Giulia Vay PAROLE DI PRIMA E DI POI «Comete» Collana di poesia Parole di prima e di poi © 2014 Giulia Vay © 2014 Matisklo Edizioni Prima edizione, giugno 2014 ISBN: 978-88-98572-19-9 In copertina: acquerello di Marina Baruffi. Matisklo Edizioni S.N.C. di Oddera Cesare & Vico Francesco Via Eremita 14 17045 Mallare (SV) [email protected] www.matiskloedizioni.com I diritti d’autore derivati dalla vendita di questo eBook sa ranno interamente devoluti all’Associazione «Lab121» di Alessandria (http://www.lab121.org/), che si impegna a sostenere il lavoro dell’arte in ogni sua forma. PREFAZIONE Molti anni fa Giulia Vay mi diede un quadernetto pieno di sue poesie scritte a penna, che conservo fra le cose a cui sono affezionato. Già allora mi colpirono per l’in tensità di sentire di cui erano impregnate, per l’ansia di co municare da cui erano mosse. Con il volgere del tempo, attraversando crisi e cambiamenti, questa forza, inizial mente ancora poco controllata, si è conquistata la forma e gli strumenti per emergere limpida in versi di grande inci siva semplice bellezza. L’autrice è consapevole di questo accadimento e lo dichiara esplicitamente nella prima poesia di questo suo libro d’esordio: «Eccoli, i versi che tornano / se n’erano andati per tornare cambiati, / cresciuti da sé, indipenden ti». I versi tornano e si posano sulla vita con la fraterna voglia di raccontare ciò che accade, senza preoccuparsi di un ordine o di un senso. La tematica è puramente esistenziale: perché è nel l’esistenza di chi scrive che si trova tutto ciò che serve, la gioia e il dolore, lo slancio e l’ostacolo. Ma la buona poesia trasforma sempre il fatto personale in uno specchio largo, in cui ogni altra esistenza ha la possibilità di riflettersi e riscoprirsi. Centrale è il rapporto umano, la relazione con l’altro, che da abissi di sofferenza e incomunicabilità sale a tratti in spazi luminosi e accoglienti, dove l’amore non ha condi zioni e neppure determinazioni né tipologie: amichevole, filiale o passionale, risponde – o non risponde – allo stesso grido, alla stessa impossibile ma necessaria chiamata. Ed è qui che la potenza evocativa di Vay tocca i vertici più alti. «Ho avuto uomini che mi hanno sommersa / di parole d’a more. / Non mi sono mai sentita tanto amata / come ora che dici di non saperlo fare». Non saprei indicare ascendenti diretti o maestri di questa poesia. Il lessico è originale e coglie in modo eclet tico le suggestioni della migliore letteratura contempora nea. Si possono citare Alda Merini, la prediletta dell’autri ce, e forse Wisława Szymborska per la capacità di estrarre potenza dai più tenui scenari quotidiani. Ma, volendo, an che Giorgio Caproni, per l’aspra concisa delicatezza con cui si sfiora il pulsare delle relazioni e dei sentimenti. La vita urge e la poesia è una traccia scintillante che non si ferma a spiegare le cose: «Non ti posso aspettare, / troppa strada da fare. / Troverai da solo quel che ti volevo mostrare». La vita urge e la poesia è il sangue che esce dalla ferita e contemporaneamente è il balsamo che tenta provvi soriamente di medicarla. Solo uno sguardo buono può ad dolcire la contraddizione, può domare l’assenza che sta sempre dentro ogni presenza: «Non c’è tristezza nell’ab bandono, / solo una vaga malinconia / da sempre mia». Con i suoi versi l’autrice apre anche a noi la porta, e ci mette alla prova: «Osserverò lo sguardo che si posa / sulle mie cose e sarò gentile / se sarà gentile. / Poi vedremo se continuare». E noi qui a leggere, noi qui a spiare fra queste righe di poesia alta senza superbia e profonda senza presunzione, noi vorremo e sapremo, ne sono certo, essere gentili, perché lei continui a vivere e a dispensarci i suoi doni. Credo molto nel valore assoluto di questo libretto, nel suo gusto forte e delicato e più ancora, forse, nel retro gusto che lascia dopo la lettura: quella leggera sensazione che qualcosa è cambiato. È poesia importante, ne vogliamo ancora, vogliamo che il percorso continui: vai, Vay, abbia mo bisogno di te. Carlo Molinaro PAROLE DI PRIMA E DI POI Ad Anna Maria Alessio, mia mamma. I POESIE DI UN TEMPO DI POI INEVITABILMENTE Eccoli, i versi che tornano se n’erano andati per tornare cambiati, cresciuti da sé, indipendenti. Non dovrò più cercarli, pensarli e ripensarli, saranno loro, ora, a volermi che inevitabilmente so cosa vuol dire essere poeta. ISOLA Distolgo lo sguardo dal mare dei tuoi occhi per non affogare. Cosciente di essere isola. M’aggrapperei volentieri ad un sorriso o ad un saluto pur di galleggiare. ANCHE DOPO DI ME Avrei voluto i tuoi pensieri più sinceri e reconditi, perché è lì che ci saremmo incontrati. È stata un’intuizione senza margine di errore, te ne sei andato con un bacio e non sei più tornato. Ciò che credo tu non abbia capito è che ti avrei dato quello che non sai dare perché rimanesse tuo, anche dopo di me. Ho amato anche te senza amplesso e senza orgasmo nel solo, possibile senso che ha l’amore, senza condizioni. TUTTO QUA Sono uscita allo scoperto, bella o brutta non importa, sono io, tutto qua. NON SI PUÒ SPIEGARE Non si può spiegare, è un modo di sentire, è saperlo dire con poche esatte parole. IL POMODORO Non servirà un dizionario per capirmi, le mie parole sono semplici come la terra, quello che sento è buono e succoso come quel pomodoro, solo ora più maturo. FARÒ COSÌ Farò così: socchiuderò la porta ed inviterò ad entrare chi busserà con prudenza. Poi entrerà con permesso, mi scuserò per il disordine, ma è tutta la vita che provo ad ordinare. Osserverò lo sguardo che si posa sulle mie cose e sarò gentile se sarà gentile. Poi vedremo se continuare. L’AUTRICE Giulia Vay è nata a Torino nel 1975 ed è vissuta in Alessandria da allora in poi. Ultima di quattro fratelli, ha studiato per un po’ Let tere moderne a Palazzo Nuovo a Torino, poi ci ha riprovato con il corso di laurea in Biblioteconomia, ma non s’è mai laureata né nell’una né nell’altra facoltà. Di mestieri ne ha fatti tanti: operaia, cameriera, im piegata in un’azienda metalmeccanica, eccetera. Dopo un corso da bibliotecaria inizia a lavorare nella Biblioteca civica della sua città, ma ben presto viene licen ziata per mancanza di fondi per il rinnovo dell’appalto alla cooperativa di cui faceva parte. Per diverso tempo è stata disoccupata, attualmente svolge lavori saltuari perlopiù sempre nell’ambito delle bi blioteche. È ancora in vita, per ora. «Parole di prima e di poi» è il suo esordio letterario. INDICE PREFAZIONE (DI CARLO MOLINARO) I. POESIE DI UN TEMPO DI POI INEVITABILMENTE ISOLA ANCHE DOPO DI ME TUTTO QUA NON SI PUÒ SPIEGARE IL POMODORO FARÒ COSÌ VOGLIO SMETTERE DI FUMARE A DAVIDE LA POESIA NON SERVE A NIENTE CIAO NON NE PARLERÒ PAROLE NUOVE VOLEVO VEDERTI FELICE MAGARI KAFKA SULLA SPIAGGIA ADESSO VOLO AUTUNNO RABBIA IO, STELLA DANZANTE PER DUE CIOCCOLATINI INVITO ALLA GIOIA VERITÀ QUALE MALE SONO POETA MODERNA POESIA DEL PRIMO AMORE LO DIMOSTRI LASCIA CHE SCIA FREDDO MA CHE CASSATA! POETESSA DOMENICA D’AGOSTO GENOVA OGGI, ALLA STAZIONE DI CASALE MONFERRATO CINEMA ADESSO FORSE SE RIMANGO NEL LETTO ERA SOLO UN GIORNALE, TALVOLTA PIÙ DI MARILYN MONROE E PASSANDO OGNI GIORNO E PASSANDO OGNI GIORNO UN FATTO ECCEZIONALE PREGHIERA POTRESTI AMARMI, PER FAVORE? NON TOCCARMI LA NEVE CERCO CHE SIA ALESSANDRIA QUELLO CHE PUOI LASCIAMI ENTRARE ME LA DAI? NON HO TEMPO QUESTI PADRI NASCI OGGI NOI NON SIAMO FIDANZATI AVEVO PAURA DEL BUIO FLEBILE TESTAMENTO UCCIDETE I POETI FORSE FUORI PAROLA SOSPESA MISURA QUESTA CITTÀ NON C’ERAVAMO MAI PARLATE INCANTO DEBOLEZZA MAMMA NON MAMMA LA FESTA FAVOLE BREVISSIMISSIMISSIME ALLA STAZIONE OGGI SARÀ LA PIOGGIA MI TI MA TU E POI SUCCEDE CAZZI VOSTRI II. POESIE DI UN TEMPO DI PRIMA SOLO POESIA GUIDARE SOTTO LA NEVE SOLO UNO SGUARDO NON POTERTI FARE MALE MENDICANTE MIRAGGIO MAGARI MAI POETANGO RINASCERÒ REGALO FEBBRE VENUTA DAL CIELO TEMPO SPRECATO NEANCHE UN TANGO ADDIO TU MI CHIEDI UN ABBRACCIO LIBERO LAMENTO SONO STATA CAOS DALLE CINQUE IN POI LA GIORNATA AD UN AMICO QUELLA VITA CHE RESTAVA LA CORDE SENSIBLE – MAGRITTE PIOGGIA LE STELLE NEL CIELO VIAGGIO DA SOLA IL SERPENTE TUTTI BENE O MALE ANCORA UN BALLO DOV’È POESIA (ADDIO TANGO) IL MONDO È LÀ, FUORI L’OFFERTA SUL TRENO PER TORINO SFIORI LA MANO SUL DIVANO CANZONE PER FRANCESCO INSETTO IL DONO PIÙ GRANDE SPLENDORE LA CILIEGIA ADDIO AI COLLEGHI L’AUTRICE