Ciminà è un piccolo
paese incastrato sull’aspromonte.
In questo piccolo centro è stato chiuso, per
quindici giorni, l’unico
bar.
Sarebbe stato frequentato da pregiudicati.
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CONTROCOPERTINA
Coseda
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DOMENICA 9 NOVEMBRE
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Elezioni
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Politica Über Alles
1) FALCOMATÀ EROE IN GERMANIA
Quest'ometto così grazioso e adorabile si staglia su uno sfondo di assoluto degrado. Scatti
studiati ad hoc per fissare bene il concetto che
lui, Giuseppe Falcomatà, a soli 31 anni è secondo il giornale tedesco Die Welt il più coraggioso borgomastro (sindaco) d'Italia e, agghindato come Oscar Wilde, ha dichiarato guerra alla
'ndrangheta. Probabilmente un giorno diventerà ministro come la Lanzetta.
2)ANNA RITA LEONARDI ABUSIVA
Durante le campagne elettorali, e non solo, a
Reggio Calabria, ogni spazio libero viene
sepolto da manifesti affissi in luoghi non preposti, cioè fuori legge. È, naturalmente, una
violazione del codice che prevede una multa.
Ma i politici non le pagano, anzi periodicamente si vota in Parlamento una sanatoria.
Iniziamo a preoccuparci?
3) BOMBARDIERI,
C'È ARIA NUOVA IN REGIONE
4
In questa foto vediamo l'ex senatore roccellese
Sisinio Zito, vero “deus ex machina” della candidatura nelle fila del Pd del suo ex assessore,
Vincenzo Bombardieri, con sotto la scritta: c'è
aria nuova in regione. Effettivamente
con il nostro amico
Vincenzo siamo più
che sicuri che a
P a l a z z o
Campanella si
apriranno finalmente le finestre
del cambiamento ed anche l'aria che si respirerà
sarà
migliore.
4)WANDA FERRO LEGGE LA
“RIVIERA”
6
La candidata del centro-destra alle prossime
elezioni regionali, Wanda Ferro, in visita a
Siderno, mentre riceve dal nostro emissario
una copia omaggio di “Riviera”. Il titolo di
copertina recita testualmente : “Li votiamo o
non li votiamo?”. Lei sembra particolarmente
divertita e non nasconde la sua simpatia sorridendo alle nostre provocazioni. Ai posteri l'ardua sentenza.
5) COLOMBA BONFÀ LA “CRUSCA” NON L’AVREBBE CANDIDATA
È giunta in redazione la richiesta di
promuovere il programma politico della signora Colomba Bonfà.
Ciò che ci lascia stupefatti è la
presenza, in appena tre righe, di
una summa di errori grammaticali che dimostrano una certa
disattenzione o leggerezza
della stessa candidata oppure
di colui il quale, in sua vece, ha
redatto tale richiesta di attenzione da parte del nostro giornale .
Un consiglio: un ufficio stampa
non guasterebbe.
6)JOLE SANTELLI
SEMPRE PIÙ BELLA
La coordinatrice regionale di Forza Italia, Jole
Santelli, dopo un periodo d'appannamento
fisico, sembra rinvigorita. Più che interessarsi
dei discorsi politici, l'uditorio è sembrato attento a scrutarla fisicamente con un occhio particolare agli stivali. Infatti, anche grazie a lei, la
Calabria è lo stivale, non solo dell'Italia ma
anche dell'Europa e del mondo.
5
RIVIERA
PRIMO PIANO
Operazione “Naos 2”
‘Ndrangheta
al Centro
Nella complessa attività di indagine esperita
nell'ambito dell'operazione antimafia
denominata “Naos 2” gli investigatori dei
Ros hanno ritenuto di individuare un
sodalizio criminoso di “elevato spessore”
riconducibile a consorterie della Locride. I
gruppi calabresi si sarebbero interessati ad
infiltrarsi nell'economia pulita del Centro
Italia, in particolare dell'Umbria, dove si
sarebbe creata una base strategica che
avrebbe operato nel territorio umbro. La
chiarezza dei dialoghi intercorsi fra i sodali
(per come riscontrato dalle attività di
indagine) ha una valenza non solo
gravemente indiziante ma esplicativa delle
nuove strategie delle organizzazioni di tipo
'ndranghetista volte a spostare dagli storici
territori di appartenenza l'attività
soprattutto economica delle famiglie,
tendendo nel contempo ad instaurare
accordi fra più famiglie ed una condizione
di sostanziale pax
al fine di
I gruppi calabresi si mafiosa,
gestire gli interessi
sarebbero interessati illeciti senza attirare
ad infiltrarsi l'attenzione delle forze
nell'economia pulita dell'ordine.
I contatti criminali
del Centro Italia, intessuti tra i presunti
in particolare sodali, anche nel corso
pregresse
dell'Umbria,dove si di
carcerazioni,
con
sarebbe creata una soggetti di rilievo legati
'ndrangheta
base strategica che alla
la
avrebbe operato calabrese,
numerosissima serie di
nel territorio incontri segreti, le
operative
umbro. riunioni
svoltesi in Perugia, la
creazione di società in
territorio umbro mediante le quali
aggiudicarsi appalti in tutto il territorio
nazionale anche attraverso la stabile
collusione con pubblici funzionari e
dirigenti di istituti di credito o la diffusa
intimidazione, hanno portato alla luce
l'esistenza di un sodalizio di spessore
criminale elevatissimo, tenuto conto della
rete di intese intessute con i vertici delle
famiglie della 'ndrangheta del versante
ionico o con i loro emissari.
I sodali avrebbero costituito a Perugia una
serie di società “pulite” attraverso le quali
aggiudicarsi appalti pubblici (vedi centrale
idroelettrica in Calabria) e privati, mediante
concessioni ottenute con intimidazioni e
corruzioni (vedi investimenti immobiliari in
Umbria e Calabria, costruzione di villaggi
turistici), nonché per stringere accordi volti
allo scambio elettorale politico - mafioso
(nomina di un sindaco nella Locride) e
convogliare in attività apparentemente
lecite gli ingenti patrimoni illeciti
(finanziamenti provenienti dall'estero o
acquisti societari).
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DOMENICA 9 NOVEMBRE 4
Cucchi e Ciminà: Dio
ce ne scansi e liberi
ILARIO AMMENDOLIA
Ciminà è un piccolo paese incastrato
sull’Aspromonte. In questo piccolo
centro è stato chiuso, per quindici
giorni, l’unico bar.
Sarebbe stato frequentato da pregiudicati.
Il proprietario, conosciuto come persona assolutamente perbene, è avvertito. D’ora in poi sa quale deve essere
il suo comportamento.
Per esempio se entreranno due ignari
forestieri per un caffè ristretto dovrà
chiedere i documenti di riconoscimento. Per un caffè corretto il certificato
del casellario giudiziario regolarmente
vidimato.
Se poi lo volessero consumare al tavolo ci vorrà il certificato antimafia e il
passaporto valido per l’espatrio.
A fiuto dovrà separare i delinquenti
dalle persone perbene.
Qualcuno è convinto – e io tra questi –
che ci siano molti più delinquenti
incensurati nei consigli di amministrazione delle banche che in tutti paesi
dell’Aspromonte messi insieme.
Continuo a pensare che in ristoranti
dove si pagano cinquecento euro per
una cena, circolino persone molto più
dubbie e inquietanti che nei bar di
Ciminà o di Africo.
Solo che il bar di Ciminà viene chiuso
per quindici giorni, mentre i locali
dove si pagano 500 euro per una singola cena sono frequentati dal fior
fiore degli uomini di Stato.
A Ciminà lo Stato aveva già chiuso la
scuola materna. Resta la Chiesa e siccome organizza le processioni…il
pericolo corre sul filo.
Si attrezzi il parroco! Portatori scelti
solo dalla commissione parlamentare
antimafia e con un percorso rigorosamente concordato con l’antindrangheta ufficiale.
Con questa premessa, vi chiedo di
immaginare cosa sarebbe successo in
Italia se Stefano Cucchi invece di essere ammazzato tra una caserma e un
carcere, mentre si trovava “custodito”
da uomini dello Stato, avesse perso la
vita in quel piccolo bar di Ciminà alla
presenza di dodici testimoni.
Immaginate cosa sarebbe accaduto se,
dopo il selvaggio pestaggio, i dodici
testimoni si fossero mostrati legati da
un robusto filo di omertà!
Dio ce ne scampi e liberi!
Innocenti e colpevoli sarebbero stati
prelevati per la classica retata a cui si
sarebbe dato un nome di grande
impatto mediatico, per esempio:
“senza pietà” oppure “belve umane”
Se Stefano Cucchi
avesse perso la
vita in quel piccolo
bar di Ciminà alla
presenza di dodici
persone,
tutte legate tra
di loro da un
patto di omertà?
o ancora “giustizia in Aspromonte”.
Poi si sarebbe gridato all’omertà come
fattore genetico dei calabresi e gli
avvoltoi del razzismo avrebbero planato a lungo sui nostri cieli.
La Calabria intera sarebbe stata
messa in stato di accusa. Chi non ricorda gli infami reportage dopo la tragedia del piccolo Nicola: “Cassano Jonio
è un posto spaventoso…tutto avviene
lontano dal mondo. Spesso badanti
marocchine si trasformano in fidanzate
a suon di botte. Può capitare di fare figli
sia con la moglie sia con la nuora all’interno dello stesso nucleo famigliare, e
tutti restano insieme, sotto lo stesso
tetto.”
Così Imma Vitelli su Vanity dopo i
fatti di Monasterace: questa volta ho
deciso di stupirvi: vi dirò del Medio
Oriente d’Italia. Un luogo aspro e remoto dove le persone non parlano con i
forestieri e, in fondo neppure tra di loro,
dove gli agenti in divisa venuti da lontano sono consapevoli che questo è il vero
far West italiano. Mi riferisco alla
Locride, provincia di Reggio Calabria,
la più violenta d’Italia...”
Come si fa a non indignarsi dinanzi a
questo modo di fare giornalismo
quando si “scende” in Calabria.
La ‘ndrangheta esiste da molto tempo.
Esiste in Calabria, è presente a
Ciminà come a Cassano.
Gli anni sono passati ma questa oscura setta è diventata molto più forte. La
giustizia sommaria e la rimozione
della questione meridionale, l’hanno
resa più forte!
Concludiamo: cosa rappresenta la
chiusura di un bar per appena quindici giorni in un piccolo paese
dell’Aspromonte ?
Nulla! Un’inezia!
La Costituzione però è una cosa seria.
La si può ferire impunemente? No! È
come introdurre la sabbia in un ingranaggio.È rompere un equilibrio. Se
oggi è possibile a Ciminà, domani lo
sarà in Calabria e quindi in tutta Italia!
Io ho grande rispetto per lo Stato delineato dai padri costituenti e per i suoi
uomini in divisa.
Molto più rispetto di quanto non ne
abbiano dimostrato i sindacalisti della
polizia che hanno dato una solidarietà
sostanziale ai possibili assassini di
Cucchi e di Aldobrandi.
Proprio per questo vorrei uno Stato
diverso e migliore. Meno espressione
dei privilegiati e più sensibile ai bisogni
degli emarginati.
La giustizia sommaria è sempre e
ovunque un virus letale. Si parte da
Ciminà, si passa per Bolzaneto, si arriva a Stefano Cucchi e a Federico
Aldobrandi.
Il razzismo è una lebbra da cui non si
guarisce.
Si parte da “Cassano” o da
Monasterace e si finisce con il mettere
sotto accusa un intero popolo.
Se non si blocca l’infezione sul nascere questa diventa pandemia e, a quel
punto, non si salva più nessuno. Noi ci
siamo già dentro!
ANCHE IL CORRIERE PARLA DELLA LANZETTA
RIVIERA
COPERTINA
CicloneBovalino-Bagnara
Quando la calamità
è mentale
a
RIVIERA
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ERCOLE MACRÌ
M
ercoledì un fulmine ha squarciato
il cielo da Gibilterra al Bosforo.
Come un angelo della morte con
lo sterzo, quell’ira mandata da
Dio, che sembrava avercela con
tutti, ha concentrato tutta la sua
potenza su una striscia di 46 chilometri e su un’idea balorda: fango
e pioggia, da Bovalino a Bagnara.
Pioggia e fango contro la cervellotica utopia di un paradiso che vorrebbe vendere l’anima ad asfalto e cemento e avvelenare con l’ennesimo serpentone le giogaie dove comandano i lupi e i falchi.
Gli alberi hanno iniziato a stormire, tutti insieme, come Fiati di
Delianuova: pini e querce erano una meraviglia; i faggi, invece,
surclassavano tutto il resto, ridicolizzando platealmente il mugugno sfrondato degli eucalipti proveniente dal basso.
Il temporale era già pronto e confezionato da un paio di giorni. Lo
sapevamo, non solo dal meteo, ma da annate di precedenti e di
lacrime, che, ogni anno, si alternano, sempre più disperate, a una
specie di pianto convulso da parte di chi patisce i danni.
Un po’ di stretching e la pioggia ha iniziato a martellare come un
compare del Giudizio Universale su quel culo d’Occidente diviso
in due da una profonda faglia sismica che, come un perizoma, sta
perfettamente al centro tra due chiappe abbronzate: la Tirrenica
e la Jonica. La precipitazione ha caricato i greti delle fiumare che,
impetuose, hanno sradicato maestosi oleandri, teneri tronchi di
mele cotogne, corbezzoli, capre, uno due cavalli, maiali neri e
scrofe bianche, infuriando su ambo le sponde di quelle valli
abbandonate dalla gente e dal buon senso.
Qualche chilometro più in giù, i protagonisti di un territorio che sa
solo perdere.
C’erano i sindaci e gli ex sindaci della Vallata, gli intellettuali della
Magna Grecia, i sucainchiostro, quelli dei comitati, gli ‘ndranghetisti, i vice commissari, i santini delle regionali, quelli che scavano
buche e quelli che li riempiono. Non vorrei dimenticare qualcuno,
ma davanti a quel ponte piegato che separa la costa dalla montagna offrendo riparo ai randagi, tutti o quasi tutti - con le facce
camuse delle vittime del destino, come se le colpe del disastro fossero di chissà chi - hanno fatto da cornice agli emissari della prefettura e della provincia, a sua maestà la Suap… mortacci suap.
Per anni ho portato avanti una campagna di stampa contro la strada di grande comunicazione che fra tremila anni dovrebbe collegare Bovalino a Bagnara.
Mi sono impegnato, sprecando tempo e consumando la tastiera,
contro un’idea balorda che ha fatto perdere soldi, tempo e seria
progettualità a un paradiso naturalistico della Locride che poteva
e doveva dotarsi di un progetto serio che gli avrebbe permesso crescita economica e occupazione. Quando ho capito che mi stavo
battendo contro un muro di gomma e di malafede ho deciso di
fermarmi. Bisogna sempre fermarsi sia dinanzi alle forze della
natura che al cospetto delle calamità mentali, specie quando tra i
governanti e quelli che elargiscono parole d’ordine in alcune zone
di questo stupido territorio la calamità è una vera e propria epide-
DOMENICA 9 NOVEMBRE 7
mia. Strade e asfalto, cemento e gallerie, la Locride non sa pensare ad altro per sopravvivere. Siamo come cani i gucceri, viviamo e
procreiamo solo se qualche ente pubblico ci lancia un osso. Il
bilancio di previsione della provincia di Reggio è la nostra macelleria. Aspettiamo che chiuda la saracinesca e con occhi docili guardiamo il consigliere o l’assessore che ci offre margini e confidenza.
La superstrada a scorrimento veloce Bovalino-Bagnara si è dimostrata finora un ammasso di svariati progetti tecnici nella migliore
delle ipotesi, ma soprattutto di disegni, bozze utili a spartirsi qualche pesata tra chi il disegno lo fa e chi lo commissiona. Un pezzo
di strada inutile è fatta, una colata parte da Bovalino, affiancando
la vecchia provinciale, e si protrae fino a Platì, per poi bloccarsi
bruscamente dinanzi al massiccio Orientale dello Zillastro: 6048
metri.
Il costo della galleria sulla carta è il più rilevante nel Mezzogiorno
d’Italia dopo quello, sempre sulla carta, del Ponte dello Stretto.
500 milioni di euro, ovvero, mille miliardi delle vecchie lire solo
per bucare la montagna e tradirla.
Se l’Aspromonte avesse veramente a disposizione anche un quinto di quei soldi e puntasse sull’agricoltura, l’ambiente e di striscio
anche al dissesto idrogeologo, al collegamento delle fogne ai
depuratori, al ripopolamento dei borghi, all’eccellenze enogastronomiche, si creerebbe così tanta ricchezza che garantirebbe alle
prossime tre generazioni che agiscono tra Bovalino e Bagnara
occupazione e uno stile di vita dignitoso, senza galera sulla pelle e
416bis al collo.
Saggezza, Aspromontani.
RIVIERA
SIDERNO
T
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DOMENICA 9 NOVEMBRE
8
ELEONORA RAGAONA
empo di campagna elettorale e le polemiche impazzano.
Siderno ovviamente non fa
eccezione e, in questo
novembre pre-elezioni, concede uno scambio di battute,
vedute e impostazioni tra tre
volti noti della cittadina: in
un angolo Dino Audino,
attivista del Movimento
Cinquestelle e ambientalista
convinto, dall'altro Antonio Fragomeni, e
infine Antonio Biona Commisso, ex amministratore cittadino in qualità di assessore
all'ambiente.
Il primo colpo è stato sferrato da Audino
sul gruppo del Comitato cittadino rifiuti
Siderno, subito ripreso da Fragomeni, e ben
presto ecco sopraggiungere l'ex assessore
che non si è certo tirato indietro, ed è nata
una lunga querelle.
Ne riportiamo i tratti salienti, anche vista
l'attualità dell'argomento su cui si sono confrontati i tre concittadini: il problema rifiuti e la gestione della raccolta della spazzatura. Audino e Commisso in
particolare si sono quasi
lanciati in un dibattito 2.0
degno di una chiusura di
campagna elettorale. Ecco
i passaggi più importanti di
questo vivace scambio.
Tutto nasce da questo
sfogo
del
grillino:
‹‹Quando quel signore che
va in giro a chiedere voti, vi
dice "lei mi conosce?"
rispondetegli: sì! Lei è
quello che ha portato il
TMB (Trattamento meccanico e biologico dei rifiuti)
a Siderno e non ha mai
fatto partire la differenziata, né si è preoccupato di
come lavorasse l'impianto››. Un'accusa diretta
verso il precedente sindaco
della città, responsabile,
secondo Audino, di non
aver fatto il necessario per
tutelare i cittadini sidernesi
e il loro territorio, anzi di
aver aggredito quest’ultimo concedendolo alla barbarie del sistema di discariche e impianti
messo su dalla Regione.
A rispondere è stato Fragomeni con un
messaggio abbastanza articolato: ‹‹Forse
nel periodo in cui ti riferisci ero consigliere
comunale ed anche se non ho seguito la
vicenda ricordo che quel signore aveva stipulato un contratto che prevedeva la differenziata e precisamente che si doveva partire con una piccola percentuale annua che la
società di raccolta doveva aumentare
annualmente. Vennero messi quei raccoglitori a forma di campana e poi scadde il
mandato. Non voglio giustificare nessuno,
ma forse i controlli spettavano a chi è arrivato dopo di lui, il quale ha controllato tal-
Frittuli
i gallu alla
sidernese
Al centro dell'acceso dibattito sul web:
L'impianto di trattamento dei rifiuti e la
campagna elettorale dell'ex sindaco Panetta nei
botta e risposta a colpi di post traDino Audino,
attivista Cinquestelle, Antonio Commisso, ex
assessore all'ambiente e Antonio Fragomeni
mente bene che tutti raccoglitori nottetempo vennero misteriosamente bruciati e la
raccolta differenziata bloccata definitivamente. E quando quel signore cui ti riferisci
dai banchi dell'opposizione chiedeva di
applicare la penale alla società di raccolta
per non aver adempiuto al contratto, l'amministrazione comunale faceva orecchio da
mercante. Se quel progetto fosse stato eseguito a dovere da chi è sopravvenuto oggi
non avremmo tanti problemi. E neppure il
comprensorio avrebbe avuto tutti questi
problemi se gli altri sindaci avessero individuato dei siti piuttosto che scaricare sempre sugli altri...››. Sgrammaticature a parte,
il dottor Fragomeni ha messo in chiaro la
sua posizione e, pochi messaggi dopo, ecco
arrivare anche Commisso in suo appoggio,
che si intromette con uno «Stranamente
condivido molte delle cose scritte dall'amico Antonio...» e inizia un confronto a
distanza con Audino: «Tu caro Dino conosci
poco la storia che oggi cede Siderno polo
della filiera Rsu. Su molte cose potremo
essere anche d'accordo ma un fatto è certo,
nessun comune produce rifiuti quanto
Siderno. Chi negli anni 80 si preoccupò di
individuare soluzioni per smaltire correttamente i rifiuti non era un pazzo. Certo allora non c'erano le conoscenze e neanche la
tecnologia per essere lungimiranti su un
problema che ancora non si era manifestato in maniera critica. Mi fermo perché il
discorso è veramente complesso e articolato ma non mancherà occassione per dibbatterlo...». Audino risponde «Sì, caro
Antonio, ma il Tmb non è stato fatto negli
anni '80 e nasceva con uno scopo ben preciso e per trattare una tipologia di rifiuto che
doveva avere determinate caratteristiche.
Io non so il passato, ma tu non mi cuntari
frittuli i gallu». Ancora il grillino sottolinea
«aggiungo che io ho il ricordo da bambino
della montagna di rifiuti nel greto del
Novito. E meno male che" il problema non
si era ancora manifestato in maniera critica».
A questo punto Commisso sostiene «Ecco
appunto, sul Tmb siamo d'accordo e io non
ti racconto frittuli i gallu. Il fatto è che dopo
le prime discariche Siderno entrò di diritto
nella filiera strategica del piano rifiuti del
2001. Filiera basata sulla termovalorizzazione. Oggi i 2/3 d'Italia smaltiscono così i
rifiuti... ho la mia idea a riguardo ma non
mi sento di condannare il singolo politico
per aver fatto una scelta, a suo avviso, positiva per la città...».
I tre hanno messo sul piatto una questione
scottante, di cui questo settimanale si è più
volte occupato in questi anni. Una questione, quella dei rifiuti e della continua emergenza, che la Locride e la Calabria vivono
frequentemente, conoscono fin troppo
bene e che ancora una volta è tornata alla
ribalta in queste settimane.
Il dibattito completo è sulla pagina fb del
gruppo del Comitato cittadino.
I refusi all'interno dei virgolettati sono
opera degli autori dei messaggi.
RIVIERA
TERRITORIO
Il progetto Ecolocride
si trasforma in un
finanziamento concreto
I
lettori di buona memoria
ricorderanno sicuramente
l'articolo apparso sulle pagine di questo giornale lo scorso 10
agosto, nel quale annunciavamo
l'approvazione del progetto
Ecolocride. Dopo mesi di confronto si giungeva a una proposta
che riscattava la nostra amministrazione dalle accuse di non
essere giunta a nulla di concreto.
La spinosa questione del riciclaggio dei rifiuti, che all'inizio dell'anno faceva registrare percentuali vergognosamente basse in
tutta la provincia di Reggio
Calabria, trovava finalmente
soluzione con lo stanziamento
complessivo di 11 milioni di euro
da destinarsi alla ricerca e all'innovazione nel campo della raccolta dei rifiuti. Al di là delle proposte, forse eccessivamente avveniristiche, che erano state avanzate in quell'occasione, chi si era
occupato del progetto reagiva
ottimisticamente alle possibilità
di sviluppo ormai a portata di
mano e ricordava non senza polemica che, fino a quel momento, il
Governo si era ricordato della
Locride solo in occasioni di
repressione, come quando gli
erano stati sottrati 22 milioni di
euro da ridestinare alle quote
latte e all'Aquila terremotata.
Dopo poco più di sei mesi, il 24
ottobre scorso, è finalmente arrivato il comunicato dei Ministeri
dell'Istruzione, dell'Università e
della Ricerca e dello Sviluppo
Economico, che rende effettiva la
concessione dei fondi da destinarsi al progetto. In allegato, una
graduatoria che vede il Consorzio
Il Consorzio Locride Ambiente, guidato dal
presidente Vincenzo Loiero, ha ottenuto un
finanziamento pari a 1.347.000,00 euro da
distribuire tra i diversi comuni
Locride Ambiente, guidata dal
presidente Vincenzo Loiero, al
ventitreesimo posto della graduatoria, una posizione che si tradurrà concretamente in un finanziamento pari a 1.347.000,00 euro
da distribuire a loro volta tra i
diversi comuni, che speriamo
possano sfruttare al meglio le
possibilità concesse da questo
fondo e realizzare tutte le ambiziose proposte che possano avvicinare il nostro territorio a quella
avveniristica Pechino che concede di pagare il biglietto della
metro ai suoi abitanti riciclando
la plastica.
Jacopo Giuca
Il Locri torna nel
calcio che conta
D
omenica scorsa, a Roccella Jonica, per il derby
tra Marina di Gioiosa e Locri, si è finalmente
rivisto il pubblico delle grandi occasioni. Dopo
alcuni anni di gravi difficoltà, culminate con la mancata iscrizione al campionato di prima categoria e la sola
partecipazione al torneo juniores, grazie alla straordinaria sensibilità di Vincenzo Fiato e Alessandro
Schiavello, questa estate è stato rilevato il titolo della
Benestarnatilese, società partecipante al campionato di
promozione calabresi che si è fusa alla mitica A.C.
Locri 1909, favorendo così la partecipazione degli amaranto a questo campionato. Artefice di questa grande
intuizione è stato l'amico dirigente sportivo di vecchio
corso Paolo Spadaro, che assieme ad un nutrito drappello di dirigenti e simpatizzanti ha voluto rilanciare il
Locri nel calcio che conta e la scommessa è stata vinta
considerando l'entusiasmo dei sostenitori locresi che,
giustamente, aspirano a tornare in alto dopo anni di
buio.
Antonio Tassone
Vincenzo Lizzi
vince la
medaglia
d’oro agli
EuropeiYouth
di boxe
La bandiera a brandelli
sventola su Siderno
come un’offesa.
Il comandante Bruzzese
chiude tutti dentro
Una quarantina di persone, aderenti all'associazione culturale “amici del libro”, si erano dati appuntamento la sera di
halloween per incontrare il professore Panzarella e discutere di future iniziative culturali. Riunione fissata al centro
Com, vicino al comando dei vigili urbani. Macchine
parcheggiate all'interno. All'uscita l'amara sorpresa: il
comandante dei vigili, Michele Bruzzese, aveva fretta di
tornare a casa e quindi aveva provveduto a chiudere il cancello, blindando tutti dentro. Siamo sicuri che se qualcuno si
fosse sentito male sarebbe arrivato lui a salvarlo, ma, dopo
una lunga attesa, è arrivato finalmente il salvataggio e il
rompete le righe con buona pace del comandante che già si
trovava a casa pronto a cenare. Evviva la cultura
lr
C'è un limite alla decenza. Che il Comune di
Siderno (commissariato per mafia) non
abbia neanche la possibilità di sostituire una
bandiera italiana, distrutta dalle intemperie
climatiche del passato, con una nuova, ci
sembra davvero cosa incredibile. Per noi che
siamo permeati da un forte senso di
appartenenza allo Stato, vederla sventolare
in quelle condizioni (come evidenziato dalla
foto dell'articolo) è come ricevere un colpo
al cuore.Oggi Siderno ha celebrato il 4
novembre, giorno dell'Unità nazionale e
Giornata delle Forze Armate, alla presenza
delle autorità civili, militari e di tantissimi
studenti delle scuole cittadine. La cerimonia
ha registrato la deposizione di una corona
d’alloro nei pressi del Monumento ai Caduti
con l’esecuzione dell’inno nazionale e l’alzabandiera.Alla fine della significativa manifestazione, non si poteva non notare che sul-
“Sono orgoglioso delle mie origini
sidernesi”. Ci tiene a precisarlo
Vincenzo Lizzi ma anche suo papà
Cosimo, da diversi anni trapiantato a
Fuscaldo (CS), all'indomani della
festa che i suoi parenti sidernesi gli
hanno voluto regalare in onore della
sua ultima, brillante, affermazione
sportiva. Vincenzo, infatti, è il recente
vincitore della medaglia d'oro ai campionati Europei Youth di boxe che si
sono svolti a Zagabria (Croazia) nella
categoria 69 kg. Ha 18 anni ed è un
vero combattente di razza noto per la
sua capacità di chiudere gli incontri
con il classico K.O. A Zagabria si sono
confrontati i migliori boxer europei
nati tra il 1° gennaio 1996 e il 31
dicembre 1997. Erano impegnati 240
giovani in rappresentanza di 41
Nazioni. Dopo aver battuto tutti i
suoi avversari, Lizzi è approdato alla
finale vincendo per 3-0 con l'ucraino
Olekseii, e quindi nella finale ha sconfitto l'irlandese Joyce, piazzandosi
primo e portandosi a casa la medaglia
d'oro. Il suo palmarès vanta anche una
medaglia di bronzo conquistata
qualche mese addietro alle Olimpiadi
giovanili, a Nanjing, in Cina. Vincenzo
è un pugile picchiatore che cerca
sempre il colpo risolutore prima del
limite. Siderno continua con la sua
grande tradizione sportiva. Il padre
Cosimo, che a Siderno ha lasciato parenti ed amici prima di trasferirsi a
Fuscaldo, dove risiede insieme alla
sua splendida famiglia, è sembrato
davvero emozionato per la calorosa
accoglienza. Forza Vincenzo, Siderno
sarà sempre con te!
A. T.
l’apposita asta, sventolava una bandiera
stinta, in pessime condizioni, ridotta a brandelli. Forse non c’erano cinque euro in cassa
per acquistarla oppure al personale preposto è mancato il tempo per provvedere alla
sua sostituzione. In ogni caso ci è rimasta
dentro una grande amarezza e delusione.
Ma poi, guardandoci attorno, ci consoliamo
mestamente con una considerazione: quella
bandiera non è altro che lo specchio attuale
della città di Siderno, ormai dimenticata da
tutti. Che tristezza!!
SETTIMANALE
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Mazza: in gioco per
il nostro territorio
L
’avvocato Mario Mazza è stato sindaco di Gioiosa Jonica e Presidente
del
Consiglio
Provinciale.
“Riscattiamo il nostro territorio” è il motto
con il quale si presenta alle elezioni del 23
novembre per il Nuovo CDU, con Mario
Oliviero presidente.
Avvocato, come ha preso la decisione di
sostenere il Nuovo CDU?
Le elezioni cui giungiamo oggi ci offrono
l’opportunità di cambiare rotta nell’ambito
dell’amministrazione locale. Usciamo da
una politica fallimentare e le emergenze
che il nostro territorio ci obbliga ad affrontare ci spingono a compiere cose più concrete. La concretezza è, dunque, il nostro
obiettivo.
Che cosa ha impedito alle ultime amministrazioni di far ripartire l’apparato politico e burocratico della Regione?
I fondi regionali destinati allo sviluppo
sono stati investiti in modo clientelare, cosa
che ha aggravato la situazione di migliaia di
giovani disoccupati. Nella Provincia di
Reggio Calabria non sono stati realizzati
progetti adeguati a affrontare il problema
della viabilità, delle infrastrutture e della
tutela del territorio. Penso alla SS 106, che
non ha ricevuto i fondi per realizzare un’arteria a scorrimento veloce.
Anche la ferrovia segna il passo. Non
rischiamo di somigliare a un mondo alla
deriva?
La Bovalino-Bagnara è un opera necessaria a far uscire il basso Ionio dall’isolamento. Lo stato di abbandono della nostra strada ferrata, testimoniato dalla cancellazione
dei treni a lunga percorrenza, è una piaga
che colpisce tutti i cittadini della locride. La
Regione deve permettere alla ferrovia di
riacquistare funzionalità.
Dobbiamo realizzare una linea elettrificata
con doppio binario, che consenta la mobilità veloce. L’ammodernamento è l’unico
modo di recuperare una ferrovia che, altrimenti, sarebbe un ostacolo allo sviluppo
turistico.
Quali sono dunque le proposte che avanzerebbe qualora l’esito delle elezioni fosse
positivo per il suo partito?
Vorrei valorizzare i beni culturali, rendere
più fruibili i parchi archeologici, promuovere i servizi turistici. Sogno la realizzazione del ciclo integrato di acque e rifiuti urbani, di depuratori comprensoriali, l’ammodernamento delle reti idriche e il comple-
DOMENICA 9 NOVEMBRE 11
e in possesso dei requisiti necessari a sottoporli ai vari Ministeri. Il momento più
importante dell'evento, però, è stato toccato con gli interventi conclusivi di Franco
Crinò e Wanda Ferro. Anche Crinò ha
sottolineato la fiducia e la stima nei confronti di della Ferro, pienamente manifestata già dal giungo scorso, quando aveva
garantito alla candidata il proprio sostegno nelle eventuali primarie di centrodestra. L'uomo del CDL ha poi rimarcato la
necessità di puntare esclusivamente sulle
attuali necessità del territorio, lasciandosi
alle spalle i vuoti dibattiti sul passato.
Viabilità, infrastrutture, ambiente, sanità,
cultura e turismo saranno solo i temi principali al centro dell'azione del futuro
governo regionale. Dopo le belle parole di
Viabilità,
infrastrutture,
ambiente, sanità,
cultura e turismo
saranno i temi
principali al
centro dell'azione
del futuro
governo
regionale
“Nuova Calabria”presenta Franco
Crinò dinanzi a una sala gremita
Il
tamento delle reti di gas metano.
Concentrate le risorse regionali, nazionali
ed europee, le imprese calabresi ritroveranno la propria competitività e favoriranno l’inserimento dei giovani nel mondo del
lavoro.
Cosa ne pensa delle iniziative regionali sui
servizi sociali?
Vorrei poter dire che c’è stato un impegno
concreto per risolverle, ma sono sempre
state utilizzate impropriamente, senza un
reale impegno volto alla loro soluzione.
Anche la sanità è coinvolta in questo quadro deprimente.
Bisogna dare risposte concrete a chi ha
bisogno di cure e la chiusura dell’ASL di
Locri va nella direzione opposta. La medicina territoriale deve soddisfare le esigenze
di continuità assistenziale anche nei piccoli
paesi. La nostra territorialità non si deve
limitare a fornire menti al nord o all’estero,
ma investire su un’area che sta diventando
terreno spoglio.
Cosa vuole dirci delle potenzialità della
Piana di Gioia Tauro?
Valorizzare la via del mare e i porti è compito della politica. Il Porto di Gioia Tauro
doveva coinvolgere non solo la piana ma
l’intera locride. Vorrei essere così vicino
alla mia gente da permettere a ognuno di
sentirsi parte integrante del territorio.
Vorrei che si tornasse a guardare con serenità al futuro per il bene dei nostri figli.
Vorrei realizzare il sogno del Nuovo CDU
di sentirsi vicino a tutti.
Residence “Orchidea” ha
aperto
le
sue
porte
all'Associazione politico-culturale “Nuova Calabria” nella
giornata di sabato 1° novembre. Si è trattato di un evento che ha catalizzato l'attenzione di moltissimi sostenitori, giunti
a occupare ogni ordine di posto della
sala concessa per l'incontro, organizzato
fin nei minimi particolari. Gli Europe e
le note coinvolgenti della loro “The
Final Countdown” hanno scandito l'ingresso in sala di Wanda Ferro, candidata
alla Presidenza della coalizione di centrodestra alle prossime elezioni
Regionali del 23 novembre e
dell'Onorevole
Jole
Santelli,
Coordinatrice Regionale di Forza Italia,
nella realizzazione di una coreografia
davvero perfetta. Le due donne di politica, accompagnate per l'occasione da
Bruno Squillaci e Franco Perrone,
rispettivamente Segretario Politico e
Coordinatore di “Nuova Calabria”,
erano attese dal Consigliere Provinciale
Alessandra Polimeno e dal Senatore
Franco Crinò, candidato consigliere alle
stesse elezioni regionali nella lista CDL,
a sostegno della coalizione di centrodestra. Alessandra Polimeno ha fatto davvero fatica a trattenere l'emozione mentre introduceva i lavori e ricordava l'importanza crescente delle donne in politica, parole che certamente strizzavano
l'occhio alla già citata Wanda Ferro come
esempio di serietà, concretezza, impegno, coraggio, competenza e professionalità. Dopo il discorso introduttivo della
Polimeno si è passati alla proiezione di
un filmato che ha riassunto il percorso
culturale e politico di “Nuova Calabria”
fino alla candidatura di Franco Crinò.
L'attenzione è stata focalizzata sulle
tappe più significative di una lunga serie
di incontri e dibattiti durante i quali sono
stati affrontati alcuni tra i più importanti
problemi della società: dal lavoro agli
ammortizzatori in deroga, dal turismo
sociale alla violenza di genere, dal dissesto idrogeologico alla viabilità, dalla legalità allo sport. L'intento è stato quello di
promuovere un impegno concreto, che
ha permesso l'acquisizione di una notevole mole di proposte che torneranno
indubbiamente utili quando sarà necessario affrontare e risolvere tali problematiche. Polimeno ha voluto ringraziare
tutto il gruppo di “Nuova Calabria”, che
Crinò, il discorso di Wanda Ferro non
poteva che iniziare con un ringraziamento
al collega per essere stato sempre coerente e leale durante il percorso della formazione delle liste. Il prosieguo del discorso,
incentrato sui dati della sanità e delle
opportunità di crescita del territorio, dal
turismo ai beni archeologici, ha dimostrato grande lucidità ed è proseguito con la
messa in evidenza di quanto sia importante per la candidata divenire in breve la portavoce del cambiamento regionale. «Tutta
la Calabria deve sapere che c'è un progetto nuovo che punta a segnare con determinazione una chiara rottura con il passato», garantendo in tempi brevi il recupero
del terreno perduto.
«Anche noi potevamo
fare più liste attingendo dall'elenco telefonico, come hanno fatto i
nostri avversari, ma
abbiamo scelto di dire
no, talvolta con difficoltà, perché non è
mai semplice dire un no a qualcuno.
Siamo comunque convinti di aver agito
nella giusta direzione, consapevoli che in
caso di vittoria non ci saranno cambiali in
bianco da pagare, cosa che non potranno
fare i nostri avversari, legati e condizionati
da una miriade di accordi con le diverse
liste che compongono la loro coalizione.
Noi abbiamo scelto una strada che punti
alla meritocrazia e alla qualità, certi della
validità del nostro programma. Avevamo
chiesto ad Oliverio un confronto pubblico
su tali temi, ma in oltre cinquanta trasmissioni a cui ho partecipato non si è mai
visto». La chiusa della Ferro sottolinea
come, forse, questo silenzio dica più di
quanto farebbero mille confronti.
“Anche noi potevamo fare più liste
attingendo dall'elenco telefonico,,
come hannofatto i nostri avversari,
ma abbiamo scelto di dire dei no”
si impegna quotidianamente con estrema dedizione alla propria causa e ha già
elaborato una serie di proposte già presentate all'attenzione dei Ministeri competenti. Grazie alle parole limpide del
Consigliere è stato immediatamente
chiaro con quanta attenzione si sta
curando ogni dettaglio di una campagna
elettorale indubbiamente difficile, nella
quale gli sforzi maggiori si concentreranno nel tentativo di vincere la diffidenza
di un elettorato sfiduciato e forse mai
così lontano dalla politica. La parola è
poi passata a Jole Santelli, che ha sottolineato lo spirito di gruppo e la sintonia
che hanno portato alla candidatura di
Wanda Ferro, amministratrice capace di
affrontare con competenza le problematiche più complesse della nostra regione,
L’intervista
con Nicola Capogreco
Quello che io chiederò ad Oliverio sarà
di impegnarsi a stimolare i comuni al“bello”.
Se la Locride è bella i privati vi investiranno.
LA TENUTA “IL
PALAZZO” IN LOCALITÀ
MOSCHETTA
Oliverio,
costruiamo insieme un
progetto per la Locride
La Calabria attualmente è retta da
imprenditori che hanno dai 45 ai 60 anni e
che sono pronti ad andarsene, io per primo,
perché un’altra legislatura come
quella di Scopelliti o di Loiero non la
potrei sopportare
www.larivieraonline.com
“
DOMENICA 9 NOVEMBRE 13
Ènecessariolegarelasalvaguardiadeibeniculturaliallosviluppo.
Se i beni culturali vengono ben valorizzati e resi fruibili, possono
tranquillamente fare da traino all’economia locale.
icola Capogreco, imprenditore nel settore della
ristorazione collettiva, è da vent’anni a capo di
un gruppo che opera in Calabria e Toscana, con
un fatturato annuo di 12 milioni di euro, 300
dipendenti, di cui 100 in Calabria.
All’indomani del delitto Fortugno, decide di
impegnarsi fortemente nella Locride, sua terra
di origine e, insieme alla moglie, dà avvio a una
complessa e attenta ristrutturazione di un vecchio borgo contadino, di proprietà della sua
famiglia da secoli, restituendolo allo stato originario e trasformandolo in una location d’eccellenza per eventi. Il
restauro della tenuta, affrontato interamente con fondi personali,
rappresenta oggi un esempio di recupero culturale ed economico
riconosciuto in tutta la Regione ed apprezzato anche fuori dai confini regionali per via degli eventi che si svolgono e che vedono la partecipazione di illustri ospiti del mondo culturale, artistico ed economico, provenienti da tutta Italia.
Spinto dal desiderio di contribuire alla crescita di un territorio particolare come quello della Locride, nel 2005 dona al Comune di
Locri una vasta area della sua proprietà da destinare alla costruzione di un teatro da 3500 posti, convinto che la crescita culturale sia
l’unico modo per avviare un processo di riqualificazione ambientale
e sociale.
Perché Capogreco punta su Oliverio?
Oliverio può mettere a disposizione la sua esperienza per un importante miglioramento. Ha dato segnali di buona amministrazione alla
provincia di Cosenza. Oliverio, a mio avviso, è il candidato che
meglio sintetizza la voglia di rinascita della Calabria.
Una sua caratteristica importante?
Oliverio è una persona molto concreta e una sua caratteristica fondamentale è che è capace di dire dei NO.
Per quanto riguarda la macchina burocratica che è un problema
serio, ci sarà un’inversione di tendenza con Oliverio?
Ci dovrà essere per forza e sarà l’impresa più difficile.
Lei da imprenditore cosa spera possa
cambiare con Oliverio?
Io ho un’attività, anche di elevato
livello, però rischio di rimanere solo
perché non c’è rete, non c’è un sistema. Mi spiego meglio. Io fungo anche
da tour operator perché molti degli
ospiti degli eventi che organizzo provengono da fuori e ogni anno garantisco agli alberghi della Locride 700800 presenze, alberghi che però, purtroppo, molto spesso mi fanno fare
delle gran figuracce. Se vogliamo realizzare dei progetti importanti dobbiamo metterci in testa che dobbiamo
farlo tutti insieme. L’imprenditore
deve avere delle garanzie. Quello che
io chiederò ad Oliverio sarà di impegnarsi a stimolare i comuni al “bello”.
Nell’assegnazione dei contributi premiali della Regione ai Comuni si
dovrà tenere conto di chi fa la differenziata, di chi utilizza i depuratori,
ma non per punire chi non si è adeguato alle nuove normative, ma per
stimolarlo a farlo. Io chiederò a
Oliverio non una politica vecchia con
finanziamenti a pioggia ma un progetto funzionale alla Locride in cui
siano coinvolti tutti: i sindaci, gli
amministratori
comunali,
tutti
dovranno fare la loro parte. Bisogna
partire dai beni culturali – secondo il
Censis siamo la regione d’Europa con
il più ricco patrimonio culturale ma
non lo sfruttiamo e non lo facciamo conoscere – e poi migliorare le
infrastrutture, perché solo se la Locride è bella i privati vi investiranno.
Quindi, la sua proposta è quella di legare la salvaguardia dei beni
culturali allo sviluppo?
Esatto. Se i beni culturali vengono ben valorizzati e resi fruibili, possono tranquillamente fare da traino allo sviluppo.
Sembra che attualmente il politico calabrese senta di avere come
obbligo quello di rispondere di trasparenza e legalità al prefetto,
non di pensare a un progetto che porti alla crescita economica che
avrebbe come ovvia conseguenza l’occupazione…
Prima c’era l’alibi della ‘ndrangheta, ora c’è l’alibi della legalità.
Prima si aveva paura della ‘ndrangheta ora della legalità. E se si ha
paura non è possibile realizzare alcun cambiamento.
Ci sono le risorse umane, figure manageriali capaci, nella Locride
per realizzare questo cambiamento?
Molti professionisti se ne sono andati fuori perché qui non trovano
le condizioni per restare. Se io sono un professionista e devo stare al
gioco del politico di turno preferisco andarmene. Le faccio un esempio: io sono un imprenditore e la mia azienda fattura 12 milioni di
euro l’anno, più di 10 in Toscana e il resto in Calabria. Com’è possibile che io vada bene per la Toscana e non funzioni in Calabria? Qui
è necessario un progetto che innanzitutto procuri l’utenza, salvaguardi la legalità e la trasparenza nelle gare d’appalto, altrimenti
imprenditori e professionisti scapperanno. La Calabria attualmente
è retta da imprenditori che hanno dai 45 ai 60 anni e che sono pronti ad andarsene, io per primo, perché un’altra legislatura come quella di Scopelliti o di Loiero non la potrei sopportare. Se prima speravamo nei passaggi generazionali oggi in Calabria questo è impossibile. Oltre a pensare di fare nuove imprese bisogna cercare di tenerci quelle che ci sono. Io ho puntato su Oliviero come ultima chiamata, se non ci sarà la svolta sarò costretto a lasciare la Calabria.
N
In contrada Marasà si trovano i resti di
uno dei più grandiosi templi di Locri
Epizefiri, il cosiddetto “Santuario dei
Dioscuri”. Tra i pochi templi di ordine
ionico della Magna Grecia, ha
restituito eccezionali gruppi marmorei,
custoditi nel museo di Reggio Calabria
Kaulon, fu una
colonia della
Magna Grecia e i
suoi resti sorgono
nei pressi di Punta
Stilo. È tra i siti
archeologici più
interessanti della
Calabria.
La cattedrale di Gerace,
la più grande cattedrale
della Calabria e la più
imponente
testimonianza
dell'occupazione
normanna della regione
GERENZA
Registrata al Tribunale
di Locri (RC) N° 1/14
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Siderno
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ATTUALITÀ
DOMENICA 9 NOVEMBRE 14
Panetta a“porta a porta”
S
CONOSCERE LA STORIA POLITICA PER EVITARE DI RIPETERE GLI ERRORI DEL PASSATO
ANTONIO TASSONE
i presenta davanti all’interlocutore quasi sempre con il sorriso
stampato sul volto, in jeans e
maglietta e con la barba incolta.
Lui non si scompone più di
tanto. Mette la mano in tasca e tira fuori
“santini” e fac-simile” dove è impresso il
suo cognome e la lista dove trovarlo, con la
sbarratura. Rigorosamente solitario, senza
nessun compagno al seguito, va chiedendo
voti a tutti quelli che incontra, anche ai
novantenni con badante al seguito. In questi ultimi periodi la sua presenza è riscontrabile ovunque. All’uscita delle scuole di
ogni ordine e grado, al mercato, sul lungomare, sulle strisce pedonali del corso principale, davanti ai bar del corso, in tv, alla
radio, a suonare ai citofoni di tutte le famiglie che abitano nelle più impervie contrade sidernesi. Stiamo parlando di lui, dell’ex
sindaco di Siderno, Domenico Panetta.
L’amministratore più “longevo” che la storia politica locale abbia mai conosciuto e
che non si ferma davanti a niente e nessuno. Ad avviso di chi scrive, lui sa bene che
potrà avere difficoltà ad essere eletto
come consigliere regionale ma l’operazione che sta portando avanti, con grande
rigore e sacrifici, anche fisici, è finalizzata a
“frantumare” il partito democratico sidernese. L’obiettivo, infatti, sarà quello di
dimostrare che i cittadini sidernesi lo
vogliono ancora e con i voti, che verosimilmente raccoglierà, potrà mettere tutti con
la spalle al muro. Dopo le sue dimissioni
dal partito renziano, all’indomani dell’inciucio del governo nazionale tra destra e
sinistra, Panetta vorrà fortissimamente
rimarcare che è sempre lui il vero ed unico
leader del centro-sinistra cittadino. A dire
la verità, non vorremmo essere nei panni
della segretaria Maria Teresa Fragomeni,
“combattuta” nel dover girare i suoi voti al
candidato piddino Seby Romeo (che l’ha
voluta alla vicesegreteria provinciale del
partito) o al parente Mimmo Panetta.
Starò attento a verificare come risponderà
la mia città a questa chiamata alle urne.
Provo a ricordare qualcosa del brillante
passato da amministratore di Domenico
Panetta. Egli è stato il sindaco che spese
miliardi delle vecchie lire per l’illuminazione del lungomare, poi rivelatasi di bassa
qualità. E’ stato il sindaco che volle sistemare i rondò spartitraffico, prima costruiti, poi abbattuti perché troppo larghi e con
progetti sbagliati e poi riprogettati in versione mini e quindi riposizionati nello stesso posto con ulteriori aggravi di spese per
l’ente. E’ stato il Sindaco che passerà alla
storia per aver avuto il merito di istituire il
senso unico quando già da almeno un
decennio si parlava della necessità di
attuarlo per decongestionare il traffico in
centro. E’ stato il sindaco che ha inventato
“la sguta”, che riusciva a portare a Siderno
decine di migliaia di turisti nordici impegnando ingenti risorse di bilancio comunale e che tutti, dico tutti, sarebbero stati
bravi ad organizzare disponendo di ingenti risorse economiche comunali. E’ stato il
Sindaco che ha speso decine di milioni del
vecchio conio per acquistare un impianto
di amplificazione “anni 80” per diffondere
la musica stile “Happy days” mentre si
passeggiava su un Corso della Repubblica
chiuso al traffico a mo’ di isola pedonale
(forse l’unica cosa giusta). Tale impianto
funzionò, per dirla con una battuta, da
Natale a Santo Stefano. Ed ancora è stato
il Sindaco “dell’abbeveratoio per cavalli”,
posto in piazza Risorgimento prima della
sistemazione della fontana monumentale
e che costò tanti milioni di lire. E’ stato il
Sindaco che fece predisporre i locali della
sezione staccata di Siderno del Tribunale
Civile di Locri, impegnando ingenti risorse, quando ormai tutti sapevano che si
andava verso la riforma degli uffici giudiziari con l’obbligatoria soppressione delle
sedi decentrate. E’ stato il Sindaco che
blindò e inserì alcuni suoi fedelissimi nella
gestione del centro polifunzionale. Sotto
la sua amministrazione venne modificato
più volte il Piano regolatore generale. E’
stato uno degli ingegneri che ha presentato al comune dei progetti con l’escamotage dello “sportello unico”, laddove ai cittadini che avevano fatto richiesta di ampliamento aziendale (prevedendo un alloggio
per il custode) è stato consentito di
costruirsi la “villa dei sogni”. Individuò la
nostra città, nel piano regionale dei rifiuti
del 2000, come città capofila per l’ubicazione di un impianto per il trattamento dei
rifiuti solidi urbani poi trasformato, come
dimostra il presente, in discarica autorizzata con tanto di “profumo” nell’aria. Ci
sarebbe il “nodo” della piscina comunale
ma sorvoliamo. Non parliamo neppure
delle intuizioni inerenti i palazzi storici di
Siderno Superiore. Nessuno l’ha mai visto
presente nelle manifestazioni a difesa
dell’Ospedale per non fare torto ai leader
Peppe Bova o Liliana Frascà (all’epoca
presidente del consiglio regionale ed
assessore regionale al personale) che,
nonostante furono da lui definiti “untori”,
all’indomani della sua elezione plebiscitaria a Sindaco del 1996, qualche anno dopo
(come premio per l’etichetta affibiatagli)
lo nominarono sub-commissario liquidatore dell’Afor, retribuendolo con migliaia
e migliaia di euro al mese. Ha bandito un
concorso per l’assunzione di vigili urbani i
cui vincitori, dopo soli pochissimi mesi,
ottennero il trasferimento in altre sedi.
Sotto la sua amministrazione, degli assessori in carica lasciarono l’incarico pubblico. Sembra che uno di questi si dimise la
sera prima, per beneficiare, il giorno dopo,
di una consulenza per direzione lavori
pagata profumatamente dal comune rappresentato pro-tempore dal Panetta. Un
altro amministratore a lui vicino (e poi
transfugo) si fece passare, arricchendosi, i
terreni agricoli in suoli edificabili. Un altro
ex assessore, suo amico, ancora oggi si
riempie la bocca parlando di legalità e poi,
sostengono alcuni bene informati, lavora
in nero vendendo abbigliamento agli
amici. L’ultima azione degna di nota è
stata la sua presentazione in Prefettura a
Reggio Calabria, davanti al Prefetto del
tempo, dott. Piscitelli, accompagnato dai
parlamentari Pd Marco Minniti, Luigi De
Sena e Maria Grazia Laganà, dall’allora
coordinatore provinciale Girolamo
Demaria, nonché dagli ex consiglieri
comunali Maria Teresa Fragomeni,
Gabriella Boccuti e Nunziatina Galluzzo,
per chiedere lo scioglimento del consiglio
comunale in quanto, alcuni giorni prima,
nell’ambito dell’operazione “falsa politica”, venne arrestato il consigliere comunale di maggioranza Domenico
Commisso (Mimmo taloncia), nipote del
“mastro”, Giuseppe Commisso, che nella
precedente legislatura, fece parte della
“minoranza” consiliare di centro-sinistra.
Nei mesi scorsi, infine, la Corte dei Conti,
sezione giurisdizionale centrale d’Appello
di Roma, ha messo la parola fine a una
procedura espropriativa che si è protratta
nel tempo e che ha visto coinvolti alcuni
autorevoli esponenti della politica sidernese degli anni 80, tra cui, lo ricordiamo, lo
stesso Panetta, che è stato condannato per
danno erariale a dover rifondere la
somma di euro 34.554,00. E adesso, senza
dimenticarci il passato, il suo “porta a
porta”, fino al 23 novembre, potrà continuare. Se Panetta non verrà eletto consigliere regionale, sempre in caso di vittoria
del centro-sinistra e del suo compagno e
amico Oliverio, ci sarà sempre spazio per
un eventuale incarico ad hoc in uno dei
tanti “carrozzoni” regionali dove generalmente vengono collocati i portatori di voti,
diversamente per lui si aprirà lo spiraglio
per una nuova, entusiasmante, fantasmagorica candidatura a Sindaco della città di
Siderno. Il tutto mentre il centro-destra
cittadino continua a dormire.
LANGOLO DI PARRELLO
HO SOGNATO DEI NUMERI
Mi ero appena addormentato, quando ho sognato di essere allo Stadio Comunale
di Locri, in una domenica degli anni'50. In porta, a seconda gli anni, Violi, Cordi' o
Macrì . In difesa, col numero 5, Aldo Chianese detto " u Russellu ", per via del colore dei suoi capelli. Pino Pileggi eccezionale nelle rimesse laterali, "Ciccio" Baldari
velocissima ala sinistra; "Vici" Carabetta, invece, aveva il numero 3. Il nostro idolo
era Mario Muscolo, centravanti con il numero 9. Furci e Gelsomino fecero carriera e passarono al Cosenza in serie B. Altri calciatori, sempre degli anni '50 e '60,
erano Audino, "Cece" Carabetta, Calabrese, Misitano, Piromalli, Strangio e
Lombardo. Alcuni, poi, venivano da Siderno: Nana' Barillaro difensore, Pepe'
Errigo numero 7, "Vici" Galluzzo ala sinistra. Preparatore atletico il professore Teseo Tavernese,
direttore tecnico Gratteri, uno difficile da contraddire. Presidente "Totò" Spadaro, che veniva al
campo con la sua potente moto " Mondial". Dopo un po' mi sono svegliato, si sa i sogni muoiono
all'alba. Chiedo scusa se, nel sogno, ho dimenticato qualcuno.
Franco Parrello
LASCOMPARSA
ROSA BEVILACQUA
Una mamma e una nonna esemplare.
Sei sempre nei nostri cuori.
Con affetto dalla tua adorata piccolina.
Profili
Diciamoci la verità, girando per la Locride capita di incontrare una
ricca miscellanea di esemplari umani. Eccovi una breve analisi
antropologica delle 8 tipologie che siamo riusciti a individuare.
Gli 8 esemplar
IL FIGLIO DI PAPÀ
È sempre ben vestito e agghindato e va
in giro in SUV. A 19 anni papino gli
paga 3000 euro di corso di preparazione
al test universitario in medicina che lo
costringe – a suo dire – a studiare tutta
l’estate e a disertare la spiaggia almeno
di giorno, mentre la notte ai festini organizzati in riva al mare dagli amici del circolo di tennis o di pilates (il calcio lo
fanno tutti!) non può mancare, altrimenti a chi lo racconta che ha studiato
tutto il giorno perché vuole entrare in
medicina? Il test di medicina puntualmente non lo supera… “Un altr’anno
mio padre mi trova una raccomandazione al Ministero, quella col Rettore non
è servita”. Nel frattempo se ne va a New
York così quando chiederanno al padre:
“Ma tuo figlio è entrato alla fine in
medicina?” potrà rispondere tronfio e
spocchioso: “No è stato selezionato
dopo un difficilissimo test in bla bla bla
e adesso è a New York per presenziare
a un’importante convention in bla bla
bla” che tradotto significa: “Ho pagato
5000 euro per levarmelo dalle scatole
così che nessuno pensi che tra tutti gli
spermatozoi di cui disponevo giusto
quello scemo la natura ha selezionato.
O peggio ancora che sono cornuto”.
Sarete aggiornati sulla sua esperienza di
bla bla bla a New York dai numerosissimi post su fb e dalle foto su instagram
che pubblicherà per la vostra dose di
scartavetratura di balls giornaliera. Il più
delle volte il figlio di papà finirà col fare
il politico o l’evasore fiscale o con il lavorare nell’azienda del papi puntando
tutto sui collaboratori selezionati da un
team di manager. Nel caso in cui, invece, la raccomandazione al Ministero
abbia funzionato, il figlio di papà riuscirà a laurearsi a 40 anni con 66 e sarà
perseguitato dall’opinione pubblica per
il resto dei suoi giorni per aver dimenticato un Rolex d’oro nella pancia di un
paziente operato di appendicite. Il figlio
di papà locrideo cena generalmente al
Gambero Rosso o al Minuetto, mentre
per il dopocena, puntatina al Top o in
qualche circolo privato per l’ennesima e
noiosa entrata in società al ritmo di
Balla per me balla balla e Bamboleo,
bambolea…Porque mi vida, yo la prefiero
vivir asi!
IL DON VITO
CORLEONE
Esemplari di Don Vito Corleone o presunti tali nella Locride ce ne sono a iosa.
Perché se esiste l’antimafia, esisterà
anche la mafia, no?! Il Don Vito si tira i
capelli e si fa la barba rigorosamente dal
barbiere. Guai a qualche peletto sul
collo o alle basette fuori posto. Sempre
ingellato, profumato per un effetto
seducente e intossicante. Porta pantaloni colorati, sgargianti – arancio melone,
rosso, azzurro – camicia pure d’estate
alle 2 del pomeriggio, sneakers. Sfoggia
padelloni come orologio, collana d’oro,
occhialino da sole. Da ragazzino lo vedi
in sella a motorini truccati; presa la
patente, si compra la Golf, ribassata,
mentre il Don Vito Corleone di rango
superiore il Bmw. Al bar lo trovi con il
portafoglio in mano a strattonarsi alla
cassa. La cassiera vive attimi di panico:
“Non ti pigghiari ji sordi ca pagu jeu”
“Finiscila, ca m’offendu”, “Nesciti i ccà,
va vidi chi ndà u fai” and so on…
Rapporto con l’altro sesso: non si sa rapportare, in quanto il Don Vito Corleone
è la sintesi perfetta di “moda” e totale
assenza di cultura. Si limita, perciò, ai
commenti perversi con gli amici. Va in
giro in gruppo di almeno tre persone,
perché in due potrebbero sembrare gay.
D’estate passa da un locale all’altro fino
al mattino, così, senza fare niente: non
balla, non canta, non si rapporta con le
femmine, beve solo qualcosa, un commento perverso con gli amici e via al
prossimo locale. Alle 4 rompe le scatole
al cameriere stanco e stravolto da una
giornata di andirivieni per i tavoli e
richieste assurde e si ferma a mangiare.
Lo riconosci subito perché mangia
maionese e ketchup con immerse le
patatine. Come pizza ordina wurstel e
patate e chiede la maionese e il ketchup
per condirla, o al massimo sceglie la diavola che fa tanto temerario.
Generalmente il Don Vito, se non si è
fermato alla terza media, ha frequentato il professionale perché è l’unico istituto in cui dopo tre anni ti puoi fermare.
Prosegue gli studi universitari se ha “u
cugnu”, ma a Reggio e Messina o al
massimo a Cosenza, perché “pi fora”
non ha conoscenze. Di solito opta per
giurisprudenza così ha il lavoro assicurato: potrà difendere il padre e tutta la settima generazione. Il Don Vito Corleone
si rapporta solo con maschi della stessa
specie, con gli altri non interagisce perché non si abbassa.
LO SPASOLATO
Spasolato significa propriamente “senza
fagioli”, cioè una persona che non possiede neanche un raccolto di fagioli su
cui fare affidamento. Lo spasolato vive
alla giornata, e in questo si può dire che
abbia raggiunto una sua saggezza zen,
ma vive anche di piccoli espedienti, non
sempre onesti. Non ha attività lavorativa e si comporta come un onnivoro cacciatore-raccoglitore.
Lo spasolato è una creatura quasi esclusivamente diurna, anzi, mattiniera.
Appena alzato fa un giro in paese e riesce sempre a farsi offrire il caffè da qualcuno, a leggere il giornale di qualcuno, a
farsi dare un passaggio. Poiché la sua
forma di sostentamento più rilevante è
la cresta sulla spesa, l’attività diurna preminente dello spasolato è quella delle
“commissioni”. Per conto di madri,
padri, zie, nonne, fratelli, ecc, lo spasolato lo incontri alla posta, al supermarket,
in farmacia, all’ospedale, dal panettiere.
Se automunito, diventa anche il tassista
di famiglia.
Esiste un preciso dimorfismo sessuale
tra spasolato e spasolata. Gli individui di
sesso maschile tendono a vivere con l’inganno e con la frode, mentre quelli di
sesso femminile o soccombono alle loro
famiglie, o si accompagnano a un altro
spasolato cui reggono il moccolo nelle
attività poco pulite. Tuttavia i danni che
possono compiere anche in combinata,
sono circoscritti, poiché lo spasolato è
una preda piuttosto semplice da scoprire e catturare.
Dopo aver compiuto le sue mansioni
mattutine, lo spasolato compie lunghe
passeggiate per il paese, non avendo
null’altro da fare. Difatti il fisico degli
spasolati è solitamente asciutto e nerboruto.
IL COTRASCHIUNI
Anche noto come “cotrascuni”, è una
variante di “cotraru”, ma con valenza
accrescitiva e dispregiativa. Un cotraschiuni è un adolescente, tra i 14 e i 18
anni (per alcuni si superano i 20).
L’attività preminente del cotraschiuni
locrideo è paragonabile a quello della
sardina. Essendo un animale gregario,
infatti, si riunisce in banchi di più individui dello stesso sesso, cercando il cibo
sul fondale. Una caratteristica fondamentale del cotraschiuni è quella di
essere motorizzato con accessori superpersonalizzati rigorosamente di imitazione fatti stampare in cartoleria. Come
i banchi di sardine, i cotraschiuni fanno
il giro dei corsi principali e dei lungomari, osservando gli esemplari di sesso
opposto, cercando di individuare i soggetti più disponibili all’accoppiamento.
A Siderno i luoghi preferiti in cui i cotraschiuni si spiaggiano come le balene
sono la piazzetta con il busto di Michele
Bello e la “Nacatola”. Lo spiaggiamento può durare ore, durante le quali i
cotraschiuni osservano le ragazze o le
insidiano direttamente richiamando la
loro attenzione in modo volgare e rozzo.
Le attività ludiche favorite del cotraschiuni sono fare baruffe, emettere
vocalizzi gutturali da ominide, rompere
oggetti, specie se di proprietà comunale,
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“
DOMENICA 9 NOVEMBRE 17
Esemplari così diversi tra loro ma tutti pronti a cedere di fronte al
fascino prorompente della MIMF (Mamma che Io Mi Farei) in grado di
aizzare le fantasie maschili più invereconde
ri della Locride
sfidarsi a compiere atti vandalici, oltre
che inscenare lotte rituali per la supremazia sul branco.
L’eloquio del cotraschiuni è di solito
molto ridotto, e comunque limitato al
vernacolo, e ogni frase è tesa a vantarsi
delle proprie attività (spesso dei successi con le ragazze o con i motori): sebbene questo genere tassonomico non sia
dotato di particolare acume, compensa
con la fantasia, inventando balle a tutto
spiano. Tale comportamento può verificarsi anche in età adulta o matura, causando effetti involontariamente comici
per l’osservatore.
IL PENSIONATO
Si fa le file alle poste e rifiuta categoricamente la possibilità di farsi accreditare
la pensione sul libretto per fare la fila
alle poste e lamentarsi della fila alle
poste. Frase preferita “e tempi mei”: è il
suo grido di battaglia! Si alza di buon
mattino perché c’è una lunga giornata di
coordinamento dei lavori ad attenderlo.
Lo trovi, infatti, in qualsiasi posto dove
ci sia gente che lavori e alla quale lui non
si esimerà dall’impartire ordini, correggendo progetti di ingegneri, riprogettando strutture di sostegno fatte – a suo
dire – a muzzo (“E pensari chi hannu
puru i scoli!”).
Esiste da noi una variante moderna di
questa categoria che è il pensionato alla
stazione, che se ne sta impalato tutto il
santo giorno a guardare la gente salire e
scendere dai treni in attesa di qualche
straniera dell’Est per dare libero sfogo
ai suoi bollenti spiriti da tempo repressi.
IL RADICAL CHIC
È la più mostruosa mutazione genetica
del figlio di papà. Si autoproclama intellettuale e ha sempre quell’espressione
preoccupata per le sorti del mondo.
Nessuno lo contraddice perché fondamentalmente nessuno lo capisce. Un
illuminato a basso consumo che pontifica minchiate a ciclo continuo sfruttando
l’energia eolica! “La casta, la casta, la
casta… il sistema, il sistema, il sistema è
malato!” - urla nel cuore della notte
risvegliandosi da un incubo con Topo
Gigio. Mangia solo biologico, equo, solidale, di stagione e a km 0, poco importa
se si tratta di pomodori al cadmio e
broccoli all’arsenico. Impiega ore a scegliere cosa indossare per sembrare uno
che ha messo la prima cosa che ha trovato. Gira con la sua bicicletta vintage
con cestello coordinato perché non
inquina e muoversi fa bene, poi però
scrocca passaggi all’amico con la Golf.
Non guarda la tv spazzatura e se per
sbaglio si ritrova a parlare dell’ultimo
reality, giura di aver dato una sbirciatina
solo per un interesse puramente antropologico. La musica classica gli dà la
carica e dà libero sfogo alla sua creatività. Neorealismo, Nouvelle Vague,
cinema russo e polacco, questo è quello
che predilige o anche il cinema tedesco
d’avanguardia che è quello muto così le
parole ce le mette lui che è più capace.
Il radical chic non fa shopping e non va
in discoteca ma solo a presentazioni di
libri e vernissage. “Hai detto Flaubert?
Ohh…pitupitumpà… ah no quella era
Susanna tutta panna!”. Il radical chic è
per la rivoluzione ma andate avanti voi
che lui intanto firma la petizione online!
IL MONOTEMATICO
La sua vita si riduce agli eventi. Per l’esemplare monotematico femminile
sono le nascite, i compleanni, i battesimi, le prime comunioni, le cresime, le
lauree, i matrimoni, gli anniversari e
persino i funerali. Pianificati con larghissimo anticipo e curando il minimo dettaglio perché non bisogna lasciarsi
cogliere impreparati “ca poi ‘ndi cuntamìnanu”. Per la nascita la corsa agli
acquisti parte dopo i primi tre mesi di
gravidanza ma solo perché prima “porta
male”. I compleanni e gli anniversari
vanno organizzati un anno prima e
durante tutto l’anno la monotematica
non parlerà di altro: bomboniere,
addobbi a tema, decorazioni della torta,
inviti, invitati, abito, abito della figlia,
abito del marito e del figlio (“A loro
basterà cambiare la cravatta e sembrerà
un vestito diverso!”), abito dei nonni
(“Quello che hanno indossato per la
nipote nel lontano 1959 andrà benissimo! Lo porto in lavanderia e lo faccio
rinfrescare. Dici che è grande?! Non lo
noterà nessuno, tanto non si alzeranno
dal tavolo!”). Quanto al matrimonio dei
figli è stato programmato sin dalla nascita e loro dovranno immaginarlo così
come l’ha sognato la madre, stesso
discorso vale per il 18esimo e per la festa
di laurea. Anche i funerali vanno programmati: alla prima avvisaglia di malo-
re di un qualsiasi parente la monotematica si accerta di avere un abito per la
veglia e uno per il funerale, completo di
accessori che siano la perfetta sintesi di
sobrietà e afflizione.
L’evento dell’esemplare monotematico
maschile è la partita della squadra del
cuore. Lui vive in funzione degli esiti di
una partita. Se la sua squadra perde è
praticamente in lutto, tanto che ordina
alla moglie di tirare fuori il vestito nero
che teneva in serbo per la zia colpita
improvvisamente da raffreddore e di
indossarlo fino alla prossima vittoria. A
fine campionato per due mesetti circa si
dà alla critica. Trova da ridire su tutto: le
buche, l’erbetta sul marciapiede, gli
impiegati comunali, il governo, gli extracomunitari, il caro prezzo degli alimenti, i giovani scapestrati e senza rispetto e
naturalmente
il
calciomercato.
Sermoneggia contro le ignominie della
società moderna con gli amici in piazza
e si dichiara pronto alle barricate. Ma
entro la penultima settimana di agosto
che poi inizia il campionato!
LA MILF
Il termine MILF (Mother I’d Like to
Fuck) italianizzabile in MIMF
(Mamma che Io Mi Farei) designa
donne di età compresa fra i 35 e i 50
anni con (almeno) un figlio, (almeno)
un compagno, (almeno) un amante e
svariati ex. Segni particolari: facce da
botox che con il silicone Saratoga al mio
falegname verrebbero meglio, fisico da
pin-up stagionata. Sono quelle madri
per cui tu ti fai invitare dall’amico per
poterle scoprire più da vicino. Il figlio di
una milf è infatti il più riverito della
comitiva. Le milf sono sempre sopraffatte da ondate di endorfina. Dicono di
avere le farfalle nello stomaco ma
magari è gastrite. Credono di essere
grandi seduttrici quando invece sono
semplicemente facili. Per loro il tempo
non passa mai… il tempo su facebook
intendo. Giornate intere a tenere informate le amiche milf sulla loro vita: la
colazione, il brunch, l’aperitivo, il tè
delle 5, la scofanata di mezzanotte.
Quando non sono su fb le trovi al Blue
Dahlia a farsi le foto da pubblicare su fb!
Professioniste dell’ancheggiare su altezze funamboliche, aizzano le fantasie
maschili più invereconde del cotraschiuni che proclama i suoi commenti volgari ad alta voce, del Don Vito Corleone
che commenta ma con discrezione con
gli amici, dello spasolato che ha ben
poche speranze di riuscire nell’abbordaggio, del pensionato alla stazione che
da buon marpione cerca l’approccio, del
monotematico che in questo caso farà
un’eccezione, del radical chic che fa
tanto lo chic ma una bottarella non la
disdegna nemmeno lui, e – perché no –
del figlio di papà generalmente attratto
da bellezze di fresco turgore ma per il
quale in certi casi gallina vecchia fa buon
brodo!
Maria Giovanna Cogliandro
Si ringrazia per la gentile collaborazione
Lidia Zitara
RIVIERA
CULTURA E SOCIETA’
Pillole Naturopatiche
A cura di:
Patrizia Pellegrini
Naturopata Bioterapia Nutrizionale®
Presidente Associazione Culturale Tone
LA CICORIA o Erba amara...
tutto ciò che è amaro
di gusto, purifica il fegato!
La Cicoria è una pianta perenne. Ha un caratteristico sapore
amarognolo, dovuto alla presenza di sostanze alcaloidi. In realtà,
comunque, il sapore varia da cicoria a cicoria, perché ne esistono
diverse tipologie, ognuna con una palatabilità diversa, più o
meno amarognola.
Quando si acquista la cicoria, come per tutte le altre verdure a
foglia, bisogna controllarne bene l'aspetto, per essere certi di
portare a casa un prodotto fresco. Le foglie della cicoria devono
apparire prive di lesioni e parti scure e non devono essere ingiallite.
La cicoria stimola la concentrazione, aiuta a combattere la sonnolenza, ha potere lassativo, stimola l'attività di pancreas e fegato. Grazie alle sue proprietà aiuta a regolare la quantità di glucosio e di colesterolo nel sangue; è dunque un alimento particolarmente prezioso per chi soffre di diabete o colesterolo alto.
La cicoria contiene cicorina, inulina, colina, tannino, amido, sali
minerali e vitamine, tutte sostanze molto utili all'organismo, grazie alle quali questo vegetale vanta proprietà astringenti,
toniche, disinfettanti e disintossicanti.
La cicoria, inoltre, favorisce il funzionamento della cistifellea e
dei reni e stimola la digestione.
Gli impacchi fatti con il decotto di cicoria aiutano a lenire le irritazioni cutanee.
La cicoria, infine, è considerata un vero toccasana per l'acne, l'intestino, il fegato, la cistifellea, il pancreas e i capelli.
Curiosità :
Nel periodo napoleonico, in Francia, la radice della cicoria veniva usata come surrogato del caffé; abitudine che venne presto
diffusa anche in Inghilterra e Stati Uniti.Secondo una credenza
popolare la cicoria, soprattutto quella selvatica, sarebbe in grado
di risvegliare l'eros. Sarebbe, infatti, un vasodilatatore naturale,
capace di aumentare l'afflusso di sangue agli organi sessuali
maschili.
GIOVANITALENTI
Il trio delle
meraviglie :
Perrotta, Figliomeni e Carrozza
N
ANTONIO TASSONE
ella seconda puntata dei
calciatori in vetrina,
questa settimana continuiamo il nostro percorso alla scoperta dei
migliori talenti locali, presentandovi
altri tre calciatori della numerosa
nidiata assistita da Bruno Larosa e
Manuel Montipò. Anche di loro, c'è
da giurarlo, sentiremo parlare in futuro .
Il sidernese Cosimo Figliomeni, è nato
nel 1992. E' un trequartista di piede
sinistro che fa della fantasia e della
velocità i suoi punti di forza. È cresciuto nelle giovanili del Catanzaro,
squadra con la quale ha giocato il suo
primo torneo da professionista nella
stagione in cui i giallorossi vinsero il
campionato. Ha effettuato ulteriori
esperienze in Lega Pro con le maglie
di Vibonese ed Hintereggio. Dopo
aver vinto il torneo di Eccellenza con
il Roccella, nella stagione in corso ha
avuto l'opportunità del grande salto
tra le fila del Gaz Metan Medias, compagine rumena di serie A, con la quale
in questa prima fase di campionato ha
già realizzato tre reti e due assist.
Perrone Francesco, classe 1995, nato a
Cosenza, è il classico trequartista
dotato di un'ottima tecnica di base e di
visione di gioco. Milita sin dalla categoria Giovanissimi con la formazione
del presidente Foti fino alle due presenze in serie B nella scorsa stagione.
Nati senza camicia
Ho deciso di raccontarvi la storia di due fratelli, Samuel e Susan che fin da piccoli non
hanno avuto la fortuna di avere una vita facile, anzi…
I due fratelli vivevano in un piccolo paesino
della Russia con una madre e un padre che,
spesso faceva uso di alcolici e tornando a
casa ubriaco fradicio violentava e picchiava
la moglie con gesti che si imprimevano negli
occhi dei bambini giorno dopo giorno. I due
vivevano con l'incubo del padre, il più piccolo racconta che, guardando passivamente la
violenza che la madre subiva, per avere un
po' di conforto si stringeva al petto della
sorella mentre osservava l'orrore. Molte
volte i fatti furono denunciati, ma la polizia
mai intervenne. La situazione un giorno precipitò. Era una notte buia e tempestosa, la
madre si trovava con i figli in soggiorno,
quando il marito più ubriaco che mai, tornato a casa, pieno di ira e collera sbatté la
moglie contro un armadio, e fu la volta decisiva. La povera donna non riuscì per l'ennesima volta a resistere alla violenza e crollò.
Con la sua morte, non si spense solo la sua
vita ma anche quel briciolo di speranza che
viveva nel cuore dei piccoli… il peggio doveva ancora venire, perché è proprio dopo la
morte della madre che ebbe inizio il loro calvario. Furono mandati in un collegio dove
persero la loro dignità di bambini. Qui ad
accudirli vi erano quattro o cinque assistenti
ERRATA
CORRIGE
Ancora uno spazio di Riviera finalizzato a
mettere in risalto le performance sportive dei
migliori talenti calcistici della nostra regione.
Oggi spazio a tre attaccanti di classe e
temperamento che si stanno imponendo
all’attenzione dei più bravi addetti ai lavori,
sia per la loro duttilità agonistica ma anche per
la loro versatilità tecnico-tattica.
sociali, troppo pochi per gestire tanti bambini, infatti per riconoscerli, come nei campi di
concentramento veniva assegnato loro un
numero. Nel collegio c'era la possibilità di
essere adottati, molte volte furono presi da
diverse famiglie, ma sembrava viaggiassero
come pacchi perché dopo un periodo di
prova venivano riportati in istituto. In loro la
scintilla di speranza si spegneva ancor prima
di accendersi. Un giorno sembrò che finalmente la fortuna avesse bussato alla loro
porta. Una coppia di coniugi di mezza età
provenienti dall'Italia, decise di adottarli.
Samuel e Susan avevano trovato quella che
loro credevano una famiglia. In realtà il rapporto che avevano col padre era bellissimo,
egli li amava come figli naturali, li aveva
iscritti a scuola e infatti avevano imparato
perfettamente l'italiano. Meno bello era il
rapporto con la madre che avendo già qualche problema non gli dava il giusto affetto.
Comunque, la loro vita sembrava andasse
per il verso giusto quando all'improvviso il
padre fu colto da una malattia e nel giro di
una settimana morì. La ruota della fortuna
sembrava non puntasse mai le sue freccette
verso loro. La madre a quel punto persa
completamente la ragione introdusse i figli
in un ambiente malavitoso dove iniziarono a
compiere piccoli furti e a chiedere l'elemosina. Segnalate le ripetute assenze scolastiche,
finalmente intervennero i servizi sociali che
collocarono i fratelli in una casa famiglia.
Samuel e Susan ripresero a vivere, finalmente avevano trovato una vera famiglia e dei
fratelli con storie simili alla loro. Tutte le
pene avute sembravano essere ormai acqua
passata. Ma quando il sole decide di non
splendere, poco puoi fare per illuminare il
mondo. La sventura non li abbandonò.
Trascorsi pochi mesi la ragazza si ammalò di
leucemia e al momento si trova ricoverata in
un ospedale calabrese dove combatte ogni
singolo minuto per sopravvivere. Nella vita
non siamo noi a decidere di avere fortuna o
meno, è lei l'artefice di tutto… a volte si
diverte a giocare con le persone e, quando lo
fa, sa essere proprio crudele.
(tratto da una storia vera)
Giulia Roccisano III B
Rinnovato il Consiglio dei Medici Chirurghi e Odontoiatri Le cariche sono
state così distribuite: Pasquale Veneziano (Presidente), Giuseppe Zampogna
(vicepresidente), Vincenzo Nociti (Segretario), Bruno Porcino (Tesoriere). Per
errore non era uscito il presidente Veneziano, anche noi sbagliamo.
Può vantare diverse presenze nella
Nazionale
italiana
under
16.
Nell'ultimo periodo diversi piccoli
infortuni, che si spera siano stati messi
alle spalle, lo hanno costretto ad un
riposo forzato.
Carrozza Alessandro, infine è un
attaccante esterno nato nel 2000 a
Roccella Jonica. Questa in corso è la
sua seconda stagione con la maglia
delle giovanili del Sassuolo. Con la
compagine emiliana si è messo in
mostra segnando molte reti nel torneo
2013/2014; nel campionato attuale sta
confermando la prolificità sotto porta
della scorsa stagione..
La prossima domenica daremo spazio
ad altri giovani calciatori della nostra
regione.
SETTIMANALE
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Il treno e
la filosofia :
Vincenzo
Muià
"Ho dovuto fare una scelta: continuare a
investire la mia energia e farmi sfruttare,
oppure andare dove c'era bisogno di
me. Così ho deciso la Calabria".
È
gno di conoscere ogni angolo del proprio corpo. E la danza, aiuta
ad avere questa consapevolezza."
E per far capire meglio, ricorre a un esempio: "quando si zoppica, non si zoppica e basta. Tutto il corpo subisce una modificazione, la colonna vertebrale subisce una piega, la gamba si trasforma,
nel nostro corpo tutto è strettamente interconnesso.
Così quando dovrò rappresentare un personaggio che zoppica,
dovrò tenere conto di tutto questo. E il mio corpo, come il suo,
dovrà assumere una momentanea modificazione.
Avendo consapevolezza della mia fisicità, riuscirò a farlo."
Rimango spiazzata. C'è davvero tanto lavoro dietro la formazione di un attore, e lo rimango ancora di più quando continua a riferire di fonetica e dizione, di tutti gli esercizi tecnici che richiedono la conoscenza dell'anatomia per regolare la voce, l'intensità e
l'accento, per la gestione del flusso di aria e quant'altro.
Dopo anni di intensi studi e lavori, dopo aver frequentato corsi e
collaborazioni con mostri sacri del teatro, Vincenzo Muià decide
di tornare in Calabria. Questa volta non per una vacanza, ma per
viverci.
"Ho dovuto fare una scelta: continuare a investire la mia energia
e farmi sfruttare, oppure andare dove c'era bisogno di me. Così
ho deciso la Calabria".
Da allora, è impegnato in vari progetti, in quello con Bernardo
Migliaccio Spina e la loro scuola di Teatro a Locri, frequentata
soprattutto da giovani,ma da poche persone di media età, "perché
quelli di media età, sono troppo stressati dal lavoro".
Poi è impegnato in una serie di lezioni che si tengono presso la
SARA LEONE
nato a Torino, ha vissuto al Nord tantissimo
tempo. Durante le estati della sua infanzia
veniva in Calabria a trascorrere le vacanze. I
suoi genitori sono calabresi.
Dopo aver studiato, e dopo essersi affermato come
attore, a 35 anni ha deciso di tornare in Calabria, la
terra verso la quale nutre un acuto attaccamento sensoriale, di profumi e odori.
Vincenzo Muià, si mostra gentile e disponibile alla
domanda: "Come nasce la passione per il teatro?".
Mi racconta di quando era piccolo, di quando suo
padre a sei anni lo portò al parco e lo fece assistere al
teatro dei burattini.
Seduto lì, affascinato per tutta la durata dello spettacolo, si rifiutò di alzarsi per andare via al termine della
messa in scena. Voleva che lo spettacolo continuasse,
così aspettò e ne vide la replica.
A otto anni entrò a far parte degli scout e la sua specialità fu proprio quella di "attore".
Prendeva parte agli spettacoli messi in scena, anzi ne era diventato proprio il direttore artistico, e il protagonista allo stesso tempo.
Poi un giorno una signora, accortasi del suo talento, gli consigliò
di iscriversi alla facoltà di DAMS, e così fece, anche avendo conseguito un diploma tecnico di Ragioneria.
"In Ragioneria avevo cinque, in compenso ero
sempre a teatro"- confessa
l'attore con una nota di
ironia.
Contemporaneamente
all'Università, per mantenersi, ha fatto il dattilografo, e come se non
bastasse ha frequentato la
"scuola di teatro di
Navile", diretta da Nino
Campisi che, alla conclusione gli chiese di rimanere in compagnia, "ma io
non mi sentivo pronto"-dice.
"Da allora iniziai a frequentare una serie di seminari, corsi di perfezionamento, di danza contemporanea; così piano piano, l'attore si formava autonomamente sempre di più...anche se ancora
adesso mi sento incompleto!"
Sono un po' perplessa su come la danza contemporanea possa
concorrere alla formazione di un attore, così approfondiamo la
questione.
"La danza contemporanea-mi dice- mi ha aiutato tantissimo a
capire come sfruttare le articolazioni oltre che i muscoli, è importantissima per il teatro contemporaneo, perché l'attore per rappresentare le tensioni sociali contemporanee, che indubbiamente si ripercuotono anche sulla gestualità e sui movimenti, ha biso-
“In Calabria c'è una
teatralità pazzesca,
incanalata male però. I
giovani devono andare via,
vedere realtà diverse, e
quando torneranno... altro
che California!”
Libreria Mondadori, al centro commerciale "la Gru".
Grazie all'instancabile impegno intellettuale di Roberta Strangio,
è stato realizzato iun corso di "lettura espressiva" tenuto proprio
da Vincenzo Muià.
"Lettura espressiva? Quella che Benigni fa della Commedia?"chiedo entusiasmata.
E lui risponde: "La lettura espressiva è la lettura di un brano, in
cui si incontrano immagini nuove, immagini che nel lettore suscitano emozioni, e che il lettore stesso si sente libero di rappresentare leggendo.
Perché lo stupore passa dagli occhi alla voce, e dalla voce direttamente al pubblico".
Niente a che che fare con la dialettica o con la retorica, è qualcosa che mira alla sostanza, non alla forma.
"La forma-dice Vincenzo Muià- è l'esatto opposto del mio lavoro".
"Una sorta di filosofia?"-chiedo.
"La mia"- risponde.
È costruttivo sapere di avere sul nostro territorio, persone che si
impegnano a livello culturale. La Mondadori è un vero e proprio
circolo intellettuale che insieme a personalità di spicco offre
opportunità di crescita non indifferente.
E questo per noi, non può essere che un orgoglio.
L'attore continua, concludendo con una nota un po' negativa ma
ricca di speranza:"non vedo giovani che sognano. In Calabria c'è
una teatralità pazzesca, incanalata male però.
Indirizzata verso l'aggressività e non verso la condivisione.
I giovani devono andare via, vedere realtà diverse, ma poi devono tornare. E quando torneranno se sapranno indirizzare le energie...altro che California!
In Calabria la cultura grecanica si fonde con la natura. È meraviglioso.
Ma si sogna ad occhi chiusi.
Ci si adagia sul presente con la paura del futuro.
Se solo si imparasse a sognare..."
DOMENICA 9 NOVEMBRE 19
RIVIERA
TRADIZIONI
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DOMENICA 9 NOVEMBRE 21
sformava nell'ennesima scusa per bere. ringraziava Dio che gli amici la chiamassero
Aveva perso il lavoro e questo era il risultato. semplicemente Anto. Credeva che ognuno
Un fratellino più piccolo, vivace e movimen- avesse il diritto di scegliere il proprio nome e
tato, che di notte si alzava e vagava per casa, infatti sosteneva la tesi del nome provvisorio:
tanto che lei stessa c'aveva fatto
l'abitudine di andarlo a recupe- Suo padre non era cattivo, c'erano giorni in cui
rare quando in bagno, quando le chiedeva della scuola, se il problema di
nel ripostiglio. Una mamma
buona, forse troppo, molle matematica della sera prima era corretto.
come il budino delle pubblicità. Non era il classico ubriacone da osteria. Suo
Suo padre non era cattivo, lo padre aveva deciso di soffrire in silenzio.
sapeva, perché c'erano giorni in
cui le chiedeva della scuola, della storia, e se ti tieni fino alle medie quello che ti hanno
il problema di matematica della sera prima messo i tuoi genitori, e poi te ne scegli un
era corretto. “In un paese si sa sempre tutto”, altro, alle superiori. Alle superiori e non
diceva la sua vicina, donna alla “vecchia prima perché fino ai 13 anni sei stupido, dicemaniera”. E invece no. Nessuno sapeva della va. Dalla strada giungeva il suono della taransituazione che loro vivevano a casa, perché tella: il paese era in festa, almeno per quell'u-
L'altra faccia di San Martino
Il
SARA JACOPETTA
paesello sorgeva ai piedi della montagna. Sembrava un piccolo presepe.
Dalla piazza alberata, si ergeva il
centro storico, che da laggiù sembrava piccolo e minuto. La chiesa, al centro di tutto,
faceva da mamma alle casupole, ai tetti e alle
antenne. Passeggiarvi in quel di novembre
era un regalo. I teli mare estivi, colorati e fin
troppo moderni per quell'antico paesaggio,
avevano lasciato lo spazio a grandi ceste
intrecciate: ospiti all'interno noci e castagne,
lasciate ad asciugare al sole. Ma ben presto
anche loro avrebbero lasciato il posto alle
lucette colorate di Natale: nessun balcone
avrebbe avuto lo stesso ritmo delle altre luci-
ne e ne sarebbe venuto fuori un rincorrersi di
colori. Il freddo quella sera era secco e piacevole, dopo l'afa estiva che si era protratta fino
al mese di ottobre. I ragazzi seduti sulle panchine non sembravano temere il freddo:
schiamazzi e sonore risate animavano la piazzetta. Qualcuno stava seduto sul proprio
scooter, gli altri per metà sulla panchina, per
metà sullo schienale, per far spazio a tutti.
Anche Antonia avrebbe desiderato essere lì
con i suoi amici, a far baldoria, perché è questo che si fa a 16 anni. Ma non poteva. Nel
giorno di San Martino, “dove il mosto diventa vino”, come aveva imparato alle elementari, in cui i suoi compaesani erano felici di
inaugurare le botti del vino prodotto con
sacrificio e dedizione, per suo padre si tra-
suo padre non era il classico ubriacone da
osteria. Suo padre aveva deciso di soffrire in
silenzio, di riempire il vuoto che aveva dentro
con qualcosa che attenuasse l'ansia di non
arrivare a fine mese. Ma non volendolo fare
in pubblico, aveva scelto il luogo più intimo:
la casa. Si rintanava nel salottino poco usato,
circondato da ricordi felici come le foto della
comunione di Antonia con i denti ancora
storti, la gita sulla neve di qualche inverno
prima, un anniversario di matrimonio dove
mamma aveva gli occhi chiusi mentre quelli
di papà erano aperti e vivi. Si abbandonava
sul divano, testimone di ricordi infantili e che
aveva svolto la funzione di letto delle bambole. Antonia portava il nome della nonna, e
Sei brindisi
alla Calabria
del buon vino
L
ANTONIO CORMACI
a Calabria dei miti, la Calabria di
Ibico, la Calabria di Pitagora, la
Calabria di Leonzio Pilato e, da
qualche giorno, anche la Calabria dei
vini buoni.
Ben sei sono, infatti, le etichette vinicole nostrane citate in “Vitae - Guida vini
2015”, coordinata e creata dall'AIS,
associazione italiana sommeliers, la
quale ha presentato l'opera in una kermesse esclusiva a Milano, appuntamen-
nico giorno d'autunno. Ma non poteva uscire
e raggiungere gli altri. O meglio, poteva, ma
non voleva. Si era informata molto su questo
argomento dell'alcol e quello che aveva letto
era bastato per farla spaventare: papà che
picchiavano i figli e la mamma e che, se erano
presi male, potevano decidere pure di farla
finita.
Doveva vigilare.
In quella bomboniera di centro storico perfetta, in quell'immagine spesso utilizzata
nelle cartoline del paese, succedevano cose
come questa. Non era proprio come nelle
case del presepe, con le lucette accese dentro
e con i personaggi felici per la nascita di
Gesù.
to noto agli addetti ai lavori. La notizia,
effettivamente, potrebbe non sorprendere particolarmente, considerata l'atavica tradizione vinicola che alberga
nella Calabria dell'Aspromonte, dello
Jonio e della Sila, però fa sempre piacere constatare come questa stessa tradizione diventi, giorno dopo giorno, di
patrimonio finalmente nazionale, più
che un mero vanto regionale. E le testimonia il fatto che, oltre alle sei etichette “eccellenti”, nella rivista siano stati
recensiti anche 39 aziende e 167 tipi di
vini made in Calabria. Ciò è senz'altro
sintomatico di una enologia, quella calabrese, che si è resa protagonista di un
percorso di crescita che ha avuto come
tappe una cura più dettagliata della qualità del prodotto finale ma anche questo
rinnovato sentimento di riscoperta di
piantagioni completamente autoctone e
pertanto da tutelare.
I vini presenti nella Guida, un vero e
proprio totem della cultura enologica,
sono dei nomi certamente noti a degustatori, sommeliers ed esperti: si va dal
passito Collimarini 2013 dell'azienda
Poderi Marini di San Demetrio Corone
(CS) al Moscato Passito di Saracena
2013 della Cantina Viola di Saracena
(CS); dal rosso Magno Megonio 2012
delle Cantine Librandi di Cirò Marina
(KR) al Cirò Rosso Classico Superiore
"Aris" 2011 della Cantina Arcuri di Cirò
Marina (KR); dal rosso Magliocco 2010
della Cantina Lento di Lamezia Terme
(CZ) al passito Mantonico 2010 della
Cantina Ceratti di Bianco (RC). In particolar modo, l'Aris 2011 della Cantina
di Sergio Arcuri di Cirò Marina, è entrato nella rosa dei 25 vini fregiati del prestigioso premio “Tastevin”, ossia quel
particolare riconoscimento di vini che
hanno fatto la storia enologica in questi
ultimi anni.
Una vera soddisfazione per una
Calabria tutta da gustare e da bere.
RIVIERA
Tre nobili e.. due professionisti
Tre nobili, appartenenti ad altrettante storiche famiglie locridee: stiamo parlando del barone Francesco
Macrì, del barone Giuseppe Musco e un rappresentate della casata storica dei Falletti, Francesco
Falletti. Assieme a loro, il dottore Bernardo
Missaggi, grande amico di Silvio Berlusconi ed il suo
grande amico Michele Vumbaca.
Tempesta calabrese
Arriva improvvisa con venti impetuosi, trascinata dallo scirocco untuoso, scarica sul mare irritato i suoi fulmini feroci,solleva onde alte come torri, rovescia grandine di cristallo su colline
e montagne, gonfia fiumare di fanghiglie e di rami e d’intere querce strappate, inonda, spaventa, sconquassa. Sembra la fine, ma passa.
Vitale ed il portasigarette
Complimenti a Sebastiano Primerano che,
all’interno di uno dei suoi rinomati locali ha
provveduto a sistemare opportunamente un
porta-sigarette, segno di grande civiltà,
modernità e progresso culturale. Uno dei
primi ad accorgersene è stato il segretario
del partito di Forza Italia di Siderno,
Michelangelo Vitale che qui vediamo usufruire gratuitamente dell’avanzato servizio.
Michelangelo prendi carta, penna e calamaio
ed inizia ad annotare.
E poi uno dice che si butta
a destra!!!
La consigliera regionale uscente Tilde
Minasi, assieme al presidente di
Assocomuni Locride e sindaco di
Sant’Agata del Bianco, Giuseppe
Strangio ed il giornalista Francesco
Caridi, sono stati beccati in un bar del
centro cittadino di Siderno per discutere di politica e di strategie elettorali in
vista delle elezioni. Come avrebbe
detto Margaret Thatcher se fosse rimasta in vita : “in politica, se vuoi che
qualcosa venga detto, chiedi ad un
uomo. Se vuoi che qualcosa venga
fatto, chiedi ad una donna”. Come dargli torto considerato l’instncabile tour
de force che sta conducendo la politica
reggina in tutto il collegio elettorale di
Reggio Calabria.
Carbonella
vien dal mare
A seguito della violenta “sciroccata” dei
giorni scorsi, il nostro grande amico
Nicola Giglio ha intravisto sul litorale
sidernese questo prezioso reperto storico-archeologico. Si avvicina San
Martino:
“la nebbia agli irti colli,piovigginando sale,e sotto il maestrale urla
e biancheggia il mare, ma per le vie del
borgo, dal ribollir dè tini, va l'aspro odor
de i vini l'anime a rallegrar”.
Zio Pino
Longo
Non finisce mai di
stupire per simpatia
ed umiltà. Zio Pino è
straordinario: “puoi
sapere dove va il
mercato, ma non
puoi sapere dove
andrà una volta che
ci è arrivato.”
Primo principio di
Heisenberg sugli
investimenti. E capirai che se lo dice
Arthur Bloch bisogna credergli.
Amico Martin
Cercate di trasformare ciò che leggerete e studierete in un qualcosa che
di più o di meno vi dia risonanza
interiore,che rappresenti un credito
personale da spendere sempre e che rimanga
per sempre, senza
essere mai dimenticato. tutto il contrario di ciò che si
fa' per la singola
interrogazione in
classe e che si
dimentica molto
facilmente al comparire della prossima.
Azienda Agricola “Falletti”
Vende olio extra-vergine d’oliva di propria produzione
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SETTIMANALE
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Il maestro Mimmo Savica, orgnizzatore del “Premio Pericle”,
che annualmente seleziona il personaggio calabrese più meritevole in diverse categorie lavorative, sarebbe sicuramente stato
un’ottima controfigura per Christopher LLoyd, l’eccentrico
“Doc” Emmett Brown di “Ritorno al Futuro”
Discussione animata nell’area grecanica
Parliamoci chiaro
Direttamente da Bova
Marina la foto che
testimonia lo scontro,
prima fisico e poi verbale, tra gli amici Walter
Scerbo (attuale sindaco
di Palizzi), il figlio di
Pasquino Crupi,
Vincenzo (attuale sindaco di Bova) ed il presidente del Gal, Nino
Palermiti. La discussione
sulle imminenti elezioni
regionali inizia a farsi
seria.
Il cannolo ripieno di ndujia
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Roy Paci
L’avvocato Eugenio & Anton Francesco
Cari Amici, come ha già fatto l'avvocato Mesiti, non potevo non
sponsorizzarlo come testimonial, non retribuito, naturalmente.
Eugenio Minniti e Anton Francesco
Phia
Candeloro Imbalzano e simpatizzanti
Foto di rito a fine trasmissione “Voices” di Radio Touring 104.
Il consigliere regionale uscente Candeloro Imbalzano al centro, assieme al
figlio Pasquale all’estrema destra, Benvenuto Marando, un nutrito drappello
di simpatizzanti e il nostro caro collega Antonio Calabrò
Auguri Franco Blefari
Tanti auguri al nostro grande amico
di Benestare Franco Blefari che giovedì scorso ha festeggiato il suo
compleanno. Apprezzatissimo poeta,
ha partecipato alla trasmissione della
Rai “Affari tuoi” facendosi apprezzare
per la sua simpatia nelle vesti del
celebre “tenente Garcia” appellativo
coniatogli dal grande Paolo Bonolis.
Il primo pensiero di Franco, nel giorno del suo compleanno, è stato un
solenne ringraziamento indirizzato
all’adorata figlia Elena che rimarrà
per sempre nel suo cuore.
Slow: pensieri tra le dune
Testo & Foto Caterina Niutta
Nella stagione in cui normalmente cadono le foglie, e ci si prepara ai
rigori invernali, succede invece, che nel bel mezzo di una passeggiata
mattutina, percorrendo stradine sterrate costeggiate da fichi d’india,
mentre il sole regala sfumature tendenti all’argento al mare azzurro, tra
le dune, un giglio di mare (Pancratium maritimum) unico superstite, ti
sorprende con la sua bellezza.
Tutto intorno cespugli verde glauco, ormai da tempo sfioriti, una vera
oasi, a un tiro di schioppo del bagnasciuga.
Il tempo scorre lento tra le dune, slow, come si usa dire di questi tempi!
E il candore di un ultimo fiore, non può passare inosservato.
E si che il mio amico Silvio, tra un guizzo di follia e sensibilità d’animo, da
tempo di questo tratto di costa ne voleva fare un parco, una riserva naturalistica, d’attraversare con riverenza e devozione. Lentamente, slow,
senza fare rumore. Il “Parco delle lucertole”. Idea originale e bislacca,
rimasta sospesa a mezz’aria, come tutto d’altra parte, nella nostra terra!
Dietro gli eucalipti invece troneggiano “le villette degli inglesi”.
Sì, quelle villette facenti parte di un famoso complesso turistico, che
avrebbe dovuto portare lustro, oltre che notevoli profitti, al nostro territorio.
Ci avevano investito in molti in questa idea, a differenza del parco, in tanti
ci hanno creduto. Purtroppo, sembra si stia rivelando l’ennesimo buco nell’acqua. Di chi è la colpa o se ce ne sono, non sta a me certo dirlo.
Fatto sta, che inglesi se ne vedono pochi, e la maggior parte degli appartamenti, rimasti invenduti e sfitti, sono là con le serrande abbassate.
A quest’ultima idea, ci aveva creduto anche il mio amico Ercole. Si, proprio
quello che questa estate se ne uscì con la trovata d’Ibiza e Formentera.
Caulonia a sua detta sarebbe stata l’Ibiza Jonica, mentre Locri Formentera.
Tutto questo perché due note discoteche estive, per un mese circa, si riempivano sino a straripare di giovani.
DOMENICA 9 NOVEMBRE 23
Però, pochi passi più in là, quand’ero ragazzina, un’altra discoteca attirava giovani da tutta la Locride; il Tam Tam, storico e indimenticato, locale in riva al
mare.
Caulonia balla dunque, mi dico, e da decenni, ancor prima che si riscoprisse
la Tarantella, un altro volano di rinascita, secondo alcuni.
Fatto sta, che del Tam Tam, ormai non ne resta alcun segno tra queste dune,
solo fichi d’india e gigli di mare, e chi si dovrebbe mettere in ballo, non trova
il ritmo giusto, o non riesce e tenere il tempo!
Allora penso che Silvio non è poi tanto strambo, che la sua idea non è poi
tanto bislacca. Un bel parco qui ci starebbe bene. Un parco slow, per gente
che ama assaporare il tempo, che si sofferma a sentire il profumo dei gigli,
ad ascoltare le onde che s’infrangono sulla risacca.
Qualche passo più in là, però, tra i fichi d’india, che la mia amica Marianna
ama, sopra di qualsiasi comprensione, un cumulo di rifiuti, non molto lontano da una carcassa di frigo, abbandonata da chi non ha più tempo per
queste cose, e nemmeno rispetto per noi che ci teniamo tanto. Ogni
Comune ha le sue normative per lo smaltimento dei rifiuti, anche quelli
ingombranti. E’ così complicato prenderne atto?
C’è di peggio, a migliaia di chilometri da queste dune, c’è chi si accaparra il diritto di dividersi gli oceani, con l’obiettivo di mettere le mani su:
Petrolio, gas e minerali preziosissimi che si trovano nei fondali. A New
York sono in atto i lavori della terza sessione annuale della commissione Onu sulla divisione degli oceani e sul diritto del mare. Una vera corsa
contro il tempo, chi arriva primo a dimostrare che esiste continuità geologica tra i territori, si assicurerà il suo bel pezzo di Eldorado minerario.
Per loro, lo scioglimento dei ghiacci al polo nord, è un vero toccasana. Noi, gente da bene, che per corsa intendiamo quella mattutina,
con unico scopo lo scioglimento dell’adipe accumulata durante l’estate, guardiamo le dune, già con nostalgia, pensando che tra non
molto, a causa del riscaldamento climatico, questo pezzo di costa
sarà sommerso, portando via i rifiuti, la carcassa di frigorifero e i miei
gigli di mare.
“Girl with
a Kalimba”
ospite a
Roccella
Il prossimo 13 novembre il
locale Ombligo de la Luna di
Roccella Jonica, impegnato
settimanalmente nella promozione di artisti emergenti,
aprirà le sue porte a Phia, giovane artista australiana residente a Berlino. La musicista,
che si presenta sul suo sito personale come “La donna con il
kalimba”, si contraddistingue
per l’abilità di fondere la musica moderna con questo strumento africano particolarissmo
e di cui si testimonia l’esistenza
fin dal 1.000 a.C. Costituito da
una piccola cassa di risonanza,
spesso ricavata da una zucca
secca, che amplifica il suono di
una serie di lamelle metalliche,
il kalimba rende unico il sound
dell’artista australiana, facendo
delle sue performance un’esperienza davvero unica, che
siamo certi incuiriosirà centinaia di appasisonati e non.
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Ciminà è un piccolo paese incastrato sull`a