Classe III C GEMONA a.s. 2014/15
IL BATTAGLIONE ALPINI GEMONA
Il Battaglione Alpini Gemona nasce il 10 luglio 1887 per cambio di denominazione del
btg “Val Tagliamento”. Il 1° ottobre dello stesso anno passa al neocostituito 7°
reggimento alpini assumendo la nappina verde.
All’inzio della I Guerra mondiale i reparti del "Gemona" occupano, con quelli del "Val
Fella", parte della Val Dogna in posizione di difesa rispetto alle trincee nemiche.
Ai nostri è ordinato di attaccare le posizioni austriache della Forca Cianalot e dei Due
Pizzi. Il 26 maggio, mentre, reparti della 97^ e della 270^ del "Val Fella" agiscono
rispettivamente in direzione del Pipar e di Forca Cianalot, il tenente Turco, con una
squadra scelta del "Gemona" riesce di notte, per passaggi ritenuti impraticabili, a
giungere a 150 metri dal nemico. Di qui riesce a far prigioniero l'intero presidio. Alla
fine di maggio al battaglione viene ordinato di raccogliersi nell'alta Val Dogna con il
compito di rafforzare le posizioni tra il Crosadon e i Due Pizzi.
Nel coso dell’estate le battaglie sono continue, rallentano con l’avvicinarsi dell’inverno
che rende, però molto difficile la permanenza su quelle vette in condizioni proibitive.
La primavera del 1916 registra ancora alcune azioni di una certa rilevanza mentre
nell’inverno e primavera seguente il “Gemona” continua a presidiare le posizioni
dell'alta Val Dogna riuscendo dopo mesi e mesi di lavoro a trasformare la montagna in
una fortezza imprendibile e in un comodo rifugio. Significativa è la riproduzione in
legno del Duomo di Gemona.
All'alba del 25 ottobre nella regione di Monte Carnizza, dopo un intenso
bombardamento, il nemico attacca con due compagnie. All'imbrunire del 27 ottobre il
battaglione inizia il ripiegamento; il 28 si porta sulla sinistra del Fella per proteggere la
ritirata delle truppe delle valli Dogna e Fella e da qui per Stazione Carnia. Il 18
novembre 1917 il "Gemona" è sciolto in seguito ad ordine del comando supremo, e i
superstiti
passavano
a
rafforzare
il
battaglione
"Tolmezzo".
Il battaglione venne ricostituito il 1° settembre 1919 per cambio di denominazione del
btg. “Monte Arvenis”.
Moderna riproduzione del distintivo del Battaglione Gemona
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SPAGNOLA
Il presente volantino notifica
alla popolazione gemonese il
comportamento da tenersi al
fine di evitare il propagarsi
dell'influenza.
L'influenza
spagnola,
altrimenti conosciuta come la
Grande
Influenza,
fu
una
pandemia influenzale che fra il
1918 e il 1920 uccise decine
di
milioni
mondo.
È
di
persone
stata
nel
descritta
come la più grave forma di
pandemia
della
storia
dell'umanità.
All'influenza
venne
dato
il
nome di "spagnola" poiché la
sua esistenza fu inizialmente
riportata soltanto dai giornali
spagnoli. La Spagna non era
coinvolta nella prima guerra mondiale e la sua stampa non era soggetta alla censura
di guerra; negli altri paesi il violento diffondersi dell'influenza venne tenuto nascosto
dai mezzi d'informazione, che tendevano a parlarne come di un'epidemia circoscritta
alla Spagna. In realtà, il virus fu portato in Europa dalle truppe statunitensi che, a
partire dall'aprile 1917, confluirono in Francia.
Allo scoppio dell'epidemia, il conflitto durava ormai da quattro anni ed era diventato
una guerra di posizione: milioni di militari vivevano quindi ammassati sui vari fronti,
in trincee anguste con condizioni igieniche terribili favorendo la diffusione del virus.
Il particolare contesto storico in cui si diffuse causò una decimazione della
popolazione civile più di quanto non avessero fatto gli eventi bellici di per se stessi.
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LE PORTATRICI CARNICHE
Il ruolo specifico della “Portatrice”
risale all'Ottocento quando queste donne
supportavano le esplorazioni degli alpinisti “cittadini”.
Nella prima guerra mondiale, le Portatrici fecero parte integrante del settore
logistico del XII Corpo d’Armata della Carnia che operava come anello di
congiunzione tra la IV e la II Armata. Le “Trasportatrici” (in seguito “Portatrici”)
dipendevano dai Comandi Tappa situati negli abitati e svolgevano i servizi di
trasporto per il fronte. Con la gerla carica di viveri, ma anche proiettili e materiale
vario, per un peso che poteva raggiungere i 30, 40 kg, salivano verso il fronte. La
marcia in salita superava dislivelli da 600 a 1200 metri e durava da due a quattro
ore; durante i faticosi viaggi, effettuati con qualsiasi tempo, giorno e notte, calzando
all’occorrenza
“scarpets”
oppure
zoccoli di legno, lavoravano a maglia,
pregavano e cantavano.
Indossavano un bracciale rosso sul
quale
era
stampato
un
numero
corrispondente a quello iscritto su uno
speciale libretto di carico e scarico
che serviva anche per ricevere il
“soldo”, il compenso per il servizio
effettuato pari a quello percepito dal
fante in trincea con il diritto alla
razione viveri giornaliera. Dalle iniziali
due compagnie formatesi nella zona
dell’Alto But, in breve furono arruolate
da tutta la Carnia oltre duemila
portatrici dai dodici ai sessant’anni.
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Esercito permanente REGGIMENTO GRANATIERI DEPOSITO
N. di matricola 68872 del distretto di Sacile
Copia del FOGLIO MATRICOLARE E CARATTERISTICO
di: XXXXXXX di fu XXXXXXX e XXXXXXXX nato il 19.12.1892 a Gemona nel
circondario di Udine che ha estratto il numero 196 nella leva sulla classe del
1892 quale iscritto nel comune di Gemona, mandamento di Gemona,
circondario di Udine.
CONTRASSEGNI PERSONALI, MATRIMONI E VEDOVANZE
STATURA: 1.76m
CAPELLI: castani e ondulati
NASO: greco
MENTO: giusto
OCCHI: castani
COLORITO: roseo
DENTATURA: sana
ARTE O PROFESSIONE: stuccatore
Se all’atto dell’arruolamento sapeva leggere: sì
scrivere: sì
ARRUOLAMENTO, SERVIZI, PROMOZIONI ED ALTRE VARIAZIONI
MATRICOLARI
Soldato di leva, prima Categoria, Classe 1892, Distretto di Sacile, già riformato
e rivisitato a senso del Decreto Luogot. 1° agosto 1915 e lasciato in congedo
illimitato li
20 Ottobre 1915
Chiamato alle armi e giunto
24 Novembre 1915
Tale nel 2° Reggimento granatieri
10 Dicembre 1915
Giunto in territori dichiarati in istato di guerra
12 Giugno 1916
Partito dai territori dichiarati in istato di guerra
ferito
21 Settembre 1916
Mandato in licenza straordinaria di convalescenza di g. 90 29 Ottobre 1916
Rientrato al corpo
21 Gennaio 1917
Mandato in licenza straordinaria di convalescenza di mesi
quattro con assegni in attesa degli atti di accertamento li
27 Febbraio 1917
Rientrato al corpo
27 Giugno 1917
Mandato in licenza straordinaria di convalescenza di mesi
sei con assegni in attesa degli atti di accertamento in seguito
a rassegna
6 Agosto 1917
Dichiarato disertore perché in licenza di convalescenza di
mesi sei nel Comune di Gemona temporaneamente
invaso non rientrava a questo Deposito (N. 8 Circolare 782
del Giornale Militare 1917) li
1 Aprile 1918
Denunciato al Tribunale Militare di Piacenza per il reato di
Diserzione in tempo di Guerra (articolo /38 /25 C.P.M.) li
1 Aprile 1918
CAMPAGNA DI GUERRA 1916
Ferito d’arma da fuoco alla gamba sinistra nel Combattimento
di Monte San Michele li
Parma 17 – 4 – 18
9 – 8 – 916
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LA DOMENICA DEL CORRIERE
Il disegno stampato sulla prima pagina de La Domenica del Corriere nel settembre
1914, quando ancora l'Italia non era entrata in guerra, rappresenta la battaglia di
Charleroi, in Belgio. Il disegnatore, A. Beltrame, ha voluto rappresentare la
crudezza
dello
scontro
tra
i
"turcos" francesi e gli artiglieri
tedeschi.
Questi
ultimi
si
riconoscono
dall'elmetto
"pickelaube"
comunemente chimato elmetto a
punta,
mentre
i
francesi
indossano solamente il berretto.
Con la definizione di "turcos"
venivano denominati i soldati
provenienti dalle colonie francesi.
Nel
corso
della
prima
guerra
mondiale si arruolarono soprattutto
algerini,
marocchini,
tunisini
e
senegalesi.
Tra il 1914 ed il 1918, 600.000
soldati coloniali furono mandati in
trincea a fianco delle truppe francesi
e
circa
81.000
combattimenti.
morirono
nei
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I BUONI DI CASSA DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE
Non sono banconote molto conosciute, eppure rientrano a pieno diritto nella storia
della cartamoneta d’Italia, in quanto ricoprono un posto di tutto rispetto tra gli
avvenimenti del Regno d’Italia.
Le banconote vennero emesse dalla “Cassa Veneta dei Prestiti” nel 1918 (la data è
riportata anche sul fronte), ente con sede a Udine creato appositamente a seguito
dell'invasione tedesca del Friuli, dopo la battaglia di Caporetto.
Questi buoni costituivano una vera e propria carta moneta d'occupazione e anche
se avrebbero dovuto essere garantiti, in realtà vennero ritirati dal governo italiano
dopo la guerra solo al 40% del loro valore nominale.
All'inizio del 1918 anche l'amministrazione comunale provvisoria di Buia provvide a
emettere una serie di Buoni convertibili in valuta legale entro sei mesi dalla
conclusione della guerra.
Questi sono buoni emessi il 2 Gennaio 1918 dalla
Cassa Veneta dei Prestiti e hanno un valore
nominale di 5 e 50 centesimi di lire.
La nota sul retro dice: “Saranno puniti i fabbricatori di buoni
di cassa falsi, chi li usa e chi li rimette in circolazione.”
Questo è un buono da 1 lira emesso dal
Comune di Udine per l'acquisto di generi
alimentari negli spacci comunali. Se non
consumato poteva venire convertito in moneta
legale entro un anno dalla proclamazione della
pace.
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