Brevi cenni
Percorso storico-carismatico
Figlie di S. Maria della Provvidenza
1.PERCORSO STORICO
Nel 2008 la ricorrenza del centenario di Approvazione definitiva dell'Istituto e delle
Costituzioni ad experimentum (27 settembre 1908) ha favorito la ricostruzione del percorso
storico compiuto dal Fondatore al fine di ottenere il riconoscimento della Congregazione e della
Regola di vita fsmp da parte della Santa Sede. Cfr. Michela Carrozzino, La Desiderata
Approvazione, Nuove Frontiere, Roma 2008.
a) Pratiche per l'Approvazione
La lunga storia inizia nel 1896 -1898 quando don Guanella invia due brevi Statuti al Vescovo
di Como Teodoro Valfrè di Bonzo. In realtà la richiesta informale di don Guanella viene inoltrata
a Roma e fatta esaminare da uno dei Consultori Savelli Spinola (1858-1905) insegnante di diritto
al seminario Romano, il quale definisce i documenti «un abbozzo di Regole», afferma che in essi
vi sono «numerosissime deficienze sostanziali» e che bisogna procedere alla completa
separazione delle due congregazioni, e aggiunge indicazioni per presentare in modo corretto la
pratica (quadro finanziario, situazione del personale, lettere commendatizie, cenni storici,
suppliche).
Nella pratica 1899-1901 vengono presentati due testi (le Costituzioni per le Figlie di Santa
Maria della Provvidenza e le Costituzioni per i Figli del Sacro Cuore) e due suppliche distinte,
l'una a firma di Suor Marcellina Bosatta e l'altra di don Luigi Guanella. La sacra Congregazione
dei religiosi risponde attraverso il consultore Luigi Santini (1838-1905), abate generale dei
canonici regolari lateranensi, affermando che dall'insieme si scorge che il «sacerdote Guanella è
uomo di gran zelo ed animato da un desiderio, direi quasi sfrenato, di giovare al prossimo infelice
e derelitto in tutti i modi. Nell’ardore della sua grande carità, egli si getta a tutti, ed abbraccia
tutta l’immensa falange delle umane miserie»; ma in realtà le Costituzioni presentate sono «vero
caos, senza ordine e senza costrutto…belle massime di spirito utilissime…».
Si inserisce in questo dialogo tra la sacra Congregazione e gli Istituti guanelliani il carmelitano
P. Antonio di Gesù (al secolo Augusto Intreccialaghi) che con una sua lettera di sostegno a don
Guanella lo induce a pensare ad un giudizio favorevole da parte della Santa Sede. In realtà si
rivelerà un giudizio solo arbitrario.
Negli anni 1901-1905 don Guanella, illuso che tutto sia quasi risolto e assorbito da altri progetti
romani, non sollecita la pratica.
Il 25 maggio1905 viene inoltrata un'altra pratica con due suppliche a firma di don Guanella e Sr
Marcellina Bosatta e per le Figlie di Santa Maria della Provvidenza si allega la Regola, pronta fin
dal 1902, scritta alla luce delle Norme del 1901.
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La pratica finisce nelle mani del consultore Pietro da Rocca di Papa (Lucio Basili, 1844-1913,
frate minore francescano), nome non nuovo a don Guanella per una questione sorta in precedenza
con il suo Vescovo Valfrè in merito alla facoltà di confessare le proprie religiose e i ricoverati.
Nel suo giudizio circa la richiesta di approvazione, il frate sottolinea quella che a lui appare
un’indocilità del fondatore, che non ha ottemperato alle prescrizioni ricevute nel 1901 di
restringere «lo sconfinato fine secondario del suo istituto» (ossia le opere di apostolato) e di
curare la completa separazione del personale dei due istituti. Conclude il suo voto proponendo
che, «considerata la natura sui generis dei due istituti gemelli» e la «grande e quasi insuperabile
difficoltà di ridurli in conformità delle disposizioni» ecclesiastiche, le congregazioni restassero
per sempre «quali puri e semplici istituti diocesani».
La situazione che si è creata non è incoraggiante per cui il 5 maggio 1906 la Congregazione dei
Vescovi e Regolari convoca a Roma don Luigi Guanella e gli comunica la decisione negativa in
merito alle sue istanze. Il 6 maggio scrivendo a mons. Oreste Giorni, uditore della Commissione,
don Guanella chiarisce la posizione dei suoi Istituti ed esprime tutto il suo rammarico per la
mancata concessione.
Durante l'estate del 1906, con la mediazione del cardinal Ferrata, don Guanella viene
indirizzato al padre redentorista Claudio Benedetti (1841-1926), e grazie alla chiarezza e all'aiuto
di questi, vengono eseguite le correzioni che ribaltano voti e pareri sfavorevoli.
Il 6 settembre 1908 il Papa Pio X dà il suo assenso e il 27 settembre la Congregazione di
vescovi e Regolari emana il decreto di approvazione dell'Istituto delle FSMP e di approvazione
per un settennio delle loro Costituzioni.
Al consiglio di padre Benedetti, poi, don Guanella farà spesso riferimento, soprattutto per
questioni relative alla direzione morale degli istituti: compilazione delle regole, sistemazione
canonica ed economica delle congregazioni, separazione tra religiosi e religiose negli istituti,
istruzione dei processi informativi sulla vita e le virtù di Caterina Guanella e di suor Chiara
Bosatta.
b)Iter a stampa delle Costituzioni pre-Concilio (1909-1958)
Le Costituzioni delle Figlie di Santa Maria della Provvidenza vengono stampate a Milano nel
1909 e, per ragioni contingenti, ristampate senza modifiche a Como nel 1911.
La Sacra Congregazione dei Religiosi apporta delle modifiche e le approva definitivamente il
20 maggio 1917. A distanza di pochi giorni dall'approvazione, il 27 maggio 1917, viene
pubblicato da Benedetto XV il Codice di Diritto canonico. Tale Codice era stato ideato e voluto
da Papa Pio X.
Le Figlie di Santa Maria della Provvidenza, le quali hanno ad integrazione un piccolo libretto
con le modifiche apportate, fanno ulteriori correzioni che verranno approvate nel 1929.
L'anno successivo 1930, un testo che raccoglie tutte le modifiche fin qui fatte e l'inserimento
degli articoli del Codice Diritto Canonico viene stampato a Como: sono le Costituzioni che
avranno in mano le molte generazioni di Figlie di Santa Maria della Provvidenza, fino al 1969.
Infatti anche le modifiche apportate nel luglio del 1958 ed approvate nello stesso anno dalla Sacra
Congregazione dei Vescovi e Regolari che abolivano le due classi di suore dichiarando che «le
Figlie di S. Maria della Provvidenza formano una unica famiglia» saranno fatte a mano o
dattiloscritte su un foglietto.
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Figlie di S. Maria della Provvidenza formano una unica famiglia» saranno fatte a mano o
dattiloscritte su un foglietto.
Rielaborare le Costituzioni (1964-1969)
Definire il carisma (1970-1976)
2. L'ITER DELLA REGOLA RI-SCRITTA (1964–2004)
La Regola ri-scritta ha vissuto sostanzialmente, fino ad
oggi, tre momenti: una rielaborazione con carattere d'urgenza, la
definizione del carisma, una interazione tra
Interazione tra carisma e costituzioni (1976-1984)
Rivisitazione delle Costituzioni (dal 1998 al….)
a) Rielaborare le Costituzioni (1964-1969)
La Congregazione delle Figlie di Santa Maria della Provvidenza coglie con immediatezza le
disposizioni conciliari. Infatti il decreto Perfectae Caritatis uscito nel 1966, subito dopo il
Concilio Vaticano II, contiene la norma con la quale si chiede a tutte le Congregazioni di rivedere
le costituzioni e il direttorio in modo da aggiornare i contenuti alla luce del carisma del Fondatore
e delle esigenze dei tempi secondo il Concilio stesso.
La Superiora Generale Sr Angela Cettini avverte l'importanza e l'urgenza di adempiere a quanto
il PC e l'Ecclesiae Sanctae hanno non solo suggerito ma indicato in modo obbligante ed
essenziale. Intuisce il gravoso lavoro e chiede ed ottiene dalla Sacra Congregazione di affiancare
al Consiglio Superiore il guanelliano don Olimpio Giampedraglia.
Nel 1966 inizia la fase di preparazione e nel 1968 viene Convocato il Capitolo Speciale,
preceduto da una pianificazione di coinvolgimento tale che non si registra nel tempo precedente e
neppure in quello ad esso posteriore. La preparazione investe ogni singolo membro della
Congregazione, vengono approntati questionari, vengono forniti i testi di documenti e viene
richiesto come obbligo la lettura e la meditazione di essi sia a livello personale che comunitario,
vengono segnalati i riferimenti delle fonti guanelliane, ecc.
Per la Congregazione non è nuovo segnalare documenti scritti dal Papa, sottolineare le finalità e
l'importanza di essi e richiamare alla lettura e alla meditazione del regolamento scritto dal
Fondatore, ma è nuovo venire in possesso della dottrina di questi documenti e di una dottrina
spirituale sulla propria identità
Certamente il salto di qualità da far compiere alle suore è nel passare da una mentalità di un
fine specifico, dello scopo della Congregazione (tale formulazione è richiesta dalle Normae
Secundum Quas del 1901 e assunta dal CDC del 1917) all'interpretazione dello spirito, alle
finalità del Fondatore e alle sane tradizioni, richieste dal Concilio.
É così che viene avviata una ricerca sui testi del Fondatore che si è andata ampliando negli anni
conducendo i membri a riappropriarsi del carisma originario.
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b) Definire il carisma (1970-1976)
All'interno della Congregazione ci si rende conto della preziosità dei discorsi che il Papa
Paolo VI rivolge agli Istituti Religiosi e quindi le Superiore Generali tutte, ma in particolare
quelle che si trovarono a gestire il momento storico della elaborazione delle Costituzioni e della
definizione del carisma (Madre Angela Cettini e Madre Rosa Costantini), raccomandano di
leggerli e vi fanno un riferimento continuo e puntale..
La Chiesa, attraverso la parola del Papa a livello dottrinale e attraverso l'USMI a livello di
metodo, offre agli istituti Religiosi le indicazioni precise di come procedere nel difficile cammino
del rinnovamento post-conciliare.
La Congregazione delle Figlie di Santa Maria della Provvidenza che ha celebrato il capitolo
Speciale nel 1968 svolge la seconda sessione nel 1970 e questa coincide con il Capitolo
ordinario.
L'Esortazione Apostolica Evangelica Testificatio dello stesso Paolo VI, incide notevolmente
nel portare l'attenzione sul Carisma, infatti è il primo testo del magistero che parla esplicitamente
di Carisma dei Fondatori (n. 11). Nel PC l'accento è posto su Cristo come regola o norma
suprema della vita religiosa e dopo questa fondamentale verità l'esigenza rimane quella di
descrivere il carisma della Congregazione, condizione essenziale di rinnovamento e criterio che
le Costituzioni hanno per una adeguata rielaborazione.
É evidente che il documento delle Congregazioni per i Vescovi e della CRIS, Mutuae
Relationis ha una importante e profonda incidenza sulla riflessione teologica circa il carisma, ma
ad intra i riferimenti a tale documento non sono espliciti.
Il momento di riflessione così ricco di potenzialità teologiche non porta grande conflittualità
nella nostra Congregazione come invece è accaduto in molti altri istituti. Man mano che gli studi
hanno spalancato le porte al patrimonio spirituale del Fondatore è emersa nei membri della
Congregazione una crescente esigenza di approfondimento del carisma originario che si è tradotta
in desiderio di rinnovamento. Il rinnovamento realizzato nei testi costituzionali e nel Direttorio
hanno seguito un cammino senza sobbalzi e senza aperture eccessive per cui non è stato
necessario sospendere permessi accordati, ma ci si è limitati a richiamare i confini delle
autorizzazioni conferite.
c) Interazione tra carisma e costituzioni (1976-1984)
La ricerca che è iniziata direttamente sugli Scritti del Fondatore ha visto consolidare una vera
e propria impostazione carismatica.
Nel 1980 venne costituita una commissione di ricerca che scheda a mano le Opere principali e
tutti gli scritti per le Congregazioni del Fondatore.
Nel 1983 accanto al Codice di Diritto Canonico viene pubblicato un documento Elementi
essenziali dell'insegnamento della Chiesa sulla vita religiosa, del 31 maggio, che dà il suo
contributo sul rapporto Costituzioni-carisma e contemporaneamente incide anche su altri aspetti,
per esempio in Congregazione si discute molto sul nodo consacrazione-missione.
La revisione del testo Costituzionale pubblicato nel 1984 ha visto al lavoro un gruppo di
consorelle, suddivise in commissioni, e un gruppo di esperti (provenienti dalla Sacra
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Congregazione dei Religiosi, da istituti di spiritualità, università e dalla Congregazione dei Servi
della Carità) formato in modo interdisciplinare (teologia della vita religiosa, diritto canonico,
psicologia, pedagogia, lettere, spiritualità e spiritualità guanelliana).
Con questo testo la Congregazione si è avviata verso una nuova fase della propria storia. Con
la rivisitazione delle Costituzioni ci si è appropriati di una specifica identità che si ritrova chiara
nel testo del 1984, dove il carisma impregna le Costituzioni e le Costituzioni - nella loro struttura
portante - contengono il carisma. Del resto la Chiesa, approvato il nuovo testo delle Costituzioni
ed entrato in vigore il nuovo Codice di Diritto canonico, attendeva che le Congregazioni si
avviassero verso una nuova fase della loro storia.
d) Rivisitazione delle Costituzioni (dal 1998 al….)
A seguito dell'introduzione del nuovo organismo delle Province nella struttura di governo della
Congregazione, avvenuta nel 1995, il Capitolo del 1998 delibera di affidare al Consiglio generale
il compito di rivedere le Costituzioni per introdurne gli articoli e prevedere la possibilità di
elaborare Regolamenti provinciali.
Con tale decisione inizia una nuova fase di studio per la Congregazione e nel 2004 il Capitolo
suggerisce emendamenti da apportare al testo costituzionale e al Direttorio e determina di
costituire una Commissione per la revisione delle Costituzioni.
Un pensiero finale
La rivisitazione delle Costituzioni nella luce del Vangelo e del Carisma originario è sempre
un lavoro molto impegnativo perché esso ha lo scopo di agevolare il cammino verso la santità dei
membri. E' bene non dimenticare che «la storia dimostra che il vigore carismatico degli Istituti
non è automaticamente proporzionale alla bellezza oggettiva delle loro Costituzioni»1. E, quindi,
quando tutto il lavoro sulle Costituzioni sarà completato rimane da compiere la tappa
dell'incarnazione delle Costituzioni e della visibilità del carisma.
1 Cfr. Michel Dortel-Claudot, L'oeuvre de révision des Constitutions des Instituts de vie consacrée
demandée par Vatican II in « Vie Consacrée» 3 (1989), 183.
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