Sala Verdi del Conservatorio – Via Conservatorio, 12 – Milano Giovedì, 16 gennaio 2014 – ore 21.00 SERIE «A» 2013/2014 BUDAPEST STRING CHAMBER ORCHESTRA GYÖRGY ORBÁN (1947) Bálzene (Musica da ballo) BÉLA BARTÓK (1881 – 1945) Divertimento per orchestra d’archi (1924) Allegro non troppo – Molto adagio – Allegro assai MÁRK RÓZSAVÖLGYI (1789-1848) Három csárdás (Tre ciarde) SÁNDOR VERESS (1907 – 1992) Quattro Danze della Transilvania FRANZ LISZT (1811 – 1886) Rapsodia Ungherese n. 2 in do diesis minore (trascr. per orchestra d’archi) BUDAPEST STRINGS CHAMBER ORCHESTRA Fondata nel 1977, è composta dai laureati dell'Accademia di Musica Franz Liszt di Budapest. Nel 1982 vince il Concorso Internazionale da Camera di Belgrado. Dal 1983 si esibisce in una serie di concerti nella Sala Grande dell'Accademia di Musica Franz Liszt , al Vigadó Budapest/ Redoute, la Sala Grande dell'Accademia Ungherese delle Scienze e in quasi tutte le sale da concerto più importanti di Budapest e dell'Ungheria. Nel 1995 comincia a organizzare il Festival Internazionale Haydn di Fertőd nello splendido Eszterhazy Castel con la partecipazione di musicisti rinomati come Andrea Rost, Jenő Jandó, Reinhold Friedrich, Miklós Perényi, András Ágoston, Irena Grafenauer, Lajos Lencsés, Béla Drahos, Nicolas Daniel. L'orchestra costituisce oggi uno dei gruppi leader a livello mondiale e collabora con artisti eccezionali quali: György Pauk, Zoltán Kocsis, Kristof Barati, László Fenyo, Josef Suk, Maria Kliegel, Peter Frankl, Stefan Vladar, Michael Martin Kofler, Paula Robison, Guy Touvron, Eugene Rousseau. La Budapest Strings Chamber Orchestra si esibisce regolarmente nelle più prestigiose sale da concerto d'Europa, Stati Uniti, Sud America e Giappone. Partecipa ai festival internazionali di musica quali: Budapest Spring Festival, Estate Carinzia (Austria), Danubius Fesztivál (Italia), Norwich, Canterbury, Festival Cricklade (Inghilterra) Festival Vallonia (Belgio) e Lancut (Polonia). I concerti sono spesso trasmessi in diretta radio e tv. Numerose sono le incisioni per Hungaroton, Nuova Era, Naxos, Laserlight, Capriccio. La Strings Budapest ha un contratto in esclusiva con la Delta Music per la quale ha registrato oltre 40 CD. Da menzionare la prima registrazione mondiale delle Sinfonie Concertanti di Johann Christian Bach. I componenti dell'Orchestra si esibiscono spesso in formazioni cameristiche più ristrette sia in patria sia all'estero. Dal 2009 l'orchestra presenta una serie di concerti esclusivi, la cosiddetta Serie Reale, nella splendida Grande Sala dell'Hotel Corinthia di Budapest. In quest'ambito sono stati invitati i rappresentanti più importanti degli artisti ungheresi come Andrea Rost, Miklos Perenyi, Vilmos Szabadi. La Strings Budapest partecipa attivamente alla vita culturale ungherese e attira il pubblico e le giovani generazioni con idee innovative e presentando spesso interpreti emergenti e compositori di talento. Nel 2001 all'orchestra è stato assegnato il Premio Bartók-Pásztori, che è una delle più alte onorificenze musicali in Ungheria. Nel 2006 ha ricevuto il premio artistico della Società Club Ungherese e nel 2008 un premio speciale da Artisjus. Nel 2009, a seguito della classificazione dei gruppi musicali professionali ungheresi, la Budapest Strings è stata posizionata al livello più alto tra le orchestre da camera. Il leggendario violoncellista Károly Botvay è il direttore artistico dell'Ensemble. SI RACCOMANDA VIVAMENTE DI SPEGNERE I TELEFONI CELLULARI Si ricorda che è vietato registrare senza l’autorizzazione dell’Artista e dell’organizzazione GYÖRGY ORBÁN – Bálzene (Musica da ballo) Ha studiato e insegnato all'Accademia di Musica di Cluj-Napoca fino al 1979, quando emigrò dalla Romania all'Ungheria, diventando professore di composizione presso l'Accademia Liszt di Musica, a Budapest, nel 1982. La sua produzione è dedicata soprattutto alla musica corale che mescola tradizione liturgica e contrappunto barocco con intrusioni dal jazz.Ha composto Canti, quattro Oratori, dieci messe, ventiquattro Mottetti e un’Opera. Nel 1991 ha vinto il Bartók Pásztory Award e nel 2002 ha ricevuto il Premio Erkel . BÉLA BARTÓK - Divertimento per orchestra d’archi (1924) Neanche una nuvola nel paesino svizzero di Saanen dove Bartòk passa l'agosto del 1939, ospite dei Sacher, il tempo ideale per quella gita nei dintorni che non si può permettere. Messo alle strette da un lavoro per l'Orchestra da Camera di Basilea, il secondo, dopo Musica per archi, percussione e celesta, che gli viene commissionato da quel monumento della musica del Novecento che è stato, appunto, Paul Sacher. Porterà a termine il Divertimento per orchestra d'archi in quindici giorni e la vacanza (operosa), come racconta in una lettera al figlio, gli sembrerà un ritorno a tempi antichi, quando il musicista godeva l'ospitalità del mecenate. L’anno è quello che precede l'esilio volontario negli Stati Uniti e in altre lettere di quel periodo, come nelle desolazioni del Sesto Quartetto che inizierà a comporre pochi giorni dopo, le fosche nubi di quei momenti terribili ci sono tutte. Ma il luogo, la solitudine, le circostanze di lavoro insolite e vissute con ironia, favoriscono una musica più distesa. Un poco anticipando il tono di distacco, da «terzo stile» che si avrà modo di cogliere distintamente nelle ultime pagine che nasceranno in America. Il Divertimento traspone in un ambito strumentale più ampio l'eccezionale maestria, unica nel Novecento, maturata nella scrittura quartettistica; di lì viene un intreccio polifonico costruito sempre con inventiva ma meno denso, meno complesso. Nello stesso tempo è la dimostrazione di come non sia inevitabile scrivere un brano «neoclassico» anche a voler conservare una carta fedeltà con il passato: la forma sonata, nell'Allegro non troppo, il rondò nel conclusivo Allegro assai, peraltro ripresi molto liberamente. L’alternanza fra il concertino (un gruppo di strumenti solisti) e il ripieno, come nel Concerto grosso barocco, in ciascun movimento; ma più per alleggerire il tessuto che per un vero contrasto. Anche la scelta di un espressività più distesa non va troppo esagerata. Il primo movimento ha un tema principale sereno, amabile, ma è fondato sulla stessa scala esoterica, moduleggiante (la cosiddetta scala «acustica») delle composizioni più sperimentali. E tutta la pagina è inoltre attraversata da unisoni e cluster lancinanti, che lacerano il tessuto degli archi. Ferite, certo, ma rimarginabili. Al centro, il Molto adagio è ancora un esempio di quella invenzione personalissima che è la «musica notturna». Sigla azzeccata, che però corre il rischio di tradursi in una formula, di raccontare sempre allo stesso modo il rinnovarsi di un incontro visionario con la materia. Nella parte centrale, prima che il discorso torni a frantumarsi, un pauroso, lento crescendo dei violini culminante nei trilli, poggia su un ostinato degli archi gravi di tale cupezza da offuscare quelle luminescenze e spegnerne i bagliori. Il Finale, interamente ritagliato nel ritmo e alla progressiva ricerca di un serrare le fila nella velocità più spinta, prova come le più disparate ascendenze etno-folcloristiche siano oramai totalmente assorbite e parte inscindibile del suo umanesimo contadino. Spiccano, al centro, l'exploit di un fugato su due temi e, prima di concludere, in pizzicato, la parodia di una musichetta sdolcinata. Un gesto simile a quello con cui, nel chiudere il Quinto Quartetto, introduceva un organetto di Barberia e con cui pure stavolta, garbatamente, prende in giro la banalità di una musica «leggera». MÁRK RÓZSAVÖLGYI - Három csárdás (Tre ciarde) Nato Mordecai Rosenthal, è stato compositore e violinista, noto come “il padre della Ciarda”. Nato in una famiglia on relazioni klezmer, studiò a Vienna, Bratislava e Praga; tornato a Pest, si dedicò alla composizione secondo uno stile tradizionale ungherese, che comprendeva il verbunkos - danza ungherese del XVIII secolo. Erroneamente, questo genere è stato a volte attribuito agli zingari perché di solito erano musicisti. Il nome deriva dal termine della lingua tedesca Werbung, derivato a sua volta dal verbo werben, che significa, in particolate, "arruolarsi". La musica e la danza corrispondente venivano eseguite nel corso del reclutamento militare, che era un evento frequente in quei tempi, da qui il carattere della musica. Le sue prime opere (oltre 200) furono pubblicate a Pest nel 1811. Nel 1812 fu nominato direttore dell’ orchestra al Teatro tedesco di Pest, da dove viaggiò molto attraverso l'Impero asburgico. Nel 1824 divenne membro della Società Filarmonica di Veszprém e il suo nome "Rosenthal" diventò "Rózsavölgyi". Diede numerosi concerti durante le cerimonie di incoronazione a Bratislava nel 1825 e nel 1835 si esibì all'Opera di Vienna. Due anni dopo, in occasione dell'apertura del nuovo Teatro Nazionale di Pest , una sua composizione venne eseguita dall’Orchestra ungherese, di cui divenne membro regolare.Negli anni Quaranta formò un suo proprio gruppo che si esibì nel maggio del 1846 a Pest davanti a Liszt, il quale utilizzò alcune delle melodie di Rózsavölgyi nelle sue Rapsodie ungheresi (nn. 8 e 12 ). Fra i suoi allievi ci furono musicisti noti come Patikárus, Sárközi, Farkas . Dopo la sua morte, il poeta nazionale Sándor Petőfi gli dedicò un lungo poema in cui rimprovera la Nazione per il fatto che gli ultimi anni del musicista fossero stati travagliati da difficoltàà economiche. Rózsavölgyi morì in relativa povertà a Pest dove fu sepolto nel cimitero ebraico .Suo figlio Julius (Gyula) fondò una casa editrice musicale nel 1850, che ancora esiste a Budapest. SÁNDOR VERESS - Quattro Danze della Transilvania Nato a Kolozsvar, città ungherese oggi Cluij (Romania), ha studiato con Bartòk (pianoforte) e Kodàly (composizione). Ha rapidamente trovato un linguaggio musicale indipendente dai suoi maestri; dopo aver sostituito Kodaly nella cattedra di composizione all'Accademia di Budapest, fu il compositore la cui personalità marcò maggiormente l'Ungheria del dopoguerra (Gyorgy Ligeti e Gyorgy Kurtag furono tra i suoi allievi). Non avendo nessun'intenzione di sottomettersi alle ingiunzioni della dittatura culturale staliniana, Veress scelse la via dell'esilio verso la Svizzera nel 1949. Come professore di composizione al Conservatorio di Berna, Veress ha sicuramente esercitato un'influenza su tutta una generazione di giovani musicisti svizzeri: Heinz Holliger, Juerg Wyttenbach, Urs Peter Schneider, Roland Moser e molti altri ancora, seguirono i suoi insegnamenti. Il periodo immediatamente successivo alla sua emigrazione, fu quello del suo incontro con la scuola di Vienna e la pittura di Paul Klee. Veress ha vissuto in Svizzera dal 1949, è morto il 4 marzo 1992 a Berna. Il 12 dicembre 1991, ossia diciassette anni dopo la sua prima richiesta di naturalizzazione, la nazionalità svizzera gli fu finalmente concessa. Ha scritto musica barocca e polifonica, oltre a dedicarsi alla ricerca si u8na sintesi tra musica popolare e musica colta, come dimostrano le Danze del 1944. FRANZ LISZT - Rapsodia ungherese n. 2 in do diesis minore Nelle Rapsodie Ungheresi per pianoforte, Liszt dà una spinta enorme verso quella ricerca di carattere nazionale, che troverà dopo di lui il massimo interprete in Bartòk. La Rapsodia n. 2, una delle più famose, è anche una delle più trascritte; Liszt stesso ne fece una versione per quattro mani e una per orchestra. È divisa in due parti ben distinte; la prima, Lassan, in tempo lento, con un tema molto penetrante, note lunghe e un andamento ritmico classico, è arricchita di scalette e molte fioriture che servono a Liszt per una certa libertà ritmica. La parte centrale, secondo la tradizione delle Rapsodie, riprende sul pedale di dominante uno spunto tematico, porta a un tempo più rapido e a una cadenza che sfocia nella ripresa, ulteriormente fiorita, del tema iniziale. La seconda parte, detta Friska, è in forma di Rondò. L’andamento è costantemente rapido con un dialogo, pressoché continuo, fra il basso e gli acuti che si scambiano le idee. PROSSIMI CONCERTI Lunedì 20 gennaio 2014 – ore 21.00 (Sala Verdi del Conservatorio – Via Conservatorio, 12 – MI) (Valido per A+F; A; A1; COMBINATA 1; ORFEO 1) Pianista OLLI MUSTONEN L. v. BEETHOVEN Sonata in la maggiore op. 101; Sonata in mi minore op. 90; Variazioni WoO 71 “Das Waldmaedchen” - R. SCHUMANN Kinderszenen op. 15 - S. PROKOFIEV Sonata 6 in la maggiore op. 82 Biglietti: Intero € 15,00 – Ridotto € 10,00 * N. B. Venerdì 24 gennaio 2014 – ore 21.00 (Sala Verdi del Conservatorio– Via Conservatorio, 12-MI) (Valido per A+F; A; A2; COMBINATA 2; ORFEO 2) Pianista FREDDY KEMPF L. V. BEETHOVEN Sonata n. 30 in mi maggiore op. 109 - R. SCHUMANN Studi sinfonici op. 13; Toccata in do maggiore op. 7 - M. MUSSORGSKY Quadri di un’esposizione Biglietti: Intero € 15,00 – Ridotto € 10,00 Giovedì 30 gennaio 2014 – ore 21.00 (Sala Verdi del Conservatorio – Via Conservatorio, 12 – MI) (Valido per A+F; A; A2; COMBINATA 2) Violista SIMONIDE BRACONI - Pianista HANS FAZZARI W. A MOZART Duo n. 1 K.423; Duo n. 2 K424; Sonata in mi minore K. 304 - F. SCHUBERT Sonata op. 137 n. 3 (D.408) Biglietti: Intero € 15,00 – Ridotto € 10,00 Venerdì 31 gennaio 2014 – ore 20.00 (Teatro Dal Verme - Via San Giovanni sul Muro, 2 – MI) (CONCERTO FUORI ABBONAMENTO) «in collaborazione con Progetto Itaca» «RENZO ARBORE L’ORCHESTRA ITALIANA» Biglietti: PROGETTO ITACA –Tel. 02.62695235 * Giovedì 6 febbraio 2014 - ore 19.00 (Salone d’Oro della Società del Giardino – Via San Paolo, 10) "Io porto in bocca la musica del mondo”. GIORDANO BRUNO GUERRI , Presidente de “Il Vittoriale degli Italiani” parlerà del rapporto tra D’Annunzio e la Musica. * gradita conferma: mail [email protected] - tel. 02 29408039 INFORMIAMO CHE ALLA BIGLIETTERIA SERALE DEL CONSERVATORIO SONO DISPONIBILI, PER IL PUBBLICO DI “SERATE MUSICALI”, I BUONI SOSTA PER IL PARCHEGGIO DI VIA MASCAGNI A € 5,00 CON VALIDITÀ DI 3 ORE (20.00 - 24.00). ASSOCIAZIONE «AMICI DELLE SERATE MUSICALI» ICALI» Presidente Onorario Hans Fazzari *** Soci Fondatori Carla Biancardi Franco Cesa Bianchi Giuseppe Ferreri Emilia Lodigiani Enrico Lodigiani Luisa Longhi Stefania Montani Gianfelice Rocca Luca Valtolina Amici Benemeriti Alvise Braga Illa Fondazione Rocca Ulla Gass Thierry le Tourneur d’Ison Mario Lodigiani Pagel Elisabetta Riva Giovanna e Antonio Riva Società del Giardino Amici Giovanni Astrua Testori Maria Enrica Bonatti Luigi Bordoni - Centromarca Roberto Fedi Ugo Friedmann Jacopo Gardella Camilla Guarneri Miriam Lanzani Lucia Lodigiani Maria Giovanna Lodigiani Paolo Lodigiani Maria Candida Morosini Rainera e Mario Morpurgo Gian Battista Origoni Della Croce Giovanna e Antonio Riva Giovanni Rossi Alessandro Silva Maria Luisa Sotgiu Marco Valtolina Beatrice Wehrlin Soci Giorgio Babanicas Denise Banaudi Antonio Belloni Umberto e Giovanna Bertelè Mimma Bianchi Elisabetta Biancardi Claudio Bombonato Valeria Bonfante Giancarlo Cason Piero De Martini Fabio De Michele Maya Eisner Donatella Fava Carlo e Anna Ferrari Maria Teresa Fontana Bianca e Roberto Gabei Matilde Garelli Giuseppe Gislon Maria Clotilde Gislon Fernanda Giulini Yasunory Gunji Ferruccio Hurle Vincenzo Jorio Giuliana e Vittorio Leoni Giuseppe Lipari Eva Malchiodi Giuseppina Maternini Luisa Migliavacca Guya Mina Lucia ed Enrico Morbelli Luisa Consuelo Motolese Lilli Nardella Maria Vittoria Negri Mirella Pallotti Ede Palmieri Stefano Pessina Francesca Peterlongo Giovanni Peterlongo Giuseppe Pezzoli Gian Pietro Pini Raffaella Quadri Paolo Rota Giustiniana Schweinberger Paola e Angelo Sganzerla Marilena Signorini Maria Luisa Sotgiu Giuseppe Tedone Adelia Torti Vivere l’Arte Graziella Villa Giuseppe Volonterio «SERATE MUSICALI» AMICI STORICI Diana Bracco Giuseppe Barbiano di Belgiojoso Ugo Carnevali Fedele Confalonieri Mediaset Roberto Formigoni Gaetano Galeone Fernanda Giulini Famiglia Giulini Bianca Hoepli Gianni Letta Emilia Lodigiani Mario Lodigiani Famiglia Lodigiani Roberto Mazzotta Arnoldo Mosca Mondadori Cristina Muti Paolo Pillitteri Fulvio Pravadelli Quirino Principe Gianfelice Rocca Carlo e Rosanna Sangalli **** Banca Popolare di Milano Camera di Commercio di Milano Fondazione Cariplo Fondazione Rocca Mediaset Publitalia Studio Legale De Zigno **** † Shura Cherkassky † Peter Ustinov † Tino Buazzelli † Giuseppe Lodigiani † Carlo Maria Badini † Leonardo Mondadori † Giovanni Spadolini † Carlo Zecchi