Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (CONV. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 2, DCB Roma - Registrazione del Tribunale di Roma n° 300/86 del 10/06/1986 GUARDIA D’ONORE Giovanni Fattori, Assalto alla Madonna della Scoperta (La battaglia di Montebello), 1868 luglio - agosto 2011 4 SOMMARIO pag. LUGLIO - AGOSTO 2011 Rivista bimestrale dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon Direzione: 00186 Roma - Via della Minerva, 20 Tel. 06.67.93.430 Fax. 06.69.92.54.84 Indirizzo Internet: www.guardiadonorealpantheon.it E-mail dell’Istituto: [email protected] Dalla presidenza 1 Lettere al direttore 2 Avvisi 4 Modulo di domanda d’iscrizione 7 Cronaca delle Delegazioni 8 Prossimi eventi 32 Quote sociali 35 Note liete 35 Ore di servizio 36 Necrologi 37 Cultura 38 Libri 54 Nuovi iscritti 55 Oggettistica 58 Direttore Responsabile: Ugo d’Atri Le lettere e gli articoli esprimono unicamente le opinioni degli autori. Proprietà letteraria, artistica e scientifica riservata. per le riproduzioni anche se parziali, è fatto abbligo di chiederne preventiva autorizzazione, citarne la fonte, inviando all’Istituto una copia. Registrazione del Tribunale di Roma n.° 300/86 del 10-06-1986 Spedizione in abbonamento postale Del presente numero di 60 pagine sono state stampate 4500 copie Finito di stampare il 28/07/2011 Impaginazione e stampa: Co.Art s.r.l. www.co-art.it Prevista consegna alle poste il 29/07/2011 SOMMARIO La collaborazione del Direttore e dei soci è da sempre gratuita e mai può assumere la forma di lavoro dipendente o di collaborazione autonoma perché incompatibile con la natura volontaristica dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle reali Tombe del Pantheon, di cui la Rivista è organo. Fermo quanto precede, la direzione si riserva di ospitare, in attuazione all’art. 21 della Costituzione, interventi anche di non soci a titolo gratuito, riservandosi sempre e comunque il diritto di apportare tagli e modifiche ritenute necessarie. Ogni collaborazione implica accettazione integrale e senza riserve di quanto precede. Hanno collaborato a questo numero: Alessandro Ambrosini Paolo Arfilli Carlo Bindolini Rocco Cassandri Carlo Cetteo Cipriani Ugo d’Atri Michele Filipponio Luigi Mazza Franco Malnati Vincenzo Panza Fernando Jesus Pascual Luciano Ricci Paolo Sardos Albertini Ugo Tozzini Giovanni Triberti GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 DALLA PRESIDENZA BLITZ DELLE IENE A MONTECITORIO, DEPUTATI BOCCIATI SULL’UNITÀ D’ITALIA Roma – Il Parlamento ha festeggiato ieri i 150 anni dell’Italia unita nel 17 marzo 1861, ma alcuni parlamentari, interrogati dalle Iene, cadono sulla data della ricorrenza. La trasmissione di “Italia Uno” andata in onda mercoledì sera ha posto a politici di vario orientamento domande del tipo: “Cos’è successo il 17 marzo di 150 anni fa?”; “Perché Garibaldi è stato ribattezzato l’eroe dei due mondi?”; “In che anno Roma divenne Capitale?”. Li ha trovato piuttosto impreparati. “Quand’era Roma capitale? Sarà stato…bah. Buttiamola lì, quando? 17 di marzo? No?”, ha risposto Rosy Bindi. Fabio Mussi in difficoltà: “Questo non lo so…non so perché sia stato scelto il 17 marzo, è una data”. Roberto Formigoni si lancia ma sbaglia tutto: “Il 17 marzo sono partite le 5 giornate di Milano”. L’unico a salvarsi nelle interviste proposte è il sindaco di Firenze, Matteo Renzi: “Roma divenne capitale nel 1871 perché nel 1870 ci fu la breccia di Porta Pia”. (dal quotidiano la Repubblica del 18 marzo 2011) Carmine Passalacqua (Guardia d’Onore) I SOLITI COMPAGNI STUPIDI E TRINARICIUTI L’avv. Paolo Sardos Albertini, Guardia d’Onore, Presidente della Lega Nazionale e del Comitato per i Martiri delle Foibe, ha espresso tutto lo sdegno per le scritte ingiuriose che hanno deturpato il Centro di Documentazione annesso al Sacrario della Foiba di Basovizza. Si tratta, evidentemente, dei soliti “compagni trinariciuti” che non si rassegnano al fatto che finalmente dopo tanti decenni di silenzio si parli della tragedia delle foibe. Questi squallidi personaggi – ha concluso l’avv. Sardos – si sentono ovviamente eredi dei criminali infoibatori del comunista Tito. Meritano fondamentalmente di essere compatiti perché alla stupidità a questi livelli è giusto rispondere solo con il compatimento. Fermo restando l’auspicio che le forze dell’ordine facciano il loro dovere perseguendo gli autori di questi gesti. RIENTRO IN ITALIA DELLE SPOGLIE DEI RE ESILIATI Il Consiglio Comunale di Alessandria ha approvato un ordine del giorno sul rientro in Italia delle spoglie dei Re esiliati. Il documento si conclude con i seguenti due punti: 1) il Consiglio Comunale di Alessandria esprime il proprio parere favorevole al rientro in Italia delle spoglie dei Re esiliati; 2) di conseguenza, sensibilizza il Governo nazionale nell’intento di porre fine a questo ingiusto esilio dei morti che dura da troppi anni. Primo firmatario: Mario Bocchio, cofirmatario GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 1 LETTERE AL DIRETTORE Esimio Comandante, sono di ritorno dalla significativa e ben riuscita cerimonia di stamani per l’anniversario di Fondazione dell’Istituto. Grazie al buon Dio che ci ha dato una bella giornata e grazie a te ed ai tuoi collaboratori per l’organizzazione. Guardando le numerose bandiere presenti m’è sovvenuto che non ce ne fosse nessuna in rappresentanza della Dalmazia, dell’Istria, di Fiume. Eppure quei territori, non avendo votato al referendum del 2 giugno 1946, sarebbero di diritto ancora nel Regno d’Italia, se non fosse che la Repubblica si adattò a cederla allo straniero. Mi domandavo quindi se l’Istituto non possa creare delle “Delegazioni in esilio” per le province di Zara (e Dalmazia), Fiume, Pola, cui aderirebbero gli Esuli, ed i loro discendenti, da quelle province. Eventualmente, per motivi pratici, si può pensare ad una seconda adesione a fianco di quella, principale, alla delegazione dove son adesso residenti. Crearle nell’anno delle celebrazioni dell’Unità, della proclamazione del Regno d’Italia, sarebbe poi particolarmente significativo. Se c’è necessità mi pongo a disposizione per la raccolta delle adesioni e l’organizzazione di queste “delegazioni in Esilio”. Con i migliori saluti W l’Italia, W VERDI!! Roma, il 16 gennaio 2011 Carlo Cetteo Cipriani rittura nel settembre 2002, nel libro-intervista “Proposta per l’Italia”, nel quale ribadì espressamente, per iscritto, di essere il terzo nella linea di successione. Come per S. Pietro, il gallo cantò tre volte! La rivendicazione attuale è sorta in esatta coincidenza con il rientro in Italia dei Principi legittimi, cioè subito dopo l’uscita del libro, che a me era stato venduto da un aostano varesino, tale Colombo, a Peschiera nel novembre 2002. “Post hoc, ergo propter hoc”. Lo scopo di danneggiare la Causa è evidente, ed è vergognoso che nessuno si accorga di questa verità, comprovata da fatti precisi! Ho 88 anni, ma non sono affatto rimbambito, e Lei lo sa. Lavoro ancora, coerente e fedele, e combatto chi tradisce. Non so se riterrà di pubblicare questa mia, ma io credo che bisogna finirla col “buonismo” e l’ecumenismo. Qualcosa bisogna fare… La saluto affettuosamente. Franco Malnati *** Carissimo avvocato, ancora una volta pubblico, ma mi auguro che non si torni mai più sull’argomento su questa rivista. Impegniamo le nostre energie all’esterno, contro i tanti nemici dell’istituzione monarchica, e cerchiamo di apprezzare tutti coloro che, pur con divergenze di idee, sono comunque devoti a tale istituzione. U. d’A. *** Caro Presidente, leggo sul bollettino la lettera di Giulio Vignoli e la Sua nota in calce. Mi scusi, ma pur non volendo riaprire la sciocca polemica personalizzata devo chiederLe di pubblicare assolutamente una necessaria precisazione di fatto, ignorando la quale si stravolge tutto. Vignoli dice che io ho perso la memoria perché non ricorderei le vecchie aspirazioni aostane, risalenti agli Anni Sessanta. Nossignori, le ricordo perfettamente. Solo, il signor Amedeo le aveva pubblicamente ritrattate e sconfessate per almeno tre volte: nel 1983 sul “Giornale” di Montanelli, rispondendo a precisa domanda di Granzotto in occasione dei funerali di Umberto II; nel 1986 nel libro “In nome del Re”, dove raccontò in prima persona le sue illusioni e delusioni durante la sua visita a Cascais nel dicembre 1969; e infine, addi- Stimato presidente, ho il piacere di rivolgermi a Lei esprimendo la mia adesione ai concetti del Dottor Damiano Bonventre, durante l’omaggio a S. M. il Re Umberto I nella chiesa di Santa Maria di Alcamo, pubblicata sul numero novembre-dicembre 2010, sotto la Sua degna direzione. È ben certo che chearchismo – degno figlio del marxismo – combatte contro Dio e la Fede Cattolica, e conseguentemente una delle sue manifestazioni fu l’assassinio dell’Illustre Re sopra nominato. Massimamente Casa Savoia è sempre stata custode della Nostra Fede. Ne è una prova la custodia della Sacra Sindone e la Gran Maestranza dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro per espressa decisione papale. Adoperarsi per distruggere la Fede Cattolica è un mezzo per impossessarsi di una Nazione. Le forze del male tentano di farlo in vari modi. Sia attac- 2 GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 cando le persone che la rappresentano, come è il caso del Re Umberto I, sia minando pilastri fondamentali come la morale e la famiglia legittima. Per ottenere lo scopo applicano il pensiero di Antonio Gramsci, che è più dannoso delle Brigate Rosse, poiché attacca nell’ombra. Si appoggiano sui mezzi di comunicazione di massa e su grandi quantità di denaro, sfruttando in questo modo l’ignoranza di molta gente che manca di una solida formazione. A loro volta presentano noi difensori della Fede come autoritari e intolleranti. È necessario tentare di far risorgere lo spirito del Sacro Romano Impero Germanico, se non politicamente almeno nei suoi principi. Sopra di essi dovrebbe fondarsi la Comunità Europea. La Grecia e Roma ai loro tempi crearono la Civiltà Occidentale, cui però mancava qualcosa, che venne con il Cristianesimo, il quale dopo la Prima Venuta di Cristo rimase plasmato nella Roma di Costantino. Sopra questa base sorse il Sacro Impero. E a quello, in una qualche forma, dovremmo ritornare, cioè al pensiero di Aristotele e San Tommaso d’Aquino, che ci additano come deve svolgersi la politica di un vero Stato, perseguendo il Bene Comune Pubblico. Anarchismo significa sovversione ossia il contrario di un autentico Ordine, che è l’Ordine Naturale che deve reggere una società. Con Fede e pazienza, forse dall’Italia possiamo ricreare questo Ordine. La saluto con un affettuoso abbraccio. Fernando Jesús Pascual *** LA TRUFFA DELLA BANDIERA TAROCCATA OFFENDE MATTEO Ricorre quest’anno la celebrazione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Il Risorgimento, l’unica tradizione storica nazionale che il mio Paese possa vantare, nacque inconfutabilmente per iniziativa e sotto il segno di Casa Savoia, anche se riconoscerlo continua a dare fastidio a chi preferirebbe che l’unità italiana si fosse realizzata per iniziativa popolare, magari sulle barricate. L’Italia repubblicana, quella che ha paura della propria storia, quella del “sì-ma-però-magari-andiamo a monte”, quella per intenderci che persevera coraggiosamente nella condanna all’esilio dei propri Morti regali, in occasione dell’uccisione del ventiquattrenne caporal maggiore Matteo Miotto ha dato il meglio di sé. L’Esercito, nelle ore immediatamente successive alla morte dell’alpino caduto in Afghanistan, inviava ai media di tutto il mondo l’immagine del giovane che dal suo mezzo blindato sventolava la bandiera tricolore e insieme veniva diramata la notizia che il militare era stato colpito da un cecchino. Il Capo di Stato Maggiore della Difesa, messo in crisi dalle critiche, difendeva a oltranza detta versione, risultata presto traballante e mendace, affermando con sentenziosa sicurezza: “Tecnicamente questa (l’azione di guerra) si chiama opera di un cecchino e basta”. A proposito della bandiera tricolore esibita dall’Esercito pudicamente “ripulita” dello stemma sabaudo, rispetto a quella autentica della foto originale, mostrata il giorno dopo dal padre di Matteo, sarà allora lecito, allo stesso modo, seppur con meno spocchia, ribattere: “Tecnicamente questa si chiama opera di un falsario, e basta”. In ogni caso non si può proprio definire un gran bel gesto e neppure tanto filo-risorgimentale, ancorché messo prontamente a tacere, quello di aver taroccato la bandiera vera per truffaldina “correttezza politica”. E per la solita becera paura di non compiacere mai abbastanza ai rinnegatori del passato. Ugo Tozzini GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 3 AVVISI Il sig. Claudio Menichelli di Campello sul Clitunno (PG) pone in vendita il busto del Re Vittorio Emanuele III qui raffigurato. Le dimensioni sono: altezza 35 cm. circa, larghezza 26 cm circa. Il materiale è terracotta patina bronzo, stato di conservazione ottimo. Per informazioni rivolgersi direttamente all’interessato, scrivendo alla casella di posta elettronica: [email protected] Una serie di 96 cartoline riproducenti i conti e i duchi di Savoia, i Re di Sardegna e d’Italia e le loro consorti viene ceduta o resa disponibile per cambi con cartoline reggimentali. *** ELEZIONI Le Elezioni per la Carica di Delegato per Milano, Monza e Lodi sono convocate per Sabato 17 Settembre 2011 dalle ore 15 alle ore 19 presso i locali dell’Associazione Nazionale Alpini (Via Rovani ang. Vincenzo Monti, 36 - Milano). Le candidature devono pervenire alla Presidenza entro e non oltre il giorno 17.08.2011. Saranno ammessi al voto le Guardie in regola con i versamenti al 1.09.2011 (per i ritardatari fa fede la ricevuta del versamento da esibire alla Commissione eletta in loco). *** 4 GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 5 Si prega di compilare il modulo di c.c.p. scrivendo almeno il proprio nome e cognome. Altrimenti non sappiamo a chi attribuire il versamento e poi arrivano le proteste “Ma io ho pagato la quota, ... non sono moroso”. Ma certo la colpa non è della segreteria U. d’A. 6 GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 7 CRONACA DELLE DELEGAZIONI AGRIGENTO Il 4 giugno 2011 le Guardie d’Onore agrigentine si sono riunite, presso il Sagrato della chiesa Madonna del Carmelo in Canicattì, per celebrare il centenario dell’inaugurazione del Vittoriano, il Monumento dedicato a S. M. Re Vittorio Emanuele II e dove Egli stesso troneggia sul cavallo. Centenario che ricade proprio nell’anno dei festeggiamenti del 150° anniversario del Regno d’Italia. Presenti le GG. d’O.: Cancemi, Cassarà, Celauro, Clesceri, Daunisi, Falzone, Ferraro, Giuliana, Iacona, Inglima, Licata, Priolo, Racalbuto, Terranova, Vanella, Vella Cannella P., Vella Cannella G. M. R., le Signore Giangreco ed Ellera, che hanno manifestato il desiderio di poter entrare a far parte dell’Istituto, oltre ovviamente a tantissimi simpatizzanti che hanno seguito la cerimonia con molto interesse. Presenti le delegazioni: di Enna, guidata dal delegato Prof. Restifo con le GG. d’O. Scillia, Barbagallo, Astorina e Greco; di Caltanissetta, rappresentata dalle GG. d’O. D’Oca, Catena, Pidò, Amico e Sardo; presente, infine, la delegazione di Catania, rappresentata dalle GG. d’O. Spina e Liguori, e il messaggio scritto della G. d’O. Baldacchino, impossibilitato a presenziare. La celebrazione eucaristica è stata presieduta dal parroco don Di Naro che ha parlato, sia all’inizio della Santa Messa che nell’omelia e nella parte finale, del nostro Istituto con molta enfasi e conoscenza dei nostri reali defunti, manifestando alla fine il desiderio di potere essere il Cappellano Agrigentino delle nostre Guardie. Il delegato di Agrigento Pino Iacona, subito dopo il primo intervento del sacerdote, ha ampiamente parlato del Vittoriano e di S. M. il Re Vittorio Emanuele II Padre della Patria e ha fatto dei cenni storici sull’Istituto delle Guardie d’Onore e della loro funzione all’interno del Pantheon dove sono sepolti i nostri Sovrani. 8 Il Momento culminante è stato dopo la Santa Comunione quando si è passati alla presentazione delle nuove Guardie d’Onore: Cassarà, Celauro, Clesceri, Daunisi, Falzone, Giuliana, Inglima, Priolo, Racalbuto e Vanella; presenti assieme a tutti i loro familiari, che hanno prestato giuramento a Dio, alla Patria e al Re, ricevendo lo spillino d’ordinanza, il libretto memorandum e la mantella. L’intervento conclusivo è stato fatto dalla G. d’O. Dr. Pio Vella Cannella, che ha letto il messaggio di S. M. il Re Umberto II, in occasione del 100° anniversario del Regno d’Italia nel 1961. Dopo le foto di rito di tutte le guardie d’onore, sull’altare della Chiesa dedicata alla Madonna del Carmelo ci si è recati al noto Ristorante “Julie & Grace” di Camastra-Naro per la conviviale. Il taglio della torta con su rappresentato l’Altare della Patria e il brindisi finale con il grido Viva il RE ha concluso la grandissima manifestazione. ALESSANDRIA La quinta tappa del VIAGGIO A CAVALLO NEI LUOGHI STORICI DEL RISORGIMENTO organizzato e realizzato dal nostro Istituto in collaborazione con FITETRECANTE, Federazione Italiana Turismo Equestre ed Equitazione di campagna, Associazione Nazionale Arma di Cavalleria e GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 e ricordare la sua Cittadella fortificata. La Cittadella di Alessandria fu innalzata su progetto di Ignazio Bertola a pianta stellare, con sei baluardi attorniati da fossati; la costruzione fu voluta da Vittorio Amedeo II di Savoia nel XVIII secolo. La costruzione ebbe inizio nel mese di maggio del 1728. Nelle Guerre d’Indipendenza fu il luogo di concentrazione per eccellenza delle truppe sabaude; durante la Seconda Guerra di Indipendenza Cittadella e il campo trincerato rappresentarono il fulcro del sistema difensivo e il centro logistico dell’armata francese di Napoleone III, alleato del Piemonte. Comune di Alessandria, ha ricordato e commemorato gli eventi che hanno portato all’Unità d’Italia. Le altre tappe sono state nel Ravennate, nel Mantovano, a Vicenza, e a Treviso. La tappa di oggi ci ha portato ad Alessandria per far conoscere Il nostro drappello è entrato in Cittadella da Porta Asti. Dopo i saluti, è stata spiegata l’origine e la storia dell’Istituto per la Guardia d’Onore e l’iniziativa “VIAGGIO A CAVALLO”; è seguito il racconto del dott. Claudio Morotti della Delegazione di Alessandria, sull’Arma di Cavalleria nel Regno d’Italia e successivamente il magg. Alipio Mugnaioni, Vice Presidente Nazionale Associazione Nazionale Arma di Cavalleria, ha parlato diffusamente del 14° Cavalleggeri di Alessandria e della carica a Poloj, un episodio relativamente ancora poco conosciuto nella sua eroicità. Un crest dell’Istituto è stato consegnato ai consiglieri presenti. All’incontro hanno partecipato numerose Guardie d’Onore. Nella Cittadella, contestualmente si è svolto un concorso ippico internazionale. Il Sindaco di Alessandria Piercarlo Fabbio ha ricevuto ufficialmente i responsabili dell’Unione Monarchica, Carmine Passalacqua, ed il Delegato ell’Istituto, i quali hanno fatto omaggio, in occasione del 150° anniversario della proclamazione del Regno d’Italia il 17 marzo 1861, del Calendario Reale 2011 e del “Piatto del Regno”. GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 9 ASTI 21 maggio 2011 La Delegazione delle Guardie d’Onore di Asti, su invito del Questore di Asti Dr. Felice La Gala, ha presenziato alla Cerimonia Celebrativa del 159° anniversario della Fondazione della Polizia che si è tenuta sabato 21 maggio 2011 presso la sede della Questura. Tale anniversario cade quest’anno nel trentennale della smilitarizzazione delle Guardie di Pubblica Sicurezza con la creazione dell’attuale corpo. Dopo i saluti delle massime autorità il Questore ha sottolineato nel suo discorso ai presenti i risultati raggiunti negli ultimi anni dalle varie divisioni e squadre operative della Questura. Sono stati consegnati encomi ai vari agenti distintisi per operazioni rischiose concluse con successo. Presenti associazioni combattentistiche e d’arma con labari e bandiere. Al termine è stato offerto un buffet a tutti i convenuti. Guardie d’Onore presenti: Triberti Giovanni (delegato), Occhiena Walter (alfiere), Scrimaglio Nello (alfiere), Triberti Lorenzo, Dezzani Osvaldo, Gavazza Ivano. 21 maggio 2011 Una rappresentanza delle Guardie d’Onore di Asti ha presenziato ad una grandiosa manifestazione che si è tenuta il 21 maggio 2011 a Cortandone (AT) per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia organizzata dall’Unione dei Comuni “Comunità Collinare Valtriversa” di cui fanno parte una quindicina di Comuni Astigiani. Alla manifestazione erano presenti migliaia di persone con i sindaci della comunità collinare oltre alle autorità civili, militari e religiose che hanno seguito con molta partecipazione l’evento. Alle Guardie d’Onore della Delegazione di Asti presenti con bandiere e mantelli il Sindaco di Cortandone ha riservato un posto d’onore sul palco delle Autorità. Dopo i discorsi ufficiali è stato suonato l’inno sardo in versione integrale in onore alle Guardie presenti e a seguire l’inno d’Italia. Questo episodio è a ulteriore dimostrazione del buon lavoro svolto con serietà dal Delegato Comm. Giovanni Triberti e dalla sue Guardie d’Onore che raccolgono onori e visibilità ovunque. Guardie d’Onore presenti: Agagliati Severino (alfiere), Boraso Diego (alfiere), Bollito Federico, Amoggi Silvia, Calvo Giancarlo. 10 28 maggio 2011 Il Delegato delle Guardie d’Onore di Asti Giovanni Triberti è stato insignito a Ginevra, da S.A.R. Vittorio Emanuele Duca di Savoia e Principe di Napoli, Gran Maestro degli Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, del diploma con medaglia d’oro di “Commendatore dell’Ordine SS. Maurizio e Lazzaro”. La cerimonia della rimessa dei diplomi si è svolta nel Salone delle Conferenze dell’Hotel Intercontinental. Il diploma riporta la seguente motivazione: “Preso atto dell’impegno assunto a perseguire le finalità umanitarie e filantropiche proprie e dell’ordine ed in considerazione della sua figura morale abbiamo accolto nell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro ”Giovanni Triberti” con il grado di Commendatore”. Erano presenti il Gran Cancelliere degli Ordini Dinastici Dr. Johannes Niederhauser e il Conte Carlo Buffa di Perrero il quale, con grande classe e maestria, annunciava ai numerosi partecipanti alla cerimonia i nominativi e il grado degli insigniti invitandoli a salire sul palco per il ritiro delle onorificenze. Molto significativa è stata la presenza del Patriarca di Gerusalemme, Cipro, Palestina e Giordania, che ha ricevuto la nomina di Cavaliere di Gran Croce. Il Patriarca ha ringraziato gli Ordini Dinastici per l’aiuto economico elargito, che ha permesso la costruzione di numerosi alloggi per i bisognosi, di pozzi per l’acqua e di altre opere di prima necessità. Durante la cerimonia è stata consegnata una medaglia d’oro di benemerenza all’Istituto Nazionale delle Guardie d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon di Roma. Ha ritirato il premio il Presidente Nazionale dell’Istituto. 29 maggio 2011 Domenica 29 maggio una rappresentanza delle Guardie d’Onore della Delegazione di Asti ha partecipato a Roccabruna (CN) nella basilica della Sacra Famiglia alla celebrazione dell’Ordine di San Basilio. L’evento è stato organizzato dal Cav. Valter Bergia delle Guardie d’Onore della Val Maira. La solenne Santa Messa è stata celebrata da Mons. Ghio con la concelebrazione del Vescovo della Chiesa Armena in Francia e accompagnata dalla corale di Dronero. Erano presenti il Console di Francia, il Comandante della Guardie Interalleate, le Guardie d’Onore di Asti, Savona e della Val Maira, le associazioni degli Alpini, Aereonautica, GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 Fanteria, Carristi e le autorità civili, militari e religiose. A fine celebrazione è stata consegnata la Croce di Merito alla bandiera dell’UNICEF. Al termine della manifestazione religiosa si è tenuta presso il salone delle feste del Ristorante di Caraglio, L’Agape Fraterna a favore della ONLUS Fondazione Raffaella Rinaudo per i bambini dell’UNICEF comitato di Imperia per la piccola Greta Capparelli di Savona affetta da grave malattia. Guardie d’Onore presenti: Scrimaglio Nello (alfiere), Caroli Luigi (alfiere), Bollito Federico, Ambrosino Antonio. 29 maggio 2011 Su invito dell’associazione Arma Aeronautica Sezione di Asti, Medaglia di Bronzo al valor militare- Sez. Pil. Italo Accornero, la Delegazione di Asti delle Guardie d’Onore. ha partecipato al 150° Anniversario dell’Unità d’Italia che si è tenuto a Loreto di Costigliole (AT), con il raduno interregionale degli aviatori, presso il sacrario piemontese. Si è svolto il corteo con la statua della Madonna di Loreto “Patrona degli Aviatori”; è stata deposta la corona di alloro ai caduti ed è stata eseguita la cerimonia dell’alzabandiera. Il Generale di divisione Dr. Vittorio Pizzotti, Guardia d’Onore della Delegazione di Asti, ha pronunciato il discorso di rito e portato i saluti ai numerosi partecipanti alla manifestazione. Guardie d’Onore presenti: Boraso Diego (alfiere), Zeppegno Marco, Ghione Nello, Icardi Giovanni, Rustichelli Corrado. 2 giugno 2011 Giovedì 2 giugno, su invito del Prefetto, la Delegazione di Asti delle Guardie d’Onore, con il Delegato Comm. Giovanni Triberti, ha partecipato numerosa e con 5 bandiere al seguito, nel 150° Anniversario dell’Unità d’Italia, alla ricorrenza della Festività nazionale del 2 giugno che quest’anno ha avuto un’importanza ancora più rilevante. La Delegazione ha partecipato alla sfilata per le vie storiche e centrali della città con arrivo davanti al Palazzo del Governo dove, dopo una breve cerimonia pubblica con lettura del messaggio del Capo dello Stato, si è effettuato l’alzabandiera alla presenza dei picchetti di tutte le forze militari e di polizia presenti sul territorio e delle rappresentanze delle Associazioni Combattentistiche, d’Arma e di Protezione Civile che hanno sfilato con i loro GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 Il Delegato Comm. Giovanni Triberti e alfieri alla festa del 2 giugno. Foto con il Vescovo di Asti, un capitano dei Carabinieri, il Delegato di Asti e tre Alfieri. automezzi al suono della fanfara dei bersaglieri. Per l’occasione in una teca di cristallo è stata esposta la coccarda della sommossa di Bologna del 1794, primo tricolore della storia italiana ispirato dall’astigiano De Rolandis, nato a Castel’Alfero il 26 giugno 1774 e considerato dalla storia il Primo Martire del Risorgimento Italiano. Guardie d’Onore presenti: Triberti Giovanni (delegato), Bussi Giancarlo (alfiere), Boraso Diego (alfiere), Balestrino Pietro (alfiere), Bollito Federico (alfiere), Triberti Lorenzo, Fassi Michela, Galeasso Giorgio, Dezzani Osvaldo, Gavazza Ivano, Amoggi Silvia, Calvo Giancarlo, Aresca Dino, Occhiena Walter, Bugnano PierGiuseppe, Rustichelli Corrado, Lanfranco Paolo, Currado Clara, Lilliu Antonello, Logiudice Antonino, Bagnato Giuseppe, Mastrocola Paolo, Raviola Alessandro, Ingrasci Franco, Meda Maurizio, Risso 11 Luciana, Caroli Luigi, Mozzone Anna Maria. 06 giugno 2011 La Delegazione delle Guardie d’Onore di Asti con il Delegato Comm. Triberti Giovanni ha partecipato su invito del Comandante Provinciale dei Carabinieri di Asti Colonnello Ferrarese al 197° Annuale della Fondazione dell’Arma dei Carabinieri costruttori di legalità e sicurezza. La cerimonia si è svolta presso la nuova caserma, è iniziata con la parata dei Carabinieri in alta uniforme, seguita dai labari dei comuni astigiani decorati al valor militare e da labari e bandiere delle associazioni combattentistiche e d’arma. È seguito un minuto di silenzio per rendere onore al Carabiniere Tenente Colonnello Cristiano Congiu caduto in Afghanistan. Dopo la lettura dei messaggi del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e del Ministro della Difesa Ignazio La Russa, il Comandante ha portato i suoi saluti a tutti e ringraziato le associazioni presenti. Sono stati premiati alcuni militari delle varie stazioni e reparti meritevoli che si sono contraddistinti in servizio. Hanno presenziato le autorità civili, militari e religiose della città. Guardie d’Onore presenti con tre bandiere e dieci mantellati: Giovanni Triberti (delegato), Scrimaglio Nello (alfiere), Boraso Diego (alfiere), Bollito Federico (alfiere), Balestrino Pietro, Triberti Lorenzo, Bagnato Giuseppe, Pagliero Liliana, Dezzani Osvaldo, Gavazza Ivano, Madonia Maurizio, Raviola Alessandro, Aresca Dino, Sardi Giuseppe. BARI Venerdì 20 maggio, a Bari, su iniziativa della delegazione di Bari, si è svolta una manifestazione in onore del 150° anniversario della fondazione del Regno d’Italia. Una corona d’alloro è stata deposta dinanzi al cippo commemorativo eretto dal Comune di Bari nel 1961 e successivamente si è snodato un corteo, guidato dal delegato di Bari M.llo Abbattista, con la partecipazione delle Guardie d'Onore della delegazione di Bari, del Comune e della Provincia di Bari con i propri rappresentanti istituzionali ed i rispettivi gonfaloni. È seguito, presso la sala consiliare del Comune di 12 Bari, 20 Maggio 2011: da sinistra: l’assessore provinciale S. Fanelli, l’Assessore comunale F. Barattolo, gli ispettori INGORTP, Gadaleta e Romano, il delegato di Bari, M.llo Abbattista, l’ispettore INGORTP Adabbo. Bari, un convegno sul Risorgimento a cura del Prof. Ciro Romano, ispettore nazionale alla cultura dell’I. N. G. O. R. T. P., appositamente giunto da Napoli, il cui intervento è stato introdotto dall’avv. Massimo Adabbo, ispettore all’organizzazione. Rilevante la rappresentanza della delegazione di Lecce, dall'Ispettore avv. Gadaleta pubblicamente ringraziata per la partecipazione, con il M.llo Luigi Mazza - Delegato Provinciale, Antonio Neglia Vice Delegato Provinciale, Rocco Paladini - 1° Alfiere, Antonio Sarcinella - 2° Alfiere, Christian Tarantino, Rocco Zappatore, Fortunato Daniele D'Andria. Domenica 22 maggio, la delegazione di Bari ha partecipato ad una manifestazione organizzata dalla locale sezione dell'Associazione Nazionale Paracadutisti d'Italia. Lanci sono stati effettuati da cinque paracadutisti, l'ultimo dei quali ha fatto sventolare nel cielo di Bari un grande tricolore. È seguita la cerimonia dell'alzabandiera, l'inaugurazione di un monumento commemorativo e l'intonazione di canti alpini da parte della sezione di Bari dell'Associazione Nazionale Alpini. Presenti alla cerimonia l'Ispettore Gadaleta, l'Ispettore Adabbo, il Delegato provinciale M.llo Abbattista e diverse Guardie d'Onore. Per la prima volta, su invito delle istituzioni, la Delegazione di Bari ha partecipato alla parata militare del 2 giugno ed ha sfilato con il proprio laba- GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 ro unitamente alle altre associazioni combattentistiche e d'arma. Presenti, tra le altre, le Guardie d'Onore Abbattista, Adabbo, Makarova, Strippoli, Minervini, Gadaleta, De Robertis, Interesse, Baldassarre, Barione, Rutigliani, Calia G., Calia L., Palumbo, Magnisi, Regina, Favia. Alla cerimonia dell'alzabandiera sono seguiti gli interventi del Ministro per gli Affari Regionali On. Raffaele Fitto, del Sindaco di Bari dott. Michele Emiliano e del Vice Prefetto dott.ssa Antonia Bellomo che ha dato lettura del messaggio del Presidente della Repubblica. frontati trattando temi relativi alle condizioni dell’Italia a cavallo degli anni precedenti e successivi al 5 ottobre 1860. CATANIA Il 4 febbraio 2011 una folta rappresentanza delle Guardie d’Onore della Delegazione Provinciale di Catania ha offerto alla Santa Patrona della città, Sant’Agata, un cuscino floreale con lo stemma sabaudo, collocato sul fercolo. CASERTA 30 ottobre – 1° e 2 novembre 2010 Nell’ambito delle cerimonie commemorative del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, si è svolta il 30 ottobre 2010 sulla diga del fiume Volturno, nell’ambito territoriale del Comune di Capua, la cerimonia ufficiale di commemorazione di tutti i caduti militari e civili di entrambe le formazioni che nei fatti d’arme del 5 ottobre 1860 si scontrarono e persero la vita. Commovente e mesta cerimonia a cui anche le condizioni meteo sembra abbiano voluto partecipare con triste grigiore e pioggia permanente. Il lancio della corona d’alloro nelle acque grigie del Volturno, sotteso dalle note sommesse del “Silenzio”, intonato dalla fanfara dell’8° rgt. Bersaglieri, hanno suggellato il momento più significativo e suggestivo dell’evento al quale hanno partecipato e reso gli onori militari varie rappresentanze e associazioni combattentistiche e d’arma, il Sovrano Ordine di Malta nonché una rappresentanza delle Guardie d’Onore nella persona del dr. Angelo Dolabella che, tra l’altro, ha partecipato alla premiazione delle pattuglie dei vari corpi armati dello Stato che hanno ripercorso le tappe salienti dei movimenti delle truppe in battaglia tra Caserta, Castel Morrone e Maddaloni a cavallo degli eventi bellici del 1860. La tre giorni commemorativa, organizzata dall’U. N. U. C. I. di Caserta con il supporto della Brigata Garibaldi, si è conclusa presso la Caserma “Ferrari Orsi” con una tavola rotonda a cui hanno partecipato cattedratici, studiosi e cultori che si sono con- GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 13 CATANZARO “Più sicurezza insieme” non un semplice banale slogan per presentare i festeggiamenti per il 159° anniversario della fondazione della Polizia, ma l'espressione di un “bisogno globale di sicurezza che deve essere soddisfatto con la prevenzione e una efficace azione di deterrenza verso tutte quelle manifestazioni che incidono negativamente sulla vita di relazione”. A dare inizio alla cerimonia, celebrata a Catanzaro il 21 maggio 2011 in Piazza Luigi Rossi, è stato il Questore Vincenzo Roca che proseguendo nel suo discorso introduttivo ha evidenziato l'importanza di una “sicurezza urbana partecipata, dove accanto alla presenza rassicurante sul territorio delle Forze di Polizia occorre anche una convinta collaborazione dei cittadini e la necessità di rimuovere le cause di disgregazione sociale”. Nel corso della cerimonia celebrativa ed alla presenza delle più alte cariche civili, religiose, militari e di numerose scolaresche che hanno intonato l'”Inno di Mameli”, sono stati conferiti riconoscimenti agli agenti distintisi in delicate operazioni di servizio. Nell'ambito delle originali iniziative dal titolo “Arte e Polizia” e “Artisti in Polizia” sono stati in conclusione premiati anche numerosi artisti, tra cui poliziotti in servizio ed in quiescenza, autori di opere su tela e manufatti aventi ad oggetto la figura del poliziotto in ogni occasione vicino alla gente. Presenti i rappresentanti delle locali Associazioni Combattentistiche e d’Arma e per il nostro Istituto il delegato di Catanzaro avvocato Antonio Palaja di Tocco. CHIETI Ortona, 20 gennaio 2011 Ad Ortona in occasione dei festeggiamenti religiosi e civili di San Sebastiano Martire, Patrono del Corpo dei Vigili Urbani, una nutrita rappresentanza della Delegazione di Chieti ha partecipato all’intera manifestazione celebratasi nel tardo pomeriggio dello stesso giorno, unendosi ad altre Associazioni d’Arma ed alla presenza delle Autorità Civili e Militari del luogo. Ortona, 7 maggio 2011 Alla manifestazione “CORTEO DELLE CHIAVI 14 Ortona (CH), 7 Maggio 2011, festa del perdono di S. Tommaso apostolo. D’ARGENTO”, che fa parte delle celebrazioni per i festeggiamenti patronali del PERDONO DI SAN TOMMASO APOSTOLO, hanno partecipato svariate Guardie d’Onore con Bandiera, provenienti dalle Delegazioni di Chieti e Pescara. Al passaggio a piedi per le vie principali della Città, precedendo il corteo storico e le Autorità di ogni rango, non sono mancati gli applausi e gli apprezzamenti per i partecipanti e per le “DUE BANDIERE con lo STEMMA SABAUDO” che in presenza di un vivace vento, si stendevano in tutta la loro dimensione. Successivamente nella co-cattedrale dell’Apostolo Tommaso di Ortona, una piccola rappresentanza, guidata dal fiduciario M.llo Morelli, dopo le funzioni religiose, ha ottenuto la benedizione ed i saluti di S. E. Mons. Carlo CIPOLLONE, Arcivescovo dell’arcidiocesi, Lanciano-Ortona. Un ulteriore sentito ringraziamento le Guardie d’Onore lo hanno poi ricevuto dal capo dell’organizzazione, il Sindaco Ing. Nicola Fratino e dal Presidente del Comitato Feste, Dott. Tommaso Papa che per l’ottava volta consecutiva, hanno tenuto a far presenziare la Delegazione di Chieti alla prestigiosa Storica manifestazione. Ortona, 28 maggio 2011 Dietro specifico invito dell’Associazione “Caduti senza Croce” di Ortona, nel corso della mattinata di sabato 28 maggio 2011, unendosi alle Associazioni d’Arme, alle rappresentanze degli studenti di tutti gli Istituti, quindi alle Autorità Civili e Militari del luogo, la Delegazione di Chieti ha GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 partecipato alla deposizione delle corone d’alloro al Monumento dei Caduti del Mare ed ai Monumenti Caduti di tutte le Guerre e delle Truppe Alleate. Ha infine partecipato, all’interno del locale cimitero, alla Santa Messa presso il “Sacrario delle Vittime Civili della Seconda Guerra Mondiale” Villalfonsine (CH), 31 maggio 2011 Nel Comune di Villafonsine (CH) una nutrita rappresentanza della Delegazione di Chieti si è unita al primo cittadino e ad altre associazioni d’Arma intervenute nella deposizione di una corona d’alloro al Monumento dei Caduti di tutte le Guerre. Ha poi accompagnato, per un breve tratto, la processione del Simulacro della Vergine Maria Santissima del Buon Consiglio, che ha fatto rientro nel suo vicino Santuario. CROTONE Domenica 12 Giugno 2011 presso l’eremo “S. Croce di Corazzo”, centro di spiritualità di Scandale (KR), in occasione dei 150 anni dell’unità d’Italia, la delegazione di Crotone ha reso omaggio ai Reali defunti di Casa Savoia con una S. Messa solenne celebrata dal vice Cappellano dell’Eremo, don Giancarlo Liguori. Al rito erano presenti le GG. d’O.: Costa, Paturzo, Madarena, Panteca, Grosso, Fragale ed altri simpatizzanti della provincia di Crotone. Assente per motivi familiari il referente Cavallaro. tutte le guerre e dei regnanti di Casa Savoia, si è pregato per il rientro delle salme dei Re e delle Regine sepolti in terra straniera. Alla Celebrazione eucaristica ha fatto seguito un concerto di musiche risorgimentali, da parte della banda di San Severo, diretta dal M° Antonello Ciccone. Infine sono state consegnate due targhe commemorative del 150° da parte del Delegato delle G. d’O. di Foggia al M° Direttore d’Orchestra ed al Dott. Desio Cristalli che ha condotto la manifestazione. La Guardia d’Onore di Foggia Anna Maria De Troia, Presidentessa della Corale San Camillo, ha organizzato una festa per il 150° dell’unità d’Italia, durante la quale si sono esibiti i componenti della corale con canti e danze, una mostra di berretti militari italiani e stranieri, elmetti, baionette, giberne, bandoliere, cinturoni ed altri cimeli di un collezionista locale. Alla fine al Delegato provincia- FOGGIA San Severo (FG) In data 7 maggio del 2011 nella cattedrale di San Severo (FG) con la presenza del primo cittadino in forma ufficiale, con la fascia tricolore, in rappresentanza del Presidente della Provincia con la fascia azzurra c’era l’Assessore Lallo, il Delegato provinciale delle Guardie d’Onore Onofrio delli Carri, il fiduciario dell’alto tavoliere Calvano di numerosissime Guardie d’Onore tra cui un gruppo di guardie e di simpatizzanti accompagnati dall’Ispettore per la Puglia Oronzo Cassa, c’è stata una solenne celebrazione. Durante la celebrazione in suffragio dei martiri di GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 15 le delle Guardie d’Onore al Pantheon è stato concesso l’onore del taglio di una torta decorata con la bandiera italiana recante lo stemma sabaudo. Alla cerimonia hanno partecipato oltre al Delegato provinciale di Foggia, il Prefetto di Trieste Dott. Di Bari, originario di Foggia Associazioni combattentistiche e d’Arma, la Croce Rossa Italiana e molte guardie d’onore. FORLÌ - CESENA Domenica 10 Aprile u.s. la Delegazione provinciale di Forlì-Cesena, ha fissato l’annuale incontro delle Guardie presso Villa Silvia a Lizzano di Cesena, proponendo, a differenza degli anni scorsi, non una cena, ma un’intera giornata articolata in vari momenti, complici le attrattive del sito ed un clima quasi estivo, col seguente programma: dalle ore 12,00, ritrovo nel foyer della Villa per un aperitivo di benvenuto per poi trasferirci, verso le 13.30 nella sala da pranzo per la colazione alla quale sono intervenute circa trentacinque persone tra le quali: l’Ispettore regionale dr. Paolo Arfilli; il Delegato di Forlì-Cesena rag. Giancarlo Flamigni; il Delegato di Bologna e Vicario per gli Ordini Dinastici di Casa Savoja dr. Dionigi Ruggeri; il Vicario per le provincie di Rimini e Forlì-Cesena, comm. Arturo Menghi Sartorio; il Delegato per Ravenna, comm. Vittorio Berdondini; il Commissario per Lecco, cav. Nicola Viganò; il Cerimoniere regionale per le Cerimonie Militari cav. lgt. Domenico Guarnieri, la Segretaria della Delegazione di Piacenza, dama Antonella Bergamaschi, insieme a Guardie delle Delegazioni di Forlì, Cesena, Faenza, Bologna e Piacenza a testimonianza del legame di sincera amicizia che lega molti di noi. Ospite “d’onore” il Presidente del Consiglio Comunale di Cesena, dr.ssa Rita Ricci, che ha voluto essere presente per testimoniare l’apprezzamento e la sua simpatia personale per Giancarlo Flamigni e Serena Savorani, membri del Comitato per i festeggiamenti del 150° dell’Unità d’Italia del Comune di Cesena, per il lavoro fin qui svolto, la costante partecipazione alle iniziative scaturite dalla collaborazione fra i membri del Comitato e l’organizzazione, a cura della Delegazione I. N. G. O. R. T. P. di Forlì-Cesena, della Conferenza “il 16 Tricolore: Bandiera d’Unità” tenuta dal nob. comm. Roberto Vittorio Favero (il quale ha prestato la sua personale collaborazione alla dr.ssa Ricci per altre iniziative della Giunta), nella prestigiosa sala del Consiglio Comunale di Cesena, il 16 Marzo u. s., quindi nella “due-giorni” clou delle Celebrazioni, avendo avuto la grande soddisfazione di vedere il nostro logo insieme a quello del Comune e dell’Arma di Cavalleria, nei manifesti, locandine ed inviti, affissi e distribuiti in tutta la Città. Dopo aver reso omaggio agli Inni, Sabaudo e Nazionale, l’Ispettore Paolo Arfilli ha preso la parola per estendere ai presenti il gradito saluto del Presidente com.te Ugo Maria d’Atri, assente per altri impegni, e suo personale, per poi lasciare al Delegato Giancarlo Flamigni il ringraziamento ai presenti per la loro partecipazione. A fine pranzo, la dr.ssa Ricci ha chiesto di intervenire per manifestare il suo apprezzamento per i Valori di cui siamo portatori e per l’opera di divulgazione anche storica nella quale siamo costantemente impegnati. Dopo aver distribuito agli Ospiti il Calendario Celebrativo 2011 del Comune di Cesena, omaggiato in prima copia al Presidente Napolitano in occasione della Sua visita in Romagna, gentilmente offerto dalla dr.ssa Ricci, ed il cadeau del Delegato Giancarlo Flamigni, ci ha raggiunto il Presidente dell’A. M. M. I. (Associazione Macchine Meccaniche Italiana), signor Franco Severi, il quale si è prestato a farci personalmente da guida nel percorso storico-culturale che Villa Silvia custodisce: Villa Silvia è un edificio settecentesco che deve il suo nome a Silvia Baroni contessa Semitecolo di Bassano che, avendo sposato il conte Giuseppe Pasolini di Faenza nel 1874, divenne proprietaria GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 della villa e ne fece una delle sue residenze estive. Situata sulle prime colline romagnole gode di un’ottima posizione e di splendidi panorami ed il grande parco che la contorna offre una cornice adatta alla bellezza bell’edificio. In questa splendida villa la contessa Silvia creò un esclusivo circolo culturale, ove si susseguirono i più celebri musicisti, scrittori e cantanti della Romagna. Fra questi si possono trovare i nomi illustri di Alessandro Bonci, Balilla Pratella e, primo fra tutti, Giosuè Carducci. Il legame fra la contessa ed il Carducci fu così forte che il poeta decise di trascorrere in questa villa i suoi ultimi giorni (la sua camera da letto è tutt’ora intatta e visitabile). La contessa Silvia mantenne un forte legame di amicizia anche con la Regina Margherita, la quale soggiornava spesso in questa dimora che frequentava con una certa assiduità, tanto da allacciare Ella stessa amicizia col Carducci, col quale instaurò un epistolario, frequente e duraturo. A testimonianza della presenza della Regina nella Villa, è custodito il Suo piano melodico, in pregiata radica. Alla sua morte, nel 1920, la contessa Silvia lasciò per testamento la villa al Comune di Cesena. Per oltre 50 anni la villa venne utilizzata come preventorio tubercolare per i fanciulli più poveri, come scuola materna e poi come ludoteca. Dal 2007 Villa Silvia è divenuta sede operativa dell’A. M. M. I. - che, negli anni, sta ripristinando GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 in chiave moderna quell’antico circolo culturale posto in essere dalla stessa contessa Silvia, sviluppando al suo interno un museo permanente di strumenti musicali meccanici e promuovendo attività culturali per la cittadinanza, manifestazioni pubbliche di artisti ed associazioni locali ed un accurato restauro dell’edificio. Costantemente accompagnati da Franco Severi abbiamo potuto vedere i molti organetti meccanici, tra i quali alcuni rarissimi, reperiti in Italia ed all’estero a testimonianza di una produzione artigianale ed industriale che fu, tra i primi dell’800 ed i primissimi decenni del ‘900, incredibilmente attiva e diffusa, tanto da impegnare al lavoro migliaia di persone in decine di aziende sparse in tutto il mondo occidentale, Stati Uniti compresi, in una costante ricerca tecnologica di riprodurre la musica strumentale tratta da Inni o da opere dei tanti Maestri che componevano in quell’epoca. Oggi, nell’era della riproduzione in digitale della musica, della radio, della televisione e dei computer, abbiamo assolutamente perso la conoscenza e la percezione del fenomeno che rappresentarono queste macchine, unico mezzo per veicolare alle masse la diffusione della produzione musicale, oltre al ristretto ambito degli spettacoli teatrali o dei salotti esclusivi. Abbiamo potuto ascoltare, in originale, i Canti risorgimentali che questi organetti nelle strade e nelle piazze di un’Italia ancora divisa, concorsero ad unire in un sol coro, ed il piano melodico della Regina Margherita caricato con la Marcia Reale e l’Inno di Mameli, che, come sappiamo, fu composto come canto del Risorgimento. Nel Museo è conservato anche uno dei due organetti “da viaggio”, quindi portatile, di Giuseppe Garibaldi che li ascoltava durante le sue campagne in battaglia, come pure numerosi esemplari tra i quali, alcuni “da piazza” che venivano utilizzati durante le Sagre o Fiere paesane, altri “da salotto” sia di case private che da grande Albergo. Attraverso il potente potere evocativo della musica abbiamo fatto un “tuffo” in un passato che proprio quest’anno, con le Celebrazioni per il 150° della proclamazione del Regno d’Italia, stiamo cercando di riproporre all’attenzione di tutti e noi stessi siamo ritornati un po’“bambini” stupiti, ammirati ed affascinati dalla “magia” di queste macchine. Visto il nostro interesse ed entusiasmo, Franco 17 Severi ci ha fatto vedere e fatto suonare alcuni pezzi “da collezione”: tra i quali alcuni minuscoli e pregiati piccoli “organetti da borsetta” che le gentildonne dell’epoca amavano tenere con sé. A fine visita abbiamo scattato la tradizionale “foto di gruppo” a ricordo della bella giornata trascorsa insieme, in attesa di un prossimo incontro fra noi, Amici nella Guardia. LUCCA Bagni di Lucca riggio, una Santa Messa in suffragio del Re Vittorio Emanuele II e dei Caduti del Risorgimento. Erano presenti circa quaranta persone, fra le quali i delegati provinciali di Firenze, dott. Piero Picchiani, e di Massa-Carrara, dr. Barzaghi, l’ex delegato di Lucca, dott. Roberto Luis Picchiani, l’Ammiraglio Italo Franco Rossi, l’assessore alla Cultura del Comune di Bagni di Lucca e, al termine del convegno, il sindaco. Ottimo organizzatore Claudio Sassetti. Lucca, Viareggio, marzo 2011. Il carnevale. Presidente del Carnevale di Viareggio è la Guardia d’Onore Alessandro Santini. Bagni di Lucca, 21 maggio 2011 Il Comune di Bagni di Lucca, su iniziativa della Guardia d’Onore Claudio Sassetti, ha commemorato il centocinquantesimo anniversario della formazione dello Stato italiano nel corso di un convegno svoltosi nell’elegante Sala Rosa del locale Circolo dei Forestieri. Dopo i saluti del consigliere comunale Gemignani, a nome dell’Amministrazione Comunale, del 1° cap. geom. Tolomei, presidente della locale sezione dell’Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d’Italia (U. N. U. C. I.), e del prof. Duvina, presidente della Consulta dei Senatori del Regno, hanno tenuto relazioni la Guardia d’Onore avv. Antonio Maria Bellizzi, professore aggregato presso il Dipartimento di Studî sullo Stato dell’Università di Firenze, ed il capitano di vascello (ris.) Ugo d’Atri, presidente dell’Istituto. Hanno seguito l’inaugurazione di una mostra sulle uniformi dell’Esercito Italiano e, nel primo pome- 18 La giovane Guardia d’Onore di Lido di Camaiore (LU) Lorenzo Virginio Teucci ha incontrato i principali membri del Governo del Dr. Navinchandra Ramgoolam, Primo Ministro della Repubblica di Mauritius. In particolare, Teucci è stato ricevuto dai Ministri On. Ashit Kumar Gungah (Ministro delle Riforme Amministrative), On. Tassarajen Pillay Chedumbrum (Ministro dell'Informazione), On. Louis Hervée Aimé (Ministro per le Amministrazioni Locali) e con S. E. Lam Chiou Yee (Capo del Protocollo del Ministero degli Affari Esteri, che lo ha incontrato in sostituzione del Primo Ministro). Hon. Tasserajen Pillay Chedumbrum GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 Hon. Ashit Kumar Gungah Il nostro drappello ha raggiunto i campi di battaglia del Mantovano: Curtatone, Goito, Volta Mantovana, Rodigo, Cavriana, Solferino. L’avvicinamento a cavallo è alcune diverse ore per ogni tappa. Presso ogni monumento è stata deposta una corona a cura delle amministrazioni Comunali ed in ogni occasione il sindaco ha presenziato ricordando i fatti accaduti e pronunciando parole di elogio per l’iniziativa. Erano presenti le Associazioni d’Arma e l’Arma dei Carabinieri. Una sontuosa Cena di Gala organizzata congiuntamente da Guardie d’Onore e Ordini Dinastici di Casa Savoia a Rivalta sul Mincio è stata la degna Hon. Tasserajen Pillay Chedumbrum Hon. Louis Hervée Aimé MANTOVA La seconda tappa del nostro viaggio a cavallo nei luoghi storici del Risorgimento, ha avuto luogo sabato 21 e domenica 22 Maggio, ed ha riscosso anche questa volta una straordinaria accoglienza nei Comuni toccati. GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 19 conclusione di questa tappa. Durante la cena l’avv. Signorini ha tenuto una conversazione sul Risorgimento ed è stato presentato il libro dello storico Roberto Tognoli “Pagine di Risorgimento mantovano”. Il Sindaco di Rodigo, ing. Gianni Chizzoni nella sua relazione su Ippolito Nievo, ha avuto modo di affermare che “… questo viaggio a cavallo nei luoghi storici del Risorgimento sia tra le manifestazioni più suggestive e affascinanti organizzate in occasione del 150° dell’Unità d’Italia” . MILANO 04 Novembre 2010 – Milano La Delegazione ha, come di consueto, partecipato alle cerimonie per l’anniversario della Vittoria e per la festa dell’Esercito organizzate presso il Sacrario dei Caduti milanesi per la Patria. Presenti: Consultore Di Martino; Ispettori Mastroianni, Pierato, Pizzi; Alfiere Staino. 07 Novembre 2010 – Peschiera del Garda La Delegazione ha presenziato alla Cerimonia nell’anniversario del Convegno di Peschiera. Presenti: Consultore Di Martino; Ispettori Di Maria, Lucia di Masca, Mastroianni, Pierato, Pizzi; Alfiere Staino. Erano inoltre presenti le GGd’O: Barbieri, Corradi, Longo, Pugliese, Tamburello Careddu. 21 Novembre 2010 – Milano Su invito di Assoarma la Delegazione ha partecipato ad una Santa Messa presso la Basilica di S. Ambrogio. Presenti: Ispettore Reg. Mastroianni; Alfiere Staino. 21 Novembre 2010 – Alessandria Su invito del Cav. Carmine Passalacqua la Delegazione ha preso parte alla Santa Messa di Suffragio in memoria di S.M. il Re Umberto II. Presenti: Ispettori Di Maria, Mastroianni, Pierato unitamente al Cappellano Rev. Don Simone Rolandi. 28 Novembre 2010 – Milano La Delegazione, invitata dall’Ass. Naz. Autieri ha partecipato alla Santa Messa presso la Caserma di via Pitteri. Presenti: Ispettore Reg. Mastroianni; Alfiere Staino 20 04 Dicembre 2010 – Milano Su invito del Comando del Reggimento “Voloire” la Delegazione ha partecipato alla cerimonia annuale presso la Caserma Santa Barbara. Presenti: Consultore Di Martino; Ispettori Mastroianni, Pierato; Alfiere Staino. Era inoltre presente la G. d’O Pugliese. 12 Dicembre 2010 – Milano La Delegazione ha partecipato, su invito dell’Ass. Naz. Alpini alla Santa Messa presso il Duomo di Milano con successivo corteo al Sacrario dei Caduti Milanesi per la Patria. La Bandiera storica ha ricevuto numerosi applausi lungo il corteo e ha avuto posto di riguardo nello schieramento. Presenti: Consultore Di Martino; Ispettori Di Maria, Mastroianni, Pierato, Pizzi; Alfiere Staino. Erano inoltre presenti le GG. d’O.: Anguissola di San Damiano, Barbieri M., Beretta, Corradi, Couto y Amosa, Foletto, Grancagnolo S., Nonne, Pugliese. 19 Dicembre 2010 – Milano La Delegazione ha preso parte alla Santa Messa organizzata dall’Ass. Naz. Bersaglieri presso la Caserma Teulié. Presenti gli Ispettori Mastroianni e Pierato. Le GGd’O Andreis, Beretta, Corradi, D’Arezzo, Giani, Tagliabue. Alfiere Staino. Era inoltre presente il Presidente del Circolo Reale Carlo Alberto di Savoia, G. d’O. Saverio Grancagnolo. 22 Dicembre 2010 – Milano La Delegazione ha partecipato alla Santa Messa per il Precetto Natalizio, Celebrata dal Cappellano di Delegazione Rev. Don Simone Rolandi presso il Salone delle Bandiere di Palazzo Cusani, sede del Circolo di Presidio dell’Esercito Italiano. Presenti il Consultore Di Martino, gli Ispettori Di Maria, Mastroianni, Pierato, Pizzi. Erano presenti le GGd’O Anguissola di San Damiano, Barbieri, Bruno di Tornaforte, Cazzaniga, Comazzi, Corradi, De Blasiis, Dicorato, Ervas, Finizio, Grancagnolo S., Grosso, Leccisi, Longo, Maffioli Torriani, Magni, Menon, Paltrinieri, Pugliese, Staino, Tamburello Careddu, Terni, Trevisan. Presente dalla Delegazione di Bergamo la Gd’O Taschini; dalla Delegazione di Verbania le GGd’O D’Auria, Elli, Iolita, Rolandi G. 28 Dicembre 2010 – Roma Una rappresentanza della Delegazione ha parteci- GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 pato alla S.M. di Suffragio per S.M. il Re Vittorio Emanuele III presso la Basilica del Pantheon. Presenti l’Ispettore Pierato con gli Alfieri Longo e Staino. 15 – 16 Gennaio 2011 – Roma Una Rappresentanza della Delegazione ha preso parte alle Cerimonie per l’anniversario del nostro Istituto. Presenti il Consultore Di Martino; gli Ispettori Di Maria, Lucia di Masca, Mastroianni, Pierato, Pizzi. Presenti inoltre le GGd’O: Alessio, Andreis, Finizio, Fiolini, Grancagnolo S., Grosso, Longo, Nakamura, Porretti, Pugliese, Tamburello Careddu e l’Alfiere Staino. 29 Gennaio 2011 – Milano Presso il Tempio Civico di San Sebastiano il Rev. Prof. Don Maurizio Ormas ha celebrato la sua ultima S. Messa in qualità di Rettore dello stesso Tempio Civico. Presenti il Consultore Di Martino, gli Ispettori Di Maria, Mastroianni, Pierato, Pizzi. Erano presenti le GGd’O Angiussola di San Damiano, Beretta, Bonissone di Branzola, Corradi, Dicorato, Fasciani, Garavaglia, Grancagnolo S., Leccisi, Marafiotti, Rossi, Spinardi, Tamburello Careddu e il Commissario di Lecco Viganò. Alfiere la G. d’O. Staino. 11 - 12 Marzo 2011 – Viaggio ad Altacomba La Delegazione ha come di consueto organizzato un viaggio a mezzo pullman per partecipare alla tradizionale celebrazione in occasione dell’Anniversario del pio transito di S.M. il Re Umberto II presso l’Abbazia di Altacomba. L’organizzazione è stata effettuata in collaborazione con le Delegazioni di Varese e di Verbania. Sul pullman erano presenti il Cap. Vasc. Dott. Comm. Ugo d’Atri, Presidente del nostro Istituto il Consultore Gr. Uff. Stefano Di Martino, Vice Presidente del Consiglio Comunale di Milano, Cav. Gr. Cr. Principe don Alberto Giovanelli, Delegato per la Lombardia degli Ordini Dinastici della Real Casa di Savoia, l’Uff. Don Simone Rolandi, Cappellano della Delegazione, gli Ispettori Nazionali Nob. Comm. di Dev. Sandro Pierato, Cav. Alberto Di Maria, Uff. Dott. Federico Pizzi, l’Ispettore Regionale per la Lombardia Uff. Luigi Mastroianni, il Delegato per Verbania M.llo Vincenzo Pironi ed il Delegato di Enna Ins. GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 Giuseppe Restifo. Alla cerimonia erano inoltre presenti con numerosi soci il Presidente del Circolo Reale San Maurizio Dama Gr. Cr. Silvana Fiolini, il Presidente del Gruppo Savoia Uff. Avv. Michele De Blasiis ed il Presidente del Circolo Reale Carlo Alberto Cav. Saverio Grancagnolo. Presenti le GGd’O Alessio, Andreis, Anguissola di San Damiano, Antoniuzzi, Barbieri, Caroni Vienna, Centis, Corradi, Dicorato, Fasciani, Finizio, Garavaglia, Giraudo, Grosso, Marafiotti, Ortelli, Panizza, Pugliese, Riu, Spinardi, Trevisan, Zappa. Hanno prestato encomiabile servizio per la sicurezza delle LL.AA.RR. sotto la direzione della Gd’O Comm. Ettore Galazzi, le Gd’O: Antolini, Arcidiacono, Comazzi, Ervas, Longo, Marinaro, Staino. 17 Marzo 2011, 150° anniversario della Proclamazione del Regno d’Italia – Milano La Delegazione ha partecipato alla cerimonia dell’Alzabandiera in Piazza del Duomo. Presenti gli Ispettori Pierato e Mastroianni, l’Alfiere Staino e le GGd’O Anguissola di San Damiano, Couto Y Amosa, Grancagnolo S., Leccisi, Longo, Marafiotti, Nonne, Trevisan, Villa. Dalla Delegazione di Como, le GG. d’O. Ortelli, Puppi. 18 Marzo 2011, commemorazione delle Cinque Giornate – Milano Presenti gli Ispettori Pierato, Mastroianni, Lucia di Masca e le GGd’O Buelli, D’Arezzo, Grancagnolo S., Leccisi, Marafiotti, Sagramoso. 19 Marzo 2011 – Milano Il Consultore Di Martino, Vice Presidente del Consiglio Comunale di Milano, ha organizzato, presso la Sala Alessi di Palazzo Marino un Convegno dal titolo: “150° dell’Unità d’Italia dal Risorgimento alle Missioni di Pace”. L’Ispettore Pizzi ha tenuto l’intervento di apertura su Casa Savoia e il Risorgimento. Presenti moltissime Guardie d’Onore della Delegazione, unitamente al Commissario di Lecco Viganò e al Delegato di Como Pichierri. Al termine del Convegno si è tenuta la cerimonia di deposizione di tre corone d’alloro alle lapidi sulla facciata di Palazzo Marino. Presente alla cerimonia il Comm. Paolo Thaon di Revel Vandini. Terminata 21 la deposizione si è formato il corteo guidato dalla Banda di Valbrona, corteo che percorrendo la Galleria Vittorio Emanuele II, al suono della Marcia Principe Eugenio, ha raggiunto Piazza del Duomo per la deposizione di una corona d’alloro al monumento al Padre della Patria. Al corteo era presente l’Alfiere Staino 20 Marzo 2011 – Como Su invito della Delegazione di Como la Delegazione ha preso parte ad una suggestiva giornata di cerimonie. Presenti il Consultore Di Martino e gli Ispettori Pierato e Mastroianni. Aprile – Maggio 2011 Per iniziativa della Dama Arch. Marina Rosa, Presidente del Centro Documentazione Residenze Reali Lombarde “Lionello Costanza Fattori”, si sono tenute per tutto il mese di Aprile e di Maggio alcune visite guidate alla Cappella Espiatoria di Monza, monumento costruito sul luogo del Regicidio di S.M. il Re Umberto I, con il patrocinio del Comune e della Provincia di Monza. Le visite, cui hanno partecipato numerose Guardie d’Onore, hanno ottenuto un buon successo di pubblico. Con la collaborazione ed il sostegno del Consultore Gr. Uff. Stefano Di Martino, Vice Presidente del Consiglio Comunale di Milano, il Cento Documentazione ha potuto editare in ristampa anastatica un pregevole volume sulla storia della Cappella Espiatoria. 23 Aprile 2011 – Golasecca (Varese) La Delegazione ha partecipato al rito funebre del Cav. Dott. Giordano Manenti, Delegato per Varese del nostro Istituto, che ci ha prematuramente lasciati dopo una breve ma fatale malattia. Guardie d’Onore presenti: Corradi, Di Maria, Di Martino, Grancagnolo S., Mastroianni, Maffioli Torriani, Pierato, Pizzi, Rolandi, Staino (alfiere). 27 Aprile 2011 – Milano Presso il Salone delle Bandiere del Circolo Ufficiali di Presidio dell’Esercito Italiano, organizzata dalla Delegazione, si è tenuta la proiezione straordinaria del film “Il Piave mormorò” di Vico D’Incerti e Guido Guerrasio, interessantissimo documento sulla storia della Grande Guerra. La proiezione, onorata dalla presenza del Col. Natalino Spanò, 22 Comandante di Palazzo Cusani, è stata preceduta dagli interventi del Gr. Uff. Stefano Di Martino, Consultore dell’Istituto e Vice Presidente del Consiglio Comunale di Milano e dell’Ispettore Regionale per la Lombardia Uff. Luigi Mastroianni. Era inoltre presente, per le cure della G. d’O. Cav. Graziano Zecchillo, il nucleo in divisa storica della Grande Guerra della Sezione di Milano dell’Associazione Nazionale Carabinieri. Tra il pubblico, con numerosi soci, anche la Dama Gr. Cr. Silvana Fiolini, Presidente del Circolo Reale San Maurizio, l’Uff. Avv. Michele De Blasiis, Presidente del Gruppo Savoia ed il Cav. Dott. Saverio Grancagnolo, Presidente del Circolo Reale Carlo Alberto di Savoia. Al termine, è seguita una cena conviviale presso il Ristorante del Circolo. Un vivo ringraziamento agli Ispettori Uff. Dott. Federico Pizzi, Cav. Alberto Di Maria ed Uff. Luigi Mastroianni per aver organizzato la proiezione e per l’allestimento della sala. Guardie d’Onore presenti: Alessio, Barbieri, Beretta, Bonissone di Branzola, Cazzaniga, Centis, Comazzi, Corradi, D’Auria, Dalla Valle, De Blasiis, Del Colle, Di Maria, Di Martino, Dicorato, Ervas, Fasciani, Finizio, Fiolini, Garavaglia, Giani, Grancagnolo S., Grosso, Lana A., Leccisi, Longo, Lucia di Masca, Maffioli Torriani, Marafioti, Maspero, Mastroianni, Menon, Ortelli, Patrone Raggi, Pierato, Pizzi, Pugliese, Rolandi, Sagramoso, Staino, Tagliabue, Terni, Zappa, Zecchillo. 22 Maggio 2011 Cerimonia UNUCI per la Competizione Internazionale Lombardia 2011. Guardie d’Onore presenti: Mastroianni, Pierato, Staino (alfiere). MOLISE La Celebrazione Liturgica in Suffragio dei caduti per l’Unità d’Italia, organizzata presso il Santuario dell’Addolorata in Castelpetroso (IS), Patrona del Molise, iniziata con il saluto del Rettore del Santuario, il Vicario Episcopale don Rocco Di Filippo ed animata dalle musiche e dal canto della Maestra Rita D’Addona, si è svolta con toccante solennità alla presenza di una rappresentanza della locale Amministrazione Comunale, accompagnata GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 dal Gonfalone di Castelpetroso. Intervenuti, in maniera del tutto spontanea, anche alcuni rappresentanti dell’Associazione di cultura storica “I laici del Molise”, che hanno esposto il Tricolore Sabaudo. Al termine della Celebrazione, l’Ispettore Nazionale per la Cultura ha salutato e ringraziato i presenti con parole di encomio ed incoraggiamento per le future attività che si andranno ad organizzare. Si sottolinea, tra gli altri, la presenza di alcuni redattori dell’«Eco del Santuario dell’Addolorata» (distribuito anche oltre i confini nazionali), che realizzeranno un apposito servizio sulla Cerimonia. Successivamente, le Guardie d’Onore presenti si sono trasferite presso i locali della vicina struttura turistica “La Fonte dell’Astore”, dove si è svolta la loro Prima Assemblea Regionale. PADOVA 5 giugno 2011 “Emanuele Filiberto di Savoia: il principe imperiale che inventò l’Italia”. è il titolo della conferenza tenuta dal Delegato di Padova e Vicenza gen. Pietro grassi il giorno 5 giugno presso la Villa patrizia del conte Nicolò Giustiniani a vanzo di San Pietro in Viminario (Padova). L’appuntamento prima della pausa estiva delle Guardie d’onore delle due città nonché di Rovigo e Venezia afluite in gran numero (oltre cento) in un luogo di sì grande prestigio e bellezza naturalistica per la presenza di giardini e piante rare ha consentito di proseguire la narrazione della storia di Casa Savoia, giunta quest’anno alla quinta “puntata”. La presenza del Presidente nazionale Ugo d’Atri ha dato un lustro all’incontro. Il Gen. Grassi, riallacciandosi alle vicende di Carlo II padre di Emanuele Filiberto e alla quasi disintegrazione del Ducato a causa delle lotte tra Francesco I e Carlo V, ha parlato dei primi anni e poi del brillante periodo della giovinezza del giovane Savoia trascorso alla corte di Carlo V suo zio, che lo volle principe e Comandante della Guardia imperiale a soli 18 anni. Apprezzato e amato da principi e regnanti, il giovane si propose l’obiettivo di riprendersi il ducato nella sua interezza, cosa che proseguì grazie alle sue grandi benemerenze ma, soprattutto, alla vittoriosa battagla di San Quintino (8 agosto 1557). Con la seguente pace di Chateau GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 Cambrèsis (1559) l’obiettivo fu raggiunto e, con esso, fu assolta anche con la clausola matrimoniale con Margherita di Valois figlia di Enrico II di Francia, anche se in modo avventuroso per la tragica morte di Enrico in un torneo programmato per i festeggiamenti. Ma il meglio il Duca lo realizzò nel suo territorio riconquistato, con intelligenti riforme che lo videro protagonista in Europa soprattutto per aver egli istituito un’aliquota di esercito “nazionale”, prima formato da soli mercenari. Perché “inventore dell’Italia?”. Egli con grande lungimiranza ipotizzò l’espansione del ducato nelle terre d’Italia; non a caso trasferì la capitale da Chambery a Torino. Il futuro gli darà ragione e tale aspetto non sfuggì agli studiosi risorgimentali. Dopo la conferenza don Alberto Celeghin dell’Ordine Mauriziano nonché Rettore del Tempio dell’Internato Ignoto di Padova ha celebrato la S. Messa. Nell’apprezzata omelia egli ha ben evidenziato i meriti di Casa Savoia nel realizzare l’Unità d’Italia; ha anche fatto un giusto, doveroso riferimento alla nobile Famiglia Ospite che, tra i tanti illustri personaggi, vanta la figura di San Lorenzo Giustiniani primo Patriarca di Venezia. Dopo la simpatica colazione nella “barchessa” della Villa cinquecentesca (oltre cento commensali) hanno preso la parola il Conte Pietro Francanzi che ha chiesto di collaborare alla rivista “Opinioni Nuove” in nuova veste e quindi il Presidente Ugo d’Atri che, come sempre, ha galvanizzato l’uditorio esortando nel contempo a partecipare alle iniziative della Delegazione, non trascurando le tante attività a livello nazionale. Fra i presenti, i delegati provinciali di Venezia, Gennaro Belladonna, e di Rovigo, Walter Giuliotti e il Dott. Giulio de Rénoche. Padova, Villa Giustiniani 23 RIMINI 21 maggio 2011 - Il questore della Provincia di Rimini Oreste Capocasa ha invitato il Delegato G. Ruzzier alla cerimonia celebrativa del 159° Anniversario della fondazione della Polizia, alla presenza di S. E. il Prefetto della Provincia. Alla cerimonia erano presenti i Gonfaloni delle Città della Provincia, Autorità Civili e Militari e le Associazioni Combattentistiche e d'Arma. Oltre al Delegato erano presenti le GG. d'O. Aleardo Maria Cingolani, Arturo Menghi Sartorio e Francesco Fiordelisi. 22 maggio 2011 - Su invito dell'Istituto del Nastro Azzurro, il Delegato G. Ruzzier ha partecipato alla S. Messa in memoria degli insigniti al Valor Militare in occasione della festività del 24 maggio. Presente, anche nella veste di Presidente della Federazione del Nastro Azzurro riminese, la G. d'O. Aleardo Maria Cingolani. 22 maggio 2011 - Su invito della Prefettura di Rimini, il Delegato G. Ruzzier ha visitato la Mostra "Un ricamo per l'Italia unita nel suo 150° anniversario", allestita nella Sala Gialla del Palazzo del Governo. ROMA Anzio (RM), 19 dicembre 2010 Natale 2010 della Croce Rossa Italiana Nero, l’ultimo imperatore della dinastia giulioclaudia nato ad Anzio nel 37, ha partecipato alla prestigiosa cerimonia svoltasi nella sua città di origine, a Villa Corsini Sarsina il 19 dicembre tornando così a far parlare di sé, investito dell’aura rosso purpurea di pace, di sostegno e di imparzialità con cui la sua opera di imperatore del popolo, non di truce assassino, è stata audacemente accostata a quella di insostituibile volontariato prestata da oltre 150 anni dalla Croce Rossa Italiana. Promotore dell’evento la Guardia d’Onore al Pantheon di Roma per iniziativa della scrittrice Guardia d’Onore Alessandra d’Epiro Dusmet de Beaulieu, autrice del romanzo storico, Patrocinio Città di Roma in Campidoglio, “Nero Claudio Caesar Augustus Germanicus”, Opera prodotta in 24 tiratura limitata per la Croce Rossa Italiana a cui è stata donata come nobile atto di solidarietà. La cerimonia di consegna ha avuto inizio con il benvenuto della Croce Rossa a tutti i presenti e con un significativo scambio di doni attraverso la consegna di una targa da parte del Presidente del Comitato CRI Anzio-Nettuno, Dott. Mario Tontini al Comandante dell’Istituto Nazionale Guardia d’Onore al Pantheon Cap. di Vasc. Dott. Ugo d’Atri, ritirata dal Colonnello Cavalier Michele Miceli. La Dama Miceli dell’Ordine del Santo Sepolcro di Gerusalemme ha amabilmente sottolineato i passaggi del protocollo della Cerimonia, durante la quale l’Ispettrice Sebastianelli ha donato un Crest alla GdO Alessandra d’Epiro Dusmet de Beaulieu che dopo aver letto la formula di destinazione e devoluzione dell’offerta, ha omaggiato le Crocerossine con la rosa blu ricevendo anch’ella in ossequio un fascio di rose blu anche per il Comandante dell’Istituto per la Guardia d’Onore al Pantheon, sotto la vigilanza del Sig. Ministro della Difesa. “Quello che fa la Croce Rossa, non è poca cosa, sottolinea il Sindaco Luciano Bruschini, in un periodo in cui tutti sentiamo la necessità di avere vicino qualcuno”; ringraziando la CRI per l’impegno quotidiano in favore di chiunque si trovi in uno stato di bisogno, esprime la speranza di contribuire anch’egli con la statua recentemente collocata in riviera Mallozzi, sia ad implementare le vendite del romanzo storico su Nerone in favore della CRI, sia a rivalutarne la figura. Con l’occasione informa che la città di Anzio ha compiuto un altro atto di solidarietà adottando 20 bambini del Mozambico a cui l’Amministrazione comunale vuole assicurare una vita migliore. Dopo un suggestivo intervallo introdotto dal gran cerimoniere Eugenio Bartolini con la lettura, a cura dei suoi allievi Davide Sonetti e Andrea Battiata, di un dialogo tra Seneca e Nerone tratto dal romanzo, ha preso la parola il Prof. Fabio Massimo Cestelli segretario tesoriere del Comitato Nazionale “Studio del principio di sussidiarietà, fraternità solidarietà ed uguaglianza da Leone XIII alla Costituzione Europea” presente ad eventi di solidarietà anche per Sua Santità, che ha espresso gratitudine per l’opera della CRI e ha brevemente raccontato le attività realizzate con il Comune di Roma in parti- GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 colare a favore degli anziani e dei bambini, invitando tutti a interagire con il Comitato attraverso il sito. Mario Tontini conclude la toccante e breve cerimonia con vivi ringraziamenti alle autorità presenti, ai sindaci di Anzio e di Nettuno, quest’ultimo non in sala, a tutti gli intervenuti, alla scrittrice d’Epiro per la donazione e a tutti i cittadini di Anzio e Nettuno “che non ci fanno mai sentire soli” e che vorranno offrire il proprio contributo attraverso l’acquisto dell’Opera, disponibile presso la Croce Rossa Italiana, Comitato Anzio-Nettuno (tel. 06. 9848400). Ricordiamo che il romanzo storico della d’Epiro, frutto di collazione di fonti classiche, è stato presentato il 16 dicembre 2009 nella splendida sala della Protomoteca con il Patrocinio della Città di Roma in Campidoglio; dopo il grande successo conseguito, sono iniziate anche le riprese per la realizzazione di uno straordinario cortometraggio su Nerone, per concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, Ministero per i Beni e le Attività Culturali Soprintendenza Archeologica Regione Lazio; a questo proposito è degno di nota il ritratto dell’imperatore che il Maestro Chirici ha voluto appositamente realizzare a cura della Galleria de Santis. L’Opera promuove un’inconsueta ed eccezionale immagine di imperatore di pace, retto e amante della bellezza insita in ogni forma di cultura e soprattutto di uomo di stato capace di concretizzare i suoi ideali di giustizia e di sapere. Il romanzo trasporta il lettore in un singolare percorso in cui l’ebbrezza di suggestivi e vertiginosi salti temporali, permette di ascoltare arditamente i noti personaggi durante i più segreti dialoghi anche in latino e di esplorare in punta di piedi i surreali ambienti descritti con un linguaggio aulico per enfatizzare il trionfo dell’eros, della pace, dell’arte. Non è difficile restare ammaliati dalla novità di un sovrano coraggioso che ha saputo usare il suo potere politico per costruire la pace e la democrazia, introducendo gli ideali di bellezza, pace, tolleranza, nonché l’amore per la filosofia, per l’arte, per le scienze e per l’economia tipiche della civiltà ellenica, al contrario di quanto perpetrato da altri imperatori, abili guerrafondai, spinti da una forte sete di conquiste militari. Tra le Autorità presenti figuravano oltre a quelle GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 già citate, SMOM, Sovrano Ordine Militare di Malta e Ordine del Santo Sepolcro di Gerusalemme, Dott. De Santo Giuseppe giurista, vaticanista della Santa Sede, il Dott. Fabio Arduini, che è intervenuto a sostegno dell’Opera della CRI per il Gruppo politico senatoriale PDL Cambiare l'Italia, il Senatore Massimo Baldini, il Vice Sindaco dott. Ruggero Garzia, l’Assessore alle Politiche Culturali Dott. Umberto Succi, il Consigliere Dott.ssa Roberta Cafà, l’Assessore allo Sport Città di Nettuno Dott. Nino Visalli, il Delegato di Roma per la Guardia d’Onore al Pantheon Colonnello Pil. Paolo Caruso per il Comandante dell'Istituto Nazionale Guardia d’Onore al Pantheon Cap. di Vasc. Dott. Ugo d’Atri. Presente anche il Principe Mario Augusto Petricca Giordani. L’evento, promosso dal Comitato Nazionale per lo “studio del principio di sussidiarietà, fraternità, solidarietà ed uguaglianza da Leone XIII alla Costituzione Europea” si è svolto sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Direzione Generale per i Beni Librari e gli Istituti Culturali del Comitato Nazionale "per lo studio del principio di sussidiarietà, fraternità, solidarietà ed uguaglianza da Leone XIII alla Costituzione Europea", presente anche ad eventi per Sua Santità; con il Patrocinio del Consiglio Regionale del Lazio, Presidente Polverini, on. Mario Abruzzese, della Provincia di Roma, Presidente Zingaretti, della Città di Anzio, della Croce Rossa Italiana, della Guardia d'Onore al Pantheon, del Reale Circolo Canottieri Tevere Remo, dell'UNUCI, Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d'Italia, del Gruppo PDL Cambiare l'Italia, Presidente Senatore Massimo Baldini. Preziosa la collaborazione della crocerossina Cristina Pace offerta per l’evento. 18 febbraio 2011 L’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon, unitamente al Konrad Adenauer Stiftung ed all’Istituto Luigi Sturzo, ha tenuto un convegno sul tema “Unità d’Italia 1861 – Unità della Germania 1871: un confronto”. Sono intervenuti: Wilhelm Staudacher, Direttore della Rappresentanza della Fondazione Konrad Adenauer a Roma; Cap. Vasc. (ris.) Ugo d’Atri, Presidente I. N. G. O. RR. TT. P.; Dr. Christiane 25 Liermann, Referente scientifica, Villa Vigoni; Dr. Giovanni Meda Riquier, Responsabile del patrimonio storico, artistico e documentario, Villa Vigoni; Prof. Horst Seidl, Prof. emerito di filosofia, Pontificia Università Lateranense; Prof.ssa Cecilia Dau Novelli, Professore ordinario presso la Facoltà di Scienze Politiche, Università di Cagliari; Gianfranco Eminente, Direttore della costituenda Agenzia “in 20 righe” e già Vice Direttore dell’Agenzia AGI. Circa ottanta le persone presenti. Sono pervenuti messaggi dell’Amb. Stefano Stefanini, Consigliere diplomatico del Presidente della Repubblica, e dall’On. Rocco Buttiglione, impossibilitati ad essere presenti. 30 maggio 2011 L’Istituto ha ricordato il centosessantatreesimo anniversario della battaglia di Goito (30 maggio 1848) con la deposizione di una corona d’alloro al Pantheon alla tomba del Re Vittorio Emanuele II e con una conferenza dal titolo: “A me le Guardie, per l’onore di Casa Savoia”. Il titolo della conferenza ricorda il grido di battaglia di Vittorio Emanuele, allora Duca di Savoia, rivolto ai suoi Granatieri, che sotto la sua guida capovolsero le sorti della battaglia. In seguito divenne il motto del 1° Reggimento Granatieri di Sardegna, oggi ridotto ad “A me le Guardie” per la consueta damnatio memoriae in base alla quale si vuole cancellare tutto ciò che riguardi Casa Savoia e le sue glorie. La conferenza è stata tenuta dal conte dott. Gustavo Mola di Nomaglio e dalla Guardia d’Onore Gen. Ernesto Bonelli, già comandante del 2° Reggimento Granatieri di Sardegna, alla presenza di S. A. R. il Principe Emanuele Filiberto di Savoia. Hanno assistito alla conferenza, alla cui organizzazione hanno collaborato l’Associazione dei Piemontesi a Roma, di cui è segretario il dott. Mario Chianale, e il Centro Studi Piemontesi di Torino, di cui è direttore la dr.ssa Albina Malerba, circa ottanta persone, fra le quali il Principe don Maurizio Gonzaga, marchese del Vodice, la Principessa Luciana Hassan dell’Afghanistan, il Principe don Luigi Boncompagni Ludovisi, Sua Beatitudine Mikhailo, Patriarca della Chiesa Ortodossa Autocefala del Montenegro, il presidente dell’Istituto, capitano di vascello (ris.) Ugo d’Atri, il Generale Nicola Canarile, con una rappresentan- 26 Hotel de la Minerva, 30 maggio 2011 za dell’Associazione Nazionale Granatieri di Sardegna, il conte de Vecchi di Val Cismon, il consultore nob. avv. Alfonso Marini Dettina, la dr.ssa Clelia Antonelli e il dr. Armando Pietroni, membri del collegio dei revisori dei conti, l’avv. Giovanni Tomaino, membro della commissione di disciplina, gli ispettori Massimo da Cepparello, nob. dr. Antonino Lazzarino de Lorenzo e nob. Agostino Mattoli, il conte Tournon, il delegato provinciale di Roma, Ten. Col. pil. Paolo Caruso. 2 giugno 2011 Alla tradizionale parata militare ai Fori Imperiali ha preso parte il nostro Istituto. Con il labaro, decorato con quarantuno Medaglie d’Oro al Valor Militare, le Guardie d’Onore bersagliere dott. Stefano di Martino, consultore dell’Istituto, capita- Gianicolo, 2 giugno 2011 GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 vascello (ris.) d’Atri, i membri della commissione di disciplina, avv. Morganti e avv. Tomaino, i revisori dei conti dott. Pietroni e dr.ssa Antonelli, gli ispettori per l’Abruzzo dott. Mechi e da Cepparello, le principesse Luciana e Mahera Hassan dell’Afghanistan, il delegato provinciale di Roma, Ten. Col. Caruso, il Ten. Col. A. M. Cipriani, il Col. A. Cardinale, l’avv. Ranzini, il nob. dott. Giuseppe Marini Dettina, i conti Niccolini. Pantheon, 4 giugno 2011 no dei Granatieri di Sardegna Antonio Covino e lanciere Alessandro Ortenzi. Nel centoventinovesimo anniversario della morte del Generale Giuseppe Garibaldi, la pronipote Guardia d’Onore dott.ssa Anita, presidente della Fondazione Giuseppe Garibaldi e dell’Associazione Nazionale Giuseppe Garibaldi, ed il comandante d’Atri, presidente dell’Istituto, hanno deposto una corona d’alloro al monumento all’Eroe, al Gianicolo, dove è sepolta la moglie Anita. Erano presenti le Guardie d’Onore Ten. Col. Piccitto, delegato provinciale di Ragusa, ing. Piazzini, sigg.ri Deiana e Garofalo. 4 giugno 2011 Per la guardia d’onore solenne al Pantheon erano presenti: Bilotti, Buonfiglio, Carella, Caruso (delegato di Roma), Coltellacci (della delegazione di Frosinone), Deiana, De Nino (della delegazione di Messina), Imerito, Lamonea (della delegazione di Vicenza), Mastrosanti (cerimoniere della delegazione di Roma), Micheli (della delegazione di Perugia), Riu (della delegazione di La Spezia), Rocchi, Savarese, Spada (della delegazione di Brescia), Venditti. 7 giugno 2011 La prima domenica di giugno, nel Regno d’Italia si festeggiava la concessione dello Statuto Albertino, avvenuta il 4 marzo 1848. L’evento è stato ricordato nel corso di una riunione conviviale tenuta alla Casa dell’Aviatore – Circolo Ufficiali dell’Aeronautica, nella Sala Balbo. Erano presenti cinquantanove Guardie d’Onore, fra le quali il presidente dell’Istituto, capitano di GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 13 giugno 2011 Una Santa Messa è stata officiata nella Cappella del Pantheon in memoria dei dodici giovani monarchici caduti nel giugno 1946 a Napoli, in via Medina, e del conte dr. Piero Pergoli Campanelli, Guardia d’Onore, scomparso nel giugno 1946. La Santa Messa è stata celebrata da mons. Micheletti, arciprete della Basilica di Santa Maria ad Martyres (Pantheon) alla presenza dei familiari del conte Pergoli Campanelli e di circa venti Guardie d’Onore, fra le quali il presidente dell’Istituto, comandante d’Atri, il consultore nob. avv. A. Marini Dettina, il delegato provinciale di Roma, Ten. Col. pil. Caruso, il gen. CC Filipponi, il dott. Rutili, l’avv. Gagliani Caputo. 24 giugno 2011 Su richiesta di questo Istituto, il Comune di Roma ha organizzato nella Sala della Protomoteca del Campidoglio una commemorazione della figura del Re Vittorio Emanuele II nel contesto delle celebrazioni del centocinquantesimo anniversario della formazione dello Stato italiano unitario. Dopo il saluto del vice-sindaco, sen. Cutrufo, intervenuto in sostituzione del sindaco, on. Alemanno, del presidente dell’Istituto, capitano di vascello Protomoteca del Campidoglio, 24 giugno 2011 27 Protomoteca del Campidoglio, 24 giugno 2011 (ris.) d’Atri e dell’on. Quarzo, consigliere comunale di maggioranza, sono seguite le relazioni dei prof. Neri (Università di Bari: “Vittorio Emanuele II: il Re e il soldato nell’Europa delle grandi potenze”), Antonio Maria Bellizzi (Università di Firenze: “Vittorio Emanuele II e la sua azione nel processo di unificazione dell’Italia”), Ciro Romano (Università di Napoli e Università di Turku, Finlandia: “Il ruolo della dinastia e della Monarchia sabauda nella costruzione dello Stato nazionale italiano”), Stefano Emanuele Monti Bragadin (Università di Genova: “Vittorio Emanuele II: realismo e ardimento”), Riccardo Scarpa (Università di Roma Tre: “Il Padre della Patria”); un intervento è stato tenuto anche dal prof. Duvina, presidente della Consulta dei Senatori del Regno e ispettore dell’Istituto. Circa duecento o qualcosa di più le persone presenti, fra le quali S. A. R. la Principessa Soraya dell’Afghanistan, il Principe Maurizio Gonzaga, il Gen. C. d’A. Buscemi, presidente di Assoarma, il Gen. Magnani, presidente dell’Istituto del Nastro Azzurro, Sergio Boschiero, segretario dell’Unione Monarchica Italiana, il Col. Gentili, Comandante del Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria, il Col. D’Inzeo, campione olimpico, il Ten. Col. pil. s. p. e. Caruso, delegato provinciale Roma, il Ten. Col. s. p. e. Di Marco, un ufficiale superiore in rappresentanza del Comando Regionale del Lazio della Guardia di Finanza, il Gen. Basile, delegato di Trieste dell’Istituto e presidente della Federazione Grigioverde, l’Amm. I. F. Rossi, l’Amm. Tamantini, il Capitano di Vascello Guinzio, il Gen. Canarile, il col. Cardinale, il dott. 28 Chianale, segretario dell’Associazione Piemontesi a Roma, il nob. dott. Mattoli, il capitano di vascello Rosati, la dott.ssa Magliocco, l’ing. Giglio, l’avv. Panariti, il dott. Vaccari, il dott. Tarelli, il dott. Rutili, il conte e la contessa Niccolini, i conti Giuseppe, Silvana, Alfonso e Domenico Marini Dettina, il dott. De Pasquale, l’avv. Tomaino, l’avv. Di Giorgio, l’avv. Pazzaglia, la dott.ssa Viscio, il capitano di vascello Famà, la dr.ssa Antonelli, il dott. Quadrani, il delegato di Viterbo, prof. Petri, di Asti, comm. Triberti, di Cosenza, dott. Bacci, di Benevento, prof. Mongillo, di Terni, cap. De Angelis, di Frosinone, Marco Pasin, di Pescara, m.llo Cipollone, di Bari, cav. Abbattista, l’avv. Gadaleta, l’arch. Garavaglia, il comm. Barbarino, il Gen. dott. Emanuele, l’avv. Gagliani Caputo, il col. Cellini, il dott. Massimo Rossi, la dott.ssa Calò, l’Amm. Marini, la C.ssa Teodorani, l’Avv. Vinci. Un ringraziamento doveroso al dott. Pietroni, che ha tenuto i collegamenti con il Comune di Roma. VENEZIA Lo scorso 22 maggio si sono svolte al circolo ufficiali le elezioni del delegato provinciale, a seguito delle dimissioni del geom. Antonio C. Romanelli; è risultato eletto il sig. Gennaro Belladonna di Chioggia. Il circolo di storia patria "Mafalda di Savoia" di Chioggia prosegue con alacrità la sua breve attività culturale tanto che ormai si può ben dire che si è guadagnato degli indiscussi meriti riconosciutigli dagli altri circoli. Superata la fase d'avvio con un GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 oculato rodaggio, la Direzione, guidata validamente dal presidente Gennaro Belladonna,ha saputo proseguire il percorso programmato con maggior fluidità, riuscendo anche ad elevare culturalmente le tematiche proposte nelle varie conviviali. Molte alla nascita del circolo erano le insidie dell'insuccesso, tra queste l'indifferenza informatica della città ma soprattutto l'arditezza del programma: la storia patria. Negli ambienti culturali italiani dopo il '68 si è parlato di "morte della patria", fatto ritenuto allora ormai consolidato. In realtà quell'opinione era dovuta all'abitudine tipica di generalizzare i dati delle statistiche dove bastava avere appena superato il 50% che il dato di maggioranza diventava anche dato di totalità. L'esperienza di questi circoli ha smentito tutto questo facendo emergere invece l'alto senso d'amor patrio che molta gente ancora conserva e che di fronte a proposte culturali di questo tipo manifesta spontaneamente il suo interesse. Il problema se mai è quello di sapersi rivolgere ai giovani in modo attuale e convincente. Le conviviali del circolo sono state scelte badando all'alto interesse storico degli argomenti e all'omogeneità degli stessi onde fornire ai convenuti nozioni storiche che nella diversità e complessità dei temi potessero essere anche un "continuum" di itinerario ideologico. I vari oratori sono stati tutti di alto profilo culturale e ad essi è stato tributato il dovuto meritato plauso. Variegati ed appassionanti sono stati gli ultimi temi trattati. In un rapido "excursus" ricordiamo la figura del patriota Alberto Cavalletto tracciata dal dott. Giulio de Rénoche con una vibrante e sentita rimembranza dell'eroe padovano, resa vivida da una "verve" chiaramente affabulante dell'esperto oratore. Grande curiosità e fascino ha ottenuto il tema della casa reale giapponese magistralmente svolto dalla prof.ssa Yasuko Ichihara che ha svelato meandri ignoti di realtà istituzionali assai lontane e diverse dalle nostre. Assai piacevole ed erudito è stato il saggio del noto giornalista dott. Giovanni Lugaresi sui principi morali e sui valori ideali del famosissimo scrittore Giovannino Guareschi inseriti dall'oratore nel binomio "fede e libertà". C'è anche stato un dovuto spazio alla pietà storica, sublimata nello straordinario memoriale del "giusto" Giorgio Perlasca, dettagliatamente ed efficace- GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 mente narrato dal figlio Franco che ha saputo garbatamente magnificare il racconto della coraggiosa ed intraprendente attività del padre per la salvezza di migliaia di ebrei ungheresi. L'ultimo incontro ha avuto per scenario la splendida villa Giustiniani a Vanzo (PD). L'ospitalità cordiale ed accomodante del conte e della contessa Giustiniani ha saputo creare per i molti circoli veneti convenuti un'atmosfera di palpabile serenità e di gioviale cameratismo, immersi in uno splendido parco ornato di aprichi fiori e di vetusti alberi dal fogliame di diverse varietà di verde, pregio produttivo dell'estro creativo dello stesso conte ospite. Le richieste di aggregazione sono il palese testimone del successo dell'incontro. Un cordiale arrivederci a dopo la pausa estiva. ASSOCIAZIONE AMICI DELMONTENEGRO L'Associazione "Amici del Montenegro - O. N. L. U. S.", il 27 e 28 Maggio 2011, a Messina, in collaborazione con il Vicariato degli "Ordini Dinastici di Casa Savoia" (OO. DD. C. S.) e la locale Delegazione dell'"Istituto Nazionale per la Guardia d'Onore alle Reali Tombe del Pantheon" (I. N. G. O. RR. TT. P.) e con il patrocinio del Presidente della Regione Siciliana, del Presidente della Provincia Regionale di Messina, del Sindaco del Comune di Messina, ha inaugurato in questa città il proprio Coordinamento Provinciale. Con la costituzione di questo Coordinamento, l'Associazione intende mantenere vivo il ricordo della Regina d'Italia Elena di Savoia, già Principessa del Montenegro, riportando l'attenzione sul suo modello di vita: si è grati a Lei per essere stata figlia, sposa, madre e Regina esemplare, piena d'interesse per gli altri e dall'animo aperto ai problemi altrui. Fu proprio a Messina, in seguito all'intensa opera assistenziale da Lei svolta a favore della popolazione colpita dal terremoto del 1908, che emersero le Sue più belle qualità e si stabilì, fra Lei e il Popolo italiano, un legame che continuò nel tempo; Messina divenne per la Regina Elena la città più amata d'Italia. Per l'inaugurazione del Coordinamento Provinciale di Messina, l'Associazione ha invitato l'Ambasciatore del Montenegro in Italia, S. E. Vojin Vlahović, il Metropolita della Chiesa Ortodossa Autocefala del 29 Montenegro e Vescovo di Cetinje, Sua Beatitudine Mihailo, e Padre Franco Olla, responsabile per l'Eparchia della Chiesa Ortodossa del Montenegro in Italia. Alla manifestazione hanno preso parte le Delegazioni Provinciali dell'I. N. G. O. RR. TT. P. di: Agrigento, Caltanissetta, Catania, Enna, Siracusa. Il programma è stato curato dal Coordinatore Provinciale di Messina dell'Associazione, Cav. Matteo Santoro, coadiuvato dal Comitato organizzativo composto da membri del Vicariato di Messina degli OO. DD. C. S., della Delegazione di Messina dell'I. N. G. O. RR. TT. P., affiliata ad Assocral Europa, e da alcuni Soci del Coordinamento Provinciale dell'Associazione Amici del Montenegro. La manifestazione, articolata in due giornate, è iniziata nella mattinata di venerdì 27 Maggio, con l'arrivo a Messina del gruppo proveniente da Roma, composto da S. B. Mihailo e Padre Olla, accompagnato dalla consorte sig.ra Maria Sebastianelli, Consigliera della Chiesa Ortodossa del Montenegro, dai rappresentanti dell'Associazione "Amici del Montenegro - O. N. L. U. S.": il Presidente, dr. Roberto Iacovoni, il Segretario Generale, sig.ra Maria Coculo Satta, il consigliere Marco Romano e il Socio Riccardo Satta; insieme a S. B. Mihailo, il sig. Stevo Vucinić, Direttore di una rete televisiva privata del Montenegro. Alle ore 14.10 l'Ambasciatore Vlahović è giunto all'aeroporto di Catania, accolto dal Segretario Generale e dal Coordinatore Provinciale dell'Associazione e dal dott. Antonello La Fauci; insieme facevano rientro a Messina alle 15.45. Alle ore 17.30 i partecipanti si sono ritrovati a Largo Seggiola, dove è avvenuta la deposizione di un omaggio floreale al Monumento dedicato a S.M. la Regina Elena di Savoia; frontalmente al Monumento erano schierate la Bandiera dell'Associazione Amici del Montenegro e le Bandiere delle Delegazioni delle Guardie d'Onore della Sicilia; presente l'Ispettore per la Sicilia dell'I. N. G. O. RR. TT. P., Stefano Milazzo Savoca, un folto gruppo di Guardie d'Onore e molti cittadini. Dopo la breve e toccante cerimonia, l'Ambasciatore e Sua Beatitudine si sono soffermati a lungo ad ammirare il monumento, in particolare le scene bronzee poste intorno alla sua base, che mostrano la Regina 30 Elena tra i fanciulli e nell'atto di estrarre un piccolo terremotato da sotto le macerie del sisma del 1908, e dalle quali si deduce l'immenso e amorevole servizio prestato dalla Sovrana ai feriti in quel tragico evento. S. E. Vlahović e S. B. Mihailo, che hanno dimostrato di avere già una conoscenza storica di quanto fatto dalla nostra Regina nella città di Messina, sono apparsi commossi nel vedere direttamente i luoghi e nel constatare l'intenso amore che la Città nutre ancora oggi per la loro Principessa, divenuta Regina d'Italia e madre degli Italiani dopo il matrimonio col futuro Re Vittorio Emanuele III, e dichiarata dalla Chiesa Cattolica "Serva di Dio". Successivamente tutti i presenti si sono recati nella Chiesa dell'Archimandridato del SS. Salvatore dove, alle ore 18.30, è stata officiata la Santa Messa Solenne in onore della Regina Elena di Savoia. La funzione religiosa si è chiusa con le note dell'Inno del Montenegro. Infine, il Cav. Matteo Santoro, -Vicario degli OO. DD. C. S. -, dopo aver letto il messaggio di S. A. R., il Principe Vittorio Emanuele, ha consegnato i diplomi di conferimento a Cavaliere al Merito Civile al dott. Antonino De Francesco, di Cavaliere Ufficiale al dott. Ignazio Siracusa, al Dott. Santino Smedile e al dott. Silvano Villanti; sono stati promossi Cavaliere Ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro il prof. Guido Bellinghieri, lo stesso Cav. Santoro, Miro Tavani e Don Vincenzo Castiglione, al quale è stata conferita anche la carica di Cappellano dell'Ordine. Alle ore 21.00, nel Ristorante "La Feluca", dell'Hotel "Paradis", è seguita la Cena di Gala in onore di S. E. l'Ambasciatore Vojin Vlahović. All'ingresso in Sala delle Autorità è stato suonato l'Inno del Montenegro, seguito dall'Inno d'Italia. Durante la serata, il Coordinatore Santoro e il Cav. Uff. Smetile hanno consegnato all'Ambasciatore Vlahović e a S. B. Mihailo una targa ricordo e dei libri di carattere storico-culturale sulla città di Messina, mentre a Padre Olla e al Presidente Iacovoni hanno donato il Crest della città; quindi, coadiuvati dalla prof.ssa Nicoletta Stracuzzi, hanno consegnato gli attestati di merito a quanti hanno offerto, gratuitamente e con profondo spirito d'abnegazione, la propria collaborazione per l'organizzazione dell'Inaugurazione del Coordinamento. Il Segretario Generale sig.ra Coculo Satta, a nome dell'Associazione, ha donato due quadri raffiguranti i GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 Sovrani del Montenegro: Re Nikola I e la Regina Mylena, al Coordinatore Provinciale Santoro; lo stesso dono e stato fatto al Delegato I. N. G. O. RR. TT. P. di Caltanissetta per essere consegnato al Sindaco della cittadina di "Milena", così chiamata a partire dal 1933, in omaggio alla Regina Mylena, madre della Regina Elena. Il Presidente dell'Associazione dr. Iacovoni, il Segretario Generale Coculo Satta e il Consigliere Romano, hanno consegnato le tessere e il distintivo dell'Associazione ai neo Iscritti, con l'augurio di un sereno cammino nell'opera che l'Associazione svolge, e a tutti i presenti hanno donato due cartoline: una con l'immagine della Regina Elena, in abito "Regale", e l'altra recante una delle ultime foto scattate alla Regina, con a fianco la preghiera per la Sua beatificazione; inoltre è stato distribuito il testo dell'Inno del Montenegro in lingua montenegrina e italiana. Infine, Padre Olla, a nome della Chiesa Ortodossa del Montenegro, ha donato alle Autorità un prezioso volume sulla Sardegna. Nella seconda giornata della manifestazione - sabato 28 Maggio - alle ore 10.00, nel Salone della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Messina, l'Ambasciatore Vojin Vlahović ha incontrato le Associazioni Imprenditoriali e Professionali di categoria della Provincia. Dopo l'introduzione del Coordinatore Provinciale Santoro, la prof.ssa Stracuzzi ha presentato le Autorità intervenute ed illustrato brevemente il curriculum di S.E. Vlahović. Ha preso quindi la parola il Prefetto di Messina, dott. Francesco Alecci, che ha salutato l'Ambasciatore, ringraziando il Governo Montenegrino per questa opportunità offerta alla Città di Messina, rilevando l'importanza di avviare un dialogo con gli Stati emergenti dell'area balcanica ed ha espresso il suo com- piacimento per l'inaugurazione del Coordinamento Provinciale dell'Associazione "Amici del Montenegro - O. N. L. U. S." nella sua città. S. E. Vlahović, dopo aver ricambiato il caloroso saluto ed aver espresso la sua riconoscenza al Prefetto per l'accoglienza, si è rivolto ai convenuti ringraziandoli per la presenza e per le dimostrazioni di amicizia e di stima ricevute; ha, quindi, esposto la situazione socio-politico-sindacale della sua Nazione, proponendo un'interessante offerta per le imprese di Messina e Provincia in Montenegro, un Paese da cinque anni indipendente, in una situazione politico-economica stabile, protagonista di un importante processo di sviluppo economico che ne ha fatto il territorio ideale per investire. Infine, ha dichiarato che il Montenegro ha già attirato diversi investitori stranieri; adesso aspetta gli imprenditori italiani e siciliani. All'incontro sono stati presenti, oltre S. B. Mihailo, Padre Olla e la delegazione dell'Associazione Amici del Montenegro, i rappresentanti della Confindustria e della Camera di Commercio di Messina, degli OO. DD. C. S., dell'"Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme"; presenti inoltre le Delegazioni dell'I. N. G. O. RR. TT. P. di Catania, di Enna, di Caltanissetta e di Lentini. La conferenza si è conclusa nello studio del Presidente della Camera di Commercio, dott. Vittorio Messina, con un colloquio privato tra l'Ambasciatore Vlahović e i numerosi rappresentanti delle Associazioni di Categoria. A tutti gli intervenuti il Coordinamento Provinciale dell'Associazione Amici del Montenegro ha donato un'originale e significativa brochure ideata e realizzata dal sig. Silvio Felici. Con il buffet offerto dalla Camera di Commercio, si è conclusa la manifestazione per l'inaugurazione del Coordinamento Provinciale di Messina. W VERDI GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 31 PROSSIMI EVENTI DOMENICA 4 SETTEMBRE 2011 Pallenzona di Avolasca (AL), cerimonia al Tempio del Ricordo dedicato alla Madonna del Bersagliere, dove si trova il quadro della Santa Caterina da Siena dedicato alla Principessa Mafalda di Savoia DOMENICA 4 SETTEMBRE 2011 Vicoforte di Mondovì (CN), ore 11:00, nell’ambito dei 150 anni dell’Unità d’Italia presso l’omonimo Santuario, luogo di sepoltura del duca Carlo Emanuele I di Savoia, sarà celebrata la SS. MM. alla quale parteciperanno autorità civili, militari e religiose della Provincia di Cuneo, vi saranno un picchetto d’onore del 2° Reggimento Alpini di Cuneo al comando del Col. Massimo Biagini, una rappresentanza dei Cavalieri dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, una rappresentanza della delegazione di Cuneo dei Granatieri di Sardegna. La cerimonia sarà celebrata dal Vescovo di Mondovì Mons. Luciano Pacomio e/o dal Rettore del Santuario Don Bartolomeo Bessone. Al termine della cerimonia, sarà servito un pranzo conviviale nell’adiacente ristorante “Casa Montis Regalis”, del settecentesco Monastero. Il programma si svolgerà come segue: ore 10:00 alzabandiera presso la statua del Duca Carlo Emanuele I di Savoia, nel piazzale antistante il Santuario; ore 10:30 deposizione dei fiori alla tomba del Duca Carlo Emanuele I di Savoia, sita all’interno del Santuario, precisamente nella cappella di San Benedetto; ore 11:00 SS. MM. celebrata dal Vescovo di Mondovì Mons. Luciano Pacomio e/o dal Rettore del Santuario Don Bartolomeo Bessone; di seguito, pranzo conviviale nell’adiacente ristorante “Casa Montis Regalis”, dell’antico Monastero, pranzo tipico piemontese della somma di € 28,00. Sarà un gradito piacere avere un considerevole numero di Guardie d’Onore; si prega di dare la conferma della partecipazione entro il giorno 10 agosto p.v. sia alla cerimonia che al successivo pranzo, ad una delle Guardie d’Onore: BRUNO cav. Pietro cell. 3355753608; AVANZINI cav. Stefano cell. 3313643224; PANO Andrea cell. 3313644923 32 SABATO 10 SETTEMBRE 2011 Pieve Vergonte (VB), Centro Culturale M. Massari, ore 20.45, conferenza “Reale Arma dei Carabinieri”. Relatore dott.ssa Enrica Magnani Bosio VENERDÌ 16 SETTEMBRE 2011 Cereseto Monferrato (AL), Monferrato Resort, fraz. Cascine Franchi, ore 19.30, Gran Galà del Risorgimento Italiano organizzato da Maria Enrica Magnani Bosio: “L’Italia s’è desta…viva V. E. R. D. I.”, poesia e musica per festeggiare i 150 anni del Regno d’Italia. Seguirà, alle ore 21, cena sabauda con menu “regale”. Abito scuro. Costo 70 euro. Per le prenotazioni, da effettuarsi entro il 18 maggio, rivolgersi a Carmine Passalacqua al numero 338/8757442 SABATO 17 SETTEMBRE 2011 Torgiano (PG), resort “Le tre vaselle”, tè danzante con la Società di Danza Ottocentesca di Ancona Domenica 18 settembre 2011 Pescocostanzo (AQ), X^ Giornata Nazionale Mauriziana MARTEDÌ 20 SETTEMBRE 2011 Alessandria, Sala Giunta del Municipio, ore 18, in occasione dell’anniversario della Breccia di Porta Pia, conferenza del dott. Alberto Di Maria: “Pio IX e l’Unità d’Italia” in collaborazione con l’Istituto del Risorgimento di Alessandria e l’Associazione Nazionale Bersaglieri di Alessandria. Seguirà un convivio serale VENERDÌ 23 SETTEMBRE 2011 Novara, 150° ANNIVERSARIO DELL’UNITA’ D’ITALIA, 17 MARZO 1861-4 NOVEMBRE 1918. In collaborazione con: Ordini Dinastici della Reale Casa di Savoia Delegazione Piemonte, Associazione Cultura Sport e Spettacolo “TASONIS”, ISTITUTO GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 DEL NASTRO AZZURRO, ASSOCIAZIONE Amici del Parco della Battaglia Gruppo Storico Risorgimentale 23 Marzo 1849. Con il Patrocinio di: Città di Trieste, Comune di Borgolavezzaro (NO), Comune di Recetto (NO), Comune di Romentino (NO), Comune di Vespolate (NO), Comune di Villarboit (VC), Comune di Bascapè (PV). Programma: Ore 15,00 – 16,00 Visita guidata presso la sala di Abdicazione di Sua Maestà Sarda Carlo Alberto di Savoia-Carignano (PALAZZO BELLINI sede Banca Popolare di Novara), Visita presso il Museo Risorgimentale di Via Greppi, 11; Ore 17,00 conferenza presso il Convitto Nazionale Carlo Alberto “Aula Magna” (Baluardo Partigiani, 6) 1 – Battaglia della Bicocca – 23 marzo 1849, Prima Guerra d’Indipendenza, relatore Dr. PAOLO CIRRI; 2 – Processo dell’Unità d’Italia attraverso la Storia di Casa Savoia e del Regio Esercito, relatore Dr. STEFANO TOSI Presidente dell’Associazione “N del Novarese” SABATO 24 SETTEMBRE 2011 Novara, 150° ANNIVERSARIO DELL’UNITA’ D’ITALIA, 17 MARZO 1861-4 NOVEMBRE 1918. In collaborazione con: Ordini Dinastici della Reale Casa di Savoia Delegazione Piemonte, Associazione Cultura Sport e Spettacolo “TASONIS”, ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO, ASSOCIAZIONE Amici del Parco della Battaglia Gruppo Storico Risorgimentale 23 Marzo 1849. Con il Patrocinio di: Città di Trieste, Comune di Borgolavezzaro (NO), Comune di Recetto (NO), Comune di Romentino (NO), Comune di Vespolate (NO), Comune di Villarboit (VC), Comune di Bascapè (PV). Programma: Ore 15,00 Ritrovo al monumento ai caduti di tutte le guerre (Viale IV Novembre) deposizione corona d’alloro, arrivo in Piazza Martiri deposizione Corona d’Alloro al Padre della Patria S.M. Vittorio Emanuele II (Piazza Martiri), deposizione corona d’alloro al monumento di Sua Maestà Carlo Emanuele III di Savoia, Re di Sardegna. (Piazza Puccini) a memoria della riforma che igienizzò la Città di Novara, arrivo preso la Basilica di SAN GAUDENZIO Tempio Civico; Ore 15,45 Santa Messa in Suffragio a Sua Maestà Vittorio Emanuele II Re d’Italia (PADRE DELLA PATRIA) e di tutti i Caduti che contribuirono alla Costruzione e alla Rinascita della Patria. Celebrante: Can. Prof. don Mario Perotti (Prefetto del Capitolo dei Canonici del Duomo). Concelebranti: Mons. Can. Cav. Uff. Gian Luca Gonzino (Cappellano della Polizia di Stato – Questura di Vercelli), Arciprete don Cav. Gian GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 Paolo Civillini, don Cav. Uff. Simone Rolandi, don Cav. Augusto Piccoli, don Carlo Brivio, don Luigi Murru, don Elio Grosso, don Gian Mario Isacco, don Cristiano Formaggio, don Fabrizio Messina Cicchetti. Organista: Maestro Luca Di Donato. Al termine della funzione visita dello Scurolo contenente le reliquie di San Gaudenzio. Presenzieranno alla cerimonia il Presidente Nazionale dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon Cap. di Vasc. Dr. Cav. Gr. Uff. Ugo d’Atri, l’Ispettore per l’Italia Meridionale Avv. Cav. Angelo Gadaleta, l’Ispettore Nazionale Giovanile Dr. Cav. Federico Pizzi, il Delegato per il Piemonte degli Ordini Dinastici della Reale Casa di Savoia Cav. Gr. Cr. Carlo Buffa dei conti di Perrero. Addetto al Cerimoniale: Dr. Cav. Alberto Di Maria. ALLA FINE DELLA CERIMONIA SI TERRA’ IL RINFRESCO PRESSO L’ALBERGO ITALIA Via Generale Paolo Solaroli, 8/10 Novara SABATO 24 SETTEMBRE 2011 Caltanissetta, ore 18.30, convegno sui "150 anni del Regno d'Italia" presso la Sala convegni della Reggia Moncada. Inaugurazione del Quadro, dono della Delegazione Nissena, al Teatro Comunale Regina Margherita e alla città di Caltanissetta DOMENICA 25 SETTEMBRE 2011 Granze (PD), agriturismo “Le Bove” della N. D. Emanuela Rusconi Camerini, consorte del Socio Luciano Caffagni, ore 10,00, conferenza della G. d’O. Dott. Giulio de Renoche sul tema: “Ugo Foscolo: il poeta, il politico, il combattente”. Per raggiungere la località: lungo la SS Monselice –Rovigo, al semaforo di Solesino girare a destra (venendo da Monselice) e, dopo la chiesa, voltare a sinistra in via Sotto Prà, proseguendo poi in via Servellon dove dopo il sottopasso, al civico n° 1, vi sarà l’incontro (per eventuali difficoltà, telefonare al cell. 340 7898869). Alle ore 13,00 pranzo nel vicino Agriturismo “La Calendula” (euro 20,00) e successiva sosta pomeridiana in amicizia presso i cortesi Ospiti Caffagni-Rusconi Camerini. Prenotazioni entro lunedì 19 settembre VENERDÌ 7 OTTOBRE 2011 Roma, convegno nel 440° anniversario della battaglia di Lepanto, organizzato unitamente alla Fondazione Lepanto. Relazioni del b.ne prof. Roberto De Mattei, del prof. Massimo de Leonardis, della prof.ssa Maria Grazia Siliato e dell’Ammiraglio prof. Ezio Ferrante; introduzione a cura del capitano di vascello Ugo d’Atri 33 SABATO 8 OTTOBRE 2011 Pieve Vergonte (VB), Centro Culturale M. Massari, ore 20.45, conferenza “Garibaldi e Cavour, protagonisti del Risorgimento italiano”. Relatore cap. vasc. (ris.) Ugo d’Atri, presidente dell’Istituto SABATO 15 OTTOBRE 2011 Mentana (RM), Passeggiata a cavallo nei luoghi storici del Risorgimento. Programma: ore 10 arrivo dei Cavalieri in prossimità del sito della memoria legato al Museo Garibaldino di Mentana, deposizione di un omaggio floreale, indirizzi di saluto delle Autorità intervenute; ore 11 svolgimento di relazioni, in apposito sito del Museo, sul tema del Risorgimento in generale e sulla componente monarchica nel movimento garibaldino; ore 12 conclusione dell'evento DOMENICA 16 OTTOBRE 2011 Caltanissetta, ore 11, Santa Messa in suffragio dei caduti di tutte le guerre. Pranzo. Alle ore 16.30 deposizione di una corona d'alloro al monumento al Re Vittorio Emanuele II (Padre della Patria) presso il giardino pubblico a Villa Amedeo e al monumento ai caduti in viale Regina Margherita MARTEDÌ 18 OTTOBRE 2011 Bologna, cena di gala a chiusura delle manifestazioni per i 150 anni del Regno d’Italia; ospite d’onore il Principe Emanuele Filiberto di Savoia VENERDÌ 21 OTTOBRE 2011 Castello di Monselice (PD), ingresso euro 5,00 oppure gratuito, ore 16.30, visita organizzata dalla delegazione provinciale. Luogo di estremo interesse per l’assetto medioevale, accompagnati da Riccardo Ghidotti, Presidente della locale Associazione Amici dei Musei. Alle ore 20,00 cena sociale al Circolo Ufficiali (euro 20,00). Prenotazioni entro sabato 15 ottobre, precisando la partecipazione ad una o ad ambedue le attività DOMENICA 6 NOVEMBRE 2011 Pieve Vergonte (VB), commemorazione del 4 novembre, chiusura delle celebrazioni per il 150° anno dall’unità d’Italia e inaugurazione della lapide commemorativa in onore del Padre della Patria Vittorio Emanuele II e intitolazione della via “Unità d’Italia” 34 DOMENICA 20 NOVEMBRE 2011 Alcamo (TP), ore 18.00, chiesa parrocchiale del Convento di Santa Maria, nella giornata di Cristo Re sarà celebrata una Messa in suffragio della Serva di Dio, Sua Maestà la Regina Elena. La funzione religiosa sarà presieduta da padre Stefano Smedile, cappellano provinciale di Trapani delle Guardie d'Onore DOMENICA 11 DICEMBRE 2011 Ristorante “Piroga”, Via Euganea n° 48, Selvazzano Dentro (PD) (inizio Strada dei Colli, dopo Tencarola), ore 12,30 pranzo di Natale (euro 30,00). Prenotazioni entro lunedì 5 dicembre. Si partecipi come sempre in gran numero, anche per procedere ai rinnovi delle iscrizioni per il 2012 DOMENICA 20 NOVEMBRE 2011 Alessandria, chiesa di San Rocco, ore 11, Santa Messa in ricordo del Re Umberto II e di tutti i Caduti per la Patria. Seguirà un pranzo sociale DOMENICA 20 NOVEMBRE 2011 Roma, Circolo Rex, conferenza del presidente dell’Istituto, cap. vasc. (ris.) Ugo d’Atri, dal titolo: “Monarchici 2011” DOMENICA 27 NOVEMBRE 2011 Caltanissetta, ore 18, Santa Messa presso la parrocchia di San Marco in ricordo della Serva di Dio Sua Maestà la Regina Elena. Presentazione delle nuove Guardie, conviviale presso un noto locale cittadino LUNEDÌ 28 NOVEMBRE 2011 Roma, Pantheon, ore 17, Messa in suffragio di S. M. la Regina Elena SABATO 17 DICEMBRE 2011 Caltanissetta, ore 20, scambio degli auguri e concerto di Natale SABATO 17 DICEMBRE 2011 Roma, Casa dell'Aviatore, cena e serata di gala a conclusione dei festeggiamenti MERCOLEDÌ 28 DICEMBRE 2011 Roma, Pantheon, ore 17, Messa in suffragio di S. M. il Re Vittorio Emanuele III GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 QUOTE SOCIALI AMMISSIONE .............................................................50 Euro (senza fascia e cravatta/foulard) .....................................................................................100 Euro (con fascia e cravatta/foulard) RINNOVI ANNUALI ...................................................30 Euro I versamenti possono essere eseguiti sul C.C.P. 59325001: INTESTATO A ISTITUTO NAZIONALE PER LA GUARDIA D’ONORE ALLE REALI TOMBE DEL PANTHEON Preghiamo inoltre i sig.ri soci di prendere nota delle nuove coordinate bancarie dell’Istituto: numero conto: 000000092139 IBAN (coordinate bancarie internazionali) IT84R 05390 03201 000000092139 BIC: ARBAIT 33042 Banca Etruria, via Uffici del Vicario n° 45/48, 00186 Roma, tel 06/69768340 NOTE LIETE Le Guardie d’Onore di Molfetta (BA) avv. Angelo Gadaleta, ispettore per l’Italia Meridionale ed il dott. Sergio Ragno, membro della commissione toponomastica, hanno ottenuto dall’amministrazione comunale l’intitolazione di una strada della città a S. A. R. la Principessa Mafalda di Savoia. È nato il 24 maggio S. A. R. il Principe Amedeo di Savoia, secondogenito delle LL. AA. RR. i Principi Aimone ed Olga di Savoia, Duchi delle Puglie. Il primogenito è S. A. R. il Principe Umberto di Savoia, nato il 7 marzo 2009. La Guardia d’Onore Emidio Calvaresi è stato elet- GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 to presidente della sezione di San Ginesio (MC) “Vice-brigadiere Glorio Della Vecchia” dell’Associazione Nazionale Carabinieri. L’on. Riccardo Garosci, ispettore per l’Italia Settentrionale, è stato inserito dal Ministro della Cultura nel Comitato Nazionale per le celebrazioni del bicentenario della nascita del Conte di Cavour, i cui eventi sono stati posticipati di un anno per farli coincidere con quelli organizzati nell’ambito del 150° anniversario dell’unità d’Italia. La Guardia d’Onore Angelo Bergamini, pittore, ha dipinto una serie di soggetti paesaggistici e monumentali, italiani e brasiliani, utilizzati come immagini nei francobolli delle poste brasiliane. 35 0RE DI SERVIZIO ORE DI SERVIZIO 2010. AGGIUNTE E RETTIFICHE AOSTA Piffari 2 BIELLA Bona 6 6, Sirabella 16 MESSINA De Nino 35, Prestipino 10 BRINDISI Carrieri 15 MILANO Barbieri 4, Di Maria 16, Di Martino 8, Finizio 2, Foletto 12, Grancagnolo 4, Grosso 4, Longo 9, Maffioli Torriani 6, Mastroianni 14, Micheli 2, Paltrinieri 10, Pierato 27, Pizzi 6, Staino 12, Zappa 2 CAGLIARI Saba M. T. 15 MONZA-BRIANZA Cazzaniga 4, Gentili 4 CATANIA Bonaccorsi 21, Tranchida 20, Arangio 9, Valore 36, Sportelli 9, Schinocca 23, Russo 7, Rapisarda 14, Nunziata 8, Novara 7, Meula 8, Lapis M. 7, La Delfa 7, Guarino 7, Bugliari 11, Campanella 4, Caruso S. 22, Castronovo 6, Consolante 6, Di Stefano 9, Grasso Raciti 12 PALERMO Marcianò 6, Cravotta 6 BOLOGNA Pulito 6 CATANZARO Palaja G. 2 COSENZA Cianci 10 CROTONE Costa 18 FOGGIA delli Carri 13 ISERNIA Cimino 7, Spallone 7, Maio 7, Di Ielzi 7, Orrino L. 7 PERUGIA Micheli Vincenti 35 ROMA Garofalo 35, Savarese 77 RIETI Locci 17 SONDRIO Alessi 2, Giana 2, TORINO Novo 32 VARESE Bartoli Petroni 6 VENEZIA Zolli 1 LIVORNO Rossi 6, Schiavone 6, Rosi 5, Ciampoli 6, Moncini Totale (vds. nr. 3/2011 della rivista): ore 5166 36 GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 NECROLOGI ARCURI Gioacchino – Palermo – iscritto n° 14195 dal 23 gennaio 1998 TARALLO Raffaele – Portici (NA) – iscritto n° 9590 dal 1° gennaio 1977 BELARDINELLI Massimo – Roma – iscritto n° 18182 dal 2 febbraio 2004 AL NOSTRO CARISSIMO AMICO GIORDANO MANENTI BIAGINI Paolo – Orvieto (TR) – iscritto n° 15253 dal 10 novembre 1999 Quando muore qualcuno, se ne parla sempre bene, a volte con parole banali e non sentite. E allora è difficile capire se la persona che è morta meritava davvero parole di elogio oppure no. Nel caso di Giordano, credo che il dolore che ha lasciato in tutti coloro che lo hanno conosciuto sia forte, sincero. Credo che tutti abbiamo provato lo stesso dolore, benché nelle settimane precedenti avessimo capito come sarebbe andata a finire. Abbiamo grandi rimpianti. Il primo perché Giordano se ne è andato troppo giovane, non aveva neanche 60 anni, li avrebbe compiuti a giugno. Il secondo perché è stato in mezzo a Noi, Noi Monarchici per troppo poco tempo. È entrato nelle Guardie D'Onore a gennaio di due anni fa. In così poco tempo è diventato Delegato di Varese per il Nostro Istituto, Vicario degli Ordini Dinastici per la stessa Provincia, membro della Consulta dei Senatori del Regno. Se si è riuscito in così poco tempo, dei motivi ci saranno. Era un uomo di valore, intelligente, esperto, saggio. Ma aveva anche una qualità purtroppo sempre più rara, la generosità. In un mondo come il nostro, spesso dilaniato da rivalità tanto più stupide quanto più futili, la Sua acuta bonarietà, la Sua capacità di vedere al di là, facevano di lui un riferimento sicuro e prezioso. Sappiamo che nei Suoi ultimi giorni ha sofferto molto, e questo acquisisce il dolore nostro. Auguriamoci di rivedere un giorno, in cielo, il Suo sorriso e di riascoltare la Sua voce amica, di cui siamo stati privati troppo presto. BOTTURA Tiziano – Gonzaga (MN) – iscritto n° 19714 dal 27 settembre 2006 CALABRÒ Anna – Roma – iscritto n° 20148 dal 23 luglio 2007 CALLERI Bernardino – Torino – iscritto n° 13046 dal 17 gennaio 1995 CURTI Giuseppe – Milano – iscritto n° 14644 dal 4 dicembre 1998 IACOBUCCI Mario – Bordighera (IM) – iscritto n° 12675 dal 18 giugno 1993 LI GOBBI Alberto – Milano – iscritto n° 10375 dal 12 marzo 1984 MANENTI Giordano – Golasecca (VA) – iscritto n° 20776 dal 15 gennaio 2007 MARTINI Umberto – Padova – iscritto n° 16571 dal 31 luglio 2001 MELE Aldo – Napoli – iscritto n° 13514 dal 23 maggio 1990 NACHER SALTARA Maurizio – Montesicuro (AN) – iscritto n° 9685 dal 15 ottobre 1978 PRENNA Francesco – Taranto – iscritto n° 18150 dal 30 gennaio 2004 GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 37 CULTURA LA PRINCIPESSA CLOTILDE, UN’EROINA DEL RISORGIMENTO di Carlo Bindolini E’certo un caso fortuito del destino se in questo anno 2011 nel quale si celebra il 150° anniversario della proclamazione del Regno d’Italia, denominato erroneamente come centocinquantesimo dell’unità nazionale, ricorre anche il centenario della scomparsa di una delle più luminose figure femminili del nostro Risorgimento, ahimè dimenticata dai mass media: la Principessa Clotilde di Savoia. La possiamo definire senza ombra di dubbio un’autentica eroina del Risorgimento, perché con il suo sacrificio personale, acconsentendo a sposare il Principe Gerolamo Bonaparte, ha di fatto portato un contributo alla causa nazionale in modo certamente non inferiore alle più conclamate e ricordate “donne del nostro Risorgimento”, da Cristina Trivulzio Belgioioso ad Anita Garibaldi, da Clara Maffei alla Contessa di Castiglione. Figlia primogenita dell’allora Principe Ereditario Vittorio Emanuele di Savoia e della Principessa Maria Adelaide d’Asburgo Lorena, Clotilde venne alla luce il 2 marzo 1843 ed ebbe per padrino e per madrina gli augusti nonni, Re Carlo Alberto e la Regina Maria Teresa. Alla bambina vennero dati i nomi di Clotilde Maria Teresa Luigia. La scelta del nome di Clotilde, che significa “valorosa guerriera”, fu fortemente voluta dalla nonna madrina di battesimo che voleva così rendere omaggio alla Venerabile Maria Clotilde di Borbone che aveva sposato Re Carlo Emanuele IV di Savoia. Bionda ed esile, la Principessa Clotilde crebbe seguita dalle amorevole cure della madre e della nonna nel clima austero e severo che caratterizzava la corte dei Savoia, ma la sua giovinezza fu presto funestata dalla perdita prematura della madre, la Regina Maria Adelaide, che morì il 20 gennaio 1855 dando alla luce il suo ottavo figlio quando Clotilde aveva solo dodici anni; fu una perdita irre- 38 parabile per lei che si trovò improvvisamente orfana di madre ed essendo la primogenita in un certo modo doveva essere di esempio ai fratellini ed alla sorellina: Umberto, nato nel 1844, Amedeo nato nel 1845, Oddone nato nel 1846 e Maria Pia nata nel 1847. La prematura perdita della madre e della nonna, a breve distanza, determinò in Clotilde un grande vuoto affettivo che certamente ne influenzò il carattere, facendola maturare molto presto ma rendendola nel contempo sensibile all’affetto delle persone che le erano vicine, in particolar modo le sue dame di compagnia. Clotilde, che era la figlia preferita di Re Vittorio Emanuele II e che era affettuosamente chiamata in famiglia con il nomignolo di Kekina, in gioventù si dimostrò dedita alle pratiche religiose ed alle opere assistenziali e caritatevoli nella migliore tradizione delle principesse di Casa Savoia, ma amava anche cavalcare, ed in questo era simile al padre, amava gli animali e prediligeva trascorrere con la famiglia le vacanze estive nel castello di Casotto, tra fitti boschi e nell’aria di campagna. Il nome del Principe Gerolamo Napoleone, l’uomo destinato come marito per Clotilde, comparve molto prima della celebrazione del matrimonio nella corrispondenza privata di eminenti personaggi che contribuirono in svariata misura all’unità d’Italia. Il Principe era figlio di uno dei fratelli di Napoleone, l’ultimo, Gerolamo, l’ex Re di Westfalia, e della Principessa Caterina del Wuttemberg ed era chiamato con il nomignolo di Plon Plon, che gli rimase per tutta la vita. Già nel 1852 Luigi Farini scriveva al Conte di Cavour sollecitandolo ad incontrare a Londra il Principe Napoleone che stava acquistando un’influenza che sarebbe potuta ritornare utile e foriera di ulteriori sviluppi. Ma fu solo verso la fine del 1856 che Napoleone III decise di muovere i primi passi diplomatici presso la Corte di Torino, attraverso Alessandro Bixio, fratello di Nino e segretario GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 del Principe Napoleone. La questione del possibile matrimonio tra la giovanissima Principessa Clotilde ed il Principe Gerolamo, influente cugino dell’Imperatore dei francesi riemerse verso la metà di maggio del 1858 e fu oggetto di corrispondenza tra il Conte di Cavour ed il dottor Conneau, medico e confidente dell’Imperatore Napoleone III. La venuta in Italia del dottor Conneau fu foriera del successivo ed arcinoto convegno di Plombières, località termale dei Vosgi dove s’incontrarono segretamente il Conte di Cavour e l’Imperatore Napoleone III e dove vennero gettate le basi per l’alleanza franco-piemontese che porterà all’intervento militare di Napoleone III a fianco dell’armata sarda contro l’Austria nella Seconda Guerra d’Indipendenza Nazionale. Uno degli argomenti trattati a Plombières fu proprio quello del matrimonio tra la Principessa Clotilde ed il Principe Gerolamo Napoleone, fortemente voluto dall’Imperatore Napoleone III. Se a Plombières, il conte di Cavour non s’impegnò sulla delicata questione, perché sapeva che Re Vittorio Emanuele II provava forte ripugnanza a sposare la figlia a causa della sua giovane età, al ritorno a Torino stese una relazione al Re nella quale fece chiaramente capire l’importanza che quel matrimonio assumeva nell’alleanza franco-piemontese. Re Vittorio Emanuele si trovava in una situazione particolarmente difficile; da un lato, come padre affettuoso, non voleva forzare in alcun modo la scelta della figlia, dall’altro, come Re, aveva intuito quale fosse la posta in gioco. Si recò appositamente al castello di Casotto ed ebbe un colloquio franco e leale con la figlia che si concluse con la celebre frase: “E ora a te sola decidere; per non influire per nulla sulla tua decisione, io me ne vado; partirò domani per la caccia al camoscio; aggiustatela tu con Cavour.” Cavour, da abile diplomatico e statista qual’era, non tralasciò alcun mezzo per cercare di convincere la Principessa dell’importanza politica di quella sua decisione. Clotilde, in un primo tempo sbigottita ed atterrita dalla proposta che le era stata fatta, non esitò a manifestare all’inizio la sua contrarietà a quel matrimonio, non tanto per la grande differenza d’età tra lei, quindicenne, ed il Principe Gerolamo già trentasettenne, ma per la fama di quest’ultimo tutt’altro che lusinghiera sul piano morale. Lei così taciturna e riservata si lasciò GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 sfuggire a malapena questa frase: “Non è che il Principe mi sia poco simpatico per le sue qualità fisiche: non le conosco. Sono le sue qualità morali che mi spaventano, perché quelle le conosco a puntino. Ne sono informata minutamente.” Fu alcuni giorni dopo, durante una passeggiata solitaria, che la Principessa ebbe come un’ispirazione: quella di accettare il matrimonio con il Principe Gerolamo Napoleone per compiere presso di lui e presso tutta la sua famiglia una santa missione di bene. Dichiarò più tardi la Principessa: “Passeggiando nel parco di Racconigi mi venne questa ispirazione. Dunque niente violenza, niente sacrificio; l’ho sposato, il Principe, perché l’ho voluto.” E successivamente disse al Re suo padre che se la persona del Principe non le fosse stata proprio ripugnante, era decisa a sposarlo ed aggiunse la celebre frase: “Andrò anch’io a brillare alla Corte di Francia, per quanto mi sia poco simpatica.” Il 17 gennaio 1859 il Principe Gerolamo Napoleone giunse a Torino e s’incontrò con la futura sposa che, soggiogata dal tatto e dalla finezza del futuro sposo, abile e consumato conquistatore di cuori femminili, dette il suo consenso alle nozze. Il matrimonio fu celebrato il 30 gennaio successivo nel Duomo di San Giovanni in Torino. Subito dopo gli sposi partirono per Genova, che raggiunsero in serata, la mattina seguente s’imbarcarono sulla nave “Regina Ortensia” alla volta della Francia. L’accoglienza francese non fu entusiasmante, perché l’opinione pubblica era conscia del fatto che la nuova Principessa italiana portava anche la guerra. L’incontro con l’Imperatrice Eugenia fu altrettanto glaciale perché alla proposta di Eugenia rivolta a Clotilde di esimersi dal ricevimento dei funzionari, giudicato troppo faticoso dall’Imperatrice per la giovane sposa, Clotilde, in un impeto di orgoglio, rispose freddamente: “Voi dimenticate, signora, che io sono nata alla Corte e a certe funzioni mi sono abituata sin dall’infanzia”. Migliore fu invece l’approccio con l’Imperatore Napoleone III, che parve a Clotilde fine e spirituale. Uguale simpatia le ispirò anche il suocero, l’ex Re Gerolamo, un vecchio pieno di distinzione e di cortesia. I primi anni di matrimonio furono i più sereni per la coppia principesca. Fin dall’inizio il Principe 39 Napoleone aveva creduto di poter formare secondo il proprio talento l’intelletto ed il cuore della sua giovanissima sposa e riteneva che, data la giovane età, egli avrebbe avuto tutto il tempo per educarla a suo piacere, secondo le proprie teorie ed i propri gusti. Malgrado le sue aspettative, il Principe dovette constatare che, fin dai primi mesi di convivenza, la giovane Principessa se si dimostrava remissiva nelle cose di poca entità, ma era inflessibile in quelle sostanziali. Nel luglio del 1862 venne alla luce il primo figlio, che fu chiamato Vittorio; nell’autunno successivo Clotilde e Napoleone fecero un viaggio a Torino per le nozze di Maria Pia con il Re Luigi del Portogallo e Clotilde fu molto felice di poter riabbracciare suo padre, i suoi fratelli e le sue amiche più care. Nel 1864 nacque il secondogenito Luigi, ma la dissonanza tra gli animi dei due coniugi aumentava sempre di più fino a trovarsi in completa antitesi di pensiero. I due Principi soggiornavano spesso in Svizzera, a Prangins, ma sovente risiedevano in due abitazioni vicine ed il Principe Napoleone aveva ripreso la sua condotta libertina, mentre Clotilde taceva ma soffriva profondamente nel suo cuore. Verso la fine del 1865 Clotilde si recò una settimana a Genova dal fratello Oddone sofferente e le cui condizioni di salute si erano aggravate. Morì il 22 gennaio dell’anno successivo, non ancora ventenne, dando alla Principessa un grande dolore. Alla fine del 1866 Clotilde dette alla luce una figlia, alla quale venne dato il nome di Letizia. Nell’aprile del 1867 la Principessa partecipò al matrimonio del fratello Umberto con la cugina Margherita, figlia del Duca di Genova. Dopo lo scoppio della guerra franco prussiana del 1870 Napoleone III inviò il cugino in Italia per chiedere aiuto al suocero Re Vittorio Emanuele II e così il Principe Napoleone partì per Firenze. Nei giorni immediatamente precedenti alla sconfitta francese a Sedan ed alla conseguente cattura dello stesso Imperatore Napoleone III, alle Tuileries erano rimaste l’Imperatrice Eugenia, reggente, e la Principessa Clotilde. Re Vittorio Emanuele, d’accordo con il genero, inviò a Parigi il marchese Spinola con l’incarico di riportare in Italia Clotilde ed i nipoti per sottrarli ad eventuali pericoli causati dalla sommossa parigina contro il Secondo Impero ormai alla fine, ma 40 Clotilde rifiutò di lasciare la capitale e scrisse una nobile lettera al Re suo padre dove diceva tra l’altro: “…nulla mi farà mancare al mio dovere…non sono una Principessa di Casa Savoia per niente!..” Solo dopo l’annuncio della proclamazione della repubblica e la conseguente fortunosa partenza in extremis dell’Imperatrice Eugenia, che sfuggì solo per poco all’ira della folla inferocita, anche Clotilde, decise di partire. Trascorse la sua ultima notte parigina all’Ambasciata d’Italia ed il giorno successivo, dopo avere ascoltato come d’abitudine la Santa Messa, salì su una carrozza con i servitori in livrea ed i cristalli abbassati. Quando le fecero osservare che era più prudente alzarli per timore dei disordini che imperversavano nelle vie, la Principessa fieramente rispose: “No, Savoia e paura non si sono incontrate mai.” Quindi partì con il treno verso l’Italia. All’ultima stazione in territorio francese i macchinisti chiesero di poterle dare in nome della Francia il loro ultimo addio e fu solo allora che la Principessa scoppiò in lacrime. Giunta in Italia incontrò suo marito furioso per il fatto che fosse rimasta così a lungo nella capitale, disobbedendo al suo ordine di partire prima. Napoleone si era adirato anche per l’atto di devozione e di solidarietà che la moglie aveva compiuto nei confronti dell’Impero e dell’Imperatrice Eugenia. Il Principe infatti era sempre stato in disaccordo con l’imperatrice ed aveva sempre ostentato e manifestato apertamente ideali repubblicani, anticlericali e volterriani. Clotilde e Napoleone, ormai quasi separati, trascorsero gli anni successivi principalmente a Prangins, poi quando Napoleone decise di voler risiedere stabilmente a Parigi per rincorrere il suo sogno politico di ricostituzione del partito bonapartista in veste repubblicana ed anticlericale tra i due sposi ci fu la definitiva separazione. Come conseguenza della separazione dal marito Clotilde dovette rinunciare ai suoi due figli maschi, che furono affidati al padre che li collocò in un collegio di Parigi, con lei rimase solo la figlia femmina, Letizia. Ai primi di gennaio del 1878 morì improvvisamente re Vittorio Emanuele II, ma Clotilde non fece in tempo a rivederlo e rinunciò poi a partecipare ai suoi solenni funerali in Roma capitale per non urtare la suscettibilità di Papa Pio IX, al quale era GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 devota ed obbediente. Si ritirò nel castello di Moncalieri, alle porte di Torino, in un’ala dello stesso con una piccola corte composta di pochi fedeli servitori. Un grave dolore per la Principessa fu il dissidio che si consumò tra il marito Napoleone ed il figlio primogenito Vittorio, che venne nominato nel testamento del figlio del defunto Imperatore Napoleone III, il Principe Imperiale, morto nello Zoluland, quale suo successore, scavalcando il padre Gerolamo Napoleone a causa delle sue idee repubblicane e del suo dissidio con l’ex Famiglia Imperiale. Nel 1888 la figlia di Clotilde, Principessa Letizia, sposò lo zio Amedeo Duca d’Aosta e Clotilde rimase così sola nel castello di Moncalieri. Nel giungo dell’anno successivo, dal matrimonio nacque un figlio maschio, il piccolo Umberto, Conte di Salemi, ma dopo poco più di sei mesi giunse la triste notizia della morte di Amedeo per un attacco di polmonite. La Principessa Letizia, giovane vedova, riprese la sua vita a Moncalieri, accanto alla madre, con il suo piccolo bimbo. Nel 1891 morì a Roma il Principe Gerolamo Napoleone, che Clotilde vegliò negli ultimi giorni di vita e che poco prima di morire si era riavvicinato alla fede cristiana, abiurando le sue precedenti idee volterriane ed anticlericali, dando così una grande gioia alla moglie. Le sue spoglie vennero tumulate nella cripta della basilica di Superga, poiché le autorità francesi non acconsentirono alla sua sepoltura né a Les Invalides di Parigi, né in Corsica, sua terra d’origine. Un altro grave dolore per Clotilde fu la notizia del vile assassinio del fratello Re Umberto I, avvenuta a Monza il 29 luglio 1900. Il 6 gennaio 1911 la Principessa Clotilde si ammalò gravemente, tanto che le fu portato il Viatico. Da allora le sue condizioni di salute peggiorarono lentamente ma progressivamente fino alla sua morte, avvenuta il 25 giugno dello stesso anno alle ore 17.45, dopo una lunga agonia. Al suo capezzale si alternarono le Principesse Letizia e Clementina, moglie del figlio Vittorio, e le due Regine Maria Pia e Margherita. Era vegliata dalle suore della Divina Provvidenza. I suoi funerali furono solenni e con grande partecipazione popolare. La sua salma da Moncalieri venne portata a Torino alla Gran Madre di Dio e quindi venne tumulata nella cripta della basilica di GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 Superga, accanto al marito, tra gli altri principi sabaudi. La Principessa Clotilde fu Terziaria Francescana per trentanove anni, con il nome di Maria Caterina del S. Cuore. Il 27 aprile 1915 fu inaugurato un bellissimo monumento a lei dedicato nella Chiesa di Santa Maria della Scala a Moncalieri, opera dello scultore Pietro Canonica. Ancora oggi, nel santuario di Oropa, si trova il medaglione che venne donato nel 1859 dal Papa Pio IX alla Principessa in occasione del suo matrimonio con il Principe Gerolamo Napoleone e che, secondo le sue disposizioni testamentarie, venne donato a quel Santuario e posto sulla statua della Vergine. Il medaglione è formato da una rosa d’oro con decorazioni a smalti rossi aventi al centro una grande ametista. Nel 1936 fu aperto il Processo Diocesano per la canonizzazione della Principessa che durò tre anni. Il Processo Apostolico a Roma si concluse nel 1948, con l’attribuzione alla Principessa del titolo di “Serva di Dio” e di “Venerabile”. LE UNIFORMI MILITARI di Luigi Mazza L’origine delle uniformi militari, si perde nella notte dei tempi (si pensi alle Legioni dell’Impero Romano: Roma aveva eserciti enormi, con diversi corpi e ognuno di essi indossava una propria tenuta ed un armamento particolare). Nell’antichità la presenza ed il riconoscimento delle forze che componevano gli schieramenti in battaglia, erano affidate ancora alle grandi insegne che sventolavano sul campo, recanti emblemi e colori di sovrani e di principi; orifiamma, stendardi, bandiere e vessilli, che indicavano con i loro colori la posizione degli eserciti. Ma per molto tempo l'uomo non ha avuto una tale necessità, in quanto in principio erano sufficienti le armi e la prestanza fisica di chi le portava, per identificare la figura di un combattente. Con il tempo, però, questo non soddisfaceva più determinati bisogni, venendo man mano ad essere necessario individuare i combattenti, allo scopo di avere una visione globale della situazione in campo. Da sempre nella chiesa i monaci, ed anche il basso clero, hanno uniformità di abito, per motivi prati- 41 ci o per devozione. I Templari adottano una completa tenuta bianca, candida, con croce rossa, simbolo di purezza nell'assoluta devozione a Dio, al Cristo e al Suo sacrificio per l'Umanità. Ad essi segue la militarizzazione degli Ospedalieri, i futuri Cavalieri di Malta, che indossano al momento, abito monacale nero e croce bianca, la fondazione dei Fratelli dell'Ospedale di Santa Maria dei Teutoni a Gerusalemme, i Cavalieri Teutonici che adottano la croce nera su veste bianca. Per ciò deve addirittura intervenire il Papa, perché i Templari smettano di urtarsi con i Teutonici per questo. I Templari protestano, perché molti scambiano i Teutonici per membri dell'Ordine templare e che quindi ogni loro azione negativa ricade sui "poveri cavalieri di Cristo", mentre i teutonici godono della patente di prestigio che accompagna le candide vesti che hanno adottato i Templari. A questi si uniscono tanti altri Ordini e Confraternite altamente gerarchizzate ed organizzate, che cercano, in genere, la più umile uniformità, in quanto al servizio di nostro Signore Iddio, che la vanità di vesti ricche e colorate allontana. Tutta una serie di colori negli abiti, nei mantelli, nelle croci e la loro stessa forma, consente di identificare cavalieri e sergenti, servi e preti, Gran Maestri e schiavi dei vari ordini monastico-militari. Sono vere e proprie uniformi, divise di Fede e di sacrificio. Ma con le crociate la situazione cambia e si avverte la necessità di identificare bene i combattenti; comunque si rimane sempre nel campo dell'araldica; così una croce rossa identifica i crociati inglesi, azzurra gli italici, bianca i francesi, verde i fiamminghi. E’una distinzione solo indicativa e mutevole; in effetti, spesso i feudatari, o anche singoli cavalieri, facevano vestire i propri armati di una vera e propria uniforme. Questo aveva diversi risvolti pratici: riconoscibilità, prestigio e di conseguenza potere, ma anche costi e, per questo, prestigio, in quanto indice di potere economico. Ma si trattava di forze molto limitate. Le uniformi nella loro concezione attuale, fecero il loro primo apparire (pur se tale datazione a molti studiosi sembra decisamente dubbia), attorno al 1422, con l'incoronazione di Carlo VII re di Francia e l'evidente "uniformità" delle sue guardie del corpo, che indossavano sulla corazza una sorta di corsaletto o brigantina a bande verdi-rosse-bianche e pennacchi sull'elmo, nella stessa alternanza 42 di colori. Inizialmente quindi, l'interesse per le uniformi militari si limitava soprattutto agli aspetti coreografici, quasi che si trattasse di un fenomeno retto solo da esigenze di ordine estetico. Nella Guerra dei Trent'anni (1618-1648), l'abbigliamento dei militari dei vari eserciti in lizza, era ancora diversificato e l'unico valido segno di riconoscimento, tra i membri di un determinato reggimento o reparto, era il colore della sciarpa da portare alla vita o sulla spalla. Una forma economica, pratica e anche discretamente valida, per quello che riguardava la riconoscibilità delle proprie truppe, ma assolutamente inadeguata per molti altri versi. Comunque un notevole passo in avanti era compiuto con l'introduzione di livree a forma di stola, che andavano indossate su abiti civili. Ma l'uniforme vera è propria è cosa ben diversa, non serve solo a farsi riconoscere immediatamente. Una uniforme vuol dire anche essere parte di un'organizzazione e comunque, essere vestiti alla stessa maniera, oltre ad avere molte ricadute pratiche sulle prestazioni dei soldati, anche disciplinari, perciò non deve essere confondibile con nessun altro abito civile. Con l'uniforme si indossa una nuova pelle che la disciplina, spesso spietata, non di rado abbietta ed ingiusta, rende impossibile togliersi di dosso. Nel 1670 Luigi XIV decide che la Francia debba vestire le proprie truppe con un'uniforme, oltre che le classiche guardie personali di tutti i regnanti, affinché identificassero i reparti degli eserciti in campo e che questi fossero caratterizzati da una spiccata identità nazionale, che potevano manifestarsi solo attraverso le diverse uniformi indossate; tutto ciò tendeva anche a limitare le devastazioni provocate dai mercenari che combattevano al servizio dei vari feudatari: questi, infatti, al loro passaggio depredavano il paese in cui si trovavano, disseminando morte e devastazione. In realtà questi Stati sono poveri ed approssimativi come strutture; in essi è del tutto assente il concetto di servizio del Popolo e della Nazione; prevale l'orgoglio e la rapacità di classe ed individuale, di monarchi, nobili e grandi mercanti. Ma l’inizio della storia dell’uniforme militare, a buona ragione, può essere collocata in Francia sul finire del secolo XVII, con la duplice esigenza di identificare gli eserciti amici e nemici, distinguendone i vari reparti ed agevolando così le manovre GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 delle proprie truppe. Assertori di queste nuove dottrine militari, furono strateghi e soldati passati alla storia, primi fra tutti il grande generale sabaudo principe Eugenio di Savoia (Parigi, 18 ottobre 1663 - Vienna, 21 aprile 1736), oltre a Raimondo Montecuccoli, il Gran Condé, il Turenna, John Churcill 1° duca di Marlborough, Gustavo Adolfo di Svezia ed altri. Il re svedese Gustavo Adolfo, allo scopo di creare un esercito ben disciplinato e regolarmente pagato, con delle distinzioni d'immediato impatto visivo, che non fosse temuto dai civili come una banda di briganti, introdusse la prima uniforme militare. Poi, nel 1670, Luigi XIV ordinò uniformi omogenee per le parate delle sue truppe, il cui colore, materiale e taglio dei vestiti, numero dei bottoni, insegne e guarnizioni furono prescritte con esattezza. Dapprima l'uso dell'uniforme venne destinato ai soli soldati semplici e, dopo qualche decennio ancora, venne esteso anche agli ufficiali, che fino ad allora era loro concesso di vestirsi secondo la propria fantasia. Nel secolo XVIII, quando furono creati nuovi tipi di uniformi, le varie armi e i singoli reparti cominciarono a distinguersi, oltre che per l'organizzazione, anche per l'abbigliamento, che inizialmente era sgargiante e coreografico ed ebbe il suo picco massimo nel periodo napoleonico del 1° Impero (18041815). Il motivo per cui le uniformi erano in genere molto vistose e sgargianti, risiede nel fatto che la polvere da sparo in uso in quell'epoca, produceva molto fumo, per cui, dopo le prime scariche di fucileria, solo attraverso il colore delle uniformi, si poteva riuscire ad identificare le truppe e capire l'evolversi della battaglia. Inoltre le belle uniformi attiravano reclute e davano prestigio al sovrano che le poneva in campo. Certo si svilupparono delle distinzioni legate ad alcune nazionalità: ad esempio le uniformi inglesi avevano una preminenza di rosso, quelle francesi di bianco negli eserciti reali, di blu in quelli rivoluzionari ed imperiali, quelle austriache di bianco, quelle prussiane di nero, ma in ognuno di questi eserciti, vi erano reggimenti e contingenti vestiti in colori diversi dalla massa delle altre truppe. Ad esempio, a lungo, il rosso è il colore dei reggimenti mercenari svizzeri, sia al servizio dei re di Francia, che di quello di Napoli, che veste le proprie truppe secondo la preminenza del protettore di turno. GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 L'uniforme militare nella concezione moderna, nasce quindi alla fine del XVII secolo con la creazione degli eserciti nazionali, costituiti per effetto del consolidamento delle grandi monarchie negli Stati Europei. Nella sua concezione originaria, l’uniforme aveva soprattutto lo scopo psicologico di “dominare” il nemico, esagerando quegli elementi del corpo o del portamento che hanno un significato diretto di superiorità e creando quell’effetto psicologico esaltante in colui che le indossava e deterrente per il nemico. Persone alte, ad esempio, incutono più rispetto e soggezione di quelle basse; spalle larghe, accompagnate da un girovita stretto, attribuisce al busto un profilo a “V”; una muscolatura sviluppata, una voce bassa e profonda, un portamento eretto con lo sguardo alto, sono fattori decisivi nel trasmettere dominanza. Specialmente le uniformi da cerimonia, presentano una serie di accorgimenti tendenti ad enfatizzare proprio gli aspetti corporei. L’uso dei copricapi alti, poi, non ha solo la funzione di proteggere il militare dalle avversità atmosferiche, ma anche e soprattutto quella di aumentarne l’altezza percepita. Copricapi alti, si trovano in eserciti appartenenti a culture molto distanti (si pensi ai capi indiani) e possono raggiungere altezze considerevoli. Possono essere di pelliccia, stoffa, metallo lucente, come nei Corazzieri e decorati con piume, come nel caso degli Alpini e dei Bersaglieri. Per quanto riguarda la larghezza delle spalle, notiamo l’uso di giubbe con spalline più o meno decorative ed evidenti, a seconda del grado. Nei casi più eclatanti, sono di metallo con frange, mentre altre volte sono costituite da semplici imbottiture o risvolti di stoffa, su cui sono appuntati i gradi sotto forma di galloni, barre, stellette, torri, greche. Tutto ciò favorisce l’impressione di spalle possenti e larghe. Per favorire la forma a “V”, sopra la giubba c’è un cinturone, spesso di colore bianco, di stoffa o pelle, che stringe il girovita. I bottoni metallici e lucenti della giubba, non procedono parallelamente, ma sono più vicini al livello dei fianchi e divergono progressivamente verso l’alto fino al livello delle spalle, aumentando la percezione di busto a “V”. Per quanto riguarda la visibilità nelle uniformi, si può notare l’uso frequente di colori contrastanti, come il rosso della giubba e il nero dei pantaloni delle Guardie Reali inglesi; l’uso della sciarpa 43 azzurra per gli ufficiali italiani, posta trasversalmente sul busto, l’adozione di bottoni in metallo lucente e l’uso di ghette bianche. La dominanza è anche trasmessa da un’elevata ornamentazione e ciò si traduce, nelle uniformi militari, nell’uso di mostrine e fregi, che identificano il Corpo di appartenenza e di cordoni, cordelline, placche, pendagli, dragoni ed anche nell’adozione di armi bianche, come lo spadino o la sciabola, nel caso di ufficiali e sottufficiali. L’abbigliamento con grosse giubbe, cinturoni e copricapi pesanti, contribuisce tra l’altro a rendere i movimenti più rigidi e per questo più marziali. Naturalmente queste esigenze, divengono opposte nelle uniformi da combattimento, in cui con il progresso tecnico degli armamenti prevalgono questioni di praticità, mimetismo e leggerezza. Scopo precipuo delle tenute mimetiche, non è tanto confondere il combattente nell'ambiente, ma quanto, invece, ingannare l'occhio di chi guarda, che non deve riconoscere le forme reali di ciò che vede, ignorandole del tutto o quel tanto sufficiente, affinché il milite sia in grado di sfuggire alla minaccia nemica e possa godere del vantaggio della sorpresa in attacco. La guerra russo-giapponese, dimostrando l'importanza della mimetizzazione nei combattimenti terrestri, impose l'uso dei colori neutri nelle uniformi, che da quell'epoca si cominciarono a prediligere il colore cachi e il grigioverde. Le esperienze dei successivi conflitti hanno portato a ulteriori razionalizzazioni nel taglio e negli accessori ed hanno praticamente eliminato ogni differenza tra l'uniforme dei soldati e quella di campagna degli ufficiali di qualsiasi grado. Caratteristiche essenziali dell’uniforme, sono la foggia, la composizione e il colore, che sono definiti per ciascuna Forza Armata, da specifici regolamenti. Attraverso gli elementi caratteristici delle uniformi, è possibile individuare il Corpo di appartenenza del militare, la sua specialità, il grado che esso ricopre e il ruolo rivestito dal medesimo nell’ambito del proprio Corpo di appartenenza. Il suo uso, nelle diverse tipologie e combinazioni, è regolato da appositi regolamenti, in base alle diverse circostanze di tempo, di luogo, di stagione e di servizio da assolvere. L'uniformologia, la scienza che studia l'origine, l'evoluzione e le caratteristiche, tanto estetiche quan- 44 to tecniche delle uniformi, soprattutto di quelle militari (il termine divisa, infatti, è considerato più generico e non strettamente inerente all'ambito militare) e dei suoi particolari, diviene materia di assoluta necessità, per ufficiali e cultori di avvenimenti militari. Oggi l’uniforme è l’elemento distintivo della condizione militare ed è definita: “l’insieme organico di capi di vestiario, di corredo e di equipaggiamento indossati dal militare, sia per lo svolgimento del servizio, che al di fuori di esso”. Questo concetto si attaglia perfettamente anche ai Carabinieri. Infatti le caratteristiche della loro uniforme, connesse anche con la duplicità di compiti militari e civili, oltre a rappresentare le tradizioni dell'Arma, hanno acquisito un posto di tutto rilievo nell'immaginario collettivo e nella stessa iconografia nazionale. L'abito turchino scuro a falde lunghe, il cappello napoleonico con il pennacchio rosso e blu, la bandoliera e le bande scarlatte ai pantaloni, fanno ormai parte integrante del cosiddetto paesaggio italiano e sono universalmente conosciuti per il prestigio che l'Istituzione ha meritato in quasi duecento anni di storia. Tra le prime significative distinzioni che si sono mantenute nel tempo: gli alamari d'argento (ricordo che nell’araldica l'argento precede l'oro), i bottoni e le metallerie bianchi, i risvolti rossi (presenti sotto forma di bordure anche nell'attuale uniforme ordinaria), il cappello a due punte (la cosiddetta "lucerna"), le cordelline e la sciabola corta da fanteria (daga) per i militari a piedi. Altre si aggiungeranno sino al periodo risorgimentale, come la fiamma, il colore distintivo rosso-blu, le bande scarlatte ai pantaloni e la bandoliera unica, tramandata sino a noi pressoché immutate, in quella splendida G.U.S. (grande uniforme speciale), vanto per i militari dell'Arma e oggetto d'ammirazione agli occhi dei cittadini. LA GALLERIA SABAUDA, UNA COLLEZIONE, UNA PASSIONE Il collezionismo è una vera e propria passione che nasce dal profondo, una passione per la storia, la nostra storia! Tutto è iniziato per il grande fascino che le Uniformi Storiche dei Carabinieri Reali e dei Corazzieri Guardie del Re hanno da sempre eserci- GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 tato su di me, non solo per il pregio delle fogge e della fattura o per i fini ricami in filo d’argento che ne impreziosivano i decori, o ancora per le splendide decorazioni che le adornavano, ma soprattutto per la storia che ognuna di quelle uniformi si portava dietro. Ogni uniforme aveva un nome, un nome e un cognome, anzi, un milite ignoto che aveva fatto la mia, la nostra storia. Mi bastava guardarle per respirare tradizioni, valori, disciplina, spirito di corpo, patriottismo, di quello vero, di quello che ha fatto l’Italia. Mi bastava chiudere gli occhi per risentire suoni, crepitio di zoccoli, ordini scanditi, tintinnio di sciabole, testimonianze di fedeltà in Onore (sì, l’Onore, quello con la “O” maiuscola) al giuramento di fedeltà al Re che ognuno di loro aveva fatto gridando con convinzione e orgoglio “Giuro fedeltà al RE!”. I cimeli storici possiedono un’anima, mentre gli altri oggetti antichi hanno subito la storia, questi l’hanno creata. Ricercarli con pazienza e dedizione significa riappropriarsi del passato, salvarli dall’incuria del tempo per non dimenticarci da dove veniamo. Il vero collezionista non si limita a ricercare e raccogliere pezzo dopo pezzo, ma si innamora della storia che quei cimeli ci raccontano. Collezionare significa studiare le origini di ciò che si ricerca, così le uniformi dei Carabinieri Reali mi hanno portato a studiare le origini dell’Arma fondata da Vittorio Emanuele I di Savoia, e proprio quella passione per la storia mi ha portato a studiare a fondo le origini di quella che è la più longeva Dinastia nella storia del vecchio continente. Da quel valoroso Cavaliere alla corte dell’Imperatore Corrado II, Conte Umberto di Biancamano, capostipite della gloriosa Dinastia, per passare attraverso i secoli ad Amedeo VI, Emanuele Filiberto, i Carignano con Carlo Alberto e i suoi successori e naturalmente tanti altri valorosi e gloriosi personaggi. La Storia studiata per aneddoti, quella piacevole da raccontare, quella che appassiona, come gli Ordini Cavallereschi che, oltre ad essere affascinanti da vedere e preziosi come gioielli, celano valori d’altri tempi nelle motivazioni che hanno portato Duchi e Re a istituirli. L’Ordine Supremo della Santissima Annunziata che nasce nel 1362 ad opera di Amedeo VI Duca di Savoia che aveva lo scopo di rendere fraterno il GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 45 legame tra 15 cavalieri, un legame che si basava sull’onore e sulla lealtà, valori oggi, purtroppo, spesso dimenticati. E che dire dell’Ordine della Corona d’Italia istituito nel 1868 da Vittorio Emanuele II per festeggiare l’annessione di Venezia al Regno d’Italia. Ancora una volta chiudo gli occhi e sento risuonare la Marcia Reale, sento ovazioni al grido di Viva il Re! Sento una Nazione unita, da un legame che va oltre i confini naturali. Questo è ciò che mi ha portato a collezionare con pazienza e dedizione, pezzo dopo pezzo, uniformi, decorazioni, oggettistica, dipinti e sculture, con passione e sacrificio, per poter chiudere gli occhi e far rivivere a tutti coloro che visitano le mie mostre, Valori, Sacrifici, Glorie, Onore e Orgoglio di una Dinastia che ha fatto la nostra Storia. Vincenzo Panza Presidente dell’Associazione Nazionale Carabinieri - Sez. di Brugherio (MB) Collezionista privato in possesso di oltre 100 pezzi relativi ad uniformi e copricapi dei Carabinieri Reali, Decorazioni di ordini dinastici e cavallereschi, Dipinti e Sculture raffiguranti i Reali di Casa Savoia e ufficiali del Regio Esercito, accessori, documenti e complementi di Casa Savoia. Ha già prestato gratuitamente la propria collezione organizzando mostre in diverse località per far conoscere le origini e la storia della Dinastia Sabauda. IL RISORGIMENTO ITALIANO, INNO ALLA LIBERTÀ di Michele Filipponio Il Risorgimento dell’Italia rappresenta la primavera della nostra Storia, il risveglio, il momento in cui la “Giovine Italia”, come Mazzini definì il nostro Paese, andò avanti con protagonisti tutti giovani, animati da grandi speranze. Siamo debitori verso quei giovani se, dopo secoli di servitù, di indifferenza e di disillusioni, non abbiamo avuto reticenze, paure, freni per lottare alla conquista della libertà. Quel momento della nostra storia patria ha visto i fratelli Attilio ed Emilio Bandiera scendere il vallone di Rovito per essere fucilati cantando un brano della Donna Caritera di Mercadante. Ha visto il baritono Garibaldi che, nella notte che precedeva 46 GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 l’imbarco dei Mille, cantava arie di Donizetti, di Verdi, di Mercadante e parlava di quella notte come la più bella, come una notte solenne che faceva palpitare le anime generose. Basta socchiudere gli occhi e pensare a quei palpiti, a quelle vibrazioni romantiche, ai giovani che alimentarono una volontà di futuro, un grande disegno che mirava all’emancipazione degli schiavi. Mai come in quel momento storico i giovani patrioti affrontarono il pericolo per concretare il sogno di un’Italia Unita. Questo l’obiettivo, questo il risultato a cui miravano i Mille di Garibaldi e tanti altri Mille, centocinquant’anni orsono. Il Risorgimento fu programma, fu pensiero e azione verso la modernizzazione politica dell’Italia. Gaetano Salvemini preferì al termine Risorgimento quello di Italia moderna. La nuova Italia risiedeva nelle sue ascendenze culturali, nell’Illuminismo europeo e nel Razionalismo filosofico. Nella scoperta della libertà come strumento di opposizione e come mezzo di cambiamento. Se rivendichiamo queste ascendenze culturali possiamo pervenire a un giudizio equilibrato sulle vicende italiane dal 1796 al 1870. Prima dell’Unità l’Italia era politicamente malata, ma, poi, l’unificazione non fu, come si diceva, una nuova malattia. Fu una ventata di novità, di civiltà, di autentico amore per la patria. E l’Unità fu raggiunta in breve tempo: nel 1859 la seconda guerra d’indipendenza, nel 1860 la Spedizione dei Mille. La nascita dello Stato unitario è avvenuta pochi mesi dopo l’epopea garibaldina, in Parlamento. L’Unità d’Italia ha avuto, nell’opinione pubblica dell’epoca, una caratterizzazione politica, con l’affermazione della laicità dello Stato appena formato e, quindi, con la fine del potere temporale della chiesa, nel 1870. Grande fu l’amore per l’Italia che animava gli uomini del nostro Risorgimento. Profondo il loro dolore nel vederla sprofondata in miseria e arretratezza, divisa in tanti piccoli stati retti da sovrani dispotici. Essi sognavano una nuova Italia, unita e forte, in cui i cittadini godessero di libertà politica e di benessere economico; sognavano un’Italia degna di stare a fianco degli altri Paesi europei. Non sempre i patrioti italiani erano concordi su ciò che volevano ottenere e su come dovevano agire, GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 ma tutti erano uniti da un grande amore per la loro terra e da una decisa volontà di lottare per essa. Furono quest’amore e questa volontà che fecero sì che, centocinquant’anni fa, l’Italia finalmente risorgesse unita e libera. In effetti il rifiuto della Chiesa di riconoscere il nuovo Stato e la negazione dell’Italia Unita da parte del brigantaggio meridionale, per quanto siano stati eventi gravemente distruttivi, non riuscirono a sradicare le ragioni per cui si era raggiunta l’unificazione dell’Italia. “Ci sono popoli che hanno tratto forza di rinnovamento dalla nausea di se stessi, cioè del loro passato”. Questa frase si potrebbe attribuire al nichilismo di Nietzsche, invece è di Croce e risale al 1924. Forse Croce voleva riferirsi al disgusto di molti Italiani verso il ventennio napoleonico, ossia verso la Restaurazione. Nei suoi “Ricordi” Massimo D’Azeglio evidenzia, però, che l’influenza napoleonica in Italia aveva fatto trionfare quei sani princìpi che sono il paradigma infrangibile di un popolo civile. Così la nausea esprime positività, vale a dire quel nucleo prezioso di ideali che ha segnato la differenziazione da sistemi di governo anacronistici e grotteschi. Ritornando a Nietzsche ci piace citare una sua frase che è in linea con i giudizi di D’Azeglio e di Croce: “Quando un popolo è politicamente malato di solito ringiovanisce se stesso e ritrova alla fine lo spirito che aveva lentamente perduto per riscoprire e conservare la sua potenza. La civiltà deve le sue più alte conquiste proprio alle epoche di debolezza politica”. Il tema intorno all’Italia contemporanea, alla sua Storia e alle sue radici è stato sempre oggetto di discussione, ma oggi, più che mai, riveste particolare interesse, forse anche per reagire alle posizioni di indifferenza e di revisione storiografica. Tuttavia la vitalità di una Storia che ci appartiene costituisce un potente antidoto a qualsiasi rifiuto. Il Risorgimento italiano è presente in tutti gli aspetti della vita, nella letteratura, nell’arte, nella cultura tout court. In quel periodo della nostra Storia tanti studiosi concorsero a dare un nuovo volto, una nuova fisionomia, un nuovo destino al nostro Paese. Gli Italiani attendono sempre una storia del Risorgimento sostenuta dal “senno del poi”, una Storia che non sia elogio o requisitoria, ma ci pre- 47 senti l’Italia come parte di un tutto, una Storia di vari secoli di vita italiana quanti sono necessari per capire che cosa è stato e che cosa non è stato il Risorgimento. LUCI ED OMBRE SUL PAESAGGIO SOCIALE ED AMBIENTALE DELLA TERRA APUANA E MARGHERITA DI SAVOIA REGINA D'ITALIA di Alessandro Ambrosini Dice l'insigne storico e geografo carrarese Emanuele Repetti (1776-1852) nel suo primo libro "Sopra l'alpe apuana": "Se vi ha paese in Italia degno di richiamare l'attenzione dei naturalisti, uno di questi è senza dubbio il territorio dell’alpe apuana ... a quest’alpe, geologicamente parlando, servono da ogni lato di limiti tre fiumi, cioè il Serchio, che sbocca nel Mediterraneo, il Lucido confluente nella Magra, l’istessa Magra ed il mare, di cui essa è tributaria...". Il sommo poeta così descrive nel canto XX dell'Inferno, versi 49-54: "Aronta è quel ch'al ventre li s'atterga che nei monti di Luni, dove ronca lo carrarese che di sotto alberga, ebbe tra bianchi marmi la spelonca per sua dimora; onde a guardare le stelle e 'l mar non li era la veduta tronca”. [Aronta è Arens l'indovino etrusco che predisse la vittoria di Cesare] Nella zona delle apuane mare e monti si alternano, si inseguono e si integrano in scenari mutevoli e Maestosi. È sempre presente il contrasto tra dolci e serene visioni e l'impervia e dura "caina" dantesca. 48 Nel territorio di Massa e Carrara mare e monti si associano ad un clima eccezionalmente temperato, essendo chiuso ai venti nordici dalla catena delle alpi apuane ed aperto alle brezze mediterranee. Sulle bellezze ed insieme sulle asprezze del paesaggio hanno scritto o dedicato versi, oltre a Dante, Petrarca, Boccaccio, Montaigne, il Principe di Metternich, Alberti, Carducci, Pascoli, D'Annunzio e tanti altri ancora. Per il Principe di Metternich Massa è la Nizza della Toscana, la terra che non gela mai e dove l'arancio vegeta rigoglioso. Allorquando giunge il momento di scegliere una località per la costruzione di una villa per la Regina Margherita di Savoia, necessitando ella di particolari cure, l'apposita commissione medica indica tra le migliori per paesaggio e clima Massa e Bordighera. Un ufficiale sanitario membro della commissione riferisce che il clima della provincia apuana è costantemente buono, freschissimo nell'estate a causa dell'esuberanza della vegetazione e dei numerosi corsi d'acqua e per le brezze montane. Anche d'inverno si beneficia di un clima veramente di riviera, temperato e dolce, tanto che la costa è ricca di aranci, ulivi, palme e fiorita anche a gennaio. Lo stesso ufficiale medico continua poi osservando che da talune colline (Santa Lucia, Bergiola, San Carlo) si presenta uno spettacolo talvolta superiore a quello che si gusta dal Vomero guardando Napoli. Ritornando alla questione sulla scelta finale per la residenza della Regina, questa cade sulla ben nota cittadina ligure di Bordighera solo per ragioni di carattere politico e di sicurezza (dove la Regina Margherita si spegne nel 1926). Ecco affiorare le ombre e l'asprezza del paesaggio nelle espressioni sociali delle persone che lo vivono e lo animano: i contrasti, le luci e le ombre si inseguono in un moto dinamico per poi integrarsi. Forse il duro lavoro che la pietra richiede ed anche la non felice amministrazione, condotta quasi sempre con metodi duri, dalla molto limitata borghesia locale fondatasi sulle alterne fortune del marmo, rendono l'Apuania terra fertile agli insegnamenti del Mazzini prima e del Bakunin poi. L'incremento dell'anarchismo ed i fatti sociali incresciosi ad esso collegati destano vere e fondate preoccupazioni, ma non possiamo per questo oscurare completamente le luci, dimenticare i tanti valorosi combattenti della lunigiana e della terra apuana che accorrono GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 nel 1859 dietro l'appello del Re Vittorio Emanuele II per realizzare il sogno della nuova Italia. PALAZZO CIVICO DI ASTI di Giovanni Triberti L’edificio costruito accanto alla chiesa Insigne Collegiata di San Secondo fu donato alla città l’8 luglio 1558 dal Duca Emanuele Filiberto di Savoia. Nella sala consiliare è visibile sulla parete centrale il ritratto del Duca e la data di donazione. Il palazzo era stato costruito alla metà del duecento secondo il modello dei Broletti Lombardi - pianterreno a portici aperti e un unico ampio locale al piano superiore - ed era stato poi profondamente modificato nel quattrocento. Fu poi trasformato nelle forme barocche oggi visibili tra il 1726 e il 1730 su progetto del Conte Arch. Benedetto Alfieri (1700 – 1767) all’epoca consigliere comunale e poi sindaco. Nel 1817 fu completata la facciata con la costruzione dell’altana e nel 1867 si realizzò la manica nord. La decorazione dello scalone è opera dell’astigiano Ottavio Baussano. I quattro ritratti del soffitto raffigurano l’Arch. Conte Benedetto Alfieri, il commediografo Giangiorgio Alione, l’ebanista Giuseppe Maria Bonzanigo e l’Ing. matematico Alberto Castigliano, grandi personaggi della cultura astigiana. Nel salone di rappresentanza sulla volta è raffigurato il “Trionfo degli Astigiani” di Paolo Arri. Nella saletta rossa, si segnalano “Assuero e Ester”, dipinto di Pascale Oddone, artista cuneese del cinquecento, e “mose” fa scaturire l’acqua dalla Rupe opera del genovese Gioachino Assereto. Nell’atrio d’ingresso si conserva il sestario, la Pietra di paragone per le misure lineari e per quelle dei mattoni e dei coppi in uso sul mercato astigiano fino al settecento. I sindaci che nel corso del tempo hanno occupato il Palazzo Civico, sede del Comune, sono sempre stati riconoscenti verso la figura del Duca Emanuele Filiberto di Savoia, come si evince dai trattati storici conservati negli archivi comunali della città di Asti. Attualmente è sindaco il Prof. On. Giorgio Galvagno, persona seria, professionale e capace, uno dei migliori sindaci che la città abbia avuto, il quale da sempre dimostra molto rispetto e disponibilità nei confronti della Delegazione di Asti delle Guardie d’onore alle Reali Tombe al Pantheon e del suo delegato Comm. Giovanni Triberti. GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 Su richiesta della Delegazione, negli anni, ha inviato a Roma al Pantheon il labaro del comune con gli alfieri in alta uniforme alla manifestazione annuale e con consiglieri o assessori con fascia da sindaco , così come per le altre manifestazioni organizzate dalle Guardie di Asti. Un ringraziamento particolare ai consiglieri comunali Meda Maurizio e Ingrasci Franco, Guardie d’Onore di Asti, per aver sempre presenziato in rappresentanza del Sindaco On. Giorgio Galvagno ad ogni evento organizzato dal delegato Comm. Giovanni Triberti. La città di Asti è una tra le città d’Italia con più monumenti, vie e piazze intitolati ai personaggi di Casa Savoia. LA REPUBBLICA ROMANA (9 FEBBRAIO - 4 LUGLIO 1949): “Una breve esperienza di libertà” di Rocco Cassandri Tra qualche mese ed in un mare di polemiche, partiranno le commemorazioni del 150° anniversario dell’Unità di Italia. L’unita della nazione italiana ha rappresentato all’epoca, il momento culminante di quel processo di lotta e cambiamento politico e sociale che attraversò per molti decenni tutto il territorio della penisola, divisa in tanti stati diversamente governati. Al di là di ogni connotazione politica e dietrologica, il periodo della repubblica romana del ’49 ha rappresentato sicuramente una delle più belle pagine di storia italica, scritta congiuntamente dalla “meglio gioventù” all’epoca arrivata a Roma da ogni parte d’Italia e dell’Europa e dal “popolo sovrano romano”. Anche se il periodo della neonata repubblica è stato brevissimo, di solo circa 5 mesi (9 febbraio 4 luglio), tanti sono stati i cambiamenti messi in essere e che hanno modificato drasticamente la vita sociale nei territori delle 4 regioni pontificie (Lazio, Umbria, Marche e Romagna) in cui ha governato. L’abolizione della pena di morte, il suffragio universale anche se esteso solo agli elettori maschi, sono alcuni degli esempi di quanta lungimiranza era stata messa nel governo della “cosa pubblica” dal triunvirato. In pochi mesi tutta l’amministrazione pubblica fu ristrutturata, si batté nuova moneta, si emisero obbligazioni ed addirittura ci si occupò di decretare che il fiume Po fosse dichiarato fiume naziona- 49 le probabilmente i triumviri avranno avuto un momento di preveggenza anche se mai avrebbero pensato che, nel secolo successivo, qualcuno lo avrebbe scelto, in contrapposizione, come simbolo di secessione dell’Italia invece unita. La Repubblica Romana ovviamente era figlia della grande rivoluzione italiana ed europea del ’48, quando insurrezioni locali portarono in ogni dove la richiesta di nuove leggi e statuti attraverso i quali il popolo potesse meglio partecipare al governo della propria nazione. La cronologia degli eventi che portarono alla Repubblica Romana è nota: • il 14 marzo del ’48 Pio IX, sollecitato dalle manifestazioni di piazza e dai circoli popolari emana lo “ Statuto fondamentale pel governo temporale degli Stati di santa Chiesa”. • marzo/aprile il generale Durando con le truppe pontificie parte per partecipare alla 1a guerra d’indipendenza a fianco dei piemontesi anche se ufficialmente, come richiesto dal Papa, solo per presidiare i confini dello Stato. • 16 settembre ’48 Pellegrino Rossi viene chiamato dal Papa a guidare il nuovo governo. • 15 novembre ’48 Pellegrino Rossi viene ucciso mentre entra nella cancelleria. • 24 novembre ’48 Pio IX accompagnandosi alla famiglia del conte Spaur ambasciatore di Baviera presso la santa sede, fugge a Gaeta ove chiede asilo a Ferdinando II di Borbone. L’abbandono di Roma da parte del Papa, fa precipitare gli eventi nella direzione voluta dal popolo. In dicembre la Giunta di Stato indice le elezioni per l’assemblea costituente, intanto a Roma nello stesso periodo arriva Giuseppe Garibaldi con la sua Legione Italiana, seguito da Giuseppe Mazzini nel marzo dell’anno successivo. A fine gennaio si vota in tutto lo stato romano per eleggere l’assemblea costituente, che una volta eletta il 9 febbraio emana un decreto nel quale dichiara decaduto di fatto e di diritto il potere temporale del Papa, proclamando nel contempo la Repubblica Romana. L’assemblea costituente il 29 febbraio elegge a capo della neonata Repubblica un governo di triumviri rappresentato da Giuseppe Mazzini, Aurelio Saffi e Carlo Armellini. La neonata Repubblica inizia subito i propri lavori che come scrivevamo nella premessa riguarderanno 50 tutti gli aspetti della vita pubblica e sociale dei territori dello Stato Pontificio. Nel frattempo il Papa dal suo esilio, alla corte di Ferdinando II, chiede aiuto agli stati cattolici di Francia, Austria, Spagna mentre sottopone a scomunica tutti quelli che parteciperanno alla vita pubblica della costituita Repubblica. I governi chiamati in causa rispondono prontamente e soprattutto con lo scopo ultimo di mantenere un ingerenza su Roma e una volta restaurato il papato sul governo dello Stato. Gli austriaci in maggio penetrano nelle Romagne e attaccano Bologna, il 25 aprile i francesi sbarcano un corpo di spedizione a Civitavecchia, in maggio gli spagnoli sbarcano a Gaeta un corpo di spedizione di 4.000 soldati, il 29 aprile le truppe napoletane entrano nello stato pontificio attraverso i confini del basso Lazio con un corposo esercito a comando del sovrano stesso. Quello che risulta contradditorio è soprattutto l’intervento francese in quanto la prima e più importante Repubblica Europea, nata anch’essa dalle rivoluzioni del ’48 corre a reprimere la neonata piccola Repubblica Italiana. Questo è ben evidente anche dall’enfasi riportata nella lettera spedita dal rappresentante del popolo Gianfranchi Salvatore a nome dell’Assemblea Costituente della quale riportiamo il testo: Cittadino priore voi comprenderete bene che in questi momenti di affannosa lotta tra la Repubblica e dei Croati di Francia ed i sgherri di Napoli, ogni altro affare deve di necessità tacere. In oltre a questo, io so che il Governo cerca esso stesso armi per fornirne l’immenso numero de’ popolani, che è smanioso di combattere co’ nostri nemici. Disgraziatamente un buon numero di fucili ci fu sequestrato a Civitavecchia dai francesi: vedi lealtà di Nazione Repubblicana!! Prima ti ruba le armi, poi ti attacca! ma Dio punì tanta tracotanza. La lezione fu data veramente all’italiana, ne so, sequ’è liberticidi avranno più il coraggio di rialzarsi. Salute e fratellanza. Roma 3 Maggio 1849 Gianfranco Salvatori Rap.te del popolo Gli spagnoli appena sbarcati prendono contatto con altri alleati e soprattutto con i francesi, i quali gli affidano loro il controllo delle aree attorno a GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 Roma già occupate. Le truppe napoletane dopo un’avanzata fino a Valmontone e Velletri si scontrano con la Legione Italiana guidata da Garibaldi e fuggono precipitosamente rientrando nel regno di Napoli. Gli austriaci continuano invece la loro avanzata nei territori Pontifici occupando le Romagne e le Marche. I francesi attestati a Civitavecchia e dintorni essendo i più vicini a Roma, iniziano immediatamente ad attaccarne le mura. Il 30 aprile sono respinti e subiscono, soprattutto grazie alle truppe ed al popolo guidato da Garibaldi, gravissime perdite. La posta funziona! Persino le parole d’ordine che cambiano ogni 15 giorni vengono inviate tramite la posta che continua a funzionare nonostante che gran parte dei territori siano occupati dagli eserciti invasori. Bellissima testimonianza ne è il contenuto della lettera spedita dalla dir. Generale “al corriere Ranucci o a qualunque altro corriere alla Storta”. “Al corriere Giobatta Ranucci – Storta Se non avete altro mezzo sta a cavallo e comunque per farci pervenire la corrispondenza tanto vostra che dell’altro corriere, retrocederete per Civitacastellana onde da li imboccare nella via Salara che conduce a Cantalupo, e ciò non potendosi andrete fino a Terni per li entrare nella strada seconda. Giunto a Porta Salara per le mura a Porta del Popolo. Le circostanze che potranno sopravvenirvi vi detteranno quelle misure che crederete più opportune per giungere allo scopo, dando a voi e agli altri corrieri ogni facoltà necessaria. Comunicate la presente a qualsiasi altro corriere con il quale vi potreste imbattere, nonché ai direttori a ciò che prestino tutta l’assistenza in un momento così importante. Direte al conduttore della diligenza a nome dell’intraprendente che retroceda per Civitacastellana ed ivi attendere nuove istruzioni così facciano le altre che saranno per giungere. Il Direttore Generale Va notato che, la lettera è del 1° maggio, ed i francesi sono sbarcati solamente da qualche giorno a Civitavecchia, per cui si chiedeva ai corrieri la massima attenzione per evitare di essere intercettati. La battaglia per la conquista delle porte e delle mura è dura: si combatte in vari punti ed i difen- GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 sori con il popolo approntano barricate comunque per fermare i francesi che incalzano. Solo all’inizio di giugno essi riescono a conquistare le prime posizioni vicino a Porta S. Pancrazio per arrivare alla fine dello stesso mese ad irrompere attraverso la cinta muraria all’interno della città. Il 30 giugno l’Assemblea costituente emana un decreto in cui si dice che: “l’Assemblea costituente Romana cessa una difesa divenuta impossibile, e sta al suo posto”. Il giorno successivo il 1° luglio i triumviri Mazzini, Armellini e Saffi si dimettono. Garibaldi si affretta a lasciare Roma con il suo esercito di volontari per cercare di raggiungere Venezia; anche se è storia nota che non riuscirà mai ad arrivarci, mentre il 4 agosto morirà la moglie Anita. Il 3 luglio mentre il generale Oudinot entra in Roma alla testa del corpo di spedizione francese, l’Assemblea emana la Costituzione della Repubblica Romana. Il Papa nel frattempo resta a Napoli e rientrerà a Roma solo il 12 aprile dell’anno seguente a restaurazione completa. I francesi resteranno a presidiare Roma inizialmente fino al dicembre 1866 per ritornare invece nell’ottobre dell’anno successivo per combattere ancora una volta contro Garibaldi nelle battaglie di Monterotondo e Mentana, e fermare l’ultimo tentativo di quest’ultimo di liberare Roma. I francesi intanto continueranno a presidiare Roma fino alla fine del mese di agosto del 1870, quando verranno tutti richiamati in patria, per effetto della guerra franco prussiana e del conseguente assedio di Parigi. Ecco come la raccolta di lettere unitamente ad altri documenti iconografici può documentare la storia e fa rivivere quelle pagine, che a noi giovani di altra epoca, abbiamo letto e studiato magari emozionandoci al pensiero delle camicie rosse garibaldine o al sacrificio di giovani, come i fratelli Cairoli capaci di mettere in gioco la propria vita per un forte ideale. UN REAZIONARIO D’AVANGUARDIA di Paolo Arfilli Durante il viaggio apostolico del Santo Padre nel Regno Unito che si è appena concluso, Domenica 19 settembre a Birmingham durante la solenne celebrazione della Santa Messa, Papa Benedetto XVI ha proclamato beato il Venerabile Cardinale 51 John Henry Newman. Ai detrattori del Papa Teologo sarà facile affermare, in malafede o affetti da cronica ignoranza: “Un altro reazionario all’onore degli altari”; mentre si tratta di un uomo la cui modernità del pensiero non ha ancora terminato di dispiegare i suoi effetti. Nato nel 1801 a Londra, John Henry Newman, primo di sei fratelli di un’agiata famiglia protestante fu prima diacono poi parroco della Chiesa Anglicana e assistente spirituale universitario, in questa veste si oppose alle posizioni della nascente “chiesa larga”, quella porzione dell’anglicanesimo favorevole al pensiero illuminista e razionalista. Strenuo difensore del principio dogmatico, fu insigne esponente della cosiddetta “chiesa alta”, la componente anglicana più vicina alle posizioni cattoliche. Fu prima teorico della “via media” che propugnava una Chiesa Anglicana in posizione centrale tra gli eccessi dottrinali del luteranesimo da un lato e il cattolicesimo romano dall’altro; poi, non ancora quarantenne, fu pesantemente censurato dall’università di Oxford e da numerosi vescovi anglicani per il suo tentativo di conciliare elementi fondanti dell’anglicanesimo – I trentanove articoli della Chiesa di Inghilterra – con la dottrina cattolica del Concilio di Trento. Nel 1842 si ritirò in un sobborgo di Oxford e nei tre anni seguenti vide luce la sua opera “Sviluppo della dottrina cristiana”, uno studio sulle origini del cristianesimo nel quale arrivò alla conclusione che “la Chiesa Cattolica era formalmente dalla parte della ragione”. Ciò fu pietra miliare del percorso interiore che portò John Henry Newman alla “seconda conversione”, così lui stesso chiama la sua adesione al cattolicesimo. Stabilitosi a Birmingham, entrò nell’Oratorio di San Filippo Neri, (dove Domenica 19/09 Benedetto XVI si è recato in visita privata) e nel 1847 a Roma fu ordinato sacerdote cattolico. Nel 1851, all’unanimità, i vescovi cattolici inglesi lo scelsero come rettore della neonata Università Cattolica di Dublino, dall’Irlanda rientrò in Inghilterra nel 1858 tornando a dividere il proprio tempo fra l’attività pastorale e gli intensi studi filosofici e teologici. Nel 1879 Papa Leone XIII lo creò Cardinale ma, poco “romano”, (nel senso deteriore e “curiale” del termine), continuò a vivere in Inghilterra e, grande e prolifico pensatore capace di coniugare fede e ragione con “sintesi eccezionale” come scrisse di lui Giovanni Paolo II nel 2001 nella 52 ricorrenza del secondo centenario della sua nascita, pubblicò i suoi scritti e articoli fino al 1885. Morì nel 1890 ed è sepolto nella Casa Oratorio di Rednal, (dove Domenica si è svolta la Cerimonia di Beatificazione); sulla sua tomba un epitaffio, scritto dallo stesso Cardinale Newman, che è mirabile sintesi del suo pellegrinaggio terreno: “Ex umbris et imaginibus in veritatem” – “Dall’ombra e dai simboli alla verità”. Nel 1958 si aprì la procedura di beatificazione presso la Diocesi di Birmingham e Papa Paolo VI voleva celebrarne la beatificazione già nell’Anno Santo del 1975, ma solo nel 1991, dopo il centenario della morte, Giovanni Paolo II ne dichiarò l’eroicità delle virtù attribuendogli il titolo di “Venerabile”. Per una strana coincidenza, o una felice ispirazione dello Spirito, è toccato a Papa Benedetto proclamare Beato chi come Lui e forse più di Lui, sicuramente prima di Lui, si è fieramente opposto al relativismo e al liberalismo in campo religioso, definiti, da Newman nel discorso pronunciato il giorno della sua nomina a cardinale: “grande sciagura” e “un errore che si estende come trappola mortale su tutta la terra”; ne capì, profeticamente, quasi 150 anni fa il devastante potenziale disgregativo per l’essenza – e l’esistenza stessa - della Chiesa. Il relativismo, quale posizione filosofica che nega l'esistenza di verità assolute, oppure, anche se esistenti, le ritiene non conoscibili o esprimibili o, in alternativa, conoscibili o esprimibili soltanto parzialmente (appunto, “relativamente”), per Newman non è accettabile giacché esso priva la religione di “verità positiva”, riducendola invece a “questione di opinioni” a “un sentimento e una preferenza personale; non un fatto oggettivo o miracoloso”. Quale mirabile sintonia tra queste parole un tempo pronunciate dal neoBeato Cardinale Newman e quelle che seguono, pronunciate 130 anni dopo, nel 2005, in un’omelia dell’allora “collega” Cardinale Joseph Ratzinger: “Si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie. Noi, invece, abbiamo un'altra misura: il Figlio di Dio, il vero uomo”. Il suo pensiero ha abbracciato un’enorme vastità di temi e Newman è riuscito a enucleare le più grandi questioni teologiche e filosofiche del suo tempo, GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 giungendo ad anticipare sviluppi che si sarebbero compiuti soltanto nel XX secolo; ad esempio, In queste righe che seguono, nelle quali Newman condanna quella che definisce la “grande apostasia”, come non leggere una triste profezia dell’odierna Europa che non ha saputo, o voluto, riconoscere le proprie radici cristiane: “Finora il potere civile è stato cristiano. Anche in Nazioni separate dalla Chiesa, come nella mia, quand'ero giovane valeva ancora il detto: - Il cristianesimo è la legge del Paese - . Ora questa struttura civile della società, che è stata creazione del cristianesimo, sta rigettando il cristianesimo”. Newman fu inoltre un ispiratore del movimento ecumenico correttamente inteso: non quello che annacqua i principi della propria fede dimenticando le proprie radici, ma che propone il dialogo fra le varie confessioni evidenziando i punti di unione o di possibile convergenza senza misconoscere o, per contro enfatizzare, le differenze e comunque dando il primato al comune impegno di servire il prossimo rispetto alla ricerca di concordanze teologiche e giuridico - canoniche. Mantenne buoni rapporti con il mondo anglicano anche dopo la conversione al cattolicesimo e costante fu il riferimento di Newman ai Padri della Chiesa indivisa. Quale grande incitamento, oggi non ancora completamente compreso e in gran parte incompiuto, a percorrere la via che riporti lo studio teologico e la stessa catechesi all’insegnamento dei padri della Chiesa e soprattutto al testo originario delle Sacre Scritture: nella storia dell’umanità la Rivelazione si è chiusa - e conclusa – con la predicazione degli Apostoli. Al pari di Rosmini, Newman è stato annoverato tra i “padri assenti” grandi ispiratori del Concilio Vaticano II, in particolare per quanto riguarda il primato della coscienza, (ripreso poi nella costituzione Dignitatis humanae); famose le sue parole che scandalizzarono allora perché non comprese, avulse dal contesto del suo pensiero, e tuttora destano immeritato sospetto ”apud haeresim” nonostante siano trascorsi 50 anni dal Concilio Vaticano II: “Se fossi obbligato a introdurre la religione nei brindisi dopo un pranzo, (il che in verità non mi sembra proprio la cosa migliore), brinderò, se volete, al Papa; tuttavia prima alla coscienza, poi al Papa”. E ancora le idee sul laicato e la loro influenza sulla concezione di Chiesa; come non considerare anco- GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 ra una volta profeticamente moderne queste parole pronunciate da Newman 150 anni or sono e 100 anni prima del Concilio Vaticano II: “ ... sia non soltanto lecito, ma doveroso sentire i laici in materia di fede”. E quanto è attuale il suo pensiero che sostiene l’unità tra la teologia e la scienza, tra il mondo della fede e il mondo della ragione. Straordinarie, come le definì Papa Giovanni Paolo II al simposio nel centenario della morte del Cardinale Newman, le sue parole in conclusione di un discorso all’Università di Dublino nel quale proponeva che lo studio non mancasse di unità ma si fondasse su una visione totale “ Vorrei che l’intelletto si espandesse con la massima libertà, e che la religione godesse di un’eguale libertà, ma ciò che io ritengo è che essi dovrebbero collocarsi nel medesimo posto ed esemplificarsi nelle stesse persone”. Vorrei concludere queste poche righe, che spero contribuiscano a far conoscere e a invogliare il lettore ad approfondire il pensiero di questo grande e originale filosofo e grande e originale teologo, (che in vita rifiutò sempre sia la qualifica di filosofo, sia quella di teologo), con le parole di due autorevoli contemporanei. Lo scorso anno, dopo l’annuncio dell’imminente beatificazione, il Presidente Francesco Cossiga, recentemente scomparso, da cattolico liberale che ha sempre considerato il Cardinale Newman un suo maestro, scriveva: “ … un profeta tra fede e libertà … possa la sua beatificazione testimoniare pubblicamente della sua carità e della sua santità impegnando tutti i cristiani con la loro carità e testimonianza a lavorare perché Nostro Signore Gesù Cristo doni, anche nel tempo, a tutti i cristiani, l’unità nella Sua unica, santa ed apostolica Chiesa.” E pochi giorni fa, concludendo un editoriale a sua firma su L’Osservatore Romano, Tony Blair, l’ex premier britannico che come Newman ha compiuto lo stesso percorso dall’anglicanesimo al cattolicesimo, scriveva del Cardinale Newman: “… il suo coraggio intellettuale è ammirevole. È qualcosa che molti cattolici intravvedono in Papa Benedetto XVI. …. Come prevedibile, sono sorte alcune controversie circa la beatificazione di Newman. Alcuni si chiedono semplicemente se sia questo il modo giusto per rendergli onore. Ma nessuno dubiterà sul serio del fatto che sia stato ed è un Dottore della Chiesa. Verrà il tempo di dichiararlo tale”. 53 LIBRI MI FAI STARE BENE Autore Emanuele Filiberto Editore RIZZOLI Collana SAGGI Pagine 238 Dopo aver pubblicato‚ Sognando l’Italia (1998), C’era una volta un principe (2009) e‚ Maledetti Savoia, Benedetti Savoia (2010, con Lorenzo Del Boca), ora il primo romanzo per il Principe Emanuele Filiberto. O meglio per Emanuele Filiberto visto che si presenta‚ senza di Savoia. Questa è la prima volta che fa una cosa extra Savoia fuori dalla tv. Non ha scritto, infatti, un altro libro sulla sua famiglia, ma una storia d’amore fresca e passionale, emozionante e avvincente, queste le parole con cui la giornalista Cesara Buonamici (volto familiare del Tg5 delle 20, e attualmente anche vicedirettore) ha presentato il romanzo alla libreria MelBookStore di Roma. A Peter Pan… non poteva esserci dedica migliore per un romanzo in cui il protagonista fugge la vita reale. Marco ha una doppia identità. Da un lato è Dj Diabolik, il conduttore di una popolare trasmissione alla radio, con un’identità segretissima, come quella del protagonista dei fumetti da cui ha preso il nome. Un uomo senza volto, e senza età, in fuga dai giornalisti e dai suoi ammiratori che vorrebbero scoprire chi realmente è. Dall’altro è un trentottenne che non vuole crescere, proprio come Peter Pan. Superficiale e insensibile, passa le sue giornate tra feste, coca e ragazze … Anche qui è in continua fuga da tutto e da tutti: dalle donne che cambia giornalmente, dalla madre, dalle responsabilità. Sembra in fuga persino da se stesso. 54 Fin’ora Marco ha passato la vita a nascondersi e mascherare i suoi sentimenti. Ma dietro il suo cinismo, c’è il vuoto per un padre scomparso quando lui era in tenera età, e la pressione di una madre che lo vuole vedere‚ sistemato . ‘‘L’amore - spiega lo scrittore - dà forza, fiducia, passione e coraggio per affrontare le cose e vivere la vita che si è sempre voluto vivere’’. Proprio ciò che manca al protagonista del libro, il quale, anche se innamorato, continua nella sua vita dissoluta. Neanche l’amore per la giovanissima Giulia lo spinge a vivere la vita reale. Ma il destino spesso gioca con le nostre vite e un’aggressione diventa l’occasione della svolta, con due incontri in grado di cambiarlo e, finalmente, farlo stare bene. Elena, la sfuggente fisioterapista che giorno dopo giorno riporta alla luce il suo lato migliore, e Giuseppe, un bambino sensibile e difficile che può insegnargli tanto, lo portano a scoprire un’umanità che aveva sempre soppresso. Un romanzo scanzonato e sensuale in cui i destini di tre cuori in continua lotta si incrociano e si scontrano, con la voglia, e tanta paura, di cambiare. Ricco di spunti musicali, come fosse un film che ha una colonna sonora, il romanzo‚ parte da un’idea che avevo avuto 10 anni fa, in un periodo più buio della mia vita, dove ancora mi cercavo. Non mancano quindi i richiami autobiografici, a partire dall’idea ‚che in amore non basta dire ti amo, bisogna anche far stare bene l’altra persona. In attesa di ascoltarlo come dj la mattina fra le 7 e 9, in fondo mi sveglio presto e poi ho già fatto esperienza con gli Zero Assoluto su Rtl 102.5, ci siamo letteralmente‚ divorati questo romanzo. Sotto il cielo di una Roma primaverile intrisa di profumi, dove tutto può succedere: anche di incontrare i tuoi sogni. Lo ammetto, un po’ho sognato anch’io… GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 NUOVI ISCRITTI NUMERO COGNOME E NOME GRADO MILITARE PROFESSIONE CITTÀ NASC. 21.992 BALBO Massimo Ingegnere aeronautico Alessandria 1958 21.993 BRACCHI Giuseppe Avvocato ecclesiastico Montefiascone (VT) 1959 21.994 D'AQUINO Maurizio 21.995 PAGLIA Gianfranco 21.996 COCCIA Carla 21.997 GUGLIELMINO Margherita 21.998 ALIPO TAMBORRA Valerio Operaio Terlizzi (BA) 1987 21.999 MARINELLI Nicola Imprenditore Terlizzi (BA) 1966 22.000 MARABELLO Fabrizio Trasmettitore Funz. Polizia loc Ceriale (SV) 1965 22.001 CASTRO Sandro Avvocato Carrara (MS) 1974 22.002 MIRABELLO Filippo Maresciallo aiutante Sottufficiale CC Avenza (MS) 1964 22.003 CERRO Annamaria Investigatrice (consulente) Roccasecca (FR) 22.004 MARSIGLIA Lorenzo Bersagliere Agente di commercio Palermo 22.005 PETRILLI Corrado Agente di commercio Roma 1954 22.006 FERRARIS Jacopo Lorenzo Studente Alessandria 1993 22.007 MONTANINO Luigi 1980 22.008 DE LIQUORI Carolina 22.009 RUSSO Maurizio Antonio 22.010 COTTI COMETTI Valter Luigi 22.011 CAPUANO Michele Carabiniere scelto 22.012 CASTELLO Alberto Allievo maresciallo 22.013 CHIARENZA Marco Appuntato 22.014 SANTOLARIA DE PUEY Y CRUELLS Josè-Apeles Sottotenente 22.015 PRIOLO Calogero 22.016 CASSARÀ Salvatore 22.017 CELAURO Calogero 22.018 DAUNISI Alfonso 22.019 FALZONE Salvatore 22.020 FILIPPELLI Leonardo 22.021 GIULIANA Raffaele 22.022 INGLIMA Antonio Caporalmaggiore 22.023 RACALBUTO Vincenzo Caporale Manager bancario Canicattì (AG) 1966 22.024 MICOCHERO Angela Architetto Pescara 1970 Maggiore paracadutisti Primario gastroenterologia Marghera (VE) 1953 Deputato al Parlamento Casola (CE) 1970 Interprete e traduttore Roma San Nicolò (CT) Caporalmaggiore scelto 1957 Graduato EI Brusciano (NA) Pedagogista Talsano (TA) Primo capitano art. Funzionario min. a riposo Udine 1947 S. Ten. artiglieria mon. Medico cardiologo Esine (BS) 1963 Graduato CC Santa Maria di Sala (TA) 1981 Allievo sottufficiale CC Saronno (VA) 1980 Graduato CC Acireale (CT) 1978 Sacerdote Barcellona (Spagna) 1966 Agente di polizia Naro (AG) 1980 Caporalmaggiore capo Graduato EI Naro (AG) 1979 Soldato di cavalleria Impresario Naro (AG) 1946 Impiegato Canicattì (AG) 1954 Caporalmaggiore Canicattì (AG) 1969 Naro (AG) 1983 Pensionato Camastra (AG) 1949 Commercialista Canicattì (AG) 1975 22.025 DIMA Battista Salvatore Funzionario statale Corigliano Calabro (CS) 1967 22.026 CATALDO Ciro Studente Sottomarina (VE) 1992 22.027 FOLLA Marco Architetto Firenze 1978 22.028 DAL CANTO Lorenzo Avvocato Ponsacco (PI) 1984 22.029 BOTTALICO Pasquale Maresciallo aiutante Sottufficiale CC Vieste (FG) 1964 22.030 BEO Severino Geniere Imprenditore Padova 1946 22.031 MARANGONI Daniela Artigiana Caldogno (VI) 22.032 BARONCINI Tiziano Guardia giurata Biestro Pallare (SV) 1967 22.033 RIVOLA Enrico Rag. libero professionista Castenaso (BO) 1962 22.034 DE TOMASI Andrea Informatore scientifico Bologna 1968 GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 Soldato Commerciante Agente scelto Polizia di S. Sergente maggiore Sottotenente C. R. I. 55 22.035 TALDI RAMONDINI Renata Imprenditrice Bologna 22.036 AMISANO Gabriele Studente Casale Monferrato (AL) 1983 22.037 BRANDI Andrea Impiegato Cagliari 1967 22.038 ANGIONI Gianluca Operaio specializzato Pula (CA) 1970 22.039 SOLLAI Antonio Commercialista e revisore Cagliari 1938 22.040 LEZZI Rosellina Maria Docente di lettere Copertino (LE) 22.041 MURCIANO Biagio Stefano Appuntato scelto Graduato G. d. F. Martano (LE) 1963 22.042 CIARFERA Enrico Carmine Colonello Ufficiale EI Nardò (LE) 1954 22.043 CASTIGLIONE Christian Commerciante Savona 1976 22.044 MAGLIANO Matteo Imprenditore Milano 1970 22.045 DALLA CHIARA Luciana T. G. 22.046 CRISAFULLI Attilio Ufficiale Guardie Ambientali Roma 1938 22.047 LIMONCELLI Federico Guardia ittica provinciale Roma 1991 22.048 LIMONCELLI Angelo Ufficiale Guardie Ambientali Roma 1952 Milano 22.049 SPADA Francesco Impiegato Gussago (BS) 1986 22.050 DELCURATOLO Dario Agente di polizia locale Varese 1977 22.051 DHO Dario Luogotenente Sottufficiale G. d. F. Omegna (VB) 1964 22.052 MAIELLO Luca Appuntato Graduato G. d. F. Varzo (VB) 1976 22.053 GIURI Christian Appuntato Graduato G. d. F. Verbania (VB) 1976 22.054 GIARDINO Vincenzo S. Ten. C. R. I. Consulente strategico aziend. Milano 1980 22.055 MANCINI Vincenzo Lorenzo Medico chirurgo Roma 1958 22.056 CAPRIOLI Luca 22.057 SORBELLO Salvatore 22.058 DELLA FAZIA Tommaso 22.059 CARUSO Loredana 22.060 SURIANO Pietro Giovanni Donato Medico Catania 22.061 D'ADAMO Cecilia Avvocato Catania 22.062 VIRZÌ LACQUA Carlo Assistente di P. S. Catania 1978 22.063 GIOVE Giancarlo Sergente di Marina Imprenditore Savona 1962 22.064 IMERITO Cristian Appuntato scelto Graduato CC Anzio (RM) 1975 22.065 CARELLA Francesco Appuntato Graduato CC Stazzano (AL) 1977 22.066 SANFELICE Pietro Fante Ragioniere Moltrasio (CO) 1943 22.067 SANFELICE Paolo Fante Pensionato Ponte Lambro (CO) 1943 22.068 BERGAMASCHI Moreno Assicuratore Borgo San Dalmazzo (CN) 1961 Isp. Sup. Polizia di Stato Studente universitario S. Rufina di Cittaducale (RI) Sottufficiale di P. S. Giarre (CT) 1958 San Vito Chietino (CH) 1954 Imprenditore Catania 22.069 GASPARI Aurora Studentessa universitaria Trieste 22.070 DELLA PENNA Maria Daniela Insegnante San Salvo (CH) 22.071 GASPARI Mario Studente universitario San Salvo (CH) 22.072 FLORIDI Vincenzo Agricoltore Pinerolo (TO) 22.073 BONANNO Guglielmo 22.074 GONZAGA del VODICE Maurizio 22.075 SANTONICOLA Aniello 22.076 NAPPA Rosaria 22.077 DILENA Carlo 22.078 RUFFIER Christophe 22.079 FEBBO Giancarlo 22.080 MARTINOTTI Silvano 22.081 GENOVESE Pasquale Maresciallo magg. capo 22.082 MERENDI Riccardo Fuciliere di Marina 22.083 D'IORIO Alfonso 22.084 MICOZZI Marco 22.085 BRUNO Letterio 22.086 AGRESTA Arnaldo 56 Maresciallo capo 1951 1987 Sottufficiale CC Taranto 1969 Pensionato Roma 1938 Ufficiale EI Civitavecchia (RM) 1969 Avvocato Napoli Sottufficiale EI Castrocielo (FR) 1975 Tenente della riserva Gestore boutique gioielleria Pescara 1963 Fante Soldato EI Manoppello (PE) 1989 Imprenditore Pesaro (PU) 1956 Sottufficiale C. R. I. Salerno 1962 Tenente Colonnello Sergente Maggiore Infermiere Dovadola (FC) 1978 Studente Napoli 1994 Vice brigadiere Sottufficiale G. d. F. Guidonia Montecelio (RM) 1963 Brigadiere Sottufficiale G. d. F. Messina 1966 Vice prefetto di Asti Asti 1966 GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 22.087 VISCONTI Andrea Ragioniere lib. Professionista Asti 1971 22.088 BRUSCHINI Marco Appuntato Graduato CC Terni 1976 22.089 BONFIGLIO Giuseppe Maggiore Pensionato Rovigo 1951 22.090 MARITATO Fancesco Tenente medico Medico chirurgo Cairo Montenotte (SV) 1961 22.091 IDILI Andrea Maresciallo Sottufficiale CC Bosa (OR) 1987 22.092 BUSSALAI Luigi Vice-presidente provinciale Savona 1975 22.093 DESALVO Annamaria Pensionata Savona 22.094 FEFÈ Federica Impiegata Roma 22.095 DUCA Domenico Soldato Geometra Palermo 1975 22.096 GALBO Loreto Sergente M. M. Medico Palermo 1958 22.097 GIORDANO Giuseppe Caporalmaggiore 22.098 PULEO Biagio 22.099 TODARO BUTERA Giuseppe 22.100 GRANATA Fabio Claudio 22.101 BARBAGALLO Federico Emiliano 22.102 FUNDRISI Patrizia Maresciallo capo Consulente finanziario Palermo 1963 Bancario Palermo 1963 Sottufficiale CC Sciacca (AG) 1968 Amministratore immobiliare Catania 1968 Enna 1989 Impiegata Enna 22.103 BARBAGALLO Andrea Studente Enna 1992 22.104 PANZA Vincenzo Carabiniere Consulente manageriale Monza (MB) 1962 22.105 ZEDDA Francesco Autiere Pensionato Cagliari 1950 22.106 RETTONDINI Paolo Caporale alpini Libero professionista Chienes (BZ) 1955 22.107 NICOLOSI Aurora Impiegata Roma 22.108 SINIBALDI Marcello Libero professionista Roma 1953 22.109 PINTUS Leonardo Maresciallo Sottufficiale CC Alghero (SS) 1982 22.110 CASADIDIO Matteo Maresciallo Sottufficiale CC Sassari 1989 22.111 ONIDA Daniele Maresciallo Sottufficiale CC Sassari 1984 22.112 MOTTOLA Luigi Dirigente scolastico San Giorgio del Sannio (BN) 1957 22.113 GIAMMETTI Giovanni Tenente di fanteria Dirigente scolastico Benevento 1952 22.114 CASAMASSA Giuliano Vito G. Sergente EI Insegnante Foiano di Val Fortore (BN) 1952 22.115 PANZA Alberto Dottore commercialista Guardia Sanframondi (BN) 1974 22.116 PELOSI Ugo 22.117 BETTINI Emanuele 22.118 PRESICCE Luigi 22.119 BALDACCHINI Epifania Impiegata Catania 22.120 MOCCI Iride Impiegata Terralba (OR) 22.121 SALDICCO Dante 22.122 FACENNA Michele GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 Caporale EI Sottotenente EI Caporalmaggiore Commerciante Cerreto Sannita (BN) 1985 Scrittore Cremona 1946 Impiegato aeroportuale Bitonto (BA) 1977 Direttore di banca Roma 1958 Operaio Sannicandro Garganico (FG) 1964 57 OGGETTISTICA 58 GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 OGGETTISTICA I volumi di cui sopra sono disponibili presso l’Istituto GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 59 60 GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011 24 marzo 1849 - Convegno di Vignale (No), tra il Re di Sardegna, Vittorio Emanuele II, ed il governatore generale del Lombardo - Veneto, feldmaresciallo Radetzky