Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (CONV. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 2, DCB Roma - Registrazione del Tribunale di Roma n° 300/86 del 10/06/1986
GUARDIA D’ONORE
Giovanni Fattori, Assalto alla Madonna della Scoperta
(La battaglia di Montebello), 1868
luglio - agosto 2011
4
SOMMARIO
pag.
LUGLIO - AGOSTO 2011
Rivista bimestrale dell’Istituto
Nazionale per la Guardia d’Onore
alle Reali Tombe del Pantheon
Direzione:
00186 Roma - Via della Minerva, 20
Tel. 06.67.93.430
Fax. 06.69.92.54.84
Indirizzo Internet:
www.guardiadonorealpantheon.it
E-mail dell’Istituto:
[email protected]
Dalla presidenza
1
Lettere al direttore
2
Avvisi
4
Modulo di domanda d’iscrizione
7
Cronaca delle Delegazioni
8
Prossimi eventi
32
Quote sociali
35
Note liete
35
Ore di servizio
36
Necrologi
37
Cultura
38
Libri
54
Nuovi iscritti
55
Oggettistica
58
Direttore Responsabile:
Ugo d’Atri
Le lettere e gli articoli esprimono unicamente le opinioni
degli autori. Proprietà letteraria, artistica e scientifica
riservata. per le riproduzioni anche se parziali, è fatto
abbligo di chiederne preventiva autorizzazione, citarne
la fonte, inviando all’Istituto una copia.
Registrazione del Tribunale di Roma
n.° 300/86 del 10-06-1986
Spedizione in abbonamento postale
Del presente numero di 60 pagine sono state
stampate 4500 copie
Finito di stampare il 28/07/2011
Impaginazione e stampa: Co.Art s.r.l.
www.co-art.it
Prevista consegna alle poste il 29/07/2011
SOMMARIO
La collaborazione del Direttore
e dei soci è da sempre gratuita e mai può assumere la
forma di lavoro dipendente
o di collaborazione autonoma perché incompatibile
con la natura volontaristica
dell’Istituto Nazionale per la
Guardia d’Onore alle reali
Tombe del Pantheon, di cui
la Rivista è organo.
Fermo quanto precede, la
direzione si riserva di ospitare, in attuazione all’art. 21
della Costituzione, interventi
anche di non soci a titolo
gratuito, riservandosi sempre e comunque il diritto di
apportare tagli e modifiche
ritenute necessarie.
Ogni collaborazione implica
accettazione integrale e senza
riserve di quanto precede.
Hanno collaborato a questo numero:
Alessandro Ambrosini
Paolo Arfilli
Carlo Bindolini
Rocco Cassandri
Carlo Cetteo Cipriani
Ugo d’Atri
Michele Filipponio
Luigi Mazza
Franco Malnati
Vincenzo Panza
Fernando Jesus Pascual
Luciano Ricci
Paolo Sardos Albertini
Ugo Tozzini
Giovanni Triberti
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
DALLA
PRESIDENZA
BLITZ DELLE IENE A MONTECITORIO,
DEPUTATI BOCCIATI SULL’UNITÀ D’ITALIA
Roma – Il Parlamento ha festeggiato ieri i 150 anni
dell’Italia unita nel 17 marzo 1861, ma alcuni parlamentari, interrogati dalle Iene, cadono sulla data
della ricorrenza. La trasmissione di “Italia Uno”
andata in onda mercoledì sera ha posto a politici di
vario orientamento domande del tipo: “Cos’è successo il 17 marzo di 150 anni fa?”; “Perché
Garibaldi è stato ribattezzato l’eroe dei due
mondi?”; “In che anno Roma divenne Capitale?”.
Li ha trovato piuttosto impreparati. “Quand’era
Roma capitale? Sarà stato…bah. Buttiamola lì,
quando? 17 di marzo? No?”, ha risposto Rosy
Bindi. Fabio Mussi in difficoltà: “Questo non lo
so…non so perché sia stato scelto il 17 marzo, è
una data”. Roberto Formigoni si lancia ma sbaglia
tutto: “Il 17 marzo sono partite le 5 giornate di
Milano”. L’unico a salvarsi nelle interviste proposte
è il sindaco di Firenze, Matteo Renzi: “Roma
divenne capitale nel 1871 perché nel 1870 ci fu la
breccia di Porta Pia”.
(dal quotidiano la Repubblica del 18 marzo
2011)
Carmine Passalacqua (Guardia d’Onore)
I SOLITI COMPAGNI STUPIDI E TRINARICIUTI
L’avv. Paolo Sardos Albertini, Guardia
d’Onore, Presidente della Lega Nazionale e
del Comitato per i Martiri delle Foibe, ha
espresso tutto lo sdegno per le scritte ingiuriose che hanno deturpato il Centro di
Documentazione annesso al Sacrario della
Foiba di Basovizza.
Si tratta, evidentemente, dei soliti “compagni
trinariciuti” che non si rassegnano al fatto
che finalmente dopo tanti decenni di silenzio
si parli della tragedia delle foibe.
Questi squallidi personaggi – ha concluso
l’avv. Sardos – si sentono ovviamente eredi
dei criminali infoibatori del comunista Tito.
Meritano fondamentalmente di essere compatiti perché alla stupidità a questi livelli è
giusto rispondere solo con il compatimento.
Fermo restando l’auspicio che le forze dell’ordine facciano il loro dovere perseguendo
gli autori di questi gesti.
RIENTRO IN ITALIA DELLE SPOGLIE DEI RE
ESILIATI
Il Consiglio Comunale di Alessandria ha approvato
un ordine del giorno sul rientro in Italia delle
spoglie dei Re esiliati. Il documento si conclude con
i seguenti due punti: 1) il Consiglio Comunale di
Alessandria esprime il proprio parere favorevole al
rientro in Italia delle spoglie dei Re esiliati; 2) di
conseguenza, sensibilizza il Governo nazionale nell’intento di porre fine a questo ingiusto esilio dei
morti che dura da troppi anni.
Primo firmatario: Mario Bocchio, cofirmatario
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
1
LETTERE
AL DIRETTORE
Esimio Comandante,
sono di ritorno dalla significativa e ben riuscita cerimonia di stamani per l’anniversario di Fondazione
dell’Istituto. Grazie al buon Dio che ci ha dato una
bella giornata e grazie a te ed ai tuoi collaboratori per
l’organizzazione.
Guardando le numerose bandiere presenti m’è sovvenuto che non ce ne fosse nessuna in rappresentanza
della Dalmazia, dell’Istria, di Fiume. Eppure quei
territori, non avendo votato al referendum del 2
giugno 1946, sarebbero di diritto ancora nel Regno
d’Italia, se non fosse che la Repubblica si adattò a
cederla allo straniero.
Mi domandavo quindi se l’Istituto non possa creare
delle “Delegazioni in esilio” per le province di Zara (e
Dalmazia), Fiume, Pola, cui aderirebbero gli Esuli,
ed i loro discendenti, da quelle province.
Eventualmente, per motivi pratici, si può pensare ad
una seconda adesione a fianco di quella, principale,
alla delegazione dove son adesso residenti. Crearle
nell’anno delle celebrazioni dell’Unità, della proclamazione del Regno d’Italia, sarebbe poi particolarmente significativo.
Se c’è necessità mi pongo a disposizione per la raccolta delle adesioni e l’organizzazione di queste
“delegazioni in Esilio”.
Con i migliori saluti
W l’Italia, W VERDI!!
Roma, il 16 gennaio 2011
Carlo Cetteo Cipriani
rittura nel settembre 2002, nel libro-intervista
“Proposta per l’Italia”, nel quale ribadì espressamente, per iscritto, di essere il terzo nella linea di successione.
Come per S. Pietro, il gallo cantò tre volte!
La rivendicazione attuale è sorta in esatta coincidenza con il rientro in Italia dei Principi legittimi, cioè
subito dopo l’uscita del libro, che a me era stato venduto da un aostano varesino, tale Colombo, a
Peschiera nel novembre 2002.
“Post hoc, ergo propter hoc”. Lo scopo di danneggiare
la Causa è evidente, ed è vergognoso che nessuno si
accorga di questa verità, comprovata da fatti precisi!
Ho 88 anni, ma non sono affatto rimbambito, e Lei
lo sa. Lavoro ancora, coerente e fedele, e combatto
chi tradisce.
Non so se riterrà di pubblicare questa mia, ma io
credo che bisogna finirla col “buonismo” e l’ecumenismo.
Qualcosa bisogna fare…
La saluto affettuosamente.
Franco Malnati
***
Carissimo avvocato,
ancora una volta pubblico, ma mi auguro che non si
torni mai più sull’argomento su questa rivista.
Impegniamo le nostre energie all’esterno, contro i
tanti nemici dell’istituzione monarchica, e cerchiamo di apprezzare tutti coloro che, pur con divergenze di idee, sono comunque devoti a tale istituzione.
U. d’A.
***
Caro Presidente,
leggo sul bollettino la lettera di Giulio Vignoli e la Sua
nota in calce.
Mi scusi, ma pur non volendo riaprire la sciocca polemica personalizzata devo chiederLe di pubblicare
assolutamente una necessaria precisazione di fatto,
ignorando la quale si stravolge tutto.
Vignoli dice che io ho perso la memoria perché non
ricorderei le vecchie aspirazioni aostane, risalenti agli
Anni Sessanta.
Nossignori, le ricordo perfettamente. Solo, il signor
Amedeo le aveva pubblicamente ritrattate e sconfessate per almeno tre volte: nel 1983 sul “Giornale” di
Montanelli, rispondendo a precisa domanda di
Granzotto in occasione dei funerali di Umberto II; nel
1986 nel libro “In nome del Re”, dove raccontò in
prima persona le sue illusioni e delusioni durante la
sua visita a Cascais nel dicembre 1969; e infine, addi-
Stimato presidente,
ho il piacere di rivolgermi a Lei esprimendo la mia
adesione ai concetti del Dottor Damiano Bonventre,
durante l’omaggio a S. M. il Re Umberto I nella chiesa di Santa Maria di Alcamo, pubblicata sul numero
novembre-dicembre 2010, sotto la Sua degna direzione. È ben certo che chearchismo – degno figlio del
marxismo – combatte contro Dio e la Fede
Cattolica, e conseguentemente una delle sue manifestazioni fu l’assassinio dell’Illustre Re sopra
nominato. Massimamente Casa Savoia è sempre
stata custode della Nostra Fede. Ne è una prova la
custodia della Sacra Sindone e la Gran Maestranza
dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro per
espressa decisione papale.
Adoperarsi per distruggere la Fede Cattolica è un
mezzo per impossessarsi di una Nazione. Le forze
del male tentano di farlo in vari modi. Sia attac-
2
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
cando le persone che la rappresentano, come è il
caso del Re Umberto I, sia minando pilastri fondamentali come la morale e la famiglia legittima. Per
ottenere lo scopo applicano il pensiero di Antonio
Gramsci, che è più dannoso delle Brigate Rosse,
poiché attacca nell’ombra. Si appoggiano sui mezzi
di comunicazione di massa e su grandi quantità di
denaro, sfruttando in questo modo l’ignoranza di
molta gente che manca di una solida formazione. A
loro volta presentano noi difensori della Fede come
autoritari e intolleranti.
È necessario tentare di far risorgere lo spirito del
Sacro Romano Impero Germanico, se non politicamente almeno nei suoi principi. Sopra di essi dovrebbe fondarsi la Comunità Europea. La Grecia e Roma
ai loro tempi crearono la Civiltà Occidentale, cui però
mancava qualcosa, che venne con il Cristianesimo, il
quale dopo la Prima Venuta di Cristo rimase plasmato nella Roma di Costantino. Sopra questa base sorse
il Sacro Impero. E a quello, in una qualche forma,
dovremmo ritornare, cioè al pensiero di Aristotele e
San Tommaso d’Aquino, che ci additano come deve
svolgersi la politica di un vero Stato, perseguendo il
Bene Comune Pubblico.
Anarchismo significa sovversione ossia il contrario di
un autentico Ordine, che è l’Ordine Naturale che deve
reggere una società. Con Fede e pazienza, forse
dall’Italia possiamo ricreare questo Ordine.
La saluto con un affettuoso abbraccio.
Fernando Jesús Pascual
***
LA TRUFFA DELLA BANDIERA TAROCCATA
OFFENDE MATTEO
Ricorre quest’anno la celebrazione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia.
Il Risorgimento, l’unica tradizione storica nazionale
che il mio Paese possa vantare, nacque inconfutabilmente per iniziativa e sotto il segno di Casa Savoia,
anche se riconoscerlo continua a dare fastidio a chi
preferirebbe che l’unità italiana si fosse realizzata per
iniziativa popolare, magari sulle barricate.
L’Italia repubblicana, quella che ha paura della propria storia, quella del “sì-ma-però-magari-andiamo a
monte”, quella per intenderci che persevera coraggiosamente nella condanna all’esilio dei propri Morti regali, in occasione dell’uccisione del ventiquattrenne caporal maggiore Matteo Miotto ha dato il meglio di sé.
L’Esercito, nelle ore immediatamente successive alla
morte dell’alpino caduto in Afghanistan, inviava ai
media di tutto il mondo l’immagine del giovane che dal
suo mezzo blindato sventolava la bandiera tricolore e
insieme veniva diramata la notizia che il militare era
stato colpito da un cecchino.
Il Capo di Stato Maggiore della Difesa, messo in crisi
dalle critiche, difendeva a oltranza detta versione, risultata presto traballante e mendace, affermando con sentenziosa sicurezza: “Tecnicamente questa (l’azione di
guerra) si chiama opera di un cecchino e basta”.
A proposito della bandiera tricolore esibita
dall’Esercito pudicamente “ripulita” dello stemma
sabaudo, rispetto a quella autentica della foto originale, mostrata il giorno dopo dal padre di Matteo,
sarà allora lecito, allo stesso modo, seppur con meno
spocchia, ribattere: “Tecnicamente questa si chiama
opera di un falsario, e basta”.
In ogni caso non si può proprio definire un gran bel
gesto e neppure tanto filo-risorgimentale, ancorché
messo prontamente a tacere, quello di aver taroccato
la bandiera vera per truffaldina “correttezza politica”. E per la solita becera paura di non compiacere
mai abbastanza ai rinnegatori del passato.
Ugo Tozzini
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
3
AVVISI
Il sig. Claudio Menichelli di Campello sul Clitunno
(PG) pone in vendita il busto del Re Vittorio
Emanuele III qui raffigurato. Le dimensioni sono:
altezza 35 cm. circa, larghezza 26 cm circa. Il
materiale è terracotta patina bronzo, stato di conservazione ottimo. Per informazioni rivolgersi
direttamente all’interessato, scrivendo alla casella
di posta elettronica: [email protected]
Una serie di 96 cartoline riproducenti i conti e i
duchi di Savoia, i Re di Sardegna e d’Italia e le loro
consorti viene ceduta o resa disponibile per cambi
con cartoline reggimentali.
***
ELEZIONI
Le Elezioni per la Carica di Delegato per Milano,
Monza e Lodi sono convocate per Sabato 17
Settembre 2011 dalle ore 15 alle ore 19 presso i
locali dell’Associazione Nazionale Alpini (Via Rovani
ang. Vincenzo Monti, 36 - Milano). Le candidature
devono pervenire alla Presidenza entro e non oltre il
giorno 17.08.2011. Saranno ammessi al voto le
Guardie in regola con i versamenti al 1.09.2011 (per
i ritardatari fa fede la ricevuta del versamento da esibire alla Commissione eletta in loco).
***
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GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
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Si prega di compilare il modulo di c.c.p. scrivendo almeno il proprio nome e cognome. Altrimenti non sappiamo a chi attribuire il versamento e poi arrivano le proteste “Ma io ho pagato la quota, ... non sono
moroso”.
Ma certo la colpa non è della segreteria
U. d’A.
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GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
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CRONACA DELLE
DELEGAZIONI
AGRIGENTO
Il 4 giugno 2011 le Guardie d’Onore agrigentine si
sono riunite, presso il Sagrato della chiesa
Madonna del Carmelo in Canicattì, per celebrare il
centenario dell’inaugurazione del Vittoriano, il
Monumento dedicato a S. M. Re Vittorio Emanuele
II e dove Egli stesso troneggia sul cavallo.
Centenario che ricade proprio nell’anno dei
festeggiamenti del 150° anniversario del Regno
d’Italia.
Presenti le GG. d’O.: Cancemi, Cassarà, Celauro,
Clesceri, Daunisi, Falzone, Ferraro, Giuliana,
Iacona, Inglima, Licata, Priolo, Racalbuto,
Terranova, Vanella, Vella Cannella P., Vella
Cannella G. M. R., le Signore Giangreco ed Ellera,
che hanno manifestato il desiderio di poter entrare
a far parte dell’Istituto, oltre ovviamente a tantissimi simpatizzanti che hanno seguito la cerimonia
con molto interesse.
Presenti le delegazioni: di Enna, guidata dal delegato Prof. Restifo con le GG. d’O. Scillia,
Barbagallo, Astorina e Greco; di Caltanissetta, rappresentata dalle GG. d’O. D’Oca, Catena, Pidò,
Amico e Sardo; presente, infine, la delegazione di
Catania, rappresentata dalle GG. d’O. Spina e
Liguori, e il messaggio scritto della G. d’O.
Baldacchino, impossibilitato a presenziare.
La celebrazione eucaristica è stata presieduta dal
parroco don Di Naro che ha parlato, sia all’inizio
della Santa Messa che nell’omelia e nella parte
finale, del nostro Istituto con molta enfasi e conoscenza dei nostri reali defunti, manifestando alla
fine il desiderio di potere essere il Cappellano
Agrigentino delle nostre Guardie.
Il delegato di Agrigento Pino Iacona, subito dopo
il primo intervento del sacerdote, ha ampiamente
parlato del Vittoriano e di S. M. il Re Vittorio
Emanuele II Padre della Patria e ha fatto dei cenni
storici sull’Istituto delle Guardie d’Onore e della
loro funzione all’interno del Pantheon dove sono
sepolti i nostri Sovrani.
8
Il Momento culminante è stato dopo la Santa
Comunione quando si è passati alla presentazione
delle nuove Guardie d’Onore: Cassarà, Celauro,
Clesceri, Daunisi, Falzone, Giuliana, Inglima,
Priolo, Racalbuto e Vanella; presenti assieme a tutti
i loro familiari, che hanno prestato giuramento a
Dio, alla Patria e al Re, ricevendo lo spillino d’ordinanza, il libretto memorandum e la mantella.
L’intervento conclusivo è stato fatto dalla G. d’O.
Dr. Pio Vella Cannella, che ha letto il messaggio di
S. M. il Re Umberto II, in occasione del 100° anniversario del Regno d’Italia nel 1961.
Dopo le foto di rito di tutte le guardie d’onore, sull’altare della Chiesa dedicata alla Madonna del
Carmelo ci si è recati al noto Ristorante “Julie &
Grace” di Camastra-Naro per la conviviale.
Il taglio della torta con su rappresentato l’Altare
della Patria e il brindisi finale con il grido Viva il
RE ha concluso la grandissima manifestazione.
ALESSANDRIA
La quinta tappa del VIAGGIO A CAVALLO NEI
LUOGHI STORICI DEL RISORGIMENTO organizzato e realizzato dal nostro Istituto in collaborazione con FITETRECANTE, Federazione Italiana
Turismo Equestre ed Equitazione di campagna,
Associazione Nazionale Arma di Cavalleria e
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
e ricordare la sua Cittadella fortificata.
La Cittadella di Alessandria fu innalzata su progetto di Ignazio Bertola a pianta stellare, con sei
baluardi attorniati da fossati; la costruzione fu
voluta da Vittorio Amedeo II di Savoia nel XVIII
secolo. La costruzione ebbe inizio nel mese di maggio del 1728. Nelle Guerre d’Indipendenza fu il
luogo di concentrazione per eccellenza delle truppe
sabaude; durante la Seconda Guerra di
Indipendenza Cittadella e il campo trincerato rappresentarono il fulcro del sistema difensivo e il centro logistico dell’armata francese di Napoleone III,
alleato del Piemonte.
Comune di Alessandria, ha ricordato e commemorato gli eventi che hanno portato all’Unità d’Italia.
Le altre tappe sono state nel Ravennate, nel
Mantovano, a Vicenza, e a Treviso. La tappa di
oggi ci ha portato ad Alessandria per far conoscere
Il nostro drappello è entrato in Cittadella da Porta Asti.
Dopo i saluti, è stata spiegata l’origine e la storia
dell’Istituto per la Guardia d’Onore e l’iniziativa
“VIAGGIO A CAVALLO”; è seguito il racconto del
dott. Claudio Morotti della Delegazione di Alessandria,
sull’Arma di Cavalleria nel Regno d’Italia e successivamente il magg. Alipio Mugnaioni, Vice Presidente
Nazionale Associazione Nazionale Arma di Cavalleria,
ha parlato diffusamente del 14° Cavalleggeri di
Alessandria e della carica a Poloj, un episodio relativamente ancora poco conosciuto nella sua eroicità. Un
crest dell’Istituto è stato consegnato ai consiglieri presenti. All’incontro hanno partecipato numerose
Guardie d’Onore. Nella Cittadella, contestualmente si
è svolto un concorso ippico internazionale.
Il Sindaco di
Alessandria
Piercarlo Fabbio ha
ricevuto
ufficialmente i
responsabili
dell’Unione
Monarchica,
Carmine
Passalacqua, ed il
Delegato ell’Istituto,
i quali hanno fatto
omaggio,
in occasione del
150° anniversario
della proclamazione
del Regno d’Italia il
17 marzo 1861, del
Calendario Reale
2011 e del “Piatto
del Regno”.
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
9
ASTI
21 maggio 2011
La Delegazione delle Guardie d’Onore di Asti, su
invito del Questore di Asti Dr. Felice La Gala, ha
presenziato alla Cerimonia Celebrativa del 159°
anniversario della Fondazione della Polizia che si è
tenuta sabato 21 maggio 2011 presso la sede della
Questura. Tale anniversario cade quest’anno nel
trentennale della smilitarizzazione delle Guardie di
Pubblica Sicurezza con la creazione dell’attuale
corpo. Dopo i saluti delle massime autorità il
Questore ha sottolineato nel suo discorso ai presenti i risultati raggiunti negli ultimi anni dalle varie
divisioni e squadre operative della Questura. Sono
stati consegnati encomi ai vari agenti distintisi per
operazioni rischiose concluse con successo.
Presenti associazioni combattentistiche e d’arma
con labari e bandiere. Al termine è stato offerto un
buffet a tutti i convenuti. Guardie d’Onore presenti: Triberti Giovanni (delegato), Occhiena Walter
(alfiere), Scrimaglio Nello (alfiere), Triberti
Lorenzo, Dezzani Osvaldo, Gavazza Ivano.
21 maggio 2011
Una rappresentanza delle Guardie d’Onore di Asti
ha presenziato ad una grandiosa manifestazione
che si è tenuta il 21 maggio 2011 a Cortandone
(AT) per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia
organizzata dall’Unione dei Comuni “Comunità
Collinare Valtriversa” di cui fanno parte una
quindicina di Comuni Astigiani. Alla manifestazione erano presenti migliaia di persone con i sindaci della comunità collinare oltre alle autorità
civili, militari e religiose che hanno seguito con
molta partecipazione l’evento. Alle Guardie
d’Onore della Delegazione di Asti presenti con
bandiere e mantelli il Sindaco di Cortandone ha
riservato un posto d’onore sul palco delle
Autorità. Dopo i discorsi ufficiali è stato suonato
l’inno sardo in versione integrale in onore alle
Guardie presenti e a seguire l’inno d’Italia. Questo
episodio è a ulteriore dimostrazione del buon
lavoro svolto con serietà dal Delegato Comm.
Giovanni Triberti e dalla sue Guardie d’Onore che
raccolgono onori e visibilità ovunque. Guardie
d’Onore presenti: Agagliati Severino (alfiere),
Boraso Diego (alfiere), Bollito Federico, Amoggi
Silvia, Calvo Giancarlo.
10
28 maggio 2011
Il Delegato delle Guardie d’Onore di Asti Giovanni
Triberti è stato insignito a Ginevra, da S.A.R.
Vittorio Emanuele Duca di Savoia e Principe di
Napoli, Gran Maestro degli Ordine dei Santi
Maurizio e Lazzaro, del diploma con medaglia
d’oro di “Commendatore dell’Ordine SS. Maurizio
e Lazzaro”. La cerimonia della rimessa dei diplomi si è svolta nel Salone delle Conferenze dell’Hotel
Intercontinental. Il diploma riporta la seguente
motivazione: “Preso atto dell’impegno assunto a
perseguire le finalità umanitarie e filantropiche
proprie e dell’ordine ed in considerazione della sua
figura morale abbiamo accolto nell’Ordine dei
Santi Maurizio e Lazzaro ”Giovanni Triberti” con
il grado di Commendatore”. Erano presenti il
Gran Cancelliere degli Ordini Dinastici Dr.
Johannes Niederhauser e il Conte Carlo Buffa di
Perrero il quale, con grande classe e maestria,
annunciava ai numerosi partecipanti alla cerimonia i nominativi e il grado degli insigniti invitandoli a salire sul palco per il ritiro delle onorificenze.
Molto significativa è stata la presenza del Patriarca
di Gerusalemme, Cipro, Palestina e Giordania, che
ha ricevuto la nomina di Cavaliere di Gran Croce.
Il Patriarca ha ringraziato gli Ordini Dinastici per
l’aiuto economico elargito, che ha permesso la
costruzione di numerosi alloggi per i bisognosi, di
pozzi per l’acqua e di altre opere di prima necessità. Durante la cerimonia è stata consegnata una
medaglia d’oro di benemerenza all’Istituto
Nazionale delle Guardie d’Onore alle Reali Tombe
del Pantheon di Roma. Ha ritirato il premio il
Presidente Nazionale dell’Istituto.
29 maggio 2011
Domenica 29 maggio una rappresentanza delle
Guardie d’Onore della Delegazione di Asti ha partecipato a Roccabruna (CN) nella basilica della
Sacra Famiglia alla celebrazione dell’Ordine di San
Basilio. L’evento è stato organizzato dal Cav. Valter
Bergia delle Guardie d’Onore della Val Maira. La
solenne Santa Messa è stata celebrata da Mons.
Ghio con la concelebrazione del Vescovo della
Chiesa Armena in Francia e accompagnata dalla
corale di Dronero. Erano presenti il Console di
Francia, il Comandante della Guardie Interalleate,
le Guardie d’Onore di Asti, Savona e della Val
Maira, le associazioni degli Alpini, Aereonautica,
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
Fanteria, Carristi e le autorità civili, militari e religiose. A fine celebrazione è stata consegnata la
Croce di Merito alla bandiera dell’UNICEF. Al termine della manifestazione religiosa si è tenuta
presso il salone delle feste del Ristorante di
Caraglio, L’Agape Fraterna a favore della ONLUS
Fondazione Raffaella Rinaudo per i bambini
dell’UNICEF comitato di Imperia per la piccola
Greta Capparelli di Savona affetta da grave malattia. Guardie d’Onore presenti: Scrimaglio Nello
(alfiere), Caroli Luigi (alfiere), Bollito Federico,
Ambrosino Antonio.
29 maggio 2011
Su invito dell’associazione Arma Aeronautica
Sezione di Asti, Medaglia di Bronzo al valor militare- Sez. Pil. Italo Accornero, la Delegazione di Asti
delle Guardie d’Onore. ha partecipato al 150°
Anniversario dell’Unità d’Italia che si è tenuto a
Loreto di Costigliole (AT), con il raduno interregionale degli aviatori, presso il sacrario piemontese. Si è svolto il corteo con la statua della Madonna
di Loreto “Patrona degli Aviatori”; è stata deposta
la corona di alloro ai caduti ed è stata eseguita la
cerimonia dell’alzabandiera. Il Generale di divisione Dr. Vittorio Pizzotti, Guardia d’Onore della
Delegazione di Asti, ha pronunciato il discorso di
rito e portato i saluti ai numerosi partecipanti alla
manifestazione. Guardie d’Onore presenti: Boraso
Diego (alfiere), Zeppegno Marco, Ghione Nello,
Icardi Giovanni, Rustichelli Corrado.
2 giugno 2011
Giovedì 2 giugno, su invito del Prefetto, la
Delegazione di Asti delle Guardie d’Onore, con il
Delegato Comm. Giovanni Triberti, ha partecipato
numerosa e con 5 bandiere al seguito, nel 150°
Anniversario dell’Unità d’Italia, alla ricorrenza
della Festività nazionale del 2 giugno che quest’anno ha avuto un’importanza ancora più rilevante.
La Delegazione ha partecipato alla sfilata per le vie
storiche e centrali della città con arrivo davanti al
Palazzo del Governo dove, dopo una breve cerimonia pubblica con lettura del messaggio del Capo
dello Stato, si è effettuato l’alzabandiera alla presenza dei picchetti di tutte le forze militari e di
polizia presenti sul territorio e delle rappresentanze delle Associazioni Combattentistiche, d’Arma e
di Protezione Civile che hanno sfilato con i loro
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
Il Delegato Comm. Giovanni Triberti e alfieri alla festa del 2
giugno.
Foto con il Vescovo di Asti, un capitano dei Carabinieri, il
Delegato di Asti e tre Alfieri.
automezzi al suono della fanfara dei bersaglieri.
Per l’occasione in una teca di cristallo è stata esposta la coccarda della sommossa di Bologna del
1794, primo tricolore della storia italiana ispirato
dall’astigiano De Rolandis, nato a Castel’Alfero il 26
giugno 1774 e considerato dalla storia il Primo
Martire del Risorgimento Italiano. Guardie d’Onore
presenti: Triberti Giovanni (delegato), Bussi
Giancarlo (alfiere), Boraso Diego (alfiere), Balestrino
Pietro (alfiere), Bollito Federico (alfiere), Triberti
Lorenzo, Fassi Michela, Galeasso Giorgio, Dezzani
Osvaldo, Gavazza Ivano, Amoggi Silvia, Calvo
Giancarlo, Aresca Dino, Occhiena Walter, Bugnano
PierGiuseppe, Rustichelli Corrado, Lanfranco Paolo,
Currado Clara, Lilliu Antonello, Logiudice Antonino,
Bagnato Giuseppe, Mastrocola Paolo, Raviola
Alessandro, Ingrasci Franco, Meda Maurizio, Risso
11
Luciana, Caroli Luigi, Mozzone Anna Maria.
06 giugno 2011
La Delegazione delle Guardie d’Onore di Asti con
il Delegato Comm. Triberti Giovanni ha partecipato su invito del Comandante Provinciale dei
Carabinieri di Asti Colonnello Ferrarese al 197°
Annuale della Fondazione dell’Arma dei
Carabinieri costruttori di legalità e sicurezza.
La cerimonia si è svolta presso la nuova caserma, è
iniziata con la parata dei Carabinieri in alta uniforme, seguita dai labari dei comuni astigiani decorati al valor militare e da labari e bandiere delle associazioni combattentistiche e d’arma.
È seguito un minuto di silenzio per rendere onore
al Carabiniere Tenente Colonnello Cristiano
Congiu caduto in Afghanistan. Dopo la lettura dei
messaggi del Presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano e del Ministro della Difesa Ignazio La
Russa, il Comandante ha portato i suoi saluti a
tutti e ringraziato le associazioni presenti. Sono
stati premiati alcuni militari delle varie stazioni e
reparti meritevoli che si sono contraddistinti in servizio. Hanno presenziato le autorità civili, militari
e religiose della città. Guardie d’Onore presenti con
tre bandiere e dieci mantellati: Giovanni Triberti
(delegato), Scrimaglio Nello (alfiere), Boraso Diego
(alfiere), Bollito Federico (alfiere), Balestrino
Pietro, Triberti Lorenzo, Bagnato Giuseppe,
Pagliero Liliana, Dezzani Osvaldo, Gavazza Ivano,
Madonia Maurizio, Raviola Alessandro, Aresca
Dino, Sardi Giuseppe.
BARI
Venerdì 20 maggio, a Bari, su iniziativa della delegazione di Bari, si è svolta una manifestazione in
onore del 150° anniversario della fondazione del
Regno d’Italia.
Una corona d’alloro è stata deposta dinanzi al
cippo commemorativo eretto dal Comune di Bari
nel 1961 e successivamente si è snodato un corteo,
guidato dal delegato di Bari M.llo Abbattista, con
la partecipazione delle Guardie d'Onore della delegazione di Bari, del Comune e della Provincia di
Bari con i propri rappresentanti istituzionali ed i
rispettivi gonfaloni.
È seguito, presso la sala consiliare del Comune di
12
Bari, 20 Maggio 2011: da sinistra: l’assessore provinciale S.
Fanelli, l’Assessore comunale F. Barattolo, gli ispettori
INGORTP, Gadaleta e Romano, il delegato di Bari, M.llo
Abbattista, l’ispettore INGORTP Adabbo.
Bari, un convegno sul Risorgimento a cura del Prof.
Ciro Romano, ispettore nazionale alla cultura
dell’I. N. G. O. R. T. P., appositamente giunto da
Napoli, il cui intervento è stato introdotto dall’avv.
Massimo Adabbo, ispettore all’organizzazione.
Rilevante la rappresentanza della delegazione di
Lecce, dall'Ispettore avv. Gadaleta pubblicamente
ringraziata per la partecipazione, con il M.llo Luigi
Mazza - Delegato Provinciale, Antonio Neglia Vice Delegato Provinciale, Rocco Paladini - 1°
Alfiere, Antonio Sarcinella - 2° Alfiere, Christian
Tarantino, Rocco Zappatore, Fortunato Daniele
D'Andria.
Domenica 22 maggio, la delegazione di Bari ha
partecipato ad una manifestazione organizzata
dalla locale sezione dell'Associazione Nazionale
Paracadutisti d'Italia.
Lanci sono stati effettuati da cinque paracadutisti,
l'ultimo dei quali ha fatto sventolare nel cielo di
Bari un grande tricolore.
È seguita la cerimonia dell'alzabandiera, l'inaugurazione di un monumento commemorativo e l'intonazione di canti alpini da parte della sezione di
Bari dell'Associazione Nazionale Alpini.
Presenti alla cerimonia l'Ispettore Gadaleta,
l'Ispettore Adabbo, il Delegato provinciale M.llo
Abbattista e diverse Guardie d'Onore.
Per la prima volta, su invito delle istituzioni, la
Delegazione di Bari ha partecipato alla parata militare del 2 giugno ed ha sfilato con il proprio laba-
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
ro unitamente alle altre associazioni combattentistiche e d'arma.
Presenti, tra le altre, le Guardie d'Onore Abbattista,
Adabbo, Makarova, Strippoli, Minervini, Gadaleta, De
Robertis, Interesse, Baldassarre, Barione, Rutigliani,
Calia G., Calia L., Palumbo, Magnisi, Regina, Favia.
Alla cerimonia dell'alzabandiera sono seguiti gli
interventi del Ministro per gli Affari Regionali On.
Raffaele Fitto, del Sindaco di Bari dott. Michele
Emiliano e del Vice Prefetto dott.ssa Antonia
Bellomo che ha dato lettura del messaggio del
Presidente della Repubblica.
frontati trattando temi relativi alle condizioni
dell’Italia a cavallo degli anni precedenti e successivi al 5 ottobre 1860.
CATANIA
Il 4 febbraio 2011 una folta rappresentanza delle
Guardie d’Onore della Delegazione Provinciale di
Catania ha offerto alla Santa Patrona della città,
Sant’Agata, un cuscino floreale con lo stemma
sabaudo, collocato sul fercolo.
CASERTA
30 ottobre – 1° e 2 novembre 2010
Nell’ambito delle cerimonie commemorative del
150° anniversario dell’Unità d’Italia, si è svolta il
30 ottobre 2010 sulla diga del fiume Volturno, nell’ambito territoriale del Comune di Capua, la cerimonia ufficiale di commemorazione di tutti i caduti militari e civili di entrambe le formazioni che nei
fatti d’arme del 5 ottobre 1860 si scontrarono e
persero la vita.
Commovente e mesta cerimonia a cui anche le condizioni meteo sembra abbiano voluto partecipare
con triste grigiore e pioggia permanente.
Il lancio della corona d’alloro nelle acque grigie del
Volturno, sotteso dalle note sommesse del
“Silenzio”, intonato dalla fanfara dell’8° rgt.
Bersaglieri, hanno suggellato il momento più significativo e suggestivo dell’evento al quale hanno
partecipato e reso gli onori militari varie rappresentanze e associazioni combattentistiche e d’arma,
il Sovrano Ordine di Malta nonché una rappresentanza delle Guardie d’Onore nella persona del dr.
Angelo Dolabella che, tra l’altro, ha partecipato
alla premiazione delle pattuglie dei vari corpi
armati dello Stato che hanno ripercorso le tappe
salienti dei movimenti delle truppe in battaglia tra
Caserta, Castel Morrone e Maddaloni a cavallo
degli eventi bellici del 1860.
La tre giorni commemorativa, organizzata dall’U.
N. U. C. I. di Caserta con il supporto della Brigata
Garibaldi, si è conclusa presso la Caserma “Ferrari
Orsi” con una tavola rotonda a cui hanno partecipato cattedratici, studiosi e cultori che si sono con-
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
13
CATANZARO
“Più sicurezza insieme” non un semplice banale
slogan per presentare i festeggiamenti per il 159°
anniversario della fondazione della Polizia, ma l'espressione di un “bisogno globale di sicurezza che
deve essere soddisfatto con la prevenzione e una
efficace azione di deterrenza verso tutte quelle
manifestazioni che incidono negativamente sulla
vita di relazione”. A dare inizio alla cerimonia,
celebrata a Catanzaro il 21 maggio 2011 in Piazza
Luigi Rossi, è stato il Questore Vincenzo Roca che
proseguendo nel suo discorso introduttivo ha evidenziato l'importanza di una “sicurezza urbana
partecipata, dove accanto alla presenza rassicurante sul territorio delle Forze di Polizia occorre anche
una convinta collaborazione dei cittadini e la
necessità di rimuovere le cause di disgregazione
sociale”. Nel corso della cerimonia celebrativa ed
alla presenza delle più alte cariche civili, religiose,
militari e di numerose scolaresche che hanno intonato l'”Inno di Mameli”, sono stati conferiti riconoscimenti agli agenti distintisi in delicate operazioni di servizio. Nell'ambito delle originali iniziative dal titolo “Arte e Polizia” e “Artisti in Polizia”
sono stati in conclusione premiati anche numerosi
artisti, tra cui poliziotti in servizio ed in quiescenza, autori di opere su tela e manufatti aventi ad
oggetto la figura del poliziotto in ogni occasione
vicino alla gente. Presenti i rappresentanti delle
locali Associazioni Combattentistiche e d’Arma e
per il nostro Istituto il delegato di Catanzaro avvocato Antonio Palaja di Tocco.
CHIETI
Ortona, 20 gennaio 2011
Ad Ortona in occasione dei festeggiamenti religiosi
e civili di San Sebastiano Martire, Patrono del
Corpo dei Vigili Urbani, una nutrita rappresentanza della Delegazione di Chieti ha partecipato all’intera manifestazione celebratasi nel tardo pomeriggio dello stesso giorno, unendosi ad altre
Associazioni d’Arma ed alla presenza delle Autorità
Civili e Militari del luogo.
Ortona, 7 maggio 2011
Alla manifestazione “CORTEO DELLE CHIAVI
14
Ortona (CH), 7 Maggio 2011, festa del perdono di S.
Tommaso apostolo.
D’ARGENTO”, che fa parte delle celebrazioni per i
festeggiamenti patronali del PERDONO DI SAN
TOMMASO APOSTOLO, hanno partecipato svariate Guardie d’Onore con Bandiera, provenienti
dalle Delegazioni di Chieti e Pescara.
Al passaggio a piedi per le vie principali della Città,
precedendo il corteo storico e le Autorità di ogni
rango, non sono mancati gli applausi e gli apprezzamenti per i partecipanti e per le “DUE BANDIERE con lo STEMMA SABAUDO” che in presenza di
un vivace vento, si stendevano in tutta la loro
dimensione.
Successivamente nella co-cattedrale dell’Apostolo
Tommaso di Ortona, una piccola rappresentanza,
guidata dal fiduciario M.llo Morelli, dopo le funzioni religiose, ha ottenuto la benedizione ed i saluti di S. E. Mons. Carlo CIPOLLONE, Arcivescovo
dell’arcidiocesi, Lanciano-Ortona.
Un ulteriore sentito ringraziamento le Guardie
d’Onore lo hanno poi ricevuto dal capo dell’organizzazione, il Sindaco Ing. Nicola Fratino e dal
Presidente del Comitato Feste, Dott. Tommaso
Papa che per l’ottava volta consecutiva, hanno
tenuto a far presenziare la Delegazione di Chieti
alla prestigiosa Storica manifestazione.
Ortona, 28 maggio 2011
Dietro specifico invito dell’Associazione “Caduti
senza Croce” di Ortona, nel corso della mattinata
di sabato 28 maggio 2011, unendosi alle
Associazioni d’Arme, alle rappresentanze degli studenti di tutti gli Istituti, quindi alle Autorità Civili
e Militari del luogo, la Delegazione di Chieti ha
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
partecipato alla deposizione delle corone d’alloro al
Monumento dei Caduti del Mare ed ai Monumenti
Caduti di tutte le Guerre e delle Truppe Alleate. Ha
infine partecipato, all’interno del locale cimitero,
alla Santa Messa presso il “Sacrario delle Vittime
Civili della Seconda Guerra Mondiale”
Villalfonsine (CH), 31 maggio 2011
Nel Comune di Villafonsine (CH) una nutrita rappresentanza della Delegazione di Chieti si è unita al
primo cittadino e ad altre associazioni d’Arma
intervenute nella deposizione di una corona d’alloro al Monumento dei Caduti di tutte le Guerre. Ha
poi accompagnato, per un breve tratto, la processione del Simulacro della Vergine
Maria
Santissima del Buon Consiglio, che ha fatto rientro
nel suo vicino Santuario.
CROTONE
Domenica 12 Giugno 2011 presso l’eremo “S.
Croce di Corazzo”, centro di spiritualità di
Scandale (KR), in occasione dei 150 anni dell’unità
d’Italia, la delegazione di Crotone ha reso omaggio
ai Reali defunti di Casa Savoia con una S. Messa
solenne celebrata dal vice Cappellano dell’Eremo,
don Giancarlo Liguori. Al rito erano presenti le
GG. d’O.: Costa, Paturzo, Madarena, Panteca,
Grosso, Fragale ed altri simpatizzanti della provincia di Crotone. Assente per motivi familiari il referente Cavallaro.
tutte le guerre e dei regnanti di Casa Savoia, si è
pregato per il rientro delle salme dei Re e delle
Regine sepolti in terra straniera.
Alla Celebrazione eucaristica ha fatto seguito un
concerto di musiche risorgimentali, da parte della
banda di San Severo, diretta dal M° Antonello
Ciccone. Infine sono state consegnate due targhe
commemorative del 150° da parte del Delegato
delle G. d’O. di Foggia al M° Direttore d’Orchestra
ed al Dott. Desio Cristalli che ha condotto la manifestazione.
La Guardia d’Onore di Foggia Anna Maria De
Troia, Presidentessa della Corale San Camillo, ha
organizzato una festa per il 150° dell’unità d’Italia,
durante la quale si sono esibiti i componenti della
corale con canti e danze, una mostra di berretti
militari italiani e stranieri, elmetti, baionette,
giberne, bandoliere, cinturoni ed altri cimeli di un
collezionista locale. Alla fine al Delegato provincia-
FOGGIA
San Severo (FG)
In data 7 maggio del 2011 nella cattedrale di San
Severo (FG) con la presenza del primo cittadino in
forma ufficiale, con la fascia tricolore, in rappresentanza del Presidente della Provincia con la
fascia azzurra c’era l’Assessore Lallo, il Delegato
provinciale delle Guardie d’Onore Onofrio delli
Carri, il fiduciario dell’alto tavoliere Calvano di
numerosissime Guardie d’Onore tra cui un gruppo
di guardie e di simpatizzanti accompagnati
dall’Ispettore per la Puglia Oronzo Cassa, c’è stata
una solenne celebrazione.
Durante la celebrazione in suffragio dei martiri di
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
15
le delle Guardie d’Onore al Pantheon è stato concesso l’onore del taglio di una torta decorata con la
bandiera italiana recante lo stemma sabaudo. Alla
cerimonia hanno partecipato oltre al Delegato provinciale di Foggia, il Prefetto di Trieste Dott. Di
Bari, originario di Foggia Associazioni combattentistiche e d’Arma, la Croce Rossa Italiana e molte
guardie d’onore.
FORLÌ - CESENA
Domenica 10 Aprile u.s. la Delegazione provinciale di Forlì-Cesena, ha fissato l’annuale incontro
delle Guardie presso Villa Silvia a Lizzano di
Cesena, proponendo, a differenza degli anni scorsi,
non una cena, ma un’intera giornata articolata in
vari momenti, complici le attrattive del sito ed un
clima quasi estivo, col seguente programma: dalle
ore 12,00, ritrovo nel foyer della Villa per un aperitivo di benvenuto per poi trasferirci, verso le
13.30 nella sala da pranzo per la colazione alla
quale sono intervenute circa trentacinque persone
tra le quali: l’Ispettore regionale dr. Paolo Arfilli; il
Delegato di Forlì-Cesena rag. Giancarlo Flamigni;
il Delegato di Bologna e Vicario per gli Ordini
Dinastici di Casa Savoja dr. Dionigi Ruggeri; il
Vicario per le provincie di Rimini e Forlì-Cesena,
comm. Arturo Menghi Sartorio; il Delegato per
Ravenna, comm. Vittorio Berdondini; il
Commissario per Lecco, cav. Nicola Viganò; il
Cerimoniere regionale per le Cerimonie Militari
cav. lgt. Domenico Guarnieri, la Segretaria della
Delegazione di Piacenza, dama Antonella
Bergamaschi, insieme a Guardie delle Delegazioni
di Forlì, Cesena, Faenza, Bologna e Piacenza a
testimonianza del legame di sincera amicizia che
lega molti di noi.
Ospite “d’onore” il Presidente del Consiglio
Comunale di Cesena, dr.ssa Rita Ricci, che ha voluto essere presente per testimoniare l’apprezzamento e la sua simpatia personale per Giancarlo
Flamigni e Serena Savorani, membri del Comitato
per i festeggiamenti del 150° dell’Unità d’Italia del
Comune di Cesena, per il lavoro fin qui svolto, la
costante partecipazione alle iniziative scaturite
dalla collaborazione fra i membri del Comitato e
l’organizzazione, a cura della Delegazione I. N. G.
O. R. T. P. di Forlì-Cesena, della Conferenza “il
16
Tricolore: Bandiera d’Unità” tenuta dal nob.
comm. Roberto Vittorio Favero (il quale ha prestato la sua personale collaborazione alla dr.ssa Ricci
per altre iniziative della Giunta), nella prestigiosa
sala del Consiglio Comunale di Cesena, il 16 Marzo
u. s., quindi nella “due-giorni” clou delle
Celebrazioni, avendo avuto la grande soddisfazione
di vedere il nostro logo insieme a quello del
Comune e dell’Arma di Cavalleria, nei manifesti,
locandine ed inviti, affissi e distribuiti in tutta la
Città.
Dopo aver reso omaggio agli Inni, Sabaudo e
Nazionale, l’Ispettore Paolo Arfilli ha preso la
parola per estendere ai presenti il gradito saluto del
Presidente com.te Ugo Maria d’Atri, assente per
altri impegni, e suo personale, per poi lasciare al
Delegato Giancarlo Flamigni il ringraziamento ai
presenti per la loro partecipazione.
A fine pranzo, la dr.ssa Ricci ha chiesto di intervenire per manifestare il suo apprezzamento per i
Valori di cui siamo portatori e per l’opera di divulgazione anche storica nella quale siamo costantemente impegnati.
Dopo aver distribuito agli Ospiti il Calendario
Celebrativo 2011 del Comune di Cesena, omaggiato in prima copia al Presidente Napolitano in occasione della Sua visita in Romagna, gentilmente
offerto dalla dr.ssa Ricci, ed il cadeau del Delegato
Giancarlo Flamigni, ci ha raggiunto il Presidente
dell’A. M. M. I. (Associazione Macchine
Meccaniche Italiana), signor Franco Severi, il quale
si è prestato a farci personalmente da guida nel
percorso storico-culturale che Villa Silvia custodisce: Villa Silvia è un edificio settecentesco che deve
il suo nome a Silvia Baroni contessa Semitecolo di
Bassano che, avendo sposato il conte Giuseppe
Pasolini di Faenza nel 1874, divenne proprietaria
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
della villa e ne fece una delle sue residenze estive.
Situata sulle prime colline romagnole gode di
un’ottima posizione e di splendidi panorami ed il
grande parco che la contorna offre una cornice
adatta alla bellezza bell’edificio. In questa splendida villa la contessa Silvia creò un esclusivo circolo
culturale, ove si susseguirono i più celebri musicisti, scrittori e cantanti della Romagna. Fra questi si
possono trovare i nomi illustri di Alessandro Bonci,
Balilla Pratella e, primo fra tutti, Giosuè Carducci.
Il legame fra la contessa ed il Carducci fu così forte
che il poeta decise di trascorrere in questa villa i
suoi ultimi giorni (la sua camera da letto è tutt’ora
intatta e visitabile).
La contessa Silvia mantenne un forte legame di
amicizia anche con la Regina Margherita, la quale
soggiornava spesso in questa dimora che frequentava con una certa assiduità, tanto da allacciare
Ella stessa amicizia col Carducci, col quale
instaurò un epistolario, frequente e duraturo.
A testimonianza della presenza della Regina nella
Villa, è custodito il Suo piano melodico, in pregiata radica.
Alla sua morte, nel 1920, la contessa Silvia lasciò
per testamento la villa al Comune di Cesena.
Per oltre 50 anni la villa venne utilizzata come preventorio tubercolare per i fanciulli più poveri, come
scuola materna e poi come ludoteca.
Dal 2007 Villa Silvia è divenuta sede operativa
dell’A. M. M. I. - che, negli anni, sta ripristinando
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
in chiave moderna quell’antico circolo culturale
posto in essere dalla stessa contessa Silvia, sviluppando al suo interno un museo permanente di strumenti musicali meccanici e promuovendo attività
culturali per la cittadinanza, manifestazioni pubbliche di artisti ed associazioni locali ed un accurato restauro dell’edificio.
Costantemente accompagnati da Franco Severi
abbiamo potuto vedere i molti organetti meccanici,
tra i quali alcuni rarissimi, reperiti in Italia ed all’estero a testimonianza di una produzione artigianale ed industriale che fu, tra i primi dell’800 ed i primissimi decenni del ‘900, incredibilmente attiva e
diffusa, tanto da impegnare al lavoro migliaia di
persone in decine di aziende sparse in tutto il
mondo occidentale, Stati Uniti compresi, in una
costante ricerca tecnologica di riprodurre la musica strumentale tratta da Inni o da opere dei tanti
Maestri che componevano in quell’epoca. Oggi,
nell’era della riproduzione in digitale della musica,
della radio, della televisione e dei computer, abbiamo assolutamente perso la conoscenza e la percezione del fenomeno che rappresentarono queste
macchine, unico mezzo per veicolare alle masse la
diffusione della produzione musicale, oltre al
ristretto ambito degli spettacoli teatrali o dei
salotti esclusivi.
Abbiamo potuto ascoltare, in originale, i Canti
risorgimentali che questi organetti nelle strade e
nelle piazze di un’Italia ancora divisa, concorsero
ad unire in un sol coro, ed il piano melodico della
Regina Margherita caricato con la Marcia Reale e
l’Inno di Mameli, che, come sappiamo, fu composto come canto del Risorgimento.
Nel Museo è conservato anche uno dei due organetti “da viaggio”, quindi portatile, di Giuseppe
Garibaldi che li ascoltava durante le sue campagne
in battaglia, come pure numerosi esemplari tra i
quali, alcuni “da piazza” che venivano utilizzati
durante le Sagre o Fiere paesane, altri “da salotto”
sia di case private che da grande Albergo.
Attraverso il potente potere evocativo della musica
abbiamo fatto un “tuffo” in un passato che proprio
quest’anno, con le Celebrazioni per il 150° della
proclamazione del Regno d’Italia, stiamo cercando
di riproporre all’attenzione di tutti e noi stessi
siamo ritornati un po’“bambini” stupiti, ammirati
ed affascinati dalla “magia” di queste macchine.
Visto il nostro interesse ed entusiasmo, Franco
17
Severi ci ha fatto vedere e fatto suonare alcuni
pezzi “da collezione”: tra i quali alcuni minuscoli e
pregiati piccoli “organetti da borsetta” che le gentildonne dell’epoca amavano tenere con sé.
A fine visita abbiamo scattato la tradizionale “foto
di gruppo” a ricordo della bella giornata trascorsa
insieme, in attesa di un prossimo incontro fra noi,
Amici nella Guardia.
LUCCA
Bagni di Lucca
riggio, una Santa Messa in suffragio del Re Vittorio
Emanuele II e dei Caduti del Risorgimento.
Erano presenti circa quaranta persone, fra le quali
i delegati provinciali di Firenze, dott. Piero
Picchiani, e di Massa-Carrara, dr. Barzaghi, l’ex
delegato di Lucca, dott. Roberto Luis Picchiani,
l’Ammiraglio Italo Franco Rossi, l’assessore alla
Cultura del Comune di Bagni di Lucca e, al termine del convegno, il sindaco.
Ottimo organizzatore Claudio Sassetti.
Lucca, Viareggio, marzo 2011. Il carnevale. Presidente del
Carnevale di Viareggio è la Guardia d’Onore Alessandro
Santini.
Bagni di Lucca, 21 maggio 2011
Il Comune di Bagni di Lucca, su iniziativa della
Guardia d’Onore Claudio Sassetti, ha commemorato il centocinquantesimo anniversario della formazione dello Stato italiano nel corso di un convegno
svoltosi nell’elegante Sala Rosa del locale Circolo
dei Forestieri.
Dopo i saluti del consigliere comunale Gemignani,
a nome dell’Amministrazione Comunale, del 1°
cap. geom. Tolomei, presidente della locale sezione
dell’Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d’Italia
(U. N. U. C. I.), e del prof. Duvina, presidente della
Consulta dei Senatori del Regno, hanno tenuto
relazioni la Guardia d’Onore avv. Antonio Maria
Bellizzi,
professore
aggregato
presso
il
Dipartimento di Studî sullo Stato dell’Università di
Firenze, ed il capitano di vascello (ris.) Ugo d’Atri,
presidente dell’Istituto.
Hanno seguito l’inaugurazione di una mostra sulle
uniformi dell’Esercito Italiano e, nel primo pome-
18
La giovane Guardia d’Onore di Lido di Camaiore
(LU) Lorenzo Virginio Teucci ha incontrato i principali membri del Governo del Dr. Navinchandra
Ramgoolam, Primo Ministro della Repubblica di
Mauritius. In particolare, Teucci è stato ricevuto
dai Ministri On. Ashit Kumar Gungah (Ministro
delle Riforme Amministrative), On. Tassarajen
Pillay Chedumbrum (Ministro dell'Informazione),
On. Louis Hervée Aimé (Ministro per le
Amministrazioni Locali) e con S. E. Lam Chiou
Yee (Capo del Protocollo del Ministero degli Affari
Esteri, che lo ha incontrato in sostituzione del
Primo Ministro).
Hon. Tasserajen Pillay Chedumbrum
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
Hon. Ashit Kumar Gungah
Il nostro drappello ha raggiunto i campi di battaglia del Mantovano: Curtatone, Goito, Volta
Mantovana, Rodigo, Cavriana, Solferino.
L’avvicinamento a cavallo è alcune diverse ore per
ogni tappa. Presso ogni monumento è stata deposta
una corona a cura delle amministrazioni Comunali
ed in ogni occasione il sindaco ha presenziato ricordando i fatti accaduti e pronunciando parole di elogio per l’iniziativa. Erano presenti le Associazioni
d’Arma e l’Arma dei Carabinieri.
Una sontuosa Cena di Gala organizzata congiuntamente da Guardie d’Onore e Ordini Dinastici di
Casa Savoia a Rivalta sul Mincio è stata la degna
Hon. Tasserajen Pillay Chedumbrum
Hon. Louis Hervée Aimé
MANTOVA
La seconda tappa del nostro viaggio a cavallo nei
luoghi storici del Risorgimento, ha avuto luogo
sabato 21 e domenica 22 Maggio, ed ha riscosso
anche questa volta una straordinaria accoglienza
nei Comuni toccati.
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
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conclusione di questa tappa. Durante la cena l’avv.
Signorini ha tenuto una conversazione sul
Risorgimento ed è stato presentato il libro dello storico Roberto Tognoli “Pagine di Risorgimento
mantovano”. Il Sindaco di Rodigo, ing. Gianni
Chizzoni nella sua relazione su Ippolito Nievo, ha
avuto modo di affermare che “… questo viaggio a
cavallo nei luoghi storici del Risorgimento sia tra le
manifestazioni più suggestive e affascinanti organizzate in occasione del 150° dell’Unità d’Italia” .
MILANO
04 Novembre 2010 – Milano
La Delegazione ha, come di consueto, partecipato
alle cerimonie per l’anniversario della Vittoria e per
la festa dell’Esercito organizzate presso il Sacrario
dei Caduti milanesi per la Patria. Presenti:
Consultore Di Martino; Ispettori Mastroianni,
Pierato, Pizzi; Alfiere Staino.
07 Novembre 2010 – Peschiera del Garda
La Delegazione ha presenziato alla Cerimonia nell’anniversario del Convegno di Peschiera. Presenti:
Consultore Di Martino; Ispettori Di Maria, Lucia di
Masca, Mastroianni, Pierato, Pizzi; Alfiere Staino.
Erano inoltre presenti le GGd’O: Barbieri, Corradi,
Longo, Pugliese, Tamburello Careddu.
21 Novembre 2010 – Milano
Su invito di Assoarma la Delegazione ha partecipato ad una Santa Messa presso la Basilica di S.
Ambrogio. Presenti: Ispettore Reg. Mastroianni;
Alfiere Staino.
21 Novembre 2010 – Alessandria
Su invito del Cav. Carmine Passalacqua la
Delegazione ha preso parte alla Santa Messa di
Suffragio in memoria di S.M. il Re Umberto II.
Presenti: Ispettori Di Maria, Mastroianni, Pierato
unitamente al Cappellano Rev. Don Simone
Rolandi.
28 Novembre 2010 – Milano
La Delegazione, invitata dall’Ass. Naz. Autieri ha
partecipato alla Santa Messa presso la Caserma di
via Pitteri. Presenti: Ispettore Reg. Mastroianni;
Alfiere Staino
20
04 Dicembre 2010 – Milano
Su invito del Comando del Reggimento “Voloire” la
Delegazione ha partecipato alla cerimonia annuale
presso la Caserma Santa Barbara. Presenti:
Consultore Di Martino; Ispettori Mastroianni,
Pierato; Alfiere Staino. Era inoltre presente la G.
d’O Pugliese.
12 Dicembre 2010 – Milano
La Delegazione ha partecipato, su invito dell’Ass.
Naz. Alpini alla Santa Messa presso il Duomo di
Milano con successivo corteo al Sacrario dei Caduti
Milanesi per la Patria. La Bandiera storica ha ricevuto numerosi applausi lungo il corteo e ha avuto
posto di riguardo nello schieramento.
Presenti: Consultore Di Martino; Ispettori Di Maria,
Mastroianni, Pierato, Pizzi; Alfiere Staino. Erano
inoltre presenti le GG. d’O.: Anguissola di San
Damiano, Barbieri M., Beretta, Corradi, Couto y
Amosa, Foletto, Grancagnolo S., Nonne, Pugliese.
19 Dicembre 2010 – Milano
La Delegazione ha preso parte alla Santa Messa organizzata dall’Ass. Naz. Bersaglieri presso la Caserma
Teulié. Presenti gli Ispettori Mastroianni e Pierato. Le
GGd’O Andreis, Beretta, Corradi, D’Arezzo, Giani,
Tagliabue. Alfiere Staino. Era inoltre presente il
Presidente del Circolo Reale Carlo Alberto di Savoia,
G. d’O. Saverio Grancagnolo.
22 Dicembre 2010 – Milano
La Delegazione ha partecipato alla Santa Messa
per il Precetto Natalizio, Celebrata dal Cappellano
di Delegazione Rev. Don Simone Rolandi presso il
Salone delle Bandiere di Palazzo Cusani, sede del
Circolo di Presidio dell’Esercito Italiano. Presenti il
Consultore Di Martino, gli Ispettori Di Maria,
Mastroianni, Pierato, Pizzi. Erano presenti le GGd’O
Anguissola di San Damiano, Barbieri, Bruno di
Tornaforte, Cazzaniga, Comazzi, Corradi, De Blasiis,
Dicorato, Ervas, Finizio, Grancagnolo S., Grosso,
Leccisi, Longo, Maffioli Torriani, Magni, Menon,
Paltrinieri, Pugliese, Staino, Tamburello Careddu,
Terni, Trevisan. Presente dalla Delegazione di
Bergamo la Gd’O Taschini; dalla Delegazione di
Verbania le GGd’O D’Auria, Elli, Iolita, Rolandi G.
28 Dicembre 2010 – Roma
Una rappresentanza della Delegazione ha parteci-
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
pato alla S.M. di Suffragio per S.M. il Re Vittorio
Emanuele III presso la Basilica del Pantheon.
Presenti l’Ispettore Pierato con gli Alfieri Longo e
Staino.
15 – 16 Gennaio 2011 – Roma
Una Rappresentanza della Delegazione ha preso
parte alle Cerimonie per l’anniversario del nostro
Istituto. Presenti il Consultore Di Martino; gli
Ispettori Di Maria, Lucia di Masca, Mastroianni,
Pierato, Pizzi. Presenti inoltre le GGd’O: Alessio,
Andreis, Finizio, Fiolini, Grancagnolo S., Grosso,
Longo, Nakamura, Porretti, Pugliese, Tamburello
Careddu e l’Alfiere Staino.
29 Gennaio 2011 – Milano
Presso il Tempio Civico di San Sebastiano il Rev.
Prof. Don Maurizio Ormas ha celebrato la sua ultima S. Messa in qualità di Rettore dello stesso
Tempio Civico. Presenti il Consultore Di Martino,
gli Ispettori Di Maria, Mastroianni, Pierato, Pizzi.
Erano presenti le GGd’O Angiussola di San
Damiano, Beretta, Bonissone di Branzola, Corradi,
Dicorato, Fasciani, Garavaglia, Grancagnolo S.,
Leccisi, Marafiotti, Rossi, Spinardi, Tamburello
Careddu e il Commissario di Lecco Viganò. Alfiere
la G. d’O. Staino.
11 - 12 Marzo 2011 – Viaggio ad Altacomba
La Delegazione ha come di consueto organizzato un
viaggio a mezzo pullman per partecipare alla tradizionale celebrazione in occasione dell’Anniversario
del pio transito di S.M. il Re Umberto II presso
l’Abbazia di Altacomba.
L’organizzazione è stata effettuata in collaborazione con le Delegazioni di Varese e di Verbania.
Sul pullman erano presenti il Cap. Vasc. Dott.
Comm. Ugo d’Atri, Presidente del nostro Istituto il
Consultore Gr. Uff. Stefano Di Martino, Vice
Presidente del Consiglio Comunale di Milano, Cav.
Gr. Cr. Principe don Alberto Giovanelli, Delegato
per la Lombardia degli Ordini Dinastici della Real
Casa di Savoia, l’Uff. Don Simone Rolandi,
Cappellano della Delegazione, gli Ispettori
Nazionali Nob. Comm. di Dev. Sandro Pierato,
Cav. Alberto Di Maria, Uff. Dott. Federico Pizzi,
l’Ispettore Regionale per la Lombardia Uff. Luigi
Mastroianni, il Delegato per Verbania M.llo
Vincenzo Pironi ed il Delegato di Enna Ins.
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
Giuseppe Restifo.
Alla cerimonia erano inoltre presenti con numerosi
soci il Presidente del Circolo Reale San Maurizio
Dama Gr. Cr. Silvana Fiolini, il Presidente del
Gruppo Savoia Uff. Avv. Michele De Blasiis ed il
Presidente del Circolo Reale Carlo Alberto Cav.
Saverio Grancagnolo.
Presenti le GGd’O Alessio, Andreis, Anguissola di
San Damiano, Antoniuzzi, Barbieri, Caroni Vienna,
Centis, Corradi, Dicorato, Fasciani, Finizio,
Garavaglia, Giraudo, Grosso, Marafiotti, Ortelli,
Panizza, Pugliese, Riu, Spinardi, Trevisan, Zappa.
Hanno prestato encomiabile servizio per la sicurezza delle LL.AA.RR. sotto la direzione della Gd’O
Comm. Ettore Galazzi, le Gd’O: Antolini,
Arcidiacono, Comazzi, Ervas, Longo, Marinaro,
Staino.
17 Marzo 2011, 150° anniversario della
Proclamazione del Regno d’Italia – Milano
La Delegazione ha partecipato alla cerimonia
dell’Alzabandiera in Piazza del Duomo. Presenti gli
Ispettori Pierato e Mastroianni, l’Alfiere Staino e le
GGd’O Anguissola di San Damiano, Couto Y
Amosa, Grancagnolo S., Leccisi, Longo, Marafiotti,
Nonne, Trevisan, Villa. Dalla Delegazione di Como,
le GG. d’O. Ortelli, Puppi.
18 Marzo 2011, commemorazione delle Cinque
Giornate – Milano
Presenti gli Ispettori Pierato, Mastroianni, Lucia di
Masca e le GGd’O Buelli, D’Arezzo, Grancagnolo
S., Leccisi, Marafiotti, Sagramoso.
19 Marzo 2011 – Milano
Il Consultore Di Martino, Vice Presidente del
Consiglio Comunale di Milano, ha organizzato,
presso la Sala Alessi di Palazzo Marino un
Convegno dal titolo: “150° dell’Unità d’Italia dal
Risorgimento alle Missioni di Pace”. L’Ispettore
Pizzi ha tenuto l’intervento di apertura su Casa
Savoia e il Risorgimento. Presenti moltissime
Guardie d’Onore della Delegazione, unitamente al
Commissario di Lecco Viganò e al Delegato di
Como Pichierri.
Al termine del Convegno si è tenuta la cerimonia di
deposizione di tre corone d’alloro alle lapidi sulla
facciata di Palazzo Marino. Presente alla cerimonia
il Comm. Paolo Thaon di Revel Vandini. Terminata
21
la deposizione si è formato il corteo guidato dalla
Banda di Valbrona, corteo che percorrendo la
Galleria Vittorio Emanuele II, al suono della
Marcia Principe Eugenio, ha raggiunto Piazza del
Duomo per la deposizione di una corona d’alloro al
monumento al Padre della Patria. Al corteo era
presente l’Alfiere Staino
20 Marzo 2011 – Como
Su invito della Delegazione di Como la Delegazione
ha preso parte ad una suggestiva giornata di cerimonie. Presenti il Consultore Di Martino e gli
Ispettori Pierato e Mastroianni.
Aprile – Maggio 2011
Per iniziativa della Dama Arch. Marina Rosa,
Presidente del Centro Documentazione Residenze
Reali Lombarde “Lionello Costanza Fattori”, si
sono tenute per tutto il mese di Aprile e di Maggio
alcune visite guidate alla Cappella Espiatoria di
Monza, monumento costruito sul luogo del
Regicidio di S.M. il Re Umberto I, con il patrocinio
del Comune e della Provincia di Monza. Le visite,
cui hanno partecipato numerose Guardie d’Onore,
hanno ottenuto un buon successo di pubblico. Con
la collaborazione ed il sostegno del Consultore Gr.
Uff. Stefano Di Martino, Vice Presidente del
Consiglio Comunale di Milano, il Cento
Documentazione ha potuto editare in ristampa
anastatica un pregevole volume sulla storia della
Cappella Espiatoria.
23 Aprile 2011 – Golasecca (Varese)
La Delegazione ha partecipato al rito funebre del
Cav. Dott. Giordano Manenti, Delegato per Varese
del nostro Istituto, che ci ha prematuramente
lasciati dopo una breve ma fatale malattia. Guardie
d’Onore presenti: Corradi, Di Maria, Di Martino,
Grancagnolo S., Mastroianni, Maffioli Torriani,
Pierato, Pizzi, Rolandi, Staino (alfiere).
27 Aprile 2011 – Milano
Presso il Salone delle Bandiere del Circolo Ufficiali
di Presidio dell’Esercito Italiano, organizzata dalla
Delegazione, si è tenuta la proiezione straordinaria
del film “Il Piave mormorò” di Vico D’Incerti e
Guido Guerrasio, interessantissimo documento
sulla storia della Grande Guerra. La proiezione,
onorata dalla presenza del Col. Natalino Spanò,
22
Comandante di Palazzo Cusani, è stata preceduta
dagli interventi del Gr. Uff. Stefano Di Martino,
Consultore dell’Istituto e Vice Presidente del
Consiglio Comunale di Milano e dell’Ispettore
Regionale per la Lombardia Uff. Luigi
Mastroianni. Era inoltre presente, per le cure della
G. d’O. Cav. Graziano Zecchillo, il nucleo in divisa
storica della Grande Guerra della Sezione di
Milano dell’Associazione Nazionale Carabinieri.
Tra il pubblico, con numerosi soci, anche la Dama
Gr. Cr. Silvana Fiolini, Presidente del Circolo Reale
San Maurizio, l’Uff. Avv. Michele De Blasiis,
Presidente del Gruppo Savoia ed il Cav. Dott.
Saverio Grancagnolo, Presidente del Circolo Reale
Carlo Alberto di Savoia. Al termine, è seguita una
cena conviviale presso il Ristorante del Circolo. Un
vivo ringraziamento agli Ispettori Uff. Dott.
Federico Pizzi, Cav. Alberto Di Maria ed Uff. Luigi
Mastroianni per aver organizzato la proiezione e
per l’allestimento della sala. Guardie d’Onore presenti: Alessio, Barbieri, Beretta, Bonissone di
Branzola, Cazzaniga, Centis, Comazzi, Corradi,
D’Auria, Dalla Valle, De Blasiis, Del Colle, Di
Maria, Di Martino, Dicorato, Ervas, Fasciani,
Finizio, Fiolini, Garavaglia, Giani, Grancagnolo S.,
Grosso, Lana A., Leccisi, Longo, Lucia di Masca,
Maffioli Torriani, Marafioti, Maspero, Mastroianni,
Menon, Ortelli, Patrone Raggi, Pierato, Pizzi,
Pugliese, Rolandi, Sagramoso, Staino, Tagliabue,
Terni, Zappa, Zecchillo.
22 Maggio 2011
Cerimonia UNUCI per la Competizione
Internazionale Lombardia 2011.
Guardie d’Onore presenti: Mastroianni, Pierato,
Staino (alfiere).
MOLISE
La Celebrazione Liturgica in Suffragio dei caduti
per l’Unità d’Italia, organizzata presso il Santuario
dell’Addolorata in Castelpetroso (IS), Patrona del
Molise, iniziata con il saluto del Rettore del
Santuario, il Vicario Episcopale don Rocco Di
Filippo ed animata dalle musiche e dal canto della
Maestra Rita D’Addona, si è svolta con toccante
solennità alla presenza di una rappresentanza della
locale Amministrazione Comunale, accompagnata
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
dal Gonfalone di Castelpetroso. Intervenuti, in
maniera del tutto spontanea, anche alcuni rappresentanti dell’Associazione di cultura storica “I laici
del Molise”, che hanno esposto il Tricolore
Sabaudo. Al termine della Celebrazione, l’Ispettore
Nazionale per la Cultura ha salutato e ringraziato i
presenti con parole di encomio ed incoraggiamento
per le future attività che si andranno ad organizzare. Si sottolinea, tra gli altri, la presenza di alcuni
redattori dell’«Eco del Santuario dell’Addolorata»
(distribuito anche oltre i confini nazionali), che
realizzeranno un apposito servizio sulla Cerimonia.
Successivamente, le Guardie d’Onore presenti si
sono trasferite presso i locali della vicina struttura
turistica “La Fonte dell’Astore”, dove si è svolta la
loro Prima Assemblea Regionale.
PADOVA
5 giugno 2011
“Emanuele Filiberto di Savoia: il principe imperiale che inventò l’Italia”. è il titolo della conferenza
tenuta dal Delegato di Padova e Vicenza gen.
Pietro grassi il giorno 5 giugno presso la Villa patrizia del conte Nicolò Giustiniani a vanzo di San
Pietro in Viminario (Padova). L’appuntamento
prima della pausa estiva delle Guardie d’onore
delle due città nonché di Rovigo e Venezia afluite in
gran numero (oltre cento) in un luogo di sì grande
prestigio e bellezza naturalistica per la presenza di
giardini e piante rare ha consentito di proseguire la
narrazione della storia di Casa Savoia, giunta quest’anno alla quinta “puntata”. La presenza del
Presidente nazionale Ugo d’Atri ha dato un lustro
all’incontro.
Il Gen. Grassi, riallacciandosi alle vicende di Carlo
II padre di Emanuele Filiberto e alla quasi disintegrazione del Ducato a causa delle lotte tra
Francesco I e Carlo V, ha parlato dei primi anni e
poi del brillante periodo della giovinezza del giovane Savoia trascorso alla corte di Carlo V suo zio,
che lo volle principe e Comandante della Guardia
imperiale a soli 18 anni. Apprezzato e amato da
principi e regnanti, il giovane si propose l’obiettivo
di riprendersi il ducato nella sua interezza, cosa che
proseguì grazie alle sue grandi benemerenze ma,
soprattutto, alla vittoriosa battagla di San Quintino
(8 agosto 1557). Con la seguente pace di Chateau
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
Cambrèsis (1559) l’obiettivo fu raggiunto e, con
esso, fu assolta anche con la clausola matrimoniale
con Margherita di Valois figlia di Enrico II di
Francia, anche se in modo avventuroso per la tragica morte di Enrico in un torneo programmato per
i festeggiamenti.
Ma il meglio il Duca lo realizzò nel suo territorio
riconquistato, con intelligenti riforme che lo videro
protagonista in Europa soprattutto per aver egli
istituito un’aliquota di esercito “nazionale”, prima
formato da soli mercenari. Perché “inventore
dell’Italia?”. Egli con grande lungimiranza ipotizzò
l’espansione del ducato nelle terre d’Italia; non a
caso trasferì la capitale da Chambery a Torino. Il
futuro gli darà ragione e tale aspetto non sfuggì agli
studiosi risorgimentali.
Dopo la conferenza don Alberto Celeghin
dell’Ordine Mauriziano nonché Rettore del Tempio
dell’Internato Ignoto di Padova ha celebrato la S.
Messa. Nell’apprezzata omelia egli ha ben evidenziato i meriti di Casa Savoia nel realizzare l’Unità
d’Italia; ha anche fatto un giusto, doveroso riferimento alla nobile Famiglia Ospite che, tra i tanti
illustri personaggi, vanta la figura di San Lorenzo
Giustiniani primo Patriarca di Venezia.
Dopo la simpatica colazione nella “barchessa”
della Villa cinquecentesca (oltre cento commensali)
hanno preso la parola il Conte Pietro Francanzi che
ha chiesto di collaborare alla rivista “Opinioni
Nuove” in nuova veste e quindi il Presidente Ugo
d’Atri che, come sempre, ha galvanizzato l’uditorio
esortando nel contempo a partecipare alle iniziative della Delegazione, non trascurando le tante attività a livello nazionale. Fra i presenti, i delegati
provinciali di Venezia, Gennaro Belladonna, e di
Rovigo, Walter Giuliotti e il Dott. Giulio de
Rénoche.
Padova, Villa Giustiniani
23
RIMINI
21 maggio 2011 - Il questore della Provincia di
Rimini Oreste Capocasa ha invitato il Delegato G.
Ruzzier alla cerimonia celebrativa del 159°
Anniversario della fondazione della Polizia, alla
presenza di S. E. il Prefetto della Provincia. Alla
cerimonia erano presenti i Gonfaloni delle Città
della Provincia, Autorità Civili e Militari e le
Associazioni Combattentistiche e d'Arma. Oltre al
Delegato erano presenti le GG. d'O. Aleardo Maria
Cingolani, Arturo Menghi Sartorio e Francesco
Fiordelisi.
22 maggio 2011 - Su invito dell'Istituto del Nastro
Azzurro, il Delegato G. Ruzzier ha partecipato alla
S. Messa in memoria degli insigniti al Valor
Militare in occasione della festività del 24 maggio.
Presente, anche nella veste di Presidente della
Federazione del Nastro Azzurro riminese, la G.
d'O. Aleardo Maria Cingolani.
22 maggio 2011 - Su invito della Prefettura di
Rimini, il Delegato G. Ruzzier ha visitato la Mostra
"Un ricamo per l'Italia unita nel suo 150° anniversario", allestita nella Sala Gialla del Palazzo del
Governo.
ROMA
Anzio (RM), 19 dicembre 2010
Natale 2010 della Croce Rossa Italiana
Nero, l’ultimo imperatore della dinastia giulioclaudia nato ad Anzio nel 37, ha partecipato alla
prestigiosa cerimonia svoltasi nella sua città di origine, a Villa Corsini Sarsina il 19 dicembre tornando così a far parlare di sé, investito dell’aura rosso
purpurea di pace, di sostegno e di imparzialità con
cui la sua opera di imperatore del popolo, non di
truce assassino, è stata audacemente accostata a
quella di insostituibile volontariato prestata da
oltre 150 anni dalla Croce Rossa Italiana.
Promotore dell’evento la Guardia d’Onore al
Pantheon di Roma per iniziativa della scrittrice
Guardia d’Onore Alessandra d’Epiro Dusmet de
Beaulieu, autrice del romanzo storico, Patrocinio
Città di Roma in Campidoglio, “Nero Claudio
Caesar Augustus Germanicus”, Opera prodotta in
24
tiratura limitata per la Croce Rossa Italiana a cui è
stata donata come nobile atto di solidarietà.
La cerimonia di consegna ha avuto inizio con il
benvenuto della Croce Rossa a tutti i presenti e con
un significativo scambio di doni attraverso la consegna di una targa da parte del Presidente del
Comitato CRI Anzio-Nettuno, Dott. Mario Tontini
al Comandante dell’Istituto Nazionale Guardia
d’Onore al Pantheon Cap. di Vasc. Dott. Ugo
d’Atri, ritirata dal Colonnello Cavalier Michele
Miceli.
La Dama Miceli dell’Ordine del Santo Sepolcro di
Gerusalemme ha amabilmente sottolineato i passaggi del protocollo della Cerimonia, durante la
quale l’Ispettrice Sebastianelli ha donato un Crest
alla GdO Alessandra d’Epiro Dusmet de Beaulieu
che dopo aver letto la formula di destinazione e
devoluzione dell’offerta, ha omaggiato le
Crocerossine con la rosa blu ricevendo anch’ella in
ossequio un fascio di rose blu anche per il
Comandante dell’Istituto per la Guardia d’Onore al
Pantheon, sotto la vigilanza del Sig. Ministro della
Difesa.
“Quello che fa la Croce Rossa, non è poca cosa, sottolinea il Sindaco Luciano Bruschini, in un periodo
in cui tutti sentiamo la necessità di avere vicino
qualcuno”; ringraziando la CRI per l’impegno quotidiano in favore di chiunque si trovi in uno stato di
bisogno, esprime la speranza di contribuire anch’egli con la statua recentemente collocata in riviera
Mallozzi, sia ad implementare le vendite del
romanzo storico su Nerone in favore della CRI, sia
a rivalutarne la figura. Con l’occasione informa che
la città di Anzio ha compiuto un altro atto di solidarietà adottando 20 bambini del Mozambico a cui
l’Amministrazione comunale vuole assicurare una
vita migliore.
Dopo un suggestivo intervallo introdotto dal gran
cerimoniere Eugenio Bartolini con la lettura, a cura
dei suoi allievi Davide Sonetti e Andrea Battiata, di
un dialogo tra Seneca e Nerone tratto dal romanzo,
ha preso la parola il Prof. Fabio Massimo Cestelli
segretario tesoriere del Comitato Nazionale “Studio
del principio di sussidiarietà, fraternità solidarietà
ed uguaglianza da Leone XIII alla Costituzione
Europea” presente ad eventi di solidarietà anche
per Sua Santità, che ha espresso gratitudine per
l’opera della CRI e ha brevemente raccontato le
attività realizzate con il Comune di Roma in parti-
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
colare a favore degli anziani e dei bambini, invitando tutti a interagire con il Comitato attraverso il
sito. Mario Tontini conclude la toccante e breve
cerimonia con vivi ringraziamenti alle autorità presenti, ai sindaci di Anzio e di Nettuno, quest’ultimo
non in sala, a tutti gli intervenuti, alla scrittrice
d’Epiro per la donazione e a tutti i cittadini di
Anzio e Nettuno “che non ci fanno mai sentire soli”
e che vorranno offrire il proprio contributo attraverso l’acquisto dell’Opera, disponibile presso la
Croce Rossa Italiana, Comitato Anzio-Nettuno (tel.
06. 9848400).
Ricordiamo che il romanzo storico della d’Epiro,
frutto di collazione di fonti classiche, è stato presentato il 16 dicembre 2009 nella splendida sala
della Protomoteca con il Patrocinio della Città di
Roma in Campidoglio; dopo il grande successo
conseguito, sono iniziate anche le riprese per la realizzazione di uno straordinario cortometraggio su
Nerone, per concessione del Ministero per i Beni e
le Attività Culturali, Soprintendenza Speciale per i
Beni Archeologici di Roma, Ministero per i Beni e le
Attività Culturali Soprintendenza Archeologica
Regione Lazio; a questo proposito è degno di nota
il ritratto dell’imperatore che il Maestro Chirici ha
voluto appositamente realizzare a cura della
Galleria de Santis.
L’Opera promuove un’inconsueta ed eccezionale
immagine di imperatore di pace, retto e amante
della bellezza insita in ogni forma di cultura e
soprattutto di uomo di stato capace di concretizzare i suoi ideali di giustizia e di sapere.
Il romanzo trasporta il lettore in un singolare percorso in cui l’ebbrezza di suggestivi e vertiginosi
salti temporali, permette di ascoltare arditamente i
noti personaggi durante i più segreti dialoghi anche
in latino e di esplorare in punta di piedi i surreali
ambienti descritti con un linguaggio aulico per
enfatizzare il trionfo dell’eros, della pace, dell’arte.
Non è difficile restare ammaliati dalla novità di un
sovrano coraggioso che ha saputo usare il suo potere politico per costruire la pace e la democrazia,
introducendo gli ideali di bellezza, pace, tolleranza,
nonché l’amore per la filosofia, per l’arte, per le
scienze e per l’economia tipiche della civiltà ellenica, al contrario di quanto perpetrato da altri imperatori, abili guerrafondai, spinti da una forte sete di
conquiste militari.
Tra le Autorità presenti figuravano oltre a quelle
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
già citate, SMOM, Sovrano Ordine Militare di
Malta e Ordine del Santo Sepolcro di
Gerusalemme, Dott. De Santo Giuseppe giurista,
vaticanista della Santa Sede, il Dott. Fabio
Arduini, che è intervenuto a sostegno dell’Opera
della CRI per il Gruppo politico senatoriale PDL
Cambiare l'Italia, il Senatore Massimo Baldini, il
Vice Sindaco dott. Ruggero Garzia, l’Assessore alle
Politiche Culturali Dott. Umberto Succi, il
Consigliere Dott.ssa Roberta Cafà, l’Assessore allo
Sport Città di Nettuno Dott. Nino Visalli, il
Delegato di Roma per la Guardia d’Onore al
Pantheon Colonnello Pil. Paolo Caruso per il
Comandante dell'Istituto Nazionale Guardia
d’Onore al Pantheon Cap. di Vasc. Dott. Ugo
d’Atri. Presente anche il Principe Mario Augusto
Petricca Giordani.
L’evento, promosso dal Comitato Nazionale per lo
“studio del principio di sussidiarietà, fraternità,
solidarietà ed uguaglianza da Leone XIII alla
Costituzione Europea” si è svolto sotto l'Alto
Patronato del Presidente della Repubblica e del
Ministero per i Beni e le Attività Culturali,
Direzione Generale per i Beni Librari e gli Istituti
Culturali del Comitato Nazionale "per lo studio del
principio di sussidiarietà, fraternità, solidarietà ed
uguaglianza da Leone XIII alla Costituzione
Europea", presente anche ad eventi per Sua Santità;
con il Patrocinio del Consiglio Regionale del Lazio,
Presidente Polverini, on. Mario Abruzzese, della
Provincia di Roma, Presidente Zingaretti, della Città
di Anzio, della Croce Rossa Italiana, della Guardia
d'Onore al Pantheon, del Reale Circolo Canottieri
Tevere Remo, dell'UNUCI, Unione Nazionale
Ufficiali in Congedo d'Italia, del Gruppo PDL
Cambiare l'Italia, Presidente Senatore Massimo
Baldini. Preziosa la collaborazione della crocerossina
Cristina Pace offerta per l’evento.
18 febbraio 2011
L’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle
Reali Tombe del Pantheon, unitamente al Konrad
Adenauer Stiftung ed all’Istituto Luigi Sturzo, ha
tenuto un convegno sul tema “Unità d’Italia 1861
– Unità della Germania 1871: un confronto”. Sono
intervenuti: Wilhelm Staudacher, Direttore della
Rappresentanza della Fondazione Konrad
Adenauer a Roma; Cap. Vasc. (ris.) Ugo d’Atri,
Presidente I. N. G. O. RR. TT. P.; Dr. Christiane
25
Liermann, Referente scientifica, Villa Vigoni; Dr.
Giovanni Meda Riquier, Responsabile del patrimonio storico, artistico e documentario, Villa Vigoni;
Prof. Horst Seidl, Prof. emerito di filosofia,
Pontificia Università Lateranense; Prof.ssa Cecilia
Dau Novelli, Professore ordinario presso la Facoltà
di Scienze Politiche, Università di Cagliari;
Gianfranco Eminente, Direttore della costituenda
Agenzia “in 20 righe” e già Vice Direttore
dell’Agenzia AGI. Circa ottanta le persone presenti. Sono pervenuti messaggi dell’Amb. Stefano
Stefanini, Consigliere diplomatico del Presidente
della Repubblica, e dall’On. Rocco Buttiglione,
impossibilitati ad essere presenti.
30 maggio 2011
L’Istituto ha ricordato il centosessantatreesimo
anniversario della battaglia di Goito (30 maggio
1848) con la deposizione di una corona d’alloro al
Pantheon alla tomba del Re Vittorio Emanuele II e
con una conferenza dal titolo: “A me le Guardie,
per l’onore di Casa Savoia”.
Il titolo della conferenza ricorda il grido di battaglia di Vittorio Emanuele, allora Duca di Savoia,
rivolto ai suoi Granatieri, che sotto la sua guida
capovolsero le sorti della battaglia. In seguito
divenne il motto del 1° Reggimento Granatieri di
Sardegna, oggi ridotto ad “A me le Guardie” per la
consueta damnatio memoriae in base alla quale si
vuole cancellare tutto ciò che riguardi Casa Savoia
e le sue glorie.
La conferenza è stata tenuta dal conte dott.
Gustavo Mola di Nomaglio e dalla Guardia d’Onore
Gen. Ernesto Bonelli, già comandante del 2°
Reggimento Granatieri di Sardegna, alla presenza
di S. A. R. il Principe Emanuele Filiberto di Savoia.
Hanno assistito alla conferenza, alla cui organizzazione hanno collaborato l’Associazione dei
Piemontesi a Roma, di cui è segretario il dott.
Mario Chianale, e il Centro Studi Piemontesi di
Torino, di cui è direttore la dr.ssa Albina Malerba,
circa ottanta persone, fra le quali il Principe don
Maurizio Gonzaga, marchese del Vodice, la
Principessa Luciana Hassan dell’Afghanistan, il
Principe don Luigi Boncompagni Ludovisi, Sua
Beatitudine Mikhailo, Patriarca della Chiesa
Ortodossa Autocefala del Montenegro, il presidente
dell’Istituto, capitano di vascello (ris.) Ugo d’Atri,
il Generale Nicola Canarile, con una rappresentan-
26
Hotel de la Minerva, 30 maggio 2011
za dell’Associazione Nazionale Granatieri di
Sardegna, il conte de Vecchi di Val Cismon, il consultore nob. avv. Alfonso Marini Dettina, la dr.ssa
Clelia Antonelli e il dr. Armando Pietroni, membri
del collegio dei revisori dei conti, l’avv. Giovanni
Tomaino, membro della commissione di disciplina,
gli ispettori Massimo da Cepparello, nob. dr.
Antonino Lazzarino de Lorenzo e nob. Agostino
Mattoli, il conte Tournon, il delegato provinciale di
Roma, Ten. Col. pil. Paolo Caruso.
2 giugno 2011
Alla tradizionale parata militare ai Fori Imperiali
ha preso parte il nostro Istituto. Con il labaro,
decorato con quarantuno Medaglie d’Oro al Valor
Militare, le Guardie d’Onore bersagliere dott.
Stefano di Martino, consultore dell’Istituto, capita-
Gianicolo, 2 giugno 2011
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
vascello (ris.) d’Atri, i membri della commissione
di disciplina, avv. Morganti e avv. Tomaino, i revisori dei conti dott. Pietroni e dr.ssa Antonelli, gli
ispettori per l’Abruzzo dott. Mechi e da Cepparello,
le principesse Luciana e Mahera Hassan
dell’Afghanistan, il delegato provinciale di Roma,
Ten. Col. Caruso, il Ten. Col. A. M. Cipriani, il Col.
A. Cardinale, l’avv. Ranzini, il nob. dott. Giuseppe
Marini Dettina, i conti Niccolini.
Pantheon, 4 giugno 2011
no dei Granatieri di Sardegna Antonio Covino e
lanciere Alessandro Ortenzi.
Nel centoventinovesimo anniversario della morte
del Generale Giuseppe Garibaldi, la pronipote
Guardia d’Onore dott.ssa Anita, presidente della
Fondazione Giuseppe Garibaldi e dell’Associazione
Nazionale Giuseppe Garibaldi, ed il comandante
d’Atri, presidente dell’Istituto, hanno deposto una
corona d’alloro al monumento all’Eroe, al
Gianicolo, dove è sepolta la moglie Anita. Erano
presenti le Guardie d’Onore Ten. Col. Piccitto,
delegato provinciale di Ragusa, ing. Piazzini,
sigg.ri Deiana e Garofalo.
4 giugno 2011
Per la guardia d’onore solenne al Pantheon erano
presenti: Bilotti, Buonfiglio, Carella, Caruso (delegato di Roma), Coltellacci (della delegazione di
Frosinone), Deiana, De Nino (della delegazione di
Messina), Imerito, Lamonea (della delegazione di
Vicenza), Mastrosanti (cerimoniere della delegazione di Roma), Micheli (della delegazione di
Perugia), Riu (della delegazione di La Spezia),
Rocchi, Savarese, Spada (della delegazione di
Brescia), Venditti.
7 giugno 2011
La prima domenica di giugno, nel Regno d’Italia si
festeggiava la concessione dello Statuto Albertino,
avvenuta il 4 marzo 1848.
L’evento è stato ricordato nel corso di una riunione
conviviale tenuta alla Casa dell’Aviatore – Circolo
Ufficiali dell’Aeronautica, nella Sala Balbo.
Erano presenti cinquantanove Guardie d’Onore,
fra le quali il presidente dell’Istituto, capitano di
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
13 giugno 2011
Una Santa Messa è stata officiata nella Cappella
del Pantheon in memoria dei dodici giovani
monarchici caduti nel giugno 1946 a Napoli, in via
Medina, e del conte dr. Piero Pergoli Campanelli,
Guardia d’Onore, scomparso nel giugno 1946.
La Santa Messa è stata celebrata da mons.
Micheletti, arciprete della Basilica di Santa Maria
ad Martyres (Pantheon) alla presenza dei familiari
del conte Pergoli Campanelli e di circa venti
Guardie d’Onore, fra le quali il presidente
dell’Istituto, comandante d’Atri, il consultore nob.
avv. A. Marini Dettina, il delegato provinciale di
Roma, Ten. Col. pil. Caruso, il gen. CC Filipponi, il
dott. Rutili, l’avv. Gagliani Caputo.
24 giugno 2011
Su richiesta di questo Istituto, il Comune di Roma
ha organizzato nella Sala della Protomoteca del
Campidoglio una commemorazione della figura del
Re Vittorio Emanuele II nel contesto delle celebrazioni del centocinquantesimo anniversario della
formazione dello Stato italiano unitario.
Dopo il saluto del vice-sindaco, sen. Cutrufo, intervenuto in sostituzione del sindaco, on. Alemanno,
del presidente dell’Istituto, capitano di vascello
Protomoteca del Campidoglio, 24 giugno 2011
27
Protomoteca del Campidoglio, 24 giugno 2011
(ris.) d’Atri e dell’on. Quarzo, consigliere comunale di maggioranza, sono seguite le relazioni dei
prof. Neri (Università di Bari: “Vittorio Emanuele
II: il Re e il soldato nell’Europa delle grandi potenze”), Antonio Maria Bellizzi (Università di Firenze:
“Vittorio Emanuele II e la sua azione nel processo
di unificazione dell’Italia”), Ciro Romano
(Università di Napoli e Università di Turku,
Finlandia: “Il ruolo della dinastia e della
Monarchia sabauda nella costruzione dello Stato
nazionale italiano”), Stefano Emanuele Monti
Bragadin (Università di Genova: “Vittorio
Emanuele II: realismo e ardimento”), Riccardo
Scarpa (Università di Roma Tre: “Il Padre della
Patria”); un intervento è stato tenuto anche dal
prof. Duvina, presidente della Consulta dei
Senatori del Regno e ispettore dell’Istituto.
Circa duecento o qualcosa di più le persone presenti, fra le quali S. A. R. la Principessa Soraya
dell’Afghanistan, il Principe Maurizio Gonzaga, il
Gen. C. d’A. Buscemi, presidente di Assoarma, il
Gen. Magnani, presidente dell’Istituto del Nastro
Azzurro, Sergio Boschiero, segretario dell’Unione
Monarchica Italiana, il Col. Gentili, Comandante
del Comando Carabinieri Antifalsificazione
Monetaria, il Col. D’Inzeo, campione olimpico, il
Ten. Col. pil. s. p. e. Caruso, delegato provinciale
Roma, il Ten. Col. s. p. e. Di Marco, un ufficiale
superiore in rappresentanza del Comando
Regionale del Lazio della Guardia di Finanza, il
Gen. Basile, delegato di Trieste dell’Istituto e presidente della Federazione Grigioverde, l’Amm. I. F.
Rossi, l’Amm. Tamantini, il Capitano di Vascello
Guinzio, il Gen. Canarile, il col. Cardinale, il dott.
28
Chianale, segretario dell’Associazione Piemontesi a
Roma, il nob. dott. Mattoli, il capitano di vascello
Rosati, la dott.ssa Magliocco, l’ing. Giglio, l’avv.
Panariti, il dott. Vaccari, il dott. Tarelli, il dott.
Rutili, il conte e la contessa Niccolini, i conti
Giuseppe, Silvana, Alfonso e Domenico Marini
Dettina, il dott. De Pasquale, l’avv. Tomaino, l’avv.
Di Giorgio, l’avv. Pazzaglia, la dott.ssa Viscio, il
capitano di vascello Famà, la dr.ssa Antonelli, il
dott. Quadrani, il delegato di Viterbo, prof. Petri,
di Asti, comm. Triberti, di Cosenza, dott. Bacci, di
Benevento, prof. Mongillo, di Terni, cap. De
Angelis, di Frosinone, Marco Pasin, di Pescara,
m.llo Cipollone, di Bari, cav. Abbattista, l’avv.
Gadaleta, l’arch. Garavaglia, il comm. Barbarino,
il Gen. dott. Emanuele, l’avv. Gagliani Caputo, il
col. Cellini, il dott. Massimo Rossi, la dott.ssa Calò,
l’Amm. Marini, la C.ssa Teodorani, l’Avv. Vinci.
Un ringraziamento doveroso al dott. Pietroni, che
ha tenuto i collegamenti con il Comune di Roma.
VENEZIA
Lo scorso 22 maggio si sono svolte al circolo ufficiali le elezioni del delegato provinciale, a seguito
delle dimissioni del geom. Antonio C. Romanelli; è
risultato eletto il sig. Gennaro Belladonna di
Chioggia.
Il circolo di storia patria "Mafalda di Savoia" di
Chioggia prosegue con alacrità la sua breve attività
culturale tanto che ormai si può ben dire che si è
guadagnato degli indiscussi meriti riconosciutigli
dagli altri circoli. Superata la fase d'avvio con un
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
oculato rodaggio, la Direzione, guidata validamente dal presidente Gennaro Belladonna,ha saputo
proseguire il percorso programmato con maggior
fluidità, riuscendo anche ad elevare culturalmente
le tematiche proposte nelle varie conviviali.
Molte alla nascita del circolo erano le insidie dell'insuccesso, tra queste l'indifferenza informatica
della città ma soprattutto l'arditezza del programma: la storia patria. Negli ambienti culturali italiani dopo il '68 si è parlato di "morte della patria",
fatto ritenuto allora ormai consolidato.
In realtà quell'opinione era dovuta all'abitudine
tipica di generalizzare i dati delle statistiche dove
bastava avere appena superato il 50% che il dato
di maggioranza diventava anche dato di totalità.
L'esperienza di questi circoli ha smentito tutto
questo facendo emergere invece l'alto senso d'amor
patrio che molta gente ancora conserva e che di
fronte a proposte culturali di questo tipo manifesta
spontaneamente il suo interesse. Il problema se mai
è quello di sapersi rivolgere ai giovani in modo
attuale e convincente.
Le conviviali del circolo sono state scelte badando
all'alto interesse storico degli argomenti e all'omogeneità degli stessi onde fornire ai convenuti nozioni storiche che nella diversità e complessità dei
temi potessero essere anche un "continuum" di itinerario ideologico. I vari oratori sono stati tutti di
alto profilo culturale e ad essi è stato tributato il
dovuto meritato plauso.
Variegati ed appassionanti sono stati gli ultimi temi
trattati. In un rapido "excursus" ricordiamo la
figura del patriota Alberto Cavalletto tracciata dal
dott. Giulio de Rénoche con una vibrante e sentita
rimembranza dell'eroe padovano, resa vivida da
una "verve" chiaramente affabulante dell'esperto
oratore. Grande curiosità e fascino ha ottenuto il
tema della casa reale giapponese magistralmente
svolto dalla prof.ssa Yasuko Ichihara che ha svelato meandri ignoti di realtà istituzionali assai lontane e diverse dalle nostre.
Assai piacevole ed erudito è stato il saggio del noto
giornalista dott. Giovanni Lugaresi sui principi
morali e sui valori ideali del famosissimo scrittore
Giovannino Guareschi inseriti dall'oratore nel
binomio "fede e libertà".
C'è anche stato un dovuto spazio alla pietà storica,
sublimata nello straordinario memoriale del "giusto" Giorgio Perlasca, dettagliatamente ed efficace-
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
mente narrato dal figlio Franco che ha saputo garbatamente magnificare il racconto della coraggiosa
ed intraprendente attività del padre per la salvezza
di migliaia di ebrei ungheresi.
L'ultimo incontro ha avuto per scenario la splendida villa Giustiniani a Vanzo (PD). L'ospitalità cordiale ed accomodante del conte e della contessa
Giustiniani ha saputo creare per i molti circoli
veneti convenuti un'atmosfera di palpabile serenità
e di gioviale cameratismo, immersi in uno splendido parco ornato di aprichi fiori e di vetusti alberi
dal fogliame di diverse varietà di verde, pregio produttivo dell'estro creativo dello stesso conte ospite.
Le richieste di aggregazione sono il palese testimone del successo dell'incontro. Un cordiale arrivederci a dopo la pausa estiva.
ASSOCIAZIONE
AMICI DELMONTENEGRO
L'Associazione "Amici del Montenegro - O. N. L.
U. S.", il 27 e 28 Maggio 2011, a Messina, in collaborazione con il Vicariato degli "Ordini Dinastici
di Casa Savoia" (OO. DD. C. S.) e la locale
Delegazione dell'"Istituto Nazionale per la Guardia
d'Onore alle Reali Tombe del Pantheon" (I. N. G.
O. RR. TT. P.) e con il patrocinio del Presidente
della Regione Siciliana, del Presidente della
Provincia Regionale di Messina, del Sindaco del
Comune di Messina, ha inaugurato in questa città
il proprio Coordinamento Provinciale.
Con la costituzione di questo Coordinamento,
l'Associazione intende mantenere vivo il ricordo della
Regina d'Italia Elena di Savoia, già Principessa del
Montenegro, riportando l'attenzione sul suo modello
di vita: si è grati a Lei per essere stata figlia, sposa,
madre e Regina esemplare, piena d'interesse per gli
altri e dall'animo aperto ai problemi altrui. Fu proprio a Messina, in seguito all'intensa opera assistenziale da Lei svolta a favore della popolazione colpita
dal terremoto del 1908, che emersero le Sue più belle
qualità e si stabilì, fra Lei e il Popolo italiano, un
legame che continuò nel tempo; Messina divenne per
la Regina Elena la città più amata d'Italia.
Per l'inaugurazione del Coordinamento Provinciale
di Messina, l'Associazione ha invitato l'Ambasciatore
del Montenegro in Italia, S. E. Vojin Vlahović, il
Metropolita della Chiesa Ortodossa Autocefala del
29
Montenegro e Vescovo di Cetinje, Sua Beatitudine
Mihailo, e Padre Franco Olla, responsabile per
l'Eparchia della Chiesa Ortodossa del Montenegro
in Italia.
Alla manifestazione hanno preso parte le
Delegazioni Provinciali dell'I. N. G. O. RR. TT. P.
di: Agrigento, Caltanissetta, Catania, Enna,
Siracusa.
Il programma è stato curato dal Coordinatore
Provinciale di Messina dell'Associazione, Cav.
Matteo Santoro, coadiuvato dal Comitato organizzativo composto da membri del Vicariato di
Messina degli OO. DD. C. S., della Delegazione di
Messina dell'I. N. G. O. RR. TT. P., affiliata ad
Assocral Europa, e da alcuni Soci del
Coordinamento Provinciale dell'Associazione
Amici del Montenegro. La manifestazione, articolata
in due giornate, è iniziata nella mattinata di venerdì
27 Maggio, con l'arrivo a Messina del gruppo proveniente da Roma, composto da S. B. Mihailo e Padre
Olla, accompagnato dalla consorte sig.ra Maria
Sebastianelli, Consigliera della Chiesa Ortodossa del
Montenegro, dai rappresentanti dell'Associazione
"Amici del Montenegro - O. N. L. U. S.": il
Presidente, dr. Roberto Iacovoni, il Segretario
Generale, sig.ra Maria Coculo Satta, il consigliere
Marco Romano e il Socio Riccardo Satta; insieme a S.
B. Mihailo, il sig. Stevo Vucinić, Direttore di una rete
televisiva privata del Montenegro.
Alle ore 14.10 l'Ambasciatore Vlahović è giunto all'aeroporto di Catania, accolto dal Segretario Generale e
dal Coordinatore Provinciale dell'Associazione e dal
dott. Antonello La Fauci; insieme facevano rientro a
Messina alle 15.45.
Alle ore 17.30 i partecipanti si sono ritrovati a Largo
Seggiola, dove è avvenuta la deposizione di un omaggio floreale al Monumento dedicato a S.M. la Regina
Elena di Savoia; frontalmente al Monumento erano
schierate la Bandiera dell'Associazione Amici del
Montenegro e le Bandiere delle Delegazioni delle
Guardie d'Onore della Sicilia; presente l'Ispettore per
la Sicilia dell'I. N. G. O. RR. TT. P., Stefano Milazzo
Savoca, un folto gruppo di Guardie d'Onore e molti
cittadini.
Dopo la breve e toccante cerimonia, l'Ambasciatore e
Sua Beatitudine si sono soffermati a lungo ad ammirare il monumento, in particolare le scene bronzee
poste intorno alla sua base, che mostrano la Regina
30
Elena tra i fanciulli e nell'atto di estrarre un piccolo
terremotato da sotto le macerie del sisma del 1908, e
dalle quali si deduce l'immenso e amorevole servizio
prestato dalla Sovrana ai feriti in quel tragico evento.
S. E. Vlahović e S. B. Mihailo, che hanno dimostrato
di avere già una conoscenza storica di quanto fatto
dalla nostra Regina nella città di Messina, sono
apparsi commossi nel vedere direttamente i luoghi e
nel constatare l'intenso amore che la Città nutre
ancora oggi per la loro Principessa, divenuta Regina
d'Italia e madre degli Italiani dopo il matrimonio col
futuro Re Vittorio Emanuele III, e dichiarata dalla
Chiesa Cattolica "Serva di Dio".
Successivamente tutti i presenti si sono recati nella
Chiesa dell'Archimandridato del SS. Salvatore dove,
alle ore 18.30, è stata officiata la Santa Messa
Solenne in onore della Regina Elena di Savoia.
La funzione religiosa si è chiusa con le note dell'Inno
del Montenegro.
Infine, il Cav. Matteo Santoro, -Vicario degli OO. DD.
C. S. -, dopo aver letto il messaggio di S. A. R., il
Principe Vittorio Emanuele, ha consegnato i diplomi
di conferimento a Cavaliere al Merito Civile al dott.
Antonino De Francesco, di Cavaliere Ufficiale al dott.
Ignazio Siracusa, al Dott. Santino Smedile e al dott.
Silvano Villanti; sono stati promossi Cavaliere
Ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro il
prof. Guido Bellinghieri, lo stesso Cav. Santoro, Miro
Tavani e Don Vincenzo Castiglione, al quale è stata
conferita anche la carica di Cappellano dell'Ordine.
Alle ore 21.00, nel Ristorante "La Feluca", dell'Hotel
"Paradis", è seguita la Cena di Gala in onore di S. E.
l'Ambasciatore Vojin Vlahović.
All'ingresso in Sala delle Autorità è stato suonato
l'Inno del Montenegro, seguito dall'Inno d'Italia.
Durante la serata, il Coordinatore Santoro e il Cav.
Uff. Smetile hanno consegnato all'Ambasciatore
Vlahović e a S. B. Mihailo una targa ricordo e dei libri
di carattere storico-culturale sulla città di Messina,
mentre a Padre Olla e al Presidente Iacovoni hanno
donato il Crest della città; quindi, coadiuvati dalla
prof.ssa Nicoletta Stracuzzi, hanno consegnato gli attestati di merito a quanti hanno offerto, gratuitamente e
con profondo spirito d'abnegazione, la propria collaborazione per l'organizzazione dell'Inaugurazione del
Coordinamento.
Il Segretario Generale sig.ra Coculo Satta, a nome
dell'Associazione, ha donato due quadri raffiguranti i
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
Sovrani del Montenegro: Re Nikola I e la Regina
Mylena, al Coordinatore Provinciale Santoro; lo stesso dono e stato fatto al Delegato I. N. G. O. RR. TT.
P. di Caltanissetta per essere consegnato al Sindaco
della cittadina di "Milena", così chiamata a partire
dal 1933, in omaggio alla Regina Mylena, madre
della Regina Elena.
Il Presidente dell'Associazione dr. Iacovoni, il
Segretario Generale Coculo Satta e il Consigliere
Romano, hanno consegnato le tessere e il distintivo
dell'Associazione ai neo Iscritti, con l'augurio di un
sereno cammino nell'opera che l'Associazione svolge, e a tutti i presenti hanno donato due cartoline:
una con l'immagine della Regina Elena, in abito
"Regale", e l'altra recante una delle ultime foto
scattate alla Regina, con a fianco la preghiera per
la Sua beatificazione; inoltre è stato distribuito il
testo dell'Inno del Montenegro in lingua montenegrina e italiana.
Infine, Padre Olla, a nome della Chiesa Ortodossa
del Montenegro, ha donato alle Autorità un prezioso
volume sulla Sardegna.
Nella seconda giornata della manifestazione - sabato
28 Maggio - alle ore 10.00, nel Salone della Camera
di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di
Messina, l'Ambasciatore Vojin Vlahović ha incontrato
le Associazioni Imprenditoriali e Professionali di categoria della Provincia.
Dopo l'introduzione del Coordinatore Provinciale
Santoro, la prof.ssa Stracuzzi ha presentato le
Autorità intervenute ed illustrato brevemente il
curriculum di S.E. Vlahović.
Ha preso quindi la parola il Prefetto di Messina, dott.
Francesco Alecci, che ha salutato l'Ambasciatore,
ringraziando il Governo Montenegrino per questa
opportunità offerta alla Città di Messina, rilevando
l'importanza di avviare un dialogo con gli Stati emergenti dell'area balcanica ed ha espresso il suo com-
piacimento per l'inaugurazione del Coordinamento
Provinciale dell'Associazione "Amici del Montenegro
- O. N. L. U. S." nella sua città.
S. E. Vlahović, dopo aver ricambiato il caloroso
saluto ed aver espresso la sua riconoscenza al
Prefetto per l'accoglienza, si è rivolto ai convenuti
ringraziandoli per la presenza e per le dimostrazioni di amicizia e di stima ricevute; ha, quindi, esposto la situazione socio-politico-sindacale della sua
Nazione, proponendo un'interessante offerta per le
imprese di Messina e Provincia in Montenegro, un
Paese da cinque anni indipendente, in una situazione politico-economica stabile, protagonista di
un importante processo di sviluppo economico che
ne ha fatto il territorio ideale per investire. Infine,
ha dichiarato che il Montenegro ha già attirato
diversi investitori stranieri; adesso aspetta gli
imprenditori italiani e siciliani.
All'incontro sono stati presenti, oltre S. B. Mihailo,
Padre Olla e la delegazione dell'Associazione Amici
del Montenegro, i rappresentanti della Confindustria
e della Camera di Commercio di Messina, degli OO.
DD. C. S., dell'"Ordine Equestre del Santo Sepolcro
di Gerusalemme"; presenti inoltre le Delegazioni
dell'I. N. G. O. RR. TT. P. di Catania, di Enna, di
Caltanissetta e di Lentini.
La conferenza si è conclusa nello studio del
Presidente della Camera di Commercio, dott.
Vittorio Messina, con un colloquio privato tra
l'Ambasciatore Vlahović e i numerosi rappresentanti delle Associazioni di Categoria.
A tutti gli intervenuti il Coordinamento Provinciale
dell'Associazione Amici del Montenegro ha donato
un'originale e significativa brochure ideata e realizzata dal sig. Silvio Felici.
Con il buffet offerto dalla Camera di Commercio, si
è conclusa la manifestazione per l'inaugurazione
del Coordinamento Provinciale di Messina.
W
VERDI
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
31
PROSSIMI
EVENTI
DOMENICA 4 SETTEMBRE 2011
Pallenzona di Avolasca (AL), cerimonia al Tempio
del Ricordo dedicato alla Madonna del Bersagliere,
dove si trova il quadro della Santa Caterina da
Siena dedicato alla Principessa Mafalda di Savoia
DOMENICA 4 SETTEMBRE 2011
Vicoforte di Mondovì (CN), ore 11:00, nell’ambito
dei 150 anni dell’Unità d’Italia presso l’omonimo
Santuario, luogo di sepoltura del duca Carlo
Emanuele I di Savoia, sarà celebrata la SS. MM.
alla quale parteciperanno autorità civili, militari e
religiose della Provincia di Cuneo, vi saranno un
picchetto d’onore del 2° Reggimento Alpini di
Cuneo al comando del Col. Massimo Biagini, una
rappresentanza dei Cavalieri dell’Ordine Equestre
del Santo Sepolcro di Gerusalemme, una rappresentanza della delegazione di Cuneo dei Granatieri
di Sardegna. La cerimonia sarà celebrata dal
Vescovo di Mondovì Mons. Luciano Pacomio e/o
dal Rettore del Santuario Don Bartolomeo Bessone.
Al termine della cerimonia, sarà servito un pranzo
conviviale nell’adiacente ristorante “Casa Montis
Regalis”, del settecentesco Monastero. Il programma
si svolgerà come segue: ore 10:00 alzabandiera presso la statua del Duca Carlo Emanuele I di Savoia, nel
piazzale antistante il Santuario; ore 10:30 deposizione dei fiori alla tomba del Duca Carlo Emanuele
I di Savoia, sita all’interno del Santuario, precisamente nella cappella di San Benedetto; ore 11:00 SS.
MM. celebrata dal Vescovo di Mondovì Mons.
Luciano Pacomio e/o dal Rettore del Santuario Don
Bartolomeo Bessone; di seguito, pranzo conviviale
nell’adiacente ristorante “Casa Montis Regalis”, dell’antico Monastero, pranzo tipico piemontese della
somma di € 28,00. Sarà un gradito piacere avere un
considerevole numero di Guardie d’Onore; si prega di
dare la conferma della partecipazione entro il giorno
10 agosto p.v. sia alla cerimonia che al successivo
pranzo, ad una delle Guardie d’Onore: BRUNO cav.
Pietro cell. 3355753608; AVANZINI cav. Stefano
cell. 3313643224; PANO Andrea cell. 3313644923
32
SABATO 10 SETTEMBRE 2011
Pieve Vergonte (VB), Centro Culturale M. Massari,
ore 20.45, conferenza “Reale Arma dei
Carabinieri”. Relatore dott.ssa Enrica Magnani
Bosio
VENERDÌ 16 SETTEMBRE 2011
Cereseto Monferrato (AL), Monferrato Resort, fraz.
Cascine Franchi, ore 19.30, Gran Galà del
Risorgimento Italiano organizzato da Maria Enrica
Magnani Bosio: “L’Italia s’è desta…viva V. E. R. D.
I.”, poesia e musica per festeggiare i 150 anni del
Regno d’Italia. Seguirà, alle ore 21, cena sabauda
con menu “regale”. Abito scuro. Costo 70 euro. Per
le prenotazioni, da effettuarsi entro il 18 maggio,
rivolgersi a Carmine Passalacqua al numero
338/8757442
SABATO 17 SETTEMBRE 2011
Torgiano (PG), resort “Le tre vaselle”, tè danzante
con la Società di Danza Ottocentesca di Ancona
Domenica 18 settembre 2011
Pescocostanzo (AQ), X^ Giornata Nazionale
Mauriziana
MARTEDÌ 20 SETTEMBRE 2011
Alessandria, Sala Giunta del Municipio, ore 18, in
occasione dell’anniversario della Breccia di Porta
Pia, conferenza del dott. Alberto Di Maria: “Pio IX
e l’Unità d’Italia” in collaborazione con l’Istituto
del Risorgimento di Alessandria e l’Associazione
Nazionale Bersaglieri di Alessandria. Seguirà un
convivio serale
VENERDÌ 23 SETTEMBRE 2011
Novara, 150° ANNIVERSARIO DELL’UNITA’ D’ITALIA, 17 MARZO 1861-4 NOVEMBRE 1918. In
collaborazione con: Ordini Dinastici della Reale Casa
di Savoia Delegazione Piemonte, Associazione
Cultura Sport e Spettacolo “TASONIS”, ISTITUTO
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
DEL NASTRO AZZURRO, ASSOCIAZIONE Amici
del Parco della Battaglia Gruppo Storico
Risorgimentale 23 Marzo 1849. Con il Patrocinio di:
Città di Trieste, Comune di Borgolavezzaro (NO),
Comune di Recetto (NO), Comune di Romentino
(NO), Comune di Vespolate (NO), Comune di
Villarboit (VC), Comune di Bascapè (PV).
Programma: Ore 15,00 – 16,00 Visita guidata presso la sala di Abdicazione di Sua Maestà Sarda Carlo
Alberto di Savoia-Carignano (PALAZZO BELLINI
sede Banca Popolare di Novara), Visita presso il
Museo Risorgimentale di Via Greppi, 11; Ore 17,00
conferenza presso il Convitto Nazionale Carlo
Alberto “Aula Magna” (Baluardo Partigiani, 6) 1 –
Battaglia della Bicocca – 23 marzo 1849, Prima
Guerra d’Indipendenza, relatore Dr. PAOLO CIRRI;
2 – Processo dell’Unità d’Italia attraverso la Storia di
Casa Savoia e del Regio Esercito, relatore Dr. STEFANO TOSI Presidente dell’Associazione “N del
Novarese”
SABATO 24 SETTEMBRE 2011
Novara, 150° ANNIVERSARIO DELL’UNITA’ D’ITALIA, 17 MARZO 1861-4 NOVEMBRE 1918. In
collaborazione con: Ordini Dinastici della Reale
Casa di Savoia Delegazione Piemonte, Associazione
Cultura Sport e Spettacolo “TASONIS”, ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO, ASSOCIAZIONE
Amici del Parco della Battaglia Gruppo Storico
Risorgimentale 23 Marzo 1849. Con il Patrocinio
di: Città di Trieste, Comune di Borgolavezzaro
(NO), Comune di Recetto (NO), Comune di
Romentino (NO), Comune di Vespolate (NO),
Comune di Villarboit (VC), Comune di Bascapè
(PV). Programma: Ore 15,00 Ritrovo al monumento ai caduti di tutte le guerre (Viale IV
Novembre) deposizione corona d’alloro, arrivo in
Piazza Martiri deposizione Corona d’Alloro al
Padre della Patria S.M. Vittorio Emanuele II
(Piazza Martiri), deposizione corona d’alloro al
monumento di Sua Maestà Carlo Emanuele III di
Savoia, Re di Sardegna. (Piazza Puccini) a memoria della riforma che igienizzò la Città di Novara,
arrivo preso la Basilica di SAN GAUDENZIO
Tempio Civico; Ore 15,45 Santa Messa in Suffragio
a Sua Maestà Vittorio Emanuele II Re d’Italia
(PADRE DELLA PATRIA) e di tutti i Caduti che
contribuirono alla Costruzione e alla Rinascita
della Patria. Celebrante: Can. Prof. don Mario
Perotti (Prefetto del Capitolo dei Canonici del
Duomo). Concelebranti: Mons. Can. Cav. Uff. Gian
Luca Gonzino (Cappellano della Polizia di Stato –
Questura di Vercelli), Arciprete don Cav. Gian
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
Paolo Civillini, don Cav. Uff. Simone Rolandi, don
Cav. Augusto Piccoli, don Carlo Brivio, don Luigi
Murru, don Elio Grosso, don Gian Mario Isacco,
don Cristiano Formaggio, don Fabrizio Messina
Cicchetti. Organista: Maestro Luca Di Donato. Al
termine della funzione visita dello Scurolo contenente le reliquie di San Gaudenzio. Presenzieranno
alla cerimonia il Presidente Nazionale dell’Istituto
Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe
del Pantheon Cap. di Vasc. Dr. Cav. Gr. Uff. Ugo
d’Atri, l’Ispettore per l’Italia Meridionale Avv. Cav.
Angelo Gadaleta, l’Ispettore Nazionale Giovanile
Dr. Cav. Federico Pizzi, il Delegato per il Piemonte
degli Ordini Dinastici della Reale Casa di Savoia
Cav. Gr. Cr. Carlo Buffa dei conti di Perrero.
Addetto al Cerimoniale: Dr. Cav. Alberto Di Maria.
ALLA FINE DELLA CERIMONIA SI TERRA’ IL
RINFRESCO PRESSO L’ALBERGO ITALIA Via
Generale Paolo Solaroli, 8/10 Novara
SABATO 24 SETTEMBRE 2011
Caltanissetta, ore 18.30, convegno sui "150 anni
del Regno d'Italia" presso la Sala convegni della
Reggia Moncada. Inaugurazione del Quadro, dono
della Delegazione Nissena, al Teatro Comunale
Regina Margherita e alla città di Caltanissetta
DOMENICA 25 SETTEMBRE 2011
Granze (PD), agriturismo “Le Bove” della N. D.
Emanuela Rusconi Camerini, consorte del Socio
Luciano Caffagni, ore 10,00, conferenza della G.
d’O. Dott. Giulio de Renoche sul tema: “Ugo
Foscolo: il poeta, il politico, il combattente”. Per
raggiungere la località: lungo la SS Monselice
–Rovigo, al semaforo di Solesino girare a destra
(venendo da Monselice) e, dopo la chiesa, voltare a
sinistra in via Sotto Prà, proseguendo poi in via
Servellon dove dopo il sottopasso, al civico n° 1, vi
sarà l’incontro (per eventuali difficoltà, telefonare
al cell. 340 7898869). Alle ore 13,00 pranzo nel
vicino Agriturismo “La Calendula” (euro 20,00) e
successiva sosta pomeridiana in amicizia presso i
cortesi Ospiti Caffagni-Rusconi Camerini.
Prenotazioni entro lunedì 19 settembre
VENERDÌ 7 OTTOBRE 2011
Roma, convegno nel 440° anniversario della
battaglia di Lepanto, organizzato unitamente alla
Fondazione Lepanto. Relazioni del b.ne prof.
Roberto De Mattei, del prof. Massimo de
Leonardis, della prof.ssa Maria Grazia Siliato e
dell’Ammiraglio prof. Ezio Ferrante; introduzione
a cura del capitano di vascello Ugo d’Atri
33
SABATO 8 OTTOBRE 2011
Pieve Vergonte (VB), Centro Culturale M. Massari,
ore 20.45, conferenza “Garibaldi e Cavour, protagonisti del Risorgimento italiano”. Relatore cap.
vasc. (ris.) Ugo d’Atri, presidente dell’Istituto
SABATO 15 OTTOBRE 2011
Mentana (RM), Passeggiata a cavallo nei luoghi
storici del Risorgimento. Programma: ore 10 arrivo
dei Cavalieri in prossimità del sito della memoria
legato al Museo Garibaldino di Mentana, deposizione di un omaggio floreale, indirizzi di saluto
delle Autorità intervenute; ore 11 svolgimento di
relazioni, in apposito sito del Museo, sul tema del
Risorgimento in generale e sulla componente
monarchica nel movimento garibaldino; ore 12
conclusione dell'evento
DOMENICA 16 OTTOBRE 2011
Caltanissetta, ore 11, Santa Messa in suffragio dei
caduti di tutte le guerre. Pranzo. Alle ore 16.30
deposizione di una corona d'alloro al monumento
al Re Vittorio Emanuele II (Padre della Patria)
presso il giardino pubblico a Villa Amedeo e al
monumento ai caduti in viale Regina Margherita
MARTEDÌ 18 OTTOBRE 2011
Bologna, cena di gala a chiusura delle manifestazioni per i 150 anni del Regno d’Italia; ospite
d’onore il Principe Emanuele Filiberto di Savoia
VENERDÌ 21 OTTOBRE 2011
Castello di Monselice (PD), ingresso euro 5,00
oppure gratuito, ore 16.30, visita organizzata dalla
delegazione provinciale. Luogo di estremo interesse
per l’assetto medioevale, accompagnati da
Riccardo Ghidotti, Presidente della locale
Associazione Amici dei Musei. Alle ore 20,00 cena
sociale al Circolo Ufficiali (euro 20,00).
Prenotazioni entro sabato 15 ottobre, precisando la
partecipazione ad una o ad ambedue le attività
DOMENICA 6 NOVEMBRE 2011
Pieve Vergonte (VB), commemorazione del 4
novembre, chiusura delle celebrazioni per il 150°
anno dall’unità d’Italia e inaugurazione della lapide commemorativa in onore del Padre della Patria
Vittorio Emanuele II e intitolazione della via
“Unità d’Italia”
34
DOMENICA 20 NOVEMBRE 2011
Alcamo (TP), ore 18.00, chiesa parrocchiale del
Convento di Santa Maria, nella giornata di Cristo
Re sarà celebrata una Messa in suffragio della
Serva di Dio, Sua Maestà la Regina Elena. La funzione religiosa sarà presieduta da padre Stefano
Smedile, cappellano provinciale di Trapani delle
Guardie d'Onore
DOMENICA 11 DICEMBRE 2011
Ristorante “Piroga”, Via Euganea n° 48,
Selvazzano Dentro (PD) (inizio Strada dei Colli,
dopo Tencarola), ore 12,30 pranzo di Natale (euro
30,00). Prenotazioni entro lunedì 5 dicembre. Si
partecipi come sempre in gran numero, anche per
procedere ai rinnovi delle iscrizioni per il 2012
DOMENICA 20 NOVEMBRE 2011
Alessandria, chiesa di San Rocco, ore 11, Santa
Messa in ricordo del Re Umberto II e di tutti i
Caduti per la Patria. Seguirà un pranzo sociale
DOMENICA 20 NOVEMBRE 2011
Roma, Circolo Rex, conferenza del presidente
dell’Istituto, cap. vasc. (ris.) Ugo d’Atri, dal titolo:
“Monarchici 2011”
DOMENICA 27 NOVEMBRE 2011
Caltanissetta, ore 18, Santa Messa presso la parrocchia di San Marco in ricordo della Serva di Dio
Sua Maestà la Regina Elena. Presentazione delle
nuove Guardie, conviviale presso un noto locale
cittadino
LUNEDÌ 28 NOVEMBRE 2011
Roma, Pantheon, ore 17, Messa in suffragio di S.
M. la Regina Elena
SABATO 17 DICEMBRE 2011
Caltanissetta, ore 20, scambio degli auguri e concerto di Natale
SABATO 17 DICEMBRE 2011
Roma, Casa dell'Aviatore, cena e serata di gala a
conclusione dei festeggiamenti
MERCOLEDÌ 28 DICEMBRE 2011
Roma, Pantheon, ore 17, Messa in suffragio di S.
M. il Re Vittorio Emanuele III
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
QUOTE
SOCIALI
AMMISSIONE .............................................................50 Euro (senza fascia e cravatta/foulard)
.....................................................................................100 Euro (con fascia e cravatta/foulard)
RINNOVI ANNUALI ...................................................30 Euro
I versamenti possono essere eseguiti sul
C.C.P. 59325001: INTESTATO A ISTITUTO NAZIONALE PER LA GUARDIA D’ONORE ALLE REALI
TOMBE DEL PANTHEON
Preghiamo inoltre i sig.ri soci di prendere nota delle nuove coordinate bancarie dell’Istituto:
numero conto: 000000092139
IBAN (coordinate bancarie internazionali) IT84R 05390 03201 000000092139
BIC: ARBAIT 33042
Banca Etruria, via Uffici del Vicario n° 45/48, 00186 Roma, tel 06/69768340
NOTE LIETE
Le Guardie d’Onore di Molfetta (BA) avv. Angelo
Gadaleta, ispettore per l’Italia Meridionale ed il
dott. Sergio Ragno, membro della commissione
toponomastica, hanno ottenuto dall’amministrazione comunale l’intitolazione di una strada
della città a S. A. R. la Principessa Mafalda di
Savoia.
È nato il 24 maggio S. A. R. il Principe Amedeo di
Savoia, secondogenito delle LL. AA. RR. i Principi
Aimone ed Olga di Savoia, Duchi delle Puglie. Il
primogenito è S. A. R. il Principe Umberto di
Savoia, nato il 7 marzo 2009.
La Guardia d’Onore Emidio Calvaresi è stato elet-
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
to presidente della sezione di San Ginesio (MC)
“Vice-brigadiere
Glorio
Della
Vecchia”
dell’Associazione Nazionale Carabinieri.
L’on. Riccardo Garosci, ispettore per l’Italia
Settentrionale, è stato inserito dal Ministro della
Cultura nel Comitato Nazionale per le celebrazioni
del bicentenario della nascita del Conte di Cavour,
i cui eventi sono stati posticipati di un anno per
farli coincidere con quelli organizzati nell’ambito
del 150° anniversario dell’unità d’Italia.
La Guardia d’Onore Angelo Bergamini, pittore, ha
dipinto una serie di soggetti paesaggistici e monumentali, italiani e brasiliani, utilizzati come
immagini nei francobolli delle poste brasiliane.
35
0RE DI
SERVIZIO
ORE DI SERVIZIO 2010. AGGIUNTE E RETTIFICHE
AOSTA
Piffari 2
BIELLA
Bona 6
6, Sirabella 16
MESSINA
De Nino 35, Prestipino 10
BRINDISI
Carrieri 15
MILANO
Barbieri 4, Di Maria 16, Di Martino 8, Finizio 2,
Foletto 12, Grancagnolo 4, Grosso 4, Longo 9,
Maffioli Torriani 6, Mastroianni 14, Micheli 2,
Paltrinieri 10, Pierato 27, Pizzi 6, Staino 12,
Zappa 2
CAGLIARI
Saba M. T. 15
MONZA-BRIANZA
Cazzaniga 4, Gentili 4
CATANIA
Bonaccorsi 21, Tranchida 20, Arangio 9, Valore
36, Sportelli 9, Schinocca 23, Russo 7, Rapisarda
14, Nunziata 8, Novara 7, Meula 8, Lapis M. 7,
La Delfa 7, Guarino 7, Bugliari 11, Campanella
4, Caruso S. 22, Castronovo 6, Consolante 6, Di
Stefano 9, Grasso Raciti 12
PALERMO
Marcianò 6, Cravotta 6
BOLOGNA
Pulito 6
CATANZARO
Palaja G. 2
COSENZA
Cianci 10
CROTONE
Costa 18
FOGGIA
delli Carri 13
ISERNIA
Cimino 7, Spallone 7, Maio 7, Di Ielzi 7, Orrino L. 7
PERUGIA
Micheli Vincenti 35
ROMA
Garofalo 35, Savarese 77
RIETI
Locci 17
SONDRIO
Alessi 2, Giana 2,
TORINO
Novo 32
VARESE
Bartoli Petroni 6
VENEZIA
Zolli 1
LIVORNO
Rossi 6, Schiavone 6, Rosi 5, Ciampoli 6, Moncini
Totale (vds. nr. 3/2011 della rivista): ore 5166
36
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
NECROLOGI
ARCURI Gioacchino – Palermo – iscritto n° 14195
dal 23 gennaio 1998
TARALLO Raffaele – Portici (NA) – iscritto n°
9590 dal 1° gennaio 1977
BELARDINELLI Massimo – Roma – iscritto n°
18182 dal 2 febbraio 2004
AL NOSTRO CARISSIMO AMICO GIORDANO
MANENTI
BIAGINI Paolo – Orvieto (TR) – iscritto n° 15253
dal 10 novembre 1999
Quando muore qualcuno, se ne parla sempre bene,
a volte con parole banali e non sentite.
E allora è difficile capire se la persona che è morta
meritava davvero parole di elogio oppure no.
Nel caso di Giordano, credo che il dolore che ha
lasciato in tutti coloro che lo hanno conosciuto sia
forte, sincero.
Credo che tutti abbiamo provato lo stesso dolore,
benché nelle settimane precedenti avessimo capito
come sarebbe andata a finire.
Abbiamo grandi rimpianti.
Il primo perché Giordano se ne è andato troppo
giovane, non aveva neanche 60 anni, li avrebbe
compiuti a giugno.
Il secondo perché è stato in mezzo a Noi, Noi
Monarchici per troppo poco tempo.
È entrato nelle Guardie D'Onore a gennaio di due
anni fa.
In così poco tempo è diventato Delegato di Varese
per il Nostro Istituto, Vicario degli Ordini Dinastici
per la stessa Provincia, membro della Consulta dei
Senatori del Regno.
Se si è riuscito in così poco tempo, dei motivi ci saranno.
Era un uomo di valore, intelligente, esperto, saggio.
Ma aveva anche una qualità purtroppo sempre più
rara, la generosità.
In un mondo come il nostro, spesso dilaniato da
rivalità tanto più stupide quanto più futili, la Sua
acuta bonarietà, la Sua capacità di vedere al di là,
facevano di lui un riferimento sicuro e prezioso.
Sappiamo che nei Suoi ultimi giorni ha sofferto
molto, e questo acquisisce il dolore nostro.
Auguriamoci di rivedere un giorno, in cielo, il Suo
sorriso e di riascoltare la Sua voce amica, di cui
siamo stati privati troppo presto.
BOTTURA Tiziano – Gonzaga (MN) – iscritto n°
19714 dal 27 settembre 2006
CALABRÒ Anna – Roma – iscritto n° 20148 dal 23
luglio 2007
CALLERI Bernardino – Torino – iscritto n° 13046
dal 17 gennaio 1995
CURTI Giuseppe – Milano – iscritto n° 14644 dal
4 dicembre 1998
IACOBUCCI Mario – Bordighera (IM) – iscritto n°
12675 dal 18 giugno 1993
LI GOBBI Alberto – Milano – iscritto n° 10375 dal
12 marzo 1984
MANENTI Giordano – Golasecca (VA) – iscritto n°
20776 dal 15 gennaio 2007
MARTINI Umberto – Padova – iscritto n° 16571
dal 31 luglio 2001
MELE Aldo – Napoli – iscritto n° 13514 dal 23
maggio 1990
NACHER SALTARA Maurizio – Montesicuro (AN)
– iscritto n° 9685 dal 15 ottobre 1978
PRENNA Francesco – Taranto – iscritto n° 18150
dal 30 gennaio 2004
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
37
CULTURA
LA PRINCIPESSA CLOTILDE,
UN’EROINA DEL RISORGIMENTO
di Carlo Bindolini
E’certo un caso fortuito del destino se in questo
anno 2011 nel quale si celebra il 150° anniversario
della proclamazione del Regno d’Italia, denominato erroneamente come centocinquantesimo dell’unità nazionale, ricorre anche il centenario della
scomparsa di una delle più luminose figure femminili del nostro Risorgimento, ahimè dimenticata dai
mass media: la Principessa Clotilde di Savoia. La
possiamo definire senza ombra di dubbio un’autentica eroina del Risorgimento, perché con il suo
sacrificio personale, acconsentendo a sposare il
Principe Gerolamo Bonaparte, ha di fatto portato
un contributo alla causa nazionale in modo certamente non inferiore alle più conclamate e ricordate “donne del nostro Risorgimento”, da Cristina
Trivulzio Belgioioso ad Anita Garibaldi, da Clara
Maffei alla Contessa di Castiglione.
Figlia primogenita dell’allora Principe Ereditario
Vittorio Emanuele di Savoia e della Principessa
Maria Adelaide d’Asburgo Lorena, Clotilde venne
alla luce il 2 marzo 1843 ed ebbe per padrino e per
madrina gli augusti nonni, Re Carlo Alberto e la
Regina Maria Teresa. Alla bambina vennero dati i
nomi di Clotilde Maria Teresa Luigia. La scelta del
nome di Clotilde, che significa “valorosa guerriera”, fu fortemente voluta dalla nonna madrina di
battesimo che voleva così rendere omaggio alla
Venerabile Maria Clotilde di Borbone che aveva
sposato Re Carlo Emanuele IV di Savoia.
Bionda ed esile, la Principessa Clotilde crebbe
seguita dalle amorevole cure della madre e della
nonna nel clima austero e severo che caratterizzava la corte dei Savoia, ma la sua giovinezza fu presto funestata dalla perdita prematura della madre,
la Regina Maria Adelaide, che morì il 20 gennaio
1855 dando alla luce il suo ottavo figlio quando
Clotilde aveva solo dodici anni; fu una perdita irre-
38
parabile per lei che si trovò improvvisamente orfana di madre ed essendo la primogenita in un certo
modo doveva essere di esempio ai fratellini ed alla
sorellina: Umberto, nato nel 1844, Amedeo nato
nel 1845, Oddone nato nel 1846 e Maria Pia nata
nel 1847.
La prematura perdita della madre e della nonna, a
breve distanza, determinò in Clotilde un grande
vuoto affettivo che certamente ne influenzò il
carattere, facendola maturare molto presto ma rendendola nel contempo sensibile all’affetto delle
persone che le erano vicine, in particolar modo le
sue dame di compagnia.
Clotilde, che era la figlia preferita di Re Vittorio
Emanuele II e che era affettuosamente chiamata in
famiglia con il nomignolo di Kekina, in gioventù si
dimostrò dedita alle pratiche religiose ed alle opere
assistenziali e caritatevoli nella migliore tradizione
delle principesse di Casa Savoia, ma amava anche
cavalcare, ed in questo era simile al padre, amava
gli animali e prediligeva trascorrere con la famiglia
le vacanze estive nel castello di Casotto, tra fitti
boschi e nell’aria di campagna.
Il nome del Principe Gerolamo Napoleone, l’uomo
destinato come marito per Clotilde, comparve
molto prima della celebrazione del matrimonio
nella corrispondenza privata di eminenti personaggi che contribuirono in svariata misura all’unità
d’Italia. Il Principe era figlio di uno dei fratelli di
Napoleone, l’ultimo, Gerolamo, l’ex Re di
Westfalia, e della Principessa Caterina del
Wuttemberg ed era chiamato con il nomignolo di
Plon Plon, che gli rimase per tutta la vita.
Già nel 1852 Luigi Farini scriveva al Conte di
Cavour sollecitandolo ad incontrare a Londra il
Principe Napoleone che stava acquistando un’influenza che sarebbe potuta ritornare utile e foriera
di ulteriori sviluppi. Ma fu solo verso la fine del
1856 che Napoleone III decise di muovere i primi
passi diplomatici presso la Corte di Torino, attraverso Alessandro Bixio, fratello di Nino e segretario
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
del Principe Napoleone. La questione del possibile
matrimonio tra la giovanissima Principessa
Clotilde ed il Principe Gerolamo, influente cugino
dell’Imperatore dei francesi riemerse verso la metà
di maggio del 1858 e fu oggetto di corrispondenza
tra il Conte di Cavour ed il dottor Conneau, medico e confidente dell’Imperatore Napoleone III. La
venuta in Italia del dottor Conneau fu foriera del successivo ed arcinoto convegno di Plombières, località
termale dei Vosgi dove s’incontrarono segretamente il
Conte di Cavour e l’Imperatore Napoleone III e dove
vennero gettate le basi per l’alleanza franco-piemontese che porterà all’intervento militare di Napoleone
III a fianco dell’armata sarda contro l’Austria nella
Seconda Guerra d’Indipendenza Nazionale. Uno
degli argomenti trattati a Plombières fu proprio quello del matrimonio tra la Principessa Clotilde ed il
Principe Gerolamo Napoleone, fortemente voluto
dall’Imperatore Napoleone III.
Se a Plombières, il conte di Cavour non s’impegnò
sulla delicata questione, perché sapeva che Re
Vittorio Emanuele II provava forte ripugnanza a sposare la figlia a causa della sua giovane età, al ritorno
a Torino stese una relazione al Re nella quale fece
chiaramente capire l’importanza che quel matrimonio assumeva nell’alleanza franco-piemontese.
Re Vittorio Emanuele si trovava in una situazione
particolarmente difficile; da un lato, come padre
affettuoso, non voleva forzare in alcun modo la
scelta della figlia, dall’altro, come Re, aveva intuito quale fosse la posta in gioco.
Si recò appositamente al castello di Casotto ed ebbe
un colloquio franco e leale con la figlia che si concluse con la celebre frase: “E ora a te sola decidere;
per non influire per nulla sulla tua decisione, io me
ne vado; partirò domani per la caccia al camoscio;
aggiustatela tu con Cavour.”
Cavour, da abile diplomatico e statista qual’era,
non tralasciò alcun mezzo per cercare di convincere la Principessa dell’importanza politica di quella
sua decisione.
Clotilde, in un primo tempo sbigottita ed atterrita dalla proposta che le era stata fatta, non esitò
a manifestare all’inizio la sua contrarietà a quel
matrimonio, non tanto per la grande differenza
d’età tra lei, quindicenne, ed il Principe
Gerolamo già trentasettenne, ma per la fama di
quest’ultimo tutt’altro che lusinghiera sul piano
morale. Lei così taciturna e riservata si lasciò
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
sfuggire a malapena questa frase:
“Non è che il Principe mi sia poco simpatico per
le sue qualità fisiche: non le conosco. Sono le sue
qualità morali che mi spaventano, perché quelle
le conosco a puntino. Ne sono informata minutamente.”
Fu alcuni giorni dopo, durante una passeggiata
solitaria, che la Principessa ebbe come un’ispirazione: quella di accettare il matrimonio con il
Principe Gerolamo Napoleone per compiere presso
di lui e presso tutta la sua famiglia una santa missione di bene. Dichiarò più tardi la Principessa:
“Passeggiando nel parco di Racconigi mi venne
questa ispirazione. Dunque niente violenza, niente
sacrificio; l’ho sposato, il Principe, perché l’ho
voluto.” E successivamente disse al Re suo padre
che se la persona del Principe non le fosse stata
proprio ripugnante, era decisa a sposarlo ed
aggiunse la celebre frase: “Andrò anch’io a brillare
alla Corte di Francia, per quanto mi sia poco simpatica.”
Il 17 gennaio 1859 il Principe Gerolamo Napoleone
giunse a Torino e s’incontrò con la futura sposa
che, soggiogata dal tatto e dalla finezza del futuro
sposo, abile e consumato conquistatore di cuori
femminili, dette il suo consenso alle nozze. Il matrimonio fu celebrato il 30 gennaio successivo nel
Duomo di San Giovanni in Torino.
Subito dopo gli sposi partirono per Genova, che
raggiunsero in serata, la mattina seguente s’imbarcarono sulla nave “Regina Ortensia” alla volta
della Francia. L’accoglienza francese non fu entusiasmante, perché l’opinione pubblica era conscia
del fatto che la nuova Principessa italiana portava
anche la guerra. L’incontro con l’Imperatrice
Eugenia fu altrettanto glaciale perché alla proposta
di Eugenia rivolta a Clotilde di esimersi dal ricevimento dei funzionari, giudicato troppo faticoso
dall’Imperatrice per la giovane sposa, Clotilde, in
un impeto di orgoglio, rispose freddamente:
“Voi dimenticate, signora, che io sono nata alla
Corte e a certe funzioni mi sono abituata sin dall’infanzia”.
Migliore fu invece l’approccio con l’Imperatore
Napoleone III, che parve a Clotilde fine e spirituale.
Uguale simpatia le ispirò anche il suocero, l’ex Re
Gerolamo, un vecchio pieno di distinzione e di cortesia.
I primi anni di matrimonio furono i più sereni per
la coppia principesca. Fin dall’inizio il Principe
39
Napoleone aveva creduto di poter formare secondo
il proprio talento l’intelletto ed il cuore della sua
giovanissima sposa e riteneva che, data la giovane
età, egli avrebbe avuto tutto il tempo per educarla
a suo piacere, secondo le proprie teorie ed i propri
gusti. Malgrado le sue aspettative, il Principe
dovette constatare che, fin dai primi mesi di convivenza, la giovane Principessa se si dimostrava
remissiva nelle cose di poca entità, ma era inflessibile in quelle sostanziali.
Nel luglio del 1862 venne alla luce il primo figlio,
che fu chiamato Vittorio; nell’autunno successivo
Clotilde e Napoleone fecero un viaggio a Torino per
le nozze di Maria Pia con il Re Luigi del Portogallo
e Clotilde fu molto felice di poter riabbracciare suo
padre, i suoi fratelli e le sue amiche più care. Nel
1864 nacque il secondogenito Luigi, ma la dissonanza tra gli animi dei due coniugi aumentava
sempre di più fino a trovarsi in completa antitesi di
pensiero.
I due Principi soggiornavano spesso in Svizzera, a
Prangins, ma sovente risiedevano in due abitazioni
vicine ed il Principe Napoleone aveva ripreso la sua
condotta libertina, mentre Clotilde taceva ma soffriva profondamente nel suo cuore.
Verso la fine del 1865 Clotilde si recò una settimana a Genova dal fratello Oddone sofferente e le cui
condizioni di salute si erano aggravate. Morì il 22
gennaio dell’anno successivo, non ancora ventenne,
dando alla Principessa un grande dolore.
Alla fine del 1866 Clotilde dette alla luce una
figlia, alla quale venne dato il nome di Letizia.
Nell’aprile del 1867 la Principessa partecipò al
matrimonio del fratello Umberto con la cugina
Margherita, figlia del Duca di Genova.
Dopo lo scoppio della guerra franco prussiana del
1870 Napoleone III inviò il cugino in Italia per
chiedere aiuto al suocero Re Vittorio Emanuele II e
così il Principe Napoleone partì per Firenze. Nei
giorni immediatamente precedenti alla sconfitta
francese a Sedan ed alla conseguente cattura dello
stesso Imperatore Napoleone III, alle Tuileries
erano rimaste l’Imperatrice Eugenia, reggente, e la
Principessa Clotilde.
Re Vittorio Emanuele, d’accordo con il genero,
inviò a Parigi il marchese Spinola con l’incarico di
riportare in Italia Clotilde ed i nipoti per sottrarli
ad eventuali pericoli causati dalla sommossa parigina contro il Secondo Impero ormai alla fine, ma
40
Clotilde rifiutò di lasciare la capitale e scrisse una
nobile lettera al Re suo padre dove diceva tra l’altro: “…nulla mi farà mancare al mio dovere…non
sono una Principessa di Casa Savoia per niente!..”
Solo dopo l’annuncio della proclamazione della
repubblica e la conseguente fortunosa partenza in
extremis dell’Imperatrice Eugenia, che sfuggì solo
per poco all’ira della folla inferocita, anche
Clotilde, decise di partire. Trascorse la sua ultima
notte parigina all’Ambasciata d’Italia ed il giorno
successivo, dopo avere ascoltato come d’abitudine
la Santa Messa, salì su una carrozza con i servitori
in livrea ed i cristalli abbassati. Quando le fecero
osservare che era più prudente alzarli per timore
dei disordini che imperversavano nelle vie, la
Principessa fieramente rispose: “No, Savoia e
paura non si sono incontrate mai.”
Quindi partì con il treno verso l’Italia. All’ultima
stazione in territorio francese i macchinisti chiesero di poterle dare in nome della Francia il loro ultimo addio e fu solo allora che la Principessa scoppiò
in lacrime.
Giunta in Italia incontrò suo marito furioso per il
fatto che fosse rimasta così a lungo nella capitale,
disobbedendo al suo ordine di partire prima.
Napoleone si era adirato anche per l’atto di devozione e di solidarietà che la moglie aveva compiuto
nei confronti dell’Impero e dell’Imperatrice
Eugenia. Il Principe infatti era sempre stato in
disaccordo con l’imperatrice ed aveva sempre
ostentato e manifestato apertamente ideali repubblicani, anticlericali e volterriani.
Clotilde e Napoleone, ormai quasi separati, trascorsero gli anni successivi principalmente a
Prangins, poi quando Napoleone decise di voler
risiedere stabilmente a Parigi per rincorrere il suo
sogno politico di ricostituzione del partito bonapartista in veste repubblicana ed anticlericale tra i due
sposi ci fu la definitiva separazione.
Come conseguenza della separazione dal marito
Clotilde dovette rinunciare ai suoi due figli maschi,
che furono affidati al padre che li collocò in un collegio di Parigi, con lei rimase solo la figlia femmina, Letizia.
Ai primi di gennaio del 1878 morì improvvisamente re Vittorio Emanuele II, ma Clotilde non fece in
tempo a rivederlo e rinunciò poi a partecipare ai
suoi solenni funerali in Roma capitale per non
urtare la suscettibilità di Papa Pio IX, al quale era
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
devota ed obbediente.
Si ritirò nel castello di Moncalieri, alle porte di
Torino, in un’ala dello stesso con una piccola corte
composta di pochi fedeli servitori. Un grave dolore
per la Principessa fu il dissidio che si consumò tra
il marito Napoleone ed il figlio primogenito
Vittorio, che venne nominato nel testamento del
figlio del defunto Imperatore Napoleone III, il
Principe Imperiale, morto nello Zoluland, quale
suo successore, scavalcando il padre Gerolamo
Napoleone a causa delle sue idee repubblicane e del
suo dissidio con l’ex Famiglia Imperiale.
Nel 1888 la figlia di Clotilde, Principessa Letizia,
sposò lo zio Amedeo Duca d’Aosta e Clotilde rimase così sola nel castello di Moncalieri. Nel giungo
dell’anno successivo, dal matrimonio nacque un
figlio maschio, il piccolo Umberto, Conte di Salemi,
ma dopo poco più di sei mesi giunse la triste notizia della morte di Amedeo per un attacco di polmonite. La Principessa Letizia, giovane vedova,
riprese la sua vita a Moncalieri, accanto alla madre,
con il suo piccolo bimbo.
Nel 1891 morì a Roma il Principe Gerolamo
Napoleone, che Clotilde vegliò negli ultimi giorni di
vita e che poco prima di morire si era riavvicinato
alla fede cristiana, abiurando le sue precedenti idee
volterriane ed anticlericali, dando così una grande
gioia alla moglie. Le sue spoglie vennero tumulate
nella cripta della basilica di Superga, poiché le
autorità francesi non acconsentirono alla sua sepoltura né a Les Invalides di Parigi, né in Corsica, sua
terra d’origine.
Un altro grave dolore per Clotilde fu la notizia del
vile assassinio del fratello Re Umberto I, avvenuta
a Monza il 29 luglio 1900.
Il 6 gennaio 1911 la Principessa Clotilde si ammalò
gravemente, tanto che le fu portato il Viatico. Da
allora le sue condizioni di salute peggiorarono lentamente ma progressivamente fino alla sua morte,
avvenuta il 25 giugno dello stesso anno alle ore
17.45, dopo una lunga agonia. Al suo capezzale si
alternarono le Principesse Letizia e Clementina,
moglie del figlio Vittorio, e le due Regine Maria Pia
e Margherita. Era vegliata dalle suore della Divina
Provvidenza.
I suoi funerali furono solenni e con grande partecipazione popolare. La sua salma da Moncalieri
venne portata a Torino alla Gran Madre di Dio e
quindi venne tumulata nella cripta della basilica di
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
Superga, accanto al marito, tra gli altri principi
sabaudi.
La Principessa Clotilde fu Terziaria Francescana
per trentanove anni, con il nome di Maria Caterina
del S. Cuore.
Il 27 aprile 1915 fu inaugurato un bellissimo
monumento a lei dedicato nella Chiesa di Santa
Maria della Scala a Moncalieri, opera dello scultore Pietro Canonica.
Ancora oggi, nel santuario di Oropa, si trova il
medaglione che venne donato nel 1859 dal Papa
Pio IX alla Principessa in occasione del suo matrimonio con il Principe Gerolamo Napoleone e che,
secondo le sue disposizioni testamentarie, venne
donato a quel Santuario e posto sulla statua della
Vergine. Il medaglione è formato da una rosa d’oro
con decorazioni a smalti rossi aventi al centro una
grande ametista.
Nel 1936 fu aperto il Processo Diocesano per la
canonizzazione della Principessa che durò tre anni.
Il Processo Apostolico a Roma si concluse nel 1948,
con l’attribuzione alla Principessa del titolo di
“Serva di Dio” e di “Venerabile”.
LE UNIFORMI MILITARI
di Luigi Mazza
L’origine delle uniformi militari, si perde nella
notte dei tempi (si pensi alle Legioni dell’Impero
Romano: Roma aveva eserciti enormi, con diversi
corpi e ognuno di essi indossava una propria tenuta ed un armamento particolare). Nell’antichità la
presenza ed il riconoscimento delle forze che componevano gli schieramenti in battaglia, erano affidate ancora alle grandi insegne che sventolavano
sul campo, recanti emblemi e colori di sovrani e di
principi; orifiamma, stendardi, bandiere e vessilli,
che indicavano con i loro colori la posizione degli
eserciti.
Ma per molto tempo l'uomo non ha avuto una tale
necessità, in quanto in principio erano sufficienti le
armi e la prestanza fisica di chi le portava, per
identificare la figura di un combattente. Con il
tempo, però, questo non soddisfaceva più determinati bisogni, venendo man mano ad essere necessario individuare i combattenti, allo scopo di avere
una visione globale della situazione in campo.
Da sempre nella chiesa i monaci, ed anche il basso
clero, hanno uniformità di abito, per motivi prati-
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ci o per devozione. I Templari adottano una completa tenuta bianca, candida, con croce rossa, simbolo di purezza nell'assoluta devozione a Dio, al
Cristo e al Suo sacrificio per l'Umanità. Ad essi
segue la militarizzazione degli Ospedalieri, i futuri
Cavalieri di Malta, che indossano al momento,
abito monacale nero e croce bianca, la fondazione
dei Fratelli dell'Ospedale di Santa Maria dei
Teutoni a Gerusalemme, i Cavalieri Teutonici che
adottano la croce nera su veste bianca. Per ciò deve
addirittura intervenire il Papa, perché i Templari
smettano di urtarsi con i Teutonici per questo.
I Templari protestano, perché molti scambiano i
Teutonici per membri dell'Ordine templare e che
quindi ogni loro azione negativa ricade sui "poveri
cavalieri di Cristo", mentre i teutonici godono della
patente di prestigio che accompagna le candide
vesti che hanno adottato i Templari. A questi si
uniscono tanti altri Ordini e Confraternite altamente gerarchizzate ed organizzate, che cercano, in
genere, la più umile uniformità, in quanto al servizio di nostro Signore Iddio, che la vanità di vesti
ricche e colorate allontana. Tutta una serie di colori negli abiti, nei mantelli, nelle croci e la loro stessa forma, consente di identificare cavalieri e sergenti, servi e preti, Gran Maestri e schiavi dei vari
ordini monastico-militari. Sono vere e proprie
uniformi, divise di Fede e di sacrificio.
Ma con le crociate la situazione cambia e si avverte la necessità di identificare bene i combattenti;
comunque si rimane sempre nel campo dell'araldica; così una croce rossa identifica i crociati inglesi,
azzurra gli italici, bianca i francesi, verde i fiamminghi. E’una distinzione solo indicativa e mutevole; in effetti, spesso i feudatari, o anche singoli
cavalieri, facevano vestire i propri armati di una
vera e propria uniforme. Questo aveva diversi
risvolti pratici: riconoscibilità, prestigio e di conseguenza potere, ma anche costi e, per questo, prestigio, in quanto indice di potere economico. Ma si
trattava di forze molto limitate.
Le uniformi nella loro concezione attuale, fecero il
loro primo apparire (pur se tale datazione a molti
studiosi sembra decisamente dubbia), attorno al
1422, con l'incoronazione di Carlo VII re di
Francia e l'evidente "uniformità" delle sue guardie
del corpo, che indossavano sulla corazza una sorta
di corsaletto o brigantina a bande verdi-rosse-bianche e pennacchi sull'elmo, nella stessa alternanza
42
di colori. Inizialmente quindi, l'interesse per le
uniformi militari si limitava soprattutto agli aspetti coreografici, quasi che si trattasse di un fenomeno retto solo da esigenze di ordine estetico.
Nella Guerra dei Trent'anni (1618-1648), l'abbigliamento dei militari dei vari eserciti in lizza, era
ancora diversificato e l'unico valido segno di riconoscimento, tra i membri di un determinato reggimento o reparto, era il colore della sciarpa da portare alla vita o sulla spalla. Una forma economica,
pratica e anche discretamente valida, per quello
che riguardava la riconoscibilità delle proprie truppe, ma assolutamente inadeguata per molti altri
versi. Comunque un notevole passo in avanti era
compiuto con l'introduzione di livree a forma di
stola, che andavano indossate su abiti civili.
Ma l'uniforme vera è propria è cosa ben diversa,
non serve solo a farsi riconoscere immediatamente.
Una uniforme vuol dire anche essere parte di
un'organizzazione e comunque, essere vestiti alla
stessa maniera, oltre ad avere molte ricadute pratiche sulle prestazioni dei soldati, anche disciplinari,
perciò non deve essere confondibile con nessun
altro abito civile. Con l'uniforme si indossa una
nuova pelle che la disciplina, spesso spietata, non
di rado abbietta ed ingiusta, rende impossibile
togliersi di dosso.
Nel 1670 Luigi XIV decide che la Francia debba
vestire le proprie truppe con un'uniforme, oltre che
le classiche guardie personali di tutti i regnanti,
affinché identificassero i reparti degli eserciti in
campo e che questi fossero caratterizzati da una
spiccata identità nazionale, che potevano manifestarsi solo attraverso le diverse uniformi indossate;
tutto ciò tendeva anche a limitare le devastazioni
provocate dai mercenari che combattevano al servizio dei vari feudatari: questi, infatti, al loro passaggio depredavano il paese in cui si trovavano,
disseminando morte e devastazione.
In realtà questi Stati sono poveri ed approssimativi
come strutture; in essi è del tutto assente il concetto di servizio del Popolo e della Nazione; prevale
l'orgoglio e la rapacità di classe ed individuale, di
monarchi, nobili e grandi mercanti.
Ma l’inizio della storia dell’uniforme militare, a
buona ragione, può essere collocata in Francia sul
finire del secolo XVII, con la duplice esigenza di
identificare gli eserciti amici e nemici, distinguendone i vari reparti ed agevolando così le manovre
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
delle proprie truppe.
Assertori di queste nuove dottrine militari, furono
strateghi e soldati passati alla storia, primi fra tutti
il grande generale sabaudo principe Eugenio di
Savoia (Parigi, 18 ottobre 1663 - Vienna, 21 aprile 1736), oltre a Raimondo Montecuccoli, il Gran
Condé, il Turenna, John Churcill 1° duca di
Marlborough, Gustavo Adolfo di Svezia ed altri.
Il re svedese Gustavo Adolfo, allo scopo di creare
un esercito ben disciplinato e regolarmente pagato,
con delle distinzioni d'immediato impatto visivo,
che non fosse temuto dai civili come una banda di
briganti, introdusse la prima uniforme militare. Poi,
nel 1670, Luigi XIV ordinò uniformi omogenee per
le parate delle sue truppe, il cui colore, materiale e
taglio dei vestiti, numero dei bottoni, insegne e guarnizioni furono prescritte con esattezza.
Dapprima l'uso dell'uniforme venne destinato ai
soli soldati semplici e, dopo qualche decennio
ancora, venne esteso anche agli ufficiali, che fino
ad allora era loro concesso di vestirsi secondo la
propria fantasia.
Nel secolo XVIII, quando furono creati nuovi tipi di
uniformi, le varie armi e i singoli reparti cominciarono a distinguersi, oltre che per l'organizzazione,
anche per l'abbigliamento, che inizialmente era
sgargiante e coreografico ed ebbe il suo picco massimo nel periodo napoleonico del 1° Impero (18041815). Il motivo per cui le uniformi erano in genere molto vistose e sgargianti, risiede nel fatto che la
polvere da sparo in uso in quell'epoca, produceva
molto fumo, per cui, dopo le prime scariche di fucileria, solo attraverso il colore delle uniformi, si
poteva riuscire ad identificare le truppe e capire
l'evolversi della battaglia.
Inoltre le belle uniformi attiravano reclute e davano prestigio al sovrano che le poneva in campo.
Certo si svilupparono delle distinzioni legate ad
alcune nazionalità: ad esempio le uniformi inglesi
avevano una preminenza di rosso, quelle francesi
di bianco negli eserciti reali, di blu in quelli rivoluzionari ed imperiali, quelle austriache di bianco,
quelle prussiane di nero, ma in ognuno di questi
eserciti, vi erano reggimenti e contingenti vestiti in
colori diversi dalla massa delle altre truppe. Ad
esempio, a lungo, il rosso è il colore dei reggimenti
mercenari svizzeri, sia al servizio dei re di Francia,
che di quello di Napoli, che veste le proprie truppe
secondo la preminenza del protettore di turno.
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
L'uniforme militare nella concezione moderna,
nasce quindi alla fine del XVII secolo con la creazione degli eserciti nazionali, costituiti per effetto
del consolidamento delle grandi monarchie negli
Stati Europei.
Nella sua concezione originaria, l’uniforme aveva
soprattutto lo scopo psicologico di “dominare” il
nemico, esagerando quegli elementi del corpo o del
portamento che hanno un significato diretto di
superiorità e creando quell’effetto psicologico esaltante in colui che le indossava e deterrente per il
nemico. Persone alte, ad esempio, incutono più
rispetto e soggezione di quelle basse; spalle larghe,
accompagnate da un girovita stretto, attribuisce al
busto un profilo a “V”; una muscolatura sviluppata, una voce bassa e profonda, un portamento eretto con lo sguardo alto, sono fattori decisivi nel trasmettere dominanza.
Specialmente le uniformi da cerimonia, presentano
una serie di accorgimenti tendenti ad enfatizzare
proprio gli aspetti corporei. L’uso dei copricapi alti,
poi, non ha solo la funzione di proteggere il militare dalle avversità atmosferiche, ma anche e soprattutto quella di aumentarne l’altezza percepita.
Copricapi alti, si trovano in eserciti appartenenti a
culture molto distanti (si pensi ai capi indiani) e
possono raggiungere altezze considerevoli. Possono
essere di pelliccia, stoffa, metallo lucente, come nei
Corazzieri e decorati con piume, come nel caso
degli Alpini e dei Bersaglieri. Per quanto riguarda
la larghezza delle spalle, notiamo l’uso di giubbe
con spalline più o meno decorative ed evidenti, a
seconda del grado. Nei casi più eclatanti, sono di
metallo con frange, mentre altre volte sono costituite da semplici imbottiture o risvolti di stoffa, su
cui sono appuntati i gradi sotto forma di galloni,
barre, stellette, torri, greche. Tutto ciò favorisce
l’impressione di spalle possenti e larghe.
Per favorire la forma a “V”, sopra la giubba c’è un
cinturone, spesso di colore bianco, di stoffa o pelle,
che stringe il girovita. I bottoni metallici e lucenti
della giubba, non procedono parallelamente, ma
sono più vicini al livello dei fianchi e divergono
progressivamente verso l’alto fino al livello delle
spalle, aumentando la percezione di busto a “V”.
Per quanto riguarda la visibilità nelle uniformi, si
può notare l’uso frequente di colori contrastanti,
come il rosso della giubba e il nero dei pantaloni
delle Guardie Reali inglesi; l’uso della sciarpa
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azzurra per gli ufficiali italiani, posta trasversalmente sul busto, l’adozione di bottoni in metallo
lucente e l’uso di ghette bianche.
La dominanza è anche trasmessa da un’elevata
ornamentazione e ciò si traduce, nelle uniformi
militari, nell’uso di mostrine e fregi, che identificano il Corpo di appartenenza e di cordoni, cordelline, placche, pendagli, dragoni ed anche nell’adozione di armi bianche, come lo spadino o la sciabola, nel caso di ufficiali e sottufficiali.
L’abbigliamento con grosse giubbe, cinturoni e
copricapi pesanti, contribuisce tra l’altro a rendere
i movimenti più rigidi e per questo più marziali.
Naturalmente queste esigenze, divengono opposte
nelle uniformi da combattimento, in cui con il progresso tecnico degli armamenti prevalgono questioni di praticità, mimetismo e leggerezza. Scopo precipuo delle tenute mimetiche, non è tanto confondere il combattente nell'ambiente, ma quanto,
invece, ingannare l'occhio di chi guarda, che non
deve riconoscere le forme reali di ciò che vede,
ignorandole del tutto o quel tanto sufficiente, affinché il milite sia in grado di sfuggire alla minaccia
nemica e possa godere del vantaggio della sorpresa
in attacco.
La guerra russo-giapponese, dimostrando l'importanza della mimetizzazione nei combattimenti terrestri, impose l'uso dei colori neutri nelle uniformi,
che da quell'epoca si cominciarono a prediligere il
colore cachi e il grigioverde. Le esperienze dei successivi conflitti hanno portato a ulteriori razionalizzazioni nel taglio e negli accessori ed hanno praticamente eliminato ogni differenza tra l'uniforme
dei soldati e quella di campagna degli ufficiali di
qualsiasi grado.
Caratteristiche essenziali dell’uniforme, sono la
foggia, la composizione e il colore, che sono definiti per ciascuna Forza Armata, da specifici regolamenti. Attraverso gli elementi caratteristici delle
uniformi, è possibile individuare il Corpo di appartenenza del militare, la sua specialità, il grado che
esso ricopre e il ruolo rivestito dal medesimo nell’ambito del proprio Corpo di appartenenza. Il suo
uso, nelle diverse tipologie e combinazioni, è regolato da appositi regolamenti, in base alle diverse
circostanze di tempo, di luogo, di stagione e di servizio da assolvere.
L'uniformologia, la scienza che studia l'origine, l'evoluzione e le caratteristiche, tanto estetiche quan-
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to tecniche delle uniformi, soprattutto di quelle
militari (il termine divisa, infatti, è considerato più
generico e non strettamente inerente all'ambito
militare) e dei suoi particolari, diviene materia di
assoluta necessità, per ufficiali e cultori di avvenimenti militari.
Oggi l’uniforme è l’elemento distintivo della condizione militare ed è definita: “l’insieme organico di
capi di vestiario, di corredo e di equipaggiamento
indossati dal militare, sia per lo svolgimento del
servizio, che al di fuori di esso”.
Questo concetto si attaglia perfettamente anche ai
Carabinieri. Infatti le caratteristiche della loro
uniforme, connesse anche con la duplicità di compiti militari e civili, oltre a rappresentare le tradizioni dell'Arma, hanno acquisito un posto di tutto
rilievo nell'immaginario collettivo e nella stessa
iconografia nazionale. L'abito turchino scuro a
falde lunghe, il cappello napoleonico con il pennacchio rosso e blu, la bandoliera e le bande scarlatte ai pantaloni, fanno ormai parte integrante del
cosiddetto paesaggio italiano e sono universalmente conosciuti per il prestigio che l'Istituzione ha
meritato in quasi duecento anni di storia.
Tra le prime significative distinzioni che si sono
mantenute nel tempo: gli alamari d'argento (ricordo che nell’araldica l'argento precede l'oro), i bottoni e le metallerie bianchi, i risvolti rossi (presenti sotto forma di bordure anche nell'attuale uniforme ordinaria), il cappello a due punte (la cosiddetta "lucerna"), le cordelline e la sciabola corta da
fanteria (daga) per i militari a piedi. Altre si
aggiungeranno sino al periodo risorgimentale,
come la fiamma, il colore distintivo rosso-blu, le
bande scarlatte ai pantaloni e la bandoliera unica,
tramandata sino a noi pressoché immutate, in
quella splendida G.U.S. (grande uniforme speciale), vanto per i militari dell'Arma e oggetto d'ammirazione agli occhi dei cittadini.
LA GALLERIA SABAUDA,
UNA COLLEZIONE,
UNA PASSIONE
Il collezionismo è una vera e propria passione che
nasce dal profondo, una passione per la storia, la
nostra storia!
Tutto è iniziato per il grande fascino che le
Uniformi Storiche dei Carabinieri Reali e dei
Corazzieri Guardie del Re hanno da sempre eserci-
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
tato su di me, non solo per il pregio delle fogge e
della fattura o per i fini ricami in filo d’argento che
ne impreziosivano i decori, o ancora per le splendide decorazioni che le adornavano, ma soprattutto
per la storia che ognuna di quelle uniformi si portava dietro. Ogni uniforme aveva un nome, un
nome e un cognome, anzi, un milite ignoto che
aveva fatto la mia, la nostra storia.
Mi bastava guardarle per respirare tradizioni, valori, disciplina, spirito di corpo, patriottismo, di
quello vero, di quello che ha fatto l’Italia. Mi bastava chiudere gli occhi per risentire suoni, crepitio di
zoccoli, ordini scanditi, tintinnio di sciabole, testimonianze di fedeltà in Onore (sì, l’Onore, quello
con la “O” maiuscola) al giuramento di fedeltà al
Re che ognuno di loro aveva fatto gridando con
convinzione e orgoglio “Giuro fedeltà al RE!”.
I cimeli storici possiedono un’anima, mentre gli
altri oggetti antichi hanno subito la storia, questi
l’hanno creata. Ricercarli con pazienza e dedizione
significa riappropriarsi del passato, salvarli dall’incuria del tempo per non dimenticarci da dove
veniamo.
Il vero collezionista non si limita a ricercare e raccogliere pezzo dopo pezzo, ma si innamora della
storia che quei cimeli ci raccontano. Collezionare
significa studiare le origini di ciò che si ricerca, così
le uniformi dei Carabinieri Reali mi hanno portato
a studiare le origini dell’Arma fondata da Vittorio
Emanuele I di Savoia, e proprio quella passione per
la storia mi ha portato a studiare a fondo le origini
di quella che è la più longeva Dinastia nella storia
del vecchio continente.
Da quel valoroso Cavaliere alla corte
dell’Imperatore Corrado II, Conte Umberto di
Biancamano, capostipite della gloriosa Dinastia,
per passare attraverso i secoli ad Amedeo VI,
Emanuele Filiberto, i Carignano con Carlo Alberto
e i suoi successori e naturalmente tanti altri valorosi e gloriosi personaggi.
La Storia studiata per aneddoti, quella piacevole
da raccontare, quella che appassiona, come gli
Ordini Cavallereschi che, oltre ad essere affascinanti da vedere e preziosi come gioielli, celano
valori d’altri tempi nelle motivazioni che hanno
portato Duchi e Re a istituirli.
L’Ordine Supremo della Santissima Annunziata
che nasce nel 1362 ad opera di Amedeo VI Duca di
Savoia che aveva lo scopo di rendere fraterno il
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
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legame tra 15 cavalieri, un legame che si basava
sull’onore e sulla lealtà, valori oggi, purtroppo,
spesso dimenticati.
E che dire dell’Ordine della Corona d’Italia istituito nel 1868 da Vittorio Emanuele II per festeggiare l’annessione di Venezia al Regno d’Italia. Ancora
una volta chiudo gli occhi e sento risuonare la
Marcia Reale, sento ovazioni al grido di Viva il Re!
Sento una Nazione unita, da un legame che va oltre
i confini naturali.
Questo è ciò che mi ha portato a collezionare con
pazienza e dedizione, pezzo dopo pezzo, uniformi,
decorazioni, oggettistica, dipinti e sculture, con
passione e sacrificio, per poter chiudere gli occhi e
far rivivere a tutti coloro che visitano le mie mostre,
Valori, Sacrifici, Glorie, Onore e Orgoglio di una
Dinastia che ha fatto la nostra Storia.
Vincenzo Panza
Presidente dell’Associazione Nazionale Carabinieri
- Sez. di Brugherio (MB)
Collezionista privato in possesso di oltre 100 pezzi
relativi ad uniformi e copricapi dei Carabinieri
Reali, Decorazioni di ordini dinastici e cavallereschi, Dipinti e Sculture raffiguranti i Reali di Casa
Savoia e ufficiali del Regio Esercito, accessori,
documenti e complementi di Casa Savoia.
Ha già prestato gratuitamente la propria collezione organizzando mostre in diverse località per far
conoscere le origini e la storia della Dinastia
Sabauda.
IL RISORGIMENTO ITALIANO,
INNO ALLA LIBERTÀ
di Michele Filipponio
Il Risorgimento dell’Italia rappresenta la primavera della nostra Storia, il risveglio, il momento in cui
la “Giovine Italia”, come Mazzini definì il nostro
Paese, andò avanti con protagonisti tutti giovani,
animati da grandi speranze. Siamo debitori verso
quei giovani se, dopo secoli di servitù, di indifferenza e di disillusioni, non abbiamo avuto reticenze, paure, freni per lottare alla conquista della
libertà.
Quel momento della nostra storia patria ha visto i
fratelli Attilio ed Emilio Bandiera scendere il vallone di Rovito per essere fucilati cantando un brano
della Donna Caritera di Mercadante. Ha visto il
baritono Garibaldi che, nella notte che precedeva
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GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
l’imbarco dei Mille, cantava arie di Donizetti, di
Verdi, di Mercadante e parlava di quella notte
come la più bella, come una notte solenne che faceva palpitare le anime generose.
Basta socchiudere gli occhi e pensare a quei palpiti, a
quelle vibrazioni romantiche, ai giovani che alimentarono una volontà di futuro, un grande disegno che
mirava all’emancipazione degli schiavi.
Mai come in quel momento storico i giovani patrioti affrontarono il pericolo per concretare il sogno di
un’Italia Unita. Questo l’obiettivo, questo il risultato a cui miravano i Mille di Garibaldi e tanti altri
Mille, centocinquant’anni orsono.
Il Risorgimento fu programma, fu pensiero e azione verso la modernizzazione politica dell’Italia.
Gaetano Salvemini preferì al termine Risorgimento
quello di Italia moderna.
La nuova Italia risiedeva nelle sue ascendenze culturali, nell’Illuminismo europeo e nel Razionalismo
filosofico. Nella scoperta della libertà come strumento di opposizione e come mezzo di cambiamento.
Se rivendichiamo queste ascendenze culturali possiamo pervenire a un giudizio equilibrato sulle
vicende italiane dal 1796 al 1870.
Prima dell’Unità l’Italia era politicamente malata,
ma, poi, l’unificazione non fu, come si diceva, una
nuova malattia. Fu una ventata di novità, di
civiltà, di autentico amore per la patria. E l’Unità
fu raggiunta in breve tempo: nel 1859 la seconda
guerra d’indipendenza, nel 1860 la Spedizione dei
Mille. La nascita dello Stato unitario è avvenuta
pochi mesi dopo l’epopea garibaldina, in
Parlamento.
L’Unità d’Italia ha avuto, nell’opinione pubblica
dell’epoca, una caratterizzazione politica, con l’affermazione della laicità dello Stato appena formato e, quindi, con la fine del potere temporale della
chiesa, nel 1870.
Grande fu l’amore per l’Italia che animava gli
uomini del nostro Risorgimento. Profondo il loro
dolore nel vederla sprofondata in miseria e arretratezza, divisa in tanti piccoli stati retti da sovrani
dispotici. Essi sognavano una nuova Italia, unita e
forte, in cui i cittadini godessero di libertà politica
e di benessere economico; sognavano un’Italia
degna di stare a fianco degli altri Paesi europei.
Non sempre i patrioti italiani erano concordi su ciò
che volevano ottenere e su come dovevano agire,
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
ma tutti erano uniti da un grande amore per la loro
terra e da una decisa volontà di lottare per essa.
Furono quest’amore e questa volontà che fecero sì
che, centocinquant’anni fa, l’Italia finalmente
risorgesse unita e libera.
In effetti il rifiuto della Chiesa di riconoscere il
nuovo Stato e la negazione dell’Italia Unita da
parte del brigantaggio meridionale, per quanto
siano stati eventi gravemente distruttivi, non riuscirono a sradicare le ragioni per cui si era raggiunta l’unificazione dell’Italia.
“Ci sono popoli che hanno tratto forza di rinnovamento dalla nausea di se stessi, cioè del loro passato”. Questa frase si potrebbe attribuire al nichilismo di Nietzsche, invece è di Croce e risale al 1924.
Forse Croce voleva riferirsi al disgusto di molti
Italiani verso il ventennio napoleonico, ossia verso
la Restaurazione.
Nei suoi “Ricordi” Massimo D’Azeglio evidenzia,
però, che l’influenza napoleonica in Italia aveva
fatto trionfare quei sani princìpi che sono il paradigma infrangibile di un popolo civile. Così la nausea esprime positività, vale a dire quel nucleo prezioso di ideali che ha segnato la differenziazione da
sistemi di governo anacronistici e grotteschi.
Ritornando a Nietzsche ci piace citare una sua frase
che è in linea con i giudizi di D’Azeglio e di Croce:
“Quando un popolo è politicamente malato di solito ringiovanisce se stesso e ritrova alla fine lo spirito che aveva lentamente perduto per riscoprire e
conservare la sua potenza. La civiltà deve le sue più
alte conquiste proprio alle epoche di debolezza
politica”.
Il tema intorno all’Italia contemporanea, alla sua
Storia e alle sue radici è stato sempre oggetto di
discussione, ma oggi, più che mai, riveste particolare interesse, forse anche per reagire alle posizioni
di indifferenza e di revisione storiografica. Tuttavia
la vitalità di una Storia che ci appartiene costituisce un potente antidoto a qualsiasi rifiuto.
Il Risorgimento italiano è presente in tutti gli aspetti della vita, nella letteratura, nell’arte, nella cultura tout court. In quel periodo della nostra Storia
tanti studiosi concorsero a dare un nuovo volto,
una nuova fisionomia, un nuovo destino al nostro
Paese.
Gli Italiani attendono sempre una storia del
Risorgimento sostenuta dal “senno del poi”, una
Storia che non sia elogio o requisitoria, ma ci pre-
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senti l’Italia come parte di un tutto, una Storia di
vari secoli di vita italiana quanti sono necessari per
capire che cosa è stato e che cosa non è stato il
Risorgimento.
LUCI ED OMBRE SUL PAESAGGIO
SOCIALE ED AMBIENTALE
DELLA TERRA APUANA E
MARGHERITA DI SAVOIA
REGINA D'ITALIA
di Alessandro Ambrosini
Dice l'insigne storico e geografo carrarese Emanuele Repetti (1776-1852) nel suo primo libro
"Sopra l'alpe apuana":
"Se vi ha paese in Italia degno di richiamare l'attenzione dei naturalisti, uno di questi è senza dubbio il
territorio dell’alpe apuana ... a quest’alpe, geologicamente parlando, servono da ogni lato di limiti tre
fiumi, cioè il Serchio, che sbocca nel Mediterraneo, il
Lucido confluente nella Magra, l’istessa Magra ed il
mare, di cui essa è tributaria...".
Il sommo poeta così descrive nel canto XX
dell'Inferno, versi 49-54:
"Aronta è quel ch'al ventre li s'atterga
che nei monti di Luni, dove ronca
lo carrarese che di sotto alberga,
ebbe tra bianchi marmi la spelonca
per sua dimora; onde a guardare le stelle
e 'l mar non li era la veduta tronca”.
[Aronta è Arens l'indovino etrusco
che predisse la vittoria di Cesare]
Nella zona delle apuane mare e monti si alternano,
si inseguono e si integrano in scenari mutevoli e
Maestosi. È sempre presente il contrasto tra dolci e
serene visioni e l'impervia e dura "caina" dantesca.
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Nel territorio di Massa e Carrara mare e monti si
associano ad un clima eccezionalmente temperato,
essendo chiuso ai venti nordici dalla catena delle
alpi apuane ed aperto alle brezze mediterranee.
Sulle bellezze ed insieme sulle asprezze del paesaggio hanno scritto o dedicato versi, oltre a Dante,
Petrarca, Boccaccio, Montaigne, il Principe di
Metternich, Alberti, Carducci, Pascoli, D'Annunzio
e tanti altri ancora. Per il Principe di Metternich
Massa è la Nizza della Toscana, la terra che non
gela mai e dove l'arancio vegeta rigoglioso.
Allorquando giunge il momento di scegliere una
località per la costruzione di una villa per la Regina
Margherita di Savoia, necessitando ella di particolari cure, l'apposita commissione medica indica tra
le migliori per paesaggio e clima Massa e
Bordighera. Un ufficiale sanitario membro della
commissione riferisce che il clima della provincia
apuana è costantemente buono, freschissimo nell'estate a causa dell'esuberanza della vegetazione e
dei numerosi corsi d'acqua e per le brezze montane. Anche d'inverno si beneficia di un clima veramente di riviera, temperato e dolce, tanto che la
costa è ricca di aranci, ulivi, palme e fiorita anche
a gennaio. Lo stesso ufficiale medico continua poi
osservando che da talune colline (Santa Lucia,
Bergiola, San Carlo) si presenta uno spettacolo talvolta superiore a quello che si gusta dal Vomero
guardando Napoli.
Ritornando alla questione sulla scelta finale per la
residenza della Regina, questa cade sulla ben nota
cittadina ligure di Bordighera solo per ragioni di
carattere politico e di sicurezza (dove la Regina
Margherita si spegne nel 1926).
Ecco affiorare le ombre e l'asprezza del paesaggio
nelle espressioni sociali delle persone che lo vivono
e lo animano: i contrasti, le luci e le ombre si inseguono in un moto dinamico per poi integrarsi.
Forse il duro lavoro che la pietra richiede ed anche
la non felice amministrazione, condotta quasi sempre con metodi duri, dalla molto limitata borghesia
locale fondatasi sulle alterne fortune del marmo,
rendono l'Apuania terra fertile agli insegnamenti
del Mazzini prima e del Bakunin poi. L'incremento
dell'anarchismo ed i fatti sociali incresciosi ad esso
collegati destano vere e fondate preoccupazioni, ma
non possiamo per questo oscurare completamente
le luci, dimenticare i tanti valorosi combattenti
della lunigiana e della terra apuana che accorrono
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
nel 1859 dietro l'appello del Re Vittorio Emanuele
II per realizzare il sogno della nuova Italia.
PALAZZO CIVICO DI ASTI
di Giovanni Triberti
L’edificio costruito accanto alla chiesa Insigne
Collegiata di San Secondo fu donato alla città l’8
luglio 1558 dal Duca Emanuele Filiberto di Savoia.
Nella sala consiliare è visibile sulla parete centrale
il ritratto del Duca e la data di donazione. Il palazzo era stato costruito alla metà del duecento secondo il modello dei Broletti Lombardi - pianterreno a
portici aperti e un unico ampio locale al piano
superiore - ed era stato poi profondamente modificato nel quattrocento. Fu poi trasformato nelle
forme barocche oggi visibili tra il 1726 e il 1730 su
progetto del Conte Arch. Benedetto Alfieri (1700 –
1767) all’epoca consigliere comunale e poi sindaco.
Nel 1817 fu completata la facciata con la costruzione dell’altana e nel 1867 si realizzò la manica
nord. La decorazione dello scalone è opera dell’astigiano Ottavio Baussano. I quattro ritratti del soffitto raffigurano l’Arch. Conte Benedetto Alfieri, il
commediografo Giangiorgio Alione, l’ebanista
Giuseppe Maria Bonzanigo e l’Ing. matematico
Alberto Castigliano, grandi personaggi della cultura astigiana.
Nel salone di rappresentanza sulla volta è raffigurato il “Trionfo degli Astigiani” di Paolo Arri. Nella
saletta rossa, si segnalano “Assuero e Ester”, dipinto di Pascale Oddone, artista cuneese del cinquecento, e “mose” fa scaturire l’acqua dalla Rupe
opera del genovese Gioachino Assereto.
Nell’atrio d’ingresso si conserva il sestario, la Pietra
di paragone per le misure lineari e per quelle dei
mattoni e dei coppi in uso sul mercato astigiano
fino al settecento.
I sindaci che nel corso del tempo hanno occupato il
Palazzo Civico, sede del Comune, sono sempre stati
riconoscenti verso la figura del Duca Emanuele
Filiberto di Savoia, come si evince dai trattati storici
conservati negli archivi comunali della città di Asti.
Attualmente è sindaco il Prof. On. Giorgio Galvagno,
persona seria, professionale e capace, uno dei migliori sindaci che la città abbia avuto, il quale da sempre dimostra molto rispetto e disponibilità nei confronti della Delegazione di Asti delle Guardie d’onore alle Reali Tombe al Pantheon e del suo delegato Comm. Giovanni Triberti.
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
Su richiesta della Delegazione, negli anni, ha inviato a Roma al Pantheon il labaro del comune con gli
alfieri in alta uniforme alla manifestazione annuale e con consiglieri o assessori con fascia da sindaco , così come per le altre manifestazioni organizzate dalle Guardie di Asti.
Un ringraziamento particolare ai consiglieri comunali Meda Maurizio e Ingrasci Franco, Guardie
d’Onore di Asti, per aver sempre presenziato in
rappresentanza del Sindaco On. Giorgio Galvagno
ad ogni evento organizzato dal delegato Comm.
Giovanni Triberti. La città di Asti è una tra le città
d’Italia con più monumenti, vie e piazze intitolati
ai personaggi di Casa Savoia.
LA REPUBBLICA ROMANA
(9 FEBBRAIO - 4 LUGLIO 1949):
“Una breve esperienza di libertà”
di Rocco Cassandri
Tra qualche mese ed in un mare di polemiche, partiranno le commemorazioni del 150° anniversario
dell’Unità di Italia.
L’unita della nazione italiana ha rappresentato
all’epoca, il momento culminante di quel processo
di lotta e cambiamento politico e sociale che attraversò per molti decenni tutto il territorio della penisola, divisa in tanti stati diversamente governati.
Al di là di ogni connotazione politica e dietrologica, il periodo della repubblica romana del ’49 ha
rappresentato sicuramente una delle più belle pagine di storia italica, scritta congiuntamente dalla
“meglio gioventù” all’epoca arrivata a Roma da
ogni parte d’Italia e dell’Europa e dal “popolo
sovrano romano”.
Anche se il periodo della neonata repubblica è stato
brevissimo, di solo circa 5 mesi (9 febbraio 4
luglio), tanti sono stati i cambiamenti messi in
essere e che hanno modificato drasticamente la vita
sociale nei territori delle 4 regioni pontificie (Lazio,
Umbria, Marche e Romagna) in cui ha governato.
L’abolizione della pena di morte, il suffragio universale anche se esteso solo agli elettori maschi,
sono alcuni degli esempi di quanta lungimiranza
era stata messa nel governo della “cosa pubblica”
dal triunvirato.
In pochi mesi tutta l’amministrazione pubblica fu
ristrutturata, si batté nuova moneta, si emisero
obbligazioni ed addirittura ci si occupò di decretare che il fiume Po fosse dichiarato fiume naziona-
49
le probabilmente i triumviri avranno avuto un
momento di preveggenza anche se mai avrebbero
pensato che, nel secolo successivo, qualcuno lo
avrebbe scelto, in contrapposizione, come simbolo
di secessione dell’Italia invece unita.
La Repubblica Romana ovviamente era figlia della
grande rivoluzione italiana ed europea del ’48,
quando insurrezioni locali portarono in ogni dove
la richiesta di nuove leggi e statuti attraverso i
quali il popolo potesse meglio partecipare al governo della propria nazione.
La cronologia degli eventi che portarono alla
Repubblica Romana è nota:
• il 14 marzo del ’48 Pio IX, sollecitato dalle manifestazioni di piazza e dai circoli popolari emana
lo “ Statuto fondamentale pel governo temporale
degli Stati di santa Chiesa”.
• marzo/aprile il generale Durando con le truppe
pontificie parte per partecipare alla 1a guerra
d’indipendenza a fianco dei piemontesi anche se
ufficialmente, come richiesto dal Papa, solo per
presidiare i confini dello Stato.
• 16 settembre ’48 Pellegrino Rossi viene chiamato
dal Papa a guidare il nuovo governo.
• 15 novembre ’48 Pellegrino Rossi viene ucciso
mentre entra nella cancelleria.
• 24 novembre ’48 Pio IX accompagnandosi alla
famiglia del conte Spaur ambasciatore di Baviera
presso la santa sede, fugge a Gaeta ove chiede
asilo a Ferdinando II di Borbone.
L’abbandono di Roma da parte del Papa, fa precipitare gli eventi nella direzione voluta dal popolo.
In dicembre la Giunta di Stato indice le elezioni per
l’assemblea costituente, intanto a Roma nello stesso periodo arriva Giuseppe Garibaldi con la sua
Legione Italiana, seguito da Giuseppe Mazzini nel
marzo dell’anno successivo.
A fine gennaio si vota in tutto lo stato romano per
eleggere l’assemblea costituente, che una volta eletta il 9 febbraio emana un decreto nel quale dichiara decaduto di fatto e di diritto il potere temporale
del Papa, proclamando nel contempo la
Repubblica Romana.
L’assemblea costituente il 29 febbraio elegge a
capo della neonata Repubblica un governo di
triumviri rappresentato da Giuseppe Mazzini,
Aurelio Saffi e Carlo Armellini.
La neonata Repubblica inizia subito i propri lavori
che come scrivevamo nella premessa riguarderanno
50
tutti gli aspetti della vita pubblica e sociale dei territori dello Stato Pontificio.
Nel frattempo il Papa dal suo esilio, alla corte di
Ferdinando II, chiede aiuto agli stati cattolici di
Francia, Austria, Spagna mentre sottopone a scomunica tutti quelli che parteciperanno alla vita
pubblica della costituita Repubblica.
I governi chiamati in causa rispondono prontamente e soprattutto con lo scopo ultimo di mantenere
un ingerenza su Roma e una volta restaurato il
papato sul governo dello Stato.
Gli austriaci in maggio penetrano nelle Romagne e
attaccano Bologna, il 25 aprile i francesi sbarcano
un corpo di spedizione a Civitavecchia, in maggio
gli spagnoli sbarcano a Gaeta un corpo di spedizione di 4.000 soldati, il 29 aprile le truppe napoletane entrano nello stato pontificio attraverso i confini del basso Lazio con un corposo esercito a
comando del sovrano stesso.
Quello che risulta contradditorio è soprattutto l’intervento francese in quanto la prima e più importante Repubblica Europea, nata anch’essa dalle
rivoluzioni del ’48 corre a reprimere la neonata
piccola Repubblica Italiana. Questo è ben evidente
anche dall’enfasi riportata nella lettera spedita dal
rappresentante del popolo Gianfranchi Salvatore a
nome dell’Assemblea Costituente della quale riportiamo il testo:
Cittadino priore
voi comprenderete bene che in questi momenti di
affannosa lotta tra la Repubblica e dei Croati di
Francia ed i sgherri di Napoli, ogni altro affare
deve di necessità tacere. In oltre a questo, io so che
il Governo cerca esso stesso armi per fornirne l’immenso numero de’ popolani, che è smanioso di
combattere co’ nostri nemici. Disgraziatamente un
buon numero di fucili ci fu sequestrato a
Civitavecchia dai francesi: vedi lealtà di Nazione
Repubblicana!! Prima ti ruba le armi, poi ti attacca! ma Dio punì tanta tracotanza. La lezione fu
data veramente all’italiana, ne so, sequ’è liberticidi avranno più il coraggio di rialzarsi. Salute e fratellanza.
Roma 3 Maggio 1849
Gianfranco Salvatori
Rap.te del popolo
Gli spagnoli appena sbarcati prendono contatto
con altri alleati e soprattutto con i francesi, i quali
gli affidano loro il controllo delle aree attorno a
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
Roma già occupate.
Le truppe napoletane dopo un’avanzata fino a
Valmontone e Velletri si scontrano con la Legione
Italiana guidata da Garibaldi e fuggono precipitosamente rientrando nel regno di Napoli.
Gli austriaci continuano invece la loro avanzata nei
territori Pontifici occupando le Romagne e le
Marche.
I francesi attestati a Civitavecchia e dintorni essendo i più vicini a Roma, iniziano immediatamente
ad attaccarne le mura.
Il 30 aprile sono respinti e subiscono, soprattutto
grazie alle truppe ed al popolo guidato da
Garibaldi, gravissime perdite.
La posta funziona! Persino le parole d’ordine che
cambiano ogni 15 giorni vengono inviate tramite la
posta che continua a funzionare nonostante che
gran parte dei territori siano occupati dagli eserciti invasori. Bellissima testimonianza ne è il contenuto della lettera spedita dalla dir. Generale “al
corriere Ranucci o a qualunque altro corriere alla
Storta”.
“Al corriere Giobatta Ranucci – Storta
Se non avete altro mezzo sta a cavallo e comunque
per farci pervenire la corrispondenza tanto vostra
che dell’altro corriere, retrocederete per
Civitacastellana onde da li imboccare nella via
Salara che conduce a Cantalupo, e ciò non potendosi andrete fino a Terni per li entrare nella strada seconda. Giunto a Porta Salara per le mura a
Porta del Popolo.
Le circostanze che potranno sopravvenirvi vi detteranno quelle misure che crederete più opportune
per giungere allo scopo, dando a voi e agli altri
corrieri ogni facoltà necessaria. Comunicate la
presente a qualsiasi altro corriere con il quale vi
potreste imbattere, nonché ai direttori a ciò che
prestino tutta l’assistenza in un momento così
importante. Direte al conduttore della diligenza a
nome dell’intraprendente che retroceda per
Civitacastellana ed ivi attendere nuove istruzioni
così facciano le altre che saranno per giungere.
Il Direttore Generale
Va notato che, la lettera è del 1° maggio, ed i francesi sono sbarcati solamente da qualche giorno a
Civitavecchia, per cui si chiedeva ai corrieri la massima attenzione per evitare di essere intercettati.
La battaglia per la conquista delle porte e delle
mura è dura: si combatte in vari punti ed i difen-
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
sori con il popolo approntano barricate comunque
per fermare i francesi che incalzano.
Solo all’inizio di giugno essi riescono a conquistare
le prime posizioni vicino a Porta S. Pancrazio per
arrivare alla fine dello stesso mese ad irrompere
attraverso la cinta muraria all’interno della città.
Il 30 giugno l’Assemblea costituente emana un
decreto in cui si dice che: “l’Assemblea costituente
Romana cessa una difesa divenuta impossibile, e
sta al suo posto”.
Il giorno successivo il 1° luglio i triumviri Mazzini,
Armellini e Saffi si dimettono.
Garibaldi si affretta a lasciare Roma con il suo esercito di volontari per cercare di raggiungere Venezia;
anche se è storia nota che non riuscirà mai ad arrivarci, mentre il 4 agosto morirà la moglie Anita.
Il 3 luglio mentre il generale Oudinot entra in
Roma alla testa del corpo di spedizione francese,
l’Assemblea emana la Costituzione della
Repubblica Romana.
Il Papa nel frattempo resta a Napoli e rientrerà a
Roma solo il 12 aprile dell’anno seguente a restaurazione completa.
I francesi resteranno a presidiare Roma inizialmente
fino al dicembre 1866 per ritornare invece nell’ottobre dell’anno successivo per combattere ancora una
volta contro Garibaldi nelle battaglie di Monterotondo
e Mentana, e fermare l’ultimo tentativo di quest’ultimo di liberare Roma. I francesi intanto continueranno a presidiare Roma fino alla fine del mese di agosto
del 1870, quando verranno tutti richiamati in patria,
per effetto della guerra franco prussiana e del conseguente assedio di Parigi.
Ecco come la raccolta di lettere unitamente ad altri
documenti iconografici può documentare la storia e
fa rivivere quelle pagine, che a noi giovani di altra
epoca, abbiamo letto e studiato magari emozionandoci al pensiero delle camicie rosse garibaldine o al
sacrificio di giovani, come i fratelli Cairoli capaci di
mettere in gioco la propria vita per un forte ideale.
UN REAZIONARIO
D’AVANGUARDIA
di Paolo Arfilli
Durante il viaggio apostolico del Santo Padre nel
Regno Unito che si è appena concluso, Domenica
19 settembre a Birmingham durante la solenne
celebrazione della Santa Messa, Papa Benedetto
XVI ha proclamato beato il Venerabile Cardinale
51
John Henry Newman.
Ai detrattori del Papa Teologo sarà facile affermare, in malafede o affetti da cronica ignoranza: “Un
altro reazionario all’onore degli altari”; mentre si
tratta di un uomo la cui modernità del pensiero non
ha ancora terminato di dispiegare i suoi effetti.
Nato nel 1801 a Londra, John Henry Newman,
primo di sei fratelli di un’agiata famiglia protestante fu prima diacono poi parroco della Chiesa
Anglicana e assistente spirituale universitario, in
questa veste si oppose alle posizioni della nascente
“chiesa larga”, quella porzione dell’anglicanesimo
favorevole al pensiero illuminista e razionalista.
Strenuo difensore del principio dogmatico, fu insigne esponente della cosiddetta “chiesa alta”, la
componente anglicana più vicina alle posizioni cattoliche. Fu prima teorico della “via media” che
propugnava una Chiesa Anglicana in posizione
centrale tra gli eccessi dottrinali del luteranesimo
da un lato e il cattolicesimo romano dall’altro; poi,
non ancora quarantenne, fu pesantemente censurato dall’università di Oxford e da numerosi vescovi anglicani per il suo tentativo di conciliare elementi fondanti dell’anglicanesimo – I trentanove
articoli della Chiesa di Inghilterra – con la dottrina
cattolica del Concilio di Trento. Nel 1842 si ritirò
in un sobborgo di Oxford e nei tre anni seguenti
vide luce la sua opera “Sviluppo della dottrina cristiana”, uno studio sulle origini del cristianesimo
nel quale arrivò alla conclusione che “la Chiesa
Cattolica era formalmente dalla parte della ragione”. Ciò fu pietra miliare del percorso interiore che
portò John Henry Newman alla “seconda conversione”, così lui stesso chiama la sua adesione al cattolicesimo. Stabilitosi a Birmingham, entrò
nell’Oratorio di San Filippo Neri, (dove Domenica
19/09 Benedetto XVI si è recato in visita privata) e
nel 1847 a Roma fu ordinato sacerdote cattolico.
Nel 1851, all’unanimità, i vescovi cattolici inglesi
lo scelsero come rettore della neonata Università
Cattolica di Dublino, dall’Irlanda rientrò in
Inghilterra nel 1858 tornando a dividere il proprio
tempo fra l’attività pastorale e gli intensi studi filosofici e teologici. Nel 1879 Papa Leone XIII lo creò
Cardinale ma, poco “romano”, (nel senso deteriore
e “curiale” del termine), continuò a vivere in
Inghilterra e, grande e prolifico pensatore capace di
coniugare fede e ragione con “sintesi eccezionale”
come scrisse di lui Giovanni Paolo II nel 2001 nella
52
ricorrenza del secondo centenario della sua nascita,
pubblicò i suoi scritti e articoli fino al 1885. Morì
nel 1890 ed è sepolto nella Casa Oratorio di
Rednal, (dove Domenica si è svolta la Cerimonia di
Beatificazione); sulla sua tomba un epitaffio, scritto dallo stesso Cardinale Newman, che è mirabile
sintesi del suo pellegrinaggio terreno: “Ex umbris
et imaginibus in veritatem” – “Dall’ombra e dai
simboli alla verità”.
Nel 1958 si aprì la procedura di beatificazione
presso la Diocesi di Birmingham e Papa Paolo VI
voleva celebrarne la beatificazione già nell’Anno
Santo del 1975, ma solo nel 1991, dopo il centenario della morte, Giovanni Paolo II ne dichiarò l’eroicità delle virtù attribuendogli il titolo di
“Venerabile”. Per una strana coincidenza, o una
felice ispirazione dello Spirito, è toccato a Papa
Benedetto proclamare Beato chi come Lui e forse
più di Lui, sicuramente prima di Lui, si è fieramente opposto al relativismo e al liberalismo in
campo religioso, definiti, da Newman nel discorso
pronunciato il giorno della sua nomina a cardinale:
“grande sciagura” e “un errore che si estende come
trappola mortale su tutta la terra”; ne capì, profeticamente, quasi 150 anni fa il devastante potenziale disgregativo per l’essenza – e l’esistenza stessa - della Chiesa.
Il relativismo, quale posizione filosofica che nega
l'esistenza di verità assolute, oppure, anche se esistenti, le ritiene non conoscibili o esprimibili o, in
alternativa, conoscibili o esprimibili soltanto parzialmente (appunto, “relativamente”), per
Newman non è accettabile giacché esso priva la
religione di “verità positiva”, riducendola invece a
“questione di opinioni” a “un sentimento e una
preferenza personale; non un fatto oggettivo o
miracoloso”. Quale mirabile sintonia tra queste
parole un tempo pronunciate dal neoBeato
Cardinale Newman e quelle che seguono, pronunciate 130 anni dopo, nel 2005, in un’omelia dell’allora “collega” Cardinale Joseph Ratzinger: “Si
va costituendo una dittatura del relativismo che
non riconosce nulla come definitivo e che lascia
come ultima misura solo il proprio io e le sue
voglie. Noi, invece, abbiamo un'altra misura: il
Figlio di Dio, il vero uomo”.
Il suo pensiero ha abbracciato un’enorme vastità di
temi e Newman è riuscito a enucleare le più grandi
questioni teologiche e filosofiche del suo tempo,
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
giungendo ad anticipare sviluppi che si sarebbero
compiuti soltanto nel XX secolo; ad esempio, In
queste righe che seguono, nelle quali Newman condanna quella che definisce la “grande apostasia”,
come non leggere una triste profezia dell’odierna
Europa che non ha saputo, o voluto, riconoscere le
proprie radici cristiane: “Finora il potere civile è
stato cristiano. Anche in Nazioni separate dalla
Chiesa, come nella mia, quand'ero giovane valeva
ancora il detto: - Il cristianesimo è la legge del
Paese - . Ora questa struttura civile della società,
che è stata creazione del cristianesimo, sta rigettando il cristianesimo”.
Newman fu inoltre un ispiratore del movimento ecumenico correttamente inteso: non quello che annacqua i principi della propria fede dimenticando le proprie radici, ma che propone il dialogo fra le varie confessioni evidenziando i punti di unione o di possibile
convergenza senza misconoscere o, per contro enfatizzare, le differenze e comunque dando il primato al
comune impegno di servire il prossimo rispetto alla
ricerca di concordanze teologiche e giuridico - canoniche. Mantenne buoni rapporti con il mondo anglicano anche dopo la conversione al cattolicesimo e
costante fu il riferimento di Newman ai Padri della
Chiesa indivisa. Quale grande incitamento, oggi non
ancora completamente compreso e in gran parte
incompiuto, a percorrere la via che riporti lo studio
teologico e la stessa catechesi all’insegnamento dei
padri della Chiesa e soprattutto al testo originario
delle Sacre Scritture: nella storia dell’umanità la
Rivelazione si è chiusa - e conclusa – con la predicazione degli Apostoli.
Al pari di Rosmini, Newman è stato annoverato tra i
“padri assenti” grandi ispiratori del Concilio
Vaticano II, in particolare per quanto riguarda il primato della coscienza, (ripreso poi nella costituzione
Dignitatis humanae); famose le sue parole che scandalizzarono allora perché non comprese, avulse dal
contesto del suo pensiero, e tuttora destano immeritato sospetto ”apud haeresim” nonostante siano trascorsi 50 anni dal Concilio Vaticano II: “Se fossi
obbligato a introdurre la religione nei brindisi dopo
un pranzo, (il che in verità non mi sembra proprio la
cosa migliore), brinderò, se volete, al Papa; tuttavia
prima alla coscienza, poi al Papa”.
E ancora le idee sul laicato e la loro influenza sulla
concezione di Chiesa; come non considerare anco-
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
ra una volta profeticamente moderne queste parole pronunciate da Newman 150 anni or sono e 100
anni prima del Concilio Vaticano II: “ ... sia non
soltanto lecito, ma doveroso sentire i laici in materia di fede”.
E quanto è attuale il suo pensiero che sostiene l’unità
tra la teologia e la scienza, tra il mondo della fede e il
mondo della ragione. Straordinarie, come le definì
Papa Giovanni Paolo II al simposio nel centenario
della morte del Cardinale Newman, le sue parole in
conclusione di un discorso all’Università di Dublino
nel quale proponeva che lo studio non mancasse di
unità ma si fondasse su una visione totale “ Vorrei che
l’intelletto si espandesse con la massima libertà, e che
la religione godesse di un’eguale libertà, ma ciò che io
ritengo è che essi dovrebbero collocarsi nel medesimo
posto ed esemplificarsi nelle stesse persone”.
Vorrei concludere queste poche righe, che spero
contribuiscano a far conoscere e a invogliare il lettore ad approfondire il pensiero di questo grande e
originale filosofo e grande e originale teologo, (che
in vita rifiutò sempre sia la qualifica di filosofo, sia
quella di teologo), con le parole di due autorevoli
contemporanei.
Lo scorso anno, dopo l’annuncio dell’imminente
beatificazione, il Presidente Francesco Cossiga,
recentemente scomparso, da cattolico liberale che
ha sempre considerato il Cardinale Newman un suo
maestro, scriveva: “ … un profeta tra fede e libertà
… possa la sua beatificazione testimoniare pubblicamente della sua carità e della sua santità impegnando tutti i cristiani con la loro carità e testimonianza a lavorare perché Nostro Signore Gesù
Cristo doni, anche nel tempo, a tutti i cristiani, l’unità nella Sua unica, santa ed apostolica Chiesa.”
E pochi giorni fa, concludendo un editoriale a sua
firma su L’Osservatore Romano, Tony Blair, l’ex
premier britannico che come Newman ha compiuto lo stesso percorso dall’anglicanesimo al cattolicesimo, scriveva del Cardinale Newman: “… il suo
coraggio intellettuale è ammirevole. È qualcosa che
molti cattolici intravvedono in Papa Benedetto
XVI. …. Come prevedibile, sono sorte alcune controversie circa la beatificazione di Newman. Alcuni
si chiedono semplicemente se sia questo il modo
giusto per rendergli onore. Ma nessuno dubiterà sul
serio del fatto che sia stato ed è un Dottore della
Chiesa. Verrà il tempo di dichiararlo tale”.
53
LIBRI
MI FAI STARE BENE
Autore Emanuele Filiberto
Editore RIZZOLI
Collana SAGGI
Pagine 238
Dopo aver pubblicato‚ Sognando l’Italia (1998),
C’era una volta un principe (2009) e‚ Maledetti
Savoia, Benedetti Savoia (2010, con Lorenzo Del
Boca), ora il primo romanzo per il Principe
Emanuele Filiberto. O meglio per Emanuele
Filiberto visto che si presenta‚ senza di Savoia.
Questa è la prima volta che fa una cosa extra Savoia
fuori dalla tv. Non ha scritto, infatti, un altro libro
sulla sua famiglia, ma una storia d’amore fresca e
passionale, emozionante e avvincente, queste le parole con cui la giornalista Cesara Buonamici (volto
familiare del Tg5 delle 20, e attualmente anche
vicedirettore) ha presentato il romanzo alla libreria
MelBookStore di Roma.
A Peter Pan… non poteva esserci dedica migliore per
un romanzo in cui il protagonista fugge la vita reale.
Marco ha una doppia identità.
Da un lato è Dj Diabolik, il conduttore di una popolare trasmissione alla radio, con un’identità segretissima, come quella del protagonista dei fumetti da
cui ha preso il nome. Un uomo senza volto, e senza
età, in fuga dai giornalisti e dai suoi ammiratori che
vorrebbero scoprire chi realmente è.
Dall’altro è un trentottenne che non vuole crescere,
proprio come Peter Pan. Superficiale e insensibile,
passa le sue giornate tra feste, coca e ragazze …
Anche qui è in continua fuga da tutto e da tutti:
dalle donne che cambia giornalmente, dalla madre,
dalle responsabilità. Sembra in fuga persino da se
stesso.
54
Fin’ora Marco ha passato la vita a nascondersi e
mascherare i suoi sentimenti. Ma dietro il suo cinismo, c’è il vuoto per un padre scomparso quando
lui era in tenera età, e la pressione di una madre
che lo vuole vedere‚ sistemato .
‘‘L’amore - spiega lo scrittore - dà forza, fiducia,
passione e coraggio per affrontare le cose e vivere la
vita che si è sempre voluto vivere’’. Proprio ciò che
manca al protagonista del libro, il quale, anche se
innamorato, continua nella sua vita dissoluta.
Neanche l’amore per la giovanissima Giulia lo spinge a vivere la vita reale.
Ma il destino spesso gioca con le nostre vite e un’aggressione diventa l’occasione della svolta, con due
incontri in grado di cambiarlo e, finalmente, farlo
stare bene. Elena, la sfuggente fisioterapista che
giorno dopo giorno riporta alla luce il suo lato
migliore, e Giuseppe, un bambino sensibile e difficile che può insegnargli tanto, lo portano a scoprire un’umanità che aveva sempre soppresso.
Un romanzo scanzonato e sensuale in cui i destini
di tre cuori in continua lotta si incrociano e si scontrano, con la voglia, e tanta paura, di cambiare.
Ricco di spunti musicali, come fosse un film che ha
una colonna sonora, il romanzo‚ parte da un’idea
che avevo avuto 10 anni fa, in un periodo più buio
della mia vita, dove ancora mi cercavo. Non mancano quindi i richiami autobiografici, a partire dall’idea ‚che in amore non basta dire ti amo, bisogna
anche far stare bene l’altra persona.
In attesa di ascoltarlo come dj la mattina fra le 7 e
9, in fondo mi sveglio presto e poi ho già fatto esperienza con gli Zero Assoluto su Rtl 102.5, ci siamo
letteralmente‚ divorati questo romanzo.
Sotto il cielo di una Roma primaverile intrisa di
profumi, dove tutto può succedere: anche di incontrare i tuoi sogni. Lo ammetto, un po’ho sognato
anch’io…
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
NUOVI
ISCRITTI
NUMERO
COGNOME
E
NOME
GRADO MILITARE
PROFESSIONE
CITTÀ
NASC.
21.992
BALBO Massimo
Ingegnere aeronautico
Alessandria
1958
21.993
BRACCHI Giuseppe
Avvocato ecclesiastico
Montefiascone (VT)
1959
21.994
D'AQUINO Maurizio
21.995
PAGLIA Gianfranco
21.996
COCCIA Carla
21.997
GUGLIELMINO Margherita
21.998
ALIPO TAMBORRA Valerio
Operaio
Terlizzi (BA)
1987
21.999
MARINELLI Nicola
Imprenditore
Terlizzi (BA)
1966
22.000
MARABELLO Fabrizio
Trasmettitore
Funz. Polizia loc
Ceriale (SV)
1965
22.001
CASTRO Sandro
Avvocato
Carrara (MS)
1974
22.002
MIRABELLO Filippo
Maresciallo aiutante
Sottufficiale CC
Avenza (MS)
1964
22.003
CERRO Annamaria
Investigatrice (consulente)
Roccasecca (FR)
22.004
MARSIGLIA Lorenzo
Bersagliere
Agente di commercio
Palermo
22.005
PETRILLI Corrado
Agente di commercio
Roma
1954
22.006
FERRARIS Jacopo Lorenzo
Studente
Alessandria
1993
22.007
MONTANINO Luigi
1980
22.008
DE LIQUORI Carolina
22.009
RUSSO Maurizio Antonio
22.010
COTTI COMETTI Valter Luigi
22.011
CAPUANO Michele
Carabiniere scelto
22.012
CASTELLO Alberto
Allievo maresciallo
22.013
CHIARENZA Marco
Appuntato
22.014
SANTOLARIA DE PUEY Y
CRUELLS Josè-Apeles
Sottotenente
22.015
PRIOLO Calogero
22.016
CASSARÀ Salvatore
22.017
CELAURO Calogero
22.018
DAUNISI Alfonso
22.019
FALZONE Salvatore
22.020
FILIPPELLI Leonardo
22.021
GIULIANA Raffaele
22.022
INGLIMA Antonio
Caporalmaggiore
22.023
RACALBUTO Vincenzo
Caporale
Manager bancario
Canicattì (AG)
1966
22.024
MICOCHERO Angela
Architetto
Pescara
1970
Maggiore paracadutisti
Primario gastroenterologia
Marghera (VE)
1953
Deputato al Parlamento
Casola (CE)
1970
Interprete e traduttore
Roma
San Nicolò (CT)
Caporalmaggiore scelto
1957
Graduato EI
Brusciano (NA)
Pedagogista
Talsano (TA)
Primo capitano art.
Funzionario min. a riposo
Udine
1947
S. Ten. artiglieria mon.
Medico cardiologo
Esine (BS)
1963
Graduato CC
Santa Maria di Sala (TA)
1981
Allievo sottufficiale CC
Saronno (VA)
1980
Graduato CC
Acireale (CT)
1978
Sacerdote
Barcellona (Spagna)
1966
Agente di polizia
Naro (AG)
1980
Caporalmaggiore capo
Graduato EI
Naro (AG)
1979
Soldato di cavalleria
Impresario
Naro (AG)
1946
Impiegato
Canicattì (AG)
1954
Caporalmaggiore
Canicattì (AG)
1969
Naro (AG)
1983
Pensionato
Camastra (AG)
1949
Commercialista
Canicattì (AG)
1975
22.025
DIMA Battista Salvatore
Funzionario statale
Corigliano Calabro (CS)
1967
22.026
CATALDO Ciro
Studente
Sottomarina (VE)
1992
22.027
FOLLA Marco
Architetto
Firenze
1978
22.028
DAL CANTO Lorenzo
Avvocato
Ponsacco (PI)
1984
22.029
BOTTALICO Pasquale
Maresciallo aiutante
Sottufficiale CC
Vieste (FG)
1964
22.030
BEO Severino
Geniere
Imprenditore
Padova
1946
22.031
MARANGONI Daniela
Artigiana
Caldogno (VI)
22.032
BARONCINI Tiziano
Guardia giurata
Biestro Pallare (SV)
1967
22.033
RIVOLA Enrico
Rag. libero professionista
Castenaso (BO)
1962
22.034
DE TOMASI Andrea
Informatore scientifico
Bologna
1968
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
Soldato
Commerciante
Agente scelto Polizia di S.
Sergente maggiore
Sottotenente C. R. I.
55
22.035
TALDI RAMONDINI Renata
Imprenditrice
Bologna
22.036
AMISANO Gabriele
Studente
Casale Monferrato (AL)
1983
22.037
BRANDI Andrea
Impiegato
Cagliari
1967
22.038
ANGIONI Gianluca
Operaio specializzato
Pula (CA)
1970
22.039
SOLLAI Antonio
Commercialista e revisore
Cagliari
1938
22.040
LEZZI Rosellina Maria
Docente di lettere
Copertino (LE)
22.041
MURCIANO Biagio Stefano
Appuntato scelto
Graduato G. d. F.
Martano (LE)
1963
22.042
CIARFERA Enrico Carmine
Colonello
Ufficiale EI
Nardò (LE)
1954
22.043
CASTIGLIONE Christian
Commerciante
Savona
1976
22.044
MAGLIANO Matteo
Imprenditore
Milano
1970
22.045
DALLA CHIARA Luciana T. G.
22.046
CRISAFULLI Attilio
Ufficiale Guardie Ambientali
Roma
1938
22.047
LIMONCELLI Federico
Guardia ittica provinciale
Roma
1991
22.048
LIMONCELLI Angelo
Ufficiale Guardie Ambientali
Roma
1952
Milano
22.049
SPADA Francesco
Impiegato
Gussago (BS)
1986
22.050
DELCURATOLO Dario
Agente di polizia locale
Varese
1977
22.051
DHO Dario
Luogotenente
Sottufficiale G. d. F.
Omegna (VB)
1964
22.052
MAIELLO Luca
Appuntato
Graduato G. d. F.
Varzo (VB)
1976
22.053
GIURI Christian
Appuntato
Graduato G. d. F.
Verbania (VB)
1976
22.054
GIARDINO Vincenzo
S. Ten. C. R. I.
Consulente strategico aziend.
Milano
1980
22.055
MANCINI Vincenzo Lorenzo
Medico chirurgo
Roma
1958
22.056
CAPRIOLI Luca
22.057
SORBELLO Salvatore
22.058
DELLA FAZIA Tommaso
22.059
CARUSO Loredana
22.060
SURIANO Pietro Giovanni Donato
Medico
Catania
22.061
D'ADAMO Cecilia
Avvocato
Catania
22.062
VIRZÌ LACQUA Carlo
Assistente di P. S.
Catania
1978
22.063
GIOVE Giancarlo
Sergente di Marina
Imprenditore
Savona
1962
22.064
IMERITO Cristian
Appuntato scelto
Graduato CC
Anzio (RM)
1975
22.065
CARELLA Francesco
Appuntato
Graduato CC
Stazzano (AL)
1977
22.066
SANFELICE Pietro
Fante
Ragioniere
Moltrasio (CO)
1943
22.067
SANFELICE Paolo
Fante
Pensionato
Ponte Lambro (CO)
1943
22.068
BERGAMASCHI Moreno
Assicuratore
Borgo San Dalmazzo (CN)
1961
Isp. Sup. Polizia di Stato
Studente universitario
S. Rufina di Cittaducale (RI)
Sottufficiale di P. S.
Giarre (CT)
1958
San Vito Chietino (CH)
1954
Imprenditore
Catania
22.069
GASPARI Aurora
Studentessa universitaria
Trieste
22.070
DELLA PENNA Maria Daniela
Insegnante
San Salvo (CH)
22.071
GASPARI Mario
Studente universitario
San Salvo (CH)
22.072
FLORIDI Vincenzo
Agricoltore
Pinerolo (TO)
22.073
BONANNO Guglielmo
22.074
GONZAGA del VODICE Maurizio
22.075
SANTONICOLA Aniello
22.076
NAPPA Rosaria
22.077
DILENA Carlo
22.078
RUFFIER Christophe
22.079
FEBBO Giancarlo
22.080
MARTINOTTI Silvano
22.081
GENOVESE Pasquale
Maresciallo magg. capo
22.082
MERENDI Riccardo
Fuciliere di Marina
22.083
D'IORIO Alfonso
22.084
MICOZZI Marco
22.085
BRUNO Letterio
22.086
AGRESTA Arnaldo
56
Maresciallo capo
1951
1987
Sottufficiale CC
Taranto
1969
Pensionato
Roma
1938
Ufficiale EI
Civitavecchia (RM)
1969
Avvocato
Napoli
Sottufficiale EI
Castrocielo (FR)
1975
Tenente della riserva
Gestore boutique gioielleria
Pescara
1963
Fante
Soldato EI
Manoppello (PE)
1989
Imprenditore
Pesaro (PU)
1956
Sottufficiale C. R. I.
Salerno
1962
Tenente Colonnello
Sergente Maggiore
Infermiere
Dovadola (FC)
1978
Studente
Napoli
1994
Vice brigadiere
Sottufficiale G. d. F.
Guidonia Montecelio (RM)
1963
Brigadiere
Sottufficiale G. d. F.
Messina
1966
Vice prefetto di Asti
Asti
1966
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
22.087
VISCONTI Andrea
Ragioniere lib. Professionista
Asti
1971
22.088
BRUSCHINI Marco
Appuntato
Graduato CC
Terni
1976
22.089
BONFIGLIO Giuseppe
Maggiore
Pensionato
Rovigo
1951
22.090
MARITATO Fancesco
Tenente medico
Medico chirurgo
Cairo Montenotte (SV)
1961
22.091
IDILI Andrea
Maresciallo
Sottufficiale CC
Bosa (OR)
1987
22.092
BUSSALAI Luigi
Vice-presidente provinciale
Savona
1975
22.093
DESALVO Annamaria
Pensionata
Savona
22.094
FEFÈ Federica
Impiegata
Roma
22.095
DUCA Domenico
Soldato
Geometra
Palermo
1975
22.096
GALBO Loreto
Sergente M. M.
Medico
Palermo
1958
22.097
GIORDANO Giuseppe
Caporalmaggiore
22.098
PULEO Biagio
22.099
TODARO BUTERA Giuseppe
22.100
GRANATA Fabio Claudio
22.101
BARBAGALLO Federico Emiliano
22.102
FUNDRISI Patrizia
Maresciallo capo
Consulente finanziario
Palermo
1963
Bancario
Palermo
1963
Sottufficiale CC
Sciacca (AG)
1968
Amministratore immobiliare
Catania
1968
Enna
1989
Impiegata
Enna
22.103
BARBAGALLO Andrea
Studente
Enna
1992
22.104
PANZA Vincenzo
Carabiniere
Consulente manageriale
Monza (MB)
1962
22.105
ZEDDA Francesco
Autiere
Pensionato
Cagliari
1950
22.106
RETTONDINI Paolo
Caporale alpini
Libero professionista
Chienes (BZ)
1955
22.107
NICOLOSI Aurora
Impiegata
Roma
22.108
SINIBALDI Marcello
Libero professionista
Roma
1953
22.109
PINTUS Leonardo
Maresciallo
Sottufficiale CC
Alghero (SS)
1982
22.110
CASADIDIO Matteo
Maresciallo
Sottufficiale CC
Sassari
1989
22.111
ONIDA Daniele
Maresciallo
Sottufficiale CC
Sassari
1984
22.112
MOTTOLA Luigi
Dirigente scolastico
San Giorgio del Sannio (BN)
1957
22.113
GIAMMETTI Giovanni
Tenente di fanteria
Dirigente scolastico
Benevento
1952
22.114
CASAMASSA Giuliano Vito G.
Sergente EI
Insegnante
Foiano di Val Fortore (BN)
1952
22.115
PANZA Alberto
Dottore commercialista
Guardia Sanframondi (BN)
1974
22.116
PELOSI Ugo
22.117
BETTINI Emanuele
22.118
PRESICCE Luigi
22.119
BALDACCHINI Epifania
Impiegata
Catania
22.120
MOCCI Iride
Impiegata
Terralba (OR)
22.121
SALDICCO Dante
22.122
FACENNA Michele
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
Caporale EI
Sottotenente EI
Caporalmaggiore
Commerciante
Cerreto Sannita (BN)
1985
Scrittore
Cremona
1946
Impiegato aeroportuale
Bitonto (BA)
1977
Direttore di banca
Roma
1958
Operaio
Sannicandro Garganico (FG)
1964
57
OGGETTISTICA
58
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
OGGETTISTICA
I volumi di cui sopra sono disponibili presso l’Istituto
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
59
60
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2011
24 marzo 1849 - Convegno di Vignale (No), tra il Re di Sardegna, Vittorio Emanuele II,
ed il governatore generale del Lombardo - Veneto, feldmaresciallo Radetzky
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Numero 4 Luglio-Agosto 2011 - Istituto Nazionale per la Guardia d