Ciminà è un piccolo paese incastrato sull’aspromonte. In questo piccolo centro è stato chiuso, per quindici giorni, l’unico bar. Sarebbe stato frequentato da pregiudicati. continua a pagina 4 CONTROCOPERTINA Coseda www.rivieraweb.it DOMENICA 9 NOVEMBRE 3 2 Elezioni 1 3 Politica Über Alles 1) FALCOMATÀ EROE IN GERMANIA Quest'ometto così grazioso e adorabile si staglia su uno sfondo di assoluto degrado. Scatti studiati ad hoc per fissare bene il concetto che lui, Giuseppe Falcomatà, a soli 31 anni è secondo il giornale tedesco Die Welt il più coraggioso borgomastro (sindaco) d'Italia e, agghindato come Oscar Wilde, ha dichiarato guerra alla 'ndrangheta. Probabilmente un giorno diventerà ministro come la Lanzetta. 2)ANNA RITA LEONARDI ABUSIVA Durante le campagne elettorali, e non solo, a Reggio Calabria, ogni spazio libero viene sepolto da manifesti affissi in luoghi non preposti, cioè fuori legge. È, naturalmente, una violazione del codice che prevede una multa. Ma i politici non le pagano, anzi periodicamente si vota in Parlamento una sanatoria. Iniziamo a preoccuparci? 3) BOMBARDIERI, C'È ARIA NUOVA IN REGIONE 4 In questa foto vediamo l'ex senatore roccellese Sisinio Zito, vero “deus ex machina” della candidatura nelle fila del Pd del suo ex assessore, Vincenzo Bombardieri, con sotto la scritta: c'è aria nuova in regione. Effettivamente con il nostro amico Vincenzo siamo più che sicuri che a P a l a z z o Campanella si apriranno finalmente le finestre del cambiamento ed anche l'aria che si respirerà sarà migliore. 4)WANDA FERRO LEGGE LA “RIVIERA” 6 La candidata del centro-destra alle prossime elezioni regionali, Wanda Ferro, in visita a Siderno, mentre riceve dal nostro emissario una copia omaggio di “Riviera”. Il titolo di copertina recita testualmente : “Li votiamo o non li votiamo?”. Lei sembra particolarmente divertita e non nasconde la sua simpatia sorridendo alle nostre provocazioni. Ai posteri l'ardua sentenza. 5) COLOMBA BONFÀ LA “CRUSCA” NON L’AVREBBE CANDIDATA È giunta in redazione la richiesta di promuovere il programma politico della signora Colomba Bonfà. Ciò che ci lascia stupefatti è la presenza, in appena tre righe, di una summa di errori grammaticali che dimostrano una certa disattenzione o leggerezza della stessa candidata oppure di colui il quale, in sua vece, ha redatto tale richiesta di attenzione da parte del nostro giornale . Un consiglio: un ufficio stampa non guasterebbe. 6)JOLE SANTELLI SEMPRE PIÙ BELLA La coordinatrice regionale di Forza Italia, Jole Santelli, dopo un periodo d'appannamento fisico, sembra rinvigorita. Più che interessarsi dei discorsi politici, l'uditorio è sembrato attento a scrutarla fisicamente con un occhio particolare agli stivali. Infatti, anche grazie a lei, la Calabria è lo stivale, non solo dell'Italia ma anche dell'Europa e del mondo. 5 RIVIERA PRIMO PIANO Operazione “Naos 2” ‘Ndrangheta al Centro Nella complessa attività di indagine esperita nell'ambito dell'operazione antimafia denominata “Naos 2” gli investigatori dei Ros hanno ritenuto di individuare un sodalizio criminoso di “elevato spessore” riconducibile a consorterie della Locride. I gruppi calabresi si sarebbero interessati ad infiltrarsi nell'economia pulita del Centro Italia, in particolare dell'Umbria, dove si sarebbe creata una base strategica che avrebbe operato nel territorio umbro. La chiarezza dei dialoghi intercorsi fra i sodali (per come riscontrato dalle attività di indagine) ha una valenza non solo gravemente indiziante ma esplicativa delle nuove strategie delle organizzazioni di tipo 'ndranghetista volte a spostare dagli storici territori di appartenenza l'attività soprattutto economica delle famiglie, tendendo nel contempo ad instaurare accordi fra più famiglie ed una condizione di sostanziale pax al fine di I gruppi calabresi si mafiosa, gestire gli interessi sarebbero interessati illeciti senza attirare ad infiltrarsi l'attenzione delle forze nell'economia pulita dell'ordine. I contatti criminali del Centro Italia, intessuti tra i presunti in particolare sodali, anche nel corso pregresse dell'Umbria,dove si di carcerazioni, con sarebbe creata una soggetti di rilievo legati 'ndrangheta base strategica che alla la avrebbe operato calabrese, numerosissima serie di nel territorio incontri segreti, le operative umbro. riunioni svoltesi in Perugia, la creazione di società in territorio umbro mediante le quali aggiudicarsi appalti in tutto il territorio nazionale anche attraverso la stabile collusione con pubblici funzionari e dirigenti di istituti di credito o la diffusa intimidazione, hanno portato alla luce l'esistenza di un sodalizio di spessore criminale elevatissimo, tenuto conto della rete di intese intessute con i vertici delle famiglie della 'ndrangheta del versante ionico o con i loro emissari. I sodali avrebbero costituito a Perugia una serie di società “pulite” attraverso le quali aggiudicarsi appalti pubblici (vedi centrale idroelettrica in Calabria) e privati, mediante concessioni ottenute con intimidazioni e corruzioni (vedi investimenti immobiliari in Umbria e Calabria, costruzione di villaggi turistici), nonché per stringere accordi volti allo scambio elettorale politico - mafioso (nomina di un sindaco nella Locride) e convogliare in attività apparentemente lecite gli ingenti patrimoni illeciti (finanziamenti provenienti dall'estero o acquisti societari). www.rivieraweb.it DOMENICA 9 NOVEMBRE 4 Cucchi e Ciminà: Dio ce ne scansi e liberi ILARIO AMMENDOLIA Ciminà è un piccolo paese incastrato sull’Aspromonte. In questo piccolo centro è stato chiuso, per quindici giorni, l’unico bar. Sarebbe stato frequentato da pregiudicati. Il proprietario, conosciuto come persona assolutamente perbene, è avvertito. D’ora in poi sa quale deve essere il suo comportamento. Per esempio se entreranno due ignari forestieri per un caffè ristretto dovrà chiedere i documenti di riconoscimento. Per un caffè corretto il certificato del casellario giudiziario regolarmente vidimato. Se poi lo volessero consumare al tavolo ci vorrà il certificato antimafia e il passaporto valido per l’espatrio. A fiuto dovrà separare i delinquenti dalle persone perbene. Qualcuno è convinto – e io tra questi – che ci siano molti più delinquenti incensurati nei consigli di amministrazione delle banche che in tutti paesi dell’Aspromonte messi insieme. Continuo a pensare che in ristoranti dove si pagano cinquecento euro per una cena, circolino persone molto più dubbie e inquietanti che nei bar di Ciminà o di Africo. Solo che il bar di Ciminà viene chiuso per quindici giorni, mentre i locali dove si pagano 500 euro per una singola cena sono frequentati dal fior fiore degli uomini di Stato. A Ciminà lo Stato aveva già chiuso la scuola materna. Resta la Chiesa e siccome organizza le processioni…il pericolo corre sul filo. Si attrezzi il parroco! Portatori scelti solo dalla commissione parlamentare antimafia e con un percorso rigorosamente concordato con l’antindrangheta ufficiale. Con questa premessa, vi chiedo di immaginare cosa sarebbe successo in Italia se Stefano Cucchi invece di essere ammazzato tra una caserma e un carcere, mentre si trovava “custodito” da uomini dello Stato, avesse perso la vita in quel piccolo bar di Ciminà alla presenza di dodici testimoni. Immaginate cosa sarebbe accaduto se, dopo il selvaggio pestaggio, i dodici testimoni si fossero mostrati legati da un robusto filo di omertà! Dio ce ne scampi e liberi! Innocenti e colpevoli sarebbero stati prelevati per la classica retata a cui si sarebbe dato un nome di grande impatto mediatico, per esempio: “senza pietà” oppure “belve umane” Se Stefano Cucchi avesse perso la vita in quel piccolo bar di Ciminà alla presenza di dodici persone, tutte legate tra di loro da un patto di omertà? o ancora “giustizia in Aspromonte”. Poi si sarebbe gridato all’omertà come fattore genetico dei calabresi e gli avvoltoi del razzismo avrebbero planato a lungo sui nostri cieli. La Calabria intera sarebbe stata messa in stato di accusa. Chi non ricorda gli infami reportage dopo la tragedia del piccolo Nicola: “Cassano Jonio è un posto spaventoso…tutto avviene lontano dal mondo. Spesso badanti marocchine si trasformano in fidanzate a suon di botte. Può capitare di fare figli sia con la moglie sia con la nuora all’interno dello stesso nucleo famigliare, e tutti restano insieme, sotto lo stesso tetto.” Così Imma Vitelli su Vanity dopo i fatti di Monasterace: questa volta ho deciso di stupirvi: vi dirò del Medio Oriente d’Italia. Un luogo aspro e remoto dove le persone non parlano con i forestieri e, in fondo neppure tra di loro, dove gli agenti in divisa venuti da lontano sono consapevoli che questo è il vero far West italiano. Mi riferisco alla Locride, provincia di Reggio Calabria, la più violenta d’Italia...” Come si fa a non indignarsi dinanzi a questo modo di fare giornalismo quando si “scende” in Calabria. La ‘ndrangheta esiste da molto tempo. Esiste in Calabria, è presente a Ciminà come a Cassano. Gli anni sono passati ma questa oscura setta è diventata molto più forte. La giustizia sommaria e la rimozione della questione meridionale, l’hanno resa più forte! Concludiamo: cosa rappresenta la chiusura di un bar per appena quindici giorni in un piccolo paese dell’Aspromonte ? Nulla! Un’inezia! La Costituzione però è una cosa seria. La si può ferire impunemente? No! È come introdurre la sabbia in un ingranaggio.È rompere un equilibrio. Se oggi è possibile a Ciminà, domani lo sarà in Calabria e quindi in tutta Italia! Io ho grande rispetto per lo Stato delineato dai padri costituenti e per i suoi uomini in divisa. Molto più rispetto di quanto non ne abbiano dimostrato i sindacalisti della polizia che hanno dato una solidarietà sostanziale ai possibili assassini di Cucchi e di Aldobrandi. Proprio per questo vorrei uno Stato diverso e migliore. Meno espressione dei privilegiati e più sensibile ai bisogni degli emarginati. La giustizia sommaria è sempre e ovunque un virus letale. Si parte da Ciminà, si passa per Bolzaneto, si arriva a Stefano Cucchi e a Federico Aldobrandi. Il razzismo è una lebbra da cui non si guarisce. Si parte da “Cassano” o da Monasterace e si finisce con il mettere sotto accusa un intero popolo. Se non si blocca l’infezione sul nascere questa diventa pandemia e, a quel punto, non si salva più nessuno. Noi ci siamo già dentro! ANCHE IL CORRIERE PARLA DELLA LANZETTA RIVIERA COPERTINA CicloneBovalino-Bagnara Quando la calamità è mentale a RIVIERA www.rivieraweb.it ERCOLE MACRÌ M ercoledì un fulmine ha squarciato il cielo da Gibilterra al Bosforo. Come un angelo della morte con lo sterzo, quell’ira mandata da Dio, che sembrava avercela con tutti, ha concentrato tutta la sua potenza su una striscia di 46 chilometri e su un’idea balorda: fango e pioggia, da Bovalino a Bagnara. Pioggia e fango contro la cervellotica utopia di un paradiso che vorrebbe vendere l’anima ad asfalto e cemento e avvelenare con l’ennesimo serpentone le giogaie dove comandano i lupi e i falchi. Gli alberi hanno iniziato a stormire, tutti insieme, come Fiati di Delianuova: pini e querce erano una meraviglia; i faggi, invece, surclassavano tutto il resto, ridicolizzando platealmente il mugugno sfrondato degli eucalipti proveniente dal basso. Il temporale era già pronto e confezionato da un paio di giorni. Lo sapevamo, non solo dal meteo, ma da annate di precedenti e di lacrime, che, ogni anno, si alternano, sempre più disperate, a una specie di pianto convulso da parte di chi patisce i danni. Un po’ di stretching e la pioggia ha iniziato a martellare come un compare del Giudizio Universale su quel culo d’Occidente diviso in due da una profonda faglia sismica che, come un perizoma, sta perfettamente al centro tra due chiappe abbronzate: la Tirrenica e la Jonica. La precipitazione ha caricato i greti delle fiumare che, impetuose, hanno sradicato maestosi oleandri, teneri tronchi di mele cotogne, corbezzoli, capre, uno due cavalli, maiali neri e scrofe bianche, infuriando su ambo le sponde di quelle valli abbandonate dalla gente e dal buon senso. Qualche chilometro più in giù, i protagonisti di un territorio che sa solo perdere. C’erano i sindaci e gli ex sindaci della Vallata, gli intellettuali della Magna Grecia, i sucainchiostro, quelli dei comitati, gli ‘ndranghetisti, i vice commissari, i santini delle regionali, quelli che scavano buche e quelli che li riempiono. Non vorrei dimenticare qualcuno, ma davanti a quel ponte piegato che separa la costa dalla montagna offrendo riparo ai randagi, tutti o quasi tutti - con le facce camuse delle vittime del destino, come se le colpe del disastro fossero di chissà chi - hanno fatto da cornice agli emissari della prefettura e della provincia, a sua maestà la Suap… mortacci suap. Per anni ho portato avanti una campagna di stampa contro la strada di grande comunicazione che fra tremila anni dovrebbe collegare Bovalino a Bagnara. Mi sono impegnato, sprecando tempo e consumando la tastiera, contro un’idea balorda che ha fatto perdere soldi, tempo e seria progettualità a un paradiso naturalistico della Locride che poteva e doveva dotarsi di un progetto serio che gli avrebbe permesso crescita economica e occupazione. Quando ho capito che mi stavo battendo contro un muro di gomma e di malafede ho deciso di fermarmi. Bisogna sempre fermarsi sia dinanzi alle forze della natura che al cospetto delle calamità mentali, specie quando tra i governanti e quelli che elargiscono parole d’ordine in alcune zone di questo stupido territorio la calamità è una vera e propria epide- DOMENICA 9 NOVEMBRE 7 mia. Strade e asfalto, cemento e gallerie, la Locride non sa pensare ad altro per sopravvivere. Siamo come cani i gucceri, viviamo e procreiamo solo se qualche ente pubblico ci lancia un osso. Il bilancio di previsione della provincia di Reggio è la nostra macelleria. Aspettiamo che chiuda la saracinesca e con occhi docili guardiamo il consigliere o l’assessore che ci offre margini e confidenza. La superstrada a scorrimento veloce Bovalino-Bagnara si è dimostrata finora un ammasso di svariati progetti tecnici nella migliore delle ipotesi, ma soprattutto di disegni, bozze utili a spartirsi qualche pesata tra chi il disegno lo fa e chi lo commissiona. Un pezzo di strada inutile è fatta, una colata parte da Bovalino, affiancando la vecchia provinciale, e si protrae fino a Platì, per poi bloccarsi bruscamente dinanzi al massiccio Orientale dello Zillastro: 6048 metri. Il costo della galleria sulla carta è il più rilevante nel Mezzogiorno d’Italia dopo quello, sempre sulla carta, del Ponte dello Stretto. 500 milioni di euro, ovvero, mille miliardi delle vecchie lire solo per bucare la montagna e tradirla. Se l’Aspromonte avesse veramente a disposizione anche un quinto di quei soldi e puntasse sull’agricoltura, l’ambiente e di striscio anche al dissesto idrogeologo, al collegamento delle fogne ai depuratori, al ripopolamento dei borghi, all’eccellenze enogastronomiche, si creerebbe così tanta ricchezza che garantirebbe alle prossime tre generazioni che agiscono tra Bovalino e Bagnara occupazione e uno stile di vita dignitoso, senza galera sulla pelle e 416bis al collo. Saggezza, Aspromontani. RIVIERA SIDERNO T www.rivieraweb.it DOMENICA 9 NOVEMBRE 8 ELEONORA RAGAONA empo di campagna elettorale e le polemiche impazzano. Siderno ovviamente non fa eccezione e, in questo novembre pre-elezioni, concede uno scambio di battute, vedute e impostazioni tra tre volti noti della cittadina: in un angolo Dino Audino, attivista del Movimento Cinquestelle e ambientalista convinto, dall'altro Antonio Fragomeni, e infine Antonio Biona Commisso, ex amministratore cittadino in qualità di assessore all'ambiente. Il primo colpo è stato sferrato da Audino sul gruppo del Comitato cittadino rifiuti Siderno, subito ripreso da Fragomeni, e ben presto ecco sopraggiungere l'ex assessore che non si è certo tirato indietro, ed è nata una lunga querelle. Ne riportiamo i tratti salienti, anche vista l'attualità dell'argomento su cui si sono confrontati i tre concittadini: il problema rifiuti e la gestione della raccolta della spazzatura. Audino e Commisso in particolare si sono quasi lanciati in un dibattito 2.0 degno di una chiusura di campagna elettorale. Ecco i passaggi più importanti di questo vivace scambio. Tutto nasce da questo sfogo del grillino: ‹‹Quando quel signore che va in giro a chiedere voti, vi dice "lei mi conosce?" rispondetegli: sì! Lei è quello che ha portato il TMB (Trattamento meccanico e biologico dei rifiuti) a Siderno e non ha mai fatto partire la differenziata, né si è preoccupato di come lavorasse l'impianto››. Un'accusa diretta verso il precedente sindaco della città, responsabile, secondo Audino, di non aver fatto il necessario per tutelare i cittadini sidernesi e il loro territorio, anzi di aver aggredito quest’ultimo concedendolo alla barbarie del sistema di discariche e impianti messo su dalla Regione. A rispondere è stato Fragomeni con un messaggio abbastanza articolato: ‹‹Forse nel periodo in cui ti riferisci ero consigliere comunale ed anche se non ho seguito la vicenda ricordo che quel signore aveva stipulato un contratto che prevedeva la differenziata e precisamente che si doveva partire con una piccola percentuale annua che la società di raccolta doveva aumentare annualmente. Vennero messi quei raccoglitori a forma di campana e poi scadde il mandato. Non voglio giustificare nessuno, ma forse i controlli spettavano a chi è arrivato dopo di lui, il quale ha controllato tal- Frittuli i gallu alla sidernese Al centro dell'acceso dibattito sul web: L'impianto di trattamento dei rifiuti e la campagna elettorale dell'ex sindaco Panetta nei botta e risposta a colpi di post traDino Audino, attivista Cinquestelle, Antonio Commisso, ex assessore all'ambiente e Antonio Fragomeni mente bene che tutti raccoglitori nottetempo vennero misteriosamente bruciati e la raccolta differenziata bloccata definitivamente. E quando quel signore cui ti riferisci dai banchi dell'opposizione chiedeva di applicare la penale alla società di raccolta per non aver adempiuto al contratto, l'amministrazione comunale faceva orecchio da mercante. Se quel progetto fosse stato eseguito a dovere da chi è sopravvenuto oggi non avremmo tanti problemi. E neppure il comprensorio avrebbe avuto tutti questi problemi se gli altri sindaci avessero individuato dei siti piuttosto che scaricare sempre sugli altri...››. Sgrammaticature a parte, il dottor Fragomeni ha messo in chiaro la sua posizione e, pochi messaggi dopo, ecco arrivare anche Commisso in suo appoggio, che si intromette con uno «Stranamente condivido molte delle cose scritte dall'amico Antonio...» e inizia un confronto a distanza con Audino: «Tu caro Dino conosci poco la storia che oggi cede Siderno polo della filiera Rsu. Su molte cose potremo essere anche d'accordo ma un fatto è certo, nessun comune produce rifiuti quanto Siderno. Chi negli anni 80 si preoccupò di individuare soluzioni per smaltire correttamente i rifiuti non era un pazzo. Certo allora non c'erano le conoscenze e neanche la tecnologia per essere lungimiranti su un problema che ancora non si era manifestato in maniera critica. Mi fermo perché il discorso è veramente complesso e articolato ma non mancherà occassione per dibbatterlo...». Audino risponde «Sì, caro Antonio, ma il Tmb non è stato fatto negli anni '80 e nasceva con uno scopo ben preciso e per trattare una tipologia di rifiuto che doveva avere determinate caratteristiche. Io non so il passato, ma tu non mi cuntari frittuli i gallu». Ancora il grillino sottolinea «aggiungo che io ho il ricordo da bambino della montagna di rifiuti nel greto del Novito. E meno male che" il problema non si era ancora manifestato in maniera critica». A questo punto Commisso sostiene «Ecco appunto, sul Tmb siamo d'accordo e io non ti racconto frittuli i gallu. Il fatto è che dopo le prime discariche Siderno entrò di diritto nella filiera strategica del piano rifiuti del 2001. Filiera basata sulla termovalorizzazione. Oggi i 2/3 d'Italia smaltiscono così i rifiuti... ho la mia idea a riguardo ma non mi sento di condannare il singolo politico per aver fatto una scelta, a suo avviso, positiva per la città...». I tre hanno messo sul piatto una questione scottante, di cui questo settimanale si è più volte occupato in questi anni. Una questione, quella dei rifiuti e della continua emergenza, che la Locride e la Calabria vivono frequentemente, conoscono fin troppo bene e che ancora una volta è tornata alla ribalta in queste settimane. Il dibattito completo è sulla pagina fb del gruppo del Comitato cittadino. I refusi all'interno dei virgolettati sono opera degli autori dei messaggi. RIVIERA TERRITORIO Il progetto Ecolocride si trasforma in un finanziamento concreto I lettori di buona memoria ricorderanno sicuramente l'articolo apparso sulle pagine di questo giornale lo scorso 10 agosto, nel quale annunciavamo l'approvazione del progetto Ecolocride. Dopo mesi di confronto si giungeva a una proposta che riscattava la nostra amministrazione dalle accuse di non essere giunta a nulla di concreto. La spinosa questione del riciclaggio dei rifiuti, che all'inizio dell'anno faceva registrare percentuali vergognosamente basse in tutta la provincia di Reggio Calabria, trovava finalmente soluzione con lo stanziamento complessivo di 11 milioni di euro da destinarsi alla ricerca e all'innovazione nel campo della raccolta dei rifiuti. Al di là delle proposte, forse eccessivamente avveniristiche, che erano state avanzate in quell'occasione, chi si era occupato del progetto reagiva ottimisticamente alle possibilità di sviluppo ormai a portata di mano e ricordava non senza polemica che, fino a quel momento, il Governo si era ricordato della Locride solo in occasioni di repressione, come quando gli erano stati sottrati 22 milioni di euro da ridestinare alle quote latte e all'Aquila terremotata. Dopo poco più di sei mesi, il 24 ottobre scorso, è finalmente arrivato il comunicato dei Ministeri dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e dello Sviluppo Economico, che rende effettiva la concessione dei fondi da destinarsi al progetto. In allegato, una graduatoria che vede il Consorzio Il Consorzio Locride Ambiente, guidato dal presidente Vincenzo Loiero, ha ottenuto un finanziamento pari a 1.347.000,00 euro da distribuire tra i diversi comuni Locride Ambiente, guidata dal presidente Vincenzo Loiero, al ventitreesimo posto della graduatoria, una posizione che si tradurrà concretamente in un finanziamento pari a 1.347.000,00 euro da distribuire a loro volta tra i diversi comuni, che speriamo possano sfruttare al meglio le possibilità concesse da questo fondo e realizzare tutte le ambiziose proposte che possano avvicinare il nostro territorio a quella avveniristica Pechino che concede di pagare il biglietto della metro ai suoi abitanti riciclando la plastica. Jacopo Giuca Il Locri torna nel calcio che conta D omenica scorsa, a Roccella Jonica, per il derby tra Marina di Gioiosa e Locri, si è finalmente rivisto il pubblico delle grandi occasioni. Dopo alcuni anni di gravi difficoltà, culminate con la mancata iscrizione al campionato di prima categoria e la sola partecipazione al torneo juniores, grazie alla straordinaria sensibilità di Vincenzo Fiato e Alessandro Schiavello, questa estate è stato rilevato il titolo della Benestarnatilese, società partecipante al campionato di promozione calabresi che si è fusa alla mitica A.C. Locri 1909, favorendo così la partecipazione degli amaranto a questo campionato. Artefice di questa grande intuizione è stato l'amico dirigente sportivo di vecchio corso Paolo Spadaro, che assieme ad un nutrito drappello di dirigenti e simpatizzanti ha voluto rilanciare il Locri nel calcio che conta e la scommessa è stata vinta considerando l'entusiasmo dei sostenitori locresi che, giustamente, aspirano a tornare in alto dopo anni di buio. Antonio Tassone Vincenzo Lizzi vince la medaglia d’oro agli EuropeiYouth di boxe La bandiera a brandelli sventola su Siderno come un’offesa. Il comandante Bruzzese chiude tutti dentro Una quarantina di persone, aderenti all'associazione culturale “amici del libro”, si erano dati appuntamento la sera di halloween per incontrare il professore Panzarella e discutere di future iniziative culturali. Riunione fissata al centro Com, vicino al comando dei vigili urbani. Macchine parcheggiate all'interno. All'uscita l'amara sorpresa: il comandante dei vigili, Michele Bruzzese, aveva fretta di tornare a casa e quindi aveva provveduto a chiudere il cancello, blindando tutti dentro. Siamo sicuri che se qualcuno si fosse sentito male sarebbe arrivato lui a salvarlo, ma, dopo una lunga attesa, è arrivato finalmente il salvataggio e il rompete le righe con buona pace del comandante che già si trovava a casa pronto a cenare. Evviva la cultura lr C'è un limite alla decenza. Che il Comune di Siderno (commissariato per mafia) non abbia neanche la possibilità di sostituire una bandiera italiana, distrutta dalle intemperie climatiche del passato, con una nuova, ci sembra davvero cosa incredibile. Per noi che siamo permeati da un forte senso di appartenenza allo Stato, vederla sventolare in quelle condizioni (come evidenziato dalla foto dell'articolo) è come ricevere un colpo al cuore.Oggi Siderno ha celebrato il 4 novembre, giorno dell'Unità nazionale e Giornata delle Forze Armate, alla presenza delle autorità civili, militari e di tantissimi studenti delle scuole cittadine. La cerimonia ha registrato la deposizione di una corona d’alloro nei pressi del Monumento ai Caduti con l’esecuzione dell’inno nazionale e l’alzabandiera.Alla fine della significativa manifestazione, non si poteva non notare che sul- “Sono orgoglioso delle mie origini sidernesi”. Ci tiene a precisarlo Vincenzo Lizzi ma anche suo papà Cosimo, da diversi anni trapiantato a Fuscaldo (CS), all'indomani della festa che i suoi parenti sidernesi gli hanno voluto regalare in onore della sua ultima, brillante, affermazione sportiva. Vincenzo, infatti, è il recente vincitore della medaglia d'oro ai campionati Europei Youth di boxe che si sono svolti a Zagabria (Croazia) nella categoria 69 kg. Ha 18 anni ed è un vero combattente di razza noto per la sua capacità di chiudere gli incontri con il classico K.O. A Zagabria si sono confrontati i migliori boxer europei nati tra il 1° gennaio 1996 e il 31 dicembre 1997. Erano impegnati 240 giovani in rappresentanza di 41 Nazioni. Dopo aver battuto tutti i suoi avversari, Lizzi è approdato alla finale vincendo per 3-0 con l'ucraino Olekseii, e quindi nella finale ha sconfitto l'irlandese Joyce, piazzandosi primo e portandosi a casa la medaglia d'oro. Il suo palmarès vanta anche una medaglia di bronzo conquistata qualche mese addietro alle Olimpiadi giovanili, a Nanjing, in Cina. Vincenzo è un pugile picchiatore che cerca sempre il colpo risolutore prima del limite. Siderno continua con la sua grande tradizione sportiva. Il padre Cosimo, che a Siderno ha lasciato parenti ed amici prima di trasferirsi a Fuscaldo, dove risiede insieme alla sua splendida famiglia, è sembrato davvero emozionato per la calorosa accoglienza. Forza Vincenzo, Siderno sarà sempre con te! A. T. l’apposita asta, sventolava una bandiera stinta, in pessime condizioni, ridotta a brandelli. Forse non c’erano cinque euro in cassa per acquistarla oppure al personale preposto è mancato il tempo per provvedere alla sua sostituzione. In ogni caso ci è rimasta dentro una grande amarezza e delusione. Ma poi, guardandoci attorno, ci consoliamo mestamente con una considerazione: quella bandiera non è altro che lo specchio attuale della città di Siderno, ormai dimenticata da tutti. Che tristezza!! SETTIMANALE www.larivieraonline.com Mazza: in gioco per il nostro territorio L ’avvocato Mario Mazza è stato sindaco di Gioiosa Jonica e Presidente del Consiglio Provinciale. “Riscattiamo il nostro territorio” è il motto con il quale si presenta alle elezioni del 23 novembre per il Nuovo CDU, con Mario Oliviero presidente. Avvocato, come ha preso la decisione di sostenere il Nuovo CDU? Le elezioni cui giungiamo oggi ci offrono l’opportunità di cambiare rotta nell’ambito dell’amministrazione locale. Usciamo da una politica fallimentare e le emergenze che il nostro territorio ci obbliga ad affrontare ci spingono a compiere cose più concrete. La concretezza è, dunque, il nostro obiettivo. Che cosa ha impedito alle ultime amministrazioni di far ripartire l’apparato politico e burocratico della Regione? I fondi regionali destinati allo sviluppo sono stati investiti in modo clientelare, cosa che ha aggravato la situazione di migliaia di giovani disoccupati. Nella Provincia di Reggio Calabria non sono stati realizzati progetti adeguati a affrontare il problema della viabilità, delle infrastrutture e della tutela del territorio. Penso alla SS 106, che non ha ricevuto i fondi per realizzare un’arteria a scorrimento veloce. Anche la ferrovia segna il passo. Non rischiamo di somigliare a un mondo alla deriva? La Bovalino-Bagnara è un opera necessaria a far uscire il basso Ionio dall’isolamento. Lo stato di abbandono della nostra strada ferrata, testimoniato dalla cancellazione dei treni a lunga percorrenza, è una piaga che colpisce tutti i cittadini della locride. La Regione deve permettere alla ferrovia di riacquistare funzionalità. Dobbiamo realizzare una linea elettrificata con doppio binario, che consenta la mobilità veloce. L’ammodernamento è l’unico modo di recuperare una ferrovia che, altrimenti, sarebbe un ostacolo allo sviluppo turistico. Quali sono dunque le proposte che avanzerebbe qualora l’esito delle elezioni fosse positivo per il suo partito? Vorrei valorizzare i beni culturali, rendere più fruibili i parchi archeologici, promuovere i servizi turistici. Sogno la realizzazione del ciclo integrato di acque e rifiuti urbani, di depuratori comprensoriali, l’ammodernamento delle reti idriche e il comple- DOMENICA 9 NOVEMBRE 11 e in possesso dei requisiti necessari a sottoporli ai vari Ministeri. Il momento più importante dell'evento, però, è stato toccato con gli interventi conclusivi di Franco Crinò e Wanda Ferro. Anche Crinò ha sottolineato la fiducia e la stima nei confronti di della Ferro, pienamente manifestata già dal giungo scorso, quando aveva garantito alla candidata il proprio sostegno nelle eventuali primarie di centrodestra. L'uomo del CDL ha poi rimarcato la necessità di puntare esclusivamente sulle attuali necessità del territorio, lasciandosi alle spalle i vuoti dibattiti sul passato. Viabilità, infrastrutture, ambiente, sanità, cultura e turismo saranno solo i temi principali al centro dell'azione del futuro governo regionale. Dopo le belle parole di Viabilità, infrastrutture, ambiente, sanità, cultura e turismo saranno i temi principali al centro dell'azione del futuro governo regionale “Nuova Calabria”presenta Franco Crinò dinanzi a una sala gremita Il tamento delle reti di gas metano. Concentrate le risorse regionali, nazionali ed europee, le imprese calabresi ritroveranno la propria competitività e favoriranno l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. Cosa ne pensa delle iniziative regionali sui servizi sociali? Vorrei poter dire che c’è stato un impegno concreto per risolverle, ma sono sempre state utilizzate impropriamente, senza un reale impegno volto alla loro soluzione. Anche la sanità è coinvolta in questo quadro deprimente. Bisogna dare risposte concrete a chi ha bisogno di cure e la chiusura dell’ASL di Locri va nella direzione opposta. La medicina territoriale deve soddisfare le esigenze di continuità assistenziale anche nei piccoli paesi. La nostra territorialità non si deve limitare a fornire menti al nord o all’estero, ma investire su un’area che sta diventando terreno spoglio. Cosa vuole dirci delle potenzialità della Piana di Gioia Tauro? Valorizzare la via del mare e i porti è compito della politica. Il Porto di Gioia Tauro doveva coinvolgere non solo la piana ma l’intera locride. Vorrei essere così vicino alla mia gente da permettere a ognuno di sentirsi parte integrante del territorio. Vorrei che si tornasse a guardare con serenità al futuro per il bene dei nostri figli. Vorrei realizzare il sogno del Nuovo CDU di sentirsi vicino a tutti. Residence “Orchidea” ha aperto le sue porte all'Associazione politico-culturale “Nuova Calabria” nella giornata di sabato 1° novembre. Si è trattato di un evento che ha catalizzato l'attenzione di moltissimi sostenitori, giunti a occupare ogni ordine di posto della sala concessa per l'incontro, organizzato fin nei minimi particolari. Gli Europe e le note coinvolgenti della loro “The Final Countdown” hanno scandito l'ingresso in sala di Wanda Ferro, candidata alla Presidenza della coalizione di centrodestra alle prossime elezioni Regionali del 23 novembre e dell'Onorevole Jole Santelli, Coordinatrice Regionale di Forza Italia, nella realizzazione di una coreografia davvero perfetta. Le due donne di politica, accompagnate per l'occasione da Bruno Squillaci e Franco Perrone, rispettivamente Segretario Politico e Coordinatore di “Nuova Calabria”, erano attese dal Consigliere Provinciale Alessandra Polimeno e dal Senatore Franco Crinò, candidato consigliere alle stesse elezioni regionali nella lista CDL, a sostegno della coalizione di centrodestra. Alessandra Polimeno ha fatto davvero fatica a trattenere l'emozione mentre introduceva i lavori e ricordava l'importanza crescente delle donne in politica, parole che certamente strizzavano l'occhio alla già citata Wanda Ferro come esempio di serietà, concretezza, impegno, coraggio, competenza e professionalità. Dopo il discorso introduttivo della Polimeno si è passati alla proiezione di un filmato che ha riassunto il percorso culturale e politico di “Nuova Calabria” fino alla candidatura di Franco Crinò. L'attenzione è stata focalizzata sulle tappe più significative di una lunga serie di incontri e dibattiti durante i quali sono stati affrontati alcuni tra i più importanti problemi della società: dal lavoro agli ammortizzatori in deroga, dal turismo sociale alla violenza di genere, dal dissesto idrogeologico alla viabilità, dalla legalità allo sport. L'intento è stato quello di promuovere un impegno concreto, che ha permesso l'acquisizione di una notevole mole di proposte che torneranno indubbiamente utili quando sarà necessario affrontare e risolvere tali problematiche. Polimeno ha voluto ringraziare tutto il gruppo di “Nuova Calabria”, che Crinò, il discorso di Wanda Ferro non poteva che iniziare con un ringraziamento al collega per essere stato sempre coerente e leale durante il percorso della formazione delle liste. Il prosieguo del discorso, incentrato sui dati della sanità e delle opportunità di crescita del territorio, dal turismo ai beni archeologici, ha dimostrato grande lucidità ed è proseguito con la messa in evidenza di quanto sia importante per la candidata divenire in breve la portavoce del cambiamento regionale. «Tutta la Calabria deve sapere che c'è un progetto nuovo che punta a segnare con determinazione una chiara rottura con il passato», garantendo in tempi brevi il recupero del terreno perduto. «Anche noi potevamo fare più liste attingendo dall'elenco telefonico, come hanno fatto i nostri avversari, ma abbiamo scelto di dire no, talvolta con difficoltà, perché non è mai semplice dire un no a qualcuno. Siamo comunque convinti di aver agito nella giusta direzione, consapevoli che in caso di vittoria non ci saranno cambiali in bianco da pagare, cosa che non potranno fare i nostri avversari, legati e condizionati da una miriade di accordi con le diverse liste che compongono la loro coalizione. Noi abbiamo scelto una strada che punti alla meritocrazia e alla qualità, certi della validità del nostro programma. Avevamo chiesto ad Oliverio un confronto pubblico su tali temi, ma in oltre cinquanta trasmissioni a cui ho partecipato non si è mai visto». La chiusa della Ferro sottolinea come, forse, questo silenzio dica più di quanto farebbero mille confronti. “Anche noi potevamo fare più liste attingendo dall'elenco telefonico,, come hannofatto i nostri avversari, ma abbiamo scelto di dire dei no” si impegna quotidianamente con estrema dedizione alla propria causa e ha già elaborato una serie di proposte già presentate all'attenzione dei Ministeri competenti. Grazie alle parole limpide del Consigliere è stato immediatamente chiaro con quanta attenzione si sta curando ogni dettaglio di una campagna elettorale indubbiamente difficile, nella quale gli sforzi maggiori si concentreranno nel tentativo di vincere la diffidenza di un elettorato sfiduciato e forse mai così lontano dalla politica. La parola è poi passata a Jole Santelli, che ha sottolineato lo spirito di gruppo e la sintonia che hanno portato alla candidatura di Wanda Ferro, amministratrice capace di affrontare con competenza le problematiche più complesse della nostra regione, L’intervista con Nicola Capogreco Quello che io chiederò ad Oliverio sarà di impegnarsi a stimolare i comuni al“bello”. Se la Locride è bella i privati vi investiranno. LA TENUTA “IL PALAZZO” IN LOCALITÀ MOSCHETTA Oliverio, costruiamo insieme un progetto per la Locride La Calabria attualmente è retta da imprenditori che hanno dai 45 ai 60 anni e che sono pronti ad andarsene, io per primo, perché un’altra legislatura come quella di Scopelliti o di Loiero non la potrei sopportare www.larivieraonline.com “ DOMENICA 9 NOVEMBRE 13 Ènecessariolegarelasalvaguardiadeibeniculturaliallosviluppo. Se i beni culturali vengono ben valorizzati e resi fruibili, possono tranquillamente fare da traino all’economia locale. icola Capogreco, imprenditore nel settore della ristorazione collettiva, è da vent’anni a capo di un gruppo che opera in Calabria e Toscana, con un fatturato annuo di 12 milioni di euro, 300 dipendenti, di cui 100 in Calabria. All’indomani del delitto Fortugno, decide di impegnarsi fortemente nella Locride, sua terra di origine e, insieme alla moglie, dà avvio a una complessa e attenta ristrutturazione di un vecchio borgo contadino, di proprietà della sua famiglia da secoli, restituendolo allo stato originario e trasformandolo in una location d’eccellenza per eventi. Il restauro della tenuta, affrontato interamente con fondi personali, rappresenta oggi un esempio di recupero culturale ed economico riconosciuto in tutta la Regione ed apprezzato anche fuori dai confini regionali per via degli eventi che si svolgono e che vedono la partecipazione di illustri ospiti del mondo culturale, artistico ed economico, provenienti da tutta Italia. Spinto dal desiderio di contribuire alla crescita di un territorio particolare come quello della Locride, nel 2005 dona al Comune di Locri una vasta area della sua proprietà da destinare alla costruzione di un teatro da 3500 posti, convinto che la crescita culturale sia l’unico modo per avviare un processo di riqualificazione ambientale e sociale. Perché Capogreco punta su Oliverio? Oliverio può mettere a disposizione la sua esperienza per un importante miglioramento. Ha dato segnali di buona amministrazione alla provincia di Cosenza. Oliverio, a mio avviso, è il candidato che meglio sintetizza la voglia di rinascita della Calabria. Una sua caratteristica importante? Oliverio è una persona molto concreta e una sua caratteristica fondamentale è che è capace di dire dei NO. Per quanto riguarda la macchina burocratica che è un problema serio, ci sarà un’inversione di tendenza con Oliverio? Ci dovrà essere per forza e sarà l’impresa più difficile. Lei da imprenditore cosa spera possa cambiare con Oliverio? Io ho un’attività, anche di elevato livello, però rischio di rimanere solo perché non c’è rete, non c’è un sistema. Mi spiego meglio. Io fungo anche da tour operator perché molti degli ospiti degli eventi che organizzo provengono da fuori e ogni anno garantisco agli alberghi della Locride 700800 presenze, alberghi che però, purtroppo, molto spesso mi fanno fare delle gran figuracce. Se vogliamo realizzare dei progetti importanti dobbiamo metterci in testa che dobbiamo farlo tutti insieme. L’imprenditore deve avere delle garanzie. Quello che io chiederò ad Oliverio sarà di impegnarsi a stimolare i comuni al “bello”. Nell’assegnazione dei contributi premiali della Regione ai Comuni si dovrà tenere conto di chi fa la differenziata, di chi utilizza i depuratori, ma non per punire chi non si è adeguato alle nuove normative, ma per stimolarlo a farlo. Io chiederò a Oliverio non una politica vecchia con finanziamenti a pioggia ma un progetto funzionale alla Locride in cui siano coinvolti tutti: i sindaci, gli amministratori comunali, tutti dovranno fare la loro parte. Bisogna partire dai beni culturali – secondo il Censis siamo la regione d’Europa con il più ricco patrimonio culturale ma non lo sfruttiamo e non lo facciamo conoscere – e poi migliorare le infrastrutture, perché solo se la Locride è bella i privati vi investiranno. Quindi, la sua proposta è quella di legare la salvaguardia dei beni culturali allo sviluppo? Esatto. Se i beni culturali vengono ben valorizzati e resi fruibili, possono tranquillamente fare da traino allo sviluppo. Sembra che attualmente il politico calabrese senta di avere come obbligo quello di rispondere di trasparenza e legalità al prefetto, non di pensare a un progetto che porti alla crescita economica che avrebbe come ovvia conseguenza l’occupazione… Prima c’era l’alibi della ‘ndrangheta, ora c’è l’alibi della legalità. Prima si aveva paura della ‘ndrangheta ora della legalità. E se si ha paura non è possibile realizzare alcun cambiamento. Ci sono le risorse umane, figure manageriali capaci, nella Locride per realizzare questo cambiamento? Molti professionisti se ne sono andati fuori perché qui non trovano le condizioni per restare. Se io sono un professionista e devo stare al gioco del politico di turno preferisco andarmene. Le faccio un esempio: io sono un imprenditore e la mia azienda fattura 12 milioni di euro l’anno, più di 10 in Toscana e il resto in Calabria. Com’è possibile che io vada bene per la Toscana e non funzioni in Calabria? Qui è necessario un progetto che innanzitutto procuri l’utenza, salvaguardi la legalità e la trasparenza nelle gare d’appalto, altrimenti imprenditori e professionisti scapperanno. La Calabria attualmente è retta da imprenditori che hanno dai 45 ai 60 anni e che sono pronti ad andarsene, io per primo, perché un’altra legislatura come quella di Scopelliti o di Loiero non la potrei sopportare. Se prima speravamo nei passaggi generazionali oggi in Calabria questo è impossibile. Oltre a pensare di fare nuove imprese bisogna cercare di tenerci quelle che ci sono. Io ho puntato su Oliviero come ultima chiamata, se non ci sarà la svolta sarò costretto a lasciare la Calabria. N In contrada Marasà si trovano i resti di uno dei più grandiosi templi di Locri Epizefiri, il cosiddetto “Santuario dei Dioscuri”. Tra i pochi templi di ordine ionico della Magna Grecia, ha restituito eccezionali gruppi marmorei, custoditi nel museo di Reggio Calabria Kaulon, fu una colonia della Magna Grecia e i suoi resti sorgono nei pressi di Punta Stilo. È tra i siti archeologici più interessanti della Calabria. La cattedrale di Gerace, la più grande cattedrale della Calabria e la più imponente testimonianza dell'occupazione normanna della regione GERENZA Registrata al Tribunale di Locri (RC) N° 1/14 Le COLLABORAZIONI non precedute dalla sottoscrizione di preventivi accordi tra l’editore e gli autori sono da intendersi gratuite. FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati alla redazione, anche se non pubblicati, non verranno restituiti. I SERVIZI sono coperti da copyright diritto esclusivo per tutto il territorio nazionale ed estero. GLI AUTORI delle rubriche in cui si esprimono giudizi o riflessioni personali, sono da ritenersi direttamente responsabili. Direttore responsabile: ANTONIO TASSONE Editorialista: ILARIO AMMENDOLIA COLLABORATORI: Ercole Macrì, Eleonora Aragona, Franco Parrello, Lidia Zitara, Patrizia Pellegrini, Domenico Spanò, Sara Leone, Sara Jacopetta, Francesca Barranca, Maria Giovanna Cogliandro, Jacopo Giuca. Per richieste di pubblicità rivolgersi a: PI GRECO Comunication srl Via Gramsci, 72/A info 0964383251 GLI INSERZIONISTI sono responsabili dei marchi e dei loghi pubblicitari nei loro spazi, l’Editore non risponde per eventuali dichiarazioni, violazioni di diritti, malintesi, ecc... Tutti i marchi riportati sono registrati dai legittimi proprietari. EDITORE - No così srl - via D.Correale, 5 - 89048 Siderno www.larivieraonline.com ATTUALITÀ DOMENICA 9 NOVEMBRE 14 Panetta a“porta a porta” S CONOSCERE LA STORIA POLITICA PER EVITARE DI RIPETERE GLI ERRORI DEL PASSATO ANTONIO TASSONE i presenta davanti all’interlocutore quasi sempre con il sorriso stampato sul volto, in jeans e maglietta e con la barba incolta. Lui non si scompone più di tanto. Mette la mano in tasca e tira fuori “santini” e fac-simile” dove è impresso il suo cognome e la lista dove trovarlo, con la sbarratura. Rigorosamente solitario, senza nessun compagno al seguito, va chiedendo voti a tutti quelli che incontra, anche ai novantenni con badante al seguito. In questi ultimi periodi la sua presenza è riscontrabile ovunque. All’uscita delle scuole di ogni ordine e grado, al mercato, sul lungomare, sulle strisce pedonali del corso principale, davanti ai bar del corso, in tv, alla radio, a suonare ai citofoni di tutte le famiglie che abitano nelle più impervie contrade sidernesi. Stiamo parlando di lui, dell’ex sindaco di Siderno, Domenico Panetta. L’amministratore più “longevo” che la storia politica locale abbia mai conosciuto e che non si ferma davanti a niente e nessuno. Ad avviso di chi scrive, lui sa bene che potrà avere difficoltà ad essere eletto come consigliere regionale ma l’operazione che sta portando avanti, con grande rigore e sacrifici, anche fisici, è finalizzata a “frantumare” il partito democratico sidernese. L’obiettivo, infatti, sarà quello di dimostrare che i cittadini sidernesi lo vogliono ancora e con i voti, che verosimilmente raccoglierà, potrà mettere tutti con la spalle al muro. Dopo le sue dimissioni dal partito renziano, all’indomani dell’inciucio del governo nazionale tra destra e sinistra, Panetta vorrà fortissimamente rimarcare che è sempre lui il vero ed unico leader del centro-sinistra cittadino. A dire la verità, non vorremmo essere nei panni della segretaria Maria Teresa Fragomeni, “combattuta” nel dover girare i suoi voti al candidato piddino Seby Romeo (che l’ha voluta alla vicesegreteria provinciale del partito) o al parente Mimmo Panetta. Starò attento a verificare come risponderà la mia città a questa chiamata alle urne. Provo a ricordare qualcosa del brillante passato da amministratore di Domenico Panetta. Egli è stato il sindaco che spese miliardi delle vecchie lire per l’illuminazione del lungomare, poi rivelatasi di bassa qualità. E’ stato il sindaco che volle sistemare i rondò spartitraffico, prima costruiti, poi abbattuti perché troppo larghi e con progetti sbagliati e poi riprogettati in versione mini e quindi riposizionati nello stesso posto con ulteriori aggravi di spese per l’ente. E’ stato il Sindaco che passerà alla storia per aver avuto il merito di istituire il senso unico quando già da almeno un decennio si parlava della necessità di attuarlo per decongestionare il traffico in centro. E’ stato il sindaco che ha inventato “la sguta”, che riusciva a portare a Siderno decine di migliaia di turisti nordici impegnando ingenti risorse di bilancio comunale e che tutti, dico tutti, sarebbero stati bravi ad organizzare disponendo di ingenti risorse economiche comunali. E’ stato il Sindaco che ha speso decine di milioni del vecchio conio per acquistare un impianto di amplificazione “anni 80” per diffondere la musica stile “Happy days” mentre si passeggiava su un Corso della Repubblica chiuso al traffico a mo’ di isola pedonale (forse l’unica cosa giusta). Tale impianto funzionò, per dirla con una battuta, da Natale a Santo Stefano. Ed ancora è stato il Sindaco “dell’abbeveratoio per cavalli”, posto in piazza Risorgimento prima della sistemazione della fontana monumentale e che costò tanti milioni di lire. E’ stato il Sindaco che fece predisporre i locali della sezione staccata di Siderno del Tribunale Civile di Locri, impegnando ingenti risorse, quando ormai tutti sapevano che si andava verso la riforma degli uffici giudiziari con l’obbligatoria soppressione delle sedi decentrate. E’ stato il Sindaco che blindò e inserì alcuni suoi fedelissimi nella gestione del centro polifunzionale. Sotto la sua amministrazione venne modificato più volte il Piano regolatore generale. E’ stato uno degli ingegneri che ha presentato al comune dei progetti con l’escamotage dello “sportello unico”, laddove ai cittadini che avevano fatto richiesta di ampliamento aziendale (prevedendo un alloggio per il custode) è stato consentito di costruirsi la “villa dei sogni”. Individuò la nostra città, nel piano regionale dei rifiuti del 2000, come città capofila per l’ubicazione di un impianto per il trattamento dei rifiuti solidi urbani poi trasformato, come dimostra il presente, in discarica autorizzata con tanto di “profumo” nell’aria. Ci sarebbe il “nodo” della piscina comunale ma sorvoliamo. Non parliamo neppure delle intuizioni inerenti i palazzi storici di Siderno Superiore. Nessuno l’ha mai visto presente nelle manifestazioni a difesa dell’Ospedale per non fare torto ai leader Peppe Bova o Liliana Frascà (all’epoca presidente del consiglio regionale ed assessore regionale al personale) che, nonostante furono da lui definiti “untori”, all’indomani della sua elezione plebiscitaria a Sindaco del 1996, qualche anno dopo (come premio per l’etichetta affibiatagli) lo nominarono sub-commissario liquidatore dell’Afor, retribuendolo con migliaia e migliaia di euro al mese. Ha bandito un concorso per l’assunzione di vigili urbani i cui vincitori, dopo soli pochissimi mesi, ottennero il trasferimento in altre sedi. Sotto la sua amministrazione, degli assessori in carica lasciarono l’incarico pubblico. Sembra che uno di questi si dimise la sera prima, per beneficiare, il giorno dopo, di una consulenza per direzione lavori pagata profumatamente dal comune rappresentato pro-tempore dal Panetta. Un altro amministratore a lui vicino (e poi transfugo) si fece passare, arricchendosi, i terreni agricoli in suoli edificabili. Un altro ex assessore, suo amico, ancora oggi si riempie la bocca parlando di legalità e poi, sostengono alcuni bene informati, lavora in nero vendendo abbigliamento agli amici. L’ultima azione degna di nota è stata la sua presentazione in Prefettura a Reggio Calabria, davanti al Prefetto del tempo, dott. Piscitelli, accompagnato dai parlamentari Pd Marco Minniti, Luigi De Sena e Maria Grazia Laganà, dall’allora coordinatore provinciale Girolamo Demaria, nonché dagli ex consiglieri comunali Maria Teresa Fragomeni, Gabriella Boccuti e Nunziatina Galluzzo, per chiedere lo scioglimento del consiglio comunale in quanto, alcuni giorni prima, nell’ambito dell’operazione “falsa politica”, venne arrestato il consigliere comunale di maggioranza Domenico Commisso (Mimmo taloncia), nipote del “mastro”, Giuseppe Commisso, che nella precedente legislatura, fece parte della “minoranza” consiliare di centro-sinistra. Nei mesi scorsi, infine, la Corte dei Conti, sezione giurisdizionale centrale d’Appello di Roma, ha messo la parola fine a una procedura espropriativa che si è protratta nel tempo e che ha visto coinvolti alcuni autorevoli esponenti della politica sidernese degli anni 80, tra cui, lo ricordiamo, lo stesso Panetta, che è stato condannato per danno erariale a dover rifondere la somma di euro 34.554,00. E adesso, senza dimenticarci il passato, il suo “porta a porta”, fino al 23 novembre, potrà continuare. Se Panetta non verrà eletto consigliere regionale, sempre in caso di vittoria del centro-sinistra e del suo compagno e amico Oliverio, ci sarà sempre spazio per un eventuale incarico ad hoc in uno dei tanti “carrozzoni” regionali dove generalmente vengono collocati i portatori di voti, diversamente per lui si aprirà lo spiraglio per una nuova, entusiasmante, fantasmagorica candidatura a Sindaco della città di Siderno. Il tutto mentre il centro-destra cittadino continua a dormire. LANGOLO DI PARRELLO HO SOGNATO DEI NUMERI Mi ero appena addormentato, quando ho sognato di essere allo Stadio Comunale di Locri, in una domenica degli anni'50. In porta, a seconda gli anni, Violi, Cordi' o Macrì . In difesa, col numero 5, Aldo Chianese detto " u Russellu ", per via del colore dei suoi capelli. Pino Pileggi eccezionale nelle rimesse laterali, "Ciccio" Baldari velocissima ala sinistra; "Vici" Carabetta, invece, aveva il numero 3. Il nostro idolo era Mario Muscolo, centravanti con il numero 9. Furci e Gelsomino fecero carriera e passarono al Cosenza in serie B. Altri calciatori, sempre degli anni '50 e '60, erano Audino, "Cece" Carabetta, Calabrese, Misitano, Piromalli, Strangio e Lombardo. Alcuni, poi, venivano da Siderno: Nana' Barillaro difensore, Pepe' Errigo numero 7, "Vici" Galluzzo ala sinistra. Preparatore atletico il professore Teseo Tavernese, direttore tecnico Gratteri, uno difficile da contraddire. Presidente "Totò" Spadaro, che veniva al campo con la sua potente moto " Mondial". Dopo un po' mi sono svegliato, si sa i sogni muoiono all'alba. Chiedo scusa se, nel sogno, ho dimenticato qualcuno. Franco Parrello LASCOMPARSA ROSA BEVILACQUA Una mamma e una nonna esemplare. Sei sempre nei nostri cuori. Con affetto dalla tua adorata piccolina. Profili Diciamoci la verità, girando per la Locride capita di incontrare una ricca miscellanea di esemplari umani. Eccovi una breve analisi antropologica delle 8 tipologie che siamo riusciti a individuare. Gli 8 esemplar IL FIGLIO DI PAPÀ È sempre ben vestito e agghindato e va in giro in SUV. A 19 anni papino gli paga 3000 euro di corso di preparazione al test universitario in medicina che lo costringe – a suo dire – a studiare tutta l’estate e a disertare la spiaggia almeno di giorno, mentre la notte ai festini organizzati in riva al mare dagli amici del circolo di tennis o di pilates (il calcio lo fanno tutti!) non può mancare, altrimenti a chi lo racconta che ha studiato tutto il giorno perché vuole entrare in medicina? Il test di medicina puntualmente non lo supera… “Un altr’anno mio padre mi trova una raccomandazione al Ministero, quella col Rettore non è servita”. Nel frattempo se ne va a New York così quando chiederanno al padre: “Ma tuo figlio è entrato alla fine in medicina?” potrà rispondere tronfio e spocchioso: “No è stato selezionato dopo un difficilissimo test in bla bla bla e adesso è a New York per presenziare a un’importante convention in bla bla bla” che tradotto significa: “Ho pagato 5000 euro per levarmelo dalle scatole così che nessuno pensi che tra tutti gli spermatozoi di cui disponevo giusto quello scemo la natura ha selezionato. O peggio ancora che sono cornuto”. Sarete aggiornati sulla sua esperienza di bla bla bla a New York dai numerosissimi post su fb e dalle foto su instagram che pubblicherà per la vostra dose di scartavetratura di balls giornaliera. Il più delle volte il figlio di papà finirà col fare il politico o l’evasore fiscale o con il lavorare nell’azienda del papi puntando tutto sui collaboratori selezionati da un team di manager. Nel caso in cui, invece, la raccomandazione al Ministero abbia funzionato, il figlio di papà riuscirà a laurearsi a 40 anni con 66 e sarà perseguitato dall’opinione pubblica per il resto dei suoi giorni per aver dimenticato un Rolex d’oro nella pancia di un paziente operato di appendicite. Il figlio di papà locrideo cena generalmente al Gambero Rosso o al Minuetto, mentre per il dopocena, puntatina al Top o in qualche circolo privato per l’ennesima e noiosa entrata in società al ritmo di Balla per me balla balla e Bamboleo, bambolea…Porque mi vida, yo la prefiero vivir asi! IL DON VITO CORLEONE Esemplari di Don Vito Corleone o presunti tali nella Locride ce ne sono a iosa. Perché se esiste l’antimafia, esisterà anche la mafia, no?! Il Don Vito si tira i capelli e si fa la barba rigorosamente dal barbiere. Guai a qualche peletto sul collo o alle basette fuori posto. Sempre ingellato, profumato per un effetto seducente e intossicante. Porta pantaloni colorati, sgargianti – arancio melone, rosso, azzurro – camicia pure d’estate alle 2 del pomeriggio, sneakers. Sfoggia padelloni come orologio, collana d’oro, occhialino da sole. Da ragazzino lo vedi in sella a motorini truccati; presa la patente, si compra la Golf, ribassata, mentre il Don Vito Corleone di rango superiore il Bmw. Al bar lo trovi con il portafoglio in mano a strattonarsi alla cassa. La cassiera vive attimi di panico: “Non ti pigghiari ji sordi ca pagu jeu” “Finiscila, ca m’offendu”, “Nesciti i ccà, va vidi chi ndà u fai” and so on… Rapporto con l’altro sesso: non si sa rapportare, in quanto il Don Vito Corleone è la sintesi perfetta di “moda” e totale assenza di cultura. Si limita, perciò, ai commenti perversi con gli amici. Va in giro in gruppo di almeno tre persone, perché in due potrebbero sembrare gay. D’estate passa da un locale all’altro fino al mattino, così, senza fare niente: non balla, non canta, non si rapporta con le femmine, beve solo qualcosa, un commento perverso con gli amici e via al prossimo locale. Alle 4 rompe le scatole al cameriere stanco e stravolto da una giornata di andirivieni per i tavoli e richieste assurde e si ferma a mangiare. Lo riconosci subito perché mangia maionese e ketchup con immerse le patatine. Come pizza ordina wurstel e patate e chiede la maionese e il ketchup per condirla, o al massimo sceglie la diavola che fa tanto temerario. Generalmente il Don Vito, se non si è fermato alla terza media, ha frequentato il professionale perché è l’unico istituto in cui dopo tre anni ti puoi fermare. Prosegue gli studi universitari se ha “u cugnu”, ma a Reggio e Messina o al massimo a Cosenza, perché “pi fora” non ha conoscenze. Di solito opta per giurisprudenza così ha il lavoro assicurato: potrà difendere il padre e tutta la settima generazione. Il Don Vito Corleone si rapporta solo con maschi della stessa specie, con gli altri non interagisce perché non si abbassa. LO SPASOLATO Spasolato significa propriamente “senza fagioli”, cioè una persona che non possiede neanche un raccolto di fagioli su cui fare affidamento. Lo spasolato vive alla giornata, e in questo si può dire che abbia raggiunto una sua saggezza zen, ma vive anche di piccoli espedienti, non sempre onesti. Non ha attività lavorativa e si comporta come un onnivoro cacciatore-raccoglitore. Lo spasolato è una creatura quasi esclusivamente diurna, anzi, mattiniera. Appena alzato fa un giro in paese e riesce sempre a farsi offrire il caffè da qualcuno, a leggere il giornale di qualcuno, a farsi dare un passaggio. Poiché la sua forma di sostentamento più rilevante è la cresta sulla spesa, l’attività diurna preminente dello spasolato è quella delle “commissioni”. Per conto di madri, padri, zie, nonne, fratelli, ecc, lo spasolato lo incontri alla posta, al supermarket, in farmacia, all’ospedale, dal panettiere. Se automunito, diventa anche il tassista di famiglia. Esiste un preciso dimorfismo sessuale tra spasolato e spasolata. Gli individui di sesso maschile tendono a vivere con l’inganno e con la frode, mentre quelli di sesso femminile o soccombono alle loro famiglie, o si accompagnano a un altro spasolato cui reggono il moccolo nelle attività poco pulite. Tuttavia i danni che possono compiere anche in combinata, sono circoscritti, poiché lo spasolato è una preda piuttosto semplice da scoprire e catturare. Dopo aver compiuto le sue mansioni mattutine, lo spasolato compie lunghe passeggiate per il paese, non avendo null’altro da fare. Difatti il fisico degli spasolati è solitamente asciutto e nerboruto. IL COTRASCHIUNI Anche noto come “cotrascuni”, è una variante di “cotraru”, ma con valenza accrescitiva e dispregiativa. Un cotraschiuni è un adolescente, tra i 14 e i 18 anni (per alcuni si superano i 20). L’attività preminente del cotraschiuni locrideo è paragonabile a quello della sardina. Essendo un animale gregario, infatti, si riunisce in banchi di più individui dello stesso sesso, cercando il cibo sul fondale. Una caratteristica fondamentale del cotraschiuni è quella di essere motorizzato con accessori superpersonalizzati rigorosamente di imitazione fatti stampare in cartoleria. Come i banchi di sardine, i cotraschiuni fanno il giro dei corsi principali e dei lungomari, osservando gli esemplari di sesso opposto, cercando di individuare i soggetti più disponibili all’accoppiamento. A Siderno i luoghi preferiti in cui i cotraschiuni si spiaggiano come le balene sono la piazzetta con il busto di Michele Bello e la “Nacatola”. Lo spiaggiamento può durare ore, durante le quali i cotraschiuni osservano le ragazze o le insidiano direttamente richiamando la loro attenzione in modo volgare e rozzo. Le attività ludiche favorite del cotraschiuni sono fare baruffe, emettere vocalizzi gutturali da ominide, rompere oggetti, specie se di proprietà comunale, www.larivieraonline.com “ DOMENICA 9 NOVEMBRE 17 Esemplari così diversi tra loro ma tutti pronti a cedere di fronte al fascino prorompente della MIMF (Mamma che Io Mi Farei) in grado di aizzare le fantasie maschili più invereconde ri della Locride sfidarsi a compiere atti vandalici, oltre che inscenare lotte rituali per la supremazia sul branco. L’eloquio del cotraschiuni è di solito molto ridotto, e comunque limitato al vernacolo, e ogni frase è tesa a vantarsi delle proprie attività (spesso dei successi con le ragazze o con i motori): sebbene questo genere tassonomico non sia dotato di particolare acume, compensa con la fantasia, inventando balle a tutto spiano. Tale comportamento può verificarsi anche in età adulta o matura, causando effetti involontariamente comici per l’osservatore. IL PENSIONATO Si fa le file alle poste e rifiuta categoricamente la possibilità di farsi accreditare la pensione sul libretto per fare la fila alle poste e lamentarsi della fila alle poste. Frase preferita “e tempi mei”: è il suo grido di battaglia! Si alza di buon mattino perché c’è una lunga giornata di coordinamento dei lavori ad attenderlo. Lo trovi, infatti, in qualsiasi posto dove ci sia gente che lavori e alla quale lui non si esimerà dall’impartire ordini, correggendo progetti di ingegneri, riprogettando strutture di sostegno fatte – a suo dire – a muzzo (“E pensari chi hannu puru i scoli!”). Esiste da noi una variante moderna di questa categoria che è il pensionato alla stazione, che se ne sta impalato tutto il santo giorno a guardare la gente salire e scendere dai treni in attesa di qualche straniera dell’Est per dare libero sfogo ai suoi bollenti spiriti da tempo repressi. IL RADICAL CHIC È la più mostruosa mutazione genetica del figlio di papà. Si autoproclama intellettuale e ha sempre quell’espressione preoccupata per le sorti del mondo. Nessuno lo contraddice perché fondamentalmente nessuno lo capisce. Un illuminato a basso consumo che pontifica minchiate a ciclo continuo sfruttando l’energia eolica! “La casta, la casta, la casta… il sistema, il sistema, il sistema è malato!” - urla nel cuore della notte risvegliandosi da un incubo con Topo Gigio. Mangia solo biologico, equo, solidale, di stagione e a km 0, poco importa se si tratta di pomodori al cadmio e broccoli all’arsenico. Impiega ore a scegliere cosa indossare per sembrare uno che ha messo la prima cosa che ha trovato. Gira con la sua bicicletta vintage con cestello coordinato perché non inquina e muoversi fa bene, poi però scrocca passaggi all’amico con la Golf. Non guarda la tv spazzatura e se per sbaglio si ritrova a parlare dell’ultimo reality, giura di aver dato una sbirciatina solo per un interesse puramente antropologico. La musica classica gli dà la carica e dà libero sfogo alla sua creatività. Neorealismo, Nouvelle Vague, cinema russo e polacco, questo è quello che predilige o anche il cinema tedesco d’avanguardia che è quello muto così le parole ce le mette lui che è più capace. Il radical chic non fa shopping e non va in discoteca ma solo a presentazioni di libri e vernissage. “Hai detto Flaubert? Ohh…pitupitumpà… ah no quella era Susanna tutta panna!”. Il radical chic è per la rivoluzione ma andate avanti voi che lui intanto firma la petizione online! IL MONOTEMATICO La sua vita si riduce agli eventi. Per l’esemplare monotematico femminile sono le nascite, i compleanni, i battesimi, le prime comunioni, le cresime, le lauree, i matrimoni, gli anniversari e persino i funerali. Pianificati con larghissimo anticipo e curando il minimo dettaglio perché non bisogna lasciarsi cogliere impreparati “ca poi ‘ndi cuntamìnanu”. Per la nascita la corsa agli acquisti parte dopo i primi tre mesi di gravidanza ma solo perché prima “porta male”. I compleanni e gli anniversari vanno organizzati un anno prima e durante tutto l’anno la monotematica non parlerà di altro: bomboniere, addobbi a tema, decorazioni della torta, inviti, invitati, abito, abito della figlia, abito del marito e del figlio (“A loro basterà cambiare la cravatta e sembrerà un vestito diverso!”), abito dei nonni (“Quello che hanno indossato per la nipote nel lontano 1959 andrà benissimo! Lo porto in lavanderia e lo faccio rinfrescare. Dici che è grande?! Non lo noterà nessuno, tanto non si alzeranno dal tavolo!”). Quanto al matrimonio dei figli è stato programmato sin dalla nascita e loro dovranno immaginarlo così come l’ha sognato la madre, stesso discorso vale per il 18esimo e per la festa di laurea. Anche i funerali vanno programmati: alla prima avvisaglia di malo- re di un qualsiasi parente la monotematica si accerta di avere un abito per la veglia e uno per il funerale, completo di accessori che siano la perfetta sintesi di sobrietà e afflizione. L’evento dell’esemplare monotematico maschile è la partita della squadra del cuore. Lui vive in funzione degli esiti di una partita. Se la sua squadra perde è praticamente in lutto, tanto che ordina alla moglie di tirare fuori il vestito nero che teneva in serbo per la zia colpita improvvisamente da raffreddore e di indossarlo fino alla prossima vittoria. A fine campionato per due mesetti circa si dà alla critica. Trova da ridire su tutto: le buche, l’erbetta sul marciapiede, gli impiegati comunali, il governo, gli extracomunitari, il caro prezzo degli alimenti, i giovani scapestrati e senza rispetto e naturalmente il calciomercato. Sermoneggia contro le ignominie della società moderna con gli amici in piazza e si dichiara pronto alle barricate. Ma entro la penultima settimana di agosto che poi inizia il campionato! LA MILF Il termine MILF (Mother I’d Like to Fuck) italianizzabile in MIMF (Mamma che Io Mi Farei) designa donne di età compresa fra i 35 e i 50 anni con (almeno) un figlio, (almeno) un compagno, (almeno) un amante e svariati ex. Segni particolari: facce da botox che con il silicone Saratoga al mio falegname verrebbero meglio, fisico da pin-up stagionata. Sono quelle madri per cui tu ti fai invitare dall’amico per poterle scoprire più da vicino. Il figlio di una milf è infatti il più riverito della comitiva. Le milf sono sempre sopraffatte da ondate di endorfina. Dicono di avere le farfalle nello stomaco ma magari è gastrite. Credono di essere grandi seduttrici quando invece sono semplicemente facili. Per loro il tempo non passa mai… il tempo su facebook intendo. Giornate intere a tenere informate le amiche milf sulla loro vita: la colazione, il brunch, l’aperitivo, il tè delle 5, la scofanata di mezzanotte. Quando non sono su fb le trovi al Blue Dahlia a farsi le foto da pubblicare su fb! Professioniste dell’ancheggiare su altezze funamboliche, aizzano le fantasie maschili più invereconde del cotraschiuni che proclama i suoi commenti volgari ad alta voce, del Don Vito Corleone che commenta ma con discrezione con gli amici, dello spasolato che ha ben poche speranze di riuscire nell’abbordaggio, del pensionato alla stazione che da buon marpione cerca l’approccio, del monotematico che in questo caso farà un’eccezione, del radical chic che fa tanto lo chic ma una bottarella non la disdegna nemmeno lui, e – perché no – del figlio di papà generalmente attratto da bellezze di fresco turgore ma per il quale in certi casi gallina vecchia fa buon brodo! Maria Giovanna Cogliandro Si ringrazia per la gentile collaborazione Lidia Zitara RIVIERA CULTURA E SOCIETA’ Pillole Naturopatiche A cura di: Patrizia Pellegrini Naturopata Bioterapia Nutrizionale® Presidente Associazione Culturale Tone LA CICORIA o Erba amara... tutto ciò che è amaro di gusto, purifica il fegato! La Cicoria è una pianta perenne. Ha un caratteristico sapore amarognolo, dovuto alla presenza di sostanze alcaloidi. In realtà, comunque, il sapore varia da cicoria a cicoria, perché ne esistono diverse tipologie, ognuna con una palatabilità diversa, più o meno amarognola. Quando si acquista la cicoria, come per tutte le altre verdure a foglia, bisogna controllarne bene l'aspetto, per essere certi di portare a casa un prodotto fresco. Le foglie della cicoria devono apparire prive di lesioni e parti scure e non devono essere ingiallite. La cicoria stimola la concentrazione, aiuta a combattere la sonnolenza, ha potere lassativo, stimola l'attività di pancreas e fegato. Grazie alle sue proprietà aiuta a regolare la quantità di glucosio e di colesterolo nel sangue; è dunque un alimento particolarmente prezioso per chi soffre di diabete o colesterolo alto. La cicoria contiene cicorina, inulina, colina, tannino, amido, sali minerali e vitamine, tutte sostanze molto utili all'organismo, grazie alle quali questo vegetale vanta proprietà astringenti, toniche, disinfettanti e disintossicanti. La cicoria, inoltre, favorisce il funzionamento della cistifellea e dei reni e stimola la digestione. Gli impacchi fatti con il decotto di cicoria aiutano a lenire le irritazioni cutanee. La cicoria, infine, è considerata un vero toccasana per l'acne, l'intestino, il fegato, la cistifellea, il pancreas e i capelli. Curiosità : Nel periodo napoleonico, in Francia, la radice della cicoria veniva usata come surrogato del caffé; abitudine che venne presto diffusa anche in Inghilterra e Stati Uniti.Secondo una credenza popolare la cicoria, soprattutto quella selvatica, sarebbe in grado di risvegliare l'eros. Sarebbe, infatti, un vasodilatatore naturale, capace di aumentare l'afflusso di sangue agli organi sessuali maschili. GIOVANITALENTI Il trio delle meraviglie : Perrotta, Figliomeni e Carrozza N ANTONIO TASSONE ella seconda puntata dei calciatori in vetrina, questa settimana continuiamo il nostro percorso alla scoperta dei migliori talenti locali, presentandovi altri tre calciatori della numerosa nidiata assistita da Bruno Larosa e Manuel Montipò. Anche di loro, c'è da giurarlo, sentiremo parlare in futuro . Il sidernese Cosimo Figliomeni, è nato nel 1992. E' un trequartista di piede sinistro che fa della fantasia e della velocità i suoi punti di forza. È cresciuto nelle giovanili del Catanzaro, squadra con la quale ha giocato il suo primo torneo da professionista nella stagione in cui i giallorossi vinsero il campionato. Ha effettuato ulteriori esperienze in Lega Pro con le maglie di Vibonese ed Hintereggio. Dopo aver vinto il torneo di Eccellenza con il Roccella, nella stagione in corso ha avuto l'opportunità del grande salto tra le fila del Gaz Metan Medias, compagine rumena di serie A, con la quale in questa prima fase di campionato ha già realizzato tre reti e due assist. Perrone Francesco, classe 1995, nato a Cosenza, è il classico trequartista dotato di un'ottima tecnica di base e di visione di gioco. Milita sin dalla categoria Giovanissimi con la formazione del presidente Foti fino alle due presenze in serie B nella scorsa stagione. Nati senza camicia Ho deciso di raccontarvi la storia di due fratelli, Samuel e Susan che fin da piccoli non hanno avuto la fortuna di avere una vita facile, anzi… I due fratelli vivevano in un piccolo paesino della Russia con una madre e un padre che, spesso faceva uso di alcolici e tornando a casa ubriaco fradicio violentava e picchiava la moglie con gesti che si imprimevano negli occhi dei bambini giorno dopo giorno. I due vivevano con l'incubo del padre, il più piccolo racconta che, guardando passivamente la violenza che la madre subiva, per avere un po' di conforto si stringeva al petto della sorella mentre osservava l'orrore. Molte volte i fatti furono denunciati, ma la polizia mai intervenne. La situazione un giorno precipitò. Era una notte buia e tempestosa, la madre si trovava con i figli in soggiorno, quando il marito più ubriaco che mai, tornato a casa, pieno di ira e collera sbatté la moglie contro un armadio, e fu la volta decisiva. La povera donna non riuscì per l'ennesima volta a resistere alla violenza e crollò. Con la sua morte, non si spense solo la sua vita ma anche quel briciolo di speranza che viveva nel cuore dei piccoli… il peggio doveva ancora venire, perché è proprio dopo la morte della madre che ebbe inizio il loro calvario. Furono mandati in un collegio dove persero la loro dignità di bambini. Qui ad accudirli vi erano quattro o cinque assistenti ERRATA CORRIGE Ancora uno spazio di Riviera finalizzato a mettere in risalto le performance sportive dei migliori talenti calcistici della nostra regione. Oggi spazio a tre attaccanti di classe e temperamento che si stanno imponendo all’attenzione dei più bravi addetti ai lavori, sia per la loro duttilità agonistica ma anche per la loro versatilità tecnico-tattica. sociali, troppo pochi per gestire tanti bambini, infatti per riconoscerli, come nei campi di concentramento veniva assegnato loro un numero. Nel collegio c'era la possibilità di essere adottati, molte volte furono presi da diverse famiglie, ma sembrava viaggiassero come pacchi perché dopo un periodo di prova venivano riportati in istituto. In loro la scintilla di speranza si spegneva ancor prima di accendersi. Un giorno sembrò che finalmente la fortuna avesse bussato alla loro porta. Una coppia di coniugi di mezza età provenienti dall'Italia, decise di adottarli. Samuel e Susan avevano trovato quella che loro credevano una famiglia. In realtà il rapporto che avevano col padre era bellissimo, egli li amava come figli naturali, li aveva iscritti a scuola e infatti avevano imparato perfettamente l'italiano. Meno bello era il rapporto con la madre che avendo già qualche problema non gli dava il giusto affetto. Comunque, la loro vita sembrava andasse per il verso giusto quando all'improvviso il padre fu colto da una malattia e nel giro di una settimana morì. La ruota della fortuna sembrava non puntasse mai le sue freccette verso loro. La madre a quel punto persa completamente la ragione introdusse i figli in un ambiente malavitoso dove iniziarono a compiere piccoli furti e a chiedere l'elemosina. Segnalate le ripetute assenze scolastiche, finalmente intervennero i servizi sociali che collocarono i fratelli in una casa famiglia. Samuel e Susan ripresero a vivere, finalmente avevano trovato una vera famiglia e dei fratelli con storie simili alla loro. Tutte le pene avute sembravano essere ormai acqua passata. Ma quando il sole decide di non splendere, poco puoi fare per illuminare il mondo. La sventura non li abbandonò. Trascorsi pochi mesi la ragazza si ammalò di leucemia e al momento si trova ricoverata in un ospedale calabrese dove combatte ogni singolo minuto per sopravvivere. Nella vita non siamo noi a decidere di avere fortuna o meno, è lei l'artefice di tutto… a volte si diverte a giocare con le persone e, quando lo fa, sa essere proprio crudele. (tratto da una storia vera) Giulia Roccisano III B Rinnovato il Consiglio dei Medici Chirurghi e Odontoiatri Le cariche sono state così distribuite: Pasquale Veneziano (Presidente), Giuseppe Zampogna (vicepresidente), Vincenzo Nociti (Segretario), Bruno Porcino (Tesoriere). Per errore non era uscito il presidente Veneziano, anche noi sbagliamo. Può vantare diverse presenze nella Nazionale italiana under 16. Nell'ultimo periodo diversi piccoli infortuni, che si spera siano stati messi alle spalle, lo hanno costretto ad un riposo forzato. Carrozza Alessandro, infine è un attaccante esterno nato nel 2000 a Roccella Jonica. Questa in corso è la sua seconda stagione con la maglia delle giovanili del Sassuolo. Con la compagine emiliana si è messo in mostra segnando molte reti nel torneo 2013/2014; nel campionato attuale sta confermando la prolificità sotto porta della scorsa stagione.. La prossima domenica daremo spazio ad altri giovani calciatori della nostra regione. SETTIMANALE www.larivieraonline.com Il treno e la filosofia : Vincenzo Muià "Ho dovuto fare una scelta: continuare a investire la mia energia e farmi sfruttare, oppure andare dove c'era bisogno di me. Così ho deciso la Calabria". È gno di conoscere ogni angolo del proprio corpo. E la danza, aiuta ad avere questa consapevolezza." E per far capire meglio, ricorre a un esempio: "quando si zoppica, non si zoppica e basta. Tutto il corpo subisce una modificazione, la colonna vertebrale subisce una piega, la gamba si trasforma, nel nostro corpo tutto è strettamente interconnesso. Così quando dovrò rappresentare un personaggio che zoppica, dovrò tenere conto di tutto questo. E il mio corpo, come il suo, dovrà assumere una momentanea modificazione. Avendo consapevolezza della mia fisicità, riuscirò a farlo." Rimango spiazzata. C'è davvero tanto lavoro dietro la formazione di un attore, e lo rimango ancora di più quando continua a riferire di fonetica e dizione, di tutti gli esercizi tecnici che richiedono la conoscenza dell'anatomia per regolare la voce, l'intensità e l'accento, per la gestione del flusso di aria e quant'altro. Dopo anni di intensi studi e lavori, dopo aver frequentato corsi e collaborazioni con mostri sacri del teatro, Vincenzo Muià decide di tornare in Calabria. Questa volta non per una vacanza, ma per viverci. "Ho dovuto fare una scelta: continuare a investire la mia energia e farmi sfruttare, oppure andare dove c'era bisogno di me. Così ho deciso la Calabria". Da allora, è impegnato in vari progetti, in quello con Bernardo Migliaccio Spina e la loro scuola di Teatro a Locri, frequentata soprattutto da giovani,ma da poche persone di media età, "perché quelli di media età, sono troppo stressati dal lavoro". Poi è impegnato in una serie di lezioni che si tengono presso la SARA LEONE nato a Torino, ha vissuto al Nord tantissimo tempo. Durante le estati della sua infanzia veniva in Calabria a trascorrere le vacanze. I suoi genitori sono calabresi. Dopo aver studiato, e dopo essersi affermato come attore, a 35 anni ha deciso di tornare in Calabria, la terra verso la quale nutre un acuto attaccamento sensoriale, di profumi e odori. Vincenzo Muià, si mostra gentile e disponibile alla domanda: "Come nasce la passione per il teatro?". Mi racconta di quando era piccolo, di quando suo padre a sei anni lo portò al parco e lo fece assistere al teatro dei burattini. Seduto lì, affascinato per tutta la durata dello spettacolo, si rifiutò di alzarsi per andare via al termine della messa in scena. Voleva che lo spettacolo continuasse, così aspettò e ne vide la replica. A otto anni entrò a far parte degli scout e la sua specialità fu proprio quella di "attore". Prendeva parte agli spettacoli messi in scena, anzi ne era diventato proprio il direttore artistico, e il protagonista allo stesso tempo. Poi un giorno una signora, accortasi del suo talento, gli consigliò di iscriversi alla facoltà di DAMS, e così fece, anche avendo conseguito un diploma tecnico di Ragioneria. "In Ragioneria avevo cinque, in compenso ero sempre a teatro"- confessa l'attore con una nota di ironia. Contemporaneamente all'Università, per mantenersi, ha fatto il dattilografo, e come se non bastasse ha frequentato la "scuola di teatro di Navile", diretta da Nino Campisi che, alla conclusione gli chiese di rimanere in compagnia, "ma io non mi sentivo pronto"-dice. "Da allora iniziai a frequentare una serie di seminari, corsi di perfezionamento, di danza contemporanea; così piano piano, l'attore si formava autonomamente sempre di più...anche se ancora adesso mi sento incompleto!" Sono un po' perplessa su come la danza contemporanea possa concorrere alla formazione di un attore, così approfondiamo la questione. "La danza contemporanea-mi dice- mi ha aiutato tantissimo a capire come sfruttare le articolazioni oltre che i muscoli, è importantissima per il teatro contemporaneo, perché l'attore per rappresentare le tensioni sociali contemporanee, che indubbiamente si ripercuotono anche sulla gestualità e sui movimenti, ha biso- “In Calabria c'è una teatralità pazzesca, incanalata male però. I giovani devono andare via, vedere realtà diverse, e quando torneranno... altro che California!” Libreria Mondadori, al centro commerciale "la Gru". Grazie all'instancabile impegno intellettuale di Roberta Strangio, è stato realizzato iun corso di "lettura espressiva" tenuto proprio da Vincenzo Muià. "Lettura espressiva? Quella che Benigni fa della Commedia?"chiedo entusiasmata. E lui risponde: "La lettura espressiva è la lettura di un brano, in cui si incontrano immagini nuove, immagini che nel lettore suscitano emozioni, e che il lettore stesso si sente libero di rappresentare leggendo. Perché lo stupore passa dagli occhi alla voce, e dalla voce direttamente al pubblico". Niente a che che fare con la dialettica o con la retorica, è qualcosa che mira alla sostanza, non alla forma. "La forma-dice Vincenzo Muià- è l'esatto opposto del mio lavoro". "Una sorta di filosofia?"-chiedo. "La mia"- risponde. È costruttivo sapere di avere sul nostro territorio, persone che si impegnano a livello culturale. La Mondadori è un vero e proprio circolo intellettuale che insieme a personalità di spicco offre opportunità di crescita non indifferente. E questo per noi, non può essere che un orgoglio. L'attore continua, concludendo con una nota un po' negativa ma ricca di speranza:"non vedo giovani che sognano. In Calabria c'è una teatralità pazzesca, incanalata male però. Indirizzata verso l'aggressività e non verso la condivisione. I giovani devono andare via, vedere realtà diverse, ma poi devono tornare. E quando torneranno se sapranno indirizzare le energie...altro che California! In Calabria la cultura grecanica si fonde con la natura. È meraviglioso. Ma si sogna ad occhi chiusi. Ci si adagia sul presente con la paura del futuro. Se solo si imparasse a sognare..." DOMENICA 9 NOVEMBRE 19 RIVIERA TRADIZIONI www.larivieraonline.com DOMENICA 9 NOVEMBRE 21 sformava nell'ennesima scusa per bere. ringraziava Dio che gli amici la chiamassero Aveva perso il lavoro e questo era il risultato. semplicemente Anto. Credeva che ognuno Un fratellino più piccolo, vivace e movimen- avesse il diritto di scegliere il proprio nome e tato, che di notte si alzava e vagava per casa, infatti sosteneva la tesi del nome provvisorio: tanto che lei stessa c'aveva fatto l'abitudine di andarlo a recupe- Suo padre non era cattivo, c'erano giorni in cui rare quando in bagno, quando le chiedeva della scuola, se il problema di nel ripostiglio. Una mamma buona, forse troppo, molle matematica della sera prima era corretto. come il budino delle pubblicità. Non era il classico ubriacone da osteria. Suo Suo padre non era cattivo, lo padre aveva deciso di soffrire in silenzio. sapeva, perché c'erano giorni in cui le chiedeva della scuola, della storia, e se ti tieni fino alle medie quello che ti hanno il problema di matematica della sera prima messo i tuoi genitori, e poi te ne scegli un era corretto. “In un paese si sa sempre tutto”, altro, alle superiori. Alle superiori e non diceva la sua vicina, donna alla “vecchia prima perché fino ai 13 anni sei stupido, dicemaniera”. E invece no. Nessuno sapeva della va. Dalla strada giungeva il suono della taransituazione che loro vivevano a casa, perché tella: il paese era in festa, almeno per quell'u- L'altra faccia di San Martino Il SARA JACOPETTA paesello sorgeva ai piedi della montagna. Sembrava un piccolo presepe. Dalla piazza alberata, si ergeva il centro storico, che da laggiù sembrava piccolo e minuto. La chiesa, al centro di tutto, faceva da mamma alle casupole, ai tetti e alle antenne. Passeggiarvi in quel di novembre era un regalo. I teli mare estivi, colorati e fin troppo moderni per quell'antico paesaggio, avevano lasciato lo spazio a grandi ceste intrecciate: ospiti all'interno noci e castagne, lasciate ad asciugare al sole. Ma ben presto anche loro avrebbero lasciato il posto alle lucette colorate di Natale: nessun balcone avrebbe avuto lo stesso ritmo delle altre luci- ne e ne sarebbe venuto fuori un rincorrersi di colori. Il freddo quella sera era secco e piacevole, dopo l'afa estiva che si era protratta fino al mese di ottobre. I ragazzi seduti sulle panchine non sembravano temere il freddo: schiamazzi e sonore risate animavano la piazzetta. Qualcuno stava seduto sul proprio scooter, gli altri per metà sulla panchina, per metà sullo schienale, per far spazio a tutti. Anche Antonia avrebbe desiderato essere lì con i suoi amici, a far baldoria, perché è questo che si fa a 16 anni. Ma non poteva. Nel giorno di San Martino, “dove il mosto diventa vino”, come aveva imparato alle elementari, in cui i suoi compaesani erano felici di inaugurare le botti del vino prodotto con sacrificio e dedizione, per suo padre si tra- suo padre non era il classico ubriacone da osteria. Suo padre aveva deciso di soffrire in silenzio, di riempire il vuoto che aveva dentro con qualcosa che attenuasse l'ansia di non arrivare a fine mese. Ma non volendolo fare in pubblico, aveva scelto il luogo più intimo: la casa. Si rintanava nel salottino poco usato, circondato da ricordi felici come le foto della comunione di Antonia con i denti ancora storti, la gita sulla neve di qualche inverno prima, un anniversario di matrimonio dove mamma aveva gli occhi chiusi mentre quelli di papà erano aperti e vivi. Si abbandonava sul divano, testimone di ricordi infantili e che aveva svolto la funzione di letto delle bambole. Antonia portava il nome della nonna, e Sei brindisi alla Calabria del buon vino L ANTONIO CORMACI a Calabria dei miti, la Calabria di Ibico, la Calabria di Pitagora, la Calabria di Leonzio Pilato e, da qualche giorno, anche la Calabria dei vini buoni. Ben sei sono, infatti, le etichette vinicole nostrane citate in “Vitae - Guida vini 2015”, coordinata e creata dall'AIS, associazione italiana sommeliers, la quale ha presentato l'opera in una kermesse esclusiva a Milano, appuntamen- nico giorno d'autunno. Ma non poteva uscire e raggiungere gli altri. O meglio, poteva, ma non voleva. Si era informata molto su questo argomento dell'alcol e quello che aveva letto era bastato per farla spaventare: papà che picchiavano i figli e la mamma e che, se erano presi male, potevano decidere pure di farla finita. Doveva vigilare. In quella bomboniera di centro storico perfetta, in quell'immagine spesso utilizzata nelle cartoline del paese, succedevano cose come questa. Non era proprio come nelle case del presepe, con le lucette accese dentro e con i personaggi felici per la nascita di Gesù. to noto agli addetti ai lavori. La notizia, effettivamente, potrebbe non sorprendere particolarmente, considerata l'atavica tradizione vinicola che alberga nella Calabria dell'Aspromonte, dello Jonio e della Sila, però fa sempre piacere constatare come questa stessa tradizione diventi, giorno dopo giorno, di patrimonio finalmente nazionale, più che un mero vanto regionale. E le testimonia il fatto che, oltre alle sei etichette “eccellenti”, nella rivista siano stati recensiti anche 39 aziende e 167 tipi di vini made in Calabria. Ciò è senz'altro sintomatico di una enologia, quella calabrese, che si è resa protagonista di un percorso di crescita che ha avuto come tappe una cura più dettagliata della qualità del prodotto finale ma anche questo rinnovato sentimento di riscoperta di piantagioni completamente autoctone e pertanto da tutelare. I vini presenti nella Guida, un vero e proprio totem della cultura enologica, sono dei nomi certamente noti a degustatori, sommeliers ed esperti: si va dal passito Collimarini 2013 dell'azienda Poderi Marini di San Demetrio Corone (CS) al Moscato Passito di Saracena 2013 della Cantina Viola di Saracena (CS); dal rosso Magno Megonio 2012 delle Cantine Librandi di Cirò Marina (KR) al Cirò Rosso Classico Superiore "Aris" 2011 della Cantina Arcuri di Cirò Marina (KR); dal rosso Magliocco 2010 della Cantina Lento di Lamezia Terme (CZ) al passito Mantonico 2010 della Cantina Ceratti di Bianco (RC). In particolar modo, l'Aris 2011 della Cantina di Sergio Arcuri di Cirò Marina, è entrato nella rosa dei 25 vini fregiati del prestigioso premio “Tastevin”, ossia quel particolare riconoscimento di vini che hanno fatto la storia enologica in questi ultimi anni. Una vera soddisfazione per una Calabria tutta da gustare e da bere. RIVIERA Tre nobili e.. due professionisti Tre nobili, appartenenti ad altrettante storiche famiglie locridee: stiamo parlando del barone Francesco Macrì, del barone Giuseppe Musco e un rappresentate della casata storica dei Falletti, Francesco Falletti. Assieme a loro, il dottore Bernardo Missaggi, grande amico di Silvio Berlusconi ed il suo grande amico Michele Vumbaca. Tempesta calabrese Arriva improvvisa con venti impetuosi, trascinata dallo scirocco untuoso, scarica sul mare irritato i suoi fulmini feroci,solleva onde alte come torri, rovescia grandine di cristallo su colline e montagne, gonfia fiumare di fanghiglie e di rami e d’intere querce strappate, inonda, spaventa, sconquassa. Sembra la fine, ma passa. Vitale ed il portasigarette Complimenti a Sebastiano Primerano che, all’interno di uno dei suoi rinomati locali ha provveduto a sistemare opportunamente un porta-sigarette, segno di grande civiltà, modernità e progresso culturale. Uno dei primi ad accorgersene è stato il segretario del partito di Forza Italia di Siderno, Michelangelo Vitale che qui vediamo usufruire gratuitamente dell’avanzato servizio. Michelangelo prendi carta, penna e calamaio ed inizia ad annotare. E poi uno dice che si butta a destra!!! La consigliera regionale uscente Tilde Minasi, assieme al presidente di Assocomuni Locride e sindaco di Sant’Agata del Bianco, Giuseppe Strangio ed il giornalista Francesco Caridi, sono stati beccati in un bar del centro cittadino di Siderno per discutere di politica e di strategie elettorali in vista delle elezioni. Come avrebbe detto Margaret Thatcher se fosse rimasta in vita : “in politica, se vuoi che qualcosa venga detto, chiedi ad un uomo. Se vuoi che qualcosa venga fatto, chiedi ad una donna”. Come dargli torto considerato l’instncabile tour de force che sta conducendo la politica reggina in tutto il collegio elettorale di Reggio Calabria. Carbonella vien dal mare A seguito della violenta “sciroccata” dei giorni scorsi, il nostro grande amico Nicola Giglio ha intravisto sul litorale sidernese questo prezioso reperto storico-archeologico. Si avvicina San Martino: “la nebbia agli irti colli,piovigginando sale,e sotto il maestrale urla e biancheggia il mare, ma per le vie del borgo, dal ribollir dè tini, va l'aspro odor de i vini l'anime a rallegrar”. Zio Pino Longo Non finisce mai di stupire per simpatia ed umiltà. Zio Pino è straordinario: “puoi sapere dove va il mercato, ma non puoi sapere dove andrà una volta che ci è arrivato.” Primo principio di Heisenberg sugli investimenti. E capirai che se lo dice Arthur Bloch bisogna credergli. Amico Martin Cercate di trasformare ciò che leggerete e studierete in un qualcosa che di più o di meno vi dia risonanza interiore,che rappresenti un credito personale da spendere sempre e che rimanga per sempre, senza essere mai dimenticato. tutto il contrario di ciò che si fa' per la singola interrogazione in classe e che si dimentica molto facilmente al comparire della prossima. Azienda Agricola “Falletti” Vende olio extra-vergine d’oliva di propria produzione Per info 347 2360309 Francesco SETTIMANALE www.larivieraonline.com Il maestro Mimmo Savica, orgnizzatore del “Premio Pericle”, che annualmente seleziona il personaggio calabrese più meritevole in diverse categorie lavorative, sarebbe sicuramente stato un’ottima controfigura per Christopher LLoyd, l’eccentrico “Doc” Emmett Brown di “Ritorno al Futuro” Discussione animata nell’area grecanica Parliamoci chiaro Direttamente da Bova Marina la foto che testimonia lo scontro, prima fisico e poi verbale, tra gli amici Walter Scerbo (attuale sindaco di Palizzi), il figlio di Pasquino Crupi, Vincenzo (attuale sindaco di Bova) ed il presidente del Gal, Nino Palermiti. La discussione sulle imminenti elezioni regionali inizia a farsi seria. Il cannolo ripieno di ndujia Avete mai visto un cannolo ripieno di 'nduja? Beh, stiamo lavorando per voi P.S. Il nuovo libro di mio cugino Peppe é veramente esilarante! Accattativill Roy Paci L’avvocato Eugenio & Anton Francesco Cari Amici, come ha già fatto l'avvocato Mesiti, non potevo non sponsorizzarlo come testimonial, non retribuito, naturalmente. Eugenio Minniti e Anton Francesco Phia Candeloro Imbalzano e simpatizzanti Foto di rito a fine trasmissione “Voices” di Radio Touring 104. Il consigliere regionale uscente Candeloro Imbalzano al centro, assieme al figlio Pasquale all’estrema destra, Benvenuto Marando, un nutrito drappello di simpatizzanti e il nostro caro collega Antonio Calabrò Auguri Franco Blefari Tanti auguri al nostro grande amico di Benestare Franco Blefari che giovedì scorso ha festeggiato il suo compleanno. Apprezzatissimo poeta, ha partecipato alla trasmissione della Rai “Affari tuoi” facendosi apprezzare per la sua simpatia nelle vesti del celebre “tenente Garcia” appellativo coniatogli dal grande Paolo Bonolis. Il primo pensiero di Franco, nel giorno del suo compleanno, è stato un solenne ringraziamento indirizzato all’adorata figlia Elena che rimarrà per sempre nel suo cuore. Slow: pensieri tra le dune Testo & Foto Caterina Niutta Nella stagione in cui normalmente cadono le foglie, e ci si prepara ai rigori invernali, succede invece, che nel bel mezzo di una passeggiata mattutina, percorrendo stradine sterrate costeggiate da fichi d’india, mentre il sole regala sfumature tendenti all’argento al mare azzurro, tra le dune, un giglio di mare (Pancratium maritimum) unico superstite, ti sorprende con la sua bellezza. Tutto intorno cespugli verde glauco, ormai da tempo sfioriti, una vera oasi, a un tiro di schioppo del bagnasciuga. Il tempo scorre lento tra le dune, slow, come si usa dire di questi tempi! E il candore di un ultimo fiore, non può passare inosservato. E si che il mio amico Silvio, tra un guizzo di follia e sensibilità d’animo, da tempo di questo tratto di costa ne voleva fare un parco, una riserva naturalistica, d’attraversare con riverenza e devozione. Lentamente, slow, senza fare rumore. Il “Parco delle lucertole”. Idea originale e bislacca, rimasta sospesa a mezz’aria, come tutto d’altra parte, nella nostra terra! Dietro gli eucalipti invece troneggiano “le villette degli inglesi”. Sì, quelle villette facenti parte di un famoso complesso turistico, che avrebbe dovuto portare lustro, oltre che notevoli profitti, al nostro territorio. Ci avevano investito in molti in questa idea, a differenza del parco, in tanti ci hanno creduto. Purtroppo, sembra si stia rivelando l’ennesimo buco nell’acqua. Di chi è la colpa o se ce ne sono, non sta a me certo dirlo. Fatto sta, che inglesi se ne vedono pochi, e la maggior parte degli appartamenti, rimasti invenduti e sfitti, sono là con le serrande abbassate. A quest’ultima idea, ci aveva creduto anche il mio amico Ercole. Si, proprio quello che questa estate se ne uscì con la trovata d’Ibiza e Formentera. Caulonia a sua detta sarebbe stata l’Ibiza Jonica, mentre Locri Formentera. Tutto questo perché due note discoteche estive, per un mese circa, si riempivano sino a straripare di giovani. DOMENICA 9 NOVEMBRE 23 Però, pochi passi più in là, quand’ero ragazzina, un’altra discoteca attirava giovani da tutta la Locride; il Tam Tam, storico e indimenticato, locale in riva al mare. Caulonia balla dunque, mi dico, e da decenni, ancor prima che si riscoprisse la Tarantella, un altro volano di rinascita, secondo alcuni. Fatto sta, che del Tam Tam, ormai non ne resta alcun segno tra queste dune, solo fichi d’india e gigli di mare, e chi si dovrebbe mettere in ballo, non trova il ritmo giusto, o non riesce e tenere il tempo! Allora penso che Silvio non è poi tanto strambo, che la sua idea non è poi tanto bislacca. Un bel parco qui ci starebbe bene. Un parco slow, per gente che ama assaporare il tempo, che si sofferma a sentire il profumo dei gigli, ad ascoltare le onde che s’infrangono sulla risacca. Qualche passo più in là, però, tra i fichi d’india, che la mia amica Marianna ama, sopra di qualsiasi comprensione, un cumulo di rifiuti, non molto lontano da una carcassa di frigo, abbandonata da chi non ha più tempo per queste cose, e nemmeno rispetto per noi che ci teniamo tanto. Ogni Comune ha le sue normative per lo smaltimento dei rifiuti, anche quelli ingombranti. E’ così complicato prenderne atto? C’è di peggio, a migliaia di chilometri da queste dune, c’è chi si accaparra il diritto di dividersi gli oceani, con l’obiettivo di mettere le mani su: Petrolio, gas e minerali preziosissimi che si trovano nei fondali. A New York sono in atto i lavori della terza sessione annuale della commissione Onu sulla divisione degli oceani e sul diritto del mare. Una vera corsa contro il tempo, chi arriva primo a dimostrare che esiste continuità geologica tra i territori, si assicurerà il suo bel pezzo di Eldorado minerario. Per loro, lo scioglimento dei ghiacci al polo nord, è un vero toccasana. Noi, gente da bene, che per corsa intendiamo quella mattutina, con unico scopo lo scioglimento dell’adipe accumulata durante l’estate, guardiamo le dune, già con nostalgia, pensando che tra non molto, a causa del riscaldamento climatico, questo pezzo di costa sarà sommerso, portando via i rifiuti, la carcassa di frigorifero e i miei gigli di mare. “Girl with a Kalimba” ospite a Roccella Il prossimo 13 novembre il locale Ombligo de la Luna di Roccella Jonica, impegnato settimanalmente nella promozione di artisti emergenti, aprirà le sue porte a Phia, giovane artista australiana residente a Berlino. La musicista, che si presenta sul suo sito personale come “La donna con il kalimba”, si contraddistingue per l’abilità di fondere la musica moderna con questo strumento africano particolarissmo e di cui si testimonia l’esistenza fin dal 1.000 a.C. Costituito da una piccola cassa di risonanza, spesso ricavata da una zucca secca, che amplifica il suono di una serie di lamelle metalliche, il kalimba rende unico il sound dell’artista australiana, facendo delle sue performance un’esperienza davvero unica, che siamo certi incuiriosirà centinaia di appasisonati e non.