«Signor Conte.
(1) Ho fatto dissegni in più maniere sopra l’inventione di V.S., e
sadisfaccio a tutti, se tutti non mi sono adulatori; ma non satisfaccio al
mio giudicio, perché temo di non satisfare al vostro. Ve gli mando. V.S.
faccia eletta d’alcuno, se alcuno sarà da lei stimato degno.
(2) Nostro Signore, con l’honorarmi, m’ha messo un gran peso sopra le
spalle. Questo è la cura della fabrica di S. Pietro. Spero bene di non
cadervici sotto, e tanto più quanto il modello, ch’io n’ho fatto, piace a
S.S. et è lodato da molti belli ingegni. Ma io mi levo col pensiero più alto.
Vorrei trovar le belle forme degli edifici antichi; né so se il volo sarà
d’Icaro. Me ne porge un gran luce Vittruvio, ma non tanto che basti.
(3) Della Galatea mi terrei un gran maestro, se vi fossero la metà delle
tante cose che V. S. mi scrive. Ma nelle sue parole riconosco l’amore che
mi porta, e le dico che per dipingere una bella, mi bisogneria veder più
belle, con questa condizione, che V. S. si trovasse meco a far scelta del
meglio. Ma, essendo carestia e di buoni giudici e di belle donne, io mi
servo di certa Iddea che mi viene nella mente. Se questa ha in sé alcuna
eccellenza d’arte, io non so; ben m’affatico di haverla.
(4) V.S. mi comandi. Di Roma».
Castiglione
… mandovi questo libro come
un ritratto di pittura della corte
d’Urbino, non di mano di
Rafaello o Michel Angelo, ma
di pittor ignobile e che
solamente sappia tirare le
linee principali, senza adornar
la verità de vaghi colori o far
parere per arte di prospettiva
quello che non è.
Raffaello
… per dipingere una bella, mi
bisogneria veder più belle, con
questa condizione, che V. S. si
trovasse meco a far scelta del
meglio. Ma, essendo carestia e
di buoni giudici e di belle
donne, io mi servo di certa
Iddea che mi viene nella
mente.
Raffaello, Lettera allo zio Simone Ciarla, 1 luglio 1514 (1)
Raffaello, Lettera allo zio Simone Ciarla, 1 luglio 1514 (2)
Raffaello, Lettera allo zio Simone Ciarla, 1 luglio 1514 (3)
Lettera a S. Ciarla
Lettera a B. Castiglione
• Ho ricevuto una vostra, a me
carisima per intendare che voi
non site corociato con mecho,
ché in vero averiste torto,
• Ho fatto dissegni in più
maniere sopra l’inventione di
V.S., e sadisfaccio a tutti, se
tutti non mi sono adulatori;
ma non satisfaccio al mio
giudicio, perché temo di non
satisfare al vostro
• Ho cominciato un’altra stantia
per S. S.tà a dipignare che
montarà a mille ducento
ducati d’oro,
• dipignare, con mecho
• per dipingere una bella, mi
bisogneria veder più belle, con
questa condizione, che V. S. si
trovasse meco a far scelta del
meglio?
• Dipingere, meco
B. Castiglione, Lettera a Isabella d’Este, 8.XI.1515
Ill.ma et Ex.ma mia S.ra. Quando io mi partì’ de Mantua,
comendòme V. Ex.tia ch’io procurasse che Raphaello gli facesse
un quadro de pittura. Così gionto ad Urbino, subito gli scrissi,
et esso mi rispose affirmando volerlo fare. Occorrendomi
dipoi andare a Roma, sollicitai con molto maior instantia, di
sorte che me promise lassare indrieto tutte l’altre opere
cominciate e da cominciare, per satisfare a V. S. Ill.ma.
Hora per confirmatione di questo pur mi scrive ch’io li mandi
la mesura del quadro, et il lume, perché presto pensa dargli
principio. Così se quella se dignerà farmi intendere e l’uno e
l’altro, io solliciterò el resto; e se conoscerò in altra cosa
poterla servire, non aspetterò essere comandato.
A quella humilmente baso le mani, et in bona gratia mi
raco.do.
J. Shearman, Raphael in Early Modern Sources
«It is in fact not true that the only conflict with the letter to
Simone Ciarla is in literary quality. The characters presented are
profoundly different in intellectual profile and scholarly or
philosophical reach, so that it scarcely makes sense to maintain
that the concetto of Signor Conte came from the mind that wrote
to Simone Ciarla, in 1514. Also, the matter is so closely tied to
the mode of expression that a separation is a
misrepresentation».
Ludovico Dolce, Dialogo della pittura intitolato Aretino, nel quale si
ragiona della dignità di essa pittura e di tutte le parti necessarie che
a perfetto pittore si accompagnano, Venezia 1557
J. Shearman, Raphael in Early Modern Sources
«On this case may be built an interpretation of
the letter as a literary portrait, a ‘portrait of the
mind’, a constructed posthumous statement of
Raphael’s character and culture, which has been
enormous influential. But it belongs, this
statement states, not to Raphael’s biography but
to the earliest moment of the artist’s reception
and the formation of the canon».
Antonio Tebaldi, detto il Tebaldeo, Rime
Castiglion mio, subitamente il nostro
(duolmi apportarvi un sì crudel affanno)
Raphael nel trigesimo terzo anno
abandonò questo terrestre chiostro.
Se il color per voi spese, voi l’inchiostro
per lui spendete, ché se pure avranno
l’opre sue fine, eterne esser potranno,
se scudo si faran del scriver vostro.
Non senza segni dal vel fral si sciolse,
ché il gran palazzo, per sua man sì adorno
che par non ha, s’aperse e cader volse.
Per lui fe’ l’arte persa a noi ritorno,
e il dì che l’empia morte al mondo el tolse
l’ultimo fu de la pittura giorno.
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