Banca di Pescia
banca per il territorio
Cronaca di una Gipsoteca
a 30 anni dall’acquisizione
La crisi economica
vista dalla Banca di Pescia
FILO DIRETTO
Edizione Estate 2009
“Perchè nella
vita servono
le basi”
PERIODICO DELLA BANCA DI PESCIA - CREDITO COOPERATIVO
VIA ALBERGHI N. 26 - 51012 CASTELLARE DI PESCIA PT
TEL: 0572/45.941 - FAX: 0572/45.16.21
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DISPONIBILE SUL SITO WWW.BANCADIPESCIA.IT
PUBBLICAZIONE PERIODICA REGISTRATA AL TRIBUNALE DI
PISTOIA CON IL N. 3/2009 DEL 23 MARZO 2009
DIRETTORE RESPONSABILE
NICOLÒ NOCIFORO
HANNO COLLABORATO
A QUESTO NUMERO:
LARA CIAMPI, ROBERTO DEL TOZZOTTO, CRISTIANO
IACOPOZZI, STEFANO RAMACCIOTTI, ROBERTO
ROSSI, LUCA SILVESTRINI CLAUDIO STEFANELLI.
Grafica e impaginazione a cura dell’Ufficio
Comunicazione e dell’Ufficio Sviluppo e
Marketing della Banca di Pescia - Credito
Cooperativo
IN COPERTINA:
RITRATTI SCULTOREI
Gipsoteca Libero Andreotti - Pescia
BCC Vita - Basic. 1.0
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Per i clienti delle Banche del Credito Cooperativo, BCC Vita ha creato
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flessibile, per garantire una sicurezza su cui poter sempre contare.
Redazione a cura dell’ Ufficio Comunicazione
della Banca di Pescia Credito Cooperativo
ww.bccvita.it
Finito di stampare nel mese di Giugno 2009
Messaggio pubblicitario. - Prima della sottoscrizione leggere attentamente la Scheda sintetica e la Nota informativa.
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Banca di Pescia, banca per il territorio
Momenti d’Assemblea
La copertina: Gipsoteca Libero Andreotti
Attività sociale: borse di studio
Attività sociale: gita sociale
La crisi economica vista dalla Banca di Pescia
Le regole basi per investire - II
Attività sociale e istituzionale
Banca di Pescia,
banca per il territorio
il primo patrimonio della nostra Banca e il motore dello sviluppo della
comunità locale, siete voi, i nostri Soci, e a voi quest’anno la Banca
di Pescia ha pensato in termini di privilegi e iniziative: 10 Borse di
Studio, da distribuire, in base alla votazione conseguita, ai figli e
nipoti dei soci della Banca che conseguiranno alla fine dell’anno
scolastico 2008/2009 la licenza media inferiore e/o il diploma di
maturità. Il finanziamento “Studio”, riservato ai figli e/o nipoti dei soci
della banca e destinato a finanziare le spese per acquisto libri, tasse
scolastiche e/o universitarie, spese per la stampa e rilegatura delle
tesi, partecipazione a master, stage, corsi post laurea. Nell’ottica
di rafforzare il legame con la propria compagine sociale, la banca
ha consolidato l’iniziativa “Punto d’incontro Soci”, che consente di
beneficiare di sconti su prodotti e servizi venduti
e/o erogati da esercenti soci con l’adesione
di nuovi esercizi commerciali e comunque in
un’ottica di scambio mutualistico all’interno
della compagnie sociale. Tra le altre iniziative a
favore dei soci, si ricorda la tradizionale Festa
del Socio, che la banca organizza ogni anno
dopo l’Assemblea sociale come quella che
si è recentemente conclusa e le gite sociali,
riprese dopo alcuni anni. Continua inoltre
l’opera di informazione sulla vita della società
attraverso il notiziario “Filo Diretto” che è stato
rivisto nella sua veste grafica.
La Banca di Pescia ha inoltre rispettato il
parametro relativo all’operatività coi soci ed ha
contribuito, attraverso la raccolta del risparmio
e l’impiego prevalente dello stesso nel territorio
locale, alla promozione del benessere, dello
sviluppo economico, sociale e culturale della
realtà in cui opera. In tal senso gli impieghi si sono concentrati per
il 98,60% circa nella zona di competenza dell’Istituto, dato che
esprime la vocazione autenticamente locale della BCC, che finanzia
lo sviluppo della zona di insediamento.
Il credito è stato principalmente indirizzato al settore delle famiglie,
ma anche a quello delle piccole e medie imprese e delle varie
categorie economiche anche grazie a convenzioni sottoscritte con
le principali associazioni di categoria e consorzi fidi. Il credito, come
nella filosofia della nostra banca, si conferma considerevolmente
frazionato, non solo per ovvie ragioni di contenimento del rischio,
ma anche e soprattutto per la volontà di consentirne l’accesso al
maggior numero di soggetti. Tra le funzioni di carattere territoriale,
si ricorda inoltre, l’espletamento del servizio di Tesoreria dei comuni
di Uzzano e Buggiano e del servizio di cassa della Casa di Riposo
San Domenico di Pescia, delle Direzioni Didattiche 1° e 2° circolo
di Pescia, del Distretto Scolastico n. 7 di Pescia, della Scuola
Media Statale “Libero Andreotti” di Pescia, dell’Istituto professionale
“Sismondi” di Pescia, dell’Istituto Tecnico Commerciale “Francesco
Marchi” di Pescia, dell’Istituto Comprensivo “Carlo Piaggia” di
Capannori.
Per rinsaldare sempre piu’ il legame col territorio, dando contenuto
alla volontà di essere una vera Banca Locale, è continuata l’azione
della banca volta a sostenere iniziative sociali e culturali promosse
nella zona di competenza, attraverso interventi nel settore del
volontariato sociale, dello sport, dell’istruzione e formazione, degli enti
morali e di pubblica utilità, degli enti territoriali.
Da segnalare inoltre che la banca ha rinnovato
il proprio sostegno all’associazione Progetto
Agata Smeralda, per l’adozione a distanza
di dieci bambini brasiliani. Il nostro istituto ha
collaborato anche alla realizzazione di altre
iniziative in campo culturale, sostenendo
economicamente quelle attività svolte alla
conoscenza della storia e delle tradizioni del
territorio di competenza. In particolare da
segnalare che la Banca ha rinnovato il proprio
sostegno all’iniziativa per la concessione di
alcune borse di studio, intitolate al Professor
Mario Valleggi primo Presidente della Banca,
a giovani studiosi partecipanti al 4° Workshop
organizzato a Pescia dal Centro Studi sulla
Civiltà comunale dell’Università degli Studi
di Firenze in collaborazione col Comune di
Pescia ed ha finanziato il restauro, ancora in
corso, del dipinto cinquecentesco raffigurante “Madonna di Loreto
con bambino e Santi” collocato nel Conservatorio di San Michele
di Pescia. Complessivamente nel 2008 la banca ha concesso circa
80 mila euro per iniziative socio-culturali e di beneficenza, nonché
oltre100 mila euro in sponsorizzazioni.
Nel corso del 2008 sono stati ammessi alla compagine sociale della
nostra Banca 164 nuovi soci ed il numero complessivo dei soci,
anche per effetto di alcuni recessi e decessi avvenuti nel corso
dell’anno, è passato da 1.618 a 1.757.
Vi preannunciamo che i nostri impegni continuano, entro la fine
dell’anno infatti è prevista l’apertura di un nuovo sportello bancario.
Il Presidente Franco Papini
Gentili Signori come ben sapete lo scenario macroeconomico
mondiale del 2008 è stato dominato dalla crisi del mercato
dei mutui immobiliari americani iniziata nel corso dell’estate
del 2007. Questa crisi ha investito i mercati finanziari
internazionali e, dopo un aggravamento subito nel settembre
scorso a seguito del fallimento della Lehman Brothers
– coi conseguenti problemi di liquidità generati sui mercati
interbancari e il crollo delle quotazioni azionarie – si sta
ripercuotendo sull’attività economica internazionale.
L’economia mondiale ha registrato un progressivo
deterioramento dell’attività nel corso dell’anno, risentendo
della forte caduta dei prezzi delle attività finanziarie, della
riduzione della disponibilità di credito, del peggioramento
del clima di fiducia di famiglie e imprese.
Nonostante ciò, come è stato riportato nella Assemblea dei
Soci che si è svolta lo scorso 22 maggio, i dati consuntivi di
fine anno evidenziano una crescita della nostra Banca, sia sul
lato della raccolta che su quello degli impieghi.
La raccolta totale della Banca, al 31/12/2008,
è stata di oltre 393 milioni di euro, registrando
quindi un aumento del 2,60% rispetto al precedente
esercizio. L’anno 2008 infatti si contraddistingue
per il buon incremento della raccolta diretta,
aumentata del 7,69%. Le operazioni di raccolta
diretta con clientela ammontano, a fine esercizio,
ad oltre 304 milioni di euro, con un incremento
di oltre 21 milioni di euro, pari al 7,69%,
rispetto all’anno precedente. La raccolta indiretta
ammonta, a fine esercizio, a 88 milioni e 666 mila
euro, mentre l’ammontare dei crediti erogati alla
clientela, alla fine dell’esercizio, è di oltre 240
milioni di euro, con un incremento di quasi il
10%.
Al 31/12/2008 il patrimonio netto ammontava ad
euro 32.799,249 che, confrontato col dato del 31
dicembre 2007, risulta incrementato del 5,71%.
Il rapporto tra patrimonio di vigilanza di base e
il totale delle attività di rischio ponderate risulta
pari al 16,18%.
Nonostante nell’ultima parte del 2008 l’andamento dei
tassi abbia avuto un trend negativo, il margine di interesse
al 31/12/2008 si attesta a quasi a 10 milioni di euro, con un
incremento pari al 4,35%. Il margine di intermediazione, alla
chiusura dell’esercizio, è aumentato dello 0,52% rispetto al
2007 e risente della diminuzione delle commissioni attive,
dovute principalmente all’andamento del risparmio gestito e
al risultato negativo delle attività e passività valutate al fair
value. L’utile dell’esercizio ammonta a 2,255 milioni di euro.
Date le premesse, ci riteniamo soddisfatti dei risultati raggiunti
e consapevoli che l’essere una banca “differente” ci attribuisce
nuove, maggiori responsabilità che noi affronteremo con lo
spirito di servizio e l’impegno che ci contraddistingue.
Il Direttore Generale
Antonio Giusti
Nelle foto a pagina 4: il Direttore
Generale Antonio Giusti e,
dall’alto, il Vice Presidente
Giovanni Giuntoli, il Presidente del
Collegio Sindacale Alberto Pistelli,
il Notaio Claudia Coppola Bottazzi,
il delegato della FTBCC Gianni
Parigi, l’avv. Simone Pistelli.
A pagina 5: momenti d’assemblea
e cena sociale.
A trent’anni dall’acquisizione
CRONACA DI UNA GIPSOTECA
partaco Libero Andreotti, scultore di fama, muore
improvvisamente a Firenze nel 1933, lasciando la moglie e tre figli
piccoli. Rimasero, nello studio alle Pagliere Reali oltre duecento
modelli in gesso, fra piccoli e grandi, che costituivano la fatica
trentennale di un artista ma anche un carico economico pesante
per la famiglia. Vani furono i loro tentativi di dare una dignitosa
sistemazione pubblica alla gipsoteca.
Nel 1976, in occasione della XIII Biennale del Fiore, la Città di Pescia
volle celebrare il centenario della nascita dello scultore pesciatino
con una mostra retrospettiva curata dal professor Raffaele Monti ed
allestita nella suggestiva villa Sismondi in Valchiusa.
Dopo questo importante evento, da cui ne conseguì un notevole
successo e che rappresentò un vero e proprio rilancio critico
nei confronti di un artista troppo a lungo dimenticato, i figli Aldo e
Lupo accolsero la disponibilità del Comune di Pescia ad ospitare e
sistemare questo raro esempio di ricerca espressiva condotta da un
singolo artista.
Nel 1978 fu perfezionato l’atto di donazione e approvato dal
Consiglio Comunale. L’accettazione comportò da subito spese
non indifferenti per l’Ente. Per prima cosa venne realizzata l’intera
campagna fotografica e di catalogazione, poi il restauro delle opere
gravemente danneggiate e infangate dall’alluvione del ’66. Seguì
l’accurato imballaggio dei fragili gessi mentre a Pescia si cercava
di individuare un magazzino atto ad accogliere al meglio il prezioso
e delicato carico, il cui volume, con l’imballaggio, era pressoché
triplicato.
In quegli anni, ad opera della Soprintendenza ai Beni Ambientali e
Architettonici di Firenze, venivano ultimati i lavori di restauro ( limitati
ai soli secondo e terzo piano) di un emblematico edificio della città,
il palazzo del Podestà. Il così detto “Palagio” sin dalla sua origine
medievale aveva subito vari ampliamenti e trasformazioni nei secoli
fino a giungere a noi in condizioni di completo degrado.
In accordo con la Soprintendenza fiorentina fu deciso di
inaugurare questo primo lotto di lavori, egregiamente diretti dal
professor Francesco Gurrieri, che propose di esporre, in maniera
esclusivamente simbolica, alcune opere significative di Libero
Andreotti. Si provvide così ad un primo lotto di trasporto da Firenze
a Pescia. L’inaugurazione avvenne nel 1982 alla presenza dell’allora
Ministro per i Beni Culturali Onorevole Vincenzo Scotti.
Dopo questa prima esposizione della gipsoteca, significativa ma pur
sempre provvisoria, esperti ed amministratori si dibattevano circa
l’idoneità del Palagio ad ospitare una collezione con caratteristiche
peculiari così evidenti. Si esprimevano perplessità per la loro
sistemazione in ambienti le cui caratteristiche costruttive erano ampi
saloni sovrapposti su tre piani con strutture orizzontali in legno. Si
poneva il problema di come una collezione moderna poteva inserirsi
all’interno di un edificio risalente al XIII secolo.
Fu così che l’Amministrazione comunale nel 1984 incaricava una
Commissione Scientifica, formata da esperti di chiara fama, allo scopo
di proporre idee per la conservazione e presentazione delle opere
d’arte antica e moderna esistenti sul territorio pesciatino; soprattutto
per quanto riguarda l’utilizzazione e sistemazione di edifici e spazi
urbani a scopo museografico ed espositivo. Nella relazione finale
la Commissione nei confronti della gipsoteca Andreotti si esprimeva
così:
“E’ una raccolta di notevole importanza che tuttavia allo stato attuale
si presenta incompleta e da sistemare razionalmente. Si ritiene, a
questo proposito, urgente il trasferimento dei gessi ancora a Firenze
dal professor Lupo Andreotti. Il Palagio dovrebbe essere la sede
più idonea per la Gipsoteca. Molto importante sarà comunque
l’allestimento che dovrà consentire la miglior leggibilità delle opere
esposte. I locali del Palagio, che peraltro non è ancora interamente
restaurato e disponibile anche per la mancanza di agibilità, non
dovranno comunque essere interamente occupati dalla Gipsoteca.
In alcuni spazi tuttavia dovrà essere previsto sia un magazzino di
studio sia l’archivio Andreotti.”
In virtù di queste indicazioni l’Amministrazione incaricò il responsabile
dei Musei Civici Claudio Stefanelli ed il tecnico Gianfranco Simonini
di proporre soluzioni praticabili per dare seguito al binomio PalagioGipsoteca. Nel frattempo due studenti della Facoltà di Architettura di
Firenze, Stefano Nardini e Raffaella Melucci, allievi del professor
Alfredo Forti, dovevano preparare un esame di allestimento
museografico e auspicavano quale tema la sistemazione della
raccolta Andreotti.
Dall’indagine dei due tecnici comunali emersero le seguenti
indicazioni: “I piani terra e primo del Palagio potranno essere gli
unici ambienti rispondenti alle norme di sicurezza. Pertanto al
piano terra viene proposto l’allestimento della parte introduttiva
della gipsoteca con esposizione delle opere monumentali non
accessibili ai piani superiori. Al primo piano sala conferenze e
delle esposizioni temporanee che permetterà al Palagio un’attività
culturale continuativa e differenziata nel tempo. Al secondo e terzo
piano allestimento gipsoteca con limitato flusso di pubblico. Nei locali
adiacenti il deposito e l’ archivio”.
Gli studenti Nardini e Melucci, adeguandosi alle indicazioni generali
fornite dal Comune, iniziarono a lavorare sul loro elaborato d’esame,
e dopo lo studio dell’edificio, l’analisi storico-critica dell’artista, del
patrimonio disponibile, realizzarono un progetto di allestimento
accurato che fu ulteriormente approfondito nella loro tesi di laurea.
La Soprintendenza ai Beni Storici Artistici di Firenze e la Regione
Toscana, si resero subito disponibili a collaborare. Vari sopralluoghi
congiunti (Funzionari della Soprintendenza e della Regione Toscana,
amministratori e tecnici del comune, progettisti), servirono per meglio
comprendere la complessa situazione del Palagio. In conclusione fu
constatata la validità del progetto Nardini Melucci e ne fu approvata
l’esecuzione.
Questo nuovo modo sperimentale di procedere con una positiva
collaborazione fra ente locale, Regione Toscana, Università e
Soprintendenze di Firenze, è riuscito a dare buoni frutti.
Certo l’impresa si è resa lunga e difficoltosa. Sono occorsi 14 anni
per aprire la Gipsoteca Libero Andreotti, non solo per la varietà di
enti e uffici preposti al caso ma anche per la carenza finanziaria che
caratterizza il mondo dei beni culturali specie nei piccoli enti locali.
Indispensabili e significativi sono stati i contributi finanziari della
Regione Toscana e della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia
e Pescia.
I 236 pezzi (bozzetti, calchi, modelli e frammenti in gesso) nel 1992
prendono una loro definitiva e dignitosa sistemazione e il Palagio,
dopo secoli, viene restituito alla comunità.
Nel 1998 la Gipsoteca si arricchisce di una ulteriore sezione, quella
degli allievi scultori ed amici di Andreotti quali Antonio Berti, Lelio
Gelli, Agostino Giovannini, Delio Granchi, Bruno Innocenti, Giannetto
Mannucci, Raffaello Salimbeni.
Fra le iniziative importanti legate alla gipsoteca sono da ricordare
nel 2000 l’istituzione del “Premio di Scultura Libero Andreotti”; la
Commissione di esperti presieduta dal prof. Antonio Paolucci, nella
prima edizione ha assegnato il premio a Pino Castagna e nella
seconda a Giuliano Vangi. Nel 2001 il “Primo Censimento delle
Gipsoteche in Toscana” e nel 2004 l’adesione al Sistema museale
della Valdinievole sull’Arte Contemporanea del XX Secolo, e il
riordino e catalogazione del prezioso Archivio Storico dell’Artista.
La Gipsoteca Andreotti, che a tutt’oggi non manca di stupire i
visitatori, costituisce certamente l’aspetto di principale rilevanza di un
centro culturale che si impone decisamente all’interno del panorama
culturale pesciatino.
Infatti al piano terreno, a fianco dell’ingresso al museo, è la sala delle
conferenze mentre il salone del primo piano è adibito ad ospitare le
mostre temporanee.
Questi spazi, insieme, rendono vivo l’organismo per la varietà dei
temi trattati, legati alla collezione permanente o per manifestazioni
artistiche che qui trovano un luogo di promozione.
Attualmente stiamo lavorando per la realizzazione di un video
documentario sulla vita e l’ opera di Libero Andreotti e con
l’acquisizione recente di ulteriori locali adiacenti al Palagio, ci
consentirà di realizzare un laboratorio per la formatura del gesso,
attività condotta ancora da pochi laboratori specializzati e che
intendiamo inserire nella didattica del Museo.
*Direttore dei Musei Civici d’Arte di Pescia
Nelle foto a pagina 6: Il terzo piano del Palagio prima e dopo il
restauro.
Nelle foto a pagina 7: Il Palagio e panoramica del secondo piano
del Palagio
Borse di Studio
CONCORSO RISERVATO AI FIGLI E NIPOTI DEI SOCI DELLA BANCA DI PESCIA - ANNO SCOLASTICO 2008/09
Il Consiglio di Amministrazione della Banca di Pescia intende
destinare la somma di euro 3.500,00 per la costituzione di 10
BORSE DI STUDIO da assegnare ai figli e nipoti (parenti in linea
diretta entro il 2° grado) dei soci della Banca, che si distingueranno
con i migliori risultati nell’anno scolastico 2008/2009. Si riporta di
seguito il regolamento:
Art. 1) Il concorso per il conferimento di BORSE DI STUDIO è
riservato esclusivamente ai figli e ai nipoti dei soci della Banca di
Pescia.
Art.2) Le Borse di Studio hanno lo scopo di premiare gli studenti
meritevoli delle scuole medie inferiori e scuole medie superiori di
qualsiasi tipo (istituti statali, parificati o legalmente riconosciuti)
facendo riferimento ai risultati che saranno conseguiti nell’anno
scolastico 2008/2009.
Art.3) Le borse di studio poste a concorso sono 10, per complessivi
euro 3.500 e sono ripartite come segue:
N. 6 BORSE DI STUDIO DA EURO 250,00 CIASCUNA PER LE 6
MIGLIORI PROMOZIONI CONSEGUITE PER LA LICENZA MEDIA
INFERIORE
N. 4 BORSE DI STUDIO DA EURO 500,00 CIASCUNA PER LE
4 MIGLIORI VOTAZIONI CONSEGUITE CON IL DIPLOMA DI
MATURITA’
Art.4) La domanda di partecipazione al concorso, redatta su
apposito modello, va presentata alla banca entro e non oltre il
31 agosto 2009. Le domande presentate successivamente al
suddetto termine e quelle che risultino a tale scadenza incomplete
dei documenti richiesti, non saranno accolte. La domanda dovrà
essere firmata dallo studente e dal genitore o nonno socio della
banca. Alla domanda dovrà inoltre essere allegato l’attestato di
frequenza rilasciato dall’istituto scolastico e un certificato, rilasciato
con indicazione che lo studente non è ripetente e attestante la
votazione conseguita.
Art.5) Alla graduatoria di merito saranno ammessi soltanto:
gli studenti che conseguiranno la licenza di scuola media
inferiore con un giudizio complessivo non inferiore a “Distinto”;
gli studenti che conseguiranno il diploma di istruzione
secondaria Superiore con una votazione non inferiore a 95/100.
Art.6) Le graduatorie di merito, in base alla votazione conseguita,
saranno elaborate dalla Commissione Giudicatrice nominata dal
Consiglio di Amministrazione della Banca di Pescia e rese operanti
dalla Direzione.
La commissione provvederà anche a valutare le condizioni per
l’attribuzione delle borse di studio nei casi di pari merito in base ai
seguenti criteri:
in primo luogo, la titolarità da parte del genitore o del
nonno del candidato di un rapporto di conto corrente, (certificato di
deposito, libretto di deposito) allo stesso intestato o cointestato;
in secondo luogo, l’ordine cronologico di presentazione e
protocollo delle domande.
La commissione potrà anche assegnare la borsa di studio “ex–
aequo”, con ripartizione del relativo importo tra i candidati giudicati
alla pari.
La consegna delle BORSE DI STUDIO avverrà in occasione di
apposita cerimonia ufficiale da tenersi entro la fine dell’anno 2009.
Filo…diretto
La Banca a portata di CLIC
In questi mesi l’Ufficio soci e l’Ufficio
Comunicazione della nostra Banca,
stanno rivolgendo ai nostri soci un
questionario telefonico che ha lo scopo
di raccogliere informazioni su esigenze e
preferenze degli intervistati in termini di
ampliamento della gamma di servizi.
Il Socio, collegandosi al nostro sito (www.bancadipescia.it) potrà
trovare le ultime novità riguardanti i prodotti offerti alla clientela e le
ultime normative bancarie.
In particolare i nostri soci troveranno nell’Home page un’ area a loro
riservata, dove potranno consultare l’ elenco dei convenzionati del
Punto d’ incontro soci, la Carta dei valori, la Carta della coesione e
lo Statuto.
LA CARTA PUNTO
D’INCONTRO SOCI
Il “Punto d’incontro Soci“ è un’iniziativa che permette ai
Soci della Banca di Pescia, dietro presentazione di una tessera
socio (nella foto), di beneficiare di sconti presso esercizi
convenzionati. L’idea di base è quella della mutualità tra soci,
in quanto i negozi dove vengono praticati gli sconti sono
gestiti da soci della Banca. Il servizio che è partito da circa un
anno ha avuto una buona diffusione, nonchè apprezzamento e
beneficerà nei prossimi mesi di un ulteriore ampliamento.
Per conoscere tutti gli esercizi convenzionati e gli sconti
praticati, basta collegarsi al sito della Banca di Pescia
www.bancadipescia.it, cliccando nell’area soci. Il socio che
fosse sprovvisto della Carta, potrà rivolgersi presso l’Ufficio
Soci (0572/459548).
E’ stata un successo la gita che Banca di Pescia ha
organizzato il 5 aprile scorso a Montepulciano e Pienza alla
quale ha partecipato un nutrito gruppo di soci appassionati
di gastronomia. E’ stato possibile visitare le cantine della
nota Fattoria “Il Pulcino” dove ha avuto luogo anche il pranzo
arricchito da una gran torta offerta dalla Banca.
Durante la mattinata si è svolta la visita guidata alla chiesa di
S.Biagio e al centro di Montepulciano. Dopo il pranzo la gita
è proseguita alla volta di Pienza dove, dopo aver visitato il
piccolo centro, è stato possibile fare acquisti di prodotti tipici
locali.
La stessa gita è stata ripetuta il 7 giugno scorso per i soci
rimasti esclusi.
Numerose altre iniziative saranno proposte ai nostri soci nei
prossimi mesi. Vi aspettiamo numerosi.
Importante iniziativa di banche ed enti
LA CRISI ECONOMICA VISTA DALLA BANCA DI PESCIA
11 settembre 2001 rimarrà nella
memoria per l’attentato alle
Torri Gemelle di New York. Una
giornata tra le più buie della
storia contemporanea, segnata
da sangue e distruzione, che di colpo ha
cancellato il mito dell’invulnerabilità dello
stato più potente al mondo: gli Stati Uniti di
America.
Il 15 settembre 2008, con il fallimento di una
delle più grandi banche d’affari al mondo,
l’americana Lehman Brothers, si è sgretolata
un’altra certezza: l’incrollabilità del sistema
economico finanziario americano. Anche
questo è stato, senza dubbio, uno dei giorni
più neri dell’economia globalizzata che segna
la fine di un epoca e l’inizio di un nuovo
scenario economico mondiale. Questa data
credo (e mi auguro) abbia segnato la fine
di quella finanza “creativa” che per molto
tempo ha rappresentato il principale modello
di business dei grandi gruppi bancari d’oltre
Oceano e del vecchio continente, basata,
per dirla con parole semplici, sulla carta e
scarsamente correlata all’economia reale.
Passati i primi mesi, dove i rischi di un tracollo
sistemico sono stati percepiti come reali e che
sembrano oggi superati, ci troviamo di fronte
agli effetti collaterali del terremoto finanziario:
la recessione economica.
Giornali e tv ci informano quotidianamente
sull’andamento delle principali economie
mondiali e di casa nostra. Gli indici sono
purtroppo negativi sia in termini di produzione
della ricchezza (Pil) che di occupazione.
Eviterò di riproporvi dati e proiezioni che
ripeterebbero quanto sentito e risentito fino
alla noia. Del resto non occorrono grandi
mezzi per rendersi conto della situazione che
stiamo vivendo. Sui tempi di durata della crisi
si fanno previsioni di uno o due anni, anche
se pare che nel 2010 possano manifestarsi i
primi segni di ripresa. Personalmente, credo
sia difficile fare previsioni attendibili, in questa
fase, visto che si tratta di una crisi senza
precedenti e a carattere planetario. Di fronte a
questo scenario è senz’altro più interessante
capire come il sistema “Credito Cooperativo”
nel suo complesso ed in particolare come la
Banca di Pescia, che ne è parte integrante,
stiano affrontando l’attuale crisi economicofinanziaria e quale sia la politica creditizia
nei confronti delle famiglie e delle piccole e
medie imprese presenti sul territorio, per le
quali la Banca ha rappresentato fin d’ora, e
vuol rappresentare anche per il futuro, un
interlocutore attento ed affidabile.
Abbiamo detto che si tratta di una crisi
severa di cui non si conoscono pienamente
effetti e durata. A livello locale sono ormai
evidenti i riflessi negativi, in particolare per
il settore delle piccole e medie imprese che
rappresentano la parte numericamente più
significativa del nostro tessuto imprenditoriale
con conseguenti ricadute negative a
livello occupazionale e sociale. Dall’analisi
quotidiana dei bilanci e dell’andamento della
centrale rischi interbancaria, già da mesi,
si evidenzia sempre più frequentemente il
deterioramento di alcuni parametri come
l’allungamento dei tempi di incasso dei crediti,
il calo del fatturato, il significativo aumento
della percentuale di crediti insoluti, l’aumento
degli utilizzi dei fidi di cassa. Questi segnali
seppur diversificati da settore a settore, sono
comunque indicatori di un peggioramento del
quadro complessivo.
Come risponde il sistema Credito Cooperativo,
ed in particolare la Banca di Pescia, a fronte di
questa congiuntura estremamente negativa?
Già a partire dal 23 ottobre 2008, nel
corso dell’audizione tenutasi presso la
Commissione Finanze della Camera dei
Deputati, il Presidente e il Direttore Generale
di Federcasse (l’associazione delle 440
Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali
italiane) hanno presentato le particolari tutele
che il Credito Cooperativo accorda ai propri
soci e clienti, attraverso l’azione congiunta
del Fondo di Garanzia dei Depositanti e del
Fondo di Garanzia degli Obbligazionisti i quali
assicurano, ciascuno, una tutela individuale di
103 mila euro per depositante e possessore
di obbligazioni emesse dalle Banche di
Credito Cooperativo e Casse Rurali. Una
tutela che verrà ulteriormente estesa
attraverso l’operatività del Fondo di Garanzia
Istituzionale del Credito Cooperativo.
Rispetto ai temi specifici dell’accesso al
credito di famiglie e piccole e medie imprese,
il Presidente e il Direttore Generale di
Federcasse hanno sottolineato l’azione
“anticiclica” delle Banche di Credito
Cooperativo e Casse Rurali, che le porta
ad erogare credito – grazie alla particolare
conoscenza delle realtà territoriali – anche
quando questo viene razionato dai grandi
istituti. Il deciso aumento delle quote nel
mercato degli impieghi degli ultimi anni da
parte delle Bcc ne è un’ ulteriore riprova.
In questo contesto, il Presidente Azzi e il
Direttore Generale Caleffi hanno confermato
la volontà del Credito Cooperativo di
continuare a sostenere l’economia reale,
svolgendo in tal senso un ruolo fondamentale
per la stabilità e la crescita del sistema
economico del nostro Paese.
Come si dice, dalle parole ai fatti…, la
conferma arriva da numerose iniziative
concrete già attuate in molte regioni dove
operano le Bcc, dal nord al sud Italia (Toscana
compresa) con finanziamenti straordinari di
liquidità, a condizioni agevolate ed assistiti da
garanzie rilasciate dai consorzi di categoria.
Veniamo alla Banca di Pescia. Nonostante
le problematiche fin qui evidenziate, di cui si
deve inevitabilmente e realisticamente tener
conto, la Banca sta continuando ad erogare
regolarmente il credito alle famiglie e alle Pmi
esattamente come in passato. Questo è oggi
possibile grazie alla politica creditizia sin qui
seguita dalla Banca che, anche in passato nei
momenti di maggior espansione, ha sempre
assolto la propria funzione di intermediazione
puntando ad un’attenta analisi di merito
e ad una profonda conoscenza dei propri
clienti e soci. Nell’ultimo triennio, la banca
ha incrementato il volume degli impieghi di
oltre 51 milioni di euro e questo dato assume
particolare rilevanza se rapportato all’elevato
numero di finanziamenti che concorrono alla
formazione del dato. L’incremento di tali volumi
non è il frutto di poche operazioni milionarie
concesse ad aziende di grandi dimensioni
che, nel contingente, esporrebbero la Banca
ad una elevata concentrazione del rischio di
credito e di mercato, ma la conseguenza di
una pluralità di concessioni nei confronti di
famiglie, artigiani, agricoltori, commercianti
e piccole e medie imprese in genere che
rappresentano la quasi totalità del nostro
tessuto economico. Questo aspetto, unito
alla solidità patrimoniale, al pieno rispetto
dei parametri previsti dalle normative vigenti
oltre ad una corretta gestione del rapporto
impieghi/depositi, ci permettono di svolgere
serenamente, anche per il futuro, la nostra
attività di intermediazione classica a supporto
dello sviluppo del nostro territorio. Per rendere
visibile e concreto il nostro impegno, cito solo
alcune tra le più significative iniziative portate
avanti dalla Banca di Pescia a sostegno
dell’economia locale:
Finanziamenti ”Crediper Consolidamento”
destinati a privati e famiglie
Si tratta di prestiti personali studiati ad hoc
per le famiglie che hanno contratto uno o più
finanziamenti per l’acquisto di beni e servizi e
che desiderano pagare un’unica rata, magari
di importo inferiore, dilazionando in un
tempo più lungo il debito residuo. L’importo
massimo di questi finanziamenti è di € 80.000
con una durata massima di 15 anni. Oltre
all’estinzione dei prestiti esistenti, è possibile
ottenere un’ulteriore liquidità. La fase di
richiesta conteggi e di estinzione è curata
direttamente dalla Banca. Con un operatività
semplice e veloce, abbiamo voluto agevolare
le famiglie, in un momento di particolare
difficoltà, garantendo loro la possibilità di far
fronte ai propri impegni in piena serenità.
Convenzione con Regione Toscana e Fidi
Toscana
La Regione Toscana, a fine 2008, ha stanziato
due fondi di garanzia tramite Fidi Toscana
per un totale di 48 milioni di euro con cui
vengono garantiti, fino a 15 milioni di euro,
finanziamenti per liquidità e/o ristrutturazione
finanziaria e, per 33 milioni di euro,
finanziamenti destinati a nuovi investimenti.
Si tratta di una convenzione a cui abbiamo
aderito, che prevede mutui chirografari di m/l
termine, con un rilascio di garanzia a prima
richiesta da parte di Fidi Toscana fino a 500
mila euro. La durata massima è di 10 anni
per i finanziamenti di liquidità e 15 anni per
i finanziamenti destinati ad investimenti.
La percentuale massima di garanzia è del
60% dell’importo finanziato e può arrivare
fino all’ 80% se si tratta di finanziamenti per
imprenditoria femminile o giovanile o per
prestiti partecipativi.
quali la Banca ha stanziato rispettivamente
tre e cinque milioni di euro di plafond. Queste
importanti risorse saranno destinate alla
concessione di centinaia di microfinanziamenti
dell’importo massimo di 20 mila euro ciascuno:
una vera e propria boccata d’ossigeno per
le piccole imprese delle nostre provincie
e, più in generale, per l’economia locale. I
finanziamenti avranno una durata massima
di 24 mesi oltre 12 di preammortamento. Gli
interessi maturati saranno rimborsati in via
anticipata dalle stesse CCIAA. Un’iniziativa
semplice e originale, che presenta, tra
l’altro, un innegabile vantaggio: a fronte di
un’immediata liquidità, le aziende avranno
infatti un anno di tempo per cominciare a
restituire il prestito.
Convenzioni con le CCIAA di Lucca e di
Pistoia
Si tratta di due convenzioni stipulate con
le CCIAA di Lucca e Pistoia, a fronte delle
BANCA DI PESCIA E IL “MICROCREDITO”
La Banca di Pescia ha aderito al progetto “Microcredito”
promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di
Pistoia e Pescia. L’iniziativa prevede un accordo tra
alcune banche (Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia,
le Bcc del Pistoiese) e i seguenti Enti: Misericordia di
Pistoia, Fondazione “Un raggio di sole onlus”, Caritas
di Pistoia, Caritas di Pescia. L’accordo prevede un
finanziamento destinato a:
• Persone fisiche residenti nella provincia di Pistoia che
sono prive delle garanzie normalmente richieste per
accedere al credito bancario;
• Cooperative sociali, Associazioni di volontariato,
onlus e piccola imprenditoria femminile con sede legale
nella provincia di Pistoia.
L’importo finanziabile varia come segue:
• Per richieste presentate da persone fisiche, da un
minimo di euro 1.000,00 ad un massimo di euro
7.000,00.
• Per richieste presentate da Cooperative sociali,
Associazioni onlus e imprenditoria femminile,
da un minimo di euro 5.000,00 ad un massimo di
euro 15.000,00, eccezionalmente elevabile ad euro
25.000,00. La durata massima del finanziamento è
stabilita in 60 mesi; il rimborso avverrà a rate costanti
mensili, preferibilmente con
addebito in conto corrente gratuito.
Ai finanziamenti verrà applicato il
tasso IRS lettera corrispondente
alla durata del finanziamento,
pubblicato il giorno di applicazione
da parte della banca, fisso per
l’intera durata del prestito, con
facoltà di ciascuna banca di
applicare uno spread fino ad un massimo di 0,50 %. E’
esclusa l’applicazione di commissioni sia nella fase di
erogazione del prestito che nell’eventualità di estinzione
anticipata richiesta dal titolare del finanziamento.
Le richieste di competenza della nostra Banca, saranno
quelle pervenute dalla Caritas Diocesana di Pescia .
Le regole base per investire - II
LE TIPOLOGIE DI STRUMENTI FINANZIARI PER LA
GESTIONE DEL PORTAFOGLIO DELLA FAMIGLIA
bbiamo visto nel numero precedente come il
primo e principale obiettivo di investimento di
un risparmiatore dovrebbe essere costituito dalla
difesa in termini reali del potere d’acquisto del
proprio capitale, ovvero dal conseguimento di
rendimenti superiori al tasso di inflazione. Si è avuto modo
di notare come l’inflazione rappresenti un parametro non
semplice da superare, soprattutto in considerazione del fatto
che la stessa presenta la perniciosa capacità per così dire di
“autoricaricarsi”, nel senso che, trattandosi di una variazione
percentuale su base annua, la stessa va a sommarsi, con
l’effetto di un tasso composto sull’inflazione accumulatasi
negli anni, per cui anche un semplice aumento dell’1% in
realtà può risultare più significativo di quanto possa sembrare
a prima vista.
Oltre al classico investimento in beni reali (immobili o in
alternativa metalli preziosi come l’oro), lo strumento per
salvaguardare il risparmio di un investitore è rappresentato
dall’impiego delle proprie disponibilità in strumenti finanziari.
La più riconosciuta ed accettata distinzione tra gli strumenti
finanziari distingue tra Liquidità, Obbligazioni ed Azioni. In
questo numero ci occuperemo della definizione delle diverse
tipologie di classi di attività di investimento e dei relativi
rischi ad essi collegati.
Gli strumenti finanziari riconducibili alla Liquidità, sono
titoli di credito che si caratterizzano per la sostanziale assenza
di qualunque tipologia di rischio. Rientrano infatti nella
Liquidità, le obbligazioni a tasso fisso con scadenza massima
3 anni ed i titoli a tasso variabile classico (cosiddetti nel gergo
finanziario Plain Vanilla) a prescindere dalla loro scadenza,
ovvero quelle obbligazioni la cui remunerazione periodica
risulta indicizzata all’andamento di un determinato tasso di
interesse: tipicamente i più utilizzati risultano il tasso Euribor
o in alternativa il rendimento dei titoli di stato a breve come
i BOT (il cosiddetto RENDIBOT). La caratteristica distintiva
dei titoli a tasso variabile classico, come ad esempio i CCT tra
i titoli pubblici o le obbligazioni indicizzate al tasso Euribor
emesse dalla BCC di Pescia, è quella di risultare estremamente
stabili in termini di oscillazione del prezzo di mercato, quindi
consentono all’investitore di poter smobilizzare in qualunque
momento il proprio investimento senza correre il rischio di
imbattersi in perdite tangibili del proprio capitale. Ciò che
contraddistingue la liquidità è pertanto l’assenza del cosiddetto
Rischio di Tasso, ovvero di quella tipologia di rischio in base
alla quale il prezzo di un’obbligazione varia al variare dei
tassi di interesse, situazione questa tipica dei titoli a tasso fisso
a medio/lungo termine. È implicito che le obbligazioni a tasso
variabile classico ed a tasso fisso a breve termine non debbano
presentare Rischio Emittente, inteso come eventualità che il
debitore dell’obbligazione possa essere esposto al pericolo
di non poter rimborsare il capitale e/o di adempiere al
regolare pagamento dei flussi cedolari. Non solo, ma non
possono rientrare nella liquidità neppure le obbligazioni a
tasso variabile ed a tasso fisso a breve termine denominate
in una moneta diversa, in quanto risultano caratterizzate
dall’esposizione al Rischio di Cambio. L’esperienza storica ci
insegna che su periodi lunghi, in genere superiori a 10 anni,
la Liquidità produce, nell’ipotesi ovviamente di procedere
al reinvestimento dei flussi intermedi, cioè delle cedole,
rendimenti lordi di poco superiori al tasso di inflazione,
mediamente nell’ordine dello 0,5%/0,6% annuo. Ciò significa
che, al netto della tassazione e dei costi di transazione (cioè
delle spese e delle commissioni applicate dagli intermediari
per l’acquisto/negoziazione di uno strumento finanziario),
una persona fisica che impiega il 100% dei propri risparmi
nella Liquidità, difficilmente riesce a compensare la perdita
di potere d’acquisto prodotta dal fenomeno inflazionistico.
A fronte di ciò, tuttavia, c’è l’indiscusso vantaggio di poter
contare sull’assenza di qualunque tipologia di rischio e sulla
sostanziale possibilità di poter disporre in ogni momento del
proprio capitale.
Le Obbligazioni, invece, sono sempre titoli di debito, tuttavia
si caratterizzano per la presenza di almeno una tipologia
di rischio, o il Rischio di Tasso e/o il Rischio Emittente.
Nel primo caso, si tratta di titoli a tasso fisso con vita
residua superiore ai 3 anni: il rischio che corre l’investitore
consiste nella possibilità che un rialzo dei tassi di interesse
possa determinare una flessione nelle quotazioni del titolo
obbligazionario, in virtù della sua incapacità di competere
con tassi di mercato più alti. L’esposizione al rischio di tasso
è strutturalmente legata alla durata del titolo: tipicamente
quanto maggiore risulta la durata di un titolo, tanto maggiore
risulta la sua sensibilità alle oscillazioni dei tassi di interesse:
ad esempio un titolo di stato 30-ale, come un Btp, tende a
variare di circa il 17%/18% nella sua quotazione a fronte di
una corrispondente variazione di un punto percentuale nel
suo tasso di mercato, a differenza di un titolo 10-ale, la cui
sensibilità a nei riguardi di una variazione unitaria dei tassi di
interesse tende ad essere nell’ordine dei 7/8 punti percentuali.
Nel lungo periodo, le obbligazioni esposte al solo rischio di
tasso, tendono a generare performance superiori nell’ordine di
1,5/2 punti percentuali rispetto al tasso di inflazione, sempre
tenendo conto di rendimenti al lordo della tassazione e dei
costi di transazione. In teoria, un investitore che investisse il
100% dei suo risparmi in strumenti obbligazionari esposti al
rischio di tasso potrebbe raggiungere l’obiettivo di difendere,
pur nell’ipotesi di reinvestimento dei flussi cedolari intermedi,
il proprio capitale dall’inflazione, tuttavia dovrebbe rinunciare
alla possibilità di poter disporre in ogni momento del proprio
capitale senza alcun rischio.
Le obbligazioni con Rischio Emittente, invece, presentano il
rischio, tanto maggiore quanto più è basso il merito di credito
dell’emittente , di poter non onorare i propri impegni, in
termini di flusso cedolare e/o integrale rimborso del capitale.
La maggiore rischiosità delle obbligazioni caratterizzate da
rischio emittente spiega perché le stesse tendono a presentare nel
lungo periodo rendimenti superiori a quello delle obbligazioni
caratterizzate dal solo rischio di tasso. Statisticamente,
ipotizzando di acquistare un paniere comprensivo di
obbligazioni societarie con merito di credito inferiore a quello
dei titoli di stato, in un orizzonte temporale superiore ai 10
anni, il rendimento offerto dovrebbe risultare di circa 3,5/4
punti superiore al tasso di inflazione. È pacifico, peraltro, che
l’elevato rischio che caratterizza i titoli con rischio emittente,
impone all’investitore di operare un’adeguata diversificazione
del proprio capitale qualora decida di assumersi il rischio
emittente al fine di incrementare il proprio rendimento atteso:
per poter ridurre sufficientemente il rischio di subire delle
perdite, è necessario che siano inserite in portafoglio almeno
10 obbligazioni con rischio emittente non correlate fra di loro
(ovvero le aziende emittenti dovrebbero operare in settori
merceologici diversi, ad esempio un titolo del settore dei
trasporti ed un titolo petrolifero) . Si intuisce che un comune
risparmiatore difficilmente riesce ad ottenere un risultato
del genere investendo direttamente in singole obbligazioni
caratterizzate da rischio emittente, più realisticamente tale
risultato potrebbe essere ottenuto mediante l’investimento in
quote di fondi comuni di investimento specializzati, i quali già
di per sé procedono ad un’accurata selezione e diversificazione
degli emittenti in cui investono.
Restano infine le Azioni: si tratta di titoli di capitale, i quali
conferiscono all’investitore il diritto a partecipare ad una
quota proporzionale dei profitti generati da una società,
ovvero di quella parte di valore aggiunto prodotto da
un’azienda che residua dopo avere pagato i fattori produttivi
ed i debiti. Il Rischio Azionario risulta tipicamente quello
di maggiore portata rispetto alle altre tipologie di rischi
finanziari: di riflesso, nel lungo periodo, le azioni, secondo
la logica relazione rischio/rendimento, tendono a mostrare un
più elevato rendimento rispetto alle altre attività finanziarie,
ma anche una maggiore dispersione dei rendimenti, nel senso
che nel breve periodo i rendimenti offerti dall’investimento
azionario possono oscillare notevolmente rispetto alle
aspettative e richiedere all’investitore elevati periodi di
detenzione in portafoglio al fine di ottenere il recupero del
capitale investito ed il conseguimento di rendimenti superiori
a quelli delle altre attività finanziarie. Statisticamente,
l’investimento azionario tende a generare nel lungo periodo
performance superiori di 4,5/5 punti percentuali all’inflazione:
anche in questo caso, tuttavia, al fine di eliminare il cosiddetto
rischio specifico, cioè il rischio che una singola società possa
fallire, è indispensabile che si proceda ad una sufficiente
diversificazione di portafoglio, in particolare di dovrebbero
inserire in portafoglio non meno di 10 titoli azionari non
correlati fra di loro (un’azienda che produce scarponi da sci
ed una che produce condizionatori rappresentano un classico
esempio in tal senso).
Nel grafico sono stati messi a confronto l’andamento negli
ultimi 17 anni di alcuni indici rappresentanti diverse tipologie
di strumenti finanziari:
La riga bianca rappresenta l’andamento dell’indice Comit
Globale (indice rappresentativo del mercato azionario italiano)
considerando il reinvestimento dei dividendi;
La riga verde rappresenta l’andamento dei titoli di stato italiani
a medio/lungo termine, considerando il reinvestimento dei
flussi cedolari intermedi.
La riga rossa rappresenta l’andamento dei titoli di stato italiani
a breve termine (es. Buoni Ordinari del Tesoro), sempre
considerando il reinvestimento dei flussi cedolari intermedi.
1Questo è il tasso di interesse interbancario area Euro, ovvero il tasso di interesse a cui le
banche si scambiano il denaro fra di loro sotto forma di depositi a termine aventi durata
massima pari a 12 mesi.
2Esso è misurato attraverso il cosiddetto Rating. Questo è un indicatore espresso mediante
una sigla in lettere, che va dal livello massimo di affidabilità, espresso con il rating AAA,
al livello minimo, indicato con la D, che corrisponde ad una situazione di sostanziale
Default, ovvero di incapacità conclamata del debitore di fronteggiare i propri impegni.
Tendenzialmente, quanto minore è il rating, cioè il merito di credito, tanto maggiore
dovrebbe essere la remunerazione offerta da un titolo obbligazionario. Ad esempio, in questo
momento (metà maggio 2009), i titoli di stato italiani, che presentano un rating singola A, più
basso rispetto al rating tripla AAA offerto dai titoli di stato tedeschi, tendono a presentare un
rendimento più alto dei corrispondenti titoli tedeschi, in particolare sulla scadenza 10-ale,
tale differenziale di rendimento (cosiddetto spread), tende ad aggirarsi intorno ad un punto
percentuale.
Sostanzialmente il principio della diversificazione corrisponde alla logica di un noto
proverbio popolare “Non mettere tutte le uova nello stesso paniere”.
*DOTTORE DI RICERCA IN MERCATI E INTERMEDIARI FINANZIARI
E PROFESSORE A CONTRATTO DI ECONOMIA E GESTIONE DEL
RISPARMIO PRESSO L’UNIVERSITÀ DI SIENA. SI OCCUPA DI
FORMAZIONE E CONSULENZA NELL’AREA FINANZA PRESSO
BANCHE ITALIANE DAL 1993 E DAL 2003 COLLABORA CON
LA FEDERAZIONE TOSCANA DELLE BANCHE DI CREDITO
COOPERATIVO. E’ AUTORE DI PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE SU
RIVISTE BANCARIE.
LA BANCA DI PESCIA
E LA POLIZIA MUNICIPALE
PER LA SICUREZZA STRADALE
La Banca di Pescia ha collaborato con la
Polizia Municipale del nostro Comune per
l’educazione stradale nelle scuole del 1° e 2°
Circolo. L’ intervento che è stato finalizzato
all’acquisto di materiale didattico, ha
coinvolto vari operatori del Corpo di Polizia
per sviluppare il progetto che si è articolato
in diverse fasi:
- ai bambini della Materna sono stati proposti
giochi che insegnano il rispetto delle regole
stradali;
- per la Scuola Elementare sono stati
evidenziati gli aspetti teorici e prove pratiche
per l’ educazione e la sicurezza stradale;
- agli studenti di Scuola Media sono state
insegnate le norme di comportamento del
codice della strada, con particolare riferimento
all’ uso del ciclomotore e del casco e alla
conoscenza dei documenti di circolazione
necessari alla guida.
TIRO A SEGNO PROTAGONISTA
La Banca di Pescia ha contribuito
recentemente
all’acquisto
di
abbigliamento sportivo per la sezione
giovanile del Tiro a Segno pesciatino, i
cui giovani si sono resi protagonisti nella
Il Museo della Carta di Pescia
Interamente finanziato
il progetto con CNR di Firenze
Banca di Pescia ha finanziato in parte
il progetto del Museo della Carta di
Pescia, in collaborazione con il CNR di
Firenze, che riguarda la determinazione
delle specie legnose indispensabili per
poter collocare nelle giuste condizioni
microclimatiche le opere nel museo
rinnovato.
Il Museo della Carta di Pescia è ormai una
realtà consolidata, con i suoi quattromila
visitatori all’anno rappresentati soprattutto
da studenti di ogni ordine e grado. Il
Museo si trova a Pietrabuona ed è
composto da due distinti edifici: l’ attuale
sede e l’ antica cartiera “ Le Carte”.
L’ associazione Onlus omonima che
gestisce il museo, ha come obiettivo la
ristrutturazione dell’ immobile e la sua
trasformazione in moderna sede espositiva
dove poter collocare tutte le testimonianze
e il materiale storico accumulatosi in sette
secoli di tradizione cartaria: forme, tele,
filigrane, timbri, cere, e così via.
Con questa iniziativa la Banca di Pescia
ribadisce il proprio impegno per la
valorizzazione delle tradizioni
del
territorio dove opera e per la diffusione
della cultura imprenditoriale, valido
punto di riferimento per la classe dirigente
attuale e futura.
Dipendenti in...palla
seconda gara regionale federale svoltasi
recentemente al poligono di Lucca.
E’ iniziato con il mese di maggio il Torneo
di Tennis “Differenti per forza”, riservato
ai dipendenti della Banca di Pescia, giunto
alla 6° edizione. I sedici tennisti iscritti
giocheranno le partite nei centri sportivi di
Colleviti di Pescia, Mago Bago di Buggiano e
“Le Pinetine” di Ponte Buggianese.
15 NUOVI COMPUTER PER
L’AGRARIA DI PESCIA
Importante intervento finanziario della
Banca di Pescia in occasione dei cento
anni dalla nascita del a prestigiosa
scuola. L’Istituto Tecnico Agrario Statale
Dionisio Anzilotti si è dotato, per il suo
laboratorio di informatica, di quindici
nuovi computer, grazie all’ intervento
finanziario della Banca di Pescia. Alla
cerimonia di inaugurazione, che si è
svolta nel mese di marzo, erano presenti,
oltre ai rappresentanti delle varie classi
dell’istituto, il direttore generale della
Banca di Pescia, le dirigenti scolastiche
Ilaria Baroni dell’Istituto Marchi, Franca
Baldi della Scuola Media Andreotti e
la preside dell’ Istituto Agrario Siriana
Becattini (nella foto con Giusti). Il
Direttore generale della Banca di
Pescia, Antonio Giusti, ha sottolineato
l’importanza della scuola agraria, la quale
per le sue pecularietà tecnico-pratiche,
non può fare a meno dell’ informatica.
Il computer non può quindi mancare nel
processo di studio e di crescita degli
studenti, ha concluso Giusti.
DIPENDENTI IN…CORSA
Lorenzo
Moroni,
dipendente
presso
l’ufficio fidi della nostra
banca, ha ottenuto il terzo
piazzamento
assoluto
alla Maratonina TrapaniValderice , gara in salita
di 21,097Km, inserita all’
interno della 5° edizione
della “ Sicilia in cento
Km.” Il tempo realizzato,
per effettuare il percorso,
di 1h, 27’, 54’’ è valso
all’ atleta pesciatino la
leadership nella categoria
MM35.
Libri: LA FINANZA CHE SERVE di Ersilio Tonini
Presentazione di Alessandro Azzi, Presidente di Federcasse
L’incontro tra il Credito Cooperativo e il cardinale Tonini risale
ad una decina di anni fa e sta lasciando, in quanti lavorano per
e nelle Banche di Credito Cooperativo, un’impronta marcata
di consapevolezza della grande responsabilità che hanno.
Questo volume è un modo per dirgli grazie. Per chiedergli
di continuare ad essere vicino alla cooperazione di credito.
E perché, reciprocamente, le donne e gli uomini del Credito
Cooperativo gli siano vicini nei suoi progetti, in particolare
a quello al quale sta lavorando -con la consueta passione che
proviene dal desiderio di fare del bene al prossimo- nel cuore
dell’Africa. Parte del ricavato della vendita di questo volume
sarà destinato alla Fondazione Pro Africa per l’ospedale di
Ngozi, nel Burundi.
Ersilio Tonini - La finanza che serve – Dialogo sul denaro,
l’economia e il futuro - Con un’ antologia di interventi (19982008), a cura di Sergio Gatti, prefazione di Luigi Accattoli.
Ecra srl, 2008, Edizioni del Credito Cooperativo - 141 pp.,
€ 5,00
Il volume è consultabile presso la Biblioteca della Banca.
IL CREDITO COOPERATIVO PER L’ ABRUZZO
RACCOLTA FONDI PER I TERREMOTATI DELL’ ABRUZZO
Obiettivo dell’iniziativa è definire uno o più
interventi a favore dei territori colpiti, per favorire
le opere di ricostruzione dei centri abitati e del
tessuto produttivo. Tali interventi saranno definiti
in collaborazione con le strutture del Credito
Cooperativo presenti nelle aree interessate
dal sisma, sulla base delle necessità e priorità
riscontrate.
Aderisci anche tu con un bonifico A ZERO SPESE
a favore:
Iccrea Banca Spa- conto corrente n. 32000
Codice Iban: IT 28 Q 08000 0320000080003200
Intestato a Federasse
Causale: Il Credito Cooperativo per l’ Abruzzo
HO SCELTO UNA BANCA CHE FINANZIA L’ENERGIA RINNOVABILE.
PERCHÉ PENSO AL FUTURO.
LA MIA BANCA
È DIFFERENTE.
(PER NON PARLARE DELL’ENERGIA CHE MI DÀ).
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Giugno 2009 - Banca di Pescia