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Sindacale
© F. CARTA
Rassegna
AL VIA LA STAGIONE CONTRATTUALE/ INTERVISTA AD ALBERTO MORSELLI
“I contratti? Non potranno
che essere UNITARI”
Carlo Casali
Supplemento al numero 37/2009 di Rassegna Sindacale
P
artiti. La stagione contrattuale
nella chimica, nell’energia e
nelle manifatture è iniziata a
fine giugno con la presentazione della
piattaforma Filcem per gli elettrici; a
fine luglio con quella per i due contratti
degli artigiani della chimica e della
ceramica; è proseguita a Chianciano
Terme (15-18 settembre) con
l’Assemblea dei quadri e delegati Filcem
che, a valle di migliaia di assemblee nei
posti di lavoro, ha varato quattro
piattaforme che interessano oltre
500.000 lavoratrici e lavoratori: per il
settore chimico-farmaceutico, per
l’industria della gomma-plastica, energia
e petrolio, gas-acqua, già presentate
alle rispettive associazioni degli
imprenditori per l’inizio delle trattative.
“Che vogliamo avviare rapidamente –
inizia così il nostro colloquio con
Alberto Morselli, segretario generale
Filcem Cgil – perchè il vero banco di
prova sarà il merito, la sola possibilità
concreta per valorizzare il contratto
nazionale, ricostruendo per questa via
l’unità sindacale e il rapporto
democratico con i lavoratori, ritrovando
– io credo e spero – conclusioni
unitarie ai tavoli contrattuali”.
Tuttavia dire che tutto fili liscio è un
azzardo, perché – è inutile ricordarlo –
pesa come un macigno l’accordo
separato sugli assetti contrattuali,
l’opposto di quello che servirebbe
nella crisi e per le attese dei lavoratori.
Ma Morselli si mostra ottimista perché
“resto convinto – aggiunge – che i
contratti nella nostra categoria
non potranno che essere unitari
soprattutto se pensiamo alla loro
funzione anche come strumenti di
politica industriale, per la salvaguardia
dell’occupazione contro i licenziamenti,
fino alla difesa del potere d’acquisto
del salario, il filo conduttore per tutti
delle piattaforme.
D. A un anno dal “crac” dei mercati, il
calo della domanda dei prodotti
industriali e di servizi sembra
lentamente attenuarsi. Al contrario,
gli ulteriori effetti sulla riduzione
dell’occupazione li avremo tutti nei
prossimi mesi. Un autunno caldissimo,
insomma. Qual è la ricetta del
sindacato?
Morselli Sono più interessato alle
soluzioni delle crisi produttive e
occupazionali aperte piuttosto che agli
annunci di innalzamento della
temperatura. Quella è già alta, ciascuna
situazione di crisi aperta, con
procedure di gestione occupazionale
in atto, è di per sé bollente. E richiama
l’urgenza di una soluzione. Da parte
nostra stiamo incalzando le imprese a
non licenziare e il governo a mettere
in atto politiche anti-crisi vere – la
prima delle quali è ammettere che la
crisi c’è! – e poi tutelare il proprio
patrimonio industriale nazionale a
partire dall’occupazione.
L’impressione che ho è quella di una
lenta, lunga e faticosa risalita verso un
altipiano, se posso usare questa
metafora, che prima non vedevamo e
che ora dobbiamo raggiungere, e non
è detto che sarà come abbiamo
conosciuto in precedenza gli altri.
Anzi, io penso che l’uscita dalla crisi
sia per molti aspetti inedita e difficile.
Ecco che allora diventa più facile
comprendere la nostra insistenza –
rigorosa – sui temi della conoscenza,
dell’istruzione e della formazione,
assieme a quelli dell’innovazione e
della ricerca perché la tutela
dell’occupazione passa anche
dalla sua crescita qualitativa.
In una parola, insieme agli
investimenti in impianti occorre
investire anche nelle persone.
D. Vuoi dire che diventa decisiva
la riqualificazione professionale e la
formazione permanente?
Puoi spiegare meglio?
Morselli All’uscita dalla crisi la
competizione tra sistemi di imprese
sarà più agguerrita di prima, non
meno. Un sistema produttivo come il
nostro deve scegliere la strada della
qualificazione, lo abbiamo ribadito
più volte: siamo decisamente contrari
alla competizione sui costi.
L’alternativa sta nella qualità dei
prodotti, dei processi produttivi,
IN QUESTO NUMERO
l “dorso”monografico che vedete riporta integralmente – così come
Ii testi
abbiamo fatto per gli elettrici nel n.28 di Rassegna Sindacale –
delle quattro piattaforme contrattuali per i settori dell’industria
chimico-farmaceutica,della gomma-plastica,di energia e petrolio,del
gas-acqua,corredato da un’intervista ad Alberto Morselli,articoli,
approfondimenti,commenti,schede esplicative delle novità di merito
contenute nelle piattaforme sulle quali la Filcem Cgil ha chiesto subito
l’avvio delle trattative alle rispettive associazioni imprenditoriali
(confronti,per la verità,già iniziati per elettrici,chimici,energia e petrolio).
Una stagione contrattuale complessa che – non ci stancheremo mai
di ripeterlo – è l’opposto di quel che servirebbe nella crisi e a milioni
di lavoratori,soprattutto perché la spia rossa dell’allarme occupazione
non accenna a spegnersi.
Infine,oltre a ringraziare Francesco Carta e Valentino Vargas per
i servizi fotografici dall’assemblea di Chianciano,ricordiamo ai lettori
che,per saperne di più sui contratti,possono consultare il sito web:
www.filcemcgil.it.
C. Ca.
commerciali, e più complessivamente
attiene ai sistemi di “servizio-sostegnoincentivazione” alle imprese.
Se, come auspico, questa strada si
affermerà, ma siamo ancora lontani,
corriamo il rischio che aziende
“spregiudicate” ci dicano che hanno
bisogno di gente nuova e scarichino le
competenze e le professionalità
costruite in anni di lavoro. Noi non lo
permetteremo. Ma c’è di più: potremo
sconfiggere queste politiche
irresponsabili se assumiamo noi – in
modo più deciso e concreto, non
occasionale – il tema della
riqualificazione e della formazione,
così come abbiamo fatto nelle
piattaforme presentate.
D. Passiamo ad altro: la Cgil
e la Filcem hanno sempre insistito (e
insistono) sulla detassazione dei salari
e delle pensioni. Per realizzare ciò, un
imprenditore del calibro di Carlo De
Benedetti propone una tassa sui
patrimoni, magari intervenendo più
efficacemente – aggiungo io – su quel
10% delle famiglie che detiene il 45%
della ricchezza. Sarebbe sufficiente a
finanziare la detassazione?
Morselli Non ci stancheremo di
insistere sulla riduzione delle tasse sui
salari. Il reddito da lavoro dipendente
è l’unico che viene continuamente
eroso dal fisco. È insopportabile! La
tassa sui patrimoni – è bene ricordarlo
– sta nelle proposte della Cgil, ma
anche di Cisl e Uil, ed è ora di farla, sia
pur con l’attenzione a non commettere
gli errori del passato: l’Ici
generalizzata, infatti, è diventato
l’argomento per superare proprio la
“patrimoniale” per i ricchi.
La patrimoniale (non solo immobili,
anche patrimoni finanziari) è una
misura fiscale equa presente nel
mondo occidentale, manca solo in
Italia. Ed è da lì – se no da dove? –
che bisogna passare per finanziare
la ripresa e la riduzione delle tasse per
il lavoro e le pensioni.
• SEGUE A PAGINA 16
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LA PIATTAFORMA FILCEM-CGIL PER IL RINNOVO DE
settore chimico-f
IL COMMENTO
Al centro la contrattazione di secondo livello
P
er il sindacato uno dei momenti più
significativi di un rinnovo contrattuale è,
senz’altro, quello di dare voce a migliaia
di lavoratrici e lavoratori, aiutarli a definire diritti
e doveri, innovarne le tutele e le condizioni di
lavoro anche grazie a quelle buone relazioni
industriali, all’unità sindacale, che da sempre
fanno parte del “dna” dell’organizzazione
sindacale dei chimici. Ma oggi un interrogativo è
d’obbligo: come si prospetta la “nuova stagione”
dei rinnovi con l’accordo sulla riforma del
modello contrattuale che la Cgil, giustamente, non
ha sottoscritto? Un percorso accidentato che,
come chimici, non abbiamo mai affrontato almeno
negli ultimi anni. Da quell’accordo, infatti,
scaturiscono inevitabilmente piattaforme
contrattuali separate che, di fatto, hanno già
disconosciuto le stesse regole che Filcem,
Femca, Uilcem avevano convenuto, nel febbraio
2008, proprio sulla validazione dei rinnovi;
e già questo sarebbe sufficiente per creare un
“vulnus” nel rapporto tra organizzazioni e
tra queste e i lavoratori. Ciononostante
la Filcem, non avendo potuto convenire su una
piattaforma unitaria per l’indisponibilità di Femca
e Uilcem ha ritenuto di procedere con
l’elaborazione di una propria ipotesi di
piattaforma, predisposta a luglio.
I contenuti sono stati sottoposti, in coerenza con
le regole unitarie prima richiamate, alla
consultazione nei luoghi di lavoro, e la
piattaforma è stata formalmente definita –
con l’inserimento degli emendamenti condivisi –
il 15 settembre a Chianciano nell’Assemblea
nazionale delle delegate e dei delegati.
Una piattaforma di organizzazione, quindi,
ma che – per decisione del gruppo dirigente della
Filcem e della stessa Assemblea nazionale – non
rinuncia a perseguire l’obiettivo del rinnovo
unitario del contratto nazionale, in coerenza con i
contenuti di quella che era la proposta iniziale
con cui Cgil, Cisl, Uil, non più tardi di un anno
fa, affrontarono insieme il confronto con
Confindustria per la revisione delle regole. Le
proposte della Filcem si basano dunque su tre
punti fondamentali:
1. miglioramento delle condizioni di reddito dei
lavoratori;
2. miglioramento della sicurezza e della qualità
del lavoro attraverso una maggiore
competitività e produttività delle imprese;
3. riconoscimento del rinnovo del contratto
nazionale basato sui tre anni ed estensione del
2° livello di contrattazione.
L’obiettivo resta la consapevolezza che anche la
migliore applicazione dei due livelli di
contrattazione, in particolare per la tutela dei
redditi, ha bisogno di garanzie più adeguate di
quelle che il governo ha adottato sul sistema dei
PREMESSA
Lo scenario generale nel quale si rinnoverà il prossimo ccnl è
molto complesso.
La contrattazione collettiva nazionale non potrà ignorare
la più grave crisi economica e finanziaria globale che stiamo
attraversando. Il compito che si propone la Filcem Cgil
è quello di collocare un forte protagonismo sindacale per
rilanciare con decisione i comparti produttivi da noi
rappresentati.
La portata devastante della crisi, generata dal forte impatto
prodotto dallo shock finanziario, ha comportato una
significativa riduzione dell’economia reale, in particolare di
quella industriale. Questo dato impone a tutti noi l’impegno a
contrastare la tendenza del dominio della finanza sul resto
dell’economia, in modo che possa essere l’organizzazione
della produzione, e del lavoro, a riprendersi il controllo del
mercato e dei capitali.
Il continuo richiamo, nelle politiche di settore, al
rafforzamento di normative omogenee nell’ambito dell’Unione
Europea, impone un indispensabile coordinamento di politica
economica e sindacale, capace di rilanciare il ruolo del
settore in Europa. In particolare va rafforzato il ruolo dei
Comitati aziendali europei (Cae), soprattutto in questa
fase di grave crisi congiunturale in cui sono sempre più
numerose le situazioni di pesanti ristrutturazioni nelle aziende
multinazionali.
In questa situazione di criticità, per la Filcem Cgil, il rinnovo
del ccnl assume particolare importanza. La qualità delle
politiche contrattuali va ancora orientata al rafforzamento del
ruolo del sindacato, a partire dagli “Osservatori”, sede di
conoscenza, di partecipazione e di assunzione di
responsabilità, che debbono essere ulteriormente sviluppate.
Nella gestione del vigente ccnl, con l’obiettivo di rispondere a
tali propositi, proprio in questa fase va rilanciato il confronto
sull’orario di lavoro, qualificando una maggiore applicazione
degli strumenti di flessibilità (calendari annui; conto ore;
contratti di solidarietà) a tutela dell’occupazione. Un altro
tema di particolare importanza è costituito dall’istituzione dei
tavoli per il settore chimico e per quello farmaceutico,
presso il ministero dello Sviluppo Economico, come
declinazione del rapporto “duale” tra i protagonisti del ccnl.
I risultati finora raggiunti sono apprezzabili, anche se non
risolutivi delle notevoli problematiche ancora aperte, ma
necessitano di un’azione più determinata, includendo, in
particolare, il tema della ricerca, fondamentale per lo
sviluppo dei settori interessati.
In questo contesto di tensione economica e sociale va
salvaguardata la qualità del rapporto tra politiche contrattuali
e politiche sociali, che abbiamo definito welfare chimico,
guardando con particolare attenzione alla qualità della spesa
pubblica, per affrontare i temi del sistema complementare sia
della previdenza sia della sanità che della formazione, per i
riflessi che ricadono sulla qualità della vita e sui diritti del
lavoratore e del cittadino.
In questo senso il rilevante risultato ottenuto con la crescita
delle adesioni a “Faschim” è la dimostrazione di come un
sistema di corrette relazioni, realizza un importante obiettivo
che concorre ad integrare l’intervento dello Stato con il
sistema della contrattazione a favore del lavoratore.
Il rafforzamento di questo sistema di relazioni industriali deve
guardare verso forme sempre più avanzate e, per questo
2
prezzi e delle tariffe, e della modifica del sistema
fiscale sempre più iniquo soprattutto sulle
retribuzioni e le pensioni.
Per quanto attiene all’estensione del 2° livello non
può essere l’“attuale prassi” la bussola di
riferimento. Niente ha impedito che ciò non sia
già avvenuto, a dimostrazione che non basta
scriverlo! Per questa ragione, nel capitolo delle
relazioni industriali, si introduce una proposta
(che arriva fino alla istituzione dei Consigli di
sorveglianza) apparentemente provocatoria ma
che, invece, riteniamo utile per dare impulso al
concetto di “partecipazione”. Pur essendo un tema
che abbiamo già praticato, e anche sviluppato
nel tempo, ci sono troppi segnali di riduzione di
questa pratica negoziale, limitando troppo spesso
l’attenzione al solo aspetto salariale. Rafforzare i
concetti di innovazione e competitività, invece,
significa aprire sempre più verso i luoghi di
lavoro, alle rappresentanze di lavoratrici e
lavoratori, in modo tale da esercitare un ruolo che
valorizzi il loro punto di vista proprio in una
fase di ricerca di nuove forme di modelli
organizzativi coerenti con l’innovazione avvenuta
nei processi produttivi.
Certo, occorre coerenza e rigore da ambo le parti,
nella consapevolezza che ogni rinnovo
rappresenta sicuramente il miglioramento delle
condizioni del lavoro ma che queste sono meglio
garantite se è la qualità complessiva dell’impresa
che ne trae vantaggio. •
motivo, riteniamo utile confrontarsi su
nuove forme di partecipazione che
garantirebbero meglio il governo dei
processi industriali, la gestione delle
prestazioni, l’organizzazione del
lavoro, la valorizzazione delle risorse
umane, la formazione, le azioni
positive per le pari opportunità, il
miglioramento della sicurezza, salute e
ambiente, l’occupazione e il
mantenimento del potere d’acquisto
delle retribuzioni.
La Filcem Cgil, in coerenza con i
rapporti unitari fin qui praticati, si è
impegnata con Femca e Uilcem per la
predisposizione di piattaforme unitarie
Rsu e dei livelli territoriali. Per favorire questo
va prevista la programmazione periodica di
riunioni congiunte. Inoltre, il miglioramento e il
rispetto di tale ruolo è condizione indispensabile
per il rafforzamento e l’estensione della
contrattazione di secondo livello, strumento
complementare al ccnl per estendere la
redistribuzione salariale della produttività. A tal
fine si ritiene di estendere e qualificare la
contrattazione di 2° livello, riconfermando il
ruolo prescrittivo del ccnl, modificando la soglia
dimensionale delle imprese per la diffusione del
premio di partecipazione, unitamente alla
definizione di linee guida e criteri di riferimento
utili alla discussione in sede decentrata tra
direzione e Rsu.
per il rinnovo del ccnl in scadenza al
31.12.2009. L’accordo separato sulle
regole per i rinnovi contrattuali,
raggiunto tra Cisl e Uil con
Confindustria, ha reso impraticabile
tale obiettivo. Conseguentemente,
nostro malgrado, abbiamo proceduto
alla predisposizione di piattaforme di
singola organizzazione, senza
rinunciare a perseguire l’obiettivo dei
rinnovi unitari del ccnl.
Inoltre si richiede che l’indennità sostitutiva
prevista in assenza della contrattazione di 2°
livello sia riconosciuta non più in assenza del
premio di produzione, bensì qualora non si sia
mai contrattato il premio
di partecipazione.
Tale modello, che oggi garantisce un buon
livello di bilateralità, va rafforzato introducendo
nuove forme di partecipazione.
Al fine di favorire una più innovata democrazia
economica viene avanzata la proposta di un
sistema “duale” di governance dell’impresa, fino
a comprendere l’istituzione dei “Consigli di
sorveglianza” con all’interno anche i
rappresentanti eletti dai lavoratori con compiti
di indirizzo e di proposta.
© F. CARTA
Salvatore Corveddu
Segretario nazionale Filcem
RELAZIONI INDUSTRIALI
La Filcem Cgil, nel riconfermare il
modello attuale, ritiene che va
ulteriormente valorizzato il ruolo delle
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VO DEL CONTRATTO NAZIONALE
1° GENNAIO 2010 – 31 DICEMBRE 2012
o-farmaceutico e affini
SICUREZZA, SALUTE, AMBIENTE
I risultati raggiunti e le difficoltà ancora presenti
indicano che il “punto di svolta” si colloca nella
crescita complessiva di tutti i lavoratori che
operano nell’impresa.
È indispensabile superare la “delega” alle figure
previste dalla legislazione, affinché siano tutte le
componenti dell’azienda che pongano la
sicurezza come elemento connesso ed integrato
all’attività produttiva.
Obiettivi generali:
• ricercare il perseguimento dello sviluppo
sostenibile e una maggiore promozione dei
sistemi di gestione;
• sviluppare la centralità della
persona/lavoratore con un maggiore
coinvolgimento del singolo e delle
organizzazioni sindacali;
• promozione, sviluppo e realizzazione di
attività formative congiunte;
• valorizzazione del ruolo del ccnl come
strumento d’indirizzo e supporto
nell’applicazione delle norme di legge, con
una più ampia diffusione delle linee guida Ssa
e del ruolo dei Rlssa, in un ambito di modalità
partecipative.
Tali avanzamenti favoriscono la realizzazione
dei sistemi di gestione di salute, sicurezza e
ambiente in modo integrato, favorendo il legame
tra imprese, lavoratori e comunità locali sia nella
comunicazione sia nella gestione dei rischi.
Per migliorare questo rapporto la Filcem Cgil
richiede l’incontro, perlomeno annuale, a livello
aziendale o territoriale, tra tutte le figure in
azienda (direzione aziendale, Rsu/Rlssa, Rspp,
medico competente) e i servizi sanitari del
territorio (Asl, Arpa ecc.)
A tal fine si richiede che per l’attività che ne
consegue, in particolare per la partecipazione a
Conferenze dei servizi sulle bonifiche, siano
previsti permessi aggiuntivi per Rsu/Rlssa.
Anche in questo ambito si richiede l’istituzione
del libretto formativo sia per i lavoratori sia per
gli Rlssa. Per questi ultimi si richiede un
aumento delle ore di attività formativa, e che
questa avvenga tempestivamente per i nuovi
rappresentanti.
Inoltre, in relazione all’emanazione del decreto
106/09 del mese di agosto ultimo scorso,
che ha modificato negativamente alcune parti
del Testo unico sulla sicurezza nel lavoro,
la Filcem Cgil richiede che:
1) la consegna del documento di valutazione dei
rischi possa prevedere anche la consultazione
mediante strumenti informatici, ma che tale
opzione sia solo aggiuntiva e non escluda la
consegna del materiale cartaceo;
2) solo per funzioni organizzative
particolarmente sensibili in materia
di sicurezza, possono essere svolte
visite pre-assuntive; tale scelta deve
essere motivata e oggetto di
consultazione con le Rsu/Rlssa.
APPALTI
Il sistema degli appalti necessità di
interventi utili a modificare un
approccio che mette in evidenza, in
modo crescente, lo squilibrio tra
l’attenzione ai costi a danno della
sicurezza.
In alcuni segmenti, in particolare nei
grandi gruppi, si pone con forza
l’esigenza del rafforzamento dei
controlli, soprattutto sulle procedure
della sicurezza, agendo fin dalla
formulazione dei capitolati di appalto,
nella direzione del superamento della
logica del massimo ribasso fino a
comprendere la “rescissione del
contratto” in caso di evidenti e gravi
inadempienze.
Il rafforzamento del controllo
va concepito come metodo di interesse
collettivo: a tal fine va garantita
una maggiore agibilità in azienda
alle Rsu/Rlssa.
Nei casi di realtà produttive che
comprendono attività plurime e
diversificate, all’interno di un’unica
realtà industriale, va esercitata una
contrattazione di sito.
CLASSIFICAZIONI
L’accordo raggiunto nel precedente
biennio contrattuale offre una risposta
utile a salvaguardare l’impianto
complessivo e, contemporaneamente, a
cogliere le modificazioni organizzative
intervenute nei sistemi produttivi.
Il sistema sperimentale delle piccole
e medie imprese (Pmi), in coerenza
con l’accordo, va sottoposto a verifica.
La sede dell’Osservatorio contrattuale
deve monitorare la rispondenza
dell’applicazione per favorire,
attraverso un’attività continua,
le azioni utili alla valorizzazione
delle professionalità, responsabilità,
salario professionale e percorribilità
della scala.
Si ritiene necessario intervenire per
inquadrare nella cat. B i responsabili
in turno degli impianti complessi.
Informatori scientifici
del farmaco (Isf)
La revisione delle classificazioni ha
toccato solo marginalmente questa
figura. L’attuale fase di
riorganizzazione del settore
farmaceutico si sta caratterizzando per
aver indotto modifiche al ruolo
dell’informazione scientifica e,
conseguentemente, al ruolo degli Isf.
Il rinnovo del ccnl, quindi, dovrà
essere occasione per una riflessione
più ampia sul tema, che sia in grado
di valorizzare la professionalità degli
stessi Isf, anche attraverso la
realizzazione di specifici processi
formativi e ridefinisca ruoli,
competenze e responsabilità, in modo
da accogliere le evoluzioni
organizzative del settore farmaceutico.
In tal modo si dovrà prevenire il
continuo verificarsi di differenziazioni
e incoerenze tra profili del ccnl,
norme di legge e reali mansioni del
lavoratore.
Quadri
Oltre al perseguimento continuo di un
miglioramento qualitativo
dell’informazione sulle scelte
strategiche dell’impresa, si richiede un
aumento dell’indennità di funzione.
Inoltre, si richiede, a integrazione del
comma 6 dell’art. 28 del ccnl che la
funzione negoziale che vede coinvolti
direttamente i quadri nella Rsu vada
estesa anche nell’ambito di questioni e
problematiche che riguardino
individualmente il quadro.
A titolo esemplificativo indichiamo:
• Trasferimenti e trattamento
economico corrispondente.
Valutazione congiunta dell’effettiva
esistenza di “comprovate ragioni
tecniche, organizzative e produttive”.
Ricerca di modalità alternative al
trasferimento per far fronte alle
esigenze di cui sopra (comandi, trasferte, telelavoro);
• Lavoro a tempo parziale (part time) “home office” ovvero
la possibilità di poter svolgere, per periodi di tempo limitati,
le proprie attività da casa mediante l’utilizzo di un
semplice accesso internet;
• Congruenza delle caratteristiche dell’attività effettivamente
svolta, specialmente per quanto attiene alle responsabilità
funzionali, giuridiche e all’inquadramento.
Si richiede inoltre, a integrazione del comma 7 dell’art. 28 del
ccnl, che al dipendente venga altresì riconosciuto il diritto di
avvalersi di almeno un legale di sua fiducia, non compreso
nell’elenco dei professionisti proposto dall’azienda.
PREVIDENZA E ASSISTENZA
COMPLEMENTARE
Pur nella positività degli obiettivi fin qui raggiunti,
si ritiene necessario apportare ulteriori correttivi
che favoriscano un ulteriore accrescimento dell’interesse
dei lavoratori per incrementare il numero degli iscritti.
© F. CARTA
FORMAZIONE
Si conferma la positiva esperienza sulla
formazione congiunta, ma occorre andare avanti
e favorire un processo culturale più
partecipativo, con un reale coinvolgimento di
tutti i soggetti contraenti, nel rispetto dei
reciproci ruoli.
L’Osservatorio bilaterale contrattuale (Obc),
riconfermando il ruolo di indirizzo
e di analisi dei fabbisogni formativi, deve
svolgere un’azione più incisiva di progettazione
settoriale a livello nazionale e agevolare la
diffusione di progetti di formazione nel
territorio e nelle aziende, anche attraverso la
predisposizione di percorsi formativi congiunti
per i referenti aziendali. Per implementare le
competenze informative all’interno delle Rsu è
opportuno definire
un piano specifico che rafforzi la conoscenza
del sistema e le procedure di gestione dei
progetti a livello aziendale.
La formazione e la riqualificazione, in
particolare per i lavoratori in cassa integrazione
o in mobilità, è obiettivo prioritario nel
momento attuale, e per questo motivo la Filcem
Cgil richiede che l’Obc sia protagonista nel
proporre e raccordare le misure legislative
esistenti o in corso di attuazione.
L’attivazione di un tale percorso è utile per
definire un progetto formativo straordinario, che
punti a favorire le innovazioni produttive. In
questo modo il settore potrà impedire la
dispersione del suo patrimonio intellettuale e
professionale e favorire un’uscita positiva
dalla pesante fase congiunturale.
Un utile strumento per la registrazione di tutte
le azioni formative (formazione d’ingresso;
addestramento; formazione continua;
formazione congiunta ecc.) potrebbe essere il
“libretto formativo del lavoratore”.
Tale formazione darà diritto a un
credito individuale, di valore pari alla
formazione a cui lo stesso avrà partecipato.
Questo credito potrà essere utilizzato
sia per una eventuale progressione interna,
sia come ulteriore elemento per un’occupazione
in altra azienda.
Il notevole numero di iscritti a Fonchim necessita di un
approccio più attento nella verifica della platea dei lavoratori
non iscritti, in particolare nelle piccole e medie imprese.
Si richiede l’aumento del contributo aziendale per la
previdenza complementare da 1,20% a 1,50%, fatte salve le
condizioni aziendali di miglior favore.
MERCATO DEL LAVORO E OCCUPAZIONE
Nell’attuale situazione di grave crisi, al fine di difendere
l’occupazione e tutelare le conoscenze professionali dei
lavoratori, si richiede il blocco dei licenziamenti
per un anno per tutte le tipologie di lavoro, assumendo
l’impegno delle parti al ricorso al sistema complessivo
di ammortizzatori sociali e all’attuazione di scelte alternative
al licenziamento.
Le profonde innovazioni produttive, tecnologiche,
organizzative e di mercato che in questi anni hanno
attraversato i nostri settori ne hanno trasformato e
profondamente modificato il mercato del lavoro.
Determinando sostanziali cambiamenti sia sulla qualità e che
sulla quantità dell’occupazione. I recenti provvedimenti del
governo impongono la necessità di una rivisitazione
complessiva delle norme previste nel ccnl, con l’obiettivo di
aumentare i livelli di consolidamento dell’occupazione a
tempo indeterminato, assumendo e migliorando la durata
massima già prevista dalle attuali normative di legge, in
particolare per i contratti a tempo determinato e a
somministrazione.
Inoltre, per i contratti a tempo determinato e di
somministrazione previsti all’articolo 3, ai punti C) e D), che
applicano entrambi la percentuale massima di assunzione
della tipologia al 18% sulla media annua dei lavoratori assunti
con contratto a tempo indeterminato, si richiede che tale
percentuale non sia utilizzata per concentrare i lavoratori in
singoli reparti e/o divisioni.
Inoltre si richiede l’inserimento nel mondo del lavoro dei
giovani, utilizzando nuove forme contrattuali che permettano
di realizzare sia percorsi formativi certificati che la
stabilizzazione dei rapporti di lavoro.
Pertanto, la Filcem Cgil richiede di definire una nuova
tipologia di assunzione (contratto di inserimento e stabilità)
che sia sostitutiva di altre forme di occupazione.
Per i contratti di collaborazione continua e a progetto,
la Filcem Cgil richiede venga definita un’apposita normativa
sui livelli minimi salariali, assicurativi e sanitari,
in analogia con il ccnl.
In questo quadro, nel quale il mercato del lavoro presenta
una continua espansione dei servizi alle imprese, si stanno
creando nei nostri settori degli spin-off di alte
professionalità, che richiedono una risposta contrattuale.
Si richiede venga aperta una discussione sulla opportunità
di regolamentare questa tematica nell’ambito del ccnl
con una parte specifica a loro dedicata. In particolare per le
mono-committenze, sia per quelle alte professionalità
a lavoro dipendente che autonomo, o comunque per tutti quei
lavori che stanno in un sistema di filiera o di rete
con le imprese. Gli interventi devono essere mirati in
particolare a campi della formazione, tutele sociali,
sanitaria, assicurativa e salariale. Al fine di raggiungere questo
obiettivo, richiediamo che a partire da questo rinnovo
contrattuale sia realizzata una specifica sezione in sede di
• SEGUE
Osservatorio nazionale.
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CHIMICI /1. MERCATO DEL LAVORO E FORMAZIONE
DIRITTI
Inoltre, a difesa e consolidamento dei
diritti collettivi e individuali delle
lavoratrici e dei lavoratori si richiede:
• che venga data informazione
preventiva, per assenze in caso di
malattia, con almeno un mese di
anticipo della scadenza del periodo
di comporto, allargando il periodo di
comporto stesso per i lavoratori
affetti da malattie che debbano
sottoporsi a terapie salvavita;
• agevolazioni per la conciliazione dei
tempi di vita e di lavoro per le
lavoratrici e lavoratori: part time,
flessibilità, congedi per la
formazione, asili nido anche
aziendali verificando le opportune
integrazioni con le istituzioni
pubbliche locali, rendendo esigibile
l’art. 9 legge 53/2000. Nel
riaffermare l’importanza della legge
8 marzo 2000 n. 53 e il dlgs 26
marzo 2001 n. 151 sulla maternità e
paternità, si richiede un giorno di
permesso retribuito per il lavoratore
padre per la nascita del figlio;
• la definizione di una percentuale per
l’utilizzo del lavoro part time. A
livello aziendale le parti
verificheranno i motivi reali di
eventuale impedimento di
accoglimento delle richieste di
ricorso al lavoro part time;
• vanno riconsiderati i periodi non
continuativi prestati dai lavoratori ai
fini dell’anzianità di servizio per la
maturazione del diritto delle ferie e
degli scatti di anzianità;
• l’anticipo del trattamento di fine
rapporto (tfr) per periodi di
assistenza agli anziani e portatori di
handicap, congedi parentali, malattie
lunghe e gravi;
• a integrazione del comma 3 dell’art.
41 del ccnl si richiede un
trattamento di assistenza, a
integrazione di quello di legge,
fino al raggiungimento del 100%
della retribuzione per tutto il
periodo di assenza anticipata e
obbligatoria per maternità;
• a integrazione di quanto previsto
dall’art. 8, lettera H) del ccnl, si
richiede che agli effetti legali venga
riconosciuto lavoratore notturno
colui che con riferimento al suo
orario complessivo annuale svolga in
modo regolare la propria prestazione
lavorativa per un numero di giorni,
in orario notturno inferiore agli
attuali dispositivi di legge;
• inoltre, ritenendo restrittiva la norma
contenuta nell’art. 40 del ccnl, in
merito alla concessione di periodi di
aspettativa per malattie non
professionali o infortuni non sul
lavoro, si richiede che l’assenza dal
lavoro di almeno 8 mesi non venga
riferita alla maturazione di tale
periodo negli ultimi 12 mesi.
SALARIO
Per la Filcem Cgil la richiesta di
aumento salariale, mantenendo la
parametrazione del vigente ccnl, deve
garantire la tutela e la salvaguardia
effettiva delle retribuzioni.
Si richiede un aumento salariale
medio, riferito al parametro 147 (D1),
valido per il triennio 2010-2012, pari a
172 euro e, in considerazione delle
incertezze sull’andamento
dell’inflazione negli scenari futuri, allo
scadere del biennio, si chiede una
verifica dell’andamento dell’inflazione
reale rispetto all’aumento convenuto
della retribuzione del settore,
finalizzata al contestuale recupero
degli eventuali scostamenti negativi.
Inoltre, si ritiene necessario, in
considerazione delle differenziazioni
settoriali già presenti nel ccnl,
di valutare possibili, ulteriori
differenziazioni economiche.
Infine, nell’art. 16 del ccnl, nelle
specificità settoriali per il settore
fibre, si chiede di abrogare tutto il
secondo capoverso relativo alla
corresponsione dell’indennità di
posizione organizzativa.
(approvata,con 5 astensioni,
dall’Assemblea nazionale dei quadri e
delegati Filcem Cgil - Chianciano Terme,
15 settembre 2009)
4
Tre proposte innovative
per difendere l’occupazione
Piero Dechicu
D.to chimico-farmaceutico
Filcem nazionale
I
l rinnovo del contratto
nazionale chimicofarmaceutico si
presenta come una
operazione complessa a
fronte del fatto che il
confronto con le parti
datoriali sarà su
piattaforme separate.
Questo dato rischierà di
“marginalizzare” nella
contrattazione importanti
argomenti quali il mercato
del lavoro e la formazione
continua. Il rinnovo che ci
accingiamo ad affrontare
sta dentro uno scenario
caratterizzato da una
negativa influenza della
economia finanziaria
globale, che manifesterà
nei mesi autunnali i suoi
effetti più devastanti
proprio sull’occupazione,
con il rischio di mettere in
discussione nel nostro
settore migliaia di posti di
lavoro. E se il peggio,
dal punto di vista
congiunturale, pare essere
superato, gli effetti
sull’occupazione sono
ancora tutti da scontare.
La drammaticità della crisi
nel settore si riassume
tutta in questo dato:
oltre 58.000 lavoratori nei
mesi pre-estivi sono stati
coinvolti in processi che
hanno visto l’utilizzo
di ammortizzatori sociali,
con picchi impensabili
fino ad ora.
Il ricorso alla cassa
integrazione straordinaria è
in aumento a causa della
scadenza dei tempi per
l’utilizzo di quella ordinaria
(52 settimane): questo dato
– unito alla conferma della
scomparsa sia dei
lavoratori con contratto a
termine, di quelli a
collaborazione e degli
occupati autonomi –
completa il quadro da
“allarme rosso”. Né a
sostenere l’occupazione
basteranno gli interventi
messi in campo dal
governo. In questa fase il
sindacato ha lavorato
soprattutto sull’obiettivo di
mantenere i lavoratori nei
posto di lavoro al fine di
non disperdere le
competenze professionali e
favorirne il rapido rientro
nel mercato del lavoro con
percorsi formativi.
La Filcem Cgil, nella
definizione della
piattaforma e in coerenza
con le decisioni della
Conferenza di programma
Cgil, ha deciso di rendere
centrali i temi del mercato
del lavoro e della
formazione, avanzando tre
proposte di merito
innovative, con l’obiettivo
di difendere e consolidare
l’occupazione a tempo
indeterminato e rendere
fruibile a tutti l’accesso
agli ammortizzatori sociali,
a un’adeguata copertura
salariale, sanitaria e
assicurativa.
La prima proposta vuole
favorire l’occupazione
giovanile, con la richiesta
di definire una nuova
forma di assunzione –
contratto di inserimento
e stabilità – che sia
© PH.AGRPRESS
• SEGUE PIATTAFORMA
CHIMICI-FARMACEUTICI
CHIMICI /2. LA SANITÀ INTEGRATIVA
“Faschim”da intuizione
a concreta realtà
Marco Falcinelli
D.to chimico-farmaceutico
Filcem nazionale
“F
aschim”, il
fondo
integrativo
sanitario per il settore
chimico-farmaceutico, nasce
con il rinnovo del contratto
del 2002 e diventa
operativo nel gennaio del
2004. Il fondo rientra nella
forma giuridica
dell’Associazione non
riconosciuta, prevista
dagli artt. 36 e seguenti del
codice civile.
L’esigenza della sua
costituzione? Due i motivi
in particolare. Il primo, la
sussidiarietà al servizio
sanitario pubblico; il
secondo, mettere a
disposizione degli aderenti
una modalità di recupero
delle risorse spese per
prestazioni di sanità privata
(eloquente il dato del
Censis, una famiglia media
italiana spende oltre
1.500 euro l’anno solo
per prestazioni ordinarie).
Creando così anche un
argine al sistema delle
polizze assicurative
individuali, sempre più
mercantili e sempre meno
propense a coprire il
bisogno sanitario. Infatti,
dopo aver preso atto della
realtà (insufficiente, è dir
poco) di una domanda di
prestazioni sanitarie che
non può essere interamente
soddisfatta dal bilancio
dello Stato, i sindacati si
sono chiesti come fosse
possibile aiutare i lavoratori
proprio sul versante della
sussidiarietà solidale e
hanno intravisto nella
strada dei fondi nazionali
contrattuali di assistenza
sanitaria la possibilità di
rappresentare una risposta
efficace, ferma restando
ovviamente “la centralità e
l’opportunità della fruizione
– come da art. 2 dello
statuto – delle prestazioni
erogate dal Servizio
sanitario pubblico”.
Attualmente “Faschim”
associa 115.600 aderenti.
Un risultato straordinario
ottenuto grazie a una
positiva gestione del fondo
e al susseguirsi di politiche
contrattuali esercitate,
all’atto dei rinnovi, che
hanno consentito
incentivazioni all’adesione e
continui miglioramenti delle
prestazioni del fondo: infatti
nell’ultimo rinnovo del
biennio economico
contrattuale (dicembre
2007) il costo dell’adesione
di tutti gli addetti nel
settore è stato posto, per
un anno, totalmente a
carico delle imprese.
Nell’attuale contesto, dove il
valore della contrattazione
nazionale viene
sistematicamente messo in
discussione, il contratto
nazionale si dimostra,
ancora una volta, come
uno strumento solidaristico
in grado di dare risposte
non solo ai problemi legati
alle prestazioni dei
lavoratori ma anche alle
loro esigenze sociali.
Obiettivo dell’imminente
rinnovo contrattuale,
nonostante le difficoltà
legate alla situazione
politico-sindacale, sarà
quello di ridurre
sostitutiva di quelle
precarie attualmente in
vigore (contratti a termine,
tirocinio, stage di
orientamento).
La seconda si riferisce ai
lavoratori con contratto di
collaborazione
continuativa per i quali
viene richiesta una
apposita normativa
contrattuale che garantisca
i livelli minimi salariali,
sanitari e assicurativi.
La terza è rivolta a
contrattualizzare
lavoratori autonomi con
alte professionalità: si
tratta di normare figure
che, pur in costanza di
rapporto professionale con
l’azienda, spesso in
rapporto di monocommittenza, non avendo
un rapporto di dipendenza,
non sono coperti dalle
tutele sociali, assistenziali e
sanitarie previste invece
per i dipendenti.
Sul capitolo infine della
formazione continua, la
piattaforma si completa
confermando la strategicità
dello strumento
contrattuale e avanza la
richiesta di un piano
nazionale straordinario
dell’Obc, l’organismo
bilaterale contrattuale, che
favorisca la diffusione più
larga possibile nei territori
e nelle aziende di questo
sostegno a disposizione di
tutti i lavoratori. Una
formazione insomma
utilizzata per mantenere,
accrescere o riconvertire le
competenze di tutti, ma
soprattutto per quelli
maggiormente esposti al
rischio di espulsione dal
mercato del lavoro. •
ulteriormente il costo di
adesione per i lavoratori
(dei 24 euro mensili attuali,
18 sono a carico
dell’impresa e 6 del
lavoratore). Ciò potrebbe
consentire, attraverso
ulteriori migliorie nel
campo delle prestazioni del
fondo, una più ampia
adesione dei lavoratori e
una maggiore competitività
del fondo nei confronti,
ad esempio, di quelli
numerosi “aziendali”
di assistenza sanitaria ai
quali aderiscono, ancora
ad oggi, circa 40.000
lavoratori del settore.
In definitiva, se anche nel
nostro paese ci si convince
che il problema della
scarsità di risorse in sanità
e della loro collocazione
ottimale deve essere
considerato prioritario, i
fondi sono uno strumento
che può consentire al Ssn
di crescere e migliorare la
qualità dei servizi forniti.
In quest’ottica il dibattito
sui fondi, anche in “casa
nostra”, dovrebbe uscire
sia da rigidità e
schematismi ideologici che
li demonizzano, sia da
enfatizzazioni che ne
esaltano le virtù
taumaturgiche, per
confrontarsi su basi
sperimentali e progetti
dettagliati, che consentano
di valutare, sul campo, il
contributo che essi possano
apportare a un sistema che
vorremmo sia sempre più
equo e solidale. •
FilcemContratti02.qxp
5-10-2009
11:18
Pagina 5
LE PIATTAFORME/1. FORTE ATTENZIONE ALLA FORMAZIONE DEI LAVORATORI
Prima di tutto
salute e sicurezza
I
n questa intensa e
particolarmente
complessa fase di
rinnovo contrattuale, il
tema della sicurezza,
come quello
dell’ambiente, assume
una rilevanza
significativa. Nelle
diverse piattaforme,
relativamente alle
condizioni e alla storia
contrattuale dello
specifico settore, il tema
è sviluppato con
importanti e innovativi
contenuti. Un aspetto
lo ritroviamo presente
in tutte le piattaforme
e caratterizza
l’attuale fase di rinnovo:
l’attenzione alla
formazione dei
lavoratori.
In particolare la
piattaforma del contratto
chimico-farmaceutico
individua un nuovo
traguardo da
raggiungere: la necessità
di coinvolgimento di
tutti i lavoratori,
superando quindi la
“delega”, per esempio al
Rlssa, che determina un
approccio limitativo al
tema. Quindi, per evitare
che si creino distanze
tra le figure delegate e
l’insieme dei lavoratori,
che potrebbero sentirsi
deresponsabilizzati,
bisogna far sì che tale
questione sia pervasiva
e riguardi tutti. Per
questo fine si centra il
fuoco dell’attenzione
sulla formazione dei
lavoratori, indicando
anche l’istituzione –
in anticipo sulla legge –
di un apposito libretto
formativo nel quale
registrare i percorsi di
ciascuno. Questo perché
un corretto
comportamento deriva
da una completa e
continua formazione.
Altro aspetto centrale
è lo sviluppo dei sistemi
di gestione e la
valorizzazione
delle “linee-guida”
Ssa congiuntamente
definite dalle parti
sociali e aggiornate
lo scorso anno.
Nella piattaforma
energia e petrolio, oltre
agli aspetti formativi
(e libretto formativo),
due sono i temi
principali individuati:
l’attenzione agli appalti
e al coordinamento tra
Rlsa. È difatti necessario
un rigoroso controllo
sulle imprese da parte
della committenza, in
quanto i dati
infortunistici sono
negativi in questo
segmento dell’attività
(appalti e subappalti). Si
dovrebbe ipotizzare un
sistema di esclusione
con sospensione dei
contratti per quelle
imprese nelle quali
si siano verificati
infortuni sul lavoro
mortali o gravi incidenti
con conseguenze sul
territorio.
L’estensione del concetto
di sicurezza alla tutela
dell’ambiente è uno dei
punti centrali della
piattaforma gas-acqua.
Ciò determina il
passaggio a Rlsa
(rappresentante dei
lavoratori per la
sicurezza e l’ambiente),
come già presente in
altri contratti della
nostra categoria.
Insieme a ciò viene
richiesta l’effettuazione
di una conferenza
delle Rlsa e dei Rspp,
organizzata
congiuntamente dalle
parti sociali. Si ritiene
necessario definire in
modo vincolante le
riunioni di settore,
per monitorare la
situazione e, a livello
aziendale, rafforzare
la gestione congiunta e
preventiva, sia per i
dipendenti dell’impresa
che per quelli delle
ditte dell’appalto,
chiamando il
committente ad
assumersi la
responsabilità della
qualificazione delle
aziende a cui vengono
assegnati gli appalti.
Il settore con indici
infortunistici peggiori,
tra tutti quelli della
categoria, è quello
della gomma-plastica.
Difatti abbiamo una
piattaforma molti ricca
di contenuti e di
richieste. Segnaliamo
di seguito quelle
principali oltre la
formazione. Si parte
dalla necessità di
definire livelli identici di
prevenzione per tutti i
lavoratori che operano
in azienda nelle diverse
tipologie contrattuali e
negli appalti.
© S. CAPRA/IMAGOECONOMICA
Domenico Marcucci
Salute e Sicurezza Filcem
nazionale
LE PIATTAFORME/2. INIZIA IL CONFRONTO
© D. BALDUCCI/AG.SINTESI
Richieste ambientali
eimpatto sul territorio
Roberta Rossi
Ambiente e territorio Filcem nazionale
G
li interventi per
qualificare i prodotti sui
mercati e realizzarli in
sicurezza, per ridurre gli impatti
ambientali sul territorio, per
innovare processi di lavorazione
e materiali si ritrovano tra
le richieste contrattuali
delle piattaforme varate a
Chianciano e costituiscono il
percorso della categoria sul
potenziamento dei diritti e della
strumentazione negoziale.
Nel chimico-farmaceutico
si sottolinea la necessità, anche
per l’ambiente, di superare
la delega al solo Rlsa –
pure figura rilevante –
interessando tutte le componenti
aziendali per porre la sicurezza,
attraverso azioni di prevenzione,
come elemento integrato
all’attività produttiva.
Rilevanti sono dunque
i sistemi di gestione sicurezza,
salute, ambiente e le
certificazioni da estendere
al complesso dei comparti.
Insieme a questi strumenti si
rimarca la comunicazione
sulla gestione dei rischi, verso le
popolazioni vicine, sul territorio,
per favorire il legame tra
chimica, cittadini e consumatori:
l’azione informativa dunque,
come segmento del sistema
di gestione e delle certificazioni
e non fatto occasionale di fronte
all’emergenza o al conflitto
ambientale.
Per questo si chiede un incontro
almeno annuale tra tutte le
figure presenti nell’azienda
e i servizi sanitari e ambientali
del territorio
(Asl e sistema delle agenzie
ambientali-Arpa).
Altro indicatore dell’interesse
al territorio è la richiesta di
permessi alle Rsu per
partecipare alle Conferenze
dei servizi sulle bonifiche, per
favorire anche ai lavoratori
l’attenzione alle fasi di
risanamento e riutilizzo
delle aree.
L’attenzione all’ambiente si
caratterizza inoltre con la
richiesta alle imprese di
sviluppare la ricerca, investire in
tecnologie avanzate, innovare i
processi e i prodotti la cui
qualità è strettamente collegata
alla compatibilità ambientale,
realizzare materiali ecologici e
adottare il risparmio energetico
per immetterli sul mercato.
Sono fattori di competitività
delle imprese che leggiamo nella
piattaforma gomma-plastica,
settore per il quale è necessario
definire l’Osservatorio salute
sicurezza ambiente per
elaborare, tra l’altro, linee-guida
per la prevenzione dei rischi,
politiche ambientali e rapporti
con i territori di insediamento.
Nel settore energia e petrolio
sottolineiamo che l’Osservatorio
nazionale bilaterale salute,
sicurezza, ambiente debba
essere rafforzato in strumento
più operativo verificandone i
risultati nella dimensione
aziendale, livello nel quale si
deve dare spazio alle tematiche
degli impatti ambientali delle
produzioni. Non a caso si chiede
un tavolo di monitoraggio per
Viene indicata, quindi,
la volontà di predisporre
“linee-guida” sui
principali temi della
prevenzione: la
valutazione dei rischi,
la consultazione del
Rlssa e lo svolgimento
della riunione periodica.
Il compito di stesura
delle linee guida
dovrà essere svolto da
un apposito
Osservatorio nazionale.
Si indica una serie di
diritti e agibilità del
Rlssa e la costituzione di
un’anagrafe nazionale di
questa figura. Una
particolare attenzione è
posta all’attività del
medico competente e
alla sorveglianza
sanitaria, come alla
verifica della
qualificazione del
medico stesso. Sul
rischio chimico si
richiede la sostituzione
delle sostanze
cancerogene o
l’introduzione di
lavorazioni a ciclo
chiuso, e un confronto
per la comune
definizione del rischio
chimico “basso per la
sicurezza e irrilevante
per la salute”, come
indicato nell’art. 224 del
testo unico della legge.
Nel caso di non idoneità
alla mansione bisogna
definire procedure
per la ricollocazione
in azienda del
lavoratore; infine
sviluppare approcci
ergonomici
per la prevenzione
dei rischi all’apparato
muscolo scheletrico. •
definire lo sviluppo della ricerca
verso energie alternative e
rinnovabili, coinvolgendo le
istituzioni competenti.
La qualità dei servizi è
evidenziata nella piattaforma
gas-acqua, dove si chiede che
nella Commissione bilaterale
nazionale, istituita con il
precedente contratto, vi sia
un’azione maggiore per
estendere le buone pratiche e
per arginare gli impatti
ambientali delle attività sul
territorio, anche attraverso
l’istituzione della Rlsa per
monitorare le situazioni di
sicurezza e per sviluppare la
formazione alla prevenzione.
E si richiede che Rlsa
ed Rspp si incontrino, almeno
una volta l’anno, in una
conferenza per approfondire
le diverse problematiche,
comprese quelle derivanti
dalle ubicazioni produttive
e dei servizi.
Inoltre si sottolinea come gli
impegni dell’Unione Europea
contenuti nel pacchetto “climaenergia” e la pressione delle
popolazioni siano motivi per il
miglioramento continuo della
sicurezza sul lavoro e per la
prevenzione, in aree produttive
dove si registrano livelli alti
di infortuni e incidenti.
Sul risparmio energetico, infine,
si chiede di concordare lineeguida sull’aumento
dell’efficienza energetica,
sullo sviluppo delle fonti
rinnovabili, sulla riduzione
complessiva delle emissioni
e sul sostegno all’innovazione,
elementi questi da sviluppare
poi a livello aziendale. •
5
FilcemContratti02.qxp
5-10-2009
11:18
Pagina 6
LA PIATTAFORMA FILCEM-CGIL PER IL RINNOVO DE
settore gomma-p
PREMESSA
Il contesto in cui si inserisce il prossimo rinnovo del
contratto gomma-plastica è profondamente cambiato rispetto
al precedente, sia in relazione allo scenario economicoproduttivo nazionale e internazionale, sia relativamente
all’urgenza di interventi, congiunturali e strutturali, in assenza
dei quali difficilmente saremo in grado di costruire
prospettive future per il settore.
Le carenze strutturali del sistema produttivo italiano hanno
determinato, negli anni che hanno preceduto la crisi, una
crescita più lenta che nel resto dei paesi europei occidentali.
A fronte di una marginale crescita del Pil si è tuttavia
verificata una crescita degli occupati tale da contribuire a
evidenziare un calo di produttività.
Il tema della produttività e della competitività è stato, e resta
uno dei più discussi nel paese, perennemente al centro del
confronto politico sindacale sia a livello nazionale che locale.
Quali siano i fattori che rendano le imprese italiane più
produttive e più competitive è patrimonio comune:
sviluppo della ricerca, investimenti in tecnologie avanzate,
innovazione del processo e del prodotto (la cui qualità si va
sempre più declinando con la compatibilità ambientale, il
risparmio energetico, la realizzazione di nuovi prodotti
ecologici), un modello di organizzazione del lavoro più
efficiente e funzionale, un salto dimensionale per le piccole e
medie imprese.
Sugli strumenti attraverso i quali raggiungere questo risultato
le difficoltà sono ancora tangibili, soprattutto per quello che
riguarda la capacità di investimento delle aziende, la loro
capacità di compiere un vero salto dimensionale e la
disponibilità a contrattare l’organizzazione del lavoro, quale
reale risorsa a valore aggiunto.
Sui già consolidati ritardi del nostro sistema produttivo è
intervenuta una crisi finanziaria e produttiva epocale della
quale ancora non misuriamo le conseguenze e che sta
determinando un vero e proprio ciclo deflattivo.
L’assenza di un’equa politica dei redditi nel paese, la crisi dei
consumi e il generale tasso di insicurezza finiscono
inevitabilmente con l’accrescere l’ impoverimento del potere
d’acquisto dei salari a fronte del quale è urgente intervenire.
Fatta eccezione per il comparto degli imballaggi alimentari
che risulta il meno investito dalla crisi e per le poche aziende
virtuose che hanno scelto di mettere in campo investimenti
(poche anche sulle dita di una mano), l’intero settore ha
scelto di gestire la crisi tagliando investimenti, flessibilizzando
la produzione, facendo un massiccio ricorso a mobilità e
cassa integrazione.
I tagli occupazionali intervenuti ci consegnano una realtà
composita, in forte squilibrio, con lavoratori a tempo
determinato che si sono trovati da un giorno all’altro fuori
dal mercato del lavoro senza alcuna protezione sociale, e
lavoratori soggetti a una forte riduzione salariale.
Il dopo-crisi che ci aspetta si presenta fortemente
compromesso, soprattutto per il settore dell’indotto auto
relativamente al quale rischiamo di assistere, contestualmente
al consolidarsi di Fiat, a una progressiva delocalizzazione
dell’intera produzione nazionale della gomma e della plastica
legata all’auto e che conta, da sola, circa il 60-70% degli
occupati del comparto.
Sarà necessario a tal proposito aprire per tempo, anche
in relazione con la Federazione Gomma Plastica, una
riflessione tesa a individuare interventi e strategie mirate
ad invertire la tendenza.
Due sono stati i fattori determinanti in questa crisi che hanno
pesantemente agito sul futuro delle aziende: assenza di
liquidità da una parte e flessibilità produttiva dall’altra.
La stessa dimensione delle aziende, anche se di grande
respiro, non è più sufficiente a garantirne il futuro qualora
manchi un solido capitale.
La flessibilità produttiva cui hanno cominciato a far ricorso
molte aziende fa sì che vengano consumate le scorte di
magazzino e si lavori molto con risposte immediate alle
commesse.
È evidente come in relazione a questa flessibilità (che non è
solo del lavoro ma produttiva), se non vogliamo creare un
modello occupazionale a fisarmonica, sia necessario ampliare
e non contrarre i luoghi della contrattazione.
Il rinnovo che ci accingiamo ad affrontare si presenta tutto in
salita non solo per le difficoltà in cui versa il settore ma
anche perché nel frattempo è intervenuto l’accordo separato
sul modello contrattuale non sottoscritto dalla nostra
organizzazione.
Tuttavia non abbiamo scelto noi di procedere con piattaforme
separate, avendo Femca e Uilcem singolarmente trasmesso
formale disdetta e avendo elaborato piattaforme rivendicative
di organizzazione.
Restiamo convinti che la soluzione unitaria dei negoziati sia
un risultato importante per tutte le lavoratrici e i lavoratori.
È per questo motivo che riteniamo doveroso procedere alla
definizione di una piattaforma che possa rappresentare una
sintesi dei nodi condivisi in precedenza con le altre
organizzazioni.
Il nostro punto di partenza non può che essere la piattaforma
unitaria Cgil, Cisl, Uil per quanto riguarda la durata temporale
dei contratti e il documento unitario della delegazione
trattante gomma-plastica sui demandi contrattuali per quanto
attiene ai contenuti della piattaforma rivendicativa.
Questo a riprova della nostra disponibilità a ricostruire, nel
corso del negoziato, condizioni e soluzioni unitarie in cui tutti
i lavoratori e le lavoratrici del settore possano riconoscersi
con soddisfazione.
Infine, riteniamo importante in questo rinnovo cogliere una
grande sfida, sia attraverso il rafforzamento del contratto
nazionale, regolamentando le materie sulle quali il confronto
non ha dato risposte convincenti nel corso del precedente
6
IL COMMENTO
Un contratto
che appartenga a tutti
A.M.
N
on è trascorso molto tempo
dall’ultimo rinnovo del contratto
quadriennale (5 maggio 2006)
che, tra le altre questioni, aveva
unitariamente convenuto di attivare un
lavoro per individuare soluzioni su alcuni
temi non risolti durante la fase di
conclusione del negoziato, e già siamo
pronti per la fase del prossimo rinnovo
che anziché essere solo economico (il
cosiddetto biennio) sarà sia economico
che normativo.
La piattaforma unitaria di Cgil, Cisl, Uil
sulle modifiche da apportare al nuovo
modello contrattuale (prima della deriva
sbagliata dell’accordo separato) era chiara
nelle volontà: il futuro modello
contrattuale rinnoverà i singoli contratti
ogni triennio.
Nel settore dell’industria della gommaplastica abbiamo alle spalle un
importante lavoro unitario che già
preparava le scadenze convenute al
momento della firma.
Sono dunque queste le motivazioni che
ci hanno impegnato in una riflessione a
tutto campo su come impostare il lavoro
per dare ai lavoratori del settore il
prossimo contratto. Fin dalla
consultazione dei lavoratori nelle
assemblee abbiamo proposto loro di
preparare una piattaforma per il rinnovo
triennale; e con la recente assemblea di
Chianciano, conclusiva di tutto l’iter di
consultazione, questa impostazione è
uscita rafforzata dalla volontà dei quadri
e delegati Filcem innanzitutto
nell’indicare le modalità di questa
prossima fase contrattuale.
Come sempre sono legittime tutte le
opinioni che su questo tema abbiamo
sentito: hanno arricchito e implementato
il dibattito dell’Assemblea nazionale per
l’approvazione della piattaforma, e la
stragrande maggioranza (solo quattro i
voti contrari) ha condiviso la proposta.
Insomma, un’assemblea attenta e
composta, puntigliosa sugli argomenti:
dal mercato del lavoro alla contrattazione
di secondo livello alla qualificazione del
capitolo sui diritti, con particolare
attenzione al lavoro delle donne e a
rinnovo (risultato per noi
irrinunciabile), sia soprattutto
attraverso la reale estensione della
contrattazione di secondo livello, tesa
a offrire quelle opportunità che
consentano di contrattare davvero
l’organizzazione del lavoro, e di aprire
spazi innovativi nelle politiche
retributive aziendali, a partire
dall’impianto classificatorio e quindi
dallo sviluppo orizzontale delle
professionalità.
Questo nella convizione che sia
l’allargamento delle materie della
contrattazione di secondo livello a
determinarne lo sviluppo e non il
proliferare del ricorso all’indennità
sostitutiva del premio di risultato,
strumento utile e credibile anni fa,
quando era necessario intervenire
anche culturalmente per radicare i due
livelli di confronto, e tuttavia
contraddittorio ai fini dell’estensione
della contrattazione quale valore
aggiunto e irrinunciabile per le parti.
RELAZIONI INDUSTRIALI
Grande importanza, anche ai fini della
gestione delle situazioni di crisi,
assumerà nei prossimi anni il modello
di relazioni industriali tra le parti.
Storicamente il contratto
gomma-plastica è stato caratterizzato
favorire l’integrazione dei lavoratori
stranieri. Di rilievo poi l’istituzione di
uno specifico Osservatorio che definisca,
anche in questo settore industriale,
“linee-guida” per la prevenzione dei
rischi, intensifichi politiche di
prevenzione sia a livello centrale che
periferico, analizzi le politiche ambientali
del settore, demandando a livello
aziendale commissioni paritetiche per lo
sviluppo di progetti comuni per la salute
e sicurezza di lavoratrici e lavoratori.
Oltre al merito, mi preme segnalare un
valore aggiunto che da Chianciano è
emerso con forza, quello di un clima di
consapevolezza che la posta in gioco è
alta, e che l’unità del gruppo dirigente –
e più complessivamente della
delegazione trattante – è indispensabile
per raggiungere un risultato positivo
per i lavoratori. La serietà con
la quale sono stati esaminati i vari
emendamenti, la stessa fase di
preparazione, e anche la conduzione
dell’assemblea stessa, stanno a dimostrare
che la Filcem si era ben predisposta a
questo appuntamento: un valore
aggiunto, ci tengo a sottolineare, che
deve andare oltre la piattaforma.
Certo, una piattaforma di organizzazione,
della Filcem, ma con tanti contenuti
unitari che ci attendiamo vengano fatti
vivere con la stessa passione che noi
abbiamo messo nel preparare le nostre
richieste, e che ci permettano di arrivare
ad un risultato da consegnare ai
lavoratori per la loro approvazione finale.
La Filcem ha già chiesto l’apertura
immediata del confronto con la
Federazione gomma-plastica per poter
negoziare il rinnovo, passare al merito e,
per questa via, individuare la migliore
sintesi unitaria possibile affinché il
contratto sia di tutti.
Anche questo importante segmento
industriale della nostra economia può
rappresentare un’occasione,
un’opportunità positiva, per ritrovare
conclusioni unitarie ai tavoli contrattuali
e scrivere una nuova agenda di priorità e
di proposte atte a contrastare la crisi,
salvaguardare l’occupazione e
immaginare un futuro all’altezza delle
attese di migliaia di lavoratori. •
da ritardi in questo ambito.
Nel corso dell’ultimo rinnovo si è data
particolare rilevanza alla qualità del sistema
relazionale con un ampio intervento
in materia, soprattutto in relazione
all’attivazione dell’Osservatorio nazionale sul
quale finalmente sono stati fatti passi in avanti.
Occorre consolidare ed estendere le materie
oggetto di esame, essendo queste ancora
limitate e insufficenti a consentire un
monitoraggio del settore, a partire dalle pari
opportunità e dalle politiche di efficientamento
e di risparmio energetico, che vedono l’Italia
come fanalino di coda in Europa.
Dovrà essere definito uno specifico
Osservatorio per la salute, la sicurezza e per
l’ambiente, che definisca linee guida
per la prevenzione dei rischi, analizzi le
politiche ambientali del settore, demandando a
livello aziendale apposite commissioni
paritetiche per lo sviluppo di progetti comuni
per la sicurezza e la salute dei lavoratori
e delle lavoratrici.
Resta un obiettivo la creazione di Osservatori
territoriali per macro-aree, indispensabili a
fronte della dislocazione geografica che
determina problemi e opportunità differenti,
destinati a elaborare analisi e promuovere
indirizzi adeguati in un quadro di politiche
territoriali di sistema capaci di dare risposte
alle esigenze strutturali e interagire
con le istituzioni locali.
Compito fondamentale degli Osservatori
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VO DEL CONTRATTO NAZIONALE
1° GENNAIO 2010 – 31 DICEMBRE 2012
a-plastica Confindustria
PREVIDENZA COMPLEMENTARE
Nel riconfermare la scelta operata in
precedenza, si evidenzia l’importanza di
ottenere in questo rinnovo il risultato relativo al
capitolo previdenziale, già oggetto della
clausola di rinvio.
Si richiede, a solo carico delle imprese,
l’integrazione di una quota pari allo 0,20% della
retribuzione utile al calcolo del tfr, finalizzata a
garantire alle lavoratrici e ai lavoratori in caso
di invalidità permanente o premorienza,
l’erogazione di un premio assicurativo
rapportato alla propria retribuzione e agli anni
mancanti per il raggiungimento dell’età
pensionistica.
ASSISTENZA SANITARIA
Come per la previdenza si conferma la volontà
di istituire l’assistenza sanitaria integrativa e
non sostitutiva, ritenendola elemento
qualificante per la contrattazione collettiva
nazionale, pur prevedendo la salvaguardia delle
condizioni di miglior favore presenti in alcune
aziende.
FORMAZIONE
Coerentemente con quanto più volte evidenziato
e nella certezza che lo strumento della
formazione e della formazione continua è
indispensabile ai fini di una accresciuta
professionalità quale valore aggiunto per le
imprese e per i lavoratori e le lavoratrici, il
capitolo sulla formazione e l’organismo
bilaterale nazionale per la formazione va
costantemente potenziato anche attraverso la
consapevolezza che l’utilizzo di tale strumento
sarà determinante nella gestione della crisi in
corso. È necessario, inoltre, introdurre nel ccnl
strumenti idonei a verificare un’effettiva
corrispondenza tra la formazione e la crescita
delle lavoratrici e dei lavoratori interessati
attraverso verifiche mirate a misurarne
l’effettivo riscontro.
MERCATO DEL LAVORO
Uno dei capitoli non normati e sul quale si
sono registrate profonde divergenze durante il
precedente rinnovo è stato quello relativo alla
regolamentazione del mercato del lavoro.
In coerenza col documento unitario della
delegazione trattante del 5 febbraio 2009 in
relazione al mercato del lavoro si conferma
l’impostazione contenuta nella precedente
piattaforma rivendicativa.
Diventa questo uno dei nodi più delicati col
quale dovremmo misurarci, anche a fronte della
situazione venutasi a determinare con la crisi
che ha portato tutti i lavoratori con contratti di
somministrazione lavoro e tempi determinati
fuori dal mercato del lavoro senza alcuna tutela,
come fossero paradossalmente stati lavoratori e
lavoratrici atipici, un ammortizzatore sociale per
le aziende, prima ancora che fosse possibile
leggerne lo stato di difficoltà o di crisi.
Si fa evidente la necessità di una riforma degli
ammortizzatori sociali e la necessità di normare
il mercato del lavoro all’interno del contratto
nazionale, appuntamento non più rinviabile,
perché consente alle parti di confrontarsi e
condividere politiche occupazionali mirate al
consolidamento e allo sviluppo del settore nella
consapevolezza che lavoratrici e lavoratori sono
parte determinante della crescita delle aziende
e che la loro professionalità unitamente
alla loro stabilizzazione concorre insieme
ad altri fattori alla condivisione e al
conseguimento degli obiettivi di produttività e
competitività nel tempo.
Le prospettive future dei lavoratori e il loro
senso di responsabilità determinano un valore
aggiunto per il modello partecipativo di
relazioni sindacali e concorrono a una più
efficace e lungimirante condivisione dello
sviluppo e della crescita.
La stabilizzazione occupazionale è per il
sindacato un obiettivo imprescindibile, così
come imprescindibile, a fronte di problematiche
che ne impediscano il consolidamento,
diviene l’attivazione di un confronto volto a
rimuoverne le cause.
Il rinnovo del ccnl è l’occasione in cui le norme
relative al mercato del lavoro debbono essere
rafforzate in direzione del consolidamento
occupazionale, definendo una regolamentazione
dei contratti a termine e dei contratti di
somministrazione lavoro con l’obiettivo di
individuare, nei due livelli contrattuali,
strumenti idonei a favorire un’occupazione
stabile, eliminando gli abusi, con il preciso
impegno di determinare un quadro di
riferimento che tenda a contrastare il fenomeno
della precarietà per affermare un modello
certo ed esigibile di buona
occupazione e che offre ai giovani
maggiori garanzie per il futuro.
Nell’ambito delle norme contrattuali e
dei rimandi che le leggi assegnano alla
contrattazione collettiva si richiedono
regole che permettano di raggiungere
livelli crescenti di stabilizzazione
dell’occupazione non correlate a
fenomeni temporanei attraverso la
definizione di percentuali massime di
utilizzo dei contratti a tempo
determinato e a somministrazione a
tempo determinato, la definizione
delle ragioni che ne giustificano
il loro ricorso e l’introduzione del
diritto di precedenza rispetto
all’anzianità aziendale.
Inoltre per le assunzioni a
somministrazione a tempo determinato
le aziende dovranno aggiornare
le Rsu e le organizzazioni sindacali
territoriali sugli inquadramenti e
relative retribuzioni fornite
dall’azienda utilizzatrice.
Per favorire le condizioni di vita e di
lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori,
si ritiene necessario intervenire
sull’esigibilità del part time,
anticipata) durante il periodo di maternità, sviluppando un
percorso contrattuale di azioni positive per la conciliazione
tra il lavoro e la famiglia.
Le pari opportunità sono un titolo qualificante, anche in un
settore a occupazione prevalentemente maschile.
Per questo motivo è opportuno prevedere la costituzione dei
Comitati di pari opportunità.
Le tutele per i lavoratori stranieri diventano una esigenza per
un mondo del lavoro sempre più ricco di nazionalità e
patrimoni culturali da integrare e proteggere.
Una regolamentazione adeguata delle ferie, ad esempio, tale
da consentire agli stranieri il ritorno a casa, rappresenta un
importante passo in avanti, così come la possibilità di
apprendere la nostra lingua e l’opportunità di accesso alla
vita sociale, anche aziendale.
Una corretta integrazione al lavoro può precedere, in questo
ambito, una cittadinanza responsabile e restituire al lavoro il
valore aggregante e positivo che la frammentazione
produttiva rischia di indebolire.
La capacità di tradurre l’integrazione nel mondo del lavoro
degli stranieri in una reciproca opportunità di arricchimento
rappresenta per il sindacato e anche per il nostro paese un
importante banco di prova con cui misurarsi, a partire dal
contratto nazionale di lavoro.
Si richiede che agli effetti legali venga riconosciuto lavoratore
notturno colui che con riferimento al suo orario complessivo
annuale svolga in modo regolare la propria prestazione
lavorativa per un numero di giorni, in orario notturno
inferiore agli attuali dispositivi di legge.
prevedendo (fatte salve eventuali
condizioni di miglior favore)
una soglia minima di utilizzo
pari al 4% della forza lavoro.
Sarebbe inoltre opportuno normare il
part time al fine di consentirne sia un
utilizzo predeterminato nel tempo sia
l’articolazione dei turni.
In caso di rientro dalla maternità
prevedere la possibilità, per le
lavoratrici, di richiedere il part time
per un anno. Il contratto dovrebbe
infine prevedere strumenti di analisi
che, in assenza di riscontri positivi,
consentono di individuarne e
rimuoverne le cause.
MALATTIA E INFORTUNIO
Si richiede l’informazione preventiva (almeno con un mese di
anticipo) della scadenza del periodo di comporto.
A livello aziendale, con le Rsu e le organizzazioni sindacali,
saranno individuate specifiche modalità di comunicazione.
Si richiede di non applicare le fasce di controllo domiciliare,
così come all’art. 40, ai lavoratori e alle lavoratrici assenti
per infortunio e per malattia professionale.
Si richiede di modificare i commi 1, 13, 14 dell’art. 40,
specificando la qualità di “non professionale”
al termine infortunio.
Si richiede di equiparare il trattamento di malattia delle
lavoratrici e dei lavoratori apprendisti a quello dei lavoratori e
delle lavoratrici con contratto a tempo indeterminato.
Per i lavoratori e per le lavoratrici con patologie gravi e a
lunga degenza, per i soggetti diversamente abili, si richiede
di aumentare i periodi di comporto, escludendo dal calcolo
della loro conservazione del posto di lavoro il periodo di
ricoveri ospedalieri.
Infine per tutti i lavoratori e le lavoratrici si richiede
di allungare il periodo di aspettativa non retribuita
in caso di assenza per malattia oltre il termine di
conservazione del posto.
© F. CARTA
territoriali sarà quello di favorire ed estendere
la contrattazione di secondo livello.
DIRITTI
Si richiedono agevolazioni per la
conciliazione dei tempi di vita e di
lavoro per le lavoratrici e lavoratori:
part time, flessibilità, congedi
per la formazione, asili nido
anche con contributo economico
aziendale, verificando le opportune
integrazioni con le istituzioni
pubbliche locali, rendendo esigibile
l’art. 9 della legge n. 53/2000.
Nel riaffermare l’importanza della
legge 8 marzo 2000 n. 53 e il dlgs 26
marzo 2001 n. 151 sulla maternità e
paternità, la richiesta di un giorno di
permesso retribuito per il lavoratore
padre per la nascita del figlio
(salvaguardando accordi e prassi
aziendali di miglior favore), nonché il
computo agli effetti di tutti gli istituti
contrattuali entro il limite massimo di
mesi 10 (anche quando l’azienda
chieda alla lavoratrice l’interdizione
dal lavoro fino al settimo mese del
bambino e quando, in mancanza di
soluzioni lavorative alternative per la
maternità a rischio, la lavoratrice
dovesse essere collocata in maternità
TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO (TFR)
Recepire per il tfr le nuove disposizioni di cui all’accordo
interconfederale, e prevedere la possibilità di una
anticipazione aggiuntiva per particolari circostanze, ad
esempio per la copertura dei periodi di congedo parentale,
per le malattie lunghe e gravi, per i periodi di assistenza ad
anziani e portatori di handicap.
ORARI
Il capitolo degli orari è da sempre legato alla condizione
della prestazione e, per questo motivo, alle opportunità
negoziali.
Il lavoro svolto nel corso del penultimo rinnovo, e in
particolar modo l’aver regolamentato la legge 66/96
specificando i casi in cui è possibile derogare legandoli alla
sicurezza delle persone e degli impianti, ci consentono oggi,
nonostante le novità introdotte dalla legge 133/08, di ritenere
il contratto nazionale ampiamente dotato di tutti gli strumenti
di flessibilità utilizzabili dalle parti.
Sarebbe opportuno tuttavia, anche alla luce degli importanti
• SEGUE
accordi sottoscritti a livello territoriale, ragionare
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2.1.3 Definire, anche in accordo con
Rlssa, le modalità di accesso
e utilizzo degli strumenti
informativi previsti dal dlgs
81/08.
2.1.4 Definire le condizioni di
agibilità (flessibilità nell’utilizzo
delle ore, possibilità di specifici
accordi aziendali, per definire le
necessarie agibilità).
2.1.5 Si indica la necessità di
sviluppare strumenti applicativi
di effettiva esigibilità di quanto
già previsto in merito alle
agibilità e formazione del Rlssa,
come la predisposizione di
apposite linee guida
congiuntamente predisposte
dalle parti sociali.
2.1.6 Prevedere la possibilità,
nell’ambito del diritto di
consultazione dei Rlssa, di
verificare le qualificazioni del
medico competente, mediante
verifica congiunta della presenza
nel Cv di corsi, esami,
master sostenuti in medicina
del lavoro da parte del medico
competente stesso.
2.1.7 Ampliare l’informazione relativa
alla sorveglianza sanitaria,
attraverso una relazione apposita
del medico, nella quale non solo
vengono riportati e commentati
i dati statistici relativi alla
sorveglianza stessa, ma anche i
criteri e le motivazioni della
sorveglianza sanitaria adottata in
relazione alla specifica
valutazione dei rischi oltre al
costante e temporaneo
aggiornamento del registro
biostatistico. Richiedere che il
medico competente partecipi
alla definizione della formazione
prevista per lavoratori e
Rlssa sui rischi specifici presenti
in azienda.
2.1.8 Accesso al registro esposti ai
cancerogeni, e partecipazione al
processo di valutazione dei
rischi connessi all’impiego dei
cancerogeni, oltre alla
definizione della formazione
specifica per lavoratori e Rlssa.
2.1.9 Effettuazione della formazione
specifica nel più breve
tempo possibile.
• SEGUE PIATTAFORMA
GOMMA-PLASTICA CONFINDUSTRIA
della possibilità (non in termini di derogabilità al contratto
nazionale ma come opportunità negoziale volta a estendere in
modo organico la contrattazione di secondo livello e rendere
maggiormente praticabile la contrattazione dell’organizzazione
del lavoro) di spostare in azienda il confronto di alcuni
strumenti di flessibilità oraria, dando facoltà alle parti di
confrontarsi in modo soddisfacente sugli obiettivi produttivi e
sui modelli organizzativi, e ancora più concretamente sui
turni e sugli organici ad essi connessi.
Si richiede una sede di verifica aziendale periodica
con la Rsu sul dimensionamento degli organici alle effettive
esigenze produttive e lavorative, in modo tale
che sia salvaguardata la sicurezza degli impianti e che
sia reso possibile l’effettivo godimento delle ferie,
delle festività e degli altri riposi spettanti.
Con la vigenza contrattuale si vuole proseguire il percorso
di parificazione dell’istituto delle ferie tra operai e impiegati.
CLASSIFICAZIONI
Anche questo capitolo fa parte delle discussioni che non
hanno prodotto soluzioni nel corso del precedente rinnovo,
anche se le parti hanno convenuto di lavorare
all’individuazione di figure professionali per i settori delle
fibre ottiche e del linoleum.
Il punto fondamentale però resta ancora quello della
polifunzionalità e della polivalenza.
Con sempre maggiore evidenza siamo costretti a rilevare
che l’attuale assetto classificatorio, seppure non antichissimo,
si dimostra inadeguato alle professionalità e al lavoro svolto,
che necessita di una revisione e di una prospettiva
orizzontale oltre che verticale.
Di grande utilità potrà essere ai fini del riconoscimento
professionale e alle aziende prevedere uno sviluppo
diverso dei profili professionali, volto a un più attento e
articolato modello organizzativo, anche prevedendo
la possibilità di individuare a livello aziendale
le soluzioni più efficaci.
SALUTE, SICUREZZA, AMBIENTE
Nel precedente rinnovo è stata inserita la figura del Rlssa
ed estese le ore di formazione per questa nuova figura.
In realtà il lavoro da fare in materia di salute, sicurezza e
ambiente è ancora lungo, in particolare nella definizione del
ruolo partecipativo del Rlssa per rendere quanto più possibile
efficace la prevenzione nei luoghi di lavoro.
1. Miglioramento dell’attuale normativa
È necessario intensificare le politiche di prevenzione sia a
livello centrale (Osservatorio) che a quello periferico,
così come si rende necessario porre una premessa nella quale
definire, oltre alla condivisione di valori, anche cosa si
intende per prevenzione, in particolare: che la prevenzione
è relativa a tutti i lavoratori che operano in azienda
(a prescindere dal tipo di rapporto di lavoro che è stato
instaurato, come previsto dal recente aggiornamento
normativo in materia specificatamente dlgs 81/08) in quanto
sono tutti esposti ai rischi, mediante il coinvolgimento dei
Rlssa dell’appaltatore nella definizione degli aspetti di salute
e sicurezza in rapporto ai soggetti terzi coinvolti nelle varie
tipologie contrattuali e negli appalti.
Indicare la creazione di un Osservatorio specifico
che sia riferimento nella definizione di linee guida su temi
specifici come nella definizione dei soggetti della
prevenzione, nella metodologia di valutazione dei rischi
anche in relazione al percorso di coinvolgimento
di lavoratori e Rlssa, sulle modalità di svolgimento della
riunione periodica nonché di eventuali altri temi
che possono essere individuati dalle organizzazioni
sindacali territoriali e/o dai Rlssa.
1.1 Definire i criteri che ispirano l’azione di prevenzione,
nella quale la valutazione dei rischi è un momento
decisivo, mediante apposite “linee-guida” da predisporre
in sede di Osservatorio, anche in relazione alla
partecipazione di tutti i soggetti interessati, e ai
cosiddetti nuovi rischi come lo stress lavoro-correlato,
in attesa dei previsti decreti ministeriali di definizione
delle relative metodiche.
1.2 Definire linee guida per la consultazione dei Rlssa
alla stesura del Duvri e al coordinamento delle attività
in appalto.
1.3 Nelle realtà territoriali con significativa presenza di
piccole aziende fare ricorso effettivo al Rls territoriale
(Rlst), come previsto dal dlgs 81/08.
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© PH.AGRPRESS
2. Costituzione Rlssa
La tutela deve essere garantita a tutti i lavoratori che operano
per l’azienda, a prescindere dalla tipologia di contratto
che è stato definito (casi previsti dalla nuova normativa del
d.lgs 276/03 applicativo della legge 30/03). Quindi vanno
compresi tutti i lavoratori nel conteggio per l’elezione del Rlssa,
sia come elettori attivi che passivi, e negli altri aspetti
nei quali si devono conteggiare i lavoratori al fine della
definizione dei diversi obblighi previsti dalla normativa.
Come indicato in premessa, coinvolgere i Rlssa dell’appaltatore
rispetto ai soggetti terzi coinvolti nelle varie tipologie
contrattuali e negli appalti.
A. Definire l’anagrafe nazionale dei Rlssa.
B. Introdurre l’assemblea annuale congiunta, in azienda, sui
temi della prevenzione a valle della riunione periodica.
2.1 Attribuzioni Rlssa
2.1.1 Rendere effettivo il diritto di consultazione, come
sancito dall’art. 50 del dlgs 81/08, a partire dalla
nomina del Rspp e dei relativi addetti al Spp, degli
addetti all’antincendio, pronto soccorso ed emergenze.
Consegna di copia del Dvr, su richiesta Rlssa, come
previsto dal dlgs 81/08.
2.1.2 Rendere effettiva la consultazione preventiva dei Rlssa
al processo di valutazione dei rischi.
3. Aspetti specifici al rischio chimico
3.1 Riaffermare le priorità di
intervento preventivo mediante
sostituzione di sostanze
cancerogene o particolarmente
tossico/nocive o introduzione di
lavorazioni a ciclo chiuso e
definizione di “linee-guida” per
le sostanze definite come
sospette cancerogene (a livello
di Osservatorio nazionale). La
consegna del documento di
valutazione dei rischi possa
prevedere anche la sua
consultazione mediante
strumenti informatici, ma che
tale opzione sia solo aggiuntiva
e non escluda la consegna del
materiale informatico solo per
funzioni organizzative
particolarmente sensibili in tema
di sicurezza, possono essere
svolte visite pre-assuntive;
tale scelta deve essere motivata
e oggetto di consultazione
con le Rsu;
3.2 Definizione, mediante confronto
in sede di Osservatorio
nazionale, del rischio chimico
“basso per la sicurezza e
irrilevante per la salute”, come
3.3
indicato nell’art. 224, comma 2 del dlgs
81/08 e specificare le definizioni
dei termini “tipo”, “quantità”, “modalità”
e “frequenza”.
Inserimento nel ccnl delle tabelle
dell’Acgih relative ai valori di Tlv.
4. Non idoneità alla mansione
A fronte di casi gravi relativi a “lavoratori non
idonei” o con specifici problemi di salute,
occorre individuare congiuntamente (azienda,
Rsu, organizzazioni sindacali) strumenti
per salvaguardare l’occupazione del lavoratore
in difficoltà.
4.1 Definizione di procedure di confronto
con organizzazioni e Rsu in caso di non
idoneità alla mansione del lavoratore,
definita dal medico competente, per la
ricollocazione in azienda.
5. Incidenti mancati
5.1 Inserire nel Dvr apposite procedure
di valutazione dei “near miss”.
6. Rischi relativi all’apparato muscolo
scheletrico
6.1 Valutazione e adozione di misure
preventive per la prevenzione dei disturbi
a carico dell’apparato muscolo
scheletrico;
6.2 Impiego degli approcci ergonomici nella
gestione e prevenzione, in particolare con
l’applicazione delle norme tecniche (rif.
Iso En 1005.1.2.3.4.5 e i metodi Niosh o
Ocra), di cui si allegano le tabelle.
7. È necessario far sì che la consegna del
documento di valutazione dei rischi possa
prevedere anche la sua consultazione mediante
strumenti informatici, ma che tale opzione sia
solo aggiuntiva e non escluda la consegna del
materiale cartaceo.
8. Solo per funzioni organizzative
particolarmente sensibili in tema di sicurezza
possono essere svolte visite pre-assuntive; tale
scelta deve essere motivata e oggetto di
consultazione con le Rsu.
CONTRATTAZIONE DI SECONDO
LIVELLO
Particolare importanza in questo rinnovo
assumerà certamente la contrattazione di
secondo livello.
Siamo convinti che l’estensione della
contrattazione di secondo livello debba trovare
riscontro nel prossimo rinnovo e chiediamo di
rendere esigibile la contrattazione aziendale e/o
territoriale a partire dalle aziende più piccole.
Chiediamo la definizione di linee guida che
facilitino e promuovano realmente la
contrattazione, anche attraverso l’ampliamento
delle materie trattate, ai fini di una vera
contrattazione dell’organizzazione del lavoro e
di una risposta concreta alle esigenze
professionali.
Chiediamo di modificare la norma e prevedere
che le aziende che abbiano praticato almeno
una volta la contrattazione di secondo livello
siano tenute a riconoscere, qualora non fossero
disponibili a rinnovare il premio di risultato,
l’indennità sostitutiva del premio di
partecipazione.
A fronte dell’utilizzo di lavoratori e lavoratrici
con contratto temporaneo e nel convincimento
che questi lavoratori e lavoratrici, per lo più
giovani, sono da tutelare con particolare
attenzione nel periodo che li accompagna alla
stabilizzazione contrattuale si richiede che il
premio di risultato venga erogato in modo
proporzionale al periodo di prestazione per
tutti: apprendisti, con contratto a termine e a
somministrazione a tempo determinato.
SALARIO
Siamo tutti consapevoli del fatto che il salario
dei lavoratori e soprattutto delle lavoratrici
italiane è tra i più bassi in Europa.
In assenza di una politica dei redditi e a fronte
del periodo deflattivo che stiamo attraversando
salvaguardare il potere d’acquisto è per noi una
priorità assoluta, tanto più in un momento di
così grave crisi.
Per queste ragioni richiediamo per il triennio
1° gennaio 2010-31 dicembre 2012 un aumento
al livello F di 160 euro e, in considerazione
delle incertezze sull’andamento dell’inflazione
negli scenari futuri, allo scadere del biennio
chiediamo una verifica dell’andamento
dell’inflazione reale rispetto all’aumento
convenuto della retribuzione del settore,
finalizzata al contestuale recupero degli
eventuali scostamenti negativi.
Richiediamo un aumento delle indennità per i
lavoratori e le lavoratrici le cui prestazioni sono
più disagiate.
Richiediamo infine un aumento della tabella
sostitutiva del premio di risultato per i
lavoratori e le lavoratrici le cui aziende non
aprono la contrattazione di secondo livello.
(approvata,con 4 voti contrari,dall’Assemblea
nazionale dei quadri e delegati Filcem Cgil –
Chianciano Terme,16 settembre 2009)
FilcemContratti02.qxp
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ARTIGIANI / LA PIATTAFORMA PER CHIMICI E CERAMICA
Due contratti in uno
Giancarlo Straini
Segretario nazionale Filcem
I
da parte dei nostri
interlocutori
è oggi prevalente.
La consultazione in corso
sottolinea che l’obiettivo
dell’unificazione dei due
contratti del nostro
perimetro e il tema di come
affrontare la crisi dovranno
essere centrali nella
trattativa, per dare un
profilo alto, orientato verso
un modello di sviluppo
qualificato, all’insieme delle
nostre richieste sui vari
istituti contrattuali.
Il nodo politico riguarda
tuttavia la quantità e qualità
della richiesta salariale e la
necessità per la Cgil di
realizzare un accordo che si
discosti da quanto stabilito
nell’accordo separato per
gli artigiani.
La richiesta deve riguardare
necessariamente il
quadriennio, ma – in corso
d’opera – potremmo
ritornare a quanto
convenuto prima della
rottura, cioè a un accordo
ponte per il
2009 e a un rinnovo
triennale 2010-2012.
Ricordando che l’Ipca
depurata per il quadriennio
2009-2012 è del 7,4% e che
nei rinnovi del 2008
abbiamo ottenuto un
incremento dei minimi del
9,5% per il 2005-2008, la
richiesta salariale 20092012 in linea con il rinnovo
precedente è del 10%. •
Testo della piattaforma “sintetica”
inviata il 31 luglio 2009 alle organizzazioni
degli artigiani Confartigianato,Cna,Casartigiani,Claai
l contesto è caratterizzato da una crisi che, seppure con specificità diverse nei vari
settori, mostra anche nel mondo dell’artigianato di essere profonda e di non rapida
soluzione (riduzione del fatturato, dell’occupazione, del numero delle imprese,
aumento della concorrenza espressa soprattutto nel prezzo, difficoltà di investimento e
innovazione tecnologica ecc.).
La crisi è stata generata, fondamentalmente, dalle profonde disuguaglianze che si sono
accumulate negli ultimi decenni e, per essere superata, richiederebbe la definizione, da parte
di tutti i soggetti politici e sociali, di politiche orientate verso un modello di sviluppo
qualificato, non la compressione del salario e dei diritti dei lavoratori.
In questo difficile contesto e con questo spirito costruttivo, la Filcem Cgil invia la piattaforma
rivendicativa per il rinnovo dei ccnl delle aziende artigiane dei settori “Chimica, GommaPlastica e Vetro” e “Ceramica, Terracotta, Gres e Decorazione Piastrelle”, per il quadriennio
2009-2012, che potrà essere specificata e modificata in occasione dell’avvio delle trattative o,
prima ancora, nell’eventualità auspicabile che riuscissimo a definire una piattaforma unitaria
con le altre organizzazioni sindacali.
Le richieste sono avanzate per entrambi i ccnl in oggetto, che chiediamo di unificare, e
riguardano i seguenti temi: unificazione dei ccnl e stesura, politiche di settore per fronteggiare
la crisi, relazioni sindacali, contrattualizzazione della bilateralità, formazione, salute
prevenzione e ambiente, “welfare” contrattuale, orario di lavoro, mercato del lavoro, diritti e
malattia, inquadramento, salario. (…)”.
“I
© M. BROGI/SINTESI
contratti artigiani sono
scaduti a fine 2008,
compresi quelli nel
“perimetro” Filcem che
riguardano circa 70.000
dipendenti delle aziende
dei settori “Chimica,
Gomma Plastica e Vetro” e
“Ceramica, Terracotta, Gres
e Decorazione Piastrelle”.
Nella riunione confederale
del Coordinamento
artigiani delle categorie del
30 luglio 2009, sulla base
delle valutazioni espresse
dalla segretaria confederale
Susanna Camusso
sull’accordo separato per
gli artigiani del 23 luglio
2009, abbiamo deciso di
inviare alle controparti
piattaforme rivendicative
“sintetiche” per il
quadriennio 2009-2012 al
fine di dare una risposta
politica immediata
(compresa l’attivazione
dell’indennità di vacanza
contrattuale), e di
procedere anche
successivamente con un
forte coordinamento.
Naturalmente questa
iniziativa formale non ha
esaurito il compito
sostanziale di definire in
modo articolato la
piattaforma rivendicativa
Filcem sulla base degli
orientamenti decisi dai suoi
organismi dirigenti,
perseguendo comunque
l’obiettivo di rinnovare
unitariamente i contratti,
ma consapevoli che i fatti
avvenuti a livello nazionale
e nei territori ci segnalano
che anche nell’artigianato
la volontà di rottura
PREVIDENZA COMPLEMENTARE E SANITÀ INTEGRATIVA
Nei rinnovi più forza
al “welfare contrattuale”
Roberto Arioli
coord.previdenza Filcem nazionale
I
l quadro della previdenza pubblica, già oggi problematico,
diventerà in prospettiva sempre più allarmante. La mancata attuazione di parti importanti del protocollo sul “welfare” del 2005, l’effetto combinato della revisione periodica dei coefficienti di conversione e del meccanismo di rivalutazione del montante contributivo,basato sul Pil, ridurrà drasticamente e
progressivamente il tasso di sostituzione della pensione pubblica.
È inimmaginabile pensare che la
previdenza complementare possa
sopperire a tale abbassamento della tutela pubblica.
Il sistema integrativo è largamente
inattuato: non vi ha accesso il pubblico impiego (ad eccezione della
scuola), i tassi di adesione in molti
settori – a partire dagli artigiani,
commercio, piccole imprese, agricoltura – sono molto bassi.La situazione attuale ci consegna una contraddizione: un sistema pubblico
riformato per la generalità del mondo del lavoro dipendente e un secondo pilastro complementare che
copre solo il 25% dello stesso.
Il prolungarsi di questo stato produrrà un “buco previdenziale” per
molti lavoratori derivante dal sommarsi della riduzione della pensione pubblica (il metodo contributivo è in vigore da quindici anni, senza contare la precarizzazione del
lavoro) e dall’assenza di quella
complementare. Dunque, la premessa indispensabile per assicurare alle future generazioni un sistema previdenziale adeguato è
quella di porsi l’obiettivo di un ro-
I FONDI COINVOLTI NEI RINNOVI CONTRATTUALI
Fondi pensione
Settore
Adesioni
al 2009
Chimico, farmaceutico,
vetro, lampade,
coibenti, minerario
Fonchim
Fopen
Fondenergia
Fondogommaplastica
Pegaso
Fondi sanitari
Faschim
Fisde
Fasie
% adesioni
su addetti
Patrimonio
(in milioni di euro)
162.939
83,10
2.300
Elettrico
45.150
83,50
670
Energia e petrolio
42.453
86,51
645
Gomma e plastica
58.714
58,70
372
Gas e acqua
30.459
67,82
272
Settore
Adesioni al 2009
Chimico, farmaceutico,
vetro, lampade,
coibenti, mineriario
115.600
Elettrico
181.000
Energia e petrolio
busto intervento correttivo sui fattori che ho richiamato per sostenere innanzitutto la pensione pubblica; in secondo luogo di sviluppare, in tempi ravvicinati, tassi di adesione al sistema complementare di
tipo universale, con coraggio e innovazione. Il governo è assolutamente incapace di individuare una
strategia adeguata: le ipotesi, per
ora annunciate, non sembrano all’altezza dei problemi se non addirittura pericolose. Non è da escludere, infatti, che il ministro del Lavoro, evidentemente pressato dall’associazione bancaria e da Confindustria, abbia intenzione di dare vita a un nuovo semestre di “silenzio-assenso”, ma questa volta in
condizioni di portabilità del contributo aziendale e di reversibilità
della scelta sulla destinazione del
tfr. Ciò premesso, i contratti nazio-
41.912
nali di lavoro possono dare un contributo importante, anche se non
risolutivo; la nostra categoria è impegnata nel rinnovo dei contratti
chimico-farmaceutico, gomma-plastica, elettrico, energia-petrolio e
gas-acqua. Il capitolo del “welfare
contrattuale”, con riferimento alla
previdenza complementare e all’assistenza sanitaria integrativa,
costituisce uno dei punti qualificanti delle piattaforme contrattuali. Questi gli obiettivi per la previdenza presenti nelle piattaforme:
• Accorpamento in un unico fondo del comparto energia (circa
150.000 aderenti) di Fopen (elettrici), Fondenergia (Eni e petrolio privato), Pegaso (gas-acqua)
e Fiprem (elettrici della Edison).
• Cristalizzazione del Fondo gas
(integrativo obbligatorio a ripartizione) da attuarsi con provve-
dimento del ministero del Lavoro e spostamento del contributo imprenditoriale sul fondo
pensione complementare di categoria.
• Aumento della contribuzione
mensile a carico delle imprese.
• Contributo mensile, pari allo
0,20% della retribuzione utile per
il calcolo del tfr,a carico delle imprese del settore della gommaplastica finalizzato alla stipula di
una polizza assicurativa (già in
essere nel chimico-farmaceutico
e ceramica-piastrelle) per i casi
di premorienza e invalidità permanente.
Si tratta di obiettivi importanti il cui
scopo è quello di potenziare il secondo pilastro della previdenza, incentivando ulteriormente l’adesione dei lavoratori e di consolidare il
vantaggio competitivo sui fondi
aperti e sui Pip di emanazione bancaria e assicurativa. La realizzazione degli obiettivi contrattuali consentirà di ridurre i costi grazie alle
economie di scala e di migliorare
il servizio, aumentare l’importo delle prestazioni previdenziali complementari e qualificare, attraverso una copertura assicurativa per
gli associati e i loro familiari, le prestazioni erogate dai fondi. È essenziale che queste scelte siano sostenute da una forte iniziativa tesa a
respingere il nuovo assalto che banche, assicurazioni e governo si preparano a portare sul terreno della
portabilità del contributo datoriale. Quanto all’assistenza sanitaria,
proseguendo sulla strada delle positive e consolidate esperienze di
Faschim (chimico-farmaceutico e
altri), Fasie (Eni e petrolio privato),
Fisde (elettrico), in questa tornata
di rinnovi ci si propone di istituire
un fondo sanitario anche nei settori del gas-acqua, tramite l’adesione
al Fasie, e della gomma-plastica.
Relativamente al Fasie si rivendica
una rimodulazione della contribuzione aumentando la quota a carico delle imprese.
Si tratta di istituti collettivi e solidaristici che hanno incontrato un ampio consenso dei lavoratori sia in termini di adesione che di qualità del
servizio (bassi costi, rimborsi rapidi, regole più favorevoli rispetto a
quelle praticate dalle assicurazioni).
Essi coprono i costi di prestazioni
sanitarie che già oggi sono a totale
carico dei lavoratori (circa il 25%
della spesa sanitaria totale) e quindi svolgono una funzione integrativa e non sostitutiva dell’assistenza sanitaria pubblica.Diritti che erano limitati ai lavoratori delle aziende medio-grandi, nelle quali la contrattazione di 2° livello aveva istituito fondi sanitari, vengono di fatto
estesi a tutti i lavoratori della categoria realizzando un politica di perequazione dei trattamenti: tutto ciò
non può che contribuire a rafforzare e qualificare il ruolo del contratto nazionale di lavoro. •
9
FilcemContratti02.qxp
5-10-2009
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Pagina 10
LA PIATTAFORMA FILCEM-CGIL PER IL RINNOVO DE
IL COMMENTO
Energia e gas-acqua:
molte proposte
in comune
Gabriele Valeri
Segretario nazionale Filcem
I
Il rinnovo dei contratti si presenta
nel bel mezzo di una crisi
economica e produttiva che colpisce
l’occupazione, riduce i consumi
individuali e collettivi, modifica i
rapporti di produzione.
I comparti legati alle “utility” e alla
produzione e distribuzione di energia
non vivono in un’isola felice, perché
l’impatto della crisi riduce i margini
di profitto anche di queste aziende,
innesta processi di riduzione degli
organici (sovente il ricorso agli
ammortizzatori sociali), espelle i
lavoratori precari dai processi produttivi.
Ma nel modello produttivo del
nostro paese, la “multiutility”
e l’intera filiera dell’energia rimane
confermata come il tassello fondamentale
per puntare seriamente alla
ripresa produttiva. E le piattaforme
rivendicative dei comparti energia e
petrolio e gas-acqua sono imperniate
proprio su alcuni aspetti comuni, che ne
determinano il carattere distintivo,
ricollegandosi più in generale alle
strategie confederali.
Non a caso si è scelto di introdurre nelle
piattaforme alcune rivendicazioni
qualificate, necessarie ad affrontare
importanti aspetti di merito emersi nelle
aziende nel corso degli ultimi quattro
anni, specifiche per i diversi settori.
Partiamo dagli elementi che ne
costituiscono la comune impostazione.
Il primo punta dritto alla valorizzazione
del contratto nazionale, triennale, in
antitesi, se vogliamo, con la logica
minimalista dell’accordo separato sugli
assetti contrattuali, ponendosi
innanzitutto l’obiettivo di raggiungere nei
tempi necessari l’unificazione
contrattuale della filiera dell’energia, oggi
articolata nei contratti elettrico, gasacqua ed energia/petrolio e, per altro
verso, interrogandosi sulla qualificazione
degli strumenti di controllo delle
politiche dell’impresa, attraverso la
richiesta di inserimento nel contratto dei
Consigli di sorveglianza.
Il secondo tende a qualificare i contratti
dal punto di vista salariale, con
rivendicazioni economiche che non
fanno riferimento a meccanismi
tecnici discutibili quali l’Ipca, ma alle
ragioni di scambio e alle condizione
economiche e dei salari del settore,
per riconfermare l’autorità salariale
del sindacato e il ruolo regolatore e
di tutela che deve mantenere
il contratto nazionale.
La richiesta è di un incremento nel
triennio pari a circa nove punti
percentuali, in media col quadriennio
precedente rapportato al triennio,
che determinano 185 euro di aumento
per il gas-acqua e 200 euro per
l’energia e petrolio.
Nel contempo si ravvisa la necessità
di decentrare maggiormente
sulle singole aziende (o Divisioni) la
contrattazione di secondo livello,
assegnando un maggior ruolo alle Rsu
nella contrattazione del premio di
partecipazione o di risultato.
Il terzo aspetto è teso a rafforzare il
“welfare contrattuale”, in particolare
richiedendo nuove risorse per la
previdenza complementare e per
l’assistenza sanitaria integrativa: nel caso
di energia e petrolio vuol dire
implementare risorse a “Fondenergia”
10
e al neonato “Fasie”, sia pur già
solidi e strutturati.
Nel gas-acqua invece l’esigenza è
maggiore, visto che il fondo
complementare non è ancora operativo
per tutti i lavoratori, se non per
la parte costituita dal tfr, e che il
contributo aziendale (1,2%) è fermo al
momento della sua istituzione (1998)
o è impedito dal mancato superamento
del Fondo gas. In questo senso abbiamo
proposto di superare la penalizzazione
che ne consegue per i lavoratori,
attraverso una quota aggiuntiva a carico
di tutte le aziende del comparto, in
attesa che – per via legislativa –
si arrivi alla sua “cristallizzazione”,
secondo le linee guida concordate con le
controparti private e, fino ad oggi, non
recepite dal governo.
Poi ovviamente ci sono gli aspetti
specifici di entrambi i settori: pochi,
qualificanti e necessari. Innanzitutto la
regolamentazione dell’appalto,
soprattutto sul versante della sicurezza,
introducendo il concetto di
penalizzazione della società che causa
incidenti sul lavoro; vincoli contrattuali
per la tutela ambientale e del territorio;
la qualificazione ulteriore del ruolo
delle Rsu nella gestione del secondo
livello e in quella sugli appalti,
oltre che delle normative contrattuali,
a partire dal riconoscimento di un
diverso ruolo di contrattazione
nell’attribuzione dei “Crea”.
Il comparto gas-acqua inoltre deve
misurarsi con l’esigenza di completare il
percorso iniziato nel 2002 sugli aspetti
normativi riguardanti classificazioni e
reperibilità, assumendo il lavoro fatto
all’interno delle commissioni paritetiche,
in particolare in quella sulle
classificazioni.
Siamo perfettamente consci che gli
obiettivi che ci siamo posti e che
riteniamo necessari per la difesa e il
rilancio della contrattazione su tutti i
posti di lavoro, in questo difficile
momento di crisi generale economica
del paese e di arretramento della
produzione industriale, richiederebbero
più che mai il dispiegamento di una
politica sindacale unitaria.
Lo strappo gravissimo dell’accordo
separato sul modello contrattuale,
siglato escludendo la Cgil, si è riflesso
anche nei settori gas-acqua ed energia e
petrolio, portando i nostri “partner”
abituali di Femca e Uilcem a sposare
tesi di principio, nonostante la Filcem
avesse chiaramente proposto una strada
che stava al merito delle questioni
senza richiedere pronunciamenti di
principio ad alcuno.
La nostra tesi non è stata accolta,
e il tentativo di “importare” aspetti non
condivisi dell’accordo separato
che ridurrebbero il valore del contratto
hanno portato inevitabilmente a
piattaforme separate,
fatto mai accaduto prima in categorie
tradizionalmente unitarie.
Tuttavia non rinunciamo alla cocciuta
riproposizione di un percorso unitario
e democratico. Riteniamo che sia
possibile anche in corso d’opera.
In ogni caso, quantomeno alla
conclusione della vertenza per il rinnovo
di contratto, c’è l’opportunità di
ricomporre il quadro unitario, offerta
dall’accordo Filcem, Femca, Uilcem
del febbraio 2008, attraverso la
convocazione delle assemblee validanti
tra i lavoratori a suo tempo previste. •
Il Contratto del settore energia e petrolio nasce
1.
il 23 luglio 1998 dall’unificazione dei contratti del
petrolio pubblico e del petrolio privato, a seguito del
processo di privatizzazione dell’Eni e della liberalizzazione
dei mercati energetici in Italia e in ambito europeo, con
l’obiettivo di realizzare un assetto normativo capace di
esercitare tutele adeguate a un settore industriale aperto al
mercato, e di evitare il dumping sociale a scapito dei
lavoratori e delle imprese operanti nel settore, e quindi offrire
alle parti lo strumento per il governo positivo del processo.
Da allora molte cose sono cambiate, l’occupazione nel settore
si è purtroppo drasticamente ridotta, in conseguenza delle
scelte sia tecnologiche che gestionali delle imprese.
Inoltre si è esteso l’utilizzo delle forme flessibili per
l’assunzione del personale sia secondo quanto già previsto
dal vigente contratto, ma anche estendendo le forme di
precariato attraverso il ricorso ai contratti a progetto e
mediante l’utilizzo degli “interinali”.
Noi chiediamo che le aziende del settore consolidino
l’occupazione all’interno di un settore sostanzialmente sano, a
partire dalla trasformazione in assunzione a tempo
indeterminato di tutte le forme di precariato.
L’effetto delle normative europee e l’evolversi della
legislazione in tema di controllo delle emissioni inquinanti e
di riduzione dell’effetto serra ha imposto al settore della
raffinazione ingenti investimenti per un continuo
miglioramento del prodotto e una progressiva chiusura dei
mercati nei confronti degli olii combustibili pesanti,
maggiormente inquinanti.
La politica del risparmio energetico prima, e la crisi
economica globale in atto, spingono il mercato a richiedere
più gasoli e meno benzine, anche verso il mercato americano,
verso cui vengono fino ad oggi inviati i “surplus” di
produzione, imponendo alle aziende importanti investimenti
per aumentare la capacità di conversione delle raffinerie,
anche per evitare processi di obsolescenza che hanno come
conclusione la chiusura dell’impianto.
In questo contesto si assiste a una progressiva
integrazione fra i processi di raffinazione e la produzione
di energia elettrica, sia tramite l’utilizzo di gas delle
raffinerie che di gas metano.
Le infrastrutture del gas e dello stoccaggio, la cui terzialità è
stata stabilita nell’ordinamento legislativo per garantire a tutti
gli utilizzatori e ai distributori accesso alla materia prima
fondamentale per la produzione di energia elettrica e per gli
LA PIATTAFORMA FILCEM – CG
1° GENNAIO 2010 – 31 DICEMBRE 2012
Il Contratto unico del settore gas-acqua nasce nel 2002,
1.
a seguito del processo di privatizzazione delle imprese
pubbliche e della liberalizzazione dei mercati energetici in
Italia e in ambito europeo, e dell’acqua in conseguenza
del processo attuativo del riordino del settore stabilito
dalla legge “Galli”, con l’obiettivo di evitare il dumping
sociale a scapito dei lavoratori e delle imprese operanti nel
settore e quindi offrire alle parti lo strumento per il governo
positivo del processo.
Da allora molte cose sono cambiate, l’occupazione nel settore
si è purtroppo drasticamente ridotta, in conseguenza delle
scelte sia tecnologiche che gestionali delle imprese.
Inoltre si è esteso l’utilizzo delle forme flessibili per
l’assunzione del personale sia secondo quanto già previsto
dal vigente contratto ma anche estendendo le forme di
precariato attraverso il ricorso ai contratti a progetto e
mediante l’utilizzo degli “interinali”.
Noi chiediamo che le aziende del settore consolidino
l’occupazione all’interno di un settore sostanzialmente sano, a
partire dalla trasformazione in assunzione a tempo
indeterminato di tutte le forme di precariato.
Le aziende del gas si sono radicalmente trasformate, e si è
operata la divisione societaria fra le attività di vendita, che
agiscono senza particolari vincoli di mercato, e le attività
legate alle reti di distribuzione, vincolate dai processi
concessori dei comuni, le quali agiscono all’interno del
mercato regolato, sottoposto ai vincoli stabiliti dall’autorità
per l’energia elettrica e per il gas.
Questi provvedimenti hanno favorito un processo di
integrazione che ha in parte ridotto la tradizionale
frammentazione del settore, ed è evidente tanto sul versante
delle reti di distribuzione, quanto in quello della vendita.
La fase è stata inoltre caratterizzata da consistenti processi di
internazionalizzazione.
La lenta attuazione della legge “Galli”, nonostante un contesto
normativo modificato ad ogni finanziaria in maniera spesso
non coerente con i provvedimenti precedenti, ha favorito
anche nel settore idrico un marcato processo aggregativo
avente come riferimento il ciclo integrale negli ambiti
ottimali, favorendo una gestione industriale del servizio, non
sempre accompagnata dalla liberazione delle risorse
necessarie al risanamento delle reti e dalla necessaria e attesa
qualificazione del servizio.
In questo nuovo scenario osserviamo una forte integrazione
fra gas ed elettricità sia sul versante dell’approvvigionamento
FilcemContratti02.qxp
5-10-2009
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Pagina 11
VO DEL CONTRATTO NAZIONALE
1° GENNAIO 2010 – 31 DICEMBRE 2012
usi industriali e civili, hanno avuto e ancora
avranno un importante sviluppo per coprire
tutte le aree del paese e per adeguarsi alla
prevista crescita del fabbisogno.
In questo nuovo scenario osserviamo una forte
integrazione fra gas ed elettricità sia sul
versante dell’approvvigionamento che della
produzione, e in particolare una integrazione
della filiera del gas a monte, che tende
a unire reti infrastrutturali, stoccaggio e reti
di distribuzione.
La produzione nazionale di idrocarburi, gas
metano e petrolio, pur assolutamente non
sufficiente, copre circa il 20% del fabbisogno
nazionale.
Tale quantità è in continua diminuzione per
l’esaurimento di alcuni impianti e per le
difficoltà, di tipo ambientale e a volte
burocratiche, legate a ritardi per l’ottenimento
delle autorizzazioni per avviare nuove
produzioni, in particolare in Alto Adriatico e
Basilicata, rischiando di far aumentare
più velocemente la dipendenza energetica
del paese.
Si è nel contempo ampliata l’offerta
al mercato di servizi integrati e di qualità
(Edison, Eni, Enel, E.On ecc.).
Per riaffermare il governo integrato di questi
processi è necessario quindi andare oltre gli
attuali perimetri contrattuali nazionali (ccnl
energia-petrolio, elettrico, gas-acqua) nati sotto
la spinta dei precedenti processi settoriali di
liberalizzazione e di industrializzazione dei
servizi per realizzare, in questa fase, il Contratto
unico del comparto integrato energetico ed
idrico. Un nuovo ccnl capace di rappresentare
l’insieme delle funzioni ricomprese nel
comparto e quindi dei lavoratori e delle
imprese che concorrono alla produzione
energetica nelle sue diverse forme, alla
trasformazione in servizi e alla conseguente
gestione e all’erogazione di questi servizi sia
per la parte così detta a mercato che per quella
regolata; servizi ancillari e universali inclusi.
Nell’ambito di un ccnl così fatto è necessario
© PH.AGRPRESS
settore energia-petrolio
ampliare e rafforzare la contrattazione
aziendale, per valorizzare il patrimonio
contrattuale d’origine, riconoscere
le specificità delle competenze
espresse e le caratteristiche
del singolo mercato di riferimento,
pur in una cornice unitaria.
Nella contrattazione aziendale di
secondo livello ulteriore spazio e
qualificazione dovrà assumere la
contrattazione economica del salario
variabile che dovrà poter cogliere
le specifiche diversità, anche
in termini di redistribuzione di parte
della ricchezza prodotta.
Uno strumento, il nuovo ccnl unico,
al servizio dei lavoratori e delle imprese che vogliono
crescere qualificando il lavoro, l’offerta dei servizi,
la ricerca e l’innovazione rifuggendo dalle scorciatoie
del dumping sociale.
Un’impostazione che si rivolge anche allo Stato e alle
amministrazioni pubbliche che non possono gestire le gare
per l’affidamento dei servizi – nella logica della concorrenza
per il mercato – senza convenire prioritariamente criteri e
standard qualitativi nell’offerta degli stessi (dalla salvaguardia
dei beni comuni alla garanzia dei servizi universali
e di qualità per tutti) e nel lavoro stabile e di qualità
rifuggendo dalla sola ricerca di massimizzare le entrate
attraverso alti oneri di concessione e tempi troppo brevi di
affidamento del servizio che scoraggiano gli investimenti.
La richiesta che avanziamo alle nostre controparti è quella di
definire in questi rinnovi contrattuali (il ccnl elettrico • SEGUE
M – CGIL PER IL RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE
012
settore gas-acqua
© V. VARGAS
che della produzione, e in particolare una
integrazione della filiera del gas a monte, che
tende a unire reti infrastrutturali, stoccaggio e
reti di distribuzione.
Si è ampliata l’offerta al mercato di servizi
integrati e di qualità (Edison, Eni, Enel, E.On
ecc.) nonché avviata l’espansione delle ex
aziende municipalizzate attraverso l’acquisizione
di reti di distribuzione elettriche e gas, e si
sono realizzati importanti processi di
aggregazione territoriale su ampia scala,
superando gli angusti ambiti municipali (A2A,
Linea Group, Iride-Enia, Hera, Acea ecc.).
Queste grandi multiutility si configurano
sempre più come aziende in grado di
offrire alle comunità locali e al
mercato una gestione industriale
dell’insieme delle risorse ambientali e
un’offerta integrata di servizi
che spazia dall’elettricità al gas, dal
teleriscaldamento al
telerinfrescamento, dal ciclo integrale
dell’acqua a quello dei rifiuti compresa
la termovalorizzazione di una frazione
degli stessi con conseguente
produzione di elettricità e calore,
ed è necessario che mantengano uno
stretto rapporto con i territori
recuperando la propria funzione di volano dello sviluppo
produttivo occupazionale.
Per riaffermare il governo integrato di questi processi è
necessario quindi andare oltre gli attuali perimetri contrattuali
nazionali (ccnl energia-petrolio, elettrico, gas-acqua)
nati sotto la spinta dei precedenti processi settoriali di
liberalizzazione e di industrializzazione dei servizi per
realizzare, in questa fase, il Contratto unico del comparto
integrato energetico e idrico.
Un nuovo ccnl capace di rappresentare l’insieme delle
funzioni ricomprese nel comparto e quindi dei lavoratori e
delle imprese che concorrono alla produzione energetica
nelle sue diverse forme, alla trasformazione in servizi e alla
conseguente gestione e all’erogazione di questi servizi sia per
la parte così detta “a mercato”, sia per quella “regolata”;
servizi ancillari e universali inclusi.
Nell’ambito di un ccnl così fatto è necessario ampliare e
rafforzare la contrattazione aziendale, per valorizzare il
patrimonio contrattuale d’origine, riconoscere le specificità
delle competenze espresse e le caratteristiche del singolo
mercato di riferimento, pur in una cornice unitaria.
Nella contrattazione aziendale di secondo livello maggiore
spazio dovrà assumere la contrattazione economica del salario
variabile che dovrà poter cogliere le specifiche diversità.
Uno strumento, il nuovo ccnl unico, al servizio dei lavoratori
e delle imprese che vogliono crescere qualificando il lavoro,
l’offerta dei servizi, la ricerca e l’innovazione rifuggendo dalle
scorciatoie del dumping sociale.
Un’impostazione che si rivolge anche allo Stato e alle
amministrazioni pubbliche che non possono gestire le gare
per l’affidamento dei servizi – nella logica della concorrenza
per il mercato – senza convenire prioritariamente criteri e
standard qualitativi nell’offerta degli stessi (dalla salvaguardia
dei beni comuni alla garanzia dei servizi universali e di
qualità per tutti) e nel lavoro stabile e di qualità rifuggendo
dalla sola ricerca di massimizzare le entrate attraverso alti
oneri di concessione e tempi troppo brevi di affidamento del
servizio che scoraggiano gli investimenti.
La richiesta che avanziamo alle nostre controparti è quella di
definire in questi rinnovi contrattuali (il ccnl elettrico è
scaduto il 30 giugno 2009 mentre i contratti energia-petrolio
e gas-acqua scadono il 31 dicembre 2009) modalità
e tempi per la realizzazione del contratto nazionale unico
entro i prossimi tre anni iniziando sin da ora a
• SEGUE
definire utili convergenze e sinergie.
11
FilcemContratti02.qxp
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Pagina 12
• SEGUE PIATTAFORMA ENERGIA-PETROLIO
è scaduto il 30 giungo 2009 mentre i ccnl energia-petrolio e
gas-acqua scadono il 31 dicembre 2009) modalità e tempi per
la realizzazione del ccnl unico entro i prossimi tre anni
iniziando sin da ora a definire utili convergenze e sinergie.
assetti del mercato, sulla formazione, sulle pari opportunità,
nonché sulle dinamiche congiunturali e legislative
di settore non hanno praticamente mai funzionato,
eccezion fatta per la parte riguardante il tema salute–
sicurezza–ambiente, rispetto al quale si sono realizzati
ricorrenti momenti di analisi e periodiche conferenze
annuali dislocate sul territorio, da rafforzare nella parte
propositiva per evitare la ritualità.
• Noi ne riproponiamo l’impianto anche per le funzioni
bilaterali che già il ccnl propone e che vanno valorizzate,
ma è indispensabile un chiarimento con le rappresentanze
datoriali affinché confermino la loro effettiva disponibilità a
far lavorare queste sedi di lavoro comuni e congiunte;
• inoltre riteniamo sia necessario che venga previsto sul
tavolo di monitoraggio che attraverso il coinvolgimento
anche delle istituzioni competenti definisca lo sviluppo di
iniziative nel campo della ricerca, delle aziende del settore,
verso le energie alternative e rinnovabili;
• per sviluppare ulteriormente il sistema in atto di relazioni
sindacali verso forme più avanzate di democrazia industriale
proponiamo la costituzione di un sistema duale di
governance dell’impresa che preveda l’istituzione dei
“Consigli di sorveglianza” con all’interno anche i
rappresentanti eletti dai lavoratori.
Nelle aziende del settore i processi di efficientamento
3.
hanno determinato la terziarizzazione di molte attività
ricorrenti: da quelle a carattere industriale riguardanti la parte
per la progettazione e l’intervento
sugli impianti, compresi quelli di
manutenzione ordinaria, e infine le
condizioni di appalto tramite gare che
impongano il rispetto delle leggi e dei
contratti di lavoro, e orientino alla
qualificazione delle imprese,
rifuggendo dal metodo unico del
“massimo ribasso” che si è dimostrato
foriero di scarsa qualità e tanti guai. Si
richiede di definire appositi protocolli
in sede aziendale che vincolino
l’appalto ricorrente all’applicazione di
procedure sulla sicurezza analoghe a
quelle della stazione appaltante,
testate e di cui la società appaltante
ne condivida la piena responsabilità.
Il contratto nazionale attuale
4.
contiene diritti e strumenti
avanzati per la prevenzione attraverso
sistemi di gestione integrati salutesicurezza-ambiente anche
recentemente articolati in linee
guida con l’Inail.
Tuttavia l’esperienza ha dimostrato
che è indispensabile una maggiore
© PH.AGRPRESS
meno professionalizzata del processo produttivo fino alla
manutenzione ordinaria all’interno delle raffinerie e degli altri
impianti industriali.
Inoltre sono state appaltate molte attività attinenti al rapporto
con la clientela di massa, tanto da risultare i call center di
alcune importanti aziende di vendita del settore fra i peggiori
in assoluto in Italia.
È quindi necessario, al riguardo, prevedere che a livello
aziendale siano definiti appositi accordi che precisino
da un lato le attività esclusive, che devono rimanere
prerogativa unica dell’impresa, quelle distintive, che devono
garantire il mantenimento di competenze e capacità
© PH.AGRPRESS
Osserviamo che gli istituti di settore a partire
2.
dall’Osservatorio che, lo ricordiamo, ha funzioni
importanti di analisi e confronto sui temi energetici, sugli
azione delle Rsu sui processi produttivi e
l’organizzazione del lavoro, soprattutto nelle
manutenzioni, nei servizi, nelle attività svolte
non direttamente dalle aziende
ma date in appalto.
Per questo riteniamo necessario che il contratto
nazionale preveda uno spazio più rilevante
nella contrattazione di secondo livello che deve
prevedere come centrali le tematiche della
salute, della sicurezza, degli impatti ambientali
delle produzioni.
Il sistema attuale delle conferenze annuali
Rlsa/Rspp, che è da confermare nell’esperienza
sin qui prodotta, può essere rafforzato
prevedendo nel contratto spazi di agibilità per
momenti di coordinamento nazionale delle Rlsa
per l’effettuazione di sintesi dei lavori delle
conferenze decentrate e come sede di prima
individuazione di piani di lavoro prima
dell’avvio delle fasi bilaterali.
Contemporaneamente sarebbe necessario
rafforzare la partecipazione dei Rspp attraverso
un coordinamento nazionale.
Sulla base delle esperienze e delle valutazioni
emerse in occasione delle conferenze svolte
negli ultimi anni è necessario potenziare la
quantità e la qualità della formazione per i
clientela per non dipendere esclusivamente
dall’esterno; le attività appaltabili, per le quali
le gare d’appalto devono essere improntate
non solo al rigoroso rispetto di leggi e contratti,
ma orientate alla qualificazione delle imprese,
del lavoro e alla sicurezza, rifuggendo dal
metodo unico del “massimo ribasso” che si è
dimostrato foriero di scarsa qualità e tanti guai.
In particolare deve essere posto il vincolo che
l’appalto deve applicare procedure sulla
sicurezza analoghe e testate con piena
responsabilità della stazione appaltante.
Nell’ultimo rinnovo contrattuale con
4.
riferimento all’incentivazione delle azioni
rivolte alla sicurezza sul lavoro avevamo
• SEGUE PIATTAFORMA GAS-ACQUA
In questo quadro, e anche in relazione alla fase
2.
di gare che si sta aprendo per il rinnovo delle
concessioni comunali per la distribuzione del gas, è non più
Nelle aziende del settore i
3.
processi di efficientamento
hanno determinato la terziarizzazione
rinviabile che il governo completi le norme attuative della
legge “Letta” con l’emanazione della clausola sociale di
salvaguardia occupazionale, e che le imprese sottoscrittrici
del contratto 2006 applichino da subito la norma inderogabile
di salvaguardia occupazionale all’interno del contratto
nazionale di lavoro.
Osserviamo inoltre che gli istituti di settore a partire
dall’Osservatorio che, lo ricordiamo, ha funzioni importanti di
analisi e confronto sui temi energetici, sugli assetti del
mercato, su salute e sicurezza, sulla formazione, sulle pari
opportunità, non ha praticamente mai funzionato.
• Noi ne riproponiamo l’impianto anche per le funzioni
bilaterali che già il ccnl propone e che vanno valorizzate
ma è indispensabile un chiarimento con le rappresentanze
datoriali affinché confermino la loro effettiva disponibilità a
far lavorare queste sedi di lavoro comuni e congiunte;
• per sviluppare ulteriormente il sistema in atto di relazioni
sindacali verso forme più avanzate di democrazia industriale
proponiamo la costituzione di un sistema duale di
governance dell’impresa che preveda l’istituzione dei
“Consigli di sorveglianza” con all’interno anche i
rappresentanti eletti dai lavoratori.
di molte attività ricorrenti: da quelle a
carattere industriale fino al rapporto
con la clientela di massa. È quindi
necessario, al riguardo, stabilire la non
terziabilità delle attività atte a
garantire la sicurezza dei cittadini, dei
lavoratori e degli impianti.
Inoltre è necessario prevedere che a
livello aziendale siano definiti appositi
accordi che precisino:
le attività esclusive, prerogativa unica
dell’impresa, non differibili
(esercizio, controllo degli impianti,
analisi delle acque, pronto intervento
e reperibilità inclusa, ricerca
preventiva delle dispersioni,
protezione elettrica delle tubazioni e
attività di odorizzazione);
le attività distintive, che devono
garantire competenze e capacità di
progettazione e intervento sugli
impianti, nonché di rapporto con la
12
previsto una commissione paritetica specifica
che ha avuto difficoltà nell’accesso ai dati e ha
formulare percorsi che dal monitoraggio
portassero all’estensione delle migliori pratiche:
in questa logica chiediamo che il concetto di
sicurezza venga esteso alla tutela rispetto
all’impatto ambientale delle attività produttive
del settore sul territorio, e di passare dai
Rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza (Rls)
ai Rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza e
ambiente (Rlsa).
Richiediamo inoltre che almeno una volta
l’anno si effettui una conferenza delle Rlsa e
delle Rspp, organizzata congiuntamente dalle
parti firmatarie del contratto, per esaminare gli
aspetti riguardanti il settore, anche in un’ottica
rivolta ad esaminare e approfondire i diversi
impatti dipendenti dall’ubicazione geografica
Nord, Centro e Sud.
In relazione all’emanazione del decreto 106/09
del mese di agosto ultimo scorso, che ha
modificato negativamente alcune parti del Testo
unico sulla sicurezza nel lavoro, la Filcem Cgil
richiede:
1) che la consegna del documento di
valutazione dei rischi possa prevedere anche
la consultazione mediante strumenti
informatici, ma che tale opzione sia solo
aggiuntiva e non escluda la consegna del
materiale cartaceo;
2) che, solo per funzioni organizzative
particolarmente sensibili in materia di
FilcemContratti02.qxp
5-10-2009
11:19
Pagina 13
settore energia-petrolio
lavoratori sulla prevenzione con corsi specifici,
mirati alle mansioni svolte e verificati
nell’impatto sul lavoro in azienda.
Può essere utile istituire un libretto formativo
per ogni lavoratore nel quale registrare tutte le
attività formative svolte, iniziando proprio dai
corsi su salute-sicurezza-ambiente, anticipando il
libretto formativo previsto dalla legislazione, ma
non ancora operativo.
In relazione alla emanazione del decreto 106/09
del mese di agosto ultimo scorso, che ha
modificato negativamente alcune parti
del Testo unico sulla sicurezza nel lavoro,
la Filcem Cgil richiede:
• la consegna del documento di valutazione
dei rischi, prevedendo anche la consultazione
mediante strumenti informatici, ma che tale
opzione sia solo aggiuntiva e non escluda la
consegna del materiale cartaceo;
• solo per funzioni organizzative
particolarmente sensibili in materia di
sicurezza possano essere svolte visite preassuntive; tale scelta deve essere motivata ed
oggetto di consultazione con le Rsu/Rlssa.
Nonostante nel settore energia e petrolio si
registri il risultato positivo sugli infortuni
del lavoro, nelle aree degli appalti si
concentrano dati negativi riferiti a incidenti
sul lavoro, incidenti mortali, incidenti con
impatto anche esterno agli stabilimenti.
Nei precedenti ccnl sono stati inseriti strumenti
di selezione e di controllo per affidare
i lavori a imprese di appalto qualificate.
È mancato un controllo rigoroso sulle imprese
da parte della committenza e un ancora fragile
ruolo sia delle rappresentanze in azienda che
sindacali. Si dovrebbe ipotizzare un sistema di
esclusione con sospensione dei contratti per
quelle imprese nelle quali si siano verificati
infortuni sul lavoro mortali o gravi e incidenti
con conseguenze sul territorio.
Sull’insieme delle normative è necessario
5.
prevedere un maggiore ruolo di
contrattazione e controllo da parte delle
Rsu a livello aziendale: ci riferiamo al secondo
livello di contrattazione, al premio di
partecipazione, al welfare aziendale, alle
indennità, al Crea, all’articolazione e
alla gestione degli orari di lavoro, al
controllo dell’orario di fatto, al rispetto
dei riposi, all’organizzazione della
reperibilità e dei turni, al confronto
preventivo sulle modifiche
organizzative, allo sviluppo
professionale formazione inclusa, alla
definizione dei trattamenti sulle
trasferte o sui trasferimenti/traslochi,
alle mense, confermando il confronto
su tutte le forme di prestazione del
lavoro anche al fine di evitare
qualsiasi discriminazione.
In particolare sul mercato del lavoro è
necessario rafforzare sia gli strumenti
di controllo che di
stabilizzazione/qualificazione del
lavoro al fine di limitare al minimo la
precarietà. A tal fine richiediamo la
definizione di una percentuale
complessiva riferita a tutti i rapporti di
lavoro non a tempo indeterminato.
Inoltre si richiede la definizione
dei termini temporali entro
i quali si determina la stabilizzazione
del rapporto di lavoro
dei lavoratori la cui successione dei
contratti nella stessa società sia
ripetuta nel tempo.
• Si chiede di stabilire un monte ore
annuo finalizzato alla formazione dei
lavoratori, demandandone la
definizione alla contrattazione locale
e finalizzandolo alla crescita
professionale dei lavoratori.
• Il rafforzamento del ruolo della Rsu
va chiaramente definito per quanto
riguarda la materia connessa allo
sviluppo professionale dei lavoratori.
• Si richiede di rendere esigibile
l’assetto al part time anche
definendo una soglia percentuale
all’interno della quale esercitare
il diritto.
• Si ritiene necessario perseguire il
miglioramento dei trattamenti riferiti
ai congedi parentali, anche
attraverso la definizione di una quota di permessi retributivi
aggiuntivi, fruibili per maternità e assistenza dei
componenti il nucleo familiare.
L’impianto classificatorio, ormai vecchio di dieci anni,
6.
mantiene sostanzialmente inalterata la sua efficacia, e
rimane uno strumento in grado di coniugare la paga
professionale legata al ruolo ricoperto nell’ambito
dell’organizzazione del lavoro, e il riconoscimento attribuibile
all’apporto individuale di ciascun lavoratore.
Nel corso del decennio applicativo tuttavia sono emerse due
problematiche a cui si è tentato di dare risposta con l’accordo
Asiep-Filcem, Femca, Uilcem di luglio 2007, che ha avuto
scarsa efficacia.
La prima riguarda il fatto che troppo spesso le aziende
tendono a interpretare i Crea come veri e propri livelli di
inquadramento, vanificando nei fatti la corretta
interpretazione del sistema classificatorio, che vede nei Crea
l’apprezzamento dell’apporto individuale sulla posizione; in
questo caso – che è diffuso particolarmente nelle attività
operative e di raffineria – è sostanzialmente sminuito il saper
fare, l’apporto professionale individuale, con la conseguenza
che anche il Crea assegnato è uniforme.
La seconda riguarda il fatto che i meccanismi concordati,
che tendono a una misurazione oggettiva della professionalità
individuale, hanno poi come unico arbitro la parte aziendale.
Anche qui l’accordo del luglio 2007 introduceva
il confronto preventivo con la Rsu sui criteri adottati
nelle valutazioni, che però o non è stato applicato o non
ha dato i risultati sperati.
Ne consegue che la richiesta che facciamo è quella di rendere
più fluido il meccanismo di assegnazione dei Crea, superando
le barriere organizzative che legano lavoratori non solo
alla categoria ma anche al Crea, e di affidare in modo
esplicito al confronto con le Rsu criteri, modalità e
motivazioni legate non solo all’attribuzione
dell’inquadramento, ma anche dei Crea. Inoltre richiediamo
l’avvio di una verifica per cogliere in maniera dinamica
l’evolversi delle nuove professionalità determinate
dall’innovazione tecnologica o prodotte dalle trasformazioni
produttive e dall’organizzazione del lavoro, anche nell’ottica
della riunificazione contrattuale della filiera dell’energia,
al fine di determinare nuove declaratorie ed esemplificazioni.
Inoltre si richiede il riproporzionamento dell’indennità di
funzione dei quadri rispetto all’evoluzione dei minimi
salariali; si richiede inoltre di definire un monte ore annuo
che sia disponibile a livello individuale per la formazione
• SEGUE
e l’autoformazione.
settore gas-acqua
sicurezza, possono essere svolte visite preassuntive; tale scelta deve essere motivata e
oggetto di consultazione con le Rsu/Rlsa.
Può essere utile istituire un libretto formativo
per ogni lavoratore nel quale registrare tutte le
attività formative svolte iniziando proprio dai
corsi su salute, sicurezza e ambiente,
anticipando il libretto formativo previsto
dall’attuale legislazione ma non ancora
operativo.
In considerazione dei cogenti impegni europei
contenuti nel pacchetto clima-energia, della
costante pressione delle popolazioni in
occasione di ogni insediamento energetico,
della necessità di migliorare continuamente la
prevenzione e la sicurezza sul lavoro nel settore
che ha dovuto registrare purtroppo incidenti
gravi e in taluni casi mortali è indispensabile:
• da un lato definire in modo vincolante le
riunioni di settore per monitorare la
situazione – dalla formazione degli Rlsa alla
prevenzione – al fine di incrementare la
sicurezza estendendo le migliori pratiche già
in uso in ogni ambito aziendale;
• dall’altro rafforzare a livello aziendale la
gestione congiunta e preventiva delle
situazioni lavorative, rischi connessi, e quindi
delle azioni rivolte all’analisi dei bisogni
formativi e degli strumenti di tutela
individuale e collettiva sia per i dipendenti
dell’impresa committente che per quelli delle
ditte dell’appalto, chiamando il committente
ad assumersi direttamente la responsabilità
della qualificazione delle aziende a cui
vengono assegnati gli appalti, compresi i
lavoratori coinvolti, ipotizzando un sistema di
esclusione con sospensione dei contratti per
quelle imprese nelle quali si siano verificati
infortuni mortali sul lavoro o gravi incidenti
con conseguenze sul territorio;
• infine è indispensabile, vista la situazione
energetica, concordare a livello di settore
linee-guida sull’aumento dell’efficienza
energetica, sul risparmio, sullo sviluppo
delle fonti rinnovabili, sulla riduzione
complessiva delle emissioni, sul sostegno
all’innovazione da implementare
successivamente a livello aziendale.
Sull’insieme delle normative è
5.
necessario prevedere un
maggiore ruolo di contrattazione e
Si richiede il miglioramento dei trattamenti
7.
normativi ed economici relativi all’uscita dal turno
e dell’indennità.
controllo da parte delle Rsu
a livello aziendale: ci riferiamo al
secondo livello di contrattazione,
premio di partecipazione, welfare
aziendale, alle indennità,
all’articolazione e alla gestione degli
orari di lavoro, al controllo dell’orario
di fatto, al rispetto dei riposi,
all’organizzazione della reperibilità
e dei turni, al confronto preventivo
sulle modifiche organizzative, allo
sviluppo professionale, formazione
inclusa, alla definizione dei
trattamenti sulle trasferte o sui
trasferimenti/traslochi, al trattamento
mensa, confermando il confronto
su tutte le forme di prestazione anche
al fine di evitare qualsiasi
discriminazione.
• Riscontriamo che la commissione paritetica incaricata
dell’omogenizzazione dei trattamenti normativi ed
economici sulla reperibilità non ha potuto completare i
propri lavori. Riteniamo prioritario stabilire che la
reperibilità nel settore debba essere parte integrante
e non derogabile dell’organizzazione aziendale,
per la caratteristica di essere l’attività primaria con la quale
l’azienda distributrice garantisce, in associazione o più
spesso in sostituzione del pronto intervento organizzato in
turni “h24”, la sicurezza e il ripristino del servizio.
La normativa di settore deve stabilire il livello minimo
dell’inquadramento, che non può essere inferiore al 3°
livello nel caso del mono-operatore. Le caratteristiche,
la tipologia organizzativa e la turnazione devono essere
aspetti demandati a livello aziendale, come compiti specifici
del livello di contrattazione proprio delle Rsu.
I valori degli importi delle specifiche normative di
provenienza sono bloccati da oltre 15 anni:
richiediamo pertanto un aumento dell’indennità di
reperibilità, che prescindendo dalla situazione in essere,
riconosca un valore economico uguale per tutti, a
prescindere dalla precedente provenienza contrattuale.
L’importo congruo in considerazione della riduzione
dei lavoratori reperibili, dell’ampliamento degli ambiti di
reperibilità e quindi della gravosità del servizio
prestato, oltre che della perdita di valore a seguito
del lungo blocco temporale trascorso dall’ultima
rivalutazione dell’importo. Inoltre in caso di prestazione
di lavoro straordinario notturno “non programmato”
si chiede il pagamento completo delle ore
straordinarie anche in caso di recupero fisiologico
il giorno successivo.
• Si richiede di sostituire nell’art. 40 del ccnl il termine
“possano” con “devono” e la soppressione dei successivi
paragrafi 2, 3 e 4.
In particolare sul mercato
6.
del lavoro è necessario
rafforzare sia gli strumenti di controllo
che di stabilizzazione/qualificazione
del lavoro al fine di limitare al minimo
la precarietà, definendo un tetto
massimo complessivo per tutte le
tipologie di lavoro differenti da quello
a tempo indeterminato e stabilendo i
termini temporali per la stabilizzazione
del rapporto di lavoro a tempo
indeterminato.
• Si richiede di rendere esigibile
l’accesso al part time anche
definendo una soglia percentuale
all’interno della quale esercitare
il diritto.
• Riteniamo necessario perseguire
il miglioramento dei trattamenti
riferiti ai congedi parentali
anche attraverso la definizione
della quota dei permessi
retribuiti aggiuntivi usufruibili per
maternità e assistenza
dei componenti familiari.
Riteniamo necessario superare la diversificazione
8.
dei trattamenti in atto in tema di orario di lavoro
settimanale fra lavoratori giovani e anziani attraverso
la modifica della “norma transitoria” di cui all’art. 23
e stabilendo che la durata contrattuale dell’orario di lavoro
venga fissata in 38 ore settimanali. Inoltre vanno riconosciute
tutte le prestazioni di lavoro straordinario non programmate
e legate a situazioni di emergenza anche ai lavoratori
• SEGUE
inquadrate sopra al 6° livello.
13
FilcemContratti02.qxp
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• SEGUE PIATTAFORMA
Pagina 14
settore energia-petrolio
Turnisti: si richiede la revisione dell’art. 26 e 28 del
7.
ccnl per realizzare il miglioramento dei trattamenti
normativi dei turnisti, relativi all’uscita dal turno e alle
indennità, e il completamento degli organici attraverso la
definizione del K6.
Si richiede il superamento delle differenze nei
8.
trattamenti fra giovani e anziani anche in tema di ferie,
attraverso l’estensione della norma dell’art. 30 riferito ai
giorni festivi anche ai lavoratori in servizio successivamente
alla data del 14 marzo 2002, e l’equiparazione della spettanza
annua delle ferie di cui all’art. 31 a 25 giorni lavorativi per
tutti i lavoratori.
Contratto estero. Dovranno essere definite le parti
9.
normative ed economiche relative al contratto estero
relativamente a: modalità di impiego, alloggi, ferie e
permessi, assistenza sanitaria, diritti sindacali, calcolo della
retribuzione, riconoscimento delle mansioni svolte all’estero al
rientro in Italia, trattamenti fiscali e contributivi ecc. Inoltre si
chiede di considerare l’indennità di lavoro all’estero correlata
alla professionalità valida ai fini del trattamento di fine
rapporto; inoltre si richiede che venga riconosciuta
la maturazione del tfr a tutti i lavoratori italiani impiegati
da consociate estere delle aziende italiane dell’area
contrattuale energia e petrolio.
La richiesta economica che avanziamo per il
10.
triennio 1° gennaio 2010-31 dicembre 2012 è
pari a 200 euro sulla categoria 4 Crea 3, da redistribuire sul
© PH.AGRPRESS
minimo conglobato.
Tale richiesta è la risultante dell’analisi dell’andamento dei
salari medi in Italia e nel settore rispetto all’Europa, della
perdita del potere di acquisto degli stessi e dell’andamento
dell’inflazione sia nel pregresso che nell’attuale fase recessiva
considerando inoltre che più fonti prevedono una ripresa
inflattiva all’auspicata uscita dalla crisi.
In questo quadro congiunturale l’andamento economico
del settore risulta, seppure rallentato rispetto alla robusta
crescita degli anni passati, ancora positivo e in ripresa,
nonostante il calo dei consumi a testimonianza della solidità
delle imprese e del contributo dato dal fattore lavoro.
In considerazione di queste incertezze, della variabilità
degli scenari futuri nonché dell’allungamento della durata
del ccnl per la parte economica da due a tre anni chiediamo
che, allo scadere del biennio, sia prevista una verifica
dell’andamento dell’inflazione reale rispetto all’aumento
convenuto della retribuzione del settore, finalizzata al
contestuale recupero degli eventuali scostamenti negativi.
Ma ciò che si evince confrontando il costo del lavoro alla
retribuzione media lorda e a quella netta è che senza una
politica fiscale a favore del lavoro dipendente, oltre la
restituzione del fiscal drag, non si aumentano i redditi e si
penalizza l’occupazione perché su di essa gravano
oneri ingiusti e spropositati rispetto alla bassa tassazione
delle rendite finanziarie e speculative.
Per queste ragioni Cgil, Cisl e Uil devono al più presto
• SEGUE PIATTAFORMA GAS-ACQUA
L’impianto classificatorio introdotto nel 2002 da tempo
9.
doveva essere oggetto di un’attenta revisione anche
finalizzata al completamento delle esemplificazioni,
ampliandone il numero per poter cogliere in maniera
completa le professioni caratteristiche di ogni comparto –
distribuzione gas, ciclo idrico, mercato –; inoltre il ccnl 2007
ha introdotto in via sperimentale un livello economico sulla
categoria 3, accompagnandolo con una declaratoria.
A tal fine il contratto ha dato mandato a una commissione
paritetica, che ha prodotto un lavoro soddisfacente,
individuando 30 nuove esemplificazioni, le ha riordinate
assegnandole ad una più equilibrata scala professionale,
cogliendo le figure nuove determinate dalle innovazioni
tecnologiche e di processo.
Il lavoro della commissione paritetica va recepito,
integrandolo con una revisione della declaratoria della
categoria 3 con livello economico, riferendola al monooperatore lavori rete che occasionalmente possa compiere
attività da capo squadra rete.
La stabilizzazione dell’inquadramento 3 con livello economico
richiede una sistemazione parametrale che comprenda le
categorie 3 e 4, nel contesto di un’articolazione parametrale
100/254 ancora sostenibile.
Va inoltre inserito in contratto il concetto di evoluzione
14
rilanciare l’iniziativa nei confronti
di governo e Parlamento,
recuperando i contenuti della
piattaforma unitaria Cgil, Cisl, Uil
di Milano (novembre 2007)
con la quale si rivendicava la
riduzione del peso della pressione
fiscale sul lavoro dipendente e il
contenimento della contribuzione a
carico dell’impresa.
Con riferimento alla
11.
necessità di valorizzare
il welfare contrattuale richiediamo di
agire su più versanti:
• il trattamento pensionistico
integrativo, costituito dal
Fondoenergia, è uno dei più avanzati
e, tranne rare eccezioni,
ha ormai sostituito tutti i fondi
privati preesistenti.
Le organizzazioni sindacali di settore
e l’Asiep – oggi Confindustria
Energia – hanno da tempo ritenuto
di investire risorse contrattuali nella
previdenza integrativa, soprattutto
per sopperire alla drastica e
progressiva riduzione della copertura
della previdenza pubblica.
Nel settore già a livello aziendale in
alcuni significativi casi si è andati
oltre al 2% contrattualmente
previsto; la richiesta è quella di
estendere a livello di settore
l’aumento dell’importo a carico
delle aziende.
• Appurato che non sussistono
ostacoli all’unificazione dei fondi
pensione complementari riteniamo
fattibile da subito l’unificazione di
Pegaso, Fopen e Fondoenergia, e in
un’ottica di contratto unico di
comparto anche degli altri fondi.
Questa unificazione deve traguardare
a una riduzione dei costi di gestione
e aumentare la solidità e la gestione
degli stessi con particolare
riferimento al rendimento dei
contributi che i lavoratori e le
aziende versano.
• Per quanto concerne la sanità
integrativa, con l’unificazione di Fis
e Assidim e la conseguente
costituzione di Fasie, si è costituito il
fondo di settore che riguarda ormai
quasi tutte le aziende, tranne alcune
che mantengono ancora un
dell’inquadramento legato non solo
alla posizione organizzativa ma
incrociandolo con i percorsi formativi
e con polivalenza, polifunzionalità,
intercambiabilità e prevedendo,
al riguardo, l’intervento esplicito
delle Rsu.
Riteniamo inoltre che vada avviato un
lavoro comune, da concludersi entro la
vigenza contrattuale, sulle modalità di
riconoscimento della competenza e del
saper fare come elemento aggiuntivo e
complementare alla paga
professionale.
• Si chiede di stabilire un monte ore
annuo finalizzato alla formazione dei
lavoratori, demandando la
definizione alla contrattazione locale
e finalizzandolo alla crescita
professionale dei lavoratori.
• Si richiede che le Rsu,
congiuntamente alle organizzazioni
sindacali locali si facciano promotrici
di progetti finanziati dal ministero
delle Pari opportunità per la
realizzazione di azioni positive,
rendendo esigibile l’art. 2 della legge
125/91. Particolare attenzione deve
essere posta alla partecipazione a
progetti formativi per favorire le pari
opportunità di carriera all’interno
dell’azienda e in special modo per le
lavoratrici al rientro dalla maternità.
• Vanno inoltre ridefinite le agibilità
sindacali a livello di settore,
ricomponendo un quadro
attualmente frammentato parte a
livello di associazione parte
a livello aziendale.
trattamento aziendale di miglior favore.
La scelta verso il fondo sanitario
è motivata dall’esigenza di sopperire
ai costi indotti della sanità, quando non
ricoperti dalla struttura pubblica,
e per offrire ai lavoratori del settore la
possibilità alternativa di usufruire anche di
strutture sanitarie private, al fine di offrire a
tutti i lavoratori un servizio qualitativo
territorialmente uniforme.
Il Fasie sta diversificando in questo senso
l’offerta di servizi, strutturandola in pacchetti,
per coprire le diverse esigenze.
Tuttavia il costo a carico dei lavoratori,
seppur ben rapportato ai servizi offerti, è
rilevante, perché ancora troppo basso il
contributo a carico delle aziende.
Richiediamo pertanto di rivedere questo
rapporto, aumentando il contributo
contrattualmente previsto a carico
delle aziende.
In questo periodo abbiamo operato
12.
affinché, nonostante l’accordo
separato sulle nuove regole contrattuali,
Filcem, Femca e Uilcem si presentassero a
questo importante appuntamento dai lavoratori
con una proposta di piattaforma unitaria.
Prendiamo atto che si è preferito riconfermare
il primato dell’accordo separato –
di cui non avevamo chiesto l’abiura – alla
ricerca di nuove strade comuni che portassero
nel merito alla ricomposizione del fronte
sindacale confederale così come avviene di
fronte alle tante crisi industriali che
quotidianamente affrontiamo.
La Filcem, che sulla base di questa proposta
inizia il percorso democratico per la
presentazione della piattaforma, dichiara sin da
ora la volontà di operare nella trattativa
affinché il fronte sindacale si ricomponga e
assieme Filcem, Femca, Uilcem raggiungano
quanto prima, anche questa volta, una positiva
ipotesi di accordo da illustrate e sottoporre con
voto certificato, come è prassi consolidata,
all’insieme dei lavoratori e delle lavoratrici per
la loro approvazione prima della firma
definitiva dell’intesa, nel pieno rispetto
dell’accordo sulle regole condivise per i rinnovi
contrattuali sottoscritto a febbraio 2008 fra
Filcem, Femca e Uilcem.
(approvata,con 18 astensioni,dall’Assemblea
nazionale dei quadri e delegati Filcem Cgil –
Chianciano Terme,17 settembre 2009)
La richiesta economica che avanziamo
10.
per il triennio 1° gennaio 201031 dicembre 2012 è pari a 185 euro sulla quinta
categoria (par. 161; parametro conglobato 137),
da redistribuire però sul minimo conglobato
(minimo + contingenza) che accorcia la scala
parametrica a 100/194.
Tale richiesta è la risultante dell’analisi
dell’andamento dei salari medi in Italia e nel
settore rispetto all’Europa, della perdita
del potere di acquisto degli stessi e
dell’andamento dell’inflazione sia nel pregresso
che nell’attuale fase recessiva, considerando
inoltre che più fonti prevedono una ripresa
inflattiva all’auspicata uscita dalla crisi.
In questo quadro congiunturale l’andamento
economico del settore risulta, seppure
rallentato rispetto alla robusta crescita degli
anni passati, ancora positivo nonostante
il calo dei consumi a testimonianza della
solidità delle imprese e del contributo dato dal
fattore lavoro. In considerazione di queste
incertezze, della variabilità degli scenari futuri
nonché dell’allungamento della durata del ccnl
per la parte economica da due a tre anni
chiediamo che, allo scadere del biennio, sia
prevista una verifica dell’andamento
dell’inflazione reale rispetto all’aumento
convenuto della retribuzione del settore,
finalizzata al contestuale recupero degli
eventuali scostamenti negativi. Ma ciò che si
evince confrontando
il costo del lavoro alla retribuzione media
lorda e a quella netta è che senza una politica
fiscale a favore del lavoro dipendente, oltre
la restituzione del fiscal drag, non si
aumentano i redditi e si penalizza l’occupazione
perché su di essa gravano oneri ingiusti e
spropositati rispetto alla bassa tassazione delle
FilcemContratti02.qxp
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Pagina 15
ENERGIA E PETROLIO/IL SISTEMA CLASSIFICATORIO
Più contrattazione
nella valutazione del “Crea”
Mario Di Luca
D.to Energia e petrolio Filcem nazionale
F
ra i vari contenuti che
caratterizzano la piattaforma
per il rinnovo del contratto del
settore energia e petrolio c’è
senz’altro quello che introduce la
centralità del ruolo del sindacato nel
processo che determina
l’apprezzamento del Crea – acronimo
che sta per Complessità,
responsabilità, esperienza, autonomia
– quale elemento capace di coniugare
i contenuti dell’apporto individuale
alla mansione professionale assegnata.
Il sistema classificatorio, che risale
alla fine degli anni 90, mantiene
valide le connotazioni originarie che
ne salutarono positivamente la sua
introduzione nel settore e continua ad
essere lo strumento efficace per
attribuire e riconoscere l’apporto
individuale, il “saper fare” del
lavoratore nell’espletamento del ruolo
ricoperto nell’ambito
dell’organizzazione aziendale.
La valutazione complessiva della
professionalità espressa è
rappresentata dalla combinazione tra
l’inquadramento nella singola
categoria e l’apprezzamento
dell’apporto professionale all’interno
della categoria stessa.
L’inquadramento nelle categorie (6, di
cui una solo d’ingresso)avviene sulla
base delle declaratorie con riferimento
ai ruoli professionali per ciascuna
categoria. L’apprezzamento dei singoli
apporti professionali, ovvero i livelli
Crea (4 economici, per le categorie
dalla seconda alla quinta, 5 per
“quadri”), avviene attraverso la
valutazione di fattori oggettivi e
soggettivi: per i primi, la Complessità
e la Responsabilità, per i secondi
l’Esperienza e l’Autonomia.
Di conseguenza, il sistema salariale è
unico per l’intero settore, sia per
quanto attiene alle singole categorie,
sia per quello che riguarda i relativi
Crea che si adottano.
Tuttavia, nel corso della sua
applicazione, sono emerse alcune
distonie che – se non superate –
rischiano di vanificare i contenuti
originali (e inediti) che costituiscono
il fondamento di questo sistema
classificatorio. Una di queste, è
l’interpretazione forzosa che alcune
aziende assegnano ai Crea, ritenendoli
dei veri e propri inquadramenti
intermedi (ciò avviene particolarmente
nei settori operativi e nella
raffinazione); l’altra, è il ruolo
assolutamente marginale assegnato al
sindacato nella misurazione oggettiva
delle professionalità individuali.
Ad onor del vero, si è tentato di
correggere queste “distrazioni”
applicative con un accordo tra le parti
(luglio 2007) i cui effetti però sono
stati oggettivamente poco efficaci.
Per queste ragioni in questo rinnovo
del contratto nazionale vogliamo
costituire dei veri e propri “livelli di
contrattazione” ai quali assegnare –
sia per quelli previsti in azienda che
per quelli delle singole unità
produttive – la verifica e la
determinazione di elementi qualiquantitativi capaci di cogliere
correttamente l’evoluzione
professionale che discende dalla
riorganizzazione aziendale, e
l’accrescimento delle conoscenze
individuali anche attraverso lo
strumento della formazione
professionale. Questo progetto assume
un’importanza fondamentale nel
governo dei processi che determinano
lo sviluppo professionale dei lavoratori
energia e petrolio, con l’attribuzione al
sindacato e alla Rsu di un ruolo
diretto nella contrattazione,
necessario al superamento di quei
meccanismi che fino ad oggi
hanno consentito alle aziende un
controllo ed una gestione della
professionalità fin troppo unilaterale. •
ACQUA-GAS/LA “CLAUSOLA OCCUPAZIONALE”
Una garanzia per lavoratori e cittadini
Mauro Tudino
D.to Energia e petrolio Filcem nazionale
A
dieci anni dall’introduzione del dlgs
164/2000 dell’allora ministro Enrico Letta che ha avviato la cosiddetta liberalizzazione del mercato del gas in Italia, molto è cambiato nel panorama societario nazionale. Da un lato vi è stata la costituzione di nuove aziende per la commercializzazione del gas, a seguito dell’obbligo di
separazione societaria e funzionale fra le attività di vendita e di distribuzione.
Per contro si sono realizzate nuove aggregazioni fra imprese e, di conseguenza, un’apprezzabile diminuzione del numero delle
stesse.Va registrato che buona parte di questo processo di semplificazione è avvenuto in virtù di una forte attività di acquisizione prodotta dai gruppi privati nei primi anni 2000 e da una più decisa volontà aggregativa interpretata dalle multiutility negli
anni successivi.
Poco ne è invece derivato dalle previste gare per la concessione delle attività di distribuzione (circa 9.000 nel paese) che, a causa
di un quadro normativo incerto, si sono realizzate in un numero assai limitato (circa 350).
Da segnalare anche che molto spesso l’espletamento delle gare ha prodotto un risultato
in controtendenza con il processo aggregativo. Gli enti locali infatti, privilegiando l’offerta economica avanzata dalle imprese agli
stessi, quale criterio qualificante per l’aggiudicazione delle concessioni, hanno consentito che società, con notevoli capacità tecniche e infrastrutturali, siano state costrette a
cedere – in occasione delle gare – proprie
concessioni a vantaggio di soggetti molto
meno accreditati, aprendo così una seria riflessione anche nel mondo delle imprese.
Le organizzazioni sindacali avevano da subito denunciato che senza regole condivise, difficilmente si sarebbe sviluppata una
competizione utile a migliorare la qualità
del servizio e ad avere un effetto calmierante sulle tariffe.
Il primo passo concreto in questa direzione
fu la sottoscrizione del contratto unico del
settore gas-acqua nel marzo 2002.
Un contratto solo quindi in virtù dei quattro di partenza, soprattutto per evitare il tentativo che la competizione fra le imprese si
realizzasse sul costo del lavoro, oltre alla ferma volontà di mantenere dentro lo stesso
perimetro contrattuale tutte le attività proprie della filiera produttiva e commerciale.
Oggi occorre compiere un altro passo, necessario per la salvaguardia occupazionale
e la qualità del servizio.
Non possiamo infatti ignorare che il lento e
confuso percorso legislativo prevede comunque al 31 dicembre 2010 la scadenza di
tutte le concessioni non assegnate tramite
gara. È per questo che nella piattaforma rivendicativa chiediamo che la “clausola sociale”, più volte discussa in sede di rinnovo
contrattuale e mai definita, sia realizzata quale condizione irrinunciabile per garantire la
continuità occupazionale e normativa di tutti i lavoratori gasisti e acquedottisti.
Inoltre, chiediamo alle imprese e al governo la definizione di ambiti di gara di dimensioni sufficienti per sostenere il necessario
impegno sugli investimenti e migliorare l’organizzazione industriale.
Soluzione introdotta dalla legge n .36 /1994
“Galli” per il settore idrico, che ha consentito la gestione del processo riorganizzativo, senza particolari ripercussioni occupazionali, anche grazie alla possibilità dell’affidamento diretto “in house” che chiediamo
al governo di mantenere in fase di definizione dei regolamenti attuativi della legislazione “in itinere”.
Infine va definito un bando di gara tipo che
stabilisca il canone destinato agli enti locali e indirizzi la “competizione”su investimenti, qualità del servizio e mantenimento dei
livelli occupazionali. •
settore gas-acqua
rendite finanziarie e speculative. Per queste
ragioni Cgil, Cisl e Uil devono al più presto
rilanciare l’iniziativa nei confronti di governo e
Parlamento, recuperando i contenuti della
piattaforma unitaria di Milano con la quale
si rivendicava la riduzione del peso
della pressione fiscale sul lavoro dipendente
e il contenimento della contribuzione a carico
dell’impresa.
Con riferimento alla necessità di
11.
valorizzare il welfare contrattuale
richiediamo di agire su più versanti:
• il trattamento pensionistico integrativo non è
omogeneo nel settore in quanto non si è
ancora pervenuti a una soluzione
soddisfacente per l’uscita dal fondo integrativo
obbligatorio a ripartizione del gas privato;
l’Inps ha sollevato problemi di copertura a
lungo termine rispetto al piano di
cristallizzazione proposto, il ministero del
Lavoro se ne è di fatto lavato le mani;
• inoltre nel settore agiscono almeno quattro
fondi complementari a capitalizzazione,
verso cui confluiscono i ratei del tfr dei
dipendenti che hanno scelto di versarlo nei
fondi aziendali: Pegaso per i lavoratori che
fanno capo alle aziende Federutility, Fondo
energia per i lavoratori delle aziende che
fanno capo al gruppo Eni e alcune che fanno
capo all’Assogas, Fopen per quelli
che fanno capo a Enel, Fiprem per
quelli che fanno capo a Edison.
La contribuzione a carico delle sole aziende
ex Federutility, che non pagano invece
il fondo gas, è dell’1,2%, stabilita nel 1997 e
mai rivista, e l’onere non è tutto a carico
delle aziende in quanto non è stata mai
abrogata la norma che congelava
temporaneamente il calcolo della
quota della tredicesima mensilità sul
tfr, appositamente introdotta in sede
di primo accordo, che va
definitivamente superata.
• Si richiede alle controparti un
impegno comune per ripresentare in
sede governativa la richiesta di
cristallizazione del Fondo gas e,
conseguentemente, uniformare il
trattamento con la parificazione e la
qualificazione della quota a carico
delle aziende.
• Appurato che non sussistono
ostacoli all’unificazione dei fondi
pensione complementari riteniamo
fattibile da subito l’unificazione di
Pegaso, Fopen, Fondenergia e
Fiprem, ma in un’ottica di contratto
unico di comparto anche degli altri
fondi. Tale unificazione deve
traguardare a una riduzione
dei costi di gestione e aumentare
la solidità e la gestione degli stessi
con particolare riferimento al
rendimento dei contributi che i
lavoratori e le aziende versano.
• Per quanto concerne la sanità
integrativa la commissione paritetica
non è andata oltre all’esame delle
situazioni e non è arrivata a
formulare proposte. Anche in
un’ottica di contratto unico di settore
proponiamo la confluenza
del gas-acqua all’interno del Fasie,
costituito nell’energia e petrolio, in
attesa che, anche in questo caso, si
realizzi un’aggregazione più ampia
che includa tutto il comparto.
Non per volontà sindacale siamo da tempo senza un
12.
accordo sulle modalità per l’esercizio del diritto di
sciopero salvo per l’aspetto, previsto dalla legge, della
procedura di raffreddamento e conciliazione. Pertanto, come
ribadito più volte e in più occasioni, nella necessità di
ricorrere allo sciopero durante questa fase di rinnovo
contrattuale, ci atterremo al rispetto degli obblighi di legge,
considerando gli accordi precedenti di fatto scaduti e
comunque non più conformi al nuovo assetto del settore
liberalizzato. Per queste ragioni abbiamo provveduto anche
alla formale disdetta.
In questo periodo abbiamo operato affinché,
13.
nonostante l’accordo separato sulle nuove regole
contrattuali, Filcem, Femca e Uilcem si presentassero a questo
importante appuntamento dai lavoratori con una proposta di
piattaforma unitaria. Prendiamo atto che si è preferito
riconfermare il primato dell’accordo separato – di cui non
avevamo chiesto l’abiura – alla ricerca di nuove strade
comuni che portassero nel merito alla ricomposizione del
fronte sindacale confederale così come avviene di fronte alle
tante crisi industriali che quotidianamente affrontiamo. La
Filcem, che sulla base di questa proposta inizia il percorso
democratico per la presentazione della piattaforma, dichiara
sin da ora la volontà di operare nella trattativa affinché il
fronte sindacale si ricomponga e assieme Filcem, Femca,
Uilcem raggiungano quanto prima, anche questa volta, una
positiva ipotesi di accordo da illustrare e sottoporre con voto
certificato, come è prassi consolidata, all’insieme dei
lavoratori e delle lavoratrici per la loro approvazione prima
della firma definitiva dell’intesa, nel pieno rispetto
dell’accordo sulle regole condivise per i rinnovi contrattuali
sottoscritto a febbraio 2008 fra Filcem, Femca e Uilcem.
(approvata,con 4 voti contrari e 18 astensioni,dall’Assemblea
nazionale dei quadri e delegati Filcem Cgil – Chianciano Terme,
18 settembre 2009)
15
5-10-2009
11:19
Pagina 16
Intervista ad Alberto Morselli
DALLA PRIMA
D. Difficile darti torto. Sul
mercato del lavoro una novità
di rilievo – soprattutto rivolta ai giovani –
arriva dai chimici: si propone di definire
una nuova forma di assunzione, il
contratto di inserimento e stabilità,
sostitutiva di quelle oggi precarie
(tirocinio, stage, contratto a termine).
I lettori si aspettano di saperne di più...
Morselli L’obiettivo è quello di verificare
se esistono le condizioni per ridurre il
ricorso a forme di lavoro sempre più
precario, costruendo percorsi di
stabilizzazione certa. Fino ad oggi il
dibattito attorno a questo tema è stato di
rilevanza generale – come, peraltro, è
giusto che sia – con interventi del
governo, dei partiti, di studiosi della
materia ecc. In concreto: in occasione
del rinnovo contrattuale proponiamo alle
controparti una ricerca comune verso
una soluzione condivisa che consideri il
lavoratore o la lavoratrice un
investimento da non perdere e quindi da
stabilizzare, ma ancor prima da inserire
positivamente, con percorsi di
apprendimento e formazione che in
modo dinamico ne confermino la
stabilizzazione. Se con le controparti
individuassimo questa modalità, è chiaro
che non avrebbe più senso ricorrere ad
altre forme di assunzione precaria.
Ecco perchè “sostitutiva”.
D. Nelle piattaforme presentate ci sono
riferimenti espliciti alle fonti rinnovabili
e all’efficienza energetica per uscire
dalla crisi economica e ambientale. Il
ricorso al fotovoltaico e ai nuovi mercati
della “green economy” potrebbero
salvare molte aziende a rischio e davvero
cambiare il lavoro. Secondo l’ultimo
rapporto di “Greenpeace”, solo per
l’Italia, nell’arco dei prossimi venti anni,
si parla di oltre 100.000 nuovi posti di
lavoro.Un eccesso di ottimismo?
Morselli I riferimenti sono il frutto del
nostro lavoro di analisi e ricerca in un
settore che, oltre ad essere produttore di
energia, ne è anche consumatore
cosiddetto “energivoro” in molte fasi dei
processi produttivi del chimico, del
vetro, della ceramica e non solo.
La nostra valutazione (ne ha già parlato
Rassegna Sindacale qualche tempo fa,
ndr) è che già ora, in tutte le aziende,
un serio intervento di efficientamento
energetico produrrebbe cospicui risultati
in termini di risparmio della bolletta
elettrica, o del gas o dell’acqua.
Potrebbe essere il risultato di una
contrattazione di secondo livello,
che interviene direttamente sul processo
produttivo e che, semmai, individua
Rassegna Sindacale
Settimanale della Cgil
Direttore responsabile Paolo Serventi Longhi
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Coordinamento redazionale Carlo Casali
Ha collaborato: Simona Splendorini
16
modalità di distribuzione dei risparmi
da raggiungere verso il lavoro
in forma di salario. Questo processo di
efficienza energetica, tempestivo tanto
quanto la strada verso la “green
economy”, deve partire dall’esistente,
da ciò che c’è, con le persone che ci
sono. È con loro che si devono
condividere le future strategie.
Quando a volte la “green economy”
viene proposta come sostitutiva di realtà
industriali – ritenute ingombranti,
come la chimica, ma non solo, e forse in
parte obsolete – si commette l’errore
di non considerare il lavoro e
soprattutto la professionalità e la
competenza di chi lo perde.
D. In estate si è insistito molto –
i ministri Tremonti e Sacconi ne sono
i paladini – sul tema della
partecipazione dei lavoratori agli utili
di impresa, e per questo si farebbe strada
un avviso comune” tra le parti.
Voi proponete al contrario l’istituzione
dei Consigli di sorveglianza...
Morselli Lasciamo perdere le facili
battute sugli utili ai lavoratori quando le
aziende sono “in rosso”... quello che
interessa alla Filcem e a gran parte dei
lavoratori è di contare di più per
esercitare un ruolo che sia utile a
indirizzare continuamente l’azienda
verso l’innovazione, la ricerca e gli
investimenti: in una parola
il “futuro” dell’impresa, dei suoi
stabilimenti e dell’occupazione.
Per via contrattuale ci siamo dotati di
una serie di strumenti congiunti che
hanno bisogno anch’essi di
implementazione di novità sul terreno
della concretezza dell’intervento dei
rappresentanti eletti dai lavoratori; e
questo lo si può realizzare se saremo in
grado di fare una “contrattazione di
anticipo” (ad esempio sui budget), ancor
prima che le decisioni siano prese.
Questo è il punto! L’esperienza
consolidata in alcuni paesi in Europa è
quella dei Consigli di sorveglianza, un
modello duale, dove proprio sugli
indirizzi strategici e sul controllo
dell’impresa è previsto un preciso ruolo
dei rappresentanti eletti dai lavoratori.
Nelle piattaforme chiediamo di
affrontare questo tema della democrazia
industriale fino a spingerci – se vuoi –
alla “codeterminazione”, consapevoli che
serve una legislazione che ora non c’è.
Ma vogliamo anche sapere cosa
l’insieme delle nostre controparti pensa
su questo tema oramai ineludibile.
D. Un’ultima domanda. Andare oltre
gli attuali perimetri contrattuali dei
contratti dell’energia (elettrico, petrolio,
gas-acqua) è l’altro “leit motiv”
della Filcem che propone la costruzione
del contratto unico del comparto
energetico e idrico. Ma Confindustria
non si è ancora espressa al riguardo.
Insisterete lo stesso?
Morselli Certo! Con quella
determinazione che ci viene riconosciuta.
Noi pensiamo che la strada del contratto
dell’energia sia la più funzionale al
miglioramento delle condizioni dei
lavoratori. Penso, ad esempio, a quanto
detto prima sul tema della “green
economy”, a quale scenario di
ristrutturazione questa può produrre
in questi settori. Ma penso anche a come
costruiamo un sistema di “sicurezza
territoriale” verso le centrali, le raffinerie,
o il sistema infrastrutturale del gas, a
come superiamo le difficoltà di
approvvigionamento idrico con la
realizzazione dei bacini idrici
interconnessi, alla relazione con la tutela
del territorio operato dal sistema
delle bonifiche, e non voglio
dimenticare il vasto tema dei rifiuti come
occasione industriale.
In sostanza mi sono convinto che le
ragioni principali di un contratto
dell’energia siano innanzitutto
industriali, e gli esempi che ho fatto
avanzano la domanda di quale progetto
industriale è possibile costruire in
questo settore e nei suoi comparti.
La dignità del lavoratore e il valore
del contratto parte proprio da qui.
I temi relativi ai diritti, agli
inquadramenti e al salario,
continueranno a mantenere una loro
specificità anche quando si sarà
consolidato in futuro un contratto
dell’energia, e contemporaneamente
si dovrà articolare di più il secondo
livello, specialmente in quelle aziende
che per storia e dimensioni vivono
i contratti nazionali come “cosa loro”.
Così non dovrà più essere. Che
Confindustria faccia la sua parte.
Sia chiara: dica se vuole veramente
ridurre il numero complessivo dei
contratti oppure se rappresenta la solita
litania di circostanza da ripetere
ma non da praticare. Una sfida per noi
dalla quale non vogliamo sottrarci. •
LA SCHEDA
I numeri dei contratti
a cura di C.Ca.
Q
ualche dato e qualche
numero ci aiuta a
comprendere meglio la
portata della “campagna d’autunno”
dei rinnovi nei settori della chimica,
dell’energia, del manifatturiero e
dell’artigianato, con contratti – ad
eccezione dell’elettrico – tutti in
scadenza al 31 dicembre 2009.
Il contratto chimicofarmaceutico interessa più di
128.000 lavoratrici e lavoratori
impiegati nell’industria chimica,
70.000 nella farmaceutica, 5.000
circa nel settore biomedicale.
Si applica ai lavoratori della
chimica, farmaceutica, fibre
chimiche, detergenza, dielettrici,
elettrodi di carbone, cere e lumini,
abrasivi, coibenti, gpl, gas tecnici.
Nel settore sono oltre 1.500 le
imprese associate a Federchimica e
218 a Farmindustria, entrambe
associate a Confindustria. Tra le
imprese più significative ricordiamo
Polimeri Europa e Sindyal (gruppo
Eni), Lyondell Basell, Sasol, Solvay,
Bayer, Pfizer, Merck Serono, Mapei,
Arkema, Air Liquide, Sigma-Tau,
Menarini, Novartis, Montefibre,
Sanofi Aventis ecc.
Il contratto della coibentazione
termoacustica (1.500 dipendenti
da circa 175 piccole imprese, molte
delle quali a conduzione familiare)
si applica a tutti i lavoratori della
coibentazione per impianti
petrolchimici, raffinerie, centrali
elettriche ecc. La controparte è
l’Anicta-Confindustria.
Sono oltre 130.000 i lavoratori
dell’industria della gomma, della
ricostruzione dei pneumatici, dei
cavi elettrici, dell’industria di
trasformazione delle materie
plastiche, del riciclo e della
rigenerazione a cui si applica il
contratto della gomma-plastica.
In questo settore sono circa 2.500
le aziende di piccole e medie
dimensioni che vi operano,
unitamente a imprese multinazionali
di rilievo (Pirelli, Bridgestone,
Michelin, Azimut, Ergom, Prismyan
Cavi, ecc.) prevalentemente
associate alla Federazione Gomma
Plastica (aderente a Confindustria).
© PH.AGRPRESS
FilcemContratti02.qxp
Il contratto unico del settore
elettrico, scaduto il 30 giugno
scorso, riguarda circa 59.000
lavoratori impiegati in poco più di
130 aziende pubbliche e private,
italiane e straniere tra cui il gruppo
Enel, Edison, Tirreno Power,
Edipower, E.On.; le società del
ministero dell’Economia e Finanze
Gse, Sogin, Terna; grandi
“multiutility” quali Acea di Roma,
A2A di Milano, Aem di Torino, Linea
Group, Iride-Enia, Hera dell’EmiliaRomagna, ecc. Il contratto si applica
alle imprese che svolgono attività di
produzione, trasformazione,
trasporto, distribuzione e vendita di
energia elettrica, nonché produzione
e fornitura del servizio calore e di
smantellamento delle centrali
elettronucleari dismesse e alle
società di ingegneria costituite da
imprese del settore e che già oggi
svolgono la propria attività
esclusivamente per il settore
elettrico.
Le controparti sono Assoelettrica
(aderente a Confindustria),
Federutility (aderente a Confservizi),
Enel, Gse, Sogin, Terna.
Hanno il contratto gas-acqua
tutti i 50.000 lavoratori impiegati
nelle aziende che gestiscono i
servizi relativi alla distribuzione
e alla vendita del gas, nel
teleriscaldamento, gestione calore,
nella cogenerazione, alle attività di
estrazione, trasporto, compressione
e ricompressione e nei servizi
relativi al ciclo integrale dell’acqua,
incluse le attività di depurazione e
gestione delle reti fognarie.
Le imprese sono oltre 750: tra le
più significative il Gruppo Italgas,
Acquedotto Pugliese, Enel Gas,
Thüga Italia (del gruppo tedesco E.
On.), Italcogim (Gaz de France),
A2A di Milano, Acea di Roma, Hera
di Bologna, la nuova multiutility
Iride-Enia ecc.
Le associazioni imprenditoriali
contraenti sono Anfida, Anigas
(Confindustria Energia) Assogas,
Federestrattiva (aderenti a
Confindustria) e Federutility
(aderente a Confservizi).
Il contratto energia e petrolio
(33.000 i lavoratori addetti) si
applica all’industria della ricerca,
estrazione, raffinazione,
cogenerazione; all’industria di
distribuzione dei prodotti petroliferi
e a quella di produzione di energia
elettrica, di olii lubrificanti, di
imbottigliamento e distribuzione di
gas petrolio liquefatto (gpl). Una
sessantina le imprese, tra cui il
Gruppo Eni, la Shell, Esso, Erg,
Total, Q8, Api-Ip, il Gruppo Saras
della famiglia Moratti ecc., tutte
aderenti a Confindustria-Energia.
Infine i due contratti degli
artigiani, scaduti entrambi alla fine
del 2008: quello della chimica,
gomma, plastica e vetro (circa
55.000 i lavoratori interessati) e
l’altro relativo alla ceramica,
terracotta, gres e decorazione
piastrelle (circa 15.000 i lavoratori).
Le controparti sono Confartigianato,
Cna, Casartigiani e Claai. •
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