ANICA
ANICA CITAZIONI
31/07/2014 Corriere della Sera - Nazionale
«I sogni delle ragazze italiane diventeranno serie tv in Rai»
4
31/07/2014 ItaliaOggi
Gomorra affossa i conti di Cattleya
6
ANICA SCENARIO
31/07/2014 Avvenire - Nazionale
Donne in prima linea
8
31/07/2014 Corriere della Sera - Bergamo
Ad agosto il cinema è sotto le stelle
10
31/07/2014 Corriere della Sera - Nazionale
Desplat, un musicista a Venezia «Coraggioso affidarmi la giuria »
11
31/07/2014 Corriere delle Alpi - Nazionale
Due film a "Cortina InCroda"
13
31/07/2014 Eco di Bergamo
Le scimmie piacciono ai cinefili bergamaschi
14
31/07/2014 Famiglia Cristiana
LOCARNO IN PIAZZA, UNDICI GIORNI DI FILM
15
31/07/2014 Giornale di Brescia
Cinema «Rosso Mille Miglia», Brescia sul set
16
31/07/2014 Il Fatto Quotidiano
Incassi milionari per l ' ennesima guerra tra uomini e primati
17
31/07/2014 Il Giornale - Nazionale
Il supereroe di Salvatores a metà tra cinema e fumetti
18
31/07/2014 Il Manifesto - Nazionale
Le immagini della Storia, un movimento senza fine
20
31/07/2014 Il Mattino - Avellino
«Laceno d'oro», la sfida del cinema di qualità
22
31/07/2014 Il Salvagente
Il film -inchiesta di Francesco Rosi
23
31/07/2014 Il Tempo - Roma
«Aquila sotto le stelle» inizia dalle commedie di Sibilia e Gaglianone
24
31/07/2014 Il Tempo - Nazionale
Un secolo di terrore con il maestro Bava Ispirò Fellini e Scorsese
25
31/07/2014 L'Arena di Verona
La rivoluzione di Bava il maestro del gotico che creò le luci sul set
27
31/07/2014 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari
«Nocincorti» Murgia chiama Hollywood
28
31/07/2014 La Gazzetta di Parma
Abel Ferrara: « Pasolini è stato una fonte di ispirazione»
29
31/07/2014 La Repubblica - Torino
Sestriere, la grande magia del cinema di montagna
30
31/07/2014 La Repubblica - Palermo
Sponsor, volontari e offerte libere così nasce un film a costo zero
31
31/07/2014 La Repubblica - Palermo
Andò chiama Vasta e Scianna "Così cambierà la Scuola del documentario "
33
31/07/2014 La Repubblica - Bari
Sansonna le vite altrui raccontate come un film
34
31/07/2014 La Repubblica - Nazionale
Rivoluzione a RaiFiction i progetti on line
36
31/07/2014 La Repubblica - Nazionale
Angelina e il suo eroe
38
31/07/2014 La Sicilia - Nazionale
«Sguardo nuovo sulla Sicilia deformata dagli stereotipi»
40
31/07/2014 La Stampa - Asti
La passione per i film d'estate si chiama " Cinema Cinema "
41
31/07/2014 La Stampa - Alessandria
Rassegna di Cinema al via con film dedicato a Faletti
42
31/07/2014 La Stampa - Nazionale
Politica, guerra, biografie La fiction Rai fotografa l'Italia
43
31/07/2014 La Stampa - Nazionale
La Jolie: vi racconto la storia del mio eroe
44
31/07/2014 Libero - Nazionale
EROI QUADRUMANI
46
ANICA CITAZIONI
2 articoli
31/07/2014
Corriere della Sera - Ed. Nazionale
Pag. 43
(diffusione:619980, tiratura:779916)
La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato
Nuova stagione Viale Mazzini e il piano fiction: racconteremo la realtà italiana
«I sogni delle ragazze italiane diventeranno serie tv in Rai»
Tinni Andreatta: variamo l'operazione trasparenza Sito aperto alle idee dei produttori, risponderemo a tutti
Paolo Conti
La prima novità di Rai Fiction (una macchina annua da 200 milioni di euro, 400 ore di storie tv e 100 di cartoni
animati) non si vedrà sui teleschermi. Riguarda l'operazione trasparenza che sta investendo viale Mazzini,
fortemente voluta dal direttore generale Luigi Gubitosi. Da domani, 1 agosto, apparirà online sul sito
www.rai.it uno schema per le proposte che i produttori vorranno inoltrare alla direzione di Rai Fiction, diretta
da Eleonora «Tinni» Andreatta.
Quattro pagine per presentare il progetto, l'impegno di avere la piena titolarità di tutti i diritti d'autore, spiegare
le finalità editoriale dell'idea editoriale. La Rai si impegna, entro 90 giorni, a rispondere con un no o con un
rinvio a un successivo approfondimento. Per Tinni Andreatta questa novità «metterà nelle condizioni tutti i
produttori, anche piccoli e indipendenti, di avanzare idee. Naturalmente resta importante la storia editoriale
delle società produttrici, la loro garanzia di solidità. Ma sia chiaro che vinceranno sempre la qualità, la novità,
l'originalità, ovvero la creatività Rai Fiction», il «raccontificio» di viale Mazzini che assicura film tv, piccole e
grandi serie alle tre reti generaliste e ora guarda sempre di più al web e alle nuove piattaforme per attirare i
giovani lontani dalla tv generalista, si rinnova nei temi e nelle abitudini amministrative. Nel settembre 2013 la
Vigilanza Rai, in particolare il presidente della commissione parlamentare Roberto Fico, Movimento 5 Stelle,
avevano aperto un dossier sulle «Cinque sorelle», i produttori sempre presenti nei palinsesti Rai. Anche di qui
un'operazione che assicura trasparenza e mette tutti insieme allo stesso nastro di partenza. Con uno slogan:
«Nessuno escluso». Ancora Andreatta: «Tra settembre 2013 e maggio 2014 abbiamo abbassato l'età media
del pubblico di quattro anni, attirando per esempio con Braccialetti rossi la fascia tra gli 8 e i 14 anni, ma
senza escludere adulti e anziani».
I temi sono legati da un filo rosso: comunque, la realtà. Ovvero il racconto del Paese anche attraverso i suoi
eroi civili (Qualunque cosa succeda , la biografia di Giorgio Ambrosoli in autunno di Rai1 con Pierfrancesco
Favino), i valori civili, i modelli credibili, in generale la contemporaneità e un rapporto con la storia che Tinni
Andreatta definisce «non polveroso ma con un riverbero sull'oggi». Di qui nascerà Un mondo nuovo , la
biografia del grande europeista Altiero Spinelli, film di un'ora (Palomar-Rai) che sarà pronto per novembre,
dunque per il semestre italiano di presidenza dell'Unione Europea. E dalle stesse radici nasce Il confine ,
progetto sulla Prima guerra mondiale firmato da Laura Ippoliti e Andrea Purgatori, scelto tra 32 proposte sul
centenario presentate dall'Anica e dall'Associazione produttori tv. Partirà presto l'inedita operazione Io credo
che lassù , un racconto delle ragazze della provincia italiana tra i 14 e i 17 anni. Nascerà prima una
piattaforma online in cui le «vere» ragazze italiane potranno raccontarsi liberamente (la persona più
importante, ricordi belli e dolorosi, le abitudini, i sogni). Poi saranno gli sceneggiatori a lavorare sul materiale
che verrà poi riproposto sulla Rete e finalmente diventerà una serie tv.
In quanto alle tante storie, si parte dalla seconda serie di Braccialetti rossi e si passa per la biografia di Pietro
Mennea (La freccia del Sud ) e per Baciato dal sole (Rai-Pepito Produzioni) la prima fiction con Guglielmo
Scilla, ovvero la star del web Willwoosh, racconto del sogno-incubo di un successo televisivo. Confermato il
terzo capitolo di Fuoriclasse , storia scolastica con Luciana Littizzetto, il ritorno di Gigi Proietti al tv movie con
Una pallottola nel cuore per la regia di Luca Manfredi, La narcotici-Sfida al cielo (Rai-Gootime) per la regia di
Michele Soavi. Niente biografie di santi, unica eccezione l'annunciata terza rilettura di Francesco di Assisi che
verrà firmata da Liliana Cavani.
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ANICA CITAZIONI - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014
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31/07/2014
Corriere della Sera - Ed. Nazionale
Pag. 43
(diffusione:619980, tiratura:779916)
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Foto: Palinsesto A destra, Vanessa Incontrada in «Un'altra vita»; sopra, una scena di «La freccia del Sud» su
Mennea e, a sinistra, «La narcotici - Sfida al cielo». Sotto, Tinni Andreatta, direttrice di Rai Fiction
ANICA CITAZIONI - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014
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31/07/2014
ItaliaOggi
Pag. 4
(diffusione:88538, tiratura:156000)
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La casa produttrice chiude il 2013 in sostanziale pareggio. I ricavi volano a 50 mln (+66%)
Gomorra affossa i conti di Cattleya
Lievitano i costi: dalla serie tv perdita secca di 3,7 mln
CLAUDIA PLAZZOTTA
La serie Gomorra, andata in onda con successo tra maggio e giugno su Sky Atlantic, affossa i conti 2013
della casa produttrice Cattleya. Il presidente Mario Chimenez, e i due amministratori delegati Riccardo Tozzi
e Giovanni Stabilini, infatti, avevano sbagliato il preventivo. E avendo chiuso con Sky Italia un contratto di
produzione a costo bloccato, si sono dovuti sobbarcare la crescita improvvisa dei costi operativi di Gomorra.
Con una perdita secca di 3,7 milioni di euro. Insomma, le appassionanti vicende di Genny Savastano, Ciro Di
Marzio e Salvatore Conte hanno sicuramente dato risalto alle capacità produttive, di regia e agli elevati
standard qualitativi che caratterizzano Cattleya quando maneggia storie di malavita (da ricordare anche
Romanzo criminale, La serie ). Ma hanno procurato più di un grattacapo a Tozzi e co. Non solo ci sono stati
tre manager della casa di produzione indagati per una vicenda di presunte mazzette pagate alla famiglia del
boss di camorra Francesco Gallo per poter girare Gomorra in alcune location di Torre Annunziata. Ma pure
sono emersi problemi di natura economico-fi nanziaria. Come spiegano gli amministratori di Cattleya nella
relazione sulla gestione 2013, «il risultato è stato pesantemente condizionato dallo sforamento del budget»,
un evento «senza precedenti nella storia della società». In sostanza c'è stata una perdita sulla lavorazione
della serie televisiva Gomorra pari a circa 3,7 milioni di euro, «dovuta al sostenimento di costi imprevisti, a
fronte di un contratto di produzione concluso dalla società con Sky Italia a condizioni di costo bloccato».
Nonostante l'entità del potenziale sforamento del budget di produzione fosse stata accertata in una fase
ancora precoce della lavorazione, proseguono gli amministratori, «si è deciso di non praticare tagli che
avrebbero pregiudicato il raggiungimento dell'elevatissimo standard qualitativo che ci si era prefi ssati». E in
effetti, quantoa qualità del prodotto, va detto che Gomorra (12 episodi diretti da Stefano Sollima, Francesca
Comencini e Claudio Cupellini) è diventata la serie italiana in assoluto più venduta all'estero, superando così
Romanzo criminale. Net ix, il più grande distributore mondiale di contenuti in streaming, ne ha acquistato i
diritti internet per tutto il mondo, mentre Lionsgate sta sviluppando le sceneggiature per la realizzazione di un
remake ispirato alle vicende della banda della Magliana e ambientato a Philadelphia a cavallo tra la fi ne degli
anni 60 e i primi anni 70. Comunque, nonostante la disavventura economico-finanziaria di Gomorra (di cui
peraltro è già in lavorazione la seconda serie che andrà in onda nel 2016), la casa di produzione Cattleya
chiude un bilancio 2013 in sostanziale pareggio (192 mila euro di perdita), ma con un fatturato in grande
crescita (+66% a 50 milioni di euro) rispetto al 2012. Molto buono, nell'esercizio 2013, l'andamento del
botteghino per le produzioni cinematografi che di Cattleya: quattro fi lm che hanno incassato oltre 25 milioni di
euro. In particolare, Il principe abusivo con Alessandro Siani è andato oltre i 15 milioni, Educazione siberiana
di Gabriele Salvatores ha avuto un box offi ce da 4,7 milioni e Stai lontano da me (con Enrico Brignano e
Ambra Angiolini) si è portato a casa 4,2 milioni. L'indebitamento complessivo è invece salito del 3,6% a 56,5
milioni di euro, di cui 19 milioni nei confronti delle banche. Cattleya è controllata al 20,44% da Tozzi, al
20,42% da Stabilini, al 20,42% da Chimenez, e poi al 20,41% da Universal studios international bv.
Partecipazioni minori per De Agostini communication sa (7,96%), Imi investimenti (7,96%) e il consigliere di
amministrazione Francesca Longardi (2,39%).
Foto: Un frame della serie tv Gomorra
Foto: Riccardo Tozzi
ANICA CITAZIONI - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014
6
ANICA SCENARIO
29 articoli
31/07/2014
Avvenire - Ed. Nazionale
Pag. 26
(diffusione:105812, tiratura:151233)
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Agora / SALISBURGO
Donne in prima linea
Kermesse L'ultima edizione del Festival firmato da Alexander Pereira lancia due opere che esaltano il genio
femminile durante i conflitti mondiali
GIUSEPPE PENNISI
Il Festival di Salisburgo (l'ultimo per il direttore artistico Alexander Pereira) ha commissionato due lavori che
ricordano le guerre mondiali del Novecento da un punto di vista molto speciale: quello delle donne. Il primo è
un'opera lirica andata in scena il 28 luglio (ed in programmazione sino al 14 agosto) : Charlotte Salomon di
Marc-André Dalbavie, su libretto di Barbara Honigmann, con regia di Luc Bondy, scene di Johannes Schütz,
costumi di Moidele Bickel. Il secondo The Forbidden Zone di Dancan McMillan - è un dramma che va in
scena dal 30 luglio al 10 agosto ma di cui si prevede una versione cinematografica. Soffermiamoci su
Charlotte Salomon .Il lavoro ha queste caratteristiche: a) si basa su uno storia vera da cui alcuni anni fa è
stato tratto un film di successo e un documentario per la televisione; b) è una vicenda di grande attualità in
quanto il suo punto centrale è l'intolleranza; b) il libretcinta di quattro mesi e sposata da otto; il marito un anno
dopo ai lavori forzati. In breve, Franziska, Charlotte e la madre della prima e nonna della seconda vengono
annientate dalle due Guerre Mondiali. Finita la guerra, padre e matrigna ebbero dal medico di Villefranchesur-Mer il lavoro che Charlotte gli aveva lasciato in custodia: 1325 tavole dipinte di cui circa 900 organizzate
sistematicamente come le immagini di un Sinspiel (opera in parte parlata ed in parte cantata) intitolato Vita?
O Teatro? . Il padre, morto nel 1976, e la matrigna , deceduta nel 2000 all'età di 102 anni, hanno dato il
lavoro al museo ebraico di Amsterdam. L'opera, in due atti (due ore e mezza senza intervallo) si svolge tra
Berlino e Villefranche Auschwitz è sempre nel fondale.La scena è costituita da proiezioni dei dipinti di
Charlotte e da abili giochi di luce che danno il senso dei differenti ambienti (l'andamento della vicenda è
cinematografico). Il vasto boccascena dell'antica cavallerizza è diviso in dieci pannelli che consentono azione
scenica contemporanea in vari luoghi di Berlino e a Villefranche- un'idea suggestiva ma difficilmente
replicabile altrove. La protagonista è interpretata da un'attrice (Johanna Wokalek) con funzione di narratrice e
da un mezzo soprano (Marianne Crebassa) . Tra gli altri undici solisti (alcuni in più ruoli) spiccano Anaik
Morel e Frédéric Antoun. Dalbavie utilizza un piccolo organico del Mozarteum con un numero limitato di archi,
una forte presenza di ottoni e fiati, un'arpa, un organo ed un piano. Ne trae colori orchestrali molto intensi
specialmente nella seconda parte. Nel complesso, un lavoro commovente e innovativo. che era morta
d'influenza. La seconda moglie del padre, Paulinka, è un'importante cantante lirica che si affeziona alla
bambina. Con l'arrivo del nazismo, iniziano le discriminazioni (viene vietato a Charlotte di ritirare il premio di
pittura pur vinto) e le persecuzioni. Si rifugia dai nonni in Francia, mentre padre e madrigna si nascondono in
Olanda. Quando apprende che gli ebrei tedeschi stanno per essere consegnati dalla Francia di Vichy ai
tedeschi, è la nonna a togliersi la vita. Allora, Charlotte apprende del suicidio e della madre e di altre donne
della famiglia. Per sfuggire ad un destino analogo, si dedica, con l'aiuto di un medico francese, alla pittura e si
sposa. Arrestata, con il marito, Charlotte muore a Auschwitz nel 1943, into è in due lingue, - i personaggi
francesi utilizzano il francese e i tedeschi il tedesco; d) Dalbavie, che concerta voci ed orchestra, viene dallo
sperimentalismo ma si è gradualmente avvicinato a melodia, armonia e ritmo. Appartiene alla "scuola
spettrale" francese che fonde astutamente tonalità e quel-che-resta-della dodecafonia per entrare nell'intimo.
È musica che fa presa sul pubblico. Charlotte Salomon è cresciuta nelle Berlino elegante di Charlottenburg
(dove è nata nel 1917). Suo padre, un medico, era considerato un eroe della Prima Guerra Mondiale; sua
madre Franziska era stata crocerossina. Nel 1926, Franziska si toglie la vita durante una depressione;
l'evento viene nascosto a Charlotte, affermandole
Foto: LIRICA.
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014
8
31/07/2014
Avvenire - Ed. Nazionale
Pag. 26
(diffusione:105812, tiratura:151233)
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Foto: «Charlotte Salomon» di Marc-André Dalbavie con regia di Luc Bondy in prima mondiale al Festival di
Salisburgo
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014
9
31/07/2014
Corriere della Sera - Bergamo
Pag. 11
(diffusione:619980, tiratura:779916)
Ad agosto il cinema è sotto le stelle
Rivedere alcuni film apprezzati durante la passata stagione o recuperarli seduti su una coperta stesa sul
prato è tra le novità proposte dall'estivo del parco della Trucca. In collaborazione con Lab80, da martedì 5
agosto, e per tutto il mese, sarà tempo di Cinema sotto le stelle: quattro proiezioni gratuite, alle 21, ogni
martedì. La programmazione parte con «La mafia uccide solo d'estate». Diretto e interpretato da
Pierfrancesco Diliberto, noto come Pif, già pluripremiato tra nastri d'argento, Ciak d'oro, Globo d'oro e David
di Donatello come miglior regista esordiente, il film fa pensare con leggerezza, indagando in modo divertente
e per nulla banale un problema atavico del paese. Si proseguirà con titoli che spaziano da film d'animazione
alla commedia all'italiana. Martedì 12 è atteso «Cattivissimo Me 2», ideale per famiglie; il 19 agosto «Rush»,
che porta sullo schermo la rivalità tra i due grandi piloti di Formula 1 James Hunt e Niki Lauda, infine martedì
26 la commedia «Smetto quando voglio» del giovane regista salernitano Sydney Sibilia. (dm )
Foto: Sul set Pif con Cristiana Capotondi
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014
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Parco della Trucca
31/07/2014
Corriere della Sera - Ed. Nazionale
Pag. 41
(diffusione:619980, tiratura:779916)
Desplat, un musicista a Venezia «Coraggioso affidarmi la giuria »
Da Malick a Harry Potter, ora il Lido: che fascino il Leone d'oro
Giuseppina Manin
Monsieur le president, l'uomo che alla prossima Mostra di Venezia terrà in pugno per 11 giorni la giuria e le
sorti del cinema internazionale, stasera suonerà il flauto al Festival di Ravello. Impegnato con i cameristi del
Trafic Quintet e il pianista Alain Planès in Quai de scenes , spettacolo di suoni e immagini, suggestiva
rivisitazione di celebri colonne sonore. Tutte firmate da lui, Alexandre Desplat, nato a Parigi nel '61, tratti bruni
e fascino ironico ereditati da madre greca e padre francese, studi classici (oltre al flauto suona il piano e la
tromba), compositore per il grande schermo di fama internazionale, sei volte candidato all'Oscar, l'ultima per
Philomena .
Un pedigree di tutto rispetto, eppure è la prima volta che un musicista viene chiamato a guidare la giuria di un
grande festival.
«Il direttore Barbera è stato molto audace. Quando me l'ha proposto il primo a restare sorpreso sono stato io.
A Cannes, quattro anni fa, avevo fatto parte della squadra di Tim Burton. Stavolta però l'onore di reggere il
timone è tutto mio. Ne sono molto fiero».
È la consacrazione del ruolo del compositore nel cinema
«A tutti gli effetti il terzo autore, dopo il regista e lo sceneggiatore, è proprio lui. Ogni grande film è inscindibile
dalla sua colonna sonora. Quando l'incontro funziona, immagini e musica diventano una sola cosa. Come
accade per certe accoppiate leggendarie: Fellini e Nino Rota, Leone e Morricone, Blake Edwards e Henry
Mancini, David Lean e Maurice Jarre, Greenaway e Nyman».
E nel suo caso? Con quale regista ha stabilito una maggior sintonia?
«Con Jacques Audiard. Ho scritto le musiche per tutti i suoi film, compreso il premiatissimo Il profeta . E dopo
The Queen ho legami saldi con Frears, mentre Venere in pelliccia ha segnato la mia terza volta con Polanski.
Clooney mi ha chiesto le colonne sonore di Idi di marzo e Monuments Men , Malick una musica capace di
scorrere come l'acqua per The tree of life ».
Lei è amato dal cinema autoriale e da Hollywood. Sue le musiche di «Harry Potter», «Twilight», «Godzilla»...
«Ho avuto la fortuna di cominciare la mia carriera negli Usa tenendo un piede ben saldo in Europa. Inoltre i
registi americani con cui ho lavorato sono cresciuti nel culto del cinema europeo... Intenderci è stato facile.
Anche se Hollywood resta un altro mondo».
In che senso?
«Per due ragioni: il regista non ha quasi mai il "final cut", ci sono altri sguardi che hanno diritto d'intervenire. E
poi ci sono mezzi a disposizione impensabili in Europa. La colonna sonora è una voce importante del budget
mentre in Europa è spesso considerata un optional. Così per Harry Potter ho potuto scrivere una vera
partitura sinfonica, eseguita da un'orchestra di oltre cento elementi... Per un compositore sono tentazioni
irresistibili. Ma non abbastanza da convincermi a traslocare negli Stati Uniti. Le mie radici culturali sono qui».
Quando ha capito che la musica per film sarebbe stata la sua strada?
«Molto presto. Ero un adolescente cinefilo e ogni film per me era anche una narrazione sonora. A casa poi
riascoltavo in disco quelle musiche trovandole bellissime di per sé. Una dualità affascinante. Comporre per
delle immagini mi dà emozioni incredibili. Perché si può far apparire l'invisibile».
Come Edith Piaf, anche lei ha due amori: la musica e il cinema
«Passioni inscindibili. E poi, mentre registravo la mia prima colonna sonora, è arrivata Dominique. E l'amou r
è diventato a tre».
Dominique Lemmonier, violinista di talento, interprete privilegiata delle sue composizioni
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014
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La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato
Verso il Festival Sei volte candidato all'Oscar, è il primo compositore chiamato a decretare il vincitore di un
Festival : amo i film italiani. Quali? Fellini, Sorrentino e Garrone
31/07/2014
Corriere della Sera - Ed. Nazionale
Pag. 41
(diffusione:619980, tiratura:779916)
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014
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La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato
«La mia compagna. Lei ha dato vita al Trafic Quintet, ensemble di archi nato per un film di Audiard e poi
diventato interprete di trascrizioni cameristiche di colonne sonore. Musica cinefila: Trafic è il titolo di un film di
Tati».
I film della sua vita?
«Prima di tutti quelli italiani. Tra gli anni '60 e '70 il vostro cinema era il più bello del mondo. Non solo per
registi come Fellini, Visconti, Scola, ma anche per attori: Gassman, Mastroianni, Tognazzi, Manfredi. Negli
anni 80 sono arrivati i film impegnati dei Taviani e di Moretti e ora ci sono quelli innovativi di Sorrentino e
Garrone. Per quest'ultimo ho scritto le musiche di Reality ».
E sul versante musicale, quali i suoi compositori di riferimento?
«Sono cresciuto con la classica ma poi ho spalancato le orecchie a ogni genere di suoni. Mi nutro di musica
al plurale, senza confini di sorta. Adoro Debussy ma anche certe melodie asiatiche o africane. Mi piacciono
contemporanei come Boulez, Dusapin, Rihm ma anche Mozart e Bernard Hermann, il compositore di
Hitchcock».
Tra neanche un mese sarà alla Mostra. Cosa si attende da questa esperienza di presidente di giuria?
«Tanti film inattesi e ispirati. Tanti incontri stimolanti. Tante emozioni. Venezia è un festival specialissimo, sia
per l'incanto della città sia perché la Biennale ha il potere di stringere legami tra arti diverse. Ogni volta che
prendo il battello per il Lido, sono felice» .
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The tree of life Brad Pitt nel film di Malick, vincitore a Cannes nel 2011
Harry Potter e i doni della morte La saga chiude sulle note di Desplat
Philomena Judi Dench e Steve Coogan nel film del 2013 di Frears Le sue colonne sonore
Foto: Profilo Il compositore Alexandre Desplat è nato a Parigi il 23 agosto del 1961
31/07/2014
Corriere delle Alpi - Ed. Nazionale
Pag. 34
Due film a "Cortina InCroda"
Due film a "Cortina InCroda"
Stasera alle 21 in onda le pellicole del Trento Film Festival
CORTINA Seconda serata con i film del Trento Film Festival a Cortina InCroda, la rassegna dedicata alla
cultura della montagna che fino all'11 settembre proporrà agli ospiti della Regina delle Dolomiti un
programma di appuntamenti ricco di poesia, adrenalina, scrittura, cinema, musica, montagne, sogni,
avventura, tecnologia, giornalismo, personaggi, ricordi e futuro. Stasera alle 21 al Cinema Eden è in
programma la seconda serata in forma di cinema. Sarà la volta di due pellicole: "Alpi 2.0" di Aurelio Laino,
Simona Casonato ed Elena Negriolli, racconta come anche nei rifugi, sia sempre più forte l'esigenza di
essere connessi con il resto del mondo. Il film è girato nel Parco Nazionale dello Stelvio ed è stato proiettato
nella Sezione Orizzonti vicini al 62° Trento Film Festival 2014. Poi sarà proiettato "Chiedilo a Keinwunder", di
Carlo Cenini e Enrico Tavernini, un eccezionale documentario che ci presenta il misterioso alpinista Hermann
Keinwunder. Attraverso una ricostruzione storica in stile documentaristico, con interviste ad alpinisti di fama,
specialisti e anche grazie alla scoperta di nuovi materiali d'archivio inediti, vengono alla luce le stupefacenti
imprese dello scalatore trentino, certamente uno dei perduti padri dell'alpinismo moderno. L'opera ha vinto il
premio del Pubblico al Trento Film Festival di quest'anno. L'appuntamento con Cortina InCroda è per stasera
alle 21 al cinema Eden con ingresso a pagamento. Il biglietto costa 5 euro.
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014
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La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato
Due film a "Cortina InCroda" Stasera alle 21 in onda le pellicole del Trento Film Festival
31/07/2014
Eco di Bergamo
(diffusione:54521, tiratura:63295)
Le scimmie piacciono ai cinefili bergamaschi
Micaela Vernice
Il momento è arrivato: «Apes Revolution - Il pianeta delle scimmie» ieri è uscito nelle sale cinematografiche. Il
film, che unisce azione e fantascienza, affonda le sue radici nel romanzo «Il pianeta delle scimmie» di Pierre
Boulle del 1963, dal quale poi era scaturita una saga composta da film, serie tv, libri ed anche fumetti.
Nel 2011 era stato ripreso il filone grazie a «L'alba del pianeta delle scimmie» (regia di Rupert Wyatt) e da ieri
è sui grandi schermi «Apes Revolution - Il pianeta delle scimmie», diretto da Matt Reeves e con un cast di
attori importanti, uno su tutti: Andy Serkis che grazie all'arte della «performance capture» assume le
sembianze di Cesare, lo scimpanzé a capo della comunità di scimmie.
Soprattutto la curiosità ha spinto il pubblico ad andare ieri al multisala Uci di Curno per assistere alla prima
proiezione di questa nuova pellicola. C'era chi sperava in una versione migliore rispetto a quella del 2011,
perché era stata deludente e c'era anche chi non sapeva proprio cosa attendersi: «Avevamo voglia di venire
al cinema e ci ha incuriosito il titolo di questo film», affermano Alessia e Giulia da Mapello. Dello stesso
parere anche ad Andrea, arrivato da Presezzo, che però era curioso di vedere la pellicola perché «la
fantascienza è un genere che mi piace». Piace pure a Christian Agresti, 39 anni di Azzano San Paolo: «Ho
avuto una videoteca per 7 anni e conosco i film della saga - racconta -. Qualche giorno fa ho rivisto la
precedente pellicola e non mi era dispiaciuta, neppure la regia. Ora sono curioso di vedere questo nuovo film
, anche per gli effetti speciali. Peccato non ci sia James Franco, protagonista nel 2011: mi piace quando gli
attori proseguono nelle saghe».
Aurora e Sara, da Mozzo, erano in fila per prendere i biglietti per la proiezione serale, occasione nella quale
si sarebbe svolta anche l'iniziativa di Bergomix: «La fantascienza non ci fa impazzire - spiega Sara -, ma
siamo state convinte dai nostri amici e ora siamo curiose di guardare il film». «Mi sono preparata - dice
Aurora -: ho visto "L'alba del pianeta delle scimmie" e mi è piaciuto. Mi ha colpito il tema dello sfruttamento e
dei test sugli animali e poi mi ha lasciato la curiosità perché era senza finale e adesso voglio vedere cosa
succederà».
«Di questi film mi piace l'aspetto sociologico: la trattazione del tema della diversità - dice Ivan Caruz, 32 anni
di Bergamo -. Sono appassionato di questo genere di film e del "Pianeta delle scimmie" ho visto tutte le
versioni, anche la prima pellicola del 1968. Queste ultime due produzioni sono completamente diverse dalle
prime e sono ricchissime di effetti speciali, aspetto che attira tanto i giovani. Il film del 2011 non mi è piaciuto
molto, spero che questo sia meglio». •
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014
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Cultura
31/07/2014
Famiglia Cristiana - N.31 - 3 Agosto 2014
Pag. 111
(diffusione:587400, tiratura:685739)
LOCARNO IN PIAZZA, UNDICI GIORNI DI FILM
II Festival internazionale dal 6 agosto
Sarà Lucy, di Lue Besson, con Scarlett Johansson e Morgan Freeman, ad aprire la 67ma edizione del
Festival del film di Locamo, il 6 agosto. La manifestazione durerà il giorni e si concluderà il 16. A presiedere
la giuria del concorso internazionale, che vaglierà 17 pellicole, sarà il regista italiano Gianfranco Rosi. Per
l'Italia, sarà presentato in concorso il film Perfidia, di Bonifacio Angius. Il programma di quest'anno è
all'insegna della duplicità del cinema, cioè dell'arte della finzione e quella documentaristica, ma non
mancherà la proposta più contemporanea, quella del cinema in 3D con tre pellicole di Jean-Lue Godard, Tsui
Hark ed Edgar Pera. Il premio alla carriera verrà assegnato a Jean-Pierre Léaud, grande interprete del
cinema di Francois Truffaut. Non mancherà la riproposizione del capolavoro di Luchino Visconti 11
gattopardo. Attesa per il film Marie Heurtin, in programma il 10 in piazza Grande: storia di una ragazza sorda
e cieca che viene affidata dal padre alle cure della giovane suora Marguerite {nella foto). • LA PRESE
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CINEMA
31/07/2014
Giornale di Brescia
Pag. 59
(diffusione:48023, tiratura:59782)
Il regista bresciano Claudio Uberti inizierà a girare nei prossimi giorni in città. Con le vetture della «corsa più
bella del mondo», protagonista l' attrice Martina Stella
Motori e misteri, automobili d'epoca e vecchie ruggini familiari destinate a riemergere, una giornalista
grintosa e il fascino delle gare su strada. Brescia e la corsa più bella del mondo saranno protagoniste, con la
bionda Martina Stella, di «Rosso Mille Miglia», il film che il regista franciacortino Claudio Uberti inizierà presto
a girare nella nostra città. Domani e dopodomani, all'Infopoint di piazza Paolo VI si terrà il casting per
reclutare uomini e donne tra i 18 e i 70 anni da utilizzare come comparse e per piccoli ruoli (domani dalle
12.30 alle 20.30 e sabato dalle 9.30 alle 19.30). Attorno al 5 agosto il regista e la troupe arriveranno in città, e
dal 18 agosto inizieranno le riprese vere e proprie, per quattro settimane a Brescia, e per altri sette giorni tra
Padova e Portogruaro. Il regista (allievo di Lina Wertmüller, con all'attivo il corto «Un casale, due gessetti e
tanti ricci» e un documentario sulla battaglia di Maclodio del 1427, entrambi con Omar Pedrini) e la sua casa
di produzione Lucere Film hanno trovato un sostegno importante in Mille Miglia srl, la società che promuove
la corsa: oltre al supporto logistico e organizzativo (dagli sponsor al permesso di effettuare riprese durante
l'ultima edizione della Mille Miglia) la società ha trovato le vetture storiche da utilizzare in scena, e ha offerto
la consulenza tecnica. Il film, con la produzione esecutiva del Centro sperimentale di cinematografia di Roma,
sarà presentato con un piccolo assaggio alla Mostra di Venezia, e al pubblico nel maggio 2015 in occasione
della prossima corsa, per arrivare al cinema nell'autunno del prossimo anno. La storia, ambientata a Brescia
durante l'edizione 2014 della Mille Miglia, vede come protagonista una giornalista (Martina Stella, che nel
2012 fu effettivamente madrina della corsa). Mentre segue la gara, si imbatte in intricate vicende che
riguardano la sua famiglia: il nonno materno, infatti, era stato concorrente alla prima edizione, nel 1927, prima
di litigare e «rompere» con il copilota. La figlia di quest'ultimo (Francesca Rettondini) con il marito (Remo
Girone) partecipa proprio alla corsa del 2014, e il passato inevitabilmente si riannoda al presente... Nel cast
anche Fabio Troiano, Victoria Zinny, Maurizio Francone, Rosario Petix e Giulia Libit, ma soprattutto le mitiche
vetture che partecipano alla corsa. «I due protagonisti guideranno una Mercedes 300 SL "Ali di gabbiano",
mentre Girone piloterà una Cisitalia 202 anticipa Paolo Mazzetti, direttore dei servizi storici ed editoriali di
Mille Miglia srl, che ha fatto da consulente -. Al centro della storia c'è però una favolosa OM 665 Superba, la
vettura che vinse la prima edizione nel 1927. Per le esigenze del film ne abbiamo recuperati due esemplari:
uno, attualmente in restauro, per simulare l'automobile smontata e dimenticata da decenni, e uno intatto». La
società, con il direttore marketing Roberto Pagliuca, ha trovato anche gli sponsor del progetto: le città di
Brescia, Padova e Portogruaro, Credito Lombardo Veneto, Hotel Vittoria di Brescia, Vini Santa Margherita,
The Classic Car Trust, Mercedes Benz e Chopard. gio. ca. L'attrice Martina Stella, protagonista del film, è
stata madrina della Mille Miglia nel 2012 IL CASTING Si cercano comparse e attori per piccoli ruoli: domani e
sabato il casting all'Infopoint di piazza Paolo VI
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014
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Cinema «Rosso Mille Miglia», Brescia sul set
31/07/2014
Il Fatto Quotidiano
Pag. 16
(tiratura:100000)
Incassi milionari per l ' ennesima guerra tra uomini e primati
L ' ULTIMO REMAKE DEL " PIANETA DELLE SCIMMIE " CONTINUA A SPOPOLARE E RIEMPIRE LE
SALE
Federico Pontiggia
Scimmia a chi? Dieci anni dopo la battaglia al Golden Gate di San Francisco, la nazione dei primati guidata
da Cesare (Andy Serkis) vive e lotta: con noi o contro di noi? Incognita affidata al secondo capitolo della saga
re b o o t intesa a rilanciare il mitologico Pianeta delle Scimmie: Apes Revolution (titolo originale: Dawn of the
Planet of the Apes ), che finora ha incassato 365 milioni di dollari in tutto il mondo, di cui circa la metà negli
Usa. DOPO L ' alba del pianeta delle scimmie affidato nel 2011 a Rupert Wyatt, stavolta alla regia c ' è Matt
Reeves, già apprezzato per il mostruoso Cloverfield, il vampiresco Blood Story e il serial tv Felicity: " Un
rilancio? Diciamo semplicemente un nuovo capitolo della saga, costruito da un punto di vista emotivo. Da
bambino ero un grande fan della serie tv: le nuove frontiere che prospettava per umani e primati mi
catturavano. E ora eccomi qui, a postulare un mondo dominato dalle scimmie: sarebbe un mondo migliore? Il
problema è proprio questo: non esistono ' migliore di ' , viceversa, bisogna perseguire dialogo e integrazione
tra uomini e scimmie come tra uomo e uomo " . Nel film, potenziato da un 3d sobrio ma performante nelle
scene di battaglia, la comunità capeggiata dal saggio e nerboruto Cesare vive nella foresta di Miur ai margini
di San Francisco, mentre gli umani scampati all ' apocalisse virale si raggruppano intorno a Dreyfus (Gary
Oldman): due leader, destinati a scontrarsi. In mezzo, l ' uomo del dialogo, Malcolm (Jason Clarke), che
mentre esplora la boscaglia in compagnia della fidanzata Ellie (Keri Russell) e il figlio Alexander (Kodi SmitMcPhee) si imbatte nelle scimmie. Cesare non si fida, ma la minaccia sul suo orizzonte non è glabra, bensì
pelosa e dalle leve lunghe, il bonobo Koba (Toby Kebbell): uomini contro scimmie, scimmie contro scimmie,
uomini contro uomini, e si salvi chi può. Matt Reeves lavora su queste opposizioni multiple cercando l ' in
trospezione psicologica, provando a farci entrare nel corpo, nella testa e nel cuore di Cesare, i cui occhi
aprono e chiudono il film: è lo sguardo dell ' utopia, del non conflitto quello che vediamo? " Cesare è un
meticcio, sta a metà tra la sua specie e gli umani che l ' hanno cresciuto: la sua empatia ci porta a riflettere
sulla violenza " . E SULLE attuali ricadute della saga tenuta a battesimo nel 1968 dall ' originale di Franklin J.
Schaffner, adattamento da Pierre Boulle, il regista insegue il paradigma: " Penso all ' apar theid, ma non ho
seguito uno specifico parallelismo: Gaza, Ucraina, ognuno può vederci quel che vuole, meglio, quel che
prova sulla propria pelle " . Non è facile avere a che fare con queste scimmie, vedere per credere il passo
falso di Tim Burton (2001), e Apes Revolution, pur garantendo spettacolo, action e adrenalina, sceglie pathos
e immedesimazione per decrittare i meccanismi della violenza antropica, ovvero antropomorfica: " La
fantascienza intercetta lo studio dei caratteri, l ' analisi dell ' essere umano: c ' è perfino la love story di
Cesare e Malcolm, una storia tragica, soprattutto c ' è un ' associazione tra empatia e pace " . Ma non
crediate a un Cesare gandhiano, una sorta di Madre Teresa col pollice non necessariamente opponibile,
perché Reeves e i suoi sceneggiatori avevano in mente altro: " Cesare è il Mosè della sua gente, ma nella
sua figura echeggiano anche i re scespiriani e il Padrino don Vito Corleone " . E c ' è un ' offerta che non si
può rifiutare: il film stesso, che con mole da blockbuster (170 milioni di dollari di budget) e incredibili
prestazioni in motion e performance capture offre il destro all ' apologo umanista, all ' uma no, troppo umano
nicciano dietro i peli di Cesare. Sì, tra i tanti primati di Hollywood c ' è anche lui: Ave Cesare!
Foto: APES REVOLUTION: IL PIANETA DELLE SCIMMIE ©©© Usa, 2014 regia: Matt Reeves; con: A.
Serkis, J. Clarke, G.
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SCIMPANZÈ MANNARI
31/07/2014
Il Giornale - Ed. Nazionale
Pag. 27
(diffusione:192677, tiratura:292798)
Il supereroe di Salvatores a metà tra cinema e fumetti
La sfida del regista : un film su un ragazzino che può diventare invisibile «Non puntiamo su effetti troppo
spettacolari». Le rivelazioni di «Ciak» Pubblichiamo un estratto del servizio di Ciak in edicola oggi su Il
ragazzo invisibile , il film di Gabriele Salvatores in uscita a dicembre.Scritto daigiovani
sceneggiatoriAlessandroFabbri, LudovicaRampoldi eStefanoSardo e prodotto da Indigo Films, racconta di un
ragazzodi13anniche scopredipoterdiventare invisibile. Un film che sarà l'evento della stagione cine
Antonello Catacchio
Il ragazzo invisibile è davvero tale. Per ora. Gli unici ad averlointravistosonogliesercenti cinematografici che,
alle Giornate Professionali di Riccione, hanno seguito con grande interesse la presentazione del nuovo film di
Gabriele Salvatores. Il trailer e le poche sequenze viste sono state sufficienti, però,perfarli appassionare e far
loro respirare il clima della storia, storia scritta da tre giovani sceneggiatori: Alessandro Fabbri, Ludovica
Rampoldi e Stefano Sardo. Racconta di un ragazzino di 13 anni che scopredipoterdiventareinvisibile, e nel
corso della vicenda vengono svelati motivi avventurosi, storici e affettivi che lo hanno portato a possedere
questo particolare dono. GiratoinprevalenzaaTrieste e prodotto da Indigo Film, cioè Nicola Giuliano e
FrancescaCima, insiemecon Raicinema (e coprodotto da Faso Film eBabe Films), Il ragazzo invisibile
arriverà nellesalel'11 dic e m - bre, distribuito da 01. Ma un film non è solounastoria, intorno ci sono molti
elementi e per questarealizzazione sono entrati in gioco diversi altri fattori: gli effetti speciali, l'articolata
realizzazionedellemusiche, lo studio del logo del film e del costume del protagonista, senza dimenticare il
fumetto che ne è stato tratto. Quandosiparladi invisibilità al cinema si pensa subito agli effetti speciali.
Racconta Salvatores:«Adifferenzadialtrimieifilm, questohaunapostproduzione lunghissima. Il produttore
Nicola Giuliano pensava che l'invisibilità fosseuneffettoeconomico. Invece ancor prima di girare, ci siamo
incontrati con il responsabile degli effetti, il direttore della fotografia e il montatore, perché rendere credibile e
creare l'invisibilità è piuttosto complicato. Il problema che ci ponevamo era questo: come far vedere il
protagonistaquandoèinvisibile? Abbiamo pensato al montaggio di Ejzenstejn, alle regole della ripresa
soggettiva od oggettiva, a quelle del campo e controcampo e abbiamodovutofar saltare tutte queste
convenzioni. Perché i personaggi del film a volte non vedono Michele anche se lui c'è. Però, Michele ha un
cane che lo percepisce anche quando non lo vede: ecco, il cagnolino e gli spettatori sonogli unici a vederlo o
intuirlo. Ma non abbiamo puntato su effetti troppo spettacolari,dovevamo provarearenderequasi normale ciò
che normale non è. Una penna che si alza e scrive da sola è più difficile da realizzare di un'astronave in 3D
che esplode. Perché l'astronave è pura fantasia creata al computer, una penna che scrive è un'immagine che
tutti conosciamo, quindi dobbiamo renderla molto credibile». Michele,ilgiovaneprotagonista, scopre quindi la
facoltà di diventare invisibile, ma non sa spiegarsi e tantomeno controllare questa situazione, è convinto che
tutto nasca da una tutina comprata in un negozietto per una festa di Halloween. Solo in seguito, come tutti i
supereroi, acquisirà una vera tutina e soprattutto piena consapevolezza, oltre a scoprire di far parte di un
gruppo particolare di persone: gli «speciali», originari dell'ex Unione Sovietica. E sul suonuovocostume,
infatti, c'èunlogostudiatoerealizzato da Francesco Kurhajec. Spiega lo stesso Salvatores: «Sitratta
diunaCcheincirillico corrisponde alla nostra S, iniziale di Speciali in russo. Per chi è più adulto, quella C rossa
con una stellina di lato risultaevocativa, ricorda la simbologia sovietica. I più giovani, invece, non
colgonoquesto collegamento, maassociano il logoalla velocità ». [...] Unaltroelementosingolare riguarda il
fumetto che Panini Comicsharealizzato ispirandosi al film. La storia si svolge lungo tre diversi piani narrativi,
quindi sono stati approntati tre diversi albi, affidati a differenti autori. Giuseppe Camuncoli si è occupato delle
sequenze che ripercorrono il film. Alessandro Vitti racconta, invece, le vicendelegate allanascitadegli
«Speciali» edei loro superpoteri. Infine, il tratto più noir è di Werther Dell'Edera, che punta sul periodo oscuro
di un personaggio cardine della storia.Michele sarà quindi in qualche modo immortalato nello stesso formato
dei supereroi. Il primo albo debutteràaLucca Comics&Games, per arrivare in edicola il 6
novembre.Ilsecondoil27dello stesso mese e il terzol'11dicembre, in contemporanea con il film. Salvatores
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014
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L'ANTICIPAZIONE In sala (e in edicola) in autunno
31/07/2014
Il Giornale - Ed. Nazionale
Pag. 27
(diffusione:192677, tiratura:292798)
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014
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specifica: «Per la prima volta un mio film diventa fumetto. In generale avviene il contrario. Del resto c'è un
rapporto stretto tralinguaggiodelcinemae quello dei fumetti, basatosuinquadratureeritminarrativi,
bastipensareaglistoryboard ». Insomma, Il ragazzo invisibile, diventerà... visibileprimasucarta, poisulgrande
schermo.
Foto: LA GRANDE BELLEZZA DI IMMAGINI E DISEGNI Nella foto in alto, una scena del film in uscita a
dicembre «Il ragazzo invisibile» di Gabriele Salvatores (nel fotino). Qui sopra, una tavola del fumetto ispirato
alla storia
31/07/2014
Il Manifesto - Ed. Nazionale
Pag. 13
(diffusione:24728, tiratura:83923)
Le immagini della Storia, un movimento senza fine
Cristina Piccino
Pochi giorni fa si è concluso il Golden Apricot Festival, il Festival dell'Albicocca dorata, nome suggestivo che
indica l'appuntamento col cinema internazionale della città di Yerevan, Armenia. Sul sito del festival
(www.gaiff.am)ci sono nomi dei premiati - il Concorso internazionale è stato vinto da The Tribe , film che
subito dopo la prima proiezione, alla scorsa Semaine de la critique di Cannes, ha conquistato odi o amori
incondizionati. E quelli dei registi invitati a tenere masterclass e incontri, come Otar Iosseliani e Jia Zhang-ke
in una rassegna che, nel corso dei suoi undici anni, continua a espandersi oltre confine senza dimenticare la
produzione nazionale - con la sezione Panorama armeno. Presidente onorario del Festival è il regista Atom
Egoyan, radici armene forti che attraversano molti dei suoi film nonostante lui viva in Canada. Alla direzione
artistica c'è una donna, una critica armena, Susanna Harutyunyan, e a quella generale troviamo invece
Harutyun Khachatryan (che del festival è fondatore). Forse in Italia il nome di questo cineasta dice poco, pure
se negli anni passati è stato ospite di quell'avanzato laboratorio di ricerca che era il festival di Alba ideato da
Luciano Barisone. E proprio nel cartellone di Visions du Réel, a Nyon, il festival svizzero dedicato al
documentario di cui ora Barisone è direttore, abbiamo visto il nuovo film del regista armeno, oggi
sessantenne,una filmografia lunga, che inizia quando aveva poco più che vent'anni, nell'81, con un
cortometraggio ( The Voices of the District ), saggio di diploma alla Scuola di cinema in Armenia. Endless
Escape, Eternal Return , Fuga senza fine, eterno ritorno, è il titolo che bene si adatta a questa trama scritta
nel tempo, lungo il filo di decenni in cui le vite delle persone si intrecciano strettamente alla Storia, e anzi dai
suoi passaggi epocali vengono sconvolte, mutate, dirette laddove (forse) non volevano giungere, o almeno
mai si sarebbero aspettate di arrivare. Sono racconti di solitudini, di un qualcosa che rimane e sfugge ai
mutamenti, un sentimento forte, profondo, immutabile nonostante intorno il mondo corra via come i giorni nel
tempo. Allora non avevo scritto di questo film, rivisto poi a distanza, sorprendente nel suo andamento non
lineare - quasi un tappeto verrebbe da dire in modo fin troppo facile. Gli anni sono quelli dell'Unione sovietica,
di una censura delle idee e delle scelte individuali specie laddove più forte è la resistenza al potere dei
governi. Che significa in quella situazione essere artisti, o più semplicemente vivere seguendo il proprio
desiderio. Khachatryan inizia a filmare nel 1988,concentrando il suo obiettivo su esperienze d'esilio,
condizione che del resto appartiene agli armeni almeno dall'inizio del secolo scorso, quando il genocidio
compiuto dai turchi li ha massacrati, e costretti a abbandonare case, città e terre. Khachatryan segue i vissuti
di cinque artisti armeni i cui cambiamenti coincidono con quelli del paese: cosa è accaduto a loro, e cosa
all'Armenia? Il 1988 è l'anno del terremoto che devastò il paese, poco dopo collassa l'Unione sovietica,
scoppia la guerra tra Armenia e Azerbaijan ... Poi la vita sembra tornare a una sua normalità, i momenti
difficili sembrano dimenticati, e così anche i protagonisti di Khachatryan. È la realtà a essere un'altra? O sono
diverse le aspirazioni, le priorità, il necessario? Due musicisti, che quando il regista inizia a lavorare al suo
progetto erano molto conosciuti, Ruben e Plush, percorrono l'Unione sovietica per incontrare quegli armeni
che vivono da soli lontani da tutto.Con loro discutono di cosa significa identità nazionale, e cosa casa o
patria, conversazioni notturne, bevute, confidenze, sogni, rimpianti. I musicisti vanno da est a ovest, talvolta
suonano, incontrano vecchi amici. Hayk, è un regista di teatro che stava a Mosca e per tutta la vita ha cercato
di mantenersi libero. «Sono evaporato nell'aria, non sono mai solo, vivo con la Storia»» dice. La sua
esistenza è una battaglia che continua, come quella degli altri, fino a oggi. Intanto Khachatryan è diventato un
regista conosciuto, i luoghi sono diversi, e così le persone. Qualcuno dei suoi protagonisti tornerà indietro? O
come dice il titolo loro fuga è destinata a non avere fine? La cosa interessante di questa ricerca è l'uso
dell'archivio, che appartiene allo stesso cineasta, è lui che lo ha girato e dall'attualità di quando ha cominciato
le riprese è divenuto memoria. O forse Storia, osservata da un punto di vista personalissimo (ma da quale
altro si potrebbe?), e nel legame. o dicotomia, tra individuo e pensiero collettivo. L'archivio delle proprie
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014
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CINEMA · «Endless Escape, Eternal Return» interroga il senso dell'archivio
31/07/2014
Il Manifesto - Ed. Nazionale
Pag. 13
(diffusione:24728, tiratura:83923)
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014
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La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato
immagini è però qualcosa su cui riflettere, una pratica che appartiene a diversi cineasti oggi, e che va al di là
del semplice uso «descrittivo», rischio da eccesso di footage molto diffuso. Qui si interroga invece
l'«innocenza» delle immagini, e la loro soggettività. Mi viene in mente un altro film, Dancing in the Dark lo
hanno realizzato Angela Ricci Lucchi e Yervant Gianikian (anche lui armeno). Forse quando filmavano le
feste dell'Unità, nell'89, in Romagna, dove Angela è nata, non si aspettavano cosa sarebbe accaduto dopo.
Ma certo quelle danze appaiono ai nostri occhi qualcos'altro, pensando alle pagine bianche dell' Unità
giornale chiuso. Oblique e inattese ci pongono dei quesiti per ora destinati a non trovare risposta.
Foto: UN FOTOGRAMMA DA «ENDLESS ESCAPE, ETERNAL RETURN» DI HARUTYUN KHACHATRYAN
31/07/2014
Il Mattino - Avellino
Pag. 26
(diffusione:79573, tiratura:108314)
«Laceno d'oro», la sfida del cinema di qualità
Ugo Cundari
Torna agli antichi splendori il festival internazionale del cinema «Laceno d'oro», che si svolgerà da lunedì 18
agosto a venerdì 5 settembre tra Avellino, Atripalda e Mercogliano. Il festival, ideato nel 1959 da due giovani
intellettuali irpini, Camillo Martino e Giacomo D'Onofrio, guidati da Pier Paolo Pasolini con la promozione
della rivista «Cinemasud», era nato per valorizzare dal punto di visa del turismo l'altopiano del Laceno: nel
corso del tempo il festival diventò un punto di riferimento per il cinema innovativo, proponendosi, per esempio
negli anni Sessanta, di far conoscere le migliori opere cinematografiche ispirate al Neorealismo. Quindi, la
pausa forzata, la ripresa e ora questa nuova edizione, la trentanovesima, che raccoglie l'eredità del passato
ma guarda anche al presente e al futuro perché, come ha spiegato ieri nella conferenza stampa di
presentazione l'assessore della Regione Campania al Turismo e ai Beni culturali, Pasquale Sommese, «da
una parte si vuole valorizzare il territorio, ma dall'altra si vuole anche contribuire alla promozione del cinema
contemporaneo sociale, indipendente e sperimentale che riflette e fa tendenza».
Come risulterebbe difficile comprendere la contestazione studentesca degli anni Settanta in Irpinia senza
tener conto del contributo dato da una rassegna di cinema di questo genere, che permise di aprirsi
all'universo dell'autonomia di pensiero e dell'emancipazione intellettuale, così oggi il «Laceno d'oro» guarda
al presente e al nuovo. Come ha illustrato il direttore artistico del festival, Antonio Spagnuolo, «l'edizione di
quest'anno terrà fede in pieno alla sua missione originaria, per la vocazione internazionale e per la proiezione
delle opere più significative del cinema indipendente e di ricerca, un cinema che spinge alla riflessione, che
raccoglie premi e consensi ma che spesso è esclusa dai circuiti della grande distribuzione».
A inaugurare il Festival il 18 agosto alle 20,30 all'Arena Eliseo di Avellino sarà uno dei più importanti registi
cinesi, Jia Zhange-Ke, già Leone d'oro a Venezia nel 2006, al quale sarà dedicata una retrospettiva,
nell'ambito del «Premio Camillo Marino alla carriera», che si aprirà con «A touch of Sin», definito da molti
critici come «il più bel film cinese di tutti i tempi». Cuore della rassegna, articolata in sette sezioni, sarà la
sezione delle nuove visioni, imperniata sulla grande produzione indipendente italiana e straniera, mentre tra
le più importanti novità c'è la sezione «Visti da vicino», nell'ambito della quale autori, attori, produttori e registi
dialogheranno in ventidue incontri con gli spettatori in occasione delle proiezioni. Nella sezione «Post cinema
& digital video» si avrà l'occasione di entrare in contatto con i nuovi linguaggi del cinema virtuale, quel cinema
tecnologico sviluppatosi grazie alle tecniche più innovative, mentre con «Effetto cinema» sono previsti
workshop dedicati alla sceneggiatura e alla regia insieme a laboratori di educazione e didattica dell'immagine
per i più piccoli. Previsti anche un concorso per giovani videomaker per cortometraggi in cui è centrale lo
sguardo sulla città e uno speciale sulla prima regista del cinema italiano, Elvira Notari.
Il calendario delle proiezioni è molto fitto, da segnalare le anteprime nazionali di «Se chiudo gli occhi non
sono più qui» di Vittorio Moroni, il 26 agosto alle 20,30 al Movieplex di Mercogliano, e di «Violette» di Martin
Provost, sempre al Movieplex il 3 settembre. Tra le chicche, il 22 agosto alle 22,30 al Carcere Borbonico di
Avellino, la proiezione e la risonorizzazione in chiave elettronica di «The lodger» di Hitchcock.
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ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014
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La rassegna
31/07/2014
Il Salvagente - N.31 - 31 Luglio 2014
Pag. 63
(diffusione:49000, tiratura:70000)
Il film -inchiesta di Francesco Rosi
Vito Lamberti
sicuro c'è solo che è morto": questo il titolo di una famosa inchiesta giornalistica, realizzata a botta calda nel
1950, sulla fine di Salvatore Giuliano. La frase risuona nel film di Francesco Rosi girato dodici anni dopo, uno
dei capolavori assoluti del cinema italiano che vale la pena di ripescare in queste serate estive. Chi era
Salvatore Giuliano? Era un bandito nella Sicilia dell'immediato dopoguerra, uno spietato assassino, un eroe
popolare che "rubava ai ricchi per dare ai poveri", un capobanda al servizio della mafia, un combattente per
l'indipendenza della Sicilia, in combutta con i servizi segreti americani. Francesco Rosi ne mostra tutti gli
aspetti e le contraddizioni, realizzando un caposaldo del cinema di impegno civile. Mostra le reticenze, le
connivenze degli apparati statali, i cavilli di un processo dove sembra che si cerchi di tutto ma non la verità.
Un personaggio misterioso che Rosi indaga da lontano, non lo mostra mai in primo piano, non lo rende un
eroe, come farà Michael Cimino ne "Il siciliano". A far da protagonista, nel suo "Salvatore Giuliano", è la
Sicilia con i suoi paesaggi assolati, e i paesini arroccati, nel nitido bianco e nero di Gianni Di Venanzo. Non è
un caso se le sequenze rimaste nella memoria sono quelle collettive: la ribellione delle donne all'arresto dei
loro uomini, responsabili soltanto di essere nati a Montelepre, e la strage di lavoratori, il 1° maggio, a Portella
della Ginestra. Sembra di assistere a un cinegiornale, e invece ogni inquadratura, ogni gesto delle numerose
comparse, sono diretti da Rosi con maestria insuperabile. E come dimenticare l'immagine iniziale del bandito
morto, disteso nel cortile, tra l'andirivieni di giornalisti e carabinieri, e il pianto antico - da tragedia greca - della
madre sul cadavere del figlio? Rosi inaugura la strada del film-inchiesta, mescolando finzione e documentario
. Più che il ritratto del bandito, si ha alla fine una sorta di fotokit, costruito tessera dopo tessera, con la
certezza però che il personaggio non è tutto lì, che non tutti hanno raccontato tutto, che troppe sono state le
reticenze e le complicità. Lo spettatore prova lo stesso disagio del giudice che non riesce a raccapezzarsi, tra
il memoriale che forse non c'è, che forse sono due, che nessuno dice di avere. Un film dove la realtà, con
l'asciuttezza della messinscena, risulta più affascinante di ogni invenzione fantastica. REGIA: Francesco Rosi
SCENEGGIATURA: Suso Cecchi D'Amico, Enzo Provenzale, Francesco Rosi, Franco Solinas ATTORI:
Frank Wolff, Salvo Randone, Pietro Cammarata, Federico Zard, Mario Lorito Fricano, Nando Cicero,
Sennuccio Benelli, Bruno Ekmar PAESE: Italia 1962 GENERE: drammatico, film-inchiesta DURATA: 118
minuti
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014
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Film ando
31/07/2014
Il Tempo - Roma
Pag. 13
(diffusione:50651, tiratura:76264)
«Aquila sotto le stelle» inizia dalle commedie di Sibilia e Gaglianone
Dina D'Isa
Il Nuovo Cinema Aquila sposa la sua mission di programmazione filmica di qualità - che da sempre lo vede
vicino alle cinematografie meno note e alle proposte culturali meno diffuse - alla politica del Centro Culturale
Elsa Morante nel quartiere Laurentino, che fa della particolare attenzione e sensibilità rivolta verso il pubblico
giovane il suo tratto distintivo. In stretta continuità con l'intento - fin dall'apertura dimostrato - di sposare il
cinema popolare a quello di ricerca, questo spazio della cultura visiva offre in occasione della rassegna
«Aquila sotto le stelle», un incontro con il cinema all'aperto, una proposta filmica a larghissimo spettro, che va
dalla commedia al film d'autore, dal documentario al cartoon, dal cinema indipendente al cult-movie, con
ampio spazio dedicato al cinema italiano. Le pellicole saranno presentate dai responsabili dell'iniziativa,
coinvolgendo registi, attori, critici cinematografici, operatori del settore. Proiezioni alle 21 (e, in alcuni casi,
anche alle 23), con sconti e agevolazioni per studenti e non solo, oltre a punto ristoro con numerose iniziative
a sorpresa. Da un sito di oltre due ettari, ai piedi della collina edificata del quartiere Laurentino, inizialmente
destinato a parcheggio pubblico - ma come tale utilizzato solo in parte - è nato il Centro Culturale Elsa
Morante: concepito come open space, con caffetteria e spazi didattici, ospita un'area espositiva, un nuovo
punto Incontragiovani (il rinnovato servizio Informagiovani di Roma Capitale promosso dall'Assessorato alla
Scuola, Infanzia, Giovani e Pari Opportunità), un teatro di oltre 180 posti e infine un'arena fino a 200 posti che
compone gli ambienti all'aperto insieme a giardini, viali alberati, panchine ed un piccolo parco giochi per
bambini. Il Centro Culturale Elsa Morante rientra, così, nel progetto del Dipartimento Periferie di Roma
Capitale per costituire una rete di centri culturali e polifunzionali nelle periferie romane. Si comincia domani
con la bella commedia «Smetto quando voglio» di Sidney Sibilla, film d'esordio ai tempi della crisi che
racconta e intercetta una condizione sociale diffusa, il precariato d'eccellenza, con un originalissimo tuffo
vertiginoso nel cinema contemporaneo di genere, soprattutto americano. Tra colpi di scena e risate emerge la
storia di un gruppo di brillanti ricercatori universitari che tentano di uscire dall'impasse lavorativa ed
esistenziale della precarietà cronica, producendo e spacciando smart drugs: il cast è superbo e ben
collaudato con Valeria Solarino, Valerio Aprea, Paolo Calabresi, Libero De Rienzo, Stefano Fresi, Lorenzo
Lavia, Pietro Sermonti e Neri Marcorè. Sabato, sarà invece la volta de «La mia classe» di Daniele
Gaglianone e domenica toccherà ad un altro bel film di Jim Jarmusch, «Solo gli amanti sopravvivono». La
settimana prossima (il 4 agosto) si ricomincia con «Map to the stars» di David Cronenberg, che denuncia il
monto patinato hollywoodiano, qui trattato con leggerezza, seppure il regista abusa della lente del grottesco
all'interno di paesaggi losangelini assolati e desolanti. Mentre il 5 è in programma la pellicola «Diario di un
maniaco per bene» di Michele Picchi, il 6 sarà proiettato l'atteso film «Le meraviglie» di Alice Rohrwacher e il
7 sarà riproposto il lavoro cinematogafico «Le cose belle» di Agostino Ferrente. Gran finale con l'omaggio a
Massimo Troisi, tra film e ospiti di rilievo. In caso di maltempo le proiezioni saranno annullate: il prezzo del
biglietto è di 5 euro (7 euro per le anteprime di pellicole di futura uscita sul territorio nazionale); gli studenti, gli
under 25 e gli over 65 pagano 4 euro (ingresso gratuito per i disabili e i loro accompagnatori; l'abbonamento
costa 30 euro ed è valido per 10 ingressi. Per allietare il pubblico ci saranno gli aperi-cinema nel parco ogni
sera dalle 19, con squisiti prodotti tipici. ([email protected]; www.cinemaaquila.com; tel.
060608).
Foto: Attori Valeria Solarino e Edoardo Leo sul set di «Smetto quando voglio» di Sibilia
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Laurentino I più bei film della stagione al centro Elsa Morante
31/07/2014
Il Tempo - Ed. Nazionale
Pag. 24
(diffusione:50651, tiratura:76264)
Un secolo di terrore con il maestro Bava Ispirò Fellini e Scorsese
In televisione Stasera su Sky la pellicola dedicata al grande regista con testimonianze celebri
Dina D'Isa
In occasionedei 100 anni dalla nascita (a Sanremo il 31 luglio 1914), il documentario «Mario Bava:
operazione paura», in ondasuSkyArteHD(120e400di Sky) stasera alle 22.45, ripercorre la carriera del grande
regista pioniere del genere horror e degli effetti speciali che, nonostanteiriconoscimentiinternazionali, in Italia
è ancora poco conosciuto. Il documentario raccoglie materiali d'archivio in cui lo stesso Bava svela agli
spettatori i suoisegretideisuoiincredibilieffettispeciali, i ricordi dei familiari (il figlio Lamberto e il nipote Roy) e
le testimonianze esclusive di autori stranieri che hanno amato e più volte citato i suoi film(inprimis Joe Dante,
chenel documentario è una sorta di Virgilio alla scoperta del mondo di Bava, ma anche Roger Corman, John
Landis e Quentin Tarantino), dei suoi attori (John Phillip Law, Barbara Steele, Elke Sommer), dei tecnici,
registi, produttoriesceneggiatorichehannolavorato con lui (Alberto
Bevilacqua,DarioArgento,MarioMonicelli,DinoDeLaurentiis,Alfredo Leone) e di storici del cinema (Stefano
Della Casa, Tim Lucas, il biografo che ha dedicato a Bava la monumentale monografia «All colors of the
dark»). E ancora, le dichiarazioni ineditediChristopherLee(chelavorò con Bava in «La frusta e il corpo» e
«Ercole al centro della terra»), di Sam Raimi e John Saxon (protagonista del giallo baviano «La ragazza che
sapeva troppo»), di Luciano Emmer (che diresse «Terza Liceo», con direttore della fotografia Mario Bava),
del regista di horror contemporanei Scott Dericckson, di Don Backy (interprete di una delle
pellicolepiùsconosciuteemaledette di Bava, «Cani arrabbiati»). Tutti restituiscono la
straordinariaabilitàdiBavacomecreatore di atmosfere gotiche e horror, il suo talento onirico e visionario, la sua
capacità di inventare soluzioni tecniche di incredibile efficacia con budget irrisori e
l'ironiatuttaitalianachecaratterizza il suo cinema. Per John Landis «suscitare orroree terrorizzare sono due
cose moltodiverse.Siprovaorroredavantiaqualcosadidisgustoso, di rivoltante.Per esempio,un volto sfigurato.
Quello è raccapricciante. Ma suscitare interesse e simpatia per un personaggio che è intrappolato in una
situazione è suscitare terrore. Il terrore è difficile, il genere horror è facile.Èquesto ciòcheBava riusciva a fare
molto bene: creare l'atmosfera da suspense». «Operazionepaura»èilsecondofilmdel'66perBava:lapellicola
venne girata con un budget al ribassoeincondizionidisagiate. Penalizzato da una scarsa
distribuzionenellesale,edalfallimento della casa di produzione dal quale era stato prodotto, il film non riscosse
alcun successo commerciale. L'opera è stata ora ampiamente rivalutata nel corsodeglianni,edèattualmente
considerata uno dei film migliori, più affascinanti, e più personali dell'autore. TimBurtonnelsuo«Il mistero di
Sleepy Hollow» cita esplicitamente «La maschera del demonio»: e rimase molto sorpreso
quando,durantelapresentazione del suo film avvenuta a Roma, alcuni giornalisti italiani dichiararono di non
conoscere Mario Bava. Quentin Tarantino ha invece dichiarato che dietro ogni sua inquadratura c'è il genio di
Mario Bava. Le rivelazioni di questi registi sono contenute nel documentario trasmesso da Sky, «Mario Bava Operazione Paura»,direttodaGabriele Acerbo e Roberto Pisoni. Anche Federico Fellini omaggiò Bava: nel
suo «Toby Dammit», episodio del film collettivo «Tre passi nel delirio», è infatti
presenteunabambinachericorda molto quella presente in «Operazionepaura»(cheinrealtà era un bambino).
L'omaggio parveperòpiùunplagiocheuna citazione, tanto che Fellini non
avevamaiavvertitoBavadellasequenza presente nel suo film, ma Bava se ne accorse guardando il film al
cinema. Mario Bava è ammirato da moltialtriregististatunitensi,come Martin Scorsese, Joe Dante e John
Landis che hanno più volte dichiarato di essersi ispirati a lui. Roman Coppola girò nel 2001 «CQ», inserendo
molte citazioni di «Diabolik». David Lynch, nell'ultimo episodio della serie televisiva «I segreti di Twin Peaks»,
omaggiò Bava filmando la sequenza in cui l'agente Dale Cooper viene inseguito dal suo doppio malvagio,
evidente riferimento all'analoga scena presente in Operazione paura. Tra le altre citazioni da segnalare quella
di «Arrivederci amore, ciao», diretto da Michele Soavi nel 2005: Soavi ripropone la famosa scena di
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Amarcord L'Italia celebra il centenario della nascita del regista horror
31/07/2014
Il Tempo - Ed. Nazionale
Pag. 24
(diffusione:50651, tiratura:76264)
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«Schock», nella quale Daria Nicolodi è stesa sul letto e dall'alto la macchina da presa mostra i suoi capelli
muoversi in modo strano, ribellandosi alla forza di gravità. Film di culto Da sinistra una scena di «Terrore
nello spazio» (1966); «Operazione paura» (1966); «Diabolik» (1968); «Lisa e il diavolo» (1972) e Mario Bava
sul set di uno delle sue pellicole horror
31/07/2014
L'Arena di Verona
Pag. 42
(diffusione:49862, tiratura:383000)
La rivoluzione di Bava il maestro del gotico che creò le luci sul set
Barbara Steele nel film La maschera del demonio|L'inconfondibile cromatismo in un film di Mario ... A chi gli
chiedeva perché avesse esordito così tardi dietro la macchina da presa, Mario Bava rispondeva: «Non volevo
fare il regista perché, secondo me, il regista dovrebbe essere un vero genio». Se fosse esatto, pochi altri
cineasti italiani meriterebbero l'appellativo al pari di lui. Peccato che, a cent'anni dalla nascita, Bava continui a
essere parzialmente snobbato dalla maggioranza della critica nostrana, che si ostina a incasellarlo come
autore di genere, al contrario di quella francese e americana, secondo le quali è un maestro assoluto, la cui
rivoluzione artistica del mezzo espressivo è paragonabile solo a quella operata da Federico Fellini o Sergio
Leone. Di certo senza la scuola visiva di Bava non ci sarebbero Martin Scorsese, Tim Burton, Joe Dante,
John Landis, Francis Ford Coppola, David Lynch, John Carpenter, Quentin Tarantino e molti altri. Nato a
Sanremo il 31 luglio 1914 e spentosi a Roma il 25 aprile 1980, Mario Bava approda al cinema seguendo le
orme del padre Eugenio, ossia facendo il direttore di fotografia e curando gli effetti speciali. In quest'ultimo
campo, Bava è un pioniere e riesce a realizzare trucchi ritenuti impossibili, come l'invecchiamento in diretta di
Gianna Maria Canale ne I vampiri di Riccardo Freda (1956). Nel 1960 debutta con il primo film gotico italiano
della storia: La maschera del demonio, che lancia lui e l'inquietante protagonista Barbara Steele. Infatti Bava
non si limita a girare film appartenenti a filoni già codificati (peplum, avventura, commedia, western), ma
inventa generi completamente nuovi: il «giallo» italiano (La ragazza che sapeva troppo, 1962 e Sei donne per
l'assassino, 1964, che anticipa tutta l'estetica di Dario Argento), lo sci-fi horror (Terrore nello spazio, 1965, al
quale Alien sarà sospettosamente molto simile), lo spaghetti western comico Roy Colt & Winchester Jack
(1970), il cinefumetto (Diabolik, 1970) l'horror slasher (Reazione a catena, 1971, copiatissimo dagli
americani) e il thriller pulp (Cani arrabbiati, 1974). Tuttavia è dal gotico (I tre volti della paura, e La frusta e il
corpo, 1963, Operazione paura, 1966, Gli orrori del castello di Norimberga, 1972, Lisa e il diavolo, 1972, poi
rimontato come La casa dell'esorcismo) che Bava trae la sua forza maggiore, grazie a una squisita sensibilità
pittorica, che lo porta a usare i colori in maniera e- spressionista, sfruttandoli come punti luce nel buio,
perché, parole sue, «se si vuole creare la giusta atmosfera, l'illuminazione è tutto».
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CENTENARIO. Regista e sceneggiatore al quale il cinema deve molto
31/07/2014
La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari
Pag. 62
(diffusione:48275, tiratura:63756)
«Nocincorti» Murgia chiama Hollywood
Rinnovata la collaborazione con Gina Cassavetes
di LIVIO COSTARELLA Noci chiama, Hollywood risponde. Anche quest'anno, infatti, la nona edizione del
Nocicortinfestival, che inizierà oggi e terminerà domenica 3 agosto, si svolgerà a stretto contatto con Los
Angeles, grazie al gemellaggio con l'HollyShor ts Film Festival, tra i più grandi festival di cortometraggi
hollywoodiani capitanato da Gina C a s s ave t e s , attrice e filmaker, figlia di Nick Cassavetes . La grande
novità di quest'anno, per il festival di cortometraggi nocese organizzato dall'associazione culturale
Nocicinema e promosso dalla Regione Puglia, dalla Provincia di Bari e dal Comune di Noci, è un concorso
riservato alle sceneggiature di lungo e cortometraggio che saranno scelte dalla direzione artistica del festival
pugliese: le due migliori «voleranno» a Los Angeles. Piazza Garibaldi e Villa Lenti saranno le due location
scelte per ospitare gli appuntamenti del festival; non mancherà una serata dedicata ai lungometraggi:
domani, venerdì 1 agosto, a partire dalle 20,30 a Villa Lenti saranno proiettati due tra i migliori film d'autore
italiani usciti in sala quest'anno, L ' a r b i t ro e Song'e Napule , presentati rispettivamente dai registi Paolo
Zucca e dai Manetti Brothers , con l'at tore Paolo Sassanelli , moderati da Maurizio Di Rienzo . Stasera si
inaugura la manifestazione alle 20,30 in Piazza Garibaldi, con la proiezione di cortometraggi prodotti dagli
alunni delle scuole di Noci e poi con quelli della sezione «Taglia corto» 2014: anche quest'anno, infatti, si è
tenuto a Noci «Taglia Corto», un concorso a squadre per la realizzazione di un cortometraggio di 5 minuti. La
città si è trasformata in un vero e proprio set cinematografico e nell'arco di 80 ore i partecipanti alla
competizione si sono impegnati nella scrittura della sceneggiatura, nella produzione e postproduzione di un
cortometragg i o. I corti finalisti in gara al Nocicortinfestival saranno dieci, proiettati sabato 2 e domenica 3
agosto a Villa Lenti. Il migliore si aggiudicherà il «Premio Speciale HollyShorts», con la possibilità poi di
volare a Los Angeles per l'HollyShorts Film Festival, permettendo al regista vincitore di presentare
personalmente la propria opera durante il festival californiano (Hollyshorts ha ospitato negli anni star del
cinema internazionale come Demi Moore, David Lynch, Jessica Biel, Paul Haggis, Kirsten Dunst e molti altri).
Tutte le opere che parteciperanno al NociCortinfestival saranno giudicati dalla giuria composta da Steve Della
Casa , An gela Prudenzi , Caterina Taricano , Silvana Silvestri e Vi t o Santoro . A presentare le serate ci sarà
la verve esilarante di Clive Malcolm Griffiths , personaggio speciale col gusto musicale, mentre l'ospite
d'onore, sabato 2 agosto, sarà Lorenzo Flaherty . Tutti i partecipanti concorrono anche al «Premio
NociCortinfestival» del valore di 1000 euro e al «Premio Cittàdi Noci» di 500 euro. L'associazione
Nocicinema, inoltre, collabora per la selezione dei cortometraggi italiani in gara per i Corti d'Arg ento. Le
opere ritenute più interessanti potranno essere selezionate per concorrere ai Nastri d'Ar gento, il prestigioso
premio istituito dal Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani. Il programma in dettaglio è su
www.nocicinema.it.
Foto: IL FILM Una scena da «Song'e Napule» dei Manetti Brothers che saranno stasera a Noci con Paolo
Zucca e Paolo Sassanelli
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IL CONCORSO SI SVOLGE DA QUESTA SERA A DOMENICA 3
31/07/2014
La Gazzetta di Parma
Pag. 40
(diffusione:42090, tiratura:51160)
Abel Ferrara: « Pasolini è stato una fonte di ispirazione»
Il regista americano firma il film sul poeta, scrittore e cineasta. In gara a Venezia La pellicola Ripercorre
l'ultima giornata di Pasolini ucciso tra l'1 e il 2 novembre 1975
ROMA Francesca Pierleoni Pasolini è stato «una stella, una pietra miliare, una fonte d ' ispirazione. Abbiamo
voluto raccontare la sua vita e il suo lavoro dalla prospettiva della nostra immaginazione, per avvicinarci alla
sua». Lo ha spiegato Abel Ferrara, intervistato da Marco Giusti a Stracult (nella puntata in onda ieri in
seconda serata su RaiDue), parlando del suo «Pasolini», il film sul poeta, scrittore e cineasta (a interpretarlo
c ' è Willem Dafoe) in concorso alla prossima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia poi in programma
al Festival di Toronto e nelle sale dal 18 settembre. Scritto con Maurizio Braucci e montato da Fabio Nunziata
(presenti con lui a Stracult), il film ha fra gli interpreti anche Riccardo Scamarcio (nel ruolo di Ninetto Davoli),
Valerio Mastandrea che interpreta il cugino e biografo Nico Naldini, Maria de Medeiros è Laura Betti, Giada
Colagrande la cugina del poeta Graziella Chiarcossi, che prima di sposarsi con Vincenzo Cerami, viveva con
lo scrittore e sua madre (interpretata da Adriana Asti). La pellicola (che hanno coprodotto Francia, Belgio e
Italia) della quale Stracult ha presentato anche il trailer, ripercorre tra fatti reali e rilettura di Ferrara, l ' ultima
giornata di Pasolini, ucciso nella notte fra l ' 1 e il 2 novembre 1975, un viaggio intimo e artistico tra pubblico e
privato: ci sono i momenti dell ' intervista con Furio Colombo, a cui PPP suggerì anche il titolo, «Siamo tutti in
pericolo»; le conversazioni con la madre, la cena con Ninetto Davoli fino all ' incontro con Pino Pelosi
(Damiano Tamilia). L ' autore de Il cattivo tenente, ha voluto raccontare Pasolini «anche nello spazio
intellettuale che ha occupato (nella società italiana, ndr), nei film che avrebbe fatto «Pasolini» Willem Dafoe
nel film. A sinistra Abel Ferrara. in futuro». E infatti Ferrara ha anche girato per il film alcune scene tratte da
opere incompiute di Pasolini, come Petrolio e la sceneggiatura di Porno-Teo Kolossal, la fiaba scritta per
Totò, che poi avrebbe dovuto interpretare per lui Eduardo De Filippo (al quale presta il volto Ninetto Davoli).
Ferrara ha scoperto Pasolini «quand ' ero molto giovane vedendo i suoi film al cinema - ha raccontato il
regista -. Per noi ragazzini italoamericani gli eroi erano Belmondo, Delon, ma anche Ninetto Davoli e Franco
Citti, i suoi attori, allora non c ' erano ancora Pacino o De Niro in cui identificarci». Il primo film pasoliniano
visto è stato Il Decameron: «L ' ho rivisto quattro mesi fa e tutte le volte mi colpisce alla stessa maniera, è una
grande dichiarazione di libertà personale, un capolavoro». Secondo il regista «il grande cinema italiano nato
dopo la II guerra Mondiale è finito con la morte di Pasolini. Quella è stata un ' epoca straordinaria, con
maestri come Fellini Rossellini, De Sica, che lavoravano tutti insieme qui a Roma». Ferrara alla fine ha anche
regalato un altro divertente aneddoto della sua adolescenza, ricordando di aver avuto un suo gruppo
musicale a fine anni ' 60, i Morgan Brothers: «Dopo averci ascoltato, mio zio ci ha consigliato di vendere gli
strumenti. E ' stata la fine della mia carriera musicale. Se non riesci a far bella figura neanche con tuo zio, è
bene lasciar perdere». Il regista comunque ha accettato l ' invito di Giusti a tornare alla chitarra e suonare e
cantare un brano con i musicisti del programma.
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014
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CINEMA
31/07/2014
La Repubblica - Torino
Pag. 10
(diffusione:556325, tiratura:710716)
La quarta edizione della rassegna presenta 22 pellicole in concorso
JACOPO RICCA
AL SESTRIERE la montagna è protagonista tutto l'anno, ma per una settimana (dal 2 al 9 agosto) sarà
proiettata sul grande schermo. Tra documentari, film e fotografie parte questo sabato il Sestriere Film Festival
, la rassegna internazionale dedicata al cinema di montagna, giunta alla quarta edizione. Non solo neve e sci,
ma tutto quello che è vita tra le vette sono al centro delle pellicole (22 in concorso, più diverse proiezioni
speciali) che saranno proiettate al Fraiteve Cinema dalle 17. L'apertura, questo sabato, alle 21 con la serata
inaugurale e i primi tre film in gara; il corto ticinese, Vigia, e i due documentari italiani, Alpi 2.0 di Elena
Negriolli e Kangchenjunga di Paolo Paganin: «Abbiamo ricevuto più di 80 opere e selezionarle non è stato
semplice» racconta Roberto Gualdi, presidente dell'associazione Montagna Italia che cura la rassegna. Dice
invece il sindaco del paese montano Valter Marin: «Con un festival come questo mostriamo di puntare sul
turismo culturale».
La memoria della montagna è il cuore dei film fuori concorso: dalla Grande Guerra sulle nevi dell'Adamello di
"Diario di guerra dal Corno di Cavento", alla Valanga Azzurra raccontata in "Un centesimo di secolo". Uno dei
protagonisti di questo film, prodotto nel 1981 da Carlo Lizzani, è Saverio Vallone, figlio di Raf e frequentatore,
come il padre di Sestriere: «Abbiamo sempre una casa qua e ho dei ricordi meravigliosi della mia infanzia in
montagna - racconta - Ci portava sulle nevi anche quando tutti dicevano che non era un clima per bambini».
Tra i partner della kermesse, oltre ai finanziatori come Fondazione Crt, Camera di commercio e Regione, c'è
anche il Consorzio alpino italiano che celebra i 150 anni dalla prima ascesa femminile sul Monviso con il film
dedicatoa Nives Meroi, una delle poche donne ad aver scalato molti degli ottomila himalayani. Al Sestriere ci
sarà spazio anche per gli alpini della Taurinense con la proiezione de "La gara regina". © RIPRODUZIONE
RISERVATA
Foto: REGISTA Paolo Paganin presenta in apertura del festival il suo documentario "Kangchenjunga"
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014
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Sestriere, la grande magia del cinema di montagna
31/07/2014
La Repubblica - Palermo
Pag. 7
(diffusione:556325, tiratura:710716)
Il fenomeno di "Ore diciotto in punto" raccontato dalla sceneggiatrice Mille futuri spettatori hanno comprato 18
centimetri di pellicola pari a 7,50 euro
VALENTINA GEBBIA
QUESTA è la cronaca di un sogno, un film che parla del destino che può essere cambiato.
Il sogno è partito dalla Sicilia, ha preso il voloe non sappiamo dove arriverà.
Quando ho incontrato Giuseppe Gigliorosso ci siamo riconosciuti, come accade a volte, ritrovando l'uno
nell'altra quell'urgenza creativa che accomuna tanti siciliani, costretti da spazi angusti a non poter esprimere
le proprie potenzialità. Pippo, vincitore di premi per i corti realizzati in passato, aveva la sceneggiatura di un
lungometraggio, la storia di una rinascita che voleva a tutti i costi raccontare e, da cinque anni, vagava per
l'Italia alla ricerca di un produttore. Me l'ha data perché ci lavorassi su e, nel giro di un mese, unendo volontà
di ferro e positività innata, il progetto "Ore diciotto in punto" ha cominciato a vedere la luce. A Pippo devi per
forza voler bene, coi suoi occhi azzurri sgranati, lo sguardo pulito sulla vita, i ritardi patologici che sono anche
il suo modo di dare spazio a chiunque, senza mai essere sbrigativo.
Così non è stato difficile coinvolgere attornoa lui un nucleo di professionisti e alcuni giovani del Dams. Il
difficile, era trovare un finanziatore. «Abbiamo girato mezza Sicilia sul mio camper, convinti che il nostro
entusiasmo potesse contagiare i portafogli di imprenditori e mecenate -afferma Gigliorosso - ma se la storia
piaceva, l'impresa scoraggiava chiunque. Però noi, nel frattempo, eravamo diventati tanti, e alcuni sono stati
risolutivi. Ci mancava la macchina da presa, per esempio, e Anna Fici ha comprato una Canon 5D offrendola
alla produzione. Poi Ugo Flandina, divenuto la mia colonna portante nonostante mi arrivi alla vita, ha
suggerito di fissare una data d'inizio, il fatidico 4 aprile del 2011.
I problemi di una produzione normale, però, sembravano insormontabili. Così abbiamo scoperto il sistema,
già utilizzato in pochi casi al mondo, della co-produzione, la possibilità cioè di investire il proprio talento e le
ore di lavoro diventando produttori in quota parte. E non solo: chiunque poteva intervenire con un supporto
economico piccolo o grande, o dare servizi. Una troupe, però, mangiae le teglie di pasta al forno preparate da
mia moglie non bastava no più. Così è arrivato PizzaUno, per ben sette mesi, tanto ci abbiamo messoa far
coincidere le esigenze di tutti per mettere a frutto le giornate lavorative!». Fin qui tutto senza un soldo, ma
piccoli esborsi, dalla benzina agli hard-disk, rischiavano di bloccarci. Inoltre, mettevamo le attrezzature nelle
auto, rischiando di massacrarle. Le anime generose, però, si manifestavano, e così Auto Europa ci ha dato
un furgoncinoe qualche altro sponsor ci ha agevolato in piccole grandi cose. Strada facendo, su quell'energia
forte e inossidabile, si sono uniti a noi il Comune di Valledolmo che ci ha accolto nella palestra pubblica
rimpinzandoci di bontà, e Castronovo di Sicilia che ha ospitato ben 40 persone. Potevamo fermarci a metà
strada, molti lo hanno pensato, invece abbiamo finito le riprese.
Considero che la bellezza di un film sia la sua natura corale: voci che cantano assieme, ma nel nostro caso,
tutta una popolazione si è unita alle voci. Acquistando, infatti, 18 centimetri simbolici di pellicola, cioè 7 euro e
50, prezzo di un biglietto, 1000 spettatori ci hanno aiutato. Mille amici o sconosciuti che hanno voluto far parte
del sogno. Tutta la postproduzione, è stata un'altra sfilza di ostacoli. «Nessuno, però, capace di spegnere i
nostri sorrisi. - prosegue Gigliorosso - C'era un patrimonio da gestire: avevo attornoa me persone
meravigliose e attori del calibro di Paride Benassai e Salvo Piparo, la bella Roberta Murgia,e poi Gigi
Borruso, Giuseppe Santostefano, Fabio Gagliardi, Stefania Blandeburgo, Ernesto Maria Ponte, Giuditta
Perriera, Maurizio Bologna e il grande Lollo Franco. Avevo una splendida colonna sonora composta da
Francesco Di Fiore e musicisti che si erano uniti con generosità come Giovanni Sollima, gli ArchiEnsamble e
la cantante Oriana Civile. Niente doveva fermarci».
Tutta l'energia che si è raccolta attorno al film, non poteva che dare questi risultati. Ad oggi, abbiamo vinto
Premi, partecipato al TaoFilmFest e, soprattutto, abbiamo una distribuzione nazionale. Non si ha idea di
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Sponsor, volontari e offerte libere così nasce un film a costo zero
31/07/2014
La Repubblica - Palermo
Pag. 7
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quanti film vengano prodotti e mai distribuiti nelle sale. Noi siamo riusciti anche in questo. Dopo aver bussato
presso tutti i distributori nazionali, siamo approdati a una distribuzione indipendente, la Mariposa. Il filmè nelle
sale italiane dal 12 giugno e accadono cose strane. Il pubblico è entusiasta, ringrazia gli esercenti,a grande
richiesta la programmazione si allarga, lo hanno richiesto a Washington per un Festival, stasera alle 21,30 si
proietta a Villa Filippina dopo essere stato all'Aurora e, adesso, è arrivato l'invito dell'Anicaa tutti i film italiani
per proporsi all'Oscar. Noi ci siamo commossi solo a leggere l'email e poi ci siamo detti: «Dove li troviamo i
500 euro che servono per l'iscrizione?».
Ma ormai sappiamo che il nostro film è capace di tutto.
Foto: IL SET
Foto: Una scena di "Ore diciotto in punto" che si proietta stasera a Villa Filippina. Sopra, il regista Pippo
Gigliorosso sul set
31/07/2014
La Repubblica - Palermo
Pag. 7
(diffusione:556325, tiratura:710716)
Andò chiama Vasta e Scianna "Così cambierà la Scuola del documentario
"
Parla il nuovo direttore didattico Costanza Quatriglio tra i docenti e lezioni fuori aula con scrittori
PAOLA NICITA
È UN momento speciale per il documentario italiano, vincitore di festival, e così Roberto Andò, regista e
scrittore, nuovo direttore didattico del Centro sperimentale di cinematografia di Palermo, anticipa alcune
novità che segneranno un vero e proprio nuovo corso per la scuola palermitana, che al documentario è
dedicata.
«Ho già iniziato a lavorare per posizionare la Scuola a livello nazionale. Immagino Palermo come una grande
fonte di ispirazione per tutti i giovani che vorranno studiare qui, per creare un importante momento di
discussione intorno ai temi della realtà e della finzione.
Inseriremo nuove materie, come la produzione, che sono anelli necessari e al momento mancanti. Per offrire
professionalità sia a chi vuole diventare regista sia a chi vuole lavorare in questo ambito».
Novità sono previste anche nella maniera di concepire la didattica.« Intanto formerò una squadra di
professionisti, che saranno i docenti principali: Stefano Savona, Costanza Quatriglio e Mario Balsamo, che
sarà il mio vice - dice Andò - Si inizierà con la visione di alcuni documentari importanti, che hanno cambiato la
maniera di realizzare e di pensare un film documentario. E ospiterò registi siciliani, mi vengono in mente
Giuseppe Tornatore, Daniele Ciprì, Salvo Cuccia».
Andò pensa anche a delle lezioni fuori dall'aula. «Scrittori, come Giorgio Vasta, o fotografi, come Ferdinando
Scianna, condurranno gli studenti in giro per la città. Credo che Palermo per il suo gioco di superfici e
profondità costituisca un luogo privilegiato per riflettere, per nuovi sguardi».
E il lavoro di regista di Andò? «A maggio inizio a girare il nuovo film, scritto anche questo, come "Viva la
libertà" con Angelo Pasquini. Posso dire solo che sarà un film "pazzarello", per usare un'espressione di Pier
Paolo Pasolini: parlerà di argomenti centrali dell'esistenza glissando i codici realistici».
Foto: Roberto Andò
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IL PERSONAGGIO
31/07/2014
La Repubblica - Bari
Pag. 1
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Sansonna le vite altrui raccontate come un film
Ha debuttato con la storia del trombettista feticcio di Morricone poi il documentario su Zeman
FLAVIA PICCINNI
GIUSEPPE Sansonna è nato ad Asti, eppure ha sempre vissuto fra i palazzoni di Japigia. Ama il teatro
raffinato alla Carmelo Bene, ma si è fatto notare per un documentario su quel semidio del calcio che è
Zdenek Zeman ( Il ritorno di Zeman , libro e dvd editi nel 2011 da minimum fax). Ha sempre sognato di fare il
regista, eppure tutti i suoi ricordi del mondo del cinema sono legati a degli shock.
"Il primo trauma - racconta, mentre tutto intorno a noi c'è la Roma bollente di Prati che si scioglie, ed
entrambi facciamo il conto alla rovescia per il ritorno in Puglia - fu Klaus Kinski che in Nosferatu di Werner
Herzog affonda i canini nel collo da cigno di Isabella Adjani. Lo vidi in televisione, in piena infanzia. Poi venne
l'Ettore Garofolo crocifisso sul letto di contenzione di Mamma Roma . Ma lo spavento vero, il ricordo
indelebile è legato a Che fine ha fatto Totò Baby? Da bambino mi fidavo di Totò. Pensavo che il massimo
della sua ferocia fosse offendere la spalla di turno. Vederlo con gli occhi dilatati, da rondone, sciogliere
nell'acido una bellissima scandinava e murarne viva un'altra, trasformandone il braccio in un paralume,
passando poi a spaccare a martellate le gambe del povero Pietro De Vico funestò i miei sogni per mesi".
Nonostante questo, le ambizioni cinematografare cominciarono a manifestarsi quando era giovanissimo
("Ogni idea, perché mi rimanesse in testa, doveva essere trasformata in immagine. Non mi ricordo un solo
momento in cui abbia davvero pensato di fare altro, nella vita"), quando elesse come padre putativo Sergio
Leone. "Fu il mio amore infantile - spiega, strofinandosi un poco i capelli ricci e ispidi - Mi ispirai a lui per il mio
primo documentario". Il riferimento è adA perdifiato , girato nel 2007, nel quale il protagonista è Michele
Lacerenza, foggiano di Trinitapoli, che da ragazzino girava la Puglia sugli sciaraballe, diligenze sconnesse da
western ante litteram, suonando la sua tromba con la banda del paese, armato di un repertorio di strazianti
marce funebri. "Da adulto, a Roma - ricomincia - diventò il trombettista feticcio di Sergio Leone ed Ennio
Morricone, e il suono della sua tromba inconfondibile, fatale e lirico, connotò l'intero genere di spaghetti
western".
L'amore per le biografie non si esaurisce, si trasforma anzi in ossessione,e diventa il fil rouge della sua
produzione. In tutto quello che Giuseppe scrive, filma, immagina c'è la ricerca ossessiva di frammenti di vita,
di realtà. "Le storie personali - continua Sansonna, con un'aria distratta e allo stesso tempo presentissima mi interessano morbosamente, le scandaglio minuziosamente: mi interessano figure chiaroscurali, ai ferri
corti con la vita, oscillanti tra splendori e miserie. Parto spesso dal loro rapporto col denaro, illuminante
cartina al tornasole di sentimenti, etiche e prospettive". Il rapporto con il denaro è al centro del cortometraggio
appena terminato, Ultimo giro , nel quale Giorgio Colangeli interpreta un anacronistico dissipatore di talento e
soldi, vissuto per decenni ai limiti della legalità, e finalmente giunto al culmine del suo tramonto. E sempre i
soldi sono un espediente per decifrare quella chimera che è Carmelo Bene, su cui a fatica Giuseppe
Sansonna sta cercando di costruire un documentario partendo da un audio inedito.
"Mi interessa molto- spiega - il suo senso del comico, in cui lampeggia sempre il vuoto del tragico.
Ostentava uno stirneriano disinteresse alla morale collettiva, e mantenendo intatta la forza poetica del suo
agire in scena ha spesso mostrato il risvolto grottesco dell'esistenza. E questo mi sembra un atteggiamento
profondamente etico. Anche per questo lotto da anni per realizzare questo film, che si è rivelato
economicamente complesso. È prodotto da minimum fax media. A sostenerci con entusiasmo, finora, c'è
stata solo l'Apulia Film Commission". Ma la prima volta sul set come è stata? "Avevo poco più di vent'anni.
Gestii, cercando di non darlo a vedere, l'inevitabile senso di inadeguatezza. Fortunatamente avevo un grande
feeling con il mio protagonista, Rino Sudano, un maestro atipico e geniale, con cui ridevo molto. Lo trascinai
in un castello sul mare, a Trani. Ne venne fuori una scheggia di cinema che ritengo ancora intensa, vicina alle
intenzioni iniziali".
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SARANNO FAMOSI/5
31/07/2014
La Repubblica - Bari
Pag. 1
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Foto: IL REGISTA Giuseppe Sansonna (qui a fianco in una foto con Zdenek Zeman) è nato ad Asti nel 1977
e cresciuto a Japigia. Si è laureato al Dams con una tesi su Carmelo Bene In basso il suo lavoro "A
perdifiato" IL DENARO Parto spesso dal rapporto col denaro dei miei personaggi: è illuminante L'AUTRICE
Flavia Piccinni è nata a Taranto nel 1986. I suoi ultimi libri sono il romanzo "Lo Sbaglio" (Rizzoli) e il saggio
"La Malavita" (Sperling&Kupfer)
31/07/2014
La Repubblica - Ed. Nazionale
Pag. 41
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Rivoluzione a RaiFiction i progetti on line
Il direttore Tinny Andreatta: sul sito apriamo a nuove idee e al maggior numero di produttori
SILVIA FUMAROLA
L'OPERAZIONE trasparenza comincia dalla fiction: da domani i produttori troveranno sul sito www.rai.it la
linea editoriale di RaiFiction e da settembre sarà a disposizione il modulo per presentare online i progetti. «Un
cambiamento epocale», lo definisce il direttore di RaiFiction Tinny Andretta «seguendo le nostre linee
chiunque sarà in grado di offrire la sua proposta. Esiste un mondo di creatività esterno che può portare una
ventata d'aria nuova; sarà un gran lavoro ma entro 90 giorni la Rai s'impegna a rispondere». Non più
anticamera ma dialogo: l'apertura sembra la risposta alle polemiche che durano da anni sul criterio con cui
venivano scelti i produttori e all'accusa che «lavoravano sempre gli stessi». Il presidente della Commissione
di Vigilanza della Rai, Roberto Fico (Movimento 5Stelle), l'anno scorso in un'audizione aveva chiesto conto
delle cinque società esterne, "le cinque sorelle", che assorbivano parte consistente del bilancio della tv
pubblica per fornitura di contenuti. Ai primi tre posti: la Lux Vide, la Fremantle Media e la Publispei.
Da settembre, attraverso il sito Rai, chiunque potrà mettersi in gioco.
«Se è bello e giusto partire tutti uguali al nastro di partenza» spiega Andreatta, fiera che la top ten degli
ascolti veda dieci prodotti targati Rai «è chiaro che oltre ai progetti interessanti le società devono offrire tutte
le garanzie e essere in grado di portarli a termine. Ormai da un po' chiediamo trenta pagine di soggetto
anziché un'idea astratta. Un contoè dire: "Facciamo una biografia di Mozart", un altro è fare Amadeus ».
Cassaforte da 197 milioni di euro (compresi i cartoni animati) la struttura gestita dalla figlia dello statista
Beniamino Andreatta, produce 400 ore di fiction e più di 100 ore di cartoon. «Ogni anno la tv generalista
invecchia un po'», spiega il direttore di RaiFiction «ma dall'autunno 2013 alla primavera 2014 l'età media di
Don Matteo che fa il 25% di share, è ringiovanito: meno 4 anni, andiamo in controtendenza.
"Nessuno escluso" resta il marchio della linea editoriale, perché, pur aprendo alla sperimentazione,
continuiamo a parlare a tanti pubblici. Dai ragazzi che seguono Braccialetti rossi , fenomeno anche sui social
network, agli adulti. Il racconto del paese deve offrire modelli credibili e valori civili perché non sia una
televisione da Telefoni bianchi. Nel 2012 un terzo del prodotto per RaiUno era fatto da miniserie, quest'anno
sono solo sei su 120 serate. In più produciamo per RaiDue e RaiTre».
Classe 1964, studi classici, formazione americana, Tinny Andreatta definisce RaiFiction «una fabbrica che
produce registi, talenti e storie per raccontare l'Italia di ierie di oggi».
Tra i titoli: La strada dritta di Carmine Elia con Ennio Fantastichini, sulla nascita dell'Autostrada del Sole;
L'Oriana di Marco Turco, biografia della Fallaci con Vittoria Puccini, Gigi Proietti è il cronista di nera in Una
pallottola nel cuore di Luca Manfredi, Michele Riondino interpreta Mennea in La freccia del Sud di Ricky
Tognazzi, Pierfrancesco Favino è l'avvocato Ambrosoli in Qualunque cosa accada di Negrin, Vinicio
Marchioni sarà Altiero Spinelli, tra i padri dell'Europa unita, in Un nuovo mondo . L'idolo del web Guglielmo
Scilla, in arte Willwoosh, è la star di Baciato dal sole sul mondo della tv. L'esperimento più curioso è
interattivo: Io credo che lassù raccoglierà storie di ragazze trai 14 ai 17 anni nella provincia italiana che si
confrontano attraverso una piattaforma web. Il racconto sarà elaborato da Alice Rohrwacher col produttore
Carlo Cresto-Dina, un work in progress per fotografare una generazione. LA POLEMICA PROTESTE
CONTRO IL POSTER DI "NINJA TURTLES" Travolta dalla proteste, la Paramount ha dovuto ritirare il poster
del film Teenage Mutant Ninja Turtles in cui alcuni personaggi cadono da un palazzo in fiamme sotto cui
compare la scritta "September 11". È il giorno di uscita del film in Australia, ma l'insieme alimenta altri ricordi.
"VIZIO DI FORMA" PER LA PRIMA VOLTA PYNCHON AL CINEMA Uscirà a gennaio negli Usa e a febbraio
in Italia Vizio di forma, il film di Paul Thomas Anderson tratto dall'omonimo romanzo di Thomas Pynchon,
pubblicato da Einaudi. Nel cast del film Joaquin Phoenix e Reese Witherspoon. Anteprima al New York
Festival in ottobre.
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R2 ROMA
31/07/2014
La Repubblica - Ed. Nazionale
Pag. 41
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Foto: "Tutti uguali ai nastri di partenza ma le società devono offrire la garanzia di portare a termine le
proposte
Foto: Tra le novità la serie web interattiva curata da Alice Rohrwacher sulle storie delle adolescenti in
provincia
31/07/2014
La Repubblica - Ed. Nazionale
Pag. 40
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Angelina e il suo eroe
"La storia di Zamperini un messaggio di speranza"
SILVIA BIZIO
«MI sono bastate poche pagine del copione per sentire che questo era il film che volevo dirigere» dice
Angelina Jolie poco prima di mostrarci una dozzina di minuti del suo secondo lavoro come regista, Unbroken
, basato sulla storia di Louis Zamperini, il corridore olimpionico preso prigioniero dai giapponesi durante la
seconda guerra mondiale, scomparso il 2 luglio scorso a 97 anni.
«Quella sera Brad (Pitt, ndr ) mi ha detto: "non ti illudere, sarà difficilissimo che qualcuno ti dia i soldi per
farlo". Ho passato tre giorni sulle spine, in attesa della risposta della Universal.
Quando è arrivato il sì, mi sono commossa ed entusiasmata, mi ci sono buttata a capofitto». Angelina Jolie,
pantaloni neri e giacca bianca, interrompe il montaggio del film ispirato al libro biografico di Laura Hillenbrand
( Seabiscuit ), adattato dai fratelli Coen. E a giudicare dalle scene che abbiamo visto sarà un serio
concorrente a Golden Globe e Oscar dopo la sua uscita americana il prossimo Natale (in Italia a gennaio).
Seduta in fondo alla sala di proiezione, Angelina segue attenta le scene che scorrono sullo schermo:
Zamperini (interpretato dall'attore inglese Jack O'Connell) giovanissimo che inizia il suo allenamento, le prime
vittorie, il suo arruolamento nell'aviazione americana come bombardiere e l'abbattimento del suo aereo, la
sopravvivenza su una scialuppa con altri due aviatori per 47 giorni in mare fino alla cattura e alla lunga
prigionia nelle mani dei giapponesi, torturato, picchiato, affamato. «Ho parlato tante volte con voi giornalisti
dei miei film» spiega Jolie «ma questo ha un significato particolare per me, e ci abbiamo lavorato tantissimo
per essere sicuri di rispettare la vita di questo grande, gigantesco uomo. Per 57 anni hanno provato a fare un
film su di Zamperini senza riuscirci. Spero che grazie ai Coen e all'aiuto di Laura e di Louis, con cui ho avuto
la fortuna di passare tanti pomeriggi, il nostro sia riuscito».
Che rapporto ha avuto con Zamperini? «Dicono che non dovresti mai incontrare i tuoi eroi, io però ho
incontrato il mio ed era straordinario. Lui voleva che questo film venisse fatto, perché pensava che avrebbe
dato un buon messaggio, una speranza. Louis mi ha aiutato ad affrontare il mio intervento chirurgico (la
mastectomia per prevenire il cancro, ndr ) e mi ha insegnato ad apprezzare ogni giorno della mia vita. Gli ho
fatto vedere il film all'ospedale, sul mio computer, ed è stata una cosa incredibile: un uomo giunto alla fine
della sua vita, che guardava se stesso, la sua famiglia,i suoi amici, la sua esistenza, mentre il suo corpo si
stava spegnendo. Nei suoi ultimi giorni era pieno di entusiasmoe di amore, sorridevaa tutti, era straordinario.
Siamo andati tutti al suo funerale, abbiamo pianto nella sala di montaggio e continuiamo a piangere, non
perché siamo tristi per la sua fine, è un uomo che ha avuto una grande vita, ma perché ci manca e non
incontreremo mai un altro Louis Zamperini nella nostra vita».
Eravate vicini di casa.
«Sì, lo salutavo dal tetto di casa mia. E dopo aver letto il libro su Zamperini ho cominciato a passare tanto
tempo con lui, mi sono innamorata sempre di più della sua storia. Un giorno gli ho detto: "Se lo studio mi dà il
via, salgo sul tetto a sventolare la bandiera".E quando ho ricevuto la telefonata della Universal ho chiamato
Brad, l'ho costretto a salire sul tetto per sventolare la bandiera americana. Così Louis ha saputo che
finalmente, dopo tanti anni, avrebbe avuto il suo film». Quali sono state le persone che l'hannoa trovare il suo
stile come regista? «Sugli spazi e i movimenti ho imparato molto da Michael Winterbottom, e quando ho
lavorato con Robert De Niro ho imparato come un attore dirige gli attori, mentre ho imparato da Clint
(Eastwood) ad essere molto solida ed economica. Ma soprattutto, come succede a tanti nella vita, ho
imparato soprattutto dalle persone con cui ho avuto una cattiva esperienza, giurando di non comportarmi mai
in quel modo».
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014
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R2 La Jolie alla seconda regia con "Unbroken" sull'atleta Usa torturato dai giapponesi E sulle nozze con Brad
Pitt: "Ormai indosso quest'anello di fidanzamento da anni..." LOS ANGELES
31/07/2014
La Repubblica - Ed. Nazionale
Pag. 40
(diffusione:556325, tiratura:710716)
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014
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Non possiamo non chiederlo: si parla in modo ricorrente del suo matrimonio con Brad Pitt, quando sarà?
«Beh, ho questo bell'anello di fidanzamento da anni. I progetti sono gli stessi, e cioè non ne abbiamo al
momento, e se li avessimo non li condividerei, giusto? In questo periodoè stata la prima volta che io e Brad
abbiamo lavorato lontani uno dall'altra, lui voleva fare il film Furye quindi stava a Londra, io ero in Australia,
dove abbiamo potuto ricreare ogni ambiente che ci serviva per il mio film. Ma mi dava un grande sostegno a
distanza, e abbiamo deciso di scriverci. Ci scrivevamo lunghe lettere, a mano, ogni sera, pensavamo a quelli
che la vita costringea stare lontani per mesi, per anni, cercando così di rendere la separazione più romantica.
E ci siamo riusciti».
SUL SITO Su Repubblica.it in anteprima il trailer italiano di "Unbroken" il nuovo film di Angelina Jolie
Foto: "Eravamo vicini di casa, ci vedevamo tanto. Gli ho mostrato il film in ospedale prima che morisse
Foto: AUTRICE Angelina Jolie, 39 anni, con "Unbroken" (foto in alto) è al suo secondo film come regista.
L'uscita è prevista per dicembre negli Usa e a gennaio in Italia
Foto: IL PERSONAGGIO Louis Zamperini nel giorno del matrimonio. Dopo aver corso alle Olimpiadi del
1936, nella seconda guerra mondiale fu catturato e torturato dai giapponesi
31/07/2014
La Sicilia - Ed. Nazionale
Pag. 19
(diffusione:64550, tiratura:80914)
Roberto Andò nuovo direttore didattico del Centro sperimentale di cinematografia di Palermo
Il regista e scrittore Roberto Andò MARIA LOMBARDO Regista di teatro e cinema, scrittore, ora anche
direttore didattico della Scuola del documentario del Csc di Palermo. Roberto Andò, grande organizzatore di
eventi culturali (ha diretto il Festival di Palermo sul Novecento negli anni Novanta), mente lucida di rara
coerenza morale, va incontro a una stagione autunnale molto impegnata. Per il teatro porterà in tournée anche in Sicilia dove è fra i nomi di punta del cartellone dello Stabile catanese - Good people (Brava gente)
pièce del drammaturgo statunitense David Lindsay-Abaire, premio Pulitzer 2007 per Rabbit Hole. Messa in
scena negli Usa con Frances McDormand nel ruolo della protagonista, nell'edizione inglese con Imelda
Staunton e in quella italiana diretta da Andò con Michela Cescon (già protagonista con Andò di Leonilde).
«Good people è il ritratto - dice Andò - di una donna che perde il lavoro, che è immersa nei problemi ma che li
affronta con umorismo». Lo spettacolo ha debuttato al Mercadante per il Napoli Teatro Festival. «LindsayAbaire, poco rappresentato da noi, è dotato di intrigante sottigliezza nel creare personaggi coinvolgenti come
la Margie protagonista della pièce». Per il cinema c'è un progetto che, superata la fase della scrittura, è in
attesa di accordi di produzione. Il ciak è previsto per maggio 2015. L'altro impegno del tutto nuovo che
attende il regista-scrittore palermitano è l'organizzazione da direttore didattico (il direttore della sede è
sempre Ivan Scinardo) del prossimo biennio di corsi del Csc di Palermo. «Ci ho messo un po' a capire come
iniziare il lavoro. Ho accettato dopo aver verificato che è un'occasione di ripensamento del rapporto col
cinema dal momento che il documentario è diventato negli ultimi tempi luogo di affrancamento da certe
servitù e di grande libertà. Molti film di genere documentario abbattono gli steccati. Basti pensare a Sacro Gra
di Gianfranco Rosi. La scuola vuole comunicare la libertà di sguardo che il documentario ha acquisito e che
ne fa avamposto avanzato nei confronti del cinema di finzione. E non è detto che il cinema documentaristico
non si collochi sotto l'egida della finzione. Una scuola deve accettare questo passo e sposare l'inquietudine
del documentario». Del Centro sperimentale di cinematografia di Roma Stefano Rulli è presidente e Caterina
D'Amico preside: con loro Andò ha messo a punto i progetti. «Oltre a coinvolgere grandi documentaristi
italiani e non, chiamerò anche i siciliani. Mi piacerebbe che fosse questo dei Cantieri culturali di Palermo
fosse il luogo in cui il cinema si mette in discussione». Realizzare un documentario - quello che si apprende
al Csc di Palermo - richiede di estrarre una drammaturgia dalla realtà. «E' difficile maneggiare la
sceneggiatura quando si fa un documentario. La sceneggiatura in questo caso è punto d'arrivo. Bisogna
aiutare gli allievi a possedere uno sguardo. Li aiuteranno cineasti come Costanza Quatriglio, Stefano Savona,
Mario Balsamo. Faremo anche una retrospettiva completa dei film di Rosi. Gianfranco verrà a tenere una
masterclass. La novità che voglio introdurre è creare una specie di pedagogia per una drammaturgia della
realtà coinvolgendo non solo cineasti ma scrittori come Baiani e Siti, fotografi. In una città come Palermo che
ha vari livelli di lettura, quello alterato dallo stereotipo va abbandonato per trovare quello nascosto, andando
in giro formati da una pedagogia del vedere. Solo dopo comincerà l'apprendimento tecnico. Mi piacerebbe
che i ragazzi apprendessero non solo tecnica ma un modo di vedere, uno sguardo. Tomasi di Lampedusa
disse che "se uno vuole fottere qualcuno lo fa nascere a Palermo". Ora a questa scuola di eccellenza
arriveranno ragazzi anche di Milano e Torino». Una figura a parte sarà quella dell'addetto alla produzione,
interlocutore dei canali tv dove specialmente si finanziano i film. 31/07/2014
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014
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«Sguardo nuovo sulla Sicilia deformata dagli stereotipi»
31/07/2014
La Stampa - Asti
Pag. 47
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valentina fassio
Settima arte protagonista delle sere d'estate: al palazzo del Michelerio torna la rassegna di proiezioni
all'aperto «Cinema Cinema», quest'anno dedicata «all'amico Giorgio». S'inizia questa sera proprio con la
serata in ricordo di Faletti: sarà proiettato il film «Cemento armato», film d'esordio di Marco Martani uscito nel
2007. Nel cast, Faletti veste i panni del «Primario», boss romano. Con lui, Nicolas Vaporidis e Carolina
Crescentini. Ingresso a offerta, a favore dell'Airc (associazione Italiana per la ricerca sul cancro). La rassegna
proseguirà fino al 31 agosto. In cartellone molti titoli di successo, produzioni italiane e straniere, con
incursioni tra i generi, dal drammatico alla commedia, passando per l'animazione. Tra i tanti titoli in cartellone
ci saranno «Grand Budapest Hotel», «La sedia della felicità» ultimo lavoro di Mazzacurati, «E fu sera e fu
mattina» di Emanuele Caruso che sarà presente alla proiezione. E ancora «Philomena», «The Butler. Un
maggiordomo alla casa bianca», «A proposito di Davis», «Aspirante vedovo» con Fabio De Luigi e Luciana
Littizzetto girato in Piemonte, l'Oscar 2014 «12 anni schiavo» e molti altri ancora per concludere il 31 agosto
con «Smetto quando voglio» di Sydney Sibilla con Edoardo Leo, film rivelazione della prima parte dell'anno e
campione di incassi. Biglietti a 5 euro, ridotto a 3,50 presentando alla cassa il tagliando che verrà pubblicato
quotidianamente su La Stampa durante la rassegna. Spettacolo unico alle 21,45; in caso di maltempo la
proiezione si terrà al cinema Nuovo Splendor (di fronte al palazzo del Michelerio). La rassegna è curata dal
Cinema Nuovo Splendor con Comune e Circolo Cgs Don Bosco.
Il programma.
Stasera, «Cemento armato». Venerdì 1° agosto: «Giovane e bella», sabato 2 agosto: «Still life», domenica 3:
«Mister Morgan», lunedì 4 agosto: «I segreti di Osage County», martedì 5 agosto: «Nebraska», mercoledì 6
agosto: «Belle e Sebastien», giovedì 7 agosto: «Una piccola impresa meridionale», venerdì 8 agosto: «E fu
sera e fu mattina», sabato 9 agosto: «The Butler. Un maggiordomo alla Casa Bianca», domenica 10 agosto:
«Philomena», lunedì 11 agosto :«Zoran il mio nipote scemo», martedì 12 agosto: «Lunch Box», martedì 13
agosto: «Aspirante vedovo», mercoledì 14: «Una canzone per Marion», venerdì 15 agosto: «Un boss in
salotto», sabato 16 agosto: «Grand Budapest Hotel», domenica 17: «Sotto una buona stella», lunedì 18
agosto: «A proposito di Davis», martedì 19 agosto: «Bling Ring», martedì 20 agosto: «Capitan Harlock»,
giovedì 21 agosto: «In solitario», venerdì 22: «Saving Mr. Banks», sabato 23: «12 anni schiavo», domenica
24 agosto: «Rush», lunedì 25 agosto: «Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve», martedì 26
agosto: «Stai lontano da me», mercoledì 27 agosto: «Una donna per amica», giovedì 28 agosto: «Molière in
bicicletta», venerdì 29: «Come ti spaccio la famiglia», sabato 30: «La sedia della felicità», domenica 31
agosto: «Smetto quando voglio».
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014
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La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato
La passione per i film d'estate si chiama " Cinema Cinema "
31/07/2014
La Stampa - Alessandria
Pag. 49
(diffusione:309253, tiratura:418328)
Rassegna di Cinema al via con film dedicato a Faletti
Al palazzo del Michelerio di Asti torna la rassegna di proiezioni all'aperto «Cinema Cinema», quest'anno
dedicata «all'amico Giorgio». S'inizia questa sera alkle 21,45, quando in ricordo di Faletti: sarà proiettato il
film «Cemento armato», film d'esordio di Marco Martani uscito nel 2007
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014
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ASTI
31/07/2014
La Stampa - Ed. Nazionale
Pag. 30
(diffusione:309253, tiratura:418328)
Da Mennea alla storia dell'Autostrada del Sole, le serie che vedremo È l'iniziativa web dedicata ai produttori
che potranno presentare i loro progetti
SIMONETTA ROBIONY ROMA
Con lo slogan «Nessuno escluso» la Rai Fiction di Eleonora «Tinny» Andreatta intende lanciare due
messaggi necessari al suo rinnovamento. Il primo è l'apertura da settembre di un sito indirizzato a tutti i
produttori che potranno, riempiendo un modulo, presentare i loro progetti. Il secondo è fornire una serie di
linee guida perché i produttori per primi, ma anche soggettisti, sceneggiatori, interpreti sappiano con
chiarezza cosa chiede il servizio pubblico. Che la fiction della Rai abbia bisogno di compiere una svolta lo
sanno tutti gli spettatori, soprattutto i più avvertiti che spesso se ne lamentano confrontandola con la
vivacissima e aggiornata serialità che ci arriva da Usa, Gran Bretagna e perfino da altri paesi europei. E non
è sufficiente che le prime dieci fiction più viste dell'anno siano targate Rai con in testa l'immarcescibile Don
Matteo con uno share pari a quello degli inizi (15 anni fa), né che l'età media del pubblico Rai sia scesa dal
2013 al 2014 di 4 anni in contro-tendenza rispetto alle altre tv generaliste. Serve una svolta decisiva per
riacchiappare i ragazzi in fuga su internet, ma anche per riaffermare la natura del servizio pubblico della Rai
per la quale si paga un canone. Basta, quindi, con i soliti nomi dei produttori preferiti, ma basta anche con il
solito stile anodino che provoca sbadigli di tanta nostra fiction. L'operazione trasparenza e efficienza è ai
nastri di partenza. Il contratto di servizio impone alla Rai 400 ore di fiction e 100 di cartoni da fare con
produttori italiani per dare lavoro a maestranze e artisti italiani. Chi ha un buon soggetto si faccia avanti con il
suo produttore indipendente: la risposta, rapida, sarà un grazie no, non ci interessa, oppure grazie sì
approfondiamo. «Come per la Bbc - dice il capo di Rai Fiction Tinny Andreatta - il pubblico è il cuore di ciò
che si fa». E spiega che sarà solo dalla prossima stagione che il suo lavoro, cominciato poco più di un anno
fa, potrà essere giudicato: «Per fare una fiction se ne vanno via un paio d'anni. Un tempo lungo che ci obbliga
a saper guardare avanti». «Nessuno escluso», però, come slogan va bene anche per la produzione futura
della Rai che, spiegano quelli di Rai Fiction, deve saper guardare al paese, offrire tipologie varie, proporre
casi nei quali riconoscersi, riaffermare valori civili, riflettere sulla contemporaneità. «Mi piacerebbe riuscire a
incidere perfino sui modelli estetici attuali, mostrando facce di attori interessanti ma non necessariamente da
belloni o da miss qualcosa», aggiunge Tinny Andreatta. Molte le riproposte, persino Un posto al sole . E
molte le novità: L'Oriana di Marco Turco con Vittoria Puccini che fa la Fallaci, Qualunque cosa succeda
sull'avvocato Giorgio Ambrosoli di Negrin con Favino, La strada diritta sulla costruzione dell'Autostrada del
sole di Elia con Ennio Fantastichini, Ragion di stato di Marco Pontecorvo con Luca Argentero, Non chiedere
perché di Monteleone con Beppe Fiorello sul giornalista che portò via con sé da Sarajevo una bambina
abbandonata, Pietro Mennea di Ricky Tognazzi con Michele Riondino, Un nuovo mondo di Negrin con
Marchionne su Altiero Spinelli, tra i padri dell'Europa, e, arditezza tra le arditezze, sei puntate di Baciato dal
sole con e di Guglielmo Scilla, star del web noto come Willwooosh. Inoltre, dopo l'esperienza di Braccialetti
rossi , che tornerà, certo che tornerà, si faranno molti più esperimenti per lanciare le fiction attraverso
internet, creando un lavoro di sponda tra il web e la tv a beneficio di entrambi. Si farà per Raitre una serie da
5 minuti, Il Candidato , prima fiction politica tutta da ridere con Filippo Timi e Lunetta Savino; Impazienti con
Bertolino e Tortora e i 25 episodi da 7 minuti di Zio Gianni del team The Pills esploso sul web.
Foto: Michele Riondino è Pietro Mennea nella serie tv diretta da Ricky Tognazzi
Foto: Sopra, Tinny Andreatta, direttore di Rai Fiction In alto da sn. «L'Oriana» con la Puccini e Argentero in
«Ragion di stato»
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014
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Politica, guerra, biografie La fiction Rai fotografa l'Italia
31/07/2014
La Stampa - Ed. Nazionale
Pag. 1
(diffusione:309253, tiratura:418328)
La Jolie: vi racconto la storia del mio eroe
Campione, soldato e benefattore: in Louis Zamperini rivedo un po' la mia vita, anche se lui è riuscito a
superare sfide impossibili
Lorenzo Soria
A PAGINA 31 Louis Zamperini è uno che nella sua lunga vita ne ha viste davvero di tutti i colori. È un
«survivor», un sopravvissuto, uno di quegli uomini che sembrano nati con la fortuna contro di loro, che in
molte prove della vita avrebbe facilmente potuto soccombere e invece ne è sempre uscito più forte e più
determinato. Un ragazzino californiano senza grandi ambizioni che nel 1936 si ritrova alle Olimpiadi di
Berlino, a correre i 5000 di fronte a Hitler. Pochi anni dopo inizia la guerra e il campione viene arruolato. In
una missione sul Pacifico, il suo aereo viene abbattuto in mezzo all'oceano. Sopravvive per 47 giorni in una
zattera per poi finire in un campo di prigionia giapponese dove viene sottoposto a un regime di crudele
tortura, fisica e psicologica. Lui ne esce miracolosamente indomito. E come ha passato gli anni dopo la
guerra? A fare viaggi di riconciliazione con i giapponese, stringendo la mano ai suoi torturatori. E aiutando
fino alla fine, un mese fa a 97 anni, i ragazzi in difficoltà a trovare la loro strada. Una vita da film, che per oltre
mezzo secolo tanti produttori hanno cercato invano di portare sullo schermo. Finché, un paio d'anni fa, la
storia di Zamperini è finita nelle mani di una regista con un solo altro film alle spalle ( In the L a n d o f B l o o
d a n d H o n e y , sul conflitto serbo-croato) ma che p o r t a u n n o m e a l q u a n t o riconoscibile: Angelina
Jolie, che incontriamo in una sala degli studios Universal, a due passi da dove sta finendo di montare il film.
Signora Jolie, perché la storia di Zamperini l'ha così colpita? «Anche se non posso paragonarmi a Louis,
anch'io ho sofferto e ho lottato nella vita. Vengo da una famiglia che si è rotta e non sapevo se sarei mai
riuscita ad averne una mia. Ho avuto problemi di salute, prima mia mamma, poi la mia mastectomia. Il mio
dolore è niente rispetto a milioni di persone che soffrono ben di più, ma ho sempre pensato che dobbiamo
comunque restare in piedi e trovare la nostra forza interna. Ed ecco, quando ci lamentiamo per le nostre
piccole cose figure come quella di Louis Zamperini e tutti quelli che sono riusciti a sopravvivere di fronte alle
sfide più impossibili sono sempre state di grande ispirazione per me». Purtroppo il suo protagonista è morto a
pochi mesi dall'uscita del film sulla sua vita. «Dicono che non dovremmo mai incontrare i nostri eroi, ma per
me Louis è stato un mentore, un padre e un amico. Un grande uomo, davvero. È per questo che voleva che il
film venisse fatto: non per una questione di ego ma perché c'è tanta sofferenza e tanta guerra nel mondo. E
lui credeva fermamente che lo spirito umano alla fine trionfa, che anche un individuo che non è perfetto ed è
pieno di problemi può far del bene. Quando era in ospedale gli ho portato il film, nel mio laptop. Ed è stata
un'esperienza unica vedere un uomo di 97 anni che ripercorrere la sua vita, un uomo che è stato un grande
sportivo il cui corpo si stava spegnendo. Ma ci ha sorriso fino all'ultimo. Ci manca: sappiamo che un altro
Louis Zamperini non lo incontreremo più». Parlando di sofferenza, come ambasciatrice dell'Onu come vive la
situazione a Gaza? «Vorrei potessimo depoliticizzare la situazione e vedere la catastrofe umanitaria. Non
posso immaginare nessuno il cui cuore non si spezzi di fronte a quei bambini in mezzo a tanto dolore. Come
mamma faccio fatica a vedere certi programmi in tivù e a leggere i giornali. Se sapessi cosa fare o cosa dire
per porre fine al conflitto o per ottenere almeno a un cessate il fuoco, lo farei in un attimo. Ma anche se prego
Dio, non ho una risposta. Tutto quel che posso fare è seguire le consegne di aiuti da parte del Commissariato
per i rifugiati dell'Onu. E non c'è solo Gaza. In Siria di pace o di tregua non si parla nemmeno più. La verità è
che abbiamo più rifugiati oggi che alla fine della Seconda Guerra Mondiale: 51 milioni di persone sradicate
dalle loro case e con l'Iraq adesso saranno 52. Una catastrofe che va affrontata pensando non solo alla
sicurezza degli Stati, ma anche alla sicurezza degli uomini». Tornando al cinema, lo farà poi il film con Brad
Pitt? E lo dirigerà lei? «Sì, anche se cerchiamo di non parlarne troppo. Non sarà un film d'azione ma una
storia intima che ho scritto un po' di anni fa per noi due. È stato difficile partire perché è la storia di una coppia
che passa attraverso esperienze molto profonde e questo ci rendeva nervosi, come attori e a livello
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La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato
LE INTERVISTE
31/07/2014
La Stampa - Ed. Nazionale
Pag. 1
(diffusione:309253, tiratura:418328)
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014
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La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato
personale. Ma adesso siamo pronti. E sì, lo dirigerò io».
Foto: Angelina con Zamperini, morto un mese fa a 97 anni
Foto: Sopra, una tenera immagine di Angelina Jolie con Louis Zamperini, scomparso il 7 luglio scorso; in alto
a destra, Zamperini alle Olimpiadi di Berlino nel 1936 e sotto l'attore che lo interpreta in «Unbroken», Jack
O'Connell, in una scena ambientata nella Seconda guerra mondiale UNIVERSAL PICTURES/AP Qui a
fianco, Angelina Jolie sul set di «Unbroken»: «Tutti quelli che sono riusciti a sopravvivere di fronte alle sfide
più impossibili dice l'attrice e regista - sono sempre stati di grande ispirazione per me»
31/07/2014
Libero - Ed. Nazionale
Pag. 30
(diffusione:125215, tiratura:224026)
EROI QUADRUMANI
La saga del pianeta delle scimmie all'ottavo capitolo Non stanca, anzi è un gran bello spettacolo
GIORGIO CARBONE
Ottavo capitolo (cinematografico) della saga del pianeta delle scimmie. Vediamo di raccapezzarci. Il pianeta
nacque nel lontano 1968 con un ottimo film di Franklin Schaffner che sfruttava al meglio la geniale idea di un
romanzo di Pierre Boulle (un astronauta sbarcava in una terra sconosciuta dove comandavano scimmie
intelligenti e gli umani eran trattati da schiavi cretini). Il successo propiziò negli anni '70 quattro seguiti
(d'interesse sempre più decrescente) e una serie tv. Silenzio fino al 2001 quando il grande Tim Burton prova
a fare il remake del capostipite e fallisce oltraggiosamente. Andò meglio al settimo e penultimo episodio
L'alba del pianeta delle scimmie (2009) che spiegava come tutto era cominciato. I quadrumani erano cavie da
laboratorio e un giorno si ribellavano. Per reagire alla cattiveria degli umani, ma soprattutto perché gli
esperimento hanno avuto un imprevisto effetto: i gorilla hanno imparato a usare il cervellino. Il numero 7
chiude con un manipolo di scimmie in fuga senza che i poliziotti riescano a fermarle. Da allora sono passati
15 anni, cupissimi per la razza umana. Un rivoluzionario medicinale (chiamato T 113) fabbricato per curare
l'Alzheimer s'è rivelato mortale per le persone, ma una vera manna per gli scimpanzè che hanno visto il
quoziente intellettuale aumentare da quasi zero a livelli di Einstein. Situazione. Il mondo è in rovina e i pochi
sopravissuti lottano per la vita ogni giorno. I meglio organizzati si stanno rivelando i quadrumani, che si sono
organizzati in colonie in situazioni abbastanza vivibili. La meglio organizzata si annida in una foresta di
sequoia delle California e la comanda il mitico Cesare, già protagonista dei capitoli quarto e quinto. Cesare è
un bravo animale e sarebbe propenso a una pacifica convivenza cogli uomini rimasti in California e ora
annidati in una fortezza edificata sulle rovine di San Francisco. Ma la sua buona volontà viene stoppata da
Koba uno scimmione guerrafondaio (qualche ragione ce l'ha, gli scienziati lo conciarono malissimo quando
faceva loro da cavia). Koba uccide Cesare e incendia il villaggio nella foresta. Poi con una tattica da dittatore
in pectore riesce a rifilare la colpa di entrambi i delitti a quelli di San Francisco. Le scimmie gli credono e
danno l'assalto alla fortezza. Gli umani sarebbero fritti se non intervenisse Cesare (redivivo). La battaglia
finale è scimmie contro scimmie. Vincono i quadrumani buoni, ma Cesare sa bene che la guerra è alle porte.
I delitti di Koba ricadranno sulla sua tribù. PIACERÀ A chi (dopo il capitolo sette) ha ritenuto che la saga
scimmiesca avesse ancora qualcosa da dire. Matt Reeves (il regista) non è conosciutissimo (però ha fatto
Cloverfield ) ma il suo film sui primati manda nel ripostiglio dei cattivi ricordi di Tim Burton. Certo, il digitale
non manca mai di stupire e progredire (folle che credeva chi il top fosse stato raggiunto dal Signore degli
anelli) . Ma i meriti maggiori di Apes revolution (la rivoluzione delle scimmie, hanno lasciato il titolo originale)
stanno soprattutto nella progressione drammatica.Il Cesare delle scene iniziali sembra quello degli scialbi
sequels degli anni settanta. Ma andando avanti il leader quadrumane assume la statura di un tragico eroe
elisabettiano. Un essere di pace costretto a fare la guerra. Peggio, costretto a farla sempre più convinto che il
conflitto non avrà mai fine. Pesanti allusioni? Forse, dopotutto dai conflitti in Medio Oriente alla foresta di
sequoia il passo non è poi così lungo...
Foto: Una scena del film «Apes Revolution» nelle sale italiane [Ansa]
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 31/07/2014 - 31/07/2014
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CINEPRIME/«Apes revolution»
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