BASILICATA
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NOTIZIE
Antonio
Molfese
LA POLLINOSI
IN BASILICATA:
OSSERVATORIO A
S. ARCANGELO ?
La pollinosi presenta non solo interesse clinico-medico, ma
anche notevole interesse sociale, per le ripercussioni sul lavoro
e sulle attività sociali dei pazienti, con perdita di numerose giornate lavorative e scolastiche, oltre che un notevole costo sociale
per il largo uso di medicinale e spesso di ricoveri ospedalieri.
Per questo motivo studiosi di diverse discipline (medici allergologi, botanici, micologi, biochimici, fisici dell'atmosfera, ecc.)
sono impegnati spesso in collaborazione fra di loro, in ricerche
relative ai pollini allergenici in generale e di un determinato territorio in particolare.
Dal momento che l'interesse del medico allergologo è sempre
più rivolto, oltre che alla terapia della pollinosi, alla sua prevenzione, un valido aiuto rappresenta la conoscenza del cosiddetto
"calendario pollinico" della zona, che prevede in anticipo la
concentrazione nell'atmosfera di una località del polline dei singoli gruppi allergenici lungo l'arco dell'anno. Tale calendario
viene elaborato sulla base dei valori giornalieri di concentrazione registrati con un monitoraggio di vari anni in una stessa stazione, onde poter avere dei valori statistici attendibili.
Le concentrazioni giornaliere dei singoli tipi di pollini vengono
stabile con l'impiego di uno speciale apparecchio catturatore
dell'aeroplancton ("Spore-Trap" o "Pollen-Trap"), e la successiva analisi e conta al microscopio.
Sarebbe interessante iniziare un monitoraggio pollinico con
apparecchio campionatore da installare nel complesso che si
sta realizzando a S. Arcangelo come "casa per anziani" con
annesso un osservatorio aerobiologico presso il Centro di
Igiene e Medicina per lo studio dell'Invecchiamento situato nello
stesso complesso.
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Foto riproduzione
Elisabetta Giubilato
Alle ricerche dovrà collaborare l'Istituto di Agronomia della
Facoltà di Agraria di
Basilicata nel fornire i dati
meteorologici ed il relativo
supporto tecnico.
L'apparecchio campionatore
descritto è il "Burkard" di tipo
volumetrico a funzionamento
settimanale.
Esso è costruito in metallo leggero trattato in modo da prevenire la corrosione dagli
agenti esterni. L'aspirazione dell'aria si effettua grazie ad una
pompa a vuoto che ha una forza asprirante di 10 litri di aria al
minuto pari a 0,6 m. 3 ogni ora attraverso una fenditura calibrata orientata sempre controvento grazie all'azione di una
pala mobile verticale che fa girare l'apparecchio sul suo asse.
L'apparecchio capta particelle provenienti da un area con un
raggio medio di 10 Km. L'aria aspirata viene veicolata coi dati
ottenuti si può elaborare un Calendario pollinico per le famiglie
botaniche allergeniche più presenti sul territorio.
La consulatazione di tale calendario risulta un utilissimo punto
di riferimento sia per il paziente pollinosico che per il medico
allergologo, consentendo di praticare, con una previsione anticipata dei periodi critici, i valori di soglia critica di concentra-
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zione (ca. 25 granuli per mc.
d'aria), una cura preventiva e
terapeutica adatta.
Esso potrebbe avere valore
per buona parte dell'area
dove è posto il rilevatore ma
grosso modo è valido anche
per tutta la provincia in cui le
fioriture dei vari gruppi botanici possono essere solo di
poco sfasate in relazione alle
condizioni ambientali locali.
Naturalmente occorre tener
presenti per quanto riguarda
le concentrazioni, le situazioni
locali che variano anche notevolmente per la presenza,
soprattutto negli immediati
dintorni, di piante spontanee
o coltivate che modificano tale
calendario pollinico.
La nozione del ruolo svolto dal
polline delle graminacee nella
patologia umana si può far
datare al 1873, quando
Charles Blackley pubblicò un
libretto intitolato: "Ricerche sperimentali sulle cause e la natura
del catarro estivo, febbre da
fieno e asma da fieno".
Per oscuro che fosse l'autore,
che esercitava la medicina a
Manchesterin Stretford Road, il
libretto ebbe fortuna e poi la
polvere degli anni scese su quest'operetta, e già alla morte del
suo autore, avvenuta nel 1900,
ben pochi si ricordavano delle
sue ricerche sul catarro estivo.
Parecchi anni dopo, quando l'allergia cominciava a diventare
di moda, qualcuno dissotterrò il volume di Blachley e si accorse
di quante notizie attuali esso conteneva, tra le altre niente meno
che i tracciati delle conte di polline atmosferico, ottenute esponendo ed esaminando ogni giorno un vetrino porta oggetti
spalmato di acqua e di glicerina.
Già nel 1866 Blachley era in grado di mettere su carta millimetrata l'andamento della stagione pollinica delle graminacee dal
28 di maggio al primo di agosto, in Manchester.
LA POLLINOSI DAL PUNTO DI VISTA
AEROBIOLOGICO E CLINICO
La pollinosi rappresenta l'espressione più frequente, più nota e
più studiata delle malattie allergiche e nella sua forma ricorrente
più che una malattia può essere definita un "disturbo stagionale".
Inizia in primavera, in rapporto con una "familiarità allergica"
(è infatti dominata da fattori generici che sono rappresentati dai
"geni" che controllano i livelli delle lgE, e da quelli della "risposta immune" che permettono di riconoscere una particolare
struttura antigenica), e si rinnova ad ogni stagione con sintomatologia analoga.
La pollinosi di per sé non è grave né pericolosa, ma è capace
di provocare spiccati disturbi che spesso, se trascurati, aprono
la strada all'instaurarsi di forme non più stagionali e periodiche, ma perenni (spesso sfocia in asma).
La pollinosi è più frequente in città che in campagna, e questo
fenomeno è probabilmente in rapporto al fatto che nel determinare la sensibilizzazione avrebbe maggiore importanza più
che il contatto abituale e continuo con il polline, quello saltuario
od occasionale che si verifica nella zone urbane.
Alla manifestazione allergica da polline si potrà arrivare soltanto se c'è una predisposizione d'organo ed apparato che, favorendo il rapido assorbimento dell'antigene, potrà consentire il
contatto ripetuto, avviando il processo immunologico attraverso
la predisposizione di anticorpi; la mucosa stessa quindi non
solo deve ospitare ma anche assorbire il polline.
Il progressivo aumento della morbosità in parte è dovuto a
cause strettamente genetiche, derivate dall'accoppiamento di
familiarità allergiche, ed in parte alla progressiva urbanizza-
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zione con i conseguenti traumi e stress psico-emotivi dell'ambiente, oltre che per il continuo formarsi di noxae irritative che
predispongono le mucose alle varie sensibilizzazioni.
L'incidenza della malattia in Basilicata non è conosciuta esattamente ma data la frequenza di persone che ne sono affette può
essere stimata intorno al 10%.
La pollinosi si manifesta con: - starnuti violenti e prolungati; secrezione nasale acquosa intermittente, con abbondante fuoriuscita di liquido dalle narici, detta Idrorrea o Rinorrea; - senso
di ostruzione nasale spesso associata a perdita di olfatto; - iperemia congiuntivale con lacrimazione ed edema palpebre; prurito nasale e congiuntivale; - tosse stizzosa ed asma.
Tutto ciò è determinato dal fatto che quando la pianta libera il
polline, questo viene inalata; nei soggetti allergici l'allergene
induce la formazione di particolari anticorpi degli IgE che si
legano ai "mastociti" delle prime vie aeree. In seguito ad una
successiva esposizione al polline, una proteina espressa dai
granuli lega ancora più strettamente le IgE ai mastociti della
mucosa nasale. Il legame delle IgE sulla superficie dei "mastocidi" ne provoca la rottura con conseguente fuoriuscita dei vari
mediatori dell'allergia che innescano i vari disturbi.
La terapia è rappresentata dalla Immunoterapia con vaccini
specifici che agiscono a livello di organi bersaglio e nelle varie
forme farmaceutiche (sublinguali e gastroprotetti).
Come farmaci preventivi curativi disponiamo di farmaci protettori della membrana mastocitaria e una vasta gamma di
Antistaminici H1 della III generazione.
Note di prevenzione per i pollinosici
- Evitare in primavera le zone in cui vi sono alberi come la
betulla, il nocciolo ed il pioppo, ed in estate i prati ed i campi
coltivati e nella tarda estate i terreni incolti.
- Evitare nei mesi durante i quali i sintomi del malessere sono al
massimo, di andare per fine settimana in campagna. Evitare le
gite nelle ore mattutine, soprattutto nei giorni di sole, con vento
e tempo secco.
- Tenere conto del periodo di impollinazione delle piante al cui
polline si è allergici per scegliere il miglior periodo per le
vacanze, preferendo per le gite le prime ore del mattino, la
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tarda serata o le prime ore
dopo la pioggia.
- Evitare per le vacanze le
zone di aperta campagna, e
preferire per le passeggiate il
sottobosco, dove più difficilmente giunge il polline.
- Scegliere le ferie preferibilmente nel periodo in cui sono
più forti i sintomi recandosi al
mare o in montagna, tenendo
ben presente il fatto che il
soggiorno in montagna
dovrebbe avere luogo prima
delle crisi e non dopo perché
la fioritura avviene di norma
prima in pianura e successivamente nelle zone a maggiore altitudine.
- Dormire preferibilmente con
le finestre chiuse o aprirle solo
tra le 22 e le 4 del mattino.
- In auto chiudere l'aereazione e tenere chiusi i finestrini.
- Nel periodo in cui i sintomi
sono più forti praticare sport
preferibilmente in luoghi chiusi, come palestre, piscine
coperte ecc.
- Non tagliare l'erba del prato
nel periodo di malessere e
non sostare nelle vicinanze
quando altri tagliano l'erba.
- Nel periodo di malessere
evitare il contatto con polveri
e con peli di animali domestici.
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