ANICA ANICA CITAZIONI 31/07/2014 Corriere della Sera - Nazionale «I sogni delle ragazze italiane diventeranno serie tv in Rai» 4 31/07/2014 ItaliaOggi Gomorra affossa i conti di Cattleya 6 ANICA SCENARIO 31/07/2014 Avvenire - Nazionale Donne in prima linea 8 31/07/2014 Corriere della Sera - Bergamo Ad agosto il cinema è sotto le stelle 10 31/07/2014 Corriere della Sera - Nazionale Desplat, un musicista a Venezia «Coraggioso affidarmi la giuria » 11 31/07/2014 Corriere delle Alpi - Nazionale Due film a "Cortina InCroda" 13 31/07/2014 Eco di Bergamo Le scimmie piacciono ai cinefili bergamaschi 14 31/07/2014 Famiglia Cristiana LOCARNO IN PIAZZA, UNDICI GIORNI DI FILM 15 31/07/2014 Giornale di Brescia Cinema «Rosso Mille Miglia», Brescia sul set 16 31/07/2014 Il Fatto Quotidiano Incassi milionari per l ' ennesima guerra tra uomini e primati 17 31/07/2014 Il Giornale - Nazionale Il supereroe di Salvatores a metà tra cinema e fumetti 18 31/07/2014 Il Manifesto - Nazionale Le immagini della Storia, un movimento senza fine 20 31/07/2014 Il Mattino - Avellino «Laceno d'oro», la sfida del cinema di qualità 22 31/07/2014 Il Salvagente Il film -inchiesta di Francesco Rosi 23 31/07/2014 Il Tempo - Roma «Aquila sotto le stelle» inizia dalle commedie di Sibilia e Gaglianone 24 31/07/2014 Il Tempo - Nazionale Un secolo di terrore con il maestro Bava Ispirò Fellini e Scorsese 25 31/07/2014 L'Arena di Verona La rivoluzione di Bava il maestro del gotico che creò le luci sul set 27 31/07/2014 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari «Nocincorti» Murgia chiama Hollywood 28 31/07/2014 La Gazzetta di Parma Abel Ferrara: « Pasolini è stato una fonte di ispirazione» 29 31/07/2014 La Repubblica - Torino Sestriere, la grande magia del cinema di montagna 30 31/07/2014 La Repubblica - Palermo Sponsor, volontari e offerte libere così nasce un film a costo zero 31 31/07/2014 La Repubblica - Palermo Andò chiama Vasta e Scianna "Così cambierà la Scuola del documentario " 33 31/07/2014 La Repubblica - Bari Sansonna le vite altrui raccontate come un film 34 31/07/2014 La Repubblica - Nazionale Rivoluzione a RaiFiction i progetti on line 36 31/07/2014 La Repubblica - Nazionale Angelina e il suo eroe 38 31/07/2014 La Sicilia - Nazionale «Sguardo nuovo sulla Sicilia deformata dagli stereotipi» 40 31/07/2014 La Stampa - Asti La passione per i film d'estate si chiama " Cinema Cinema " 41 31/07/2014 La Stampa - Alessandria Rassegna di Cinema al via con film dedicato a Faletti 42 31/07/2014 La Stampa - Nazionale Politica, guerra, biografie La fiction Rai fotografa l'Italia 43 31/07/2014 La Stampa - Nazionale La Jolie: vi racconto la storia del mio eroe 44 31/07/2014 Libero - Nazionale EROI QUADRUMANI 46 ANICA CITAZIONI 2 articoli 31/07/2014 Corriere della Sera - Ed. Nazionale Pag. 43 (diffusione:619980, tiratura:779916) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Nuova stagione Viale Mazzini e il piano fiction: racconteremo la realtà italiana «I sogni delle ragazze italiane diventeranno serie tv in Rai» Tinni Andreatta: variamo l'operazione trasparenza Sito aperto alle idee dei produttori, risponderemo a tutti Paolo Conti La prima novità di Rai Fiction (una macchina annua da 200 milioni di euro, 400 ore di storie tv e 100 di cartoni animati) non si vedrà sui teleschermi. Riguarda l'operazione trasparenza che sta investendo viale Mazzini, fortemente voluta dal direttore generale Luigi Gubitosi. Da domani, 1 agosto, apparirà online sul sito www.rai.it uno schema per le proposte che i produttori vorranno inoltrare alla direzione di Rai Fiction, diretta da Eleonora «Tinni» Andreatta. Quattro pagine per presentare il progetto, l'impegno di avere la piena titolarità di tutti i diritti d'autore, spiegare le finalità editoriale dell'idea editoriale. La Rai si impegna, entro 90 giorni, a rispondere con un no o con un rinvio a un successivo approfondimento. Per Tinni Andreatta questa novità «metterà nelle condizioni tutti i produttori, anche piccoli e indipendenti, di avanzare idee. Naturalmente resta importante la storia editoriale delle società produttrici, la loro garanzia di solidità. Ma sia chiaro che vinceranno sempre la qualità, la novità, l'originalità, ovvero la creatività Rai Fiction», il «raccontificio» di viale Mazzini che assicura film tv, piccole e grandi serie alle tre reti generaliste e ora guarda sempre di più al web e alle nuove piattaforme per attirare i giovani lontani dalla tv generalista, si rinnova nei temi e nelle abitudini amministrative. Nel settembre 2013 la Vigilanza Rai, in particolare il presidente della commissione parlamentare Roberto Fico, Movimento 5 Stelle, avevano aperto un dossier sulle «Cinque sorelle», i produttori sempre presenti nei palinsesti Rai. Anche di qui un'operazione che assicura trasparenza e mette tutti insieme allo stesso nastro di partenza. Con uno slogan: «Nessuno escluso». Ancora Andreatta: «Tra settembre 2013 e maggio 2014 abbiamo abbassato l'età media del pubblico di quattro anni, attirando per esempio con Braccialetti rossi la fascia tra gli 8 e i 14 anni, ma senza escludere adulti e anziani». I temi sono legati da un filo rosso: comunque, la realtà. Ovvero il racconto del Paese anche attraverso i suoi eroi civili (Qualunque cosa succeda , la biografia di Giorgio Ambrosoli in autunno di Rai1 con Pierfrancesco Favino), i valori civili, i modelli credibili, in generale la contemporaneità e un rapporto con la storia che Tinni Andreatta definisce «non polveroso ma con un riverbero sull'oggi». Di qui nascerà Un mondo nuovo , la biografia del grande europeista Altiero Spinelli, film di un'ora (Palomar-Rai) che sarà pronto per novembre, dunque per il semestre italiano di presidenza dell'Unione Europea. E dalle stesse radici nasce Il confine , progetto sulla Prima guerra mondiale firmato da Laura Ippoliti e Andrea Purgatori, scelto tra 32 proposte sul centenario presentate dall'Anica e dall'Associazione produttori tv. Partirà presto l'inedita operazione Io credo che lassù , un racconto delle ragazze della provincia italiana tra i 14 e i 17 anni. Nascerà prima una piattaforma online in cui le «vere» ragazze italiane potranno raccontarsi liberamente (la persona più importante, ricordi belli e dolorosi, le abitudini, i sogni). Poi saranno gli sceneggiatori a lavorare sul materiale che verrà poi riproposto sulla Rete e finalmente diventerà una serie tv. In quanto alle tante storie, si parte dalla seconda serie di Braccialetti rossi e si passa per la biografia di Pietro Mennea (La freccia del Sud ) e per Baciato dal sole (Rai-Pepito Produzioni) la prima fiction con Guglielmo Scilla, ovvero la star del web Willwoosh, racconto del sogno-incubo di un successo televisivo. Confermato il terzo capitolo di Fuoriclasse , storia scolastica con Luciana Littizzetto, il ritorno di Gigi Proietti al tv movie con Una pallottola nel cuore per la regia di Luca Manfredi, La narcotici-Sfida al cielo (Rai-Gootime) per la regia di Michele Soavi. Niente biografie di santi, unica eccezione l'annunciata terza rilettura di Francesco di Assisi che verrà firmata da Liliana Cavani. © RIPRODUZIONE RISERVATA ANICA CITAZIONI - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014 4 31/07/2014 Corriere della Sera - Ed. Nazionale Pag. 43 (diffusione:619980, tiratura:779916) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Foto: Palinsesto A destra, Vanessa Incontrada in «Un'altra vita»; sopra, una scena di «La freccia del Sud» su Mennea e, a sinistra, «La narcotici - Sfida al cielo». Sotto, Tinni Andreatta, direttrice di Rai Fiction ANICA CITAZIONI - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014 5 31/07/2014 ItaliaOggi Pag. 4 (diffusione:88538, tiratura:156000) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato La casa produttrice chiude il 2013 in sostanziale pareggio. I ricavi volano a 50 mln (+66%) Gomorra affossa i conti di Cattleya Lievitano i costi: dalla serie tv perdita secca di 3,7 mln CLAUDIA PLAZZOTTA La serie Gomorra, andata in onda con successo tra maggio e giugno su Sky Atlantic, affossa i conti 2013 della casa produttrice Cattleya. Il presidente Mario Chimenez, e i due amministratori delegati Riccardo Tozzi e Giovanni Stabilini, infatti, avevano sbagliato il preventivo. E avendo chiuso con Sky Italia un contratto di produzione a costo bloccato, si sono dovuti sobbarcare la crescita improvvisa dei costi operativi di Gomorra. Con una perdita secca di 3,7 milioni di euro. Insomma, le appassionanti vicende di Genny Savastano, Ciro Di Marzio e Salvatore Conte hanno sicuramente dato risalto alle capacità produttive, di regia e agli elevati standard qualitativi che caratterizzano Cattleya quando maneggia storie di malavita (da ricordare anche Romanzo criminale, La serie ). Ma hanno procurato più di un grattacapo a Tozzi e co. Non solo ci sono stati tre manager della casa di produzione indagati per una vicenda di presunte mazzette pagate alla famiglia del boss di camorra Francesco Gallo per poter girare Gomorra in alcune location di Torre Annunziata. Ma pure sono emersi problemi di natura economico-fi nanziaria. Come spiegano gli amministratori di Cattleya nella relazione sulla gestione 2013, «il risultato è stato pesantemente condizionato dallo sforamento del budget», un evento «senza precedenti nella storia della società». In sostanza c'è stata una perdita sulla lavorazione della serie televisiva Gomorra pari a circa 3,7 milioni di euro, «dovuta al sostenimento di costi imprevisti, a fronte di un contratto di produzione concluso dalla società con Sky Italia a condizioni di costo bloccato». Nonostante l'entità del potenziale sforamento del budget di produzione fosse stata accertata in una fase ancora precoce della lavorazione, proseguono gli amministratori, «si è deciso di non praticare tagli che avrebbero pregiudicato il raggiungimento dell'elevatissimo standard qualitativo che ci si era prefi ssati». E in effetti, quantoa qualità del prodotto, va detto che Gomorra (12 episodi diretti da Stefano Sollima, Francesca Comencini e Claudio Cupellini) è diventata la serie italiana in assoluto più venduta all'estero, superando così Romanzo criminale. Net ix, il più grande distributore mondiale di contenuti in streaming, ne ha acquistato i diritti internet per tutto il mondo, mentre Lionsgate sta sviluppando le sceneggiature per la realizzazione di un remake ispirato alle vicende della banda della Magliana e ambientato a Philadelphia a cavallo tra la fi ne degli anni 60 e i primi anni 70. Comunque, nonostante la disavventura economico-finanziaria di Gomorra (di cui peraltro è già in lavorazione la seconda serie che andrà in onda nel 2016), la casa di produzione Cattleya chiude un bilancio 2013 in sostanziale pareggio (192 mila euro di perdita), ma con un fatturato in grande crescita (+66% a 50 milioni di euro) rispetto al 2012. Molto buono, nell'esercizio 2013, l'andamento del botteghino per le produzioni cinematografi che di Cattleya: quattro fi lm che hanno incassato oltre 25 milioni di euro. In particolare, Il principe abusivo con Alessandro Siani è andato oltre i 15 milioni, Educazione siberiana di Gabriele Salvatores ha avuto un box offi ce da 4,7 milioni e Stai lontano da me (con Enrico Brignano e Ambra Angiolini) si è portato a casa 4,2 milioni. L'indebitamento complessivo è invece salito del 3,6% a 56,5 milioni di euro, di cui 19 milioni nei confronti delle banche. Cattleya è controllata al 20,44% da Tozzi, al 20,42% da Stabilini, al 20,42% da Chimenez, e poi al 20,41% da Universal studios international bv. Partecipazioni minori per De Agostini communication sa (7,96%), Imi investimenti (7,96%) e il consigliere di amministrazione Francesca Longardi (2,39%). Foto: Un frame della serie tv Gomorra Foto: Riccardo Tozzi ANICA CITAZIONI - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014 6 ANICA SCENARIO 29 articoli 31/07/2014 Avvenire - Ed. Nazionale Pag. 26 (diffusione:105812, tiratura:151233) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Agora / SALISBURGO Donne in prima linea Kermesse L'ultima edizione del Festival firmato da Alexander Pereira lancia due opere che esaltano il genio femminile durante i conflitti mondiali GIUSEPPE PENNISI Il Festival di Salisburgo (l'ultimo per il direttore artistico Alexander Pereira) ha commissionato due lavori che ricordano le guerre mondiali del Novecento da un punto di vista molto speciale: quello delle donne. Il primo è un'opera lirica andata in scena il 28 luglio (ed in programmazione sino al 14 agosto) : Charlotte Salomon di Marc-André Dalbavie, su libretto di Barbara Honigmann, con regia di Luc Bondy, scene di Johannes Schütz, costumi di Moidele Bickel. Il secondo The Forbidden Zone di Dancan McMillan - è un dramma che va in scena dal 30 luglio al 10 agosto ma di cui si prevede una versione cinematografica. Soffermiamoci su Charlotte Salomon .Il lavoro ha queste caratteristiche: a) si basa su uno storia vera da cui alcuni anni fa è stato tratto un film di successo e un documentario per la televisione; b) è una vicenda di grande attualità in quanto il suo punto centrale è l'intolleranza; b) il libretcinta di quattro mesi e sposata da otto; il marito un anno dopo ai lavori forzati. In breve, Franziska, Charlotte e la madre della prima e nonna della seconda vengono annientate dalle due Guerre Mondiali. Finita la guerra, padre e matrigna ebbero dal medico di Villefranchesur-Mer il lavoro che Charlotte gli aveva lasciato in custodia: 1325 tavole dipinte di cui circa 900 organizzate sistematicamente come le immagini di un Sinspiel (opera in parte parlata ed in parte cantata) intitolato Vita? O Teatro? . Il padre, morto nel 1976, e la matrigna , deceduta nel 2000 all'età di 102 anni, hanno dato il lavoro al museo ebraico di Amsterdam. L'opera, in due atti (due ore e mezza senza intervallo) si svolge tra Berlino e Villefranche Auschwitz è sempre nel fondale.La scena è costituita da proiezioni dei dipinti di Charlotte e da abili giochi di luce che danno il senso dei differenti ambienti (l'andamento della vicenda è cinematografico). Il vasto boccascena dell'antica cavallerizza è diviso in dieci pannelli che consentono azione scenica contemporanea in vari luoghi di Berlino e a Villefranche- un'idea suggestiva ma difficilmente replicabile altrove. La protagonista è interpretata da un'attrice (Johanna Wokalek) con funzione di narratrice e da un mezzo soprano (Marianne Crebassa) . Tra gli altri undici solisti (alcuni in più ruoli) spiccano Anaik Morel e Frédéric Antoun. Dalbavie utilizza un piccolo organico del Mozarteum con un numero limitato di archi, una forte presenza di ottoni e fiati, un'arpa, un organo ed un piano. Ne trae colori orchestrali molto intensi specialmente nella seconda parte. Nel complesso, un lavoro commovente e innovativo. che era morta d'influenza. La seconda moglie del padre, Paulinka, è un'importante cantante lirica che si affeziona alla bambina. Con l'arrivo del nazismo, iniziano le discriminazioni (viene vietato a Charlotte di ritirare il premio di pittura pur vinto) e le persecuzioni. Si rifugia dai nonni in Francia, mentre padre e madrigna si nascondono in Olanda. Quando apprende che gli ebrei tedeschi stanno per essere consegnati dalla Francia di Vichy ai tedeschi, è la nonna a togliersi la vita. Allora, Charlotte apprende del suicidio e della madre e di altre donne della famiglia. Per sfuggire ad un destino analogo, si dedica, con l'aiuto di un medico francese, alla pittura e si sposa. Arrestata, con il marito, Charlotte muore a Auschwitz nel 1943, into è in due lingue, - i personaggi francesi utilizzano il francese e i tedeschi il tedesco; d) Dalbavie, che concerta voci ed orchestra, viene dallo sperimentalismo ma si è gradualmente avvicinato a melodia, armonia e ritmo. Appartiene alla "scuola spettrale" francese che fonde astutamente tonalità e quel-che-resta-della dodecafonia per entrare nell'intimo. È musica che fa presa sul pubblico. Charlotte Salomon è cresciuta nelle Berlino elegante di Charlottenburg (dove è nata nel 1917). Suo padre, un medico, era considerato un eroe della Prima Guerra Mondiale; sua madre Franziska era stata crocerossina. Nel 1926, Franziska si toglie la vita durante una depressione; l'evento viene nascosto a Charlotte, affermandole Foto: LIRICA. ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014 8 31/07/2014 Avvenire - Ed. Nazionale Pag. 26 (diffusione:105812, tiratura:151233) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Foto: «Charlotte Salomon» di Marc-André Dalbavie con regia di Luc Bondy in prima mondiale al Festival di Salisburgo ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014 9 31/07/2014 Corriere della Sera - Bergamo Pag. 11 (diffusione:619980, tiratura:779916) Ad agosto il cinema è sotto le stelle Rivedere alcuni film apprezzati durante la passata stagione o recuperarli seduti su una coperta stesa sul prato è tra le novità proposte dall'estivo del parco della Trucca. In collaborazione con Lab80, da martedì 5 agosto, e per tutto il mese, sarà tempo di Cinema sotto le stelle: quattro proiezioni gratuite, alle 21, ogni martedì. La programmazione parte con «La mafia uccide solo d'estate». Diretto e interpretato da Pierfrancesco Diliberto, noto come Pif, già pluripremiato tra nastri d'argento, Ciak d'oro, Globo d'oro e David di Donatello come miglior regista esordiente, il film fa pensare con leggerezza, indagando in modo divertente e per nulla banale un problema atavico del paese. Si proseguirà con titoli che spaziano da film d'animazione alla commedia all'italiana. Martedì 12 è atteso «Cattivissimo Me 2», ideale per famiglie; il 19 agosto «Rush», che porta sullo schermo la rivalità tra i due grandi piloti di Formula 1 James Hunt e Niki Lauda, infine martedì 26 la commedia «Smetto quando voglio» del giovane regista salernitano Sydney Sibilia. (dm ) Foto: Sul set Pif con Cristiana Capotondi ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014 10 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Parco della Trucca 31/07/2014 Corriere della Sera - Ed. Nazionale Pag. 41 (diffusione:619980, tiratura:779916) Desplat, un musicista a Venezia «Coraggioso affidarmi la giuria » Da Malick a Harry Potter, ora il Lido: che fascino il Leone d'oro Giuseppina Manin Monsieur le president, l'uomo che alla prossima Mostra di Venezia terrà in pugno per 11 giorni la giuria e le sorti del cinema internazionale, stasera suonerà il flauto al Festival di Ravello. Impegnato con i cameristi del Trafic Quintet e il pianista Alain Planès in Quai de scenes , spettacolo di suoni e immagini, suggestiva rivisitazione di celebri colonne sonore. Tutte firmate da lui, Alexandre Desplat, nato a Parigi nel '61, tratti bruni e fascino ironico ereditati da madre greca e padre francese, studi classici (oltre al flauto suona il piano e la tromba), compositore per il grande schermo di fama internazionale, sei volte candidato all'Oscar, l'ultima per Philomena . Un pedigree di tutto rispetto, eppure è la prima volta che un musicista viene chiamato a guidare la giuria di un grande festival. «Il direttore Barbera è stato molto audace. Quando me l'ha proposto il primo a restare sorpreso sono stato io. A Cannes, quattro anni fa, avevo fatto parte della squadra di Tim Burton. Stavolta però l'onore di reggere il timone è tutto mio. Ne sono molto fiero». È la consacrazione del ruolo del compositore nel cinema «A tutti gli effetti il terzo autore, dopo il regista e lo sceneggiatore, è proprio lui. Ogni grande film è inscindibile dalla sua colonna sonora. Quando l'incontro funziona, immagini e musica diventano una sola cosa. Come accade per certe accoppiate leggendarie: Fellini e Nino Rota, Leone e Morricone, Blake Edwards e Henry Mancini, David Lean e Maurice Jarre, Greenaway e Nyman». E nel suo caso? Con quale regista ha stabilito una maggior sintonia? «Con Jacques Audiard. Ho scritto le musiche per tutti i suoi film, compreso il premiatissimo Il profeta . E dopo The Queen ho legami saldi con Frears, mentre Venere in pelliccia ha segnato la mia terza volta con Polanski. Clooney mi ha chiesto le colonne sonore di Idi di marzo e Monuments Men , Malick una musica capace di scorrere come l'acqua per The tree of life ». Lei è amato dal cinema autoriale e da Hollywood. Sue le musiche di «Harry Potter», «Twilight», «Godzilla»... «Ho avuto la fortuna di cominciare la mia carriera negli Usa tenendo un piede ben saldo in Europa. Inoltre i registi americani con cui ho lavorato sono cresciuti nel culto del cinema europeo... Intenderci è stato facile. Anche se Hollywood resta un altro mondo». In che senso? «Per due ragioni: il regista non ha quasi mai il "final cut", ci sono altri sguardi che hanno diritto d'intervenire. E poi ci sono mezzi a disposizione impensabili in Europa. La colonna sonora è una voce importante del budget mentre in Europa è spesso considerata un optional. Così per Harry Potter ho potuto scrivere una vera partitura sinfonica, eseguita da un'orchestra di oltre cento elementi... Per un compositore sono tentazioni irresistibili. Ma non abbastanza da convincermi a traslocare negli Stati Uniti. Le mie radici culturali sono qui». Quando ha capito che la musica per film sarebbe stata la sua strada? «Molto presto. Ero un adolescente cinefilo e ogni film per me era anche una narrazione sonora. A casa poi riascoltavo in disco quelle musiche trovandole bellissime di per sé. Una dualità affascinante. Comporre per delle immagini mi dà emozioni incredibili. Perché si può far apparire l'invisibile». Come Edith Piaf, anche lei ha due amori: la musica e il cinema «Passioni inscindibili. E poi, mentre registravo la mia prima colonna sonora, è arrivata Dominique. E l'amou r è diventato a tre». Dominique Lemmonier, violinista di talento, interprete privilegiata delle sue composizioni ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014 11 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Verso il Festival Sei volte candidato all'Oscar, è il primo compositore chiamato a decretare il vincitore di un Festival : amo i film italiani. Quali? Fellini, Sorrentino e Garrone 31/07/2014 Corriere della Sera - Ed. Nazionale Pag. 41 (diffusione:619980, tiratura:779916) ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014 12 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato «La mia compagna. Lei ha dato vita al Trafic Quintet, ensemble di archi nato per un film di Audiard e poi diventato interprete di trascrizioni cameristiche di colonne sonore. Musica cinefila: Trafic è il titolo di un film di Tati». I film della sua vita? «Prima di tutti quelli italiani. Tra gli anni '60 e '70 il vostro cinema era il più bello del mondo. Non solo per registi come Fellini, Visconti, Scola, ma anche per attori: Gassman, Mastroianni, Tognazzi, Manfredi. Negli anni 80 sono arrivati i film impegnati dei Taviani e di Moretti e ora ci sono quelli innovativi di Sorrentino e Garrone. Per quest'ultimo ho scritto le musiche di Reality ». E sul versante musicale, quali i suoi compositori di riferimento? «Sono cresciuto con la classica ma poi ho spalancato le orecchie a ogni genere di suoni. Mi nutro di musica al plurale, senza confini di sorta. Adoro Debussy ma anche certe melodie asiatiche o africane. Mi piacciono contemporanei come Boulez, Dusapin, Rihm ma anche Mozart e Bernard Hermann, il compositore di Hitchcock». Tra neanche un mese sarà alla Mostra. Cosa si attende da questa esperienza di presidente di giuria? «Tanti film inattesi e ispirati. Tanti incontri stimolanti. Tante emozioni. Venezia è un festival specialissimo, sia per l'incanto della città sia perché la Biennale ha il potere di stringere legami tra arti diverse. Ogni volta che prendo il battello per il Lido, sono felice» . © RIPRODUZIONE RISERVATA The tree of life Brad Pitt nel film di Malick, vincitore a Cannes nel 2011 Harry Potter e i doni della morte La saga chiude sulle note di Desplat Philomena Judi Dench e Steve Coogan nel film del 2013 di Frears Le sue colonne sonore Foto: Profilo Il compositore Alexandre Desplat è nato a Parigi il 23 agosto del 1961 31/07/2014 Corriere delle Alpi - Ed. Nazionale Pag. 34 Due film a "Cortina InCroda" Due film a "Cortina InCroda" Stasera alle 21 in onda le pellicole del Trento Film Festival CORTINA Seconda serata con i film del Trento Film Festival a Cortina InCroda, la rassegna dedicata alla cultura della montagna che fino all'11 settembre proporrà agli ospiti della Regina delle Dolomiti un programma di appuntamenti ricco di poesia, adrenalina, scrittura, cinema, musica, montagne, sogni, avventura, tecnologia, giornalismo, personaggi, ricordi e futuro. Stasera alle 21 al Cinema Eden è in programma la seconda serata in forma di cinema. Sarà la volta di due pellicole: "Alpi 2.0" di Aurelio Laino, Simona Casonato ed Elena Negriolli, racconta come anche nei rifugi, sia sempre più forte l'esigenza di essere connessi con il resto del mondo. Il film è girato nel Parco Nazionale dello Stelvio ed è stato proiettato nella Sezione Orizzonti vicini al 62° Trento Film Festival 2014. Poi sarà proiettato "Chiedilo a Keinwunder", di Carlo Cenini e Enrico Tavernini, un eccezionale documentario che ci presenta il misterioso alpinista Hermann Keinwunder. Attraverso una ricostruzione storica in stile documentaristico, con interviste ad alpinisti di fama, specialisti e anche grazie alla scoperta di nuovi materiali d'archivio inediti, vengono alla luce le stupefacenti imprese dello scalatore trentino, certamente uno dei perduti padri dell'alpinismo moderno. L'opera ha vinto il premio del Pubblico al Trento Film Festival di quest'anno. L'appuntamento con Cortina InCroda è per stasera alle 21 al cinema Eden con ingresso a pagamento. Il biglietto costa 5 euro. ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014 13 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Due film a "Cortina InCroda" Stasera alle 21 in onda le pellicole del Trento Film Festival 31/07/2014 Eco di Bergamo (diffusione:54521, tiratura:63295) Le scimmie piacciono ai cinefili bergamaschi Micaela Vernice Il momento è arrivato: «Apes Revolution - Il pianeta delle scimmie» ieri è uscito nelle sale cinematografiche. Il film, che unisce azione e fantascienza, affonda le sue radici nel romanzo «Il pianeta delle scimmie» di Pierre Boulle del 1963, dal quale poi era scaturita una saga composta da film, serie tv, libri ed anche fumetti. Nel 2011 era stato ripreso il filone grazie a «L'alba del pianeta delle scimmie» (regia di Rupert Wyatt) e da ieri è sui grandi schermi «Apes Revolution - Il pianeta delle scimmie», diretto da Matt Reeves e con un cast di attori importanti, uno su tutti: Andy Serkis che grazie all'arte della «performance capture» assume le sembianze di Cesare, lo scimpanzé a capo della comunità di scimmie. Soprattutto la curiosità ha spinto il pubblico ad andare ieri al multisala Uci di Curno per assistere alla prima proiezione di questa nuova pellicola. C'era chi sperava in una versione migliore rispetto a quella del 2011, perché era stata deludente e c'era anche chi non sapeva proprio cosa attendersi: «Avevamo voglia di venire al cinema e ci ha incuriosito il titolo di questo film», affermano Alessia e Giulia da Mapello. Dello stesso parere anche ad Andrea, arrivato da Presezzo, che però era curioso di vedere la pellicola perché «la fantascienza è un genere che mi piace». Piace pure a Christian Agresti, 39 anni di Azzano San Paolo: «Ho avuto una videoteca per 7 anni e conosco i film della saga - racconta -. Qualche giorno fa ho rivisto la precedente pellicola e non mi era dispiaciuta, neppure la regia. Ora sono curioso di vedere questo nuovo film , anche per gli effetti speciali. Peccato non ci sia James Franco, protagonista nel 2011: mi piace quando gli attori proseguono nelle saghe». Aurora e Sara, da Mozzo, erano in fila per prendere i biglietti per la proiezione serale, occasione nella quale si sarebbe svolta anche l'iniziativa di Bergomix: «La fantascienza non ci fa impazzire - spiega Sara -, ma siamo state convinte dai nostri amici e ora siamo curiose di guardare il film». «Mi sono preparata - dice Aurora -: ho visto "L'alba del pianeta delle scimmie" e mi è piaciuto. Mi ha colpito il tema dello sfruttamento e dei test sugli animali e poi mi ha lasciato la curiosità perché era senza finale e adesso voglio vedere cosa succederà». «Di questi film mi piace l'aspetto sociologico: la trattazione del tema della diversità - dice Ivan Caruz, 32 anni di Bergamo -. Sono appassionato di questo genere di film e del "Pianeta delle scimmie" ho visto tutte le versioni, anche la prima pellicola del 1968. Queste ultime due produzioni sono completamente diverse dalle prime e sono ricchissime di effetti speciali, aspetto che attira tanto i giovani. Il film del 2011 non mi è piaciuto molto, spero che questo sia meglio». • ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014 14 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Cultura 31/07/2014 Famiglia Cristiana - N.31 - 3 Agosto 2014 Pag. 111 (diffusione:587400, tiratura:685739) LOCARNO IN PIAZZA, UNDICI GIORNI DI FILM II Festival internazionale dal 6 agosto Sarà Lucy, di Lue Besson, con Scarlett Johansson e Morgan Freeman, ad aprire la 67ma edizione del Festival del film di Locamo, il 6 agosto. La manifestazione durerà il giorni e si concluderà il 16. A presiedere la giuria del concorso internazionale, che vaglierà 17 pellicole, sarà il regista italiano Gianfranco Rosi. Per l'Italia, sarà presentato in concorso il film Perfidia, di Bonifacio Angius. Il programma di quest'anno è all'insegna della duplicità del cinema, cioè dell'arte della finzione e quella documentaristica, ma non mancherà la proposta più contemporanea, quella del cinema in 3D con tre pellicole di Jean-Lue Godard, Tsui Hark ed Edgar Pera. Il premio alla carriera verrà assegnato a Jean-Pierre Léaud, grande interprete del cinema di Francois Truffaut. Non mancherà la riproposizione del capolavoro di Luchino Visconti 11 gattopardo. Attesa per il film Marie Heurtin, in programma il 10 in piazza Grande: storia di una ragazza sorda e cieca che viene affidata dal padre alle cure della giovane suora Marguerite {nella foto). • LA PRESE ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014 15 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato CINEMA 31/07/2014 Giornale di Brescia Pag. 59 (diffusione:48023, tiratura:59782) Il regista bresciano Claudio Uberti inizierà a girare nei prossimi giorni in città. Con le vetture della «corsa più bella del mondo», protagonista l' attrice Martina Stella Motori e misteri, automobili d'epoca e vecchie ruggini familiari destinate a riemergere, una giornalista grintosa e il fascino delle gare su strada. Brescia e la corsa più bella del mondo saranno protagoniste, con la bionda Martina Stella, di «Rosso Mille Miglia», il film che il regista franciacortino Claudio Uberti inizierà presto a girare nella nostra città. Domani e dopodomani, all'Infopoint di piazza Paolo VI si terrà il casting per reclutare uomini e donne tra i 18 e i 70 anni da utilizzare come comparse e per piccoli ruoli (domani dalle 12.30 alle 20.30 e sabato dalle 9.30 alle 19.30). Attorno al 5 agosto il regista e la troupe arriveranno in città, e dal 18 agosto inizieranno le riprese vere e proprie, per quattro settimane a Brescia, e per altri sette giorni tra Padova e Portogruaro. Il regista (allievo di Lina Wertmüller, con all'attivo il corto «Un casale, due gessetti e tanti ricci» e un documentario sulla battaglia di Maclodio del 1427, entrambi con Omar Pedrini) e la sua casa di produzione Lucere Film hanno trovato un sostegno importante in Mille Miglia srl, la società che promuove la corsa: oltre al supporto logistico e organizzativo (dagli sponsor al permesso di effettuare riprese durante l'ultima edizione della Mille Miglia) la società ha trovato le vetture storiche da utilizzare in scena, e ha offerto la consulenza tecnica. Il film, con la produzione esecutiva del Centro sperimentale di cinematografia di Roma, sarà presentato con un piccolo assaggio alla Mostra di Venezia, e al pubblico nel maggio 2015 in occasione della prossima corsa, per arrivare al cinema nell'autunno del prossimo anno. La storia, ambientata a Brescia durante l'edizione 2014 della Mille Miglia, vede come protagonista una giornalista (Martina Stella, che nel 2012 fu effettivamente madrina della corsa). Mentre segue la gara, si imbatte in intricate vicende che riguardano la sua famiglia: il nonno materno, infatti, era stato concorrente alla prima edizione, nel 1927, prima di litigare e «rompere» con il copilota. La figlia di quest'ultimo (Francesca Rettondini) con il marito (Remo Girone) partecipa proprio alla corsa del 2014, e il passato inevitabilmente si riannoda al presente... Nel cast anche Fabio Troiano, Victoria Zinny, Maurizio Francone, Rosario Petix e Giulia Libit, ma soprattutto le mitiche vetture che partecipano alla corsa. «I due protagonisti guideranno una Mercedes 300 SL "Ali di gabbiano", mentre Girone piloterà una Cisitalia 202 anticipa Paolo Mazzetti, direttore dei servizi storici ed editoriali di Mille Miglia srl, che ha fatto da consulente -. Al centro della storia c'è però una favolosa OM 665 Superba, la vettura che vinse la prima edizione nel 1927. Per le esigenze del film ne abbiamo recuperati due esemplari: uno, attualmente in restauro, per simulare l'automobile smontata e dimenticata da decenni, e uno intatto». La società, con il direttore marketing Roberto Pagliuca, ha trovato anche gli sponsor del progetto: le città di Brescia, Padova e Portogruaro, Credito Lombardo Veneto, Hotel Vittoria di Brescia, Vini Santa Margherita, The Classic Car Trust, Mercedes Benz e Chopard. gio. ca. L'attrice Martina Stella, protagonista del film, è stata madrina della Mille Miglia nel 2012 IL CASTING Si cercano comparse e attori per piccoli ruoli: domani e sabato il casting all'Infopoint di piazza Paolo VI ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014 16 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Cinema «Rosso Mille Miglia», Brescia sul set 31/07/2014 Il Fatto Quotidiano Pag. 16 (tiratura:100000) Incassi milionari per l ' ennesima guerra tra uomini e primati L ' ULTIMO REMAKE DEL " PIANETA DELLE SCIMMIE " CONTINUA A SPOPOLARE E RIEMPIRE LE SALE Federico Pontiggia Scimmia a chi? Dieci anni dopo la battaglia al Golden Gate di San Francisco, la nazione dei primati guidata da Cesare (Andy Serkis) vive e lotta: con noi o contro di noi? Incognita affidata al secondo capitolo della saga re b o o t intesa a rilanciare il mitologico Pianeta delle Scimmie: Apes Revolution (titolo originale: Dawn of the Planet of the Apes ), che finora ha incassato 365 milioni di dollari in tutto il mondo, di cui circa la metà negli Usa. DOPO L ' alba del pianeta delle scimmie affidato nel 2011 a Rupert Wyatt, stavolta alla regia c ' è Matt Reeves, già apprezzato per il mostruoso Cloverfield, il vampiresco Blood Story e il serial tv Felicity: " Un rilancio? Diciamo semplicemente un nuovo capitolo della saga, costruito da un punto di vista emotivo. Da bambino ero un grande fan della serie tv: le nuove frontiere che prospettava per umani e primati mi catturavano. E ora eccomi qui, a postulare un mondo dominato dalle scimmie: sarebbe un mondo migliore? Il problema è proprio questo: non esistono ' migliore di ' , viceversa, bisogna perseguire dialogo e integrazione tra uomini e scimmie come tra uomo e uomo " . Nel film, potenziato da un 3d sobrio ma performante nelle scene di battaglia, la comunità capeggiata dal saggio e nerboruto Cesare vive nella foresta di Miur ai margini di San Francisco, mentre gli umani scampati all ' apocalisse virale si raggruppano intorno a Dreyfus (Gary Oldman): due leader, destinati a scontrarsi. In mezzo, l ' uomo del dialogo, Malcolm (Jason Clarke), che mentre esplora la boscaglia in compagnia della fidanzata Ellie (Keri Russell) e il figlio Alexander (Kodi SmitMcPhee) si imbatte nelle scimmie. Cesare non si fida, ma la minaccia sul suo orizzonte non è glabra, bensì pelosa e dalle leve lunghe, il bonobo Koba (Toby Kebbell): uomini contro scimmie, scimmie contro scimmie, uomini contro uomini, e si salvi chi può. Matt Reeves lavora su queste opposizioni multiple cercando l ' in trospezione psicologica, provando a farci entrare nel corpo, nella testa e nel cuore di Cesare, i cui occhi aprono e chiudono il film: è lo sguardo dell ' utopia, del non conflitto quello che vediamo? " Cesare è un meticcio, sta a metà tra la sua specie e gli umani che l ' hanno cresciuto: la sua empatia ci porta a riflettere sulla violenza " . E SULLE attuali ricadute della saga tenuta a battesimo nel 1968 dall ' originale di Franklin J. Schaffner, adattamento da Pierre Boulle, il regista insegue il paradigma: " Penso all ' apar theid, ma non ho seguito uno specifico parallelismo: Gaza, Ucraina, ognuno può vederci quel che vuole, meglio, quel che prova sulla propria pelle " . Non è facile avere a che fare con queste scimmie, vedere per credere il passo falso di Tim Burton (2001), e Apes Revolution, pur garantendo spettacolo, action e adrenalina, sceglie pathos e immedesimazione per decrittare i meccanismi della violenza antropica, ovvero antropomorfica: " La fantascienza intercetta lo studio dei caratteri, l ' analisi dell ' essere umano: c ' è perfino la love story di Cesare e Malcolm, una storia tragica, soprattutto c ' è un ' associazione tra empatia e pace " . Ma non crediate a un Cesare gandhiano, una sorta di Madre Teresa col pollice non necessariamente opponibile, perché Reeves e i suoi sceneggiatori avevano in mente altro: " Cesare è il Mosè della sua gente, ma nella sua figura echeggiano anche i re scespiriani e il Padrino don Vito Corleone " . E c ' è un ' offerta che non si può rifiutare: il film stesso, che con mole da blockbuster (170 milioni di dollari di budget) e incredibili prestazioni in motion e performance capture offre il destro all ' apologo umanista, all ' uma no, troppo umano nicciano dietro i peli di Cesare. Sì, tra i tanti primati di Hollywood c ' è anche lui: Ave Cesare! Foto: APES REVOLUTION: IL PIANETA DELLE SCIMMIE ©©© Usa, 2014 regia: Matt Reeves; con: A. Serkis, J. Clarke, G. ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014 17 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato SCIMPANZÈ MANNARI 31/07/2014 Il Giornale - Ed. Nazionale Pag. 27 (diffusione:192677, tiratura:292798) Il supereroe di Salvatores a metà tra cinema e fumetti La sfida del regista : un film su un ragazzino che può diventare invisibile «Non puntiamo su effetti troppo spettacolari». Le rivelazioni di «Ciak» Pubblichiamo un estratto del servizio di Ciak in edicola oggi su Il ragazzo invisibile , il film di Gabriele Salvatores in uscita a dicembre.Scritto daigiovani sceneggiatoriAlessandroFabbri, LudovicaRampoldi eStefanoSardo e prodotto da Indigo Films, racconta di un ragazzodi13anniche scopredipoterdiventare invisibile. Un film che sarà l'evento della stagione cine Antonello Catacchio Il ragazzo invisibile è davvero tale. Per ora. Gli unici ad averlointravistosonogliesercenti cinematografici che, alle Giornate Professionali di Riccione, hanno seguito con grande interesse la presentazione del nuovo film di Gabriele Salvatores. Il trailer e le poche sequenze viste sono state sufficienti, però,perfarli appassionare e far loro respirare il clima della storia, storia scritta da tre giovani sceneggiatori: Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo. Racconta di un ragazzino di 13 anni che scopredipoterdiventareinvisibile, e nel corso della vicenda vengono svelati motivi avventurosi, storici e affettivi che lo hanno portato a possedere questo particolare dono. GiratoinprevalenzaaTrieste e prodotto da Indigo Film, cioè Nicola Giuliano e FrancescaCima, insiemecon Raicinema (e coprodotto da Faso Film eBabe Films), Il ragazzo invisibile arriverà nellesalel'11 dic e m - bre, distribuito da 01. Ma un film non è solounastoria, intorno ci sono molti elementi e per questarealizzazione sono entrati in gioco diversi altri fattori: gli effetti speciali, l'articolata realizzazionedellemusiche, lo studio del logo del film e del costume del protagonista, senza dimenticare il fumetto che ne è stato tratto. Quandosiparladi invisibilità al cinema si pensa subito agli effetti speciali. Racconta Salvatores:«Adifferenzadialtrimieifilm, questohaunapostproduzione lunghissima. Il produttore Nicola Giuliano pensava che l'invisibilità fosseuneffettoeconomico. Invece ancor prima di girare, ci siamo incontrati con il responsabile degli effetti, il direttore della fotografia e il montatore, perché rendere credibile e creare l'invisibilità è piuttosto complicato. Il problema che ci ponevamo era questo: come far vedere il protagonistaquandoèinvisibile? Abbiamo pensato al montaggio di Ejzenstejn, alle regole della ripresa soggettiva od oggettiva, a quelle del campo e controcampo e abbiamodovutofar saltare tutte queste convenzioni. Perché i personaggi del film a volte non vedono Michele anche se lui c'è. Però, Michele ha un cane che lo percepisce anche quando non lo vede: ecco, il cagnolino e gli spettatori sonogli unici a vederlo o intuirlo. Ma non abbiamo puntato su effetti troppo spettacolari,dovevamo provarearenderequasi normale ciò che normale non è. Una penna che si alza e scrive da sola è più difficile da realizzare di un'astronave in 3D che esplode. Perché l'astronave è pura fantasia creata al computer, una penna che scrive è un'immagine che tutti conosciamo, quindi dobbiamo renderla molto credibile». Michele,ilgiovaneprotagonista, scopre quindi la facoltà di diventare invisibile, ma non sa spiegarsi e tantomeno controllare questa situazione, è convinto che tutto nasca da una tutina comprata in un negozietto per una festa di Halloween. Solo in seguito, come tutti i supereroi, acquisirà una vera tutina e soprattutto piena consapevolezza, oltre a scoprire di far parte di un gruppo particolare di persone: gli «speciali», originari dell'ex Unione Sovietica. E sul suonuovocostume, infatti, c'èunlogostudiatoerealizzato da Francesco Kurhajec. Spiega lo stesso Salvatores: «Sitratta diunaCcheincirillico corrisponde alla nostra S, iniziale di Speciali in russo. Per chi è più adulto, quella C rossa con una stellina di lato risultaevocativa, ricorda la simbologia sovietica. I più giovani, invece, non colgonoquesto collegamento, maassociano il logoalla velocità ». [...] Unaltroelementosingolare riguarda il fumetto che Panini Comicsharealizzato ispirandosi al film. La storia si svolge lungo tre diversi piani narrativi, quindi sono stati approntati tre diversi albi, affidati a differenti autori. Giuseppe Camuncoli si è occupato delle sequenze che ripercorrono il film. Alessandro Vitti racconta, invece, le vicendelegate allanascitadegli «Speciali» edei loro superpoteri. Infine, il tratto più noir è di Werther Dell'Edera, che punta sul periodo oscuro di un personaggio cardine della storia.Michele sarà quindi in qualche modo immortalato nello stesso formato dei supereroi. Il primo albo debutteràaLucca Comics&Games, per arrivare in edicola il 6 novembre.Ilsecondoil27dello stesso mese e il terzol'11dicembre, in contemporanea con il film. Salvatores ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014 18 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato L'ANTICIPAZIONE In sala (e in edicola) in autunno 31/07/2014 Il Giornale - Ed. Nazionale Pag. 27 (diffusione:192677, tiratura:292798) ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014 19 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato specifica: «Per la prima volta un mio film diventa fumetto. In generale avviene il contrario. Del resto c'è un rapporto stretto tralinguaggiodelcinemae quello dei fumetti, basatosuinquadratureeritminarrativi, bastipensareaglistoryboard ». Insomma, Il ragazzo invisibile, diventerà... visibileprimasucarta, poisulgrande schermo. Foto: LA GRANDE BELLEZZA DI IMMAGINI E DISEGNI Nella foto in alto, una scena del film in uscita a dicembre «Il ragazzo invisibile» di Gabriele Salvatores (nel fotino). Qui sopra, una tavola del fumetto ispirato alla storia 31/07/2014 Il Manifesto - Ed. Nazionale Pag. 13 (diffusione:24728, tiratura:83923) Le immagini della Storia, un movimento senza fine Cristina Piccino Pochi giorni fa si è concluso il Golden Apricot Festival, il Festival dell'Albicocca dorata, nome suggestivo che indica l'appuntamento col cinema internazionale della città di Yerevan, Armenia. Sul sito del festival (www.gaiff.am)ci sono nomi dei premiati - il Concorso internazionale è stato vinto da The Tribe , film che subito dopo la prima proiezione, alla scorsa Semaine de la critique di Cannes, ha conquistato odi o amori incondizionati. E quelli dei registi invitati a tenere masterclass e incontri, come Otar Iosseliani e Jia Zhang-ke in una rassegna che, nel corso dei suoi undici anni, continua a espandersi oltre confine senza dimenticare la produzione nazionale - con la sezione Panorama armeno. Presidente onorario del Festival è il regista Atom Egoyan, radici armene forti che attraversano molti dei suoi film nonostante lui viva in Canada. Alla direzione artistica c'è una donna, una critica armena, Susanna Harutyunyan, e a quella generale troviamo invece Harutyun Khachatryan (che del festival è fondatore). Forse in Italia il nome di questo cineasta dice poco, pure se negli anni passati è stato ospite di quell'avanzato laboratorio di ricerca che era il festival di Alba ideato da Luciano Barisone. E proprio nel cartellone di Visions du Réel, a Nyon, il festival svizzero dedicato al documentario di cui ora Barisone è direttore, abbiamo visto il nuovo film del regista armeno, oggi sessantenne,una filmografia lunga, che inizia quando aveva poco più che vent'anni, nell'81, con un cortometraggio ( The Voices of the District ), saggio di diploma alla Scuola di cinema in Armenia. Endless Escape, Eternal Return , Fuga senza fine, eterno ritorno, è il titolo che bene si adatta a questa trama scritta nel tempo, lungo il filo di decenni in cui le vite delle persone si intrecciano strettamente alla Storia, e anzi dai suoi passaggi epocali vengono sconvolte, mutate, dirette laddove (forse) non volevano giungere, o almeno mai si sarebbero aspettate di arrivare. Sono racconti di solitudini, di un qualcosa che rimane e sfugge ai mutamenti, un sentimento forte, profondo, immutabile nonostante intorno il mondo corra via come i giorni nel tempo. Allora non avevo scritto di questo film, rivisto poi a distanza, sorprendente nel suo andamento non lineare - quasi un tappeto verrebbe da dire in modo fin troppo facile. Gli anni sono quelli dell'Unione sovietica, di una censura delle idee e delle scelte individuali specie laddove più forte è la resistenza al potere dei governi. Che significa in quella situazione essere artisti, o più semplicemente vivere seguendo il proprio desiderio. Khachatryan inizia a filmare nel 1988,concentrando il suo obiettivo su esperienze d'esilio, condizione che del resto appartiene agli armeni almeno dall'inizio del secolo scorso, quando il genocidio compiuto dai turchi li ha massacrati, e costretti a abbandonare case, città e terre. Khachatryan segue i vissuti di cinque artisti armeni i cui cambiamenti coincidono con quelli del paese: cosa è accaduto a loro, e cosa all'Armenia? Il 1988 è l'anno del terremoto che devastò il paese, poco dopo collassa l'Unione sovietica, scoppia la guerra tra Armenia e Azerbaijan ... Poi la vita sembra tornare a una sua normalità, i momenti difficili sembrano dimenticati, e così anche i protagonisti di Khachatryan. È la realtà a essere un'altra? O sono diverse le aspirazioni, le priorità, il necessario? Due musicisti, che quando il regista inizia a lavorare al suo progetto erano molto conosciuti, Ruben e Plush, percorrono l'Unione sovietica per incontrare quegli armeni che vivono da soli lontani da tutto.Con loro discutono di cosa significa identità nazionale, e cosa casa o patria, conversazioni notturne, bevute, confidenze, sogni, rimpianti. I musicisti vanno da est a ovest, talvolta suonano, incontrano vecchi amici. Hayk, è un regista di teatro che stava a Mosca e per tutta la vita ha cercato di mantenersi libero. «Sono evaporato nell'aria, non sono mai solo, vivo con la Storia»» dice. La sua esistenza è una battaglia che continua, come quella degli altri, fino a oggi. Intanto Khachatryan è diventato un regista conosciuto, i luoghi sono diversi, e così le persone. Qualcuno dei suoi protagonisti tornerà indietro? O come dice il titolo loro fuga è destinata a non avere fine? La cosa interessante di questa ricerca è l'uso dell'archivio, che appartiene allo stesso cineasta, è lui che lo ha girato e dall'attualità di quando ha cominciato le riprese è divenuto memoria. O forse Storia, osservata da un punto di vista personalissimo (ma da quale altro si potrebbe?), e nel legame. o dicotomia, tra individuo e pensiero collettivo. L'archivio delle proprie ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014 20 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato CINEMA · «Endless Escape, Eternal Return» interroga il senso dell'archivio 31/07/2014 Il Manifesto - Ed. Nazionale Pag. 13 (diffusione:24728, tiratura:83923) ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014 21 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato immagini è però qualcosa su cui riflettere, una pratica che appartiene a diversi cineasti oggi, e che va al di là del semplice uso «descrittivo», rischio da eccesso di footage molto diffuso. Qui si interroga invece l'«innocenza» delle immagini, e la loro soggettività. Mi viene in mente un altro film, Dancing in the Dark lo hanno realizzato Angela Ricci Lucchi e Yervant Gianikian (anche lui armeno). Forse quando filmavano le feste dell'Unità, nell'89, in Romagna, dove Angela è nata, non si aspettavano cosa sarebbe accaduto dopo. Ma certo quelle danze appaiono ai nostri occhi qualcos'altro, pensando alle pagine bianche dell' Unità giornale chiuso. Oblique e inattese ci pongono dei quesiti per ora destinati a non trovare risposta. Foto: UN FOTOGRAMMA DA «ENDLESS ESCAPE, ETERNAL RETURN» DI HARUTYUN KHACHATRYAN 31/07/2014 Il Mattino - Avellino Pag. 26 (diffusione:79573, tiratura:108314) «Laceno d'oro», la sfida del cinema di qualità Ugo Cundari Torna agli antichi splendori il festival internazionale del cinema «Laceno d'oro», che si svolgerà da lunedì 18 agosto a venerdì 5 settembre tra Avellino, Atripalda e Mercogliano. Il festival, ideato nel 1959 da due giovani intellettuali irpini, Camillo Martino e Giacomo D'Onofrio, guidati da Pier Paolo Pasolini con la promozione della rivista «Cinemasud», era nato per valorizzare dal punto di visa del turismo l'altopiano del Laceno: nel corso del tempo il festival diventò un punto di riferimento per il cinema innovativo, proponendosi, per esempio negli anni Sessanta, di far conoscere le migliori opere cinematografiche ispirate al Neorealismo. Quindi, la pausa forzata, la ripresa e ora questa nuova edizione, la trentanovesima, che raccoglie l'eredità del passato ma guarda anche al presente e al futuro perché, come ha spiegato ieri nella conferenza stampa di presentazione l'assessore della Regione Campania al Turismo e ai Beni culturali, Pasquale Sommese, «da una parte si vuole valorizzare il territorio, ma dall'altra si vuole anche contribuire alla promozione del cinema contemporaneo sociale, indipendente e sperimentale che riflette e fa tendenza». Come risulterebbe difficile comprendere la contestazione studentesca degli anni Settanta in Irpinia senza tener conto del contributo dato da una rassegna di cinema di questo genere, che permise di aprirsi all'universo dell'autonomia di pensiero e dell'emancipazione intellettuale, così oggi il «Laceno d'oro» guarda al presente e al nuovo. Come ha illustrato il direttore artistico del festival, Antonio Spagnuolo, «l'edizione di quest'anno terrà fede in pieno alla sua missione originaria, per la vocazione internazionale e per la proiezione delle opere più significative del cinema indipendente e di ricerca, un cinema che spinge alla riflessione, che raccoglie premi e consensi ma che spesso è esclusa dai circuiti della grande distribuzione». A inaugurare il Festival il 18 agosto alle 20,30 all'Arena Eliseo di Avellino sarà uno dei più importanti registi cinesi, Jia Zhange-Ke, già Leone d'oro a Venezia nel 2006, al quale sarà dedicata una retrospettiva, nell'ambito del «Premio Camillo Marino alla carriera», che si aprirà con «A touch of Sin», definito da molti critici come «il più bel film cinese di tutti i tempi». Cuore della rassegna, articolata in sette sezioni, sarà la sezione delle nuove visioni, imperniata sulla grande produzione indipendente italiana e straniera, mentre tra le più importanti novità c'è la sezione «Visti da vicino», nell'ambito della quale autori, attori, produttori e registi dialogheranno in ventidue incontri con gli spettatori in occasione delle proiezioni. Nella sezione «Post cinema & digital video» si avrà l'occasione di entrare in contatto con i nuovi linguaggi del cinema virtuale, quel cinema tecnologico sviluppatosi grazie alle tecniche più innovative, mentre con «Effetto cinema» sono previsti workshop dedicati alla sceneggiatura e alla regia insieme a laboratori di educazione e didattica dell'immagine per i più piccoli. Previsti anche un concorso per giovani videomaker per cortometraggi in cui è centrale lo sguardo sulla città e uno speciale sulla prima regista del cinema italiano, Elvira Notari. Il calendario delle proiezioni è molto fitto, da segnalare le anteprime nazionali di «Se chiudo gli occhi non sono più qui» di Vittorio Moroni, il 26 agosto alle 20,30 al Movieplex di Mercogliano, e di «Violette» di Martin Provost, sempre al Movieplex il 3 settembre. Tra le chicche, il 22 agosto alle 22,30 al Carcere Borbonico di Avellino, la proiezione e la risonorizzazione in chiave elettronica di «The lodger» di Hitchcock. © RIPRODUZIONE RISERVATA ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014 22 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato La rassegna 31/07/2014 Il Salvagente - N.31 - 31 Luglio 2014 Pag. 63 (diffusione:49000, tiratura:70000) Il film -inchiesta di Francesco Rosi Vito Lamberti sicuro c'è solo che è morto": questo il titolo di una famosa inchiesta giornalistica, realizzata a botta calda nel 1950, sulla fine di Salvatore Giuliano. La frase risuona nel film di Francesco Rosi girato dodici anni dopo, uno dei capolavori assoluti del cinema italiano che vale la pena di ripescare in queste serate estive. Chi era Salvatore Giuliano? Era un bandito nella Sicilia dell'immediato dopoguerra, uno spietato assassino, un eroe popolare che "rubava ai ricchi per dare ai poveri", un capobanda al servizio della mafia, un combattente per l'indipendenza della Sicilia, in combutta con i servizi segreti americani. Francesco Rosi ne mostra tutti gli aspetti e le contraddizioni, realizzando un caposaldo del cinema di impegno civile. Mostra le reticenze, le connivenze degli apparati statali, i cavilli di un processo dove sembra che si cerchi di tutto ma non la verità. Un personaggio misterioso che Rosi indaga da lontano, non lo mostra mai in primo piano, non lo rende un eroe, come farà Michael Cimino ne "Il siciliano". A far da protagonista, nel suo "Salvatore Giuliano", è la Sicilia con i suoi paesaggi assolati, e i paesini arroccati, nel nitido bianco e nero di Gianni Di Venanzo. Non è un caso se le sequenze rimaste nella memoria sono quelle collettive: la ribellione delle donne all'arresto dei loro uomini, responsabili soltanto di essere nati a Montelepre, e la strage di lavoratori, il 1° maggio, a Portella della Ginestra. Sembra di assistere a un cinegiornale, e invece ogni inquadratura, ogni gesto delle numerose comparse, sono diretti da Rosi con maestria insuperabile. E come dimenticare l'immagine iniziale del bandito morto, disteso nel cortile, tra l'andirivieni di giornalisti e carabinieri, e il pianto antico - da tragedia greca - della madre sul cadavere del figlio? Rosi inaugura la strada del film-inchiesta, mescolando finzione e documentario . Più che il ritratto del bandito, si ha alla fine una sorta di fotokit, costruito tessera dopo tessera, con la certezza però che il personaggio non è tutto lì, che non tutti hanno raccontato tutto, che troppe sono state le reticenze e le complicità. Lo spettatore prova lo stesso disagio del giudice che non riesce a raccapezzarsi, tra il memoriale che forse non c'è, che forse sono due, che nessuno dice di avere. Un film dove la realtà, con l'asciuttezza della messinscena, risulta più affascinante di ogni invenzione fantastica. REGIA: Francesco Rosi SCENEGGIATURA: Suso Cecchi D'Amico, Enzo Provenzale, Francesco Rosi, Franco Solinas ATTORI: Frank Wolff, Salvo Randone, Pietro Cammarata, Federico Zard, Mario Lorito Fricano, Nando Cicero, Sennuccio Benelli, Bruno Ekmar PAESE: Italia 1962 GENERE: drammatico, film-inchiesta DURATA: 118 minuti ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014 23 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Film ando 31/07/2014 Il Tempo - Roma Pag. 13 (diffusione:50651, tiratura:76264) «Aquila sotto le stelle» inizia dalle commedie di Sibilia e Gaglianone Dina D'Isa Il Nuovo Cinema Aquila sposa la sua mission di programmazione filmica di qualità - che da sempre lo vede vicino alle cinematografie meno note e alle proposte culturali meno diffuse - alla politica del Centro Culturale Elsa Morante nel quartiere Laurentino, che fa della particolare attenzione e sensibilità rivolta verso il pubblico giovane il suo tratto distintivo. In stretta continuità con l'intento - fin dall'apertura dimostrato - di sposare il cinema popolare a quello di ricerca, questo spazio della cultura visiva offre in occasione della rassegna «Aquila sotto le stelle», un incontro con il cinema all'aperto, una proposta filmica a larghissimo spettro, che va dalla commedia al film d'autore, dal documentario al cartoon, dal cinema indipendente al cult-movie, con ampio spazio dedicato al cinema italiano. Le pellicole saranno presentate dai responsabili dell'iniziativa, coinvolgendo registi, attori, critici cinematografici, operatori del settore. Proiezioni alle 21 (e, in alcuni casi, anche alle 23), con sconti e agevolazioni per studenti e non solo, oltre a punto ristoro con numerose iniziative a sorpresa. Da un sito di oltre due ettari, ai piedi della collina edificata del quartiere Laurentino, inizialmente destinato a parcheggio pubblico - ma come tale utilizzato solo in parte - è nato il Centro Culturale Elsa Morante: concepito come open space, con caffetteria e spazi didattici, ospita un'area espositiva, un nuovo punto Incontragiovani (il rinnovato servizio Informagiovani di Roma Capitale promosso dall'Assessorato alla Scuola, Infanzia, Giovani e Pari Opportunità), un teatro di oltre 180 posti e infine un'arena fino a 200 posti che compone gli ambienti all'aperto insieme a giardini, viali alberati, panchine ed un piccolo parco giochi per bambini. Il Centro Culturale Elsa Morante rientra, così, nel progetto del Dipartimento Periferie di Roma Capitale per costituire una rete di centri culturali e polifunzionali nelle periferie romane. Si comincia domani con la bella commedia «Smetto quando voglio» di Sidney Sibilla, film d'esordio ai tempi della crisi che racconta e intercetta una condizione sociale diffusa, il precariato d'eccellenza, con un originalissimo tuffo vertiginoso nel cinema contemporaneo di genere, soprattutto americano. Tra colpi di scena e risate emerge la storia di un gruppo di brillanti ricercatori universitari che tentano di uscire dall'impasse lavorativa ed esistenziale della precarietà cronica, producendo e spacciando smart drugs: il cast è superbo e ben collaudato con Valeria Solarino, Valerio Aprea, Paolo Calabresi, Libero De Rienzo, Stefano Fresi, Lorenzo Lavia, Pietro Sermonti e Neri Marcorè. Sabato, sarà invece la volta de «La mia classe» di Daniele Gaglianone e domenica toccherà ad un altro bel film di Jim Jarmusch, «Solo gli amanti sopravvivono». La settimana prossima (il 4 agosto) si ricomincia con «Map to the stars» di David Cronenberg, che denuncia il monto patinato hollywoodiano, qui trattato con leggerezza, seppure il regista abusa della lente del grottesco all'interno di paesaggi losangelini assolati e desolanti. Mentre il 5 è in programma la pellicola «Diario di un maniaco per bene» di Michele Picchi, il 6 sarà proiettato l'atteso film «Le meraviglie» di Alice Rohrwacher e il 7 sarà riproposto il lavoro cinematogafico «Le cose belle» di Agostino Ferrente. Gran finale con l'omaggio a Massimo Troisi, tra film e ospiti di rilievo. In caso di maltempo le proiezioni saranno annullate: il prezzo del biglietto è di 5 euro (7 euro per le anteprime di pellicole di futura uscita sul territorio nazionale); gli studenti, gli under 25 e gli over 65 pagano 4 euro (ingresso gratuito per i disabili e i loro accompagnatori; l'abbonamento costa 30 euro ed è valido per 10 ingressi. Per allietare il pubblico ci saranno gli aperi-cinema nel parco ogni sera dalle 19, con squisiti prodotti tipici. ([email protected]; www.cinemaaquila.com; tel. 060608). Foto: Attori Valeria Solarino e Edoardo Leo sul set di «Smetto quando voglio» di Sibilia ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014 24 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Laurentino I più bei film della stagione al centro Elsa Morante 31/07/2014 Il Tempo - Ed. Nazionale Pag. 24 (diffusione:50651, tiratura:76264) Un secolo di terrore con il maestro Bava Ispirò Fellini e Scorsese In televisione Stasera su Sky la pellicola dedicata al grande regista con testimonianze celebri Dina D'Isa In occasionedei 100 anni dalla nascita (a Sanremo il 31 luglio 1914), il documentario «Mario Bava: operazione paura», in ondasuSkyArteHD(120e400di Sky) stasera alle 22.45, ripercorre la carriera del grande regista pioniere del genere horror e degli effetti speciali che, nonostanteiriconoscimentiinternazionali, in Italia è ancora poco conosciuto. Il documentario raccoglie materiali d'archivio in cui lo stesso Bava svela agli spettatori i suoisegretideisuoiincredibilieffettispeciali, i ricordi dei familiari (il figlio Lamberto e il nipote Roy) e le testimonianze esclusive di autori stranieri che hanno amato e più volte citato i suoi film(inprimis Joe Dante, chenel documentario è una sorta di Virgilio alla scoperta del mondo di Bava, ma anche Roger Corman, John Landis e Quentin Tarantino), dei suoi attori (John Phillip Law, Barbara Steele, Elke Sommer), dei tecnici, registi, produttoriesceneggiatorichehannolavorato con lui (Alberto Bevilacqua,DarioArgento,MarioMonicelli,DinoDeLaurentiis,Alfredo Leone) e di storici del cinema (Stefano Della Casa, Tim Lucas, il biografo che ha dedicato a Bava la monumentale monografia «All colors of the dark»). E ancora, le dichiarazioni ineditediChristopherLee(chelavorò con Bava in «La frusta e il corpo» e «Ercole al centro della terra»), di Sam Raimi e John Saxon (protagonista del giallo baviano «La ragazza che sapeva troppo»), di Luciano Emmer (che diresse «Terza Liceo», con direttore della fotografia Mario Bava), del regista di horror contemporanei Scott Dericckson, di Don Backy (interprete di una delle pellicolepiùsconosciuteemaledette di Bava, «Cani arrabbiati»). Tutti restituiscono la straordinariaabilitàdiBavacomecreatore di atmosfere gotiche e horror, il suo talento onirico e visionario, la sua capacità di inventare soluzioni tecniche di incredibile efficacia con budget irrisori e l'ironiatuttaitalianachecaratterizza il suo cinema. Per John Landis «suscitare orroree terrorizzare sono due cose moltodiverse.Siprovaorroredavantiaqualcosadidisgustoso, di rivoltante.Per esempio,un volto sfigurato. Quello è raccapricciante. Ma suscitare interesse e simpatia per un personaggio che è intrappolato in una situazione è suscitare terrore. Il terrore è difficile, il genere horror è facile.Èquesto ciòcheBava riusciva a fare molto bene: creare l'atmosfera da suspense». «Operazionepaura»èilsecondofilmdel'66perBava:lapellicola venne girata con un budget al ribassoeincondizionidisagiate. Penalizzato da una scarsa distribuzionenellesale,edalfallimento della casa di produzione dal quale era stato prodotto, il film non riscosse alcun successo commerciale. L'opera è stata ora ampiamente rivalutata nel corsodeglianni,edèattualmente considerata uno dei film migliori, più affascinanti, e più personali dell'autore. TimBurtonnelsuo«Il mistero di Sleepy Hollow» cita esplicitamente «La maschera del demonio»: e rimase molto sorpreso quando,durantelapresentazione del suo film avvenuta a Roma, alcuni giornalisti italiani dichiararono di non conoscere Mario Bava. Quentin Tarantino ha invece dichiarato che dietro ogni sua inquadratura c'è il genio di Mario Bava. Le rivelazioni di questi registi sono contenute nel documentario trasmesso da Sky, «Mario Bava Operazione Paura»,direttodaGabriele Acerbo e Roberto Pisoni. Anche Federico Fellini omaggiò Bava: nel suo «Toby Dammit», episodio del film collettivo «Tre passi nel delirio», è infatti presenteunabambinachericorda molto quella presente in «Operazionepaura»(cheinrealtà era un bambino). L'omaggio parveperòpiùunplagiocheuna citazione, tanto che Fellini non avevamaiavvertitoBavadellasequenza presente nel suo film, ma Bava se ne accorse guardando il film al cinema. Mario Bava è ammirato da moltialtriregististatunitensi,come Martin Scorsese, Joe Dante e John Landis che hanno più volte dichiarato di essersi ispirati a lui. Roman Coppola girò nel 2001 «CQ», inserendo molte citazioni di «Diabolik». David Lynch, nell'ultimo episodio della serie televisiva «I segreti di Twin Peaks», omaggiò Bava filmando la sequenza in cui l'agente Dale Cooper viene inseguito dal suo doppio malvagio, evidente riferimento all'analoga scena presente in Operazione paura. Tra le altre citazioni da segnalare quella di «Arrivederci amore, ciao», diretto da Michele Soavi nel 2005: Soavi ripropone la famosa scena di ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014 25 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Amarcord L'Italia celebra il centenario della nascita del regista horror 31/07/2014 Il Tempo - Ed. Nazionale Pag. 24 (diffusione:50651, tiratura:76264) ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014 26 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato «Schock», nella quale Daria Nicolodi è stesa sul letto e dall'alto la macchina da presa mostra i suoi capelli muoversi in modo strano, ribellandosi alla forza di gravità. Film di culto Da sinistra una scena di «Terrore nello spazio» (1966); «Operazione paura» (1966); «Diabolik» (1968); «Lisa e il diavolo» (1972) e Mario Bava sul set di uno delle sue pellicole horror 31/07/2014 L'Arena di Verona Pag. 42 (diffusione:49862, tiratura:383000) La rivoluzione di Bava il maestro del gotico che creò le luci sul set Barbara Steele nel film La maschera del demonio|L'inconfondibile cromatismo in un film di Mario ... A chi gli chiedeva perché avesse esordito così tardi dietro la macchina da presa, Mario Bava rispondeva: «Non volevo fare il regista perché, secondo me, il regista dovrebbe essere un vero genio». Se fosse esatto, pochi altri cineasti italiani meriterebbero l'appellativo al pari di lui. Peccato che, a cent'anni dalla nascita, Bava continui a essere parzialmente snobbato dalla maggioranza della critica nostrana, che si ostina a incasellarlo come autore di genere, al contrario di quella francese e americana, secondo le quali è un maestro assoluto, la cui rivoluzione artistica del mezzo espressivo è paragonabile solo a quella operata da Federico Fellini o Sergio Leone. Di certo senza la scuola visiva di Bava non ci sarebbero Martin Scorsese, Tim Burton, Joe Dante, John Landis, Francis Ford Coppola, David Lynch, John Carpenter, Quentin Tarantino e molti altri. Nato a Sanremo il 31 luglio 1914 e spentosi a Roma il 25 aprile 1980, Mario Bava approda al cinema seguendo le orme del padre Eugenio, ossia facendo il direttore di fotografia e curando gli effetti speciali. In quest'ultimo campo, Bava è un pioniere e riesce a realizzare trucchi ritenuti impossibili, come l'invecchiamento in diretta di Gianna Maria Canale ne I vampiri di Riccardo Freda (1956). Nel 1960 debutta con il primo film gotico italiano della storia: La maschera del demonio, che lancia lui e l'inquietante protagonista Barbara Steele. Infatti Bava non si limita a girare film appartenenti a filoni già codificati (peplum, avventura, commedia, western), ma inventa generi completamente nuovi: il «giallo» italiano (La ragazza che sapeva troppo, 1962 e Sei donne per l'assassino, 1964, che anticipa tutta l'estetica di Dario Argento), lo sci-fi horror (Terrore nello spazio, 1965, al quale Alien sarà sospettosamente molto simile), lo spaghetti western comico Roy Colt & Winchester Jack (1970), il cinefumetto (Diabolik, 1970) l'horror slasher (Reazione a catena, 1971, copiatissimo dagli americani) e il thriller pulp (Cani arrabbiati, 1974). Tuttavia è dal gotico (I tre volti della paura, e La frusta e il corpo, 1963, Operazione paura, 1966, Gli orrori del castello di Norimberga, 1972, Lisa e il diavolo, 1972, poi rimontato come La casa dell'esorcismo) che Bava trae la sua forza maggiore, grazie a una squisita sensibilità pittorica, che lo porta a usare i colori in maniera e- spressionista, sfruttandoli come punti luce nel buio, perché, parole sue, «se si vuole creare la giusta atmosfera, l'illuminazione è tutto». ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014 27 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato CENTENARIO. Regista e sceneggiatore al quale il cinema deve molto 31/07/2014 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Pag. 62 (diffusione:48275, tiratura:63756) «Nocincorti» Murgia chiama Hollywood Rinnovata la collaborazione con Gina Cassavetes di LIVIO COSTARELLA Noci chiama, Hollywood risponde. Anche quest'anno, infatti, la nona edizione del Nocicortinfestival, che inizierà oggi e terminerà domenica 3 agosto, si svolgerà a stretto contatto con Los Angeles, grazie al gemellaggio con l'HollyShor ts Film Festival, tra i più grandi festival di cortometraggi hollywoodiani capitanato da Gina C a s s ave t e s , attrice e filmaker, figlia di Nick Cassavetes . La grande novità di quest'anno, per il festival di cortometraggi nocese organizzato dall'associazione culturale Nocicinema e promosso dalla Regione Puglia, dalla Provincia di Bari e dal Comune di Noci, è un concorso riservato alle sceneggiature di lungo e cortometraggio che saranno scelte dalla direzione artistica del festival pugliese: le due migliori «voleranno» a Los Angeles. Piazza Garibaldi e Villa Lenti saranno le due location scelte per ospitare gli appuntamenti del festival; non mancherà una serata dedicata ai lungometraggi: domani, venerdì 1 agosto, a partire dalle 20,30 a Villa Lenti saranno proiettati due tra i migliori film d'autore italiani usciti in sala quest'anno, L ' a r b i t ro e Song'e Napule , presentati rispettivamente dai registi Paolo Zucca e dai Manetti Brothers , con l'at tore Paolo Sassanelli , moderati da Maurizio Di Rienzo . Stasera si inaugura la manifestazione alle 20,30 in Piazza Garibaldi, con la proiezione di cortometraggi prodotti dagli alunni delle scuole di Noci e poi con quelli della sezione «Taglia corto» 2014: anche quest'anno, infatti, si è tenuto a Noci «Taglia Corto», un concorso a squadre per la realizzazione di un cortometraggio di 5 minuti. La città si è trasformata in un vero e proprio set cinematografico e nell'arco di 80 ore i partecipanti alla competizione si sono impegnati nella scrittura della sceneggiatura, nella produzione e postproduzione di un cortometragg i o. I corti finalisti in gara al Nocicortinfestival saranno dieci, proiettati sabato 2 e domenica 3 agosto a Villa Lenti. Il migliore si aggiudicherà il «Premio Speciale HollyShorts», con la possibilità poi di volare a Los Angeles per l'HollyShorts Film Festival, permettendo al regista vincitore di presentare personalmente la propria opera durante il festival californiano (Hollyshorts ha ospitato negli anni star del cinema internazionale come Demi Moore, David Lynch, Jessica Biel, Paul Haggis, Kirsten Dunst e molti altri). Tutte le opere che parteciperanno al NociCortinfestival saranno giudicati dalla giuria composta da Steve Della Casa , An gela Prudenzi , Caterina Taricano , Silvana Silvestri e Vi t o Santoro . A presentare le serate ci sarà la verve esilarante di Clive Malcolm Griffiths , personaggio speciale col gusto musicale, mentre l'ospite d'onore, sabato 2 agosto, sarà Lorenzo Flaherty . Tutti i partecipanti concorrono anche al «Premio NociCortinfestival» del valore di 1000 euro e al «Premio Cittàdi Noci» di 500 euro. L'associazione Nocicinema, inoltre, collabora per la selezione dei cortometraggi italiani in gara per i Corti d'Arg ento. Le opere ritenute più interessanti potranno essere selezionate per concorrere ai Nastri d'Ar gento, il prestigioso premio istituito dal Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani. Il programma in dettaglio è su www.nocicinema.it. Foto: IL FILM Una scena da «Song'e Napule» dei Manetti Brothers che saranno stasera a Noci con Paolo Zucca e Paolo Sassanelli ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014 28 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato IL CONCORSO SI SVOLGE DA QUESTA SERA A DOMENICA 3 31/07/2014 La Gazzetta di Parma Pag. 40 (diffusione:42090, tiratura:51160) Abel Ferrara: « Pasolini è stato una fonte di ispirazione» Il regista americano firma il film sul poeta, scrittore e cineasta. In gara a Venezia La pellicola Ripercorre l'ultima giornata di Pasolini ucciso tra l'1 e il 2 novembre 1975 ROMA Francesca Pierleoni Pasolini è stato «una stella, una pietra miliare, una fonte d ' ispirazione. Abbiamo voluto raccontare la sua vita e il suo lavoro dalla prospettiva della nostra immaginazione, per avvicinarci alla sua». Lo ha spiegato Abel Ferrara, intervistato da Marco Giusti a Stracult (nella puntata in onda ieri in seconda serata su RaiDue), parlando del suo «Pasolini», il film sul poeta, scrittore e cineasta (a interpretarlo c ' è Willem Dafoe) in concorso alla prossima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia poi in programma al Festival di Toronto e nelle sale dal 18 settembre. Scritto con Maurizio Braucci e montato da Fabio Nunziata (presenti con lui a Stracult), il film ha fra gli interpreti anche Riccardo Scamarcio (nel ruolo di Ninetto Davoli), Valerio Mastandrea che interpreta il cugino e biografo Nico Naldini, Maria de Medeiros è Laura Betti, Giada Colagrande la cugina del poeta Graziella Chiarcossi, che prima di sposarsi con Vincenzo Cerami, viveva con lo scrittore e sua madre (interpretata da Adriana Asti). La pellicola (che hanno coprodotto Francia, Belgio e Italia) della quale Stracult ha presentato anche il trailer, ripercorre tra fatti reali e rilettura di Ferrara, l ' ultima giornata di Pasolini, ucciso nella notte fra l ' 1 e il 2 novembre 1975, un viaggio intimo e artistico tra pubblico e privato: ci sono i momenti dell ' intervista con Furio Colombo, a cui PPP suggerì anche il titolo, «Siamo tutti in pericolo»; le conversazioni con la madre, la cena con Ninetto Davoli fino all ' incontro con Pino Pelosi (Damiano Tamilia). L ' autore de Il cattivo tenente, ha voluto raccontare Pasolini «anche nello spazio intellettuale che ha occupato (nella società italiana, ndr), nei film che avrebbe fatto «Pasolini» Willem Dafoe nel film. A sinistra Abel Ferrara. in futuro». E infatti Ferrara ha anche girato per il film alcune scene tratte da opere incompiute di Pasolini, come Petrolio e la sceneggiatura di Porno-Teo Kolossal, la fiaba scritta per Totò, che poi avrebbe dovuto interpretare per lui Eduardo De Filippo (al quale presta il volto Ninetto Davoli). Ferrara ha scoperto Pasolini «quand ' ero molto giovane vedendo i suoi film al cinema - ha raccontato il regista -. Per noi ragazzini italoamericani gli eroi erano Belmondo, Delon, ma anche Ninetto Davoli e Franco Citti, i suoi attori, allora non c ' erano ancora Pacino o De Niro in cui identificarci». Il primo film pasoliniano visto è stato Il Decameron: «L ' ho rivisto quattro mesi fa e tutte le volte mi colpisce alla stessa maniera, è una grande dichiarazione di libertà personale, un capolavoro». Secondo il regista «il grande cinema italiano nato dopo la II guerra Mondiale è finito con la morte di Pasolini. Quella è stata un ' epoca straordinaria, con maestri come Fellini Rossellini, De Sica, che lavoravano tutti insieme qui a Roma». Ferrara alla fine ha anche regalato un altro divertente aneddoto della sua adolescenza, ricordando di aver avuto un suo gruppo musicale a fine anni ' 60, i Morgan Brothers: «Dopo averci ascoltato, mio zio ci ha consigliato di vendere gli strumenti. E ' stata la fine della mia carriera musicale. Se non riesci a far bella figura neanche con tuo zio, è bene lasciar perdere». Il regista comunque ha accettato l ' invito di Giusti a tornare alla chitarra e suonare e cantare un brano con i musicisti del programma. ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014 29 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato CINEMA 31/07/2014 La Repubblica - Torino Pag. 10 (diffusione:556325, tiratura:710716) La quarta edizione della rassegna presenta 22 pellicole in concorso JACOPO RICCA AL SESTRIERE la montagna è protagonista tutto l'anno, ma per una settimana (dal 2 al 9 agosto) sarà proiettata sul grande schermo. Tra documentari, film e fotografie parte questo sabato il Sestriere Film Festival , la rassegna internazionale dedicata al cinema di montagna, giunta alla quarta edizione. Non solo neve e sci, ma tutto quello che è vita tra le vette sono al centro delle pellicole (22 in concorso, più diverse proiezioni speciali) che saranno proiettate al Fraiteve Cinema dalle 17. L'apertura, questo sabato, alle 21 con la serata inaugurale e i primi tre film in gara; il corto ticinese, Vigia, e i due documentari italiani, Alpi 2.0 di Elena Negriolli e Kangchenjunga di Paolo Paganin: «Abbiamo ricevuto più di 80 opere e selezionarle non è stato semplice» racconta Roberto Gualdi, presidente dell'associazione Montagna Italia che cura la rassegna. Dice invece il sindaco del paese montano Valter Marin: «Con un festival come questo mostriamo di puntare sul turismo culturale». La memoria della montagna è il cuore dei film fuori concorso: dalla Grande Guerra sulle nevi dell'Adamello di "Diario di guerra dal Corno di Cavento", alla Valanga Azzurra raccontata in "Un centesimo di secolo". Uno dei protagonisti di questo film, prodotto nel 1981 da Carlo Lizzani, è Saverio Vallone, figlio di Raf e frequentatore, come il padre di Sestriere: «Abbiamo sempre una casa qua e ho dei ricordi meravigliosi della mia infanzia in montagna - racconta - Ci portava sulle nevi anche quando tutti dicevano che non era un clima per bambini». Tra i partner della kermesse, oltre ai finanziatori come Fondazione Crt, Camera di commercio e Regione, c'è anche il Consorzio alpino italiano che celebra i 150 anni dalla prima ascesa femminile sul Monviso con il film dedicatoa Nives Meroi, una delle poche donne ad aver scalato molti degli ottomila himalayani. Al Sestriere ci sarà spazio anche per gli alpini della Taurinense con la proiezione de "La gara regina". © RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: REGISTA Paolo Paganin presenta in apertura del festival il suo documentario "Kangchenjunga" ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014 30 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Sestriere, la grande magia del cinema di montagna 31/07/2014 La Repubblica - Palermo Pag. 7 (diffusione:556325, tiratura:710716) Il fenomeno di "Ore diciotto in punto" raccontato dalla sceneggiatrice Mille futuri spettatori hanno comprato 18 centimetri di pellicola pari a 7,50 euro VALENTINA GEBBIA QUESTA è la cronaca di un sogno, un film che parla del destino che può essere cambiato. Il sogno è partito dalla Sicilia, ha preso il voloe non sappiamo dove arriverà. Quando ho incontrato Giuseppe Gigliorosso ci siamo riconosciuti, come accade a volte, ritrovando l'uno nell'altra quell'urgenza creativa che accomuna tanti siciliani, costretti da spazi angusti a non poter esprimere le proprie potenzialità. Pippo, vincitore di premi per i corti realizzati in passato, aveva la sceneggiatura di un lungometraggio, la storia di una rinascita che voleva a tutti i costi raccontare e, da cinque anni, vagava per l'Italia alla ricerca di un produttore. Me l'ha data perché ci lavorassi su e, nel giro di un mese, unendo volontà di ferro e positività innata, il progetto "Ore diciotto in punto" ha cominciato a vedere la luce. A Pippo devi per forza voler bene, coi suoi occhi azzurri sgranati, lo sguardo pulito sulla vita, i ritardi patologici che sono anche il suo modo di dare spazio a chiunque, senza mai essere sbrigativo. Così non è stato difficile coinvolgere attornoa lui un nucleo di professionisti e alcuni giovani del Dams. Il difficile, era trovare un finanziatore. «Abbiamo girato mezza Sicilia sul mio camper, convinti che il nostro entusiasmo potesse contagiare i portafogli di imprenditori e mecenate -afferma Gigliorosso - ma se la storia piaceva, l'impresa scoraggiava chiunque. Però noi, nel frattempo, eravamo diventati tanti, e alcuni sono stati risolutivi. Ci mancava la macchina da presa, per esempio, e Anna Fici ha comprato una Canon 5D offrendola alla produzione. Poi Ugo Flandina, divenuto la mia colonna portante nonostante mi arrivi alla vita, ha suggerito di fissare una data d'inizio, il fatidico 4 aprile del 2011. I problemi di una produzione normale, però, sembravano insormontabili. Così abbiamo scoperto il sistema, già utilizzato in pochi casi al mondo, della co-produzione, la possibilità cioè di investire il proprio talento e le ore di lavoro diventando produttori in quota parte. E non solo: chiunque poteva intervenire con un supporto economico piccolo o grande, o dare servizi. Una troupe, però, mangiae le teglie di pasta al forno preparate da mia moglie non bastava no più. Così è arrivato PizzaUno, per ben sette mesi, tanto ci abbiamo messoa far coincidere le esigenze di tutti per mettere a frutto le giornate lavorative!». Fin qui tutto senza un soldo, ma piccoli esborsi, dalla benzina agli hard-disk, rischiavano di bloccarci. Inoltre, mettevamo le attrezzature nelle auto, rischiando di massacrarle. Le anime generose, però, si manifestavano, e così Auto Europa ci ha dato un furgoncinoe qualche altro sponsor ci ha agevolato in piccole grandi cose. Strada facendo, su quell'energia forte e inossidabile, si sono uniti a noi il Comune di Valledolmo che ci ha accolto nella palestra pubblica rimpinzandoci di bontà, e Castronovo di Sicilia che ha ospitato ben 40 persone. Potevamo fermarci a metà strada, molti lo hanno pensato, invece abbiamo finito le riprese. Considero che la bellezza di un film sia la sua natura corale: voci che cantano assieme, ma nel nostro caso, tutta una popolazione si è unita alle voci. Acquistando, infatti, 18 centimetri simbolici di pellicola, cioè 7 euro e 50, prezzo di un biglietto, 1000 spettatori ci hanno aiutato. Mille amici o sconosciuti che hanno voluto far parte del sogno. Tutta la postproduzione, è stata un'altra sfilza di ostacoli. «Nessuno, però, capace di spegnere i nostri sorrisi. - prosegue Gigliorosso - C'era un patrimonio da gestire: avevo attornoa me persone meravigliose e attori del calibro di Paride Benassai e Salvo Piparo, la bella Roberta Murgia,e poi Gigi Borruso, Giuseppe Santostefano, Fabio Gagliardi, Stefania Blandeburgo, Ernesto Maria Ponte, Giuditta Perriera, Maurizio Bologna e il grande Lollo Franco. Avevo una splendida colonna sonora composta da Francesco Di Fiore e musicisti che si erano uniti con generosità come Giovanni Sollima, gli ArchiEnsamble e la cantante Oriana Civile. Niente doveva fermarci». Tutta l'energia che si è raccolta attorno al film, non poteva che dare questi risultati. Ad oggi, abbiamo vinto Premi, partecipato al TaoFilmFest e, soprattutto, abbiamo una distribuzione nazionale. Non si ha idea di ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014 31 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Sponsor, volontari e offerte libere così nasce un film a costo zero 31/07/2014 La Repubblica - Palermo Pag. 7 (diffusione:556325, tiratura:710716) ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014 32 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato quanti film vengano prodotti e mai distribuiti nelle sale. Noi siamo riusciti anche in questo. Dopo aver bussato presso tutti i distributori nazionali, siamo approdati a una distribuzione indipendente, la Mariposa. Il filmè nelle sale italiane dal 12 giugno e accadono cose strane. Il pubblico è entusiasta, ringrazia gli esercenti,a grande richiesta la programmazione si allarga, lo hanno richiesto a Washington per un Festival, stasera alle 21,30 si proietta a Villa Filippina dopo essere stato all'Aurora e, adesso, è arrivato l'invito dell'Anicaa tutti i film italiani per proporsi all'Oscar. Noi ci siamo commossi solo a leggere l'email e poi ci siamo detti: «Dove li troviamo i 500 euro che servono per l'iscrizione?». Ma ormai sappiamo che il nostro film è capace di tutto. Foto: IL SET Foto: Una scena di "Ore diciotto in punto" che si proietta stasera a Villa Filippina. Sopra, il regista Pippo Gigliorosso sul set 31/07/2014 La Repubblica - Palermo Pag. 7 (diffusione:556325, tiratura:710716) Andò chiama Vasta e Scianna "Così cambierà la Scuola del documentario " Parla il nuovo direttore didattico Costanza Quatriglio tra i docenti e lezioni fuori aula con scrittori PAOLA NICITA È UN momento speciale per il documentario italiano, vincitore di festival, e così Roberto Andò, regista e scrittore, nuovo direttore didattico del Centro sperimentale di cinematografia di Palermo, anticipa alcune novità che segneranno un vero e proprio nuovo corso per la scuola palermitana, che al documentario è dedicata. «Ho già iniziato a lavorare per posizionare la Scuola a livello nazionale. Immagino Palermo come una grande fonte di ispirazione per tutti i giovani che vorranno studiare qui, per creare un importante momento di discussione intorno ai temi della realtà e della finzione. Inseriremo nuove materie, come la produzione, che sono anelli necessari e al momento mancanti. Per offrire professionalità sia a chi vuole diventare regista sia a chi vuole lavorare in questo ambito». Novità sono previste anche nella maniera di concepire la didattica.« Intanto formerò una squadra di professionisti, che saranno i docenti principali: Stefano Savona, Costanza Quatriglio e Mario Balsamo, che sarà il mio vice - dice Andò - Si inizierà con la visione di alcuni documentari importanti, che hanno cambiato la maniera di realizzare e di pensare un film documentario. E ospiterò registi siciliani, mi vengono in mente Giuseppe Tornatore, Daniele Ciprì, Salvo Cuccia». Andò pensa anche a delle lezioni fuori dall'aula. «Scrittori, come Giorgio Vasta, o fotografi, come Ferdinando Scianna, condurranno gli studenti in giro per la città. Credo che Palermo per il suo gioco di superfici e profondità costituisca un luogo privilegiato per riflettere, per nuovi sguardi». E il lavoro di regista di Andò? «A maggio inizio a girare il nuovo film, scritto anche questo, come "Viva la libertà" con Angelo Pasquini. Posso dire solo che sarà un film "pazzarello", per usare un'espressione di Pier Paolo Pasolini: parlerà di argomenti centrali dell'esistenza glissando i codici realistici». Foto: Roberto Andò ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014 33 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato IL PERSONAGGIO 31/07/2014 La Repubblica - Bari Pag. 1 (diffusione:556325, tiratura:710716) Sansonna le vite altrui raccontate come un film Ha debuttato con la storia del trombettista feticcio di Morricone poi il documentario su Zeman FLAVIA PICCINNI GIUSEPPE Sansonna è nato ad Asti, eppure ha sempre vissuto fra i palazzoni di Japigia. Ama il teatro raffinato alla Carmelo Bene, ma si è fatto notare per un documentario su quel semidio del calcio che è Zdenek Zeman ( Il ritorno di Zeman , libro e dvd editi nel 2011 da minimum fax). Ha sempre sognato di fare il regista, eppure tutti i suoi ricordi del mondo del cinema sono legati a degli shock. "Il primo trauma - racconta, mentre tutto intorno a noi c'è la Roma bollente di Prati che si scioglie, ed entrambi facciamo il conto alla rovescia per il ritorno in Puglia - fu Klaus Kinski che in Nosferatu di Werner Herzog affonda i canini nel collo da cigno di Isabella Adjani. Lo vidi in televisione, in piena infanzia. Poi venne l'Ettore Garofolo crocifisso sul letto di contenzione di Mamma Roma . Ma lo spavento vero, il ricordo indelebile è legato a Che fine ha fatto Totò Baby? Da bambino mi fidavo di Totò. Pensavo che il massimo della sua ferocia fosse offendere la spalla di turno. Vederlo con gli occhi dilatati, da rondone, sciogliere nell'acido una bellissima scandinava e murarne viva un'altra, trasformandone il braccio in un paralume, passando poi a spaccare a martellate le gambe del povero Pietro De Vico funestò i miei sogni per mesi". Nonostante questo, le ambizioni cinematografare cominciarono a manifestarsi quando era giovanissimo ("Ogni idea, perché mi rimanesse in testa, doveva essere trasformata in immagine. Non mi ricordo un solo momento in cui abbia davvero pensato di fare altro, nella vita"), quando elesse come padre putativo Sergio Leone. "Fu il mio amore infantile - spiega, strofinandosi un poco i capelli ricci e ispidi - Mi ispirai a lui per il mio primo documentario". Il riferimento è adA perdifiato , girato nel 2007, nel quale il protagonista è Michele Lacerenza, foggiano di Trinitapoli, che da ragazzino girava la Puglia sugli sciaraballe, diligenze sconnesse da western ante litteram, suonando la sua tromba con la banda del paese, armato di un repertorio di strazianti marce funebri. "Da adulto, a Roma - ricomincia - diventò il trombettista feticcio di Sergio Leone ed Ennio Morricone, e il suono della sua tromba inconfondibile, fatale e lirico, connotò l'intero genere di spaghetti western". L'amore per le biografie non si esaurisce, si trasforma anzi in ossessione,e diventa il fil rouge della sua produzione. In tutto quello che Giuseppe scrive, filma, immagina c'è la ricerca ossessiva di frammenti di vita, di realtà. "Le storie personali - continua Sansonna, con un'aria distratta e allo stesso tempo presentissima mi interessano morbosamente, le scandaglio minuziosamente: mi interessano figure chiaroscurali, ai ferri corti con la vita, oscillanti tra splendori e miserie. Parto spesso dal loro rapporto col denaro, illuminante cartina al tornasole di sentimenti, etiche e prospettive". Il rapporto con il denaro è al centro del cortometraggio appena terminato, Ultimo giro , nel quale Giorgio Colangeli interpreta un anacronistico dissipatore di talento e soldi, vissuto per decenni ai limiti della legalità, e finalmente giunto al culmine del suo tramonto. E sempre i soldi sono un espediente per decifrare quella chimera che è Carmelo Bene, su cui a fatica Giuseppe Sansonna sta cercando di costruire un documentario partendo da un audio inedito. "Mi interessa molto- spiega - il suo senso del comico, in cui lampeggia sempre il vuoto del tragico. Ostentava uno stirneriano disinteresse alla morale collettiva, e mantenendo intatta la forza poetica del suo agire in scena ha spesso mostrato il risvolto grottesco dell'esistenza. E questo mi sembra un atteggiamento profondamente etico. Anche per questo lotto da anni per realizzare questo film, che si è rivelato economicamente complesso. È prodotto da minimum fax media. A sostenerci con entusiasmo, finora, c'è stata solo l'Apulia Film Commission". Ma la prima volta sul set come è stata? "Avevo poco più di vent'anni. Gestii, cercando di non darlo a vedere, l'inevitabile senso di inadeguatezza. Fortunatamente avevo un grande feeling con il mio protagonista, Rino Sudano, un maestro atipico e geniale, con cui ridevo molto. Lo trascinai in un castello sul mare, a Trani. Ne venne fuori una scheggia di cinema che ritengo ancora intensa, vicina alle intenzioni iniziali". ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014 34 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato SARANNO FAMOSI/5 31/07/2014 La Repubblica - Bari Pag. 1 (diffusione:556325, tiratura:710716) ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014 35 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Foto: IL REGISTA Giuseppe Sansonna (qui a fianco in una foto con Zdenek Zeman) è nato ad Asti nel 1977 e cresciuto a Japigia. Si è laureato al Dams con una tesi su Carmelo Bene In basso il suo lavoro "A perdifiato" IL DENARO Parto spesso dal rapporto col denaro dei miei personaggi: è illuminante L'AUTRICE Flavia Piccinni è nata a Taranto nel 1986. I suoi ultimi libri sono il romanzo "Lo Sbaglio" (Rizzoli) e il saggio "La Malavita" (Sperling&Kupfer) 31/07/2014 La Repubblica - Ed. Nazionale Pag. 41 (diffusione:556325, tiratura:710716) Rivoluzione a RaiFiction i progetti on line Il direttore Tinny Andreatta: sul sito apriamo a nuove idee e al maggior numero di produttori SILVIA FUMAROLA L'OPERAZIONE trasparenza comincia dalla fiction: da domani i produttori troveranno sul sito www.rai.it la linea editoriale di RaiFiction e da settembre sarà a disposizione il modulo per presentare online i progetti. «Un cambiamento epocale», lo definisce il direttore di RaiFiction Tinny Andretta «seguendo le nostre linee chiunque sarà in grado di offrire la sua proposta. Esiste un mondo di creatività esterno che può portare una ventata d'aria nuova; sarà un gran lavoro ma entro 90 giorni la Rai s'impegna a rispondere». Non più anticamera ma dialogo: l'apertura sembra la risposta alle polemiche che durano da anni sul criterio con cui venivano scelti i produttori e all'accusa che «lavoravano sempre gli stessi». Il presidente della Commissione di Vigilanza della Rai, Roberto Fico (Movimento 5Stelle), l'anno scorso in un'audizione aveva chiesto conto delle cinque società esterne, "le cinque sorelle", che assorbivano parte consistente del bilancio della tv pubblica per fornitura di contenuti. Ai primi tre posti: la Lux Vide, la Fremantle Media e la Publispei. Da settembre, attraverso il sito Rai, chiunque potrà mettersi in gioco. «Se è bello e giusto partire tutti uguali al nastro di partenza» spiega Andreatta, fiera che la top ten degli ascolti veda dieci prodotti targati Rai «è chiaro che oltre ai progetti interessanti le società devono offrire tutte le garanzie e essere in grado di portarli a termine. Ormai da un po' chiediamo trenta pagine di soggetto anziché un'idea astratta. Un contoè dire: "Facciamo una biografia di Mozart", un altro è fare Amadeus ». Cassaforte da 197 milioni di euro (compresi i cartoni animati) la struttura gestita dalla figlia dello statista Beniamino Andreatta, produce 400 ore di fiction e più di 100 ore di cartoon. «Ogni anno la tv generalista invecchia un po'», spiega il direttore di RaiFiction «ma dall'autunno 2013 alla primavera 2014 l'età media di Don Matteo che fa il 25% di share, è ringiovanito: meno 4 anni, andiamo in controtendenza. "Nessuno escluso" resta il marchio della linea editoriale, perché, pur aprendo alla sperimentazione, continuiamo a parlare a tanti pubblici. Dai ragazzi che seguono Braccialetti rossi , fenomeno anche sui social network, agli adulti. Il racconto del paese deve offrire modelli credibili e valori civili perché non sia una televisione da Telefoni bianchi. Nel 2012 un terzo del prodotto per RaiUno era fatto da miniserie, quest'anno sono solo sei su 120 serate. In più produciamo per RaiDue e RaiTre». Classe 1964, studi classici, formazione americana, Tinny Andreatta definisce RaiFiction «una fabbrica che produce registi, talenti e storie per raccontare l'Italia di ierie di oggi». Tra i titoli: La strada dritta di Carmine Elia con Ennio Fantastichini, sulla nascita dell'Autostrada del Sole; L'Oriana di Marco Turco, biografia della Fallaci con Vittoria Puccini, Gigi Proietti è il cronista di nera in Una pallottola nel cuore di Luca Manfredi, Michele Riondino interpreta Mennea in La freccia del Sud di Ricky Tognazzi, Pierfrancesco Favino è l'avvocato Ambrosoli in Qualunque cosa accada di Negrin, Vinicio Marchioni sarà Altiero Spinelli, tra i padri dell'Europa unita, in Un nuovo mondo . L'idolo del web Guglielmo Scilla, in arte Willwoosh, è la star di Baciato dal sole sul mondo della tv. L'esperimento più curioso è interattivo: Io credo che lassù raccoglierà storie di ragazze trai 14 ai 17 anni nella provincia italiana che si confrontano attraverso una piattaforma web. Il racconto sarà elaborato da Alice Rohrwacher col produttore Carlo Cresto-Dina, un work in progress per fotografare una generazione. LA POLEMICA PROTESTE CONTRO IL POSTER DI "NINJA TURTLES" Travolta dalla proteste, la Paramount ha dovuto ritirare il poster del film Teenage Mutant Ninja Turtles in cui alcuni personaggi cadono da un palazzo in fiamme sotto cui compare la scritta "September 11". È il giorno di uscita del film in Australia, ma l'insieme alimenta altri ricordi. "VIZIO DI FORMA" PER LA PRIMA VOLTA PYNCHON AL CINEMA Uscirà a gennaio negli Usa e a febbraio in Italia Vizio di forma, il film di Paul Thomas Anderson tratto dall'omonimo romanzo di Thomas Pynchon, pubblicato da Einaudi. Nel cast del film Joaquin Phoenix e Reese Witherspoon. Anteprima al New York Festival in ottobre. ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014 36 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato R2 ROMA 31/07/2014 La Repubblica - Ed. Nazionale Pag. 41 (diffusione:556325, tiratura:710716) ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014 37 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Foto: "Tutti uguali ai nastri di partenza ma le società devono offrire la garanzia di portare a termine le proposte Foto: Tra le novità la serie web interattiva curata da Alice Rohrwacher sulle storie delle adolescenti in provincia 31/07/2014 La Repubblica - Ed. Nazionale Pag. 40 (diffusione:556325, tiratura:710716) Angelina e il suo eroe "La storia di Zamperini un messaggio di speranza" SILVIA BIZIO «MI sono bastate poche pagine del copione per sentire che questo era il film che volevo dirigere» dice Angelina Jolie poco prima di mostrarci una dozzina di minuti del suo secondo lavoro come regista, Unbroken , basato sulla storia di Louis Zamperini, il corridore olimpionico preso prigioniero dai giapponesi durante la seconda guerra mondiale, scomparso il 2 luglio scorso a 97 anni. «Quella sera Brad (Pitt, ndr ) mi ha detto: "non ti illudere, sarà difficilissimo che qualcuno ti dia i soldi per farlo". Ho passato tre giorni sulle spine, in attesa della risposta della Universal. Quando è arrivato il sì, mi sono commossa ed entusiasmata, mi ci sono buttata a capofitto». Angelina Jolie, pantaloni neri e giacca bianca, interrompe il montaggio del film ispirato al libro biografico di Laura Hillenbrand ( Seabiscuit ), adattato dai fratelli Coen. E a giudicare dalle scene che abbiamo visto sarà un serio concorrente a Golden Globe e Oscar dopo la sua uscita americana il prossimo Natale (in Italia a gennaio). Seduta in fondo alla sala di proiezione, Angelina segue attenta le scene che scorrono sullo schermo: Zamperini (interpretato dall'attore inglese Jack O'Connell) giovanissimo che inizia il suo allenamento, le prime vittorie, il suo arruolamento nell'aviazione americana come bombardiere e l'abbattimento del suo aereo, la sopravvivenza su una scialuppa con altri due aviatori per 47 giorni in mare fino alla cattura e alla lunga prigionia nelle mani dei giapponesi, torturato, picchiato, affamato. «Ho parlato tante volte con voi giornalisti dei miei film» spiega Jolie «ma questo ha un significato particolare per me, e ci abbiamo lavorato tantissimo per essere sicuri di rispettare la vita di questo grande, gigantesco uomo. Per 57 anni hanno provato a fare un film su di Zamperini senza riuscirci. Spero che grazie ai Coen e all'aiuto di Laura e di Louis, con cui ho avuto la fortuna di passare tanti pomeriggi, il nostro sia riuscito». Che rapporto ha avuto con Zamperini? «Dicono che non dovresti mai incontrare i tuoi eroi, io però ho incontrato il mio ed era straordinario. Lui voleva che questo film venisse fatto, perché pensava che avrebbe dato un buon messaggio, una speranza. Louis mi ha aiutato ad affrontare il mio intervento chirurgico (la mastectomia per prevenire il cancro, ndr ) e mi ha insegnato ad apprezzare ogni giorno della mia vita. Gli ho fatto vedere il film all'ospedale, sul mio computer, ed è stata una cosa incredibile: un uomo giunto alla fine della sua vita, che guardava se stesso, la sua famiglia,i suoi amici, la sua esistenza, mentre il suo corpo si stava spegnendo. Nei suoi ultimi giorni era pieno di entusiasmoe di amore, sorridevaa tutti, era straordinario. Siamo andati tutti al suo funerale, abbiamo pianto nella sala di montaggio e continuiamo a piangere, non perché siamo tristi per la sua fine, è un uomo che ha avuto una grande vita, ma perché ci manca e non incontreremo mai un altro Louis Zamperini nella nostra vita». Eravate vicini di casa. «Sì, lo salutavo dal tetto di casa mia. E dopo aver letto il libro su Zamperini ho cominciato a passare tanto tempo con lui, mi sono innamorata sempre di più della sua storia. Un giorno gli ho detto: "Se lo studio mi dà il via, salgo sul tetto a sventolare la bandiera".E quando ho ricevuto la telefonata della Universal ho chiamato Brad, l'ho costretto a salire sul tetto per sventolare la bandiera americana. Così Louis ha saputo che finalmente, dopo tanti anni, avrebbe avuto il suo film». Quali sono state le persone che l'hannoa trovare il suo stile come regista? «Sugli spazi e i movimenti ho imparato molto da Michael Winterbottom, e quando ho lavorato con Robert De Niro ho imparato come un attore dirige gli attori, mentre ho imparato da Clint (Eastwood) ad essere molto solida ed economica. Ma soprattutto, come succede a tanti nella vita, ho imparato soprattutto dalle persone con cui ho avuto una cattiva esperienza, giurando di non comportarmi mai in quel modo». ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014 38 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato R2 La Jolie alla seconda regia con "Unbroken" sull'atleta Usa torturato dai giapponesi E sulle nozze con Brad Pitt: "Ormai indosso quest'anello di fidanzamento da anni..." LOS ANGELES 31/07/2014 La Repubblica - Ed. Nazionale Pag. 40 (diffusione:556325, tiratura:710716) ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014 39 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Non possiamo non chiederlo: si parla in modo ricorrente del suo matrimonio con Brad Pitt, quando sarà? «Beh, ho questo bell'anello di fidanzamento da anni. I progetti sono gli stessi, e cioè non ne abbiamo al momento, e se li avessimo non li condividerei, giusto? In questo periodoè stata la prima volta che io e Brad abbiamo lavorato lontani uno dall'altra, lui voleva fare il film Furye quindi stava a Londra, io ero in Australia, dove abbiamo potuto ricreare ogni ambiente che ci serviva per il mio film. Ma mi dava un grande sostegno a distanza, e abbiamo deciso di scriverci. Ci scrivevamo lunghe lettere, a mano, ogni sera, pensavamo a quelli che la vita costringea stare lontani per mesi, per anni, cercando così di rendere la separazione più romantica. E ci siamo riusciti». SUL SITO Su Repubblica.it in anteprima il trailer italiano di "Unbroken" il nuovo film di Angelina Jolie Foto: "Eravamo vicini di casa, ci vedevamo tanto. Gli ho mostrato il film in ospedale prima che morisse Foto: AUTRICE Angelina Jolie, 39 anni, con "Unbroken" (foto in alto) è al suo secondo film come regista. L'uscita è prevista per dicembre negli Usa e a gennaio in Italia Foto: IL PERSONAGGIO Louis Zamperini nel giorno del matrimonio. Dopo aver corso alle Olimpiadi del 1936, nella seconda guerra mondiale fu catturato e torturato dai giapponesi 31/07/2014 La Sicilia - Ed. Nazionale Pag. 19 (diffusione:64550, tiratura:80914) Roberto Andò nuovo direttore didattico del Centro sperimentale di cinematografia di Palermo Il regista e scrittore Roberto Andò MARIA LOMBARDO Regista di teatro e cinema, scrittore, ora anche direttore didattico della Scuola del documentario del Csc di Palermo. Roberto Andò, grande organizzatore di eventi culturali (ha diretto il Festival di Palermo sul Novecento negli anni Novanta), mente lucida di rara coerenza morale, va incontro a una stagione autunnale molto impegnata. Per il teatro porterà in tournée anche in Sicilia dove è fra i nomi di punta del cartellone dello Stabile catanese - Good people (Brava gente) pièce del drammaturgo statunitense David Lindsay-Abaire, premio Pulitzer 2007 per Rabbit Hole. Messa in scena negli Usa con Frances McDormand nel ruolo della protagonista, nell'edizione inglese con Imelda Staunton e in quella italiana diretta da Andò con Michela Cescon (già protagonista con Andò di Leonilde). «Good people è il ritratto - dice Andò - di una donna che perde il lavoro, che è immersa nei problemi ma che li affronta con umorismo». Lo spettacolo ha debuttato al Mercadante per il Napoli Teatro Festival. «LindsayAbaire, poco rappresentato da noi, è dotato di intrigante sottigliezza nel creare personaggi coinvolgenti come la Margie protagonista della pièce». Per il cinema c'è un progetto che, superata la fase della scrittura, è in attesa di accordi di produzione. Il ciak è previsto per maggio 2015. L'altro impegno del tutto nuovo che attende il regista-scrittore palermitano è l'organizzazione da direttore didattico (il direttore della sede è sempre Ivan Scinardo) del prossimo biennio di corsi del Csc di Palermo. «Ci ho messo un po' a capire come iniziare il lavoro. Ho accettato dopo aver verificato che è un'occasione di ripensamento del rapporto col cinema dal momento che il documentario è diventato negli ultimi tempi luogo di affrancamento da certe servitù e di grande libertà. Molti film di genere documentario abbattono gli steccati. Basti pensare a Sacro Gra di Gianfranco Rosi. La scuola vuole comunicare la libertà di sguardo che il documentario ha acquisito e che ne fa avamposto avanzato nei confronti del cinema di finzione. E non è detto che il cinema documentaristico non si collochi sotto l'egida della finzione. Una scuola deve accettare questo passo e sposare l'inquietudine del documentario». Del Centro sperimentale di cinematografia di Roma Stefano Rulli è presidente e Caterina D'Amico preside: con loro Andò ha messo a punto i progetti. «Oltre a coinvolgere grandi documentaristi italiani e non, chiamerò anche i siciliani. Mi piacerebbe che fosse questo dei Cantieri culturali di Palermo fosse il luogo in cui il cinema si mette in discussione». Realizzare un documentario - quello che si apprende al Csc di Palermo - richiede di estrarre una drammaturgia dalla realtà. «E' difficile maneggiare la sceneggiatura quando si fa un documentario. La sceneggiatura in questo caso è punto d'arrivo. Bisogna aiutare gli allievi a possedere uno sguardo. Li aiuteranno cineasti come Costanza Quatriglio, Stefano Savona, Mario Balsamo. Faremo anche una retrospettiva completa dei film di Rosi. Gianfranco verrà a tenere una masterclass. La novità che voglio introdurre è creare una specie di pedagogia per una drammaturgia della realtà coinvolgendo non solo cineasti ma scrittori come Baiani e Siti, fotografi. In una città come Palermo che ha vari livelli di lettura, quello alterato dallo stereotipo va abbandonato per trovare quello nascosto, andando in giro formati da una pedagogia del vedere. Solo dopo comincerà l'apprendimento tecnico. Mi piacerebbe che i ragazzi apprendessero non solo tecnica ma un modo di vedere, uno sguardo. Tomasi di Lampedusa disse che "se uno vuole fottere qualcuno lo fa nascere a Palermo". Ora a questa scuola di eccellenza arriveranno ragazzi anche di Milano e Torino». Una figura a parte sarà quella dell'addetto alla produzione, interlocutore dei canali tv dove specialmente si finanziano i film. 31/07/2014 ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014 40 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato «Sguardo nuovo sulla Sicilia deformata dagli stereotipi» 31/07/2014 La Stampa - Asti Pag. 47 (diffusione:309253, tiratura:418328) valentina fassio Settima arte protagonista delle sere d'estate: al palazzo del Michelerio torna la rassegna di proiezioni all'aperto «Cinema Cinema», quest'anno dedicata «all'amico Giorgio». S'inizia questa sera proprio con la serata in ricordo di Faletti: sarà proiettato il film «Cemento armato», film d'esordio di Marco Martani uscito nel 2007. Nel cast, Faletti veste i panni del «Primario», boss romano. Con lui, Nicolas Vaporidis e Carolina Crescentini. Ingresso a offerta, a favore dell'Airc (associazione Italiana per la ricerca sul cancro). La rassegna proseguirà fino al 31 agosto. In cartellone molti titoli di successo, produzioni italiane e straniere, con incursioni tra i generi, dal drammatico alla commedia, passando per l'animazione. Tra i tanti titoli in cartellone ci saranno «Grand Budapest Hotel», «La sedia della felicità» ultimo lavoro di Mazzacurati, «E fu sera e fu mattina» di Emanuele Caruso che sarà presente alla proiezione. E ancora «Philomena», «The Butler. Un maggiordomo alla casa bianca», «A proposito di Davis», «Aspirante vedovo» con Fabio De Luigi e Luciana Littizzetto girato in Piemonte, l'Oscar 2014 «12 anni schiavo» e molti altri ancora per concludere il 31 agosto con «Smetto quando voglio» di Sydney Sibilla con Edoardo Leo, film rivelazione della prima parte dell'anno e campione di incassi. Biglietti a 5 euro, ridotto a 3,50 presentando alla cassa il tagliando che verrà pubblicato quotidianamente su La Stampa durante la rassegna. Spettacolo unico alle 21,45; in caso di maltempo la proiezione si terrà al cinema Nuovo Splendor (di fronte al palazzo del Michelerio). La rassegna è curata dal Cinema Nuovo Splendor con Comune e Circolo Cgs Don Bosco. Il programma. Stasera, «Cemento armato». Venerdì 1° agosto: «Giovane e bella», sabato 2 agosto: «Still life», domenica 3: «Mister Morgan», lunedì 4 agosto: «I segreti di Osage County», martedì 5 agosto: «Nebraska», mercoledì 6 agosto: «Belle e Sebastien», giovedì 7 agosto: «Una piccola impresa meridionale», venerdì 8 agosto: «E fu sera e fu mattina», sabato 9 agosto: «The Butler. Un maggiordomo alla Casa Bianca», domenica 10 agosto: «Philomena», lunedì 11 agosto :«Zoran il mio nipote scemo», martedì 12 agosto: «Lunch Box», martedì 13 agosto: «Aspirante vedovo», mercoledì 14: «Una canzone per Marion», venerdì 15 agosto: «Un boss in salotto», sabato 16 agosto: «Grand Budapest Hotel», domenica 17: «Sotto una buona stella», lunedì 18 agosto: «A proposito di Davis», martedì 19 agosto: «Bling Ring», martedì 20 agosto: «Capitan Harlock», giovedì 21 agosto: «In solitario», venerdì 22: «Saving Mr. Banks», sabato 23: «12 anni schiavo», domenica 24 agosto: «Rush», lunedì 25 agosto: «Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve», martedì 26 agosto: «Stai lontano da me», mercoledì 27 agosto: «Una donna per amica», giovedì 28 agosto: «Molière in bicicletta», venerdì 29: «Come ti spaccio la famiglia», sabato 30: «La sedia della felicità», domenica 31 agosto: «Smetto quando voglio». ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014 41 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato La passione per i film d'estate si chiama " Cinema Cinema " 31/07/2014 La Stampa - Alessandria Pag. 49 (diffusione:309253, tiratura:418328) Rassegna di Cinema al via con film dedicato a Faletti Al palazzo del Michelerio di Asti torna la rassegna di proiezioni all'aperto «Cinema Cinema», quest'anno dedicata «all'amico Giorgio». S'inizia questa sera alkle 21,45, quando in ricordo di Faletti: sarà proiettato il film «Cemento armato», film d'esordio di Marco Martani uscito nel 2007 ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014 42 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato ASTI 31/07/2014 La Stampa - Ed. Nazionale Pag. 30 (diffusione:309253, tiratura:418328) Da Mennea alla storia dell'Autostrada del Sole, le serie che vedremo È l'iniziativa web dedicata ai produttori che potranno presentare i loro progetti SIMONETTA ROBIONY ROMA Con lo slogan «Nessuno escluso» la Rai Fiction di Eleonora «Tinny» Andreatta intende lanciare due messaggi necessari al suo rinnovamento. Il primo è l'apertura da settembre di un sito indirizzato a tutti i produttori che potranno, riempiendo un modulo, presentare i loro progetti. Il secondo è fornire una serie di linee guida perché i produttori per primi, ma anche soggettisti, sceneggiatori, interpreti sappiano con chiarezza cosa chiede il servizio pubblico. Che la fiction della Rai abbia bisogno di compiere una svolta lo sanno tutti gli spettatori, soprattutto i più avvertiti che spesso se ne lamentano confrontandola con la vivacissima e aggiornata serialità che ci arriva da Usa, Gran Bretagna e perfino da altri paesi europei. E non è sufficiente che le prime dieci fiction più viste dell'anno siano targate Rai con in testa l'immarcescibile Don Matteo con uno share pari a quello degli inizi (15 anni fa), né che l'età media del pubblico Rai sia scesa dal 2013 al 2014 di 4 anni in contro-tendenza rispetto alle altre tv generaliste. Serve una svolta decisiva per riacchiappare i ragazzi in fuga su internet, ma anche per riaffermare la natura del servizio pubblico della Rai per la quale si paga un canone. Basta, quindi, con i soliti nomi dei produttori preferiti, ma basta anche con il solito stile anodino che provoca sbadigli di tanta nostra fiction. L'operazione trasparenza e efficienza è ai nastri di partenza. Il contratto di servizio impone alla Rai 400 ore di fiction e 100 di cartoni da fare con produttori italiani per dare lavoro a maestranze e artisti italiani. Chi ha un buon soggetto si faccia avanti con il suo produttore indipendente: la risposta, rapida, sarà un grazie no, non ci interessa, oppure grazie sì approfondiamo. «Come per la Bbc - dice il capo di Rai Fiction Tinny Andreatta - il pubblico è il cuore di ciò che si fa». E spiega che sarà solo dalla prossima stagione che il suo lavoro, cominciato poco più di un anno fa, potrà essere giudicato: «Per fare una fiction se ne vanno via un paio d'anni. Un tempo lungo che ci obbliga a saper guardare avanti». «Nessuno escluso», però, come slogan va bene anche per la produzione futura della Rai che, spiegano quelli di Rai Fiction, deve saper guardare al paese, offrire tipologie varie, proporre casi nei quali riconoscersi, riaffermare valori civili, riflettere sulla contemporaneità. «Mi piacerebbe riuscire a incidere perfino sui modelli estetici attuali, mostrando facce di attori interessanti ma non necessariamente da belloni o da miss qualcosa», aggiunge Tinny Andreatta. Molte le riproposte, persino Un posto al sole . E molte le novità: L'Oriana di Marco Turco con Vittoria Puccini che fa la Fallaci, Qualunque cosa succeda sull'avvocato Giorgio Ambrosoli di Negrin con Favino, La strada diritta sulla costruzione dell'Autostrada del sole di Elia con Ennio Fantastichini, Ragion di stato di Marco Pontecorvo con Luca Argentero, Non chiedere perché di Monteleone con Beppe Fiorello sul giornalista che portò via con sé da Sarajevo una bambina abbandonata, Pietro Mennea di Ricky Tognazzi con Michele Riondino, Un nuovo mondo di Negrin con Marchionne su Altiero Spinelli, tra i padri dell'Europa, e, arditezza tra le arditezze, sei puntate di Baciato dal sole con e di Guglielmo Scilla, star del web noto come Willwooosh. Inoltre, dopo l'esperienza di Braccialetti rossi , che tornerà, certo che tornerà, si faranno molti più esperimenti per lanciare le fiction attraverso internet, creando un lavoro di sponda tra il web e la tv a beneficio di entrambi. Si farà per Raitre una serie da 5 minuti, Il Candidato , prima fiction politica tutta da ridere con Filippo Timi e Lunetta Savino; Impazienti con Bertolino e Tortora e i 25 episodi da 7 minuti di Zio Gianni del team The Pills esploso sul web. Foto: Michele Riondino è Pietro Mennea nella serie tv diretta da Ricky Tognazzi Foto: Sopra, Tinny Andreatta, direttore di Rai Fiction In alto da sn. «L'Oriana» con la Puccini e Argentero in «Ragion di stato» ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014 43 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Politica, guerra, biografie La fiction Rai fotografa l'Italia 31/07/2014 La Stampa - Ed. Nazionale Pag. 1 (diffusione:309253, tiratura:418328) La Jolie: vi racconto la storia del mio eroe Campione, soldato e benefattore: in Louis Zamperini rivedo un po' la mia vita, anche se lui è riuscito a superare sfide impossibili Lorenzo Soria A PAGINA 31 Louis Zamperini è uno che nella sua lunga vita ne ha viste davvero di tutti i colori. È un «survivor», un sopravvissuto, uno di quegli uomini che sembrano nati con la fortuna contro di loro, che in molte prove della vita avrebbe facilmente potuto soccombere e invece ne è sempre uscito più forte e più determinato. Un ragazzino californiano senza grandi ambizioni che nel 1936 si ritrova alle Olimpiadi di Berlino, a correre i 5000 di fronte a Hitler. Pochi anni dopo inizia la guerra e il campione viene arruolato. In una missione sul Pacifico, il suo aereo viene abbattuto in mezzo all'oceano. Sopravvive per 47 giorni in una zattera per poi finire in un campo di prigionia giapponese dove viene sottoposto a un regime di crudele tortura, fisica e psicologica. Lui ne esce miracolosamente indomito. E come ha passato gli anni dopo la guerra? A fare viaggi di riconciliazione con i giapponese, stringendo la mano ai suoi torturatori. E aiutando fino alla fine, un mese fa a 97 anni, i ragazzi in difficoltà a trovare la loro strada. Una vita da film, che per oltre mezzo secolo tanti produttori hanno cercato invano di portare sullo schermo. Finché, un paio d'anni fa, la storia di Zamperini è finita nelle mani di una regista con un solo altro film alle spalle ( In the L a n d o f B l o o d a n d H o n e y , sul conflitto serbo-croato) ma che p o r t a u n n o m e a l q u a n t o riconoscibile: Angelina Jolie, che incontriamo in una sala degli studios Universal, a due passi da dove sta finendo di montare il film. Signora Jolie, perché la storia di Zamperini l'ha così colpita? «Anche se non posso paragonarmi a Louis, anch'io ho sofferto e ho lottato nella vita. Vengo da una famiglia che si è rotta e non sapevo se sarei mai riuscita ad averne una mia. Ho avuto problemi di salute, prima mia mamma, poi la mia mastectomia. Il mio dolore è niente rispetto a milioni di persone che soffrono ben di più, ma ho sempre pensato che dobbiamo comunque restare in piedi e trovare la nostra forza interna. Ed ecco, quando ci lamentiamo per le nostre piccole cose figure come quella di Louis Zamperini e tutti quelli che sono riusciti a sopravvivere di fronte alle sfide più impossibili sono sempre state di grande ispirazione per me». Purtroppo il suo protagonista è morto a pochi mesi dall'uscita del film sulla sua vita. «Dicono che non dovremmo mai incontrare i nostri eroi, ma per me Louis è stato un mentore, un padre e un amico. Un grande uomo, davvero. È per questo che voleva che il film venisse fatto: non per una questione di ego ma perché c'è tanta sofferenza e tanta guerra nel mondo. E lui credeva fermamente che lo spirito umano alla fine trionfa, che anche un individuo che non è perfetto ed è pieno di problemi può far del bene. Quando era in ospedale gli ho portato il film, nel mio laptop. Ed è stata un'esperienza unica vedere un uomo di 97 anni che ripercorrere la sua vita, un uomo che è stato un grande sportivo il cui corpo si stava spegnendo. Ma ci ha sorriso fino all'ultimo. Ci manca: sappiamo che un altro Louis Zamperini non lo incontreremo più». Parlando di sofferenza, come ambasciatrice dell'Onu come vive la situazione a Gaza? «Vorrei potessimo depoliticizzare la situazione e vedere la catastrofe umanitaria. Non posso immaginare nessuno il cui cuore non si spezzi di fronte a quei bambini in mezzo a tanto dolore. Come mamma faccio fatica a vedere certi programmi in tivù e a leggere i giornali. Se sapessi cosa fare o cosa dire per porre fine al conflitto o per ottenere almeno a un cessate il fuoco, lo farei in un attimo. Ma anche se prego Dio, non ho una risposta. Tutto quel che posso fare è seguire le consegne di aiuti da parte del Commissariato per i rifugiati dell'Onu. E non c'è solo Gaza. In Siria di pace o di tregua non si parla nemmeno più. La verità è che abbiamo più rifugiati oggi che alla fine della Seconda Guerra Mondiale: 51 milioni di persone sradicate dalle loro case e con l'Iraq adesso saranno 52. Una catastrofe che va affrontata pensando non solo alla sicurezza degli Stati, ma anche alla sicurezza degli uomini». Tornando al cinema, lo farà poi il film con Brad Pitt? E lo dirigerà lei? «Sì, anche se cerchiamo di non parlarne troppo. Non sarà un film d'azione ma una storia intima che ho scritto un po' di anni fa per noi due. È stato difficile partire perché è la storia di una coppia che passa attraverso esperienze molto profonde e questo ci rendeva nervosi, come attori e a livello ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014 44 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato LE INTERVISTE 31/07/2014 La Stampa - Ed. Nazionale Pag. 1 (diffusione:309253, tiratura:418328) ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014 45 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato personale. Ma adesso siamo pronti. E sì, lo dirigerò io». Foto: Angelina con Zamperini, morto un mese fa a 97 anni Foto: Sopra, una tenera immagine di Angelina Jolie con Louis Zamperini, scomparso il 7 luglio scorso; in alto a destra, Zamperini alle Olimpiadi di Berlino nel 1936 e sotto l'attore che lo interpreta in «Unbroken», Jack O'Connell, in una scena ambientata nella Seconda guerra mondiale UNIVERSAL PICTURES/AP Qui a fianco, Angelina Jolie sul set di «Unbroken»: «Tutti quelli che sono riusciti a sopravvivere di fronte alle sfide più impossibili dice l'attrice e regista - sono sempre stati di grande ispirazione per me» 31/07/2014 Libero - Ed. Nazionale Pag. 30 (diffusione:125215, tiratura:224026) EROI QUADRUMANI La saga del pianeta delle scimmie all'ottavo capitolo Non stanca, anzi è un gran bello spettacolo GIORGIO CARBONE Ottavo capitolo (cinematografico) della saga del pianeta delle scimmie. Vediamo di raccapezzarci. Il pianeta nacque nel lontano 1968 con un ottimo film di Franklin Schaffner che sfruttava al meglio la geniale idea di un romanzo di Pierre Boulle (un astronauta sbarcava in una terra sconosciuta dove comandavano scimmie intelligenti e gli umani eran trattati da schiavi cretini). Il successo propiziò negli anni '70 quattro seguiti (d'interesse sempre più decrescente) e una serie tv. Silenzio fino al 2001 quando il grande Tim Burton prova a fare il remake del capostipite e fallisce oltraggiosamente. Andò meglio al settimo e penultimo episodio L'alba del pianeta delle scimmie (2009) che spiegava come tutto era cominciato. I quadrumani erano cavie da laboratorio e un giorno si ribellavano. Per reagire alla cattiveria degli umani, ma soprattutto perché gli esperimento hanno avuto un imprevisto effetto: i gorilla hanno imparato a usare il cervellino. Il numero 7 chiude con un manipolo di scimmie in fuga senza che i poliziotti riescano a fermarle. Da allora sono passati 15 anni, cupissimi per la razza umana. Un rivoluzionario medicinale (chiamato T 113) fabbricato per curare l'Alzheimer s'è rivelato mortale per le persone, ma una vera manna per gli scimpanzè che hanno visto il quoziente intellettuale aumentare da quasi zero a livelli di Einstein. Situazione. Il mondo è in rovina e i pochi sopravissuti lottano per la vita ogni giorno. I meglio organizzati si stanno rivelando i quadrumani, che si sono organizzati in colonie in situazioni abbastanza vivibili. La meglio organizzata si annida in una foresta di sequoia delle California e la comanda il mitico Cesare, già protagonista dei capitoli quarto e quinto. Cesare è un bravo animale e sarebbe propenso a una pacifica convivenza cogli uomini rimasti in California e ora annidati in una fortezza edificata sulle rovine di San Francisco. Ma la sua buona volontà viene stoppata da Koba uno scimmione guerrafondaio (qualche ragione ce l'ha, gli scienziati lo conciarono malissimo quando faceva loro da cavia). Koba uccide Cesare e incendia il villaggio nella foresta. Poi con una tattica da dittatore in pectore riesce a rifilare la colpa di entrambi i delitti a quelli di San Francisco. Le scimmie gli credono e danno l'assalto alla fortezza. Gli umani sarebbero fritti se non intervenisse Cesare (redivivo). La battaglia finale è scimmie contro scimmie. Vincono i quadrumani buoni, ma Cesare sa bene che la guerra è alle porte. I delitti di Koba ricadranno sulla sua tribù. PIACERÀ A chi (dopo il capitolo sette) ha ritenuto che la saga scimmiesca avesse ancora qualcosa da dire. Matt Reeves (il regista) non è conosciutissimo (però ha fatto Cloverfield ) ma il suo film sui primati manda nel ripostiglio dei cattivi ricordi di Tim Burton. Certo, il digitale non manca mai di stupire e progredire (folle che credeva chi il top fosse stato raggiunto dal Signore degli anelli) . Ma i meriti maggiori di Apes revolution (la rivoluzione delle scimmie, hanno lasciato il titolo originale) stanno soprattutto nella progressione drammatica.Il Cesare delle scene iniziali sembra quello degli scialbi sequels degli anni settanta. Ma andando avanti il leader quadrumane assume la statura di un tragico eroe elisabettiano. Un essere di pace costretto a fare la guerra. Peggio, costretto a farla sempre più convinto che il conflitto non avrà mai fine. Pesanti allusioni? Forse, dopotutto dai conflitti in Medio Oriente alla foresta di sequoia il passo non è poi così lungo... Foto: Una scena del film «Apes Revolution» nelle sale italiane [Ansa] ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014 46 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato CINEPRIME/«Apes revolution»