Non si compra, non ci comprano. SAPER VIVERE LA GRANDE NAPOLI Anno XI - numero 1 - marzo/aprile 2016 distribuzione gratuita HO VISTO BASSOLINO, CHIAMATE LA NEURO. Il rancore gioca brutti scherzi: l’ex governatore della Campania dopo le primarie chiede le «secondarie» e non si rende conto che nel suicidio del Pd lui è la pistola. Per la corsa a Palazzo San Giacomo de Magistris gode del disfacimento altrui e insegue il bis: pur non avendo governato Napoli per 5 anni si prepara a scatenare l’inferno demagogico. I grillini si autoeliminano con la scelta dello juventino Matteo Brambilla. Intanto Lettieri va a tutta forza: per ora è «6 metri per 3 sopra il cielo». www.chiaiamagazine.it IUPPITER EDIZIONI OBLÒ Confronto tra popoli Caro direttore, tutti a parlare di polveri sottili e di inquinamento dell’aria. Con la scoperta del fuoco, l’uomo ha ottenuto un notevole miglioramento della propria esistenza. Nell’800, innumerevoli applicazioni industriali della combustione sfociarono in motori e macchinari, perfezionati nel ‘900. Se oggi ci svegliamo in un ambiente riscaldato, se scaldiamo il latte prima di uscire, prendiamo l’ascensore, lo dobbiamo sempre e soltanto a una combustione chimica. L’elettricità non è in sé un processo di combustione ma è generata indirettamente da un processo di combustione. In una centrale elettrica si bruciano combustibili di varia natura per ottenere calore. Questo, riscaldando acqua, genera vapore che, pressurizzato e inviato a turbine, muove dinamo o alternatori che generano la corrente elettrica che arriva nelle nostre case. Dunque è qui che c’è il grosso della combustione e delle emissioni in atmosfera di tonnellate di CO2. In Italia quasi tutte le attività lavorative e non, dipendono dalle centrali elettriche alle quali non possiamo fare le targhe alterne perché la corrente la vogliamo h 24, e allora facciamo le targhe alterne alle auto. Il nostro Paese non ha sufficienti risorse energetiche ed Enrico Mattei, uomo geniale che voleva rendere l’Italia energeticamente indipendente dagli altri paesi, morì misteriosamente in un incidente nel ‘62. Ci rivolgiamo quindi alla Francia che ci vende corrente che poi paghiamo otto volte il prezzo di acquisto. La Francia ha 58 centrali elettriche che emettono vapore acqueo e radioattività non superiore a quella naturale. Enrico Fermi, con i suoi studi e ricerche finanziate dall’America, creò la pila atomica, prototipo delle centrali nucleari e gli USA ora hanno un centinaio di reattori nucleari. I nostri politici, ovviamente ignoranti anche in questo fondamentale settore energetico, ci hanno fatto fare nel 1987 un referendum chiedendo a un popolo che, essendo ignorante in fisica, ha detto di no alle nostre centrali fermandone la produzione nel 1988. Il tempo poi ha smentito capre e pseudo intellettualoidi. Nel 2011 un secondo referendum ha condannato l’Italia a dipendere energeticamente dagli altri paesi. Tutti i paesi hanno centrali nucleari che non sono altro che moderne centrali elettriche, sicure ed efficienti, che invece di bruciare i combustibili fossili sottopongono isotopi a fissione, ricavando una resa immensamente maggiore (un chilo di uranio dà lo stesso calore di un milione e mezzo di Kg di metano) in energia elettrica pulita. MARIO FAIDO (2) «CUORE E LETTURA», L’INIZIATIVA CHE LIBERA LA MENTE Iuppiter Edizioni ha donato alcuni titoli del proprio catalogo a strutture in cui la lettura è un momento di crescita e di confronto. L’iniziativa “Cuore e Lettura” ha destinato circa 500 libri a diversi istituti carcerari campani (il carcere maschile di Poggioreale, quello femminile di Pozzuoli e quello minorile di Nisida) ma non solo. Alcuni titoli sono stati inviati alla casa di reclusione di Bollate, eccellenza italiana che propone un particolare programma rieducativo che va dalla ristorazione alla creazione di una biblioteca di quasi 20.000 volumi. Non soltanto istituti penitenziari: “Cuore e Lettura” sostiene anche realtà impegnate nel sociale come l’associazione Annalisa Durante a Forcella e Liberi di Volare, la onlus che ospita detenuti in affido e in regime di semilibertà, oltre all’Azienda Ospedaliera dei Colli (Cotugno, Monaldi e CTO). Tra le prossime tappe dell’iniziativa sono previsti alcuni incontri nella casa circondariale di Poggioreale con gli autori Iuppiter in collaborazione con Liberi di Volare. (l.g.) Il fascino politico dell’evasione FISCALE Il paginone Promemoria per Chiaia: voce per voce i punti chiave per la vera svolta della «city». pagine 4-5 Luigi Romano SAPER VIVERE LA GRANDE NAPOLI Anno XI - n. 1 - marzo/aprile 2016 Direttore responsabile Max De Francesco Caporedattore Laura Cocozza h o r u m l u x Redazione Livia Iannotta, Lidia Girardi Reg. Tribunale di Napoli n° 93 del 27 dicembre 2005 Iscrizione al Roc n°18263 © Copyright Iuppiter Group s.c.g. Tutti i diritti sono riservati Progetto e realizzazione grafica Fly&Fly Per comunicati e informazioni: [email protected] Primo piano La politica del risentimento: Bassolino, storia di sprechi e disastri. pagina 6 Focus Fondi europei e Mezzogiorno: scacco al Sud con le risorse riprogrammate. pagina 11 Quartierissime Linea 6, la parola al geologo: «Rischio idrico con il passaggio dei treni». pagina 15 L’inchiesta Archeologia negata: l’inaccessibile patrimonio dei Campi Flegrei. pagina 17 Storie & Imprese Enrico Monzatti (Liberi di Volare): «Così metto il sole in tasca agli esclusi». pagine 24 Saper Vivere «La mia Apocalisse è a Miami»: Diego Santanelli racconta il suo viaggio personale e la prossima mostra in Florida. pagina 27 c e d e t Società editrice IUPPITER GROUP S.C.G. Sede legale e redazione: via dei Mille, 59 - 80121 Napoli Tel. 081.19361500 - Fax 081.2140666 www.iuppitergroup.it Presidente: Laura Cocozza Stampa Centro Offset Meridionale srl - Caserta Chiaia Magazine compie 10 anni: non si compra, non ci comprano. pagina 3 Gentile direttore, la disturbo a proposito non solo delle quattro banche italiane (Etruria, Marche, Ferrara e Chieti), che hanno creato non pochi problemi sia al “buon” Renzi che all’economia dei distretti su cui operano, ma anche per la creazione della “bad bank”, a cui saranno trasferiti i miliardi di “crediti incagliati”, e per l’accordo raggiunto con l’UE. I primi dieci anni della mia vita lavorativa li ho svolti lavorando con la Ernst &Young e la Price Waterhouse, colossi della certificazione dei bilanci. Sono decenni che mi chiedo come facciano le banche italiane a concedere danaro a vario titolo ad imprese piccole, medie e grandi in assenza di bilanci certificati, ma si accontentano di bilanci chiaramente falsi, che non rappresentano la situazione patrimoniale e finanziaria dell’azienda che chiede l’aiuto di una banca. Che poi sono l’altra faccia della evasione fiscale che ammonta a circa 120 miliardi annui e che nessun governo vuole seriamente affrontare, pena la sconfitta alle elezioni successive. Fatto che è stato indirettamente confermato da R. Orlandi (capo dell’ Agenzia delle Entrate) quando ha recentemente detto che “le istituzioni sono poco sensibili nella lotta all’evasione”. Questa poca sensibilità spiega anche la grande propensione al risparmio delle formiche italiane, che giustamente non sono tanto disponibili a investire in azioni. Tutto va nascosto al fisco, la trasparenza finanziaria (furbizia italica) è una chimera. Ovviamente questo discorso non vale per le 234 aziende quotate in borsa (a Londra ce ne sono 2365) che hanno l’obbligo della certificazione del bilancio e di tutte quelle aziende che si sottopongono alla certificazione volontaria. Il problema delle banche, che hanno nei loro bilanci “crediti incagliati”, si ripresenterà ancora, l’evasione resterà sempre altissima, la lotta all’evasione darà sempre risultati risibili (14 incassati su almeno 120) e l’economia stenterà sempre a crescere, con tutti i riflessi negativi sull’occupazione. n u m q u a m Editoriali Chiaia Magazine vive grazie alle inserzioni pubblicitarie. Non è il foglio di nessun partito o movimento, ma una libera tribuna che resta aperta grazie alla passione estrema e alla tenacia di un gruppo di giornalisti. Responsabile area web Massimiliano Tomasetta Pubblicità (Tel. 081.19361500) Michele Tempesta (392.1803608) CHIAIA MAGAZINE • MARZO/APRILE 2016 Si ringrazia Tony Baldini per la consulenza grafica e l’archivio Ruggieri. EDITORIALI CHIAIA MAGAZINE, L’ANNIVERSARIO DISASTRO PRIMARIE Non si compra, Ormai il Pd non ci comprano è agli spiccioli Max De Francesco Non si compra, non ci comprano. Chiaia Magazine fa 10 anni, età che per un giornale, soprattutto per un freepress indipendente persino da se stesso, rappresenta la piena maturità. Un traguardo che sembrava impossibile per un’idea nata da un istinto civico a piazza dei Martiri, dopo un’accesa conversazione tra Nino De Nicola, Alvaro Mirabelli, Laura Cocozza e il sottoscritto. Un’idea mai agevolata da finanziamenti pubblici, volutamente scomoda e sorda al richiamo di qualsiasi allineamento. Primo numero un sabato di febbraio del 2006: otto pagine a colori, carta tatami, progetto grafico col talento della chiarezza, testata rosso passione, tiratura 2000 copie, distribuzione gratuita. E un principio mai tradito in questi 10 anni di libertà e romanticismo, di sano virus satirico e inguaribile piglio marziale: non si compra, non ci comprano. Tre le molle che in un decennio rovinoso per l’editoria tradizionale hanno consentito al giornale di resistere al buio economico e all’inevitabile contrazione del flusso pubblicitario: l’unicità della proposta giornalistica (notizie e inchieste che gli altri non hanno, spazio alla cultura non ufficiale); la possibilità di osare e sperimentare (cover di rottura, redazione votata alla tenacia e allo sviluppo di idee più che al copiaincolla e alle marchette); una questione sempre aperta con il cuore. Questione di cuore, c’è tutto qui dentro: c’è il palpito degli inizi, la condivisione d’incomprensibili emozioni, la rinuncia alle lusinghe di strade leggere, gli occhi nuovi di chi è assetato d’imparare e ti affianca mentre fingi forza ma barcolli per la stanchezza, il tepore della notizia scovata, gli amori interrotti, l’orgoglio per la testata, le incazza- ture per una pagina che non vuole proprio chiudersi, le corse in tipografia, le battaglie che non importa se siano perse ma vanno fatte e basta, il rispetto verso se stessi e le proprie idee a qualsiasi costo, gli incredibili collaboratori che passano in redazione e riempiono giornate ristrette, le telefonate improvvise dei lettori che aspettano l’uscita, lo scarico all’alba delle copie calde, quel profumo di carta e inchiostro vivo che prende le narici e consegna una breve magia, un piccolo senso d’appagamento. Una questione di cuore, c’è tutto dentro: stanze piene di fumo e battiti, l’illusione del caffè prima che la notte carichi sorrisi e si sciolgano gli ultimi dubbi sull’attacco di un pezzo, pomeriggi infiniti a corteggiare un titolo e a immaginare una «prima» che spacchi. Tutto dentro, soprattutto gli amici che non ci sono più come il buon Lucio Luongo, il missionario Beppe Airoldi, la dolce Mylene Biancospino, il poeta Ciro Rimonti, il leone Marcello Fasolino, l’esagerato Nuccio Apolito e l’immenso Alvaro Mirabelli, il nostro Mizzi, oggi ancora di più tra noi nello sguardo greco della figlia Sveva che ne ha ereditato l’amore per la scrittura e il rigore poetico. Se siamo ancora qui a raccontarci e a raccontare la città, a indignarci e a custodire passioni è perché siamo tutto questo, fieri di non aver mai bruciato fondi pubblici né di aver ma aperto il manuale del leccaculismo. In un libro, in uscita a maggio, raccoglieremo le cover di Chiaia Magazine che hanno la giusta forza visiva per sintetizzare al meglio umori e bluff napoletani. Presto, affezionati lettori, vi regaleremo un’altra tribuna di libertà. Un’altra impresa editoriale, ambiziosa e sudista. Il nostro modo di festeggiare i 10 anni è rilanciare. E, anche se è un azzardo, continuare a ragionare col cuore. CHIAIA MAGAZINE • MARZO/APRILE 2016 (3) IL PAGINONE AL FUTURO SINDACO Promemoria per Chiaia Un’agenda di cose da fare, compilata insieme a chi vive e lavora nella Prima Municipalità. Dal nodo parcheggi alla sicurezza, dalla movida alla manutenzione urbana: voce per voce i punti chiave per la vera svolta della «city» Pino Fermento LA SCHEDA C La Prima Municipalità è uno dei 10 municipi in cui è suddivisa la città di Napoli, istituita assieme alle altre 9 con deliberazioni del Consiglio comunale partenopeo nel 2005. Ha sede a Palazzo Ciccarelli di Cesavolpe, in Piazza Santa Maria degli Angeli a Pizzofalcone 1. All’ultimo censimento generale della popolazione, risalente all’anno 2001, fornito dai Servizi Statistici del Comune di Napoli, il territorio della Municipalità contava una popolazione di 84.067 abitanti, spalmata su una superficie di 8,80 km², con una densità abitativa di 9.553,07 ab./km². Tre i quartieri compresi: Chiaia con 41.423 residenti su una superficie pari a 2,71 km²; Posillipo con 23.311 residenti, per una superficie di 5,17 km²; San Ferdinando con 17.939 residenti su una superficie pari a 0,92 km². inque «focus group» tenuti in redazione sui temi più caldi del territorio (sicurezza, viabilità, turismo, impresa, ambiente, manutenzione), oltre mille telefonate fatte a chi vive e lavora nella Prima Municipalità ponendo due domande chiare: «Qual è la priorità per migliorare il tuo quartiere? Hai un’idea da proporre al futuro sindaco della città?». Chiaia Magazine, che da dieci anni racconta luci e tormenti di un luogo straordinario ma ancora troppo «ammalato» di disservizi, ha stilato un’«agenda del fare» insieme a chi conosce il bello e il brutto della «city», una sorta di vademecum per chi si candida a governare la città e per chi aspira a diventare il presidente della Municipalità 1. Il quadro che viene fuori conferma che negli ultimi dieci anni la vita di Chiaia - vuoi per la crisi economica, vuoi per il malgoverno cittadino, vuoi per il fallimento della riforma sul decentramento, che prevedeva municipalità più forti e più autonome - non segnala miglioramenti. Anzi, le criticità sono aumentate e le opportunità sciupate sembrano assediare presente e futuro del territorio. In sintesi, dopo aver raccolto pareri e segnalazioni, pubblichiamo i promemoria che riguardano i punti chiave per la vera riscossa di Chiaia. Con questi farà i conti il prossimo governo della città. Nodo parcheggi A forte vocazione turistica e commerciale, cuore pulsante della città, Chiaia continua a non avere adeguate aree pubbliche di sosta. Chi vive e lavora qui invoca da (4) CHIAIA MAGAZINE • MARZO/APRILE 2016 tempo la realizzazione di parcheggi interrati che possano permettere ai cittadini di sostare a prezzi popolari. I garage privati non bastano per contenere il flusso di auto che raggiunge il centro soprattutto nei fine settimana. Secondo alcuni tecnici l’asse del Lungomare potrebbe essere l’area ideale per una grande operazione di parcheggi sotterranei come avviene già in altre città europee. Le opzioni sul dove sono numerose: Piedigrotta, la Torretta (o piazza della Repubblica), San Pasquale (zona Pignatelli), piazza Vittoria. Da valutare anche un progetto che prevede aree di sosta sotto piazza del Plebiscito. Viabilità e Lungomare Bello, scenografico, vanto del mandato de Magistris, il lungomare «politicizzato» fa la sua figura. Ben venga la pedonalizzazione, che lo ha reso contenitore di grandi eventi e teatro di posa per weekend tra pizze e locali, ma a farne le spese è stata la mobilità del quartiere. Disagi, code, cittadini «imprigionati» nelle strade interne congestionate all’inverosimile. È il caso della Galleria Vittoria, di via Arcoleo, via Vannella Gaetani. La maggioranza degli intervi- stati è per la mediazione. Alcuni propongono ad esempio di prevedere la riapertura delle strade dal lunedì notte al venerdì sera, considerando che durante la settimana via Caracciolo e via Partenope sono pressoché deserte. Insomma, lungomare sì ma non così. Opere incompiute Un albo impietoso di gioielli architettonici che chiedono vendetta, fondi bruciati, favole e tagli del nastro rimandati a tempo indeterminato. Le opere pubbliche in stand-by a Chiaia abbondano. Giusto per fare qualche esempio: in Villa comunale accolgono i passanti la Casina del Boschetto, ex Circolo della Stampa, in eterna ristrutturazione; la Casina Pompeiana, riaperta nel 2011 dopo anni di lavori e oggi sottoutilizzata; cantieri e ruspe della linea 6, il metrò lumaca, scenografia permanente del giardino borbonico. Ancora, sulla collina di Posillipo, il mausoleo Schilizzi grida vendetta. Così come il comprensorio del Monte Echia, per la cui riqualificazione si contano solo soldi persi e lavori fermi. Follie tutte napoletane per cui i cittadini pretendono un punto. Municipalità 1, inizia la sfida per il dopo Chiosi Adriano Padula VITTORIE Manutenzione urbana Nella prima Municipalità, come del resto in tutta la città, le strade sprofondano, le buche si allargano e i sampietrini saltano. Insieme ai nervi di chi quotidianamente percorre, a piedi o su ruote, il quartiere. Il manto stradale logorato fa beccare all’amministrazione uscente un voto basso sulla manutenzione urbana. La beffa è smascherata. Si rattoppa, si pavimentano tratti usurati, ma le coperture finanziarie sono scarse e gli interventi di manutenzione restano il tallone d’Achille del governo cittadino. La soluzione degli abitanti? Più soldi alla Municipalità. Un maggiore respiro finanziario, infatti, fa rima con una più incisiva autonomia e pronto intervento sul territorio. Per via del Parco Margherita, tra le strade più bistrattate, i cittadini propongono la soluzione già adottata a via Tasso: via i cubetti e spazio all’asfalto. E poiché il problema scende molto più in profondità, ipotizzano una mappatura generale del sottosuolo per verificare lo stato delle fogne. Se non fosse stato per l’interventismo delle associazioni civiche e la caparbietà della promotrice Antonella Pane, la Cassa Armonica (nella foto a sinistra) sarebbe stata rovinata da un restauro irrispettoso della sua storia. Grazie, invece, alla denuncia di un gruppo di cittadini contro Comune e Sovrintendenza, rei di aver previsto un restyling del monumento della Villa Comunale «infedele» al disegno originale voluto da Enrico Alvino nel 1862, il Ministero ha fermato i lavori. Infatti, dopo il dossier inviato dai comitati civici di Chiaia, da Roma è partita un'immediata ordinanza di rimozione dei pannelli della «corona» della Cassa, così che i vetri ora finalmente saranno gialli e verdi, in linea con il progetto di Alvino, e non bianchi e di policarbonato. Una vittoria, questa, che smaschera superficialità e ignoranza di chi è tenuto a salvaguardare il patrimonio culturale e storico della città. Movida sicura e turismo Nessuno tocchi la movida, anche se urge un’opera di regolazione. Tra baby gang, provvedimenti giudiziari e giustificate proteste di chi vive a Chiaia, serve un sapiente compromesso tra gli imprenditori del by night e i residenti. La movida è economia e fermento per il territorio, ma non può diventarne un problema. Gli intervistati sul tema hanno le idee chiare: maggiore pattugliamento della zona calda dei locali; monitoraggio del livello acustico (sperimentare nella zona impianti di misurazione acustica); utilizzo di «steward», assunti in forma consorziata dai locali, addetti a controllare che gli avventori non disturbino la quiete pubblica e privata, non arrechino danno al decoro e all’igiene dei luoghi pubblici. Capitolo turismo: bisogna lavorare affinché chi sceglie la «city» non si accontenti solo del Lungomare. Attraverso eventi, infopoint e un’efficace promozione di alternativi itinerari culturali e gastronomici, i turisti vanno «portati» tra le vie di Chiaia, alla scoperta di negozi storici, musei, monumenti e sottosuoli magici. Rifiuti e decoro urbano Nel salotto di Napoli si fa shopping tra cassonetti stracolmi di immondizia e cumuli di cartone abbandonati ai margini delle strade. E mentre amministrazione e Asia sventolano orgogliosi le cifre di una differenziata che in realtà avanza timidamente e senza colpo d’occhio, i cittadini si dicono ancora scontenti. Alcuni suggeriscono di allinearsi ad altre città del centronord, tra cui Milano, installando cassonetti sotterranei, contenitori “a scomparsa” per guadagnare in estetica e neutralizzare il problema degli odori sgradevoli. La Municipalità - insistono gli interpellati - dovrebbe porsi sempre più come un dipartimento ambientale e il presidente dovrebbe vestire i panni di una sentinella del vivere civile. Bocciati anche spazzamento delle strade e decoro urbano. Ai writers che imbrattano i monumenti, poi, sanzioni più salate. Dopo tre mandati come presidente, prima della circoscrizione di Chiaia e poi della Municipalià 1, Fabio Chiosi, abituato da giovanissimo a masticare pane e politica prima nel Msi, poi in An e infine nel PdL, non sarà più il «governatore» del territorio. A fermarlo è la legge che lo costringerà a rinunciare alla corsa per la presidenza. Per la sua esperienza amministrativa e un’onestà indiscutibile, in molti si augurano che Chiosi, se il centrodestra dovesse vincere le prossime elezioni comunali, abbia un futuro ancora istituzionale, come assessore o alla guida di qualche ente pubblico. Chi verrà dopo Chiosi? La gara per diventare presidente del «parlamentino» della Municipalita 1 è già iniziata, anche se l’ufficialità delle candidature negli opposti schieramenti è ancora lontana e, quindi, navighiamo nel mare delle ipotesi. Per il centrodestra sono tre i nomi che circolano con insistenza: Francesco de Giovanni di Santaseverina, Alberto Boccalatte e Mario Mele. Per il centrosinistra, invece, tra i possibili candidati: Diana Pezza Borrelli (madre del consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli, già sfidante di Chiosi nelle elezioni del 2011), Enzo Serio, Valerio Di Pietro e Davide Leonardi. Sul fronte Movimento 5 Stelle non giungono notizie concrete, mentre ancora incerta appare la posizione di Fratelli d’Italia, soprattutto dopo la rottura romana con Forza Italia. Non si sa, infatti, se il partito di Giorgia Meloni e di Marcello Taglialatela sosterrà il candidato a sindaco del centrodestra Gianni Lettieri o correrà da solo. Di conseguenza nelle municipalità non si sa se Fdi proporrà propri candidati alle presidenze o si apparenterà con il centrodestra, ipotesi quest’ultima molto più probabile. Se dovesse, invece, correre autonomamente, nella Municipalità 1 il nome come possibile candidato alla presidenza è quello del medico Paolo Santanelli, espressione della società civile, già candidato al Consiglio comunale con il PdL nelle scorse elezioni. Certi di candidarsi come consiglieri della Prima Municipalità sono Diego D’Alessio, Maurizio Tesorone, Francesco Salerno. Non si ricandida Fabio Cicala, invece è tentato a intraprendere una nuova sfida Nino De Nicola, ex presidente delle Nuove Botteghe dei Mille molto legato al territorio. CHIAIA MAGAZINE • MARZO/APRILE 2016 (5) PRIMO PIANO LA POLITICA DEL RISENTIMENTO Bassolino, storia di sprechi e disastri Adriano Padula Povero Bassolino! Mitico scalatore cinematografico e letterario del Vesuvio e delle Dolomiti, dopo aver affrontato epocali processi in prescrizione, aver scalato montagne di sale, di fango e di rifiuti, tutto avrebbe potuto immaginare tranne che alle primarie sarebbe nuovamente finito nella polvere. Per colpa, vedi un po’ i paradossi della vita, di una sua allieva impertinente, che lo ha definitivamente disarcionato. A questo punto per risollevarlo è d’obbligo una domanda alla Marzullo: «Onorevole Don Antonio, visto che avete perso per una “man(g)iata” di voti, voi che eravate abituato alle abbuffate, si faccia una domanda e si dia una risposta!» È una parola, poiché come accadde a Reporter, l’ex governatore non risponde alle domande da cento pistole, se volete la risposta sulla sua ingloriosa uscita di scena, è possibile averla da questi coraggiosi libri e rapporti: Bassolino, Amici e Compagni, edito nel 2008 da Controcorrente, a cura di Mimmo della Corte, in cui è raccontata la Bengodi di Bassolino; la verifica degli ispettori ministeriali in Materia di scostamenti dagli obiettivi di finanza pubblica, eseguita dal giugno all’agosto del 2010, oppure una qualsiasi relazione annuale della Corte dei Conti della Campania. Infine il libro-intervista a Francesco D’Ercole, ex capo dell’opposizione in Consiglio regionale, vale a dire Magnanapoli, edito da Iuppiter nel gennaio 2010. Per il resto, ciò che oggi racconta quello che per noi ormai è «un rattopardo» col talento del rancore, è un giro nel nulla tra autoassoluzioni e risentimenti. Basta una sintesi volante sull’operato di Bassolino come governatore (tratta dal libro Magnanapoli) per capire cosa significa sperperare denaro pubblico. Il mitomane dei Trasporti Pur riconoscendo che il settore Trasporti era il meno negativo della giunta bassoliniana, non si possono tacere la spesa e la inutilità delle stazioni del cosiddetto “Metrò dell’Arte” e, soprattutto, il monumento progettato dall’angloindiano (6) Anish Kapoor per la stazione di Monte Sant’Angelo. Pensate: ha fruttato al solo progettista Kapoor quasi 2milioni e 600mila euro e per la realizzazione ha già ingoiato 12milioni e 424mila, con una previsione di spesa complessiva di quasi 58milioni di euro già tutti finanziati. Il fuoriclasse dei rifiuti Senza scavare oltre, restiamo solo all’ultimo dossier dell’ottobre 2010 della Corte dei Conti, dove figurano una serie impressionante di cifre, che evidenziano come, negli ultimi due anni di Governatorato, siano stati spesi ben 240milioni di euro per mandare all’estero i rifiuti in treno, in cuccetta. E non è finita: 50 sono serviti alla gestione della struttura che doveva programmare e gestire lo smaltimento rifiuti, 155 se ne sono andati per pagare gli stipendi ai 5 commissari dal 2005 al 2010. Un periodo di tempo in cui si sono accumulati debiti per ben 2 miliardi di euro. Costi enormi che, purtroppo, non hanno prodotto un bel nulla. Con il tempo, a furia di mettere la testa grigia fuori dal buco, rovistare nelle stive di una nave fantasma e ricordare le scorpacciate di formaggio di una volta, Bassolino si è mutato in «rattopardo», nuova specie di animale politico che alterna giorni da topo di biblioteca ad altri in cui, roso dalla nostalgia, studia e ripassa la toponomastica del suo regno perduto. Non avendo nulla di nuovo da dire, sollecitato dagli amici roditori che ne conoscono l’incontrollabile autostima, è affetto da «rattopardismo», incurabile «sindrome del ritorno» che, a differenza del gattopardismo, non provoca il trasformismo ma un illusionismo d’accatto, inevitabilmente patetico e rovinoso per la comunità. (di Max De Francesco - Chiaia Magazine - ott./nov. 2015) “ CHIAIA MAGAZINE • MARZO/APRILE 2016 La festilenza In dieci anni, Paser dopo Paser, i fondi strutturali europei sono finiti su “sponde” che, anziché contenere un salutare fiume di investimenti strategici per lo sviluppo, hanno solo arricchito la piena di fiere e sagre: della salsiccia, del maiale, del ciuccio e del merlo maschio oppure della ciliegia, dell’albicocca e del mangiamaccheroni, con la finale esilarante iniziativa della “Fabbrica dei sensi” che ci donò, sentite un po’, come digestivo un poetico “Sussurro delle sorgenti”. Insomma, bocconi di cifre astrali. Memorabile su ogni altro evento la Piedigrotta con Elton John, che dopo aver intascato un assegno di 750mila euro (che ora l’Europa rivuole indietro dalla Campania), disse di aver cantato gratis; oppure il concorso ippico in piazza del Plebiscito, dove stupendi stalloni saltavano gli ostacoli mentre, nel “parterre de roi”, i ratti, indisturbati, disputavano uno degli ultimi “Grand Prix” bassoliniani. PRIMO PIANO IL PUNTO SUL NUOVO ENTE Città metropolitana, riforma infinita Livia Iannotta Dalla data “rovente” ci separano tre mesi, ma il countdown sembra già partito. Quella di sindaco di Napoli è una poltrona rognosa e la posta in gioco alle urne per i duellanti alta. Anzi, doppia. Perché, almeno per il momento, l’inquilino di palazzo San Giacomo siede di diritto anche al vertice della Città metropolitana. Senza essere stato eletto da nessuno. E nonostante Napoli – insieme solo a Roma e Milano – abbia virato con l’approvazione dello statuto sull’elezione diretta del sindaco metropolitano. L’ente, edificato sulle rovine della Provincia nell’ottica di una riduzione della spesa pubblica, è di fatto entrato a pieno regime dal 1 gennaio 2015. Merito della legge Delrio, la n. 56 del 2014, primo passo di quel contorto cammino di riordino degli enti locali che, svuotando di potere le vecchie Province (in attesa di una legge costituzionale che le cancelli definitivamente) e prevedendo la nascita di dieci Città metropolitane, si è prefissata l’obiettivo di semplificare e ottimizzare la governance su largo raggio del territorio. Un anno di assesta- mento quello che il neo ente napoletano si lascia dietro, in cui si è riusciti a portare a casa almeno un risultato, fondamentale e atteso: l’approvazione dello Statuto. Il documento che detta le norme fondamentali dell’organizzazione, le attribuzioni degli organi, le loro competenze, gli strumenti dell’azione complessiva di governo nonché i rapporti tra i Co- muni e la Città metropolitana, ha incassato il plauso unanime della conferenza metropolitana lo scorso giugno. E qualche sorpresa l’ha riservata. Su uno dei punti cardine del dibattito: l’elezione, ora a suffragio universale, di sindaco e consiglieri metropolitani, cariche esercitate per 5 anni a titolo gratuito. In base alla legge, infatti, il Consiglio metropoli- tano, organo di indirizzo e controllo, è composto da 24 membri nei territori con più di 3 milioni di abitanti come Napoli. Mentre il corpus elettorale, sia attivo che passivo, vedrebbe in campo solo i sindaci e i consiglieri dei Comuni dell’hinterland in carica. Un’elezione di secondo grado che Napoli, nello statuto, ha scelto di abbandonare lasciando che siano i cittadini, tutti, a pronunciarsi. Ma cosa succederà alla grande Napoli con la prossima tornata elettorale? È scritto nella legge: «In caso di rinnovo del Consiglio del Comune capoluogo, si procede a nuove elezioni del Consiglio metropolitano entro sessanta giorni dalla proclamazione del sindaco del Comune capoluogo». Dato che «la cessazione dalla carica comunale comporta la decadenza da consigliere metropolitano». Nel caso di Napoli la situazione è più nebbiosa. Questo perché per l’elezione diretta di sindaco e consiglio metropolitano si adotta «il sistema elettorale che sarà determinato con legge statale». Una normativa che ancora non c’è. A cui si aggiungono altri paletti: «È inoltre condizione necessaria, affinché si possa dar luogo a elezione del sindaco e del Consiglio metropolitano a suffragio universale, che entro la data di indizione delle elezioni si sia proceduto ad articolare il territorio del Comune capoluogo in più Comuni. A tal fine il Comune capoluogo deve proporre la predetta articolazione territoriale, con deliberazione del Consiglio comunale». Proposta che poi «deve essere sottoposta a referendum tra tutti i cittadini della Città metropolitana». Nell’attesa, dunque il sindaco napoletano, chiunque sarà, continuerà a occupare anche la poltrona metropolitana. Che comoda non è. Trasporti, gestione dei rifiuti, ambiente, turismo, politiche economiche: è su questi campi di gioco che si muoverà il governo della grande Napoli. Una sfida, nel melting pot più aggrovigliato d’Italia, congestionato da 92 comuni e un’altissima densità abitativa. E forse il colpo di mano sta proprio nella possibilità, prevista dalla legge, di ridisegnare i bordi dell’area metropolitana, ritagliandola in virtù dei processi economici e sociali, sempre più spalmati al nord verso il casertano e a sud nell’agro sarnese-nocerino. Evitando così di cadere in un facsimile della “rottamata” Provincia. CHIAIA MAGAZINE • MARZO/APRILE 2016 (7) (8) CHIAIA MAGAZINE • MARZO/APRILE 2016 IL CASO UN LIBRO SVELA RETROSCENA E SEGRETI DELLA VITA DI PASQUALE SCOTTI Chi ha paura del camorrista fantasma? Laura Cocozza Pasquale Scotti è tornato in Italia dopo 31 anni di latitanza ed è a disposizione della giustizia del Belpaese. «La mia vita è distrutta», ha detto in lacrime sull'aereo che dal Brasile lo ha riportato in Italia. L’ex superlatitante, considerato braccio destro di Raffaele Cutolo, agli uomini del Servizio centrale operativo, della Squadra mobile di Napoli e dell'Interpol, si è mostrato come un uomo sconfitto che, in preda allo smarrimento, ha confessato:«Mi avete preso, ma la persona che cercavate non esiste più». Ma chi è veramente questo fantasma della camorra, risorto nel maggio 2015? Come è stata possibile una latitanza così lunga? A queste e ad altre domande hanno voluto rispondere gli autori del libro «Il camorrista fantasma. Le mille vite del superlatitante Pasquale Scotti», pubblicato da Iuppiter Edizioni, disponibile nelle librerie e negli store digitali e già alla seconda edizione. Il volume è il risultato di un lavoro d’inchiesta partito quando l’ex padrino della Nuova Camorra Organizza- Pasquale Scotti, l’ex boss estradato in Italia. La copertina del libro «Il camorrista fantasma» (Iuppiter Edizioni) ta era ancora latitante, mandato poi in stampa, nel dicembre scorso, con gli ultimi sviluppi sull’intricata vicenda del bosso Scotti. A scrivere sono i tre giornalisti Enzo Musella (scomparso nel gennaio 2015 proprio mentre scriveva questo libro), Gianmaria Roberti e Gaetano Pragliola e l’ex dirigente di polizia ora in pensione Luigi De Stefano, colui che arrestò Scotti per la prima volta nel 1983 durante il famigerato blitz di Caivano. «Per mettere insieme il puzzle sono serviti una marea di docu- menti ed informative delle forze dell’ordine - spiega Gianmaria Roberti -, raccolte tra fonti ufficiali ed ufficiose, interviste a personaggi della “terra di mezzo” ed illustri uomini dello Stato. È una storia fatta di omicidi, intrighi, trattative fra Stato e malavita organizzata». ‘O Collier, uno dei soprannomi di Scotti è riemerso nel 2015, con le sembianze di un tranquillo uomo d'affari brasiliano. Un imprenditore di successo, felicemente sposato e con figli nella città di Recife, sotto la falsa identità di Francisco De Castro Visconti. Nel mezzo, decine di avvistamenti, tracce, catture mancate per un soffio. E il sospetto che il ragazzo di Casoria, reo confesso di 25 omicidi, fosse diventato un killer di Stato, riciclato per le missioni più audaci alla corte di tiranni come Ben Alì. Dopo la sua cattura l’ex primula rossa cutoliana ha tentato di prolungare la sua impunità giocando la carta del perseguitato politico. Tesi, però, alla quale i giudici brasiliani non hanno creduto, decretando dunque l’estradizione in Italia. Tra le righe del libro emerge, in modo non troppo velato, il forte sospetto che il superkiller di Casoria sia la pedina di un gioco molto più grande e che nella sua seconda vita sia diventato un uomo usato per specifiche operazioni, talvolta anche su ordine di pezzi deviati di quello Stato che ufficialmente gli dava la caccia per fargli scontare i tre ergastoli che pendono sul suo capo. Nella narrazione si va dalla guerra di camorra al colpo di Stato in Tunisia. «Pasquale Scotti racconta Roberti - è l’uomo che ereditò il mandato a riscuotere le promesse della Dc per la liberazione dell’ex assessore regionale Ciro Cirillo rapito dalle Brigate Rosse. Ma sa molto anche dell'omicidio del “banchiere di Dio” Roberto Calvi, un finto suicidio, ancora senza colpevoli, inscenato a Londra da un pugno di cutoliani. Sullo sfondo ci sono le ombre della P2, del Vaticano, dei servizi e della mafia. Scotti fuggì la notte di Natale dell’84 in un vortice di misteri, sparendo dalle mappe con la protezione di menti raffinatissime. Come abbiamo ricostruito, una fuga annunciata». CHIAIA MAGAZINE • MARZO/APRILE 2016 (9) (10) CHIAIA MAGAZINE • MARZO/APRILE 2016 FOCUS FONDI EUROPEI E MEZZOGIORNO Risorse riprogrammate, scacco al Sud Mimmo Della Corte «I Fondi Europei - sottolinea l’econimista Massimo Lo Cicero - sono scaglionati di sei anni in sei anni, perché devono essere un supporto ai progetti reali delle comunità locali. Per questo, finiti i sei anni, si devono concludere nel settimo e collaudare i risultati ottenuti». E fin qui tutto bene. Ma questo lo sanno tutti, sicché Lo Cicero - meridionale sì, ma non particolarmente amico del Sud - rileva anche che «nel Sud si aspetta il primo anno, in cui arrivano i fondi, e si comincia a discutere lentamente su cosa si potrebbe fare, ma si conclude con un nulla di fatto per larga parte dei fondi potenzialmente utilizzabili», aggiungendo anche che «nel Nord, europeo ed italiano, al contrario, si preparano prima i progetti che al primo giorno, del primo anno in cui si ottengono i fondi, sono pronti per aprire i cantieri ed utilizzare i flussi monetari». Sarà, ma allora come si spiega che, nonostante la limitatezza - ovviamente, rispetto al Sud - dei fondi Ue a sua disposizione, e tutta la solerzia operativa di cui lo si accredita, in sette anni il Nord dei 7.822.601.482 di euro a disposizione, per la programmazione Ue 2007/2013, al 31 ottobre 2015 ovvero a due mesi dalla data finale entro la quale le amministrazioni destinatarie avrebbero dovuto effettuare i pagamenti rendicontabili su tali risorse, è riuscito ad utilizzarne solo 6.792,505.038, mentre il Sud dei 20.237.200.836 disponibili, negli stessi sette anni, ne ha spesi 14.719.617.211? Certo, nel primo caso, la percentuale di spesa è dell’86% e nel secondo del 72,7, ma chi ha detto che la capacità di utilizzo si misura sulla percentuale, anziché sul valore assoluto della spesa realmente effettuata? Tanto più se la base di partenza è così tanto squilibrata? Certo, al momento, non è ancora possibile tirare alcun bilancio definitivo. Le amministrazioni titolari “ Perché il Piano di Azione e Coesione, gestito direttamente dal Governo, attraverso la costosissima Agenzia per la Coesione, ha penalizzato tutte le regioni esclusa l’Emilia Romagna? dei programmi cofinanziati dai fondi strutturali europei, infatti, durante gli ultimi mesi a loro disposizione potrebbero aver effettuato pagamenti anche superiori alla dotazione dei programmi, al fine di avere una base maggiore di risorse da presentare a rimborso alla Commissione europea entro il marzo del 2017 e questo potrebbe produrre ulteriori ritardi nell’aggiornamento dei dati di monitoraggio. Sicché, per avere effettiva consapevolezza di ciò che è realmente successo, di quante risorse sono state utilizzate e quante dovranno riprendere la strada verso Bruxelles, bisognerà necessariamente aspettare ancora qualche tempo. Ma i dati al 31 ottobre sono più che sufficienti a dimostrare quanto detto in precedenza. Andiamo con ordine, cominciando col sottolineare che la dotazione complessiva (Fse + Fesr e comprensiva della quota di cofinanziamento nazionale e regionale) di risorse comunitarie ricevute in dote dall’Italia per il settennio 2007/2013 era di 45.724.267.071, ma è stata decurtata, in quattro successive riprogrammazioni, di 8.592.697.013 (18,7%), trasferiti al cosiddetto Piano di Azione e Coesione, gestito direttamente dal Governo, attraverso la fantomatica e costosissima Agenzia per la Coesione che, come l’araba fenice, “che ci sia ognun lo dice, dove sia (e cosa faccia) nessun lo sa” - e dei restanti 35.148.847.232 (76,9%), ad ottobre scorso, ne risultavano utilizzati 27.291,171.167 che corrispondono al 77,6%. Prima di andare avanti c’è da rilevare che con le quattro riprogrammazioni e successive decurtazioni il governo ha penalizzato tutte le regioni ad eccezione di una, l’Emilia Romagna, che, invece, si è vista assegnare un premio di ben 77.128. 731 euro. Perché l’Emilia Romagna? Perché aveva dimostrato di essere più capace di spendere delle altre? No, per premiare la fedeltà a Matteo Renzi dell’ex sindaco di Reggio Emilia, Graziano Delrio, attuale ministro dell’Infrastrutture e Trasporti. Al di là delle chiacchiere, ci sembra opportuno, perché possiate rendervi conto di qual è lo “stato dell’arte” dei Fondi Europei, richiamare la vostra attenzione sulle tabelle visibili in alto. Nella loro elaborazione, abbiamo compreso nell’area Sud, così come, a nostro parere, è più giusto: Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia ed in quella di Centro-Sud: Abruzzo e Molise, mentre la Sardegna è da sola perché la sua posizione geografica non consented’aggiungerla ad alcuna area del Paese. Anzi, da qualche parte si parla, visto anche il gentile “omaggio” del Governo Renzi alla Francia dei pescosissimi tratti marini a nord della stessa, della possibile nascita di un macroregione “Mediterranea” composta da Corsica e Sardegna. Cosa ci dicono i dati di queste tre tabelle? Innanzitutto, che se i “cattedratici” del Mezzogiorno non si limitassero alla semplice e superficiale scorsa delle cifre inserite negli interminabili “fogli excel” dei “dispacci” del “minculpop” governativo e provassero ad analizzarne in maniera organica ed oggettiva i risultati indicati, magari perché no? - avventurandosi anche in uno sforzo di rielaborazione, si eviterebbero “figurelle” come quella dell’inizio. Diciamo la verità, se davvero si vuole stabilire chi è più “spendaccione” non ci si può limitare a valutare le singole disponibilità, perché a chi ha poco da spendere occorre certamente meno tempo per farlo di chi ha molto di più. Soprattutto quando, come nel caso dei Fondi Europei, per poterlo fare bisogna rispettare dei vincoli ristretti e invalicabili, come il cosiddetto “patto di stabilità”, e poter contare su un cofinanziamento nazionale. In assenza del quale le risorse comunitarie non si muovono da Bruxelles, ma che, se effettuato, fa sforare il “patto”. E l’Italia, quell’accordo capestro lo ha già bucato da tempo. Quindi, sostenendo che il Mezzogiorno non sa spendere le risorse e rischia di perderle, le “riprogramma”, rinviandone l’utilizzo e la conseguente necessità di cofinanziarle. Facendo così, spera di ridimensionare il livello dell’ulteriore “sforamento”. Inoltre, inventandosi il Piano di Azione e Coesione - finanziato con le risorse che avrebbe dovuto investire per cofinanziare quelle europee che rimangono invariate, ma non possono essere spese - l’Italia ha aperto uno sportello per poterle, successivamente, utilizzare in aree diverse da quelle cui erano originariamente destinate. E guarda caso, a rimetterci di più è il Mezzogiorno, dal momento che, come risulta dalla tabella, degli 8.592.697.13 di euro “riprogrammati” e quindi bloccati, ben 7.834.996.077, ovvero il 91,2% sono stati strappati, proprio al Sud. CHIAIA MAGAZINE • MARZO/APRILE 2016 (11) SOLLECITAZIONI LA DIVISA BUTTATA ALLE ORTICHE Ci fu un tempo, non troppo lontano, in cui tutti indossavano un’uniforme. Un’uniforme nera di un nero netto, marcato. La indossava mio padre e pure mio nonno. I miei zii paterni e materni non erano da meno: tutti in nero il sabato per le grandi adunate. Poi, con la caduta del Grande Feticcio e con l’arrivo degli occupanti, le uniformi, le divise, come d’incanto, sparirono. Tutti furono più liberi. Liberi di vestire di altri colori. Non più una sola grande intruppata, ma due fazioni divise da un solco profondo: i Bianchi e i Rossi. Da allora altre uniformi, altre divise buttate alle ortiche. La divisa non più come segno di riconoscimento, di distinzione, di riferimento, ma come un peso, un marchio di cui liberarsi. Si può capire di divise smesse perché cadute in disuso per il cambiar del vento, ma tutte le altre che non si vedono più in giro? Tra le prime a farne a meno furono le care semplici maestrine della scuola elementare. Forse perché il nero del loro grembiule era il colore della tetraggine o forse perché richiamava alla mente un dovere tutto da compiere? Dal nero al grigio il passo è breve. Grigio era il colore della divisa dei tramvieri. Ancora un colore scuro. Scuro e incolore come il loro macchinoso lavoro. C’era poi il blu delle tute dei fontanieri, dei gassisti, degli operai dell’Ilva, di quelli della SME, della Peroni, del Silurificio. Il blu delle sigaraie del Tabacchificio. Il blu dei netturbini, delle merciaie, delle sartine, del falegname, del fabbro. I ferrovieri avevano la divisa color antracite, una zimarra antracite quella dei cocchieri. Di colore scuro, unicamente per allontanare lo sporco, vestiva il portiere, il vinaio, il terrasantiere. La divisa, l’uniforme, serviva a identificare ciascun lavoratore, a creare responsabilità. Una divisa per lavorare, per nobilitare. Nessun lavoro è vergogna, star senza far nulla è vergognoso. E meno che meno vergognoso è indossare una qualsiasi uniforme. Non è vergognoso infilare quella bianca dei cuochi, dei farmacisti, degli infermieri, dei camerieri. Ogni lavoro ha la divisa che si merita. Ogni lavoro è tanto più utile quanto più serve alla comunità. E dal tipo di lavoro che si svolge viene mutuata la foggia, il taglio, la misura, il colore. L’uniforme non è un capriccio, un lusso, una ricercatezza, è un’esigenza. E chi ha cura della propria persona e rispetto per il lavoro che svolge, si veste con decenza. Indossa la tuta o il grembiule, il camice o la palandrana. Assume i panni dell’operaio, dell’artigiano, di colui che svolge un mestiere o una professione. La divisa non appiattisce ma qualifica, non ridimensiona ma conferma. Ed oggi chi ambisce a portare la divisa? Fatta eccezione per il vigile urbano, il carabiniere, il pompiere, il finanziere, la guardia giurata, non c’è altri che tiene a indossarla. Qualche eccezione. In tempi di pari opportunità, sono le donne che ardentemente tendono verso l’uniforme, per prima quella militare. E una conferma viene anche dalle donne magistrato, dalle donne poliziotto e dalle spose. Un abito a cui le giovani promesse non rinunciano è quello da sposa. Bianco, il più bianco che ci sia. Il bianco della castità, della verginità, con rispetto parlando. UMBERTO FRANZESE (12) CHIAIA MAGAZINE • MARZO/APRILE 2016 LABOCCETTA RACCONTA IL TRADIMENTO DI FINI Il golpe bianco di Napolitano Aldo De Francesco Nella storia o cronaca politica del nostro Paese, la si guardi sotto il profilo saggistico o di semplice accadimento dei fatti, da qualche tempo a questa parte si registra una ricca pubblicistica, in cui spesso però a prevalere è il dato scandalistico di più facile profitto mediatico. Tutto questo a scapito in molti casi di un più corretto approccio a numerose e torbide vicende contemporanee. Dopo questa premessa, bisogna dire subito che il recente libro di Amedeo Laboccetta qualcosa tra dossier, memoriale, autobiografia e confessioni dal contenuto avvincente e il titolo chilometrico Almirante Berlusconi Fini Tremonti Napolitano. La vita è un incontro (Controcorrente edizioni) è davvero qualcosa di notevole. L’opera, strutturata secondo la scansione esistenziale dell’autore - un rincorrersi di eventi, di avventure, di conoscenze, di cimenti privati e pubblici, di conquiste e anche di qualche caduta, in cui ogni persona di impegno può incappare, caduta, va detto subito, cancellata da una successiva limpida rivalsa - dà conto soprattutto di un periodo storico politico, il nostro, tra i più tormentati, che stenta tuttora a ritrovare un avvenire di certezze e di stabilità. Giovanissimo esponente del vecchio Movimento sociale italiano negli anni più difficili e insidiosi - anni in cui la sinistra Dc per contare di più nella gestione del potere e non avere disturbi concorrenziali a destra, con un comportamento incostituzionale si inventò l’arco costituzionale per emarginare il Msi -; più volte consigliere comunale di Napoli poi parlamentare, Laboccetta vive la politica con un passione sconfinata, nel segno di un ideale mai scalfito da opportunismi e convenienze, pagando per questo prezzi enormi. La sua - è lui stesso a dirlo - è una malattia che va curata sul campo, vivendola attimo per attimo, con coerenza e un profilo prioritario di eminente servizio per una causa superiore. Diversamente è delusione e baratto. Da qui, a nostro avviso, da queste nobili motivazioni la ragione stessa e profonda del libro, che ha il suo punto di forza e di denuncia nella “narrazione clou”: il tradimento di Fini nei riguardi di Berlusconi. Uno snodo dirompente della nostra storia repubblicana, che Laboccetta sente la necessità di rileggere, ricostruendo i momenti più critici, in cui la spregiudicata coscienza, torbide brame e trame, meschini velleitarismi distrussero un grande progetto politico del centrodestra, consegnando il Paese alla sinistra. L’autore del libro, che non è stato testimone marginale e passivo di questa operazione ma tenace oppositore -e contro cui si scagliò incalzando Fini e gli altri congiurati -, ora vuota il sacco con nuovi particolari sconcertanti che rendono la storia di un “golpe bianco” tuttora ricca di suspense, soprattutto nel farci toccare con mano dove possa arrivare la irresponsabilità di talune istituzioni, capaci di camuffare il loro bieco cinismo come servizio reso al Paese. Mentre altri hanno accennato al ruolo che ebbe Napolitano, allora capo dello Stato nel siluramento di Berlusconi, senza affondare il bisturi in questa ferita ancora dolente, Laboccetta nel suo libro scrive e dimostra con chiare parole che il Colle fu decisivo in quest’azione demolitrice, dopo essersi a lungo servito dell’azione destabilizzante di “Fini-Giuda” che, da presidente della Camera, in molte circostanze orientò i lavori a sfavore della maggioranza di centrodestra per creare il caos. Una brutta pagina della nostra storia repubblicana, riemersa in questi giorni sullo scenario internazionale per le complicità dei Servizi Segreti americani, che spiarono per tre anni Berlusconi mentre i nostri Servizi evidentemente dormivano. Oggi, dopo aver letto questo libro, sentire Storace autocandidatosi a sindaco di Roma, dire che Fini “è stato un segretario coraggioso”, sinceramente fa molto pena. SOLLECITAZIONI la vignetta di Malatesta IL SUDISTA Mimmo Della Corte TRA “GALLI” E STELLE CADENTI Diario stupendo G. MAROTTA San Gennaro non dice mai di no «In marzo Napoli è una città bambina, con le violette in mano, che va a fare la sua prima comunione. Chiede indulgenza per i suoi peccatucci invernali una incipriatura di neve il 29 dicembre, pioggia e vento nell'ultima settimana di gennaio, uno scivolone il 15 febbraio all'Arco Mirelli con frattura del femore eccetera -, mea culpa dice sfavillando in ogni vetro di finestra, riceve l'assoluzione, riceve come sacramento un sole purissimo, un sole particolare; e infine si alza, strizza l'occhio a una nuvoletta che è apparsa dietro il Vesuvio, conta fino a sessanta». «Allora come allora, nel marzo del 1947, Napoli, eccettuandone via dei Mille, via Tasso, il viale Elena e poche altre arterie di Chiaia, di San Ferdinando, del Vomero, era tutta un rione popolare. Napoli era allora un vicolo solo, un "basso" solo, una botteguccia sola». «Lasciatemi dire che a Napoli i Santi, dal supremo e volubile San Gennaro al distratto San Giuseppe, da Sant'Antonio che protegge Posillipo a San Pasquale che sorveglia attentamente Chiaia, non sono che autorevoli congiunti del popolo. Il napoletano ha San Luigi, Sant'Espedito e ogni altro Santo come a certi poveracci dei vicoli capita di essere imparentati con un insigne professore residente a via dei Mille. Questi poveracci descrivono orgogliosamente l'attività e i successi dell'eccezionale consanguineo, dicono: “E quello il commendatore ci è stretto cugino”, solo per qualche consiglio o raccomandazione si permettono di disturbarlo, la verità è che si leverebbero il pane di bocca per accrescere il suo benessere. Così, o quasi, stanno le cose a Napoli tra il popolino e i Santi; ma sempre fede è, sempre amore». (Da «San Gennaro non dice mai di no, Giuseppe Marotta, 1948) Colmo di fulmine di RENATO ROCCO La cultura è unica: le nozioni unite. Il Settecento fu il secolo dei lumi senza lampadine. Il rimpianto è l’impotenza verso il passato. Esiste qualcuno al di sopra del Padreterno? Sì, il Padrequaterna. Quel soprano ha le ore cantate. Scriveva con i piedi ma non andava lontano. Quella “meridionale”, più che una “questione” è un “problema”. Se non, addirittura, la sommatoria di entrambi. Da cui deriva un rebus, purtroppo, di difficile soluzione. La prima, ovvero la questione, è il ritardo di sviluppo del Mezzogiorno rispetto al resto del Paese e non l’arretratezza che “lorsignori” gli addebitano solo per continuare a tenerlo sotto scacco. Un divario, conseguenza soprattutto della difficoltà di rapporto con un governo centrale che, praticamente da sempre, nei suoi confronti “promette certo” ma poi “manca sicuro”. A parole, al Sud fa intravedere “cieli stellati”, ma nei fatti gli ruba anche quei pochi astri che, nonostante criticità e venti contrari, coraggiosamente, ancora si ostinano ad illuminarne l’orizzonte. Sicché, non può sorprendere nessuno dover constatare che dei 3,5 miliardi di euro destinati dal Governo al sostegno dell’occupazione con i Bonus Lavoro, ne siano stati già utilizzati ben 2,9 (2,28 recuperati dalla riprogrammazione delle risorse europee di Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia; 381 milioni dal Ministero delle Infrastrutture; 167 da quello dello Sviluppo Economico; 116 da quello dell’Interno e 36 da quello dell’Università), tutti originariamente destinati al Mezzogiorno, ed abbiano prodotto ben 794 mila assunzioni nel centronord e soltanto 364 mila al di sotto del Garigliano. Purtroppo, non è che l’ultimo di una lunga, interminabile e ultracentenaria teoria di episodi similari che sono alla base del divario fra centronord e Meridione. Il secondo, cioè il problema, è rappresentato dai troppi galli che affollano il pollaio: associazioni, partiti, movimenti e singole individualità, incapaci di cantare alla stessa ora, perché ingabbiati in stie ristrette, ideologiche e partitiche, che con quest’area e le ragioni del suo sviluppo hanno ben poco da spartire. Stando, così, al gioco di chi vorrebbe che qui non sorgesse mai il sole. Di conseguenza, pur avendo potenzialmente tanti difensori, il Sud si ritrova solo ed intrappolato fra la retorica dei “meridionalisti illuminati” e, in difesa dei propri privilegi, “filogovernativi”, sempre proni e pronti a chiedere assistenza, e quella antimeridionale che, proprio per questo, lo mette continuamente sotto accusa, salvo elargirgli un po’ di carità, ovviamente per tenerselo buono. Certo, inutile, ma sempre valida a far dire che in assenza dell’alt(r)aItalia, per il Meridione sarebbe la fine. E così, presta il fianco alle “avances” ed alle profferte amorose del novello Giuseppe Garibaldi, Matteo Salvini che, dopo avere per anni sputato veleno sul Mezzogiorno, ora, aspirando alla leadership del centrodestra ed alla presidenza del Consiglio, tenta di conquistare consensi e spazi politici anche al di sotto del Garigliano. E sarebbe una terapia ancora peggiore della malattia da curare, perché ne indebolirebbe ulteriormente i “geni” a presidio della sua crescita. Che, di contro, ne risulterebbero rafforzati se i meridionali si fermassero a riflettere sul fatto che lo sviluppo del Sud non è collegabile ad uno schieramento - di destra o di sinistra, piuttosto che di centro - bensì trasversale. Coinvolge tutti e per affermarsi ha bisogno che quanti accarezzano tale “sogno” rinuncino agli schematismi partitici, lavorino insieme in maniera unitaria e parlino tutti la stessa lingua. Perché l’unione fa la forza e questa può davvero aiutare il Sud a crescere, facendo fruttare al meglio le sue enormi potenzialità endogene. CHIAIA MAGAZINE • MARZO/APRILE 2016 (13) (14) CHIAIA MAGAZINE • MARZO/APRILE 2016 QUARTIERISSIME IL CASO DELLE TERME GAUTHIER. LINEA 6, LA PAROLA AL GEOLOGO «Rischio idrico con il passaggio dei treni» Musica e magia per i bambini del Pausilipon Livia Iannotta Il promemoria è uno scheletro di cemento a tre piani. Una casa delle bambole a grandezza umana, con la tappezzeria sbiadita ancora in bella mostra, penzolante nel vuoto. È il civico 72 della Riviera di Chiaia a ricordare quanto sia delicata la Napoli sotterranea. Fragili i suoi equilibri. Il 4 marzo del 2013 ha dato il “la” a tre anni di indagini e uno sciame di dibattiti. Paura, anche. E mentre l’imputata eccellente di quel disastro, la linea 6 del metrò cittadino, si prepara (presumibilmente dalla seconda metà del 2016) a fare la spola da Mostra a San Pasquale, in attesa di poter stendere i suoi binari fino al capolinea ufficiale, piazza Municipio, altri progetti avanzano. Meno imponenti, certo, meno ambiziosi, ma che stuzzicano ugualmente curiosità e senso critico. La spa che verrà La storia la conoscono in pochi. Dei lavori di restauro delle antiche Terme Gauthier ci si accorge solo per l’andirivieni quasi giornaliero degli operai. Nessun cartello sul portone del numero 11 di vico Belledonne ne fa accenno, ma in embrione c’è un centro termale con annessi albergo e palestra, commissionato dalla “Enne Hotels”, in sinergia con Comune e Soprintendenza. Il progetto, avviato nel 2009, intendeva diluire i residui della struttura settecentesca con linee e servizi moderni. Si parlò perciò di intervento di “ripristino filologico”. Ma è davvero così? Il civico 12 di via Fiorelli affaccia, dal retro, proprio sul complesso in gestazione. «C’erano alberi, un bel giardino e resti di mura antiche, non hanno lasciato quasi niente», denuncia un’inquilina. Hanno provato a vederci chiaro i condomini, appellandosi al Tar e ottenendo una sentenza di accoglimento parziale del ricorso che annullò il permesso a costruire nella parte relativa al corpo palestra. Non sembra si fosse rispettata infatti la superficie preesistente dell’edificio, minore rispetto a quella progettuale. Un impatto eccessivo, così nel 2010 il Comune revisionò il progetto. In corso d’opera, però, le perplessità si infittiscono. Come evidenzia la relazione tecnica di alcuni architetti, interpellati tempo fa dal condominio, ci sarebbero dubbi sulla «conformità tra quanto realizzato e in fase di completamento e quanto autorizzato»: nel mirino l’altezza della palestra, superiore a quella concessa, e la distanza troppo ridotta dal condominio di via Fiorelli. Sul caso, poi, altri covano paure più profonde: è possibile che la riattivazione di una fonte termale vada a scombussolare ulteriormente gli equilibri del sottosuolo? Abbiamo girato la domanda a Riccardo Caniparoli, geologo, il primo a denunciare la “mano pesante” dell’uomo nelle viscere di Chiaia e a non essere ascoltato: «In questo caso si tratta di un intervento di gestione e non di sconvolgimento - spiega -. Il problema è capire di che tipo di sorgente si tratta, come viene realizzato il sistema di captazione dell’acqua, se viene sfruttata in maniera intensiva, se si vanno ad alterare degli equilibri idrogeologici». È dissesto idrogeologico Cautela, tocchi leggeri, nessun intervento al caso: un monito esasperato quello di Caniparoli. È come un castello di carte, se sotto smuovi i pezzi, sopra qualcosa crolla. «Non si sa cosa potrà accadere ai fabbricati in superficie con le vibrazioni prodotte dal passaggio dei treni. Mi chiedo: sono state fatte delle prove tecniche per la valutazione del rischio? Non dimentichiamo che la linea 6 è composta da una galleria a canna unica molto ampia, non due tunnel che camminano paralleli o uno sopra l’altro come la linea 1. Quindi c’è una situazione di sollecitazione maggiore. Non bisogna essere allarmisti, ma all’apertura ci saranno dei problemi, principalmente idrici». Che a causare il crollo sia stato il tunnel sotterraneo, d’altronde, lo confermano le perizie dell’inchiesta post disastro. «La galleria funge da diga, impedendo flussi e deflussi delle acque presenti nel sottosuolo Se si osserva su una cartina il tracciato - aggiunge l’esperto - si nota come tutte le impalcature realizzate dopo i crolli dei cornicioni coincidono con le stazioni». Il problema? «Non si deve assolutamente scavare nei terreni molli, di pozzolane, pomici e sabbie vulcaniche». Poi lancia il sassolino, ancora una volta: «È tutto collegato: il crollo del muro a via della Croce Rossa, il teatro San Carlo restaurato nel 2009 e oggi ingabbiato, così come la Galleria Umberto e Palazzo Reale, il sollevamento della falda, la fuoriuscita dell’acqua termominerale del Chiatamone (la cosiddetta acqua suffregna) che sgorga lungo il tragitto della linea 6, l’allagamento di parte del Tunnel Borbonico, i blackout. E la causa è una sola: lo stravolgimento delle circolazioni idriche sotterranee. Sono fatti, non fantasie». Tutto questo mentre la cartolina di Napoli muore: «In Villa Comunale non ci sono quasi più alberi. Due Eucalyptus, i primi portati in Europa nel ‘700, stanno per morire. Questi sono monumenti vivi. Stroncarli è un delitto. Così distruggiamo la memoria storica della città». Sono bastati un coro, qualche artista e una spolverata di note per catapultare i bambini dell’Ospedale Pausilipon di Napoli dritti dritti sull’isola che non c’è. Un incantesimo di 90 minuti, lanciato dal progetto “Musica, Arte e Sorrisi” il 29 gennaio scorso e realizzato anche grazie al sostegno dei volontari del day hospital del presidio ospedaliero. Una mattinata che ha dispensato sorrisi e magia, tanto che la piccola Lucrezia, 4 anni, nonostante la chemio endovena, non ci pensava proprio a lasciar andare via i suoi compagni di viaggio. Parliamo del Coro San Filippo Neri insieme guidato, da sei anni, dal maestro Adriano De Simone; di Lorenzo Bisceglia (chitarra); di Mattia Capo e Caterina Accetto (tastiera); di Ilaria Pollio, Ilaria Pelliccia, Giuseppe Buonomo, Myriam Buono, Federica Iannuzzi (coristi) e delle pittrici Francesca Strino e Cristina Trapanese (nella foto in alto). Ad aprire l’evento, una serie di canti a tema fiabesco (tra cui “L’isola che non c'è”, “Il gatto e la volpe”, “All’alba sorgerò”, tratto dal recente successo Disney “Frozen”), intervallati da battute e risate. Stesso effetto per lo spettacolo di marionette, allestito da Federica Iannuzzi, che ha coinvolto l’intera sala, mentre i pennelli delle due pittrici costruivano su una tela ad acquerello (poi donata all’ospedale) un mondo fiabesco di castelli, orsacchiotti e principesse. Sono stati proprio i piccoli pazienti ad darle il tocco finale, arricchendola di particolari e firmandola sul retro. Chiude il sipario “Io tifo per te”, canzone tratta dalla serie tv “Braccialetti rossi”, che è suonata come una promessa o, meglio ancora, una speranza. (l.i.) Le arguzie di Labruna sulla legalità smarrita “La legalità smarrita” è il nuovo libro di Luigi Labruna (nella foto), storico del diritto romano, editorialista e commentatore politico. In esso, edito dalla ESI, lo studioso torna ad intervenire nel dibattito pubblico napoletano in punta di penna, con il solito spirito sottile, arguto, sagace e profondamente legato al senso di giustizia che lo contraddistingue, raccontando episodi, riprendendo questioni politiche, affrontando i problemi legati ad una realtà difficile da vivere. (l.g.) CHIAIA MAGAZINE • MARZO/APRILE 2016 (15) (16) CHIAIA MAGAZINE • MARZO/APRILE 2016 L’INCHIESTA LA MAPPA DELL’ARCHEOLOGIA NEGATA Campi Flegrei, inaccessibile patrimonio mente si è accumulata nel corso degli anni. L’area è stata praticamente abbandonata dell’Ente (Sovrintendenza ai Beni Archeologici) preposto alla sua tutela e salvaguardia. Rosario Scavetta Quale futuro per l’archeologia dei Campi Flegrei? Il dibattito è aperto e fa leva su un altro interrogativo di fondo: come mai il territorio non riesce attraverso le sue ricchezze (monumenti, siti archeologici e musei) a produrre ricchezza, a differenza della gran parte dei Paesi europei? Passeggiando per l’area flegrea di Napoli, in particolar modo tra Pozzuoli, Bacoli e Monte di Procida, ci si imbatte in vere e proprie “pinacoteche” a cielo aperto, nelle quali spiccano vestigia, reperti archeologici, necropoli, ninfei. Molte di queste spesso chiuse, dismesse o in grave stato di decadimento. Mentre nell’Est Europa è un continuo restaurare opere d’arte, edifici storici e chiese, dalle nostre parti si adotta la filosofia dell’abbandono. È lecito supporre che il patrimonio archeologico dell’area non sia ancora stato recepito dalle istituzioni come risorsa per il territorio. E così i beni culturali flegrei si riducono a frammenti scarsamente valorizzati o non fruibili in maniera adeguata. Né si registrano fenomeni significativi di sviluppo di attività di servizio connesse al settore culturale. L’immaginario collettivo ricollega l’archeologia dei Campi flegrei a pochi siti: l’Anfiteatro Flavio, il Tempio di Serapide, il Parco Archeologico di Cuma con l’Antro della Sibilla e la Piscina Mirabilis di Bacoli con le Cento Camerelle. Anche se il territorio è costellato da una miriade di altre perle “minori”, altrettanto ricche di storia e da valorizzare. Anfiteatro Flavio È tra i siti archeologici più significativi dell’area flegrea ed è situato nel centro di Pozzuoli. Non trovandosi quindi in posizione periferica rispetto alla città, il disagio per i suoi fruitori è rappresentato dalla mancanza di aree di sosta nella sua prossimità e mancanza di indicazioni stradali per raggiungerlo. È gestito dalla Soprintendenza per i beni archeologici di Napoli e Pompei ed è aperto tutti i giorni feriali e festivi dalle ore 9:00 sino ad un'ora prima del tramonto (chiusura settimanale il martedì). Non è presente però un sito internet che mostri in anteprima al Segnaletiche ed infrastrutture Durante il nostro breve excursus abbiamo notato forti punti di criticità che rendono difficile raggiungere o visitare i siti archeologici descritti. Ci siamo resi conto che i punti di debolezza e le carenze riscontrate sono di diversa natura: mancanza di segnaletiche e infrastrutture adeguate che permettono di raggiungere facilmente un posto o l’altro, mancanza di informazioni turistiche aggiornate e chiare, mancanza di strutture informative come infopoint o turist information che possono sopperire alla mancanza di informazioni turistiche del luogo; in poche parole il turista che arriva nell’area flegrea rischia di perdersi e di non arrivare a destinazione facilmente sia con i mezzi pubblici che con i propri. turista che lo voglia visitare l’immenso e splendido “Colosseo” puteolano e questo francamente, nell’epoca del web 2.0, è a dir poco sconcertante. Tempio di Serapide È un museo a cielo aperto. Nel senso che è visibile dall’alto della piazzetta collocata proprio davanti al golfo di Pozzuoli. Il tempio di Serapide è da sempre lo storico misuratore “naturale” del bradisismo, fenomeno caratteristico della zona che, nel bene e nel male, ha accompagnato Pozzuoli lungo gli anni. È un reperto archeologico importantissimo, centralissimo nella sua posizione tra il porto e la stazione della ferrovia Cumana, perennemente visibile da chiunque si trovi a passare nella zona “bassa” della città, a due passi dal mare, tra ristoranti, bar e zone di aggregazione. Non è però accessibile. A causa del bradisismo, spesso è invaso dalle acque. L’unica “difesa” per il sito archeologico in questione è rappresentata da una pompa idrovora, di recente installazione da parte della Sovrintendenza, che aspira l’acqua dal suo interno nei periodi di criticità. Antro della Sibilla La galleria artificiale di epoca greco-romana, rivenuta a seguito degli scavi del sito archeologico che ha restituito alla luce anche i resti dell'antica Cuma, non è percorribile dopo i recenti crolli che l’hanno interessata. È possibile visitare il parco tutti giorni, ma per quanto riguarda l’Antro della Sibilla si può ammirare solo l’ingresso. Al momento il Parco di Cuma è gestito dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei, ma è di recente l’annuncio del ministro Franceschini (Beni e Attività culturali) che presto diventerà museo autonomo. Piscina Mirabilis La Piscina Mirabilis è un monumento archeologico romano costruito in età augustea e ricade sul territorio del Comune di Bacoli. È una grande cisterna ed aveva la funzione di approvvigionare di acqua le numerose navi appartenenti alla flotta militare romana che trovava ormeggio e ricovero nel porto di Miseno. È inutile dire che si tratta un sito archeologico di enorme importanza, unico nel suo genere in Italia. Per visitarla è necessario, come recita il cartello apposto davanti al cancello d’ingresso, prendere appuntamento con tale Lucci Immacolata. Chi si trova a visitare Bacoli e non sa di dover prendere appuntamento con la signora Lucci, però, può ammirare la “piscina” solo dall’esterno. Cento Camerelle Monumento archeologico romano di Bacoli, il complesso apparteneva in origine al console romano Quinto Ortensio Ortalo. L’edificio fu poi acquistato da Antonia minore, madre dell'imperatore Claudio. Sarebbe in seguito appartenuto a Nerone, ed infine a Vespasiano. Il sito archeologico si trova in condizioni precarie. Oltre ad essere chiuso da decenni, sicuramente interessato da crolli, è pieno di erbacce alte e spazzatura che inevitabi- Infopoint Bisognerebbe installare punti di informazione per i turisti in tutto il territorio, chiostri informativi dove chi, alla ricerca di risposte utili, possa fermarsi per conoscere il come, il cosa ed il quando relativi alle tappe del suo viaggio in terra flegrea. Tra siti web non funzionanti o scarsamente utili, cartellonistica e informazioni affisse non sempre veritiere o addirittura assenti è impossibile districarsi e riuscire a raggiungere i luoghi d'interesse in maniera veloce e comoda. Parcheggi autobus Le città dell’area flegrea, piccoli gioielli del Sud Italia dovrebbero avere senza dubbio una più che spiccata propensione turistica. Ma, analizzando le zone in cui l’afflusso di visitatori dovrebbe essere maggiore ci si accorge come la maggior parte di esse sia sprovvista di idonee aree di sosta per autovetture e bus turistici. E nella città in cui sono presenti, come Pozzuoli ad esempio, risultano troppo lontane dai siti d’interesse che i turisti vorrebbero raggiungere. CHIAIA MAGAZINE • MARZO/APRILE 2016 (17) studioo ossani ssani Professionisti Pr ofessionisti nella consulen c consulenza al tuo servizio Lo Studio Ossani è una solida e affidabile realtà partenopea dal 1996 che opera con serietà e affidabilità nella consulenza aziendale, fiscale, contabile, societaria e finanziaria. Oggi lo studio si compone di molteplici professionisti ionisti in grado di offffrire un servizio di consulenza a 360°, capace di sostenere e guidare il cliente nello sviluppare il proprio business. 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Il film è stato girato interamente a Montemarano, paese irpino, famoso per il vino Taurasi, per la Tarantella, usata da Pasolini nel suo “Il Decameron”, e perché nel castello del borgo Giambattista Basile scrisse “Lo cunto de li cunti”, il capolavoro della letteratura popolare. E sarà proprio Montemarano ad ospitare una seconda proiezione, seguita da una successiva a Napoli, per poi essere distribuito nelle sale a maggio. Il lungometraggio, prodotto da Enzo Porcelli per l’Achab Film, è realizzato col contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e in collaborazione con Rai Cine- ma. D’Ambrosio, già autore di documentari d’inchiesta come “Biutiful Cauntri” e di cortometraggi sociali tra cui “I frutti del lavoro”, girato a Vibonati con Enzo Decaro come protagonista, per la sua opera prima ha scelto un cast d’eccezione, quasi interamente campano, di cui fanno parte Peppe Servillo, Chiara Baffi, Paolo Gasparini, l’esordiente Alessandra Mascarucci, Massimo De Matteo, Patrizia Di Martino, Marianna Mercurio, Antonella Morea, Davide Schiavo, Peppe Miale, Lorena Leone, e con la partecipazione, per la prima volta sullo schermo, della top model americana di origine ucraina Alyona Osmanova. Il film racconta, in un paese del Sud Italia, la storia di due donne che cercano, attraverso il lavoro, un riscatto della loro condizione sociale, ma anche gli affetti familiari che sono loro mancati e l’amore della vita. Distanti per anni, esperienze e interessi, si incontrano per caso. Rosa è una ragazzina di 17 anni, recalcitrante e aggrappata a un amore adolescenziale che la porta lontano da tutto. Gladys di anni ne ha quasi 40, è tornata dal Sudamerica con un pugno di mosche in mano, è nubile e si rompe la schiena a lavorare perché ha rinunciato a tutti i suoi sogni. In una fabbrica decadente e claustrofobica, vessate da un datore di lavoro rozzo e manesco, Rosa e Gladys confezionano felpe e capi di abbigliamento in maglia. Tutto per due euro l’ora. Sullo sfondo della vita del paese, tra bar, gratta e vinci e lavoratori precari, Rosa e Gladys tornano a sperare, a ridere, ad amare. Un incendio, però, le sorprenderà in un giorno come tanti. CHIAIA MAGAZINE • MARZO/APRILE 2016 (19) febbraio 2006 marzo 2006 CHIAIA Banca Monte dei Paschi di Siena Spa Anno I - N.1 febbraio 2006 aprile 2006 CHIAIA m a ga z i n e m a ga z i n e Banca Monte dei Paschi di Siena Spa IL GIORNALE DELLE NUOVE BOTTEGHE DEI MILLE Distribuzione gratuita IL MENSILE PER CHI AMA CHIAIA Banca Monte dei Paschi di Siena Spa NINO DE NICOLA* NINO DE NICOLA* ’avevamo promesso: stiamo mantenendo la parola. Il primo impegno era capire cosa stesse succedendo al Parcheggio Morelli. In questo numero, dunque, insistiamo in questa direzione. Quanto era emerso nel numero precedente, infatti, autorizzava preoccupazioni sulla data d’apertura e sul numero di posti a disposizione del pubblico. Quanto si è appreso nel prosieguo della nostra inchiesta è persino sconcertante. Due certezze: i posti saranno pochi e i tempi saranno lunghi. Diminuire il danno spetta all’amministrazione, ritoccando con la Napoletana Parcheggi alcuni aspetti del progetto. Le due parti sono chiamate ad uno sforzo di volontà per migliorare la disponibilità di posti pubblici e accorciare i tempi d’esecuzione: questa almeno è la ferma speranza delle Nuove Botteghe dei Mille e della gente di Chiaia. Margine per trattare ce n’è: spetta a Palazzo san Giacomo sensibilizzare il costruttore sugli interessi della collettività. Strettamente legata al problema della sosta è la Zona a Traffico Limitato. Continuiamo a crederci, ma la sua attuazione pratica ci delude. Ci stiamo accorgendo che non funziona come dovrebbe per tre motivi: il primo è appunto la drammatica carenza di parcheggi; il secondo è l'assenza di controllo sul territorio; il terzo è la desertificazione provocata dall’ostilità verso la movida. Risultato: un’impennata di attività criminale. Con un’aggravante: un sistema di viabilità diverso che, durante la settimana, riduce il flusso dei veicoli e svuota ulteriormente le strade. Dopo quattro mesi di rodaggio, quindi, la «novità» va rivista e corretta. Da parte nostra continueremo a denunciare le disfunzioni e a favorire il contatto tra territorio e amministratori. Infine un’anticipazione. Sul fronte dell’emergenza rifiuti a Chiaia, si sta profilando un tavolo di concertazione per stilare un «Progetto Pilota» tra le Nuove Botteghe dei Mille e l’assessorato competente: vi terremo informati. L IL GARAGE delle illusioni Parcheggio Morelli, ultime novità sui lavori. Scadenza e numero posti: i conti non tornano Parte con un’inchiesta il primo numero del 2006 di Chiaia Magazine, raccogliendo le preoccupazioni del quartiere sull’emergenza parcheggi. Per tutti, in cima alla lista delle priorità ci sono le aspettative sul futuro del Parcheggio Morelli. Tutti lo vogliono, ma pochi sanno qual è lo stato dei fatti. La ricostruzione della vicenda e le affermazioni dei protagonisti (il Comune e la Napoletana Parcheggi del Gruppo Maione, concessionaria dell’opera di ristrutturazione integrale) sollevano perplessità e apprensioni sulla data di conclusione dei lavori e sul numero dei posti auto che saranno a disposizione del pubblico. Emerge, ad esempio, dalle dichiarazioni raccolte, una disponibilità davvero esigua degli spazi sottoposti a tariffa oraria. Amministrazione e costruttori riferiscono, poi, scadenze differenti sul compimento finale dell’opera. Chiaia, però, esige risposte chiare e concrete. (pagine 3 e 4) ocus sul by night F«Non toccate la Movida» Sequestri e dissequestri: stop e ripartenza per il popolo della notte. peciale San Valentino a Chiaia» S«Innamorarsi L’INTERVISTA v l’inter ista Nel cuore della città come a New York. Arrivano le architetture di luce. Luca Esposito 8 venti&Curiosità Saper vivere il quartiere E Così cambierà il quartiere *presidente Nuove Botteghe dei Mille 6 Dalla mostra di Waschimps al «Pulcinella» di Giovanni Mauriello. 5 11 *presidente Nuove Botteghe dei Mille Benedetto Gravagnuolo Senza parcheggi il quartiere è al palo Uberto Siola La soluzione? Soste interrate sul lungomare le illusioni. Per due buoni motivi: pochi i posti pubblici previsti e nessuna certezza sul termine dei lavori. In più una inquietante divergenza di dati e date tra l’assessorato ai Parcheggi e l’impresa esecutrice dell’opera. La novità è che ora l’assessore competente Ferdinando Di Mezza fornisce notizie più certe ma più scoraggianti: i parcheggi a rotazione saranno 135, i box che l’impresa venderà circa 300. Non era questo che si aspettava il quartiere né si aspettava l’altra brutta notizia: sulla data di riapertura, attualmente, non c’è nessuna certezza. E l’assessore conferma: «La concessionaria è in netto ritardo». Conseguenze: un quartiere sul piede di guerra. E quello che è diventato un caso - se n’è accorta anche Repubblica che il 5 febbraio ha ripreso la nostra inchiesta - rischia di diventare un fronte incandescente anche altrove: ci riferiamo al delicato dibattito che è in corso sulla realizzazionedi parcheggi interrati di interscambio nel tratto da Piedigrotta a piazza Vittoria. Lì Chiaia si gioca il futuro. Chi li farà e quando? La mischia sul business è già in atto. (pagine 3 e 4) In collaborazione con Nuove Botteghe dei Mille Edizioni Iuppiter Group l leader dell’opposizione ha 59 anni ed è stimato primario ortopedico al Centro Traumatologico Ortopedico di Napoli. Ha sempre coltivato l’impegno civile fino ad essere consigliere comunale dal 1993 al 2001. Alle ultime amministrative ha riportato 22.517 voti e il suo schieramento ha riscosso il 48,53 % di consensi. La sua compagine nel parlamentino è formata da 11 consiglieri. Sicurezza, sociale, parcheggi ed emergenza rifiuti sono stati i suoi cavalli di battaglia elettorali. I S 3 Q LRC 180447 - 23/6/98 proprio dall'enigma del costruendo parcheggio Morelli. Li prendiamo in parola, ma verificheremo i progressi sui fatti. Infine, inauguriamo una nuova parola d'ordine: «Chiaia al centro di grandi eventi nazionali e internazionali». Lo spunto è la 2° edizione della «Notte Bianca» che si terrà in autunno: riteniamo l'iniziativa vincente e fin d'ora remiamo perché il nostro quartiere abbia un ruolo primario. Non ci resta che augurarvi buone vacanze. E arrivederci a settembre. *Presidente delle Nuove Botteghe dei Mille aper vivere: «Napoli con le valigie pronte» 6 5 Villa Comunale: alberi malati e chalet distrutti. Molosiglio: tendopoli nei giardini. Al museo Pignatelli e all’Ambasciatori una rassegna sui miti del cinema italiano. S Tour tra le agenzie di viaggio alla ricerca delle mete e delle offerte migliori. 8 Nautica Branchizio Mergellina traffico Gennaro Mola: a Chiaia rilancia il vecchio senso di marcia. Motivo? I cantieri della Riviera. • E non finisce qui: abolisce la Ztl da via Domenico Morelli a via dei Mille e rispolvera le ganasce contro la sosta selvaggia. Edizioni Iuppiter Group sito: www.branchizio.it e-mail: [email protected] Anno I - N.9 ottobre 2006 Distribuzione gratuita Mostre, concerti e spettacoli teatrali: tutti gli appuntamenti da non perdere. Noleggio di gommoni e motoscafi Trasferimenti in tutte le isole del Golfo o nulla. E soltanto ora, sotto elezioni, il Comune decide di informare la città CHIAIA SPECIALE ELEZIONI il 20 maggio esce un numero interamente dedicato alle amministrative del 28-29 maggio «Arriva Silocietà&Costume: Napoli Film Festival» 4 Gli esperti: Comune bocciato e poteri speciali al futuro sindaco per le aree di sosta. La rassegna cinematografica dedica l’anteprima al film cult «Febbre da cavallo». dal 1946 «Manuela Eventi&Curiosità: Arcuri all’Augusteo» 10 Noleggio di gommoni e motoscafi Trasferimenti in tutte le isole del Golfo Mostre, concerti e spettacoli teatrali: tutti gli appuntamenti da non perdere. 14 la vigilante s.r.l. ISTITUTO DI VIGILANZA Nautica Branchizio Mergellina LRC 180447 - 23/6/98 Direzione e Centro operativo: 80142 NAPOLI - Via Carlo di Tocco, 82/84 Tel. 081 734 04 24 - 081 734 98 22 - Pronto intwervento 081 734 02 88 - Fax 081 734 98 18 Internet: http//www.la-vigilante.com - E-mail: [email protected] Part. IVA 03577570637 - Camera di Commercio n. 155962 - Iscritta al N 381 - R.I. Tribunale di Napoli Telefono 081.667913 Cell. 338.2204628 - 338.2767442 sito: www.branchizio.it e-mail: [email protected] dal 1946 novembre 2006 m a ga z i n e S A P E R V I V E R E L A C I T TÀ Edizioni Iuppiter Group In collaborazione con Nuove Botteghe dei Mille Distribuzione gratuita Edizioni Iuppiter Group In collaborazione con Nuove Botteghe dei Mille s.r.l. 7 QUARTIERISSIME Mergellina, la stazione del disonore 7 CULTURA&SOCIETÀ Teatro Delle Palme, ritorno al futuro 8 MUNICIPALITÀ Miniassessorati, ma contano davvero? 8 MOVIDA Festa di Chiaia Magazine, la galleria delle foto 10 SOCIETÀ&COSTUME Fendi alla conquista di via Filangieri NO QUELL’OSCURO OGGETTO DEL PAN PARKING NO CHIAIA 5 milioni di euro all’anno per una media di 15 visitatori al giorno, consulenze stellari, un esercito di dipendenti e casse a secco: questo è il crac di Palazzo Roccella, esempio desolante di spreco di risorse inchiesta a pagina 5 umane ed economiche. solutivi. Lo ripetiamo: l'asse della Riviera è l'ideale per ospitare grandi strutture sotterranee per lo stallo delle auto. Nell'interesse di tutti. A proposito di buona amministrazione, sia pure in ritardo, si è messa in riga anche la Municipalità 1 che è riuscita a nominare i suoi 4 assessori. Alla squadra di governo del presidente Fabio Chiosi auguri di buon lavoro da parte mia, delle Nuove Botteghe dei Mille e di Chiaia Magazine che sarà cronista attenta dell'operato della giunta. A proposito, buona Notte Bianca a tutti. Debutta il Movimento Parcheggi a Chiaia per interpretare il disagio di un intero quartiere ormai in ginocchio per la carenza di posti-auto. Economia e vivibilità sono allo stremo. Le promesse elettorali non sono state mantenute. Patto di ferro tra cittadini: già pronto un piano d’azione che prevede proteste di piazza, dibattiti e petizioni. E Chiaia «indossa» la maglietta simbolo del Movimento. 8 MUNICIPALITÀ Riforma sbagliata: assessori declassati 9 SOCIETÀ&COSTUME Saper bere a Chiaia: itinerari di...vini Amm’ truvat ‘o Bambeniello ...ma nun truvamm’ ‘o parcheggio! 2 0 0 6 L’INCHIESTA Pan, desolazione «contemporanea» la vigilante Direzione e Centro operativo: 80142 NAPOLI - Via Carlo di Tocco, 82/84 Tel. 081 734 04 24 - 081 734 98 22 - Pronto intwervento 081 734 02 88 - Fax 081 734 98 18 Internet: http//www.la-vigilante.com - E-mail: [email protected] Part. IVA 03577570637 - Camera di Commercio n. 155962 - Iscritta al N 381 - R.I. Tribunale di Napoli dal 1946 giugno 2007 Direzione e Centro operativo: 80142 NAPOLI - Via Carlo di Tocco, 82/84 Tel. 081 734 04 24 - 081 734 98 22 - Pronto intwervento 081 734 02 88 - Fax 081 734 98 18 Internet: http//www.la-vigilante.com - E-mail: [email protected] Part. IVA 03577570637 - Camera di Commercio n. 155962 - Iscritta al N 381 - R.I. Tribunale di Napoli CHIAIA S A P E R V I V E R E L A C I T TÀ In collaborazione con Nuove Botteghe dei Mille La montagna che sale Edizioni Iuppiter Group settembre 2007 CHIAIA www.chiaiamagazine.it Anno II - N.7/8 luglio-agosto 2007 Distribuzione gratuita m a ga z i n e febbraio 2007 S A P E R V I V E R E L A C I T TÀ In collaborazione con Nuove Botteghe dei Mille Edizioni Iuppiter Group Politica in tournèe: il conto al cittadino Enti locali: casse all’asciutto. E la città va in pezzi. Nei Palazzi del potere esplode la rincorsa al rigore e alla sobrietà. Intanto, però, spulciando tra i provvedimenti del Comune, si scopre che la manìa dei viaggi di rappresentanza non è mai tramontata. Un esempio? In pochi mesi la giunta Iervolino ha deliberato tre missioni all’estero per l’assessore Nicola Oddati: Cina, Messico e Spagna. Scandalo Pausilipon Dura da marzo lo stop ai ricoveri dei bambini ammalati di cancro, costretti a partire verso gli ospedali del Nord. Colpa del deficit della Sanità campana che risparmia su medici e infermieri. Un esodo drammatico e inutile: alla fine la Regione pagherà il doppio. pagina 4 5 IL CASO Mergellina, stazione vietata ai disabili 7 POTERI SPECIALI Parcheggi, la Iervolino esclude Chiaia Anno II - N.9 settembre 2007 Distribuzione gratuita S A P E R V I V E R E L A C I T TÀ Distribuzione gratuita Dalla catena umana a Palazzo Santa Lucia al popolo di Grillo: parte dalle piazze la protesta contro la politica degli sprechi e dei privilegi. La gente boccia la strategia delle kermesse e chiede una città più vivibile. Chiaia epicentro della riscossa morale. La società civile prepara l’agenda di lotta S A P E R V I V E R E L A C I T TÀ il mensile di Chiaia-San Ferdinando-Posillipo L’INCHIESTA QUARTIERISSIME Grattino a 4 euro, follia ambientalista Distribuzione gratuita 12 SOCIETÀ&CULTURA La bella estate e la notte dei prodigi Gli indignati 7 MOBILITÀ il mensile di Chiaia-San Ferdinando-Posillipo Quotazioni stellari, occasioni con il contagocce, trattative interminabili: a Chiaia comprare casa è un’impresa. Nel quartiere anche il record delle abitazioni vuote: il 9%. Strada per strada, ecco il listino dei prezzi. EXCLUSIVE CARD e scopri tutti i VANTAGGI e scopri tutti i VANTAGGI Per informazioni: 081 19361500 gennaio 2008 m a ga z i n e Edizioni Iuppiter Group Anno III - N. 2 febbraio 2008 Distribuzione gratuita LO SGOVERNATORE L’uomo dell’anno la vigilante s.r.l. dal 1946 LRC 180447 - 23/6/98 5 RIQUALIFICAZIONE IL CASO Cantieri aperti, incognita traffico Appello alla città: salviamo il Circolo Artistico Via Martucci, piazza Amedeo, via Carducci: la riqualificazione nel cuore di Chiaia fa i conti con i problemi del traffico. Parte il nuovo dispositivo della viabilità, ma non si escludono correttivi. A via Martucci i commercianti già temono il crac economico. Tra i problemi da risolvere lo stazionamento dei taxi. 3 e4 pagina 4 8 QUARTIERISSIME Armatori napoletani: alleanza per il futuro dal 1946 la vigilante Campania LRC 180447 - 23/6/98 aprile 2007 s.r.l. ISTITUTO DI VIGILANZA TELEFONO per la TUTELA dei DIRITTI dei CONSUMATORI nei SERVIZI BANCARI, FINANZIARI e di TELEFONIA Vi rispondiamo per fornirvi la nostra consulenza legale gratuita Dal lunedì al giovedì dalle 16.30 alle 19.00 081•7643169 ISCRIVITI AD www.studiolegaledelillo&partners.com 12 12 SOCIETÀ&CULTURA Galassia Gutenberg nel segno del mare s.r.l. ISTITUTO DI VIGILANZA dal 1946 CHIAIA m a ga z i n e CHIAIA www.chiaiamagazine.it S A P E R V I V E R E L A C I T TÀ Edizioni Iuppiter Group In collaborazione con Nuove Botteghe dei Mille ATTACCO ALLA MOVIDA Anno II - N.5 maggio 2007 Distribuzione gratuita m a ga z i n e S A P E R V I V E R E L A C I T TÀ Metti una sera a cena con le ganasce 5 IL CASO Sul pianeta delle buche atterra Global Service Vasari ignorato e spese pazze per il Pan 8 QUARTIERISSIME Poteri speciali, i torpori della Iervolino 5 10 DIARIO DELLA MUNICIPALITÀ Brancaccio: «Siamo i segretari del Comune» 11 11 SOCIETÀ&COSTUME Cerchi uno stile? Datti al Vintage pagina 4 Acquista la Palazzo Reale ridotto ad una autorimessa: beffati i vincoli e la civiltà. Uno scandalo che fa il giro del mondo nelle fotografie dei turisti. Viaggio nei cortili-vergogna. s.r.l. ISTITUTO DI VIGILANZA dal 1946 e scopri tutti i VANTAGGI LRC 180447 - 23/6/98 Direzione e Centro operativo: 80142 NAPOLI - Via Carlo di Tocco, 82/84 Tel. 081 734 04 24 - 081 734 98 22 - Pronto intwervento 081 734 02 88 - Fax 081 734 98 18 Internet: http//www.la-vigilante.com - E-mail: [email protected] Part. IVA 03577570637 - Camera di Commercio n. 155962 - Iscritta al N 381 - R.I. Tribunale di Napoli Per informazioni: 081 19361500 5 IL CASO pagina 4 Don Giuseppe in campo per il Pallonetto 6 QUARTIERISSIME Funivia di Posillipo, la stazione rinnegata 8 5 STORIE Ordine di Malta, il codice della modernità 10 10 SOCIETÀ&COSTUME La Notte Vintage di Chiaia Magazine EXCLUSIVE CARD e scopri tutti i VANTAGGI dicembre 2007 CHIAIA www.chiaiamagazine.it m a ga z i n e S A P E R V I V E R E L A C I T TÀ Anno II - N.11 novembre 2007 Garage reale PRIMO PIANO Iervolino un anno dopo Le cose non fatte A maggio 2006, vigilia delle Comunali, Chiaia Magazine pubblicò un elenco di sette priorità per il futuro sindaco. Titolammo: «Le cose da fare». Il tempo è volato, la seconda sindacatura Iervolino festeggia il suo primo compleanno. Perciò è tempo di un consuntivo su quei promemoria che ci segnalò la gente di Chiaia. Facciamo il punto su quelle sette emergenze. Per informazioni: 081 19361500 CHIAIA www.chiaiamagazine.it pagina 3 Acquista la la vigilante EXCLUSIVE CARD Edizioni Iuppiter Group In collaborazione con Nuove Botteghe dei Mille pagina 3 Multe e bloccaruote assediano il popolo del by night. L’auto in divieto di sosta può costare fino a 119 euro. La repressione, però, serve solo a mascherare il problema: la mancanza drammatica di parcheggi. E così siamo al paradosso: si aprono nuovi locali di intrattenimento, ma si ghettizza il quartiere. Edizioni Iuppiter Group LRC 180447 - 23/6/98 Direzione e Centro operativo: 80142 NAPOLI - Via Carlo di Tocco, 82/84 Tel. 081 734 04 24 - 081 734 98 22 - Pronto intwervento 081 734 02 88 - Fax 081 734 98 18 Internet: http//www.la-vigilante.com - E-mail: [email protected] Part. IVA 03577570637 - Camera di Commercio n. 155962 - Iscritta al N 381 - R.I. Tribunale di Napoli www.adusbefcampania.it maggio 2007 www.chiaiamagazine.it Sarà un privato a gestire, con il sistema del Servizio Globale, la manutenzione delle principali strade della città. A Chiaia le vie interessate sono 62. Problema risolto? Non del tutto. Resta infatti aperto il problema delle strade secondarie che nella prima Municipalità sono il 60% dell’intera rete viaria. 5 11 DIARIO DELLA MUNICIPALITÀ Decentramento, l’Osservatorio non decolla la vigilante il mensile di Chiaia-San Ferdinando-Posillipo Edizioni Iuppiter Group m a ga z i n e S A P E R V I V E R E L A C I T TÀ Anno II - N.12 dicembre 2007 il mensile di Chiaia-San Ferdinando-Posillipo Distribuzione gratuita RISPETTO Edizioni Iuppiter Group Natale senza luminarie: è la forma estrema di protesta dei commercianti di Napoli. Invece delle strade va illuminato il buio del malgoverno in cui brancola l’intera città. Intanto la società civile è pronta a tornare in piazza. • Mergellina: dopo l’inaugurazione della stazione con la partecipazione del presidente Napolitano affiorano gravi insufficienze. Pagano i disabili. finalmente! • Il 10 novembre Chiaia scende in piazza in difesa del territorio e per il ritorno della legalità. Cittadini contro il Palazzo: mai più inganni e prese in giro. la vigilante la vigilante dal 1946 s.r.l. ISTITUTO DI VIGILANZA dal 1946 LRC 180447 - 23/6/98 fate luce la vigilante s.r.l. s.r.l. ISTITUTO DI VIGILANZA ISTITUTO DI VIGILANZA LRC 180447 - 23/6/98 dal 1946 Direzione e Centro operativo: 80142 NAPOLI - Via Carlo di Tocco, 82/84 Tel. 081 734 04 24 - 081 734 98 22 - Pronto intervento 081 734 02 88 - Fax 081 734 98 18 Internet: http//www.la-vigilante.com - E-mail: [email protected] Part. IVA 03577570637 - Camera di Commercio n. 155962 - Iscritta al N 381 - R.I. Tribunale di Napoli Direzione e Centro operativo: 80142 NAPOLI - Via Carlo di Tocco, 82/84 Tel. 081 734 04 24 - 081 734 98 22 - Pronto intervento 081 734 02 88 - Fax 081 734 98 18 Internet: http//www.la-vigilante.com - E-mail: [email protected] Part. IVA 03577570637 - Camera di Commercio n. 155962 - Iscritta al N 381 - R.I. Tribunale di Napoli S A P E R V I V E R E L A C I T TÀ il mensile di Chiaia-San Ferdinando-Posillipo la classe aprile 2008 CHIAIA www.chiaiamagazine.it m a ga z i n e Anno III - N. 3 marzo 2008 Edizioni Iuppiter Group «La classe dirigente diventa digerente. Assimila e manda giù tutto, dalle inchieste della magistratura alle critiche, alle contestazioni, alle accuse. Impavida e in sella. Con mille cavilli non scende da cavallo. Protesta labili innocenze, trasparenze offuscate, diritture morali frantumate. Fa autocritica retorica. Si autoassolve. Si riposiziona. Si risistema. Si rimpasta. Condivide la misura è colma, voltare pagina, chiudere il libro, aprire al futuro, cambiare passo, moralizzare. E resta al suo posto per rimboccarsi le maniche e annodarsi la cravatta pronunciando la parola decisiva: discontinuità». (Mimmo Carratelli, La Repubblica) Antonio Bassolino superwoman? I reati più frequenti: rapine, scippi e furti. Il flop del piano sicurezza. San Pasquale come il Bronx. marzo 2008 CHIAIA www.chiaiamagazine.it pagine Finalmente LRC 180447 - 23/6/98 Direzione e Centro operativo: 80142 NAPOLI - Via Carlo di Tocco, 82/84 Tel. 081 734 04 24 - 081 734 98 22 - Pronto intervento 081 734 02 88 - Fax 081 734 98 18 Internet: http//www.la-vigilante.com - E-mail: [email protected] Part. IVA 03577570637 - Camera di Commercio n. 155962 - Iscritta al N 381 - R.I. Tribunale di Napoli Per informazioni: 081 19361500 febbraio 2008 CHIAIA Ma se le compravendite languono, il mercato dei fitti è fiorente. E intanto sul panorama immobiliare si abbatte il rincaro degli estimi. Gli esperti concordano: «Conviene presentare ricorso». Direzione e Centro operativo: 80142 NAPOLI - Via Carlo di Tocco, 82/84 Tel. 081 734 04 24 - 081 734 98 22 - Pronto intwervento 081 734 02 88 - Fax 081 734 98 18 Internet: http//www.la-vigilante.com - E-mail: [email protected] Part. IVA 03577570637 - Camera di Commercio n. 155962 - Iscritta al N 381 - R.I. Tribunale di Napoli il traffico va in tilt. Festival delle buche nelle strade e nei marciapiedi: una trappola per auto e pedoni. TENNISLIFE CUP EXCLUSIVE CARD pagina 3 • Cantieri aperti, vigili assenti, parcheggi fantasma: Al Green Park arriva la carica dei campioni Acquista la . 00.. 1e.0 uro del mattone 13 SOCIETÀ&CULTURA L’agenda del Maggio dei Monumenti Anno II - N.4 aprile 2007 Edizioni Iuppiter Group In collaborazione con Nuove Botteghe dei Mille • Il quartiere assediato dalla microcriminalità. Il Pan insiste: spese pazze e gestione allegra 11 Acquista la IL BALLO 11 L’INTERVISTA Antonio Pace: «Così cambierò l’Ascom» m a ga z i n e S A P E R V I V E R E L A C I T TÀ S A P E R V I V E R E L A C I T TÀ Non c’è più IL CASO Buone vacanze 00 14 euro e1u2ro00 novembre 2007 CHIAIA Anno II - N.10 ottobre 2007 Distribuzione gratuita POTERI SPECIALI Il mistero della Casina del Boschetto Distribuzione gratuita m a ga z i n e Dopo la nomina a commissario per l’emergenza traffico, si apre una nuova era per Rosa Russo Iervolino. Milioni di euro da spendere e la facoltà di decidere in fretta su parcheggi, appalti, videosorveglianza, assunzioni di vigili: è un supersindaco. E se sbaglia non ha più scuse. Via Martucci, piazza Amedeo, via Carducci: decolla la riqualificazione nel cuore di Chiaia. Firma il restyling Elisabetta Gambardella, assessore comunale al Decoro e Arredo Urbano. Durata dell’operazione: 10/12 mesi. Costi: più di due milioni di euro. Non mancheranno i disagi, ma ne varrà la pena. E sul fronte dei lavori pubblici, parte anche il recupero monumentale di Santa Caterina da Siena. Durata dei lavori: un anno e mezzo. Costi: 1.394.000 euro. (servizi da pagina 6) 9 Anno II - N.3 marzo 2007 La rivolta di Chiaia 8 10 LETTURE ESTIVE Premio Napoli: ecco i 12 libri finalisti Edizioni Iuppiter Group In collaborazione con Nuove Botteghe dei Mille Parte l’anno dei cantieri 5 CHIAIA www.chiaiamagazine.it RIQUALIFICAZIONE www.chiaiamagazine.it Edizioni Iuppiter Group marzo 2007 CHIAIA Anno II - N.2 febbraio 2007 m a ga z i n e Mola: ganasce avanti tutta, parcheggi al palo 9 MUNICIPALITÀ 1 Commissione Ambiente Si punta al fotovoltaico ISTITUTO DI VIGILANZA LRC 180447 - 23/6/98 Direzione e Centro operativo: 80142 NAPOLI - Via Carlo di Tocco, 82/84 Tel. 081 734 04 24 - 081 734 98 22 - Pronto intwervento 081 734 02 88 - Fax 081 734 98 18 Internet: http//www.la-vigilante.com - E-mail: [email protected] Part. IVA 03577570637 - Camera di Commercio n. 155962 - Iscritta al N 381 - R.I. Tribunale di Napoli m a ga z i n e www.chiaiamagazine.it ottobre 2007 CHIAIA www.chiaiamagazine.it PRIMO PIANO C’era una volta il salotto di Napoli: topi a Monte di Dio, bidoni stracolmi nelle vie dello shopping, spazzamento allo sbando. Raccolta differenziata snobbata dai residenti. pagine 3/4 Direzione e Centro operativo: 80142 NAPOLI - Via Carlo di Tocco, 82/84 Tel. 081 734 04 24 - 081 734 98 22 - Pronto intervento 081 734 02 88 - Fax 081 734 98 18 Internet: http//www.la-vigilante.com - E-mail: [email protected] Part. IVA 03577570637 - Camera di Commercio n. 155962 - Iscritta al N 381 - R.I. Tribunale di Napoli 3 s.r.l. dal 1946 LRC 180447 - 23/6/98 Direzione e Centro operativo: 80142 NAPOLI - Via Carlo di Tocco, 82/84 Tel. 081 734 04 24 - 081 734 98 22 - Pronto intwervento 081 734 02 88 - Fax 081 734 98 18 Internet: http//www.la-vigilante.com - E-mail: [email protected] Part. IVA 03577570637 - Camera di Commercio n. 155962 - Iscritta al N 381 - R.I. Tribunale di Napoli Distribuzione gratuita Distribuzione gratuita pagina la vigilante ISTITUTO DI VIGILANZA dal 1946 LRC 180447 - 23/6/98 luglio/agosto 2007 m a ga z i n e www.chiaiamagazine.it www.chiaiamagazine.it Lamberti e Malvano: «Troppi gli sconti di pena. Rivedere le leggi». Videosorveglianza: il Comune la promette da tre anni e il ministro degli Interni da tre mesi. Ma di «occhi elettronici» nemmeno l’ombra. s.r.l. Per la tua pubblicità chiama ai numeri 081.19361500 / 392.1803608 Anno III - N. 1 gennaio 2008 Mille agenti contro la Malanapoli: la città ci credeva. Sono arrivati? Se ci sono, non se n’è accorto nessuno. Aggressioni in pieno centro, auto incendiate, turisti in fuga: a Chiaia teppisti da tutti i quartieri. ISTITUTO DI VIGILANZA LRC 180447 - 23/6/98 MANUTENZIONE IL PERSONAGGIO PAN 12 ARTE&AFFARI Lezioni di tendenza al club dei galleristi la vigilante s.r.l. dal 1946 • • 11 SOCIETÀ&COSTUME Viaggio tra i caffè letterari alla moda ISTITUTO DI VIGILANZA LRC 180447 - 23/6/98 FUOCO QUARTIERISSIME Parco Margherita, l’ascensore dei sogni la vigilante s.r.l. COPRI IL REPORTAGE Strade gruviera: la mappa delle buche 6 Direzione e Centro operativo: 80142 NAPOLI - Via Carlo di Tocco, 82/84 Tel. 081 734 04 24 - 081 734 98 22 - Pronto intwervento 081 734 02 88 - Fax 081 734 98 18 Internet: http//www.la-vigilante.com - E-mail: [email protected] Part. IVA 03577570637 - Camera di Commercio n. 155962 - Iscritta al N 381 - R.I. Tribunale di Napoli sito: www.branchizio.it e-mail: [email protected] Fioriolli, il questore sulla polveriera 5 Edizioni Iuppiter Group In collaborazione con Nuove Botteghe dei Mille Distribuzione gratuita La scelta è stata facile e amara: l’apertura di questo numero è dedicata all’emergenza criminalità. Lo dicemmo a maggio sullo Speciale Elezioni, indicando al futuro sindaco sette priorità: tra esse spiccava il tema sicurezza. Otto mesi dopo siamo all’allarme rosso. Chiaia, da sempre reputata zona franca, si riscopre teatro di un’escalation che fa paura. Gli appelli sono rimbalzati sui palazzi del potere come su un muro di gomma. Straripa l’illegalità, rozza, aggressiva e impunita. E si rischia la vita. Che fare? Il quartiere è compatto: il tempo è scaduto, servono leggi speciali. ALL’I NTERNO I PARCH EGGI DELFUTU RO - SHOPPI NGG RAN DI FI R M E - LEFESTEDICH IAIA ISTITUTO DI VIGILANZA la vigilante 5 m a ga z i n e S A P E R V I V E R E L A C I T TÀ Anno II - N.1 gennaio 2007 Con lo slogan «No parking, no Chiaia», nasce il Movimento Parcheggi a Chiaia, che raccoglie lo scontento e la rivolta del cuore di Napoli nei confronti dell’immobilismo delle istituzioni sul problema delle grandi aree di sosta da realizzare nel quartiere. Per Nino De Nicola (nella foto), presidente delle Nuove Botteghe dei Mille e promotore dell’iniziativa «sarà una lotta a colpi di forum e proteste di piazza». (pagina 3) e cultura nel segno dell’indipendenza, senza aver mai ricevuto un solo centesimo di finanziamento pubblico. Chiaia Magazine è una libera tribuna che resta aperta grazie alla passione estrema e alla tenacia di un gruppo di giornalisti. 5 Edizioni Iuppiter Group I numeri della prima edizione furono un successo: 2 milioni di persone in strada e un volume d’affari di 50 milioni di euro. «Difficile migliorare le cifre di un anno fa», dice l’assessore regionale Andrea Cozzolino, ideatore e promotore dell’evento. Ma stavolta il bis si preannucia davvero ambizioso. Il tema di quest’anno: «Mediterraneo, un mare di cultura». 5 LRC 180447 - 23/6/98 CHIAIA Sicurezza, è l’ora di reagire 6 QUARTIERISSIME Municipalità 1, scelti finalmente gli assessori dal 1946 Direzione e Centro operativo: 80142 NAPOLI - Via Carlo di Tocco, 82/84 Tel. 081 734 04 24 - 081 734 98 22 - Pronto intwervento 081 734 02 88 - Fax 081 734 98 18 Internet: http//www.la-vigilante.com - E-mail: [email protected] Part. IVA 03577570637 - Camera di Commercio n. 155962 - Iscritta al N 381 - R.I. Tribunale di Napoli www.chiaiamagazine.it In collaborazione con Nuove Botteghe dei Mille N A T A L E sito: www.branchizio.it e-mail: [email protected] gennaio 2007 m a ga z i n e S A P E R V I V E R E L A C I T TÀ Anno I - N. 11 dicembre 2006 Telefono 081.667913 Cell. 338.2204628 - 338.2767442 PRIMO PIANO 1O anni di storie, inchieste, verità Distribuzione gratuita 9 contro Rotondo: la grande sfida di Chiaia. Chiosi Il Movimento dei Parcheggi s.r.l. Anno II - N.6 giugno 2007 8 CHIAIA Distribuzione gratuita la vigilante ISTITUTO DI VIGILANZA Nautica Branchizio Mergellina e nuove Municipalità: tutto che c’è da sapere. Lquello www.chiaiamagazine.it S A P E R V I V E R E L A C I T TÀ Anno I - N. 10 novembre 2006 • Burocrazia scatenata: veti e rinvii sulle concessioni rati intoccabili dai vincoli ambientali, sono ormai terra bruciata. E loro, i diportisti, respinti dal lungomare, ora possono scegliere tra il vendersi la barca, andare altrove o piegarsi a prezzi da capogiro. Il contraccolpo peggiore, però, è quello occupazionale: per gli uomini dei consorzi e per le loro famiglie sono giorni drammatici. Una soluzione sul piatto d’argento l’avevano offerta gli ormeggiatori luciani: boe galleggianti a impatto ambientale praticamente nullo e con le giuste distanze. Ma è arrivato il no dell’Autorità Portuale. Ora tutto è rimandato. Bye Bye estate. (a pagina 3) Noleggio di gommoni e motoscafi Trasferimenti in tutte le isole del Golfo Ormeggio&AssistenzaNautica 4 dicembre 2006 CHIAIA • Lungomare: no ai posti barca. Sos di ormeggiatori e diportisti Autorità Portuale, Sovrintendenza ai Beni Paesaggistici, Tribunale Amministrativo Regionale: questi i protagonisti di un diabolico gioco delle parti con due uniche vittime. Ormeggiatori e diportisti. Nella prima categoria c’è chi ha la concessione a gestire posti barca e non può lavorare per impedimenti burocratici, ma c’è anche chi è stato escluso dalla gestione del business: per tutti loro malumori e proteste. Della seconda categoria fanno parte i proprietari di barche che questa estate, come le precedenti, sono destinati a soffrire: i tre siti di Nazario Sauro, Mergellina e Largo Sermoneta, dichia- ALL’INTERNO focus CANTIERIACHIAIA - mania BURRACO - evento NAPOLIFILMFESTIVAL ervolino, Malvano, Rossi una poltrona per tre. IDoria: m a ga z i n e www.chiaiamagazine.it degli ORMEGGI NINO DE NICOLA quartiere, stavolta si adegua alla stagione balneare: ad interessarci è l’emergenza dei posti barca sul lungomare. Nella pagine interne, troverete poi la consueta attenzione per i problemi della manutenzione urbana: dall’allarme per Parco Margherita ad un’estate piena di cantieri. C’è poi una finestra sullo spettacolo: vi diamo qualche consiglio per seguire l’evento del NapoliFilmFestival. Infine un’anticipazione: a luglio vi racconteremo, per filo e per segno, i nuovi volti della Municipalità I. Ovvero quelli che governeranno Chiaia. LRC 180447 - 23/6/98 Direzione e Centro operativo: 80142 NAPOLI - Via Carlo di Tocco, 82/84 Tel. 081 734 04 24 - 081 734 98 22 - Pronto intwervento 081 734 02 88 - Fax 081 734 98 18 Internet: http//www.la-vigilante.com - E-mail: [email protected] Part. IVA 03577570637 - Camera di Commercio n. 155962 - Iscritta al N 381 - R.I. Tribunale di Napoli IL MIRAGGIO TEMPO D’ESTATE hiaia Magazine, che in questi C mesi ha condotto una decisa battaglia per i posti auto nel ISTITUTO DI VIGILANZA Nautica Branchizio Mergellina Telefono 081.667913 Cell. 338.2204628 - 338.2767442 • Del cambiamento i cittadini sanno poco Ormeggio&AssistenzaNautica la vigilante dal 1946 Ormeggio&AssistenzaNautica Napoli ci arriva adesso. A Milano esiste già dal 1997 e a Roma dal 2001 «Parcheggi interrati, Forum: tutti li vogliono» 14 ISTITUTO DI VIGILANZA CHIAIA 16 EVENTI&CURIOSITÀ Teatro Sancarluccio, a cena con il vampiro manifestiamo qualche riserva sull'altra decisione dell'amministratore, quella di abolire la ZTL sull'asse Morelli-via dei Mille. Comprendiamo la sua motivazione (la prossima apertura di cantieri alla Riviera esigeva via dei Mille come valvola di sfogo del traffico), ma ribadiamo che almeno il sabato, giorno di punta per lo shopping, l'oasi pedonale sia d'obbligo. Tutto il discorso, però, impone un ripensamento globale sul versante dei parcheggi interrati in zona Chiaia e vogliamo sperare che i poteri speciali del sindaco saranno ri- C m a ga z i n e in dieci piccole città. Sulla carta avranno autonomia finanziaria. Sarà vero? Distribuzione gratuita Li abbiamo «attaccati» in prima pagina perché non ci fossero alibi per nessuno. Vanno risolti uno ad uno: a qualsiasi costo. I promemoria riguardano i punti chiave per la vera riscossa di Chiaia. Con questi farà i conti il prossimo governo della città ome promesso, Chiaia Magazine esce con questo Speciale Elezioni non solo per riassumere lo scenario elettorale, ma soprattutto per ribadire le sette priorità necessarie al rilancio di Chiaia: un'agenda di cose da fare, da noi compilata grazie alle segnalazioni di chi vive, lavora nel quartiere. E ovviamente ci siamo rivolti ai candidati a sindaco per raccogliere le loro intenzioni in proposito. Ma andiamo al concreto. Senza parcheggi Chiaia non decolla: è il cavallo di battaglia della nostra rivista e abbiamo notato che il tema è stato sposato da tutti i contendenti alla poltrona di sindaco. Senza sicurezza, poi, mancano le condizioni elementari ad un serio rilancio economico e culturale dell'intera area: è un ingrediente indispensabile alla qualità della vita nell'intera città. Senza una seria manutenzione urbana, non quella che finora si è ispirata alla logica del «rattoppo», l'immagine e la funzionalità delle strade sono gravemente pregiudicate: all'interno troverete un inventario delle vie in lista d'attesa per adeguati interventi di recupero. Senza una viabilità razionale, l'intera mobilità del quartiere va in tilt: come purtroppo è accaduto con una ZTL mal formulata e direzioni di marcia veicolare da rivedere. Senza un idoneo sistema di raccolta e spazzamento dei rifiuti, sono a rischio igiene, dignità e immagine del salotto di Napoli. Senza turismo, inoltre, Chiaia rinuncia a giocarsi un asso nella manica sontuoso: occorre invertire la tendenza con grandi eventi, promozione adeguata e garanzie precise da offrire ai visitatori. Senza il rilancio di una «movida» rispettosa delle regole, restano al palo una buona fetta di occupazione qualificata e gli stimoli cosmopoliti di un quartiere che ha vocazione internazionale. Sono questi i promemoria che Chiaia consegna al futuro sindaco. RIFORMA • Il decentramento non è una novità: IL GIORNALE DELLE NUOVE BOTTEGHE DEI MILLE le cose da fare I SETTE IMPEGNI NINO DE NICOLA • Addio circoscrizioni: Napoli sarà divisa Anno I - N.5 giugno 2006 Distribuzione gratuita L’INIZIATIVA NINO DE NICOLA S «Gigi Eventi&Curiosità: Proietti all’Augusteo» 9 CHIAIA m a ga z i n e AL FUTURO SINDACO Notte Bianca «La mia Napoli libera e pacifica» ASPETTANDO I PARCHEGGI i riprende e la stagione si presenta densa di eventi e aspettative per Chiaia. Molti i fronti da tener d'occhio e Chiaia Magazine si arma delle migliori intenzioni nell'interesse del quartiere. Innanzitutto: si riparte con il ripristino del vecchio senso di marcia da via Morelli a via dei Mille, un provvedimento che aspettavamo in quanto il dispositivo di marcia precedente non si è dimostrato funzionale. La decisione è firmata dal neoassessore comunale al traffico Gennaro Mola del quale apprezziamo l'attivismo e la concretezza. Anche se Telefono 081.667913 Cell. 338.2204628 - 338.2767442 Anno I Speciale maggio 2006 *Presidente delle Nuove Botteghe dei Mille Vivere: «I divi di ieri? Saper Più “machi” che mici» Noleggio di gommoni e motoscafi Trasferimenti in tutte le isole del Golfo www.chiaiamagazine.it intervista a pagina • Partenza sprint del neoassessore comunale al garage sotterranei: con i nuovi poteri del sindaco l’impresa diventa possibile. 16 anni d’immobilismo: un’inquietante miscela di inerzia, sfortuna e silenzi. «Una giornata Focus: nei parchi del degrado» sertificata e la notte è sempre più buia. Nero perché le economie dell'intero quartiere soffrono pesantemente. Una rotta irreversibile? No! La speranza è che chi si candida ad amministrare la città voglia imprimere da subito una svolta decisiva nel governo del territorio. Le soluzioni ci sono, ma serve una volontà forte e radicale a risolvere i problemi. Per quanto ci riguarda cominceremo a dibattere di futuro con una serie di “forum” sulle varie emergenze. Inviteremo i candidati a sindaco perché spieghino le intenzioni e le idee che hanno sullo sviluppo di Chiaia. Non ci limiteremo a sperare che la nottata passi da sola: vigileremo su parole e fatti. • LA STRANA s.r.l. In collaborazione con Nuove Botteghe dei Mille • Infine, pensa al futuro e aderisce al «partito» dei critiche se governeranno male e con chi congratularsi se faranno bene. Insomma: per non sentirci comparse, ma cittadini che vigilano e partecipano. Di più: vi anticipiamo che ogni mese la rivista pubblicherà un diario sull'operato del Consiglio di Chiaia. E vale per la maggioranza come per l'opposizione. Poi, di nuovo il tormentone del parcheggio Morelli perché anche qui il segreto è non abbassare la guardia: prendiamo atto della nuova attenzione che il sindaco Iervolino e l'assessore Mola preannunciano sul problema, a cominciare uartierissime: «Garage Morelli, oscuri presagi» Intervista a Bruno Terracciano, assessore comunale alle Municipalità. 10 Ormeggio&AssistenzaNautica S A P E R V I V E R E L A C I T TÀ MOLA VECCHIE E NUOVE SFIDE peciale Municipalità: «L’assessore itinerante» venti&Curiosità: «Salemme all’Augusteo» CHIAIA Anno I - N.8 settembre 2006 Distribuzione gratuita NINO DE NICOLA* rizzato l'impegno della rivista: Municipalità e parcheggi. Riparliamo dunque delle neonate Municipalità, soffermandoci ovviamente su quella di Chiaia. E stavolta, dopo un cenno a luci e ombre della riforma, vi presentiamo, con veloci profili e relative foto, i 30 consiglieri (più il presidente) eletti a Chiaia. Obiettivo: indicare al quartiere a chi indirizzare le C ome avranno forse notato i lettori, Chiaia Magazine adora il colore. Stavolta, però, ha scelto una prima pagina dove domina il nero. Vi chiederete perché. Noi rispondiamo che non se ne poteva fare a meno. I motivi? Eccoli. Nero perché siamo arrabbiati neri ( e in questo rispecchiamo l'umore del quartiere) e lo siamo perché stufi di malamministrazione. Nero perché, con un territorio abbandonato al degrado, il futuro si prospetta davvero oscuro. Nero perché francamente, a questo punto, indecifrabili ci sembrano i progetti dell'Amministrazione Comunale per la zona. Non è forse una vicenda oscura quella del parcheggio Morelli? E poi la Ztl: non è neanche nata e già siamo costretti a intonare il De Profundis. Nero perché Chiaia è ormai de- 9 Storia dell’aperitivo «rosso». Le ricette e i segreti dei barman. E NINO DE NICOLA* ottobre 2006 OPERAZIONE RENATO ROTONDO Capo dell’opposizione on questo numero di luglio/agosto Chiaia Magazine traccia un consuntivo ideale dei suoi primi 7 mesi di vita, torC nando ad occuparsi delle due bandiere che hanno caratte- 6 «Tutti pazzi per lo Spritz» Relax&Movida: Mostre, musica, teatri: tutti gli appuntamenti da non perdere. SERVE UNA SVOLTA m a ga z i n e www.chiaiamagazine.it Tra le dieci Municipalità, quella di Chiaia è davvero speciale visto che è l’unica ad essere governata dal centrodestra. Per maggioranza e opposizione doppia responsabilità: far funzionare riforma e quartiere. All’interno tutti i protagonisti FABIO CHIOSI Presidente E intanto incalzano altre emergenze: «spaccate», scippi, strade sporche e dissestate. Direzione e Centro operativo: 80142 NAPOLI - Via Carlo di Tocco, 82/84 Tel. 081 734 04 24 - 081 734 98 22 - Pronto intwervento 081 734 02 88 - Fax 081 734 98 18 Internet: http//www.la-vigilante.com - E-mail: [email protected] Part. IVA 03577570637 - Camera di Commercio n. 155962 - Iscritta al N 381 - R.I. Tribunale di Napoli D’OCCHIO onostante i suoi 29 anni, si ritrova per la seconda volta al timone di Chiaia. E’ stato eletto con 23.846 voti e il suo schieramento ha ottenuto il 51,43 % dei consensi. 18 i consiglieri della sua coalizione. La sua squadra di governo sarà formata da un vicepresidente (cui toccherà un assessorato) e 3 assessori. Ha due premure: velocizzare i tempi della riforma e ottenere subito risorse finanziare per il territorio. Obiettivi: manutenzione, parcheggi, sicurezza con l’aiuto dei vigili urbani. Il Comune ignora l’appello. Assessori bocciati: chi tace, chi promette, chi non si fa trovare... • Per il popolo di Chiaia il danno e la beffa. s.r.l. VI TERREMO N S A Palazzo Calabritto il nuovo show room per i «bons vivants». settembre 2006 S A P E R V I V E R E L A C I T TÀ NINO DE NICOLA L lo scarso presidio dei varchi, un sistema di videosorveglianza mai realizzato. aper Vivere: «Al Primo Piano il lusso è di casa» dal 1946 ? Distribuzione gratuita CHIAIA www.chiaiamagazine.it m a ga z i n e www.chiaiamagazine.it IL GIORNALE DELLE NUOVE BOTTEGHE DEI MILLE a novità è grossa. In questo numero parliamo del nuovo istituto della Municipalità, chiave di volta del decentramento amministrativo voluto dal Comune. Infatti scompaiono le circoscrizioni e nascono appunto 10 Municipalità, vale a dire 10 microcittà che avranno autonomia finanziaria e un proprio bilancio di spesa. Le competenze che il Comune delegherà, dopo le elezioni, alle nuove miniamministrazioni riguardano in sintesi la manutenzione urbana, la attività socioassistenziali, le attività scolastiche/sportive/culturali, infine la gestione dei servizi amministrativi(commercio, artigianato, traffico etc.). Su queste attività (e soprattutto sulla manutenzione) la Municipalità avrà poteri di spesa da esercitare con 4 assessori. Sembra una svolta notevole. Ma i dubbi ci sono. Primo: il Regolamento delle Municipalità, almeno per ora, non chiarisce bene la gestione delle risorse finanziarie che il Comune trasferisce alle sedi decentrate: all'interno vi spieghiamo perché. Secondo: è stata prevista una figura che governerà questo trapasso dal vecchio al nuovo sistema, per evitare il caos? Queste le perplessità, fermo restando che la Municipalità ha tutte le premesse per migliorarci la vita. A proposito: la vecchia circoscrizione ChiaiaPosillipo-S.Ferdinando si chiamerà Municipalità 1. In questo numero vi parliamo anche del forum da noi organizzato con successo sul problemaparcheggi. Intanto, nell'imminenza delle Amministrative, annunciamo una serie di incontri coi candidati-sindaci. Vedremo che intenzioni hanno su Chiaia. giugno 2006 SPECIALE ELEZIONI SI CAMBIA DAVVERO? • Le cause del flop: la farsa del garage Morelli, 5 La circoscrizione protesta. ZTL: forte confusione «tecnologica». la vigilante Il nuovo «Parlamento» di Chiaia Anno I - N.4 maggio 2006 Sono arrivati desertificazione, notti da paura, e crisi delle attività commerciali. ocus videosorveglianza: resta fuori» F«Chiaia ISTITUTO DI VIGILANZA m a ga z i n e Distribuzione gratuita • L’intero quartiere invoca parcheggi. rosegue la nostra inchiesta sul Parcheggio Morelli (nella foto), da noi deP finito nello scorso numero Il garage del- CHIAIA Arrivano le nuove MUNICIPALITÀ Ultime notizie sul futuro garage: il quadro peggiora. Un pessimo affare per il Comune. La rivolta di Chiaia LRC 180447 - 23/6/98 Anno I - N.6/7 luglio/agosto 2006 IL GIORNALE DELLE NUOVE BOTTEGHE DEI MILLE • Doveva risollevare l’economia e la vivibilità. la vigilante luglio/agosto 2006 Banca Monte dei Paschi di Siena Spa Zona a Traffico Limitato INGANNO Direzione e Centro operativo: 80142 NAPOLI - Via Carlo di Tocco, 82/84 Tel. 081 734 04 24 - 081 734 98 22 - Pronto intwervento 081 734 02 88 - Fax 081 734 98 18 Internet: http//www.la-vigilante.com - E-mail: [email protected] Part. IVA 03577570637 - Camera di Commercio n. 155962 - Iscritta al N 381 - R.I. Tribunale di Napoli Distribuzione gratuita CHIAIA maggio 2006 speciale m a ga z i n e www.chiaiamagazine.it ILPAPOCCHIO ISTITUTO DI VIGILANZA CHIAIA Anno I - N.3 aprile 2006 AUTO s.r.l. www.chiaiamagazine.it Distribuzione gratuita Banca Monte dei Paschi di Siena Spa Parcheggio MORELLI opo il numero natalizio che, nonostante la veste sperimentale, ha riscosso apprezzamento da parte dei cittadini di Chiaia, della stampa, di chi lavora e produce, e, infine, delle istituzioni e delle associazioni, «Chiaia Magazine» - di cui sono direttore editoriale - prende ora decisamente il largo. E lo fa, fedele alle dichiarazioni di intenti iniziali, utilizzando come baricentro delle proprie cronache il territorio di Chiaia. Puntiamo, quindi, sull’attualità e i problemi del quartiere, coniugando tuttavia il taglio impegnato all’interesse per gli aspetti del saper vivere, dell'enogastronomia, per i fermenti culturali e imprenditoriali, per il by night e la moda, per le risorse giovanili e per le potenzialità del quartiere. Una tribuna eterogenea, dunque, che funzionerà con le voci e i contributi di tutti. Mi piace ribadire lo slogan della nostra iniziativa editoriale: «Questo giornale lo scriveremo assieme». Da qui nasce la scelta degli argomenti di questo numero e dei prossimi. In questa occasione, raccogliendo segnalazioni e impressioni sul campo, abbiamo privilegiato tre problematiche di stretta attualità: emergenza parcheggi, riqualificazione urbana e il controverso capitolo della movida. Il primo punto sta molto a cuore ai commercianti, ai residenti e a quanti per lavoro, shopping o divertimento, frequentano il cuore di Napoli. E il nodo cruciale non poteva essere che l'agognato parcheggio Morelli. Sulla seconda questione abbiamo, poi, intervistato l'assessore al Turismo e Decoro Urbano Luca Esposito. Come avrete modo di leggere, ci saranno delle importanti novità. Terzo tema: dossier Movida. La nostra posizione è chiara: rispetto delle regole ma niente bavaglio alla notte. Come avrete capito, la nostra scelta di campo è netta: scommettiamo sulle forze e sulle risorse di Chiaia. E’ qui il fermento. D Banca Monte dei Paschi di Siena Spa IL GIORNALE DELLE NUOVE BOTTEGHE DEI MILLE Anno I - N.2 marzo 2006 IL «NUOVO» CHE NON SA DECOLLARE maggio 2006 m a ga z i n e DIGERENTE Distribuzione gratuita maaga gazziinnee m S A P E R V I V E R E L A C I T TÀ il mensile di Chiaia-San Ferdinando-Posillipo maggio 2008 CHIAIA www.chiaiamagazine.it Edizioni Iuppiter Group Anno III - n.4 aprile 2008 Distribuzione gratuita maaga gazziinnee m S A P E R V I V E R E L A C I T TÀ il mensile di Chiaia-San Ferdinando-Posillipo giugno 2008 CHIAIA www.chiaiamagazine.it Anno III - n.5 maggio 2008 Edizioni Iuppiter Group Distribuzione gratuita maaga gazziinnee m S A P E R V I V E R E L A C I T TÀ il mensile di Chiaia-San Ferdinando-Posillipo CHIAIA www.chiaiamagazine.it Edizioni Iuppiter Group Anno III - n.6 giugno 2008 Distribuzione gratuita maaga gazziinnee m S A P E R V I V E R E L A C I T TÀ il mensile di Chiaia-San Ferdinando-Posillipo Edizioni Iuppiter Group DALLA CITTÀ DI NAPOLI Non è un paese per VECCHI Catastrofe ambientale e politica a Napoli e in Campania. Due emergenze tengono banco: i rifiuti e Bassolino. Mentre Veltroni e Berlusconi tentano di rinnovare i rispettivi schieramenti, il governatore, invece, si barrica nel Palazzo. Con la credibilità sotto le scarpe e l’impossibilità di camminare tra la gente, più che alle dimissioni pensa a come organizzare al meglio la «resistenza» della sua poltrona. La regione è alla frutta. Il re alla muffa. The end Piazza Santa Maria degli Angeli Elisabetta Gambardella, ex assessore SODOMA DOPPIO TAGLIO FESTIVAL DELLO SPRECO Una piazza perde i suoi alberi senza che nessuno ne sappia niente. L’assessore all’Arredo e Decoro urbano «tagliato» malgrado stesse lavorando sodo per Chiaia. Le sorprese del Comune non finiscono mai a giugno arriva CHIAIAtour Inserto Speciale su A R T E • M O D A • R E L A X • PA S S I O N I • E V E N T I • T U R I S M O • P E R S O N A G G I Prenota il tuo spazio pubblicitario • Tel. 081 19361500 a luglio arriva CHIAIAtour Inserto Speciale su A R T E • M O D A • R E L A X • PA S S I O N I • E V E N T I • T U R I S M O • P E R S O N A G G I Prenota il tuo spazio pubblicitario • Tel. 081 19361500 luglio/agosto 2008 Anno III - n.7/8 luglio-agosto 2008 Distribuzione gratuita settembre 2008 CHIAIA www.chiaiamagazine.it S A P E R V I V E R E L A C I T TÀ il mensile di Chiaia-San Ferdinando-Posillipo ottobre 2008 CHIAIA m a ga z i n e Edizioni Iuppiter Group il mensile di Chiaia-San Ferdinando-Posillipo Distribuzione gratuita CLAUDIO BUCATO i 3000 di Chiaia Dopo il fallimento del Global Service, decolla il superassessorato antibuche. Manovra di facciata? • Sprecopoli a Palazzo San Giacomo: nonostante il sindaco sventoli conti in rosso, tra luglio e agosto distribuiti 490 mila euro di microfinanziamenti. Scesero in strada per riprendersi la città. Quel giorno è diventato un libro: «I 3000 di Chiaia», storia di una clamorosa protesta che stupì l’Italia. Per i protagonisti di allora il lavoro non è ancora finito: tutti in piazza a novembre. Poi avanti tutta con il progetto della lista civica. • Sicurezza: tornano a Chiaia le invasioni barbariche. Dal turista pestato a via Carducci alle notti brave dei branchi in piazza San Pasquale. Stato d’assedio. • Riqualificazione: aprono i cantieri in vico Vasto a Chiaia e in via Vetriera. Via Tasso: a novembre fine dei lavori. Piazzetta Cariati pronta a dicembre. febbraio 2009 CHIAIA il mensile di Chiaia-San Ferdinando-Posillipo Anno IV - n.3 marzo 2009 CHIAIA IUPPITER EDIZIONI foglie morte Chiaia Magazine + Dvd 3,90 euro Anno IV - n.4 aprile 2009 S A P E R V I V E R E L A C I T TÀ il mensile di Chiaia-San Ferdinando-Posillipo Distribuzione gratuita IUPPITER EDIZIONI CHIAIA CHIAIA IUPPITER EDIZIONI RONDA SU RONDA Distribuzione gratuita m a ga z i n e Municipalità: arrivano i giardinieri «fantasma» IUPPITER EDIZIONI 5 L’INCHIESTA Arte perduta, odissea nello strazio 9 LA DENUNCIA Galleria Umberto, i barboni sui ponteggi 7 IL CASO Warner Village, salviamo il multisala 14 CULTURA ciao, Franco 11 LA DENUNCIA Scuola De Amicis, la palestra dei misteri Anno IV - n.5 maggio 2009 il mensile di Chiaia-San Ferdinando-Posillipo IUPPITER EDIZIONI Distribuzione gratuita basta palle GENNAIO 2009: LA NUOVA GIUNTA IERVOLINO 16 L’APPELLO pagina 13 Villa Pignatelli: riaprite il Museo delle carrozze giugno 2009 CHIAIA www.chiaiamagazine.it S A P E R V I V E R E L A C I T TÀ IN BUCA CHIAIA Anno IV - n.11 novembre 2009 il mensile di Chiaia-San Ferdinando-Posillipo il mensile di Chiaia-San Ferdinando-Posillipo PRIMO PIANO PARADOSSI CHIAIA m a ga z i n e luglio/agosto 2009 CHIAIA www.chiaiamagazine.it S A P E R V I V E R E L A C I T TÀ Anno IV - n.6 giugno 2009 il mensile di Chiaia-San Ferdinando-Posillipo IUPPITER EDIZIONI Distribuzione gratuita m a ga z i n e CHIAIA www.chiaiamagazine.it S A P E R V I V E R E L A C I T TÀ Anno IV - n.7/8 luglio-agosto 2009 il mensile di Chiaia-San Ferdinando-Posillipo IUPPITER EDIZIONI Distribuzione gratuita m a ga z i n e S A P E R V I V E R E L A C I T TÀ il mensile di Chiaia-San Ferdinando-Posillipo IUPPITER EDIZIONI Distribuzione gratuita IUPPITER EDIZIONI KIAVIKA Chiamiamoli con il loro nome. Impuniti, scatenati, balordi: i grafomani deturpano monumenti, chiese, palazzi. Infliggono guasti gravi al patrimonio, all’immagine, al turismo. Nessuno li ferma. Nemmeno la recente ordinanza sulla sicurezza e il decoro urbano, in pratica inapplicabile per la carenza di uomini e mezzi. TEATRO SUDD RITUFFIAMOCI dicembre 2009 gennaio/febbraio 2010 marzo/aprile 2010 m a ga z i n e www.chiaiamagazine.it S A P E R V I V E R E L A C I T TÀ Anno IV - n.10 ottobre 2009 il mensile di Chiaia-San Ferdinando-Posillipo Distribuzione gratuita Società civile, un libro per l’alleanza 6 novembre 2009 www.chiaiamagazine.it S A P E R V I V E R E L A C I T TÀ Anno IV - n.9 settembre 2009 Distribuzione gratuita ottobre 2009 m a ga z i n e S A P E R V I V E R E L A C I T TÀ Anno IV - n.1 gennaio 2009 IUPPITER EDIZIONI Tempesta giudiziaria sui palazzi del potere: cronaca di un’apocalisse annunciata. Stagione finita per un Sistema trasversale ai partiti, naufragato sulla questione morale. Dalla città, stanca di beffe e promesse, parte lo sfratto alla «casta». 3 maggio 2009 Strade gruviera: fondi scarsi, promesse tradite. A Posillipo un dramma annunciato. E la Giunta Iervolino finisce... L’uscita del film «Fortapàsc» di Marco Risi rilancia la drammatica vicenda di Giancarlo Siani, il giornalista napoletano ucciso dalla camorra nel 1985, a soli 26 anni, con dieci colpi di pistola, mentre ritornava a casa a bordo della sua fragile Mehari. Oggi, quanti sono i giovani che conoscono vita e passione del cronista de «Il Mattino»? www.chiaiamagazine.it m a ga z i n e SIETE UNA MACCHINA? settembre 2009 il mensile di Chiaia-San Ferdinando-Posillipo CHIAIA www.chiaiamagazine.it S A P E R V I V E R E L A C I T TÀ Franco Nico LA STORIA esta i è qu di ch Dopo l’insetto che sta distruggendo le palme della città, non si ferma la mattanza del verde. Dai lecci marci di Posillipo agli alberi minacciati dai cantieri della Linea 6 del metrò. Distribuzione gratuita Viale Gramsci, vince il killer delle palme m a ga z i n e www.chiaiamagazine.it maaga gazziinnee m IUPPITER EDIZIONI 5 aprile 2009 www.chiaiamagazine.it S A P E R V I V E R E L A C I T TÀ Anno IV - n.2 febbraio 2009 Distribuzione gratuita m a ga z i n e I gazebo della discordia Ecco cosa dice la legge Comunità luterana tra musica e letteratura marzo 2009 www.chiaiamagazine.it CHIAIA Anno III - n.12 dicembre 2008 «La giungla del vivere quotidiano inaridisce e dà sempre meno valore a ciò che per me è stato ed è tuttora fonte di benessere: la poesia, la musica, l’arte». IL CASO Futuro gennaio 2009 m a ga z i n e www.chiaiamagazine.it il mensile di Chiaia-San Ferdinando-Posillipo Distribuzione gratuita 4 Una «casta» apparentemente inossidabile, una classe dirigente che non molla le poltrone: da qualche anno, però, contro la malapolitica è sceso in campo l’associazionismo civico. Il 10 novembre 2007, la società civile marciò nel cuore di Napoli in nome della legalità. Furono • Emergenza manutenzione: saltano tutti i controlli. CLAUDIO VELARDI assessore regionale al Turismo IUPPITER EDIZIONI m a ga z i n e S A P E R V I V E R E L A C I T TÀ Anno III - n.11 novembre 2008 il mensile di Chiaia-San Ferdinando-Posillipo Distribuzione gratuita Cronache dalla città trappola il divo www.chiaiamagazine.it S A P E R V I V E R E L A C I T TÀ Anno III - n.10 ottobre 2008 IUPPITER EDIZIONI dicembre 2008 CHIAIA m a ga z i n e www.chiaiamagazine.it S A P E R V I V E R E L A C I T TÀ Anno III - n.9 settembre 2008 novembre 2008 CHIAIA m a ga z i n e www.chiaiamagazine.it S A P E R V I V E R E L A C I T TÀ il mensile di Chiaia-San Ferdinando-Posillipo IUPPITER EDIZIONI CUORE MARCIO Napoli fuorilegge: viaggio nelle discariche sotterranee. La verità sui rischi EDIZIONE STRAORDINARIA Chi ha paura dei vigilantes civici? Perché «i rondisti» di Chiaia sono diventati un caso? maggio 2010 giugno/luglio 2010 settembre/ottobre 2010 novembre/dicembre 2010 gennaio/febbraio 2011 marzo/aprile 2011 giugno/agosto 2011 settembre/novembre 2011 dicembre 2011 febbraio 2012 marzo 2012 distribuzione gratuita w w w . c h i a i a m a g a z i n e . i t magazine SAPER VIVERE LA CITTÀ IUPPITER EDIZIONI anno V n.5 maggio 2010 Città negata tra la "dittatura" delle buche e i cantieri lumaca. Lo scandalo della Casina del Boschetto NAPOLIROTTA maggio 2011 w w w . c h i a i a m a g a z i n e . i t distribuzione gratuita SAPER VIVERE LA GRANDE NAPOLI magazine SAPER VIVERE LA CITTÀ Anno VII - numero 1/2 - Febbraio 2012 distribuzione gratuita nel forum Coppa America a Bagnoli esplode la polemica sull’area contaminata La carta quando cade non fa rumore. È come le foglie: stessa fragilità, stessa poesia. Chi vuoi che si accorga più, in giornate in cui la persistenza della “connessione” è il morbo senza cura e l’informazione è stregata dai new media, di un giornale che chiude. Del suo cuore accartocciato, dei suoi giornalisti, dei suoi battiti d’inchiostro. Affascinati dalle nuove frontiere della comunicazione, conserviamo, per questioni di cuore e lavoro, un fervido occhio di carta, un’abitudine romantica a ritrovarsi nel fruscio cartaceo tra titoli, occhielli e corsivi. È per questo che, nonostante il cimitero della carta stampata si riempia di testate, proseguiamo la magia del giornale tradizionale. Chiaia Magazine, al suo settimo anno di vita, si rinnova nella grafica e nei contenuti. Dopo gli ultimi due anni “patinati” - esperienza sug- SAPER VIVERE LA GRANDE NAPOLI Anno VII - numero 4 - Aprile 2012 giugno 2012 SAPER VIVERE LA GRANDE NAPOLI distribuzione gratuita Anno VII - numero 5 - Maggio 2012 luglio/agosto 2012 MAX DE FRANCESCO IUPPITER EDIZIONI SAPER VIVERE LA GRANDE NAPOLI distribuzione gratuita SAPER VIVERE LA GRANDE NAPOLI distribuzione gratuita Anno VII - numero 6 - Giugno 2012 settembre/ottobre 2012 Anno VII - numero 7/8 - Luglio-Agosto 2012 Al Pancione Meglio Grillo che il grilletto sommario sommario FUORI SALONE DI VITIGNO ITALIA NAPOLI DAL 16 AL 19 MAGGIO 2012 wineandthecity.it L’inchiesta 4 L’inchiesta Ztl, la grande trappola Primo piano Il caso Così muoiono le librerie Società&Costume 33 www.chiaiamagazine.it Sindaco, ma che bici! sommario sommario sommario L’inchiesta 4 L’esclusiva Centro storico, l’ira dell’Unesco 9 Primo piano Sos animali, stop agli abbandoni Il caso Il caso 11 35 Saper Vivere Primo piano www.chiaiamagazine.it L’inchiesta Storie&Territori Primo piano Saper Vivere Il caso www.chiaiamagazine.it 11 Comune, indagine sul buco nero Saper Vivere 27 27 Savignano, attrazione per il futuro Guida alla scelta dei vini d’estate IUPPITER EDIZIONI 9 Premio Siani, un furbetto sul podio 16 Pozzuoli, ingorgo pendolari 27 4 Lungomare e mobilità indecente 7 Quando la propaganda va in bici Quei miracoli di Re Ragù IUPPITER EDIZIONI 4/5 Viaggio a Blatt City 8 11 Ztl, la rivolta degli scontenti Summonte, a cavallo tra i sapori IUPPITER EDIZIONI distribuzione gratuita !!"!" #"$%" &"# &% il sindaco blattera Rifiuti, la legge che ci avrebbe salvato Itinerari catenelle Formula Indi, svolta nel cinema Caizzi e quel sogno di via Margutta www.chiaiamagazine.it Non basta più spezzare le catene, bisogna anche tirare le 4 Primo piano 11 SAPER VIVERE LA GRANDE NAPOLI Anno VII - numero 9/10 - Settembre/Ottobre 2012 Le vittime del Lungomare liberato 9 Confessioni di un ex scommettitore distribuzione gratuita IUPPITER EDIZIONI www.chiaiamagazine.it Freddoro sommario gestiva ma economicamente insostenibile - ritorniamo al nostro formato d’origine, quello che ci ha fatto conoscere al pubblico negli anni delle magagne bassoliniane e dei letarghi della Iervolino. Serviva un restyling anche alla testata, in cui ora è ben visibile il logo della società editrice fondata, insieme a me, da un’eroica cordata di professionisti. Chiaia Magazine, dal prossimo numero, arriverà anche nelle edicole della provincia di Napoli. L’obiettivo è quello di divenire un periodico sempre più metropolitano, battagliero, intrigante e portatore di virus satirico. Non resta che affidarsi al sorriso, ad esempio, quando si entra “nel forum” delle Culture e si assiste al “cineforum” del sindaco. Cari lettori, si riparte. C’è tanto da capire e scrivere. Non vedevamo l’ora. Una nuova sfida per vederci chiaro. UNA NUOVA SFIDA PER VEDERCI CHIARO www.chiaiamagazine.it maggio 2012 distribuzione gratuita VENTIMILA BEGHE SOTTO I MARI aprile 2012 SAPER VIVERE LA GRANDE NAPOLI Anno VII - numero 3 - Marzo 2012 IUPPITER EDIZIONI anno VI n. 9/10/11 settembre-novembre 2011 IUPPITER EDIZIONI L’inchiesta 4 Il degrado delle fontane storiche Primo piano 8 Gioco d’azzardo, business e mania Il caso 11 Avron, la truffa sbarca a Napoli Itinerari 34 Ottaviano, patria dell’arte bianca www.chiaiamagazine.it IUPPITER EDIZIONI STORIE&IMPRESE L’IDEA DI GERARDO MAGLIACANO NEL SEGNO DELL’ANNURCA «MeLo Adotto», un libro diventa albero Livia Iannotta Al Nord, quando le scenografie delle sue giornate erano brumose metropoli e «la parte migliore della sua vita» era rimasta 1000 km più in giù, una mela Annurca al supermercato era capace di “sorridergli” come una vecchia amica, rispolverando sapori d’infanzia e famiglia. Non deve aver dimenticato quella suggestione, perché tornato al Sud dopo la sua odissea al contrario, Gerardo Magliacano (nella foto) non solo ha dedicato al frutto un capitolo del suo libro “Terro(m)nia - Ritorno alla mia terra” (Iuppiter Edizioni), ma ne ha addirittura fatto il perno del suo ultimo progetto eco-friendly. È lui, salernitano, docente di storia e letteratura, esteta della musica, emigrante prima e fiero “terrone”poi, ad aver ideato “MeLo Adotto”, iniziativa lanciata qualche mese fa e pronta a sbocciare in primavera. L’idea di base è semplice, l’obiettivo nobile: per ogni copia di “Terro(m)nia” venduta la terra riceve un albero, un melo (varietà Annurca) per la precisione. È un incentivo (22) alla forestazione o, se vogliamo, la restituzione alla terra di un favore. Dall’albero al libro, dal libro all’albero: il ciclo, anche in questo caso, si chiude con un ritorno alle origini. Ad adottare i meli, alberi della conoscenza e del libero arbitrio, i terreni mortificati dalle mafie e non solo. «Terro(m)nia – spiega Magliacano – auspica una sorta di ritorno alla (mia) terra, come recita il sottotitolo. Ricostruire quel vecchio rapporto che ci univa, che univa l’uomo alla terra, nel CHIAIA MAGAZINE • MARZO/APRILE 2016 nome di quell’humus, entro cui l’umanità tutta affonda le sue radici, nel tentativo di riconciliare “cultura” e “coltura”, per ri-definirle in quell’unico lemma, “cultus”». Sudismo, radici, terra. È un concentrato di disillusioni il volume di Magliacano. La sua è una storia che inizia come tante altre: una fuga, la speranza, le abbondanti terre del Nord a portata di mano. Ma che si conclude inaspettatamente, dopo dieci anni in cui altri vecchi amici (l’aglianico, un’alfasud targata SA, il vinile “Terra mia” di Pino Daniele) gli sussurravano di raccogliere i frutti altrove, di non inaridirsi in un posto non suo. Lo scrive in uno dei capitoli finali: «A quel punto, non solo mi sentii meridionale, uomo del Sud, appartenente alla mia città, ma mi sentii figlio della terra come lo sono i contadini, i pastori, i cafoni, come in fondo lo è ogni singolo individuo. E il mio non era un semplice legame alla terra, ma era un inscindibile legame alla mia terra». Il cordone che attorciglia il progetto al libro è evidente. I primi meli, ad esempio, sono stati piantati nei luoghi dove è ambientato il capitolo “Incontro con una vecchia amica”, dedicato appunto alla mela Annurca: la Valle dell’Irno, in provincia di Salerno. «Qui una volta si onorava e ci si prendeva cura dell’Annurca, tanto da dedicarle anche una sagra annuale – ricorda l’autore – Poi più niente: un mare di cemento ha sommerso le Annurche e di esse non è rimasto neanche il ricordo. Il progetto intende quindi arginare la fiumara della dimenticanza e del cemento». Un altro melo, poi, è stato affidato all’Art Hause di Eboli (un presidio di Libera Campania) che gestisce un bene confiscato. E mentre marzo sbarra le porte all’inverno, “MeLo Adotto” si prepara a germogliare: «Ci stiamo dando da fare per far sbocciare in primavera Meleti della Libertà e della Legalità in altre terre del Meridione. Il progetto, inoltre, sta riscuotendo l’interesse di associazioni e cooperative del Nord che stanno supportando il progetto promovendolo e ospitandolo». CHIAIA MAGAZINE •MARZO/APRILE 2016 (23) STORIE&IMPRESE ENRICO MONZATTI E LA MISSIONE DI «LIBERI DI VOLARE» «Così metto il sole in tasca agli esclusi» Lidia Girardi Esistono occhi che sono in grado di parlare, sorrisi capaci di accarezzare la disperazione dell’uomo e racconti di vita che smuovono le coscienze. Tutto questo è Enrico Monzatti (nella foto con don Franco Esposito), un uomo che da anni costruisce, sostiene e aiuta a sopravvivere preziose realtà sociali. Editore per vocazione e missionario per scelta, Monzatti ha reso la sua vita un esempio per tanti, avvicinandosi dapprima al volontariato e, a seguito dell’incontro con don Franco Esposito, illuminato cappellano del carcere di Poggioreale, ha dato vita a “Liberi di Volare”, onlus a cui dedica la sua vita e (24) che, a sua volta, cerca di dare speranza e stimoli a tanti ex detenuti o detenuti in regime di semilibertà e in affido. Nell’ambito della Pastorale Diocesana, don Franco ed Enrico iniziano a porre le basi di quella che sarà un “casa delle seconde vite”, quelle vissute nella legalità, nel lavoro, nell’impegno quotidiano e anche nella fede. Da un iniziale supporto alle famiglie dei detenuti, Liberi di Volare ottiene dalla Diocesi, nella persona del Cardinale Sepe, le chiavi del terzo piano dell’antico Monastero delle Suore della Carità di via Pietro Trinchera e nel 2013 si prepara ad ospitare il primo ex detenuto che, dopo aver scontato la sua pena, non aveva nessuna realtà CHIAIA MAGAZINE • MARZO/APRILE 2016 a cui fare ritorno. A lui in poco tempo si aggiungeranno tanti altri “esclusi” e Monzatti assumerà i ruoli più disparati nella casa accoglienza, diventando all’occorrenza anche cuoco. Senza mai perdersi d’animo, insieme a don Franco, non assiste imperterrito ai desolati paesaggi umani che si aprono ai suoi occhi, anzi, cerca di rimettere il sole in tasca a persone che hanno attraversato il buio. Così prendono il via i tanti laboratori e corsi: quello di scrittura creativa (in cui Monzatti può giocarsi la sua esperienza di editore), quelli di falegnameria (i cui frutti sono apprezzabili nella cappella interamente in legno costruita presso la sede di via Trinchera) o ancora quelli di bigiotteria e di grafica. Sono circa quaranta le persone che ogni giorno rendono viva la casa accoglienza e le loro storie, il loro passato non interessa a nessuno; a tutti, però interessa l’impegno, il lavoro e la dedizione con cui ricostruiscono se stessi per mezzo delle tante attività che Liberi di Volare gli offre. Qualche anno fa, quando l’associazione si è aggiudicata un progetto finanziato, ha assunto i volontari, e adesso al terzo piano di via Pietro Trinchera ci sono due psicologi, un criminologo, personale di segreteria e un assistente sociale. Quello che appare vergognosamente inspiegabile è capire perché lo Stato italiano, che destina cir- ca 200 euro al giorno per ogni detenuto, non decida di prevedere anche meno della metà di quanto spende per il mantenimento di ogni carcerato in favore di case accoglienza come Liberi di Volare (unica in Campania). Un paradosso tutto italiano. Ma questo non basta a chi da anni è abituato a «friggere il pesce con l’acqua», come confessa lo stesso Monzatti. La domanda è umana e lecita: chi sostiene Monzatti in quest’opera che ha scelto di far diventare la propria esistenza? «La fede – come ammette serenamente – quando una persona mi chiede aiuto, vedo in quegli occhi Gesù. E allora il nervosismo e le difficoltà diventano poca cosa». STORIE&IMPRESE LA PASSIONE PER LO SPORT NEL LIBRO DELL’EX CAMPIONE EUROPEO Nicola Tempesta, quando il judo è favola Fabio Tempesta Nicola Tempesta, l’ex campione europeo di judo, (bandiera dello sport napoletano degli anni ‘50 e ‘60, oltre mezzo secolo sul tatami, due medaglie d’oro e due d’argento ai Campionati Europei, oltre 15 i titoli italiani conquistati, olimpionico a Tokio nel ‘64, ex allenatore della nazionale e infine, a 80 anni, Maestro emerito del judo con la cintura nera ottavo Dan), ha presentato Judo, Sport e Tradizione (224 pagine, Luni Editrice) recentemente alla Polisportiva Partenope. Un amarcord di vittorie e grandi emozioni, un tuffo nel passato guardando al futuro delle nuove generazioni. Un libro interessante, che entra nello spirito del judo, come disciplina di vita, di insegnamento al rispetto delle regole con tutti i valori che sono alla base della dolce arte. Tempesta si batte da anni perché il judo diventi materia di insegnamento nelle scuole, come già avviene in tanti altri Paesi europei. Il libro, scritto con la collaborazione del professore Giuseppe Tribuzio, docente di sociologia all’Università di Bari, e del maestro Ferdi- nando Tavolucci, settimo Dan, “intende coniugare afferma Tempesta - tre culture che sono proprie del judo: agonistica, didattica e quella formativa e sociale. Ovvero, culture che sono l’estensione di un’idea di educazione che parte dal prendersi cura del corpo per poi coinvolgere la mente. Il judo, infatti, nasce come disciplina non come attività sportiva”. Il volume è stato illustrato, durante la conferenza stampa, oltre che dagli autori Tempesta e Tribuzio, da illustri personaggi del mon- do della scienza, dello sport e della politica: dall’assessore allo Sport del Comune di Napoli Ciro Borriello al Presidente provinciale del Coni Sergio Roncelli; da Alessandro Gelormini Amministratore Delegato A.P. Partenope al Professor Vito Eugenio Leonardi della Scuola dello Sport del Coni; dal Segretario Generale A.P. Partenope Aldo Barbi al consigliere comunale Gennaro Esposito; dall’inviato Unione Europea di Judo Dr. Attilio Sacripanti alla professoressa Marisa Iavarone dell’Università degli Studi di Napoli “Parthenope” e al Consigliere Nazionale Fijlkam Luigi Nasti. Durante il dibattito, Sergio Roncelli e Alessandro Gelormini hanno elogiato più volte il Campione Nicola Tempesta definendolo un mito, una leggenda dello sport nazionale ed internazionale, comunicandogli che la palestra di judo della Polisportiva Partenope è stata intitolata a suo nome. Oltre a questo tributo, un altro riconoscimento per il campione napoletano: nei prossimi giorni sarà esposto il suo libro su gli scaffali della biblioteca del Coni. Momenti emozionanti per il Maestro emerito, che è stato applaudito dai tanti presenti e campioni del passato. C’erano: l’ex Campione di judo e Direttore Tecnico della Squadra Nazionale di Judo Silvano Addamiani (Presidente della Commissione Federale Nazionale Azzurri), Aldo Nasti Presidente Comitato Regionale Fijlkam, Bruno D' Isanto Vice Presidente Regionale Judo, i giornalisti Adriano Cisternino e Carmelo Prestisimone, il musicista e autore Rai Lino Cosenza, Giuseppe Marmo Presidente Kodokan Napoli, i Giudici di Pace Antonio De Vivo e Franca de Tullio e i Campioni d’Italia del passato: Gennaro Lippiello, Bernardo Centracchio, Enzo Inda, Giuseppe Panachia e il maestro di judo Lello Parlati. Moderatore e presentatore del grande evento è stato il maestro Gennaro Muscariello, che con grande verve comunicativa ha intervistato i presenti per il suo programma Barrus su Telecapri Sport. Ad immortalare i momenti più importanti e significativi della presentazione sono stati i fotoreporter Franco Di Capua e Mariano Montella. CONSULENZA IN MATERIA CONDOMINIALE E IMMOBILIARE - Servizi di gestione condominiale ordinaria e straordinaria - Servizi di natura fiscale e aziendale - Servizi di iscrizione a ruolo presso il Tribunale - Servizi di consultazione e ricerca presso la Conservatoria Per Info: tel/Fax 081.19804242 www.studiopasqualemarigliano.it Via Chiaia n° 160 - 80121 Napoli CHIAIA MAGAZINE • MARZO/APRILE 2016 (25) DIVINAZIONE IL MITO E I GIORNI Pesci e quel nuovo inizio Simbologia del segno zodiacale d’acqua il cui mito di salvezza è diffuso nelle culture di tutto il mondo Rosamaria Lentini Il simbolo del pesce ha una lunga e ricca storia che va, come dimostrano gli ultimi tre Segni dello Zodiaco, dalla capra con la coda di pesce del Capricorno a Oannes, il diopesce babilonese dell’Acquario, e infine con i Pesci, l’unico Segno di diritto appartenente all’elemento acqua. Esiste un motivo conduttore, che va dall’Asia, al sud America, all’Islanda, all’area mediterranea, nel quale c’è la tradizione di un uomo-pesce sempre con una funzione salvifica e civilizzatrice. Sappiamo anche che il diluvio universale, presente in quasi tutto il mondo arcaico, era il modo di annientare un’umanità degradata e corrotta, per farne rinascere una nuova e migliore. La lontana origine di questo patrimonio comune potrebbe risiedere in quella vita animata che nasce dall’acqua, parallelamente a come dalla terra nasce la vegetazione. Non c’è da meravigliarsi perciò, se i pesci siano stati assunti a formare una costellazione, nonché un Segno dello Zodiaco. In Mesopotamia la costellazione, chiamata Kun.Mes (code) era composta da un pesce e da una rondine, le cui code si toccavano. In senso climatico e astrologico, questi due animali bene raffiguravano il periodo stagionale prossimo all’equinozio di primavera: il pesce, che s’inabissava nelle acque, era il simbolo di una fase che stava finendo e la rondine era l’annunzio di una nuova che perpetuava la vita. Non conosco il motivo per cui la rondine fu sostituita da un altro pesce. Ma, anche se l’iconografia è cambiata, rimane inalterato il suo simbolismo. Infatti, come mostra l’immagine tratta dall’atlante celeste di Flamsteed, il pesce che va verso il basso può essere inteso come la vita del singolo, che terminato il suo tempo, torna allo stadio primordiale, a quel mondo privo di alcuna forma dal quale proviene, e il pesce (26) che si dirige verso l’alto è quella vita che non appartiene né al tempo né allo spazio, non ha alcun limite e finitezza e muore e nasce simultaneamente. Non è possibile parlare di questo Segno senza soffermarsi sulla nascita di Cristo, il Salvatore, avvenuta all’inizio dell’Era dei Pesci. Secondo Jung il simbolo non è né un’allegoria né un segno, ma è il miglior modo per designare un oggetto non completamente conoscibile. Considerata la grande diffusione del simbolo del pesce, la sua comparsa non deve destare alcuna meraviglia, poiché si tratta solo dell’animazione del simbolo, che per quanto ci concerne si realizzò con Cristo. Questo evento era già stato previsto, nel 6 a.C.: infatti, proprio nel Segno dei Pesci, per ben tre volte era avvenuta la grande congiunzione di Giove e Saturno. Gli antichi astrologi consideravano una qualsiasi congiunzione dei due pianeti come un evento rilevante per tutta l’umanità. Giove è la luce e Saturno il buio, l’uno la vita, l’altro la morte, l’alfa e l’omega che sanciscono l’unione degli opposti, della fine, perciò, e dell’inizio. Va ricordato anche Virgilio, che nella IV Egloga delle Bucoliche parla dell’avvento di un puer, destinato a CHIAIA MAGAZINE • MARZO/APRILE 2016 restaurare l’età dell’oro, l’aurea aetas, quella che veniva festeggiata nei Saturnali, dei quali si è parlato a proposito del Capricorno e del solstizio d’inverno. Per inciso, è molto interessante l’interpetrazione del puer come la personificazione del tempo, che si rigenera a partire dalla mitica età dell’oro. Come Oannes, anche Cristo viene a salvare un’umanità che è affaticata, smarrita per la corrosione del credo pagano, bisognosa d’interiorizzazione, aperta ad un intervento messianico che riaccenda la speranza nella vita. L’aspettativa messianica è un archetipo presente nell’inconscio collettivo e in quello personale; caratterizza la storia dell’umanità e riprende vigore ogni qualvolta le difficoltà sociali e/o personali sono tali da farci illudere che un quid possa risolvere l’empasse nella quale ci troviamo. Quest’archetipo che per duemila anni ha ritmato la vita dell’uomo l’Era dei Pesci -, ha ora ceduto il passo ad una nuova Era, quella dell’Acquario, che nella sua caratteristica principale prevede il mettere da parte il proprio piccolo mondo, per aprirsi a quello tanto più vasto della solidarietà umana, dell’aiuto, della fratellanza. [email protected] LE CARTE DEL DESTINO Maurizio Pacelli LA RUOTA DI FORTUNA Con la Ruota di Fortuna volge al termine la fase dell’apprendimento attraverso cui si sono poste le basi per il controllo della personalità. Da qui può cominciare un nuovo percorso attraverso il quale è la nostra anima - la parte sensibile e intuitiva - a condurre il gioco in modo che le nostre azioni siano sempre più lo specchio delle reali necessità interiori. È davvero difficile descrivere la complessità di questa lama. Si tratta, innanzitutto, di una ruota a sei raggi, non a caso, poiché proprio la ruota a sei braccia identifica il crisma, importante emblema della chiesa primitiva, ripreso da una più antica immagine del Sol Invictus. Come cerchio, quindi, rappresenta il Sole e dunque rimanda alla simbologia del Sé, considerato anche che in questo cerchio esiste un centro (un punto) ben visibile e raffigurato da un pomo a cui è collegata una leva: il meccanismo di azionamento della ruota del destino. Dunque è l’espressione della totalità nella sua accezione dinamica. La ruota gira incessantemente su se stessa a manifestare il processo dell’eterno ritorno. Anche il numero associato alla carta ripete lo stesso significato. Il dieci rappresenta la tetraktys pitagorica, ovvero la somma dei primi quattro numeri naturali intesi come manifestazione del tutto che dalla molteplicità delle forme si riduce all’unità, quel processo attraverso cui dalla differenziazione si ritorna alla sintesi. Quindi, da un lato si racconta del destino, o meglio della Vita che, nel suo ciclo di morte e rinascita, è perennemente presente; dall’altro, in riferimento alla nostra biografia, racconta delle alterne e cicliche vicende della vita. Due cose ancora vanno notate: i tre personaggi esterni alla ruota; le onde del mare su cui la ruota poggia. Queste ultime ci ricordano che la vita è un viaggio ed è importante lasciar andare e lasciarsi andare. L’adattabilità, la capacità di accogliere il nuovo così come si presenta sono arti da apprendere. Tutto può cambiare e i rovesci, come le vittorie, sono passaggi naturali che devono essere affrontati con impegno e responsabilità. “Il sole è nuovo ogni giorno” (Eraclito, I Frammenti, n.43), sembra banale ma non è semplice attuare questo precetto. Dei tre personaggi va notato innanzitutto che sono esterni alla ruota. Da un lato sembrerebbe che siano fuori dal ciclo eterno e quindi costretti a ruotare in balia degli eventi, tuttavia uno di essi, quello alla sommità della ruota, ha in testa una corona e in mano una spada. Sono chiari segnali di comando. La sfinge governa, o meglio può governare, il proprio destino, essendo così in grado di partecipare al movimento della vita, a due condizioni: che sappia operare un profondo ascolto interiore, come i tre orecchi dell’animale di destra vogliono simboleggiare; che non si lasci travolgere dalla propria mente (la scimmia che cade verso il basso sul lato sinistro). In una lettura l’arcano X rappresenta la fine di un ciclo, ma anche la possibilità di un viaggio. Ad un livello superiore indica che il consultante è pronto per governare la propria esistenza, ossia ad affrontare il proprio viaggio. Come simbolo circolare della totalità esso rappresenta anche il Tarot. Come al solito, se rovesciato indica delle difficoltà in merito ai temi richiamati, più in generale sottolinea l’incapacità di abbandonare qualche aspetto della propria esistenza, sebbene esso non sia più funzionale al proprio progetto di vita. [email protected] saper vivere CULTURA • COSTUME • RELAX • MOVIDA • EVENTI • CURIOSITÀ «La mia Apocalisse è a Miami» Livia Iannotta Mi parla dell’urgenza creativa. Visioni da regalare alla tela, pensieri per la punta di una biro che vengono a galla così, a distrarti il sonno o mentre sei a mollo nell’oceano: «Una volta, in Florida, ero in acqua, non avevo niente con me ma non potevo permettermi di perdere un’idea, allora l’ho scritta sulla sabbia». La nostra è una conversazione che si prende gioco del tempo e deraglia presto altrove: la fede, gli uomini, stralci di escatologia. Solo con gli individui “pieni” il gioco riesce. Diego Santanelli è un artista, uno di quei talenti che Napoli ha perso e non sa ancora di rimpiangere. Emigrato da qualche tempo in una ridente Florida, lo incontro in uno dei brevi ritorni in madrepatria, in cui mi trascina nei suoi zig zag, nelle testate alle regole, nella migrazione dallo “status quo” alla vita che si sceglie di volere, nella distruzione e nella bellezza. Esporrà dall’8 aprile la sua personale al “Canale Diaz Art Center” di Miami, col patrocinio del Consolato italiano e della Società Dante Alighieri, dopo aver già catturato sguardi e consensi alla Fiera di Palm Beach. Prima del successo però c’è il caos, e lontano dalla sua casa d’adozione, mi racconta una storia frastagliata, di quelle che non stanno nei contorni. Inizia nel modo più classico: agiata famiglia borghese, laurea in medicina, due studi dentistici. Ma qualcosa non andava, i pezzi stavano insieme senza combaciare. Era un’anima artistica incastrata in una realtà scientifica. Ci prova in tutti i modi a trovarsi, istigando la fortuna: è medico senza frontiere in Madagascar, disegnatore di gioielli etnici, imprenditore nel settore vinicolo nelle terre di Champagne. La peregrinazione si arresta solo più tardi, grazie a dei pigmenti di colore termosensibili che ad un certa temperatura cambiano struttura molecolare diventando cristalli trasparenti e rivelando sulla tela una parte del lavoro nascosta. A Parigi, nel 2009, presso Da dentista infelice ad artista affermato: Diego Santanelli racconta il suo viaggio personale e la prossima mostra in Florida l'Espace Pierre Cardin, Santanelli presenta la sua “Hiddenart” che lo sdogana agli occhi della critica e del grande pubblico, lo rende appetibile. «Per mia cultura non avevo mai pensato che fare l’artista potesse essere un lavoro, benché avessi dipinto sin da piccolo e in famiglia ci fossero una pittrice e un autore teatrale, Manlio Santanelli. Per dieci anni sono stato un dentista infelice. Ad un certo punto sono andato in crisi, la mia insoddisfazione parlava a voce troppo alta». E dopo una sperimentazione che lo traghetta dall’olio all’acrilico al foto integrato, è con gli smalti che arriva l’illuminazione. «Li manometto, dialogo con loro, cerco di capirli: hanno un’autonomia di movimento a cui do la mia regia». Lo ispirano al punto di partorire una nuova tecnica pittorica, il branching, sul calco del dripping di Pollock e basata sul versamento di vigorose masse di pittura sulla tela, lasciando i materiali mescolarsi, ramificarsi, sovrapporsi in un tessuto archi- tettonico e cromatico articolato su più livelli. Si scomoda la gravità: niente pennelli, nessuna spatola, solo ondulamento e basculamento del piano di lavoro. L’approdo artistico lo raggiungerà nel 2013, stremato, tormentato. «L’artista è un setaccio dell’universo. Tutte le energie passano attraverso di lui e nell’anima restano imbrigliate le scorie. È un lavoro duro, assorbi anche il dolore, la devastazione del mondo e devi sopravvivervi», dice. Sarà l’“Apocalisse” il suo centro gravitazionale. Come lo erano i tagli per Fontana, i colli lunghi per Modigliani e il cubismo per Picasso. «Nel primo lavoro della collezione sull’Apocalisse ho buttato tutta la delusione, la sofferenza, la rabbia per un mondo dell’arte che non è poesia. Dopo sentii di essere arrivato a casa». Legge allora i testi di Giovanni, vi scopre un’Apocalisse di luce, non distruzione: un percorso di sofferenza, un purgatorio terreno e quotidiano per arrivare alla Gerusalemme Celeste. Dolore, speranza, lieto fine. Trasforma la sua visione apocalittica anche in versi, ne fa una sceneggiatura teatrale. «I miei lavori sono delle proposte di catarsi, il fruitore deve trovarsi disorientato tra tante porte d’ingresso colorate. È l’invito a un viaggio introspettivo, basato sulla perdita della gravità che tiene ancorati alla terra e sul distacco da tutto ciò che è materiale». Nelle tele c’è tridimensionalità, prospettiva, profondità: «Come se potessi scavalcare il quadro e caderci dentro passando attraverso tutte le domande senza risposte della vita, entrando in comunione col divino che è in te, quella parte di anima con cui siamo poco abituati a dialogare». L’arte apocalittica lo porta aldilà dell’oceano, sempre da solo, come già a Parigi, continuando a fare imprenditoria di se stesso. E a Miami viene adottato artisticamente da Raisa Clavijo, caporedattrice di ARTPULSE magazine, sua curatrice. Scacco matto all’Italia: «Ora cammino tutti i giorni con le farfalle nello stomaco, con la sensazione che qualcosa di eccezionale possa accadere in qualsiasi momento». Esteta, caparbio, positivista relativo, narciso («Nella vita provo tutto, ma non cado mai nei vizi, amo troppo me stesso»), di un’intelligenza eclettica e sfrontata che lo porta senza riserve a “bacchettare” i piani alti, i manager dell’arte del Belpaese: «Quello italiano è un sistema di chiusura, una lobby di critici e galleristi che decreta vita e morte degli artisti. L’America mi ha reso libero, capace di esprimermi al massimo. Lì solo perché sei artista sei ritenuto un bene prezioso, ti danno perfino la cittadinanza. Ti valorizzano come un’eredità da legare a loro. Sanno che perdere un artista è un delitto». È dall’inizio dell’intervista che porto dietro la domanda. Ritornerà a Napoli? Glielo chiedo, alla fine. «Da turista, distaccato dalle tensioni di dover lavorare qui», confessa lui. Che per chi resta sa di amaro. È un gran peccato, solo questo. CHIAIA MAGAZINE • MARZO/APRILE 2016 (27) ARTE VESUVII Spazio a Branzi Domenica Calì «Sono quadri dipinti a mano, ma a differenza delle pitture tradizionali essi sono anche degli oggetti d’uso, nel senso che possono servire come nicchie o mensole per oggetti, cose o altre figure (o figurine)». Nessun confine tra arte e design, il consumismo sconfina nel passato, l’arredamento domestico rompe la sacralità dell’arte. E se a dirlo è un vero e proprio principe dell’architettura, resta poco da controbattere. Andrea Branzi, nel gotha del design neomoderno e tra i fondatori del collettivo Archizoom Associati (1964-1974), primo gruppo di avanguardia noto in campo internazionale, approda a Napoli, alla galleria Al Blu di Prussia (via Filangieri 42), con la sua nuova personale. Architetto e designer fiorentino, lombardo d’adozione (dalla metà degli anni ’70 vive e lavora a Milano), classe 1938, cofondatore della Domus Academy nel 1982, prima scuola internazionale post laurea di design, vincitore di tre Compassi d’Oro, allo spazio multidisciplinare di Giuseppe Mannajuolo diretto da Mario Pellegrino, Branzi propone circa 25 opere tra Flat, Maquette/Domus e Luoghi, racchiuse nel corpus “Opere recenti”, in collaborazione con Antonia Jannone - Disegni di Architettura, Milano. Visibili dal 17 febbraio al 7 aprile. “Flat”, come spiega lo stesso Branzi, è una «collezione di modelli di pannelli d’uso, che si collocano cioè tra il quadro dipinto e la consolle; decorati a mano accolgono nicchie e mensole (28) su cui poggiare libri, lampade, vasi, elementi di arredo. Sono progetti ibridi, che contaminano l’arredamento domestico con la sacralità dell’arte; due categorie tradizionalmente opposte, che oggi si sovrappongono: pitture tridimensionali e scaffalature d’arte. In un’epoca come la nostra, dove i confini tradizionali delle specializzazioni tendono a sfumare, i “Flat” testimoniano che nuove tipologie sono possibili e nuove esperienze funzionali aprono la strada a superfici più espressive destinate a trasformare le nostre superfici decorative in micro-spazi accoglienti e segreti». Diversa la vision di “Maquette/domus”: oggetti provenienti da diverse categorie ed epoche storiche si fondono in un unico spazio. Ci sono frammenti di antiquariato, mosaici romani, affreschi pompeiani, cineserie e oggetti disegnati da Branzi stesso accanto a libri, computer e prodotti di consumo contemporaneo. Domus che condensano meditazioni inconsce, immagini e ricordi frammentari di un uomo che vive tra il consumismo di oggi e le nostalgie dotte del passato. Il perché è chiaro: «Non mi è mai interessato capire la differenza che esiste tra design e arte e individuare il confine che separa queste due attività - scrive Branzi - Non ho mai accettato quella censura che sembra colpire chi contamina quei due mondi, limitrofi e parenti tra di loro, che sono stati allontanati dal pregiudizio borghese che consiste nell’assioma sbagliato: “L’arte non serve a niente mentre il design deve essere utile”». CHIAIA MAGAZINE • MARZO/APRILE 2016 È un Vesuvio leggero, sereno, dai colori pastello, quello che si mette in posa nei dipinti di Lino Fiorito. I suoi acquerelli saranno in mostra, fino al 4 aprile, al Museo Archeologico Nazionale, grazie a un’iniziativa del Servizio Educativo in collaborazione con Paolo Bowinkel Galleria d’Arte e Maurizio Marinella e con il Matronato della Fondazione Donnaregina per l’arte contemporanea. “I Vesuvi sono quelli che, bambini, si costruivano al mare con la sabbia, quelli che emettevano anche fumo, grazie alle pagine di un vecchio giornale e a qualche cerino”, dice l’artista. Le opere, delicate, invitano quasi alla contemplazione: in tutte il vulcano è un contorno privo della sua consueta catastrofica bellezza. Occhio di riguardo Gianni Pisani al Pan Lea Vergine, all'indomani della personale alla Galleria Apollinaire di Milano, lo ribattezzò “il portatore di traumi”. L’enfant terrible Gianni Pisani, uno dei più enigmatici rappresentanti del Novecento italiano, torna a Napoli, meta prediletta della sua ricerca artistica, con una grande mostra al PAN di via dei Mille, curata da Maria Savarese, dal titolo “Uomo che cammina”. Dal 9 marzo al 17 aprile, in esposizione 22 opere degli ultimi anni (20132015), più tre serie/racconti: 8 opere per “Il Mare”, con lavori dal 2003 al 2014; 12 per “Il Bosco”, realizzate dal 2005 al 2008; 13 per “Uah”, dipinte tra 2004-2005. Ma è l'ultima serie, risalente alla fine del 2015, “Uomo che cammina”, a dare titolo e senso all'intero percorso. Dai quadri emerge un Pisani addolcito, che conserva però tutto il vigore del suo lavoro, un racconto intimo e involontariamente anche violento, per la naturale spudoratezza con cui si mostra nelle ultime opere. Il progetto espositivo è promosso dall'Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, realizzato grazie al contributo di Seda e gode del Matronato della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee. MICHELE TEMPESTA ARTE De Luca, chiamata alle arti IL SUO REGNO È IL CENTRO STORICO, MA AMA LAVORARE A BERLINO. POETICA DI UN ARTISTA SANGUIGNO E VISIONARIO Lidia Girardi Quella di Bruno De Luca (nella foto) è una concezione di artista personalissima, che merita di essere l'interprete di un mondo apparentemente fatto solo di sospiri e grida, in cui le luci all'orizzonte, quelle labili e lontane dei paesaggi desolati, sono visibili solo per pochi. Per spiriti eletti, artisti per l'appunto. De Luca, classe ‘52, sfugge a qualsiasi definizione: designer, grafico, scenografo, storico dell'arte, pittore, scultore; a lui non interessa essere incasellato in una qualche categoria, per lui l'arte è medicina. E così spazia da un lavoro all'altro, un giorno possiamo trovarlo che allestisce la scenografia di un spettacolo teatrale alla factory del Centro storico, la Domus Ars (in cui lavora ormai da anni), il giorno dopo starà dipingendo o scolpendo volti distaccati e sofferenti all’ombra di Spacca- napoli e il giorno dopo ancora sarà volato nella sua seconda città, Berlino, per arredare un locale «a cui non vuole togliere la sua anima». De Luca si ciba del mondo che lo circonda, alla continua ricerca di un'umanità che ritiene essere «la ragione del mondo», portandosi dietro un bagaglio di verità che legge tra la gente. Perché lui guarda negli occhi chi si trova davanti, e, abbandonando il piglio dell'artista, elabora l'emozione del momento trasformandola nel realismo melodrammatico delle sue opere. Per lui l'arte risponde alla logica della spontaneità, non è necessaria la ricerca dell'episodio grafico, del reale fatto di cronaca, «l'anima è sempre la vittima, mai il corpo» e da questo si spiegano i suoi volti, allungati, distanti, con evidenti richiami all'arte pittorica di Modigliani e di Dalì e con le pe- culiarità dei lavori di Bruegel. De Luca non ricerca spasmodicamente la meccanica, ripudia la “materia artefatta” e continua a preferire l'argilla che raggiunge la sua perfezione indurendosi con l'aria, senza forni. Come Dalì è convinto che “l'arte deve far parlare” e l'ispirazione primaria la riceve dalla natura che è sempre prorompente e generosa nelle sue opere. Il cavallo è un elemento figurativo assai caro al maestro d'arte, che lo inserisce come metafora dello spirito più puro e selvaggio dell'uomo facendo sue le parole del Corano: «Ama il cavallo come una parte del tuo cuore». La smania artistica di De Luca si rasserena e riprende nuovo vigore nelle pause che di tanto in tanto si concede. E seppure Napoli è la culla della sua arte, la prima musa ispiratrice delle sue opere, ri- Matarese, ironia ed eros Venerdì 4 marzo è stata inaugurata al PAN, Palazzo delle Arti di Napoli, la mostra antologica dell’artista napoletana Rosaria Matarese dall’omonimo titolo Rosaria Matarese, a cura di Mario Franco. L’esposizione lascia percorrere all’osservatore un conturbante iter tra le opere esibite e questo attraverso una concreta rassegna di molti elementi salienti e distintivi dell’opera di una donna che sin dall’adolescenza ha fatto delle discipline plastiche e pittoriche una passione e poi un lavoro, affermandosi significativamente dagli anni ’60 a oggi. Il discorso compositivo della Matarese, non lontano dalla Weltanschauung del gruppo di Linea Sud, rimarca il valore dell’indeterminazione, espresso in particolare dalla triangolazione non precisabile tra il momento della creazione artistica, quello della fruizione e quello del rigetto della restrittiva circoscrizione del quadro a un iconico hortus conclusus. Le opere costruite sono perciò “aperte”, “strutture modificabili” o ancora, come le definisce Mario Persico, “praticabili”, quasi protese verso l’interazione. Quello che appare caratterizzare la ricerca è allora l’appropriazione e rielaborazione ex novo delle lezioni futurista e dadaista e al contempo l’attenzione a tematiche intense di una certa avanguardia. Che sia mediante ritagli fotografici, disegni, scritte di tipo erotico e politico, legni bruciati o “spiaggiati”, bambole, teste di manichino o lavori di natura esclusivamente figurativa, la poetica qui come altrove rimane forte e sempre LA MEMORIA DELLE CITTA’ CUORE MESSICANO In 40 acquerelli di formati vari, Pedro Cano tratteggia “una geografia del Sud del mondo in cui protagonista è la luce”. L’artista spagnolo torna a Napoli con la personale “La memoria delle città” inaugurata l’11 marzo, negli spazi della Galleria PRAC - Piero Renna Arte Contemporanea, in via Nuova Pizzofalcone 2, e visitabile fino al 6 maggio. Cano presenta al pubblico i suoi “luoghi della mente”, catturati servendosi di uno sguardo attento ed evocativo, puntato sulle Sono artisti messicani, ma hanno fatto dell’Italia la loro nuova casa. Le opere a cui hanno dato vita spaziano dalla pittura alla fotografia, dalla ceramica al disegno di moda e sono originalissimi tributi alla madrepatria. Ana María Serna, David Beuchot, Jehsel Lau, Karla Guajardo Ro, Ricardo Macías e Santos Badillo, fissano la loro terra in trentanove opere esposte, fino al 31 marzo, all’Instituto Cervantes di Napoli, nella mostra dal titolo “Cuore lontano, atmosfere di Roma, Napoli, Pompei, Villa Adriana, Ragusa, Matera, Atene, Patmos, Spalato, Gadames, Palmira, Damasco, Meknés, Marrakech, Gerasa, Cirene. LIDIA GIRARDI conosce come sia difficile per questa città accettare la contemporaneità: «Tutto ha una storia e una sua evoluzione, accettare l'arte contemporanea significa conoscere i grandi maestri del passato ed essere educati ad un nuovo tipo di arte», ammette con amarezza. Per questa ragione ritiene che i musei non possano essere una “concessione”, un lusso per pochi, «dovrebbero invogliare la gente a andarci, altrimenti i tesori di Napoli continueranno ad essere nascosti». De Luca, con il suo segno panoramico e allucinatorio e le visioni stupefacenti colte da angolature inconsuete, è attualmente impegnato nella realizzazione delle scenografie del “Miserere” e nell’allestimento della sua mostra in cui farà rivivere una Pompei calata nell’attualità per mezzo delle sue opere scultoree. restituita con profonda consapevolezza senza mai pesare. La Matarese non manca infatti di ironia, soprattutto là dove emerge incisiva la critica al consumismo e alla mercificazione o là dove la riflessione sull’Eros diventa anelito a una riconquista più propriamente orfica che prometeica della dimensione erotica. A documentare l’antologica è il catalogo Rosaria Matarese, pubblicato dalla giovane casa editrice Marchese Editore, con una raccolta di foto delle opere e di testi intorno al lavoro dell’autrice. La mostra, che gode del sostegno dell’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli e realizzata grazie al contributo di Immobiliare Santandrea, sarà visitabile fino al 10 aprile 2016. cuore messicano. Sei artisti messicani in Italia”. L’esposizione, organizzata dall’Ambasciata del Messico in Italia, propone opere differenti per forma, tecnica e materiali usati, ma accomunate da orgogliosi riferimenti alla terra d’origine e caratterizzate da una grande espressività che rispecchia appieno la ricchezza e la varietà dell’arte contemporanea messicana. I sei artisti sono arrivati in Italia per motivi diversi: studio, lavoro, famiglia, o semplice desiderio di conoscere l’Italia e si sono SVEVA DELLA VOLPE MIRABELLI perfettamente integrati nel tessuto sociale locale, senza però mai dimenticare la loro messicanità, che trasuda lucente da ogni scatto o bozzetto. ANTONIO BIANCOSPINO CHIAIA MAGAZINE • MARZO/APRILE 2016 (29) LIBRI&NOVITÀ LIBRIDINE Saggio Una città di primati e sorprese INTRIGA E CONVINCE IL LIBRO DI MAURIZIO PONTICELLO «FORSE NON TUTTI SANNO CHE A NAPOLI...», 43 STORIE TRA MITI, RITI E CURIOSITÀ Gli eredi della sirena Parthenope hanno un sperimentata con Agnese Palumbo in “Misteri, brutto vizio: perdono la memoria. Di sé, delle radici, segreti e storie insolite di Napoli” e “Il giro di Napoli in 501 luoghi”. Nel 2013, appena dopo l’uscita del del bello. E quando il cicaleccio (spesso bugiardo) gioca a freccette con la città, si fa presto ad alzare gli romanzo thriller “La nona ora”, gli avevamo scudi, gonfiando un’indignazione che si spegne con riservato l’appellativo di “Dan Brown napoletano”, e il paragone regge ancora. Restano la stessa facilità con cui monta. in piedi l’indole a rivangare Poco importa se il chiacchierato l’occulto, le ricostruzioni bidet sia stata una trovata sudista, appassionate, il piglio didascalico se nel Seicento il diabolico che accompagna la prosa. Non si Raimondo di Sangro debellava parla di Graal o templari. Sotto la misteriosamente malattie mortali lente dello studioso di culti o se, un secolo dopo, i Borbone misterici c’è Napoli, sempre, il cui elevavano la città a capitale dei caleidoscopio di simboli, idoli e primati europei. I napoletani cronache non è certo meno dimenticano identità, storia e rigoglioso: «Napoli, città doppia talenti. Con l’intento di per eccellenza – conferma rinfrescarne la memoria nasce Ponticello nell’introduzione – ha “Forse non tutti sanno che a sempre un volto che occulta tra le Napoli…”, ultima pubblicazione pieghe delle proprie vicende». Per di Maurizio Ponticello (nella foto rendere l’idea: l’autore ci parla del di Maria Teresa Gargiulo) per FORSE NON TUTTI “nebbioso” dio Ebone, noto solo Newton Compton Editori. Titolo SANNO CHE dalle epigrafi rintracciate dopo il che si chiude (o si apre, punti di A NAPOLI... ritrovamento della Canefora a San vista) con tre martellanti puntini Gregorio Armeno; di classici della sospensivi, richiamati in ognuno Maurizio Ponticello mitologia napoletana come Virgilio dei capitoli del volume. Newton Compton Editori mago e Raimondo di Sangro sotto Duemilaseicento anni di storia di la luce inedita di taumaturgo; di Napoli condensati in 43 racconti e casi curiosi come quello della 408 pagine. Un crescendo donna albero che il medico degli Incurabili Curzio si temporale che dall’anno zero arriva dritto al ritrovò tra le mani. E ancora: i segni ermetici a San Novecento, tra spaccati inediti, storie sconosciute o alternative, aneddoti, misteri sepolti tra manoscritti, Domenico Maggiore, gli enigmi delle mummie aragonesi e digressioni sul “melange” della lingua pietre, guglie e pareti. Andrebbe letto come un napoletana (dalla genesi incerta alla prova che promemoria questo libro, vademecum per il all’ombra del Vesuvio si parlasse greco fino all’anno napoletano più che per il turista. Per chi, cioè, mille). Miscellanea di «una città resa grande dalle calpesta e respira la città, accomodandosi spesso e storie minime e che ha saputo, da sempre, rendere volentieri su cliché e paradigmi triti. Maurizio grandi anche le storie minime», chiosa l’autore. Ponticello, scrittore, avvezzo al genere noir, continua a filare la trama documentaristica già LIVIA IANNOTTA Aurora Cacopardo L’ELOGIO DEL MEDICO I quattro racconti del professor Gianpaolo Porreca, racchiusi in “Elogio del medico” (Tullio Pironti Editore), sono veri e propri quadri costituiti con fotogrammi epifanici di esistenza, catturati dallo sguardo di chi è abituato a scrutare segreti ed essenza di eventi, persone e natura. Professore di chirurgia vascolare della II Università di Napoli, svolge la sua attività presso l’azienda ospedaliera “Monaldi” di Napoli. Scrittore, giornalista, sportivo, abituato a “nominare” le cose con scientifica esattezza, il dottor P. avverte che la vita contiene scorci altri di verità, decifrabili solo con l’aiuto di strumenti diversi, meno affini alla ragione e più adatti a scandagliare risorse e nebbie dell’anima. La realtà per il dottor P. non sembra essere governata sempre dalla logica, la vita non è sempre scandita da ritmi lineari. Caso e caos talvolta turbano, scompigliano e creano solitudini e dolore. Come nel bel racconto “Il medico ed il pianista” (“...lo sente, signor T. come sta nettamente meglio?”. “Certo professore, lo sento, ma non sto ancora bene, per me che ero un pianista l’unica passione e l’unico motivo per me, cieco, della mia vita è quello di poter suonare. Migliorerò ancora per potermi dedicare a Chopin? Lei conosce I notturni? Pro- fessore, mi scusi, ma è sicuro di aver fatto tutto quello che si poteva fare?”) e d’improvviso, spiazzato, guardando quel viso senza luce il dottor P. chinò gli occhi e si sentì una volta in più onestamente in colpa. Il libro è anche una sorta di viaggio nei ricordi colti in se stessi o come paradigma cui rappresentare il presente. Delicato e profondo l’abbraccio degli amati luoghi, quel rettangolo di mondo raccolto tra il monte Massico, il Garigliano ed il mare: “Il mare quando nelle giornate di settembre il tramonto si incendiava sugli Aurunci”. Scrivere serve a ritrovarsi, a scoprirsi permeabili alle emozioni, a prendere coscienza della propria singolarità e del proprio ruolo, questo il bellissimo messaggio de “L’elogio del medico”. Prova ne sono i personaggi, intorno ai quali si snodano i fatti: lo zio dottor M., figura dal fascino immacolato di un medico condotto; Mario dagli occhi mobili ed un sorriso straripante, le cui polpette al ragù rendevano dolci le domeniche in trasferta all’ospedale; il paziente di un Natale che ricorda nel nome del dottor P. lo stesso nome di colui che gli aveva salvato la vita in un campo minato nel 1943. Scrittura sobria, misurata, che fa breccia nel cuore del lettore coinvolgendolo e spingendolo ad immedesimarsi negli eventi, a sentirsi parte viva della storia rappresentata. Quando il mito svela origini e segreti dello Zodiaco Sembra che le stelle abbiano delle qualità che s’inseriscono bene nella nostra psicologia” scriveva Carl Jung, e questo deve essere anche il pensiero di Rosamaria Lentini che con la sua opera “Le origini dello Zodiaco” (Iuppiter Edizioni) ha saputo creare una perfetta commistione di astrologia e letteratura classica, mostrando come la complessa materia astrologica possa essere interpretata nell’ottica umanistica e storica. La Lentini, psicoterapeuta della Gestalt è, da oltre quaranta anni, una studiosa del mito e dei conseguenti risvolti psicologici di questo. Nella premessa chiarisce le basi della ricerca e dello studio del mito che consentono una lettura più (30) profonda dello Zodiaco. L’introduzione, invece, offre un quadro storico delle società con cui il lettore entrerà in contatto nel corso della descrizione dei vari segni zodiacali. Le origini dello Zodiaco per essere apprezzate non hanno bisogno di conoscenze astrologiche ma di curiosità e di un intenso amore per il mito e la cultura, amore che chi legge potrà apprezzare in ogni manifestazione artistica contenuta nel saggio e che comprende anche le immagini di dipinti famosi come “Amore e Psiche” di Bouguereau, “Bacco” di Caravaggio e numerose opere dell’antichità che contribuiscono ad arricchire ed integrare il discorso. CHIAIA MAGAZINE • MARZO/APRILE 2016 Il “significato storico” di ogni segno, della loro simbologia e delle caratteristiche, è sviscerato alla luce di questa ricca tradizione formatasi in tempi risalenti. Il tono seppur erudito è accessibile e affabile. Il volume offre una lettura scorrevole e interessante per colui che vuole conoscere le sfumature del proprio segno. Lo stimolo che ha prodotto quest’opera dotta e magica è secondo le parole della scrittrice: “l’amore per le origini dell’uomo, per le sue radici, quelle più remote possibili, perché noi siamo fatti anche di quelle che, sebbene sprofondate nel buio più totale, agiscono dentro di noi”. MARIA NEVE IERVOLINO LIBRI&MUSICA Quel peccato originale del Risorgimento IL DISEGNO CONTRO IL SUD DELLO STATO PIEMONTESE E IL LAVORO SOTTERRANEO DEI TRADITORI NEL SAGGIO «REGNO DELLE DUE SICILIE» DI GUIDO BELMONTE avevano nulla da spartire, se non di farlo diventare Nella disputa infinita che oppone fautori del Risorgimento a coloro che ne sono critici o ostili, già oggetto delle loro trame per un totale controllo del Mediterraneo. Ma il dato più penalizzante e grave prima che si realizzasse, spesso è tale il grado di per il Sud, di cui si fece implacabile accusatore e animosità ideologica - e perché no anche portavoce agli inizi del secolo scorso Giuseppe sentimentale - nelle argomentazioni, da vanificarne Capogrossi, filosofo e giurista, spesso le reciproche e rispettive diciamo pure il “peccato originale”, ragioni. Dopo anni in cui il tema del fu che “il più grande costruttore Risorgimento era qualcosa di dello Stato Italiano risultò un altro intoccabile - o toccabile con seguito Stato, lo Stato piemontese”. di ineludibili polemiche -, bisogna Che si arrogò il diritto-potere “di dare atto che da qualche tempo si organizzare una nazione nascente comincia a parlarne con maggiore con forme perfettamente opposte a pacatezza e obiettività. Spesso quelle che erano le indicazioni falsità e ricostruzioni inattendibili precise di una ricca storia hanno portato l’acqua al mulino di millenaria” e di sostenere addirittura un pregiudizio atavico verso il Sud di averlo fatto con mirabile più che a una serena analisi delle edificazione, dimentico di aver usato vicende che lo videro soccombere. “cannone e mano ferrea”. Belmonte Un limite questo, ancora più grave e va però oltre, mentre molti storici indigeribile della stessa annessione. anche a favore del Sud sorvolano su Di chi la colpa? Sulla scia di quel alcune indulgenze o leggerezze che giusto e lungimirante REGNO DELLE DUE lo danneggiarono oltre, egli non intendimento che il grande SICILIE desiste dal denunciare talune Burckart diede della Storia, distratte e complici collaborazioni secondo cui, più che un mero Guido Belmonte date dagli stessi esuli o patrioti ai svolgimento dei fatti, essa “debba Controcorrente edizioni governi nazionali post unitari. A porsi il compito di spiegarli, perché riguardo “carta canta”: molti di loro le cose sono giunte a stare così”, invece di dar una mano al Sud gliela fecero finalmente molte risposte, oggettivamente mancare, forse ancora abbagliati da un’unità che, in accettabili e credibili, ce le dà Guido Belmonte nel suo recente saggio. “Regno delle due Sicilie. Liberali, realtà, per dirla con Guido Dorso, fu solo una “conquista regia”. Insomma ci sono tante buone ecclesiastici, fuorusciti e traditori”. (Controcorrente). L’autore, che non è uno storico di ragioni per leggere questo libro, che non ricalca le professione, ma un uomo di legge, studioso rigoroso vecchie litanie della cosiddetta “storia affettuosa”, come Croce soleva bacchettare taluni di questo periodo, senza lasciarsi incantare da sentimentalismi, ma propone serie e degne riletture alcuna visione mitica o fuorviante, dimostra che ad ogni livello: “dagli ultimi banchi alle più elevate l’annessione è stata determinata, prima che da un cattedre”. Che secondo il monito del Foscolo, vuol disegno di arbitrio espansivo, anche e soprattutto da una serie di interessi internazionali, di Inghilterra dire: “io vi esorto alle storie”. e Francia che, con quelli del Mezzogiorno non ALDO DE FRANCESCO Tempo di «Conversation» con il duo Lanzieri-Rea A fine febbraio sotto le stelle del jazz è nata una nuova creatura, Conversation, ultima opera discografica di Mino Lanzieri alla chitarra e Andrea Rea al pianoforte. Un duo che idealmente rievoca certi esempi illustri nel genere come la coppia Jim Hall e Bill Evans o Pat Metheny e Brad Mehldau, ma riesce a plasmare quell’incontro tra chitarra e pianoforte in una nuova e scintillante figura. Musicisti giovani e già dalla ricca esperienza studio e live, possono infatti annoverare nel proprio curriculum un fecondo itinerario personale e collaborazioni di fama nazionale e internazionale. Mino Lanzieri ha lavorato e suonato con artisti come Gene Jackson, Reuben Rogers, Antonio Faraò, Emanuele Cisi, Giovanni Amato e ha all'attivo due album a suo nome: Things I See, The Alchemist e uno come co-leader con gli AsOne quintet, RoseDawn. Andrea Rea, vincitore nel 2007 del prestigioso Premio Internazionale Massimo Urbani PIMU11, ha conosciuto e collaborato nel corso degli anni con musicisti del calibro di Stefano Di Battista, Dee Dee Bridgewater, Joe Lovano, Maria Pia De Vito e Richard Galliano. Nel 2010 ha realizzato White Room, suo primo album da solista e nel 2014 Arioso. È attualmente membro del quartetto di Stefano Di Battista. Il confronto tra due così ampie e dinamiche biografie musicali, rinsaldate oltretutto da un profondo legame d’amicizia, non poteva che generare una Conversation, album che è un ispirato spazio di dialogo e scambio musicale ed extramusicale. In 8 tracce Mino Lanzieri e Andrea Rea danno prova delle loro raffinate capacità interlocutorie, di quanto siano l’uno all’ascolto dell’altro senza mai sovrapporsi. Dimostrando quanto affermava Merleau-Ponty: “Quando parlo o quando comprendo, sperimento la presenza dell’altro in me, di me nell’alltro”, l’arte dell’interplay raggiunge in questo lavoro apici sentimentali e giocosi di rara bellezza. L’album è una simbolica antologia immaginaria del background musicale e amicale dell’affiatato duo, ne sono esempio alcuni standard completamente riarrangiati: Milonga Gris di Carlos Aguirre, Infant Eyes di Wayne Shorter, Passarim di Antonio Carlos Jobim, Relaxin’ at Camarillo di Charlie Parker e In a Sentimental Mood di Duke Ellington. Ciò nondimeno non mancano brani originali composti dai due musicisti. Andrea Rea è l’autore di Fido Dido. Di Mino Lanzieri sono invece Love Steps, in cui passi di danza e tappe amorose ridisegnano i reciproci tempi di ascese e attese, e la poetica Country Poem che chiude oniricamente il disco. SVEVA DELLA VOLPE MIRABELLI CACOPARDO, L’IRONIA VINCE TRA DELITTI E CASTIGHI Aurora Cacopardo vive a Napoli, insegna letteratura italiana e latina, collabora con il quotidiano “Roma”, con i periodici “Chiaia Magazine” e “Il Cerchio”. Ha vinto numerosi premi per la narrativa e la poesia e il suo ultimo libro, datato novembre 2015, si intitola “Sotto un contorto ulivo saraceno” (Iuppiter Edizioni). Oggi più che mai si sente il forte bisogno di un’ancora, dopo che per tutto il Novecento gli uomini hanno continuato a galleggiare, tanto che le tragedie di questo secolo continuiamo a ricordarle, perché è giusto commemorare, ma è altrettanto giusto tener presente ciò che non vogliamo rivivere. Qual è quindi la famosa “terza via”? Quella che sembra plasmarsi nel momento in cui tutto sembra soffocarci. «L’unica via di salvezza - dice la Cacopardo - è rendere forte la coscienza individuale con la continua presenza di moralità, ragionevolezza ed equilibrio». Le pagine di questo libro parlano infatti di tolleranza, ironia, conforto, sorrisi e coraggio. «Tranne qualche eccezione, i racconti sono brevi ed impongono la concentrazione intorno ad alcuni nuclei tematici, che si misurano direttamente con la psicologia dei vari personaggi». I racconti sono esperienze che si identificano con il personaggio che li vive, lì dove c'è luce, per qualcun altro non c'è che buio, un oggetto appuntito può rivelarsi rotondo per le mani che non sono nostre, è soltanto il racconto però che dà senso a quell'oggetto, quella luce o quel buio, altrimenti esisterebbero ma non avrebbero alcun contatto con noi, ed è questo il mistero che la letteratura svela, intendendo “la vita come racconto”. Il libro è diviso in tre sezioni: azioni, parole e sentimenti. Sono parti di un tutto, che necessariamente va al di là del libro stesso e delle sue pagine. Il tutto siamo forse noi, il nostro corpo, la bocca, il cuore, e i mille modi di esprimerci, perché l'uomo che è privato della bocca possa parlare con il corpo, chi è privato del corpo possa parlare con la bocca, chi però è privato del cuore, sarà costretto a tacere. “Sotto un contorto ulivo saranceno” è anche il titolo del primo racconto della sezione “Sentimenti”, in cui si narra la storia di una madre ormai lontana da sua figlia: “il sogno di una giustizia veramente giusta” è l'ultimo desiderio di questa madre e di miliardi di altre, e quell'ulivo è l'ancora, il baluardo sotto il quale, nonostante tutto, ci si può ancora addormentare. MARIANGELA RANIERI CHIAIA MAGAZINE • MARZO/APRILE 2016 (31) LIBRI&EVENTI Presentato, nell’ambito della rassegna Poetè, ideata da Claudio Finelli, il quarto numero della rivista di poesia edita da Iuppiter e diretta da Eugenio Lucrezi La Napoli di Levania Maria Neve Iervolino Tra due mondi sta la poesia di «Levania», rivista di cultura, edita da Iuppiter Edizioni, arrivata al quarto numero, presentata il 3 marzo scorso al Chiaja Hotel De Charme di Napoli nell’ambito della prestigiosa rassegna culturale «Poetè» ideata da Claudio Finelli. Due mondi, quello misterioso di via Toledo e quello solare di via Filangieri che s’incontrano sulla porta di via Chiaia. Due mondi in un unico «condominio», quello napoletano. A questa folle comunità vuole rendere omaggio la rivista, all’anima dissolta eppure viva di Napoli, attraverso le parole di interpreti autoctoni e stranieri. Dalla poesia di Emily Dickinson A still – Volcano – Life –, pubblicata in molteplici traduzioni sul precedente numero della rivista, è partita la ricerca degli autori per innovare la collaudata formula del periodico poetico. Per meglio descrivere Napoli, lontano dai luoghi comuni, si è deciso di mettere in risalto le opere di artisti non partenopei, ma senza dimenticare incursioni del dialetto napoletano e poesia visiva, a tale proposito il direttore (32) responsabile di Levania Eugenio Lucrezi ha ricordato il poeta Stelio Maria Martini, deceduto pochi giorni prima della presentazione, capostipite della poesia verbo-visiva italiana, lezione che Levania ha accolto anche all’interno delle precedenti uscite. Il poeta Marco De Gemmis, curatore della mostra dei “Vesuvii” di Lino Fiorito al Museo archeologico di Napoli, ha sottolineato come questo sia un «numero che si presta ad essere guardato oltre che letto», proprio per la forte presenza di artisti visivi. L’incontro è stato moderato da Claudio Finelli, presidente del Coordinamento Arcigay Campania, e ha assunto subito i toni d’una conversazione d’amore in due direzioni, verso la poesia, in tutte le CHIAIA MAGAZINE • MARZO/APRILE 2016 sue mutevoli varianti, e verso la città che l’accoglie. Dato che come ha ricordato la poetessa Paola Nasti, l'amore per Napoli sembra nascere solo dallo stereotipo, il senso del quarto numero di Levania è rompere decisamente la rappresentazione folclorica, attraverso la scelta della distanza e della visione di poeti non italiani, poiché «l'eterno lavoro della poesia è sentire quanto il sangue corre dall'interno e dall'esterno». Parafrasando le intense parole della Nasti si può affermare che in questa città piena del senso della dissoluzione, la poesia aiuta a comprendere il senso della vita che continua a scorrere sotto la superficie. Per un’altra poetessa partenopea, attiva nell’ambito della cultura e dei diritti civili come Enza Silvestrini, questo è il numero più «levaniano»: mescola poeti riconosciuti ed emergenti, registri vari, vernacolo e immagini, numero non facile quindi, perché di tutto si è detto su questa città. C’è bisogno di guardare da un mondo altro, dalla luna, il «condominio» Napoli. Questa visione sopraelevata è l’anima della rivista Levania. POST-IT Sarà presentato, sabato 2 aprile 2016, alle ore 18:00, presso il Laboratorio delle Arti di Monte di Procida (via Torrione), il film “Nun ce a' faccio”, prodotto da Flegreo Media Studios per la regia di Giuseppe Cannas. Una vera e propria scommessa per Cannas che ha realizzato il lungometraggio senza avvalersi di mezzi altamente tecnologici e senza l'ausilio di strumenti supplementari e soprattutto con attori non professionisti. La trama del progetto ha come soggetto un ragazzo con una difficoltà oggettiva e i suoi amici che faranno di tutto per aiutarlo. Il lungometraggio gode del patrocinio morale del Comune di Monte di Procida e Bacoli e sarà trasmesso in esclusiva per l’area flegrea dall’emittente televisiva Quarto Canale Flegreo (canale 648). L’iniziativa non ha scopo di lucro ma è finalizzata a diffondere un preciso messaggio sociale e promuovere il territorio flegreo, ricco di bellezze naturali, dove è stato girato il film. Viaggio sentimentale nel sapore dei ricordi “Il sapore dei ricordi - Ricette e storie di famiglia” è un libro prezioso che regala emozioni che spingono a ritornare bambini. In esso scopriamo sapori sottili come le rughe di una nonna, odori timidi da snidare, cibo che ci riporta indietro nel tempo, in una sorta di rallentato rewind gastronomico ad altri anni, ad altri posti: la brioche delle feste preparata dalla nonna, la zuppa di latte che consola, le polpette che ci mettono in pace con noi stessi. Il libro, scritto da Gabriella Greco Giugni e Maria Ferrara Taglioni (nella foto), ed edito da Edizioni Fioranna, racconta di pranzi affollati con il tovagliolo infilato nel colletto, fette di infanzia piene di ricordi, persone molto amate come le immancabili e insostituibili zie, profumi in qualche modo quasi perduti. “Amiche da sempre” così inizia il libro. “Ci siamo conosciute nel lontano 1953, quando frequentavamo la scuola media”. Era l’anno dell’Italia del convivio quando, dopo pochi anni, scoppiato il boom economico, il nostro Paese iniziava a placare la fame atavica e nel contempo rivoluzionava pian piano le abitudini alimentari. Attorno al cibo ed al suo significato ruotano capolavori del cinema: come non ricordare “Miseria e Nobiltà” nel quale Totò si ingozza di profumati spaghetti attingendo direttamente dalla zuppiera. Ma, a parte ciò, è giusto sottolineare che nel cibo c’è la cultura e la spiritualità di un incontro. Non bisogna dimenticare che la convivialità in primis è necessaria perché nessuno basta a sé stesso, in secundis pranzare o cenare insieme non è la stessa cosa che mangiare contemporaneamente. Il piacere del cibo e l’apprezzamento della sua preparazione sono una specie di dono aggiunto della sua condivisione, si armonizzano con il piacere della convivialità che autorizza anche tra estranei a commentare la vita in termini ospitali, confidenziali, affettuosi e gentili. Belle le immagini in bianco e nero riportate nel libro, ogni pagina un odore, un susseguirsi di sapori che dalle cucine del passato giungono nel piatto del presente. Per concludere: il libro è un menù esistenziale consigliabile ad uomini e donne, particolarmente a coloro che sono votati al surgelato in microonde. Costoro potranno leggerlo senza farsi prendere da troppi complessi di colpa. Basterà considerarlo una sorta di ricettario di ricordi, pezzi di vita, impiattati con amorevole cura. AURORA CACOPARDO LIBRI&SUD Savoia e la falsa storia Aurora Cacopardo Nel saggio “Savoia o Borbone. La bugia del Risorgimento” (Edizioni Il Coscile), Antonino Ballarati si cimenta in un’avvincente narrazione di un periodo storico i cui riflessi fanno ancora discutere: la caduta dei Borbone, una dinastia durata ben 127 anni, dal 1734 al 1861. Per l’ennesima volta si riapre una diatriba sull’Unità d’Italia, cioè sull’annessione militare del Sud al Nord, ahimè, alimentata dall’antica ostilità della cultura cattolica dell’epoca del temporalismo religioso, poi superata in tempi vicini a noi dal costituzionalismo di Dossetti e dal liberalismo cattolico di De Gasperi. Ma ciò non è bastato. Si è riaperta la discussione sul concetto che la storia viene scritta dai vincitori e il nostro Risorgimento non fa eccezione. I vincitori furono i piemontesi e le grandi lobby protestanti europee. Si è rimesso sul tavolo l’accusa della conquista militare e delle migliaia di giovani uccisi dalle truppe piemontesi in Sicilia, Calabria, Basilicata e Puglia per il motivo di cospirare ed insorgere contro lo Stato nato da annessioni “plebiscitarie” e quindi democraticamente sospettabili. Si è parlato di “sacco del Mezzogiorno”. Francesco Saverio Nitti, economista, politico, saggista, constatò che quando l’Italia Meridionale fu unita al resto d’Italia, lo stato delle Due Sicilie era il solo in condizione di grande prosperità finanziaria. Con l’unificazione, tutti i macchinari industriali utili e presenti al Sud, furono trasferiti al Nord, mentre il resto venne deliberatamente distrutto. Per inciso a Napoli, sabato 20 febbraio di quest’anno, il professor Musella, ordinario di Storia contemporanea alla Federico II ha tenuto una conferenza sul tema: “1862 Processo alla famiglia Fortunato”. In tale conferenza si è parlato di Giustino Fortunato accusato di cospirazione, di aver aiutato i Briganti contro il nuovo stato unitario. Negare i fatti è impossibile, quelle esecuzioni sommarie ci furono e non si trattò di una semplice operazione di polizia, ma una vera e propria Esperto di storia e cultore del mito, Antonino Ballarati ripercorre nel suo ultimo libro «Savoia o Borbone-Le bugie del Risorgimento» la storia dell’Unità d’Italia e la guerra civile che insanguinò il Mezzogiorno. guerra civile che durò dieci anni ed insanguinò tutto il Mezzogiorno. Tuttavia la conquista militare fu anche portatrice di un ideale di Nazione e di riscatto sociale. Il Risorgimento non è stato e non deve essere un’agiografia. Il legno storto con il quale l’Italia fu costruita era pur sempre la sola materia prima disponibile. È fuor di dubbio che una delle cause della caduta dei Borbone è da ricercarsi anche nella politica estera tenuta dagli ultimi rappresentanti della Casata: inimicizia con l’Inghilterra, con la Francia; la mancanza di alleanze con la Russia e l’impero Ottomano, il disinteresse alle sorti della Dinastia da parte dell’Austria; la regina di Napoli, Maria Sofia era la sorella di Sissi, moglie dell’Imperatore austro-ungarico. Per concludere, il libro di Ballarati fa riflettere e forse il Nord non sarebbe quello che poi è divenuto se non avesse potuto contare sulle immense risorse finanziare del Regno delle Due Sicilie. Questa interessante e diversa ricostruzione del Risorgimento, rigorosamente documentata, potrà far riflettere lo studioso o il semplice lettore che qualunque periodo storico ha in sé luci e ombre, trionfi e sconfitte nel nostro caso e ridà fierezza al popolo meridionale. «Io credo, noi crediamo» la fede secondo Cariello Dopo il cortometraggio “I frutti del lavoro” con Enzo De Caro, Iuppiter Movie, insieme alla Pietralba Produzioni e Vittoria Piancastelli, lancia “Io credo, noi crediamo”, docufilm dedicato al sentimento religioso e alla fede in vista del Giubileo. Il docufilm, in uscita a maggio, è stato scritto e diretto dal regista e attore Bruno Cariello (nella foto), la fotografia affidata a Rosario Cardinale mentre il montaggio è stato realizzato da Mauro Menicocci, musiche di Carlo Crivelli. «Il docufilm - spiega Bruno Cariello - in 52 minuti desidera mettere in luce due posizioni su cui due bambini si interrogano: credere o non credere. La risposta ha poca Giosi Cincotti, ritorna «Neapolis in Fabula» «Mi è capitato anche in un ristorante di Palermo che mi hanno portato una cosa che non sapevo che era e ho pensato: sarà jazz…!», così Giobbe Covatta, in una sagace e ironica nota di copertina, presenta l’opera musicale Neapolis in Fabula di Giosi Cincotti (nella foto), noto e affermato compositore, arrangiatore, pianista, tastierista e fisarmonicista di Polla, ma da tempo ormai di adozione napoletana. Neapolis in Fabula è una progetto jazz proteiforme, che ha visto la luce nel 2009, ma che si accinge a tornare in un secondo volume entro l’estate. Si tratta di un disco e d’altro, di una necessità artistica a 360 gradi. Nell’esperienza passata e nelle intenzioni della prossima, muovendo dalla dimensione musicale, la tradizione classica napoletana con Cincotti si è lasciata e intende lasciarsi contaminare da diversi linguaggi, tutti orchestrati tra storia, memoria, miste- ro e fantasia. L’avventura, cominciata sette anni fa, aveva nell’album una sintesi formale e sostanziale di una idea del live estesa, poliedrica, declinata sul piano sonoro e visivo. Infatti il pianoforte di Giosi Cincotti ha avuto in quell’occasione tra i suoi principali compagni di viaggio non solo musicisti come Mena Cacciapuoti (voce), Marco de Tilla (contrabbasso), Michele Maione (percussioni) e preziosi guests come Pericle Odierna (clarinetto, sax soprano, flauto), Marzouk Mejri (voce e percussioni) Emidio Ausiello (percussioni) ed Enzo Grimaldi (fisarmonica), ma anche le visioni di sabbia del disegnatore Licio Esposito e la Napoli importanza perché è cercata da occhi puri, che cercano nel mistero delle cose sentite dire dagli adulti. Vi è anche attenzione al creato, o alla creazione dell’universo in natura. Il mare, la terra, il cielo, i boschi, i tramonti, le albe. Con occhio attento e sensibilità cerchiamo attraverso il silenzio Dio e la bellezza del mondo». Una parentesi anche su Gesù: «Cosa ci ha lasciato? Gli ultimi giorni, il cenacolo, gli apostoli. Siamo oggi in grado di accogliere quel messaggio? La presenza dei bambini sembra spingerci ad avere una curiosità e un cuore come il loro, bello e gioioso». MICHELE TEMPESTA popolare, esoterica e superstiziosa messa in scena, secondo il soggetto teatrale dello scrittore napoletano Marcello D’Orta, complemento integrativo ideale all’opera esclusivamente musicale che comprende brani classici del songbook nostrano quali ‘E spingole frangese, Canzone appassiunata, Michelemmà, ‘A vucchella e Reginella. Con Neapolis in Fabula vol. II, in uscita dal prossimo giugno, l’inesauribile patrimonio della canzone napoletana, arrangiato e rielaborato dal pianista salernitano in chiave etno-jazz già una volta, tornerà con una nuova affabulazione, sempre coniugando la melodia originaria partenopea a sonorità gospel, blues o a ritmi africani tribali e mediorientali. SVEVA DELLA VOLPE MIRABELLI CHIAIA MAGAZINE • MARZO/APRILE 2016 (33) SOCIETÀ&COSTUME Night Storm di Fabio Tempesta LA VITA A COLORI DI ALESSANDRA Io, Chiara e il sipario Livia Iannotta È proprio il caso di dirlo: galeotto fu un foyer. Ma anche camerini, palco e proscenio. Prendiamo un teatro, il San Ferdinando, una delle pietre miliari della drammaturgia napoletana, e piazziamoci dentro una bambina che per ingannare l’attesa del papà a lavoro (Giulio Baffi, critico teatrale e direttore, in quegli anni, del nido artistico di Eduardo) gironzola da un angolo all’altro, respirando arte senza cercarla, incrociando interpreti senza volerlo. «Ho cominciato ad assistere agli spettacoli molto prima delle altre della mia età. E già allora mi intrigavano». Su un terreno così, non ci mette niente a sbocciare l’amore. Chiara Baffi (nella foto), classe 1979, bambina prodigio ieri (si becca gli applausi post spettacolo ad appena 5 anni, per “Hai fai” di Pasquale Scialò, in cui aveva la parte del cd come voce fuori campo), brillante attrice oggi. Fanno storia numeri e nomi: pièce di Shakespeare, Dostoevskij, Brecht, premi su premi, incontri con stelle del palco come Francesco Rosi, Luca De Filippo, Renato Carpentieri. Fino ad approdare a Teatri Uniti, la compagnia con cui è stata in tournèe in tre fortunati spettacoli: “Chiove”, per la regia Francesco Saponaro, e due adattamenti diretti da Toni Servillo, “LaTrilogia della Villeggiatura” e “Le voci di dentro”. Senti di essere partita con una marcia in più? «Ho sicuramente avuto il privilegio di poter affrontare il palcoscenico con naturalezza, era un ambiente già familiare nonostante non sia figlia di attori o registi. Mio padre mi ha sempre trasmesso il gusto di assistere e fare teatro, mai la fatica». Attori si nasce o si diventa? «È difficile dirlo. L’ho capito molto presto, intorno ai 16 anni. All’inizio volevo fare cinema. Il fatto che gli spettacoli teatrali “svanissero” dopo la fine della tournèe mi turbava, i film mi sembravano più persistenti. Ma è bastato mettere piede sul palco per farmi innamorare follemente del teatro e per capire che in fondo non aveva senso protrarre uno spettacolo all’infinito, come invece si può pensare degli altri amori». Ad aprile sarà nelle sale “Due euro l’ora”, il tuo primo lungometraggio da protagonista. «Per me quella è stata un’esperienza preziosa. Dal punto di vista umano, per il gruppo di lavoro speciale e la calorosa accoglienza del paese in cui abbiamo girato per un mese, Montemarano. E anche sotto quello professionale, perché pur avendo partecipato ad altri film non avevo mai avuto un ruolo da protagonista. Il personaggio mi piaceva, mi sono affezionata alla storia, ai colleghi, al regista Andrea Bella gente D’Ambrosio. Begli incontri che hanno messo in moto una sinergia particolare, fatta di semplicità e umanità». Sei un’artista molto versatile, che genere teatrale senti più tuo? «Me lo chiedo spesso. Ma alla fine l’importante è emozionare ed emozionarsi, che sia attraversa il dolore o il sorriso. È questo che ti mette in comunicazione col pubblico, lo scambio con la platea senza la quale io non avrei senso in quel momento». Proseguirai nel cinema? «Il linguaggio cinematografico mi piace. L’anno scorso ho recitato anche in “Senza fiato”di Raffaele Verzillo, un film corale con sette storie che si intrecciano. Credo di poterne godere in modo più idoneo avendo maturato una forte esperienza teatrale. Impari il senso della fatica che c’è dietro la costruzione di un personaggio. Io mi preparo lasciandomi stupire dal personaggio, innamorandomene. In questo senso riconosco grande valore alla regia, mi piace cooperare ed essere guidata». Sei in dolce attesa, un insegnamento che ti piacerebbe dare a tua figlia? «Vorrei insegnarle a seguire il cuore, a non rinunciare ai sogni che implicano una dose di fatica, dovrà capire che è faticoso tutto ciò che è bello. Magari il cuore poi le dirà che quella non è la strada giusta, allora anche cambiare sarà giusto, vorrà dire ascoltarlo». di Tommy Totaro Noemi Montanaro L’artista ha presentato al Pan di Chiaia una serie di sculture, installazioni, foto e disegni, nonché sculture tassidermiche e di porcellana dalla serie «Beauty-Full» appositamente prodotte per questa prima personale nella sua città natale. Un successo di critica e di pubblico. Daniela Sentenza Al cinema Metropolitan è riuscita finalmente a incontrare l’attore romano Alessandro Gassman, in occasione della presentazione del (34) Successo e pubblico delle grandi occasioni per Alessandra Amoroso, per la presentazione del ultimo cd alla Feltrinelli di Piazza Garibaldi,“Vivere a colori”. Stavolta - ha detto la Amoroso - ho deciso di mettere da parte la malinconia e di cantare finalmente canzoni più movimentate con testi forti. Una volta mi sentivo a mio agio nelle ballate, ma volevo cantare l’amore anche in un modo più positivo: ecco, con questo album volevo mostrarmi più ottimista e positiva”. Alessandra Amoroso nasce a Galatina, in provincia di Lecce, il 12 agosto del 1986. Il suo nome nel mondo della musica è legato al Talent Show di Maria De Filippi “Amici”, che la cantante pugliese vince nel 2009. Nello stesso anno l’Amoroso pubblica il brano “Stupida”, che ottiene un gran riscontro in termini di vendite ed esce il suo primo album dal titolo "Senza Nuvole". Nel 2010 partecipa al Festival di Sanremo duettando con Valerio Scanu. Nello stesso anno la Amoroso pubblica il brano “La mia storia con te” che anticipa l’uscita del secondo album "Il mondo in un secondo". Al suo interno troviamo “Niente” e “Dove sono i colori“. Nel 2011 esce “E’ vero che vuoi restare”, contenuto, insieme a “Ti aspetto“, nell’album "Cinque passi in più". Nel 2012 duetta con Emma Marrone al Festival di Sanremo. Nel 2013 esce il nuovo album "Amore puro" che contiene l’omonimo brano oltre al singolo “Fuochi d’artificio“, anche “Non devi perdermi mai” e “L’hai dedicato a me“. Nel 2015 esce il singolo “A tre passi da te” che diventa uno dei tormentoni dell’estate. Dall'inizio dell’anno è impegnata nella promozione del nuovo album "Vivere a colori". Ad immortalare in esclusiva la cantante pugliese è stato il fotoreporter Mariano Montella. che ha il potere di risvegliare emozioni e far assaggiare tutto il divertimento delle esclusive notti made in Naples. film «Onda su Onda». Il pubblico intervenuto all’evento, oltre al fascino indiscutibile dell’attore, è stato stregato dalla bellezza mediterranea e fotogenica di Daniela. CHIAIA MAGAZINE • MARZO/APRILE 2016 Giorgio Cappiello Con lo scatto dal titolo «Sleeping» a rappresentare il mese di Aprile, Giorgio Cappiello è il vincitore del contest fotografico «Calendario Facenight 2016» . Un calendario Diego Fava Ha festeggiato il suo quarantatreesimo compleanno a Tenerife, con un party stratosferico, circondato dagli amici veri, giunti da Napoli e Londra, sua seconda casa. Nel 2013 ha ricevuto il Premio Facenight 2013 come miglior produttore discografico con il soprannome di Diego Ck Family. TEATRI SGUARDI LONTANI Francesco Iodice SPETTACOLI DA NON PERDERE Il concerto di Barra L’infaticabile Peppe Barra sarà in scena al Teatro delle Palme, dal 7 al 10 aprile con uno spettacolo di cui oltre ad essere autore è anche protagonista, dal titolo “Concerto d’amore”. Un evento che si preannuncia dirompente, nel segno della tradizione e di un’originalità linguistica ricca di infallibile musicalità. Teresa Mori Napoli e il teatro, un connubio che offre un’infinità di scelte e proposte artistiche di qualità e originalità. Chiaia Magazine ha scelto questi appuntamenti. Il Teatro Sancarluccio mette in scena dal 27 al 30 marzo “Attori o personaggi?” di Ernesto Lama e Rosaria De Cicco, che oltre a curare la regia sono anche in palcoscenico. I due attori spaziano fra diversi stili dirigendosi verso una comicità intelligente ed arguta. Il Teatro Elicantropo, dal 24 al 27 marzo, ospita “Hai appena applaudito ad un criminale” messo in scena da La fabbrica dell’Attore e diretto da Alessandro Minati. Al Teatro Bellini, da un’idea di Emma Dante che cura anche la regia, la Compagnia Sud Costa Occidentale rappresenta “Operetta burlesca” dal 29 marzo fino al 3 aprile. Si tratta di uno spettacolo ricco di numeri di travestimento e spogliarelli, una favola nera raccontata in maniera grottesca e disperata. Il Teatro Augusteo dal 29 al 31 marzo ospita Enrico Brignano e il suo “Evolushow”. A partire dal 31 marzo fino al 12 aprile al Teatro di San Carlo sarà in scena “Coppelia”. Musiche di Léo Delibes, coreografie di Roland Petit (riprese da Luigi Bonino), dirige il maestro David Garforth, scene e costumi di Ezio Frigerio. Il Teatro Mercadante dal 30 marzo al 17 aprile propone “Casa di bambola” su un testo di Henrik Ibsen. La regia è affidata a Claudio Di Palma e nel cast sono presenti Gaia Aprea, Claudio Di Palma, Giacinto Palmarini e Paolo Serra. Rocco Papaleo sarà dal 30 marzo al 10 aprile al Teatro Diana con il suo sorprendente “Onda su onda” in cui continua il suo viaggio attraverso il teatro canzone. Antonello De Rosa dirige “Macbeth - La poltrona” al Teatro Elicantropo dal 31 marzo al 3 aprile. Nel testo di Aniello Nigro un uomo, asserragliato dai moderni miti di potere, si AMORI NAPOLETANI DI SCHOPENHAUER Se dovessimo giudicare il filosofo Arthur Schopenhauer dalla sua vita privata, dovremmo considerarlo solo come un povero misantropo che viveva rinchiuso nella sua nevrosi in compagnia del suo cane. Non si fidava di nessuno ed era tanto geniale quanto invidioso. Affetto da una sorta di mania persecutoria che gli faceva vedere nemici dappertutto. Intendiamoci: la testa di Schopenhauer non era di quelle che si possono dare in affitto, né il filosofo aveva l’abitudine di mandarle a dire. Come se non bastasse, un famoso episodio (la storia della sartina che lo disturbava con i suoi rumori nel corridoio dello stabile, dove si era insediata) mostra che egli spesso si comportava come quei filosofi (e non solo) che invitano a fare quel che dicono ma non quel che fanno. A Napoli un proverbio recita: “Dicette ‘o prevete: fa’ chello ca dico io, ma nun fa’ chello ca facc’io”(“Disse il prete: fa’ quello che ti dico ma non fare quello che faccio io.”). Anche ai tempi d’oggi può capitare, forse anche abbastanza spesso, che un prete possa consigliare agli altri di comportarsi positivamente, senza pensare ai suoi eventuali atteggiamenti privati. E Napoli che c’entra? Don Arthur venne in Italia due volte, nel 1818 e nel 1822, visitando Bologna, Roma e Napoli e imparando perfino la lingua italiana. Nella nostra città ebbe più di ritrova ad essere eletto senza alcun mandato popolare. Tra gli attori Aldo De Martino, Monica Maiorino, Simona Fredella. A partire dal primo aprile fino al 3 al Nuovo Teatro Sancarluccio uno spettacolo a metà tra una commedia, uno stand-up e un monologo: in “Maledetto Peter Pan”, la protagonista Michela Andreozzi, con la regia di Massimiliano Vado, porta in scena tutti i personaggi, raccontando, in maniera divertente, un dramma che tutti conoscono: il tradimento. Al Teatro Augusteo dal primo aprile fino al 10, Amii Stewart in “La via del successo”(The dreamsister's) racconta la carriera del gruppo vocale femminile statunitense un’avventura (evidentemente la sua fama di intellettuale e filosofo esercitava anche sul gentil sesso nostrano una notevole influenza), sia con donne non di alto ceto, sia con una gentildonna di alto lignaggio; con quest’ultima, però, ruppe il fidanzamento dopo aver appreso che la poverina aveva una malattia ai polmoni. Questo comportamento ha comunque nei “Diari” la spiegazione dello stesso Schopenhauer: «Una moglie non si confà a un filosofo». Pertanto, con un sorriso divertito, leggeremo le pagine del “Mondo come volontà e rappresentazione”, nelle quali Schopenhauer - malgrado fosse stato definito, da chi lo conosceva bene, un “maschilista” e un “reazionario egoista” - vanta i meriti del saggio libero dalla volontà di vivere, che perciò sopporta pazientemente l'affronto, manifesta una mitezza infinita, ricambia il male col bene, senza manifestare odio o collera, accoglie come una benedizione ogni offesa, ogni oltraggio e ogni danno e, senza opporsi al torto che gli viene fatto, prende tutto col sorriso impassibile di Buddha. Tra il dire e il fare, evidentemente, c'è di mezzo il mare. "Diana Ross & The Supremes". “Concerto d’amore”, uno spettacolo di e con l’intramontabile Peppe Barra, al Teatro delle Palme sarà in scena dal 7 al 10 aprile. Iaia Forte, Roberto De Francesco e l’Orchesta di Piazza Vittorio, diretti da Mario Martone, proporanno sul palco del Teatro Bellini una “Carmen” napoletana dal 12 al 24 aprile, su un testo di Enzo Moscato. Alesandro Siani torna all’Augusteo (dal 13 al 24 aprile) con una commedia musicale insieme a Sal Da Vinci, con coreografie di Luca Tommassini. “Giorni felici” di Beckett sarà in scena al Teatro San Ferdinando con la regia di Llui Pascal e interpretato da Angela Pagano e Enzo Turrin a partire dal 13 fino al 24 aprile. Al Teatro Mercadante “Re Lear” di William Shakespeare sarà rappresentato dal 20 aprile fino al primo maggio in uno spettacolo diretto da Giuseppe Dipasquale. Il Teatro Nuovo Sancarluccio, dal 28 aprile al primo maggio offre un viaggio “Da Marechiaro a Manhattan” in un testo di Mariano Bauduin. “Fedora” sarà in scena al Teatro di San Carlo dal 3 al 13 maggio. Musiche di Umberto Giordano, libretto di Arturo Colautti. Dirigeranno i maestri Asher Fish (3, 5, 7 e 8 Maggio) e Maurizio Agostini (10 e 11 Maggio). CHIAIA MAGAZINE • MARZO/APRILE 2016 (35) LAPILLI Terni&Favole. Che marzo sia un mese folle lo si sa già, ma a Napoli lo è all’ennesima potenza. La mattina non sai mai cosa metterti perché c’è un sole formidabile; il pomeriggio, invece, s’oscura il cielo e un freddo umido e balordo scende sulla città. In attesa della primavera, quella vera e determinata che apre le strade a infinite luci, alla Tabaccheria Postiglione a Largo Ferrandina a Chiaia, non si parla che delle prossime elezioni del sindaco di Napoli. Tra primarie tarocche, sindaci che si fingono rivoluzionari, ex sindaci che vivono di risentimenti, grillini smarriti e imprenditori scugnizzi che ci riprovano, non è che lo scenario sia dei più chia- ri. «Per chi crede ancora nella politica - dice il nostro mago dei numeri Alberto Postiglione consiglio di giocare il terno elettorale: 68 (elezione), 90 (il popolo), 31 (l’urna). Terno da giocare sulle ruote di Napoli, Roma e Milano (dove si vota a giugno) ogni sabato fino al giorno delle elezioni (che dovrebbe essere il 12 giugno). Per chi, invece, è orientato al non voto e non crede più alla politica, consigliamo il terno del disincanto che comprende questi numeri: 45 (andare), 1 (mare), 90 (il popolo). Combinazione da giocare sempre il sabato a partire dal prima sabato di aprile». E il terno per chi non sa chi votare? Lo daremo nel prossimo numero. Lingua napoletana, Aige in campo Laura Bufano La scuola rappresenta un trait d’union tra passato, presente e futuro. Lo sa bene l’AIGE (Associazione Informazione Giovani Europa) che, grazie al coordinatore Umberto Franzese, propone ai giovani degli Istituti Superiori, eventi per la salvaguardia delle nostre tradizioni a partire dalla lingua. L’Oratorio dei Nobili del Palazzo delle Congregazioni, che dall’anno scolastico 1888/89 è Aula Magna del Liceo A. Genovesi, dopo “Donna è Anima” e “Cibo e Tradizioni Napoletane”, ha accolto “‘A lengua ‘e Don Salvatore mmescata cu’ ll’ate”. Esperti a confronto trattano di parlata napolitana, latina e greca portando all’attenzione delle classi del Liceo, e non solo, l’argomento. Già l’Istituto Palizzi aveva portato i suoi allievi nell’Aula Magna a partecipare alla decodificazione dell’inglese presente nella nostra lingua. Lingua e non dialetto, come l’Unesco ha stabilito, seconda, sul territorio nazionale, solo all’italiano. I relatori: Carlo Iandolo, docente di lettere classiche, linguista, appassionato dialettologo, da sempre dedito allo studio metodologico e scientifico del napoletano; Valeria Jacobacci , scrittrice interessata alla storia di Napoli; Franco Lista pittore, architetto, promotore della Pop Art a Napoli, eclettico in veste di dialettofono. Si è parlato di napoletano anche con le poesie di Salvatore Di Giacomo, come “‘E rimpetto”, interpretata dall’attrice Anna Donato e “Lettera amirosa”, interpretata da Umberto Zito. Non potevano mancare le poesie di Di Giacomo musicate, interpretate da Patrizia Fanelli (“Era de’ maggio” e “Serenata napulitana”). Presenti Romeo Bar- baro, Rosanna Bazzano, Tullio Del Matto, Max Fuschetto e Gianni Lamagna. A chiudere, una chicca: di Salvatore Di Giacomo era nipote Gegé Di Giacomo, batterista di di Renato Carosone. Mimmo Di Domenico, percussionista, gli ha reso omaggio. (Foto di Ferdinando Kaiser). Marianna Mercurio, scugnizza della passione «Penso che solo conoscendo la vita un artista riesca ad essere credibile sul palco. Io cerco di immergermi nel personaggio, trovare la sua verità, ed è per questo che amo De Filippo, il suo è un teatro umoristico sempre ispirato a spaccati di vita vissuta, eternamente attuale». Il principio, Marianna Mercurio (nella foto), lo ha messo in pratica tutto. Anche sul set. Lo abbiamo visto nella fiction di metà febbraio di Rai Uno, “Io non mi arrendo”, ispirata alla storia di Roberto Mancini, il poliziotto che per primo avviò, negli anni ‘90, il filone di indagini sulla gestione criminale dello smaltimento dei rifiuti in Campania. Nella miniserie, diretta da Enzo Monteleone con Beppe Fiorello, vestiva i panni della “cattiva”, una donna abile nel destreggiarsi tra fornelli e affari sporchi, tacendo e avallando i traffici del marito, l’avvocato Gaetano Russo, interpretato da Massimo Popolizio. Naturalezza e capacità di immedesimazione hanno permesso all’attrice napoletana (già nota per il recital “C’era una volta…Scugnizzi”, “Cani e gatti” con Luigi De Filippo e “Napoli chi resta chi parte” con Sal Da Vinci) di incassare una performance (36) convincente sul piccolo schermo, restituendo la perfetta immagine della “matrona” di camorra che spalleggia il non lecito, figlia di ambizioni criminali. «Non mi aspettavo di essere scelta per questo ruolo – racconta – anche perché concorrevo con altre attrici importanti. Ma il regista fin dai provini mi ha ritenuta perfetta per la parte. È un personaggio in cui non potrei mai rispecchiarmi. Ma mi sono divertita ad interpretare la tipica donna di casa. E recitare con Massimo Popolizio è stato per me molto stimolante». Altri progetti cinematografici? «Ho recitato in uno dei sei episodi della serie “I bastardi di Pizzofalcone” (regia di Carlo Carlei, in onda a settembre sulla Rai). Interpreto una vedova a cui hanno ucciso il marito. Poche scene in cui però ho avuto la fortuna di lavorare con Alessandro Gassman. Ed è stato interessante sperimentare un tipo di cinema più “complesso” dal punto di vista di riprese e fotografia. Sarò poi nelle sale a maggio con “Gramigna”, il secondo film di Sebastiano Rizzo, con protagonista Biagio Izzo. Interpreto sua cognata, ovvero la moglie di Mario Porfito, in una famiglia di malavitosi». CHIAIA MAGAZINE • MARZO/APRILE 2016 Novità anche a teatro... «Sì, sono tornata da poco dalla Sicilia, dove mi sono esibita in un varietà con Tuccio Musumeci che riprenderà in estate. Nello spettacolo si ripercorreva la storia del varietà, mi dividevo tra pezzi della rivista di Wanda Osiris e i caffè chantant in cui facevo la soubrette napoletana. È stato il regista Armando Pugliese a volermi. Avevo già lavorato con lui in passato, in “Napoli chi resta e chi parte”, e il fatto che mi abbia scelta è stato soddisfacente, si- gnifica che ho ripagato la fiducia che aveva posto in me. Il 23 e 24 marzo, invece, torno sul palcoscenico che è un po’ casa mia, il teatro Totò, riproponendo il recital-concerto “Non solo scugnizzi”, diretto da me e scritto insieme a Tommaso Scarpato. Tre spettacoli (in pomeridiana e serale) di canzoni napoletane, omaggio al musical “Scugnizzi” a cui ho partecipato». C’è un ruolo che aspetti di interpretare? «Quando al teatro Bellini, in “Dignità autonome di prostituzione” di Luciano Melchionna, ho interpretato un monologo di Filumena, un produttore romano mi ha fatto promettere che un giorno interpreterò una Filumena da lui prodotta. Mi hanno già proposto di interpretarla, ma ho rifiutato. Non mi sento pronta, sono in parte ancora “acerba”. Penso che chi non è madre non possa essere Filumena. È un ruolo sacro e al Bellini ho accettato perché si trattava di uno stralcio sulla povertà. In quella parte mi sentivo a mio agio, ho vissuto una realtà popolare che poteva sfiorare quei sapori. Potevo cogliere quella verità». LIVIA IANNOTTA LAPILLI Camera Zero, il genus loci in albergo L’IDEA DELL’ARCHITETTO LORELLA CASOLA E DI NABI INTERIOR DESIGN NEL SEGNO DELLA TIPICITÀ DEL LUOGO Viaggiatori, preparatevi a incontrare il genus loci anche in una camera d’albergo. Alloggiare in un ambiente che parli con la stessa voce delle mete cui si approda, che abbia i suoi profumi, le sue nuance, può aiutare infatti a sentirsi, per un po’, parte di un luogo. Design e territorialità. È il cuore del progetto “Camera Zero”, ideato da Lorella Casola, architetto napoletano da sempre dedicato alla pianificazione strategica per lo sviluppo territoriale, in collaborazione con “Nabi interior design”. «L’obiettivo - chiarisce Casola - è creare una piattaforma professionale di riferimento per il tessuto alberghiero (ristrutturazione, progettazione, forniture), creando un ponte tra territorialità e strutture. Il bene dell’uno, in fondo, vuol dire quello dell’altro». La tendenza dei viaggiatori contemporanei sembra sia quella di non rivolgersi più alle grandi catene alberghiere “globalizzate”, ma cercare un servizio personalizzato, fatto di immagini e sensazioni che rimangano impresse. Fondamentale è quindi attuare strategie di marketing etico, già tanto in voga nel nord e centro Europa. Gli imprenditori alberghieri hanno avuto modo di accedere ad un prototipo concreto di “Camera Zero”, proget- tata e creata nel rispetto dell’ambiente, nel recupero delle tradizioni e dell’identità dei luoghi, presso la “Nabi interior design” di via Chiatamone, lo scorso 25 febbraio. Occasione per toccare con mano spazi, materiali e soluzioni proposte, nonché sperimentare la filosofia che sta dietro al progetto, ovvero destinare ai clienti un’accoglienza unica e multisensoriale. «Ogni ambiente avrà una realizzazione differente, strettamente legata all’identità del luogo - spiega Casola - Non è un caso che nella prima “Camera Zero” domini il mood del giallo, del tufo, del nero per rievocare i colori del Vesuvio». (l.i.) L’ORA LEGALE Adelaide Caravaglios MAMMA RAI, LA TV È ROTTA MA IL CANONE SI PAGA Ne è passato di tempo da quando Renato Zero cantava “Viva la Rai”! Chissà se intonerebbe lo stesso motivetto anche oggi, sapendo che il relativo canone si deve pagare sia nell’ipotesi in cui è stato richiesto l’oscuramento delle reti, sia quando l’apparecchio TV è rotto e, quindi, inutilizzabile. A chiarirlo è stata la Corte di Cassazione in una recente ordinanza, la n.ro 1922/2016, nella quale i giudici di legittimità – nell’intervenire sul ricorso dell’Agenzia delle Entrate promosso avverso un cittadino che non aveva pagato il canone televisivo per gli anni 2002-2007, perché aveva richiesto l’oscuramento delle reti Rai, e per il 2008, in quanto aveva dichiarato l’inutilizzo dell’apparecchio televisivo detenuto perché rotto – hanno affermato che questi non poteva esimersi dal pagamento né nell’una né nell’altra ipotesi dal momento che «la disciplina del canone radiotelevisivo dettata dal regio decreto-legge n. 246/38 (come le Sezioni Unite di questa Corte hanno precisato nella sentenza n. 24010/07), non trova la sua ragione nell’esistenza di uno specifico rapporto contrattuale che leghi il contribuente all’Ente, la Rai, che gestisce il servizio pubblico radiotelevisivo, ma costituisce una prestazione tributaria fondata sulla legge e non commisurata alla possibilità effettiva di usufruire del servizio; la richiesta di oscuramento dei canali Rai, infatti, non rientra nel novero dei fatti estintivi dell’obbligo di pagamento del canone previsti dall’articolo 10 di tale regio decreto-legge». In altre parole, il canone Rai non è un obbligo collegato ad un servizio, ma “semplicemente” una prestazione tributaria, fondata sulla legge e non commisurata alla effettiva possibilità di usufruire del servizio. Stranezze all’italiana! La Napoli infinita di Antonio Lazzarini LO SCRITTORE DI POSILLIPO HA PUBBLICATO LA SECONDA EDIZIONE DEL LIBRO «SETTE STORIE DI STORIA NAPOLETANA» Gli splendidi 24 anni della «tronista» Valeria Ghilleri Dopo la convocazione per un provino a «Uomini e Donne», per tutti non è più Valeria Ghilleri, ma «Valeria la tronista». Gli amici per festeggiare i suoi radiosi 24 anni hanno pensato bene di organizzarle una festa a sorpresa tra candele, palloncini indomabili, champagne di alta qualità e una torta con fragole reali. Un party iniziato con una megapizza, proseguito in un trionfo di Moscow Mule nel baretto di Chiaia Il Mosto e conclusosi con il classico spegnimento delle candeline sulle note del celebre show di Maria De Filippi. Tra baci, abbracci e selfie, Valeria, dopo aver donato carovane di sorrisi, ha ricevuto dai suoi fedeli «sudditi» una splendida corona. Nell’indossarla i suoi occhi da gatta erano un infinto regno di gioia e meraviglia. (l.g.) Gradito ritorno del saggio «Sette storie di storia napoletana» dello scrittore Antonio Lazzarini, nato a Napoli, anzi a Posillipo, come scherzosamente ama precisare agli amici. Lazzarini, autore di numerosi saggi storici e punto di riferimento del laicato cattolico presso l’Arcidiocesi di Napoli, ha fortemente voluto la pubblicazione della seconda edizione delle sue «storie». L’opera raccoglie «cronache e racconti dei sette eventi storici che hanno segnato il destino di Napoli Capitale» e contribuisce in maniera analitica ad analizzare quegli avvenimenti rivoluzionari, antispagnoli del 1647, repubblicani del 1799, unitari del 1860 ed ancora quelli «non privi d’ombra» che hanno mutato gli assetti istituzionali del Comune partenopeo nel 1946. Con la sua lente d’ingrandimento e supportato da uno stile chiaro e accorto, Antonio Lazzarini entra nelle «Sette storie», le scruta attraverso un rigore encomiabile, le approfondisce con aneddoti scovati durante le sue ricerche nelle biblioteche e nelle confraternite. Un libro su Napoli, sulle vicende che la videro protagonista, scritto in «presa diretta» e che coinvolge il lettore in lungo viaggio appassionante che descrive scorci storici esaminati da diverse angolazioni. Seconda edizione, come dice lo stesso Lazzarini nella prefazione del libro, dedicata «a chi davvero ama Napoli ed ha la debolezza di non concepire nulla al mondo che sia più bello e attraente di questa città dalle bimillenarie origine greche». ROSARIO SCAVETTA CHIAIA MAGAZINE • MARZO/APRILE 2016 (37) IUPPITER i libri del mese LE ORIGINI DELLO ZODIACO L’uomo tra archetipi, miti e dei L’IMPRENDITORE SCUGNIZZO La mia Napoli, le mie sfide Autore: Rosamaria Lentini Costo: 12 euro Pagine: 256 Autore: Gianni Lettieri Costo: 10 euro Pagine: 300 SECONDA EDIZIONE Il testo è un atto d’amore per le origini dell’uomo, per le sue radici, quelle più remote possibili, perché noi siamo fatti anche di quelle che, sebbene sprofondate nel buio più totale, agiscono dentro di noi. Scopo del saggio è far conoscere il cammino compiuto dall’uomo fin dagli albori della nascita della coscienza e di come tanta parte di questa storia sia stata conservata in un prezioso contenitore quale è lo Zodiaco. Libro consigliato anche a chi non pratica l’astrologia, non la conosce o addirittura la critica. «Gianni Lettieri è ciò che in America chiamerebbero un self-made man. Un uomo che si è fatto da solo. Uno che ha cominciato da ragazzo, nel ramo commerciale in cui lavorava il padre, e con l'ingegno e anche la furbizia tipica di un napoletano, si è trasformato in imprenditore, capace di uscire dall'ambito geografico e settoriale di partenza, e di aver successo. Questa attitudine, questo tipo di carriera, non è molto ben vista nel nostro Paese, e forse neanche a Napoli». (Dalla prefazione di Antonio Polito) IL CAMORRISTA FANTASMA Le mille vite di Pasquale Scotti LE VIE DELLA PIZZA Miti e riti della magica specialità Autori: E. Musella, G. Pragliola, G. Roberti, L. De Stefano Costo: 10 euro Pagine: 90 SECONDA EDIZIONE Autore: Domenico Mazzella Costo: 10 euro Pagine: 168 Dalla guerra di camorra al colpo di Stato in Tunisia. Omicidi, intrighi, trattative fra Stato e malavita organizzata. Pasquale Scotti riemerge dal limbo degli invisibili dopo 30 anni, e porta con sé segreti inconfessabili. È l’uomo che ereditò il mandato a riscuotere le promesse della Dc per la liberazione di Ciro Cirillo. Ma sa molto anche dell'omicidio del banchiere Roberto Calvi, un finto suicidio inscenato a Londra da un pugno di cutoliani. Muoversi per le millenarie strade di Neapolis, visitare straordinarie chiese e palazzi, degustare e confrontare «pizze veraci» preparate da mani esperte che ripetono un rito antico fatto di acqua, farina, lievito, sale e tanta passione: la specialità napoletana più conosciuta al mondo non ha più segreti con «Le vie della pizza», libro, in versione italiana e inglese, che inaugura la collana «Tourista» dedicata alle guide culturali e gastronomiche. SOTTO UN CONTORTO ULIVO SARACENO (racconti) CINEMA ALL’APERTO Romanzo di sogni e ritorni Autore: Aurora Cacopardo Costo: 10 euro Pagine: 164 Autore: Sergio Califano Costo: 10 euro Pagine: 144 Noir a tutta forza, storie incredibili, finali sorprendenti: la raccolta di racconti della scrittrice e saggista Aurora Cacopardo colpiscono per il piglio narrativo e la galleria di personaggi. Convincono i racconti dove i protagonisti sono i gatti e quelli dove l’ironia tiene banco, nonostante delitti e tristi eventi. Un libro consigliato a chi ama le letture classiche ed è in cerca di storie dal fascino cinematografico. La vita di Carlo raccontata nel suo dinamismo. Geografie di tempi, di luoghi e d’incontri che solo nel ritorno trovano composizione. Veloce si compie il passaggio dalla crudele bellezza dell’infanzia all’età adulta, monotonia squarciata da fatti imprevedibili, forse guidati da un destino bizzarro che riesce sempre a sorprendere la vita. Realtà e sogno, verità e ipotesi si confondono in una struttura narrativa circolare in cui tutto può ripetersi. I LIBRI IUPPITER EDIZIONI POSSONO ESSERE ACQUISTATI NELLE MIGLIORI LIBRERIE TRA CUI: Feltrinelli (Via S. Caterina a Chiaia, 23 - Napoli) Feltrinelli (Via S. 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Ridotte del 30% le cancellazioni di corse. $!#$! #$"#$#"# "# ## "## # " "#" # !"! " ""# # !$ "!# # !"$# ! ! # "!! " "$!! ! ## "!# #! ! !" # " "!" "! !"# ## #" # "!" !" !"$#! "! "# !!" L’arte della pizza 1 " ! milione e oltre le firme raccolte in tutto il mondo a sostegno della candidatura dell’arte dei pizzaioli napoletani a Patrimonio immateriale dell’Unesco. MAGAZINE, A MAGGIO «SPECIALE ELEZIONI» . CHIAIA %IHHILI@KCGHIL@KL?KJ==JL@IKL2JEDKEKLIL@KL8KJL%KBCGLC9KLC9KI@ILAFJLCG?KJL@KL39KJKJL2J5 >J=KFILEKCI8IE/L>EJDAKDJ<IFDILJFC9ILHJLEK8KBDJL@KLCAHDAEJLIL?GHKDKCJL0HL3IEC9KG7L@KEID5 DJL@JLKAHKGLGHJF@G;L0HL?EGBBK<GLFA<IEGL@KL39KJKJL2J>J=KFILABCKE/LJL<J>>KGLCGFLKF JHHI>JDGLH+KFBIEDGL?ICKJHILHI=KGFK;L Murales a Troisi 2 WWW.IUPPITEREDIZIONI.IT . CONSULTA 0HLFID-GE$L@IHL>EA??GLI@KDGEKJHIL0A??KDIELBKL,LJEEKCC9KDG;L0F1JDDK7LJKL?GEDJHKLKA??KDIEFI-B;KD;7 HJEK8KBDJ@IH<JEI;KDLILC9KJKJ<J>J=KFI;KD7LBKL,LJ>>KAFDGLKA??KDIEI@K=KGFK;KD7LHJL8IDEKFJL@IH5 HJLCJBJLI@KDEKCIL0A??KDIELKFLCAKL,L?GBBK:KHILCGFBAHDJEILKHLCJDJHG>GL@IKLHK:EK7LJCAKBDJEI KL8GHA<KLIL8KBKGFJEILKL:GG$DEJKHIE; i murales ispirati ai film di Massimo Troisi che abbelliranno San Giorgio a Cremano. L’amministrazione mira alla promozione delle espressioni artistiche murali. 15 mila gli studenti di Napoli e provincia che hanno sfilato in corteo da piazza del Plebiscito alla rotonda Diaz per la XXI° Giornata della Memoria e dell’Impegno. Ecoballe 500 mila le tonnellate di ecoballe che stanno per lasciare i suoli campani. Lo ha annunciato il governatore De Luca. I primi camion partiranno a fine aprile. A CHIAIA MAGAZINE . ABBONATI LKFLCGEBGLHJLCJ<?J>FJLJ::GFJ<IFDKL@KL39KJKJL2J>J=KFI;L39KL@ICK@IL@KLJ::GFJEBK7LFGF la BACHECA Corteo per la legalità # #" # BGHGLEKCI8IE/L@KEIDDJ<IFDILJLCJBJLKHL>KGEFJHI7L<JLIFDEIE/LFIHL3HA:L@KL39KJKJL2J>J=KFI KFLCAKLJ8E/L@KEKDDGLJHHGLBCGFDGL@IHL6LBAKLHK:EKL@KL0A??KDIEL@K=KGFKLILBALJHDEILG?IEIL@I@K5 CJDILJHHJLBDGEKJLILJHHILDEJ@K=KGFKLFJ?GHIDJFI;L "AILHILDK?GHG>KIL@KLJ::GFJ<IFDGLGE@KFJEKGL)'6LIAEGLJHH+JFFG(LILBGBDIFKDGEIL)466LIAEG JHH+JFFG(;LIELBJ?IEFIL@KL?KL:JBDJLDIHI1GFJEILJHLFA<IEGL6*4;4#& 4'667L@JHLHAFI@LJH 8IFIE@7L@JHHILGEIL44;66LJHHIL4*;66; DOVE PUOI TROVARCI .L0FLGHDEIL'66L?AFDKLBIHI=KGFJDKLFI>G=K7LDIJDEK7LCKFI<J7L:JE7L@KBCGDIC9I7L:JFC9I7L:GADKAI7 BDA@KL?EG1IBBKGFJHK7L>JHHIEKIL@+JEDI7LEKBDGEJFDK7LCKECGHKLB?GEDK8KLILKFLDADDKL>HKLI8IFDKLCAHDAEJHK IL<GF@JFK;L"KBDEK:A=KGFILCJ?KHHJEIL?JHJ==GL?IEL?JHJ==GL>J=I:GLFIKL?AFDKLBDEJDI>KCKL@IH5 HJLCKDD/L?IELHJL?EIBIFDJ=KGFIL@IHLFA<IEGLIL@IHHILKFK=KJDK8IL@IHL>KGEFJHI;L SOS CITY: ISTRUZIONI PER L’USO .LKF>EJ=KJ<GLKLFGBDEKLHIDDGEKL?IELHILBI>FJHJ=KGFKL)@JLKF8KJEILJLKF1GC9KJKJ<J>J=KFI;KDLGLJH5 H+KF@KEK==GL@IHHJLEI@J=KGFI7L8KJL"IKL2KHHI7L'#L5L*644L%(LBAHHILI<IE>IF=ILIL?EG:HI<KL@IH5 HJLCKDD/;L FJLEJCCG<JF@J=KGFILHIDDIEIL:EI8KL)<JL4666L:JDDADI(; ON LINE . CONSULTACI 39KJKJL2J>J=KFIL,LBCJEKCJ:KHILKFL1GE<JDGL?@1LBAHLBKDGL---;C9KJKJ<J>J=KFI;KD;L DIVENTA NOSTRO FAN . FACEBOOK/TWITTER: 0HL<IFBKHIL39KJKJL2J>J=KFIL,LBALJCI:GG$LIL!-KDDIE;LAGKL@K8IFDJEILFGBDEGL1JFLCHKCCJF5 @GL<KL?KJCILBAHHJL?J>KFJLA11KCKJHILG??AEILKBCEK8IEDKLJHL>EA??GL39KJKJL2J>J=KFILBALJ5 CI:GG$LILBI>FJHJECKLI8IFDKLILCAEKGBKD/;L"K8IFDJL1GHHG-IEL@IHH+JCCGAFDL39KJKJL2J>J=KFI BAL!-KDDIELILCKF>AIDDJLCGFLFGK; PUBBLICITARIE . INSERZIONI 39KJKJL2J>J=KFIL8K8IL>EJ=KILJHHILKFBIE=KGFKL?A::HKCKDJEKI;L%GFL,LKHL1G>HKGL@KLFIBBAFL?JE5 DKDGLGL<G8K<IFDG7L<JLAFJLHK:IEJLDEK:AFJLC9ILEIBDJLJ?IEDJL>EJ=KILJHHJL?JBBKGFILIBDEI5 <JLILJHHJLDIFJCKJL@KLAFL>EA??GL@KL>KGEFJHKBDK;L39KL,LKFDIEIBBJDGLJHHJL?A::HKCKD/L?ALC9KJ5 <JEILKHLFA<IEGL6*4;4#& 4'66LGLCGFDJDDJEILKHLEIB?GFBJ:KHILCG<<IECKJHIL2KC9IHIL!I<5 ?IBDJL)CIHH;L&#;4*6& 6*( CHIAIA MAGAZINE • MARZO/APRILE 2016 (39)