Le polèis in crisi
Alla ricerca della
pace impossibile
Una guerra rovinosa
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L’espansione di Atene e
l’inizio della guerra
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Un re abile e
determinato
Il giogo di Sparta
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Guerre e Paci
La disfatta di Atene in
Sicilia
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La breve gloria di Tebe
La resa
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Lo scontro tra polèis ed èthne
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Filippo punta alla
Grecia
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La fine delle poléis
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Guerra alla persia
Una guerra rovinosa
L’espansione di Atene e l’inizio della guerra
Le spese che sosteneva spingevano Atene a intensificare e a
estendere sempre di più la sua supremazia, aumentando il
malcontento delle città sottomesse e degli avversari. Nel 432
a.C l’esclusione di Megara, alleata di Sparta, fu l’origine di un
conflitto in cui tutti gli alleati di Sparta da una e quelli di Atene
d’altra furono coinvolti fino a gettarvi tutte le risorse: la guerra
del Peloponneso. Sparta e i suoi alleati disponevano di forze
terrestri largamente superiori a quelle degli avversari, mentre la
lega delio-attica aveva una netta supremazia sul mare.Gli
spartani cercarono lo scontro diretto, in cui far valere la
superiorità numerica del loro esercito, gli ateniesi cercarono di
evitare battaglie campali affidandosi alle operazioni marittime.
Consapevoli di questo svantaggio, gli spartani chiesero aiuto
alle colonie greche di Sicilia, in particolare Siracusa, e
addirittura ai persiani.
La disfatta di Atene in Sicilia
Dopo svariate guerre sulla terra ferma da parte degli spartani
e le numerose risposte di attacchi marittimi da parte degli
ateniesi, gli scontri tra i due culminò con la disfatta di Atene in
Sicilia in cui Sircausa, alleata di Sparta, vinse contro Atene
causando la perdita di quasi tutta la sua flotta di questa oltre
alla morte di numerosi uomini e allo loro stessa cattura;
vennero infatti rinchiusi nelle cave di pietra delle città note con
il nome di latomie.
La resa
Atene era ormai capitolata, ai suoi problemi di mancanza di uomini
e risorse si aggiungevano anche problemi di alleanze. Al contrario
tra gli alleati di Sparta si aggiunse la Persia che portò un aiuto
economico ingente che permise la costruzione di una grande flotta
navale. Così Sparta vinse alle isole Arginuse, in Asia minore, in cui
Atene e la sua flotta vennero definitivamente sconfitte nel. Al
comando di Sparta c'era Isandro correva l'anno 404 a.C
Alla ricerca della pace
impossibile
Il giogo di Sparta
Purtroppo finita la guerra non inizio un periodo di pace perché
Sparta istituì presso ogni città dei governi oligarchici, ovvero
in mano a un gruppo ristretto di persone, sue fedeli.
Ad Atene, però, la rivolta dei democratici riuscì a ristabilire il
loro governo ribaltando quello dei "Trenta tiranni", nel 403
a.C.
Guerre e paci
Iniziò un periodo di guerre per l"egemonia, intervallate dai
ripetuti tentativi di giungere a un "pace comune". Come ad
esempio la "Pace di Antalcida", nome dell'ambasciatore che
la sottoscrisse, era stata imposta con la forza e sanciva la
sottomissione dei greci d'Asia ai persiani mentre affidava a
Sparta il compito di garante per far rispettare gli accordi
stipulati.
La breve gloria di Tebe
Infine l' esercito spartano venne per la prima volta sconfitto nella battaglia
di Leuttra all'egemonia di Sparta si sostituì per breve tempo quella di Tebe.
Fu una sconfitta enorme di enorme rilevanza perché segnò la fine del mito
dell'invincibilità di Sparta e l'inizio di una decadenza inarrestabile: la città
del Peloponneso si ribellarono alla socialità appoggiate proprie catene che
per qualche tempo si giovò essere la città più potente della Grecia.
Lo scontro tra poléis ed éthne
Ma con Tebe si riaffacciava al cuore della Grecia con il mondo
degli éthne che dagli inizii del quinto secolo a.C è rimasto ai
margini e che era molto lontano dagli ideali di libertà e di
autonomia delle poléis. Il conflitto tra il mondo degli éthne quello
delle poleis sfociò in una grande battaglia che si combatte nel 362
a.C. nei pressi di Maninea,in Arcadia, a cui partecipò la maggior
parte dei greci:da una parte Sparta e Atene con i difensori degli
ideali delle Poleis dall'altra il mondo degli éthne coalizzati intorno a
Tebe. Lo scontro si concluse con la vittoria delle forze tebane.
Epaminonda però morì nel combattimento; così privi dell'uomo che
aveva guidato l'ascesa, i tebani non seppero trarre vantaggio dalla
vittoria.
Un re abile e determinato
Filippo punta la Grecia
Nel 359 a.C Filippo salì al trono della Macedonia. Egli consolidò la
coesione interna del regno, rese poi efficaci le proprie milizie grazie
all'introduzione della falange macedone (erano dotate di lance molto
lunghe, che permettevano di colpire l'avversario prima che questi
arrivassero a contatto). Filippo si diresse verso le Grecia. Egli si
alleò con i tessali e da costoro si fece eleggere capo della Lega
tessalica; poté quindi entrare nel consiglio dell'Anfizionia e
influenzarlo fino ad assumerne la guida nel 346 a.C. Da questo
momento incominciò a ristabilire la "pace comune" che da decenni
le poléis inseguivano invano; e molti cominciarono a vedere in lui
l'uomo che avrebbe potuto portare finalmente la riconciliazione nel
paese.
La fine delle poléis
Anche ad Atene pensarono che la resa macedone fosse la scelta
migliore. Questa idea trovò una durissima opposizione da un gruppo di
democratici, con a capo Demostene. In una serie di discorsi, Demostene
sostenne con forza che la sconfitta di Atene non avrebbe significato solo
la sottomissione della città, ma la fine degli ideali di libertà e di
democrazia. Con i suoi discorsi, Demostene persuase la maggior parte
dei cittadini a proseguire la lotta e perfino a convincere la rivale Tebe in
un alleanza. Nella battaglia decisiva, nel 338 a.C. Le forze ateniesi e
tebane nulla poterono contro contro la cavalleria del giovanissimo figlio
di Filippo, Alessandro.
Guerra alla
Persia
Solo Tebe, fu trattata duramente. Invece con tutte le altre città
Filippo si dimostrò clemente. Fondò una lega a cui indusse ad
aderire tutte le città, e giurò di rispettare le autonomie di
ciascuna. Ormai, tutta la Grecia era sottomessa al nuovo
imperatore. Filippo pensò di attaccare la Persia: però, durante i
preparativi, venne ucciso. Il progetto di Filippo sarà però
raccolto e rilanciato dal figlio Alessandro.
Fine
Realizzato da:
Emanuele Cicconetti
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