EATBPE GU AG YFUORCAD YF UOTC FR AG NE CI MD CAD RC VJS CI SL GY VE PO IT OP NE AOER GF SL C A ZN IL FC AG NR CI SW AO AG O Q KSJQ LP FCABWI BA VICLWBE HU PE OI PR TW P TE R A XS VI CL XPEC TB P SX VT AE RDXMMD VA VICL ISMP BU MZ W V N PENNARELLOI NF RDCQ TE R AH BG VA I MA GI COCL GMD ABWI NF XMFCABWI NF MD IL PENNARELLO MAGICO Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo Associazione di Enti Locali per l’Educational e la Cultura - Ente Formatore per Docenti Istituzione Promotrice della Staffetta di Scrittura Bimed/Exposcuola in Italia e all’Estero Partendo dall’incipit di Domenico Notari e con il coordinamento dei propri docenti, hanno scritto il racconto gli studenti delle scuole e delle classi appresso indicate: Scuola Primaria “Michele Coppino” di Torino – classe IIIB Scuola Statale Italiana di Madrid (Spagna) - classe IIIA Scuola Primaria “Vittorio Scialoja” di Procida (NA) classi IIIE/F (plesso Chiaiolella) Direzione Didattica di Viadana (MN) – classe IIIC I. C. "Europa Unita" di Afragola (NA) – classe IIIB Istituto Italiano Statale Comprensivo di Barcellona (SPAGNA) - classi IIIA/B Istituto Comprensivo “Castaldi Rodari” III Circolo di Boscoreale (NA) - classi IIIA/B Istituto Comprensivo “G. Verga” di Riposto (CT) classe IIIA plesso” S. Quasimodo” Istituto Comprensivo 3 “Rodari-Annecchino” di Pozzuoli (NA) classi IIIA/B Istituto Comprensivo “Don Milani-Aliperti” di Marigliano (NA) - classe IIIE Editing a cura di: Silvia Tortorella Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo Associazione di Enti Locali Ente Formatore per docenti accreditato MIUR Il racconto è pubblicato in seno alla Collana dei Raccontiadiecimilamani Staffetta Bimed/Exposcuola 2013 La pubblicazione rientra tra i prodotti del Percorso di Formazione per Docenti “La Scrittura Strumento indispensabile di evoluzione e civiltà” II livello. Il Percorso di Formazione è promosso dal MIUR Dipartimento per l’Istruzione Direzione Generale per il Personale Scolastico Ufficio VI e si organizza in interazione con l’Istituto Comprensivo “A. De Caro” di Lancusi/Fisciano (SA) Direzione e progetto scientifico Andrea Iovino Monitoraggio dell’azione e delle attività formative collegate Maurizio Ugo Parascandolo Responsabili di Area per le comunicazioni, il coordinamento didattico, l’organizzazione degli Stages, le procedure e l’interazione con le scuole, le istituzioni e i fruitori del Percorso di Formazione collegato alla Staffetta 2013 Linda Garofano Marisa Coraggio Andrea Iovino Area Nord Area Centro Area Sud Segreteria di Redazione e Responsabile delle procedure Giovanna Tufano Staff di Direzione e gestione delle procedure Angelo Di Maso, Adele Spagnuolo Responsabile per l’impianto editoriale Silvia Tortorella Grafica di copertina: Valentina Caffaro Rore, Elisa Costanza Giuseppina Camurati, Iulia Dimboiu, Giulia Maschio, Giulio Mosca, Raffaella Petrucci, Dajana Stano, Angelica Vanni - Studenti del Corso di Grafica dell’Istituto Europeo di Design di Torino, Docente Sandra Raffini Impaginazione Bimed Edizioni Relazioni Istituzionali Nicoletta Antoniello Piattaforma BIMEDESCRIBA Gennaro Coppola Amministrazione Rosanna Crupi I libretti della Staffetta non possono essere in alcun modo posti in distribuzione Commerciale RINGRAZIAMENTI I racconti pubblicati nella Collana della Staffetta di Scrittura Bimed/ExpoScuola 2013 si realizzano anche grazie al contributo erogato in favore dell’azione dai Comuni che la finanziano perché ritenuta esercizio di rilevante qualità per la formazione delle nuove generazioni. Tra gli Enti che contribuiscono alla pubblicazione della Collana Staffetta 2013 citiamo: Siano, Bellosguardo, Pisciotta, Cetara, Pinerolo, Moncalieri, Susa, SaintVincent, Castellamonte, Torre Pellice, Castelletto Monferrato, Forno Canavese, Rivara, Ivrea, Chivasso, Cuorgnè, Santena, Agliè, Favignana, Lanzo Torinese. Si ringrazia, inoltre, il Consorzio di Solidarierà Sociale “Oscar Romero” di Reggio Emilia, Casa Angelo Custode di Alessandria, Società Istituto Valdisavoia s.r.l. di Catania, Associazione Culturale “Il Contastorie” di Alessandria, Fondazione Banca del Monte di Rovigo. La Staffetta di Scrittura riceve un rilevante contributo per l’organizzazione degli Eventi di presentazione dei Racconti 2013 dai Comuni di Bellosguardo, Moncalieri, Ivrea, Salerno, Pinerolo, Saint Vincent, Procida e dal Parco Nazionale del Gargano/Riserva Naturale Marina Isole Tremiti. Si coglie l’occasione per ringraziare i tantissimi uomini e donne che hanno operato per il buon esito della Staffetta 2013 e che nella Scuola, nelle istituzioni e nel mondo delle associazioni promuovono l’interazione con i format che Bimed annualmente pone in essere in favore delle nuove generazioni. Ringraziamenti e tanta gratitudine per gli scrittori che annualmente redigono il proprio incipit per la Staffetta e lo donano a questa straordinaria azione qualificando lo start up dell’iniziativa. Un ringraziamento particolare alle Direzioni Regionali Scolastiche e agli Uffici Scolastici Provinciali che si sono prodigati in favore dell’iniziativa. Infine, ringraziamenti ossequiosi vanno a S. E. l’On. Giorgio Napolitano che ha insignito la Staffetta 2013 con uno dei premi più ambiti per le istituzioni che operano in ambito alla cultura e al fare cultura, la Medaglia di Rappresentanza della Repubblica Italiana giusto dispositivo Prot. SCA/GN/0776-8 del 24/09/2012. Partner Tecnico Staffetta 2013 Si ringraziano per l’impagabile apporto fornito alla Staffetta 2013: i Partner tecnici UNISA – Salerno, Dip. di Informatica; Istituto Europeo di Design - Torino; Cartesar Spa e Sabox Eco Friendly Company; ADD e EDT Edizioni - Torino; il partner Must Certipass, Ente Internazionale Erogatore delle Certificazioni Informatiche EIPASS By Bimed Edizioni Dipartimento tematico della Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo (Associazione di Enti Locali per l’Educational e la Cultura) Via della Quercia, 64 – 84080 Capezzano (SA), ITALY Tel. 089/2964302-3 fax 089/2751719 e-mail: [email protected] La Collana dei Raccontiadiecimilamani 2013 viene stampata in parte su carta riciclata. È questa una scelta importante cui giungiamo grazie al contributo di autorevoli partner (Sabox e Cartesar) che con noi condividono il rispetto della tutela ambientale come vision culturale imprescindibile per chi intende contribuire alla qualificazione e allo sviluppo della società contemporanea anche attraverso la preservazione delle risorse naturali. E gli alberi sono risorse ineludibili per il futuro di ognuno di noi… Parte della carta utilizzata per stampare i racconti proviene da station di recupero e riciclo di materiali di scarto. La Pubblicazione è inserita nella collana della Staffetta di Scrittura Bimed/Exposcuola 2012/2013 Riservati tutti i diritti, anche di traduzione, in Italia e all’estero. Nessuna parte può essere riprodotta (fotocopia, microfilm o altro mezzo) senza l’autorizzazione scritta dell’Editore. La pubblicazione non è immessa nei circuiti di distribuzione e commercializzazione e rientra tra i prodotti formativi di Bimed destinati unicamente alle scuole partecipanti l’annuale Staffetta di Scrittura Bimed/ExpoScuola. PRESENTAZIONE dedicato alle maestre e ai maestri … ai professori e alle professoresse, insomma, a quell’esercito di oltre mille uomini e donne che anno dopo anno ci affiancano in questo esercizio straordinario che è la Staffetta, per il sottoscritto, un miracolo che annualmente si ripete. In un tempo in cui non si ha la consapevolezza necessaria a comprendere che dietro un qualunque prodotto vi è il fare dell’essere che è, poi, connotativo della qualità di un’esistenza, la Staffetta è una esemplarità su cui riflettere. Forse, la linea di demarcazione che divide i nativi digitali dalle generazioni precedenti non è nel fatto che da una parte vi sono quelli capaci di sentire la rete come un’opportunità e dall’altra quelli che no. Forse, la differenza è nel fatto che il contesto digitale che sempre di più attraversa i nostri giovani porta gli individui, tutti, a ottenere delle risposte senza la necessità di porsi delle domande. Così, però, è tutto scontato, basta uno schermo a risolvere i nostri bisogni… Nel contempo, riflettere sul senso della nostra esistenza è sempre meno un bisogno e il soddisfacimento dei bisogni ci appare come il senso. Non è così, per l’uomo, l’essere, non può essere così. Ritengo l’innovazione una delle più rilevanti chiavi per il futuro e, ovviamente, non sono contrario alle LIM, a internet e ai contesti digitali in generale, sono per me un motore straordinario e funzionale anche per la relazione tra conoscenza e nuove generazioni, ma la conoscenza è altro, non è mai e in nessun caso l’arrivo, l’appagamento del bisogno… La conoscenza è nella capacità di guardare l’orizzonte con la curiosità, il piacere e la voglia di conquistarlo, questo è! Con la staffetta il corpo docente di questo Paese prova a rideterminare una relazione con l’orizzonte, con quel divenire che accomuna e unisce gli uomini e le donne in un afflato di cui è parte integrante il compagno di banco ma, pure, il coetaneo che a mille chilometri di distanza accoglie la tua storia, la fa sua e continua il racconto della vita insieme a te… In una visione di globalizzazione positiva. Tutto questo ci emoziona anche perché è in questo modo che al bisogno proprio (l’egoismo patologico del nostro tempo), si sostituisce il sogno di una comunità che attraverso la scrittura, insieme, evolve, cresce, si migliora. E se è vero come è vero che appartiene alla nostra natura l’essere parte di una comunità, la grande scommessa su cui ci stiamo impegnando è proprio nel rideterminare con la Staffetta una proficua interazione formativa tra l’innovazione e la cultura tipica dei tanti che nell’insegnare hanno trovato… il senso. Dedico questo breve scritto ai docenti ma vorrei che fossero i genitori e gli studenti, gli amministratori e le imprese, la comunità e l’attorno, a prendere consapevolezza del fatto che è proprio ri/partendo dalla Scuola che potremo determinare l’evoluzione e la qualificazione del nostro tempo e dello spazio in cui viviamo. Diamoci una mano, entriamo nello spirito della Staffetta, non dividiamo più i primi dagli ultimi, i sud dai nord, i potenti dai non abbienti… La Staffetta è, si, un esercizio di scrittura che attraversando l’intero impianto curriculare qualifica il contesto formativo interno alla Scuola e, pure, l’insieme che dall’esterno ha relazione organica e continuativa con il fare Scuola, ma la Staffetta è, innanzitutto, un nuovo modo di esprimersi che enuclea nella possibilità di rendere protagonisti quanti sono in grado di esaltare il proprio se nel confronto, nel rispetto e nella comunanza con l’altro. Andrea Iovino L’innovazione e la Staffetta: una opportunità per la Scuola italiana. Quando Bimed ci ha proposto di operare in partnership in questa importante avventura non ho potuto far a meno di pensare a quale straordinaria opportunità avessimo per sensibilizzare un così grande numero di persone sull’attualissimo, quanto per molti ancora sconosciuto, tema di “innovazione e cultura digitale”. Sentiamo spesso parlare di innovazione, di tecnologia, di Rete e di 2.0, ma cosa sono in realtà e quali sono le opportunità, i vantaggi e anche i pericoli che dal loro utilizzo possono derivare? La Società sta cambiando e la Scuola non può restare ferma di fronte al cambiamento che l’introduzione delle nuove tecnologie ha portato anche nella didattica: cambia il metodo di apprendimento e quello di insegnamento non è che una conseguenza naturale e necessaria per preparare gli “adulti di domani”. Con il concetto di “diffusione della cultura digitale” intendiamo lo svi- luppo del pensiero critico e delle competenze digitali che, insieme all’alfabetizzazione, aiutano i nostri ragazzi a districarsi nella giungla tecnologica che viviamo quotidianamente. L’informatica entra a Scuola in modo interdisciplinare e trasversale: entra perché i ragazzi di oggi sono i “nativi digitali”, sono nati e cresciuti con tecnologie di cui non è più possibile ignorarne i vantaggi e le opportunità e che porta inevitabilmente la Scuola a ridisegnare il proprio ruolo nel nostro tempo. Certipass promuove la diffusione della cultura digitale e opera in linea con le Raccomandazioni Comunitarie in materia, che indicano nell’innovazione e nell’acquisizione delle competenze digitali la vera possibilità evolutiva del contesto sociale contemporaneo. Poter anche soltanto raccontare a una comunità così vasta com’è quella di Bimed delle grandi opportunità che derivano dalla cultura digitale e dalla capacità di gestire in sicurezza la re- lazione con i contesti informatici, è di per sé una occasione imperdibile. Premesso che vi sono indagini internazionali da cui si evince l’esigenza di organizzare una forte strategia di ripresa culturale per il nostro Paese e considerato anche che è acclarato il dato che vuole l’Italia in una condizione di regressione economica proprio a causa del basso livello di alfabetizzazione (n.d.r. Attilio Stajano, Research, Quality, Competitiveness. European Union Technology Policy for Information Society II- Springer 2012) non soltanto di carattere digitale, ci è apparso doveroso partecipare con slancio a questo format che opera proprio verso la finalità di determinare una cultura in grado di collegare la creatività e i saperi tradizionali alle moderne tecnologie e a un’idea di digitale in grado di determinare confronto, contaminazione, incontro, partecipazione e condivisione… I docenti chiamati a utilizzare una piattaforma telematica, i giovani a inventarsi un pezzo di una storia che poi vivono e condividono grazie al web con tanti altri studenti che altrimenti, molto probabilmente, non avrebbero mai incontrato e, dulcis in fundo, le pubblicazioni… Il libro che avrete tra le mani quando leggerete questo scritto è la prova tangibile di un lavoro unico nel suo genere, dai tantissimi valori aggiunti che racchiude in sé lo slancio nel liberare futuro collegando la nostra storia, le nostre tradizioni e la nostra civiltà all’innovazione tecnologica e alla cultura digitale. Certipass è ben lieta di essere parte integrante di questo percorso, perché l’innovazione è cultura, prima che procedimento tecnologico. Il Presidente Domenico PONTRANDOLFO INCIPIT DOMENICO NOTARI Tintoretto era un bambino così povero che a scuola, quando la maestra diceva: «Bambini, disegnatemi un bel prato con i papaveri e i fiordalisi», era costretto a disegnare in bianco e nero. Possedeva, infatti, solo una matita, tanto consumata da sembrare il moccolo di una candela. Vedeva i suoi compagni aprire astucci di pastelli ricchissimi, a dodici, a ventiquattro colori, e un po’ li invidiava. Un giorno, sul ciglio della strada, trovò un vecchio pennarello nero. Le persone lo avevano calpestato tante volte che ormai era tutto ammaccato e sporco di fango. Tintoretto lo raccolse e lo portò a casa. Dopo averlo ripulito per bene con un panno di lana, lo mise nella cartella, accanto alla matita. “Si faranno compagnia” si disse. La mattina seguente, quando la maestra chiese: «Bambini, disegnatemi una bella spiaggia col sole, il mare e gli ombrelloni», Tintoretto tirò fuori il suo pennarello: “È 14 nero, lo so, non sarà un gran cambiamento, ma almeno si sgranchirà le gambe, poverino. Chissà da quanto tempo era sulla strada”. Ma quale fu la sua meraviglia, quando cominciò a tracciare il primo raggio di sole. Invece del nero, sul foglio bianco apparve una bella linea gialla, compatta e uniforme. E Tintoretto continuò a meravigliarsi, perché il pennarello diventò blu per fare il mare, marroncino per colorare la sabbia e gli scogli, e rosso, verde, viola, per riempire gli spicchi degli ombrelloni. Quel pennarello era magico! Tintoretto, si sentì il bambino più felice della Terra: finalmente poteva esprimersi con tutti i colori del Mondo e forse pure dell’Universo. Ma... 15 CAPITOLO PRIMO La scomparsa di quel magico mondo di colore ... ad un certo punto il pennarello prese vita e chiese a Tintoretto di seguirlo per condurlo in un ambiente magico nel quale, ogni tanto, il Signor Pennarello si recava per fare il pieno di colore! In cambio però, il bambino dovette promettergli che non avrebbe mai svelato a nessuno l’esistenza di quel luogo incantato, e avrebbe saputo mantenere il segreto. Quindi, Tintoretto fu invitato a chiudere gli occhi e quando li poté riaprire pensò di non aver mai visto nulla di più bello. In quel mondo magico tutto era colore, e, ad ogni passo il fanciullo era estasiato dalla purezza e dalla varietà dei colori che lo circondavano, sembrava di stare sulla tela di un pittore, del pittore più creativo del mondo. Quale occasione unica aveva ricevuto. Pensò che forse si trattava di un sogno e ne era così convinto che perse il senso del tempo e si addormentò con la sensazione di sognare all’interno di un sogno, fatto di colore e delle sue infinite possibilità. Ma il tempo passava così lieto e rapida- 16 La scomparsa di quel magico mondo di colore mente, che quando si svegliò erano già le otto di sera e i suoi genitori erano in pensiero per lui. Come per l’andata, Tintoretto chiuse gli occhi e con l’aiuto del pennarello magico, si ritrovò a casa, dove cercò una giustificazione per il suo insolito ritardo. Papà Mario e mamma Lucia ascoltarono il suo goffo tentativo di scusarsi e poi lo abbracciarono con serenità. Gli dissero che ne avrebbero parlato ancora, ma dopo cena. Del resto il papà era solito dirgli che con la pancia piena ci si poteva spiegare meglio. Erano una famiglia con poche risorse economiche, ma una grande inesauribile fonte di energia, l’amore che li univa caldo, vero, variopinto. Presto Tintoretto poté far ritorno in quel magico mondo di colore dal quale non si sarebbe più allontanato, se solo avesse potuto portarci anche i suoi affetti più cari. C’erano alberi che, come rami e foglie, avevano frange di luce e di colore. Al posto dei nidi, fra i rami, c’erano uova di pennarello e pennarelli volanti. Quando Tintoretto entrava lì dentro lasciava fuori tutto il grigio della miseria, tanta era la ricchezza del colore. Capitolo primo 17 Nonostante le raccomandazioni ricevute, un giorno sentì dentro di sé irrefrenabile il desiderio di condividere la sua esperienza con qualcuno, con un amico speciale. Pensò a Luca, il bambino che nella sua classe lo faceva sentire sempre e comunque importante, voleva solo fargli un regalo per consolidare la loro amicizia. Si disse che infondo non avrebbe fatto nulla di male. Del resto ormai a scuola tutti sapevano del suo fantastico pennarello. Pensavano che fosse un costosissimo prodigio della tecnologia, ma lui non se lo sarebbe mai potuto permettere, tuttavia non fece nulla per smentire questa convinzione. Venne l’ora di scendere in refettorio, e poiché Tintoretto sedeva vicino alla finestra dalla quale riusciva a vedere uno spicchio di luce e di mondo, decise di appoggiare sul davanzale il suo pennarello, avrebbe respirato anche lui un po’ di aria fresca. Poi, al rientro, lo avrebbe preso per spiegare tutto a Luca. Dopo la mensa però, al ritorno dal pranzo, Tintoretto non riuscì più a trovare quel colore che tanto lo aveva reso felice. Alcuni suoi compagni, vedendo la sua disperazione, lo aiutarono nella ricerca. Sapevano 18 La scomparsa di quel magico mondo di colore quanto lui ci tenesse, lo avevano capito quando lui con gentilezza e generosità, seguita da un filo di preoccupazione, glielo aveva prestato. Ora con spirito di squadra dovevano cercarlo, ma il primo tentativo fu vano e i compagni decisero di accompagnare a casa il povero Tintoretto. Solo un gruppetto ristretto della classe se ne stava disinteressatamente in disparte. Lungo la strada di casa Tintoretto cominciò a fantasticare su dove fosse finito il suo pennarello; e poi chissà, se nelle mani di qualcun altro il pennarello avrebbe saputo produrre quegli arcobaleni senza fine, quelle strade di colore quei disegni che gli riempivano le giornate da quando lo aveva trovato e portato con sé. Giunto a casa salutò i suoi amici e, sconsolato, chiuse la porta dietro di sé. Capitolo primo 19 CAPITOLO SECONDO Alla ricerca del Pennarello Magico Sbam! Fu il rumore della porta. Tintoretto entrò e salutò Trigo, un draghetto di peluche che gli aveva regalato Luca. La casa di Mario e Lucia era abbastanza grande, ma non aveva molti mobili. Dalle pareti si sentivano un po’ i passi e le voci dei bambini dei vicini quando giocavano a pallone in casa. Erano due fratelli, molto simpatici, e con Tintoretto erano molto amici; giocavano spesso a nascondino nel giardino del palazzo. «Dammi un bacio!» gli disse subito la mamma vedendolo entrare, poi si abbracciarono stretti. «È andata bene a scuola?» Ma lo vide molto pensieroso, si chiese che cosa poteva essere successo e aggiunse: «Per quale motivo sei così triste e sconsolato Tint» perché in casa lo chiamavano così «amore di mamma?» «Ho perso il mio pennarello nero» rispose Tintoretto. «Quale pennarello?» gli chiesero. 20 Alla ricerca del Pennarello Magico «Beh l’unico che avevo» spiegò lui «quello nero e malridotto che avevo trovato in strada. Sono di cattivo umore, anzi sono tristissimo!» «Non ti devi preoccupare, ciccio!» A Tint piaceva tanto quando il papà lo chiamava ciccio, ora però si sentiva contemporaneamente felice e disperato. «Vedrai che lo ritroverai!» riprese la mamma «Dove lo avevi lasciato l’ultima volta?» «Lo avevo lasciato sul davanzale della finestra durante l’orario di pranzo» rispose Tint «per fargli prendere aria». «Hai chiesto ai compagni se lo hanno visto da qualche parte?» fecero i suoi. «Cero, lo hanno cercato insieme a me, ma niente da fare. Abbiamo guardato da tutte le parti, soprattutto Luca». E il padre gli chiese: «Luca è forse il bambino che ti accompagna sempre a casa il pomeriggio?» «Proprio lui» riprese Tint «oggi non è venuto perché era occupato a cercare il pennarello nel cortile della scuola. Gli unici che non mi hanno aiutato per niente 21 Capitolo secondo sono stati Antonio e Claudia. Loro non sono proprio miei amici. Una volta mi hanno anche rotto la punta della matita apposta per farmi un dispetto. È per quello che a forza di temperarla si è ridotta come un moccolo di candela». Quella sera Tint la trascorse tristemente in camera sua, ricordando il suo amico pennarello che lo aiutava ad avere più colori e più energia, lo portava in viaggio verso mondi fantastici e lo faceva sentire coraggioso e sicuro di sé. L’aula della terza A era grande e luminosa e aveva due porte, una che si apriva sul corridoio e l’altra riservata alle emergenze; nell’angolo si trovava una lavagna interattiva; vi erano poi sei scaffali in tutto, pieni di libri colorati, messi in fila lungo le pareti, e molte foto dei fratellini dei bambini e disegni. Gli alunni erano in tutto ventinove. Che brutta sorpresa ebbe Tint l’indomani quando vide che Antonio e Claudia avevano il Signor Pennarello in mano e Claudia diceva agli altri: «Abbiamo noi il pennarello supertecnologico di Tint! Ah ah ah!» 22 Alla ricerca del Pennarello Magico Tint diventava sempre più nervoso e vedeva il suo mondo di colori allontanarsi sempre di più. «È vero! E non glielo daremo indietro per nessun motivo!» fece Antonio. Tint corse allarmato dalla maestra: «Maestra! Maestra! Claudia e Antonio mi hanno preso il pennarello!» «Bambini, adesso basta!» gridò lei «Ridate subito il pennarello a Tint o rimarrete senza ricreazione e vi metterò una nota sul diario!» Finita la giornata più difficile dell’anno, Tint era sulla via del ritorno a casa, ma scoprì che il pennarello aveva il tappo più chiaro del solito. Continuava a dire: «Ciao Signor Pennarello! Come stai?», ma restava senza risposte. Uscì il sole all’improvviso da dietro una nuvola e Tint ebbe un’illuminazione: «Antonio e Claudia hanno ancora il pennarello autentico!». Allora decise di andare a casa di Antonio, perché era giusto dietro l’angolo, per tentare di parlare pacificamente. Arrivò davanti alla porta, il citofono fece dindon, ma non rispose nessuno. La mamma del suo 23 Capitolo secondo compagno di classe tornò poco tempo dopo, era uscita - gli spiegò - per recarsi in biblioteca; aveva dovuto richiedere in prestito un libro sulla vita ed i comportamenti degli animali da consultare per una ricerca di scienze. Quello che scoprì entrando, era che i due ragazzini ne avevano approfittato per uscire e le avevano lasciato sul frigo un bigliettino: “Mamma, non ti preoccupare, esco con Claudia e torneremo tra mezz’ora. Ah! Abbiamo con noi un nuovo pennarello molto tecnologico!” I due erano andati al parco e, mentre provavano a colorare un disegno, il Signor Pennarello si animò, si presentò loro in modo sorprendente e li portò con sé in un mondo di labirinti. Il mondo di labirinti era composto da tante stanze, quando Claudia e Antonio entravano in una, la porta si chiudeva e sulle finestre e sulle vetrate apparivano delle immagini. In una stanza c’era una bambola che chiese loro che cosa stessero facendo nel mondo dei labirinti. Antonio e Claudia restarono qualche istante a bocca spalancata, poi dissero che il Signor Pennarello li aveva por- 24 Alla ricerca del Pennarello Magico tati lì e che, però, non sapevano per quale motivo. Claudia disse alla bambola che volevano sapere come si faceva a tornare in città e lei indicò una finestra. Dai vetri videro la mamma di Antonio che leggeva un libro sugli animali. Entrarono nella stanza accanto e stavolta, dalla vetrata, videro Tintoretto che giocava nella cameretta di Antonio con i giocattoli che aveva trovato lì, e piangeva mentre parlava con l’altro pennarello, quello senza poteri. A quel punto si sentirono malissimo: «Oh poveretto!» esclamarono. Di colpo capirono di aver fatto una cosa orribile e... 25 Capitolo secondo CAPITOLO TERZO Il Signor Pennarello … cercarono disperatamente di uscire dal mondo dei labirinti. Antonio e Claudia, pieni di sensi di colpa, scongiurarono il Signor Pennarello di farli uscire da quel luogo angoscioso. «Aprite la finestra» suggerì Signor Pennarello «e disegnate sul pavimento un arcobaleno!» Antonio e Claudia eseguirono timorosi, appena finito di disegnare l’ultima fascia, quella viola, l’arcobaleno si lanciò dalla finestra formando un ponte che si perdeva nella nebbia. I due amici si girarono verso Signor Pennarello che disse con durezza: «Saltate sull’arcobaleno e percorretelo fino alla fine». Antonio e Claudia, con grande circospezione, salirono sull’arcobaleno e cominciarono a percorrerlo; sul ponte-arcobaleno volavano tanti pennarelli che cercavano di colpirli, come becchi di piccione. I bambini 26 Il Signor Pennarello si riparavano il volto e correvano all’impazzata cercando di scacciare i pennarelli-piccione. All’improvviso i pennarelli-piccione volarono via come ubbidendo ad un richiamo; con un sospiro di sollievo Antonio e Claudia proseguirono il cammino, ma sul ponte-arcobaleno si aprì un bivio e un cartello indicava a sinistra “ESSERE” e a destra “AVERE”. I due bambini si guardarono indecisi, incerti su dove andare, si consultarono e decisero di prendere il sentiero di sinistra decidendo di cambiare il loro modo di essere. Il ponte-arcobaleno si ricompose e proseguirono, ma più avanti si trovarono di fronte tre porte, di colore diverso: su quella rossa era disegnata una mano chiusa a pugno, su quella verde una mano aperta, su quella blu una con l’indice puntato. Antonio e Claudia ci pensarono un po’ su, poi si guardarono negli occhi e aprirono la porta verde, avevano capito che era quella della “disponibilità”. Il cammino ora era più agevole, erano in discesa... ma ecco apparire un pavimento con tante mattonelle, su ognuna era scritta una lettera dell’alfabeto. 27 Capitolo terzo «E adesso che succede???» esclamò, ormai sfinito, Antonio. Claudia osservò il pavimento avanti a sé con grande attenzione, poi disse: «Ricordi quel vecchio film di Indiana Jones, si passava saltando sulle mattonelle che formavano una parola… ci sono… seguimi!!!» Saltò sulla A, sulla M, poi I, C, I, Z, I, A. «AAAAAAAHHHHH!!!!» Il ponte-arcobaleno si era tramutato in uno scivolo che li catapultò proprio davanti alla porta della casa di Antonio. Bussarono, Tintoretto aprì e Antonio e Claudia, spaventati, con gli occhi gonfi di lacrime e il viso punteggiato di graffi colorati, ma orgogliosi per aver superato le prove dell’arcobaleno, balbettarono delle scuse: «Perdonaci, ti abbiamo ingannato, il pennarello che ti abbiamo restituito non era il tuo. Prendi è questo!» e gli porsero Signor Pennarello che guizzò dalle mani di Antonio alla spalla destra di Tintoretto. Subito prese a strusciarsi al viso, facendo le fusa. Il viso di Tintoretto si tinse di uno splendido sorriso e si apprestò a restituire il pennarello falso, ma Antonio e 28 Il Signor Pennarello Claudia gli dissero di tenerlo, glielo regalavano. Tintoretto osservò con tenerezza i due pennarelli e li mise nel taschino della camicia. Al calduccio, nel taschino Signor Pennarello abbracciò il pennarello falso, pensò di aver finalmente trovato un amico e lo strinse, lì nel taschino di Tintoretto. Tintoretto rientrò a casa e trovò mamma Lucia che gli chiese sorpresa: «Come mai questa faccia così allegra?». Il bambino estrasse dal taschino i due pennarelli ed esclamò: «Ho ritrovato il mio Pennarello… ed anche un suo amico!!!» L’indomani, nel cortile della scuola, Tintoretto si avvicinò ad Antonio e Claudia che, imbarazzati, si erano messi in disparte, e li invitò ad entrare a scuola insieme. Entrarono in classe e tutti gli sguardi si puntarono su di loro; tutti presero a bisbigliare incuriositi, chiedendosi come mai quei tre erano diventati amici. In pochi minuti la notizia si diffuse. Luca, il migliore amico di Tintoretto, si guardava intorno, aveva capito che c’era qualcosa di diverso nell’aria e si chiedeva 29 Capitolo terzo come mai Tintoretto sembrava così legato ad Antonio e Claudia, proprio loro che non l’avevano mai considerato degno di amicizia. Entrò la maestra con un nuovo compito da fare: un bel disegno che raffigurasse l’amico del cuore. Tintoretto, subito, di getto, pensò di disegnare Antonio e Claudia, ma più si sforzava di colorarlo più il disegno restava in bianco e nero, sembrava quasi che Signor Pennarello non fosse d’accordo sul soggetto. I ragazzi consegnarono i loro disegni alla maestra che li guardò tutti e li appoggiò sulla cattedra; notò il disegno di Tintoretto, guardò il bambino che ricambiò lo sguardo, imbarazzato e preoccupato. Cosa era successo al Signor Pennarello? La maestra si rivolse ai suoi alunni e disse: «Che bei disegni, si vede che l’argomento vi è piaciuto. È bello soprattutto il disegno di Luca che ha rappresentato Tintoretto, il suo amico del cuore, si vede chiaramente che prova nei suoi confronti una sincera amicizia». Suonò la campanella e tutti si precipitarono in cortile per l’intervallo. Luca si fece coraggio, si avvicinò a Tintoretto che stava solo soletto a pensare al disegno 30 Il Signor Pennarello appena fatto e gli chiese: «Tu chi hai disegnato?» Tintoretto provò molta vergogna, gli pareva di aver tradito la fiducia del suo migliore amico e, sempre più sconcertato dalle sue stesse azioni, lo abbracciò sussurrando: «Perdonami!» Luca intuì i soggetti del disegno di Tintoretto; gli si dipinse il dispiacere sul volto e rientrò in classe con gli occhi lucidi. Dopo la scuola Tintoretto pensò di invitare a casa sua per fare i compiti sia Luca, sia Antonio e Claudia. Tutti accettarono, ma Luca non si presentò all’appuntamento. Tintoretto era molto dispiaciuto e Antonio e Claudia proposero di telefonargli. Rispose la mamma di Luca: «È uscito per raggiungervi!» Dov’era Luca? Un rumore improvviso richiamò i tre amici: era Signor Pennarello che si stava agitando nel portapenne sul tavolo. I tre si guardarono: Antonio prese un foglio lo porse a Tint, che afferrato Signor Pennarello, cominciò a disegnare Luca, al parco, che piangeva seduto su una panchina. 31 Capitolo terzo «È quella davanti alla fontana!» strillò Claudia. I tre amici si lanciarono verso la porta e corsero al parco, eccolo, Luca era lì, rapidamente gli andarono incontro e… 32 Il Signor Pennarello CAPITOLO QUARTO Le parole dell’amicizia ... con tutto il fiato che avevano in corpo urlarono: «Lucaaaaaa!» Il compagno, all’udire il suo nome, alzò il capo e, quando vide Tint, Claudia e Antonio correre verso di lui, subito sul suo volto comparve lo stupore, ma poi un velo di tristezza lo oscurò. “Come avevano fatto a trovarlo?” Appena Tint fu di fronte all’amico, lo guardò e, teneramente, lo abbracciò: «Perché non sei venuto a casa mia per fare i compiti? Ti aspettavamo! Eravamo preoccupati! Abbiamo telefonato a tua madre per sapere dove tu fossi e ci ha detto che stavi arrivando, invece tu eri qui al parco. Che cosa ti è successo? Perché piangi?» Col volto triste e con gli occhi pieni di lacrime, Luca rispose singhiozzando: «Sono deluso e nello stesso tempo arrabbiato. Sul tuo ritratto non c’era il mio volto e questo dice al mio cuore che tu non mi consideri più il tuo migliore amico». 34 Le parole dell’amicizia Tint abbassò il capo e per qualche istante tutti rimasero in silenzio. Nel parco si udivano solo il cinguettio degli uccellini, lo scroscio dell’acqua della fontana e voci lontane e felici di bambini. «Luca, ti ricordi le parole del libro Cuore di Edmondo De Amicis che abbiamo letto in classe con la nostra maestra?» disse Tintoretto rivolgendosi all’amico «Dicevano che dobbiamo rispettarci, amarci e saper perdonare. Siamo come fratelli! Non è semplice essere amici. Siamo tutti diversi, per questo è importante cercare di capire il perché di certi nostri comportamenti. L’unico modo è confrontarsi e parlarne insieme. Ho disegnato Antonio e Claudia sul mio foglio perché in quel momento ero consapevole di aver trovato due nuovi amici e non certo perché tu non fossi più importante per me, o mi fossi dimenticato del nostro legame». Claudia con i suoi grandi occhi azzurri e i lunghi capelli color oro, che quasi pareva una principessa, timidamente e sottovoce disse: «Quante belle cose ci insegnano i libri, a volte rispondono a tante nostre domande!» Capitolo quarto 35 Antonio, che fino ad allora non aveva detto nulla, fece un passo in avanti e appoggiò delicatamente la mano sulla spalla di Luca: «Io e Claudia abbiamo commesso una cosa orribile. Abbiamo rubato il pennarello magico a Tint e gliene abbiamo dato uno falso in cambio. Lo abbiamo imbrogliato!» «Sì, è vero» aggiunse Claudia «ma ci siamo pentiti di aver commesso un’azione così vergognosa e abbiamo chiesto umilmente scusa a Tint!» Sentendo quelle parole, dette con tono sincero e sommesso, le labbra di Luca si aprirono in uno smagliante sorriso: «Ora capisco tutto e sono talmente contento, che vorrei abbracciarvi fino allo sfinimento. Avevo un amico, ora ne ho tre». «Tutti per uno, uno per tutti!» urlò Tintoretto allungando il braccio. I quattro compagni appoggiarono a turno le loro piccole mani una sopra l’altra, con un gesto di grande amicizia e pace. Improvvisamente, la tasca della camicia di Tintoretto cominciò a muoversi come se qualcosa all’interno si agi- 36 Le parole dell’amicizia tasse per uscire. Balzò fuori il pennarello falso che si andò a posare sulla testa di Luca, dritto come uno stecchino e con un mezzo sorriso sulla faccia che non prometteva niente di buono. Il pennarello magico aveva trasmesso con un semplice abbraccio un po’ della sua magia al pennarello falso che ora sapeva, non solo dell’esistenza del magico mondo, ma anche delle regole che lo governavano. Ed ecco che con occhi furbetti e sguardo ammaliante disse con voce ingannevole e squillante: «Salve bambini! Sono il Pennarello Falso! Ho sentito con piacere che ora siete diventati grandi amici e questo vi fa onore. Ma... per caso... avete sentito parlare di un magico mondo pieno di colori? Un luogo fantastico dove ci sono tante stanze?» Tintoretto domandò: «È il fantastico mondo dei colori in cui mi ha condotto il mio pennarello magico?» In quell’istante Tint si tappò la bocca con la mano, perché mentre pronunciava quella domanda, cominciarono a risuonare nella sua mente le parole che gli erano state dette prima di entrare in quel luogo incantato e che lo Capitolo quarto 37 esortavano a non svelare ad alcuno di quel posto, ma ormai era troppo tardi. «No, è il mondo dei Labirinti!» intervennero Claudia e Antonio. «Mondo dei colori? Mondo dei Labirinti?» chiese Luca e con tono deciso aggiunse «Voglio andarci anch’io!» Il Pennarello Falso era riuscito nel suo intento, ora anche Luca era a conoscenza di quel luogo e chissà quali sarebbero state le conseguenze. All’improvviso, si alzò un vento talmente forte che sollevò l’acqua della fontana formando un grande vortice. Tint, Antonio, Claudia, Luca e il Pennarello Falso furono risucchiati violentemente in un tunnel, dove parole che uscivano da libri volanti li colpivano, pastelli neri appuntiti li pungevano e pennarelli-piccione li beccavano. I quattro amici cercarono di proteggersi l’uno con l’altro, fino a quando persero conoscenza. Quando riaprirono gli occhi, si ritrovarono in una stanza circolare illuminata solo da alcune candele appese al muro, senza soffitto e fredda, tanto fredda. 38 Le parole dell’amicizia “Era dunque questa la punizione per aver svelato l’esistenza del mondo magico? I segreti non dovrebbero mai essere svelati! Dove si trovavano? Come avrebbero fatto ad uscire da quella fredda e sudicia stanza che assomigliava a un pozzo?” Capitolo quarto 39 CAPITOLO QUINTO Nuovi amici nel mondo dei Labirinti Tintoretto esclamò: «Non c’è via d’uscita!». Luca, tremando per il freddo e la paura, disse: «Che posto orrendo!», mentre Claudia e Antonio piangevano a causa della fame. I quattro amici, guardandosi intorno, videro delle candele, le cui fiammelle proiettavano delle strane ombre sulle pareti. Improvvisamente, le candele presero vita e cominciarono a danzare. I ragazzii furono rapiti da quell’incredibile gioco di luci, ma l’incanto fu breve: un misterioso alito di vento le spense, eccetto una. Disperati, credettero di restare al buio, ma si accorsero, con grande meraviglia, che una sola candela aveva ancora, seppur flebile, la sua fiammella. All’improvviso, dalla tasca di Tintoretto sbucò Signor Pennarello che, diventando di un color rosso intenso, si avvicinò alla fiammella, trasmettendole tanta energia. Grande fu lo stupore che colse i bambini nell’udire le parole pro- 40 Nuovi amici nel mondo dei Labirinti nunciate dalla rinvigorita luce: «Non abbiate paura, sono Fiammella, vi aiuterò ad uscire da questo incubo». Tintoretto, Luca, Claudia e Antonio alzarono, increduli, lo sguardo e videro il cielo stellato scorgendovi una stella cadente. I quattro amici espressero tutti lo stesso desiderio: ritornare a casa e riabbracciare la mamma e il papà. Fiammella, traendo forza dalla bellezza del desiderio espresso dai quattro amici, si trasformò in una scala di luce, permettendo ai bambini di uscire, finalmente, dall’orribile pozzo. Una volta all’aria aperta i bambini ringraziarono Fiammella, la quale, prima di andar via, raccomandò loro: «D’ora in poi non date ascolto alle false promesse, chi le fa non si preoccupa se non del proprio tornaconto». Con la partenza di Fiammella, tutt’intorno si fece buio, si scorgevano solo le sagome degli alberi e si udivano i canti sinistri degli uccelli notturni. Impauriti, i ragazzi chiusero gli occhi e si strinsero forte l’un l’altro: in quel momento capirono il valore dell’amicizia e quanto fosse importante non svelare i segreti. Capitolo quinto 41 Improvvisamente, una voce proveniente dall’alto di una grande quercia fece aprire loro gli occhi, tra i rami era seduto Pennarello Falso che disse con voce mielosa: «Bambini cari, non disperate! Vi indicherò la strada per giungere nel magico mondo dei colori, fatto di meraviglia e splendore». Il Pennarello Falso, vestendosi di una luce scintillante, fece strada nel buio a quei bambini affidatisi a lui fiduciosi. Attraversarono sentieri tortuosi con maestosi alberi ed arrivarono presso una porta splendente di luci e di colori. Il Pennarello Falso salutò i bambini: «Eccovi giunti finalmente! Solo aprendo questa porta potrete entrare nel Magico Mondo dei colori». I quattro, attirati dalla facile conquista e dimentichi delle parole di Fiammella, aprirono la porta ed entrarono in un grandioso giardino, ricco di fiori variopinti, con alberi carichi di frutti e con una meravigliosa fontana dalla quale, però, non zampillava acqua. Claudia si avvicinò ad un fiore per sentirne il profumo, ma si accorse che esso era di plastica. Antonio cercò di raccogliere una mela da un albero, che si rivelò essere di cartone. Im- 42 Nuovi amici nel mondo dei Labirinti mensa fu la delusione dei bambini nell’accorgersi di essere stati nuovamente ingannati dal Pennarello Falso. Tintoretto esclamò: «In questo giardino è tutto finto! I fiori sono di plastica, gli alberi di cartone». Claudia aggiunse: «Come faremo ad uscire da questo posto senza vita? Privo di odori, sapori, suoni?». Dalla fontana al centro del giardino d’improvviso zampillò una luce che avvolse i bambini in un vortice. Dopo aver perso conoscenza, Tint, Luca, Claudia e Antonio riaprendo gli occhi videro dinanzi a loro Fiammella che, fermamente, ma con dolcezza, li riprese dicendo: «Avete creduto alle false promesse, al miraggio dell’ottenere senza impegnarsi. Tuttavia, poiché avete compreso l’inganno, ho voluto salvarvi portandovi in un mondo magico, quello che potrà animare la vostra fantasia, che è più viva e vera di fiori di plastica e alberi di cartone». Fiammella sparì ed i bambini guardandosi intorno s’accorsero di essere in una stanza colma di meravigliosi libri. I quattro amici non avevano mai visto una raccolta di libri così variegati per colore e dimensione. Incuriositi, si avvicinarono al grande tavolo posto al centro della Capitolo quinto 43 stanza, su di esso una lampada in vetro soffiato illuminava un enorme libro aperto, su un leggio. Tint, Luca, Claudia e Antonio lessero all’unisono le parole che vi erano vergate a lettere d’oro: «EMOZIONE, FANTASIA, AVVENTURA, SAPERE». Per magia una musica deliziosa si diffuse nella stanza. Quattro libri volteggiando in aria ne seguirono la melodia fino a posarsi leggiadri sul tavolo. L’incanto non era finito; uno alla volta i quattro libri si presentarono ai bambini: «Io sono il libro rosa, troverete nelle mie pagine rime e sensazioni». «Io, invece, sono il libro rosso, farò galoppare la vostra fantasia». «Con me, che sono il libro blu, vi ritroverete in luoghi a voi sconosciuti». Ed infine il libro verde: «Attraverso le mie pagine accrescerete le vostre conoscenze e troverete le risposte alle vostre domande». Ciascun bambino scelse il proprio libro per immergersi avido nella lettura. Tint prese il libro rosa e dopo poco esclamò: «Che meravigliosa raccolta di poesie! Non mi 44 Nuovi amici nel mondo dei Labirinti ero mai reso conto di quanto potesse essere profondo il pensiero dell’uomo». Antonio tra le mani aveva il libro blu e si rivolse entusiasta agli amici: «È straordinario ritrovarsi in luoghi lontani, tra popoli diversi, di ieri e di oggi». Claudia, col suo libro rosso, mormorò tra sé: «Non immaginavo che la bestia potesse diventare un principe e che il suo cuore, apparentemente arido, fosse invece capace di tanto amore». Luca, che aveva scelto il libro verde, non era nei panni per le curiosità soddisfatte e condivise con gli amici le nuove scoperte: «Sapevate che i dinosauri si sono estinti sessantacinque milioni di anni fa?». I ragazzi avevano trovato un nuovo amico: la lettura. Capitolo quinto 45 CAPITOLO SESTO Nel magico mondo dei libri Signor Pennarello, scivolato fuori dalla tasca di Tint, era andato a sedersi accanto a Fiammella su uno scaffale della biblioteca. Da lì i due guardavano con tenerezza i piccoli lettori. Avevano un annuncio importantissimo da fare e aspettavano pazientemente che i bambini finissero di leggere. L’attesa si fece lunga. Allora Fiammella spiccò un salto e svolazzò leggera come una farfalla davanti ai quattro amici che, abbagliati da quella luce improvvisa, alzarono finalmente lo sguardo. Signor Pennarello senza indugio e con voce solenne disse: «Cari bambini, ascoltatemi attentamente. Prima di ritornare nel Magico Mondo dei Colori dovrete affrontare una prova. Ciascuno di voi continuerà da solo il proprio cammino. Lasciatevi guidare dai vostri sogni!». I bambini rimasero senza parole. Si sentivano impauriti e incuriositi allo stesso tempo. 46 Nel magico mondo dei libri Tint chiese con un filo di voce: «Come? Separarci? Proprio ora che...», ma non riuscì a terminare la frase per l’emozione che gli stringeva la gola. Poi tutti si diedero la mano e si abbracciarono forte per infondersi coraggio l’un l’altro. Fiammella li esortò: «Non abbiate timore! Siete pronti per affrontare ciò che vi aspetta! Abbiate fiducia!». La dolce musica che avevano sentito prima li avvolse e magicamente Tint, Claudia, Antonio e Luca diventarono piccoli, piccoli, sempre più piccoli. Ciascun bambino cadde nel proprio libro e si ritrovò nel bel mezzo di un’avventura. Tint, dopo una serie di capriole degne di un trapezista da circo, atterrò nel mondo delle lettere. Su una grande pergamena che si ergeva davanti a lui, a caratteri cubitali, c’era scritto: TINTORETTO, TINTORETTO, BENVENUTO AL MIO COSPETTO. NON DOVRAI AVER PAURA: QUESTA SÌ CHE È UN’AVVENTURA! BASTA UN PO’ DI FANTASIA 47 Capitolo sesto E DI BUONA VOLONTÀ. SON SICURO CHE IL MIO MONDO PRIMA O POI TI PIACERÀ. FORZA, USA IL TUO TALENTO: NE USCIRAI MOLTO CONTENTO! Tint era confuso: non capiva il senso di quella filastrocca. Chi l’aveva scritta? A quale talento faceva riferimento? Ad un tratto udì una voce alquanto misteriosa che sembrava provenire da molto lontano e che recitava: «...ha perso la foglia, ha perso la via: tutto è perduto fuorché1…» «… l’allegria!» esclamò Tint senza esitazioni. La voce continuò: «… ho trovato un pensiero pieno di serenità. Mi è balenato in testa come2…» «… una festa!» gridò Tint. «… c’è qualcosa da scoprire in tutte le direzioni: perché passa dovunque la strada per diventare3…» «… buoni!» urlò Tint in preda ad un’eccitazione difficile da controllare. 48 Nel magico mondo dei libri Il gioco continuò a lungo e Tintoretto non sbagliò una rima. La voce misteriosa si avvicinava sempre più. Ad un certo punto a Tint sembrò di udirla proprio accanto a lui e, infatti, abbassando lo sguardo, vide un omino minuscolo con un cappello a punta su cui erano disegnate lettere di ogni forma e dimensione. L’omino parlò: «Ciao Tintoretto! Sono il Mago delle lettere e questo è il mio mondo. Lascia che te lo dica: sei un vero portento con le parole! Seguimi, ti riporterò io nel Magico Mondo dei Colori!». Tintoretto, in silenzio, lo seguì. Intanto Claudia, precipitata nel mondo delle fiabe e delle leggende, era alle prese con uno spaventoso drago, il più temibile di tutti. Come gli altri draghi aveva il corpo verde e sputava fuoco, ma aveva certi occhiacci! Era forse il famoso drago della leggenda di “Sant Jordi”? La leggenda che il papà le leggeva ogni sera quand’era piccola? Era proprio lui: il drago insaziabile che mangiava tutte le fanciulle del villaggio e che voleva divorare la prin- 49 Capitolo sesto cipessa del regno per placare la sua fame e la sua ira. Claudia era identica alla principessa della storia: aveva gli stessi capelli lunghi, biondi e ondulati, gli stessi occhi azzurro mare. In una cosa non si assomigliavano: lei sognava fin da piccola di affrontare e sconfiggere il drago mentre quella del racconto veniva salvata da Jordi, il cavaliere. Capitò nella storia proprio nel momento in cui Jordi, cavalcando il suo cavallo bianco, stava per avvicinarsi al drago, lancia in resta. Claudia prontamente tolse la lancia dalla mano del cavaliere e, con un perfetto affondo, immobilizzò la bestia. Le lezioni di scherma a scuola erano servite! Il drago, che non si aspettava di essere sconfitto da una giovane donzella e che, forse, si era stancato di essere l’antagonista della storia, si arrese subito e accettò le condizioni poste da Claudia: leggere ogni giorno ai bambini del villaggio una fiaba. La prima fiaba che fu costretto a leggere cominciava così: «C’era una volta una principessa che aveva i capelli lunghi, biondi e ondulati e dolci occhi azzurro mare. 50 Nel magico mondo dei libri La principessa sognava di affrontare un drago cattivo…». Claudia poteva uscire dalla storia a testa alta. S’incamminò lungo l’unico sentiero che attraversava il villaggio. Il cavaliere che aveva assistito a tutta la scena si offrì di darle un passaggio. Claudia montò con agilità sul cavallo bianco di Jordi. «Conosci la strada per il Magico Mondo dei Colori?» gli chiese Claudia. «Ci potrei arrivare a occhi chiusi!» rispose il cavaliere, felice di potersi rendere utile. “È il mio giorno fortunato!” pensò Claudia. E Antonio? E Luca? Che fine avevano fatto? In quali avventure erano capitati? 51 Capitolo sesto CAPITOLO SETTIMO A spasso in un tempo che fu... Boscofelice Antonio, ancora inebriato dalla musica che lo aveva trasportato grazie al libro blu in un luogo sconosciuto, si ritrovò accovacciato sotto un albero gigantesco. Era in un meraviglioso giardino esotico, dove tutto sembrava essere enorme: fiori, arbusti, cespugli, persino i fili d’erba. Già, pensò Antonio, non erano loro ad essere giganteschi, era lui che era stato rimpicciolito da Fiammella. Il bambino si alzò e cominciò a camminare, che strano essere in quel giardino quasi incantato e silenzioso, troppo per i suoi gusti. Ed ecco spuntare un grillo salterello, che, con un balzo, quasi gli finì addosso. Antonio, lesto, si scansò e impaurito disse: «Ma sei impazzito? Stavi per ammazzarmi!». Il grillo allora, con un sorriso sornione rispose: «Caro bambino, non ti avrei mai fatto del male cosa che, invece, non si può dire di voi umani verso di noi. Io sono Flop, il grillo ballerino e tu sei nel nostro mondo, il sottobosco di Boscofelice. Qui si trovano tutti gli animali pic- 52 A spasso in un tempo che fu... Boscofelice coli e grandi, che rendono Boscofelice un posto unico al mondo». Antonio, per un attimo, rimase esterrefatto credeva di sognare; come poteva un insetto parlare? Anche se in così numerose avventure ne aveva viste di tutti i colori, pertanto, rivolgendosi al grillo: «È un vero piacere conoscerti Flop, io sono Antonio e mi ritrovo nel tuo mondo perché devo superare una prova, prima di tornare nel magico mondo dei colori e così ritrovare i miei amici». Il grillo rispose: «Carissimo Antonio, sono qui per questo, se tu eseguirai, tra i colori tornerai. Dovrai essere capace di cantare un rap sugli animali per far comprendere all’umanità che la natura sta morendo e molte specie rischiano di estinguersi e sai perché? Per colpa degli uomini che causano l’inquinamento, l’effetto serra, l’eccesso di rifiuti e poi, e poi, e poi... Devi dirgli tu, cucciolo di uomo, di non farci più del male, altrimenti una catastrofe si abbatterà sull’umanità, tutti saranno trasformati in pennarelli neri e tristi. Se porterai a termine la prova, per te ci sarà una sorpresa». 53 Capitolo settimo Antonio accettò e si mise all’opera. Pensò ai discorsi che la maestra aveva fatto sul rispetto della natura e degli esseri viventi, ricordò il rap degli animali del libro di lettura e cominciò a recitare. «Le mani sono zampe, le facce sono musi, le dita sono ali, le pelli sono pelo, corriamo dentro il mare, e poi corriamo dentro il cielo. Noi siamo gli animali, non siamo intelligenti, però sappiamo cose che non vedi e che non senti. Noi siamo animali ignoriamo le parole, però noi chiacchieriamo con la luna e con il sole. Tu, uomo, rispettaci perché, noi siamo gli animali e siamo qui prima di te4». 54 A spasso in un tempo che fu... Boscofelice Nel momento in cui il rap finì, una luce intensa si diffuse intorno e da un guscio venne fuori Luca. Questa era la sorpresa: ritrovare Luca! Si abbracciarono e Luca, come un fiume in piena, iniziò a raccontare la sua avventura: «Sapessi cosa mi è capitato, io stesso stento ancora a crederci. La musica dolcemente mi ha trasportato nel mondo del libro verde, quello del sapere. Mi sono ritrovato in un’immensa distesa verdeggiante, ai piedi di un’enorme montagna e, davanti a me, un branco di dinosauri al pascolo, in cerca di cibo. Ti assicuro, Antonio che ho avuto una fifa blu, perché temevo di diventare il loro pasto; poi ho visto in lontananza un vecchino che avanzava lento e indisturbato tra quei feroci animali. Allora, con voce stridula e disperata, ho chiamato l’anziano signore. Lui si è avvicinato, mi ha guardato attentamente, poi come se fosse la cosa più naturale di questo mondo, ha pronunciato il mio nome e ha detto: “Ti aspettavo da tempo, era ora che tu arrivassi, io mi chiamo Austra di nome e Lopiteco di cognome, sono un ominide primitivo, sono stanco di vagare per la foresta, è giunto per me il momento del riposo, ma non posso fino a 55 Capitolo settimo quando non ti racconterò i segreti dei miei amici dinosauri”. Mi ha spiegato che quegli animali primitivi non erano così terribili come si racconta, anzi, inizialmente erano docili, poi la fame e la carestia li hanno resi violenti. Inoltre, si sono estinti per loro volontà, perché avevano già capito che con la nascita dell’uomo, la vita sarebbe diventata un inferno in terra. Hanno elegantemente scelto di defilarsi indisturbati, prima che fossero gli uomini a distruggerli. Ad un certo punto mi sono accorto che Austra si stava addormentando e, temendo che mi avrebbe lasciato da solo, gli ho chiesto di aiutarmi a tornare dai miei amici. Allora, lui mi ha fatto adagiare nel guscio, vuoto, di un uovo di dinosauro, mi ha detto di chiudere gli occhi e, poi, ha pronunciato queste parole: “A spasso nel sapere, in un tempo che fu, ritornerai dai tuoi amici laggiù!” Quindi, un vortice mi ha catapultato qui. Che avventura amico mio! Ora, per fortuna, ti ho ritrovato». In quel momento comparve Flop, che disse: «Bene ragazzi, il rap è piaciuto e il re di Boscofelice di- 56 A spasso in un tempo che fu... Boscofelice spone di lasciarvi liberi, dopo che Luca avrà risolto questo indovinello: Ogni animale fa un verso speciale, chi miagola, chi scricchiola, chi starnazza, chi grugnisce, chi nitrisce… il solo che a parlar non riesce sai chi è?» Luca pensò giusto un attimo e rispose: «È il pesce!!». In un baleno, Antonio e Luca furono avvolti dalla musica e dalle parole del rap e, trasportati da un arcobaleno, si ritrovarono nel Magico Mondo dei colori. Tint e Claudia li stavano aspettando. Che felicità ritrovarsi! Insieme si sentivano più forti, quasi invincibili. Si raccontarono le loro avventure e Tint, alla fine, disse: «È vero amici, ora siamo consapevoli che la terra è in pericolo e noi dobbiamo aiutarla. Che ne pensate di scrivere una lettera per salvaguardare il nostro pianeta?». Presero carta, pennarelli colorati e iniziarono a pensare. Claudia con il pennarello blu scrisse: “Siamo quattro amici che frequentano la terza classe della scuola primaria e vorremmo informare che…” All’improvviso il buio. Cosa era successo? Perché la luce era svanita. 57 Capitolo settimo CAPITOLO OTTAVO La sconfitta del buio I quattro amici, con il cuore in gola, si strinsero uno accanto all’altro, tenendosi per mano, per farsi più coraggio. Claudia aveva le mani gelide, vedeva solo una barriera nera davanti a sé, poi lentamente, sentì sulla pelle una coltre di ghiaccio e fuoco e non riusciva a pronunciare parola; il silenzio e il buio pesto resero tutti per qualche attimo immobili e incapaci di pensare ad una qualsiasi soluzione. Tint si fece coraggio e, continuando a stringere la mano degli amici, cominciò a dirigersi verso un sentiero rimasto impresso nella sua mente, prima che la splendida luce che illuminava quel posto incantevole sparisse. Avanzando a piccoli passi furono bloccati da un forte rumore e una voce stridula e sghignazzante rimbombò: «Ah ah ah ce l’ho fatta finalmente a catturare la magica luce del Mondo dei Colori! Sarà mia per sempre e il nero trionferà su ogni pianeta». 58 La sconfitta del buio Claudia riconobbe quella voce e capì, subito, che era tutta opera del Pennarello Falso e solo tendendogli un tranello avrebbero potuto riconquistare la luce. Non poteva dire ai suoi compagni quanto aveva capito, per timore di essere scoperta e mandare a monte il suo piano. Cominciò, allora, ad esaltare il buio e ad apprezzare il mondo senza colori, e rivolgendosi alla voce misteriosa disse: «Finalmente il buio! È quello che desidero e che tu hai realizzato!». Tint, Antonio e Luca si sentirono smarriti e traditi: in quelle parole non riconoscevano la loro amica. «Non è possibile! Come può una ragazza allegra come te amare il buio?» disse Antonio, «Abbiamo preso il pennarello magico di Tint proprio perché volevamo colorare ogni cosa! Perché tutto questo?». Claudia continuò nella sua finzione, e a quel punto il Pennarello Falso uscì allo scoperto, la prese e la portò con sé nel suo castello, che sorgeva su una duna di sabbia nera. Tutt’intorno non c’era un angolo verde, né fiori, né alberi di frutta, né pini, né querce, solo sabbia nera, e come 59 Capitolo ottavo unico segno di vita, il gracchiare di corvi che volavano attorno al castello, che era lì solitario, avvolto nel silenzio. La ragazza aveva il cuore che le batteva forte, i due entrarono, e lei si accorse subito di una strana porta più grande delle altre e priva di serratura, capì che era quella la stanza della luce. Il Pennarello Falso la ricoprì di tante gentilezze, perché quando voleva, sapeva essere molto gradevole; le fece visitare tutto il castello fino alla torre più alta e poi andarono a riposarsi senza che lui avesse alcun sospetto. Claudia, allora, si diresse velocemente verso quella porta, spinse con tutta la sua forza, ma non riuscì ad aprirla, desiderava tanto l’aiuto dei suoi amici. Pensò e ripensò come fare, e guardando attentamente scoprì, accanto allo stipite, una piccola tastiera con i numeri, provò a digitare numeri a caso senza risultato: “Ci deve essere un modo per aprirla!” e, mentre pensava, le venne in mente di digitare il numero delle lettere che compongono le parole “pennarello falso”: «Evvai! Si è aperta!». 60 La sconfitta del buio Si trovò in un lungo corridoio, con tante porte, lei le aprì di corsa fino all’ultima, prese la palla di luce poggiata su di una colonna e rifece il lungo corridoio senza fermarsi. Chiuse la grande porta e scese silenziosamente la scala per fuggire via. Intanto, Tint, Luca e Antonio continuavano a camminare lungo il sentiero, e in quel buio profondo i ragazzi non riuscirono a scorgere nessuna traccia, quando all’improvviso videro una sfera brillare ed avvicinarsi, e più si avvicinava, più nitida era l’immagine. Era Claudia che aveva con sé la luce, lanciò la palla verso l’alto e tutto tornò a splendere. I ragazzi si abbracciarono felici e capirono che non avevano mai perso la loro amica. Claudia raccontò ai suoi amici tutto ciò che le era accaduto e si ricordò della lettera che stavano scrivendo per salvaguardare la terra: «Dobbiamo continuare la nostra lettera e avvisare che, per garantire la sopravvivenza di tutte le specie di piante e animali che popolano il nostro pianeta, si deve rispettare la natura». Riprese il suo pennarello blu e scrisse: 61 Capitolo ottavo «Siamo quattro amici che frequentano la terza classe della scuola primaria e vorremmo informare che siamo molto preoccupati dello stato di salute della nostra terra: l’aria, l’acqua, il suolo sono inquinati. INQUINAMENTO, una parola che distrugge l’armonia della natura perfetta, e noi con i nostri comportamenti irrispettosi ed egoisti, siamo i principali responsabili. Non è necessario rinunciare a tutte le comodità: basta solo RISPETTARE LA NATURA. Differenziamo e ricicliamo e non saremo sommersi dalla spazzatura. Sfruttiamo il vento e il sole per ricavare energia pulita e per illuminare le nostre case. Restituiamo l’azzurro al cielo e al mare. Piantiamo tanti alberi e facciamo delle nostre città il polmone verde della terra. Basta poco per far guarire il mondo! Provaci anche tu!». 62 La sconfitta del buio CAPITOLO NONO Salviamo la natura Claudia finì di scrivere la lettera, la rilesse per controllare se c’era qualche errore. I quattro amici, poi, si domandarono a chi inviarla. Claudia propose: «La spediamo agli uomini?» Invece Antonio: «No! Spediamola alle maestre!» Tint aggiunse: «Mandiamola ai bambini!» «Perché ai bambini?» domandò incuriosito Luca. Tint rispose: «Perché gli uomini non rispettano la natura e i bambini sono l’unica speranza del mondo». I quattro amici, molto eccitati per la spedizione della lettera, non sapevano, però, chi dovesse essere il messaggero, quando videro un uccello variopinto. Era la fenice, l’uccello che rappresentava quel magico mondo dei colori perché sulle sue piume c’erano tutte le sfumature dell’arcobaleno. Allora decisero di affidargli la lettera, così l’arrotolarono e gliela legarono al collo, facendogli promettere di consegnarla esclusivamente nelle mani di bambini. L’uc- 64 Salviamo la natura cello aprì le ali e mise in bella vista i colori delle sue piume che furono ancora più luminosi perché pensava al compito che gli era stato affidato e spiccò il volo. Sorvolò mari e oceani, ma ciò che attirò la sua attenzione, furono le chiazze di petrolio che galleggiavano sulle acque, i pesci che boccheggiavano, i gabbiani con le ali impregnate di grasso, che impediva loro di volare. Si diresse verso le campagne, dove notò piante appassite, alberi tagliati, e terreni aridi. Più avanti vide una città, dove si ergevano fabbriche che emanavano fumi neri e densi dalle loro ciminiere, automobili che circolavano inquinando l’aria, e pensò: “Dove mi hanno mandato? Ora tutti i miei colori sbiadiranno, perché le mie piume si copriranno di polvere grigia”. All’improvviso, in lontananza, vide una struttura con finestre tutte decorate. Si avvicinò e capì che era una scuola. Forse questo era il posto giusto. Si accostò ad una finestra aperta e appoggiò la lettera sul davanzale ben in vista. La maestra, infatti, la notò, la prese e, incuriosita, cominciò a leggerla ad alta voce. I bambini l’ascoltavano increduli e con gli occhi pieni di interesse. Capitolo nono 65 66 Com’era possibile che gli adulti fossero arrivati a tanto! Capirono, allora, che il mondo si era ammalato e che serviva urgentemente il loro aiuto. Intanto Tint, Claudia, Luca e Antonio, felici di aver affidato la lettera alla Fenice, si guardarono intorno e notarono nel giardino e lungo i sentieri fiori sgargianti come le viole, i tulipani, i gerani, che trasmettevano allegria e gioia. Più avanti videro aiuole con fiori dai colori tenui come le campanule e le fresie che infondevano tanta serenità. A un certo punto Claudia pensò: “Che fine avrà mai fatto il falso pennarello Che sta solo nel suo castello Ormai la sfera più non ha E la luce non vedrà. È solo con i corvi neri In compagnia di tristi pensieri!” Intanto nel castello il pennarello falso si svegliò pimpante, aveva trovato una complice alla quale piaceva il nero. La chiamò, ma non udì risposta e iniziò a cercarla. Andò nelle varie stanze, sulla torre, ma non la trovò. Salviamo la natura Allora si insospettì e andò a digitare sulla tastiera la parola “pennarello falso”. La porta si aprì e vide che sulla colonna la sfera di luce non c’era. Capì di essere stato ingannato da quella bambina che si era mostrata dolce e gentile. Era stato ricambiato con la stessa moneta, la falsità. Senza esitare un istante, decise di ritornare nel luogo dove aveva lasciato i ragazzi, per ritrovare Claudia e punirla. Appena arrivato li vide allegri e soddisfatti e, incuriosito, domandò: «Come mai siete così felici e allegri?» I ragazzi spiegarono che finalmente con il prezioso aiuto della fenice erano riusciti a spedire la lettera per proteggere la natura dall’azione devastatrice degli uomini. Prima che il pennarello falso escogitasse qualcosa contro Claudia, intervenne il pennarello magico che, con voce calma e tranquilla, gli chiese: «Perché hai rubato la luce e volevi impedire ai ragazzi di scrivere la lettera per salvare la natura?» Il pennarello falso, colto di sorpresa, non sapeva cosa rispondere e scoppiò in lacrime, perché in effetti amava Capitolo nono 67 68 la natura e gli animali. Aveva fatto tutto questo per attirare l’attenzione degli altri su di sé, perché nessuno voleva essere suo amico per le cattiverie che aveva commesso. I ragazzi lo rassicurarono dicendogli che l’avrebbero considerato loro amico, e lui, per farsi perdonare, propose a Tint, Luca, Claudia e Antonio di seguirlo. Li condusse in un luogo dove i bambini rimasero stupiti nel vedere una riserva naturale invasa da rifiuti di ogni genere. All’improvviso da un cespuglio si udì una voce sottile che invocava il loro aiuto, avendo letto nei loro occhi l’amore per la natura: «Aiutateci a ripulire la nostra casa e noi vi ricompenseremo. Io sono una lepre, tutti mi conoscono nella riserva e parlo a nome di tutti gli animali». A questo punto i due pennarelli unirono i loro poteri e fecero apparire gli attrezzi per pulire la riserva: vanghe, rastrelli, zappe, secchi, guanti, mascherine e falci. I bambini subito presero gli attrezzi e, insieme agli animali, cominciarono a lavorare per raccogliere tutti i rifiuti che erano in quel luogo una volta pulito e ricco di colori. Salviamo la natura Antonio vide un cumulo di immondizia, prese la pala per raccoglierla, ma si accorse troppo tardi che sotto si nascondeva un pozzo e così, inevitabilmente, ci finì dentro. Nessuno ne notò la scomparsa e solo quando i ragazzi, stanchi, decisero di fare una pausa scoprirono l’assenza dell’amico. Tutti insieme andarono alla sua ricerca, ma non riuscirono a trovarne traccia, fino a che una lumaca che stava strisciando sulla corteccia di un albero e aveva sentito tutto quel frastuono disse: «Non abbiate paura, il vostro amico è caduto in un pozzo e solo unendo le vostre forze potrete riabbracciarlo». Intanto nella riserva era calato il buio e Antonio nel pozzo, accovacciato in angolo tutto impaurito e infreddolito, chiedeva aiuto con voce tremolante. I ragazzi, preoccupati, chiesero soccorso a Fiammella che subito arrivò e, con la sua luce, illuminò il pozzo. Dopo vari tentativi Tint, Claudia, Luca e gli amici animali riuscirono a tirare fuori Antonio dal luogo dov’era imprigionato. Gli animali cominciarono a saltare di gioia per la liberazione di Antonio e, nello stesso tempo, ringraziarono tutti Capitolo nono 69 per aver pulito la riserva e averla riportata al suo naturale splendore. I ragazzi chiesero quale fosse la ricompensa ora che la riserva era rifiorita e la lepre rispose: «Vi indicherò la strada per ritornare dai vostri genitori!» 70 Salviamo la natura CAPITOLO DECIMO Un mondo a colori Poi la lepre soggiunse: «Prendete la direzione nord nordovest, seguite il corso del Fiume Dorato per due chilometri e alla fine del percorso troverete un cartello: FORESTA INCANTATA. Dovrete attraversarla, ma, badate bene, all’interno vi aspettano una sere di rischi e sfide. Solo se riuscirete a superare gli ostacoli sarete liberi di tornare a casa!» I quattro amici e i due pennarelli ben presto si trovarono dinnanzi al cartello e, superatolo, si inoltrarono nella fitta vegetazione. Poco dopo, un suono inquietante si diffuse tra gli alberi, una sagoma terrificante comparve e... Claudia lanciò un urlo: «AAGH ragazzi, guardate, un T-rex! Ora ci mangia!!» Ma il T-rex Gonfia Sgonfia, grande portiere e guardiano del passaggio tra la riserva e la foresta incantata non li aggredì, si avvicinò e propose: «Volete entrare nella foresta? Giochiamo a calcio, io sono un portiere professio- 72 Un mondo a colori nista! Se riuscirete a segnare cinque goal, vi farò passare altrimenti vi rispedirò al punto di partenza!» Ed ecco che Tintoretto scalda i muscoli, si prepara al tiro ED È… È GOAL! GOAL!!! Dopo di lui, anche gli altri segnano: la prova è superata! Gli amici proseguirono il cammino ma… ad un certo punto, sentirono dei rumori strani: “sssshhhh tututt dlidlidli sssshhhh tututututu dlidlidlidli” poi Luca urlò: «Ah Ahahaha aiuto aiuto, un serpente a sonagli!!!» I bambini si ritrovarono di fronte ad un enorme serpente con la pancia a tamburo e la testa a martello. Meraviglia: il serpente non fece di loro un sol boccone, ma propose: «Se riuscirete a danzare la danza del Serpente Tamburino vi lascerò proseguire!». Al suono di un flauto, il serpente cominciò a danzare ed eseguire una sere di giravolte complicatissime, con la testa a martello creò un ritmo di samba sulla sua pancia a tamburo. Una danza difficilissima! Ma i nostri amici, come tutti i bambini, possedevano una grande risorsa: la fantasia! Riuscirono a trasformarsi in serpenti samba, quelli bravissimi a ballare per intenderci, ed imitarono perfettamente la danza. Il Serpente Tamburino non potè fare altro che laCapitolo decimo 73 sciarli proseguire. Però aggiunse: «Pennarello magico mi daresti una rinfrescatina dietro la schiena? Sai, col passare del tempo il mio colore si è sbiadito!». Detto fatto! Il serpente riebbe la sua schiena color verde brillante e i quattro amici, ridiventati bambini, proseguirono il viaggio. Di lì a poco gli alberi scomparvero, il sole diventò cocente, l’aria irrespirabile, tutto intorno solo sabbia. Erano nel bel mezzo di un deserto! Si trovarono di fronte ad una enorme Sfinge che con voce profonda e minacciosa proclamò: «Di qua non si passa! Vi trasformerò in granelli di sabbia!!» I bambini, piccoli piccoli dinnanzi a quella enorme Sfinge, con voce tremante da pecorella chiesero: «Cooosa poossiamo faaare per te? Non trasfooormarciiii peerrrrrrr fffaaaa vvvvooo rreeee!». La Sfinge, allora, con voce tenebrosa si pronunciò: «Gli uomini hanno perso la capacità di rispettare la natura e non fanno altro che inquinare e distruggere! Se volete attraversare il deserto, dovrete ideare un acrostico con la parola NATURA!» 74 Un mondo a colori I quattro amici e i due pennarelli misero insieme i loro pensieri e crearono l’acrostico: NUOVI ALBERI TANTI UCCELLINI RICREANO ALLEGRIA La Sfinge esclamò: «Ok ragazzi, siete stati bravi! Entrate in questo portale, vi condurrà direttamente alla prossima prova!». Si ritrovarono tra i ghiacci del Polo Nord, e… che tristezza: i pesci boccheggiavano fuori dall’acqua, gli orsi erano tutti spelacchiati, i pinguini avevano la febbre alta, e… non solo: il blu intenso del mare ed il bianco candido dei ghiacci erano scomparsi. Il grigio dell’inquinamento dilagava, si stava impadronendo del mondo! «Cosa possiamo fare?» si chiesero i quattro amici. Intervennero i due pennarelli: «Ci pensiamo noi!» Crearono un vortice di mille colori che risucchiò tutto il Capitolo decimo 75 76 grigio dell’inquinamento e restituì al mondo la luce e i colori della natura. I pinguini, di nuovo in piena forma, offrirono ai bambini un passaggio fino a casa, e, scivolando sulla pancia, li accompagnarono fin sulla porta di casa. Quanti abbracci, quanti baci, quanta allegria! Finalmente, dopo tante avventure, di nuovo tra le braccia di mamma e papà! E soprattutto... in quel mondo nuovo fatto di gioia e di colore era nata un’amicizia indissolubile: quella tra Tint, Luca, Antonio, Claudia, il Pennarello Magico e il Pennarello Falso! EPILOGO Passano gli anni… Claudia, Luca, Antonio e il pennarello falso aprono un negozio: “MONDO A COLORI”, che vende libri, quaderni, pastelli, pennarelli… Ma è tutto magico in quel negozio! Sapete, a volte gli adulti perdono la capacità di sognare e giocare, ma chi compra i pennarelli da “MONDO A COLORI” riacquista la capacità di far volare in alto la fantasia! Che ne dite? Andiamo anche noi ad acquistare i pennarelli da “MONDO A COLORI”? Un mondo a colori Quanto a Tint e al pennarello magico, le cose andarono diversamente. «Tint, hai pensato al tuo futuro?» gli chiese qualche giorno dopo il loro ritorno il pennarello. «Ci ho pensato, Penn.... Voglio fare il pittore». «Bravo, sono contento, ma dovrai studiare sodo». «Che bisogno c’è di studiare, Penn? Grazie al tuo aiuto sarà uno scherzo». «No, Tint, non sarebbe giusto né onesto... e non è quello che ho previsto per te. D’ora in poi camminerai con le tue gambe. È tempo di dirci addio». Il ragazzo ammutolì. «Non essere triste, devo andare, ma ti lascio il mondo dei colori che abbiamo conquistato insieme. Nei momenti difficili, attingerai energia da esso. Addio, Tint». E nel dirlo, il pennarello scomparve. Il ragazzo pianse calde lacrime per giorni. Poi, rassegnato, ritornò a studiare. Finita la primaria, si iscrisse alle medie e dopo al liceo. Gli studi richiedevano maggior impegno, gli amici poteva incontrali soltanto il sabato e la domenica. Capitolo decimo 77 78 Compiuti diciotto anni, si iscrisse all’Accademia di Belle Arti. Gli studi erano impegnativi e costosi, ma, grazie alle borse di studio e all’aiuto degli amici della cartoleria, riuscì a diventare un bravo pittore. Più bravo di Raffaello e di Picasso. Ormai ricco e famoso, un sabato pomeriggio si mise in ghingheri. Entrò nel negozio degli amici. Al banco c’era Claudia. Tint pensò che con gli anni si era fatta più bella. «Sei venuto per i colori?» chiese Claudia. «No, sono venuto per te» arrossì Tint. Poi si fece coraggio, e le chiese di sposarlo. Claudia accettò con entusiasmo. Da allora, vissero felici e contenti tra tele, scatole di colori e una banda di marmocchi che li usò puntualmente per imbrattare i muri e i pavimenti di casa. E Penn? Che fine fece Penn? Pochi giorni dopo la sua scomparsa, un piccolo favelado di Rio de Janeiro, rovistando tra cartoni e immondizie, trovò un vecchio pennarello nero, ammaccato e sporco di fango. Un mondo a colori «Che bel pennarello!» esclamò raccogliendolo. I suoi occhi di ossidiana, per la prima volta, brillarono di gioia. 1 Gianni Rodari - Giovannino Perdigiorno da I Viaggi di Giovannino Perdigiorno 2 Gianni Rodari – Un pensiero da Filastrocche per tutto l’anno 3 Gianni Rodari – La strada per diventare buoni da Filastrocche per tutto l’anno 4 AA.VV. Capitolo decimo 79 APPENDICE 1. La scomparsa di quel magico mondo di colore Scuola Primaria “Michele Coppino” di Torino – classe IIIB Dirigente Scolastico Claudia Enrico Docente referente della Staffetta Linda Garofano Docenti responsabili dell’Azione Formativa Isabella Toffanello, Chiara Ferrari Gli studenti/scrittori della classe IIIB Giorgio Andolfatto, Andy Andriis, Filippo Angelini, Nicolò Anselmetti, Stefano Atzori, Giovanni Boscaino, Melania Calleri Di Sala, Giulio Cian, Andrea Cicirella, Alessia Ciornobreve, Giorgio Dei Poli, Lorenzo Dodero, Anna Giachello, Marta Groppi, Francesco La Placa, Gianmarco Martinetto, Andrea Mulatero, Eleonora Musco, Ludovico Pauletto, Camilla Sorbone, Carlotta Sortino, Sofia Tesauro, Virginia Vercellone, Ludovica Zappietro, Marzia Zunino Il disegno è di Giovanni Boscaino, Filippo Angelini Hanno scritto dell’esperienza: “…Durante l’attività è stato bello, anche se non sempre facile, poter mettere insieme le idee di tutti nella composizione di un testo unico. Ci è piaciuta l’idea di essere i primi a dare un’impronta anche a ciò che seguirà e di cui saremo curiosi di leggere gli sviluppi. Non vediamo l’ora di poter leggere gli sviluppi del nostro capitolo legati uno all’altro nei capitoli che seguiranno e che saranno opera di altri bambini che non conosciamo direttamente. Avere una copia del libretto sarà un’affermazione del nostro lavoro”. APPENDICE 2. Alla ricerca del Pennarello Magico Scuola Statale Italiana di Madrid (Spagna) – classe IIIA Dirigente Scolastico Cosimo Guarino Docente referente della Staffetta Marco Madaro Docente responsabile dell’Azione Formativa Marco Madaro Gli studenti/scrittori della classe IIIA Elisa Baudino Ortiz, Alessandra de Fusco Arencibia, Natalia Fuks Romanelli, Chiara Alejandra Gil Zucchi, Jaime Guibelalde Patino, Blanca Jiménez di Ciommo, Javier Labaig Ruipérez, Martín Jacobo Lamberti, Sabrina Mantovani, Hugo Marino Muñoz, Martina Mulinacci, Giulia Agata Nicastro, Olivia Olmedo Rosario, Sofia Azucena Pacios García, Mario Padovano Feito, Cristina Pellegrino Jiménez, Leila Penna, Martina Pérez López, Lucia Perinotto, Clara Carlotta Pucci di Benisichi Esteve, Lucas Sánchez Cebrián, Aitor Santiago Tonello, Juan Vigil Gómez Il disegno è stato realizzato dall’intera classe Hanno scritto dell’esperienza: “…Ci siamo veramente emozionati a vedere il numero delle parole del capitolo, quando abbiamo raggiunto il numero 800 ci siamo emozionati davvero tanto e abbiamo proseguito ancora, non riuscivamo a smettere; è un’esperienza che non dimenticheremo, un’esperienza che ci ha fatto lavorare insieme. Non è sempre possibile lavorare insieme a scuola e in questo modo, ognuno di noi ha dato le proprie idee per scrivere il capitolo, abbiamo cercato di fare del nostro meglio. In futuro avremo voglia di scrivere ancora e questo grazie alla Staffetta!”. APPENDICE 3. Il Signor Pennarello Scuola Primaria “Vittorio Scialoja” plesso Chiaiolella di Procida (NA) – classi IIIE/F Dirigente Scolastico Lora Verrusio Grippa Scafati Docente referente della Staffetta Caterina Martino Docenti responsabili dell’Azione Formativa Miranda Caterina, Maria Torino Gli studenti/scrittori delle classi IIIE - Marco Buonanno, Simona Casalnuovo, Davide Costagliola, Alessandra Grieco, Antonio Masiello, Lucia Janina Pirozzi, Livia Sabetta, Gregorio Scazzosi, Ginda Scotto di Monaco, Giuseppe Scotto di Perta, Antonio Tramontana, Luca Tramontana, Michela Tramontano, Sara Tramontano IIIF - Antonio Francesco Ambrosino, Carlo Roberto Ambrosino, Noemi, Buonincontro, Mariavittoria Buono, Sergio Di Liello, Valentina Frantellizzi, Gianmarco Pio Lubrano Lavadera, Maria Lubrano Lavadera, Delia Mammalella, Valentina Persico, Luca Quirino, Marlon Scotto di Fasano, Diana Scotto di Minico, Mariano Scotto di Monaco Il disegno è di Mariavittoria Buono Hanno scritto dell’esperienza: “…Gli alunni si sono dimostrati soddisfatti ed entusiasti per l’esperienza vissuta. Comprendere che idee diverse possono confluire in un unico risultato ha consolidato in loro l’idea di classe intesa come gruppo partecipativo. L’aver collaborato ad un progetto comune ha permesso loro di conoscersi meglio e di scoprire il piacere del lavoro di squadra e l’arricchimento che può derivare dal mettere al servizio di un progetto di gruppo le proprie inclinazioni ed idee...” per leggere l’intero commento www.bimed.net link: staffetta di scrittura creativa APPENDICE 4. Le parole dell’amicizia Direzione Didattica di Viadana (MN) – classe IIIC Dirigente Scolastico Patrizia Roncoletta Docente referente della Staffetta Argia Nizzoli Docente responsabile dell’Azione Formativa Beatrice Arcari Gli studenti/scrittori della classe IIIC Dennis Alfano, Monir Biyah, Isabella Brighenti, Maikol Bruno, Sara Cavalli, Gloria Flisi, Martina Grolli, Manpreet Lal, Vanessa Martina, Mattia Miselli, Luigi Misiano, Federica Nonnis, Lorenzo Orlandelli, Anna Elsa Pasquali, Leonardo Odino Pomati, Francesco Ranieri, Giuseppe Ranieri, Marco Resta, Eva Rosati, Silvia Rovina, Loris Shima, Matteo Somenzi, Michele Tedesco, Lara Wrobel, Chiara Zaffanella Hanno scritto dell’esperienza: “…I bambini della classe III C hanno partecipato per la prima volta alla Staffetta di Scrittura Creativa e insieme si sono messi in gioco con le parole per creare un racconto tutto loro. Hanno elaborato il testo collettivamente e in piccoli gruppi in un continuo e produttivo confronto. Un turbine di pensieri ed emozioni ha creato una "piccola opera" così importante e significativa per questi piccoli nuovi scrittori che insieme ad altri bambini di scuole diverse hanno dato vita a una bellissima storia. La creazione di nuovi personaggi e lo sviluppo delle ambientazioni ha dato sfogo alla libertà espressiva e alla creatività di ognuno di loro. Questa nuova esperienza di Scrittura Creativa è stata un arricchimento continuo e questo è molto importante perché ogni bambino ha una storia da raccontare”. APPENDICE 5. Nuovi amici nel mondo dei Labirinti Istituto Comprensivo “Europa Unita” di Afragola (NA) - classe IIIB Dirigente Scolastico Giovanna Mugione Docente referente della Staffetta Anna Laezza Docenti responsabili dell’Azione Formativa Mariarosaria Petroni, Anna Rita Bifulco Gli studenti/scrittori della classe IIIB Esmeralda Antelli, Carmela Boiano, Patrizia Borgatti, Luigi Capone, Samuele D’Ambrosio, Angela De Simone, Pasquale Guadagno, Rosa Parisi, Luisa Pezzillo, Anastasia Renzi, Christian Russo, Gennaro Salierno, Ciro Scala, Paolo Tommasone, Martina Tortora, Giovanni Tramonto, Andrea Tuccillo Il disegno è di Patrizia Borgatti, Anastasia Renzi Hanno scritto dell’esperienza: “…Durante il percorso di Formazione “Scrittura Creativa” le docenti Mariarosaria Petroni e Anna Rita Bifulco hanno lavorato con 17 alunni di cui due diversamente abili. Nell’attività di scrittura, gli alunni a turno hanno assunto il compito di segretario e di lettore. Le docenti hanno posto agli alunni domande stimolo, un alunno ideava la prima frase e da lì continuavano gli altri. In tal modo gli alunni hanno potuto giocare con la fantasia e sviluppare l’immaginario,creando luoghi e personaggi. In questa esperienza l’impatto non è stato dei più semplici, ma il risultato con cui si sono espressi è stato al di sopra delle nostre aspettative. Il confronto e il dialogo sono stati importanti non solo per gli alunni ma anche per noi docenti”. APPENDICE 6. Nel Magico Mondo Dei Libri Scuola Primaria “M. Montessori” di Barcellona (SPAGNA) – classi IIIA/B Dirigente Scolastico Cristino Cabria Docente referente della Staffetta Velia Cimino Docente responsabile dell’Azione Formativa Daniela Panzeri Gli studenti/scrittori delle classi III A - Ara Claudia, Ascolese Jùlia, Berni Angela, Cavallini Giulia, Coldilana Mattia, Fundarò Clara, Ghelardoni Matteo, Giuffrida Giulia, Gonzalez Johan, Haag Georgina, Jimenez Rosario Gabriel, Lugarà Martina, Marangoni Alice, Martin Daniel, Martìn Riccardo, Marucci Mercè, Masterson Lea, Mateo Isabella, Monaco Emma, Morano Bianca, Pedretti Emma, Pili Chun, Pini Massimo, Savio Alberto III A - Bonatti Guillaume, Casaburi Isaac, Castellano Helena, Castellseguè Claudia, Cesetti Marusca, Deregibus Sofia, Escolà Clara, Evangelisti Daniel, Faraboschi Silvia, Ferruzzi Lorenzo, Franco Sarah, Gallejones Marina, Gravenhorst Anna Caterina, Grondona Francesco, Klikovac Anna, Kobau Max, Manfredi Marta, Marquez Maria, Muñoz Isabel, Nurra Romina, Ongaro Chiara, Parjus Francisco, Savio Enrico, Zenere Paolo Il disegno è di Romina Nurra Hanno scritto dell’esperienza: “…Noi alunni delle classi terze di Barcellona siamo felici di aver partecipato alla staffetta letteraria. La storia di Tintoretto e dei suoi amici ci ha coinvolto moltissimo. I protagonisti sono bambini proprio come noi. Li abbiamo seguiti nelle loro avventure, ci siamo emozionati con loro, abbiamo riflettuto sul valore dell’amicizia, sull’importanza del conoscere se stessi, sul rispetto dell’ambiente in cui viviamo...” per leggere l’intero commento www.bimed.net link: staffetta di scrittura creativa APPENDICE 7. A spasso in un tempo che fu... Boscofelice Istituto Comprensivo “Castaldi Rodari” III Circolo di Boscoreale (NA) - classi IIIA/B Dirigente Scolastico Teresa Mirone Docente referente della Staffetta Santa Greco Docente responsabile dell’Azione Formativa Santa Greco Il disegno è di Mariavittoria Aliberti, Valeria Esposito Hanno scritto dell’esperienza: “…Partecipare alla staffetta creativa è stata un’esperienza positiva perché gli alunni si sono sentiti veramente degli scrittori in “erba”. Io ho cercato con ogni strategia di coinvolgerli in questo percorso creativo e loro sono stati entusiasti di apportare il loro contributo. È stato un viaggio ricco di emozioni e ogni capitolo scritto dalla staffetta Maior 3 ha lasciato qualcosa in ogni uno di loro e naturalmente anche in me, docente. Quando è stato pubblicato il nostro settimo capitolo i miei bambini sono stati felicissimi ed io orgogliosa di loro, perché il loro piccolo mondo è stato arricchito della consapevolezza più grande, quella dell’amore per gli altri e del rispetto per tutto ciò che ci circonda. Grazie a tutti voi per la splendida avventura”. APPENDICE 8. La sconfitta del buio I.C. “G. Verga” di Riposto (CT) - classe IIIA plesso ”S. Quasimodo” Dirigente Scolastico Cinthia D’Anna Docente referente della Staffetta Maria Antonietta Finocchiaro Docente responsabile dell’Azione Formativa Rosaria Messina Gli studenti/scrittori della classe IIIA plesso” S. Quasimodo” Roberta Amoruso, Sofia Calabrò, Paolo Campione, Erika Certo, Marica Corsaro, Roberta Cucè, Luca D’Andrea, Giulia Giamaglia, Martina Giurato, Giulia Grasso, Gloria Grasso, Francesca Greco, Raffaele Luca, Davide Marino, Claudio Paratore, Francesca Petrella, Giada Petrella, Stefano Proietto Russo, Alessio Quattrocchi, Tommaso Quattrocchi, Giulia Rinaldi, Alessandro Scalella, Nancy Torrisi, Emmanuele Trovato, Valeria Zappalà Il disegno è di Alessandra Scalella Hanno scritto dell’esperienza: “…Scrivere una storia a più mani è stata un’esperienza singolare che, virtualmente , ha permesso a tanti scrittori in erba di interagire. I miei alunni aspettavano con molta curiosità la pubblicazione dei capitoli e scrivere il nostro è stato il momento clou che ha messo in campo la loro fervida creatività; si sono confrontati, hanno discusso e condiviso le scelte, tutti, anche i più timorosi, hanno dato il loro contributo inaspettato. Sono concordi nell’affermare che scrivere questa storia è stato piacevole perché i protagonisti sono legati da una forte amicizia, sono coraggiosi ed amano l’avventura. Si sono appassionati e sentiti scrittori veri e leggere il capitolo pubblicato è stata per loro una grande emozione...” per leggere l’intero commento www.bimed.net link: staffetta di scrittura creativa APPENDICE 9. Salviamo la Natura Istituto Comprensivo 3° “Rodari-Annecchino” di Pozzuoli (NA) – classi IIIA/B Dirigente Scolastico Stefania Maunela Putzu Docente referente della Staffetta Teresa Cautiero Docenti responsabili dell’Azione Formativa Bruna Buzzurro, Emilia Improta Gli studenti/scrittori delle classi IIIA - Gabriele Aprea, Francesco Buono, Domenico Carandente, Benedetta Castaldi, Carmela Cervone, Maria Chiocca, Lorenzo Cioffi, Leandro Civero, Giuseppe Curi, Gianmarco D’Ercole, Lara Lipari, Francesco Lucignano, Mirko Mallardo, Zaira Nasti, Alessandro Pilato, Gaia Pollice, Mattia Sebastiano, Martina Sollo, Cristina Turturiello, Angelo Varchetta IIIB - Roland Allciu, Angela Amirata, Salvatore Barretta, Emmanuel Caiazzo, Francesco Cannavacciuolo, Francesco Capuano, Marika Capuano, Sabrina Carbone, Giuseppe D’Angelo, Anna Cristina D’Onofrio, Michela Dell’Annunziata, Federica Di Bitonto, Antonia Di Bonito, Maria Lourdes Gaudino, Mattia Grieco, Federico Nile, Elisa Paciello, Alessia Papaccio, Carmela Troise, Gaia Ursomanno Il disegno è di Leandro Civero Hanno scritto dell’esperienza: “…Gli alunni hanno vissuto quest’esperienza con molto entusiasmo perché sono stati protagonisti di un’avventura fantastica che li ha coinvolti sia sul piano didattico che emotivo. Partecipare alla stesura di un libro li ha stimolati ad essere, con i bambini delle altre scuole, una squadra di “piccoli scrittori”...” per leggere l’intero commento www.bimed.net link: staffetta di scrittura creativa APPENDICE 10. Un mondo a colori Istituto Comprensivo “Don Milani-Aliperti” di Marigliano (NA) - classe IIIE Dirigente Scolastico Cinthia Grossi Docente referente della Staffetta Assunta Cristina Iasevoli Docente responsabile dell’Azione Formativa Assunta Cristina Iasevoli Gli studenti/scrittori della classe IIIE Antonia Astarita, Maria Barone, Francesca Capretti, Rosario Corrado, Blanca D’Amore, Luigi Esposito, Teresa Falcone, Larissa Grigore, Giuseppe Lo Sapio, Giuseppe Marinelli, Margherita Martuscelli, Paolo Papa, Michele Ragosta, Patrizio Junior Stella, Fiorentino Sturchio, Roberto Terracciano Il disegno è di Paolo Papa, Margherita Martuscelli Hanno scritto dell’esperienza: “…Esperienza entusiasmante. In precedenza ho utilizzato lo schema laboratoriale in classe, quindi apprendimento e produzione cooperativa con risultati positivi. In questo caso però la motivazione comune, partecipare alla stesura del capitolo di un libro, ha creato maggiore intesa. Tantissimi gli spunti di conversazione e le occasioni di approfondimento grammaticale e lessicale durante la lettura dei capitoli prodotti dalle altre classi. Gli alunni hanno sempre mostrato grande curiosità per le avventure di Tintoretto, anche perchè si doveva “aspettare“ la pubblicazione del capitolo successivo per poter conoscere l’evolversi del racconto. Speriamo di poter collaborare nuovamente con Bimed”. NOTE NOTE NOTE NOTE INDICE Incipit di DOMENICO NOTARI ......................................................................pag 14 Cap. 1 La scomparsa di quel magico mondo di colore ..........................» 16 Cap. 2 Alla ricerca del Pennarello Magico ..................................................» 20 Cap. 3 Il Signor Pennarello ..................................................................................» 26 Cap. 4 Le parole dell’amicizia ..........................................................................» 34 Cap. 5 Nuovi amici nel mondo dei Labirinti ................................................» 40 Cap. 6 Nel magico mondo dei libri ..................................................................» 46 Cap. 7 A spasso in un tempo che fu... Boscofelice ....................................» 52 Cap. 8 La sconfitta del buio................................................................................» 58 Cap. 9 Salviamo la natura ..................................................................................» 64 Cap. 10 Un mondo a colori..................................................................................» 72 Appendici ..................................................................................................................» 80 Finito di stampare nel mese di aprile 2013 dalla Tipografia Effegi San Giorgio a Cremano (NA) Italy ISBN 978-8897890-38-6 La scomparsa di quel magico mondo di colore Alla ricerca del Pennarello Magico Il Signor Pennarello Le parole dell’amicizia Nuovi amici nel mondo dei Labirinti Nel magico mondo dei libri A spasso in un tempo che fu... Boscofelice La sconfitta del buio Salviamo la natura Un mondo a colori