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SCUOLA: OGGI FARAONE INCONTRERA' STUDENTI NEL
PALERMITANO
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IL PATTO DI CORRESPONSABILITA' EDUCATIVA
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XIII GIORNATA EUROPEA DEI GENITORI ALLA PRESENZA DEL
MINISTRO GIANNINI
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09/02/2015
LE PAGELLE DELL'OCSE ALL'ITALIA: BENE JOBS ACT, ORA APRIRE IL
CANTIERE SCUOLA
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09/02/2015
ANCHE LE RAGAZZE POSSONO (DIVENTARE SCIENZIATE)
8
Nova.IlSole24Ore.Com
09/02/2015
LA FISICA INSEGNATA A PARTIRE DAL MISTERO
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09/02/2015
A PALERMO SCUOLE IN RETE PER COMBATTERE ABBANDONO E
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09/02/2015
AL VIA UN PROGETTO COMUNITARIO PER INSEGNARE AGLI
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09/02/2015
PRESA DIRETTA FA UN RITRATTO IMPIETOSO DELLA SCUOLA
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Corriere della Sera - Ed. Brescia
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SCUOLA DIGITALE? IL SEGRETO SONO I PROF
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SCUOLA: BOOM ADESIONI AL PROGETTO ERASMUS, SICILIA PRIMA
IN ITALIA
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09/02/2015
L'EDUCAZIONE DIGITALE UNA SFIDA POSSIBILE (A.Ascani)
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09/02/2015
"SCUOLA, I LAVORATORI NON CREDONO PIU' NEL SINDACATO"
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Scuola: oggi Faraone incontrerà studenti nel palermitano
09 febbraio 2015
PALERMO - Oggi il sottosegretario all’Istruzione, Davide
Faraone, sarà nel palermitano per incontrare studenti,
insegnanti e dirigenti scolastici del territorio. Visiterà alle 9
l’Istituto comprensivo «Giovanni XXIII» di Villafrati. Lì
incontrerà, oltre al sindaco, Francesco Agnello, all deputato
Franco Ribaudo, al direttore generale dell’Ufficio scolastico
regionale, Maria Luisa Altomonte, e al dirigente scolastico,
Elisa Inglima, alunni e docenti con i quali si confronterà sui
temi della «Buona Scuola».
Alle 11 Faraone sarà a Belmonte Mezzagno per conoscere
studenti e insegnanti di altre due scuole della provincia
palermitana: l’Istituto Comprensivo «E. Ventimiglia» e la
Direzione Didattica «Karol Wojtyla». Infine, alle 16.30, il
sottosegretario parteciperà all’incontro «Quale futuro per l’Università di Palermo?» nei locali
dell’Istituto Gramsci siciliano, all’interno dei Cantieri culturali alla Zisa. Discuteranno di una
Costituente dell’Università insieme a Faraone, Carmelo Miceli, segretario provinciale del Partito
democratico di Palermo, Enrico Napoli, coordinatore del Circolo Libertà-Politeama, Roberto Lagalla,
Rettore dell’Università di Palermo, e Mila Spicola, vice-segretario regionale del Pd Sicili. ag.
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Domani il Giorno del Ricordo »
Il pa o di corresponsabilità educativa
da La Tecnica della Scuola
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Il patto di corresponsabilità educativa
Aldo Domenico Ficara
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Già l’ex ministro Gelmini si era occupata del “Patto educativo” dettando alcune linee per migliorare, già al
momento dell’iscrizione, gli specifici e reciproci impegni che legano la scuola alla famiglia e ai ragazzi.
Alla luce dei delicati rapporti tra scuola e famiglie che a volte sfociano in atteggiamenti al di fuori del buon
senso civico, si vuole evidenziare una parte dell’introduzione proposta dall’ex ministro Maria Stella Gelmini nel
Quaderno del patto di corresponsabilità educativa.
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In tale circostanza si scrive: “Il Patto Educativo viene instaurato sin dalle primissime fasi di ingresso nella scuola
– quale è, ad esempio, il momento dell’iscrizione alla specifica istituzione scolastica – e comporta una
descrizione e sottoscrizione di specifici e reciproci impegni che legano la scuola, la famiglia, i ragazzi”.
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A grandi linee, tale impegno attiene a diversi, essenziali, livelli di contenuto quali:
a) il piano dell’offerta formativa (centrato sulla promozione di benessere e successo dello studente, sulla sua
valorizzazione come persona, sulla sua realizzazione umana e culturale; partecipato e sottoscritto dai genitori
che si assumono la responsabilità di discuterne con i figli; condiviso con gli insegnanti e la famiglia, discutendo
collegialmente ogni singolo aspetto di responsabilità);
b) l’area della relazionalità (costruzione di un clima orientato al dialogo, all’integrazione, all’accoglienza, al
rispetto reciproco e promozione del talento e dell’eccellenza, dei comportamenti solidali, gratuiti, civili;
condivisione con i genitori di linee educative comuni, in continuità con l’azione educativa scolastica; stile
comportamentale positivo e corretto nei confronti dell’ambiente scolastico da parte degli studenti);
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8 ore fa
9 febbraio Sistema Nazionale di
Valutazione – Questionario scuola
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c) il tema della partecipazione (ascolto attivo e coinvolgimento di studenti e famiglie, nell’ottica dell’assunzione
di responsabilità rispetto al piano formativo; collaborazione attiva delle famiglie e informazione continua circa il
percorso didattico educativo dei propri figli; frequenza regolare ai corsi e assolvimento degli impegni di studio,
accanto ad un atteggiamento partecipativo e responsabile nei confronti della vita scolastica da parte degli
studenti);
d) l’ambito più specifico degli interventi educativi (comunicazione costante con le famiglie e mantenimento del
rispetto delle norme di comportamento da parte dei ragazzi, con disposizione di eventuali, adeguati
provvedimenti disciplinari; visione delle comunicazioni provenienti dalla scuola, e riflessione critica e costruttiva
con i figli circa gli eventuali provvedimenti disciplinari assegnati; comunicazione in famiglia da parte dei ragazzi
in merito a quanto espresso dagli insegnanti e promozione di situazioni di integrazione e solidarietà in classe
da parte degli studenti).
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Il patto educativo s’è rotto e
Nota 2 marzo 2010, Prot. n.
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9 febbraio Sistema Nazionale di Valutazione – Questionario scuola »
XIII Giornata Europea dei Genitori alla presenza
del Ministro Giannini
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Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
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Il 9 febbraio al Miur la XIII Giornata Europea dei Genitori alla presenza del Ministro Giannini
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Lunedì 9 febbraio, dalle 10.00 alle 13.30, presso la Sala della Comunicazione del MIUR, si svolgerà, alla
presenza del Ministro Stefania Giannini, la “XIII Giornata Europea dei Genitori”.
Quest’anno l’evento, promosso come consuetudine in collaborazione con il Forum Nazionale dei Genitori della
Scuola, è dedicato a “I nativi digitali e l’avventura nella grande Rete: Scuola e Famiglie per un
nuovo patto educativo”.
Oggi è necessario un grande lavoro per rifondare il tradizionale patto tra scuola e famiglia, tra genitori ed
educatori. La scuola non è più l’unico luogo da cui accedere alle informazioni ed ai modi di apprendere. Tutte
le discipline sono infatti parte della Rete e sono accessibili rapidamente in mille forme, con la possibilità
ulteriore di essere manipolate, variate, confuse, confrontate.
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9 febbraio Sistema Nazionale di
Valutazione – Questionario scuola
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Lo stesso modo di imparare – il funzionamento del cervello umano – viene chiamato in causa: organizzazione
della memoria, presenza simultanea di molti codici, compresenza di procedure analogiche e logiche, relazione
immediata tra produzione costruita e fruita. Questa è la prima generazione di adulti che ha perso il monopolio
delle conoscenze e dei mezzi per trasmetterle e che deve insegnare a distinguere, scegliere, confrontare, in
mezzo a un mare di informazioni complesse e contraddittorie, valutando il sapere e le competenze che i propri
alunni hanno acquisito in moltissimi modi, anche lontano dalla scuola, diversi da come loro hanno imparato.
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La presenza di esperti italiani ed europei consentirà di affrontare i temi relativi al necessario rinnovamento
della didattica nei nuovi contesti di apprendimento e, al tempo stesso, di ribadire l’importanza della
collaborazione delle famiglie con la scuola in questa nuova avventura educativa.
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da Repubblica.it
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Le pagelle dell’Ocse all’Italia: bene
Jobs Act, ora aprire il cantiere scuola
IN QUESTO ARTICOLO
Argomenti: Scuola e Università | Ocse | Italia | Jobs
Act
dal nostro inviato Alessandro Merli 9 febbraio 2015
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ISTANBUL – Nella sua annuale “pagella” delle riforme
strutturali, l'Ocse, il gruppo dei grandi Paesi industriali,
promuove il Jobs Act del Governo Renzi, ma sollecita l'Italia a
insistere nell'eliminazione del dualismo del mercato del lavoro
e a ulteriori riforme soprattutto nel campo dell'istruzione e
della semplificazione del sistema fiscale.
Nella sua analisi, l'Ocse nota che la mancata ripresa
dell'economia ha fatto sì che l'Italia abbia perso terreno
rispetto alla media degli altri Paesi industriali sia in termini di
reddito pro capite, sia in termini di produttività. È importante, sostiene lo studio “Going for Growth” (Alla ricerca della crescita), presentato
poche ore prima dell'inizio della riunione del G-20, che l'Italia abbia cominciato con il Jobs
Act, di cui enumera le misure, a riequilibrare la protezione spostandola dai posti di lavoro al
reddito dei lavoratori. L'Ocse suggerisce tuttavia di «continuare a ridurre il dualismo del
mercato del lavoro, rendendo più flessibili assunzioni e licenziamenti, e di adottare
procedure legali più prevedibili e meno costose, supportate da una rete di protezioni sociali
più ampia e da politiche attive per il mercato del lavoro».
La seconda riforma prioritaria individuata dall'Ocse riguarda il miglioramento dell'equità e
dell'efficienza dell'istruzione. Lo studio suggerisce di approfondire la valutazione degli
insegnanti, di espandere ulteriormente l'istruzione professionale dopo la scuola secondaria,
di aumentare le tasse universitarie e creare un sistema di prestiti agli studenti il cui
rimborso sia basato sul reddito.
Terza area prioritaria il miglioramento dell'efficienza del fisco. Questa andrebbe perseguita
riducendo le aliquote nominali più alte, riducendo distorsioni e incentivi all'evasione. L'Ocse
chiede anche di eliminare l'instabilità nella legislazione fiscale, riducendo il ricorso a misure
temporanee e mantenendo l'impegno a non adottare condoni. L'Italia dovrebbe anche
continuare a ridurre la tassazione sul lavoro, nella misura in cui la situazione dei conti
pubblici lo consenta, aumentando così domanda e offerta di lavoro.
L'Ocse insiste inoltre sulle liberalizzazioni, perseguendo tra l'altro la privatizzazione dei
servizi pubblici locali e il miglioramento degli incentivi all'efficienza della giustizia civile.
Le riforme strutturali sono al centro del lavoro del G-20 per tentare di rilanciare la
mediocre crescita dell'economia mondiale. Al vertice di novembre, i capi di Stato e di
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09-02-2015
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Governo hanno adottato il “piano d'azione di Brisbane”, una compilazione di circa mille
interventi che, negli obiettivi, dovrebbe consentire di aggiungere alla crescita globale un 2%
circa (attorno a 2mila miliardi di dollari) alla crescita globale. A Istanbul, i ministri finanziari
e governatori del G-20 cominceranno a identificare un numero più ristretto di priorità (510 riforme per Paese), in modo da poterne monitorare più facilmente i progressi.
L'Inter torna alla vittoria. Galliani
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09-02-2015
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23 Gennaio 2014
31 Gennaio 2014
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8 Febbraio 2015
di Marco Passarello
di Luca Tremolada
di Massimiano Bucchi
di Daniele Salvini
Andrea Carobene
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Giornalista professionista laureato in fisica a Catania, ha studiato filosofia a Milano e Napoli, e teologia a
Parigi. Tra i suoi libri: “Il governo delle relazioni con gli stakeholder. Teoria delle reti, grafi e network“ e
“Diario di un monaco del XXI secolo. Fisico e certosino”. Oggi lavora nello staff dell’Assessore alla Sicurezza
del Comune di Milano.
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Studente
A Palermo scuole in rete per combattere
abbandono e dispersione
di Alessia Tripodi
In attesa del primo bando relativo al Pon 2014-2020, Scuola24
racconta i migliori progetti realizzati dalle scuole italiane grazie
ai fondi europei della programmazione 2007-2013
Scuola infanzia
Scuole elementari
Un network per combattere la dispersione e l’abbandono scolastico e per orientare le
scelte degli studenti attraverso formazione, sportelli di ascolto, laboratori teatrali,
attività sportive. È il progetto «Una rete per Maredolce», realizzato dall’istituto
comprensivo Maredolce di Palermo nell’ambito del Pon 2007-2013.
Il progetto
Gli interventi sono stati portati avanti dall’Isc Maredolce (in qualità di capofila) insieme
con altri istituti scolastici siciliani - l’Isc Padre Pino Puglisi, i licei Ernesto Basile e Danilo
Dolci - , con numerose associazioni e aziende del territorio e con il Comune di Palermo e
l’Usr Sicilia.
Le attività sono partite il 3 maggio del 2013 e si sono concluse lo scorso 31 gennaio.
L’importo totale dei finanziamenti ammonta a 205milioni 820mila euro.
L’intervento punta a contenere e ridurre i fattori che determinano i fenomeni di
dispersione scolastica, a promuovere il successo formativo degli alunni, a contenere il
disagio psico - educativo degli alunni a rischio di abbandono, a favorire le relazioni
interistituzionali nel territorio.
Si parla di noi
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I contenuti
Per ognuno degli obiettivi indicati dal progetto sono stati pianificati percorsi strutturati
in distinti moduli di intervento.
Nei moduli «Proiezione del sé» - rivolti agli allievi a rischio di abbandono della scuola
dell’infanzia e delle prime classi della scuole elementari e medie - sono previste azioni di
accoglienza, attività ludico-redazionali, laboratori scrittografici e seminari sulle
tematiche del disagio per docenti e personale non docente. Tra gli obiettivi degli
interventi c’è ovviamente l’aumento della frequenza scolastica degli allievi, ma anche
una maggior partecipazione dei genitori alla vita scolastica dei figli.
C’è poi il modulo «Provaci ancora», con il quale si aiutano i ragazzi che hanno
abbandonato la scuola ad acquisire le competenze base per il conseguimento della
licenza media, e quello intitolato «Sapere, saper fare e saper essere», che punta al
miglioramento delle competenze in matematica.
Per orientare gli studenti ad una scelta consapevole nella fase di transizione dal primo al
secondo ciclo di istruzione, infine, c’è il modulo «Sperimentiamo insieme», che attraverso laboratori di scienze, sportelli di ascolto e attività di counseling - offre ai
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minori adottati
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Al via un progetto comunitario per
insegnare agli studenti a fare impresa
di Claudio Tucci
Creazione di mini-imprese, “cluster di innovazione” con i docenti, lezioni sul campo e
database europeo con le migliori pratiche didattiche. Si chiama «Innovation cluster for
entrepreneurship education» (Icee) il progetto che è ai nastri di partenza nelle scuole
italiane per promuovere l’educazione alla imprenditorialità tra gli studenti. L’iniziativa è
il frutto di una partnership comunitaria, ed è promossa da un consorzio di cui è partner
il Miur, assieme ai ministeri dell’Istruzione di Finlandia, Estonia, Lituania e Fiandre, gli
istituti di ricerca Eastern Norway Research Institute, The Foundation for
Entrepreneurship - Young Enterprise Denmark, Josip Juraj Strossmayer University in
Croazia, e le strutture nazionali di JA-YE di Belgio, Finlandia, Italia, Estonia e Lituania.
Palumbo (Miur): guidare i giovani verso una visione versatile del lavoro
«La nuova attività di studio durerà tre anni», sottolinea Caroline Jenner, ad di JA-YE
Europe, il più grande fornitore europeo di programmi educativi sull’imprenditorialità; e,
soprattutto, rilancerà il tema dell’educazione all’imprenditorialità, in cui il Governo «è
impegnato da tempo e in numerose iniziative - aggiunge il dg per gli Ordinamenti
scolastici e la valutazione del Miur, Carmela Palumbo -. In un momento di crisi occorre
guidare i giovani verso una visione versatile del lavoro che non può più essere lo stesso
per tutta la vita ed occorre cercare forme di lavoro autonomo e diversificato. Già
l’alternanza scuola-lavoro - spiega il direttore generale del Miur -, introdotta nei
curriculi della scuola secondaria di secondo grado, è un passo per fare in modo che la
scuola prepari i giovani a questa nuova visione del mondo del lavoro».
Il progetto
Il progetto ha, appunto, una durata triennale (la conclusione è prevista a gennaio 2018
con l’analisi e la diffusione dei risultati) ed è promosso nell’ambito del programma
Erasmus +.
Le scuole coinvolte in Italia, almeno per questa prima fase, saranno 20 tra licei e istituti
tecnici e professionali. Altrettante per ciascuno degli altri Stati del Consorzio. I criteri
con i quali saranno selezionate verranno decisi il prossimo 10 febbraio quando, a
Bruxelles, si terrà un incontro per il lancio dell’iniziativa.
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Creazione di mini-imprese, lezioni sul campo, incontri con esperti. Sono solo alcune
delle attività previste per gli studenti-imprenditori. E poi attraverso l’uso di gruppi di
controllo, sondaggi quantitativi, focus group qualitativi e interviste, un gruppo di
ricercatori guidati dall’Eastern Norway Research Institute analizzerà i risultati di
apprendimento degli studenti partecipanti, l’impatto sociale, il ruolo dell’insegnante e
della scuola, e gli effetti sul sistema di educazione. L’analisi approfondita delle strategie
nazionali, degli strumenti in uso, la formazione e la valutazione dei docenti,
formeranno la base dei “cluster di innovazione” che caratterizzeranno lo sviluppo di un
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“modello progressivo” che possa chiarire come l’educazione all’imprenditorialità possa
essere realizzata a partire dalla scuola primaria, fino alla secondaria superiore.
L’obiettivo è quello di creare un vero e proprio database di buone pratiche.
Esperienza imprenditoriale
Numerose ricerche di settore hanno evidenziato l’impatto positivo dell’educazione alla
imprenditorialità tra i banchi. I giovani che hanno partecipato a iniziative formative di
questo tipo si sono successivamente rivelati più propensi a creare nuove imprese e più
agevolati nello sviluppo di competenze che ne incrementano l’occupabilità. E la
creazione di una “mini-impresa” è considerata come una delle più efficaci esperienze
imprenditoriali che possono essere realizzate tra i banchi. Lo stesso Piano di Azione
«Entrepreneurship 2020» della Commissione Europea tra i suoi obiettivi prevede per
ogni studente almeno una esperienza imprenditoriale pratica prima di lasciare la scuola
dell’obbligo. Attualmente, infatti, si stima che solo 1 giovane su 10 ha accesso a una
simile esperienza all'interno della scuola. Ed è proprio per questo che uno dei propositi
del progetto Icee è quello di analizzare le azioni da intraprendere per raggiungere
l'obiettivo del 100 per cento stabilito dalle politiche dell’Unione Europea.
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Cronaca
Presa Diretta fa un ritratto
impietoso della scuola italiana
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Manutenzione scarsa o inesistenze, laboratori finanziati dalle
famiglie, genitori che provvedono a ripulire e tinteggiare, Miur
che non vuole restituire alle scuole i soldi anticipati per pagare
le supplenze: in dieci anni sono oltre 500 i milioni di euro mai
arrivati, dovevano servire al funzionamento degli
istituti. Questa è la situazione rappresentata nella
trasmissione.
Consiglia
1,3mila
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6
+1
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A
La puntata sulla scuola di Presa Diretta su Rai tre di domenica, 8
febbraio, inizia con immagini delle contestazioni davanti alla sede del
Miur e con insegnanti e docenti che protestano per controsoffitti
insicuri e per laboratori didattici a rischio di chiusura per la mancanza
di personale in grado di curarne la manutenzione.
Senza dimenticare che l'espressione "Buona scuola" non è una
invenzione di Renzi o del ministro Giannini dal momento che risale al
2005 quando vennero raccolte 100mila firme per la proposta di legge
di iniziativa popolare che adesso sta ritornando in Parlamento.
E poi in tutte le scuole in cui entra la troupe di Presa Diretta è la solita
storia: laboratori allestiti e manutenuti grazie ai contributi delle
famiglie, attività formative pagate dai genitori; talora persino la
manutenzione ordinaria (dal cambio delle lampadine bruciate alla
carta igienica) è a carico dei genitori.
Ed è polemica sull'ingresso nella scuola dei privati, soprattutto delle
catene di supermercati. Ormai in molte scuole le LIM e i computer
vengono "donati" da supermercati in cambio di un certo numero di
"bollini" che le famiglie possono raccogliere facendo la spesa
settimanale.
Presa Diretta non dimentica neppure il grave problema dei residui
attivi e delle comunicazioni che il Miur ha già inviato a molte scuole
dicendo in sintesi: se avete pagato è perchè avevate soldi in cassa e
quindi non dobbiamo restiturivi proprio nulla.
Ed il prossimo anno non cambierà nulla: perchè nella Buona Scuola
non si parla di riduzione del numero di alunni per classi, né di
risarcimento dei fondi mai arrivati alle scuole: nel corso della
trasmissione di Rai Tre sono intervenuti diversi dirigenti scolastici che
parlano di mancato arrivo di finanziamenti all'istituto anche superiori
ai 300mila euro.
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Complessivamente, considerando tutte le scuole, negli ultimi 10 anni
sono oltre 500 i milioni di euro che l'amministrazione centrale ha
mancato di inviare proprio per il funzionamento degli istituti. I
dirigenti hanno provveduto lo stesso, chiedendo aiuto alle famiglie: che
ad inizio anno inviano dei contributi più o meno volontari (in certi casi
chi non paga non riceve il libretto di giustificazioni) pari a 130-140
euro. A volte, sempre i genitori si rimboccano le maniche e in un una o
due giornate ripuliscono, tinteggiano e fanno opera di piccola
manutenzione. I materiali? A loro spese, naturalmente...
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Scuola: boom adesioni al progetto
Erasmus, Sicilia prima in Italia
 AUTORE REDAZIONE
 PUBBLICATO 6 FEBBRAIO 2015
Palermo, 6 feb. – La Sicilia in prima
 COMMENTI 0
la nella partecipazione al progetto
Erasmus. Secondo dati di usi dall’Agenzia nazionale Erasmus+ Indire, l’anno
accademico 2013/2014, l’ultimo censito in modo completo, ha segnato un
record: sono 1.130 gli studenti e insegnanti siciliani delle scuole medie
superiori siciliane che collaborano in partnership internazionali con studenti
e docenti di altri paesi d’Europa.
Di questi 943 sono partiti per studio e 187 per tirocinio in imprese europee.
261 poi le borse di mobilita’ per docenti delle scuole siciliane a partire nei
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corso di formazione o un periodo di codocenza nel vecchio continente.
Indirizzo e-mail
Il 15% del totale nazionale. Sempre in Sicilia, i gemellaggi eTwinning
confermano il trend di crescita mostrato a livello italiano. Oltre all’aumento
Iscriviti
nelle registrazioni, con 2.703 insegnanti iscritti (+29% rispetto al 2013) alla
l’attivazione di gemellaggi tra scuole italiane, o re agli insegnanti
l’opportunita’ di connettersi, collaborare e condividere attraverso la piu’
SICILIA
INTERNAZIONALE –
EDIZIONE DEL 26
NOVEMBRE
045688
piattaforma, si registrano incrementi signi cativi anche nei progetti didattici,
arrivati a 1.236 (+21%). La piattaforma eTwinning, che adesso consente anche
grande comunita’ europea dedicata all’apprendimento online. I numeri
confermano che l’accoppiata giovani-Europa, in Sicilia funziona anche per
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l’Universita’.
Qui nel 2014 sono stati 5mila i ragazzi e le ragazze che hanno partecipato al
Programma europeo Erasmus+. Nel complesso sono 10 gli istituti di
istruzione superiore siciliani coinvolti. L’ateneo piu’ attivo e’ l’Universita’ degli
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Data
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Studi di Palermo, con 621 studenti in uscita (563 per studio e 58 per
tirocinio), seguito dall’Universita’ degli Studi di Catania con 269 studenti (216
per studio e 53 per tirocinio) e dall’ateneo messinese con 160 studenti (99
per studio e 61 per tirocinio). Per il 2014-2015 ne sono stati
nanziati
altrettanti e, considerato il tasso di crescita registrato negli anni, e’ realistico
pensare a un aumento. Notevoli anche le cifre riguardo l’accoglienza. La
Sicilia ospita ogni anno accademico circa 660 studenti stranieri, nel 70% dei
casi sono spagnoli, francesi e tedeschi e turchi. In media, gli studenti in
entrata hanno 22 anni e mezzo e trascorrono nella regione 7 mesi. Gli atenei
siciliani che accolgono il maggior numero di studenti stranieri sono Palermo,
Catania e Messina. Lo studente siciliano che utilizza il programma europeo
ha in media 23 anni e mezzo, nel 58% dei casi e’ donna, il 55% dei casi
sceglie Spagna, Francia, Germania o Portogallo come destinazione per studio,
dove resta per circa 6 mesi, mentre privilegia il Regno Unito per svolgere
tirocini in impresa.
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