Kit Review: Spitfire Mk.Vc Italeri in scala 1/48.
ModelingTime
Fabio Lone
Nonostante sia tra i velivoli più conosciuti al mondo, lo Spitfire, per noi modellisti, non è
sicuramente cosa da prendere alla leggera. L’evoluzione di questo ottimo caccia ha, infatti,
generato decine di versioni diverse, frutto di continui miglioramenti tecnici o derivati da
particolari esigenze operative. Inoltre,
aerei della stessa versione potevano montare ali
diverse per poter differenziare armamento e prestazioni e questo fattore contribuì a
moltiplicare ulteriormente il numero di versioni impiegate.
Quindi è già abbastanza complicato districarsi in questo labirinto di sigle e venire a capo
della variante specifica per l’esemplare che abbiamo deciso di riprodurre in scala. Oltre a tutto
ciò, bisogna anche incrociare le dita e sperare che qualche produttore abbia in catalogo quello
che cerchiamo. Non è così scontato come potrebbe sembrare perchè, inspiegabilmente, alcune
versioni (anche molto diffuse e prodotte in numero rilevante) non sono mai state trattate.
Il kit proposto dall’Italeri ci permette di riprodurre uno Spitfire Mk.V con ala “C” che va a
colmare una delle zone d’ombra di cui parlavo precedentemente. L’alternativa, infatti, era
utilizzare la versione Mk.Vb, prodotta da Airfix, Hasegawa e sopratutto Tamiya, modificandone
l’ala con un lavoro di “taglia e cuci” e “crosskit” per nulla semplice. In alternativa si potevano
sostituire le ali di tipo “B” con altre in resina che, a conti fatti, avevano un costo maggiore dei
kit sopra citati.
Il kit.
La scatola in questione (N°2727), uscita nella metà del 2013, non contiene un nuovo stampo
ma è il re-inscatolamento del kit Classic Airframe/Special Hobby. In pratica il modello oggetto
di questa recensione è l’unico disponibile per riprodurre uno Spitfire Mk.Vc nella scala del
quarto di pollice. Con questo “reboxing” continua la politica commerciale collaborativa della
Italeri, adottata anche da altri produttori, che “rinfresca” e arricchisce vecchie scatole di
montaggio con un foglio decal di prima qualità creando un valore aggiunto rispetto al prodotto
originale.
La scatola ha il classico layout color blu ed una bellissima boxart disegnata da Vincenzo
Auletta raffigurante un esemplare schierato in India (uno dei più accattivanti tra i sei proposti,
a mio parere). Fortunatamente
la confezione non ha l’antipatica apertura laterale, bensì il
classico coperchio superiore. Al suo interno una busta trasparente contiene le tre stampate
principali, in plastica grigio chiara.
Nella stessa busta troviamo le tre stampate più piccole dedicate all’elica, al filtro Vokes e alle
tip alari di tipo allungato.
In una seconda bustina sono contenute le parti trasparenti (accuratamente tenute separate dal
resto dei pezzi per evitare graffi o rotture) che si presentano limpide e di spessore adeguato.
Di materiale trasparente anche le tip alari di tipo corto (tecnicamente dette “clipped”), che
offrono la possibilità di mantenere la trasparenza delle luci di posizione.
L’Italeri fornisce anche una lastrina di fotoincisioni con le cinture di sicurezza e altri particolari
per dettagliare gli interni.
Il libretto di istruzioni, di ampio formato e facilmente consultabile, presenta nelle ultime pagine
i sei profili acolori. Al suo interno il bellissimo foglio decal di cui parleremo più avanti.
In dettaglio.
I modellisti più smaliziati sanno che quando si parla di Special Hobby e Classic Airframe
parliamo di stampaggio Short Run. Solitamente questa tecnica assicura un costo minore nella
produzione degli stampi ma restituisce, purtroppo, un prodotto non sempre all’altezza del
corrispettivo realizzato con metodi tradizionali. Caratteristica più evidente di questi modelli è la
totale mancanza dei perni di riscontro interni che non agevola, di certo, l’accoppiamento delle
varie parti. Lo Spitfire riproposto dalla ditta bolognese è, al contrario, uno Short Run di ultima
generazione che non ha nulla a che invidiare rispetto agli altri kit. Esaminando attentamente le
stampate notiamo un prodotto di ottima fattura, inciso in fine negativo e, sopratutto, dotato
dei sopracitati perni di riscontro.
Di seguito elenco i pregi riscontrati:
•
Forme ben rispettate: confrontando le ali e le valve della fusoliera con dei disegni in scala, si
nota che le forme sono perfettamente riprodotte. Solo la fusoliera risulta leggermente più corta
nella parte finale dove si collega al timone, ma questo non influisce sulle proporzioni generali.
(Disegni in scala da pubblicazione “The Supermarine Spitfire, Part 1: Merlin Powered, 2nd
edition – SAM pubblication”)
•
Superfici mobili separate: possibilità di posizionare in qualsiasi posizione gli alettoni e il timone
di coda. Fissi invece gli elevatori dei piani di coda, peccato. Anche il portello di uscita del
cockpit è posizionabile aperto.
•
Assortimento di parti per differenti configurazioni: L’ala C, detta anche ala universale, aveva la
particolarità
di
poter
ospitare
facilmente
diverse
configurazioni
d’arma.
Presenti
nel
kit quattro coppie di portelli di accesso alle armi con bugne di diversa foggia. Stesso discorso
per i cannoni sulla radice alare. Forniti, inoltre tre tipi di cerchioni differenti, due tipi di scarichi
(Fishtail a tre uscite e Hi speed a sei uscite) e il filtro antisabbia di tipo Vokes e la versione
normale non tropicalizzata.
•
Cockpit dettagliato: composto da molte parti permette, con l’aggiunta di qualche cavetto e
pochi paritcolari, una fedele riproduzione. Pannello strumenti in rilievo di buona fattura,
presente a scelta anche in decal. Bella l’idea di consentire il movimento della barra (in realtà
dell’ultimo pezzo e del volantino ovale, cioè quello che si muove realmente nell’aereo) per
poter rappresentare coerentemente una configurazione con alettoni in movimento. Ben
riprodotto nella forma anche il sedile.
I contro sono pochi ma significativi:
•
Dettaglio approssimativo in alcuni pezzi più piccoli: riscontrato sopratutto nei cannoni e negli
scarichi che andranno sgrossati e rifiniti o ancora meglio sostituiti da aftermarket in resina o,
meglio, in ottone tornito. Un pò incerto il dettaglio sulle superfici mobili.
•
Assenza dell’elica Rotol Jablo: presente solo il modello De Havilland Hydromatic in metallo. Un
vero peccato anche se, fortunatamente, esiste un bellissimo accessorio della Ultracast che
sopperisce alla mancanza dell’elica Jablo lignea.
•
Assenza di riscontri nelle tip alari: Il collegamento tra ala e tip (non clipped) non ha un
innesto di riscontro e sarà assolutamente necessario crearne uno per allineare al meglio i
pezzi.
•
Accoppiamenti generali: Sommarie prove a secco hanno evidenziato un montaggio non
semplice ma fattibile. L’uso dello stucco, e di molta attenzione durante gli incollaggi, sarà
necessario.
Profili e decals.
Analizzo, ora, le decal; vero punto di forza del kit. Il foglio, in formato A5, è stampato dalla
nostrana Cartograph. Siamo, a mio avviso, allo stato dell’arte delle decalcomanie per quello
che offre l’odierna tecnologia. Altissima la definizione, perfettamente a registro e con colori
pieni. Presente addirittura il metallizzato nelle cornici del pannello strumenti. Ridottissimo il
film, sopratutto intorno alle decal circolari. Buona la dotazione di stencil.
Il foglio istruzioni ha tre pagine a colori con quattro viste per ogni profilo. Presenti i riferimenti
colore Federal Standard ed Acrilici Italeri.
Esaminiamo nello specifico gli esemplari proposti:
•
VERSIONE A: Il bellissimo esemplare rappresentato sulla boxart. A seguito di ricerche si nota
distintamente in una fotografia che l’aereo montava un elica Rotol Jablo, non presente nel kit.
Un vero peccato, si potrà comunque facilmente sostituire con una in resina (la già citata
Ultracast ne commercializza una versione ben riprodotta in scala) o, se fortunati, da un avanzo
nella banca pezzi.
•
VERSIONE B: Strano errore nella didascalia del profilo. Lo squadron in questione è il n.91 (non
291) e il cognome del pilota è Oxspring (non Oxpring). Manca inoltre la bandiera di squadron
leader, visibile chiaramente in una foto dell’epoca.
•
VERSIONE C: Altro bellissimo esemplare, questa volta in forza all’USAAC.
Le bandiere
americane e il teschio sulla fusoliera lo rendono modellisticamente molto
appetibile. A
confronto con foto dell’originale, risulta leggermente approssimativa la rappresentazione del
teschio, anche se non eccessivamente errata. Assenti i tre killmark, forse perchè svastiche.
Forniti anche (in decals) due dischi marrone e grigio per simulare l’obliterazione delle coccarde
inglesi originali. Rimane purtroppo un grosso interrogativo su questo esemplare. Anche se non
esistono foto che possano fugare completamente ogni dubbio, alcune pubblicazioni collegano il
numero di serie (ER570) ad una versione Mk.Vb (fonte Supermarine Spitfire Mk.V by WojteK
Matusiak – Mushroom Model Yellow Series)
•
VERSIONE D: Gli Spitfire di Malta sono un argomento controverso, da sempre. Questo
esemplare viene proposto con le superfici superiori in “Non Specular Blue Gray”. Alcuni spitfire
furono verniciati in blu sulle portaerei durante il trasferimento, anche si si parla di un colore più
scuro (fonte “Malta Spitfire Vs – 1942: Their Colours and Markings – Osprey Pubblication).
Effettivamente in una foto l’aereo appare monocolore, in un altra è chiaramente a due toni
(forse precedente alla riverniciatura). Al modellista la scelta, le insegne sono comunque giuste.
•
VERSIONE E: Corretto nelle insegne anche se il disegno sulle istruzioni nasconde una visibile
peculiarità della verniciatura. Infatti, la linea di demarcazione del colore inferiore posta tra l’ala
e il timone era vistosamente ondulata. Nelle istruzioni, la linea nera del profilo copre proprio la
linea di giunzione rendendo poco leggibile il particolare.
•
VERSIONE F: Discorso analogo alla verione D. Seppur rappresentato con livrea desertica nelle
istruzioni, in una foto l’esemplare proposto è chiaramente riverniciato in monocolore ( forse il
famoso blu già menzionato). Valido comunque il suggerimento precedente: le insegne sono
corrette, all’appassionato la valutazione finale.
Conclusioni.
Personalmente sono favorevole alla politica dei rebox se ci dà la possibilità di acquistare un kit
valido e non più in commercio (o raro da trovare) come questo Spitfire Italeri. Il nuovo foglio
decalcomanie è curato e la sua qualità, come già segnalato, è più che all’altezza degli standard
attuali. Forse il buon lavoro svolto sulle decalcomanie avrebbe meritato una maggiore
attenzione nella ricerca storica e nella riproduzione dei profili delle istruzioni. Senza dubbio,
però, i sei esemplari proposti, seppur con qualche imprecisione storiografica, sono davvero
accattivanti ed invitanti.
In ogni caso mi sento di consigliare a tutti l’acquisto di questa scatola. In particolar modo i
fortunati possessori del foglio decals targato Modeling Time avranno, in una comoda e unica
soluzione, la possibilità di realizzare forse il più particolare Spitfire tra quelli in forze alla
nostra aviazione militare.
Buon modellismo,
Fabio “Fabio_lone” Santonocito.
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Kit Review: Spitfire Mk.Vc Italeri in scala 1/48.