Spazi urbani e funzioni
economiche: il caso di Piazza Erbe a
Verona
Introduzione
• Città italiane: continuità con urbanistica di epoca
romana
• Luoghi di mercato: ambienti tanto familiari che
non si sente necessità di localizzarli o di riprodurli
artisticamente
• Importanza dell’ideologia del potere sulle scelte
urbanistiche, soprattutto su quelle di interesse
pubblico
• Scelte politiche condizionate dagli interessi
concreti, pubblici e privati
• Nel foro necessariamente confluivano e si
concentravano tutte le attività di pubblico
interesse, anche quelle commerciali.
• Indebolimento poteri pubblici in età carolingia
porta i sovrani a rinunciare alla gestione diretta
dei diritti sulle attività commerciali e spesso alla
cessione di questi a monasteri, cattedrali, capitoli,
uniche figure capaci di organizzare il consenso
delle forze locali.
• Le fiere si organizzano attorno a monasteri fuori
dalla città
• In età comunale necessità di controllare
direttamente lo spazio, le attività e i tributi
commerciali
• Volontà di controllo sul mercato e sul
vettovagliamento della città
• Verona, Vicenza, Padova: la sede dell’antico foro
evidenzia soprattutto le caratteristiche di mercato
di generi alimentari (piazza delle Erbe), collegato
alla piazza contenente le sedi dei palazzi pubblici.
• Tendenza a regolamentare con precisione il
mercato, a distinguere le aree a seconda dei
generi.
• Tendenza a fissare aree specializzate (da un certo
momento in poi, anche attenzione a condizioni
igieniche e al decoro)
• Ma non è una regolamentazione programmata
ma il frutto di normative occasionali e
progressive, dettate soprattutto dagli interessi in
gioco.
• Necessità di inventariare gli spazi di proprietà
pubblica
• A partire dal Quattrocento: necessità di dare
decoro e prestigio a quelle piazze su cui si
affacciavano edifici pubblici
• Provvedimenti di sgombero per beccherie, pescherie,
venditori di frutta e verdura
• Problema dell’igiene e dell’odore
• Ma sono servizi indispensabili a vita cittadina:
definizione delle aree adiacenti al palazzo pubblico
entro cui potevano essere contenute le rivendite di
pesce, frutta e prodotti agricoli.
• “Aristocratizzazione” della società
• Artigiani e piccoli mercanti ne rimangono esclusi
Il mercato di Piazza Erbe
età Scaligera:
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Lato nord: cambiatori, Zavascarie
Corso S. Anastasia: orefici (bina aurificum)
Case Mazzanti: merciai-speziali-pignolatores
Lato nord-occidentale: mercanti di panni (poi portati alle
Sgarzarie)
Lato sud: ortolani, venditori di carni porcine, venditori di olio
Sotto il capitello, lato Comune: Biade (poi portate nel cortile del
palazzo comunale)
Costa: sogari
Domus Mercatorum: venditori di conocchie, pellettieri, solaroli,
sartori
Lato sud-occidentale: venditori di filo, stoppa, cenere, beccherie
(dal 1298 al ponte Nuovo)
Stadera: pesce (lapis piscium) – portato a fine secolo XIII al
ponte Nuovo
Foto carta 1549
Foto stampa 1747
Le fonti documentarie
• Liber juris civilis urbis Veronae
• Bartolomeo Campagnola – 1728
• Biblioteca Capitolare di Verona
• Si riferisce alla legislazione comunale dal 1178ca. fino
al 1228
• Difficile però fare una distinzione cronologica delle
poste
• Accenni a formazione di un Liber Comunis già dal
1184
• Originale del notaio Guglielmo Calvo
Redazioni successive degli statuti
comunali
• 1276 – Statuti Albertini - Presenta trapasso da
periodo comunale a quello signorile
• Conservato dagli Scaligeri
• 1327 – nuova compilazione da parte di Cangrande
della Scala
– Non modifica radicalmente le linee fondamentali del
rapporto fra comune cittadino e signore
• 1393 – revisione Viscontea
Il Breve recti mercati Verone et portarum
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•
Carlo Cipolla
Inchiesta sui dazi delle porte
Dal 10 ottobre al 19 novembre 1173
A vantaggio dei mercanti
Il comune non esigeva ancora dazi
Diritto detenuto da Conti, Visconti e Avvocati
Statuti della Domus mercatorum
• L’universitas mercatorum si era riservata il
diritto di sorveglianza sulle arti dal 1209
• La Domus in legno fu costruita nel 1210
• Contiene tutti i vari statuti delle Arti
• Revisione nel 1260 (ma ci sono rimasti solo gli
statuti di Sartori e Radaroli)
• Revisione scaligera nel 1319
• Poi revisioni nel 1493 e 1711
Altre fonti
• Fonti notarili (ma archivio notarile veronese
distrutto nel 1723)
• Archivi ecclesiastici
• Libri contabili
• Resti archeologici e architettonici
• Fonti iconografiche
• Fonti letterarie (Historie quattrocinquecentesche)
• Stampe
Piazza delle Erbe come centro attrattivo
delle maggiori attività pubbliche ed
economiche della città
• Ritmo Pipiniano – fine VIII secolo
foro lato, spatioso, sternato lapidibus,
ubi in quatuor cantus magnus istat forniceps;
plàteas mire sternate de sectis silicibus;
• Capitolium – in epoca romana funzioni
religiose
• Fonti archeologiche – presenza di fondamenta
di edifici romani intorno alla piazza
• Testamento Dagiberto – 931
– Presenza degli edifici della Zecca e delle Carceri a
nord della piazza.
• Resti animali – testimonianza del Macello
• Iconografia Rateriana – X secolo
– Situazione abbastanza conforme a quella dei
secoli successivi
– Ben definiti lati orientali e occidentali della piazza
– Sul lato orientale si può vedere edificio dove ci
sono adesso le case Mazzanti
• Terremoto 1117 può aver spazzato via la
maggior parte degli edifici della piazza
Tra XII e XIII secolo
• Palazzo del Comune – 1193 – podestà Guglielmo
de Osa
• Sostituisce precedente domus fori, «in qua
concio Verone fieri solet, cum ibi maxima
multitudo populi veronensis adesset»
• Domus Mercatorum – 1210 – Redaello dalle
Carceri
• Rifatta in muratura per volere di Alberto I – 1301
• Domus Nova – Casa del podestà - 1254
Menzioni toponomastiche
• 1107 – trattato con Venezia – “Woderlicus de
Foro”
• Giovanni Monticoli – 1136 - «habitator prope
markato Fore»
• Chiesa di S. Giovanni in Foro
• 1136 – prima attestazione comune consolare a
S. Marco alle Carceri (lato occidentale della
piazza)
• Dimore delle famiglie aristocratiche
• Lendinara (contrada ss. Simone e Giuda – S.
Eufemia)
• Monticoli (casa di Jacopo Monticoli dove ora
c’è la Domus mercatorum)
• «in Foro ubi consuevit preconizari» - Capitello
In età scaligera
• 1301 – rifacimento Domus in muratura
• Piazza dei Signori
• Con Cansignorio (dal 1359):
– Fontana di Madonna Verona
– Loggia dei cambiatori
– Torre delle ore
– Sgarzarie
In capite mercati Fori: i cambiatori
• Tabulae e staciones di cambiatori già dal XII
secolo e per tutto il XIII
• Famiglie di campsores abitano nella zona del
Capitolium, identificata come hora campsorium
• Tabulae/staciones: strutture più o meno fisse
nelle quali i commercianti e gli artigiani
svolgevano quotidianamente il loro lavoro (e non
di rado vi abitavano) poste, in base a concessioni,
sui lati o al centro della piazza.
• Campsores: ruolo di primo piano
• Ben inseriti nel contesto politico e sociale del
Comune
• A svolgere questa attività sono alcune tra le
famiglie più facoltose e più prestigiose della
città
• A Verona non esiste Arte del Cambio
• Castagnetti: molti campsores erano esponenti
di rilievo della communitas mercatorum,
soprattutto ricoprivano spesso, a partire dal
comune podestarile, il ruolo di consoli dei
mercanti
Non solo commercio della moneta
•
•
•
•
•
Attività di deposito
Prestito ad interesse
Investimenti e mutui
Diventano quindi dei banchieri
Attività fondamentale per una città in cui la
politica era fortemente connessa agli interessi
commerciali
• Palazzo Maffei – 1629
• I Maffei sono una famiglia che a partire dal
Trecento si arricchì proprio con attività di cambio
Il legame tra Comune e Communitas mercatorum e
l’egemonia di questa nel processo produttivo
• «[In nomine domini Dei et.] salvatoris nostri Iesu Christi. Anno
Domini millesimo. centesimo septimo, mense madii, indicione
quintadecima. Rivo[alto…ca]ritatis dono conceditur quod alicuis
finis vel refutationis termino concluditur […] …omnes Veronenses,
tam de toto episcopatu Verone, quam etiam de eius comitatu,
cum vestris heredibus et proherendibus imperpetuum debetis
nobis…et heredibus ac proheredibus, absque omni conditione
attendere et [o]bservare totum quod inferius inscribitur, scilicet: [...]
De vobis, qui hec sacramenta fecerunt hii sunt, scilicet: Beltramus
filius de Bello, Riprandus…Bonus Çeno et Crescentius frater eius.
Woderlicus de Foro, Aldus filius Guidonis […] Açeri filius Gosberti,
Godo, Iohannes de Segnoreto, Bono… [Bo]nifatius notarius, Bonus
de Bonafide, Bertramus filius Brunichi, Benfato de Ato, […]
Peregrinus de Crescentio, […] Peregrino de Sancto Thoma, Girardus
de Ponto…G[u]arientus, Federicus de Teuçone et multi alii, in
quorum manibus prenominatam donationem…»
1107 – trattato politico-commerciale
Verona-Venezia
• Mancano tra i firmatari veronesi il Conte o il
Vescovo
• Tra i firmatari ci sono dei negociatores
• Presenza di membri della famiglia Crescenzi
• Negozianti già prima della formazione del
comune hanno autonomia sia politica che
economica all’interno della città.
Crescenzi e Monticoli
• per le loro ricchezze avevano potuto ottenere
concessioni feudali di importanti giurisdizioni,
costituendosi come forze politiche alla pari dei
milites, ovvero di quell’aristocrazia che
attraverso i suoi vasti possedimenti terrieri era
ancora padrona del territorio e delle vicende
politico-economiche della città.
• Simeoni nota come «il primo Comune uscì appunto
dall’unione dei milites cittadini con i negocientes».
Negociatores
• Ascesa al potere dovuta soprattutto al fatto che essi
godettero fin da subito di completa autonomia
• Le altre corporazioni erano legate a vincoli comitali
• Gerarchie strutturate su modello comunale
• Per mettersi sullo stesso piano?
• Universitas mercatorum si contrappone come libera
organizzazione cittadina, al «Commune civitatis Veronae»
• «sovrana nella esplicazione della propria attività e nella
persecuzione delle proprie finalità: sovranità
magistralmente coordinata a quella dello Stato–Città, ma
nei suoi compiti, nelle sue attribuzioni, nei suoi poteri,
assolutamente indipendente»
• Le due istituzioni operano coordinatamente
• Progressiva liberazione del potere cittadino
dai vincoli feudali
• Artigiani da controllo comitale passano a controllo
della Domus
• I membri delle famiglie più importanti della
città si avvicendano le cariche pubbliche tra
Comune e Domus
Domus
• «sorta per necessità di difesa degli interessi
della classe commerciale e per la conquista
del Comune che solo potea tutelare gli
interessi dei negozianti nel distretto Veronese
e all’estero», cit. Simeoni
• 1209 – Domus ottiene diritto di sorvegliare
sulle Arti
Arti
• 1319 - 45 corporazioni iscritte alla Domus
• Processo produttivo “antieconomico”
– Le varie fasi della produzione costituivano un
procedimento artigiano a sé stante
– Forza unificatrice e coordinatrice nella figura del
mercante
• Mercante come imprenditore
• Vantaggi: maggiore controllo sulla produzione e
possibilità di raffinare il lavoro finito
• Alla base del prestigio delle merci veronesi –
soprattutto nel settore settile
Domus mercatorum
• 1210 – Redaello dalle Carceri – edificio ad uso
dell’Arte della Lana
• 1301 – edificazione in muratura – Alberto I
• all’uso della corporazione dei mercanti affinché
potesse svolgere la sua funzione di vigilanza sulle
Arti.
• punto nevralgico e logistico di regolamentazione
del lavoro e della produzione interna, ma anche
di controllo doganale sulle merci
Sacramentum gastaldionis
• «Iuro ego ad sancta dei evangelia bona fide sine
fraude sequi potestatem et consules
mercatorum et manutenere statum et honorem
Domus mercatorem et observare et observari
facere toto meo posse statuta mei misterii
confirmata e confirmanda. Nec observabo vel
observari permittam meo posse aliquod
ordinamentum vel postam scriptam vel non
scriptam sub aliquo ingenio et fraude que non
sint per Domum mercatorum Verone primitus
confirmata […]»
• È una dipendenza, ma non una sudditanza,
chè logicamente al dovere di dipendenza
corrispose il diritto di partecipazione al potere
• Sicchè le arti erano bensì soggette alla Domus,
ma questa non era che una loro libera
emanazione. Cit. Simeoni
Periodo ezzeliniano (1226-1259)
• completa ascesa delle Arti nei giochi di potere
della città e il loro completo svincolo da tutti i
rapporti feudali precedenti
• La gastaldia era divenuta pertanto un pubblico
ufficio esercitato per conto dello stato, dove
quest’ultimo si era sostituito all’autorità
sovrana
• di polizia corporativa e la giurisdizione sull’Arte ed
esercitavano la loro funzione sotto un compenso
pattuito
Comune del “popolo”
• Gastaldi al potere
– Bandiera comunale assume colori della bandiera delle
Arti
• eleggevano il podestà e i giudici del Comune,
formavano un consiglio libero di radunarsi
quando voleva per discutere del bene della città,
e il podestà era obbligato a portare davanti al
Consiglio maggiore le loro proposte, anche se
contrarie agli statuti
• Facevano parte del Consiglio comunale e di
quello degli Anziani
Scaligeri
• 1259 – ai vertici del potere con Mastino I
• Podestà “del popolo”
• Nel 1262 è podesta della Domus e capitano di
popolo
• 1270 – la carica passa a Alberto, che la rende
perpetua
Scaligeri
• Assassinio di Mastino nel 1277
– Alberto riconosciuto giuridicamente come signore
della città
• Controlla contemporaneamente
• Podesteria comune
• Podesteria Domus
• Capitanato
Scaligeri
• Domus perde peso politico
• Mantiene ruolo tecnico
• Svolta indolore:
– gli Scaligeri sanno assicurare pace politica
– interessi dei mercanti sono soddisfatti
– politica espansionistica e prestigio della signoria
come opportunità di nuovi sbocchi commerciali
Scaligeri
• Preoccupazione per controllo economico della
città
• Cangrande I
• Revisione statuti 1327
• Impianto statutario che rimane valido fino a
1797
I funzionari della Domus
• Attorno al podestà (o al Vicario) varie figure di
funzionari
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•
•
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•
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•
Quattro consoli
Un massaro
Sei notai
Dodici viatori
Dodici banditori
Uno staeratore
Un bollatore
Un maestro di conto per i figli dei mercanti
• Cariche di 6 mesi + 6 mesi vacanti
• Eletti dal Consiglio dei Mercanti
• Requisiti
– Avere almeno 25 anni
– Svolgere l’attività di mercator o hosterius usevolus
– Essere amico del podestà
– Essere noto come «bonus et legalis homo»
• La Casa dei Mercanti quindi sorvegliava tutta
la vita commerciale, per garantire l’onesta
della vendita,
– esigendo l’esattezza delle misure,
– vigilando sulla bontà della produzione
– per mantenere il buon nome della merce della
città.
• Tutte le misure adoperate dai mercanti dovevano
essere bollate dallo staerator ogni sei mesi
• Presso la Domus esistevano tutti i campioni di
queste misure e, in alcuni casi, bisognava servirsi
solo degli strumenti di misura da essa forniti.
• obbligo di non vendere nulla da 50 libbre in su
senza servirsi delle due statere della Domus che
erano collocate in una casa di fianco alla Domus,
sempre in Piazza delle Erbe.
• Magistri a stateria – pesano la merce e la
segnano su dei registri – notizie su traffico
commerciale della città
Altre funzioni
• la Domus doveva fare attenzione che le Arti
mantenessero le regole loro fissate per l’elezione
dei loro ufficiali e doveva fare in modo che esse
rispettassero il giuramento fatto e fossero
obbedienti
• era responsabile della difesa degli interessi
cittadini con l’esterno, cercando nuovi sbocchi di
mercato e facendo attenzione che il commercio
cittadino non fosse sfruttato dai forestieri
Domus Merçariorum: merciai e speziali
• Case Mazzanti – continuità con edificio romano –
ricostruzione tra 1277 e 1301 (Alberto I)
• Di proprietà degli Scaligeri da inizio XIV secolo
• Domus Bladorum – XIII secolo – deposito di grano
• Nel loggiato – botteghe
• Fronte piazza – merciai e speziali
• Fronte via Mazzanti – Pignolatores
• Torre sul lato nord orientale (corso S. Anastasia)
• Volto Barbaro – più ampio di quello attuale – botteghe
• Doppio loggiato costruito grazie a Zaccaria Barbaro 1480
Famiglia Mazzanti
•
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•
•
Originaria di Ferrara
Famiglia di speziali
Prima dimora: contrada S. Sebastiano
Fortuna tra XV e XVI secolo con Ludovico di
Guglielmo Mazzanti
Merciai e speziali
• Speziali – Arte propria solo dal 1549
• Numero troppo esiguo – facevano parte
dell’Arte dei Merzari, che meglio proteggeva i
loro interessi
• Ma già documentati negli anni 1221 e 1234
• Accenni negli statuti delle Arti del 1319
Merciai
• Michele Lecce - «l’arte veronese dei merzari
era fra le maggiori, ossia fra le nobili, perché i
suoi inscritti non esercitavano arte manuale, e
ricorrevano, per la lavorazione delle materie
prime, a mano d’opera altrui. Non solo; essa
risulta spesso anche la più numerosa fra le arti
ed anche la più ricca»
• Venditori di:
– di borse, guanti, spade, corde di seta e di lino, materiale per la
scrittura, per la pittura, per il cucito e di altre cose essenziali alla
vita quotidiana
• Statuto dei merzari:
• Per “guadiarsi” bisogna pagare “intraticia” – 20 soldi – cifra
molto alta – riprova che erano arti maggiori
• Attività ereditaria – no intraticia per figli legittimi
• Gastaldo esercita giurisdizione su iscritti all’Arte ma anche
su forestieri
• Corporazione viveva con entrate da: immatricolazioni,
tasse, multe per violazioni
• Gastaldi presenti fisicamente sul luogo di lavoro
• Devono: tutelare e amministrare gli interessi dei confratelli,
controllare la qualità della merce, riscuotere crediti non
pagati o multe per qualche violazione
Capitolo XVIII dello Statuto
• De pena eius qui non solverit confratri suo facienti sibi
stacionem
Confrater qui non solverit suo confratri facienti sibi
stacionem ea die cum facta fuerit duplum persolvat
– il confratello che non avesse voluto pagare lo spazio
assegnatogli per l’esposizione della sua merce sarebbe
stato punito con un’ammenda
• Ipotesi: conflitto, tra alcuni magister e il gastaldo, sulla
tassa per la costruzione di una stacione, potrebbe
comportare l’esistenza di una variazione - e quindi una
gerarchia - dei prezzi in relazione allo spazio e alla
posizione più o meno avvantaggiata sul mercato del
punto predisposto alla vendita?
Riflessioni
• Chi concede lo spazio pubblico per vendere la
propria merce? La Domus mercatorum o il
Comune?
• Es. Bologna: il Comune deve difendere diritti sui terreni
di mercato dai privati, problemi di viabilità
• Spazi di mercato e consuetudines
• Esistono connessioni tra postazioni di vendita
e direzioni di accesso alla piazza per le merci e
i commercianti forestieri?
• Si vedano documenti sui dazi e ripatici
Dazi Ripatici e Tolonei
• concessioni fatte dall’imperatore di una parte del
proprio diritto fiscale, congiunte talora con
un’autorità politica, con diritti e doveri di
governo, di cui formavano appunto il compenso e
l’utile
• Decaduta l’autorità imperiale e i suoi rappresenti
e sorte a sostituirla le organizzazioni comunali,
questi diritti vennero quasi sempre rispettati,
considerati come patrimonio privato e ceduti,
affittati, venduti, divisi in porzioni.
• Accettati per consuetudine
Riflessioni conclusive
• Legame profondo tra sviluppo urbanistico e scelte
funzionali all’arricchimento economico e
all’affermazione politica della città
• Piazza Erbe come punto di incontro di molteplici
esigenze civili
• Come è avvenuto tutto ciò?
• Come si è regolamentata la divisione degli spazi
nella piazza?
• Dov’è e qual è il limite tra interesse pubblico e
interesse privato?
bibliografia
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U. Tergolina Gislanzoni Brasco, La magnifica arte degli speziali di Verona, a cura dell’ordine e
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