FilcemContratti02.qxp 5-10-2009 11:18 Pagina 6 Sindacale © F. CARTA Rassegna AL VIA LA STAGIONE CONTRATTUALE/ INTERVISTA AD ALBERTO MORSELLI “I contratti? Non potranno che essere UNITARI” Carlo Casali Supplemento al numero 37/2009 di Rassegna Sindacale P artiti. La stagione contrattuale nella chimica, nell’energia e nelle manifatture è iniziata a fine giugno con la presentazione della piattaforma Filcem per gli elettrici; a fine luglio con quella per i due contratti degli artigiani della chimica e della ceramica; è proseguita a Chianciano Terme (15-18 settembre) con l’Assemblea dei quadri e delegati Filcem che, a valle di migliaia di assemblee nei posti di lavoro, ha varato quattro piattaforme che interessano oltre 500.000 lavoratrici e lavoratori: per il settore chimico-farmaceutico, per l’industria della gomma-plastica, energia e petrolio, gas-acqua, già presentate alle rispettive associazioni degli imprenditori per l’inizio delle trattative. “Che vogliamo avviare rapidamente – inizia così il nostro colloquio con Alberto Morselli, segretario generale Filcem Cgil – perchè il vero banco di prova sarà il merito, la sola possibilità concreta per valorizzare il contratto nazionale, ricostruendo per questa via l’unità sindacale e il rapporto democratico con i lavoratori, ritrovando – io credo e spero – conclusioni unitarie ai tavoli contrattuali”. Tuttavia dire che tutto fili liscio è un azzardo, perché – è inutile ricordarlo – pesa come un macigno l’accordo separato sugli assetti contrattuali, l’opposto di quello che servirebbe nella crisi e per le attese dei lavoratori. Ma Morselli si mostra ottimista perché “resto convinto – aggiunge – che i contratti nella nostra categoria non potranno che essere unitari soprattutto se pensiamo alla loro funzione anche come strumenti di politica industriale, per la salvaguardia dell’occupazione contro i licenziamenti, fino alla difesa del potere d’acquisto del salario, il filo conduttore per tutti delle piattaforme. D. A un anno dal “crac” dei mercati, il calo della domanda dei prodotti industriali e di servizi sembra lentamente attenuarsi. Al contrario, gli ulteriori effetti sulla riduzione dell’occupazione li avremo tutti nei prossimi mesi. Un autunno caldissimo, insomma. Qual è la ricetta del sindacato? Morselli Sono più interessato alle soluzioni delle crisi produttive e occupazionali aperte piuttosto che agli annunci di innalzamento della temperatura. Quella è già alta, ciascuna situazione di crisi aperta, con procedure di gestione occupazionale in atto, è di per sé bollente. E richiama l’urgenza di una soluzione. Da parte nostra stiamo incalzando le imprese a non licenziare e il governo a mettere in atto politiche anti-crisi vere – la prima delle quali è ammettere che la crisi c’è! – e poi tutelare il proprio patrimonio industriale nazionale a partire dall’occupazione. L’impressione che ho è quella di una lenta, lunga e faticosa risalita verso un altipiano, se posso usare questa metafora, che prima non vedevamo e che ora dobbiamo raggiungere, e non è detto che sarà come abbiamo conosciuto in precedenza gli altri. Anzi, io penso che l’uscita dalla crisi sia per molti aspetti inedita e difficile. Ecco che allora diventa più facile comprendere la nostra insistenza – rigorosa – sui temi della conoscenza, dell’istruzione e della formazione, assieme a quelli dell’innovazione e della ricerca perché la tutela dell’occupazione passa anche dalla sua crescita qualitativa. In una parola, insieme agli investimenti in impianti occorre investire anche nelle persone. D. Vuoi dire che diventa decisiva la riqualificazione professionale e la formazione permanente? Puoi spiegare meglio? Morselli All’uscita dalla crisi la competizione tra sistemi di imprese sarà più agguerrita di prima, non meno. Un sistema produttivo come il nostro deve scegliere la strada della qualificazione, lo abbiamo ribadito più volte: siamo decisamente contrari alla competizione sui costi. L’alternativa sta nella qualità dei prodotti, dei processi produttivi, IN QUESTO NUMERO l “dorso”monografico che vedete riporta integralmente – così come Ii testi abbiamo fatto per gli elettrici nel n.28 di Rassegna Sindacale – delle quattro piattaforme contrattuali per i settori dell’industria chimico-farmaceutica,della gomma-plastica,di energia e petrolio,del gas-acqua,corredato da un’intervista ad Alberto Morselli,articoli, approfondimenti,commenti,schede esplicative delle novità di merito contenute nelle piattaforme sulle quali la Filcem Cgil ha chiesto subito l’avvio delle trattative alle rispettive associazioni imprenditoriali (confronti,per la verità,già iniziati per elettrici,chimici,energia e petrolio). Una stagione contrattuale complessa che – non ci stancheremo mai di ripeterlo – è l’opposto di quel che servirebbe nella crisi e a milioni di lavoratori,soprattutto perché la spia rossa dell’allarme occupazione non accenna a spegnersi. Infine,oltre a ringraziare Francesco Carta e Valentino Vargas per i servizi fotografici dall’assemblea di Chianciano,ricordiamo ai lettori che,per saperne di più sui contratti,possono consultare il sito web: www.filcemcgil.it. C. Ca. commerciali, e più complessivamente attiene ai sistemi di “servizio-sostegnoincentivazione” alle imprese. Se, come auspico, questa strada si affermerà, ma siamo ancora lontani, corriamo il rischio che aziende “spregiudicate” ci dicano che hanno bisogno di gente nuova e scarichino le competenze e le professionalità costruite in anni di lavoro. Noi non lo permetteremo. Ma c’è di più: potremo sconfiggere queste politiche irresponsabili se assumiamo noi – in modo più deciso e concreto, non occasionale – il tema della riqualificazione e della formazione, così come abbiamo fatto nelle piattaforme presentate. D. Passiamo ad altro: la Cgil e la Filcem hanno sempre insistito (e insistono) sulla detassazione dei salari e delle pensioni. Per realizzare ciò, un imprenditore del calibro di Carlo De Benedetti propone una tassa sui patrimoni, magari intervenendo più efficacemente – aggiungo io – su quel 10% delle famiglie che detiene il 45% della ricchezza. Sarebbe sufficiente a finanziare la detassazione? Morselli Non ci stancheremo di insistere sulla riduzione delle tasse sui salari. Il reddito da lavoro dipendente è l’unico che viene continuamente eroso dal fisco. È insopportabile! La tassa sui patrimoni – è bene ricordarlo – sta nelle proposte della Cgil, ma anche di Cisl e Uil, ed è ora di farla, sia pur con l’attenzione a non commettere gli errori del passato: l’Ici generalizzata, infatti, è diventato l’argomento per superare proprio la “patrimoniale” per i ricchi. La patrimoniale (non solo immobili, anche patrimoni finanziari) è una misura fiscale equa presente nel mondo occidentale, manca solo in Italia. Ed è da lì – se no da dove? – che bisogna passare per finanziare la ripresa e la riduzione delle tasse per il lavoro e le pensioni. • SEGUE A PAGINA 16 FilcemContratti02.qxp 5-10-2009 11:18 Pagina 2 LA PIATTAFORMA FILCEM-CGIL PER IL RINNOVO DE settore chimico-f IL COMMENTO Al centro la contrattazione di secondo livello P er il sindacato uno dei momenti più significativi di un rinnovo contrattuale è, senz’altro, quello di dare voce a migliaia di lavoratrici e lavoratori, aiutarli a definire diritti e doveri, innovarne le tutele e le condizioni di lavoro anche grazie a quelle buone relazioni industriali, all’unità sindacale, che da sempre fanno parte del “dna” dell’organizzazione sindacale dei chimici. Ma oggi un interrogativo è d’obbligo: come si prospetta la “nuova stagione” dei rinnovi con l’accordo sulla riforma del modello contrattuale che la Cgil, giustamente, non ha sottoscritto? Un percorso accidentato che, come chimici, non abbiamo mai affrontato almeno negli ultimi anni. Da quell’accordo, infatti, scaturiscono inevitabilmente piattaforme contrattuali separate che, di fatto, hanno già disconosciuto le stesse regole che Filcem, Femca, Uilcem avevano convenuto, nel febbraio 2008, proprio sulla validazione dei rinnovi; e già questo sarebbe sufficiente per creare un “vulnus” nel rapporto tra organizzazioni e tra queste e i lavoratori. Ciononostante la Filcem, non avendo potuto convenire su una piattaforma unitaria per l’indisponibilità di Femca e Uilcem ha ritenuto di procedere con l’elaborazione di una propria ipotesi di piattaforma, predisposta a luglio. I contenuti sono stati sottoposti, in coerenza con le regole unitarie prima richiamate, alla consultazione nei luoghi di lavoro, e la piattaforma è stata formalmente definita – con l’inserimento degli emendamenti condivisi – il 15 settembre a Chianciano nell’Assemblea nazionale delle delegate e dei delegati. Una piattaforma di organizzazione, quindi, ma che – per decisione del gruppo dirigente della Filcem e della stessa Assemblea nazionale – non rinuncia a perseguire l’obiettivo del rinnovo unitario del contratto nazionale, in coerenza con i contenuti di quella che era la proposta iniziale con cui Cgil, Cisl, Uil, non più tardi di un anno fa, affrontarono insieme il confronto con Confindustria per la revisione delle regole. Le proposte della Filcem si basano dunque su tre punti fondamentali: 1. miglioramento delle condizioni di reddito dei lavoratori; 2. miglioramento della sicurezza e della qualità del lavoro attraverso una maggiore competitività e produttività delle imprese; 3. riconoscimento del rinnovo del contratto nazionale basato sui tre anni ed estensione del 2° livello di contrattazione. L’obiettivo resta la consapevolezza che anche la migliore applicazione dei due livelli di contrattazione, in particolare per la tutela dei redditi, ha bisogno di garanzie più adeguate di quelle che il governo ha adottato sul sistema dei PREMESSA Lo scenario generale nel quale si rinnoverà il prossimo ccnl è molto complesso. La contrattazione collettiva nazionale non potrà ignorare la più grave crisi economica e finanziaria globale che stiamo attraversando. Il compito che si propone la Filcem Cgil è quello di collocare un forte protagonismo sindacale per rilanciare con decisione i comparti produttivi da noi rappresentati. La portata devastante della crisi, generata dal forte impatto prodotto dallo shock finanziario, ha comportato una significativa riduzione dell’economia reale, in particolare di quella industriale. Questo dato impone a tutti noi l’impegno a contrastare la tendenza del dominio della finanza sul resto dell’economia, in modo che possa essere l’organizzazione della produzione, e del lavoro, a riprendersi il controllo del mercato e dei capitali. Il continuo richiamo, nelle politiche di settore, al rafforzamento di normative omogenee nell’ambito dell’Unione Europea, impone un indispensabile coordinamento di politica economica e sindacale, capace di rilanciare il ruolo del settore in Europa. In particolare va rafforzato il ruolo dei Comitati aziendali europei (Cae), soprattutto in questa fase di grave crisi congiunturale in cui sono sempre più numerose le situazioni di pesanti ristrutturazioni nelle aziende multinazionali. In questa situazione di criticità, per la Filcem Cgil, il rinnovo del ccnl assume particolare importanza. La qualità delle politiche contrattuali va ancora orientata al rafforzamento del ruolo del sindacato, a partire dagli “Osservatori”, sede di conoscenza, di partecipazione e di assunzione di responsabilità, che debbono essere ulteriormente sviluppate. Nella gestione del vigente ccnl, con l’obiettivo di rispondere a tali propositi, proprio in questa fase va rilanciato il confronto sull’orario di lavoro, qualificando una maggiore applicazione degli strumenti di flessibilità (calendari annui; conto ore; contratti di solidarietà) a tutela dell’occupazione. Un altro tema di particolare importanza è costituito dall’istituzione dei tavoli per il settore chimico e per quello farmaceutico, presso il ministero dello Sviluppo Economico, come declinazione del rapporto “duale” tra i protagonisti del ccnl. I risultati finora raggiunti sono apprezzabili, anche se non risolutivi delle notevoli problematiche ancora aperte, ma necessitano di un’azione più determinata, includendo, in particolare, il tema della ricerca, fondamentale per lo sviluppo dei settori interessati. In questo contesto di tensione economica e sociale va salvaguardata la qualità del rapporto tra politiche contrattuali e politiche sociali, che abbiamo definito welfare chimico, guardando con particolare attenzione alla qualità della spesa pubblica, per affrontare i temi del sistema complementare sia della previdenza sia della sanità che della formazione, per i riflessi che ricadono sulla qualità della vita e sui diritti del lavoratore e del cittadino. In questo senso il rilevante risultato ottenuto con la crescita delle adesioni a “Faschim” è la dimostrazione di come un sistema di corrette relazioni, realizza un importante obiettivo che concorre ad integrare l’intervento dello Stato con il sistema della contrattazione a favore del lavoratore. Il rafforzamento di questo sistema di relazioni industriali deve guardare verso forme sempre più avanzate e, per questo 2 prezzi e delle tariffe, e della modifica del sistema fiscale sempre più iniquo soprattutto sulle retribuzioni e le pensioni. Per quanto attiene all’estensione del 2° livello non può essere l’“attuale prassi” la bussola di riferimento. Niente ha impedito che ciò non sia già avvenuto, a dimostrazione che non basta scriverlo! Per questa ragione, nel capitolo delle relazioni industriali, si introduce una proposta (che arriva fino alla istituzione dei Consigli di sorveglianza) apparentemente provocatoria ma che, invece, riteniamo utile per dare impulso al concetto di “partecipazione”. Pur essendo un tema che abbiamo già praticato, e anche sviluppato nel tempo, ci sono troppi segnali di riduzione di questa pratica negoziale, limitando troppo spesso l’attenzione al solo aspetto salariale. Rafforzare i concetti di innovazione e competitività, invece, significa aprire sempre più verso i luoghi di lavoro, alle rappresentanze di lavoratrici e lavoratori, in modo tale da esercitare un ruolo che valorizzi il loro punto di vista proprio in una fase di ricerca di nuove forme di modelli organizzativi coerenti con l’innovazione avvenuta nei processi produttivi. Certo, occorre coerenza e rigore da ambo le parti, nella consapevolezza che ogni rinnovo rappresenta sicuramente il miglioramento delle condizioni del lavoro ma che queste sono meglio garantite se è la qualità complessiva dell’impresa che ne trae vantaggio. • motivo, riteniamo utile confrontarsi su nuove forme di partecipazione che garantirebbero meglio il governo dei processi industriali, la gestione delle prestazioni, l’organizzazione del lavoro, la valorizzazione delle risorse umane, la formazione, le azioni positive per le pari opportunità, il miglioramento della sicurezza, salute e ambiente, l’occupazione e il mantenimento del potere d’acquisto delle retribuzioni. La Filcem Cgil, in coerenza con i rapporti unitari fin qui praticati, si è impegnata con Femca e Uilcem per la predisposizione di piattaforme unitarie Rsu e dei livelli territoriali. Per favorire questo va prevista la programmazione periodica di riunioni congiunte. Inoltre, il miglioramento e il rispetto di tale ruolo è condizione indispensabile per il rafforzamento e l’estensione della contrattazione di secondo livello, strumento complementare al ccnl per estendere la redistribuzione salariale della produttività. A tal fine si ritiene di estendere e qualificare la contrattazione di 2° livello, riconfermando il ruolo prescrittivo del ccnl, modificando la soglia dimensionale delle imprese per la diffusione del premio di partecipazione, unitamente alla definizione di linee guida e criteri di riferimento utili alla discussione in sede decentrata tra direzione e Rsu. per il rinnovo del ccnl in scadenza al 31.12.2009. L’accordo separato sulle regole per i rinnovi contrattuali, raggiunto tra Cisl e Uil con Confindustria, ha reso impraticabile tale obiettivo. Conseguentemente, nostro malgrado, abbiamo proceduto alla predisposizione di piattaforme di singola organizzazione, senza rinunciare a perseguire l’obiettivo dei rinnovi unitari del ccnl. Inoltre si richiede che l’indennità sostitutiva prevista in assenza della contrattazione di 2° livello sia riconosciuta non più in assenza del premio di produzione, bensì qualora non si sia mai contrattato il premio di partecipazione. Tale modello, che oggi garantisce un buon livello di bilateralità, va rafforzato introducendo nuove forme di partecipazione. Al fine di favorire una più innovata democrazia economica viene avanzata la proposta di un sistema “duale” di governance dell’impresa, fino a comprendere l’istituzione dei “Consigli di sorveglianza” con all’interno anche i rappresentanti eletti dai lavoratori con compiti di indirizzo e di proposta. © F. CARTA Salvatore Corveddu Segretario nazionale Filcem RELAZIONI INDUSTRIALI La Filcem Cgil, nel riconfermare il modello attuale, ritiene che va ulteriormente valorizzato il ruolo delle FilcemContratti02.qxp 5-10-2009 11:18 Pagina 3 VO DEL CONTRATTO NAZIONALE 1° GENNAIO 2010 – 31 DICEMBRE 2012 o-farmaceutico e affini SICUREZZA, SALUTE, AMBIENTE I risultati raggiunti e le difficoltà ancora presenti indicano che il “punto di svolta” si colloca nella crescita complessiva di tutti i lavoratori che operano nell’impresa. È indispensabile superare la “delega” alle figure previste dalla legislazione, affinché siano tutte le componenti dell’azienda che pongano la sicurezza come elemento connesso ed integrato all’attività produttiva. Obiettivi generali: • ricercare il perseguimento dello sviluppo sostenibile e una maggiore promozione dei sistemi di gestione; • sviluppare la centralità della persona/lavoratore con un maggiore coinvolgimento del singolo e delle organizzazioni sindacali; • promozione, sviluppo e realizzazione di attività formative congiunte; • valorizzazione del ruolo del ccnl come strumento d’indirizzo e supporto nell’applicazione delle norme di legge, con una più ampia diffusione delle linee guida Ssa e del ruolo dei Rlssa, in un ambito di modalità partecipative. Tali avanzamenti favoriscono la realizzazione dei sistemi di gestione di salute, sicurezza e ambiente in modo integrato, favorendo il legame tra imprese, lavoratori e comunità locali sia nella comunicazione sia nella gestione dei rischi. Per migliorare questo rapporto la Filcem Cgil richiede l’incontro, perlomeno annuale, a livello aziendale o territoriale, tra tutte le figure in azienda (direzione aziendale, Rsu/Rlssa, Rspp, medico competente) e i servizi sanitari del territorio (Asl, Arpa ecc.) A tal fine si richiede che per l’attività che ne consegue, in particolare per la partecipazione a Conferenze dei servizi sulle bonifiche, siano previsti permessi aggiuntivi per Rsu/Rlssa. Anche in questo ambito si richiede l’istituzione del libretto formativo sia per i lavoratori sia per gli Rlssa. Per questi ultimi si richiede un aumento delle ore di attività formativa, e che questa avvenga tempestivamente per i nuovi rappresentanti. Inoltre, in relazione all’emanazione del decreto 106/09 del mese di agosto ultimo scorso, che ha modificato negativamente alcune parti del Testo unico sulla sicurezza nel lavoro, la Filcem Cgil richiede che: 1) la consegna del documento di valutazione dei rischi possa prevedere anche la consultazione mediante strumenti informatici, ma che tale opzione sia solo aggiuntiva e non escluda la consegna del materiale cartaceo; 2) solo per funzioni organizzative particolarmente sensibili in materia di sicurezza, possono essere svolte visite pre-assuntive; tale scelta deve essere motivata e oggetto di consultazione con le Rsu/Rlssa. APPALTI Il sistema degli appalti necessità di interventi utili a modificare un approccio che mette in evidenza, in modo crescente, lo squilibrio tra l’attenzione ai costi a danno della sicurezza. In alcuni segmenti, in particolare nei grandi gruppi, si pone con forza l’esigenza del rafforzamento dei controlli, soprattutto sulle procedure della sicurezza, agendo fin dalla formulazione dei capitolati di appalto, nella direzione del superamento della logica del massimo ribasso fino a comprendere la “rescissione del contratto” in caso di evidenti e gravi inadempienze. Il rafforzamento del controllo va concepito come metodo di interesse collettivo: a tal fine va garantita una maggiore agibilità in azienda alle Rsu/Rlssa. Nei casi di realtà produttive che comprendono attività plurime e diversificate, all’interno di un’unica realtà industriale, va esercitata una contrattazione di sito. CLASSIFICAZIONI L’accordo raggiunto nel precedente biennio contrattuale offre una risposta utile a salvaguardare l’impianto complessivo e, contemporaneamente, a cogliere le modificazioni organizzative intervenute nei sistemi produttivi. Il sistema sperimentale delle piccole e medie imprese (Pmi), in coerenza con l’accordo, va sottoposto a verifica. La sede dell’Osservatorio contrattuale deve monitorare la rispondenza dell’applicazione per favorire, attraverso un’attività continua, le azioni utili alla valorizzazione delle professionalità, responsabilità, salario professionale e percorribilità della scala. Si ritiene necessario intervenire per inquadrare nella cat. B i responsabili in turno degli impianti complessi. Informatori scientifici del farmaco (Isf) La revisione delle classificazioni ha toccato solo marginalmente questa figura. L’attuale fase di riorganizzazione del settore farmaceutico si sta caratterizzando per aver indotto modifiche al ruolo dell’informazione scientifica e, conseguentemente, al ruolo degli Isf. Il rinnovo del ccnl, quindi, dovrà essere occasione per una riflessione più ampia sul tema, che sia in grado di valorizzare la professionalità degli stessi Isf, anche attraverso la realizzazione di specifici processi formativi e ridefinisca ruoli, competenze e responsabilità, in modo da accogliere le evoluzioni organizzative del settore farmaceutico. In tal modo si dovrà prevenire il continuo verificarsi di differenziazioni e incoerenze tra profili del ccnl, norme di legge e reali mansioni del lavoratore. Quadri Oltre al perseguimento continuo di un miglioramento qualitativo dell’informazione sulle scelte strategiche dell’impresa, si richiede un aumento dell’indennità di funzione. Inoltre, si richiede, a integrazione del comma 6 dell’art. 28 del ccnl che la funzione negoziale che vede coinvolti direttamente i quadri nella Rsu vada estesa anche nell’ambito di questioni e problematiche che riguardino individualmente il quadro. A titolo esemplificativo indichiamo: • Trasferimenti e trattamento economico corrispondente. Valutazione congiunta dell’effettiva esistenza di “comprovate ragioni tecniche, organizzative e produttive”. Ricerca di modalità alternative al trasferimento per far fronte alle esigenze di cui sopra (comandi, trasferte, telelavoro); • Lavoro a tempo parziale (part time) “home office” ovvero la possibilità di poter svolgere, per periodi di tempo limitati, le proprie attività da casa mediante l’utilizzo di un semplice accesso internet; • Congruenza delle caratteristiche dell’attività effettivamente svolta, specialmente per quanto attiene alle responsabilità funzionali, giuridiche e all’inquadramento. Si richiede inoltre, a integrazione del comma 7 dell’art. 28 del ccnl, che al dipendente venga altresì riconosciuto il diritto di avvalersi di almeno un legale di sua fiducia, non compreso nell’elenco dei professionisti proposto dall’azienda. PREVIDENZA E ASSISTENZA COMPLEMENTARE Pur nella positività degli obiettivi fin qui raggiunti, si ritiene necessario apportare ulteriori correttivi che favoriscano un ulteriore accrescimento dell’interesse dei lavoratori per incrementare il numero degli iscritti. © F. CARTA FORMAZIONE Si conferma la positiva esperienza sulla formazione congiunta, ma occorre andare avanti e favorire un processo culturale più partecipativo, con un reale coinvolgimento di tutti i soggetti contraenti, nel rispetto dei reciproci ruoli. L’Osservatorio bilaterale contrattuale (Obc), riconfermando il ruolo di indirizzo e di analisi dei fabbisogni formativi, deve svolgere un’azione più incisiva di progettazione settoriale a livello nazionale e agevolare la diffusione di progetti di formazione nel territorio e nelle aziende, anche attraverso la predisposizione di percorsi formativi congiunti per i referenti aziendali. Per implementare le competenze informative all’interno delle Rsu è opportuno definire un piano specifico che rafforzi la conoscenza del sistema e le procedure di gestione dei progetti a livello aziendale. La formazione e la riqualificazione, in particolare per i lavoratori in cassa integrazione o in mobilità, è obiettivo prioritario nel momento attuale, e per questo motivo la Filcem Cgil richiede che l’Obc sia protagonista nel proporre e raccordare le misure legislative esistenti o in corso di attuazione. L’attivazione di un tale percorso è utile per definire un progetto formativo straordinario, che punti a favorire le innovazioni produttive. In questo modo il settore potrà impedire la dispersione del suo patrimonio intellettuale e professionale e favorire un’uscita positiva dalla pesante fase congiunturale. Un utile strumento per la registrazione di tutte le azioni formative (formazione d’ingresso; addestramento; formazione continua; formazione congiunta ecc.) potrebbe essere il “libretto formativo del lavoratore”. Tale formazione darà diritto a un credito individuale, di valore pari alla formazione a cui lo stesso avrà partecipato. Questo credito potrà essere utilizzato sia per una eventuale progressione interna, sia come ulteriore elemento per un’occupazione in altra azienda. Il notevole numero di iscritti a Fonchim necessita di un approccio più attento nella verifica della platea dei lavoratori non iscritti, in particolare nelle piccole e medie imprese. Si richiede l’aumento del contributo aziendale per la previdenza complementare da 1,20% a 1,50%, fatte salve le condizioni aziendali di miglior favore. MERCATO DEL LAVORO E OCCUPAZIONE Nell’attuale situazione di grave crisi, al fine di difendere l’occupazione e tutelare le conoscenze professionali dei lavoratori, si richiede il blocco dei licenziamenti per un anno per tutte le tipologie di lavoro, assumendo l’impegno delle parti al ricorso al sistema complessivo di ammortizzatori sociali e all’attuazione di scelte alternative al licenziamento. Le profonde innovazioni produttive, tecnologiche, organizzative e di mercato che in questi anni hanno attraversato i nostri settori ne hanno trasformato e profondamente modificato il mercato del lavoro. Determinando sostanziali cambiamenti sia sulla qualità e che sulla quantità dell’occupazione. I recenti provvedimenti del governo impongono la necessità di una rivisitazione complessiva delle norme previste nel ccnl, con l’obiettivo di aumentare i livelli di consolidamento dell’occupazione a tempo indeterminato, assumendo e migliorando la durata massima già prevista dalle attuali normative di legge, in particolare per i contratti a tempo determinato e a somministrazione. Inoltre, per i contratti a tempo determinato e di somministrazione previsti all’articolo 3, ai punti C) e D), che applicano entrambi la percentuale massima di assunzione della tipologia al 18% sulla media annua dei lavoratori assunti con contratto a tempo indeterminato, si richiede che tale percentuale non sia utilizzata per concentrare i lavoratori in singoli reparti e/o divisioni. Inoltre si richiede l’inserimento nel mondo del lavoro dei giovani, utilizzando nuove forme contrattuali che permettano di realizzare sia percorsi formativi certificati che la stabilizzazione dei rapporti di lavoro. Pertanto, la Filcem Cgil richiede di definire una nuova tipologia di assunzione (contratto di inserimento e stabilità) che sia sostitutiva di altre forme di occupazione. Per i contratti di collaborazione continua e a progetto, la Filcem Cgil richiede venga definita un’apposita normativa sui livelli minimi salariali, assicurativi e sanitari, in analogia con il ccnl. In questo quadro, nel quale il mercato del lavoro presenta una continua espansione dei servizi alle imprese, si stanno creando nei nostri settori degli spin-off di alte professionalità, che richiedono una risposta contrattuale. Si richiede venga aperta una discussione sulla opportunità di regolamentare questa tematica nell’ambito del ccnl con una parte specifica a loro dedicata. In particolare per le mono-committenze, sia per quelle alte professionalità a lavoro dipendente che autonomo, o comunque per tutti quei lavori che stanno in un sistema di filiera o di rete con le imprese. Gli interventi devono essere mirati in particolare a campi della formazione, tutele sociali, sanitaria, assicurativa e salariale. Al fine di raggiungere questo obiettivo, richiediamo che a partire da questo rinnovo contrattuale sia realizzata una specifica sezione in sede di • SEGUE Osservatorio nazionale. 3 FilcemContratti02.qxp 5-10-2009 11:18 Pagina 4 CHIMICI /1. MERCATO DEL LAVORO E FORMAZIONE DIRITTI Inoltre, a difesa e consolidamento dei diritti collettivi e individuali delle lavoratrici e dei lavoratori si richiede: • che venga data informazione preventiva, per assenze in caso di malattia, con almeno un mese di anticipo della scadenza del periodo di comporto, allargando il periodo di comporto stesso per i lavoratori affetti da malattie che debbano sottoporsi a terapie salvavita; • agevolazioni per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per le lavoratrici e lavoratori: part time, flessibilità, congedi per la formazione, asili nido anche aziendali verificando le opportune integrazioni con le istituzioni pubbliche locali, rendendo esigibile l’art. 9 legge 53/2000. Nel riaffermare l’importanza della legge 8 marzo 2000 n. 53 e il dlgs 26 marzo 2001 n. 151 sulla maternità e paternità, si richiede un giorno di permesso retribuito per il lavoratore padre per la nascita del figlio; • la definizione di una percentuale per l’utilizzo del lavoro part time. A livello aziendale le parti verificheranno i motivi reali di eventuale impedimento di accoglimento delle richieste di ricorso al lavoro part time; • vanno riconsiderati i periodi non continuativi prestati dai lavoratori ai fini dell’anzianità di servizio per la maturazione del diritto delle ferie e degli scatti di anzianità; • l’anticipo del trattamento di fine rapporto (tfr) per periodi di assistenza agli anziani e portatori di handicap, congedi parentali, malattie lunghe e gravi; • a integrazione del comma 3 dell’art. 41 del ccnl si richiede un trattamento di assistenza, a integrazione di quello di legge, fino al raggiungimento del 100% della retribuzione per tutto il periodo di assenza anticipata e obbligatoria per maternità; • a integrazione di quanto previsto dall’art. 8, lettera H) del ccnl, si richiede che agli effetti legali venga riconosciuto lavoratore notturno colui che con riferimento al suo orario complessivo annuale svolga in modo regolare la propria prestazione lavorativa per un numero di giorni, in orario notturno inferiore agli attuali dispositivi di legge; • inoltre, ritenendo restrittiva la norma contenuta nell’art. 40 del ccnl, in merito alla concessione di periodi di aspettativa per malattie non professionali o infortuni non sul lavoro, si richiede che l’assenza dal lavoro di almeno 8 mesi non venga riferita alla maturazione di tale periodo negli ultimi 12 mesi. SALARIO Per la Filcem Cgil la richiesta di aumento salariale, mantenendo la parametrazione del vigente ccnl, deve garantire la tutela e la salvaguardia effettiva delle retribuzioni. Si richiede un aumento salariale medio, riferito al parametro 147 (D1), valido per il triennio 2010-2012, pari a 172 euro e, in considerazione delle incertezze sull’andamento dell’inflazione negli scenari futuri, allo scadere del biennio, si chiede una verifica dell’andamento dell’inflazione reale rispetto all’aumento convenuto della retribuzione del settore, finalizzata al contestuale recupero degli eventuali scostamenti negativi. Inoltre, si ritiene necessario, in considerazione delle differenziazioni settoriali già presenti nel ccnl, di valutare possibili, ulteriori differenziazioni economiche. Infine, nell’art. 16 del ccnl, nelle specificità settoriali per il settore fibre, si chiede di abrogare tutto il secondo capoverso relativo alla corresponsione dell’indennità di posizione organizzativa. (approvata,con 5 astensioni, dall’Assemblea nazionale dei quadri e delegati Filcem Cgil - Chianciano Terme, 15 settembre 2009) 4 Tre proposte innovative per difendere l’occupazione Piero Dechicu D.to chimico-farmaceutico Filcem nazionale I l rinnovo del contratto nazionale chimicofarmaceutico si presenta come una operazione complessa a fronte del fatto che il confronto con le parti datoriali sarà su piattaforme separate. Questo dato rischierà di “marginalizzare” nella contrattazione importanti argomenti quali il mercato del lavoro e la formazione continua. Il rinnovo che ci accingiamo ad affrontare sta dentro uno scenario caratterizzato da una negativa influenza della economia finanziaria globale, che manifesterà nei mesi autunnali i suoi effetti più devastanti proprio sull’occupazione, con il rischio di mettere in discussione nel nostro settore migliaia di posti di lavoro. E se il peggio, dal punto di vista congiunturale, pare essere superato, gli effetti sull’occupazione sono ancora tutti da scontare. La drammaticità della crisi nel settore si riassume tutta in questo dato: oltre 58.000 lavoratori nei mesi pre-estivi sono stati coinvolti in processi che hanno visto l’utilizzo di ammortizzatori sociali, con picchi impensabili fino ad ora. Il ricorso alla cassa integrazione straordinaria è in aumento a causa della scadenza dei tempi per l’utilizzo di quella ordinaria (52 settimane): questo dato – unito alla conferma della scomparsa sia dei lavoratori con contratto a termine, di quelli a collaborazione e degli occupati autonomi – completa il quadro da “allarme rosso”. Né a sostenere l’occupazione basteranno gli interventi messi in campo dal governo. In questa fase il sindacato ha lavorato soprattutto sull’obiettivo di mantenere i lavoratori nei posto di lavoro al fine di non disperdere le competenze professionali e favorirne il rapido rientro nel mercato del lavoro con percorsi formativi. La Filcem Cgil, nella definizione della piattaforma e in coerenza con le decisioni della Conferenza di programma Cgil, ha deciso di rendere centrali i temi del mercato del lavoro e della formazione, avanzando tre proposte di merito innovative, con l’obiettivo di difendere e consolidare l’occupazione a tempo indeterminato e rendere fruibile a tutti l’accesso agli ammortizzatori sociali, a un’adeguata copertura salariale, sanitaria e assicurativa. La prima proposta vuole favorire l’occupazione giovanile, con la richiesta di definire una nuova forma di assunzione – contratto di inserimento e stabilità – che sia © PH.AGRPRESS • SEGUE PIATTAFORMA CHIMICI-FARMACEUTICI CHIMICI /2. LA SANITÀ INTEGRATIVA “Faschim”da intuizione a concreta realtà Marco Falcinelli D.to chimico-farmaceutico Filcem nazionale “F aschim”, il fondo integrativo sanitario per il settore chimico-farmaceutico, nasce con il rinnovo del contratto del 2002 e diventa operativo nel gennaio del 2004. Il fondo rientra nella forma giuridica dell’Associazione non riconosciuta, prevista dagli artt. 36 e seguenti del codice civile. L’esigenza della sua costituzione? Due i motivi in particolare. Il primo, la sussidiarietà al servizio sanitario pubblico; il secondo, mettere a disposizione degli aderenti una modalità di recupero delle risorse spese per prestazioni di sanità privata (eloquente il dato del Censis, una famiglia media italiana spende oltre 1.500 euro l’anno solo per prestazioni ordinarie). Creando così anche un argine al sistema delle polizze assicurative individuali, sempre più mercantili e sempre meno propense a coprire il bisogno sanitario. Infatti, dopo aver preso atto della realtà (insufficiente, è dir poco) di una domanda di prestazioni sanitarie che non può essere interamente soddisfatta dal bilancio dello Stato, i sindacati si sono chiesti come fosse possibile aiutare i lavoratori proprio sul versante della sussidiarietà solidale e hanno intravisto nella strada dei fondi nazionali contrattuali di assistenza sanitaria la possibilità di rappresentare una risposta efficace, ferma restando ovviamente “la centralità e l’opportunità della fruizione – come da art. 2 dello statuto – delle prestazioni erogate dal Servizio sanitario pubblico”. Attualmente “Faschim” associa 115.600 aderenti. Un risultato straordinario ottenuto grazie a una positiva gestione del fondo e al susseguirsi di politiche contrattuali esercitate, all’atto dei rinnovi, che hanno consentito incentivazioni all’adesione e continui miglioramenti delle prestazioni del fondo: infatti nell’ultimo rinnovo del biennio economico contrattuale (dicembre 2007) il costo dell’adesione di tutti gli addetti nel settore è stato posto, per un anno, totalmente a carico delle imprese. Nell’attuale contesto, dove il valore della contrattazione nazionale viene sistematicamente messo in discussione, il contratto nazionale si dimostra, ancora una volta, come uno strumento solidaristico in grado di dare risposte non solo ai problemi legati alle prestazioni dei lavoratori ma anche alle loro esigenze sociali. Obiettivo dell’imminente rinnovo contrattuale, nonostante le difficoltà legate alla situazione politico-sindacale, sarà quello di ridurre sostitutiva di quelle precarie attualmente in vigore (contratti a termine, tirocinio, stage di orientamento). La seconda si riferisce ai lavoratori con contratto di collaborazione continuativa per i quali viene richiesta una apposita normativa contrattuale che garantisca i livelli minimi salariali, sanitari e assicurativi. La terza è rivolta a contrattualizzare lavoratori autonomi con alte professionalità: si tratta di normare figure che, pur in costanza di rapporto professionale con l’azienda, spesso in rapporto di monocommittenza, non avendo un rapporto di dipendenza, non sono coperti dalle tutele sociali, assistenziali e sanitarie previste invece per i dipendenti. Sul capitolo infine della formazione continua, la piattaforma si completa confermando la strategicità dello strumento contrattuale e avanza la richiesta di un piano nazionale straordinario dell’Obc, l’organismo bilaterale contrattuale, che favorisca la diffusione più larga possibile nei territori e nelle aziende di questo sostegno a disposizione di tutti i lavoratori. Una formazione insomma utilizzata per mantenere, accrescere o riconvertire le competenze di tutti, ma soprattutto per quelli maggiormente esposti al rischio di espulsione dal mercato del lavoro. • ulteriormente il costo di adesione per i lavoratori (dei 24 euro mensili attuali, 18 sono a carico dell’impresa e 6 del lavoratore). Ciò potrebbe consentire, attraverso ulteriori migliorie nel campo delle prestazioni del fondo, una più ampia adesione dei lavoratori e una maggiore competitività del fondo nei confronti, ad esempio, di quelli numerosi “aziendali” di assistenza sanitaria ai quali aderiscono, ancora ad oggi, circa 40.000 lavoratori del settore. In definitiva, se anche nel nostro paese ci si convince che il problema della scarsità di risorse in sanità e della loro collocazione ottimale deve essere considerato prioritario, i fondi sono uno strumento che può consentire al Ssn di crescere e migliorare la qualità dei servizi forniti. In quest’ottica il dibattito sui fondi, anche in “casa nostra”, dovrebbe uscire sia da rigidità e schematismi ideologici che li demonizzano, sia da enfatizzazioni che ne esaltano le virtù taumaturgiche, per confrontarsi su basi sperimentali e progetti dettagliati, che consentano di valutare, sul campo, il contributo che essi possano apportare a un sistema che vorremmo sia sempre più equo e solidale. • FilcemContratti02.qxp 5-10-2009 11:18 Pagina 5 LE PIATTAFORME/1. FORTE ATTENZIONE ALLA FORMAZIONE DEI LAVORATORI Prima di tutto salute e sicurezza I n questa intensa e particolarmente complessa fase di rinnovo contrattuale, il tema della sicurezza, come quello dell’ambiente, assume una rilevanza significativa. Nelle diverse piattaforme, relativamente alle condizioni e alla storia contrattuale dello specifico settore, il tema è sviluppato con importanti e innovativi contenuti. Un aspetto lo ritroviamo presente in tutte le piattaforme e caratterizza l’attuale fase di rinnovo: l’attenzione alla formazione dei lavoratori. In particolare la piattaforma del contratto chimico-farmaceutico individua un nuovo traguardo da raggiungere: la necessità di coinvolgimento di tutti i lavoratori, superando quindi la “delega”, per esempio al Rlssa, che determina un approccio limitativo al tema. Quindi, per evitare che si creino distanze tra le figure delegate e l’insieme dei lavoratori, che potrebbero sentirsi deresponsabilizzati, bisogna far sì che tale questione sia pervasiva e riguardi tutti. Per questo fine si centra il fuoco dell’attenzione sulla formazione dei lavoratori, indicando anche l’istituzione – in anticipo sulla legge – di un apposito libretto formativo nel quale registrare i percorsi di ciascuno. Questo perché un corretto comportamento deriva da una completa e continua formazione. Altro aspetto centrale è lo sviluppo dei sistemi di gestione e la valorizzazione delle “linee-guida” Ssa congiuntamente definite dalle parti sociali e aggiornate lo scorso anno. Nella piattaforma energia e petrolio, oltre agli aspetti formativi (e libretto formativo), due sono i temi principali individuati: l’attenzione agli appalti e al coordinamento tra Rlsa. È difatti necessario un rigoroso controllo sulle imprese da parte della committenza, in quanto i dati infortunistici sono negativi in questo segmento dell’attività (appalti e subappalti). Si dovrebbe ipotizzare un sistema di esclusione con sospensione dei contratti per quelle imprese nelle quali si siano verificati infortuni sul lavoro mortali o gravi incidenti con conseguenze sul territorio. L’estensione del concetto di sicurezza alla tutela dell’ambiente è uno dei punti centrali della piattaforma gas-acqua. Ciò determina il passaggio a Rlsa (rappresentante dei lavoratori per la sicurezza e l’ambiente), come già presente in altri contratti della nostra categoria. Insieme a ciò viene richiesta l’effettuazione di una conferenza delle Rlsa e dei Rspp, organizzata congiuntamente dalle parti sociali. Si ritiene necessario definire in modo vincolante le riunioni di settore, per monitorare la situazione e, a livello aziendale, rafforzare la gestione congiunta e preventiva, sia per i dipendenti dell’impresa che per quelli delle ditte dell’appalto, chiamando il committente ad assumersi la responsabilità della qualificazione delle aziende a cui vengono assegnati gli appalti. Il settore con indici infortunistici peggiori, tra tutti quelli della categoria, è quello della gomma-plastica. Difatti abbiamo una piattaforma molti ricca di contenuti e di richieste. Segnaliamo di seguito quelle principali oltre la formazione. Si parte dalla necessità di definire livelli identici di prevenzione per tutti i lavoratori che operano in azienda nelle diverse tipologie contrattuali e negli appalti. © S. CAPRA/IMAGOECONOMICA Domenico Marcucci Salute e Sicurezza Filcem nazionale LE PIATTAFORME/2. INIZIA IL CONFRONTO © D. BALDUCCI/AG.SINTESI Richieste ambientali eimpatto sul territorio Roberta Rossi Ambiente e territorio Filcem nazionale G li interventi per qualificare i prodotti sui mercati e realizzarli in sicurezza, per ridurre gli impatti ambientali sul territorio, per innovare processi di lavorazione e materiali si ritrovano tra le richieste contrattuali delle piattaforme varate a Chianciano e costituiscono il percorso della categoria sul potenziamento dei diritti e della strumentazione negoziale. Nel chimico-farmaceutico si sottolinea la necessità, anche per l’ambiente, di superare la delega al solo Rlsa – pure figura rilevante – interessando tutte le componenti aziendali per porre la sicurezza, attraverso azioni di prevenzione, come elemento integrato all’attività produttiva. Rilevanti sono dunque i sistemi di gestione sicurezza, salute, ambiente e le certificazioni da estendere al complesso dei comparti. Insieme a questi strumenti si rimarca la comunicazione sulla gestione dei rischi, verso le popolazioni vicine, sul territorio, per favorire il legame tra chimica, cittadini e consumatori: l’azione informativa dunque, come segmento del sistema di gestione e delle certificazioni e non fatto occasionale di fronte all’emergenza o al conflitto ambientale. Per questo si chiede un incontro almeno annuale tra tutte le figure presenti nell’azienda e i servizi sanitari e ambientali del territorio (Asl e sistema delle agenzie ambientali-Arpa). Altro indicatore dell’interesse al territorio è la richiesta di permessi alle Rsu per partecipare alle Conferenze dei servizi sulle bonifiche, per favorire anche ai lavoratori l’attenzione alle fasi di risanamento e riutilizzo delle aree. L’attenzione all’ambiente si caratterizza inoltre con la richiesta alle imprese di sviluppare la ricerca, investire in tecnologie avanzate, innovare i processi e i prodotti la cui qualità è strettamente collegata alla compatibilità ambientale, realizzare materiali ecologici e adottare il risparmio energetico per immetterli sul mercato. Sono fattori di competitività delle imprese che leggiamo nella piattaforma gomma-plastica, settore per il quale è necessario definire l’Osservatorio salute sicurezza ambiente per elaborare, tra l’altro, linee-guida per la prevenzione dei rischi, politiche ambientali e rapporti con i territori di insediamento. Nel settore energia e petrolio sottolineiamo che l’Osservatorio nazionale bilaterale salute, sicurezza, ambiente debba essere rafforzato in strumento più operativo verificandone i risultati nella dimensione aziendale, livello nel quale si deve dare spazio alle tematiche degli impatti ambientali delle produzioni. Non a caso si chiede un tavolo di monitoraggio per Viene indicata, quindi, la volontà di predisporre “linee-guida” sui principali temi della prevenzione: la valutazione dei rischi, la consultazione del Rlssa e lo svolgimento della riunione periodica. Il compito di stesura delle linee guida dovrà essere svolto da un apposito Osservatorio nazionale. Si indica una serie di diritti e agibilità del Rlssa e la costituzione di un’anagrafe nazionale di questa figura. Una particolare attenzione è posta all’attività del medico competente e alla sorveglianza sanitaria, come alla verifica della qualificazione del medico stesso. Sul rischio chimico si richiede la sostituzione delle sostanze cancerogene o l’introduzione di lavorazioni a ciclo chiuso, e un confronto per la comune definizione del rischio chimico “basso per la sicurezza e irrilevante per la salute”, come indicato nell’art. 224 del testo unico della legge. Nel caso di non idoneità alla mansione bisogna definire procedure per la ricollocazione in azienda del lavoratore; infine sviluppare approcci ergonomici per la prevenzione dei rischi all’apparato muscolo scheletrico. • definire lo sviluppo della ricerca verso energie alternative e rinnovabili, coinvolgendo le istituzioni competenti. La qualità dei servizi è evidenziata nella piattaforma gas-acqua, dove si chiede che nella Commissione bilaterale nazionale, istituita con il precedente contratto, vi sia un’azione maggiore per estendere le buone pratiche e per arginare gli impatti ambientali delle attività sul territorio, anche attraverso l’istituzione della Rlsa per monitorare le situazioni di sicurezza e per sviluppare la formazione alla prevenzione. E si richiede che Rlsa ed Rspp si incontrino, almeno una volta l’anno, in una conferenza per approfondire le diverse problematiche, comprese quelle derivanti dalle ubicazioni produttive e dei servizi. Inoltre si sottolinea come gli impegni dell’Unione Europea contenuti nel pacchetto “climaenergia” e la pressione delle popolazioni siano motivi per il miglioramento continuo della sicurezza sul lavoro e per la prevenzione, in aree produttive dove si registrano livelli alti di infortuni e incidenti. Sul risparmio energetico, infine, si chiede di concordare lineeguida sull’aumento dell’efficienza energetica, sullo sviluppo delle fonti rinnovabili, sulla riduzione complessiva delle emissioni e sul sostegno all’innovazione, elementi questi da sviluppare poi a livello aziendale. • 5 FilcemContratti02.qxp 5-10-2009 11:18 Pagina 6 LA PIATTAFORMA FILCEM-CGIL PER IL RINNOVO DE settore gomma-p PREMESSA Il contesto in cui si inserisce il prossimo rinnovo del contratto gomma-plastica è profondamente cambiato rispetto al precedente, sia in relazione allo scenario economicoproduttivo nazionale e internazionale, sia relativamente all’urgenza di interventi, congiunturali e strutturali, in assenza dei quali difficilmente saremo in grado di costruire prospettive future per il settore. Le carenze strutturali del sistema produttivo italiano hanno determinato, negli anni che hanno preceduto la crisi, una crescita più lenta che nel resto dei paesi europei occidentali. A fronte di una marginale crescita del Pil si è tuttavia verificata una crescita degli occupati tale da contribuire a evidenziare un calo di produttività. Il tema della produttività e della competitività è stato, e resta uno dei più discussi nel paese, perennemente al centro del confronto politico sindacale sia a livello nazionale che locale. Quali siano i fattori che rendano le imprese italiane più produttive e più competitive è patrimonio comune: sviluppo della ricerca, investimenti in tecnologie avanzate, innovazione del processo e del prodotto (la cui qualità si va sempre più declinando con la compatibilità ambientale, il risparmio energetico, la realizzazione di nuovi prodotti ecologici), un modello di organizzazione del lavoro più efficiente e funzionale, un salto dimensionale per le piccole e medie imprese. Sugli strumenti attraverso i quali raggiungere questo risultato le difficoltà sono ancora tangibili, soprattutto per quello che riguarda la capacità di investimento delle aziende, la loro capacità di compiere un vero salto dimensionale e la disponibilità a contrattare l’organizzazione del lavoro, quale reale risorsa a valore aggiunto. Sui già consolidati ritardi del nostro sistema produttivo è intervenuta una crisi finanziaria e produttiva epocale della quale ancora non misuriamo le conseguenze e che sta determinando un vero e proprio ciclo deflattivo. L’assenza di un’equa politica dei redditi nel paese, la crisi dei consumi e il generale tasso di insicurezza finiscono inevitabilmente con l’accrescere l’ impoverimento del potere d’acquisto dei salari a fronte del quale è urgente intervenire. Fatta eccezione per il comparto degli imballaggi alimentari che risulta il meno investito dalla crisi e per le poche aziende virtuose che hanno scelto di mettere in campo investimenti (poche anche sulle dita di una mano), l’intero settore ha scelto di gestire la crisi tagliando investimenti, flessibilizzando la produzione, facendo un massiccio ricorso a mobilità e cassa integrazione. I tagli occupazionali intervenuti ci consegnano una realtà composita, in forte squilibrio, con lavoratori a tempo determinato che si sono trovati da un giorno all’altro fuori dal mercato del lavoro senza alcuna protezione sociale, e lavoratori soggetti a una forte riduzione salariale. Il dopo-crisi che ci aspetta si presenta fortemente compromesso, soprattutto per il settore dell’indotto auto relativamente al quale rischiamo di assistere, contestualmente al consolidarsi di Fiat, a una progressiva delocalizzazione dell’intera produzione nazionale della gomma e della plastica legata all’auto e che conta, da sola, circa il 60-70% degli occupati del comparto. Sarà necessario a tal proposito aprire per tempo, anche in relazione con la Federazione Gomma Plastica, una riflessione tesa a individuare interventi e strategie mirate ad invertire la tendenza. Due sono stati i fattori determinanti in questa crisi che hanno pesantemente agito sul futuro delle aziende: assenza di liquidità da una parte e flessibilità produttiva dall’altra. La stessa dimensione delle aziende, anche se di grande respiro, non è più sufficiente a garantirne il futuro qualora manchi un solido capitale. La flessibilità produttiva cui hanno cominciato a far ricorso molte aziende fa sì che vengano consumate le scorte di magazzino e si lavori molto con risposte immediate alle commesse. È evidente come in relazione a questa flessibilità (che non è solo del lavoro ma produttiva), se non vogliamo creare un modello occupazionale a fisarmonica, sia necessario ampliare e non contrarre i luoghi della contrattazione. Il rinnovo che ci accingiamo ad affrontare si presenta tutto in salita non solo per le difficoltà in cui versa il settore ma anche perché nel frattempo è intervenuto l’accordo separato sul modello contrattuale non sottoscritto dalla nostra organizzazione. Tuttavia non abbiamo scelto noi di procedere con piattaforme separate, avendo Femca e Uilcem singolarmente trasmesso formale disdetta e avendo elaborato piattaforme rivendicative di organizzazione. Restiamo convinti che la soluzione unitaria dei negoziati sia un risultato importante per tutte le lavoratrici e i lavoratori. È per questo motivo che riteniamo doveroso procedere alla definizione di una piattaforma che possa rappresentare una sintesi dei nodi condivisi in precedenza con le altre organizzazioni. Il nostro punto di partenza non può che essere la piattaforma unitaria Cgil, Cisl, Uil per quanto riguarda la durata temporale dei contratti e il documento unitario della delegazione trattante gomma-plastica sui demandi contrattuali per quanto attiene ai contenuti della piattaforma rivendicativa. Questo a riprova della nostra disponibilità a ricostruire, nel corso del negoziato, condizioni e soluzioni unitarie in cui tutti i lavoratori e le lavoratrici del settore possano riconoscersi con soddisfazione. Infine, riteniamo importante in questo rinnovo cogliere una grande sfida, sia attraverso il rafforzamento del contratto nazionale, regolamentando le materie sulle quali il confronto non ha dato risposte convincenti nel corso del precedente 6 IL COMMENTO Un contratto che appartenga a tutti A.M. N on è trascorso molto tempo dall’ultimo rinnovo del contratto quadriennale (5 maggio 2006) che, tra le altre questioni, aveva unitariamente convenuto di attivare un lavoro per individuare soluzioni su alcuni temi non risolti durante la fase di conclusione del negoziato, e già siamo pronti per la fase del prossimo rinnovo che anziché essere solo economico (il cosiddetto biennio) sarà sia economico che normativo. La piattaforma unitaria di Cgil, Cisl, Uil sulle modifiche da apportare al nuovo modello contrattuale (prima della deriva sbagliata dell’accordo separato) era chiara nelle volontà: il futuro modello contrattuale rinnoverà i singoli contratti ogni triennio. Nel settore dell’industria della gommaplastica abbiamo alle spalle un importante lavoro unitario che già preparava le scadenze convenute al momento della firma. Sono dunque queste le motivazioni che ci hanno impegnato in una riflessione a tutto campo su come impostare il lavoro per dare ai lavoratori del settore il prossimo contratto. Fin dalla consultazione dei lavoratori nelle assemblee abbiamo proposto loro di preparare una piattaforma per il rinnovo triennale; e con la recente assemblea di Chianciano, conclusiva di tutto l’iter di consultazione, questa impostazione è uscita rafforzata dalla volontà dei quadri e delegati Filcem innanzitutto nell’indicare le modalità di questa prossima fase contrattuale. Come sempre sono legittime tutte le opinioni che su questo tema abbiamo sentito: hanno arricchito e implementato il dibattito dell’Assemblea nazionale per l’approvazione della piattaforma, e la stragrande maggioranza (solo quattro i voti contrari) ha condiviso la proposta. Insomma, un’assemblea attenta e composta, puntigliosa sugli argomenti: dal mercato del lavoro alla contrattazione di secondo livello alla qualificazione del capitolo sui diritti, con particolare attenzione al lavoro delle donne e a rinnovo (risultato per noi irrinunciabile), sia soprattutto attraverso la reale estensione della contrattazione di secondo livello, tesa a offrire quelle opportunità che consentano di contrattare davvero l’organizzazione del lavoro, e di aprire spazi innovativi nelle politiche retributive aziendali, a partire dall’impianto classificatorio e quindi dallo sviluppo orizzontale delle professionalità. Questo nella convizione che sia l’allargamento delle materie della contrattazione di secondo livello a determinarne lo sviluppo e non il proliferare del ricorso all’indennità sostitutiva del premio di risultato, strumento utile e credibile anni fa, quando era necessario intervenire anche culturalmente per radicare i due livelli di confronto, e tuttavia contraddittorio ai fini dell’estensione della contrattazione quale valore aggiunto e irrinunciabile per le parti. RELAZIONI INDUSTRIALI Grande importanza, anche ai fini della gestione delle situazioni di crisi, assumerà nei prossimi anni il modello di relazioni industriali tra le parti. Storicamente il contratto gomma-plastica è stato caratterizzato favorire l’integrazione dei lavoratori stranieri. Di rilievo poi l’istituzione di uno specifico Osservatorio che definisca, anche in questo settore industriale, “linee-guida” per la prevenzione dei rischi, intensifichi politiche di prevenzione sia a livello centrale che periferico, analizzi le politiche ambientali del settore, demandando a livello aziendale commissioni paritetiche per lo sviluppo di progetti comuni per la salute e sicurezza di lavoratrici e lavoratori. Oltre al merito, mi preme segnalare un valore aggiunto che da Chianciano è emerso con forza, quello di un clima di consapevolezza che la posta in gioco è alta, e che l’unità del gruppo dirigente – e più complessivamente della delegazione trattante – è indispensabile per raggiungere un risultato positivo per i lavoratori. La serietà con la quale sono stati esaminati i vari emendamenti, la stessa fase di preparazione, e anche la conduzione dell’assemblea stessa, stanno a dimostrare che la Filcem si era ben predisposta a questo appuntamento: un valore aggiunto, ci tengo a sottolineare, che deve andare oltre la piattaforma. Certo, una piattaforma di organizzazione, della Filcem, ma con tanti contenuti unitari che ci attendiamo vengano fatti vivere con la stessa passione che noi abbiamo messo nel preparare le nostre richieste, e che ci permettano di arrivare ad un risultato da consegnare ai lavoratori per la loro approvazione finale. La Filcem ha già chiesto l’apertura immediata del confronto con la Federazione gomma-plastica per poter negoziare il rinnovo, passare al merito e, per questa via, individuare la migliore sintesi unitaria possibile affinché il contratto sia di tutti. Anche questo importante segmento industriale della nostra economia può rappresentare un’occasione, un’opportunità positiva, per ritrovare conclusioni unitarie ai tavoli contrattuali e scrivere una nuova agenda di priorità e di proposte atte a contrastare la crisi, salvaguardare l’occupazione e immaginare un futuro all’altezza delle attese di migliaia di lavoratori. • da ritardi in questo ambito. Nel corso dell’ultimo rinnovo si è data particolare rilevanza alla qualità del sistema relazionale con un ampio intervento in materia, soprattutto in relazione all’attivazione dell’Osservatorio nazionale sul quale finalmente sono stati fatti passi in avanti. Occorre consolidare ed estendere le materie oggetto di esame, essendo queste ancora limitate e insufficenti a consentire un monitoraggio del settore, a partire dalle pari opportunità e dalle politiche di efficientamento e di risparmio energetico, che vedono l’Italia come fanalino di coda in Europa. Dovrà essere definito uno specifico Osservatorio per la salute, la sicurezza e per l’ambiente, che definisca linee guida per la prevenzione dei rischi, analizzi le politiche ambientali del settore, demandando a livello aziendale apposite commissioni paritetiche per lo sviluppo di progetti comuni per la sicurezza e la salute dei lavoratori e delle lavoratrici. Resta un obiettivo la creazione di Osservatori territoriali per macro-aree, indispensabili a fronte della dislocazione geografica che determina problemi e opportunità differenti, destinati a elaborare analisi e promuovere indirizzi adeguati in un quadro di politiche territoriali di sistema capaci di dare risposte alle esigenze strutturali e interagire con le istituzioni locali. Compito fondamentale degli Osservatori FilcemContratti02.qxp 5-10-2009 11:18 Pagina 7 VO DEL CONTRATTO NAZIONALE 1° GENNAIO 2010 – 31 DICEMBRE 2012 a-plastica Confindustria PREVIDENZA COMPLEMENTARE Nel riconfermare la scelta operata in precedenza, si evidenzia l’importanza di ottenere in questo rinnovo il risultato relativo al capitolo previdenziale, già oggetto della clausola di rinvio. Si richiede, a solo carico delle imprese, l’integrazione di una quota pari allo 0,20% della retribuzione utile al calcolo del tfr, finalizzata a garantire alle lavoratrici e ai lavoratori in caso di invalidità permanente o premorienza, l’erogazione di un premio assicurativo rapportato alla propria retribuzione e agli anni mancanti per il raggiungimento dell’età pensionistica. ASSISTENZA SANITARIA Come per la previdenza si conferma la volontà di istituire l’assistenza sanitaria integrativa e non sostitutiva, ritenendola elemento qualificante per la contrattazione collettiva nazionale, pur prevedendo la salvaguardia delle condizioni di miglior favore presenti in alcune aziende. FORMAZIONE Coerentemente con quanto più volte evidenziato e nella certezza che lo strumento della formazione e della formazione continua è indispensabile ai fini di una accresciuta professionalità quale valore aggiunto per le imprese e per i lavoratori e le lavoratrici, il capitolo sulla formazione e l’organismo bilaterale nazionale per la formazione va costantemente potenziato anche attraverso la consapevolezza che l’utilizzo di tale strumento sarà determinante nella gestione della crisi in corso. È necessario, inoltre, introdurre nel ccnl strumenti idonei a verificare un’effettiva corrispondenza tra la formazione e la crescita delle lavoratrici e dei lavoratori interessati attraverso verifiche mirate a misurarne l’effettivo riscontro. MERCATO DEL LAVORO Uno dei capitoli non normati e sul quale si sono registrate profonde divergenze durante il precedente rinnovo è stato quello relativo alla regolamentazione del mercato del lavoro. In coerenza col documento unitario della delegazione trattante del 5 febbraio 2009 in relazione al mercato del lavoro si conferma l’impostazione contenuta nella precedente piattaforma rivendicativa. Diventa questo uno dei nodi più delicati col quale dovremmo misurarci, anche a fronte della situazione venutasi a determinare con la crisi che ha portato tutti i lavoratori con contratti di somministrazione lavoro e tempi determinati fuori dal mercato del lavoro senza alcuna tutela, come fossero paradossalmente stati lavoratori e lavoratrici atipici, un ammortizzatore sociale per le aziende, prima ancora che fosse possibile leggerne lo stato di difficoltà o di crisi. Si fa evidente la necessità di una riforma degli ammortizzatori sociali e la necessità di normare il mercato del lavoro all’interno del contratto nazionale, appuntamento non più rinviabile, perché consente alle parti di confrontarsi e condividere politiche occupazionali mirate al consolidamento e allo sviluppo del settore nella consapevolezza che lavoratrici e lavoratori sono parte determinante della crescita delle aziende e che la loro professionalità unitamente alla loro stabilizzazione concorre insieme ad altri fattori alla condivisione e al conseguimento degli obiettivi di produttività e competitività nel tempo. Le prospettive future dei lavoratori e il loro senso di responsabilità determinano un valore aggiunto per il modello partecipativo di relazioni sindacali e concorrono a una più efficace e lungimirante condivisione dello sviluppo e della crescita. La stabilizzazione occupazionale è per il sindacato un obiettivo imprescindibile, così come imprescindibile, a fronte di problematiche che ne impediscano il consolidamento, diviene l’attivazione di un confronto volto a rimuoverne le cause. Il rinnovo del ccnl è l’occasione in cui le norme relative al mercato del lavoro debbono essere rafforzate in direzione del consolidamento occupazionale, definendo una regolamentazione dei contratti a termine e dei contratti di somministrazione lavoro con l’obiettivo di individuare, nei due livelli contrattuali, strumenti idonei a favorire un’occupazione stabile, eliminando gli abusi, con il preciso impegno di determinare un quadro di riferimento che tenda a contrastare il fenomeno della precarietà per affermare un modello certo ed esigibile di buona occupazione e che offre ai giovani maggiori garanzie per il futuro. Nell’ambito delle norme contrattuali e dei rimandi che le leggi assegnano alla contrattazione collettiva si richiedono regole che permettano di raggiungere livelli crescenti di stabilizzazione dell’occupazione non correlate a fenomeni temporanei attraverso la definizione di percentuali massime di utilizzo dei contratti a tempo determinato e a somministrazione a tempo determinato, la definizione delle ragioni che ne giustificano il loro ricorso e l’introduzione del diritto di precedenza rispetto all’anzianità aziendale. Inoltre per le assunzioni a somministrazione a tempo determinato le aziende dovranno aggiornare le Rsu e le organizzazioni sindacali territoriali sugli inquadramenti e relative retribuzioni fornite dall’azienda utilizzatrice. Per favorire le condizioni di vita e di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori, si ritiene necessario intervenire sull’esigibilità del part time, anticipata) durante il periodo di maternità, sviluppando un percorso contrattuale di azioni positive per la conciliazione tra il lavoro e la famiglia. Le pari opportunità sono un titolo qualificante, anche in un settore a occupazione prevalentemente maschile. Per questo motivo è opportuno prevedere la costituzione dei Comitati di pari opportunità. Le tutele per i lavoratori stranieri diventano una esigenza per un mondo del lavoro sempre più ricco di nazionalità e patrimoni culturali da integrare e proteggere. Una regolamentazione adeguata delle ferie, ad esempio, tale da consentire agli stranieri il ritorno a casa, rappresenta un importante passo in avanti, così come la possibilità di apprendere la nostra lingua e l’opportunità di accesso alla vita sociale, anche aziendale. Una corretta integrazione al lavoro può precedere, in questo ambito, una cittadinanza responsabile e restituire al lavoro il valore aggregante e positivo che la frammentazione produttiva rischia di indebolire. La capacità di tradurre l’integrazione nel mondo del lavoro degli stranieri in una reciproca opportunità di arricchimento rappresenta per il sindacato e anche per il nostro paese un importante banco di prova con cui misurarsi, a partire dal contratto nazionale di lavoro. Si richiede che agli effetti legali venga riconosciuto lavoratore notturno colui che con riferimento al suo orario complessivo annuale svolga in modo regolare la propria prestazione lavorativa per un numero di giorni, in orario notturno inferiore agli attuali dispositivi di legge. prevedendo (fatte salve eventuali condizioni di miglior favore) una soglia minima di utilizzo pari al 4% della forza lavoro. Sarebbe inoltre opportuno normare il part time al fine di consentirne sia un utilizzo predeterminato nel tempo sia l’articolazione dei turni. In caso di rientro dalla maternità prevedere la possibilità, per le lavoratrici, di richiedere il part time per un anno. Il contratto dovrebbe infine prevedere strumenti di analisi che, in assenza di riscontri positivi, consentono di individuarne e rimuoverne le cause. MALATTIA E INFORTUNIO Si richiede l’informazione preventiva (almeno con un mese di anticipo) della scadenza del periodo di comporto. A livello aziendale, con le Rsu e le organizzazioni sindacali, saranno individuate specifiche modalità di comunicazione. Si richiede di non applicare le fasce di controllo domiciliare, così come all’art. 40, ai lavoratori e alle lavoratrici assenti per infortunio e per malattia professionale. Si richiede di modificare i commi 1, 13, 14 dell’art. 40, specificando la qualità di “non professionale” al termine infortunio. Si richiede di equiparare il trattamento di malattia delle lavoratrici e dei lavoratori apprendisti a quello dei lavoratori e delle lavoratrici con contratto a tempo indeterminato. Per i lavoratori e per le lavoratrici con patologie gravi e a lunga degenza, per i soggetti diversamente abili, si richiede di aumentare i periodi di comporto, escludendo dal calcolo della loro conservazione del posto di lavoro il periodo di ricoveri ospedalieri. Infine per tutti i lavoratori e le lavoratrici si richiede di allungare il periodo di aspettativa non retribuita in caso di assenza per malattia oltre il termine di conservazione del posto. © F. CARTA territoriali sarà quello di favorire ed estendere la contrattazione di secondo livello. DIRITTI Si richiedono agevolazioni per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per le lavoratrici e lavoratori: part time, flessibilità, congedi per la formazione, asili nido anche con contributo economico aziendale, verificando le opportune integrazioni con le istituzioni pubbliche locali, rendendo esigibile l’art. 9 della legge n. 53/2000. Nel riaffermare l’importanza della legge 8 marzo 2000 n. 53 e il dlgs 26 marzo 2001 n. 151 sulla maternità e paternità, la richiesta di un giorno di permesso retribuito per il lavoratore padre per la nascita del figlio (salvaguardando accordi e prassi aziendali di miglior favore), nonché il computo agli effetti di tutti gli istituti contrattuali entro il limite massimo di mesi 10 (anche quando l’azienda chieda alla lavoratrice l’interdizione dal lavoro fino al settimo mese del bambino e quando, in mancanza di soluzioni lavorative alternative per la maternità a rischio, la lavoratrice dovesse essere collocata in maternità TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO (TFR) Recepire per il tfr le nuove disposizioni di cui all’accordo interconfederale, e prevedere la possibilità di una anticipazione aggiuntiva per particolari circostanze, ad esempio per la copertura dei periodi di congedo parentale, per le malattie lunghe e gravi, per i periodi di assistenza ad anziani e portatori di handicap. ORARI Il capitolo degli orari è da sempre legato alla condizione della prestazione e, per questo motivo, alle opportunità negoziali. Il lavoro svolto nel corso del penultimo rinnovo, e in particolar modo l’aver regolamentato la legge 66/96 specificando i casi in cui è possibile derogare legandoli alla sicurezza delle persone e degli impianti, ci consentono oggi, nonostante le novità introdotte dalla legge 133/08, di ritenere il contratto nazionale ampiamente dotato di tutti gli strumenti di flessibilità utilizzabili dalle parti. Sarebbe opportuno tuttavia, anche alla luce degli importanti • SEGUE accordi sottoscritti a livello territoriale, ragionare 7 FilcemContratti02.qxp 5-10-2009 11:18 Pagina 8 2.1.3 Definire, anche in accordo con Rlssa, le modalità di accesso e utilizzo degli strumenti informativi previsti dal dlgs 81/08. 2.1.4 Definire le condizioni di agibilità (flessibilità nell’utilizzo delle ore, possibilità di specifici accordi aziendali, per definire le necessarie agibilità). 2.1.5 Si indica la necessità di sviluppare strumenti applicativi di effettiva esigibilità di quanto già previsto in merito alle agibilità e formazione del Rlssa, come la predisposizione di apposite linee guida congiuntamente predisposte dalle parti sociali. 2.1.6 Prevedere la possibilità, nell’ambito del diritto di consultazione dei Rlssa, di verificare le qualificazioni del medico competente, mediante verifica congiunta della presenza nel Cv di corsi, esami, master sostenuti in medicina del lavoro da parte del medico competente stesso. 2.1.7 Ampliare l’informazione relativa alla sorveglianza sanitaria, attraverso una relazione apposita del medico, nella quale non solo vengono riportati e commentati i dati statistici relativi alla sorveglianza stessa, ma anche i criteri e le motivazioni della sorveglianza sanitaria adottata in relazione alla specifica valutazione dei rischi oltre al costante e temporaneo aggiornamento del registro biostatistico. Richiedere che il medico competente partecipi alla definizione della formazione prevista per lavoratori e Rlssa sui rischi specifici presenti in azienda. 2.1.8 Accesso al registro esposti ai cancerogeni, e partecipazione al processo di valutazione dei rischi connessi all’impiego dei cancerogeni, oltre alla definizione della formazione specifica per lavoratori e Rlssa. 2.1.9 Effettuazione della formazione specifica nel più breve tempo possibile. • SEGUE PIATTAFORMA GOMMA-PLASTICA CONFINDUSTRIA della possibilità (non in termini di derogabilità al contratto nazionale ma come opportunità negoziale volta a estendere in modo organico la contrattazione di secondo livello e rendere maggiormente praticabile la contrattazione dell’organizzazione del lavoro) di spostare in azienda il confronto di alcuni strumenti di flessibilità oraria, dando facoltà alle parti di confrontarsi in modo soddisfacente sugli obiettivi produttivi e sui modelli organizzativi, e ancora più concretamente sui turni e sugli organici ad essi connessi. Si richiede una sede di verifica aziendale periodica con la Rsu sul dimensionamento degli organici alle effettive esigenze produttive e lavorative, in modo tale che sia salvaguardata la sicurezza degli impianti e che sia reso possibile l’effettivo godimento delle ferie, delle festività e degli altri riposi spettanti. Con la vigenza contrattuale si vuole proseguire il percorso di parificazione dell’istituto delle ferie tra operai e impiegati. CLASSIFICAZIONI Anche questo capitolo fa parte delle discussioni che non hanno prodotto soluzioni nel corso del precedente rinnovo, anche se le parti hanno convenuto di lavorare all’individuazione di figure professionali per i settori delle fibre ottiche e del linoleum. Il punto fondamentale però resta ancora quello della polifunzionalità e della polivalenza. Con sempre maggiore evidenza siamo costretti a rilevare che l’attuale assetto classificatorio, seppure non antichissimo, si dimostra inadeguato alle professionalità e al lavoro svolto, che necessita di una revisione e di una prospettiva orizzontale oltre che verticale. Di grande utilità potrà essere ai fini del riconoscimento professionale e alle aziende prevedere uno sviluppo diverso dei profili professionali, volto a un più attento e articolato modello organizzativo, anche prevedendo la possibilità di individuare a livello aziendale le soluzioni più efficaci. SALUTE, SICUREZZA, AMBIENTE Nel precedente rinnovo è stata inserita la figura del Rlssa ed estese le ore di formazione per questa nuova figura. In realtà il lavoro da fare in materia di salute, sicurezza e ambiente è ancora lungo, in particolare nella definizione del ruolo partecipativo del Rlssa per rendere quanto più possibile efficace la prevenzione nei luoghi di lavoro. 1. Miglioramento dell’attuale normativa È necessario intensificare le politiche di prevenzione sia a livello centrale (Osservatorio) che a quello periferico, così come si rende necessario porre una premessa nella quale definire, oltre alla condivisione di valori, anche cosa si intende per prevenzione, in particolare: che la prevenzione è relativa a tutti i lavoratori che operano in azienda (a prescindere dal tipo di rapporto di lavoro che è stato instaurato, come previsto dal recente aggiornamento normativo in materia specificatamente dlgs 81/08) in quanto sono tutti esposti ai rischi, mediante il coinvolgimento dei Rlssa dell’appaltatore nella definizione degli aspetti di salute e sicurezza in rapporto ai soggetti terzi coinvolti nelle varie tipologie contrattuali e negli appalti. Indicare la creazione di un Osservatorio specifico che sia riferimento nella definizione di linee guida su temi specifici come nella definizione dei soggetti della prevenzione, nella metodologia di valutazione dei rischi anche in relazione al percorso di coinvolgimento di lavoratori e Rlssa, sulle modalità di svolgimento della riunione periodica nonché di eventuali altri temi che possono essere individuati dalle organizzazioni sindacali territoriali e/o dai Rlssa. 1.1 Definire i criteri che ispirano l’azione di prevenzione, nella quale la valutazione dei rischi è un momento decisivo, mediante apposite “linee-guida” da predisporre in sede di Osservatorio, anche in relazione alla partecipazione di tutti i soggetti interessati, e ai cosiddetti nuovi rischi come lo stress lavoro-correlato, in attesa dei previsti decreti ministeriali di definizione delle relative metodiche. 1.2 Definire linee guida per la consultazione dei Rlssa alla stesura del Duvri e al coordinamento delle attività in appalto. 1.3 Nelle realtà territoriali con significativa presenza di piccole aziende fare ricorso effettivo al Rls territoriale (Rlst), come previsto dal dlgs 81/08. 8 © PH.AGRPRESS 2. Costituzione Rlssa La tutela deve essere garantita a tutti i lavoratori che operano per l’azienda, a prescindere dalla tipologia di contratto che è stato definito (casi previsti dalla nuova normativa del d.lgs 276/03 applicativo della legge 30/03). Quindi vanno compresi tutti i lavoratori nel conteggio per l’elezione del Rlssa, sia come elettori attivi che passivi, e negli altri aspetti nei quali si devono conteggiare i lavoratori al fine della definizione dei diversi obblighi previsti dalla normativa. Come indicato in premessa, coinvolgere i Rlssa dell’appaltatore rispetto ai soggetti terzi coinvolti nelle varie tipologie contrattuali e negli appalti. A. Definire l’anagrafe nazionale dei Rlssa. B. Introdurre l’assemblea annuale congiunta, in azienda, sui temi della prevenzione a valle della riunione periodica. 2.1 Attribuzioni Rlssa 2.1.1 Rendere effettivo il diritto di consultazione, come sancito dall’art. 50 del dlgs 81/08, a partire dalla nomina del Rspp e dei relativi addetti al Spp, degli addetti all’antincendio, pronto soccorso ed emergenze. Consegna di copia del Dvr, su richiesta Rlssa, come previsto dal dlgs 81/08. 2.1.2 Rendere effettiva la consultazione preventiva dei Rlssa al processo di valutazione dei rischi. 3. Aspetti specifici al rischio chimico 3.1 Riaffermare le priorità di intervento preventivo mediante sostituzione di sostanze cancerogene o particolarmente tossico/nocive o introduzione di lavorazioni a ciclo chiuso e definizione di “linee-guida” per le sostanze definite come sospette cancerogene (a livello di Osservatorio nazionale). La consegna del documento di valutazione dei rischi possa prevedere anche la sua consultazione mediante strumenti informatici, ma che tale opzione sia solo aggiuntiva e non escluda la consegna del materiale informatico solo per funzioni organizzative particolarmente sensibili in tema di sicurezza, possono essere svolte visite pre-assuntive; tale scelta deve essere motivata e oggetto di consultazione con le Rsu; 3.2 Definizione, mediante confronto in sede di Osservatorio nazionale, del rischio chimico “basso per la sicurezza e irrilevante per la salute”, come 3.3 indicato nell’art. 224, comma 2 del dlgs 81/08 e specificare le definizioni dei termini “tipo”, “quantità”, “modalità” e “frequenza”. Inserimento nel ccnl delle tabelle dell’Acgih relative ai valori di Tlv. 4. Non idoneità alla mansione A fronte di casi gravi relativi a “lavoratori non idonei” o con specifici problemi di salute, occorre individuare congiuntamente (azienda, Rsu, organizzazioni sindacali) strumenti per salvaguardare l’occupazione del lavoratore in difficoltà. 4.1 Definizione di procedure di confronto con organizzazioni e Rsu in caso di non idoneità alla mansione del lavoratore, definita dal medico competente, per la ricollocazione in azienda. 5. Incidenti mancati 5.1 Inserire nel Dvr apposite procedure di valutazione dei “near miss”. 6. Rischi relativi all’apparato muscolo scheletrico 6.1 Valutazione e adozione di misure preventive per la prevenzione dei disturbi a carico dell’apparato muscolo scheletrico; 6.2 Impiego degli approcci ergonomici nella gestione e prevenzione, in particolare con l’applicazione delle norme tecniche (rif. Iso En 1005.1.2.3.4.5 e i metodi Niosh o Ocra), di cui si allegano le tabelle. 7. È necessario far sì che la consegna del documento di valutazione dei rischi possa prevedere anche la sua consultazione mediante strumenti informatici, ma che tale opzione sia solo aggiuntiva e non escluda la consegna del materiale cartaceo. 8. Solo per funzioni organizzative particolarmente sensibili in tema di sicurezza possono essere svolte visite pre-assuntive; tale scelta deve essere motivata e oggetto di consultazione con le Rsu. CONTRATTAZIONE DI SECONDO LIVELLO Particolare importanza in questo rinnovo assumerà certamente la contrattazione di secondo livello. Siamo convinti che l’estensione della contrattazione di secondo livello debba trovare riscontro nel prossimo rinnovo e chiediamo di rendere esigibile la contrattazione aziendale e/o territoriale a partire dalle aziende più piccole. Chiediamo la definizione di linee guida che facilitino e promuovano realmente la contrattazione, anche attraverso l’ampliamento delle materie trattate, ai fini di una vera contrattazione dell’organizzazione del lavoro e di una risposta concreta alle esigenze professionali. Chiediamo di modificare la norma e prevedere che le aziende che abbiano praticato almeno una volta la contrattazione di secondo livello siano tenute a riconoscere, qualora non fossero disponibili a rinnovare il premio di risultato, l’indennità sostitutiva del premio di partecipazione. A fronte dell’utilizzo di lavoratori e lavoratrici con contratto temporaneo e nel convincimento che questi lavoratori e lavoratrici, per lo più giovani, sono da tutelare con particolare attenzione nel periodo che li accompagna alla stabilizzazione contrattuale si richiede che il premio di risultato venga erogato in modo proporzionale al periodo di prestazione per tutti: apprendisti, con contratto a termine e a somministrazione a tempo determinato. SALARIO Siamo tutti consapevoli del fatto che il salario dei lavoratori e soprattutto delle lavoratrici italiane è tra i più bassi in Europa. In assenza di una politica dei redditi e a fronte del periodo deflattivo che stiamo attraversando salvaguardare il potere d’acquisto è per noi una priorità assoluta, tanto più in un momento di così grave crisi. Per queste ragioni richiediamo per il triennio 1° gennaio 2010-31 dicembre 2012 un aumento al livello F di 160 euro e, in considerazione delle incertezze sull’andamento dell’inflazione negli scenari futuri, allo scadere del biennio chiediamo una verifica dell’andamento dell’inflazione reale rispetto all’aumento convenuto della retribuzione del settore, finalizzata al contestuale recupero degli eventuali scostamenti negativi. Richiediamo un aumento delle indennità per i lavoratori e le lavoratrici le cui prestazioni sono più disagiate. Richiediamo infine un aumento della tabella sostitutiva del premio di risultato per i lavoratori e le lavoratrici le cui aziende non aprono la contrattazione di secondo livello. (approvata,con 4 voti contrari,dall’Assemblea nazionale dei quadri e delegati Filcem Cgil – Chianciano Terme,16 settembre 2009) FilcemContratti02.qxp 5-10-2009 11:19 Pagina 9 ARTIGIANI / LA PIATTAFORMA PER CHIMICI E CERAMICA Due contratti in uno Giancarlo Straini Segretario nazionale Filcem I da parte dei nostri interlocutori è oggi prevalente. La consultazione in corso sottolinea che l’obiettivo dell’unificazione dei due contratti del nostro perimetro e il tema di come affrontare la crisi dovranno essere centrali nella trattativa, per dare un profilo alto, orientato verso un modello di sviluppo qualificato, all’insieme delle nostre richieste sui vari istituti contrattuali. Il nodo politico riguarda tuttavia la quantità e qualità della richiesta salariale e la necessità per la Cgil di realizzare un accordo che si discosti da quanto stabilito nell’accordo separato per gli artigiani. La richiesta deve riguardare necessariamente il quadriennio, ma – in corso d’opera – potremmo ritornare a quanto convenuto prima della rottura, cioè a un accordo ponte per il 2009 e a un rinnovo triennale 2010-2012. Ricordando che l’Ipca depurata per il quadriennio 2009-2012 è del 7,4% e che nei rinnovi del 2008 abbiamo ottenuto un incremento dei minimi del 9,5% per il 2005-2008, la richiesta salariale 20092012 in linea con il rinnovo precedente è del 10%. • Testo della piattaforma “sintetica” inviata il 31 luglio 2009 alle organizzazioni degli artigiani Confartigianato,Cna,Casartigiani,Claai l contesto è caratterizzato da una crisi che, seppure con specificità diverse nei vari settori, mostra anche nel mondo dell’artigianato di essere profonda e di non rapida soluzione (riduzione del fatturato, dell’occupazione, del numero delle imprese, aumento della concorrenza espressa soprattutto nel prezzo, difficoltà di investimento e innovazione tecnologica ecc.). La crisi è stata generata, fondamentalmente, dalle profonde disuguaglianze che si sono accumulate negli ultimi decenni e, per essere superata, richiederebbe la definizione, da parte di tutti i soggetti politici e sociali, di politiche orientate verso un modello di sviluppo qualificato, non la compressione del salario e dei diritti dei lavoratori. In questo difficile contesto e con questo spirito costruttivo, la Filcem Cgil invia la piattaforma rivendicativa per il rinnovo dei ccnl delle aziende artigiane dei settori “Chimica, GommaPlastica e Vetro” e “Ceramica, Terracotta, Gres e Decorazione Piastrelle”, per il quadriennio 2009-2012, che potrà essere specificata e modificata in occasione dell’avvio delle trattative o, prima ancora, nell’eventualità auspicabile che riuscissimo a definire una piattaforma unitaria con le altre organizzazioni sindacali. Le richieste sono avanzate per entrambi i ccnl in oggetto, che chiediamo di unificare, e riguardano i seguenti temi: unificazione dei ccnl e stesura, politiche di settore per fronteggiare la crisi, relazioni sindacali, contrattualizzazione della bilateralità, formazione, salute prevenzione e ambiente, “welfare” contrattuale, orario di lavoro, mercato del lavoro, diritti e malattia, inquadramento, salario. (…)”. “I © M. BROGI/SINTESI contratti artigiani sono scaduti a fine 2008, compresi quelli nel “perimetro” Filcem che riguardano circa 70.000 dipendenti delle aziende dei settori “Chimica, Gomma Plastica e Vetro” e “Ceramica, Terracotta, Gres e Decorazione Piastrelle”. Nella riunione confederale del Coordinamento artigiani delle categorie del 30 luglio 2009, sulla base delle valutazioni espresse dalla segretaria confederale Susanna Camusso sull’accordo separato per gli artigiani del 23 luglio 2009, abbiamo deciso di inviare alle controparti piattaforme rivendicative “sintetiche” per il quadriennio 2009-2012 al fine di dare una risposta politica immediata (compresa l’attivazione dell’indennità di vacanza contrattuale), e di procedere anche successivamente con un forte coordinamento. Naturalmente questa iniziativa formale non ha esaurito il compito sostanziale di definire in modo articolato la piattaforma rivendicativa Filcem sulla base degli orientamenti decisi dai suoi organismi dirigenti, perseguendo comunque l’obiettivo di rinnovare unitariamente i contratti, ma consapevoli che i fatti avvenuti a livello nazionale e nei territori ci segnalano che anche nell’artigianato la volontà di rottura PREVIDENZA COMPLEMENTARE E SANITÀ INTEGRATIVA Nei rinnovi più forza al “welfare contrattuale” Roberto Arioli coord.previdenza Filcem nazionale I l quadro della previdenza pubblica, già oggi problematico, diventerà in prospettiva sempre più allarmante. La mancata attuazione di parti importanti del protocollo sul “welfare” del 2005, l’effetto combinato della revisione periodica dei coefficienti di conversione e del meccanismo di rivalutazione del montante contributivo,basato sul Pil, ridurrà drasticamente e progressivamente il tasso di sostituzione della pensione pubblica. È inimmaginabile pensare che la previdenza complementare possa sopperire a tale abbassamento della tutela pubblica. Il sistema integrativo è largamente inattuato: non vi ha accesso il pubblico impiego (ad eccezione della scuola), i tassi di adesione in molti settori – a partire dagli artigiani, commercio, piccole imprese, agricoltura – sono molto bassi.La situazione attuale ci consegna una contraddizione: un sistema pubblico riformato per la generalità del mondo del lavoro dipendente e un secondo pilastro complementare che copre solo il 25% dello stesso. Il prolungarsi di questo stato produrrà un “buco previdenziale” per molti lavoratori derivante dal sommarsi della riduzione della pensione pubblica (il metodo contributivo è in vigore da quindici anni, senza contare la precarizzazione del lavoro) e dall’assenza di quella complementare. Dunque, la premessa indispensabile per assicurare alle future generazioni un sistema previdenziale adeguato è quella di porsi l’obiettivo di un ro- I FONDI COINVOLTI NEI RINNOVI CONTRATTUALI Fondi pensione Settore Adesioni al 2009 Chimico, farmaceutico, vetro, lampade, coibenti, minerario Fonchim Fopen Fondenergia Fondogommaplastica Pegaso Fondi sanitari Faschim Fisde Fasie % adesioni su addetti Patrimonio (in milioni di euro) 162.939 83,10 2.300 Elettrico 45.150 83,50 670 Energia e petrolio 42.453 86,51 645 Gomma e plastica 58.714 58,70 372 Gas e acqua 30.459 67,82 272 Settore Adesioni al 2009 Chimico, farmaceutico, vetro, lampade, coibenti, mineriario 115.600 Elettrico 181.000 Energia e petrolio busto intervento correttivo sui fattori che ho richiamato per sostenere innanzitutto la pensione pubblica; in secondo luogo di sviluppare, in tempi ravvicinati, tassi di adesione al sistema complementare di tipo universale, con coraggio e innovazione. Il governo è assolutamente incapace di individuare una strategia adeguata: le ipotesi, per ora annunciate, non sembrano all’altezza dei problemi se non addirittura pericolose. Non è da escludere, infatti, che il ministro del Lavoro, evidentemente pressato dall’associazione bancaria e da Confindustria, abbia intenzione di dare vita a un nuovo semestre di “silenzio-assenso”, ma questa volta in condizioni di portabilità del contributo aziendale e di reversibilità della scelta sulla destinazione del tfr. Ciò premesso, i contratti nazio- 41.912 nali di lavoro possono dare un contributo importante, anche se non risolutivo; la nostra categoria è impegnata nel rinnovo dei contratti chimico-farmaceutico, gomma-plastica, elettrico, energia-petrolio e gas-acqua. Il capitolo del “welfare contrattuale”, con riferimento alla previdenza complementare e all’assistenza sanitaria integrativa, costituisce uno dei punti qualificanti delle piattaforme contrattuali. Questi gli obiettivi per la previdenza presenti nelle piattaforme: • Accorpamento in un unico fondo del comparto energia (circa 150.000 aderenti) di Fopen (elettrici), Fondenergia (Eni e petrolio privato), Pegaso (gas-acqua) e Fiprem (elettrici della Edison). • Cristalizzazione del Fondo gas (integrativo obbligatorio a ripartizione) da attuarsi con provve- dimento del ministero del Lavoro e spostamento del contributo imprenditoriale sul fondo pensione complementare di categoria. • Aumento della contribuzione mensile a carico delle imprese. • Contributo mensile, pari allo 0,20% della retribuzione utile per il calcolo del tfr,a carico delle imprese del settore della gommaplastica finalizzato alla stipula di una polizza assicurativa (già in essere nel chimico-farmaceutico e ceramica-piastrelle) per i casi di premorienza e invalidità permanente. Si tratta di obiettivi importanti il cui scopo è quello di potenziare il secondo pilastro della previdenza, incentivando ulteriormente l’adesione dei lavoratori e di consolidare il vantaggio competitivo sui fondi aperti e sui Pip di emanazione bancaria e assicurativa. La realizzazione degli obiettivi contrattuali consentirà di ridurre i costi grazie alle economie di scala e di migliorare il servizio, aumentare l’importo delle prestazioni previdenziali complementari e qualificare, attraverso una copertura assicurativa per gli associati e i loro familiari, le prestazioni erogate dai fondi. È essenziale che queste scelte siano sostenute da una forte iniziativa tesa a respingere il nuovo assalto che banche, assicurazioni e governo si preparano a portare sul terreno della portabilità del contributo datoriale. Quanto all’assistenza sanitaria, proseguendo sulla strada delle positive e consolidate esperienze di Faschim (chimico-farmaceutico e altri), Fasie (Eni e petrolio privato), Fisde (elettrico), in questa tornata di rinnovi ci si propone di istituire un fondo sanitario anche nei settori del gas-acqua, tramite l’adesione al Fasie, e della gomma-plastica. Relativamente al Fasie si rivendica una rimodulazione della contribuzione aumentando la quota a carico delle imprese. Si tratta di istituti collettivi e solidaristici che hanno incontrato un ampio consenso dei lavoratori sia in termini di adesione che di qualità del servizio (bassi costi, rimborsi rapidi, regole più favorevoli rispetto a quelle praticate dalle assicurazioni). Essi coprono i costi di prestazioni sanitarie che già oggi sono a totale carico dei lavoratori (circa il 25% della spesa sanitaria totale) e quindi svolgono una funzione integrativa e non sostitutiva dell’assistenza sanitaria pubblica.Diritti che erano limitati ai lavoratori delle aziende medio-grandi, nelle quali la contrattazione di 2° livello aveva istituito fondi sanitari, vengono di fatto estesi a tutti i lavoratori della categoria realizzando un politica di perequazione dei trattamenti: tutto ciò non può che contribuire a rafforzare e qualificare il ruolo del contratto nazionale di lavoro. • 9 FilcemContratti02.qxp 5-10-2009 11:19 Pagina 10 LA PIATTAFORMA FILCEM-CGIL PER IL RINNOVO DE IL COMMENTO Energia e gas-acqua: molte proposte in comune Gabriele Valeri Segretario nazionale Filcem I Il rinnovo dei contratti si presenta nel bel mezzo di una crisi economica e produttiva che colpisce l’occupazione, riduce i consumi individuali e collettivi, modifica i rapporti di produzione. I comparti legati alle “utility” e alla produzione e distribuzione di energia non vivono in un’isola felice, perché l’impatto della crisi riduce i margini di profitto anche di queste aziende, innesta processi di riduzione degli organici (sovente il ricorso agli ammortizzatori sociali), espelle i lavoratori precari dai processi produttivi. Ma nel modello produttivo del nostro paese, la “multiutility” e l’intera filiera dell’energia rimane confermata come il tassello fondamentale per puntare seriamente alla ripresa produttiva. E le piattaforme rivendicative dei comparti energia e petrolio e gas-acqua sono imperniate proprio su alcuni aspetti comuni, che ne determinano il carattere distintivo, ricollegandosi più in generale alle strategie confederali. Non a caso si è scelto di introdurre nelle piattaforme alcune rivendicazioni qualificate, necessarie ad affrontare importanti aspetti di merito emersi nelle aziende nel corso degli ultimi quattro anni, specifiche per i diversi settori. Partiamo dagli elementi che ne costituiscono la comune impostazione. Il primo punta dritto alla valorizzazione del contratto nazionale, triennale, in antitesi, se vogliamo, con la logica minimalista dell’accordo separato sugli assetti contrattuali, ponendosi innanzitutto l’obiettivo di raggiungere nei tempi necessari l’unificazione contrattuale della filiera dell’energia, oggi articolata nei contratti elettrico, gasacqua ed energia/petrolio e, per altro verso, interrogandosi sulla qualificazione degli strumenti di controllo delle politiche dell’impresa, attraverso la richiesta di inserimento nel contratto dei Consigli di sorveglianza. Il secondo tende a qualificare i contratti dal punto di vista salariale, con rivendicazioni economiche che non fanno riferimento a meccanismi tecnici discutibili quali l’Ipca, ma alle ragioni di scambio e alle condizione economiche e dei salari del settore, per riconfermare l’autorità salariale del sindacato e il ruolo regolatore e di tutela che deve mantenere il contratto nazionale. La richiesta è di un incremento nel triennio pari a circa nove punti percentuali, in media col quadriennio precedente rapportato al triennio, che determinano 185 euro di aumento per il gas-acqua e 200 euro per l’energia e petrolio. Nel contempo si ravvisa la necessità di decentrare maggiormente sulle singole aziende (o Divisioni) la contrattazione di secondo livello, assegnando un maggior ruolo alle Rsu nella contrattazione del premio di partecipazione o di risultato. Il terzo aspetto è teso a rafforzare il “welfare contrattuale”, in particolare richiedendo nuove risorse per la previdenza complementare e per l’assistenza sanitaria integrativa: nel caso di energia e petrolio vuol dire implementare risorse a “Fondenergia” 10 e al neonato “Fasie”, sia pur già solidi e strutturati. Nel gas-acqua invece l’esigenza è maggiore, visto che il fondo complementare non è ancora operativo per tutti i lavoratori, se non per la parte costituita dal tfr, e che il contributo aziendale (1,2%) è fermo al momento della sua istituzione (1998) o è impedito dal mancato superamento del Fondo gas. In questo senso abbiamo proposto di superare la penalizzazione che ne consegue per i lavoratori, attraverso una quota aggiuntiva a carico di tutte le aziende del comparto, in attesa che – per via legislativa – si arrivi alla sua “cristallizzazione”, secondo le linee guida concordate con le controparti private e, fino ad oggi, non recepite dal governo. Poi ovviamente ci sono gli aspetti specifici di entrambi i settori: pochi, qualificanti e necessari. Innanzitutto la regolamentazione dell’appalto, soprattutto sul versante della sicurezza, introducendo il concetto di penalizzazione della società che causa incidenti sul lavoro; vincoli contrattuali per la tutela ambientale e del territorio; la qualificazione ulteriore del ruolo delle Rsu nella gestione del secondo livello e in quella sugli appalti, oltre che delle normative contrattuali, a partire dal riconoscimento di un diverso ruolo di contrattazione nell’attribuzione dei “Crea”. Il comparto gas-acqua inoltre deve misurarsi con l’esigenza di completare il percorso iniziato nel 2002 sugli aspetti normativi riguardanti classificazioni e reperibilità, assumendo il lavoro fatto all’interno delle commissioni paritetiche, in particolare in quella sulle classificazioni. Siamo perfettamente consci che gli obiettivi che ci siamo posti e che riteniamo necessari per la difesa e il rilancio della contrattazione su tutti i posti di lavoro, in questo difficile momento di crisi generale economica del paese e di arretramento della produzione industriale, richiederebbero più che mai il dispiegamento di una politica sindacale unitaria. Lo strappo gravissimo dell’accordo separato sul modello contrattuale, siglato escludendo la Cgil, si è riflesso anche nei settori gas-acqua ed energia e petrolio, portando i nostri “partner” abituali di Femca e Uilcem a sposare tesi di principio, nonostante la Filcem avesse chiaramente proposto una strada che stava al merito delle questioni senza richiedere pronunciamenti di principio ad alcuno. La nostra tesi non è stata accolta, e il tentativo di “importare” aspetti non condivisi dell’accordo separato che ridurrebbero il valore del contratto hanno portato inevitabilmente a piattaforme separate, fatto mai accaduto prima in categorie tradizionalmente unitarie. Tuttavia non rinunciamo alla cocciuta riproposizione di un percorso unitario e democratico. Riteniamo che sia possibile anche in corso d’opera. In ogni caso, quantomeno alla conclusione della vertenza per il rinnovo di contratto, c’è l’opportunità di ricomporre il quadro unitario, offerta dall’accordo Filcem, Femca, Uilcem del febbraio 2008, attraverso la convocazione delle assemblee validanti tra i lavoratori a suo tempo previste. • Il Contratto del settore energia e petrolio nasce 1. il 23 luglio 1998 dall’unificazione dei contratti del petrolio pubblico e del petrolio privato, a seguito del processo di privatizzazione dell’Eni e della liberalizzazione dei mercati energetici in Italia e in ambito europeo, con l’obiettivo di realizzare un assetto normativo capace di esercitare tutele adeguate a un settore industriale aperto al mercato, e di evitare il dumping sociale a scapito dei lavoratori e delle imprese operanti nel settore, e quindi offrire alle parti lo strumento per il governo positivo del processo. Da allora molte cose sono cambiate, l’occupazione nel settore si è purtroppo drasticamente ridotta, in conseguenza delle scelte sia tecnologiche che gestionali delle imprese. Inoltre si è esteso l’utilizzo delle forme flessibili per l’assunzione del personale sia secondo quanto già previsto dal vigente contratto, ma anche estendendo le forme di precariato attraverso il ricorso ai contratti a progetto e mediante l’utilizzo degli “interinali”. Noi chiediamo che le aziende del settore consolidino l’occupazione all’interno di un settore sostanzialmente sano, a partire dalla trasformazione in assunzione a tempo indeterminato di tutte le forme di precariato. L’effetto delle normative europee e l’evolversi della legislazione in tema di controllo delle emissioni inquinanti e di riduzione dell’effetto serra ha imposto al settore della raffinazione ingenti investimenti per un continuo miglioramento del prodotto e una progressiva chiusura dei mercati nei confronti degli olii combustibili pesanti, maggiormente inquinanti. La politica del risparmio energetico prima, e la crisi economica globale in atto, spingono il mercato a richiedere più gasoli e meno benzine, anche verso il mercato americano, verso cui vengono fino ad oggi inviati i “surplus” di produzione, imponendo alle aziende importanti investimenti per aumentare la capacità di conversione delle raffinerie, anche per evitare processi di obsolescenza che hanno come conclusione la chiusura dell’impianto. In questo contesto si assiste a una progressiva integrazione fra i processi di raffinazione e la produzione di energia elettrica, sia tramite l’utilizzo di gas delle raffinerie che di gas metano. Le infrastrutture del gas e dello stoccaggio, la cui terzialità è stata stabilita nell’ordinamento legislativo per garantire a tutti gli utilizzatori e ai distributori accesso alla materia prima fondamentale per la produzione di energia elettrica e per gli LA PIATTAFORMA FILCEM – CG 1° GENNAIO 2010 – 31 DICEMBRE 2012 Il Contratto unico del settore gas-acqua nasce nel 2002, 1. a seguito del processo di privatizzazione delle imprese pubbliche e della liberalizzazione dei mercati energetici in Italia e in ambito europeo, e dell’acqua in conseguenza del processo attuativo del riordino del settore stabilito dalla legge “Galli”, con l’obiettivo di evitare il dumping sociale a scapito dei lavoratori e delle imprese operanti nel settore e quindi offrire alle parti lo strumento per il governo positivo del processo. Da allora molte cose sono cambiate, l’occupazione nel settore si è purtroppo drasticamente ridotta, in conseguenza delle scelte sia tecnologiche che gestionali delle imprese. Inoltre si è esteso l’utilizzo delle forme flessibili per l’assunzione del personale sia secondo quanto già previsto dal vigente contratto ma anche estendendo le forme di precariato attraverso il ricorso ai contratti a progetto e mediante l’utilizzo degli “interinali”. Noi chiediamo che le aziende del settore consolidino l’occupazione all’interno di un settore sostanzialmente sano, a partire dalla trasformazione in assunzione a tempo indeterminato di tutte le forme di precariato. Le aziende del gas si sono radicalmente trasformate, e si è operata la divisione societaria fra le attività di vendita, che agiscono senza particolari vincoli di mercato, e le attività legate alle reti di distribuzione, vincolate dai processi concessori dei comuni, le quali agiscono all’interno del mercato regolato, sottoposto ai vincoli stabiliti dall’autorità per l’energia elettrica e per il gas. Questi provvedimenti hanno favorito un processo di integrazione che ha in parte ridotto la tradizionale frammentazione del settore, ed è evidente tanto sul versante delle reti di distribuzione, quanto in quello della vendita. La fase è stata inoltre caratterizzata da consistenti processi di internazionalizzazione. La lenta attuazione della legge “Galli”, nonostante un contesto normativo modificato ad ogni finanziaria in maniera spesso non coerente con i provvedimenti precedenti, ha favorito anche nel settore idrico un marcato processo aggregativo avente come riferimento il ciclo integrale negli ambiti ottimali, favorendo una gestione industriale del servizio, non sempre accompagnata dalla liberazione delle risorse necessarie al risanamento delle reti e dalla necessaria e attesa qualificazione del servizio. In questo nuovo scenario osserviamo una forte integrazione fra gas ed elettricità sia sul versante dell’approvvigionamento FilcemContratti02.qxp 5-10-2009 11:19 Pagina 11 VO DEL CONTRATTO NAZIONALE 1° GENNAIO 2010 – 31 DICEMBRE 2012 usi industriali e civili, hanno avuto e ancora avranno un importante sviluppo per coprire tutte le aree del paese e per adeguarsi alla prevista crescita del fabbisogno. In questo nuovo scenario osserviamo una forte integrazione fra gas ed elettricità sia sul versante dell’approvvigionamento che della produzione, e in particolare una integrazione della filiera del gas a monte, che tende a unire reti infrastrutturali, stoccaggio e reti di distribuzione. La produzione nazionale di idrocarburi, gas metano e petrolio, pur assolutamente non sufficiente, copre circa il 20% del fabbisogno nazionale. Tale quantità è in continua diminuzione per l’esaurimento di alcuni impianti e per le difficoltà, di tipo ambientale e a volte burocratiche, legate a ritardi per l’ottenimento delle autorizzazioni per avviare nuove produzioni, in particolare in Alto Adriatico e Basilicata, rischiando di far aumentare più velocemente la dipendenza energetica del paese. Si è nel contempo ampliata l’offerta al mercato di servizi integrati e di qualità (Edison, Eni, Enel, E.On ecc.). Per riaffermare il governo integrato di questi processi è necessario quindi andare oltre gli attuali perimetri contrattuali nazionali (ccnl energia-petrolio, elettrico, gas-acqua) nati sotto la spinta dei precedenti processi settoriali di liberalizzazione e di industrializzazione dei servizi per realizzare, in questa fase, il Contratto unico del comparto integrato energetico ed idrico. Un nuovo ccnl capace di rappresentare l’insieme delle funzioni ricomprese nel comparto e quindi dei lavoratori e delle imprese che concorrono alla produzione energetica nelle sue diverse forme, alla trasformazione in servizi e alla conseguente gestione e all’erogazione di questi servizi sia per la parte così detta a mercato che per quella regolata; servizi ancillari e universali inclusi. Nell’ambito di un ccnl così fatto è necessario © PH.AGRPRESS settore energia-petrolio ampliare e rafforzare la contrattazione aziendale, per valorizzare il patrimonio contrattuale d’origine, riconoscere le specificità delle competenze espresse e le caratteristiche del singolo mercato di riferimento, pur in una cornice unitaria. Nella contrattazione aziendale di secondo livello ulteriore spazio e qualificazione dovrà assumere la contrattazione economica del salario variabile che dovrà poter cogliere le specifiche diversità, anche in termini di redistribuzione di parte della ricchezza prodotta. Uno strumento, il nuovo ccnl unico, al servizio dei lavoratori e delle imprese che vogliono crescere qualificando il lavoro, l’offerta dei servizi, la ricerca e l’innovazione rifuggendo dalle scorciatoie del dumping sociale. Un’impostazione che si rivolge anche allo Stato e alle amministrazioni pubbliche che non possono gestire le gare per l’affidamento dei servizi – nella logica della concorrenza per il mercato – senza convenire prioritariamente criteri e standard qualitativi nell’offerta degli stessi (dalla salvaguardia dei beni comuni alla garanzia dei servizi universali e di qualità per tutti) e nel lavoro stabile e di qualità rifuggendo dalla sola ricerca di massimizzare le entrate attraverso alti oneri di concessione e tempi troppo brevi di affidamento del servizio che scoraggiano gli investimenti. La richiesta che avanziamo alle nostre controparti è quella di definire in questi rinnovi contrattuali (il ccnl elettrico • SEGUE M – CGIL PER IL RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE 012 settore gas-acqua © V. VARGAS che della produzione, e in particolare una integrazione della filiera del gas a monte, che tende a unire reti infrastrutturali, stoccaggio e reti di distribuzione. Si è ampliata l’offerta al mercato di servizi integrati e di qualità (Edison, Eni, Enel, E.On ecc.) nonché avviata l’espansione delle ex aziende municipalizzate attraverso l’acquisizione di reti di distribuzione elettriche e gas, e si sono realizzati importanti processi di aggregazione territoriale su ampia scala, superando gli angusti ambiti municipali (A2A, Linea Group, Iride-Enia, Hera, Acea ecc.). Queste grandi multiutility si configurano sempre più come aziende in grado di offrire alle comunità locali e al mercato una gestione industriale dell’insieme delle risorse ambientali e un’offerta integrata di servizi che spazia dall’elettricità al gas, dal teleriscaldamento al telerinfrescamento, dal ciclo integrale dell’acqua a quello dei rifiuti compresa la termovalorizzazione di una frazione degli stessi con conseguente produzione di elettricità e calore, ed è necessario che mantengano uno stretto rapporto con i territori recuperando la propria funzione di volano dello sviluppo produttivo occupazionale. Per riaffermare il governo integrato di questi processi è necessario quindi andare oltre gli attuali perimetri contrattuali nazionali (ccnl energia-petrolio, elettrico, gas-acqua) nati sotto la spinta dei precedenti processi settoriali di liberalizzazione e di industrializzazione dei servizi per realizzare, in questa fase, il Contratto unico del comparto integrato energetico e idrico. Un nuovo ccnl capace di rappresentare l’insieme delle funzioni ricomprese nel comparto e quindi dei lavoratori e delle imprese che concorrono alla produzione energetica nelle sue diverse forme, alla trasformazione in servizi e alla conseguente gestione e all’erogazione di questi servizi sia per la parte così detta “a mercato”, sia per quella “regolata”; servizi ancillari e universali inclusi. Nell’ambito di un ccnl così fatto è necessario ampliare e rafforzare la contrattazione aziendale, per valorizzare il patrimonio contrattuale d’origine, riconoscere le specificità delle competenze espresse e le caratteristiche del singolo mercato di riferimento, pur in una cornice unitaria. Nella contrattazione aziendale di secondo livello maggiore spazio dovrà assumere la contrattazione economica del salario variabile che dovrà poter cogliere le specifiche diversità. Uno strumento, il nuovo ccnl unico, al servizio dei lavoratori e delle imprese che vogliono crescere qualificando il lavoro, l’offerta dei servizi, la ricerca e l’innovazione rifuggendo dalle scorciatoie del dumping sociale. Un’impostazione che si rivolge anche allo Stato e alle amministrazioni pubbliche che non possono gestire le gare per l’affidamento dei servizi – nella logica della concorrenza per il mercato – senza convenire prioritariamente criteri e standard qualitativi nell’offerta degli stessi (dalla salvaguardia dei beni comuni alla garanzia dei servizi universali e di qualità per tutti) e nel lavoro stabile e di qualità rifuggendo dalla sola ricerca di massimizzare le entrate attraverso alti oneri di concessione e tempi troppo brevi di affidamento del servizio che scoraggiano gli investimenti. La richiesta che avanziamo alle nostre controparti è quella di definire in questi rinnovi contrattuali (il ccnl elettrico è scaduto il 30 giugno 2009 mentre i contratti energia-petrolio e gas-acqua scadono il 31 dicembre 2009) modalità e tempi per la realizzazione del contratto nazionale unico entro i prossimi tre anni iniziando sin da ora a • SEGUE definire utili convergenze e sinergie. 11 FilcemContratti02.qxp 5-10-2009 11:19 Pagina 12 • SEGUE PIATTAFORMA ENERGIA-PETROLIO è scaduto il 30 giungo 2009 mentre i ccnl energia-petrolio e gas-acqua scadono il 31 dicembre 2009) modalità e tempi per la realizzazione del ccnl unico entro i prossimi tre anni iniziando sin da ora a definire utili convergenze e sinergie. assetti del mercato, sulla formazione, sulle pari opportunità, nonché sulle dinamiche congiunturali e legislative di settore non hanno praticamente mai funzionato, eccezion fatta per la parte riguardante il tema salute– sicurezza–ambiente, rispetto al quale si sono realizzati ricorrenti momenti di analisi e periodiche conferenze annuali dislocate sul territorio, da rafforzare nella parte propositiva per evitare la ritualità. • Noi ne riproponiamo l’impianto anche per le funzioni bilaterali che già il ccnl propone e che vanno valorizzate, ma è indispensabile un chiarimento con le rappresentanze datoriali affinché confermino la loro effettiva disponibilità a far lavorare queste sedi di lavoro comuni e congiunte; • inoltre riteniamo sia necessario che venga previsto sul tavolo di monitoraggio che attraverso il coinvolgimento anche delle istituzioni competenti definisca lo sviluppo di iniziative nel campo della ricerca, delle aziende del settore, verso le energie alternative e rinnovabili; • per sviluppare ulteriormente il sistema in atto di relazioni sindacali verso forme più avanzate di democrazia industriale proponiamo la costituzione di un sistema duale di governance dell’impresa che preveda l’istituzione dei “Consigli di sorveglianza” con all’interno anche i rappresentanti eletti dai lavoratori. Nelle aziende del settore i processi di efficientamento 3. hanno determinato la terziarizzazione di molte attività ricorrenti: da quelle a carattere industriale riguardanti la parte per la progettazione e l’intervento sugli impianti, compresi quelli di manutenzione ordinaria, e infine le condizioni di appalto tramite gare che impongano il rispetto delle leggi e dei contratti di lavoro, e orientino alla qualificazione delle imprese, rifuggendo dal metodo unico del “massimo ribasso” che si è dimostrato foriero di scarsa qualità e tanti guai. Si richiede di definire appositi protocolli in sede aziendale che vincolino l’appalto ricorrente all’applicazione di procedure sulla sicurezza analoghe a quelle della stazione appaltante, testate e di cui la società appaltante ne condivida la piena responsabilità. Il contratto nazionale attuale 4. contiene diritti e strumenti avanzati per la prevenzione attraverso sistemi di gestione integrati salutesicurezza-ambiente anche recentemente articolati in linee guida con l’Inail. Tuttavia l’esperienza ha dimostrato che è indispensabile una maggiore © PH.AGRPRESS meno professionalizzata del processo produttivo fino alla manutenzione ordinaria all’interno delle raffinerie e degli altri impianti industriali. Inoltre sono state appaltate molte attività attinenti al rapporto con la clientela di massa, tanto da risultare i call center di alcune importanti aziende di vendita del settore fra i peggiori in assoluto in Italia. È quindi necessario, al riguardo, prevedere che a livello aziendale siano definiti appositi accordi che precisino da un lato le attività esclusive, che devono rimanere prerogativa unica dell’impresa, quelle distintive, che devono garantire il mantenimento di competenze e capacità © PH.AGRPRESS Osserviamo che gli istituti di settore a partire 2. dall’Osservatorio che, lo ricordiamo, ha funzioni importanti di analisi e confronto sui temi energetici, sugli azione delle Rsu sui processi produttivi e l’organizzazione del lavoro, soprattutto nelle manutenzioni, nei servizi, nelle attività svolte non direttamente dalle aziende ma date in appalto. Per questo riteniamo necessario che il contratto nazionale preveda uno spazio più rilevante nella contrattazione di secondo livello che deve prevedere come centrali le tematiche della salute, della sicurezza, degli impatti ambientali delle produzioni. Il sistema attuale delle conferenze annuali Rlsa/Rspp, che è da confermare nell’esperienza sin qui prodotta, può essere rafforzato prevedendo nel contratto spazi di agibilità per momenti di coordinamento nazionale delle Rlsa per l’effettuazione di sintesi dei lavori delle conferenze decentrate e come sede di prima individuazione di piani di lavoro prima dell’avvio delle fasi bilaterali. Contemporaneamente sarebbe necessario rafforzare la partecipazione dei Rspp attraverso un coordinamento nazionale. Sulla base delle esperienze e delle valutazioni emerse in occasione delle conferenze svolte negli ultimi anni è necessario potenziare la quantità e la qualità della formazione per i clientela per non dipendere esclusivamente dall’esterno; le attività appaltabili, per le quali le gare d’appalto devono essere improntate non solo al rigoroso rispetto di leggi e contratti, ma orientate alla qualificazione delle imprese, del lavoro e alla sicurezza, rifuggendo dal metodo unico del “massimo ribasso” che si è dimostrato foriero di scarsa qualità e tanti guai. In particolare deve essere posto il vincolo che l’appalto deve applicare procedure sulla sicurezza analoghe e testate con piena responsabilità della stazione appaltante. Nell’ultimo rinnovo contrattuale con 4. riferimento all’incentivazione delle azioni rivolte alla sicurezza sul lavoro avevamo • SEGUE PIATTAFORMA GAS-ACQUA In questo quadro, e anche in relazione alla fase 2. di gare che si sta aprendo per il rinnovo delle concessioni comunali per la distribuzione del gas, è non più Nelle aziende del settore i 3. processi di efficientamento hanno determinato la terziarizzazione rinviabile che il governo completi le norme attuative della legge “Letta” con l’emanazione della clausola sociale di salvaguardia occupazionale, e che le imprese sottoscrittrici del contratto 2006 applichino da subito la norma inderogabile di salvaguardia occupazionale all’interno del contratto nazionale di lavoro. Osserviamo inoltre che gli istituti di settore a partire dall’Osservatorio che, lo ricordiamo, ha funzioni importanti di analisi e confronto sui temi energetici, sugli assetti del mercato, su salute e sicurezza, sulla formazione, sulle pari opportunità, non ha praticamente mai funzionato. • Noi ne riproponiamo l’impianto anche per le funzioni bilaterali che già il ccnl propone e che vanno valorizzate ma è indispensabile un chiarimento con le rappresentanze datoriali affinché confermino la loro effettiva disponibilità a far lavorare queste sedi di lavoro comuni e congiunte; • per sviluppare ulteriormente il sistema in atto di relazioni sindacali verso forme più avanzate di democrazia industriale proponiamo la costituzione di un sistema duale di governance dell’impresa che preveda l’istituzione dei “Consigli di sorveglianza” con all’interno anche i rappresentanti eletti dai lavoratori. di molte attività ricorrenti: da quelle a carattere industriale fino al rapporto con la clientela di massa. È quindi necessario, al riguardo, stabilire la non terziabilità delle attività atte a garantire la sicurezza dei cittadini, dei lavoratori e degli impianti. Inoltre è necessario prevedere che a livello aziendale siano definiti appositi accordi che precisino: le attività esclusive, prerogativa unica dell’impresa, non differibili (esercizio, controllo degli impianti, analisi delle acque, pronto intervento e reperibilità inclusa, ricerca preventiva delle dispersioni, protezione elettrica delle tubazioni e attività di odorizzazione); le attività distintive, che devono garantire competenze e capacità di progettazione e intervento sugli impianti, nonché di rapporto con la 12 previsto una commissione paritetica specifica che ha avuto difficoltà nell’accesso ai dati e ha formulare percorsi che dal monitoraggio portassero all’estensione delle migliori pratiche: in questa logica chiediamo che il concetto di sicurezza venga esteso alla tutela rispetto all’impatto ambientale delle attività produttive del settore sul territorio, e di passare dai Rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza (Rls) ai Rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza e ambiente (Rlsa). Richiediamo inoltre che almeno una volta l’anno si effettui una conferenza delle Rlsa e delle Rspp, organizzata congiuntamente dalle parti firmatarie del contratto, per esaminare gli aspetti riguardanti il settore, anche in un’ottica rivolta ad esaminare e approfondire i diversi impatti dipendenti dall’ubicazione geografica Nord, Centro e Sud. In relazione all’emanazione del decreto 106/09 del mese di agosto ultimo scorso, che ha modificato negativamente alcune parti del Testo unico sulla sicurezza nel lavoro, la Filcem Cgil richiede: 1) che la consegna del documento di valutazione dei rischi possa prevedere anche la consultazione mediante strumenti informatici, ma che tale opzione sia solo aggiuntiva e non escluda la consegna del materiale cartaceo; 2) che, solo per funzioni organizzative particolarmente sensibili in materia di FilcemContratti02.qxp 5-10-2009 11:19 Pagina 13 settore energia-petrolio lavoratori sulla prevenzione con corsi specifici, mirati alle mansioni svolte e verificati nell’impatto sul lavoro in azienda. Può essere utile istituire un libretto formativo per ogni lavoratore nel quale registrare tutte le attività formative svolte, iniziando proprio dai corsi su salute-sicurezza-ambiente, anticipando il libretto formativo previsto dalla legislazione, ma non ancora operativo. In relazione alla emanazione del decreto 106/09 del mese di agosto ultimo scorso, che ha modificato negativamente alcune parti del Testo unico sulla sicurezza nel lavoro, la Filcem Cgil richiede: • la consegna del documento di valutazione dei rischi, prevedendo anche la consultazione mediante strumenti informatici, ma che tale opzione sia solo aggiuntiva e non escluda la consegna del materiale cartaceo; • solo per funzioni organizzative particolarmente sensibili in materia di sicurezza possano essere svolte visite preassuntive; tale scelta deve essere motivata ed oggetto di consultazione con le Rsu/Rlssa. Nonostante nel settore energia e petrolio si registri il risultato positivo sugli infortuni del lavoro, nelle aree degli appalti si concentrano dati negativi riferiti a incidenti sul lavoro, incidenti mortali, incidenti con impatto anche esterno agli stabilimenti. Nei precedenti ccnl sono stati inseriti strumenti di selezione e di controllo per affidare i lavori a imprese di appalto qualificate. È mancato un controllo rigoroso sulle imprese da parte della committenza e un ancora fragile ruolo sia delle rappresentanze in azienda che sindacali. Si dovrebbe ipotizzare un sistema di esclusione con sospensione dei contratti per quelle imprese nelle quali si siano verificati infortuni sul lavoro mortali o gravi e incidenti con conseguenze sul territorio. Sull’insieme delle normative è necessario 5. prevedere un maggiore ruolo di contrattazione e controllo da parte delle Rsu a livello aziendale: ci riferiamo al secondo livello di contrattazione, al premio di partecipazione, al welfare aziendale, alle indennità, al Crea, all’articolazione e alla gestione degli orari di lavoro, al controllo dell’orario di fatto, al rispetto dei riposi, all’organizzazione della reperibilità e dei turni, al confronto preventivo sulle modifiche organizzative, allo sviluppo professionale formazione inclusa, alla definizione dei trattamenti sulle trasferte o sui trasferimenti/traslochi, alle mense, confermando il confronto su tutte le forme di prestazione del lavoro anche al fine di evitare qualsiasi discriminazione. In particolare sul mercato del lavoro è necessario rafforzare sia gli strumenti di controllo che di stabilizzazione/qualificazione del lavoro al fine di limitare al minimo la precarietà. A tal fine richiediamo la definizione di una percentuale complessiva riferita a tutti i rapporti di lavoro non a tempo indeterminato. Inoltre si richiede la definizione dei termini temporali entro i quali si determina la stabilizzazione del rapporto di lavoro dei lavoratori la cui successione dei contratti nella stessa società sia ripetuta nel tempo. • Si chiede di stabilire un monte ore annuo finalizzato alla formazione dei lavoratori, demandandone la definizione alla contrattazione locale e finalizzandolo alla crescita professionale dei lavoratori. • Il rafforzamento del ruolo della Rsu va chiaramente definito per quanto riguarda la materia connessa allo sviluppo professionale dei lavoratori. • Si richiede di rendere esigibile l’assetto al part time anche definendo una soglia percentuale all’interno della quale esercitare il diritto. • Si ritiene necessario perseguire il miglioramento dei trattamenti riferiti ai congedi parentali, anche attraverso la definizione di una quota di permessi retributivi aggiuntivi, fruibili per maternità e assistenza dei componenti il nucleo familiare. L’impianto classificatorio, ormai vecchio di dieci anni, 6. mantiene sostanzialmente inalterata la sua efficacia, e rimane uno strumento in grado di coniugare la paga professionale legata al ruolo ricoperto nell’ambito dell’organizzazione del lavoro, e il riconoscimento attribuibile all’apporto individuale di ciascun lavoratore. Nel corso del decennio applicativo tuttavia sono emerse due problematiche a cui si è tentato di dare risposta con l’accordo Asiep-Filcem, Femca, Uilcem di luglio 2007, che ha avuto scarsa efficacia. La prima riguarda il fatto che troppo spesso le aziende tendono a interpretare i Crea come veri e propri livelli di inquadramento, vanificando nei fatti la corretta interpretazione del sistema classificatorio, che vede nei Crea l’apprezzamento dell’apporto individuale sulla posizione; in questo caso – che è diffuso particolarmente nelle attività operative e di raffineria – è sostanzialmente sminuito il saper fare, l’apporto professionale individuale, con la conseguenza che anche il Crea assegnato è uniforme. La seconda riguarda il fatto che i meccanismi concordati, che tendono a una misurazione oggettiva della professionalità individuale, hanno poi come unico arbitro la parte aziendale. Anche qui l’accordo del luglio 2007 introduceva il confronto preventivo con la Rsu sui criteri adottati nelle valutazioni, che però o non è stato applicato o non ha dato i risultati sperati. Ne consegue che la richiesta che facciamo è quella di rendere più fluido il meccanismo di assegnazione dei Crea, superando le barriere organizzative che legano lavoratori non solo alla categoria ma anche al Crea, e di affidare in modo esplicito al confronto con le Rsu criteri, modalità e motivazioni legate non solo all’attribuzione dell’inquadramento, ma anche dei Crea. Inoltre richiediamo l’avvio di una verifica per cogliere in maniera dinamica l’evolversi delle nuove professionalità determinate dall’innovazione tecnologica o prodotte dalle trasformazioni produttive e dall’organizzazione del lavoro, anche nell’ottica della riunificazione contrattuale della filiera dell’energia, al fine di determinare nuove declaratorie ed esemplificazioni. Inoltre si richiede il riproporzionamento dell’indennità di funzione dei quadri rispetto all’evoluzione dei minimi salariali; si richiede inoltre di definire un monte ore annuo che sia disponibile a livello individuale per la formazione • SEGUE e l’autoformazione. settore gas-acqua sicurezza, possono essere svolte visite preassuntive; tale scelta deve essere motivata e oggetto di consultazione con le Rsu/Rlsa. Può essere utile istituire un libretto formativo per ogni lavoratore nel quale registrare tutte le attività formative svolte iniziando proprio dai corsi su salute, sicurezza e ambiente, anticipando il libretto formativo previsto dall’attuale legislazione ma non ancora operativo. In considerazione dei cogenti impegni europei contenuti nel pacchetto clima-energia, della costante pressione delle popolazioni in occasione di ogni insediamento energetico, della necessità di migliorare continuamente la prevenzione e la sicurezza sul lavoro nel settore che ha dovuto registrare purtroppo incidenti gravi e in taluni casi mortali è indispensabile: • da un lato definire in modo vincolante le riunioni di settore per monitorare la situazione – dalla formazione degli Rlsa alla prevenzione – al fine di incrementare la sicurezza estendendo le migliori pratiche già in uso in ogni ambito aziendale; • dall’altro rafforzare a livello aziendale la gestione congiunta e preventiva delle situazioni lavorative, rischi connessi, e quindi delle azioni rivolte all’analisi dei bisogni formativi e degli strumenti di tutela individuale e collettiva sia per i dipendenti dell’impresa committente che per quelli delle ditte dell’appalto, chiamando il committente ad assumersi direttamente la responsabilità della qualificazione delle aziende a cui vengono assegnati gli appalti, compresi i lavoratori coinvolti, ipotizzando un sistema di esclusione con sospensione dei contratti per quelle imprese nelle quali si siano verificati infortuni mortali sul lavoro o gravi incidenti con conseguenze sul territorio; • infine è indispensabile, vista la situazione energetica, concordare a livello di settore linee-guida sull’aumento dell’efficienza energetica, sul risparmio, sullo sviluppo delle fonti rinnovabili, sulla riduzione complessiva delle emissioni, sul sostegno all’innovazione da implementare successivamente a livello aziendale. Sull’insieme delle normative è 5. necessario prevedere un maggiore ruolo di contrattazione e Si richiede il miglioramento dei trattamenti 7. normativi ed economici relativi all’uscita dal turno e dell’indennità. controllo da parte delle Rsu a livello aziendale: ci riferiamo al secondo livello di contrattazione, premio di partecipazione, welfare aziendale, alle indennità, all’articolazione e alla gestione degli orari di lavoro, al controllo dell’orario di fatto, al rispetto dei riposi, all’organizzazione della reperibilità e dei turni, al confronto preventivo sulle modifiche organizzative, allo sviluppo professionale, formazione inclusa, alla definizione dei trattamenti sulle trasferte o sui trasferimenti/traslochi, al trattamento mensa, confermando il confronto su tutte le forme di prestazione anche al fine di evitare qualsiasi discriminazione. • Riscontriamo che la commissione paritetica incaricata dell’omogenizzazione dei trattamenti normativi ed economici sulla reperibilità non ha potuto completare i propri lavori. Riteniamo prioritario stabilire che la reperibilità nel settore debba essere parte integrante e non derogabile dell’organizzazione aziendale, per la caratteristica di essere l’attività primaria con la quale l’azienda distributrice garantisce, in associazione o più spesso in sostituzione del pronto intervento organizzato in turni “h24”, la sicurezza e il ripristino del servizio. La normativa di settore deve stabilire il livello minimo dell’inquadramento, che non può essere inferiore al 3° livello nel caso del mono-operatore. Le caratteristiche, la tipologia organizzativa e la turnazione devono essere aspetti demandati a livello aziendale, come compiti specifici del livello di contrattazione proprio delle Rsu. I valori degli importi delle specifiche normative di provenienza sono bloccati da oltre 15 anni: richiediamo pertanto un aumento dell’indennità di reperibilità, che prescindendo dalla situazione in essere, riconosca un valore economico uguale per tutti, a prescindere dalla precedente provenienza contrattuale. L’importo congruo in considerazione della riduzione dei lavoratori reperibili, dell’ampliamento degli ambiti di reperibilità e quindi della gravosità del servizio prestato, oltre che della perdita di valore a seguito del lungo blocco temporale trascorso dall’ultima rivalutazione dell’importo. Inoltre in caso di prestazione di lavoro straordinario notturno “non programmato” si chiede il pagamento completo delle ore straordinarie anche in caso di recupero fisiologico il giorno successivo. • Si richiede di sostituire nell’art. 40 del ccnl il termine “possano” con “devono” e la soppressione dei successivi paragrafi 2, 3 e 4. In particolare sul mercato 6. del lavoro è necessario rafforzare sia gli strumenti di controllo che di stabilizzazione/qualificazione del lavoro al fine di limitare al minimo la precarietà, definendo un tetto massimo complessivo per tutte le tipologie di lavoro differenti da quello a tempo indeterminato e stabilendo i termini temporali per la stabilizzazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato. • Si richiede di rendere esigibile l’accesso al part time anche definendo una soglia percentuale all’interno della quale esercitare il diritto. • Riteniamo necessario perseguire il miglioramento dei trattamenti riferiti ai congedi parentali anche attraverso la definizione della quota dei permessi retribuiti aggiuntivi usufruibili per maternità e assistenza dei componenti familiari. Riteniamo necessario superare la diversificazione 8. dei trattamenti in atto in tema di orario di lavoro settimanale fra lavoratori giovani e anziani attraverso la modifica della “norma transitoria” di cui all’art. 23 e stabilendo che la durata contrattuale dell’orario di lavoro venga fissata in 38 ore settimanali. Inoltre vanno riconosciute tutte le prestazioni di lavoro straordinario non programmate e legate a situazioni di emergenza anche ai lavoratori • SEGUE inquadrate sopra al 6° livello. 13 FilcemContratti02.qxp 5-10-2009 11:19 • SEGUE PIATTAFORMA Pagina 14 settore energia-petrolio Turnisti: si richiede la revisione dell’art. 26 e 28 del 7. ccnl per realizzare il miglioramento dei trattamenti normativi dei turnisti, relativi all’uscita dal turno e alle indennità, e il completamento degli organici attraverso la definizione del K6. Si richiede il superamento delle differenze nei 8. trattamenti fra giovani e anziani anche in tema di ferie, attraverso l’estensione della norma dell’art. 30 riferito ai giorni festivi anche ai lavoratori in servizio successivamente alla data del 14 marzo 2002, e l’equiparazione della spettanza annua delle ferie di cui all’art. 31 a 25 giorni lavorativi per tutti i lavoratori. Contratto estero. Dovranno essere definite le parti 9. normative ed economiche relative al contratto estero relativamente a: modalità di impiego, alloggi, ferie e permessi, assistenza sanitaria, diritti sindacali, calcolo della retribuzione, riconoscimento delle mansioni svolte all’estero al rientro in Italia, trattamenti fiscali e contributivi ecc. Inoltre si chiede di considerare l’indennità di lavoro all’estero correlata alla professionalità valida ai fini del trattamento di fine rapporto; inoltre si richiede che venga riconosciuta la maturazione del tfr a tutti i lavoratori italiani impiegati da consociate estere delle aziende italiane dell’area contrattuale energia e petrolio. La richiesta economica che avanziamo per il 10. triennio 1° gennaio 2010-31 dicembre 2012 è pari a 200 euro sulla categoria 4 Crea 3, da redistribuire sul © PH.AGRPRESS minimo conglobato. Tale richiesta è la risultante dell’analisi dell’andamento dei salari medi in Italia e nel settore rispetto all’Europa, della perdita del potere di acquisto degli stessi e dell’andamento dell’inflazione sia nel pregresso che nell’attuale fase recessiva considerando inoltre che più fonti prevedono una ripresa inflattiva all’auspicata uscita dalla crisi. In questo quadro congiunturale l’andamento economico del settore risulta, seppure rallentato rispetto alla robusta crescita degli anni passati, ancora positivo e in ripresa, nonostante il calo dei consumi a testimonianza della solidità delle imprese e del contributo dato dal fattore lavoro. In considerazione di queste incertezze, della variabilità degli scenari futuri nonché dell’allungamento della durata del ccnl per la parte economica da due a tre anni chiediamo che, allo scadere del biennio, sia prevista una verifica dell’andamento dell’inflazione reale rispetto all’aumento convenuto della retribuzione del settore, finalizzata al contestuale recupero degli eventuali scostamenti negativi. Ma ciò che si evince confrontando il costo del lavoro alla retribuzione media lorda e a quella netta è che senza una politica fiscale a favore del lavoro dipendente, oltre la restituzione del fiscal drag, non si aumentano i redditi e si penalizza l’occupazione perché su di essa gravano oneri ingiusti e spropositati rispetto alla bassa tassazione delle rendite finanziarie e speculative. Per queste ragioni Cgil, Cisl e Uil devono al più presto • SEGUE PIATTAFORMA GAS-ACQUA L’impianto classificatorio introdotto nel 2002 da tempo 9. doveva essere oggetto di un’attenta revisione anche finalizzata al completamento delle esemplificazioni, ampliandone il numero per poter cogliere in maniera completa le professioni caratteristiche di ogni comparto – distribuzione gas, ciclo idrico, mercato –; inoltre il ccnl 2007 ha introdotto in via sperimentale un livello economico sulla categoria 3, accompagnandolo con una declaratoria. A tal fine il contratto ha dato mandato a una commissione paritetica, che ha prodotto un lavoro soddisfacente, individuando 30 nuove esemplificazioni, le ha riordinate assegnandole ad una più equilibrata scala professionale, cogliendo le figure nuove determinate dalle innovazioni tecnologiche e di processo. Il lavoro della commissione paritetica va recepito, integrandolo con una revisione della declaratoria della categoria 3 con livello economico, riferendola al monooperatore lavori rete che occasionalmente possa compiere attività da capo squadra rete. La stabilizzazione dell’inquadramento 3 con livello economico richiede una sistemazione parametrale che comprenda le categorie 3 e 4, nel contesto di un’articolazione parametrale 100/254 ancora sostenibile. Va inoltre inserito in contratto il concetto di evoluzione 14 rilanciare l’iniziativa nei confronti di governo e Parlamento, recuperando i contenuti della piattaforma unitaria Cgil, Cisl, Uil di Milano (novembre 2007) con la quale si rivendicava la riduzione del peso della pressione fiscale sul lavoro dipendente e il contenimento della contribuzione a carico dell’impresa. Con riferimento alla 11. necessità di valorizzare il welfare contrattuale richiediamo di agire su più versanti: • il trattamento pensionistico integrativo, costituito dal Fondoenergia, è uno dei più avanzati e, tranne rare eccezioni, ha ormai sostituito tutti i fondi privati preesistenti. Le organizzazioni sindacali di settore e l’Asiep – oggi Confindustria Energia – hanno da tempo ritenuto di investire risorse contrattuali nella previdenza integrativa, soprattutto per sopperire alla drastica e progressiva riduzione della copertura della previdenza pubblica. Nel settore già a livello aziendale in alcuni significativi casi si è andati oltre al 2% contrattualmente previsto; la richiesta è quella di estendere a livello di settore l’aumento dell’importo a carico delle aziende. • Appurato che non sussistono ostacoli all’unificazione dei fondi pensione complementari riteniamo fattibile da subito l’unificazione di Pegaso, Fopen e Fondoenergia, e in un’ottica di contratto unico di comparto anche degli altri fondi. Questa unificazione deve traguardare a una riduzione dei costi di gestione e aumentare la solidità e la gestione degli stessi con particolare riferimento al rendimento dei contributi che i lavoratori e le aziende versano. • Per quanto concerne la sanità integrativa, con l’unificazione di Fis e Assidim e la conseguente costituzione di Fasie, si è costituito il fondo di settore che riguarda ormai quasi tutte le aziende, tranne alcune che mantengono ancora un dell’inquadramento legato non solo alla posizione organizzativa ma incrociandolo con i percorsi formativi e con polivalenza, polifunzionalità, intercambiabilità e prevedendo, al riguardo, l’intervento esplicito delle Rsu. Riteniamo inoltre che vada avviato un lavoro comune, da concludersi entro la vigenza contrattuale, sulle modalità di riconoscimento della competenza e del saper fare come elemento aggiuntivo e complementare alla paga professionale. • Si chiede di stabilire un monte ore annuo finalizzato alla formazione dei lavoratori, demandando la definizione alla contrattazione locale e finalizzandolo alla crescita professionale dei lavoratori. • Si richiede che le Rsu, congiuntamente alle organizzazioni sindacali locali si facciano promotrici di progetti finanziati dal ministero delle Pari opportunità per la realizzazione di azioni positive, rendendo esigibile l’art. 2 della legge 125/91. Particolare attenzione deve essere posta alla partecipazione a progetti formativi per favorire le pari opportunità di carriera all’interno dell’azienda e in special modo per le lavoratrici al rientro dalla maternità. • Vanno inoltre ridefinite le agibilità sindacali a livello di settore, ricomponendo un quadro attualmente frammentato parte a livello di associazione parte a livello aziendale. trattamento aziendale di miglior favore. La scelta verso il fondo sanitario è motivata dall’esigenza di sopperire ai costi indotti della sanità, quando non ricoperti dalla struttura pubblica, e per offrire ai lavoratori del settore la possibilità alternativa di usufruire anche di strutture sanitarie private, al fine di offrire a tutti i lavoratori un servizio qualitativo territorialmente uniforme. Il Fasie sta diversificando in questo senso l’offerta di servizi, strutturandola in pacchetti, per coprire le diverse esigenze. Tuttavia il costo a carico dei lavoratori, seppur ben rapportato ai servizi offerti, è rilevante, perché ancora troppo basso il contributo a carico delle aziende. Richiediamo pertanto di rivedere questo rapporto, aumentando il contributo contrattualmente previsto a carico delle aziende. In questo periodo abbiamo operato 12. affinché, nonostante l’accordo separato sulle nuove regole contrattuali, Filcem, Femca e Uilcem si presentassero a questo importante appuntamento dai lavoratori con una proposta di piattaforma unitaria. Prendiamo atto che si è preferito riconfermare il primato dell’accordo separato – di cui non avevamo chiesto l’abiura – alla ricerca di nuove strade comuni che portassero nel merito alla ricomposizione del fronte sindacale confederale così come avviene di fronte alle tante crisi industriali che quotidianamente affrontiamo. La Filcem, che sulla base di questa proposta inizia il percorso democratico per la presentazione della piattaforma, dichiara sin da ora la volontà di operare nella trattativa affinché il fronte sindacale si ricomponga e assieme Filcem, Femca, Uilcem raggiungano quanto prima, anche questa volta, una positiva ipotesi di accordo da illustrate e sottoporre con voto certificato, come è prassi consolidata, all’insieme dei lavoratori e delle lavoratrici per la loro approvazione prima della firma definitiva dell’intesa, nel pieno rispetto dell’accordo sulle regole condivise per i rinnovi contrattuali sottoscritto a febbraio 2008 fra Filcem, Femca e Uilcem. (approvata,con 18 astensioni,dall’Assemblea nazionale dei quadri e delegati Filcem Cgil – Chianciano Terme,17 settembre 2009) La richiesta economica che avanziamo 10. per il triennio 1° gennaio 201031 dicembre 2012 è pari a 185 euro sulla quinta categoria (par. 161; parametro conglobato 137), da redistribuire però sul minimo conglobato (minimo + contingenza) che accorcia la scala parametrica a 100/194. Tale richiesta è la risultante dell’analisi dell’andamento dei salari medi in Italia e nel settore rispetto all’Europa, della perdita del potere di acquisto degli stessi e dell’andamento dell’inflazione sia nel pregresso che nell’attuale fase recessiva, considerando inoltre che più fonti prevedono una ripresa inflattiva all’auspicata uscita dalla crisi. In questo quadro congiunturale l’andamento economico del settore risulta, seppure rallentato rispetto alla robusta crescita degli anni passati, ancora positivo nonostante il calo dei consumi a testimonianza della solidità delle imprese e del contributo dato dal fattore lavoro. In considerazione di queste incertezze, della variabilità degli scenari futuri nonché dell’allungamento della durata del ccnl per la parte economica da due a tre anni chiediamo che, allo scadere del biennio, sia prevista una verifica dell’andamento dell’inflazione reale rispetto all’aumento convenuto della retribuzione del settore, finalizzata al contestuale recupero degli eventuali scostamenti negativi. Ma ciò che si evince confrontando il costo del lavoro alla retribuzione media lorda e a quella netta è che senza una politica fiscale a favore del lavoro dipendente, oltre la restituzione del fiscal drag, non si aumentano i redditi e si penalizza l’occupazione perché su di essa gravano oneri ingiusti e spropositati rispetto alla bassa tassazione delle FilcemContratti02.qxp 5-10-2009 11:19 Pagina 15 ENERGIA E PETROLIO/IL SISTEMA CLASSIFICATORIO Più contrattazione nella valutazione del “Crea” Mario Di Luca D.to Energia e petrolio Filcem nazionale F ra i vari contenuti che caratterizzano la piattaforma per il rinnovo del contratto del settore energia e petrolio c’è senz’altro quello che introduce la centralità del ruolo del sindacato nel processo che determina l’apprezzamento del Crea – acronimo che sta per Complessità, responsabilità, esperienza, autonomia – quale elemento capace di coniugare i contenuti dell’apporto individuale alla mansione professionale assegnata. Il sistema classificatorio, che risale alla fine degli anni 90, mantiene valide le connotazioni originarie che ne salutarono positivamente la sua introduzione nel settore e continua ad essere lo strumento efficace per attribuire e riconoscere l’apporto individuale, il “saper fare” del lavoratore nell’espletamento del ruolo ricoperto nell’ambito dell’organizzazione aziendale. La valutazione complessiva della professionalità espressa è rappresentata dalla combinazione tra l’inquadramento nella singola categoria e l’apprezzamento dell’apporto professionale all’interno della categoria stessa. L’inquadramento nelle categorie (6, di cui una solo d’ingresso)avviene sulla base delle declaratorie con riferimento ai ruoli professionali per ciascuna categoria. L’apprezzamento dei singoli apporti professionali, ovvero i livelli Crea (4 economici, per le categorie dalla seconda alla quinta, 5 per “quadri”), avviene attraverso la valutazione di fattori oggettivi e soggettivi: per i primi, la Complessità e la Responsabilità, per i secondi l’Esperienza e l’Autonomia. Di conseguenza, il sistema salariale è unico per l’intero settore, sia per quanto attiene alle singole categorie, sia per quello che riguarda i relativi Crea che si adottano. Tuttavia, nel corso della sua applicazione, sono emerse alcune distonie che – se non superate – rischiano di vanificare i contenuti originali (e inediti) che costituiscono il fondamento di questo sistema classificatorio. Una di queste, è l’interpretazione forzosa che alcune aziende assegnano ai Crea, ritenendoli dei veri e propri inquadramenti intermedi (ciò avviene particolarmente nei settori operativi e nella raffinazione); l’altra, è il ruolo assolutamente marginale assegnato al sindacato nella misurazione oggettiva delle professionalità individuali. Ad onor del vero, si è tentato di correggere queste “distrazioni” applicative con un accordo tra le parti (luglio 2007) i cui effetti però sono stati oggettivamente poco efficaci. Per queste ragioni in questo rinnovo del contratto nazionale vogliamo costituire dei veri e propri “livelli di contrattazione” ai quali assegnare – sia per quelli previsti in azienda che per quelli delle singole unità produttive – la verifica e la determinazione di elementi qualiquantitativi capaci di cogliere correttamente l’evoluzione professionale che discende dalla riorganizzazione aziendale, e l’accrescimento delle conoscenze individuali anche attraverso lo strumento della formazione professionale. Questo progetto assume un’importanza fondamentale nel governo dei processi che determinano lo sviluppo professionale dei lavoratori energia e petrolio, con l’attribuzione al sindacato e alla Rsu di un ruolo diretto nella contrattazione, necessario al superamento di quei meccanismi che fino ad oggi hanno consentito alle aziende un controllo ed una gestione della professionalità fin troppo unilaterale. • ACQUA-GAS/LA “CLAUSOLA OCCUPAZIONALE” Una garanzia per lavoratori e cittadini Mauro Tudino D.to Energia e petrolio Filcem nazionale A dieci anni dall’introduzione del dlgs 164/2000 dell’allora ministro Enrico Letta che ha avviato la cosiddetta liberalizzazione del mercato del gas in Italia, molto è cambiato nel panorama societario nazionale. Da un lato vi è stata la costituzione di nuove aziende per la commercializzazione del gas, a seguito dell’obbligo di separazione societaria e funzionale fra le attività di vendita e di distribuzione. Per contro si sono realizzate nuove aggregazioni fra imprese e, di conseguenza, un’apprezzabile diminuzione del numero delle stesse.Va registrato che buona parte di questo processo di semplificazione è avvenuto in virtù di una forte attività di acquisizione prodotta dai gruppi privati nei primi anni 2000 e da una più decisa volontà aggregativa interpretata dalle multiutility negli anni successivi. Poco ne è invece derivato dalle previste gare per la concessione delle attività di distribuzione (circa 9.000 nel paese) che, a causa di un quadro normativo incerto, si sono realizzate in un numero assai limitato (circa 350). Da segnalare anche che molto spesso l’espletamento delle gare ha prodotto un risultato in controtendenza con il processo aggregativo. Gli enti locali infatti, privilegiando l’offerta economica avanzata dalle imprese agli stessi, quale criterio qualificante per l’aggiudicazione delle concessioni, hanno consentito che società, con notevoli capacità tecniche e infrastrutturali, siano state costrette a cedere – in occasione delle gare – proprie concessioni a vantaggio di soggetti molto meno accreditati, aprendo così una seria riflessione anche nel mondo delle imprese. Le organizzazioni sindacali avevano da subito denunciato che senza regole condivise, difficilmente si sarebbe sviluppata una competizione utile a migliorare la qualità del servizio e ad avere un effetto calmierante sulle tariffe. Il primo passo concreto in questa direzione fu la sottoscrizione del contratto unico del settore gas-acqua nel marzo 2002. Un contratto solo quindi in virtù dei quattro di partenza, soprattutto per evitare il tentativo che la competizione fra le imprese si realizzasse sul costo del lavoro, oltre alla ferma volontà di mantenere dentro lo stesso perimetro contrattuale tutte le attività proprie della filiera produttiva e commerciale. Oggi occorre compiere un altro passo, necessario per la salvaguardia occupazionale e la qualità del servizio. Non possiamo infatti ignorare che il lento e confuso percorso legislativo prevede comunque al 31 dicembre 2010 la scadenza di tutte le concessioni non assegnate tramite gara. È per questo che nella piattaforma rivendicativa chiediamo che la “clausola sociale”, più volte discussa in sede di rinnovo contrattuale e mai definita, sia realizzata quale condizione irrinunciabile per garantire la continuità occupazionale e normativa di tutti i lavoratori gasisti e acquedottisti. Inoltre, chiediamo alle imprese e al governo la definizione di ambiti di gara di dimensioni sufficienti per sostenere il necessario impegno sugli investimenti e migliorare l’organizzazione industriale. Soluzione introdotta dalla legge n .36 /1994 “Galli” per il settore idrico, che ha consentito la gestione del processo riorganizzativo, senza particolari ripercussioni occupazionali, anche grazie alla possibilità dell’affidamento diretto “in house” che chiediamo al governo di mantenere in fase di definizione dei regolamenti attuativi della legislazione “in itinere”. Infine va definito un bando di gara tipo che stabilisca il canone destinato agli enti locali e indirizzi la “competizione”su investimenti, qualità del servizio e mantenimento dei livelli occupazionali. • settore gas-acqua rendite finanziarie e speculative. Per queste ragioni Cgil, Cisl e Uil devono al più presto rilanciare l’iniziativa nei confronti di governo e Parlamento, recuperando i contenuti della piattaforma unitaria di Milano con la quale si rivendicava la riduzione del peso della pressione fiscale sul lavoro dipendente e il contenimento della contribuzione a carico dell’impresa. Con riferimento alla necessità di 11. valorizzare il welfare contrattuale richiediamo di agire su più versanti: • il trattamento pensionistico integrativo non è omogeneo nel settore in quanto non si è ancora pervenuti a una soluzione soddisfacente per l’uscita dal fondo integrativo obbligatorio a ripartizione del gas privato; l’Inps ha sollevato problemi di copertura a lungo termine rispetto al piano di cristallizzazione proposto, il ministero del Lavoro se ne è di fatto lavato le mani; • inoltre nel settore agiscono almeno quattro fondi complementari a capitalizzazione, verso cui confluiscono i ratei del tfr dei dipendenti che hanno scelto di versarlo nei fondi aziendali: Pegaso per i lavoratori che fanno capo alle aziende Federutility, Fondo energia per i lavoratori delle aziende che fanno capo al gruppo Eni e alcune che fanno capo all’Assogas, Fopen per quelli che fanno capo a Enel, Fiprem per quelli che fanno capo a Edison. La contribuzione a carico delle sole aziende ex Federutility, che non pagano invece il fondo gas, è dell’1,2%, stabilita nel 1997 e mai rivista, e l’onere non è tutto a carico delle aziende in quanto non è stata mai abrogata la norma che congelava temporaneamente il calcolo della quota della tredicesima mensilità sul tfr, appositamente introdotta in sede di primo accordo, che va definitivamente superata. • Si richiede alle controparti un impegno comune per ripresentare in sede governativa la richiesta di cristallizazione del Fondo gas e, conseguentemente, uniformare il trattamento con la parificazione e la qualificazione della quota a carico delle aziende. • Appurato che non sussistono ostacoli all’unificazione dei fondi pensione complementari riteniamo fattibile da subito l’unificazione di Pegaso, Fopen, Fondenergia e Fiprem, ma in un’ottica di contratto unico di comparto anche degli altri fondi. Tale unificazione deve traguardare a una riduzione dei costi di gestione e aumentare la solidità e la gestione degli stessi con particolare riferimento al rendimento dei contributi che i lavoratori e le aziende versano. • Per quanto concerne la sanità integrativa la commissione paritetica non è andata oltre all’esame delle situazioni e non è arrivata a formulare proposte. Anche in un’ottica di contratto unico di settore proponiamo la confluenza del gas-acqua all’interno del Fasie, costituito nell’energia e petrolio, in attesa che, anche in questo caso, si realizzi un’aggregazione più ampia che includa tutto il comparto. Non per volontà sindacale siamo da tempo senza un 12. accordo sulle modalità per l’esercizio del diritto di sciopero salvo per l’aspetto, previsto dalla legge, della procedura di raffreddamento e conciliazione. Pertanto, come ribadito più volte e in più occasioni, nella necessità di ricorrere allo sciopero durante questa fase di rinnovo contrattuale, ci atterremo al rispetto degli obblighi di legge, considerando gli accordi precedenti di fatto scaduti e comunque non più conformi al nuovo assetto del settore liberalizzato. Per queste ragioni abbiamo provveduto anche alla formale disdetta. In questo periodo abbiamo operato affinché, 13. nonostante l’accordo separato sulle nuove regole contrattuali, Filcem, Femca e Uilcem si presentassero a questo importante appuntamento dai lavoratori con una proposta di piattaforma unitaria. Prendiamo atto che si è preferito riconfermare il primato dell’accordo separato – di cui non avevamo chiesto l’abiura – alla ricerca di nuove strade comuni che portassero nel merito alla ricomposizione del fronte sindacale confederale così come avviene di fronte alle tante crisi industriali che quotidianamente affrontiamo. La Filcem, che sulla base di questa proposta inizia il percorso democratico per la presentazione della piattaforma, dichiara sin da ora la volontà di operare nella trattativa affinché il fronte sindacale si ricomponga e assieme Filcem, Femca, Uilcem raggiungano quanto prima, anche questa volta, una positiva ipotesi di accordo da illustrare e sottoporre con voto certificato, come è prassi consolidata, all’insieme dei lavoratori e delle lavoratrici per la loro approvazione prima della firma definitiva dell’intesa, nel pieno rispetto dell’accordo sulle regole condivise per i rinnovi contrattuali sottoscritto a febbraio 2008 fra Filcem, Femca e Uilcem. (approvata,con 4 voti contrari e 18 astensioni,dall’Assemblea nazionale dei quadri e delegati Filcem Cgil – Chianciano Terme, 18 settembre 2009) 15 5-10-2009 11:19 Pagina 16 Intervista ad Alberto Morselli DALLA PRIMA D. Difficile darti torto. Sul mercato del lavoro una novità di rilievo – soprattutto rivolta ai giovani – arriva dai chimici: si propone di definire una nuova forma di assunzione, il contratto di inserimento e stabilità, sostitutiva di quelle oggi precarie (tirocinio, stage, contratto a termine). I lettori si aspettano di saperne di più... Morselli L’obiettivo è quello di verificare se esistono le condizioni per ridurre il ricorso a forme di lavoro sempre più precario, costruendo percorsi di stabilizzazione certa. Fino ad oggi il dibattito attorno a questo tema è stato di rilevanza generale – come, peraltro, è giusto che sia – con interventi del governo, dei partiti, di studiosi della materia ecc. In concreto: in occasione del rinnovo contrattuale proponiamo alle controparti una ricerca comune verso una soluzione condivisa che consideri il lavoratore o la lavoratrice un investimento da non perdere e quindi da stabilizzare, ma ancor prima da inserire positivamente, con percorsi di apprendimento e formazione che in modo dinamico ne confermino la stabilizzazione. Se con le controparti individuassimo questa modalità, è chiaro che non avrebbe più senso ricorrere ad altre forme di assunzione precaria. Ecco perchè “sostitutiva”. D. Nelle piattaforme presentate ci sono riferimenti espliciti alle fonti rinnovabili e all’efficienza energetica per uscire dalla crisi economica e ambientale. Il ricorso al fotovoltaico e ai nuovi mercati della “green economy” potrebbero salvare molte aziende a rischio e davvero cambiare il lavoro. Secondo l’ultimo rapporto di “Greenpeace”, solo per l’Italia, nell’arco dei prossimi venti anni, si parla di oltre 100.000 nuovi posti di lavoro.Un eccesso di ottimismo? Morselli I riferimenti sono il frutto del nostro lavoro di analisi e ricerca in un settore che, oltre ad essere produttore di energia, ne è anche consumatore cosiddetto “energivoro” in molte fasi dei processi produttivi del chimico, del vetro, della ceramica e non solo. La nostra valutazione (ne ha già parlato Rassegna Sindacale qualche tempo fa, ndr) è che già ora, in tutte le aziende, un serio intervento di efficientamento energetico produrrebbe cospicui risultati in termini di risparmio della bolletta elettrica, o del gas o dell’acqua. Potrebbe essere il risultato di una contrattazione di secondo livello, che interviene direttamente sul processo produttivo e che, semmai, individua Rassegna Sindacale Settimanale della Cgil Direttore responsabile Paolo Serventi Longhi Grafica e impaginazione Massimiliano Acerra,Ilaria Longo EditoreEdit.Coop.società cooperativa di giornalisti, Via dei Frentani 4/a - 00185 Roma Iscritta al reg.naz.Stampa al n.4556 del 24/2/94 Proprietà della testataEdiesse Srl Ufficio abbonamenti 06/44888201 fax 06/44888222 e-mail:[email protected] Ufficio vendite 06/44888230 fax 06/44888222 e-mail:[email protected] StampaStabilimento Grafico Editoriale Fratelli Spada Spa, Via Lucrezia Romana,60 Ciampino,Roma Chiuso in tipografia lunedì 5 ottobre ore 13 Inserto d’informazione della Filcem Cgil Via Piemonte 32 - 00187 Roma www.filcemcgil.it e-mail:[email protected] Coordinamento redazionale Carlo Casali Ha collaborato: Simona Splendorini 16 modalità di distribuzione dei risparmi da raggiungere verso il lavoro in forma di salario. Questo processo di efficienza energetica, tempestivo tanto quanto la strada verso la “green economy”, deve partire dall’esistente, da ciò che c’è, con le persone che ci sono. È con loro che si devono condividere le future strategie. Quando a volte la “green economy” viene proposta come sostitutiva di realtà industriali – ritenute ingombranti, come la chimica, ma non solo, e forse in parte obsolete – si commette l’errore di non considerare il lavoro e soprattutto la professionalità e la competenza di chi lo perde. D. In estate si è insistito molto – i ministri Tremonti e Sacconi ne sono i paladini – sul tema della partecipazione dei lavoratori agli utili di impresa, e per questo si farebbe strada un avviso comune” tra le parti. Voi proponete al contrario l’istituzione dei Consigli di sorveglianza... Morselli Lasciamo perdere le facili battute sugli utili ai lavoratori quando le aziende sono “in rosso”... quello che interessa alla Filcem e a gran parte dei lavoratori è di contare di più per esercitare un ruolo che sia utile a indirizzare continuamente l’azienda verso l’innovazione, la ricerca e gli investimenti: in una parola il “futuro” dell’impresa, dei suoi stabilimenti e dell’occupazione. Per via contrattuale ci siamo dotati di una serie di strumenti congiunti che hanno bisogno anch’essi di implementazione di novità sul terreno della concretezza dell’intervento dei rappresentanti eletti dai lavoratori; e questo lo si può realizzare se saremo in grado di fare una “contrattazione di anticipo” (ad esempio sui budget), ancor prima che le decisioni siano prese. Questo è il punto! L’esperienza consolidata in alcuni paesi in Europa è quella dei Consigli di sorveglianza, un modello duale, dove proprio sugli indirizzi strategici e sul controllo dell’impresa è previsto un preciso ruolo dei rappresentanti eletti dai lavoratori. Nelle piattaforme chiediamo di affrontare questo tema della democrazia industriale fino a spingerci – se vuoi – alla “codeterminazione”, consapevoli che serve una legislazione che ora non c’è. Ma vogliamo anche sapere cosa l’insieme delle nostre controparti pensa su questo tema oramai ineludibile. D. Un’ultima domanda. Andare oltre gli attuali perimetri contrattuali dei contratti dell’energia (elettrico, petrolio, gas-acqua) è l’altro “leit motiv” della Filcem che propone la costruzione del contratto unico del comparto energetico e idrico. Ma Confindustria non si è ancora espressa al riguardo. Insisterete lo stesso? Morselli Certo! Con quella determinazione che ci viene riconosciuta. Noi pensiamo che la strada del contratto dell’energia sia la più funzionale al miglioramento delle condizioni dei lavoratori. Penso, ad esempio, a quanto detto prima sul tema della “green economy”, a quale scenario di ristrutturazione questa può produrre in questi settori. Ma penso anche a come costruiamo un sistema di “sicurezza territoriale” verso le centrali, le raffinerie, o il sistema infrastrutturale del gas, a come superiamo le difficoltà di approvvigionamento idrico con la realizzazione dei bacini idrici interconnessi, alla relazione con la tutela del territorio operato dal sistema delle bonifiche, e non voglio dimenticare il vasto tema dei rifiuti come occasione industriale. In sostanza mi sono convinto che le ragioni principali di un contratto dell’energia siano innanzitutto industriali, e gli esempi che ho fatto avanzano la domanda di quale progetto industriale è possibile costruire in questo settore e nei suoi comparti. La dignità del lavoratore e il valore del contratto parte proprio da qui. I temi relativi ai diritti, agli inquadramenti e al salario, continueranno a mantenere una loro specificità anche quando si sarà consolidato in futuro un contratto dell’energia, e contemporaneamente si dovrà articolare di più il secondo livello, specialmente in quelle aziende che per storia e dimensioni vivono i contratti nazionali come “cosa loro”. Così non dovrà più essere. Che Confindustria faccia la sua parte. Sia chiara: dica se vuole veramente ridurre il numero complessivo dei contratti oppure se rappresenta la solita litania di circostanza da ripetere ma non da praticare. Una sfida per noi dalla quale non vogliamo sottrarci. • LA SCHEDA I numeri dei contratti a cura di C.Ca. Q ualche dato e qualche numero ci aiuta a comprendere meglio la portata della “campagna d’autunno” dei rinnovi nei settori della chimica, dell’energia, del manifatturiero e dell’artigianato, con contratti – ad eccezione dell’elettrico – tutti in scadenza al 31 dicembre 2009. Il contratto chimicofarmaceutico interessa più di 128.000 lavoratrici e lavoratori impiegati nell’industria chimica, 70.000 nella farmaceutica, 5.000 circa nel settore biomedicale. Si applica ai lavoratori della chimica, farmaceutica, fibre chimiche, detergenza, dielettrici, elettrodi di carbone, cere e lumini, abrasivi, coibenti, gpl, gas tecnici. Nel settore sono oltre 1.500 le imprese associate a Federchimica e 218 a Farmindustria, entrambe associate a Confindustria. Tra le imprese più significative ricordiamo Polimeri Europa e Sindyal (gruppo Eni), Lyondell Basell, Sasol, Solvay, Bayer, Pfizer, Merck Serono, Mapei, Arkema, Air Liquide, Sigma-Tau, Menarini, Novartis, Montefibre, Sanofi Aventis ecc. Il contratto della coibentazione termoacustica (1.500 dipendenti da circa 175 piccole imprese, molte delle quali a conduzione familiare) si applica a tutti i lavoratori della coibentazione per impianti petrolchimici, raffinerie, centrali elettriche ecc. La controparte è l’Anicta-Confindustria. Sono oltre 130.000 i lavoratori dell’industria della gomma, della ricostruzione dei pneumatici, dei cavi elettrici, dell’industria di trasformazione delle materie plastiche, del riciclo e della rigenerazione a cui si applica il contratto della gomma-plastica. In questo settore sono circa 2.500 le aziende di piccole e medie dimensioni che vi operano, unitamente a imprese multinazionali di rilievo (Pirelli, Bridgestone, Michelin, Azimut, Ergom, Prismyan Cavi, ecc.) prevalentemente associate alla Federazione Gomma Plastica (aderente a Confindustria). © PH.AGRPRESS FilcemContratti02.qxp Il contratto unico del settore elettrico, scaduto il 30 giugno scorso, riguarda circa 59.000 lavoratori impiegati in poco più di 130 aziende pubbliche e private, italiane e straniere tra cui il gruppo Enel, Edison, Tirreno Power, Edipower, E.On.; le società del ministero dell’Economia e Finanze Gse, Sogin, Terna; grandi “multiutility” quali Acea di Roma, A2A di Milano, Aem di Torino, Linea Group, Iride-Enia, Hera dell’EmiliaRomagna, ecc. Il contratto si applica alle imprese che svolgono attività di produzione, trasformazione, trasporto, distribuzione e vendita di energia elettrica, nonché produzione e fornitura del servizio calore e di smantellamento delle centrali elettronucleari dismesse e alle società di ingegneria costituite da imprese del settore e che già oggi svolgono la propria attività esclusivamente per il settore elettrico. Le controparti sono Assoelettrica (aderente a Confindustria), Federutility (aderente a Confservizi), Enel, Gse, Sogin, Terna. Hanno il contratto gas-acqua tutti i 50.000 lavoratori impiegati nelle aziende che gestiscono i servizi relativi alla distribuzione e alla vendita del gas, nel teleriscaldamento, gestione calore, nella cogenerazione, alle attività di estrazione, trasporto, compressione e ricompressione e nei servizi relativi al ciclo integrale dell’acqua, incluse le attività di depurazione e gestione delle reti fognarie. Le imprese sono oltre 750: tra le più significative il Gruppo Italgas, Acquedotto Pugliese, Enel Gas, Thüga Italia (del gruppo tedesco E. On.), Italcogim (Gaz de France), A2A di Milano, Acea di Roma, Hera di Bologna, la nuova multiutility Iride-Enia ecc. Le associazioni imprenditoriali contraenti sono Anfida, Anigas (Confindustria Energia) Assogas, Federestrattiva (aderenti a Confindustria) e Federutility (aderente a Confservizi). Il contratto energia e petrolio (33.000 i lavoratori addetti) si applica all’industria della ricerca, estrazione, raffinazione, cogenerazione; all’industria di distribuzione dei prodotti petroliferi e a quella di produzione di energia elettrica, di olii lubrificanti, di imbottigliamento e distribuzione di gas petrolio liquefatto (gpl). Una sessantina le imprese, tra cui il Gruppo Eni, la Shell, Esso, Erg, Total, Q8, Api-Ip, il Gruppo Saras della famiglia Moratti ecc., tutte aderenti a Confindustria-Energia. Infine i due contratti degli artigiani, scaduti entrambi alla fine del 2008: quello della chimica, gomma, plastica e vetro (circa 55.000 i lavoratori interessati) e l’altro relativo alla ceramica, terracotta, gres e decorazione piastrelle (circa 15.000 i lavoratori). Le controparti sono Confartigianato, Cna, Casartigiani e Claai. •