Sicurezza sul lavoro e tutela della salute
dei lavoratori nelle farmacie
MODULO 3
Rischi specifici per la mansione di impiegata/o,
possibili danni e conseguenti misure di sicurezza
MODULO 3
Durante lo svolgimento di questo modulo formativo sarà fornita una panoramica sulle attività
lavorative svolte dal personale impiegatizio, sui potenziali fattori di rischio legati alla specifica
mansione, sui possibili danni e sulle conseguenti misure di prevenzione e protezione.
La mansione di impiegata/o in una farmacia prevede l’utilizzo principalmente di comuni
attrezzature d’ufficio, videoterminali e di stampanti e/o fotocopiatrici. Nelle presentazioni che
seguono tratteremo principalmente i rischi derivanti dall’interazione con tali attrezzature.
Tratteremo poi il rischio derivante da stress – lavoro correlato e per ultimo daremo alcune
informazioni circa la tutela delle lavoratrici madri.
RISCHIO DERIVANTE DALL’UTILIZZO DEL VIDEOTERMINALE
I titolari di farmacia possono avere tra i propri lavoratori alcuni che svolgono la mansione di
impiegata/o. Questo personale si può dividere in due categorie:
• coloro i quali utilizzano il videoterminale in maniera sistematica o abituale per almeno
venti ore settimanali;
• coloro i quali utilizzano il videoterminale per un tempo inferiore alle venti ore
settimanali.
Normalmente il personale con mansione di impiegato in farmacia utilizza il videoterminale per
un periodo inferiore alle venti ore settimanali, visto che deve essere preso in considerazione
solo l’effettivo tempo di utilizzo dell’apparecchiatura e non altre attività seppur effettuate
con il monitor acceso (ad esempio lettura testi, scrittura manuale, relazioni con il pubblico,
telefonate, eccetera).
Solo a coloro i quali utilizzano il videoterminale in modo sistematico o abituale per un tempo
superiore alle venti ore settimanali, la normativa impone al titolare i seguenti adempimenti:
• nomina del Medico Competente e controllo sanitario del dipendente (visita medica
periodica);
• adeguata postazione di lavoro;
• adeguata informazione e formazione.
Per gli impiegati che utilizzano il videoterminale per un tempo inferiore alle venti ore, il
titolare della farmacia non ha particolari vincoli da soddisfare (come la nomina del medico
competente e/o particolari requisiti delle attrezzature e degli ambienti lavorativi), ma in
funzione del maggiore tempo di utilizzo delle attrezzature sarà buona norma avvicinarsi il più
possibile alla postazione di lavoro descritta nelle successive presentazioni.
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REQUISITI DELLA POSTAZIONE DI LAVORO
Figura 1: Requisiti del piano di lavoro, sedile e poggiapiedi
Piano di Lavoro
Il piano di lavoro dovrà avere un’altezza compresa tra i settanta ed ottanta centimetri e
dovrà essere di dimensioni adeguate, tali da permettere al lavoratore una posizione comoda.
Sedile di Lavoro
Il sedile di lavoro dovrà essere stabile e confortevole, dovrà avere sia l’altezza della seduta che
quella dello schienale regolabile in altezza.
Poggiapiedi
Il poggiapiedi può essere richiesto dal lavoratore qualora l’altezza della seduta non permetta
una posizione comoda delle gambe (generalmente richiedono questo dispositivo le persone
che hanno un’altezza inferiore a 165 centimetri).
Figura 2: Requisiti di schermo e tastiera
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Schermo
Lo schermo dovrà essere posto frontalmente ed essere esente da riflessi di luce, nonché avere
la possibilità di essere inclinato.
Lo stesso dovrà avere un’immagine stabile e senza sfarfallamenti ed una luminosità e contrasto
facilmente regolabili.
Tastiera
La tastiera dovrà essere inclinabile e dissociata dallo schermo e dovrà avere tasti ergonomici
ed una superficie opaca.
Figura 3: Posizione corretta del lavoratore
La figura mostra la posizione corretta del lavoratore al videoterminale. In particolare, la
regolazione della seduta dovrà garantire un angolo degli arti inferiori e superiori di circa novanta
gradi. E’ molto importante che le regolazioni dell’altezza e dello schienale siano effettuate per
ridurre il carico del rachide. E’ altresì importante che il monitor venga posizionato più in basso
rispetto all’altezza degli occhi del videoterminale, così da non sollecitare le vertebre del collo.
L’ambiente in cui è posizionata la postazione di lavoro dell’impiegata/o al videoterminale della
farmacia deve soddisfare le caratteristiche di seguito riportate:
• lo spazio di lavoro deve essere ben dimensionato e sufficiente per permettere
cambiamenti di posizione e movimenti operativi;
• l’illuminazione deve essere adeguata alla caratteristiche del lavoro ed alle esigenze
del lavoratore (in particolare le finestre devono essere munite di dispositivo di copertura
regolabile e la luce artificiale deve essere tale da non provocare abbagliamenti e/o
riflessi;
• il rumore deve essere contenuto e tale da non disturbare l’attenzione del lavoratore;
• il microclima deve essere soddisfacente.
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POSSIBILI PROBLEMI DERIVANTI DAL LAVORO VIDEOTERMINALE
Il lavoro al videoterminale può causare affaticamento all’impiegata/o della farmacia sia al
sistema muscolo-scheletrico che all’apparato oculo-visivo.
Un anomalo affaticamento al sistema muscolo- scheletrico si può presentare nei casi appresso
riportati:
• postura non corretta o mantenuta fissa troppo a lungo riducendo la funzionalità dei
dischi intervertebrali;
• errata disposizione degli arredi e del video;
• utilizzo del mouse e della tastiera per tempi molto lunghi;
• digitazione effettuata con le braccia non poggiate sul piano di lavoro.
I sintomi dell’affaticamento fisico sono dati da un senso di tensione, di peso e di dolore
principalmente a nuca, spalle e schiena.
L’affaticamento visivo si può manifestare nei casi appresso riportati:
• illuminazione naturale eccessiva o insufficiente;
• presenza di riflessi sullo schermo;
• luce diretta proveniente da finestre non schermate;
• scarsa definizione dei caratteri sullo schermo;
• impegno visivo ravvicinato e/o prolungato;
• scarsa umidità dell’aria.
I sintomi sono nella maggior parte dei casi oculari (bruciore, arrossamento e lacrimazione) o
visivi (annebbiamento della vista). Talvolta si riscontrano cefalee, vertigini e nausee.
Spesso l’affaticamento visivo è dovuto a una elevata carenza di umidità nell’aria. La maggior
parte dei sistemi di riscaldamento o di raffreddamento funzionano infatti sottraendo l’umidità
dell’aria; questo provoca secchezza delle mucose oculari con conseguenti arrossamenti degli
occhi. Un’opportuna misura di prevenzione da tale rischio è costituita dall’installazione di
umidificatori in prossimità delle postazioni di lavoro.
RISCHIO DERIVANTE DALL’UTILIZZO SALTUARIO DEL VIDEOTERMINALE
Come già precedentemente accennato, la maggior parte degli impiegati che lavorano
nella farmacia utilizzano il videoterminale per un tempo inferiore alle venti ore settimanali. Ciò
comporta che il titolare della farmacia non debba nominare il medico competente e possa
predisporre allo stesso una postazione di lavoro generica.
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Riportiamo comunque alcuni suggerimenti per chi utilizza il videoterminale in maniera
sporadica:
• evitare l’uso di computer portatili;
• evitare riflessi fastidiosi sul monitor;
• assicurare un buon livello di umidità nel luogo di lavoro;
• non utilizzare computer per lunghi periodi senza effettuare una pausa;
• non utilizzare il computer su superfici vetrate o comunque altamente riflettenti.
RISCHIO DERIVANTE DALL’UTILIZZO DI ATTREZZATURE DA “UFFICIO”
Le stampanti e le fotocopiatrici sono generalmente a getto di
inchiostro oppure laser.
Mentre le prime passano l’inchiostro sul foglio di carta, le
seconde saldano una polvere (toner) direttamente sul foglio
tramite una alta temperatura.
Mentre le prime non rappresentano nessun rischio per
l’utilizzatore, le seconde, se utilizzate in maniera continuativa,
possono produrre minimi quantitativi di ozono.
L’ozono è un radicale libero potenzialmente dannoso per la salute che presenta un odore acre.
Un’ottima misura di prevenzione per ridurre nell’aria la concentrazione di questo inquinante è
una buona areazione dei locali.
Un’altra misura di prevenzione è quella di leggere il libretto di uso dell’attrezzatura, poiché
spesso contiene informazioni utili ai fini della sicurezza degli utilizzatori.
IL RISCHIO DA STRESS LAVORO CORRELATO
Lo stress si manifesta quando le persone percepiscono uno squilibrio tra le richieste nei loro
confronti (domanda percepita) e le risorse a loro disposizione per far fronte a tali richieste
(percezione delle proprie capacità).
Lo stress non è una malattia, ma una esposizione prolungata può ridurre l’efficienza sul lavoro
e causare problemi di salute.
Lo stress diventa un rischio per la sicurezza e la salute quando, prolungato nel tempo, può
portare a problemi di salute mentale e fisica; può colpire chiunque, a qualsiasi livello, in qualsiasi
settore ed indipendentemente dalle dimensioni dell’azienda.
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Figura 4: Modalità d’insorgenza dello stress
Lo stress che ha origine fuori dall’ambito di lavoro può condurre a cambiamenti nel
comportamento e ad una ridotta efficienza sul lavoro.
Non tutte le manifestazioni di stress sul lavoro possono essere considerate come stress lavorocorrelato. Lo stress lavoro correlato può essere causato da fattori diversi inerenti il contesto
lavorativo e il contenuto del lavoro: l’inadeguatezza nella gestione dell’organizzazione del
lavoro e dell’ambiente di lavoro, le carenze nella comunicazione, lavoro a turni, eccetera.
L’individuo è assolutamente in grado di sostenere una esposizione di breve durata alla tensione,
che può essere considerata positiva (stimolante), ma ha maggiori difficoltà a sostenere una
esposizione prolungata ad una pressione intensa.
Lo stress è una condizione che può essere accompagnata da disturbi o disfunzioni di natura
fisica, psicologica o sociale ed è conseguenza del fatto che taluni individui non si sentono in
grado di corrispondere alle richieste o alle aspettative riposte in loro.
La presenza di stress si manifesta attraverso sintomi individuali e organizzativi (Figura 4).
Tipici sintomi individuali sono l’aumento della pressione sanguigna, lo stato di depressione,
il bere in modo eccessivo e l’insoddisfazione personale; i possibili effetti sono disturbi
cardiocircolatori, patologie muscolo-scheletriche, salute mentale compromessa o alterata e
patologie gastrointestinali.
Tipici sintomi organizzativi sono alto assenteismo/presenzialismo , elevato turn over , difficoltà
relazioni aziendali, scarsi controlli di qualità, alta conflittualità; i possibili effetti sono scioperi
prolungati, infortuni, performance scarsa.
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Figura 5: Possibili sintomi provocati dallo stress e relativi effetti
MISURE DI PREVENZIONE
In generale, la prevenzione primaria mira a fronteggiare lo stress cambiando elementi nel
modo in cui il lavoro è organizzato e gestito; la prevenzione secondaria tende a sviluppare la
capacità individuale di gestione dello stress mediante una formazione specifica; gli approcci
riconducibili alla prevenzione terziaria tendono a ridurre l’impatto dello stress da lavoro sulla
salute dei lavoratori sviluppando appropriati sistemi di riabilitazione e di “rientro al lavoro” e
aumentando i provvedimenti in ambito di salute occupazionale.
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Accanto a queste misure consolidate, gli studi condotti in questo ambito hanno evidenziato
alcune nuove strategie e fattori che assicurano il successo degli interventi volti a migliorare la
sostenibilità dello stress sul luogo di lavoro:
• un’analisi adeguata del rischio a partire da una focalizzazione su una popolazione
lavorativa, un luogo di lavoro o un contesto operativo ben definiti;
• un’attenta pianificazione e un approccio graduale al problema;
• una combinazione di misure dedicate all’organizzazione dell’attività e ai lavoratori
stessi;
• la scelta di soluzioni specifiche per i singoli luoghi di lavoro.
Successivamente, gli interventi possono comprendere:
• misure di gestione e di comunicazione per chiarire gli obiettivi aziendali e il ruolo di
ciascun lavoratore; assicurare un sostegno adeguato da parte della direzione ai
singoli individui e ai gruppi di lavoro; portare coerenza, responsabilità e controllo sul
lavoro; migliorare l’organizzazione, i processi, le condizioni e l’ambiente di lavoro;
• formazione dei dirigenti e/o dei lavoratori, per migliorare la loro consapevolezza e la
loro comprensione nei confronti dello stress, delle sue possibili cause e del modo in cui
fronteggiarlo in senso trasformativo;
• informazione e consultazione dei lavoratori e/o dei loro rappresentanti, in conformità
alla legislazione europea e nazionale, ai contratti collettivi e alle prassi e dedicando
attenzione alla matrice culturale in cui i comportamenti organizzativi si rispecchiano e
trovano il loro significato.
LA TUTELA DELLE LAVORATRICI MADRI
La normativa vigente concernente la sicurezza e la salute dei lavoratori sul luogo di lavoro
stabilisce specifiche disposizioni atte alla salvaguardia delle lavoratrici in stato interessante.
La normativa trova applicazione per le lavoratrici che si trovano durante il periodo di gravidanza
e fino a sette mesi di età del figlio, che abbiano informato il datore di lavoro della farmacia
del proprio stato. La tutela si applica, altresì, alle lavoratrici che hanno ricevuto bambini in
adozione o in affidamento, fino al compimento dei sette mesi di età.
Il datore di lavoro della farmacia è tenuto a valutare i rischi per la sicurezza e la salute delle
lavoratrici ed individuare le misure di prevenzione e protezione da adottare ed è, altresì,
obbligato ad informare le lavoratrici ed il Rappresentate dei Lavoratori per la Sicurezza sui
risultati della valutazione.
La tutela delle lavoratrici consiste nel divieto di adibirle ad attività pericolose, faticose, insalubri
ed a qualsiasi esposizione indebita ad agenti fisici, chimici e biologici pericolosi.
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Figura 6: Tutela delle lavoratrici madri
Le attività vietate sono sinteticamente:
• il trasporto, sia a braccia e a spalle, sia con carretti a ruote su strada o su guida;
• il sollevamento di pesi significativi, compreso il carico e scarico e ogni altra operazione
connessa;
• lavorazioni comportanti il rischio di esposizione ad agenti fisici, chimici e biologici;
• i lavori che comportano l’esposizione alle radiazioni ionizzanti in misura significativa per
il feto ed il divieto di esposizione al rischio di contaminazione: durante la gestazione e
per 7 mesi dopo il parto;
• i lavori su scale ed impalcature mobili e fisse: durante la gestazione e fino al termine
del periodo di interdizione dal lavoro;
• i lavori di manovalanza pesante: durante la gestazione e fino al termine del periodo di
interdizione dal lavoro;
• i lavori che comportano una stazione in piedi per più di metà dell’orario di lavoro o
che obbligano ad una posizione particolarmente affaticante: durante la gestazione e
fino al termine del periodo di interdizione dal lavoro;
• i lavori con macchina mossa a pedale, o comandata a pedale, quando il ritmo del
movimento sia frequente, o esiga un notevole sforzo: durante la gestazione e fino al
termine del periodo di interdizione dal lavoro;
• i lavori con macchine scuotenti o con utensili che trasmettono intense vibrazioni:
durante la gestazione e fino al termine del periodo di interdizione dal lavoro.
Qualora emerga dalla valutazione dei rischi un pericolo per la sicurezza e la salute della
lavoratrice, il datore di lavoro adotta misure necessarie affinché l’esposizione al rischio della
dipendente sia evitata, modificandone temporaneamente le condizioni lavorative. Ove non
sia possibile per motivi organizzativi o produttivi, la lavoratrice deve essere adibita ad altra
mansione non a rischio.
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