Periodico d’informazione politica a cura dell’associazione Democratici Arvalia
Aprile 2007
n°0
Partito Democratico:
senza “se”e senza “ma”
PAG. 2
EDITORIALE
Finanziaria 2007
PAG. 8
di Gianni Paris
Presidente del XV Municipio di Roma
Partito Democratico
è e sarà l’espressione
del sentire della gente.
Il partito Democratico non nasce in
un giorno e per un’esigenza del momento ma è un percorso naturale che
rappresenta la risposta più efficace e
sensata alle grandi questioni che l’oggi presenta ed impone. Il PD è e sarà
l’espressione del sentire della gente,
lo strumento adeguato per un riformismo coraggioso e forte. Sarà una
casa comune: la casa delle grandi sfide e delle grandi risposte, la casa dei
valori universali, la casa delle esperienze e delle identità che hanno contribuito ai cambiamenti portatori nella nostra storia di progresso economico e sociale. Sarà la casa delle forze
riformiste che avranno la capacità di
trovare la loro sintesi partendo oggi
più di ieri da obiettivi concreti, atterrando su risultati tangibili, necessari e
urgenti.
Continua a pagina 6
Una scomoda verità
PAG. 13
INDICE
Osservatorio politico
Partito Democratico:
senza “se” e senza “ma”
Le radici antiche della libertà
La storia siamo noi!
Cultura e società
Intervista a Fabrizio Grossi:
i progetti per il sociale
Ambiente. Voglia di futuro
Una scomoda verità
pag 2
pag 6
pag 10
Comunica la politica?
E se i partiti fossero aziende?
L’indulto: un male necessario
pag 4
pag 7
pag 10
Il protocollo di Kyoto.
Soluzioni per un pianeta
ammalato
Verso il Partito Democratico,
anzi contro
pag 4
Partito Democratico:
laboratorio Roma
pag 5
pag 5
Osservatorio economico
Finanziaria 2007:
risanamento e sviluppo
pag 8
Liberalizzazioni.
Dalla parte del cittadino
Il senso della cultura
pag 11
Per le vie di Pasolini
pag 12
La più grande biblioteca
di Roma a Marconi
pag 13
pag 14
Risparmio energetico
nella Finanziaria 2007.
Vantaggi ai cittadini
pag 15
pag 12
pag 9
www.caffedemocratico.it
Aprile 2007
CAFFÈ DEMOCRATICO
OSSERVATORIO POLITICO
2
Partito Democratico:
senza “se” e senza “ma”
Non tutti sanno navigare, non tutti sanno tracciare la rotta, non tutti vogliono partire…
ma una cosa è certa “l’isola che non c’è” ormai non c’è più davvero…
e gli italiani non vogliono e non possono attendere.
di Daniela Gentili
a generazione dei ventenni ritiene, probabilmente a ragione,
di avere meno opportunità dei
propri genitori. La mobilità sociale appare paralizzata. Anche i matrimoni in
netto calo lo evidenziano. I giovani
hanno poca fiducia nel sistema partitico e nelle istituzioni. L'impegno politico attivo, secondo l’Istituto Iard (cooperativa di ricerca e formazione), coinvolge una piccolissima fetta di ragazzi appena il 4% - ed il 23% dichiara di non
interessarsi affatto di politica.Ben l’80%
dei giovani dichiara di non aver fiducia
nel futuro. Leggiamo che, secondo
Mediobanca, le imprese di medie e
grandi dimensioni, hanno realizzato il
massimo dei profitti degli ultimi 15 anni (i 2/3 di questi profitti sono relativi alle aziende che si occupano di energia e
telecomunicazioni, settori dove esistono situazioni di monopolio o duopolio).
D’altra parte, basta guardare la tabella
relativa alla dinamica delle retribuzioni
reali pro-capite nel periodo 1998-2005
per vedere l’andamento modesto dei
redditi di un cittadino italiano rispetto
ad uno britannico.
L
REGNOUNITO
FRANCIA
GERMANIA
ITALIA
1998
2005*
C R E S C I TA
102,9
101,2
99,9
96,4
127,8
109
103,9
98,1
24,9
7,8
4,0
1,7
Fonte : elaborazione su dati Commissione europea
(«European Economy» - n. 5, 2003) – parametro base = 100 *stima
Infiniti potrebbero essere gli esempi con
le relative fonti da citare, i dati statistici,
che ci dicono c’è crisi,c’è declino,almeno
dal punto di vista del cittadino.Ma non è
necessario ricorrere alle cifre ufficiali o
ascoltare comizi e trasmissioni televisive
per accorgersi delle variazioni del potere
di acquisto, del sostanziale cambiamento, in peggio, del tenore di vita.
Non c’è da scomodare l’Istat o altri autorevoli istituti di ricerca per constatare
la difficoltà di trovare un’occupazione
stabile che garantisca una remunerazione soddisfacente, di acquistare o affittare una casa, di creare un nuovo nucleo familiare garantendone poi i bisogni primari. I provvedimenti del governo Prodi hanno iniziato ad invertire la
tendenza. La Legge Finanziaria 2007 ne
è un chiaro segno, anche se approvata
attraverso passaggi travagliati e a seguito di discussioni a volte un po’ troppo accese nell’ambito della maggioranza. Ora è il momento di accelerare. I segnali sono evidenti. È cambiato radicalmente lo scenario internazionale, ci troviamo di fronte a nuovi rapporti di forza. Rende bene l’idea la definizione di
Lucio Caracciolo, direttore della prestigiosa rivista di geopolitica Limes “l’Italia
si collocava in passato come un grande
paese in un piccolo mondo”, dove la cre-
scita economica, l’industrializzazione, la
ricerca, lo sviluppo erano prerogative di
pochi Stati, di una sparuta minoranza
della popolazione mondiale. “Oggi
l’Italia rischia di essere un piccolo paese
in un grande mondo”. Occorre fare i conti con lo sviluppo e le pressioni asiatiche, la crescita economica esponenziale di parti importanti dell’ex terzo mondo. E noi non siamo al passo. I problemi
italiani sono strutturali, il sistema politico/partitico, nel passato, non ha elaborato risposte efficaci, né ha espresso
progettualità o pianificato interventi
adeguati. I governi che si sono susseguiti non hanno avuto la forza e/o la
lungimiranza per poter prendere le decisioni radicali, necessarie, improrogabili. La nostra storia recente, le scelte di
governo degli ultimi anni, unitamente
alle scelte mancate, hanno generato un
sistema Italia che non ha investito sul
futuro. Questo non è più consentibile.
Basta pensare all’ambiente, alla crisi
energetica, al sistema previdenziale ed
a mille altri aspetti che attendono risposte concrete e che non sono e non
possono essere patrimonio rivendicativo di movimenti specifici. Ma l’Italia ha
una storia ricca di tradizioni e ingegno,
coraggio e valori, ha risorse naturali,
culturali, umane, ha talento. Il Partito
Democratico nasce, o meglio nascerà,
grazie ad una profonda spinta riformista che parte dall’analisi del sistema
Italia, dalla consapevolezza dell’urgenza di un profondo cambiamento del sistema politico. Esso si dovrà proporre
in una nuova forma-partito, nell’adozione di nuove modalità di partecipazione che la società reclama, lasciando
alla storia antiche ideologie ed esigenze di appartenenza, con tutto
il rispetto ed il valore che queste
hanno rappresentato nella crescita
sociale e culturale del nostro paese.
GLOSSARIO
Sviluppo sostenibile: Il miglioramento della qualità di vita di ciascuno, oggi e per le generazioni future. Si tratta di una visione del progresso che associa sviluppo economico, tutela dell’ambiente e
giustizia sociale (www.europa.eu) Pluralismo: Nelle scienze sociali, il termine pluralismo si riferisce a una struttura di interazioni nella quale i diversi gruppi si mostrano rispetto e tolleranza reciproci, vivendo ed interagendo in maniera pacifica, senza conflitti e senza prevaricazioni e senza che nessuno tenti di assimilare l’altro. Il pluralismo è probabilmente una delle caratteristiche più importanti e più tipiche delle società moderne, e sarà sempre più un elemento propulsore del progresso scientifico ed economico. Nelle società autoritarie od oligarchiche il potere politico è concentrato in
poche mani e le decisioni vengono prese da un ristretto numero di persone. Al contrario, in una società pluralistica il potere e la facoltà di prendere decisioni sono distribuiti. Si ritiene che questo conduca ad una più ampia partecipazione all’impegno politico e sociale a favore di tutti, e che ciò possa dare risultati migliori di quelli delle forme politiche menzionate in precedenza. Alcuni esempi di
gruppi umani basati sul pluralismo sono l’azienda e la comunità scientifica. (Tratto da Wikipedia, l'enciclopedia libera http://it.wikipedia.org)
Periodico d’informazione politica a cura dell’associazione Democratici Arvalia
www.caffedemocratico.it
CAFFÈ DEMOCRATICO
3
APPROFONDIMENTO
Negli ultimi 30 anni (tra il 1975 e il 2005) le unioni coniugali hanno segnato una diminuzione del 32,4%, con un decremento medio annuo dell'1,1%, passando da 373.784 nel 1975 (con un indice pari a 6,7 ogni 1000 abitanti) a 250.974 nel 2005 (4,3 ogni 1000 abitanti); inoltre l'età media per le prime nozze, negli ultimi tre decenni, è salita di sette anni tra gli uomini (da 26,3 anni nel 1975 a
33,2 nel 2003) e di oltre cinque anni tra le donne. Questo ci viene evidenziato in un rapporto dell' Eures (Istituto per le Ricerche Economiche e Sociali).
A Roma, una ricerca sempre condotta dall’Eures, promossa dal Comune, pubblicata a febbraio 2003, su un campione di giovani tra i 15 e i 29 anni, relativa alla condizione giovanile, evidenzia che
la tipologia contrattuale nel rapporto di lavoro è prevalentemente virtuale o atipica. Èelevato il numero di giovani che pur lavorando (o avendo lavorato) non ha (o non ha avuto) un vero e
proprio contratto di lavoro: tale quota raggiunge il 43,1% del campione esaminato, più elevata tra le ragazze (il 44,7% contro il 41,8%). Per i regolari emerge con forza l’assoluta predominanza e diffusione dei contratti a termine o atipici rispetto a quelli a tempi indeterminato; tale dato risulta in linea con le tendenze attuali del mercato del lavoro dove tra i nuovi contratti, quelli flessibili incidono
in maniera rilevante. Il lavoro a tempo indeterminato interessa solamente l’11,9% del campione intervistato, mentre in tutti gli altri casi sono stati stipulati contratti di collaborazione occasionale (16%),
di collaborazione coordinata e continuativa (9,2%), di formazione lavoro (5,2%), di apprendistato (3,7%) e infine l’interinale (1,8%). Risulta elevatissima la quota di giovani - tra gli occupati - che svolge un lavoro part-time (56%).
Ben sette giovani europei su dieci secondo l’Eurobarometro (analisi e sondaggi dell’Unione
Europea) attribuiscono a ragioni di carattere materiale la tardiva uscita di casa. Questo allarme è
stato lanciato già nel 2001.
L’età media dei ricercatori a ruolo – in un settore così vitale per lo sviluppo – fino allo scorso anno
superava i 50 anni. La migrazione di talenti all’estero rappresenta un fenomeno gravissimo per lo
sviluppo di un paese.
Fa riflettere anche il dato delle imprese italiane che nel 2005, sempre secondo Mediobanca, hanno investito il 10% in meno rispetto a dieci anni fa. Il primato del rendimento del capitale risulta massimo proprio nell’energia dove il Roi (Return on investiment), l’indice misurato dal rapporto tra reddito operativo e capitale investito, raggiunge il 17,3%.
Rallenta la mobilità sociale. Il grande ceto medio ristagna
Censis (Centro Studi Investimenti Sociali) giugno 2006: Meno mobilità, più ceti, meno classi
La mobilità sociale rallenta nel nostro paese, fino a una stasi incipiente. […] L’unica classe che sembra essere riuscita a tutelare bene la posizione delle generazioni successive è quella borghese imprenditoriale; mentre non può dirsi lo stesso per la classe borghese professionale e per quella intellettuale, i cui figli molto spesso hanno conosciuto processi di mobilità discendente.[…] La mobilità discendente ha riguardato il 15,3% dei lavoratori, per il 10,2% figli delle classi intermedie oggi nella classe operaia, e per il 5,1% figli di borghesi defluiti nelle classi intermedie.
È soprattutto nella forte differenziazione dell’accesso alle opportunità formative che probabilmente si sostanzia l’elemento più concreto di scarsa mobilità sociale. La possibilità di accedere agli studi
universitari rimane appannaggio quasi esclusivo delle classi più elevate: sono studenti il 18,1% dei maggiorenni figli della borghesia contro il 4,1% dei figli della classe operaia. E questi dunque si trovano a dover affrontare una serie di ostacoli preliminari anche solo per poter provare ad investire le loro risorse e le loro capacità in un’aspirazione di scalata sociale.
Paese
Città
Retribuzione lorde
Retribuzioni nette
Danimarca
Regno Unito
Lussemburgo
Irlanda
Svezia
Olanda
Austria
Finlandia
Germania
Belgio
Spagna
Francia
Italia
Portogallo
Grecia
Italia
Copenaghen
Londra
Lussemburgo
Dublino
Stoccolma
Amsterdam
Vienna
Helsinki
Berlino
Bruxelles
Madrid
Parigi
Milano
Lisbona
Atene
Roma
43.000
29.900
22.800
22.700
26.900
23.800
22.300
20.500
23.100
22.400
14.800
15.800
15.500
12.700
10.800
13.500
29.000
22.100
19.300
18.100
17.400
16.400
15.900
15.800
15.000
14.500
12.400
12.300
10.200
10.000
8.800
8.800
Incidenza oneri
fiscali e contributivi
48,3
35,3
18,1
25,4
54,6
45,1
40,3
29,7
54,0
54,5
19,4
28,5
52,0
27,0
22,7
53,4
Retribuzioni nette
relative (Roma=100)
329,5
251,1
219,3
205,7
197,7
186,4
180,7
179,5
170,5
164,8
140,9
139,8
115,9
113,6
100,0
100,0
Potere di acquisto
delle retribuzioni
15,4
11,9
13,0
11,5
10,0
11,1
9,9
9,6
10,5
9,6
9,5
7,2
7,2
8,1
6,3
6,3
Fonte: elaborazione su dati Ubs 2003 («Prices and Earnings», gennaio 2004) – Osservatorio Fiom-Cgil
Il potere d’acquisto dei redditi familiari annui
Imprenditori e liberi professionisti
Impiegati
Operai
2002-2005
+ 9.053
- 1.434
- 1.425
Fonte: elaborazione su dati Ubs 2003 («Prices and Earnings», gennaio 2004) – Osservatorio Fiom-Cgil
L’obiettivo è perseguire una politica
che parta dai contenuti, che si costituisca e si articoli sulla base di valori universali. Una politica che coinvolga tutte
le componenti economiche – culturali sociali che sono la base della ricostruzione e del rilancio del nostro paese. Un
partito nuovo che trae dal pluralismo
l’ambizione a governare il Paese, che
nel pluralismo fonda la sua forza, l’abilità di rappresentare, la determinazione,
la capacità di riformare. È necessario ed
improrogabile pensare ad una politica
che sappia e voglia porre il cittadino ed
i suoi diritti al centro delle scelte, un cittadino inteso come consumatore, co-
La perdita cumulata di potere d’acquisto dei redditi delle famiglie con capofamiglia operaio o impiegato nel periodo
2002-2005 si contrappone ad una crescita del potere d’acquisto delle famiglie degli imprenditori e dei liberi professionisti: con le manovre fiscali del governo di centro-destra si è registrato un ulteriore allargamento della forbice a sfavore dei bassi redditi. Ponendo nel 2005 il reddito familiare medio italiano pari a 100, il reddito delle famiglie di operari in proporzione si traduce in 78, mentre per gli imprenditori e autonomi in 215.
Fonte: elaborazione IRES su dati Banchi d’Italia (i bilanci delle famiglie italiane – 2004) e ISTAT (Rapporto annuale 2004)
me abitante, come lavoratore, come
persona. Occorre pensare ad una politica che promuova lo sviluppo sostenibile del territorio, della tecnologia e del
benessere strutturando interventi organici, sulla base di investimenti derivanti da risorse pubbliche e private rispetto ad un piano complessivo, secondo un’idea di società, un’idea di civiltà.
I grandi temi devono necessariamente
essere trattati, nell’ambito di un piano
complessivo, da un Governo, che sia
espressione di un partito largamente
rappresentativo, che sappia superare
logiche di parte ed operare nell’interesse vero dell’Italia e del suo popolo. Il
Periodico d’informazione politica a cura dell’associazione Democratici Arvalia
cittadino, l’elettore, non si cura delle crisi ideologiche, identitarie, non si cura
delle paure, legittimamente umane, di
perdita di visibilità dei piccoli partiti,
movimenti, correnti e correntoni che si
contrappongono alla nascita del PD.
Attende, piuttosto, una riforma elettorale che garantisca governabilità, stabilità, equilibrio ma anche efficacia.
Chiede equità, ragionevolezza ed è
portatore di bisogni e di interessi. Il cittadino rivendica il suo futuro, rivendica
contenuti e non demagogia, rivendica
crescita economica e sociale, mestieri
nuovi, strumenti adeguati per la sua
competitività sia in ambito nazionale
sia internazionale, rigetta l’idea di un
paese assimilabile ad una carcassa da
spolpare, rivendica la voglia e la capacità di sognare e la possibilità di realizzare. Da dove cominciare? Dal territorio.
Dalle specifiche vocazioni. Dal sostenere l’industria del sapere. Dall’assicurare
il supporto alla piccola e media impresa. Dalla riscoperta dell’artigianato.
Dalla valorizzazione del turismo.
Dall’esportazione del “modello Roma”,
ecc.. ecc… Quando cominciare? Subito.
Come cominciare? Con coraggio. Nel
modo in cui quattro milioni di italiani
hanno saputo, voluto e mostrato in occasione delle primarie: partecipando.
www.caffedemocratico.it
OSSERVATORIO POLITICO
Aprile 2007
OSSERVATORIO POLITICO
4
Aprile 2007
CAFFÈ DEMOCRATICO
Comunica la politica?
di Pino Nazio
a finanziaria non ha avuto un
buon impatto nel paese e politici di primo piano come
Fassino e Prodi, ammettono candidamente che “c’è stato un problema di
comunicazione”. Certo l’ampiezza dei
provvedimenti e l’impopolarità di alcuni interventi erano difficili da digerire. Ma nulla, nella società della comunicazione, si presta a una sola lettura, a
una sola interpretazione. Comunicata
bene la stessa assume un significato
diverso. E dopo l’autocritica del leader
L
dei Ds e del presidente del Consiglio ci
si sarebbe aspettati dei provvedimenti. Cambiamento dei responsabili della
comunicazione dei partiti del centrosinistra e del governo, un dibattito pubblico, con la partecipazione di esperti,
ricercatori, giornalisti, alla caccia di
possibili rimedi. E invece? Invece non è
successo niente. Zero. Nulla di fatto.
Tutto come prima. In attesa del prossimo scivolone comunicativo. La par
condicio ci impone di passare all’altro
schieramento. Berlusconi e Gianfranco
Fini, dal giorno dopo le elezioni, hanno
sfornato un unico, ossessivo ritornello:
“la maggioranza siamo noi!”. Solo che
all’inizio il motivetto affondava le ragioni su presunti brogli elettorali, per
poi diventare, sempre più freneticamente, la citazione dell’ultimo sondaggio. Sarà pur vero che il governo Prodi
non gode di ottima salute, ma può una
forza che aspira a rigovernare il paese
non riuscire ad avanzare una sola proposta alternativa negli oltre 10 mesi
che ci separano dal voto? Dal suo inse-
diamento il governo ha sfornato provvedimenti importanti sul precariato,
sulle liberalizzazioni, sull’Alitalia, ha
aperto nuovi canali economici con colossi come Cina e India.
Dall’opposizione solo una sequela interminabile di “no!”. Berlusconi e Fini
hanno capito che è vero quello
che molti analisti della comunicazione
ripetono spesso: non è tanto importante quello che si dice, ma come lo
si dice. E loro, furbi, non dicono niente.
Ma lo dicono così bene.
Verso il Partito Democratico,
anzi contro.
di P. N.
o assistito alla presentazione
di una delle mozioni che al
prossimo congresso dei Ds si
batterà affinché non si costituisca una
unica formazione politica con la
Margherita. A Sostenere le ragioni del
“no” alla nascita del Partito
Democratico c’era il leader di quella
corrente, il ministro dell’Università e
della Ricerca, Fabio Mussi (prima dell’annuncio di una scissione dai Ds).
Contrari o dubbiosi alla costruzione del
Pd ci sono anche nel partito di Rutelli, e
tutti, a destra e a sinistra dei due partiti, alzano la bandiera dell’identità che
verrebbe snaturata nel nuovo soggetto
politico. Ma la visione di molti militanti,
simpatizzanti e semplici elettori è meno strumentale ed è rivolta verso la ricerca delle ragioni che unisco più di
quelle che dividono. C’è un gran bisogno di aggregazione politica in Italia (e
non solo nell’Ulivo), il sistema è prigioniero di ricatti di piccolissimi partiti, le
divisioni che una volta affondavano in
un mondo diviso in blocchi oggi non
hanno più ragione di esistere. Nei prossimi interventi su questo giornale pro-
H
verò a tornare sulla questione parlando
di quanto avviene nella Margherita, ma
ora voglio soffermarmi su alcuni capisaldi del ragionamento di Mussi.
Secondo il ministro costruire un unico
soggetto politico farebbe sparire parole come “sinistra” e “socialista”, ancora
preziose, metterebbe a rischio la tenuta
elettorale dei Ds, aprirebbe la strada alle posizioni più oltranziste, lasciando
spazio alle tesi dei “teodem”. La risposta
di Mussi sarebbe quella di lasciare distinti i due soggetti. E a chi gli obietta
che, in fondo, l’incontro di forze che affondano le loro radici in storie e tradizioni diverse sia già stata una intuizione di Enrico Berlinguer con il compromesso storico ed era vicina al progetto
di Aldo Moro, Mussi risponde un secco
“no!”. Secondo il ministro il compromesso storico era un accordo di governo ed
aveva la sua forza nel fatto che assieme
i due partiti superavano il 70% dell’elettorato, mentre oggi i loro eredi
non arrivano a raccogliere un terzo dei
voti. Ma non è forse proprio questa una
ragione in più per mettersi assieme?
Con la Dc al 38% dei voti e il Pci al 34%
Periodico d’informazione politica a cura dell’associazione Democratici Arvalia
entrambi avrebbero potuto legittimamente aspirare a guidare il paese con
un proprio schieramento. E poi l’idea di
compromesso storico di Berlinguer era
molto di più che un cartello di governo,
era un progetto di profonda trasformazione dell’Italia che sarebbe potuta avvenire solo con uno straordinario concorso di forze. E l’Italia di oggi non ha
bisogno di un grande progetto per
uscire dalla stagnazione, non solo economica, in cui l’hanno gettata prima gli
anni del CAF e poi 5 anni di governo
Berlusconi (preoccupato delle sue
aziende e delle sue vicende personali
più che delle sorti del paese). Se il percorso della costruzione del Pd dovesse
portare a togliere qualche parola dall’armamentario ideologico del nuovo
partito siamo sicuri che non sia il giusto
pedaggio da pagare sulla strada della
costruzione di un soggetto molto più
grande e capace di attrarre nuove forze? Questa resistenza al cambiamento
ricorda troppo il terribile scontro che
attraversò il Pci al tempo del passaggio
al Pds, con la riduzione della falce e
martello in piccolo ai piedi della
Quercia. Ma chi può sostenere che il
partito di Fassino, D’Alema e Veltroni
sarebbe stato più forte se si fosse ancora chiamato Pci. Mussi nella sua ricostruzione omette di citare l’unico dato
di rilievo e inconfutabile dal punto di
vista elettorale: se Ds e Margherita invece di presentarsi divisi al Senato si
fossero presentati sotto l’unico simbolo dell’Ulivo -com’è avvenuto alla
Camera- oggi il governo Prodi non sarebbe appeso al filo della volontà di un
senatore, dichiaratamente trozkista. E anche la sua poltrona di ministro
dell’Università e della Ricerca traballerebbe un po’meno.P.S.Il 30 marzo,dopo una
deludente raccolta di consensi (la mozione si è fermata attorno al 15% dei degli
iscritti Ds nei congressi delle sezioni)
Mussi annunciato che se ne andrà dal partito.Lavorerà a una nuova formazione della sinistra con Rifondazione comunista di
cui dovrebbe –questo sembra assodatodiventare segretario. Come dargli torto?
In fondo, nel partito di Fassino, D’Alema e
Veltroni, che spazio avrebbe avuto?
Meglio spaccare il partito e avere di diritto
uno spazio nel pastone politico dei Tg.
www.caffedemocratico.it
CAFFÈ DEMOCRATICO
Partito Democratico:
laboratorio Roma
di Cristiana Demi
d è a Roma che il PD aveva già
mosso ,i primi passi sul terreno
della concretezza. Partiti, movimenti e associazioni si sono incontrati
per ,annunciare la prima iniziativa congiunta: sabato 16 dicembre numerosi
,banchetti sulle piazze e le vie romane
,dove i cittadini hanno potuto informarsi
sui contenuti della Legge Finanziaria
2007. Intorno ad un tavolo per la prima
volta la segreteria romana DS,rappresen-
E
el 1995, dopo la caduta del governo Berlusconi, il Partito dei
Democratici di Sinistra appoggiò il governo tecnico di Lamberto Dini.
Fu in quel momento che gli eredi del
PCI divennero forza di governo. E lo fecero mantenendo saldo il principio della difesa delle Istituzioni attraverso l’attuazione delle riforme.Stava in questo il
senso di una scelta che si rivelò decisiva
nella storia d’Italia. Massimo D’Alema fu
il primo a capire che ci voleva qualcosa
di nuovo per battere le destre, ma la
sconfitta di Occhetto era il segnale che
il paese non era pronto per una leadership di una sinistra post comunista.
L’uomo giusto, D’Alema, lo individuò in
Romano Prodi. Già allievo di Nino
Andreatta e Sylos Labini, già Presidente
dell’IRI. Prodi era espressione di quella
parte cattolica più avanzata, di quel
mondo dell’associazionismo da sempre
estraneo alle logiche del PCI. Per di più
Prodi, da tempo, meditava la creazione
di un soggetto politico capace di rappresentare la parte più progressista del
paese. A Roma, si era verificata la vittoria di Rutelli su Fini. A Roma il PDS e i
Popolari governavano insieme con un
sindaco di estrazione radicale. La situazione ideale per proporre a Prodi il ti-
N
tata dall’allora segretario Sen. Esterino
Montino, il coordinamento romano della
Margherita, allora con l’On. Roberto
Giachetti,le associazioni e i movimenti,in
particolare l’Ulivo per Roma con il presidente Roberto Gualtieri ed il vicepresidente Daniela Gentili (presidente dei
Democratici Arvalia, il più rappresentativo ed attivo centro di iniziativa territoriale romano fondato da Gianni Paris),
l’A.P.D, i rappresentanti dei cittadini per
l’Ulivo, gli ambientalisti, Comunitas, ecc.
Un nuovo modo di fare comunicazione,
non a colpi di frusta televisivi e neanche
chiusi dentro quattro mura tra addetti ai
lavori, ma direttamente “al”e “con”il cittadino, discutendo ed analizzando insieme
aspetti ed impatti della legge finanziaria,sulla base di dati reali, informazioni
complete e non scudisciate populiste. Il
Municipio XV ha avuto il primato sia per il
presidio territoriale che per il numero di
5
contatti, con otto banchetti rispetto ai
due presenti mediamente negli altri
Municipi.I Democratici Arvalia hanno fatto da pionieri.Prima di arrivare all’appuntamento congiunto del 16, avevano già
avviato un processo di formazione ed informazione. Un corso per quaranta militanti sui contenuti della legge finanziaria
e sulle tecniche di comunicazione ha preceduto tre settimane di presidi attivi.
Tant’è che sia il corso di formazione sia il
presidio informativo allestito a novembre, hanno catturato l’attenzione di
Telecamere, la trasmissione domenicale
in onda su RAI3, raccogliendo l’apprezzamento anche della “concorrenza”. L’On.
Maroni (Lega), dichiara “apprezzo ed ammiro i militanti dell’Ulivo…, quello è il
giusto modo per fare comunicazione..”
L’elemento di maggior rilievo,oltre al successo dell’iniziativa, particolarmente gradita dai cittadini, è la capacità e la volontà mostrata dalle organizzazioni romane
uliviste di avviare da subito un percorso
di conoscenza:incontri e dibattiti costruttivi verso il Partito Democratico. Forte è
stato l’appello ad avviare, da subito, la fase costituente promosso dal segretario
DS Piero Fassino,che,con la sua mozione,
ha raccolto nella prova congressuale ben
il 75% dei consensi del partito ed una
partecipazione senza precedenti. ,Il nostro auspicio è che i lavori del coordinamento inizino al più presto con nuovo vigore e con la nuova dirigenza espressa
dalla Margherita con Riccardo Milana e
dai DS con Mario Ciarla, ai quali il Caffè
Democratico fa gli auguri di buon lavoro, ma con le stesse caratteristiche, lo
stesso entusiasmo e modalità espressi
nella prima iniziativa congiunta ed il
ritmo, l’energia, l’ambizione e la pluralità che Fassino ha proposto!
Le radici antiche
della libertà
Massimo D’Alema fu il primo a capire che ci voleva qualcosa di nuovo…
di Corrado Belmonte
mone di una nuova aggregazione politica. Prodi accettò e nacque l’Ulivo:
l’Alleanza per il Governo dell’Italia. E
Prodi vinse le elezioni: 46% L’Ulivo e
44% il Polo delle Libertà. E c’era un’urgente sfida da vincere: entrare da subito nell’Unione Europea, rispettando gli
impegni presi con il trattato di
Maastricht nel 1992 da Andreotti.
Contro ogni previsione Prodi portò il
paese a pieno titolo nell’U.E., mantenne
fede agli impegni presi e creò le condizioni perché l’economia italiana potesse crescere fino al 3% nel 2000.Centrato
l’obiettivo dell’euro e dell’U.E., D’Alema
lo propose come primo Presidente della Commissione dell’Unione Europea
della quale, per cinque anni, Prodi costruì procedure e istituzioni. Il Governo
D’Alema che seguì quello Prodi, vide la
Periodico d’informazione politica a cura dell’associazione Democratici Arvalia
nascita dell’Asinello, di Rinnovamento
italiano e di un centro che si alleava
con la sinistra. Ma questo schema non
funzionò, il centro sinistra perse le elezioni regionali e Massimo si dimise.
Furono Amato e Rutelli a ricomporre il
quadro, con Rutelli che fondò la
Margherita e gettò le basi per la ricostituzione dell’Ulivo. Alle elezioni del
2001, l’Ulivo per Rutelli prese l’1% di
scarto da Berlusconi che vinse solo
grazie alle divisioni del Centrosinistra.
Seguirono momenti di sbandamento,
ma si capì che l’unica strada continuava ad essere quella dell’Ulivo. Le ultime
elezioni, con la vittoria di Prodi, hanno
dimostrato che l’Ulivo da solo non basta. Discutibile anche la decisione di
schierare i singoli partiti al Senato. Gli
italiani vogliono uno stato semplice,
forte e chiaro. Un sistema di governo
affidabile. Una nazione governabile. La
sensazione è che l’Ulivo non ce la possa fare. E neanche l’Unione, lo schieramento nuovo del centrosinistra, come
dimostra la situazione del Senato. Ci
vuole il Partito Democratico da contrapporre all’Alleanza della Libertà
per Fini e Berlusconi. Gli inglesi hanno scritto:“L’Italia si tiene sulla punta
di uno spillo”. Facciamogli capire
quant’è pungente. La vera eredità di
Prodi sta nell’avere creato le premesse per realizzare l’incubo storico degli inglesi: la costituzione degli “Stati
Uniti d’Europa”. Èquesta la strada che
porta al domani. La stessa strada che
Napoleone aveva già prospettato
all’Europa nel 1805 e che gli inglesi
fecero di tutto per distruggere.
www.caffedemocratico.it
OSSERVATORIO POLITICO
Aprile 2007
OSSERVATORIO POLITICO
6
Aprile 2007
CAFFÈ DEMOCRATICO
EDITORIALE
La storia siamo noi!
Conservatori e Riformisti. Le due facce della sinistra.
Segue dalla prima pagina
Non sarà immediato nella sua definizione, non sarà scontato nella
sua costituzione ma sono maturati
il coraggio e la lucidità di riformare
prima di tutto noi stessi, come politici, per produrre programmi e
fatti, per assumere le responsabilità dei processi che governano il
paese ed acquisire una visione sistemica, imprescindibile rispetto
alle questioni improrogabili e gravi
che ci proponiamo di affrontare. Il
PD non è un sogno, non è un accordo verticitisco, ma già oggi è
una realtà che si sta sviluppando
nei fatti prima ancora che negli atti. Grazie alla possibilità che ho
avuto di amministrare un territorio, il XV Municipio di Roma, che
sarebbe per dimensioni la ventiquattresima città d’Italia, ho potuto confrontarmi con le pressioni
crescenti che la società, i cittadini,
i giovani ponevano. Ho potuto percepire il bisogno del cambiamento, il bisogno di un grande partito
e di una nuova forma partito. Per
questo ho deciso di promuovere, a
giugno dello scorso anno, la costituzione di un centro d’iniziativa
per il Partito Democratico: i Democratici Arvalia. La risposta è stata
entusiasmante. Molti giovani, molti uomini e molte donne hanno deciso di impegnarsi con passione e
speranza in un progetto comune.
Tra loro eletti e politici locali sia DS
sia Margherita ma anche e più di
loro persone che non avevano mai
vissuto un impegno politico, che
non erano mai stati iscritti ad un
partito. A questi si sono aggiunti
volontari provenienti da altri territori ed hanno dato vita insieme ad
un movimenti di pensiero ed azioni che trova la sua espressione in
questo giornale : Caffè Democratico. Persone che sono scese in campo mettendo in gioco loro stesse
ed offrendo un patrimonio inestimabile di risorse intellettuali ed
emotive nuove, d’avanguardia, vere.
Queste le linee : nuove forme di partecipazione politica; partire dai contenuti per un vero e sostanziale riformismo; una nuova forma-partito
che accolga le esigenze e le richieste
della società. I lavori, le iniziative dei
Democratici Arvalia proseguono.
È oggi un laboratorio continuo di
idee ed azioni. Non c’è nessuna traccia di “ripiegamento” nel passato,
non c’è traccia di crisi identitarie. C’è
sintesi di esperienze, c’è visione d’insieme, c’è voglia e capacità crescente di contribuire alla definizione del
futuro, c’è determinazione nell’essere e nell’avere un futuro.Per questo,
da cittadino, prima ancora che da
politico, ringrazio loro per l’impegno
e l’entusiasmo ed auguro al Caffè
Democratico, il giornale per il Partito
Democratico, buon lavoro!
di Daniela Gentili
dura ammetterlo, ma troppo
spesso, nell’arco della storia, la
battaglia per il progresso sociale non si è combattuta sul campo della
concretezza. Non nella ricerca di soluzioni a fronte di evidenti criticità. Ma,
prima di tutto, sulle resistenze dei
Conservatori al cambiamento cercato
dai Riformisti. I cannoni si armano nel
momento in cui, di fronte all’esigenza
forte di un cambiamento, di una risposta strutturale che il contesto ci propone e ci impone, le reazioni delle due
parti, pre-determinate da un atteggiamento di fondo dell’essere umano nel
modo di vivere e di approcciare le cose,
esplodono e si contrappongono. Lo vediamo oggi, come nel passato.
Il paradosso, però, nasce dalle posizioni
conservatrici che tendono ad arrogarsi
la proprietà della storia, rivendicando il
mantenimento dello “status quo” e l’irrinunciabilità alle proprie identità.
Perché paradosso? Per comprendere
dobbiamo analizzare il gene riformista,
da quali elementi è composto e su quali reazioni combina il proprio essere e il
proprio vivere. La storia è parte di noi, è
tracciata sui cambiamenti, è segnata
dalle svolte. Le svolte sono avvenute
grazie al coraggio, alla maturità di identità pre-esistenti che si sono rapportate
alle problematiche delle varie epoche ideato e gestito un cambiamento - generando risposte adeguate, orientate
al progresso in maniera naturale e si
sono evolute in identità migliori, più
complesse, capaci di rispondere al
nuovo. Il mantenimento accanito dello
“status quo”, nella storia, ha segnato il
declino delle civiltà, non l’evoluzione.
Tanto più un ritorno al passato è improponibile. Il progresso è stato determinato dalle contestuali capacità dell’uomo di adattarsi all’ambiente e di
adattare l’ambiente ad esso, assicurandogli la sopravvivenza, la differenziazione con il mondo animale, la sua
evoluzione, la sua crescita sociale e
morale, lo sviluppo del mondo di oggi
come lo conosciamo, con i suoi splendori ed i suoi orrori, che hanno ancora
bisogno di tanto progresso. Il modo di
vivere riformista, si fonda sulla consapevolezza della propria identità, risultato di una storia di battaglie e traguardi. Il riformista ha sviluppato una
gestione sana dell’essere e del divenire,
È
che è forte e consapevole del passato,
ma è orientato al futuro ed ha il coraggio e la lungimiranza di agire nel presente per migliorarlo, producendo
cambiamenti, a volte modesti, a volte
epocali. Anche nelle aziende da circa
un decennio si parla di miglioramento
continuo come chiave del successo. Le
economie aziendali si basano generalmente sulla formula PLAN pianificare,
DO fare, CHECK controllare, verificare
gli effetti ed il raggiungimento degli
obiettivi pre-definiti, ACT attuare tutte le azioni correttive necessarie, anche un’eventuale ripianificazione.
Nella storia non abbiamo avuto questa capacità costante di porci degli
obiettivi, di monitorarci e di attivarci
nei tempi e nelle modalità più efficaci
per raggiungerli ed individuarne di
nuovi. Di fatto, dopo un periodo di
evoluzione, di boom economico e sociale, spesso segue un declino, determinato dalla spinta non riformista a
consumare l’acquisito, senza proiettarsi verso il futuro, senza investire.
Quello che è mancato, come Massimo
D’Alema con forza sottolinea, è
un’idea di Società verso cui tendere.
È mancata la spinta riformista. È mancato forse il coraggio di farla emergere.
La scelta riformista oggi non è un’opzione, non è neanche una scelta: è un
obbligo morale nei confronti della società, nei confronti della storia, nei confronti della nostra identità nel più intimo dei suoi geni. Quello che Aristotele
definiva “animale sociale”, l’Uomo con la
maiuscola, l’artefice evoluto, quello che
non si rassegna e prende in mano la
sua vita, ha trovato sempre, nel fluire
dei secoli, un modo per abbattere e
uno per ricostruire. Dalla rivoluzione
francese alla nascita del partito comunista, dalla rivoluzione operaia al femminismo al fenomeno del ’68, intere
generazioni hanno dato risposte importanti ed adeguate al momento
storico, ai problemi ed alle spinte dei
loro tempi. Il riformista li riconosce e
non li rinnega, come i conservatori
tendono a voler far apparire.
GLOSSARIO
Il Riformismo è una metodologia da applicare alle iniziative politiche, con l'intento di favorire un'evoluzione degli ordinamenti politici e sociali mediante la teorizzazione e l'attuazione di riforme.
Il conservatorismo è una posizione politica similare al tradizionalismo, secondo la quale è necessario preservare un determinato stato politico, sociale, religioso, ecc., oppure ritornare a sistemi del
passato.
Periodico d’informazione politica a cura dell’associazione Democratici Arvalia
www.caffedemocratico.it
CAFFÈ DEMOCRATICO
Anzi, trae da essi l’esempio. Ed è con
strumenti adeguati all’oggi, ma con
la stessa determinazione e forza di
sempre, con consapevolezza del
giusto e voglia di futuro, che si deve
rispondere all’attuale crisi. Crisi della politica, crisi della rappresentanza
e della democrazia, crisi della mobilità sociale, crisi economica, crisi del
sistema Italia. Ci sono due modi per
vivere il cambiamento: subirlo, soffrirlo e possibilmente combatterlo o
esserne protagonisti, incidere su di
esso. Ma non è possibile fermarlo.
Occorre guardare al passato proprio
per costruire il futuro, non per mettere in naftalina le anime per paura
di non conservarle, così come sono.
All’attuale generazione è stato divorato il futuro e, di conseguenza, il
naturale progresso dalla precedente. I figli hanno meno opportunità
dei padri. È per questo che le identità politiche/partitiche di oggi devono necessariamente subire una
profonda ed urgente trasformazione. Per far fronte e rispondere all’emergenza. L’attuale sistema politico non ha saputo dare risposte
concrete, anche perché non ha saputo rinunciare ai personalismi. È
trincerato dietro paure ed alibi di
confronto con il nuovo che avanza,
invece, a ritmi e con “armamenti”
assolutamente moderni.Non è certo con il proliferare dei partiti, cor-
7
renti e movimenti di specifico interesse, che si costruisce un’idea di
società. Non è praticando ancora la
divisione, la scissione dell’inscindibile, che si ridurranno le fratture
antiche. È per questo che noi diciamo si al Partito Democratico. Il partito nuovo che nasce dall’unione.
Che si fonda su una sana spinta riformista, che vuole vedere coinvolti
come in un puzzle tutti gli attori sociali, perché proprio e solo dal lavoro congiunto, dalla sinergia, dal pluralismo, può emergere un comune
denominatore di valori, di bisogni,
di contenuti e di forze nuove. Un
partito che deve avere come protagonista proprio il cittadino, la per-
sona, che oggi richiede alla nuova
generazione politica progettualità,
nuove capacità, volontà, coraggio. E
pretende unità. Da un lato sono
comprensibili le posizioni conservatrici che non vogliono affrontare
il cambiamento, quelle che hanno
nello “status quo” raggiunto un proprio equilibrio; l’equilibrio indubbiamente dà benessere ed al benessere è difficile rinunciare. Dall’altro
lo stallo non è accettabile. La discussione ci sarà, è ovvio, ma non ci
può essere, da parte dei paladini
dell’immobilismo, condizionamento alcuno: è un lusso che l’Italia non
si può e non si vuole permettere…
E poi, la storia siamo noi!
lungo termine
Azione
Comunicazione esterna
Recepimento dei feedback, analisi
dei risultati
Ripianificazione
Ed il nastro si riavvolge…Sembrano
passaggi scontati, ma non sono ancora
patrimonio comune e consapevole della macchina politica, anche se queste
modalità sono, di fatto, adottate nel
quotidiano. Occorre lavorare molto, dalla strategia all’attuazione operativa, alla
comunicazione. Il Partito Democratico
se vuole essere nuovo ed efficace davvero, dovrà acquisire anche esperienze,
convinzioni e metodi aziendali. Metodi,
perché deve avere un piano (un’idea
chiara di società), convinzioni, perché se
vuole “essere sul mercato” deve tenere
conto prima di tutto del “cliente”, iniziando magari dall’ascolto. Nulla a che vedere con il partito-azienda di Berlusconi
dove tutto il potere è concentrato solo
nelle mani del capo-padrone. Nello
schema prima descritto è ben chiaro
che i proprietari di un partito, che sappia utilizzare quanto di positivo ha
espresso la cultura aziendale, sono gli
elettori. Il grande vantaggio della politica? Una capacità che tende all’infinito
nel coinvolgere ed acquisire quelle che
sono le risorse fondamentali: le risorse
umane. Un altro grande vantaggio: il sogno di poter realizzare un sistema, al
quale si partecipa, del quale si è parte
integrante e che possa essere,nel suo fine e nel suo modo, veramente etico.
E se i partiti
fossero aziende?
di Daniela Gentili
l mondo della politica e quello delle aziende appaiono distinti.Tra loro - nel sentire comune - c’è un divario profondo sia in termini strutturali,
che metodologici. Non è vero. Può non
esserlo. Le aziende di successo hanno
imparato che,per il raggiungimento degli obiettivi, è necessaria un’organizzazione, degli strumenti adeguati, un sistema di comunicazione interno ed
esterno efficace ed anche una mission
ed una vision (1). Le risorse umane sono
la componente essenziale dell’organizzazione, gli ingranaggi della macchina.
Oltre al raggiungimento di obiettivi
personali e gratificazioni, per i combattenti, che sarebbero poco motivati nel
profondo dalla sola remunerazione,
scendono in campo come arma del successo anche il senso di appartenenza, la
percezione di giustezza dell’obiettivo
che si sta perseguendo rispetto al benessere della collettività, come ad
esempio l’erogazione di un servizio
pubblico o di un prodotto che costituisce un valore aggiunto, il contributo al
progresso, ecc. Sempre di più, inoltre, si
parla di etica aziendale. Vengono proposti dalle direzioni anche codici comportamentali che non hanno (come potrebbe apparire) l’obiettivo di limitare
direttamente l’agire ma quello di far
percepire le proprie azioni e il proprio
sentire come componenti di un siste-
I
ma, al quale si partecipa, del quale si è
parte integrante e che vorrebbe essere,
nel suo fine e nel suo modo, etico. Le
aziende hanno così introdotto, rispetto
a quella che poteva essere l’organizzazione a “catena di montaggio”, ingredienti nuovi, prendendo il pluralismo
delle risorse come elemento di ricchezza e la loro spinta emotiva come elemento di forza. Le aziende moderne
hanno, quindi, imparato a fare politica.
Ma la politica ha imparato ad essere
azienda?
Mercato: scelta della quota e collocazione (chi rappresentiamo e
quanto vogliamo e possiamo contare)
Orientamento al cliente (il cittadino, l’elettore)
Definizione della mission (idea di
società)
Individuazione degli obiettivi
Individuazione del management,
consolidamento della vision (la rotta da percorrere)
Pianificazione delle attività
Individuazione delle risorse e degli
strumenti necessari, mappatura di
quelli disponibili, acquisizione di
nuovi
Formazione, comunicazione interna sia sui contenuti (obiettivi specifici, nozioni) sia sulla mission
Programmazione di breve, medio e
GLOSSARIO
Plan: pianificare. Stabilire gli obiettivi ed i processi necessari per fornire risultati conformi ai requisiti; Do: fare. Dare attuazione ai processi; Check: controllare. Monitorare e misurare i processi ed
i prodotti a fronte delle politiche, degli obiettivi e dei requisiti e riportarne i risultati; Act: correggere, riprevedere. Adottare azioni per migliorare in modo continuo le prestazioni dei processi. Compito
del leader è possedere la vision (visione) che gli consenta di tracciare la rotta dell’impresa/organizzazione e di dare un senso alle azioni di ciascun collaboratore. La mission (missione) è la ragion d’essere di un’azienda e deve essere pensata dalla leadership in modo che ciascun collaboratore, pur con diversi gradi di approfondimento, sia in grado di dare risposte precise relativamente alla ragion
d’essere dell’impresa, ai suoi valori, ai suoi clienti, ai suoi prodotti e alle sue priorità strategiche. La leadership deve assicurarsi che la mission aziendale soddisfi i seguenti requisiti: sia enunciata in modo chiaro e visibile, contenga le regole fondamentali della vita aziendale, sia rispettata da tutti e tenga conto della soddisfazione dei collaboratori. Definizione di vision e mission tratte da E. Caruso,
Gestire e motivare le persone, Milano (MI), Tecniche Nuove, 2004 e pubblicate sul sito della Microsoft
Periodico d’informazione politica a cura dell’associazione Democratici Arvalia
www.caffedemocratico.it
OSSERVATORIO POLITICO
Aprile 2007
OSSERVATORIO ECONOMICO
8
Aprile 2007
CAFFÈ DEMOCRATICO
Finanziaria 2007:
risanamento e sviluppo
di Corrado Belmonte
ochi sanno che Romano Prodi
è professore di Politica
ed
Economia
Industriale
all’Università di Bologna. La sua formazione economica si riflette completamente nella manovra finanziaria del
2007. Prodi con Andreatta e Sylos Labini,
suoi maestri, hanno passato una vita intera a studiare il modo per rilanciare e far
crescere l’industria italiana soprattutto
nel settore che è diventato più competitivo: quello manifatturiero. La nuova manovra poggia su tre cardini:taglio del cuneo fiscale per le imprese, fondi ed agevolazioni alle imprese e lotta senza quartiere all’evasione fiscale. Il taglio del
Cuneo fiscale è all’incirca del 60% del costo del lavoro attuale, come illustrato da
Anna Martina Leogrande nella Guida alla Finanziaria di Economy (vedi
Panorama,ed.Mondadori).Per comprendere l’incisività dell’intervento si consideri che,tra contributi ed imposte,un’impresa sostiene spese all’incirca per
2100,00 Euro su un salario netto percepito da un lavoratore di ammontare pari a
1200,00 Euro. La riduzione del costo del
lavoro che costituisce un notevole disincentivo alle assunzioni rientrava tra le
priorità del Governo. Tuttavia, Prodi sa
che un incentivo fiscale può non essere
sufficiente a garantire lo sviluppo in
quanto l’agevolazione si spalma su un
territorio economicamente molto differente. Per questo, la manovra prevede
l’istituzione di fondi di spesa per il sostegno e l’incentivo alla crescita delle imprese. Vengono istituiti il fondo per la
competitività e lo sviluppo, il fondo per
la finanza d’impresa ed il fondo per la ricerca scientifica con l’aggiunta di agevolazioni ed aiuti alle imprese che investono all’estero. L’ammontare complessivo
della finanziaria è di circa 34 mld Euro,un
ammontare imponente derivante anche
dai tagli alla amministrazioni pubbliche
e dalle maggiori entrate della lotta all’evasione fiscale. Le Amministrazioni
pubbliche hanno costi di gestione troppo elevati ed hanno prodotto un debito
pubblico che è paragonabile solo a quello del Belgio e del Giappone che però ha
tassi di produttività notevolmente differenti da quelli italiani.Un intervento sulla
spesa pubblica era inevitabile come strumento di contenimento della spesa
complessiva,soprattutto in quanto,Prodi
si è prefisso, fin da subito, il pieno rispetto degli impegni presi con l’Unione
Europea.La lotta all’evasione fiscale vede
l’inserimento di strumenti stringenti che
dovrebbero garantire un maggior afflusso di entrate per il recupero dell’evasione in modo da riportare la bilancia fisca-
P
le in equilibrio. La nuova legislazione fiscale è sicuramente la più dibattuta e
contestata anche perché riguarda tutti i
cittadini italiani.La nuova manovra introduce anche le Siiq: le società di investimento immobiliare quotate dotando il
mercato economico italiano di un nuovo
strumento societario. In questo modo il
governo interviene nel settore immobiliare che è stato il centro degli investimenti economici negli ultimi anni.
Un’altra novità consiste nel l’aggiornamento e nella modifica degli studi di settore che vengono estesi e correlati a parametri di produttività, tuttavia ancora in
corso di definizione. Certamente una
manovra di queste dimensioni, 34 mld ?,
non poteva non suscitare discussioni e
polemiche, ma rappresenta comunque
un intervento sulla direzione della crescita nazionale.Indipendentemente dal governo Prodi e da quello precedente,
l’Italia si trova ad un bivio:o imboccare la
strada dello sviluppo e cercare di reggere la competizione internazionale oppure rimanere in attesa degli eventi, una
strategia quest’ultima che non si capisce
verso che cosa porterebbe. Oltre questo
si consideri che la situazione economica
internazionale è profondamente mutata
rispetto solo all’anno scorso. La Spagna
di Zapatero è protagonista in Europa di
un autentico boom tanto che potrebbe
superare il nostro Pil in breve tempo. La
Cina non accenna a diminuire la sua corsa ed anzi nuovi competitori internazio-
Periodico d’informazione politica a cura dell’associazione Democratici Arvalia
nali si affacciano all’orizzonte. Il Brasile di
Lula ed i finanzieri arabi ne sono un
esempio. Certamente la legislazione
può migliorare e gli errori devono essere corretti, non a caso si parla di continuare la strada delle liberalizzazioni che
consistono nell’apertura di nuovi mer-
cati a nuovi imprenditori. Comunque
sia, in questo momento, restare fermi di
fronte al cambiamento significherebbe
tradire la fiducia ed i diritti degli italiani.
Il paese ha bisogno di risposte, certezze
ed un progetto cui guardare verso il futuro. La sfida riformista è tutta qui.
www.caffedemocratico.it
Aprile 2007
9
OSSERVATORIO ECONOMICO
CAFFÈ DEMOCRATICO
Liberalizzazioni.
Dalla parte del cittadino
Bersani: “civismo” popolare in alternativa al populismo
di Corrado Belmonte
on il decreto legge n. 223 del 4
luglio 2006 convertito nella
legge n. 248 del 4 agosto 2006
il governo approvava le seguenti misure per “sbloccare” l’economia:
alimentari: per fare il pane, basterà
presentare una DIA, dichiarazione
d’inizio attività, in comune;
assicurazioni: libertà per gli agenti
assicuratori di vendere tutte le polizze aumentando la concorrenza
delle condizioni proposte dalle assicurazioni;
authority: multe tra il 3% ed il 10%
del fatturato per violazione delle
norme sulla concorrenza;
banche: obbligo delle banche di
comunicare al cliente le variazioni
del conto corrente da cui si può recedere senza ulteriori costi;
casa: abolizione dell’obbligo della
dichiarazione ICI che si può dichiarare o con il 730 o con Unico se siete dipendenti oppure no;
farmaci: si potranno vendere nei
supermercati i farmaci non soggetti a prescrizione medica purché
ci sia nel supermercato un laureato in farmacia (competente in materia);
notai: abolito l’obbligo dell’atto
notarile per il passaggio di proprietà di automobili, moto e barche;
professionisti: abolita la tariffa minima, il cliente può negoziare la
parcella; i professionisti possono
farsi pubblicità;
pubblici esercizi: prevista l’abolizione delle commissioni comunali
per l’apertura di un esercizio pubblico;
taxi: nuova disciplina del servizio
ed aumento dei mezzi in circolazione attraverso la programmazione a livello locale;
Con il Consiglio dei Ministri del 25 gennaio (AdnKronos) il governo ha varato
le seguenti ulteriori liberalizzazioni:
benzina: i gestori devono dare la
più ampia informativa agli automobilisti sui prezzi dei carburanti lungo la rete autostradale
e stradale;
tariffe aeree: sono vietate le offerte pubblicitarie di voli recanti
il prezzo al netto delle spese;
scadenza alimenti: la data di
scadenza sui prodotti deve essere indicata chiaramente;
telefonini: si prevede il divieto
dell’applicazione dei costi fissi
sulla ricarica delle carte prepagate;
C
poste: viene dato un bonus come rimborso per le lettere spedite, ma mai arrivate.
RC auto: è prevista la più ampia
informazione per il consumatore;
Ipoteca: diventa più facile cancellare un’ipoteca;
Mutui: è prevista l’abolizione
delle penali da pagare per
l’estinzione anticipata;
nascita di un’impresa: sarà sufficiente fare una comunicazione
unica per tutti gli adempimenti
al registro delle imprese o mediante la camera di commercio;
parrucchieri: per svolgere l’attività di parrucchieri non ci sono
vincoli burocratici;
storici dell’arte: non serve fare
l’esame di abilitazione per fare
Periodico d’informazione politica a cura dell’associazione Democratici Arvalia
la guida turistica, ma bisogna
sapere le lingue straniere;
gas naturale: si prevede l’avvio di
una “borsa” del gas che permetta
di aumentare la concorrenza ottenendo prezzi più bassi;
tav: si riaprono i cantieri delle ferrovie dello stato in alcune tratte;
scuola: addio alla riforma Moratti:
si prevede un potenziamento degli istituti tecnici;
fisco: si prevede l’introduzione di
sgravi fiscali per le imprese che
investono con i propri soldi senza
chiedere finanziamenti eccessivi;
trasporti: piena apertura alle linee interregionali che potranno
fare concorrenza a chi opera per
concessione statale;
pra abolito: addio al pubblico registro automobilistico;
motori truccati: multa fino a 1400
? e ritiro del libretto della circolazione;
giornali: vendita libera oltre le edicole;
autocertificazione: si semplificano le
procedure amministrative per migliorare il rapporto tra P.A.e cittadino;
cinema: sarà più semplice aprire un
cinema, non essendoci vincoli amministrativi;
intermediari: sarà più semplice fare
l’agente di intermediazione d’affari e
simili;
le liberalizzazioni sono l’inizio della semplificazione del sistema normativo italiano che deve adeguarsi alle direttive
dell’Unione europea il più rapidamente
possibile. Sono in corso di approvazione
nuove misure di liberalizzazione per accelerare lo sviluppo del paese.
www.caffedemocratico.it
Aprile 2007
CAFFÈ DEMOCRATICO
CULTURA E SOCIETÅ
10
Intervista a Fabrizio Grossi:
i progetti per il sociale
Intervista a Fabrizio Grossi, assessore del Municipio Roma XV alle politiche sociali,
promozione della salute, politiche culturali e sportive.
di D.G.
: Assessore Grossi, volendo
esprimere in due parole la novità da introdurre, il cammino da
percorrere,per quello che lei stesso definisce un’idea di sociale quali sceglierebbe?
R : Non ho dubbi: integrazione e progetti. L’obiettivo è quello di un municipio
sempre più vicino al cittadino. Con l’integrazione socio-sanitaria, che coinvolge il Municipio ed il terzo distretto
dell’Azienda USL RM/D, l’obiettivo è di
realizzare una serie di azioni volte al miglioramento della qualità della vita del
cittadino, rispondendo ai suoi bisogni
ed alle sue esigenze. La salute va considerata non solo come assenza di malattia, ma come una condizione di equilibrio fisico, psichico e sociale. La volontà
che sta alla base dei progetti integrati
attivati in questi anni, e di quelli che abbiamo in cantiere, è rispondere ai bisogni soggettivi degli individui, alla loro
capacità d’inserimento sociale ed al loro
benessere. Con un monitoraggio costante e preciso si possono,altresì inven-
D
tare soluzioni innovative a problemi conosciuti o prevenirne altri ancora silenti.
D : La sua delega, molto ampia, tocca
aree di competenza che possono apparire separate.
R : Non è così, anzi al contrario. Il benessere si costituisce sulla salute fisica e psichica di un cittadino. L’età media si è alzata notevolmente e lo sport può dare
un contributo sostanziale al mantenimento in salute della persona. Le iniziative culturali, di socializzazione, contribuiscono alla cosiddetta cura dello spirito,della mente.Il confine tra sociale e sanitario è molto più sottile di quanto si
possa pensare.Un problema sociale non
gestito, valica facilmente quella linea di
confine diventando spesso un problema sanitario. Fondamentale, a questo
punto, diventa la prevenzione. È nel rapporto tra cittadino, Istituzioni, operatori
del settore e nella sinergia tra questi che
si sviluppa l’opportunità di mettere in
campo una serie di strumenti, secondo
un programma organico, volto a prevenire e trattare eventuali problematiche
sociali prima che si manifestino, prima
che degenerino, prima che raggiungano un punto di non ritorno per la persona o costituiscano oneri maggiori per la
società.
D : Può accennare quali saranno gli ingredienti ed i primi strumenti messi in
campo nel nuovo anno?
R : Partecipazione,coprogettazione,cooperazione, accordo di programma, rete,
integrazione. Il 2007 vedrà l’avviamento
del nuovo Piano di Zona Sociale triennale,sarà elaborato e gestito a livello municipale e la novità che intendiamo introdurre è l’apertura di un tavolo permanente di concertazione e cooperazione
che vedrà coinvolti non solo il 3°
Distretto Sanitario ed il Municipio Roma
XV e tutti gli operatori del settore (cooperative e associazioni), ma anche il
mondo della scuola,il volontariato,le organizzazioni sindacali, le imprese, i commercianti, gli artigiani, ecc.
D : Una rete, insomma.
R : Esatto. Una rete. All’interno della quale trovino posto attivo anche i singoli cit-
tadini. Un’unione di intenti che può potare a dare risposte efficaci ed anche efficienti a problemi complessi.
D : Un esempio pratico?
R : Tutti i residenti del Municipio XV, al
rientro a casa dopo un ricovero in
ospedale, non saranno lasciati soli, ma
continueranno ad essere seguiti dal
servizio socio-sanitario. Potranno usufruire delle cosiddette dimissioni protette, che assicureranno loro continuità di assistenza e sostegno. Cosicché
nessuno resti solo… La ristrutturazione del poliambulatorio di via Vaiano
nel quartiere della Magliana, nasce
proprio con questo spirito.
L’indulto: un male necessario
“Senza rispetto non può esistere rieducazione ma solo afflizione”
di Cristiano Dani
n genere, quando si tratta l’argomento indulto, i giudizi non sono certo lusinghieri. Né verso il
provvedimento né verso quegli ex
detenuti che invadono le nostre città.
La reazione è dovuta al fatto che una
parte dei media, in maniera spesso
strumentale, ha cavalcato i malumori
della gente per fare sensazionalismo.
E allora giù a scrivere e a raccontare
di detenuti rientrati dopo poche ore
in carcere per aver ricommesso lo
stesso delitto, fino ad inventare la storia di una immigrato che avrebbe
I
brutalmente sterminato la sua famiglia, mentre, in realtà, si trovava nel
suo paese d’origine. Ma della stragrande maggioranza di ex detenuti
che cercano faticosamente di inserirsi nella comunità chi ha scritto? Il detenuto, indipendentemente dalla gravità del reato commesso, è sempre e
comunque una persona. Per quale
motivo chi ha scontato legalmente la
sua pena sembra non aver diritto a rifarsi una vita? Forse tutta questa paura nei confronti dei fuoriusciti tramite
l’indulto potrebbe non essere moti-
vata. I dati ci dicono che bilancio èpositivo a livello nazionale. Uno strumento da potenziare: le pene alternative al carcere. Attività scolastiche e di
formazione professionale, potrebbero essere ulteriori possibilità di recupero molto più efficaci della detenzione per un possibile e funzionale
reinserimento. Altro dato: la situazione delle carceri è migliorata dopo l'indulto. Non parliamo di grandi cose,
ma del raggiungimento dei livelli minimi di vivibilità. E questo aiuterà anche gli operatori carcerari a lavorare
meglio, per far sì che non si ponga il
rischio della reiterazione del crimine.
Bisogna lavorare alla creazione di un
circuito regionale per operare in sinergia sul fronte del reinserimento
sociale dei detenuti, così come nel
Lazio si stà già facendo. Emblematica
al riguardo la situazione della regione
Lombardia: con l'indulto sono stati
scarcerati oltre 6mila detenuti e
di questi ne sono tornati in carcere
circa 200 (fonte rete). Purtroppo fanno più rumore i 200 rispetto ai 5800
che vivono nella piena legalità.
APPROFONDIMENTO
L'indulto è una causa di estinzione della pena prevista dall'art. 174 del Codice Penale. Si tratta di un provvedimento generale di clemenza, ispirato, almeno originariamente, a ragioni di opportunità politica e pacificazione sociale, a volte strumento di sfoltimento delle carceri. L'indulto in senso proprio è un provvedimento con il quale il Parlamento condona o commuta parte
della pena per i reati commessi prima della presentazione del disegno di legge di indulto. La Costituzione richiede una maggioranza dei due terzi dei componenti di ciascuna Camera, per la
sua approvazione; legge deliberata in ogni suo articolo e nella votazione finale. Per l’applicazione dell’indulto è competente il giudice dell’esecuzione, il quale procede secondo la procedura
prevista anche per l’amnistia. L'indulto è un provvedimento di indulgenza a carattere generale e si differenzia dall'amnistia perché si limita ad estinguere in tutto od in parte la pena principale, che viene in tutto o in parte condonata oppure commutata in altra specie di pena consentita dalla legge e pertanto non estingue le pene accessorie, salvo che la legge di concessione
non disponga diversamente e, a maggior ragione, lascia sussistere gli altri effetti penali della condanna, mentre l'amnistia estingue il reato. Diversamente dalla grazia, che è un provvedimento individuale, l'indulto è un istituto di carattere generale e si riferisce a tutti i condannati che si trovino in determinate condizioni di pena. Tratto da Wikipedia Libera Enciclopedia.
Periodico d’informazione politica a cura dell’associazione Democratici Arvalia
www.caffedemocratico.it
Aprile 2007
11
CULTURA E SOCIETÅ
CAFFÈ DEMOCRATICO
Il senso della cultura
di Emanuele Faina
l senso della ricerca, l’amore per la
conoscenza, l’urgenza di sapere,
sono tratti distintivi dell’essere
umano. In ogni epoca e ad ogni latitudine. ai culti misterici dell’antichità ai
raduni di massa per i concerti pop, questa necessità interiore, intima e insopprimibile, ha cercato e trovato modalità
sempre diverse e raffinate di venire alla
luce. Così, per esempio, dai misteri eleusini ha visto la luce il Teatro. Dalla ritualità esoterica di pochi iniziati, la celebrazione dei valori spirituali, artistici,
letterari (nonché religiosi) si è trasformata in patrimonio e manifestazione
sociale. La cultura si è svincolata dal
concetto di rito preordinato per diventare bagaglio esperienziale dei singoli
individui. Con un termine usato, non
sempre a proposito, si può dire che sia
diventata laica. E nelle molteplici forme
che ha assunto si è incanalato il flusso
straordinario e inestinguibile dello spirito e dell’intelligenza dell’uomo. Dalla
filosofia all’architettura, dalla poesia alla medicina, il flusso è diventato metodo, diventando vita. La vita come oggi
la conosciamo. Ed ogni gruppo etnico,
ogni sottogruppo sociale ha sviluppato
la sua cultura. Ci si è aggregato intorno.
L’ha curata e coltivata con cura, fino a
difenderla strenuamente, con ogni arma disponibile. In un’epoca come quella contemporanea, nella quale sono ancora tristemente definite le contrapposizioni, la condivisione delle culture diverse è forse l’unica strada verso la pacifica convivenza tra popoli. Negare
l’assunto delle diversità, evitando il “pericolo” della contaminazione, si è dimostrato, oltre che un’assurdità umana,
etica e morale, un terribile errore di valutazione politica, acuendo scontri e
millenari dissidi. In una realtà multietnica e cosmopolita come quella della
I
Roma di oggi, si è cominciato a prendere una direzione diversa: quella del recuperare e assimilare i valori profondi
della nostra cultura millenaria e di renderli disponibili alla condivisione. Una
progettualità che si manifesta, di conseguenza, animata da un duplice obiettivo. Prendendo ad esempio il territorio
del Municipio XV Arvalia Portuense, è
possibile individuare i passaggi che
hanno accompagnato la trasformazione di un vecchio modo di intendere la
politica culturale in uno nuovo di fare
cultura in maniera viva e vitale. Quelle
che una volta erano frettolosamente
identificate e catalogate come periferie, nell’accezione più lugubre del termine, stanno affermandosi come luoghi privilegiati per il risveglio delle coscienze. Culturali, sociali, politiche. E noi
siamo qui. Potremo dire che c’eravamo.
Come individui, come associazioni, come amministratori, a dar vita a questo
passaggio. Un passaggio fatto di scelte,
a volte difficili, spesso coraggiose, ma
davvero necessarie e urgenti. La voce
della gente ora è chiara, evidente. Le richieste sono circostanziate e ineludibili. Si è cominciato a fare. Nel 1999 le risorse economiche destinate allo sviluppo e alla valorizzazione della cultura
per l’allora Circoscrizione XV era di
quindici milioni di lire che, divise per i
centocinquantamila residenti, davano
un investimento di ben cento lire a testa! Si è scelto di cambiare. Di dare risalto al patrimonio storico e architettonico già presente sul territorio e, contemporaneamente, dare impulso alla nascita di eventi culturali di piazza che fossero occasione d’incontro e di aggregazione per i cittadini. Di tutti i cittadini.
Con il loro senso di appartenenza e le
diversità. È nata una tradizione. Le visite
guidate ai siti archeologici e monumentali organizzate con laboratori didattici per i ragazzi e rappresentazioni
teatrali; l’istituzione della consulta storico - archeologica con sede nel casale
adiacente alle catacombe di Generosa;
l’apertura delle biblioteche di Corviale
e Marconi; diversi progetti realizzati
nelle scuole; visite guidate lungo il
Tevere; e poi ancora seminari e laboratori scientifici relativi a tematiche storiche e d’attualità. In particolare su tre
eventi – interventi è necessario porre
un accento particolare: il premio
Fabrizio De Andrè, primo in Italia a portare il suo nome e a svolgersi in una
piazza della Magliana intitolata al cantautore; l’estate Arvalia, con spettacoli
teatrali e concerti all’aperto che hanno
la caratteristica di essere itineranti nelle piazze dei quartieri per arrivare sotto casa di tutti; e, infine, l’inaugurazio-
ne del primo teatro municipale dedicato alla ricerca. E molto altro. La cultura abbraccia ogni aspetto dell’esistenza e della quotidianità. Di tutti. Ed ecco
proliferare eventi sportivi ed escursioni a cavallo lungo il fiume, la nascita
dell’impianto per il rugby a Corviale, le
rappresentazioni e i laboratori per gli
anziani. E non finisce qui.
GLOSSARIO
Cultura: Complesso delle conoscenze posseduto da una persona nei vari campi dello scibile. Complesso dei valori spirituali, delle opere, delle scoperte,ecc, che contraddistinguono un’epoca storica
o un particolare ambiente sul piano artistico, letterario, ecc. In etnologia: civiltà; il complesso delle manifestazioni tradizionali (materiali, spirituali, artistiche, ecc, di una popolazione)
Etimologia: da cultus – colere (latino) – coltivare - attendere con cura
Periodico d’informazione politica a cura dell’associazione Democratici Arvalia
www.caffedemocratico.it
Aprile 2007
CAFFÈ DEMOCRATICO
SOCIETÅ E CULTURA
12
Per le vie di Pasolini
L’opera di Pasolini supera i pregiudizi, mostra un proletariato che si evolve,
senza dimenticare la sua storia, verso la ricerca di nuovo, in un religioso vissuto
del particolare, del semplice, dell’uomo nella sua umanità
di D.G.
ssociazioni, istituzioni e cittadini si incontrano al Trullo per un
omaggio a Pier Paolo Pasolini.
L’evento organizzato questo autunno,
dall’associazione Insieme per il Trullo,
nella Bibliotrulloteca di via Monte delle
Capre, con il patrocinio del XV Municipio
e dell’Assessorato alle Politiche Cultuali
del comune di Roma e della regione
Lazio, ha registrato un’ampia partecipazione di pubblico, catturando l’attenzione e toccando la sensibilità degli abitanti della zona e non solo.Visitando la ricca
mostra fotografica, realizzata dagli studenti dell’Upter (università popolare di
A
Roma),ripercorrendo “le vie di Pasolini”, si
respirava un sapore antico, di genuinità,
di purezza, di orgoglio, ai quali Pier Paolo
Pasolini si ispirava e dai quali traeva la
sua forza. Quella forza che da borghese
diceva di non possedere. Lui, critico, regista, sociologo, vedeva nella base (il sottoproletariato, musa della sue opere), la
forza reale del cambiamento. Non a caso, probabilmente, identificò, nella zona
della Torre Rigetti, lo sfondo ideale per il
suo capolavoro: Uccellacci e Uccellini. I
filmati trasmessi durante l’incontro, le
interviste agli anziani protagonisti, che
abitavano il Trullo già all’epoca in cui
Pasolini lo scelse come set, le fotografie,
hanno condotto il visitatore in un passato che sa di futuro. L’opera di Pasolini
supera i pregiudizi, mostra un proletariato che si evolve, senza dimenticare la
sua storia, verso la ricerca di nuovo, in
un religioso vissuto del particolare, del
semplice, dell’uomo nella sua umanità.
Oltre al ricco corredo di testimonianze,
è stato il luogo stesso in cui si è svolta
l’iniziativa ad evocare l’immagine di un
ponte tra passato e futuro: una struttura recuperata dalla storia,testimonianza
dell’archeologia industriale. Un’ex fabbrica bellica, risalente alla II Guerra
Mondiale,oggi restituita ai cittadini,con
il contributo, oltre che delle istituzioni,
dell’associazione di volontari Insieme
per il Trullo. In alcuni locali della struttura è stata allestita una biblioteca, a disposizione dei cittadini, nella quale si
organizzano iniziative di pregio e di alto
profilo culturale. Come il presidente del
Municipio Roma XV Gianni Paris ha evidenziato nel suo intervento, “è l’orgoglio del proprio passato e la vitalità di
questi quartieri, ricchi di risorse, a renderli terreno fertile per rappresentare
un polo di attrazione culturale… per essere oggi un luogo di riconquista”
APPROFONDIMENTO
UPTER (Università popolare di Roma) Iscrizioni e sedi didattiche nel XV Municipio Trullo: Associazione Insieme per il Trullo - via Monte delle Capre, 23 - presso BiblioTrulloTeca - telefono 333.2252157
Magliana: Scuola Media “R. Quartararo” - Via della Magliana, 296 - Responsabile ANTONIA SAPIO - telefono 320.0194616 Portuense: Centro Sociale “A.Ciricillo” - Via degli Irlandesi, 46/a Responsabile DUILIO PERGOLINI - telefono 06.55272402
La più grande biblioteca
di Roma a Marconi
Non solo libri: internet point, spazi dedicati ai più piccoli, caffetteria.
Per incontrare la lettura e vivere il tempo libero.
di Gino Auriuso
n salotto e un parco divertimenti di 3500 metri quadri con
30mila libri, un ampio spazio
dedicato ai piccoli fino a 6 anni,sale multimediali, spazi espositivi e una caffetteria. Luogo d’incontro, di studio, di svago.
U
Un luogo da vivere. Gianni Paris,durante
l’inaugurazione, ripercorre le tappe. “Da
quando abbiamo ottenuto questo edificio nel lontano ’97, vi abbiamo trasferito
molti servizi utili ai cittadini come ad
esempio lo sportello anagrafico decen-
trato, un grande Centro Anziani, la sede
della Banca del Tempo, della
Sovrintendenza Archeologica, del
Servizio Civile Internazionale. Aver recuperato quest’edificio per farne un vero
polo culturale e di servizi per il quartiere
è stato un nostro grande successo. Nel
Municipio la biblioteca Marconi si aggiunge a quella di Corviale ed alla biblioteca associata del Trullo. L’obiettivo è
quello di aprire una biblioteca in ogni
quartiere,la prossima sarà a Magliana”.
APPROFONDIMENTO
La Bibbia di Gutember: Johann Gensfleisch, conosciuto come Gutemberg (paese di origine), intuì per primo la possibilità di pubblicare un numero illimitato di copie della stessa opera usando l’alfabeto mobile e per questo fu ritenuto l’inventore del libro nella sua forma moderna. Utilizzando i caratteri mobili, dopo quasi trent’anni di esperimenti, segnati da enormi difficoltà tecniche ed economiche, riuscì nel 1456 a consegnare alla storia la prima Bibbia stampata. La scrittura: Dopo la tradizione orale, la scrittura è il primo modo di comunicazione tra i popoli ed il primo mezzo usato
per la conservazione e la trasmissione di dati. Il primo popolo a sviluppare un sistema di scrittura, furono i Sumeri verso la fine del IV millennio a.C., ma poco dopo iniziarono ad usarla anche in Egitto
e nella valle dell’Indo. La teoria classica secondo cui la scrittura sarebbe stata trasmessa dai Sumeri agli altri popoli, è oggi messa in discussione. Una delle teorie recenti sostiene che la scrittura sia –
come già il linguaggio – una delle tappe dello sviluppo umano. La necessità di comunicare sarebbe cresciuta parallellamente con il generale sviluppo fisico e mentale dell’uomo. Di conseguenza non
si potrebbe parlare della scrittura come di una scoperta peculiare di un popolo, come non si potrebbe affermare che il linguaggio sia il prodotto di una data cultura primitiva. Si tratterebbe in ambedue i casi di un gradino nello sviluppo umano, comparabile ad esempio all’assunzione della stazione eretta. Si spiegherebbe così il fenomeno della scrittura verificatosi in vari punti del mondo in forme diverse ed apparentemente senza influssi esterni. Come l’avvento della scrittura ebbe inizialmente a significare una comunicazione tra appartenenti a diverse culture, così fu più tardi proprio la diversità tra i molteplici modi di scrivere che iniziò a mettere in difficoltà le possibilità di contatto. Si rese necessaria una unificazione delle scritture particolarmente nel Mar Mediterraneo, dove convivevano molte culture, ognuna con la propria scrittura. In Asia per lungo tempo questa necessità non si fece sentire, probabilmente perché le genti erano tanto numerose e autonome da non commerciare all’infuori dei propri confini. L’unificazione delle scritture ebbe inizio nel Mediterraneo con la propagazione della cultura ellenica, mentre in Estremo Oriente cominciò con l’acquisizione giapponese di alcuni segni cinesi verso l’anno 800 (primo hiragana), nel resto del mondo si impose la scrittura delle culture dominanti.[…] Le forme di scrittura sono sintetizzabili in tre gruppi: - scritture logografiche che usano segni per la notazione di parole; -scritture sillabiche dove i segni indicano sillabe; - scritture alfabetiche dove ogni fonema è scritto con le lettere di un alfabeto. Tratto da
Wikipedia- l’enciclopedia libera http://it.wikipedia.org
Periodico d’informazione politica a cura dell’associazione Democratici Arvalia
www.caffedemocratico.it
Aprile 2007
13
AMBIENTE: VOGLIA DI FUTURO
CAFFÈ DEMOCRATICO
Una scomoda verità
di Daniela Gentili
i sono dei libri e dei film che
non ci lasciano indifferenti,
che ci trasmettono qualcosa.
Alcuni si leggono o si vedono volentieri. Altri si riguardano, si citano, si ricordano. Pochi hanno la capacità di produrre un cambiamento nella nostra vita. Una scomoda verità ha il potere di
produrre un cambiamento nella vita di
una persona, nel pensiero e nell’agire
di un uomo ed anche di una collettività. Al Gore, ex-candidato alla presidenza degli Stati Uniti, mette in guardia sui
danni che l'effetto serra sarà in grado
di produrre se non si pone rimedio alla
sconsiderata crescita delle emissioni di
gas inquinanti nell'atmosfera. Il grande
merito di Al Gore, con questo film ap-
C
pello, è di porre ogni singolo individuo
di fronte ad una responsabilità precisa.
Ognuno può fare qualcosa. Nessuno
può restare indifferente. Noi come politici, come industriali, come docenti,
come cittadini, come abitanti di questo
splendido e fragile pianeta che è la nostra casa, la nostra vita, possiamo e
dobbiamo fare la differenza. Tutti gli
scienziati concordano: il riscaldamento
del pianeta è un fatto. Come è un fatto
il legame tra questo fenomeno e le
emissioni di gas serra di cui l’uomo è
responsabile. Le conseguenze, già oggi
tangibili, superano quanto i fantasiosi
film catastrofici ci offrono sotto le subdole spoglie della finzione cinematografica. L’Italia ha aderito al protocollo
di Kyoto il 30 maggio del 2002 ma in
questi ultimi cinque anni non ha intrapreso azioni adeguate al rispetto degli
impegni presi. Ci sono nel mondo colpevoli più colpevoli di noi (USA), ma
questo non è un alibi. In questi ultimi
anni le emissioni di casa nostra anziché
diminuire, come previsto dal protocollo, sono ulteriormente cresciute. E’ di
pochi giorni fa la denuncia dell’Unione
Europea nei confronti dell’Italia.
Durante il governo Berlusconi, l’Italia si
conferma il paese più inadempiente in
Europa. Emissioni di gas serra sono aumentate, si è registrato un incremento
di oltre il 12% e la grave mancanza di
un serio piano strategico. L’obiettivo
per il comune di Roma, ad esempio, è
giungere alla riduzione del 6,5% entro
il 2012 delle emissioni, rispetto ai livelli
del 1990. È una responsabilità del
Governo, è una responsabilità
Comunale, è una responsabilità dei
Municipi, è una responsabilità di ogni
singolo cittadino. Dobbiamo recuperare seriamente questi ultimi anni, persi
grazie alla mancanza di interventi forti,
di carattere generale, che erano attesi
dal Governo e non sono venuti, a differenza di quelli intrapresi a livello locale.
Ma che non hanno e non possono
avere la forza, la capacità, di produrre da soli i risultati complessivi
ambiti. L’obiettivo non può essere
disatteso. La penale da pagare: il
nostro futuro e quello dei nostri figli.
APPROFONDIMENTO
Al cinema: una scomoda verità - Sul WEB: Titolo Originale: AN INCONVENIENT TRUTH - www.climatecrisis.net - Regia: Davis Guggenheim - Interpreti: Al Gore - www.apat.gov.it - Durata: h 1.40 www.iia.cnr.it - Nazionalità: Usa 2006 - www.isac.cnr.it Le famiglie italiane sono responsabili, annualmente, di più del 30% dei consumi energetici totali e producono quindi circa il 27% delle emissioni nazionali di gas serra. Di queste, il 18% dipende dai consumi domestici mentre il 9% a causa dell’uso dei mezzi di trasporto. (www.romaperkyoto.org)
Periodico d’informazione politica a cura dell’associazione Democratici Arvalia
www.caffedemocratico.it
AMBIENTE: VOGLIA DI FUTURO
14
Aprile 2007
CAFFÈ DEMOCRATICO
Il protocollo di Kyoto
Soluzioni per un pianeta ammalato
di Luca Borreale
cambiamenti climatici in corso sul
nostro pianeta sono evidenti (è
sufficiente avere memoria del vestiario che eravamo soliti utilizzare nell’autunno-inverno degli anni Novanta
fa per poterli valutare); un' evidenza così sfacciata da aver pesantemente sbilanciato il dibattito scientifico internazionale sull’effetto serra. Appena una
decina di anni fa era possibile trovare
numerosi esperti pronti ad esprimere
dubbi sul reale peso dei cambiamenti
climatici in corso. Ora le cose sono talmente cambiate che quando si organizzano talk show sull’ambiente, e si ha la
necessità di garantire la par condicio
anche a quelle poche voci dissidenti
(molte delle quali prezzolate), i conduttori si trovano spesso a chiamare uno
scienziato di secondo ruolo, oppure
semplicemente uno impresentabile
(clamoroso uno degli ultimi casi, quando il difensore di turno del sistema petrolio ha definito testualmente il movimento Ecologista come “un male del
secolo alla pari del nazismo” ). Il protocollo di Kyoto, cioè la riduzione delle
emissioni di gas serra a livelli inferiori a
quelli registrati nel 1990 (per l’Italia si
tratta di un taglio del 16-17% delle
emissioni prodotte nel 2005) , può risolvere il problema? La risposta non è
scontata. Congelare le emissioni mondiali di gas serra non risolve il problema,
ma ci dà tempo, rallenta “la malattia”,
cioè il fenomeno dei mutamenti climatici legato all’effetto serra, in attesa della definitiva soluzione. Soluzione che
può avvenire in due modi. Il primo, il più
ottimista, è la fusione nucleare: una
energia pulita, praticamente gratuita,
basata sulla fusione degli atomi di idrogeno (presenti ovunque in natura) e la
liberazione della loro energia. Una soluzione che risolverebbe gran parte dei
nostri problemi energetici, e che abbatterebbe radicalmente le emissioni inquinanti Ma in tal senso la ricerca ha ancora bisogno di almeno 30-40 anni. Il
secondo è semplice: sempre fra trenta
anni il petrolio non sarà più sufficiente,
ce ne sarà ancora ma sarà scarso ed a
prezzi talmente elevati da causare una
vera e propria crisi energetica globale.
I
Ed in tal senso avremo poco da inquinare perché avremmo poco da bruciare
(ho trascurato le ipotesi di catastrofi naturali, non tanto perché esse siano irrealizzabili, ma perché ho fiducia nell’attuazione del protocollo di Kyoto e nel
fatto che esso ci garantisca dagli scenari peggiori). Pertanto il vero punto nodale è come comportarsi nei prossimi
trenta anni. Il protocollo di Kyoto in tal
senso può essere il nostro “grillo parlante”, quella vocina, magari qualche volta
scomoda, ma che ci dice dove è giusto
andare. Continuare a bruciare petrolio e
carbone senza ritegno non ha senso, né
scientifico, né economico, né politico, la
storia attuale ne è un segnale. La strada
da percorrere ha un nome preciso: di-
versificazione , rivolgersi a fonti energetiche alternative, alla energia solare, all’energia eolica, alla grande varietà di
biomasse, a forme intelligenti di risparmio energetico. In questo modo il protocollo di Kyoto potrà essere rispettato
ed il pianeta, e soprattutto i suoi abitanti più numerosi e più inquinanti, potrà
guadagnarsi il tempo necessario.
GLOSSARIO
Effetto Serra: Fenomeno climatico creato dall’accumulo di gas serra ( principalmente CO2 , cioè il principale prodotto delle attività umane energetiche ) nell’atmosfera, tali da creare una “serra” intorno al pianeta che impedisce un corretto scambio termico e fa accumulare calore nel pianeta. Protocollo di Kyoto: Accordo che vincola le nazioni a ridurre le emissioni globali di gas serra a livelli inferiori al 1990. Fusione Nucleare: Reazione di fusione di due atomi di idrogeno (ricavati dall’acqua) in un atomo di elio, con liberazione di grandissime quantità di energia (è la reazione che
avviene all’interno del sole). La fusione nucleare non produce né emissioni né radiazioni. Gli scienziati stanno studiando un modo per poterla produrre in continuo (ed a costi di impianto adeguati). La soluzione potrebbe/dovrebbe arrivare nei prossimi trenta-cinquanta anni.
Periodico d’informazione politica a cura dell’associazione Democratici Arvalia
www.caffedemocratico.it
Aprile 2007
15
AMBIENTE: VOGLIA DI FUTURO
CAFFÈ DEMOCRATICO
Risparmio energetico
nella Finanziaria 2007
di Daniele Fappiano
hi sostituisce la vecchia caldaia
con una nuova meno inquinante o monta un pannello solare potrà usufruire di consistenti sgravi
fiscali. Lo prevede il cosiddetto “pacchetto energia” della Finanziaria 2007.
Il Governo ha infatti introdotto detrazioni, fino a ben 30mila euro in tre anni,
C
per chi sostituisce la vecchia caldaia con
una ad efficienza energetica elevata.Per
quanto riguarda invece i pannelli solari,
le detrazioni per la relativa installazione
possono arrivare fino a 60mila euro in
tre anni. I vantaggi non sono solo legati
alle detrazioni fiscali: nel lungo periodo,
infatti, i costi possono essere ammortiz-
zati, nel caso della caldaia, dal risparmio
energetico derivante dalla diminuzione delle dispersioni termiche, mentre
nel caso dei pannelli solari il risparmio
sulla bolletta della luce può essere rilevante. Inoltre la Finanziaria 2007
punta ad stimolare i costruttori a progettare abitazioni ad alta efficienza
Variazioni della temperatura (1880 - 2000)
energetica. Il “pacchetto energia” prevede l’istituzione di un fondo, con risorse iniziali pari a 15 milioni di euro,
finalizzato alla costruzione di case con
pareti e finestre e bassa dispersione
termica. Queste agevolazioni fanno
parte di tutta una serie di interventi di
efficienza energetica nell'edilizia.
Andamento emissioni di CO2
I paesi che hanno sottoscritto il protocollo di Kyoto a giugno 2005
Periodico d’informazione politica a cura dell’associazione Democratici Arvalia
www.caffedemocratico.it
16
Aprile 2007
CAFFÈ DEMOCRATICO
VOGLIA DI FUTURO?
IL CAFFÈ DEMOCRATICO
RISPONDE:
Il cittadino ed i suoi diritti al centro delle
scelte, un cittadino inteso come consumatore, come abitante, come lavoratore,
come persona
Periodico d’informazione politica
a cura dell’associazione
Democratici Arvalia
Occorre una politica che promuova lo sviluppo sostenibile
Direttore responsabile: Pino Nazio
Direttore editoriale: Daniela Gentili
Vice direttore: Cristiano Dani
Capo redattore: Emanuele Faina
Segreteria di redazione: Rossella Coltorti
Un nuovo modo di fare comunicazione,
non a colpi di frusta televisivi e neanche
chiusi dentro quattro mura tra addetti ai
lavori, ma direttamente "al" e "con" il
cittadino
Redazione:
Corrado Belmonte
Luca Borreale
Cristiana Demi
Daniele Fappiano
Gino Auriuso
Dal suo insediamento il governo ha sfornato provvedimenti importanti sul precariato, sulle liberalizzazioni, sull’Alitalia, ha
aperto nuovi canali economici con colossi
come Cina e India. Dall’opposizione solo
una sequela interminabile di “no!”.
Hanno collaborato:
Gianni Paris
Maurizio Carletti
Andrea Catalini
Marica Di Santo
Vanessa Guerrini
Manuele Marcozzi
Tommaso Tini
e tanti altri che ringraziamo....
C’è un gran bisogno di aggregazione politica in Italia (e non solo nell’Ulivo), il sistema è prigioniero di ricatti di piccolissimi
partiti, le divisioni che una volta affondavano in un mondo diviso in blocchi oggi
non hanno più ragione di esistere.
Progetto grafico e impaginazione:
Massimiliano Trombacco
Il mantenimento accanito dello status
quo, nella storia, ha segnato il declino delle civiltà, non l'evoluzione.
Democratici Arvalia:
Sito: www.democraticiarvalia.it
mail: [email protected]
tel. 334.1837475
Quelle che una volta erano frettolosamente identificate e catalogate come periferie, nell'accezione più lugubre del termine, stanno affermandosi come luoghi
privilegiati per il risveglio delle coscienze.
Culturali, sociali, politiche.
Presidente: Daniela Gentili
Vicepresidente: Emanuele Faina
Segretario-tesoriere: Corrado Belmonte
Soci fondatori: Gianni Paris, Daniela Gentili,
Emanuele Faina, Corrado Belmonte, Manuele
Marcozzi, Ermanno Pascucci, Fabrizio Grossi,
Corrado Belmonte, Maurizio Carletti, Riccardo
Armezzani, Rossella Coltorti
DEMOCRATICI ARVALIA
CENTRO DI INIZIATIVA PER IL PARTITO DEMOCRATICO
Chi siamo
Elettori ed eletti, giovani e veterani, uomini e donne, Ds e Margherita, non iscritti o iscritti ad altri partiti e
associazioni, che hanno deciso di intraprendere un cammino insieme.
Cosa proponiamo
Nuove forme di partecipazione politica Partire dai contenuti per un vero e sostanziale riformismo
Una nuova forma-partito che accolga le esigenze e le richieste della società
una politica migliore per un paese migliore
Contattaci!
Email: [email protected] - www.democraticiarvalia.it
Caffè Democratico
Sito: www.caffedemocratico.it
E-mail: [email protected]
Blog: www.caffedemocratico.it/blog/
Stampato presso:
Val Printing s.r.l. sede legale e stabilimento
Via Cassia Km 36,300
Zona Industriale Settevene – 01036 Nepi (VT)
Proprietario editore
Roma Democratica soc. coop.
Sede legale in, Via Sardegna 55
00187 Roma
www.romademocratica.it
[email protected]
Per la pubblicità contatta la mail:
[email protected]
Registrazione in corso
presso il tribunale di Roma
Cos'è e come funziona?
Il Caffè Democratico è un giornale stampato e on-line dedicato a chi vuole leggere di politica vissuta, sentita, commentata da chi opera "in prima linea" , confrontandosi
con i problemi della quotidianità, con le speranze dei giovani, con le amarezze dei cittadini, con i bisogni che la società esprime. Nasce dall'impegno dei Democratici Arvalia, centro d'iniziativa per il Partito Democratico promosso da Gianni Paris, presidente del XV Municipio di Roma.
È un giornale dei cittadini, un giornale dei politici, un giornale dei tecnici è un giornale per il Partito Democratico, è un'espressione riformista di partecipazione politica.
Rappresenta "l'ultimo miglio" della comunicazione politica, che non vive di scoop ma che si propone di ascoltare e di dire!
È un giornale con il quale noi con forza affermiamo di avere VOGLIA DI FUTURO !
Non occorre essere giornalisti professionisti o politici navigati per poter esprimere il vostro pensiero, per poter partecipare al dibattito, all'analisi, contribuire con le proprie idee, fornire nuovi spunti, arricchire di dati. Per questo abbiamo fatto una scelta: il testo degli articoli oltre che stampato e diffuso
gratuitamente sarà pubblicato in questo sito, corredato di grafica, glossario dei termini, approfondimenti e sarà riportato anche sul BLOG dove tutti i cittadini "navigatori" potranno commentare ed integrare ogni tema proposto o suggerirne di nuovi!
Daniela Gentili
(Direttore editoriale e presidente dei Democratici Arvalia)
Periodico d’informazione politica a cura dell’associazione Democratici Arvalia
www.caffedemocratico.it
Scarica

Partito Democratico: senza “se”e senza “ma”