercherò di usare, oltre alla terminologia
inglese, anche quella italiana, quando possibile. Inoltre, la prima
volta che citerò un termine inglese fornirò una sua spiegazione,
in modo da non rendermi, a mia volta, illeggibile.
Una tipica affermazione, molto frequente, che si trova in alcuni di questi libri didattici è l’ottimistico: provateci (sottinteso:
a fare un certo colpo) e ci riuscirete!!! In questo libretto questa
frase non la troverete mai, almeno così sintetica e utopistica; la
frase andrebbe riscritta, con sano realismo, così: provateci, provateci ripetutamente, provateci a lungo e, piano piano, incomincerete a riuscirci, all’inizio ogni tanto e via via sempre più spesso.
L’aiuto limitato che mi è stato fornito da questi libri, scritti da
valentissimi professionisti (sia letto senza ironia) e rivolti per lo
più a futuri fenomeni (sia letto con ironia) del golf, costituisce
uno dei due motivi che mi hanno indotto a buttar giù queste pagine, da dilettante a dilettante, nella speranza di essere utile almeno a qualche neofita.
L’altro motivo è più breve da esporre: ho l’abitudine di fissare le idee scrivendo; credo sia una forma di deviazione professionale.
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Capitolo I
Più che lunghe descrizioni e noiosi discorsi, si è preferito ricorrere all’aiuto delle fotografie, anche in sequenza, perché mi
sembra che, ancor meglio dei filmati, possano fornire un aiuto a
memorizzare posizioni e sequenze di movimenti. Direi
senz’altro che le immagini sono più importanti del testo, ma forse, per meglio comprenderne il significato, è necessario anche
sopportare la parte scritta.
L’intendimento, in sintesi, è triplice:
• dare un aiuto, soprattutto morale, al principiante, mostrandogli come i suoi problemi golfistici siano ampiamente condivisi dalla grande maggioranza dei neofiti;
• fornire qualche consiglio tecnico (i consigli tecnici sono del
professionista Stefano Taricone);
• incitare a superare qualche fase di stagnazione
nell’apprendimento, che può verificarsi nei primi tempi di
pratica (e che, in qualche caso, porta all’abbandono), in modo da arrivare rapidamente a trarre davvero soddisfazione da
questo sport.
Preso l’handicap, questo volumetto è da buttare, negli apposti
contenitori per la carta.
Detto per inciso: l’ossimoro del sottotitolo è intenzionale.
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