Scrivo a voi … p. 3 Per una comunione visibile p. 5 Informazioni del governo generale p. 8 Sollecitate dalla compassione del buon Pastore p. 9 Pienamente conformate a Cristo Pastore p. 13 Nella condivisione dei beni p. 15 Nello spirito di Famiglia Paolina p. 17 Chiesa - Mondo p. 18 Approfondiamo insieme p. 21 Vocabolario digitale p. 23 Agenda di famiglia p. 23 Viventi nella casa del Padre p. 24 Suore di Gesù Buon Pastore “Pastorelle” – Roma, Via della Pisana 419/421 Bollettino Informativo anno XXXVII Settembre-Ottobre 2012 CTN anno XXXVII 2012/1 – p. 2 Carissima, mi rivolgo a te che vivi nel cuore del Padre e stai per entrare, con tutte le Pastorelle del mondo, nell’anno 75° di fondazione della nostra Congregazione; anno che ci coinvolgerà in un cammino di fede, insieme a tutti i credenti in Cristo. Ti auguro fin d’ora di coltivare, lungo quest’anno di grazia, la disponibilità a lasciarti sorprendere dal Buon Pastore, nel ricordo di quanto ci diceva il Beato Giacomo Alberione sulla fede: “Fede: essere sicure che il Signore vi ama”1. Il nostro Fondatore ha dedicato molte delle sue riflessioni, a noi indirizzate, al tema della fede: fede come dono, come fondamento della vita, delle virtù, della santità; fede che richiede sempre l’umiltà per diffidare di sé e affidarsi a Dio. Spesso sottolinea che ci vuole una fede sempre più sentita e profonda che tocchi tutte le dimensioni della vita2. Per questo voglio condividere con te un pensiero che mi sta accompagnando in questo tempo e che riguarda proprio l’irradiazione della nostra fede nelle comunità cristiane che siamo chiamate a servire. La Pastorella in mezzo al suo gregge è chiamata ad essere un raggio di luce per tutti, un calore vivificante nella misura in cui si lascia illuminare dal sole che è Cristo. Assimilata in questo modo al Sole partecipa intimamente alla sua luce. Ti verrà subito alla mente quanto l’Alberione diceva alle nostre prime sorelle proprio nel suo commento al capitolo 10 del Vangelo di Giovanni: “Esse saranno le sorelle, le madri, le maestre, le catechiste, le consolatrici di ogni dolore, un raggio di luce e di sole benefico e continuo nella parrocchia”3. Sono parole che abbiamo letto, ascoltato e ripetuto molte volte… L’anno dedicato alla fede, non potrebbe essere un’occasione propizia per concretizzare, sempre di più e meglio, nella nostra vita personale e fraterna, questa bella immagine che ci ha lasciato il Fondatore?! Come far sì che il cammino delle nostre comunità religiose, porti frutti di salvezza e santità alle persone che il Signore ci affida nella missione pastorale? Il Santo Padre ci ricorda che “Il messaggio cristiano viene seminato e si radica efficacemente là dove è vissuto in modo autentico ed eloquente da una comunità”4. E’ per la salvezza che noi siamo inviate a prenderci cura della gente, altrimenti rischiamo di dedicarci a tante cose, anche buone, ma che non raggiungono il fine. La salvezza è la vita nuova che Cristo è venuto a donarci con la sua Pasqua, che ci viene 1 PrP II, 1954, p. 7. Alcune di queste riflessioni le troverai direttamente citate negli allegati alla prima scheda dell’itinerario di approfondimento dell’Obiettivo dell’8CG che arriverà nella tua comunità in questo mese di ottobre. 3 So, 1947, 60. 4 Benedetto XVI, all’Assemblea Plenaria del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE), il 27 settembre 2012. 2 CTN anno XXXVII 2012/1 – p. 3 trasmessa mediante il Battesimo ed è da noi accolta con la professione di fede. Tutta la nostra vita può diventare allora, nella forza dello Spirito, testimonianza ed annuncio di questa vita nuova in Cristo, in modo che tutto quello che appartiene al vecchio Adamo, sia definitivamente tralasciato per fare posto a Cristo, nuovo Adamo. Questa è anche la prima lettera che ti scrivo nella nuova versione del Comunichiamo tra noi. Novità che non vorremmo fosse nuova solo nell’aspetto grafico o semplicemente estetico, ma che possa aiutarci a intraprendere un modo più profondo di comunicare tra noi. La stessa intensità comunicativa speriamo possa realizzarsi anche attraverso la nuova impostazione del nostro Sito istituzionale, che inauguriamo in questa ricorrenza del 7 ottobre. Tra le novità, giungerà in ogni comunità anche il Libretto illustrativo della Cappella della nuova casa generalizia, dedicata a Gesù buon Pastore, dal titolo : “Affinché abbiano vita e vita in abbondanza”. Nel tener conto che molte persone non potranno visitare direttamente la casa generalizia, al libretto sarà allegato anche un DVD con il filmato della cappella, accompagnato dalla voce stessa di don Alberione. Seguiamo con la preghiera e la riflessione, lo svolgimento del prossimo Sinodo su “La Nuova Evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana”, chiediamo al Padre che renda i cuori di tutti i partecipanti spalancati all’azione dello Spirito Santo, perché Cristo sia sempre più conosciuto, amato e seguito da tutte le genti. Chiediamo anche per noi stesse la grazia che la nostra vita sia espressione viva e gioiosa del nostro incontro con il Buon Pastore a cui apparteniamo in modo totale. Nella memoria del Concilio Vaticano II, Maria, la Vergine del Santo Rosario, interceda per tutta la Chiesa l’efficacia della Nuova Evangelizzazione e una rinnovata primavera. Ti saluto con l’augurio di vivere questo anno in preparazione al 75° di Fondazione nella certezza che il Signore ti ama e si prende cura di te sempre! Con affetto, sr Marta Finotelli superiora generale Roma 7 ottobre 2012 Memoria della B. V. Maria del Santo Rosario CTN anno XXXVII 2012/1 – p. 4 Dal gruppo del governo generale … “Rendiamo sempre grazie a Dio per tutti voi, ricordandovi nelle nostre preghiere e tenendo continuamente presenti l’operosità della vostra fede, la fatica della vostra carità e la fermezza della vostra speranza nel Signore nostro Gesù Cristo, davanti a Dio e Padre nostro.” (1Ts 1,2-3). Prendiamo spunto dalle parole di S. Paolo per condividere con voi la nostra crescita nell’essere famiglia e la gioia di servire il Signore nella generosità e nella fedeltà quotidiana. Durante i mesi di luglio e agosto, tempo di vacanza in Italia, la nostra comunità ha accolto diverse Pastorelle missionarie di passaggio, che hanno condiviso la loro esperienza di missione ed hanno collaborato anche in alcuni servizi della casa. Ci sembra di aver sperimentato ciò che dice la lettera agli Ebrei: “Non dimenticate l’ospitalità; alcuni, praticandola, senza saperlo hanno accolto degli angeli” (Eb 13,2). Ciò che desideriamo sottolineare è la loro testimonianza di vita e la gioia di essere Pastorelle. La visita delle Pastorelle e degli amici, la presenza di persone per ultimare alcuni lavori per il buon funzionamento della casa, ci hanno aiutato ad esercitare una costante apertura agli imprevisti ed accogliere la novità di vita che il buon Pastore ci comunica nella fraternità… e così anche noi ci siamo sentite in missione. Dal 29 luglio al 4 agosto, noi consigliere: sr Cesarina, sr Marisa, sr Rita ed io, abbiamo partecipato al Convegno Nazionale di Capiago (CO) dal tema: “Crocifisso per noi, è morto ed è risorto. La fede, la pastorale, la formazione nella Chiesa d’oggi”. I contenuti ci hanno aiutato a fare una rilettura della Pasqua e della Liturgia secondo il pensiero dei Padri della Chiesa. Un aspetto importante che abbiamo vissuto nella nostra comunità è la comunione con tutte attraverso la celebrazione dell’Eucaristia quotidiana, specialmente pregando per la vita di ogni sorella nel giorno del compleanno e nella memoria del Battesimo di ciascuna. Supplichiamo costantemente il Signore chiedendo il dono della salute per le sorelle ammalate, per le loro comunità e Circoscrizioni. In questi ultimi mesi abbiamo intensificato la preghiera, unita alla vostra, per sr Marta, la nostra superiora generale, lungo il suo trattamento chemioterapico. La sua testimonianza di fede e fiducia, vissute nella serenità, ci aiuta a proseguire il cammino nella corresponsabilità e nella speranza. Questa esperienza ha rafforzato la convinzione che la nostra vita sta nelle mani di Colui che tutto può e a Lui ci consegniamo ogni giorno. Nel dinamismo vitale della fede, viviamo con intensità ogni momento, nella consapevolezza che la vita nello Spirito è l’anima che fa camminare l’intera esistenza e missione. Uno di questi momenti è stato il 95° compleanno di sr Federica Carli, che risiede in Albano - casa madre, ed è la Pastorella più anziana. Sr Federica ci ha permesso di far CTN anno XXXVII 2012/1 – p. 5 memoria del tempo di missione che lei ha vissuto in Brasile: 45 anni donati per la crescita della Congregazione e formazione delle Pastorelle brasiliane. Per tutto ringraziamo Dio! Il senso di famiglia paolina che portiamo dentro ci ha permesso di accogliere Lucia Park, Annunziatina coreana, arrivata tra noi il 31 agosto. Trascorrerà un tempo con noi, mentre studia la lingua italiana, per prepararsi a frequentare il Corso di Formazione sul Carisma della Famiglia Paolina nell’anno 2013-2014. Questa esperienza, è una bella opportunità per rafforzare lo spirito di famiglia e per prepararci a celebrare il Centenario di nascita della mirabile FP. Il 14 settembre abbiamo accolto, con gratitudine a Dio e alla Provincia ICN, sr Carmen De Simone che svolgerà il servizio di accoglienza nella casa generalizia. Mentre ci rallegriamo per questa sua disponibilità, gioiamo anche con ogni “Si” detto al buon Pastore per il servizio della Congregazione nella Chiesa e per l’edificazione del Regno di Dio. Nello stesso giorno è arrivata in comunità anche sr Dina Ranzato, missionaria da dodici anni in Mozambico, per un corso di aggiornamento missionario all’Università Salesiana di Roma. Rimarrà con noi fino a Dicembre p. v. Desideriamo e auguriamo che ogni sorella si senta bene tra noi e la nostra casa sia veramente la casa di tutti. Sr Inácia dos Santos Consigliera per la missione Dal gruppo del governo di Argentina Bolivia “In Cristo, la carità nella verità diventa il Volto della sua Persona, una vocazione per noi ad amare i nostri fratelli nella verità del suo progetto”.5 Condividere il nostro cammino come gruppo di governo è condividere un lungo tempo della nostra formazione e consacrazione. Quando nel 1991 abbiamo iniziato il cammino formativo sr Lupita Luján Ortega, sr María de los Ángeles Seijo y sr Teresa Adriana Galay, non avremmo mai pensato che venti anni più tardi Dio, nella sua provvidenza, ci avrebbe riunite per portare avanti questo servizio. Ogni incontro è ricordare e anche riconoscere l’opera di Dio, la sua grazia che ha lavorato in noi per farci dono reciproco in modo speciale. Lodiamo e ringraziamo il buon Pastore per questo. Sono già due anni che camminiamo nuovamente insieme, ci conosciamo e ci siamo accompagnate nel cammino apostolico e nei servizi assunti da ciascuna. Nel servizio evangelico dell’autorità l’esperienza è varia: sr Adriana proviene da due mandati come consigliera, sr Lupita da un mandato e per sr Maria de los Angeles è un servizio nuovo. Gli incontri che abbiamo fatto sia di presenza che via skype, dato che sr Lupita vive in Bolivia, sono lo spazio per cercare insieme la volontà di Dio. Sono inoltre un tempo prezioso per condividere vissuto e ricordi, tempo di studio e celebrazioni. Il nostro servizio ha momenti forti in cui attraverso i quattro ambiti del nostro servizio: riunioni, momenti di 5 Benedetto XVI, Caritas in Veritate,1 CTN anno XXXVII 2012/1 – p. 6 preghiera e di formazione, assemblee di pianificazione, cerchiamo di coinvolgere tutte le sorelle nel cammino della Delegazione. Facendo nostro l’orientamento del Seminario sulla cura pastorale ci siamo sentite invitate a prenderci cura della vita di ogni sorella della Delegazione che ci è stata affidata, è per questo che promuoviamo frequenti incontri con le sorelle e le comunità, tanto da parte della superiora come delle consigliere attraverso le visite e le comunicazioni telefoniche o via skype. Sempre c’è motivo per condividere la vita di Dio in noi. Continuiamo anche ad assumere l’impegno di preparare ogni mese il materiale per i ritiri mensili con la Parola di Dio, testi del Fondatore e dei Padri della Chiesa o documenti ecclesiali. Con impegno abbiamo preparato il cammino della Delegazione sino all’8CG, con l’aiuto di sr Marisa Loser, e l’assemblea post-capitolare, insieme alla pianificazione dei sei anni nella Delegazione. Alla luce degli orientamenti dell’8CG abbiamo fatto il nostro progetto come gruppo di governo dando priorità alla qualità delle relazioni interpersonali con lo spirito della compassione all’interno del gruppo e con le sorelle. Andare incontro all’altro/altra è arduo, però ci riempie di gioia ed è un segno del Regno nell’oggi della nostra storia. Con dolore sperimentiamo le debolezze (i limiti personali e come gruppo) che abbiamo in questo impegno e nello stesso tempo cresciamo nella fiducia nella misericordia di Dio e nel suo misterioso cammino per realizzare la sua opera in ciascuna sorella e comunità di questa Delegazione. Senza trascurare il nostro servizio, ciascuna di noi continua ad accompagnare il cammino del nostro popolo attraverso apostolati stabili o sporadici che sono un’antenna pastorale quando si tratta di orientare apostolati e comunità. Attraverso la vita del popolo di Dio il buon Pastore vuole mostrarci il cammino della sua compassione e misericordia. Non sono mancati momenti di croce e di dolore, in cui sperimentiamo il nostro limite, l’incertezza e il dubbio se agiamo correttamente, ma sperimentiamo anche che proprio lì è fiorito e cresciuto il dialogo, l’accompagnamento e soprattutto l’esperienza di sentirci amate da Dio e in comunione con le sorelle. Allora sgorga la gratitudine, la gioia e la lode per l’azione di Dio in noi e attraverso di noi. Fiduciose nella grazia di Dio, sappiamo che il buon Pastore ci porta nelle sue mani e ci avvolge nella sua misericordia. A Maria Pastora chiediamo che continui ad intercedere per noi nella missione che ci è stata affidata. Sr Adriana, sr Maria de los Angeles e sr Lupita CTN anno XXXVII 2012/1 – p. 7 La Superiora generale, sr Marta Finotelli, con il consenso del Consiglio, nei mesi da giugno a settembre, ha compiuto i seguenti atti: Ha ammesso alla professione perpetua la junior sr Ignacia Coching, della Provincia Filippine‐Australia‐Saipan. Ha incontrato le sorelle dell’Equipe centrale informazione/riflessione (ECIR) nei giorni 18‐19 giugno e 22-23 settembre in casa generalizia. Nel primo incontro sono state studiate alcune modalità per meglio organizzare la comunicazione nell’intera Congregazione e avviato lo studio per l’approfondimento dell’obiettivo dell’8CG. Nel secondo incontro sono state considerate e definite le diverse proposte preparate dalle sorelle dell’equipe: Prima scheda di approfondimento, la metodologia di lavoro per la Commissione internazionale di ricerca e studio dei testi del Fondatore, il Sito istituzionale rinnovato, il CTN in veste nuova. Ha continuato la riflessione su uno dei mandati capitolari: Costituzione della Commissione internazionale di ricerca e studio dei testi del Fondatore. A tale scopo sono state interpellate alcune sorelle rappresentanti delle quattro principali lingue della Congregazione. La commissione è composta da: sr Luisa Melania Caguana per la lingua spagnola, sr Marylin Delalamon per la lingua inglese, sr Sandra Pascoalato per la lingua portoghese e sr Monica Reda per la lingua italiana. Ha ultimato la preparazione per l’Incontro continentale in Africa realizzato in Pemba ‐ Mozambico, nei giorni 26 giugno – 13 luglio. In questo incontro erano presenti sr Rita Ruzzene e sr Inacia dos Santos del governo generale e hanno partecipato tutte le sorelle delle comunità di Libreville (Gabon) e Pemba (Mozambico). Sr Marta ha partecipato ad alcuni momenti dell’incontro in collegamento skype. Al rientro dall’incontro ha riflettuto sulla relazione dell’incontro e continuato la riflessione sulla nostra presenza in Africa coinvolgendo i governi provinciali dell’ICN e di BR‐SP per studiare insieme le prospettive. Ha emanato il decreto di erezione delle comunità di Campo Belo e di Londrina, della Provincia BR-CdS e approvato l’apertura della comunità di S. Paolo‐Santos Apostolos, composta dalle due comunità di IDP e di S. Paolo – Jabaquara, della Provincia BR‐SP. Ha approvato il trasferimento della residenza della comunità di Taiwan e ha accolto la richiesta di un parroco, per la collaborazione part‐time di sr Maria Veronica Gungon nella parrocchia di St Christopher in Taipei, sia per la formazione continua che per l’accompagnamento degli immigrati, per un anno. Ha prorogato per un anno l’incarico di sr Maria Veronica Gungon come superiora della comunità di Taipei ‐ Taiwan, comunità dipendente dal Governo Generale. Ha considerato la progettazione economica della Provincia BR‐CdS. Ha accolto la richiesta dell’Annunziatina Lucia Park della Corea di trascorrere un tempo nella nostra casa generalizia prima di partecipare al Corso di Formazione sul carisma della Famiglia Paolina 2013‐2014. Ha costituito la nuova comunità studi‐carisma di Roma‐Traversari, composta da sr Giuseppina Alberghina, nominata superiora della comunità per un quadriennio; sr Giustina Panarella incaricata dell’amministrazione e le studenti: sr Magally Marin (COVE‐ME), sr Luz Marilù Miranda (CI‐PE) e sr Teresa de Jesus Quintero (CO‐VE‐ME). Ha chiesto alla Provincia ICN la disponibilità di sr Carmen De Simone per il servizio di accoglienza nella casa generalizia. Sr Carmen fa parte della comunità generalizia dalla seconda metà di settembre 2012. CTN anno XXXVII 2012/1 – p. 8 Brasile Caxias do Sul - Uruguay “Entrando nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d'una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. E' risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l'avevano deposto.” (Mc 16, 5-6) In preparazione alla prossima Giornata Mondiale della Gioventù, a Campo Belo do Sul, è stata realizzato un incontro con il tema: “Non Stress. Ci sono i giovani”. L’obiettivo dell’incontro era quello di riunire i giovani e aiutarli nell’organizzazione di piccoli gruppi sia nella città come nei villaggi e per celebrare insieme la vita. Questi giovani sono “chiamati” a proclamare con la propria vita: “Lui è Risorto!”. Hanno partecipato circa 70 giovani con diversi momenti di preghiera, relax, dinamiche per aiutarli a cogliere la vita in se stessi, la forza della risurrezione nell’impegno per i loro diritti ad una vita dignitosa; per una educazione di qualità; per non essere costretti ad uscire dal proprio Stato, lasciando le proprie origini, le proprie famiglie e per la ricerca di una migliore condizione di vita. I giovani sono annunciatori della risurrezione e portano in se stessi la novità del Regno. Anche noi siamo invitate ad accogliere questo invito per annunciare che Gesù è vivo! (Noviça Jeaniele Xavier da Silva Campo Belo do Sul – SC) Brasile San Paolo - Gabon Il 22 luglio nella comunità di Jardim, provincia P. Alberione-(SP), circa 50 Cooperatori Paolini “Amici di Gesù buon Pastore” hanno partecipato ad una giornata di spiritualità, guidata dal vescovo Dom Angélico Sândalo (membro dell’Istituto Gesù Sacerdote). Dom Angélico con semplicità ha trattato il tema a partire dalla sua esperienza e con grande profondità. Nella riflessione ha sviluppato il tema “Essere discepoli missionari di Gesù”, sottolineando che per essere veri discepoli è necessario essere adoratori della Trinità che è la perfetta famiglia. Per avere questa esperienza viva con la Trinità è necessaria una vita di preghiera e di amore fraterno. Gesù ha lasciato come segno per i suoi discepoli l’Amore: “Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri. (Gv 13,35). A proposito della preghiera Dom Angélico ha evidenziato la necessità di una preghiera vitale perché diventi vita che parla di Dio nella concretezza di ogni giorno. La più grande missione che possiamo realizzare è essere presenza di amore dove siamo chiamati a stare. La giornata è stata ricca di preghiera individuale, comunitaria e di condivisione di vita. Iniziata con una preghiera che ha introdotto la riflessione è stata conclusa con la celebrazione Eucaristica che ha messo in evidenza la compassione del Buon Pastore. (Irmã Bertila Picelli) CTN anno XXXVII 2012/1 – p. 9 Cile - Perù Con lo slogan: “Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia” (Mt 6,33) è stata avviata la Camminata della Solidarietà del 25 agosto 2012 nella città di Santiago, Cile. Hanno partecipato più di 20.000 giovani della città, compresi i giovani della nostra Parrocchia San Francesco Solano. L’obiettivo era celebrare, come Chiesa giovane, la vita piena che Dio ci dona in Gesù Cristo, e come profeti di giustizia sociale nella città, testimoniare insieme il nostro impegno cristiano e missionario con la vita e la dignità di tutti i nostri fratelli. Il pellegrinaggio è iniziato nel Parco “I Re”, dopo l’invito a camminare con una motivazione specifica, insieme a Sant’Alberto Hurtado (santo cileno), con un gesto concreto di denuncia e annuncio, esprimendo ciò che preoccupa, ciò che sogniamo per la società e per la Chiesa. Questo evento non è stato solo un camminare per la città, ma un’espressione dell’impegno concreto con la vita di tutti e di tutte, con l’AMORE per cui Gesù ha dato la Vita, per donarci Vita in abbondanza. In quest’occasione la camminata ha avuto una sottolineatura particolare in modo che tutti i partecipanti si ponessero la domanda: PERCHÉ VUOI CAMMINARE? Il pellegrinaggio si è concluso nel Santuario del Padre Hurtado, dove si è celebrata la Liturgia Eucaristica presieduta dall’arcivescovo, Mons. Ricardo Ezzati, che ha incoraggiato i pellegrini nell’impegno a costruire una società più giusta e più fraterna. (Camila Pacheco Alquinta, aspirante) Colombia – Venezuela - Messico In occasione della preparazione del cinquantesimo della nostra presenza in Colombia, (successivamente divenuta Delegazione Colombia Venezuela Messico), tutta la delegazione sta vivendo un tempo speciale di riflessione e di comunicazione di vita, e per questo abbiamo avuto l’opportunità di realizzare un incontro tra le sorelle con età superiore ai 55 anni, nei giorni 2-7 settembre a Paipa, una cittadina a 179 km a oriente di Bogotà. Le sorelle hanno tutte aderito all’iniziativa con gioia e disponibilità. Obiettivo dell’incontro è stato quello di favorire uno spazio in cui poter condividere e riflettere insieme su alcuni temi utili a vivere con serenità questa tappa della vita che si affaccia all’anzianità. All’inizio di ogni giornata ci si è messe in ascolto della Parola di Dio mediante la Lectio divina, il cui punto centrale è sempre riconoscere l’iniziativa di Dio che si fa incontro alla persona umana per entrare in comunione con essa. Abbiamo ricordato, tra l’altro, Mosè nell’episodio del roveto ardente, la visita di Maria ad Elisabetta. Sr Luz Mary Oliveros ci ha aiutato a gustare la Parola. Nel pomeriggio abbiamo avuto la possibilità di riflettere sulla vita del nostro Fondatore il Beato Giacomo Alberione, il suo cammino come Fondatore e la sua risposta a Dio nell’età adulta, prendendo come testo base AD dal 43 al 48. Sr Luisa Melania Caguana ha contribuito aiutandoci ad approfondire questo spazio della vita di Alberione. Un altro oggetto di riflessione è stato condiviso da sr Ana Acero, che abbiamo chiamato la “Resilienza”. Essa è l’attitudine positiva di fronte alle situazioni limite della nostra vita. A questo punto abbiamo fatto un bell’esercizio con un vaso di argilla, che ciascuna poteva scegliere secondo i suoi gusti. Poi è stata invitata a rompere il vaso e cercare di ricostruirlo; è stata l’occasione per riflettere come nella vita siamo chiamate a integrare tutti i momenti che viviamo anche quando non sono facili da accettare. La natura, l’accoglienza di ogni persona che abbiamo incontrato in questi giorni è stato motivo di gratitudine al Signore per le tante meraviglie che ha operato in ciascuna di noi e nella nostra Delegazione. (Delegazione CO-VE-ME) CTN anno XXXVII 2012/1 – p. 10 Corea Abbiamo cominciato un apostolato pastorale nei fine settimana nella parrocchia di Kumho nella diocesi di Seoul. Questa parrocchia è stata fondata nel 1962. I laici sono circa 5.000. Ha un centro per anziani. Questa collaborazione parrocchiale nei fine settimana è molto utile per noi Pastorelle perché ci permette di ampliare il nostro raggio di azione, continuando negli altri giorni il lavoro e lo studio. Inoltre ci dà la possibilità di conoscere altre realtà ecclesiali che ci aiutano ad inserirci sempre più profondamente nella pastorale diocesana e di discernere profondamente prima di un inserimento a tempo pieno. Delegazione Korea Filippine - Australia - Saipan Entusiasmo e fiducia sono stati i sentimenti dominanti quando abbiamo ricevuto il mandato lo scorso Aprile 2012. Entusiasmo perché da lungo tempo la nostra Provincia sognava di avere comunità in Visayas e Mindanao, e ora il nostro sogno è diventato realtà, anche se la nostra comunità è ancora ad experimentum. Ma siamo piene di speranza che il Signore continua a chiamarci in questo posto a servire il suo popolo con il cuore del Buon Pastore. Come comunità, abbiamo cominciato nella semplicità e povertà. La parrocchia ci ha provveduto una casa semplice, con le necessità di base. Affidiamo ogni cosa nelle mani di Dio e crediamo che la Provvidenza verrà in abbondanza. Siamo circondate da gente buona e premurosa che ispira noi ad essere altrettanto buone nel rispondere ai loro bisogni. La nostra presenza sta diventando lentamente visibile, sentiamo che come giovane comunità ed anche come nuova presenza in questa Diocesi siamo chiamate non solo ad essere visibili ma soprattutto credibili. Per questo, abbiamo bisogno della grazia di Dio. Nel nostro ministero abbiamo il compito di edificare e prenderci cura delle comunità cristiane, ma crediamo che prima di raggiungere questo abbiamo bisogno di prenderci cura l’una dell’altra nella nostra comunità. Un tempo di quattro mesi è troppo poco per poter descrivere concretamente la nostra missione, ma a poco a poco stiamo già cominciando a condividere, con i nostri collaboratori e con il popolo affidatoci, la nostra spiritualità così come si manifesta nel nostro modo di vivere come Pastorelle, centrate in Gesù buon Pastore. Siamo piene di gioia mentre accogliamo nel nostro cuore la nuova realtà e ci sforziamo di inculturarci in essa. Per tutte le benedizioni che abbiamo ricevuto in questi pochi mesi, ringraziamo il Signore. Per il tempo che ci attende in futuro lo affidiamo a Lui. (dalla comunità di Digos) Italia Centro Nord - Mozambico La nostra esperienza da “terremotate” A quattro mesi dai terremoti del 20 e 29 maggio scorso siamo ancora qui in mezzo alla nostra gente per condividere con loro sofferenze, fatiche ma anche tanti segni di speranza per un ritorno alla normalità. Alcuni stati d’animo forti ci hanno accompagnato in questa situazione: il senso di insicurezza, la forza della solidarietà e della fede. Come tutti abbiamo sperimentato la precarietà: La terra si scuote e, in pochi secondi, si sbriciolano le case, le fabbriche, le vite umane. Oltre a patire per le varie realtà di dolore, siamo stati messi alla prova nell’animo, per il protrarsi delle scosse, anche forti; come pure dalla perdita di alcuni edifici simbolici dei nostri paesi, e tra questi in modo particolare di tante chiese e strutture parrocchiali e civili. Assieme alle case sono crollati confini, categorie e ruoli. CTN anno XXXVII 2012/1 – p. 11 Come molti, abbiamo vissuto, in noi e verso gli altri, la forza della generosità, della solidarietà, della carità. La collaborazione è stata spontanea, generosa, paziente. Lavorare insieme ha suscitato la gioia del condividere, del conoscerci. Guardando le nostre terre si prova una profonda commozione davanti a tante ferite, ma stiamo vedendo anche tante mani che vogliono curare; la nostra gente sta reagendo con forza e coraggio, sta facendo di tutto perché la vita non si fermi e questo è il segno più bello e luminoso. Dalla parola di Dio stiamo attingendo forza e coraggio, in particolare dal salmo del Buon Pastore «se anche dovessi camminare in una valle oscura tu sei con me: il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza». Questa è la nostra certezza: il Signore è sempre con noi e lo stiamo sperimentando in tantissimi modi. Inoltre ci siamo sentite sostenute dalla preghiera e dalla visita di tante sorelle e persone vicine e lontane. Un momento forte continua ad essere l’incontro con tanti sacerdoti con i quali condividiamo momenti di preghiera e di iniziative varie a favore della comunità. Da questa esperienza nasce la consapevolezza che niente è più come prima e nello stesso tempo siamo certe che la prova terribile del terremoto può cambiarci in meglio se sapremo dirigerci, a piccoli passi, verso una meta nuova, più umana e più cristiana. (Dalla comunità di Medolla - MO) Italia Centro Sud - Albania Alcuni flash dell’esperienza di Gjyste Doda, albanese, al primo anno di noviziato e Sara Buccarella, italiana, al secondo anno: “Dal mese di settembre 2012 è stata costituita la comunità di noviziato nella casetta ad Albano Laziale (RM) (…). Vivere ad Albano ci ha permesso di conoscere le persone delle comunità qui presenti e di ascoltare alcune loro testimonianze di vita, comunicandoci il loro entusiasmo di essere donne consacrate e la loro gratitudine al Signore! Con loro abbiamo vissuto ogni giorno la Celebrazione Eucaristica, l’adorazione comunitaria domenicale e un momento ricreativo. Abitare vicino a Roma ci ha offerto l’opportunità di vivere alcune esperienze per noi importanti, come frequentare la casa generalizia, condividere dei tempi formativi con la nostra superiora generale, sr Marta, i quali ci hanno permesso di allargare i nostri orizzonti e di conoscere meglio la nostra famiglia religiosa, partecipare alla Messa Crismale presieduta dal Papa Benedetto XVI a San Pietro e visitare la cappella vaticana Redemptoris Mater, in cui è rappresentata in mosaico, con la ricchezza del linguaggio simbolico, la storia della salvezza. Ci è stata donata, poi, la possibilità di incontrarci con le altre novizie della Famiglia Paolina: Figlie di San Paolo, Pie Discepole e Apostoline, con le quali abbiamo vissuto momenti formativi sugli scritti del Fondatore, come l’Abundantes Divitiae e il Donec Formetur, e un primo approccio al Progetto Unitario di Famiglia Paolina. Nell’incontro conclusivo tra noi novizie è stato importante che ognuna abbia presentato il carisma del proprio Istituto, per sentirci unite da una spiritualità comune che pone al centro Gesù Cristo Via, Verità e Vita. (…)”. (Per avere più notizie vedi www.pastorelle.org) CTN anno XXXVII 2012/1 – p. 12 Madre Giuseppina Cosner il volto mite e silenzioso della pastoralità (prima parte) Quando la giovanissima Margherita, nel settembre del 1940, viene accolta a Genzano, tra le aspiranti, la nostra Congregazione non ha ancora compiuto due anni di vita. Biondina, esile, timidissima ha solo 13 anni e viene dal Trentino, da uno dei paesi della valle di Primiero, precisamente da Mezzano. Per comprendere meglio la personalità della futura Madre Giuseppina vale la pena conoscere un po’ il luogo in cui è nata e ha vissuto l’infanzia e tener presenti la bellezza, la solidità e la semplicità delle Dolomiti La bellissima conca prativa di Primiero si adagia lungo il corso del fiume Cismon, nel quale si innestano una serie di affluenti che scorrono lungo le valli laterali, i principali sono il torrente Canali e il torrente Noana. La valle è racchiusa da ogni parte da imponenti gruppi montuosi: a Nord-Est le Pale di San Martino6, a Nord-Ovest il Lagorai e a sud le Vette Feltrine, che attorniano la conca, incastonata come un gioiello verdeggiante in uno scrigno di roccia. Nella valle si adagiano diversi comuni che costituisco il comprensorio di Primiero: Imer, Mezzano, Transacqua, Fiera di Primiero, Tonadico, Siror, Canal San Bovo. Il borgo di Mezzano, collocato a 650 m di altitudine, oggi con i suoi 1.700 abitanti denota il suo passato rurale. Numerosi sono i suggestivi angoli e vicoli nel suo centro storico, dove si esprime al meglio l’accurata semplicità dell’architettura primierotta. Come vari altri paesi del Primiero, anche Mezzano ha conosciuto lo sviluppo minerario e l’immigrazione di minatori austriaci dalla zona di Schwaz, ma non ha perso le sue caratteristiche di centro agricolo. A Mezzano Giovanni Cosner e Maria Bettega, sposati nel maggio 1922, mettono su famiglia e dopo due figli maschi, nasce loro la prima figlia, Margherita, il 24 luglio 1927. Papà Giovanni e mamma Maria hanno messo insieme una bella e grande famiglia, composta da 5 figli maschi e due femmine: Costantino, Andrea, la nostra Margherita, Teresa, Giorgio, Felice e Giampaolo. Giovanni lavora la sua terra come se l’accarezzasse e le dicesse grazie per la sua bellezza e fecondità e la sposa Maria l’aiuta come può nei lavori dei campi, pur dovendo accudire i figli che man mano arrivano. Ma si respira pace al ritmo lento ma costante proprio dei montanari. Al suono dall’Angelus si prega insieme e si loda il Creatore, che volle essere uomo come noi e conobbe la fatica del lavoro e la gioia degli affetti familiari. Sono dei cristiani solidi e robusti come le rocce delle dolomiti e ogni evento della loro vita viene accolto con lo sguardo di fede nella Provvidenza divina che si prende cura di tutti i suoi figli. La piccola Margherita riceve il Battesimo nella chiesa parrocchiale dedicata a San Giorgio, per le mani del parroco don Giovanni Rattin, il 31 luglio del 1927. La suggestiva chiesa parrocchiale, dalla tipica architettura montana, con il tetto spiovente di scandole di legno e il campanile a cipolla che svetta sull’abitato, ha conosciuto anche le prime preghiere e i primi passi nella comunità cristiana di Margherita e non sappiamo quanti e quali colloqui ha intessuto con il Signore Gesù, che dal Tabernacolo la attirava a sé. 6 Le Pale di San Martino, la cui bellezza affascina e conquista, presentano al loro interno, racchiuso fra vette e guglie, un ampio altipiano di circa cinque chilometri quadrati di dolomia. Le Pale raggiungono i tremila metri d'altezza con varie cime, tra cui spicca la cima Vezzana (m 3193) e il Cimon della Pala (m 3183), mete ambite dagli alpinisti più arditi e provetti. CTN anno XXXVII 2012/1 – p. 13 La piccola frequenta con assiduità e buon profitto la scuola elementare, senza mai tralasciare il catechismo e la cura dei fratellini che andavano aggiungendosi alla famiglia. Uno dei fratellini diventerà il missionario comboniano p. Giorgio Cosner, molto legato a Margherita, che regolarmente, nei suoi periodici ritorni dal Brasile, andrà nella casa madre delle Pastorelle ad incontrare la sorella, diventando così il fratello missionario di tutte. Durante la sua adolescenza Margherita vede alcune giovani della valle di Primiero partire per farsi suore tra le Pastorelle e quando passa da Mezzano la vocazionista di turno, le chiede di portarla con lei, verso un luogo per lei totalmente ignoto ma pieno di attrattiva. Così dopo un lungo e certamente non agevole viaggio, Margherita giunge a Genzano. Tra le altre giovani si distingue per la sua timidezza e silenziosità, mentre adempie fedelmente, con amore e senso di responsabilità, ogni cosa che le è chiesta, consapevole dalla sua importante nuova condizione di «aspirante» alla vita religiosa. Data la sua condotta esemplare viene ammessa alla vestizione nel settembre del 1942, a 15 anni appena compiuti. Porta con straordinaria dignità il suo abito religioso e viva la sua condizione di «suorina» comportandosi in tutto come se avesse già fatto il noviziato. Per un anno assume l’importante compito di portinaia nella casa di Genzano, ruolo che comporta una grande fiducia da parte delle superiore e una discreta capacità di gestire tutto quello che si presenta alla porta della comunità. Sono gli anni difficili della seconda guerra mondiale ed anche le Suore Pastorelle, sebbene appena nate, devono lasciare la casa di Genzano occupata dalle truppe tedesche, sperimentando la condizione di sfollate. Così approfittano dell’ospitalità della signorina Rosa Mandochi che mette a disposizione la sua casa a Puos d’Alpago. Tra le altre suorine, nel settembre del 1943, giunge a Puos d’Alpago anche la nostra Margherita e vi rimane sino alla fine della guerra, passando qualche mese anche nella vicina comunità di Voltago. Alla fine della guerra trascorre alcuni mesi, da settembre a dicembre, nella comunità di Marciana Alta, all’Isola d’Elba. Il 29 maggio 1945, a 18 anni non ancora compiuti, Margherita viene ammessa in noviziato, che all’epoca, nella nostra Congregazione, non ha una strutturazione molto definita, ma che tuttavia concretamente è pur sempre una impegnativa preparazione ai primi voti di povertà, castità e obbedienza. Margherita, trascorso l’anno di noviziato che vive con la sua abituale diligenza e soavità, viene ammessa alla prima professione, che emette il 30 maggio 1946, assumendo il nome di Sr Maria Giuseppina. E’ il giorno in cui si unisce a Gesù con nuovi e speciali vincoli e possiamo immaginare la profondità della sua gioia che tutti possono vedere riflessa sul volto diafano, ma che si manifesta esternamente con la sua abituale sobrietà. La giovane suora sino al 1949 alterna la sua presenza tra Genzano e S. Pietro alle Acque, svolgendo vari compiti di fiducia. Nella primavera del 1948 si ammala e dopo la guarigione, nel mese di luglio, viene inviata convalescente a Bieno Valsugana (TN) perché a contatto con i suoi monti e respirando l’aria pura delle Dolomiti, possa riprendersi e guarire completamente. Ritorna a Genzano per iniziare gli studi all’Istituto magistrale, da privatista, insieme ad altre tre giovani sorelle e consegue il diploma il 18 ottobre 1950. Insegnanti del piccolo gruppo sono fratelli e sorelle della Famiglia Paolina: sr Luigina Borrano, fsp, don Tommaso Dragone, ssp e don Francesco Saverio Borrano, ssp. E’ un grande avvenimento per la giovanissima Congregazione. In proposito così racconta don Luigi Rolfo, riportando anche alcune parole del Fondatore per l’occasione: “Persino don Alberione, sempre così avaro di apprezzamenti personali, quando le prime quattro Pastorelle conseguirono brillantemente il diploma di abilitazione magistrale, manifestò pubblicamente la sua compiacenza, se non la sua meraviglia. Infatti il 18 ottobre 1950, all’inizio di una predica che tenne alle Pastorelle stesse durante un corso di Esercizi spirituali, nella casa detta degli scrittori di Albano, disse loro: «Sono arrivato in ritardo, perché ho aspettato l’esito degli esami: tutte promosse. Avevo chiesto al Buon Pastore, come prova che l’Istituto è nella volontà di Dio e cammina nel buon spirito, la buona riuscita di questo esame. Ringraziamo Dio e camminate con fervore e nella gioia della vostra vocazione»”7. 7 Luigi Rolfo, Don Alberione, Edizioni Paoline, Alba, 1974, p. 305 CTN anno XXXVII 2012/1 – p. 14 Una delle quattro religiose promosse è proprio sr M. Giuseppina Cosner che da quel momento mette a disposizione della missione della Congregazione, e specialmente della formazione, le sue competenze. Nell’anno successivo infatti consegue anche il diploma di abilitazione all’insegnamento catechistico e sempre a Genzano svolge il compito di insegnante di scuola materna. In data 23 giugno 1953 la Congregazione ottiene l’approvazione diocesana e dopo qualche mese, esattamente il 7 ottobre del 1953, quindicesimo anniversario della fondazione, a Massa Martana, dopo un corso di Esercizi spirituali, sr M. Giuseppina insieme ad altre 14 sorelle, emette i voti religiosi che da qual momento saranno considerati anche pubblici. Anche quello è un avvenimento di grande portata storica perché, a distanza di pochi anni dalla fondazione, l’Istituto riceve la prima approvazione ufficiale a firma del Card. Giuseppe Pizzardo, vescovo di Albano Laziale. Successivamente il Fondatore procede nel dare configurazione sempre più stabile alla sua nuova istituzione nominando, dopo opportuna consulta delle sorelle professe, il primo governo generale, e saranno proprio le prime quattro diplomate8 a costituirlo. Sr Giuseppina Alberghina, sjbp Carissime Sorelle, in questa nuova fase del nostro informativo, vorrei proporvi volta per volta, dei contenuti che ci possano servire per una riflessione e condivisione non solo tra di noi, ma anche con i laici con cui collaboriamo. Desidero proporvi prevalentemente dei testi del Magistero della Chiesa, della nostra Regola di Vita, dei documenti della Congregazione, che ci aiutino a gettare uno sguardo col cuore di Pastorelle a ciò che ci circonda. Spronate dalla realtà odierna nelle sue connotazioni sociali, politiche ed economicofinanziarie, possiamo riflettere, alla luce della fede, quale possa essere il nostro piccolo contributo nel cambiamento di ciò che non favorisce la vita piena, la giustizia, la solidarietà… e quindi di ciò che insidia la piena realizzazione della vocazione dell’uomo che è immagine di Dio. Nella recente visita del Papa in Libano, avvenuta lo scorso 14 settembre, Benedetto XVI ha rivolto la parola ai rappresentanti delle Autorità parlamentari, ai Capi delle missioni diplomatiche, ai responsabili religiosi, all’Episcopato e a tutto il popolo. Il suo discorso è valido per tutte le Nazioni e mi sembra che ci colloca di fronte a ciò che sono le sfide 8 Le prime pastorelle diplomate furono chiamate il 25 gennaio 1954 da don Alberione a costituire il primo consiglio generale della Congregazione. sr Celina Orsini, eletta superiora generale, sr M. Giuseppina Cosner vicaria e segretaria generale, sr Giacomina Cardenti e sr Claudia Da Sois, consigliere generali a cui si aggiunge sr Angela Costantin nella funzione di economa generale. CTN anno XXXVII 2012/1 – p. 15 attuali anche per noi, lì dove viviamo il nostro ministero pastorale. Ecco un interessante passaggio del discorso del Papa: «La disoccupazione, la povertà, la corruzione, le diverse dipendenze, lo sfruttamento, i traffici di ogni sorta e il terrorismo implicano, assieme alla sofferenza inaccettabile di quanti ne sono vittime, un indebolimento del potenziale umano. La logica economica e finanziaria vuole continuamente imporci il suo giogo e far primeggiare l’avere sull’essere! Ma la perdita di ogni vita umana è una perdita per l’umanità intera. Questa è una grande famiglia di cui siamo tutti responsabili. Certe ideologie, mettendo in causa in modo diretto o indiretto, o persino legale, il valore inalienabile di ogni persona e il fondamento naturale della famiglia, minano le basi della società. Dobbiamo essere coscienti di questi attentati all’edificazione e all’armonia del vivere insieme. Solo una solidarietà effettiva costituisce l’antidoto a tutto questo. Solidarietà per respingere ciò che ostacola il rispetto di ogni essere umano, solidarietà per sostenere le politiche e le iniziative volte ad unire i popoli in modo onesto e giusto. È bello vedere le azioni di collaborazione e di vero dialogo che costruiscono una nuova maniera di vivere insieme. Una migliore qualità di vita e di sviluppo integrale non è possibile che nella condivisione delle ricchezze e delle competenze, rispettando la dignità di ciascuno. Ma un tale stile di vita conviviale, sereno e dinamico non può esistere senza la fiducia nell’altro, chiunque sia. Oggi, le differenze culturali, sociali, religiose, devono approdare a vivere un nuovo tipo di fraternità, dove appunto ciò che unisce è il senso comune della grandezza di ogni persona, e il dono che essa è per se stessa, per gli altri e per l’umanità. Qui si trova la via della pace ! Qui è l’impegno che ci è richiesto! Qui è l’orientamento che deve presiedere alle scelte politiche ed economiche, ad ogni livello e su scala planetaria!» Insieme a questo brano significativo del discorso del Papa, possiamo riprendere anche l’art. 9 della nostra Regola di Vita che ci ricorda lo spirito con cui serviamo il gregge di Dio e il coraggio nella ricerca di forme sempre più idonee di pastorale. Infine vi invito a far memoria dell’Obbiettivo del nostro 8°CG che ha come fondamento la compassione del Pastore che depone la vita e ci sollecita alla comunione e conversione pastorale per poter vivere una rinnovata presenza nella Chiesa del nostro tempo. Credo che ognuna di noi possa dedicare qualche spazio di tempo per sostare su questi testi, per dopo poter condividere in comunità e nell’apostolato ciò che abbiamo potuto ascoltare alla luce della fede e magari vedere insieme le intuizioni avute per il nostro ministero di cura pastorale. Ci uniamo nel ringraziare la Provvidenza per tutti i benefici spirituali e materiali, che ogni giorno elargisce su di noi, sulle nostre famiglie, su tutta l’umanità. Ringraziamo il Signore per i nostri Benefattori, per tutti coloro che pregano con noi e per noi e affidiamo al Signore le loro intenzioni. Continuiamo a invocare la Provvidenza per tutta l’umanità e a collaborare con essa attraverso lo spirito di povertà che ci ha insegnato il Beato Alberione. Buona continuazione del vostro ministero e vi auguro un fecondo anno della fede. Con affetto, sr. Aminta Sarmiento Economa generale CTN anno XXXVII 2012/1 – p. 16 UNA VISITA CHE ILLUMINA La "lampada della Famiglia Paolina", che solitamente sfila in ogni celebrazione di particolari ricorrenze di “Famiglia”, in questi mesi ha fatto il suo pellegrinaggio nelle comunità dove sono presenti le Pastorelle in Brasile. In tutti i luoghi dove è passata ha portato molta vita, speranza e unità per il cammino di preparazione al Centenario della nascita della Famiglia Paolina che sarà celebrato nel 2014. Nei luoghi dove è giunta si sono realizzati diversi momenti celebrativi di preghiera con la partecipazione della gente, delle Pastorelle, dei Cooperatori e di altre congregazioni e Istituti della Famiglia Paolina. La “Lampada” è sempre stata accolta con devozione. Il sentimento principale che tutti hanno sperimentato è stato quello della gioia per l’annuncio di Gesù Cristo e del rafforzamento dell’unità e del senso di appartenenza alla “meravigliosa Famiglia Paolina”: 10 vocazioni per annunciare l’Evangelo. Per tutte le Pastorelle è stato un tempo intenso di comunione, di fede, di impegno di organizzazione nelle comunità parrocchiali per accogliere la “Lampada”. Per questo le sorelle sono molto grate a Dio per l’esperienza vissuta tra loro e con il popolo di Dio. È loro desiderio che la “Lampada” continui il pellegrinaggio illuminando tutti e facendo conoscere la “mirabile Famiglia Paolina”. (Per avere più informazioni vedi http://www.irmaspastorinhas.com.br/noticias) «(…) così si ricorda oggi il dies natalis della Famiglia Paolina: 20 agosto 1914. Allora, con un’ora di adorazione si è iniziato il lavoro che continua adesso, la vita che continua. Allora erano pochissimi ragazzetti, e la nascita era veramente molto modesta, modestissima, senza che ci fosse alcun rumore attorno. D’altra parte non è il rumore che faccia molto bene, e neppure il bene, d’ordinario, fa rumore… il vero bene. Il vero bene si fa nel silenzio, il vero bene si tratta con Dio, il vero bene deve partire sempre dalla santificazione nostra nelle due disposizioni, e cioè: [primo,] l’umiltà; secondo, la fede. Se mettiamo insieme umiltà e fede, si cammina avanti nella santità e nell’apostolato.» (Alberione: Dies Natalis della Famiglia Paolina (Alle Apostoline 1959) CTN anno XXXVII 2012/1 – p. 17 AFRICA Una lettera alle "Comunitá cristiane e agli uomini e donne di buona volontá" La conferenza episcopale del Mozambico (CEM), il 06 agosto 2012 ha pubblicato una nota indirizzata dal titolo: CONSTRUIR A DEMOCRACIA PARA PRESERVAR A PAZ (Costruire la democazia per preservare la pace). La nota prende spunto dal fatto che il Mozambico si prepara a celebrare il 20º anniversario della firma del Trattato di Pace, avvenuto a Roma il 4 Ottobre del 1992. Osservando la realtá attuale del Paese nei suoi aspetti positivi e problematici, i Vescovi ne fanno una lettura critica. Grazie all'accordo di pace, scrivono, “il Signore ha benedetto il Paese con una infinitá di possibilitá. Oggi, infatti, si assiste a una esplosione di scoperte, quasi in tutto il Paese. Ricchezze di ogni tipo (gas, petrolio, pietre preziose, ecc.) - ma, essi dicono - se viene a mancare la prudenza, la sapienza, una giusta politica e chiaroveggenza nel governare tutto ció, invece di prosperitá puó trasformarsi in fonte di disuguaglianza, di violenza, di criminalitá organizzata, di distruzione e di morte”. Invitano pertanto a “ripensare le prioritá e i valori in campo etico, politico, economico e sociale. É necessario” affermano, “aprire il dibattito, il quale non deve essere riservato ai soli politici o specialisti, ma deve coinvolgere tutti i cittadini”. Concludono invitando tutti (comunitá cristiana, partiti, confessioni religiose, imprese e agenti economici, mozambicani e stranieri) a sentire forte la responsabilitá per le generazioni future. (Per leggere per intero la nota vedi: http://macua.blogs.com/moambique_para_todos/2012/08/construir-ademocracia-para-preservar-a-paz.html ) AMERICA Una nuova forma di schiavitù: abusi sui minori L’Agenzia Fides, organo di informazione delle Pontificie Opere Missionarie, in questi ultimi mesi sta segnalando il grave problema degli abusi sui minori presente in America Latina: Honduras, Haiti, Colombia, Repubblica Dominicana, Cile, Ecuador, Brasile, Messico… Se questo è un fenomeno che sta crescendo in diversi paesi, il Messico è il secondo paese dell’America Latina con il maggior numero di popolazione infantile dove si registra il tasso più elevato di violenza fisica, abuso sessuale e omicidi tra i minori. Le condizioni in cui vivono molti minori sono allarmanti: molti sono per le strade, vittime di delinquenza, povertà, prostituzione forzata, traffico di organi, non hanno accesso all’istruzione, sono maltrattati, vittime di abusi, completamente soli e privi di qualsiasi assistenza di base. In alcuni casi lavorano senza ricevere alcun compenso economico e molti dei lavori nei quali questi piccoli vengono impiegati sono ad altissimo rischio anche per la loro incolumità fisica. Purtroppo sono tanti i bambini che non hanno CTN anno XXXVII 2012/1 – p. 18 alternative di sostentamento e cercano di guadagnarsi da vivere svolgendo attività pericolose che spesso li coinvolgono in organizzazioni criminali. Occorrono quindi maggiore tutela e riconoscimento dei diritti dei bambini e degli adolescenti. Ci sono organizzazioni civili ed ecclesiali che si stanno occupando del problema con iniziative, ma sempre molto inferiori alle necessità. Per questo è importante far crescere la sensibilità e le iniziative concrete per combattere questa nuova forma di schiavitù che in alcuni paesi sta diventando la normalità. (Puoi leggere il testo integrale in http://www.fides.org/) ASIA Viaggio Apostolico del Papa Benedetto XVI in Libano, 14-16 settembre 2012 All’udienza generale del 19.09.2012 Benedetto XVI ha detto che “…i giorni trascorsi in Libano sono stati una stupenda manifestazione di fede e di intensa religiosità e un segno profetico di pace”. Ha ripercorso le tappe della sua visita in Libano, viaggio "fortemente voluto", in una regione che vede drammi, come il "terribile conflitto" in Medio Oriente. I cristiani sono stati esortati a vivere la fede e a testimoniarla senza paura. Questo evento ha rappresentato un segno forte di pace e convivenza non solo per il Paese dei Cedri, ma per tutto il Medio Oriente. Aveva come scopo principale la firma e la consegna dell’Esortazione Apostolica postsinodale Ecclesia in Medio Oriente ai rappresentanti delle Comunità cattoliche, per "raggiungere tutti i fedeli di quella cara regione per sostenerli nella fede e nella comunione, e spronarli sulla via della tanto auspicata nuova evangelizzazione". La visita del Santo Padre, ha generato anche “soddisfazione e speranza nei Patriarchi cristiani di Damasco per un futuro di pace e riconciliazione in Siria. All’indomani della visita del Papa i leader cristiani damasceni, tutti presenti in Libano, hanno rimarcato la “piena sintonia” con Benedetto XVI sull’urgenza di una “soluzione pacifica” della crisi siriana, attraverso il dialogo e la riconciliazione”. Sui primi frutti di questa visita del Papa, il nunzio in Libano, Mons. Gabriele Caccia ha detto: “Certamente c’è un grande frutto, che è la gioia. La gioia, l’entusiasmo di tutti i partecipanti a questo evento che è già definito storico. Non parlo solo dei cristiani, per i quali la visita del Santo Padre è stata determinante, ma anche per tutta la più ampia comunità libanese è stata veramente un’esperienza di pace”. (Puoi leggere il testo integrale in cfr www.news.va/it e www.fides.org/) EUROPA Accettare la sfida della secolarizzazione Con questa affermazione si è conclusa a San Gallo, in Svizzera, l´assemblea generale del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (CCEE). La Chiesa di oggi, ha affermato il presidente del CCEE, il cardinale Peter Erdö, al termine dei lavori, deve accorgersi della presenza dei segni di speranza che sono frutto del Concilio Vaticano II. Oltre 50 tra cardinali e vescovi di tutta Europa hanno discusso sulle sfide che il Vecchio Continente sta affrontando, come la crisi economica ma anche la sfida della nuova evangelizzazione. Dopo questa assemblea i Vescovi ripartono, ciascuno per il proprio Paese, dopo CTN anno XXXVII 2012/1 – p. 19 giorni intensi di confronto sulla situazione in Europa, attraversata da una profonda crisi che assume molteplici volti, ma con una speranza concreta, come ha ricordato il cardinale Peter Erdö. Nel comunicato finale, i vescovi europei si dicono “consapevoli che l’annuncio di Cristo Gesù è il grande ‘sì’ di Dio alla vita dell’uomo, alla libertà, all’amore. Il Vangelo, infatti, rivela la verità di Dio-Amore e svela il vero volto dell’uomo, lo salva dal male morale e porta a pienezza la sua umanità. Prendendo atto delle gravi derive del liberismo economico e del libertarismo etico – proseguono i presuli nel comunicato finale - vogliamo ricordare che il cristianesimo è quanto mai attuale, e offre a tutti il suo patrimonio di perenne attualità poiché proclama un umanesimo personalista e comunitario”. “Le culture laiche, che si scontrano su diverse visioni antropologiche, non devono guardare con sospetto il messaggio cristiano, che da sempre dischiude l’ala della fede e l’ala della ragione. Le due ali appartengono all’uomo e alla storia europea, e sono alla base della nostra civiltà. La Chiesa rendendo testimonianza della verità della fede, partecipa al dibattito culturale e sociale con il proprio patrimonio di sapienza e di cultura, presentando le elaborazioni della retta ragione. L’intento di ridisegnare i fondamenti naturali della società, come la famiglia o la convivenza delle diverse tradizioni storiche e religiose, è ritenuto non casuale”. (Puoi leggere il testo integrale in cfr http://it.radiovaticana.va/) OCEANIA La Conferenza Episcopale dell’Australia ha lanciato l’Anno di grazia dalla Pentecoste 2012 alla Pentecoste 2013. Un anno di riflessione in cui prendere piccole pause regolari per accogliere la Grazia di Dio e ripartire per vivere il dono dello Spirito Santo. Ogni fedele è invitato alla “contemplazione del volto di Cristo per fare esperienza di una nuova ondata di Grazia, affinché la luce di Cristo arda sempre più splendente nella nostra vita e la Chiesa possa essere trasformata, le nostre relazioni siano sanate e la nostra Nazione cresca sempre di più in compassione e giustizia” (dalla preghiera nazionale). (Per saperne di più: www.yearofgrace.catholic.org.au/ ) Il 30 settembre 2012, Giornata per la giustizia sociale, i Vescovi australiani, hanno rilasciato il documento sulla famiglia dal titolo “Il dono della famiglia in tempi difficili”. I Vescovi esortano i cattolici a prendere in considerazione il ruolo essenziale che svolgono le famiglie nella società e a individuare nuovi modi per rafforzarlo e sostenerlo. Faro di speranza, la famiglia è il fondamento su cui si basa la società. Tuttavia, oggi in Australia molti nuclei familiari sono in difficoltà, sopraffatti dalla crisi economica, da pressioni sociali e dai problemi legati all’occupazione, a prendere in considerazione il ruolo essenziale che svolgono le famiglie nella società e a individuare nuovi modi per rafforzarlo e sostenerlo. (Dall'Osservatore Romano di domenica 30 settembre 2012: Documento dei presuli australiani per la Giornata della giustizia sociale. È la famiglia a pagare il costo della crisi) CTN anno XXXVII 2012/1 – p. 20 La COMPASSIONE Il tema della compassione si può considerare centrale nella spiritualità cristiana e in particolare in quella pastorale, perché attinge alla compassione di Cristo, fonte e motivazione che la distingue da filosofie e altre religioni. Una semplice considerazione etimologica fa dire che ‘compassione’, da cum-patior, letteralmente vuol dire con l’altro soffro, sento su di me la realtà dolorosa dell’altro, ne sono partecipe, ne condivido in modo vivo e consapevole la situazione: l’orizzonte è quello del rimanere con Cristo nella passione per l’umanità: il mistero pasquale. Da oriente ad occidente del mondo, la ‘compassione’ sembra avere una sua importanza nelle religioni e nelle culture antiche e odierne. Il buddismo la considera fondamentale per una vita saggiamente felice: l'uomo compassionevole gode di buona salute, perché prendendosi cura degli altri e provando compassione per ogni essere umano, trova la strada della propria felicità (Dalai Lama). L’Islam ogni giorno innalza la lode ad Allah, il compassionevole, il misericordioso. Studi moderni sul comportamento umano propongono programmi di educazione alla compassione nell’ottica dell’altruismo: sarebbe la disponibilità a mettersi nei panni degli altri fino al punto di riconoscerne e condividerne gioie e sofferenza. In chiave filosofica, la compassione è considerata piuttosto una relazione con l’altro/a che richiede capacità comunicative e in cui il dolore restituisce il tatto, l’udito, la vista, il cuore, il pensiero per sentire le ferite di chiunque. (R. Mancini, filosofo). Secondo qualche teologo, la compassione è la più umana delle virtù, significa assumersi il patire dell’altro e vivere la solidarietà. Al suo centro sta la dignità e l’autorità di quelli che soffrono e che provoca una compassione attiva. Essa non avrebbe bisogno di alcuna riflessione previa o fondamento, semplicemente si imporrebbe a noi esseri compassionevoli. Nella compassione si verificherebbe l’incontro di tutte le religioni, dell’Oriente e dell’Occidente, di tutte le etiche, di tutte le filosofie e di tutte le culture.(L. Boff) Se la compassione è partecipare al dolore altrui, è immedesimazione nella sofferenza altrui, allora essa sarebbe condizione per una nuova politica di pace e per il riconoscimento degli oppressi. La sua importanza si imporrebbe non solo sul piano del dialogo interreligioso, ma anche su quello etico e politico; essa umanizza la memoria che invece la libertà moderna ha reso ‘smemorizzata’. (J. B. Metz) Solo qualche esempio per dire che le relazioni e le vicende umane, ovunque e sempre, custodiscono i germi della compassione. Non potrebbe essere diversamente, perché la natura umana è uscita dalle mani creatrici di Dio; se le è comune la fragilità dovuta al peccato, molto di più l’essere ‘a immagine e somiglianza di Dio’ è suo carattere indelebile. La fede cristiana non si affianca semplicemente alle altre visioni del mondo; essa apprezza quei germi ma sa di poter annunciare che Gesù Cristo, il Figlio di Dio, il buon Pastore che depone la vita è la compassione. La Scrittura, pur nelle sfumature delle traduzioni, associa la compassione di Dio ad amore e fedeltà, a misericordia e pietas (Cfr. Sl 86,15). L’intimo ‘fremito’ della compassione è la risposta di Dio alla mancata conversione di Israele (Cfr. Os 11,8); la sorgente è profonda, dove le ‘viscere’ sono grembo di sentimenti, di attenzioni, di sensibilità, di decisioni/volontà che ‘spingono’ Dio a rigenerare il suo popolo, offrendogli di nuovo la Parola fedele dell’alleanza. Il Dio compassionevole è il creatore che ricorda l’opera delle sue mani, è il Redentore che ‘si ricorda della sua alleanza con loro e si muove a compassione, per il suo grande amore’ (Cfr. CTN anno XXXVII 2012/1 – p. 21 Sl 106,45). La compassione di Dio si rivela dunque come volontà di salvezza, un ‘fremito eterno’ che diventa via di liberazione dalla schiavitù del peccato (esodo) e parola incisa nel cuore per un legame di amore nuziale (alleanza). Vivere nella compassione di Dio è accogliere la trasformazione continua di se stessi. È la chiave per obbedire a quel: ‘Va e anche tu fa’ così’, che Gesù dice nel contesto della parabola del buon samaritano. Ogni volta che Gesù è mosso a compassione (esplanchnizomai, espressione di un’emozione intensa, indica le "viscere", in particolare il grembo materno), avviene un cambiamento: le lacrime si fermano perchè la morte è vinta (Cfr. Lc 7,13), le ferite guariscono perchè c’è chi se ne prende cura (Cfr. Lc 10,37); c’è la sorpresa del Padre che va incontro (Cfr. Lc 15,20); è restituita la compagnia del Pastore al gregge disorientato (Mc 6,34). I sentimenti dei discepoli, di chi avrà imparato stando con il Signore, saranno sentimenti di amore e di compassione (splagchna) (Cfr. Fil 2,1). La ‘misura’ della compassione di Gesù è traboccante: è chino ai piedi dei suoi come loro Servo, si distende nell’abbraccio della Croce come Figlio amato, è in piedi come Signore risorto della storia redenta. Tutta la realtà umana, tutta la miseria umana entra nella passione di Gesù per essere consegnata al Padre, perdonata e luminosa di luce pasquale: è la passione che il buon Pastore vive donando se stesso al Padre per coloro che Egli ama, la compassione. Le cose che ‘ha patito’ (epathen) sono l’obbedienza del Figlio di Dio; la sofferenza del mondo si trasforma così in preghiera e in grido al Padre, il quale esaudisce chi si abbandona pienamente a Lui (Cfr. Eb 5,7-8). Si intravvede il risvolto sacerdotale che la compassione assume nella maturazione della fede cristiana: “Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte (sum-pathesai in greco, cóm-pati in latino) alle nostre debolezze” (Eb 4,15a). Il compatire diventa espressione del sacerdozio battesimale, che offre al Padre la realtà umana abitata e trasformata dall’amore di Cristo; è il dono, è la responsabilità di “sentire giusta compassione (metriopathein) per quelli che sono nell'ignoranza e nell'errore, essendo anche lui rivestito di debolezza” (Eb 5,2). Con lo sguardo fisso nel Signore (Cfr. Eb 12,1), si sta sulla via della compassione. Così, come dice san Gregorio Magno nella Regola pastorale (Cfr. II,5): “La guida delle anime sia vicino a ciascuno con la compassione e sia più di tutti dedito alla contemplazione, per assumere in sé, con le sue viscere di misericordia, la debolezza degli altri, e insieme, per andare oltre se stesso nell’aspirazione delle realtà invisibili, con l’altezza della contemplazione. E così, se guarda con desiderio verso l’alto non disprezzi le debolezze del prossimo o se viceversa, si accosta ad esse, non trascuri di aspirare all’alto”. La donna di Betania (Cfr. Mc 14,3-9; Gv 12,1-11), profetizza che lei sarà sempre lì dove il mondo copre la bruttezza del dolore e del morire. Lei accarezzerà e ungerà quel Corpo destinato alla sepoltura. Annuncia così che splende di bellezza la vita che rimane in Cristo, raccolta per sempre nella sua compassione. Sr Annarita Cipollone sjbp CTN anno XXXVII 2012/1 – p. 22 Si dice con molta facilità che siamo nell’“era digitale”. Tutto sembra nuovo e addirittura difficile da capire. C’è chi demonizza le nuove tecnologie e chi ne fa un idolo. Comunque, “la virtù si trova nel mezzo”, come già dicevano i grandi saggi… Il nostro Fondatore è stato molto sensibile alle nuove tecnologie, sicuro che si potesse usarle come strumenti potenti ed efficaci per l’evangelizzazione. Siamo chiamate ad essere “Attente ai segni dei tempi”, come Alberione stesso tante volte ci ha esortato, e consapevoli che l’internet non è soltanto un mezzo di comunicazione, ma è anche un “luogo” dove vogliamo esserci come Congregazione – con una presenza qualificante – cercheremo di comprendere, in questa nuova rubrica del CTN, alcuni termini, ormai comuni, del nostro “nuovo/vecchio” vocabolario digitale. Per ora non intendiamo fare una riflessione su questi termini, ma soltanto conoscerne il significato. Social Network = rete sociale, struttura composta da persone o istituzioni, che condividono valori e intenti comuni. Il servizio web ha reso possibile la creazione di una rete sociale virtuale, ossia, anche se non si tratta di uno spazio fisico, è un “luogo” attraverso il quale si costruiscono relazioni con altre persone. Facebook è il social network per eccellenza, diffuso mondialmente, nonostante ci siano altri, più o meno sviluppati, con caratteristiche proprie come Twitter, Myspace, Badoo ecc. Link = Legame: indica il collegamento tra due documenti o tra siti diversi. Con questo termine si indica una caratteristica funzione, propria degli ipertesti, di racchiudere in essi parti grafiche o testuali sensibili, la cui attivazione con il cursore del mouse (cliccare) comporta il passaggio ad un altro documento, ad una funzione multimediale (audio o video) oppure ad un altro sito. Cookie = Un cookie (tecnicamente, un cookie http) è un piccolo file memorizzato dal tuo programma di navigazione. Contiene una lunga serie di numeri, lettere e simboli concatenati, che funzionano in maniera automatizzata. Un cookie memorizza le preferenze degli utenti. Ad esempio, su Google vengono utilizzati per ricordare se un utente vuole visualizzare i risultati di ricerca in inglese o in italiano. Il nostro nuovo sito usa questa tecnologia, che facilita molto l’apertura di uno stesso link nella lingua precedentemente scelta dall’utente. Sr Cristiane Ribeiro sjbp Arrivi e partenze sr Dina Ranzato sr Chiara Raccuglia sr Michelina Perra sr Alberta Gandolfi sr Marcella Cheri dal Mozambico per il Perù per il Cile per il Cile per il Messico CTN anno XXXVII 2012/1 – p. 23 09.08.2012 18.08.2012 18.08.2012 31.08.2012 01.10.2012 Suore di Gesù Buon Pastore sr Franca Bartolini sr Alessandra Masi sr Graziella Zanella sr Giuseppina Maggini (ICS) (ICS) (ICS) (ICS) 07.08.2012 06.09.2012 17.09.2012 27.09.2012 (BR-SP) (BR-CdS) (BR-SP) (BR-SP) (BR-SP) (ICS) 04.09.2012 08.09.2012 15.09.2012 20.09.2012 20.09.2012 24.09.2012 Albano Laziale (RM) Alba (CN) Alba (CN) Albano Laziale (RM) Roma Roma Albano laziale (RM) 08.08.2012 21.08.2012 27.08.2012 29.08.2012 02.09.2012 12.09.2012 22.09.2012 Palermo 17.09.2012 Nuoro 20.09.2012 Familiari sorella di sr Ana Maria, Letizia e Margarete Lopes fratello di sr Inês Postal fratello di sr Lusineide Cardoso de Melo mamma di sr Maria da Gloria Anacleto fratello di sr Pierina Iope fratello di sr Carmela Cammarata Figlie di San Paolo sr Maria Saveria Sara Schena sr Maria Alfonsa Carolina Gemelli sr Maria Ernesta Giulia Rosa Panaro sr Maria Pasqua Zoraide Rebellati sr Cornelia Lucia Bignoli sr Elena Antonelli sr Maria Annunziata Latini Pie Discepole del Divin Maestro sr M. Pasqualina Piscitello IMSA e ISGA Anna Manca Responsabile: equipe informazione. Pubblicato nel sito www.pastorelle.org il 7 ottobre 2012. CTN anno XXXVII 2012/1 – p. 24