Studio e Monitoraggio del quadro fessurativo e del comportamento sismico del Ponte delle Torri di Spoleto
13 febbraio 2015 ore 15:00 Biblioteca Comunale, sala delle conferenze, Palazzo Mauri Spoleto
Modello Numerico tridimensionale, indagini NDT e rilievo laser
Applicazioni ENEA di Modellazione e Analisi agli elementi finiti per la protezione sismica di macroelementi strutturali storico monumentali e singole opere d’arte
G. De Canio, M. Mongelli, A. Tatì
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Caratteristiche geometriche
Il ponte delle torri è in MURATURA con spalle e pile (TORRI) realizzate con pareti in pietrame squadrato assemblato da matrice di malta di calce. Monteluco
Sezione longitudinale del ponte
Nei due versanti: 9
Diverse dimensioni geometriche delle pile 9
Diversi tipi di muratura
‰ Muratura a libretto
‰ Muratura con pietrame organizzato e squadrato
9
Tessitura muraria diversa secondo lo sviluppo in altezza
La struttura (L = 230 m; h = 80 m) è costituita da:
9
9
9
10 campate, 9 torri 2 spalle
Le dimensioni massime di alcuni pilastri alla base sono di metri 10 x 12.
Laboratorio di “Qualificazione Materiali e Componenti” UTT MAT‐QUAL (C.R. ENEA Casaccia)
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Stato attuale di conservazione
9 Perdita della malta legante e scarnitura dell’apparato murario 9 Perdita di malta sugli archi dell’ impalcato. 9 Lesioni e distacchi nel paramento esterno. 9 Danneggiamento della parte inferiore delle pile (espulsione delle pietre angolari)
9 Crolli parziali localizzati sugli archi di collegamento intermedio tra le pile.
9 Alterazione della malta tra fondazione e parte inferiore delle pile.
Pila numero 4 stato fessurativo più importante:
9 due lesioni passanti
9 nella parte bassa della stessa pila sensibile mancanza di malta legante Laboratorio di “Qualificazione Materiali e Componenti” UTT MAT‐QUAL (C.R. ENEA Casaccia)
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Studio del Modello 3D
Si vuole proporre per il Ponte delle Torri di Spoleto lo stesso approccio metodologico utilizzato nello studio del monitoraggio del quadro fessurativo e del comportamento sismico del Duomo di Orvieto
Studio dei singoli macroelementi “parti delle chiese architettonicamente riconoscibile (facciata, abside, arco trionfale), caratterizzati da una risposta sismica autonoma dal resto della fabbrica” (Doglioni et al. 1994)
Analisi dei meccanismi di danno locale
Metodo della misura degli spostamenti Mediante differenti tecniche di monitoraggio tradizionali ed innovative:
(NDT, fessurimetri, laser scanner, interferometria satellitare, ecc.ecc.)
Scomposizione del manufatto in più elementi architettonici detti macroelementi…
solitamente è formato da più pareti ed elementi orizzontali connessi tra loro a costituire una parte costruttivamente unitaria ...
pur se in genere collegata e non indipendente dal complesso della costruzione [Doglioni 1994]. Laboratorio di Qualificazione Materiali e Componenti
ENEA C.R. Casaccia UTT MAT‐QUAL
Spoleto, 9 Aprile 2013
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Studio del Modello 3D
I ponti sono elementi strutturali con:
‐) forme particolari
‐) sviluppo orizzontale
‐) elevate dimensioni
Criticità degli archi ? e delle pile (torri?)
Nei ponti possiamo distinguere i seguenti elementi principali: • l’arcata (la struttura che porta il piano percorribile)
• le strutture di sostegno delle arcate (spalla, pila)
• gli elementi posti al di sopra dell’arcata per fornire un piano percorribile (rinfianco, cappa, riempimento); • i timpani o muri fondali che contengono lateralmente il riempimento e che sono impostati sulla parte esterna dell’arcata.
• le fondazioni (non visibili)
Presentano meccanismi di danno locale che prevedono lo studio del comportamento dell’intera struttura e di singoli macroelementi
‰ Analisi 3D statica e dinamica ‰ Analisi non lineare
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Modellazione e Analisi agli elementi finiti Struttura continua => Struttura a infiniti gradi di libertà L’analisi FE approssima il comportamento di una struttura continua con un numero finito di nodi (gradi di libertà)
Il metodo agli elementi finiti (FEM)offre SOLUZIONI APPROSSIMATE
sostituendo alle equazioni differenziali alle derivate parziali un sistema di equazioni algebriche
Il modello FE studia i macroelementi strutturali significativi ai fini dell’individuazione delle zone critiche della struttura Laboratorio di “Qualificazione Materiali e Componenti” UTT MAT‐QUAL (C.R. ENEA Casaccia)
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Modellazione e Analisi agli elementi finiti D.P.C.M. 09.02.11, “Linee Guida per la valutazione e riduzione del rischio sismico del P.C. tutelato con riferimento alle NTC 2008”, Supplemento ordinario G.U. n.54, 26‐02‐2011
1. Valutazione del rischio sismico di un BC è imprescindibile dall’analisi strutturale
2. Analisi FE (statica lineare, non lineare e dinamica) rappresenta una metodologia affidabile per valutare il comportamento sismico della struttura Analisi FE preliminare per Materiali e Vincoli ipotizzati diversi scenari possibili
FEA dinamica modale FEA statica non lineare
Forme modali
Frequenze proprie
Mappatura delle deformazioni
Mappatura delle sollecitazioni
Nella validazione il modello FE viene tarato per passi successivi in funzione dei risultati sperimentali ottenuti dal monitoraggio in situ
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Modellazione e Analisi agli elementi finiti ‰ Definizione del modello numerico
‰ Acquisizione dei disegni Autocad, Importazione in un pre‐processore e operazione di editing della geometria
‰ Definizione del modello agli elementi finiti 2D e 3D volta ad individuare:
‰ Principali frequenze forme modali della struttura ‰ aree critiche ai fini del monitoraggio ‰ Aggiornamento e Validazione del modello numerico
‰ Indagini per la caratterizzazione del sottosuolo (definizione del modello geologico del sottosuolo) e definizione della risposta sismica locale ‰ Prove in situ: monitoraggio strutturale, endoscopia, georadar, ultrasuoni
‰ Definizione delle condizioni al contorno
‰ Carichi e vincoli
‰ Proprietà degli elementi (proprietà dei materiali)
Particolare attenzione sarà rivolta alle differenti tecniche di monitoraggio in situ e alla rilevazione del quadro fessurativo per validare il modello numerico.
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Duomo di Orvieto ‐ Modello numerico tridimensionale e posizionamento dei sensori Modello ed analisi FE del macroelemento facciata
I forma modale
‰ Condizioni di vincolo:
9 Incastro ‰ Proprietà meccaniche: 9 Poisson= 0.2
9 Densità= 2000 kg m3
9 E = 3E+10 MPa.
II forma modale
III forma modale
IV forma modale
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Duomo di Orvieto ‐ Modello numerico tridimensionale e posizionamento dei sensori Modello ed analisi FE del macroelemento navata
I forma modale
III forma modale
II forma modale
IV forma modale
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Duomo di Orvieto ‐ Modello numerico tridimensionale e posizionamento dei sensori Modello ed analisi FE del macroelemento facciata
Dall’analisi modale le maggiori sollecitazioni sono concentrate:
9 nella parte superiore del timpano 9 in corrispondenza delle due torri principali Visualizzazione zone maggiormente deformate (verde, giallo e rosso) per il I modo Posizione accelerometri
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Duomo di Orvieto – Rilievo e monitoraggio del Quadro fessurativo delle colonne e della Navata Centrale
Integrazione tramite laser scanner
‰ L’analisi FE ha evidenziato le colonne come elementi critici ed interessanti al fine del monitoraggio; ‰ Si è deciso di monitorare nel tempo eventuali modifiche della verticalità delle colonne e degli spostamenti dei macroelementi.
‰ Sono stati fissati alcuni marcatori (punti di misura) sulle colonne e lungo la balconata sulle corrispondenti verticali.
‰ E’ stata eseguita una prima scansione tramite laser scanner, identificata al tempo t=0, volta alla rilevazione della posizione iniziale dei marker. ‰ Le scansioni laser scanner vengono ripetute periodicamente nel tempo per evidenziare eventuali spostamenti relativi dei macroelementi principali (facciata, navata, transetto) individuabili nella variazione della inter‐distanza tra i marcatori fissati.
Scansione laser scanner al tempo t= 0; individuazione dei marker sulle colonne e sulla balconata (elementi in blu)
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Duomo di Orvieto – Rilievo e monitoraggio del Quadro fessurativo delle colonne e della Navata Centrale
Identificazione e tassonomia delle lesioni Fessurimetri
Tomografia sonica
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Modellazione e Analisi preliminare FE di tipo 2D del ponte delle Torri
Modello FE 2D
1140 elm quad4
1470 nodi circa
Proprietà dei materiali
E=8000 N/mm2
Densità=2067 kg/m3
Poisson= 0.3
Dati letteratura *
Analisi 2D Frequenza [hz]
Frequenza [hz]
I modo
0.66
0.58
II modo
1.14
1.0848
* Stato attuale e vulnerabilità del Ponte delle Torri di Spoleto, F. Cluni e V. Gusella (Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale, Università di Perugia, Italia), L. Marchetti (Soprintendente dell’Umbria e Presidente della Sezione Beni Culturali nella Commissione Grandi Rischi), XI Congresso Nazionale “L’ingegneria Sismica in Italia”, Genova 25‐29 gennaio 2004 Laboratorio di “Qualificazione Materiali e Componenti” UTT MAT‐QUAL (C.R. ENEA Casaccia)
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Modellazione e Analisi preliminare FE di tipo 3D Pile 4 e 5
Analisi 3D IV e V Pila
Proprietà meccaniche
Mat1 Mat2 E (MPa)
8 E+9
5E+9
I modo
Frequenza [Hz]
0.43
Poisson
0.3
0.3
II modo
1.99
Densità [Kg/m3]
2.067
2.067
9 Incastro perfetto alla base 9 Vincolato lungo x e z
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Obelisco Lateranense (Roma)
Obiettivi
‰ Studio cinematico dei possibili meccanismi di “sliding” e “rocking” dei tre blocchi
‰
‰
‰
‰
Metodologie
Monitoraggio Ambientale a lungo termine dovuto al traffico e/o microsismi
Prove NDT per la definizione delle proprietà meccaniche dei materiali
Endoscopia, tomografia sonica, e georadar
Modello e analisi agli elementi finiti
Vulnerabilità sismica
Laboratorio di “Qualificazione Materiali e Componenti” UTT MAT‐QUAL (C.R. ENEA Casaccia)
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Chiesa di Santa Maria in Gradi (VT)
Meccanismi di collasso
Analisi agli elementi finiti per gli elementi macrostrutturali: Facciata e Timpano
‰tipo I : ribaltamento verso l’esterno dell’intera facciata
‰ tipo II: ribaltamento verso l’esterno del solo timpano
‰ tipo III: rottura a taglio per azioni nel piano della facciata
Intervento di consolidamento proposto
Tecnica CAM (cucitura attiva delle murature) per:
‰ammorsamento facciata‐timpano
‰azioni di taglio nel piano
tipo I e II Distribuzione dell’ energia di deformazione per effetto di un’accelerazione costante fuori piano pari a 1g
Azioni fuori piano: tipo I e II
tipo III
Distribuzione dell’ energia di deformazione per effetto di un’accelerazione costante nel piano pari a 1g
Azioni nel piano: tipo III
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Tamburo della chiesa di San Nicolò l’Arena (CT)
Collaborazione ENEA “MAT‐QUAL” ‐ CE.P.I S CEntro di Prevenzione e Istruzione Sismica
Obiettivi
‰Realizzazione modello in scala 1:6
‰Intervento di miglioramento: Sistema DIS‐CAM
Cucitura Attiva della Muratura con elementi DISsipativi
Metodologie
‰Studio
preliminare
mediante
modelli numerici (FEM)
‰Prove dinamiche su tavola vibrante
del modello integro, danneggiato e
rinforzato
mediante elementi
dissipativi in corrispondenza delle
finestre
Sezione trasversale del sistema cupola tamburo
‰Monitoraggio con sensori in fibra ottica a reticolo di Bragg (FBG)
‰Utilizzo del sistema 3DVision e messa in rete dell’esperimento
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Tamburo della chiesa di San Nicolò l’Arena (CT)
Collaborazione ENEA “MAT‐QUAL” ‐ CE.P.I S CEntro di Prevenzione e Istruzione Sismica
Risultati 3DVision e validazione del modello FE
3D‐Vision D1S marker = FEA 4841 nodo
Colfiorito Input time‐history Distribuzione FE Sforzi-Deformazioni
Laboratorio di “Qualificazione Materiali e Componenti” UTT MAT‐QUAL (C.R. ENEA Casaccia)
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Volta a Crociera – Progetto PERPETUATE
Moschea del Palazzo del Dey (Algeri)
Modello in scala reale con pareti non simmetriche
Due campagne sperimentali:
‰Modello Rinforzato (catene).
‰Modello Tal Quale (non rinforzato)
Studio del comportamento degli inserti in legno inseriti alla base di ogni
arco.
Laboratorio di “Qualificazione Materiali e Componenti” UTT MAT‐QUAL (C.R. ENEA Casaccia)
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Hagia Irene (Complesso Topkapi ‐ Istanbul)
Obiettivi
9Individuazione zone critiche
9Valutazione possibili interventi di rinforzo
9Realizzazione modello (scala 1:10) con rigidezza e massa riproducenti le proprietà
meccaniche del macro‐elemento strutturale arco centrale ‐ pilastri (punto critico)
9. Metodologie
9Studio preliminare mediante modelli numerici
(FEM)
9Prove dinamiche u tavola vibrante del modello
integro, danneggiato e rinforzato mediante
diverse tecniche:
‐) tradizionali
‐) non tradizionali
Il sistema 3DVision consente la misura
diretta degli spostamenti e la messa in rete
delle campagne sperimentali
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Isolamento sismico dei Bronzi di Riace Museo Archeologico Nazionale della Magna Grecia (R. C.)
Obiettivi
9Massimo isolamento dal terremoto Bassa rigidezza + basso attrito + Grandi Spostamenti
9Isolamento 3D (nelle 3 direzioni XYZ) ƒ Coefficiente di isolamento >90 % (no rocking)
ƒ Isolamento componente verticale dannosa per i punti critici (braccia e gambe)
ƒRiduzione delle celle di carico applicate ai tiranti pari a 2/3 del valore attuale
9Materiali Compatibili
9Reversibilità
9Semplice manutenzione
9Durabilità
Metodologie
Prove sperimentali su tavola vibrante con input sismici di:
9terremoti artificiali (spettro compatibili con lo spettro sismico di Stato Limite Ultimo (SLU) al piano espositivo dell’edificio) 9terremoti naturali con periodo di ritorno 24745 anni (Max hazard).
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Granito /
Marmo /
Ceramica
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Isolamento sismico dei Bronzi di Riace Museo Archeologico Nazionale della Magna Grecia (R. C.)
Convenzione ENEA e Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria
http://webtv.sede.enea.it/index.php?page=listafilmcat2&idfilm=495&idcat=32
Riduzione delle forze di ritenuta applicate ai tiranti pari a 1/3 del valore attuale
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Progetto PERPETUATE (VII P.Q.)
• PERformance‐based aPproach to Earthquake proTection of cUlturAl heriTage in European and mediterranean countries
• www.perpetuate.eu
Obiettivi
9Il progetto intende sviluppare delle linee guida per la valutazione e del rischio sismico e la protezione dei beni culturali mediante possibili interventi di miglioramento sismico
9Realizzazione modelli in scala ridotta o reale
9 Obelisco lateranense (Roma)
9 Volta a crociera del Palazzo del Day (Algeri)
Attività ENEA
9 Definizione delle misure di valutazione del danno (WP1)
9 Tecniche diagnostiche, proprietà dei materiali, ed identificazione strutturale (WP4)
9 Individuazione degli elementi macrostrutturali da verificare su tavola vibrante, progettazione
dei modelli in scala e prove sperimentali su tavola vibrante (WP5)
9Contributo alla definizione di nuove linee guida per la protezione del P.C. (WP8)
Laboratorio di “Qualificazione Materiali e Componenti” UTT MAT‐QUAL (C.R. ENEA Casaccia)
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Progetto SIMMI ‐ Studio e sviluppo di un Sistema Integrato di supporto al Monitoraggio ed alla Manutenzione di Infrastrutture ferroviarie
Deformazioni strutturali
Stazioni di misura
Le stazioni di misura sono state definite individuando le sezioni con maggiore energia di deformazione sia per carichi statici che per carichi dinamici derivanti dal passaggio di un convoglio sul ponte
Laboratorio di “Qualificazione Materiali e Componenti” UTT MAT‐QUAL (C.R. ENEA Casaccia)
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Grazie a tutti per la partecipazione!!!
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